Il gioco del destino

di Momoko21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ghiaccio e Fuoco ***
Capitolo 2: *** "Dio, ma questo è proprio fuori di testa!" ***
Capitolo 3: *** "E' una carogna, non posso dimenticarlo!" ***
Capitolo 4: *** "Raccogli la bava, lumacone!" ***
Capitolo 5: *** "Non potevo mancare" ***
Capitolo 6: *** L'elettrocardiogramma segnava una linea retta ***
Capitolo 7: *** "Dipende da quale delle mie sorelle" ***
Capitolo 8: *** Vuoto. Assoluto. Di lei non c'era nessuna traccia. ***
Capitolo 9: *** Fu come ricevere un masso di 10 tonnellate in testa. ***
Capitolo 10: *** Ah, dolorosi ricordi ***
Capitolo 11: *** "Evidentemente la tristezza non ha danneggiato nemmeno un po' la sua memoria" ***
Capitolo 12: *** "Leasley, il ragazzo perfettino tutto dolce e carino?" ***
Capitolo 13: *** Non è certo colpa mia se vengo considerata come la tua brutta copia ***



Capitolo 1
*** Ghiaccio e Fuoco ***


Winter
-Che non ti venga in mente di farlo un’altra volta!!- urlai. Lo strillo, accompagnato dalla rottura di un piatto, era rivolto Summer, la mia scelleratissima sorella gemella.
“Noi due siamo caratterialmente incompatibili, diverse come il ghiaccio (io) ed il fuoco (lei), accomunate da due sole cose: i nostri genitori e la data del nostro compleanno. Da piccole riuscivamo anche ad andare d’accordo e a giocare insieme, ma, crescendo, i nostri caratteri assolutamente diversi hanno innalzato una barriera tra di noi, divenuta ormai infrangibile: a me piace leggere, a lei ascoltare la musica, io frequento moltissime materie extracurriculari ottenendo un ottimo profitto in ognuna di esse, lei ottiene buoni voti solo nelle materie artistiche, io vado d’accordo con Emily, la piccola di casa Wilson, al contrario suo che invece è legatissima al figlio del fratello morto di mia mamma, Ryan, con il quale io parlo a stento.
Differenza principale, però, è nel rapporto con i ragazzi: io ho avuto un solo ragazzo, fino ad oggi, che voleva bruciare velocemente TUTTE le tappe con la sottoscritta, benché io non fossi affatto pronta, mentre mia sorella, appena compiuti i 16 anni ha cominciato le sue avventure con l’altro sesso, decidendo di spassarsela tra tutti proprio con il MIO ex ragazzo ed adducendo come giustificazione la frase che avevo detto precedente settimana, cioè che tra me e Simon era tutto finito.”
Ecco spiegato il mistero dell’urlo e del piatto da portata rotto.
-Winter! Sei impazzita?? Quello è il servizio buono!!- disse mamma non appena entrò in cucina, vedendo i cocci sul pavimento piastrellato, mentre mia sorella rideva sotto i baffi svignandosela nella sua stanza.
-Scusami, mamma. È stato un momento di rabbia, non lo farò più- dissi a voce bassa, guardando fissi i resti di quel piatto da portata. Detesto essere rimproverata, specialmente quando è tutta colpa di quel mostro che i miei genitori chiamano “tua sorella”.
“Vorrei tanto urlare, piangere, sfogarmi con qualcuno, ma il mio carattere, tendenzialmente introverso non mi permette di stringere facilmente amicizia con qualcuno, motivo per cui sono completamente sola.
Emily è uscita con i suoi amici ed io non ho nulla da fare, se non immergermi nella lettura, cercando di immaginare che oltre la porta della mia stanza non vi sia un mondo terribile come quello reale, abitato da sorelle di facili costumi e cugini assolutamente insopportabili, ma al contrario eroi leggiadri come quelli dei film o dei libri di avventura.”
 
Summer
-Ahahah! Winter stava ribollendo dalla rabbia- dissi a Ryan con voce euforica.
-Ma non ti pare di essere crudele con tua sorella?- domandò mio cugino, comprensivo come al solito.
-Ma va’! Punto primo, sai da quanti mesi mi piaceva Simon, anche se è un cretino ed è inadatto ad essere il ragazzo di qualcuno. Punto secondo, anche se non ne capisco il motivo, lei non ti sopporta! Quindi evita di essere amichevole con lei ma concentrati sulla sottoscritta- pronunciai le ultime parole indicandomi, imitando il comportamento di Ashley, la cretina della scuola.
Lui fece un ghigno, rispondendo che io ero già la sua migliore amica e che lo sarei stata per sempre, mentre si dirigeva verso la porta d’ingresso della nostra stanza.
“Quando era piccolo, i genitori di Ryan morirono in un incidente stradale e mia madre, sorella dell’ormai defunto padre di mio cugino, lo accolse in casa nostra. Io e lui eravamo già molto amici, ma i miei genitori volevano lasciargli un po’ di privacy, sostenendo comunque che la convivenza di due ragazzini di sesso diverso in una stessa stanza andasse evitata, motivo per cui cominciai a dividere la camera da letto con Winter. Tempo una settimana che le sue bambole erano state tutte decapitate dalla sottoscritta ed i miei cd preferiti graffiati da quella smorfiosa. I nostri genitori stavano impazzendo per i continui richiami ad ogni ora del giorno e della notte e le punizioni non risultarono sufficienti a mutare la situazione, motivo per cui ora divido la stanza con mio cugino che, fortunatamente, sembra aver quasi dimenticato il dramma della scomparsa di zia Sarah e zio George.”
Infilai gli auricolari nelle orecchie tuffandomi nel letto, riproducendo la mia canzone preferita: Child in Time, dei Deep Purple, mentre il mio cane, Ringo Star, si dirigeva con aria bellicosa verso il letto.
-Cosa c’è, Ringo? Hai forse saputo che ho fatto arrabbiare la tua padroncina preferita e sei venuto qui per farmela pagare?- dissi scherzando, rivolta verso di lui, pur effettivamente convinta che lui preferisse la compagnia di Winter alla mia. Di sicuro lui non sa che la sua bella padroncina voleva rasargli il pelo quando era ancora un cucciolo che la terrorizzava!
Lui, come percependo i miei pensieri, cominciò ad abbaiare anche se fu necessaria solo qualche coccola per tranquillizzarlo.
Nel frattempo, la porta di casa sbatté. Probabilmente Emily era tornata.
“Quella ragazzina è troppo poco delicata, sembra un maschiaccio!”
 
Emily
“Mi dispiace essere già rientrata a casa. I miei genitori mi trattano come  una poppante, fissando il coprifuoco alle 21.15. Insomma, ho quasi 15 anni, credo di poter rientrare almeno alle 22.30! Summer, che invece ha solo 2 anni più di me, può andare in discoteca e rientrare anche a mezzanotte, se c’è Ryan con lei! Winter generalmente non esce mai di casa, quindi non posso fare paragoni.
Winter è quella che preferisco delle mie sorelle, è dolce e comprensiva, non urla per qualsiasi motivo come fa quella strega di Sum, mi dispiace sinceramente che non abbia alcun amico. Il problema è che lei, facendosi comandare a bacchetta dalla sua timidezza, non permette a nessuno di conoscerla, anche se in molti lo vorrebbero.”
-Tu hai bisogno di uscire- dissi entrando nella sua stanza, distogliendola dalla lettura del suo libro preferito, Cime Tempestose.
-E perché dovrei, scimmietta?- domanda lei accennando un sorriso, è l’unica a cui permetto di chiamarmi così.
-Perché sei simpatica, intelligente ed oggettivamente una bella ragazza, con i capelli rossi e gli occhi chiari-.
-Si, Em, ho anche io uno specchio, so come sono i miei capelli ed i miei occhi- rispose lei sorridendo.
-Dai, scema, hai capito!- insistevo io.
-Si che ho capito! Grazie di cuore per l’interessamento- disse con il suo sguardo più dolce ed io corsi ad abbracciarla mentre lei diceva –Aah, la mia scimmietta che non vuole crescere-.
“In realtà non è così! Io voglio crescere, ma non voglio avere difficoltà e complicazioni nella vita, mi basta avere buoni voti a scuola, Cass, la mia amica del cuore e Robbie, il mio migliore amico. Pensandoci, però, il fatto di non volere complicazioni mi impedirà di avere un ragazzo. Poco male, diventerò un’ambiziosa single in carriera.”
 
 
 
 
 
  Ciao a tutti! Ecco una storia appena cominciata e mi dispiace che il primo capitolo non sia molto lungo, ma si tratta comunque solo di un'introduzione!! 
Cosa ne pensate?? Io sono davvero contenta di averla pubblicata e spero che recensiate in tanti con commenti sia belli che brutti, purchè costruttivi!! :D 
A presto, 
Momo

 

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Capitolo 2
*** "Dio, ma questo è proprio fuori di testa!" ***


Summer
-Sum?? Dai, Sum, svegliati!-.
Una voce trapanante, seguita da un improvviso attacco di solletico mi impedì di continuare il mio bel sogno.
-Ryan, ti ho mai detto che sei una piattola?- Gli domandai sbadigliando.
-Più o meno ogni giorno- Mi canzonò lui prima di infilarsi nel mio letto per abbracciarmi, come faceva tutte le mattine.
“Ormai, è questa la normalità!” Pensai tra me e me, sprofondando nuovamente in letargo.
Sembrava che fossero passata solo una manciata di secondi quando suonò la sveglia.
“In realtà siamo in estate, motivo per cui non si va a scuola, ma se mamma trovasse Ryan nel mio letto quando viene a svegliarmi prenderebbe un infarto di sicuro”.
Ancora sonnecchiante, Ryan si alzò e coprì con una t-shirt gli addominali che, durante la notte, erano rimasti scoperti.
Tempo 10 secondi che....
-Summer! Ryan! Svegliatevi, è tardi!!- Mamma irruppe nella camera per svegliarci e rifare i letti.
-Sai, Sum? Winter fa da sola il suo letto, non ha bisogno che sua madre sia anche la sua donna delle pulizie..-.
“che barba, sempre la solita solfa. Scommetto 100 verdoni che ora pronuncerà la frase...”.
-Questa casa non è un maledettissimo albergo!! Guarda, c’è roba tua sparsa ovunque! Anche se Ryan è un maschio non dissemina la sua biancheria su tutto il tappeto, sui tavoli e sulla sedia!-.
-Quelli, mammina adorata, sono r-e-g-g-i-s-e-n-i! Ti risulta che Ryan li indossi? Se così fosse avresti l’obbligo morale di dirmelo. Non credo che vorrei più dividere la stanza con lui, se così fosse! E tra l’altro, sai che ti voglio taaaanto beeeene- Dissi con voce da bimba piccola per cercare di rabbonirla un po’, non mi piaceva quando si arrabbiava con me.
Scendemmo in cucina dove trovammo papà intento nella lettura del quotidiano, Emily che stava spazzolando una ciotola di latte, cacao e cereali e Winter che spalmava un po’ di confettura di marmellata ai frutti di bosco su una fetta biscottata.
-Cosa vi preparo?- Disse mamma, intenta a svolgere qualche noiosissima attività domestica, rivolta  a me e a mio cugino.
-Io prendo un succo d’arancia- Annunciò Ryan dirigendosi verso il frigorifero.
-E tu?- Domandò mio padre notando che non avevo ancora risposto.
-Io non ho fame- .
-Summer, non farmi arrabbiare, sai che devi mangiare- Alzai gli occhi al cielo.
“Da quando sono svenuta un paio di volte nelle scorse settimane e il medico ha detto che devo avere un’alimentazione equilibrata, papà sembra essere diventato l’ispettor Ingozzati-di-cibo-altrimenti-ti-uccido”.
-Va bene, va bene!- Risposi io –Allora prendo una banana!- Dissi, strizzando l’occhio a mio cugino che mi guardava con aria sarcastica.
-Non basta, prendi esempio da tua sorella e mangia qualcos’altro, per esempio un paio di fette biscottate alla marmellata-.
-Sissignore, generale!- dissi scherzando, imitando il saluto militare delle reclute, notando il viso di mio padre, compiaciuto.
-Che programmi avete per la mattinata?- Domandò la mamma.
-Io mi vedo con Robbie e Cass stamattina, andiamo a fare una passeggiata al mare- Rispose Emily tutta sorridente.
-I tre moschettieri si sono riuniti? Vuol dire che il tuo ragazzo è tornato dalla vacanza alle Hawaii!- Feci notare ironica.
-Punto primo, non è il mio ragazzo, punto secondo se usciamo è EVIDENTEMENTE tornato- Rispose lei tra i denti.
“Emily è sempre sulle spine quando nomino il suo amichetto. Non capisco perché si prenda la briga di negare di avere una cotta per lui”
-Oh, sicuro che lo yogurt che hai mangiato non fosse andato a male? Sei più acida di un limone!!- Le faccio notare e lei risponde con una linguaccia.
"E’ proprio una monella” Pensai.
-Io porto Ringo a fare una passeggiata, ho voglia di fare un giro- Disse Winter.
-E’ una grande idea! Perché non andate tutti insieme, tu, Sum e Ryan?- Alzai ironicamente un sopracciglio alla proposta di mia madre.
“Lei cerca sempre di farci fare delle cose insieme, ma non capisce che maggiore è il tempo che passiamo insieme e maggiore è la possibilità di reciproco sgozzamento? Forse spera che Ryan faccia da intermediario..”.
-Io ho un appuntamento con Isabelle, quindi dovrò rifiutare la tua proposta, grazie zia Anne- Disse gentilmente Ryan, declinando il suo invito.
-Ed io- Incominciai a parlare – ho un appuntamento con la settima serie di Buffy l’ammazzavampiri in tv!-.
I miei genitori alzarono gli occhi al cielo, sicuramente pensando che la battaglia contro di me era persa in partenza.
 
Emily
Infilai un paio di bermuda, legati in vita da una colorata cintura, indossai la mia maglietta preferita, quella verde con il simbolo dello Yin e dello Yang, misi il cellulare nella tasca destra e le chiavi nella sinistra.
“Finalmente quei seccatori di mamma e papà hanno accettato di darmi un mazzo di chiavi, dopo l’ennesima giornata passata fuori dal cancello visto che sia loro che le mie sorelle erano usciti e nessuno poteva aprirmi”.
Mi diressi verso la solita gelateria, McConnor’s, nostro punto di ritrovo e subito notai Cass e Robbie già seduti al tavolino esterno, in attesa che il carinissimo cameriere portasse quanto era stato richiesto.
-Ciao!- Dissi correndo ad abbracciare Robbie.
“Mio dio, mi sei mancato da morire quando non ci sei stato” Pensai tra me e me, senza ovviamente pronunciare le parole che la mia mente aveva autonomamente elaborato.
“Chissà che ha Cass oggi!” Mi domandai, notando che la mia amica sembrava agitata, quasi come se il mio gesto le desse fastidio “Mah, sarà solo un’impressione, io e Robbie siamo sempre andati molto d’accordo, ci comportiamo sempre allo stesso modo”.
-Mi sei mancata molto- Mi sussurrò lui all’orecchio, ed io non poté far altro che provare una quantità smisurata di affetto per lui, finché un finto colpo di tosse di Cass non ci interruppe.
-Le nostre coppe di gelato sono arrivate, ne abbiamo ordinata una anche per te, Em, ovviamente cioccolato e biscotti, i tuoi gusti preferiti- Mi disse lei amichevole.
Terminata la consumazione, ci alzammo, dirigendoci verso la spiaggia che (fortunatamente) era a soli pochi passi dal nostro bar di fiducia.
Appena giunti lì, un gruppo di ragazzi amici di Robbie attirò la nostra attenzione e lui si diresse immediatamente verso di loro, per salutarli.
-Ti devo dire una cosa- disse Cass una volta rimasta sola con me
-Spara- Risposi interessata
-Em, credo che mi piaccia qualcuno- Questa frase attirò la mia attenzione
-Chiiiiiiii?- Domandai incuriosita –E’ qualcuno che conosco?-
-Oh, si, anche molto bene direi-
-E allora? Sputa il rospo-
“Ma perché si fa tutti questi problemi e non vuota subito il sacco?
-Penso, anzi, certamente, mi piace... R..obbie- Strabuzzai gli occhi per la sorpresa, Robbie non era interessato certamente a lei, o almeno non lo aveva capito.
-Ah- Dico io, mostrandomi entusiasta – E ora? Cosa intendi fare? Glielo dirai?-
-Farò in modo che se ne accorga da se, sarebbe troppo imbarazzante confessarglielo-
“Ottimo, la mia migliore amica è innamorata del mio migliore amico. Quando, anzi SE si metteranno insieme, la mia vita finirà ufficialmente, non avrò più nessuno.
L’ho sempre detto che i maschi sono una seccatura: non mi  sono nemmeno avvicinata al loro pianeta ma  ne sono già stanca!”.
 
Winter
Indossai dei leggins, un top leggero e le scarpe da ginnastica verdi e gialle, prendendo con me anche il collare di Ringo che non appena vide ciò che tenevo stretto nella mano sinistra cominciò a scodinzolare e a fare le feste.
Salutai con un cenno della mano Summer che era sdraiata sul divano  e poggiava i piedi al tavolino.
“Quella ragazza è proprio un’incivile. Mi meraviglio davvero che abbiamo lo stesso patrimonio genetico”
Uscì dalla porta principale preceduta da Ringo che si impossessò del vialetto, cominciando a camminare ed annusando ogni palo, albero o altro cane che attirasse la sua attenzione.
Mentre era intento a fare i suoi bisogni, io cominciavo a fare stretching e, recuperato il cane, cominciammo a correre.
Percorremmo parecchia strada ed il sole stava diventando accecante.
“Stupida me! Dovevo portare gli occhiali da sole, o almeno una bottiglietta d’acqua fresca, non partire così all’avventura! Stupida..! Vabbè, poco male, entrerò in quel bar e ne comprerò una” Dissi legando il guinzaglio di Ringo ad un palo.
Proprio mentre stavo per aprire la porta di accesso sbadigliai ed in quel preciso istante, qualcuno venne a sbattere contro di me, rovesciando qualcosa di liquido sulla mia canotta.
“Ma guarda un po’ che idiota!”.
-Oddio, scusamiscusamiscusami!- Disse il ragazzo chinando la testa verso il basso.
-Non fa niente, non preoccuparti, non è solo colpa tua, mi sono distratta sbadigliando anche io- Dissi indietreggiando.
“Vabbè, quantomeno mi sono rinfrescata”.
-Ma tu sei una cliente del bar?- domandò.
-No, in realtà stavo entrando per  chiedere a qualcuno di spostare quel catorcio di auto sul marciapiede destro, altrimenti non posso parcheggiare la mia Ferrari!- risposi io, certa di aver detto una cosa divertente, anche se la sua faccia perplessa mi fece capire che la mia ironia non era stata percepita come tale –Ehi, stavo SCHERZANDO!- Dissi diventando all’istante dello stesso colore dell’estintore appeso al muro interno del locale.
-Ah-ah!- sorrise lui.
-Cosa?-.
-Sei TUUUTTA rossa! I tuoi capelli e il tuo viso hanno lo stesso colore!!- Disse lui.
-Se non vuoi che il tuo fondoschiena assuma la stessa tonalità per i calci che ti darò se non la smetti, farai meglio a tacere!- Risposi un po’ seccata.
-Ehi-ehi-ehi, quanto sei combattiva! Abbassa l’ascia di guerra, capo, sono venuto in pace-. 
“Ma chi è questo cretino? Credo gli manchi qualche rotella”.
-Posso offrirti un caffè, un succo di frutta o qualsiasi altra cosa per farmi perdonare?- continuò lui.
“Okay, normalmente non accetto di prendere niente con nessuno che sia un autentico idiota come lui, ma se rifiuto non potrò mai assaporare un buonissimo succo prima di tornare a casa!”.
-Va bene, all’ananas-.
-Cosa all’ananas?- Mi chiese perplesso.
-Come “cosa all’ananas”?! Il succo di frutta!-.
-Ah, allora hai accettato? Avrò l’onore di trascorrere la mattinata con una bella ragazza come te allora!- Rispose entusiasta.
-Mi spiace, non tutta la mattinata, devo andare a casa per togliere questo schifo di top, completamente appiccicoso, dopo l’incidente con.... cos’era?- domandai poi.
-Frullato alla menta-.
-Ah, ecco. Probabilmente appena mi avvicinerò a Ringo desidererà leccarmi tutta-.
-Chi è Ringo? Il tuo fidanzato?- Domandò ancora più sconvolto di prima.
“Il mio fidanzato..? lui crede...che il mio fidanzato... voglia LECCARMI tutta??? Ma se nemmeno ce l’ho un FIDANZATO!!”.
-Come..cos... NO! Ringo, Ringo Starr.. è lui!!- Risposi io indicando il mio cane che in quel momento sorrise, assumendo nuovamente un colorito scarlatto (io, non Ringo, ovviamente).
 -Bene, signorina, dopo questa incredibile gaffe mi permetta di scortarla all’interno dell’edificio, ma mi raccomando, allacci bene la cintura di sicurezza!-
“Dio, ma questo è proprio fuori di testa!”
   
 
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo! Che ve ne pare delle novità? Emily è troppo egoista nel non essere molto entusiasta per la sua migliore amica?? Il misterioso ragazzo è davvero un idiota? E cosa mi dite del rapporto tra Summer e Ryan??
Aspetto (e spero) che arrivino delle recensioni
Un bacio, 
Momo! :D

 

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Capitolo 3
*** "E' una carogna, non posso dimenticarlo!" ***


Winter
“Non-ci-posso-credere!” Pensai guardando il nuovo numero aggiunto in rubrica, memorizzato come “Mr. Sono-più-fuori-di-un-balcone”.
Al rifiuto di dargli il mio numero di telefono, il tizio, di cui non conosco ancora il nome, mi ha letteralmente tolto di mano il cellulare scrivendo il suo numero, scomparendo tre secondi dopo senza nemmeno dirmi come si chiami.
“Poco male, tanto non ho alcuna intenzione di telefonargli” Mi dissi ributtando il cellulare in tasca e dirigendomi verso l’albero dove avevo legato il guinzaglio di Ringo che, vedendomi, cominciò a saltellare allegramente.
-Sai, Ringo? Quel tizio è tutto matto, non pensi anche tu?-.
-Arrf-.
-Esatto, è un cretino! Tu si che mi capisci- Sorrisi verso di lui che mi leccò la faccia, stringendo il guinzaglio nella mano sinistra e dirigendomi verso casa.
Emily era seduta sul vialetto d’accesso con la testa poggiata sulle ginocchia
-Cosa c’è, scimmietta? Non ti senti bene? Hai dimenticato le chiavi e Summer è uscita?-Domandai leggermente inquieta.
-No, no, sono solo..preoccupata!- Mi rispose lei con quel suo faccino triste.
-Allora facciamo così, entriamo in casa, prendiamo il gelato al cioccolato dal freezer e andiamo in camera mia, d’accordo?Così mi puoi parlare delle pene che di affliggono-.
Emily mi sorrise annuendo con la testa.
-Ciao Summer, siamo tornate- Disse Em rivolta alla sorella.
-Bene, Tonta + Tonta in un solo colpo! Mi sa che ho ottenuto una Tonta al quadrato!- Rispose lei senza nemmeno staccare gli occhi dallo schermo della televisione.
“Quella ragazza è incredibilmente fastidiosa, come una sanguisuga”.
-Summer cara,  so che i tuoi voti in algebra sono incredibilmente bassi e per questo mi sento in dovere di avvertirti che Tonta sommato a Tonta fa 2Tonta, Tonta MOLTIPLICATO per  Tonta fa Tonta al quadrato- Dissi, immaginando già la sua reazione: sollevare gli occhi verso il soffitto.
-Non dire alla maestra che non ho studiato, oppure mi metterà in castigo- Mi rispose con voce da bambina piccola.
“Dio quanto odio quella voce!”.
Ignorai il suo ultimo, irritantissimo commento e mi abbassai per prendere il gelato, quando qualcosa di molto freddo scivolò nella mia canotta già sporchissima.
-Summer! Ma sei scema?- Dissi rabbrividendo per il contatto tra il cubetto di ghiaccio e la mia pelle.
“Brr... ma quando si è avvicinata? Generalmente ha un passo elefantino, me ne accorgo se è nei dintorni, specialmente se cammina..! Aaaah, svelato il trucco! Non ha messo  le ciabatte ai piedi! Tanto per cambiare”.
-Ah-ah, dovresti vedere la tua faccia!!- Mi rispose lei .
-E tu non dovresti vedere la tua, dopo che ti avrò fatto un occhio nero- Dissi cominciando ad inseguirla per tutto il tavolo, mentre Emily sorrideva divertita.
-Scimmietta, prendila dall’altro lato!- Le dissi, cercando di renderla partecipe.
-Certo, Win!- E cominciò a correre anche lei, cosicchè in un battibaleno la costringemmo a crollare sul divano dove la riempimmo di solletico finchè io, fingendo fosse stato un caso, non le diedi uno schiaffo più o meno forte sul collo.
"E’ una carogna, non posso dimenticarlo! Una settimana dopo aver chiuso con Simon lei ci ha passato la notte insieme, e di sicuro non hanno dormito o contato le pecore”.
-Ahio!!- Disse lei, e proprio in quel momento la mamma varcò la porta di casa, sentendo mia sorella che pronunciava quel gemito di dolore.
-Winter, Emily! Smettetela subito di importunare vostra sorella!-.
“Ma è mai possibile che lei venga sempre considerata come l’angioletto di mamma e papà, debole e bisognoso d’affetto mentre Emily e (soprattutto) la sottoscritta veniamo considerate demoni che non lasciano in pace la figlia preferita? Mi sa che la mamma ha dimenticato che sono io la figlia maggiore (va bene, sono nata dopo soli 3 minuti, ma si sa, per gemelli quello nato prima è più piccolo, in questo caso Summer!),  che sono responsabile, che non passo la notte in discoteca e che prendo buoni voti a scuola!”.
Ero davvero arrabbiata, chiesi scusa di sfuggita e mi ritirai immediatamente nella mia stanza, conscia della sensazione di rabbia che mi attanagliava lo stomaco e mi buttai di peso sul letto, sentendo un rumore davvero poco rassicurante che mi fece alzare nuovamente in piedi, sull’attenti.
“Nooooo! Oggi non ne combino una giusta! Si è formata una chiazza di frullato dove mi sono buttata! Ora mi tocca anche cambiare il letto!!” E tirai fuori dal cassetto inferiore del mobile centrale della mia stanza delle lenzuola con incisa la W del mio nome, ricamata per distinguerle da quelle delle mie sorelle.
 
Emily

Salì al piano superiore e mi diressi in camera di Win dove vidi mia sorella, sconsolata, intenta a rimettere la federa al suo cuscino.
-Che è successo, Win? Perché quella faccia?-
-Scimmietta, non sono io quella da consolare! Ora vado un attimo a lavarmi e cambiarmi, aspettami qui e se vuoi accendi anche il computer- Disse la mia sorellona
Non me lo feci ripetere due volte ed incollai le mie dita al mouse e alla tastiera!
“Papà ha sempre ritenuto superfluo che io avessi un computer perché secondo lui è ‘sconveniente che una bambina della tua età abbia un pc nella sua stanza che magari terrebbe acceso per tutta la notte senza chiudere occhio’. Ma non si rende conto che da un po’ di tempo non metto più bavaglini, pagliaccetti e tutine?? Ho comunque imparato ad aggirare l’ostacolo intrufolandomi in camera di Summer e Ryan approfittando delle loro uscite serali per rubare il computer portatile di mia sorella, utilizzarlo e riportarlo in camera subito dopo aver sentito la porta d’ingresso sbattere”.
-Allora, cosa succede?- Domandò Winter alle mie spalle.
-Il problema... è che non c’è un vero problema! Ti spiego meglio.. oggi ho incontrato Robbie e Cass e mentre lui non poteva ascoltarci, la mia migliore amica ha detto di essere innamorata del mio migliore amico-
-E tu sei gelosa?-
-No! No! Ecco...io...Ho.. paura! Ho paura perché se lui ricambiasse i sentimenti che Cass prova nei suoi confronti la nostra amicizia sarebbe per sempre compromessa, io non avrei più nè un migliore amico nè un’amica del cuore e sarei triste e sola, mentre loro sarebbero i più felici sulla Terra- Pronunciai queste parole come una macchinetta, senza fare nemmeno un’interruzione, anche se effettivamente non avevo preparato un discorso da fare a mia sorella.
-Ho capito tutto, allora. Ma non pensi che Cass debba sapere quello che pensi?-
-Assolutamente NO!- Per poco non urlavo
-Va bene, non ti scaldare Scimmietta! Per ora, Robbie non sa che cosa lei provi nei suoi confronti, giusto?- Io annuì –Quindi per ora non hai di che temere, cerca di tenerti sempre informata sui nuovi sviluppi della faccenda, ma non fasciarti quella bella testolina prima di averla rotta!-.
Aveva ragione, per ora stavo immaginando tutto, non era realmente accaduto ancora nulla. Le mie erano semplici supposizioni, ma un’infinità di variabili potevano mutare le carte in tavola.
"L’unica cosa che devo fare.. è comportarmi da amica. Se Cass non avesse palesato il nome di Robbie sarei stata entusiasta della sua rivelazione. Non devo fare in modo che lei mi odi, solo per evitare che in futuro si allontani da me”.
Ero soddisfatta di me stessa, così schioccai un bacio sulla guancia di mia sorella ed infilai il cucchiaio in quel barattolo gigante di gelato che lei aveva tra le mani.
-Pancia mia fatti capanna!- Dissi ad alta voce
-Ma se in condizioni normali potrebbe entrarci un esercito intero, nella tua pancia, senza che tu ingrassi di un grammo, tra l’altro!! Non hai bisogno di nessuna capanna!-
-Hai proprio ragione!- E cominciammo entrambe a ridere di gusto, e quando Win vide che avevo la bocca completamente sporca di gelato al cioccolato, ebbi seriamente timore di un suo collasso.
 
Summer
Winter e la piccola peste erano andate di sopra a confabulare.
“Di sicuro, non stanno parlando di me! Quelle due sono così noiose...”
-Allora, tesoro, cosa vuoi per pranzo?- Domandò la mamma
-Non è che abbia così tanta fame...- Cominciai, ma immaginando l’interrogatorio che la mamma avrebbe subito dal generale “Mangia-tutto-e-lecca-anche-il-fondo-del-piatto-altrimenti-rischi-la-morte”, le lamentele e le moine che avrebbe fatto mio padre.. –Andrà bene quello che vorrai preparare tu!-
-Sei davvero brava, figlia mia! Anche se non hai fame ti impegni per non peggiorare la tua condizione fisica!-
“Peggiorare la mia condizione fisica?? Detto così sembra che io sia in punto di morte! Che ho solo saltato dei pasti qualche volta ed avuto un calo di zuccheri (anche se è capitato per due volte in una settimana)
Dal momento che Winter non pranzava (vista la quantità abnorme di gelato che lei e mia sorella si erano portate in camera!), la mamma ha preparato una bistecca di carne, con dell’insalata di contorno che era effettivamente molto buona.
“La mamma è proprio una grande chef”
Così tornai in camera, appisolandomi, per poi essere svegliata da una gelida mano sul dorso, dopo quelli che mi sembrarono pochissimi secondi.
Mi alzai di scatto, dicendo la classica frase...
-Sei un idiota- Intuendo (ed indovinando) che il ghiacciolo che mi aveva toccato la schiena attraverso la t-shirt.
-Ormai hai imparato a riconoscere il mio soave tocco- Scherzò mio cugino ed io, alzandomi a sedere, lo spinsi verso il suo letto dove cadde con un tonfo.
-Cuuginetta caaaaaaaaara- Oddio, quando Ryan comincia la frase così non preannuncia niente di buono –domattina, dovresti andare a fare una passeggiata (molto lunga)-
-Ho capito, Anny e Tom sono al lavoro, e tu ed Isabelle...Bravi!- Mi complimentai stringendo la mano di mio cugino –Allora va bene, ma ad una condizione... Stasera si va dove dico io-
-Ero certo che non mi avresti fatto questa gentilezza senza chiedere nulla in cambio. Sentiamo, dove vuoi andare?-
-Voglio andare al Joice’s, il bar di Abby Road appena aperto, ci sarà un sacco di gente e si prospetta una serata divertente-
-Va bene, padrona!-
 
Preparai con cura ogni dettaglio del mio look, a partire dalla maglietta scollata, la gonna di pelle nera, le scarpe con il tacco da dodici centimetri, la collana con il brillantino regalata da Anny ed un leggero strato di trucco sul viso. L’atmosfera, una volta giunti al locale, era decisamente entusiasmante: musica ad alto volume, ampio spazio per ballare ed un grande bar.
“Un momento, quel ragazzo l’ho già visto, frequenta la mia scuola! Devo ammettere che non è niente male” Pensai, rivolta al ragazzo che si occupava della preparazione dei drink.
Decisi di dirigermi direttamente lì e, certa delle mie ottime possibilità con lui, decido di sedermi di fronte a lui.
-Cosa posso fare per te?- Domandò lui
-Mmm.. non saprei, cosa puoi consigliarmi?- Risposi
-Dipende da quello che vuoi..- Cominciò lui
“Te! Sei sul menù??”
-..bere, da quanto desideri che il cocktail sia forte-
-Oggi voglio scatenarmi, facciamo qualcosa di MOLTO forte-
-Ai tuoi ordini-
“Oggi è la seconda volta che me lo dicono..! Ci potrei fare davvero l’abitudine!”
-Dimmi, come ti chiami?- Domandai incuriosita
-Kyle- Rispose
-E dimmi, esiste già una Signorina Kyle?- Volevo sapere se l’impegno per conquistarlo fosse, o meno, vano.
-No-
-Ma quanti anni hai?-
-18-
Buttai giù il mio cocktail tutto d’un fiato.
“Certo che quel tizio è più acido di Emily, risponde solo con dei monosillabi!!”
-Vabbè, io vado allora- Dissi allontanandomi dal bar, certa che non avesse nemmeno risposto al mio saluto, così decisi di cominciare a ballare, senza sprecare un minuto in più con quell’individuo.
 
 


Ciao a tutti! Ecco qui un nuovo capitolo tutto pronto per voi! Oggi vorrei ringraziare qualcuno, una persona in particolare ....
*rullo di tamburi* 
_Aqua!! 
Grazie per le recensioni inviate sia in posta pubblica che privata, mi hanno davvero resa felicissima!! 
Un bacio a tutti, 
Momo

 

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Capitolo 4
*** "Raccogli la bava, lumacone!" ***


Summer
“La scuola ricomincia oggi ed io sono già in RITARDO! Ma è possibile? Ryan si è già incamminato, e io, scesa in salotto a gran velocità per cercare le All Star, sono stata costretta dalla mamma a fare colazione. La conclusione è che adesso devo correre verso la scuola senza nemmeno  aver avuto tempo di truccarmi, so già che arriverò all’ingresso con la faccia paonazza tipica delle insegnanti di ginnastica, che schifo!
Ecco, sono quasi arrivata all’ingresso, ora accelero un po’ il passo..” Pensai, andando a sbattere proprio in quel momento contro la sagoma di qualcuno.
-Ehi, ma che cavolo combini?- Domandai
-Certo che non vedi proprio l’ora di entrare a scuola- Mi rispose lui e, riconoscendo il suo viso,  notai di aver sbattuto proprio contro il bel barista.
“Cavolo! Ma con tutte le centinaia di persone che frequentano questa orribile scuola, proprio contro un tizio così carino devo andare a sbattere?”
-No, semplicemente non voglio beccare una punizione il primo giorno dell’anno- Dico stizzita.
-Sai, sei molto carina-
“Bè, questa è cosa buona e giusta da dire, ma perché allora quella sera del mese scorso ti sei comportato così freddamente?” Non avevo tempo di fargli quella domanda, così mi limitai a sorridere e ad andare via.
 
-Signorina Summer, grazie per averci onorati tutti con la sua presenza- mi disse ironicamente l’insegnante di matematica,  mr. Roothwood, soprannominato “La Serpe” a causa del suo viscido comportamento.
-Mi scusi.. è solo che qui fuori mi sono scontrata con...- Cominciai la frase, lasciandola in sospeso, dirigendomi verso il mio vecchio posto, vicina ad Hilary e a Ryan
-Bene, ragazzi! Mi auguro che abbiate trascorso delle buone vacanze estive e che vi siate divertiti. Varcando il portone d’ingresso, però, avete dato inizio al nuovo anno scolastico, che sarà anche l’ultimo, il più complicato, motivo per cui dovete lasciare il divertimento al di fuori delle mura dell’istituto-
“Bene, saranno passati si e no cinque minuti e già ha distrutto qualsiasi mio desiderio. Peccato che la scuola non mi abbia mai interessata”
-Per continuare, ho corretto le verifiche fatte prima del termine dell’anno scorso. Ricordate, l’accordo? Tutti coloro che avessero preso un voto inferiore ad una C avrebbero dovuto affrontare nuovamente questo test. Per fortuna... vi sono stati pochissimi casi di insufficienza, credo limitati ad una sola F e quattro D, mentre sono state numerosissime le A- Disse distribuendo le verifiche corrette.
“Okay, non avevo studiato assolutamente nulla per quel test, ma non può essere andato così male da prendere F”
-E ora veniamo alle note dolenti- Commentò la Serpe consegnandomi il pezzo di carta
Diedi una veloce occhiata al foglio con su scritto Summer Williams
“okay, mi sbagliavo evidentemente. Ho preso proprio una F”
Non ero disperata, non accadeva mai quando prendevo un brutto voto, sarei riuscita a recuperare e strappare almeno una C, accadeva sempre. Sbirciai il foglio di Ryan e vidi una scintillante A+. Mio cugino si è sempre offerto di darmi una mano, ma non so se per orgoglio o semplice pigrizia ho sempre rifiutato.
Poco prima che la campanella suonasse, mi avvicinai alla cattedra per consegnare il foglio al professore che disse, ad alta voce...
-Signorina Wilson, cosa devo fare con lei? Venga nel mio ufficio dopo il suono della campanella di fine lezione, ho bisogno di parlarle a proposito del suo rendimento scolastico-
“Fantastico, buon anno scolastico, Sum!”
 
Emily
“Bene, non posso sedermi al mio solito posto tra Robbie e Cass. Lei mi ha chiesto di potersi sedere vicino al suo “potenziale fidanzato”, così ho accettato, spostandomi dall’altro lato, rimanendo comunque vicina a Robbie. Appena entrato in classe, l’oberfuhrer Herr Kruger, nostro coordinatore nonché insegnante di quella materia orribile normalmente conosciuta come tedesco, ha deciso che sarebbe una cosa “assolutamente fantastika se si meskolassero le karte e se tutti foi faceste konoscenza kon i fostri kompagni”
-Herr Kruger, stiamo nella stessa classe da due anni, non le pare che conosciamo ABBASTANZA i nostri compagni da poter decidere con chi sederci?-
-Cverto, Cverto, ma ho comunqve deciso di usare qvesto metodo-
Bè, la faccio breve.
“Sono finita con la nuova arrivata, una tizia che sembra uscita da un film di fantascienza, che indossa dei jeans pesanti  a zampa di elefante ed un maglione a maniche lunghe. Ma dico io..... FUORI CI SONO CIRCA 9000°C, è normale venire vestiti così? Siamo in California, dopotutto!!”
-Ciao! Mi chiamo Karen- Mi disse lei con un sorriso a 32 gradi
-Ehm...ciao! io sono Emily- Risposi, fingendo un entusiasmo che in realtà non provavo
“Bene, ora si che ho voglia di tagliarmi le vene! Come se non bastasse, Robbie è stato costretto a  sedere lontano da noi, vicino a  quella odiosa, viziata Hilary. Lei è la figlia del primario di chirurgia dell’ospedale delle città. Quella tizia è tanto ricca quanto odiosa”
 
Summer
Finite le lezioni fui costretta ad andare dalla Serpe.
“Di che cosa vorrà parlarmi??”
Bussai alla porta del suo ufficio, ma non ricevetti alcuna risposta, così abbassai la maniglia e spinsi verso l’interno, trovando Roothwood  alle prese con dei libri.
-Scusi, prof., non ho sentito la sua risposta e ho pensato di entrare comunque-
-Non fa niente, siediti-
-D’accordo. Di cosa desidera parlarmi?-
In quel momento si alzò dalla poltrona dove fino ad un attimo prima si trovava e si avvicinò a me.
-Sai, Summer, ho notato che hai delle difficoltà nella mia materia-
-Bè non ci voleva un genio a capirlo, ho preso una F all’ultimo compito. Ma non si preoccupi, recupererò in fretta-
Si fece ancora più vicino e cominciò a toccare il bordo inferiore della maglietta
-Sai, potrei darti un piccolo aiuto, se tu fai qualcosa per me- Detto questo cercò di infilare le sue manacce sotto la mia maglietta, ma non fece in tempo perché gli diedi uno schiaffo anche se poco convinto.
-Raccogli la bava, lumacone! Rischi di allagare il pavimento con tutta quella saliva!-
Ho risposto, indignata
-Sa, Signorina Wilson?  Potrei sempre ricordarmi, in futuro, di questo suo rifiuto per il recupero nella mia materia-
-Preferisco essere bocciata piuttosto che lasciare che le sue mani mi tocchino ancora. Arrivederci-
Detto questo, con grande fretta mi diressi verso la porta che fortunatamente non era chiusa a chiave, e non appena ebbi tirato la maniglia. Camminai tranquillamente per un po’, ma poi cominciai a correre, non so bene per quale motivo. Continuai semplicemente a fuggire via, finchè non urtai qualcosa.
-Di nuovo tu? Certo che sei proprio entusiasta!- Sorrise Kyle, il barista, ed in quel momento le lacrime cominciarono a sgorgare a fiumi dai miei occhi.
 
Emily
“chissà, sono egoista? Sono felice che Robbie non sia più seduto vicino a Cassie, ma allo stesso tempo sono anche molto triste per l’impossibilità di stargli accanto a mia volta. (Certo, sono disperata per la presenza di Karen nel banco accanto al mio, però..)
Guarda lì come chiacchierano amichevolmente. Può Robbie aver già dimenticato tutto??? Di come è odiosa Hilary, di quanto tutti noi non la sopportiamo? E soprattutto può non sentire né la mancanza di Cass né tantomeno la mia?”
Alla ricreazione, avemmo finalmente il permesso di spostarci dai nostri posti, così corsi verso i miei amici, quasi trottando. Loro però si stavano allontanando da soli,senza aspettarmi.
“che vogliano parlare da soli? E se Cass avesse deciso di parlare con Robbie senza dirmi niente??”  Provai una strana stretta allo stomaco, anche se decisi di ignorare il sintomo.
Quando vidi che stavano ritornando, mi sedetti al mio posto, fingendo di affaccendarmi nel cercare qualcosa nella cartella, quando la mia amica Cassie si avvicinò verso di me cominciò a pronunciare un fiume di parole incomprensibili, finchè non la fermai
-Ehi, Cass, fa un bel respiro-
-okay, calma- Disse a sé stessa, non è la prima volta che accadeva
-calmati- Continuai io
-calmata! Allora, Robbie mi ha chiesto di uscire, questa sera, per mangiare una pizza insieme, solo noi due!!-
-ah. Sono..felice...per...te, anzi..per voi-
La terribile morsa che attanagliava il mio stomaco si fece più resistente, cosa poteva essere?
Qualcuno mi toccò la spalla, fortunatamente. In questo modo non sarei stata costretta a continuare quella orribile conversazione con Cass.
-Senti, Emily, so che tu hai già i tuoi amici, ma io sono nuova, qui. Vuoi uscire con me stasera? Se vuoi possono venire anche loro-
La proposta mi colse impreparata, ma valutai rapidamente le alternative: nessuna. Sarei dovuta restare a casa con le mie sorelle, quindi decisi di accettare.
-Ti va se per questa volta stiamo solo noi due, insieme?- Lei mi sorrise, dicendo che mi avrebbe telefonata non appena giunta a casa per organizzarci, così le diedi il mio numero di cellulare.
 
Winter
Posso dire che mi piaceva, andare a scuola. Ero brava senza essere una secchiona. Avevo imparato già dal primo anno  a prendere ottimi voti, studiando quel tanto che era necessario per riuscire ad eccellere ma senza ammazzarmi di fatica.
 “Durante il primo giorno di scuola non era successo ASSOLUTAMENTE niente. Eravamo tutti pronti a rimettere in moto il cervello, ma la giornata è trascorsa come se non nulla tra la distribuzione dell’orario, la presentazione delle materie, degli insegnanti e dei compagni di classe che non avevamo l’anno scorso.”
 
Ringo abbaiò scodinzolando verso di me, portando in bocca il suo collare.
-Cucciolotto, ti sono mancata? Ora mi cambio e andiamo a fare la nostra corsetta giornaliera-
Come se mi avesse ascoltata, Ringo Starr  fa un gesto con il capo, tira fuori la lingua e.... bleah, mi leccò tutta a faccia
-Ringo! Cosa devo fare con te?? Lo sai che non mi piace essere leccata!- Dquesto, lui cominciò a strusciarsi per farsi perdonare e coccolare. È davvero un tenerone.
Indosso la mia tenuta sportiva ed esco di casa con Ringo al guinzaglio. Dopo aver percorso parecchia strada, decisi di entrare in un bar appena aperto per prendere una bottiglia di succo di frutta.
“Cavoli! Non imparo mai! Come è possibile che ogni volta che vado a correre io dimentichi di portarmi da bere?”
Cerco di varcare la porta di accesso, quando...
-Oddio, scusamiscusamiscusami-
“Un dejavù! Non mi dire che è ancora...”
-Ehi, ciao! Ancora tu!- Domanda il tizio con un sorrisone
-Ehi.......ciao!- Ero sinceramente irritata. Esattamente un mese dopo la prima (e unica) volta che l’ho visto, questo tizio mi rovescia qualcosa addosso.
-Cos’era, questa volta?- Domando stizzita
-Cos’era...cosa?-
-Questa schifezza-
-Frappè al mango-
-Al mango.... bene....-Cerco di mantenere la calma con questo tizio, ma mi fa andare fuori dai gangheri.
-Daai, placa la tua ira, grande capo- Disse fingendo che io fossi capo di una qualche tribù di pellerossa.
Non sapevo come fargliela pagare, dopotutto era la seconda volta!
“ho un’idea!”
-Ehm, senti.. mi puoi dare un attimo l’altro bicchiere? Quello pieno?- Domanda lui -Cosa devi farne?- Mi sembra sinceramente perplesso.
Io gli prendo il bicchiere di mano, mi metto a distanza di sicurezza e, nonostante un po’ di fatica dovuta alla sua altezza, rovescio l’intero bicchiere sulla sua testa.
Avevo voglia di irritarlo, ma lui non sembra essere in alcun modo preoccupato né disperato né altro. Lui iniziò a ridere tanto forte da dover tenere la pancia con le mani ed io non poté fare a meno di sorridere, guardando quella scena.
Continuavo  a tenere Ringo al guinzaglio che, in quel momento, cominciò a strattonarmi, facendomi cadere con il sedere a terra e lasciare andare il guinzaglio.
“oddio, dimmi che non è vero. Ringo sta leccando la faccia di quel tipo! Che schifo!”
-Dai, bello, stai buono!- Il ragazzo cercò di placare il mio cane che invece continuò imperterrito.
Avrei certamente potuto fermarlo prima, ma era una scena davvero divertente, così aspettai un paio di minuti prima di interromperlo.
-Ehi, certo che sei proprio cattiva! Hai aspettato una vita prima di fermarlo-Mi dice sorridendo il ragazzo.
-Bè, era una scena decisamente esilarante-
E scoppiammo entrambi a ridere come due sciocchi
-Sai, non ci siamo ancora presentati- Mi disse lui ad un certo punto
-Si, lo so.... il mio nome è Winter-
-Winter....la ragazza che non richiamò più il suo misterioso cavaliere- Cominciò a scherzare. Forse non mi ero sbagliata, dopotutto. Era davvero fuori di testa.
-e il tuo?-
-Simon-
-NO! Per favore, no!! Tra tutti i nomi del mondo tu devi avere proprio questo?- Probabilmente stavo urlando
-Che cosa ha di male?-
-Ha di male che Simon... e mia sorella... lascia stare, è una lunga storia, non credo di essere nemmeno pronta per raccontarla ai miei amici, figurati ad uno sconosciuto-
-Bè, ho un secondo nome, ma è imbarazzante-
-Dimmelo! Per quanto imbarazzante sarà sempre meglio di Simon!-
Sorpresi me stessa per l’audacia che avevo nell’intrattenere quella conversazione e, non appena mi accorsi della cosa, diventai color ciliegia.
-Facciamo così... te lo dico, solo se accetti di uscire con me, questa sera-
“Bè, prima ho mentito, io non ho amici, e per quanto possa essere fuori di testa, almeno è simpatico”
-Perché no- Mi sorpresi a dire ciò
-Allora, se mi dici dove abiti vengo  a prenderti questa sera alle 21 in punto, sei d’accordo? Ora sarà meglio che vada a fare la doccia, ho addosso tutta la saliva di quel ragazzaccio-
Sorrisi, annuì e gli diedi il mio indirizzo. Forse non era tanto male come credevo.
   

Grazie a tutti coloro che hanno letto la storia e nuovamente ad _Aqua per averla recensita con un messaggio privato.
Spero davvero di non deludere le vostre aspettative e che arrivino delle nuove recensioni!!
A presto, 
Momo!

 

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Capitolo 5
*** "Non potevo mancare" ***


Summer
“Come posso essere così debole? Il mio attuale ragazzo dei sogni  è qui vicino  e io comincio a piangere come una sciocca?? Non è proprio da me, io detesto tutti coloro che piangono!”
-Cosa è successo?- Mi domandò lui
-Niente, niente di importante- Risposi
“Che rabbia quando la gente mi compatisce”
-Dai, una ragazza così carina che piange senza alcuna ragione?? Non credo sia possibile- Sorrise nella mia direzione.
Kyle suscitava in me una sicurezza che nessun altro di quelli con cui ero stata precedentemente riusciva a farmi provare. Decisi di sputare il rospo, così raccontai di come la Serpe voleva approfittare di me, minacciandomi di bocciatura, in caso contrario.
-Oh mio Dio, ma è terribile!- Disse mettendo una mano davanti alla bocca
-Togli la mano da lì, sembri stupido. Comunque non è la prima volta che qualcuno cerca di approfittarsi di me, quando ero più piccola era frequente  che i miei coetanei si rivolgessero a me per “certe cose”, credo tu sappia cosa intendo, ma generalmente bastava un calcio ben assestato o qualche pugno per far cambiare loro aria. Sa,i i miei genitori mi iscrissero ad un corso di karate, quando mia sorella volle cominciare a fare danza. Comunque non mi sarei mai aspettata che una persona molto più grande di me, un professore, anzi, una di quelle figure che dovrebbero ispirare in me fiducia, abbia cercato di farlo. Di certo non potevo prenderlo a calci e pugni!  Come se non bastasse è un professore che mi detesta, può rendermi la vita un inferno, oltre che dire al preside che si tratta di una mia invenzione. Così si che potrei essere sospesa o denunciata per diffamazione. La cosa non è affatto semplice- dopo averne parlato con qualcuno, qualcuno che non era stato influenzato dalle dicerie che venivano raccontate sul mio conto, tutto mi sembrò più semplice.
-Sai, non ho ancora chiesto qual è il tuo nome...-
-Summer- Risposi
-Hai davvero un nome carino, adatto a te. Ora mi dispiace, ma devo andare oppure perderò il pullman delle 17.37. Mi dispiace davvero tanto, sarei rimasto per ore qui con te, per consolarti e chiacchierare..-
Quell’ultima frase ebbe il potere di farmi avvampare.
“Dai, Sum!! Non comportarti da sciocca!! È Winter quella che arrossisce per un nonnulla,non certo tu!” Dissi a me stessa
-Certo, non preoccuparti.. tanto ci vediamo qui nei prossimi giorni- Lo salutai con la mano, vedendolo allontanarsi
“Sono stranamente felice, oggi compierò una buona azione!!”
 
Winter

Ero indecisa su cosa indossare per l’appuntamento di questa sera.
“Teen magazine ha studiato un elenco di cose da fare, prima di un appuntamento:
Fase 1) fare un bagno caldo con oli essenziali per rilassare il fisico e l’anima e sistemare al meglio i capelli;
Fase 2) azione di disboscamento gambe, sopracciglia e baffi: non vorrete certo sembrare dei macachi!
Fase 3) scegliere dei vestiti in tema con il luogo dove si terrà l’appuntamento;
Fase 4) divertirsi con il boyfriend.”
Rilessi una seconda volta l’articolo e scoppiai a ridere tutto d’un tratto, ero fortemente tentata dal gettare il giornale nel cestino della spazzatura, ma Emily me l’avrebbe fatta certamente pagare.
“Emily è gelosissima di quei giornaletti, mi ucciderebbe sicuramente se strappassi anche una sola di quelle pagine!”
Mi gettai sul letto in preda allo sconforto: il mio appuntamento sarebbe stato un disastro completo, ero timida, timidissima, probabilmente non avrei mai e poi mai avuto il coraggio di cominciare un discorso o di ribattere su qualche argomento, e avrei avuto un tristissimo completo fatto dai  jeans strappati al ginocchio e felpa con l’immagine di Balto, il cane della Walt Disney.
“Devo assolutamente trovare qualcosa di meglio”
Cominciai a tirare fuori ogni vestito dal mio armadio, in cerca di qualcosa di adeguato, ma l’unico risultato fu il caos totale in cui era piombata la mia camera.
-Ehi, sembra che qualcuno abbia buttato una bomba qui dentro- Disse Summer affacciandosi in camera, mentre si sentì dal corridoio il guaito d’assenso di Ringo Starr. –Devi vederti con qualcuno?-
-Non sono affari tuoi- Rispondo seccamente
“Se glielo dico sicuramente cercherà di portarsi a letto pure lui prima che io riesca a dire ‘sorelle Bronte’ ”
-Se vuoi, posso darti una mano-
Le mie orecchie si allungarono improvvisamente, cosa voleva dire con quella frase?
-In cosa potresti (e vorresti) darmi una mano?- Feci accompagnare queste parole da una risata.
-Ho un bel top che potrebbe piacerti, starebbe benissimo con la gonna nera che hai qui- e pescando nel mucchio di abiti che avevo distrattamente gettato nel letto, estrasse una gonna, su cui prima non avevo prestato alcuna attenzione. –Aspetta, vado di là e la prendo-
“Caspita, è davvero bellissimo!”
-E’ abbastanza carino, devo ammetterlo- Proseguii con tono di sufficienza –ma è scollata sulla schiena, non posso mettere il reggiseno, altrimenti starebbe davvero male- constatai
-Per quello che può servirti il reggiseno- Diede un’occhiata eloquente in direzione del mio petto e del suo, delle medesime ed inesistenti dimensioni, così io diventai all’istante color peperone: mi imbarazzava da morire essere osservata, ecco perché non vestivo mai con abiti sgargianti o trasgressivi come quel (bellissimo) top rosso scarlatto.
-Lasciamo perdere.... ma sei sicura che non ti secchi se lo metto?-
-No, credo che per questa volta si possa fare. Basta che alla prima occasione tu mi presti quelle meravigliose scarpe blu elettrico che ti ha regalato la mamma lo scorso natale,  tu non le indossi quasi mai!-
“Come compromesso è più che accettabile”
-D’accordo- Le strinsi la mano
“spero sinceramente che non abbia tenuto le dita incrociate dietro la schiena”
Presi gli abiti per cambiarmi e corsi in bagno, per evitare che papà, o ancora peggio mamma, potessero occuparlo prima di me: sono capaci di restarci mezz’ora!!”
 
Emily
“Il pomeriggio trascorso a casa di Karen si è rivelato più divertente di quanto mi aspettassi! Ha una casa grandissima dove vive sola con suo fratello e sua madre, dopo la separazione dei suoi, che si sono dimostrati entrambi molto simpatici, ho anche avuto il piacere di assaggiare le frittelle con uno speciale sciroppo di sua creazione.. credo c’entrassero i frutti di bosco ma non ne ho certezza. Erano comunque deliziose! Altro che quelle orripilanti cose sugherose che fa Win!!”
Mentre pensavo ciò aprii la porta di casa, lasciai il mio zainetto azzurro all’inizio del corridoio e corsi al piano di sopra, decisa a gettarmi nella vasca da bagno visto che avevo corso parecchio con Karen ed ero completamente sudata. Cercai di abbassare la maniglia ma era bloccata: in bagno doveva esserci per forza qualcuno.
-Chi c’è lììììììì??- Domandai attraverso la porta
-Sono io!-
-Io chi? Summer o Winter??-
“Quelle sceme hanno lo stesso timbro vocale ma continuano a rispondere solo con un ‘sono io’!”
-Win! Scimmietta, non stavo scherzando! Avrò bisogno del bagno ancora per un po’ di tempo!-
“chissà che cos’ha da fare di tanto importante Win! Non mi ha detto nulla!”
Andai, a malincuore, nel bagno del piano inferiore.
“Non posso coccolarmi con le bolle schiumose per 2 ore ma posso almeno trascorrere un po’ di tempo nella doccia. Ah, magari fossi a casa di Robbie, loro hanno 3 bagni, di cui due di essi che hanno una vasca da bagno! È capitato spesso che li usassimo per giocare, quando eravamo più piccoli. Ehi, frenafrenafrena, perché sto pensando a Robbie proprio in questo momento?? Non è il caso!” Cercai di autoconvincermi, spensi il cellulare, tolsi i vestiti ed entrai nella doccia.
“No, ti prego!!” Mi ero appena resa conto di una cosa terribile
“ho scordato l’accappatoio nella mia stanza!!” Da quando avevamo cominciato ad ammucchiarli uno sull’altro, mamma e papà avevano proibito di lasciarli in bagno, obbligandoci a tenerli in camera.
"E ora?? Come posso fare??” Ero ancora grondante d’acqua, ma se non volevo prendere una polmonite dovevo correre nella mia stanza  per mettere qualcosa addosso. Presi gli abiti sporchi che avevo lasciato a terra e, senza indossarmi, cercai di coprirmi meglio possibile e corsi lungo tutto il corridoio del piano terra, salii rapidamente le scale e mi tuffai nella prima stanza di sinistra, chiudendo immediatamente la porta ed indossando l’accappatoio con quella grossa margherita proprio in corrispondenza del sedere, ricordai un dettaglio.
“nooo!! Le finestre erano tutte spalancate!! Potrebbe avermi vista qualcuno!” E in quello stesso istante cominciai a ridere.
“Oh mio Dio, se lo racconto a Robbie mi prenderà in giro per il resto della mia vita!!” Mi fermai un paio di secondi “ un momento, ho di nuovo meditato su di lui! Perché, tra tutti, dovevo pensare proprio a Robbie?? Avrei potuto immaginare di parlarne a Cass, o a Karen! Mi sa che mi sto cacciando proprio in un bel guaio!” Bene, i miei progetti di single felice e spensierata erano andati a farsi benedire, nel momento stesso in cui QUALCUNO ha pronunciato la fatidica frase ‘penso di essere innamorata di Robbie’. Che schifo!!”
 
Winter

“finalmente è tutto pronto, e con ben 10 minuti di anticipo! Mi sorprendo di me stessa. Effettivamente ero in bagno dalle 6 del pomeriggio, ma ho impiegato solo 2 ore e 50 minuti per essere completamente tirata a lucido. Ho curato ogni minimo dettaglio, ho perfino dipinto le unghie dei piedi di color ciliegia. Dal momento che lo smalto è anche profumato, forse fungerà da deodorante per piedi. Ehi, ma che dico?? Io non ho problemi di cattivo odore di piedi!! Forse sono un po’ paranoica, effettivamente oggi avrei indossato anche delle scarpe chiuse, che non lasciavano intravedere lo smalto”
Mi diressi verso il salotto, decisa  a guardare un po’ di tv prima di uscire di casa. Lì c’era Ryan, evidentemente agghindato per uscire con Isabelle e Summer in pantofole e pigiama.
“Strano, Sum non esce quasi mai in questo periodo”
In quello stesso istante, mamma e papà varcarono l’ingresso del salone e non appena mi videro, cominciarono  a tartassarmi di domande.
-Ehi, Win, stai benissimo! Cosa fai stasera? Esci, vero? Con chi esci?- Cominciò subito mia madre.
-Non uscirai certo con un ragazzo, vero? A che ora torni? Sai che non puoi rientrare oltre le 11, vero??- Proseguì mio padre
-Ma dai, le 11? Ma non avete capito che non vado più all’asilo?-
Avevo voglia di fuggire, mi trattavano come una lattante!
-Ehm, zia, zio, stasera Winter esce con me-
Mi voltai immediatamente verso Ryan che aveva preso la parola poco prima, e chiesi spiegazioni con un occhiata. Lui fece un sorriso rivolto verso di me, e papà allora rivolse a lui il suo interrogatorio
-Dove andate? Chi ci sarà? Ti prenderai cura della mia piccola Winni?-
“PICCOLA WINNI?? Ma stiamo scherzando?? Perché non rivolgevano mai le stesse domande e o raccomandazioni  a Summer? Li sto odiando con tutta me stessa!!”
-Si, zio, tranquillo, andiamo solo a mangiare una pizza con alcuni amici.  E no, non perderò d’occhio WINTER nemmeno per un minuto- credo che abbia voluto scandire per bene il mio nome completo, probabilmente voleva lanciargli un messaggio –Immagino che potrai essere un po’ più flessibile sull’orario di rientro...- Continuò mio cugino
-solo perché ci sei tu- Papà sembrava esasperato –facciamo mezzanotte e non se ne parla più, d’accordo?- Io sorrisi trionfante.
“un momento!! Se ora S. viene qui a prendermi papà capirà che l’ho preso in giro!!” guardai l’orologio ed erano le 21 in punto, così presi la giacca e dissi, rivolta verso il salotto.
-Allora, Ryan, ti aspetto fuori!-
Approfittai del fatto che al di fuori della porta d’ingresso non potevo essere ascoltata da nessuno, così tirai fuori il cellulare dalla mia borsetta nuova e cercai il suo numero
“oddio, e ora come l’ho memorizzato??” scorsi rapidamente la rubrica, finchè non giunsi alla lettera m: Mr. Sono-più-fuori-di-un-balcone e pigiai il tasto con raffigurata la cornetta verde
-pronto?- Rispose una voce dall’altro capo del telefono
-ciao, sono Winter! Emergenza, non venire a prendermi sotto casa, vediamoci direttamente al secondo incrocio di Sunny Road, spiegherò tutto appena ci vediamo. Mi raccomando, fai presto!-
-D’accordo allora, a dopo- Dopo quest’ultima parola udì un tonfo. Probabilmente era caduto!
Ryan uscì dalla porta di casa ed io non potè fare a meno di abbracciarlo e dargli un bacio sulla guancia
-Grazie, sei il cugino migliore che esista. Mi hai tirato fuori da un guaio, sai bene come sono fatti mamma e papà, avrebbero rotto le scatole solo perché non sono Summer-
 Lui ricambiò l’abbraccio e, facendo il finto modesto, rispose
-Lo so, sono proprio bravo- Così ridemmo entrambi.
Ci separammo al primo incrocio di Sunny Road, così dovetti fare poca strada prima di vedere il mio “cavaliere”.
-Ciao! Sei venuta allora!- Fece lui tutto entusiasta
-Non potevo mancare, oppure non avrei più potuto chiamarti, visto che non intendo pronunciare mai più nella vita il tuo nome. Ehi, a proposito! Devi dirmi qualcosa??- domandai, facendo un grande sorriso: la mia più grande paura era quella di non riuscire a fare conversazione, ed ora? Non riuscivo più a mettere un freno alla mia lingua!
-Ho detto che te l’avrei confessato quando fossimo usciti insieme, non certo appena incontrati. Te lo dirò a fine serata-
-Mi raccomando, entro mezzanotte-
-Come cenerentola? Devi essere a casa prima del dodicesimo rintocco della mezzanotte?- io sorrisi, e gli raccontai quanto avvenuto prima mentre cominciavamo ad incamminarci per raggiungere “La pizzeria dello zio Sam”.
-Guarda, la pizzeria dello zio Sam, siamo arrivati. Certo che come nome è davvero strano! Cioè, mi spiego meglio: la pizza è un tipico piatto italiano, mi pare, giusto? Zio Sam, lo stesso raffigurato nell’insegna con la pizza in mano è un tipico simbolo americano, e sono mescolati insieme! Chissà come mai..- chiesi, erano secoli che mi ponevo quest’interrogativo, ma non avevo mai creduto che potesse destare l’interesse di qualcuno, così prima di oggi non avevo mai fatto questa domanda a qualcuno.
-Oh, semplicemente la moglie di Sam, il proprietario, è italiana. Ha voluto che la pizzeria li rendesse ancor più vicini di quanto non fossero già uniti-
“Sbaglio, o mi ha davvero risposto? Credevo che questa fosse una domanda retorica, senza nessuna risposta!”
-Come fai a...- Non riuscì a trattenere la domanda
-Sai, Sam è mio nonno!-
-Ma come, è abbastanza giovane! Magari non più un signorino, ma di certo non troppo avanti con gli anni-
Diventai all’istante color camion-dei-pompieri, avevo davvero usato il termine “signorino”?
-Sai, solo perché sua moglie, Sara, ha avuto mia madre quando aveva appena 17 anni, per questo è molto giovane-
-Aaah, ora capisco. Beh, entriamo?- Domandai entusiasta.
Da vero gentiluomo, appena varcato l’ingresso, S. prese la mia giacca e, conoscendo perfettamente la strada, si diresse nella stanza dove queste venivano depositate all’arrivo.
-Ehi, Simon! Che ci fai qui??-
Era Sam, il proprietario della pizzeria a parlare
-Sam, non ci vedevamo da un po’! ho portato qui la mia amica, Winter, per farle assaggiare la tua favolosa pizza!-
-Allora d’accordo, sedetevi in quel fantastico tavolo in fondo alla sala, ora vi porto subito il menù-
Così ci accomodammo vicino alla porta finestra, ed in un battibaleno arrivò una cameriera con un taccuino per gli ordini
-Io prendo la vegetariana- Dissi dando una rapida scorsa al menù
-Ed io....facciamo che prendo una salmone e panna- Sorrise e la cameriera prese un rapido appunto, andando via per poi tornare subito dopo con una bottiglia di vino bianco
-Allora, S.- Cominciai a parlare, quando subito lui mi interruppe
-S. ma scherzi?? Davvero non pronunci il mio nome??- e scoppiò a ridere, ed io, seriamente, annuii.
-Anche tua nonna lavora qui?- Chiesi, indagatrice. Pensandoci, sembravo mio padre!
-Lei, lavorava qui, insieme ai miei genitori.. erano nella stessa macchina il giorno dell’incidente..-
“Accidenti, non dovevo dirlo! Spesso devono cavarmi fuori le parole con la forza, con lui non riesco a tenere a freno la lingua, sono un disastro!”
Capii che era meglio non toccare nuovamente l’argomento, in futuro, e presi una nota mentale.
Ci furono un paio di secondi di silenzio imbarazzato, finchè finalmente non arrivò la pizza che, se devo essere sincera, era davvero SQUISITA! Alla faccia, il nonno Sam!
Uscimmo dal locale e, preoccupata, diedi un’occhiata all’orologio. Erano ancora le 23.30.
 
Simon
“Sicuramente pensa di avermi fatto arrabbiare, facendomi quella domanda. Eppure non è così, lei non ne sapeva niente, come poteva immaginare che i miei genitori erano morti quando ero molto piccolo??”
Cercai di rassicurarla, ridendo spesso e facendo un sacco di battute, ma non mi sembrò del tutto convinta, così, poco prima di riaccompagnarla a casa, la portai in una gelateria FANTASTICA.
Io presi un cono al melone mentre lei, evidentemente golosa, ne divorò uno al cioccolato fondente e ci sedemmo vicino alle scalette di quella chiesa in Hemiltay Street.
Eppure, proprio mentre stavo per sedermi, inciampai nei miei stessi piedi e così feci sporcare Winter di gelato al cioccolato, anche se solo qualche goccia era finita sulla sua camicetta
-Oh, no! Mia sorella mi ammazza!- cominciò a dire lei in preda al panico, ed io chiesi scusa un migliaio di volte, finchè non mi venne un’idea.
-Aspetta qui- Le dissi, così corsi di nuovo nella gelateria, ed oltre a prendere una cospicua quantità di fazzolettini, chiesi anche un paio di cubetti di ghiaccio, così tornai da lei.
Le dissi di bagnare con il ghiaccio tutte le macchie, dandole una mano con le piccole goccie in prossimità dell’ombelico
-Sei bellissima- Le dico d’impulso, e come al solito, lei arrosisce all’istante, ringraziandomi.
“Eppure io non scherzo, era carina già sporca di frappè, durante gli altri nostri incontri, ma oggi ha superato se stessa. Non avrei mai immaginato che fosse così chiacchierona”.
Non potevo lasciarla tornare a casa senza fare quel che avrei voluto fare, così accarezzai la sua guancia (vedendola diventare, se possibile, ancor più rossa di prima), sollevando il suo viso ancora un po’ sporco di cioccolato nella mia direzione e, socchiudendo gli occhi, mi strinsi a lei, abbracciandola e spingendo le mie labbra sulle sue, forzandole con la mia lingua. Le nostre lingue guizzano insieme, danzano quasi, fin quando lei non separa le mie labbra dalle sue.
Per un po’ non sapevamo cosa dire, entrambi imbarazzati, e ci incamminammo nella direzione di casa sua, nel luogo in cui si sarebbe incontrata con suo cugino per fingere il ritorno.
Lui era già lì per aspettarla, il mio sesto senso mi riferì che non le sarebbe piaciuto il fatto di essere baciata di nuovo lì davanti a lui, così mi limitai a scoccarle un rapido bacio sulla guancia destra, sussurrandole “Leasley” all’orecchio, facendola sorridere.
 
 
Spazio dell'autrice
Grazie di nuovo ad entrambi quelli che hanno recensito, site fantastici :D
Eccoci con un nuovo capitolo, incentrato quasi esclusivamente sulla storia di Winter e .... Leasley!! Ahah :')
Cosa ne pensate della nuova coppia?
Le sorelle, oggi, sono riuscite a stringere un accordo senza prendersi a sassate in testa! 
Fatemi conoscere le vostre opinioni, un bacione a tutti
Momo

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Capitolo 6
*** L'elettrocardiogramma segnava una linea retta ***


Emily
Driiin. Sveglia. Pigiai il bottone che spegneva quell’assordante fracasso, rimisi il braccio sotto le coperte e mi riaddormentai, almeno finchè la mamma non mi tolse le coperte di dosso
-Dai, sbrigati, o farai tardi!-
Diedi un’occhiata all’orologio sul comodino alla destra del mio letto e notai con terrore che tra poco più di 10 minuti sarebbero state le 8
“Cavolo, se non mi sbrigo rischio di perdere il pullman!”
Così corsi in bagno, mi lavai il viso, i denti, mi pettinai e indossai gli abiti che avevo riposto sulla vasca da bagno poco prima, poi osservai l’orologio che avevo al polso
“Forse ce la faccio!!”
Corsi verso la porta di ingresso, la varcai e corsi fino all’angolo della strada dove vi erano già i miei compagni di scuola in attesa del bus, quando mi accorsi di un dettaglio
“Cavolo! Ho scordato lo zaino a casa!”
Fui ovviamente costretta a tornare a casa per riprenderlo e, correndo come una matta, arrivai nuovamente alla fermata del pullman proprio quando l’autista stava....chiudendo le porte e mettendo in moto!
-Dai, aspettate!- Urlai inutilmente quando il motore era già acceso, così purtroppo nessuno riuscì a sentirmi
“Se il buongiorno si vede dal mattino.....” Pensai tra me e me e cercai di scovare quel briciolo di forza che non avevo impiegato nel correre come una forsennata nel tragitto casa-fermata.
“Devo sbrigarmi, oppure quando le dirò di aver saltato la prima ora, mia madre mi ucciderà!”
La scuola era distante circa 4 chilometri dal punto di ritrovo e dovetti dare prova di grande resistenza per non crollare durante il tragitto.
Arrivai all’angolo posteriore dell’edificio scolastico, quando sentii il suono della campanella
“Nooo, questa è la seconda, quella per i ritardatari. Sono fregata. La fossa che mi scaverà mia madre sarà così profonda da farmi ritrovare in cina!!”
Varcai comunque il portone d’ingresso, ma purtroppo la preside mi fermò
-Signorina....?-
-Il mio nome è Emily Wilson, frequento il IV corso-
-Ed  Herr Kruger, che se non mi sbaglio terrà lezione per le prossime due ore nella sua classe, non le ha insegnato la puntualità?-
“Sento qualcosa che arriva....”
-Sconterà 2 ore di punizione questo pomeriggio-
“Ah, si,  è la mia insufficienza in condotta”
-Ma oggi è sabato! Oggi è semi-festivo!-
-Se non vuole che... oh, ecco un altro ritardatario, il signorino...?-
-Robbie Thompson-
“Robbie? No, un attimo. C’è altro su cui soffermarsi. C’è qualcuno che nel XXI secolo dice ancora SIGNORINO???? Ma riportatelo nell’età della pietra, magari qualche dinosauro preistorico se lo divora, anche se visto quanto è massiccio ci vorrà almeno una settimana!”
-Le regole valgono per tutti, anche lei oggi sconterà due ore di punizione con la sua compagnuccia-
Vidi furtivamente che Robbie mi aveva fatto un occhiolino, e ne fui immensamente felice
-Dai, preside, oggi è sabato!-
-Ma voi fanciulli ripetete sempre le stesse cose? Oggi è sabato, e voi uscite due ore più tardi rispetto al solito!-
Moby si era rivolto verso di me, e vidi Robbie farle il dito medio dietro la schiena, così non poté  fare a meno di sorridere
 
Winter

“In realtà non è quasi mai così, ma sono realmente convinta che la stagione dell’amooooooooooooooooooore!!!! Ringo Starr è innamorato!! Ha conosciuto la cagnolina dei tizi che si sono trasferiti la scorsa settimana nella casa in fondo alla strada ed ora sta facendo un sacco di mosse vicino a lei! Il mio cagnone innamorato, e nemmeno di un cane qualunque, è addirittura di razza, è un Beagle!”
Ero entusiasta, fissavo la finestra e non riuscivo a credere ai miei occhi. Inviai un messaggio a Leasley per avvisarlo della lieta notizia.
Dopo l’appuntamento della scorsa settimana ci teniamo costantemente in contatto attraverso sms e telefonate. Siamo anche usciti un paio di volte ed andiamo davvero d’accordo
“Fortunatamente sono riuscita ad aggirare il problema delle macchie sui vestiti” Mi tornò in mente la pubblicità del prodotto che avevo acquistato e che tenevo costantemente in borsa: ammazzalamacchia.
Mi avvicinai alla porta d’ingresso e mi diressi verso Ringo: dovevo verificare in prima persona la situazione.
 
Summer
“che palle. Gli insegnanti di Winter oggi sono assenti perché accompagnano alcuni ragazzi alla gara di scacchi, così lei può poltrire al contrario mio. Dov’è la giustizia divina??”
La campanella suonò e, come tutti i miei compagni di classe, mi alzai per l’ingresso dell’insegnante. La Serpe.
“Quell’uomo mi fa venire una rabbia... se solo ci ripenso mi viene voglia di saltargli addosso. Per prenderlo a bastonate, ovviamente”
-Ho riportato le vostre verifiche di riparazione corrette...-
“Ottimo, sono certa di aver preso almeno una B! Ryan mi ha dato ripetizioni per secoli prima del compito, e confrontando alcuni risultati che ricordavo, erano tutti esatti!”
-E devo dire di essere soddisfatto. Avete fatto un ottimo lavoro con il recupero, tutti tranne....- diede una scorsa rapida ai fogli, poi alzò lo sguardo verso di me –Wilson. Summer. La tua verifica è nuovamente insufficiente-
“non può essere, deve essersi sbagliato!”
-Ora, Summer, dovrai frequentare il mio ... corso di recupero ... pomeridiano-
Poggiò la mia verifica sul banco, ed immediatamente sia io che Ryan cercammo gli errori contrassegnati con la penna rossa.
Su dodici equazioni totali, ne avevo sbagliate solo due (più una incompleta), non era certo insufficiente.
-NO!- Gridai –Guardi qui, ha segnato lei gli errori! Se secondo la sua valutazione con 6 equazioni sbagliate di prende una D, come posso aver preso F sbagliandone molte di meno?-
“Ho capito che gioco vuol fare quel verme strisciante”
-Bè, in questo caso la gravità dell’errore dell’esercizio 7 è notevole, dovresti tornare alla scuola media. Almeno lì insegnano l’e-d-u-c-a-z-i-o-n-e!!-
-Ma NON le sto mancando di rispetto!-
Avevo voglia di urlare, ma Ryan mi mise una mano vicino alla bocca e mi attirò verso di sé facendomi capire che avrei fatto cosa migliore a tacere.
-Bene, grazie signor Kenthide- Disse riferito a mio cugino
-Se le proteste sono finite... Summer, ti aspetto oggi pomeriggio alle 15.30 nel mio ufficio per le... lezioni-
Sapevo benissimo a cosa si stava riferendo, così presi una matita di Ryan tra le mani e la spezzai in due. Lui mi osservò, senza dire nemmeno una parola, almeno finchè non suonò la campana che indicava la fine dell’ora di lezione. Corsi come un razzo fuori dalla classe, diretta verso gli armadietti, e Ryan mi seguì
-Cosa ti succede?-
-Come cosa mi succede? Hai visto che come ha valutato il mio test??!- Mi scoprì ad urlare
-Sum, calmati- E mi abbracciò – a me puoi dire la verità, so che non è solo per questo che sei arrabbiata. È capitato un sacco di altre volte che dessero una valutazione errata o che ti costringessero a frequentare una lezione di recupero- Fece una pausa durante la quale mi fissò negli occhi –Cosa è successo?-
Avevo raccontato quella storia solo a Kyle che, tra l’altro, non si era più fatto vedere dopo la mia confessione
Come veleno, sputai fuori ogni singola parola dalla mia bocca, spiegando anche il motivo per cui non l’avevo ancora denunciato al preside e lui annuì silenziosamente, aprì le sue braccia ed io mi ci tuffai all’interno, restando nella medesima posizione per non so quanti minuti, fin quando Ryan non si decise a proferire parola
-Dobbiamo trovare una soluzione – Mi disse, ed io tesi le orecchie -allora, non puoi mancare alle ripetizioni, altrimenti ti boccia, credo sia evidente-
-Fin qui c’ero arrivata anche io, cosa proponi?- Sbottai
-Allora, e se ...- E proseguì bisbigliando.
 
Emily
Robbie si sedette sull’altalena, invitandomi a sedere sulle sue gambe mentre ci spingevamo.
Quel contatto mi rese inquieta, come tutto, ormai.
-Allora, Cass si è ripresa dopo il tuo bidone?- Domandai
-Ancora non ti parla?- Mi chiese di rimando
-No, è furiosa per il fatto che non ho risposto hai suoi molteplici messaggi di sos quando tu hai disdetto l’appuntamento e anche se le ho spiegato più volte che avevo spento il cellulare e che li avevo letti solo la mattina successiva, non mi ha creduta. Ma credo tu questo già lo sappia-
-Si infatti, lo so. Comunque non so se si sia ripresa o meno- Dicendo questo mi accarezzò le dita e prese velocità con i piedi sull’altalena ed il mio cuore mancò un battito
-Comunque devo dirti una cosa...-
“questa frase non preannuncia niente di buono... l’ultima volta che me l’ha detta aveva fatto il bidone a Cass per chissàqualemotivo....”
 
Winter
La cagnolina era davvero affettuosa (e, cosa fondamentale, non leccava!).
Le stavo giusto accarezzando il muso quando sentii un richiamo dall’interno dell’abitazione
-Daenerys!- Era la voce di un ragazzo, sempre più vicina. Io avvampai
-Daener.... oh, ciao!- Sorrise allegramente il ragazzo
-Ehm...io....sono....ciao!-
“Ma checcavolo dici!! Pensa un momento prima di parlare!”
-Non ci conosciamo, vero?-
Certo che era proprio carino: alto, spalle ampie, capelli dello stesso colore del grano, occhi color nocciola e denti bianchissimi
“Forse fa il modello!”
-Ecco...io...scusami!- Dissi chinando la testa mentre lui rispose con una faccia assai interrogativa
-E di cosa ti staresti scusando?- Domandò perplesso
-Sono...entrata nel tuo giardino, ho accarezzato il tuo cane-
-Daenerys, si chiama così! Comunque non preoccuparti, non hai fatto nulla di male, stavi solo sorvegliando quel tipetto- E mi regalò un’occhiata amichevole
-Ringo... Starr-
-Che bel nome! Sei appassionata dei Beatles?-
-In realtà è stata mia sorella, a sceglierne il nome. E il tuo, a cosa è dovuto?-
-Daenerys Targaryen  è il mio personaggio preferito della serie di libri “Game of Thrones”, ne hai mai sentito parlare?-
-In realtà si, Summer è appassionata di queste cose tutte strane. Il massimo che mi concedo io è Harry Potter!-
-Bè, è la migliore serie Fantasy che abbiano mai scritto! Comunque, ora che ci penso non mi  hai ancora detto il tuo nome-
-Mi chiamo Winter....forse...- Lui scoppiò a ridere
-Che vuol dire forse? Ti chiami così, oppure no??-
Io avvampai.
-Certo, tu invece non ti sei ancora presentato!-
-Mi chiamo Heath-
-Che nome curioso...- Mi trovai ad osservare
-quello completo è Heathcliff. Mia madre è una fan sfegatata di Cime Tempestose! Lo guarda almeno una volta alla settimana!-
Sorrisi –E’ anche il mio libro preferito-
-Sai io sono nuovo della città, che te ne pare di farmi fare un giro turistico?- Sorrise
“Certo che ha un sorriso affascinante” Così cominciai anche io a sorridere come un’ebete
-Lo prendo per un si, allora! Grande!-
“Bè, in fondo cosa faccio di male se lo accompagno a fare un giro turistico della città?” Pensai ed immediatamente annuì
-Ottimo, allora facciamo per domani pomeriggio? E, mi raccomando, porta con te Ringo!-
-Non mancherò- Dissi allontanandomi
“Certo che è un tipo da urlo!”
 
Summer
Cercando di non sembrare affatto intimorita (benché in realtà lo fossi) varcai la soglia dell’ufficio, dove venni accorta dall’insegnante con un enorme sorriso
-Summer, tesoro, sapevo che....saresti venuta qui per me-
-Chiariamo subito le cose: sono qui per l’algebra, non certo per lei. Se non avesse ingiustamente valutato il mio compito non sarei nemmeno qui adesso-
-Certo, certo, allora cominciamo-
“Forse non ci sarà bisogno di Ryan...-
-Partiamo....dalla ripetizione, gli argomenti del compito: le equazioni di secondo grado-
Presi il libro dallo zaino che portavo in spalla e mi accomodai alla scrivania, ovviamente nel posto non occupato dalla Serpe
Dovetti ammettere che per buoni quindici minuti, la situazione fu sotto controllo: tutto ruotava in funzione dell’algebra, almeno finchè non mi accorsi di un dettaglio
“Ci avrei giurato, quel porco sta fissando la scollatura della mia maglietta!”
Mi voltai e tirai su le bretelline, cercando di nascondere tutto il nascondibile
“Per eventuali prossime lezioni mi porterò una sciarpa!”
-Tutto bene? Perché l’hai fatto?- Domandò quasi arrabbiato
-Scusi, fatto.....cosa?- Feci la finta tonta
-Mi sembra evidente- Disse avvicinando una mano alla bretellina del mio top
“Non-perdere-la-calma” Mi dissi, facendo un gran sospiro
TOC TOC
La porta bussava
-Sono occupato- Rispose la Serpe attraverso la porta
“Occupato? Quanto può essere sudicio quell’uomo??”
-Mi scusi, lo so, siete impegnato con le lezioni pomeridiane, ma ho bisogno di una mano con il nuovo argomento- Conoscevo quella voce come la mia. Una cosa era ovvia, Ryan aveva mantenuto la promessa e mi avrebbe salvata!
-Certo, Ryan, entra! Stiamo per occuparci dell’equazione della parabola, la lezione del giorno!- Ero letteralmente entusiasta: non sarei stata sola con quella sottospecie di bradipo sbavoso
-Ehm...certo..accomodati- La Serpe era decisamente sconvolta
 
Emily
“Chissà cosa avrà da dire di tanto importante!”
-Sai, volevo dirti che quello che è successo,  è  successo per un motivo....mi piace una persona-
BE-BE-BEEEEEEE. Era la fine.
-Tu..TU!!! SEI INNAMORATO DI UNA....RAGAZZA?- Devo averlo guardato come fosse un alieno
-Bè ecco, di certo non è un ragazzo.. non sono ancora Gay. O almeno credo!- Cominciò a ridere
“Non si rende conto della GRAVITA’ della situazioooone????? Evidentemente no. Vuole prendere il mio cuore, filtrare un po’ di sangue dalle mie vene, mettere il tutto in un frullatore e bere l’orrendo composto?”
-E lei sa che ti piace?-
-No, in realtà no..- Cominciò con tono vago –il nostro rapporto è un po’ complicato... sai, ci conosciamo da tanto tempo-
-tanto tanto?- Domandai
-Si, tanto tanto-
-E non è Cass....-
-Evidentemente, se non sono uscito con lei...-
“Vuoi vedere che.... e se fossi io, quella che gli piace????”
-E quando hai capito che ti piace?-
-Deve essere quando ho chiesto a Cass di uscire... cioè, so che le piaccio da secoli, volevo dare una possibilità alla nostra relazione di coppia, ma appena ho formulato la proposta, non ero felice. Non facevo che pensare ad una persona...-
-Ad una persona?-
-Non ad una qualunque... alla RAGAZZA!-
-E... vorresti baciare quella ragazza?-
“Ma dove avrò trovato il coraggio di dire una cosa simile? Tanto ormai ho capito che sono io, si è sentito in colpa perché Emily è la mia migliore amica!!”
-Certo...- Cominciò, ed io ero già pronta a protendere le labbra verso di lui –Non fosse che non so se piaccio o no ad Hilary-
Quelle parole furono come una pugnalata in pieno petto.
“Chiamate un medico!!! Hilary, la mia arcirivale dall’asilo, la persona che piace al ragazzo che mi piace, con cui sono amica dallo stesso periodo di tempo??” Appena pensai a questa cosa, ogni tassello tornò al proprio posto, come il fatto che si conoscevano da tanto tempo, o che chiacchierava in maniera estremamente amichevole con lei, quando Herr Kruger gli ha assegnato il posto accanto all’odiosa Hilary”
Per fortuna non fui costretta a rispondere, perché suonò la campanella della seconda ora di lezione
 
 
 
 


Angolo dell'autrice
Scuuuuusate per l'immenso ritardo con cui ho aggiornato ma, come dice la pubblicità delle gocciole, questa scuola mi distrugge!! (Foorse non era proprio così)
Comunque, finalmente il capitolo è qui!! spero vi piaccia e che recensiate in molti!!
Un Baciooooone
MoMo

 

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Capitolo 7
*** "Dipende da quale delle mie sorelle" ***


Emily
Mi trascinai verso il mio banco in seconda fila, incapace di articolare qualsiasi frase sensata.
-Cosa è successo?- Domandò Karen stupita della mia faccia
Ancora senza articolare nessun suono, indicai prima Robbie, poi Hilary, e misi gli indici di entrambe le mani vicine, per rendere meglio l’idea. Per poco Karen non strabuzzò gli occhi fuori dalle orbite, ed io emisi un sospiro desolato
-Hai capito bene- Dissi a bassa voce
-Ma lui lo sa di piacerti?- Mi domandò lei
-Ovviamente no, siamo amici da una vita.... e poi, tu come cavolo fai a saperlo?- Pronunciai le ultime parole alzando enormemente il volume della mia voce, interrompendo la lezione di tedesco
-Zignorina, zono inkretipilmente felicve che lei sia fenuta qvi a lezione, ma non le pare il caso di zmettere di arrecare fastidio?- Domandò Herr Kruger che aveva ben due ore consecutive nel mio orario oggi.
-Entschuldigung- Mi scusai in tedesco. Appena arrivata il quella scuola era la prima parola che avevo imparato dal momento che mr. Porto-calzoncini-e-ciabatte-anche-con-40-gradi-sotto-zero sostiene che io disturbi sempre.
“Il baffone tedesco mi ha messa in punizione più volte di tutti gli altri insegnanti messi insieme!”
Finsi di concentrarmi sulla lezione e prendere appunti riguardo le coniugazioni forti, continuando a parlare con Karen.
-Come lo sai?- Sussurrai
-Dai Em, è evidente!-
-Da cosa, è evidente??-
-In sua presenza cambi completamente personalità, diventi più...normale!-
-Che vuoi dire?-
-Sembra che abbiate lo stesso legame che hai con tua sorella!-
-Dipende da quale delle mie sorelle- Risposi ironica
-Beh, hai capito quello che intendo... mi stupisco solo che la tua amica Cassie non se ne sia accorta.... o se se ne è accorta, è una bravissima attrice con la storia di tenere il muso eccetera eccetera-
"E io che credevo di riuscire a nascondere bene quel che provo...comunque Cass è la mia migliore amica, Robbie o non Robbie, Karen o non Karen... non potrebbe mai tramare qualcosa contro di me, mi fido ciecamente di lei!” Decisi di riferire anche alla mia interlocutrice quel che pensavo
-No, Cassie non si è accorta di niente-
-Sarà..- Borbottò lei
-Sai, dovresti conoscerla... diventereste grandi amiche, ne sono certa-
-Ma se non parla con TE, come pretendi che parli con ME che ora sto parlando con te?-
-Ragazze, ora mi zono proprio wütend, zmettetela, o fi metto in punizione!- Herr Kruger era ad un palmo dal nostro naso
“Non vorrei sbagliare, ma credo che Cass mi abbia appena lanciato un’occhiata di fuoco. Devo assolutamente parlare con lei”
-Mi dai una mano a fare pace con Cassie?- Scrissi sul quaderno destinato agli appunti, che in realtà era un covo di bigliettini clandestini
-Cosa posso fare?- Rispose sul suo block notes
-Alla fine della sesta ora...-
 
Winter
“Ma in che guaio mi sono cacciata!” Pensai tra me e me mentre rispondevo alla chiamata in arrivo sul mio cellulare
-Ciao tesoro- Era Leasley, il cuore mancò un battito
-Ciao!- Risposi entusiasta –Stavo proprio pensando a te in questo momento!-
-Lo so, sono seeempre nei tuoi pensieri!- Scherzò lui –ci vediamo, questo pomeriggio?-
-Certo!- Ero sinceramente contenta dell’invito
-Ottimo, ti passo a prendere per le 7 allora, che te ne pare di andare al cinema?-
-Sarebbe un’ottima idea. Allora ci vediamo più tardi, un bacio!-
-Anche a te- Ed attaccò
“Chissà, dovrei dire dell’appuntamento di domani? Credo sia la cosa più onesta da fare, in fondo non ho mica detto che domani pomeriggio ci pomicerò, ho solo detto che lo accompagno un po’ in giro per la città, potrebbe mai arrabbiarsi?”
Dissi a me stessa che la risposta era certamente negativa, così decisi di vuotare il sacco
“Cosa potrei fare di male?”
 Aprii la porta di casa con il mio mazzo di chiavi cui era legato un polipetto di pelouche e mi diressi verso il soggiorno.
“Oh, mamma e papà sono tornati. Chissà perché sono così affettuosi”
Si stavano rincorrendo per tutta la casa, giocando e facendosi il solletico, dandosi anche dei baci di tanto in tanto
-Riposati, cara- Disse papà facendola accoccolare di fianco a lui sul divano
-Dai, non sono mica malata- Rispose la mamma ricca di entusiasmo
“Aaah, come dev’essere bello essere così spontanei con il proprio ragazzo... non come me, che sono un pezzo di legno con Leasley!”
-Mamma, papà, mi dispiace interrompere questo...ehm...momento speciale... ma vi avviso che questa sera vado al cinema-
-Ah si?- Mi domandò papà
-Si- Risposi
“Voglio vuotare il sacco anche con loro, potranno solo essere felici per me!”
-con  chi ci vai, Winnie?- Cominciò la mamma
-Con un ragazzo-
Papà sembrava molto disattento
-Ah si, bene?-
Non credevo alle mie orecchie
“Ma come? Niente storie su ‘Sei troppo piccola, Winnuccia di mammaaa e papààà’??? beh, MOLTO MEGLIO COSI’!”
-Vorrei discutere dell’orario di rientro-
“Se oggi sono così strani e permissivi, mi conviene approfittarne!”
-Cosa proponi, Win?-
-mezzanotte, considerando che Leas...cioè, lui, mi accompagnerà fino sotto casa
-Si, penso si possa fare...e appena arrivano le tue sorelle e Ryan venite qui in salotto-
“Mi auguro non vogliano trasferirsi!”
 
Summer
Appena fuori dall’ufficio della Serpe, scoccai un bacio sulla guancia di mio cugino, e mi buttai tra le sue braccia
-Mi hai salvata!-
-Questo ed altro, per la mia migliore amica- Sorrise lui
-non è che potrei chiederti un altro favore? Potresti....-
-...non parlare con gli zii della punizione, perché si infurierebbero, lo so!- Concluse lui
-Se non ci fossi, dovrebbero inventarti!-
Sorridemmo entrambi, e ci avviammo verso casa, fermandoci dalle parti dello stadio: I Wolves si stavano allenando assieme alle Cheerleader per la partita di football del giorno successivo.
-Ehi, Sum, ti dispiace se ci avviciniamo?- Mi domandò lui
-No problemo, vai pure dalla tua bella Izzy- Sorrisi, Isabelle era una delle ragazze pom pom della partita, anzi, il capo delle Cheerleader
“con quel fisico che si ritrova potrebbe fare questo ed altro”
Era effettivamente una bellissima ragazza, con i capelli neri, gli occhi di un blu molto scuro e la sua altezza che faceva invidia a tutte le ragazze della scuola!
“certo che per una come lei deve essere stato difficile trovare un ragazzo che la superasse in altezza”
Effettivamente, Ryan poteva essere considerato come un’eccezione: era alto 1.85, almeno stando a quanto era riportato sulla sua patente di guida, mi faceva sentire bassa come un elfo, nonostante le mie dignitose dimensioni.
Prestai attenzione al campo e vidi un volto familiare
“Kyle” Pensai, vedendolo, nella sua divisa mentre giocava in posizione difensiva, allo scoccare della fine dell’allenamento
“Effettivamente interrompono le prove sempre verso le 7 e 20 di pomeriggio”
Ryan bendò gli occhi di Isabelle con le mani, ma lei indovinò immediatamente il colpevole e, felice della sorpresa, decise di concludere prima le prove.
Io ero lì vicino, ma mi sentivo leggermente in imbarazzo a stare lì impalata, motivo per cui decisi di allontanarmi, approfittando del fatto che dovevo andare in bagno. Mi diressi verso lo spogliatoio femminile e varcai la porta d’ingresso.       
Quel che vedevo era tutt’altro che femminile
“Porca miseria” Pensai, allibita
-Ehiehi, ragazzi, la pupa è venuta a farci un saluto- Ammiccò un tizio moro con i capelli lunghi uniti in molte trecce
-No, amico, è venuta qui per me- Rispose un’altra voce, avvicinandosi verso la porta dove io ero ancora impalata
-Kyle-
“-Bene, sei appena entrata nello spogliatoio dei maschi, non riesci a camminare perché sei scioccata della tua stessa figura di merda e quando il tizio più strafico del pianeta dice che sei andata lì per lui, tu riesci solo a pronunciare il suo nome?? Mi complimento, Summer, sei proprio un genio!-
-Lo so, ma che cosa posso dire? Non posso certo correre via a gambe levate!-
-Ne sei sicura?-
-Non lo so! Oddio, sto impazzendo! Sto parlando con la mia voce interiore!-”
-Summer? Sei ancora tra noi?-
Kyle mi passò una mano davanti agli occhi. Evidentemente mi ero impalata a vedere qualcosa
-Ehm... si... scusami- dissi arrossendo un po’
-Ci tengo a precisarti che, se non te ne fossi accorto, questo è lo spogliatoio di noi maschietti! Forse faremmo meglio a vederci fuori appena finisco di fare la doccia!-
Detto questo, mi spinse oltre la porta d’ingresso, mollandomi lì per almeno buoni cinque minuti (durante i quali ne approfittai per andare in bagno. In quello delle ragazze, questa volta!)
-Alla buon’ora!- Dissi vedendolo comparire sull’uscio
-Grazie!- Sorrise –Cosa ci fai qui?-
“Ottima domanda...cosa ci faccio qui?”
-Ehm...io...-
-Lo so, volevi vedere tanti bei ragazzi nudi, ammettilo?-
Avvampai improvvisamente
-Ma cosa ti salta in mente! Io...-
-Anzi, probabilmente volevi vedere...ME!- Sghignazzò incredibilmente
-Hai capito proprio male! E, giusto per essere chiari, non ho visto proprio un bel niente! Non che volessi, ovviamente- Risposi impettita
-Ah no, allora perché quando ti ho “risvegliata” avevi gli occhi puntati sulla doccia dove si stava lavando Luke?-
“Oddio, non potrò mai più farmi vedere sulla faccia della terra  a meno di non fare una plastica!”
-Devo andare, sai, aspetto treno... non è che sai dirmi il tasso di cambio in Australia? Ciaociao!-
“Okay, COSA CAVOLO HO DETTO???”

Emily
Karen fece tutto ciò che le avevo detto, convincendo Cass a raggiungere l’edificio di scienze durante la pausa-pranzo, ovviamente non dicendo nemmeno sotto giuramento della mia presenza.
Ero seduta sulle scale del prefabbricato, quando le vidi avvicinarsi
-Karen, ma che cos...oh- non appena mi vide, Cassie cercò di fare retro marche ma venne fermata dall’altra mia amica
-Cass? Cass, ci senti?- Lei non mi rispose, Karen nel frattempo si allontanò per lasciarci un po’ di privacy, anche se non l’avevo chiesto né io né tantomeno Cassie.
-Che vuoi?- Disse infine
-Dai, lo sai che mi dispiace tantotantotanto di non averti risposto al cellulare quando eri in piena crisi, ma l’avevo spento per fare la doccia e avevo dimenticato..-
“Okay, sto chiedendo scusa o sto trovando delle giustificazioni? Fa la seria, Em!”
-Anzi...-decisi di dire –ti chiedo scusa, e basta-
A questo punto lei mi sembrò imbarazzata
-D’accordo, Em, scuse accettate, e dispiace anche a me di aver davvero esagerato con questa storia..-
-Ora credi di far pace con Robbie?-
-Se ti dicessi quel che mi ha detto stamattina, durante l’intervallo tra la quarta e la quinta ora non ci crederesti!- Mi disse, ancora scossa
-Lo so già, l’ha detto anche a me stamattina!- Sospirai
-Hilary?-
-Ah-ah!- Annuì con il viso
-Comunque sai una cosa, amichetta?-
-A parte il fatto che  ti sono mancata da morire?-
-Si...a parte, quello. Credo mi sia già passata, la cotta per Robbie intendo-
“Gioia, tripudio ed esaltazione!”
-Sono contenta per te allora, se non ci soffri più-
-Spero sia lo stesso per te- Sussurrò lei con un tono di voce così basso, da risultare per me quasi incomprensibile, e quando le chiesi di ripetere, scosse violentemente la testa
-Credo ci sia qualcuno che dobbiamo ringraziare per aver fatto da intermediario..- Disse Cass, ovviamente riferendosi a Karen che era quasi scomparsa
-Penso proprio di si!-
La campana per la fine del pranzo suonò e noi tornammo in classe per la lezione di inglese, dove miss. Sono-rifatta-dalla-punta-del-naso-alla-punta-dei-capezzoli doveva fare lezione
 
Summer
Ero corsa a gambe levate, volevo scappare il prima possibile, così rapii momentaneamente Ryan.
-Scusami Izzy, si tratta di un’emergenza!-.
-Dai, Sum, non preoccuparti, se ti serve proprio prenditelo pure- Sorrise –Io devo raggiungere le altre ragazze nello spogliatoio-.
-Allora ci vediamo, piccola- Disse Ryan verso la sua ragazza.
“Ryan sembra un duro, ma sottosotto è un inguaribile romantico!”.
-Allora Sum, perché tutta questa fretta?-.
Gli spiegai la situazione e lui, in maniera poco delicata, scoppiò a ridere così forte da doversi tenere la pancia per le contrazioni muscolari.
“Non c’è altra scelta, dovrò ucciderlo” Dissi, dandogli uno schiaffetto (o meglio quello che LUI percepì come uno ‘schiaffetto’).
Il pullman ci scaricò all’inizio della strada.
-Ry, che ci fa Ringo in quel giardino?- Domandai, notando il cane che stava annusando il sedere di una sua compagna canina.
Un tizio tutto strano uscì dalla porta principale.
-Ehi, non mi aspettavo di rivederti così presto!-
“Ma questo qua ce l’ha con me??” Rivolsi a Ryan un’occhiata interrogativa.
-Non posso lasciarti sola qualche ora che già trovi una nuova compagnia maschile?- scherzò il ragazzo che, se devo ammetterlo, era molto carino.
-Ma stai parlando con me?- Domandai perplessa.
-E con chi se no?- era incredibilmente sorridente, come se non vedesse l’ora di rivedermi. Peccato solo per un dettaglio, che io NON l’ho mai visto prima!
“Forse dovrei chiedere, può darsi che fossi ubriaca...”
-Senti, ma quando ci siamo visti?- chiesi
-Dai, non fare la sciocca, stamattina!-
“AAAAAAAAAh, ora ho capito tutto”
-Mi dispiace deluderti, carino, ma stamattina ero (mio malgrado) a scuola, quindi hai parlato di sicuro con mia sorella Winter!-
-Ma.. Allora tu sei l’altra, quella a cui piacciono le serie tv! Allora siete gemelle!-
-Però, che spirito di osservazione!-
-Eh, scusami, non capita tutti i giorni di vedere due belle ragazze identiche tra loro-
Arrossì quando si rese conto di quel che aveva detto
-Ehm, mi fa piacere...ehm....di piacerti, ma ora dobbiamo proprio andare- Dissi indicando Ryan, me e la casa dall’altra parte della strada
-Allora spero di rivederti presto!-
 
Winter
Avevo finito il mio rituale di preparazione quando sentii sbattere la porta del soggiorno, verso le 18.20.
Sentii qualcuno salire le scale molto molto in fretta ed una voce
-Winter! WINTER!- Gridò mia sorella
-Che vuoi, Sum?- Domandai, chiamandola inconsciamente con quel diminutivo che non utilizzavo più da quando avevo passato l’età di sei anni
-C’è un tizio che chiedeva di te, all’altro capo della strada-
-Oh mio dio, no!- Summer si era sdraiata sul mio letto e giocherellava con i miei gufetti di pelouche.
-Che cosa stai combinando? Non stavi uscendo già con un altro tizio?- Domandò curiosa
-Infatti è così! Poi stamattina lui mi ha chiesto di fargli fare un giro turistico della città, domani, visto che si era appena trasferito!-
-E tu che gli hai detto?- Aveva strabuzzato gli occhi
-Ho detto di si-
-Ma lo vuoi?-
-No! Non voglio creare casini con Leasl-
-E perché non hai detto di no?-
-Perché si!-
“Probabilmente se qualcuno ascoltasse questa conversazione, non capirebbe un accidente”
-Win..-
-Eh?-
-Se vuoi posso darti una mano io-
-E in che modo?-
-Esco io con quel tipo-
-Si chiama Heath-
-Che schifo di nome! Però lui è da urlo, quindi, se sei d’accordo, per me va bene-
“non posso crederci, mia sorella che mi fa un favore? Anzi, DUE favori, se contiamo la camicetta di qualche giorno fa?”
-C’è qualche inghippo?-
-Senti, se non ti fidi basta...- Si stava spazientendo
-Nonono, scusami, accetto volentieri, e grazie!-
La porta di casa sbattè un’altra volta e mamma e papà chiamarono tutti di sotto
Emily era entrata, tutta eccitata nel salotto
-Mamma! Papà, una notizia FENOMENALE! La scuola ha organizzato una gita scolastica, a PARIGI! Posso andarci, veroverovero?-
Mamma e papà non le prestarono attenzione, rispondendo che ne avrebbero parlato poi  e che ora avevano qualcosa di più importante da dire.
-Ragazzi, Summer, Winter, Emily...Ryan, abbiamo qualcosa da dirvi- era papà a parlare, mentre la mamma giocava con aria colpevole con la sua fede nuziale
-Spara- disse Summer
-Ecco, non è facile, so che voi state crescendo, siete anzi già grandi- si soffermò in particolare su Emily –E che potrete capire... io e la mamma... aspettiamo un bambino-





Angolo autrice
Saaaalve a tutti con un nuovo capitolo, in cui succedono moltissime cose!
Emily ha fatto pace con Cassie che a sua volta diventa amica di Karen, 
Summer si è dimostrata gentile e
Winter ha dimostrato di tenere a Leasley molto più di quanto potessimo immaginare, rinunciando addirittura ad un tizio fico da testa a piedi!
A presto con un altro capitolo e grazie a tutti quelli che hanno letto la storia!
Lasciate una recensione, magari! 
un bacio, 
Momo!

 

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Capitolo 8
*** Vuoto. Assoluto. Di lei non c'era nessuna traccia. ***


Ryan
Emily scattò come una molla
-Ma siete impazziti? Alla vostra età? Non sapete quanto è pericoloso? E SOPRATTUTTO  non conoscete i contraccettivi? Sapete, quei cosi inventati qualche migliaio di anni fa che servono ad evitare gravidanze INDESIDERATE!-
“Quantomeno quando avrà un ragazzo non servirà farle il classico discorsetto sull’ ‘attenzione’”
Zia Anny divenne fucsia e zio prese la parola
-Alla nostra età?! Abbiamo appena 38 anni!-
-Si, e avete avuto Summer e Winter a 21!-
-Il fatto di essere giovani non ci impediva di avere una vita nostra-
-E il fatto di averla ora,  una vita, una famiglia, non dovrebbe vietarvi (moralmente) di stravolgerla?!!-
-Smettila, stai esagerando!- Intervenne la zia –Questa è una bellissima notizia, quindi piantala di fare la ragazzina viziata-
-Io? Viziata? Voi siete quelli che pensano solo a sé stessi! Quando avrò 30 anni, quanti ne avrà il pupo o la pupa? Avrà la mia età attuale e voi? Avrete 53 anni! Potreste essere già nonni  a quell’età!!-
-Adesso basta, vai in camera tua- Intervenne lo zio borbottando un “ragazzina” tra i denti
-Con molto piacere, e sentitevi liberi di non chiamarmi mai più, in futuro-
-Sentiti libera di non uscire di casa fino a data da destinarsi!- Ribattè lui, mentre mia cugina più piccola saliva di corsa al piano di sopra, chiudendo la porta della camera da letto con una tale violenza da far tremare i bicchieri di cristallo all’interno del mobile in mogano del soggiorno.
-Quella ragazzina è proprio indisponente- Disse zia Anny ed inaspettatamente Summer prese la parola per difenderla
-Beh, rendetevi conto che è una reazione assolutamente normale! Questa notizia è stata proprio come un fulmine a ciel sereno per lei che, fino ad ora, è stata la piccola di casa, coccolata e viziata- 
-Fin troppo- Aggiunse zio  
-E se per questo la notizia non ha lasciato indifferenti nemmeno noi- Disse Winter indicando sé, la sorella e me
-Però ci rendiamo conto che effettivamente è così, avete diritto alla vostra vita- Summer proseguì il pensiero della sorella
-Però se voi due ne siete contenti, lo saremo anche noi- 
La zia sorrise ed annuì 
-Siamo sinceramente felici-
-Però credo di interpretare anche il loro pensiero dicendo che non cambieremo nessun pannolino puzzolente-
La vidi sorridere rilassata
 
 Emily
Mi avevano tradita. Tutti. 
“nemmeno Winter mi ha appoggiata, che se ne vadano al diavolo allora! E come se non bastasse a causa della mia boccaccia sono in punizione per chissà quanto tempo! Ma non ho proprio voglia di stare a casa”
Decisi così di togliere di dosso quella schifosissima divisa sportiva, indossare dei bermuda a quadretti ed una semplice tshirt per calarmi dal pergolato.
Non lasciai alcun messaggio
“Che si preoccupino per me, una volta, anzicchè pensare solo a sé stessi!”
Misi il cellulare in tasca e mi calai dalla scaletta
 
Winter
Mi rattristava sinceramente che Emily avesse reagito così duramente,  anche se potevo capirla benissimo.
“Lascerò che sbollisca un po’ la rabbia, poi andrò da lei”
Diedi un’occhiata al mio orologio da polso
“Cavolo, è taaaardi!!”  E proprio in quel momento, il campanello di casa tintinnò
-Vado io- Si alzò papà
-Noooooooooooooooooooooo- Corsi verso la porta –E’ per me, allora  au revoir! Byebye!-
-Buon divertimento- Ammiccò Summer
Leasley era vicino alla porta che mi aspettava, con in mano una rosa rossa
-Ciao, tesoro- Mi diede un bacio sulla guancia sinistra
-Ciao- Ricambiai, abbracciandolo
-Sei pronta?- Domandò con quel suo dolce sorriso
-Anche se non lo fossi stata non ti avrei permesso di entrare in quel manicomio! I miei genitori sono davvero invadenti, a volte!- Dopo aver pronunciato quelle parole mi resi conto della gaffe che avevo fatto –Scusami- Dissi sinceramente dispiaciuta. I suoi genitori, stando a quanto mi aveva raccontato la sera del nostro primo appuntamento, erano morti quando lui era piccolo.
-Ehi, non preoccuparti! So che è così- Era davvero rassicurante –Allora- Disse con un tono più allegro del solito –Cosa vogliamo vedere, al cinema?-
-C’è quel nuovo film, uscito la scorsa settimana, con Nicolas Cage!-
-Ottimo, ne ho visto il trailer in tv e sembra davvero interessante!-
Ci incamminammo e, mentre procedevamo per la trentaseiesima strada diretti verso la nostra meta, Leasl mi porse la mano
E cosa faccio io? Gliel’ho stretta come se fosse un avvocato! Lui è scoppiato a ridere e mi ha presa per mano, pubblicamente! 
Okay, eravamo usciti qualche volta, ma ci eravamo comportati per lo più come amici, quando poteva vederci qualcun altro! E invece ora stavamo camminando, mano nella mano come una felice coppietta!
“aaaaah, favolosa favolosità!”
Raggiungemmo il cinema, ma ecco una brutta sorpresa
-Salve, vorremmo due biglietti per ...- La commessa lo interruppe
-Tutti gli spettacoli sono già cominciati da almeno mezzora, non posso farvi entrare, mi dispiace-
-Come mezzora?- mi voltai verso Leasley –TU non hai guardato gli orari sul sito internet?- Scosse la testa verso destra e sinistra con l’aria di un cagnolino abbattuto
-Ma cosa devo fare con te?- Sorrisi e lo baciai 
Quando ci staccammo, domandai –Cosa facciamo quindi? Il cielo è poco promettente-
-Tranquilla, ho visto le previsioni meteo, non pioverà!-
Un gocciolone d’acqua piombò sulla mia fronte un momento dopo e, nel giro di qualche minuto si scatenò il diluvio universale.
 
Leasley 
“ma possibile che non ne faccio una giusta?? Di sicuro mi considera scemo!”
-Mi consideri scemo?- Domandai
“ma che cavolo dico!!”
-Vuoi una risposta sincera?- Cominciò a ridere, io mi innervosì un momento –Bè, di certo non sei il classico cavaliere senza macchia e senza paura...- 
“Si riferisce certamente a quando mi sono spaventato per quella rana!” Pensai ricordando il tragico avvenimento del nostro terzo appuntamento dove una rana mi era entrata dentro la camicia ed io avevo cominciato a saltellare come un cretino, facendo urletti stupidi.
-...più di una volta ho dovuto ricorrere alle salviettine ammazzalamacchia...- Continuò, mentre mi sentivo ancor più stupido
-...e spesso dici cretinate, ma sei una persona speciale- Concluse la frase con un bacio così passionale da convincermi.
Come se qualcuno, lassù, avesse percepito il mio cambiamento d’umore, la pioggia si fermò quasi repentinamente, svelando un cielo ugualmente cupo
-Forse faremmo meglio a trovare un posto dove rintanarci, approfittando della momentanea sosta della pioggia- Disse lei saggiamente
-Perché non andiamo a casa mia? Tanto non c’è nessuno- Proposi,e, quando la vidi irrigidirsi mi accorsi che quella proposta poteva essere notevolmente fraintesa,così mi sbrigai a specificare i dettagli.
-Sai, potremmo giocare alla playstation... o potrei farti assaggiare i miei famosi Spaghetti alla Carbonara!-
Mi sembrò leggermente sollevata dopo la mia ultima frase
-D’accordo- annuì lei –Tanto ho ancora un sacco di tempo prima di tornare a casa

Summer
“Ho visto ben due puntate di Once Upon a Time da quaranta minuti ciascuna, non posso rimandare oltre la mia chiacchierata con Emily” Pensai, così salì le scale, dirigendomi verso la prima camera a sinistra del corridoio.
Bussai tre volte, senza ricevere alcuna risposta
-Emily, sono io, Sum! Ti va di parlare?- Non ricevetti alcuna risposta
-Dai, Em! Voglio chiacchierare con te- Ancora silenzio tombale
Decisi di abbandonare le buone maniere e, abbassando la maniglia, spalancai  la porta della sua stanza.
Vuoto. Assoluto. La finestra era aperta ma di lei non c’era alcuna traccia.
Cercai di restare tranquilla anche se, e lo sapevo bene, la situazione mi stava spaventando parecchio
Composi il suo numero di cellulare, il segnale era regolare  ma nessuno rispose all’altro apparecchio. 
“Che cavolo sta cercando di fare quella ragazzina? Non vede come diluvia?!”
Dovevo fare il punto della situazione
“Allora, Emily non è nella sua stanza ma era in punizione, non risponde al telefono ma il segnale era libero... cosa posso fare? Di avvisare mamma e papà non se ne parla nemmeno, la ucciderebbero se venissero a saperlo e voglio avere io quest’onore. Non posso rivolgermi a Winter perché sta facendo la cicci-pucci col suo fidanzatino... Ryan!” 
Presi l’impermeabile giallo, gli stivali di gomma e l’ombrello. Purtroppo il livello dell’acqua era già notevole e, nonostante la sosta di una mezzora che c’era stata, aveva ricominciato a scrosciare sonoramente. Ryan era in salotto, così lo chiamai 
-Ryan, è urgente, vieni qui!- 
-Dai, vieni tu, non vedi che sono steso?-
-Ryan, quale parte di “è urgente” non capisci?- Replicai, accennando con lo sguardo alla figura dei miei genitori abbracciati.
-Che c’è?- disse raggiungendomi, io lo trascinai in cucina
-Emily è scappata dalla finestra e non ho idea di dove sia-
-mmm, interessante.. è ovvio che per ora dobbiamo arrangiarci noi e non chiamare i tuoi genitori-.
-Esatto, vai a vestirti, stiamo per uscire-
Appena piombati fuori di casa decidemmo di contattare i suoi amici che, sicuramente, avrebbero potuto avere qualche notizia.
-Niente da fare- Risposi delusa premendo il pulsante con la cornetta rossa del mio cellulare –Cassie non ha idea di dove sia-
-E Robbie non è in casa, sua madre non sa dove possa essere- Rispose Ryan
-Bingo, forse ci siamo, potrebbero essere insieme-
Provai nuovamente a telefonare a mia sorella, non ricevendo alcuna risposta
“Potrei ucciderla”

Winter
-Devo ammettere che sei un cuoco provetto- Mi complimentai con Leasley 
-Grazie, signorina! Ed ora....il dolce!- Rispose dirigendosi verso la cucina, per poi tornare nuovamente stringendo tra le mani due KitKat 
-Li adoro!- Mi precipitai sulla tavoletta
-Ehi, la mia buona cucina viene smontata da un semplice KitKat? Guarda che me lo riprendo...- Scherzò finendo di divorare la sua 
Si alzò dal tavolo per portare i piatti sporchi in cucina ed io cercai di imitarlo, inciampando sul tappetino a righe e finendo addosso a lui.
Se ciò fosse accaduto in un film di sicuro sarebbe stata una scena romantica tra il protagonista e l’innamorata. e invece no. Io l’ho colpito in faccia con un tagliere in legno.
“sono proprio un’idiota”
-Ahio!- Disse Leasley, più a causa della sorpresa che per il dolore
-Sei proprio un’imbranata- Sorrise
-Veramente, carino, mi sembra che sia tu l’imbranato qui! Anche se devo ammetterlo, mi hai stupita evitando di sporcarmi con qualche genere alimentare- Cominciammo entrambi a ridere
-Stai scherzando?!- E mi inseguì per tutta la casa, minacciando la povera sottoscritta con il solletico. L’appartamento era spazioso e decisi di arrendermi accasciandomi sul divano in pelle del salotto dove subito mi raggiunse
-Allora, chi è il pasticcione, dei due?- Disse torturandomi con il solletico
-lasciami, dai, lasciami!! Io, sono io la pasticciona, va meglio?- Lui sorrise, annuì e d’un tratto mi baciò. Le sue labbra erano morbide ed umide al punto giusto. Quel bacio ebbe il potere di farmi fremere dalla punta dei capelli alla punta degli alluci, trasportandomi in un mondo parallelo. L’odore di miele emanato dai suoi morbidi capelli mi stava inebriando, proprio come il suo sapore leggermente salato. Stavo quasi dimenticando di essere sdraiata insieme a lui su un divano, almeno finchè il cellulare non squillò, rompendo l’incantesimo dei precedenti minuti.
-Ehi, se volevi che tenessi la bocca chiusa potevi semplicemente dirmelo!- Scherzai, dirigendomi verso la borsa
-Pronto?- Domandai alla persona all’altro capo del telefono
-Ciaaaaaaao, Win!- Era mia sorella
-Che c’è?- Risposi piuttosto seccata
-Ehm, mi dispiace interrompere te e il tuo ragazzo...-
-Ma che interrompere! Non stavamo facendo niente!- Diventai subito color peperone
-....se, certo.. comunque c’è un’emergenza. Non ti allarmare, ma non riusciamo a trovare Emily-
-Come NON TI ALLARMARE? Me lo dici così, come se niente fosse?-
-Tranquilla! Siamo abbastanza convinti che sia con Robbie, solo che non riusciamo a rintracciarli-
“Menomale, se è con lui non corre alcun pericolo” Ero sinceramente sollevata
-Allora, dove possiamo vederci?- 
-Vieni alla piazza centrale, ci vediamo lì! Ah, porta anche il tuo ragazzo, due occhi in più fanno sempre comodo!-
-Solo se stai lontana da lui-
-Garantito-
“che cavolo sta succedendo?” Pensai
-che cavolo sta succedendo?- Domandò Leasley
-Se lo sapessi te lo direi.. per ora so solo che dobbiamo (si, dobbiamo, io e tu) sbrigarci, Emily non si trova più, oggi si è infuriata a casa ed è scappata-
-Sbrighiamoci- Disse, senza bisogno di altre spiegazioni
-Grazie- Lo baciai sulla guancia –Ti adoro- 


Emily
“Con Robbie è sempre tutto così semplice, gli ho spiegato la situazione e lui ha lasciato tutto per stare con me e consolarmi. Perché dev’essere innamorato di quella arpia?” 
-Sai, Emily? Mi ritengo davvero felice di essere tuo amico-
-Tu per me non sei un semplice amico...- 
“oddio, cosa ho detto? Devo rimediare assolutamente!”
-...ehm...sei il mio MIGLIORE amico!- E ho sorriso come un ebete
-ahah certo che sei strana!-
Eravamo a mezzo millimetro l’uno dall’altra, ero seduta come al solito sulle sue gambe e cosa mi viene in mente di fare?
Lo bacio.
E non un bacio durato mezzo secondo, un bacio vero! Lungo! Il mio primo bacio!
 Lui non si è tirato indietro, motivo per cui stavo inconsciamente esultando, almeno finchè non si è separato da me
-Senti per me non è facile.., c’è Hilary e... ehm, Cass..-
-oh, certo..- Non riuscivo a non far trasparire un filo di amarezza dalla mia voce –certo, lo capisco, è stata una cosa...giusto per fare-
Mi alzai dalle sue gambe e cominciai a camminare
-Allora niente...sarà meglio che io torni a casa, oppure i miei mi uccideranno se scoprono che non sono a casa.
Proprio in quel momento, sentì una voce chiamarmi
-Emily! Emily!- Sembrava che qualcuno mi cercasse
“Porca miseria, se ne sono accorti! Sarà meglio che io mi faccia trovare! Altrimenti passerò il resto della vita confinata in camera”
-Sono qui!- Gridai e vidi due figure avvicinarsi a gran velocità verso di me, erano Summer e Ryan 
-Emily, ma sei impazzita?- Fu la prima cosa che mia sorella disse vedendomi
-Scusatemi, sono stata una sciocca... è solo che non ce la facevo più..-
Ero pronta a sentire un rimprovero, ma sentii solo delle delicate braccia che mi circondarono. Una lacrima scese dal mio volto, ma ricambiai l’abbraccio di mia sorella
-Scusami, non volevo che tu, Win, la mamma o altri vi preoccupaste..- Ero sinceramente dispiaciuta, anche se non nego che l’avrei rifatto in una circostanza analoga
Anche Ryan inaspettatamente mi abbracciò. Io e lui non si può dire che abbiamo mai avuto un vero e proprio rapporto, ci ignoravamo e basta, il suo gesto fu completamente inaspettato, così lo strinsi anche io come avrei voluto fare già in altre occasioni, trattenendo quest’istinto.
Summer tirò fuori il cellulare e compose un numero,  probabilmente quello di Win e le telefonò, dicendo dove trovarci. 
Quando mi vide mi rimproverò almeno trentamila volte, dicendo che aveva quasi avuto un infarto e facendomi promettere di non farlo mai più, io acconsentì
-non chiamate mamma  e papà? Saranno preoccupati..- Domandai
-Tranquilla, non ho detto niente ai nostri genitori, ti avrebbero strangolata altrimenti- Summer sorrise, ed io la ringraziai spontaneamente
Mentre tornavamo a casa mi chiesero come mai la notizia del bambino mi avesse scioccata così tanto.
-Bè, non è facile vivere nella nostra famiglia! Io sono la più piccola, e questo è un grosso vantaggio, che perderò durante questo periodo perché la mamma avrà bisogno di tante, tantissime cose, ed io sarò costretta ad aiutarla. Io, non voi, perché voi avete una vostra vita,  non dovete tornare a casa alle 9 e mezza, la sera. Per non parlare di quando quel coso nascerà, mi toccherà fare da balia! E non ne ho proprio voglia- Risposi seccamente
-Scimmietta, guarda che stai crescendo, quando il bambino nascerà avrai poco meno di sedici anni e, fidati, il fatto di avere qualcuno a distrarre mamma e papà ti permetterà una serie di trasgressioni che non immagini- Winter cercava di rassicurarmi
-E per quanto riguarda pannolini, pappette e baby sitter, è ovvio che dovremo dare tutti una mano, compreso Ryan, ma non è figlio nostro! Se ne occuperanno loro! E pensa che tra pochissimo tempo partirai per il college, quindi...- Continuò Summer
-Certo che la pensate proprio allo stesso modo, voi due- Non riuscii a trattenermi, ma non mi sembrarono arrabbiate per quest’affermazione. 
Riuscì a sgattaiolare dentro casa e Summer, Winter e Ryan finsero un casuale rientro, almeno dopo 30 anni di saluti tra Win e il suo ragazzo che, devo ammetterlo, è molto simpatico!
 
  Angolo dell'autrice
Perdonate il terribile ritardo causato dall'eccesso di verifiche di questi giorni ç-ç 
Con questo capitolo non ho raccontato dell'appuntamento tra Heath e Summer ma ho preferito concentrarmi su un altro aspetto, rimandando il loro incontro.
Cosa ve ne pare delle novità di questo capitolo?
Ho notato che in parecchi hanno aggiunto la mia storia alle preferite/ricordate/seguite, ma allora perchè non lasciate nemmeno una recensione? ç-ç è davvero demotivante, nonostante l'elevato numero di visite che ricevo per ciascun capitolo, riceverne così poche!
Proviamo con un sistema, che ve ne pare se pubblico il prossimo capitolo entro venerdì se arrivano almeno 3 recensioni? :D spero sinceramente sia così e che non mi deludiate proprio come io sto cercando di non deludere le aspettative dei miei lettori

Un bacione, 
MoMo

 

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Capitolo 9
*** Fu come ricevere un masso di 10 tonnellate in testa. ***


Summer
Pigiai il bottone che poneva fine al fastidioso fracasso provocato dall’incessante suono della sveglia arancione posata sul comodino al lato sinistro del letto
“Ma chi me lo fa fare di svegliarmi all’alba, di domenica per giunta!”
-Non ci credo, TU che punti la sveglia alle 11 durante un giorno festivo?-  Mio cugino parlava steso sul suo letto con il suo laptop sulla pancia
-infatti questa non sono io, una persona brava e gentile si è impossessata del mio corpo! Ritrova la vera me stessa, Ry!-
-Stai delirando?- Domandò perplesso
-No, sono fin troppo seria! Sto diventando quasi gentile! Renditi conto, io che faccio un favore a Win, okay, ci può stare, è pur sempre mia sorella, ma io che le faccio ben DUE favori divento un caso da ricovero! Se poi consideri che lei non mi aveva nemmeno chiesto di aiutarla, si stava limitando a parlare tra sé e sé... poi mi preoccupo per Emily, con la quale non ho mai avuto rapporto, per non parlare di  Kyle, la mia nuova preda: sto cercando di conquistarlo, ma senza sembrare una facile. Che cos’altro succederà, prenderò una A nel prossimo test di inglese?- Conclusi ironica
-Questa nuova Sum mi piace moltissimo- Mi disse abbracciandomi
Spalancai le porte dell’armadio.
-Ma cosa cavolo ci si mette per un appuntamento con cane?-
-Appuntamento con cane?- Mi chiese stranito
-Si, pare che la passeggiata della città la faremo insieme a Ringo e Daenerys-
-Ma che razza di nome è Daenerys?-
-Oddio, siamo messi male! Eppure la scorsa estate avevi promesso di acculturarti di più riguardo le serie tv-
-Ma guarda che la conosco, ho visto Merlin!-
-Daenerys personaggio di Merlin.... mi stai prendendo in giro, vero?-
-Ehm...- Era visibilmente imbarazzato
-Oddio, cosa devo fare con te? Daenerys Targaryen è uno dei personaggi di....-
E mi lanciai nella spassionata descrizione della fanciulla e della serie tv del Trono di Spade, almeno finchè non fui costretta a chiudermi in bagno per fare una doccia, asciugare i capelli ed indossare un abito corto, color turchese, in stile orientale, passare un velo di correttore al di sotto degli occhi e mettere un lucidalabbra color fragola che mettesse in risalto le mie labbra.
“Oddio, e se in questi due mesi di astinenza avessi dimenticato come si bacia??”
Così per almeno 5 minuti mi allenai ad arricciare e rilassare le labbra, nella classica “posizione-bacio”
“Okay, sono imbarazzante. Però devo ammettere di non essere poi così male!”
Presi la mia fedele borsa dalla sedia (che utilizzavo come armadio) nella mia stanza e scesi al piano inferiore.
-Sto uscendo!- Annunciai a tutti
-Uscendo? Adesso? Ma tra poco si pranza!- Cominciò la mamma
-Cosa si mangerebbe?-
-Brodo vegetale-
-Urgh..Evidentemente non pranzerò!-
-Signorina, sai che non puoi saltare nessun pasto- Disse mio padre con aria severa
-Va bene, va bene capo, mani in alto- E alzai le mani rivolgendo i palmi verso di lui –Però non ho tempo di pranzare qui, ti prometto che comprerò qualcosa fuori-
-Sicuro?-
-Certo- E gli strinsi la mano, sigillando la promessa
-Allora va bene, mi fido..-
Salutai ancora con un rapido accenno della mano sinistra ed uscì sbattendo piano la porta di casa
 
Winter
Sbadigliai scendendo al piano di sotto
-Chi era alla porta?-Domandai
-Tua sorella è appena uscita-
“allora ci è andata!” Dentro di me stavo esultando, non volevo che Heath mi odiasse ma tantomeno pensare di far arrabbiare Leasley con una stupidaggine del genere
-Okay allora, che si mangia?- Chiesi pregustando già un bel pranzetto
-Brodo vegetale-
-Ahem.... mi sa che salterò il pranzo, sai mi sono svegliata da poco e non ho molta fame- Ma proprio in quel momento il mio stomaco mi tradì, facendo un rumore tutt’altro che fraintendibile
-Ma cos’ha il mio brodino che non va?- Domandò disperata la mamma e proprio in quel momento comparve Emily al di là della porta della cucina
-Semplicemente fa schifo- Disse schietta, prendendo dei biscotti e portandoli nella sua stanza,lasciando dietro di sé una mamma pietrificata
-Lo pensi anche tu?- Chiese impaurita, rivolta a mio padre che temporeggiò
-Ma non è che faccia davvero schifo.... è solo che fa.... ehm, caldo! Per il brodo, sai....-
-Okay, fa schifo!- Si rassegnò, buttando nel lavandino il contenuto della pentola più grande
“Alleluja, Buddha sia ringraziato!”
Poi ci ripensai “Okay, Dio, mi dispiace. Però se magari ti impegnassi un po’ di più, per esempio facendomi crescere il seno, credo che potrei tornare a venerare te!”
-Ma allora che si mangia?-
-Provvedete voi, io mi ritiro- E tornò, sconfitta, nella sua stanza, portando con sé una banana, seguita da mio padre che cercava di darle consolazione
Rassegnata, tirai fuori dal frigo gli ingredienti e cominciai a preparare un’insalata mista. Sarebbe andata più che bene accompagnata ai frutti di mare comprati quest’oggi da mio padre.
 
Emily
Winter aveva preparato il pranzo, così convincemmo anche la mamma a venire a tavola, nonostante la sua iniziale resistenza. L’insalata, con l’aggiunta di patate lesse, rape rosse ed altri ingredienti era davvero squisita, ma il pezzo forte sarebbe arrivato di lì a poco
-Emily, vai a prendere le cozze dalla cucina- Mi chiese mio padre ed io lo accontentai
“Magari se mi comporto da brava ragazza lui e la mamma riducono la mia punizione”
-MMM... sembrano deliziose- Dissi annusando il piatto e pregustandone già il sapore
La mamma sembrava un po’ schifata.
-Ma sono... andate a male?- Domandò perplessa.
-Ma che dici, scherzi? Sono freschissime- Rispose mio padre, ma lei non riuscì a trattenere un conato di vomito, così corse verso il bagno chiudendo la porta dietro di sé.
Io mi allarmai, chiedendomi come mai mio padre non la seguisse e mi alzai dalla sedia finchè non venni fermata.
-Emily, non preoccuparti, è normale che in questo....periodo abbia delle nausee- Tornai a sedermi senza nemmeno rispondere, mangiando leggermente accigliata, benchè conscia del fatto che fosse contro produttivo comportarmi così se desideravo uscire di nuovo prima dei quarant’anni.
Aiutai mia sorella a sparecchiare la tavola e lavai addirittura i piatti senza che venisse richiesto, poi raggiunsi mio padre e, con il tono di voce più dolce che riuscissi  a fare, chiesi se Karen e Cassie potessero venire qui.
-Emily, sei in punizione- Rispose secco.
-Lo so, papino, e mi dispiace moltissimo di essermi comportata da bambina sciocca e viziata ieri, la cosa non si ripeterà MAI più- Continuai, marcando con una voce più alta la negazione.
“Sembra stia per cedere”
-D’accordo, ma alle 8 devono essere fuori di qui- Corsi da lui e gli scoccai un bacio sulla guancia destra, ricevendo in cambio una scompigliata ai capelli.
“Che nervi quando gli adulti fanno così”
Corsi in camera mia ed inviai un sms alle mie amiche, informandole dell’incontro che si sarebbe tenuto di lì a poco.
Non potevo (né volevo) correre il rischio di invitare anche Robbie, dopotutto lui e Cass non si erano ancora riappacificati, e dopo ieri avevamo entrambi bisogno di riflettere su quanto era accaduto.
 
Heathcliff
 -Ciao!- Esclamai non appena vidi la bellissima sagoma della ragazza incontrata il giorno precedente.
-Ciao!- Rispose a sua volta –Sai, mi dispiace di essermi presentata io qui, ma mia sorella aveva... un impedimento-
-Non preoccuparti- Sorrisi dolcemente –la tua compagnia è decisamente gradita, ma... non hai dimenticato qualcosa?-
Assunse un’espressione confusa
-E cosa, scusami?- Domandò
-Ehm... Ringo!-
-Oddio, hai ragione! Ora faccio in un lampo!- Così corse a casa, mise il guinzaglio al cane e ritornò indietro, assumendo un atteggiamento calmo e allo stesso tempo pacato.
-Ciao bello!- salutai il suo amico a quattro zampe che, felice per le mie coccole, cercò di leccarmi –Dai, sta buono!- Ma non ero certamente arrabbiato
Ringo si allontanò dalla mia gamba per avvicinarsi a Daenerys e darle qualche leccatina
-Allora, mi ha detto Winter che ti sei appena trasferito! Dove abitavi prima?- Chiese incuriosita
-Abitavo ad Hutchinson in Kansas, ma mio padre ha ricevuto un ordine di trasferimento, quindi abbiamo dovuto traslocare per venire qui-
-E ne sei dispiaciuto?-
-Di aver lasciato il freddo, la nebbia e una scuola schifosa? No, non credo proprio- Sorrisi e lei ricambiò il mio gesto
“certo che ha dei denti perfetti, per non parlare delle labbra...”
-Qui in California certamente non soffrirai il freddo, dopotutto siamo quasi a novembre ed ancora indossiamo magliette a maniche corte o vestiti leggeri e senza spalline! Però non restiamo qui impalati, ti porto a vedere le...ehm... ‘bellezze’ della nostra città!-
 
Emily
Il campanello suonò più tardi,  ma  dagli sms ricevuti sul mio cellulare (un catorcio del XI Secolo!) sapevo che erano le mie amiche
“Cosa devo fare? Devo dire loro del bacio? Oppure lo tengo per me?” L’indecisione non era il mio forte, ma d'altronde non potevo correre il rischio che Cassie si arrabbiasse nuovamente con me, soprattutto considerando che da poco avevamo fatto pace e che l’amicizia con Karen era ancora un po’ instabile, almeno tra loro due! Io mi trovavo benissimo con lei.
“Forse Herr Kruger non ha commesso un’errore così grande nel metterci in banco insieme!”
-Ciao!- Dissi aprendo la porta e le ragazze ricambiarono il mio saluto
Avevo preventivamente preparato qualcosa per la merenda, una sostanza stranissima che aveva tutto l’aspetto di essere un cappuccino ma che in realtà era fatta da cioccolato solubile e latte freddo, con un paio di gocce di succo alla pesca e dei biscotti con le gocce di cioccolato (okay, non li ho fatti io, li ha comprati la mamma al supermercato!) sui quali ho spalmato della confettura, anch’essa alla pesca
-Em, ma ne hai preparati abbastanza per sfamare un esercito intero!- Scherzò Cassie, seguita da un segno di assenso di Karen.
-Bè, lei –Ed indicai Karen –mangia come un esercito intero, anche se non si direbbe vedendola-
Era effettivamente la verità, Karen era una di quelle ragazze che, pur mangiando un quintale di cibo non ingrassa mai, né ha mai un filo di cellulite! Non che io sia grassa, ma molto spesso dovevo ridurre le quantità (altrimenti colossali) di cibo da ingerire per evitare di diventarlo
Ci rintanammo in camera per parlare aggiornarci sulle ultime novità: anche se non era passato molto tempo dal nostro ultimo incontro erano moltissime le cose accadute durante il litigio.
-Cass, sei sicura che ti sia passata la cotta per Robbie?- Chiese Karen
-Si, in realtà credo si trattasse solo di una cosa passeggera, poi è evidente che mi ha scaricata per quella... quella.... bleah, anche solo il suo nome sembra velenoso- Si stava chiaramente riferendo ad Hilary
-Dai, ma se gli piace dovrà pur avere qualche... buona qualità!- Risposi speranzosa
-Io te ne so dire due- Scherzò Karen mettendosi una mano sul petto ed indicando prima la destra poi la sinistra, facendoci ridere come matte
-Comunque, Em, credo di doverti dire una cosa-
-E’ preoccupante, Cass?- Ne avevo abbastanza di brutte notizie
-No, assolutamente, credo sia una bella notizia- Disse, nonostante sembrasse dubbiosa - solo che oggi Jay mi ha chiesto il tuo numero di cellulare
 -Jay? Quello biondo del quarto anno?- Domandò Karen incredula
Effettivamente neppure io riuscivo a credere alle mie orecchie
-E tu? Gliel’hai dato??- Domandai, scuotendole le spalle
-Si, si, tranquilla! Ha detto che ti contatterà nel pomeriggio!-
-E cosa aspettavi a dirmelo??-
-Bè, te l’ho detto ora, non basta?-
“quella ragazza mi farà venire una crisi isterica”
-Cassie, ma come mai l’ha chiesto proprio a te?- Domandò Karen
-E’ amico di  mio fratello e ieri è venuto a casa nostra, mi ha vista e mi ha chiesto se fossi tua amica, così ho risposto affermativamente e dopo mi ha detto che voleva sentirti-
“AAAAh, la vie est belle!”
 
Summer
-Non ci credo, quindi tu hai DAVVERO finito di vedere tutte le stagioni di Doctor Who in un solo mese??- Provavo sincera ammirazione per il mio interlocutore che annuì
-Non posso crederci!- Continuai –eppure tu non sembri il classico Nerd, non sei né goffo, né brufoloso né altro!-
-Bè se per questo nemmeno tu!- Scherzò lui
-Dovrebbe essere una specie di complimento?-
-Se vuoi vederla così- E mi sorrise nuovamente
“questo tizio è capace di farmi sentire le gambe gelatinose, fra poco mi abbandoneranno!”
Si avvicinò leggermente a me ed i nostri occhi si incontrarono, anche se timidamente distolsi lo sguardo
“ora viene il bacio!” Mi dissi trionfante, ed effettivamente è quello che sarebbe successo, se non che...
SPLASHH
-Ma che cos...- Chiese
Eravamo letteralmente fradici d’acqua, ma non stava piovendo! Così guardammo in alto, dove c’era una vecchina affacciata alla finestra
-Andate a fare queste sozzerie da qualche altra parte- Disse con la sua vocina
-Ma è impazzita?- Avrei avuto voglia di gridarle, ma lo dissi a bassa voce, rivolta verso Heath che non potè fare a meno di ridere
-Però sta cominciando a raffreddarsi l’aria, e così bagnati faremmo sicuramente meglio a tornare a casa, altrimenti prenderemmo un malanno- Mi disse cingendomi le spalle con una mano
La mia delusione per la situazione era innegabile
-Forse si- dissi con un fil di voce
Così ritornammo verso casa e mi riaccompagnò alla porta
-Grazie di tutto- gli dissi sorridente –sono stata benissimo con te e grazie davvero per la crepe alla nutella che mi hai offerto questo pomeriggio-
-Grazie a te per essere stata con me- Sorrise (okay, aveva davvero un sorriso seducente e non perdeva occasione per mostrarlo)
-Allora ci vediamo presto- Dissi togliendo il guinzaglio a Ringo che fino a quel momento era stato con noi, insieme alla sua fedele compagna
-A presto- Rispose lui quando ebbi recuperato la posizione eretta e mi diede un bacio sulla fronte
“sulla....FRONTE?? ma che cavolo significa??”
 
Winter
Summer mi aveva raccontato tutto del pomeriggio trascorso in compagnia di Heath e non poté fare a meno di essere felice per loro
-Ma come hai potuto non uscire con un ragazzo figo come quello?- Mi chiese infine lei, quasi incredula
-Non volevo correre il rischio di incappare in situazioni romantiche...- Dissi con una voce bassa
-E perché no?- Domandò
-Probabilmente non puoi capirlo, ma credo davvero che Leasley sia ... quello giusto, per me intendo-
-Ohoh, quello giusto!- Mi canzonò
-Ecco, lo sapevo, non dovevo dirtelo!-
-Dai, non ti scaldare, stavo solamente scherzando- E mi tirò un cuscino sul viso, così le ricambiai il favore
-Ma non avete mai fatto...-Cominciò
-Cosa?-
-Ma come cosa? Sesso!-
-N-no! Insomma, ci vediamo da pochissimo tempo e... no, non ne abbiamo nemmeno mai parlato!-
-Mmmm..- sembrava dubbiosa, così le tirai un’altra cuscinata per abbandonare definitivamente quell’imbarazzante argomento
-Sai che con quel pigiamino sembri un confetto?- La stuzzicai
La mamma aveva preso il medesimo pigiama sia a me che a lei, me mentre il mio era in una semplice sfumatura di verde,  il suo era rosa da principessina (ed i fronzoli sulle maniche non miglioravano certo la situazione!)
-Senti chi parla, chi è che da piccola giocava in continuazione con la bacchetta magica?-
Cominciammo entrambe a ridere. Era una situazione strana, almeno per me: non eravamo mai state così pacifiche l’una con l’altra.
 
Emily
“Cavolo, sono le dieci ormai! Perché non mi ha ancora contattata?” Non riuscivo a crederci, la notizia di Jay era davvero allettante, era uno dei ragazzi più ambiti di tutta la scuola! E voleva ME! (anche se tecnicamente non mi aveva ancora nemmeno mandato nemmeno un sms)
In quel momento il display del mio cellulare si illuminò, muovendosi lentamente a causa della vibrazione poco potente
Tuttavia, il numero non era sconosciuto come quello che mi aspettavo, ma era memorizzato con il nome di Robbie
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Ehi, Emily, grandi notizie!!
Hilary ha accettato di diventare la mia ragazza!
 
Per me fu come ricevere un masso di circa 10 tonnellate in testa.
 
 
 

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Capitolo 10
*** Ah, dolorosi ricordi ***


Emily
-Si vede già un po’ della pancia di tua madre! Quando ieri siamo state a casa tua ce ne siamo subito accorte- Disse Karen indicando prima sé stessa  e poi Cassie: sono diventate molto amiche negli ultimi tempi
-Secondo lei è una cosa normale, dopotutto sono già trascorsi più di tre mesi ed è alla sua terza gravidanza, quindi...-
Non mi andava di affrontare questo argomento, motivo per cui mi concentrai su ciò che stavo trangugiando seduta al tavolino del bar di cui eravamo diventati clienti abituali: talvolta Stu, il giovane barista, sedeva con noi per chiacchierare del più e del meno, facendo una pausa dal suo lavoro.
-La cioccolata calda è quanto di più buono ci sia al mondo! Non è forse vero?- Ero veramente esaltata.
“Probabilmente il cioccolato ed i dolci in generale sono le cose che amo più di tutte!”
-Hai proprio ragione- Rispose Cassie, seguita da un cenno d’assenso del suo ragazzo.
Aah, dolorosi ricordi!
“Cassie ha incontrato quello che poi è diventato il suo attuale ragazzo al mio presunto appuntamento con Jay. Lui ed il suo amico sono venuti insieme, proprio come me e Cass secondo le istruzioni del messaggio. Purtroppo, Jay è un deficiente. Un completo idiota che non sa parlare d’altro che di Baseball. Insomma, non si può conversare per due intere ore solo del fatto che il battitore dei Chicago Cubs, un  tizio dal nome assurdo, è stato eliminato! Soprattutto se consideriamo il fatto che noi abitiamo a Morro Bay e non certamente a Chicago (che se la geografia studiata un paio d’anni fa non mi inganna, si trova proprio in un altro stato e a gran distanza da noi!!).
La conclusione è stata che io sono tornata a casa alle 9 di sera, facendo sorprendere alla grande i miei genitori con i quali avevo concordato fino allo stremo delle forze un orario di rientro che non sembrasse da ‘bambina-che-domattina-deve-andare-a-scuola’ mentre Cassie ha fatto le ore piccole perché la compagnia del ‘suo Dave’ le era piaciuta da impazzire. Tutto questo mentre io guardavo i Teletubbies alla tv, solo perché quello stupido apparecchio dell’anteguerra non riusciva a sintonizzarsi su nessun altro canale”
-Robbie non verrà?- Domandò Karen
-No, è impegnato con la sua RAGAZZA- Pronunciai le ultime parole con estremo disprezzo: insomma, come può essersi messo con quella biscia il giorno dopo aver baciato ME?
-Non la sopporti proprio, eh?- Mi chiese ironicamente Dave, conoscendo già la risposta alla sua domanda
-Diciamo che se fossi obbligata a passare un pomeriggio con lei oppure uno in compagnia di un branco di leoni affamati direi di sicuro ‘liberate le bestie’!- Così cominciammo a ridere
Non mi dispiaceva in alcun modo che Cassie avesse trovato un ragazzo (anche se certamente avrei preferito trovarne uno io),  perché Dave era davvero molto simpatico e gentile con tutti e soprattutto adorava la mia amica
“Anche Karen la pensa proprio come me!”
Presi un altro bel sorso di cioccolata calda
 
Winter
Eravamo accoccolati sul divano di casa di Leasley, da soli.
Avevo ovviamente mentito ai miei genitori, come spesso ultimamente: erano convinti che trascorressi interi pomeriggi con Amber, una delle mie compagne di classe con la testa tra le nuvole.
Erano tolleranti con Leasley ed erano felici che io stessi con lui (o almeno fingevano!), ma non avrebbero mai approvato che io andassi a casa sua senza la presenza di un adulto nel suo raggio d’azione. In realtà io trascorrevo gran parte del mio tempo libero a casa del mio ragazzo
“oh, come suona bene: Leasley è il mio ragazzo!” Stavo farneticando
-Win, ci sei?- Mi domandò facendo “ciao-ciao” con la sua mano enorme davanti alla mio viso
-Eh? Oh, si, scusa?- Arrossì
-Dov’eri finita?- Mi chiese sorridendo. Aveva davvero un bellissimo sorriso.
-Che vuoi dire?- Domandai perplessa
-Sembrava fossi andata con la mente da qualche altra parte!- Scherzò –Eri qui vicino a me ma fissavi il vuoto e sorridevi senza alcun motivo-
Di certo avevo raggiunto il colorito di un peperone maturo
-Dai, non dico seriamente!- Si avvicinò nuovamente a me e mi diede un appassionato bacio sulle labbra
-Stai per caso cercando di sviare la mia domanda?- Chiesi divertita
-Che domanda, scusa?- Fece il finto tonto
-Quella che ti ho fatto poco fa, quella sulle tue ex!-
-Aah, quella domanda!- Rispose, fingendo di cadere dalle nuvole
-Ho avuto qualche relazione quando ero al liceo, solo una di queste importante-
-E perché è finita?- Ero davvero curiosa
-Certo che sei proprio ficcanaso- Scherzò dandomi un leggero bacio –Lei si è trasferita nello Utah e da allora ci scambiamo solo qualche e-mail durante le feste programmate per i soliti auguri e ringraziamenti. Devo ammettere però che è stato un bene, considerando che aveva una caratteristica terribile!-
-Quale?-
-Era più alta di me!- E cominciò a sghignazzare. La sua risata era contagiosa, così cominciai a ridere anche io  -Ora tocca a te, piccola, che mi dici dei tuoi ex?-
“dovevo saperlo, che mi avrebbe fatto la stessa domanda” Mi maledì
-non c’è molto da dire- Risposi evasiva
-che mi dici di quel Simon a causa del quale non vuoi chiamarmi più con il mio primo nome?- Di sicuro moriva dalla voglia di saperlo
Stavo per raccontargli la solita balla del “eravamo in disaccordo su alcune cose”, ma decisi di dirgli la verità, di come mi voleva obbligare a fare cose che non avevo alcuna voglia di fare, di come mi prendeva in giro per il mio seno piccolo e di come non si fosse in realtà fatto tanti problemi con quello di mia sorella con cui era stato una settimana dopo aver rotto con me
-Wow, certo che è un idiota!- Era quasi sorpreso e così spontaneo da scatenare la mia ilarità
-Io non potrei mai chiederti di fare qualcosa che non ti va, lo sai vero?-
-Certo- Sorrisi e lo baciai, in realtà ero felice che me lo avesse detto, dal momento che quando ero con lui non potevo non pensare al fatto che lui avesse ben 4 anni in più rispetto  a me. Pensavo che si sarebbe comportato esattamente come Simon, anche se in realtà fino ad ora era lui a dire a me, seppur scherzosamente, di andarci piano, quando lo baciavo. Non potevo farci niente, era una sensazione inebriante!
-Oddio, sono già le otto?- Scattai in piedi e corsi nella sua stanza, dove il caos regnava sovrano, a prendere la leggera giacca che avevo portato con me
-Piccola, devi già andare?- Domandò con aria da cucciolo addolorato
-Si, purtroppo mi lasciai sfuggire con mio padre che Amber frequenta di sera un corso di recitazione, dalle otto e mezza in poi, così quando è convinto che io sia a casa sua devo rientrare prima.
Mi baciò a lungo, vicino all’uscio della sua porta, prima di richiuderla dietro di me.
 
Summer
Ryan è a pezzi.
Da una settimana a questa parte passa quasi tutto il suo tempo in camera, dorme pochissimo e soprattutto MANGIA pochissimo. L’aspetto più preoccupante dell’intera situazione è di sicuro quello, considerando che invece lui spazzola il piatto completo e, ne sono certa, se non se ne vergognasse leccherebbe anche il fondo dello stesso
-Ry, non puoi andare avanti così! Da quanto tempo non fai la doccia?- Domandai
-Da quando non ne vale più la pena- Rispose con il suo solito tono mogio
-Ma guarda la tua barba! Se non ti decidi a radertela, un’ intera colonia di insetti farà il proprio nido lì dentro!-
-Perché dovrebbe essere importante?-
Stava guardando il soffitto, fissando la crepa in direzione del suo naso
“In questa settimana avevo provato a farlo reagire in tutti i modi, con dolcezza, fermezza, compassione, avevo perfino cercato di convincere Heath a portarlo in giro per locali all’insegna di una serata ‘solo-uomini’, con tutto l’imbarazzo che quella domanda aveva provocato
La situazione si stava facendo davvero patetica, sembrava più depresso di quell’italiano, Leopardi, di cui la prof McGarber aveva parlato poco tempo fa a lezione.
Tutto questo perché? Perchè Isabelle si era comportata un po’ da scema con un ragazzo che le fa il filo così lui, geloso, l’ha mollata lì su due piedi, è corso via e ha dato inizio alla solita solfa a suon di ‘non sono abbastanza per lei, se evidentemente ha avuto necessità di fare così con un altro ragazzo’, oppure ‘non posso crederci, da lei non me lo sarei mai aspettato!’ o ancora ‘lei sa quanto io la ami, come ha potuto!’
Ryan ripete queste frasi più o meno 30 volte ciascuna nel giro di due ore, per poi ricominciare nuovamente
Secondo mia madre dobbiamo solo ‘aspettare che raggiunga nuovamente la pace interiore’. Ma intende dare consigli materni o lezioni di yoga??”
Esasperata, scesi di sotto, cercando uno spuntino.
Guardai nel frigorifero (che come al solito era semi vuoto) e non vi trovai niente.
Non potè far altro che dar fondo alla mia riserva segreta, così presi uno sgabello, lo avvicinai al mobile destro della cucina e, dal fondo, tirai avanti qualche barretta di cioccolato, decidendo di portarne una a Ryan ed una a Winter che era tornata a casa da poco.
Bussai alla porta della stanza di mia sorella e ne abbassai la maniglia
-Ciao Sum, che c’è?- Mi disse distratta
-Ciao! Volevo solo darti questa- E le porsi il Kinder Bueno che stringevo nella mano sinistra
-Grazie- Sorrise raggiante
-Sai una cosa?- Le dissi
-Cosa?-
-Grazie al tuo aiuto ho preso una B nell’ultimo test di matematica! Una B, ti rendi conto?? Ed è tutto merito tuo!-
Non so in quale modo, ma l’abbracciai, di mia spontanea volontà! Entrambe rimanemmo a bocca aperta
-T-Tu? L’hai fatto davvero?-Domandò, non credendo ai propri occhi
-Io...io...non  so perché l’ho fatto!!- Ero realmente stupita
Rimanemmo a fissarci per alcuni secondi, poi Win prese nuovamente la parola
-Sum, ma Ryan ha ancora il morale nello scantinato?-
-Purtroppo- Sospirai –Se entri nella mia camera riesci a vedere l’alone nero di tristezza che lo circonda, oltre alla puzza di calzino vecchio-
Questa mia affermazione la fece sorridere
-Ho una proposta!- Mi disse
-Allora, domani io e Leasley andiamo a giocare a bowling. Che te ne pare se, senza dargli spiegazioni domani lo costringi a fare una doccia, a mettere delle mutande pulite (e magari anche dei vestiti) e a venire con noi insieme a te e al tuo amico Heath?-
Era effettivamente una buona idea
-Sono fermamente convinta che non metterà delle mutande pulite ma....cercherò di farlo! Non sopporto più di vederlo così mogio-
-A chi lo dici! Lui è sempre stato così esuberante!-
-Ottimo allora. Domani avrà inizio la “MISSIONE-DEODORANTE”!-
 
Emily
-A proposito, Em, Jay mi ha chiesto di te!- mi disse Dave
-E tu cosa gli hai detto?- domandi con il terrore negli occhi
-Che eri sommersa dai compiti- e cominciò a ridere, aveva imparato a conoscere molto bene la mia avversione per i compiti, che era tuttavia inferiore all’avversione che nutrivo per Jay!
-Ottima scusa! Anche se la prossima volta potresti provare a dirgli che sono emigrata in Lapponia!-
Dopo poco, Cassie tornò a casa, accompagnata dal suo fedele ‘cavaliere’
-Dici che siamo proprio senza speranza?- Domandò Karen
-Che vuoi dire?- Chiesi mentre cominciavamo anche noi ad incamminarci
-Dai, abbiamo 15 anni e a parte qualche bacio occasionale non abbiamo mai avuto un ragazzo né lo vediamo all’orizzonte-
Effettivamente non avevo pensato a questa prospettiva
-Bè, non è tanto male...- Dissi, sapendo che nemmeno la sottoscritta era realmente convinta delle sue stesse parole
-Cassie ha un ragazzo e perfino Robbie è fidanzato (benché con un’idiota)!-
Decisi, nuovamente, di cambiare argomento
-Kar, i tuoi hanno firmato il permesso per la gita a Parigi?-
-Si, l’ho già consegnato in segreteria e non c’è stato alcun problema! E i tuoi?-
-Beh, li ho pregati e supplicati fino a portarli allo stremo delle loro forze, così hanno firmato- Risposi cominciando a saltellare sul posto, ero davvero elettrizzata all’idea
-Vuoi sapere chi di certo non verrà?- Disse in maniera retorica, conscia di avere un bel pettegolezzo fra le mani
-Hilary! Sua madre ha detto che non si fida ancora a lasciarla andare, quindi non vedrà Parigi!-
-E tu che ne sai?- Domandai incredula
-L’ho sentito mentre lo diceva ad Herr Kruger, anche se lei l’ha quasi bisbigliato! Sai che ho un udito molto fine!-
-...Disse la ragazza che non veniva svegliata nemmeno dal suono delle cannonate. Insomma, quando abbiamo dormito insieme, io e Cass abbiamo dovuto puntare tutte le nostre sveglie CONTEMPORANEAMENTE per farti alzare!-
 
Summer
Eravamo in attesa che la mamma portasse a tavola la sua meravigliosa Cheesecake ai frutti di bosco, dopo cena, quando qualcuno bussò alla porta d’ingresso.
-Vado io- Dissi alzandomi dalla sedia
-Ciao, Sum- Mi disse Heath dandomi un bacio sulla guancia destra
-Ehi! Dovevo proprio parlare con te per farti una proposta, ti va domani di venir..-
-Sum, non è il momento, sta arrivando qui mio padre-
-Tuo padre, ma è successo qualcosa?- Ero un po’ preoccupata
-Beh, ecco...-
-Ah-Ah! Siete voi i proprietari di quel mostro peloso?-Disse il padre del mio amico, indicando Ringo Star
-Cosa succede, il cane le ha distrutto qualcosa?- Domandò mio padre che nel frattempo mi aveva raggiunta
-Direi che sarebbe bello, se si trattasse solo di questo- Rispose sarcastico il sig. Miller
-Vuole accomodarsi?- Domandò mio padre
-Grazie ma non posso. Ero solo venuto ad informarvi che quella bestiaccia sta per avere dei cuccioli-
Ringo saltò sulle quattro zampe, alzandosi dalla posizione precedente. Se non fosse impossibile direi che aveva sgranato gli occhi
-Dei cuccioli?-
-Già, pare che lui e la nostra Daenerys si siano...frequentati, ultimamente-
Dalla sala da pranzo si sentì la (inappropriata) voce di mia sorella che diceva che almeno il nostro “nuovo” fratellino o sorellina avrebbe avuto un compagno di giochi.
Secondo me quella ragazza è proprio scema. Rifiuto di credere di avere il suo stesso patrimonio genetico
Angolo dell'autrice
Ciao a tutti! 
Come promesso eccomi, di mercoledì, con un nuovo capitolo tutto per voi!
Questo capitolo, come sicuramente avrete notato, è  di transizione, racconta, sintetizzando, ciò che è avvenuto durante i tre mesi di cui ho deciso di non parlare.
Che ve ne pare della mia scelta di fare un "salto nel futuro"? 
Inoltre, vorrei davvero ringraziare coloro che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate. Sappiate che vi adoro tutti :D 
Ed un ringraziamento particolare va ad _Aqua che, come sempre, ha recensito la mia storia
Riusciremo a quattro recensioni prima della pubblicazione del prossimo capitolo? spero sinceramente di si :)
A prestissimo, 
MoMo!

 

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Capitolo 11
*** "Evidentemente la tristezza non ha danneggiato nemmeno un po' la sua memoria" ***


Summer
-Ryan, non te lo voglio più ripetere: fatti una doccia e indossa degli abiti puliti!-
Sbuffando, mio cugino si diresse verso la doccia

“Chissà come fa a vivere in pace con sé stesso annusando l’essenza di criceto che emana!”

Decisi di prendere in mano la situazione, così raggiunsi il suo armadio in legno ancora chiuso e ne estrassi una bella camicia e dei jeans scuri. Ryan nel frattempo tornò dal bagno con l’asciugamano giallo avvolto in vita ed i pettorali scoperti
-Finalmente, odore di sapone!- e finsi di inspirare una boccata d’aria, ormai nuovamente profumata, ricevendo in cambio una cuscinata
-Ah, così diventi pure violento?- Dissi retoricamente
Lui ignorò il mio commento e si avvicinò al letto dove avevo riposto, in maniera ordinata, gli abiti che avevo scelto per lui
-I-io dovrei indossare...Questi?- Disse con il labbro tremulo
-Perché, cos’hanno che non va? Si abbinano magnificamente!- Replicai
-M-ma....questi... li ho indossati due settimane fa- Disse sull’orlo di una crisi di pianto
-E quindi?- Insistetti
-Ero uscito con la mia Isabelle- E giù a piagnucolare
Così provai una nuova alternativa: polo verde con jeans chiari, ma evidentemente non era soddisfatto nemmeno di quest’abbinamento, visto l'incremento della quantità di singhiozzi

“Uno dei motivi principali per cui non ho mai legato con Emily è che da piccola era una bambina super piagnucolona, quindi non la sopportavo. Ora, perché comincia a frignare pure lui che è grande  e grosso?” Sollevai gli occhi al cielo. In fondo tutto ciò che aveva nell’armadio era stato indossato almeno una volta con lei!

“Mi chiedo come possa indossare le mutande tranquillamente: le avrà di certo messe per uscire con Izzy!”

Esasperata, andai in camera dei miei genitori e tirai fuori dal cassetto di mio padre una maglietta assolutamente anonima e dei bermuda che sembravano più o meno della taglia di mio cugino

“Per indossare questi, papà doveva pesare ALMENO una tonnellata in meno!”

Tornai di là e, prima che potesse replicare, lo fermai
-O metti questi o ti stacco, uno per uno, tutti quei bei capelli riccioluti che ti ritrovi-
La minaccia lo atterrì
"I capelli sono sempre stati il suo tallone d’Achille, li adora!” 
Effettivamente, Ryan non era tipo da comprare un semplice shampoo, aveva bisogno di balsamo, maschera ricostituente, schiuma e cristalli liquidi, asciugandoli rigorosamente con il diffusore e a testa in giù. In più di un’occasione mi sono domandata se quest’atteggiamento non fosse un po’ troppo femminile, ottenendo da me stessa solo risposte positive
"Ogni volta che glielo faccio notare mi risponde con un 'esagegerata!', quindi ho anche smesso di parlarne"
-Ricapitolando, dov’è che andiamo?- La persona con cui ero costretta a dividere la camera aveva, finalmente, lavato anche i denti, motivo per cui non dovevo più temere per la mia incolumità (e per quella dei suoi interlocutori)
-Al Bowling!- Risposi entusiasta
-Ma ci sono andato tre mesi fa con Is...- Lo fermai immediatamente con un aneddoto
-Ti ricordi di quella volta, quand’eravamo più piccoli? Mamma e papà ci avevano portato lì per passare una sera diversa dalle altre e Win, che non riuscì a staccare le dita dai fori della palla dopo averle dato lo slancio, cadde e visto il pavimento scivoloso raggiunse quasi la fine della corsia di sedere a terra?-
Lo feci ridere, finalmente
-Ed Emily- Proseguì lui –Che era ancora molto piccola, cominciò a piangere senza sosta perché credeva che si fosse rotta le ossa delle chiappe!-
Ero decisamente riuscita a rallegrarlo
-Allora, siete pronti oppure vi lasciamo qui??- Domandò l’insistente voce di Winter dietro la porta chiusa della stanza
-Il tempo di mettere le scarpe!- Risposi
Fortunatamente avevo ricordato di indossare delle scarpe chiuse, portando anche  dei calzini. Sarebbe stato terribile dover mettere quelle schifosissime calze "pubbliche" ai miei meravigliosi piedi!

Emily
Quella sera rientrai a casa un po’ prima, ero incredibilmente stanca e Cass ed il suo ragazzo Dave erano incredibilmente smielati, visto che questo era il loro “secondo mesiversario” e, considerando che Karen sosteneva di stare poco bene, ho deciso di evitare di reggere il moccolo ai piccioncini. Menomale che Dave mi sta simpatico, altrimenti sarebbe la fine per lui.

“Come si possono festeggiare due mesi di prigionia di coppia?”

Ero realmente poco convinta. Insomma, non mi ero ancora avvicinata al “pianeta-maschio” e già ne avevo fin sopra le orecchie di loro
C’era un solo modo per alleviare la fatica di una giornata pesante quanto quella appena trascorsa: un bel bagno caldo
Presi dalla mia stanza il fedele accappatoio fucsia con il fiorellino sul sedere e ricordai di portarlo con me,  non volevo certo ripetere la dolorosa esperienza di qualche mese fa!
Apri la porta del bagno e mi immersi nella vasca d’acqua calda e schiumosa già preparata: profumava di lavanda

“Karen mi ha detto che la lavanda è uno degli oli essenziali che, insieme al sandalo e pochi altri, permettono al corpo di 
rilassarsi completamente. E' una fanatica di queste cose!”

Presi l’appunto mentale di ringraziare la mia amica per avermene  regalato un’intera boccetta per il mio compleanno trascorso ormai da un mese

“Chissà perché oggi Robbie non si è fatto vedere per tutto il giorno” Non potè fare a meno di pensare.

Mentre ero ancora immersa, notai che il display del mio cellulare si era illuminato, così tolsi un po’ d’acqua  dalla mano con il vicino asciugamani e mi alzai un po’ per raggiungere quel catorcio dell’anteguerra

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Robbie: Tutto bene, Emily?
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Emily: Considerando che si stanno avvicinando le 
vacanze di primavera non potrebbe andare meglio. Tu cosa farai in quelle due settimane?
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Robbie: Andrò a stare da mio padre per le vacanze. Tu, invece?
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Avevo dimenticato che George, il papà di Robbie, si era trasferito a Malibù dopo il divorzio, ma fino ad ora il mio amico non l’aveva mai raggiunto per le vacanze, era sempre venuto qui il suo scellerato genitore
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Emily: Io mi annoierò incredibilmente stando a casa
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Robbie: Dovremmo organizzarci meglio, la prossima volta, per fare qualcosa tutti insieme: io, Hilary, Cassie, Dave, Karen ed ovviamente tu
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Evitai di rispondergli con un “nemmeno tra un milione di anni”, così risposi semplicemente che ci si poteva pensare e nel frattempo inviai un messaggio alla mia amica malata

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Emily: Stai meglio, amichetta?
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Karen: Sai cos'ho scoperto?
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Emily: Sei sicura che io lo voglia sapere?
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Karen: In realtà non credo, ma te lo dico ugualmente....... *rullo di tamburi* se metti  un'abbondante quantità di bianchetto su un qualsiasi piano e ci componi qualche forma poi, dando fuoco al bianchetto questo continua a tenere, anche in fiamme, il disegno originale?
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"Questa ragazza mi spaventa sempre più!"
Cominciai a digitare nuovamente il numero di Karen per risponderle, quando il cellulare impazzì improvvisamente, cominciando ad emanare dal display una luce pallida fino ad allora sconosciuta, così spinsi diversi tasti sulla tastiera, cercando di risolvere la situazione e terminai di scrivere il mio sms

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Emily: Sai di essere la persona più idiota di tutta la California?
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Poggiai il cellulare ad una mensola e districai i capelli con la spazzola e per un momento pensai anche di asciugarli, ma optai per una via che ritenevo più semplice: dormire lasciando la testa penzoloni dal letto, così da permettere loro di asciugarsi con calma, restando lisci e senza alcuna fatica.
Mi misi sotto le coperte facendo attenzione a rispettare la mia idea, anche se era una posizione incredibilmente scomoda. 
Decisi di cominciare a contare le pecore

Winter
Leasl guidò la sua macchina fino al luogo prestabilito. Scendemmo dall’auto e ci dirigemmo verso l’ingresso della struttura, almeno finchè non ci rendemmo conto di una (per ora) spiacevole sorpresa
Non appena volsi lo sguardo verso la quarta pista, notai immediatamente dei lunghi  capelli corvini, fin troppo familiari, così diedi una gomitata a mia sorella rendendola immediatamente nervosa
-Che c’è?- Mi domandò seccata. Evidentemente avevo appena interrotto la sua amichevole conversazione con Heath.

“chissà perché quel tonto non si fa avanti” 

Senza rispondere le indicai la ragazza alla nostra sinistra ed immediatamente capì: Isabelle stava giocando a bowling con il suo spasimante, il ragazzo di cui Ryan era geloso
-Stavo dimenticando una cosa!- Disse Summer a voce alta, ma non abbastanza da poter essere ascoltata da Izzy
-Cosa?- Domandò Leasl
-Ho ricevuto un biglietto omaggio per.....il bar! Del minigolf! E...Scade oggi. Dobbiamo andare lì, non possiamo assolutamente restare qui!- 
Feci un cenno a Leasley che, voltandosi, capì immediatamente, a differenza di Heath che invece replicò
-Ma dai, Leasley ha guidato fin qui e...- In quel momento, Summer gli tappò la bocca con una mano, dicendo -Heath è d’accordo!- 
-Niente in contrario, Ry?- Domandai
-Una cosa vale l’altra- Mi rispose depresso. Per fortuna non aveva ancora notato la presenza della “dolce coppietta” al banco
Così salimmo nuovamente in auto e ripartimmo alla volta del minigolf


Heath
“Chissà perché Summer ha avuto quella reazione” Mi domandai più volte durante il secondo tragitto.

Non riuscivo proprio a spiegarmi il perché di quella situazione ed in più l’atmosfera stava diventando pesante, non c’era alcun dialogo tra tutti noi e Win, provando la mia stessa sensazione, decise di mettere un po’ di musica grazie alla radio dell’auto
-Allora, cosa volete ascoltare?- Domandò 
-Revolver!- Rispondemmo all’unisono io e Sum, menzionando il celebre album dei Beaetles, il cui cd venne immediatamente selezionato. 
Mi volsi a guardarla, era davvero bellissima. Indossava una camicetta scollata che metteva in mostra le sue (seppur affatto abbondanti forme) ed i capelli vermigli erano stati arricciati in una coda di cavallo che, benché semplice, rendeva il suo viso magnifico
“Povero me, mi sono preso una bella cotta!” Pensai voltando lo sguardo verso Winter che, con le labbra, sillabava un’unica parola, ripetuta più volte: ‘diglielo’, mentre io scuotevo la testa
La prima canzone a partire fu la più adatta per sciogliere la tensione: Yellow Submarine.
Alla fine del tragitto, durato ancora 10 minuti, cantavamo tutti insieme, come una scolaresca in gita


“We all live in a yellow submarine 
Yellow submarine, yellow submarine”


Facendo ripartire la canzone nel momento stesso in cui questa terminava.
Scendemmo dall’auto e, non appena le ragazze ebbero preso le loro borse, ci incamminammo verso il baracchino dove avremmo noleggiato le mazze da minigolf
-In quanti siete?- Domandò quello che, probabilmente, era il titolare del posto
Leasley si guardò intorno prima di rispondere 
-5- Disse alla fine 
-5 adulti, quindi 30 $ in totale- Ognuno di noi mise la propria quota vicino al registratore di casa ed un impiegato, al suo fianco, diede  a ciascuno di noi una mazza ed una pallina colorata, dandoci ovviamente l’ammonimento di non perderne nemmeno una.
La prima buca, la più semplice, era quella vicina al baracchino. Giocammo a morra cinese per decidere chi dovesse cominciare, onore che spettò a Summer.
Un tiro assolutamente perfetto le permise di far buca al primo colpo, guadagnando dunque un punteggio bassissimo sul cartello segnapunti che stava compilando Ryan man mano che tutti noi giocatori avevamo fatto il nostro tiro

Leasley
Winter era veramente negata per giocare a minigolf, tutti noi eravamo riusciti a segnare buca in massimo due colpi, mentre lei fu costretta a ripetere il proprio tiro: ogni volta la pallina rossa raggiungeva il traguardo, non cadendo mai in buca ma spostandosi (per sette volte) o a destra, o a sinistra dell’obbiettivo
Lei fece una linguaccia diretta a noi altri e, in tutta risposta, la tirai vicino a me scoccandole un dolce bacio all’angolo delle sue labbra, facendola diventare all’istante scarlatta
Alle buche successive, la situazione non mutò quasi: Ryan riusciva a raggiungere la meta con un solo tiro, noi altri comuni mortali con almeno due di essi mentre Winter, evidentemente negata per questo gioco, aveva totalizzato nella peggiore delle situazioni 23 lanci per fare buca (e nella migliore 5)
Win si vergognava della sua goffaggine le imporporava il viso e che, invece, la rendeva ancora più carina ai miei occhi
Terminata la partita decidemmo di fermarci nel giardino attiguo. La strategia delle ragazze si era rivelata vincente: Ryan, vincendo, aveva aumentato a dismisura la propria autostima, dimenticando almeno per un po’ i suoi problemi di coppia

Summer
“Ryan ed il suo ego stanno decisamente meglio, sembra che Isabelle sia diventata solo un ricordo. Di certo questa sua felicità 
non sarà duratura, considerando che almeno secondo me è ancora innamorato di Izzy, ma è un buon inizio. Mi chiedo cosa stia combinando lei con quel tipo” un po’ di rabbia mi pervase, pensando a quella situazione
Mio cugino interruppe i miei pensieri e, rivolgendosi verso me, disse
-Sum, ma quel biglietto omaggio per il bar?- 
“Evidentemente la tristezza non ha danneggiato nemmeno un po’ la sua memoria!”
-Ehm, si, sto proprio andando lì! Grrrrr...azie per avermelo ricordato!- Risposi
-Già che vai lì che te ne pare di prendere una bella birra al tuo cuginetto vincitore?- Domandò divertito 
-Certo... e voi altri volete qualcosa?-
-Non bevo, quando guido!- Rispose Leasley
-Ma che bravo ragazzo!- Commentò mia sorella divertita, declinando la mia offerta proprio come Heath
"Per fortuna me la sono cavata con una semplice birra!” 
Mi avvicinai verso il chiosco adibito a bar e prestai attenzione al ragazzo che lavorava dietro al bancone. Era un ragazzo carino, non di certo un’autentica bellezza considerando la generosità del suo naso, ma trasmetteva un certo fascino
-Ciao!- Mi rivolse la parola con entusiasmo
-Ehm..Ciao..!- Risposi io, un po’ meno esaltata di lui
-Come mai da queste parti?!- 
-Per... giocare a golf, no?-
-Oh, si, certo, che sciocco! Cosa ti porto?- Domandò
-Una birra ed un Mojito, grazie- 
-Certo!- E si mise subito al lavoro per la preparazione del mio drink –Ci vuoi del limone?- 
-Si, grazie- E mi porse la bottiglia sigillata ed il bicchiere –Quanto ti devo?- Domandai
-Per una bella ragazza come te offre la casa!-
Arrossì leggermene e presi con la mano sinistra la bottiglia di birra, mettendo in tasca il foglietto che il ragazzo aveva lasciato sul bancone, considerandolo uno scontrino. Ringraziai, strinsi con l’altra mano il bicchiere di vetro e mi allontanai, tornando dai miei amici 
Rimanemmo lì ancora per una mezzora, prima di rimetterci in macchina ed affrontare il ritorno, benché il minigolf fosse effettivamente poco distante dal centro della città dove abitavamo

Winter
Rimanemmo lì ancora per una mezzora, prima di rimetterci in macchina ed affrontare il ritorno, benché il minigolf fosse effettivamente poco distante dal centro 
Approfittando del fatto che non era ancora trascorsa la mezzanotte, una volta raggiunta la nostra destinazione facemmo scendere Ryan che, stanchissimo decise di mettersi subito a letto, Sum ed Heath che (come al solito) volevano parlare dell’ultima serie tv scoperta, The Vampire Diaries 
-Dici che prima o poi si dichiarerà?- Mi domandò Leasl
-Stando a quanto mi ha detto, teme un rifiuto con conseguente allontanamento anche dalla loro amicizia, quindi se accadrà non sarà una cosa rapida!- Risposi esasperata
-Finchè sta bene a loro...-
Leasl parcheggiò l’auto nel garage, sul retro di casa sua e noi rimanemmo ancora un po’ al suo interno, scambiandoci baci dolci, alternati ad altri molto passionali. Una sua mano si introdusse sotto la mia maglietta, facendomi irrigidire leggermente
-Tutto bene?- mi domandò, non smettendo di baciarmi. Trasmisi il mio cenno d’assenso mordicchiandogli leggermente il lobo dell’orecchio 
-Che te ne pare di andare in casa?- Domandai, abbassando un po’ il tono di voce
Così, ancora tenendoci per mano ci avvicinammo alla porta, notando però una figura femminile accovacciata sul gradino che, non appena ci avvicinammo, sollevò la testa
-Kayla?- domandò stupito Leasl
-Ciao, Simon! Come mi sei mancato!- Disse lei, avvicinandosi come un razzo e dandogli un bacio sulle labbra


 

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Capitolo 12
*** "Leasley, il ragazzo perfettino tutto dolce e carino?" ***


Emily
“Cavolocavolocavolocavolo! Sono per l’ennesima volta in ritardo!”
Mi alzai dal letto di scatto subito dopo aver visto l’ora e, ancora in pigiama, mi fiondai al piano sottostante dove era già pronta sul tavolo una fumante colazione a base di uova strapazzate
-Ah, finalmente ti sei svegliata!- disse la mamma con il suo solito atteggiamento da ... mamma!
-Certo che potevi anche chiamarmi!- Ribattei io
-L’ho fatto cinque volte e senza alcun successo!-
-Bè, la prossima volta fallo con più insistenza!-
La sentì sbuffare in cucina
-Dove sono Win e Summer?-
-Sono di sopra, scenderanno tra poco. Vai ad aprire la porta?- Alzai gli occhi al cielo.
Ovviamente, come sempre, quando qualcuno suona il campanello e gli altri sono occupati, mi tocca andare ad aprire.
-Aspetti qualcuno?- Domandai rivolta a mia madre
-E’ il ragazzo del giornale,  devi dargli i dollari che tuo padre ha lasciato vicino l’ingresso!-
Borbottai un “ok” e andai alla porta dove l’insistente postino stava continuando a suonare
-Arrivo!- Sbottai irritata. Distrattamente abbassai la maniglia e presi le banconote accartocciate dallo svuota tasche.
-Ciao!- Salutò lui esaltato
-Ehm, ciao- Risposi, non così elettrizzata
“Questo tizio ha un’aria familiare!”
-Piacere,mi chiamo Jason- E tese la mano
-Emily- Replicai stringendola vigorosamente
-Vai per caso alla Morro Bay High?-
-Ah-Ah!- Annuì. Mi avrebbe fatto arrivare in ritardo
-Allora ti conviene sbrigarti!- Mi sorrise, presentando una candida schiera di denti perfetti, prendendo le banconote che gli stavo porgendo
-Ah-ah- Annuì di nuovo. Probabilmente ero a bocca aperta, incapace di articolare suoni
-Allora ci vediamo lì! Buona mattinata- Accennò nuovamente un sorriso e si allontanò lungo il vialetto.
Percorsi il corridoio per tornare in sala da pranzo, sentendomi leggera come una piuma. Almeno finchè non intravidi la mia sagoma allo specchio.
Mi avvicinai un po’ di più, credendo di aver immaginato tutto ma... i miei incubi peggiori stavano prendendo forma. Sentì improvvisamente di pesare una tonnellata.
I....MIEI....CAPELLI!
“Fanno assolutamente schifo!! Come posso avere dei capelli così....orrendi, di prima mattina???”
Poi ricordai l’esperimento fatto la sera precedente, dandomi della stupida. Dopo aver (mentalmente) dato della stupida a mia madre per avermi fatto aprire la porta in quelle condizioni e, ora che prestavo più attenzione, con ancora indosso il pigiama dei pokèmon.
Corsi al piano di sopra per cercare una soluzione al dramma e, prima di tutto, mi vestì, per poi spruzzare un chilo e mezzo di lacca ai miei capelli, non appena questi avessero raggiunto una forma più o meno decente. Provai a toccarli ed erano diventati incredibilmente duri, ma non avevo più tempo. Le mie sorelle avevano già chiuso la porta una decina di minuti prima, così misi lo zaino in spalla ed andai, salutando la mamma sull’uscio.

Summer
Stamattina Win era incredibilmente silenziosa, cosa oltremodo strana per una che, come lei, non riesce mai a star zitta
Quando però ho provato a domandarle cosa non andasse, mi ha risposto che era tutto apposto e che non c’era alcun problema così, per cercare di farla svagare un po’, ho deciso di raccontarle una cosa strana accaduta durante la notte.
-Allora, Win, stavo sognando che Orlando Bloom mi chiedeva un appuntamento, scrivendomi l’ora ed il luogo su un bigliettino che avevo accartocciato quando, quel figo, si trasforma nel tizio cameriere di ieri. Ed aveva una faccia sconsolata!-
Non mi sembrò particolarmente presa dalla cosa, infatti continuò a sospirare (anche abbastanza rumorosamente)
-Insomma, che ti prende?- Domandai alla fine, cercando di eliminare la gentilezza
Mi aspettai di non ricevere alcuna risposta, che avrebbe detto “va tutto bene, Sum!”, ma non fu così. Decise di vuotare il sacco
-Leasley ha un’altra- Disse con tono di voce piatto
-Come lo sai?- Ero letteralmente sbigottita
-Li ho visti!- Una lacrima le rigò il viso –Appena lei l’ha visto (e, per inciso, lui mi teneva per mano) Gli ha scoccato un bacio anche abbastanza rumoroso!-
“NON POSSO CREDERCI. Leasley, il ragazzo perfettino e tutto dolce e carino??!”
-Ma... e lei chi era??-
-Non l’ho mai vista qui! Di certo non frequenta la nostra scuola. E’ molto carina- Sospirò
-Quanto?? Più di noi??- Ero un po’ incredula. Benché io possa essere considerata un po’... dura, soprattutto con il nuovo pircieng fatto appena qualche giorno fa, Win ha la faccia da brava bambina che fa impazzire i ragazzi!
-Bè, probabilmente si. È’ alta, bionda e con gli occhi azzurri. L’equivalente umano della Barbie!! Insomma, come può piacerle? Si vede da lontano un miglio che ha il naso rifatto!!-
-Bè, non posso parlare né in difesa né contro il suo naso, ma so per certo che a Leasley piaci TU per quello che sei, anche per i tuoi atteggiamenti innocenti (che francamente io non sopporto!)-
-Bè, grazie!- Rispose ironicamente, cominciando anche un po’ a ridere –Io gli piaccio ma lui se la fa con un’altra, le cose non tornano!-
“Oh, no! Sta diventando isterica come quando eravamo piccole. Solo che, allora si comportava così se prendevo i suoi pastelli colorati di nascosto, ora probabilmente ha un vero motivo per agitarsi così”
Per quanto cercassi di immedesimarmi in lei, non avevo mai provato niente di simile. Probabilmente perché  (e fu VERAMENTE dura ammetterlo anche solo con me stessa), non mi ero mai innamorata. Non avevo mai deciso di mettere un bel fiocco colorato, magari rosso, al mio cuore e consegnarlo a qualcuno. Ancora nessuno meritava tanto.
-Ma lui non ha provato a darti spiegazioni??-
-Sono scappata a gambe levate e, anche se ha provato a raggiungermi, quella COSA lo ha fermato e lui non si è sforzato a divincolarsi dai suoi tentacoli da polipessa- Diede un’occhiata al suo cellulare –Eccolo, è lui. È ALMENO la quattordicesima telefonata che mi fa, da ieri sera!- Alzò gli occhi al cielo, asciugò le lacrime che zampillavano dai suoi occhi con la manica della sua maglietta verde e mise lo zaino, già pronto in sul letto in spalla, così ci trascinammo fino alla fermata dell’autobus n.14.

Leasley
Non riuscivo a dimenticare lo sguardo smarrito di Win mentre osservava incredula la penosa scenetta. Proprio in quel momento, Kayla sbucò dalla cucina con solo indosso una maglietta maschile che (a mala pena) riusciva a coprire il suo fondoschiena
-Insomma, non puoi metterti qualcosa di decente, addosso?- Sbottai fortemente irritato
-Che cos’hai?- Mi interruppe, cercando di abbassare il tono di voce al fine di renderlo più sexy. Conoscevo questa sua strategia, eppure, ogni volta che adotta questo sistema, ho voglia di chiederle se ha bisogno di una caramella al miele per la gola.
-Mi chiedi che cos’ho? INSOMMA, NON HAI ANCORA CAPITO CHE QUASI CERTAMENTE QUELLA COSA CHE HAI FATTO IERI HA DEFINITIVAMENTE DISTRUTTO LA MIA STORIA CON WINTER? ANZI, CHE CERTAMENTE HA DISTRUTTO WIN?- Stavo letteralmente urlando, ma lei continuava a fare orecchie da mercante, fingendo che la cosa non avesse alcuna importanza
-Ma dai, era un innocente bacetto- Scrollò le spalle
-Un cavolo! Un’”innocente bacetto” si da sulla fronte, sulla guancia, sulla mano, ovunque! Tranne che sulle labbra! E soprattutto, non si da aggiungendo mezzo metro di lingua!!-
-Perché, vorresti dire che non ti è... piaciuto?- Pronunciò l’ultima frase cominciando ad accarezzarmi il petto
-No! Non mi è piaciuto! E, se proprio lo vuoi sapere, ci terrei tanto a capire perché sei ANCORA qui dopo il casino micidiale che hai combinato!-
-Lo sai! I miei mi stanno rovinando la vita!- Era leggermente esasperata
-Che cosa significa?-
-Sono scappata, per la serie “ti saluto”!-
-Ma sei impazzita? Saranno preoccupatissimi!-
-Al massimo potrebbe esserlo mio marito- Un momento. Avevo per caso le orecchie sporche, oppure avevo proprio sentito bene?
-Marito?- Ripetei quasi automaticamente
-Esatto, marito. Il tizio che i miei mi hanno obbligata a sposare quasi un mese fa-
“Ma insomma, nel XXI secolo esistono ancora genitori che organizzano matrimoni combinati??” Ero effettivamente sconcertato
-E tu ovviamente non provi niente per lui- Conclusi io
-Assolutamente no- Ribatté lei ovvia –tranne forse un po’ di disgusto visto che ha quasi 40 anni e mette ancora le dita nel naso-
-Arriva al dunque, perché sei qui?-
-Bè.. Carl, fin da quando mio padre ed il suo hanno organizzato il fidanzamento, ossia quando mi sono trasferita nello Utah, ha vietato che io lavorassi, motivo per cui non ho un soldo....-
-E..?- Domandai, esortandola a continuare
-E... sono tornata dall’unica persona che io abbia mai amato- Rispose abbracciandomi, mentre io restavo impalato come uno stoccafisso.
-Ma.. Non puoi restare qui! Io ho la mia vita! Il lavoro! Winter, soprattutto Winter! E, tra l’altro, come ti è saltato in mente di BACIARMI?-
-Bè, volevo vedere che effetto faceva poter baciare di nuovo qualcuno, provando per lui dei sentimenti.
-Non so perché non ti sbatto fuori di qui- Avevo la testa in preda al disordine e alla confusione
-Perché ti faccio tenerezza?- Sollecitò con il suo sguardo da cerbiatta
-Compassione, al massimo- Presi una giacca dalla sedia ed uscì di casa
                                     
Winter
Non riuscivo a concentrarmi. Fissai la lavagna e pensai di essere a lezione di arabo (anche se effettivamente stavo studiando francese, materia per la quale non ero particolarmente portata e in cui non eccellevo. Anzi, al contrario, faticavo per guadagnare una semplice B-, rischiando di compromettere la borsa di studio per l’università del prossimo anno)
Sono certa che l’intera classe, vista dall’esterno, aveva l’aspetto di un branco di mucche che cercano di imparare qualcosa di fisica nucleare. C’erano tre o quattro persone con le mani alzate che la prof ignorava deliberatamente
-...E con questo abbiamo concluso l’argomento del plus que parfait, su cui domani faremo una verifica a sorpresa...- disse miss. Allister
 -Prof, se è a sorpresa perché ci avvisa un giorno prima?- Domandò Jason, un mio (stupido) compagno di classe, motivo per cui la Allister rispose
-Perché voglio promuovere qualcuno, quest’anno- Era chiaramente ironica
-Bè, prof, se vuole promuovere qualcuno può darci del tempo in più per studiare!- Ribattei io irritata
-Non ho abbastanza tempo per svolgere l’intero programma e permettervi di recuperare, in una settimana, tutto il tempo perso durante le spiegazioni-
-Lei è un’insegnante. Gli insegnanti dovrebbero chiarire i dubbi degli alunni, non continuare imperterriti con quello che stavano facendo, ignorando chi ha bisogno di chiarimenti!- Avevo decisamente alzato il tono di voce
-Questo è il mio metodo di insegnamento- Sembrava impassibile
-Bè, se lo faccia dire, metodo completamente SBAGLIATO!-
-Signorina Wilson, esca fuori dall’aula- Continuò con il suo tono pacato. Io raccolsi le mie cose, compreso il raccoglitore verde su cui prendevo appunti, e mi avviai verso la porta
-Bene, così avrò più tempo per studiare per questa stupidissima verifica!!-
Non riuscivo a spiegare a me stessa il motivo di quella reazione. Se fossi stata zitta avrei, come al solito, studiato come una matta la sera prima per prendere la mia solita A. sapevo che con quest’uscita avevo compromesso la mia borsa di studio per il college.
Sapevo anche, che era la rabbia che provavo verso Leasl  colpevole dell’accaduto.

Emily
-Esattamente- Annuì soddisfatta
-Quindi vuoi dirci- Continuò Cass indicando prima sé stessa e dopo Karen –Che oggi pomeriggio hai un appuntamento con.. il ragazzo del giornale??-
-Si chiama Jason e....si!!- Ero estremamente appagata
-Ma.. come è possibile?? Come l’hai conosciuto? E com’è possibile che NOI non l’abbiamo mai incontrato?- Karen era su di giri, anche se ero certa di averne capito il motivo
-Ve l’ho detto! È il ragazzo del giornale, l’ho conosciuto un paio d’anni fa ma non ci eravamo mai presentati. Oggi sembrava felice per il fatto che ero stata io ad aprirgli la porta di casa e, dopo esserci salutati, quando sono andata a prepararmi (di corsa) per venire a scuola, lui era lì, fuori dalla porta, ad aspettarmi, dicendo che per oggi aveva finito il suo giro e che voleva accompagnarmi a scuola. Così abbiamo chiacchierato, chiacchierato e chiacchierato ancora e oggi pomeriggio andiamo a prendere un frappè e a fare un giro in roller-
Erano ancora incredule
-Insomma, cosa c’è che non va?- Domandai esasperata
-E’ solo.... Strano!- Commentò Karen -MOLTO strano-
-Sentiamo, cosa c’è di strano?- Sbuffai
-Il fatto che vi conoscete da così tanto tempo ma hai scoperto solo oggi il suo nome e, soprattutto, che ti abbia chiesto un appuntamento in così breve tempo. Ti conviene stare in guardia-
-Sento nella tua voce un pizzico di gelosia...- Commentai a bassa voce
-Cos’hai detto?- Si stava decisamente agitando
-Hai capito bene! Ti dà fastidio che io abbia un appuntamento e tu no! E con un ragazzo molto carino e gentile, tra l’altro! Ammettilo!-
-Stai scherzando?-
-No, non scherzo affatto!-
Cass si intromise
-Oh, smettetela di comportarvi da cretine! Em, Karen sta solo esprimendo la sua preoccupazione per te, non c’è bisogno di aggredirla! E tu, Kar, anche se non lo sei fino in fondo, prova ad essere felice per Emily!-
-E va bene....- Dissi con lo sguardo rivolto verso le mie Converse –Mi dispiace.. non pensavo davvero quel che dicevo, starò in guardia-
-Dispiace anche a me... prometti di raccontarci TUTTO ciò che succederà oggi pomeriggio- Anche lei fissava il pavimento e Cass, sorridendo, abbracciò entrambe, convincendo me e Kar  a fare lo stesso
 
 
Angolo dell'autrice
Ciao a tutti! Anche se dopo un mare di tempo, eccomi qui con un nuovo capitolo per la storia. Devo ammetterlo, questa (quasi) totale assenza di recensioni mi ha completamente demoralizzata, motivo per cui non so se effettivamente deciderò di continuare a pubblicarne altri, anche se quasi certamente deciderò di concludere la storia per me, essendomi parecchio affezionata ai personaggi e alla loro storia. Se non riceverò recensioni in questo capitolo, non ne verrà pubblicato uno nuovo.
I'm sorry
MoMo

 

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Capitolo 13
*** Non è certo colpa mia se vengo considerata come la tua brutta copia ***


Summer
Accettai l’invitante proposta di Heath così, all’ora di pranzo ce la svignammo da scuola, andando in riva al mare. Cominciava a fare caldo ed era veramente piacevole percepire sulla propria pelle il fresco scaturito dalla brezza primaverile. Con Heath le ore trascorrevano rapidamente, gli raccontai il casino accaduto a Win e Leasl,   che la mamma stava cominciando a metter su peso ed  altre sciocchezze e lui sembrava REALMENTE interessato a ciò che avevo da dire.
-Cavolocavolocavolo!- Esclamò lui
-Che cos’è successo, Heath?-
-E’ tardissimo!- Enfatizzò nuovamente fissando l’orologio da polso, così gli diedi anche io uno sguardo e dovetti (seppur riluttante) constatare che aveva ragione. Ci alzammo ed uscimmo dalla sabbia
-Ehi, prima di rimettere le scarpe togli almeno la sabbia dai piedi!- Gli dissi notando che aveva già messo le calze sulla sabbia bagnata
-Ops!- Disse, cominciando a ridere. Cavolo, aveva proprio una bella risata!
Scacciai dalla mia mente quel pensiero e gli raccontai dell’ultima puntata del Diario del Vampiro vista in streaming, almeno finchè non arrivammo nella nostra strada e lui mi lasciò sull’uscio di casa, stringendomi a sé. Non volevo lasciarlo andare, ma seppur svogliatamente, lo salutai e gli augurai una buona serata.
Pensai ancora a quanto fosse buono il suo profumo quando il mio stomaco brontolò, ma non avevo voglia di scendere di sotto quando mi ero appena spaparanzata sul letto. Dopo pochi minuti bussarono alla porta.
-Andate ad apriiiiireeeeeee??- Urlai
Non ricevendo risposta ricordai che mamma e papà erano al lavoro, Win era a lezione di violino ed Emily era uscita con un suo amichetto.
“Che palle! Non posso nemmeno stare abbandonata sul letto come mi pare e piace! Devo perfino alzarmi, trascinarmi di sotto ed affaticarmi ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso? Troppa fatica” Decisi di far finta di non essere in casa ma, insistentemente, l’ospite indesiderato continuò a bussare
“Okay, va bene, scendo, ma ho bisogno di una doppia razione di patatine fritte per questo sforzo sovraumano”
Il rumore provocato dalla pesantezza delle mie gambe rimbombava per tutta la casa, attualmente deserta.
Aprì la porta e, una figura del tutto inaspettata si presentò dinnanzi a me
-Che ci fai qui?- Domandai con estrema acidità
-Devo...dovrei parlare con tua sorella- Rispose Leasley arrossendo leggermente
-Sta studiando in biblioteca. E, detto tra noi, anche se fosse stata qui non ti avrei permesso di parlarle per deteriorare la sua giornata ancor più di quanto tu non abbia già fatto ieri-
-Senti.. non è affatto come credi!- Rispose lui, assumendo un’espressione colpevole
-E com’è, allora??- Ero su di giri, furiosa con lui per come aveva trattato Win
-Kayla è... la mia ex ragazza!-
-Sei consapevole del fatto che questo non migliora affatto la tua situazione?-
-Fammi entrare, così potrò spiegarti tutto!-
-Non è che ne abbia poi così tanta voglia, eh!-
-Andiamo, Sum!-
-Okay, d’accordo. Entra, ma devi essere fuori di qui in massimo dieci minuti, altrimenti ti caccio a pedate-
-Va bene- Sospirò esasperato
Mi girai, facendogli spazio, quando sentì un tonfo dietro di me. Guardai in direzione della porta e non vidi più Leasley dinnanzi a me, così abbassi lo sguardo e lo scrutai. Era steso a terra. Inciampato nel gradino che precede nella porta d’ingresso
Non riuscì a trattenere una gustosa risata e sussurrai, in modo che non potesse sentire
-Chissà cosa ci trova di bello Win in uno come te!-
-Me lo domando anch’io- Fu la risposta che ottenni, dal tono amaro
-Okay, con questa bella... ehm.. esibizione, hai guadagnato un punto. Cerca di non rovinare tutto con quello che hai da dire. Pensa a ciò che hai da dichiarare mentre vado a prendere delle patatine e ricorda, tutto ciò che hai da dire potrà in futuro essere usato contro di te-
-Lo terrò a mente, comunque grazie ma per me niente patatine-Disse educatamente
-Le patatine, veramente, sono per me- Risposi, come se fosse la cosa più ovvia del mondo sparendo in cucina, per poi riemergere con un sacchetto di plastica nella mano destra da cui, in poco tempo, continuavo a tirar fuori patatine
-Non so cosa ti abbia detto Win...- Cominciò
-Mi ha detto tutto. Che tu, tizio perfido ed orribile, hai baciato una ragazza (una sventola, tra l’altro) mentre tenevi ancora per mano mia sorella e che non le sei nemmeno corso dietro per cercare di riparare al danno che hai provocato-
-Io ho provato, ma Kayla mi ha trattenuta!-
“Ha un nome da sgualdrina” pensai e, allo stesso tempo, lo dissi
-Ha un nome da sgualdrina.- Lui ignorò il mio commento e proseguì
-Come stavo dicendo poco fa, lei è la mia ex ragazza. Si è trasferita nello Utah qualche anno fa e lì, quel troglodita di suo padre, l’ha costretta a sposare un tale che ha più di vent’anni rispetto a lei e che incarna la figura del tipico marito dell’ 800 europeo..-
-Momentomomentomomento- Lo fermai –Vuoi dire che nel XXI secolo esiste ancora qualcuno che organizza davvero matrimoni combinati??-
-E’ quello che le ho chiesto anche io, ero sinceramente incredulo! Quando stavamo insieme però conobbi i suoi genitori, i tipici signori che abitano in una villa ad almeno quattro piani, con almeno cinque cameriere, un paio di maggiordomi, cuochi e dame di compagnia. Sembrava di tornare indietro nel tempo! Così le chiesi spiegazioni e lei mi rispose, facendo spallucce, che i suoi genitori sono parenti di una qualche nobile famiglia, probabilmente di visconti o duchi, fedeli alle proprie tradizioni che credono essere  valori inalterabili e..-
-D’accordo, sorvolando sulla nobile stirpe di quella lì, che altro hai da dirmi?- 
-E’ scappata! Scappata dalla vita pietosa che conduceva nello Utah e, parole sue, è voluto tornare dal suo amore di gioventù-
-Ed il bacio??-
-Non è stato voluto da parte mia! Te lo giuro, devi credermi, mi ha colto alla sprovvista, ero completamente disarmato e Win è corsa via come un fulmine! Ti prego, devi aiutarmi a farla ragionare!-
Aveva quasi le lacrime agli occhi, cosa che effettivamente mi colpì.
La porta d’ingresso sbattè e sentì la familiare voce Winter annunciare di essere rientrata
 
Leasley
Nella mia mente fu come se la scena si stesse svolgendo al rallentatore.
Entrò nel soggiorno. Mi fissò per un paio di secondi, per poi spostare i suoi bellissimi occhi verso la figura di Summer. Poi fissò nuovamente me. Si girò di scatto, cominciò a correre per le scale, si rintanò in camera e ascoltammo il suono della chiave che girava nella toppa.
“Non posso lasciarla andar via così”
Questa volta non esitai e, correndo, salì in fretta le scale cominciando a picchiare i pugni all’unica porta chiusa che intuì essere la stanza di Win
-Win apri la porta, ti prego!- Non udì alcuna risposta, se non un sommesso singhiozzare
-Ti prego, Win..- La mia voce cominciava ad essere tremante –Voglio dirti cos’è successo, ma ti prego di credermi!-
Soffiò il naso, non rispondendomi. Interpretai (forse scioccamente) quel gesto come segno di assenso, così mi sedetti, tenendo le mie spalle contro la porta di legno di mogano della sua stanza e cominciai a raccontarle ciò che era accaduto, fermandomi ogni tanto per asciugare le stille di lacrime che, a momenti alterni, scendevano lungo le mie guance, cercando di non farle scoprire, dal momento che altrimenti avrei mostrato ben poca virilità
Ero certa che lei fosse nella mia stessa posizione, la conoscevo bene nonostante stessimo insieme da così poco tempo
 
Emily
Messi i pattini in spalla, camminai diretta al parco dove finalmente avrei incontrato Jason. Non era ancora arrivato, quindi occupai una panchina e mi sdraiai sul sedile, rimproverandomi mentalmente di non aver fatto un po’ del classico “ritardo da ragazza”. In realtà l’avevo sempre considerata una cosa insensata: perché le femmine dovrebbero poter fare anni di ritardo, adducendo come giustificazione il fatto che possono portare una gonna?
"A me le gonne nemmeno piacciono!” Ricordai a me stessa. Da secoli ormai non mettevo un vestito o una gonna. Mi facevano sentire a disagio, contrariamente rispetto alla mia fedele maglietta con lo Yin e lo Yang
“Uffa, mi sto scocciando!” Pensai, fin quando una figura non si piazzò a 20 cm di lontananza dal mio naso, facendomi sobbalzare
“AH!” Urlai quasi, per poi riconoscere la  folta chioma di ricci biondi che si ergeva a poca distanza da me
-Ah, sei tu? Mi hai quasi fatto prendere un’infarto!-
Lo vidi sorridere
“Complimenti Em, sei riuscita a mostrare il maschiaccio che è in te nonostante avessi giurato a te stessa di non farlo! Vedi di  non rovinare tutto!” Mi ammonì mentalmente
-Ciao, Emily!- Esclamò con voce solenne
-Ciao, Jason!- Risposi facendogli il verso
“Perché non perdo mai occasione per comportarmi da cretina?”
-Allora, cosa ti va di fare?-  Mi domandò
-Mmm... pattiniamo un po’, visto che li abbiamo portati?- Indicai i Roller sulle mie spalle e quelli di Jason
-D’accordo!-
Infilai quelle cose terribilmente scomode ai piedi. Ormai i pattini mi andavano troppo piccoli, non li usavo quasi più, ma non potevo deludere Jason
-Allora- Cercai di conversare –Frequenti la mia stessa scuola, giusto?-
-Esatto-
-Eppure non mi ricordo di te..- Per l’ennesima volta parlai senza pensarci
-Io mi ricordo di te, invece! Poco tempo fa hai litigato con un mio vecchio amico, beccando tre settimane di punizione per averlo sbattuto con parecchia forza all’armadietto-
Impallidì all’istante, ricordavo benissimo ciò che era successo quel giorno. Quell’idiota al cubo di Derek stava stuzzicando me e Cass dicendo che avrebbe tanto voluto scoparci, magari nel ripostiglio delle scope della scuola (credendo di avere appena fatto chissà quale battuta divertente!) oppure in bagno, facendo forza sulla spalla della mia amica affinchè lo seguisse. Cassie trattenne a stento le lacrime, io reagì con tutta la forza che avevo in corpo e lo sbatté contro l’armadietto di una matricola che se lo ritrovò completamente deformato. Allora, Derek era più basso di me, quindi mi era stato piuttosto facile. Adesso non sarebbe potuto andare nello stesso modo, dal momento che nell’ultimo mese e mezzo aveva guadagnato almeno 10 cm.
-Eri con quello stronzo?- Domandai, cercando di restare tranquilla
-Esatto- Annuì lui –E’ proprio uno stronzo.. per questo non...lo frequento più-
-Mh...- Ero ancora dubbiosa, la sua espressione non era granchè convincente –Se lo dici tu- La sua esitazione non era certo rincuorante
-D’accordo, allora cominciamo!- Disse sollevandosi dalla panchina, con me che lo seguivo a ruota
Benchè fosse doloroso per i miei poveri piedi, smisi in pochi minuti di sbandare, riuscendo a perdere l’atteggiamento da ubriaca che dovevo aver assunto prima in poco tempo.
Cominciammo a passeggiare  e, in pochi minuti, raggiungemmo il lungo mare, così mi fece una proposta
-Che te ne pare? Facciamo una gara  e chi arriva ultimo da McConnor’s offre un frullato all’altro!-
Annuì, ero combattiva.
Bevvi un sorso d’acqua dalla borraccia nel mio zaino e lo rimisi in spalla, per poi scambiare uno sguardo d’intesa con Jason che disse
-Allora al mio tre: 1,2,3!-
Così partimmo entrambi nello stesso momento, fulminei, piroettavamo tra la gente cercando di divincolarci dalla marea di gente che, come al solito, occupava il lungomare.
-Visto, sono velocissima!- Risi, girandomi di schiena, continuando a correre, inciampando in un San Bernardo che era accucciato lì
Jason cominciò a ridere di gusto, ma si fermò per porgermi una mano. Il contatto con la sua mi fece rabbrividire, ma il contatto con il pavimento mi provocò una scossa elettrica lungo la colonna vertebrale
-Non riesco!- gli dissi
-Si che riesci! Coraggio-
-Non ce la faccio, mi sono slogata una caviglia- Dissi stringendola. Si fece pensieroso, mentre intorno a noi si formava un capannello di gente che proponeva di chiamare l’ambulanza, offerta che declinai
“Insomma, un’ambulanza per una semplice caviglia slogata? Che esagerazione!”
-Vieni, ti accompagno io a casa- disse chinandosi, offrendo la sua schiena alla mia presa che afferrai all’istante. Emanava un ottimo profumo di pino, nonostante avesse quasi certamente sudato moltissimo  

Winter
Attraverso il legno della porta potevo ascoltare un suono familiare, già sentito molte volte quando poggiavo il mio orecchio contro il petto di Leasley, il suono del suo respiro. Alcune volte si arrestava, come se lui avesse dimenticato di prendere fiato.
Sentì la porta d’ingresso sbattere ed una voce femminile che salutava Sum che (certamente) era ancora sdraiata sul divano come prima.
Leasley si allontanò dalla porta e, svogliatamente, scese di sotto e, dopo aver salutato la mamma, uscì di casa, probabilmente per tornare dall’altra sua ragazza, quella Kayla.
“Perché Summer l’ha lasciato entrare? Come le è venuto in mente?” Ero realmente irritata con mia sorella
Mi sdraiai sul letto, cercando di soffocare il suono delle lacrime con l’aiuto del cuscino, riuscendoci, benché solo in parte
Non so bene per quanto tempo rimasi così, ricordo solo il rumore dei bicchieri e delle stoviglie con cui stavano certamente apparecchiando la tavola, quello dei cucchiai d’acciaio con cui mia madre cucinava ed infine il nuovo sbattere della porta d’ingresso che annunciava il rientro di mio padre che, nel giro di pochi secondi chiedeva dove fossi.
Qualcuno salì le scale e bussò alla porta della mia stanza, senza che io rispondessi
-Win, dai, apri la porta!- Era Emily
-Se vuoi entra, Em-
-Che brutta cera- Disse sedendosi sul mio letto –ti va di dirmi che cosa è successo?-
-Non preoccuparti, Em. Piuttosto tu sei tutta agghindata! Con chi sei uscita oggi pomeriggio? Robbie?-
-Perché ora mi chiami solo Em? Dov’è finita la Scimmietta?- domandò un po’ stranita
-Scusami, Scimmietta. Ti va di raccontare?-
-Oh, Win! Ho passato una delle più belle giornate della mia vita!-
-Aspetta un momento, che hai fatto alla caviglia?-
-Oh, niente di grave, sono caduta con i pattini e mi sono slogata una caviglia-
-E come hai fatto a salire le scale per arrivare qui?-
-oh, mi sono semplicemente trascinata, seduta sui gradini sono salita con grande calma- disse con estrema naturalezza
“Che peste!”
-Ho incontrato un ragazzo- Continuò –Ed è così carino, dolce, simpatico, eccezionale!-
-Allora dovrò conoscerlo, non credi?-
Sorrise ed annuì
-Ti piacerà un sacco-
-Lo spero!-
-Tornando all’argomento principale della chiacchierata, cosa TI è successo?-
-Ho chiuso con Leasley, non voglio più vederlo! Non voglio più vedere nessun ragazzo fino alla fine dei miei giorni-
-Ora pensi questo, proprio come credevo io che accadesse dopo il “fidanzamento” di Robb...- la sua voce venne interrotta dall’urlo di papà dalle scale
-E’ PRONTO, VENITE A TAVOLA-
-Em, io non ho fame. Diglielo tu, ora che scendi-
-Dai Win, sai che rischi che nostro padre salga qui e ti porti giù di peso!-
-Ora non ho voglia di cenare, né di scendere e soprattutto di ricevere occhiate preoccupate da parte di mamma e papà che, non appena sputerò il rospo, cominceranno a fare commenti di come, ai “loro tempi” le cose fossero diverse e su come i ragazzi fossero più affidabili allora, elogiando (ovviamente) nostro padre come esempio di uomo perfetto. La storia si ripete, Em, proprio come dopo Simon-
-RAGAZZE!- L’urlo si propagò nuovamente fino al piano superiore
-SIIIIIIIIII- Rispose sbuffando Emily e giurerei di aver sentito papà commentare qualcosa come “impertinente”.
-A dopo, Win- Disse Em zoppicando e chiudendo la porta dietro di sé.
La sentì discutere con mio padre, di certo del fatto che non volevo scendere, per almeno 5 minuti, finchè qualcuno non bussò nuovamente alla porta
-Winter, tesoro, sono la mamma-
“Perfetto. Ora comincia l’interrogatorio” prima che potesse proseguire, dissi
-Ho capito, papà sta rompendo. Sarò costretta a scendere-
                                                       
Anne
Emily era incredibilmente su di giri, non la smetteva più di parlare. Al contrario delle altre due figlie che, a stento, rispondevano con monosillabi alle domande che io e mio marito rivolgevamo
-Dov’è finito Ryan?- domandai per cercare di introdurre un nuovo argomento di conversazione
-Boh- rispose con acidità Winnie che ancora non aveva toccato nemmeno una briciola nel suo piatto, ricevendo sguardi ammonitori da mio marito che non approvava la situazione
-E’ uscito con una tale Jessica-  Rispose invece Sum
-Jessica, e chi è?- Immediatamente Emily drizzò le orecchie
-E’ un’ “amica”, stando a ciò che dice-
Forse ero riuscita a fare qualcosa per risollevare l’umore generale, almeno finchè mio marito non si intromise
-Tu Winnie non ne sai niente?-
-No. E SMETTETELA DI CHIAMARMI WINNIE- La sua affermazione (o meglio il suo urlo) lasciò senza parole tutti, a tavola e Winter, ancora su di giri, si alzò da tavola salendo le scale con la velocità di un fulmine
Ero ancora sbigottita, così chiesi a Summer ed Emily cosa fosse accaduto e loro risposero scrollando le spalle. Certamente si trattava di solidarietà tra sorelle.
 
Summer
Finita la cena mi alzai da tavola con velocità, chiedendo ad Em di sparecchiare al posto mio e, siccome era ancora tutta eccitata per il suo “appuntamento”, accettò di buon grado.
Bussai più volte alla porta di Win e, non ricevendo alcuna risposta, decisi autonomamente di entrare, abbassando la maniglia e vidi la sua figura, stesa a pancia in giù sul letto. Sentendo che mi stavo sedendo alla sedia girevole della sua scrivania voltò il viso verso di me e, tra i denti, mi disse di sloggiare
-Win, non comportarti da bambina!-
“Oh-oh”, Pensai dopo poco “parole sbagliate. Con mamma e papà si è arrabbiata proprio per questo!”
Infatti, cominciò a parlare, aumentando gradualmente il tono della voce
-Tu..tu...dici a me che sono una BAMBINA??! NON E’ CERTO COLPA MIA SE VENGO CONSIDERATA COME LA RAGAZZA FRAGILE,CHIUSA IN SE’ STESSA,  UNA BRUTTA COPIA DELLA FORTE, SIMPATICA E SPIGLIATA SUMMER! NON E’ COLPA MIA SE PARAGONATA A TE VENGO CONSIDERATA UNA BAMBINA, IN FONDO IO NON L’HO ANCORA MAI FATTO, AL CONTRARIO TUO!-
Cercai di mantenere la voce pacata, non volevo certo urlare anche io, nonostante fossi certa che al piano di sotto mamma e papà stessero ascoltando scioccati tutta la conversazione
-Scusami, Win, mi sono espressa male. Non capisco semplicemente perché tu sia così fissata su ciò che pensi da non dare a Leasley nemmeno una possibilità in più. In fondo, ha già spiegato come sono andate le cose e, detto tra noi, gli credo. Passando al secondo punto in questione, N-E-S-S-U-N-O ha mai detto che tu sei la mia brutta copia e non credo proprio che qualcuno l’abbia nemmeno mai pensato
-tutti....tutti....TUTTI LO PENSANO!- la sua voce inizialmente era poco più di un sospiro, per poi trasformarsi nuovamente in un urlo stridulo –ANCHE LEASL, PIÙ DI UNA VOLTA HA PARLATO DELLA TUA SIMPATIA, SPONTANEITA’. LUI PREFERIREBBE TE, SUMMER, LO SAPPIAMO ENTRAMBE-
Ma cosa stava farfugliando? Non poteva pensarlo seriamente!
-Ma cosa dici?? Non credi che se avesse voluto mettersi con me non l’avrebbe fatto?-
-NON NE AVEVA AVUTO IL TEMPO! ERA RIMASTO INEBETITO DA ME PRIMA DI SAPERE CHE AVREBBE POTUTO, SE AVESSE VOLUTO, AVERE TE-
-Hai detto bene, Win, SE avesse voluto. Lui è innamorato di te, è stato innamorato da te sin dall’inizio e tu sei troppo concentrata su te stessa da non riuscire a capire cosa lui prova realmente. Forse quello che provi nei suoi confronti non è affatto amore, se non ti sforzi di venirgli incontro-
-AH, BENE, PROPRIO TU VIENI A FARMI LA PREDICA SULL’AMORE? TU, CHE NELLA TUA VITA NON HAI MAI AMATO NESSUNO, HAI USATO I RAGAZZI COME FAZZOLETTI, LI HAI USATI ANDANDOCI A LETTO E POI NON TI SEI PIÙ’ FATTA SENTIRE CON NESSUNO DI LORO. CERTO, SUMMER, CONTINUA ANCHE A DARMI DRITTE SULL’AMORE-
Sapeva cosa dire per ferirmi e l’aveva fatto. Mi alzai ed andai via dalla sua stanza, dopo averle urlato un sonoro vaffanculo.




Ciao, tipetti/e! 
Scusate l'abnorme ritardo. Purtroppo non sono riuscita ad ultimare il capitolo prima di partire per le vacanze e, non avendo il pc con me, non ho potuto aggiornare fino ad oggi. 
Perdono! ;-; 
Vorrei ringraziare comunque TUTTI coloro che fino ad oggi hanno recensito la mia storia, mi invogliate a continuare a scrivere. Ora sono anche alle prese con tante nuove idee per un nuovo racconto e, che altro dire.. vi terrò aggiornati!!
Recensite in tanti, a presto

MoMo

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