Il mondo di Zoe

di anonymus_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mica male come inizio ***
Capitolo 2: *** Bad Girls & Devil ***
Capitolo 3: *** Una scuola di pazzi...il posto per me! ***
Capitolo 4: *** Un incontro graffiante ***
Capitolo 5: *** Pizza e compagnia...a morte la demofobia ***
Capitolo 6: *** La coscienza della mia coscienza ***
Capitolo 7: *** Il passato ritorna col buio della notte ***



Capitolo 1
*** Mica male come inizio ***





IL MONDO DI ZOE


CAPITOLO 1
MICA MALE COME INIZIO

 

Mi chiamo Zoe, oggi è il mio primo giorno di liceo e sono agitata come non mai. Questo non perchè andrò in una scuola nuova, certo, un po' è emozionante anche quello, però come vi sentireste voi se aveste scoperto che il vostro fidanzatino delle elementari, sparito dopo l'inizio delle medie, è in classe con voi?
Agitate eh? Vi capisco, a me sta succedendo.
Lui si chiama Andrew e alle elementari era fantastico, ora è l'esatto contrario ma per qualche strana ragione mi affascina ancora. Sarà quell'aria di bad boy? Non credo, a me piacciono i cosiddetti "bravi ragazzi", forse è perchè penso che in qualche modo sarò in grado di farlo tornare quello che era un tempo. Sapete no, le classiche cose che dicono le classiche ragazzine innamorate del classico figo della scuola: lo farò smettere di fumare, di bere, di drogarsi, di andare con qualsiasi ragazza gli capiti a tiro eccetera eccetera. E poi sapete come finiscono queste ragazzine? Le vedi un anno dopo che fumano, bevono, si drogano eccetera eccetera. Bello il mondo no?
Scendo dalla macchina e la prima cosa che faccio è sbirciare sopra le teste degli altri ragazzi alla ricerca di lui. Lo conosco così bene che sarei in grado di riconoscerlo anche dal modo di camminare. Non mi ci vuole molto ad individuarlo; è appoggiato alla colonna del cancello con la sua fidanzata del momento attaccata al braccioe un altro gruppo di squinzie che gli stanno attorno e non possono mancare gli altri ragazzi che si credono fighi. Attenzione: si credono fighi, ma, mi spiace dirlo, non lo sono affatto.
-Ehi Zoe!- una voce mi trascina via dallo stato di contemplazione nel quale sono caduta. E questo che vuole ora? Ho riconosciuto subito la voce, è Alex, un ragazzo che ho conosciuto durante l'open day. Il classico ragazzo per bene, simpatico, studioso e con gli occhiali, in pratica, uno sfigato. Ma chissà perchè sembra che io abbia una calamita per gente del genere e devo dire che non mi stanno nemmeno antipatici, forse sono un po' una sfigata anch'io? Naa, impossibile.
-Ciao Alex!- ricambio il saluto e lo raggiungo tra la folla. Ma quanta gente c'è qui!?
-Emozionata?- mi chiede lui non appena ci troviamo l'uno accanto all'altra.
-Non sai quanto- mormoro io, ma appena capisco che non mi ha sentita, dopo un sospiro di sollievo, esclamo: -Emozionata? Io? Quando mai-
Lui sorride e non aggiunge altro. Ad un tratto mi sento afferrare per mano e trascinare via. E' sempre Alex...ma che gli prende?
Ora ci troviamo in un posto più appartato...proprio dietro i cassonetti dell'immondizia. DAvvero meraviglioso, c'è proprio un'aroma che ricorda...oh insomma, che diavolo vuole?
-Senti- comincia lui con aria imbarazzata -devo dirti una cosa ma non so come fare-
Quando mi rendo conto che non ha intenzione di andare avanti gli rispondo serafica: -prova ad aprire la bocca e parlare...sai è facile, hai imparato quando avevi tre anni-
Un suo sguardo infastidito mi fa capire che forse questa volta non era il caso di fare del sarcasmo e ho paura che voglia fare davvero un discorso serio.
-Ti amo-
La sua voce è talmente bassa che credo di aver capito male.
-Come scusa?- esclamo. Ma un suo sguardo mortificato mi fa intuire che ho capito giusto.
-Ecco vedi...- comincio io. Odio questi momenti, e ora che diavolo dico? Ma perchè non suona la campanella? Insomma, mi servirebbe un aiutino.
-penso che...- "-penso che possiamo essere semplicemente amici- -best friend forever!- urlo alzando le braccia con le dita a V" avrei sempre sognato di farlo ma mi rendo conto che non sarebbe il massimo e così cerco di soffocare una risatina che mi sta nascendo dentro e riprendo il contegno.
Il suo viso è sempre più vicino al mio. mio caro spero che tu ti sia lavato i denti sta mattina, se no penso proprio che potrei tirarti uno schiaffio...oh, ma hai gli occhi azzurri, da quando?
Per quanto io me lo aspettassi, il bacio mi coglie impreparata (lo so che è un controsenso, ma questa storia in sé non ha senso, perciò un po' di comprensione e che cavolo!).
All'inizio è un bacio molto casto, ma quando mi rendo conto che mi piace dischiudo le labbra e sento la sua lingua farsi strada tra di esse, alla ricerca della mia, che non tarda a farsi trovare.
Quando sento le sue mani sulle tasche dietro dei miei pantaloni, senza giri di parole: sul mio sedere, mi scosto di scatto: -vediamo di non esagerare!- lo ammonisco io.
Lo vedo sorridere e...ma com'è che tutt'un tratto sei diventato carino? Sono sicura che prima non lo eri! Ammettilo, sei una winx e ti sei trasformato, avanti, voglio la musica e il balletto: "Mi trasformerò, fonte di energia...si si eccetera eccetera, ma che dico?""
E finamente ecco arrivare il: Driiiiin.
Sia lodato il Dio Campanella.
Senza dire niente mi avvio verso il cancello, dove ancora si attarda Andrew e la sua compagna, impegnata a fargli la pulizia interdentale con la lingua. Non ci vuole molto a capire che lui mi ha notata. Sento le guance avvampare ma mi volto, per non farglielo notare. Appena mi ritrovo davanti Alex mi viene in mente un'ideuzza per far rimanere in testa ad Andrew la mia presenza in questa scuola: in uno slancio, forse un po' troppo esagerato ma pazienza, è troppo tardi per rimediare, afferro Alex per la maglietta e lo attiro a me per fonderci in un bacio appassionato che lui sembra apprezzare decisamente tanto. Okey Alex lo ammetto, sei un baciatore niente male.

PV. Alex
Non capisco...non pensavo di piacere a Zoe e ancora non riesco a credere di essere riuscito a dichiarargli i miei sentimenti. Non appena gliel'ho detto sembrava volersi trovare in qualsiasi altro posto piuttosto che lì, ma non mi ha respinto e il bacio che le ho offerto è stato apprezzato e ricambiato, anche con slancio potrei dire. Ma poi non ha voluto le mie mani sopra di lei ed è tornata distante per un attimo. Chi la capisce è bravo.
Ecco ora la sua schiena davanti a me, a qualche passo di distanza, mentre raggiunge l'ingresso della scuola. Non so che fare, raggiungerla o no? Restare indietro e far finta che non sia successo niente? Cerco di spostare lo sguardo e mi ritrovo ad osservare due che si baciano decisamente appiccicati l'uno all'altro. Lui conosce Zoe, lo capisco non appena la guarda e il suo scambio di baci perde di entusiasmo. Sono perso a fare la radiografia del volto di questo tipo quando mi sento tirare per la camicia e un istante dopo sto baciando Zoe e questa volta le mie mani sulla sua schiena sembrano essere gradite e, approfittando di questo suo attimo di stranezza comincio a scendere fino alle natiche sode che mi fanno impazzire e lì comincio a massaggiargliele lentamente. Lei si avvicina ancor di più a me fino a far aderire i nostri corpi. Spero che questo momento non finisca mai, anche se sincermanete non capisco bene cosa sia successo, ma la seconda campanella ci fa separare e vedo Zoe correre in classe. Io non l'ho mai capita quella ragazza, sarà per questo che mi piace? Perchè p un mistero fatto persona?

PV. Zoe
So che il bacio tra me e Alex è rimasto ben impresso nella mente di Andrew e sono curiosa di sapere come risponderà, in fondo so che non si è dimenticato di quando eravamo alle elemenari, ho fatto parte del suo passato, non può cancellarmi come se niente fosse.
Riesco ad accaparrarmi un posto in fondo all'auditorium; prima di entrare in classe dobbiamo assistere alla presentazione della scuola e della giornata da parte della preside.
-Bene bene, chi abbiamo qui?- Eccola, la voce che aspettavo.
-Oh ciao Andrew! Anche tu qui? Eh vero...mi ero dimenticata di aver letto anche il tuo nome nelle liste delle classi- Vai così Zoe, voto recitazione: 10.
-Stai forse dicendo che ti sei dimenticata di me?- sento una nota i stizza nella sua voce che mi provoca un certo piacere e mi avvio a riirare il coltello nella piaga.
-Bh, non proprio dimenticato, però sai com'è, le elementari sono finite da un pezzo e tu facevi finta di non conoscermi ogni volta che mi incontravi per strada e, che dire...tre anni sono lunghi, potrei dire che ti ho sostituito- E ora, a completare l'opera, il sorriso più sincero che riesco a fare. Colpito e affondato.
Se gli hanno dato fastidio le mie parole non lo da a vedere e subito ribatte a tono:
-Sono felice per te, spero che lo sfigato ti faccia divertire...sai a cosa mi riferisco...- un sorriso malizioso gli affiora sulle labbra e capisco che non ha ancora finito con la razione di allusioni. Ma quanto è diventato stronzo in tre anni?!
-Sheela mi fa divertire abbondantemente, con lei non ci si annoia mai, è davvero brava.-
Questa volta non so come ribattere e scelgo la strada della diplomazia. 
-Oh, dici quella ragazza che ti stava usando come palo della lap dance fuori da scuola?- la mia è una diplomazia fatta di colpi bassi.
-Esatto, vedo che hai capito il tipo. Comunque ora mi starà aspettando, ci vediamo in classe, amica del cuore.-
Sono le sue ultime tre parole a scavare quel solco che le altre non erano riuscite a fare. Ha ragione, una volta era il mio amico del cuore, sapeva tutto di me, e io di lui, ci confidavamo l'un l'altro i nostri pensieri, i nostri sogni e le nostre paure. Non posso credere che quell'Andrew che conoscevo io si sia trasformato in questo demente...no, devono averlo clonato e messo il cervello di un certo Paolo Rodilosso (il nome mi è stato suggerito da una mia lettrice, non rispondo a nessuna lamentela...ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti non è colpa mia, è colpa della realtà)
-Chi era quello?-
Alex è riuscito a raggiungermi e a trovare un sedile libero dietro al mio.
-Nessuno, solo un vecchio compagno di classe delle elementari che s è bevuto il cervello in un coctayl di birra e coca, e sai che non intendo coca cola.-

PV. Alex
-...e sai che non intendo coca cola-
Oggi Zoe è strana. Più strana del solito intendo, perchè per lei essere strana è la normalità. E' sempre stata abbastanza cattiva con le sue frecciatine ma il tono con cui ha detto questa era decisamente più cattivo del solito.
Sembra che tra lei e questo tipo ci sia stato qualcosa, qualcosa che il tempo non ha saputo curare.
Ho paura. Ho paura che lei mi stia usando solo per far ingelosire lui. Non è tanto questa prospettiva che mi spaventa, più che altro il fatto che la mia Zoe non sarebbe mai così stronza...eppure.

                                                           

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Capitolo 2
*** Bad Girls & Devil ***


CAPITOLO 2
BAD GIRLS & DEVIL

 
Credo di essermi addormentata. Si, dev'essere così...mi sono addormentata, sono andata in sonnambula e nel sonno ho vagato per la scuola; come si spiega se no, il fatto che non ho sentito nemmeno una parola di quello che ha detto la preside e ora sono seduta in classe senza nemmeno sapere come ci sono arrivata?
-...Zoe. Mi senti?-
Accanto a me, seduto nel banco adiacente al mio si trova Alex.
-Si, perchè? Mica sono sorda!-
-Però sei assente oggi?-
-Assente? Guarda che se sono a scuola sono presente-
Vedo Alex alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa. Penso che stia anche mormorando qualcosa ma non ci faccio caso.
-Assente nel senso che sei persa nei tuoi pensieri!-
Si spiega tutto, no problem amici, ero solo con la testa fra le nuvole il che mi ha permesso di non ascoltare una parola del discorso inaugurale e di raggiungere la mia classe a passo stile zombie. La mia giornata migliora ogni secondo di più.
-Va tutto bene?- mi chiede lui, questa volta con una nota più dolce nella voce. Io gli rispondo affermativamente e presto attenzione alla professoressa che sta entrando in classe in questo momento.
-Buongiorno miei cari alunni- la voce falsamente dolce non è abbastanza per mascherare l'aria da arpia che le si legge a caratteri cubitali sul volto. 
Noi boffonchiamo un saluto che assomiglia più ad un conato di vomito e le poche persone ancora in piedi trovano il loro posto seguiti dallo sguardo famelico della professoressa.
Dietro di me sento delle risatine e voltandomi, scorgo in fondo all'aula, tre ragazze vestite perfettamente identiche. Due di loro sono megre e alte, decisamente formose, e lo sanno, o se lo sanno, altrimenti la scollatura non sarebbe così abbondante e la gonna ci sarebbe, invece che essere mascherata da quella striscia di stoffa..poverine, un cane deve averle azzannate portandosi dietro il loro abbigliamento. Sorrido ai miei pensieri.
La terza, invece, è decisamente più abbondante sulla pancia. Io non ho mai avuto niente contro le persne grasse, perdon, robuste, ma quello che più mi sbalordisce di lei è come faccia la camicetta a non strapparsi da un momento all'altro. Mi immagino il bottone partire colpendo la testa del povero ragazzo di fronte che cade con la faccia sul banco morto stecchito.
-Vuole illustrare alla clsse il motivo di tanta ilarità?- è la voce della prof. Sono daccordo con lei, perchè quelle tre oche si sono messe a ridere appena lei è entrata in classe.
-Signorina Spife sto dicendo a lei.- il cognome pronunciato mi rimboma nelle orecchie. Mamma mia quanto odio quel cognome. Il mio cognome.
Un momento, ho capito bene? Il MIO cognome?
Guardandomi attorno noto ventidue facce voltatesi ad osservarmi con aria di comprensione mista a pietà.
-Allora signorina Spife, vuole illuminarci?-
-Mi scusi professoressa...è stata solo colpa di alcuni miei pensieri. Prometto che non accadrà più.-
Mortificata punto gli occhi sul banco e a poco a poco i miei compagni perdono interesse per le mie stranezze. 
Devo imparare a controllarmi, non posso scoppiare a ridere senza nemmeno rendermene conto.
-Sai...quando fai la brava ragazza mi piaci anche di più-
Ci mancava solo Alex con i suoi commenti. Io gli sorrido e smetto di ascoltarlo.
-...Se siete venuti qui convinti di passare le vostre giornate a sporcare di tempera le tele e i muri siete capitati male, qui, prima di tutto, imparerete la disciplina, a costruirvi un futuro- e bla bla bla. Hanno una bella faccia tosta a pretendere che io presti attenzione quando loro interpretano Piton: -Non ci saranno sventolii di bacchetta...- in una scuola di magia. -Non toccherete mai un pennello in questo liceo artistico!- ecco il messaggio che ci sta inviando la prof con la sua psicologia sottile. Ma a me non mi fregano. Protesterò, porterò questi professori tirannici in tribunale, mi sentiranno, io...
-Le dispiacerebbe sedersi signorina Spire?-
Oh fantastico, invece che portare loro in tribunale, porteranno me in manicomio. Ora sono in piedi con il pugno alzato (neanche fossi Hitler) mentre con l'altra mano indico la professoressa.
Senza dire una parola riprendo posto sulla sedia e cerco di concentrarmi sui volti dei miei nuovi compagni che già mi guardano come se fossi scesa da Marte, mentre soffocano risatine dietro agli astucci.
Con la coda dell'occhio noto la grassona nel vestito misura Barbie indicarmi, mentre quella magra con gli occhi da manga le fa l'occhiolino.
Sospiro e sto per tornare a volteggiare tra le nuvole dei miei pensieri quando un biglietto di carta appallottolato mi colpisce.
"Vedo che non sei cambiata. Sempre la migliore a farti notare". Mi volto cercando il mandante e vedo Andrew sorridermi sornione. Decido di ignorarlo e, guardando l'orologio, comincio a contare i secondi. Uno, due, tre...quattro pecore. Cinque pecore.
Driiin. "Mamma spegni la sveglia!- questa volta sono lieta di non averlo detto ad alta voce perchè non mi ci vuole molto a capire che il suono che rimbalza nei corridoi è semplicemente la campanella di fine ora.
Sfortunatamente non è quella di fine scuola.

La giornata finisce e io credo di non essere mai stata così sollevata...comincio a fare il conto delle figuracce, saltando di pari passo quelle con la prof di fisica della prima ora; ho scambiato il prof di geometriche per una donna (facendoglielo ampiamente notare), ho rischiato di cadere dalla sedia, allora, per evitarlo, mi sono aggrappata al banco e di conseguenza è caduto pure lui, a quest punto preferirei che mi fosse caduto addosso spezzandomi l'osso del collo, mi chiedo perchè i nostri desideri non vengano mai avverati. Ho rovesciato il caffè addosso al bidello e...basta, non voglio ricordare gli altri dieci disasrti che ho combinato in tre ore. Esatto, il primo giorno abbiamo l'orario ridotto. Ho paura di immaginare cosa posso combinare in sei ore.
Sono seduta sul muretto ad aspettare mia mamma che, probabilmente, non ha capito che oggi facciamo orario dimezzato, il che vuol dire che dovrò aspettare qui tre ore o farmela a piedi.
-Tu devi essere Zoe- occhi da manga mi si piazza davanti, con al seguito le altre due Barbie: Barbie Ciccia e Barbie lago dei cigni. E' Incredibile, io ho sempre odiato le Barbie, ricordo quando i miei nonni me ne avevano regalata una e io le avevo dato fuoco nel caminetto. Avevo apprezzato soprattutto quando era rimasta solo una mano a galleggiare nella pozza di plastica sciolta. Mentre lei mi tende la mano immagino di fare la stessa cosa con lei. 
-Io sono Kiara, loro sono Bella (la magra) e Giorgia (l'altra)-
-Piacere- sorrido io. Sei una grande attrice Zoe, non finirò mai di dirtelo. Grazie grazie. Sto per inchinarmi al mio stesso genio quando penso che forse non sarebbe il caso.
-Insieme siamo sopprannominate le Bad Girls, non so se rendiamo l'idea- un sorriso malizioso le si dipinge sul volto.
-Oh certo certo. Capito tutto- rispondo con una piccola nota di ironia.
-Vedo che non afferri il concetto- il suo tono si fa più tagliente, e Bella sopraggiunge a continuare il discorso.
-Presto o tardi ti accorgerai chi è che prenderà il potere in questa scuola. Abbiamo deciso di offrirti una sciance (ma si scrive così? O.O), è un grande onore sai? Poche persone possono vantare di averlo ricevuto. Ti vogliamo nel gruppo, con la tua ironia mirata saresti una bella recluta, se addestrata nel modo giusto si intende...- si interrompe, come per pensare ad un modo carino per dirmi che per lei sono una povera scema -Adesso sei un po' troppo...impulsiva, in poche parole, ridicola.-
-Hai un giorno per decidere, domani, fuori da scuola dovrai darci una risposta: sei dentro o sei fuori?-
E poi, rivolta alle sue schiavette, Kiara schiocca le dita ed esclama: -Andiamo ragazze- loro si voltano e la seguono come due cagnolini obbedienti.
-Ma wow- esclamo io -sono addestrate! Riportano anche il bastoncino se glielo chiedi?-
Il sorriso di Kiara è tutt'altro che divertito, ma, dopo un respiro, mi risponde: -ecco vedi, è questo che intendevo dire con ironia tagliente, sarà una buona arma, dobbiamo solo riuscire ad "addestrare" anche te-
"Te lo scordi bella, io non sono un cane, cammino a due zampe io!" stavolta decido di non risponderle e lei sembra apprezzare.
Non credevo che fosse mai possibile, ma è così: al mondo c'è gente più pazza di me.
-Non dar loro retta-
Quando mi giro, davanti a me si para un ragazzo davvero affascinante: mi supererà di un paio di centimetri, la testa, dal disegno perfetto, è incorniciata dai capelli castani e sbarazzini che si diserdono in ciuffi ribelli che finiscono anche sui suoi occhi neri e profondi, immensi. Il fisico non è esageratamente pompato, però si intravede una lieve tartaruga sotto la maglietta rosso sangue. I Jeans neri coprono le gambe allenate.
-Non sono loro le vere "cattive" della scuola-
La voce è ammaliante, calda e profonda.
-Piacere, io sono Hell, e faccio parte dei Devil-

***
Angolo autrice: allora, Zoe vi piace ancora? E' abbastanza tagliente per i vostri gusti? Spero di si :)
E cosa mi dite di questi nuovi personaggi che stanno saltando fuori? Le Bad girls, I Devil...chi sono i Devil? Senza contare Andrew e Alex...il mondo di Zoe vi soddisfa?
Ringrazio tantissimo Angys che ha fatto si che la storia andasse avanti
 

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Capitolo 3
*** Una scuola di pazzi...il posto per me! ***


 III Capitolo

-Ma in questa scuola c'è qualcuno di normale?- questa domanda mi stava ronzando in testa da un po' e ora, finalmente, ero riuscita a tirarla fuori davanti al ragazzo che, dopo essermi sembrato un gran figo, mi sembrava un gran pazzo. Non so quale dei due sia meglio, in fodno io coi pazzi mi trovo bene. La parola "Devil" mi rimane sospesa nella testa fino a che non esce il mio commento:
-Ah si capisco...in effetti devono essermi sfuggiti i cornini. Ah no scusa, forse quelli sono opera della tua fidanzata.-
Okey, questa era pessima e vedo la sua bocca inclinarsi verso il basso.
-Scusa- non è nei miei standard scusarmi, ma questa volta mi rendo conto che forse è il caso.
-Sai, saresti una Devil perfetta- 
La sua pazzia sta degenerando, devo allontanarmi prima di finire male. 
-Ah davvero?- comincio ad alzarmi -Lo prendo come un complimento- faccio qualche passo verso il marciapiede -Sai, forse dovremmo conoscerci meglio, tu che dici? Ma ora, ecco, ora devo proprio andare, sai, mi aspettano per un rito satanico, devo sgozzare una capra, o un bambino, non ricordo. Forse un cucciolo di capra.-
"Ma che diacolo sto dicendo?" Non mi rispondo, perchè, prima che possa farlo, una risata argentina attira la mia attenzione.
E' Hell che mi guarda con due occhi quasi in lacrime, in lacrime per la risata che gli spezza il fiato.
-Scusa, so cosa stai pensando, che mi manca qualche rotella...- "Qualche" penso io "Molte!"
-...Ma questa è una piccola "tradizione" della nostra scuola. Come sai, ogni scuola ha i suoi secchioni, i suoi bravi ragazzi che sono i cocchi dei prof e poi ci sono
quelli che non fanno i compiti e che, insomma, hai capito no?-
A poco a poco comincio a capire e non mi sembra più così taaaanto pazzo.
-Qualche anno fa, prima che io arrivassi in questa scuola, è nata l'abitudine di divedersi in due gruppi: Angel e Devil. E' inutile che ti dica chi è che fa parte di un gruppo e chi dell'altro. All'inizio del nuovo anno, ai primini, viene proposto di entrare in una, o nell'altra fazione. Loro hanno ventiquattr'ore per decidere, naturalmente non sono costretti ad entrare, c'è un sacco di gente che non appartiene a nessun gruppo e che vive lo stesso. Non so se ho reso bene l'idea- 
-Quindi- riassumo io -Ci sono gli Angel che sono i bravi ragazzi e i Devil che sono quelli "cattivi", se entri in un gruppo escludi l'altro-
-Esatto, ci sono alcune regole che ci dividono dagli altri.-
-Ma, esattamente, essere un Devil, cosa comporta?-
-Ottima domanda- sorride lui -Detta così potrebbe sembrare che i Devil non sono altro che dei bulli, ma, anche se ci sono Devil così, non è questo il senso principale; i Devil sono coloro che non si limitano a dire sempre di si alle regole della scuola e dei professori, come fanno gli Angel, il quale motto è "bisogna imparare a dare ai professori ciò che si aspettano di sentirsi dire", noi no. Se c'è qualcosa che non ci sta bene, ci facciamo valere, noi sfidiamo i professori, sfidiamo l'autorità della scuola. Non siamo "cattivi", noi non ci battiamo per ciò che potremmo avere.-
Mi sembra che ci sia una morale in tutto ciò.
-Gli Angel, invece, sono tutti i perfettini che lustrano le scarpe ai prof solo perchè dovrebbero avere l'autorità di "insegnanti". Noi non abbiamo paura di prenderci un tre sul registro per aver difeso un nostro compagno. Certo...anche noi dobbiamo avere i nostri lati da diavoli: non troverai mai un Angel che non fa i compiti, che fuma o che slata un giorno, o più, di scuola, mentre noi Devil facciamo anche queste cose.-
-Tutti possono essere ammessi?-
-Inizialmente si, a tutti veniva proposto di entrare, ma da quando le classi della scuola sono aumentate si attua una selezione preliminare, in pratica osserviamo a grandi linee i nuovi arrivati e decidiamo a chi proporlo, penso che funzioni così anche per gli Angel. Ah...probabilmente quando saprenno che ti ho proposto di entrare nella mia fazione arriverà un Angel a mostrarti quanto sia bello scegliere la strada della ragione. Sta a te scegliere.-
-Posso anche non scegliere giusto?-
-Certo, ma sarebbe un grave errore- e, dopo avermi strizzato l'occhio, sparisce al di là della strada.
Saranno finiti gli incontri assurdi? A quanto pare riceverò anche un Angel, ma dopo? Sono finite le sorprese?
Vedendo che ormai non c'è più nessuno, decido di incamminarmi verso casa, anche perchè ormai ho accumulato abbastanza pensieri che mi accompagnino durante la strada.
Il pensiero che mi affascina di più è quello delle cosiddette "fazioni". Sebbene all'inizio il ragazzo mi sia parso matto da legare, man mano che è andato avanti con la spiegazione mi sono interessata e ora sono sicura che entrerò a far parte di un gruppo. Scarto di pari passo le Bad Girls, che tral'altro non sono nemmeno una vera fazione. A quanto ho capito sono nate l'anno scorso e non hanno mai avuto molti seguaci, e ora che sono state bocciate me le sono ritrovate io in classe. I Devil mi affascinano, ma ora non resta che sentire la versione di questi presunti Angel. 

PV. Andrew
Sapevo che Zoe sarebbe stata nella mia stessa classe, ma non avrei mai pensato che mi avrebbe fatto così tanto effetto.
A poco a poco riaffiorano tutti quei ricordi che avevo cercato di scacciare con la fine della quinta elementare; il suo sorriso, la sua euforia, il nostro primo e unico bacio che sono riuscito a rubarle prima che sparisse per sempre dalla mia vita, o almeno così credevo, e invece, adesso, quando meno me lo sarei aspettato, adesso che finalmente l'avevo rimossa, adesso torna a farne parte. E questo mi infastidisce; non voglio sentire i suoi discorsi su come ho rovintato la mia vita, non voglio sentire le sue paternali sul fatto che fumare fa male, non voglio che mi faccia pentire della vita che ho scelto, perchè prima che lei arrivasse io stavo bene, e ho intenzione di continuare a esserlo: essere felice, incurante del mondo attorno a me. Sono cambiato Zoe, non sono pià quel bambino che hai conosciuto, e se tu sei rimasta la stessa a me non importa, io con te ho chiuso. Ho cancellato i miei ricordi di te una volta, non mi sarà impossibile farlo di nuovo. 
Addio Zoe.

PV. Edward
Hell? ma come diavolo mi è venuto in mente? D'accordo che dovevo dare un'aria di mistero, ma nessuno chiamerebbe mai suo figlio Hell, inferno. Solo nei film i personaggi cattivi hanno nomi da cattivi.
La mia squadra vuole Zoe nel gruppo. Ha la stoffa del Devil, si vede subito. Ma la domanda è: si schiererà con noi, o con quei pidocchiosi Angel? Non ci vuole molto a capire che tipo è; è una ragazza in gamba, è una che mette impegno in tutto ciò che fa, il che comprende anche la scuola, credo. Ma chi è che ha detto che i Devil non possano studiare? Sarebbe un Angel perfetto, pronta a dire di sì a chiunque glielo chieda, ma anche i Devil possono dare una mano. Ciò che ci distingue davvero dagli Angel è che noi sappiamo ciò che vogliamo, è questo che porterà Zoe dalla nostra parte alla fine, lei non rinuncerà ai suoi ideali solo per abbassare la testa e dire di si a qualcuno più forte di lei. 

PV. Zoe
Arrivo a casa, suono il citofono. Lo suono due volte. Alla terza capisco che posso suonarlo finché voglio, ma nessuno verrà mai ad aprire perchè nessuno è qui. Che bello, i miei genitori si sono dimenticati di me il mio primo giorno di scuola. Ma possibile che nessuno sapesse che faccio orario ridotto?!
Per la prima volta maledisco il fatto di avere una villetta; se fosse un condominio potrei suonare al primo che capita e fari aprire almeno il cancello, così da potermi sedere, come minimo, sugli scalini. E invece, dopo aver lanciato la borsa dall'altro lato, comincio a scavalcare. Non è la prima volta che mi ritrovo a farlo, ma sempre c'è il timore di infilzarmi le punte sopra del cancello in una gamba. Sorrido a questa sciocchezza; perfino un bambino sarebbe capace di salire qua.
Metto il piede sulla cassetta della posta e mi tiro su, facendo leva con le mani. Mi giro lentamente e salto dall'altra parte. 
"Fa che mio fratello si sia dimenticato la porta aperta"
Naturalmente so che non sarà assolutamente possibile, se la dimentica aperta praticamente tutti i giorni, beccandosi così ogni giorno una sgridata, ma di sicuro oggi avrà avuto un'illuminazione divina che l'avrà portato a chiudere quella maledetta serratura.
Infatti, come volevasi dimostrare, la maniglia fa su e giù senza però aprire la porta.
Mi siedo sui gradini e faccio la cosa che tutti dovrebbero fare quando rimangono chiusi fuori di casa il primo giorno di scuola, è una cosa normale in fondo, no? In poche parole: mi giro i pollici.
Questa è una frase che leggo sempre nei libri e ogni volta mi trovo a chiedermi: ma perchè cavolo uno dovrebbe mettersi a girarsi i pollici? Ecco, ora lo so.


Una volta finita la cena, dove ho riferito, sorvolando su molti particolari, la mia giornata, e dopo aver aiutato a sparecchiare, mi chiudo in camera.
Quando ho un libro in mano, il mondo attorno a me si fa sfuocato e potrebbe anche finire senza che io me ne accorga. Quando leggo entro in nuovi mondi dove vivo incredibili avventure, storie d'amore passionali e catastrofi impressionanti.
Durante la giornata può succedere qualsiasi cosa, ma niente può impedrimi, alla sera, di sprofondare tra le pagine di un'avventura. Ricordo volte in cui, in ospedale, i medici dovevano strapparmi i libri a forza perchè ritenevano che dovessi riposare e non capiscono che per me, leggere, è come sognare. 
Quella notte la luce nella mia stanza rimase accesa fino a tardi, fino a che il sonno non ebbe la meglio e il libro, piano piano, centimetro dopo centimetro, scivolò dal letto.
A sentire il tonfo sul pavimento mi tiro su di scatto. Non sia mai che un libro possa rimanere dimenticato su un freddo pavimento. Solo dopo averlo sistemato delicatamente sulla libreria posso concedermi di dormire.

***
Ciao a tutti! Allora allora allora? Il mondo di Zoe si sta facendo abbastanza interessante per voi? Angel, Devil, Bad Girls...ma non finiscono più? Spero che questo cap vi sia piaciuto come a me è piaciuto scriverlo...fatemi sapere ;)

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Capitolo 4
*** Un incontro graffiante ***


 Capitolo IV


-E questa volta vienimi a prendere!- mi raccomando con mia madre prima che si dimentichi con me pure oggi. Dopo aver annuito e avermi rivolto un sorriso che non ha nulla di incoraggiante mia mamma accende il motore e la sua macchina rossa sparisce dietro la curva.
-Zoe!- la voce di Alex mi fa voltare e lo trovo in piedi ad aspettarmi accanto al muretto dove il giorno prima ho conosciuto Hell. Questo mi fa pensare che oggi è il giorno della scelta, ma prima devo ricevere la visita delgli Angel, solo allora saprò come stanno davvero le cose.
Quando mi avvicino al mio amico lui si avvicina in uno slancio quasi impercettibile. So cosa vuole e mi rendo conto di aver fatto uno sbaglio a baciarlo solo per attirare l'attenzione di Andrew, ma per quanto io sia crudele non posso urlargli: -Senti ciccio stammi alla larga- anche se forse è più crudele continuare a fingere come sto facendo adesso. Potrei provare a farmelo piacere sul serio, in fondo per essere simpatico è simpatico, è gentile ma non troppo e inoltre è terribilmente carino. Non è bello, è carino. Una volta una mia maica mi ha chiesto qual'è, secondo me, la differenza tra un "figo" e uno "carino" e io le ho risposto, dopo averci pensato qualche secondo che un figo e uno che ha delle caratterisctiche che lo portano ad essere guardato da tutte, ha muscoli, tartaruga, capelli ribelli, insomma, è un figo, punto. Uno carino invece è qualcuno che ha quel particolare che lo fa piacere solo a te, che lo rende unico. 
Mi rendo conto che se ho appena detto che Alex è carino vuol dire che ha quel particolare che...o insomma, c'è carino e carino, e lui non mi piace.
"Si ma potrebbe" mormora una voce fastidiosa dentro di me.
Sto per risponderle crudelmente quando un contatto fisico non richiesto attira la mia attenzione: Alex, dopo avermi sistemato una ciocca di capelli dietro all'orecchio ha fatto scivolare la mano dietro al mio collo e ora mi sta leggermente attirando a sé. Questa volta il contatto mi fa fremere, cosa che l'altra volta non aveva fatto ma la spiegazione che mi do è il fatto che questa volta sono stata colta di sorpresa, non ho avuto tutto sotto controllo come mio solito. Però, nonostante tutto, non oppongo resistenza e lascio che i nostri voli si avvicinino fino a che la punta del suo naso sfiora la mia. Sento il contatto della fronte contro la sua e i miei occhi si perdono nei suoi...strano, oggi non ha messo gli occhiali, che sia passato alle lenti a contatto?
E' stupido pensare di quanto i minimi dettagli risultino come dei problemi irrisolvibili in questi momenti e così comincio a chiedermi se ha messo le lenti solo per fare più colpo su di me visto che quando porta gli occhiali lo punzecchio sempre (se sapesse che pure io dovrei metterli...). 
-Perchè lo fai?- chiede lui.
Io rimango basita, mi aspettavo un bacio e invece restiamo così, fermi, mentre io guardo le sue labbra che si muovono per formulare la domanda.
-Così come?- non capisco cosa intende dire, ma non ho intenzione di spostarmi da questa sorta di abbraccio.
-Perchè stai con me...senza stare con me.-
La frase suona un po' senza senso, ma io capisco ciò che intende dire. In poche parole vuole sapere se sono innamorata di lui o se lo sto usando. Bella domanda, me lo chiedo anch'io.
Per una volta decido di rispondere mantenendo la serietà e allo stesso tempo dicendo la verità:
-Non lo so-
In un gesto lento porto la mia bocca a pochi millimetri dalla sua, lasciandogli il tempo di fare la sua scelta. Il contatto tra le nostre labbra sembra colmare un solco che si stava formando tra noi, ma che ora sembra svanire. Ha fatto la sua scelta; ha deciso di provarci. Io cosa scelgo?
Scelgo di non rispondermi.
A poco a poco dischiudo le labbra e perdo ogni segno di volontà, per una volta voglio lasciare che siano gli impulsi a guidarmi. "Come se di solito pensassi prima di agire" ma che simpatica la vocetta dentro di me.
-Guarda guarda che due piccioncini-
Andrew.
Non poteva capitare in un momento meno adatto.
-Sai Zoe, per un istante mi hai quasi convinto, ma ti devi sforzare di più per convincermi che ti piace davvero questa nullità e che non mi desideri più-
-Andrew, se posso farti notare un piccolo dettaglio, chi è che è venuto qui, a rompere le scatole a due che stavano tranuillamente amoreggiando nel cortile nella scuola come se fosse la cosa più normale del mondo e che ora si sta rendendo ridicolo davanti a uno che nemmeno lo conosce.-
-Oh scusa miss so tutto io...-
Non gli do nemmeno il tempo di finire la frase: -Non ti azzardare a chimarmi così- gli lancio uno sguardo che, se ci fosse un po' più di sole, lo manderebbe in autocombustione: questa mi mancava, dopo aver licquefatto la Barbie posso dare fuoco a lui. L'idea mi piace abbastanza da poterla attuare un giorno o l'altro. Dovrei cominciare a fumera solo per avere la scusa di avere sempre cone me un accendino. No, idea scartata, non ho certo intenzione di riempirmi i polmoni di scorie raioattive che poi rimangono in circolo per secoli e secoli, amen. Ma che diavolo?
-Zoe?-
E' successo di nuovo, mi sono incantata nella mia dimensione e le persone attorno a me mi osservano come se arrivassi da un altro pianeta. La cosa peggiore è che gesticolo. Mi chiedo quando comincerò a parlare ad alta voce, prima o poi dovrà succedere, non sarebbe da me se no.
-Si, dicevate?- sorrido io con l'aria più cadida che possa esserci.
Mi ci vuole solo un secondo per riprendere il filo e la voce di Andrew risuona chiara nella mia testa "miss so tutto io" era così che mi chiamava alle elementari, ma la sua voce, una volta, era molto più dolce e scherzosa e mi ricordo che quando gli altri mi chiamavano così lui si arrabbiava e ci litigava solo perchè solamente lui poteva chiamarmi così.
-Miss so tutto io, questo nome ti ricorda qualcosa per caso? A me no di certo-
Stringo i pugni e per la prima volta sento il bruciore negli occhi che solitamente preannuncia le lacrime, ma non piangerò, non davanti a lui. Non gli darò questa soddisfazione. Lui ha deciso di buttare via i nostri anni insieme, io non posso dimenticarli, ma non posso dargli la soddiasfazione di ferirmi attraverso essi, devo andare avanti come se lui fosse un capitolo chiuso della mia vita, anche se so che rimarrà aperto fino all'ultima pagina, solo perchè non abbiamo mai avuto una fine, non ci siamo mai detti "è finita". Ogni storia deve avere un punto, noi abbiamo avuto solo una virgola che ha mandato a capo i nostri sentimenti, tutto solo perchè non abbiamo avuto il coraggio di inseguirci dopo la fine della quinta.
Per quanto poco possa essere il tempo passato con Alex, lui sembra avermi capita meglio di chiunque altro e sa che le parole di Andrew mi hanno fatto male e non ci mette troppo tempo ad intervenire, entrando in mio soccorso. Io lo odio per questo; posso benissimo cavarmela da sola. "No che non puoi, hai bisogno di lui e quando finalmente lo avrai ammesso staremo tutti molto meglio." Stai zitta coscienza.
-Forse è il caso che ci presentiamo, non credi? Forse ancora non sai che ho un nome, sai quella cosa che i genitori ti danno quando nasci.-
Ehi Alex, vacci piano, le battute sono la mia arma. Questo pensiero mi fa sorridere, ha passato poco tempo con me, è vero, ma il mio carattere lo sta cambiando.
-Di sicuro il nome lo conosci già- sorride Andrew alludendo alla sua popolarità che già dopo un giorno di scuola è diventata leggenda. Metà dei primini lo conosceva già, e l'altra metà non tarderà a conoscerlo.
-E' il tuo che mi sfugge...sicuro di non chimarti "nullità"-
Questa volta non ci da il tempo di ribattere, si volta e raggiunge la sua fidanzata che sta giusto scendendo da una lussuosissima macchina. Mi chiedo se quello che guida sia il padre o l'autista privato.
-Non dirmi che una volta ti piaceva uno così- scherza Alex che ormai ha capito cos'è che mi legava ad Andrew
-No comment- lo fermo io prima che si lanci in domande a cui non ho intenzione di ridpondere, ma una cosa devo precisarla: -una volta non era così-
Lui annuisce comprensivo e decide di lasciar perdere, ma dopo un istante, guardandomi alle spalle, esclama:
-Sembra che anche qualc'un altro si sia interessato a te, guai in vista?-
La faccia che incontro quando mi volto non mi dice niente:
-Tranquillo, le scenate degli ex gelosi dovrebbero essere finite- scherzo io, ma quando il tipo mi chiama per nome capisco che è proprio me che cerca.
I capelli biondi e gli occhi azzurri sono l'unica cosa che possano definirsi carine di lui, dato che il corpo basso a grassoccio e l'apparecchio prorompente non lasciano spazio per altre parole di apprezzamento. 
-Giulia ti vuole parlare-
-Giulia?- e questa chi diavolo è? 
-Emm...sono un Angel- precisa in tono imbarazzato.
Io mi sbatto una mano sulla fronte e lui si spaventa a questa mia nuova uscita.
-Tranquillo, non mordo, anche se c'è sempre una prima volta- e faccio scintillare i canini in un sorriso inquietante. L'aria di terrore che si dipinge sul volto del mio accompagnatore mi rallegra la giornata. 
La ragazza che mi sta di fronte corrisponde perfettamente all'idea di Angel che mi sono fatta.
I capelli biondi le ricadono in boccoli sopra il seno appena coperto da una cannottierina azzurra che si alza leggermente sulla pancia ogni volta che solleva le braccia. I pantaloni attillati sono bianchi e arrivano a mezza gamba. 
-Le ali e l'aureola dove sono?- mi faccio sfuggire, per poi aggiungere, giusto per migliorare la mia situazione: -Ma è obbligatorio essere biondi per essere Angel, no perchè non so se l'avete notato, ma io ho i capelli arancioni, e non chiedetemi di tingerli perchè...-
-E spegniti un secondo!- mi sgrida lei con un tono che non si addice per niente ad un angelo.
-Non credo proprio che tu possa diventare un Angel, sei troppo egocentrica.-
-Io almeno non mi vesto come se dovessi suonare l'arpa in un presepio- la fulmino io.
Mentre sono davanti alei mi fulmina un pensiero: ma in questa scuola le campanelle non suonano mai? No perchè leggendo tutto quello che c'è scritto qui sopra dovrebbe essere passata almeno mazz'ora da quando si dice che scendo dalla macchina. "Lascia perdere che è meglio, rovini tutta l'enfasi che si sta creando" sta volta mi sa che hai ragione coscienza, procediamo.
-Credo proprio che non ti proporrei mai di far parte della nostra fazione di mia spontanea volontà, ma dato che hai ricevuto la proposta dei Devil devo cercare di sottrarti dalla loro.-
Noto una certa rivalità tra le due squadre, ma proprio appena accennata.
-Chi ti ha fatto la proposta?- domanda curiosa.
-Un certo Hell- rispondo io fingendomi poco interessata.
-Hell? Ahh, vuoi dire Edward, quello lì crede di dare più mistero alla sua squadra solo cambiandosi nome.-
E così si chiama Edward, archivio l'informazione e continuo ad ascoltare:
-Di sicuro ti avrà fatto apparire i Devil come dei difensori della giustizia che vanno in giro a spada tratta a difendere i deboli.-
In effetti...
-Sono solo dei buoni a nulla, bravi solo a contestare qualsiasi cosa venga loro detta giusto per il gusto di fare polemica.-
-Sai, mi sembra un bel trucchetto, perfetto per confondere le idee- mi intrometto io e lei sembra non apprezzare, ma sembra interessata a quel che voglio dire e così proseguo: -ognuno di voi perde più tempo a parlare male della fazione avversaria, senza pensare a se stessi, se vi limitaste a presentare i vostri ideali fareste molto prima e di certo non annoiereste i vostri ascoltatori.-
-Visto che hai fretta te la metto giù in modo chiaro: i Devil sono il male, gli Angel sono i buoni, scegli tu da che parte stare. Ci sono due regole fondamentali: dopo che hai fatto la tua scelta non ti è premesso di passare da una fazione all'altra, mentre puoi scegliere di uscire da una. Una volta che sei fuori non rientri più, ne in un ne nell'altra. Chiaro?-
Io annuisco e lei procede: -seconda regola: è assolutamtne vietato far nascere una relazione con un socio della fazione avversaria.-
Eccolo finalmente il suono della campanella.
-Oggi, all'uscita, dovrai dirci cosa hai scelto.-

***
Mi sento un mostro..questa storia procede ad una velocità pazzesca, scrivo all'incirca due capitoli al giorno e non mi sento mai stanca e spero che voi non lo siate di leggerla :)
Ogni volta ho paura che la nostra Zoe perda la sua graffiante comicità ma questo caitolo doveva essere più serio degli altri, soprattutto la parte con Andrew, e non mi pento di come è venuto.
Mi sono resa conto che lastoria ha isogno di una rilettura, molto presenti sono gli errori grammaticali o di battitura, perciò penso che da domani mi dedicherò alle correzioni :)
Grazie a tutti quelli che stanno leggendo\recensdend, un ringraziamento particolare va, come sempre, a "angy" che ha recensito ogni capitolo fino ad ora e alla mia nuova lettrice "camilla346"
Ringrazio anche tutte\i coloro che hanno inserito la storia tra le seguite\preferite\ricordate e vi invito ad uscire dall'ombra e a farmi sapere cosa ne pensate.
A domani, spero

la vostra "nony"

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Capitolo 5
*** Pizza e compagnia...a morte la demofobia ***


 Capitolo V
Davanti a me si trovano Hell, ovvero Edward e Giulia, entrambi hanno al seguito alcuni dei componenti delle rispettive fazioni.
La differenza principale che distingue i due gruppi sono i vestiti: gli Angel vestono abiti dai colori chiari, principalmente sul bianco e l'azzurro come la Angel cheho già avuto modo di incontrare. I Devil, invece, sono indirizzati perlopiù al rosso e al nero, ma noto che non tutti si sono conformati a questi standard. Aprezzo il fatto che ci sia libertà di espressione in entrambi i gruppi.
-Allora?- mi punzecchia un Devil -da che parte vuoi stare.
Durante la lezione ho avuto modo di decidermi bene su quello che volevo: gli Angel possono anche essere dei ragazzi in gamb, che sanno fare le scelte giuste e che credono nell'importanza dello studio, valori in cui anch'io credo, ma essere un Angel tarperebbe anche i miei desideri sbarazzini e impertinenti. Inoltre gli Angel si adeguano troppo facilmente a ciò che viene loro imposto.
Non ho bisogno di parlare, mi basta un passo e mi schiero dal lato dei Devil, accanto a Edward e lancio un'occhiata gelida a Giulia.
-Avete vinto questo round, ma ci sono ancora molti iniziati che non riuscirete a portare dalla vostra parte.-
Edward rivolge un sorriso malizioso alla Angel e aspetta che quella si volti, portandosi dietro anche il resto dl suo gruppo.
I miei nuvi compagni si lanciano in grida festose e mi accolgono nel gruppo rivolgendomi ampi sorrisi. Non mi sembrano poi così male questi Devil, ma mi rendo conto che questo non vale er tutti. Poco distanti da noi si trovano tre ragazzi della nostra fazione; hanno uno sguardo cupo e gli occhi bassi, una sigaretta brilla tra le dita di due di loro mentre il terzo attira l'attenzione principalmente per il pircing al sopracciglio e una cicatrice sul collo. Quei ragazzi trasmettono un'aria inquietante e decido di distogliere lo sguardo, concentrandomi su Edward:
-Ma perchè è così importante accaparrarsi i primini?- domando curiosa.
-Per dimostrare qual'è la fazione più importante- sorride lui e poi aggiunge: -alla fine di ogni anno si fa il conto di quanti sono i presenti in ogni fazione, quella che conta più ragazzi ha il diritto di presentare per primo la propria fazione ai primini dell'anno seguente.-
Vedendo il mio sguardo perso si rende conto che non ho capito niente: -detto in parole povere?- sorrido io
-Hai presente che siamo stati noi Devil a parlarti per primi- 
Io annuisco ricordando a quando avevo considerato Hell un pazzo, lo credo ancora, ma almeno è un pazzo simpatico in un gruppo di pazzi. Il posto per me insomma.
-Questo perchè l'anno scorso, alla fine, avevamo un membro in più rispetto agli Angel. Dunque, quest'anno abbiamo vinto il diritto di presentarci per primi ai primini, guadagnando così un po' di vantaggio.-
-I media qual'è la fazione che riscontra più successi?-
Questa storia mi incuriosisce, mi sembra di essere in uno di quei libri post apocalittici dove ci si divide in distretti (vedi Hunger Games) o in fazioni (vedi Divergent) per sopravvivere. 
-E' una bella battaglia tutti gli anni, non so dirti quale sia quella che ha vinto più spesso, devi anche contare che io ne faccio parte solo da due anni-
-Sei di seconda, giusto?-
Lui annuisce e quando senti il clacson suonare alle mie spalle noto la macchina di mi madre. E' un po' in ritardo, ma è venuta.
-Sono tuoi amici quelli?- mi domanda lei indicando con un cenno del capo il gruppo di Devil. A vederli da cui sembrano un piccolo branco di delinquenti, con quei vestiti scuri e quella arie cupe.
-Emm, conoscenti mamma, solo conoscenti- faccio un sorriso a trentadue denti e cerco di cambiare discorso, ma le mi precede:
-Stasera dobbiamo andare ad una cena-
-Una cena? Intendi quelle cose con tante persone dove ci si abbuffa di cibo e dove conosci neanche la metà della gente che ti sta attorno? Se intendi quella sappi che non vengo-
Ecco che vi svelo un altro particolare della mia pazzia: odio i posti affollati, il casino, essere in mezzo a persone che non conosco, mi vengono crisi isteriche! 
-Dai tesoro, è per tuo padre-
So cosa intende, mio padre ha appena avuto la brillante idea di cominciare a far carriera politica, io me lo immaginavo già presidente quano me l'ha detto e invece scopro che sta facendo campagna per diventare il sindaco della città.
La sera in cui aveva annunciato questa sua idea mi ero immaginata di arrivare a scuola in limusine il giorno seguente.
Purtroppo me la sono dovuta fare a piedi come al solito, ma questo non ha smorzato il mio entusiasmo; sono entrata in classe a passo di marcia e quando i miei compagni mi hanno guardato male gli ho urlato: -guardate che vi faccio arrestare! Da oggi sono la figlia del presidente!-
Tutti si sono messi a sghignazzare e quando è entrata la maestra mi ha intimato di sedermi. E' inutile dire cosa io le abbia risposto, ma ho imparato una cosa: è meglio del teletrasporto, in un istante ti ritrovi in presidenza. 
Quando finalmente il malinteso è stato chiarito ho scoperto che al massimo sarei stata figlia del sindaco, sempre che fosse stato eletto e quella di oggi sarà probabilmente una delle sue cene con qualche impiegato del comune per discutere di robe noiose e fare cose noiose.
-Io non ci vengo!- sbuffo voltandomi per guardare fuori dal finestrino.
-Sai che ci tiene molto, non puoi fare uno sforzo?-
-La mia demofobia me lo impedisce-
-La tua cosa?- ah giusto, mia mamma non si è mai accorta delle mie crisi isteriche, sostiene che io non ne abbia mai avuta una. Ma si può?
-Demofobia mamma! La paura dei posti affollati-
-Ma piantala Zoe, alla fine ti diverti pure quando andiamo alle cene-
Assolutamente falso penso dentro di me.
-Viene perfino tuo fratello-
Un po' scarsa come motivazione, cerca di impegnarti di più mamma, lo penso ma non lo dico, e invece le rinfaccio: -bella forza, lo comprate promettendogli una coppa di gelato gigante-
Lei non commenta, sa che ho ragione.
-Dimmi quand'è stata l'ultima volta che hai avuto una crisi isterica e io non ti faccio venire- mi propone lei.
Emm, ecco, difficile a dirsi...
-Ne sto avendo una proprio ora.- sbuffo io.
-See certo.-
Vedo la mia coscienza accasciarsi a terra tra atroci sofferenze urlando: noo, la cena no, vi prego. Quas qquasi lo facci per davvero.
-Mamma dici che c'è abbastanza spazio in macchina perchè io mi accasci a terra in preda alle convulsioni?-
-Tu farai diventare ME isterica- sbuffa sottolinenando bene quel "me".
Il resto del tragitto lo passiamo in silenzio, quasi quasi si sente il rumore del mio cervello che lavora freneticamente per trovare una soluzione. Avete presente quel crcetino nella ruota che si mette a correre quando dovete trovare una soluzione? Ecco, il mio non è che faccia molto moto...e nella mia mente mi immagino la ruota che si inclina pericolosamente mentre lui cerca di correre. Criceto obeso o no, adesso sta lavorando e, tralasciando i cigolii che mi escono dal cervello, che mia mamma finge di non sentire (ma io so che li sente eccome!), comincia a propormi idee come tagliare le gomme dell'auto (inutile, chiamerebbero un taxi), chiudermi in camera (...non so dove tengono la chiave), minacciarli di uccidere mio fratello. Quest'idea mia piace, potrei anche farlo davvero. "E poi come pensi di trascorrere i tuoi prossimi venti anni in carcere?" Oh, lì avrei tempo per leggere, rispondo serafica alla mia coscienza. Scarto l'idea di ucciderlo: troppo sangue, mi sporcherei la maglietta. 
Posso sempre buttarmi in ginocchio  pregare mio padre in cinese o in qualsiasi altra lingua...potrei provare ad ipnotizzarli con il trucchetto dell'orologio o...
-Zoe! Ti decidi a scendere dall'auto-
-Certo mamma!- sorrido e mi lancia fuori dalla portiera.

-Mi raccomando; fai attenzione, non aprire a nessuno e vai a letto presto. Se hai paura chimaci-
-Mamma, ho quasi 15 anni-
-Se hai paura chiama- insiste lei come se non mi avesse sentita.
-Noi torneremo piuttosto tardi- mi comunica mio padre, io gli sorrido e cerco di chiudere la porta buttandoli fuori, ma mia mamma non ha ancora finito con le raccomandazioni.
Finlamente sento il rumore del motore che si accende e emano un sospiro di sollievo.
Mi reputo un genio, finalmente, dopo 14 anni di insistenze, sono riuscita a saltare la mia prima cena. Come ho fatto? Ottima domanda: l'idea di gettarsi a terra in lacrime ha funzionato, solo perchè mia mamma temeva che le allagassi la casa. Per farmela pagare, però, dovrò andare a prendere mio fratello a scuola per il prossimo mese. Potrei sempre dimenticarmene casualmente, ho pagare mio fratello perchè dica che sono andata a prenderlo mentre invece è tornato da solo. Per cinque euro farebbe di tutto, è bello avere un fratellino corrompibile. Peccato che non sappia che i soldi che gli do li prendo direttamente dal suo slavadanaio.
Sono leggemrnete subdola.
Ma no dai, non così tanto.
L'esame di coscienza è durato esattamente cique secondi e finalmente sono libera di lanciarmi in camera mia.
Un trillo attira la mia attenzione. Devi decidermi di cambiare la suoneria dei messaggi del cellulare.
"Ciao, che fai?"
E' Alex...da quando ci siamo baciati la prima volta ha cominciato a farsi sentire più spesso. Questo però non mi da fastidio; non è ne appicicoso ne invadente e mi fa piacere sapere che c'è qualcuno che mi interessa a me.
"Ringrazio il dio Buddha per avermi donato lacrime finte per aver impietosito i miei genitori" gli rispondo, aggiungendo una faccina che ride.
"???"
"In poche parole festeggio perchè i miei sono andati ad una cena e mi hanno lasciata a casa" spiego con un linguaggio più comprenibile ai mortali.
"Vuoi dire che sei completamente sola?"
Mi immagino il suo tono malizioso mentre leggo la risposta e gli mando risposta affermativa.
Sono solo le sette e ho ancora un po' di tempo prima che debba decidermi a cucinare. Mi tuffo sul letto e allungo la mano sul comodino afferrando il libro.
Non sono passati nemmeno dieci minuti che sento suonare il citofono.
Apro la porta e mi ritrovo davanti Alex con in mano due cartoni della pizza:
-Pizza a domicilio- sorride lui prima di passarmi i cartoni.
-Mi scusi fattorino, non ho soldi- rido io e sto per chiudergli la porta in faccia. Sto scherzando coscienza, stai calma, non lo lascio fuori.
-Ci sarebbe un altro modo per pagarmi- 
-Quel sorrisetto non mi piace Alex, cosa stai tramando?-
-Ospitami a cena e saremo pari-
L'idea che sai qui mi piace e così lo faccio entrare.
-Ci gettiamo sulle pizze?- propongo io
-Con immenso piacere!-
Non ci vuole molto perchè siamo completamente sporchi di pomodoro e quando mi viene la brillante idea di schizzarlo con la coca cola succede il finimondo. Questa serata sarà piena di sorprese.

****
Arrabbiate? Volevate sapere cosa succede con Alex? Mi dispiace, sarò crudele e vi farò aspettare il prossimo capitolo e sta volta mi guardo bene dallo spoilerare :D
Zoe ha fatto la sua scelta ora non resta che aspettare le sue imprese da Devil e scoprire se è una brava diavoletta.
Per ora abbiamo dedicato poco tempo alla scuola, ma tra poco comincerò a descrivere anche le fantastiche ore (?) tra i banchi.
In questo capitolo Endrew non è stato presente. Pace, la sua insolenza non ci manca di certo, eccato però che non possa sparire così, siete d'accordo?
Ora i ringraziamenti: grazie a angys, a Fancy_dream99 appena comparsa tra le recensioni e a Camilla346. E' bello sapere che le lettrii stanno aumentando e spero che la storia stia rispettando le aspettative :)

Alla prossima con un nuovo divertente, spero, capitolo

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Capitolo 6
*** La coscienza della mia coscienza ***


Capitolo V
La coscienza della mia coscienza
PS. Capitolo a raitings arancione leggermente scuro
 
Posso dire con certezza che il pavimento ha mangiato molto più di me questa sera. E anche il pavimento. E anche il tavolo. E anche la sed...insomma, stasera la casa 

aveva fame e sarei stata un'ingrata a non darle di che sfamarsi, dopo che mi ha ospitata per così tanti anni. Non oso immaginare cosa si para davanti agli occhi di 

Alex mentre questi pensieri mi passano per la testa. Teoricamente sono intenta a lavare i piatti ma niente mi distoglie dalla possibilità che possano esserci schizzi 

di detersivo che volano dalle mie mani intente a gesticolare mentre dialogo con la mia coscienza.
-Ahi- è un'esclamazione di dolore mista a risata che mi fa riprendere e così torno a concentrarmi sulla realtà. 
Involontariamente, coff coff, ho gettato uno spruzzo di schiuma negli occhi del ragazzo che si stava avvicinando furtivamente a me ma che, anche senza farlo apposta, 

ho intercettato bloccando il suo malefico piano.
-Sei pericolosa Zoe, lo sapevi?-
-Oh, me l'hai detto solo qualche migliaio di volte...tutte nell'ultimo minuto. Quindi no, posso dire che non sapevo di essere una pazza omicida.-
Il suo sorriso è l'ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi quando le sue labbra incontrano le mie. 
Percepisco le sue braccia che si appoggiano al bancale del lavandino dietro di me, immobilizzandomi così tra il suo corpo e il lavabo.
Sento la mia coscienza prepararsi ad una battuta maliziosa ma la becco mentalmente con un altro schizzo di sapone, che stasera sembra essere diventata meglio della 

bomba atomica, e la vedo accasciarsi a terra sotto l'acqua mista a bollicine. Uno a zero per me! Gioisco tra me e me.
"Emm, Zoe, non vorrei interrompere i tuoi pensieri, ma in questo momento staresti baciando un ragazzo..."
E questa voce ch diavolo è? Non è la mia coscienza, dato che lei sta ancora annaspando cercando di non affogare e allora chi si permette di entrare nella mia testa e 

interferire con i miei pensieri. Ma davvero sto baciando un ragazzo? Ah già, e vero...dettagli, cosa dicevamo? 
"Sono la coscienza della tua coscienza, facile no?" 
Cosa cosa cosa? E da quando la mia coscienza ha una coscienza? Basta, non lo voglio nemmeno sapere. Ecco che Alex diventa improvvisamente il mio pensiero principale, 

giusto per sfuggire ai contorti ragionamenti sul cervello che nemmeno Freud con il suo "es, io e superio"(*) si potrebbe immaginare.
Possibile che io non mi sia resa conto che ora sono seduta sul piano del lavandino (mi sono persa il passaggio in cui mi solleva...possibile che sia così forte?  

Secondo me, approfittando della mia momentanea assenza a livello celebrale hachiesto aiuto ha un'entità superiore stile alieni o qualche divinità vichinga...lo 

sapevate che Thor, quello dei fumetti, è ispirato a una divinità vichinga? Non è interessantissimo?)
La sua mano contro la pelle della mia schiena mi causa il leggero fremito, come una scarica elettrica. 
Le sue dita, che si sono scaltramente infilate sotto la stoffa della maglia proseguono per la loro strada apprezzando i fremiti che si fanno sempre più intensi e vanno 

a carezzarre ogni centimetro della mia spina dorsale, per poi ridiscendere, dove afferrano il bordo della stoffa che lentamente struscia lungo il corpo, per poi 

lasciarlo parzialmente scoperto.
Possibile che quando mi serva per fare dei ragionamenti lucidi il mio cervello risulti sempre spento? Così non riesco a dare un movimento logico ai movimenti lenti e 

dolci che uniscono me e Alex.
Avrei preferito mangiare pasta surgelata piuttosto che trovarmi in questa situazione adesso. Che faccio? Cervello accenditi ti prego...ti ho messo in carica, dai un 

segno di vita.
Non ci vuole molto prima che anche il top trovi posto sul pavimento accanto alla maglia e a un pezzo di mozzarella...spero solo che non si sia sporcato! 
Le mie gambe si allacciano dietro alla sua schiena e i nostri corpi si fanno più vicini, troppo vicini.
I suoi polpastrelli sfiorano i miei seni. li sento tremare a contatto con la pelle e capisco quanto anche lui sia agitato. Mi chiedo solo se qualcuno avrà la forza di 

fermarsi, o forse desideriamo troppo andare avanti?
Inconsciamente decido che lui è ancora troppo vestito e la sua camicia descrive una traiettoria perfetta andando a centrare il cartone della pizza.
Mi spiace caro mio ma quella non la lavo, così impari a farti trovare sotto casa mia quando sono sola. 
Ti è.
Un bacio ben piazzato sul collo riesce a rubarmi un sospiro e questo lo invita a continuare.
Cosci!!! Scusa se ho cercato di affogarti sotto l'acqua, perdonami, ma ora ho bisogno di te!
Stupida inutile cosicenza vuoi renderti utile?!
Okey, scusa, non volevo offenderti, sei fantastica....aiuto!
I nostri respiri si fanno più pesanti e i suoi movimenti più veloci, pur rimanendo sempre dolci e leggeri. Sentire le sue mani sulla pelle è qualcosa di estremamente piacevole e piano piano mi abbandono sempre di più.
I nostri baci si fanno sempre più lunghi e appassionati e gli ultimi abiti rimastici addosso sembrano essersi fatti troppo pesanti per noi cosicché, in poco tempo, i boxer e gli slip sono l'unica cosa che ci divide.
Con una lentezza esasperante comincia a tracciare una scia di baci dalla mia bocca giù lungo il collo, fino ad incontrare la clavicola e poi, quando il suo morbido tocca incontra l'estremità del mio seno mi scappa un grido strozzato.
Mica sono una gallina! Avanti narratore, mettici un po' più di impegno.
...mi scappa un dolce gemito.
Ecco, così è meglio...procediamo pure.
-Alex- il suo nome mi sembra la cosa più normale da dire in quel momento. La mia voce è flebile, solo un sussurro, e si lega a quei sottili sospiri che riesce a provocarmi ormai solo guardandomi.
Sento un rumore di ghiaia lungo il vialetto.
-Alex...- la mia voce si è fatta di un'ottava più alta. Ma lui non nota la nota di allarme, anzi, sembra rinvigorito dal suono della mia voce.
-Alex!- ormai sono altamente in panico. E finalmente lui se ne accorge.
I nostri occhi si incontrano ed entrambi celiamo un muto spavento.
Passi sulle scale.
Bussano alla porta.
-Zoee, sei in casa?-
***

* Per chi non lo sapesse: Freud ipotizza che il nostro essere possa essere suddiviso in ES, IO e SUPERIO. L'ES è la parte di noi che vorrebbe fare solo ciò che reca 

divertimento, ovvero fare ciò che gli piace, il SUPERIO è la parte più "bacchettona" del nostro cervello, quella che ad esempio ci dice: -non comprare quel paio d 

scarpe, non ti serve a nulla e spendi solo soldi- o cose così. Infine l'IO è una miscela tra gli altri due componenti, è quella parte che a volte si concede dei 

permessi ma che non esagera. Questo spiegato in parole semplici giusto per giustificare il commento di Zoe

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Angolo autrice....squillo di trombe, rullo di tamburi...sono tornata! Ta dan.
Vi sono mancata? Sappiate chese rispondete no non posterò mai più un capitolo e allora affari vostri :P
VI chiederete cos'è tutta questa allegria...bhe, mi è bastato tornare a scrivere le avventure della nostra Zoe per farmi tornare il buon umore...questa pazzoide mi era mancata ma ora spero di non doverla abbandonare di nuovo tanto presto, cercherò di essere più frequente con gli aggiornamenti anche se non credo di riuscire a riprendere il ritmo di postare ogni giorno...sapete com'è, oggi ho studiato dalle tre alle sette. Ma non voglio annoiarvi con la mia vita privata e così vi chiedo, come sempre, cosa ve ne pare questo capitolo? Vi è piaciuto anche se a tono più hot rispetto agli altri? E la comicità andava bene?

Grazie a tutti i lettori che hanno atteso con pazienza il mio ritorno, cercherò di non deludervi tanto presto

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Capitolo 7
*** Il passato ritorna col buio della notte ***


Capitolo VII
Il passato ritorna col buio della notte
PV. Andrew

E' tardi...sono uscito di casa per andare a prendere la mia ragazza del momento. Solo questa frase fa capire quante relazioni, perlopiù instabili, io abbia avuto. Prima d'ora non mi ero mai fatto un'analis di coscienza, e sinceramente stavo bene così. ma poi è arrivato qualcosa, o meglio, qualcuno, che mi ha costretto a guardarmi dentro e ad osservare il mio passato confrontandolo con il mio presente. Ho così potuto vedere tutte le scelte sbagliate che mi hanno condotto fino a questo punto, mi sono reso conto di tutto il male che ho fatto provare a quella persona.
Sono bastati due occhi, due occhi che non sono cambiati nel tempo, se non per farsi più vividi e lucenti, a ricordarmi tutto ciò che ho lasciato indietro, tutto ciò che ho perso solo per vendermi alla strada più facile.
E mi è nata una domanda.
Una domanda limpida come quegli occhi.
Una domanda che mai mi era nata in mente prima.
-Posso tornare al passato? Posso cambiare?-
Ho paura di rispondermi.
Sto camminando e il cielo si imbrunisce sempre di più. Non mi ci vuole molto per rendermi conto che quella che sto percorrendo non è la casa che mi porterà da quella ragazza a cui non sarei mai capace di dire "ti amo". So bene dove i piedi, e l'anima, vogliono condurmi, e io non ho la forza di fermarmi.

Pv. Zoe

-Bhe?! Fai qualcosa!-
Meglio tardi che mai cara coscienza, penso. Non potevi arrivare un po' prima? Prima che succedesse tutto sto casino?
Ricapitolando la situazione per tutti quegli ascoltatori che si sono messi in ascolto...da quando parlo come la dj di radio24? Da quando ascolto radio24 semmai! Secondo il mio parere andrei meglio come suora di radio maria.
-Zoe, c'è qualcuno in casa?-
Per un istante mi chiedo se sia stata la mia coscienza a bussarmi in testa o lo sconosciuto là fuori a bussare alla porta. 
Ci tengo a precisare che tutto ciò è accaduto in una frazione di secondo. I miei pensieri sono sempre piuttosto rapidi, quando la coscienza è presente, s'intende.
Intanto, la mia memoria, si mette a lavorare freneticamente per capire a chi appartenga quella voce. Non fa parte della mia famiglia, e questo mi tranquillizza. Mi ricorda più che altro qualcuno che ho perso da molto tempo.
-Da quando le persone si perdono come mazzi di chiavi?- sai coscienza, forse preferivo quando non c'eri!
Cosa stavo dicendo prima? Ah sì, ricapitolando: sono praticamente nuda, appiccicata ad un ragazzo (anchesso praticamente nudo, giusto per precisare) appoggiata al piano del lavandino della cucina, una cucina che ha più pomodoro e mozzarella sparso in giro che piastrelle. Potrebbe andare peggio? Si, potrebbe abdare peggio. Potrebbero arrivare i miei. Ma oggi pensiamo positivo, o meglio, il narratore è particolarmente clemente.
Ciò che accade potrebbe definirsi un miracolo, ma dato che sto per cominciare a considerarmi atea, posso dire che sia stato opera del mio grande intelletto superiore (modestamente...).
Io e Alex abbiamo infatti recuperato il meglio dei nostri vestiti in un decimo di centesimo di millesimo di secondo e abbiamo ottenuto una parvenza quasi, e sottolineo il quasi, presentabile.
E' ciò che trovo sulla porta a stupirmi più di tutto ciò che è accaduto fino ad ora.
-Andrew- esclamo, (si può esclamare a basa voce? no? Bene, io ci sono riuscita!)
-Zoe- mormora lui.
-Che...che ci fai qui?- riesco a chiedere in preda al balbettio
-Che ci fa qui lui!- il suo tono di voce si è fatto più spigoloso e voltandomi leggermente mi rendo conto che anche Alex si è affacciato alla porta, probabilmente per fulminare con lo sguardo il misteriso visitatore che ha interrotto il nostro momento. Mai ci saremmo immaginati di trovarci Lui.
Prima che succeda qualcosa, anche se non so bene cosa, mi piazzo tra i due ragazzi.
-Bhe, vedo che sei impegnata- la voce di Andrew si è fatta più tagliente e mi chiedo cosa abbia potuto pensare quando si è trovato davanti Alex.
-Io...io non...- sinceramente non so bene cosa dire anche perchè non so cosa lui abbia capito e cosa invece ignori ancora.
-Non hai bisogno di giustificarti-
E con queste parole lascia la soglia di casa mia per sparire nelle ombre della notte.
E' possibile che una persona che se n'era già andata dal nostro cuore possa andarsene nuovamente, causando ancor più dolore?
Dopo questa sera posso dire di sì, ed è un vuoto che ogni giorno si fa sempre più vasto fino a che diventerà incolmabile.
Ma io so cosa voglio. Io non sono ancora innamorata di lui, io sono innamorata del ragazzo che era, e che non sarà più.
Non sarà più...queste parole mi rimbombano nella testa, come urlate in una grotta e restituite dall'eco.
Sei sicura che non lo sarà più?
-Zoe?-
Vedo la mano di Alex sventolarmi davanti al viso e quando mi volto verso di lui provo il resistibile impulso di stringerlo forte.
Mentre sono accoccolata contro il suo petto, una lacrima, una sola, mi scorre lungo la guancia. Credevo di averle finite le lacrime per Andrew, credevo che ormai fosse tutto finito, anche il mio dolore. Ma questa unica perla d'acqua rappresenta il ritorno di una vita che credevo dimenticata.
Ma dimenticare non sempre è possibile.

PV. Andrew
La notte è buia come i pensieri che mi fluttuano nella mente.
Quando ho visto Alex comparire alle spalle di Zoe qualcosa è successo dentro di me. Qualcosa si, ma cosa?
Avevo visto i baci che si erano scambiati a scuola, sapevo che stavano insieme, ma è sempre stato, nella mia mente, niente di serio, qualcosa che passa e va. E invece, vederli lì, insieme, da soli sembra voler dire che non passerà, non finirà. Non tanto presto almeno.
La notte è buia. 
I miei passi sono pesanti.

PV. Zoe
Finalmente la luce comincia a filtrare tra le persiane e il sole sorge all'orizzonte. 
La notte mi sembrava non voler passare mai, come se il sole non potesse tornare mai più, ma l'alba viene a tranquillizzare i miei timori e a dimostrare che il sole, anche se a volte sembra non esistere più, c'è ancora. Ma lo schiarirsi della giornata vuole anche significare che devo lasciare le mie morbide coperte e tuffarmi nel mondo, in un'altra giornata. Devo abbandonare i miei pensieri.
Non so se questo sia positivo o negativo. Ci sono quei pensieri che ti fanno male, quelli a cui non riesci a trovare una risposta ma che, nonostante tutto, continui a farti tornare in mente. 
Quando scendo in cucina per fare colazione le immagini della sera precedente tornano vivide nella mia mente. Sul pavimento e sul tavolo ogni traccia della battaglia è stata cancellata prima che i miei tornassero la sera precedente, ma quando volgo lo sguardo verso il lavandino mi viene da arrossire senza che io possa controllarmi. So bene cosa è successo. Alex sa bene quello che è successo e quello che sarebbe potuto accadere. Oggi dovremo solo scegliere se fingere che nulla sia accaduto o parlarne apertamente. Non so quale sia la scelta migliore.

Il piazzale davanti alla scuola si riempie mano a mano che le facce assonnate degli studenti spuntano dalle macchine o dagli autobus, ma ancora non c'è traccia ne di Alex ne di Andrew.
Sto per rifuggiarmi nella mia mente quando una voce mi sorprende alle spalle.
-Sei pronta ad un'impresa da Devil?- 


***
Scusate il ritardo...il settimo capitolo è nato due giorni fa (o tre, non ricordo) ma non mi convinceva molto e così ho aspettato a pubblicarlo, e ho fatto bene, l'altra notte mi è venuto in mente come rifarlo e questo mi soddisfa di più. Lo so, mi chiederete "dov'è finita la comicità di questa storia?" ma ditemi voi, come potevo mettere della battutine ridicole in mezzo ai pensieri così seri di Zoe e di Andrew?
Con i Devil tornerà anche il divertimento, ma per questo cap dovete concedermi un po' di serietà =)
A presto!

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