Because Of You

di vivy_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** novità in arrivo ***
Capitolo 12: *** vi prego leggete ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***






 
1
 
 


Nonostante fosse già quasi fine estate il cielo era privo di nuvole e il clima caldo,  quella mattina il sole splendeva felice di fare da sveglia agli studenti di quella insolita cittadina in periferia di New York : c’era chi non era riuscito a dormire per tutta notte ed era stanco e devastato; chi  era già in piedi pimpante più che mai nonostante fossero solo le 7:30 ; chi invece come Lucy non aveva intenzione di alzarsi, non voleva tornare in quella “merda” (come la definiva lei ) di scuola, le tapparelle erano ancora abbassate nella sua stanza e il suo respiro calmo e rilassato era l’unico suono che si poteva udire. Almeno fino a quando alle 7:40 esatte la signora Black non fece irruzione  nella camera spalancando la porta.

“Svegliati dormigliona!” esclamò la donna dirigendosi verso la finestra per poi tirar su la tapparella e aprire la finestra per far cambiare l’aria nella stanza.
Lucy gemette per il fastidio che le provocava la luce, con gli occhi ancora serrati mise una mano sotto il cuscino per cercare il telefono poi aprendo solo un occhio vide l’ora.

“Mamma ma sei pazza? Perché mi svegli a quest’ora?” chiese la ragazza sconvolta.

“Forse perché devi andar in un certo posto chiamato scuola?” disse la donna sorridendo alla figlia, era un sorriso dolce come lo era quella donna dagli occhi verde smeraldo, aveva 40 anni ma ne dimostrava 20 era una di quelle persone che sembrano non invecchiare .

“OH CAVOLO!” fu la risposta della ragazza che subito si mise seduta sul letto, poi però un pensiero si fece spazio nella sua mente e la sua espressione , da disperata diventò tenera e coccolosa... “ Mammina cara sai che ti voglio un mondo di bene vero?”

“No assolutamente no. Non se ne parla. Vai a scuola e non voglio discussioni, ora muovi il culo e scendi da quel letto”  disse la signora Black con molta meno dolcezza per poi uscire della stanza della figlia.

La ragazza rassegnata si alzò con un po’ di fatica, prese l’elastico che teneva sul polso sinistro assieme agli innumerevoli braccialetti si lego i capelli e si diresse davanti al lungo specchio appeso alla parete .

“Ancora due anni e tutto questo finirà” si fece coraggio guardando la sua figura ; i  capelli lunghi castani erano raccolti disordinatamente, gli occhi verdi erano ancora semi chiusi, le gambe  magre erano svestite e la maglietta dei  Linkin Park  che usava come camicia da notte le arrivava a metà coscia.

Aveva ancora il cellulare in meno e decise di far partite American idiot dei Green Day per farsi dare un po’ di carica. Appoggiò l’aggeggio sul letto e iniziò a prepararsi canticchiando le parole della canzone.

Dopo essersi vestita una canottiera nera e un paio di jeans  del medesimo colore prese la camicia a quadri rossa che era ai piedi del letto e la indossò lasciandola slacciata infine  si infilò gli anfibi , prese lo zaino in spalla e collegò le cuffie al cellulare , scese in frette le scale. Uscì di casa senza neanche salutare e si diresse verso la fermata dell’ autobus.
 


Quel liceo palpitava  già di ragazzi al suo arrivo. Prima di attraversare il cancello Lucy Black prese un lungo respiro, non si disturbò a togliere le cuffie che in quel momento stavano riproducendo le note di Here Without You dei 3 Doors Down, tanto sapeva che non le avrebbe parlato nessuno. Nei precedenti 3 anni non aveva stretto amicizia con nessuno, in quella scuola aveva classificato le persone tre gruppi diversi : i ragazzi “ grada come sono figo solo perché vogliono venire a letto tutte con me”, Le ragazza “ scustanto ma non parlo con i parassiti” e i semplici sfigati.

Odiava quel posto, lo odiava con tutta se stressa ma doveva sopportare ancora per altri due anni e poi avrebbe detto addio a tutto quello schifo e se ne sarebbe andata a Londra lontana da tutti e da tutto .

Quando la canzone fini era già arrivata al suo armadietto, mise i le sue cose a posto e prese con se soltanto il libro  e il quadernone di storia nel qual però era custodito il suo più grande segreto, qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere: Le canzoni che scriveva; era una grande appassionata di musica, ma non sapeva cantare e neppure suonare qualche strumento, ma sapeva scrivere; era la cosa che meglio le riusciva, la cosa che più di tutte la rilassava e non la faceva sentire sola. Le sue canzoni erano  ben custodite tra le schede di storia che era solito dare il professor Wiliam.

Richiuse l’armadietto e si diresse verso l’aula , aveva lo sguardo fisso sul suo quadernone  accuratamente decorato con i loghi delle sue band preferite, si concentrò su uno in particolare quello dei Blink 182 che avrebbero fatto a breve un concerto a New York, ma lei non ci sarebbe potuta andare; suo padre si era rifiutato di prestarle i soldi per il biglietto.

Era totalmente assorta nei suoi pensieri ; non si accorse che era nella traiettoria di un ragazzo che correva senza vedere dove andasse.

Fu un millesimo di secondo, vide solo qualcosa che le si scaraventò addosso e una pioggia di fogli, cadde chiudendo gli occhi per lo spavento, quando li riaprì  ne vide due azzurri come il mare a un palmo dal suo naso, ne fu completamente rapita…

“stai bene?” chiese il ragazzo che le era appena piombato addosso.

Lei annuì soltanto, non riusciva a parlare per la sorpresa di quei due oceani, ma giusto il tempo di riprendersi  per capire chi fosse quello sconosciuto  e si rialzò velocemente.

Quel ragazzo era Jake Sullivan, uno dei ragazzi più popolari e odiosi della scuola. Frequentavano la stessa scuola da ormai 3 anni e la ragazza sapeva benissimo che era uno da cui stare alla larga, sempre circondato da puttanelle e stronzi colossali.

Il biondo la guardò strano,  poi la ragazza si chinò per raccogliere le sue cose e decise di aiutarla, non l’aveva mai vista nell’ istituto; pensò che fosse nuova, però non aveva sentito parlare di nuovi arrivi a scuola, Jake prese il quadernone della ragazza  e notò diversi loghi familiari sulla copertina, erano tutte band che lui trovava forti. La mora glielo strappò di mano.

“Faccio da sola” esclamo acidamente e si affrettò a raccogliere tutti i suoi fogli e se ne andò .
 
Il  biondo rimase sconvolto dallo strano comportamento di lei, fino a quel momento nessuna ragazza aveva rifiutato il suo aiuto.  Fece per alzarsi e andarsene ma notò ancora un foglio rimasto per terra. Decise di raccoglierlo e leggendone il contenuto…non si pentì affatto della sua scelta;  ora però un pensiero fisso vagava nella sua mente… scoprire l’identità di quella ragazza.
 
 
 




Questo è il primo capitolo della mia fanfiction, spero vi sia piaciuto, se avete voglia lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Ne approfitto anche per chiedere scusa alle fan dei 5sos per aver usato Luke nella cover della storia ma quando mi è venuta in mente questa fantasia ho immaginato il protagonista simile a lui per cui scusatemi.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***




 


2
 
 



La pausa pranzo non aveva esitato ad arrivare quella mattina; Jake uscì dalla classe  assieme  Russell  Miller: un ragazzo alto un metro e ottanta, moro, muscoloso e con  occhi color miele, non che il suo migliore amico.
“Senti bello, io fossi in te porterei quella canzone alle prove della band… è una troppo bella per essere messa da parte così. E poi non eri tu a dire che avremmo dovuto iniziare a provare pezzi nostri?”  disse il moro riponendo i suoi libri nell’ apposito armadietto.
“Si appunto nostri non di una sconosciuta a cui sono caduto addosso”   il biondo  si appoggiò alla parete,
bianca e fredda  ,del corridoio.
“Almeno era carina?” chiese Russell sorridendo malizioso a Jake.
“Scopabile, decisamente scopabile”  disse quest’ultimo ricambiando il sorriso dell’ amico.
“Beh allora chiedile se ci lascia usare la sua canzone e poi scopatela, anzi mi sa che è meglio se prima te la scopi e poi le chiedi della canzone”
Gli occhi azzurri di Jake fulminarono quelli castani i Russell.
“Dai andiamo che sto morendo di fame” si limitò a dire.
 
Quella sera al Mike’s  c’era poca gente: un gruppo di ragazzi seduto al tavolo nell’ angolo, un uomo sulla sessantina stava uscendo proprio in quel momento e le due cameriere dietro al banco del bar.
 “Tu non capisci è una disgrazia” sbuffò la mora mentre puliva il piano bar dove poco prima un cliente ci aveva versato della birra.
“Ma smettila non è vero, cosa vuoi che accada, magari qualcuno la ha trovata e la ha buttata via o magari vedendo quanto sei brava ha deciso di tenerla da parte.” Rispose la ragazza bionda  mentre era intenta a sistemare le bottiglie in modo ordinato sul ripiano.
Lei era Camille la migliore amica di Lucy, avevano la stessa età e si conoscevano fin da piccole, ma non andavano nello stesso liceo però in compenso lavoravano nello stesso posto e riuscivano a incontrarsi quasi tutti i giorni.
“Appunto, sarebbe una tragedia in tutte e due i casi”  rispose Lucy  prima di passare davanti al balcone per pulire il tavolo da dove si era appena alzato il  gruppo di ragazzi. Era disperata, non riusciva a trovare una delle sue canzoni; probabilmente l’aveva persa durante l’incidente di quella mattina.
“È tutta colpa di quel Sullivan” sbuffò.
“Beh ma almeno è figo?” chiese la bionda.
“Figo è dir poco, però è un idiota come tutti gli altri”
 
“Ragazze ditemi che sabato ci siete tutte e due?” un uomo alto e fin troppo magro dai capelli leggermente bianchi e gli occhi neri fece irruzione nella sala; Mike Banner era il proprietario di quel piccolo locale, un uomo di mezza età gentile e premuroso.
“Si perché?” Risposero all’ unisono le  ragazze.
“Benissimo, dei ragazzi hanno prenotato per suonare qui e pare che siano bravi per cui ci sarà un po’ di casino”
“Speriamo solo siano carini” sussurrò la bionda facendo ridere Lucy.
 
Quella sera  era più stanca che mai, erano già le 11 di sera e doveva ancora finire di pulire, Camille se ne era andata poco prima, doveva andare a festeggiare il compleanno del fratello . Era rimasta sola, notando che non c’era nessuno decise ci avvicinarsi allo stereo, collegò tramite il cavo USB il suo telefono e fece partire un po’ di musica. Mentre puliva cantava e ballava.
Quando fin’ di pulire la cucina notò di aver dimenticato un cetriolo sopra il tavolo d’acciaio, senza pensarci trasportata dal ritmo, lo prese e lo usò come microfono.
 Salì sul palco che usavano per gli spettacoli di intrattenimento quando iniziò Walking disaster dei sum 41 .
 
Era rimasto in città troppo a lungo , ma non aveva  proprio voglia di tornare a casa. Ormai erano più di due ore che vagava per le strade di New York senza meta cercando di sbollire la rabbia  dopo l’ennesimo litigio con i suoi.
Un suono quasi impercettibile attirò la sua attenzione, attraversò la strada e si accorse che proveniva proprio  davanti il locale dove lui e i suoi amici avrebbero dovuto suonare sabato.
 Da li riusciva a distinguere bene che canzone fosse: Walking disaster dei sum 41; ignorò il cartello con scritto CLOSE  ed entrò.
 Il bar era completamente vuoto e le sedie alzate sui tavoli.
C’era solo una persona all’ interno  che  cantava  con in mano un cetriolo  sul palco. Jake la riconobbe… quella era proprio la ragazza che aveva scontrato quella mattina, sorrise cercando di trattenere una risata .
Non si fece notare per tutta la durata della canzone.
In qualche modo trovava sexy quella strana ragazza   , aveva movimenti fluidi e morbidi; forse la voce non era il massimo ma non ci fece caso.
 
Mentre le ultime note della canzone rimbombavano  la ragazza fece una scivolata in perfetto stile rockstar e si lasciò cadere all’ indietro appoggiando la schiena sul pavimento freddo sorridendo stanca e col fiatone .
Un applauso riempì il locale. Lucy si tirò su stringendo  il cetriolo e sporgendolo in avanti per usarlo come arma .
Jake si mise a ridere per la reazione della ragazza e fece qualche passo avanti, per farsi riconoscere.
“Certo che è proprio un bell’ arma quella”
“Cos’è sei uno stalker?” chiese la mora facendo ridere ancora di più il biondo.
“No tranquilla, stavo passando di qui per caso ,ho sentito la musica e sono entrato per dare un occhiata” disse cercando si smettere di ridere Jake.
“Scusa ma sei cieco?” la ragazza scese dal palco e si diresse verso lo stereo per prendere il suo telefono.
Il ragazzo la guardò perplesso: “ no, ci vedo benissimo”
“ Hmm… io avrei qualche dubbio”
“Come scusa?” il biondo era sempre più confuso.
“Beh sta mattina mi hai travolta, adesso non hai fatto caso all’ cartello che indica che siamo chiusi, secondo me avresti bisogno di un bel paio di occhiali da vista  ” disse voltandosi verso il ragazzo  sorridendogli falsamente .
Il biondo si passò una mano tra i capelli assunse un espressione dispiaciuta.
“ A proposito si stamattina, mi dispiace… non mi hai dato neanche il tempo di presentarmi e sei scappata via, io sono…”  non gli diede il tempo di finire che lo precedette.
“Jake Sullivan”
Rimase perplesso.
“Oh dai non fare quella faccia, frequentiamo lo stesso liceo da 3 anni e sei uno dei ragazzi ‘guarda come sono figo solo perché vogliono venire a letto tutte con me’ della scuola” 
Jake fece un sorriso malizioso.
“ E tra tutte ci sei anche tu?”
La ragazza fece una faccia schifata.
“Assolutamente no, non sei il mio tipo” mentì, era esattamente il suo tipo ma nonostante questo non ci sarebbe mai andata a letto.
“Hmm peccato, stavo già facendo qualche pensierino su di te” disse il biondo avvicinandosi a Lucy.
“Senti, facciamo finta che oggi non ci siamo mai incontrati? E tu non sai ancora della mia esistenza?” disse fredda lei mettendosi il giubbino di pelle e prendendo le chiavi del locale.
“Dai scherzavo” Jake fece una faccia che avrebbe intenerito chiunque, ma non lei.
“Io no, ora vuoi  uscire o preferisci passare la notte qui?”  fece tintinnare le chiavi per farli capire che era seria.
Il ragazzo si diresse verso l’uscita ma poi si giro.
“Posso almeno sapere il tuo nome?”
“Lucy Black” disse lei fredda.
“Allora ci si vede in giro Lucy Black” esordì il Jake prima di voltarsi nuovamente e uscire dal locale.









Ed ecco a voi il secondo capitolo, mi farebbe piacere sapere che ne pensate per cui se mi lasciate qualche recensione ne sarei felicissima, mi vanno bene anche critiche, è grazie a quelle che si impara e si rimedia agli sbagli no?
beh ora tolgo il disturbo, grazie per aver letto anche questo capitolo.
Baci Vivy96 

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***





3
 




Quella mattina Lucy aveva un aspetto devastato, la notte l’aveva passata a ripassare letteratura dopo essere tornata da lavoro . Anche se era solo il secondo giorno di scuola sapeva che la professoressa Smith avrebbe fatto qualche test per vedere se i suoi studenti avessero studiato durante le vacanze.
Entrò nella classe che era già piena e passò lo sguardo tra i banchi per cercarne uno vuoto, che trovò poco dopo si stava dirigendo li quando un ragazzo alto , moro la sorpassò e le rubò il posto; Russell Miller fece  una faccia dispiaciuta indicandole con lo sguardo indicò un banco dietro la ragazza . Lucy si girò e si trovò un sorridente Jake che la guardava, il banco vicino al suo era libero.
La mora cercò attentamente un altro posto dove sedere ma niente da fare, doveva  sedersi vicino a quell’ idiota che tra l’altro la sera prima l’aveva vista ballare con un cetriolo in mano.
Quando la Smith entrò in classe era ancora in piedi.
“Black qualcosa non va?” chiese l’insegnante
“No, scusi” 
Lucy rassegnata si sedette accanto a Jake.
“Ma qual buon vento la porta qui bella donzella” il sorriso del ragazzo era malizioso ma allo stesso tempo mozzafiato , la mora lo ignorò aprendo il suo libro.
“Qualcuno si è svegliato con la luna storta sta mattina è?” Lucy pensò che il biondo stava diventando davvero irritante così decise di ribadirgli il concetto della sera prima.
“Cosa non hai capto della frase: dimenticati della mia esistenza?!” disse acida guardando storto il ragazzo.
“Black, Sullivan ; qualcosa non va?” chiese l’insegnante guardando i due.
“No, scusi gli stavo spiegando un esercizio che non aveva capito” rispose Lucy.
Per il resto dell’ ora non parlarono affatto, con molta sorpresa di Lucy la Smith non fece il solito compito in classe, ma si limitò a fare velocemente il ripasso delle cose fatte l’anno precedente, la ragazza cercò di concentrarsi sulle spiegazioni e non far caso allo sguardo posato su di lei  del suo vicino di banco.
 
Alla fine dell’ ora l’insegnante fermò i due ragazzi.
“Lucy stavo pensando che visto che tu sei la migliore della classe in letteratura e il signor Sullivan invece è molto indietro potresti fargli da tutor.”
La ragazza rimase a bocca aperta, non poteva farle questo, stava cercando di ignorare  quel ragazzo e sicuramente fargli da tutor non la avrebbe aiutata.
“io non penso che sia una buona idea” disse cercando di sembrare il meno irritata possibile.
“ Black pensaci sarebbe una possibilità di guadagnare punti e tirar su anche il voto di storia.”
La Smith aveva ragione, storia era l’unica materia in cui andava male e per poter andare a Oxford avrebbe dovuto avere bei voti in tutte le materie. Guardò Jake che le sorrideva beato , alzo gli occhi al cielo e fece un respiro profondo.
“Ok,  va bene”
“benissimo allora mi aspetto grandi risultati da voi.”
“Sarà così vedrà” sta volta a parlare fu Jake, la ragazza lo ignorò e uscì dalla classe.
“Allora bellezza quando iniziamo?” il biondo l’aveva seguita nell’ corridoio
“Senti  smettila, sei irritante e pesante, ho accettato di farti da tutor solo per avere quei dannati punti in più, ora vai via.” La ragazza aprì il suo armadietto e rimise i suoi libri apposto.
“Almeno dimmi dove e quando ci incontriamo.” Disse Jake alzando le spalle.
La ragazza prese un foglietto e un biro poi scrisse qualcosa, quando finì porse il foglio al biondo che notò che era un indirizzo.
“Vieni alle 4, prima recuperi e prima mi libererò di te” disse chiudendo l’armadietto.
Qualcosa si posò sui suoi fianchi provocandole brividi lungo tutto il corpo, si girò piano…
Jake era più vicino di quello che immaginava, i loro nazi per poco non si sfioravano, gli occhi verdi di lei erano completamente annegati nell’ oceano blu di quelli di lui, Lucy si morse il labbro per cercare di frenare quella immensa voglia di baciarlo.
Il ragazzo avvicinò maggiormente il suo viso a lei , il suo cuore iniziò a battere ancora più forte, le sue mani tremavano, i suoi piedi erano ghiacciati sul posto. Chiuse gli occhi sentendo il profumo fresco e dolce di Jake, era una fragranza che la mandava in confusione; le annebbiava la mente.
 In quel momento desiderava solo sentire le proprie labbra su quelle di lui per assaggiarne il sapore.
Ma non fu così. La guancia del ragazzo sfiorò la sua.
“Non sarà così facile piccola.” La voce di Jake era roca e terribilmente sensuale, la ragazza aprì nuovamente gli occhi quando percepì le mani del biondo lasciare i suoi fianchi, e stranamente lasciando una strana sensazione di vuoto in Lucy.   
Si era allontanato di poco da lei e sorrise malizioso prima di sistemare meglio il suo zaino sulla spalla e andarsene.
Lucy era ancora lì immobile con quel profumo che  le riempiva le narici, e quei brividi che parevano non volersi fermare, una strana fitta allo stomaco le fece mancare per un attimo il respiro.
 Si lasciò cadere per terra appoggiando la schiena all’armadietto.
Doveva liberarsi di lui, prima che fosse troppo tardi.
Al mondo ci sono tante persone, alcune di esse odiano rimanere da sole, hanno paura, e cercano in qualsiasi modo qualcuno che le protegga o che soltanto gli stia vicino, anche se spesso sono persone che le trattano male o che le usano; a loro non importa. Non vogliono essere sole.
Lucy invece era il contrario, allontanava tutti, persino i suoi genitori;  sapeva che le persone potevano ferire molto più della solitudine. Lei non voleva più soffrire, non di nuovo…






Eccomi ancora qui col capitolo 3, scusate per il ritardo e per il fatto che questo capitolo è un po' più corto degli altri, ma spero vi piaccia. 
volevo ringariarvi per aver letto la mia storia, e un grazie speciale va a chi ha recensito e ha messo la mia storia tra seguite/ricordate e preferite. giuro che vi amo :) 
ora scappo via alla prossima.
Baci Vivy 

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***







 
 
4
 



Jake aveva parcheggiato la sua alfa romeo giulietta davanti al vialetto di casa Black.
Scese dall’ auto e si diresse verso l’ingresso guardandosi intorno: era un quartiere dove le case erano di un bianco abbagliante, tutte apparta quella difronte a lui che era blu acceso , e dava subito all’ occhio: il giardino era ben curato e ornato di rose e tulipani di diversi colori che andavano dal bianco al rosso.
Il ragazzo ormai arrivato alla porta suonò il campanello.
 
Erno già le quattro e mezza e vedendo che Jake non arrivava Lucy pensò che non si sarebbe presentato. Decise di fare una breve doccia visto che da quando era tornata da scuola alle due aveva riordinato la grande cucina alla perfezione.
Ci mise circa 5 minuti , i capelli erano puliti per cui non c’era bisogno di rilavarli. Prese un asciugamano abbastanza grande e si avvolse in esso.
Uscì dal bagno e udì il suono del campanello, scese in fretta le scale pensando che fosse Camille; ma quando aprì la porta rimase pietrificata.
 
In quel momento i pensieri di Jake furono tanti e tutti under  18.
Il vedere Lucy così lo mandava in tilt; era avvolta solo da un misero asciugamano che la copriva dal seno a metà coscia. I capelli erano legati disordinatamente in una mezza coda e nonostante le radici e le lunghezze fossero asciutte  le punte gocciolavano su quelle spalle nude ed esili.
Jake non riuscì a fare a meno di fissarla torturandosi il labbro inferiore rischiando quasi di straccare il piccolo piercing nero  e soffocando l’istinto di toglierle di dosso anche quella poca stoffa che la copriva.
La mora socchiuse la bocca cercando di dire qualcosa, ma dalle sue labbra uscì solo uno strano verso disperato; chiuse in fretta la porta facendola sbattere proprio sul naso del povero Jake che lo massaggiò dolorante.
“Torno subito” urlò la mora prima di salire nuovamente le scale di corse dirigendosi in camera sua; aprì il cassetto dell’ intimo che prese  a caso e poi mise in un attimo, aprì l’armadio vi infilò una mano per poi tirar fuori un paio di jeans  blue stretti e un po’ strappati e infine indosso la maglietta a mezze maniche nera che era poggiata sulla manipola del calorifero.
 
Jake si stava ancora massaggiando il naso per il dolore, temette per un attimo  che potesse essere rotto .
La porta si aprì nuovamente, con suo dispiacere però sta volta Lucy era vestita.
“ Apri sempre così la porta agli ospiti?” chiese il biondo mordendosi nuovamente  i labbro ripensando alla visione di qualche istante prima.
“ No, solo pensavo che non saresti arrivato  vista l’ora e che fosse una mia amica” Lucy abbassò lo sguardo arrossendo, Jake pensò che in quel momento era dolcissima.
“Scusa sono strato trattenuto.” Dopo scuola Jake fu rapito da Sasha Allen  Bionda occhi neri, fisico da paura e anche capo cheerleaders della scuola, aveva passato delle ore davvero intense con lei.
 
Nessuno dei due parlò per qualche istante, poi la mora rialzò lo sguardo.
“Allora iniziamo?” chiese al ragazzo.
“Si” si limitò a dire l’interessato  per poi seguirla su per le scale.
Quando entrarono nella stanza Jake si guardò intorno: c’erano poster ovunque la maggior parte dei personaggi raffigurati sapeva benissimo chi erano visto che si ispirava a loro per la sua musica , i mobili erano tutti neri, il letto  a due piazze  a baldacchino con delle specie di tende rosa e con tantissimi cuscini appoggiati sopra la grade coperta della Play-Boy , sulla parete dove era appoggiato il comò vi era un grande specchio incorniciato da foto di Lucy  assieme a una ragazza bionda, sotto la finestra c’era una piccola scrivania con  sopra un porta penne e una lampada, al suo fianco si innalzava una piccola libreria piena di libri e CD.
“ Non faceva così caldo prima in questa  stanza” disse la ragazza avvicinandosi al calorifero. S i accorse che in effetti era acceso, probabilmente quando aveva preso la maglietta aveva girato la maniglia per sbaglio ; lo spense e si rigirò. Quando vide Jake rimase a bocca aperta.
 
All’ affermazione della mora il ragazzo mise insieme una strana teoria: erano soli in casa, lei gli aveva aperto la porta mezza nuda, ora diceva di aver caldo… era palese( secondo lui)  che volesse portarlo a letto; cosi decise di saltare i preliminari e iniziare a spogliarsi.
Quando la ragazza si girò Jake era senza maglia e la guardava malizioso, ma la reazione della mora fu diversa da quella che lui si aspettava .
“Ma che diavolo stai facendo?” chiese la mora confusa e un velo divertita dalla stupidità del ragazzo.
Nonostante questo però il suo auto controllo per cercare di non saltargli addosso fu tanto: gli addominali erano leggermente scolpiti, i bicipiti muscolosi e lo rendevano ancora più sexy di prima .
“Non è ciò che avevi in mente?” chiese il biondo fissandola.
Lucy rise di gusto, risata che Jake trovò bella e sinfonica.
“Assolutamente no, ti ho fatto venire qui per studiare non per fare sesso con te, ora rivestiti e vieni a sederti” disse la ragazza cercando di smettere di ridere e si sedette in una delle due sedie difronte alla  scrivania.
Il biondo fece come gli era stato detto.
 
 Passata circa un ora  Lucy era davvero distrutta, non riusciva a capire come quel ragazzo non potesse capire anche il più semplice degli esercizi di letteratura.
“Senti mi sa che è meglio fare una pausa” disse la mora per poi alzarsi e dirigersi in cucina seguita dal biondo.
Prese due bicchieri dal’ armadietto sopra il lavabo e  li pose sulla penisola dove si era già accomodato Jake, poi si diresse verso il  frigorifero che aprì tirando fuori una bottiglia di coca-cola. Si ricordò anche di aver comprato una scatola bi kinder bueno qualche giorno prima, aprì il cassetto dei dolci e fece un sospiro di sollievo quando vide che erano ancora interi, li poggiò vicino ai bicchieri in cui versò la bibita fresa.
 
Jake addentò il suo Bueno e guardò Lucy mentre era intenta a guardare lo schermo del suo telefono.
“Facciamo un gioco?” disse attirando l’attenzione della ragazza che lo guardò alzando un sopracciglio.
“Il gioco delle venti domande. Ci stai?” disse sorridendo.
La ragazza ci pensò un attimo su poi annuì bevendo un sorso del contenuto del suo bicchiere.
“Allora prima domanda...come mai casa tua è l’unica di colore blu in questo quartiere?”
Lucy sorrise a quella domanda, i ricordi di quel giorno di quando era piccola riaffiorarono.
“Avevo circa 6 anni, io e la mia amica Camille stavamo giocando in giardino mentre mio padre stava preparando la vernice per ripitturare la facciata della casa, mentre era distratto avevamo messo un barattolo di tinta blu in quella bianca , non mi piaceva il fatto che casa mia fosse come tutte le altre. Bastarono gli occhi dolci per farmi perdonare da mio padre che finì per pitturare tutto di blu.”
Jake sorrise soddisfatto della risposta.
“ Cantante o gruppo preferito?”  chiese prima di aprire un altro bueno.
“Hmm… Non saprei, ce ne sono tantissimi…. Credo che tra tutti sceglierei i Simple Plan”
“ Ho notato che hai parecchi poster loro” fece notare il ragazzo, lei si limitò ad annuire.
“ la prossima?” gli occhi verdi della mora guardavano curiosi Jake.
“ se dovessi vivere in un cartone animato quale sarebbe  ?”
La ragazza ci pensò un po’ su poi rispose.
“ Naruto.”
Il biondo sgranò gli occhi e la guardò come se avesse scoperto l’America.
“Oh mio dio, sei la prima ragazza che conosco che apprezza Naruto!”
La ragazza rise  e alzò le spalle.
“Non è mica colpa mia se la maggior parte non capisce niente.”
Quel giorno il Jake scoprì molte cose su di Lucy come il fatto che aveva un fratello che abitava in Germania,  le piacevano i bambini,  adorava ogni genere di  musica anche se il suo preferito era il punck-rock  ma non sapeva suonare, le piaceva leggere e lavorava 5 giorni su 7 al Mike’s e non disse niente sulle sue canzoni e il biondo ne rimase un po’ deluso, ma sapeva benissimo che non poteva aspettarsi molto da lei visto che la conosceva da soli due giorni.
Arrivarono all’ ultima domanda.
“Ok, sta volta andiamo sul bollente, la tua prima volta… dove e con chi?”
“Hei ma queste sono due domande!”
La mora mise le mani sui fianchi e fece un espressione imbronciata che fece ridere Jake.
“Si, ma sono formulare in modo da formarne solo una.” Il sorriso di Jake  era malizioso.
La ragazza rassegnata e divertita  gli rispose.
“ Su una panchina di Central Park , con un ragazzo più grande.” Lucy arrossì per aver confessato quell’ imbarazzante dettaglio della sua vita a uno sconosciuto.
“Seriamente, su una panchina?… a Central Park poi?”
Lei si limitò ad annuire abbassando lo sguardo per l’imbarazzo, non sapeva come mai glielo avesse confessato, era stata stupida. Si pentì di aver accettato di fare quello stupido gioco, si si era divertita e si era ritrovata a pensare che Jake oltre ad essere idiota fosse anche simpatico, ma in quel momento le aveva ricordato il periodo più brutto della sua vita.
“Strabiliante, sei una dura ragazza mia” Jake sorrise sincero. Ma Lucy si alzò dalla sedia e guardò L’ora, erano già le sette e mezza.
“Forse è meglio che tu ora vada, tra un po’ arrivano i miei e non gli ho avvisati della tua presenza, scusami tanto”
Mentì, quella sera i suoi genitori non sarebbero rientrati, ma voleva rimanere sola coi suoi pensieri.
Jake fu sorpreso della sua reazione, ma fece finta di niente, raccolse le sue cose e se ne andò.
 
Quella sera quando tornò a casa salutò velocemente i genitori e si diresse in camera sua, tirò fuori dal cassetto della scrivania  il foglio che Lucy aveva perso il giorno prima. Prese la sua chitarra e iniziò a comporre una  melodia dolce ma triste che in qualche modo raffigurava Lucy,  con la quale diede vita a quelle parole scritte in inchiostro nero che da tempo erano state sigillate in quel pezzo di carta ormai un po’ ingiallito.





Eccomi ancora qui, finalmente Jake e Lucy si iniziano a conoscere un po' anche se ci vorrà ancora molto prima che diventino amici. 
Ditemi cosa ne pensate di questo capitolo :) 
Grazie ancora a tutti per leggere questa storia. 
Baci Vivy

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***







 
5
 



Erano già due giorni che Lucy evitava Jake, dopo  quella sera a casa sua ne era stata alla larga e il fatto di non avere materie in comune la aiutò, ma quel giorno avevano letteratura e biologia assieme.
Fu una delle prime ad entrare nella  classe di lettere , così decise di sedersi in uno dei banchi infondo sperando di non essere vista e notata da nessuno come era abituata.
 
Sasha Allen era seduta proprio difronte a lei e quando Jake entrò dalla porta lo salutò energicamente con la mano, il biondo le concesse un piccolo sorriso annoiato.  Quando le passò accanto per poi sedersi al banco dietro al suo, la bionda ci rimase malissimo pensava che si sarebbe seduto affianco a lei. Quando si girò e notò Lucy La fulminò con gli occhi ma la mora non ci fece minimamente caso.
“È da un po’ che non ci si vede è Black?” disse rivolgendole un sorriso a trentadue denti.
“Già, Sullivan non immagini quanto mi sei mancato” rispose ironicamente la mora guardandolo. Aveva addosso una semplice canottiera nera che evidenziava i pettorali e lasciava scoperte le braccia muscolose, un paio di blue jeans un  poco stretti e strappati  e gli anfibi neri ai piedi, non riuscì a non pensare che era davvero bellissimo.
 
Quando entrò in classe la professoressa Smith il chiacchierio che c’era  si spense.
“Buon giorno ragazzi!” disse l’insegnante con un bel sorriso sulle labbra.
“Ho buone notizie per voi, quest’anno  il corso di letteratura sarà più movimentato e allegro del solito. Essendo che inizieremo Lev Tolstoj  ci concentreremo soprattutto su uno dei suoi grandi classici… Anna Karenina e per farvi capire meglio la storia organizzeremo una recita che metteremo  in scena prima dalle vacanze estive;”  gli occhi di quasi tutte le ragazze della grasse si illuminarono mentre quelli dei ragazzi e di Lucy si incupirono, non aveva nessuna voglia di fare una stupida recita, era vero che adorava quella storia, ma non aveva minimante voglia di partecipare , non capiva il senso di farla anche perché si sa che quella storia non è una delle più caste per cui non è esattamente adatta a essere rappresentata da una classe di liceali al quarto anno. “ Dai maschietti non fate quelle facce tristi, le sorprese non finiscono qui… faremo anche una bella gita scolastica  dove è stata ambientata la storia e da dove proviene l’aurore … in Russia  .”
Sta volta nella classe si alzò un boato, la professoressa rise contagiata dall’ immensa felicità dei ragazzi.
Ma qualcuno infondo alla classa era impassibile, non sorrideva ne parlava.
“Che cos’hai? Non sei contenta?” Jake rivolse il suo sguardo incuriosito alla sua  vicina di banco.
“È soltanto una stupida gita, non vedo che ci trovano di così speciale, passeremo la maggior parte delle giornate a visitare la città.”
Il biondo scosse la testa divertito e rise talmente piano che solo lei riuscì a sentire quel suono così dolce e allegro.
“Sei incredibile” Jake la guardò negli occhi, e solo allora si rese conto di quanto realmente quel verde fosse bello, il sole che in quel momento stava scaldando il viso di Lucy faceva risaltare le diverse sfumature di quel colore contornato da una sottile linea di nero.
“ ok ragazzi, tornate a me.” La Smith richiamò a se l’attenzione della classe battendo il suo libro sulla cattedra. “ Visto che in effetti non abbiamo molto tempo direi di iniziare subito a scegliere i protagonisti; prendete un foglietto e scrivete il vostro nome, sceglieremo i ruoli ad estrazione.”
 
Mancavano solo i ruoli dei tre  protagonisti, Lucy pensò che non sarebbe mai uscito il suo nome, almeno ci sperava; avrebbe preferito fare da aiuto registra o qualcosa del genere  invece di recitare in qualsiasi ruolo, non avrebbe accettato di fare nemmeno la comparsa.
“Ok, allora i nostri Vronskij  e Karenin saranno…” L’insegnante  infilò la mano nella ciotola dove vi erano i nomi maschili, ruotò più volte il polso in cerca dei nomi, quando tirò fuori i due  pezzetti  di carta guardò il contenuto e sorrise soddisfatta. “ Set Lerman e Jake Sullivan ”
Set era uno dei migliori giocatori della squadra di calcio.
Lucy portò lo sguardo al primo dei ragazzi nominati, doveva ammettere che era davvero un bel ragazzo: i capelli biondi scuro in quel momento  erano un po’ arruffati, occhi neri come la pece , i lineamenti erano perfetti e aguzzi , il naso un po’ a punta, ma questo lo rendeva in qualche modo ancora più sexy.
Jake si accorse dello sguardo della ragazza e sentì uno strano fastidio alla bocca dello stomaco.
“Anna sarà…” sta volta la Smith non ci mise più di trenta secondi a tirar fuori il biglietto della prescelta. “ Lucy Black” La mora sgranò gli occhi, guardando l’insegnante incredula, un mormorio si era sollevato tra gli alunni; ovviamente nessuno sapeva chi era. Almeno fin che la diretta interessata non aprì bocca.
“Ci deve essere un errore, io non posso farlo signorina Smith, ripeschi e scelga qualcun altro” disse incitandola con le mani.
“ Mi dispiace Lucy ma non hai scampo, sarai tu. Ormai è deciso”
L’unico pensiero che le passò per la mente quando vide che tutti gli occhi erano puntati su di lei fu uno solo: ‘oh porca merda!’
 
Durante la pausa pranzo Lucy si era sdraiata  su una panchina del giardino scolastico, amava il sole e il calore che emanava, e adorava quando (come in quel giorno) il vento soffiava piano così da far provocare brividi leggeri e piacevoli;  aveva chiuso gli occhi per cercare di rilassarsi.
 
Qualcosa le fece ombra, all’ inizio pensò fosse soltanto una nuvola passeggiera ma dopo un po’ vedendo che quel qualcosa non si spostava decise di aprire gli occhi.
Tre ragazze vestite da cheerleaders  erano difronte a  lei , Quella in mezzo era Sasha Allen: aveva le mani sui fianchi  lasciati scoperti dal top  della divisa e la guardava come si guarda uno scarafaggio da dover schiacciare. Alla -sua destra una rossa era intenta a bere il suo frullato alla fragola e alla sua sinistra una mora  si fissava le unghie ammirando il suo smalto.
Lucy le guardò indifferente e chiuse nuovamente gli occhi.
“Potete spostarvi, coprite il sole” .
La ragazza sdraiata quando sentì nuovamente il sole che le accarezzava il viso fece un sorriso, che però si spense subito quando sentì qualcosa di freddo e appiccicoso bagnarle l’addome.
Si alzò di scatto aprendo la bocca per lo stupore, vide prima una gigantesca macchia di frullato alla fragola sulla sua maglietta e poi quando si girò Sasha con in mano il bicchiere che poco prima teneva la bionda, però sta volta era vuoto.
“ ma che diavolo fai? Ti ha dato di volta il cervello?”  sbottò Lucy con gli occhi colmi di rabbia.
“Senti , non so chi tu sia, ma odio la gente che mi ignora e tra l’altro cerca di rubarmi ciò che mi appartiene.” La bionda era seria e i suoi occhi castani guardavano in cagnesco Lucy che cercava in tutti i modi di non saltarle addosso e strapparle i capelli uno ad uno, aveva appena rovinato una delle sue magliette preferite e questa gliel’avrebbe fatta pagare.
“Senti tu razza di stronza bisbetica e pazza che non sei altro, io non sto cercando di rubarti niente se hai qualche problema mentale esistono persone che si chiamano strizzacervelli.” Sta volta la mora si era alzata in piedi e teneva le mani strette a pugno.
“ Invece si, mi hai già rubato la parte da protagonista nella recita, non ti lascerò portarmi via anche Jake”
Lucy non riuscì a trattenere una risata.
“No, ma ti senti? Se vuoi quella stupida parte in quella stupida recita chiedi alla signora Smith di dartela, io nemmeno la voglio, anzi se la convinci mi fai un grossissimo piacere. E riguardo a Sullivan fidati non ti devi preoccupare, gli idioti non mi piacciono.”
A quelle parole la bionda scattò in avanti, Lucy non si mosse guardandola con aria di sfida, era a due centimetri da lei quando qualcuno tirò indietro la bionda velocemente.
“Sei impazzita Sasha? Che diavolo stai facendo?”  la voce fredda e dura di Set Lerman riecheggiò in quel luogo aperto e fortunatamente poco popolato.
“Quella è una stronza” sbottò la bionda cercando di liberarsi dalle braccia del ragazzo. Set portò il suo sguardo a Lucy che  guardava Sasha  sorridendo maliziosa alzando un sopracciglio divertita e quando vide lo sguardo curioso del ragazzo si strinse semplicemente  nelle spalle.
“Beh a me pare che quella impregnata di Frullato sia lei e non tu” il biondo guardò male Sasha “Ora vattene, ci penso io” disse prima di lasciarla andare.
“Non è finita qui stronzetta” disse la ‘Pazza bisbetica’  prima di giare i tacchi e sculettare via.
“Waw, mi sembra di essere entrata in un episodio di Pretty Little Liers dove  A si sgama da sola” Disse Lucy mentre rovistava nella borsa in cerca dei fazzoletti per cercare di rimediare a quel disastro che la bionda aveva creato sulla sua maglietta. Il ragazzo rise alla sua affermazione ma poi si fece nuovamente serio.
“Stai attenta, mettendoti contro di lei giochi col fuoco” disse il biondo rivolgendole uno sguardo leggermente preoccupato.
“Quella? Fuoco? Ma la hai vista? È una di quelle persone tutto fumo e niente arrosto” La mora era concentrata sulla sua maglietta e non fece caso alla smorfia di disapprovazione di Set.
“Hai qualche maglietta di ricambio?” il ragazzo sapeva benissimo che con quei fazzolettini di carta non avrebbe risolto niente e anche Lucy lo sapeva ma tentar non nuoce si disse, alla domanda del ragazzo alzò gli occhi incontrando quelli castani di lui e scosse la testa per poi tornare a pulirsi.
“Dai vieni, ne ho una pulita nell’ armadietto io” Set le sorrise calorosamente.
“Non serve, ho quasi finito” Non voleva che lui la aiutasse nuovamente, odiava essere aiutata.
“Hmm io non dire… dai è solo una maglietta, domani me la riporti.”
Lucy guardò attentamente la sua maglietta e poi Set, fece lo stesso procedimento per altre due volte, in effetti sarebbe stato umiliante girare per la scuola e prendere il pullman per tornare a casa in quello stato.
“Ok.”
 
Arrivati al suo  armadietto Set lo aprì e vi rovistò dentro.
“Eccola” disse felice a tal punto che avrebbe potuto fare i salti di gioia, poi porse una maglia alla ragazza che lo guardava divertita. “Ti starà un po’ grande, ma è pur sempre meglio di quella che hai addosso.”
La ragazza sorrise e aprì la maglietta per poter osservarla meglio, quando vide l’immagine stampata sopra rimase a bocca aperta, Set se ne accorse e si preoccupò.
“Non ti piace?” Chiese abbassando lo sguardo “ Cioè, lo so che è una band che alcuni non apprezzando ma io li adoro.”
“Stai scherzando vero? come potrebbe non piacermi?” alla ragazza si illuminarono gli occhi prima di girare la maglietta verso di lui per fargliela ammirare come se fosse stata di sua proprietà. “ Guarda, sono i Blink182 una delle mie Band preferite io li amo, dico sul serio.” Lucy sembrava una bambina a cui avevano appena regalato un giocattolo che desiderava da tempo.
“Quindi verrai al oro concerto tra due settimane?” chiese Set con gli stessi occhi di lei.
Lucy però a quella domanda si rabbuiò.
“Sfortunatamente no, non posso permettermi il biglietto, questo mese le mance a lavoro sono state poche”
Il suo nuovo amico la guardò dispiaciuto, poi però una lampadina si accese nella sua testolina.
“Ho un biglietto in più, vienici con me, in due sarà più divertente.”
Lucy fece un sorriso di quelli che in poche occasioni regalava alle persone, uno di quelli veramente felici.
“ se non fossi ricoperta di frullato giuro che ti abbraccerei.”
Il ragazzo ricambiò il suo sorriso capendo che quella era una risposta affermativa.
In quell’ istante la campanella che segnava la fine della pausa pranzo suonò, i due si salutarono e Lucy prima di dirigersi verso la classe di biologia andò in bagno a cambiarsi.
 
La lezione era stata noiosa, ma fortunatamente era passata in fretta; sta vola Jake si era seduto in un banco abbastanza lontano da quello della ragazza e al suono della campanella era schizzato via in un lampo.
Quando la ragazza uscì dalla classe si sentì trascinare via per un polso, stava per emettere un urlo ma una mano le tappò la bocca, poi sentì quel profumo, dolce e frizzante  e si tranquillizzò.
 

 


Eccomi qui con il quinto capitolo finalmente, scusatemi se vi ho fatto aspettare tanto e se non è esattamente come ve lo immaginavate, ma spero vi piaccia. Volevo dirvi grazie di cuore per il fatto che siete sempre di più a leggere e seguire questa storia, e per ringraziarvi ho preparato un piccolo regalo per voi, che vedrete infondo.
Ora vado e non vi annoio più mia mamma rompe perché devo passare l’aspirapolvere… che due palle…
Baci Vivy.




 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***




 



6
 



Quella mattina Camille era distratta, non riusciva a seguire la lezione, il cielo che quel giorno sembrava sfoggiare il migliore dei suoi azzurri la attirava, il vento sembrava bisbigliare  il suo nome solo per avere  la sua attenzione, il sole  scaldare la sua pelle solo per dispetto; dire che non voleva trovarsi in quella classe in quel momento era decisamente poco, la bionda dagli occhi color oceano non voleva trovarsi in quella scuola così ricca di regole: erano tutti obbligati a portare un orrenda divisa nera con camicie rigorosamente bianche, tutte le ragazze erano obbligate a legare i capelli e Camille odiava tenere la folta chioma legata, adorava sentire il vendo passarle tra essa.
i suoi pensieri su quanto facesse schifosa quella stupida scuola privata che per sua sfortuna i suoi genitori ricchi sfondati la obbligavano frequentare venero  interrotti dalla vibrazione del suo telefono che la  avvisava dell'arrivo di un SMS.
Dopo essersi assicurata che il professore non la guardasse prese il telefono dalla tasca e nel  vedere il nome del mittente il sangue le si gelò in corpo , l'ultima volta che ricevuto un suo messaggio la sua vita era cambiata, e sicuramente non in meglio.
Da: Grag Black
Hey  Cam, riesci a sgattaiolare fuori dalla classe e venire in parcheggio?
La bionda guardò perplessa lo schermo del suo telefonino, Grag era fuori dalla sua scuola; erano più di due anni che si era trasferito in Germania e non si era fatto più sentire neanche con la sua adorata sorellina Lucy.
Erano ottimi amici  lei e Greg. Lo erano prima che quella fredda notte d'inverno.
La bella bionda ricordava ogni minimo secondo :
 Erano le 9 di sera , nevicava ed il cielo aveva quella tipica sfumatura aranciata delle notti invernali, Camille stava andando a casa dopo un intero pomeriggio di lavoro stava per salire sul pullman quando sentì il telefono vibrare nella tasca dei skinny jeans neri che adorava.
Il messaggio era di Greg e la pregava di raggiungerlo al loro solito posto; ovvero un piccolo parchetto abbandonato non molto lontano da li da dove si aveva una perfetta visuale della statua della libertà.
Quando arrivò al luogo di incontro vide il ragazzo seduto sull'altalena e con lo sguardo basso e in mando una bottiglia ancora chiusa di vodka alla pesca.
Si sedette accanto a lui e rimase in silenzio, in attesa che il moro le dicesse qualcosa, rimasero zitti per una decina di minuti prima che lui gli raccontasse quello che gli era capitato; Mary la sua ragazza gli faceva le corna, e lui lo aveva scoperto nel peggiore dei modi, così dopo aver beccato lei e un suo “amico” a letto insieme si era diretto verso il supermercato comprando quella dannata bottiglia e essendo che non voleva rimanere solo aveva chiamato la bionda.
Mentre parlavano bevevano, e dopo quasi un ora la bottiglia era finita e loro erano completamente ubriachi ; si diressero all’ auto di Greg barcollando quando finalmente riuscirono a raggiungerla Camille perse l’equilibrio e cadde sul cofano portandosi dietro il ragazzo, i loro occhi si guardavano, azzurro nell’ azzurro e i brividi percossero tutte e due. Greg la baciò e lei ricambiò subito quel bacio strano ma talmente intenso che presto si trasformò in qualcosa di più.
Lucy non sapeva niente di tutto questo, la bionda non aveva mei avuto il coraggio di dirglielo, infondo cosa avrebbe potuto raccontarle? ’Sai ho perso la verginità assieme a tuo fratello te lo avevo mai detto? Ah già c’è di più, dopo che quella sera mi riportò a casa non seppi più nulla di lui fino a che tu non mi dissi che si era appena trasferito in Germania.’ No non poteva farlo.
Con la scusa che doveva andare al bagno Camille raggiunse il suo vecchio amico; lo vide da lontano: era alto, muscoloso indossava una maglietta dei Nirvana e un paio di jeans a vita bassa era sempre stato quello il suo stile che  aveva contagiato anche Lucy tempo prima; era quasi identico a due anni prima. Quasi visto che ora aveva lasciato crescere un filo di barba che lo rendeva terribilmente sexy e aveva rasato i capelli lasciando pochi millimetri di lunghezza.
“Allora non hai cambiato numero di telefono in tutto questo tempo è? Temevo di non riuscire a contattarti.”
“Seriamente? Strano allora che  non ti sei mai fatto sentire fino ad ora . soprattutto dopo quello che è successo quella notte”
Il ragazzo le si avvicino prendendola per i fianchi e  guardandola negli occhi come aveva fatto anni prima, blu nel blu.
“Scusa, sono stato uno stronzo, ma ti posso giurare che non ho fatto altro che pensare a te in tutto questo tempo.”
“Allora perché te ne sei andato, perché non mi hai più chiamata e non mi hai più scritto, perché?” la ragazza stava quasi urlando e le lacrime scendevano incontrollate dal suo viso, Greg la abbracciò eliminando ogni distanza tra i due, si abbassò all’ altezza della ragazza per poter sussurrarle all’ orecchio di calmarsi e di scusarlo per il suo comportamento sciocco e impulsivo.
“Greg…” sussurrò la bionda ancora tra le sue braccia.
“Dimmi Cam” disse lui carezzandole la schiena.
“Lucy sa che sei qui?” 
Il moro si congelò, si allontanò lievemente dalla ragazza per poterla guardare in faccia.
“Ti prego Cam non dire a nessuno che sono tornato, nemmeno a Lucy, non deve saperlo nessuno per ora.”
La ragazza rimase stupefatta dalla sua risposta, ma non potette fare altro che annuire,  infondo ne era innamorata fin da bambina, e il fatto di avere un altro segreto tutto per loro la rendeva stranamente felice.
 
Jake la portò in un corridoio buio , teneva ancora la sua mando sulle labbra morbide e carnose di Lucy per evitare che urlasse .
la mora iniziò a muoverle velocemente , il ragazzo sapeva benissimo che lo stesse insultando nei modi peggiori che potesse immaginarsi, così tenendo la mano ancora sulla bocca della ragazza le fece aderire la schiena al muro freddo come ghiaccio che le provocò un piccolo brivido.
"Quando ti calmi ti lascio andare" disse Jake sorridendole, Lucy vide un cenno di divertimento negli occhi del ragazzo . 'Che diavolo ci trova di divertente nel trascinarmi qui questo babbuino idiota' pensò la mora prima di far togliere quel sorriso dal volto di Jake lascandogli un morso sul palmo della mano, il biondo gemette e ritrasse la mano.
" Mi hai morso! Ma sei impazzita?" gli occhi azzurri del ragazzo si sgranarono.
"Sul serio? Sarei io quella pazza? Ah giusto si perchè sono stata io a trascinarti qui facendoti prendere un infarto e tenendoti la bocca tappata?!" Lucy era furiosa, Jake abbassò lo sguardo dispiaciuto.
“Volevo solo farti una domanda"
Si giustificò lui, lei prese un respiro profondo per sbollire la rabbia prima di parlare.
"Dai spara..."
"Ti piace Lerman?" gli occhi azzurri di Jake guardavano seri Lucy che a quella domanda era rimasta un po' sconvolta.
"Cosa? No, l'ho conosciuto appena oggi.  Cosa te lo fa pensare? E poi scusa ma non credo siano affari tuoi."
il biondo dagli occhi color oceano le si avvicinò appoggiando leggermente le sue grandi mani sui fianchi esili della mora, l'azzurro e il verde dei loro occhi riflessi gli uni negli altri crearono un verde acqua che in quegli ultimi giorni sembrava essere gradito a tutti e due. Ormai era a pochi centimetri di distanza e tolse una mano dal fianco della ragazza per poi portarla dietro il magro collo coperto in parte dai lunghi capelli scuri che il ragazzo portò tutti in un lato lasciando la stalla scoperta a causa della maglietta troppo larga.
Si avvicinò  Lucy fu inebriata maggiormente dal suo profumo e dalla sua mano che ancora le carezzava il collo, sentiva il caldo respiro del ragazzo infrangersi in quel piccolo pezzo della sua palle lasciato scoperto, chiuse gli occhi lasciando che i brividi si impossessasero  del suo intero corpo provocandole una improvvisa sensazione di calore. La pelle bruciò nel punto poco sopra la clavicola dove Jake aveva appena poggiato le sue labbra morbide e carnose.
"Invece si che sono affari miei" il ragazzo alzò leggermente gli occhi per poter vedere la mora che ora era totalmente avvampata prendendo un colorito molto simile al fuxia.
" Non immagini minimamente quanto in realtà mi importi" disse prima di lasciarle un altro bacio sul collo teso di Lucy che pareva ancora ipnotizzata.
“ E poi ho visto come lo guardavi durante l’ora di Letteratura, sembrava che volessi conoscere ogni suo più piccolo particolare.”
“È solo perché sono un ottima osservatrice” si giustificò lei premendo le mani sul grande petto del ragazzo per spostarlo.
“Seriamente? Allora perché indossi la sua maglietta preferita? Non la aveva mai data a nessuno fin ore.”
“Me la ha prestata visto che una stronza mi ha versato un frullato addosso , ma tu come fai a sapere che è la sua maglia preferita questa? “ domandò curiosa Lucy inclinano di poco il capo.
“Era il mio migliore amico una volta” il suo sguardo si era fatto triste prima che lui togliesse del tutto le mani dalla ragazza e se ne andasse.
 
 


Eccomi quiii finalmente cono riuscita a finire questo capitolo. Scusatemi per l’immenso ritardo, ecco perché odio essere una ritardataria.
Comunque cosa ne pensate? Camille e Greg come finiranno? E perché lui non vuole far sapere a nessuno del suo ritorno? E poi cosa sarà successo tra Jake e Set ? scoprirete tutto nei prossimi capitoli :P
Dimentico sempre di chiedervi scusa per gli errori per cui scusatemiii… ho poco tempo sia per rileggere che per scrivere.
Grazie a tutte per essere sempre di più siete fantastiche . ora vado e non vi disturbo più.
Baci Vivy.
P.s. mi chiedevo se vi farebbe piacere sapere come mi immagino i personaggi o vi siete già fatte la vostra idea, fatemi sapere :) 

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***





 
7

 
 
Quella sera l'atmosfera al Mike's era tutto forche tranquilla, il pub popolava di gente e le due cameriere stavano facendo i salti mortali per poter servire tutti i clienti ; il proprietario aveva proprio ragione, il gruppo che avrebbe suonato quella sera doveva essere veramente forte se tutte quelle persone  si erano radunata li solo per loro.
I ragazzi non erano ancora arrivati e Lucy era riuscita ad uscire 5 minuti per prendere fiato con la scusa dell' immondizia.
l'aria era fredda, chiaro segno che l'autunno era ormai alle porte, il vento si insinuava gelido sotto i vestiti leggeri e un po' sudati della mora dandole una sensazione un po' spiacevole.
Il sacco che teneva con entrambe le mani era davvero pesante e lo portò con fatica fino al enorme bidone nero a circa quattro metri dalla porta del retro.
Si passò una mano sulla fronte per asciugare le gocce di sudore apparse su essa, fece un respiro profondo e cercò di sollevare il  sacco per poter buttarlo dentro l'alto bidone, ma fallì miseramente nel suo intento.
 In quel momento i fari di una macchina apparvero da dietro l'angolo, l'auto parcheggiò poco distante da Lucy la quale rimase stupita nel vedere scendere da essa Russell Miller e un uomo che aveva all'incirca cinquant’anni :era molto più basso del ragazzo e un  po’ tozzo, portava sul capo un vecchio capellino rosso e indossava un paio di normali blu jeans e una camicia a quadri verdi.
' viva l'arcobaleno' pensò la mora quando lo vide.
" Ricordati di portarmi tutta la tua parte di mancia sta sera e vedi di trovarti un lavoro, non mi va più di mantenerti senza niente in cambio stupido ragazzino." la voce dell' uomo era fredda e seria, Russell si limitò ad annuire abbassando lo sguardo.
Solo quando la macchina se ne fu andata il moro si accorse della presenza di Lucy che non aveva potuto far altro che assistere all’ accaduto, un sorriso amareggiato apparve sul viso del ragazzo.
“Hai sentito tutto?” le chiese avvicinandosi; la mora si limitò ad annuire, non sapeva veramente cosa dire al ragazzo, le dispiaceva per lui
“E il mio patrigno… mia madre non li sa proprio scegliere gli uomini” Gli occhi del ragazzo si rattristarono maggiormente, ma nonostante ciò sorrise a Lucy che subito ricambiò quel sorriso un po’ insicura, aveva sempre visto Russell come un idiota pervertito che ci provava con qualunque cosa respirasse, non immaginava che in realtà nascondesse tanta tristezza.
“Gli altri della Band sono arrivati?” le chiese il ragazzo tirando leggermente indietro la lunga frangia.
“No ma credo che saranno qui a momenti” la ragazza tentò di nuovo di buttare il sacco ma non ci riuscì, il moro vedendola in difficolta la aiutò.
“Grazie, senti se hai bisogno di un lavoro posso chiedere al mio capo.” La ragazza vide le braccia di Russell circondarla in un abbraccio che la fece sorridere, era la prima volta che un quasi perfetto estraneo la abbracciava, era strano ma in qualche modo era come se sapesse che da quel momento in poi loro due sarebbero stati veramente ottimi amici.
“Grazie mille ti devo un favore Lucy, ti chiami così non è vero?” disse il ragazzo sciogliendo l’abbraccio.
La ragazza annuì.
“Di niente Russell” 
Prima che Lucy rientrasse nel locale un furgoncino parcheggiò vicino al bidone , ne scesero tre ragazzi, due dai capelli castano chiaro, uno era alto e dagli occhi scuri, l’altro era poco più basso, riccio e con gli occhi castano-verde.
Portò in fine lo sguardo all’ ultimo, e rimase perplessa nel notare che era Jake.
 
Il concerto iniziò qualche minuto dopo che l’attrezzatura fu montata e sistemata, i quattro ragazzi iniziarono la loro esibizione con Lost in Stereo degli All Time Low cosa che fu apprezzata da tutti i presenti ma in particolare da Lucy, adorava quella canzone e doveva ammettere che la band sul palco era veramente brava, poi le voci di Jake e di Russell erano veramente fantastiche, loro due erano i cantanti e chitarristi, il riccio il batterista e il gigante il bassista.
 
Lucy e Camille erano sfinite, i piedi di entrambe bruciavano e chiedevano tregua; mancava soltanto una canzone prima di chiudere il concerto, la mora portò lo sguardo al palco e notò Jake bere un po’ d’acqua, in quel momento era veramente sexy: i capelli biondi erano scompigliati, il collo innalzato era lungo e muscoloso, la pelle era limpida e sudata. La ragazza rimase quasi ipnotizzata dal fascino del ragazzo, in quel momento la sembrava di avere davanti un altro Jake, non quello stronzo e pervertito che conosceva, era diverso mentre cantava, ci metteva passione e anima, e questo rendeva la sua voce ancora più incantevole.
Il concerto finì in bellezza con You Suck At Love  dei Simple Plan, i ragazzi iniziarono a mettere via l’attrezzatura dopo aver ringraziato tutti i presenti per aver assistito alla loro esibizione,  intanto le due cameriere iniziavano a pulire il piano bar.
“Certo che sono proprio dei bei ragazzi” osservò la bionda rivolgendo lo sguardo al palco.
“Due di loro li conosco, vanno alla mia scuola.” Rispose alzando le spalle la mora.
“Seriamente? Quali?” Camille sta volta guardò curiosa l’amica.
“I due chitarristi-cantanti, quello moro è Russell Miller, mentre il biondo e Jake Sullivan.” Prima di dire l’ultimo nome le mora fece un lungo sospiro.
“Cosa? Quel figone è quello che ci sta provando spudoratamente con te da quando è iniziata la scuola?” La bionda sgranò gli occhi blu incredula mentre guardava la mora annuire.
“Tu sei pazza come fai a resistere a uno così cioè lo hai visto quando ti ricapita una cosa del genere? È un figo assurdo!” Camille  disse tutto  velocissimamente e senza mai prendere fiato, Lucy pensò che in quel momento avrebbe dato del filo da torcere persino ad Eminem.
“È un idiota, te lo ho già detto.” Si giustificò la mora.
“Beh non tutti sono quello che sembrano.”
Lucy  per qualche strano motivo rimase spiazzata dalle parole dell’ amica.
 
“Senti Mike, dovrei palarti.” La ragazza dagli occhi verdi si diresse verso il suo capo portandosi appresso Russell.
“Dimmi tesoro.” L’uomo le rivolse un sorriso sincero che lei subito ricambiò.
“Lui è Russell un mio compagno di scuola e sta cercando un lavoro, pensavo che visto che ultimamente la clientela sta aumentando e io e Cam facciamo fatica a gestire tutto da sole  potresti fargli fare un periodo di prova.”
Russell sorrise quando vide lo sguardo di Mike posarsi su di lui e si presentò cordialmente.
“Sai ragazzo mi ricordi tanto me quando eri giovane, domani attacchi alle cinque di pomeriggio, le ragazza ti diranno cosa fare.”
IL ragazzo moro sgranò gli occhi incredulo .
“Grazie mille signore, non sa quanto le sia grato.”
“Chiamami pure Mike” L’uomo di mezza età sorrise nuovamente ai due ragazzi prima di voltarsi e andare verso il suo ufficio.
“Tu mi devi un favore!” Russell disse quella frase prima di abbracciare nuovamente la mora e lasciarle un bacio sulla guancia facendola arrossire leggermente.
 
Il locale era ormai vuoto, e il cartello all' ingresso era già girato dalla parte della scritta CLOSE.
"Allora io vado, sicura che non vuoi che ti aspetto?" Camille stava chiudendo la zip della giacca dopo di che si mise la  sua grande borsa in spalla.
"Si tranquilla vai pure, io do un altra controllata, spengo le luci e torno a casa"
"Allora a domani scimmietta nana" disse la Camille prima di avvicinarsi a Lucy e lasciarle un bacio sulla fronte che la fece sorridere.
" A domani babbuina  con istinti materni"
Le due ragazze risero all'unisono prima che la bionda uscisse dal locale.
 
Nell' ufficio e in cucina era tutto in ordine Lucy spense soltanto le luci delle due stanze prima di dare una controllata tra i tavoli della sala.
Aveva quasi finito il giro quando notò sul palco la custodia di una chitarra si avvicinò e noto una scritta dipinta su di essa : Angel Lost In Hell, pensò che doveva essere il nome della band e aprì la custodia per vedere se riusciva a riconoscere di chi fosse.
 
"Cazzo la mia chitarra" quasi urlò Jake passandosi una mano tra i capelli in maniera preoccupata. Dopo aver scaricato il furgone per la seconda volta quella sera per rimettere apposto gli strumenti nel garage di Sean il batterista, il biondo si era accorto di aver dimenticato la sua chitarra al Mike's.
"Certo che sei veramente rincoglionito, come hai fatto a dimenticarla li?" sta volta a parlare fu Alex il bassista.
"Era troppo impegnato a fissare la cameriera" rispose per conto di Jake, Russell facendo ridere i due ragazzi dai capelli castani.
"Quale la mora o la bionda? Perché a me sono sembrate due bombe sexy entrambe" a parlare fu Sean che si beccò uno sguardo di traverso da parte di Jake.
" Io vado a riprendere la mia chitarra magari non hanno ancora chiuso."  prese le chiavi della sua macchina appoggiate sulla mensola vicino alla porta ed uscì.






Eccomi qui col capitolo 7, è più che altro un capitolo di passaggio. Non succede chissà cosa me nel prossimo scopriremo un piccolo segreto di Jake. 
Dopo Camille iniziamo a conoscere un po' anche Russell, quanti segreti che nascondono i personaggi di questa storia, siete pronti a conoscerli?
Ora vado, baci Vivy

 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***






 
8
 



Jake arrivò al Mike's un quarto d'ora più tardi, il cartello all' ingresso indicava che era chiuso ma alcune luci erano accese e la porta ancora aperta, segno che qualcuno era ancora all' interno del locale. Entrò senza pensarci due volte, diede un occhiata in giro e pochi istanti dopo vide Lucy con la sua chitarra in mano e sorrise.
"Ti piace?" chiese il biondo facendo sobbalzare la povera ragazza, che si accorse solo in quel momento della sua presenza.
 "Mi dispiace, non era mia intenzione spaventarti" si scusò andando a sedersi accanto a lei.
"Tranquillo fa niente" disse Lucy  tornando a guardare la chitarra. " Sai mi  piacerebbe imparare a suonarla" sfiorò leggermente la superfice liscia  dello strumento.
"Se vuoi ti insegno, potrei portarla alle nostre ripetizioni di letteratura almeno riesco a ripagarti del favore che mi fai." Jake la guardava, in quel momento gli occhi della ragazza si ricoprirono di uno strano velo di tristezza e il verde smeraldo delle sue iridi diventò quasi grigio, il biondo avrebbe tanto voluto poter leggere nella sua mente per poter cogliere i pensieri più nascosti di quella strana ragazza.
"Angel Lost In Hell è il nome della band vero?" Lucy cambiò completamente discorso, le aveva fatto ricordare quel pomeriggio a casa sua e di conseguenza al malo modo in cui lo aveva mandato via a causa delle sue domande sul suo ex ragazzo, era passato molto tempo, ma le ferite nel fragile e piccolo cuore della mora erano ancora aperte e bruciavano in petto solo al suo ricordo.
"Si" sospirò Jake.
"Angeli persi all'inferno, è un nome poetico da dove viene?" chiese  curiosamente.
" È una frase che una persona davvero saggia mi disse un giorno… siamo tutti angeli persi all' inferno..." l'espressione del ragazzo non mostrava alcun sentimento, ma in realtà la tristezza lo aveva avvolto come nebbia, facendogli ricordare il giorno peggiore della sua vita.
"Sai dovremmo metterci d'accordo per le ripetizioni, fin ora abbiamo fatto solo una lezione e di quel Toystory non ci ho capito un accidente" disse qualche istante dopo, sorridendo , sta volta era stato lui a cambiare argomento.
"Si chiama Tolstoj idiota!" Lucy  fulminò con gli occhi  Jake che si limitò ad alzare le spalle e a bisbigliare un "Fa lo stesso" che fece scuotere il capo alla ragazza rassegnata.
"Non saprei, ancora non ho gli orari di lavoro "
"Beh allora facciamo così" il ragazzo prese dalla tasca il cellulare e glielo pose . "Scrivimi il tuo numero, ti manderò un messaggio io per chiederti quando sei libera."
La mora eseguì la richiesta  di Jake e gli riconsegnò il telefono.
Quest’ ultimo si alzò rimettendo il cellulare in tasca.
"Ora se permetti dovrei andare, i ragazzi mi aspettano." disse sorridendo e indicando con il mento la sua chitarra che era ancora tra le mani della mora.
"Ah si scusa;" rimise lo strumento nel la sua custodia, la chiuse e gliela porse." A proposito, te ne sarei molto grata se mi insegnassi ad usarla"
Il moro le lasciò un sorriso di risposta  prima di mettersi in spalla la chitarra e dirigersi verso l'uscita.
 
Quel mattino Lucy si svegliò alle 11 stanca e ancora assonnata, avrebbe voluto tornare a dormire ma all' una doveva essere a lavoro così si mise a sedere sul grande letto a baldacchino e allargò le braccia stiracchiandosi, guardò il cellulare con la speranza di trovare un massaggio da parte di Jake ma niente, si sentì una stupida, era ovvio che non le avrebbe scritto il buongiorno, a malapena si conoscevano.   
Si tolse di dosso le coperte lasciando le esili gambe scoperte, la maglia dei Linkin Parck cadde leggera sulle cosce non appena fu in piedi.
Come di consueto prese l'elastico infiltratosi tra i braccialetti e legò i capelli in un cucù disordinato.
Prese i jeans che la sera precedente aveva lanciato sulla sedia della scrivania li indossò e si diresse verso il bagno per farsi una doccia energizzante per poter cominciare al meglio quella noiosa e monotona Domenica.
 
Qualche chilometro più in la circondata da una boscaglia di un bel verde vivace e acceso sorgeva una grande e imponente casa in perfetto stile Cullen.
Camille aveva appena aperto gli occhi, di quel meraviglioso blu che molti le invidiavano, le sue narici furono pervase da un dolce e appetitoso profumo di puncake.
Scese dal grande letto a due piazze e si diresse verso la cucina, arrivò alla porta  sbadigliando e stiracchiandosi.
"Ma quanto siamo sexy sta mattina"
L'allegro e sorridente Greg aveva spostato lo sguardo dai fornelli sulla bionda che in quel momento aveva addosso soltanto una canottiera azzurra e le culottes nere.
"Che stai facendo?" chiese sedendosi su una sedia del tavolo perfettamente bianco.
"Preparo la colazione, in qualche modo devo ringraziarti per la tua ospitalità" disse il ragazzo avvicinandosi con un piatto pieno in mano lasciandole un bacio sulla fronte che la fece sorridere per poi appoggiare i puncake sul tavolo difronte a lei.
" Sei sicura che i tuoi non torneranno a casa da un giorno all' altro per farti una sorpresa?" Greg si sedette difronte alla bionda che stava ingoiando il primo boccone di quella fantastica colazione.
"Tranquillo, mia madre è a Sarajevo per un congresso, e subito dopo deve andare a Londra, mentre mio padre fa il periodo a  Hong kong per cui dubito che per i prossimi due mesi possano tornare." lo rassicurò Camille.
Finita la colazione la ragazza si diresse in camera per vestirsi e  quando lei non poté più udire il telefono di Greg suonò.
"Pronto?... Ti avevo detto che ti avrei chiamato io... Si lo so... Non ti preoccupare ho tutto sotto controllo... Mi serve ancora un po' di tempo, ci  sono quasi... " riattaccò e un sospiro quasi disperato uscì dalle sue labbra.
 
Alle quattro e mezza esatte Russell uscì di casa dirigendosi alla fermata del pullman pronto ad affrontare il suo primo giorno di lavoro, prese un respiro profondo facendosi pervadere dall’ aria fresca e frizzante di quella soleggiata Domenica.
Prese il cellulare e le cuffie da una tasca e dopo aver messo tutto al proprio posto fece partire Little Things  dei Good Charlotte.
Dall’ altra tasca tirò fuori in suo prezioso pacchetto di Marlboro rosse e ne accese una. Era la prima di quella giornata, sua madre era in casa e nonostante fosse consapevole del brutto vizio del figlio lui preferiva non fumare difronte a lei, farlo sarebbe significato  deludere e ferire la donna, ne era consapevole.
Arrivato alla fermata si sorprese nel vedere Set Lerman, loro due erano grandi amaci una volta, ma da quando lui e Jake avevano litigato anche Russell aveva perso un po’ i contatti con lui, anche se a volte si vedevano ancora non era come una volta e questo dispiaceva ad entrambi.
Gli occhi di Set si posarono sul moro che gli sorrise.
“Ancora con quel brutto vizio è” disse indicando la sigaretta tra le mani di Russell.
“Una volta che inizi è difficile smettere” si sedette vicino al biondo.
“Come stai?” chiese quest’ ultimo.
“Al solito, sai com’è la mia vita non è mai stata una delle migliori.” Russell abbassò lo sguardo e si concentrò sui piccoli sassolini dell’asfalto cercando di non lasciare affiorare i brutti pensieri.
“Già, lo so… e Jake come sta?” la domanda di Set sorprese il moro.
“Pensavo non volessi avere più nulla a che fare con lui…”
“Si ma questo non significa che non ci tenga ancora, gli voglio pur sempre bene, ma sai  benissimo che non posso far finta di niente, ha tradito la mia fiducia quel giorno.”
In quel momento un pullman si fermò difronte a loro, ma non era quello di Russell bensì quello del biondo  che salutò l’amico con un sorriso che fu ricambiato.
Russell buttò via il mozzicone e si alzò vedendo in lontananza il veicolo che lo avrebbe portato al suo nuovo luogo di lavoro.
 
 
 
 
Eccomi qui con il capitolo 8, è un po’ breve scusate.
Allora che ne pensate? Cosa avrà combinato Jake per aver perso la fiducia di Set? Credo che lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Volevo ringraziarvi con tutto il cuore, ogni volta che aggiungo un capitolo c’è sempre qualche persona in più che segue questa storia e vi voglio veramente ringraziare, mi strappate sempre un sorriso in questo periodo che a dire il vero non è proprio il massimo della serenità per me…
Vi volevo anche informare che ho scritto una breve  One shot  lascio il link qui sotto per chi è interessato a leggerla e a darmi una sua opinione:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2861553&i=1
scusate per gli eventuali errori, ora devo proprio lasciarvi anche perché se no rischio di diventare noiosa,  ancora grazie mille, siete uniche/i.
Baci Vivy :*

 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


 


 
9
 


Ci sono giorni in cui tutto cambia, grazie ad un avvenimento, a una frase letta in qualche libro o dipinta su qualche muro, grazie alle parole di una persona… vi è mai capitato? Vi è mai capitato di cambiare la vostra visione della realtà in un millesimo di secondo? Fermarvi e pensare : quello che sto facendo è giusto? È proprio questa la vita che voglio? È così che deve andare?
Quella sera prima di mettersi a letto Lucy decise di iniziare a leggere un libro che aveva comprato tempo prima ma non aveva mai aperto a causa del poco tempo, ma il sonno proprio non voleva raggiungerla nonostante fosse già tardi e l’indomani avrebbe avuto lezione così raggiunse uno dei grandi scaffali pieni di libri e quando trovò quello che cercava lo prese  e si sdraiò sul letto iniziando a rigirarlo tra le esili dita.
Quel libro dalla bellissima copertina raffigurante l’occhio di una ragazza metà azzurro e metà rosso circondato da una marea di piume bianche e con il titolo stampato in una calligrafia accurata ed elegante ma anche fantasiosa, con tanti prolungamenti su ogni lettera della piccola parola scritta in stampatello che si intrecciavano li uni con gli altri, creando un collegamento tra loro raffinato e quasi sensuale per quando una scritta potesse esserlo: Angel… era quello il titolo del libro ma in verità fu il sottotitolo a far riflettere la ragazza, era di dimensione minore rispetta all’ altro e la scrittura era semplice anch’essa in stampatello, senza nessuna maiuscola difronte… l’amore è un demone…
E forse era proprio così, ma lei non poteva saperlo… non aveva mai amato, e probabilmente mai l’avrebbe fatto; il suo carattere così freddo e distaccato non glielo avrebbe mai permesso.
Iniziò a leggere, la trama era avvincente e la lettura scorrevole, ma arrivata a pagina 206 si bloccò:
 
Non ho visto il suo sorriso. Penso con tristezza. Lui continua a rimanere immerso nell’ oscurità.

 -È una fortuna che tu non abbia paura del buio- dico divertita.
 -Già, ma neanche tu ce l’hai, anche se… da piccola ne eri terrorizzata e per questo dormivi con le coperte tirate fin sopra la testa.
 -E tu che ne sai?- dico voltandomi, stupita sa da questa affermazione.
 -Me lo hai detto tu, insieme a molte altre cose, quella notte… ti avevo chiesto quali fossero le tue paure e tu hai risposto partendo da quelle che avevi da piccola, il buio appunto.
 -Intanto la tecnica delle coperte ha funzionato- faccio notare. – Nessun vampiro mi ha morso. Il mio vero terrore era questo, non il buio, a causa di film dell’ orrore che avevo visto da piccolissima.
 -Oh sì, ottimo metodo- mi fa il verso ridendo, poi riprende, tornando serio. – però è una paura sensata, non i vampiri. È la paura dell’ ignoto, insomma: il non sapere cosa potrebbe nascondersi davanti a te…
Già, penso continuando a non vederlo, parlando di fatto solo ad una voce senza volto.
 -Poi… l’altra parte della risposta la vuoi sapere?
 -Certo - dico un filo dubbiosa.
 -Riguarda la tua paura attuale, hai detto una cosa molto bella, credo che non me lo dimenticherò mai il tuo tono mentre pronunciavi questa frase.
Comincio ad attorcigliare nervosamente una ciocca di capelli intorno al dito, la luce trema, scossa e turbata, rompendo il chiarore di mille schegge luminose e vibranti.
 -Hai detto che avevi paura… di non innamorarti.
Pausa.
 -Te lo ricordi? Continua.
 -No – mento – proprio no.

 
Paura di non innamorarsi è?  In qualche modo era la stessa che aveva lei, più di una volta si era fermata a pensare se avrebbe mai conosciuto il significato del vero amore, ma quel sentimento in qualche modo la terrorizzava.
Amare significa essere pronti a tutto, sacrificarsi e sacrificare… ma ne era realmente capace?
 
 
Quando si svegliò quella mattina era più assonnata che mai, aveva letto per tutta la notte e ora stava morendo di sonno ma doveva per forza andare a scuola per cui si alzò svogliatamente e indosso i suoi jeans strappati e aderenti e la maglietta dei Sex Pistols che adorava, si precipitò in bagno, lavò il viso e i denti, lasciò i capelli mossi sciolti che le scivolarono dolcemente sulle spalle, non si truccò, non aveva ne il tempo ne la voglia, tornò nella sua stanza, indossò il giacchetto in pelle, prese borsa mp3 e telefono e scese le scale. Prima di uscire salutò velocemente i suoi e aprì la porta dirigendosi a scuola.
Arrivata a destinazione si accorse di essere in eccessivo anticipo, difatti il portone d'ingresso era ancora chiuso e nel cortile si intravedevano non più di 5 studenti compresa lei, decise di sedersi su una panchina a gambe incrociate e tirò fuori il libro di storia per ripassare la lezione sulla quale probabilmente quel giorno sarebbe stata interrogata, l'argomento era il comunismo e il divario tra Russia e USA in Germania, non che l'innalzamento del muro di Berlino che nonostante il nome divideva tutto lo stato e non solo quella città. Lesse il capitolo cercando di memorizzare più informazioni possibili ma sfortunatamente per lei la storia non era affatto il suo forte.
Fu la vibrazione del cellulare a farla tornare nel 2014, lo tirò fuori dalla tasca del giubbotto, il numero che le aveva scritto non era nella rubrica e un velo di curiosità e inquietudine la avvolse prima che leggesse il contenuto.
- Buon giorno stella del mio cuore, dormito bene? xJake
Un sorriso quasi impercettibile si dipinse sul volto della ragazza. Prima di rispondere decise di memorizzare il numero.
- Buon giorno babbuino delle mie budella, dire che ho dormito sta notte sarebbe come sparare una cazzata grande quanto il mondo tu invece dormito bene? xLucy
Inviò l'SMS e la risposta del biondo non tardò ad arrivare.
-La tua finezza è sempre così dolce e spontanea haha, comunque io sono più riposato che mai, tu invece come mai non hai dormito? C'entra qualcosa storia? È da quando sei arrivata che sei iper concentrata su quel libro. xJake.
Lucy alzò lo sguardo e si guardò intorno, dopo pochi secondi scorse alla sua destra qualche metro più in la là figura del biondo appoggiata sul una colonna con in mano il telefono e gli occhi glaciali poggiati su di lei, le stava sorridendo, sorriso che la mora non esitò a ricambiare.
 Jake le si avvicinò, e si sedette al suo fianco.
"Allora, qual è il motivo della tua notte in bianco?" il biondo osservò per un attimo il viso di Lucy, era senza trucco, aveva due occhiaie scure sotto gli occhi color smeraldo, ma  non potette non pensare che anche con quell'aria stanca e sciupata fosse bella, emanava una luce che pochi possedevano, quella ragazza poteva essere benissimo paragonata a un'ardente stella... Non aveva bisogno di nessuno per poter brillare di luce propria, ci riusciva benissimo da sola. Ed era proprio questa luce che faceva venir voglia a Jake di stare vicino a lei, nonostante la consapevolezza che avrebbe potuto scottarsi o addirittura essere inghiottito dall' anima di fuoco della mora.
" In realtà ho passato la notte a leggere un libro dal quale non riuscivo più a staccarmi." sorrise mortificata portando una mano alla nuca e facendo un alzata di spalle.
"Dove essere davvero interessante, di cosa parla?"
Lucy arrosi per un attimo, si vergognava di dire in giro che anche lei come tutte le altre ragazze leggeva libri sdolcinati, anche se in realtà in quelli che leggeva lei c'era anche sempre un pizzico d'azione essendo fantasy.
" Beh è la storia di una ragazza che in realtà è un angelo senza ali e si sente un estranea anche nella sua stessa famiglia, ha il timore di non potersi mai innamorare, ma in realtà finisce per innamorarsi del suo esatto opposto, un demone bello e misterioso."
"Wow deve esserti piacito d'avvero tanto, dal modo in cui ne parli sembra la storia più avvincente e bella del mondo." Jake sorrise nel vedere l'entusiasmo della piccola Lucy che in quel momento aveva assunto un colorito talmente rosso da poter far concorrenza a un coltivamento di pomodori.
"No, è che la scrittrice è davvero brava, usa frasi che riescono a far riflettere sui propri comportamenti, o almeno è stato così per me, sai in fatto di carattere e mentalità la protagonista mi assomiglia parecchio, stessi gusti musicali, stessi pensieri, stessi timori..." le parole le uscirono di bocca quasi senza che se ne accorgesse.
"Quindi anche tu hai paura di non innamorarti è?" il biondo fece quella domanda per pura curiosità, non aveva intenzione di mettere in imbarazzo Lucy, ma a giudicare dagli occhi abbassati e dal colore , se possibile, ancora più rosso delle guance era quello che aveva appena fatto.
Vedendo la scena muta della ragazza decise si interrompere quel silenzio imbarazzato.
“Senti oggi pomeriggio lavori?”
“No perché”
“ Benissimo, ti aspetto all’ uscita, abbiamo delle ripetizioni di letteratura in sospeso non ricordi?
 
 
 


Eccomi qui, con un ritardo madornale… scusatemiiii sono mortificata, avevo molte cose da fare e un po’ di problemi in questo periodo, pensavo di fare un capitolo più lungo, ma poi ho pensato che era meglio lasciarlo così per non farvi aspettare ulteriormente…
Spero di non avervi deluso con questo capitolo visto che non succede niente di che.
Baci Vivy  


 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***






Vi chiedo per favore di ascoltare questa canzone quando troverete il testo rosso: https://www.youtube.com/watch?v=HZl7exDPyRw&feature=youtu.be

10
 





Quella giornata di scuola passò abbastanza in fretta sia per Jake che per Lucy, la campanella di fine lezioni era appena suonata e gli studenti si dirigevano numerosi verso l’uscita. Lucy fece fatica a farsi strada in mezzo a tutta quella gente.
Arrivata al cancello d’uscita trovò un sorridente Jake ad aspettarla. Era appoggiato ad un muretto, il sole di fine settembre gli accarezzava il viso e rendeva l’azzurro dei suoi occhi ancora più penetrante ed intenso.
“Pronta per una gita a casa mia?” chiese avvicinandosi alla mora.
“Si signor capitano” disse ridendo.
Si incamminarono verso la metropolitana ridendo e scherzando come due vecchi amici, Lucy si chiese come era possibile, era una di quelle ragazze che non rideva facilmente alle battute stupide dei ragazzi ma doveva ammetterne che quelle di Jake erano veramente divertenti.
Dopo due fermate scesero dalla Metropolitana.
Quando arrivarono difronte casa di Jake Lucy rimase stupefatta, era enorme e molto moderna con un giardino molto ben curato che la circondava, vi erano cespugli di rose bianche e rosse sparsi qua e là, tulipani di diversi colori e orchidee blu.
“Dai entra” disse il biondo aprendo la porta.
Lo seguì su per le scale fino ad arrivare ad una stanza grandissima e stranamente ordinata.
Il letto a due piazze era situato in mezzo alla stanza, le pareti erano ornate di poster e disegni probabilmente fatti dal ragazzo, l’armadio e il resto dei mobili erano bianchi.
La ragazza notò un ritratto appeso sopra la scrivania, raffigurava un ragazzo giovane che assomigliava terribilmente a Jack ma aveva qualche tratto del viso differente, poi lo sguardo le si posò su una chitarra acustica posata ad un lato del letto, si avvicinò la prese in mano e si girò verso Jake che era rimasto vicino all’ingresso.
“Mi suoni qualcosa?” chiese sorridendo.
Il biondo le si avvicinò e si sedette sul letto prendendole la chitarra di mano e le fece segno di accomodarsi accanto a lui.
Accordò lo strumento e poi iniziò a suonare delle note che lei conosceva bene.
Cominciò a cantare e a Lucy parve che in quell’ istante il mondo si fosse fermato solo per ascoltare la bellissima voce del ragazzo.
Push it out, fake a smile
Avert disaster, just in time
I need a drink, cause in a while
Worthless answer from friends in mind
It's dumb to ask, cool to ignore
Girls posess me, but they're never mine
I made my entrance, avoided hazards
Checked my engine, I fell behind
 
I fell behind
 
She makes me feel like it's raining outside
And when the storm's gone i'm all torn up inside
I'm always nervous on, days like this like the prom
I get too scared to move, cause I'm a fuckin' boy
 
Remember when I was in the grocery store, now's my time
Lost the words, lost my nerve, lost the girl, left a line
I would wish upon a star, but that star, it doesn't shine
So read my book with a boring ending
A short story of a lonely guy
 
I fell behind
 
She makes me feel like it's raining outside
And when the storm's gone I'm all torn up inside
I'm always nervous on, days like this like the prom
I get too scared to move, cause I'm a fuckin' boy
 
She makes me feel like it's raining outside
And when the storm's gone I'm all torn up inside
I'm always nervous on, days like this like the prom
I get too scared to move, cause I'm still just a stupid worthless boy”
 
“story of a lonely guy


Quasi sussurrò la mora, con ancora la pelle d’oca.
“la conosci?”
“Mi sembra ovvio, è una delle mie canzoni preferite” disse la ragazza guardandolo negli occhi, notò che il suo sguardo si fece triste.
“Era una delle canzoni preferite di Alek.”
“Di chi?”  
“Di nessuno, non farci caso iniziamo?” il biondo era agitato, si pentì subito di aver nominato quella persona.
“Ok, apri il libro di letteratura a pagina 312” Lucy aprì la borsa e prese l’enorme volume iniziando a sfogliare le pagine.
 
Passò circa un ora da quando iniziarono a studiare, e stranamente Jake sembrava capire tutte le spiegazioni della mora che ne fu veramente soddisfatta.
“Facciamo una pausa, puoi dirmi dove trovare il bagno?”
“Certamente, l’ultima porta infondo al corridoio a destra.”
Lucy si alzò e si diresse in corridoio, vide la porta del bagno, ma prima di aprirla ne notò un’altra leggermente socchiusa.
Era la stanza di un ragazzo, cerano diverse mensole con molti trofei e medaglie, un letto a una sola piazza e una scrivania al’’ angolo, un armadio abbastanza grande era situato a destra della porta d’ingresso, le pareti erano azzurre e il pavimento lucido.
Vide una fotografia sulla scrivania e si avvicinò.
Raffigurava un Jake di qualche anno più giovane  e il ragazzo della foto abbracciati e sorridenti, aveva già visto Jake sorridere molte volte, ma mai come in quella foto, li era più radioso, e decisamente felice.
“Mi sa che hai sbagliato porta.” La voce dura e fredda del biondo fece sobbalzare la Lucy che si girò in un attimo.
“ Scusa, hai ragione, ho proprio sbagliato stanza.” Disse imbarazzata abbassando lo sguardo.
“Puoi usare  il bagno, ma dopo dovresti proprio andare, mi sono ricordato che ho una faccenda da sbrigare.
La mora non dicendo niente e con gli occhi ancora al pavimento uscì dalla stanza.
 
Qualche minuto dopo aver salutato Lucy, Jake  tornò in quella camera e prese la fotografia che pochi istanti prima era tra le mani di Lucy.
Si sedette sul  letto e una lacrima gli scese involontariamente sul viso.
Si rialzò subito, riappoggiò la cornice sulla scrivania e si precipitò giù per le scale prese le chiavi della macchina e uscì di casa.
 
Arrivato davanti al cimitero scese e si diresse verso una lapide che non visitava da ormai 3 anni.

Alek Sullivan
1992-2011

Le lacrime di Jake scesero incontrollate facendolo finire in ginocchio dal dolore emotivo che provava.
 
 
 



Ecco a voi il capitolo 10! Evviva sono riuscita a scriverlo!  :D
Allora che ne pensate? È un po’ triste lo so…
Comunque grazie di cuore a tutti quelli che leggono questa storia e un grazie speciale va a queste persone:

 amore99

 auryru
 cabesa
 Hannie
 kennylove89
 lullaby1234
 MartyRudolf
 misa_mery
  rossella99
  Scarlett_03
 _twin_roy_9_
ale 31101
 alessia_31101
 ciccina01
 Fedibo
 likuwi7
 nanaone
Navi_VIXX
 romy2007
 Sasimarti
She_will_be_loved
 this_is_anna
 5Happy_Carrots
 aldina
AllySmith
 bassical
 Captin
CassieDGrace
 ceccia_96
 Chiara_86
 dauntlessrevolution
 fabisweetheart
 gnagna4ever
 guticamina
 kennylove89
 kiakkia12
 lalla31
La_mangiatrice_di_libri
 Look_the_stars
maaaallllaaaa
 mariaannachiara
 marissa93
martydirectioner
 maura91
 MyLandOfDreams
myllyje
Nava
 neko_path
Ombretta
pepapig
pidge015
Portgas D Denis x ace
 pragmatica
 romy2007
rosaa93
Sarina_91
Spady96
Tia1216
 vanexa14
_twin_roy_9_
 
Vi amoooooo *_* *_*
Ah e per ultima cosa scusatemi per gli errori. Volevo anche chiedervi, che ne dite di un capitolo speciale su Cam e Greg ?
ALLA PROSSIMA BELLISSIME, BACI Vivy :*
 

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Capitolo 11
*** novità in arrivo ***


Ciao continuerò la storia su wattpad vi lascio il link: http://my.w.tt/UiNb/wWnrrkGbfD
Baci Vivy_96
 

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Capitolo 12
*** vi prego leggete ***


Ciao ragazze rieccomi, volevo informare a chi fosse interssata che sono riuscita a continuare la storia su wattpad e sto continuando a scrivere quindi se volete sapere come va a finire passate e fatemi sapere cosa ne pensate, un alta cosa ho modificato qualche capitolo, e niente ora vi lascio grazie per l'attenzione che mi avete dato. Baci vivy96

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