Un amore splendido

di Cristin_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** • I Episodio _ 25 dicembre 2013 : Natale in Casa Martini ***
Capitolo 2: *** Buon Compleanno, Lorenzo!!! ***
Capitolo 3: *** • III Episodio _ Capodanno a casa Martini ***
Capitolo 4: *** • Episodio IV _ You’re the one that I love… and I’m saying goodbye!!! ***
Capitolo 5: *** V Episodio _ Non è vero mai… ***
Capitolo 6: *** • VI Episodio _ La carezza del Destino ***
Capitolo 7: *** • VII Episodio _ I passi dell'amore ***
Capitolo 8: *** • VIII Episodio _ … So close still so far!!! ***
Capitolo 9: *** • Episodio IX _ Appuntamento preso col Destino! ***
Capitolo 10: *** • Episodio X _ Sapore di sale… Sapore di mare… ***
Capitolo 11: *** • Episodio XI _ La paura che ho di perderti... ***
Capitolo 12: *** • Episodio XII _ Solo insieme saremo felici... ***
Capitolo 13: *** • Episodio XIII _ La nostra favola... ***
Capitolo 14: *** 14. Capitolo XIV _ Una proposta per dire sì! ***
Capitolo 15: *** • Episodio XV _ A Verona... con amore! ***
Capitolo 16: *** • Episodio XVI _ L'amore non è bello... se non è litigarello! ***
Capitolo 17: *** • Episodio XVII _ La danza degli scacchi ***
Capitolo 18: *** • Episodio XVIII _ Buon compleanno, Sara! ***
Capitolo 19: *** • Episodio XX _ Tutto in un secondo... ***
Capitolo 20: *** • Episodio XIX _ Prove generali... ***
Capitolo 21: *** • XXI Episodio _ Una ragazza venuta dal passato... ***
Capitolo 22: *** Episodio XXII _ Pesce d'aprile!!! ***
Capitolo 23: *** Episodio XXIII _ Buona Pasqua, famiglia Martini! ***
Capitolo 24: *** Episodio XXIV _ To Paris, with love! ***
Capitolo 25: *** Episodio XXV _ Per tutta la vita! ***



Capitolo 1
*** • I Episodio _ 25 dicembre 2013 : Natale in Casa Martini ***


25 dicembre 2013, ore 4.30

Lorenzo
“Ecco: è proprio così che speravo di trascorrere il Natale quando ho deciso di lasciare New York e tornare a Roma per cercare di ricostruire il rapporto con la donna che ho sempre amato e con mio figlio: felici ma soprattutto insieme. Eppure, quando, dopo essere atterrato, ho visto Veronica con Fabio e ho incontrato Tommy, ho capito che mi sarei accontentato di un pranzo tutti e tre insieme, scambiandoci più di tre parole. Ora invece… Siamo insieme, questo sì. Ma non so se siamo davvero felici, se io sia davvero felice. Il mio rapporto con Tommy è molto migliorato da quando sono arrivato a Poggiofiorito. Ricordo ancora quando, vedendomi a casa sua, mi disse a chiare lettere di aver fatto una cavolata a tornare. In quel momento mi sembrava una catastrofe. Volevo scappare via. Tornato a casa Martini avevo solo un pensiero: fare il biglietto e tornare a New York, subito e a qualunque costo.  Anche la moto che zio Libero mi aveva fatto portare dalla Puglia, a prima vista, mi aveva quasi convinto che avevo davvero fatto bene a tornare a Roma. Ma dopo aver visto Veronica con un altro avrei rotto quel catorcio. Non l’ho fatto però. L’ho coperta per non farla rovinare quando.. beh quando è arrivata Lei…
- “Se stai pensando di farci un giro voglio venire con te!”
- “Faresti prima a fuggire a piedi”  
- “E chi ti ha detto che voglio fuggire?”
- “Perché: non è quello che fai! Fuggi dal tuo fidanzato. Fuggi dal tuo sport. Non so perché lo fai ma il quadro clinico è piuttosto chiaro.”
- “La logica non ti abbandona mai, eh?”
- “No. E ogni volta che non l’ho seguita ho commesso degli errori.”
- “Cioè?”
- “Mia moglie ha un nuovo fidanzato. Mio figlio mi ha detto che ho fatto una cazzata a venire qua. E io faccio fatica a dirgli che ha torto.”
- “Certo: sono due brutte sorprese. Ma non significa che non ce ne siano di buone in agguato.”
- “Apprezzo lo sforzo. Però, quelle che tu chiami sorprese per me sono solo degli imprevisti e io.. io odio gli imprevisti.”
 E sono andato via. Ma prima, senza sapere come, ho detto come stavo, cosa provavo a Lei. Non lo avevo fatto con Libero, non lo avevo fatto con le persone che conoscevo da una vita. L’avevo fatto con Lei. Non so come spiegarlo: ma dalla prima volta che l’ho vista, seduta accanto a me, in ansia per un volo in aereo, blaterare tutto il tempo, mi aveva fatto uno strano effetto. È come se Lei fosse una calamita e anche se sembrava che volessi che smettesse di parlare, che stesse zitta, che non continuasse a cercare di avere per forza ragione su Deborah Keer di “Un amore splendido” (perché Cary Grant ha il diritto di sapere, su questo non faccio retromarcia!), beh invece ero a mio agio accanto a Lei, nel sentirla straparlare, nel guardarla negli occhi.. E, ripensandoci, è grazie a Lei che ora Tommy ed io parliamo come padre e figlio. Non ci sono più attriti; non è come quando ci siamo aggrediti in macchina al ritorno dal mare, senza neanche cercare di trovare un punto d’incontro. Già: Cancello 3. Quel giorno di quattro mesi fa Tommy ne aveva fatta una delle sue… Primo giorno di scuola e per l′occasione aveva fatto filone portandosi dietro pure Elena! Io ero in clinica, a festeggiare il mio arrivo a Villa Aurora, quando… beh! Quando vedo Lei. L′avevo lasciata gironzolare per casa con parrucche di vario genere. Una era corta di color platino! “Avevo voglia di cambiare!” mi aveva risposto con molta naturalezza quando la mattina l′avevo incontrata rimanendo a bocca aperta. “Cambiata sei cambiata… Molto piu′.. Cioè sei molto meno...” “Va beh: ti puoi rilassare, tanto è una parrucca!” mi aveva tranquillizzato Lei! E me la sono ritrovata a Villa Aurora con un abito granata corto, un cardigan beige, un tacco 12 ai piedi!!! Quando l′ho vista sono rimasta senza parole. Non riuscivo a smettere di guardarla!! Anche Davide era rimasto estasiato e gli altri, Oscar, Tea, Gloria ci guardavano con l′aria di chi pensa che a una come Lei non si può solo essere amici! D′altra parte, era un incanto. Ricordo che invece di dirglielo l′ho subito punta con la mia ironia! “Ehh meno male che c′è ortopedia!” le ho detto quando ha rischiato di prendere una storta! Ma Lei non ci ha fatto tanto caso: c′era un problema più grande: “Mi sa che Tommy ed Elena sono un “tantinello” dispersi!!” mi ha detto! Non sapevo cosa fare, dove sbattere la testa. Fortunatamente c′era Lei con me, ad aiutarmi a inventare una scusa con Veronica, a capire dov′era finito Tommy: “Conosci un posto che si chiama Cancello 3⁇” Ostia: Tommy ed Elena erano al mare!!! Ero inferocito!! Non riuscivo a calmarmi.. 
- “Dai Lorenzo: ora calmati!! È inutile che reagisci così!! E poi tutti noi abbiamo almeno una volta marinato la scuola!!!”
- “Beh: io no!!! E comunque non doveva farlo. È il primo giorno di scuola, caspita!!! E poi nei suoi casini non deve coinvolgere anche gli altri!!! Ostia: ma ci rendiamo conto!!! No: ora che lo trovo lo sistemo per le feste.. Quindici giorni senza uscire, senza telefonino, computer, i-pod, lettore mp-3..”
- “ … e a pane e acqua!!! Perfetto: così la prossima volta Tommy se ne va direttamente sulla Luna!!!
- “E allora cosa dovrei fare, secondo te?”
- “Cerca di capirlo.. cerca di capire perché ha fatto una cosa del genere, perché si è comportato così…”                                                                     E mentre mi diceva questo arrivammo in spiaggia. Le sue parole non avevano avuto alcun effetto su di me. Continuavo a blaterare: “Cosa gli è saltato in mente! Ma come è possibile che un ragazzino si allontani così, senza permesso, senza chiedere niente?” E Lei che fa? Si mette a giocare con un cane!! Manco a dirlo l’avrei uccisa!! “Sara non è il momento le dico!” E Lei, a malincuore, mi segue.. Lo ha sempre fatto!! Troviamo Elena e Tommy e alla vista di loro due, tranquilli e distesi al sole ad abbronzarsi, non c’ho visto più!!! Lo stavo raggiungendo senza pensare quando Lei mi ferma:          
- “ Aspetta: cosa hai intenzione di fare?”
-  “Non lo so… offro un gelato a tutti!”
- “Senti penso solo che non lo dovresti aggredirlo di fronte a tutti suoi amici.. Peggiorerebbe solo le cose!”
- “Io voglio peggiorare le cose! Tommy si deve ricordare questa giornata per molto tempo!”
- “Senti, non voglio insistere.. Ma non mi sembra una tattica molto efficace..”  
Aveva ragione Lei. E infatti averlo aggredito non ha portato a nulla!! Dopo il nostro solito scontro, io e Tommy non ci guardavamo nemmeno quando Lei si è messa a fare il bagno con il cane!!! È riuscita a far rilassare Elena, fin lì pietrificata, a far togliere le cuffie a Tommy e a far sorridere anche me.. Devo ammettere che all’inizio l’avrei uccisa ma quel pensiero è durato un nano secondo: quel sorriso sulla faccia di Tommy mi mancava e l’avevo rivisto grazie a Lei!!! Però questo non gliel’ho detto!!! Né in macchina, né dopo quando si è venuta a scusare per la sua bravata… Ma ripensandoci.. quante cose avrei voluto dirle, e non l’ho mai fatto…
- “Drinnnn.. Drinnnn!”
 Ecco.. anche questa notte l’ho passata in bianco.. sì. In bianco a pensare a Lei, la mia Sara!!!”
 
Sara
- “Drinnnn.. Drinnnn!”
“Ecco.. anche questa notte l’ho passata in bianco.. sì. In bianco a pensare a Lui, il mio Lorenzo!!! Già, quell’uomo insopportabile, chiuso e introverso che ho conosciuto in aereo, sul volo per Roma il giorno del mio matrimonio. Del mio mancato matrimonio, dovrei dire!!! Era così diverso da me: per il serio e integerrimo Lorenzo Martini valeva solo la logica.. Ricordo ancora quando, durante il viaggio da Pisa a Roma, ci imbattemmo in una discussione circa “Un amore splendido!!!”..
 - “Ma come fai a non trovare romantico un film che si intitola un amore splendido!!”
 - “Ma spiegami perché Deborah Keer non può dire a Cary Grant che ha avuto un incidente e non può più camminare?” 
- “Perché no! Perché sono cose… Lei lo ama!”
- “Appunto!” 
- “Appunto! Non vuole che lui stia con lei solo perché lei sta su una sedia a rotelle, eh!”      
- “Magari lui vuole stare con lei sedie a rotelle o non sedia a rotelle!”
- “Va beh, ma lei questo non può saperlo!”
- “No! E finché non telefona non lo saprà mai!”
- Sì ma tu ragioni troppo logicamente!”
- “E come devo ragionare, logicamente no?!!?”
Niente: sembrava un computer, fino a quando parlò a quei poliziotti. “Senta sono quindici ore che sono in viaggio. Io voglio solo andare a vedere mia moglie e mio figlio. Sono otto mesi che non li vedo e mi mancano. Da quando il mio matrimonio è finito, io.. La mia vita si è fermata. Voglio solo andare da mia moglie, guardarla negli occhi e dirle che.. dirle che mi dispiace e che non avrei dovuto lasciarla da sola.” Sono rimasta senza parole. Già! Proprio io che avevo straparlato per tutto il tempo. Ma mentre arrivavo in chiesa quelle parole mi hanno fatto riflettere.. Io non sentivo neanche la metà delle cose che Lui provava per Veronica.. E non avrei fatto metà delle cose che Lui voleva fare per riprendersela. Così siamo arrivati.. “Eccoti arrivata: contenta?” mi chiese.. “No!!” avrei voluto dire… Ma non ho detto nulla.. Sono scesa dalla macchina... “Conoscerti è stato molto…” aveva iniziato Lui, contento di liberarsi di me!!! “Bello!!! Conoscerti è stato molto bello!!” ho continuato io!!! E l’ho abbracciato, prima che andasse via, da sua moglie, prima che io andassi da Giuliano giusto per lasciarlo sull’altare. Ricordo ancora il sapore di quell’abbraccio. Mi sono sentita per un attimo completa, a casa, al sicuro, certa che tutto sarebbe filato liscio. Le stesse emozioni che ho sentito quando quella sera, nella cucina di casa Martini, Lorenzo mi confessò che erano mesi che non operava più. Lo abbracciai: non sapevo cos’altro fare. Ero dispiaciuta e spaventata. E non sapevo perché. O forse lo sapevo. Da quando l’ho visto ho sempre pensato che fossimo destinati e quando mi ha detto che era un medico, uno dei più grandi chirurghi in circolazione, ho pensato che fosse un segno del destino. Se mai fossi stata male sarebbe stato Lui a operarmi.. E invece… Rimanemmo abbracciati non so per quanto tempo. Poi, però, arrivò un messaggio di Veronica… E allora ritornammo alla realtà.
-  “E’ Veronica…”
- “Capisco.. beh!! Vuoi che ti faccia una tisana così cerchi di dormire?”
- “No, grazie!! Preferisco andare a coricarmi un po’!”
- “Ok.. Cerca di dormire.. e se hai bisogno di qualcosa, sappi che ci sono!!”
- “Grazie Sara. Sei un angelo!!”  
Mi disse andando via, dopo avermi dato un bacio sulla guancia. Anch’io sono andata a letto, ma non ho chiuso occhio. Avrei solo voluto stare con Lui.. Ma Lui voleva Veronica… Me l’aveva detto a chiare lettere: al bar, la prima volta che abbiamo bevuto insieme il Bloody Mary; la mattina dopo il compleanno di Tommy; durante quella notte d’insonnia in cucina. “Sei felice?” gli avevo chiesto io. “Sì, credo di sì.. molto” aveva risposto Lui.. “E allora sono felice anch’io” ho concluso io, cercando di essere convincente. In quel momento, stavo mentendo a Lui, ma prima ancora a me stessa.. Ma dovevo farmene una ragione.. Guardare avanti!! C’era il Bar.. e Stefano.. già Stefano. Dalla prima volta che l’ho incontrato ho avuto la sensazione di potermi fidare di lui. Mi sono sentita corteggiata e amata dal primo incontro al Bar. Mi ha assecondato, senza conoscermi, anche nella pazzia del ballo, tant′è che di sera avevamo un appuntamento ma io…. Beh io ho messo al primo posto Lorenzo…
- “Ogni volta che sono triste e arrabbiato o che mi succede qualcosa, ci sei tu vicino a me!”
- “Quindi mi stai dicendo che porto sfortuna?!?!” avevo scherzato io.
- !No! Ti sto dicendo che quando ho bisogno di te, tu sei sempre lì a darmi una mano!”      
- “Beh.. In effetti: adesso che conosco il tuo segreto potrei anche ricattarti!”
- “Non ti conviene. Tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio e un giorno potresti aver bisogno di un amico, di una persona di cui fidarti!”
- “Non è una questione di utilità!”
- “Va beh: hai capito cosa voglio dire! È bello sapere  che ci sono delle persone a cui vuoi veramente bene che custodiscono i tuoi segreti!”
E′ così che ho deciso di dare una chance a me e Stefano! Sono corsa da lui e da lì è iniziata la mia storia.. Ero contenta. Me lo disse anche Lui: “Io non ti ho mai vista così.. serena!” Peccato che in cuor mio sapevo di non essere felice e completa, qualcosa che provo solo quando sto con Lui …
“Sara! La colazione..” Mi avvisa Marco!!!
“Scendo!” dico io, cercando di dimenticare il vuoto che sento ogni volta che penso a Lui.. “Quello pensa a un’altra e tu ti struggi per Lui??? Forza: la vita va avanti!” Così mi alzo e mi preparo. “Ci vorrà molta pazienza.. “Quella” vorrà cucinare un pranzo di Natale fatto solo di tofu e seitan e Nonno Libero e Ave non glielo permetteranno mai!!! Immagino già la scena… Meglio armarsi di tanta pazienza per vivere.. beh, quello che potrebbe essere l’ultimo Natale della mia vita! Il primo con Lorenzo, l’uomo che, nonostante tutto, amo con tutto il debole e malconcio cuore!”
 
Natale 2013, ore 8.30
Veronica: “Libero, veramente! Non è un disturbo. Mi fa piacere cucinare.. E’ un modo per ricambiare la vostra ospitalità!!”
Nonno Libero: “Ma no!!! Ti ho già detto che non ti devi sdebitare di nulla!! Sei la moglie di mio nipote, sei una “Martini acquisita”. Il tuo posto è qui con noi e non devi ricambiare con nulla, tanto meno devi stancarti preparando il pasto per un reggimento!”
 Nonna Enrica: “Sì, mia cara. Libero ha ragione!! Qui ci pensiamo noi vecchi!!! Tu goditi il Natale con la tua ritrovata famiglia!!!!”
Intanto in cucina Lorenzo, Tommy, Elena, Bobò , Giada, i piccoli di casa, Palù e Jonny, Marco e Maria continuano a fare colazione lanciandosi sguardi divertiti.
Tommy: “Sì, sì… Altro che gentilezza!! I nonni hanno paura del seitan e del tofu!!!”
Tutti ridono alle parole veritiere di Tommy, anche Lorenzo che però quando alza gli occhi diventa serio. E’ appena entrata in cucina Sara con una faccina pallida e stanca. “Avrà passato un’altra notte insonne…” pensa Lorenzo, che la saluta insieme agli altri. Libero, Enrica e Veronica sono troppo occupati a fare il menu del pranzo di Natale (già perché Veronica non demorde e vuole preparare per forza qualcosa!), ma ad Ave non sfugge l’aria fiacca di Sara e così le chiede:          
- “Mia cara, tutto bene?”
- “Sì Ave. Grazie!! Sono solo un po’ stanca!!! Sta notte non ho dormito molto bene… Per la verità non ho chiuso occhio!”
- “Sara ma hai per caso litigato con Stefano? No.. te lo chiedo perché ieri hai detto ai nonni che non sarebbe venuto né per il cenone, né per il pranzo di Natale!” si inserisce Marco
- “No, no… E’ che sta con la nonna. Sai teme possa essere l’ultimo Natale che stanno insieme e allora... Ma comunque no.. stiamo benissimo!!!”
-  “Va beh… magari sta notte ti porta l’olio!!” dice Lorenzo, con lo sguardo che è un misto di disappunto e fastidio.
- “Magari glielo porto io!” risponde Sara, abbastanza seccata, prima di alzarsi. “Vado a prendere le lucette in mansarda.. Quelle sulla scala si sono fulminate!” dice senza degnare di uno sguardo Lorenzo, già pentito della battuta di prima.      
Marco, Maria, Ave, Enrica e Libero si guardano con aria di chi ha capito tutto ma fa finta di non aver capito niente. Intanto Veronica torna in cucina con un libro di ricette.
- “Ecco: ho trovato un dolce macrobiotico… Mi metto subito all’opera! Amore, mi aiuti???” chiede a Lorenzo.
- “Sono sicuro che te la caverai anche senza di me.. E poi guarda quanta gioventù oggi non vede l’ora di cimentarsi nell’arte culinaria..” dice Lorenzo uscendo dalla cucina tra le proteste dei giovani e gli sguardi complici dei grandi.
Uscito dalla cucina, Lorenzo si precipita in mansarda. C’è la porta aperta. Entra e vede Sara, abbastanza agitata, sbraitare contro dei birilli che faticano a stare in piedi..
- “Nervosetta stamattina!!”
- “Già!! Quindi se non vuoi che me la prenda con te, togliti dalla mia vista!!!”
- “Perché??? Altrimenti che fai?? Mi…”
- Lorenzo non sto scherzando!!!” dice Sara e nel farlo apre un vecchio armadio.
Dispiaciuto Lorenzo apre la porta e fa per andarsene quando si accorge che sta per cadere un pacco da sopra l’armadio. Spaventato lascia la maniglia della porta, e corre da Sara. L’afferra e la spinge via, cadendo su un divano, come quella volta in cantina. Sara, ignara di quello che stava per accadere, gli dice:
- “Ma con cosa hai fatto sta mattina colazione? Con il rum???”
Nel dire ciò sente un gran tonfo. Si volta e si accorge che, proprio nel luogo in cui stava lei fino a un secondo prima, ora ci sono vecchi arnesi arrugginiti, appuntiti e molto pericolosi.
- “Come vedi non ho bevuto il rum, altrimenti i miei riflessi non sarebbero stati così pronti!” controbatte Lorenzo, che poi aggiunge: “Ti sei fatta male?”
- “No, no… Scusa.. sono..”
- “Sì.. un disastro!!! Lo so!!!”
  E rimangono lì a guardarsi per un po’ di tempo fino a che non sentono qualcosa che sbatte. È la porta della cantina. Sara e Lorenzo si guardano e scoppiano a ridere..
- “Ho un déjà-vu!” dice Lorenzo.
- “No, non preoccuparti. Questa è una cantina vecchia ma la porta si apre” dice Sara mentre si alza. “Vedi?” Si avvicina alla porta, cerca di aprirla ma non ci riesce! “Lorenzo.. Non si apre!!”
- “Si certo… Va beh: meglio versione simpatica che arrabbiata, però!”
- “No Lorenzo. Non sto scherzando. La porta non si apre!”  Lorenzo allora le si avvicina e, sfortunatamente, capisce che la sua dolce Sara non sta mentendo.
- “E adesso??” le chiede Lorenzo.
- “Adesso agiamo!!!” e così Sara incomincia a urlare e sbattere contro la porta. Lorenzo la guarda divertito. Gli ricorda quel pomeriggio di quattro mesi prima quando, per recuperare quella stupida macchinetta del caffè, sono rimasti chiusi in quella cantina per ore. Allora era seccato: aveva il pranzo con Veronica. Anche ora c’è Veronica, c’è tutta la famiglia giù; eppure non riesce a non essere contento di essere lì con Lei. Mentre la guarda si accorge di una chiave e gli vengono in mente le parole di Libero: “Se andate in mansarda, state attenti: la porta si chiude da sola. Se vi capita, c’è la chiave su una mensoletta poco stabile. La mettete nella toppa e…” “E uscite!!” aveva continuato Enrica prendendolo in giro.  Ecco: bastava dire a Sara della chiave e fine dei problemi. Eppure la prende, la nasconde e le dice
- “Va beh. Stai calma. Tutti quanti sanno che stiamo qui. Quindi appena noteranno la nostra assenza, presto o tardi, verranno a vedere se va tutto bene e il gioco è fatto!”
- “E fino a quel momento che facciamo?”
- “Cerchiamo le lucette così  dopo cambiamo quelle che si sono fulminate” le risponde con un sorriso e si mettono a cercarle.
Nel frattempo giù in cucina, Libero, Ave ed Enrica avevano sentito quegli strani rumori, rumori ai quali  Veronica, impegnata con tutti i ragazzi, non aveva dato peso. I tre allora, inventarono una scusa e andarono a dare un’occhiata. Anche Marco e Maria erano per le scale e i cinque si ritrovarono fuori la porta della mansarda. Erano un po’ preoccupati, non sapevano cosa pensare quando incominciarono a sentire delle risate. Aprirono leggermente la porta e li videro. Lorenzo vestito da Babbo Natale ballare un valzer con Sara. Si guardarono tutti e cinque e andarono via. La più perplessa era Maria, che, scese le scale, disse:
- “Ma perché non abbiamo aperto la porta  e li abbiamo tirati fuori di lì?”
- “E perché… perché facciamo che il destino faccia il suo corso!!!” disse Enrica che, insieme a Libero e Ave ritornarono in cucina.          
- “Ora te lo spiego io!” disse Marco, e insieme andarono fuori in giardino a parlare.
Intanto in mansarda Sara e Lorenzo, che aveva tolto quel vecchio costume, continuavano a divertirsi, a prendersi in giro, cercando le lucine di Natale. A un certo punto mentre scherzavano Sara non rispondeva più e Lorenzo si preoccupò. Si voltò e non la vedendola, lasciò alcuni libri di chirurgia di Lele che stava leggendo e andò a cercarla. La trovò seduta, incantata, con il viso abbassato.
- “Sara, oh: stai male??”
- “Eh: no, no..”
-“Che hai lì?”
- “Niente!!”
- “Dai, fai vedere!!” e le tolse dalle mani quello che era un vecchio dvd di “Un amore splendido!” Lorenzo la guardò e le disse:     
- “Che dici: vediamo se quella vecchia tv con il lettore funziona e ci vediamo questo film che ci perseguita?”  
“Per litigare ancora su se Deborah Keer abbia sbagliato o no a non dire a Cary Grant che è su una sedia a rotelle?”
 - “Certo! A me piace litigare con te!! Su forza… alzati e dammi una mano con la tv!”
 
Frattanto, in cucina, Veronica inizia a domandare di Lorenzo. Ave, Libero, Enrica non sanno più cosa dire. Anche Marco e Maria non hanno una grande fantasia, soprattutto quando Veronica si accorge dell’assenza di Sara. Così irrompe Tommy. I cinque si guardano, preoccupati che le loro mille bugie vengano a galla. Ma ecco che …
- “Mamma Sara è con Stefano. Papà è uscito a fare quattro passi.. Mi ha detto che tra un po’ torna. Quindi tranquilla e passami il tofu!!”          
- “Ecco Tommy, ciapa il tofu!” dice Ave.
Intanto Libero, Enrica Marco e Maria si avvicinano.
-“Ma Tommy lo sa che Sara e Lorenzo sono insieme. Perché si è inventato questa cosa?” dice Maria.
– “Perché la nonna ha ragione: le minestre riscaldate non funzionano!! E poi Sara è stupenda.. ma non ditelo alla mamma!” dice Tommy tutto d’un fiato, per poi ritornare dai suoi cugini.   Rimangono tutti storditi, felici. Fino a che Marco dice:
- “Bene.. Però ora è meglio che vado a chiamarli perché se no questo Natale ce lo ricorderemo a lungo!!!” e va in mansarda.

Intanto in mansarda:
- “Allora??? Questo film ce la faremo a vederlo per Natale dell’anno prossimo????”
 - “Fatto! Su dammi il dvd!!”
Ma, proprio mentre Sara stava per passare il dvd a Lorenzo..
- “Oh ma che fate ancora qui??? Ste lucine le state fabbricando??” dice Marco tutto d’un fiato, cercando di sembrare il più naturale possibile.
- “No è che siamo rimasti chiusi dentro e.. va beh: menomale che sei arrivato tu!!” dice Sara, in realtà dispiaciuta dell’arrivo del fratello e, senza neanche voltarsi da Lorenzo, con il dvd ancora in mano va via.
Lorenzo guarda Marco e gli sorride poco convinto e poi va via. E rimasto lì da solo, Marco spegne la tv e torna giù, ancora più preoccupato per il casino in cui la sua sorellina si sta infilando.

In cucina entra Sara e dopo poco anche Lorenzo.
- “Come è andata la passeggiata, amore?” dice Veronica.          
- “La passeggiata?” le risponde Lorenzo, confuso.
 – “Sì Tommy ha detto che sei andato a fare quattro passi..”
- “Sì papà: tu sei stato un po’ in giro e Sara è stata al bar.. Però ora siamo tutti qui e possiamo mangiare… Su a tavola!!” conclude Tommy.  
Così Sara e Lorenzo si siedono a tavola scambiandosi un sorriso. E così tra una portata tradizionale e una tratta dalla dieta “macrobiotica” il pranzo di Natale si dilunga per tutto il pomeriggio. Poi c’è il momento della tombola, dei cartoni animati dei piccoli. E quello dei regali.
Sara e Lorenzo erano stati sempre insieme, non si erano mai persi d’occhio ma ad entrambi quel tempo non bastava. Ma era arrivato l’ora di andare a letto. Così Lorenzo seguì Veronica in garage, e Sara salì in mansarda. Non riuscirono neanche ad augurarsi la buona notte.
La Levi si cambiò, aprì la finestra ma..
- “Sta sera niente stelle!!! Sì ma io non ho sonno… E ora che si fa?” si chiedeva lei. Nel dire questo l’occhio le cade sul comodino dove prima di pranzo aveva riposto il dvd di “Un amore splendido”. “Mi sa proprio che ora ti vedrò per l’ennesima volta!!” e così scende in salotto.
Il tempo di accendere la tv e vedere scorrere i primi secondi del dvd che Sara sentì la mano di qualcuno sulla spalla. Si voltò di scattò e trovò Lorenzo
 “Che fai? Vedi “Un amore splendido” da sola?? E chi cercherai di convincere che Deborah Keer ha ragione?? Su fammi spazio che devo difendere il povero Cary Grant!” E così il dottor Martini si siede accanto a Lei.
- “Sicuro che non ti addormenti??”
- “Scherzi?! Sono notti che non dormo! E adesso: silenzio!” le dice sorridendole.       
E così si mettono a vedere il film, seduti, vicino, come quella volta, il 29 settembre, il giorno dopo la loro notte d’amore. Lei era andata al cinema dopo aver letto della prima su un giornale; Lui l’aveva causalmente scoperto per strada. E lì, in un cinema semideserto, si erano ritrovati, tra lo stupore e l’imbarazzo. Quella volta guardandola ripetere a memoria le battute gli aveva fatto tanta tenerezza, la stessa che provò quando notò che gli occhi di Sara diventavano lucidi nel vedere i primi fotogrammi del film. Ma quella volta Sara non recitò nessuna battuta a memoria perché,  senza accorgersene, si ritrovò addormentata abbracciata a Lorenzo, anche Lui vinto dal sonno. Erano notti che non dormivano. Le trascorrevano guardando il soffitto, pensandosi.. E ora stavano lì, insieme e ci rimasero tutta la notte, fino al mattino. Lì li trovarono Libero e Enrica.
- “Come sono belli..” disse Enrica.
- “Già.. Se solo lui capisse che Cosa non è giusta per lui e lei capisse che Coso, sì.. è un bravo ragazzo, ma non è giusto per lei..”
- “Sì va beh.. Ora bisogna svegliarli se no Veronica…” lo interruppe Enrica.
- “Sì, ma facciamolo in modo discreto!”
Si nascosero in corridoio quando Nonno Libero urlò:
- “Enrica su! È mattina. Smettila di parlare che non ti sopporto!!”         
Sara e Lorenzo si svegliarono di colpo e si sedettero sul divano.
- “Va bene, Libero! Però stai calmo!!”
- “Buongiorno ragazzi! Già svegli?” chiese Libero.
- “Sì, sì..” risposero in coro.
- “Bene! Che dite: facciamo colazione?”
- “Sì, arriviamo!”
Sara e Lorenzo si alzarono e si guardarono.         
-  “Sbaglio o abbiamo dormito “questa notte”?” chiese Sara.
- “Un miracolo, dato che su questo coso è un impresa impossibile!”
- “Già!” scoppiò a ridere Sara.
- “Lorenzo ma che ci fai qui?” li interruppe Veronica.
- “Mi sono alzato e sono venuto a vedere i titoli del tg!” improvvisò Lui.
- “Anche tu guardi il tg?” chiese Veronica a Sara, infastidita.
- “No.. Io cercavo il mio dvd! Eccolo… Ehh vado a fare colazione! Ci vediamo dopo!”
“Che fai tu: non vieni a fare colazione?” chiese Veronica a Lorenzo, visibilmente innervosita.
- “Sì. Mi cambio e arrivo” le rispose Lorenzo che si sentiva come se si fosse svegliato da un sogno che desiderava non finisse mai.
 
 
In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x01 Dall’America con amore
- 9x03 Una giornata al mare
- 9x04 Un pappagallo è troppo e due sono pochi
- 9x09 Un amore splendido
- 9x13 Insonnia d’amore
- 9x15 La scelta di Anna
- 9x16 Murales d’amore
 

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Capitolo 2
*** Buon Compleanno, Lorenzo!!! ***


27 dicembre 2013

Dalla Notte di Natale trascorsa insieme, abbracciati, sul divano, con “Un amore splendido” come sottofondo, Sara e Lorenzo non avevano più avuto occasione di stare da soli, insieme. A Santo Stefano Veronica e Lorenzo erano stati in giro per musei, come piaceva a lei; Sara era stata da Stefano e sua nonna. Il giorno seguente Sara era stata divisa trai nipotini e il bar e Lorenzo aveva avuto una giornata piena in clinica. Insomma: erano stati impegnatissimi tutti e due. Ma appena ognuno dei due aveva anche solo un minuto libero, il pensiero tornava a quei preziosi momenti che avevano vissuto sin da quel loro primo incontro. Quando, dopo quella faticosissima giornata di lavoro, Lorenzo uscì dalla clinica era distrutto. Mentre andava alla macchina involontariamente guardò il cielo. Era pieno zeppo di stelle, con una Luna che brillava nel blu della notte. E, come sempre quando gli succedeva qualcosa, pensò a Lei… 

Lorenzo  
“Tommy aveva organizzato una festa a casa di Veronica, approfittando dell’assenza della madre. Io ero in clinica. Avevo il turno di pomeriggio e, infatti, di mattina ero stato a correre con Lei.. Lì ho imparato un’altra cosa di Lei: è dolce, disponibile, è un raggio di sole nelle giornate storte e nelle notti insonni (come la sera prima quando l’ho trovata in cucina a ballare…), ma è meglio non istigarla sulla corsa, perché lì diventa “competitiva”. Le avevo fatto una battuta, una delle mie solite ironiche e taglienti battute e Lei, dopo avermi fulminato con lo sguardo, mi ha lasciato lì. L’ho rivista a casa e ripensandoci, non so.. mi ha fatto uno strano effetto: sembrava non ce la facesse.. Ma anche lì mi ha lasciato da solo, per correre verso la doccia. Insomma: l’ho lasciata con la tuta e le scarpe da ginnastica e la ritrovo al bar, splendida, con un vestitino con un fiocco blu alla vita che la rendeva una bambolina. Non trovavo Tommy e, come sempre in questi casi, ero andato nel pallone. Se non era per Lei mi sarei messo in macchina e avrei girato a vuoto per tutta Roma. Invece mi ha fatto ragionare e, mentre provavamo a capire dove si fossero cacciati Elena, Giada, Bobò e Tommy ecco che proprio lui mi chiama. Aveva organizzato una festa e un ragazzo, che aveva esagerato con l’alcol ed era poi caduto nel vano tentativo di arrampicarsi chissà dove, si era sentito male. Già questo mi sembrava troppo, figurarsi quando ha aggiunto che era a casa di Veronica. Non gli ho detto nulla. Ho staccato la chiamata, ho aperto la portiera della macchina a Sara e l’ho fatta salire. Ormai era diventata essenziale per me, essenziale soprattutto nei momenti brutti. Non le avevo neanche chiesto se volesse venire o meno. Conoscendola sapevo che avrebbe detto di sì. E lei, conoscendomi, sapeva che avevo bisogno di sentirmi dire qualcosa di positivo, una di quelle frasi che tanto io le avrei distrutto. Così in macchina ho iniziato a straparlare:
- “Ma cosa gli è saltato in mente? Fare una festa a casa di Veronica!!! Ma dico: è impazzito! Pensavo che dopo la lavata di testa che gli avevo fatto dopo la giornata al mare, avesse imparato la lezione. E invece no!”
– “Dai: adesso calmati! Tanto non serve a nulla agitarsi e..”
  Squillò il cellulare di Lorenzo.
- “Lorenzo è Tommy!”
– “Rispondi!”
 - “Tommy sì.. Sì stiamo arrivando. Tu stai calmo! Come sta il ragazzo? Bene.. Tu stargli vicino che io e papà arriviamo!..”
Sara staccò.
- “ E’ preoccupato!”
- “E fa bene!” aggiunse Lorenzo, parcheggiando.
Scendemmo dalla macchina e ci catapultammo in giardino. Fortunatamente Francesco aveva solo esagerato con gli alcolici. Il problema era come avevano ridotto quella casa una classe di quattordicenni. Così, dopo aver mandato tutti a casa, io e Sara abbiamo pulito tutto. Ricordo ancora che mentre mi divincolavo tra mozziconi di sigarette e lattine di birra quasi mi incantavo nel guardarla lì, bella, comprensiva. Ecco Lei parlava del guaio di Tommy come una brutta sorpresa ma, in mente a me, pensavo che quella giornata non fosse stata poi così tanto male, visto che più della metà l’avevo trascorsa con Lei. Una volta in macchina poi… beh poi è riuscita ad incantarmi ancora una volta. Stavo continuando a parlare di Tommy. Non ricordo cosa stessi dicendo quando le chiesi: “Ora ci vuole proprio un bloody mary.. Che dici: sei capace di farmene uno?” e mi voltai a guardarla, in attesa di una risposta. Si era appisolata, lì affianco a me. Era bellissima. Più la guardavo e più mi dicevo che era perfetta, quasi irritante dato che non aveva difetti: tutti li abbiamo, tutti ma non Lei. Ormai eravamo quasi arrivati a casa, quando si svegliò. 
– “Scusa… mi sa che mi sono appisolata!!”
– “E certo: se la notte ti metti a ballare e fai le ore piccole, è normale che poi ti addormenti mentre la gente ti parla!”
E ci guardammo, imbarazzati per quello che era accaduto la sera prima. Io era andato via, e Sara aveva preso la sua tisana. Avevamo fatto finta di nulla l’indomani mattina ma.. beh, entrambi sapevamo che qualcosa era scattato “pericolosamente” nel cuore di tutti e due.
 -“Sì, scusa.. Hai ragione! Che stavi dicendo?” fece Sara.
–“Niente! Le solite cose!!! Arrivati! Dai scendiamo che andiamo a letto!” Le dissi io, guardandola con uno sguardo premuroso.  L’avevo vista stanca e sapevo che, se le avessi detto del bloody mary, Lei avrebbe accettato con un sorriso  e  mi avrebbe accontentato Ma.. questa volta ero io che volevo prendermi cura di Lei. Così chiusi la macchina e le aprii il cancello del giardino.
– “Che giornata! Ci meritiamo un po’ di riposo!” dico io guardando in basso.. Già: anche su questo Sara ha da ridire e forse.. forse ha ragione!!! Ma poi la guardai (quel giorno l’avrò fatto un milione di volte..) e la vidi felice osservare il cielo.
–“Cosa hai visto gli alieni?” E alzai gli occhi verso il cielo.
- “Questa sì che è una bella sorpresa!” disse Lei contemplando un tappeto di stelle.
- “Ma come fai?”
– “A fare cosa?”
– “A innamorarti di tutto… a goderti ogni momento della vita…”  
– “Perché… potrebbe essere l’ultimo, e l’ultimo, l’ultimo, l’ultimo…” 
E mi baciò. Non saprei descrivere come mi sia sentito in quel momento: sorpreso, spaesato, frastornato.. So solo che quando si è allontanata da me, ed è andata via, è come se mi si fosse spezzato il cuore.. Erano giorni che cercavo di resisterle. Di resistere alla sua vitalità, alla sua incoscienza, alla sua pazzia, al suo fascino. L’avevo fatto in cantina; la sera al bar davanti al bloody mary, quando mi limitai a dirle: “Sai una cosa.. Io non ti ho mai vista così bella!”; l’avevo fatto la notte precedente in cucina dove, seguendo la mia “logica ferrea” l’avevo lasciata da sola quando l’unica cosa che avrei voluto fare era baciarla. Ma quella volta, quando si girò a guardarmi, beh ho seguito l’istinto.. O meglio, il mio cuore: sono corso da Lei e l’ho baciata! È stata la notte più bella che la vita mi ha regalato da 10 anni a questa parte. E’ conoscere Lei il regalo più bello che la vita mi abbia fatto.. Ma ora io sto con Veronica e Lei con Stefano.. A quest’ora staranno al bar, abbracciati insieme davanti a una coppa di champagne, naturalmente, e io.. io sto qui a pensare a Lei..”

Ma mentre Lorenzo pensava a ciò squillò il telefono.
– “Amore ciao! Volevo dirti che mi hanno chiamato alcune colleghe e mi hanno invitato per una cena.. Ti dispiace se vado?” disse Veronica tutto d’un fiato. 
– “Ma no! Figurati!!!”  
– “Ok! Però volevo anche dirti che: Marco e Maria portano tutti i ragazzi al cinema e poi a mangiare una pizza; io.. va beh.. ti ho già detto! E i nonni, con Ave, vanno a giocare a Bridge dagli amici.. quindi mentre torni prendi qualcosa da mangiare, perché non abbiamo cucinato nulla..”
– “O al massimo digli di passare da Sara che tra rustici, pizzette e dolci ha parecchia roba!!! Tanto sta lì “da sola” a sistemare…” aggiunse Libero con fare malizioso.  
– “Sì, sì.. non preoccupatevi!!! Non morirò di fame!! Voi divertitevi: ci vediamo a casa dopo!” chiuse Lorenzo.
– “Oh ma che ci fai ancora qui?” fece Oscar.
– “Ehh.. niente pensavo! Va beh: a domani!!” rispose Lui.
Si mise in macchina, accese il motore e andò via, cercando di non pensare a Lei, il suo unico pensiero fisso.


Sara
“E anche la spazzatura l’ho sistemata!!! Ah: questa giornata sembrava proprio non finire più.. Prima il bar, con i fornitori; poi Vittorio che mi ha dato buca perché ha la febbre e, dulcis in fundo, Jonathan e Palù!!! Quando Marco mi ha chiesto di tenerli gli ho detto che non c’erano problemi. Sono sempre stati tranquilli: si sedevano a un tavolino e disegnavano, giocavano: insomma sono sempre stai due angioletti.. Ma oggi sembravano due diavoletti, con tanto di pentole e coperti!! Non stavano fermi un secondo, davano fastidio ai clienti.. Così ho deciso di tenere chiuso il bar per qualche ora nel pomeriggio e li ho portati in piscina.. Già: pensavo che così si sarebbero  stancati e dopo sarebbero stati più calmi! Ma appena arrivati a bordo vasca ho avuto come una fitta al cuore.. Non era reale.. Cioè non stavo male fisicamente.. è che ho iniziato a provare un dolore enorme pensando a Lui. Ricordo ancora quella volta che portai Lorenzo in piscina.
– “Io me lo sento.. Vedrai che sta volta andrà tutto bene!” gli avevo detto quando era venuto al bar, poche ore prima dell’intervento di Marianna.
– “Vorrei sentirmelo anch’io.. Mi piacerebbe svuotare la testa, non pensare a niente, rilassarmi.. Solo che non riesco a non pensare.. Rivedo ogni volta che ho provato a prendere il bisturi e…”
– “Ho capito.. Niente  camomilla” l’ho interrotto io. “Però ce l’ho io il rimedio giusto.. Ti fidi di me?” 
- “No!” ha scherzato Lui.
- “Perfetto!” ho aggiunto io, prima di avvisare Vittorio che sarei stata assente un paio d’ore, per poi andare dai Martini.  
– “Ma dove vai?” mi chiese Lorenzo.
– “Tu aspettami in macchina! Cinque minuti e torno!”
Così sono andata in garage, ho preso il costume con due paia di occhialini; sono andata da Maria e mi sono fatta dare un costume di Marco.  
– “Ma che ci devi fare?” mi ha chiesto stordita.
– “Poi ti spiego!” l’avevo liquidata io. 
Così ho messo tutto in una borsa e sono corsa da Lorenzo. Era appoggiato alla macchina e mi aspettava.
– “Allora: o mi dici che hai intenzione di fare o guidi tu!”
– “Ahah spiritoso! Fila in macchina: guidi tu! Ma io ti dico che strada fare!”
Ci siamo seduti e ho iniziato a dargli le indicazioni. L’ho fatto parcheggiare circa 100 metri prima della piscina. Così l’ho fatto scendere.
– “Ma che siamo venuti a fare: non c’è nulla qui!”
– “Zitto.. e ora metti questa!”
– “No! La benda no!”  
– “E dai!! Non fare storie e fidati!!!”  
– “Sai qual è la vera tragedia?!” mi disse Lorenzo mentre metteva la benda.   “E’ che tu sei pazza ma io lo sono di più visto che ti assecondo!”
– “Va bene.. Va bene! Ora seguimi!”  
– “Oh ma io non ci vedo!!”
– “Grazie: hai una benda sugli occhi… Tranquillo, però, ti guido io!! Allora: due passi avanti e poi attento: c’è un gradino!!!”
– “No! Io non mi muovo di qui se tu non mi dai la mano e mi ci porti tu.. dove mi stai portando, chiaro?”
– “Va bene: dammi la mano e andiamo!”  
Così arrivammo in piscina. Manco a dirlo, appena entrati, all’odore del cloro, Lorenzo si tolse la benda e disse:
- “Mi hai portato in piscina? C’è: io non riesco a operare e tu mi porti in piscina!!”
– “Sì! Esatto! E dato che ora siamo qui ci facciamo due vasche, chiaro!”
E ancora mano nella mano lo portai negli spogliatoi!!!
– “Forza! Tra cinque minuti ti voglio in acqua!” gli dissi.
E così ci mettemmo a fare una vasca dietro l’altra. Dopo un po’ mi fermai e gli chiesi: 
- “Allora come ti senti?”
– “Uguale!”
– “Come sarebbe ?”
– “Sì.. Sì, non è cambiato niente. A me il nuoto mi ha sempre fatto questo effetto.. Mi attiva il cervello!”
– “Allora altre venti vasche!”
– “Cosa??”
– “Forza!”
– “No, no, no..”
– “Dai, su! Andiamo!” 
Ripensandoci, fu proprio faticoso. E, a sentire Lorenzo, era tutto inutile. Così mentre indossava l’accappatoio ho trovato un altro modo per farlo rilassare. Sono salita sul blocchetto di partenza e mi sono tuffata. Devo ammetterlo, non con molto stile!
– “Allora: com’era?” gli ho chiesto!  
– “Sembravi la Pellegrini!”
– “Ah spiritoso! Dai: buttati!!”
– “No! Ok: guarda! Prima dovrei verificare se stai bene.. Magari c’è un trauma cranico!”  
– “Buttati!”
– “Guarda che io sono un medico rispettabile! Ho una reputazione! Non è che posso fare certe cose! Io mi devo tuffare per bene! Devo..” 
E si tuffò.. Quasi mi veniva addosso e da lì saremmo stati più o meno un’ora a scherzare e a fare gli scemi!! Proprio come Palù e Jonny in quel momento. Ma come ogni volta che ci siamo noi due, soli, c’è qualcosa che ci catapulta all’improvviso alla realtà. Il custode ci disse che stava per chiudere e così, a malincuore, ci cambiammo e andammo via. Come Jonny e Palù, che avrebbero voluto rimanere in acqua per sempre.. Ma alla fine sono riuscita a tirarli fuori di lì e a riportarli a casa. La mia giornata è poi continuata, dietro il bancone del bar, a pensare a Lui.. Ma ora che potrei vederlo, a casa, non ho voglia di tornarci. C’è Veronica e non mi va di vederli insieme, lei, Lui e Tommy come una famigliola felice. Quindi… Sì: adesso mi preparo un bloody mary e me lo gusto sotto le stelle!!!”


Così Sara è sotto le stelle, nel giardino di casa Martini, a sorseggiare il suo bloody mary. Non si accorge che una macchina ha appena parcheggiato. È Lorenzo. Ma non entra a casa. Va al bar, certo di trovare Sara. Ma il bar è chiuso!
– “Sarà passato Stefano e l’ha portata fuori.. D’altra parte ieri era pure il suo onomastico!”
Pensa Lorenzo, che però prende la chiave nascosta sotto un vaso e entra al bar. Va dietro al bancone e si prepara un bloody mary, come aveva fatto Lui tante volte, come aveva imparato a fare Lei. Il bloody mary era diventata la loro bevanda.. Perciò quando Sara gli aveva detto che Lei e il suo ”amico” avevano un po’ esagerato con l’alcol, le avevo chiesto: 
- “Fammi indovinare: bloody mary?!”
E quando Lei aveva risposto:  
- “No.. Champagne…”
Beh: sotto sotto era contento! Sì, perché stava morendo dalla gelosia però almeno il bloody mary rimaneva solo loro!
Così, pensando alle volte in cui avevano bevuto davanti al bloody mary (compresa quella in cui, dopo averla vista con Stefano, e dopo aver baciato Veronica, le aveva detto, avendo assaggiato un ottimo drink: “Allora non hai più bisogno di me!”) finì di preparare il drink, chiuse il bar e andò a casa!
– “Che splendida serata! E che stelle: se Sara fosse qui si incanterebbe nel guardarle!” pensò Lorenzo.
Ma si incantò Lui: Lei era lì, splendida, con lo sguardo rivolto alle stelle, con un bloody mary in mano!! La guardò forse per mezzo minuto, al massimo uno intero, quando anche Lei lo vide.
– “ Ma che ci fai tu lì?”
– “Sono appena tornato dalla clinica…” disse, avvicinandosi.
– “E dalla clinica ci torni con un bloody mary in mano?”
– “No.. Dopo aver parcheggiato sono venuto al bar.. Tu non c’eri.. Credevo stessi con Stefano! Allora sono entrato e ho preparato un bloody mary e..”
– “Sei venuto a gustartelo sotto le stelle!”
– “Già! E tu?”
– “Non mi andava di stare da sola a guardare la tv.. Mi hanno avvisato “solo adesso” che sareste usciti tutti e.. Pensavo stessi con Veronica! Così mi sono preparata un bloody mary e…”
” – “Sei venuta a gustartelo sotto le stelle!” 
– “Già! Eee… Ma da quando ti piace guardare le stelle?” gli chiese Sara. 
– “Da quando me lo hai insegnato tu!!! Ma ti ricordi quella volta sul tetto?!” le chiese, sedendosi accanto a Lei.
 - “Certo!!!” esclamò Sara!! “Avevi una faccia pietrificata!! Ammettilo: avevi paura e non ti fidavi!!”
– “No.. non avevo paura.. però sì.. non mi fidavo… però sbagliavo! Era una meraviglia il cielo, quella sera!”  
– “Come sta sera! Guarda che luna.. E’ un incanto!”  
– “E non è la sola!” Disse Lorenzo, guardandola.
Sara restò un attimo in silenzio, poi sorridendo abbassò lo sguardo. – “Ma era un complimento?”
– “Sì!” le disse Lui! “Perché: non posso fartene?”
– “No è che… non ci sono abituata!! Stai sempre lì a criticare.. l’altra volta mi hai detto che ero come la muffa!! Com’è che hai detto…”
– “Un errore di laboratorio che ha salvato milioni di vite..“
– “E poi hai aggiunto: “Non ti montare la testa.. Non salverai milioni di vite!” giusto dott. Martini?”
– “Esattamente! Però stai salvando la mia!!!”
– “Già: se non era per me sul tetto, saresti caduto giù!!!”
– “Ah.. io sarei caduto giù, eh? E tu: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità!” e quasi quasi ti dovevo portare in clinica per ingessarti una gamba!”
– “Ma va!!! Mi ero un attimo sbilanciata ma non sono caduta.. Tu piuttosto: “Vuoi una mano?” Ti ho detto sì e mi hai tirato giù dal davanzale!!!”  
- “E’ che mi girava ancora un po’ la testa per..”
– “Per le vertigini? Ma sono io quella che soffre di vertigini, scusa!”
– “Va beh.. Ho capito! Chiudiamo argomento che altrimenti finiamo per litigare!”
– “Ma tu non eri quello a cui piaceva litigare con me?”
E si sorrisero.  
– “Va bene. Smettiamola qui. Ma almeno facciamo un brindisi… Alle stelle?”
– “A me!” disse Lui. “Domani è il mio compleanno!”
 - “Ecco. Appunto! Il tuo compleanno è domani!! Oggi non sei tu il festeggiato, quindi per il momento si brinda a..”
– “A noi!”
– “A noi!” ripete Sara. 
E poi rimasero lì a guardare le stelle, a spiarsi di nascosto fino a quando  Lorenzo non le lanciò una piccola ghianda.
– “Ah, vuoi la guerra?? E guerra sia!!!” disse Sara.
E oltre alle ghiande, iniziarono a bagnarsi con le pistole ad acqua dei bambini, correndo per tutto il cortile. Fu così che li trovarono i nonni e poi Marco e Maria con i ragazzi, che subito si aggiunsero ai due. Sara e Lorenzo erano divertiti, felici ma anche un po’ dispiaciuti. Dispiaciuti che quel momento dove c’erano solo loro due fosse finito troppo in fretta, nonostante fossero stati lì, da soli, per più di due ore. Ma ormai, per entrambi, quel tempo non bastava più.

Dopo un po′ tutti i Martini, sia grandi che piccoli, andarono a letto. Sara, però, non chiuse occhio. Ma, questa volta, non era colpa dell′insonnia ma dell′adrenalina. Di lì a poche ore sarebbe stato il compleanno di Lorenzo e Lei non poteva proprio far finta di nulla. Aveva poche ore per organizzarsi ma le sarebbero bastate.

 

28 dicembre 2013 , ore 6.00

– “Tin-tin-tin-tin..”
 Lorenzo era già sveglio. Aveva passato una notte insonne. Si era girato e rigirato nel letto e.. “e i pensieri diventano più dei cinesi nel mondo!” avrebbe detto Lei. Lorenzo non riuscì a nascondere un sorriso al solo pensiero di Lei. Stava per spegnere la sveglia quando si accorse che quel rumore non era la sveglia, bensì il suo cellulare. Era arrivato un sms. Ed era di Sara. Lo aprì tra lo sconcerto e la curiosità e lesse:
“Lorenzo, scusa l’orario ma ho bisogno di te! Sto al bar ma non mi sento bene.. Non saprei dirti cos’ho ma ho un po’ di paura! Non è che potresti venire qui?”
- “Oddio!!” riuscì solo a dire Lorenzo che saltò dal letto, si cambiò in un minuto ed uscì di corsa di casa.
Ricorda ancora quella volta, prima di andare a correre, quando si era fermato per ringraziarla per la serata precedente e l’aveva vista lì inerme, senza senso. Aveva temuto il peggio. Per fortuna era stata solo una botta, senza conseguenze. Ma che paura che aveva avuto! Paura di perderla! La stessa che aveva in quel momento!! Mentre pensava a ciò era già fuori al bar. Si fermò un attimo, prese un respiro e poi entrò.
– “Sara, sono io! Che hai??”
 Niente. Nessuna risposta.
– “Sara! Sara!!” 
Lorenzo era nel panico. Posò la borsa e mentre sta per chiamarla nuovamente ecco che uscì Sara dal magazzino.
– “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Lorenzo, tanti auguri a te!!!”
– “Ma tu stai male e pensi al mio compleanno! Su: posa sta torta, siediti e dimmi i sintomi…”  
– “Ma no! Non hai capito! Io sto benissimo. Era una scusa per farti venire qui!!!”  
– “C’è stai bene?? Non stai male?”
– “No! Sto benissimo!! E ora ti posso  fare gli auguri di compleanno???”  
– “Sì!! Ma come facevi a sapere che avrei visto il messaggio???”
– “Perché la notte di Natale mi hai detto che era da un po’ che non riuscivi a dormire e quindi ho pensato che…”
– “Che avrei letto il messaggio e mi sarei catapultato… Sì ho capito!!! Comunque bastava dire che avevi un piccolo problema, non dovevi per forza dire che stavi male.. Mi hai fatto preoccupare!!!”
– “Scusa non volevo… Ma così la sorpresa è più bella!!! Allora: la tagli o no la torta così ne posso mangiare una fetta???”
– “A quest’ora? Vuoi la torta a quest’ora?”
– “Certo: dobbiamo festeggiare!! Su vieni!”  
Sara prese la torta e la portò su un tavolino. Così Lorenzo notò che aveva già preso anche lo spumante e aveva addirittura gonfiato i palloncini.
– “Ma quando hai organizzato tutto questo?” chiese Lorenzo, contemplandola.  
 – “Non riuscivo a dormire..”
- “Capisco!!! Grazie Sara…”  
– “Di nulla.. Ora esprimi un desiderio e soffia sulle candeline!!!”
– “Ma quante ne hai messe??? Ohh.. Io ho solo 35 anni!!!!”
– “Ah sì… Ne mostri di più..” dice Sara ridendo… “Comunque tranquillo.. Ne sono 35! E ora soffia!!!”
 Lorenzo la guardò. Espresse il desiderio e soffiò le candeline!!!
– “E ora??” le chiese Lorenzo.
– “E ora ci mangiamo una fetta di torta!”
E Sara fece per andare a prendere le forchette. Ma Lui la fermò e le disse:
- “No.. Prima ci facciamo le foto.. Che festa è senza foto ricordo!!”
Si sorrisero e incominciarono a scattare una foto dopo l’altra con i propri cellulari. Ora era Lui che la fotografava nei momenti più strani. Ora era Lei a fargli foto senza senso. Ma poi Lui la prese, la tirò a sé e, guardandola negli occhi, cercando di non pensare alla micidiale voglia che aveva di baciarla, le disse:
- “Ora ne facciamo una insieme..”
E ne scattarono una insieme.
“E ora torta!!” fece Lei.
Ma prima che potesse prendere il coltello per fare le fette, ecco che Lorenzo, infilato il dito nella panna, incominciò a sporcarle il viso.
– “Ah.. vuoi la guerra? E guerra sia!!” disse Lei.
E così stettero a rincorsi per un po’ di tempo. Si nascondevano e si cercavano come fanno i bambini quando giocano a nascondino. E fu proprio mentre Lorenzo si nascondeva che notò un pacchetto regalo dietro al bancone.  
– “Ma quello è per me?” le chiese.  
- “Certo.. E’ il tuo compleanno, quindi il regalo è per te!!”   
– “Ma… se hai saputo ieri che oggi sarebbe stato il mio compleanno, quando lo hai preso questo?”
– “Veramente queste le avevo prese mesi fa.. volevo dartele a Natale, ma poi… non c’è stato tempo per dartele…” disse Sara, abbassando lo sguardo. “Comunque: spero ti piacciano!”
Lorenzo le sorrise e iniziò ad aprire il regalo. Era felice, non per il regalo che avrebbe contenuto  quella scatoletta, ma perché era lì, con Lei. Era quello il più bel regalo di compleanno. Anzi: era Lei il regalo più bello che la vita gli aveva fatto. Se ne accorgeva giorno dopo giorno. E ormai aveva anche capito che senza di Lei Lui non era niente. Aprì lo scatolo e notò un nuovo paio di scarpe da corsa.  
– “Tu sei un pronatore e le tue…”
– “ Sì.. sono perfette per i supinatori!! Me l’hai già detto!” disse Lorenzo, guardandola negli occhi.
– “Beh.. spero ti piacciano!”  
– “Sono bellissime!!!” le disse. “E tu.. beh sei immensa…”
E mentre diceva queste parole, si avvicinò a Lei! Era bellissima!! La guardò arrossire e abbassare lo sguardo mentre si avvicinava. Posò il pacchetto sul bancone e  le prese il viso tra le mani. Stava per baciarla, quando.. beh quando sentirono la voce di Tommy.
– “Sara! Sara sei qui? Stiamo organizzando una sorpresa a papà.. Vuoi venir.. Ah! Sei qui!!!!” disse Tommy, notando la presenza di Lorenzo.  
– “Sì!! Sono qui!!! Sara mi…”  
– “Ti ha organizzato una festa a sorpresa!!! Sara sei grande!!! Sì! Però non ditelo ai Martini: ho capito che ci tengono molto a questo tipo di cose… ”
– “Certo!” dissero in coro Sara e Lorenzo, guardandosi.
Non avrebbero detto a nessuno di quelle due ore passate lì insieme, ma non perché i Martini potessero esserne gelosi, e nemmeno per Veronica e Stefano… Perché era una cosa solo loro…
- “Allora: facciamo così!” disse Tommy, prendendo in mano la situazione. “Ora io e Sara andiamo a casa e finiamo di organizzarti la festa a sorpresa che non è più una sorpresa… E tu, dopo dieci minuti circa, entri e fai quello sorpreso, ok?”
– “Ok!!” fecero insieme Sara e Lorenzo.
E così Sara e Tommy si avviarono a casa Martini. Lorenzo, invece, rimase al bar.. Fece un po’ di ordine e poi stette ad aspettare che trascorressero i dieci minuti dettati da Tommy. Prese il cellulare e, aprendolo, trovò le foto appena fatte con Sara e quelle che Lei aveva fatto il giorno prima del compleanno di Tommy, quando involontariamente si erano scambiati i cellulari. Era bella e sorridente!! “Peccato stesse con !!!” pensò Lorenzo. “Ma d’altronde, perfetta com’è, può mai restare sola, ad aspettare uno come me, che non ha il coraggio di ammettere che con Veronica c’è stato un grande amore, una bella storia d’amore che però adesso è finita?” E mentre pensava e ripensava gli arrivò un sms.
“Via libera!!! Ma fai la faccia sorpresa, altrimenti ci rimangono tutti male!!” gli scriveva Sara.    Così mise la giacca, chiuse il bar e si avviò dai Martini. Aprì la porta e, quando tutti si catapultarono a fargli gli auguri, fece la faccia sorpresa, come gli aveva detto Tommy.  Ci fu il momento degli abbracci, della torta, per fino delle foto. Lorenzo ne  fece una con tutti, tranne che con Sara. Nessuno dei due lo notò. Ne avevano fatte così tante prima. Ma Tommy sì. E così… 
- “Sara! Tocca a te!!”
– “Cosa?”
– “La foto con papà!”
– “No.. Ma io…”
– “Dai Sara… D’altronde sei stata la prima persona che Lorenzo ha conosciuto a Roma!” disse Libero.
– “Veramente ha iniziato a tormentarmi già a New York… però, sì è vero!!! Questa avventura a Poggiofiorito l’abbiamo cominciata insieme, quindi…” continuò Lorenzo.
– “Quindi non farti pregare per una foto!!! Ti è sempre piaciuto fare le foto!!!” disse Marco, cercando di essere il più naturale possibile.  
– “Va bene!!!”
Fu Tommy a scattargliela. E, noncurante dello sguardo geloso della madre, disse:
- “Beh siete proprio una bella coppia!! C’è.. se tu non stessi con la mamma e Sara non fosse fidanzata con Stefano, sareste una bella coppia, no?”
– “Sì!!” fecero Jonathan e Palù.
Piombò un momento di silenzio e, mentre Sara e Lorenzo si guardavano, imbarazzati,  Ave disse:               
- “Va beh.. Che ce la mangiamo sta torta, putei???”  
– “Sì!!” dissero i Martini, e così si spostarono tutti in soggiorno, tutti compresi Sara e Lorenzo, che facevano evidentemente sempre più fatica a nascondere quello che veramente serbavano in cuor loro.


In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x05 Lorenzo sulla graticola
- 9x07 Procurato allarme
– 9x08 Il colpo della strega
– 9x14 Ritorno di Fiamma
– 9x17 Il peccato dell’Eden 
– 9x18 I fuggitivi
                                         

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Capitolo 3
*** • III Episodio _ Capodanno a casa Martini ***


31 dicembre 2013

Era l’ultimo giorno dell’anno e a casa Martini i preparativi erano in fermento. Questo era un anno speciale. Erano arrivati in tanti durante gli ultimi 365 giorni: oltre Libero, Enrica, Ave, Maria e Marco, Jonny e Palù e Elena e Bobò, ora c’erano anche Giada, Sara, Lorenzo, Tommy e Veronica. Tutti insieme raccolti per accogliere l’anno nuovo e salutare quello vecchio.
Già! Salutare quell’anno che li aveva fatti incontrare era una cosa che faceva una tale tristezza a Sara e Lorenzo che tra tutti erano i soli ad essere malinconici e spenti.
– “Perché hai quella faccia?” chiesero contemporaneamente Marco a Sara e Veronica a Lorenzo mentre i due entravano in cucina, Lorenzo dal garage e Sara dal salone. I due si guardarono.
- “Perché? Quale faccia?” dissero insieme, per poi scoppiare a ridere.
Marco notò lo sguardo tra i due. Anche Veronica lo notò e se ne irritò molto.
 - “Ah Sara sei qui!!” disse Enrica, entrando in cucina. “C’è Vittorio che ti cerca al bar!”
– “Sì.. Vado!! A dopo!!!” disse Sara e andò via.

Lorenzo si congedò dicendo di andare in clinica e Sara, dopo aver risolto il problema con i fornitori, lasciò Vittorio al bar: “Devo fare delle compere!!” Ma tutti e due avevano inventato una scusa. Lorenzo non doveva andare in clinica e Sara non aveva compere da fare. Volevano stare lontano da tutti, da soli. In realtà volevano stare insieme loro due da soli ma credevano fosse impossibile.
“Starà al bar… Non può mollare tutto per me!!!” diceva Lui.
 “E’ in clinica… Dopo tutte le volte che ha disertato per colpa di Tommy, figuriamoci se ora lascia il lavoro per me!” si ripeteva Lei.
Rassegnati, così, incominciarono entrambi a camminare senza una meta: Lorenzo in macchina, Sara, naturalmente, a piedi. Avvolti nei loro pensieri arrivarono al parco dove, quel giorno di inizio ottobre, andarono a cercare Giada. Nessuno dei due voleva arrivare in quel luogo ma ora erano lì. Lorenzo parcheggiò per poi andarsi a sedere su una panchina. Sara, dopo un aver fatto un giro per i giardini, fece lo stesso: cercò una panchina e si accomodò. C’era già un uomo ma non ci fece caso…
Entrambi, lì, in quel posto che li aveva uniti ancor di più, si sentivano a casa, avvolti nei loro ricordi. Erano così assorbiti che non si accorsero l’uno dell’altra per molto tempo: si erano seduti sulla stessa panchina ma non si erano mai guardati!
Lui pensava a Lei, a quella giornata che era stata così faticosa: prima la ricerca di Giada, poi in commissariato con Tommy, poi Veronica.. Era stata impegnativa! Lorenzo era convinto, a fine giornata, che non sarebbe potuto accadere niente di più brutto, ma si sbagliava! Quando, tornato a casa, vide Stefano e Sara.. e sì! Quella fu la più brutta sorpresa che potesse ricevere!
Lei pensava a Lui. A come, ad affrontare quella brutta avventura, fossero stati loro due, insieme, con Tommy e come quel “loro due” si fosse dissolto alla vista di Veronica in commissariato. “E’ sempre così: Veronica per Lui è sempre al primo posto!!!! Me ne devo fare una ragione e…”
I pensieri di Lorenzo e Sara furono interrotti da un pallone! Dei bambini stavano giocando a calcio ma la loro mira non era proprio impeccabile. Allora entrambi fecero per prendere la palla e..
- “Ah mi scusi…” dissero in coro Sara e Lorenzo, avendo preso insieme la palla per lanciarla al gruppo di bambini.
Fu solo allora che si guardarono e beh..
– “Ma che ci fai tu qui??? Non eri al bar?”
– “Ma tu non eri in clinica???”
– “Beh… Avevo bisogno di starmene un po’ da solo!!”
– “Beh… Avevo bisogno di starmene un po’ da sola!!”
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
– “Palla!!“ urlarono i bambini.
Così Lorenzo prese il pallone e lo lanciò al gruppetto che subito riprese a giocare. 
– “Loro vogliono giocare… E tu? Tu che vuoi fare?” le chiese Lorenzo, dopo essersi guardati per un po′ senza dire una parola.
– “Non lo so!! Mi piacerebbe svuotare la testa.. Non pensare a niente.. per questo ho iniziato a fare una passeggiata.. Poi sono arrivata qui, mi sono seduta ma il cervello.. ”
– “E’ come se si fosse attivato!! Ho capito!! Però ce l’ho io il rimedio giusto! Ti fidi di me??”
– “No!!” disse Lei ridendo.
- “Perfetto!!” fece Lui e le tese la mano.
Lei lo guardò e al sorriso di Lorenzo rispose afferrandogli la mano. E così si fece guidare da Lui. Arrivati alla macchina la fece salire ma prima di mettere in moto si tolse la sciarpa.
– “E con questa che vuoi fare???” gli chiese Sara.
– “Su mettila!!! Cos’è: non mi dire che non sai stare al gioco!!!” e le mise la sciarpa sugli occhi!!! “E non straparlare adesso!!!” le disse Lorenzo.
– “Oh: non è colpa mia! Quando sono nervosa straparlo!!”  
– “Ma non devi essere nervosa! Stai tranquilla.. Sto io qui a proteggerti!!!”
E le sorrise. Lei non poteva vedere quel sorriso: sicuramente quello sarebbe bastato a rassicurarla. Ma le parole di Lorenzo sortirono quasi lo stesso effetto.  
- “Va bene! Sto calma.. ma a una condizione!”
– “Qualunque cosa!”  
– “Che ora tu mi dai la mano e non me la lasci fino a quando non arriviamo… dove dobbiamo arrivare!”
– “Va bene!” disse Lui, ricordando la circostanza in cui fu Lui a pronunciare quella frase!
E  così Lorenzo iniziò a guidare con una mano! L’altra era impegnata a stringere quella di Sara. La usava raramente: soltanto per cambiare marcia. Ma, anche in questi casi, la marcia la cambiava tenendo comunque la mano a Sara. Il tragitto fu breve ma Sara non stette zitta un attimo. Questa volta, però, Lorenzo non era seccato dal suo comportamento: giorno dopo giorno, amava sempre di più ogni minimo particolare di Lei.
– “Arrivati!!!”
– “Ah! Posso togliere la benda, allora!”
– “No! Anzi: aspetta due minuti qui zitta e buona! Io torno subito!”
– “No, Lorenzo! Non lasciarmi, ti prego!”
– “Non lo farei mai!!! Torno subito!” e le diete un bacio sulla fronte pieno di tutto l’amore che provava per Lei. Nei due minuti che li separarono Sara non riusciva a stare ferma. Si fidava ciecamente di Lui ma, nonostante ciò, era un po’ inquieta.  
– “Prego Signora Levi! Ora può scendere… Mi dia la mano e… “
Ma mentre Lorenzo stava per completare la frase, Sara rischiò di cadere, inciampando in uno scalino quasi invisibile. Ma Lorenzo era pronto a sorreggerla, a prenderla tra le sue braccia. Il viso di Sara era a pochi centimetri dal suo e, questa volta, la logica aveva lasciato posto ai sentimenti quando…
- “Dott. Martini: è tutto pronto! Lei e la sua signora potete entrare!”
– “No, io…” fece Sara.
– “Certo! Se mia moglie la smette di mettere a rischio la sua preziosa esistenza, arriviamo!!”
– “Ah, spiritoso! Ma perché non gli hai detto che non sono tua moglie???”
– “Va beh! E che cambia?”
– “Sì, ma al signor Pasca lo hai precisato…”  
– “E perché all’epoca non ti sopportavo… Andiamo???”
E così si avviarono. Dopo pochi passi ecco che entrarono in un luogo freddo.  
– “Ma dove mi hai portato?” 
- “Adesso vedi!”
E così Lorenzo le tolse la “benda”.
- “Mi hai portato a pattinare?”
– “Così, dovendo stare attenta a non cadere, non penserai a tutto ciò che ti passa in quella testolina!”
 Sara così incominciò a guardarsi intorno.
– “Ma non c’è nessuno!”
– “Già! Ho prenotato la pista per due ore!! Saremo solo io, tu e il ghiaccio! Ecco: a Natale non ti ho fatto alcun regalo… Tu il tuo me lo hai dato il giorno del mio compleanno e… Ti piace?”
– “Assolutamente sì! Grazie!!!”
– “Allora.. andiamo?”  
– “Andiamo!”  
Lorenzo e Sara infilarono i pattini e scesero sul ghiaccio. Lorenzo sapeva pattinare; Sara no!  
– “Com’è che hai detto quando eravamo in piscina?? “Gli atleti sono versatili!” Guardandoti ora non mi sembra!!!  
– “Ah spiritoso!!! Ma tu sai pattinare??”
– “Non sai quante volte l’ho fatto quand’ero a New York con Tommy e Veron…”  
Ma, mentre stava finendo la frase, guardò Sara: aveva cambiato espressione.. Sembrava quasi gelosa, e questo a Lorenzo non dispiaceva affatto.  
– “Bene! Allora la tua vita con Veronica non è poi così noiosa… Prima a pattinare… Poi gli incontri clandestini in albergo…” disse Sara, cercando di rimanere in piedi, allontanandosi da Lorenzo.
– “Infatti!!!” disse Lui divertito. “Non sarai mica gelosa della mia vita con Veronica paragonandola alla tua con Stefano???”
– “Scherzi!!! Io e Stefano ci divertiamo come dei matti!!! A “lui” piace ballare… Poi mi porta nel suo casale di campagna… Per non parlare di quella volta che abbiamo fatto parapendio e…”
– “E che vi siete ubriacati con lo champagne e il “tuo amico” è entrato in cucina mezzo svestito!” finì la frase Lorenzo. Adesso era Lui ad essere geloso.  
– “Va beh.. Sono cose che capitano!!! E poi noi eravamo single entrambi quindi non facevamo nulla di male, mentre tu e Veronica..”
– “Cosa? L’importante è che poi abbiamo detto anche noi la verità…”
– “Sì, sì certo!!!”
– “D’altronde è sempre stata la donna della mia vita, l’unica che ho amato, l’unica che… “
– “E allora la prossima volta che vuoi andare a pattinare, porta Lei e non me!” disse Sara. Era di spalle quando pronunciò quelle parole, ma Lorenzo immaginò la sua espressione, la stessa che aveva quando, il giorno dopo aver trascorso la notte insieme, le disse:
- “Senti.. A proposito di quello che è successo ieri sera…” 
– “No.. Guarda: non devi sentirti obbligato a darmi spiegazioni…”  
– “Io sono stato bene! E’ solo che lo sai come stanno le cose.. Lo sai quanto sono difficili!” 
– “Lorenzo è tutto chiaro… Davvero!!”
– “Speravo che capissi…”
– “Siamo due adulti, no?”
Lorenzo, si era già pentito e si era avvicinato a Sara che stava cercando di ritornare a bordo pista, ma aveva molte difficoltà.
– “Sara, vuoi una mano?”
– “No, grazie!!”
– “Fino a poco fa non volevi che ti lasciassi la mano e ora..”
– “Ora ce la faccio da sola!”
Ma mentre diceva ciò perse l’equilibrio. Lorenzo cercò di sostenerla ma il tentativo fu vano. Si ritrovarono tutti e due sul ghiaccio, viso a viso, cosicché non poterono non guardarsi negli occhi.  
– “Sara, credimi… Io non vorrei essere in nessun altro posto se non qui, con te, adesso!” le disse. Sara gli sorrise e gli rispose:
- “Certo: ti vuoi fare quattro risate e sai che qui offro uno spettacolo imperdibile!”
Così si sorrisero e Lorenzo disse:
- “Allora le vuoi due dritte per non cadere ogni volta che ti muovi??”
– “Solo se non usi quell’aria da saccente!!”  
– “Affare fatto!”
Si alzarono, Lui le afferrò la mano e incominciarono a pattinare insieme, mano nella mano. Non mancarono risate, cadute, battute ironiche di entrambi. Quelle due ore furono bellissime, per entrambi e anche troppo corte. Volarono via e così arrivò il momento di congedarsi da quel palcoscenico di ghiaccio. Posarono i pattini e si avviarono alla macchina, quando Sara..  
– “Lorenzo, grazie del pomeriggio.. Io però preferisco andare a piedi!!”
– “Ma perché dai!!! Mi piace farti da autista finché non prendi lezioni di guida, che tra l’altro mi avevi promesso!!”
– “No, grazie.. Veramente!!! Ci vediamo a casa.. per il cenone!!!”   
- “Come vuoi!! A dopo!”
Lorenzo entrò in macchina e partì. Guardò nello specchietto retrovisore fino a quando Sara non fu invisibile. Avrebbe voluto fermarsi, andare da Lei e dirle che era Lei l’unica con cui voleva stare.. D’altra parte: “ E’ colpa tua se non sei riuscito a farle sentire quello che hai fatto sentire a me.. perché nessuna donna può  resistere a tutto quell’amore!” gli aveva detto Lei, quella volta al bar, parlando di Veronica. Ma forse non era Lui l’uomo da cui Lei voleva quella dichiarazione. Così guardò avanti e andò a casa, con altri momenti indimenticabili da ricordare.
Anche Sara era rimasta lì ferma a guardare la macchina di Lorenzo fino a quando non si era mischiata tra le altre. Poi aveva abbassato lo sguardo, aveva dato un’ultima occhiata al palaghiaccio e aveva iniziato a camminare pensando a Lui, quell’uomo al quale la prima volta aveva chiesto:
- “Come si fa ad amare così?” 
- “Scusa?”
–“Come Cary Grant che ama Debora Keer in quel film! Come tu con.. Sì, insomma… così follemente?!”  
– “Non lo so! Forse.. forse bisogna rimanere da soli… però è una cosa che non ti auguro!” 
Ecco: ora erano entrambi da soli, innamorati “follemente” l’uno dell’altro.


31 dicembre 2013, h 19.00

A casa Martini era quasi tutto pronto per il cenone di fine anno. I piccoli non vedevano l’ora di sedersi a tavola per poi sparecchiare: la parte che preferivano erano i giochi di società! I grandi erano pronti a farsi avvolgere dalla malinconia nel salutare il vecchio anno e a farsi trascinare dall’entusiasmo dei piccoli nell’accogliere il nuovo. Verso le 7 Lorenzo era tornato a casa ed era stato sempre con Tommy e i ragazzi: amava vedere suo figlio sorridere e lo invidiava: invidiava soprattutto il fatto che Lui, un ragazzo di quindici anni, aveva lottato per amore. Non aveva avuto paura di nulla e alla fine Giada aveva ceduto. D’altra parte: “ Nessuna donna può  resistere a tutto quell’amore!” continuava a ripetersi Lui.. Intanto Sara non era ancora tornata. Stefano era passato al bar e, non avendola trovata, era passato dai Martini a chiedere se qualcuno l’avesse vista. Questo aveva messo in grande agitazione Lorenzo. Avrebbe voluto andare a cercarla ma tutti avevano fatto finta di nulla: “E’ tipico di Sara..” E così era a casa, inerme, ad aspettare che la sua Sara “sciroccata” tornasse lì, da Lui. Ormai si era fatto veramente tardi e allora l’agitazione incominciò ad impadronirsi di tutti. Libero e Marco ormai erano agitatissimi.
– “Ma che modi!! Sara lo sa che la cena era alle 8.. Poteva anche presentarsi..”
– “Mamma piantala!” disse Tommy. “Sara non è una che fa colpi di testa… cioè sì.. ma non in questo senso.. Quindi…”
– “Quindi cosa, scusa?” gli rispose la mamma.
– “Quindi io e papà ora usciamo e la andiamo a cercare!!!”
– “Cosa… Ma non è un problema vostro questo… Casomai Marco…”
– “Mamma è qui che ti sbagli: da quando l′ abbiamo incontrata, Sara è stata con me e papà un angelo. E’ sempre stata vicino a noi senza mai essere invadente… Quindi ora noi…”
Ma mentre Tommy stava per terminare la frase qualcuno bussò alla porta. Lorenzo si precipitò. 
– “Sara!! Grazie a Dio sei tu!!”
E la abbracciò.
– “Ah!! Attento!!!”
– “O Dio! Che hai fatto!!!” le chiesero in coro i Martini, che solo in un secondo momento avevano notato un taglio sul viso di Sara e il polso destro fasciato alla bene e meglio.
– “Ehh.. stavo tornando da una passeggiata che uno con il motorino non mi ha visto e, per evitarlo, sono caduta… beh questa volta non c’era nessuno a salvarmi!” disse Sara guardando Lorenzo. 
La Levi notò che il dott. Martini aveva un viso molto preoccupato. Ma Lui, al ricordo di quella loro ennesima avventura, le sorrise.
– “Già.. l’ho detto io: se continui così ti ci vorrà una gru per rialzarti…” le disse Lorenzo.
– “Ma che ti sei fatta?” le chiese Marco.
– “Credo di essermi slogata un polso e poi.. va beh: sono solo due graffi!! Ora metto un po’ di acqua ossigenata e..”
– “Non se ne parla proprio.. Qui il medico sono io! Quindi su.. andiamo in mansarda che mi prendo io cura di te!!” e  guardando gli altri, ma non Veronica, aggiunse: “Massimo dieci minuti e scendiamo!!! Giusto il tempo di metterla a nuovo!”  
Ma mentre Lorenzo e Sara si stavano avviando in mansarda, ecco che l’ex velocista rischiò di cadere!
– “Sara!!!”
– “Eh sì… ho anche qualche dolorino alla caviglia!”  
Fu allora che Lorenzo, che l’aveva sorretta evitando che ricadesse nuovamente, la prese in braccio e le disse:
- “E ora non mi dire che Batman dice “Cadiamo solo per imparare a rialzarci!” perché mi sembra che stai facendo un po’ troppa pratica!”
– “D’altronde sono un atleta!”
– “Ex atleta!!”  
E così la portò in mansarda. La adagiò sul letto e le disse: “Scendo giù a prendere la borsa e salgo!”
– “Ok!” 
Mentre Lorenzo faceva quanto detto, Sara prese il cellulare e scrisse un messaggio a Stefano: “Scusa se sono sparita.. Ora mi metto a tavola! Ci sentiamo dopo e salutami tua nonna!!! P.S.: sto bene!!”
Nel frattempo Lorenzo era risalito in mansarda.
– “Allora: vediamo un po’ che si è fatta questa bella principessa del ghiaccio!!”
– “Sì!! Sfotti! Sfotti! Però in piscina ti ho battuto io… e anche quel giorno quando siamo andati a correre..”
– “Sì.. Va bene! Allora: vediamo che ti sei fatta!!!” E iniziò a guardarle il polso.
– “Sì.. è slogato! Ora ci mettiamo un po’ di pomata e lo fascio!”
– “Eh però se non vuoi più operare potresti pensare di fare l’infermiere!!!”  
– “E chi è che sfotte, ora? Su dai!!! La caviglia…”
– “No! E’ solo una botta..”
– “Zitta!!!”
Così Sara si fece visitare la caviglia. Non era nulla di grave.
- “Eh sì.. è solo una botta!! Ma fasciamo anche questa!” concluse Lorenzo.
– “Così sembrerò una mummia!!”
– “Già saresti perfetta per una festa di Capodanno in maschera!!!”
– “E tu? Chi saresti??? Un pagliaccio!!!”
– “No.. Il principe azzurro, senza macchia e senza peccato!”
– “Ah.. Io direi il faraone… tanto per rimanere in tema! No.. per i graffi non preoccuparti! Ci passo l’acqua ossigenata e..”
– “Ho detto che ci penso io! Ti fidi di me?”  
Era la seconda volta che glielo chiedeva in quella giornata.
–“Ciecamente!” rispose Lei questa volta.  
Così, fasciati polso e caviglia, Lorenzo le si avvicinò e le prese il viso tra le mani. I due si guardarono: era già successo una volta, quella volta in ospedale. Ma lì Lorenzo era andato via: allora era convinto che fosse Veronica l’unica donna che amava. Ora Veronica era due piani di sotto, ma Lui non era più convinto di nulla. L’unica cosa di cui era certo era che questa volta l’avrebbe baciata. Stava per farlo quando…  
- “Allora: come sta la mia sorellina?” disse Marco, aprendo la porta.  
– “Bene!!! Piena di fasce ma bene!!” rispose Sara.  
– “Allora avviso gli altri che state scendendo!” disse Marco, dileguandosi.
– “Allora andiamo!” disse Sara.
- “Ce la fai?”
– “Sì!” e fece per alzarsi.
Il tentativo fu inutile.  
- “Dai! Dammi la mano!”
E così, mano nella mano, scesero in cucina. I bambini, alla vista di Sara, le corsero incontro.
– “Piano! Zia Sara oggi non è proprio in forma!!” disse Lorenzo. “Fatela sedere!!”
- “Ce la fai a mangiare con quel polso tutto fasciato?” le chiese Libero.
– “Non ti preoccupare zio! Mi siedo io vicino a Sara e casomai la imbocco!”
– “Ah! Ce la faccio! Buon appetito!”
E così decollò il cenone. Veronica non disse una parola. Lorenzo lo notò ma fece finta di nulla. Dopo la cena ci furono i soliti giochi di società, i soliti scherzi e i balli tipici di fine anno. Tutti si trasferirono in salotto, tutti tranne Sara. Lorenzo l’aveva notato. Voleva starsene lì con lei.
– “Amore! Tu non vieni?” gli chiese Veronica, con un tono molto irritato.
– “Mamma!! Volevo chiederti scusa per prima.. Mi perdoni?” disse Tommy, improvvisamente comparso in cucina.
- “Certo tesoro!”
– “Allora dai! Vieni a ballare con me!! Papà, non ti dispiace, vero?”
– “Assolutamente!” E andarono in salotto.  
– “Tu che fai??”
– “No! Io in queste condizioni riuscirei a ballare solo il ballo del mattonella!!”
Dal salotto arrivò il suono di un lento. Era il successo di Lucio Dalla “L’anno che verrà!”  
– “Allora: Signora Levi, mi concede l’onore di questo ballo?”
- “Ma tu non eri quello a cui non piaceva ballare!” 
– “Ehhh.. Si cambia! Allora vuoi concedermi questo ballo?”
- “Certo!”
Così loro due, da soli, incominciarono a ballare. Beh, in realtà erano fermi. Era il “ballo del mattone”!  Era il ballo più bello che entrambi avessero mai fatto.
“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà.. Io mi sto preparando. E’ questa la novità!”
– “Chissà dove saremo tra un anno! Io da Stefano e tu in una casa nuova con Veronica e.. e sarà come se nulla fosse successo!” disse Sara.
– “Perché? Cosa è successo?” le rispose Lui, sorridendole. “A pensarci bene.. mi hai solo sconvolto la vita!”
– “Ragazzi.. su! Il conto alla rovescia!”
– “Dai.. andiamo.. Quel che sarà, sarà!” concluse Sara, prima di andare a salutare il nuovo anno.

Il nuovo anno era arrivato: a casa Martini i festeggiamenti erano stati in grande stile. Ma era anche giunta l’ora di andare a letto. Così si salutarono tutti e ognuno, con in cuor suo le proprie aspettative per l’ anno nuovo, si mise a letto. Lorenzo, prima di congedarsi, si avvicinò a Sara:
- “Se stai male, o hai bisogno di qualunque cosa… chiamami pure!!”
– “Lorenzo, andiamo!” urlò Veronica.
– “Certo! Ma starò benissimo! Buonanotte!” gli rispose Sara.
– “Buonanotte!” le sorrise Lui, per poi raggiungere Veronica.
E così, Lorenzo andò in garage e Sara, accompagnata da Marco, in mansarda. Si misero tutti e due a letto ma, naturalmente, non chiusero occhio. Sara ormai erano notti che dormiva con la felpa di Lorenzo. Lorenzo erano notti che rileggeva “Il viaggio”, il libro di Sara. Entrambi così sentivano l’altro più vicino! Sara, ormai, era abituata a non dormire, ma quella notte non riusciva proprio a starsene a letto. Così aprì la finestra e, alla vista di un meraviglioso tetto di stelle, decise di uscire sul tetto. Quella volta ebbe un po’ di difficoltà a camminare sulle tegole: d’altra parte aveva una caviglia e un polso fasciati! Ma alla fine ci riuscì. Arrivata nello stesso punto in cui aveva portato Lorenzo, si coricò ad ammirare quella meraviglia. Intanto Lorenzo, stanco di guardare il soffitto, si ricordò dello spettacolo che il cielo di Roma in quel periodo metteva in scena: “un tetto di stelle” l’aveva definito una volta Lei. Così infilò la giacca e uscì fuori. Si sedette su una sedia e incominciò a contemplare il cielo, quando sentì dei rumori.
– “Ah! Che male!!”
Lorenzo riconobbe subito la voce di Sara.– “Sara! Ma dove sei?”
– “Sul tetto! Ma tu? Ti sento ma non ti vedo!”
Lorenzo non le rispose. Scattò dalla sedia, entrò dentro e la raggiunse in mansarda.
– “Questa è pazza! Ha un polso fasciato, una caviglia che non la regge e che fa? Va sul tetto! Ora mi sente..”
Era arrivato in mansarda facendo gli scalini tre a tre.. Era terrorizzato che potesse succederle qualcosa. Entrò in camera, si fece coraggio e la raggiunse. Ora non gli facevano più paura nemmeno le vertigini… Intanto Sara pensava di essersi immaginata la conversazione che c’era stata poco prima, quando..  
– “No, ma per caso hai anche sbattuto la testa oggi? O peggio: te la vuoi rompere? C’è, io dico: con un polso slogato e una caviglia fuori uso, ti metti a fare “Cat-woman”? E non dire che non riuscivi a dormire che…”
– “O respira!! Sto bene…”
– “Però prima ti lamentavi…”  
– “Sì.. oggi, cioè ieri, al palaghiaccio, quando sono caduta, ho preso una botta e mi fa ancora un po’ male!! Ma tu? Non avevi le vertigini??”
– “Beh.. bisogna imparare a razionalizzare una paura, no?”  
– “Va beh: adesso che hai visto che sto bene, puoi tornare a dormire.. Io rimango un altro po’ qui e…”
– “Non se ne parla proprio.. Io rimango qui con te fino a quando non scendi anche tu!”  
– “Beh allora mettiti comodo perché ho intenzione di rimanere ancora un po’!”  
– “Va bene!”
E si coricarono, come avevano fatto la prima volta. Ma questa volta non furono le vertigini a rompere quel magico momento. Nessuno si intromise: c’erano solo loro due. E proprio come la Notte di Natale, si addormentarono, lì, insieme. Stettero così, abbracciati, tutta la notte. Solo verso le 7 furono svegliati da alcuni fuochi d’artificio.
– “Oddio.. è tardissimo!”
– “Perché hai da fare?” le chiese Lorenzo.
– “No, niente.. però ci cercheranno.. Veronica…”
– “Sara è Capodanno! Stanno tutti ancora beatamente dormendo..”
– “Ah.. Scusa, comunque.. Non volevo addormentarmi.. Ora la tua schiena..”
– “Sto benissimo!!! Il tetto è un rigenerante per la schiena!”
– “Ah, non lo sapevo! Che facciamo: entriamo?”
– “Sì! Però dammi la mano: ti aiuto io!”
E così fecero. Entrati in mansarda Lorenzo la accompagnò a letto, le sistemò le coperte e le disse: 
- “Riposati un altro po’.. Così ritorni in forma e potrai di nuovo avvolgere tutti nelle tue pazzie!” 
– “Grazie, Lorenzo!”  
– “E di che!! Ci vediamo giù per la colazione. Ah… Ma quella è la mia felpa, o sbaglio?”
- “Sì! L′hai lasciata qui! La rivuoi?” chiese Sara, che però non voleva separarsi dalla felpa di Lorenzo.
- “No! Non ti preoccupare! Tienila pure! A te sta meglio!!” Lorenzo le sorrise, le diede un bacio sulla guancia e si allontanò.
Ma l’unico suo desiderio era stare lì. E l’unico desiderio di Sara era che Lui rimanesse lì. 
                  

Capodanno, Colazione a casa Martini

Ormai si erano fatte le 8.30 e a casa Martini quasi tutti si erano alzati e ritrovati in cucina per fare colazione. Veronica e Lorenzo entrarono in cucina e rinnovarono gli auguri a tutti gli altri. Tommy li salutò e poi, rivolgendosi a Marco, chiese:  
- “Sara come sta? Sai se sta dormendo… Volevo chiederle una cosa!”
 A Veronica questo interessamento e questa complicità dava molto fastidio, e Lorenzo lo sapeva.
– “E chi l’ha vista!! Sta ancora dormendo, credo… Fosse per Lei non si alzerebb..”
– “Fregato!!! Eccomi qui!! Grazie Tommy.. Sto bene!! A te, come va?”
– “Benissimo!!! Senti Sara vorrei parlarti un attimo…”
– “Certo!”
– “Puoi venire in camera mia?”
– “Scusate: fate prima colazione!” si intromise Veronica.
– “Beh mamma: ho già preparato un vassoio con la colazione: pane, panna e cappuccino per Sara e  cornetto e cioccolata calda per me!!! Andiamo?”
– “Va bene!” acconsentì Sara. 
– “Che avranno da dire questi due?” chiese Veronica a Lorenzo. “E poi perché non ne parla con me?”
– “Perché zia Sara è bravissima ad ascoltare!” disse Jonathan.
- “Mai quanto a parlare!” aggiunse Lorenzo, per cercare di smorzare la tensione.  
– “Già.. come hai fatto a notarlo?” fece Marco.
– “Ma non saprei..” rise Lorenzo.
Intanto Sara e Tommy si erano sistemati sul letto e, mentre facevano colazione, il ragazzo cominciò a parlare.
– “Sara vorrei fare una sorpresa a Giada.. Sai: il murales è stato un bel gesto, anche se è stato quasi inutile.. E ora non so che fare.. Non vorrei essere scontato! Mi piacerebbe fare qualcosa di originale..”
– “Beh.. la devi sorprendere!! Ma l’importante è che, qualunque cosa tu faccia, lo farei con il cuore!” -  “Già il cuore ce lo metto ma sorprenderla.. E’ una parola!”
– “Potresti chiedere a tuo padre come ha fatto a conquistare tua madre..”
– “Figuriamoci! Anzi Sara: quei due non devono sapere nulla!”
– “Giuro! Ah: grazie per la panna!”
– “Ma figurati!”
– “Ecco: la porti a pattinare!”  
– “A pattinare?”
– “Già.. Tu sai pattinare; Giada viene dall’Albania, quindi non sa pattinare…”
– “Appunto!”
– “Appunto! Dovrai guidarla tu e non c’è niente di più bello che lasciarsi guidare dalla persona che si ama!”
– “Aggiudicato! Grazie Sara!”
– “Ma di che! E ora strafoghiamoci la colazione..”
– “Come se tra ieri e oggi non stessimo già mangiando abbastanza!! Ah: come facevi a sapere che so pattinare?”  
- “Me l’ha detto una volta tua padre!”
E rimasero lì a parlare e a ridere insieme.

Dopo la chiacchierata con Sara, Tommy andò dal padre.
– “Papà devo chiederti un favore…”  
-  “Dimmi!”
– “Potresti anticiparmi la paghetta per… il prossimo mese?”
– “Tommy che devi fare?”
– “Vorrei fare  un regalo a Giada! Vorrei portarla a pattinare e affittare la pista solo per noi.. Lei non sa farlo e quindi…” 
– “Che bella idea! Non c’è niente di più bello che lasciarsi guidare dalla persona che si ama!”
– “Già! E’ quello che ha detto anche Sara!”
– “Sara?”
– “Già! E’ stata sua l’idea!”
- “Ah!” disse Lorenzo, che non riuscì a nascondere un sorriso. “Facciamo così: i soldi te li do io.. e la paghetta la avrai comunque, ok?” 
– “Ma sei sicuro?”
– “Certo! E divertitevi..”
– “Grazie papà! Ah! Posso prendere la tua moto?”
- “Va bene! Ma state attenti!”

I due entrarono in cucina e Tommy invitò Giada a seguirlo.
– “Ho il permesso di papà!” disse, quando tutti lo guardarono, interrogativi.
– “Sì, sì.. Andate! Ma vi voglio qui per l’ora di pranzo!!”
– “Ma dove andate?” chiese Libero.  
Ma i due si erano già dileguati.
– “Tu non ne sai niente, vero?” bisbigliò Lorenzo, che intanto si era seduto vicino a Sara.
– “Io? Perché dovrei, scusa?” rispose Lei con un sussurro. I sue si guardarono e scoppiarono a ridere, per poi continuare a dare una mano in cucina per il fatidico pranzo di Capodanno.


Capodanno, ore 12.00 circa

Il pranzo di Capodanno era quasi pronto. I Martini, anche quelli “acquisiti”, erano tutti a casa, tranne Tommy e Giada, ancora eccitati per le emozioni provate nelle ultime 24 ore. I piccoli stavano giocando; i grandi avevano quasi finito di preparare il pranzo. Sara e Lorenzo erano stati sempre insieme: avevano parlottato per tutto il tempo, si erano presi in giro e si erano anche divertiti tirandosi le briciole di pane.. Quello era ormai il loro gioco preferito, solletico a parte! Ad un tratto a Sara squillò il cellulare. Lei si alzò e andò a rispondere in salotto. Lorenzo subito pensò a Stefano… “Chi altri può chiamarla se non lui? È il suo fidanzato! Ne ha tutto il diritto!!! Sono io a non avere alcun diritto su di Lei! Non sono nessuno io per…” Ma, mentre cercava un motivo per non essere geloso dell’unica donna che amava, vibrò il cellulare. Era un messaggio di Sara. “Corri in bagno! Sto malissimo!!! Ma non dire a nessuno che sono io!!!” Nessuno dei Martini si era accorto del messaggio, però. Fu facile, così, per Lorenzo dileguarsi e correre in bagno da Sara.
- “Sara! Stai male? Ti gira la testa? Ti manca l’aria? Che è successo?”
- “Ohh! Respira!!! Sto benissimo ma ti devo dire una cosa!”
- “Scusa? Fammi capire: stai benissimo?? Ma se hai appena scritto che stai male!!!”
- “Ohh! Ci caschi sempre! Era per farti correre qui!!!”
Lorenzo fu felice di sapere che Sara stava bene. – “No! Ma sei tu che non impari mai? Ti ho già detto che per farmi correre da te non hai bisogno di inventarti una guerra nucleare o un attacco aereo… Correrei da te in qualsiasi momento!” le disse guardandola negli occhi e sorridendole.
– “Ehhh.. Lo terrò presente. Però ora abbiamo un altro problema!”
- “Quale?”
- “Tommy e Giada sono bloccati al palaghiaccio! La moto non parte! Mi ha detto Tommy che è finita la benzina!”
- “O no! Questa non ci voleva! Veronica e Libero non sanno neanche che sono usciti con la moto!”
- “Ecco! Appunto! Loro non lo devono sapere! Che si fa?”
- “Ho un piano!”
- “Sentiamo dottor Martini!”
- “Allora! Ora prendo la macchina e li raggiungo. Mettiamo la moto nel cofano e torniamo!”
– “Quasi perfetto!”
- “? Perché ??? È un piano perfetto!!!”
- “Manca qualcosa!”
- “Cosa?” chiese Lorenzo, non capendo cosa intendesse Sara.
- “Io vengo con te!!!”
- “Ma no Sara! Non c’è alcun bisogno… Guarda che me la cavo…”
- “Ti prego! Non sopporto più sentir parlare di cannelloni, ragù… e “polpette di pane”!”
Lorenzo scoppiò a ridere. – “Va bene! E poi dici che non sono un principe senza macchia e senza paura che salva le donzelle in difficoltà!”
E ridendo uscirono dal bagno.
Sara entrò per prima in cucina e disse: - “Famiglia io esco un attimo! Mi raggiunge Stefano prima del pranzo!”
- “Va bene! E porta sia a lui che alla nonna gli auguri da parte nostra!” le rispose Enrica.
Il tempo di far uscire Sara che Lorenzo entrò in cucina. – “Famiglia corro in clinica! Hanno bisogno di una consulenza! Ma non preoccupatevi! Per il pranzo sarò qui!”
Veronica avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma l’ex marito si dileguò in men che non si dica.
Quando Lorenzo salì in macchina, Sara era già lì.
– “Allora? Ti hanno fatto qualche domanda?” chiese Sara.
- “No! Ci sono cascati! Andiamo!” disse, mettendo in moto.
In pochi minuti arrivarono al palaghiaccio. Tommy e Giada li videro subito.
- “Papà, scusa! Non mi ero accorto che la moto stesse a riserva!”
- “Non fa niente!”
- “Già Tommy, tranquillo! Anzi grazie: ci avete dato una scusa per uscire! Non ce la facevamo più a stare ai fornelli!” lo tranquillizzò Sara.
- “Signor Martini! Signora Martini! Che ci fate qui? Volete di nuovo fare una pattinata?” chiese il proprietario del palaghiaccio a Sara e Lorenzo.
- “No, grazie!” dissero i due contemporaneamente. “Dobbiamo andare!”
- “Su Tommy! Aiutami a caricare la moto nel cofano!” continuò Lorenzo.
- “Ma… anche voi siete venuti a pattinare?” chiese Giada.
- “No!” disse Lorenzo.
- “Sì!” rispose Sara.
I due si guardarono.
- “Sì!” disse allora Lorenzo.
- “No!” fece Sara.
- “Sì o no?” chiesero Tommy e Giada, un tantinello confusi.
Lorenzo e Sara si guardarono di nuovo. – “Sì! Ma separatamente!” convennero i due.
- “Ah! E perché ti ha chiamato “Signora Martini”?” chiese Giada a Sara.
- “Booh! Si sarà confuso!”
- “Già! E adesso mettiamo la moto in macchina e andiamo a casa, prima che si accorgano della nostra assenza!” concluse Lorenzo.
I quattro, però, riuscirono a tornare a casa in tempo per accomodarsi a tavola, senza che nessuno facesse alcuna domanda.  Il pranzo, come quello di Natale, durò tutto il pomeriggio. I Martini finirono di sistemare la cucina all’ora di cena! Cena che, naturalmente, tutti saltarono. Così si ritrovarono nel salone, tutti tranne Jonny e Palù che erano già stati vinti dal sonno. Mentre Ave era intenta a raccontare il “movimentato” matrimonio di Marco e Maria a Tommy, Giada e Veronica, che non ne sapevano nulla, Marco e Maria se ne stavano lì ad ascoltare: era il loro matrimonio ma gli piaceva starsene lì a seguire ciò che Ave diceva, come se quella ce Ave stesse raccontando fosse una favole. In effetti lo era: era la loro favola! Intanto Bobò e Elena si divertivano a vedere Nonno Libero alle prese con il bridge. Già Enrica aveva organizzato una partita e le vittime, oltre a Libero, erano Sara e Lorenzo. I due sapevano giocare ma si divertirono non tanto perché vinsero tutte le partite ma perché poterono assistere ai battibecchi di Libero ed Enrica! A fine serata, a mano a mano, tutti si congedarono. Rimasero solo loro quattro a giocare. Ma, dopo aver perso l’ennesima partita, Enrica disse:
- “Basta Libero! Sei un caso disperato! Tu e il bridge siete proprio due rette parallele!!”
- “Non ho capito, Enrica! Che vorresti dire?”
Sara e Lorenzo non poterono far altro che ridere.
- “Intendo che non vi incontrerete mai!”
- “E tu ora lo stai capendo che a me il bridge non piace!! Sono anni che te lo ripeto!!”
Enrica si alzò, offesa. – “Buonanotte, ragazzi!”
- “Enrica, aspetta! Ma dove vai?” e poi, guardando i ragazzi, Libero aggiunse: “Ma, secondo voi, si è arrabbiata?”
- “Temo di sì!” rispose Lorenzo.
- “Già! Libero è meglio se vai a parlarle… Così vi chiarite e fate pace. Anche perché, sai come si dice…. Chi litiga a Capodanno, litiga tutto l’anno!!!”
Libero saltò in piedi. – “Per l’amor del cielo! E chi la sopporta poi! Corro!!! Buonanotte!!”
- “Buonanotte!” lo salutarono Sara e Lorenzo.
- “Che coppia!” disse Lui.
- “Già! Sono così affiatati…”
- “Veramente io parlavo di noi! Le abbiamo vinte tutte!!”
Sara scoppiò a ridere. – “Va beh! Non è che ci volesse molto! Libero è proprio imbranato!! Piuttosto loro sono una bella coppia. Si completano in tutto… Sono due perfette metà che si sono incontrate! E poi si conoscono così bene…”
- “Beh… Sono quello che tutte le coppie vorrebbero essere!” concluse Lui.
- “Va beh! Che facciamo? Vuoi andare a letto?”
- “Perché? Tu no?” chiese Lorenzo, che conosceva già la risposta.
- “Io non ho sonno!”
- “E ti pareva!” disse Lorenzo, che poi scoppiò a ridere. “Allora? Che vuoi fare?”
Sara non aveva alcun idea. Si alzò e, mentre pensava, si andò a sedere sul divano.
Lorenzo, una volta sistemate le carte da gioco e il tavolino, si accomodò vicino a Lei.
- “Ho trovato! Ora prendo due penne e due fogli di carta! Tu scrivi i tuoi propositi per questo 2014 e io scrivo i miei! Finito l’anno li leggeremo!!” propose Sara.
- “Ci sto! Ma.. per tutto l’anno, dove li lasceremo?”
- “Li nasconderemo in soffitta!”
Lorenzo sorrise al solo ricordo di ciò che era successo a Natale in soffitta. - “Va bene! Allora cominciamo!!!”
Sara e Lorenzo, così, presero carta e penna e incominciarono a scrivere. Dopo un po’, quasi contemporaneamente, terminarono.
- “Allora? Andiamo a nascondere i nostri propositi??” chiese Lorenzo.
- “Certo!” disse Sara.
I due salirono in soffitta e, senza fare alcun rumore, cercarono un nascondiglio. Dopo un’attenta valutazione, optarono per un portagioie. Era piccolo ma si chiudeva. Così, posizionarono i loro bigliettini lì dentro e poi nascosero il cofanetto dietro una pila di libri e scatoloni.
- “Missione compiuta!” disse Sara.
- “E ora?”
- “Ora non ci rimane che vivere questo 2014 per poi scoprire, tra un anno, se avremo realizzato i nostri desideri!!“
- “Come progetto non è male!” le sorrise Lorenzo. “Che fai? Dato che sei qui entri in camera e cerchi di dormire?” le chiese Lui, avendola accompagnata fuori dalla sua camera.
- “Beh sì! Domani devo lavorare! E anche tu!”
- “Sì infatti.. Allora buonanotte!”
- “Buonanotte!”  
E così Sara entrò in camera sua e Lorenzo scese le scale. Sarebbe dovuto andare in garage.. Il suo posto era accanto a Veronica. E invece si coricò sul divano e trascorse lì la notte di Capodanno, pensando alla donna che gli aveva cambiato la vita, pensando a quella donna che, due piani sopra di Lui, stava pensando a Lui, l’uomo che le aveva cambiato la vita.


   
In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x01 Dall’America con amore  
– 9x04 Un pappagallo è troppo e due sono pochi
- 9x05 Lorenzo sulla graticola
– 9x07 La guerra dei pop-corn
– 9x08 Il colpo della strega
– 9x09 Un amore splendido
- 9x10 Appuntamento col vampiro 
- 9x11 Tommy in love
– 9x12 Una lettera per Giada
– 9x13 Insonnia d’amore
– 9x14 Ritorno di Fiamma

 

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Capitolo 4
*** • Episodio IV _ You’re the one that I love… and I’m saying goodbye!!! ***


10 gennaio 2014 

Da quel Capodanno, Lorenzo e Sara non si erano più ritrovati nemmeno per un secondo da soli. Lorenzo, insieme alla sua famiglia, Tommy e Veronica, erano ritornati alcuni giorni in Puglia.
Sara non era stata nemmeno avvisata. L’aveva scoperto casualmente. Da quel momento si era sentita vuota, sola. Nemmeno Marco, Stefano, Jonny e Palù trovavano il modo di farla sorridere. Si alzava all’alba, andava al bar e rimaneva lì, fino a tardi. Pensava che stancandosi non si sarebbe messa a pensare, la notte. Eppure non chiudeva occhio. Pensava a Lui e Veronica, contenti e felici in Puglia, e Lei era lì, gelosa di un uomo che non era mai stato suo e che mai lo sarebbe stato. Lorenzo, nel frattempo, non era così contento e felice: quel viaggio che doveva rafforzare ancor di più la sua famiglia, o meglio, il suo matrimonio, gli faceva capire soltanto che ormai non c’era più nessun coccio da ricostruire. Fortunatamente Tommy non riusciva a stare lontano da Giada, e così Lorenzo aveva deciso di anticipare la partenza. Invece del 12 gennaio tornarono la mattina del 10. Era l’alba: arrivati dai Martini, Veronica e Tommy andarono a riposare un po’ (Lorenzo aveva deciso di partire presto per evitare il traffico), mentre Lui scaricò la macchina per poi andare in cucina. Non voleva andare a letto: non aveva sonno. Voleva starsene un po’ per conto suo ma, scesi gli scalini, trovò Sara, seduta al tavolo, a sorseggiare una camomilla.
– “Ma come fai a non appisolarti di giorno se di notte non dormi?”
 Sara si voltò di scatto e, visto Lorenzo, fece uno dei suoi meravigliosi sorrisi. – “Ma tu.. non eri in Puglia?”
– “Ero in Puglia, ma Tommy non riusciva a stare lontano da Giada e quindi…” le disse, sedendosi accanto a Lei.
– “Che carini! Giada è stata spenta tutti questi giorni!”
– “Già!”
– “Vuoi una camomilla anche tu? Dai prima di andare al bar te la preparo…”
– “No! Se non ti dispiace vengo con te al bar e, sempre se non disturbo…”
– “No! Non disturbi!! Su andiamo!” 
- “Ma come mai vai al bar così presto?” le chiese mentre uscivano di casa.
– “Ehh.. l’abitudine!!! E comunque oggi sarà una giornata lunga!!!”
– “Perché? Che hai da fare?”  
– “Devo andare da quella vipera…”  
– “Chi??”
– “Fiamma Giuliani!!”  
– “Chi.. Quella tua vecchia amica?”
– “Non ci provare!! Non mi affibbiare quella come amica!!!”
– “Ma perché ti sta così antipatica? Forse perché ha le leve lunghe?” Le chiese Lorenzo, stuzzicandola, mentre l’aiutava ad aprire il bar.
– “Non sa perdere.. E’ antipatica e poi ci prova con tutti gli esseri di sesso maschile presenti sulla faccia della terra.. E poi quanto è subdola!”  
– “Addirittura!”
– “Sì! Tu non la conosci… Hai mai visto un gatto quando va a caccia?”
– “No! Ma che centra?”
– “Resta immobile; acquattato.. Deve sembrare innocuo per non spaventare la preda, no? Solo quando l’uccellino è convinto di essere al sicuro e si sente tranquillo e baldanzoso, il gatto.. zac! Se lo pappa! Ecco: questa è la strategia di Fiamma, detta anche “Gatta Morta Giuliani!”
– “Ma se non la sopporti perché devi vederla oggi?”
– “Ha chiamato Marco per dargli delle cose per il libro ma, dopo quello che ha architettato l’altra volta, io non la faccio avvicinare a mio fratello! Quindi andrò io… Lo faccio solo per la tranquillità familiare di mio fratello, altrimenti non cambierei due autobus..” 
– “Due autobus?”
– “Già.. Si è rotta la bici elettrica! Stefano è impegnato.. Io non guido e quindi..”
– “Quindi ti accompagno io! Tu dimmi dove e io ti ci porterò!”
– “Sempre all’Eden!”
Lorenzo la guardò: stavano pensando entrambi alla stessa cosa. – “Va bene!!! Quando?”
– “Alle nove!”  
– “OK! Allora lo offri un caffè al tuo autista personale?” 
Sara gli sorrise e gli fece un caffè. Poi si mise a sistemare le ultime cose. Lui rimase lì a contemplarla per un po’. Poi le disse:
- “Allora, vado a fare una doccia.. Un quarto d’ora e sono pronto!” E così fece.

 Un quarto d’ora dopo entrò al bar e trovò Sara dare le ultime indicazioni a Vittorio, infilandosi la giacca.
– “Pronta?”
– “Arrivo! Ciao Vittorio.. Ma cos’è tutta questa fretta?” disse poi, rivolgendosi al dottor Martini. 
– “Non vedo l’ora di conoscere questa Fiamma.. ha detto Marco che è bellissima e che la tua è solo gelosia!”
– “Certo!! E’ identica ad Angelina Jolie!! Va beh.. cambiamo argomento, se no litighiamo!” 
– “Perché? A me piace litigare con te!” le disse, sorridendole, dopo aver messo in moto alla volta dell’Eden.
Durante il tragitto nessuno dei due disse nulla. Lorenzo aveva acceso la radio e così si erano immersi ad ascoltare una canzone, una dopo l’altra. Ad un tratto lo speaker disse:
 - “Bene! E’ ora di leggere i vostri messaggi. Allora il film più romantico del secolo per Anna da Pisa è.. “Casablanca!”; per Azzurra da Modena è “Pretty Woman!”.. Beh è proprio una favola moderna!.. Per Sara da… ah non c’è scritto è…
Sara e Lorenzo si guardarono.
– “No! Non sono io quella Sara là! Però concordo!” disse Lei, ridendo.
– “E ti pareva!”
– “E tu? Qual è il tuo film preferito?”  
– “Ah.. Non ce n’è uno in particolare… Non mi è mai piaciuto molto andare al cinema! E adesso fammi sentire questa canzone…”
Era “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni.
- “Chi è: Claudio Baglioni? Ah no: Lucio Battisti!”
– “Ma va! Tu necessiti di una cultura musicale!”
 - “E tu di una cinematografica!”
– “Va beh! Siamo arrivati!” concluse Lorenzo, spegnendo il motore.
– “Oh! Non vedevo l’ora! Va beh: tu mi aspetti qua!”
– “Perché, scusa?”
– “Ma.. veramente..” Sara non aveva alcuna intenzione di far conoscere Fiamma a Lorenzo.
– “Tranquilla! Saprò resistere al canto della sirena Fiamma Giuliani!”
– “Non so, però, se saprai fuggire dalle grinfie della “Gatta Morta Giuliani!” rispose Sara. 
Così lasciarono il parcheggio e sia avviarono alla reception. Entrambi si guardarono: stavano pensando all’ultima volta in cui erano stati lì. Era successo tutto per caso. La mattina Sara stava facendo la doccia e, come al solito, non aveva chiuso la porta. Aveva sentito che Lorenzo e Veronica avevano un appuntamento all’Eden e così, quando aveva spiato, involontariamente, la telefonata di Fabio che chiedeva indicazioni per raggiungere l’”Eden”, essendo Lorenzo irraggiungibile, aveva preso, senza pensarci, la bici, ed era corsa ad avvisarlo.
– “Sara? Che ci fai qua?”
– “Veronica.. devi andartene subito!”
– “Che succede?”
– “Aspetta: lasciala respirare!”
– “Fabio sta venendo qui!”
– “Eh?”
– “Sì! Ho sentito che chiedeva indicazioni di questo posto.. Io non lo so come,  ma deve aver capito che vi vedete qui!”
– “Ho capito! Lei come fa a sapere che noi ci vediamo in questo posto?”  
– “Ehhhh!”
– “Oddio! Eccolo: sta arrivando!”
E così Sara baciò Lorenzo: Veronica era scioccata; Lorenzo invece era sorpreso..  
– “Hai capito che bel trio!” disse Fabio, avvicinandosi!
– “Tesoro, ciao! Ti stavo per chiamare!”
– “Certo? E per dirmi che cosa? Che il tuo ex marito si è fidanzato?”
Tutti e tre scoppiarono a ridere.
– “No! In realtà non lo sapevo nemmeno io!”
– “Sì! E’ una cosa che non abbiamo detto a nessuno!”
– “Sì! A dire la verità siete i primi a saperlo…”
– “Sì, sì.. non lo sa nessuno!”  
– “No.. Non lo abbiamo detto neanche a casa, vero?”
– “Infatti: shhh”
– “Beh! Certo!” annuì Veronica.
Ma Fabio non era convinto!  – “Ah! E’ per questo che vi vedete qui, in questo magnifico contesto.. come due amanti!”
– “Va beh.. ma saranno fatti loro, no? Tu che ci fai qui?”
– “Ma! In realtà stavo per fare la stessa domanda  a te! Sbaglio o avresti dovuto portare i libri a Tommy?”
– “I libri a Tommy! Sì! No! Certo! Infatti me ne sono dimenticata.. Poi sono dovuta venire qui..”  
– “Io ho chiamato Lei…”
– “Perché Lorenzo mi ha chiamato qui… per parlare di Tommy.. ”  
– “Perché Tommy ha fatto…”  
– “Non stiamo ad annoiarti.. I soliti problemi, casini.. allora dovevamo parlare un attimo!”
– “Senti amore.. Noi dobbiamo andare. Abbiamo quella prenotazione, no?” fece all’improvviso Sara. – “Quale prenotazione?”
– “ prenotazione! Il ristorante…”
– “Ah è vero.. il ristorante!” 
– “Sì! Il ristorante dell’albergo!”
– “Sì.. c’è un ristorante così! E’..”  
– “No anzi! L’ha preso in gestione uno chef tre cappelli, quattro forchette o qualcosa del genere!” 
– “Ah! E’ vero! Si mangia molto bene!!”
– “Sì, sì! Dicono che si mangi divinamente..”
– “Fantastico!”
– “Noi andiamo a mangiare!”
– “Va bene! Buona Serata, allora!”
– “Ciao, ciao!” dissero in coro Sara e Lorenzo, arretrando.  
– “Scusate, scusate se mi permetto… Sbaglio o è un po’ presto per mangiare?”  
– “No!” disse Lorenzo.
– “Sì, sì infatti!” fece Sara.
Allora Lorenzo: – “Sì è presto, però..”
– “Volevamo andarci a prendere un bell’aperitivo..”
– “Brava! Ci facciamo questo aperitivo…”  
– “Sulla terrazza..” 
– “.. sul terrazzo!”
– “C’è un panorama bellissimo…”  
– “C’è il mare!”
– .. sul mare!”  
– “Molto bello!”
– “Sì!”  
– “Fantastico!” si intromise Veronica.
– “Sì! Andiamo a farci questo lunghissimo aperitivo!”
– “Dai! Andiamo!”  
– “Va bene! Ciao ragazzi! Buona serata.”
Di nuovo Lorenzo e Sara fecero per andare, quando..  
– “No, no, no.. Aspetta.. Aspetta! Scusate! E’ così bella.. c’è il mare, il panorama e tutto… perché non ci uniamo a loro, scusa?”  
– “Ehhh!”
– “Sì! Certo! E’ una buona idea!”
– “No! Magari volevano stare un po’ da soli!”
– “Ma che soli! Hanno tutta la vita per stare da soli! Poi insomma facciamo un po’ di gruppo, passiamo una bella serata, dai.. Eh?” 
– “Naturalmente!”
– “Va bene, dai!”
– “Certo!”
E così Fabio e Veronica si erano avviati al ristorante.
- “E adesso? Che ci inventiamo?” chiese Sara.
- “E perché lo chiedi a me? È a te che è venuta la brillante idea di baciarmi e di dire che stiamo insieme!”
- “Perché era meglio dire a Fabio che tu e la sua donna siete amanti?”
- “In effetti… no!”
- “Ragazzi! Che fate lì impalati? Su… Andiamo!” fece Fabio.
- “Sì, sì! Arriviamo!” disse Lorenzo che poi prese il viso di Sara tra le sue mani. “Ti prego! Reggimi il gioco!”
- “Non c’è nemmeno da chiederlo! Se non ti avessi voluto aiutare non sarei corsa qui.. in bici!” gli disse Lei, sorridendogli.
- “Grazie! Sei un tesoro! Allora… andiamo!”
- “Andiamo!” disse Lei.
Ma, mentre si avviavano al ristorante, la giovane Levi vide uscire dalla sala l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare: Fiamma Giuliani! Questa volta fu Lei ad andare nel panico...
- “Oddio no! Solo Lei ci mancava oggi!!”
- “Ma di chi stai parlando?” chiese Lorenzo confuso.
- “Di Fiamma! No!” poi gli disse. “Non voltarti! E spera che non mi veda perché se no puoi dire addio a tutta la montatura…”
Ma Sara non ebbe il tempo di finire la frase. Questa volta fu Lui a baciarla..  Sara era a dir poco sorpresa! Non aveva capito il senso di quel gesto, non sapeva il perché Lorenzo lo avesse fatto. Sapeva solo che il suo cuore non aspettava altro.
- “Arrivederci, Signora Giuliani!”
Fiamma era andata via. Lorenzo e Sara avevano capito che il pericolo era scampato.. Potevano smettere di fingere.. Potevano allontanarsi l’uno dall’altra… Ma, in quel bacio, nessuno dei due stava fingendo.. E nessuno dei due voleva allontanarsi dall’altro…
Ma, all’improvviso…
- “Lorenzo.. Sara… Andiamo!” disse Veronica con un tono molto irritato.
Sara e Lorenzo si separarono. Si guardarono e poi guardarono Veronica e Fabio.
- “Sì! Scusateci… Arriviamo!!!” disse Sara, imbarazzata.
- “Direi che ha funzionato! Fiamma non ci ha visti! O meglio: non ti ha visto! Io manco la conosco!” le disse Lui, dopo che Fabio e Veronica si erano avviati.
- “Beh…. In effetti hai fatto in modo che non ci vedesse!”
- “Già!” le sorrise Lui, notando che, quando Sara era imbarazzata, diventava ancora più bella.
- “E io che avevo pensato che non fossi riuscito a resistere al mio fascino!” gli rispose Lei, sorridendo.
- “Scema! Su andiamo! Abbiamo degli ospiti che ci attendono!” le disse, dandole la mano.
- “Ehhh! Sai che divertimento! Ma non sarà che Veronica, avendoci visti mentre… va beh! Non è che si è ingelosita?”
Lorenzo le sorrise. - “Farebbe bene!!! Tutte le donne dovrebbero essere gelose di una come te!!”
- “E come sarei io?” chiese Lei provocandolo.
- “Semplicemente la donna che ogni uomo vorrebbe al suo fianco!” e le sorrise. Non sapeva se ciò che aveva appena detto era vero. Non sapeva se ogni uomo desiderava avere una donna come Sara al suo fianco. Ma una cosa la stava capendo: Sara era la donna che aveva sempre desiderato e che non aveva mai saputo di volere! L’unico problema era ammetterlo a se stesso. Perché a volte siamo proprio noi i nostri peggiori nemici! 
Sara e Lorenzo così, cercando di reprimere i propri sentimenti e di nascondere le proprie emozioni, raggiunsero Fabio e Veronica e si sedettero allo stesso tavolo, per affrontare quell’ennesima avventura insieme che finiva per legarli sempre di più.
Solo a ripensare a quel piccolo “imprevisto”, sia Sara che Lorenzo scoppiarono a ridere.
– “Perché ridi?” l’uno chiese all’altra.  
– “Niente..” disse Sara, prendendo la parola. “Siamo arrivati! Chiedo alla reception! Scusi.. Avremmo un incontro con Fiamma Giuliani!”
– “Oh! La signora Giuliani..” disse il ragazzo alla reception, estasiato.
 Sara era molto scocciata.
– “Dici che la “Gatta” ha colpito ancora?” disse Lorenzo, bisbigliando, mentre il ragazzo avvisava l’atleta.
– “Potete accomodarvi al bar! La Signora scende subito!”   
- “Grazie!”
E così i due si avviarono. Si sedettero al bar, uno di fronte all’altro.
– “Cosa vi porto?” chiese un cameriere.
– “Un bloody mary!” dissero in coro, per poi scoppiare a ridere!
– “Bene.. allora due bloody mary!”  
– “Ah e poi sarei io quella che fa capitolare gli uomini ai miei piedi!” disse Fiamma, avvicinandosi. “L’altra volta avevi con te.. Stefano mi pare! Oggi.. Chi è questo bel ragazzo?” chiese a Sara, non guardandola nemmeno in faccia, sedendosi vicino a Lorenzo.
Fu quella la prima volta che Lui vide la famigerata “predatrice”. In effetti, il dottor Martini non poté far altro che constatare che Fiamma fosse una bellissima donna ma Sara… beh era tutta un’altra storia! 
– “No! No! Siediti pure al mio posto.. Lì avrai il sole negli occhi!”  
– “Ma no, Sara! Tranquilla!”  
– “Insisto!”  
E così Fiamma si sedette al posto di Sara, la quale si accomodò accanto a Lorenzo.
– “Gelosetta la nostra piccola Sara!”  
– “Già! Comunque non siamo venuti qui per parlare del mio carattere, quindi.. Che dovevi dare a Marco?”
– “Queste! Sono alcune foto che mi ritraggono in questi anni, tra sport, casa e..”  
– “Matrimoni finiti!” concluse Sara.
– “ Già… Che dici..” disse Fiamma, guardando Lorenzo.  
– “Lorenzo! Piacere! Non ci siamo ancora presentati!”
– “Già! Sara è così preoccupata ad incenerirmi con lo sguardo… Tranquilla: non voglio portarti via il tuo fidanzato!”
– “Ah no? Non è quello che fai? Sfasciare famiglie e intrometterti in storie che non ti riguardano?”
– “Va beh! Dicevo: Lorenzo, che ne pensi? Andranno bene queste foto per il mio libro?”  
Fiamma passò le foto a Lorenzo, che incominciò a guardarle.
- “Beh! Perfette direi.. D’altronde con un soggetto del genere..”
– “Va bene!” disse Sara, strappando le foto dalle mani di Lorenzo. “Se è tutto possiamo andare!” Così si avviò verso la macchina.  
– “E il drink?” fece Fiamma.  
– “Un’altra volta.. Poi a quest’ora è meglio non esagerare con gli alcolici… Alla prossima!” disse Lorenzo, correndo da Sara. “Oh! Non stai mica correndo una finale olimpica! Aspettami!!”  
Ma Sara non si fermò per aspettarlo.
– “Sara ma che hai?”  
– “Che ho? Ma ti sembra normale? Flertare con quella…”   
- “Ma io non stavo flertando proprio con nessuna!”
– “Ah no? Non ti sembra flertare questo?”  
– “No!”
– “No? E che cos’era?”
– “Era un modo per farti arrabbiare.. Sei più bella quando ti arrabbi! Sara.. Vuoi sapere la verità: l’unico motivo per cui ti ho accompagnato, l’unico motivo per il quale non vedevo l’ora che lasciassimo il bar era.. beh per stare con te, passare del tempo con te, dopo tutti questi giorni che non ci siamo visti né sentiti! Non mi importa nulla di Fiamma Giuliani.. Non mi importa se per il mondo dell’atletica Fiamma è più brava di te, più veloce di te.. se la gente dice che è più bella di te.. E sai perché? Perché penso esattamente il contrario! La batti su tutti i fronti… Anche sul lato dell’antipatia..”
– “Scusa?”  
– “Beh sei stata proprio insopportabile prima!”
– “Se lo meritava!”  
– “Certo!! Allora Che facciamo ora? Portiamo le foto a Marco?”
- “No!!! Non c’è fretta!! E poi ho intenzione di mandare quelle maledette foto direttamente in ufficio e di dire alla sua segretaria di inviarle dritto dritto in tipografia. Così mio fratello non le vede proprio..”
- “Ci tieni proprio alla felicità coniugale di Marco, eh?”
- “E’ logico! Tu non sai Marco e Maria quante ne hanno passate… Prima la diffidenza di Lei dopo la morte del marito… Poi Lui che se n’è andato in Somalia o in Etiopia, non ricordo.. comunque in Africa… E pensare che io glielo avevo pure detto di dire la verità a Maria! Comunque… Poi i Magnani, sia il padre, uno squallido arrivista che voleva portare via la casa ai Martini, sia il figlio, che voleva portare via Maria a Marco.. E poi Fiamma… Che c’è? Perché mi guardi così?”
- “Perché tra te e Ave questa storia me l’avete raccontata almeno cento volte!”
- “E va beh! È una storia così romantica! Oddio!”
- “E ora che altro è successo???”
– “Fiamma!!! Dobbiamo andare via.. Subito!” disse Sara.
– “Se vuoi ti bacio un’altra volta, così non c’è pericolo che ci veda!” disse Lui, con fare malizioso. 
- “Non c’è bisogno! Basta salire in macchina, accendere il motore, mettere la prima e andare via di qui!” gli rispose Lei, salendo in macchina.
- “Certo! E vorresti guidare tu?”
- “Non ci penso proprio! Su! Muoviti!”
- “Sì, sì! Altrimenti la gatta attacca!!” le rispose Lui, dopo averle chiuso lo sportello e sedendosi al posto del guidatore. “Ti riporto al bar???”
- “Sì! Il dovere mi chiama!! Anche se..”
- “Anche se non ti va! Già, ti capisco! Il dovere chiama anche me!”
- “Ma non dovresti essere libero oggi? Hai preso le ferie fino al 15 mi pare..”
- “Sì! Infatti devo fare… Mi è venuta un’idea! Allacciata la cintura?”
– “Sì ma..”
- “Shhh… Accendi la radio e non fare domande!”
- “Ma mi vuoi dire almeno dove stiamo andando?”
- “Devo fare una visita..”
- “Una visita? Quindi andiamo a Villa Aurora?”
- “No! devo fare una visita al figlio di un amico di Libero. Ha la febbre alta e la mamma è molto preoccupata. Così ho detto a Libero di dire a Filippo, il papà del bambino, che sarei andato io da loro a controllare Alberto.. Sì, il figlio si chiama Alberto e il papà Filippo… mi pare!”
- “Ti pare???”
- “Eh sì! Lo sai che tra Libero ed Enrica c’è poco da capire…”
- “Va beh, dai! Leggiamo sul citofono!”
- “E se non c’è scritto??”
- “Eccolo qui! Il solito ottimista! Se non c’è scritto tu lascia parlare me!”
- “Va bene!” le rispose Lui sorridendole, mentre accendeva la radio.
- “Ora passiamo allo sport! Manca poco agli Europei di Atletica Indoor! La squadra azzurra è chiamata a confermare i risultati ottenuti durante la scorsa competizione iridata. Fiamma Giuliani è la punta di diamante della spedizione, essendosi ormai ritirata dall’agonismo la bella e competitiva Sara Levi, già medagliata agli Europei e alle competizioni mondiali…”
Lorenzo guardò d’istinto Sara. Lei aveva cambiato espressione. Era triste e malinconica.
- “Sara..”
- “Se stai per chiedermi se sto bene, sì! Sto bene!” disse Lei, sforzandosi di sorridere, dopo aver spento la radio.
- “Guarda che con me non devi fingere! Te lo leggo negli occhi che ti manca l’atletica… Per questo non capisco il perché tu l’abbia abbandonata! È stata la tua vita per così tanto tempo! Perché l’hai messa da parte?? Non avrai preso una decisione così importante in un periodo troppo delicato per la tua vita? Insomma: avevi appena ricevuto una delusione dopo la gara di Atlanta e avevi appena mandato all’aria il tuo matrimonio…”
Sara non rispose subito. – “E tu? Tu perché non operi più??”
- “Cosa c’entra questo??”
- “C’entra! A te non rende più felice operare e a me non rende più felice correre… Correre vuol dire stare da sola, sempre.. In una stanza d’albergo, sul blocco di partenza, in conferenza stampa.. E io non voglio più essere sola.”
- “Sai! C’è una differenza tra me e te! Se io potessi, ritornerei ad operare. È che non ci riesco e giuro che ciò non dipende da me! Tu hai deciso da sola di non correre più. Potresti farlo ma non lo fai!”
- “No che non posso!” disse Sara con un filo di voce.
- “In che senso?” chiese Lorenzo.
“Drinn-Drinn”: il cellulare di Lorenzo squillò.  – “Libero! Dimmi… No, non me lo sono dimenticato! Sto giusto andando dai Palmieri adesso!!! Sì.. Appena lo visito di faccio sapere, stai tranquillo… Va bene!! A dopo!!!”
Lorenzo non aveva dimenticato quell’ultima frase di Sara. Percepiva che qualcosa non andava e non aveva intenzione di far cadere l’argomento. - “Allora? Che stavi dicendo?”
- “Niente! Solo che non ho più voglia di correre! Nella vita c’è altro!” concluse Sara.
- “Ma…”
- “Allora? Dov’è che dobbiamo andare?”
Lorenzo capì che Sara non aveva voglia di affrontare quel discorso così, anche se contro voglia, cambiò argomento, accontentandola. – “Siamo quasi arrivati! Ora vedrai con i tuoi occhi!”
Filippo e Serena Palmieri erano i proprietari di un grande agriturismo. Conoscevano Libero da tempo: per molti anni si erano rivolti a lui per olive, mozzarelle e altri prodotti che i Martini producevano in Puglia. Da lì era nata una grande amicizia. È per questo che Filippo aveva chiamato Libero: Lele si era sempre preso cura di Alberto. E adesso che il dottor Martini era a Parigi e che il “medico in famiglia” era Lorenzo spettava a Lui occuparsi del piccolo.
Appena arrivati all’agriturismo, Sara rimase senza parole.
- “Ma è bellissimo qui!” disse scendendo dalla macchina, guardandosi intorno.
- “Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto!” le disse Lui, contento di poter rivedere di nuovo quello splendido sorriso sul volto di Sara.
- “Buongiorno! Lei dovrebbe essere Lorenzo Martini, il nipote di Libero!”
- “Sì! Sono io!” disse Lorenzo, porgendo la mano all’uomo.
- “Salve! Io sono Filippo Palmieri!”
- “Piacere! Libero mi ha parlato molto di lei e del suo agriturismo!”
- “Ah! Anche a me Libero ha parlato molto di lei, il grande chirurgo americano!”
- “Già!” annuì Lorenzo.
- “E Lei…” disse Filippo, rivolgendosi a Sara.
Ma in quel momento ai tre si aggiunse anche Serena, la moglie di Filippo.
- “Buongiorno!”
- “Amore vieni! Lui è il dottor Martini e questa è la sua Signora!”
Sara e Lorenzo si guardarono. Questa volta non provarono neanche a spiegare l’equivoco. Ormai erano una coppia agli occhi di molti!
Dopo aver sbrigato i convenevoli, Lorenzo chiese di Alberto. I Palmieri gli dissero che era in camera.
- “Sara, io vado a visitarlo! Tu che fai? Rimani qui?”
- “Sì, tranquillo! Ti aspetto qui, zitta e buona!”
- “Va bene!” e, prima di congedarsi, le diede un bacio sulla fronte.
Così Lorenzo andò da Alberto e Sara si sedette per aspettarlo. Ma poi, alla vista di una grande distesa di verde dinanzi ai suoi occhi, decise di andare a fare un giro. Passò per l’ovile, per l’orto, e, alla fine, arrivò alle scuderie. C’erano dei cavalli bellissimi. A Sara erano sempre piaciuti i cavalli: per questo da piccola aveva preso lezioni di equitazione. Mentre li accarezzava tutti, rimase colpita da un cavallo in particolare. Era marrone, con delle macchie più chiare.
- “Ciao bello! Come va?”
- “Bella eh?” le chiese un addetto delle scuderie.
- “Già! Ma è femmina?”
- “Sì! Vuole farci un giro?”
- “Sì!”
E così, in pochi minuti, ecco che Sara stava cavalcando Lana. L’addetto, vedendo quanto Sara fosse brava, le aveva dato il permesso di uscire dallo steccato. Così la Levi, senza farselo ripetere, si era persa tra il verde dell’agriturismo.
Lorenzo, appena finita la visita di Alberto e dopo aver tranquillizzato i genitori, posò la borsa in macchina e andò a cercare Sara. Non trovandola, chiese a un addetto, che però non ne sapeva nulla. Fu il ragazzo delle scuderie a raccontargli dov’era la “moglie”!
Lorenzo non era sorpreso. Sapeva che Sara non se ne sarebbe stata lì, ferma, zitta e buona, ad  aspettarlo. Così, prese un cavallo ma, prima di andare a cercarla, ritornò all’agriturismo e preparò un cesto colmo di cibo. Poi si mise sulle sue tracce. Trovò Lana legata a un albero e Sara distesa a terra, a guardare il cielo.
- “Ma tu non te ne dovevi stare fuori casa, zitta e buona, ad aspettarmi?”
- “Lorenzo scusa! Non ho resistito! Lana è così bella. E poi era da tempo che non andavo a cavallo! Ma tu? Come mi hai trovato?”
- “Grazie all’addetto delle scuderie! Mi ha detto che eri andata a fare un giro a cavallo e così ho preso un cavallo anch’io e sono venuto a cercarti!” disse Lui, distendendosi accanto a Lei.
- “Che pace!”
- “Già!”  
- “Alberto? Come sta?”
- “Ha la febbre alta ma è normale! Ha la varicella!”
- “Uuuu! Povero!”
E se ne stettero lì, a guardare il cielo per un po’.
- “Che dici?” chiese a un certo punto Sara. “Ritorniamo all’agriturismo e poi torniamo a casa? È quasi ora di pranzo!”
- “Potremmo fare così, oppure potremmo…”
- “Cosa?”
- “Rimanere un altro po’ e mangiare qualcosa qui! Abbiamo panini, pizzette, frutta e acqua a volontà!” disse Lui, mostrando il cesto che poco prima aveva fatto riempire all’agriturismo.
- “Ehhh! Credo di preferire la seconda opzione!”
- “Ne ero certo!”
E così si sedettero sull’erba e incominciarono a mangiare. Durante il pranzo non fecero altro che punzecchiarsi e prendersi in giro. Non mancarono i giochi con le molliche di pane e i gavettoni con le bottigline d’acqua. Fosse stato per loro sarebbero rimasti lì per tutto il pomeriggio, ma sentirono alcuni tuoni e allora dovettero battere la ritirata: stava per scatenarsi un temporale! Presero i cavalli e tornarono all’agriturismo giusto in tempo. Così, lasciati alle scuderie Lana e Baddy, salutarono i Palmieri e si avviarono alla macchina. Erano quasi le tre!
- “Allora? Che si fa?” chiese Sara.
– “ Beh! A fine pranzo ci vuole il dolce e io ho voglia di una fetta di torta! Ti va se mi porti in quella pasticceria dove mi volevi portare quella volta dopo il cinema?”
– “ Ok! Andiamo?”  
E salirono in macchina.
– “ Radio?” chiese Sara.
– “Certo!”
-  “Cronaca..”
- “Ma basta! Sempre questo notiziario!” disse Sara.
- “Se vuoi, cambia frequenza!”
Ma Sara non lo fece. Rimase pietrificata alle parole dello speaker!
- “Tentata rapina in un Aperibar di Roma in via “Garibaldi…”   
– “Oddio: è il bar di Stefano!” gridò Sara, visibilmente spaventata.  
– “Il malvivente è entrato nel bar all’ora di pranzo. I clienti erano pochi così, indisturbato, si è rivolto alla cassa e ha prelevato l’incasso. In quel momento è sopraggiunto il proprietario ed è iniziata una colluttazione… Sono stati uditi alcuni spari.. Ora i due sono all’ospedale Melorio... Ora la politica…”
– “Oddio Stefano!”  
– “Sara stai calma.. Ora lo raggiungiamo! Non sarà nulla di grave!” disse Lorenzo, imboccando la strada che portava all′ospedale.
Arrivarono lì in pochi minuti. Sara si rivolse alla reception: li indirizzarono al pronto soccorso. Nessuno sapeva dirgli nulla. Poi uscì un medico. Sara e Lorenzo lo fermarono.  
– “Scusi. Sono la compagna dell’uomo rimasto ferito nella rapina…”
– “Signorina.. La situazione è delicata. Dobbiamo aspettare!”
– “Ma ce la farà?”
– “Signorina, non posso dirle nulla!”  
E andò via. Sara era distrutta. Lorenzo non l’aveva mai vista così. Cercò di consolarla, ma Lei non smetteva di piangere.
– “In questi giorni sono stata così occupata… Ci siamo visti così poco.. Io, io.. avevo la testa altrove… Non l′ho calcolato mai… Lui non se la merita una come me!! Io…”  
– “Sara! Cos’hai? Stai male?”  
– “Stefano!” dissero insieme Lorenzo e Sara.
– “Ma stai bene?” disse Sara, correndogli incontro, abbracciandolo. 
– “Certo! Sia io che il ladro.. Ci hanno portato qui solo per precauzione. Ma stiamo bene entrambi.. Ho chiamato i Martini per dirti di avvisarti..”
– “Ho il cellulare scarico e poi io e Lorenzo eravamo..”  
– “Dove?”
– “E’ una lunga storia.. Ma il dottore ha detto che eri in fin di vita..”
– “Ma non io: c’è stata un’altra rapina e..”
– “Oh! Se ti fosse successo qualcosa, non so io cosa avrei fatto!”
– “Shh! Tranquilla! Sto bene!” disse Stefano e poi la baciò.
A Lorenzo mancò il respiro. Sentì come una pugnalata. Doveva andare via da lì: non riusciva a sopportare di vedere Sara tra le braccia di un altro.
– “Bene! Allora io andrei! Tanto tu torni con Stefano!”
– “Certo! Torna con me! Ciao Lorenzo.. e grazie per avermela portata!”
– “Grazie per avermi accompagnata!”
– “Ma figurati!” le rispose Lorenzo, già di spalle, incamminandosi verso la macchina.

Mentre tornava a casa, dopo quella giornata, Lorenzo continuava a ripetersi la stessa cosa: doveva dimenticare Sara! Perciò si era recato in un agenzia e aveva organizzato una vacanza sulla neve con Veronica..
“Due giorni solo io e Veronica! D’altronde è Lei la donna che amo.. L’ho sempre amata! Per Lei sono venuto a Roma.. Ho lasciato New York! E’ lei la donna giusta per me! Altro che Sara.. Non ha nulla in comune con me.. Crede al destino.. Non usa un po’ di logica in nessuna cosa che fa! No! Io e Veronica siamo fatti l’uno per l’altra! La mia per Sara è stata una sbandata! Veronica era con Fabio e io.. beh con Sara è stato tutto un errore! E’ inutile anche pensarci! Domani mattina dirò a Veronica della vacanza e sarà tutto perfetto!”
Così, mentre Lorenzo provava a salvarsi dal ciclone “Sara Levi” fuggendo a 2000 metri d’altezza, la giovane atleta, dal canto suo, non aveva potuto far altro che notare che Lui si era allontanato da Lei. A cena, quella stessa sera, non l’aveva minimamente calcolata: non le aveva rivolto la parola, né tantomeno le aveva rivolto uno sguardo. Sara pensò che lo facesse per Veronica, per non farla ingelosire. Così non le rimase che convincersi che Lei e Lorenzo non erano destinati..
“Siamo buoni amici! Già: il destino mi ha fatto trovare un buon amico! Lorenzo è soltanto questo! Un amico!” continuava a ripetersi. “D’altronde io sto con Stefano. Forse ha ragione Marco: è lui il mio destino.. Io mi fido di Lui! Per questo gli ho raccontato della mia malattia! A Lorenzo non l’ho detto perché.. perché non è Lui l’uomo che amo… perché è esattamente Lui l’unico uomo che amo, maledizione! Come Deborah Keer fa con Cary Grant! Ma devo dimenticarlo!!! Basta: Lorenzo è una storia chiusa: caput! Il mio futuro è Stefano!”          

Ma nessuno dei due poteva immaginare che il Destino, di lì a 24 ore, li avrebbe condotti proprio dove il loro cuore, inascoltato da entrambi, desiderava…
In effetti: quante probabilità ci sono che due persone si ritrovino in vacanza nello stesso posto e nello stesso momento??? E che rimangano bloccati nello stesso rifugio, lontani dai propri accompagnatori??? Pochissime!!! Eppure…            



In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x01 Dall’America con amore
– 9x09 Un amore splendido
– 9x13 Insonnia d’amore
- 9x15 La scelta di Anna

 

 

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Capitolo 5
*** V Episodio _ Non è vero mai… ***


(Nota dell′autrice: I primi quattro episodi erano ambientati tra la nona e la decima puntata!! Ora la mia storia si ricongiunge con la serie: infatti, in questo capitolo, racconto i missing moments della decima puntata: “Rifugio d′amore” e “Il malato immaginario”!
P.S. Mi sa che questa volta il capitolo è un po’ lunghetto! Mi dispiace!!)
 

11 gennaio, ore 7.00

E così il grande giorno era arrivato! Di lì a poche ore Lorenzo sarebbe partito con Veronica per un week-end in montagna e Sara avrebbe passato la giornata divisa tra il bar e i Martini!
Per Lorenzo tutto procedeva come pianificato: aveva svegliato Veronica portandole la colazione a letto e le aveva detto del loro imminente viaggio. Lei era entusiasta per la sorpresa del marito. Per questo si era subito adoperata per preparare le valige mentre Lorenzo, nel frattempo, era andato ad avvisare Tommy e gli altri della novità. In cucina c’erano tutti. Tutti tranne Lei… E beh.. Lui non poté non notarlo!
Per Sara quella giornata non era proprio iniziata nel migliore dei modi... Si era svegliata con un forte dolore al petto! Ormai il suo cuore sempre più spesso le ricordava che stava giocando col fuoco! Per poco Marco non l’aveva scoperta! Solo grazie a una telefonata non era entrato in camera della sorella! Già… Il Destino sembrava essersi schierato dalla parte dell’ex-atleta! Così, riuscita a salvare ancora una volta il suo segreto, la giovane Levi si preparò e scese per andare al bar. Perciò casualmente aveva incontrato Lorenzo e Veronica…
- “Ciao!”
- “Ciao!” le aveva risposto Veronica, che non era molto contenta di vederla.
- “Alla buon’ora, eh!” l’aveva subito punta Lorenzo.
- “E’… non ho sentito la sveglia!”
- “Sì! Piuttosto l’hai tenuta spenta!”
- “Va bene! Sì! L’ho tenuta spenta!”
- “Che c’hai? Non stai bene?”
- “Certo! Sì! Sto bene! È che… sono.. sono in ritardo! Devo andare!”
- “Sei sicura?”
- “Sì, sì! Ciao!”
E così Sara era andata via. Mentre arrivava al bar notò che il dolore al petto si era affievolito ma si sentiva molto stanca. Il dolore, lo spavento e la vista di Veronica e Lorenzo “insieme” non erano proprio un toccasana! In più si era accorta che i due stavano per partire: uscendo aveva notato la loro tenuta da viaggio e poi aveva visto in macchina le valige! “Va beh! È giusto così! Stanno insieme.. Si amano! È normale che vadano a farsi una vacanza insieme!” si ripeteva Sara, che invano cercava di controllare la sua gelosia.
Nel frattempo, Lorenzo e Veronica avevano avuto una piccola discussione. Dopo che Sara era andata via, infatti, Veronica aveva chiesto al compagno:
- “Preferisci andarci con Lei?”
- “No! perché?”
- “Ti aspetto in macchina!”
- “Cosa c’è? Veronica! Veronica!”
Ma l’ex moglie era già andata via. Lorenzo, rimasto lì, rifletté sulle ultime battute. “Certo che non voglio andarci con Sara in montagna! Voglio andarci con Veronica! Io e Veronica e basta!” si ripeteva Lorenzo, cercando di nascondere a Veronica ma soprattutto a se stesso la verità. Avrebbe tanto desiderato poter andare in montagna con Sara, ma questo, forse, non lo sapeva neanche Lui!!  
Così mentre Sara organizzava la sua giornata al bar, Lorenzo e Veronica erano in viaggio.
“Va beh! Il week end non è iniziato nel migliore dei modi! Ma da adesso le cose andranno sicuramente meglio!!” pensava Lorenzo tra sé e sé.
- “Amore! Tutto bene? Da quando sia partiti non hai detto neanche una parola!”
- “Cos’è! Un tempo ti piacevano i miei silenzi! Ora, invece, hai fatto l’abitudine alle persone logorroiche e non ti piace più stare zitto nemmeno per un po’?”
- “Ma che hai? È da quando siamo partiti che sei strana?”
- “Niente!”
La conversazione era finita così e, mentre Lorenzo non era più convinto che tutto sarebbe finito per il meglio, Veronica era vinta dalla gelosia…
Intanto Sara aveva raccontato a Stefano dell’imprevisto avuto appena sveglia. Lui voleva farla curare ma Lei non ne voleva sapere! Voleva vivere ogni momento come se fosse l’ultimo! Non voleva avere rimpianti! E così, con la sua pazzia, l’aveva convinto a recarsi a 2000 metri d’altezza per una vacanza last minute.
Insomma: a distanza di un paio d’ore, Sara e Lorenzo stavano percorrendo la stessa strada per raggiungere lo stesso posto! “Se non è destino questo!”
E, infatti, proprio il Destino stava mischiando le carte in tavola…
Appena giunta all’albergo, Sara non aveva resistito e lasciando Stefano lì, inerme, era salita sino in cima. Contemporaneamente Veronica aveva scelto di far ritorno in albergo lasciando al rifugio Lorenzo. Proprio Lui, rimasto solo, incominciò a ripensare a quello che Lui e Veronica si erano appena detti…
“Mi sa proprio che questo week end non andrà come previsto! Veronica è strana, è…. È arrabbiata, è delusa per quello che è successo tra me e Sara! Ma io gliel’ ho detto di non preoccuparsi! Le ho detto che è accaduto un paio di mesi fa… che è stata solo una notte che, per giunta, non ha significato nulla! Le ho detto che la amo e che la  amerò sempre! Ma lei non mi sembra convinta! E la colpa di questo è solo mia!! Ho la sensazione che più di convincere lei stia cercando di convincere me stesso che tra me e Sara non c’è nulla! Com’è che ho detto? Ma se avesse ragione Sara? Se è stato il Destino a farci incontrare! E se avesse ragione Veronica? Se anche Sara ci crede per davvero in Noi e sono io quello che sta rovinando tutto? Booh! Sono tornato da New York convinto dei miei sentimenti, ma ora non sono convinto più di nulla! L’unica cosa che so è che sto facendo di tutto per dimenticare Sara, eppure… Va beh! Fammi bere un altro bicchiere di vino, così casomai non penso a Lei…”
Ma mentre Lorenzo prendeva il terzo bicchiere di vino, rientrando al rifugio, ecco che il Destino era entrato in azione...
Ancora eccitata per le emozioni che stava provando e ancora incredula per essere a 2000 metri d’altezza, Sara non aveva dato ascolto al suo accompagnatore che l’ aveva avvisata di una imminente tempesta di neve. Era così entrata al rifugio. “Giusto il tempo di fare un giro e bere qualcosa e poi scendo! Mi sa che ordino un bloody mary! Anzi no! Il bloody mary mi fa pensare a Lui, meglio un’altra cosa! Come se bevendo champagne o altro non pensassi a Lui!!” Ma mentre Sara, guardandosi in torno, vagava con la sua mente, andò a scontrarsi con qualcuno…
- “Uuu!! Mi scusi!!! Lorenzo!” disse poi, guardando negli occhi, quello che credeva essere uno sconosciuto!
- “Sara!”
- “Ma che ci fai qui?”
- “Cosa ci fai qui? Cos’è mi segui?”
- “Casomai sei tu che segui me!”
- “Come faccio a seguire te se sono arrivato prima io?”
- “Ah.. già!” disse Sara, sotto scacco.
- “Comunque la tua specialità è versarmi la roba addosso!!”
- “A guardarti in questo momento sei tu il disastro! Senti! Mi dispiace! Non l’ho fatto a posta! Prendo dei fazzolettini e ti aiuto!”
- “No, grazie! Hai già fatto abbastanza! Tieni questo!” disse dando il bicchiere di vino a Sara.
- “Non ti fidi, eh?”
- “No! Provalo, è buono!” disse poi, riferendosi alla bevanda.
- “Che cos’è?”
- “E’.. le vin-brûlé!”
- “Ehhh??”
- “Vin-brûlé!” le disse Lui, scandendo bene.
- “Ah è vino? Quindi è alcolico!”
- “Sì! Alcolico! Provalo!”
- “No, no!!!”
- “E’ meglio del bloody mary!”
- “No! No! Non mi fido di te! Provalo prima tu!”
- “Ehhh! Ne ho già bevuti due, dai!!”
- “Ah!”
Così Sara trovò il coraggio di assaggiare il vino offertole da Lorenzo.
- “Allora? Com’è?”
- “Com’è? È vino! A me non sembra ci sia tutta questa differenza con quello che beviamo a tavola!”
- “Fidati! È molto più alcolico di quanto pensi! Allora: che ci fai qui? Non dovevi essere al bar?”
- “No! Sì!”
- “Sì o no, fammi capire!”
- “Sono andata al bar questa mattina ma poi ho incontrato Stefano e, una parola tira l’altra e alla fine siamo venuti qui!”
- “Così? C’è: non avevate preparato nulla?” le chiese Lui, seguendola: Sara si era andata a sedere su un divanetto, mentre continuava a bere vin-brûlé!
- “Sì! Sai.. si chiama vacanza Stavamo per strada! Ho visto un cartello con la pubblicità di questo posto e ho convinto Stefano a farci un giro!”
- “Ah! Quindi l’idea è stata tua! In effetti: di chi altri poteva essere! Stefano è una persona equilibrata! Sei tu quella..”
- “Quella? Su! Continua!”
- “Pazzerella!”
- “Io? Pazzerella??? Ma che dici! Sono soltanto una che non segue schemi.. Che non si pianifica la vita!!”
- “Sì, sì! Va bene! Chiudiamo qua questo argomento!” disse Lorenzo, sorridendole. “Parliamo di cose serie, piuttosto! Ma Stefano? Dove lo hai lasciato???”
- “In albergo a sistemare le valigie!”
- “Povero uomo!”
- “Ma va! È fortunatissimo, invece! Ha me!”
- “Certo!” fece Lorenzo, con l’aria scettica. Ma quello scetticismo era solo di facciata. Lorenzo sapeva bene che Stefano era fortunato ad avere Sara.
- “E Veronica?? Dov’è??”
- “In albergo! Abbiamo fatto una sciata e poi ha preferito scendere! Era un po’ stanca!”
- “Capisco! Allora andiamo anche noi??? Non è elegante farli aspettare!”
- “Certo! Come sei arrivata fin qui?” le chiese Lorenzo, mentre i due uscivano.
- “Un tizio mi ha portato qui con un aggeggio.. Non mi ricordo il nome… Ma perché? Tu sei venuto qui sciando???” chiese Lei, quando lo vide prendere l’attrezzatura.
- “Certo! Sara stiamo in montagna!”
- “E vorresti anche scendere sciando?”
- “Sì!”
- “Ahhh! Allora avviati perché io non ho gli sci, quindi…”
- “E che problema c’è! Al rifugio mettono le attrezzature a disposizione! Su! Entriamo e…”
- “Ma no! Fammi insistere! Tu avviati che io…”
- “Sara! Ma mi vuoi dire qual è il problema???”
- “Non so sciare!” disse Sara, con un filo di voce.
- “Ehhh?” chiese Lorenzo. In realtà aveva sentito ciò che Sara aveva detto ma aveva fatto finta di nulla…
- “ ho detto!!”
- “Ma non avevi detto che gli atleti sono versatili??”
- “Va beh! Forse, e dico , in quell’occasione ho un po’ esagerato!”
Lorenzo rise. – “Va beh! Hai tutto il tempo per recuperare! Se vuoi, puoi incominciare da adesso!”
- “In che senso?”
- “Nel senso che posso incominciare a insegnarti qualcosa!”
- “Vorresti insegnarmi a sciare?”
- “Certo! Allora? Ti va?”
- “Va bene!”
- “Perfetto! Allora andiamo a prendere le attrezzature!”
E così fecero. Ma, quando ritornarono sulla neve, trovarono una “brutta sorpresa” ad attenderli. Si era scatenata la fatidica “tempesta di neve!”
Lorenzo era sorpreso. Non ne sapeva nulla! Sara, invece, era a conoscenza del pericolo che stava correndo rimanendo al rifugio da quando vi era entrata. Voleva, infatti, stare pochi minuti per poi scendere. Ma Lorenzo aveva rovinato i suoi piani. Come sempre!
- “No! Non ci posso credere! Solo questo ci mancava!” disse Lorenzo, sconsolato alla vista della tempesta. “Ma poi non avvisano neanche! Se qualcuno ne avesse dato notizia…”
- “In effetti… Beh io…”
- “Cosa?”
- “Lo sapevo!”
- “Lo sapevi?”
- “Sì! Il tale che mi ha accompagnato mi aveva detto che era prevista una tempesta di neve! Infatti volevo fare un giro e poi avviarmi all’albergo… Ma poi..”
- “Hai incontrato me! Una parola tira l’altra e ti sei dimenticata della tempesta!”
- “Già! E adesso?”
- “Adesso rientriamo dentro e contattiamo Stefano e Veronica e li avvisiamo!”
Ma questi, a 2000 metri di distanza, sapevano già tutto quanto dovevano sapere: Sara e Lorenzo erano bloccati al rifugio, insieme! Provarono anche loro a contattarli, ma il tentativo fu inutile come lo era stato quello di Sara e Lorenzo…
- “Niente! Non prende!”
- “No! Neanche a me!”
- “Ci voleva proprio la bufera a rovinarmi la vacanza!”
- “Senti, ma… Ci sarà un modo per scendere!” gli disse Sara fiduciosa, per poi rivolgersi al barista. “Mi scusi! Ma se uno dovesse davvero, per forza, tornare a valle..”
- “Si sente male?”
- “No! comunque non sarebbe un problema: io sono un medico! Però, anch’io, c’ho mia moglie giù e dovrei…” si inserì Lorenzo.
- “Mi dispiace ma è proprio impossibile! Non abbiamo mezzi per affrontare la discesa con questo tempo!”
- “E quindi siamo bloccati qui?”
- “Cose che capitano in montagna, mi dispiace!”
- “Grazie!” gli rispose Lorenzo, ormai rassegnato. E poi, rivolgendosi a Sara: “Non dire niente!”
- “Non stavo dicendo nulla!”
- “No, no, no! Io ti conosco! Te stavi cominciando con la storia del Destino..”
- “No! E’ meteorologia… Si può dire che è una forma un po’ più raffinata..”
- “Di Destino?”
- “Eh!” rispose Lei, per poi ridere insieme a Lui.
- “Cosa facciamo?”
- “Vin- brûlé?”
- “Va bene!”
- “Sì! Ma con moderazione!”
- “Sì, sempre!”
E così i due si sedettero e ordinarono due bicchieri di vin-brûlé, con qualcosa da mangiare.
- “Grazie!” dissero entrambi al barman.
- “Allora? A cosa brindiamo?” chiese Lorenzo.
- “Alla meteorologia?” propose Sara.
- “Ehh! Mi ha rovinato la vacanza!”
- “Mi dispiace! Vi stavate divertendo tu e Veronica e poi…”
Ma Lorenzo non le fece completare la frase.
- “Non ci stavamo divertendo!”
- “In che senso?”
- “Nel senso che…” si fermò un attimo e la guardò. “Nel senso che Veronica sa di noi, di ciò che è successo la sera della festa di Tommy… E puoi immaginare come l’ha presa!”
- “Mi dispiace!”
- “Ma no! Non ci sono colpe in questa storia! Niente… ha sentito una discussione per caso.. Poi mi ha fatto delle domande e io glielo ho confessato…”
- “Abbiamo combinato un po’ di casino, eh?”
Lorenzo annuì, per poi aggiungere: - “Speriamo solo che Stefano non lo venga a sapere!”
- “Veramente, la prima volta che abbiamo dormito insieme… io l’ho chiamato Lorenzo!”
- “Cosa?” chiese Lui, visibilmente sorpreso.
- “Sì! Non ti montare la testa! Ero molto, ma molto ubriaca!”
- “Ahh! Pensare che quando ti ho conosciuto eri astemia!”
- “E tu mi hai fatto bere il primo bloody mary!”
- “Ah! È colpa mia?”
- “Certo!”
E, occhi negli occhi, per pochi secondi non si dissero altro.
- “Comunque non mi pento di niente!” le disse Lui.
- “Neanch’ io!” gli confessò Lei.
- “E… No, niente! Lascia stare! Ti volevo dire una cosa ma è meglio di no!”
- “Perché?”
- “No, no!”
- “Ma dai! Dilla!”
- “No, no! E’ meglio di no!”
- “Figurati! A me puoi dirlo!”
Lorenzo, così, prese coraggio finendo di bere il vino, la guardò negli occhi e le disse: - “Sono contento che siamo qua, insieme!”
Sara rimase per un attimo senza parole. Gli sorrise e gli rispose: - “Anch’io!”
Rimasero così a guardarsi per un po’. Erano entrambi emozionati ma anche imbarazzati. A rompere il silenzio ci pensò un bambino.
- “Ti prego mamma! Non  mi allontano! Faccio un pupazzo di neve e poi rientro!”
- “E va bene! Ma non ti allontanare!”
E subito Sara: - “Un pupazzo di neve! Che bella idea! Dai! Andiamo anche noi?”
- “Dove? A fare un pupazzo di neve?” chiese Lui, tra lo scetticismo e l’incredulità.
- “Sì! Dai, muoviti!”
Sara aveva già infilato la giacca e stava per uscire. Così a Lorenzo non rimase altra scelta che seguirla.
- “Allora! Tu fai un pupazzo di neve e io ne faccio un altro! Poi decidiamo qual è il più bello!”
- “Ah! Vuoi fare una sfida? Bene! Ma ti avverto: io sono un campione nel fare i pupazzi di neve!”
- “Vediamo!” lo sfidò Sara.
Così, come due bambini, incominciarono a fare i propri pupazzi. Solo quando ebbero terminato si scambiarono nuovamente la parola! Prima erano stati troppo impegnati!
- “Va beh! Io direi che non c’è paragone! Ho vinto io! Il mio è più grande!” disse Lorenzo.
- “Va beh! Il mio è più piccolo, è vero! Però c’ho pure messo la mia sciarpa al collo!”
- “Non c’entra! Il mio è perfetto! Non ha un difetto…”
Ma Lorenzo non continuò. Al suo pupazzo, all’improvviso, si staccò la testa!
- “E ora non ha neanche una testa!” concluse Sara, ridendo. “Dai! Non te la prendere! Bisogna saper perdere!”
- “Ma va! Su! Rientriamo!!!” disse Lui, facendo l’offeso.
E così i due rientrarono al rifugio!
- “E adesso?” chiese Sara.
- “Adesso ci mettiamo davanti al camino e ci rilassiamo un po’!”
- “E tu vorresti sprecare un pomeriggio così? Noooo! Giochiamo a qualcosa! Che ne dici di una partita a…”
- “Scacchi?” propose Lui.
- “Ma no! Sono noiosi!”
- “A poker?”
- “Nooo! Troppa tattica!”
- “Sara, che vuoi fare?”
- “Il karaoke!” disse Lei, notando la consolle.
- “No! Io mi rifiuto categoricamente!”
- “Cos’è? Hai paura???”
- “Io? Paura? Si vede che non mi conosci bene!”
- “Allora vai!”
Lorenzo la guardò e le disse: - “Ora vedrai di che pasta sono fatti i Martini!”
Così si avviò alla consolle.
- “Che canzone vuole cantare?”
- “Ma!! Non ne ho idea!!”
- “Ma.. la donna con cui parlava prima è sua moglie? Lo chiedo perché potrebbe dedicarle una canzone!! di Jovanotti??”
Lorenzo accettò il consiglio. E così lo spettacolo ebbe inizio. Sara era divertita e anche Lui lo era, così come tutte le atre persone presenti al rifugio. Appena ebbe finito vi fu un grande applauso. Lorenzo, lusingato ma anche un po’ imbarazzato, così, ritornò da Sara.
- “Sei stato bravo! Complimenti! Ma… la canzone l’hai scelta pensando a me?” chiese Lei, provocandolo.
- “Non l’ho scelta io! L’ha scelta quel tale alla consolle. Ha detto: < Ma.. la donna con cui parlava prima è sua moglie? Lo chiedo perché potrebbe dedicarle una canzone!! di Jovanotti??>”
- “E così lo hai assecondato!”
- “Sì! Ma solo perché conoscevo la canzone e sapevo che me la sarei cavata! Però ora tocca a te!”
- “No, no!!!”
- “Sì, sì! Forza!” e la accompagnò alla consolle.
Sara scelse la canzone da sola. – “E’ una dedica per mio marito!” aveva detto all’addetto.
Era “Bisogna saper perdere!” In effetti, era perfetta per Lorenzo!
Anche la performance di Sara riscosse molto successo. Appena ebbe terminato, la giovane atleta tornò da Lorenzo.
- “Allora? Ti è piaciuta la dedica?”
- “Molto!” rise Lui. “E non solo a me!” disse facendole notare che, a uno a uno, anche gli altri “accampati” si stavano recando alla consolle per esibirsi.
- “Che dici? Ordiniamo un altro bicchiere di vino e ci godiamo lo spettacolo?”
- “Ci sto!” le rispose Lui.
Così, tra un esibizione e un’altra, tra un bicchiere di vino e un altro ancora, venne l’orario di cena. Lorenzo e Sara non mangiarono quasi nulla. In compenso, esagerarono con il vino! E gli effetti si videro tutti..
Verso le dieci il barista, nonché proprietario del rifugio, gli si avvicinò mentre i due continuavano a parlottare dinanzi al camino.
- “Scusate! Ho preparato i vostri letti! Volete qualcos’altro da bere?”
- “No, no! No, io… Meglio di no! Mi gira già la testa!” ammise Sara.
- “No! Niente! Grazie!” convenne Lorenzo.
- “Buonanotte!” si congedò il barista.
- “Buonanotte!” gli rispose Sara.
- “Buonanotte!” disse Lorenzo, che poi aggiunse: “Ora è meglio se ce ne andiamo a dormire anche noi!”
- “Sì!”
- “Buonanotte!” disse Lui, alzandosi.
- “Buonanotte!” disse Lei, ormai disarmata.
Lorenzo a quel punto stava per andare via ma poi… Poi i sentimenti avevano avuto la meglio!!! Era tornato indietro. Si era di nuovo seduto di fronte a Lei… L’aveva guardata negli occhi e preso il suo volto tra le mani.. All’inizio entrambi avevano combattuto contro il desiderio di baciarsi, di stare insieme… Ma poi avevano ceduto! Quel bacio lo desideravano entrambi da molto tempo! E quella volta non vi fu nessuno a interromperli. Quello era il loro momento! La loro notte d’amore, tanto attesa, desiderata e cercata!
Ma il risveglio era stato molto più difficile da affrontare!
Perché l’amore qualche volta ha paura!
- “Sara! Sara, svegliati!”
 - “Eeee…”
– “Sara!”
– “Hhhh..”
– “Dai! Ti devi svegliare!”
- “Sì!”  
– “Dai!”
– “Uuuuu… Ma perché?”
– “Perché secondo te?”
– O cavolo… O cavolo.. Cavolo… Cavolo.. No! Non dovevamo! Lo sai?”
– “Senti: non deve succedere mai più!”
- “Lorenzo! Mai più!”
– “E’ stato il vino!”
– “E adesso?? No.. va beh!!! E senti: cosa pensi di fare con… Stefano, Veronica… Che cosa… Che cosa…”
- “Non lo so!”  
– “Ah bene!”  
– “Diciamo che non è successo niente..”
– “Certo! Non è successo niente, sì! E.. io adesso mi rivesto.. Tu vai nel tuo letto… Io vado nel mio, ok?”
– “Sì!”  
– “Scusa… fammi rivestire.. perché… Ma secondo te dovremmo… non lo so!”
– “Io vado nel mio letto e tu nel tuo!”
– “Sì! Certo buona idea! Vai!!”
E così fecero… Lorenzo andò in camera sua e Sara anche. Erano posizionate l’una di fronte all’altra. Si sistemò prima Lui. Quando Sara raggiunse la camera, la sua porta era già chiusa…
- “Bene! Starà già dormendo!” pensò Lei.
Ma nessuno dei due riuscì a chiudere occhio. E nessuno dei due riuscì a definire ciò che il loro cuore stava provando in quel momento. Sara e Lorenzo si sentivano in colpa, sì… Ma non perché fossero pentiti di ciò che era accaduto, né perché avessero un qualche senso di colpa verso Veronica e Stefano. Si erano pentiti di come, in meno di un minuto, avessero razionalizzato quello che di bello era successo tra loro, facendo finta che fosse colpa del vino e di come avessero rovinato tutto… Sapevano entrambi che il “vin-brûlé” non c’entrava nulla. Quando Lorenzo si era fermato, tornando da Sara, aveva solo e soltanto seguito il suo cuore. E l’aveva baciata, facendo ciò che avrebbe voluto fare da quella notte in cui era accaduto la prima volta. Dal canto suo, Sara non si era sottratta: voleva esattamente che accadesse ciò che era poi accaduto… Ma poi si erano dovuti svegliare ed era stati di nuovo catapultati nella realtà… Così ora erano lì, ognuno nella propria stanza, a guardare il soffitto..
– “Forse non avrei dovuto sminuire tutto così..” pensarono entrambi…
- “Forse dovrei andare a parlargli…” ragionava Lei…
- “Dovrei chiederle scusa per come.. beh, per come l’ho trattata!” ragionava Lui… 
- “Sì.. Ora vado di là e gli parlo!” si fece coraggio Sara.
– “Sì.. Glielo devo!” concluse Lorenzo.
E si alzarono in contemporanea. Si fecero coraggio e aprirono la porta. E si trovarono l’uno di fronte all’altra. Si guardarono e si sorrisero.  
– “Non riesci a dormire?” le chiese Lui, avvicinandosi.
– “No! Beh.. Come sempre…”
– “Mi dispiace.. di averti svegliata! Prima dormivi beatamente!”
– “No! Figurati! Anzi.. Io.. beh… A proposito di questa notte…”
– “No! Guarda..”
– “Io sono stato bene..” disse Lui..  
– “Io sono stata bene..” disse Lei..  
– “.. ma lo sai come stanno le cose!” continuò Lei.
“Che strano!” pensò Lui. “Questa frase glielo detta io dopo quella notte e ora…”  
– “Lo sai quanto sono difficili… Io sto con Stefano.. e tu.. tu finalmente stai con Veronica..” finì Sara. – “Sara! E’ tutto chiaro, davvero! Siamo due adulti! E’ stato soltanto un errore…”  
– “Bene! Allora buonanotte!” disse Lei, e rientrò in stanza.  
– “Ciao!” bisbigliò Lui, e si andò a stendere.  
Se prima non erano capaci di dire ciò che stessero provando, ora.. ora era molto più facile. Tristezza, disperazione, rabbia.. Già: rabbia di non poter vivere il proprio amore. Rabbia per essere incastrati in due vite che gli stavano strette. Rabbia per dover stare lontani quando l’unico loro desiderio era stare insieme. Così trascorsero un’altra notte in bianco.
Lei pensando a Lui.. Lui pensando a Lei.

La mattina si erano incrociati per fare colazione. Entrambi volevano dire qualcosa. Dire all′altro di non essersi pentiti di quello che era successo. Ammettere di non voler condividere la propria vita con la persona che solo apparentemente il loro cuore aveva scelto. Ma nessuno dei due parlò. E a volta una parola detta al momento giusto potrebbe cambiare il corso degli eventi, così come una non detta… E quelle non dette da Sara e Lorenzo cambiarono decisamente le loro vite!
Nel loro silenzio erano stati raggiunti da Stefano e Veronica e lì le loro vite avevano preso una piega imprevista. Sara e Stefano avevano deciso di andare a vivere insieme. Lorenzo e Veronica avevano stabilito di ritornare, con Tommy, a NY.
Sara e Lorenzo avevano pianificato “logicamente” le loro vite e, dopo averlo fatto, non riuscivano nemmeno a guardarsi negli occhi. Si sentivano in colpa.. svuotati, tristi… Avrebbero dovuto toccare il cielo con un dito e, invece, si sentivano sprofondare. 
– “Sai.. Stefano è completamente pazzo di te!” disse all’improvviso Veronica a Sara, mentre i quattro si avviavano per scendere a valle. “Ha fatto qualsiasi cosa… Ha dato il tormento a chiunque per arrivare qui..”
– “Sì! E’ un angelo!!” acconsentì Sara.
 “Già!” pensò Lorenzo tra sé. “Nessuna donna può resistere a tutto quell’amore!”
– “Allora: noi, o meglio.. Io ho litigato con la guardia forestale, la croce rossa e i carabinieri per poi.. corrompere un gattista..” disse Stefano, scoppiando a ridere e guardando Veronica. “Voi invece?”
– “Noi cosa?” chiesero in coro Lorenzo e Sara.
- “Beh! Che avete fatto?”
 – “Niente di speciale!” rispose Lorenzo.
– “Già: siamo stati al rifugio tutto il tempo.. Un po’ davanti al camino. Un po’ davanti a un bicchiere di vino.. E poi a nanna..” concluse Sara.
– “Ah.. e vi siete incontrati al rifugio?” chiese Veronica.
– “Sì.. Tu sei scesa e lei è arrivata! E in men che non si dica si è scatenato l’inferno!”
– “Già! Cose che capitano in montagna!”
– “Allora! Siete venuti qui con la macchina?”
– “Sì!” rispose Veronica.
– “Anche noi! Va beh: tanto ci vediamo dai Martini quando arriviamo.. Devo accompagnare Sara!”  – “Ok! A dopo ragazzi!” lì salutò Veronica.
- “A dopo!” la salutò Stefano.
Sara e Lorenzo, invece, non dissero nulla. Si guardarono per un attimo poi Lui raggiunse Veronica e Lei raggiunse Stefano.
Durante il viaggio in macchina sia Sara che Lorenzo erano silenziosi. Entrambi dissero che avevano riposato male e quindi, né Veronica, né Stefano insistettero. D’altra parte avevano dei visi pallidi. Ma né Veronica e né Stefano potevano sapere che non era per la notte passata insonne (già, Sara aveva spudoratamente mentito quando aveva risposto: “Come un sasso!” quando Lorenzo le aveva chiesto: “Come hai dormito?”!), né per il freddo. Erano entrambi scossi per quello che era successo la sera precedente. Più cercavano di non pensarci e più ritornavano loro in mente i momenti passati insieme. Così: 
- “Radio!” chiese Sara a Stefano e Lorenzo a Veronica, contemporaneamente.
– “Certo!” risposero i due. E così Sara e Veronica incominciarono a cercare una canzone da ascoltare. Veronica si stancò di inseguire una frequenza precisa e ne mise una qualsiasi. Sara, invece, lasciò fare al destino. Girò la manopola e la lasciò all’improvviso!  
– “Ed ora amici facciamoci guidare dalle note di Bianca Atzei e Alex Britti!”
– “Mai sentito il loro nuovo singolo!” fece Sara, eccitata.
– “Amore: tu la conosci questa canzone?” chiese Veronica. 
– “No!” disse distrattamente Lorenzo.
Già: era la stessa canzone: “Ditemi voi se non è destino questo!”
E così tutti e quattro si fecero cullare dalle note dell’ultimo successo di Alex Britti e Bianca Atzei.

Nonostante stanotte, nonostante la filosofia
Rimane qualcosa di intenso, nonostante sei andato via
Nonostante la gente si accontenta di quello che ha
Io non mi accontento di niente, io mi accontento se tu resti qua
Adesso vai e l'hai deciso tu
Nonostante i momenti che sembrava non finissero mai
Siamo due deficienti, siamo quei due che non sbagliano mai
E adesso vai, se l'hai deciso tu
Io che parlo, parlo
ma non è vero... mai
Intanto i giorni passano
Non è vero mai
Milioni di parole sciolte al sole casomai
Che i sogni non finissero
Nonostante riprendi le tue cose e le porti con te
Nonostante che piangi, io non so se tu piangi per me
Se per tutte le cose ci fosse un punto di stabilità
Sarebbe un mondo perfetto
Sarebbe che tu resti qua
E invece poi
L'hai deciso tu... ed io che parlo, parlo
Ma non è vero... mai
Intanto i giorni passano
Non è vero... Mai
Milioni di parole sciolte al sole
Casomai che i sogni non finissero
Non è vero
Nonostante i miei dubbi
Nonostante all'inizio
Sia quel che sia.
Nonostante tutto, nonostante che un giorno mi hai detto..
Amore andiamo via da qua
Io ci credevo sul serio
Mi fidavo di te,
Mi sembrava volessi davvero stare con me
Ma avevi altri programmi
Nonostante le notti avevi altre emozioni
Non è vero... mai
Intanto i giorni passano
Non è vero... mai
Milioni di parole sciolte al sole
Casomai che i sogni non finissero
Se per tutte le cose ci fosse in punto di stabilità,
sarebbe un mondo perfetto, sarebbe che tu resti...
Qua

Mentre sentirono quelle parole sia Sara che Lorenzo ebbero una fitta al cuore: solo allora entrambi capirono che quello che c’era tra loro non era una semplice sbandata, non era un errore.. Era Amore… Arrivati a quel punto entrambi sapevano di avere solo due possibilità: o confessare al partner che stavano visibilmente ingannando i propri sentimenti o continuare a fare finta di nulla. Per il momento, entrambi avevano preso la loro decisione: fare finta di nulla e continuare a vivere reprimendo il proprio amore!!
 

12 gennaio, ore 8.00 circa : Giorno della partenza di Giada

Così eccoli arrivati a casa Martini. Lorenzo e Veronica erano stati i primi. Lei era entrata dentro ed era andata a stendersi un po’. Lui stava scaricando la macchina quando erano arrivati anche Sara e Stefano.  
– “Aspetta! Ti aiuto io!” le disse Stefano quando Sara stava per prendere i suoi bagagli. 
– “Ma no! Lascia!! Faccio io!” disse Lorenzo. Così prese la valigia di Sara.
– “Grazie!” gli disse Stefano. E poi, rivolgendosi a Sara: “Ci vediamo dopo, Amore!”
– “Va bene!” 
E si baciarono. Poi Stefano sfrecciò via e Sara si voltò per entrare. Lorenzo era ancora lì, quasi pietrificato.
– “Dai lascia! Ce la faccio! Stefano si preoccupa troppo!”
– “Ma no! Mi fa piacere!”
–“Ragazzi su.. venite! Andatevi a cambiare che Giada sta per partire!”
– “Partire?” chiesero in coro a Enrica.
–“Sì! Ora vi spiego..” 
Sara e Lorenzo si guardarono e dissero:
- “Tommy!” per poi correre da Libero e Maria.
I due spiegarono a Sara e Lorenzo gli ultimi sviluppi: Giada avrebbe seguito Daniele! Entrambi, seppur dispiaciuti per l′imminente partenza della loro piccola amica, convennero che quella era la scelta giusta da prendere. Giusto il tempo di cambiarsi che sia Sara che Lorenzo raggiunsero la famiglia Martini nel salotto per salutarla.

Tra lacrime e sorrisi, così, Giada era partita. Sara e Lorenzo erano rimasti lì, in salone, quasi immobili. Nel giro di 24 ore ne erano successe tante, troppe! Lorenzo era molto affezionato a Giada: era Lei la ragione del cambiamento di Tommy. Suo figlio, da quando l’aveva incontrata, era cambiato. Era diventato maturo, disponibile, solare. Non l’aveva mai visto così prima… Per Sara, Giada era un po’ come una sorellina più piccola. Si erano trovate subito bene insieme: tanto riservata Giada, tanto estroversa Sara; tanto silenziosa la prima, tanto loquace la seconda..
Insomma: Giada era andata via da pochi secondi ma già mancava a tutti, anche a Sara e Lorenzo. Fu proprio il sapere che lo stesso vuoto che stava provando Lui lo stava provando anche Lei che fece sì che Lorenzo prendesse il coraggio di fermare Sara per dirle:
- “Sara!”  
– “Sì!”
– “Eeee… Forse l’addio di Giada non sarà l’unico oggi!”
Sara rise. – “Perché? Hai deciso di partire anche tu?”  
– “Sì!”
– “Ahhh! Capisco! Allora dobbiamo coordinarci con le partenze!”  
– “Vai via anche tu?”  
– “Sì!”
– “Dove?”
– “Andrò.. andrò da Stefano!” 
E gli sorrise e andò via.
– “Forse è destino: io e Lorenzo non possiamo stare insieme!” rifletté Sara, entrando in cucina e, cercando di nascondere la tristezza, si mise a preparare una torta.
- “Ecco: ormai indietro non si torna!” pensò mestamente Lorenzo, tornando in garage per prepararsi. Avrebbe fatto colazione dopo. Ora no! Sarebbe dovuto andare in cucina e l’avrebbe vista. L’avrebbe dovuta guardare negli occhi e sapeva che non ce l‘avrebbe fatta. Già gli si stava  per spezzare il cuore lì in salotto, quando aveva potuto leggere la delusione di Sara nel venire a conoscenza che avrebbe lasciato casa Martini e la sensazione peggiorò quando Lei gli comunicò del suo imminente trasferimento da Stefano, che era certo che non avrebbe sopportato neanche un’altra parola. Entrò in garage e vide Veronica.
– “Ecco è Lei il mio solo destino!” si cercò di convincere Lorenzo. “Lei e nessun altra!”
Ma, proprio mentre si preparava, ecco che Sara era riuscita a entrare nuovamente prepotentemente nella sua vita. Veronica aveva trovato il “Il viaggio”, il libro che per tante notti l’aveva fatto sentire più vicino alla sua Sara. Lorenzo non l’aveva mai ridato a Sara. Pensava che fosse giusto così: Sara aveva la sua maglia e Lui aveva il suo libro! Si era più volte chiesto se Lei si fosse accorta della mancanza del suo libro dal comodino ma non aveva mai voluto affrontare l′argomento: aveva paura che Lei potesse chiedergli di restituirlo! Ma adesso era arrivato il momento!  Veronica l′aveva trovato tra le sue cose  e gli aveva detto di restituirlo. Così, ecco che l’aveva preso ed era andato in cucina per restituirlo a Sara.
Entrato con un’aria piuttosto stanca, si era seduto vicino a Lei e le aveva detto:
– “Sara.. è tuo!” 
– “Ah! Grazie” gli aveva risposto Lei con il suo solito sorriso.
Aveva preso il libro ma, nel maneggiarlo, ecco che da lì era caduto un biglietto del cinema. Non era un biglietto qualsiasi: era quello del film “Un amore splendido” del 29 settembre.. Era di quella volta che si erano trovati casualmente al cinema.
– “Eee.. Questa stupida abitudine di conservare sempre tutto.. anche i biglietti del cinema!”
– “E’ che… certe cose sono più difficili da dimenticare!” gli aveva risposto Lui, visibilmente triste.
Dopo quella conversazione i due non si erano più scambiato una parola. In effetti non sapevano cosa dirsi. Fortunatamente Libero aveva cambiato argomento e anche Jonny e Palù avevano riempito quel rumoroso silenzio con scherzi e battute. Fino a quando…
- “Zia Sara… Zio Lorenzo… Cosa avete fatto in montagna?”
Solo allora Sara e Lorenzo si guardarono nuovamente negli occhi.
- “Niente!” disse Lorenzo, non staccando lo sguardo dal volto di Sara.
- “Già! Quando eravamo al rifugio si è scatenata una tempesta e siamo rimasti bloccati lì!” spiegò Sara, distogliendo lo sguardo da Lorenzo.
- “Vi sarete annoiati tutto il tempo!” disse Ave.
Sara e Lorenzo si guardarono nuovamente. Ma nessuno dei due aggiunse nulla.
- “Amore! Mi hanno chiamato in università! Devo correre! Finisci tu di mettere a posto le valige?”
- “Certo! A dopo!” disse Lui, alzandosi e andando in garage.

“Diamine! Perché la mia testa non è una valigia! La riempi e quando non ti serve più la svuoti! Perché non riesco a svuotare la testa!” E, mentre Lorenzo diceva ciò, prese la giacca a vento che aveva indossato durante quel week end. “Questa è meglio lavarla! Vediamo se nelle tasche c’è qualcosa…” Ed ecco che ancora il Destino aveva dciso di affondare un'altra stoccata… “La sciarpa di Sara!” disse visibilmente emozionato. Durante la notte precedente, infatti, non riuscendo a dormire, si era alzato ed era uscito a prendere una boccata d’aria. Aveva notato che i pupazzi di neve che Lui e Sara si erano divertiti a fare si erano sciolti e c’era rimasto male. Ma, guardando bene, si era accorto che, nel posto in cui fino a poco fa si erigeva il pupazzo di Sara, c’era qualcos’altro. Era la sciarpa che Lei gli aveva infilato al collo. L’aveva raccolta: si sentiva ancora il suo profumo! In un primo momento aveva pensato di portargliela; ma poi aveva desistito. A poche ore da quel momento, Lui aveva ancora Sara nella testa e nel cuore, con la stessa sciarpa in mano, consapevole che avrebbe dovuto trovare il coraggio di parlarle. Avrebbe dovuto passare dalla paura all’amore. Il problema era che, per quanto il suo amore fosse forte, ogni volta la paura prendeva il sopravvento. E ciò successe anche in quel momento: con la sciarpa in mano e con la consapevolezza che certe cose sono più difficili da dimenticare, aveva preferito infilare il ricordo di Sara e di quell notte nella borsa, indossare il cappotto ed uscire per andare a lavoro.

Sara, invece, aveva trovato un bel modo per non pensare a Lui: doveva fingere di essere incinta! Anche Stefano si era trovato immischiato in questa storia, ma era stato comprensivo!
“Come al solito Stefano è stato un angelo con me! Anche questa volta mi ha retto il gioco! È stato un grande! Era annichilito, sorpreso delle congratulazioni di Marco ma soprattutto per il motivo di quelle felicitazioni ma non si è tirato indietro! È anche in questi piccoli gesti che colgo il suo amore! E pensare che io l’ho tradito! Ma perché noi donne siamo fatte così male? Perché se abbiamo due uomini che ci girano intorno noi scegliamo sempre quello che non ci merita e che ci fa soffrire? ma ora basta! Domani sarà una giornata lunga! Inizierò il trasloco per raggiungere Stefano! Sono sicura che sto facendo la cosa giusta! E’ lui il mio destino.. Anche se.. ”  

Così era trascorsa la loro giornata… Sara aveva organizzato il trasloco da Stefano. Lorenzo aveva fissato, con Veronica e Tommy, la data della partenza: solo 7 giorni lo dividevano dalla sua nuova vita!
Quando Lorenzo era tornato a casa Lei non c’era. Era al bar. “Meglio così, pensò! Così dico a Libero ed Enrica della partenza e poi ne parlerò con Lei!” Ma non sempre le cose vanno come le prevediamo…
- “Come sarebbe: “fra una settimana?”
– “Sì! Veronica ha già preso i biglietti.. e Tommy viene con noi.. Torniamo a New York!”  
– “Altro che Exodus.. Questa è un’ecatombe!”
– “Lo so che questa notizia arriva così.. all’improvviso. Mi dispiace!”
– “Non ti preoccupare.. Ce la caveremo benissimo.. da soli!” si intromise Enrica, molto dispiaciuta. “Io ho anche rinnovato la patente!”  
– “Eee!” fece Libero.  
Lorenzo rise.  
– “Questa è una bella notizia! Complimenti!” continuò Libero. “Ma non ti sembra, pure a te, insomma..” disse Libero, guardando la moglie, “che sta correndo un po’ troppo con questa situazione di Veronica?
– “Forse però questo è l’unico modo per affrontare una decisione così importante!”  
– “E’: proprio perché è importante, devi ponderare bene! Poi.. ogni volta che affrontiamo questo discorso, noi.. Tu sai che noi sappiamo!”
– “Però.. Proprio perché sono successe troppe cose, è meglio che io me ne vada!”  
– “Va beh.. Ma parliamone! Proprio per questo io dicevo..”
Ed entrò Sara. – “Ciao!”
– “Ciao!“ le risposero Libero ed Enrica.
– “Io.. ho preso qualche bottiglia per festeggiare la partenza di Marco e Maria!”  
– “Che brava!” 
Ma Sara, guardando le facce di Libero e Lorenzo disse:  
- “Ho fatto male?”
– “No! Hai fatto benissimo! Anzi! Meglio! Così festeggiamo anche un’altra partenza anticipata… Insieme!”  
– “Tu?” fece Sara, guardando Lorenzo.
– “Sì!”  
– “E.. quando dovresti partire!”  
– “La settimana prossima!”  
– “Ah… E bene! Allora festeggiamo!” concluse Sara, visibilmente triste.
Nessuno aggiunse nient’altro. Se ne stettero lì, zitto, fino all’arrivo di Marco.
- “Ciao famiglia! Sorellina! Come state tu e il mio nipotino?”
- “Nipotino?” chiesero Libero ed Enrica.
Sara guardò Lorenzo. Lei era senza parole. Lui era di sasso.
- “Sara!” le disse alzandosi. “Sei incinta?”
Sara non sapeva cosa fare. Si trovava a un bivio: tradire Maria o raccontare una bugia a Lorenzo? Il suo grande cuore le suggerì di optare per la seconda.
- “Sì! Sono incinta!” disse a malapena. “Scusate! Ora vado un attimo in camera!” e salì di corsa le scale.
- “Ma io ti avevo portato un regalino! Va beh! Vado a farlo vedere a Maria e poi insieme glielo diamo!” disse il giornalista, salendo dalla moglie. Ma anche per Lui il Destino aveva riservato una sorpresa!
Lorenzo, intanto, era rimasto lì, immobile. Nella sua testa continuavano a rimbombare le parole di Sara. - “Scusate! Io devo andare… Raggiungo… Devo parlare…” disse, salendo le scale e correndo da Sara. Arrivò da Lei in pochi secondi. Bussò alla porta ma senza aspettare una risposta entrò.
- “Aspetti un bambino? È per questo che ti trasferisci?”
Sara lo guardò con infinita dolcezza. – “Scusa!” gli disse, avvicinandosi.
- “E di cosa?”
- “Ti ho mentito! Non sono incinta! È Maria quella che aspetta un bambino ma non l’ha ancora detto a Marco e allora ho dovuto fingere io di essere incinta!” disse Lei, a mo’ di spiegazione.
Parlando i due si erano avvicinati sempre più. Ora il loro viso era a pochi centimetri…
- “Ahhh! Prima… beh...” riuscì solo a dire Lorenzo. Era molto più sollevato adesso! Quella notizia, così imprevista, gli era piombata addosso come un macigno.
Neanche Sara aggiunse altro… Ma a volte le parole non servono… Stavano per baciarsi, quando Marco…
- “Sara! Maria è incinta! Ma tu questo lo sai già!” disse catapultandosi in camera. “Uuu! Scusate!” aggiunse poi, capendo di aver interrotto qualcosa.
- “Di che!” disse Lorenzo. “Auguri Marco!” e poi andò via.
- “Ho interrotto qualcosa?”
- “Nulla!” gli rispose Sara. “E adesso vieni qui! Fammi abbracciare il mio fratellone che diventa papà!”
I due fratelli rimasero lì a parlare per un po’. Poi venne l’ora di cena e quindi scesero giù.
Sara e Lorenzo non fecero altro che cercarsi con lo sguardo: era un modo per sentirsi vicini! Addirittura si candidarono per sistemare la cucina mentre gli altri Martini andarono in salone a vedere un film!
Lì, da soli, tra piatti e forchette, non si dissero nulla! Erano fatti così: stavano bene anche senza fare niente di speciale; stavano bene perché stavano insieme! Stavano bene "solo" quando stavano insieme!
Quand’ebbero finito raggiunsero gli altri in salotto. Stavano vedendo “La rivolta delle ex”.
Entrambi non avevano mai visto quelo film, nè aveva voglia di vederne uno.. Ma rimasero profondamente colpiti non tanto dalla storia (neanche la conoscevano!" ma daa alcune parole…
- “… Detto questo io adesso ti supplico, capito, ti supplico di non scappare, d’accordo? Tu e Paul avete un dono così raro, così potente! Non aver paura adesso!”
- “Paura? Lui mi ha tradita!”
- “Ahh! Buttatelo alle spalle! È successo tanti anni fa! Con una tua amica un po’… Un’amica, tra l’altro, con cui non ti sei nemmeno arrabbiata e lo sai perché? Perché non te ne importa niente! Ami talmente Paul che lo hai perdonato un secondo dopo averlo saputo ed è questo che ti spaventa!”
- “Tu non hai idea di come mi sento! Non hai idea!”
- “Sì ce l’ho! Perché l’ho vissuto come te! Sai qual è un pensiero che ha spaventato tanto anche me? E se lei mi facesse del male? Se un giorno mi lasciasse? O se morisse? Io sarei finito! Così ho chiuso la storia, prima che lo facesse lei! E sai una cosa? È stato l’errore più grande che abbia mai fatto! Tu stai per fare lo stesso errore adesso e io morirei piuttosto che rimanere fermo a guardare! Devi correre il rischio dell’amore! Rischia! Io non l’ho fatto e guardami! Sono un fantasma d’uomo, solo e con il vuoto nell’anima! Questo non significa che allora non soffrirai mai! Ma io te lo garantisco: qualunque dolore proverai non sarà mai nemmeno neanche comparabile al rimpianto di aver scelto di allontanarsi dall’amore! E visto che io ho vissuto tutte e due le cose, credimi: il dolore batte il rimpianto senza neanche bisogno di giocare la partita! Non scappare, Sandra! Non lo fare!”
Sara e Lorenzo si erano guardati per tutto il tempo… Era forse il Destino che li invitava a riflettere sui loro sentimenti, sui loro progetti futuri?
- “Amore, dai! Siediti!” disse a un tratto Veronica.
Drinn.. Drinn… - “Ah! Scusate! È Stefano!”
E questo? Anche questo era un segno del Destino? Forse…
Così Lorenzo raggiunse Veronica e Sara andò a parlare con Stefano nell’altra stanza.. Erano lontani, ma più vicini di quanto nemmeno loro credessero... 
Quando il film finì Sara non aveva ancora terminato la telefonata con Stefano. Così Lorenzo andò a letto, senza nemmeno darle la buonanotte.
“E pensare che nemmeno 24 ore fa eravamo insieme, lontano da tutti…” pensavano contemporaneamente, non riuscendo a dormire.
Per fortuna la sveglia suonò prima del solito. C’era la sorpresa a Marco, Maria, Jonny, Palù e i gemelli da preparare!!
Ma proprio il dover salutare la famiglia Levi-Martini li fece riflettere sulla loro futura separazione…

“E’ inutile! Continuo a pensare a Lei! Anche prima… Stavamo salutando Marco e Maria ma io avevo un groppo alla gola! Al solo pensiero che, fra meno di una settimana, non potrò più vederla non so…  Quando gliel’ho detto, stasera, pensavo di non farcela.. Ma ormai la decisione è presa! D’altra parte anche Tommy non ci ha fatto problemi! Ero sicuro che si sarebbe opposto.. Che avrebbe fatto una delle sue piazzate e invece.. E invece ha detto che gli avrebbe fatto bene cambiare aria! Non ci credevo! O meglio! Non ci volevo credere! A dire il vero ci speravo! Speravo che dicesse di voler rimanere dai Marini.. Di non voler andare a New York! Avremmo così avuto un po’ di tempo in più.. sì, io e Sara… Ma è andata così! Era destino! Oh! Io che pronuncio questa parola! E da quand’è che ci credo? No! Non ci credo! Non esistono sorprese.. Esistono solo le nostre scelte! E io la mia l’ho presa: andrò a New York con la mia famiglia. E Sara ha preso la sua: andrà da Stefano. Fine della storia.. Anzi: al dire il vero qui, una storia, non è mai iniziata!”

“E’ inutile! Continuo a pensare a Lui! Anche prima… Stavamo salutando Marco e Maria ma io avevo un groppo alla gola! Al solo pensiero che, fra meno di una settimana, non potrò più vederlo non so…  Quando me l’ha detto sarei voluta sprofondare lì… Non sapevo neanche cosa dire! Incredibile! È successo a me! Quando le mie amiche si infilavano in improponibili triangoli d’amore io, tra me e me, mi ripetevo che una cosa del genere non mi sarebbe mai accaduta!! E invece eccomi qua! A pensare a un uomo che non è il mio…. Come diceva quel film??? Ecco: io ho lasciato libero Lorenzo e Lui ha fatto la sua scelta! Ecco Sara! Mettitelo in testa! Lorenzo non è mai stato e mai sarà tuo!

Così, tra un pensiero e un altro, era arrivata l’ora di alzarsi.
Lorenzo, fin dalla mattina, era stato a telefono per risolvere gli ultimi intoppi per il trasferimento a New York. Sara, invece, aveva iniziato il trasferimento. Si erano ritrovati fuori casa Martini, entrambi immersi nei propri problemi, cechi dinanzi a ciò che davvero volevano. Lui era già nervoso di suo ma, quando aveva visto Sara e Stefano insieme, beh… il suo umore non era di certo migliorato!
Ma a volte il Destino è più forte di tutto.. E non solo il Destino!!!
Nonno Libero aveva avuto un’idea geniale: fingere di essersi rotto una gamba! Sì: in effetti era una bugia! Ma era per una buona causa: ritardare la partenza di Sara e Lorenzo in modo da dare al Destino il tempo “di fare il suo corso”.
Giusto il tempo di cambiare il corso degli eventi isomma!
                        

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x04 Un pappagallo è troppo e due sono pochi
– 9x09 Un amore splendido
- 9x15 La scelta di Anna
- 9x19 Rifugio d’amore
- 9x20 Il malato immaginario

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Capitolo 6
*** • VI Episodio _ La carezza del Destino ***


(Nota dell’autrice: ho deciso di raccontare i giorni che Sara e Lorenzo trascorrono dai Martini nell’attesa della guarigione di Nonno Libero! Quindi tutto ciò che racconterò, sia qui che nei prossimi capitoli, è incluso tra la fine della decima puntata e l’inizio dell’undicesima!)
 

21 gennaio, ore 20.00 circa

Erano passati alcuni giorni da quando Libero aveva avuto quel piccolo incidente fuori al portone di casa Martini. Veronica e Lorenzo avevano deciso che Lei sarebbe partita comunque, mentre Lui e Tommy l’avrebbero raggiunta dopo. Così Lorenzo, dopo essere stato in clinica, l’aveva accompagnata all’aeroporto.
– “Cos’hai?” le chiese, qualche minuto prima che si imbarcasse.
– “Niente..”
– “Su dai! La conosco quella faccia!”  
– “E’ che.. sì: ho una brutta sensazione!”
– “No! Amore. Non c’è niente di cui aver paura. Ora tu parti e il tempo di sistemarti arriviamo anche io e Tommy!”  
– “Va beh! Però a me sembra più un addio che un arrivederci questo!”  
– “No! E’ un Basta avere un po’ di pazienza e staremo di nuovo tutti e tre insieme!”
– “Va beh! Tanto abbiamo aspettato così tanto! Come hai detto tu???
– “Già! Oggi è 21.. Io e Tommy partiamo il 28!”
– “Eh! Stanno annunciando il mio volo!!”
– ¬“Allora: fai buon viaggio, amore mio!”
E la baciò. Lorenzo stette lì, a guadarla, fino a non vederla più. Poi si alzò e si avviò verso la macchina. Stava provando a svuotare la testa, a non pensare a niente. Così alzò lo sguardo e.. “Route-Cars… Autonoleggio… Lasciatevi guidare!” E pensò a lei..  
- “Eiii.. Come è piccolo il mondo, è?”
– “Direi più che è piccolo quest’aeroporto!”  
– “Affitti la macchina per andare a Roma, vero?”
– “No! Mi piace fare la fila!”  
– “Io l’ho già presa!”
– “Ah! Cosa ci fai qua, allora?”
– “Pensavo che.. potremmo viaggiare insieme?”
Lorenzo scoppiò a ridere.
– “No, guarda: ti ringrazio però ho quasi fatto la fila!”
– “Sì, ma scusa! Perché pagare due macchine quando possiamo usarne una sola..”
Ma Lorenzo non la stava ascoltando.. – “Ma guarda te!” 
– “.. E poi viaggiare da soli è…”
- “E’, è molto rilassante!” disse Lorenzo.
– “Noioso!” concluse Sara. 
– “Guarda.. Io ti ringrazio, molto però..”
– “Certo! Sì, scusa! Capisco… Grazie lo stesso!”
Sara era proprio nei guai. Ma la perseveranza…
– “Senti… Io non guido! Cioè: ho la patente ma non ho mai guidato in vita mia!” 
– “E come pensavi di fare?”
– “Pensavo di chiedere a te!”  
- “Va bene!” le aveva risposto.  “Ma dimmi una cosa? Non è che hai una paura irrazionale anche della macchina che è inutile razionalizzare? No.. Perché ci fermiamo al bar e facciamo scorta di bloody-mary!!”
– “No! Nessuna paura irrazionale! Tranquillo!”
– “Tranquillo? Per quel poco che ti conosco con te c’è poco da star tranquillo!” aveva concluso Lorenzo mentre si avviavano alla macchina.
 “Già! Quel viaggio fu proprio da matti! La corsa più pazza del mondo! A dire il vero, quella volta mi convinsi che Lei fosse appena uscita da un manicomio! Com’è che si definì Lei quella volta all’Eden?? Va beh: meglio Lei: logorroica, sì, ma almeno gentile che io, distante e scorbutico! Ripensandoci, avrei almeno potuto confortarla: stava per sposarsi… Ecco: Giuliano! Povero! Sara deve avergli spezzato il cuore.. Non ho mai capito il perché l’abbia lasciato sull’altare e non gliel’ho nemmeno mai chiesto. Quella volta all’Eden stava coprendo le mie magagne con Veronica, perciò quando Fabio le chiese: “Scusa, perdonami! Fammi capire una cosa! Dunque: mentre succedeva tutto questo c’era una persona che ti aspettava all’altare e tu non ti sei sposata per Lorenzo?” Lei rispose: “Beh! Sì.. L’ho capito dal primo momento che  l’ho visto che era l’uomo giusto per me!” Ma sono sicuro che non è così! Lei neanche mi conosceva! E’ da pazzi fare una cosa del genere! Eppure.. Eppure quanto vorrei che Lei non si fosse sposata per me.. Perché credeva che fossi io il suo Destino! Destino: da quando c’è Lei nella mia vita le volte in cui lo nomino sono moltiplicate. Addirittura Veronica adesso ci crede! Ma non io.. Lo diceva anche Shakespeare: ”  
E mentre pensava a ciò arrivò alla macchina. Salì e mise in moto. “Il destino non esiste! L’unico destino è quello che creiamo con le nostre mani!” concluse.
Ma, poco dopo, fermo al semaforo rosso, si girò intorno e, guardando una vetrina, lesse: “E se io stessi sbagliando? Se non avessi ragione?” si chiese Lorenzo. Così mise la prima e partì, più confuso di prima.
Non sapeva che stava andando incontro al suo destino!!



21 gennaio, ore 21.30 circa

Sara aveva appena salutato Stefano e stava chiudendo il bar. Si accorse che la macchina di Lorenzo non era ancora fuori casa Martini. “Non è ancora tornato dall’aeroporto!” pensò. Ma subito la sua attenzione si spostò su un libro posato sull’asfalto. “Ma quello?? Qualcuno lo avrà perso..” pensò. Si guardò intorno: non c’era nessuno! Così tra sé e sé rifletté: “Ora lo raccolgo e domani chiedo a qualche cliente se è suo o se sa di chi è!” Si avvicinò e lo raccolse. Il libro era: “La carezza del destino!” Sara non rimase tanto colpita dal titolo quanto dalla frase sulla copertina: “Cosa sei disposto a sacrificare quando l’unica persona che può salvarti è la stessa che deve ucciderti?” Rimase lì, incantata, inconscia del pericolo che stava per correre.

Intanto Lorenzo era quasi arrivato a casa. Stava per girare nella traversa che ospitava sia casa Martini che il bar di Sara quando squillò il cellulare. Si voltò a prendere il cellulare sul cruscotto e intanto impostò la curva. Stava per rispondere quando sentì un tonfo.
- “Ahi! Che male! Ma perché capita sempre a me!” disse Sara.
– “Oddio! Signora sta bene!” disse Lorenzo scendendo dalla macchina.
Sara, che aveva riconosciuto la voce (l’avrebbe riconosciuta tra milioni!), gli rispose:  - “E da quando mi dai della ?”
– “Sara? Oddio! Stai bene?” le chiese avvicinandosi.
– “Ma ti si è incantato il disco! Sto bene! Per fortuna andavi piano! Immagina se sfrecciavi come fanno i piloti di formula 1!”
– “Menomale! Mi sono distratto un attimo per prendere il cellulare e quasi quasi stava per ucciderti!”
“Cosa sei disposto a sacrificare quando l’unica persona che può salvarti è la stessa che deve ucciderti?” ripensò Sara.
– “Oh! Sara! Che hai?” le chiese Lorenzo, vedendola un po’ assente.
– “Nulla! Dai.. Parcheggia la macchina prima di fare altri incidenti!”
– “Va bene! Tu incomincia ad entrare!”
– “Sì vado a letto! E non ti preoccupare: sto bene!!”
Lorenzo parcheggiò la macchina e, senza nemmeno salutare i Matini, con la borsa in mano, corse in mansarda.
– “Posso?” chiese Lorenzo.
– “Solo se non sei qui per visitarmi!” gli rispose Sara.
– “Dimenticavo che stavo parlando con una paziente indisciplinata!” disse Lui, posando la borsa sulla sedia.
– “Dai entra!!”  
– “Allora: come stai?” 
– “Bene! Non ti devi preoccupare per me!”
– “Ma per caso hai sbattuto la testa? Altrimenti non ti puoi addormentare..”
– “No! Ho preso solo una botta al ginocchio!”
– Fammi vedere!”
– “No veramente! Non sai quante ne ho prese quando mi allenavo!”
- “Posso fare qualcosa?”
– “Che ne dici di farmi un po’ compagnia?”
– “Va bene!”  
– “Di che vuoi parlare!”
– “Non lo so!” 
– “A proposito!” disse Lorenzo, sedendosi vicino a Sara, proprio come Lei aveva fatto con Lui quel pomeriggio dopo la piscina. “Che stavi facendo prima, ferma, in mezzo alla strada?”
– “Stavo raccogliendo questo!” disse Sara, porgendogli il libro ! “Non è il mio, però!” disse Sara quando vide Lorenzo sorridere, dopo aver letto il titolo.
  – “Sì, certo!”  
– “Giuro! L’ho visto lì per terra. Allora ho deciso di raccoglierlo così domani posso chiedere a qualche mio cliente se è suo o se sa di chi è.. Anche se..”  
– “Ti è venuta voglia di leggerlo!”
– “Sì.. In effetti!”
– “Che dici? Mentre ti faccio compagnia te lo leggo io?”
– “Buona idea!” E così Lorenzo iniziò con il leggere la descrizione del libro.
“Uno sguardo, e Gemma Bloom capisce di essere perduta. Non ha idea di chi sia quel ragazzo, ma da quando l'ha incontrato non fa che pensare a lui, al suo sorriso enigmatico e ai suoi occhi impetuosi come il mare in tempesta. E anche Evan è rimasto stregato da lei e dalla forza del legame che si è subito creato tra loro. Potrebbe essere l'inizio di una storia d'amore perfetta, eppure Gemma è divorata dai dubbi. C'è qualcosa di oscuro in Evan, qualcosa che la spaventa. Forse perché, a volte, Gemma è l'unica a notare la presenza di Evan, mentre per tutti gli altri sembra invisibile? O perché alcune persone sono state trovate morte poco dopo essere state viste con lui? Una sola cosa è certa: in fondo al cuore, Gemma sa che la sua vita dipende da Evan. E in effetti è così... anche se non nel modo in cui lei s'immagina. Il destino di Gemma, infatti, è segnato: il suo tempo sta per scadere. E la missione di Evan è accompagnarla nel regno dei morti. Questa volta però è diverso. Questa volta Evan si trova di fronte a una scelta dolorosa: obbedire agli ordini e uccidere la donna di cui è perdutamente innamorato, o sfidare le leggi del cielo e degli inferi per salvarla?”
– “Ehhh! Questo dovrebbe piacere ad Elena! Sembra di leggere di Edward e Bella…” Ma si interruppe. Sara si era addormentata, proprio come Lui prima dell’operazione. “Un altro scherzo del destino?” pensò Lorenzo. Ma poi, ripensando a quel pomeriggio si ricordò che Sara gli stava parlando di qualcosa di importante.. Ricordò solo di aver sentito la parola “cuore”, così di sfuggita. Ma niente, non riusciva a ricordare più nulla! Così, posò il libro, prese una coperta e gliela poggiò addosso. Poi le si avvicinò e le diete un bacio sulla fronte.
Stava per andare via ma all’improvviso Sara, prendendogli la mano,  bisbigliò:
- “No, Lorenzo.. Non lasciarmi!”
Le fece una tale tenerezza che si sedette lì, vicino a Lei, e rimase lì a contemplarla per un tempo indeterminato. Poi si addormentò accanto a Lei. E tutti e due, come accadeva ogni volta che stavano insieme, dormirono beatamente, senza alcun problema di insonnia. Così trascorsero la notte, la sestultima che avrebbero potuto condividere sotto lo stesso tetto, prima che le loro strade si separassero… per sempre.


                 
22 gennaio, ore 5.00

- “Drinnn-Drinn..”
– “Maledizione! Altri due minuti! Ho ancora sonno…” bisbigliò Sara, senza staccare la sveglia.
– “Beh! Se non la togli è inutile anche il cuscino che hai sulla testa!” disse Lorenzo, mettendosi a sedere. 
– “Oddio!”
– “Chi hai visto? Un fantasma?” le chiese Lorenzo, divertito dall’espressione di Sara.
– “Ma tu..?”
– “Tranquilla! Ti sei addormentata mentre ti stavo leggendo il libro.. Ma poi.. a quanto pare, mi sono addormentato anch’io! Scusa!”
– “Ma di che!”  
– “Ma che ore sono?” le chiese Lorenzo.
– “Le 5!” 
– “Le 5? Ma sei matta? Che ti svegli a fare così presto!”
– “E chi si sveglia!”
– “Ah già! L’insonnia!”
– “Già!”
– “Sai: ho io il rimedio giusto per te!”
– “Ah sì? Quale?”
– “Oggi devo andare a un congresso.. E’ all’ “Sofitel Roma Villa Borgese!” Ci sono già stato! E’ bellissimo l’Hotel! E’ a 5 stelle!”
– “Ah! Sei stato lì con Veronica? Cos’è l’Eden non andava più bene per i vostri incontri clandestini?”
- “Ah… simpatica! Se mi fai parlare ti spiegp!!! Ti potrebbe interessare perché oltre un congresso sulle insufficienza mitralica e tricuspidale congenita lì c’è anche una troupe di ragazzi che lascia volantini su come curare delle normali malattie con rimedi dell’erboristeria.. Potresti vedere se ti dicono il nome di qualche tisana, camomilla…”
– “E tu dici che funzionano?”
– “Tentar non nuoce!”
– “Va bene! Mi hai convinto!”
– “Allora adesso dormiamo un altro po’.. Poi doccia, colazione e andiamo!” E, detto ciò, Lorenzo sprofondò di nuovo sul letto.
– “Ci sto! Però metti la sveglia tu con il tuo cellulare…”
– “Va bene!”  
Ma Lorenzo stava già ricadendo nelle braccia di Morfeo e non mise la sveglia…

 

22 gennaio, ore 8.30

- “Sara! Sara! Svegliati! Sono le 8 e mezza! Ma non stai bene???” Enrica e Libero erano preoccupati per la giovane Levi.
A Sara e Lorenzo servirono qualche secondo per capire cosa stesse succedendo.
– “Sara! Possiamo entrare?”  
A quella domanda Sara e Lorenzo capirono tutto. Guardarono l’orologio e sgranarono gli occhi. 
– “Oddio! Ma non hai messo la sveglia?” disse Sara, bisbigliando.
– “No! Me ne sono dimenticato!” rispose Lui.
– “Allora: entriamo!”
– “No! No! Un attimo! Sono impresentabile!” Poi, guardando Lorenzo, Sara, preoccupatissima, disse: “Che facciamo?”
– “Ehh.. Ora io mi nascondo e, appena loro vanno via, scendo e vado in garage!” Poi, guardandosi attorno, disse: “Sì! Ma dove mi nascondo?” 
– “Sul tetto!”
– “Sul tetto?”  
– “Ohh! Non fare storie e vai!”
Lorenzo si avvicinò alla finestra e salì sul tetto, nascondendosi.
– “Libero! Enrica! Che è successo?” 
– “A noi nulla! Non ti vedevamo scendere e così siamo saliti noi!”  
– “E’ che non ho sentito la sveglia!”
– “No.. va beh! L’importante è che stai bene! Ti aspettiamo giù… Ah hai visto Lorenzo?” le chiesero i due prima di andare. 
– “Lorenzo? Io? No! Non l’ho visto! A dopo, ehh!” disse Sara, accompagnandoli alla porta. Poi corse alla finestra e disse:  “Via libera!”
– “Menomale! Un altro minuto e cadevo giù!”
– “Ah dimenticavo: soffri di vertigini!”
– “E che c’hai da ridere?”
– “Nulla!”
– “Va beh! Allora che facciamo?”
– “Doccia, colazione e congresso!”
– “No!” disse Lorenzo, serio.  
– “Come no? Hai già cambiato idea?” chiese Lei, delusa.
– “Sì! C’è: no! Doccia, niente colazione e subito congresso.. Altrimenti facciamo tardi!”
– “Va beh! Ho capito! Ma la doccia la faccio prima io!” disse Sara, prendendo le asciugamani e correndo in bagno.
– “Sì! Ma chiudi la porta a chiave se no può entrare qualcuno!”
– “Sì.. Sì Com’era: !!!” gli rispose, facendogli il verso.
E così Sara andò a fare la sua doccia mentre Lorenzo scese giù in garage; prese l’occorrente e andò a fare la fila al bagno. Era l’unico. D’altronde erano le 8 e mezza: i ragazzi erano tutti a scuola; i nonni, ormai, avevano già fatto. Così stette lì ad aspettare che Sara finisse. Quando la vide uscire si guardarono e sorrisero.
– “Non ci mettere una vita. A quelli che organizzano i congressi non piace aspettare.. e neanche a una donna!”
– “Sì! Un quarto d’ora e sono pronto!”   

 

22 gennaio, ore 9.30 circa

- “Ma quanto la fai lunga! Per qualche minuto di ritardo!!!” 
– “Qualche minuto? Io alle 9 meno un quarto era giù in salotto ad aspettare e tu sei scesa a-d-e-s-s-o!!!” disse Lorenzo, scandendo bene l’ultima parola.
– “Va beh! E che sarà mai!!! Adesso arriviamo! Quand’è che inizia il congresso?”
– “Alle 11!” disse Lorenzo, mentre partivano.
– “Alle 11??? E perché fai tutte queste storie???”
– “Perché prima di arrivare al congresso dobbiamo andare in un posto!”  
– “Ah! Va beh! Potevi dirmelo! Avrei cercato di fare prima… E’ che non sapevo cosa indossare.. Ho sempre evitato gli eventi mondani quando ero un’atleta..”
– “Tranquilla! Stai benissimo!” le disse. Indossava un tubino blu, con un tacco alto e un cappotto beige. Parlando, Sara non si era accorta di dove stesse parcheggiando Lorenzo. Se ne accorse solo quando Lui le disse che erano arrivati.
– “Ma che ci facciamo qui?” gli chiese.
Erano dinanzi al cinema, quello di quel lontano giorno di settembre.
– “Sbaglio o devi portarmi in una pasticceria qui vicino? Sono mesi che ho voglia di una fetta di torta!”
– “Già è vero!”
– “Allora: andiamo a fare colazione o no?”
– “Sì!”  
Così le diede il braccio e si avviarono in pasticceria.
La pasticceria era a pochi passi dal cinema. Era antica e accogliente. A quell’ora era semivuota così, dopo aver affidato alla commessa l’incarico di scegliere degli assaggi da portargli, Sara e Lorenzo andarono a sedersi a un tavolino.
– “Allora? Questo congresso dura tutta la giornata?”
– “Perché? Hai da fare??”
– “No! Però…”  
– “Però?”
– “Va beh.. sì! Sai che allegria!”
– “Sara è un congresso sulle malformazioni cardiache! Cosa ti aspettavi??”
 Sara quasi si pietrificò! - “! Questo sì che è uno scherzo del destino!”
– “In che senso?” le chiese Lorenzo.  
– “Niente! Ecco i miei dolci!”  
– “, vorrai dire!”
– “Sì, sì! Nostri!!”
E così incominciarono ad assaggiare i dolci. Ne mangiarono così tanti che Lorenzo disse:
- “Dopo ciò mi sa che invece di andare al congresso andiamo a Villa Aurora per indigestione!”  
– “Il solito esagerato!”
– “Io, eh! Va beh: vado a pagare e andiamo!”
– “No dai… Facciamo metà ciascuno!” disse Sara, alzandosi e andando alla cassa con Lorenzo. 
– “Non ci provare!”
– “Ma dai! Guarda: siamo nel terzo millennio! Le donne sono emancipate, hanno il diritto di voto, una carriera…”
– “Sì! Ma alla “mia” donna offro io la colazione!” disse Lorenzo. Non si era accorto di ciò che aveva detto. Solo un attimo dopo si corresse: - “… C’è… alla mia ospite…”
– “Va beh! Grazie!” E così Sara incominciò ad uscire.
– “!” Quanto vorrei che fosse così!” pensarono entrambi…
- “Allora: andiamo?”
– “Certo! Solo una domanda!” disse Sara, salendo in macchina. “Ma a questo congresso ci sono dottori giovani e  belli?”
– “No, a parte me!”
– “Ah! La modestia!” scherzò Sara.
E così partirono alla volta dell’hotel.

 

22 gennaio, ore 10.30 circa

Dopo aver parcheggiato, Sara e Lorenzo si avviarono alla reception per chiedere informazioni sul congresso.
– “Secondo piano! Salone degli specchi!” Così andarono all’ascensore.
– “Scale no?” chiese Sara.
– “Scusa: se c’è l’ascensore perché prendere le scale?”
– “Fanno bene alla salute… C’è: ti vuoi risparmiare due rampe di scale ma poi vai a correre! Certo che sei strano!”
– “Ah: lo strano sono io tra i due?”
– “Certo! Cos’ho io che non va?” gli rispose Sara, entrando in ascensore.
– “Due!” disse Lorenzo.
– “Lo so! C’ero anch’io quando hai chiesto alla reception!” 
– “Va beh! Non si sa mai!”
– “E poi gli ascensori possono rompersi all’improvviso…” continuò Sara, facendo finta di non aver sentito quello che Lorenzo aveva detto.
– “Sara: siamo nel terzo millennio! Oltre a donne emancipate, abbiamo anche una tecnologia molto avanzata e non succederebbe mai e poi mai che un ascensore si rompa o si ferm..”
Ma in quel momento l’ascensore divenne buio e si bloccò di colpo. La luce ricomparve dopo pochi secondi ma l’ascensore non si muoveva.
– “Che stavi dicendo?” gli chiese Sara.
– “Sara stai calma.. Lo so che sei claustrofobica ma tanto basta premere il campanello e ci tirano fuori di qui!”
– “Io non sono claustro… c’è sì! Ma se ci sei tu con me non ho paura!” gli rispose, ricordando della bugia detta quella volta per non fare la tac.  
Lui le sorrise e suonò il campanello. Dopo poco arrivò l’addetto che disse:
- “Signori siamo mortificati per l’inconveniente! Il guasto è più serio del previsto, ma abbiamo già chiamato il tecnico!”
– “Bene!” dissero i due.
– “Quante persone siete in ascensore?”
– “Due! Io sono il dott. Martini.. Ero venuto qui per il convegno e con me c’è…” e guardando Sara, concluse: “.. mia moglie!”
– “Bene! State calmi. Fra poco vi tireranno fuori di qui!”
– “Tua moglie?” chiese Sara.  
– “Va beh! Ormai sei mia moglie per un sacco di gente!” e risero.
– “Allora che si fa?”
– “Ci mettiamo comodi e aspettiamo!”
– “Va beh!”
E così si sedettero. A un certo punto Lorenzo rise.
– “Che c’è?”
– “Pensavo che quando sto con te o mi sporchi la camicia con un coktel o rimango chiuso da qualche parte!”
– “Sì ma questa volta non è colpa mia! Io volevo prendere le scale! Sei tu che hai scelto questo catorcio del terzo millennio!”
- “Già! Ma quante ne abbiamo passate insieme?” le chiese Lorenzo.
– “Tante! Troppe! Però, dai… ci siamo divertiti.. a volte!”
– “Già!”
– “Ma ti ricordi quella volta a Ostia con Tommy.. e quella volta che ha organizzato la festa a casa di Veronica?” ricordò Sara.
– “E perché? Quando tu l’hai fatto venire con noi a cercare Giada? Che poi sempre contro di me ti schieri!”
– “Ma non è vero!”
– “Sì! Quella volta al mare non mi volevi aiutare con Tommy; quando cercavamo Giada io gli avevo negato il permesso di venire e tu? hai detto, o no?”
 - “E hai fatto male a fidarti di me?” 
– “No!”
– “Allora cosa recrimini?”
– “Niente! Te l’ho già detto… Io non mi pento di niente!” le disse, guardandola con la stessa tenerezza e lo stesso amore di quella volta al rifugio.
– “Signor Martini! Abbiamo dei problemi con l’ascensore…”
– “Ma no! Non me ne ero accorta!” disse Sara a bassa voce.
 Lorenzo rise. – “Shh.. Fammi sentire!”
– “Siamo mortificati ma.. ci vorrà circa un’ora!”
– “Bene!” disse Lorenzo.
– “Ma non vi preoccupate! Vi tireremo fuori! Solo… Non vi muovete!”
– “Sì, sì..” rispose Lorenzo e, abbassando la voce e rivolgendosi a Sara, disse: “Ma dove crede che andiamo?”
– “Boh!”
– “Allora che intendi fare per la prossima ora?”
– “Non lo so!”  
– “Comunque… Bella borsa! Non si nota!” scherzò Lorenzo, dato le dimensioni extra large dell’accessorio di Sara. 
- “Ah non è mia! E’ di Maria… E’ mio solo il cellulare.. A proposito: secondo te c’è linea?”
– “Perché devi chiamare qualcuno?”
– “No.. Però… Se stiamo male.. Se sto male…” disse Sara con un filo di voce.
– “Ti dirò un segreto: sono un medico!” disse Lui, bisbigliando.
- “Ah.. Sei diventato più simpatico dalla prima volta che ti ho incontrato!!! Ma dove l’ho messo???” Ma mentre Sara cercava il cellulare nella borsa trovò un dvd.
– “E questo?” le chiese Lorenzo.
– “Non è mio! Sarà di Maria! l’hai mai visto?”
– “Sì! E tu?”
– “No!”
– “Non ti sei persa niente!” fece Lorenzo.
- “Fammi leggere la trama! Allora:
- “Per caso conosci il regista? La pensa esattamente come te!!”
- “Zitto! Fammi leggere… Bello!”
– “E ti pareva.. Basta che c’è il destino…” la interruppe Lorenzo.
– “Dai: dimmi come finisce!” 
– “Ma non lo ricordo!” si oppose Lui, facendo il vago.
– “Non è  vero! Stai mentendo! Lo riconosco quando dici una bugia! Ormai ti conosco!”
– “E va bene! Allora… Jonathan ritrova lo scontrino che Sara…” Solo allora si accorse che la protagonista del film aveva il nome della sua Sara…
– “Oh! Che hai? Stai male? Ti manca l’aria? Non resp..”
– “Sto bene! Stavo solo pensando a una cosa… Comunque.. ritrova lo scontrino di Sara, quello per l’acquisto dei guanti, proprio nel guanto che lei gli aveva lasciato e corre nel centro commerciale di allora, cercando di rintracciare la sua carta di credito. Aiutato da un amico rintraccia il vecchio palazzo dove abitava Sara, e alla fine l'agenzia immobiliare a cui Sara si era rivolta per cambiare casa. L'attività si è spostata, ma, nonostante conosca il nuovo indirizzo per continuare la ricerca, Jonathan rinuncia, poiché si ritrova di fronte ad un negozio di abiti da sposa. Secondo lui è un segno del destino, che gli impone di fermarsi e tornare a pensare al suo matrimonio. Jonathan continua ad avere però la testa altrove, e, durante le prove per il matrimonio, la sua futura moglie gli regala il loro libro, quello che ha sempre cercato, quello di Sara. Allora corre da lei a San Francisco: Sara non c'è, ma lui vede dalla finestra una ragazza con il fidanzato.. In realtà è la sorella. Jonathan la scambia per lei, così, amareggiato e sconsolato torna a New York.”
– “No! Ma dai!”
– “Ti vuoi stare zitta? Non ho finito…” le disse, fingendo di essere scocciato dal suo comportamento. Ma in realtà amava sempre di più ogni sua sfaccettatura. “Allora…  Sara nel frattempo è a New York.  Ha convinto il suo futuro sposo di dover ricaricare le batterie e, regalando un viaggio a un’amica, va in giro nel tentativo di trovarlo. L’amica di Sara incontra casualmente la sua ex compagna di college che è la futura moglie di Jonathan.. “ 
– “No! Come è piccolo il modo… Scusa!” gli disse Sara vedendo l’espressione di Lorenzo.
- “..all’albergo dove verrà celebrato il matrimonio con Jonathan e dove Sara pernotta con l'amica e sia Sara che l’amica vengono invitate al matrimonio al quale però solo Eve, mi pare che così si chiami l’amica, accetta. Sara, raggiunta dal fidanzato, amareggiato per averla trascurata, decide di troncare la relazione: tutti questi segni lanciati dal destino le hanno fatto capire di non essere più innamorata di lui tanto da sposarlo.” 
– “Lo sapevo!”
–“Era ovvio! Va beh! Sara decide di  tornare a casa, ma sull'aereo vede una persona maneggiare proprio la banconota con l'indirizzo di Jonathan. Rinuncia al volo e cerca di rintracciarlo ma scopre che proprio lui è il futuro marito dell'amica di Eve. Corre disperata al matrimonio ma la cerimonia è stata annullata.”
– “E vai.. E come finisce? Si incontrano? Dove? Quando?”
– “Zitta!!! Jonathan è steso sulla stessa pista di pattinaggio di tanti anni prima, fissa le stelle tenendo vicino il guanto. All'improvviso si vede lanciare l'altro, e si ritrova accanto Sara, arrivata lì per aver dimenticato la giacca su una panchina.”
– “Sì! E..”
– “E.. dopo un anno festeggiano il loro anniversario brindando nello stesso reparto accessori dove si erano incontrati tra guanti e sciarpe! Tutto qui!”  
– “ ? Ma sei un troglodita? E’ una storia d’amore bellissima! Vuol dire che nessuno può sfuggire al suo destino!”
– “Dici?”
– “Già!”
– “Sembra un bel film! Ce lo vediamo qualche volta? Uno di questi giorni, magari…”
- “No! Anzi dammi questo dvd…”
– “No! Lascialo!” E così si incominciarono a contendere il dvd.
- “Lascialo ti ho detto!” disse Sara.
– “Altrimenti?”
– “Altrimenti te ne pentirai!”
– “Ah sì?”
- “Sì!”
Ma Lorenzo non mollava la presa.
– “L’hai voluto tu!” gli disse Sara e incominciò a fargli il solletico.
Ma mentre si stavano divertendo come pazzi si ritrovarono pericolosamente vicini… Si guardarono negli occhi e si avvicinarono. Stavano per baciarsi ma…
- “Signor Martini! Il guasto è risolto! Vi tiriamo fuori!”
– “Bene!” fece Sara. “E questo è mio!” disse prendendo il dvd.
Intanto l’ascensore era ripartito e, in pochi attimi, si ritrovarono al secondo piano.
– “Come state?” gli chiese il direttore dell’albergo.
Sara stava per rispondere che stavano bene ma Lorenzo la bloccò.
– “Io bene ma mia moglie è molto provata… Quindi adesso la riporto a casa!”
– “Siamo mortificati!” disse il responsabile dell’impianto.
– “Cose che capitano! Arrivederci!” si congedò Sara.
Sulle scale, l’ex-atleta chiese: - “Ma perché ti sei inventato che stavo male?”
– “Mi serviva una scusa per scansarmi il congresso.. Oh! L’hai detto tu:
– “In effetti! Allora andiamo a casa?”
– “No! Ho un’idea! Prego Signora Martini” e le porse il braccio.
E così si avviarono alla macchina.

 

22 gennaio, ore 12.30 circa

- “Allora! Mi dici dove stiamo andando?”
– “Ma lo sai il significato della parola ”? le chiese Lorenzo.
– “Sì! No! Allora? Siamo andati a casa e mi hai fatto aspettare 5 minuti in macchina mentre tu eri dentro a fare chi sa cosa! Poi sei risalito in macchina, dopo aver messo qualcosa nel cofano, e siamo partiti. Mi vuoi dire dove stiamo andando? Insomma è la seconda volta che oggi organizzi qualcosa senza dirmelo!”
– “Credevo ti piacessero?”
– “Cosa?”
– “Le sorprese!” le disse soddisfatto.  
– “Ah! Allora non ti vuoi sbarazzare di me?”  
– “Ancora no!” le disse, spegnendo la macchina.
A quel punto Sara smise di fissare Lorenzo e si guardò in torno: Lorenzo aveva appena fermato la macchina in un parcheggio.
– “Ma dove siamo?”
– “Certo che tu hai girato il mondo ma poi ti perdi sui fondamentali!”
Intanto scesero dalla macchina e Sara si guardò intorno: l’aveva portata al Colosseo!
– “Che ne dici di vedere com’è?”  
– “Certo! Sì.. però un problema!”
– “Cosa? Hai un impegno?” le chiese Lui, pensando immediatamente a Stefano.  
– “No! La !”
– “Scusa?”
– “Certo che tu il francese lo conosci solo se si parla di vino! L’abbigliamento! Vada pure per il vestito, ma non posso visitare il Colosseo con un tacco 12!”
– “Già! Allora andrò io! Tu aspetti qui.. così non pago neanche il parcheggio!” disse Lui, facendo finta di avviarsi.
– “Stai scherzando?” chiese Lei, incredula.
– “Sì! Naturalmente ho pensato a tutto!” rispose Lui, tornando da Lei, e dandole un bacio sulla fronte. Così aprì il cofano e prese uno scatolo. “Le riconosci?”
– “Ma sono le mie scarpe da corsa!”
– “Già… Le ho prese beige, così si intonano all’abito!”
– “Ah! Sei andato a prendere queste prima, a casa?”
– “Queste..” disse Lorenzo, indicando le scarpe, “.. e questa!” concluse, sfoggiando una guida.  “Allora? Ti va di accompagnarmi?”
– “Sì! Non sono mai andata al Colosseo!”
E così Sara indossò le scarpe da ginnastica e Lorenzo tolse giacca e cravatta, indossando solo il cappotto: c’era il sole ma faceva freddo!
– “Scusa.. mica devi stare comoda solo tu!” si giustificò.
E così, dopo aver mangiato un panino di corsa,  si tuffarono nella Roma antica. 

 

22 gennaio, ore 16.30 circa

- “Certo che starti dietro è una missione impossibile!”
– “Mamma mia.. Quanto la fai lunga!” gli rispose Sara. “Tu mi porti in un posto così bello e ti vuoi mettere con una guida in mano a leggere la storia! Ma fatti guidare dall’istinto!”
Sara e Lorenzo, infatti, erano appena entrati al Colosseo, dopo aver visitato i fori imperiali, ma avevano una visione diversa su come approcciarsi a un tour turistico.
– “E’ meglio non farlo, credimi! Finirei per ucciderti!”
- “Va beh! Ho capito! Dammi la guida!”
– “Perché?”
– “Almeno leggo io! Allora: < Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium, anfiteatro Flavio è il più grande anfiteatro del mondo. È situato nel centro della città di Roma.> Ma tu questo non lo sapevi, vero? Avevi bisogno di una guida!”
– “Ma questi tuoi commenti a margine sono proprio necessari?”
– “Tranquillo: continuo: Beh: interessante!!! Continuo, continuo!” fece Sara a Lorenzo, che aveva uno sguardo non molto comprensivo. “ ” E guardando Lorenzo: “Stai attento! Appena avrò finito di leggere mi ripeti tutto quello che ho letto, incluse le misure!”
– “Simpatica!”  
Ecco appunto: dato che sta per cadersene a pezzi andiamo a visitarlo e non perdiamo tempo!”
– “Ma Sara!” disse Lorenzo, ormai disarmato.
– “Sua moglie è un ciclone! Ma ce la fa a starle dietro?” gli chiese un vecchietto che aveva assistito alla scena.
– “Per Lei farei questo e altro!” disse Lorenzo, congedandosi con un sorriso per correre da Sara.

 

22 gennaio, ore 20.00 circa

Sara e Lorenzo avevano terminato da poco più di un’ora la loro visita al Colosseo. Stanchi ed affamati, si erano fermati in un bar e avevano preso da mangiare: pizza margherita e birra per Lorenzo; panino napoletano ricotta e spinaci, arancini, sufflè e coca cola per Sara. Ne avevano discusso a lungo per poi concludere: “De gustibus non disputandum est!” Li avevano mangiati in macchina, fermi in un parcheggio, confrontandosi sull’utilità di una guida durante una visita. Poi, però, avevano rinunciato:
- “Inutile! Non troviamo un punto d’incontro io e te!” concluse Lorenzo.  
– “Beh: almeno su una cosa siamo d’accordo, però!” gli rispose ironica Sara.
Così decisero di tornare a casa. La famiglia Martini aveva già cenato e si stava sistemando in salotto per vedere un film. Fu lì che Sara e Lorenzo trovarono tutti.
– “Ciao famiglia!” dissero insieme Sara e Lorenzo.
– “Ciao!”
– “Come è andata la giornata, ragazzi? E’ stata piena?” chiese Libero.
– “In effetti! Io sono stato al Co…” rispose Lorenzo.  
– “In effetti! Io sono stata al  Co…” disse contemporaneamente Sara.
I due si guardarono e completarono la frase.
– “.. ngresso! Al congresso!”  
– “..losseo! Al Colosseo!”
– “Ah! Bravi!” fece Libero.
– “Ragazzi perché non vedete il film con noi?” chiese loro Enrica.  
– “Dai papà! E’ una delle ultime sere che possiamo stare insieme!” disse Tommy a Lorenzo.
– “Sì! Certo! Mi cambio e arrivo!” rispose. E poi, guardando Sara, le chiese: “Sei dei nostri?”
– “Ma.. io sarei un po’ stanca!”
– “Dai Sara! Ti prego!” si intromise Tommy.  
– “Va bene! Però scendo con il pigiama così dopo mi infilo sotto le coperte e dormo!”
– “Va bene!” dissero in coro i Martini.
 Lorenzo e Sara si guardarono e si sorrisero.
– “Ma non ci metterai una vita anche a metterti il pigiama?”
– “Due minuti e scendo!”

 

22 gennaio, ore 22.30 circa

Il film che Enrica aveva scelto (dato che Tommy, Elena e Bobò non erano riusciti a trovare un compromesso!) era “Insonnia d’amore!”. Nessuno l’aveva mai visto tranne Enrica. Ma bastò che quest’ultima dicesse che era ispirato a “Un amore splendido” per far sì che Lorenzo dicesse a Sara,  seduta vicino a Lui:
- “Questa è una congiura!”
– “No! Mi sa che è destino!”
Così il film ebbe inizio e tutti erano molto attenti.         
Sam Baldwin è  un architetto di Chicago, che perde la moglie Maggie a causa del cancro. Lui e il suo giovane figlio Jonah decidono di ricominciare una nuova vita a Seattle ma Sam non riesce a dimenticare la sua amata moglie. Un anno e mezzo dopo, alla vigilia di Natale del 1992, Jonah, che vuole che suo padre trovi una nuova moglie, chiama ad un talk show radiofonico e lo convince ad andare in onda per parlare di quanto gli manchi Maggie. Centinaia di donne provenienti da tutto il paese sentono la sua struggente dichiarazione e, toccate dalla storia, scrivono a Sam. Una delle ascoltatrici è Annie Reed, un giornalista del “Baltimore Sun”. Lei è fidanzata con Walter, ma ritiene che manchi qualcosa al loro rapporto. Dopo aver visto il film “Un amore splendido”, Annie scrive impulsivamente una lettera suggerendo che  Lei e Sam si incontrino in cima all'Empire State Building a San Valentino. Lei non ha intenzione di spedirla, ma il suo amico ed editore Becky lo fa per lei e si impegna ad inviare Annie a Seattle per un servizio. Sam inizia ad uscire con delle donne ma non è interessato. Però, seguendo il consiglio di una sua amica, Jessica, Jonah risponde a Annie, accettando di incontrarsi all’Empire State Building. Casualmente,  mentre accompagna una delle sue spasimanti in aeroporto per il volo, Sam vede Annie scendere dall’ aereo e ha il classico colpo di fulmine, anche se non ha idea di chi sia. Il destino però li riporta di nuovo lontani ma il figlio di Sam non demorde. Jonah vola a New York senza il permesso del padre, e va a l'Empire State Building in cerca di Annie. Sul ponte di osservazione chiede a tutte le donne non fidanzate se una di loro fosse Annie. Sam, sconvolto, segue il figlio e lo trova proprio sul ponte di osservazione. Nel frattempo, Annie e Walter amichevolmente mettono fine al loro fidanzamento. Così Lei si precipita alla Empire State Building, ma le viene detto che il ponte di osservazione è chiuso. Annie convince la guardia a permetterle di andare al ponte di osservazione (“Un amore splendido” è il film preferito della moglie della guardia) ma arriva pochi istanti dopo che le porte per l'ascensore dove Sam e Jonah sono saliti si chiudono. Nonostante il ponte di osservazione sia deserto, Annie convince l'operatore a farle dare una rapida occhiata in giro. Trova così uno zaino che Jonah si è lasciato dietro. Ma appena lei tira fuori orsacchiotto di Jonah dallo zaino, Sam e Jonah emergono dall'ascensore, e i tre si incontrano per la prima volta. Annie chiede a Jonah se l'orsacchiotto è il suo, e lui dice di sì. "Sei Annie?" le chiede Jonah. Lei annuisce, e Jonah sorride. "Sei Annie!", dice un Sam stordito. L'operatore si schiarisce la gola. Sam indica che dovrebbero andare e così offre la sua mano a Annie, e i tre vanno giù con l'ascensore, finalmente insieme.                     
Finito il film i piccoli Martini si congedarono a mano a mano e così fecero anche Ave, Libero ed Enrica. Lorenzo e Sara rimasero lì, sul divano. Solo in quel momento Lorenzo si accorse che Sara aveva le lacrime agli occhi.
– “Ma ti sei commossa?”
– “No! E’ un inizio di congiuntivite!” 
– “Sì certo!”
– “Va beh! E’ così bello che due che nemmeno si conoscano si fidino così cecamente del destino da mettere in discussione un’intera vita e…”
– “Già! Cose che succedono solo nei film! Non capita nella vita di tutti i giorni che due si incontrano così.. per caso, senza nemmeno dirselo, nello stesso posto…”
- “Va beh! Che dici: andiamo a letto?”
– “Va bene! Buona notte! E grazie per la bella giornata!” le disse Lorenzo.
– “Grazie a te… per la sorpresa!”
E così andarono a letto: Lorenzo in garage e Sara in mansarda…
Mancavano solo cinque giorni e sei notti al loro addio.

 

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x01 Dall’America con amore  
- 9x06 Procurato allarme      
– 9x09 Un amore splendido    
- 9x13 Insonnia d’amore 
- 9x14 Ritorno di Fiamma  
- 9x15 La scelta di Anna     
- 9x20 Il malato immaginario

 

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Capitolo 7
*** • VII Episodio _ I passi dell'amore ***


23 gennaio, ore 7.30 circa

Ormai a casa Martini erano tutti svegli e stavano già facendo colazione in cucina. Sara e Lorenzo erano stati i primi a scendere in cucina e lì, nel silenzio mattutino, avevano preparato la colazione.
- “Sara! Ma che ci fai qui?”
- “Buongiorno anche a te, eh!!” gli aveva risposto Lei, sorridendogli. “Tu piuttosto! Che domande fai? Io qui ci abito!!”
- “Ma va! Non lo sapevo! Ti chiedevo perché pensavo stessi al bar!”
- “Beh! Volevo preparare la colazione! È uno degli ultimi giorni che sto qui, quindi…” gli rispose con un filo di voce.
Lorenzo la guardò e, senza dire nulla, si mise a darle una mano. Lì li trovarono i Martini.
– “Ma ragazzi! Non dovevate!” disse Enrica.  
– “Ma sì! E poi ci ha fatto piacere!” aveva risposto Lorenzo, sorridendo a Sara.
Libero, Enrica e Ave avevano colto i sorrisi e gli sguardi che i due si lanciavano ma facevano finta di niente.
– “Tu Libero.. Come ti senti?” gli chiese Lorenzo, cercando di distogliere lo sguardo da Sara.
– “Eh! Sai: quando uno è giovane ci mette poco a guarire… Ma uno vecchio come me…” 
– “Ma no, Libero! Sei sempre un giovanotto!” lo consolò la giovane Levi.
– “Grazie! Ma tu lo dici perché sei gentile e dolce.. Sai.. ci mancherai!” 
- “Mi mancherete.. anche voi!” disse Sara, che aveva detto l’ultima parola guardando Lorenzo.
– “Papà.. scusa! Puoi venire un attimo di là? Ti devo dire una cosa importante!” disse Tommy all’improvviso.
– “Certo!” disse Lui.
– “Sara.. Potresti venire anche tu?”
Sara e Lorenzo si guardarono.  – “Certo!”
Così si alzarono e andarono in salotto.  
– “Allora… Mi sembra di aver capito che voi due..”  
– “ cosa?” chiesero Sara e Lorenzo insieme.
– “Che oggi siete un po’ impegnati..”
In effetti Sara aveva detto ad Ave che sarebbe dovuta correre al bar a sistemare un po’ di cose mentre Lorenzo aveva detto a Libero ed Enrica di avere una serie di visite a Villa Aurora. 
– “Beh! Sì!” dissero i due, guardandosi, sollevati.
– “Ecco.. Però vi vorrei chiedere una cosa!”
– “Tommy così mi fai preoccupare…” lo incalzò Lorenzo.  
– “No! Non ti preoccupare! Beh! Dato che tra pochi giorni io e te dobbiamo partire… vorrei fare una sorpresa a Elena e Bobò! Vorrei portarli una giornata al Lo so che oggi c’è scuola ma.. per favore possiamo andare?”
– “Tommy: vorresti marinare la scuola?” gli chiese Lorenzo.
– “Lorenzo: tecnicamente non vuole dato che ti sta chiedendo il permesso!” si intromise Sara.
Lorenzo la guardò divertito e poi si rivolse a Tommy. – “Per questo l’hai voluta qui, dì la verità! Due contro uno ho perso in partenza!”
– “No! Non è per questo che l’ho voluta qui con noi… Beh: io vorrei che insieme a Elena, Bobò e me veniste… sì! Veniste anche voi!”
– “Noi?” gli chiesero in coro Lorenzo e Sara.
– “Sì! Ma se dovete per forza lavorare o non volete…”
– “Ma certo che veniamo… Sai che divertimento!” fece Sara.
– “No! Aspettate! Voi avete scuola e noi il lavoro!”  
– “Papà tra cinque giorni dobbiamo partire.. Non vedrò più Elena e Bobò.. Non ci sarà Sara a farti ragionare quando farò qualche casino… Ti prego! Vorrei solo vivere una giornata insieme.. noi tre! Con Elena e Bobò che sono un po’ i fratelli che non ho mai avuto..”
– “E va bene! Forza! Avvisa i tuoi cugini che tra mezz’ora si parte!” disse Lorenzo, dopo un momento di suspense.
– “Grazie papà!” E così Tommy si catapultò a dare la notizia ai cugini.
– “Allora si va al  Rainbow Magicland?” fece Lorenzo.
- “Ci sei mai stato?”
– “No! E tu?”  
– “Sì!”
– “Non avevo dubbi!”
– “Aspetta un attimo… Ma col lavoro?” chiese Sara, improvvisamente ritornata alla realtà. 
– “Io chiamo in clinica e dico che ho dei problemi con Libero e tu.. dai: darai a Vittorio un aumento per tutte le volte che lo hai lasciato da solo!”
– “Ci sto! Su forza: vai a mettere le scarpe di ginnastica che oggi ci divertiamo!”  
– “Non vedo l’ora!” disse Lorenzo con la sua solita ironia. Ma non era mai stato tanto sincero come in quel momento…
 

E così Elena, Bobò, Tommy, Sara e Lorenzo, dopo aver avvisato i nonni, erano partiti alla volta del “Rainbow Magicland”. I ragazzi non riuscivano a stare fermi e zitti: erano eccitati ed emozionati. Lorenzo, mentre guidava, guardava una volta lo specchietto retrovisore e una volta Sara: non aveva mai misto Tommy così contento ma negli occhi gli leggeva un velo di tristezza. Sara aveva notato che Lorenzo era preoccupato e, percependo che la fonte della sua inquietudine fosse Tommy, a bassa voce, gli disse:  
-“E’ normale che sia un po’ moggio… Sai: non riesce in pieno a viversi questo momento perché sa che durerà poco…”
Lorenzo la guardò quasi estasiato. Gli aveva letto nel pensiero?
– “E’ che… Non so se abbiamo fatto la scelta giusta… io e  Veronica. Forse non avremmo dovuto chiedergli di prendere una decisione del genere subito dopo la partenza di Giada…”
- “Ma no! Tu e Veronica avete fatto la scelta giusta… per tutti!” disse Lei, guardandolo negli occhi.
Sara avrebbe tanto voluto che Lui la contraddicesse; Lorenzo avrebbe tanto voluto contraddirla… Stava per confessarle che non era più sicuro di nulla.. Ma…
– “Ma che inciuciate voi due?” li interruppe Tommy. “Papà, invece di parlare, pensa a guidare!”   Sara e Lorenzo si scambiarono un sorriso.
- “Sì, sì Tommy! Guido, Guido però stai calmo!” gli rispose Lorenzo.
- “Sì guidi, però accelera pure!! Stai andando lento come una lumaca!” gli rispose il figlio.
- “Ma..” aveva obiettato Lorenzo.
- “Tommy tranquillo! Ora ci penso io a controllare la lumaca di tuo padre!” si intromise Sara.
- “Eccoli qua! Il gatto e la volpe!!” concluse Lorenzo, mentre Sara, Tommy e i gemelli ridevano.
In poco, così, arrivarono al parco e lì, tra giochi e scherzi, ebbe inizio una delle giornate più belle che sia Tommy che Lorenzo avessero mai trascorso. 
– “Allora?? Che facciamo?” chiese Lorenzo.
- “Lorenzo, che vuoi fare? Stiamo al Rainbow Magicland!! Adesso scegliamo un’attrazione e la proviamo!!!
- “Ecco! Mettiamo le cose in chiaro! I ragazzi scelgono un′attrazione e la provano; tu, se vuoi, li accompagni mentre io vi aspetto qui! Casomai mi leggo qualcosa…”
- “Ma Lorenzo! Non starai dicendo sul serio! Su! L’unione fa la forza!!” gli rispose Sara facendogli con un sorriso rassicurante.
- “Ci sono! !” propose Tommy.
- “Eh! E che cos’è?” chiese l’integerrimo dott. Martini.
- “Ora vedi!” gli rispose Sara, prendendogli la mano e trascinandolo per il parco.
“Battaglia navale” consiste nel simulare una vera e propria battaglia d'acqua fra gli ospiti presenti sulle barche e quelli su un pontile esterno costruito appositamente.
I Martini non ebbero dubbi sul dove posizionarsi..
- “Barca!” dissero Tommy, Sara e i gemelli.
- “Ma perché non andiamo sul pontile?” chiese Lorenzo.
- “Papà, non essere sempre il solito!”
- “Dai!!” dissero poi i quattro in coro.
- “E va bene!”
 Così i cinque si sistemarono sulla barca e si prepararono per “la battaglia della vita”.
- “Ma… Non è che ci bagnamo?” chiese Lorenzo.
- “Noooo!!!” gli rispose Sara, ridendo.
- “Perché ridi?” gli chiese Lui.
Sara non gli rispose, ma Lorenzo capì da solo il perché. In poco meno di un secondo la battaglia era iniziata e i cinque si ritrovarono zuppi d’acqua!!
- “Per fortuna che ci siamo potuti asciugare!” disse Lorenzo, quando, dopo aver finito di battagliare, si andarono a dare una sistemata.
- “Mamma mia! Ma tu proprio non sai cosa sia un’avventura!” disse Sara.
- “No! E avrei preferito non saperlo!”
- “Ma piantala! Guarda che ti ho visto prima! Ti stavi divertendo!!! Su, ammettilo!!”
- “No! Va beh! Stavo lì e volevo dare il mio contributo! Altrimenti poi dicevate che avevate perso per colpa mia!!!”
- “Se, va beh! Forza andiamo che i ragazzi stanno scegliendo dove altro andare!”
- “Ma perché? Non avevamo finito?”
- “E piantala!!!”
Così i due raggiunsero i piccoli di casa Martini. Ora era la volta della Mystika, la torre di caduta libera, alta 70 metri! Manco a dirlo, erano tutti  entusiasti, tutti tranne uno!
- “No! Ma state scherzando, vero?” chiese Lorenzo.
- “No! Papà se non proviamo la Mystika è un delitto!”
- “No! E’ un delitto provarla!” rispose Lui.
- “Ma.. non è che hai paura?” chiesero Tommy, Elena e Bobò.
- “Ma no! Figuratevi! Lorenzo lo diceva per voi! Ma se per voi non ci sono problemi, possiamo andare!” concluse Sara. E poi, guardando Lorenzo, bisbigliando aggiunse: “Perché tu non hai paura, o sbaglio?”
- “No! Non sbagli!” rispose Lorenzo che stava assolutamente mentendo.
E così i cinque si avviarono. Sara e Lorenzo si sedettero vicino. La Levi era molto divertita per la situazione.
- “Ti prego! Non ridere!” le chiese Lorenzo.
- “Scusa! Ma la situazione è…”
- “Lascia stare! Piuttosto dammi una mano!”
- “E che posso fare? Non puoi più scendere ormai!”
- “Ma no! Non era una frase metaforica! Era dammi !”
- “Perché? Hai paura?? Hai detto di no! Ah: ho capito: hai le vertigini???”
- “Guarda che ti aspetto al varco! Impara:
- “No, dai! Facciamo pace! Non ti prendo più in giro e ti do la mano! Su!”
Sara non finì di pronunciare quelle parole che la Mystika si mise in azione.
Lorenzo stritolò la mano dell’ex atleta. L’altezza non riusciva proprio a digerirla!!
- “Allora??? Sei ancora vivo??” gli chiese Sara, una volta terminata l’avventura.
- “Così sembra!” rispose Lui, cercando di ricomporsi.
- “Che bello!” disse Elena.
- “Un’esperienza indimenticabile, direi!” disse Lorenzo
- “Vuoi rifarla?” gli chiese Sara.
Lorenzo la fulminò con lo sguardo.
- “Sarà per un’altra volta! Ora… Rapide!!” disse Bobò. 
Le Rapide erano un river rapids da affrontare a bordo di gommoni con cui girare in un fiume impetuoso lungo 480 metri.
- “Ancora acqua!” chiese Lorenzo, che poi aggiunse “Va beh! Meglio questo che la Mystika!”
Le rapide furono l’ultima attrazione della mattinata.
I cinque si presero un po’ di tempo per respirare e riposare verso l’ora di pranzo, quando si fermarono a mangiare qualcosa.
Così Sara andò a ordinare e Lorenzo la accompagnò. I ragazzi li aspettavano seduti al tavolo. Elena, però, aveva cambiato idea: voleva una pizza!
Così Tommy li raggiunse per avvisarli. 
– “Papà!”
– “Che è successo?” gli chiese Lorenzo.
– “Eh! Elena ha cambiato idea.. Non vuole più il tost ma.. la pizza wurstel e patatine!”
– “Va bene, Tommy! Ci penso io!”
– “Grazie Sara!”
Tommy raggiunse di nuovo i cugini e, mentre si allontanava, Lorenzo notò l’espressione triste di Sara. 
– “Ehi.. Stai bene?”
– “Sì!” mentì.  
– “Non è vero! Guarda che non sei l’unica a capire quando l’altro mente!” le rispose Lorenzo. “Allora?”
– “E’ che.. beh! Ho avuto un bel rapporto con i ragazzi sin da quando sono entrata in casa Martini.. Con Tommy è stato un po’ più difficile! Era sempre chiuso e non gli piaceva parlare.. Però poi abbiamo legato molto!!! Sai… mi mancherà! Molto!” disse Sara con un filo di voce e con le lacrime agli occhi.
– “Sara! Ma perché piangi?” disse Tommy, preoccupato.  
– “Ma no! E’ un inizio di congiuntivite!” dissero in coro Sara e Lorenzo.  
– “Tu, piuttosto! Che altro è successo?” gli chiese Lorenzo. 
– “Eee! Elena ha ricambiato idea! Pizza con prosciutto cotto, panna e mais!”
– “Va bene!” disse Lorenzo. “Ma ora toglile il menu dalle  mani se no cambia idea altre cento volte!”
– “Sì! Ma Sara: sicura di stare bene?”  
– “Sì! Tranquillo!”
– “Beh.. Non è che lo sia tanto! Lo so che menti! Ormai ti conosco! Quando dici una bugia non guardi negli occhi la persona a cui stai mentendo.. E in questo momento non mi stai guardando!” Sara e Lorenzo si guardarono.
– “Beh! Sono un libro aperto per molti, vedo!” fece Sara. “Tommy.. tranquillo! Sono solo un po’ triste perché tu e tuo padre tra un po’ andate via!”  
Tommy cambiò espressione.  – “Sara! Sai anche tu mi mancherai… Non riesco a dormire al solo pensiero che nessuno mi ruberà le cuffie per la musica!” 
– “Ma io non rubo proprio niente! Sei tu che le lasci in giro e..”
– “E Lei le prende in prestito!” concluse Lorenzo, ridendo.  
A quel punto squillarono due cellulari: erano quelli di Sara e Lorenzo. Erano Stefano e Veronica! 
– “Tranquilli! Se viene il nostro turno, ci penso io a ordinare e poi..” rivolgendosi a Lorenzo “vieni tu e paghi!”
– “Come al solito!” rise Lorenzo.
Mentre Sara e Lorenzo erano a telefono, arrivò il turno di Tommy. Il ragazzo ordinò per Elena, Bobò e per sé ma non sapeva cosa volessero Sara e Lorenzo. Si voltò verso Sara e disse: – “Cosa prendi?”
Sara capì: “Cosa prende?” riferito a Lorenzo e rispose: - “Non mi ha detto che vuole ma, conoscendolo, una pizza margherita con una birra!”
Tommy capì l’equivoco e le domandò ancora:  - “Sara! Ma cosa prendi?”
 Sara quella volta non lo sentì ma si intromise Lorenzo. – “Veronica.. scusa un secondo! Tommy non mi ha detto cosa vuole ma, conoscendola, un panino napoletano ricotta e spinaci, con sufflè e arancini! Ah: da bere una coca cola!”
Tommy erano un po’ confuso ma ordinò quello che Sara e Lorenzo gli avevano suggerito. Così raggiunse Elena e Bobò e, giusto il tempo di sedersi a tavola anche Sara e Lorenzo, che arrivò il pranzo.
– “Ma.. chi ha ordinato per me?”  chiesero Lorenzo e Sara. 
– “Ah! Non guardate me! Siete stati voi due!”
– “Noi due?”
– “Sì! Tu mi hai detto cosa voleva papà e papà mi ha detto cosa volevi tu!”
Sara e Lorenzo si guardarono e si misero a ridere.  
– “Allora la discussione di ieri è servita a qualcosa!” le bisbigliò Lorenzo, riferendosi alla cena in macchina fatta dopo aver visitato il Colosseo.
– “Già!” gli rispose Sara.  “Allora buon appetito!”
 
Dopo aver mangiato, i Martini e la Levi decisero di scatenarsi ancora un po’. Fu la volta dell’Isola volante, stazione orbitante, sollevata da un braccio meccanico, che permette la visione completa del parco e delle aree limitrofe da 50 metri d'altezza. Ma anche lì Lorenzo ebbe qualche difficoltà!!
- “Vuoi che ti dia di nuovo la mano?” gli chiese Sara a bassa voce.
- “No, tranquilla! Ce la posso fare!!” disse Lui. Ma, appena l’sola iniziò a sollevarsi da terra, le disse: “Sì! Mi sa che è meglio che mi dai la mano..  Casomai avessi paura e avessi bisogno di una spalla su cui piangere!”
- “Ah, lo fai per me??”
- “Certo! Io non ho paura!” disse Lui.
Sara non gli rispose. Gli diede la mano e insieme affrontarono l’”Isola”.
Appena scesi, però, Lorenzo disse: - “Questa volta però decido io dove andare!
- “Va bene!” acconsentirono gli altri.
La scelta di Lorenzo ricadde sulla “Demonia”, una Horror house, il cui percorso è di 666 passi nel buio.
- “Che ne dici? Piaciuta la scelta??” chiese a Sara.
- “Certo! E dire che pensavo che scegliessi di andare… a casa!” gli rispose Lei.
- “Ah! Simpatica! Su andiamo!!”
Ma appena i cinque misero piede nella Demonia, accadde una cosa che Lorenzo non immaginava…
- “Oddio! Ma questo posto fa paura!” disse Sara.
- “Non mi dire che hai paura di 666 passi nel buio?” le chiese Lorenzo.
- “No! Tu, piuttosto, vuoi che ti dia la mano?” disse Lei, cercando di sembrare rilassata. Ma invece era molto tesa: quel luogo le incuteva paura!
- “Hai paura!” disse ridendo Lui.
- “No! Io no! Però… Conoscendoti, dico, dammi la mano… casomai avessi paura e avessi bisogno di una spalla su cui piangere…”
- “Ah, lo fai per me??”
- “Certo! Io non ho paura!” disse Lei.
Questa volta fu Lui a non rispondere. Le diede la mano e insieme affrontarono la “Demonia”.
Dopo fu la volta della “Maison Houdini”, mad house sotterranea ispirata al Mago Houdini e di altre attrazioni. Ma poi dovettero fare i conti con il buio e quindi, sconsolati, i cinque si misero in macchina per tornare a casa.

I ragazzi erano così stanchi che si addormentarono in pochi minuti.
– “Sono crollati!” disse Sara.
– “Già! Non sono stati fermi un secondo! Si sono divertiti, però!” le rispose Lorenzo.
- “Ci siamo divertiti!” lo corresse Sara.
– “Già! Io avrei evitato giusto un paio di cose, ma…”
– “Fammi indovinare, la Mystika? 70 metri non è proprio come il tetto!”
– “Spiritosa! Non ho mica avuto paura!”
– “Noooo! Mi hai solo stritolato la mano!”
– “Io? E tu? Nella Demonio con una mano tu coprivi gli occhi e con una mi hai rotto la mia di mano!”
– “Esagerato!” E risero.
– “Sono stato molto bene, oggi.. Con i ragazzi… e con te!” disse ad un tratto Lorenzo.
– “Sì, anch’io” gli ripose Lei.
E si guardarono per poi rimanere in silenzio.
Ognuno dei due stava pensando la stessa cosa: avevano solo altri 5 giorni e poi avrebbero dovuto dirsi addio.



23 gennaio, ore 21.30 circa

A casa Martini era appena finita la cena. Libero, Ave ed Enrica stavano sistemando la cucina. I ragazzi si erano rintanati in camera e Sara e Lorenzo erano sul divano, in salotto, distrutti.
– “Sono morto!” disse Lorenzo.
– “Ah dimenticavo! Invece di 35 ne hai 80 di anni!”
– “Oh porta un po’ di rispetto.. Che poi sei più piccola di me, ma non di molto! Hai 28 anni!”
– “Con la precisone 27! 28 li compio tra un po’!”
– “Capirai!”
Mentre i due si punzecchiavano, arrivò loro un messaggio.
– “E’ di Tommy!” dissero entrambi.
– “Non mi sento bene! Sto in garage!”
– “Oddio!” I due scattarono in piedi e corsero in garage. – “Tommy!”  dissero appena entrati in garage.
– “Ammazza! Forse dovevo essere meno tragico!” disse Tommy quando vide entrare in garage Sara e Lorenzo: in effetti erano molto preoccupati!
– “Ma..”
– “Tranquilli! Sto benissimo! E’ che volevo farvi venire qui subito e.. ho inventato una bugia!”  
– “Comunque bastava dire che avevi un piccolo problema, non dovevi per forza dire che stavi male.. Ci hai fatto preoccupare!!!” disse Sara.
Al che Lorenzo la guardò e… - “Chi di spada ferisce, di spada perisce!” disse riferendosi a quella volta quando, al suo compleanno, per farlo correre in garage, Sara aveva inventato una bugia dicendo di stare male.
– “In che senso?” chiese Tommy.
– “Lascia stare!” fece Sara, facendo le boccacce a Lorenzo.  
– “Ma perché dovevamo correre qui, subito?” chiese Lorenzo.
– “Perché altrimenti si scioglie!” rispose Tommy, facendogli vedere una vaschetta di gelato. “Vi va?”
– “Solo se il cioccolato è tutto mio!” 
– “Ovviamente!” risposero in coro Tommy e Lorenzo. Così si sedettero e, tra un cucchiaio di gelato e il solletico, si addormentarono lì, tutti e tre: Sara e Lorenzo, abbracciati, in un lato del letto e Tommy dall’altro. Così: come una vera famiglia!


 
24 gennaio, ore 7.00 circa

Il primo a svegliarsi, il giorno dopo, fu Lorenzo. Alla vista di Sara, lì, con Tommy gli si strinse il cuore. Aveva tutto quello che voleva lì, sotto gli occhi e invece stava per partire alla volta di New York. Si alzò e andò in cucina. Lì incontrò Libero e Enrica: stavano discutendo sulle solite cose. Lorenzo non ci fece caso. Preparò un abbondante colazione e ritornò in garage.  
– “Lorenzo! Ma non fai colazione con noi?” gli chiese Enrica.
– “No! Facciamo colazione in camera!”
– “Ma chi?”
– “Signor Libero! Andemo! Lasci stare!” concluse Ave.

Lorenzo, così, tornò in garage e svegliò Sara e Tommy.
– “Dai papà.. altri due minuti!” disse Tommy.
– “Sì! Atri due minuti!” ripeté Sara.
– “Va beh! Vorrà dire che tutta questa colazione la riporto ai nonni.. Cornetti, cioccolata calda, spremuta d’arancia, ..”
– “La cioccolata calda?” disse Tommy, scattando sull’attenti.
– “Panna?” chiese Sara, mettendosi seduta.  
– “Ah.. vedo che il sonno vi è passato!”
– “Grazie, papà! Sei un grande!”
– “Grazie Lorenzo!”
– “Di nulla! Era per ringraziarvi di non avermi fatto dormire questa notte. Non so quante volte ho rischiato di cadere!”
– “Ah! E non ci siamo riusciti?” chiese Sara. 
– “No!”
– “Peccato!” finì Tommy.
– “Come ? Ora ti faccio vedere io…”
Lorenzo aveva appena iniziato una lotta con i cuscini quando squillò il cellulare.  
– “E’ mamma!” disse a Tommy.
– “Va beh! Io vi lascio soli! Ci vediamo dopo!”
E così Sara uscì. Ma, nel chiudere la porta, ebbe una fitta al cuore. Ma questa volta era vera. Corse in mansarda, aprì la finestra e cercò di calmarsi. Il suo cuore, oltre ad avvertirla di non lasciare andar via Lorenzo, la stava avvertendo anche di non tirare la corda. 

Lì in mansarda, Sara si preparò di corsa ed uscì. Lorenzo era in cucina: Libero l’aveva bloccato per dirgli qualcosa. Lui avrebbe voluto fermarla: non gli era piaciuto il modo in cui si erano salutati dopo la colazione ma Libero, quando voleva, sapeva essere abbastanza insistente.
“Va beh! Vorrà dire che dopo passerò al bar e la saluterò!” pensò, non prestando alcuna attenzione alle parole dello zio.
E infatti così fece: andò in garage, si preparò e, prima di andare a lavoro, passò al bar.
- “Sara! Sara dove sei?”
- “Ciao Lorenzo!” disse Vittorio. “Sara non c’è! È passata per dirmi che oggi non restava ed è andata via!”
- “E come mai?”
- “Non saprei! Ma era piuttosto scossa!! Le ho chiesto se stava bene! Mi ha detto di sì ma non ne sono molto convinto!”
- “Va beh, tranquillo! Ora la chiamo e poi casomai ti faccio sapere!”
- “Grazie Lorenzo! A dopo!”
Così Lorenzo, uscendo dal bar, chiamò Sara. Il cellulare era staccato e ciò non fece che agitarlo ancora di più! Provò e riprovò a chiamarla ma il risultato era sempre lo stesso: Sara non rispondeva!
Turbato, Lorenzo non riuscì neanche a concentrarsi sul lavoro. Non vedeva l’ora di tornare a casa per incontrare Sara. Ma, quella giornata, che era iniziata così bene con la vista di Sara e Tommy lì nel letto con Lui, gli stava per riservare un’altra brutta sorpresa..

- “Libero! Enrica! Avete visto Sara?” chiese Lorenzo, rientrando a casa, senza nemmeno salutarli.
- “No! E’ da questa mattina che non la vediamo!”
Quella era l’ultima risposta che Lorenzo avrebbe voluto ricevere.
- “Ma non fare quella faccia! Ora la vedi tornare!” aveva concluso Libero. “Su! Siediti a tavola e mangia un boccone!”
Così fece, però, ad onor del vero, Lorenzo non aveva molto appetito. L’unica cosa che voleva era potersi alzare dalla tavola per provare a richiamare Sara.
- “Sara! E’ la milionesima volta che ti chiamo! Ma che fine hai fatto??? Rispondi, ti prego! Sono molto preoccupato!!”
Dopo cinque minuti…
- “Sara sono sempre io! Ma che fine hai fatto! Su! Rispondi e torna a casa! Ti aspetto sveglio!!!”
Dopo mezz’ora…
- “Indovina??? Sono sempre io! Ma che è successo! Sei sparita da questa mattina e nessuno ha notizie di te! Su, torna a casa! Ti aspetto!!!”
Dopo aver lasciato in segreteria una ventina di messaggi Lorenzo, alla fine, perse la speranza. Posò il cellulare e si sedette sul divano ad aspettarla.



25 gennaio, ore 5.00

Lorenzo
“Quatto giorni, tre notti e poi sarà tutto finito! Così: come se nulla fosse successo! Io andrò a New York e Lei rimarrà qui con Stefano. Forse ci incontreremo a Natale, alle feste comandate. Magari Lei e Stefano ci inviteranno al loro matrimonio… No! Non ci voglio neanche pensare.. Ora mi alzo e… Ma sono ancora le 5! Non ero più abituato a passare le notti in bianco.. In questa settimana ho dormito quasi sempre.. Una volta con Sara in mansarda, poi qui insieme a Lei e Tommy… Questa notte, solo, non sono riuscito a prendere sonno! A dire il vero sono venuto a letto con una sorta di inquietudine! E’ come se avvertissi un vuoto e credo di aver capito a cosa fosse dovuto. Da ieri mattina non la vedo! Quando ha chiamato Veronica Lei è andata via. Poi io sono stato in clinica tutta la giornata e, quando sono tornato, Lei non c’era. Né al bar, né in mansarda. Ha detto Libero di non avere sue notizie e così, dopo essere stato in salotto fino all’una con la scusa di vedere un film, pur di poterla vedere entrare da quella porta, ho spento la tv e.. e sono venuto a contemplare il soffitto. Sì.. ma ora.. Credo di diventare pazzo se non faccio qualcosa! Quindi mi alzo, mi preparo e inizio a ordinare le valigie… Il 28 gennaio è quasi arrivato!” 


Sara

“Ahh! Il mare è proprio bello d’inverno! Sono venuta qui, ieri, dopo la colazione con Tommy e Lorenzo e dopo.. beh.. il dolore al cuore! Volevo starmene un po’ per i fatti miei.. A dire il vero, volevo stare lontano da Lorenzo! Volevo vedere l’effetto che mi faceva! E beh! Sto malissimo! Non sono passate neanche 24 ore ma già mi manca! E al 28 manca così poco! Vorrei prendermi un sonnifero! Sì! Addormentarmi adesso e non svegliarmi se non dopo la partenza di Lorenzo e Tommy! Così non soffrirei… O meglio: soffrirei di meno! Di fronte al fatto compiuto me ne dovrò fare una ragione e basta! Ah! Sono le 5 del mattino! Un’altra notte insonne! Non ero più abituata! Durante questa settimana ho dormito beatamente: una volta con Lui e una volta io, Lui e Tommy! Come una vera famiglia! Come quella famiglia che non saremo mai… Ora è meglio che mi avvii! Per arrivare a casa ci vorrà un po’ con la bici.. Magari questa passeggiata mi farà bene! Speriamo: l’unica cosa che vorrei è svagarmi e non pensare che, alla sua partenza, mancano solo quattro giorni e tre notti.”


25 gennaio, ore 8.00

Lorenzo stava uscendo di casa per andare in clinica quando Sara era appena arrivata a casa Martini.
– “Sara! Ma che fine hai fatto?”
– “Ehi! Ciao! Sono stata al mare, a Ostia!”
– “Al mare?”
– “Sì! Al mare!”
– “Il 25 di gennaio?”
– “Veramente ieri era il 24!” rispose Sara.
– “Sara non scherzare! Sei stata lì anche sta notte?”
– “Sì! Non sai che meraviglia che è..”
– “Ma sei un’irresponsabile! E se qualcuno avesse voluto approfittare di te? Se ti fosse successo qualcosa?”
– “Ma no! Sto benissimo e, soprattutto, non è successo niente. Avevo bisogno di staccare la spina! Così ho preso la bici…”
– “Pure! Sei arrivata a Ostia con la bici?”
– “Beh! Lo sai che non guido!”
– “Ma almeno potevi avvisare! Sono stato preoccupato! Nessuno sapeva dove fossi!”
– “Scusa! Avevo il cellulare scarico… L’ho detto a Stefano ma non ho pensato che Lui non fosse qui e che quindi non poteva dirvelo…”  
- “Va beh! Non fa nulla! Ma sei sicura di stare bene? Hai un visino pallido!”
– “Sì! Sto benissimo! Sono solo un po’ stanca.. Non ho dormito questa notte e poi.. sì la strada era un po’ lunga!”
– “Sara! Tutto bene?” le chiesero i ragazzi.
– “Sì! Andate a scuola?”
– “Sì! Oggi compito di latino!” disse Bobò.
– “In bocca al lupo! E se volete, dopo scuola, passate al bar! Mi dite come è andato il compito e vi offro qualcosa!”
– “No! A Sara lo raccontate a cena come è andato il compito!”
– “Perché? Non possono venire al bar dopo?”
– “Certo che sì! Ma tu non ci sarai!” E, rivolgendosi ai ragazzi: “Non si ricorda mai degli impegni che prende!”
I tre scoppiarono a ridere. Poi li salutarono e si avviarono a scuola.
– “Io ricordo tutti gli impegni che prendo.. Infatti oggi non ne ho nessuno!”
– “Sì che ce l’hai! Con me! Oggi: prima lezione di guida!”
– “Cosa? Sei impazzito!”
– “No! Passo verso le due!” le rispose mentre saliva in macchina e andava a lavoro.
Sara rimase lì, perplessa. – “Sarà meglio che vada a ripassarmi la teoria… Se no chi lo sente il serio e integerrimo dott. Martini!”


25 gennaio, ore 14.00 circa

- “Vittorio, ti prego! Che ti costa dire che oggi pomeriggio hai un impegno e che non puoi sostituirmi…”  
– “Addirittura! Non pensavo che un’atleta che vanta il tuo palmares giocasse sporco!” disse Lorenzo, entrando, puntuale, al bar.  
– “Uffa! A me non piace guidare… Meglio la bici!”
– “E quando piove? Come farai?”
– “Ma tanto adesso arriva la primavera, quindi…”
– “Adesso?” si intromise Vittorio. “Ma se stiamo al 24 gennaio! Per la primavera devi aspettare ancora un po’!”
– “Ma tu non hai nient’altro da fare?” gli chiese Sara.
– “Su dai! Non prendertela con lui! Andiamo!”
- “E va bene!” 
E così Sara e Lorenzo uscirono dal bar e si avviarono alla macchina.
– “Sì! Ma a una sola condizione!” disse Sara.
– “Quale?”
– “Mi porti in un luogo deserto, dove non vola nemmeno una mosca e soprattutto…”  
– “Ma non era una?”  
– “Ma soprattutto tu non ridi!” continuò Sara, facendo finta di non sentire Lorenzo.
 – “E va bene! Andiamo?”
– “Andiamo!” fece Sara, con un filo di voce.  
Così, dopo aver dettato le condizioni, Sara e Lorenzo si misero in macchina. Durante il viaggio Sara era silenziosa. “Strano!” pensò Lui. “Sarà l’ansia! Anche se, quando è ansiosa, di solito straparla!!” Così:
 - “Musica?”
– “Musica!” rispose Lei telegrafica.
Lorenzo accese la radio e…

Our love affair is a wondrous thing                    
That well rejoice in remembering                        
Our love was born with our first embrace   
And a page was torn out of time and space           
Our love affair, may it always be           
A flame to burn through eternity      
So take my hand with a fervent prayer             
That we may live and we may share    
A love affair to remember...            


- “Ma.. è la colonna sonora..” fece Lorenzo.  
– “…di Già!” concluse Sara. “Che bel film! Ma lo sapevi che Cary Grant e Deborah Keer ebbero un flirt sul set di quel film?”
- “Sì, sì! Tanto non mi incanti! Quindi…” disse, spegnendo la macchina, “scendi e siediti pure al mio posto!”
– “Lorenzo!”
– “Che altro c’è?”
– “Ti prego!”  
– “Dai! Ce la puoi fare! Hai preso in gestione un bar e, dopo quattro mesi non è ancora fallito.. Che saranno mai due lezioni di guida! E poi ho insegnato a guidare anche a Tommy, quindi…”
– “Quindi?”
– “Quindi fidati di me!”
– “E va bene!”  disse Sara mentre i due si scambiavano posto.
– “Allora: questi sono: freno, acceleratore e frizione…”
– “E questo è il volante! Sì! Grazie!”  
– “Ho capito! Va beh! Metti in moto e vediamo che sai fare!”
– “E che Dio ci aiuti!” concluse Sara.
 

25 gennaio, ore 20.00 circa

- “E’ divertentissimo! Ma è questo che mi sono persa in tutti questi anni!” disse Sara, entrando in salotto insieme a Lorenzo.
– “Cos’è divertentissimo?” chiese Libero.
– “Non sarete riandati al Rainbow Magicland?” gli chiese Tommy.  
– “No! Sara si è semplicemente messa al volante e, devo ammettere, è anche brava!” 
- “Già! Dì la verità: non te lo aspettavi!”
– “In effetti! Adesso non hai più bisogno di me!” disse Lorenzo.
Il sorriso di Sara scomparve dal suo viso. Seria disse: – “E’ la seconda volta che lo dici! Tranquillo: qualche giorno e non mi vedrai più!”
E, così, andò via.
– “Ma Sara…”  
Il tentativo di Lorenzo fu inutile: Sara era già andata via. La raggiunse in mansarda dopo essere andato in garage a posare la borsa. Bussò ma nessuno rispose. Allora entrò ma in effetti non c’era nessuno: Sara stava facendo una doccia. “Va beh! Passo dopo!” pensò. Ma poi guardò la finestra e decise di andare a vedere com’era il cielo. Intanto Sara tornò in camera e si stese. La finestra era aperta. “Ero sicura di averla chiusa!” Si avvicinò al davanzale e vi trovò un bigliettino.
“Raggiungimi! Ho bisogno di te!”
Sara era confusa. Però, come sempre, si fece guidare dal  suo istinto. Salì sul tetto e poco dopo si trovò al fianco di Lorenzo.
– “Pensavo non avessi bisogno di me!”
– “Scusa! Non volevo essere antipatico e scorbutico!” 
- “Va beh! Ti perdono! Però io entro!”
– “Cos’è? Mi vuoi stare alla larga?”
– “No! Ho freddo! Sono uscita con il pigiama!”
– “Ma sei pazza! Ti verrà una polmonite! Dai: prendi la mia giacca!”
Ma Sara non riusciva a smettere di tremare. Allora Lorenzo si avvicinò e l’abbracciò.
– “Così va meglio?”
– “Sì! Ma adesso starai morendo di freddo tu!”
– “No! E’ soltanto che io sto bene!” I due si guardarono e si sorrisero. Riscaldandola, poi Lui aggiunse: “Ma mi vuoi dire come hai preso l′abitudine di guardare le stelle???”
- “Una volta ho visto un film e…”
- “E hai voluto provare anche tu quell’esperienza!!”
- “Già! L’ho fatto la prima volta dopo una gara andata male. Ero svuotata, triste! Mi sentivo sola! La prestazione era stata molto deludente! Dopo il giro d’interviste con i soliti giornalisti e dopo la conferenza, mi sono ritrovata in camera, in albergo e.. beh stavo molto male! Poi, a un tratto, sono uscita dalla camera e, senza neanche accorgermene, sono salita sulla terrazza e sono rimasta lì, a contemplare il cielo! È stato bello!! No, no.. Era meraviglioso! Lì, da sola, ho incominciato a pensare… sulla mia vita, sul mio futuro, sul mio destino… E..”
- “E…”
- “E, anche se non avevo delle risposte, ho ritrovato di nuovo il mio sorriso e il mio ottimismo! Così ho superato quel brutto momento! E, da allora, ogni volta che mi sento triste, vuota o sola, guardo il cielo stellato e mi sento meglio!”
- “Ma se ti senti triste, vuota o sola, ci sono io!!! Basta che tu me lo dica e…”
- “Lorenzo.. Stai per partire per New York! Oggi è 25! Tu parti il 28!!”
Lorenzo la guardò: non aveva pensato a ciò che stava dicendo!
- “Va beh! Quando ti sentirai triste, vuota o sola basterà che alzi la cornetta del telefono e mi chiami! Anche da New York saprò starti vicino!” le rispose Lui.
- “Non sarà lo stesso, però!” gli rispose Lei, abbozzando un sorriso mal riuscito.
Si guardarono nuovamente negli occhi.
Lei avrebbe tanto voluto chiedergli di non partire, di rimanere con Lei!
Lui avrebbe tanto voluto confessarle che non voleva partire, che sarebbe voluto rimanere con Lei!
Ma nessuno dei due disse nulla. Se ne rimasero lì, abbracciati, a guardare il cielo. Ad un tratto, però, incominciò a piovigginare e così furono costretti a rientrare.
– “Che ne dici di rimanere un po’ qui?” gli chiese Sara. “Sai: io non riesco a dormire. Tu neanche… ci facciamo compagnia!” disse Lei. Ma in realtà stava fingendo: lo voleva lì non perché avesse bisogno di compagnia, ma perché era la terzultima notte che avrebbero potuto passare insieme!
– “Certo! Tanto il soffitto del garage lo conosco a memoria: Meglio dare una ripassata a questo!” disse Lui. Ma in realtà stava fingendo: voleva rimanere lì non perché soffrisse d’insonnia o perché si fosse stancato di fissare il soffitto del garage, ma perché era la terzultima notte che avrebbero potuto passare insieme!
Così si coricarono e incominciarono a parlare.
- “Ma.. che film era?? Quello dove hai visto i protagonisti guardare le stelle??”
- “Ah!
- “Che dici? Me lo racconti???”
- “Ma non è il tuo genere!!! È un film romanticissimo!!! E tu sei…”
- “Un troglodita!!! Sì, me l’hai già detto!! Tu mettimi alla prova!!! Su, racconta!!”
- “E va bene! Ma non mi interrompere!!! Allora… Landon, il protagonista, ha diciotto anni.. E’ un giovane vivace e irrequieto, uno dei ragazzi più popolari del liceo. Dopo la separazione dei genitori, vive da solo con la madre e ha con il padre un rapporto burrascoso.”
- “Uuu!! Mi ricorda qualcuno!!! Scusa, non ti interrompo!!!”
- “Dicevo… Con la sua compagnia di amici impiega il tempo a fare scherzi ai coetanei, bere e partecipare a feste movimentate. Però, dopo una severa punizione inflittagli dal preside della sua scuola, datagli a seguito di uno scherzo fatto ad un ragazzo più piccolo di lui nel quale quel malcapitato finisce in ospedale, il caso… il .. capito di cosa parlo????”
- “Sì, sì!!! Ho capito, ho capito!!!”
- “Il Destino fa sì che si trovi a frequentare Jamie, figlia del pastore locale, che è la stessa ragazza che è stata spesso bersagliata dalle prese in giro di Landon e dei suoi amici. Jamie è una giovane semplice, di grande fede religiosa, che nel tempo libero fa volontariato, aiuta le persone meno fortunate e ama l'astronomia. È lei che ama guardare il cielo stellato!!! Se ne intende al punto che a soli 12 anni è riuscita a costruire un telescopio da sola!! Loro due sono così diversi!! Ma, alla fine, finiranno presto per innamorarsi ed amarsi!!”
- “Come al solito!!! Era prevedibile!!”
- “Non ho finito!”
- “Ah no? Allora continua!!!”
- “Sì, se non mi interrompi!!!”
- “Ah! Ora capisci che vuol dire!!!”
- “Oh! Ma tu stai sempre a recriminare??? Va beh!!! Dicevo… Si innamorano e le cose all’inizio vanno bene, ma Jamie nasconde un terribile segreto!!! Da due anni ha scoperto di essere malata di leucemia, e ormai la sua fine è vicina! All’inizio non lo rivela a Landon, ma poi capisce che Lui ha il diritto di sapere!”
Sara nel dire quella frase ebbe un sussulto: avrebbe dovuto anche Lei seguire l’esempio di Jamie????
- “Allora??? Che fai, la suspense???”
- “No! Allora.. dicevo… Alla fine Jamie confessa a Landon della sua malattia e, dopo un primo momento in cui Lui si era allontanato da Lei per paura, le rimane vicino in questo difficile cammino. Alla fine i due si sposeranno e, da quello che è stato il giorno più bello della loro vita, trascorreranno i tre mesi più belli della loro vita!”
- “Tre mesi??? Vuol dire che…”
- “Sì! Sai.. a volte anche i film rispecchiano la realtà!!! Il film finisce con Landon che, quattro anni dopo, ritorna dal suocero, ricordando la sua storia d’amore, la più bella che potesse desiderare…”
- “Ah!” riuscì solo a dire Lorenzo.
- “La cosa bella è che Jamie, prima di morire, aveva composto una lista dei desideri e Lui ha cercato di realizzarli tutti! Soprattutto il primo della lista! Sai qual era??? Infatti ha solo un rimpianto: è convinto di non essere riuscito a farle vedere un miracolo!”
- “Va beh! E come faceva?”
- “Il padre” continuò Lei, fulminandolo, “gli fa capire che invece è riuscito anche in questo! È Lui il miracolo che Lei stava aspettando!!!” concluse Sara, guardandolo. “Capisci quanto può essere forte l’amore??? Lei ha salvato Lui, rendendolo un uomo migliore e Lui ha salvato Lei, rendendola una donna felice, permettendole di godersi il tempo che le restava , l’uomo che amava!!!”
- “Devo ammettere che non è il solito film sdolcinato, romantico che pensavo!! Però..” aggiunse Lui, notando il velo di tristezza negli occhi di Sara “se dovessi stare male, mi raccomando: dimmelo che io ti salverò! Sarò il tuo miracolo!” concluse Lui, facendole un accenno di solletico, cercando di farla sorridere.
Lei rimase quasi pietrificata! Lui stava scherzando ma quanta verità aveva detto in quella frase!!!
- “Oh, Sara! Ma stai bene? Cos’è? Non ti fidi perché ho detto che non opero da un po’???”
- “No!!! Te l’ho detto!! Se scegliessi di mettere la mia vita nelle mani di qualcuno, la metterei nelle tue!!!”
- “E’ vero!! Me l’hai già detto! Ma tanto non servirà! Ne sono certo!” le disse con un sorriso molto rassicurante.
- “Va beh! Nell’eventualità… Tu ricordatelo!!!”
- “Va bene! Però ora basta film! Altrimenti ti metti in testa qualche altra idea strana!!! Piuttosto.. Che ne dici di provare a dormire??? Domani sarà una giornata molto lunga!!!”
- “Sì, lo so!! Il fatto è..”
- “Che non hai sonno!!”
- “Già!”
- “E va beh! Allora rimaniamo un altro po’ qua!!! Di che vuoi parlare???
- “Ma ti ricordi il giorno che ci siamo incontrati???” dissero poi all'unisono Lorenzo e  Sara, dopo un momento di silenzio.
- “Certo! E chi se lo scorda!!!” continuarono insieme.
E così incominciarono a ripercorrere quella che era stata la loro vita negli ultimi quattro mesi.. I quattro mesi più belli della loro vita!
E, tra un episodio e un altro, tra una presa in giro e un finto battibecco, si addormentarono..
Mancavano solo due notti e tre giorni al loro.. addio!!!  

 

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x03 Una giornata al mare
- 9x04 Un pappagallo è troppo e due sono pochi
- 9x06 Procurato allarme 
- 9x07 La guerra dei pop corn
- 9x09 Un amore splendido
– 9x12 Una lettera per Giada
– 9x17 Il peccato dell’Eden
- 9x19 Rifugio d’amore
– 9x20 Il malato immaginario  

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Capitolo 8
*** • VIII Episodio _ … So close still so far!!! ***


26 gennaio, ore 7.30

Lorenzo e Sara, quella mattina furono gli ultimi a svegliarsi. La notte precedente avevano, infatti, parlato fino a tardi con la conseguenza che, quando era suonata la sveglia, l’avevano spenta per poi ritornare a dormire. Ma, dopo aver rimandato più volte l’appuntamento con il loro dovere, si fecero forza e si alzarono.
- “Buongiorno!” disse Lei, ormai completamente sveglia.
- “Buongiorno!” rispose Lui, non riuscendo a fare a meno di sorridere dopo averla vista lì, bella nella sua semplicità, nel suo aspetto da bambina, e, se possibile, ancor più bella da assonnata.
- “Ma.. che ore sono?”
- “Eh! Le sette e mezza!!! E menomale che avevamo messo la sveglia alle 6!!”
- “Lo so! Ma io avevo ancora sonno!! Mi dispiace, però, di averti fatto fare tardi!”
Lui le sorrise. – “Non ti preoccupare! Mi aspettano in clinica non prima delle nove, nove e mezza!!”
- “Ah! Allora, che dici? Scendiamo e andiamo a fare colazione? Ho proprio voglia di panna!!”
- “Questa cosa non la capirò mai!!! Ma come fai?? La panna di prima mattina?”
- “Ancora non l’hai capito che abbiamo gusti diversi??”
- “No, no!! L’ho capito! L’ho capito!!” le disse aprendo la porta. “Io vado in garage, mi faccio una doccia, mi cambio e ci vediamo giù!!”
- “Certo! Però il bagno lo occupo prima io!!!”
- “E ti pareva! Però muoviti!!! Non ci mettere un’ora come l’altra volta!!!”
- “Un’ora??? Ma quando mai!!! Non c’ho messo un’ora!!! Non cambi mai, eh? Sei sempre il solito esagerato!!!”
- “Io non sono esagerato!!!” disse Lui, fingendosi offeso, dirigendosi in garage mentre Sara
Lorenzo ebbe giusto il tempo di scendere in garage, prendere una cambiata e risalire le scale che Sara uscì dal bagno..
- “No, Sara!! Così mi emozioni!!! In meno di un quarto d’ora sei uscita dal bagno!!!”
- “Ah, ah, ah!!! Che simpatico!!!! Su, muoviti!!! Ti aspetto giù per colazione!!!” gli rispose Lei, sorridendogli.

Così Lei scese in cucina e Lui andò a darsi una sistemata in bagno. Poi scese anche Lui in cucina e..
- “Papà! Ma dov’eri??? Ti ho cercato ieri sera prima di andare a letto ma niente!!! Anche questa mattina sono venuta in garage ma non c’eri!!!”
- “Ehhh!!!” Lorenzo non sapeva cosa dire!!! “Come dov’ero??? Ero… qui!!! Naturalmente!!! A casa!!!” rispose Lui, versando la spremuta d’arancia nel bicchiere e bevendola, nutrendo la speranza di eludere la domanda.
- “A casa, dove??? Sul tetto???” chiese Tommy. La sua era stata solo una battuta ma non sapeva di aver detto la verità!!
Lorenzo, dal canto suo, a quelle parole, sputò la spremuta d’arancia! – “Sul tetto??? Sul tetto, no!!! E che dovevo fare sul tetto???”
- “Già!!! Poi il tetto è raggiungibile solo dalla mia stanza e io Lorenzo proprio non l’ho visto ieri!!!” rispose Sara che, più parlava, più abbassava la voce. Sapeva di stare mentendo spudoratamente!
- “Papà la mia era una battuta! Era per dire: - “Ah!” dissero in coro Sara e Lorenzo, guardandosi sollevati.
- “Allora???” s’intromise Libero. “Dov’eri????”
- “Signor Libero, su!!! Cambiamo argomento!!!” irruppe Ave, con il suo accento veneto.
- “Ave, scusa!! Io avevo fatto una domanda!! Avevo una curiosità!!!”
- “Eee!! tesoro!” concluse Enrica.
Din-Don!!!
- “La porta!” disse sollevato Lorenzo. “Tranquilli: vado io!!!” e si smaterializzò dalla cucina.
- “Sara, tu???” continuò imperterrito Libero.
- “Io cosa??”
- “Tutto bene la serata???”
- “Sì! Mi sono messa a letto e mi sono addormentata subito!!!” continuò a mentire Lei.
- “Ah!! Brava cara!!!” le disse Enrica.
- “C’è posta per Lei, signorina Levi!!” disse Lorenzo, rientrando in cucina.
- “Per me???” chiese Lei, eccitata. “E chi sarà???”
- “Aprila su!!!” disse Libero. Era sempre il solito curioso!!!
Sara aprì la lettera e ne lesse il contenuto.
- “Allora???” le chiese questa volta Lorenzo.
- “E’ una lettera della Federazione Italiana d’Atletica!!!”
- “Ah! E che vogliono?” le chiese Lui avvicinandosi a Sara, che intanto si era seduta sullo sgabello, di spalle a Nonno Libero.
- “Hanno organizzato una cena di gala con atleti ed ex atleti per festeggiare i fasti passati, le medaglie raccolte quest’anno dalla squadra azzurra e i successi futuri!!!”
- “Ah! un evento mondano!!!” disse Bobò
- “Già! Fin troppo per i miei gusti!!!” disse Sara.
- “Questo vuol dire che incontrerai Andrew Howe, Libania Grenot, Valeria Straneo???” chiese Tommy, tutto d’un fiato.
- “Dovrai mettere un abito lungo, da sera???” le chiese subito Elena.
- “Tesoro va bene anche un abito da coktel!!” la corresse subito Enrica.
- “Ah! E poi dici a me: ” disse Libero alla moglie.
Mentre i Martini battibeccavano come loro solito, Lorenzo prese la mano a Sara e la portò in salotto.
- “Perché ho l’impressione che tu non abbia voglia di andare a questa cena di gala???”
- “Forse perché mi conosci e sai che non mi piacciono gli eventi mondani!!!”
- “Però Tommy ha ragione! Potresti rivedere i tuoi ex compagni di squadra!!! Potresti passare una bella serata! Per quando è prevista?”
- “Eh! Questo è un altro problema!!! È per questa sera… a Pisa!!!”
- “E qual è il problema??? Hai già un impegno???”
- “No! Non è questo il problema!”
- “E qual è???”
- “Non ho un vestito da mettere e poi… è a Pisa!!!”
- “Va beh!! Per il vestito chiedi ad Ave; per il passaggio, chiedi a…”
Lorenzo avrebbe tanto voluto concludere la frase con .
Sara avrebbe tanto voluto che Lui terminasse la frase allo stesso modo!
Ma la logica non diede voce ai loro desideri..
- “Chiedi a Stefano!!”
- “E tu dici che questo piano funziona???” chiese Lei, cercando di nascondere la delusione.
- “Certo! L’artefice sono io!!!”
- “Ah scusa!!!”
- “Su! Andiamo a risolvere il problema del vestito! Però fammi un sorriso!!! Non stai mica andando in guerra!!!”
Sara lo guardò e gli sorrise. E poi insieme andarono in cucina.
Mentre Ave e Sara parlavano dell’abito da indossare, Lorenzo si preparò per andare a lavoro.
- “Se hai qualche problema, mi raccomando: chiama!!!” le disse, dopo averle dato un bacio sulla guancia.
- “ Perché??? Me lo risolvi tu???” gli chiese Lei, fingendo di essere scettica.
- “Certo! L’artefice del piano sono io e sono io che risolvo gli intoppi! Ma sono sicuro che non ce ne saranno!!!” Ciò detto le fece l’occhiolino  e andò via.
 
- “Ok, Ave! Allora siamo d’accordo!!! Vada per questo: un vestito sobrio, semplice ed elegante!!!”
- “Tranquilla Sara!!! Sei in buone mani!!!” le rispose la sarta.
Subito dopo pranzo, infatti, le due si erano nuovamente adoperate per trovare il vestito per la serata e, alla fine, c’erano riuscite.
- “Ok! Quindi ora chiamo Stefano e gli chiedo se mi accompagna!!!” Così si alzò e chiamò il fidanzato. La giovane Levi spiegò al suo compagno tutta la faccenda. Lui la stette ad ascoltare ma, alla fine, dovette darle una risposta negativa.
- “Come no???”
- “Sara non posso! Questa sera devo essere a Napoli per l’apertura di un altro aperibar!!! Te ne avevo parlato!!!”
- “Ah! Sì, è vero! Me n’ero dimenticata!!!” disse Sara molto delusa.
- “Ma tu vacci comunque! Non voglio rovinarti la serata!!!”
- “No, no!!! Non vado da nessuna parte da sola!! Fosse stato per me avrei già buttato l’invito!!! È stato Lorenzo a suggerirmi di andare…”
- “Ecco! Appunto!!! Chiedi a Lorenzo di accompagnarti!!!”
- “Lorenzo?”
- “Sì, Lorenzo!”
- “Ma no! Avrà da fare!!!”
- “Tu chiediglielo!! Magari non ha nessun impegno e può accompagnarti!!!”
- “Va bene! Ora lo chiamo e glielo chiedo!!!”
- “Fammi sapere!!”
- “Va bene!!! A dopo!!!”
- “A dopo!!!
Chiuso il telefono, Sara indossò la giacca, prese la bici elettrica e corse in ospedale.

- “Gloria! C’è Lorenzo??? Cioè: c’è il dottor Martini?”
- “E’ lì!!! Sta prendendo un caffè con il dottor Nobili e il dottor Feroci.”
- “Ah, grazie!!”
Così Sara fece per avvicinarsi quando cambiò idea. “No!! Ma che mi è saltato in testa? Cosa dovrei chiedergli: Intanto Lorenzo, intento a parlare con Oscar ed Emilio, non aveva notato Sara. Ma Gloria…
- “Dottor Martini! Ha già parlato con la signorina Levi?”
- “Sara? Che cosa c’entra Sara??”
- “Beh, mi ha appena chiesto dove fosse. Io le ho detto che stava prendendo un caffè con il dottor Nobili e il dottor Feroci ma poi ho visto che andava via senza parlarle! Perciò le chiedevo..”
- “Ma tutto ciò quando è successo??”
- “Adesso!!”
Lorenzo posò il bicchierino di caffè e si precipitò in cortile. Lei era ancora lì a imprecare contro la bici elettrica…
- “Mamma mia!!! Cos’è??? Mi sono svegliata con il piede storto!!! Tutte a me capitano oggi!!!”
- “Ha bisogno di una mano, signorina?”
Sara sussultò. Si girò e lo vide. – “Ma tu?? Cosa ci fai qui??”
- “Come che ci faccio qui? Io qui ci lavoro! Tu, piuttosto!!! Che mi volevi dire???” disse Lui, togliendole la bigi di mano per cercare di capire a cosa fosse dovuto il guasto.
- “Io?? Niente!!! Passavo di qui per caso…”
- “Per caso?”
- “Sì! E allora ho pensato di farti un saluto! Poi ti ho visto impegnato e sono andata via!!!”
- “Hai finito di sparare balle??? Su: me la dici la verità?”
- “Stefano non può accompagnarmi a Pisa, questa sera! E io non voglio andarci da sola! Tutti sanno che ho mollato Giuliano sull’altare! Tra l’altro ci sarà anche Lui, temo!! E pure Fiamma! Così, per non farci mancare nulla! E io non so se riuscirò ad affrontare tutto e tutti da sola!!”
- “E allora perché non me lo chiedi?”
- “Cosa?”
- “Quello che sei venuta a chiedermi!”
- “E tu mi diresti di sì?”
- “Tu fammi la domanda e io ti do la risposta!” le disse, sorridendole.
- “Signor Lorenzo Martini, sarebbe così gentile da accompagnarmi, questa sera, a una cena di gala a Pisa??”
- “Allora: valutiamo la situazione!! Non conosco nessuno; sicuramente mi annoierò; dovrò guidare io…”
- “Cioè! Hai fatto tutto questo teatrino per dirmi di no???”
- “Certo che sei proprio tonta! Ma, secondo te, ti dico di no dopo tutto quello che hai fatto per me???”
- “E’ un sì?”
- “Certo che sì!”
- “Grande!!! Ah! Adesso mi sento meglio!! Il vestito ce l’ho! L’accompagnatore pure! Perfetto!!”
Drinnn-Drinn
- “Scusami!” proseguì Sara. ”E’ Ave!! Sì, Ave dimmi… Cosa??? Ma stai scherzando??? No, va beh!!! Non è colpa tua!!! Non ti preoccupare!!! Sì, ci vediamo a casa!!! A dopo!!”
- “Cos’è successo???”
- “Niente vestito!!!”
- “Come ?”
- “Sì, niente vestito!!! Senti Lorenzo, io ti ringrazio ma mi sa che il Destino non vuole che io vada a questa cena di gala, quindi basta! Non se ne fa niente!!!”
- “E tu molli così?”
- “E che cosa dovrei fare???”
Lorenzo la guardò. – “Fare quello che Julia Roberts fa con Richard Gere!!”
- “Sarebbe???” chiese Sara, un tantinello confusa.
- “Ah! E poi sarei io quello che necessita di una cultura cinematografica???”
- “Cosa c’entra adesso la cultura cinematografica???”
- “Sara devi fare shopping! Come Julia Roberts fa con Richard Gere in !”
- “Ahhh!!!!”
- “Oh!! Non fare quella faccia perplessa!!! Ora si va a fare shopping!!”
- “Quando dici vuol dire che… mi accompagni??”
- “Certo! Ti devo dare qualche dritta per aggiustare il tuo look!” le disse sorridendole.
- “E con il lavoro? Come fai? Non puoi lasciare tutto e…”
- “Posso!”
- “Puoi?”
- “Sì! L’altro ieri, quando eri a Ostia, dovevo lavorare solo metà giornata. Ma poi, non trovandoti mi sono preoccupato e così, per tenere la testa occupata, ho lavorato tutta la giornata!!! Quindi posso prendermela una giornata di permesso!!” le disse, guardandola dritta negli occhi.
- “Allora.. si va a fare shopping???”
- “Certo!” le sorrise Lui. “Dammi solo un secondo per avvisare Gloria e lo staff.”
- “Va bene!! Ti aspetto qui!! Non ci mettere troppo, però. A noi donne…”
- “..Non piace aspettare!! Sì, me l’hai già detto!!!” le sorrise Lui, rientrando a Villa Aurora.
   
Dopo pochi minuti, Lorenzo uscì dalla clinica. Lei era lì che lo aspettava con il suo solito sorriso.
- “Pronta???”
- “Certo!!! Sono sempre prontissima per fare shopping!”
- “Ecco, Sara!!! Mettiamo le cose in chiaro!!! Un vestito e andiamo via! Io non sono Edward Lewis!!”
- “Purtroppo!!”
- “Come ?”
- “Converrai con me che Richard Gere ha un fascino… uno charme tutto suo!”
- “E tu converrai con me che, se non la pianti, sarai costretta a chiamare il tuo Richard per evitare di andare alla cena di gala da sola!!”
Sara rise. – “Mamma mia, quanto sei permaloso!!!! E comunque: due vestiti e andiamo via! Non vorrai venire a Firenze con uno dei tuoi soliti abiti spenti e tristi! Ci vuole lo smoking!”
- “Ma non ci penso proprio!! Non sono mica 007 io!!!
- “L’ho notato!!! Non hai né il suo spirito d’avventura né il fisico!!!”
Lorenzo fece l’offeso. - “Sai una cosa??? Non vedo l’ora che sia sera!!!
- “Ah!! E perché?”
- “Perché così vuol dire che stiamo già a Pisa… Già mi vedo conversare con Fiamma!!!” disse Lui, marcando bene le ultime parole, fingendo un’aria sognante. “Magari davanti a una coppa di champagne!!”
- “Così ti affoghi, una buona volta!” disse Sara, prendendo la bici e avviandosi alla macchina.
Lorenzo, molto soddisfatto della reazione di Sara, la seguì. Aprì il cofano dell’auto e l’aiutò a infilare la bici nel cofano. Poi i due si sedettero in macchina.
- “E chi è la permalosa adesso???” fece Lui.
- “Io non sono permalosa! È che, al nome di Fiamma, mi innervosisco e non capisco più nulla!!”
- “E tu non la calcolare!!! Marco ha terminato il libro!! Ora, tolta questa sera, non dovrai più vederla!!! Fattela diventare indifferente!!!”
- “Sì, sì!!! Tu, piuttosto, se ci tieni al tuo matrimonio, stalle lontana!!!”
- “Signor sì, Signora!!!”
- “E pensa a guidare, altrimenti a Pisa non ci arriviamo!!!”
- “Signor sì, Signora!!!”disse Lui, ridendo.
Lorenzo mise in moto e partirono alla volta dell’ennesima avventura, probabilmente una delle ultime che avrebbero vissuto insieme...

- “Ma dove stiamo andando?” chiese all’improvviso Sara.
- “A fare shopping!!!”
- “Ma va! Dico: in quale negozio!!! Tu mi stai portando al centro di Roma!!!”
- “Ovvio! Per un evento del genere, ci vuole un abito speciale!!! Ecco… siamo arrivati!” disse Lui, parcheggiando.
- “Via Condotti??? Ma prima, insieme a Oscar ed Emilio, hai bevuto un caffè o un whisky???”
- “Avrei voluto bere un caffè ma, per correrti dietro, ho rinunciato!! Comunque non ti capisco: dove lo vuoi andare a comprare un vestito di alta moda??? Al discount???”
- “Ma tu hai idea di quanto costa un vestito qui??? Sono tutti abiti super firmati!!! Dolce & Gabbana, Hermès, Louis Vuitton, Prada, Trussardi, Valentino…”
- “E va beh!!! Vorrà dire che per i prossimi dieci eventi mondani a cui dovrai partecipare indosserai sempre il solito vestito!!!”
- “E va bene!!! Almeno farò schiattare d’invidia Fiamma Giuliani!!!”

E così i due partirono alla volta di uno sfrenato pomeriggio di shopping.
- “Salve!! In cosa posso aiutarvi?”
- “Salve!!! Beh.. staremo cercando un vestito da sera per me…” iniziò Sara.
- “Già! Questa sera abbiamo una cena di gala!” precisò Lorenzo.
- “Questa sera???” chiese la commessa, incredula. Era abituata ad avere a che fare con donne che si mettevano alla ricerca del proprio vestito addirittura mesi prima!!!
- “Già!!! Mia… moglie è un po’ ritardataria!!!”
- “Anche mio marito se è per questo!!! Serve uno smoking anche a Lui!!!” disse Sara, sorridendo.
- “Bene! Allora seguitemi!!!”
- “Allora.. Per Lei vedrei bene un abito del genere… Il verde acqua le dona! E poi è il colore dei suoi occhi!!!”
- “Bellissimo!” esclamò Sara, guardando il vestito.
- “E’ di Jenny Packham. Kate Middelton, in occasione del gala per sostenere la squadra britannica in vista delle Olimpiadi, ha indossato lo stesso modello e ha incantato tutti!”
- “Immagino! È fantastico! E poi questo velo di pizzo sulle spalle e sulla schiena è stupendo! Non trovi, tesoro?”
Lorenzo si era allontanato dalle due. Aveva adocchiato un abito che credeva potesse stare particolarmente a Sara. - “Sì! È bello! Però io proverei questo!” le disse, porgendole un abito Prada.
- “Nooo! Secondo me mi starebbe meglio quello verde acqua!!!” gli rispose Sara, fingendo di non essere interessata alla proposta di Lorenzo.
- “Va beh! Fai come vuoi!” le rispose Lui, poggiando il vestito Prada su una sedia.
- “Intanto per Lei…” disse la commessa, “abbiamo uno smoking classico oppure potrebbe indossare questo modello in velluto!!”
- “Quello in velluto!” disse Lui.
- “Quello classico!” aveva detto Lei, in contemporanea.
La commessa li guardò perplessa.
- “Va bene quello di velluto, grazie!” le rispose Lui, fingendo di disinteressarsi della proposta di Sara.
- “Allora? Li volete provare?” chiese loro la commessa.
- “Certo!”
I due, così, si recarono in camerino. Senza farsi vedere, entrambi portarono con sé entrambi i vestiti.
- “Prenderò lo smoking di velluto, ma fammi provare un po’ quello classico che piace a Sara! Così, per curiosità!” si disse Lorenzo. “Però questo a Sara non lo dico!”
- “Prenderò il vestito verde acqua, ma fammi provare un po’ quello Prada che piace a Lorenzo! Così, per curiosità!” si disse Sara. “Però questo a Lorenzo non lo dico!”
E, in due camerini opposti, dopo aver provato l’una l’abito di Packham e l’altro lo smoking di velluto, provarono il vestito che l’altro aveva proposto...
- “Perfetto!” dissero contemporaneamente, guardandosi allo specchio!
- “Prendo questo!!!” disse Lorenzo alla commessa, porgendole lo smoking classico. “Però non lo dica a mia moglie!”
- “Prendo questo!!!” disse Sara alla commessa, porgendole l’abito Prada. “Però non lo dica a mio marito!”
La commessa le sorrise e non aggiunse altro. – “Che bella coppia!” esclamò soltanto quando i due uscirono dal negozio.
Peccato che non lo fossero..
Così, ognuno con la propria busta, si avviò alla macchina.
- “Ma, alla fine, lo hai provato il vestito che ti ho consigliato io?” chiese Lorenzo, facendo il disinteressato.
- “Ehhh! No! Ho preso l’altro!!!”
- “Ah! Ho capito!!!”
- “E tu? Hai provato il vestito che ti ho consigliato io?” chiese questa volta Lei, facendo la disinteressata.
- “Ehhh! No! Ho preso l’altro!!!”
- “Ah! Ho capito!”
E poi se ne stettero zitti, senza dire una parola. Erano entrambi dispiaciuti del fatto che l’altro non avesse seguito i consigli che si erano scambiati e preoccupati per la reazione che l’altro avrebbe avuto alla vista del vero vestito che avevano comprato…
- “Ora farò la figura dello scemo! Lei non si è interessata minimamente all’abito che le ho consigliato e Io ho addirittura comprato quello che mi ha consigliato Lei! Sono proprio un cretino, un deficiente! Lo sapevo che questa serata si sarebbe rivelata un disastro!!” si diceva Lui.
- “Ora farò la figura della scema! Lui non si è interessato minimamente all’abito che gli ho consigliato e Io ho addirittura comprato quello che mi ha consigliato Lui! Sono proprio una cretina, una deficiente! Lo sapevo che questa serata si sarebbe rivelata un disastro!!” di diceva Lei.
Ma su quante cose si sbagliavano!!!!

Arrivati a casa Martini i due ebbero solo il tempo di avvisare la famiglia della serata. Presero poi gli abiti e l’occorrente e si avviarono.
- “E speriamo che sia la volta buona che questi due capiscono di voler stare insieme!!!” dissero Enrica e Libero contemporaneamente.
- “Signor Libero! Enrica! Ma adesso pensate anche le stesse cose!!” si intromise Ave.
- “Eh! Questa è la Madonna di Bagarìa che ci da la telepatia!” concluse nonno Libero.
E così Lorenzo e Sara erano in viaggio: destinazione Pisa!
- “Sicuro che la strada la sai?” chiese Sara, fingendosi un po’ scettica. In realtà non lo era: si fidava ciecamente di Lorenzo!!
- “Certo! Stai tranquilla!!”
- “Da qui a Pisa non c’è autostrada, però! C’è la statale!!! Una volta l’aereo che doveva atterrare a Roma è atterrato a Pisa e per arrivare qui…”
Ma si interruppe: Lorenzo conosceva già quella storia!! Era la loro storia!!!
- “Fammi indovinare! Per arrivare qui hai affittato una macchina… Hai molestato un brav’uomo per convincerlo ad accompagnarti perché tu non sai guidare!!! Allora: ho indovinato??” le chiese guardandola e sorridendole.
- “Sì! Hai toppato solo nella parte in cui hai detto che !”
- “Perché? Non è vero?”
- “No! Io ho chiesto gentilmente all’uomo che era seduto con me in aereo di accompagnarmi e Lui, dopo essere stato un tantinello acido…”
- “Come ?”
- “Hai ragione! Ho sbagliato!”
- “Ecco!!”
- “E Lui, dopo essere stato molto acido e antipatico, mi ha accompagnato!”
- “? Ah! E’ quello che pensavi di me?”
- “Beh! All’epoca non ti conoscevo!”
- “Quindi hai cambiato idea? E ora? Ora cosa pensi?”
- “Che sei petulante, pesante, integerrimo e.. ingrugnito!”
- “Risposta errata!! Dovevi dire: - “Insomma: avrei dovuto mentire! Va beh! Tu piuttosto?”
- “Io cosa?”
- “Non mi sopportavi, vero?”
- “No! Non è che non ti sopportavo.. Sì! Non ti sopportavo!”
Sara scoppiò a ridere. - “Sì! L’avevo immaginato!”
- “Ah sì?”
- “Beh! Non è che tu avessi cercato di nasconderlo!”
- “Va beh! Però pure tu! Prima parli a manetta.. Poi mi versi il bloody mary addosso..”
- “Ma ero agitata per il matrimonio!” disse Sara, con un filo di voce.
- “Ma.. Voglio dire: perché hai lasciato Giuliano sull’altare?”
- “Ma.. Preferirei non parlarne!” rispose Sara.
Lorenzo decise di desistere. Ma poi ricordò un dettaglio di quell’incontro. Così continuò: - “Va beh! Ma a me lo puoi dire!”
- “Davvero! Preferirei non parlarne!” disse nuovamente Sara, capendo le intenzioni di Lorenzo.
- “Ho capito! Non lo amavi abbastanza..”
- “Allora! Che cos’è che non capisci nella frase:
Detto ciò, sia Sara che Lorenzo scoppiarono a ridere.
- “Va beh! Lo ammetto!! Quella volta non sono stato il massimo della simpatia!”
- “Solo quella volta?” rise Lei.
- “Certo! Poi mi sei diventata simpatica e allora sono diventato gentile e disponibile! Quante volte ti ho dato un passaggio??”
- “Le volte che mi hai dato un passaggio sono di meno rispetto a tutte le volte in cui me lo hai rinfacciato!”
- “Ma non è vero…”
- “Sì che è vero!!!”
E così, una parola tira l’altra arrivarono a Pisa.
- “Fortuna che questa volta non c’era la polizia! Hai superato nuovamente i limiti di velocità!” gli fece notare Sara.
- “Va beh! Avremmo detto che andavamo di fretta perché…”
- “Perché?” chiese Lei, molto curiosa.
- “Perché.. ci dovevamo sposare!!”
- “Addirittura!”
- “Certo! Gli avremmo detto che ci siamo incontrati una volta in aereo. Che tu mi hai dato il tormento per tutto il viaggio e anche dopo perché, atterrati a Pisa, abbiamo affittato una macchina insieme per arrivare a Roma, dove  tu ti saresti dovuta sposare. Ma non l’hai fatto perché hai avuto un colpo di fulmine per me! Così ci siamo ritrovati a vivere nella stessa casa e io, a poco a poco, mi sono innamorato di te! E quindi avevamo deciso di sposarci e stavamo andando a Pisa per farlo!”
Sara gli sorrise. – “Ci avrebbero sicuramente creduto!”

Così si avviarono all’albergo. Era a cinque stelle.
- “Salve! Sono Sara Levi e Lui… il mio accompagnatore! Siamo qui per il gala organizzato dalla Federazione di Atletica..”
- “Certo! Allora: questa è la chiave della stanza dove potete andare a cambiarvi… Per le nove inizia l’evento!”
- “Grazie!” risposero sia Sara che Lorenzo.
- “Scale?” chiese Lui.
- “Ascensore?” propose Lei.
- “Ma non hai paura che si possa bloccare?” le chiese Lorenzo, perplesso.
- “Paura? Speriamo che si blocchi, piuttosto! Così niente gala!”
I due presero così l’ascensore che li portò, sfortunatamente per Sara, a destinazione.
- “Peccato! Questo funzionava! Avremmo dovuto prendere l’altro! Mi sembra più un catorcio!” disse Sara.
- “Su piantala! Piuttosto: pensa a prepararti! Vai prima tu o prima io?”
- “Non serve metterci d’accordo! La suite ha due bagni!” gli fece notare Lei.
- “Bene! Allora andiamo a prepararci!”
E così Sara e Lorenzo si andarono a preparare.

Neanche a dirlo, dopo un’ora, Lorenzo era pronto e Sara no!
Lui era in camera che andava avanti e indietro, non riuscendo a capire che a una donna, per prepararsi, serve più tempo di un uomo!
- “Sara! Ma quanto tempo ti ci vuole ancora? Io sono già pronto! Ho fatto la barba, ho sistemato i capelli, ho fatto una doccia, mi sono vestito e tu? Ancora non sei pronta?”
- “Lorenzo ho quasi fatto!”
- “Cosa intendi, nello specifico, quando dici ?”
- “Ho fatto una doccia; ho sistemato i capelli e ho quasi finito di truccarmi! Un quarto d’ora e sono pronta!”
- “Il tuo quarto d’ora equivale minimo minimo ad un’altra mezz’ora! Così arriveremo in ritardo! Sono già le nove!!!”
- “Va beh! Ma a questi eventi mondani arrivare in ritardo è la regola!”
- “E io? Adesso che faccio mentre ti aspetto?”
- “Non lo so! Guarda la tv… Ah! Mi faresti un favore???”
- “Un altro?”
- “Manda un messaggio a Marco. Digli che sto bene! Che sto a Pisa con te per la cena di gala e che lo chiamo domani!!!
- “E il cellulare? Dov’è???”
- “Nella borsa!”
- “Ok! Adesso se lo trovo, avviso tuo fratello!!! Tu, però, sbrigati!!!”
- “Sì, sì! Mi muovo!!”

Dopo mezz’ora, Sara non era ancora uscita dal bagno e Lorenzo, più che spazientito, era un po’ preoccupato.
- “Sara? Ma va tutto bene! È da un pezzo che non dici una parola! Mi devo preoccupare?”
- “No! No! Sono pronta!”
Così, mentre Lorenzo continuava a camminare avanti e indietro per la stanza, Sara finalmente  uscì dal bagno. Era un incanto!
Indossava un abito lungo, rosa cipria Prada. Un bel fiocco le si legava alla nuca, in modo da non lasciarle del tutto scoperta la schiena. Sara aveva scelto un make up neutro, lucido rosa, rossetto, e semplici orecchini di diamanti. Era elegante ma al contempo semplice. Era semplicemente perfetta!
Lorenzo nel guardarla rimase senza parole…
- “Sei bellissima!!!” le riuscì soltanto a dire.
- “Grazie! Anche tu sei molto elegante!” gli rispose Lei. “Sbaglio o quello è lo smoking classico che ti ho consigliato io?” aggiunse poi Lei.
- “No! Non sbagli! E quello non è il vestito che ti ho consigliato io?” le rispose Lui, avvicinandosi a Lei.
- “No! Non sbagli!”
- “Allora andiamo?” le chiese, porgendole il braccio e cercando di reprimere la voglia che aveva di baciarla.
- “Certo! Però prima mettiamo le cose a posto così portiamo la borsa in macchina e…”
- “E, appena finita il gala, ce ne torniamo a casa nostra!”
come suona bene!” pensarono entrambi. Ma lo era ancora per poco…
- “Già!” concluse Sara.

 Così fecero per poi scendere nell’atrio. Lorenzo andò a posare le borse in macchina, mentre Sara era rimasta nella hall ad aspettarlo.
- “Certo che i capelli gelatinati ti ringiovaniscono!” gli disse al suo ritorno.
- “Cosa vorresti dire? Che sono vecchio???”
- “No! Non mi permetterei mai!”
- “Perché hai paura, vero?”
- “No! perché, di solito, porto rispetto per le persone più anziane di me!” disse Sara, ridendo.
Lui la guardò. Avrebbe voluto controbattere non ci riuscì: la sua bellezza lo lasciava senza fiato e… senza parole!
- “Allora? Pronta?”
- “Non tanto!”
- “Dai! Ci sono qui io con te!”
- “Ok! Però mettiamoci d’accordo! Quando la situazione sta degenerando ci diciamo una parola in codice!”
- “Del tipo?”
- “?”
- “?” le chiese Lorenzo, scettico.
- “Sì, vino! Hai presente quella bevanda che tanto ti piace…”
- “Sì, sì! Ho presente! Che poi, a dire il vero, piace anche a te! Al rifugio ne hai bevuto…”
E poi si interruppe. Entrambi abbassarono lo sguardo! Al rifugio avevano esagerato un po’ col vino, è vero! Ma era accaduto qualcosa di più… E non era stata colpa del vino!
- “Sara! Ma sei un incanto!!!” li interruppe ad un tratto Antonietta Di Martino, campionessa e compagna di stanza di Sara alle competizioni europee e mondiali e ai ritiri.
- “Antonietta! Come stai?” le chiese Sara, abbracciandola.
- “Io bene! Ma tu? Ho saputo del tuo ritiro! Mi dispiace tantissimo! Soprattutto perché quella Fiamma si dà un sacco di arie!!!”
- “Beh! Adesso ha la pista libera!!! Comunque… Posso presentarti il dottor Lorenzo Martini. È il mio..”
- “Fidanzato!” concluse Fiamma! “Già! La nostra dolce Sara ha lasciato Giuliano per fidanzarsi con questo bel ragazzo!”
Sara era parecchio infastidita dalla situazione; la Di Martino lo era allo stesso modo. Anche Lorenzo era seccato per l’intervento della “gatta morta”. Perciò le rispose a tono.
- “Sara non ha lasciato Giuliano per me! L’ha lasciato perché ha capito di non amarlo tanto da sposarsi! Ed è stato molto meglio così! Uno, perché così ho avuto la fortuna che diventasse la mia fidanzata! Due, perché così ha evitato di finire come te: sola, costretta a prendersi gioco di un uomo ubriaco pur di portarselo a letto e con due divorzi alle spalle!”
Fiamma, a queste parole, non seppe cosa controbattere. Voltò le spalle a Sara e Lorenzo e andò via.
- “Dottore! È un piacere conoscerla!” disse Antonietta a Lorenzo. “Finalmente qualcuno che tappa la bocca a quell’arpia!”
- “Il piacere è tutto mio!” disse Lorenzo. “Sa! Io so benissimo chi è Lei! Ero sia a Osaka nel 2007 quando è diventata vice campionessa mondiale sia a Parigi, nel 2011 quando ha vinto i Campionati Europei Indoor. Però..” continuò Lorenzo “Ora che ci penso, io non ti ho vista in quelle occasioni!” disse Lui, rivolgendosi a Sara.
- “Beh! Nel 2007 avevo soltanto 20 anni e non riuscii a qualificarmi per i mondiali! Nel 2011..”
- “Era la favorita, ma un brutto incidente la tenne lontana dalla pista per un po’!” concluse la Di Martino. “Che peccato! Vi sareste potuti incontrare in quell’occasione e vi sareste potuti innamorare prima!”
Sara e Lorenzo si guardarono. - “E’ andata così! Destino!” dissero insieme.
- “Sara! Ma sei un incanto!” li aveva interrotti Andrew Howe, campione europeo e vice campione mondiale di salto in lungo.
- “Andrew! Da quanto tempo!!! Come stai???”
- “Bene! E tu??? Come va la tua vita fuori dalle piste d’atletica?”
- “Benissimo! Ho scoperto che oltre alla corsa c’è molto altro nella vita! Ah: ti presento il mio compagno: il dottor Lorenzo Martini!”
- “Piacere!” gli disse Lorenzo, porgendogli la mano.
- “Piacere mio!”
- “Ah! Il dottor Lorenzo Martini dunque è lei?” chiese all’improvviso il dottor Savino, avvicinandosi.
- “Dottore! Come va?” chiese Sara.
- “Benissimo! E tu? ?” le chiese sottolineando le ultime parole.
- “Molto bene! Ma… voi due vi conoscete??” chiese Sara guardando Lorenzo e il dottor Savino.
- “Scusate! Raggiungo la mia allenatrice nonché mia madre prima che importuni qualche pezzo forte della federazione!” si congedò il campione di salto in lungo.
- “E io vado dal mio allenatore nonché mio marito per lo stesso motivo!” si congedò Antonietta di Martino.
- “Allora? Vi conoscete??” chiese nuovamente Sara ai due, spostando lo sguardo da uno all’altro.
- “No!!” le rispose Lorenzo.
- “Sì!!” le confermò il dottor Savino.
- “Beh, sì! Ci siamo sentiti una volta per il tuo ginocchio!!!” continuò il dottor Martini
- “Beh sì! Tu mi avevi detto che si stava prendendo cura di te l’equipe di Villa Aurora.. Io ho chiamato ma il dottore mi ha detto che non era vero!” concluse il medico federale.
- “Va beh! Conoscendo Sara è normale! È una paziente molto indisciplinata!” la prese in giro Lorenzo.
Drinnn-Drinnn
- “Scusate! È il mio!!! Torno subito!” le disse dandole un bacio sulla fronte, come se fosse davvero il suo fidanzato.
- “Ma mi vuoi spiegare questa storia???”
- “Niente! Ti ho detto già tutto!”
- “Ma Lorenzo sospetta qualcosa?”
- “No! Ma io sono sempre più convinto che tu debba informare la tua famiglia!”
- “Ne abbiamo già parlato e non ne voglio discutere ancora! Per favore!”
- “Rieccomi!” li interruppe Lorenzo.
- “Tutto ok? Chi era??”
- “Nessuno di importante!” le rispose Lui.
In realtà era Veronica!!! in effetti, nessuno di importante…
- “Bene! Io vado a salutare gli altri miei pazienti!!! Ci vediamo dopo!” si congedò il dottore della nazionale.
- “Sara!” la salutò il presidente della federazione, mentre le si avvicinava.
- “Lorenzo, ti prego: tra trenta secondi inventati una balla e portami il più possibile lontano da lui! Quando inizia a parlare non finisce più!”
- “Uuu!!! Conosco una persona che ha lo stesso problema!”
- “Presidente! Come va?”
- “Sara sono contentissimo del fatto che tu abbia accettato il nostro invito!”
- “Sono io ad essere molto contenta di averlo accettato!”
- “Che bugiarda!” le disse Lui, a bassa voce.
- “Presidente! Posso presentarle Lorenzo Martini! È il mio compagno!”
- “Piacere!” disse Lorenzo.
- “Piacere mio!” disse il Presidente della federazione di atletica. “Ragazzo, mi raccomando! Tratti bene questa ragazza perché è un gioiello!!!”
- “Lo so! Me ne sono accorto!” disse Lorenzo.
- “Ma lei lo sa tutte le pazzie in cui Sara ci ha coinvolto e che abbiamo dovuto sopportare? Mi ricordo ancora…”

Il Presidente della Federazione Italiana di Atletica stette lì a parlare con Sara e Lorenzo per più di un’ora. I due, durante la conversazione, avevano detto a stento qualche parola. Alla fine, stremato dalla parlantina del più importante invitato al gala, Lorenzo decise di agire..
- “Presidente! Ci scusi!! Io e Sara dobbiamo andare… Dobbiamo salutare…” Lorenzo la prese per mano e la portò via.
- “Dove dobbiamo andare? Lorenzo!!!”
- “Shhh.. E seguimi!!!”
Lorenzo la portò fuori dalla sala dove si stava svolgendo la cerimonia. Le coprì gli occhi con le mani e, piano piano, la portò sulla terrazza dell’albergo. C’era un’atmosfera molto romantica: tutta la terrazza era illuminata da tante candeline e da tante lucette alle pareti.
- “Ieri sera mi hai raccontato che, dopo una gara andata male, ti sei recata sul tetto dell’albergo perché ti sentivi sola e ti sei messa lì, a contemplare il cielo! Mi hai detto che, anche se non avevi delle risposte, hai ritrovato di nuovo il sorriso! Così, mentre il tale prima parlava, ho pensato che l’unico modo per dimenticare l’ultima ora della tua vita era… portarti sul tetto!!” le disse, togliendole le mani dagli occhi. – “Però il cielo di Pisa non è così bello come quello di Roma!” le sorrise poi.
Lei lo guardò: aveva le lacrime agli occhi e la stessa espressione che hanno i bambini quando scartano i regali la mattina di Natale.
- “Sara! Che hai??? Perché piangi? E non mi dire che è un inizio di congiuntivite perché questa balla l’ho detto prima io!!! ”
- “No! E’ che… Mi mancheranno… questi momenti… Sì, insomma: quelli che ci ritagliamo io e te!!! E poi… Mi mancherai tu! Sì! So cosa stai per dire: Va beh..”
- “No! Invece! Stavo per dire che senza di te non saprei come fare!”
Lorenzo le si avvicinò. La guardò e le chiese: - “Signorina, mi concede l’onore di questo ballo?”
Dalla sala dove si stava tenendo la cerimonia, infatti, già da qualche minuto si sentiva della musica.
- “Ma tu non eri quello a cui piace mettersi in disparte e guardare gli altri ballare?”
- “Non questa sera! Questa sera voglio ballare con te!”
E così i due incominciarono a ballare sulle note di “Così vicini”, la colonna sonora di “Come d’incanto”.
E, se Robert durante il ballo aveva sussurrato una parte della canzone alla sua Giselle, questa volta, mentre Sara e Lorenzo ballavano, furono tutti e due a sussurrarsi una frase della canzone..

Con te i sogni diventano realtà,
tu sei nel cuore e io nell’anima.
Non c’è più niente che ora non farei
Perché sei qui… con me.

Lorenzo e Sara si guardarono negli occhi.
Lui pensò alla prima volta che l’aveva vista, in aereo. Alla prima volta che l’aveva incontrata a casa Martini. Alla volta in cui l’aveva vista ballare di notte, in cucina. Al loro primo bacio. Alla loro avventura al rifugio.
Lei pensò alla prima volta che l’aveva visto, in aereo. Alla sua faccia quando l’aveva vista in cucina con una parrucca biondo platino. Al loro primo bacio. Alla loro avventura sul tetto. Alla loro avventura al rifugio.
Lui voleva baciarla.
Lei voleva baciarlo.
Ma il Destino non pensava che fosse arrivato il momento giusto per loro… per affrontare il loro Destino… E infatti…
- “Che belli! I fuochi d’artificio!” disse Sara, allontanandosi da Lorenzo, dopo essere sussultata per i fuochi d’artificio.
- “Già! Che dici? Vorrà dire che la serata è finita?” chiese Lorenzo, ricomponendosi.
- “Speriamo! Così possiamo tornare a casa!”
Così Sara e Lorenzo decisero di catapultarsi di nuovo nella realtà. Giusto il tempo di tornare al gala che salutarono tutti i presenti e si rimisero in viaggio alla volta di Roma.

- “Ma sei sicuro di voler guidare? È tardi!”
- “Certo! E poi la strada Pisa-Roma la conosco!! Solo una cosa, però: niente !”
- “E allora dimmi tu! Di cosa vuoi parlare?
- “Non lo so!!!”
- “E va beh! Vuol dire che proverò a convincerti che Deborah Kerr ha ragione a non voler dire la verità a Cary Grant!”
- “Ma piantala!!! Non ha assolutamente ragione!!”
- “Sì, perché…”
Ed ecco che questa volta il Destino aveva colpito ancora! Proprio come quattro mesi prima, il viaggio Pisa-Roma volò in compagnia dei protagonisti di uno dei film più romantici di tutti i tempi..

- “Va bene! Mi arrendo!!! Sei un caso perso!!”
- “Io?? Sara sei un caso disperato! Questi amori da favola come li raccontano nei film esistono…  solo nei film! È questo che non capisci!!”
- “L’ho detto! Sei un caso perso!” disse infilando la chiave nella serratura.
- “Ma va!!!” disse Lui, sbattendo, involontariamente, la porta.
- “Fa piano! Non vorrai svegliare tutti! Sono quasi le tre!!!”
- “Non l’ho fatto intenzionalmente! Comunque è meglio se andiamo a letto! Abbiamo solo poche ore di sonno davanti a noi!! Tu già la mattina non ti svegli quando dormi! Figurati quando non dormi!!!”
- “Ahah! Simpatico proprio!!! Comunque… a domani!!”
- “Certo! Buonanotte!”
Così Lorenzo fece per andare in garage e Sara fece per salire le scale. Eppure…
- “Che ne dici se salgo su in mansarda…”
- “Che ne dici se scendo in garage…”
Si guardarono e scoppiarono a ridere.
- “Sali tu da me! Così se ci scoprono scappi sul tetto!”
- “Va bene! Però questa notte si dorme!!”
- “Sì, sì!!!”
E infatti, pochi minuti dopo, Lorenzo salì da Sara. Lei stava posando i suoi orecchini. Lui, dopo aver bussato, saltò sul letto e, nonostante fosse convinto di non riuscire a chiudere occhio, si addormentò subito. Anche Lei crollò, ma prima gli diede un bacio sulla guancia e gli sussurrò la buona notte. Era la penultima che passavano sotto lo stesso tetto.



27 gennaio, 0re 7.00 circa

Il giorno seguente Lorenzo fu il primo a svegliarsi. Sara, infatti, stava ancora dormendo quando Lui uscì di casa per andare a lavoro. Si preoccupò anche di non farla disturbare…
- “Io e Sara ieri siamo tornati tardi! Fatela dormire ancora un po’, mi raccomando!!!”
Sara, invece, quando si svegliò, rimase un po’ amareggiata del fatto che Lorenzo non fosse con Lei. Ma poi guardò la sveglia e capì..
- “Oddio! È quasi mezzogiorno! Quanto è tardi!!! E va beh! Vorrà dire che invece di fare colazione, andrò direttamente a pranzo!” pensò Lei, sprofondando di nuovo sul letto.
Drinn-Drinn
- “Lorenzo! Buongiorno!”
- “Dormigliona! Dì la verità! Ti sei appena alzata?”
- “Assolutamente no!”
- “Ah no?”
- “No! Mi sono appena svegliata, ma sto ancora a letto!”
- “Beata te! Comunque ti chiamavo per dirti che non torno per pranzo! Sono bloccato in clinica per tutto il pomeriggio. Ci vediamo direttamente questa sera! Torno per cena! Avvisi tu i Martini??”
- “Va bene! Allora… a stasera!”
- “A dopo!”
 

27 gennaio, ore 21.00 circa

La cena era appena finita. Così Ave e Sara si occuparono della cucina, mentre i ragazzi andarono a finire i compiti. Quella sera Enrica e Libero non c’erano: erano a giocare a bridge da alcuni amici. Sara, nel parlare con Ave, non si era accorta della mancanza di Lorenzo. Solo quando stava per andare a letto lo cercò. Ma non lo trovò da nessuna parte. Ad un tratto le arrivò un sms...
“Sono rimasto chiuso in  mansarda.. Ero venuto a prendere dei libri di Lele ma sono rimasto bloccato! Mi aiuteresti???”
- “Ma lì c’è la chiave!” rifletté Sara alquanto perplessa. “Va beh! Fammi andare a vedere!” Così corse in mansarda e aprì la porta. Era tutto buio…  “Lorenzo? Dove sei?”
Era proprio dietro di Lei. Le aveva coperto gli occhi con le sue mani.
– “Oddio! Ma sei impazzito!” 
– “Ma ce la fai una buona volta a stare zitta e ferma! E fidati!”
Le coprì gli occhi con una benda, appannò la porta e la prese per mano.  
– “Vieni!”
La fece sedere per terra, su alcuni cuscini. Lui si sistemò vicino a Lei.
– “Allora pronta?”
– “Se sapessi a fare cosa!”
Allora Lorenzo le tolse la benda e Sara rimase senza parole: aveva sistemato la tv e il registratore che avevano scovato proprio lì la mattina di Natale!
– “Ma hai fatto tutto questo da solo?”
– “Esatto! E ti dirò di più: questa mattina, nonostante il casino che c’è in camera tua, mentre dormivi,  sono riuscito a trovare questo!” Era il dvd di “Serendipity”. “Lo volevi vedere, no? A un tuo sì metto play e inizia lo spettacolo!”
– “Pronta! Anzi no! Ma quindi non eri rimasto chiuso dentro a cercare i libri di Lele?”
– “No! Ma come vedi io almeno non l’ho fatta tragica come te e mio figlio!”
Sara rise. – “Va beh! Dai! Vediamo il film!”
E così trascorsero la serata a vedere il film. Sara era stata zitta per tutto il film. Non aveva staccato gli occhi dal video. Lorenzo, invece, non aveva visto per niente il film! Aveva guardato la sua Sara: l’aveva vista appassionarsi, divertirsi ed emozionarsi e, appena finito il film, riacquistare anche la sua solita parlantina!! Infatti aveva iniziato con le sue teorie sul destino e le coincidenze. Lorenzo continuava a contraddirla (si divertiva molto nel farlo!) ma, per sfortuna, i due furono interrotti da una chiamata. 
– “E’ Villa Aurora! Sì.. Oscar dimmi… Arrivo subito!” Poi, rivolgendosi a Sara: - “E’ un’emergenza! Devo andare, scusa!”
– “Non ti preoccupare! E grazie per la serata!”
– “Grazie a te!”
Lorenzo stava andando via. Si fermò e tornò indietro. La guardò e le diede un bacio sulla guancia. – “Cerca di dormire, questa notte! Sei ancora più bella quando dormi!”

 

27 gennaio, mezzanotte circa

Lorenzo era appena tornato a casa da Villa Aurora. Era stanchissimo ma, prima di andare a letto, decise di fare un salto da Sara per vedere se era sveglia o meno. Aveva intenzione di chiederle di rimanere con Lei. Quella sarebbe stata l’ultima occasione per farlo..
Bussò ma nessuno rispose. Così aprì la porta e la vide lì, bella e addormentata. Era un po’ scoperta; così le si avvicinò, la coprì e le diede un bacio.
“La mia bella addormentata dorme! Meglio che vada anch’io!”
Così, a malincuore, scese in garage e si coricò. Cercava di non pensare a nulla ma una frase continuava a rimbombargli in testa.
- “Mancano meno di ventiquattro ore e poi tutto sarà finito!”
Con la precisone, mancavano 20 ore! Solo 20 ore lo separavano dalla sua nuova vita a New York con suo figlio ma non con la donna che amava….

 

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x01 Dall’America con Amore
- 9x05Lorenzo sulla graticola 
- 9x08 Il colpo della strega
– 9x17 Il peccato dell’Eden
- 9x19 Rifugio d’amore

 


 

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Capitolo 9
*** • Episodio IX _ Appuntamento preso col Destino! ***


28 gennaio, ore 7.00


Sara aveva aperto gli occhi già da un po’ quando la sveglia era suonata. Inutile dire che il sorriso con il quale aveva cominciato la giornata si era smaterializzato quando aveva ricordato che quella sera Lorenzo sarebbe dovuto partire…

“Il giorno è arrivato! Oggi Lorenzo parte! A dire il vero, non so neanche a che ora! Da ieri notte, quando in mansarda abbiamo visto “Serendipity”, ad adesso, mi sembra sia passata un’eternità! E invece non sono trascorse neanche poche ore! Questa notte, quando è scappato in clinica, ho cercato i bigliettini sui quali abbiamo scritto i nostri per il 2014! Quanto avrei voluto aprire quello di Lorenzo ma, alla fine, non l’ho fatto! Ho riletto il mio, però! Che dire??? Non penso che riuscirò a realizzare il desiderio che era in cima alla lista! Sposare l’uomo che amo!  Brava Sara! Bell’ambizione!! Ma, se non riesci neanche a dire all’uomo che ami che lo ami, come speri di sposarlo??? Il fatto è che mi trovo in un casino!!! Mi sono innamorato di un uomo che ha fatto carte false per riconquistare la sua ex moglie, e che per di più, sta per partire per New York proprio con la sua ex moglie! Dio mio! È un incubo!! Vorrei tanto svegliarmi e capire che è tutto un incubo! Realizzare che io e Lorenzo ci amiamo, che stiamo insieme, io, Lui e Tommy, felici e contenti!!! E invece no!! La realtà è ben diversa e io… io me ne devo fare una ragione!!! Lui oggi uscirà definitivamente dalla mia vita e tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, tutto ciò che abbiamo condiviso, puff! Verrà cancellato!! Sarà come se nulla fosse mai accaduto!!! Cosa si dice in queste occasioni??? Addio! Arrivederci! Ci incontreremo in un’altra vita! Mah… Magari gli augurerò solo buon viaggio!!! D′altronde… Quante cose avrei voluto dirgli e non gli ho mai detto…
Ora è meglio che vada a fare la fila al bagno altrimenti il bar oggi lo apro per l’ora di pranzo! D’altronde: la mia vita deve continuare! Anche senza l’uomo che amo!”
 

Così, mentre Sara si recava a fare la fila al bagno, Lorenzo, in garage, continuava a dormire beatamente. Quella notte, dopo essere ritornato dalla clinica, aveva fatto fatica a prendere sonno. L’unico suo pensiero fisso si chiamava , un uragano che lo aveva travolto nelle sue mille avventure dalla prima volta che l’aveva conosciuta. Alla fine, stravolto, si era addormentato ma aveva fatto per tutta la notte dei sogni strani. Da ultimo, uno in cui rincorreva, in un posto a Lui sconosciuto, una donna.. Ma non una donna qualsiasi! Rincorreva la sua Sara!

Ma… E’ solo un sogno, maledizione!!! Dio!! Sto diventando pazzo con tutta questa storia!!! Addirittura adesso sogno Sara!! Ma stiamo scherzando?? Invece di pensare a fare le valige, a preparare le ultime cose che oggi è , io che faccio?? Sogno di rincorrere in un posto sconosciuto una donna.. ma non una donna qualunque.. Sara! E poi, dopo aver creduto di averla persa, eccola lì, che la ritrovo vicino a me, bellissima! E addirittura ci baciamo!! Beh, che dire? Almeno in sogno ho trovato il coraggio di farlo! Nella vita reale mi è sempre mancato! Eppure, sul più bello.. Mi sono svegliato!!! Chissà questo sogno cosa vorrà dire! Freud diceva che . Ecco: non ci vuole un genio per capire che non sono più sicuro di andare a New York! Ma ormai la decisione è stata presa. Stasera alle undici salirò su quel volo con Tommy e insieme raggiungeremo Veronica! Già una volta li ho fatti soffrire e non intendo deluderli un’altra volta! Anche a costo di essere infelice senza l’unica donna che ho sempre desiderato e che non ho mai saputo di volere! Quindi… Quindi ora è meglio che mi alzo e che corro in bagno a fare la fila! Per l’ultima volta in vita mia!!” 
 

Così Lorenzo prese gli asciugamani e il beauty-case e corse in bagno. Ma si dovette mettere in fila: il bagno era già occupato!
- “E’ inutile che corri!” gli disse con un sorriso Sara, appoggiata al muro del bagno. Stava facendo anche Lei la fila!
- “Mi mancherà.. fare la fila al bagno di casa Martini!” disse Lorenzo. “E non sarà l’unica cosa a mancarmi!” pensò. Ma, come al solito, ciò che il suo cuore aveva pensato, la sua logica non aveva esternato.
- “A che ora parti?” chiese Lei, che faticava a nascondere la sua malinconia.
- “Alle undici! Questa sera!” le rispose Lui, che poi aggiunse: “Sai che ti ho sognato?”
- “Fammi indovinare! Ti tenevo recluso in una cantina o ti versavo un coktel sulla camicia?”
Lorenzo scoppiò a ridere. – “No! Niente di così realistico!”
- “Almeno dimmi se è brutto o bello!” disse Lei, incuriosita dall’essere vago di Lorenzo.
- “Era strano!”
Lei gli sorrise e abbassò lo sguardo. Fu Lorenzo a prendere la parola e a farle una proposta inaspettata…
- “Ti andrebbe di fare colazione insieme.. da qualche parte.. dopo?”
- “Vuoi violare una delle sacre regole di casa Martini? La colazione in famiglia?”
- “Senti! A parte gli scherzi, questa avventura, a Poggiofiorito, in fondo, l’abbiamo cominciata insieme!! E, ora che sta finendo, almeno.. almeno per me.. forse dovremmo salutarci nel modo giusto, non credi??”
Sara era alquanto spiazzata per la proposta di Lorenzo. Stava cercando le parole adatte per rispondergli, quando..
- “Il bagno è Libero!” disse Bobò, uscendo dal bagno.
- “Grazie Bobò!” gli rispose Sara che poi, rivolgendo a Lorenzo, aggiunse: “Ehhh!! Allora… a dopo!”
I due si guardarono e si sorrisero. Poi Lei andò in bagno a sistemarsi e Lui rimase fuori ad aspettarla!

“Ma sei un cretino!” si disse Lorenzo, subito dopo che Sara aveva chiuso la porta del bagno. “ Ma dico: come ti è saltato in mente? Già che c’eri, potevi pure aggiungere: Tanto per non farci mancare la ciliegina sulla torta!!! Per fortuna che Sara è stata discreta! Non ci speravo: temevo continuasse a farmi domande, e invece no! A dire il vero sembrava quasi che non sapesse cosa dirmi! Almeno ha accettato il mio invito a fare colazione insieme! Già! L’ultima volta che la guarderò mangiare pane e panna senza capire come faccia!!! Ci sono! La porto in quella pasticceria vicino al cinema! , … Ormai ogni cosa mi fa pensare a Lei!!! È… è incredibile! Non credevo fossimo così… come dire, legati l’uno all’altra! E poi, a dire il vero, anche se so poco e nulla di Sara, della sua vita, di ciò che a fatto prima di mettere piede in casa Martini, ho la sensazione di conoscerla da sempre…”

Ma Lorenzo venne interrotto da Tommy…
- “Ciao Pa’!”
- “Ciao Tommy!”
- “Fai la fila???”
- “Già! Per l’ultima volta!”
- “Già!” disse Tommy, mestamente. “L’aereo è alle 11, giusto?”
- “Sì! Mi raccomando: puntuale!”
- “Sì, sì!!! Le valigie sono pronte! Devo solo…”
- “Cosa?” chiese Lorenzo.
- “Salutare tutti!!! Già! Ho lasciato per ultima la parte più difficile!”
- “Lo so! Con i Martini succede sempre così! Ci si mette un po’ ad abituarcisi ma poi non li si vorrebbe fare più andare via!”
- “Già! Ma… chi c’è in bagno?”
- “Sara!”
- “Ah beh! Allora oggi vado a scuola in pigiama!”
- “Ma piantatela voi due di inciuciare!!!” disse Sara, aprendo la porta. “Ho già fatto!”
- “ - “Beh papà!!! Allora i miei 5 minuti non ti sembreranno nulla di che!” disse Tommy, infilandosi in bagno e chiudendo la porta.
- “Ma Tommy!!!!” obiettò Lorenzo.
- “Questo ti meriti! La prossima volta non parlavi male di me!!!” gli disse Sara, facendogli la linguaccia per poi lasciarlo lì, ad aspettare il suo turno.


Dopo più di mezz’ora, mentre Lorenzo, già pronto, andava ad avvisare i Martini che non si sarebbe fermato a fare colazione con loro, Sara, in mansarda, era in preda a una tipica indecisione femminile. In pratica, non sapeva cosa indossare. Aveva letteralmente svuotato l’armadio!! E, nonostante i suoi mille vestiti, tutti le sembravano inadatti per l’occasione. Alla fine aveva optato per un jeans, una maglia beige con degli stivaletti col tacco. Ma, guardandosi allo specchio, bocciò il suo look. 
“Ma non mi posso presentare vestita così! No! Adesso mi cambio… Forse potrei indossare questo bellissimo vestito rosso! Me lo ha dato Ave, eppure non l’ho mai indossato! Sì! Vada per questo!!”
Ma, proprio in quel momento, squillò il cellulare. Era Stefano: sua nonna stava male!
Sara gettò il vestito rosso sul letto e, preso il cappotto, si catapultò ad avvisare Lorenzo.


Intanto anche Lorenzo aveva avuto un imprevisto. A detta di Enrica, Libero stava… perdendo la testa! Lorenzo, molto affezionato a suo zio, si era subito reso disponibile per fare dei controlli. Ma ciò significava rinunciare all’ultima colazione con Sara.
“Forse è Destino!” pensò mestamente Lorenzo, mentre aspettava la giovane Levi in salotto.


Stranamente Sara non lo fece attendere molto.
- “Ehi!” le disse, vedendola scendere le scale. E, anche in quell’occasione, non poté non pensare che era bellissima! ”Ti.. Ti stava aspettando!”
- “Ah, bene! Anch’io ti cercavo! Devo dirti una cosa!” gli rispose Lei, avvicinandosi.
- “Anch’io! Prima tu!”
- “Ehhh… Mi ha chiamato Stefano. Sua nonna Livia non sta bene!”
- “E’ grave?”
- “Spero di no!” 
- “Più o meno lo stesso problema! Enrica è preoccupata per lo stato di salute di Libero e io le ho promesso di fare dei controlli!”
- “Qualcosa di grave?”
- “Non lo so! Devo dare un’occhiata! Comunque, facciamo così: ci aggiorniamo, vediamo come stiamo messi e al massimo la colazione diventa un pranzo!”
- “D’accordo!” gli rispose Lei, con un sorriso.
- “Ok! Andiamo! Vuoi un passaggio?”
- “Ah! Non ti preoccupare: ho la bici!”
- “Libero! Enrica! Vi aspetto fuori!” disse Lorenzo, aprendole la porta. “Comunque, insisto! Ti do un passaggio!”
- “Ma no!”
- “Sara, ti ricordi cosa è successo l’altro ieri quando sei venuta in clinica? Sbaglio o la bici non ripartiva?”
- “Va beh! È stato un caso..”
- “E se ricapitasse??”
- “Vuol dire che userò la bici elettrica come una bici normale: mi metto a pedalare!”
- “E va bene! Non insisto!”
- “Sara! Mia cara, vieni con noi in clinica?” le chiese Enrica, che stava uscendo insieme a Libero.
- “No! Veramente ho un altro impegno! Ma, comunque, vi lascio in buone mani! C’è Lorenzo con voi!”
- “Ah, peccato!” disse Libero.
- “Dai Libero! Non fare quella faccia! La nonna di Stefano non sta bene e voglio andare a vedere come sta!”
- “Va beh! Almeno lascia che ti accompagniamo dalla nonna di Stefano, però! Non vorrai davvero prendere la bici??” le chiese Enrica, con lo stesso fare malizioso che di solito appartiene al marito.
- “In effetti..”
- “Nooo!! E se venisse a piovere??? No! Lorenzo la dobbiamo accompagnare!” disse Libero, con fare categorico.
- “Per me non ci sono problemi!” rispose il nipote.
- “Va bene!” rispose Sara. “3 contro 1 è una battaglia persa!”
Così Sara fece per aprire lo sportello posteriore ma Enrica la fermò.
- “Mia cara! Io e Libero preferiamo sederci dietro! Ti dispiace sederti tu vicino a Lorenzo?”
Sara e Lorenzo si guardarono. – “No! Enrica… figurati!”
Così, allacciate le cinture, Lorenzo mise in moto e partì.

Durante il viaggio nessuno parlò. Lorenzo e Sara, a volte, si guardavano e si sorridevano. Enrica e Libero, stranamente muti, non si lasciavano fuggire nemmeno uno sguardo che i due si scambiavano.
- “Ecco! La nonna di Stefano abita qui!”
- “Ah! Siamo arrivati?” chiese Libero, cercando di essere il più naturale possibile.
- “Beh.. sì!” disse Sara, guardando Lorenzo.
- “Peccato!” disse Enrica.
Lorenzo e Sara si guardarono. Capivano entrambi che nei nonni c’era qualcosa che non andava!
- “Va bene! Allora ci vediamo dopo!” disse Sara, aprendo lo sportello.
- “E un bacio?” chiese Libero.
Sara lo guardò. - “Certo! Ora scendo e ve lo vengo a dare!”
- “Ma no! Non serve che tu faccia il giro e che ce lo venga a dare! Dallo a Lorenzo! Come si dice… Uno per tutti, tutti per uno!”
Lorenzo e Sara si guardarono nuovamente.
- “Va bene!” dissero i due.
Così Sara si avvicinò e diede un bacio sulla guancia a Lorenzo. – “Comunque questi due non me la contano giusta!” gli bisbigliò Lei, prima di scendere dalla macchina e andare via.
Dopo aver bussato, prima di entrare a casa, rimase un attimo fuori il portone. Per un attimo incrociò lo sguardo di Lorenzo, che era rimasto lì a guardare andar via Sara, per poi avviare il motore e recarsi in clinica.


A metà mattinata Sara e Lorenzo si risentirono.
- “Sara! Ciao!”
- “Lorenzo! Ciao! Scusa il disturbo!”
- “Ma no, figurati! Dimmi!!!”
- “Senti: la nonna di Stefano sta male già da un po’! Ti ricordi: te lo aveva accennato, questa mattina!”
- “Sì, certo!!! Che le è successo?”
- “Beh! Il dolore persiste e allora le ho consigliato di farsi visitare! Stiamo venendo in clinica!”
- “Bene! Perfetto! Certo… da te non me lo aspettavo!”
- “In che senso?”
- “Nel senso che per essere una che è allergica agli ospedali, è strano che, saggiamente, consigli agli altri di andarci!”
- “Va beh! Glissiamo sulla tua ultima affermazione! Tu, piuttosto! Hai già visitato Libero??” 
- “No, no! Ancora.. ancora non ho visitato Libero! Non lo so! Mi sembra che ci sia qualcosa di strano, comunque! Però mi sa che il nostro pranzo salta!”
- “Ah!”
- “Tu dove sei?”
- “Eee.. Sono appena entrata in clinica….”
Lorenzo si voltò verso l’uscita e la vide. Staccò la chiamata e la raggiunse. Così anche Sara lo vide.
- “Ciao!” lo salutò Lei.
Anche Stefano lo salutò. Ma Lui sembrava ipnotizzato da Sara. – “Ciao!”
- “Ciao Lorenzo!” lo salutò nuovamente Stefano.
- “Stefano!”
- “Lei è Livia, mia nonna!”
- “Piacere!” la salutò cortesemente Lorenzo.
- “Piacere!” lo salutò la nonna.
- “Te l’affido! Sara ti avrà detto! Nel frattempo io vado a sbrigare un po’ di pratiche all’accettazione!”
- “Va bene!” acconsentì Lorenzo.
- “Livia Ortisei! Molto lieta!”
- “Lorenzo Martini! Come si sente?”
- “Ho un fastidioso e persistente dolore allo stomaco! E un nipote apprensivo! È tutto qui, sa?”
- “Certo un controllo non le farà del male!”
- “E sì! È quello che le ho detto anch’io! Le dai un’occhiata tu, vero? Qui sono tutti bravi, ma io le ho detto che tu sei il migliore!” si intromise Sara.
Lorenzo rise.
- “Eh, sì! L’ha detto!”
- “Certo!” le rispose il dottor Martini.
Lorenzo e Sara si guardarono e si sorrisero nuovamente.
- “Bene! Tutto fatto! Vogliamo andare??”
- “Sì!” rispose la nonna. “Lei non viene, dottore?”
- “Sì, sì!! Vi, vi… Vi raggiungo subito!” disse Lui, guardando Sara.
- “E tu?” chiese la nonna, guardando Sara.
- “Eee.. Io aspetto qui!!”
- “Ah!”
Così Stefano e la nonna si avviarono, accolti da Gloria. Ma le nonne, si sa, hanno un sesto senso! E anche la nonna di Stefano aveva già capito tutto quello che c’era da capire…
- “Oggi non è giornata!” disse Sara, finalmente rimasta sola con Lorenzo.
- “No, non è giornata! Però… Insomma, non è ancora finita! Pensavo che stasera potremmo vederci per un aperitivo! Sempre che Libero non mi da problemi!”
- “Certo!”
- “Sì?” chiese Lorenzo, quasi a voler essere sicuro di aver sentito bene.
- “Non demordiamo?”
- “No! No! Non demordiamo!”
- “Allora a dopo!”
Lorenzo le sorrise e, a malincuore, andò via.


La prima paziente di cui Lorenzo si occupò, nonostante Libero stesse lì dalla mattina, fu la nonna di Stefano.
- “Signora Ortisei! Allora: cominciamo?” disse Lorenzo, entrando in stanza.
- “Certo!” rispose la signora.
- “Bene! Allora Stefano.. Tu aspetti fuori, ti dispiace?”
- “Ma no! Nonna… ci vediamo dopo!”
Stefano uscì dalla stanza e raggiunse Sara. Lorenzo rimase con la nonna.
- “Allora… Se premo qui, fa male?”
- “Abbastanza!”
- “E il cuore?”
- “Ho fatto un elettrocardiogramma un mese fa! È tutto nella norma! Dovrebbe essere nella cartella che le ha portato mio nipote!”
Così Lorenzo consultò la cartella della signora.
- “Quindi… Lei e Sara…” lo interruppe la nonna di Stefano.
- “ Cosa?” le chiese Lorenzo, sempre attento alla cartella clinica.
- “No! Dicevo… Siete vecchi amici?”
- “Vecchi non direi… Ci conosciamo da poco! Perché me lo chiede?”
- “Non so! Ho visto come Sara ha parlato di Lei..”
- “Perché? Cosa dice Sara?” chiese Lorenzo, ormai completamente disinteressato alla cartella clinica.
- “Beh! Niente di particolare! Ma era il modo! Ho avuto la sensazione di un rapporto molto stretto!”
- “Ehhh! Sì! Beh! In effetti.. In effetti un po’ è vero! Certe volte ho la sensazione di conoscerla da sempre!”
- “Già!” disse la nonna, capendo che la sua paura era fondata, molto fondata.
- “E’ grazie a Lei che ho riconquistato la moglie!”
- “Ah!”
- “Eh! Parto per New York questa sera per raggiungerla!”
- “E fa bene, sa! Quando un uomo ha una donna nel cuore, non può mai smettere di amarla!”
Lorenzo rimase molto colpito da quelle parole. Rimbombavano nella sua mente come un monito. “ “E io? Io chi veramente custodisco nel mio cuore?” pensava tra sé e sé Lorenzo.
- “Dottore! Tutto bene?” gli chiese a un tratto nonna Livia. “Sembra un po’… assente!”
- “Sì, sì! Certo!!!” le rispose Lorenzo, ricomponendosi.
- “E’ sicuro?”
- “Sì, sì! Torniamo a Lei… Non è che, per caso, ha esagerato con i dolci! Io direi che ci sono tutti i sintomi tipici dell’indigestione!”
- “Le dico la verità solo se non la dice a mio nipote!”
Lorenzo scoppiò a ridere. – “Beh! Non posso prometterle una cosa del genere!”
- “Peccato! Comunque sì! Ho esagerato con i dolci! Ma solo un po’!”
- “Va beh! Meglio che sia indigestione che qualcos’altro!!! Ora vado a dirlo al dottor Nobili e poi lo diciamo a sua nipote!!!”
Lorenzo così si congedò e raggiunse Oscar.
- “Oscar! La nonna di Stefano sta bene! Si tratta di indigestione! Andiamo ad avvisare Stefano?”
- “Lorenzo è meglio che vada io! Tu vai da Libero! È meglio!!”
Lorenzo non obiettò. Così Oscar andò da Stefano, Sara e la signora Ortisei. Lorenzo andò da Libero ed Enrica.

Se la visita di Oscar fu una passeggiata, quella di Lorenzo fu una montagna da scalare!
Fu per questo motivo che, quando Sara e la nonna uscirono dalla clinica, la giovane Levi non incontrò Lorenzo.
- “Il taxi sta arrivando! È una questione di qualche minuto!” disse Gloria a Sara e la nonna.
- “Grazie Gloria!” le disse Sara.
- “Le sue cartelle!”
- “Grazie! Molto gentile! Arrivederci!” la salutò la nonna.
Così Gloria stava per andare via, quando Sara: - “Gloria!”
- “Sì!”
- “Il dottor Martini ha già finito di visitare?
- “Non credo! Non ho visto uscire il signor Libero, quindi…  Vuoi che vada a chiamarlo?”
- “No, no! Non importa! Grazie!”
- “Arrivederci, signora Livia!”
- “Arrivederci!” la salutò la nonna che poi, rivolgendosi a Sara, disse: - “Tesoro! Abbiamo capito che sto bene, quindi il taxi posso prenderlo da sola, no? Tu hai le tue cose da fare!”
- “Ma no! Perché? Dove dovrei andare?”
- “Non so! Hai l’aria di una che vorrebbe essere da un’altra parte e con un’altra persona!”
- “Non capisco! A chi si riferisce?”
- “Al dottore! Il tuo amico! Scusami cara se mi permetto, ma Stefano è come un figlio per me! Più di un figlio! Se devi farlo soffrire, io ti prego di farlo ora che sono abbastanza in forze da stargli vicino!” 
Sara non sapeva cosa dire.
- “E’ arrivato!” disse la signora, riferendosi al taxi.
Così Sara la aiutò a salire e vide il taxi allontanarsi.
Dopo il discorso della nonna di Stefano, la giovane Levi si sentiva terribilmente in colpa. In tutto il casino che aveva combinato con Lorenzo, l’unico che non aveva colpe era proprio Stefano! Ed era colui che avrebbe sicuramente sofferto! Perché una cosa Sara, dalle parole della nonna, l’aveva capita: doveva dire a Stefano la verità!


Intanto in clinica Lorenzo, che in primo momento si era veramente preoccupato per lo stato di salute di Libero, aveva scoperto le magagne di Libero e di Enrica. Eppure era rimasto molto sorpreso quando gli zii gli avevano rivelato la motivazione del loro gesto: Libero si era finto prima “azzoppato” e poi “rimbecillito” per farlo stare qualche giorno di più dai Martini! Ma non per i Martini in sé: per Sara! Lorenzo rimase sbigottito: non immaginava che la sua famiglia facesse il tifo per Lui e per Sara e, nonostante volesse apparire freddo e distaccato per la “marachella” degli zii, in verità era loro molto grato: gli avevano regalato altre due settimane con la sua “Lei” e questo non poteva dimenticarlo!
- “Senti Lorenzo..”
- “No, no!! Zio, te l’ho già detto! Non ti devi scusare!”
- “No, no!! Non mi voglio scusare! Ti volevo dire… La vita non è come i binari del treno, che li comandiamo noi! Possiamo mandarli di qua, di là! La vita capita! E quello che capita, capita! Devi solo approfittare dell’occasione giusta, se no ti sfuggono le cose, capito?”
- “Sei ancora in tempo, Lorenzo! Ma se sali su quell’aereo..”
- “Ci vediamo dopo a casa, va bene? E intanto voi controllate che Tommy faccia la valigia!”
- “Va bene! Ciao!” gli disse Libero.
- “Ciao!”
- “Ciao!” lo salutò Enrica.
- “Ciao!”
- “Ma veramente lo lasciamo così?” chiese Enrica a Libero, uscendo dalla clinica.
- “Enrica, abbiamo anche fatto troppo! ” concluse Libero, con la sua intramontabile saggezza.
Intanto, in clinica…
- “Tutto bene con suo zio, dottor Martini?” chiese gentilmente Gloria.
- “Sì, sì, sì! Libero è tutt’altro che rimbambito!” sorrise Lorenzo, prendendo in mano il giornale che stava leggendo Gloria. Sulla copertina c’era proprio la pubblicità del luogo in cui, nel suo sogno, rincorreva Sara. Era il museo di arte contemporanea di Roma. Il Destino stava facendo il suo corso..
- “Sara… La… la signorina Levi è andata via?” chiese, cercando di fare l’indifferente
- “Da un po’! La stava cercando!”
- “Ah, grazie!”
Così, recandosi in ufficio, prese il cellulare e fece il suo numero. Quando sul cellulare comparve la foto di Lei, bellissima, che gli mandava un bacio, non poté non pensare che era bellissima!
- “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile! Riprovi più tardi! Grazie!!” dissero contemporaneamente le segreterie telefoniche di Sara e Lorenzo. C’è da dire che questa vola il Destino si era impegnato un po’ troppo: Sara e Lorenzo si stavano chiamando contemporaneamente!!!
Così Lorenzo rientrò, sconsolato, in ufficio per raccogliere le sue ultime cose; Sara, molto demoralizzata, invece, dopo aver notato che il suo cellulare era definitivamente morto, decise di recarsi nel primo posto che le era venuto in mente, guardando una pubblicità! L’aveva già fatto una volta! Quel giorno che avrebbe finito per trascorrere con Lorenzo, al rifugio, per colpa della tempesta di neve! In cuor suo sperava che anche quella volta sarebbe potuto accadere la stessa cosa, ma sapeva che era quasi impossibile…


Così, alle sette di sera, dopo aver salutato i suo colleghi e l’intero staff di Villa Aurora, Lorenzo si mise in macchina. Ma la destinazione non era casa Martini! Aveva ancora un ultimo tentativo da fare..
Prima chiamò Sara che, ovviamente, era irraggiungibile. Poi fu il suo telefono a squillare. Avrebbe tanto voluto che a chiamare fosse stata Sara! Invece era Tommy!
- “Pronto Tommy! Sì, sì! Sono appena uscito dalla clinica! Ahh!! No, non torno subito! C’è una cosa che devo fare prima di partire! Sì! Senti: facciamo così! tu inizia a mangiare con i nonni che poi vi raggiungo! Non lo so! Otto, otto e un quarto massimo! Va bene?? Ciao.. ciao, ciao!!!”
Lorenzo aveva ragione!! C’era ancora una cosa da fare: scoprire se i sogni diventano realtà!


Dopo pochi minuti, Lorenzo parcheggiò la macchina dinanzi al Maxxi. Era lì che nel suo sogno, nonostante tutto, aveva ritrovato la sua Sara. Ed era lì che il Destino, ma prima ancora il suo cuore, lo stavano portando.
Entrato al museo, Lorenzo era senza parole: era esattamente come nel suo sogno!
“Ma è impossibile! Come ho fatto a sognare un posto che nemmeno conoscevo! Non è assolutamente logico!!”
Sarebbero bastati pochi secondi a Lorenzo per capire che in amore non c’è nulla di logico….
Così, scettico, il dottor Martini incominciò a salire uno a uno tutti gli scalini, proprio come aveva fatto nel suo sogno. Con la differenza che non stava rincorrendo nessuno. O meglio: questo è ciò che credeva Lui!!
Mentre saliva le scale, aveva dinanzi agli occhi le immagine del suo sogno.. Quando, all’improvviso la vide… Sara era lì! Proprio come nel suo sogno!!!
Le si avvicinò, piano piano, fino a farla tremare per la vicinanza.
Fu solo allora che Lei si voltò e lo vide.
- “Lorenzo!”
- “Cosa ci fai qua?” le chiese Lui, ancora incredulo
- “Non lo so! Ci sono arrivata per caso qui! Tu, piuttosto! Che ci fai qui?”
- “Eravamo esattamente qua nel mio sogno!”
- “Davvero??” rispose Lei sorpresa. “E.. che cosa succedeva?”
Lorenzo la guardò. Non aveva alcun intenzione di raccontarglielo a parole! Avevano già parlato tanto, troppo… Avevano già perso troppo tempo! Sì avvicino e, finalmente, la baciò.
Fu un bacio dolcissimo, pieno di tutto l’amore che l’uno provava per l’altra! Di tutto quell’amore che, per troppo tempo, entrambi avevano provato, inutilmente, a reprimere.
- “Lorenzo.. Ma..”
- “Sara! Ti amo! Ti amo!! Ti amo quando la mattina ti alzi e per colazione prepari pane e panna… Amo l’espressione risentita e al tempo stesso divertita che assumi quando ti prendo in giro… Amo passare ogni momento della mia vita con te e amo che, dopo una giornata trascorsa con te, la sera, sento ancora il tuo profumo sui miei golf… E sono felice che tu sia l’ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera! E non perché mi sento solo! Anche perché sarebbe impossibile a casa Martini! Sì! Insomma… Sono innamorato di te! Perdona la brutale dichiarazione, ma… per quanto problematica questa storia possa essere, tra Veronica, Stefano, New York.. mi sono innamorato di te!  Io ho bisogno di dirtelo, e tu mi devi ascoltare… Ti ho amata da quando ti ho conosciuta, ma non ho permesso a me stesso di sentirlo veramente, fino ad oggi. Guardavo sempre avanti, prendevo decisioni per paura. Stavo per andare via, a New York! Pensavo che, mettendo un oceano tra me e te, potessi dimenticarti.. Ma dimenticarti non è quello che voglio! Questa sera sono venuto qui.. Ho seguito l’istinto e ho creduto fortemente nel Destino… Ho sperato di incontrarti.. qui.. come nel mio sogno! E, quando ti ho visto.. beh! Ho capito una cosa! Che quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita inizi il più presto possibile! E ora.. non vedo l’ora di passare il resto della mia vita.. con te!”
Sara era rimasta senza parole. Era stata tutto il tempo ad ascoltare, ancora scossa per la bella sorpresa che le aveva fatto il destino. Appena Lorenzo ebbe finito, disse: 
- “Questa sì che è una dichiarazione!”
– “Già! L’hai detto tu! Nessuna donna può rimanere indifferente davanti  a una grande dichiarazione d’amore!”  le rispose Lui, trattenendola ancora a sé.
– “Mi hai preso in parola!” Poi, guardandolo negli occhi, gli disse:  “Sai.. Quando sto con te parlo, parlo, parlo.. dico tante cose per nascondere l’imbarazzo, sperando che tu non senta come batte forte il mio cuore… Ma l’unica cosa che vorrei dirti, ogni volta che ti guardo è semplicemente che.. Ti amo! Ti amo, Lorenzo!”
Lorenzo, a quelle parole, la attirò a sé e la baciò. Aveva represso il desiderio di baciarla per così tanto tempo che, adesso che entrambi avevano messo le carte in tavola, non voleva più farlo!
- “Gentili turisti e amanti dell’arte! Vogliamo pregarvi di recarvi alle uscite! Abbiamo un problema con le condutture dell’acqua…”
- “Le condutture dell’acqua?” chiese Sara a Lorenzo.
- “Per me potrebbe anche scoppiare una bomba qui, adesso, ma non me ne accorgerei…” le rispose, continuando a baciarla.
- “Ma no! Una bomba no! Con tutta la fatica che ho fatto per trovarti!!”
- “Veramente ti ho trovata io!” disse Lorenzo.
- “E va beh! Io ti aspettavo, però! Quindi la parte complicata è sempre la mia!!”
Lorenzo la guardò e le sorrise. – “Va beh! Ti do ragione, va bene? Così non litighiamo!”
- “Ma a me piace litigare con te!” gli disse Lei, dandogli un bacio, mentre si avviavano alla macchina.

Arrivati al parcheggio e saliti in macchina, Sara decise di prendersi un’altra rivincita. Lo guardò e gli disse:
- “Ma tu non eri quello che non credeva possibile che due persone si potessero incontrare così.. per caso?”  
– “Beh! Io ero anche quello che non credeva al Destino.. Eppure..”
– “Eppure?” gli chiese Sara, facendogli un magnifico sorriso.
– “Eppure adesso sono qui e non me ne vado da nessuna parte! Sai.. ho la felicità qui, a portata di mano.. e questa volta non me la lascio scappare!”
- “Ah! Anche romantico il dott. Martini!” lo prese in giro Sara.
– “Innamorato!” direi io. “Allora! Andiamo a casa?”  
– “Ovunque! L’importante è che sto con te!”
E così partirono. Erano finalmente insieme, e questo era l’importante!  

Durante il viaggio i due continuavano a guardarsi e a sorridersi.
– “Sai.. devo confessarti giusto un paio di cose! Sono dell’idea che la prima cosa in una relazione sia la sincerità! Quindi..” 
– “Quindi cosa?” chiese Sara, diventando seria.
– “Quindi.. la prima volta che ti ho visto… ho pensato che fossi una pazza!”
– “Come una ?”
– “Beh! Straparlavi e, a dire il vero, le cose che dicevi non avevano molto senso!”
– “Ah! Buono a sapersi!” disse Sara, facendo l’offesa.
– “Ecco! Fossi in te non mi offenderei.. Questo è il mimino!”
– “Ah! Allora continua! Ma sappi che, se ciò che stai per dire non mi piacerà, ti lascio, subito!”  
– “Ah! Sarei il protagonista della storia d’amore più corta della storia!” le disse baciandola.
 Beh poteva: erano fermi al semaforo!
– “Allora: la prima volta che ti ho visto ho pensato che tu fossi una pazza.. Ma, dopo, quando ti ho conosciuto…”  
– “Hai cambiato idea!” disse Sara.
– “.. me ne sono sempre più convinto!” continuò Lorenzo. 
– “Come ?”
– “Già! Insomma: gli eventi non erano a tuo favore! Molli il tuo uomo sull’altare… Giri per casa con parrucche improponibili… Prendi in gestione un bar, senza saper fare nemmeno un cappuccino… Però…” 
– “Meno male che c’è un però! Mi stavo preoccupando!”
– “Però questo tuo lato pazzo mi ha avvicinato a te! Ho iniziato a seguirti in ogni pazzia in cui ti ritrovavi coinvolta.. Ho incominciato a guardare la vita da un altro punto di vista e.. a fare cose che non avrei mai fatto!” 
– “Tipo?”
– “Tipo… gioire quando Stefano è caduto quel giorno che è uscito mezzo nudo dalla tua stanza!” 
-   “Già! Mi ero accorta che non lo volevi visitare!”  
– “E tu, subito.. com’è che hai detto: – “Certo! Stava male, poverino!”
– “Va beh! Cambiamo argomento che se ripenso a quella scena… mi innervosisco un’altra volta!” 
– “Ah! Non mi dire! Sai essere anche geloso?”
– “Già!”
- “E dimmi, gelosone… Cos’altro hai fatto da quando ti ho “infettato” con la mia pazzia?”
– “Beh! Cose di cui non vado molto fiero!”
– “Tipo?”
– “Tipo.. ti ho ingannata!”  
- “Come? Ma quando?”
– “A Natale.. quella volta in mansarda! Tu stavi cercando le lucine e io ti avevo raggiunto per chiederti scusa per la battuta acida che avevo fatto a colazione!”  
– “Sì.. me lo ricordo!”  
– “Hai presente quando siamo caduti sul divano perché era caduta la scatola con gli arnesi? In quel momento è anche sbattuta la porta!”
– “E siamo rimasti chiusi dentro!”
– “Sì! Ma saremmo anche potuti uscire!”
– “E come?”
– “Con la chiave che era  posizionata su una mensola vicino alla porta! L’aveva detto una volta Libero: 
– “E tu, per tutto il tempo che siamo chiusi lì dentro, sapevi della chiave?” 
- “Sì! L’ho anche nascosta per non fartela vedere! Stavo così bene, lì, da solo, con te.. che non volevo che finisse!”
– “A dire il vero, quando Marco è entrato per avvisarci del pranzo.. sì, beh.. anch’io ci sono rimasta male! Avrei voluto solo stare lì con te, ma non era possibile!”
– “Lo è adesso, pero!” disse Lorenzo, spegnendo la macchina e baciandola. Erano arrivati a casa Martini. Ad un tratto, però, sentirono una porta sbattere.
- “Chi era? Dici che ci hanno visti?” chiese Sara.
- “No, no! Non era nessuno! Era il vento!”
- “Mi sembra di essere ritornata al liceo!“ si giustificò Lei, baciandolo. “Senti: come facciamo con… tutti?”
- “Glielo diciamo! Io non voglio segreti con nessuno!”
- “Sì, ma non subito! Io prima voglio chiarire le cose con Stefano e tu… Veronica ti sta aspettando!”
- “Lo so!”
- “E.. a Tommy come glielo dirai? Non so se è dell’umore adatto per un altro cambio di programma!”
- “Una cosa alla volta! Già cambio il biglietto! Domani parto da solo! Poi, quando torno, proverò a spiegargli le cose con calma!”
- “Ma tu sei sicuro?”
- “Io non sono mai stato così sicuro di una cosa in vita mia!”
Sara lo baciò un’altra volta. Poi, però, la sua parte razionale disse: - “Sì! Però.. Adesso è meglio se.. se stiamo lontani! Basso profilo!”
- “Va bene! Va bene! Ti do del se vuoi!”
Sara e Lorenzo scoppiarono a ridere. Poi si guardarono. Era incredibile: erano riusciti a stare lontani per così tanto tempo ma, adesso che si erano trovati, non riuscivano più a stare separati! Si avvicinarono e si baciarono.
- “Era questo che intendevi per ?” la prese in giro Lorenzo.
- “Scemo! Adesso andiamo! Ti avranno preso per disperso!”
- “Va bene! Ma prima devo fare una cosa!”
- “Cosa?” gli chiese Sara.
- “Questo!” e la baciò nuovamente. “Ora possiamo andare! Mi porteresti la borsa?”
- “Andiamo bene! Non siamo fidanzati da nemmeno un’ora e già mi tratti così!”
-  “Beh, preparati! Ho intenzione di trascorrere soltanto il resto della mia vita con te!” le rispose Lui, mentre Sara infilava la chiave nella toppa.

Al solo rumore di serratura, Enrica e Libero si guardarono:
- “Stai pensando la stessa cosa che penso io?” chiese Enrica al marito.
- “Sì! Questa è Santa Maria di Bagarìa che ci dà la telepatia!” rispose Libero alla moglie.
Intanto Lorenzo aveva posato la scatola con le sue cose mentre Sara intendeva scappare in mansarda.
- “Io approfitto e vado così..”
- “Sì!” le disse Lorenzo, stringendola a sé.
- “Noo!! Non si può!”
- “Come non si può?”
- “Ah, ecco! Siete voi! Sentivo dei rumori.. Ma guarda che è tardi! Non devi prendere l’aereo tu?” chiese Libero a Lorenzo, entrando in salotto.
- “Sì! In effetti è tardi!” rispose Lorenzo.
- “Sì! Ci siamo incontrati qui fuori, per caso..” intervenne Sara.
- “Sì! Io stavo tornando dalla clinica, mentre Sara stava…”
- “Dal bar! Dal bar! Ho appena chiuso il bar!”
- “Tommy è pronto! Ti sta aspettando!” gli fece notare Enrica.
- “Ah sì! Adesso vado a chiamarlo così potete partire!” disse Ave, avviandosi da Tommy.
- “No, Ave! Aspetta un attimo!” la fermò Lorenzo.
- “Scusate! Io sono molto stanca, quindi andrei a dormire! Buonanotte a tutti!!” si congedò Sara.
- “Buonanotte!” le rispose Lorenzo, guardandola sott’occhio.
- “Ciao!” le dissero Enrica e Ave.
- “Che sta succedendo, scusa?” chiese Libero, spostando lo sguardo da Lorenzo alle scale che ormai erano vuote!
- “C’è stato un cambio di programma e io parto domani!” spiegò Lorenzo.
- “ vuoi dire?” lo corresse Enrica.
- “No! Parto solo io!”
- “Ah! Tu da solo? E come mai!” chiese Ave.
- “Perché.. C’è stato, appunto, un cambio di programma! Comunque non è un problema per voi tenere Tommy massimo due giorni in più?”
- “No! Figurarsi! Vero Libero?” rispose Enrica.
- “E che? C’è bisogno di dirlo?” confermò Libero.
- “Grazie! Vado.. Vado a dargli la spiegazione!” disse Lorenzo, andando da Tommy.
- “Non è come tu pensi!” concluse la discussione Enrica, parlando con Libero. “E’ stato solo un caso che Lorenzo e Sara siano rientrati insieme!”
Ma i nonni sapevano bene come stavano le cose…


Così Sara era corsa in mansarda e, chiusa la porta, si era tuffata sul letto, per cercare di mettere a fuoco gli ultimi eventi della giornata. Lorenzo fece lo stesso: dopo aver detto a Tommy della novità, si era barricato in garage, per evitare altre domande indiscrete e, dopo essersi tuffato sul letto, continuava a pensare a cosa era appena accaduto. Erano entrambi emozionati, quasi commossi, finalmente felici e consapevoli che il loro era Amore!

“Tin-Tin!!!”
Il silenzio in cui era immersa la mansarda fu turbato dall’arrivo di un messaggino.
- “Chi è?” si chiese Sara. “Lorenzo?” rise, quasi incredula.

Lorenzo
“Ma perché, questa sera, nessuno ha intenzione di andare a letto? Sono ancora tutti svegli!”

Sara
“Forse perché sono le 9??? Ma perché vuoi che i Martini vadano a letto??”

Lorenzo
“Perché voglio vedere le stelle! E per farlo devo venire da te! Però non vorrei che i Martini fraintendessero il mio comportamento!”

Sara
“Beh! Se le cose stanno così, puoi anche uscire dal garage, alzare lo sguardo e vedere le stelle! Non c’è bisogno di salire sul tetto! :P)

Lorenzo
“Ma no dal tetto si vedono meglio! Fammi insistere!”

Sara
“Sì, sì!!! Tu prova a salire e io non ti faccio entrare! Poi vedi!”

Lorenzo
“Non ti sarai mica arrabbiata?”

Sara
“Certo! Non siamo fidanzati neanche da due ore e tu già mi snobbi!”

Lorenzo
“Veramente siamo fidanzati da 1 ore, 44 minuti e 38 secondi circa! Sui secondi non sono sicuro, lo ammetto!!! E poi non è vero che ti snobbo!”

Sara
“Ah no! Io ti chiedo perché vuoi che i Martini lascino campo libero e tu mi rispondi

Lorenzo
“Oh! Me l’hai insegnato tu? Ti ricordi?”

Sara
“Certo! Ma non era la risposta giusta da dare!”

Lorenzo
“E quale sarebbe la risposta giusta?”

Sara
“Non vedo l’ora che i Martini vadano a letto perché voglio augurarti la buonanotte!”

Lorenzo
“No! Non è neanche questa la risposta giusta!”

Sara
“Come no?”

Lorenzo
“No! La risposta giusta è:

Sara
“In effetti!!!! Mi sa che, questa volta, hai ragione…”

Ma, mentre Sara e Lorenzo si scambiavano messaggini come due adolescenti, Tommy bussò alla porta.
- “Papà! Vuoi venire a vedere un film con noi, di là?”
- “Certo! Arrivo!”
- “Con chi messaggi?
- “Io! Con nessuno! Un attimo e arrivo!”
- “Che dici? Avviso anche Sara?”
- “No! Mi ha detto che aveva sonno… Sta dormendo!”
- “Va bene! Su andiamo!”
Prima di andare, però, Lorenzo riprese il cellulare e scrisse:
“Tommy mi reclama! Giusto il tempo di un film e poi sono da te!”
- “Papà, ti muovi?”
- “Corro! Corro!! Allora.. Quale film vediamo??”
- “Il signore dell’anello.. La compagnia dell’anello!!!” disse Bobò, entusiasta.
- “Ma dura quasi tre ore!”
- “Cosa c’è?? Hai per caso qualcosa da fare??” gli chiese Libero, con molta malizia.
- “Io? Da fare?? No! E cosa dovrei fare a quest’ora? Su! Vediamo il film!” disse Lorenzo, cercando di essere molto convincente.
- “Papà! Sicuro che vada tutto bene?” chiese a bassa voce Tommy
- “Certo! Le cose non sono mai andate meglio! Ora guardiamo il film, su!!”

Così, dopo quasi tre ore, il film terminò. Fortunatamente i ragazzi erano stanchi. Perciò corsero subito a letto. Lo stesso fecero anche Enrica e Ave. Libero, invece, sembrava non avere sonno.
- “Lorenzo! Che ne dici di fare due chiacchiere?”
- “Zio! Ma sai che ore sono?”
- “Certo! Tanto non ho sonno! Ma perché? Tu hai sonno?”
- “Veramente sono molto stanco!!”
- “Va beh! Solo due chiacchiere!”
- “Libero! Su! Andiamo a letto! Parlate domani!”
- “Già! Zio parliamo domani!” disse Lui, molto sollevato.
- “Va bene! Buonanotte!”
- “Buonanotte!!”

Così, mentre Sara finiva di riordinare la sua stanza, dopo aver fatto un rilassante bagno caldo, e mentre i Martini andavano a letto, Lorenzo si nascose in cucina e, appena vide tutte le luci spegnersi e appena non sentì alcun rumore, salì le scale per raggiungere Sara!
“Ma proprio in mansarda doveva stare Sara??” pensava tra sé e sé Lorenzo, mentre saliva le scale, cercando di non farle scricchiolare. “ Cioè! Sembro un ladro a casa mia! Sara mi deve spiegare perché non lo abbiamo potuto dire a tutti! Casomai dopo, però! Adesso ho solo voglia di baciarla!”
Mentre pensava queste cose, finalmente Lorenzo arrivò in mansarda. Bussò alla porta e…
- “Chi è?” chiese Sara, mordicchiando un biscotto.
- “Aspetti molta gente?” le chiese Lui, sorridendole.
- “Vieni!” le disse Lei, mentre Lui chiudeva la porta. “Ma… Sei sicuro che non ti abbia visto qualcuno?”
- “Credo di no!” le rispose Lui che, dopo aver visto dei biscotti sul comodino, le chiese: “Ah.. mangi i biscotti?”
- “Sì!”
- “Me ne dai uno?”
- “No! Non puoi avere i miei biscotti!”
- “Dammeno uno!”
- “No! Senti ma… Come è andata con Tommy?”
- “E’ andata! Non sarà facile!”
- “Abbiamo combinato un bel casino?” le chiese Lei.
- “Ehh! Però non ho voglia di parlarne adesso!”
- “Ah no?”
- “No!”
E, finalmente, dopo Libero e dopo il film di tre ore, Lorenzo la baciò.
Finalmente erano insieme! Loro due e basta!
 

 

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti film: 
- Harry ti presento Sally
- L’amore non va in vacanza
– If only 
 

In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x05 Lorenzo sulla graticola
– 9x12 Una lettera per Giada

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Capitolo 10
*** • Episodio X _ Sapore di sale… Sapore di mare… ***


29 gennaio, ore 8.00 circa

Quella mattina, quando Lorenzo aprì gli occhi, si sentì, per la prima volta dopo tanto tempo, completo e felice. Vedendola lì, accanto a Lui, non poté  far altro che pensare che fosse bellissima..
“Che scemo che sono stato per tutti questi mesi!!! Avevo l’amore della mia vita dinanzi agli occhi e stavo rischiando di perderlo!!! Menomale che mi sono accorto in tempo dell’errore che stavo facendo! Ancora non ci posso credere! Siamo finalmente soltanto Io e Lei!! Insieme!! E nessuno ci separerà! Né ora, né mai!!”
“Tinn-Tinn..”
Un messaggio riportò Lorenzo alla realtà! Già! Ogni volta che guardava Sara si incantava!
Così, dopo averle dato l’ennesimo bacio sul collo, si alzò e andò a prendere il cellulare. Era Veronica!
“Veronica! Oddio! Me n’ero completamente dimenticato!!! Va beh! Ora la chiamo e le spiego tutto… Sì! Ma che le dico: E così fece.
- “Veronica! Ciao! Sono io!”
- “Lorenzo! Ma… Il volo non era alle 11 ora italiana del 28 gennaio!!! Non sareste dovuti atterrare già da un pezzo?”
- “Veronica! Sì! Hai ragione! Non ti ho avvertita!”
- “Avvertita di cosa?”
- “Io e Tommy, ieri, non abbiamo preso nessuno volo!”
- “Come? Avete perso l’aereo?”
- “No! Non siamo partiti perché c’è stato un imprevisto! Oggi parto con l’aereo delle 5! Parto solo io, però!”
- “Perché?”
- “Beh! Poi ti spiego quando arrivo lì!”
- “Va bene! Vuoi che ti venga a prendere, all’aeroporto, quando arrivi?”
- “ No, no, no! Non c’è bisogno che mi vieni a prendere! Faccio io! Senti! Mi dispiace per il contrattempo!”
- “Ma no! Non ti preoccupare! Buona giornata!”
- “Ciao!”
Così, Lorenzo staccò la chiamata. La telefonata con Veronica non gli avevano fatto cambiare idea, però non poteva far altro che sentirsi in colpa! Sapeva di averle sconvolto la vita arrivando a Roma e sapeva anche che, di lì a poche ore, le avrebbe di nuovo cambiato la vita!
Intanto Sara si era svegliata e aveva sentito la telefonata di Lorenzo.
- “Pentito?” gli chiese soltanto, riuscendo a stento a nascondere la paura per la risposta di Lui.
- “Ma non stavi dormendo tu?” le chiese Lui, avvicinandosi nuovamente alla sua Sara con un sorriso. Ecco: quello bastò a Sara per capire che Lorenzo non aveva cambiato idea su loro due!
- “Più o meno!”
- “Guarda! Io mi sono pentito solo di non essermi accorto prima dell’errore che stavo facendo!” le disse baciandola! Quello sì che era un bel modo di iniziare la giornata!
- “A che ora hai il volo?”
- “Devo essere all’aeroporto alle cinque e mezzo! Per cui abbiamo tutta la giornata per noi due!”
- “Ehhh!!” disse Sara, baciandolo.
All’improvviso suonarono il campanello!!
- “Chi è, secondo te?” chiese Sara.
- “Aspetta! Vado a vedere!” le rispose Lui, facendo finta di alzarsi dal letto.
- “No, no! Va beh! Che importa! Tanto non è né per me.. né per te.. Quindi…” disse Sara, trattenendo Lorenzo vicino a sé!
- “Quindi…” chiese Lorenzo, incominciando a dare baci a Sara sul collo, sulle guance…
- “Quindi…”
Ma Sara non ebbe il tempo di finire la frase.. Lorenzo la baciò nuovamente e questo, a Lei, non dava alcun fastidio…
- “Che ne dici di andare al mare?” concluse Sara.
- “A Ostia!” le chiese Lorenzo, continuando a riempirla di baci.
- “Beh, sì! È così bello il mare, la spiaggia di inverno!”
- “Guarda che non devi convincermi! Ho intenzione di renderti felice da qui all’eternità! Quindi se vuole andare al mare, signorina, sarò ben lieto di accompagnarla!!”
Sara rise. – “Grazie Signor Martini! Lei è molto gentile!”
Questa volta fu Lorenzo a ridere. Poi la baciò, e dopo le chiese: - “Allora? Che dici? Andiamo a prepararci?”
- “Va bene! Però vado prima io in bagno!”
- “E ti pareva!”
- “Ma no! Perché così posso fare un′abbondante colazione! Tu, invece, prendi un succo d′arancia a volo e scappi via! Quindi…”
- “Va bene! Ho capito! Ho capito! Occupi prima tu il bagno mentre io scendo in garage e prendo quello che mi serve!!”
- “Bravo! Ma non ti fare vedere dagli altri, però!”
- “Sara! I ragazzi staranno in camera… Marco e Maria  non ci sono…”
- “E i nonni??”
- “E i nonni, tanto, hanno già capito tutto!”
Sara scoppiò a ridere. – “Bene! Adesso sto nei guai! Tu parti per New York e l′unica a cui possono fare l′interrogatorio sono io!”
- “Vorrà dire che, dopo che avrai detto la  verità a Stefano e dopo che io ti avrò avvisato di aver detto tutto a Veronica, glielo dirai e fine dell′interrogatorio!”
- “Ma no! Voglio aspettare te! Dobbiamo dirglielo insieme! E dopo dobbiamo andare a Torino e dirlo a Marco e Maria!”
- “Vogliamo, per caso, andare anche a Parigi e dirlo a Lele e Bianca?”
- “Certo! Anche a Londra per avvisare Anna!” lo prese in giro Sara
- “E menomale che poi i Martini sono finiti!” disse Lorenzo, facendo finta di essere seccato dalla situazione!
- “Su! Dai!! Muoviamoci!!” disse Sara, provando ad alzarsi.
- “Solo una cosa!” e la baciò.

Così, Sara si catapultò in bagno e Lorenzo, senza farsi vedere, si barricò in garage.
Lì, ancora travolto dalle emozioni delle ultime ore, scelse i vestiti da indossare e poi, approfittando del fatto che Libero ed Enrica erano occupati con degli ospiti, sgattaiolò per le scale e andò a fare la fila. Era l’unico. Così ebbe un’idea!
- “Sara! Hai finito???”
- “Sì, sì! Un attimo! Sono già  vestita e lavata! Mi devo truccare e pettinare!”
- “Va beh! Se è così…” ed entrò in bagno.
- “Lorenzo! Ma se ci vedono?”
- “E va beh! Vorrà dire che improvviseremo…” disse Lui attirandola a sé e baciandola.
- “Va bene! Va bene! Però muoviti!” gli rispose Sara che ritornò dinanzi lo specchio per darsi una sistemata.
- “Ma perché ti trucchi! Sei più bella senza trucco!”
- “Ma va! Tu lo dici perché sei innamorato! Ma non è vero!!! Sembro un fantasma senza un po’ di fard!”
- “Senza che?”
- “Sì, va beh! Figuriamoci se sai che cos’è il fard! Su! Muoviti a farti questa doccia!!!”
Così mentre Sara si truccò, Lorenzo fece la doccia. Tutto andò bene, fino a quando a Lorenzo non venne un’idea
- “Sara! Mi passeresti un asciugamano! Il mio si è bagnato!
- “Certo!”
Sara prese l’asciugamano e fece per darlo a Lorenzo, quado Lui, in accappatoio, la aspettava a tiro di doccia!! Risultato: Sara era zuppa e il bagno da pulire!
- “Ma ti sei impazzito?” gli chiese Sara.
- “Non mi dire che non sai stare al gioco!” ribatté Lorenzo.
- “Io sto sempre al gioco! E ricordati… ” aggiunse Sara.
Lorenzo era appena uscito dalla doccia quando Sara pronunciò quelle parole. Ebbe giusto il tempo di voltarsi che Sara lo ripagò con la stessa moneta.
- “Allora.. Dottor Martini: non mi dica che non sa stare al gioco!”
- “E va beh! Questa me la sono meritata… Della serie… Giusto?”
- “Giusto, dottor Martini!” disse Lei.
- “Ma.. adesso facciamo pace?” le chiese Lui, avvicinandosi.
- “Ehh! Ci devo pensare!”
Lui la baciò. – “Allora? Ci hai pensato?”
- “Eee! Sì!”
- “ è per il o per il ?”
- “Per tutte e due!” disse Lei, ribaciandolo. “Però adesso vestiti! Io mi vado a cambiare e poi sistemiamo il bagno!”
- “Va bene! Ma torna presto!”
- “Certo!”

Così Sara si andò a cambiare in mansarda mentre Lorenzo si vestì in bagno.
Il dottor Martini ebbe giusto il tempo si sistemarsi i capelli e di mettere il pigiama nella cesta dei panni sporchi che sentì bussare alla porta.
- “Chi è?” chiese, titubante.
- “Aspetti molta gente?” gli chiese Lei, aprendo la porta ed entrando in bagno.
- “Ma quanto tempo c’hai messo?” le chiese Lui, baciandola.
- “Il tempo necessario per cambiarmi!” gli rispose Lei, baciandolo. “Allora? Che dici? Lo sistemiamo questo bagno? Io ho voglia di andare al mare!”
- “Certo! Sistemiamo il guaio che hai combinato!”
- “Io? Forse ti sfugge un piccolo dettaglio: sei tu quello che allagato il bagno!”
- “Va beh! Io… Tu.. Ormai è lo stesso! Siamo una cosa sola!” le disse Lui.
- “Dottor Martini! Adesso sì che ha ragione!”
- “Ma va! Io ho sempre ragione!”
Così i due incominciarono a sistemare il bagno. Delle volte si guardavano e, sorridendo, si avvicinavano per scambiarsi un bacio. Volevano recuperare tutto il tempo perduto!
Ad un tratto, proprio mentre Sara e Lorenzo si erano avvicinati e si stavano baciando, Tommy entrò in bagno, senza bussare.
- “Sì, Elena! Ho capito!” disse Tommy, fortunatamente guardando sempre la cugina. Per questo Sara e Lorenzo, fortunatamente, ebbero il tempo di separarsi. Così Tommy si voltò e…
- “Papà! Sara! Che state facendo?”
- “Tommy non vedi! Stiamo pulendo il bagno!” gli rispose Lorenzo.
- “Già! È pieno d’acqua!” disse Sara, a mo’ di spiegazione.
- “E perché il bagno è allagato?” chiese Tommy.
- “Colpa mia!” disse Lorenzo.
- “Colpa mia!” disse contemporaneamente Sara.
Lorenzo e Sara si guardarono.
- “Colpa sua!” disse Sara.
- “Colpa sua!” disse Lorenzo.
Lorenzo e Sara si guardarono nuovamente.
- “Non ho capito! Però non fa nulla!!! Ne avete ancora per molto?” chiese Tommy che aveva capito tutto quanto c’era da capire. Era Sara il motivo per il quale suo padre non voleva più partire per New York e questo, a Tommy, non dispiaceva affatto.
- “No! Abbiamo quasi finito!” disse Sara.
- “No! Abbiamo quasi finito!” disse Lorenzo.
- “Oooo! Su una cosa siete d’accordo, vedo!” disse Tommy. “Va beh! Torno quando il bagno è libero!” disse poi, uscendo dal bagno.
- “Ma… Dici che Tommy ha capito qualcosa? Riguardo a noi, intendo!”
- “Sì! Ha capito tutto! Però, fortunatamente, ha preso da me!”
- “Cioè?”
- “Sa essere molto discreto!”
- “Già! Immagina se entrava Libero!” disse Sara ridendo
- “No! Non me lo fare immaginare!” le rispose Lui, dandole un bacio.
- “Su! Muoviamoci che serve anche agli altri il bagno!” concluse Sara.

In pochi minuti, Sara e Lorenzo finirono di sistemare il bagno. Così Lei scese in cucina a fare colazione, mentre Lui andò in garage a sistemare l’unico bagaglio che avrebbe portato con sé a New York. Non sarebbe andato per restare!
Dopo mezz’ora Sara raggiunse Lorenzo in macchina.
- “Ma quanto tempo c’hai messo a raggiungermi?” le chiese Lorenzo quando la vide arrivare.
– “Eeee.. Questa volta non è colpa mia! Mentre facevo colazione Bobò ha iniziato a farmi delle domande.. Si è messo in testa di dimagrire 10 chili… Mi sa che ha problemi di cuore! Allora.. una parola tira l’altra e..”
– “Sì! Va beh! Ho capito!”
– “Allora? Cancello 3?”
- “Certo! Non vedo l’ora di togliermi le scarpe e fare una bella passeggiata sul bagnasciuga, con le onde che mi bagnano i piedi e…”
- “Ecco: patti chiari e amicizia lunga! Io le scarpe non le tolgo! Devo andare in aeroporto alle cinque!”
- “E va beh! Peggio per te! Io le scarpe me le tolgo!” gli rispose Lei, facendogli la linguaccia.
- “Va beh! Partiamo che è meglio! Radio?” chiese Lui.
- “Va beh! Partiamo che è meglio! Radio?” chiese Lei.
E i due scoppiarono a ridere!
– “No! Non dire niente!” le disse Lorenzo.
– “Non stavo dicendo nulla!” gli rispose Sara.
– “No! No! Io ti conosco! Te stavi cominciando con la storia del destino..” fece Lorenzo. 
– “No! È telepatia! Si può dire… che è una forma un po’ più raffinata!” concluse Sara.
- “Di destino?” 
- “Si!”
– “Eh! Ti pareva!” e Lorenzo scoppiò a ridere. “Su! Accendi la radio che partiamo!” le disse.
E così fece. Mise in moto e partì alla volta di Ostia. Però solo dopo averle dato l’ennesimo bacio.

Durante il viaggio Sara fu stranamente silenziosa. Continuava a fissare Lorenzo e non gli lasciava mai la mano.
– “Ma si può sapere che hai?” gli chiese Lui. “Questa mattina eri così… felice! Adesso, non so, sembri quadi triste! Cos’è?? Ti sei già stancata di me?”
– “Beh! Mi manchi!”
– “Ma se sono qui!”
– “Sì! Ma per le cinque ti dovrò salutare.. Devi andare a New York!”
– “Sì! Ma poi torno!”
– “Sì… ma..” disse Sara, non continuando la frase.  
– “Sì… ma.. Cosa?”
– “Se vedendo Veronica ti accorgessi di aver fatto uno sbaglio e.. sì insomma.. se ti pentissi di tutto ciò…”
– “Sara!” disse Lorenzo, parcheggiando frettolosamente a un angolo della strada. “Non potrei mai cambiare idea! E sai perché? Perché la scelta che ho fatto l’ho fatta col cuore. Ho messo da parte la testa, la volontà, le paure e ho ascoltato soltanto il mio cuore! Sai… questo” disse indicando il cuore, “non sbaglia mai!” E la baciò. “Tu piuttosto! Non ti divertire molto mentre sto via… e stai alla larga dalla sfilza di pretendenti che ti ritrovi!”
- “Ci provo!” rispose Sara, evidentemente più serena.
Così i due si sorrisero e Lorenzo riprese a guidare. Intanto alla radio trasmisero una canzone..

Io non so se mai si avvererà
uno di quei sogni che uno fa
come questo che
non riesco a togliere dal cuore
da quando c'è...

Sara e Lorenzo si guardarono e sorrisero nuovamente.
- “Beh! Io lo so già! Il mio sogno si è avverato! E devo dire che la realtà ha superato ogni aspettativa!”
- “Allora! Mi vuoi raccontare meglio cosa hai sognato? Ieri mattina hai detto che era strano!”
- “Sei curiosa, vero?”
- “Sì! Dai.. racconta!”
- “Allora.. Ho sognato di trovarmi al Maxxi…. O meglio: io non sapevo dove mi trovavo! Entravo in questo posto e incominciavo a inseguire una donna!”
- “Incominciavi a inseguire ?”
- “Esatto! Ma non lo sapevo che eri tu! Io vedevo soltanto una donna, che indossava un foulard e un abito rosso, che…”
- “Fermo, fermo! Io indossavo un abito rosso?”
- “Sì!”
- “E.. questo abito era rosso, corto, a giro maniche?”
- “Sì! Ma tu come fai a saperlo?”
- “Era l’abito che volevo indossare ieri mattina per andare a fare colazione insieme ma poi Stefano mi ha chiamato e allora sono rimasta in jeans e maglietta!”
- “Eri comunque una meraviglia!”
- “Va beh! Amore, te l’ho già detto! Tu sei nella fase dell’innamoramento! Per te, sarei bella in tutte le condizioni del mondo! Quindi non fai testo! Piuttosto… Continua un po’ a raccontare il sogno che sono molto curiosa!”
- “Dicevo… Io inseguivo questa donna e riuscivo a non perderla d’occhio perché, mentre correva, il foulard le si muoveva. Però, arrivati proprio nel posto in cui poi ieri ci siamo ritrovati, tu non c’eri più!”
- “Ma veramente?”
- “Già! Inutile dirti che ero molto deluso ma, proprio quando credevo che tutto era perduto.. Ecco che poggi la tua mano sulla mia! Io fino a quel momento non sapevo che eri tu! All’inizio ero sorpreso ma è bastato un tuo sorriso per farmi capire che eri tu la donna che volevo.. Ma, quando finalmente ti baciavo.. mi sono svegliato!”
- “Ma veramente!”
- “Già! Fortunatamente nella realtà, dopo averti baciata, sei rimasta con me!!! Comunque sai una cosa? Sarà stato uno scherzo del Destino questo!” 
- “Ma no! Questa frase, di solito, la dico io!”
- “Beh! Che vuoi! Adesso la dico!”
- “Copione!” gli disse Sara, facendogli nuovamente la boccaccia.
- “Ma lo sai che sei simpatica quando mi fai le boccacce!”
- “Ah sì! Allora non te le faccio più! Volevo risultare antipatica!”
- “Non ci riusciresti… Né ora né mai!”
- “Infatti… sei tu!”
- “? E perché?”
- “Perché? Ma te lo ricordi come mi trattavi i primi giorni che eravamo a casa Martini?”
- “Va beh! Ma quei giorni non fanno testo!”
- “Ah no? E perché?”
- “Perché io ero preoccupato per Tommy.. E poi mi dovevo ancora ambientare a casa Martini! Poi, però, è bastato poco e subito sono diventato gentile e disponibile!”
- “Sì! Come quando sei entrato al bar e hai chiesto di spostare la Jaguard a Stefano! Proprio gentile e disponibile! Ma.. fammi indovinare: anche quel momento non fa testo?”
- “Esatto!”
- “Va beh! Finiamola qui che siamo arrivati!” disse Sara, sganciandosi la cintura e correndo sulla spiaggia.
- “Almeno potresti aspettarmi!” le disse Lorenzo.
- “Ancora? È una vita che ti aspetto! Ora tocca a te correre!” gli rispose Lei.
Lorenzo non se lo fece ripetere due volte. Chiuse la macchina e raggiunse Sara.

- “Ma… Ti ricordi la prima volta che siamo venuti qui?” chiese Sara, abbracciandolo.
- “Certo! E chi se lo scorda!! È stata la prima marachella di Tommy che abbiamo affrontato insieme!”
- “Già! Dopo sono arrivate le altre… La festa a casa di Veronica…”
- “La fuga con Giada e Daniele…”
- “No! Quella l’hai affrontata con la tua compagna!” lo corresse Sara.
- “Sbaglio o nelle tue parole trovo uno punta di gelosia?”
- “Sbagli!” disse Sara. “No! Non sbagli!” ammise Lei, poco dopo.
- “Ma la pianti di preoccuparti! Veronica è il mio passato! Sei tu il mio presente e il mio futuro!”
- “Sì, sì! Ho capito!”
- “E poi, se ti ricordi bene, quella sera, dopo la fuga di mio figlio, sono rimasto a guardare le stelle fino all’alba, quando sono scomparse, con te!”
- “Veramente? Non mi ricordo! Ma sei sicuro? Secondo me stai sbagliando!”
- “No! Sei tu quella che sta sbagliando! Comunque ho un’idea per farti rinvenire la memoria!”
E così incominciò a farle il solletico.
- “Amore mio! Mi sa che hai commesso un errore! Tra i due, quello che soffre il solletico, sei tu!”
E anche Lei incominciò a fargli il solletico. Ma Sara aveva ragione: tra i due era Lorenzo a soffrirne di più!
- “Ti prego, smettila!” la implorò Lorenzo.
- “E va bene! La smetto!!! Ma solo perché mi fai pena!”
- “Sai, Amore! Anche tu hai fatto un errore!”
- “Cioè?”
- “Mai sottovalutare il nemico!” così la prese in braccio e la portò quasi sulla battigia.
- “No, Lorenzo! No! Una doccia per oggi basta e avanza!”
- “Dici?”
- “Dico! E poi hai anche le scarpe! Non vorrai andare in aeroporto con le scarpe piene di sabbia e tutte bagnate, vero?”
- “E va bene! Uno a uno palla al centro! La finiamo così?”
- “Va bene! Uno a uno pala al centro! Come diceva qualcuno..
- “Quanta saggezza!” disse Lorenzo, tenendola ancora tra le sue braccia.
- “E ora mi metti giù!”
- “Hai paura, vero?”
- “No! Però ho voglia di baciarti!”
- “Se è così…” disse Lorenzo, posandola delicatamente a terra, per poi baciarla.
- “Allora… Ce la facciamo una passeggiata?”
- “Certo! Farei qualunque cosa! L’importante è che sto con te!”

Dopo una lunga passeggiata, Sara e Lorenzo decisero di riposarsi un po’. Trovarono una capanna sulla spiaggia e decisero di sedersi lì. Era isolata e c’era un po’ di fresco! Era perfetta per loro!
- “Ah! E lo strano sarei io?” chiese incredulo Lorenzo.
- “Certo! E lo chiedi pure?” gli rispose Sara.
- “Sara.. Tu entri nel mio ufficio e mi dici di aver preso in gestione un bar.. In più mi chiedi un passaggio per andare a ritirare una macchinetta del caffè in una cantina sperduta.. E lo strano sarei io?”
- “Sì! Invece di dire: Che fai? Subito mi metti il muso e in più, quando rimaniamo chiusi in cantina, che mi dici?
- “Appunto! Mi avevi rovinato la giornata! Che dovevo fare? I salti di gioia??”
- “Comunque quella volta è stata colpa tua!”
- “No, no, no! La porta della cantina l’hai chiusa tu! Tu non te lo ricordi! Mi fai il terzo grado ma non ti ricordi niente!”
- “Ricordo solo che avrei voluto baciarti!”
- “Sì, quello anch’io!”
- “E allora perché non l’hai fatto?”
- “E beh! È difficile ammettere di essere attratto da una matta come te!”
- “ nel senso di vitale, allegra, simpatica?”
- “No, no, no!! Matta nel senso di sciroccata! Ti ricordi quando siamo venuti in spiaggia e tu non mi volevi aiutare con Tommy e poi ti sei messa a nuotare con.. con il…”
- “Cane!”
- “Eh, brava! Sì, col cane, sì!”
- “Ma no! C’è il cane, guarda!” disse Sara, alzandosi e correndo dal cane.
- “Sì ma.. Non è Lui, Sara! Sara! Ma non può essere Lui!” si oppose Lui, raggiungendola.
- “Ciao bello!”
- “Sara! Non è lo stesso, ti dico!”
- “Ma è lui, ne sono sicura!”
- “Sono passati mesi!”
- “Ne sono sicura! È lui!”
- “Ecco!” si arrese Lui.
- “Sai cosa significa questo?”
- “No! Ti prego no! Ti prego no!”
- “Che questo cane era destinato a noi!”
- “Eccolo! Il Destino che ritorna prepotentemente nelle nostre vite!”
- “Sempre! Dai! Facciamolo correre un po’!”
- “Tu sei sicura che il nostro Destino sia correre?”
- “Ti muovi!” disse Sara a Lorenzo. “Dai vieni bello! Vieni!” disse, rivolgendosi al loro cane. “Sbrigati!” disse poi, di nuovo a Lorenzo.
- “Corro! Corro!” disse Lorenzo, fingendosi scocciato. Ma in realtà non era mai stato così felice!
- “Su muoviti! Hai trentacinque anni! Ce la puoi fare anche tu!”
- “Ahah! Spiritosa! Ora ti faccio vedere io!!”
E, correndo, la raggiunse. Insieme incominciarono a giocare con il loro cane. Tutti e tre insieme si divertirono da matti!
- “Basta! Però adesso ci sediamo!” disse dopo un pezzo Lorenzo.
- “Certo! Non sia mai che ti sentissi male!”
E così si andarono a sedere su un tronco d’albero che si trovava sulla riva!
- “Ti va se lo chiamiamo ?”
- “Neanche sotto tortura! Poi potrebbe essere di qualcuno!”
- “No! Non credo! Non ha né il collare né la medaglietta!”
- “Magari ha il cip! Magari è di una bambina di cinque anni che sta piangendo perché non trova più il suo cane e tu vorresti spezzare il cuore a una bambina?”
- “E tu vorresti spezzare il cuore a una ragazza di vent’anni?”
- “Venti? Facciamo trenta!”
- “Come ?”
Lorenzo l’aveva lì tra le sue braccia e non poté far altro che baciarla!
- “Dai! Per fortuna abbiamo tutta la vita davanti!”
Sara rimase come paralizzata a quelle parole. Doveva dirgli della malattia che la tormentava: : dalla prima volta che il dottor Savino le aveva diagnosticato tale patologia, ogni giorno queste tre parole le rimbombavano nella testa. In quel momento più che mai!
- “Che c’è? Ho detto qualcosa?”
- “Niente!” decise di mentire Sara. Glielo avrebbe detto. Ma quello non era il momento! “E’ che.. non mi ricordo! Cos’è che dovrei fare per chiamare il nostro cane Destino?” e incominciò a fargli il solletico.
- “No! Ti prego! Basta! No!”
- “Allora: come si chiama?”
- “Non lo so!”
- “Dai!”
- “Vito!”
- “No!”
- “Max!”
- “Dai!”
- “Non lo so! Gaetano!”
- “Stai dicendo Destino!”
- “Gaetano!”
- “Ma no! Hai mai visto un cane chiamarsi ?”
- “E tu hai mai visto un cane chiamarsi ?”
- “No! Ma semplicemente perché il nostro cane è speciale! E dai: non ti è bastato il sogno di ieri per capire che il Destino esiste per davvero?”
Lorenzo la guardò con infinita dolcezza. – “E va bene! Vada per Destino! Ma, adesso, non vorrai mica portarlo dai Martini?”
- “Vorrei! Ma non posso! Prima devo chiederlo a Libero ed Enrica!”
- “Infatti!”
- “Ma.. Se mi dicessero di sì, quando torni da New York, mi riaccompagni qui per portarlo con noi?”
- “E come posso dirti di no!”
- “Infatti non puoi! Almeno che tu non sia disposto a sopportare dell’altro solletico….”
- “No! Assolutamente no! Ti accompagnerò volentieri al mio ritorno!”
- “Grazie amore! Quanto sei dolce!” disse Sara, gettandogli le braccia al collo e baciandolo.
Drinn-Drinn
- “E’ Libero!” disse Lorenzo a Sara.
- “E’ Enrica!” disse Sara a Lorenzo.
Così i due risposero rispettivamente al telefono.

- “Lorenzo! Ciao! Sono Libero! Ti disturbo?”                                                              - “Sara! Ciao! Sono Enrica! Ti disturbo?”
- “No, zio! Non disturbi! Dimmi!”                                                                                 - “No, Enrica! Non disturbi! Dimmi!”
- “Volevo chiederti se tornavi per pranzo!”                                                                 - “Ci sei per pranzo!”
- “No, no! Non torno!”                                                                                                 - “No, no! Non torno!”
- “Ah! Ma dove sei?”                                                                                                   - “Ah! Ma dove sei?”
- “In clinica! Oscar mi ha chiamato per un’urgenza!”                                                  - “In giro.. Per alcune compere!”
- “E va bene! Allora.. ci vediamo al tuo rientro!”                                                         - “E va bene! Allora.. ci vediamo dopo!”
- “Ok! Ciao zio!”                                                                                                          - “Ok! Ciao Enrica!”
- “Ciao Lorenzo!”                                                                                                         - “Ciao Sara!”


Quando staccarono la chiamata, Sara e Lorenzo si guardarono.
- “Hanno capito tutto!” disse Sara.
- “Sì! In effetti.. Ieri non siamo stati proprio convincenti!”
- “Già! Che voleva Libero?”
- “Sapere se tornavo per pranzo!”
- “Anche Enrica! In effetti.. Come ci organizziamo per pranzo? Io non voglio lasciare Destino!”
- “Ti fidi di me?”
- “Più o meno!” disse Lei, ridendo.
- “?
- “E va bene! Sì! Mi fido… Era per non farti montare la testa!”
- “Ah ecco! Così va meglio! Comunque… Adesso mi aspetti qui che io torno subito!”
- “Ok!” disse Sara. “Anzi, no! Aspetta!”
- “Cosa è successo?”
- “Ti sei dimenticato di darmi un bacio!”
- “Hai ragione!” e tornò da Lei. Si inginocchiò e le diede un bacio.

Lorenzo tornò dopo poco.
- “Allora? Sono stato veloce?”
- “Sì! Però io e Destino abbiamo sentito lo stesso la tua mancanza!”
- “Ooo!! Però so come farmi perdonare!”
- “Ah sì! E come??”
- “Panini per tutti!” disse Lui, prendendo da un sacchetto di plastica tre panini. “E coca cola per noi e acqua per Destino!”
- “Amore! Hai pensato a tutto!”
- “Certo! È il nostro primo pranzo da fidanzati!”
- “E con Destino!” aggiunse Sara.
- “E con Destino! Allora… si mangia?”
- “Sì!” disse Sara, mentre Destino abbaiò. Erano tutti e due completamente d’accordo con Lorenzo.
- “E allora… mangiamo!”

Dopo pranzo, Sara, Lorenzo e Destino decisero di tornare alla macchina. Lorenzo doveva essere in aeroporto per le cinque ed erano già le tre!
- “Dai Sara! Non fare quella faccia! Quando torno da New York, torneremo qui e porteremo Destino con noi dai Martini! Libero ed Enrica saranno così contenti per noi due che non ci diranno di no!”
- “Dici?”
- “Certo!”
- “E va bene!” disse Sara, a Lorenzo. E poi, rivolgendosi a Destino, disse: “Hai sentito, Destino? Pochi giorni e te ne verrai con noi dai Martini!”
Destino abbaiò.
- “Direi che ha capito!” disse Lorenzo.
- “Già! E adesso andiamo! Altri due secondi e cambio idea!”
Così, salutato per l’ennesima volta Destino, i due salirono in macchina.
- “Allora… Io adesso vado all’aeroporto! Tu? Ti accompagno al bar?”
- “No! vorrei… Vorrei andare… andare da Stefano!”
- “Da Stefano?”
- “Sì! Lorenzo.. devo dirgli la verità! Se la merita!”
- “Lo so! È lo stesso motivo per il quale sto partendo per New York!”
- “Già! Allora… mi accompagni da Stefano?”
- “Certo! Vuoi che salga con te?”
- “No! E’ una cosa che devo fare da sola!” 
- “Sicura?”
- “Tu come pensi che reagirebbe Veronica se a casa sua ci presentassimo io e te?”
Lorenzo le sorrise. – “Ho capito! Hai ragione! È una cosa che dobbiamo fare da soli!”
- “Esatto! È l’ultimo ostacolo prima della felicità!”
Lorenzo le sorrise. – “Ne vale la pena!”
- “Allora.. Dove abita Stefano?”
- “La strada non la ricordo ma ti guido io…”

Così, dopo poco, Sara e Lorenzo arrivarono sotto casa di Stefano. Lorenzo spense la macchina e la guardò.
- “Allora…” disse Lorenzo.
- “Allora…” disse Sara.
Lui le si avvicinò e la baciò.
- “Fai buon viaggio, amore mio! E torna presto!”
- “Tu rimani qui ad aspettarmi, no?”
- “E dove dovrei andare?”
Lui la ribaciò. Non avrebbe mai voluto andare via, ma doveva farlo.
- “Ciao!” le disse Lei.
- “Ciao!” le disse Lui.
Così Lei scese dalla macchina. Si voltò e lo vide. Era ancora lì, fermo.
Sara gli sorrise e tornò indietro.
Lorenzo le sorrise e scese dalla macchina.
Si incontrarono a metà strada. Si sorrisero e si baciarono.
- “Ti amo!” le disse Lui.
- “Anche io!” gli disse Lei.
Così, dopo l’ennesimo bacio, Lui tornò alla macchina e Lei andò da Stefano.


“Non mi sembra vero! Io e Sara.. finalmente insieme! Da ieri sera non l’ho lasciata un attimo e adesso, che non la vedo da pochi minuti, già sento la sua mancanza! Questa mattina, quando mi sono svegliato e l’ho vista accanto a me, beh… mi sono sentito completo! Come è strana la vita! Ieri mattina, dopo quel sogno, cercavo di convincermi che io e Lei non eravamo destinati ed ora… ora sogno addirittura di chiederle di sposarmi! Già! Lo farò al mio ritorno! Giusto il tempo di dare delle spiegazioni a Veronica! Dopo tutto le merita: sono arrivato da New York a Roma, le ho sconvolto la vita e.. e per la seconda volta gliel’ho anche rovinata! E’ giusto che sappia la verità, però! Se stessi con lei per pena non sarebbe giusto nei suoi confronti, in quelli di Tommy e nei miei! Sarà dura dirle la verità ma credo non ne sarà del tutto sorpresa! Aveva intuito che tra me e Sara c’era qualcosa! L’avevano intuito tutti, anche gli zii.. Ma io ho fatto finta di niente! Ma poi.. Beh poi il Destino mi ha aperto gli occhi e.. e eccomi qui a pensare a come chiedere alla donna che amo di sposarmi! Magari, appena tornato a Roma, la invito a cena e, in bel ristorante romantico, le farò la fatidica proposta! Oppure la porterò al tramonto sulla spiaggia! Già! Lì, oggi, per la prima volta, ci siamo comportati da veri fidanzati! Io e Lei e Destino ci siamo proprio divertiti! Va beh! Adesso è meglio se mi riposo un po’! Atterrato a New York, dopo qualche ora dovrò salire su un altro aereo! Ma come faccio a non pensare a Lei! Chissà come reagirà Stefano!! Va beh! Giusto 2 voli Roma-New York andata e ritorno e poi me lo farò dire da Lei, la donna che ho sempre voluto e che non ho mai saputo di volere! Già! Non chiedo altro… Passare la mia vita con Sara!”



“Non mi sembra vero! Io e Lorenzo.. finalmente insieme! Da ieri sera non ci siamo lasciati un attimo e adesso, che non lo vedo da pochi minuti, mi sento morire! Questa mattina, quando mi sono svegliata e l’ho visto lì che parlava con Veronica ho avuto un attimo di timore… Pensavo avesse cambiato idea! Ma mi è bastato un suo sorriso per capire che mi sbagliavo! Lui mi ama proprio come lo amo io!!! Come è strana la vita! Ieri mattina, dopo essermi svegliata, cercavo di convincermi che io e Lui non eravamo destinati!! Continuavo a dirmi che Lui sarebbe partito e che non ci sarebbe mai stato un ed ora… ora non riesco ad immaginare la mia vita senza di Lui! Prima, però, devo parlare con Stefano! Devo dargli delle spiegazioni! Dopo tutto le merita: sono arrivata a Roma e, senza conoscermi, mi ha aiutato ad affrontare tutte le brutte sorprese che ho ricevuto! Mi ha assecondato in tutte le mie pazzie!! Gliene sarò sempre grata ma.. Ma l’amore è un’altra cosa! L’amore, per me, è Lorenzo! Lo è stato da quel giorno sull’aereo e lo sarà per tutta la mia vita! Sarà dura dover confessare a Stefano la verità ma credo non ne sarà del tutto sorpreso! Aveva intuito che tra me e Lorenzo c’era qualcosa! L’avevano intuito tutti, anche gli altri.. Ma io ho fatto finta di niente! Ma poi.. Beh poi il Destino mi ha aperto gli occhi.. ci ha aperto gli occhi e.. e eccomi qui a pensare all’uomo della mia vita! Dio quanto mi manca!! Sono soli pochi minuti che non lo vedo e pensare che dovrò stargli lontana per quasi due giorni! Va beh! Giusto 2 voli Roma-New York andata e ritorno e poi  potrò di nuovo abbracciarlo, baciarlo, addormentarmi accanto a Lui… Non chiedo altro… Io e Lorenzo per l’eternità!



Ma Sara e Lorenzo si sbagliavano! Credevano che Veronica e Stefano fossero gli ultimi ostacoli da affrontare sulla strada per la felicità! Ma non era così! Il Destino, di lì a poco, avrebbe fatto loro una sorpresa! E i due non immaginavano neanche minimamente quanto fosse sgradita quella sorpresa!

 


In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x19 Rifugio d’amore
- 9x22 Il destino  a quattro zampe 

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Capitolo 11
*** • Episodio XI _ La paura che ho di perderti... ***


(Nota dell’autrice: da quando Lorenzo è arrivato a New York a quando riparte per Roma, nella serie tv sono passati alcuni giorni. Nella mia storia, invece, ho fatto ripartire Lorenzo qualche ora dopo il suo arrivo a New York! Una licenza d’autrice!!!)

 

29 gennaio, New York  _  30 gennaio, Roma 

Erano le otto di sera del 29 gennaio a New York.
Erano le due di notte del 30 gennaio a Roma.
Lorenzo era all’aeroporto di New York.
Sara era a casa di Stefano, a Roma.
Lui pensava a Lei.
Lei pensava a Lui.
Lui sorrideva all’idea di  ritornare da Lei, a Casa Martini, dove l’aveva incredibilmente ritrovata.
Lei piangeva ricordando il loro primo incontro, sull’aereo New York-Roma.
Lui la rivedeva lì, davanti ai suoi occhi, bellissima, che lo aspettava inconsapevolmente al Maxxi.
Lei lo rivedeva lì, davanti ai suoi occhi, materializzarsi all’improvviso accanto a Lei, al Maxxi.
Lui sentiva ancora sulla sua pelle il suo profumo, la dolcezza dei suoi baci, la mattina, appena svegli.
Lei sentiva ancora il tocco delle sue mani, il respiro sul suo collo durante la notte.
Lui progettava l’inizio di una vita insieme. Un matrimonio, dei figli, invecchiare insieme…
Lei progettava la fine del loro amore. Il punto a una storia che non aveva avuto il tempo di nascere..



29 gennaio, 23.00 circa, ora di NY, aeroporto di New York

- “Buonasera! È il comandante Cruise che vi parla! Stiamo iniziando ora la fase di decollo! La discesa verso l’aeroporto di Roma Fiumicino è prevista per le 18.00 ore italiane. Grazie a tutti per aver scelto la nostra compagnia di volo. Ci risentiremo durante il volo. Intanto.. Buon viaggio!”
“Ah! Finalmente si parte! Non vedo l’ora di andare da Sara! Voglio abbracciarla, stringerla a me!! Baciarla e dirle che la amo!!! Queste undici ore di volo mi sembreranno un’eternità! Già lo so! Mettiamola così!! Ho aspettato così tanto… Aspetterò anche quest′altra manciata di ore!!! Chissà Lei cosa starà facendo! Forse se ne starà sul tetto a guardare le stelle! No! Forse starà a letto, a dormire… Magari starà pensando a me! Dio!! Quasi non mi riconosco più! L’ha detto anche Veronica… Nell’ultimo periodo sono proprio cambiato! E’ stata Sara a cambiarmi!! E spero lo continui a fare! Per tutta la vita! Ora è meglio, però, che mi riposi un po’! Appena atterro a Roma ho intenzione di correre in gioielleria, comprarle un anello e poi chiederle di sposarmi! Ho deciso: la porterò sulla spiaggia! Lì, io e Destino le chiederemo di essere la donna della nostra vita!! Va beh! Le chiederò di essere la donna della vita! Destino capirà! Già me lo immagino! Sarà fantastico vedere il suo sorriso sul suo volto! Non chiedo altro! Io e Sara insieme! Potrei vivere di questo! Per sempre!!!”



30 gennaio, alba, Roma

“Perché? Perché proprio ora? Io e Lorenzo ci siamo appena trovati e dobbiamo già dirci addio! Non è giusto! Perché il Destino mi sta facendo questo? Ho appena trovato l’uomo che amo, l’uomo della mia vita e.. devo rinunciarvi! Ieri al mare mi ha detto una frase: .. Io non ho risposto nulla! Avrei tanto voluto dirgli che aveva ragione ma.. con il mio cuore in questo stato, non ho voluto mentirgli! .. Tre parole per dire che sto per morire! Non oso immaginare il dolore che proverà Lorenzo quando lo verrà a sapere! Ne sarebbe distrutto! E tutto per colpa mia!! No! Non ho scelta: andrò via! Se gli dicessi della mia malattia, beh.. Lui si sentirebbe in dovere di operarmi… L’ha detto anche Oscar: Dio! Quanto vorrei che fosse vero! Ma no! Neanche Lui può salvarmi! Nessuno può farlo! E io non voglio dargli un dolore così grande! Basta: ho preso la mia decisione! Domani prenderò un aereo e andrò via! Li farò soffrire, sì! All’inizio penseranno che sono una pazza, un’egoista! Lorenzo non mi capirà! Forse mi odierà anche! mi ha chiesto qualche ora fa! gli ho risposto io! Ma no: non sarò qui ad aspettarlo! Dopo un po’ si dimenticherà di me! Incontrerà un’altra donna.. o inizierà un’altra volta con Veronica! Gli auguro di essere felice… Anche gli altri si dimenticheranno di me e sarà meglio così per tutti! Io li porterò sempre nel cuore.. Il mio cuore: già: può non funzionare più, smettere di battere, ma sarà sempre suo, dell’unico uomo che io abbia amato!”  



30 gennaio, 1.00 circa, ora di NY, volo New York – Roma  _ 30 gennaio, ore 7.00 circa, Roma

Sia Sara che Lorenzo faticarono a prendere sonno. Lorenzo era troppo emozionato ed eccitato che riuscì a stento ad appisolarsi. Sara era così triste e spaventata che, appena chiudeva gli occhi, incominciando a fare strano incubi, preferì non chiudere occhio. Ma alla fine entrambi si abbandonarono nelle braccia di Morfeo e fu in quel momento che il Destino colpì ancora…

- “Lorenzo! Allora? Sei pronto??”
- “Sì, Marco! Sposare tua sorella è l’unica cosa che desidero!”
- “Sei nervoso? Io sì, da matti! D’altronde e non sono proprio un binomio perfetto!”
- “Grazie Marco! Se prima ero tranquillo, adesso non lo sono più!”
- “Ma no! Sara ti ama!! Sono sicuro che questa volta non ci farà alcuna sorpresa!”
- “Sì! Hai ragione! Non c’è nessun motivo per essere agitami!!”
- “Adesso andiamo!!! Di solito lo sposo aspetta sull’altare!”
Così Lorenzo si mise in posizione e, dopo pochi secondi, l’orchestra suonò la marcia nunziale. Marco e Sara stavano percorrendo la navata principale. Sara era un incanto!
“E’ bellissima!!!” pensò Lorenzo, guardando la sua futura moglie.
Lei gli si avvicinò e le sorrise. Si strinsero la mano e si volsero verso l’ufficiale di stato.
- “E ora, data lettura degli articoli del codice civile.. Lorenzo Martini, intende prendere in moglie la qui presente Sara Levi?”
Lorenzo si voltò verso Tommy. Quando vide il figlio annuire e sorridere, guardando Sara dritta negli occhi, disse: - “Sì!”
Sara gli infilò l’anello al dito e poi gli strinse la mano. Ora era il suo turno!
- “E Lei, Sara Levi, intendere prendere come marito il qui presente Lorenzo Martini?”
Sara lo guardò e gli sorrise. La risposta era sì! Lo era sempre stata dalla prima volta che l’aveva visto! Ma la voce le si era strozzata in gola. E, purtroppo, non era colpa dell’emozione! La malattia di Sara non le dava tregua da un po’ e non aveva intenzione di lasciarla in pace neanche in quel momento…
- “Signora Levi?” le chiese nuovamente l’ufficiale di stato.
- “Io…” disse soltanto Sara prima di lasciare la mano di Lorenzo. Si voltò a guardare Marco, Maria e tutti i Martini. Poi guardò nuovamente Lorenzo. “Mi dispiace… Io vorrei… Ma non posso!”
- “Sara!” disse Lorenzo. “Che vuol dire?”
Ma non ebbe alcuna risposta. Lei stava correndo verso la porta del comune.
- “Sara!” ripeté Lorenzo, distrutto dal dolore. “Sara!”
Ma era inutile: Lei non c’era più!
 

- “Sara!” urlò Lorenzo, svegliandosi, di soprassalto, durante il volo NY-Roma.
- “Lorenzo!” urlò Sara, svegliandosi, di soprassalto all’alba, a casa di Stefano.
- “Signore! Tutto bene?” chiese un hostess a Lorenzo.
- “Sara! Stai bene?” chiese Stefano accorrendo in camera da Sara.
- “Sì! Grazie! E’ stato solo un incubo!” spiegò Lorenzo.
- “Sì! Grazie! E’ stato solo un incubo!” spiegò Sara.
- “Le porto un bicchiere d’acqua?” si preoccupò la hostess.
- “Ti porto un bicchiere d’acqua?” si preoccupò Stefano.
- “Sì, grazie!” rispose Lorenzo, cercando di ritornare alla realtà.
- “Sì, grazie!” rispose Sara, cercando di ritornare alla realtà.


“Oddio! Che incubo! Di solito faccio sogni molto più belli!” pensò Lorenzo tra sé e sé. “Sarà stato lo stress… o l’agitazione per la proposta di matrimonio che intendo fare a Sara! Non ho dubbi sulla sua risposta però un po’ di nervosismo è normale! Già! Sarà stato questo il motivo! Sara mi ama… Non mi lascerebbe mai sull’altare!” cercò di tranquillizzarsi Lorenzo.
- “Signore.. Ecco a Lei il suo bicchiere d’acqua! Le porto anche un calmante?”
- “No, grazie! Va bene così!” disse Lorenzo, bevendo un sorso d’acqua e aprendo una rivista scientifica. “! Quanti interventi avrò fatto per risolvere tali malformazioni! Va beh! Vediamo un po’ se la scienza ha scoperto altri modi per sconfiggere questa malattia!”
E già! Lorenzo avrebbe trascorso le rimanenti ore del suo viaggio a leggere un articolo su una malattia. Ma non una qualunque: la malattia di Sara! Un altro scherzo del Destino!
 

“Oddio che incubo! Io che lascio Lorenzo sull’altare!” pensò Sara, cercando di riprendere fiato. “Ho ancora impressa nella mente la sua espressione quando sono scappata dall’altare! Era distrutto!” continuava a pensare Sara, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.
- “Sara! Su! Bevi un sorso d’acqua!” le disse Stefano, sedendosi vicino a Lui.
- “Grazie! Ma.. non ti preoccupare! Va già meglio!”
- “Mi vuoi dire che cosa è successo?”
- “Nulla! È stato un incubo! Adesso mi sono svegliata e va tutto bene!”
- “Va bene! Allora io vado di là… Tu se hai bisogno di qualcosa..”
- “Stefano! Devo chiederti un favore!” lo fermò Sara.
- “Dimmi!”
- “Mi aiuteresti a fare le valige! Ho intenzione di salire sul primo volo che mi porti lontano da Roma, dai Martini e.. da Lorenzo!”
- “Sara!”
- “Stefano ti prego!”
- “Va bene!” le rispose Lui, combattuto tra la voglia di assecondarla in questa ennesima pazzia e la voglia di contraddirla per cercare di salvarla.



30 gennaio, 3.00 circa, ora di NY, volo New York – Roma

“No! Non è giusto!” pensò Lorenzo. “Loro dovevano sapere! Lei non aveva alcun diritto di farli rimanere all’oscuro!”
Così chiuse il giornale e rimase lì a riflettere. Quello che lo aveva veramente sconvolto era l’aver letto di come era nata una fondazione che raccoglieva fondi per la ricerca contro la Coartazione Istmica Aortica. Una donna, Raquel Velasco, aveva lasciato tutto il suo patrimonio alla fondazione che, per l’appunto, portava il suo nome, al momento della sua morte. Era molto giovane quando la malattia l’aveva portata via! Aveva solo 27 anni! La giovane, per paura o incoscienza, non aveva voluto sottoporsi all’intervento di rutine e così sola, dopo aver fatto giurare ai medici di non dire nulla ai suoi familiari, era partita per New York, dove aveva trascorso gli ultimi giorni della sua vita. I familiari erano venuti a conoscenza della tragedia solo quando il notaio, verso il quale la giovane spagnola aveva depositato le sue memorie, li aveva chiamati e aveva loro raccontato la sua storia e la sua verità.
“Questo è egoismo! Lei doveva avvertirli! Toccava poi a ognuno di loro decidere se starle accanto o andare via! Così è stata ingiusta!” pensò Lui, chiudendo il giornale con rabbia. “Appena torno a Roma devo raccontarle a Sara la storia di questa donna! Sono sicuro che non condividerà la mia posizione!  Va bene che da ragione a Deborah Kerr ma questo è troppo! Che poi sono sicuro di una cosa: se Sara dovesse mai avere qualche problema o dovesse stare male, me ne parlerà, sicuramente! Come io ho fatto con Lei! Dopo che le ho raccontato del mio blocco in sala operatoria so di poterle dire tutto e Lei, naturalmente, può fare lo stesso! e ormai fa rima con !”



30 gennaio, ore 9.00, Roma

A casa di Stefano, Sara, intanto, era immersa a fare le valige. Stefano, infatti, era andato a casa Martini e, senza farsi vedere, si era intrufolato dal garage in mansarda e, senza molto ordine, aveva portato via quasi tutte le cose di Sara. All’inizio non era d’accordo con l’ultima iniziativa di Sara. Ma poi l’aveva assecondata, come suo solito. Così, mentre il Valenti risolveva a telefono  alcune magagne di lavoro, Sara stava piegando i suoi vestiti in valigia. Ma le si spezzò il fiato…
- “Ma tu non avevi da lavorare oggi?”
- “Sì! Mi sono preso mezza giornata per via dell’emergenza! Comunque sono raggiungibile!”
- “Ah! E la schiena come va?”
- “Bene! Ho preso un pasticcone!”
- “Allora dovresti stare sdraiato e riposare invece di aiutare me!”
- “Guarda che mi fa piacere! Poi mi sento un po’ in colpa!”
- “Ah sì?”
- “Sento che ti abbiamo un po’ forzato a cambiare stanza!”
- “Diciamo che.. Veronica ha un modo tutto suo di chiedere le cose! Però.. io lo faccio per te! Quindi.. non mi pesa! Mettiamola così!”
“Anche questo lo faccio per te, amore mio! È meglio così… Per entrambi!!! Spero solo che un giorno tu mi possa capire e… e perdonare!” pensò Sara, piangendo.
- “Sara! Sara che hai?” le chiese Stefano, entrando in camera.
- “Nulla! Sto bene! Prendo un bicchiere d’acqua e torno a sistemare la mia roba!” disse Lei, uscendo dalla stanza, cercando di nascondere le lacrime.
“Qui non c’è niente che vada bene!” disse Stefano, tra sé e sé, chiamando Oscar.
Era arrivato il momento d’agire e questo Stefano l’aveva finalmente capito.

 

30 gennaio, 4,00 circa, ora di NY, volo New York-Roma

- “Buongiorno! È il comandante Cruise che vi parla! Il volo sta procedendo nel miglior modo possibile! Le condizioni metereologiche sono ottime, sia per le restanti ore di viaggio, sia quelle previste nella splendida ! Vi ricordo che la discesa verso l’aeroporto di Roma Fiumicino è prevista per le 18.00 ore italiane. Grazie ancora per aver scelto la nostra compagnia di volo. A dopo!”
“Ma che ore sono?” pensò Lorenzo, prendendo il cellulare per guardare l’ora. In realtà non lo aveva fatto per quello. Aveva l’orologio da polso se veramente voleva sapere l’ora! Voleva semplicemente avere una scusa per poterla rivedere. Così sbloccò il cellulare ed ecco che lo splendido viso di Sara illuminò lo schermo del cellulare. “Impossibile! Sono ancora  le quattro?? Vuol dire che in Italia sono… le dieci! Ancora otto ore! Non ci posso credere! Il viaggio più lungo che abbia mai fatto! E dire che un tempo credevo fosse rilassante viaggiare da soli!” rifletté tra sé e sé, ridendo. “E, invece, devo ammettere che viaggiare da soli è proprio.. noioso! Incredibile! Lo dico che quasi non mi riconosco! In pochi mesi sono davvero cambiato così tanto? No! Non è che sono cambiato! Sara mi ha fatto soltanto riscoprire me stesso! Quel Lorenzo che un matrimonio fallito, le continue liti con Veronica, i problemi sul lavoro avevano cancellato, annientato direi! E, invece, con Lei è rinato! Già! Più ci penso e più mi convinco di una cosa: Sara mi ha salvato.. Ma, soprattutto, mi ha insegnato ad amare!”
E, posando il cellulare, chiuse gli occhi e continuò a pensare a Lei. D’altronde non aveva bisogno di una foto per averla lì, stupenda, davanti ai suoi occhi!!!

 

30 gennaio, ore 12, Roma

- “Ma perché fai tante storie?” le chiese Stefano, esasperato.
- “Ma perché non possiamo partire adesso?” chiese Sara.
- “Perché no! Adesso mangiamo qualcosa. Ti riposi e poi partiamo!”
- “Ma…”
- “Sara, forse non è chiaro! O facciamo così o non se ne fa nulla! Chiamo i Martini, Marco.. Anzi Lorenzo! Sono sicuro che sarebbe molto interessato alla questione!” la minacciò Stefano.
- “Non dirlo neanche per scherzo!”
- “E allora tu fai per una volta ciò che ti dico! Una volta! Che ti costa?”
- “E va bene! Ma per le tre partiamo!”
- “Va bene! Per le tre partiamo!” disse Stefano, senza precisare la destinazione.

 
30 gennaio, 6,00 circa, ora di NY, volo New York-Roma

“A Roma sono le dodici!! Chissà cosa starà facendo Sara! Sicuramente starà al bar… Oppure dai Martini! Già.. Forse starà con Tommy e i ragazzi! In questi giorni non hanno scuola, quindi… Non vedo l’ora di raggiungerli! Già mi immagino la scena! Io che entro nel salotto e Sara che, nel vedermi, mi fa uno dei suoi meravigliosi sorrisi! Quando sorride il suo volto si illumina! È.. è stupenda! Veramente lo è sempre! Ma, come dice Sara, E, per una volta, e dico , mi sa che ha ragione!” 

 

30 gennaio, ore 15,30 circa, Roma

- “E’ inutile! Non scendo!” disse Sara a Stefano. Già Stefano aveva deciso di portarla a Villa Aurora!
- “Sara! Per favore!” Oscar ci sta aspettando! È già tutto pronto!”
- “Quando ho capito che mi stavi portando qui io ti ho chiesto di farmi scendere e tu non ti sei neanche fermato!”
- “Ma scusa! Volevi che ti lasciassi in mezzo alla strada!”
- “Allora ti ho detto che non sarei scesa! Quindi.. non scendo!”
- “Senti… Va bene! Non sono stato sincero… Ti avevo detto che saremmo partiti…”
- “Il punto è che tu mi stai costringendo a fare qualcosa che.. che io non voglio fare!”
- “No! Nessuno ti obbliga a ricoverarti, se non vuoi!”
- “E allora perché mi hai portata qui?”
- “Perché è meglio che Oscar ti faccia le analisi che deve! Prima di partire, magari! No?”
- “E tu ti aspetti che io ci creda?”
- “E tu ti aspetti che io faccia tutto quello che ti passa per la testa? Così! Senza batter ciglio! Lo capisci che non possiamo partire senza sapere che cosa ti può succedere! O come io mi devo comportare se tu ti senti male! Tu hai diritto alle tue scelte ma non ti puoi comportare come una irresponsabile!”
- “Sì! Ma se io entro a Villa Aurora.. tempo dieci minuti e lo sapranno tutti!”
- “No! E’ già tutto organizzato! Entriamo dal retro! Non ci vedrà nessuno!”
Così Stefano riuscì a convincere Sara e i due si intrufolarono a Villa Aurora.



30 gennaio, ore 18,00 circa, aeroporto di Roma Fiumicino.

“Ah! Finalmente sono a casa! Roma-New York, New York-Roma è un viaggio che avrò fatto milioni di volte.. Eppure, nonostante durino tutti undici ore, questo sembra essere durato un’eternità!” pensò Lorenzo che poi rimase, all’improvviso, senza parole...
Era lì che era iniziato tutto. In fila per noleggiare una macchina!
“Eh! Il Destino, a volte, ci sa proprio fare!” pensò Lorenzo, per poi correre alla macchina. Aveva una cosa molto importante da fare: comprare un anello e.. fare una proposta a Sara!

 

30 gennaio, ore 18,00 circa, Villa Aurora

Oscar era appena entrato nel suo officio con la cartella clinica di Sara in mano e la sua faccia non prometteva nulla di buono.
- “Ho già fatto le valige! Quindi.. stai attento a quello che dici!” 
- “Sara! Il tuo cuore non ce la fa più! Il mio consiglio, come medico e come amico, è di ricoverarti immediatamente!”
- “Non se ne parla!” disse Lei, avviandosi verso l’uscita di Oscar.
- “Per favore! Almeno ascolta ciò che ha da dirti Oscar!” la fermò Stefano.
- “Sono tutte cose che so già!”
- “Sara!” obiettò il Valenti.
- “Ti prego! Andiamo via!” lo implorò Sara.
- “Sai anche quello che rischi?” le domandò Oscar.
- “So tutto! E adesso siate buoni e lasciatemi andare via!”  
- “Va bene! Senti! Io non ti posso obbligare ma, almeno, tu mi devi promettere di prendere una di queste ogni due ore.. e due volte al giorno questa!”
Sara prese la ricetta; la diede a Stefano e poi si avviò all’uscita.
Ma Oscar non aveva finito. – “E smettila di comportarti come una bambina! Ci tieni davvero tanto a sentirti male in aereo, in treno… o in una stanza d’albergo di una città della quale non conosci nemmeno la lingua!”
- “Io devo partire!”
- “Tu devi stare a riposo assoluto! Evitare qualsiasi sforzo fisico! E, soprattutto, non fare niente che ti possa agitare! Nessuna emozione!”
- “Va bene! Ok! Ho capito!” e uscì dall’ufficio di Oscar.
- “Ci pensi tu? Ho il telefono sempre acceso!”
- “Grazie Oscar!”
- “Sara! Ti prego! Aspetta!” disse Stefano, raggiungendola al parcheggio.
- “Stefano! Basta! Ora voglio andare via! Ho fatto quello che mi hai chiesto.. Ora fa tu quello che ti ho chiesto!
- “Va bene!” disse Stefano, salendo in macchina e mettendo in moto.


Mentre Stefano e Sara tornavano a casa squillò il telefono della giovane Levi. Era Lorenzo. Ma Sara preferì non rispondere.
- “Amore, ciao! Sono io! Sono appena rientrato a Roma.. Sono giorni che non sento la tua voce…”
- “Problemi?” chiese nel frattanto Stefano a Sara.
- “No!” mentì Lei.
- “Non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te! Richiamami! Un bacio!” finì Lorenzo.
Lorenzo era fermo al semaforo. Anche Stefano e Sara erano fermi al semaforo. Loro due erano a pochi metri l’uno dall’altra ma, questa volta, il Destino, lo stesso che li aveva fatti incontrare, aveva già gettato i dati. E, al momento, la fortuna non era dalla parte di Sara e Lorenzo.



30 gennaio, ore 20,00 circa, Roma

Sara e Stefano, dopo essere usciti dalla clinica, erano tornati a casa. L’ex atleta era a dir poco infuriata per l’atteggiamento dell’amico.
- “Senti.. Lo so che sei arrabbiata con me! Solo che io non ci posso fare niente! Questa situazione è troppo grave Sara!”
- “Lorenzo è a Roma! È atterrato due ore fa! E mi sta cercando!”
- “Doveva succedere prima o poi!”
- “Sì! Ma io dovevo essere lontana chilometri.. Irraggiungibile!”
- “Non si può fuggire… sempre! E da tutto!”
- “Pensi che sia questo quello che sto facendo?”
- “Sì! Se tu amassi veramente Lorenzo come dici, non lo lasceresti così, senza una parola, senza una spiegazione!”
- “E non ti è venuto in mente che magari lo faccio proprio perché lo amo e non voglio vederlo soffrire!”
- “Comunque soffrirà lo stesso, quando saprà che non ha potuto fare niente per te! È un medico Sara! Un chirurgo! Il più accreditato a fare il tipo di operazione di cui tu hai bisogno!”
- “Tu… Tu non puoi capire! Tu non sai quello che…”
- “Che cosa? Che cosa? Che cosa non so? Che sei così terrorizzata che non riesci neanche a parlare con la persona che dici di amare! La persona che ti può salvare, Sara!”
- “Lorenzo non può salvarmi!”
- “Perché no! Non ti fidi di Lui?”
- “Ma no! Non è questo!”
- Che cosa, allora? Che cosa?”
- “Non può operarmi! Non può più operare nessuno!”
- “Che significa ? Che significa ?”
- “Lui.. Lui ha detto a tutti che è venuto in Italia per riposarsi, per cambiare vita… La verità è che.. Non riesce più a sostenere lo stress della sala operatoria! Non ce la fa! Ma si sentirebbe in dovere di farlo per me! E, se non dovesse farcela.. Io non posso mettergli addosso questo peso! Non voglio!”
Stefano rimase senza parole. Si voltò e andò in cucina. “Lei lo ama così tanto da sacrificare se stessa per Lui…” pensò prendendo un bicchiere d’acqua. “Ho sbagliato tutto! Sto sbagliando tutto! Dovrei dirlo a Lorenzo. Se Lui la ama quanto lo ama Lei sarebbe disposto anche a sacrificarsi… Forse deciderebbe di operare… Ma se andasse male? Riuscirebbe mai a perdonarsi? E io? Riuscirei mai a perdonarmi?”
- “Stefano! Io vado in camera… Mi vorrei riposare un po’!” disse Sara, riportandolo alla realtà.
- “Va bene!! Se ti serve qualcosa, chiamami pure! Il tempo di fare una doccia e sono tutto tuo!”
 

Intanto Loreno, dopo essere passato in gioielleria e aver comprato l’anello per la proposta di matrimonio che intendeva fare la sera stessa a Sara, si catapultò dai Martini. Ma lì lo attendeva una bruttissima sorpresa!
Dopo essere passato al bar, dove Vittorio gli aveva detto di non vederla da un po’, il dottor Martini incontrò Libero ed Enrica. Furono loro a dovergli dire la verità su dove si trovasse Sara…
- “Sara sta da Stefano!” gli disse Libero.
- “Ah! Sarà andata a prendere le sue ultime cose!” rispose Lui, come se nulla fosse successo.
- “Sì! Però è da quando sei partito che non la vediamo!” precisò Enrica.
Lorenzo rimase pietrificato. – “No! Non è possibile! No! Libero non è possibile!”
Libero ed Enrica non sapevano cosa dire.
Lorenzo prese le chiavi della macchina e corse fuori. Non voleva credere nemmeno per un secondo che Sara avesse cambiato idea! Il loro era un amore vero, che poche ore di lontananza non potevano scalfire!
Messosi in macchina, Lorenzo non allacciò nemmeno la cintura! Mise la prima e partì! Nella sua testa si susseguivano una serie di immagini! Lei al Maxxi che, inconsapevolmente, lo aspettava.. Il suo sorriso, appena sveglia, la mattina.. Loro due, sulla spiaggia, con Destino.. Il loro saluto… Quel dopo essersi rincorsi, sotto casa di Stefano… Erano ricordi ancora così vividi!
Parcheggiò alla meglio sotto casa di Stefano e si avviò verso casa. Non dovette nemmeno suonare. C’era una signora che stava entrando la spesa.. Non prese l’ascensore. Fece le scale tre a tre… Quella risposta continuava a rimbombargli in testa!
Appena lesse il nome sulla porta bussò il campanello.
- “Arrivo!” disse Stefano, il quale non si immaginava, neanche lontanamente, chi fosse stato a bussare alla porta.
- “Dov’è?” ebbe solo il coraggio e la forza di chiedergli Lorenzo.
Sara era in camera, seduta sul letto. Stava cercando di inventare una scusa plausibile da raccontare a Lorenzo. Ma non immaginava che l’avrebbe dovuto fare proprio in quel momento! Si alzò e lo vide. Per Lei, solo lo sguardo di Lorenzo era stata una pugnalata al cuore.
- “Cosa ci fai qua?” le chiese Lui, avvicinandosi a Lei.
- “Senti Lorenzo… Affrontiamo questa situazione con calma!” disse Stefano. Ma, nel dirlo, sapeva che, per Lorenzo, sarebbe stato difficile!
- “Io non ho chiesto niente a te! Cosa ci fai qua?” le chiese nuovamente.
- “Secondo te?” gli rispose Lei, sapendo che fargli del male era l’unico modo per allontanarlo.
- “Che cos’è questa storia? Eh? Cosa sta succedendo?”
- “Quando sei partito sono venuta da Stefano per.. per parlargli di noi! E mi sono resa conto che stavo commettendo uno sbaglio! Io credevo che tra noi potesse funzionare ma… non è così!”
- “No, Sara! Aspetta un attimo!” la interruppe Stefano. “Va bene non dirgli della malattia… Ma trattarlo così no!” pensò Stefano.
- “Senti! Prima o poi dovevamo dirglielo, no?”
Stefano era senza parole. In effetti, lo era anche Lorenzo!
- “E’ uno scherzo! Vero? Ditemi che è uno scherzo!”
- “Lorenzo! Mi dispiace! Ma.. qualche volta la vita è così! Piena di sorprese!”
- “Mi stai dicendo che mi hai preso in giro? Dopo tutto quello che ci siamo detti!”
- “Mi dispiace! Ho sbagliato! Cosa vuoi che ti dica?”
- “Io ho sempre pensato che tu fossi la donna che ho sempre desiderato e che non sapevo di volere!”
- “Senti!” lo interruppe Stefano. Capiva come doveva sentirsi Lorenzo ma era meglio non andare oltre. Sara si sarebbe sentita male e Lui, quando avrebbe scoperto la verità, si sarebbe  pentito per le parole che le stava dicendo. “Sara ti ha detto le cose come stanno! Adesso, per favore, torna a casa!”
- “Tu hai sempre giocato! Giochi con le persone! Giochi con le emozioni! Hai giocato con quel poveraccio che ti sei portata all’altare! Hai giocato con me! E adesso stai giocando anche con Lui!” continuò Lorenzo, imperterrito.
Stefano, intanto, si accorse che Sara si stava agitando, così: - “Senti! Basta così! Esci da casa mia!”
- “Io ti auguro tutto il male del mondo, Sara!” disse Lorenzo, uscendo di casa.
Stefano si voltò e la guardò, - “Sara, Lorenzo non se lo merita! Ho sempre pensato che non ti meritasse!! Che non capisse quanto fossi speciale!! Che non ti amasse quanto meriti!! Ma mi sbagliavo!! Lui ti ama.. più della sua stessa vita!! Lui merita di sapere la verità!!”
- “L’unica cosa che merita è essere felice! E con me non lo sarebbe!” disse Sara, andando via, piangendo.


Lorenzo, intanto, era andato via. Le parole di Sara continuavano a rimbombare nella sua testa..
< Quando sei partito sono venuta da Stefano per.. per parlargli di noi! E mi sono resa conto che stavo commettendo uno sbaglio! Io credevo che tra noi potesse funzionare ma… non è così!>
Gli era caduto il mondo addosso.. Fino a poche ore prima credeva di essere l’uomo più fortunato del mondo.. Negli ultimi quattro mesi aveva ritrovato suo figlio e aveva trovato la donna della sua vita! Eppure… eppure era bastato qualche secondo per farlo precipitare nella disperazione!
Mentre raggiungeva la macchina vide un violinista all’angolo della strada. Si fermò, prese l’anello e glielo diede. Non c’era più nessuna proposta da fare… Non c’era più niente!!! Si mise in macchina e tornò a casa. Già! Nella stessa casa in cui credeva di poter condividere altre notti come quella di quarantotto ore prima… Ma, ormai, non c’era più nulla da condividere!


Appena arrivato dai Martini, Lorenzo si chiuse in garage. Non volle né cenare, né vedere nessuno.
Anche Sara si chiuse in camera. E, nonostante le proteste di Stefano, non volle né mangiare, né prendere le medicine.
Lui voleva rimanere da solo.
Lei voleva rimanere da sola.
Lui continuava a pensare a Lei... Al loro incontro… Alle parole che gli aveva  detto…  < Io credevo che tra noi potesse funzionare ma… non è così!>
Lei continuava a sentire, nel silenzio della notte, le ultime parole che Lorenzo le aveva detto…
Lui, nonostante tutto, continuava ad amarla.
Lei, nonostante tutto, continuava ad amarlo.

Ma, a volte, l’amore non basta!



Come la notte precedente, sia Sara che Lorenzo faticarono a prendere sonno. Ma, alla fine, crollarono! Ed ecco che il Destino preparò un'altra sorpresa per i due…

- “Posso?” chiese Sara, avvicinandosi a Lorenzo. Lui era seduto sul tronco in riva al mare, ad Ostia, nello stesso posto dove si erano promessi di trascorrere il resto della vita insieme.
- “Che ci fai qui?” le chiese Lui, sorpreso. “Cosa ci faccio io qui? Tu… Tu sei da Stefano! Mi hai appena lasciato… E io… io sto dai Martini… Cos′è? E’ stato solo un sogno quello o è solo un sogno questo?”
- “No! E′ tutto vero quello che è successo a casa di Stefano!” disse Sara, sedendosi vicino a Lorenzo. “E in un certo senso è vero anche quello che sta accadendo adesso! Mettiamola così: al Destino non è piaciuto come ci siamo lasciati e quindi ci ha dato un′altra possibilità per dirci addio!” 
- “Ah! Mi è bastato già quello che mi hai dato da Stefano!”
- “Lorenzo, scusa! Perdonami se ti sto facendo soffrire! Perdonami se ti ho trattato male! Perdonami… per tutto!”
- “Perdonarti? Sara tu mi hai spezzato il cuore! Ma lo capisci che la prima cosa che ho fatto, atterrato a Roma, è stata andare in gioielleria per comprare l’anello con cui chiederti di sposarmi?? E invece tu eri con un altro uomo.. a divertirti alle mie spalle!! Perché mi hai detto che mi ami se non era vero? Perché?”
- “Ma io ti amo! Ed è proprio perché ti amo che devo mettere un punto alla nostra storia!”
- “No! Non ci credo alla paura di amare!” disse Lui, scuotendo la testa.
- “Non è paura di amare! Lo faccio per non farti soffrire…”
- “Ah! Lo fai per me?”
- “Sì!”
- “No! Lo fai perché non mi ami! Io la mia scelta l’avevo presa! Avrei voluto passare con te tutta la mia vita!!!”
- “Avresti passato con me solo pochi giorni, invece!”
- “Sì! Perché tu hai voluto così!”
- “No! Lorenzo non è come credi! Io non ti avrei mai lasciata! Te lo giuro… Ma il Destino… Il mio cuore..”
- “No, Sara! Non voglio più sentire una parola! Tu hai fatto la tua scelta e io la rispetto! Ora tu rispetta me! Lasciami in pace!” disse alzandosi e andando via.
- “Lorenzo!” disse Lei, con un filo di voce. Cercò di raggiungerlo ma non ci riuscì. Svenne lì da sola. Lui non se ne accorse. Salì in macchina e andò via, verso casa Martini. E Lei rimase lì, da sola…



Lorenzo si svegliò di soprassalto.
Sara si svegliò di soprassalto.
- “Dio che incubo!” disse Lorenzo.
- “Dio che incubo!” disse Sara.
- “Anche in sogno cerco di trovare una giustificazione al comportamento di Sara!” ansimò Lui.
- “Almeno in sogno avevo trovato il coraggio per dirgli la verità.. tutta la verità!” ansimò Lei.
- “Basta! Devo dimenticarla! Non posso fare altro! Ha scelto Lui! Fine della storia!” pensò Lui.
- “Basta! Mi sono comportata così perché mi devo fare dimenticare! Io lo porterò sempre con me ma Lui.. devo lasciarlo libero…”

Lorenzo, dopo quel sogno o, per meglio dire, incubo, si rigirò nel letto ma non riusciva più a dormire. Continuava a pensare a Lei.
Anche Sara non aveva più sonno. Così, mentre Lui riviveva tutti i momenti che avevano trascorso insieme, dal viaggio Pisa-Roma, alla volta al mare ad Ostia, al bacio al Maxxi, a Sara venne un’idea: avrebbe fatto un regalo a tutti, a Marco, a Maria e ai piccoli! Ai Martini.. a Stefano.. a Lorenzo!
Per questo, mentre Libero cercava, senza successo, di spronare Lorenzo, si era alzata e si era messa all’opera. D’altronde aveva casa libera: Stefano doveva uscire per lavoro!
 

A metà mattinata Sara aveva già pensato a un pensiero per tutti. L’ultimo che mancava era quello per Lorenzo. Sapeva benissimo cosa regalargli! Ma per farlo doveva uscire di casa. Ma, proprio in quel momento, bussarono alla porta. Era Enrica!
- “Sei un po’ pallida! Non sei stata bene?” le chiese Enrica, dopo essere entrata in casa, senza curarsi dell’opposizione di Sara.
- “Ho avuto un po’ di influenza! Tutto qui! Ma immagino che tu non sia venuta per parlare della mia salute!”
- “No, infatti! Visto che hai fretta andrò dritta al dunque! Lo so che non sono fatti miei ma.. mi spieghi cosa è successo con Lorenzo?”
- “Lui che cosa vi ha detto?”
- “Niente! Ma mi sembra evidente che il problema sei tu! Eh! Dimmi la verità! È successo qualcosa di particolare?”
- “Assolutamente no!”
- “Sei incinta di Stefano! È questo il problema?”
- “No, no! Ci mancherebbe!”
- “Allora.. Mi spieghi come mai hai cambiato idea così all’improvviso?”
- “E’ successa la stessa cosa il giorno del mio matrimonio! Quando credevo di essermi innamorata di Giuliano e invece non lo ero!”
- “Perché ti sei innamorata di Lorenzo!”
- “Io credevo di amare Lorenzo! Quando ho capito che stavo per fare lo stesso sbaglio, ho preferito troncare per non farlo soffrire troppo!”
- “Baggianate!”
- “Cosa?”
- “Sara! Io sono stata tua amica sin dal primo giorno in cui hai messo piede a casa nostra! Questo lo sai, vero? Ma le amiche non si prendono in giro! Io la storia del sacrificio non me la bevo! Tu non sei così superficiale! Sei un po’ matta, questo sì! Come me del resto! Però io non riesco a credere che tu non ti renda conto che questo comportamento sta facendo del male non solo a Lorenzo ma anche a Tommy e a tutti noi! Tesoro! Dimmi che cosa è successo! Io ti posso aiutare!”
- “Mi dispiace! Ma quello che ti ho detto è la verità!”
- “Ho capito!” disse Enrica, alzandosi. “Forse sto invecchiando davvero! Pensavo di avere incontrato una ragazza diversa!”
- “Lui come sta?”
Enrica si voltò. Preferì non risponderle. Sapeva che la sorella di Marco era una ragazza diversa ma non riusciva a capire cosa stesse combinando.
Sara, invece, rimase lì. Poi si cambiò ed uscì. Aveva un ultimo regalo da fare! Il più importante!


Lorenzo intanto, dopo essere stato con Tommy a tirare al sacco in palestra, si era avviato in clinica. Aveva intenzione di parlare con Oscar e chiedergli di rimanere. Mentre arrivava in clinica passò dinanzi al Maxxi. All’inizio ebbe soltanto l’impulso di andare via. Poi spense la macchina, tolse la cintura e scese dalla macchina. Non sapeva che la sua Sara era proprio lì!
Già.. Sara prima di recarsi al parco per registrare un filmato si era fermata lì, nel luogo in cui per la prima volta Lorenzo le aveva detto di amarla, nel posto in cui per la prima volta Lei gli aveva confessato di amarlo.
“Sono passati poco più di tre giorni da quando io e Lorenzo ci siamo incontrati qui! Ma sembra sia passata una vita! Quando l’ho visto, proprio qui, quella sera, ho avuto come la sensazione che il cuore mi scoppiasse tanta era la gioia nel vederlo! Tutto mi era apparso chiaro! Io e Lorenzo eravamo destinati! E adesso, invece, proprio il Destino ci sta separando!” pensò tra sé e sé, piangendo.
- “Signorina! Tutto bene?” le chiese un uomo anziano.
- “Sì, sì! Grazie!” disse Lei, asciugandosi le lacrime. Poi si voltò a guadare le scale. Questa volta nessuno l’avrebbe raggiunta. Così diede un ultimo sguardo al posto in cui per la prima volta aveva “conosciuto” l’Amore e andando via.
E proprio mentre Sara usciva da una porta, da quella affianco entrava Lorenzo.
Anche Lui andò direttamente nel luogo in cui l’aveva ritrovata nel suo sogno e la sera della sua partenza. Ma questa volta non c’era nessuno ad aspettarlo. Così rimase un po’ lì, da solo, quasi con la speranza di vederla arrivare. Ma quella flebile speranza andò via subito. “Sara sta con un altro! Me ne devo fare una ragione!” pensò.
- “Signore! Tutto bene?” gli chiese lo stesso uomo anziano.
- “Sì, sì! Grazie!” disse Lui, tenendosi la testa tra le mani.
- “Che strano! Giusto qualche secondo fa qui c’era una ragazza! Avrà avuto ventisette, ventotto anni al massimo! Era triste.. Forse stava anche male! Stava piangendo… Poi è andata via! Le ero andato a prendere un bicchiere d’acqua! E poi è arrivato qui Lei. Tanto che è bello questo posto? Sarà successo qualcosa qui, forse! È venuto un pittore o…”
- “Scusi! La ragazza che era qui era un po’ più bassa di me.. Aveva i capelli corti…”
- “Ora le dico io chi era??? Sara Levi! Io non volevo essere indiscreto ma l’ho riconosciuta! È una grande atleta… Ma dove corre?”
Già! Al nome “Sara Levi” Lorenzo aveva piantato in asso il signore ed era corso a cercarla.
Ma era troppo tardi! Sara aveva preso il pullman ed era andata via.
E a Lorenzo non rimase altra scelta che ripetersi la stessa cosa…
“Lei non è più tua! Non è mai stata tua! Fattene una ragione!”
Si mise in macchina e scappò in clinica.
Non sapeva che la sua vita stava per cambiare nuovamente!



- “Lorenzo! Ma tu.. non dovevi essere a New York?” chiese Oscar, sorpreso nel vedere Lorenzo in clinica.
- “Il dottor Martini ci ha appena detto che la sua ex moglie è rimasta tale! Si sono lasciati…” disse Gloria che, verso la fine, abbassò talmente la voce da non far sentire nulla ad Oscar.
- “Tranquilla Gloria! Non c’è alcun problema! Oscar sì! Sarei dovuto essere a New York! Ma… c’è stato un cambio di programma… Ti va un caffè? Così ti spiego…”
- “Certo!” disse Oscar. “Allora?”
- “Allora… Prima di partire ho capito di non amare Veronica! Sono innamorato di Sara!”
- “Sara… Sara Levi? La sorella di Marco?”
- “Sì!”
- “Ah! Vi siete messi insieme?”
- “Sì! Proprio prima di partire… E, subito dopo il mio ritorno, mi ha lasciato!”
- “Tu e Sara? Ma dai!” disse Oscar che, ancora incredulo, non riusciva a dire altro. Solo in quel momento aveva veramente capito la scelta di Sara.
- “Pensa che la mia vita si è ribaltata due volte in ventiquattro ore!”
- “Ah! Ma Lei come stava quando ti ha detto queste cose?”
- “Sara?”
- “Sì, sì! Che impressione ti ha fatto?”
- “Mi è sembrato che stesse molto meglio di me!”
- “Non lo so! Forse non era lucida… Sto dicendo che magari Lei ha avuto una reazione a.. qualche sua paura!”
- “No! Non ci credo a quella storia della paura di amare. Lei ha fatto la sua scelta! Basta!”
- “Secondo me dovresti parlarle! Non puoi accontentarti di una spiegazione così improbabile!”
- “Oscar.. Io ti ringrazio molto per il tuo interesse ai miei problemi sentimentali.. però Lei ha fatto la sua scelta! Basta!”
- “Ma magari c′è qualche cosa che non ti ha detto!”
- “Senti: io vorrei dimenticare Sara il prima possibile e poi guardare avanti! Ti va di aiutarmi?”
- “Sì!”
- “Allora meno parliamo di Lei e prima io, forse, riesco a dimenticarla!”
- “Va bene! Allora… vai da Gloria… Prendi un camice.. Il tuo studio è ancora lì che ti aspetta!”
- “Grazie Oscar!”
 

Intanto Sara, dopo aver finito di preparare il regalo a Lorenzo, decise di andare a fare una passeggiata a Ostia. “Un po’ d’aria di mare non può farmi male!” aveva pensato. Lì aveva ritrovato Destino, in compagnia di alcuni bambini.
- “Eccoti! Mi hai riconosciuta?”  disse Sara, quando Destino gli era corso incontro. “Ciao! È tuo il cane?” chiese poi alla bimba che gli era vicino.
- “Magari! È senza padrone! Però mamma non me lo fa tenere!”
- “E questo campanello?”
- “Glielo ho messo io! Così lo trovo subito quando gli porto da mangiare!”
- “Ciao Destino!”
- “! Niente male come nome!”
- “E tu come ti chiami?”
- “Francesca!”
- “Io sono Sara! Ti dispiace se porto Destino a fare una passeggiata con me? Vorrei un po’ di compagnia!”
- “Ma poi ritorni?”
- “Certo! Ci rivediamo qui, ok?”
- “Ok! A dopo!”
 

Ma dopo qualche ora Sara non era ancora ritornata da Francesca e dal suo fratellino. Così i due si misero a cercarla. E non erano i soli. Stefano aveva un brutto presentimento. Aveva capito che qualcosa non andava. E anche Lorenzo aveva incominciato a capirlo!
Era stato il Dottor  Savino a metterlo sull’attenti. Aveva chiamato Villa Aurora per parlare con Oscar ma il dottor Nobili non c’era. Lorenzo aveva così preso Lui la chiamata.
- “Dottor Savino, salve! Sono Lorenzo Martini! Il dottor Nobili non può risponderle ma, se vuole, può dire a me!”
- “Dottor Martini, salve! No.. Non si preoccupi! Niente di urgente! Posso richiamare dopo!”
- “Ma no! Mi lasci insistere!”
- “Non si preoccupi! parlare con il dottor Nobili!”
- “Centra Sara, vero?”
- “Non posso dirle nulla! Mi dispiace… Arrivederci!”
- “Dottor Savino!”
Ma Lorenzo non ebbe alcuna risposta. Così staccò il telefono e corse da Oscar.
- “Tu adesso mi dici che cosa sta succedendo a Sara!”
- “Le hai parlato?”
- “No! Ho parlato con Savino!”
- “Ah!”
- “Ovviamente Lui si è nascosto dietro il segreto professionale ma io sto cominciando a mettere insieme i pezzi!”
- “Cioè?”
- “Sara che si rifiuta di fare la tac… Savino che ti chiama… Tu che mi parli dello stato di salute di Sara..”
- “Tu lo sai che non posso divulgare informazioni sullo stato di salute di un paziente!”
- “Però puoi annuire, no? Sara è malata?”
Oscar annuì.
- “E’ molto malata?”
Oscar annuì di nuovo. A Lorenzo mancò il respiro.
- “Tu la stai curando?”
Questa volta Oscar non annuì.
- “Come no?”
- “No!”
- “Cosa vuol dire ?”
- “Rifiuta le cure!”
- “Ma cosa sta succedendo? Ma siamo impazziti!” disse, avviandosi alla scrivania di Oscar per prendere la cartella clinica.
- “Lorenzo… Lorenzo… Non puoi violare la privacy di una paziente!”
- “Io devo sapere che cos’ha!”
Intanto Stefano si era catapultato nell’ufficio di Oscar.
- “E’ stata Lei a chiedermi di non parlartene!”
- “Cosa?”
- “Oscar! Sara è spa…” disse Stefano, entrando in ufficio.
- “Sara dov’è?” gli chiese Lorenzo.
Stefano non sapeva cosa dire.
- “E’… ormai ha capito.. più o meno! ! Ne soffre da prima di conoscerti!”
- “Perché non mi hai detto niente?” ebbe solo la forza di chiedere Lorenzo a Stefano.
- “Perché non voleva coinvolgerti! Non riusciva a dirti la verità!”
- “Quale verità?”
Questa volta fu Stefano che non ebbe la forza di rispondergli.
- “Quale verità?” chiese nuovamente Stefano.
- “Che sta rischiando di morire!”
A Lorenzo crollò il mondo addosso. - “Dov’è?”
- “Non lo so dov’è! E’ tutto il giorno che la cerco! Sono passato da casa e non c’era.. E poi ha fatto una serie di regali.. come se volesse dire addio..”
- “Dobbiamo trovarla!” disse Lorenzo, uscendo dal suo ufficio, chiamando Sara.
 

Dopo aver fatto più di dieci chiamate il risultato non cambiò: Sara non rispondeva.
Quando Stefano lo raggiunse lo trovò a parlare con i Carabinieri.
- “Ma Lei mi ascolta quando parlo? Ha capito cosa le sto dicendo? C’è una ragazza che sta rischiando la vita!”
- “Senta: stia calmo!”
- “Ma no che non sto calmo! Come faccio a stare calmo?”
- “Per favore! Abbiamo fatto la segnalazione ma devono passare quarantotto ore prima di dichiarare la scomparsa.. Se no non possiamo cominciare le ricerche!”
- “Grazie!”
- “Che succede?” gli chiese Stefano.
- “Niente! Hanno fatto la segnalazione ma devono passare quarantotto ore prima di dichiarare la scomparsa.. Se no non posso cominciare le ricerche!”
- “Ma in quarantotto ore potrebbe essere morta!”
- “E’ quello che ho cercato di dirgli!”
- “Che facciamo?”
- “Non lo so!”
- “Io vado a cercarla!”
- “Potrebbe essere ovunque! Potrebbe aver preso un treno… Un aereo!”
- “Non ce la faccio a stare qui senza far niente! Che fai? Vieni con me?”
- “Sì!”
All’improvviso squillò il cellulare di Lorenzo.
- “E’ Lei! Pronto Sara!”
- “No!”
- “Come? Chi è che parla?”
- “Sono Francesca! La signora non si sveglia! Sta male!”
- “Francesca dove siete?”
- “A Ostia… Sulla spiaggia.. Stabilimento !”
- “Sì! Ho capito dov’è! La ragazza vicino a te respira?”
- “Mi sembra di sì.. ma piano!”
- “Tu rimani con Lei che noi ti raggiungiamo!”
- “Allora?” lo interrogò Stefano.
- “Niente! Sta male! Sta in uno stabilimento Stellamaris! So io dov’è!”
Lorenzo uscì dallo studio e corse da Oscar e Davide.
– “Oscar! Sara ha perso conoscenza! Dobbiamo correre!”  
– “Sai dov’è?”  
– “Sì! E’ a Ostia! Siamo andati lì prima che io partisse per New York.. Maledizione! Perché non c’ho pensato prima!”
– “Lorenzo, stai calmo!” gli disse Davide.
– “Sì. Ora andiamo, però! Presto!” disse Lorenzo, uscendo dall’ studio di Oscar.
– “Lorenzo! Vieni con me! È meglio che guidi io!” disse Stefano.
– “Grazie!” E così Stefano, Lorenzo, Davide e Oscar salirono in macchina e si diressero a Ostia. Avevano già avvertito l’ambulanza, che li seguiva.
 

“Ancora non mi sembra vero! Sara sta rischiando di morire! Ecco perché mi ha lasciato, l’altra sera! Mi sembra di sentirla! Ora è tutto chiaro! Crede che io possa soffrire standole vicino e così ha estirpato il problema alla radice! Ma come fa a non capire che io voglio stare con Lei, nella buona e nella cattiva sorte? Perché non lascia che a scegliere della mia vita sia io? Coartazione istmica aortica! Io posso salvarla! Sì, ecco! È per questo che mi ha lasciato! Se mi avesse detto che stava male, io avrei fatto di tutto per salvarla! L’avrei operata, nonostante il mio blocco e.. e se avessi fallito, non me lo sarei mai perdonato! Lei lo sapeva e non voleva che io mi prendessi una tale responsabilità! Dio! Lei mi ama così tanto da proteggermi al punto da rischiare la vita! Ma rimane comunque un incosciente! Sapendo che stava male è venuta a correre con me quella mattina, mi ha portato in piscina… Ha fatto finta di nulla, con tutti, con me! Se mi avesse parlato della sua malattia a settembre, forse.. adesso… Settembre! Mi sembra ieri di averla incontrata per la prima volta! Ma quanto tempo ho sprecato che invece avrei voluto solo passare con Lei! La mia vita nelle ultime 24 ore si è ribaltata non so quante volte! Ma non sono pronto a che accada un’altra volta. Ora che ho trovato Sara, ora che so che anche Lei mi ama come la amo io, non lascerò che nessuno la porti via! Nessuno!”


Così scese dalla macchina e corse da Sara, la donna che aveva sempre desiderato e non aveva mai saputo di volere. La donna che avrebbe salvato a tutti i costi. La donna che amava. La donna della sua vita!


In questo episodio i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x17 Il peccto dell'Eden
- 9x22 Il Destino a quattrozampe
- 9x23 Misterioso omicidio a Poggiofiorito
- 9x24 I regali di Sara
- 9x25 Operazione a cuore aperto

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Capitolo 12
*** • Episodio XII _ Solo insieme saremo felici... ***


31 gennaio, ore 13,00 circa, Ostia

Lorenzo non lasciò neanche che Stefano spegnesse il motore che aprì la portiera della macchina e incominciò a correre per accorrere la sua Sara.
“No! Io non posso perderla… Non voglio perderla e.. E non la perderò!” si disse Lorenzo, cercando di darsi forza per affrontare quel terribile momento. Ma, quando la vide lì, stesa sulla sabbia, inerme ed indifesa, ebbe una fitta al cuore! Non riusciva ancora a credere che Sara stesse rischiando di morire!
- “Permesso!” disse Davide, raggiungendo Sara.
- “Fate spazio! Fate spazio!” aggiunse Lorenzo che, aiutato da Davide, stese Sara sulla spiaggia. “Sara! Sara!”
Niente.. Sara non rispondeva e anche il respiro era assente!
- “Non respira!” aggiunse Lui, guardando Davide. “Non c’è battito! Comincia!”
Davide, così, iniziò il procedimento per rianimare Sara.
- “Perché non si riprende? Ma portiamola in ospedale!” si oppose Stefano.
- “No! Non possiamo! Dobbiamo prima rianimarla!” lo calmò Oscar.
Trascorsero solo alcuni secondi… Per Lorenzo sembrò un’eternità! Ma alla fine, dopo vari tentativi, Sara venne rianimata.
- “C’è battito! Portiamola in clinica! Veloce!” disse Lorenzo all’equipe di Villa Aurora. E poi, rivolgendosi a Francesca, le chiese: “Tu sei Francesca?”
- “Sì!” rispose la bambina.
- “Grazie!” le disse Lui, rivolgendole un sorriso. In quel momento non avrebbe potuto spiegare a parole quanto fosse grato a quella bambina.. L’unica cosa che sapeva era che aveva salvato Sara.. La sua Sara. Così, dopo averla guardata per qualche secondo, si alzò e seguì la donna della sua vita... La donna che amava, con tutto il suo cuore.. Si affiancò alla barella e le diete la mano…
Non l’avrebbe lasciata.
Mai più.


Arrivati all’ambulanza, Lorenzo e Oscar salirono per monitorare le condizioni di Sara. La situazione era molto grave! Oscar continuava a misurarle la pressione, ma la giovane Levi non riusciva a riprendere conoscenza.. Apriva gli occhi per pochi secondi per poi richiuderli. Era uno strazio per Lorenzo vedere Sara in quelle condizioni!
“Ma come ho fatto? Come ho fatto, in tutti questi mesi, a non accorgermi di nulla? Eppure dovevo capirlo.. Dio.. Ora ricordo! Il giorno dell’operazione di Marianna, quando poi mi sono addormentato, Lei me l’aveva confessato! Che strano! Per mesi non ho mai ricordato queste parole e ora…”
A Lorenzo mancò il fiato! Così smise di pensare a le accarezzò il viso.
Non c’era più tempo di pensare.. Era tempo di agire!


Arrivati a Villa Aurora, mentre Lorenzo, Oscar, Davide ed Emilio si occupavano di Sara, Gloria avvertì i Martini. Tutti, a poco a poco, la raggiunsero in clinica. C’erano tutti: Libero, Enrica e Ave, che avvisarono anche Marco; Bobò, Elena e Tommy accorsero appena ricevuta la brutta notizia. Ora erano tutti consapevoli del perché di quei regali! E l’euforia provata poco prima si era dissolta per lasciare spazio al dolore e alla preoccupazione!
Fu difficile spiegare loro che Sara rischiava di morire… A Lorenzo mancò il coraggio quando li vide lì, in fila, per conoscere la verità! Così, prese da parte Libero ed Enrica…
- “Libero! Enrica! Seguitemi nel mio ufficio!”
Enrica e Libero si guardarono e si capirono al volo: la situazione era più critica del previsto!
Ave e gli altri rimasero nella hall al aspettarli. Ma anche loro avevano capito che la condizione di Sara era molto delicata…
- “Sara ha una grave malformazione cardiaca!”
- “Cioè? Ha un problema al cuore?” chiese Libero, visibilmente preoccupato.
- “!”
- “E.. che cosa significa?”
- “Si intende che l’aorta si stringe a tal punto da non permettere al sangue di circolare liberamente!”
- “Io di tutta questa storia.. non so che dire! Perché non ha voluto dirci niente? Sapendo la gravità del male che aveva! E perché l’ha detto solo a Stefano?” intervenne Libero.
- “Non lo so! A me non ha detto niente! E a Stefano ha fatto promettere di non dire niente a nessuno!”
- “Va beh! Capisco! Uno deve mantenere il segreto, però! Aveva il dovere di dircelo! Noi siamo i suoi familiari!”
- “E lo so! Stefano è innamorato di Lei! Non lo so! Forse avrei fatto lo stesso anch’io! E poi lo sai come è fatta Sara! Testarda come un mulo!”
- “Secondo me Sara ha voluto proteggerci! Non ha detto niente perché sapeva che avremmo sofferto per Lei! Il suo è stato un gesto d’affetto!” si intromise Enrica.
- “No! Enrica, no! E’ stato egoismo! Lei doveva dircelo! Noi  avevamo il diritto di sapere per decidere se starle accanto o meno! Così è egoismo!”
- “Lo so che sei arrabbiato, Lorenzo…” cercò di calmarlo Enrica.
- “No! Io non sono arrabbiato! Io sono terrorizzato… terrorizzato dall’idea di perderla! C’è… Se solo lo avessi saputo prima!”
- “Ma adesso tu.. con la tua esperienza di medico… cosa pensi? Insomma.. dicci la verità… Questa si salva o…”
Lorenzo non sapeva proprio cosa, o meglio, come rispondere a Libero! L’intervento al quale Sara doveva sottoporsi era molto rischioso e le possibilità di successo erano davvero poche!
Ad un tratto, i tre furono interrotti da Oscar: - “Si è svegliata!”
Lorenzo prese un respiro profondo. Si alzò e disse: - “Oscar… Io vado da Lei! Tu… ti occupi tu di..” e guardò Libero ed Enrica.
- “Certo!” gli rispose l’amico.
Così Lorenzo uscì dal suo ufficio ed Oscar entrò.
- “Oscar!” disse Libero, appena Lorenzo ebbe chiuso la porta, “dicci la verità! Sara si salverà o…”
- “Libero, sarò sincero! L’intervento è molto, molto delicato! Di solito, le possibilità di riuscita sono poche! In questo caso sono… sono ancora di meno! Il fisico di Sara è molto debilitato e la sua condizione è molto, molto compromessa! Se si fosse operata prima, forse…”
- “Dio mio!” disse Libero, piangendo. “Come faccio io a dirlo a Tommy, ai gemelli… a Marco!!”
- “Libero, tranquillo! Ci sono io con te! E poi non dobbiamo perdere la speranza! Vero Oscar?” disse Enrica.
- “Certo!” rispose il dottore che non riusciva a nascondere la sua preoccupazione.


Intanto Lorenzo si era recato da Sara. Mentre la raggiungeva pensava a cosa poteva dirle… Ma, in realtà, non gli veniva in mente nulla!
“E inutile che io le dica bugie! Sara sa benissimo la sua situazione! E sa anche che l’intervento è necessario! Solo così, forse, potrà…” Ma le parole gli si spezzarono nuovamente in gola. Ancora non riusciva ad accettare che Sara stava rischiando di morire!
Così raggiunse la sua stanza. Ma, prima di entrare, si fermò a guardarla dietro una finestra. La vide lì, stanca e debilitata, ed ebbe una fitta al cuore! “Io la salverò! Devo farlo!” si disse e poi entrò.
- “Ciao!”
- “Ciao!”
- “Come sto?”
- “Ti ho vista meglio!”
- “Anche tu non scherzi!”
Lorenzo scoppiò a ridere. Non riusciva a capire come Sara potesse essere anche in quella occasione così solare.
- “Dai.. dillo!”
- “Cosa?”
- “Te lo leggo negli occhi… Dillo!”
- “No… Non ti voglio affaticare! Ne parliamo più avanti!”
- “No! Voglio parlare adesso! Potrebbe non esserci il tempo!”
Lorenzo sapeva bene che Sara aveva ragione. Però non riusciva comunque a sentire quelle parole.
- “Va bene! Perché non mi hai detto niente? Perché mi hai tagliato fuori e hai detto tutto a Stefano?”
- “E questo vuol dire che ti amo di meno o ti amo di più, secondo te?”
- “Vuol dire che non ti fidi di me!”
- “L’ho detto a Stefano perché sapevo che lui avrebbe rispettato la mia decisone e avrebbe mantenuto il segreto… mentre tu.. avresti lottato come un leone per farmi guarire!”
- “E questo vuol dire che ti amo di più o di meno?” le chiese Lorenzo, stringendole la mano.
- “Avremmo passato il tempo a discutere! Tu avresti cercato di convincermi a operarmi e tentare il tutto per tutto! Io, invece, avrei voluto solo godermi il tempo che mi restava ! Il tempo migliore della mia vita!”
Lorenzo le sorrise. Sapeva bene che Sara aveva ragione anche su questo! Eppure non riusciva a rassegnarsi…
- “C’è una busta nella tasca! È per te!” continuò Lei.
- “Cos’è?”
- “E’ un regalo!” disse Lei che, vedendo Lorenzo aprire la busta, aggiunse: “No! Non aprirla adesso! Aprila dopo!”
Lorenzo la accontentò. La mise in tasca e si sedette vicino a Lei.
- “Sai.. Anche per questo mi sono allontanata! Non avrei mai voluto vedere quell’espressione sul tuo viso!" gli confessò Sara.
- “La smetti di parlare come se non ci fosse più speranza? Non puoi smetterci di credere, Sara!”
- “Lorenzo tu sei un medico! Devo spiegartelo io che le probabilità di riuscita di quest’intervento sono..”
- “Sono poche!”
- “Appunto!”
- “Sempre meglio di nulla! E noi ce le faremo bastare!”
- “Ma perché ti ostini così?”
- “Perché non è questo che il Destino ha in mente per noi due!”
Sara rise.
- “Che c’è? Perché ridi?” le chiese Lorenzo.
- “E’ che non mi sono ancora abituata al fatto che hai cambiato idea!”
- “In merito a cosa?” le chiese Lorenzo che, in realtà, già sapeva la risposta.
- “” disse Lei, facendogli il verso. “Ti ricordi?
- “Sì! Mi ricordo!” disse Lui, ridendo.
- “Sembra una vita fa.. Io che parlavo di sorprese e tu che asserivi che esiste solo la logica!”
- “Appunto! Che facciamo? Adesso capovolgiamo i ruoli? Io ti parlo di Destino e tu ti fidi di una fredda percentuale di casi scritta su una rivista scientifica?”
- “Eh! Sarà stata la tua vicinanza!” gli rispose Lei, con un sorriso. “Ma…” aggiunse poi, dopo un attimo di silenzio. “… Chi te l’ha detto? Di me, intendo! Oscar.. Stefano?”
- “Nessuno dei due! Dopo che sono venuto a casa di Stefano pensavo veramente che tu non mi amassi… Così, con l’unico obiettivo di dimenticarti, questa mattina sono venuto in clinica e ho chiesto a Oscar se potevo continuare a lavorare qui in clinica. E Lui, invece di preoccuparsi di me, continuava a farmi domande sul tuo stato di salute! Diceva che forse avevi reagito così perché avevi paura di qualcosa… Diceva che non mi dovevo accontentare della spiegazione che mi avevi dato e che, invece, sarei dovuto venire a parlarti! Naturalmente io non gli ho dato ascolto! Non avevo capito nulla! Ma poi ha chiamato il dottor Savino! Voleva parlare di te ad Oscar! Lui era occupato.. Allora ho preso io la chiamata ma, con me, non ha detto una parola! Tutti fedeli i tuoi complici!” aggiunse con un sorriso. “Però, ormai, avevo intuito qualcosa… Mi sono ricordato di quando non hai voluto fare la tac… Di quando siamo andati a correre e, arrivati dai Martini, stavi male.. In più Oscar continuava a farmi domande sul tuo stato di salute e Savino, una volta mi parlava del tuo ginocchio e l’altra si nascondeva dietro il segreto professionale! Così sono andato da Oscar e lì le mie supposizioni sono diventate realtà! Mi ha detto:
- “Ma tu l’hai costretto a parlare?” disse Sara con un sorriso.
- “Assolutamente no!”
- “No? E come hai fatto?”
- “Gli ho detto:
- “Ah! Bell’idea, dottor Martini!”
- “Eh già!”
- “E così hai capito tutto! E.. è stata tua l’idea di venire a Ostia?”
- “No! Ero così in ansia, confuso ed agitato che non capivo più nulla! Il mio cervello ha smesso di pensare e.. ho saputo soltanto litigare con la polizia al telefono!”
- “Dottor Martini… Questo da Lei proprio non me l’aspettavo!” disse ridendo Sara.
- “Eeee… Ridi.. ridi.. Io non sapevo dov’eri… Sapevo solo che stavi male! E quel cretino mi diceva che dovevano passare quarantotto ore prima di iniziare le ricerche!”
- “E quindi… Come mi hai trovata?”
- “Mi ha chiamato Francesca!”
- “Ah! In effetti le avevo promesso che sarei tornata da Lei con Destino ma poi…”
- “Beh! Appena uscirai da quest’ospedale andiamo ad Ostia e la ringraziamo!” le disse Lorenzo.
- “E Tu ci andrai anche senza di me! Promettimelo! Almeno, grazie a Lei, ho potuto salutarti per bene… senza fingere di non amarti!” disse Lei, trattenendo a stento le lacrime.
- “Sara… Io.. Io non volevo augurarti tutto il male del mondo! Ero arrabbiato… Io..”
- “Amore mio! Tu non devi chiedermi scusa di nulla! Sono io quella che ti ha ferito, ieri sera! E non sai quanto mi è costato! Pensavo di fare il tuo bene.. ma mi sbagliavo!”
- “Non importa! L’unica cosa veramente importante è che ora siamo insieme! Io e te!!! E che insieme affronteremo anche questo ostacolo!” Le si avvicinò e le diede un bacio. “Sai… Una volta ho letto che, più di un medico, più di una medicina, a salvare le persone è l’Amore! E il mio per te è così forte che non ti porterà via da me!”
- “Sarebbe bello poterci credere!” gli rispose Lei.
Lui avrebbe voluto chiederle di farlo. Ma fu interrotta da Oscar, Emilio e Davide che entrarono in stanza per visitarla. Così, dopo averle dato un bacio sulla fronte, le sussurrò solo tre parole: - “Fidati di me!”
Lei non gli rispose nella. Gli sorrise e rimase lì a fissarlo, triste e preoccupato, mentre gli altri la visitavano. Sara sapeva benissimo che, nonostante Lorenzo facesse di tutto per sembrare forte, in realtà, tra tutti, era quello che stava soffrendo di più!
- “Lorenzo! La visitiamo noi! Tu vai dai Martini! Sono tutti molto preoccupati!” gli disse Oscar.
- “Ma..”
- “Ci pensiamo noi!” lo rassicurò Davide.
- “Va bene! Torno subito, amore mio!” le disse Lui con un sorriso, dopo averle stretto la mano.
Così aprì la porta per andare dai Martini ma ebbe una sorpresa. Tommy era lì, spaventato per le condizioni di Sara, quasi sull’orlo delle lacrime.
- “Tommy! Che ci fai qui?” gli chiese Lorenzo, sorpreso nel vedere lì suo figlio.
- “E’ grave, vero?” gli chiese Tommy che, purtroppo, già conosceva la risposta.
- “E’ in una condizione delicata!”
- “Lo sai che.. che mi ha fatto un regalo bellissimo.. e io non sono neanche ancora riuscita a ringraziarla!”
- “Ehi! Vieni qua!” disse Lorenzo, abbracciandolo. “Andrà tutto bene! Vedrai!”
- “Sì! Lo so! Perché.. perché tu la farai star bene, vero? Tu sei il migliore al mondo!”
- “Lorenzo!” li interruppe Oscar. “Meglio se vieni subito! La pressione ha ripreso a salire! La situazione sta peggiorando! Dobbiamo portarla subito in sala operatoria!” gli spiegò Oscar.
Lorenzo era distrutto. La vedeva lì indifesa e sola e non sapeva cosa fare. O meglio: aveva appena capito cosa fare!

Glielo aveva detto quel giorno prima dell’operazione di Marianna. Quella volta, però, non fu Lui a impugnare il bisturi! Ma Sara gli aveva detto un’altra frase: E, ora, ne era certo anche Lui!
- “Lorenzo!” lo distolse dai suoi pensieri Davide.
- “Sì! Sì! Operiamo, sì!”
- “Vado a prepararmi!” disse Emilio.
- “No! Lo faccio io!” disse improvvisamente Lorenzo.
Davide, Emilio, e Oscar rimasero senza parole.
- “Scusate! Scusa, Lorenzo! Vieni!” lo prese da parte Oscar.
- “Cosa c’è?”
- “Lo sai benissimo che non si può fare! Un chirurgo non può operare parenti o intimi!” gli disse Oscar.
- “Ci stiamo preoccupando del protocollo?”
- “Il coinvolgimento emotivo può influire sulla lucidità! E tu sei molto coinvolto!” continuò l’amico.
- “No, Oscar! Tu non mi puoi tenere fuori!”
- “Non ti sto tenendo fuori! Voglio solo il meglio per la paziente!”
- “Questa è un’operazione delicata! Lo sai! L’unica persona, qua, in grado di farla, sono io!”
- “E tu te la senti?” gli chiese Oscar, non del tutto convinto.
- “Ma certo che me la sento!”
Lorenzo guardò Sara. Lei aveva ascoltato tutta la conversazione. La vide lì, quasi implorarlo di operarla. Lui le sorrise. Lo avrebbe fatto: l’avrebbe operata e l’avrebbe salvata!

Lorenzo, così, uscì dalla stanza di Sara e andò dai Martini. Doveva dirgli degli ultimi sviluppi..
- “Ah, ecco! Allora? Come va?” chiese Libero, molto preoccupato.
- “Operiamo d’urgenza!” disse Lui.
- “Uuu.. mamma!” riuscì solo a dire Ave.
- “Perché? Ci sono complicazioni?” chiese Enrica.
- “Sentite! Sarà un’operazione complicata e per niente breve! Per cui io vi consiglio di tornare a casa… riposarvi… e quando avrò finito vi chiamo!”
- “Lorenzo! ma guardaci in faccia a tutti e tre! Secondo te, se noi andiamo a casa, riposiamo? Tanto vale che siamo qua! Ormai Sara è una nostra parente!”
- “Giusto!” disse Ave.
- “Scusa Lorenzo! Posso parlarti?” gli chiese Stefano, molto preoccupato per l’operazione di Sara. Preoccupato non solo perché l’operazione era obiettivamente molto difficile ma perché era Lui a farla, pur non operando da mesi!
- “No, scusa! Adesso no!”
- “E’ importante!” gli disse Stefano, con un tono che non ammetteva repliche.
- “Va bene! Dimmi!”
- “Preferirei farlo fuori!” gli rispose il Valenti.
- “Scusate!” disse Lorenzo a Enrica, Libero e Ave per poi avviarsi all’uscita di Villa Aurora. Stefano lo seguì.
- “Ho sentito che sarai tu ad operare Sara!” iniziò il Valenti.
- “ in che senso?”
- “Diciamo che mi sono trovato a passare davanti alla stanza mentre tu e Oscar ne parlavate!”
- “Ah! E quel è il punto?” gli chiese Lorenzo, che stava cominciando a perdere la pazienza.
- “Io conosco il tuo problema! So delle tue crisi di panico! Sara mi ha detto tutto!”
- “Per cui tu vorresti che io mi facessi da parte perché non sono capace a operarla! Cosa ne sai di medicina? O di chirurgia?”
- “Niente! Però so anche che non operi da molto tempo! E che potresti perdere il controllo in ogni momento!”
- “Stefano: se tu vuoi bene a Sara.. fatti da parte!”
- “Senti: questa non è una scaramuccia tra due rivali in amore, va bene? La amiamo entrambi ed entrambi vogliamo che viva!”
- “Ah! E tu pensi che io non lo voglia?”
- “Io lo faccio solo per il suo bene, Lorenzo!”
- “Sara ha bisogno di me! E solo io posso salvarla! Non te lo ripeto un’altra volta, Stefano! Fatti da parte!” gli disse Lorenzo, andando via.
Stefano rimase lì. Non sapeva cosa fare. Voleva soltanto il bene di Sara. Non sapeva che la donna che amava voleva essere operata da Lorenzo, nonostante le crisi di panico. Non sapeva che Sara si fidava ciecamente di Lui. Magari, se l’avesse saputo, avrebbe rispettato la sua decisone. Ma, ignaro di tutto, decise di agire. Tornò dentro e andò a parlare con Oscar.
 

Lorenzo, invece, prima di andarsi a preparare, aveva un’ultima cosa da fare…
- “Posso?” chiese Lorenzo, entrando nella stanza di Sara.
- “E me lo chiedi?” gli rispose Lei, mentre Lui le si sedeva accanto, dandole la mano.
- “Tra poco ti verranno a sistemare.. E anche io dovrò andare a prepararmi!”
- “Lo so!”
- “Però prima devo chiederti una cosa… Tu sei sicura di volerti fare operare da me? Insomma.. sai dei miei attacchi di panico.. Io..”
- “Lorenzo sì! So tutto! E voglio che sia tu ad operarmi e nessun altro! E poi l’hai detto tu.. Più di un medico, più di una medicina, a salvare le persone è l’Amore! E il tuo per me è così forte che ci farà stare insieme! E poi, anche se mi dovesse succedere qualcosa, io non ti lascerei comunque! Continuerei a vegliare su te e Tommy come mia mamma ha fatto con me e Marco!”
- “Non dirlo neanche per scherzo! Anzi… Non pensarlo neanche! Io senza di te non potrei vivere!”
- “Sì che puoi! Lo hai fatto per trentacinque anni… e lo puoi fare ancora!”
- “Hai ragione! Forse posso.. Il fatto è che non voglio!”
- “Lorenzo! E’ ora di prepararti!” lo avvisò Oscar.
- “Dai… Salutami per bene così non avrai alcun rimpianto!” disse Sara, sforzandosi di risultare simpatica.
- “Non ti dirò nulla di speciale se non un .. Tanto ci rivedremo presto!”
- “Sicuro?” gli chiese Sara, un po’ scettica.
- “Sicuro!” le rispose Lui.
- “Però una cosa te la voglio dire..”
- “Cosa?” chiese Lui, curioso.
- “Se dovesse andare male, non sarà stata colpa tua.. ma mia! Se mi fossi operata prima, forse…”
- “Ci vediamo tra qualche ora!” le disse Lui, facendola tacere con un bacio dal sapore della disperazione. Poi la guardò negli occhi, si fece coraggio ed andò a prepararsi. “La rivedrò tra qualche ora! Ne sono certo! E sicuramente sarò lì quando si sveglierà!” cercò di autoconvincersi.


Dopo poco, sia la sala operatoria, sia l’équipe di Villa Aurora erano pronti. Mentre Sara veniva portata in sala operatoria arrivò Marco. Il giornalista era molto scosso per gli ultimi avvenimenti. Appena Libero ed Enrica lo avevano avvisato, Marco aveva preso il primo aereo per Roma e si era catapultato dalla sua sorellina. Non era riuscito a salutarla come avrebbe voluto. La giovane Levi era già stata anestetizzata. Così, non gli rimase altra scelta che aspettare e sperare.
Intanto, in sala operatoria, la tensione era alle stelle.
- “Anche se ti ho fatto muro in passato, mi tranquillizza che tu sia lì dentro con noi!” gli confessò Emilio.
Lorenzo non gli rispose. Era ipnotizzato dal viso di Sara. Sapeva che la vita della donna che amava dipendeva da Lui. E sapeva anche che, da quella operazione, dipendeva la sua stessa vita!
- “Signori! La sala operatoria è pronta!” disse Oscar.
- “Pronto anch’io!” disse Emilio, entrando in sala operatoria.
Anche Lorenzo fece per entrare in sala operatoria, ma Oscar lo fermò.
- “Scusa Lorenzo!”
- “Cosa c’è?”
- “Ho pensato che non è il caso che sia tu a fare l’intervento!”
- “Come? Ne avevamo parlato?” chiese Lui, visibilmente mortificato.
- “Io ho riflettuto molto! E.. sei troppo coinvolto emotivamente!”
- “Hai parlato con Stefano?” chiese Lorenzo, gelido.
Oscar annuì. – “Perché non ne hai mai parlato con me? Perché non mi hai mai detto una cosa così grave?”
- “Ti ho detto che non volevo operare.. Questo dovrebbe bastare! Oscar: Sara sta morendo! Ed è lì che aspetta noi! E tu lo sai che solo un miracolo può salvarla!”
- “Sì! Ma non sarai tu a fare questo miracolo! Forse un tempo avresti potuto salvarla! Ma non in questa situazione!”
- “Stai scherzando?”
- “Per niente! Mi dispiace, Lorenzo! Non posso farti entrare!” gli rispose Oscar, entrando in sala operatoria, lasciando Lorenzo lì, disperato e solo.
Lorenzo era accecato dalla rabbia. Si tolse i guanti e la mascherina e si diresse dall’uomo che in quel momento non poteva capire ma che, a mente fredda, avrebbe, senza dubbio, giustificato.
- “Lorenzo!” disse Libero, intuendo che c’era qualcosa che non andava.
- “Sei contento di quello che hai fatto?” chiese Lorenzo, spingendo Stefano. “Pensi di averla aiutata?” dli chiese spingendolo nuovamente.
- “Ho fatto solo quello che andava fatto!”
- “Se muore è solo colpa tua!” disse afferrandolo. “Se muore è solo colpa tua!”
Marco tirò via Lorenzo e i Martini cercarono di calmarlo.
- “Oooo! Fermi! E che è? Stiamo in una clinica! Ma tu non dovevi essere in sala operatoria, Lorenzo!” gli chiese Libero.
- “Giusto! Non dovresti essere in sala operatoria? Spiegalo alla tua famiglia!” gli disse Stefano.
- “Lorenzo, per l’amor di Dio! Dicci qualcosa!” lo implorò Enrica.
- “Avanti dillo!” lo esortò Stefano.
- “Io ho avuto un trauma! E per molto tempo non sono stato in grado di operare! Ma sono la persona più giusta per operare Sara, e questo tu lo sai!” aggiunse rivolgendosi a Stefano.
- “Non credo che Sara la veda così!” disse Stefano, sbagliando. “Gliel’hai chiesto?”
Lorenzo avrebbe voluto rispondergli di sì! Che glielo aveva chiesto e che Lei era d’accordo. Ma la sua attenzione fu catturata da Davide..
- “Avverti subito la banca del sangue! Corri! Corri!”
- “Sì! Subito!” disse Gloria, intuendo la gravità della situazione.
- “Davide! È successo qualcosa??”
Davide lo guardò senza dire nulla e poi corse in sala operatoria.
Lorenzo si voltò: vide Stefano, Marco, Libero sull’orlo della disperazione.
“No! Io non posso lasciarla! Non ora!” pensò Lorenzo che, non ascoltando le domande che la sua famiglia gli poneva, corse in sala operatoria. In fretta e furia indossò la mascherina. Prese un respiro profondo. Aprì la porta ed entrò in sala operatoria.
- “Poi mi spiegherai perché mi trovo qui.. da solo! Quando, invece, avremmo dovuto fare…” disse Emilio a Oscar.
- “Non sei da solo!” lo interruppe Lorenzo.
Oscar, Emilio e Lorenzo si guardarono senza dire una parola.
- “Occhiali!” aggiunse Lorenzo, pronto per l’operazione.
- “Che ci fai qui?” gli chiese Oscar.
Lorenzo avrebbe voluto rispondergli ma il quadro clinico di Sara attirò la sua attenzione.
- “Occhielli! Veloce!” furono le uniche parole che pronunciò.
Poi si mise a lavoro. Quell’intervento lo aveva fatto milioni di volte. Eppure quella, sembrava a Lorenzo, proprio la prima! In effetti lo era! Era la prima volta che rioperava dopo tanto tempo! Era la prima volta che operava la donna che amava!
 

Ormai erano passate un paio di ore da quando Sara era entrata in sala operatoria. I Martini non avevano alcuna notizia.
- “L’intervento è molto delicato! Ci vuole tempo!” avevano ripetuto più volte sia Tea che Gloria ai Martini.
Intanto, in sala operatoria, la situazione non era delle migliori.
- “La pressione sta scendendo! Precipita!” avvisò un’infermiera.
- “Aritmia ventricolare!” aggiunse Oscar.
- “Ancora aritmia ventricolare! Senza battito!” continuò Emilio.
Lorenzo distolse gli occhi dall’intervento. Guardò il volto di Sara e, sul suo viso, rivide quelli dei bambini che, quel giorno a NY, non era riuscito a salvare.
- “Lorenzo! Lorenzo!” lo chiamò Davide.
- “Lorenzo! Passatemi il defibrillatore!” aggiunse poi Oscar. “Lorenzo! Lorenzo! Faccio io!”
- “Ci sono! Ci sono! Carica a duecento!”
- “Caricato!”
- “Allontanatevi! Libera!”
Quel primo tentativo non portò a nulla!
- “Libera!”
Ed ecco che il cuore di Sara riprese a battere!
- ”Ritmo sinusale!” disse sollevato Davide.
- “Frequenza cardiaca?”
- “81, regolare!”
- “Hai fatto l’impossibile, per Lei!” ammise Oscar.
- “Io le ho impedito di morire! Ora dobbiamo solo sperare che si salvi!”
 

Così terminò l’operazione e, dopo aver concluso la procedura, i tre si avviarono ad avvisare i Martini. Prima, però, Oscar volle dire qualche parola a Lorenzo.
- “Lorenzo! Aspetta! Volevo… beh! Scusa per prima! Ero molto preoccupato per Sara e volevo soltanto tutelarla!”
- “Tranquillo Oscar! L’importante è che l’operazione di Sara sia andata bene! Ora andiamo dai Martini e avvisiamoli! Devo essere preoccupatissimi!”
- “Lorenzo… Oscar… Come sta Sara?” chiese Marco, preoccupatissimo.
- “Sara è in condizioni stazionarie! L’intervento è riuscito ma ora dobbiamo aspettare!” rispose Lorenzo.
- “E.. quindi l’intervento è andato bene?” chiese Libero.
- “Sì.. Sì!!! Dobbiamo ringraziare il Dottor Feroci! È stato lui che è intervenuto chirurgicamente per primo!” gli rispose il nipote.
- “E’ stato assolutamente un lavoro di squadra!” aggiunse Emilio.
- “Allora Sara è fuori pericolo?” chiese Marco, evidentemente preoccupato.
- “E’ presto per dirlo!” rispose Lorenzo.
- “Ma come… Hai detto che è riuscito tutto bene?” domandò nuovamente Libero.
- “Eee.. Si è trattato di un intervento molto delicato e faticoso! Soprattutto per un fisico debilitato come quello di Sara!” rispose Oscar.
- “Non capisco! Cosa volete dire esattamente?” chiese, questa volta, Enrica.
- “Dobbiamo aspettare!” spiegò Lorenzo.
- “Aspettare! Aspettare cosa?” chiese Marco.
- “Che si svegli!”
- “Quindi potrebbe non..” chiese Stefano.
- “No! E’ una ragazza giovane! È un’atleta! Quindi ci sono tutti gli elementi per essere ottimisti!” cercò di consolarli Oscar.
- “Dobbiamo essere ottimisti! Va bene?” chiese Lorenzo.
- “Sentite… E’ stata una giornata lunga e stancante per tutti quanti! Adesso, forse, è il caso di andare a riposare! Eh? Se ci sono novità vi informiamo!” propose Oscar.
- “Oscar ha ragione! Tutti a casa!” disse Lorenzo.
- “Però noi possiamo rimanere! Se serve!” chiese Lorenzo.
- “No zio! Non possiamo più fare niente!”
- “Ma neanche vederla! Almeno un minuto!” chiese Marco.
Lorenzo guardò Oscar. Il dottor Nobili avrebbe fatto un’eccezione.
- “Va bene!” disse Lorenzo. “No, no!! Non tutti insieme, però!”
I Martini lasciarono il posto a Marco.
- “Dalle un bacio da parte nostra!” disse Ave, con la sua usuale dolcezza.
- “Sì! E dille che le vogliamo bene!” aggiunse Elena.
- “Oh! Dille che non ci faccia brutti scherzi!” concluse Libero.
- “Ok! Glielo dico!” disse Marco.
 

Così Lorenzo accompagnò Marco da Sara. Li lasciò un po’ da soli. Sapeva bene cosa Marco stesse provando in quel momento e non voleva violare la sua privacy. Lui se ne andò in studio. Lì, prima lo raggiunse Emilio con il quale poté finalmente chiarirsi. Poi fu la volta di Stefano.
- “Mi dispiace!” gli disse Stefano. “Ho fatto quello che credevo giusto!”
- “Lo so! Io al tuo posto avrei fatto lo stesso!”
- “Cercavo solo di proteggerla!”
- “E di questo ti ringrazio! Lo hai sempre fatto!”
- “Voglio che tu sappia che ho cercato in tutti i modi di convincerla a parlarti! E che non è stato un gioco subdolo per portartela via!”
- “No! Questo non l’ho mai pensato!”
- “Speravo si potesse innamorare di me.. ma così è la vita! Ci sono altre priorità adesso, no? Io.. resterò qui finché non si sveglierà!”
- “Potrebbe volerci molto tempo!”
- “Aspetterò!”
- “Stefano!” disse Lorenzo quando il Valenti stava per lasciare il suo studio. “Scusa per la reazione di prima! Ero sotto pressione e…”
- “Non c’è nulla di cui scusarti! Ci vediamo dopo!”
Così Lorenzo rimase solo. Si sedette dietro la sua scrivania e accese il computer. Sapeva già tutto sulla malattia di Sara ma voleva comunque leggere gli ultimi aggiornamenti sull’argomento.
In effetti aveva scelto di tuffarsi in un’intensa lettura di articoli di medicina solo nella speranza di far scorrere via il tempo il più velocemente possibile. Ma la sua tattica non funzionò! Ogni minuto guardava l’orologio e, ogni volta che vedeva qualcuno uscire dalla terapia intensiva, si catapultava in corridoio! Ma, ogni volta, la frase era la stessa: “La situazione di Sara è stazionaria! Dobbiamo aspettare!” Così ritornò in ufficio e lì, chiusi gli occhi, incominciò a pensare a Lei, la donna che aveva sempre desiderato e che non aveva mai saputo di volere. Ma adesso lo sapeva e Lui l’avrebbe aspettata per tutto il tempo necessario…
 

Intanto, in terapia intensiva, la situazione di Sara era stazionaria. Sara non si era ancora svegliata ma, in un universo parallelo, stava succedendo qualcosa di strano..
- “Ehi! C’è nessuno?” chiese Sara, un po’ confusa. “Allora?? Dove sono? Chi me lo dice?”
- “Una volta ti piacevano le sorprese!” disse Fiamma, comparendo miracolosamente.
- “Tu??? Cosa ci fai tu qui? E perché sei vestita tutta di bianco??? E perché hai… l’aureola in testa???” chiese Sara, sorpresa, o meglio, sconvolta!
- “E’ naturale che sia vestita di bianco e abbia l’aureola in testa! Sono un angelo!!” rispose l’atleta.
- “Eh? Fiamma Giuliani un ??? Oddio! Ma allora sono morta?” disse Sara, scandalizzata.
- “No che non sei morta!” le rispose Fiamma, ridendo.
- “Ah no?” chiese Sara, un po’ sollevata.
- “No!”
- “E allora cosa sta succedendo? Dove sono? L’ultima cosa che ricordo è che sono stata anestetizzata e portata in sala operatoria per l’operazione!”
- “Infatti! Sei stata operata da Lorenzo! E ora sei in terapia intensiva!” disse Fiamma che, facendo schioccare le dita, fece in modo di catapultare sia Sara che lei stessa a Villa Aurora.
- “Oddio! Ma quella sono io!” disse la giovane Levi, indicando il suo corpo steso sul letto.
- “Già! Le tue condizioni sono stazionare! Ora bisogna aspettare! Sai… Marco, Lorenzo, i Martini.. tutti sono molto preoccupati per te!”
- “Mi dispiace! Non volevo farli soffrire! Non sarei mai dovuto entrare nella loro vita!”
- “Sara ma che stai dicendo?” le chiese Fiamma.
- “La verità! Io faccio solo guai… Se adesso non dovessi superare l’operazione Lorenzo ne morirebbe.. Marco perderebbe ogni speranza nella vita proprio adesso che Maria aspetta due bambini…”
- “Ma piantala! Vuoi capirlo che tu li hai aiutati?? È vero: loro ti hanno salvato… dalla solitudine e dall’angoscia che provavi quando sei arrivata a Poggiofiorito! Ma tu hai salvato loro!!!”
- “Fiamma.. tu non sai cosa stai dicendo!”
- “No! Sei tu che non sai cosa stai dicendo! E ora te lo dimostrerò!”
Fiamma prese Sara per mano e, senza che la giovane Levi se ne accorgesse, fu catapultata fuori la villetta dei Martini.
- “Ma… Questa è casa mia!” esclamò Sara. Girandosi guardò in direzione del bar. Stava per dire: “Questo è il mio bar!” ma la voce le si strozzò in gola. Al posto del suo bar c′era una libreria. “Ma… ma il mio bar? Dov’è finito?”
- “Non c’è mai stato il tuo bar! E questa..” disse Fiamma, indicando casa Martini, “…non è casa tua! Non lo è mai stata!”
- “Ma.. che stai dicendo?” disse Sara, incredula. Ad un tratto, la sua attenzione fu rapita da una macchina. Qualcuno stava parcheggiando dinanzi casa Martini. “Lorenzo!” disse Sara, sicura di vedere l’uomo che amava scendere dalla macchina.
- “Salve! Ci… Ci conosciamo!” chiese Lele a Sara.
- “Ma Lorenzo.. Lorenzo Martini dov’è?”
- “Ah! Mio cugino! Beh… E’ ritornato a New York! A settembre era venuto a Roma.. Sa: voleva recuperare il rapporto con la ex moglie e il figlio ma dopo qualche giorno è andato di nuovo via!” le spiegò Lele. “Ma..” continuò il dottore, “Io e Lei.. ci consociamo?” le chiese nuovamente.
- “Sono la sorella di Marco! A proposito! Mio fratello è in casa?”
Lele era un po’ perplesso. - “Beh no! Marco e Maria si sono lasciati da qualche mese! Dopo il tradimento di tuo fratello con quella tua amica… Fiamma mi pare… il rapporto con Maria si è rovinato sempre più e adesso vivono in case separate!”
- “E.. i due gemelli?” chiese Sara, riferendosi ai figli di Marco e Maria.
- “Beh! Elena e Bobò stanno benissimo! Grazie per l’interessamento!”
Sara avrebbe voluto rispondere che non si riferiva a Elena e Bobò. Lei voleva sapere dei due nipoti. Ma non aggiunse altro. Se Maria e Marco si erano lasciati per colpa di Fiamma, non c’erano i gemelli… Non c’era più la famiglia Levi-Martini!
- “Vuoi entrare a salutare gli altri?” chiese Lele a Sara.
- “No.. No.. Vado di fretta! Sarà per la prossima!” rispose Lei, dileguandosi.
Così Lele entrò in casa e Sara incominciò a camminare.
- “Ma… non capisco!” balbettò Sara quando Fiamma la raggiunse.
- “Non ho ancora finito!”
Ed ecco che da casa Martini, Sara si ritrovò in un ospedale. Ma non era un ospedale qualunque. Era l′ospedale dove lavorava Lorenzo a NY!
- “Ma… cosa sta succedendo? Qui sono tutti affannati…” chiese Sara, guardandosi attorno.
- “C’è appena stato un grave incidente! Ci sono molti feriti e lo staff dell’ospedale non riesce ad occuparsi di tutti.. E poi ci sono due chirurghi che operano.. Il terzo…”
- “Il terzo è Lorenzo, vero?”
- “Sì!”
- “E perché non opera? Ha operato me… Può operare anche..”
- “No, Sara! Non ha operato te! Non si ricorda neanche di te! Ti ha visto una volta e basta!”
- “Ma… ma non è vero! Io e Lorenzo.. Tutto quello che c’è stato..”
All’improvviso si fece tutto scuro intorno a Sara. Non c’erano più infermieri.. non c’era più nulla!
- “Capisci? Questo è ciò che sarebbe successo se tu, quel giorno, non fossi entrata in casa Martini. Marco e Maria sarebbero soli e tristi.. Lorenzo sarebbe sempre cupo e ingrugnito… Tommy non avrebbe conosciuto né te, né Giada… E come vedi, la loro vita non sarebbe stata migliore di quella che hanno vissuto al tuo fianco!”
- “Quindi… Quindi tutto quello che ho visto non è reale! Fiamma.. non penso di aver capito!”
- “Tranquilla!!! Abbiamo tutto il tempo per parlare!” le disse, sedendosi accanto a Lei e sorridendole.
Sara non avrebbe mai immaginato di pensare una cosa del genere ma non poté non ammettere che quel sorriso di Fiamma la rassicurava molto.
 

Lorenzo, intanto, stanco di aspettare, si alzò e uscì dal suo ufficio. Era passata quasi un’ora dall’ultima volta in cui aveva controllato Sara.
- “Lorenzo!” lo fermò Oscar. “Come stai?”
- “Bene! Bene! Sto andando da Sara!”
- “Non è il caso di riposare un po’?”
- “No! No! E poi non la voglio lasciare da sola!”
- “Non è da sola!”
- “Potrebbe avere bisogno di me!”
- “Sì, ma.. Non le saresti di nessun aiuto in queste condizioni! Da quanto tempo non mangi?”
- “Va bene! Senti: io vado a prendere un panino al bar e torno subito!”
- “No! Io ti voglio fuori di qua almeno per un’ora!”
- “Va bene! Tengo il telefono acceso!”
- “Ehi! Di la!” disse Oscar quando Lorenzo, inconsapevolmente, si stava comunque recando da Sara.
Fu proprio in quel momento, mettendo casualmente la mano in tasca, che Lorenzo si ricordò del regalo di Sara. Era quello il momento buono per vedere a cosa la sua donna avesse pensato per Lui!
Lorenzo, così, andò nel suo ufficio; tolse il camice e infilò la giacca. Poi andò alla macchina. Prima di mettere in moto aprì la busta che Sara gli aveva lasciato…

“Ciao Lorenzo! Se stai leggendo questa busta vuol dire che non sono lì con te! Forse avrò preso un aereo e a quest’ora sarò in una città di cui non conosco nulla, in una stanza d’albergo, a pensare a te.. O magari starò male e… Va beh! Comunque immagino che tu sappia già tutto della mia malattia.. quindi non ho intenzione di ritornare sull’argomento! So di averti ferito, ieri sera, con le mie parole! Non è vero che non ti amo! E non è vero che non voglio stare con te! È che.. è giusto così! Davvero! Io sono malata! Sto rischiando di morire e… e ti rovinerei la vita se ti stessi vicino! Però ti voglio chiedere un’ultima cosa: vai a questo indirizzo. Ho affittato un box! C’è una cosa per te!
Addio, Amore mio!”

Lorenzo lesse il biglietto tutto d’un fiato. Leggeva e rileggeva quella frase. “Ma come fa Sara a credere che, standomi vicino, mi possa rovinare la vita? Lei mi completa! Mi fa sentire vivo! Lei è la parte migliore di me! Lei è la mia vita! Lei è il mio Amore! Lei per me è l’Amore! E io, senza di Lei, non vado da nessuna parte!” si disse Lorenzo, accendendo il motore e recandosi a scoprire il regalo di Sara.

In poco tempo, Lorenzo arrivò a destinazione. Era ansioso e curioso: voleva sapere che cosa Sara gli avesse regalato.
- “Buonasera!” gli disse l’addetto.
- “Salve! Sono Lorenzo Martini! Sono qui perché una persona mi ha lasciato qualcosa in un box!” disse Lorenzo, cercando di essere il più chiaro possibile.
- “Bene! Chi è il destinatario?”
- “Sara Levi!”
- “Ah! La signorina è venuta qui stamani! Prego! Mi segua!”
- “Questo è il box!”
- “Ah!”
- “Mi può fornire, per favore, un documento?” gli chiese l’addetto.
- “Sì! Lorenzo Martini! Ancora non è convinto?” rispose sorridendo Lorenzo.
- “No! E’ che la signorina che ha preso in affitto il box si è tanto raccomandata! Mi ha fatto una testa così!”
- “Posso immaginare!”
- “Una firma qui… e qui!”
Coì Lorenzo firmò i documenti di rutine.
- “E’ tutto a posto! La lascio solo! Quando ha finito basta che mi riporta la chiave!” gli disse, consegnandogliela.
- “Grazie!”
- “Arrivederci!”
Lorenzo, così, aprì la porta ed entrò. All’inizio non capiva cosa avesse organizzato Sara per Lui. Ma poi.. poi vide una tv con un post-it.. “Guardami!” c’era scritto!
- “Che diavolo ti sei inventata?” si chiese Lui, sorridendo.
Così Lorenzo accese la tv, si sedette e mise play. Tutto si aspettava da Sara ma non un filmato che parlasse di Lei..

“Allora! Se mi stai vedendo vuol dire che tutti gli sforzi che ho fatto per comprare televisore, videocamera, mettere rec e cominciare a parlare a un video grande appena qualche pollice non è stato vano! Va beh! A parte gli scherzi, ho una cosa da dirti! Quando ieri mattina Oscar mi ha detto che la mia situazione era molto critica e che dovevo operarmi d’urgenza ho detto no! Non l’ho fatto per paura! Ma perché so che la mia situazione è disperata e che non c’è nulla da fare! Ho pensato che così, almeno, avrei potuto vivermi gli ultimi attimi della mia vita come volevo! Ma non è così! Se davvero potessi fare ciò che voglio verrei da te, ti abbraccerei e ti direi che ti amo! Ma so di non avere alcun titolo per farlo! Ti ho allontanato da me e non avevo e non ho alcun motivo per chiederti di perdonarmi! Quindi ho realizzato che, dopo aver passato un’intera vita a cercare di non avere rimpianti.. Puff: eccone uno! Non averti mai aperto fino in fondo il mio cuore! Quindi, dato che odio i rimpianti, adesso voglio raccontarti la mia vita! Ecco.. Non provare a spegnere la tv o alzare gli occhi al cielo perché mi arrabbio, eh! Allora: pronto? Bene: iniziamo!
Sono nata il 24 febbraio di quasi ventotto anni fa! Ma, per inciso, ho ancora ventisette anni (quindi, come ti dissi di ritorno dal Rainbow Magicland, sono sempre più piccola di te!) Mia mamma si chiamava Giada! Mio papà Mattia! E.. va beh: Marco lo conosci già! Sin da piccola sono stata un po’ pazza! diresti tu! Va beh!! Diciamo sciroccata!! Non è difficile immaginarmi da piccola: una nana, con le treccine, che correva ovunque e che, anche nelle situazioni più disperate, cercava di sorridere! Sai.. Ho imparato a farlo soprattutto dopo la morte dei miei genitori! Loro per me erano due miti.. I miei supereroi! Pensavo che non gli sarebbe potuto accadere nulla! Credevo fossero immortali! Eppure… eppure una sera, mentre io e Marco eravamo a casa a giocare, ci arrivò una telefonata! Mamma e papà avevano fatto un incidente e non ce l’avevano fatta! Io avevo poco più di dieci anni! Marco era l’uomo di casa, ormai! Insieme cercammo di superare quel trauma! E insieme ce l’abbiamo fatta! Sai.. adesso io e lui battibecchiamo.. facciamo finta di non sopportarci! Ma, in realtà scherziamo! Marco è l’uomo più importante della mia vita! Dopo di te, naturalmente! E, infatti, è stato il primo al quale ho confessato di me e te! Va beh: andiamo per gradi! Comunque.. A quindici anni ho vinto il mio primo campionato italiano! Categoria junior! L’anno dopo sono passata in senior! E da lì sono iniziati a venire una serie di successi.. Europei.. Mondiali.. Addirittura la gente mi fermava per strada per chiedermi gli autografi! Sul più bello, però, il Destino mi ha riportato alla realtà! Mi sono rotta il ginocchio! Quello è stato un periodo un po’ così! E Marco, devo dire, anche in quell’occasione è stato di grande aiuto! Lui si era appena separato con Micol, la mamma di Jonathan, e io.. io ero un po’ zoppa! Eravamo .. ma sì! Eravamo la coppia più bella del mondo! Giuro! Poi Lui si trasferito a Roma, per lavoro, dove ha incontrato Maria e io sono andato negli USA. Fu Giuliano a propormelo e io, dato che i risultati faticavano ad arrivare, ho accettato. Lì ho scoperto che non era per l’allenamento, né per il ginocchio, se i tempi peggioravano sempre più! Coartazione Istmica Aortica: ma questo lo sai già! Comunque: ultima gara di qualificazione: Atlanta! Non ce l’ho fatta! Non ti dico la delusione! Va beh! In effetti te ne ho già parlato! Durante il viaggio in macchina Pisa-Roma: ricordi? E così sono arrivata a te! Da quel giorno ad oggi sono passati cinque mesi! I cinque mesi più belli della mia vita! È inutile che te li racconti perché li conosci già! E.. così ti ho raccontato tutta la mia vita! E non sbadigliare, sai! Ti saranno sembrati un’eternità ma.. sono solo ventisette anni! Comunque sia, adesso viene il bello!!! Ecco tutto quello che non sai e che non ti mancheranno di me! Russo! Abbiamo dormito poche notti insieme e quindi non te ne sei mai accorto.. Ma pare che, quando sono molto stanca, l’effetto sia più o meno questo!!”
Lorenzo non poté fare a meno di sorridere vedendo Sara far finta di russare!
“E… e poi.. quando sono persa nei miei pensieri mi vengono fuori delle strane facce e inizio a scuote la testa senza accorgermene! Sembro una pazza!”
- “Lo so! L’ho visto!” si disse Lorenzo.
“Dimenticami Lorenzo! Dimenticami e vivi la tua vita! Io ti ricorderò sempre così!”
E apparve sullo sfondo Lorenzo che giocava sulla spiaggia con Destino.
Lorenzo non riusciva neanche a parlare. “Dimenticarla? E come?” si disse, spegnendo la tv e chiudendo il box dietro le sue spalle. “Lei è la mia forza. E’ la mia gioia! Lei è tutto per me! È il mio respiro!! Ne ho bisogno ogni minuto.. ogni secondo! No! Non posso dimenticarla! Non posso perderla e non la perderò!”
 

- “Quindi.. Io mi trovo nella fase tra la vita e la morte?” chiese Sara a Fiamma.
- “Beh! Diciamo così!”
- “E.. io qui ci devo rimanere per molto?”
- “Dipende da te!”
- “Cioè… Io posso scegliere se vivere o morire?”
- “Tu sì!”
- “Io sì? E perché?”
- “Perché ha ragione Lorenzo! L’Amore, quello vero, salva il mondo… e le persone! Da lassù avevo già visto il tuo filme.. e il finale era un tantino diverso!”
- “In che senso?”
- “Sara non so se sei pronta…”
- “Sono pronta! Voglio sapere tutta la verità!”
- “Va bene! Vieni con me!” le rispose Fiamma, afferrandole la mano.
 

Intanto Lorenzo, prima di tornare in clinica, aveva avuto un’idea. Era andato a Ostia! E stava cercando qualcuno di molto speciale..
- “Francesca, ciao! Ti ricordi di me?” le chiese Lorenzo, avvicinandosi.
- “Come sta la ragazza?” le rispose la piccola.
- “Sta… sta meglio! Anche se potrebbe stare meglio se ci fosse quel cane con Lei!”
- “Dici Destino? Lei lo ha chiamato così!”
- “Sai dov’è?”
- “No! Da quando l’avete portata via è scappato e non l’ho più rivisto!”
- “Ti andrebbe di cercarlo con me?”
Francesca annuì.
- “Andiamo!” disse Lorenzo.
La loro ricerca, però, non portò a nulla. Ad un tratto, Francesca dovette andar via. Così si congedò!
- “Il mio numero ce l’hai?” le chiese Lorenzo.
- “Sì! Me lo sono segnato prima!”
- “Va bene!”
- “Saluta Sara!” le disse Francesca.
Rimasto solo, Lorenzo si sedette su un tronco d’albero, come aveva fatto la volta in cui era andato lì con Sara per trascorrere il primo giorno da fidanzati.
Era disperato! Stava per crollare! La tensione, nelle ultime ore, era stata tanta. Non aveva avuto un momento di tregua! Prima la scoperta della malattia di Sara.. Poi la ricerca per capire dove si trovasse la donna che amava.. Poi l’operazione… Per Lorenzo, quella, era stata la giornata più lunga della sua vita. E, fortunatamente, non era ancora finita! Il Destino aveva ancora delle sorprese in serbo per Lui!
La prima non tardò ad arrivare! Destino la raggiunse in pochi secondi e non fu neanche avaro di coccole. Insieme, dopo essere stati lì a giocare, si alzarono e si avviarono alla macchina. Lorenzo aveva avuto un’idea e solo Destino poteva aiutarlo!
- “Allora? Vuoi salire in macchina con me??? Ti porto da Sara!”
Destino abbaiò e, quasi come non avesse fatto altro nella vita che obbedire a Lorenzo, saltò in macchina. Non c’era tempo da perdere: Sara li stava aspettando!
 

- “Quindi.. Io sarei dovuta morire!” chiese Sara, dopo aver visto un filmato in bianco e nero.
- “Esatto! Non era previsto che Lorenzo entrasse in sala operatoria né che ti operasse! Era scritto che ad operarti doveva essere Emilio e che…”
- “Non ce l’avrei fatta! Ma allora perché avete permesso a Lorenzo d operarmi?”
- “Perché il Destino esiste.. Noi angeli, da lassù, scriviamo il copione ma poi siete voi gli attori! Diciamo che Lorenzo ha improvvisato! E non sai che gioia quando l’ha fatto!”
- “Quindi ha ragione Lorenzo? Ognuno è padrone del proprio Destino!”
- “No! Avete ragione tutti e due! Voi, insieme, vi completate! E neanche un gruppo di angeli alle dipendenze del pezzo grosso…” disse Fiamma, indicando il cielo, “… può separarvi!”
Sara era senza parole! Non sapeva cosa dire.. – “Quindi… Posso ritornare da Lui?”
- “Certo che puoi!” le sorrise Fiamma, abbracciandola.


Intanto Lorenzo era arrivato a Villa Aurora e, dopo avergli messo un guinzaglio, entrò in clinica con Destino.
- “Lorenzo! Che succede?” disse Oscar, vedendo entrare Lorenzo e Destino in clinica.
- “Dottor Martini! Ma i cani non possono entrare qua!” gli fece notare Tea.
- “E lo so! Ma questo è un cane speciale!”
- “E sarà anche un cane speciale ma questa è una clinica!”
- “Oscar è il cane di Sara! Lo abbiamo trovato insieme in spiaggia e.. stava con Lei quando…”
- “Ah! Adesso mi ricordo! Ciao! Mi hai riconosciuto?? Cosa… vuoi fare… col cane?” chiese poi Oscar a Lorenzo.
- “Pensavo di lasciarlo a voi!”
- “Sì!” disse subito Gloria.
- “A noi?” chiese incredula Tea.
- “Per piacere, dottor Nobili!”
- “Io devo solo prendere una cosa!” disse Lui, prendendo il collare di Destino. “Ve ne occupate voi?”
- “Sì!” disse Oscar, un po’ confuso.
- “Grazie!”
- “Ci penso io!” disse Gloria, prendendo il guinzaglio dalle mani del dottor Nobili.
- “Va bene! Sì! Comunque… Portatelo là dietro!”
Fu solo in quel momento che Oscar vide Stefano lì. I due si guardarono e pensarono alla stessa cosa: l’Amore è la medicina che può guarire veramente tutto e tutti! E l’Amore di Lorenzo era così forte che avrebbe riportato alla vita Sara!


Intanto Lorenzo, toltosi la giacca e indossato il camice, era entrato in terapia intensiva. Aveva portato con sé il collare di Destino… Già Destino!
- “Solo tu potevi chiamare un cane Destino!” le disse mettendole in mano il collare di Destino. “Ora è tutto nelle tue mani, Amore mio!” e le strinse la mano, per poi sedersi accanto a Lei.
Si era fatto una promessa: non l’avrebbe più lasciata.. mai! E intendeva farlo!

- “Allora.. Sei pronta?” chiese Fiamma a Sara.
- “Sì! Non vedo l’ora di andare da Lorenzo!!”
- “Lo capisco! E, se posso, vorrei darti un consiglio…”
- “Certo!”
- “Non lasciarlo mai più! Ne avete già passate tante che potete stare tranquilli per una vita intera!”
Sara scoppiò a ridere. – “Lo so! Grazie di tutto, Fiamma!”
- “Grazie a te! Per avermi sopportato tutti questi anni in cui sono stata odiosa… E per la seconda possibilità!”
- “Ma va! Ognuno ha diritto a una seconda possibilità! Però..”
- “Cosa?”
- “Come faccio, una volta che mi sveglierò, a non pensare che il nostro incontro, la visione del film della mia vita.. non sia stato solo un sogno?”
- “Facile! La parte razionale ti dirà che è stato tutto un sogno! Il tuo cuore ti dirà che è stato tutto vero! Sta a te decidere la ragione da che parte sta!” le disse Fiamma, sparendo nel nulla.
- “Facile! Nel mio cuore!”

Intanto Lorenzo, dopo aver combattuto a lungo contro il sonno, si era addormentato lì, accanto a Lei. Ed eccola apparire bellissima dinanzi ai suoi occhi!
- “Sara! Sara dove sei?”
Sara era lì, sulla spiaggia, proprio dove l’aveva trovata qualche ora prima! Ma, questa volta, stava bene! Indossava un abito lungo, bianco; aveva i capelli legati ed era baciata dal sole di Ostia!
- “Sara! Sara! Sara!”

Sara, nel frattanto, rimasta sola, vide Destino correrle incontro.
- “Destino! Che ci fai tu qui? Stavo proprio tornando da voi!” disse Sara, accarezzandolo e facendo suonare le campanelline del suo collare.

- “Sono qui!” rispose finalmente Sara, dopo che Lorenzo l’aveva tanto cercata.

Ed era vero! Sara si era svegliata! E lo aveva fatto anche Lorenzo! Aveva sentito il campanello di Destino suonare e, dopo un attimo di incertezza, aveva realizzato che la sua Sara era veramente lì, con Lui!
- “Sara! Sara, Amore mio!” le disse dandole l’ennesimo bacio!
In un attimo Lorenzo suonò il campanello dall′arme e, in pochi secondi, Oscar, Emilio e Davide si catapultarono da Sara.
- “Cosa è successo?” chiese Oscar, preoccupato.
- “Sta male?” chiese Emilio.
- “Lorenzo!” lo incitò a parlare Davide, dato che il dottor Martini non apriva bocca.
- “Si è svegliata!” spiegò finalmente Lorenzo.
I tre si guardarono e tirarono un sorriso di sollievo.
- “Lorenzo! Va ad avvisare gli altri! Ci pensiamo noi!” gli disse Emilio.
Così Lorenzo corse da Gloria.
- “Gloria! Avvisa tutti i Martini! Falli correre immediatamente!”
- “Cosa è successo? Sara sta male?” chiese Stefano, molto preoccupato.
- “Si è svegliata!” gli rispose Lorenzo, prima di correre nuovamente da Sara.


In meno di mezzora tutta la famiglia Martini era a Villa Aurora. Lorenzo, appena avvisato da Tea, corse ad aggiornarli. Appena lo video, grandi e piccini, lo travolsero di domande.
- “Con calma! Con calma!” disse Lorenzo.
- “Aoo!! Fatelo respirare un po’!” disse Libero.
- “Grazie! Allora.. dobbiamo tenerla un po’ sotto osservazione!” disse Lorenzo.
- “Quanto?” chiese subito Marco.
- “Il tempo di riposare e fare un po’ di convalescenza!”
- “Bene!” disse Marco, alquanto sollevato.
- “Ma poi può venire a casa?” chiese Libero.
- “Una cosa alla volta e sistemeremo tutto!” li rassicurò Lorenzo.
- “Ok! Ora possiamo andare a salutarla?” chiese Tommy, impaziente.
- “E a prenderla a calci nel sedere?” continuò Marco.
- “No! Ci sono Oscar e Feroci che la stanno visitando!”
- “Senti, ma… Dopo, quando sarà uscita, come sarà la situazione?”  chiese Enrica.
- “Dunque: potrà vivere come una persona normale.. semplicemente.. non potrà più essere un’atleta professionista!”
- “Va beh! Vieni qua!” disse Marco, abbracciandolo. “Grazie Lorenzo!”
Ma Lorenzo aveva notato che Stefano stava andando via. – “Stefano! Perché non rimani con noi?”
- “Ma no! Questo è il momento dei parenti!”
- “Anche degli amici! Sono sicuro che Lei ti vorrà vicino!”
- “Dille che passerò domani! A questo punto, il tempo ce l’abbiamo, no?”
- “No! Non ci manca! Grazie Stefano!”
- “Grazie!”
Così Stefano andò via e Lorenzo raggiunse nuovamente i Martini.
- “Io, adesso, ritorno da Sara! Voi andate a casa!! È notte! Avete bisogno di dormire! E poi qui il peggio è passato!” disse Lorenzo.
- “Ma..” si opposero i Martini.
- “Rimanendo qui non risolvete nulla! Non potete neanche vederla! Andate  a casa.. Riposate e… e domani mattina la venite a trovare!”
- “E va bene!” dissero Marco e Libero.
- “Ma tu informaci di qualunque novità.. anche la più piccola!” gli fece promettere Tommy.
- “Certo!”
 

Così, dopo aver salutato i Martini, Lorenzo si recò da Sara. Emilio e Oscar lo misero al corrente delle  novità e gli chiesero un suo parere.
–  “Continuiamo a somministrarle dei diuretici e manteniamo sotto controllo la pressione!” disse Loreno.
- “I valori sono stabili per adesso!” continuò Oscar.
- “E gli elettroliti?” chiese Lorenzo.
- “Stiamo aspettando l’ultimo prelievo!” gli rispose il dottor Feroci.
- “Lorenzo!” disse all’improvviso Sara, con una vocina flebile.  
– “Sara!”
- “Mi raccomando! Non stancare la paziente!” disse Oscar che poi uscì, insieme ad Emilio, per lasciarli da soli.
- “Pensavo dormissi! Come stai?” gli chiese Lui, sedendole accanto.
– “Mi sento come se mi fosse passato sopra un camion!”  
– “Ci vorrà un po’ di pazienza!”
– “E poi?”
– “E poi affronteremo quello che viene, giorno dopo giorno!”
– “E’ un campo in cui ho fatto parecchia esperienza!”
– “Sei sicura?”  
– “Perché? È così grave?”
– “Dipende!”  
– “Da cosa?”  
– “Dall’impegno, dalla dedizione e dall’amore che uno ci mette! Appena fatto il primo passo la gente pensa che sia più semplice ma non è così!”
– “Mi stai dicendo che mi aspetta un periodo molto faticoso?”
– “Eh! Dipende!”
– “Sono un po’ confusa… Non capisco!”
– “E’ un impegno che dura tutta la vita!”
– “La cura che devo fare?”
– “No! Il matrimonio! Quando ti sarai ripresa e, sapendo che hai tutta la vita davanti, ti andrebbe di.. di passarla insieme a me?”
- ”E ti sembra questo il momento giusto per chiedermi una cosa del genere?”
– “Certo! Punto sulle tue debolezze!”
– “E quindi il cuore?”  
– “Il cuore è quello di una normale ventisettenne! Devi fare tutte queste facce per dire di sì?”  
– “Hai visto il video?”
– “Sì! Allora?”
– “Dovrò ricordarmi il mio risveglio post-operatorio per tutta la vita!”
– “E’ un sì?”
– “Stupido! Certo che sì!”
E così il Signor Martini baciò la futura Signora Martini.  
- “Adesso, però, devi riposare! Sei ancora molto debole!”
- “No! Devo raccontarti il sogno che ho fatto…”
- “Me lo racconterai domani! Abbiamo una vita davanti!”
- “Tu rimarrai qui con me?” gli chiese Sara con una dolcezza infinita.
- “E dove dovrei andare? Non c’è nessun altro post dove vorrei stare se non qui con te!” le rispose Lui.
Le diede il bacio della buona notte e si sedette vicino a Lei. La guardò chiudere gli occhi e sorrise.
“E’ con Lei che voglio svegliarmi al mattino! Non chiedo altro che vedere i suoi occhi prima di ogni altra cosa per il resto della mia vita! Voglio condividere con Lei tutto.. I momenti di allegria, quello di tristezza.. La mia vita, insomma! Ho bisogno delle sue parole, del suo conforto, dei suoi sguardi e soprattutto dei suoi sorrisi rassicuranti! L’ho detto e lo ripeto! Sara è la parte migliore di me e la proteggerò con tutte le mie forze, con tutta la mia anima, con tutto il mio amore. Ancora non riesco a credere che adesso è qui, con me, e che non c’è più alcun pericolo che io possa perderla.. Ma è così! E’ la mia Sara! Il mio Amore… E’ il regalo più bello che la vita potesse donarmi!”
E, mentre la guardava e monitorava ogni tanto i suoi valori, di addormentò, tenendo la mano alla donna che amava!!
Ormai erano una cosa sola! E lo sarebbero stati per il resto della vita!
Perchè Loro erano così! Gli bastava stare insieme per essere felici!

 

 In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:  
- 9x26 Dimmi che non vuoi morire 

 

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Capitolo 13
*** • Episodio XIII _ La nostra favola... ***


1 febbraio, ore 8.30 circa


Lorenzo non era andato a riposare quella notte. Era rimasto accanto a Sara. Le aveva tenuto la mano per tutto il tempo e aveva combattuto contro il sonno per non addormentarsi. Era stato lui a dire ai Martini, a suo figlio, di andare a casa tranquilli.. Ma Lui.. Lui non riusciva proprio a esserlo! Ma alla fine, nonostante l’ansia, si era addormentato lì! Accanto a Lei…

La mattina la prima a svegliarsi tra i due fu proprio Sara. Il tempo di pensare a che donna fortunata fosse che anche Lorenzo si svegliò.
– “Ehi! Buongiorno principessa! Ma già sei sveglia!”
– “Lo sai che io e il sonno non abbiamo proprio un bel rapporto!!” gli sorrise Lei.
– “Già! Lo so! La mia piccola Sara soffre di insonnia!” le rispose Lui, dandole un bacio.
– “Beh!” disse Sara ”a dire il vero soffro di insonnia.. quando non sono con te!” ribatté Lei sottolineando bene le ultime parole.
– “Ah! Allora non soffrirai più di insonnia, visto che non ho intenzione di lasciarti per il resto della mia vita… E infatti..”
– “Infatti cosa?” disse Sara, fingendo di non capire.
– “Te lo ricordi che ieri mi hai detto di sì?”
– “Quando mi hai chiesto se mi sentivo meglio?” disse Sara, fingendo di non ricordare a cosa Lorenzo si riferisse.
– “Ah! Spiritosa!”
– “Non era questa la domanda?” disse Lei, divertita.
– “No! Precisamente ti ho chiesto se volevi condividere il resto… e per intendo la tua lunga esistenza… della tua vita con me! Però, se non te lo ricordi, posso richiedertelo…”
 – “E se poi io avessi cambiato idea?? Te la senti di rischiare?”
– “Proviamo!”  rispose Lorenzo, accettando il guanto di sfida.
– “Lorenzo! Ma non mi dire che hai trascorso l’intera notte qui?” li interruppe Oscar.
– “No! E’ appena entrato!” mentì Sara, sorridendo a Lorenzo.
– “Va beh! Faccio finta di crederti!” disse Oscar. “E tu? Come ti senti?”
– “Meglio! Molto meglio! Non vedo l’ora di uscire di qui!” rispose l’ex atleta.
– “Oh! Non esagerare! Adesso dobbiamo tenerti un po’ sotto osservazione!” le rispose Lorenzo.  
– “Quanto?” chiese Sara.
– “Il tempo di riposare e fare un po’ di convalescenza!” le disse Oscar.
– “Ma poi.. posso tornare a casa… alla mia vita?”
– “Una cosa alla volta e risolveremo tutto!” rispose Lorenzo. “Che strano!” pensò poi tra sé e sé. “La stessa frase l’ho detta ieri per tranquillizzare i Martini!”
– “Ma dopo, quando sarò uscita, come… beh insomma… ieri Lorenzo mi ha detto che il mio cuore è quello di una normale ventisettenne… è vero?” chiese Sara che voleva soltanto essere tranquillizzata.
– “Sara, Lorenzo ha ragione! Potrai vivere come una persona normale! Semplicemente non potrai più essere un atleta professionista!” le ripose Oscar.
– “Va beh! La vita da quando non corro mi ha regalato così tante cose!” disse Sara, guardando Lorenzo. 
– “Lorenzo adesso, però, torna a casa e riposati un po’! Stanno per  venire in clinica Libero e gli altri!” gli suggerì Oscar.
– “Ma io sono appena arrivato!” disse Lorenzo a Oscar.
– “Va bene! Ho capito! Però mi raccomando: non stancare la paziente!” E così Oscar si congedò.  
– “Va bene!” risposero i due in coro.
- “Allora? Che mi dovevi chiedere?” lo stuzzicò Sara.
– “Lorenzo!” esclamò entrando Emilio.
Lorenzo alzò gli occhi al cielo, spazientito. Sara, invece, sorrise subito al chirurgo. – “Dottor Feroci!” gli disse.  
– “Sara! Come ti senti?”
– “Meglio!”
– “Bene! Devi ringraziare Lorenzo! Ha fatto l’impossibile per te! Ti ha impedito di morire!” disse il primario di chirurgia.
– “No! Devi ringraziare Emilio! E’ stato Lui che è intervenuto chirurgicamente per primo!” ribatté il dottor Martini.
– “Ma no! È stato assolutamente un lavoro di squadra!” disse Emilio.
– “Va beh! Grazie a tutti e due!” concluse Sara, sorridendo maliziosamente. Sapeva che tra i due non scorreva buon sangue e vederli così complici e sereni, per lei era assolutamente una novità.
– “Beh! Il di più lo hai fatto tu! Hai lottato come un leone e ce l’hai fatta!” concluse Davide, che era appena entrato.
- “Eccolo l’altro mio angelo custode!” disse la giovane Levi.
- “L’altro vorrai dire!” la corresse Lorenzo che sembrava aver ricordato solo in quel momento che anche Davide, pur sapendo della malattia di Sara, aveva mantenuto al sicuro il suo segreto non avvisandolo di nulla.
– “Ma allora? Stiamo facendo una bella riunione di famiglia? Su! Andiamo a lavorare!” disse Oscar a Davide e a Emilio.
– “Ci vediamo dopo per la visita!” disse il chirurgo a Sara.
– “A dopo!” fecero Sara e Lorenzo.
Sara e Lorenzo si guardarono.
– “Mi sa che non è Destino che tu mi faccia domanda!” esordì la futura signora Martini.
– “Bene! Allora non te la farò! Anche perché la proposta te l'ho già fatta e, avendo puntato sulle tue debolezze, ti ho anche incastrato! Quindi!”
– “Quindi, ti dirò.. La mia risposta sarebbe stata affermativa sempre! Lo è sempre stata!” gli rispose Sara.
A quelle parole Lorenzo si avvicinò e la baciò.
– “Ma.. quando potrò uscire dalla terapia intensiva?” gli chiese Lei.
– “Se oggi non avrai alcun problema, e sono sicuro che non ne avrai, decorse 24 ore, ti portiamo in stanza. E così sarai assalita dai Martini!”
– “Non vedo l’ora di vederli!”
– “Sai.. Tommy era preoccupatissimo per te!”
– “Ma dai!”
– “Sì! Quando mi hai lasciato io.. beh mi sono chiuso in me stesso e lui mi è stato molto vicino! Non c’è stato nemmeno bisogno di dirgli di noi! Aveva già capito tutto! E sai che mi ha detto?”
– “?”disse sorridendo Sara.
– “Tutto il contrario! Mi ha detto che non avrei potuto fare scelta migliore… E io non posso che essere d’accordo!”
– “Sì, ma non vale! Tu sei nella fase dell’ innamorato folle! Per te sarei perfetta in tutte le condizioni! Quindi non fai testo!!”
– “Lo so! Anche tu me l’hai già detto! Però! Sul serio! Tu sei veramente la donna che ho sempre desiderato e che non ho mai saputo di volere…” 
– “Ma adesso lo sai?” gli domandò Sara, guardandolo dritto negli occhi.
- “Adesso lo so! E a te non ci rinuncio!”
- “Attento, dottor Martini! Queste affermazioni potranno essere usate contro di Lei!” scherzò Sara.
- “Non chiedo altro!” le rispose Lui, baciandola.
- “Permesso!” li interruppe l’infermiera. “Devo controllare la flebo alla paziente…”
- “Certo Glenda! Entri pure!” le rispose Lorenzo. Poi, rivolgendosi a Sara, il dottor Martini disse: “Esco un attimo! Il tempo di salutare i Martini e torno!”
- “No, Amore! Va a riposarti un po’!”
- “E perché mai? Sono appena arrivato!” le rispose Lui, facendole l’occhiolino e uscendo dalla terapia intensiva.
Sara lo guardò e sorrise. Era veramente una donna fortunata!


Così, mentre Glenda si occupava di Sara, Lorenzo raggiunse i Martini. Erano tutti eccitati ed elettrizzati: volevano vedere Sara!
- “Papà!” lo salutò Tommy. “Allora? Come sta Sara?”
- “Bene! La notte è decorsa senza alcun problema. Oramai posso azzardarmi a dire che Sara è fuori pericolo!”
- “Evviva!” urlarono Bobò, Elena, Tommy e Alice.
- “Ragazzi! Abbassate la voce! State in una clinica! Zio! Enrica! Ave! Diteglielo anche voi!” li riprese Lorenzo.
- “Ragazzi! Lorenzo ha ragione! Stiamo in una clinica!” disse Ave.
- “E’ scritto anche nel galateo che nelle cliniche e negli ospedali non si può urlare!” precisò Enrica.
- “Eee! Enrica! Ma lascia stare il galateo! Sara sta bene! Questo è l’importante e… noi urliamo quanto ci pare perché siamo felici!” concluse Libero, scatenando le urla dei Martini, Marco compreso.
In quel momento proprio Marco prese la parola. - “Lorenzo! perché non vai a riposarti? Sei stato tutta la notte vicino a Sara! Rimaniamo noi qui con Lei!”
- “Sì, papà! Va a casa! Fa’ una doccia… Riposati un po’! L’hai detto tu: ” gli suggerì Tommy.
- “Dai! Marco e Tommy hanno ragione!” disse Libero, il quale cominciò ad elencare una serie di motivazioni per le quali Lorenzo doveva andare a riposare. Ma Lorenzo, in realtà, non lo stava ascoltando! Aveva appena avuto un’idea! E per metterla in atto, in effetti, doveva andare a casa...
- “Va bene! Allora vado ad avvisare Sara e poi vado a casa!” disse Lorenzo ai Martini, correndo già in terapia intensiva.
- “Entro prima io!” propose Tommy.
- “No io!” disse Enrica.
- “Veramente…” si intromise Marco, “… Sono o non sono il fratello?”
- “E va bene!” acconsentì Tommy. “Ma dopo entro io!”
- “E perché?” chiesero i Martini in coro.
- “Sono o non sono suo figlio?” rispose Tommy.
I Martini erano pronti ad ascoltare qualsiasi motivazione e pronti a far valere la propria posizione. Ma quella risposta di Tommy li lasciò senza fiato. Marco lo guardò e lo abbracciò. Libero si commosse, così come Enrica ed Ave.
- “Hai ragione!” rispose Elena, sorridendogli.
Già! Tommy aveva ragione! Lui, Lorenzo e Sara erano una famiglia! Finalmente e per sempre!
 

- “Allora? Tutto bene, Glenda?” disse Lorenzo, entrando in terapia intensiva.
- “Tutto bene, dottor Martini!” disse l’infermiera, uscendo dalla terapia intensiva.
- “Mi sei mancata!” le disse Lui, baciandola. “E mi mancherai nelle prossime ore!”
- “Perché? Dove vai?”
- “Abbiamo un’emergenza in reparto e Oscar ed Emilio mi hanno chiesto un consulto!” rispose Lorenzo. Prima di andare da Sara aveva pensato di inventare una scusa per non destare sospetti. E c’era riuscito: Sara non dubitava di nulla e questo era fondamentale per la riuscita della sorpresa!
- “E va beh! Vorrà dire che staremo insieme appena avrai risolto l’emergenza!” rispose Sara.
- “Ma guarda che non ti lascio sola! In sala d’attesa, i Martini stanno facendo la conta per decidere chi deve entrare per prima a salutarti!”
- “Ah sì? E chi ha vinto!”
- “Un Levi!”
- “Marco?”
- “Già! Ha preso il primo aereo per Roma quando Enrica e Libero lo hanno avvisato!”
- “Eee!! Già lo immagino entrare da quella porta e incominciare a lamentarsi del fatto che io non gli abbia detto nulla della malattia e..”
- “Ti sbagli! Ho intenzione prima di riempirti di baci e poi di dirti che sei stata una pazza e un'incosciente a non avvertirmi della tua malattia!” disse Marco, entrando in terapia intensiva.
- “Fratellone!” disse Sara, sull’orlo delle lacrime.
- “Sorellina!” disse Marco, nascondendo a stento le lacrime.
I due Levi finalmente si abbracciarono. Erano di nuovo insieme. E questo li riempiva di gioia.
Lorenzo rimase un po’ in disparte a guardarli. Poi, senza disturbarli, aprì la porta e andò a cambiarsi. Sapeva che i Martini avrebbero tenuto Sara occupata tutta la mattina. Aveva cinque, sei ore al massimo. E gli sarebbero bastate per organizzare una sorpresa alla sua Sara.


Uscito dalla clinica, Lorenzo corse alla macchina. Mise in moto e guidò alla volta di casa Martini.
Mentre guidava pensava alle mille cose che aveva da fare! Ma, mentre era intento a riflettere, la sua attenzione venne catturata da una canzone che trasmettevano in radio.
Dopo averla ascoltata, “Perfetto!” pensò Lorenzo. “Ecco il pezzo mancante! Ora mi servono solo dei pennarelli… Dei cartoncini bianchi..  e il gioco è fatto!”
Così accostò la macchina fuori casa Martini. Entrò in casa e si mise all’opera.
E’ proprio vero: per amore si è disposti proprio a tutto!
 

Intanto in terapia intensiva, dopo Marco, era arrivato il momento di Tommy. Il giovane Martini indossò il camice e, fatto un respiro profondo, entrò da Sara.
- “Tommy!” disse Sara con un filo di voce, evidentemente emozionata.
- “Sara! Come stai? Ci hai fatto preoccupare, lo sai?”
- “Lo so! E mi dispiace! Non volevo farvi soffrire e invece… invece mi sa che con il mio comportamento ho fatto proprio ciò che volevo evitare!”
- “Beh! Adesso non ci pensare! L’importante è che sei fuori pericolo e soprattutto che sei qui con noi… Con me e papà!”
Sara gli sorrise. – “Lorenzo mi ha detto che.. beh.. Sai di noi!”
- “Sì! Beh! A dire la verità l’avevo già capito! Diciamoci la verità, Sara: a casa l’avevano capito tutti! Solo tu e Papà facevate finta di niente!”
Sara scoppiò a ridere. – “Ah veramente?”
- “Sì! Hai presente il giorno di Natale quando tu e papà siete rimasti chiusi in mansarda?”
Sara sorrise. Ricordava quel momento ma sapeva anche che Lei e Lorenzo tecnicamente non erano rimasti proprio chiusi in mansarda dato che avevano la chiave per uscire! – “Sì! Allora?”
- “Beh! I nonni… Ave… Marco e Maria.. Io… Beh! Sapevamo dove eravate… Sapevamo che non potevate uscire… Ma…”
- “Ma???”
- “Ma… Non abbiamo fatto nulla!”
- “Ma come?”
- “Già! Allora… Voi eravate in mansarda e da giù si erano sentiti dei rumori. I nonni e Marco erano saliti a vedere che cosa era successo e vi avevano trovati a cantare e ballare con papà vestito da Babbo Natale! Allora hanno deciso di lasciarvi da soli! Hanno sempre tifato per te! Non dirmi che non avevi capito che mia mamma non era loro molto simpatica?”
- “Beh! Diciamo che non avevano la stessa visione circa l’alimentazione! Tofu e seitan non sono proprio i cibi preferiti di Libero!”
Tommy scoppiò a ridere. – “Esatto! Comunque! A un certo punto, mamma ha cominciato  a domandare di papà. Ave, Libero, Enrica non sapevano più cosa inventarsi! A Marco e Maria si era seccata la lingua! Così, quando mamma ha incominciato a intuire qualcosa dato che si era accorta che neanche tu non eri nei paraggi... Sono intervenuto io! le ho detto, ” Dì la verità: sono stato convincente?”
- “Sì!” disse ridendo Sara.
- “Ma la cosa divertente è stata la reazione dei nonni! ha inciuciato Maria.”
– “E tu? Che hai risposto?” chiese Sara, curiosa.
-
Sara era senza parole.
- “Sara!” riprese Tommy, questa volta seriamente, “Io ti devo ringraziare! È solo grazie a te se sono finalmente riuscito ad avere un rapporto decente con papà! Ma ti ricordi quando Lui è arrivato qui, a Roma? Io e Lui neanche ci guardavamo negli occhi! Non riuscivo a perdonargli il fatto di avermi abbandonato ! E quando è arrivato a Roma avevo solo paura di potermi riaffezionare a Lui e poi perderlo di nuovo! Ma tu… Tu lo hai cambiato! Prima era sempre triste, malinconico, scoraggiato…  Ma da quando sei entrata nella sua vita, Papà.. Papà è diverso! È felice, sorridente, spensierato! Mi aiuta quando ne ho bisogno! Mi consiglia e mi sta accanto anche quando sbaglio! Insomma.. Da quando ci sei tu ho ritrovato il mio papà! E anche un’altra mamma!”
A quelle parole, Sara non riuscì più a trattenere le lacrime. Anche Tommy era molto emozionato!
- “Vieni qui!” gli disse Sara.
E così, finalmente, si abbracciarono.
- “Va bene, dai! Cambiamo argomento!” disse Tommy, cercando di nascondere le lacrime. “Grazie mille per il regalo! L’idea di uno spazio così grande tutto per me dove poter dipingere è… è fantastica!”
- “Sapevo di fare centro con quel regalo! Più che altro.. non sapevo se l’avresti aperto! Dato che avevo appena lasciato tuo padre, forse…”
- “In effetti, all’inizio, non l’ho aperto! Neanche Elena ha voluto aprire il suo! Poi, però, siamo andati a dare un’occhiata! Eravamo piuttosto curiosi e… Beh! Mi hai lasciato senza parole! Sai… Ho già iniziato a lavorarci!”
- “Ah sì? E cosa hai riprodotto?”
Tommy rimase un attimo in silenzio. Non aveva intenzione di dire a Sara del dipinto di Lei e suo padre! Quella sarebbe stata la sua sorpresa per loro! Quindi rispose:
- “Elena! Ho fatto un ritratto di Elena!”
- “Bravo! Buona idea! Elena è così carina! E poi è una ragazza dolcissima! Paziente… Tenera… Peccato che lei e Luca si siano lasciati! Si sono rincorsi così tanto e adesso…”
Ma Sara non proseguì la frase. Si fermò alla vista dell’espressione di Tommy. La giovane Levi non sapeva come definirla. Avrebbe quasi detto che Tommy fosse seccato nel sentir parlare di Elena e Luca e, a dire il vero, questa cosa non la sorprendeva più di tanto!
- “Tommy? Va tutto bene?” chiese Sara, cercando di sondare il terreno.
- “Sì! Sì!”
- “Sicuro?”
- “No! Mi sa che ho fatto un casino!”
- “Me ne vuoi parlare?” gli chiese Sara, con una dolcezza infinita.
- “Non ti dispiace?”
- “Ma scherzi? Su, forza!”
- “Elena è innamorata di me! Giada mi ha lasciato su due piedi senza farsi troppi problemi ma io credo di essere ancora innamorato di lei!”
- “Ah!” esclamò Sara. “Perché credi?”
- “Perché non so se sono ancora innamorato di lei! Da quando se n’è andata non ho più avuto voglia di fare nulla! Bobò era depresso per via di Jessica.. E Elena stava con Luca! Ma da quando Elena e Luca si sono lasciati, lei si è avvicinata sempre di più a me e.. e io con Elena ci sto bene! Ma…”
- “Ma non sei innamorato!”
- “E’ questo il punto! Non lo so! La voglio accanto a me.. Ma per il momento non sono pronto per qualcosa di più! Però non voglio farla soffrire! Non voglio illuderla! Lei crede che io per lei non provi nulla… Crede che io la consideri solo come un’amica! Come una cugina! E io.. io non lo so se è vero!”
- “Tommy! È normale essere un po’ confusi! Giada è stato il tuo primo amore e ne hai sofferto molto! Adesso la cosa realmente importante è che tu capisca cosa provi dentro di te! Solo se fai chiarezza in te stesso puoi poi fare chiarezza con Giada ed Elena!”
- “Hai ragione! Grazie Sara!”
- “E di che?” gli sorrise Lei.
- “Adesso vado!”
- “Ma no! Rimani un altro po’!” lo pregò Sara.
- “Vorrei ma ci sono i Martini che aspettano fuori! Poi chi li sente! Tanto io e te ci vediamo questa sera!”
- “Va bene! Ci vediamo questa sera!” gli rispose Sara, dandogli un bacio.
- “Ciao Sara! E non farci altri scherzi!” la minacciò Tommy, sempre con un sorriso.
- “Promesso!” disse Lei, mentre il giovane Martini usciva dalla terapia intensiva.
“Speriamo almeno che riesca a capire cosa prova per Elena in minor tempo rispetto a quello che ha impiegato il padre per capire cosa prova per me!” sospirò Sara.
 

Intanto Lorenzo, a casa Martini, era completamente… esasperato! Non riusciva a trovare i pastelli colorati e questo era un grande ostacolo alla riuscita della sua sorpresa.
“Ma certo!” esclamò dopo un’estenuante ricerca. “Jonathan e Palù li avranno portati a Torino! E adesso? Che faccio?” si chiese, sedendosi sul divano. “Li vado a comprare! Non posso scrivere tutto con il nero! Il nero è un colore così triste… morto… Non si addice a Sara! Sara è… E’ un arcobaleno! E’ il rosso! Il rosso dell’amore… della passione… E’ il giallo! Già.. così come gialla è la luce del sole così è gialla la luce dei suoi occhi! La stessa che voglio vedere per tutta la vita ogni mattina, appena sveglio, e ogni sera, prima di andare a dormire! È l’azzurro dei suoi occhi! È il bianco del suo sorriso innocente! È il verde per la speranza che riserva sempre in cuor suo! È l’oro come ogni istante che trascorro con Lei! È tutti i colori di questo mondo perché Lei è tutto ciò che io ho al mondo e… E non sono nemmeno capace di preparare dei cartoncini con le scritte colorate!” concluse Lorenzo, scoraggiato.
Ma, proprio in quel momento, ecco che qualcuno bussò alla porta. Lorenzo si alzò e andò ad aprire.
- “Lorenzo!” gridò Maria.
- “Zio!” gridarono Jonny e Palù.
- “Maria! Jonathan! Palù! Ma voi che ci fate qui?”
- “Volevamo vedere zia Sara!” rispose Palù.
- “Già! Marco ci ha detto che era fuori pericolo ma noi non ce la facevamo più a stare lontano dalla nostra famiglia!” disse Maria a mo’ di spiegazione.
- “Così Mamma ha fatto le valigie! Abbiamo preso il primo aereo per Roma ed eccoci qui! Per fortuna che eri in casa, però! Mamma ha dimenticato le chiavi! Ci hai salvati!” disse Jonathan.
Lorenzo si abbassò e prese in braccio i due piccoli. – “Ma lo sapete che anche voi avete salvato me?”
- “In che senso?” chiesero Maria, Jonny e Palù.
- “Nel senso che vorrei fare una sorpresa a zia Sara..” spiegò Lorenzo, mentre i quattro si andavano ad accomodarsi sul divano. “..Solo che mi servono dei pastelli di tutti i colori ma io non li ho!”
- “Tranquillo zio! Li abbiamo noi!” dissero in coro Jonny e Palù che, come due molle, scattarono in piedi e corsero a prendere dai loro zainetti i pastelli colorati.
Maria e Lorenzo scoppiarono  a ridere.
- “Come stai?” disse poi Maria al cugino.
- “Sono stanco! Le ultime quarantotto ore sono state molto frustranti! Ma ora sto bene! Tu, piuttosto? Un viaggio con due bambini piccoli e altri due in arrivo non dev’essere stato una passeggiata?” le rispose Lorenzo, toccandole la pancia che incominciava a essere evidente.
- “Beh no! Però non volevo lasciare Marco da solo! Ieri, durante l’operazione, mi ha detto di non muovermi! Ma il tono non era molto convincente! Così eccomi qui!”
- “Ecco! Questi sono tutti i nostri pastelli! Possono bastarti?” chiesero i due piccoli di casa Martini.
- “Assolutamente sì! Sapete chi siete voi? I miei due folletti! Grazie mille!” disse Lorenzo, dandogli il cinque.
- “Ok piccoli. Però adesso noi lasciamo che lo zio preparari la sorpresa a zia Sara e noi andiamo da papà!” propose Maria.
- “Sì!” urlarono i due.
- “Però..” li interruppe Lorenzo. “Mi raccomando: acqua in bocca! Zia Sara non deve sapere niente della sorpresa!” si raccomandò Lorenzo.
- “Mano sul cuore!” dissero Maria e i bambini.


Così, mentre Lorenzo si metteva finalmente all’opera, Elena, Bobò, Enrica, Ave e Libero si erano dati il cambio in terapia intensiva. Ognuno aveva voluto salutare Sara e, dopo svariate conte, alla fine avevano vinto i gemellini. Dopo Tommy andarono a salutare Sara Bobò ed Elena. Poi fu il turno di Ave e in ultimo quello di Libero ed Enrica. Proprio mentre i nonni erano in terapia intensiva, i giovani Martini si congedarono da Villa Aurora per andare a mangiare qualcosa. Marco, invece, decise di rimanere in clinica. Aspettava l’uscita di Libero ed Enrica per andare di nuovo dalla sua sorellina. Sapeva che Sara era fuori pericolo ma, nonostante ciò, non riusciva ad essere tranquillo. A dire il vero si sentiva molto in colpa. Non riusciva ancora a capire come avesse fatto a non accorgersi di quanto Sara stesse soffrendo da quando era arrivata a casa Martini…
“Da quando mamma e papà sono morti io e lei siamo sempre stati una cosa sola! L’ho cresciuta io quella ragazzina di dieci anni, sciroccata, con le treccine, che correva ovunque, sempre e comunque con il sorriso! Pensavo di conoscerla e invece.. Invece non è vero! Non posso ancora credere che Sara stava per morire! È… è…”
- “Papà!” urlarono all’improvviso Jonny e Palù.
- “Palù! Jonny! Maria! Ma voi… voi che ci fate qui?” chiese il giornalista incredulo.
- “Ci mancavi!” ammisero i due piccoli.
Marco li prese in braccio e poi guardò Maria. – “E’ stata un’idea tua?”
- “Beh sì! Ci mancavi!” rispose Maria, toccandosi la pancia.
- “Anche voi mi siete mancati! Tantissimo!” disse Marco, abbracciando anche Maria.
Quelle ultime ventiquattro ore erano state faticose per tutti, anche e soprattutto per Marco il quale non poté nascondere che riabbracciare la sua famiglia era l’unica cosa che desiderava fare in quel momento.
- “Possiamo vedere zia Sara?” chiesero Jonny e Palù.
- “In realtà i minori di diciotto anni non possono entrare in terapia intensiva..” rispose Maria.
- “Ma per l’occasione faremo un’eccezione!” rispose Emilio che aveva sentito la richiesta dei piccoli e si era così deciso ad assecondarli.
- “Emilio ma…” disse Maria.
- “Emilio ha ragione!” si intromise Oscar. “Su, piccolini! Andate con Gloria che vi mette il camice! Appena Enrica e Libero escono dalla terapia intensiva, Mamma vi porta dalla zia!” E poi, guardando Marco e Maria, aggiunse: “Sara ha coinvolto anche noi di Villa Aurora nella sua pazzia!” e poi andò via.
Marco e Maria scoppiarono a ridere.
- “Grazie!” le disse Marco.
- “Di cosa?” gli chiese Maria.
- “Per essere qui!”
- “Beh! L’ho giurato…
E la signora Levi baciò il signor Levi.

 

1 febbraio, ore 15.00, villa Aurora


Erano le tre del pomeriggio quando Lorenzo parcheggiò la macchina ed entrò in clinica. Gli unici ad essere rimasti erano Marco e Maria. Tommy, Elena, Bobò, Ave, i nonni e Jonny e Palù erano tornati a casa con la promessa di ritornare in serata per l’uscita di Sara dalla terapia intensiva.
- “Marco! Maria! Siete ancora qui?” chiese Lorenzo entrando in clinica. “Sara? Le è successo qualcosa?”
- “No! Lorenzo no!” lo rassicurò Maria. “Sara sta bene! Stavamo aspettando te per darci il cambio! Gli altri sono andati a casa e noi siamo rimasti qui!”
- “Quindi Sara..” chiese nuovamente Lorenzo.
- “Sta bene! Sta solo riposando! D’altra parte ha trascorso l’intera mattina a contatto con i Martini! Prima Tommy.. Poi Elena e Bobò.. Poi i nonni.. Ave… Maria e i piccoli… Era stanca!” gli spiegò Marco.
- “Ah!” esclamò Lorenzo un po’ dispiaciuto. Aveva trascorso tutta la mattina a preparare la sorpresa a Sara e vederla sfumare così gli dispiaceva molto.
- “Ma sono sicura che vederti la farà felice!” gli disse Maria. “Vero amore?” chiese poi a Marco.
- “Beh sì! Sì!” affermò Marco, dopo che sua moglie gli aveva dato una gomitata per incitarlo ad assecondarla.
- “Bene! Allora io vado da Lei!” si congedò Lorenzo, con un sorriso.
- “Va bene! Ci vediamo dopo!” risposero i signori Levi.
- “Ma perché ti sei comportata così?” chiese Marco alla moglie mentre i due si avviavano alla macchina.
- “Amore! Tu vuoi il bene di tua sorella?”
- “Beh certo!”
- “Allora fidati di Lorenzo… e di me!” sentenziò Maria.
- “Va bene! Ho capito! Tu sai qualcosa che io non so e che non mi puoi dire!”
- “Esatto!” ammise Maria.
- “E quindi io…”
- “Quindi tu ti fidi di Lorenzo e di me!”
- “E va bene!” si arrese Marco. “Andiamo a casa! Voglio stare un po’ con te e con i piccoli!” aggiunse poi, mettendo in moto la macchina.
 

Intanto, in terapia intensiva Sara non stava riposando. L’unica cosa che voleva era stare un po’ con Lorenzo. Però Lui sembrava essere scomparso. Quella mattina le aveva detto di un’emergenza ma la giovane Levi non immaginava che quell’emergenza lo avrebbe tenuto lontano da Lei per tutta la mattinata! Ma mentre Sara stava pensando a quanto le mancasse il suo Amore, ecco che Lorenzo entrò in terapia intensiva.
- “Amore mio! Finalmente! Ma che fine hai fatto?” gli chiese Sara.
Lorenzo però non le ripose. Chiuse la porta e sistemò accanto al letto di Sara uno stereo.
- “Lorenzo! Ma… a cosa ti serve uno stereo? E poi… cosa sono quei cartelloni che hai in mano?”
Lorenzo non le rispose nemmeno questa volta. Si sedette, accese lo stereo e partì una canzone.
La stessa che aveva sentito quella mattina.
 

 

L'amore comporta
normali passaggi
la nascita, il dono
il gioco e il dolore
L'amore comporta
delitti e rimpianti
rimuove
ti nutre
e ti chiude anche gli occhi
L'amore comporta
avere da fare
schivando i pensieri
che remano contro
L'amore comporta
un linguaggio a se stante
i nomi abbreviati
diventano i nostri
L'amore ti annaffia e ti gonfia le guance
ti mette le ali e vai su
ti toglie gli odori che hai preso per strada
pulisce rinnova e vai su
L'amore comporta
rubare cognomi
per esser fedeli
s'invita e si giura
L'amore comporta
bruciare le tappe
il distacco dal resto
è così naturale
L'amore comporta
riempire valigie
partire stupire subire
amarsi a tal punto che toglie il futuro
L'amore è il quartiere migliore
dove abiterò
Un amore nasce dal coraggio forma l'ambizione di cambiare il mondo
un amore può degenerare può rassicurare tende a ribaltare
un amore soffre le paure ti fa rinunciare e nonostante tutto ti salva
e salva l'amore, ti salva
e più ne produci più salva
e salva l'amore
ti salva, ti salva, ti salva
E' l'amore è il quartiere migliore
dove abiterò.


Appena la canzone era iniziata, Lorenzo aveva alzato il primo cartellone…
 

 “Per favore… Non parlare! Leggi quello che c’è scritto su questi cartelloni e fidati di me!”

 
- “Ma…” aveva detto Sara, in segno di opposizione a quanto stava accadendo.
Fu così che Lorenzo alzò il secondo cartellone…

  “Secondo te quando ti ho detto di stare zitta che cosa intendevo????”

Sara si oppose. – “Ma io voglio sapere…”
Ma Lorenzo era pronto anche a ciò. Alzò un altro cartellone e…

      “Zitta e leggi!!!”

Sara scoppiò a ridere. Così fece finta di cucirsi la bocca e decise di godersi quel momento.

“È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica.”
“Io sono qui grazie a te.”
“Tu sei la ragione per cui io esisto.”
“Tu sei tutte le mie ragioni”
“p.s Non è mia questa splendida frase…”
 “…la dice John Nash a Russell Crowe in A Beautiful mind!”
 “Però è lo stesso, no?”

Sara scoppiò a ridere, annuendo.

“Però, da adesso, tutto ciò che leggerai è totalmente opera mia!”
“Pronta?”

Sara annuì nuovamente.

“Amo il modo in cui mi guardi!”
“Amo il modo in cui mi sorridi!”
“Amo il tuo modo di fare!”
“Amo il modo in cui mi parli!”
“Amo quando mi fissi senza dare ascolto alle mie parole!”
“Amo il modo in cui mi leggi dentro e mi capisci anche se non parlo!”
“Amo la tua pazzia.. la tua vitalità…”
“Amo il fatto che non sai guidare perché questo ti costringe a sederti accanto a me… sempre!”
“Amo il modo in cui hai sempre ragione…”
“… o meglio…”
“… sempre ragione!”
“Amo quando mi fai ridere!”
“Amo quando ci sei anche se non me lo merito!”
“E amo l’idea di vivere con te tutta la mia vita…”
“Perché…”
“Se non l’hai ancora capito…”
“Ti amo, Sara!”
“TI AMO!”

A quel punto Lorenzo alzò l’ultimo cartellone…

“Questi sono per te!”

Sul terzultimo cartellone Lorenzo aveva disegnato dei fiori.

“Oscar è stato molto paziente ma sui fiori è stato irremovibile!”
mi ha detto!”
“Perciò per quelli veri dovrai aspettare! Intanto ci sono questi!”


E fu così che Lorenzo fece cadere l’ultimo cartellone. La canzone di Biagio Antonacci era appena finita. La giovane Levi era senza parole.
Lorenzo si alzò e le si avvicinò. - “Lo hai capito o no che ti amo?”
- “Beh.. Se me lo ripetessi un’altra volta non mi dispiacerebbe!” gli rispose sorridendo Sara.
- “Ti amo!” le sussurrò Lui. E finalmente la baciò.
 

I due trascorsero tutto il pomeriggio insieme. Se ne stettero lì, mano nella mano a parlare.
Sara gli aveva raccontato del sogno fatto durante l’operazione.. Di Fiamma e dell’universo parallelo… Lorenzo l’aveva ascoltata come incantato. La giovane Levi continuava a propinargli una serie infinita di motivazioni per le quali credere nel destino ma non c’era alcun bisogno! Lorenzo aveva imparato la lezione! Il Destino esiste ed era inutile negarlo. L’aveva imparato sulla sua pelle! L’aveva imparato grazie a Sara.
Fu a parlare che li trovarono Davide, Oscar ed Emilio. I tre, verso l’ora di cena, si ritrovarono in terapia intensiva per visitare Sara. Se tutto fosse filato liscio, la giovane atleta sarebbe potuta essere trasferita in reparto.
Per fortuna, Sara non aveva subito complicazioni e il responso dell’equipe medica di Villa Aurora fu positivo: Sara poteva uscire dalla terapia intensiva!
I Martini, appena furono avvisati da Gloria, si catapultarono in clinica.
- “Mi raccomando: non stancate Sara!” disse Oscar alla famiglia Martini. “Ha subito un intervento molto delicato!”
– “Va bene, Oscar!” disse Libero.
E così tutta la famiglia entrò in camera da Sara. Naturalmente non era sola. Lorenzo era con Lei!
– “Si può?” disse Libero.
– “Ma… a quest’ora.. cosa fate qua?” chiese Sara, alla vista di tutti.
– “Mia cara! Ma dove dovremmo essere se non qui?” le rispose Enrica.
E così si sistemarono tutti in camera. Lorenzo si sedette vicino a Sara, su uno spigolo vicino la spalliera del letto; gli altri la circondavano.  
– “Zia Sara! Mi sono dimenticata di dirti una cosa prima!” esordì Palù che, grazie a Marco, era salita sul letto, vicino alla zia. “Grazie mille per i regali! Sono bellissimi!”
– “Sì.. Infatti! Sara, grazie per i regali!” disse Bobò. 
– “Mi fa piacere che vi siano piaciuti!” rispose Sara con un sorriso.
– “Sai.. Pensavamo fossi la reincarnazione di Babbo Natale! All’inizio non avevamo capito il perché dei regali…” disse Libero, commosso.
– “Beh! Volevo salutarvi lasciandovi qualcosa che vi ricordasse di me…” aggiunse Sara a mo’ di spiegazione.
– “Ma tutti quei regali non sono serviti perché adesso tu sei qui con noi e rimarrai a casa Martini con papà, con me… e con tutti noi.. giusto?” chiese Tommy.
– “Beh sì! La signora Martini dov’altro deve stare se non con suo marito e la sua famiglia?” disse Lorenzo.
– “Come ?” chiese Marco, spostando lo sguardo incredulo da Lorenzo a Sara.
– “Ma… vuol dire…” continuò Libero.
– “Vi sposate?” chiesero Tommy, Elena e Bobò.
– “Sì! Beh.. Lo abbiamo deciso ieri, insieme… quindi: se tu e Marco non avete nulla in contrario..” rispose Lorenzo, guardando il figlio e il futuro cognato.
Tommy e Marco si guardarono.
– “Beh.. In effetti..” fece Tommy.
– “Ma.. io.. avrei qualcosa da ridire…” continuò Marco.
– “Cosa?” chiese Sara, preoccupata.  
– “Ma quanto tempo c’avete messo a decidervi?” disse Marco.
– “Già! Io avevo perso la speranza di vedervi insieme!” concluse Tommy.  
Sara e Lorenzo si guardarono e scoppiarono a ridere, così come tutta la famiglia.
– “Va beh! L’importante è che adesso siano qui.. insieme!” concluse Libero.
– “E infatti, Lorenzo può rimanere qui per la notte, ma voi…” disse Oscar, appena entrato in stanza con Emilio, “voi ora dovete andare perché l’orario di visita è terminato da un pezzo!”
– “Va bene! Sorellina: ci vediamo domani mattina!”  le disse Marco, dandole un bacio.
 – “Ciao Sara! A domani!” la salutarono i Martini.


E così la famiglia andò via e Oscar e Feroci poterono controllare nuovamente la cartella clinica di Sara.
– “Il decorso procede bene. Adesso, però, devi riposare un po’!” le raccomandò Emilio.
- “Già! Per oggi, tra la processione dei Martini e le scritte sui cartelloni…” disse Oscar, guardando Lorenzo, “… hai già provato fin troppe emozioni!”
- "Quali scritte sui cartelloni?" chiese, a bassa voce, Emilio a Lorenzo.
- "Boo! Io non ne so niente!" mentì Lorenzo, bisbigliando.
– “Va bene!” rispose intanto Sara. “Però Lorenzo rimane con me!”
– “E va bene! Ma cerca di riposare anche tu!” disse Oscar guardando il collega, nonché amico. Lorenzo diede un ultimo sguardo alla cartella clinica, salutò i suoi colleghi e ritornò da Sara.
 – “Ma io non ho sonno, adesso!” disse Sara appena Oscar ed Emilio uscirono dalla stanza.
– “Lo so! Però, per il tuo bene, è giusto che tu riposa un po’! Io resterò qui!”
- “E se, invece, mi raccontassi una favola?”
- “Una favola?”
- “Sì! Quelle in cui c’è un principe, senza macchia e senza paura, che si innamora della sua principessa e lotta contro tutto e tutti per coronare il suo sogno d’amore!”
- “Vuoi davvero che ti racconti una favola?”
- “Ti prego!!” lo implorò Sara.
– “Va bene! Allora… C’era una volta una principessa un po’ svampita che il giorno prima del suo matrimonio si trovava a New York per fare una gara di atletica!”
Sara scoppiò a ridere. – “Ma questa non è una favola!” si oppose Lei.
- “Sì che lo è!” rispose Lorenzo, baciandola! ”E’ la nostra favola!”



(Nota dell'autrice_ Volevo scusarmi per aver aggiornato la storia così tardi! Cercherò di non farvi aspettare ancora a lungo per il prossimo capitolo! Ho l'ultimo esame da fare tra poco ma del tempo per i Sarenzo lo troverò sicuramente! Quindi... Alla prossima!!! <3)

 

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Capitolo 14
*** 14. Capitolo XIV _ Una proposta per dire sì! ***


7 febbraio, ore 10.00 circa


- “Quindi..”
– “Oscar, ho capito! Non mi devo affaticare.. Non devo fare pazzie..” disse Sara, cercando di essere molto paziente.
– “Sara! Mi raccomando!” disse il dott. Feroci.
– “Sì! Ma siete addirittura più apprensivi di Lorenzo! Mi sembra quasi impossibile!”
– “Oscar.. Emilio! Non vi preoccupate! Ci penso io a tenerla a freno!” si intromise Lorenzo, sorridendo a Sara.
– “Va bene! Allora…” disse Oscar, guardando prima Lorenzo, poi Sara e poi Lorenzo un’altra volta. Non si fidava di quei due: né di Sara, che aveva già dato prova della sua incoscienza, né di Lorenzo. 
– “Ci vediamo presto per le visite!” concluse Emilio, salutando Sara. E poi, rivolgendosi a Lorenzo, disse: “E tu… goditi la tua famiglia.. Qui ci pensiamo noi! Una bella settimana di riposo anche  a te non fa male!”  
– “Ma!” disse Lorenzo guardando Oscar ed Emilio.  
– “Lorenzo! Sono 7 giorni che non torni a casa per stare con Sara! Adesso che Lei vi farà ritorno… rimanici pure un po’ tu!” lo bloccò Oscar.
– “Grazie mille… Sì.. Per quello che avete fatto per Sara.. e..”
- “Figurati! Piuttosto.. buon riposo.. a tutti e due!” concluse Emilio, dandogli una pacca sulla spalla.
Così Oscar e Emilio uscirono e Lorenzo si andò a sedere vicino a Sara.
– “Amore… mi sei mancata!” disse Lorenzo.  
– “Ma se siamo stati lontani solo qualche minuto…” rispose Sara, sorridendo.
- “Beh! Circa sette minuti!” precisò Lorenzo.
– “Sì! Infatti: : che ho detto?” lo prese in giro Sara.
– “Va beh! Ho capito: non sei romantica quanto me!” concluse Lorenzo, baciandola. “Allora: che vuoi fare?”
– “Andiamo al mare… a Ostia???”
– “Ostia???” ripeté Lorenzo. 
– “Ostia!!!” ridisse Sara.
– “Ostia??? Ma dico… hai appena detto a Oscar: E ora mi chiedi di portarti al mare?”
– “Beh! Se vuoi… posso chiederlo a qualcun altro!”  lo provocò Sara.
– “Non ci provare! Ormai… sei off-limites!”  
– “Dici?” gli domandò Lei, facendo finta di non credere alle parole del suo futuro marito.
– “Dico! Quindi…”
– “Quindi mi ci porti tu al mare!” disse Sara, facendogli gli occhi dolci.
– “E come faccio a dirti di no!”
– “E infatti non lo farai! Andiamo?” gli disse Lei, mettendogli le braccia al collo.
– “Sì! Ma a una condizione!” disse Lui.
– “Quale?”
– “Che tu non ti metta a correre con Destino!”
Dopo un’operazione come quella di Sara la prudenza non era mai troppa e questo Lorenzo lo sapeva bene!
– “Affare fatto! Voglio stare solo tutto il tempo abbracciata all’uomo che amo… Sai se viene?”
– “Mah! Non saprei!” le rispose Lorenzo, ridendo.
– “Va beh! Allora mi accontenterò di te!” scherzò Sara.
– “Ah grazie!” disse Lorenzo. “E comunque non diciamolo a nessuno della nostra di oggi… Sai com’è: prima ti salvo la vita con un intervento chirurgico molto delicato e poi…”
– “E poi… dopo avermi salvata, mi rendi la donna più felice del mondo!” concluse Lei, baciandolo.
- “Va bene! Su… Vado un attimo da Gloria ad informarla di affidare i miei pazienti alle cure di Oscar ed Emilio e torno!” disse Lorenzo che, dopo averle dato in bacio, aprì la porta e si avviò alla reception.
 


Lungo il corridoio, mentre il dottor Martini controllava il cellulare, si sentì chiamare da qualcuno.
- “Lorenzo!”
- “Stefano!” disse Lui, voltandosi.
- “Ciao!” continuò il Valenti. “Ero venuto… Sì, insomma… Volevo salutare Sara! Gloria mi ha detto che sta per essere dimessa… Se è occupata però…”
- “No.. No! Va pure! Sono sicuro che Lei sarà contenta di vederti! Mi.. mi ha chiesto di te dopo l’operazione!” gli rispose Lorenzo.
- “Ah! Bene! Grazie! La camera è…”
- “In fondo a destra!” gli indicò Lorenzo.
- “Grazie!” concluse Stefano, dirigendosi verso la stanza di Sara.
Lorenzo rimase un secondo lì, fermo. Il suo istinto e il suo cuore gli fecero muovere qualche passo verso la camera di Sara. Poi si fermò. Lui si fidava di Sara. Si fidava del suo amore. Si fermò e si recò alla reception. Non c’era nulla di cui preoccuparsi!
 


Dopo circa mezz’ora, Lorenzo, dopo aver sistemato alcune cose nel suo ufficio, uscì per recarsi alla reception e vide Stefano avviarsi all’uscita di Villa Aurora.
- “Stefano! Stai andando via?” incominciò il dottor Martini, avvicinandosi all’imprenditore.
- “Beh sì! Vi ho già portato via abbastanza tempo… Ah.. Congratulazioni! Ho saputo del matrimonio! Sono contento per te e Sara!” aggiunse, guardando dritto negli occhi Lorenzo. “Davvero! Sono molto contento per voi due! Lo sono un po’ meno per me! Ma mi passerà! Ora va da Sara! Non farla aspettare! Era già pronta mezz’ora fa quando sono piombato in camera sua, figuriamoci adesso!”
- “Sì, sì! Adesso vado! Ci vediamo…” disse Lorenzo un po’ incerto.
- “Certo! Buona giornata, Lorenzo!” si congedò Stefano, dandogli la mano per poi uscire e avviarsi alla camera.
Lorenzo rimase lì a guardarlo andar via. Non si sentiva in colpa nell’amare Sara e nell’averla tolta a Stefano ma lo capiva e sapeva come si sentiva. Aveva provato la stessa cosa quando, tornato a casa da New York, aveva visto Sara a casa di Stefano. Si era sentito distrutto… solo… incompleto! Aveva avuto la sensazione che qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto! E Stefano in quel momento si doveva sentire esattamente così!
- “Lorenzo! Stai ancora qua?” gli chiese Oscar, incredulo.
- “Eh! Beh! È passato Stefano a salutare Sara ed è appena andato via…”
- “Sì, sì!”
- “Già! E Sara gli ha anche detto del matrimonio e…”
- “Veramente… Non è stata Sara a dirgli del matrimonio!” gli confessò l’amico.
- “In che senso?”
- “Nel senso che noi di villa Aurora credevamo che tu e Sara fosse insieme e volevamo farvi una sorpresa!”
- “E quindi?” chiese Lorenzo che aveva già capito cosa Oscar stava per confessargli.
- “Quindi siamo piombati in camera con festoni e spumante e…”
- “E avete trovato Stefano!”
- “Già! Mi dispiace! Gloria non lo aveva visto entrare altrimenti avremmo evitato!”
- “Tranquillo Oscar! Ma Sara?”
- “Era dispiaciuta ed imbarazzata!!”
- “Beh! Allora meglio che la raggiunga!”
Così Lorenzo scappò da Sara.
- “Amore!” disse aprendo la porta. Ma non continuò la frase. Sara non era in stanza. In un primo momento il dottor Martini rimase allibito. Ma in un secondo gli venne in mente il luogo dove trovare Sara. Così, chiusa la porta, volò dal suo Amore.
 

Mentre saliva gli scalini due a due, Lorenzo non poté non pensare all’ultima volta che Lui e Sara erano stati lì…

- “Uffa, Lorenzo! Io non ce la faccio più a stare chiusa in questa stanza!” sbottò Sara.
Erano passati quattro giorni dall’operazione.
- “Sara, fammi capire! Che cosa vorresti fare???” le chiese Lorenzo, cercando di nascondere un sorrisino.
- “Non lo so! Ma… la prima notte l’ho passata in terapia intensiva con te.. la seconda a parlare con te.. e ieri a vedere Casablanca con te!”
- “Non ho capito se ti stai annoiando della vita ospedaliera.. o di me! Perché in tal caso…. La sorpresa che avevo organizzato per te questa sera potrei anche riservarla per un’altra!”
- “Aaaaaa!!!” urlò Sara.
- “Cos’è? Stai male?” le chiese subito Lorenzo.
- “No! No! Non sono mai stata meglio! Allora… Qual è la sorpresa?”
- “Quale sorpresa?” disse Lorenzo, facendo finta di non capire.
- “E dai!” lo esortò Sara. “Mi vuoi dire che hai organizzato???”
- “Assolutamente no! lo vedrai con i tuoi occhi! Su… siediti e vieni con me!”
- “Assolutamente no! Io non mi siedo su quella sedia a rotelle! Vengo con te con le mie gambe!”
- “E va bene! Vorrà dire che ti porto in braccio io! Però tu devi tenere gli occhi chiusi!”
- “Ci sto!” disse Sara, mentre si infilava la vestaglia.
- “Prego Principessa!” disse Lui, prendendola in braccio.
- “Sicuro che poi non ti viene il mal di schiena e devi poi prendere un pasticcone??” lo prese in giro Sara.
- “Fa poco la spiritosa! Potrei sempre accidentalmente inciampare e poi farti cadere!”
- “No.. no!! Ti prego!” disse Sara, ridendo.
Così, tra una risata e l’altra, Lorenzo, senza farsi notare dal personale di Villa Aurora, sgattaiolò per le scale fino ad arrivare sul terrazzo di Villa Aurora.
- “Sono due giorni che mi continui a ripetere che vuoi uscire in giardino a fare una passeggiata perché la clinica ti opprime…” esordì Lorenzo.
- “Sì.. sì! Ho capito!” lo interruppe Sara. “Non posso uscire dalla clinica perché è ancora troppo presto!”
- “Ma la smetti di interrompermi! Stavo dicendo… Non puoi uscire dalla clinica, è vero.. perché è passato troppo poco dall’operazione! Ma…” le disse, posandola a terra e facendole aprire gli occhi “puoi vedere il cielo e prendere una boccata d’aria da qui! Sei tecnicamente dentro la clinica ma non tra quattro mura!” disse Lorenzo, molto soddisfatto per aver fatto comparire sul viso della donna che amava uno splendido sorriso.
- “Amore! Grazie!!!” disse Lei baciandolo.
E così, abbracciati l’uno a l’altra, aveva passato la notte a raccontarsi di tutto, a prendersi in giro, ma soprattutto a stringersi l’uno all’altra fino a quando Lorenzo, accortosi che la sua bella addormentata era crollata in un sonno profondo, l’aveva presa nuovamente in braccio per poi portarla a letto e vegliarla tutta la notte…

 

- “Sara!” disse Lorenzo, entrando sul terrazzo, catapultandosi di nuovo nel mondo reale.
- “Amore! Stavo prendendo una boccata d’aria! Ma sarei scesa subito!” gli rispose Lei, quasi a volersi giustificare.
- “Ho incontrato Stefano! E Oscar!” le disse Lorenzo.
- “Quindi saprai cosa è successo!”
- “Più o meno! Me lo vuoi raccontare tu?”
E così Sara incominciò a raccontargli cosa era successo poco prima tra Lei e il giovane imprenditore…


“Toc toc!”
- “Oh! Hai già fatto?? Pensavo che avresti impiegato un secolo per avvisare Gloria che avrebbe dovuto affidare i tuoi pazienti alle cure di Oscar ed Emilio e invece…” disse la giovane Levi, voltandosi finalmente verso la porta che si era appena aperta.
- “E invece sono io!” le disse Stefano, con un debole sorriso.
- “Stefano! Scusa… pensavo fosse Lorenzo….”
- “Sì! L’avevo capito!  Tranquilla… in effetti la mia è una visita  a sorpresa! L’ho già detto a Lorenzo… se disturbo, passo un’altra volta!”
- “No, no! Anzi.. mi fa piacere vederti!”
Così Stefano le si avvicinò e l’abbracciò. - “Sono felice che tu stia bene! L’ultima volta che ti ho vista non avevi un bell’aspetto!”
- “Devo ammettere che scappare in riva al mare, l’altro giorno, non è stata una bella idea!”
Stefano rise. - “No! Fortunatamente Francesca ci ha chiamati e poi Emilio e Lorenzo hanno fatto un miracolo!”
- “Già! Sono stata fortunata! Sia con Emilio e Lorenzo.. Sia con te! Senza il tuo aiuto, il tuo sostegno… non so se ce l’avrei fatta in questi mesi! Grazie Stefano! Grazie di tutto!”
- “Ma figurati!” le rispose Lui, distogliendo lo sguardo. Lui l’amava e Lei no! Ma non la detestava per questo.. Voleva solo che fosse felice e Stefano non poté non ammettere che la sua Sara lo era… Molto! Peccato che lo fosse con un altro uomo!
- “Ho portato le tue cose a casa Martini questa mattina!” continuò poi Stefano, dopo alcuni secondi di silenzio. “Però sappi che in caso di fuga, la mia macchina è sempre pronta!”
Sara rise. - “Grazie! Ma non voglio più scappare! Ho impiegato ventisette anni per arrivare dove sono.. E adesso non vorrei essere in nessun altro posto se non qui!!”Poi fece una pausa e tirò un respiro profondo e continuò: “Devo dirti una cosa.. importante!”
- “Mi devo preoccupare?” chiese Stefano.
- “No! E’ una cosa bella.. almeno per me!” disse Sara, molto ma molto impacciata.
- “Evviva gli sposi!!” urlarono Gloria, Tea, Oscar, Emilio, Davide e tutto lo staff di Villa Aurora, entrando nella stanza di Sara, con uno striscione con su scritto
Sara rimase paralizzata. Lo stesso fu per Stefano. Lo staff della clinica rimase inerme: tutti in quel momento volevano solo una cosa: sparire!
- “Ah!” disse Stefano. “Tu e Lorenzo vi sposate! Era questa la cosa che volevi dirmi! Beh… congratulazioni!” le disse, abbracciandola. “Sono felice per voi! Sai.. all’inizio pensavo che uno come Lui non meritasse una come Te! Ma ho visto come ha lottato per te! E… e mi fa molto piacere che, dopo tutto quello che avete dovuto affrontare, siate riusciti a coronare il vostro sogno! Davvero… Tantissimi auguri!”
- “Grazie!" disse Sara.
- “Noi… beh… andiamo!” disse Oscar, mentre tutti gli altri uscivano di corsa per lasciarli da soli.
- “Scusa! Avrei voluto dirtelo io!”
- “Tranquilla! Beh… se non incontro lo sposo, mi raccomando: fa le congratulazioni anche a Lui!”
- “Certo!”
- “Adesso vado! Ti vengo a trovare qualche volta.. al bar!” le disse aprendo la porta. Ma, in cuor suo, Stefano sapeva bene che stava mentendo: non la sarebbe andata a trovare… Ne avrebbe sofferto troppo!
- “Ci conto!” gli rispose Sara, sorridendogli. Ma anche Lei sapeva che Stefano non la sarebbe andata a salutare.. E non poteva far altro che capirlo!
Così, rimasta sola, ebbe la sensazione di venire schiacciata da quelle quattro mura. Fu per questo che infilò la giacca e, chiusa la porta della sua stanza alle sue spalle, salì in terrazza.
 

- “Capisci?” terminò il racconto Sara. “Gli ho già spezzato il cuore una volta… E oggi gli ho dato il colpo di grazia!”
- “Beh.. Tu dovresti sapere più di altri che un cuore malato si può curare… E sono sicuro che Stefano troverà la persona che si prenderà cura di lui!” la consolò Lorenzo. “Succede sempre così!”
- “Ne sei sicuro?”
- “Assolutamente! E sai perché? Perché a me è capitato! Quando sono arrivato a Roma aveva il cuore a pezzi! La donna che volevo aveva un altro uomo e questo mi faceva molto, ma molto male… Ma poi sei arrivata tu che mi hai curato.. che ti sei presa cura di me.. e grazie a te il mio cuore ha iniziato di nuovo a battere! È la vita! sei la mia vita!” concluse dandole un bacio.
- “Ah sì?”
- “Sì!” le rispose Lui, non smettendo di baciarla. “E infatti…” e Lorenzo fece per prendere una cosa nella tasca.. ma quel piccolo pacchettino non c’era! L’aveva dimenticato a casa Martini!
- “ cosa?” gli chiese Sara.
- “E infatti… Non ho nessuna voglia di smettere di baciarti!”
- “Ah sì!” gli rispose Sara. “In effetti si sta bene anche qui… Perché andare al mare?” chiese ironicamente.
Ma Lui non le rispose. Era troppo impegnato a baciarla.  



7 febbraio, ore 12.30 circa

- “Allora? È pronto?” disse Libero.
– “Certo! Libero stai calmo! È la quarta volta che lo chiedi!” gli disse Enrica.
– “Eh! Signor Libero! Stia calmo!” disse Ave.
– “Sto calmo! Sto calmo! Ma perché Sara e Lorenzo non arrivano! Ha detto Oscar che i ragazzi sono usciti dalla clinica già da un po’!”
– “Libero.. I ragazzi se ne vorranno stare un po’ per conto loro…”  gli fece notare la moglie.
- “Già! Forse Lorenzo voleva farle una sorpresa!” sussurrò Maria  a Marco.
- “In che senso?” chiese il giornalista.
- “Guarda un po’!” lo incitò Maria, facendogli vedere la scatolina che Lorenzo invano aveva cercato nella sua tasca!
- “Ah!” esclamò il Levi. “Amore.. menomale che non l’ha trovata Libero!”
- “Infatti! Ma adesso che facciamo?” chiese Maria.
– “Eccoli!” disse Tommy, affacciandosi alla finestra.  
- “Mettila dove l’hai trovata e… e aspettiamo!” concluse Marco.
– “Allora tutti ai propri posti!” ordinò Libero.
Intanto Sara e Lorenzo entrarono in salotto.  
– “Ah! Finalmente a casa! Non sai quanto mi è mancata!” esclamò Sara.
– “Lo immagino! Ma.. non c’è nessuno!” disse Lorenzo, guardandosi intorno. Di questo era molto contento!
– “Beh! I ragazzi dovrebbero essere ancora a scuola e i nonni saranno in giro…” disse Sara.
– “Bene! Perché devo fare una cosa…” disse Lorenzo, prendendo dalla mensola l’anello che Maria aveva appena posato. “Menomale che nessuno l’ha preso e nascosto chissà dove!” pensò Lorenzo.
– “Cosa?” chiese Sara curiosa,
Lorenzo le si avvicinò e le sorrise.
– “Hai presente quando sono tornato da New York? Tu eri da Stefano ma io non lo sapevo. Prima che Libero ed Enrica me lo dicessero io.. beh… ero andato in gioielleria! Avevo deciso di portarti sulla spiaggia, a Ostia, al tramonto e… Chiederti di sposarti! Poi però c’è stato un piccolo imprevisto… E anche se in cuor mio non riuscivo a credere neanche a una parola di quello che mi avevi detto, dopo essere stato da Stefano… ho dato l’anello di fidanzamento, il tuo, a un violinista che suonava all’angolo della strada!” confessò Lorenzo.
– “Ah eri tu?” gli domandò Sara, incredula.
– “Scusa?”
– “Sì! Mattia, il violinista, il giorno dopo la nostra discussione mi ha detto che un  ragazzo gli aveva dato un anello e io… io beh… ho pensato che la donna che gli stava spezzando il cuore doveva essere una deficiente! E la deficiente ero io!”
- “Sì! Ma poi ho capito tutto: tu mi avevi lasciato perché non volevi che io soffrissi! Come Deborah Keer fa con Cary Grant, giusto?” le sorrise Lorenzo.
– “Giusto!” acconsentì Sara.
– “Per fortuna, però, ho scoperto tutto.. in tempo! E ora.. Ora siamo qui insieme!”
– “Ed è questo tutto ciò che conta!”  
– “Beh, no!”
– “No?” domandò Sara, perplessa.
– “No! Ciò che conta è ciò che dirai tu… adesso! Anche se, in effetti, Tu la risposta me l’hai già data!” E, dicendo ciò, Lorenzo si inginocchiò.  “Dopo l’operazione, Oscar mi ha detto di andare a riposare un po’. Dopo essere stato a  vedere il tuo filmato ho capito che…”
– “Che?”
– “Che a te non avrei rinunciato per nulla al mondo! C’ho messo quattro mesi per capirlo.. Sai: pensavo avessimo tutta la vita davanti, come ti dissi in spiaggia. Ma poi, quando ho saputo del tuo cuore, ho avuto una paura tremenda di perderti e..”
– “E..”
– “E ho giurato a me stesso che non avrei sprecato più nemmeno un minuto! Dunque!” disse Lorenzo, aprendo la scatolina. “Dunque… Uno: fatti piacere l’anello perché una terza volta in quella gioielleria non ci torno!”
 Sara scoppiò a ridere. – “Due..” disse Lei.
– “Sara Levi, vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie?”
- “Ma.. me l’avevi già chiesto!” gli chiese Lei con le lacrime agli occhi.
- “Sì! Ma in ospedale non avevo l’anello… Adesso sì! Quindi.. è questa la mia proposta ufficiale! E tu? Qual è la tua risposta ufficiale?”
– “Certo che sì!” gli rispose Sara.
Lorenzo le infilò l’anello al dito e poi la baciò.
– “Bravi!” gridarono i Martini. Erano stati in silenzio tutto il tempo. Avevano capito in tempo le intenzioni di Lorenzo e quindi non li avevano disturbati fino a quel momento.
– “Ma voi?” chiesero i promessi sposi.
– “Noi volevamo farti una sorpresa…” disse Marco a Sara.  
- “…ma la sorpresa l’avete fatta voi a noi!” concluse Tommy.
- “Tu.. tu sei d’accordo?” chiese Sara nuovamente a Tommy. L’aveva già fatto in ospedale ma la giovane Levi voleva essere sicura.
– “A una condizione! Che da adesso in poi, dato che sei la mia “matrigna”, mi lascerai un po’ di gelato a cioccolato quando staremo tutti e tre in camera o sul tetto!”
– “Certo!” rispose Sara. “Anzi! Che ne dici se stasera andiamo a vedere quante stelle ci sono?”
– “Sì!” rispose Tommy.
– “Ma anche no!” fece Lorenzo.
– “E dai papà!” lo pregò Tommy.
– “Amore! Sono giorni che fisso il soffitto di una stanza!”
- “Ah, davvero?” chiese Lorenzo che sapeva benissimo che la giovane Levi in quel momento stava leggermente mentendo.
- “Dai… Saremo prudenti! Anzi: perché non vieni con noi?” lo implorò Sara.
– “O soffri di vertigini?” chiese Tommy, prendendolo palesemente in giro.
– “Bene! Ora è ufficiale!” esclamò Lorenzo.
– “Cosa?” chiese Maria.
– “Non ne avrò vinta una! Due contro uno è matematicamente impossibile!”
Scoppiarono tutti a ridere.
– “Ma no! Qualche volta faremo finta di darti ragione!” disse Sara.
– “Già te lo faremo credere!” concluse Tommy, che si avvicinò ai due e li abbracciò.
 Erano già una famiglia.
 

Così, dopo aver abbracciato gli sposi, i Martini si sedettero a tavola e lì trascorsero quasi l’intero pomeriggio. Erano scoccate le cinque quando Ave ed Enrica incominciarono a sparecchiare! Ma era normale: i Martini avevano tanto da raccontarsi!
Però poi ognuno dovette ritornare alla vita normale. I piccoli andarono a fare i compiti.. Ave, Enrica e Libero si adoperarono per sistemare la cucina… Marco e  Maria andarono a fare shopping per i piccoli in arrivo insieme a Palù e Jonny… Sara e Lorenzo, ritiratisi in mansarda, si stesero sul lette e, sebbene scossi per gli ultimi avvenimenti, si addormentarono. A svegliarli fu proprio Tommy che, verso le nove, era salito per chiedere loro se volevano qualcosa per cena.
- “Posso?”
– “Certo! Entra pure, Tommy!” disse Lorenzo, che ancora sbadigliava. Durante quella settimana aveva dormito davvero poco!
- “Volete che vi porti la cena qui? I nonni hanno ordinato una pizza!”
- “No, no! Grazie… ma ho mangiato così tanto a pranzo che non ho fame!” gli rispose Sara.
- “Già! Neanche io voglio nulla! Grazie, comunque!” aggiunse Lorenzo.
- “Però siediti un po’ qui con noi! Ti va??” propose Sara.
– “Certo! Allora? Come ti senti?” le chiese il giovane Martini.
– “Bene! Solo un po’ stanca… ma è normale!!”
– “Già! È ancora molto debole ma presto tornerà la Sara sciroccata di sempre!”
– “Ma la finisci? È la seconda volta che dici che sono sciroccata!” disse Sara mettendo il muso. 
– “Ma se è la verità!”  le fece notare Lorenzo.
– “Sara… a dire il vero… devo dare ragione a papà!” si intromise Tommy.
– “Come ?” chiese l’ex atleta, incredula.
– “Ma ti ricordi quella che avevo fatto filone e io ed Elena siamo andati a Ostia? Beh: una persona non si sarebbe messa a nuotare con un cane!” si giustificò Tommy.
– “Vedi? Non sono l’unico a pensare che quella volta ti sei comportata da…” aveva asserito Lorenzo, ma Sara l’aveva palesemente interrotto.
– “E no! No! Io non sono sciroccata! Sono vitale, allegra, simpatica!!! E poi quella volta tra voi due c′era una tensione evidente! Elena non sapeva cosa fare e io… beh: io ho stemperato un po′ l′atmosfera! E questo è il vostro ringraziamento! Buono a sapersi!” disse Sara, mettendosi a sedere con le mani conserte.  
Lorenzo e Tommy si guardarono.
– “No.. Dai Sara! Non te la prendere! Lo sai che ti amo per come sei!” disse Lorenzo, mettendosi a sedere vicino a Lei.
– “Sì, Sara! Non te la prendere! Stavo dando ragione a papà solo per.. beh per ammorbidirlo!”
– “In che senso?” chiese Lorenzo.
– “Nel senso.. Andiamo sul tetto?”
– “Sì!” fece Sara, ritornando a mostrare il suo sorriso.
– “Ma Sara… hai appena subito un operazione a cuore aperto… Oscar ed Emilio ti hanno detto di non strapazzarti e tu, per oggi, hai già fatto tanto..” le suggerì Lorenzo.
– “Papà però così non vale! Tu le puoi chiederle di sposarti e io non posso chiederle, anzi chiedervi, di andare sul tetto?” Lorenzo e Sara si guardarono. “Dai! Così stiamo un po’ da soli, finalmente, noi tre!”
A quelle parole Lorenzo si lasciò convincere. – “E va bene! Ma, tra massimo un quarto d’ora, dentro!”
– “Mezz’ora?” dissero contemporaneamente Sara e Tommy.
– “E mezz’ora sia!”
E così si avviarono sul tetto. Uscì prima Tommy; poi toccò a Lorenzo che non perse d’occhio Sara nemmeno un secondo.
– “Guarda che tra i due sei tu che soffri di vertigini!” bisbigliò Sara.
– “Ma che vertigini! Dopo quella cosa di 70 metri…” disse Lorenzo, comunque sempre in tensione. 
– “Papà..” li interruppe Tommy, “…ma domani tu devi lavorare, vero?”
– “No! Oscar e Feroci mi hanno dato una settimana di ferie! Hanno avuto un bel pensiero, no?” 
– “Che tempismo!” disse Tommy.
– “In che senso?” gli chiese Sara, che intanto se ne stava accoccolata a Lorenzo.  
– “No! Niente!”
– “Tommy! Hai presente quando mi hai detto che capivi al volo quando ti stavo mentendo? Bene! Anch’io lo capisco quando dici una bugia! Quindi, dato che non posso affaticarmi e neanche agitarmi, me lo dici cos’hai?”  gli chiese Sara. 
– “Domani, a scuola, ci sono i colloqui e… e consegnano le pagelle! E io non sono un pozzo di scienza… Rasento la sufficienza in tutto! Ho solo ottimi voti in inglese ed educazione fisica…”
– “Quando dici che vuol dire che almeno hai la sufficienza, vero?” disse Lorenzo con molto timore per la risposta che stava per sentire.
– “Più o meno!”
– “Tommy più o meno?”
– “Direi meno!” ammise, alla fine, Tommy.
– “Ah! Andiamo bene!” esclamò Lorenzo.
– “E va beh! Dai: tanto è solo il primo quadrimestre! Avrai tempo per recuperare!” disse Sara, affidandosi al suo immancabile ottimismo.   
- “Sara.. ma tu domani ci vuoi accompagnare a scuola? A ritirare la pagella, intendo!” le propose Tommy.
– “Certo! Casomai dopo ci andiamo a mangiare una fetta di torta! Che ne dici?”
– “Che se la situazione è così tragica come sembra non ci andremo a mangiare una fetta di torta! Torneremo a casa a studiare!” rispose Lorenzo.
– “In che senso?” chiese Tommy.
– “Nel senso che ti aiuterò io a fare i compiti da oggi in poi! Io e te in camera tua e nessuna distrazione!”
 Tommy guardò Sara con un’espressione disperata.
– “Facciamo che vi mettete al bar, in un angolino. Ve ne state tranquilli! Però, se casomai volesse un caffè, una cioccolata calda, o qualcos’altro, ve lo potrei portare!” offrì Sara.
– “Forse non hai capito: tu e il lavoro vi incontrerete non prima di qualche mese!” disse Lorenzo. 
– “E va beh! Motivo in più per venire al bar! Vi potrei dare una mano anch’io! Andavo forte in italiano e… in religione!”
Padre e figlio scoppiarono a ridere.
– “Io la voglio Sara con noi!” disse Tommy.                        
– “E va bene! Vada per le ripetizioni a tre! Però, se avete finito con le brutte sorprese e i progetti futuri, ora rientriamo!”
– “E va bene!”  acconsentirono gli altri due.  
Così, tutti e tre insieme tornarono dentro.  
– “Allora.. siamo d’accordo!” disse Tommy. “Domani, a ritirare la pagella, andiamo insieme! Tutti e tre!”
– “Sì Tommy! Tranquillo! Il tuo avvocato difensore domani non ti lascia!” disse Lorenzo, spostando il suo sguardo da Tommy a Sara.
– “Bene! Allora: dato che non devo affaticare Sara, io vado a letto!”
– “Va bene! Buona notte!” disse Sara.
– “Notte Sara!” disse Tommy, dandole un bacio.
- “Buona notte, Pà!” e diede un bacio anche a Lui.
– “Notte!” disse Lorenzo a Tommy. E poi, quando il figlio fu uscito, disse a Sara: “Se, appena tornato a Roma, mi avessero detto che mio figlio, dopo quattro mesi, mi avrebbe dato il bacio della buona notte… beh: non ci avrei creduto!”
– “Eppure è così!" disse Sara.  
- “E sai di chi è il merito?” disse Lorenzo. “E’ tuo!”
– “Già! Ti ho cambiato la vita!”
– “No! Me l’hai migliorata!” le disse baciandola. “Però adesso a nanna!”  
– “Ma tu rimani con me?”
– “E dove dovrei andare?”  



8 febbraio, ore 16.00 circa

La mattinata del giorno seguente era volata: sia per Tommy, che aveva molta paura per l′imminente consegna della pagella, sia per Sara e Lorenzo. I due, calendario alla mano, avevano cercato disperatamente una probabile data per le loro nozze, ma il risultato era stato vano. Per la fine avevano desistito: si erano seduti a tavola con i Martini per poi andarsi a preparare. Intorno alle quattro Tommy, Sara e Lorenzo uscirono di casa: i nonni li avrebbero raggiunti dopo, per ritirare le pagelle di Elena e Bobò. 
- “Tommy che dici: radio?” propose Sara, nel tentativo di stemperare la tensione.
– “Va bene!” rispose lui moggio.
– “Tommy… c’è, per caso, qualche altra cosa che dovrei sapere?” chiese Lorenzo.
– “No, papà! È che mi dispiace… per la pagella! So quanto ci tieni che io vada bene a scuola! È che, nelle ultime due settimane, quando c’erano le interrogazioni e i compiti, io non ho fatto nulla! Sapevo che saremmo dovuti partire per New York, quindi ho pensato che fosse inutile… Poi,  quando tu ed io abbiamo deciso di rimanere a Roma, beh.. Ho provato a rimediare ma i prof mi hanno detto che ormai il primo quadrimestre era finito e che mi sarei dovuto concentrare sul secondo…”
– “E va beh! In effetti durante questo primo quadrimestre ne sono successe di tutti i colori… Prima l’espulsione dalla tua scuola, poi Giada, la fuga con Daniele… New York.. Poi mi ci sono messa pure io.. Dai: hanno ragione i prof: hai tempo per recuperare!” lo rassicurò Sara.
– “Sì, Tommy! Sara ha ragione! È inutile pensare al passato! Ora andiamo a ritirare la pagella… “ disse Lorenzo.
Dopo pochi minuti, arrivati a scuola, parcheggiarono ed entrarono.
I colloqui iniziavano alle quattro e mezza, quindi quando la famiglia Martini-Levi arrivò non c’era ancora nessuno a fare la fila. Erano i primi e questo non piaceva affatto a Tommy.
Il giovane Martini era agitatissimo; Lorenzo anche. E Sara, la più tranquilla ed ottimista, non sapeva come calmarli. Si sedettero ed aspettarono il loro turno. E, incredibilmente, a tutti e tre, venne in mente quella volta che si erano ritrovati seduti in commissariato per Giada…

– “Secondo voi cosa le faranno?” aveva chiesto Tommy.
– “Nulla! Cosa vuoi che le succeda?” gli aveva risposto Sara, rassicurandolo.
– “Senti! È bella questa cosa che ci tieni tanto a lei! Lo sai?” aveva detto Lorenzo. Sara lo aveva guardato cercando di consigliargli con lo sguardo di cambiare argomento. 
– “Voi dite che tornerà a casa con noi?” aveva chiesto Tommy, cercando di non far caso alle parole del padre.
– “Ma certo! Giada non ha fatto niente!” rispose Sara.
– “Sì! Però, forse, potrei andare a testimoniare anch’io!”
Al che, Lorenzo disse: – “No! È meglio di no! Oh: stai tranquillo! Hai già fatto tanto! Senti ma tu e Giada siete parecchio…”
– “Io e Giada ?”
– “Niente! Così! Chiedevo!” esclamò Lorenzo che poi vide Tommy allontanarsi per bere un po’ d’acqua.
– “Un fine psicologo, eh?” lo aveva preso in giro Sara.
– “Sai cos’è? È che.. è cotto marcio! E uno, quando è innamorato così tanto, fa solo stupidaggini!” 
– “Tipo mollare tutto e trasferirsi da New York a Roma?”
– “Non è la stessa cosa!”
– “Sì, invece! Tuo figlio ti somiglia tantissimo! E sai cosa penso? Penso che sia un dono speciale amare in questo modo!”

Così Tommy scoppiò a ridere.
– “Che c’è?” chiese Lorenzo, ritornando alla realtà.
– “Vi ricordate quella volta in commissariato? Papà, scusa, ma devo dirtelo: eri proprio un imbranato!”
– “Come un ?”  
– “Beh sì! Volevi sapere di me e Giada ma ci giravi intorno. Mentre Sara, pur non sapendo niente, aveva già capito tutto! Vero?”
– “Eh! Cosa? Non vi stavo seguendo!” disse Sara.
– “Cos’è? Non stai bene?” chiesero padre e figlio.
– “No! Pensavo a quella volta in commissariato! Eravate agitati tutti e due proprio come lo siete ora!! E io, ora come allora, non so come rassicurarvi.”
Tommy e Lorenzo le sorrisero.
- “Wao!!” disse Tommy. “Stavamo pensando tutti e tre alla stessa cosa!”
- “Destino!” esclamarono Sara e Lorenzo, sorridendo.
– “Signor Martini. Lei e suo figlio potete entrare!”
– “Prof però entra anche Sara! È… la mia mamma !” disse Tommy.
– “Ah! Va bene! Allora prego signora Martini! Piacere di conoscerla!”
 Sara si alzò e seguì Lorenzo e Tommy.
– “Bene! Allora la pagella di Tommy non è proprio… una soddisfazione!” iniziò la professoressa di italiano. “Tutti noi” continuò, guardando gli altri insegnanti, “siamo convinti che possa raggiungere ottimi traguardi se solo si impegnasse. Impegno che non c’è stato soprattutto nell’ultimo mese di scuola. Nonostante ciò, come lei stesso può vedere, abbiamo deciso di dargli fiducia!” concluse la professoressa, porgendo la pagella alla futura famiglia Martini. “Ma sia chiaro: tutti questi sei, se non supportati da uno studio continuo e un impegno costante, a fine anno, possono anche diventare tutte insufficienze. E poi la promozione te la scordi!” disse la professoressa, rivolgendosi al giovane Martini.
- “No prof! Mi impegnerò e saprò ripagare la vostra fiducia!” rispose Tommy, ancora incredulo alla vista della pagella.
– “Lo spero! Tommy sei un ragazzo intelligente: non buttare il tuo futuro!” lo ammonì la professoressa di filosofia.
– “Non lo farò! Allora… ci vediamo domani in classe!”
– “A domani, Tommy! Arrivederci signori Martini!” fece la professoressa, porgendo la mano a Sara e Lorenzo, rimasti in silenzio tant’erano sbalorditi.
– “Arrivederci e grazie!” risposero i due.
Appena usciti dall’aula, Tommy abbracciò Sara e Lorenzo.  
– “Non ci posso credere: ho tutti sei e un solo cinque in matematica!” iniziò Tommy.
– “Ah! Ti capisco: anch’io odio la matematica!” disse Sara. 
– “Ma la si studia comunque, anche se non piace!” fece Lorenzo.  
– “Sì, sì papà! Con te studierò pure educazione fisica!”
 Sara rise.
– “Guarda che se fai l’impertinente ti scordi la sorpresa!” lo minacciò Lorenzo.
– “Sorpresa? Quale?” chiesero in coro Tommy e Sara. 
– “Come ? Non volevate una fetta di torta voi due?” gli ricordò Lorenzo.
– “Sì!” disse Sara.
– “Ma non dovremmo andare a studiare?” chiese Tommy. 
– “Una mezz’oretta di relax dopo tutto questo stress ce lo siamo meritati! Su: salite in macchina!”
- “Ma… non aspettiamo i nonni? Vorrei sapere come è andata a Elena…” e, quando vide Lorenzo lanciargli uno sguardo inquisitorio, Tommy aggiunse “.. e a Bobò, naturalmente!”
- “Naturalmente!” disse Lorenzo, guardando prima il figlio e poi la donna che amava. Il primo non lo guardava negli occhi; la seconda sorrideva dinanzi l’imbarazzo di quello che ormai era suo figlio acquisito. “Dovrei per caso sapere qualcosa?” aggiunse poi.
- “No!” rispose subito Tommy. “Che cosa dovresti sapere!”
- “Non saprei… Forse è successo qualcosa tra te e..”
- “No! Tra me ed Elena non è successo niente! Cosa ti salta in mente!”
- “Tommy! Io non ho detto niente!” gli fece notare Lorenzo, con fare malizioso.
- “Ah! Sì… Va beh! Comunque.. No! Non devo dirti niente! Allora… andiamo a mangiare questa fetta di torta?”
- “Ed Elena e Bobò non vuoi più aspettarli?” gli domandò Lorenzo.
- “No! Gli manderò un messaggino… Meglio che le stia alla larga!” aggiunse pronunciando queste parole a  bassa voce. Purtroppo, però, Lorenzo le sentì. 
- “Da chi?” domandò Lorenzo che godeva nel vedere suo figlio imbarazzato.
- “Chi? Cosa?” domandò Tommy, esasperato.
- “Hai detto: Da chi?” domandò Lorenzo, che a stento riusciva a nascondere un sorriso.
- “Dalla scuola… Dalla scuola, naturalmente! Meglio che le stia alla larga prima che i professori cambino idea sui voti!” si intromise Sara, guardando Lorenzo come a volergli dire di smetterla con quel gioco.
- “Dalla scuola, eh? E va bene! Andiamo a mangiarci questa fetta di torta!” concluse Lorenzo, salendo in macchina.
– “Papà.. vicino al cinema, quello nella zona dove abitava il ragazzo che convinsi a operarsi…  Filippo, ti ricordi no? C’è una pasticceria buonissima? Vi va se andiamo lì?”
Sara e Lorenzo scoppiarono a ridere.
- “Vi giuro che è buona? Ma perché ridete?”  chiese Tommy, non comprendendo il comportamento dei due.
– “Perché la conosciamo!” risposero in coro Sara e Lorenzo.
– “Ah.. E come?”
– “E’ una lunga storia! Se sali te la racconto!” disse Lorenzo.
– “No dai! Gliela racconto io!” si offrì Sara.  
– “E allora armati di santa pazienza, Tommy! Ti racconterà anche i dettagli!” la prese in giro Lorenzo.
– “No problem, Sara! Sono tutt’orecchi!” 
Così salirono in macchina e si prepararono a vivere un meraviglioso pomeriggio.
Il primo di una lunga serie.




In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
- 9x06 Procurato allarme
- 9x11 Tommy in love
– 9x18 I fuggitivi   
- 9x22 Il destino a quattro zampe
- 9x23 Misterioso omicidio a Poggiofiorito
                       

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Capitolo 15
*** • Episodio XV _ A Verona... con amore! ***


14 febbraio, ore 8.00 circa


- “Sara! Sara! Guarda! Ti ho preparato la colazione!” disse Lorenzo. 
Sara, ancora mezza assonnata, rimase senza parole. Era come nel sogno che aveva fatto tempo prima: Lorenzo era lì, accanto a Lei, con in mano un vassoio con un cappuccino, una spremuta d’arancia, un cornetto, una rosa e, dulcis in fundo, un paio di scarpe da corsa. “Sara… Che hai? Non stai bene???” le chiese Lui, sedendosi sul letto.
– “E’ come nel mio sogno!” esclamò Lei, incredula.
– “Quale sogno?” le domandò Lui, confuso.
– “Ah... è vero: non te l’ho mai detto! D’altra parte, non eri stato proprio così carino dopo quella notte…” lo rimproverò Lei.
– “Eh? Ma di cosa stai parlando?” le domandò Lui, confuso.
– “Ricordi quando siamo andati al cinema, quella volta, per vedere ? Ti avevo chiesto se ti andava una fetta di torta..”
– “Sì!” Lorenzo ricordava benissimo a cosa Sara stesse facendo riferimento.
– “Poi però sei corso da… Sì, va beh!” disse Sara, cercando di tenere a freno la gelosia. “E io sono tornata a casa. Quella notte ho fatto un sogno: io stavo dormendo, in garage, e tu, la mattina, mi portavi a letto la colazione! Ma non una colazione qualsiasi! Questa colazione: cornetto e cappuccino, spremuta d’arancia, una rosa e un paio di scarpe da ginnastica!”
– “Beh: dovresti sapere che i sogni, a volte, diventano realtà! Io l’ho imparato sulla mia pelle!” disse Lorenzo, alludendo al suo di sogno. “E poi: cosa succedeva? Facevamo colazione?” chiese curioso.
- “Eh.. no! Veramente….”
- “Veramente?”
- “Mi baciavi!”
- “Ah!” disse Lui, sorridendo.
- “Poi, però, mi sono svegliata! E tu non c’eri… Eri.. Vabbè.. Ci siamo capiti!” concluse Lei, voltamdosi dalla parte opposta a quella dove si era seduto Lorenzo.
- “Ma io stavo pensando a te!” le disse Lui, cercando di darle un bacio.
- “Eeee.. Certo! Ma ti credo!” disse Lei, sottraendosi al bacio.
- “Dico sul serio! Quella sera, a casa di Veronica, non riuscivo a prendere sonno.. Così mi sono ritrovato sul divano con una foto di me e Veronica in una mano e l’orologio fermo al momento in cui ti ho baciato quella sera, dopo la festa di Tommy, nell’altra… E, pur non volendo ancora ammettere a me stesso che eri tu quella che volevo, beh… non riuscivo a far altro che pensare a te… A quella sera passata a riordinare casa di Veronica.. A quel bacio… A quella notte..”
- “Già! Peccato che il giorno dopo sia venuto dai Martini con la tua ex moglie e l’abbia anche baciata davanti ai miei occhi!!!” sottolineò Sara.
- “Amore! Ma non c’è bisogno di essere gelosa! Io ho scelto te!”
- “Lo so! E infatti io non sono gelosa… Vabbè: giusto un pizzico!”
- “Tranquilla! Puoi essere gelosa quanto vuoi! Sei ancora più bella.. gelosa e addormentata! A proposito, mia bella dormigliona: cosa preferisci?” aggiunse, guardando il vassoio. 
– “Perché? Non è tutto per me?” lo prese in giro Lei.
– “No! Quello che non prendi tu lo prendo io! Per prepararti la colazione io non l’ho ancora fatta!”  
– “Va beh! Lo accetto solo perché ti amo!”     
– “Ah grazie!” disse Lorenzo, e finalmente la baciò.
– “Allora: che facciamo oggi? Io vorrei andare al bar e..” 
- “Niente bar: ho una sorpresa per te!” esclamò Lorenzo.
– “Perché? Non è ancora il mio compleanno!” disse Sara, fingendo di non capire.
– “Sì! Ma è San Valentino!” 
– “Uuuuuu!!! Ma te ne sei ricordato? Ero convinta che tu non tenessi a queste cose!” gli rispose Lei, buttandogli le braccia al collo.
– “E ti sbagliavi!” le disse Lui, attirandola a sé per darle un bacio.
– “E qual è la sorpresa?” chiese Sara, curiosa come una bambina piccola.
– “E se te la dico che sorpresa è? Allora: ora ci prepariamo che tra meno di un’ora dobbiamo prendere il treno!”
– “Treno?” ripeté Sara incredula.
– “Non avrai paura pure del treno?” le domandò Lorenzo seriamente preoccupato.
– “No!” rispose Sara, percependo quale fosse la fonte della paura del suo futuro marito.
– “Bene!”
– “Sì, ma…”
– “E’ inutile: non te lo dico! Forse, quando arriveremo in stazione, capirai!” disse Lui, alzandosi per posare il vassoio sul comodino per poi iniziare a prepararsi.
– “Uffa!!!”
– “Mi dispiace, mia cara! Non hai altra scelta!”
– “E va beh! Aspettiamo e facciamo sorprendere!” si arrese Sara, alzandosi e recandosi in bagno.
Non prima di dare un bacio all’uomo della sua vita.


Mentre Sara faceva la fila al bagno di casa Martini, la raggiunse Elena con un faccino moggio moggio.  
- “Elena! Cosa ci fai ancora in pigiama? Oggi niente scuola?” le chiese subito Sara.
- “No, no! Oggi c’è assemblea d’istituto e ho deciso di non andare!”
- “Ah perché? Non è interessante?”
- “Mah! Le assemblee di istituto sono tutte uguali… Solo che oggi ci saranno tutte quelle coppiette felici e smielate che passano tutto il tempo a sbaciucchiarsi e… Va beh: hai capito, no??”
- “Sì, sì! Ho capito… Ma… sicura di star bene? Hai un faccino bianco! Vuoi che andiamo da Lorenzo?”
- “No, Sara! Fisicamente sto bene! È il mio cuore che sta male! Ma non come te! Insomma… E’ un problema di cuore nel senso che mi piace un ragazzo a cui io non piaccio e..”
Ma in quel momento Tommy uscì dal bagno. – “Ho interrotto qualcosa?” esordì il giovane Martini.
- “No! No! Sara non ti dispiace se vado prima io, vero?”
- “No, tranquilla!” le disse Sara.
- “Grazie! Ci vediamo!” si congedò Elena.
Ma Tommy la bloccò per un braccio. – “Elena.. Che ne diresti se… Sì.. Se andassimo all’assemblea d’istituto.... insieme?”
- “Eh! Veramente io non vengo!” gli rispose Elena, laconica. 
- “Ah.. Allora potremmo andare...” ribatté Lui. Ma ormai Elena aveva già chiuso la porta. Così il giovane Martini si voltò verso Sara. "Ciao Sara!" le disse, sforzandosi di far comparire un sorriso sul suo volto. 
- "Buongiorno Tommy! Come va?"
- "Eh! L'hai visto anche tu... Elena mi evita! E' scostante!"
- "E tu ci stai male?"
- "Sì, molto! Mi manca stare insieme a Lei... ridere.... scherzare insieme!"
- "Sai.. Credo che anche ad Elena manchi stare con te... ridere e scherzare! Però stare con te.. ridere e scherzare con te, sapendo che il tuo cuore è di un'altra.. beh.. la fa stare ancora peggio... E allora.."
- "Ha scelto il male minore! Ho capito!" concluse Tommy.
- "Già! Anche io la capisco e capisco anche te! E' normale che tu sia confuso... Giada è stata il tuo primo amore e avete ancora molte cose in sospeso da risolvere! Elena, invece, è..."
- "E' speciale!" la interruppe Tommy. "E' dolce, sensibile, così piccola che ogni volta che l'abbraccio ho paura di romperla... E'..." 
Ma Tommy si interruppe. La porta del bagno si aprì e si materializzò Elena.
- "Elena!" le disse Sara. "Tommy ti voleva dire una cosa... Vero Tommy?" disse esortandolo con lo sguardo a parlare con Elena.
- "Beh.. sì! Neanche a me va di andare all'assembla d'istituto! Che ne dici se... beh insomma... se andassimo a fare un giro? Papà mi ha detto che posso prendere la sua moto!"
- "Tommy io non sono proprio dell'umore adatto! Scusa..."
- "Appunto! Quante volte io non ero dell'umore adatto e tu mi hai convinto a seguirti e alla fine ci siamo divertiti? Dai..." le disse Tommy, avvicinandosi, mentre Sara ne approfittò per sgattaiolare in bagno e chiudere la porta alle sue spalle. "Ti prego... Io e te! Per un po'!" concluse Tommy.
-"Va bene! Mi hai convinto! Dammi dieci minuti e sono pronta!" gli rispose Elena.
- "? Minimo mezz'ora vorrai dire!" le rispose Lui, sorridendole.
- "Ognuno ha i suoi tempi!" sentenziò Elena, prima di andare in camera per decidere cosa indossare.
Tommy rimase lì a guardarla andar via. Poi si voltò per ringraziare Sara ma la sua matrigna non c'era. Tommy capì che, avendo preferito lasciarli da soli, Sara si era barricata in bagno. Così decise di aspettarla. 
- "Tommy! Che ci fai ancora in fila?" le chiese Lei, uscendo dal bagno.
- "Ma... Come sapevi che Elena avrebbe accettato la mia proposta?"
- "Non lo sapevo! Però ho visto come parli tu di Lei.. Come la descrivi... E.."
- "E.." la incalzò Tommy.
- "E penso che sia tu che lei vi meritiate una chance! Ora vai a preparati.. A una donna non piace aspettare!" gli diede un bacio e andò anche Lei a cambiarsi. Anche a Lorenzo non piaceva aspettare.
 


14 febbraio, ore 9.30 circa

Verso le nove, sia Sara che Lorenzo erano pronti. Scesero in cucina e avvisarono Nonno Libero e gli altri della loro gita fuori porta. 
- "Ah! Che bravi 'sti putei!" esclamò Ave.
- "E.. dove ve ne andate di bello?" chiese loro Libero.
- "Eh! A saperlo! Lorenzo non vuole dirmelo!" gli rispose Sara.
- "Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa!" fece notare Lorenzo.
- "Va beh! Sì! Ho capito! Adesso andiamo così capiamo qual è la sorpresa!" si arrese Sara.
- "Buona giornata, ragazzi!" li salutarono i nonni.
- "A stasera!" si congedarono Sara e Lorenzo che, saliti sul taxi che avevano chiamato, si avviarono alla stazione.
Durante il tragitto Sara non smise di provare ad indovinare qual era la sorpresa. Ma tutti i suoi risultati furono un buco nell'acqua. 
- "Aspetta e vedrai!" le consigliò Lorenzo. "Ormai manca poco!"
In effetti in poco raggiunsero la stazione e, una volta dentro, Lorenzo mostrò a Sara i biglietti. Sotto la voce destinazione compariva la scritta: Verona. 
- “Verona! Andiamo a Verona???” domandò Sara, entusiasta.
– “Già! E' la citta degli innamorati! Quindi ho pensato di andarci con la donna che amo! Che ne dici???” le domandò Lorenzo, che già immaginava la risposta. 
– “Amore! Mi sembra una magnifica idea! Neanche io ci sono mai stata e, visitarla con te sarà…” 
– “Sarà???” la incalzò Lorenzo. 
– “Bello! Ma... ce l’hai la guida?” chiese Sara un po’ incerta.     
– “A che ti serve una guida, scusa?” le chiese Lui, sorridendole.
– “A me non serve! Ma tu, di solito….” gli rispose Sara, che ricordava il loro battibecco durante la gita al Colosseo. 
– “Allora non ci serve! un giorno mi ha fatto notare che è più bello visitare una città e godersi il momento che concentrarsi a leggere una guida che si può consultare benissimo a casa, in treno...” 
– “Ah! Secondo me questo ha ragione!” lo interruppe Sara.     
– “Non avevo dubbi che voi due la pensasse nello stesso modo!” la prese in giro Lui.     
- "Però..." aggiunse Sara.
- "Però?"
- "Aspettami qui! Arrivo subito!" gli disse Sara, dandogli un bacio prima di smaterializzarsi in uno dei negozi della stazione.
Dopo pochi minuti, Lorenzo la vide ritornare brandendo in mano una guida. 
- "E con quella... che ci devi fare?" le domandò, guardandola incantato.
- "Beh! L'hai detto tu: E noi abbiamo tutto il viaggio d'andata per leggerci questa guida! Quindi..  il treno diretto Roma – Verona parte alle 9.15 dal binario 9. "
- "Ah! Hai già contollato???" le disse Lorenzo, ridendo. "Non ci resta che avviarci, allora. Andiamo?”    
– “Dott. Martini, io con lei verrei anche in capo al mondo….” 
– “Eh! Magari non in aereo se no sai che mal di testa!”
Sara scoppiò a ridere e lo baciò, per poi avviarsi al binario. 


Una volta preso posto, Sara e Lorenzo aprirono la guida e si tuffarono nella guida di Verona. 
- "Prima di tutto dobbiamo andare a visitare la Casa di Giulietta!" propose Sara.
- "Sara.. Romeo e Giulietta??? Ma dai! E' una leggenda resa immortale dalla penna di Shakespeare!" le disse Lorenzo.
- "Ah sì? Senti un po' qui che cosa è scritto! Allora: Chiaro? La leggenda si lega alla realtà!"
- "Sì, sì! Va beh! Vediamo cos'altro possiamo visitare!" le disse Lorenzo, nella speranza di eludere l'argomento. "Il Duomo di Verona? La Chiesa di San Zeno Maggiore? Ho trovato: il  Castelvecchio e il Ponte Scaligero a Verona!"
- "Passami un po' la guida! Vediamo un po' questo Castelvecchio... Allora: "
- "Perfetto! C'è anche il Museo Civico! Veronica me ne ha parlato tante volte..."
- "Veronica? Ah! Allora non possiamo non visitarlo!" esclamò Sara, chiudendo la guida."E non sorridere in quel modo! Lo so cosa stai pensando e ti sbagli: io non sono gelosa!"
- "Sara non sei credibile!" la punzecchiò Lorenzo.
- "Non sono gelosa ho detto! Punto e basta! E comunque niente Museo non perchè mi ricorda Veronica ma perchè abbiamo un altro posto da visitare: l'Arena di Verona!"
- "L'Arena di Verona? No!" disse perentorio Lorenzo.
- "Scusa? Cioè: tu vai a Verona e non vorresti visitare l'Arena di Verona, uno dei monumenti più belli che abbiamo in Italia?"
- "E' che.. ci sono già stato... con Veronica!" disse Lorenzo, cercando di essere il più convincente possibile! Non era mai stato a Verona con Veronica ma mentire a Sara era necessario per la riuscita del suo piano!
- "Ah! Non avevi detto che non avevi mai visitato Verona?" gli chiese Sara, molto infastidita.
- "Beh sì! Non ho mai visitato Verona ma sono stato all'Arena.. con Veronica!"
- "Bene!" asserì Sara. "Niente Arena di Verona! E niente Museo Civico! E niente guida! Arrivati a Verona decideremo cosa fare! E tutto andrà bene! Tutto va già bene!" cercò di autoconvincersi Sara.
- "Sicuro che tutto vada bene?" la punzecchiò nuovamente Lorenzo.
- "Va tutto bene se non mi parli di Veronica, ok?"
- "Ok!"
- "Bene!"
- "Te l'ho già detto che diventi più bella quando fai la gelosa!" le disse Lorenzo.
- "Ma io non sono gelosa!" ribadì Sara.
- "Ma vah..." Lorenzo stava per smentire Sara quando squillò il cellulare. "E' Veronica!"
- "Come Veronica? Ahah simpatico!" aggiunse poi Sara quando capì che era uno scherzo.
- "Oscar dimmi! Sì... Domani? Va bene! Nessun problema! Verso che ora? Le undici?? Facciamo la mezza?? Ok! A domani!"
- "E' successo qualcosa?"gli chiese Sara.
- "No, no! Domani verrà in clinica un amico di Oscar e lui vuole che lo visiti!" le spiegò Lorenzo.
- "E perchè hai spostato l'appuntamento alla mezza? Hai da fare prima??" gli domandò Sara che incominciò ad essere sospettosa.
- "Ho una serie di visite da fare!" le rispose Lorenzo, laconico.
- "Ho capito!" disse Sara.
- "Cosa?" le domandò Lui.
- "Mi sa che mi stai nascondendo qualcosa!"
- "Io? No! Dai.. invece di perdere tempo vediamo un po' cosa visitare oggi! Abbiamo poche ore a disposizione!"
- "E va bene!" acconsentì Sara, prendendo la guida. "Però leggo io!"
- "Sì, sì!" l'accontentò Lorenzo, sollevato per aver eluso le domande di Sara.
Così, mentre i due continuarono a discutere su cosa visitare nelle ore successive, il treno entrò alla stazione di Verona Porta Nuova. 
- "Bene! Questa la prendo in custodia io!" disse Sara, sequestrando la guida a Lorenzo.
- "Sara sono d'accordo anche io nel non usare la guida ma almeno consultarla per leggere i monumenti che abbiamo scelto di visitare..."
- "Vorrà dire che ci faremo guidare dall'istinto!" concluse Sara.
E l'istinto, per sfortuna di Lorenzo, li portò alla casa di Giulietta. 
Al numero 23 di via Cappello sorge la casa in cui, secondo la tradizione, abitò Giulietta Capuleti. Un imponente cancello in ferro battuto separa il suo androne, in cui gli innamorati d'ogni luogo ed età lasciano testimonianza del proprio amore, dalla pubblica strada. Oltrepassandolo si accede ad un piccolo ma luminoso cortile interno che ospita i visitatori ansiosi di conoscere i luoghi dell'amore eterno. In esso è presente la splendida statua in bronzo di Giulietta, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini, ed una lapide su cui sono riportati alcuni versi della tragedia di Shakespeare.

Giulietta: "Oh! Come entrasti tu qui? Ed a qual fine? I muri che circondano questo giardino sono ardui, e pressoché inaccessibili; ed il luogo in cui stai ti sarà tomba, se alcuno de' miei ti sorprende". 
Romeo: "Coll'ali dell'Amore valicai l'altezza di que' muri, ché barriera non v'ha al prepotente Amore: tutto che Amor può tentare, Amor l'osa; onde a' tuoi non ebbi riguardo allorché qui venni"…


- "Amore.. ora che ci penso tu per me non hai mai scavalcato un muro!" fece notare Sara a Lorenzo.
- "Amore semplicemente perchè io e te abbiamo abitato nella stessa casa dal primo giorno! E poi... io per te mi sono arrampicato sul tetto!" le fece notare orgoglioso Lorenzo.
- "Eh già! Dimenticavo che il mio futuro marito è lo Spidermen di Poggiofiorito!"
- "Ma vah! La smetti di prendermi in giro?"
- "Ma non ti sto prendendo in giro! Sono seria!" affermò Sara.
- "Beh! Allora mia Mery Jane, vogliamo andare a visitare la casa della signorina Capuleti?"
- "Ma certo, mio eroe!"
E così i due si inoltrarono nel vecchio palazzo appartenuto alla famiglia Capuleti. Sara si fermava ad ogni passo lungo il corridoio dove tutti i visitatori, provenienti da ogni dove e di ogni età, lasciavano le proprie lettere raccontando il proprio amore. Sara voleva leggerle tutte e naturalmente Lorenzo non condivideva l'idea. Dopo aver letto un paio di lettere (questo fu il compromesso che i due futuri sposi riuscirono a trovare) Sara e Lorenzo, seguendo la folla di turisti, si tuffarono nella vista del luogo più romantico di Verona. Sara, dopo aver contemplato la statua di Giulietta, volle salire sul famoso balcone dal quale la giovane eroina si affacciava per colloquiare con il suo Romeo.
- "No!" disse, bloccando Lorenzo. "Tu non puoi salire con me! Tu devi rimanere qui, sotto il balcone e, appena mi vedi apparire, ti dieltterai a farmi una bellissima dichiarazione degna di Romeo Montecchi!" propose Sara a Lorenzo.
- "Mi diletterò?? Stai scherzando??" disse Lorenzo, scettico. Ma ecco che Sara era già scappata su per le scale e ogni sua opposizione si era rivelata vana. 
- "Allora?" domandò Sara, incitando Lorenzo a paralare. "Va beh! Ho capito! Inizio io! Allora.. Com'è che si dice in questi casi: "
- "Caspita! Ma la sai tutta la tragedia di Shakespeare???" domandò Lorenzo, molto colpito.
- "Al liceo ho interpretato Giulietta durante una recita scolastica! Ma questa è un'altra storia... Adesso tocca a te! Che mi dici, mio bel Romeo?"
- "Beh! Ma io non so cosa risponderti, mia bella Giulietta! Anzi no! Aspetta..." Lorenzo così si intrufolò nel palazzo e prese uno degli opuscoli lasciati lì dagli organizzatori sul quale era anche riportato il famoso dialogo di Romeo e Giulietta. "Pronta??? "
- " declamò Sara.
- ""
- "Però!" esclamò Sara. "Potresti fare l'attore! Reciti come Leonardo Di Caprio!" lo prese in giro.
- "Va beh! Finiamola qua! Ora vuoi scendere da quel balcone? Abbiamo ancora tante cose da visitare!" le fece notare Lorenzo.
- "E va beh! Arrivo!" disse Lei, mandandogli un bacio prima di raggiungerlo.
- "E comunque io sono molto meglio di Leonardo Di Caprio a prescindere dalla recitazione!" precisò Lui una volta che i due si erano incamminati per le vie di Verona.

I due, dopo la visita al palazzo dei Capuleti, si recarono a visitare altri angoli della città. All'ora di pranzo, però, lo stomaco ebbe la meglio. Così i due scelsero una trattoria nel cuore di Verona e lì si rifocillarono. Pasta e fasoi, bollito con la pearà e il mandorlato di Cologna Veneta. Il tutto bagnato da un rosso Bardolino. Fu proprio perchè i cibi erano così buoni che i due si fermarono a lungo alla trattoria. Ed infatti, quando pagarono il conto, erano quasi le quattro!
Convinta di dover prendere il treno alle otto, Sara propose di andare a visitare la Chiesa di San Lorenzo e, dato che il tempo stringeva, la Torre dei Lamberti. 
Sulla Chiesa non ci furono problemi: si trovava nel centro storico di Verona... Era stato facile anche trovarla!
I problemi si presentarono per la Torre dei Lamberti, una torre medioevale che svetta da piazza Erbe, l'antico foro romano, nel centro storico della città, di ottantaquattro metri d'altezza.
- "Ottantaquattro metri d'altezza??? Ma sei impazzita???" esclamò Lorenzo.
- "No! Assolutamente! Che problema c'è, scusa??? E' anche aperta al pubblico.. E' scritto qui! Leggi: Perfetto, no?" concluse Sara.
- "Ma è inutile salire fin lì per ammirare Verona!" obiettò Lui.
- "Ah! Le vertigini!" capì Sara.
- "Ma che vertigini! E' che... Va beh! Andiamo! Però, almeno, prendiamo l'ascensore!"
- "Va bene! Andiamo!"
Così Sara l'aveva spuntata un'altra volta. E infatti i due, preso l'ascensore, salirono sino all'ultimo piano e goderono della meravigliosa Verona.
- "Allora?" domandò Sara a Lorenzo. "Ne è valsa la pena??"
- "Devo ammettere che è proprio bello qui! Ma, d'altra parte, qualunque cosa diventa bella se ci sei tu al mio fianco!" le disse Lui dandole un bacio. 
- "Anche un viaggio in treno?" lo mise alla prova Lei.
- "Sì! Anche un viaggio in treno!" acconsentì Lui.
- "Bene! Anche perchè dobbiamo andare! Altrimenti perdiamo il treno!" 
- "Hai ragione! Incominciamo ad avviarci altrimenti arriviamo tardi!"
Ma Lorenzo temeva di arrivare tardi non alla stazione ma da un'altra parte.
Fermato così un taxi, Lorenzo si avvicinò all'autista e gli disse bisbigliando l'indirizzo al quale voleva essere portato.
- "Che hai detto all'autista a bassa voce?" chiese Sara, una volta che Lorenzo le si era seduta accanto.
- "Che volevamo andare alla stazione, naturalmente!"
- "E perchè glielo hai detto bisbigliando?" chiese Lei, percependo qualcosa di strano.
- "Amore per evitare l'inquinamento acustico, naturalmente!"
- "Naturalmente!" disse Sara poco convinta.
La giovane Levi percepiva una strana atmosfera e in pochi minuti ebbe la conferma che qualcosa non andava.
- "Arrivati!" disse l'autista.
- "Amore!" disse Sara bisbigliando. "Ha sbagliato! Ci ha portati alle non alla stazione!"
- "No, Sara! Non ha sbagliato! E' proprio qui che dobbiamo andare!" le prese la mano, la fece scendere e, pagato l'autista, la accompagno alla reception. "Buonasera! Siamo i signori Martini!"
- "Salve!" disse la ragazza alla reception. "La vostra stanza è pronta! E' la numero 46. Terzo piano!"
- "Grazie mille!" rispose Lorenzo. "Amore.. Andiamo???"
- "Certo!" rispose Sara, mentre si avviavano all'ascensore. "Ma andiamo a fare cosa?"
- "Aspetta e vedrai!"
Mentre arrivavano al terzo piano, Sara non disse una parola. Lorenzo la osservava: era sorpresa e aveva la stessa aria che hanno i bambini la mattina di Natale quando aprono i regali. 
Trovare la stanza non fu difficile. Lorenzo aprì la porta e fece entrare Sara. Sapeva esattamente cosa la sua futura moglue avrebbe detto. E infatti:
- "Amore! Secondo me la signorina alla reception ha sbagliato! Questa non è la nostra stanza. Ci sono due abiti.. E non sono i nostri!"
- "Sicura che non siano i nostri? Io darei uno sguardo!" le consigliò Lui.
Sara si avvicinò al letto matrimoniale e aprì la prima confezione e rimase senza parole. Una conteneva l'abito di Jenny Packham, quello che Kate Middelton aveva indossato in occasione del gala per sostenere la squadra britannica in vista delle Olimpiadi e che Sara non aveva scelto per la cena di gala con la Federazione Italiana d'Atletica a Pisa. - "Lorenzo ma..."
- “Io vedrei anche l'altro!" 
Era lo smoking classico che Lorenzo non aveva scelto per accontentare Sara che preferiva quello di velluto.
- "Ma.. hai organizzato tutto tu?" gli chiese Sara, incredula.
- "Eh già! Ma le sorprese non sono ancora finite! Ora indossa l'abito che dobbiamo andare in un posto!" le disse Lorenzo, dandole un bacio. "Ce la fai in mezz'ora??"
- "Facciamo un'oretta?" contrattò Sara.
- "Va bene! Ti aspetto alla reception!" le disse dandole un altro bacio. "Però non ci mettere un'eternità!"


Dopo circa un'ora, Lorenzo camminava avanti e indietro, agitato, nella hall dell'albergo. Erano quasi le otto e mezza. C'era ancora tempo. Lo spettacolo iniziava alle nove. Mentre il dottor Martini ricontrollava l'orologio, ecco che, alzando lo sguardo vide Sara arrivare con il suo abito verde acqua,  con il velo di pizzo sulle spalle e sulla schiena. Era un incanto.
- "Stavi aspettando me?" gli domandò Sara, avvicinandosi.
- "Sei... bellissima!" le disse Lei, tirandola a sè e baciandola.
- "Signor Martini!" li interruppe la signora alla reception. "Il taxi è arrivato!"
- "Grazie!" gli rispose Lorenzo. "Andiamo?" chiese poi rivolgendosi a Sara.
- "Certo! Così finalmente mi dici dove!"
Quando i due salirono in taxi, il tassista mise in moto e partì.
- "Ma non sa dove dobbiamo andare!" si oppose Sara.
- "Lo sa!"
- "Bene! Sono la sola all'oscuro di tutto!"
- "Va bene! Adesso ti spiego! Allora.. Hai presente quando ti ho detto che non sono mai stato a Verona?"
- "Non sei mai stato a Verona ma sei stato all'Arena con la tua ex moglie!" precisò Sara.
- "Esatto! Non sono mai stato a Verona e non ho mai visitato l'Arena con la mia ex moglie!"
- "Ma allora.. Perchè mi hai mentito?? Avremmo potuta visitarla oggi insieme!"
- "No! Non avremmo.. perchè è adesso che dobbiamo visitare..."
- "Arrivati!" si intromise il tassista.
- "L'Arena di Verona!" concluse Lorenzo, scendendo dalla macchina e aiutando Sara con il vestito. 
- "Amore.. Ma è una bellissima sorpresa!" esclamò Sara. "Ma sei sicuro che possiamo visitarla? Credo che ci sia uno spettacolo!"
- "No! Non c'è uno spettacolo qualsiasi! Mettono in scena "La Traviata". Allora, mia cara: le andrebbe di accompagnarmi ad assistere a questa bellissima storia d'amore?"
- "Certo che sì!" esclamò Sara. "Però... solo una cosa!"
- "Cosa?"
- "Hai un fazzoletto?"
- "Perchè?"
- "Perchè finisce male!"
- "Ma perchè: l'hai già vista?"
- "No! Ma Julia Robert alla fine dell'opera, quando lei e Richard Geere vanno a teatro, si commuove perchè Violetta muore!" spiegò Sara.
- "Va beh! Però un lieto fine c'è lo stesso: Alfredo e Violetta si ameranno per sempre!"
- "Lo so! Però.."
- "Dai.. ti darò il mio fazzoletto!" le disse Lorenzo, dandole un bacio sulla fronte.
- "E va bene! Anche perchè questa resta la sorpresa più romantica di San Valentino che io abbia mai ricevuto!"
- "Perchè non hai ancora ricevuto quella del prossimo San Valentino!" puntualizzò Lorenzo.
Sara scoppiò a ridere. - "Ti amo, lo sai!"
- "Anch'io! Però adesso andiamo che Violetta e Alfredo non ci aspettano!"
Così Lorenzo e Sara si avviarono ai loro posti, pronti per vivere un'altra bellissima favola insieme. 
Anche se nessuna sarebbe stata mai bella come la loro.



P.S. Buona serata a tutti e Buon Natale! Questo è il mio regalo per tutti voi che in questi mesi mi avete seguito e mi avete sostenuta! 
Grazie a questa storia nata un po' per scherzo subito dopo la fine della nona serie di Umif9 e che ho tanto faticato a pubblicare, ho avuto modo di conoscere molte persone e posso dire con certezza di aver trovato buone amiche. Per questo ci tenevo a lasciarvi un pensierino! Lo so: Natale è quasi finito ma si sa: questi giorni sono un po' particolari! Comunque spero vi piaccia! Un abraccio forte a quanti leggono, commentano o che aprono soltanto il link! Grazie a tutti voi!
Buon Natale a tutti!
Cristin 

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Capitolo 16
*** • Episodio XVI _ L'amore non è bello... se non è litigarello! ***


19 febbraio, ore 4.00 circa


Lorenzo aveva appena parcheggiato la macchina fuori casa Martini. Quel giorno, in clinica, insieme a Oscar, Emilio e l'intera equipe di Villa Aurora, avevano avuto varie emergenze di cui occuparsi. Aveva più volte avvisato Sara del suo ritardo. "Ma per l'ora di cena torno!" l'aveva rassicurata. Però poi ecco che era stato portato in clinica un bambino affetto da una malattia rarissima ai ventricoli. Era arrivato a Villa Aurora nel mezzo di un infarto. Lorenzo aveva visto tanti casi come quelli. Ma nessuno dei suoi pazienti era un bambino. Per questo, quando Emilio gli aveva detto di raggiungere Sara e i suoi figli, Lui aveva deciso di restare lì, ad aiutare Ruggero. Lo aveva deciso soprattutto perchè quel giorno aveva come il sentore che qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere di lì a poco. Sensazione che nemmeno  dopo l'operazione di urgenza a Ruggero era scomparsa. 
Ma il piccolo, dopo l'intervento, era fuori pericolo, e così, finalmente, il dottor Martini decise di tornare da Sara. 
Quando stava per aprire la porta di casa, guardò l'orologio: erano quasi le quattro del mattino. "Speriamo che Sara dorma! E' necessario che riposi, specialmente nelle sue condizioni! E così evito anche la sua ramanzina! Mi sembra già di sentirla: <>" pensò tra sè e sè, salendo le scale per andare da sua moglie. 
Eppure, quando aprì la porta, trovò il letto vuoto. Lorenzo rimase sorpreso. Così, sempre senza fare rumore, per non svegliare gli altri, andò in garage. Pensò che Sara, non vedendolo tornare, fosse andata lì ad aspettarlo. Ma niente. Sara non era neanche lì.
Attanagliato dall'ansia, Lorenzo stava per andare da suo zio. Ormai non sapeva più cosa pensare. All'improvviso, però, sentì squillare il telefono. 
- "Pronto!" rispose Lorenzo distrattamente. L'unica sua priorità era Sara. 
- "Papà! Papà!"
- "Tommy! Ma dove sei?"
- "In clinica! Papà ti ho chiamato non so quante volte!"
- "Tommy calamati! Cosa succede? Perchè sei in clinica?"
- "Papà.. Sara..."
- "Tommy! <> cosa?"
- "Papà si è sentita male! Siamo appena arrivati in clinica! Oscar ci ha detto che la situazione è disperata! Papà... Sara e la piccola rischiano.. rischiano di non farcela!" disse Tommy con un filo di voce.
- "Arrivo!" disse Lorenzo, staccando il cellulare. "Sara! Non mi fare scherzi!" bisbigliò Lorenzo, catapultandosi alla macchina.
Acceso il motore, senza nemmeno indossare la cintura, Lorenzo incominciò a guidare. Durante il tragitto non prestò attenzione nè alla segnaletica, nè ai semafori. Fece di tutto per arrivare il prima possibile da Sara. "Dio, ti prego! Salvale! Salva Sara! E salva la piccola! Ti prego! Ti prego!"
Arrivato in clinica, parcheggiò la macchina senza prestare molto attenzione nè alle strisce nè alle altre auto. Corse dentro e si guardò intorno. I Martini erano nella hall e Oscar stava dicendo loro qualcosa.
- "Oscar! Sara? La bambina?" domandò Lorenzo tutto d'un fiato.
- "Lorenzo!" lo guardò Oscar, pallido in volto.
Lorenzo spostò lo sguardo dall'amico alla sua famiglia. Stavano tutti piangendo e nessuno parlava. - "Allora? Qualcuno vuole dirmi che cosa sta succedendo?"
- "Lorenzo.. Ho provato a chiamarti.. per sapere qual era la tua decisione! Ma il tuo cellulare era spento! E.. E Sara ha detto che tu saresti stato d'accordo.. E abbiamo fatto la sua volontà!"
- "Oscar!" disse Lorenzo, mentre due lacrime gli rigavano il volto. "Cosa..."
- "Lorenzo.. Sara ha avuto un infarto! Conosci lo stato del suo cuore! Era troppo debole per sopportare un intervento d'urgenza al cuore e una gravidanza. Lei ha deciso di partorire..."
- "No! No! E' una pazzia! Così.. Così richia di morire..." esclamò Lorenzo, disperato. "Oscar! Dimmi che non lo hai fatto!"
- "L'avremmo fatto partorire e poi l'avremmo operata d'urgenza! Però.. dopo aver fatto nascere la piccola.. beh.. ci siamo accorti che Sara e tu.. aspettavate due gemelli!"
- "Cosa?"
- "Il parto del secondo bambino è stato molto complicato! Il cordone ombelicale era attorcigliato intorno al suo collo!" A Oscar si spezzò la voce. "Lorenzo.. Il piccolo è nato morto e Sara.. durante il parto... ha avuto un altro infarto! Non... non abbiamo fatto in tempo..."
- "No! No! Non è possibile! Oscar: dimmi che Sara è viva!"
- "Lorenzo... Sara è morta! Non siamo riusciti a salvarla! Mi dispiace!"



- "No! Sara!" urlò Lorenzo, svegliandosi all'improvviso. 
- "Amore! Amore cos'hai?" gli domandò Sara, mezza assonnata. "Sembri sconvolto!"
- "Niente! Niente! Un sogno!"
- "Un <>?" domandò Sara. "Io direi un incubo! Guarda come sei sudato! Cosa hai sognato: io che ti lasciavo sull'altare?" domandò sorridendo la giovane Levi.
- "Sì! Più o meno.. Tu che mi lasciavi!" rispose Lorenzo, coricandosi di nuovo. 
- "Amore! Ma dove vuoi che vada? Lo vuoi capire che di me non ti sbarazzerai mai?"
- "Non ho alcuna intenzione di sbarazzarmi di te!" le rispose Lui, abbracciandola più forte che poteva.
- "Dai! Stai tranquillo e dormi un altro po'!" disse Sara, accoccolandosi al suo futuro marito.
- "Già! Dormiamo un altro po'!" le rispose Lorenzo.
Ma il dottor Martini non riuscì a chiudere occhio. Quell'incubo sembrava così reale che dire che l'aveva spaventato era un eufemismo. 


Quando quella mattina suonò la sveglia, alle sette, Lorenzo non sentì la fastidiosa suoneria che aveva installato Sara e la giovane Levi, in pochi secondì, disattivò l'apparecchio e decise di lasciare riposare il suo futuro marito un altro po'.
Così scese in cucina e, fatta una colazione veloce, preparò un vassoio con spremuta d'arancia, cornetto alla crema e una fetta di crostata preparata da Ave e salì da Lorenzo.
- "Amore! Buongiorno!" bisbigliò Sara a Lorenzo.
- "Eeee... Buongiorno!" le rispose Lorenzo. "Ma che ore sono?" domandò Lui dopo qualche secondo.
- "Quasi le sette e mezza! Ti ho fatto dormire un altro po'! Questa notte ti ho sentito così agitato che questa mattina ho pensato che non c'era alcuna fretta di svegliarti! D'altronde mi hai detto che oggi devi andare in clinica dopo pranzo!"
- "Sì, sì! Ho un appuntamento in clinica alle tre! Grazie!" le disse poi, dandole un bacio.
- "Eeee.. Aspetta a ringraziarmi! Ti ho anche preparato la colazione!"
- "Amore.. Ma sei proprio una donna da sposare!"
Sara scoppiò a ridere. - "Tu.. spremuta d'arancia e cornetto!"
- "Ma lì c'è anche la crostata! L'ha preparata Ave?" chiese Lorenzo.
- "Già!"
- "Allora la voglio assaggiare!" protestò Lui.
- "Va bene! Allora facciamo un po' ciascuno!"
- "E va bene! Della serie.. <>!" scherzò Lorenzo.
- "Comunque... Mi vuoi dire che cosa hai sognato questa notte!"
Lorenzo rivide davanti ai suoi occhi le immagine di quel maledetto incubo. Il cellulare spento. Tommy che lo avvertiva del malessere di Sara. Le parole di Oscar.
- "Amore! Ma che hai? Sei divenatato bianco come un lensuolo?" gli domandò Sara, seriamente preoccupata.
- "Niente! Niente! E' che.. vedo che stai mangiando tutta la crostata! Il sogno.. Boooh! Non lo ricordo neanche più!" mentì Lui. "Comunque noto con piacere che il tuo problema d'insonnia è sparito! Ti sei addormentata subito tu!"
- "Amore! Io ti ho sempre detto che soffrivo d'insonnia ogni volta che io e te eravamo distanti! Quindi, da quando ci sei tu nella mia vita, non c'è più alcun motivo per non dormire! E poi io, al contrario tuo, ho fatto un sogno bellissimo!"
- "Ah sì?" domandò Lorenzo, curioso.
- "Sì! E' stato bellissimo! Tu eri al lavoro, con il cellulare spento, ovviamente! Ed io ero a casa con tutti i Martini e ad un tratto mi sentivo male! O meglio, ad un tratto i nostri figli hanno deciso di nascere! Così mentre noi arrivavamo in clinica tu tornavi a casa ma Tommy riusciva a contattarti e così tu arrivavi da me giusto in tempo per veder nascere i gemelli! E giusto in tempo per incominciare a contestare i nomi che io proponevo per i nostri figli! Lorenzo.. ma sei sicuro che stai bene? Se è possibile sei più bianco di prima!"
- "No! Tutto bene!" le rispose Lui, facendole un sorriso.
- "Cos'è? Due gemelli ti sembrano troppi?" scherzò Sara.
- "Beh! Io direi che è meglio un figlio alla volta!" rispose Lui.
- "Beh sì! Soprattutto considerando che per me sarebbe il primo!" gli rispose Lei.
- "Amore! Sono sicuro che sarai bravissima! Jonny e Palù ti adorano e poi, al momento, puoi fare pratica con gli altri due gemellini in arrivo!"
- "Beh.. Io avrei un'idea migliore.. Che ne dici se provassimo ad avere un figlio tutto nostro?" propose Sara.
- "Un figlio?" domandò Lorenzo, spaventato. "Tutto nostro?"
- "E di chi se no?" domandò Sara, sorridendo. "Non pensi che sarebbe stupendo.."
- "No, Sara! No! Tu non sai di cosa stai parlando! Avere un figlio significa prendersi delle responsabilità.. Non è un gioco!" sbottò Lorenzo.
- "Lorenzo, calmati! Io non ho detto che è un gioco! E non l'ho nemmeno mai pensato! Non capisco il perchè tu reagisca così!"
- "Perchè.. perchè tu.. tu parli di avere un figlio come se fosse una passeggiata! Sara la vita non è sempre una favola! E comunque ci sono una serie di variabili... Il lavoro.. la carriera... Adesso non è il momento!"
- "<>" gli domandò Sara.
- "Sì adesso! E forse anche tra un anno! Insomma... io non capisco quale sia il problema! Abbiamo già un figlio!"
- "Già... Infatti io ho parlato di un figlio nostro!" esclamò Sara, ferita.
Lorenzo la guardò riprendendo fiato. - "Lascia stare! Vado a fare la fila per il bagno!"  
Sara lo vide aprire la porta e scomparire verso il bagno. Era rimasta sorpresa dalla reazione di Lorenzo. Ed era soprattutto molto dispiaciuta. Marco più volte le aveva fatto notare di essere un'irresponsabile e di non essere in grado di prendersi cura di un bambino, soprattutto quando aveva creduto che la sua sorellina fosse incinta. Ma una cosa era sapere che suo fratello non nutriva molta fiducia in Lei e un'altra ancora era sapere che il suo futuro marito non la vedeva nel ruolo di madre. 
Così, rammaricata, si cambiò in tutta fretta e scese a posare il vassoio in cucina.
- "Sara! Tutto bene? Hai un viso così pallido!" le domandò Maria.
- "Sì, sì! Tutto bene, grazie!"
- "Sorellina! Sei sicura che vada tutto bene? Non mi sembri molto sicura!" le disse Marco, che conosceva molto bene la sua sorellina tanto da capire che gli stava mentendo.
- "Sì! Tutto bene! Vado solo di fretta! Devo andare ad aprire il bar!" gli rispose Sara, a mo' di giustificazione, per poi scomparire in un baleno.
Marco guardò la moglie. - "A me non è sembrata molto convincente!"
- "Amore! Se Sara ha detto che va tutto bane, non vedo perchè tu debba preoccuparti! Comunque, se vuoi stare più tranquillo, dopo passo da Lei e ci facciamo una chiacchierata tra donne!"
- "Sì, grazie Amore!" le rispose il giornalista, dandole un bacio.
- "Buongiorno!" disse Lorenzo, entrando in cucina.
- "Ciao Lorenzo! Tutto bene?" chiese Libero. "Sembri un po'.. stanco!"
- "Beh sì! Questa notte non ho affatto dormito bene! Ho fatto un incubo..." spiegò Lorenzo.
- "Beh.. Anche Sara non deve aver dormito bene! E' scesa con una faccia!" aggiunse Marco, facendo finta di non aver detto nulla di male.
- "Dov'è adesso?" chiese Lorenzo, dispiaciuto. Sapeva che il malessere di Sara derivava dalle parole che le aveva rivolto quella mattina.
- "E' andata al bar!" gli rispose Ave.
- "Sì! Vittorio l'ha chiamata e ha detto che sarebbe arrivato un po' più tardi! Doveva passare in banca, mi pare!" aggiunse Libero.
- "Ma è impazzita! Neanche un mese fa ha subito una delicatissima operazione al cuore ed è andata a lavorare?" sbottò Lorenzo. "Ma è un'incoscente! Cosa vuole: farsi venire un altro attacco di cuore?"
- "Lorenzo stai calmo! Non deve lavorare tutto il giorno! Deve solo sostituire Vittorio per un'ora! Al massimo due!" cercò di farlo ragionare Maria.
- "Non vuol dire nulla!" sentenziò Lorenzo. "Ora mi sente!" disse poi uscendo, di corsa, di casa.
- "Ma Lorenzo!" si intromise Marco.
- "Amore! Credo sia meglio che Sara e Lorenzo affrontino la situazione da soli!"
- "Ma..." obiettò il giornalista.
- "Marco! Maria ha ragione! Sai il detto: <>" concluse Ave.
- "E va bene!" si arrese Marco, risedendosi accanto a sua moglie, seriamente preoccupato.

Nel frattempo Lorenzo era arrivato al bar. Prima di entrare trasse un sospiro profondo e cercò di calmarsi. 
- "Sara!" la chiamò, appena entrato al bar. 
Passò qualche secondo e Lorenzo non ebbe alcuna risposta. Guardandosi intorno, Lorenzo si accorse che un vassoio con delle tazzine erano frantumate in cocci sul pavimento. Si ricordò di quella mattina in cui, prima di andare a correre, si era fermato da Sara per ringraziarla della serata precedente, e l'aveva trovata lì, distesa, priva di sensi. E il panico si impossessò di Lui.
- "Sara!" urlò Lorenzo.
- "Lorenzo!" disse Sara, uscendo dallo scabuzzino. "Cos'hai da gridare? E' successo qualcosa?" gli domandò, guardandolo a stento.
- "E me lo chiedi?" rispose Lui, sollevato nel vedere che stesse bene. "Scendo in cucina e Ave mi dice che sei al bar a lavorare!"
- "E qual è il problema? Credi che non sia in grado di occuparmi nemmeno del mio bar!" gli rispose Lei, non cercando di nascondere la tristezza che provava per le parole che l'uomo che amava le aveva rivolto quella mattina.
- "Sara! Io.." incominciò Lui, avvicinandosi. "Io.. ho visto le tazzine per terra e pensavo ti fossi sentita male.. Ti fosse successo qualcosa.. I ladri.." cercò di giustificarsi Lui.
- "No! Non mi è successo nulla! Sono solo inciampata e mi sono cadute le tazzine! Niente ladri e niente di niente!" gli rispose Lei, fredda. 
Lorenzo non l'aveva mai sentita così distante. E sapeva che la colpa di tutta quella situazione era solo e soltanto sua. 
- "Sara... Ti devo parlare! Riguardo a quanto è successo questa mattina! Voglio spiegarti..."
- "Lascia stare! Sei stato già abbastanza chiaro! Non c'è nient'altro da spiegare!" disse Lei, senza neanche guardarlo negli occhi, spazzando i cocci.
- "Sara! Puoi fermarti un attimo?" le chiese Lui, bloccandola per il braccio.
- "Papà! Ciao! Ciao Sara!" li salutò Tommy. "Scusate! Ho interrotto qualcosa?" aggiunse poco dopo.
- "No, Tommy! Tranquillo. Tuo padre stava andando via!" gli rispose Sara, andando a buttare le tazzine in frantumi.
- "Tommy!" esclamò Lorenzo, guardandola allontanare. "Cosa è successo?"
- "Volevo chiederti se puoi accompagnare me, Elena e Bobò a scuola! Stiamo in ritardo!"
- "Certo! Su andiamo!" gli rispose il padre.
- "Sicuro che vada tutto bene? Sara mi sembrava un po'... arrabbiata! Ed è proprio strano: Lei non è mai arrabbiata con nessuno!"
- "Beh! A dire il vero, abbiamo avuto un piccolo diverbio! Ma nulla di cui preoccuparsi! Dai... Va a chiamare Bobò ed Elena! E portami le chiavi della macchina con il portafogli! L'ho lasciati sul tavolino vicino al divano!"
Così, mentre Tommy ritornava in casa, Lorenzo rimase in strada, vicino alla macchina, assorto nei suoi pensieri. Doveva parlare con Sara. Doveva dirle che quello non era il momento giusto per avere un figlio non perchè Lui non avesse fiducia in Lei, come moglie e come madre, ma perchè poteva essere pericoloso per la sua salute. Era passato ancora troppo poco tempo dall'intervento e la paura che Lui aveva di perderla era ancora più forte della consapevolezza di sapere che Sara era fuori pericolo e che poteva compiere una vita normale.
- "Papà! Se vuoi, noi siamo pronti!" disse Tommy, riportandolo alla vita normale.
- "Certo! Su, andiamo altrimenti arrivate in ritardo a scuola!"
- "Grazie per il passaggio!" dissero in coro Elena e Bobò.
- "E di che cosa?" gli rispose Lorenzo. "Allora? Cosa avete oggi a scuola?" chiese poi ai tre, mettendo in moto, cercando di rilassarsi e cercando di convincersi che quello di quella notte era solo un incubo. Era soltanto un disturbo del sonno, <>, come aveva studiato qualche anno prima, seguendo un corso di psicologia. Niente di veritiero. Niente di cui preoccuparsi. 

Mentre Lorenzo accompagnava i ragazzi a scuola, Sara, ancora scossa dalla discussione con Lorenzo, dopo aver spazzato il pavimento per evitare che i cocci delle tazzine potessero far male i clienti o Jonny e Palù che amavano non usare le sedie presenti in sala ogni volta che l'andavano a salutare, preparò una camomilla e si sedette a sorseggiare la bevanda nella speranza di calmarsi. 
- "Posso?" domandò Maria, entrando al bar. 
- "Maria! Certo che puoi! Vieni!" le rispose Sara, sollevata di vedere la cognata e non il fratello. La giovane Levi, infatti, sin da quando era uscita di casa quella mattina, sapeva benissimo di non aver convinto il giornalista sul fatto di stare bene. I due Levi erano sempre stati un po' <>. 
- "Sorseggi una camomilla?" le chiese Maria, accomodandosi accanto a Sara. 
- "Già! Volevo provare un po' i suoi effetti calmanti!" le rispose Sara, abbozzando un sorriso.
- "Sara! C'è qualcosa che non va, vero?" le domandò Maria, premurosa e dolce come suo solito.
- "Lo sapevo che Marco non si era bevuto la storia che va tutto bene!" ammise Sara.
- "Veramente nessuno se l'è bevuta. Nè Marco, nè io, nè tantomeno i nonni! Soprattutto dopo aver visto la faccia di Lorenzo questa mattina!"
- "Beh... In effetti io e Lorenzo abbiamo avuto un piccolo diverbio. O meglio... Ho provato a proporgli una cosa ma Lui, a chiare lettere, e senza mezzi termini, mi ha fatto capire di non condividere i miei progetti! Chiaro, no?"
- " Veramente no! Sei stata un tantino enigmatica! Ma, se non vuoi parlarne, non fa nulla! Non devi sentirti costretta!" la rassicurò Maria.
- "No, no! Mi fa piacere sfogarmi con qualcuno! Però, mi raccomando: Marco non ne devi sapere nulla! Sarebbe d'accordo con Lorenzo e non ho voglia di combattere anche con Lui!"
- "Tranquilla! So essere molto discreta! E' una dote che non ho ereditato da nonno Libero!" le promise Maria, sorridendo.
Sara rise. - "Allora.. Questa notte ho fatto un sogno bellissimo.. Io stavo per partorire i nostri due gemelli... Miei e di Lorenzo! E Lui, dopo una serie di contrattempi, riusciva ad arrivare in clinica e assisteva alla nascita dei nostri figli! E' stata un'emozione unica! Mi sono svegliata euforica ed emozionata! Avere un figlio è l'unica cosa che ormai desidero! L'altra è di trascorrere la mia vita con l'uomo che amo e questo sogno sta per realizzarsi! Però, a quanto pare, avere un figlio con me non è un desiderio di Lorenzo." concluse Sara, con la voce rotta dal pianto.
 - "Ma come? Lorenzo non vede l'ora di sposarti! Ti ama! Creare una famiglia con te è tutto ciò che chiede dalla vita!" la contraddì Maria. 
- "Lo credevo anche io! Prima di questa mattina!"
- "In che senso?"
- "Dopo avergli portato la colazione a letto, ho raccontato a Lorenzo il mio sogno! E..."
- "E..." la incoraggiò Maria.
- "Era incredulo! <>? mi ha chiesto? <>" disse Sara, facendo il verso al suo futuro marito. "Non sai come mi hanno fatto male quelle parole!"
Maria la guardò con tenerezza. - "Sara! Io conosco Lorenzo. So quanto ti ama e quanto voglia creare una famiglia con te, Tommy e altri piccoli Martini! Forse avrà reagito così.. per altri motivi! Hai pensato, per esempio, che sia preoccupato per te?"
- "Per me?" chiese Sara, molto scettica. 
- "Sì! Per te! E per il tuo cuore! E' passato così poco dal tuo intervento! Dal momento in cui ha dovuto affrontare il pericolo di perderti per sempre! D'altra parte è un medico! Avrà subito pensato che una gravidanza possa essere pericolosa per il tuo cuore!" propose Maria.
- "E allora perchè non me l'ha detto? Perchè... perchè ha reagito così? Quasi gli avessi chiesto di fare una rapina a mano armata!"
- "Perchè.. perchè ha paura anche Lui, no? Prima, quando abbiamo detto a Lorenzo che era al bar per sostituire Vittorio, è andato nel panico! E la prima cosa che ha detto è che nelle tue condizioni non puoi fare sforzi! Insomma... Io non credo che Lorenzo non voglia avere un figlio da te perchè non si fidi o perchè non ti ami abbastanza! Secondo me è solo spaventato per le tue condizioni di salute! E poi, l'aver dormito male questa notte, ha peggiorato il suo umore! Io, fossi in te, andrei a parlargli!"
- "E per dirgli cosa?"
- "Per chiedergli spiegazioni sulle sue parole.. Sulla sua reazione! Anche perchè, se, come credo ho ragione io, rischi di stare male per niente!" concluse Maria.
- "Hai ragione!" le rispose Sara. "Appena arriva Vittorio, torno a casa e gli parlo." concluse Lei. "Grazie!" le disse poi. "Mi ha fatto veramente bene parlare con te! E, a dire il vero, mi ha tranquillizzato molto più della camomilla!" 
- "Ah grazie!" le rispose Maria, abbracciandola.

Lorenzo, intanto, accompagnò i ragazzi a scuola e così, durante il tragitto, riuscì a distrarsi un po'. Bobò, Elena e Tommy non facevano altro che punzecchiarsi e prendersi in giro. Notò, in particolare, una certa complicità tra Elena e Tommy. Non ne era sorpreso: da quando Giada era andata via, aveva notato che il loro rapporto si stava evolvendo. Il fatto era che non sapeva come reagire alla situazione. Ne avrebbe dovuto parlare con Libero ed Enrica? O avrebbe dovuto aspettare l'evolversi della situazione senza intromettersi? Sapeva che Sara gli avrebbe consigliato sicuramente la seconda opzione. Eppure gli mancava sentire la sua voce e vedere il suo sorriso nell'avvertirlo di non coinvolgere Libero. 
"Basta! Adesso vado a casa e parlo con Sara! D'altra parte tra me e Lei non ci sono e non dovranno esserci segreti! Lei merita di sapere la verità! E soprattutto di sentirsi dire quanto la amo! E' la parte migliore di me! E non voglio che soffra a causa mia!"
Così fece inversione e incominciò a guidare alla volta di casa Martini, quando, all'improvviso, sentì il cellulare squillare.
- "Pronto!" rispose Lorenzo.
- "Lorenzo, ciao! Sono Oscar! Lo so che oggi l'appuntamento in clinica è dopo pranzo, però.. Avrei un favore da chiederti! E' arrivato a Villa Aurora un ragazzo, un calciatore. Si è sentito male durante l'allenamento! Dice di aver sentito un fortissimo dolore al petto! Adesso sta bene! Non ha alcun sintomo! Ma non riusciamo a capire a cosa è dovuto il mancamento che ha avuto!"
- "Avete fatto le analisi di rutine?" domandò Lorenzo.
- "Sì! Ma non è uscito nulla! Potresti venire a dare un'occhiata?" gli chiese Oscar.
Lorenzo ebbe un'isitazione. In quel momento avrebbe soltanto voluto vedere Sara per chiarire l'equivoco. Eppure... - "Va bene! Arrivo subito!" 
"Appena avrò finito in clinica, prima di parlare con il dottor Alfieri, torno a casa e chiarisco con Sara! Casomai al ritorno mi fermo in pasticceria e le compro una bella torta panna e cioccolato! Così... Tanto per non partire svantaggiato!" pensò Lorenzo, avviandosi verso Villa Aurora. 


Verso le dieci Vittorio raggiunse Sara al bar, cosicchè la giovane Levi si precipitò a casa per parlare con Lorenzo.
- "Ma no, Cara! Lorenzo ha chiamato subito dopo aver accompagnato i ragazzi a scuola avvertendo che sarebbe prima passato in clinica per un consulto!" la informò Enrica. 
- "Ah capisco! Va beh! Vorrà dire che lo raggiungerò lì! Tanto non ho nulla da fare! Vittorio non mi fa nemmeno lavare un cucchiaino!"
- "Beh! Si vede che ha paura della reazione di Lorenzo!" si intromise Marco. "E' stato categorico: <>" disse il giornalista, imitando perfettmente la cadenza di suo cognato. 
- "In effetti Lorenzo, quando vuole, sa essere molto convincente!" ammise Sara.
- "Già! Allora: vuoi un passaggio? Io e Maria dobbiamo andare in clinica per una visita!"
- "Beh.. se non disturbo, sì!" accettò Sara.
- "Ma che disturbo!" intervenne Maria. "Forza! Andiamo!"E poi, rivolgendosi al marito: "Vedi che non c'è alcun motivo di preoccuparsi?"
- "Speriamo!" le rispose lui, facendole un occhiolino.

Nonostante Marco guidasse molto, ma molto, lentamente ("<>" sosteneva il giornalista), in poco i tre arrivarono in clinica. 
Marco e Maria aspettarono nella hall: Tea era impegnata con un'altra futura mamma. Appena avrebbe finito sarebbe toccato ai coniugi Levi fare la loro prima ecografia. 
Sara, invece, raggiuse Lorenzo nel suo ufficio. Il Dottor Martini, però, non era lì.
Lorenzo, infatti, era nell'ufficio di Oscar. I due, insieme ad Emilio, avevano appena visitato il giovane calciatore e lo avevano sottoposto a una serie di analisi. Nell'attesa di ricevere i risultati, stavano discutendo sul quadro clinico del paziente. 
- "Comunque..." concluse Lorenzo, "è ancora presto per fare ipotesi. Al momento sono solo illazioni! Aspettiamo i risultati!"
- "Lorenzo.. Sei sicuro che vada tutto bene?" gli domandò Oscar, preoccupato.
- "Certo! Sono solo preoccupato... per Andrea!"
- "Sei preoccupato solo per questo?" gi domandò l'amico.
- "Beh! Io e Sara abbiamo avuto un piccolo diverbio... A dire il vero.. l'ho trattata malissimo!"
- "In che senso?" domandò il dottor Nobili.
- "Lei mi ha parlato di avere un bambino.."
- "Che bello!" esclamò Oscar.
- "E io le ho detto che non è il momento..." concluse Lorenzo.
- "Ah! E perchè?"
Proprio in quel momento Sara raggiunse lo studio di Oscar. Gloria l'aveva avvertita che Lorenzo era lì. E così la giovane Levi sentì qualcosa che non avrebbe dovuto sentire...
- "Perchè no! Non è il momento di avere un figlio! Io ho appena ritrovato Tommy.. Ho appena incominciato di nuovo a operare... E poi Sara è ancora troppo giovane! Si fa prendere dall'entusiasmo per qualsiasi cosa! All'inizio le potrà anche piacere avere un figlio.. Ma poi? Quando si sarà stancata cosa farà? Lo lascerà ai nonni?" sbottò Lorenzo.
Sara rimase pietrificata. "E' questo che pensa di me?" disse tra sè e sè, per poi scappare via, sull'orlo delle lacrime.
- "Lorenzo!" incominciò Oscar. "Non è questa la verità! Lo so io e lo sai anche tu! Mi vuoi dire che cosa ti turba veramente?" gli disse Oscar, guardandolo negli occhi.
- "Sara!" la chiamò Marco, vedendo la giovane Levi correre verso l'uscita. "Dove stai andando?"
- "A casa! Lorenzo ha molto da fare e adesso gli è impossibile dedicarmi anche soli due minuti! Ci vediamo a casa!" disse Sara, scappando.
- "Maria! Marco! Possiamo andare!" esordì Tea. "Emozionati?"
Marco esitò un attimo. Da una parte voleva raggiungere Sara, evidentemente sconvolta. Dall'altra era chiamato a ricoprire il suo ruolo di padre. Optò per la seconda.
- "Beh.. un po'!" ammise Maria. 
- "Speriamo di non svenire!" scherzò Marco, mettendo una mano sull'addome di Maria. "Forza! Andiamo a conoscere i nostri piccolini!"
- "Allora?" lo incitò nuovamente Oscar. "Mi vuoi dure qual è il vero problema?"
- "Il cuore di Sara è il vero problema! E il mio egoismo è l'altro!"
- "In che senso?"
- "Oscar.. Io ho paura di perderla! Affrontare una gravidanza è comunque rischioso.. Soprattutto per una donna con un cuore così debole come quello di Sara! Questa notte ho fatto un incubo! Sara partoriva e il suo cuore non reggeva il parto! Io... io non riesco a non pensare che per colpa mia, per rendere felice me, per dare un bambino a me, Lei potrebbe star male, potrebbe morire! Io.. io preferisco Lei a un figlio nostro!"
Oscar lo guardò con immensa tenerezza. - "Lorenzo, vuoi un consiglio? Parlele! Dille la verità! Se la merita! E poi insieme deciderete cosa fare! Sara ormai può condurre una vita normale... Può sposarsi.. può avere figli... Al massimo potete aspettare ancora un po'! D'altra parte è passato ancora poco dall'operazione! Ma dille la verità! Adesso Lei crede che tu non la ami abbastanza da aver un figlio tutto vostro.. O crede che non la reputi all'altezza della situazione.. Non è giusto che soffra.."
- "Sì! Hai ragione! Appena ho i risultati di Andrea.."
- "No! Va da Lei.. adesso! Quando torni in clinica questo pomeriggio vedrai le analisi.."
- "Grazie, Oscar! Di tutto!" si congedò Lorenzo, dandogli una pacca sulla spalla e scappando alla macchina.

Sara, intanto, aveva chiamato un taxi e quindi era già arrivata a casa. Non volendo però affrontare i Martini, decise di andare al bar. Sapeva che Vittorio le avrebbe impedito di muovere un dito, ma sapeva anche che non avrebbe fatto domande indiscrete. 
Così aprì la porta ed ecco che incontrò l'ultima persona che immaginava di incontrare.
- "Stefano? Ma che ci fai qui?" domandò sorpresa Sara.
- "Sara! Ciao! E menomale che Vittorio mi aveva assicurato che non ci avresti scoperto!" esclamò lui.
- "In che senso?" domandò Sara, posando la borsa e sedendosi al bancone.
- "Mi ha chiamato poco fa! La banca deve parlargli urgentemente! Pare che manca un documento nella pratica e quindi..."
- "Ha chiamato te per sostituirlo!" concluse Sara.
- "Beh sì! Dimenticandosi che sono un imprenditore e non un barista!" scherzò Stefano.
Sara scoppiò a ridere. - "Va beh! E' durato poco il massacro! Adesso ci sono io e.."
- "Assolutamente no! Vittorio è stato categorico... Non ti devo fare muovere un dito altrimenti Lorenzo si arrabbia!" disse sorridendo Stefano che poi, guardando come era cambiata l'espressione di Sara al nome <>, le chiese: "Sara.. va tutto bene?"
- "Certo!" rispose Lei, laconica.
- "A me non sembrerebbe.. C'è qualche problema con Lorenzo?"
- "Beh sì! Qualche incomprensione!"
- "E va beh! E' normale! Quando due persone si amano, però, sono capaci di superare tutto! Basta parlare! Perchè non vai da Lui?" le consigliò Stefano.
- "No! Non adesso! Dai.. fatti aiutare! Se non materialmente almeno ti guido su come si usa quella macchinetta!"
- "E va bene! Altrimenti quei clienti se ne andranno senza neanche aver bevuto un caffè!" le rispose Lui, capendo che Sara voleva cambiare argomento.
Intanto Lorenzo aveva appena parcheggiato fuori il bar di Sara e, intento a non far rovinare le rose che aveva comprato lungo il tragitto (non era riuscito a passare in pasticceria), non notò la Jaguard di Stefano parcheggiata sul ciglio della strada. Fu per questo che, quando aprì la porta del bar, la voce gli si spezzò in gola. Vide Stefano dietro al bancone che cercava di preparare un caffè e Sara, seduta sullo sgabello, ridere e divertirsi.
- "Ma sei un disastro!" esclamò la giovane Levi. "Per fortuna te la cavi meglio nel concludere un affare! Altrimenti saresti stato sul lastrico già da un bel po' di tempo!"
- "Sfotti, sfotti!" le disse Stafano. "Ma tanto, quando torna Vittorio, mi sente!" E poi, rivolgendosi a Sara: "Almeno ti ho fatto ridere! Quando ti ho incontrato avevi degli occhi così tristi!"
- "Sì, infatti! Senza di te questa giornata non si sarebbe ravvivata!" gli rispose la giovane Levi.
Sentendo queste parole, Lorenzo uscì dal bar. Buttò le rose nel secchio della spazzatura e tornò a casa. Aveva sentito anche troppo. E, se prima stare con Sara era l'unica cosa che desiderava, adesso, l'unica cosa che voleva era starLe lontano.


All'ora di pranzo Lorenzo decise di non scendere a mangiare qualcosa e Sara non tornò dal bar. I Martini capirono che tra i due era successo qualcosa ma, stranamente, questa volta, tutti, compresi i nonni, optarono per la discrezione.
Verso le due Lorenzo scese in cucina e, dopo aver assunto un farmaco per calmare il mal di testa, si avviò in clinica per tornare soltanto per la cena. 
Anche Sara rientrò giusto in tempo per sedersi a tavola.
- "Sara! Tutto bene al bar?" domandò Ave.
- "Sì! Oggi è stata una giornata un po' caotica! C'era moltissima gente! Ma è passata! Abbiamo avuto tutto sotto controllo!" spiegò la giovane Levi.
- "Non sapevo avessi cambiato barista!" esclamò Lorenzo, con un tono  molto duro.
- "Ma no! Non mi dire che al bar non lavora più Vittorio! E' un così bravo toso!" esclamò amareggiata Ave.
- "Ma no, Ave! Vittorio non va da nessuna parte!" la rassicurò Sara, guardando Lorenzo.
- "Ah no!" le rispose Lorenzo. "Eppure <>" disse, sottolineando bene il nome, "ha la classe di un  ballerino di danza classica nel divincolarsi tra i tavolinetti!"
Sara rimase per un attimo senza parole. - "Vittorio è dovuto ritornare in banca questa mattina e, dato che io non c'ero, ha chiamato Stefano! E' rimasto lì per poco, il tempo di gestire il bar in nostra assenza!"
- "E giusto in tempo per <>!" sbottò Lorenzo. 
- "Quando sono tornata al bar, anche io sono rimasta sorpresa! Nessuno mi ha avvisata! Nè Stefano, nè Vittorio!" aggiunse Sara, a mò di spiegazione. "Non avevo il cellulare con me quando..."
- "Quando?" la incalzò Lorenzo.
Tommy, Marco, Maria e i nonni erano molto imbarazzati. 
- "Io consiglierei di darcela a gambe!" propose Tommy.
- "Quando ti ho raggiunto in clinica! Ma tu eri troppo impagnato a sfogarti con Oscar!" completò la frase Sara.
Lorenzo ebbe un attimo di esitazione. - "Sei.. sei venuta in clinica?"
- "Già! Così ti ho evitato di farmi il tuo bel discorso da codardo!"
- "Ma... Ma cosa vuoi insinuare! Se... se hai sentito quello che ho detto a Oscar, sai perchè ho reagito.."
- "Già! Ho capito che la carriera è più importante di un figlio con me! O meglio, con un'irresponsabile come me!" concluse Sara, che poi aggiunse, rivolgendosi ai Martini: "Mi è passata la fame! Scusatemi!"
Lorenzo la guardò uscire dalla cucina. Era frastornato e confuso. Non capiva la reazione di Sara: se lo aveva raggiunto in clinica, sapeva dell'incubo di quella notte e poteva quindi capire la sua paura e il suo terrore di perderla. 
- "Lorenzo..." gli si avvicinò Marco. "Cosa sta succedendo?"
- "Non lo so più! Io ero geloso di Stefano ma Sara mi ha spiazzato!"
- "Lorenzo... Io credo di sapere cosa sta succedendo a Sara!" si intromise Maria. 
- "Bene, Maria! Allora diccelo, no? Cosa aspetti?" domandò curioso Libero.
Maria lo guardò con aria di rimprovero.
- "Libero.. Io direi di andare a chiamare i ragazzi per dirgli che tra poco la cena è pronta!" suggerì Enrica.
- "Enrica... proprio adesso! Ma.."
- "Su, Signor Libero! Andemo dai ragazzi!" si intromise Ave.
- "E andemo!" si arrese il più vecchio dei Martini.
- "Lorenzo.. questa mattina.." iniziò Maria, sedendosi accanto a Marco, "Sara ti ha parlato di.. beh... di avere un bambino.. tutto vostro! Ecco... la tua reazione ha, come dire, ferito Sara!"
- "Va beh! Lo capisco! Sara non è proprio affidabile in generale, figurarsi con un figlio!" disse Marco. 
- "Ma no!" lo interruppe Lorenzo. "Io ho reagito malissimo, è vero! Ma non perchè non la ami o non voglia un figlio da Lei! Io immagino il mio futuro con Lei al mio fianco, e con tanti piccoli Martini intorno a noi! Solo che... beh! Ho paura! Sara, il suo cuore... Io ho il terrore di poterla perdere! Questa notte ho sognato che Sara stava per partorire! Era una bambina! Ma Sara stava male! Prima del parto, era stata colpita da un infarto e.. e non riuscivano a salvarla perchè... perchè durante l'operazione, si scopriva che i bambini erano due! E Sara moriva per rendere me padre!" continuò Lorenzo. "Io.. io non posso permetterlo. Io non voglio vivere senza di Lei!"
- "Ma perchè non me lo hai detto?" gli domandò Sara, che se ne era stata in silenzio a origliare la conversazione.
- "Sara!" esclamò Lorenzo. 
- "Ecco... Noi andremmo..." si congedò Maria, tirandosi dietro anche Marco.
- "Stavi origliando?" le domandò Lui, abbozzando un sorriso.
- "Veramente ero scesa per prendere un bicchiere d'acqua.. e poi ti ho sentito!" si giustificò Lei. "Ma quindi... non è per la carriera, nè Tommy che non vuoi... E nemmeno perchè sono troppo giovane.. O perchè non ti fidi di me!"
- "No! No! Sara... Hai sentito solo una parte della conversazione mia e di Oscar! Quelle erano tutte balle.. Era un modo per non affrontare la realtà! L'unico motivo per il quale ho reagito così è che la paura di perderti è.. è troppo grande! Quell'incubo sembrava così reale! E poi è passato così poco tempo da quando Oscar pronunciò quelle tre maledette parole, quel verdetto: <>! Io.. io non sono pronto all'idea di perderti! E non lo sarò mai..."
- "Amore... Ma sei un medico! Tu, Emilio, Oscar mi avete ripetuto sino allo sfinimento che posso condurre una vita normale! E in una vita normale è compreso anche l'avere un figlio!"
- "Sì, lo so! Ma... Ti prego.. aspettiamo solo un altro po'! D'altra parte non  fai che ripetermi che sei ancora giovane!" la prese in giro Lui.
- "Te lo ripeto perchè io sono ancora giovane!" scherzò Lei. "Comunque va bene.. Se ti senti più tranquillo all'idea, possiamo aspettare un po' per avere un bambino! Basta che non litighiamo!" disse Sara, abbracciandolo. 
- "Però c'è ancora un'ultima cosa che dobbiamo chiarire!" disse Lui, ritornando serio. "Stefano!"
- "Amore.. ti ho già detto la verità! Vittorio è dovuto ritornare in banca e non mi ha avvertita! Di ritorno dalla clinica, sono andata al bar e ho trovato Lui! E' stato per poco tempo! Però mi ha fatto davvero ridere! Sarà pure un bravo imprenditore ma non sa cosa sia un barman!"
- "E..." 
- "E nulla! Ci siamo salutati come due vecchi amici! Lorenzo... Stefano sa benissimo che io amo te! E con fatica, lo sta accettando!"
- "Lo so! Quindi.. quindi direi che.. è tutto risolto?" 
- "Sì.. Direi di sì!" annuì Sara.
- "Bene! Perchè sto morendo dalla voglia di baciarti!" le disse Lui, attirandola a sè e baciandola. 
- "Mi sei mancato!" gli sussurrò Sara.
- "Anche tu! Ma.. dimmi un po'? Ti è venuta fame?" le domandò Lui, baciandole prima le guance, poi il collo.
- "A dire il vero no! Ma perchè?" finse di non capire Sara.
- "Perchè avrei un'idea!" le rispose Lui.
- "No! Lorenzo, no! Anche se non sembra, io sono una ragazza all'antica! E va bene che dopo la festa di Tommy eravamo stanchi e non sapevamo quello che facevamo... E va bene che al rifugio eravamo ubriachi.. E va bene che quando non sei partito eravamo euforici! Ma da adesso, fino al giorno del matrimonio, io e te dormiremo in stanze separate e faremo le cose all'antica!"
- "Ma.. stai scherzando?" le domandò Lorenzo, molto seriamente.
- "Beh.. sì! Volevo fartela pagare per non avermi detto subito la verità e avermi fatto passare una giornata bruttissima!"
- "Amore, mi dispiace! Però la giornata non è ancora finita! Quindi.." le bisbigliò, prendendola in braccio.
- "Quindi.." gli chiese Sara.
- "Ti amo!" le disse Lui, sgattaiolando in garage.
- "Anch'io!" le rispose Lei.



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Capitolo 17
*** • Episodio XVII _ La danza degli scacchi ***


Ciao a tutti! Come va???  Spero bene!
E' da un po' che non aggiungo un nuovo capitolo della mia ff sui Sarenzo.. 
Ho latitato per un po' per questioni universitarie (fortunatamente gli esami della sessione autunnale sono finiti!) e anche se avevo detto, rispondendo ad alcune recensioni, che avrei aggiornato tra mercoledì e giovedì, lo so, non ho mantenuto la parola! 
Spero di potermi far perdonare con questo nuovo capitolo!
Un'ultima cosa e poi vi lascio: grazie a tutti quanti mi hanno scritto in questo periodo! Le vostre parole sono il più bel regalo!
E grazie anche ad un'amica che mi ha dato un'idea su quale hobby potesse avere Lorenzo! Che ne dite: siete d'accordo con noi sulla passione dell'affascinante dottor Martini! ;)



23 febbraio, ore 8.00 circa

Quando Lorenzo scese in cucina, quella mattina, rimase molto sorpreso per la scena alla quale ebbe il <> di assistere: Sara sedeva, sconsolata, tra Ave ed Enrica, intente a farsi la guerra pur di convincere la giovane Levi ad optare per una bomboniera al posto di un'altra. 
- "Ave! Ti prego!" esclamò Enrica. "Ma come puoi solo immaginare che mio nipote e Sara possano scegliere questo... sgorbio!"
- "Questo non è uno sgorbio! E' un portasaponette di classe!"
- "<> Certo! Peccato che le saponette siano di.. formaggio di capra! Suvvia! Libero: dì qualcosa tu!"
- "Enrica... che devo dire! I gusti son gusti... Ad Ave piace il portasaponette e a te piacciono questi due cigni di cristallo..."
- "Ma Libero! Questi non sono cigni di cristallo! Questa è una trasposizione di Amore e Psiche del grande scultore Canova!" concluse Enrica, correggendo Libero.
- "Canova! Canova! Ma a noi cosa importa de 'sto Canova! Gli sposi sono Sara e Lorenzo!" 
- "Ma Libero!" urlò Enrica, alzandosi e sbattendo le mani sulla tavola.
- "Ma no! Signor Libero lo dico io! E andemo!" urlò a sua volta Ave, balzando in piedi. 
- "Oooo! E basta!" sbottò Libero, mentre  Tommy, Elena e Bobò ridevano, e Sara nascondeva il suo volto tra le mani. 
Fu così che Lorenzo decise di intervenire. - "Zii.. Ave! Buongiorno! Ho sentito che parlavate di.. bomboniere! Ecco... Grazie del pensiero.. ma a questo ci pensiamo io e Sara!" disse avvicinandosi alla sua futura moglie, dandole un bacio. "Amore.. posso parlarti un attimo?"
- "Certo!" disse Sara, alzandosi e congedandosi con un sorriso.
Appena i due uscirono in giardino, Sara abbracciò Lorenzo. - "Amore! Ma quanto tempo c'hai messo??? Quando ti ho detto che scendevo per fare colazione mi hai detto: <> E' passata quasi mezz'ora!"
- "Ma non è colpa mia!" si giustificò Lorenzo, sedendosi sulla poltrona e facendo accomodare Sara in braccio. "Io stavo scendendo, quando mi ha chiamato una mia amica... Ludovica!"
- "Ah! E chi è questa Ludovica??" chiese Sara, curiosa. 
- "E' una mia vecchia amica. L'ho conosciuta molti anni fa a un torneo di scacchi!"
- "Ah!" esclamò nuovamente Sara, facendo finta di guardare altrove. "Un torneo di scacchi! Romantico!"
- "Già... Un torneo di scacchi!" continuò Lui, facendo finta di non cogliere la frecciatina di Sara. "E proprio per questo mi ha chiamato... Mi ha detto che è a Calcata per il <>, un torneo di scacchi di cui lei è l'organizzatrice, e, visto che ci sono ancora dei posti per le iscrizioni, mi ha chiesto se volevo iscrivermi..."
- "Ah! E.. che hai deciso???" domandò Sara.
- "Beh... Oggi non devo andare a Villa Aurora... Quindi..."
- "Quindi hai intenzione di andare a Calcata per questi... open???" domandò Sara, cercando di nascondere la sua gelosia. 
- "Beh sì! Ho sempre adorato giocare a scacchi! Ho l'occasione di poter partecipare a un torneo a soli 40 chilometri da Roma..."
- "Mettiamoci pure che hai pure l'occasione di rivedere una vecchia amica... E' perfetto, no?" lo stuzzicò Sara.
- "Non ti dispiace mica??" le domandò Lorenzo. 
- "No, figurati! Tu va' a Calcata e divertiti! Non ti preoccupare per me! Io saprò cavarmela tra bomboniere, confetti e inviti!" rispose Sara, con un pizzico di fastidio.
- "Perfetto! Allora vado a prepararmi!" disse Lorenzo, alzandosi e correndo in camera.
E' proprio vero: a volte, per non dire sempre, gli uomini sono poco perspicaci!


Sara rimase lì, molto infastidita per il comportamento di Lorenzo. Continuava a camminare nervosamente avanti e indietro nel giardinetto di casa Martini.
- "Sara!" la chiamò Tommy. "Che fai qui tutta sola???"
- "Tommy! Elena! Bobò! Andate a scuola??" domandò Sara, avvicinadosi ai tre che stavano uscendo di casa, non accorgendosi di quanto fosse ovvia la sua domanda.
- "Sì, sì!" rispose Tommy. Ma il giovane Martini, guardando la futura moglie di suo padre, capì che qualcosa, quella mattina, non era filato liscio. E Tommy intuì anche che la storia delle bomboniere non era la causa dell'insofferenza di Sara. Così.. "Ragazzi... Mi date un minuto con Sara?"
- "Certo!" rispose Bobò. "Ciao Sara!"
- "Ciao Sara!" si congedò Elena che, mentre andava via, posò la mano sul braccio di Tommy, scambiandosi un sorriso. 
A Sara non sfuggì quel dettaglio. - "Allora??? Come vanno le cose tra te ed Elena???"
- "Beh! Questa è una lunga storia! Ne parliamo un'altrra volta! Adesso sei tu che mi devi dire cosa è successo!"
- "In che senso Tommy? Non è successo niente!" rispose Sara, con poca convinzione.
- "Sara! Su! Dimmi la verità!" 
- "E va bene! Lorenzo va a Calcata per il <>, un torneo di scacchi!"
- "Ah! Sai la novità??? Mio padre va matto per gli scacchi!"
- "E l'organizzatrice dell'evento è una sua vecchia amica... Una certa Ludovica!"
- "Ah!" esclamò Tommy.
- "<> cosa??" domandò Sara, allarmandosi.
- "No, no! Nulla!" le rispose Tommy, senza guardarla negli occhi.
- "Tommy! E dai! Dimmela tu la verità questa volta!" lo incitò Sara.
- "Beh! Questa Ludovica io l'ho conosciuta! E' una donna.. beh! Come dire?? Una di quelle che non dimentichi facilmente! E'.. affascinante! Di una bellezza fuori dal comune! Sa essere semplice ma al tempo stesso sofisticata... è incantev..." ma Tommy si bloccò. "Sara! Dove vai??"
- "A Calcata! Scusami Tommy!" gli rispose Lei, correndo in casa a prendere il cappotto e la borsa. 
Tommy rimase lì, e non riuscì a trattenere un sorriso. - "Mi sa che questa volta Sara mi ucciderà!"Poi, chiuso il cancello alle sue spalle, si avviò per raggiungere Elena e Bobò.


- "Allora zio.. Io mi avvio! Qualsiasi problema avvisami subito! O comunque contatta Sara. Lei.." stava concludendo Lorenzo.
- "Beh Libero.. Per qualsiasi problema chiamami pure! Contatterò io Lorenzo! Anche perchè andiamo insieme a Calcata!" annunciò Sara. "A proposito: Amore... sono pronta!" 
- "Ahhhh.. Ma perchè? Vieni anche tu??" domandò Lorenzo, sorpreso.
- "Certo, Amore! Io <> gli scacchi!" mentì spudoratamente Sara.
- "Bene! Allora..." disse Lorenzo, abbracciando Sara e rivolgendosi a Nonno Libero, "noi andiamo! Ci vediamo questa sera!"
- "Mi raccomando: porta la coppa!" concluse Libero, mentre i due uscivano di casa.


Quando Lorenzo salì in macchina, propose a Sara di mettere un po' di musica, ma la giovane Levi lasciò decidere al consorte. 
- "Decidi tu! A me va di leggere un po'!"
- "<>??? E da quando ti piace leggere durante un viaggio in macchina?" domandò Lorenzo, incredulo.
- "Da adesso! Tu non ti preoccupare.. Pensa ad arrivare a Calcata! Non vorrai mica perderti il torneo?" rispose Lei. 
- "Va bene!" rispose Lui, accendendo la radio e godendosi, per la prima volta, una canzone per intero. Ogni volta che Sara entrava in macchina e accendeva la radio, infatti, cambiava frequenza ogni due secondi. Ogni volta.. ma non quella!
- "Cosa leggi?" le chiese poi all'improvviso Lorenzo. Ma Sara era così occupata che non lo ascoltò neanche. "Amore! Cosa leggi?" le chiese nuovamente.
- "Ah... un libro!"
- "Certo che leggi un libro! Quale???"
- "Uno così!"
Lorenzo era a dir poco scioccato: Sara parlava a monosillabi! Non riusciva a crederci! - "Amore! Sicura che vada tutto bene?"
- "Sì, sì! Sta tranquillo! Sto solo leggendo un libro di scacchi! Sai... è da un po' che non gioco e non vorrei aver dimenticato qualcosa!"
- "Ah!" esclamò Lorenzo."Ma perchè? Ti vuoi iscrivere anche tu al torneo?"
- "No!" urlò Sara che, quando vide Lorenzo voltarsi a guardarla con fare interrogativo, riconquistò la calma e disse: "Cioè.. E' meglio di no! E' un po' che non gioco!"
- "E qual è il problema? Un vero giocatore di scacchi non dimentica mai come si gioca!" 
- "Sì, però... Insomma.. Non gioco da quando andavo a scuola.. E poi a me è sempre piaciuto più assistere a una partita di scacchi, piuttosto che giocare!" continuò mentendo sempre di più. In verità Sara odiava gli scacchi. Non trovava alcun piacere nel guardare due tizi che riflettono per minuti e minuti per poi spostare una pedina sullla scacchiera. Ma poteva mai confessare a Lorenzo che l'unico, vero motivo per il quale stava andando a Calcata era per tenere d'occhio Lui e questa Ludovica?
"Quindi.. tu giochi e io ti tengo d'occhio... Cioè.. Volevo dire.. Tu giochi e io faccio il tifo per te! Silenziosamente, ovviamente!"
- "Ovviamente!" disse Lorenzo parcheggiando e dando un bacio a Sara. "Su.. andiamo! Siamo arrivati!"
- "Non vedevo l'ora!" disse Sara tra i denti.


Arrivati alla hall, i futuri coniugi Martini ebbero tutte le informazioni di cui avevano bisogni. Ricevettero i badge per il pranzo e alcuni gadget che avrebbero senza dubbio portato ai piccoli di casa Martini.
Così, mentre si avviavano per raggiungere la sala dove ci sarebbero stati gli incontri, Lorenzo sentì qualcuno chiamarlo.
- "Lorenzo.. Lorenzo!"
- "Ludovica!" esclamò il dottor Martini, voltandosi e raggiungendo la donna. 
Sara, invece, rimase impalata lì dov'era. Ludovica, la vecchia amica di Lorenzo, affascinante e incantevole, a detta di Tommy, era una signora anziana, alta almeno quanto l'ex atleta, con i capelli rosso carota e il viso solcato da qualche ruga. Aveva almeno l'età di Ave e, nei modi (su questo aveva ragione Tommy) era di un'eleganza fuori dal comune. 
- "Da quanto tempo!" disse Lorenzo, dopo averla abbracciata.
- "Beh.. sei tu che sei volato in America!"
- "Sì, è vero! Ma adesso sono tornato a Roma, con mio figlio e..." rispose voltandosi verso Sara. "E Sara! Ludovica.. Lei è la mia futura moglie!"
- "Piacere! Sara Levi!" si presentò Sara, avvicinandosi.
- "Questo vuol dire che ti sei lasciato con la tua ex moglie?" chiese Ludovica.
Sara e Lorenzo si guardarono imbarazzati. Ma i due si tranquillizzarono quando l'organizzatrice del tornoe continuò. "Menomale! A me quella tipa non piaceva proprio! Era tutto tofu e seitan!" Sara e Lorenzo scoppiarono a ridere. "Piacere mio, comunque! Vedo che avete già i badge.. Bene! Lorenzo.. non ti rimane altro che incantarci con la tua bravura!"
- "Va beh.. tu sei di parte!" ribettè, modestamente Lui. "Comunque sia.. già hanno prenotato la coppa a casa, quindi.. Proverò a fare il mio meglio!"
Fu così che squillò il cellulare di Sara. Era Tommy.
- "Scusatemi.. E' il mio!" disse Sara, allontanandosi. "Tommy!"
- "Sara! Come va? Hai già conosciuto Ludovica?" chiese Tommy, sforzandosi di non ridere.
- "Ti stai divertendo, vero??? Ma come hai potuto???" gli chiese Sara.  
- "Beh... Non ho resistito! Tu stavi morendo dalla gelosia e io.."
- "E tu sei stato un disgraziato!"
Tommy scoppiò a ridere. - "Non ti sarai mica arrabbiata?"
- "No!" gli rispose Sara, dopo qualche secondo di suspance. "Così almeno posso stare con Lorenzo e fare il tifo per Lui!"
- "Menomale... Pensavo che ce l'avessi a morte con me!"
- "No! Non mi arrabbierò con te.. solo a una condizione però!"
- "Quale?"
- "Tuo padre non ne deve sapere nulla!"
- "Mano sul cuore! Tranquilla Sara! Ora torno in classe! A dopo!"
- "Ciao Tommy!"
- "Cos'è che non dovrei sapere?" chiese Lorenzo, facendo sobbalzare Sara.
- "Eh! Cosa? Niente!!"
- "Tipo che sei venuta con me a Calcata solo perchè eri.. diciamo così.. <> di conoscere Ludovica??" propose Lorenzo, guardandola come solo Lui è in grado di fare.
- "No.. Ma cosa ti viene in mente! Io sono qui per il trofeo di scacchi... Sì! Sono qui solo perchè mi ero ingelosita di Ludovica! Però è stata anche colpa di Tommy... Comunque.. lasciamo stare! Tu, piuttosto! Quando lo hai capito?"
-"Tu e gli scacchi, insieme, non siete proprio credibili! Comunque, sono contento che sei venuta! Mi piace l'idea che sarai dietro di me a fare il tifo!"
- "A una condizione, però!"
- "Quale?"
- "Perdi subito così andiamo a visitare Calcata!"
- "Neanche per sogno!" rispose Lorenzo, dandole un bacio, prima di avviarsi per la cerimonia di apertura.


Dopo quasi tre ore di gioco, Lorenzo aveva già battuto tre avversari. Sara era stata sempre alle sue spalle. Non ne capiva molto di scacchi (a dire il vero non ne capiva proprio!), quindi esultava solo quando lo speaker annunciava la vittoria del suo futuro marito.
All'ora di pranzo, i futuri coniugi Martini decisero di andare a fare una passeggiata tra i vicoletti del piccolo borgo a nord della Capitale.
Camminando mano nella mano, sembravano due ragazzini. Ridevano, scherzavano, si baciavano.. Erano felici e spensierati. Avevano tutto! L'unica cosa che mancava era il tempo! La pausa pranzo era di sole due ore e quindi dopo poco dovettero far ritorno in albergo.


Lorenzo riprese posto al tavolino dove ad attenderlo ai quarti di finale c'era il campione in carica del torneo. Sara, invece, si sedette al suo solito posto ma, mentre cercava di capire a favore di chi stesse procedendo la partita, la sua attenzione fu catturata da alcune persone che, nel giardino dell'hotel, stavano trasportando dei manichini o qualcosa del genere. Così, con l'intenzione di tornare dopo pochi secondi, si alzò e sgattaiolò via. 
Infatti, quando Lorenzo, dopo circa due ore di gioco, vinse contro il campione uscente, e si voltò per abbracciare Sara, rimase sorpreso nel non trovarla lì, alle sue spalle. Sarebbe voluto andare a cercarla ma Ludovica e lo staff lo bloccarono. C'era la semifinale.
- "Ludovica dammi due minuti! Devo cercare Sara.. Non vorrei fosse successo qualcosa di grave.."
- "Ma no, Lorenzo! Cosa vuoi che sia successo!"
- "Ludovica.. Sara poco fa ha subito un intervento al cuore! Se si fosse sentita male.."
- "Va bene! Adesso vado a cercarla io.. Se non la trovo, farò sospendere la tua partita! Ma vedrai che non è successo nulla di grave! Sarà andata a fare due passi! O una chiamata! Dai... adesso concentrati!"
Lorenzo non era molto convinto, però alla fine fece come gli aveva suggerito Ludovica. Si sedette, cercò di sgombrare la mente e si concentrò sulla partita.


Come promesso a Lorenzo, Ludovica andò subito a cercare Sara. Non fu difficile trovare la giovane atleta. Era seduta su una panchina, in giardino, intenta a guardare un gruppo di ragazzi che provavano lo spettacolo di chiusura della manifestazione. Erano vestiti con gli abiti tradizionali di Calcata, molto folkroristici. La musica dal vivo rendeva la performance, anche se solo accennata, ancora più particolare e accattivante. 
- "Sara! Sei qui?" chiese Ludovica. 
- "Ludovica.. Ciao! Mi cercavi??? Lorenzo??"
- "Ha vinto contro lo sfidante e ora è in semifinale!"
- "Oddio.... Io volevo solo uscire pochi secondi a vedere cosa stavano organizzando e invece sono rimasta qui seduta quasi un'ora!" esclamò Sara, una volta guardato l'orologio.
- "Dì la verità! Non ti piacciono molto gli scacchi?" le domandò Ludovica, sedendosi accanto alla sua nuova amica.
- "Ehhh.. No! Li trovo un po'.. come dire! Noiosi!" ammise Sara.
- "Quindi sei venuta solo per Lorenzo!"
- "Veramente... Beh! E' un po' imbarazzante!"
- "Cosa?"
- "Beh! Sono venuta per... te! Quando Lorenzo mi ha detto che una sua amica lo aveva invitato a Calcata per il torneo di scacchi, beh.. mi sono un po'... ingelosita! E.. ho pensato di venirlo a controllare!" 
Ludovica scoppiò a ridere. - "Ma no! Io e Lorenzo siamo vecchi amici.. Io ho quasi il doppio dei suoi anni! Potrei essere sua madre!"
- "Beh! Io non lo sapevo! E poi Tommy mi ha depistato e..."
- "Sempre il solito birichino, Tommy! Come sta? Sarà cresciuto!"
- "Beh sì! Ormai va al liceo... E' diventato proprio un bel ragazzo!" le confidò Sara.
- "Farà strage di cuori come il suo papà!" disse sorridendo Ludovica.
- "Beh.. In fatto di cuore è imbranato come suo padre, direi!" ribattè Sara.
- "Non mi dirai che Lorenzo è imbranato con le donne?" le chiese incredula Ludovica.
- "Non so se è imbranato con le donne, ma so quanto è stato imbranato con me! Non immagini neanche quello che mi ha fatto passare!"
- "Dai, racconta! Sono tutta orecchie!"


La sera avvolse Calcata, rendendo il panorama ancor più suggestivo.
Lorenzo, vinta la semifinale, si era sbarazzato velocemente dell'avversario in finale. Al termine della giornata aveva così potuto finalmente alzare la coppa. 
Durante la premiazione mise insieme alcune parole. Ringraziò tutti dell'ospitalità, si complimentò con i suoi avversari e promise che sarebbe tornato l'anno successivo a difendere il titolo. "Sempre che mia moglie non mi chieda di scegliere tra lei e gli scacchi!" aveva concluso Lorenzo, tra il divertimento di tutti. 
Così, fatte anche le foto di rito, si mise subito alla ricerca di Sara e Ludovica. L'amica era andata qualche ora prima a cercare la giovane Levi ma, alla fine, erano sparite entrambe! 
Dopo aver controllato in albergo e chiesto allo staff di Ludovica, il dottor Martini si recò in giardino. Fu allora che incontrò Ludovica, che stava per rientrare in hotel.
- "Ludovica! Ti stavo proprio cercando!"
- "Lorenzo! Ti stavo proprio cercando!"
- "E' successo qualcosa a Sara?" chiese subito Lorenzo, allarmandosi. 
- "No! Sara sta benissimo! Però ti devo parlare.. Seguimi!"
- "Sì! Ma Lei dov'è? E' da dopo pranzo che non la vedo!" 
- "Adesso ti spiego! Muoviti!" lo esortò Ludovica, tirandolo per un braccio. 
In pochi minuti arrivarono in uno chalè nascosto tra gli alti alberi che animavano il giardino. 
- "Ecco! E' Lui!" disse Ludovica, rivolgendosi a due uomini. "Vestitelo e insegnategli la Passacaglia! E tu!" disse rivolgendosi a Lorenzo "Non farmi fare brutte figure, intesi??"
- "<> La <>?? Ma di cosa stai parlando?? Ludovica: ti vuoi spiegare?"
- "Sì! Allora.. Abbiamo una tradizione qui a Calcata! Il vincitore del torneo deve esibirsi in una danza.. La Passacaglia, appunto! Quindi.. Visto che tu hai vinto il torneo, devi ballare con la tua dama!"
- "E Sara?"
- "Sara già lo sa e si sta già vestendo!" rispose subito Ludovica.
- "E ti pareva! Lei adora queste cose.. Io invece le odio!"
- "Già! Me l'ha detto che a te non piace ballare! Però questa volta devi! Non hai scuse! E ora, su! Va' a cambiarti e impara questi quattro passi!" concluse Ludovica, passandogli gli abiti. "Andrea, accompagna il signore nei camerini!"
- "Ma Signora.." disse, bisbigliando Fabio, l'altro assistente, all'organizzatrice "Non è vero che il vincitore del torneo deve per forza ballare la Passacaglia!" 
- "Lo so io! Lo sai tu! Ma Lui no! E noi non glielo diremo! Intesi?"
- "Intesi!" rispose Fabio. 


Indossati gli abiti che Ludovica gli aveva preparato (una camicia beje antico con un completo giacca e pantalone di velluto blu notte), Lorenzo fu pronto a sottoporsi alla sua prima lezione di ballo.
- "Allora.." gli disse Fabio "La Passacaglia è semplice...  Per prima cosa ti avvicini alla tua dama che ti aspetta in pista. Ti fermi davanti a lei e, spostandoti alla sua destra, ti inchini. Così!" disse, mostrandogli il gesto. "Poi aspetti che sia lei ad inchinarsi a te. Di qui, ti sposti alla sua sinistra e ti inchini nuovamente. Così Lei si rinchina dinuovo, trovandovi poi uno difronte all'altra... Proviamo..."
Ci volle quasi un'ora affinchè Lorenzo memorizzasse tutti i passi e quasi un'altra affinchè riuscisse a ballare dignitosamente. Il dottor Martini sarebbe rimasto lì per ore ma ormai il tempo per provare era scaduto.
- "Forza! Si va in scena!" lo avvisò Ludovica, facendogli il segno di seguirlo. 
- "Ma Sara?" chiese Lui entrando sotto la struttura di legno costruita per l'occasione nel giardino dell'hotel.
- "La troverai lì in pista che ti aspetta! Ricordi?" gli rispose Fabio.
- "Più o meno!" rispose Lui, molto agitato.
- "Buona fortuna!" gli augurarono in coro Andrea e Fabio, prima di lasciarlo da solo. 


Mentre Lorenzo si incamminò per raggiungere la pista, si guardò intorno cercando Sara. Non riusciva a riconoscerla. All'inizio pensò che non fosse ancora arrivata. Ma poi, girandosi intorno, la vide. Lì, al centro della pista. 
Indossava un abito giallo, lungo, di raso, tipicamente medioevale. Aveva i capelli raccolti in uno chignon e un fiore tra i capelli. I suoi occhi brillavano come due stelle e il suo sorriso era semplicemente divino.
Dopo un attimo in cui era rimasto lì impalato, a contemplarla, Lorenzo le si avvicinò.
- "Sei bellissima!" le disse, facendole il baciamano. 
- "Grazie! Anche tu non sei male vestito così!" 
- "Allora.. mi concedi l'onore di questo ballo?" le chiese Lorenzo.
- "Pensavo non me lo avessi mai chiesto!" 
- "Beh.. All'inizio l'idea della Passacaglia non è che mi piacesse molto.. Poi Ludovica mi ha detto che chi vince il torneo deve per forza ballare e quindi..."
- "Ah! Ti ha detto così?"
- "Sì! Ma perchè ridi??" rispose Lorenzo, non capendo cosa divertisse Sara.
- "Beh! Perchè non è vero! Mentre giocavi sono uscita fuori perchè mi avevano incuriosito questi abiti... Ludovica poi è venuta a cercarmi... Abbiamo parlato un po' e io le ho detto che mi sarebbe tanto piaciuto vivere nel Medioevo... Nell'epoca di ... Quello di Sir Ulrich Von Lichtenstein de <>! Lo hai mai visto??"
- "Sì!" rispose Lorenzo, che incominciava a mettere insieme i pezzi.
- "Così Lei mi ha fatto provare l'abito e alcune ragazze mi hanno insegnato la Passacaglia... Quando le ho detto che però tu non ami ballare, lei mi ha detto di non preoccuparmi e che avrebbe lei trovato una soluzione.."
- "E l'ha trovata!" disse Lui, fingendosi offeso.
- "Va beh! Non ti preoccupare! Se non ti va di ballare..."
- "Signori e Signore... Se volete accomodarvi ai vostri posti, apriamo le danze con la Passacaglia, un tipico ballo medioevale della nostra terra!" esordì lo speaker, interrompendo Sara.
- "Dai.. Lasciamo la pista! Stanno per cominciare le danze!" disse Sara.
- "Non ci penso neanche!" la fermò Lorenzo. "Allora, mia bella dama, mi concede l'onore di questo ballo?" le chiese inchinandosi come da tradizione.
- "Certo, Ser Martini!" rispose Lei dandogli un bacio.

   

 


Nota dell'autrice
Non sono molto pratica di tornei di scacchi, quindi non so se si svolgano in un solo giorno o in più. Diciamo che ho volato molto con l'immaginazione. Così come ho inventato il <>! Calcata però esiste per davvero! Mentre, per quanto riguarda la Passacaglia, l'ispirazione mi è venuta guardando un film: "Il destino di un cavaliere". Naturalmente non voglio infrangere nessun copyright! ;)



 

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Capitolo 18
*** • Episodio XVIII _ Buon compleanno, Sara! ***


24 febbraio, ore 7.00 

- “Papà, ma allora? Sei pronto?” domandò Tommy, con poca pazienza.
– “Tommy! Un attimo!!!” rispose Lorenzo, mettendo le ultime candeline sulla torta. 
– “Ma se non ti muovi Sara, di questo passo, si sveglia!” protestò il giovane Martini.
- “Ma figurati! Sara non si sveglia neanche con le cannonate!” lo tranquillizzò il dottore. 
- "Sarà! Comunque muoviti!" lo incitò Tommy. 
- "Sì.. sì! Ho finito! Ecco... possiamo andare!"
- "Finalmente!" disse Tommy, avviandosi verso il scale.
I due, stando molto attenti a non far spegnere le ventotto candeline posizionate con infinita precisione da Lorenzo,  salirono in mansarda e, come previsto da quest'ultimo, Sara stava ancora dormendo.     
– “Allora: al mio tre cantiamo la canzoncina!” propose Tommy, aprendo la porta e facendo entrare il papà.
– “Ma no! Così le prenderà un colpo al cuore!” rispose Lorenzo al figlio, bisbigliando.
– “E quindi?” disse Tommy. Il ragazzo era stato preso alla sprovvista: il suo piano di svegliare Sara cantando la tradizionale canzoncina era stato appena distrutto da Lorenzo!
- "Eeee... Non lo so Tommy! La sveglio e..." propose Lorenzo. 
Ma anche questa volta il Destino fu più scaltro di tutti: i due, infatti,  avevano soltanto appannato la porta della mansarda e quindi, nel mentre discutevano silenziosamente, questa sbatté violentemente facendo sobbalzare Sara. 
Così la giovane Levi si svegliò. Le ci volle qualche minuto per capire cosa stesse succedendo. Beh: a dire il vero, vedendo Lorenzo e Tommy, lì, con la faccia di chi è stato colto con le mani nel sacco, cercò di capire cosa stesse accadendo ma, alla fine si dovette arrendere, perplessa davanti ai due.     
– “Ma che ci fate voi due lì… a quest’ora??” domandò Lei.
– “Eh!” sospirò Lorenzo, guardando Tommy.
– “Volevamo farti una sorpresa ma.. non ci siamo riusciti!” concluse Tommy, amareggiato.      
- "Una sorpresa?" domandò Sara.
- "Beh sì! Amore... oggi è il tuo compleanno!" le ricordò Lorenzo.
- "E' vero! Oggi è il 24 febbraio!" sorrise Lei. "E' che..."
- "Cosa? Non mi dire che sei una di quelle donne che dopo i venti non festeggia più i compleanni!" le domandò Tommy.
- "No.. no! E' che... negli ultimi anni.. beh: non ho festeggiato quasi mai il mio compleanno! Ero quasi sempre lontano da casa e una volta una gara, un'altra gli allenamenti, non capitava spesso di festeggiare!" spiegò Sara.
- "Beh papà: mi sa che, alla fine, l'abbiamo sorpresa!" esultò Tommy. 
– “Ma certo che mi avete sorpreso! Soprattutto se mi dite che quella torta piena di panna l’avete preparata voi!”
– “Beh, ovvio che no!” le disse Lorenzo, poggiando la torta sul letto e dandole un bacio. "Ha fatto tutto Ave! D'altronde io e te ieri eravamo a Calcata..."
- "E io ho dovuto studiare... Geometria Analitica!" si giustificò Tommy.
– "Menomale!" sospirò Sara.
- "Ma come?" domandò Tommy, sentendosi offeso.
- "Dai Tommy... scherzavo!" esclamò Sara, dandogli un bacio. "Che dite.. Assaggiamo questa meraviglia?" 
– “No! Prima devi spegnere le candeline!” la incitò Tommy.
E Sara così fece. Prima, però domandò: – “Sicuri che siano ventotto? No, perché mi sembrano un po’ di più!” 
– “Ma perchè? Compi ventotto anni? Noi pensavamo fossero trentotto!” la prese in giro il giovane Martini. 
– “Ah! Spiritosi!” 
– “Tranquilla, Amore! Sono ventotto!” concluse Lorenzo. 
– “Va beh! Dai spegniamo le candeline e mangiamo la torta!” propose Sara. 
 – “Certo!” acconsentiro i due uomini più importanti della vita della futura signora Martini.  


Dopo aver assaggiato la torta e scherzato come una vera famiglia, giunse l'ora di alzarsi dal letto e prepararsi per una nuova giornata. Tommy aveva la scuola. Sara il bar e i preparativi delle nozze e Lorenzo il lavoro. Anzi: questo era quello che aveva fatto credere alla sua dolce metà. Perchè c'era dell'altro: una sorpresa in piena regola da organizzare!



24 febbraio, ore 20.00 circa

- "Amore! Ciao... Come è andata oggi in clinica?" disse Sara vedendo Lorenzo entrare al bar.
- "Eeee... Bene! Bene! E' stata una giornata tranquilla! Ma tu.. che fai ancora qui?" le domandò Lorenzo, raggiungendola dietro al bancone e dandole un bacio. 
- "Amore.. Lavoro! Vittorio è appena andato via! Io tra le bomboniere, gli inviti e il pranzo dai Martini per il mio compleanno non l'ho aiutato neanche un secondo e almeno gli ho concesso la serata libera..." spiegò Sara.
- "Che tempismo!" si lamentò Lorenzo. 
- "Scusa??"
- "Beh Amore... Oggi è il tuo compleanno! Volevo portarti a cena fuori!" spiegò Lorenzo, senza svelare nulla della sorpresa alla sua futura moglie.
- "Che dolce!" esclamò Sara. "Ma io non posso cacciare i clienti dal bar e chiuderlo adesso!" 
- "E che problema c'è?? Ci pensiamo noi!" intervenne Marco, appena entrato con Maria e i piccoli al bar. 
- "Tu?" domandò perplessa Sara. 
- "Certo: io! Ho appena finito di scrivere un articolo.." disse facendo l'occhiolino a Lorenzo. "E poi.. guarda che ho imparato molto con Vittorio quando tu... Beh.. ci siamo capiti!" tagliò corto il fartello, cercando di non far venire a galla la paura che lo aveva attanagliato al solo pensiero di poter perdere la sua sorellina. 
- "E' vero!" intervenne Jonny. "Papà è bravissimo a fare i caffè!" 
Sara e Lorenzo scoppiarono a ridere. 
- "Sara.. Vai tranquilla! Qui ci pensiamo noi!" disse Maria, con la sua solita aria rassicurante.
- "Allora? State ancora qua? Volete andare???" li incitò Marco, raggiungendoli dietro al bancone e sciogliendo a Sara il grembiule. 
- "Grazie fratellone!" gli disse Sara, abbracciandolo.
- "Grazie... di tutto!" gli disse Lorenzo, sottolineando bene le ultime due parole.
- "Ma va! Per così poco... Su divertitevi e buona serata!" gli rispose il giornalista, facendo un occhiolino al suo futuro cognato.
- "Ciao zii!" li salutarono Jonny e Palù.


Dopo circa un'ora, Lorenzo era pronto e aspettava, attraversando il salotto a grandi passi, andando avanti e indietro, la sua compagna.
- “Lorenzo, ora ti dico quello che ho già detto a Marco.. Una donna davanti allo specchio perde la cognizione del tempo!”     
– “Eh! Sante parole!” disse Lorenzo, visibilmente emozionato. 
– “Amore! Scusa il ritardo! Come sto?” 
Sara indossava un abito nero, di pizzo, che le arrivava qualche centimetro sopra il ginocchio; un paio di scarpe alte e aveva un cappotto in mano: lo avrebbe messo per uscire. Aveva i capelli legati in uno chignon, con un boccolo che le incorniciava il viso che brillava grazie a un trucco molto leggero.
- “Amore… Sei bellissima!” disse Lorenzo, avvicinandosi e dandole un bacio. 
- "Che belli che siete! Mi fate emozionare!!“ eslamò Ave. 
Lorenzo e Sara sorrisero. 
- "Allora, se sei pronta… noi andiamo!” aggiunse il dottor Martini infilandole il cappotto. 
– “Già.. via su! Buona serata! E non vi preoccupate: li tengo d’occhio io Tommy e i gemelli!” disse Ave che aveva preceduto le raccomandazioni di Lorenzo.    
– “Grazie Ave! Buona serata!” 
E così Sara e Lorenzo uscirono.    
– “Allora: dove andiamo?” fu la prima cosa che domandò Sara.
– “Ti porto fuori a cena!” rispose Lui, aprendole la porta e facendola accomodare in macchina.
– “Davvero? E dove?” 
– “Questa è una sorpresa… E, a tal proposito…” le rispose Lui, salendo in macchina e tirando fuori qualcosa dalla giacca.
– “No! La benda no!”     
– “E’ inutile: niente benda, niente sorpresa! E a te piacciono così tanto le sorprese!” 
– “E va bene!” si arrese Sara.     
– “Non preoccuparti: l’attesa durerà poco!” la rassicurò Lorenzo, dandole un bacio.
– “Intanto… musica?”     
– “Sì! La musica te la concedo!” le rispose Lui.     
– “Ah, grazie!”     
Così Lorenzo accese la radio (Sara, non vedendoci, non ci era riuscita!) e..      
 
…la coincidenza ci farà incontrare 
e chiamalo destino quel percorso naturale 
che due puntini dentro l'universo 
raggiungono la strada che li illumina d'immenso 
la confidenza mischierà le carte 
da non capire mai qual è il punto di confine 
e non saper distinguere il tuo corpo 
dove finisci tu, comincio io 
e questo è il senso di un momento già perfetto 
è questo il punto da cui inizia tutto quanto 
Arrivi tu!

Ad entrambi comparse un sorriso sul volto. "La coincidenza" li aveva fatti incontrare e ora erano lì, insieme, a godersi ogni momento di loro. Perfetto perchè erano insieme. Finalmente insieme. 


Nemmeno cinque minuti e Lorenzo spense la macchina.     
– “Siamo arrivati?”
– “Sì! Aspetta che ti vengo a prendere!” 
– “Perché? Non posso ancora togliere la benda?”     
– “Non ancora!” 
Lorenzo, così, aiutò Sara a scendere dalla macchina e, dopo averla chiusa, la prese in braccio.     
– “Addirittura! Che romantico!” eslamò Sara.
– “Guarda che lo faccio solo perchè ci sono così tante scale e, se te le lasciassi fare tutte con la benda, si farebbe notte!” le spiegò Lorenzo. 
– “Senti: non lamentarti! Hai deciso tu di bendarmi.. e sei stato sempre tu a scegliere il ristorante!”
Lorenzo sorrise: Sara aveva torto! Non stavano andando in un ristorante. O meglio... non in un "tradizionale" ristorante.    
- “Ecco: ora puoi togliere la benda!” disse Lorenzo, dopo aver salito alcune rampe di scale. Era eccitato e impaziente di vedere come avrebbe reagito Sara alla sua sorpresa.    
La giovane Levi non se lo fece ripetere due volte. E quando aprì gli occhi rimase senza parole.
– “Ma… Lorenzo! Hai fatto tutto questo per me?” esclamò Sara incredula.  “Ma.. come hai fatto?”
– “Eee.. questa è una lunga storia!" ammise Lorenzo al quale non era sfuggito un sorriso ricordando cosa aveva dovuto fare per organizzare quella sorpresa. 



12 ore prima, ore 9.00, 24 febbraio 

- "Marco.. Scusa! Hai due minuti. Dovrei parlarti!" 
- "Lorenzo... Sto accompagnando Jonny e Palù all'asilo. Sai: da quando ci siamo trasferiti a Torino chiedono sempre a me e Maria di portarli a salutare i loro amichetti! Però tra dieci minuti sono di ritorno e possiamo parlare.."
- "Che ne dici se ti accompagno?" domandò Lorenzo, che sembrava un po' agitato. 
- "Certo! Ma mi devo preoccuare.. Riguarda Sara?"
- "Beh sì!"
- "Non sta bene? C'è qualche complicazione al cuore?"
- "No no! Il cuore di Sara sta benissimo..."
- "Ah menomale! Mi stavo preoccupando! Allora? Di cosa si tratta?"
- "Papà.. papà! Simao pronti! Andiamo? Andiamo?" si intromisero Jonny e Palù.
- "Certo! Oggi vi accompagna anche Lorenzo! Su.. salite in macchina che si parte!" esclamò Marco che, allacciate le cinture alle due pesti, mise in moto e partì.
- "Allora? Di cosa volevi parlarmi?" 
- "Beh.. oggi è il compleanno di Sara e io vorrei farle una sorpresa..."
- "Una sorpresa a zia Sara? Bello!" fu la reazione di Palù.
- "Possiamo venire anche noi?" domandò Jonny. 
- "Ma voi non volevate andare all'asilo a salutare i vostri amichetti?" gli chiese Marco, parcheggiando davanti all'asilo.
- "Ma la sorpresa è più bella!" conrabbatterono i due.
- "Ecco.." si voltò Lorenzo verso i due. "Voi due non dovete dire a nessuno di questa sorpresa! A nessuno! Specialmente a zia Sara!" 
- "Facciamo un gioco!" intervenne Marco. "Nessuno di noi quattro parlerà della sorpresa. Chi ci riuscirà, domani, avrà una sopresa. Chi è d'accordo?"
- "Io!" dissero in coro Jonny e Palù. 
- "Bene! Allora adesso andiamo all'asilo e fate i bravi!" affermò Marco.
- "Ciao zio Lorenzo!"
- "Ciao piccoli..."
- "Li accompagno.. due minuti e sono qui!"
- "Certo... Tranquillo!"


Dopo pochi minuti, Marco raggiunse Lorenzo. - "Allora? Qual è la sorpresa che vuoi fare a mia sorella??"
- "Beh... Vorrei portarla a cena..."
- "Ah ho capito: non sai dove! Tranquillo... conosco un paio di ristoranti fatti a posta per voi.."
- "No no Marco... Io so dove voglio portare Sara... Solo è.. che non è un ristorante!"
- "Ah... Ho capito! Anzi no: non ho capito! Vuoi portarla a cena fuori ma non in un ristorante. Ah... la vuoi portare sul tetto?"
Lorenzo scoppiò a ridere. - "No! Ora capirai... Però è meglio che guido io!"
- "Accomodati! Però cerca di farmi capire qualcosa!" lo pregò il Levi. 


- "Cioè.. Tu vorresti organizzare una cena qui? Al museo di arte contemporanea di Roma perchè la notte prima di partire per New York tu hai sognato di incontrare Sara qui e la sera dopo tu e lei vi siete davvero incontrati qui?" Marco era incredulo. "Questa è una..."
- "Follia.. Marco ne sono conscio!"
- "No! Questa è una di quelle cose tipiche di Sara! Lei è istintiva.. è un ciclone! Credevo fossi tu quello razionale nella coppia!"
- "E invece tua sorella mi sta cambiando... Anzi mi ha già cambiata! E devo dire che questo nuovo me mi sembra meglio del vecchio me! Lei.. mi ha salvato la vita!" concluse Lorenzo.
- "E tu l'hai salvata a Lei!" gli rispose Marco, poggiandogli una mano sulla spalla. "Quindi..."
- "Quindi???" disse Lorenzo, trattenendo il fiato.
- "Quindi cerchiamo di riuscire in questa impresa!"  


Dopo aver aspettato quasi un'ora, Marco e Lorenzo furono accolti dalla direttrice del Maxxi.
- "Allora: cosa posso fare per voi? La mia assisente ha detto che dovevate parlarmi urgentemente."
Marco e Lorenzo si guararono. 
- "Bene. Io sono il dottor Lorenzo Martini e questo è mio cognato, il mio fuuro cognato, Marco Levi. Noi.. beh.. io sono qui per chiederle una cosa... Le potrà sembrare una follia ma per me  molto importante."
- "Bene, dottor Martini. Mi dica!"
- "Vorrei che Lei mi desse l'autorizzazione ad organizzare una cena qui, al Maxxi, questa sera, per me e la mia futura moglie!" propose d'un fiato Lorenzo.
La direrice rimase un aimo senza parole, poi disse: - "Lei sta scherzando! Mi dica che sta scherzando!" Aveva pronunciao le ultime parole alzando pian piano il livello della voce. "Ma lo sa che questo è un museo.. Un museo!"
- "Certo... Certo che sappiamo che questo è un museo..." intervenne Marco.
- "E sapete anche quanto sia importante questo posto?"
- "Sì!" esclamò Lorenzo.. "E' Lei che non sa quanto sia importante per noi.. Per me e Sara questo posto! La prego.. mi dia soltanto pochi minuti per raccontarle la mia storia e poi decida! La prego!"
- "E va bene! Ma l'avverto, dottor Martini: non sono una persona facilmente impressionabile!"


- "Capisce? Io le avevo chiesto di sposarmi e Lei biascicava parole senza senso! Ma alla fine ha detto sì! Ci sposiamo il 4 maggio.. tra poco più di due mesi!" concluse Lorenzo dopo averle raccontato la sua pazzesca storia con Sara: dall'incontro in aereo, alle avventure sul tetto, alla malattia fino alla proposta di matrimonio.
- "Allora?" domandò Marco. "Non vorrebbe mettersi contro il Destino!"
La direttrice fulminò Marco. - "Signor Martini: a me non piacciono le minacce!"
- "Ma no!" le rispose Marco. "La mia non era una minaccia... E comunque io sono un giornalista... Se lei desse l'autorizzazione per organizzare la cena, io potrei scrivere un bell'articolo sul museo!"
La direttrice fulminò nuovamente Marco. - "Signor Martini: a me non piacciono i ricatti!"
- "Ma no! Non era un ricatto!" ribattè spazientito Marco. 
- "Va beh..." la direttrice zittì Marco, rivolgendosi a Lorenzo. "Dato che il Destino è così presente nelle vostre vite, sarà proprio il Destino a decidere!"
- "In che senso?" chiesero Marco e Lorenzo contemporaneamente. 
La direttrice prese in mano una moneta. - "Testa vince lei, dottor Martini. Croce perdo io!"
Lorenzo e Marco si guardarono. 
- "Allora: cosa sceglie?" chiese la direttrice a Lorenzo.
- "Testa!" pronunciò con un filo di voce.
La direttrice lanciò in aria la moneta. I tre rimasero in silenzio fino a che la moneta non ricadde sul tavolo. 
- "Testa! Dottor Martini... mi sa che il Destino ha colpito ancora una volta!"
- "Sì!" urlarono Marco e Lorenzo, saltando dalla sedia. 
- "Bene... Vuol dire che potrete organizzare la cena questa sera... Oggi il museo chiude alle 13.00: era prevista un'apertura di metà giornata. La mia segretaria avviserà il custode. Mi raccomando: vi voglio fuori di qui massimo per l'una! E il Museo deve essere come nuovo domattina!" disse la direttrice alzandosi e avvicinandosi ai due.
- "Certo! Certamente!" rispose Lorenzo.
- "Signor Martini.. per quanto riguarda il suo articolo.. non si senta in dovere di scriverlo. Se lo fa per il museo, io e i miei collaboratori ne saremmo fieri. Ma se lo fa per il permesso che ho concesso a suo cognato, beh... non c'è alcun bisogno! E adesso.. non mi resta che salutarvi.. Sapete: il lavoro mi chiama!"
- "Sì sì!.. Beh Grazie di tutto, dottoressa!" si congedò Marco. 
- "Grazie ancora!" la salutò Lorenzo.
- "Arrivederci... Ah... E faccia i miei auguri alla sua futura moglie!" concluse la direttrice, chiudendo la porta alle sue spalle, dopo averli accompagnati alla porta. 


Una volta usciti dal museo, Marco e Lorenzo si lanciarono in un urlo.
- "Ce l'abbiamo fatta!" rispose Marco.
- "Già.. Grazie Marco.." lo abbracciò Lorenzo.
- "E di che? Io non ho fatto nulla! E' stato il Destino... Testa vince lei, dottor Martini. Croce perdo io!" ripetè Marco, avviandosi alla macchina.
- "Aspetta..." si bloccò Lorenzo. "Testa vinco io, croce perde lei... Vuol dire che sia che usciva testa sia che era croce.. avrei vinto io!"
- "L'ha fatto a posta!" riflettè Marco. "Beh... Tu e la mia sorellina avete lasciato il segno!"
Mentre Marco saliva in macchina e allacciava la cintura, Lorenzo si voltò. La direttrice del Maxxi stava parlando con il custode. Lorenzo incrociò il suo sguardo e alzò la mano per salutarla. Lei gli sorrise e ricambiò il saluto.
Eh: il potere dell'Amore cosa riesce a fare?


24 febbraio, ore 21.30 circa, Maxxi

– “Siamo arrivati?”
– “Sì! Aspetta che ti vengo a prendere!” 
– “Perché? Non posso ancora togliere la benda?”     
– “Non ancora!” 
Lorenzo, così, aiutò Sara a scendere dalla macchina e, dopo averla chiusa, la prese in braccio.     
– “Addirittura! Che romantico!” eslamò Sara.
– “Guarda che lo faccio solo perchè ci sono così tante scale e, se te le lasciassi fare tutte con la benda, si farebbe notte!” le spiegò Lorenzo. 
– “Senti: non lamentarti! Hai deciso tu di bendarmi.. e sei stato sempre tu a scegliere il ristorante!”
Lorenzo sorrise: Sara aveva torto! Non stavano andando in un ristorante. O meglio... non in un "tradizionale" ristorante.    
- “Ecco: ora puoi togliere la benda!” disse Lorenzo, dopo aver salito alcune rampe di scale. Era eccitato e impaziente di vedere come avrebbe reagito Sara alla sua sorpresa.    
La giovane Levi non se lo fece ripetere due volte. E quando aprì gli occhi rimase senza parole.
– “Ma… Lorenzo! Hai fatto tutto questo per me?” esclamò Sara incredula.  “Ma.. come hai fatto?”
– “Eee.. questa è una lunga storia!" ammise Lorenzo al quale non era sfuggito un sorriso ricordando cosa aveva dovuto fare per organizzare quella sorpresa. " Io e Marco abbiamo parlato con la direttrice! All’inizio era stata imperterrita ma poi, dopo averle raccontato della tua malattia, dell’operazione che hai subito e, soprattutto, dopo averle detto che ero stato io ad operarti, ha ceduto! Ha lanciato una monetina e il Destino ha colpito ancora! Ci ha dato il permesso di organizzare la cena e dopo io e Marco ci siamo rivolti a un agenzia di catering. Allora... Ti piace?” 
– “Io…”    
– “Forse ti aspettavi qualche altra cosa…”    
– “No! Io… Io sono senza parole!"
Lorenzo la guardò. - “Bene.. Con questa oggi ho realizzato due missioni impossibili!" la schernì Lorenzo, dandole un bacio. "E ora, futura signora Martini, vuole accomodarsi a tavola? Sanno per servirci la cena!"
– “A una condizione!”    
– “Cosa?”
– “Che avviciniamo le sedie! Non voglio starti lontana! Non ci riesco: potrei morire!” 
– “Non dirlo neanche per scherzo!” 



24 febbraio, mezzanotte circa

-“Shhh.. Fai piano! Stanno tutti dormendo!” disse Sara a Lorenzo che, involontariamente, aveva sbattuto la porta della mansarda.
– “E non l’ho fatto a posta!” si giusificò Lui.
– “Ma questo? Cos’è?” domandò Sara.    
– “Non è mio! È tuo!”     
– “Ah: un altro regalo? Così mi vizi!”
– “Penso di sì, ma io non ne so nulla!”
Era un grande poster. Sara, prima di aprirlo, prese il bigliettino che c'era sopra. 
    
“Questo è per voi… Lo so che oggi è il tuo compleanno, Sara.. Ma tu e papà siete una cosa sola, ormai! Spero vi piaccia!!! Tommy” 

– “E’ di Tommy!” disse Sara a Lorenzo. “Dice che è per noi!” 
Così Sara e Lorenzo aprirono il regalo di Tommy. Era una stampa del murales che il giovane Marini aveva fatto il giorno dell’operazione di Sara.   
– “Ma… è bellissimo!” esclamò Lorenzo, emozionato.
– “Già! Tuo figlio ha un grande talento!”      
- “Ah grazie!” 
Sara e Lorenzo si voltarono: Tommy era dietro di loro. “Ho sentito sbattere la porta e.. non ho resistito: volevo vedere se vi piaceva…” 
Lorenzo era senza parole; Sara era commossa.    
- “Ma avete quelle facce perché non vi piace! Guardate che basta dirlo!”     
Sara corse da Tommy e l’abbracciò. – “Grazie! È bellissimo!”    
– “Già! Tommy hai avuto un pensiero stupendo!”    
– “Ma no! È una sciocchezza! Allora: la serata con mio padre è stata un disastro?” 
– “No! È stata perfetta! E tu l’hai resa ancora più bella!”    
– “Mi fa piacere! Io però vado a letto: domani ho scuola! E anche voi dovreste riposare: domani dovete essere in clinica per le 8! Sara ha i controlli…”    
– “Sì.. Sì.. Ora andiamo a nanna! Buona notte Tommy!” disse Lorenzo.     
– “Notte!” disse Tommy abbracciandoli. 
– “Allora? Che ne dici di decidere dove appendere il regalo di tuo figlio?” propose Sara. 
– “Sì! Ne possiamo parlare…” le rispose Lorenzo, avvicinandosi a Lei.
– “Bene!!! Che ne dici di metterlo qui? Sul letto! Secondo me farebbe…”     
– “Non hai capito… Ne possiamo parlare.. Ma non ho voglia di parlarne !”     
– “Ah no?” gli sorrise Sara, mentre Lorenzo le toglieva il poster dalle mani dell'ex atleta.
– “No!” E la baciò.


Nota dell'autrice
Ciao a tutti! :) 
Mi tocca nuovamente chiedere scusa per il ritardo con il quale aggiorno la mia ff. Non ho più scuse.. Lo so! Spero che il mio capitolo possa aiutarmi a farmi perdonare! ;)
Comunque.. credo che a questa mia ff manchino ancora dei capitoli (forse sette, massimo otto!): bisogna pur vedere come Lorenzo e Sara hanno festeggiato la loro prima Pasqua, la festa del papà o come hanno vissuto il "pesce d'aprile" o il viaggio a Parigi prima delle nozze. Dopo, però, scriverò la parola fine a questa storia, nell'attesa della decima serie di questa bella fiction. Tranquilli, comunque: sette, otto capitoli vuol dire che vi farò compagnia ancora per un po', dato che con l'università il tempo per scrivere diminuisce sempre più! :( Però, se proprio non vogliamo dirci arrivederci, mi è venuta un'idea: potreste dirmi voi, tramite recensioni o anche messaggio privato, in che occasione vorreste vedere Lorenzo e Sara. Già una volta mi è stato dato uno spunto e ne è venuto fuori il capitolo "La danza degli scacchi". Se vi va, potremmo provarci! Io sono a vostra disposizione. Fatemi sapere!
Alla prossima! 

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Capitolo 19
*** • Episodio XX _ Tutto in un secondo... ***


16 marzo 2014, ore 16.00 circa

- “Lorenzo.. Ma ti vuoi dare una mossa? Tommy ci aveva chiesto di essere puntuali!” lo ammonì Sara.
- “Mi dovrei pure dare una mossa adesso!” protestò Lui.
- “Certo Amore. E’ da venti minuti che giriamo intorno alla scuola dei ragazzi e a te non va mai bene un posto per parcheggiare!”
- “Sara.. Non è che a me non piace nessun posto dove parcheggiare. E’ che nei posti dove < tu  > mi dici di parcheggiare N - O - N si può parcheggiare. O è divieto di sosta; o si tratta di posti riservati ai disabili o…”
- “Lì!” urlò ad un tratto Sara. “Si è liberato un posto. E le strisce sono pure bianche! Niente parcheggio a pagamento.. Così non ti lamenti delle tariffe orarie!”
- “Non ho capito: stai dicendo che sono tirchio?” domandò Lui, fingendo di offendersi, mentre spegneva la macchina.
- “Solo un pochino…” lo prese in giro Lei, per poi avvicinarsi e dargli un bacio.
- “Ma dobbiamo per forza andare a scuola per questo spettacolo?” le domandò Lorenzo, baciandole dolcemente il collo.
- “Sì, quindi…” disse Lei, allontanandosi, “adesso andiamo. Sai come si dice: prima iniziamo..”
- “E prima io e la mia bellissima futura moglie possiamo starcene un po’ per conto nostro!” concluse Lorenzo dandole un ultimo bacio.


 
- “Τommy! Ma che stai facendo lì sopra?” gli chiese Lorenzo, entrando in palestra.
- “Papà.. cosa credi che stia facendo? So cercando di sistemare questo maledetto sipario! Oggi non ne va bene nessuna!” ammise il ragazzo, scendendo dalla scala.
- “Cosa è successo?” domandò Sara.
- “Nulla di grave!” si intromise Bobò.
- “Nulla di grave?” domandò Tommy. “Noi il giorno prima dello spettacolo perdiamo i protagonisti e tu dici che non è successo < nulla di grave >?”
- “Beh sì. Nulla di grave, dato che Elena ha appena trovato la soluzione.” Disse Bobò, spostando il suo sguardo da Tommy alla sorella.
- “Io?” domandò la gemella. “Bobò ma cosa stai dicendo? Io non ne so nulla!” aggiunse poi, guardando Tommy, Sara e Lorenzo.
- “E invece sì. Elena.. cos’hai appena detto?” le chiese Bobò.
- “Che la storia di Don Mimì e Ninella è bella almeno quanto quella di Sara e.. Bobò cosa vuoi fare?” domandò Elena, guardando suo fratello.
- “Bobò! Ma tu sei un genio!” esclamò Tommy.
Così Sara e Lorenzo si ritrovarono a essere fissati dai tre. E lo sguardo di Elena, Tommy e Bobò non piacque a nessuno dei due futuri sposi.



- “Allora.. La professoressa di italiano, quest’anno, ci ha dato una lista di libri da leggere.” Iniziò Bobò. “ < Il conte di Montecristo >, < L’amore ai tempi del colera >, < Le ultime lettre di Jacopo Ortis >..”
- “Già. Libri del secolo scorso.” commentò Tommy.
- “Però tra questi tutta la classe, o meglio, il gruppo delle ragazze ne ha scelto uno. Uno soltanto.” riprese Bobò, cercando di non calcolare l’intrusione del cugino.
- “ < Io che amo solo te > ” di Luca Bianchini.” Si intromise Elena, rompendo così il pathos che aveva creato Bobò.
- “E va beh! Ma così non vale!” sbottò Bobò. “Prima mi chiedete di illustrare a Sara e Lorenzo la vicenda e poi mi interrompete continuamente.”
- “Scusa Bobò.” disse Elena.
- “Continua pure! Noi staremo zitti.” lo rassicurò Tommy, guardando Elena, per poi farle l’occhiolino.
- “Bobò ha reagito nello stesso modo in cui reagisci tu ogni volta che ti interrompo!” commentò Sara, rifilando una gomitata a Lorenzo.
- “Tirchio… brontolone.. Mi chiedo: ma tu sei sicura di volermi sposare?” le sussurrò Lui.
- “Sicurissima!” gli rispose Lei, stringendogli la mano.
- “Bene: dove eravamo rimasti?” chiese Bobò.
- “Alla scelta del libro.” suggerì Lorenzo.
- “Bene. Ora, tralasciando il poco entusiasmo di noi ragazzi nel dover leggere un libro chiaramente ispirato a una storia d’amore, abbiamo letto il romanzo e, dato il nostro entusiasmo nel commentarlo e nel confrontarci tra noi studenti sulla storia, sulle tecniche di scrittura, sul..”
- “Scusa Bobò se ti interrompo. Ma va detto, a onor del vero, che il dibattito era molto acceso al solo scopo di far passare l’ora di italiano per non essere interrogati..” aggiunse Tommy.
Sara scoppiò a ridere, mentre Lorenzo si lasciò sfuggire: - “ Sempre il solito sei, vero Tommy?”
- “Beh.. diciamo pure che l’intento di imbrogliare la professoressa era di tutta la classe.. non solo di Tommy!” ammise Elena.
- “E invece è stata la professoressa a fregare noi.” Aggiunse Bobò, ormai rassegnato alle molteplici interruzioni della sorella e del cugino.
- “Vi ha proposto di mettere in scena la commedia, giusto?” domandò Sara.
- “Esatto!” risposero i tre ragazzi.
- “Beh interessante!” commentò Sara.
- “Sì! Alla fine, devo ammettere, ci siamo appassionati alla cosa e ci fa piacere mettere in scena la rappresentazione.” disse Elena.
- “Bobò si è occupato della sceneggiatura. Elena del trucco e dei costumi. Io della musica e poi, modestamente, sono il regista.” continuò Tommy. 
- “E’ tutto pronto. Ma senza gli attori principali, Ninella e don Mimì, che erano i bidelli, dato che ci servivano due persone di una certa età, lo spettacolo rischia di saltare.” concluse Bobò.
- “Come? E perché?” domandò Sara.
- “Il signor Fabio e la Signora Benedetta hanno una figlia. Vive a Udine.” spiegò Tommy.
- “ E quindi?” domandarono Sara e Lorenzo.
- “La nipote é nata proprio questa notte e loro sono partiti all’alba per andare da lei.” Fu più esaustiva Elena.
- “Ho capito.” Disse Lorenzo. “Quello che ancora mi sfugge è che cosa possiamo fare noi per aiutarvi?”
- “Molto!” rispose Tommy.
- “Molto!” ripeté Elena.
- “M-o-l-t-o!” scandì Bobò.
Sara e Lorenzo si guardarono. – “Cioè?” si guardarono i due, seppur avevano già intuito la proposta dei ragazzi.
- “Li sostituite voi!”
- “Noi?” 
- “Voi!”
- “No! Ragazzi no! Ma come facciamo? Lo spettacolo è domani sera, tra neanche ventiquattro ore!” ribatté Lorenzo.
- “Papà lo sappiamo. Ma voi siete gli unici che ci possono salvare. Altrimenti dobbiamo rinunciare a tutto.”
- “Per favore..” li pregò Elena.
- “E’ da due mesi che prepariamo questo spettacolo!” fece notare Bobò. “Voi due siete perfetti per interpretare don Mimì e Ninella.”
- “Vuoi dire che io e Lorenzo siamo perfetti per interpretare due persone di una certa età?”  disse Sara, facendo finta di offendersi. Ma in realtà non lo era affatto. Aveva già deciso che Lei e Lorenzo avrebbero aiutato i giovani di casa Martini. E Lorenzo aveva deciso la stessa cosa.
- “Ma no, Sara. Cosa dici?” corse ai ripari Bobò.
- “Bobò voleva dire che tu e Lorenzo siete perfetti per interpretare questo ruolo perché il vostro amore, la vostra storia è molto simile a quella dei protagonisti e…” Tommy non sapeva più che cosa inventare.
Così Sara e Lorenzo decisero che lo scherzo era finito. Si guardarono, e sorridendosi dissero: - “Va bene!”
Bobò, Elena e Tommy si guardarono e poi, lentamente chiesero: - “Va bene vuol dire che…?”
- “Vuol dire che potete contare su di noi!” scandì Lorenzo.
- “Sì!” urlarono i tre che scattarono dalle sedie e corsero ad abbracciare Sara e Lorenzo.
- “Piano.. Piano.. Se no perdete anche noi!” scherzò Lorenzo.
- “Vado a prendere i copioni.” Disse Bobò.
- “E io vado a dire agli altri che lo spettacolo è salvo.” disse Elena, posando una mano sulla spalla di Tommy, il quale le sorrise.
Sara e Lorenzo si guardarono ma non dissero nulla. Loro si erano ripromessi di essere discreti.. Mica come i nonni!
- “Comunque papà.. Grazie! Non avrei mai pensato che potessi accettare. Pensavo che io Elena e Bobò avremmo dovuto fare i salti mortali per ottenere il tuo sì guardando ai precedenti!”
- “Che vuol dire < guardando ai precedenti >?” domandò Sara, spostando lo sguardo da Tommy a Lorenzo.
Tommy non sapeva cosa rispondere. Non sapeva se suo padre volesse dire a Sara la verità.  Quindi le rispose: - “Nulla! E’ un modo di dire. Solo un modo di dire. Ora vado! Sono pur sempre il regista io!”
Sara lo guardò andare via e poi si concentrò su Lorenzo. Ma prima che Lei gli potesse fare una qualche domanda, Lui le disse quello che voleva sapere.
– “Quando Tommy era piccolo e noi eravamo a New York, a scuola organizzarono uno spettacolo. Misero in scena < I viaggi di Gulliver >. Tutti i bambini erano i Lillipuziani e Tommy mi chiese di fare Gulliver! Per Lui era molto importante. Ma io non l’ho capito. E alla fine Gulliver lo ha fatto un avvocato bello e di successo che ha conquistato tutti i bambini, compreso Τommy.”
Sara lo guardò e gli diede un bacio. - “Beh.. hai imparato dal tuo errore. E questo è molto importante per tuo figlio e per il vostro rapporto.”
Lui la guardò e le sorrise. - “Però c’è un'altra cosa che devo confessare.”
- “Cosa?” domandò Lei, seria.
- “Ho accettato di partecipare alla recita dei ragazzi perché sono curioso di vederti all’opera!”     
- “Di vedere all’opera me?” domandò Sara, sorpresa.
- “Beh sì. Quando siamo andati a Verona mi hai detto che hai recitato in uno spettacolo a scuola. Quindi.. voglio vedere il tuo talento sul palco!”
- “Mi stai sfidando?” domandò Lei.
- “Un po’!”
- “Guarda che ho un talento! Invece dell’atletica io sarei dovuta andare a recitare a Hollywood!”
- “E invece di una medaglia avresti vinto una statuetta dell’Oscar.” la canzonò Lui.
- “Certamente! Altro che Meryl Streep!” gli rispose Lei, alzandosi.
- “Vieni qui, Meryl Streep!” le disse Lui, afferrandole il braccio e baciandola.
 


- “Allora..  Chiara e Damiano sono due giovani di Polignano a Mare che stanno per sposarsi. Fin qui è chiaro?” domandò Bobò.
Sara e Lorenzo annuirono.
- “Ok. Andiamo avanti. I due non sanno che anche i loro genitori, quando erano giovani, stavano per sposarsi. Ma il loro sogno d’amore non si mai realizzato a causa del fratello di Ninella, contrabbandiere che è stato poi arrestato.”
- “Ah.. quindi Ninella é la mamma di Chiara e Don Mimì è il papà di Damiano.” Chiese Lorenzo.
- “Esatto!” rispose Bobò. “Elena sarà Chiara e Giulio, il fidanzato di Elena, sarà Damiano!”
- “Ah!” esclamarono Sara e Lorenzo.
- “C’è qualcosa che non va?” domandò Bobò.
- “No!” rispose Lorenzo.
- “Ok, allora andiamo avanti.” continuò Bobò.
- “Bobò…” lo interruppe timidamente Sara. “Ma Tommy di Elena che interpreta Chiara e Giulio che interpreta Damiano lo sa?”
- “Certo! Lui é il regista.”
- “E va tutto bene?” gli chiese ancora la giovane Levi.
- “Sì. Va tutto bene! Ora.. posso raccontarvi la storia? No, perché forse non vi siete accorti che dovete andare in scena domani sera!”
- “Certo, Bobò! Continua pure!” gli rispose Sara.
- “Bene. Dicevo: il loro sogno d’amore non si é realizzato e ora, a distanza di anni, i due si ritrovano ad organizzare il matrimonio dei figli. Noi nello spettacolo mettiamo in scena il giorno prima delle nozze e quello in cui si celebra il matrimonio, durante i quali, tra segreti svelati, amori mai dimenticati, parenti nordici e galeotti, Chiara e Damiano impareranno cos'è davvero l'amore.”
- “E don Mimì e Ninella?” domandò Sara, curiosa.
- “Beh.. per loro non ci sarà il lieto fine delle favole. I due sono ancora innamorati l’uno dell’altra ma ormai le loro vite hanno preso strade diverse per la loro testardaggine e gli scherzi del destino. Durante il ricevimento, però, Don Mimì si alzerà e, davanti a tutti, chiederà di ballare un’ultima volta alla donna della sua vita. Un ultimo ballo sulle note di < Io che amo solo te >.”
- “Ah!” esclamò Sara.
Lorenzo la guardò e la vide un po’ turbata. Voleva chiederle cosa la preoccupava. Ma Elena li interruppe.
- “Sara, scusa. Avrei bisogno di te per la prova costume. E’ appena arrivata Ave che ci aiuterà a sistemare gli abiti.”
- “Certo, arrivo.” disse Sara.
- “Sì, ma fate presto. Abbiamo bisogno che Sara e Lorenzo provino le scene. Devono entrare in sintonia con gli altri attori..”
- “Bobò.. abbiamo capito! Saremo qui il prima possibile.” tagliò corto Elena.
- “Beh Lorenzo.. potremmo iniziare a provare io e te!” propose Bobò.
- “Tra cinque minuti.” Gli rispose Lorenzo, congedandosi all’istante, per andare a prendere una boccata d′aria.
- “Tra cinque minuti!” concluse Bobò.
- “Almeno li passi con me!” lo sorprese Alice.
- “Beh.. allora possiamo prenderci anche dieci minuti!” concluse Lui, abbracciando la sua dolce metà.
 


Era passata quasi un’ora da quando Elena, Ave e Sara si erano chiuse nei bagni della scuola per la prova costume e Lorenzo ancora non aveva rivisto la sua futura moglie. Non aveva ancora imparato tutte le battute a memoria però aveva già provato insieme a Giulio. Gli piaceva quel ragazzo: era gentile e ben educato. Gli ricordava Stefano per certi versi. Avrebbe preferito non sopportarlo invece non riusciva a trovare un motivo.
- “Allora.. Appena arriva Sara proviamo le scene tra don Mimì e Ninella e poi possiamo andare a casa!” avvisò Τommy, che vestiva brillantemente i panni di regista.
Proprio in quel momento entrò in palestra Elena.
- “Elena, dov’è Sara?” le domandò Lorenzo.
- “Non lo so. Circa dieci minuti fa abbiamo finito con i costumi. Ave si è avviata a casa e io ho sistemato tutto. Credevo che Sara vi avesse raggiunto. Aveva imparato quasi tutte le battute ed era pronta per provare.”
- “No.. invece qui non si è vista. Ora la chiamo.”
Ma l’unica voce che Lorenzo poté sentire fu quella della segreteria telefonica. “Il cliente da lei chiamato non é al momento raggiungibile. La preghiamo di richiamare più tardi.” 
- “Allora?” domandò Τommy, avvicinandosi al padre.
- “Niente.” Gli rispose Lorenzo, incominciando a preoccuparsi.
- “Ok, papà stai tranquillo. Sara avrà avuto soltanto bisogno di fare una passeggiata, di prendere una boccata d’aria.”
- “Sì, sì. Io però vado a cercarla.” Lo avvisò Lorenzo.
 


Lorenzo uscì dalla palestra. Non sapeva dove cercare Sara e si stava man mano preoccupando sempre di più. Aveva notato il turbamento di Sara nell’ascoltare la storia di don Mimì e Ninella ma non aveva avuto il tempo di chiederle nulla. Pensando a ciò, stava per entrare nell’edificio del liceo quando notò delle scale di emergenza che portavano al tetto.
- “Andiamo… dimmi che sei lì!” bisbigliò Lui, salendo i gradini di corsa.
E Sara era proprio lì, seduta con lo sguardo perso nel vuoto. Lui rimase lì a fissarla per qualche minuto. – “Guarda che quando Cenerentola scappa perde la scarpetta. Così il suo principe ha un aiutino per trovarla, portarla a palazzo e sposarla.”
Lei si era voltata di scatto. Credeva di essere sola. E invece Lorenzo era proprio dietro di Lei.
- “Ehi! Da quanto tempo sei qui?”
- “Un paio di minuti.” Le rispose Lui, mettendosi a sedere accanto a Lei.
- “Non me ne sono accorta.”
- “L’ho notato. “ le rispose Lui. Poi aspettò qualche secondo e le chiese: “Mi vuoi dire cosa ti turba?”
- “Niente!” rispose Lei, abbozzando un sorriso. “Volevo solo prendere una boccata d’aria.”
- “Ho capito. Non me lo vuoi dire. Ma, tranquilla, non è un problema.”
- “Ma no! Veramente..” cercò di convincerlo Lei.
- “Sara l’ho notato che, quando Bobò ha finito di raccontarci la storia di Ninella e don Mimì ti sei stranita. Τe l’ho detto: se non vuoi dirmelo non è un problema. Ma non dirmi che va tutto bene perche' non sei brava a mentire.”
Lei appoggiò la sua testa sulla spalla di Lui. Poi stette ancora qualche minuto in silenzio, prima di confessare cosa l’aveva turbata. – “Ho pensato che Ninella e don Mimì saremmo potuti essere noi tra vent’anni. Immagina: la figlia mia e di Stefano che sposa il figlio tuo e di Veronica. Che magari si sono conosciuti a casa Martini una di quelle volte in cui tu e la tua famiglia e io e la mia famiglia siamo andati a fare un saluto di cortesia in ricordo dei vecchi tempi.”
Lorenzo era molto sorpreso. Sapeva che c’era qualcosa che aveva tolto il buon umore a Sara ma non immaginava che il motivo potesse essere questo.
- “Ma Sara? Cosa dici?”
- “Dico quello che sarebbe potuto accadere se il giorno della tua partenza io e te non ci fossimo incontrati al museo di arte contemporanea!” sbottò Lei, visibilmente provata, alzandosi e allontanandosi da Lui.
- “Sara.. ma stai scherzando, vero?” domandò Lui, quasi incredulo.
- “No, Lorenzo no. Ma te lo ricordi come abbiamo reagito dopo aver fatto l’amore in montagna? Tu hai deciso di andare a New York con Veronica e io a vivere con Stefano. Siamo fuggiti come due codardi.” Continuò Lei. “E’ stato per uno scherzo del Destino se ci siamo ritrovati. Lo stesso che ha allontanato don Mimì e Ninella.” Si avvicinò a Lui e gli chiese: “E se fosse successa a noi la stessa cosa? Se non ci fossimo ritrovati? Io non riesco a credere che gli ultimi due mesi potrebbero non esserci mai stati!”
Lorenzo era molto colpito dalle parole di Sara. Lei che aveva sempre parlato del Destino, che aveva sempre creduto al Destino, stava mettendo in discussione tutto.
Ma Lui no, non poteva permetterlo. - “Amore mio… don Mimì e Ninella hanno la loro storia. Io e te abbiamo la nostra!” le disse prendendo il suo viso tra le mani. “E’ vero.. abbiamo rischiato di perdere tutto. Ma per fortuna il Destino è stato più forte di noi!”
Sara scoppiò a ridere. - “Non sono sicura di riuscire a sentirti parlare del Destino!”
- “Sì.. anche io non sono sicuro di riuscire a sentirmi parlare del Destino!” la prese in giro Lui, facendola sedere sulle sue gambe.
- “Grazie!” gli disse Lei ad un tratto.
- “E di cosa?” le domandò Lui.
- “Per essere stato così comprensivo nei mie confronti.”
- “Beh… avevi qualche dubbio?” scherzò Lui.
- “Eeeee…” rispose Lei, per poi baciare il suo futuro marito. L’uomo a cui era destinata. L’uomo della sua vita. “Però aspetta un momento!”
- “Cos’altro è successo?” domandò Lorenzo sull’attenti.
- “Hai letto il copione dello spettacolo?” domandò Lei.
- “Sì!” rispose Lui, cercando di capire dove la sua metà volesse arrivare.
- “E sei cosciente del fatto che, nell’ultima scena di don Mimì e Ninella, lui le chiede un ultimo ballo?”
- “Sì!” rispose Lui, avendo capito le intenzione di Lei.
- “E non e' un problema per te dato che non ami ballare?”
- “Beh.. odiavo ballare e preferivo rimanere nell’angolo a guardare, è vero. Ma questo risale a quando non conoscevo te.”
- “Ah sì?” domandò Lei, sorridendo.
- “Eh sì. Quindi..” disse Lui, alzandosi e facendo un piccolo inchino, “Vuole farmi l’onore di ballare con me, signora Levi?”
- “Con piacere, signor Martini!”
 
 

Quando Lorenzo e Sara scesero in palestra, ad attenderli c’erano solo Bobò, Elena e Tommy.
- “Papà! Sara! Ma dove eravate finiti?” domandò loro Tommy.
- “Tommy scusa, hai ragione! E’ stata colpa mia.” Gli rispose Sara.
- “Ma no, tranquilla! L’importante é che vada tutto bene. Perché.. va tutto bene?” domandò lui.
- “Sì! Sì! Tutto bene! Anzi.. che ne dite di provare..?” domandò Sara, accorgendosi solo dopo che ormai erano andati tutti via.
- “Beh.. veramente abbiamo pensato di dire ai nostri compagni di classe che era meglio andare a casa, vista l’ora.” Le spiegò Bobò.
Sara e Lorenzo si guardarono e poi guardarono l’una il cellulare e l’altro l’orologio. Erano quasi le otto di sera.  
- “Ah! Non ce ne eravamo accorti!” ammise Sara.
- “Va beh.. ma le possiamo fare lo stesso le prove delle scene di don Mimì e Ninella, no?” domandò Lorenzo.
- “Ma come? Giulio è dovuto andare a casa!” fece notare Elena.
- “E poi io devo raggiungere Alice. I suoi genitori mi hanno invitato a cena questa sera.” spiegò Bobò.
Sara e Lorenzo si guardarono. Sapevano che la colpa di non aver provato con i ragazzi era solo la loro, quindi non potevano far altro che prenderne atto. - “Va bene, facciamo così!” propose Lorenzo. “Voi andate a casa e io e Sara rimaniamo un po’qui a provare per lo spettacolo di domani.”
- “Beh.. dato che sono il regista io rimango con voi!” li avvisò Tommy. “Così faccio la parte del figlio di don Mimì e quella di Chiara.”
- “Beh.. dato che Chiara sono io.. posso farlo io... il ruolo di Chiara.” Propose Elena, timidamente, con un gioco di parole.
- “Bravi! Bella idea!” disse Bobò. “Voi quattro provate lo spettacolo che domani deve essere tutto perfetto!” commentò Bobò, avviandosi all’uscita.
- “Disse il committente!” lo prese in giro Tommy.
Elena scoppiò a ridere. - “Dai.. mettiamoci all’opera!”



- “Quindi..” disse Lorenzo, alzandosi dal tavolo, “io mi alzo e, guardando fisso negli occhi Ninella, la invito a ballare.”
- “Esatto! E così iniziate a ballare sulle note di < Io che amo solo te >!” disse Tommy, facendo partire la canzone di sottofondo.
Elena scese dal palco e si sedette in platea. Rimase lì a guardarli per qualche secondo prima di accorgersi che Tommy la stava fissando. – “Che c’è?” gli chiese Lei.
- “Niente! E’ che sembri incantata nel guardare papà e Sara!”
- “Beh.. sono ipnotici. Basta guardarli per capire la forza del loro Amore!”
- “E’ vero!” confermò Lui, sedendosi accanto a Lei.
- “Spero di poter vivere anche io un Amore come il loro. Sai.. di quelli che ti fanno battere il cuore e trattenere il respiro!”
Tommy la guardò. – “Sì!” le disse. Incominciava a capire  cosa Lei volesse dire. E sperava solo che non lo avesse fatto troppo tardi.
 


ore 22.30 circa

Quando Sara, Lorenzo, Tommy e Sara chiusero il cancello della scuola era ormai tardi. Erano stanchi ma contenti per la serata che avevano trascorso insieme. Ma si era fatto tardi e, saggiamente, avevano preferito andare a casa. L’indomani sarebbe stata una giornata faticosa per tutti. Così salirono in macchina e si avviarono verso casa Martini.
Mentre Sara e Tommy bisticciavano sulla radio da sintonizzare, Elena, timidamente, domandò:
- “Ma.. vi ricordate di quella volta che io e Tommy facemmo filone a andammo al mare?”
Lorenzo e Sara si guardarono per poi alzare lo sguardo allo specchietto retrovisore e guardare i ragazzi.
- “Certo!” risposero i due, con un sorriso.
- “L’avevamo combinata davvero grossa!” ammise Elena.
- “Sì! Ricordo ancora la lavata di testa di papà… Com’è che dicesti… < Cosa vuoi fare? Vuoi continuare a fare il coglione tutta la vita per dimostrare agli altri che sei capace di vivere fuori dalle regole? Almeno evita di trascinare i tuoi cugini nelle tue bravate! Perché loro sono delle persone con la testa a posto, non come te. Rispettale. >” lo imitò Tommy.
- “Beh.. diciamo che in quella circostanza non avete dato il meglio di voi. Nessuno dei due!” scandì Lei, rivolgendosi a Lorenzo e a quello che ormai considerava anche suo figlio.
Tommy  e Lorenzo si guardarono. - “E’ vero! Col tempo siamo migliorati, però.”
Mentre i quattro scherzavano, videro una macchina parcheggiata al ciglio della strada.
- “Cosa sarà successo?” domandò Elena.
- “Credo abbiano bucato.” Le rispose Lorenzo, accostando la macchina.
- “Noi andiamo a vedere.” Li avvisò Sara.
- “No.. no! Vado io!” disse Lorenzo. “Τu rimani qui con loro.”
- “Ok! Ma stai attento.”
- "Sì!" disse Lui, dandole un bacio.
Così Lorenzo raggiunse l’uomo al ciglio della strada. - “Salve. Ha bisogno di aiuto?”
- “Salve. Sì, grazie. Ho bucato. Ma non ho una ruota di scorta nella macchina.”
- “Non si preoccupi. Le presto la mia. Vado a prenderla subito.”
- “Grazie. Grazie mille!”
Lorenzo, così, togliendosi la giacca, si diresse alla macchina per avvisare Sara e i ragazzi che gli sarebbero voluti dieci minuti per aiutare l’uomo a cambiare la ruota.
Fu in quel momento che accadde l’impensabile.
Fu un momento. Uno soltanto.
Una macchina sopraggiunse, senza alcun avviso, a fari spenti, proprio mentre Lorenzo stava attraversando la strada.
Il sorriso presente sul viso di Sara, Tommy e Elena fu spazzato via nel sentire il rumore di una frenata.
Lorenzo non ebbe il tempo di capire nulla.
Un minuto prima erano i quatto erano felici.
Ma adesso quella felicità non c'era più.
Non c’era più spazio per nulla.
Se non per la paura che li aveva attanagliati nel vedere il corpo di Lorenzo sull’asfalto.
Non c’era più nulla se non l’angoscia di Elena al pensiero di perdere suo zio.
Non c’era più nulla se non la paura di Tommy al pensiero di perdere suo padre.
Non c’era più nulla se non il terrore di Sara al pensiero di perdere l’uomo che amava.
 

 
Nota dell’autrice

Lo so a cosa state pensando.. < Questa impiega mesi interi per aggiornare la sua storia e poi fa finire il capitolo così? > La risposa è sì. E non perché vi voglia tenere sulle spine. Ma perché altrimenti il capitolo sarebbe stato più lungo dell’Iliade!
Comunque… scusarmi per il ritardo credo sia riduttivo.. Dunque.. lo farò comunque! E’ il minimo che possa fare!
Però, dato che prima di Pasqua avrò finito con gli esami all’università, prometto, e questa volta ho intenzione di mantenere la promessa, che arriverà il capitolo!
Nel frattempo.. se volete un piccolo spoiler.. beh! Ricordate solo che Lorenzo, il giorno del suo matrimonio, è  vivo e vegeto.. Dunque.. qualunque cosa la mia mente abbia pensato, Sara e Lorenzo la affronteranno insieme!
Ah… nel capitolo si parla del libro.. “Io che amo solo te!” Non sono stata molto precisa… nel caso qualcuno volesse vedere il film o leggere il libro!
Credo di aver detto tutto.. Non mi resa che ringraziarvi per l’affetto che mi dimostrate! Quando ho iniziato a scrivere questa Fanficion non avrei mai pensato di arrivare al ventesimo capitolo.. E visto che Medico 10 andrà in onda in autunno, ho deciso di continuare fino a quel momento! Poi credo che dovremmo salutarci.. pronti ad iniziare un’altra avventura insieme!
Per adesso vi saluto! Ci vediamo presto!
 

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Capitolo 20
*** • Episodio XIX _ Prove generali... ***


2 marzo, ore 7.45 circa

- "Buongiorno!" esordì Sara entrando in cucina. 
- "Ciao Sara!" la salutò la famiglia Martini. 
- "Mia Cara... Oggi sei particolarmente bella." si complimentò Enrica.
- "Grazie Enrica. Ma non è merito mio. Ho appena sentito Lorenzo e mi ha detto che sarà di ritorno già questo pomeriggio! Atterra alle 15.00 circa." spiegò Sara ai Martini.
- "Davvero?" chiesero Ave e Libero. 
- "Sì. Il paziente operato da Lorenzo e dal team di Berlino è ormai fuori pericolo e quindi non c'è più alcun motivo per rimanere lì."
- "Bene! Posso venire anche io a prenderlo all'aereoporto?" domandò Tommy a Sara.
- "Tommy... ma tu hai il compito di algebra oggi!" gli rispose Sara. 
- "Lo so e non ho intenzione di perdermelo. Dopo tutti i pomeriggi passati a studiare con papà poi! Però lui torna nel pomeriggio. Potresti venire a prendermi a scuola e poi andiamo insieme all'aereoporto!"
- "Uuuu.. mi sono dimenticata di dirvi che Lorenzo non atterra a Roma!"
- "Perchè?" domandò Tommy. 
- "A Fiumicino è scoppiato un incendio ieri. Tutti i voli in partenza e in arrivo contano ore di ritardo. Così Lorenzo ha cambiato biglietto e atterra a Bologna, all'Aereoporto Marconi." finì di spiegare Sara.
- "E tu per essere lì per le tre ti avvi quando io sono ancora a scuola. Ho capito." concluse Tommy, dispiaciuto.
Libero e Sara si guardarono. 
- "Scusate..." si intromise Elena. "Noi il compito lo abbiamo alla seconda ora. Sara tu potresti venire a scuola e fargli il permesso per uscire prima. Tommy non salta il compito ma così non salta neanche la sorpresa che vuole fare a Lorenzo."
Tommy guardò Elena e poi il suo sguardo cadde su Sara.
- "Credo che si possa fare!" annunciò la giovane Levi. 
- "Sì!" urlò Tommy, correndo ad abbracciare Sara. "Grazie!" le sussurrò.
- "Non devi ringraziare me. L'idea non è stata mia!" gli ripose Lei, facendogli l'occhiolino. 
Tommy le sorrise. Poi si voltò, sicuro di trovare Elena seduta a tavola, lì dove l'aveva lasciata. Ma lei non c'era. "Ma Elena?" domandò.
- "E' andata a finire di truccarsi." gli rispose Bobò.
- "Chissà quando capirà che è più bella senza tutto quel trucco!" pensò ad alta voce Tommy, mentre la raggiungeva.  
- "Forse quando quel Giulio glielo dirà se ne convincerà!" rispose Bobò.
Tommy si pietrificò. Aveva capito esattamente quello che aveva detto Bobò ma sperò comunque di aver capito male.
- "Come?" domandò. "Chi è questo Giulio?" disse con un filo di voce.
- "Già! Chi è questo Giulio adesso?" domandò Nonno Libero. 
- "Un tipo per cui Elena ha perso la testa." spiegò Bobò, dando un morso a un cornetto.
Tommy degludì a fatica per poi uscire dalla cucina. Immerso nei suoi pensieri stava per entrare in camera sua quando, alzando gli occhi, vide Elena intenta a guardarsi allo specchio. 
- "Tommy!" lo chiamò all'improvviso Sara. "Ah sei qui?" domandò, cercando di stemperare la tensione che leggeva sul volto di quello che ormai era diventato suo figlio. "Tutto bene?"
- "Sì... sì... prendo lo zaio altrimenti faccio tardi a scuola. Noi ci vediamo tra la seconda e la terza ora." affermò scomparendo come un fulmine, non prima di aver dato un ultimo sguardo alla ragazza che stava occupando il bagno. 
Sara rimase lì a guardarlo mentre scendeva le scale dopo aver preso lo zaino poi, istintivamente, guardò il punto verso cui si era voltato Tommy, anche se era sicura per chi il ragazzo avesse serbato il suo ultimo sguardo. 
- "Sara.. io ho finito! Il bagno è libero." l'avvertì Elena.
- "Grazie Elena! E grazie anche per aver trovato una soluzione prima.. con Tommy." aggiunse a mo' di spiegazione.
- "Ma figurati! So quanto gli sia mancato Lorenzo in questi giorni. Lo capisco... Anche a me manca papà e se dovesse tornare anche io gli vorrei fargli una sorpresa e farsi fermare da un compito pieno di equazioni e formule non dev'essere il massimo."
- "Già! Hai ragione!" rise Sara. 
- "Ora vado, altrimenti..."
- "Fai tardi a scuola! Hai ragione.. Tommy è già sceso!"
- "Allora lo raggiungo!" 
- "Mi sa che Tommy ha ereditato dal padre il non saperci fare con le donne!" riflettè Sara mentre andava in bagno per lavarsi i  denti.


Uscita di casa, Sara passò al bar per avvisare Vittorio che sarebbe stata fuori per tutta la giornata. Prima di andare a prendere Tommy sarebbe dovuta passare in tipografia per ritirare le partecipazioni e al negozio per confermare il numero di bomboniere da far confezionare. Ormai mancavano due mesi al loro matrimonio. Il grande evento era previsto per il 4 maggio 2014. 
L'ex velocista riuscì a fare tutto in tempo e alle 10 in punto era fuori scuola, ad aspettare Tommy alla volta di Bologna. 
Parcheggiata la macchina, la futura signora Martini decise di scendere a fare due passi quando il cellulare squillò. 
- "Sorellina... ti disturbò?" esordì Marco. 
- "Fratellone figurati! Tu non disturbi mai!" gli rispose Sara, contenta di sentire la voce del suo fratellone. 
- "Prima ti ho chiamato ma non mi hai risposto..."
- "Sì.. scusa! Ero in tipografia. Sai.. con Lorenzo a Berlino ho avuto un bel po'da fare."
- "Immagino!" rispose Marco. "Quando torna il futuro sposo? Sempre se torna... Magari ha incontrato una bella tedesca e decide di rimanere lì!" 
- "Ah ah ah... Se ti licenziano come giornalista prova a mandare in giro il curriculum da cabarettista!"
- "Dai sorellina.. non offenderti! Stavo scherzando. Allora: quando torna mio cognato?"
- "Oggi pomeriggio! Sto andando a Bologna a prenderlo! A Fiumicino hanno un po' di problemi!" aggiunse Sara a mo' di spiegazione.
- "Vai.. vai con il treno?" domandò Marco, cercando di nascondere la sua preoccupazione. Sara alla guida lo aveva sempre spaventato. 
- "No no.. vado in macchina. Guido io! Mentre tu devi solo stare tranquillo. Ormai è già da un po' che porto la macchina. E poi viene Tommy con me. Se dovessimo avere qualche problema, cosa che non accadrà, ce la caveremo!"
- "E Lorenzo è d'accordo?" 
- "Lorenzo non lo sa. Se lo sapesse, non sarebbe una sorpresa!" spiegò Sara. 
- "Immaginavo! Va beh... Stai attenta. Non correre troppo.. ma non andare nemmeno troppo piano quando sei in autostrada. Se sei stanca, fermati in un autogrill e.."
- "Marco respira! Tu non ti preoccupare. Ho il navigatore in macchina quindi non mi perderò. E guiderò con saggezza, prometto! Tu salutami tutti lì!"
- "Va bene!" sospirò Marco. "Ma non sarebbe meglio prendere un treno? Anzi un taxi??"
- "Buona giornata, fratellone!" staccò Sara. 
- "Ciao!" si arrese Marco.
- "Sara!" si sentì chiamare la giovane Levi. 
- "Tommy! Sei già qui? Non dovevi uscire alle 10 e un quarto?"
- "A scuola manca l'acqua, non abbiamo neanche fatto il compito di algebra e la preside ha dato l'autorizzazione a tutti gli alunni di poter uscire alla seconda ora."
- "Ah... bene! Ma perchè hai quella faccia?" domandò Sara mentre i due si avviavano verso la macchina. 
- "Quale faccia? Va tutto bene.. Benissimo!" mentì spudoratamente Tommy.
- "Tommy.. scusa se te lo faccio notare, ma non sei molto convincente."
Tommy fece un lungo respiro. - "Credo di stare così per Elena. L'ho visto con quel tale.. Giulio.. e..."
- "E?" lo incitò Sara. 
- "E non ne voglio parlare, per favore!"
- "Va bene.. Dai: sali in macchina!" concluse facendogli l'occhiolino.


Erano le due quando Sara e Tommy parcheggiarono la macchina ed entratono in aereoporto. Controllarono l'orario di arrivo del volo di Lorenzo: al momento non erano previsti ritardi. 
- "Allora? Che ne dici di un gelato?" propose Sara. 
- "Ci sto! Ma ne prendiamo uno per te e uno per me.. altrimenti mi rubi il cioccolato!" precisò Tommy.
- "Beh.. Sappi che questa precauzione non servirà a molto!" lo avvertì Sara.
- "Sara? Ma sei tu?" 
Sara si voltò sentendosi chiamare. La voce le era molto familiare ma la sorpresa fu tanta quando incontrò lo sguardo del suo ex compagno di nazionale. 
- "Emilio!" esclamò Sara, avvicinandosi e abbracciandolo. "Ma quanto tempo è passato?"
- "Quasi due anni ormai da quando mi sono ritirato dalle competizioni."
- "Come sta il tuo cuore?" domandò Sara, ricordando perfettamente come Emilio, proprio come Lei, aveva dovuto abbandonare la carriera agonistica per dei seri problemi di cuore.
- "Adesso sta bene.. Anzi benissimo! Sara ti presento mia moglie.. Margherita Lei è Sara. Sara Lei è Margherita."
- "Moglie? Non ci posso credere! E'.. è un piacere." disse Sara, stringendole la mano.
- "Il piacere è tutto mio. Emilio mi ha parlato molto della sua vita in pista e mi fa piacere poter dare un volto alla famosa Sara di cui tanto ha raccontato."
- "Spero che tu abbia detto solo cose positive." scherzò Sara. "Comunque.." disse poi guardando Tommy. "Questo è mio figlio Tommy. Tommy loro sono Emilio, un mio carissimo amico, e la moglie Margherita."
- "Salve." salutò Tommy. "Sara che ne dici se vado a comprare quel famoso gelato? Così ne diamo un po' anche a papà quando atterra l'aereo da Berlino. Così la sorpresa riuscirà alla perfezione." concluse facendo l'occhiolino.
- "Ottima idea! Ci vediamo dopo!" acconsentì Sara.
- "A dopo!" si congedò Tommy. 
- "Sara.. non ricordavo che avessi un figlio!" bisbigliò Emilio. 
- "Beh Tommy è il figlio di Lorenzo, il mio futuro marito." cercò di spiegare Sara. 
- "Lorenzo??? Ma tu a settembre non ti sei sposata con Giuliano?" domandò Emilio, un tantino confuso.
- "Ah! Credo che sei l'unico tra tutti gli atleti della federazione italiana a non essere a conoscenza di questa storia!" sospirò Sara. 
- "Ti va di raccontarcela? Stiamo aspettando anche noi degli amici di ritorno da Berlino e, tra l'altro, hanno appena annunciato una mezz'ora di ritardo." propose Emilio.
Sara sembrava un po' perplessa. 
- "Dai.. e raccontamela la storia in cui tu lasci Giuliano! Lo sai che non mi è mai stato simpatico!"
- "E' che... non vorrei annoiarvi!" disse Sara, spostando il suo sguardo su Margherita. 
- "Ma no! A me piacciono le storie romantiche! E dato che hai detto "futuro marito" non ho dubbi sul lieto fine della tua storia!" intervenne Margherita. 
- "Bene!" accettò Sara alla quale non dispiaceva affatto raccontare la sua favola d'amore. 


Intanto, sul volo Berlino - Bologna...

- "Scusi!" strillò ad un tratto la ragazza seduta accanto a Lorenzo. "Ho chiesto mezz'ora fa di portarmi un bicchiere d'acqua! Me lo vuole portare o devo venire io a prenderlo?"
Lorenzo si svegliò di soprassalto. Era ancora un po' intontito quando la ragazza gli chiese: - "Mi scusi! L'ho per caso disturbata?"
- "Ma no! Si figuri. Siamo quasi arrivati, quindi.."
- "In effetti no! Il capitano ci ha appena informati che atterreremo con una mezz'ora di ritardo! Comunque piacere. Io sono Azzurra Leonardi!" concluse porgendogli la mano. 
- "Sì.. Io sono Lorenzo Martini!" rispose Lui, stringendole la mano.
- "Signorina! Ecco a lei il suo bicchiere d'acqua." intervenne la hostess. 
- "Finalmente!" esultò Azzurra. 
Ma proprio nel mentre Azzurra si accingeva a prendere il bicchiere d'acqua, un vuoto d'aria fece in modo che dell'acqua cadde proprio su Lorenzo. 
- "Oddio! Mi scusi!" farfugliò Azzurra. 
- "Signore.." propose l'hostess, "mi permetta di rimediare a questo spiacevole inconveniente. Posso portarle una camicia pulita e di questa ce ne occupiamo noi. Naturalmente la recapiteremo al suo indirizzo. Il tutto a nostre spese."
- "Ma no! Non si preoccupi! Non è colpa sua." le rispose Lorenzo. 
- "Infatti è tutta colpa mia!" si intromise Azzurra. "Appena atterriamo corro a comprarne una pulita e.."
- "Azzurra non si preoccupi. E' solo un po' d'acqua. Dobbiamo solo aspettare che si asciughi. Può portare un altro bicchiere d'acqua alla signorina?" domandò poi il dottor Martini alla hostess.
- "Naturalmente!"
- "Che disastro! E' un guaio.." continuava a ripetere Azzurra, evidentemente mortificata. Era molto dispiaciuta per il danno creato all'uomo che le sedeva accanto. Ma lui non sembrava così arrabbiato. Anzi rideva!
- "Scusi: ma perchè ride? La diverte l'aver ricevuto un bicchiere d'acqua addosso??" domandò Azzurra. "O la diverto io che sono dispiaciuta per la brutta figura che ho fatto?"
- "No no... Non sto ridendo di lei. Pensavo solo a una cosa..."
Azzurra lo guardò con fare interrogativo. 
- "E' così che ho conosciuto mia moglie. O meglio: la mia futura moglie. Ci sposiamo tra due mesi!" cercò di spiegare Lorenzo.
- "Le ha versato un bicchiere d'acqua addosso durante un volo?" domandò Azzurra, curiosa.
- "No, non era acqua. Era un bloody mery!"
- "Beh.. il succo di pomodoro non va via da solo!"
- "No, infatti!" sorrise Lorenzo, pensando a come aveva mortificato Sara dopo che Lei, non volendo, aveva rovinato la sua camicia.
- "E così, con la scusa di lavarle la camicia, lei e la sua futura moglie vi siete rivisti e siete diventati.. promessi sposi?" domandò Azzurra, facendo ridere Lorenzo.
- "Beh.. le cose sono state un po' più complicate di così! Tra l'altro Sara non si è proposta di lavare la camicia..." riflettè Lorenzo. "Comunque la storia è lunga e non vorrei che lei si potesse..."
- "Annoiare? Ma scherza! Mi sto annoiando adesso, senza far nulla, con mio marito e mio figlio che dormono da quando siamo partiti!" concluse Azzurra, voltandosi verso i suoi uomini. "Oddio.. in realtà Guido non è ancora mio marito. E Davide non è mio figlio. In effetti non è neanche figlio di Guido ma della sua ex moglie che però è morta e lo ha affidato a Lui. Allora? Me lo dice o no come vi siete rivisti lei e sua moglie? Futura, volevo dire! Se si preoccupa della privacy, le posso firmare qualcosa. Guido può aiutarci: è un avvocato. Io le do la mia parola che non racconterò la sua storia a nessuno. Nessuno a eccezione di Chiara, Nina, Suor Angela e Margherita, che la racconterà a suo marito, Emilio. E Guido, naturalmente. E poi basta."
Lorenzo sorrise. Azzurra gli era molto simpatica. Poteva percepire la dolcezza e la sincerità di quella ragazza. E poi lo aveva colpito come il suo sguardo fosse cambiato  quando si era voltata a guardare i suoi uomini. Quindi, nonostante non fosse il tipo che racconta i fatti suoi a un'estraneo, decise di fare un'eccezione. - "E va bene! Ma non mi interrompa! Non mi piace essere interrotto quando parlo!"
- "Si figuri. Anche a Guido da fastidio quando lo interrom.. Affare fatto!" concluse Azzurra, facendo finta di cucirsi la bocca. 



 - "Ti ha trovata senza sapere dove fossi?" domandò Emilio che, nel pronunciare quelle parole si accorse di come fosse irrazionale e da non credere quello che Sara aveva appena raccontato loro. 
- "Beh sì! So che può sembrare assurdo ma è proprio andata così! Lui aveva sognato che io e Lui ci incontravamo lì, al museo e quindi, prima di partire  per New York, era venuto a dare un'occhiata." cercò di spiegare Sara, abbozzando un sorriso ricordando come, nel momento in cui aveva visto Lorenzo, il suo cuore aveva incominciato a battere all'impazzata e le parole quasi le mancavano. 
- "Wao!" esclamò Margherita. "E' una storia pazzasca."
- "Quindi: fammi capire. Tu stavi per andare a convivere con un altro uomo e Lui stava per trasferirsi a New York con la sua famiglia. All'iprovviso lui fa un sogno in cui vi incontrate in un luogo che nè tu nè lui conoscevate prima e quando effettivamente vi incontrate lì finalmente vi dite che vi amate?" cercò di riassumere Emilio. 
- "Sì!" rispose Sara. 
- "E ci credo che dopo tutto quello che avete passato avete deciso subito di sposarvi!" affermò Emilio. 
- "Veramente..." intervenne Sara. "Non è stato facile nemmeno arrivare a quel punto."
Emilio e Margherita si guardarono. - "Beh.. Menomale che ci siamo seduti altrimenti tra me che sono malato di cuore e Margherita che è inc..."
- "Incinta?" saltò dalla sedia Sara. "Ma quando pensavi di dirmelo? Sono o non sono la tua migliore amica?" concluse correndo ad abbracciare Emilio e Margherita. 
- "Beh.. a dire il vero sei la prima a saperlo!" le disse Margherita. "E se lo viene a sapere Azzurra mi ammazza! Quindi Amore..."
- "Tranquilla! Acqua in bocca!" la rassicurò Emilio. "Io e questo piccolino o questa piccolina non apriremo bocca!"
Sara sorrise nel vedere Emilio dare un bacio sulla pancia di Margherita. Voleva molto bene ad Emilio e anche se non si vedevano da un po' di tempo, soprattutto dopo l'operazione al cuore, pensava spesso al suo compagno di mille avventure. 
- "Però, adesso, torniamo a noi!" riprese Emilio. "Cosa intendi per "Non è stato facile nemmeno arrivare a quel punto" con la precisione?"
- "Quando ho incontrato Lorenzo avevo scoperto da poco di avere dei seri problemi al... al cuore. Coartazione Istmica Aortica con la precisione."
- "Oddio! E' terribile!" esclamò Margherita. "Ma adesso come stai? Ti senti affaticata per il viaggio? Hai bisogno di qualcosa?"
- "No no sto bene!" la tranquillizzò Sara. "Davvero!"
- "Scusala! Deformazione professionale! E' un medico?" spiegò Emilio a Sara.
- "Ma dai? Guarda che coincidenza!" riflettè Sara. "Comunque sto bene. Ormai sono guarita. Mi hanno operato e ora posso condurre una vita normale. Grazie al mio medico!"
- "Vuoi dire..." iniziò Emilio.
- "Ti ha operato Lorenzo?" domandò Margherita. 
- "Ma si può?" domandò Emilio, incredulo.
Sara lo guardò abbozzando un sorriso. 



- "No! In effetti non si può." spiegò Lorenzo ad Azzurra. 
- "Ma tu lo hai fatto, però!"
- "Sai.. all'inizio avevo deciso di operare Sara perchè razionalmente sapevo di essere l'unico in grado di svolgere quell'intervento. Ma... quando mi hanno sbattuto fuori dalla sala operatoria una volta scoperto che io era da un po' che non operavo, beh... mi sono rimbombate in testa le parole di Sara. Mi disse: "Se scegliessi di mettere la mia vita nelle mani di qualcuno, la metterei nelle tue." Capisci? Lei si fidava di me e io non potevo tradirla. Così sono entrato lì dentro e..."
- "E le hai salvato la vita!" concluse Azzurra. 
- "Dipende dai punti di vista." le rispose Lorenzo. 
- "In che senso?"
- "Io le ho impedito di morire. Il resto lo ha fatto lei e si è svegliata. Ma, a dire il vero, ha fatto molto di più."
Azzurra lo guardava senza parlare. E non perchè Lorenzo le avesse detto di non interromperlo ma perchè quella di Lorenzo e Sara era davvero una storia pazzesca. 
- "Sai.. se io e te ci fossimo incontrati su un aereo otto mesi fa io.. Io non ti avrei rivolto più di dieci parole. Non mi sarei messo a ridere quando mi avresti versato un bicchiere d'acqua addosso e sarei stato tutto il viaggio chiuso nel mio mondo, pronto a lamentarmi per ogni inconveniente. Invece Sara.. Sara mi ha insegnato a godermi ogni momento della vita. Ad innamorarmi di ogni avventura che la vita mi riserva. Quindi, in definitiva, io l'ho operata e le ho salvato la vita ma in realtà è Lei ad aver salvato me. Lo ha fatto da quando l'ho incontrata senza che nemmeno me ne accorgessi e fortunatamente è disposta a farlo per il resto della sua vita."
- "Azzurra! Azzurra! Stiamo per atterrare. Posso sedermi vicino a te?" 
- "Davide? Io non ti vado più bene?" finse di offendersi Guido. 
- "Ma no, papà! E' che io e Azzurra abbiamo fatto una scommessa e quindi dobbiamo sederci vicino!" spiegò il "nano".
- "E quale scommessa avete fatto?" domandò Guido guardano il piccolo e la sua donna.
- "Non possiamo dirtelo, mi dispiace!" rispose Azzurra.
- "E va bene! Vorrà dire che Azzurra si andrà a sedere al mio posto e io mi metterò al suo! Va bene?" propose Guido, rivolgendosi a Davide.
- "Sì!" rispose il bambino.
- "E va bene!" disse Azzurra alzandosi. "Ah! Lorenzo: lui è Guido Corsi, il mio futuro Marito e lui è Davide, mio figlio. Guido.. Davide: lui è Lorenzo Martini, il mio.. compagno di viaggio." li presentò Azzurra, prima di andare con Davide ad allacciarsi le cinture. 
- "Piacere!" si presentarono i due. 
- "Spero che Azzurra non l'abbia infastidita oltremodo." iniziò Guido. 
- "Ma no! Assolutamente! Anzi.. Sono stato io quello che ha parlato a raffica. Cosa, tra l'altro, strana. A me non piace parlare tanto." gli spiegò Lorenzo.
- "Credo che sia Azzurra ad avere questo potere. Sa.. all'apparenza può sembrare superficiale... fuori dagli schemi. A me all'inizio stava addirittura antipatica: aveva sempre la risposta pronta.. Per non parlare del fatto che voleva sempre avere ragione Lei!" sorrise Guido. "Ma è una persona con un grande cuore. E' brava ad ascoltare gli altri. E dopo è' sempre pronta a fare la cosa giusta, giusta prima per gli altri e poi per Lei. Pensi che ha scelto di venire a Berlino per stare con me e Davide pur sapendo che a Berlino non c'era molto che a lei piaceva... Lei.. lei è così: sembra che lo faccia a posta a sembrare quello che non è. Sgorbutica, presuntuosa, strafottente.. Quando, invece, è fantastica. Io.. io ancora non ho capito come ha fatto ad innamorarsi di uno come me. Ogni mattina mi sveglio e la vedo lì accanto a me e cerco di capire per quale strana ragione lei abbia scelto me. E a distanza di sei mesi non l'ho ancora capito. Ho capito solo che mi ha insegnato di nuovo a vivere. Mi ha insegnato che se si gioca sempre in difesa non si vince mai. Insomma.. mi ha salvato la vita." concluse Guido, soffermandosi a guardare Davide e Azzurra discutere di qualcosa.
Lorenzo rimase qualche secondo in silenzio. - "Mi creda, Guido. So esattamente cosa vuole dire." aggiunse poi guardando l'uomo che aveva appena conosciuto.
I due si guardarono e si sorrisero.



- "Mi raccomando!" esclamò Sara. "Non perdiamoci nuovamente di vista.
- "Assolutamente no!" asserì Emilio. "E tu inviami la partecipazione di nozze. Sai: se dovessi decidere di mollare il tuo uomo sull'altare "nuovamente" non voglio mancare." la prese in giro l'ex atleta.
- "Tranquillo! Ti spedirò sicuramente la partecipazione ma ti avviso: non scapperò dall'altare questa volta."
- "Non ho dubbi!" concluse Emilio.
- "Comunque l'aereo è atterrato. A momenti dovrebbero essere qui!" li avvisò Margherita.
- "Ma tuo figlio? Che fine ha fatto?" domandò Emilio.
- "Oddio! E' vero! Corro a cercarlo!" si congedò Sara.



- "Tommy!" urlò Sara, sollevata.
- "Sara.. cosa c'è? Stai male??" domandò Tommy, alzandosi e correndo verso di lei.
- "No! Sto bene! E' che sei sparito così! Non dovevi comprare il gelato e raggiungerci?"
- "Ah sì.. il gelato! Me ne sono dimenticato!"
- "Tommy? Cosa è successo? Centra Elena, vero?"
- "Prima stavo andando a comprere il gelato quando è vibrato il cellulare. Pensavo fosse un messaggio..."
- "E invece?"
- "Era Elena che postava su facebook le foto della gita che sta facendo con il suo Giulio!"
- "Ah... Beh.." cercò di iniziare Sara. 
- "Io lo so che non ho il diritto di essere geloso dopo tutto quello che le ho fatto... tenendo conto che sono ancora così confuso su quello che provo per lei... Ma è più forte di me! All'idea che lei stia con quel... coso io non ci capisco nulla!"
- "Tommy aspetta! Cerca di vedere la situazione sotto un altro punto di vita! Può darsi che in questa storia ci sia qualcosa di positivo!"
- "Ah sì? Illuminami, ti prego! Perchè io di positivo, in questa storia, non vedo nulla!"
- "Tommy è molto probabile che Elena, avvicinandosi a Giulio, si possa allontanare da te.."
- "E questo è positivo?" domandò Tommy, incredulo. 
- "Beh.. dipende dai punti d vista. Allontanandosi da te, tu potrai finalmente capire cosa provi per lei. Quando tua madre è arrivata a casa nostra io non ho avuto più dubbi su quello che provavo per Lorenzo."
- "Sarà." disse scettico Tommy.
- "E dai.. adesso fammelo un sorriso. E tienine uno anche per tuo padre! Ne servirà uno smagliante.. soprattutto adesso che non abbiamo il gelato!"
- "Va bene! Adesso, però, ci conviene avviarci! Non vorremmo per caso arrivare in ritardo e non sorprendere papà!"
- "Assolutamente no!" asserì Sara. 



Quando Tommy e Sara raggiunsero il corridoio dal quale arrivavano i passeggeri del volo Berlino-Bologna, la zona era completamente deserta. 
- "Sara.. mi sa che siamo arrivati in ritardo!" 
- "Credo proprio di sì, Tommy!" dovette arrendersi Sara. 
- "E quindi che si fa? Come facciamo a sapere dov'è papà?" 
- "Non ne ho idea!" ammise Sara.
In quel momento il cellulare di Sara squillò. Non conosceva quel numero e qualcosa le diceva che sarebbe stato meglio non perdere tempo a telefono. Però cliccò la cornetta verde e rispose: - "Pronto?"
- "Sara! Menomale che hai risposto! Ho incontato Lorenzo.. E' una lunga storia. Lui era in aereo con gli amici che stavamo aspettando io e Margherita. E... io non gli ho detto che tu e vostro figlio siete qui per non rovinarvi la sorpresa ma.. Adesso sta andando a noleggiare un auto!"
- "Emilio.. Ti devo un favore!" le rispose Sara, per poi staccare. "So dov'è Lorenzo. Andiamo!"
- "Ma come ...?"
- "Forza! Ho un'idea!" 
- "Cioè: noi abbiamo conosciuto Lorenzo Martini, il futuro marito di Sara mentre voi avete incontrato Sara Levi, la futura moglie di Lorenzo Martini, nonchè un'amica di Emilio." riassunse Azzurra, una volta che Emilio aveva salutato Sara. 
- "Esatto! Il Destino li perseguita!" scherzò Margherita. 
- "Marghe.. non puoi immaginare quanto sia romantica la loro storia!"
- "Azzurra... non puoi immaginare quanto sia romantica la loro storia!"
- "Come? Conosci la loro storia?" domandò Azzurra, quasi offesa. 
- "Beh.. me l'ha raccontata Sara!" le spiegò Margherita. 
- "Ma come? Te la DO-VE-VO raccontare io!" strillò Azzurra. 
- "Amore.. che ne dici se la racconti a me e Davide?" si intromise Guido.
Azzurra lo guardò. Riflettè sulla proposta appena ricevuta. - "Ma certo che te la racconto, amore! Adesso, durante il ritorno la racconto a te, al nano, a Margherita e all'invalido. La racconto a tutti! Sono sicura che io conosco più dettagli di te sulla loro storia." concluse Azzurra, facendo le boccacce a Margherita.
Guido scoppiò a ridere.
- "Ragazzi.. ho paura che questo viaggio sembrerà più lungo del previsto." avvertì Emilio, avviandosi al parcheggio con sua moglie.
- "Papà... perchè ridi?" domandò Davide a Guido.
- "Perchè sono un uomo fortunato! Molto fortunato ad avere te ed Azzurra al mio fianco." disse Guido prendendo in braccio suo figlio e raggiungendo la sua dolce metà.



- "Cosa vuol dire: non abbiamo più auto da affittare?" domandò Lorenzo, sfinito. L'unica cosa che il dottor Martini desiderava era tornare a casa, da Sara e da Tommy.
- "Mi dispiace. Ma non posso fare nulla per aiutarla." si congedò l'addetto prima di chiudere la veranda. 
Lorenzo si sedette distrutto. - "Bene! Cos'altro deve accadere oggi?" pensò tra sè e sè il dottore. 
- "Ha per caso bisogno di un passaggio, dottor Martini?"
- "Sì, grazie..." rispose di getto Lorenzo, alzandosi, senza notare da chi provenissero quelle parole.
- "Bene. Posso accompagnarla. Mio padre mi ha insegnato a guidare e da qui a Roma sembrerà un attimo con me alla guida."
Lorenzo a quelle parole alzò gli occhi. 
- "Tommy? Ma.. tu.. che ci fai qui?"
- "Papà che domande fai? Sono venuto a prenderti! Allora: questa dovrebbe essere la parte in cui tu mi abbracci e mi dici che sei contento di vedermi e che ti sono mancato!"
- "Tommy! Ma sei impazzito? Tu hai guidato da Roma a Bologna in macchina.. da solo? E io ti dovrei abbracciare?" gli domandò Lorenzo.
- "Sì! Direi che puoi abracciarlo dato che ho guidato io!" esordì Sara, catturando l'attenzione del suo futuro marito. 
- "Sara!" esclamò Lorenzo il quale, poi, spostò lo sguardo dai due allo sportello di Route Care. L'addetto stava proprio noleggiando un auto. "Siete stati voi due a non farmi affittare l'auto!?" 
- "Fammi capire: avresti preferito tornare da solo a Roma? Credi che 3 ore e 45 minuti di silenzio siano meglio di un viaggio con tuo figlio e la tua futura moglie?" gli domandò Sara.
- "Assolutamente no!" disse Lorenzo, abbracciando prima duo figlio e poi Sara. 
- "Che ne dici?" gli domandò Sara, quando Tommy si allontanò per prendere le valigie. "Torniamo a casa?"
- "Non chiedo di meglio!"
E finalmente Lorenzo la baciò.



Dopo cena, Tommy, rimasto silenzioso per tutto il tempo, salutò tutti per andare a letto. Lorenzo, nonostante le mille domande che i Martini gli avevano rivolto e nonostante i mille abbracci di ringraziamenti per i souvenirs che il dottore aveva scelto per loro, si  era accorto che c'era qualcosa che non andava.
- "Sara..." sussurrò Lorenzo all'orecchio della sua futura moglie. "Raggiungo Tommy. Credo ci sia qualcosa che non va."
- "Amore.. non credo sia una buona idea." lo fermò Sara. Così, quando Lui la guardò perplesso, Lei aggiunse: "Ho già parlato io con Tommy e credo che forse sia meglio... ecco: lasciarlo un po' da solo a riflettere."
- "Tu sai qualcosa che io non so!" sancì Lorenzo. 
- "Beh... forse... qualcosina...." balbettò Sara.
- "Vieni con me!" le disse, prendendole la mano e aiutandola ad alzarsi dal divano. E poi, rivolgendosi alla famiglia, aggiunse: "Scusateci: noi siamo un po' stanchi. Non vi dispiace se incominciamo a salire?"
- "No no... Andate cari!" gli rispose Enrica. 
- "Buonanotte." si congedarono i due. 



- "Allora: fuori il rospo!" iniziò Lorenzo, appena chiusa la porta della mansarda alle loro spalle. 
- "Ma tu proprio non hai capito qual è il motivo per il quale Tommy ha quel muso lungo?" gli domandò Sara.
- "Certo che l'ho capito. Si tratta di Elena. Ma credo che tu conosca qualche dettaglio in più di tutta questa storia, o mi sbaglio?" 
- "Beh.. In effetti no, non sbagli." Sara si sedette sul letto e cercò disperatamente le parole giuste con le quali poter raccontare a Lorenzo tutta la storia. Purtoppo non ci riuscì, quindi: "Elena è sempre stata innamorata di Tommy. Ma Tommy amava Giada. Da quando Giada è partita ed Elena si è allontanata da Tommy perchè lui le ha detto di non ricambiare i suoi sentimenti, Tommy non ha capito più niente. Non sa più cosa prova per Giada e gli manca Elena. E oggi, quando ha saputo che Elena sta uscendo con un altro ragazzo, Giulio mi pare, direi che è stato colpito da un vero e proprio attacco di gelosia. Ecco tutto."
- "Ecco tutto?" domandò Lorenzo. "Ma se è un casino!"
- "Casino!? Ma no..." gli rispose Sara. "E' un po' complicato, sì. D'altra parte tutte le storie d'amore, a quest'età, sono un po' complicate."
- "Sara ascoltami. Io e Lele siamo cugini. Cugini, capisci? Dunque Elena e Tommy sono cugini di secondo grado! Non possono.. stare insieme in quel senso!" ragionò Lorenzo.
- "Tecnicamente non è vero. Molti cugini di secondo grado si sono sposati." precisò Sara. "Anche Libero mi raccontava che alcuni vostri parenti..."
- "Sì lo so, lo so. Ma quelli erano altri tempi!"
- "Lorenzo.. Adesso calmati! Non è successo ancora niente! Lasciamo a Tommy un po' di tempo per decidere e poi affronteremo questa situazione. Insieme. Ti va?"
Lorenzo la guardò. Senza Sara era perduto. Completamente. - "Sì, mi va!"
- "Bene. Allora adesso vieni vicino a me. Ho bisogno di abbracciare un po' il mio futuro marito." gli propose Sara, che si era coricata sul letto. 
Lorenzo le sorrise e la raggiunse. Se ne erano stati un po' così, abbracciati l'una all'altro in silenzio quando a Lorenzo sorrise. 
- "Che c'è?" domandò Sara.
- "Stavo pensando che è giusto un mese!"
- "Un mese.. cosa?" chiese confusa la giovane Levi.
- "Un mese che io e te siamo ufficialmente fidanzati!" spiegò Lui.
- "No.. non è un mese! Era il 31 gennaio.. oggi è il 2 marz.."
- "Un mese!" ripetè Lui, baciandole la fronte. 
- "E' vero!" sorrise Lei. "E tecnicamente mancano 2 mesi e 2 giorni al nostro matrimonio! Dio.. se penso a tutte le cose che dobbiamo fare, impazzisco!"
- "E tu non pensarci!" propose Lui.
- "Ma come faccio? Oggi sono passata in tipografia e al negozio per le bomboniere. Dobbiamo ancora confermare  la location. Io non ho ancora trovato il vestito adatto da indossare. Dobbiamo andare al comune per le pubblicazioni. E, dato che torneremo dal convegno in Francia giusto la mattina del nostro matrimonio, dobbiamo decidere quando fare le prove. Il che sarà un impresa dato i tuoi impegni e..."
- "Sara calmati! Riusciremo a fare tutto. Te lo prometto. Domani andiamo al comune e chiediamo al responsabileper le pubblicazioni. Per il vestito sono sicuro che Ave ti aiuterà a trovarne uno e per la location.. per me va bene anche una capanna.. Non so: una grotta! L'importante è che io e te ci sposiamo!" le sorrise Lui.
- "E per le prove? Non possiamo sposarci senza neanche fare una prova. Va bene che tu ti sei già sposato e io ci sono andata vicino ma.. Non è la stessa cosa!"
- "Hai ragione!" ammise Lorenzo.
- "Lo so che ho ragione!" lo guardò Lei, calmandosi.
- "Sì. Hai perfettamente ragione!" ripetè Lui, alzandosi e uscendo dalla mansarda. 
- "Lorenzo dove vai? Io e te stiamo parlando di una cosa seria! Non puoi dirmi che ho ragione e poi andartene!" Sara era a dir poco sconcertata. 
- "Due minuti e arrivo!" sentì urlare da Lorenzo. 



Dopo pochi minuti, in effetti, Lorenzo fu di ritorno.
- "Non credi di dovermi dare una spiegazione?" gli chiese Sara.
- "Ecco la soluzione!" le rispose Lorenzo, mostrandole due nastrini bianchi. 
- "E cosa dovrebbero risolvere due nastrini?" domandò Sara, scettica. 
- "Hai appena detto che dovremmo fare almeno una prova prima di sposarci, giusto?"
- "Sì!" rispose Lei che, se possibile, era ancora più confusa. 
- "Allora.. che ne dici di fare la prova del nostro matrimonio qui e adesso, solo tu e io?"
- "Ma come..?"
- "Beh c'è tutto! Ci sono gli sposi. Ci sono gli anelli." disse Lorenzo mostrando i nastrini bianchi che aveva appena rubato ad Ave. "Allora?"
Sara rise. - "Ma io non ricorda la formula che dovrò pronunciare!!"
- "Vorrà dire che per questa volta la inventeremo noi."
- "Ci sto!" accettò Sara, andando vicino Lorenzo, afferrandogli le mani.
- "Bene!" 
- "Inizi tu?" chiese Sara. 
Lorenzo le sorrise. - "Bene. Allora... Non so esattamente cosa si dica esattamente in questi casi." La guardò e poi le aprì tutto il suo cuore. " Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei conosciuto la donna della mia vita su un aereo non c'avrei mai creduto. Sai quante persone ho incontrato su un aereo? Quella pazza seduta al mio fianco doveva rimanere solo un volto di cui mi sarei dimenticato dopo qualche ora. E invece... la ritrovo a casa di mio zio!"
Entrambi scoppiarono a ridere. Poi Lorenzo continuò: "All'inizio credevo fosse una congiura. Ma era solo il Destino. Tu eri, sei e sarai sempre il mio Destino! Insomma se anche quando mi sono recato a duemila metri d'altezza per starti lontano tu mi hai trovato, beh.. direi che non abbiamo altra alternativa se non quella di stare insieme! Sai.. è' stato impossibile non innamorarsi del tuo sorriso, della tua dolcezza, della tua sensibilità, della tua pazzia e della tua forza. Sara sei la parte migliore di me. Oggi diventerai finalmente mia moglie..." disse facendole l'occhiolino, "e io non potrei essere più felice. Perchè quando un uomo ha una donna nel cuore non può mai smettere di amarla.”
- "Perfetto!" gli rispose Sara.
Così Lorenzo prese uno dei due nastrini bianchi e lo intrecciò all'anulare sinistro di Sara.
- "Bene.. Ora tocca a me!" prese la parola Lei. "Anche se credo di non poter trovare le parole giuste per esprimere i miei sentimenti per te! Un po' come quando mi hai chiesto di sposarti. Non dimenticherò mai quello strano discorso che mi hai fatto! E alla parola matrimonio ridevo e piangevo proprio come adesso. Perchè mi sembra ancora impossibile che il Destino mi dia la possibilità di passare tutta la mia vita con te, per sempre, di poter vedere i tuoi occhi prima del resto ogni singolo giorno. Sai sei tu la parte più bella di me e la custodirò con tutto l'amore, la forza e la dedizione possibile. Mi hai insegnato ad amare e ora non chiedo nient'altro che amare te e la nostra famiglia per sempre, per tutta la vita. Ho aspettato 27 anni prima di incontrarti e ti ho trovato giusto in tempo.  Stavo per accontentarmi di un sentimento che chiamavo amore quando non lo era. Stavo per sposare l'uomo sbagliato ma... alla fine il Destino si è dato una mossa e sei entrato nella mia vita. Però tutte queste parole sono inutili. Tutto quello che voglio dirti e ripeterti all'infinito è che Tu sei la mia vita, la mia destinazione. Tu sei il mio Amore. Tu, per me, sei l'Amore."
Lorenzo la guardò e le strinse le mani. - "Perfetto!" E poi lasciò che Lei gli legasse il nastrino intorno al dito.
Poi stettero lì a fissarsi e a sorridersi. Bastava stare insieme affinchè i due fossero felici.
- "Quindi..." disse a un tratto Sara, "quando lo faremo per davvero saremo pronti!" affermò, alludendo al matrimonio. 
- "Sì, senza alcun dubbio. Anche se credo che abbiamo tralasciato un dettaglio piuttosto importante!" le fece notare Lui. 
Lei scoppiò a ridere. - "In effetti, al termine del rito, lo sposo può baciare la sposa!"
- "E questa è l'unica cosa che ho intenzione di fare!" disse Lui, prendendo il suo viso tra le mani e baciando la donna della sua vita.


Salve a tutti!
Innanzitutto mi scuso per l'enorme ritardo! So che dico sempre che il prossimo capitolo arriverà nei prossimi giorni e poi vi faccio aspettare settimane! Almeno spero che mi perdoniate con questo nuovo episodio! :) Questa volta credo di aver esagerato un po'.. E' un po' lunghetto ma non è stata colpa mia... Cioè: è stata colpa mia ma non volevo; ho iniziato a scrivere e questo è il risultato!
Per quanto riguarda il riferimento a "Che dio ci aiuti" beh.. se guardate la fiction avrete riconosciuto la famiglia Corsi-Leonardi e Margherita ed Emilio. Se non la seguite, mettiamola così: avete conosciuto per un po'  dei personaggi nuovi, come la pazzeschissima Azzurra, il professor Guido Corsi, il nano Davide e il coraggioso Emilio con la dolce Margherita. ;) 
Comunque.. Prometto solennemente di non farvi aspettare a lungo la prossima volta e grazie per tutti i messaggi e le recensioni che mi avete inviato!
Cristin <3




    

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Capitolo 21
*** • XXI Episodio _ Una ragazza venuta dal passato... ***


16 marzo, ore 23.00 circa

Quando Sara svoltò nel parcheggio della clinica, non diede molto peso a come parcheggiare la macchina. Frenò in modo brusco e spalancò la portiera, lasciando le chiavi nel quadro della vettura, per correre in clinica.
- “Beh papà.. non ti sei fatto < quasi > niente prima, quando ti hanno < quasi > investito, ma hai rischiato parecchio nel momento in cui hai lasciato che Sara si mettesse alla guida!” commentò Tommy, scendendo dalla macchina.
- “Menomale che non avevamo ancora mangiato!” si lasciò sfuggire Elena.
Lorenzo sorrise. – “Non fatevi sentire da Sara! Altrimenti sono guai!” gli suggerì Lui, scendendo dalla macchina, mantenendosi la spalla. Fortunatamente, infatti, Lorenzo si era accorto in tempo della macchina che stava arrivando mentre stava attraversando la strada e quindi aveva potuto tuffarsi di lato rispetto alla traiettoria della vettura. L’auto lo aveva mancato di poco, frenando con un gran stridio di gomme. Per questo aveva sbattuto la spalla sul marciapiede e ora temeva che se la fosse lussata. A dire il vero, aveva anche sbattuto, seppur leggermente, la testa sul ciglio della strada. Ma quel dettaglio non lo aveva rivelato né a Sara, né ai ragazzi. Non voleva allarmarli inutilmente.
- “Lorenzo!” lo chiamò Davide, raggiungendolo con una sedie a rotelle. “Come stai? Sara mi ha detto!”
- “Bene.. bene! Quella non serve!” disse, indicando la sedia a rotelle. “Ho solo sbattuto la spalla quando sono caduto. Forse è lussata!”
- “Facciamo subito una lastra.” Rispose Davide, mentre accompagnava Lorenzo in clinica. “Accomodati un attimo all’ingresso che io vado a preparare la sala. Gloria ha già avvisato l’addetto!”
- “Grazie Davide!” disse Sara, sedendosi accanto a Lorenzo. E poi, rivolgendosi al suo futuro marito, gli chiese: “Sei sicuro di non avere qualche dolore altrove?”
- “Sicurissimo!” le disse, baciandole la mano. “Stai tranquilla! Non è successo nulla!”
- “Guarda.. se penso a quello che sarebbe potuto accadere se non ti fossi accorto della macchina..” disse, con lo spavento negli occhi.
- “E invece me ne sono accorto e quindi è inutile pensarci!” concluse Lui, con un sorriso.
- “Comunque papà, secondo me, dovresti sporgere denuncia. Questa volta non è successo nulla ma l’autista, se continua a guidare in questo modo, potrebbe far male ad altra gente.”
- “Tommy ma chi dovrei denunciare? Non si è neanche fermato e nessuno di noi, in quel momento, ha pensato a prendere il numero di targa! So che si tratta di una Audi grigia.” gli rispose Lorenzo. “Però non sappiamo neanche se era un uomo o una donna!”
- “Era una donna!” si intromise Elena. “E’ scesa dalla macchina.. perciò lo so! Ed.. è incinta! A me è sembrata parecchio spaventata!”
I quattro si guardarono.
- “Lorenzo.. siamo pronti! Quando vuoi, possiamo andare!” li interruppe Davide.
- “Certo!” gli rispose, alzandosi. “Sara.. mentre io faccio la lastra vuoi accompagnare i ragazzi a casa? Senza correre e guidando con molta calma!” disse, evidenziando bene le ultime parole.
- “Ma noi vorremmo aspettare i risultati…” si oppose Tommy.
- “Ma non serve! Ci vediamo a casa.. non è nulla di grave! Dai.. credetemi: sono un medico!” li convinse Lorenzo.
- “Va bene.. andiamo a casa!” si arrese Elena.
- “Sì.. ma con molta calma!” sottolineò Tommy.
Lorenzo e Davide sorrisero.
- “Sì! Prometto! Guiderò con molta prudenza e andrò pianissimo! Così riuscirò a farmi perdonare per la guida in stile < fast & furious > di prima!” promise Sara.
- “Magari.. potrei guidare io!” propose Tommy che, dopo aver visto lo sguardo del padre, aggiunse subito: “Scherzavo!”
- “Ecco appunto!” concluse Lorenzo, avviandosi per la lastra.
- “Ci casca sempre!” commentò Tommy. “Devo organizzargli un pesce d’aprile con i fiocchi!” disse facendo ridere Elena e Sara.

 
- “Allora.. come la senti la spalla?” domandò Davide a Lorenzo.
- “Non c’è bisogno di alcuna lastra per la spalla, Davide. E’ lussata.” Gli disse Lorenzo. “Sai quello che devi fare.. colpo secco e passa il dolore. < Riduzione chiusa >.. te l’hanno insegnata?”
- “Insomma… credo di ricordarla!” gli rispose Davide che, in un attimo, dopo aver disteso Lorenzo, operò il trattamento individuato da Lorenzo. “Viene meglio quando il paziente è rilassato.”
- “Sì.. lo so!” gli rispose Lorenzo, alzandosi e mettendosi a sedere. “Va già meglio!” disse, toccandosi la spalla. Era indolenzita ma il dolore era notevolmente diminuito.
Davide gli sorrise. – “Posso farti una domanda?”
- “Certo!”
- “Se sapevi che bastava una riduzione, quindi pochi minuti, perché hai detto a Sara di accompagnare i ragazzi a casa? Potevano aspettarti e andavate a casa insieme.”
- “Ho convinto Sara ad accompagnare i ragazzi a casa perché c’è una cosa che non le ho detto!”
- “Cioè?” domandò Davide, che aveva intuito che la situazione non era così rosea come appariva.
- “Ho sbattuto la testa sul marciapiede.. anche se non violentemente.”
- “Capisco.. Facciamo una tac? Che ne dici?” propose Davide.
- “Sì.. Credo sia un trauma cranico lieve. Non ho mai perso conoscenza però, mentre venivamo a Villa Aurora, ho avuto qualche sintomo che mi ha fatto pensare.”
- “Quali sarebbero questi sintomi?”
- “Visione doppia, per alcuni istanti. E ronzio all’udito.”
- “Senti qualche dolore particolare alla testa?” domandò Davide.
- “No.. no! Niente ematomi.. né tagli! Diciamo che il mio è uno scrupolo!” confessò Lorenzo.
- “Beh.. un controllo non fa male! Andiamo!”
- “Davide.. mi raccomando: Sara non ne deve sapere nulla!” gli ricordò Lorenzo, mentre il collega inseriva al computer i dati per la tac, cancellando quelli della lastra.
- “Per il momento starò zitto. Ma se la tac ci farà scoprire qualcosa di grave.. glielo dirai tu!” fu la risposta di Davide.
- “Naturalmente.” Convenne Lorenzo, sorridendo.
 

Sara, come promesso, con molta cautela, aveva accompagnato i ragazzi a casa Martini. Libero ed Enrica erano molto preoccupati ma, la giovane Levi riuscì a calmarli.
- “Ha soltanto sbattuto la spalla quando si è tuffato a terra per evitare che la macchina lo investisse. Probabilmente è lussata ma, a detta di Lorenzo, non è nulla di grave.”
- “Menomale, guarda! Ma chi è questo scriazato che guida così?” domandò Libero.
- “Beh.. l’autista non si è neanche fermato… Sappiamo solo che la macchina che lo stava per investire è un Audi grigia e che l’autista era una donna..” si intromise Tommy.
- “Le dovrebbero togliere la patente a questa criminale!” esclamò Ave.
- “Beh.. non credo sia una criminale!” disse Elena. “Era molto spaventata per quello che era accaduto. Forse non sapeva cosa fare. Era sola.. ed incinta..”
- “Va beh.. ci dispiace per lei ma siamo più preoccupati per Lorenzo.” disse Libero.
- “Ecco.. io vado in clinica. E appena so qualcosa vi dico.” Promise Sara. “Voi, intanto..” disse guardando Tommy ed Elena, “.. a letto! Domani abbiamo uno spettacolo da portare a termine!” concluse, facendo un occhiolino.
- “Ti accompagno alla macchina, almeno!” si propose Tommy.
- “Che cavaliere!” sorrise Sara.
Così i due uscirono in strada e Tommy accompagnò Sara. – “Mi prometti che..”
- “Se succede qualcosa di grave ti avvsio. Giuro!” gli disse, mettendosi una mano sul cuore.
- “Bene!” le rispose il giovane Martini, abbracciandola.
- “Ma.. sei uscito solo per chiedermi questo?” gli domandò Lei.
- “No.. vedi quella macchina?” le disse indicando la macchina che si scorgeva guardando nello specchietto laterale dell’auto di Lorenzo.
- “Sì!” gli rispose Lei.
- “Credo sia quella che stava per investire papà! Ci ha seguito in ospedale e la ragazza l’ho intravista anche nel parco della clinica. E quando siamo usciti da Villa Aurora per tornare a casa, ho notato che ci ha seguito fino a qui.”
- “Ah!” rispose Lei.
- “Forse è preoccupata per quello che è successo!” propose Tommy.
- “Lo credo anche io.. Facciamo così.. Io adesso raggiungo Lorenzo. Se la dovessi incontrare di nuovo le parlo. Adesso..”
- “Lo so: ha ragione nonno Libero: noi dobbiamo pensare a papà.”
- “Esatto! Ci sentiamo dopo!” disse dandogli un bacio, per poi salire in macchina per raggiungere Lorenzo.
 

- “Gloria.. sai se Lorenzo ha già fatto la lastra?” domandò Sara, entrando in clinica.
- “No.. ma controlliamo subito.” Le rispose Gloria, con il solito sorriso. “Ma.. hai detto lastra?” le domandò poco dopo.
- “Sì! Ha sbattuto la spalla e mi sa che se l’è lussata!”
- “Beh.. Sara.. qui non c’è nessuna prenotazione per la tac. L’unico esame prenotato per il dottor Martini è.. una tac!”
- “Una tac! Forse avrò sbagliato a capire.. sai l’agitazione del momento!” disse Sara, cercando di nascondere la preoccupazione che la stava attanagliando. “Dov’è la sala per la tac? Vado ad aspettarlo lì.”
- “Secondo piano. Prese le scale, gira a destra. Troverai poi le indicazioni.”
- “Grazie Gloria.” Rispose Sara, correndo all’ascensore.

 
Non fu difficile per Sara raggiungere il reparto riservato dallo staff di Villa Aurora alle tac. Mentre saliva le scale, la giovane Levi cercava di trovare una risposta alle molteplici domande che le frullavano in testa. Ma era tutto inutile. L’agitazione non le permetteva di ragionare. La paura era troppa. E.. “Quando una paura è irrazionale, è inutile razionalizzarla!”
Così decise di sedersi e aspettare.
Sara non fu costretta ad attendere a lungo. Dalla sala adibita per la tac, dopo pochi minuti, uscì Davide.
- “Sara.. ma cosa ci fai qui?” domandò Lui, sorpreso.
- “E cosa vuoi che ci faccia qui? Gloria mi ha detto della tac! Ma Lorenzo non avrebbe dovuto fare una lastra? Cosa sta succedendo?” domandò, sconvolta.
- “Eeee.. come dire! Doveva fare una lastra per la spalla ma, dal momento che era lussata e lo abbiamo capito subito, abbiamo deciso di procedere direttamente con un intervento medico manuale. Tecnicamente si chiama < riduzione chiusa >. Quindi adesso la sua spalla sta bene. E’, come dire.. come nuova!” prese tempo Davide: aveva pur sempre fatto una promessa a Lorenzo.
- “Bene! Ma perché deve farsi una tac? Davide.. sono la sua futura moglie. Ho il diritto di sapere...”
- “Sara! Cosa ci fai qui?” domandò Lorenzo, raggiungendola.
- “Beh.. Lorenzo, io vado! Buona serata!” lo salutò un uomo in camice bianco.
- “Grazie Alfredo, sei stato gentilissimo!” gli strinse la mano il dottor Martini.
- “Lorenzo.. cosa è successo? Perché hai dovuto fare una tac? Stai male? E’ qualcosa di grave?” lo sommerse di domande Sara.
- “Ehi.. respira!” le disse abbracciandola. “Sto bene, te lo giuro!”
- “E allora la tac? Guarda che so a cosa serve!” non si arrese Sara.
- “Ah sì?” scherzò Lui. “Io invece so che sei abbastanza allergica alle tac! Ricordi?” sorrise Lui alludendo all’incidente di Sara e la fuga della ragazza per non fargli scoprire della sua malformazione cardiaca.
- “Non provare a cambiare argomento. Perché hai avuto bisogno di fare una tac?” domandò imperterrita Lei.
- “Prima.. quando quella macchina mi stava per investire.. beh.. Tuffandomi sul marciapiede non ho sbattuto solo la spalla sull’asfalto. Ho anche sbattuto la testa sul marciapiede. Ma leggermente!” aggiunse nel notare lo sguardo terrorizzato di Sara. “Infatti non ho né tagli.. né ematomi. Però ho voluto fare la tac per un eccesso di prudenza. Non volevo lasciare niente al caso.” Le spiegò, con un sorriso rassicurante.
- “Cosa è uscito dagli esami?” gli domandò Lei.
- “Nulla di preoccupante. Si tratta di un lieve trauma cranico. Alfredo mi ha consigliato di non dormire per le prossime dodici ore, nulla di più. Non ho nulla! E, se non mi credi, possiamo andare da Alfredo!”
Sara lo abbracciò. – “Perché non mi hai detto che avevi sbattuto la testa? E se ti fosse successo qualcosa mentre ti portavo qui?”
- “Non volevo mentirti! Volevo soltanto evitare di farti preoccupare ulteriormente. Eri già abbastanza agitata per quello che era successo.” Le spiegò Lui.
- “Avevi paura anche tu della mia guida?” sorrise Lei.
- “Assolutamente no! < Io > ci sono abituato! D’altra parte sono io il tuo maestro di guida!” le disse dandole un bacio.
- “Andiamo a casa?” gli domandò Lei, avviandosi all’ascensore, abbracciandolo.
- “Andiamo a casa!” le rispose Lui.
 

- “Ah… vedo che < questa volta > hai parcheggiato bene?” la prese in giro Lui.
- “Certo! Sapevo che stavi facendo una lastra.. non una tac!” gli rispose Lei, facendogli una linguaccia.
Lui scoppiò a ridere. – “Solo per capire.. Per quanto tempo me lo dovrai rinfacciare?”
-  “Non lo so! Un paio di anni?” scherzò Lei.
- “Eeee.. e pensare che quella che non mi ha detto di avere una gravissima malformazione cardiaca sei tu!” le rinfacciò Lui.
- “Va beh.. non è la stessa cosa!” cercò di giustificarsi Lei.
- “Sì sì.. va bene!” si arrese Lui. “Su.. dammi le chiavi. Guido io!”
- “Ma non c’è bisogno. Guido io!” si oppose Sara.
- “Sara sto bene! Dai.. dammi le chiavi!” le ripeté. Ma Sara sembrava che non lo stesse ascoltando. “Ehi.. tutto bene?”
- “Sì.. è che..” gli disse. “Aspettami un attimo qui.. ho visto una persona.” Gli spiegò, avvicinandosi a una macchina parcheggiata a poca distanza dalla loro.
- “Sara… ma cosa??” le cercò di chiedere Lorenzo, ma Sara si era già allontanata.
- “Ehi.. tutto bene?” domandò Sara alla ragazza in macchina. Era giovane. E abbastanza provata.
- “Sì, grazie. Sto aspettando una persona...”
- “Forse stava aspettando di vedere mio marito! L’ha quasi investito e quindi voleva.. come si dice in queste occasioni? Ah sì.. sincerarsi delle sue condizioni?” le domandò Sara, mentre Lorenzo la raggiungeva.
- “E’ lei la donna che mi ha quasi investito?” domandò Lorenzo, spostando lo sguardo da Sara alla ragazza.
La giovane aprì lo sportello e scese dalla macchina. – “Sì, sono io. Io.. mi dispiace! Ero spaventata! L’ho vista lì.. a terra.. e non ho capito più nulla. Ho fatto retromarcia e sono scappata! Ma me ne sono pentita subito.. Io.. Lei come sta?” disse tutto d’un fiato, trattenendo a stento le lacrime.
Lorenzo la guardò. – “Si calmi. Nelle sue condizioni agitarsi non fa bene né a Lei, né al bambino!” le disse porgendole un fazzolettino. “Io sto bene, lo vede anche Lei.”
- “Grazie.” Disse Lei, prendendo il fazzolettino per asciugarsi le lacrime. “E’ sicuro di stare bene?”
- “Sì. Sicurissimo. Devo soltanto rimanere sveglio per le prossime dodici ore: ho sbattuto lievemente la testa cadendo. Ma non è nulla di grave, glielo ripeto.” La rassicurò nuovamente il dottore.
- “Già.. mi tocca sopportarlo per le prossime dodici ore!” scherzò Sara. “Amore.. credo che le useremo per decidere gli ultimi dettagli del matrimonio!”
- “Certo amore!” le rispose Lorenzo, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza sorrise. Quei due erano proprio una bella coppia!
- “Comunque..” le disse Lorenzo. “E’ pericoloso guidare di notte senza i fari accesi.”
- “Lo so. Quando sono partita questa mattina funzionavano.. non so cosa sia successo.” Spiegò la ragazza. “Domani mattina vado da un meccanico. Non voglio mica mietere vittime!”
Sara annuì. -  “Bene. Ora noi andiamo a casa. Va a riposarti anche tu!” le consigliò premurosamente.
- “Sì.. Grazie..” le rispose.
- “Comunque.. io sono Sara Levi.. piacere! E Lui è il dottor Lorenzo Martini!” disse Sara, correndo ai ripari.
- “Piacere Clara Grandi!” rispose, stringendo la mano a Sara e a Lorenzo. La stretta con quest’ultimo fu un po’ più lunga. C’erano tante cose che li legavano, anche se Lorenzo non lo sapeva. “Mi scusi ancora!” gli disse.
- “Non pensiamoci più. Buonanotte!” le rispose Lui, avviandosi alla macchina per andare a casa. “Comunque.. non dovrebbe guidare in quelle condizioni!” disse sottovoce alla sua futura moglie. “E’ come minimo al settimo mese di gravidanza!”
- “Già!” confermò Sara, guardando verso Clara.
Fu così che si accorse che la giovane aveva qualche problema ad avviare la macchina.
- “Lorenzo! Clara ha qualche problema!” gli disse, attirando l’attenzione del marito.
- “E’ vero.. vado a vedere cosa è successo!” le rispose, raggiungendo nuovamente la ragazza.
- “Maledizione!” imprecò Clara. “Prima le luci! Adesso non parti proprio!” urlò come se la macchina potesse risponderle.
Lorenzo fece finta di tossire. – “Posso aiutarti?” le domandò, passando al < tu >.
Clara alzò lo sguardo. Stava quasi per piangere. – “Oggi non ne va bene una!” disse, sbattendo i pugni sul volante.
- “Ehi… calmati! Può darsi che c’è qualche contatto con la batteria. Lasciami dare un’occhiata.” Le disse, aprendo la portiera per farla scendere dall’auto.
Sara, intanto, li aveva raggiunti e, avendo notato lo stato d’animo della ragazza, era corsa in clinica per prenderle un bicchiere d’acqua. – “Clara.. siediti qui e prendi un po’ d’acqua!” le disse, accompagnandola alla panchina.
- “Grazie!” le disse, con un sorriso.
- “E’ un maschietto o una femminuccia?” chiese Sara, accarezzandole la pancia.
- “Non lo so! Non l’ho voluto sapere! L’unica cosa importante è che sia sano!” le rispose Clara, sorseggiando l’acqua.
- “E’ vero. Neanche io lo vorrei sapere!” sorrise Sara.
- “Clara!” intervenne Lorenzo. “Il problema è.. che è finita la benzina!”
- “La benzina! E’ vero! Stavo per farla quando.. la stavo per investire.” Rivelò la ragazza.
Sara e Lorenzo si guardarono. Clara faceva loro tanta tenerezza.
- “Va beh.. lascia pure la macchina qui. Io lavoro proprio in questa clinica. Ti assicuro che non ci sono problemi. Penserai all’auto domani.” Propose Lorenzo.
- “Sì. Ti accompagniamo noi in hotel o dovunque tu debba andare.” Confermò Sara.
Clara li guardò. Poteva fidarsi di loro? Qualcosa le disse di sì. – “Io.. io non ho un posto dove andare. Avevo intenzione di passare la notte.. in auto.. per riposarmi un po'!” disse tutto d’un fiato.
Sara e Lorenzo la fissarono per qualche secondo e poi si guardarono. Non ci fu bisogno di nessuna parola. Si capirono con uno sguardo, come sempre accadeva tra loro. Si sorrisero e poi misero a corrente Clara del loro piano.

 
Era ormai passata la mezzanotte quando Lorenzo aprì la porta di casa.
- “Ecco! Benvenuta a casa Martini!” le disse Sara, bisbigliando. Ormai, data l’ora, stavano già tutti dormendo.
- “Ma. Siamo sicuri che non sia un problema che io sia qui?” domandò Clara, bisbigliando a sua volta.
Ma né Sara, né Lorenzo ebbero il tempo di risponderle. Era comparsa sul volto di Clara, infatti, un’espressione di dolore. La ragazza si toccò il pancione e si trattenne il respiro.
- “Clara!” domandò Lorenzo. “Cos’hai?”
- “Niente!” li rassicurò la ragazza. “Fagiolino o fagiolina sta soltanto facendo qualche capriola nella pancia della mamma. Beh.. almeno lui o lei sta trovando il modo di divertirsi!”
Sara e Lorenzo tirarono un sospiro di sollievo.
- “Dai.. siediti un po’!” le consigliò Lorenzo. “Nelle tue condizioni non dovresti stressarti in questo modo!”
- “Lo so! Diciamo pure che questa è stata la mia ultima pazzia da single! Il giorno prima delle nozze c’è chi fa l’addio al nubilato e chi si fa 350 chilometri in macchina!” concluse Clara.
Sara e Lorenzo sbarrarono gli occhi. Aveva veramente detto: < Il giorno prima delle nozze > ??
- “Scusa.. forse non ho ben capito! Ti sposi.. domani?” domandò Lorenzo.
- “Sì. Alle 11.00 nella Cattedrale di Pisa.” Rispose Clara.
Sara e Lorenzo si guardarono: erano a dir poco scioccati.
- “Scusa.. ma le spose non dovrebbero organizzarsi per trovare il tempo di conciarsi.. di prepararsi..?” le domandò Lorenzo, sedendosi accanto a Sara, difronte a Clara.
- “Hai usato esattamente le stesse parole!” esclamò Sara, scoppiando a ridere.
Lorenzo capì subito a cosa si riferiva la sua futura moglie. Durante il viaggio da Pisa a Roma, il giorno del matrimonio tra Sara e Giuliano, Lui le aveva rivolto esattamente la stessa domanda!
- “Va beh.. lasciamo perdere!” convenne Sara. “E così tu domani ti sposi?”
- “Sì. Sempre che la mia macchina si riprenda!” rispose Clara.
- “Ma.. lo sa il tuo futuro marito.. la tua famiglia.. dove sei? Come stai?” domandò Lorenzo.
- “Sanno che sto bene! Dove sono.. non l’ho detto a nessuno. Non so se mi capirebbero..” bisbigliò Lei.
Sara e Lorenzo si guardarono. Loro due sì che sapevano cos’è la discrezione. Così rimasero in silenzio per un po’, si strinsero la mano e non le fecero più domande. Rimasero a guardare come Clara accarezzava la sua pancia, con la dolcezza e la tenerezza tipica di ogni mamma.
Furono colti alla sprovvista quando Clara incominciò a parlare.
- “Io sono già stata sposata una volta. Avevo appena vent’anni.” Sorrise Clara. “Ci siamo conosciuti al liceo. Lui era al secondo anno e io al primo. Avevamo la stessa età ma lui aveva fatto la primina. Fu la prima persona che incontrai quando misi piede a scuola. Mi stavo guardando intorno e, all’improvviso urtai qualcuno. Dio.. ricordo ancora il suo sorriso quando incominciai a chiedergli scusa!” Fece una pausa e poi continuò. “Da allora non ci siamo più lasciati. Amavo Guido con tutta me stessa e Lui amava me. Niente e nessuno ci poteva separare. O almeno lo credevo.”
Sara e Lorenzo la ascoltavano in silenzio, stretti l’una all’altra.
- “Quattro anni fa, nel giorno del primo anniversario del nostro matrimonio, Guido si sentì male. Era a lavoro quando all’improvviso svenne.”
Sara l’ascoltava in silenzio, abbracciata a Lorenzo.
- “Le condizioni di Guido erano disperate. Aveva ventotto anni ma ormai da circa tre gli avevano diagnosticato una malattia congenita. < Coartazione istmica aortica >.” Disse Clara.
Sara trattenne il respiro e lo stesso fece Lorenzo.
- “Doveva essere operato d’urgenza.” Continuò Clara. “Il destino volle che a Pisa era arrivato un giovane e brillante medico da New York specializzato nella sua malattia.”
- “E così Guido fu operato, vero?” domandò la giovane Levi.
- “No! Non diede il consenso per sottoporsi all’operazione!” rispose Clara.
- “Come?” domandò Sara, sconvolta.
Clara la guardò e poi guardò Lorenzo. – “Lo ha fatto per me. Ha lasciato che prima venissi operata io.” Scandì Clara. “Soffrivo anche io di coartazione istmica aortica. Quella era l’ennesima cosa che avevamo in comune.” Sorrise tristemente Clara. “Le mie condizioni erano disperate. A detta dello staff medico non avevo che il 7 per cento di chance di superare l’operazione e sopravvivere. E’ per quello che avevano scelto di operare prima Guido e poi me. Lui aveva più possibilità di sopravvivere.” Disse Clara, non trattenendo una lacrima.
- “Lui ha rifiutato l’operazione perché sapeva che in questo modo avresti potuto essere operata tu?” domandò Sara.
- “Sì! L’ultima cosa che mi ha detto è stata una bugia. < Ci vediamo dopo! > mi disse. Ma non è stato così.” prese un sospiro e poi continuò. “Il giovane e brillante medico venuto da New York ha fatto il miracolo con me.. ma non ha avuto il tempo di farlo con Lui. Quando ho aperto gli occhi e mi hanno detto che da quel momento avrei potuto vivere la mia vita in modo normale, come una persona normale, non volevo crederci! Era troppo bello per essere vero! Volevo correre da Guido.. Abbracciarlo! Dirgli che potevamo avere finalmente un bambino tutto nostro. E invece..”
- “E invece il medico che ti aveva appena salvato la vita e che ti aveva detto che avresti potuto vivere come una normale ragazza di ventotto anni ti ha dovuto dire che non era riuscito a salvare l’uomo della tua vita.” Concluse Lorenzo.
Sara alzò lo sguardo su di Lui. Era Lui il giovane e brillante medico venuto da New York!
- “Già! Ricordo perfettamente tutte le parole piene d’odio e rancore che le dissi. Non le meritava! Ma all’epoca non lo capivo. Ero solo piena di dolore e non c’era spazio per nulla più.” Gli disse Clara, afferrandogli una mano. “Sa quando ho capito che è stata una fortuna averla incontrata, dottore? Questa mattina. Mi sono alzata e, quando ho realizzato che mancavano ventiquattro ore al mio matrimonio con Ruggero.. mi è scoppiato il cuore per la felicità! Pensavo che la mia vita fosse finita nel momento in cui mi aveva avvertito della morto di Guido.. E invece grazie a Lui..” disse guardando il cielo, “.. e grazie a Lei, ora sono qui! Sto per sposare l’uomo che amo e sto per diventare madre!” concluse Clara visibilmente commossa. “E dato che l’ultima cosa che le ho detto è stata.. < Vada all’inferno! > mi pare.. beh: volevo rimediare!” gli disse, stringendogli ancora la mano.
Lorenzo era visibilmente commosso. Si inginocchiò davanti a Clara e l’abbracciò.
Ricordava bene la storia di Clara e Guido. All’epoca il suo matrimonio era già in crisi e, quando li aveva conosciuti, era rimasto sbalordito dalla forza del loro Amore.
- “Come hai fatto a sapere che ero a Roma?” le domandò Lui, cercando di nascondere la commozione.
- “New York. Lo staff dell’ospedale dove ha lavorato fino a qualche mese fa mi ha detto che Lei lavorava a Roma e così sono venuta a Villa Aurora ma Lei non c’era! Ma alla fine l’ho trovata comunque e.. l’ho quasi investita!”
Lorenzo scoppiò a ridere. - “Quasi! Ma ti prego.. smettila di darmi del lei.. Mi fai sentire vecchio!”
- “Amore.. ma tu sei vecchio!” lo prese in giro Sara, cercando di alleggerire il clima che si era creato.
- “Ecco!” fece finta di spazientirsi Lorenzo.
Clara scoppiò a ridere. – “Sbaglio o dovete sposarvi anche voi?”
- “Sì!” Rispose Sara. “A maggio!”
- “Quindi è per questo che ti prende in giro?” domandò Clara la quale, notando che i due non avevano capito a cosa si riferisse, continuò. “La battuta sulle spose… che devono acchittarsi!”
- “Ah!” esclamò Sara. “No! Diciamo che la storia è abbastanza lunga!”
- “Beh..” disse Clara. “Lui non deve dormire per le prossime ore.. quindi me la può raccontare!”
- “Assolutamente no!” fu categorica Sara. “Lui non deve dormire per le prossime ore. Tu sì! Domani ti sposi! Facciamo così.. te la raccontiamo mentre ti accompagniamo a Pisa, ok?”
- “Ma no! Non ce n'è bisogno..” disse Clara.
- “E invece sì!” la fermò Lorenzo. “Ti accompagniamo io e Sara! Ora riposati.. noi andiamo a scegliere bomboniere e inviti!” le disse, facendole l’occhiolino mentre la copriva con un plaid.
Così Sara e Lorenzo la lasciarono riposare.
- “Cos’hai?” gli chiese Sara, una volta che si erano seduti sul divanetto della cucina, abbracciati.
- “Niente!” mentì Lui.
- “Non è vero che non hai nulla.. Dai: dimmi la verità!”
Lui la guardò e le sorrise. – “Sto pensando a Guido. Penso che sarebbe contento di sapere che Clara è di nuovo felice. Credo che sarebbe contento di sapere che c’è qualcuno, quaggiù, che la ama come la ama lui da lassù.”
Sara lo strinse ancora più forte. – “Sì, sono sicura che è così.”
- “Allora.. che bomboniere scegliamo?” domandò Lorenzo, scacciando la tristezza.
- “Ma amore.. le bomboniere sono l’unica cosa che abbiamo già scelto!” gli ricordò Sara, alzandosi per preparare un caffè.
- “Ma non è vero!” la smentì Lui.
- “Ah sì? E allora cos’altro abbiamo scelto?” lo mise alla prova Lei.
- “Tu lo sposo e io la sposa, non credi?” le disse Lui, prendendo il suo viso tra le mani e dandole un bacio.
- “In effetti non hai tutti i torti.” Fu la pronta risposta di Sara.
 

17 marzo, ore 6.30 circa

Erano le sei e mezza quando Clara, Lorenzo e Sara, munita di caffè, salirono in macchina alla volta di Pisa.
Il matrimonio tra Clara e Ruggero era previsto per le 11 alla Cattedrale di Pisa. Il viaggio Roma – Pisa sarebbe durato massimo tre ore e mezza. Lorenzo e Sara avrebbero fatto in modo di lasciare a Clara tutto il tempo di prepararsi e conciarsi come tutte le spose sono solite fare.
- “Sara.. mi sa che sei in debito con me di una storia!” le ricordò Clara.
- “Lo so! E sono pronta a rimediare!” rispose la giovane Levi, in preda all’entusiasmo.
- “Clara.. tu sei convinta di voler sapere cosa è successo tra me e Sara?” domandò Lorenzo.
- “Più che sicura! Anche se so la fine!” gli rispose Clara, alludendo al matrimonio, indicando l'anello sull'anulare di Sara.
- “Menomale.. così non ci rimani male se, arrivati a Pisa, Sara non ha ancora finito di straparlare!” scherzò Lui.
- “Ahah.. spiritoso! Allora, Clara… inizio!”
Ma Sara non iniziò. Rimase a bocca aperta.
- “Sara, che hai? Stai male?” domandò subito Lui.
- “Nono.. è che..”
- “E’ che?” chiese Clara, preoccupata.
- “La nostra storia inizia più o meno così.. con io che chiedo a uno sconosciuto di darmi un passaggio per Roma.. da Pisa!” spigò Sara, guardando Lorenzo.
- “Destino!” disse Clara, sorridendo.
- “Destino!” ripeterono i due, perdendosi l’uno negli occhi dell’altra.
 

Per le nove, Lorenzo parcheggiò la macchina dinanzi casa di Clara.
- “Arrivati!” avvisò Lui, sganciando la sicura.
- “Bene.. adesso devo solo prepararmi, truccarmi, vestirmi e.. sposarmi!” disse Clara, facendo un respiro profondo per calmarsi.
- “Tranquilla.. le prossime ore passeranno in men che non si dica e ti ritroverai all’altare davanti l’uomo che ami!” la tranquillizzò Sara.
- “Già! Non vedo l’ora!” ammise Clara. “Ho però un ultima cosa da chiedervi!” continuò la promessa sposa.
- “Cosa?” domandarono Sara e Lorenzo, sull’attenti.
- “So che alle otto andate in scena a scuola di vostro figlio e che quindi dovete ripartire per essere a Roma in orario, ma.. vi andrebbe di restare per la cerimonia? Vorrei che anche Ruggero ti conoscesse! E conoscesse la tua splendida futura moglie!” spiegò guardando Lorenzo.
Sara e Lorenzo si guardarono. - “Ma certo che restiamo per la cerimonia!” rispose Sara.
- “Così casomai prendiamo spunto per gli addobbi!” scherzò Lorenzo.
Clara scoppiò a ridere. - “Bene! Allora ci vediamo in chiesa!”
 

Così Clara andò a prepararsi e Sara e Lorenzo si avviarono in chiesa. Ma questa era completamente deserta!
- “Amore.. non sono neanche le nove e mezza! E’ normale che sia deserta!” spiegò Sara a Lorenzo, che si stava lamentando.
- “Ho capito! E noi adesso che facciamo?” domandò Lui.
Sara si guardò intorno. – “Ho un’idea!” disse con un fare birichino.
- “Io ho paura quando dici così!” fu la secca risposta di Lorenzo.
- “Tu ti metti lì.. sull’altare.. e io percorro la navata!”
- “Vuoi fare le prove del nostro matrimonio?” le domandò Lui con un sorriso.
- “Sì! Così quando sarà il momento saremo pronti!”
- “Va bene! Ma sia chiaro: io sarei pronto già adesso a diventare tuo marito!” le disse baciandola.
Avrebbe però dovuto aspettare ancora un po’ per diventarlo a tutti gli effetti. Mancava ancora un mese e mezzo.
Un mese e mezzo nel quale innamorarsi sempre più della donna della sua vita.
Un mese e mezzo che avrebbe permesso a Sara di innamorrsi ancora di più dell'uomo della sua vita.
 
 

Nota dell’autrice
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui.. con un nuovo capitolo! Lo so! Avevo detto che sarebbe arrivato per Pasqua ma non ho mantenuto la parola! Il fatto è che ho scritto e cancellato non so quante volte questo capitolo! Mi sembrava a volte troppo triste.. a volte troppo smielato! Lo sto pubblicando ora perché ho paura che se lo rileggo lo cancello! Ecco la verità!
Comunque.. grazie a tutti per le recensioni e i messaggi privati!
Non so dirvi quando aggiornerò! Però "alla prossima" ve lo dico lo stesso! 
 




 

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Capitolo 22
*** Episodio XXII _ Pesce d'aprile!!! ***


1 aprile, qualche minuto prima delle otto


- “Buongiorno a tutti!” esordì Tommy, quella mattina particolarmente di buon’umore.
- “Buongiorno Tommy!” fu la risposta dei nonni. 
- “Allora.. cosa vuoi per colazione?” domandò Ave.
- “Nulla Ave. Non mi fermo per la colazione. Sono in ritardo!”
- “Ah!” esclamò Ave. “Ma non è bene andare a scuola digiuno. Andemo! Prendi almeno questo cornetto e mangialo per strada!”
- “Va bene! Ci vediamo a pranzo!” disse recandosi verso la porta. “Ah.. mi raccomando! A pranzo andiamo in scena. Siamo d’accordo?” domandò Tommy.
– “Certo!” disse Nonno Libero.
– “Però, prima che Lorenzo e Sara ritornano a lavoro, tu gli dici tutto!” disse Enrica.
– “Sì, sì! Ovvio! Il gioco è bello quando dura poco!” concluse Tommy, facendo l’occhiolino ai suoi complici.
Eh già. Perché il giovane Martini non si era certo lasciato scappare la ricorrenza che cadeva quel giorno. Primo aprile voleva dire… pesce d’aprile! E Tommy aveva tutto sotto controllo.
Ovviamente la vittima scelta da Tommy era suo padre. A suo dire.. “ci cascava sempre!” ed era sicuro che ci sarebbe cascato anche quel giorno!
Dal canto suo, Lorenzo non aveva minimamente collegato il primo aprile al fatidico pesce di aprile. Aveva ragione Tommy: “ci sarebbe cascato!” Ma questa volta, il dottor Martini, aveva una attenuante. Quel giorno aveva ben altro a cui pensare. Veronica la sera prima era tornata a Roma e lo aveva contattato. I due si sarebbero incontrati per parlare di Tommy e delle vacanze di Pasqua proprio quella mattina, prima di pranzo. E il suo umore non era proprio dei migliori.
- “Buongiorno!” disse Lorenzo, entrando in cucina.
- “Ciao Lorenzo.” lo salutò Libero. “Dormito bene?”
- “Così così. Sara?” domandò Lui, non vedendola seduta al tavolo a fare colazione.
- “E uscita quasi mezz′ora fa. Ma non ci ha detto nulla.” Gli spiegò Enrica.
- “Capisco. Ora la chiamo.” Disse uscendo in giardino.
Cercò sulla rubrica il numero di Sara e chiamò. Non prima di fare un sorriso alla vista della sua Sara sorridente.
- “Lorenzo buongiorno.” Esordì Sara.
- “Amore buongiorno. Ma dove sei finita?” domandò subito Lui.
- “In giro. Sto facendo un giro!” mise subito le mani avanti la giovane Levi.
- “Sara.. sei sicura che va tutto bene?” domandò Lorenzo.
- “Certo! Benissimo. Sto solo facendo un giro per cercare degli accessori da indossare il giorno del nostro matrimonio! Ma non domandarmi nulla! Sono scaramantica io.. come ogni atleta che si rispetti!” concluse Sara, cercando di essere molto convincente.
- “Va bene.. va bene! Non faccio domande! Ci sentiamo dopo allora!”
- “Certo amore. A dopo.” Lo salutò Sara, sentendosi un po’ in colpa per avergli mentito. Ma doveva farlo. Così, posò il cellulare nella borsa e si recò alla reception. “Salve! Ho un appuntamento con la signora Cortese.” Disse, cercando di rimanere calma.
- “Avviso subito la signora Cortese. Intanto, se vuole accomodarsi al bar. La signora la raggiungerà lì.”
- “Grazie.” Disse Sara, avviandosi verso un tavolino.
 

- “Ricordo che hai gusti strani, come mangiare la panna di prima mattina ma.. quel caffè credo sia fin troppo zuccherato. Hai già messo cinque cucchiaini di zucchero!”
Fu così che Sara ritornò alla realtà: si era persa nei meandri dei suoi pensieri.
- “Veronica!” esclamò Lei, alzandosi.
- “Sara.” La salutò l’ex moglie di Lorenzo.
Le due si guardarono per qualche secondo. Poi fu Veronica a parlare: - “Ti va se ordiniamo un altro caffè?”
- “Sì, grazie.” Rispose Sara, con un sorriso.
- “Due caffè!” disse rivolgendosi al cameriere.
Le due si accomodarono e, mentre aspettavano il caffè, Veronica le confessò: “Ti trovo bene! Tommy mi ha detto quello che hai dovuto affrontare. Sono contenta che tutto sia andato per io verso giusto.”
- “Sì.. sono stata fortunata!” abbozzò un sorriso Sara.
- Sai.. Eri l’ultima persona dalla quale mi aspettavo una telefonata ieri sera.”
- “Lo immagino.” Ammise Sara. “Ho riflettuto a lungo sul se chiamarti o meno.”
Veronica le sorrise. – “Lo immagino.”
- “Ecco i caffè!” le interruppe il cameriere.
- “Grazie!” lo ringraziarono le due.
Così Sara prese la sua tazzina e fu allora che Veronica le vide l’anello al dito.
- “Spero che tu non mi sia venuta a portare la partecipazione per invitarmi al vostro matrimonio!” disse Veronica.
Sara guardò il suo anulare sinistro e deglutì in modo evidente.
- “Sara.. stavo scherzando!” la rassicurò Veronica. “Non ce l’ho con te, veramente.” Si fermò e poi continuò. “Diciamoci la verità: non sono mai stata molto gentile con te. Anzi: sono stata sempre acida e non ho fatto nulla per venirti incontro.”
- “Beh.. diciamo che..” la interruppe Sara.
- “No Sara. Fammi finire. Dalla prima volta che ti ho vista ti ho considerata un pericolo. Un pericolo per il mio rapporto con Lorenzo e per quello con Tommy. Ma se il mio rapporto con Tommy era così compromesso non era colpa tua. E se tra me e Lorenzo non c’era più nulla da salvare non era perché sei entrata tu nella sua vita. Anzi a dirla tutta.. se io mi sono di nuovo innamorata di Lui era perché ho visto un uomo diverso da quello che mi aveva deluso a New York. Un uomo che è così perché ci sei tu nella sua vita. E non sai quanto ti ho odiata per questo.”
Sara abbassò lo sguardo. – “Lo so. Abbiamo sbagliato entrambi nel comportarci.. come abbiamo fatto! Non te lo meritavi.. né tu né Stefano.”
Veronica abbozzò un sorriso. – “Ma è andata così.”
- “E’ per questo che sono qui. Io vorrei..”
- “Scusarti? Non serve! Davvero. Che dire.. forse era destino!” disse. “Non sono tornata per mettermi in mezzo tra te e Lorenzo. Né per farvi la guerra. Mi manca Tommy.. e ci sono alcuni cambiamenti nella mia vita lavorativa e volevo renderlo partecipe.”
-“Non sono venuta qui per marcare il territorio, davvero!” le rispose Sara.
- “Ti credo. Non è nel tuo stile!” le rispose Veronica alzandosi. ”In bocca al lupo, Sara! Ti auguro il meglio, davvero.”
- “Buona fortuna anche a te!” le rispose alzandosi e porgendole la mano.
Veronica la guardò e la strinse. - “Ci vediamo presto, credo.”
- “A presto!” le rispose Sara, guardandola andare via.
- “Sara!” la chiamò un attimo dopo. “Se vuoi la panna prendila pure! Offro io!”
Sara scoppiò a ridere. “Devo averla scioccata davvero!” pensò tra sè e sè. “Grazie comunque!”
 
 
1 aprile, quasi le 13.30 

Era ormai ora di pranzo quando Sara e Lorenzo si trovarono davanti al cancello di casa.
- “Amore.. allora? Come è andata con Veronica?” domandò Sara, mentre Lui le veniva incontro.
- “Bene! Un giovane e promettente pittore d’arte moderna le ha chiesto di essere il direttore esecutivo della sua mostra e lei ha accettato. Lo seguirà in giro per il mondo.”
- “Ah! Ma che bello!” esclamò Sara.
- “Dici eh? Ma tu questo non lo sapevi già’?” le domandò Lorenzo.
- “Io no? E come avrei dovuto saperlo?” mentì Sara.
- “Forse perché questa mattina sei stata da Veronica?” le rispose Lorenzo.
- “Te l’ha detto Lei?” gli chiese Sara.
- “No. Non mi ha detto nulla. Ma tu non sai mentire e questa mattina non sei stata molto convincente. E allora mi è venuto un dubbio!” le disse con un sorriso soddisfatto.
- “Ah.. fai pure i tranelli adesso?” disse Sara, facendo finta di tiragli un punto sul petto.
- “Ahi! Mi fai male!” le disse, tirandola a se. “Grazie!”
- “Di cosa?” le domandò Lei.
- “Per averlo fatto. Non so cosa vi siate dette e non voglio saperlo. Quello che so è che lo hai fatto per cercare di stemperare eventuali tensioni tra me e Veronica e devo dire che è servito.”
- “Non devi ringraziarmi. Siamo una squadra!” concluse Lei, dandogli un bacio. “Però Amore.. entriamo perché sto morendo di fame!”


  
- “Eccoli… Mi raccomando: si va in scena!” disse Tommy.           
– “Ciao famiglia!” dissero Sara e Lorenzo.
– “Ciao ragazzi! Come è andata la mattinata!” domandò Tommy.
- “Bene! Oggi tua madre è venuta in clinica. Abbiamo parlato un po’ e ci siamo organizzati anche per le vacanze di Pasqua.”
- “E?” domandò Tommy.
- “Tua mamma sarà in giro per il mondo per un po’. Quindi a Pasqua puoi rimanere qui con noi.” Gli rispose Lorenzo. “Tua madre poi ti spiegherà il resto oggi pomeriggio.” Concluse sedendosi e facendo accomodare Sara sulle sue gambe.
- “Bene!” rispose Tommy. “A te Sara?”
– “Come al solito! Avrò fatto una cinquantina di caffè, qualche cappuccino… Tutto normale! A voi? Ragazzi: la scuola?”
– “Eh…” disse Elena.
– “Beh…” iniziò Bobò.          
Tommy, invece, non aprì bocca.
– “Ragazzi! Tutto bene? Mi sembrate un po’′… starni!” commentò Sara.
– “Strani? E perché?” chiese Elena.
– “Allora ragazzi: che faccio? Ciogo l’antipasto?” intervenne Ave.
– “No, Ave! Aspetta un attimo! Io non metto in dubbio che a voi oggi, a scuola, sia andato tutto bene!” esordì Lorenzo, guardando Elena e Bobò. “Però c’è comunque qualcosa che non va! Tommy: me lo vuoi dire tu?”
– “Papà! In effetti…”
– “Lorenzo… Manteniamo la calma perché agitarsi non serve a nulla!” si intromise Libero.
– “Già! E poi.. dopo tutto… sono cose che capitano!” fu la volta di Enrica.
– “Bene!” disse Lorenzo. “Se sono queste le premesse… Mi devo preoccupare!”
– “No!” disse Tommy.
– “Beh sì!” fecero insieme Ave, Enrica, Libero, Elena e Bobò.
– “Allora? Che è successo?” chiese Lorenzo, visibilmente preoccupato.
– “Beh… Durante l’ora di educazione fisica ho incontrato un ragazzo! È un tipo simpatico… Abbiamo parlato un po’.. Da cosa nasce cosa e…”           
– “E?” lo incitò a continuare Lorenzo.
 – “E mi ha offerto uno spinello!”
– “Cosa?” chiesero Lorenzo e Sara all’unisono.
– “Sì! Ma non l’ho usato! Solo che la prof ci ha sgamato e lui… beh ha detto che era mio e…”
– “E?” Era l’unica cosa che riusciva a dire Lorenzo.
– “E sono stato espulso dalla scuola! D’altronde ero già stato sospeso.”
– “Ah! E questo era che non mi dovevo preoccupare?” commentò Lorenzo.
– “Beh! Almeno non l’ho usato!” fu la risposta sfacciata di Tommy.
– “Ehh! Adesso, per questo, ti facciamo una statua!” disse Lorenzo.  
– “Papà mi dispiace!” ammise Tommy.
– “Anche a me! Ma non per me! Per te! Ti stavi impegnando così tanto!” gli disse il padre.   
– “E, comunque, c’è un’altra cosa…” disse con un filo di voce Tommy.  
– “Ancora? Cosa hai fatto: una rapina a mano armata?” cercò di scherzare Lorenzo. 
– “No! Ho preso a pugni il tale fuori la scuola e…”
– “E?” chiese Lorenzo, ormai disarmato.
– “E in quel momento sono arrivati i vigili!” concluse Tommy.
– “Che bello!” disse Lorenzo. “Ave!”
– “Sì!” rispose la veneta.
– “Anziché l’antipasto, cioga il whisky, che è meglio!”
– “Lorenzo, dai… Non è il caso di reagire così!” gli disse Sara, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
– “Già!” dissero Enrica e Libero.
– “Ah no?” domandò Lorenzo, scioccato.
– “No! Anche perché…”
– “Cos’altro hai combinato, Tommy?” domandò Lorenzo.
– “Nient’altro! A dire il vero non ho combinato nulla!” ammise Tommy soddisfatto.
– “In che senso?” chiese Lorenzo.
– “Pesce d′aprile!” urlarono Tommy, Elena e Bobò.
A Lorenzo servì qualche secondo per capire le parole di suo figlio. – “Cioè? Era uno scherzo?”
 – “Già! E fartelo è stato un gioco da ragazzi! Ci caschi sempre!” lo prese in giro Tommy. 
Sara rise.
– “Ma tu l′avevi capito, vero?”  le chiese Lorenzo.
– “A dire il vero… sì!”            
– “Bene!” disse Lorenzo. “Allora: dopo questa performance da Oscar..” disse guardando anche Libero, Enrica e Ave “che dite? Possiamo mangiare?”
– “Certo!” fu la risposta di Libero.
– “Amore!” disse Sara a bassa voce, “Ma te la sei presa?”
- “Assolutamente no! Però.. ho un′idea! E tu mi devi aiutare!” le rispose Lui.
– “E che avresti in mente?”
– “Poi ti dico! Tu ricordati soltanto che i Martini sanno essere diabolici!” le disse, dandole un bacio.
 

1 aprile, ore 20.30 circa
 
- “Sara e Lorenzo sono in ritardo!” disse Tommy.
– “Già! Io ho fame!” si lamentò Bobò.
– “Bobò! E dai!” fu il commento di Elena.
– “Che c’è? Ho solo detto che ho fame!”
– “Non c′è nulla da fare! Sei sempre il solito!” Tommy rise alle parole di Elena. Ma mentre i tre si divertivano e i nonni guardavano la tv, entrarono Sara e Lorenzo: erano visibilmente nervosi.
- “Guarda: chiudiamo argomento che è meglio!” disse Sara, aprendo la porta.
– “Certo! Quando non ti do ragione o non sai più che dire, meglio cambiare argomento o far cadere il discorso!” le rispose Lorenzo.
Ai Martini, sia grandi che piccoli, bastò poco per capire che la situazione era seria.
– “Spero scherzi!” fu il commento laconico di Sara.         
– “No! A dire il vero sono serio! Cos′è? Credevi che avrei assecondato ogni tua pazzia, ogni tua follia? Non sono Stefano, < io > !” disse Lorenzo, sottolineando bene le ultime parole.
– “E < io > non sono Veronica! Non uso la logica negli affetti, non sono razionale!”
– “Me ne sono accorto. E tu dovresti aver capito che io non sono istintivo e impulsivo!”       
– “E, allora, non credo che possiamo stare insieme!” fu la conclusione di Sara.
– “Già! E questa è la prova che la logica è l’unica strada da percorrere! E, infatti, ogni volta che non l’ho seguita, ho commesso degli errori!” ragionò “logicamente” Lorenzo, togliendosi la giacca.
- “Quale? Tipo rimanere a Roma con me? Aventi: se è quello che pensi, dillo!”
– “Tipo fidanzarmi con te, sì!” reagì Lorenzo con rabbia.
– “Bene! Adesso è proprio finita!” fu la risposta di Sara.
– “Guarda che non l’hai deciso tu!” disse Lorenzo, salendo in mansarda. “Prendo le mie cose e me ne torno in garage!”
- “Bene!” disse Sara, fiondandosi in bagno.          
I Martini erano senza parole.
– “Ma… Stanno scherzando, vero?” chiese Bobò.
– “No! Temo di no!” disse Elena.
Libero, Ave ed Enrica si guardarono. Non avevano mai visto Sara e Lorenzo litigare così veementemente.
– “Ragazzi! Ora vado a parlare con Lorenzo e..” disse Libero.
– “Sì! Io vado da Sara!” disse Enrica.               
- “Non preoccupatevi. Sara e Lorenzo si amano. Tutto si aggiusta!” Ave rassicurò i ragazzi.
 

– “Posso!” disse Libero, entrando in mansarda.
- “Certo zio!”
– “Noi giù, prima ,abbiamo sentito tutto..”  
- “E?”  
- “E.. non vi sembra di aver esagerato un po’?”
– “No! Sì! Forse! Non lo so!”
- “Lorenzo! Capita di litigare! L’importante è capirsi e fare pace!” fu il saggio consiglio di Libero.
- “Va bene! Proverò a parlare con Sara, dopo cena!” promise Lorenzo.
 

–“Posso?” disse Enrica, entrando in bagno.
– “Enrica! Certo che puoi!”
– “Ho assistito alla discussione di prima..”
- “E?”
- “Non vi sembra di aver esagerato un po’?”
– “No! Sì! Forse! Non lo so!”
- “Sara! Ma è normale litigare! Come si dice: < L’amore non è bello se non è litigarello >!” 
- “Sarà! Dopo cena proverò a parlargli!”   
 

Libero e Lorenzo scesero dalla mansarda proprio mentre Enrica e Sara uscirono dal bagno.
– “Allora… Noi vi aspettiamo giù!” disse Enrica che, prendendo sotto braccio Libero, si avviò in cucina.
Sara e Lorenzo rimasero soli. Dopo essersi accertati che nessuno li sentisse, si guardarono e, ridendo, dissero:
– “Ci sono cascati!”
– “Già! Grande interpretazione!” disse Sara. “A proposito… Ma mentre facevi finta di litigare… Insomma: tutto quello che hai detto mica lo pensavi?”
– “Assolutamente no!”
– “Menomale! Sai… non avrei voluto litigare veramente!” disse Sara, sorridendogli.
– “Però ora scendiamo! E mi raccomando: “Show must go on!” disse Lorenzo, facendogli l’occhiolino.
Sara e Lorenzo scesero e i Martini capirono che la situazione era sempre seria.
– “Allora: posso preparare i piatti?” chiese Enrica.
– “Certo!” dissero Sara e Lorenzo, senza neanche guardarsi.
– “Papà! Sara! Che ne dite se dopo mi date una mano a ripetere Lucrezio? Il “De rerum natura” non mi piace un granché!” propose Tommy.
– “Ti aiuta tuo padre!” disse Sara.
– “Ti aiuta Sara!” disse contemporaneamente Lorenzo.
– “Grazie! Mi sa che farò da solo!” concluse Tommy.
– “Ma no! Ti aiutiamo noi!” dissero Bobò ed Elena.
– “Mi sembra un’ottima idea!” dissero insieme Sara e Lorenzo, all’unisono.
– “Vedo che su una cosa siamo d’’accordo!” disse Lorenzo, sempre senza guardarla.
Sara lo guardò ma non disse nulla.
E così la cena trascorse senza che nessuno aprisse bocca. Arrivati alla frutta Tommy sbottò.
- “Ma la finite voi due? Avete fatto di tutto per stare insieme e ora… Ora per un litigio, uno stupidissimo litigio, volete buttare tutto all’aria? Sara: hai rischiato di morire pur di non fare soffrire mio padre.. Pur di non dirgli che rischiavi di morire.. Pur di non costringerlo ad operarti, sapendo che non voleva più farlo! Papà: hai lasciato la mamma, hai lottato contro tutti.. Contro il destino.. Contro le tue paure.. Contro Stefano… Avete fatto l’impossibile per stare insieme e ora…”
– “Che ne dite di una fetta di torta?” chiese Sara, interrompendolo.
– “ < Una fetta di torta > ? Ma hai sentito cosa ti sto dicendo?” Tommy era senza parole.
– “Certo!” disse Sara, mettendo la torta sulla tavola. Era ancora confezionata.
– “Tommy! Lascia stare! Sara e Lorenzo sono due adulti! Si amano! Risolveranno queste piccole incomprensioni e tutto passerà! Vero?” disse Libero, guardandoli.
Né Sara, né Lorenzo risposero.
– “Va beh! Mangiamo sta torta, putei!” disse Ave.
Sara e Lorenzo si guardarono e sorrisero. I nonni, Elena, Bobò e Tommy scartarono la torta e rimasero senza parole.
– “Ma…” dissero in coro.
– “Pesce d’aprile!” urlarono Sara e Lorenzo.          
– “Ma.. Era tutto uno scherzo?” domandò Elena.
– “Ma! Allora non avete litigato?” chiese Tommy.
– “No!” rispose soddisfatto Lorenzo.          
– “Ma.. come vi è venuto in mente?” chiese Elena.
– “Beh! Volevo farla pagare a Tommy per lo scherzetto di oggi!” disse Lorenzo. “Ma poi ci siamo ricordati che voi…” disse guardando Bobò, Elena, Ave, Enrica e Libero “…siete stati dei complici perfetti! E così ve l’abbiamo fatta pagare con gli interessi!.. Chi di spada ferisce…” 
– “…di spada perisce!” concluse Tommy, che intanto si era alzato per andare ad abbracciare Lorenzo e Sara, che si era di nuovo seduta al posto si sempre: in braccio a Lorenzo.  
 


Nota dell’autrice
Salve a tutti! Come va?? E’ da un po’ che non mi faccio viva! Come mio solito sparisco! Ma rieccomi qui! Allora: avete letto che a settembre riinizia “Un medico in famiglia 10?” Sono in trepidante attesa! Sono molto curiosa di vedere i nostri Sarenzo. Intanto ecco il capitolo! A dire il vero non lo avevo previsto. Ma poi mi sono accorta che non potevo non immaginare come i nostri Martini avessero vissuto il primo d’aprile! E quindi.. ecco qua! Questo lo definirei un capitolo di transizione. Simpatico e non troppo impegnativo! O almeno credo! Comunque.. dato che sono in vacanza (sarà per questo che ho immaginato Veronica in stile angioletto?? Non lo so neanche io a dire il vero! Non mi è mai stata simpatica! Comunque questo è un altro discorso!) credo che aggiornerò molto molto presto! Quindi.. a presto!


p.s. ne approfitto per un sondaggio: Mi è venuta voglia di scrivere una ff su.. “Non dirlo al mio capo!” Voi lo seguivate? Fatemi sapere!  
 

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Capitolo 23
*** Episodio XXIII _ Buona Pasqua, famiglia Martini! ***


19 aprile, h 20.00, da qualche parte tra Roma e Torino


- “Amore.. senti questa: 17 giorni in Oriente! Non è fantastico: Bali.. Indonesia.. Singapore!” propose Sara tutta eccitata.
- “Beh sì.. se ne potrebbe parlare!” commentò Lorenzo, senza sbottonarsi. “Che altro c′è?”
- “Australia! < 27 giorni per gustarvi le diversità territoriali di Australia e Tasmania e godere di un sano e meritato riposo sulle spiagge paradisiache delle isole Fiji >. Non è allettante?”
- “Allettante quanto scontato! Ormai tutti vanno in Australia per il proprio viaggio di nozze. Che ne dici se proviamo a essere più originali?” le domandò Lorenzo.
- “Proviamo!” rispose Sara, continuando a sfogliare il catalogo, constatando ormai che era quasi terminato. “Mauritius.. Dubai.. Emirati Arabi?” propose Sara, poco convinta.
- “Sei seria? Non ci penso nemmeno!” Lorenzo bocciò senza mezze misure quell′idea.
- “Va bene.. Ci sono: < 21 giorni per un vero viaggio nel tempo che vi porterà nei luoghi più caratteristici dell′antico Giappone imperiale, giungendo poi alla futuristica Tokyo. L′ultima tappa saranno le paradisiache isole Cook, esclusive perle del Pacifico. >”
- “Ti dirò! Giappone! Potrebbe andar bene!” convenne Lorenzo.
- “Finalmente.. rischiavamo di arrivare a Torino senza che decidessimo dove andare in viaggio di nozze a quindici giorni dalle nozze. Va bene che partiamo a fine maggio, però…” commentò Sara.
- “Guarda che non ho detto che andiamo in Giappone.. ho detto che possiamo tener presente l′ipotesi!” commentò Lorenzo, senza riuscire a trattenere un sorriso. Sapeva benissimo dove i due sarebbero andati per il loro viaggio di nozze. Era la sua sorpresa per la sua futura moglie!
- “Questo vuol dire che continuo a leggere le alternative, brontolone mio?” sorrise Sara.
- “Sì, grazie!”
- “Santorini?” fu la prima proposta varata da Sara.
- “Troppo vicino!” la scartò Lorenzo.
- “Turks e Caios? Dai.. vediamo se sai dove si trovano!” lo sfidò Sara.
- “Caraibi cara!” fu la pronta risposta di Lorenzo.
- “E come lo sai?” domandò Lei, stupefatta.
- “Andavo bene in geografia!” rispose Lui, compiaciuto.
- “Beh.. vedo che sei un uomo pieno di risorse! Allora.. Caraibi?”
- “Noo.. troppo banale!” affermò il dottor Martini.
- “Brasile?”
- “Noo.. troppo..” iniziò Lorenzo.
- “Lascia stare! Non lo voglio sapere il motivo!” lo bloccò Sara, quasi spazientita. “Ecco.. questa è l′ultima possibilità: Seychelles! Ti dirò: anche il principe William e Kate Middelton hanno scelto le Seychelles come loro luna di miele. Cosa dirai adesso: troppo mondano?”
- “No…” Lorenzo fece qualche secondo di pausa, poi aggiunse. “Seychelles.. sì! Si può fare!” commentò.
- “Davvero?” domandò Sara sorpresa. “Hai rifiutato di andare a São Tomé e Principe al largo delle coste dell’Africa con un tale disprezzo che non oso riproportelo.. Hai detto no alle Maldive e ai Caraibi… No alla Polinesia Francese.. No a tutto perché una meta era troppo vicina.. una troppo scontata.. e sì alle Seychelles?” domandò Sara.
Lorenzo parcheggiò: erano arrivati a destinazione. – “Pensavo ti piacesse l’idea!”
- “Sì.. a me sì! Sei tu quello strano oggi!” lo squadrò Sara. “Mi vuoi dire cos’hai? E non provare a dirmi nulla che ti conosco!”
Lorenzo la guardò. - “Inizi a conoscermi un po′ troppo bene mi sa!”
- “Che vuol dire?” domandò Lei.
- “Vuol dire che non riesco a farti neanche una sorpresa!” fu la risposta di Lorenzo che estrasse una busta dalla tasca della giacca e gliela passò. “Volevo dartela domani mattina. Era il mio regalo di Pasqua per te! Lo so che sei ebrea ma ciò non toglie che volevo farti un regalo e quindi l'ho fatto! Ecco.. aprila!”
Sara la prese e l’aprì.
- “Non ci posso credere!” commentò la giovane Levi. “Ma.. hai fatto tutto questo per me?”
- “Beh.. sei tu che mi hai detto di volere un viaggio di nozze indimenticabile! E sempre tu sei l’indecisa della situazione! Quindi ho pensato che.. Un giro del mondo in quattro settimane potrebbe essere una buona idea!” uscì allo scoperto Lorenzo.
Sara era senza parole. Più continuava a leggere e più era incredula.
Partiti da Roma, la prima tappa sarebbe stato l’antico Egitto con successiva fermata a São Tomé e Principe. Poi era la volta dell′Asia. Prima la cosmopolita Malesia; poi la moderna Singapore; in ultimo il Giappone e il fascino esotico dei panorami polinesiani. Una breve tappa a Mosca chiudeva le prime due settimane di viaggio. Ecco il turno dell’Oceania: Brisbane, Auckland, Melbourne, Sidney, Bora Bora. Infine il “Sogno Americano”: l’arcipelago delle Hawaii, San Francisco, Las Vegas, Los Angeles.
- “Come vedi l′ultima tappa è New York. D’altronde è lì che tutto è iniziato. Se non ci fossimo incontrati su quell’aereo… Non voglio neanche immaginare come sarebbe stata la mia vita senza di te!” concluse Lorenzo. “Allora.. che te ne pare?”
Sara era davvero senza parole. Senza pensarci un secondo di più, gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
- “Lorenzo.. è un′idea magnifica!”
- “Modestamente!” scherzò Lui.
- “C’è solo un problema!” tornò seria Sara.
- “Cosa?”
- “Sei sicuro di poter sostenere il viaggio? Voglio dire.. quattro settimane sballottati per il mondo. Non è che sei troppo vecchio?” lo prese in giro Sara.
- “Puoi sempre non sposarmi se credi che io sia troppo vecchio per te!” la sfidò Lui.
Sara valutò la proposta. - “Va beh.. ormai abbiamo già pronte le bomboniere.. i vestiti.. la location! Il viaggio di nozze. Sarebbe  brutto far saltare tutto in aria!”
- “Ah quindi è solo per questo che mi sposi?” domandò Lorenzo, tirandola a sé.
- “Esatto!” rispose Lei, baciandolo.
- “E io che pensavo che mi amavi!”
- “Ti amo!” gli sussurrò Lei, tra un bacio e un altro. “Ma ora dobbiamo andare! Marco e Maria ci stanno aspettando!”
- “Beh.. gli diremo che c’era molto traffico!” fu la risposta di Lui. Le sorrise e poi la baciò.
 

- “Zia Sara… Zio Lorenzo!” gridarono Jonathan e Palù, aprendo il portoncino.
- “Ehi! Ma come siete cresciuti!” commentò Sara.
- “Io due centimetri!” rispose Palù.
- “Io quattro!” fu la volta di Jonny.
- “Sara.. Lorenzo! Come è andato il viaggio?” accorse Marco, con una stampella. Il maggiore dei fratelli Levi si era fatto male la caviglia cadendo da uno scaletto. Era stato quello il motivo per il quale Maria aveva chiamato casa e aveva detto che non avrebbero raggiunto la famiglia Martini per Pasqua. Lei non se la sentiva di guidare con quella pancia! Ma i Martini non si arrendono mai.. per questo Sara e Lorenzo erano lì!
- “Fratellone.. tutto bene! Guidava Lorenzo!” scherzò Sara, abbracciandolo.
- “Ovviamente!” le rispose il giornalista, abbracciando Lorenzo.
- “Come va la caviglia?” chiese subito il dottor Martini.
- “Meglio.. molto meglio per fortuna!” rispose Marco. “Su.. entrate! Che fate ancora sull’uscio della porta! Volete una mano con le valigie?”
- “No no.. faccio io!” gli rispose Lorenzo, prendendo un solo borsone.
- “Ma.. avete portato solo quella borsa? Io e Maria pensavamo che vi fermaste qualche giorno!” commentò Marco, deluso.
Sara e Lorenzo si guardarono. - “Maria?”
- “Si sta facendo una doccia!” rispose il giornalista.
- “Bene.. Marco ti dobbiamo parlare! Adesso, prima che Maria ci raggiunga.” Disse seria, Sara.


- “Dai mamma.. ti prego!” dissero in coro Jonathan e Palù.
Sara e Lorenzo si guardarono. Avevano fatto un viaggio a vuoto? Era quello il momento di scoprirlo.
- “E va bene! Torniamo a Roma per Pasqua!” sentenziò la bella dottoressa.
- “Sììì!” urlarono le due pesti, facendo ridere i fratelli Levi e Maria e Lorenzo.
- “Ma.. per curiosità… a chi è venuta l′idea di farvi fare 700 km per convincerci a tornare a casa per le feste?” domandò Maria.
Sara e Lorenzo si guardarono. La verità non la potevano certo dire, quindi..
- “A noi!” risposero i due, guardandosi.
- “A voi?” domandò Marco. “Cioè a Lorenzo e te?”
- “Sì Marco, a noi! Abbiamo visto che Ave era molto triste di non poter passare del tempo con voi. E lo stesso valeva per Libero ed Enrica.”
- “Sì, è vero. Vedervi su skype la sera li rende felici. Però ci speravano si passare la Pasqua con voi. Quando hai chiamato e gli hai raccontato del piccolo incidente di Marco hanno passato l′intera cena a cercare un modo per risolvere la situazione. Addirittura hanno pensato di venire a Torino!” continuò Lorenzo.
- “Già! Enrica insisteva che poteva reggere benissimo 700 km alla guida!” esclamò Sara.
Marco e Maria scoppiarono a ridere.
- “Immagino la faccia di Libero!” commentò il giornalista.
- “Nonno Libero ha paura quando guida la nonna!” affermò con la semplicità dei bambini Palú.
I quattro risero nuovamente.
- “Per non parlare di Ave che ha trattenuto Bobò tutta la sera per trovare su internet un biglietto aereo per raggiungervi!” sorrise Sara.
- “A proposito.. corro ad avvisare Tommy che domani all′alba partiamo tutti e sei.. o meglio: tutti e otto!” concluse Lorenzo, accarezzando la pancia di Maria.
- “Bravo amore!” gli disse Sara, facendogli l′occhiolino.
Non era Tommy, infatti, la persona che Lorenzo stava per avvisare. Tommy lo aveva appena avvisato con un messaggio. Ma una bugia era necessaria per la riuscita della sorpresa. E che sorpresa avevano preparato per Marco, Maria e i piccoli quella volta i "Martini"!
“Pronto. Ciao. Come va? A noi bene. Io e Sara siamo arrivati da Marco e Maria. Domani torniamo.. Tutti insieme, sì! No no, non sto scherzando. Di nulla, figurati! A domani!”


- “Fatto! Sono contentissimi!” annunciò Lorenzo.
- “Anche noi siamo contentissimi!” dissero Jonathan e Palù.
- “Ecco piccoli! Capisco che siete contenti di avere gli zii qui. E capisco che siete eccitati di tornare a Roma domani, però adesso a nanna. E’ già tardi e domani all’alba dobbiamo partire. Perché noi non vogliamo arrivare tardi dai nonni, vero?” disse Maria.
- “No.” risposero i due.
- “Ecco.. allora salutate gli zii e andiamo a nanna!” concluse Marco.
Jonathan e Palù corsero ad abbracciare Sara e Lorenzo. – “Buonanotte!” dissero i piccoli.
- “Buonanotte!” li salutarono i due che, risedutisi sul divano, li guardarono dare la mano uno a Marco e l′altra a Maria e andare nella loro cameretta.
- “Che ne dici? Andiamo a nanna anche noi? Domani devi guidare per altri 700 Km!” fece notare Sara.
- “Vuoi proporti come mia sostituta?” le propose Lorenzo.
- “Beh.. allora siamo venuti qui inutilmente! Marco non farebbe mai nemmeno entrare in macchina Maria e i piccoli se sapesse che a guidare sono io!” rise Sara.
- “Hai perfettamente ragione!” si intromise Marco. “Io e Maria sistemiamo le cose che dobbiamo portarci dietro. La vostra stanza è pronta. Se vi serve qualcosa, chiedete pure!”
- “Grazie Marco!” gli disse Lorenzo.
- “Grazie fratellone! Non abbiamo bisogno di nulla! Ora andiamo a riposare un po anche noi!” gli disse Sara, abbracciandolo. “Buonanotte!”
- “Buonanotte a voi! E grazie! Di tutto!” gli disse, facendo un occhiolino. 
 Così Sara e Lorenzo raggiunsero la camera degli ospiti. - “Dio.. sono stanchissimo!” disse Lorenzo, sprofondando sul letto.
- “Anche io! Però dai: ne è valsa la pena farsi questa sfacchinata! Non vedo l’ora di vedere la faccia che fanno Maria, Marco e i bimbi e tutti gli altri quando vedono…”
Ma la giovane Levi si fermò. Lorenzo era crollato. Le spuntò un sorriso sul viso non potendo fare a meno di ricordare di quella volta che, dopo essere stati in piscina, Lorenzo si era addormentato mentre Lei gli parlava! Quante cose erano cambiate da quel pomeriggio!
Solo una era rimasta la stessa: l’amore che Lei provava per Lui. Quello sarebbe durato tutta la vita.
 
 
Erano le cinque della mattina di Pasqua quando le famiglie Levi - Martini e Martini – Levi si avviarono alla volta di Roma. 700 km, quasi sette ore e mezza di viaggio e poi la famiglia Martini, riunita come accade nelle migliori occasioni, avrebbe potuto festeggiare la Pasqua.
Jonathan e Palù si erano addormentati in braccio a Marco e Maria, mentre Sara, munita di un termos di caffè caldo, teneva compagnia al suo uomo.
Il viaggio fu tranquillo. Lorenzo si fermò quasi subito a mettere benzina. Poi tutto filò liscio.
Erano passate le nove e mezza quando i piccoli mostriciattoli si svegliarono. Erano pronti per affrontare la Pasqua!
- “Mamma.. mamma! Quanto manca ad arrivare dai nonni?” fu il primo pensiero di Palù.
- “Amore… ancora un paio d’ore. Forse tre: dipende dal traffico!” le spiegò Maria.
- “Io direi che possiamo essere ottimisti! Viaggiare all’alba ha i suoi vantaggi! Abbiamo già oltrepassato Arezzo! Siamo a Montevarchi!”
- “Quindi zio Lorenzo: quanto manca ad arrivare dai nonni?” domandò questa volta Jonathan.
I grandi scoppiarono a ridere: la domanda era sempre la stessa!
- “250 km più o meno!” rispose Lorenzo. “Due ore e mezza!”
- “Beh due ore e mezza è esagerato. Il navigatore dice 2 ore e 26 minuti!” puntualizzò Sara.
- “Avevo ricompreso nelle due ore e mezza anche la colazione all’autogrill che incontreremo tra due km. Ma se non volete..” disse Lorenzo, che sapeva benissimo come avrebbe reagito la sua futura moglie.
- “No no.. Non vedo l’ora di mangiare un bel cornetto alla crema!” disse Sara, con aria sognante.
- “Zia Sara.. ma a te non piaceva la panna?” domandò Palù.
Sara sorrise. – “Certo amore! E mi piace ancora. Solo.. non pensano facciano cornetti alla panna!”
- “Per fortuna!” borbottarono Lorenzo e Marco.
- “Vi ho sentito!” disse Sara, rivolta ai due. I due scoppiarono a ridere. – “Siete sempre i soliti!”
Lorenzo parcheggiò e Marco e Maria iniziarono a scendere con Jonathan e Palù.
– “Dai.. per farmi perdonare ti offro la colazione!” le propose Lorenzo.
- “Eeee.. direi che possiamo incominciare a parlare di perdono se la metti così!” gli rispose Sara, dandogli un bacio.


- “Amore… lo voglio!” esclamò Sara, catturando l’attenzione di Lorenzo.
Il dottor Martini si voltò e non poté non sorridere. Sara stava abbracciando un enorme peluche.
– “Ho deciso anche il nome. Balù. Dai: non è fantastico?”
- “Ma.. non ho capito: lo vuoi comprare a Jonathan e Palù?” domandò Lorenzo.
- “Amore, ma che domande fai! Assolutamente no!” esclamò Sara. “Questo è mio!”
- “Zio Lorenzo! Corri! Corri! Mamma ha bisogno di te!” lo chiamò Palù. Jonathan gli prese  la mano e lo trascinò verso la toilette.
Lorenzo guardò Sara preoccupato. Lei poso l′enorme orso e seguì i due.
- “Maria!” urlò Lorenzo, entrando alla toilette.
- “Lorenzo! Menomale che sei qui! La ragazza ha le doglie! Aiutami!”
Lorenzo guardò Sara. - “Sì. Sì. Maria: porta i bambini da Marco e chiama un’ambulanza. Io intanto sto con la ragazza e monitoro la situazione.”
- “Sei sola qui?” domandò intanto Sara alla giovane.
- “Sì.” Le rispose lei, respirando come aveva imparato al corso pre-parto.
- “Vuoi che avvisiamo qualcuno?”
- “Il papà.” Rispose Lei, tra una contrazione e un’altra. “Ma il cellulare l’ho lasciato in macchina.”
- “Dimmi il numero. Ci penso io.” Le disse Maria.
Mentre Maria registrava il numero sul suo cellulare, Lorenzo disse a Sara di andare a chiedere al personale asciugamani e acqua calda. L’ambulanza non sarebbe arrivata in tempo.
- “Allora.. io sono il dottor Martini!” si presentò Lorenzo.
- “Elena! Lei mi aiuterà a partorire, vero?”
- “Sì! Stia tranquilla!” disse Lui, togliendosi la giacca.
- “Lo ha già fatto?”
- “A dire il vero no!”
- “Come no? E adesso che facciamo?” domandò Elena, impaurita.
Lorenzo non sapeva cosa risponderle. In quel momento squillò il cellulare.
- “Pronto Tommy. Scusami ma non posso parlare! Non è il momento, proprio!”
- “Papà è successo qualcosa?”
- “Sì. All’autogrill c’è una ragazza che sta partorendo!”
- “Come partorendo? E sai cosa fare?”
- “Più o meno! Devo chiamare una persona!"

 
- “Di qua! Presto!” disse Maria, guidando i paramedici.
Ma quando entrò trovò una bella sorpresa ad aspettarlo. Elena aveva tra le braccia il suo bambino. Era avvolto in un asciugamano bianco e piangeva: quello era un buon segno!
- “Lorenzo!” sussurrò Lei, in preda all′emozione.
- “Maria.. ce l′abbiamo fatta!” disse Lui, alzandosi e abbracciandola.
- “Dottor Martini!” disse Elena. “Io non so come ringraziarla!”
- “Non devi! Sei stata bravissima! Io ho fatto poco!”
- “Grazie! Da parte mia, di mio marito e..” guardando prima il suo bambino e poi di nuovo l′uomo che l’aveva aiutata a partorire, “da parte di Lorenzo!”
Sara non riuscì a trattenere le lacrime. Lo stesso valeva per Maria.
Lorenzo si avvicinò ad Elena. Guardò nuovamente il bambino e gli diede una carezza. Poi disse alla mamma: - “Grazie!” e le diede un bacio sulla fronte. 
Stette lì qualche secondo, fermo, mentre guardava i paramedici portare Elena via, per poi raggiungere Sara e Maria e abbracciarle. Ce l’avevano fatta. Un’altra volta.
- “Che dite?” domandò. “Torniamo a casa?”
- “Sì!” risposero le due.
Così i tre si avviarono alla macchina, ancora scossi per gli ultimi eventi vissuti.
- “Mamma! Come sta la signora?” domandò Palù.
- “Bene, amore! Lei e il suo bambino stanno bene, grazie a Lorenzo!”
- “Zio Lorenzo sei stato tu a far nascere il bambino?” domandò Jonathan.
- “Sì, con l’aiuto di zia Sara!” rispose Lui, salendo in macchina, guardando la sua futura moglie. Era stato fondamentale anche l’intervento di un’altra persona ma quel dettaglio Lorenzo non poteva proprio rivelarlo!
- “Come nonno Lele che ha aiutato la mamma a far nascere Bobò e Elena!” continuò Palù.
Lorenzo e Sara si guardarono ma non dissero nulla.
Maria, invece, sorrise. – “Più o meno! Io e Cettina non avevamo una laurea in medicina! Io non ancora per lo meno!”
- “Mamma.. mamma! Ce la racconti questa storia?”
- “Cosa? Di quando sono nati Elena e Bobò? Ma la sapete a memoria!”
- “Dai mamma!” la pregò Palù.
- “Dai mamma!” fu la volta di Jonathan.
- “E va bene!” e così Maria incominciò a raccontare.
 

- “Guardate un po’ dove siamo!” disse a un tratto Lorenzo, rivolgendosi a Jonathan e Palù.
- “A casa!” urlarono i due.
Lorenzo suonò il clacson per avvisare del loro arrivo; poi parcheggiò di fronte casa Martini.
- “Ma.. dove sono tutti?” domandò Maria, scendendo dalla macchina, non vedendo nessuno uscire ad accoglierli.
- “Saranno tutti ai fornelli!” rispose Sara, anch’essa insospettita. La famiglia Martini non aspettava altro che abbracciare i quattro.
- “Dai.. voi incominciate ad entrare. Prendo io la valigia. E’ poca roba!” propose Lorenzo.
- “Grazie!” dissero in coro Marco e Maria, avviandosi a casa.
- “Dici che sono pronti?” domandò Lorenzo a Sara, aprendo il cofano.
- “Assolutamente! Dieci minuti fa l’ho avvisato e gli detto che in pochi minuti saremmo arrivati!” gli rispose Sara.
- “Sara.. Lorenzo: avete per caso le chiavi? Qui non ci apre nessuno!” gli domandò Maria.
- “Bene! Non ci resta che vedere se la famiglia Martini apprezzerà la sorpresa!” concluse Lui, raggiungendoli con le chiavi in mano. “Certo. Tieni.” E le passò le chiavi.
- “Qui, comunque, c’è qualcosa che non va!” commentò Maria.
- “In che senso?” domandarono Sara e Lorenzo.
- “Nel senso che fate 1400 km per convincerci a passare la Pasqua in famiglia perchè manchiamo a tutti e poi a casa non c’è nessuno?”
Maria aveva appena finito di pronunciare quelle parole quando aprì la porta!
- “Buona Pasqua!” urlò la famiglia Martini. I nonni, Ave, Elena, Bobò e Tommy erano prontissimi ad accoglierli. Altro che fornelli!
- “Ma..” farfugliò Maria. “..così mi commuovo!” disse Lei, correndo ad abbracciare tutti, mentre Marco e bambini facevano lo stesso.
- “No, bella di nonno! Non piangere, su! Di solito sono io quello che piange!” disse Nonno Libero.
Maria scoppiò a ridere. Poi si voltò da Sara e Lorenzo. - “Grazie per la sorpresa!”
- “Ma noi con questo non c’entriamo nulla!” dissero i due.
- “Sì, va beh! Vi eravate messi d’accordo, è ovvio!” continuò Lei, sedendosi. “Perciò avete insistito tanto!”
- “Veramente…” iniziò Lorenzo.
- “Veramente il colpevole sono io!” disse Lele, spuntando dalla porta, lasciata aperta da Lorenzo.
- “Lele!” balbettò Libero.
- “Papà!” urlarono Maria, Elena e Bobò.
- “Si può?” domandò Bianca, comparsa dietro suo marito, con il piccolo Carlo in braccio!
- “Già! C’è spazio o andiamo in albergo?” fece la sua entrata Anna con Emiliano.
- “Oddio!” urlò la famiglia Martini che corse ad abbracciare quelli appena arrivati.
Sara e Lorenzo si sorrisero e si abbracciarono. 
- “Era con Lele che parlavi in questi giorni, allora?” gli domandò Tommy, avvicinandosi.
- “Eh già!” rispose Lorenzo.
- “Sei un grande pa’!” lo abbracciò Tommy. “Ah.. buona Pasqua!” disse abbracciando anche Sara.
 

- “Per quanto ti fermerai Anna?” domandò Maria, mentre la famiglia Martini era seduta intorno alla tavola, gustando tutti i piatti preparati per l’occasione.
- “Io e Emiliano partiamo martedì pomeriggio. Mercoledì ho i corsi e Emiliano deve lavorare! Ha trovato un lavoro a Londra in un negozio di tatuaggi!”
- “Sempre di fretta e furia!” commentò Ave, ancora commossa per le tante sorprese. – “E Lei, dottore?”
- “Abbiamo l’aereo mercoledì mattina!” rispose Lele, mentre Carlo in braccio al papà giocava. “Giusto il tempo di convincere Lorenzo a partecipare a un convegno a Parigi.”
Lorenzo sorrise. – “Non devi convincermi. Ne abbiamo già parlato io e Sara! Non ci sono problemi. Quindi… se la tua proposta è ancora valida, accetto volentieri!”
- “Ma certo! Contavo su di te!” rispose felice Lele.
- “Quando partite? Dopo il matrimonio?” domandò Marco.
Sara e Lorenzo si guardarono. Marco non l’avrebbe presa bene.
La giovane Levi tossì. – “Veramente.. il 28 aprile. E torniamo con il volo delle sei e quaranta il.. 4 maggio!”
A Marco andò l′acqua di traverso. - “Il 4 maggio??? Ma è il giorno del vostro matrimonio! Ma.. ma siete due incoscienti!” sbottò Marco.
Sara e Lorenzo si guardarono. Avrebbero scommesso sulla reazione del giornalista.. e avrebbero vinto!
- “Marco.. calmati! Sara e Lorenzo sono adulti! Se pensano che la cosa sia fattibile..” cercò di mediare Maria.
- “Ma.. Sara ti devo ricordare che cosa è successa l’ultima volta che ti dovevi sposare?” continuò Marco, senza ascoltare la sua dolce metà.
- “In che senso?” domandarono Lele, Bianca, Anna ed Emiliano.
Sara e Lorenzo scoppiarono a ridere. – “Beh.. per farla breve. L’aereo non è atterrato a Roma ma a Pisa. Io avevo la patente ma non guidavo e quindi ho chiesto all’uomo al fianco del quale avevo trascorso il viaggio da New York di accompagnarmi a Roma. Lo scorbutico mi ha detto di sì..” disse guardando Lorenzo, “.. e io, una volta arrivata in chiesa, dopo aver parlato con quell'uomo, ho capito di non amare l′uomo che stavo per sposare!”
- “Cioè: lo hai capito grazie a quello sconosciuto che hai incontrato in aereo?” domandò Lele.
- “Esatto!” rispose Sara, dando la mano a Lorenzo.
- “E lo hai più incontrato quell'uomo?” domandò Bianca, curiosa.
La famiglia Martini scoppiò a ridere.
- “Direi di sì, dato che sto per sposarlo!” spiegò Sara, guardando il suo futuro sposo.
- “Eri tu!” esclamò Bianca, guardando Lorenzo. “Che romantico! Sara ti prego: dimmi esattamente le cose come sono andate!”
- “Ma è una lunga storia!” cercò di dire Lei.
- “Tranquilla Sara, hai tutto il tempo che ti serve! Ciccio e Tracy chiamano su skype questa sera alle nove, quindi…”
- “Quindi.. inizio!” disse Sara, sedendosi in braccio al suo futuro marito.
Perchè, fortunatamente, mancava sempre meno al 4 maggio. Al loro matrimonio.



Nota dell’autrice
Ciao a tutti! Avevo detto che il capitolo non sarebbe tardato ad arrivare e infatti, per i miei tempi, questa volta ho fatto presto! Scherzo! Avevo detto che avrei aggiornato ieri ma mi ero dimenticata che oggi è l’onomastico di mamma quindi ho avuto un po’ da fare in questi giorni!
Comunque.. fatemi sapere che ne pensate di questa Pasqua passata a casa Martini! La nascita di Lorenzo mi è parsa il miglior modo di festeggiare questa festa così importante! E ditemi anche che ne pensate del viaggio di nozze di Sara e Lorenzo, ovviamente! Mi sono documentata: i pacchetti per il giro del mondo esistono! E infatti ho deciso che un giorno lo farò anche io! ;) Un giorno.. dopo aver finito di aggiornare la fan fiction! ;)
Ah.. un’ultima cosa: le recensioni a questa storia sono 100! Sono felicissima! Io all’inizio non volevo pubblicarla questa ff. Ma alla fine l’ho fatto e devo dire che sono contentissima di essermi decisa a farlo! E adesso che mancano due.. tre capitoli massimo sono addirittura un po’ triste di lasciare questo progetto, dopo quasi due anni! Va beh.. poi tornano i Martini l’otto settembre quindi avrò comunque un motivo per il quale essere felice!!
Ecco.. ora la smetto! Alla prossima! 

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Capitolo 24
*** Episodio XXIV _ To Paris, with love! ***


28 aprile, ore 10.00 circa

- “Ecco! Siamo arrivati, contento? < Sara, sbrigati. Facciamo tardi! Sara, se non ti dai una mossa, perdiamo l′aereo! > Ed eccoci arrivati a Fiumicino cinque minuti prima che apra il check-in. Non c’è che dire! Complimenti, dottor Martini! Ha esagerato un’altra volta!”
- “Guarda che se non era per me che ti ho buttato fuori casa, tu a quest’ora, stavi ancora salutando i Martini!” ribatté Lorenzo.
- “Ma va!” gli sorrise Sara. Un fondo di verità nelle parole di Lorenzo c’era! “Adesso che facciamo?”
- “Facciamo che ci mettiamo in coda per il check-in. Dopo aver sbrigato la pratica, ci andiamo a fare un giro, che ne dici?” le propose, con un occhiolino d’intesa.
- “Sì dai. Magari facciamo un po′ di shopping!”
- “Perché quello che hai fatto nell′ultima settimana non ti è bastato?” le chiese Lui.
- “Non vorrai iniziare di nuovo a lamentarti? Non avevo niente da mettere in valigia per venire a Parigi!” spiegò la giovane Levi.
- “Già.. un armadio zeppo di vestiti e tu non sapevi che portarti a Parigi!” fu la risposta scettica del dottor Martini.
- “Amore. È inutile. Tu non puoi capire!”
- “E certo! Non posso capire! Va beh.. andiamo a fare il check-in e poi ci organizziamo!”
E un bacio mise fine al piccolo battibecco dei futuri coniugi Martini.
 

Ore 11.30 circa, in attesa del decollo

- “Sara.. ma vuoi tenermi il muso per tutto il viaggio? Non è colpa mia se il negozio aveva esaurito la tua taglia per l′abito che ti piaceva!” le disse Lorenzo, prendendole la mano.
- “Sì, è colpa tua invece! Perché la commessa ha detto che aveva appena venduto l′ultimo esemplare della mia taglia e se tu non avessi impiegato tutto quel tempo alla Feltrinelli per scegliere il libro da leggere durante il viaggio, forse saremmo arrivati prima in negozio e adesso avrei io quell′abito stupendo.” Concluse Sara, mettendo il muso. “Anzi.. dovevi tu andare a fare il check-in e io dovevo andare a comprare l′abito.”
- “No, non potevamo farlo.” Asserì Lui, schiarendosi la voce. “I bagagli sono nominativi, quindi servivi tu per i tuoi e servivo io per i miei!”
- “ Certo! Però tu sei potuto andare in bagno mentre io ero in fila al check-in, vero?”
- “E certo.. perché se no io questo quando te lo compravo?” le domandò Lorenzo, porgendole una busta.
Sara spostò lo sguardo da Lorenzo alla busta. Molto lentamente la prese e l′aprì. – “Ma questo è l′abito..”
- “Di cui mi stai parlando da quando siamo arrivati in aeroporto? Sì. Ho visto che ti piaceva e te lo sono andato a comprare prima che finisse la tua taglia. Ma dartelo così.. senza farti patire un po′.. non c’era sfizio, insomma. Perciò ho messo in scena tutta questa storia. La commessa, naturalmente, era dalla mia parte!” la guardò: Sara era incredula. “Allora: ti piace?”
Sara lo guardò. - “Veramente.. non so come dirtelo!”
- “Cosa?” domandò Lui.
- “A me.. quest’abito.. non piace! Insomma.. so che non ti piace lo shopping e volevo.. sì, semplicemente.. prenderti in giro. Quando non abbiamo trovato il vestito non ci sono rimasta < veramente > male. Te lo avrei detto tra poco! Dopo il decollo.”
- “Ah..” Lorenzo era dispiaciuto. “Va beh.. che problema c’è. Non lo devi per forza mettere il vestito. Quando torniamo a Roma lo diamo a Ave. Magari si inventa qualcosa… che ne dici?”
- “Dico che Tommy ha ragione. Ci caschi sempre!” disse ridendo Sara.
Lorenzo la guardò attentamente. – “Aspetta un secondo. Non è  vero che non ti piace l’abito.. ti volevi solamente vendicare..”
- “Esattamente, dottor Martini! Com’è che dice sempre Lei: < Chi di spada ferisce, di spada perisce? >”
Lorenzo le sorrise. – “Eh già! Allora ti piace?” domandò indicando il vestito.
- “E’ perfetto!” e un bacio fu il segno del suo volergli dire grazie.
- “Signori..” li interruppe la hostess, “..stiamo per decollare. Allacciate le cinture!”
- “Oddio.. stiamo per decollare!” ripeté Sara, allarmandosi. “Ha detto decollo, giusto?”
- “Già! Ha detto decollo! E’ la fase di volo in cui l'aeromobile acquista la velocità necessaria che garantisce la portanza delle ali, quindi il sostentamento in volo. Le modalità in cui avviene sono molte e dipendono dal tipo di aeromobile, dalla lunghezza della pista di decollo, dall'intensità e direzione del vento e dalla densità dell'aria, a sua volta determinata dalla temperatura al suolo e dall'altitudine dell'aviosuperficie o aeroporto.”
- “Ah: non mi avevi detto di aver scritto un nuovo dizionario! Cos’è il < Martini >!”
- “Già! Sono un uomo pieno di sorprese!”
- “Eh! Un uomo tutto da scoprire! Sì, però! Io ho l’ansia!” ammise Sara.
- “Ecco Amore, a tal proposito. Vuoi che ti ordini subito un bloody mery? L′ultima volta sembrava funzionare!” le strinse la mano Lui.
- “Solo se ne prendi uno anche tu. E poi te lo fai versare sulla camicia!” scoppiò a ridere Sara.
- “Beh.. meno male che ne ho una di riserva a portata di mano!” sorrise Lui.
L’hostess li servì subito. Due bloody mery. Uno molto forte: era per Sara.
- “Brindiamo?” propose Lorenzo.
- “A cosa?”
- “Alla tua ansia e al tuo essere imbranata alla guida!”  
- “Scusa?” domandò Sara.
- “Già! Se fossi stata zitta, quel giorno, durante il volo, non avendo paura dell’aereo, e se avessi saputo guidare, magari.. non mancherebbero soli 7 giorni alle nostre nozze!”             
- “Beh! Quando si dice non avere difetti!”  scherzò Sara.
- “Quando si dice < Destino >!” la corresse Lui. “Allora.. brindiamo?”
- “Sì! Ma a noi!”     



Le due ore e tre minuti di volo trascorsero molto più velocemente di quanto sia Sara che Lorenzo si aspettarono. La giovane Levi, infatti, aveva portato con sé una lista di tutti i preparativi del matrimonio. Quelle due ore servirono a capire cosa ancora si doveva organizzare.
- “Allore.. le bomboniere le vanno a ritirare i nonni.” Disse Sara, mettendo un puntino vicino alla suddetta voce.
Lorenzo scoppiò a ridere.
– “Cosa c’è?” gli domandò Sara.
- “Ma ti ricordi la delusione di Ave e quella di Enrica quando abbiamo comunicato ad entrambe che, come bomboniera del nostro matrimonio, non avevamo scelto né il portasaponette proposto da Ave né la trasposizione di Amore e Psiche amata da Enrica?”
- “E chi se lo scorda!” rise Sara. “Indimenticabile è stata soprattutto la faccia di Libero quando hanno iniziato a litigare un′altra volta incolpandosi l′un l′altra di non avere classe!” ricordò Sara.
- “Sì, però su una cosa sono state d′accordo. A nessuna delle due piaceva la bomboniera che abbiamo scelto noi!” puntualizzò Lui.
- “Il centrotavola di cristallo ha messo d’accordo le due! Impossibile!” sorrise Sara.
- “Per la gioia di Libero! Allora.. le bomboniere sono a posto. Che altro?”
- “Il mio abito e il tuo abito lo portano Maria e Marco alla location la mattina del matrimonio. Per gli addobbi della location si preoccupano Ave e Maria.”
- “Amore.. direi che è tutto sotto controllo.” La rassicurò Lorenzo.
- “Sai che faccio fatica a credere che tra sette giorni ci sposiamo?” gli confessò Lei con una tale tenerezza che Lui non poté fare a meno di sorridere.
- “Ed è una cosa bella che mi sposi o ti stai pentendo?” gli domandò Lui, con uno sguardo birichino.
- “Me lo stai domandando seriamente?”
- “Beh.. dato i tuoi ultimi trascorsi con l′abito bianco, l’altare e le promesse nuziali..”
- “Non vedo l’ora di sposarti!” gli sussurrò Sara.
- “Anche io!” rispose Lorenzo. “Sai.. pensavo che questo viaggio lo possiamo considerare una luna di miele anticipata!”
- “Per la quale io ho delle idee grandiose!” lo avvisò la giovane Levi.
- “E sarebbero?” chiese Lorenzo, non riuscendo a nascondere il suo scetticismo.
- “Allora! Dobbiamo visitare assolutamente la tour Eiffel! Il Louvre e  dobbiamo vedere la Gioconda! La reggia di Versailles.. Poi dobbiamo andare a fare una lunga passeggiata sugli Champs-Élysées  e…”
- “Sara: ma non mi avevi detto di essere già stata a Parigi?” domandò Lorenzo.
- “Sì! Non sai quante gare c’ho fatto a Parigi!”
- “Appunto!” Lorenzo credeva che Sara non avrebbe voluto passare il tempo ad andare a zonzo per la città.
- “Appunto! C’ho gareggiato… Non ho potuto visitare questa bellissima città!”
- “E la vorresti visitare con me?” le domandò Lui.
- “Se vuoi chiedo al primo che incontro in aeroporto.. o a quel ragazzo biondo seduto alla tua destra!”
- “Ah! Simpatica! Non dirlo manco per scherzo!”
- “Scusa.. Ma < tu > che domande fai? È normale che voglia visitare la città più romantica che esiste con te! Come Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in < Casablanca >!”
- “No! Mi dispiace, ma non commetterò lo stesso errore!” fu categorico Lui.
- “Di quale errore sati parlando?” chiese Sara.
- “ < Ma come fai a non trovare romantico un film che si chiama Un amore splendido > ! Ed eccola là che subito imita Deborah Keer! Giustamente lei non dice a Cary Grant che è finita su una sedia a rotelle e tu… Tu non mi dici che hai un problema al cuore e…” guardò Sara. “E va bene: la pianto!”
- “Ecco appunto! Ormai è acqua passata! È inutile rinvangare il passato!” sancì Lei.
- “Sì! Va bene: non pensiamo al passato e pensiamo solo al presente!”             
- “E al nostro viaggio a Parigi!” puntualizzò Sara.
- “Già!” asserì Lui.
- “A tal proposito.. lo vedi questo?” domandò Sara, prendendo un album dalla borsa.
- “E’ un album.. vuoto!” le rispose Lui. “Cosa vuoi farci?”
- “Voglio riempirlo. Con la cronaca del nostro viaggio e.. con questa!” Sara aveva appena afferrato una fotocamera istantanea. “E il primo viaggio che facciamo insieme.. quindi.. tutte le foto.. tutto quello che accadrà nei prossimi sei giorni e mezzo finirà qui dentro così lo ricorderemo per sempre!”
- “Sara.. perché vuoi farlo? Noi ricorderemo per sempre qualsiasi cosa accadrà nei prossimi sei giorni e mezzo!”
- “Dici? E se, quando diventerò vecchia, sarò affetta da una demenza senile e non ricordassi piú nulla? Con questo diario potrei ricordare qualcosa..”
- “Ti racconterei io di noi!” le rispose Lui. “Però, se proprio vuoi, riempiremo questo album.. Cioè riempirai.. io non sono il tipo che fa queste cose…”
- “Va beh.. direi che è un buon compromesso!” sorrise Lei, dandogli un bacio. “Pronto?”
- “Per cosa?”
- “La prima foto!  < Noi in aereo.. in volo per Parigi! > ”
- “Pronto.. pronto! Però scatto io!” le disse Lorenzo.
- “Perfetta!” dissero in coro, guardandola.
- “Dammela che la incollo!” se ne occupò Sara.
- “Signori e Signori.. Allacciate le cinture! Siamo pronti per le procedure di atterraggio!” annunciò il comandante.
- “Atterraggio? Bene.. così questa storia finisce!” commentò Sara, alludendo al viaggio.
- “Veramente.. questa storia è solo all’inizio!” le rispose Lui, alludendo alla loro storia.


                                                                               
- “Lorenzo.. Sara! Com’è andato il viaggio?” Lele si era offerto di andare a prendere i suoi graditi ospiti all’aeroporto.
- “Lele.. benissimo!” rispose Lorenzo, abbracciandolo.
- “Sara.. sei sempre più bella!” Lele abbracciò anche Lei. “Forza. Dammi la valigia..”
- “Ma no Lele.. non è pesante!” insisté Lei. “Posso portarla io. E poi già ti sei disturbato a venirci a prendere all’aeroporto!”
- “Sara.. nessun disturbo! Mi fa piacere stare con la mia famiglia. E non immaginate come è contenta Bianca di avervi a cena da noi, questa sera!”
- “Come stanno Bianca e Carlo?” domandò la giovane Levi, mentre i tre si avviavano alla macchina.
- “Benissimo! Credo siano a casa a sporcarsi con crema, cioccolato, nocciole e panna! Stanno preparando il dolce per questa sera!”
- “Se c’è la panna sarà buonissimo!” commentò Sara.
- “Già.. la mia futura moglie ha una passione sconfinata per la panna!” commentò Lorenzo.
Lele scoppiò a ridere. – “O anche Bianca! Non fa nessun dolce senza panna!”
Sara guardò Lorenzo e gli fece una smorfia. – “Vedi?” gli domandò.
- “Va beh.. chiudiamo la questione panna!” propose Lorenzo.
- “Ecco la macchina!” annunciò Lele. – “Qual è il vostro albergo?”
- “Il Saint James Paris.” Rispose Lorenzo.
- “Ah sì, lo conosco.  E’ incantevole.. d’altronde è a cinque stelle.” Commentò Lele.
- “Incantevole davvero. Ci sono già stata.. durante una tappa di coppa del mondo!” confermò Sara.
- “E poi è al centro di Parigi. Quando avrai finito con gli incontri al convegno, potrete visitare la città in tutta calma!”
- “Non vediamo l’ora!” fu la pronta risposta di Sara.
- “Ma perché? Il convegno è fissato solo per le mattinate? Non dura tutta la giornata?” domandò Lorenzo.
- “Ti ruberà solo le mattine. Dalle 9.30 alle 13.30.” gli rispose Lele.
- “Amore.. arrenditi. Faremo i turisti!” lo prese in giro Sara.
- “Eh già.. mi arrendo!” le disse, facendole un occhiolino.



Album di Sara, Parigi 2014

1° GIORNO, 28 aprile – Tour eiffel e un giro in senna
“Alla fine ho vinto io! Come sempre, devo dire!
Il nostro viaggio inizia con la visita al monumento più celebre della capitale francese: la Tour Eiffel.
Dopo il convegno di Lorenzo, abbiamo mangiato un tramezzino al bar dell′hotel e poi abbiamo preso la metro, direzione  “Trocadero”, la terrazza panoramica del Palais de Chaillot. Abbiamo scattato non so quante fotografie! (Lorenzo ci si diverte come un bambino con quella macchina fotografica! Anche se fa fatica ad ammetterlo!)
Di lì, scendendo le scalinate della terrazza, abbiamo raggiunto la Tour Eiffel! Che fatica ho fatto a farlo salire sino all’ultimo piano. Lui e le vertigini! Ma è stato fantastico! C′eravamo solo io, Lui e Parigi dall′alto! E un cinese che ci è passato dietro mentre noi abbiamo scattato la nostra foto! Ma va beh.. questo è un dettaglio! 
Dopo la Tour Eiffel, abbiamo fatto un giro in battello con i Bateaux Parisiens. Che bella Parigi vista dalla Senna! Ha un fascino speciale! Peccato solo sia sceso il buio così presto! Sarei rimasta su quel battello, tra le braccia di Lorenzo, all’infinito!"
 
 
2° GIORNO , 29 aprile- GIRO CITTÀ - CHAMPS ELYSÉES
“Che pomeriggio indimenticabile!
Abbiamo seguito il consiglio di Bianca e abbiamo dedicato tutto il nostro tempo ad un giro panoramico della città effettuabile con un pullman City Sightseeing. Che ridere con gli < Hop On Hop Off >. In pratica siamo potuti scendere dal City Sightseeing tutte le volte che abbiamo voluto.. per comprare un souvenir o fare una delle foto istantenee.. per poi risalire su quello successivo! Un paio di volte abbiamo perso il nostro bus.. ma ci siamo divertiti come matti!
Poi abbiamo fatto shopping! Una sosta alle Galeries La Fayette era d’obbligo! Abbiamo ammirato le scenografiche vetrine del Printemps e quelle di Cartier a Place Vendome e di Louis Vitton sugli Champs Elysées. Ah.. gli Champs Elysèes: che meraviglia! I tanti bar, locali, ristoranti e cabaret ci hanno ospitato per la serata.
Adesso devo ammettere che sono distrutta! Ma questo è meglio che lo cancello.. Ho preso in giro Lorenzo per tutto il tempo sul fatto che è vecchio e se dovesse leggere che sono stanca anche io, inizia a brontolare da qui a domani!”
 
 
3° GIORNO, 30 aprile: LOUVRE – ILE DE LA CITÈ
“Oggi Lorenzo non è impegnato con il convegno! Intera giornata da dedicare alla visita del Louvre.
Naturalmente qui Lorenzo ha portato la guida.. E quindi il nostro giro al museo è stato un po′.. lento! Diciamo lento, vah! Ed irritante dal momento in cui una bionda con delle gambe lunghe due metri ha incominciato a fare domande al mio futuro marito, confondendolo con una guida! E Lui mica glielo ha spiegato che era un turista come tanti! Ci ho pensato io, naturalmente!
Comunque..nel tardo pomeriggio a piedi abbiamo raggiunto, passando per il Pont Neuf, l’Ile de la Cité con la cattedrale di Notre Dame, la Conciergerie e la Sainte Chapelle. Qui non abbiamo incontrato nessuno da dover minacciare, fortunatamente!”


4° GIORNO, 1° maggio: MONTMATRE – SACRO CUORE
“Mattinata dedicata alla visita di Montmatre e del quartiere degli artisti. Lorenzo è al congresso e Bianca aveva da fare. Perciò ho preso la metro in direzione Abesses e poi la funicolare per arrivare al Sacro Cuore. E’ stato emozionante vedere quella chiesa! L’ho sempre intravista tra le foto del viaggio di nozze dei miei genitori! Mamma mi diceva che era bellissima e aveva ragione!
Peccato però per la pioggia.. Volevo fare qualche foto al Moulin Rouge ma sono dovuta correre in albergo. Si è scatenato il diluvio universale!
Menomale.. devo dire! Perché Lorenzo mi ha fatto trovare preparato un bagno caldo e rilassante e la serata è stata magnifica. I dettagli? No mi dispiace.. questo è assolutamente Top Secret!”

 
5° GIORNO, 2 maggio: VERSAILLES/ BASTILLE
Dopo cinque giorni dedicati alla visita della capitale francese era ora di una gita fuori porta. Naturalmente io volevo andare a Disneyland Paris e il mio futuro marito a Versailles.
Oggi ha vinto Lui! Stamattina ha incantato tutti con il suo intervento sulla cardiochirurgia al convegno di Lele e io, per dimostragli quanto sono orgogliosa di Lui, ho rimandato a data da destinarsi il mio viaggio a Disneyland!
Che meraviglia il palazzo reale di Versailles e ai suoi magnifici giardini! Ho proposto a Lorenzo di comprarla.. d’altra parte non possiamo sempre stare dai Martini! Ma per il momento dobbiamo rimandare il trasferimento! Costa troppo per noi! Ah la crisi!!!”
 
 
6° GIORNO, 3 maggio: CASA MARTINI
“Questo viaggio non sarebbe stato lo stesso senza Lele, Bianca e il piccolo Carlo! Abbiamo passato tutta la giornata in giro per cercare di trovare il regalo perfetto per ognuno! Che spasso! La giornata è finita troppo in fretta però. Ora io e Lorenzo siamo in albergo!
Lo so: lo sposo e la sposa non si devono vedere il giorno prima delle nozze.. ma io e Lorenzo non abbiamo mai seguito le tappe che normalmente si seguono in una relazione! Quindi dormiremo insieme.. la notte prima delle nozze, sì! E domani tutto andrà bene! Prenderemo il volo.. e arriveremo a Roma in tempo per sposarci!”
 

 

3 maggio, ore 21,00 circa
 
- “Eii.. hai finito con quell’album?” la riportò alla realtà Lorenzo.
- “Sì.. quasi! Manca il settimo giorno!” gli spiegò Sara.
- “Ho capito!” le disse Lui, sedendosi accanto a Lei. “Però oggi è ancora il sesto giorno.”
- “Che vuoi dire?” gli domandò, vedendolo alzare e mettere la giacca.
- “Dopo sette giorni, forse, è il caso di dire... < Au revoir et à bientôt Paris! >” le porse la mano. “Sei dalla mia parte?”
- “Sempre!” gli rispose, afferrando la mano del suo futuro marito.


- “Allora.. mi vuoi dire dove stiamo andando?” domandò per l’ennesima volta Sara.
- “A cena, ovviamente!” le rispose Lui. “Qui!”
- “Lorenzo.. ma sei impazzito? < Fermette Marbeuf > E′ uno dei ristoranti più chic di Parigi!”
- “Lo so. E non vedo il perché non posso portare la donna della mia vita a cena nel ristornate più rinomato e autentico di Parigi. Quindi, Madame.. vuole farmi l’onore di tenermi compagnia a cena?”
- “Assolutamente!” gli rispose, con un bacio.
 

- “Amore..  è stata una serata fantastica!” disse Sara, posando la forchetta nel piatto.
- “Mi fa piacere ti sia piaciuta l’idea! E anche che la cena ti sia piaciuta!”
- “Scherzi! La cena è stata squisita! E poi il dolce… la panna! Magnifico!”
Lorenzo scoppiò a ridere. – “Se non c’era la panna, lo chef era da rimandare, vero?”
- “Assolutamente!” poi Sara guardò l’orologio. “Che dici.. torniamo in hotel? Domani sarà una giornata un pochino lunga!”
- “C’è prima un’ultima cosa..” le disse, rivolgendosi  al cameriere.
- “Oddio.. non mi dire che dobbiamo mangiare qualche altra cosa! Sono piena!” commentò Sara.
- “E’ una cosa da poco... prometto.” le fece l'occhiolino Lui.
Sara aspettò che il cameriere le ponesse davanti un piatto con un coperchio.
- “Ma.. ma tu non mangi?” domandò Lei, vedendo un solo piatto.
- “Quello è per te!” rispose enigmatico Lorenzo.
- “Va bene!”
Alzò il coperchio e non vi trovò del cibo. C’era una scatolina nera.
Sara alzò gli occhi e guardò Lorenzo. – “Cosa ti sei inventato questa volta?”
- “Scoprilo!”
Sara prese la scatolina e l’aprì. – “Lorenzo.. sono bellissimi!” Erano degli orecchini. Due perle bianche che brillavano in quel cofanetto firmato Cartier.
- “Pensavo che li potessi indossare domani..” le sorrise Lorenzo. “A meno che non abbia qualcos’altro…”
- “Amore.. sono senza parole!” Sara gli si avvicinò e lo baciò.
- “Ah però! Se tutte le volte che voglio lasciarti senza parole devo entrare da Cartier, devo iniziare a fare due.. tre lavori!” Lorenzo la guardò. “Ti amo!”
- “Anche io!”
- “Però adesso dobbiamo andare a nanna! Domani sarà una giornata lunga!” le ricordò Lorenzo.
- “Domani sarà la giornata più bella della mia vita!” gli rispose Sara.
- “Anche della mia, lo sai?” disse Lorenzo.
- “Ovviamente! Sposi me!” scherzò Lei.
Ma era la verità.


 

Nota dell’autrice
Salve a tutti! Eccomi qui.. Penultimo capitolo! I sette giorni a Parigi! E la notte prima delle nozze!
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo.. poi medico10 ci farà gioire e arrabbiare. Personalmente dal trailer penso più arrabbiare che gioire! Comunque sia.. prima di mercoledì o entro le 21,10 di mercoledì pubblicherò l’ultimo capitolo. Poi ci saluteremo! Magari medico10 mi farà venir voglia di immaginare qualcosa di diverso per i Sarenzo o forse no. Fatto sta che inizio fin da adesso a ringraziarvi per l’affetto di questi due anni!
E per l’ultima volta.. alla prossima! 

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Capitolo 25
*** Episodio XXV _ Per tutta la vita! ***


4 maggio, ore 7.30 circa, sul volo Parigi – Roma
 

- “Amore! Ma come faccio io senza di te durante il volo?” brontolò Sara, quando si accorse che Lei e Lorenzo non sarebbero stati seduti vicino.
- “Amore stai calma! Non ti lascio sola! Stiamo a distanza di qualche centimetro! Sarà come stare seduti vicino!” la rassicurò Lui.
- “Sì, certo! Ma..” Per Sara non era la stessa cosa! A chi avrebbe stritolato la mano durante la fase di decollo?
- “Amore.. andrà tutto bene! Ti fidi di me?”
- “Cecamente!” gli rispose Lei.
Lorenzo le sorrise. - “Non dare noia a quel poverino che si siederà affianco a te!” disse andando a prendere posto, non prima di averle dato un bacio sulla fronte.
- “Ma figurati! Starò buona buona! Fidati! Però tu non ti addormentare che se poi mi prende l′ansia non so che fare!”
- “No amore! Non ti preoccupare! Non mi addormento!” le fece l′occhiolino Lui. “Ma adesso dove vai?” le domandò poi, vedendola alzare.
- “Un attimo alla toilette! Vengo subito.” Spiegò Lei.
- “Vuoi che ti ordini un bloody mery?” le propose Lui.
- “No.. magari lo prendiamo dopo!”
 

Dopo quasi un quarto d′ora, Sara tornò a sedersi.
- “Amore.. sai che in bagno ho conosciuto una ragazza che ha paura anche lei di volare?” si rivolse a Lorenzo, avvicinandosi a Lui. “Amore?”
Ma Lorenzo non rispose! Si era addormentato!
- “Menomale che aveva promesso di non addormentarsi!” disse Lei, tra sé e sé, andandosi ad accomodare.
Fu allora che notò l′uomo che le si era seduta accanto. Aveva gli occhiali.. un aspetto curato.. aveva su per giù una sessantina d’anni. E a Sara quel volto non era nuovo!
- “Signori e signore buongiorno. Sono il comandante Visco che vi parla. Stiamo iniziando ora la procedura per il decollo. Il tempo è buono! Allacciate le cinture e buon viaggio!” disse il comandante.
- “< Decollo >! Ha detto < Decollo >!” ripeté Sara, iniziando ad agitarsi.
- “Signorina.. va tutto bene?” le domandò l’uomo che le sedeva accanto.
- “No.. non proprio. Ho paura di volare. Volo da una vita, sa? Ma ogni volta è come la prima. Le nuvole.. il cielo.. il vuoto.. E così finisce sempre che mi muovo.. mi alzo e mi risiedo..” spiegò Sara.
- “Ha provato con i calmanti?” le domandò Lui.
- “Li ho provati tutti, ma nulla.” Rispose Lei.
- “Non vorrà mica scendere durante la procedura del decollo?” chiese Lui.
Sara sorrise. - “No no.. devo arrivare assolutamente a Roma!” rispose. “Ma lo sa che una volta mio fratello lo ha fatto?”
- “Ah sì? Paura di volare anche lui?”
- “No no.. Ora le spiego.. C’era un tale, uno proprio antipatico! Magnani si chiamava, mi pare! Va beh.. come si chiamava non è importante. Voleva portare via la casa alla famiglia di Maria, la compagna di mio fratello, Marco! Come se non bastasse, il figlio di questo lurido essere, Roberto, voleva  portare via Maria a Marco! Capisce? Quando si dice: < Tale padre.. tale figlio! > Va beh, comunque! Marco e Maria avevano fatto pace, nonostante Roberto si fosse intromesso tra loro! Lei non immagina come si sono riconciliati!”
- “Immagino me lo dirà Lei!” commentò quell’uomo.
Sara sorrise. - “Assolutamente! In pratica, Maria stava partendo per un convegno in Svizzera, a Basilea, e mio fratello è corso all’aeroporto e l’ha fermata!”
- “Ma non era sceso durante la fase di decollo?”
- “Sì, ma non in quel momento. Dopo essersi riconciliati Marco e Maria hanno deciso di partire per New York con i loro bambini, Jonathan e Palù. Mio fratello aveva ricevuto una proposta di lavoro alla quale non poteva rinunciare e quindi, nonostante Magnani stesse per buttare giù la casa, sono saliti su quell’aereo. Ma,  fortunatamente, Marco ha capito giusto un momento prima del decollo i giochetti dei Magnani e così di corsa sono scesi dall′aereo! Non le dico il tempo perso a controllare le valige ma, alla fine.. sono tornati a casa Martini! Marco ha incastrato i Magnani e nello stesso giorno ha sposato Maria!”
- “Che giornata!” commentò l’uomo.
- “E non è finita qui! Perché poco prima delle nozze di Marco e Maria è nato Carlo, il figlio di Lele, il padre di Maria.”
- “Credo di essermi perso!” ammise il suo interlocutore.
- “Ora le spiego!” lo rassicurò Sara. “Ma.. per caso.. ci siamo già visti? Ho l’impressione di conoscerla!” interruppe per un momento il suo monologo Sara.
- “No, direi di no! Mi  ricorderei di Lei, altrimenti!” le rispose Lui, sorridendo.


 
Roma, casa Martini, ore 8.00 circa

Intanto a casa Martini tutti, grandi e meno grandi, si erano alzati all′alba per i prepararsi per il grande giorno.
Tra tutti, Tommy era agitatissimo. Quella notte non era riuscito a chiudere occhio tanta era l′emozione per il matrimonio di suo padre! Per questo, quella mattina, dopo aver fatto colazione, era salito in camera di Sara per raggiungere il tetto. Non c′erano le stelle ma il cielo di Roma era bello anche alle prime luci del sole.
- “Ehi! Che fai qui?” si sentì chiamare il giovane Martini all′improvviso.
- “Marco! Ciao.. sono venuto a prendere un po′ d′aria. È successo qualcosa?” rispose Tommy, allarmandosi.
- “No no. Ti cercavo per dirti che Sara mi ha mandato un messaggio una decina di minuti fa. Stavano per decollare. Procede tutto come previsto. O, almeno, così pare!” gli spiegò Marco, che intanto si era seduto accanto al ragazzo.
- “Bene. Se sono partiti in orario, alle 07.52.. e il volo dura due ore e spiccioli.. dovrebbero atterrare per le dieci! Il tempo di raggiungere la location..” iniziò Tommy.
- “Sì.. se andasse tutto per il verso giusto.. dovremmo rispettare i tempi. Alle 11.30 dovrebbe iniziare la cerimonia!” concluse Marco, che poi domandò a Tommy: “Sei.. sei emozionato?”
- “Abbastanza! Non capita tutti i giorni di assistere al matrimonio del proprio padre!” abbozzò un sorriso Lui.
- “E′ per questo che sei salito sul tetto?” chiese Marco. “Volevi provare a rilassarti un po’′?”
- “Sì! Me lo ha consigliato una volta Sara e, da quella volta, ogni tanto, vengo qui! Ma.. come facevi a sapere dov′ero?” domandò Tommy.
- “Non lo sapevo! Me lo ha detto Elena!” gli rivelò il giornalista.
A Tommy spuntò un sorriso sul volto. Marco se ne accorse ma decise di sorvolare. La discrezione era una dote di cui andava molto fiero!
- “A proposito di donne.. ci impiegheranno una vita a prepararsi! E il bagno è off-limits già da un po′! Io e Libero abbiamo deciso di andare a prepararci al bar di Sara, tanto per oggi rimane chiuso. Vieni con noi?” cambiò discorso Marco.
Tommy rifletté attentamente. - “Se rimango qui e aspetto che le donne si sbrigano rischio di fare tardi, vero?”
- “Temo di sì!” rispose il Levi.
- “Bene! Allora andiamo al bar di Sara!”



Durante il volo Parigi – Roma, ore 8.40 circa  

- “Ero così emozionata che non sono riuscita a dire niente.. capisce? Del resto che ci si vuole aspettare da una che ha appena subito un’operazione a cuore aperto! “ Sara aveva raccontato a quell'uomo la sua storia d'amore con Lorenzo. Dall'inizio!
- “Beh… in effetti!” commentò pazientemente l’uomo.
- “Eppure io ho la sensazione di averla vista! Ma Lei è un attore.. un presentatore?” propose Sara.
- “No, un cantante!”
- “De Gregori!” provò ad indovinare Sara.
- “No, De Gregori ha la barba.” Le rispose Lui.
- “Ah!” Ma Sara non si fece abbattere. “Alla fine ci sposiamo. Io e il mio medico, intendo!” annunciò soddisfatta.
- “Congratulazioni!”
- “Eh sì! Abbiamo organizzato tutto un po’ in fretta! Una cosa tranquilla.. Giusto con parenti, qualche amico.. Sa: Lui è separato e io.. diciamo che è una storia un po’ lunga perché dovevo sposarmi con un altro uomo.. poi alla fine sono scappata dall’altare..” Sara stava per iniziare il racconto da capo ma si interruppe un nano secondo. “Lei è Gianni Morandi? < Fatti mandare dalla mamma.. >” canticchiò.
L’uomo scoppiò a ridere. - “Gianni Morandi è bolognese. Io non ho nemmeno l’inflessione bolognese!”
- “Però non ha la barba!”
- “Beh signorina: ma Lei parla sempre con tutti gli sconosciuti? Sugli aerei, sui treni? Ovunque?” 
- “No.. è che volare mi rende parecchio nervosa e quindi finisce sempre che parlo a ruota libera. Ma lo sa che è proprio così che ho incontrato il mio futuro marito?” disse Sara, indicando Lorenzo.
- “Me lo ha già detto. Me lo ha detto due minuti dopo il decollo.”
- “Ah, giusto. Lui invece dorme come un bambino.” Commentò la giovane Levi.
- “Beato Lui!” si lasciò sfuggire l′interlocutore.
- “Ma io non so proprio come fa! Anche oggi che è il giorno del nostro matrimonio!” disse Sara, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- “Vi sposate oggi?” Quell’uomo era assolutamente meravigliato.
Ma Sara non gli rispose. Anzi domandò: - “Ma Lei non è Venditti, vero?”
- “Lo dice per via degli occhiali? No no.. non sono Venditti e non ci assomiglio nemmeno con gli occhiali!”
- “Mi scusi. È che io non guardo spesso la televisione." si giustificò Sara.


 
Roma, casa Martini, ore 9.20 circa

Intanto, a casa Martini, erano rimasti solo Ave, Enrica, Libero, Tommy  ed Elena.
Bobò era andato a casa di Alice: i due sarebbero andati al matrimonio insieme, mentre Maria, Marco e i piccoli stavano già raggiungendo il luogo scelto per le nozze, muniti degli abiti degli sposi. Che fatica che avevano fatto per convincere Ave a staccarsi dal vestito di Sara!!
In effetti, anche Tommy era pronto da un pezzo. Così, dopo essersi guardato per l′ennesima volta allo specchio, per vedere se tutto era a posto, scese nel salone e lì trovò Libero che guardava l′orologio.
- “Nonno vedo che sei già pronto!”
- “Sì. Anche tu, Tommy. Stai benissimo!” gli disse Libero, commovendosi. “Chi non sono pronte sono le donne di casa. Mi sa che ci vuole ancora un po’′!”
Tommy gli sorrise e si rassegnò ad aspettare. Ma fermo non riusciva a stare. Sistemò dunque gli ultimi dettagli a Nonno Libero.
- “Adesso vedrai..” disse il capo famiglia, “..se io le chiamo e dicono un minuto.. questo è molto grave!” Prese un respiro: “Allora: siamo pronti?”
- “Un minuto!” rispose Ave.
- “Un minuto!” fu la volta di Enrica.
- “Un minuto!” concluse Elena.
Tommy scoppiò a ridere.
- “Hai visto?” gli domandò soddisfatto Libero. “O facciamo un attacco psicologico di quelli proprio forti.. e io dico: < Noi due ce ne andiamo. Voi prendete un taxi! >” propose.
- “E se poi non funziona?” domandò il nipote.
- “E se poi non funziona ce ne andiamo veramente e non diciamo niente. Adesso vedrai che arrivano!” lo tranquillizzò comunque il nonno.
- “Ma che bisogno c’è di agitarsi in questo modo!” comparve Enrica, precipitandosi a sistemare il fiorellino sulla giacca di Libero.
- “Ma che ansia, Signor Libero! Ma insomma: c’è ancora tempo!” commentò Ave comparendo, affrettandosi a sistemare, a sua volta, il colletto della camicia di Libero.
 - “Madonna mia! Ma che è? Un’acqua santiera? Tutti a toccare stanno!” sbottò esasperato Lui.
- “Allora.. come sto? È un po′ troppo vivaciotto ′sto colore?” domandò Ave, riferendosi alla sua giacca gialla.
- “No.. stai bene! Sembri un canarin triestin!” la prese in giro Nonno Libero.
Enrica invece era agitata. – “Ma Bobò dove è andato a finire?”
- “E’ andato a prendere Alice.” Rispose Tommy.
- “Ed Elena?” chiese Ave.
- “Elena?” la chiamò nonno Libero.
- “Un minuto!” rispose nuovamente Lei.
- “Un minuto è troppo e due sono pochi!” Libero aveva ormai perso la pazienza.
A quel puntò suonarono alla porta.
- “Oooo chi s’è adesso.. a ‘ste ora?” si domandò Ave, guardando l’orologio. “Vai a vedere, Tommy.”
- “Sì sì…” disse il giovane, già in procinto di aprire la porta. Era Giulio!
- “Ciao Tommy.. lo so che oggi è.. Però Elena ha dimenticato questo a casa mia e ho pensato di riportarglielo!” spiegò il ragazzo.
- “Sì sì.. va beh: accomodati. Ogni scusa è buona!” sorvolò Libero.
- “Hai.. hai fatto bene! Ha detto che è una questione di qualche minuto!” cercò di sembrare disinteressato Tommy. Ma la voce tradiva un po’ di agitazione. E non era per l’imminente matrimonio di suo padre!
- “Eccomi!” comparve Elena.
- “Ah.. hai fatto presto, adesso!” commentò Libero.
- “Ciao Giulio!” lo salutò Lei, imbarazzata.
- “Ciao.. ti ho riportato il dizionario!”
- “Giusto..” lo afferrò.
- “Beh..” ruppe il silenzio nonno Libero. “Quando avete finito questo scambio culturale, noi ce ne andiamo.. che è tardi!”
- “Sì sì.. andiamo subito che è tardi!” concordò Ave.
Giulio si spostò per lasciarli passare e Libero, Ave ed Enrica si avviarono alla macchina.
L’unico ad essere rimasto era Tommy.
- “Tommy.. ‘ndemo?” lo chiamò Ave.
- “Sì.. arrivo.” Pronunciò a mala pena lui. “Ciao Giulio!” disse, dando una pacca sulla spalla all’amico, voltandosi a guardare Elena: era veramente bellissima!
- “Grazie!” disse Elena, una volta sola con Giulio.
- “Niente!” le rispose lui, prima di baciarla.
- “Elena?” la chiamò nuovamente Ave.
- “Un minuto!” rispose ovviamente la ragazza.


 
Location del matrimonio, ore 10.00 circa

- “Mi scusi. Lo champagne è.. è in fresco?” domandò Marco.
- “Naturalmente! Al momento del rinfresco sarà tutto pronto!” lo tranquillizzò il cameriere.
- “Beh.. io sarei più tranquillo se lo champagne fosse pronto anche prima del rinfresco.. non si sa mai con mia sorella! È un po’ particolare!” Marco era agitatissimo.
- “Va tutto benissimo! Eh sì. Mio marito tende a essere un po’ allarmista..” si intromise sua moglie.
- “Io?” domandò Lui.
- “Ma va tutto bene, grazie. Grazie!” continuò Maria.
- “Non si preoccupi.” Si allontanò il cameriere.
- “Lo metta in fresco..” bisbigliò il giornalista, come se il cameriere lo potesse sentire.
- “Amore.. stai sereno perché questa volta non ci saranno sorprese, eh?”
- “Ma questo viaggio non lo potevano fare dopo il matrimonio? Perché adesso? Perché?” continuò ad agitarsi Lui.
- “Perché Lorenzo è stato invitato a un convegno: una settimana a Parigi, tutto spesato.. e sarebbe stata una pazzia rinunciare!” gli spiegò la sua dolce metà.
- “Ti prego non dire quella parola! Ti prego!” la supplicò Lui.
- “ < Rinunciare >?”
- “ < Pazzia >. Vicino a Sara e matrimonio mi fa venire un’ansia.” Il nervosismo di Marco non sembrava diminuire.
- “Adesso io ti vado a preparare una bella camomilla, eh?” gli propose Maria.
- “No no, amore. Io l’unica cosa che vorrei è che suonasse questo cellulare e che fosse Lorenzo che mi dice che sono atterrati.. possibilmente a Roma!”
- “Sì..sì..sì..” gli sorrise Lei.
Così, quasi per magia, il cellulare squillò. Ma non era Lorenzo!
- “E' nonno Libero!” annunciò deluso Marco. “Libero pronto.. sì! Sì, noi siamo già qua. Notizie? No.. nessuna.. neanche loro. Va bene! Allora ci vediamo qua! Ok.. ciao… Ciao!” A Marco stavano per spuntare i capelli bianchi!
- “Amore.. vieni un attimo! Ci sono i gemelli che ti vogliono parlare. Senti cosa ti devono dire.. < Papà stai tranquillo. La prossima volta sarà Lorenzo che ti chiama! >” sorrise Maria.
- “O magari la torre di controllo di Ragusa! Chi lo sa!” scoppiò a ridere Marco, dando un bacio alla sua meravigliosa moglie.
- “Respira.. respira..” lo prese in giro Lei.
- “Sì, respiro!” le rispose Lui, con un occhiolino.



Sul volo Parigi – Roma, pochi attimi prima del decollo

- “Buongiorno a tutti. È il comandante Visco che vi parla. Siamo iniziando ora la discesa verso l’aeroporto.. di Roma Fiumicino. Il tempo a terra è buono. Grazie a tutti per aver volato con noi!”
- “Ha detto Roma Fiumicino, vero?” domandò Sara, per sicurezza, al suo compagno di viaggio.
- “Esattamente!” le rispose Lui, sorridendo.
- “No.. perché con questi atterraggi non si sa mai che cosa può succedere..” commentò Sara.
- “La mia fidanzata le sta dando fastidio?” la interruppe Lorenzo, che si era appena svegliato.
- “No.. non gli sto dando fastidio! Facciamo due chiacchiere, vero?” domandò di riflesso all’uomo con gli occhiali.
- “Facevamo quattro chiacchiere!” confermò lui.
Lorenzo sorrise. Immaginava cosa avesse potuto combinare Sara durante il volo!
- “Mi scusi ma dovrebbe prendere posto e allacciare la cintura. Siamo in fase di atterraggio.” Disse l’hostess, rivolgendosi a Lorenzo.
- “Ecco, guardi: le cedo il mio posto così fa l’atterraggio con la sua fidanzata! Le cedo il posto.. prego. Venga.. venga!” disse quell′uomo andandosi a sedere al posto di Lorenzo.
- “E’ logorroica.. lo so! Mi dispiace!” si scusò Lorenzo, andandosi ad accomodare.
Sara invece si alzò e raggiunse quell’uomo tanto gentile. – “Tenga. Questo è l’invito al nostro matrimonio. Così. Giusto per ricordo.”
- “Molto gentile. Grazie.”
- “E’ stato un vero piacere conoscerla!” si congedò Sara.
- “Assolutamente. Anche per me!” disse Lui, afferrandole la mano.
Così Sara raggiunse Lorenzo.
- “Tu pensi che Vecchioni venga al nostro matrimonio?” le domandò Lui.
- “Roberto Vecchioni? Cioè: quello è Roberto Vecchioni?” domandò Sara, scioccata.
- “Sì. Chi pensavi che fosse?” le chiese Lui.
- “Celentano?” provò Lei.
- “Amore mio, no. Non è Celentano! Tu ti devi fare una cultura musicale!” la guardò dolcemente Lui, afferrandole la mano.
Sara era mortificata. – “Amore.. Ma che figura! Gli ho raccontato tutta la nostra storia e non l’ho neanche riconosciuto!”
- “Tutta la nostra storia?” domandò divertito Lui.
- “Sì amore! Avevamo tempo.. Quanto c’abbiamo messo: tre.. quattro ore?”
- “Amore! Non è mica un volo intercontinentale! Ci abbiamo messo due ore appena!” le fece notare Lui.
- “Ah! È che quando parlo con qualcuno il tempo vola!” si giustificò Sara.
- “Non fatico a crederti!!” disse Lui a bassa voce.
- “Allora… Appena sarà finita l’interminabile fase d’atterraggio, quale sarà il programma?” domandò Lei, pur conoscendo la risposta.
Lui la guardò divertito. – “Beh.. Appena sarà finita questa interminabile fase d’atterraggio, scendiamo.. prendiamo i bagagli e andiamo a noleggiare un auto.”
- “E poi?”
- “Poi, finalmente, ci sposiamo!” e sorridendo le diede un dolcissimo bacio.


 
Roma, ore 10.20 circa

- “Lorenzo, ciao! Dimmi che siete atterrati! A Roma, possibilmente!” rispose al cellulare Marco, in trepidante attesa per la risposta del futuro cognato.
- “Marco siamo atterrati. A Roma! Stiamo già affittando una macchina. Tutto procede come previsto.” Gli rispose il dottor Martini.
- “Sì! Sì!” esultò Marco, attirando l′attenzione di Libero, Maria e Tommy.
- “Sono atterrati a Roma?” domandò Maria.
- “Sì. Si stanno già organizzando per arrivare qui!” spiegò il giornalista che poi, rivolgendosi a Lorenzo disse: “Noi siamo già qui. È tutto pronto! Vi aspettiamo.”
- “Tranquillo: arriviamo subito. Sara è pronta a mettersi alla guida.” Lo prese in giro Lorenzo.
- “Cosa?? Lorenzo sei impazzito? Devi guidare tu! Sara sarà agitata.. deve sposarsi.. non può guidare!” sbottò Marco.
- “Fratellone tranquillo! Guida Lorenzo! Ti stiamo solo prendendo in giro!” rise Sara.
- “E certo! Io sto perdendo dieci anni di vita oggi, per il vostro matrimonio, e voi mi prendete pure in giro! Va beh. Sbrigatevi a tornare!” concluse Marco, sollevato.



Roma, location del matrimonio, ore 11.00 circa

- “Finalmente siete arrivati! Sono già tutti dentro che vi aspettano!” Marco ora si sentiva leggermente meglio. Sarebbe stato bene solo dopo lo scambio degli anelli e i rispettivi  < sì > degli sposi!
- “Proprio tutti?” domandò Sara.
- “Tutti tranne Anna ed Emiliano che sono a Londra.” Le rispose il fratello che poi, guardando Lorenzo, le disse: “Aspetta che gli do una mano! Che devi prendere?”
- “Questa!” rispose Lorenzo, e Marco si affrettò a prendere la valigia di Sara.
Intanto il dottor Martini si avvicinò alla sua futura sposa. – “Amore.. senti io vado a cambiarmi. Ci vediamo dentro. Io sarò quello con l’abito scuro che ti aspetta in fondo alla sala.” Le sorrise.
- “Va bene!” gli sorrise di rimando, per poi farsi prendere il volto tra le mani e farsi dare un ultimo bacio.
Ma Marco li interruppe. – “Bene.. bravi.. Velocissimo!” commentò, vedendo Lorenzo andare a prepararsi. “Andiamo.. andiamo!” si rivolse poi Sara.
- “Aspetta però.. ti vedo agitato!” gli fece notare Lei.
- “Chissà come mai! Chissà perché sono agitato proprio ai tuoi matrimoni! Su su.. andiamo! La incitò nuovamente.
- “Ma.. che cos′è questa musica?” domandò invece Lei.
- “E' la sorpresa di nonno Libero per te! Mi raccomando: non guardare! Andiamo!”
- “Eh no..no! Devo dirti una cosa molto importante!” annunciò Lei.
- “Ma ti sembra questo il momento di dirmi una cosa importante? Dobbiamo andare..”
- “Sì, adesso!” rispose Lei, risoluta.
- “Allora dimmelo.. dimmelo… dimmelo!” si arrese lui.
- “Ho conosciuto un uomo.. in aereo.. oggi!” disse Lei.
- “Hai conosciuto un uomo in aereo?” domandò Lui, scioccato.
- “Sì!” rispose Lei.
- “Oggi?” domandò nuovamente Marco.
- “Sì.. sì! Tra l’altro è stata una cosa buffissima…” iniziò a raccontare Lei.
- “No no Sara! Io non lo voglio sapere! Non voglio sapere niente.. un uomo in aereo! Niente. Non voglio..” la bloccò Lui.
- “Ma no! Che hai capito?” provò a spiegare Lei.
Ma Marco non voleva sentirla. – “Lalalalalala!” disse, coprendosi le orecchie.
- “Non hai capito!” ribadì Lei.
- “Lalalalala..”
- “Dai però.. non ti si può raccontare mai niente!” si dispiacque Lei.
- “Hai finito?” le chiese Lui.
- “Ho finito!” fu la parola di Sara.
- “Ahhh.. andiamo dai!” concluse Lui, afferrando la valigia della sorella.


 
- “Papà! Siete arrivati finalmente!” Tommy lo stava aspettando nella stanza in cui si sarebbe cambiato.
- “Tommy! Vieni qua!” disse Lorenzo, poggiando la valigia e abbracciando il figlio. “Sei elegantissimo!”
- “Grazie! Tu un po′ meno, vestito così! Devi cambiarti!” lo prese in giro il figlio.
- “Sì, lo so. Il vestito dov′è?”
- “Ma perché non lo hai tu?” domandò Tommy.
- “No no.. Lo dovevano portare Marco e Maria. Io.. E′ uno scherzo?” capì Lorenzo, guardando lo sguardo divertito di Tommy.
- “Sì. È sul letto. Devi solo prepararti! Dai.. ti lascio da solo! Ci vediamo dentro!” gli fece l′occhiolino Tommy.
Lorenzo gli sorrise e si iniziò a preparare. Andò in bagno e si tolse la giacca. Meccanicamente si sbottonò la camicia ma poi, si fermò e si guardò allo specchio. 
Stava per sposarsi! Finalmente! Con la donna della sua vita!
Sorrise all′idea di iniziare una vita con la donna che amava e poi tornò a prepararsi.
E′ lo sposo che deve aspettare la sposa sull’altare. Non il contrario!



Ore 11,30 circa

- “Ecco lo sposo!” Oscar si avvicinò a Lorenzo e lo abbracciò. “Ci siamo, eh?”
- “Già! È arrivato il momento.. finalmente!” rispose Lui, visibilmente emozionato. “Emilio.. Gloria.. grazie per essere venuti!”
- “Dottor Martini, si figuri: non potevamo mica mancare nel giorno del suo matrimonio!” gli rispose lei.
- “Lorenzo, vieni qui. Fatti abbracciare!” Enrica lo raggiunse e lo salutò.
- “Enrica.. Libero!” li salutò Lui. Voleva ringraziarli. Per aver creduto nel suo amore e in quello di Sara prima ancora che loro stessi lo facessero. Per aver accettato di essere i loro testimoni. Ma non riuscì a dire nulla. “Io..”
- “Lorenzo..  non dire nulla, se no mi commuovo!” lo bloccò Libero.
- “Va bene! Andiamo a prendere posto allora!” disse, avviandosi per prendere posto in fondo alla sala.
- “Lorenzo! Allora? Sei pronto??” lo bloccò Marco.
- “Sì, Marco! Sposare tua sorella è l’unica cosa che desidero!” confessò Lui.
- “Sei nervoso? Io sì, da matti! D’altronde < Sara > e non sono proprio un binomio perfetto!” commentò il giornalista.
- “Grazie Marco! Se prima ero tranquillo, adesso non lo sono più!” disse sbiancando il medico.
- “Ma no! Sara ti ama!! Sono sicuro che questa volta non ci farà alcuna sorpresa!” cercò di convincerlo il cognato. In realtà Marco cercava di convincere anche se stesso! “Adesso vado! Sono io che accompagno la sposa all’altare!”
Così Lorenzo si mise in posizione e, dopo pochi secondi, Jonny e Palú diedero il via a Nonno Libero. Il coro e Tea potevano iniziare!
Il tempo di fare l’occhiolino a Tommy e Lorenzo spostò lo sguardo in fondo alla sala.
Marco e Sara stavano percorrendo la navata principale sulle note di “Happy day” e Sara era un incanto!
Quella navata era sembrata lunghissima sia a Lorenzo che a Sara! Ma alla fine era arrivato il momento per Marco di sollevarle il velo e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, la lasciò all’uomo della sua vita.
Lorenzo le afferrò la mano e per un attimo, lungo una vita, si guardarono negli occhi.
Non si dissero nulla. In silenzio, con lo sguardo, capirono di essere pronti a quel passo. Capirono di non voler aspettare un attimo di più prima di diventare marito e moglie. Si sorrisero e si voltarono verso l’ufficiale di stato.
Era giunto il momento.
- “E ora, data lettura degli articoli del codice civile.. Lorenzo Martini, intende prendere in moglie la qui presente Sara Levi?”
Lorenzo si voltò verso Tommy. Quando vide il figlio annuire e sorridere, guardando Sara dritta negli occhi, disse: - “Sì!”
- “Il primo è andato!” commentò Marco.
Sara gli infilò l’anello al dito e poi gli strinse la mano. Ora era il suo turno!
- “E Lei, Sara Levi, intendere prendere come marito il qui presente Lorenzo Martini?”
Sara lo guardò e gli sorrise. La risposta era sì! Lo era sempre stata dalla prima volta che l’aveva visto! Ma la voce le si era strozzata in gola. Non si era mai sentita così. Felice ed emozionata. Voleva urlarlo quel sì ma quasi le mancava la voce.
- “Zia Sara.. non vorrai dire di no un’altra volta?” si inserì Jonathan.
- “Sì, zia Sara: devi dire di sì!” ribadì Palù.
Sara guardò Marco. “Sì!” aggiunse il fratello.
- “S.. I..” aggiunsero più chiaramente i piccoli.
- “Signora Levi?” le chiese nuovamente l’ufficiale di stato.
- “Certo che sì!” rispose Sara.
- “Ha detto sì! Ha detto sì!” esultò Marco, mentre un applauso si alzò nella sala.
Lorenzo le infilò l’anello al dito e, finalmente, poté baciare la signora Martini.
L’avrebbe fatto per tutta la vita.
Era quello il loro destino.
 


- “Ragazzi.. venite qua! Fatevi abbracciare!” Marco, appena i due neo sposi avevano finito di firmare i registri insieme ai testimoni, si era affrettato a raggiungerli per congratularsi. Finalmente la tensione e l′ansia erano sparite dal volto del giornalista e quest′ultimo poteva finalmente godersi la festa. “Congratulazioni!”
- “Grazie Marco!” ringraziò Lorenzo.
- “Grazie fratellone!” lo abbracciò Sara. “Ma.. non mi devi dire altro?”
Marco la guardò. - “In che senso?”
- “ < Sara mi hai fatto prendere uno spavento quando non rispondevi! > tipo!” gli fece il verso la sorellina.
- “Non so se te lo dice lui.. ma te lo dico io!” si intromise Tommy. “Però.. dato che è andato tutto bene, mi posso congratulare anche io?”
- “Ma  certo!” risposero i coniugi Martini, accingendosi ad abbracciare il ragazzo.
- “Che belli che siete!” iniziò Ave. “Mi sono commossa! Tanto! Belli. Belli!”
- “Zia Sara.. zia Sara: hai detto sì! Brava!” urlarono Jonny e Palú.
Sara scoppiò a ridere. – “Non ho mai avuto dubbi sulla risposta da dare. Ero solo.. emozionata!” spiegò Lei, guardando Lorenzo.
- “Signor Martini.. se volete, apriamo il buffè.” Si intromise l′addetto al catering.
- “Sì, perfetto. Così possiamo venire a salutare tutti e ringraziare gli invitati per essere venuti!” acconsentì Lorenzo.
- “Sentito?” intervenne Libero. “Su.. andiamo di là! Non asfissiamo questi due ragazzi!”
- “Grazie Libero!” sussurrò Lorenzo, mentre gli ospiti si allontanavano verso il buffè, ancora colmi di felicità.
Sara e Lorenzo rimasero così finalmente da soli. Si guardarono e si sorrisero.
- “E così.. siamo sposati!” commentò Sara.
- “Eh già! Ora non puoi piú tornare indietro.” Le si avvicinò Lui.
- “E chi ha detto che voglio tornare indietro?” domandò Lei, poggiando il bouquet su una sedia.
- “Nessuno! Era per mettere i puntini sulle < i >!” l'abbracciò Lui.
- “Non ce n′è bisogno!” gli rispose Lei.
- “Ti amo, signora Sara Martini!” le sussurrò Lui, avvicinandosi alle sue labbra.
- “Ti amo, signor Lorenzo Martini!” gli rispose Lei, rispondendo al suo bacio.
 


Ormai era pomeriggio pieno e il buffet del matrimonio di Sara e Lorenzo volgeva alla fine.
Sara e Lorenzo avevano scattato miriadi di foto e scartato gli splendidi regali che gli invitati avevano scelto per loro.
Tutto era stato perfetto. Mancava solo il primo ballo dei neosposi!
- “Amore, dai! Invitami a ballare!” disse Sara a Lorenzo.
- “Amore mio, ma certo! Adesso chiedo di mettere una bella canzone e ti invito a ballare!” le rispose Lui.
- “Che canzone?” lo bloccò Lei.
- “Eeee amore! Adesso la scelgo!” rispose Lui, tentennante.
- “E no, amore! La scegliamo insieme! Questa canzone la ricorderemo per tutta la vita!” propose Lei.
- “Hai ragione!” le disse Lui, con un bacio.
Così, mentre i coniugi Martini si stavano avviando a scegliere la loro canzone, Destino, il loro cane, incominciò ad abbaiare, attirando l′attenzione di tutti i presenti in sala.
Era arrivato qualcuno di molto speciale!
- “Hai visto chi è?” domandò Sara a Lorenzo.
- “Hai visto?” sussurrò Libero ad Enrica.
- “E’ Roberto Vecchioni!” gli rispose la moglie.
- “Non mi dire che è Lui..” iniziò Marco, avvicinandosi alla sorella.
- “L’uomo che ho conosciuto in aereo! Sì!” finì la frase Sara.
Roberto Vecchioni aveva deciso di accettare l’invito di Sara e così, seppur in ritardo, aveva raggiunto gli sposi per festeggiare con loro.
Non aveva alcun regalo con sé, però. Per questo decise di rimediare facendo la cosa che amava di più fare: cantare!
Prese il microfono e iniziò a cantare.


chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore



- “Per sempre!” sussurrò Sara a Lorenzo mentre ballavano.
- “Per sempre!” le rispose Lui, perdendosi nei suoi occhi.
La canzone finì e, mentre Lorenzo baciava sua moglie, scattò un applauso in sala.
- “Ma Lei..?” domandò Sara, avvicinandosi al suo nuovo amico.
- “Cosa ci faccio qui? Mi hai invitato tu! Diciamo che durante il volo non volevo far altro che scendere dall′aereo. Hai parlato in continuazione! Ma devo ammettere che è stato uno dei voli più speciali che abbia mai fatto.. e la vostra è una storia d′amore bellissima! Non potevo non passare a farvi le congratulazioni!” rispose Roberto Vecchioni.
- “Grazie mille!” risposero in coro i due neo sposi.
- “Signor Vecchioni..” si fece avanti Ave. “Che onore conoscerla! Non sa quanto le voglio bene io! Lei è bravissimo! Bravissimo! Le posso chiedere di fare una foto insieme!”
- “Ma certo! Lei deve essere Ave?” rispose Roberto Vecchioni.
- “O Gesù! E lei come lo sa?” Ave era scioccata.
- “Me  lo ha raccontato Sara, durante il volo di questa mattina!”
- “Cioè.. tu racconti i fatti nostri a uno sconosciuto?” bisbigliò Marco alla sorella.
Ma Roberto Vecchioni lo sentì. – “E tu il fratello brontolone. Marco.. giusto? Congratulazioni per i gemelli!”
Sara scoppiò a ridere. – “Due ore di volo sono tante!” si giustificò Sara.


 
Erano quasi le cinque quando Lorenzo si avvicinò a Sara e le disse: - “Signora Martini, ora lei viene con me!”
Sara si voltò. - “Amore.. ma siamo gli sposi! Non possiamo andarcene!”
- “Sì invece!” rispose Lui.
- “Sì?” domandò Lei.
- “Sì! Vieni.. Signori.. un attimo di attenzione!” Lorenzo e Sara raggiunsero il centro della sala. “Per me e Sara questo è stato uno dei giorni più importanti della nostra vita. Ed è stato perfetto anche grazie a voi che avete voluto condividerlo con noi! Quindi.. grazie a tutti! Di cuore da me e..” guardò Sara, sorridendo. “.. la signora Martini!”
Un applauso accolse il discorso di Lorenzo e i due salutarono tutti i presenti prima di salire sulla sua macchina.
- “Aspetta!” le disse Lui. “Abbiamo dimenticato una cosa!” Un secondo dopo Destino era seduto sui sedili posteriori.  “Ora possiamo andare!”
- “Ma dove?” domandò in trepidante attesa Lei.
- “Ora vedi!” le fece l′occhiolino Lui.


 
- “Amore…” urlò Sara. “Ma siamo al mare!”
- “Cancello 3! Ti ricorda qualcosa?” domandò Lui, sorridendo.
Sara stava per rispondere quando Destino abbaiò. – “Credo ricordi qualcosa anche a lui!” sorrise, felice, Lei.
In men che non si dica, la signora Martini si tolse le scarpe e si sciolse i capelli. Era pronta a correre per raggiungere la riva.
Lorenzo, invece, rimase lì a guardarla, estasiato.
- “Dai.. sbrigati! Il mare al tramonto è una meraviglia!” lo avvisò Lei.
- “Sì sì! Arrivo! Ma non me le tolgo le scarpe < io > !” scherzò Lui.
Sara continuava a volteggiare sulla spiaggia, con il velo in una mano e l′abito che roteava nell′altro. Era un incanto!
Fu in quel momento che Lorenzo si ricordò del sogno fatto in clinica, la notte dell′operazione di Sara. Quella che sarebbe diventata sua moglie indossava un abito lungo e si muoveva come un angelo sulla spiaggia. Quanto tempo era passato d′allora!
- “Oii! Sono qui! Mi raggiungi?” gli urlò Sara.
Lorenzo ci mise qualche secondo a ritornare alla realtà!
- “Va beh..  vengo io da te!” sorrise Lei, iniziando a corrergli incontro.
Lui le sorrise e si preparò a prenderla in braccio. L′avrebbe protetta da tutto e da tutti! 
- “Ti amo!” sussurrò Lei, prima di baciarlo.
- “Per sempre!” le rispose Lui.
 
 

                                                                                                                  FINE

 
In questo episodio, i riferimenti sono ai seguenti episodi:
– 9x26 Dimmi che non vuoi morire
 
 
 

Nota dell'autrice
Ciao a tutti!!!! Ultimo capitolo, eh già!
Con l’emozionante matrimonio di Sara e Lorenzo si è conclusa la nona stagione di “Un medico in famiglia”! E anche la mia fan fiction!
Questa mia storia è durata un po′ più di tredici puntate.. sono passati più di due anni! E dopo due anni non sapete quanto fa effetto mettere un visto su “ Storia Completa”!
E’ stata una bellissima avventura per me! Sarà che questa è la prima ff che pubblico.
Ma sono sicura che non sarà l’ultima. Magari ne scriverò sempre una su Sara e Lorenzo e quindi vi torturerò un altro po’ con i miei ritardi. Non so..
So che adesso è arrivato il momento dei saluti!
Vorrei salutare uno a uno tutti i diecimila e passa che hanno letto la ff. Chi ha trovato il tempo di recensire, di mandarmi un messaggio privato.
Non so cosa si dica, o meglio, si scriva, in questi casi. A dire il vero tutto mi sembra fin troppo banale.  
Quindi, farò così. Vi dirò la cosa più banale del mondo.
Grazie a tutti, di cuore!
Cristin! 

p.s. buona decima stagione di "Un medico in famiglia 10"!!!

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