Rosa x Iris

di LadyTsuky
(/viewuser.php?uid=217959)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogni finalmente avverati ***
Capitolo 2: *** Non sottovalutare una Capuleti ***
Capitolo 3: *** Il ballo delle rose ***
Capitolo 4: *** Oh Romeo Romeo ***
Capitolo 5: *** Matta come...un cavallo?! ***



Capitolo 1
*** Sogni finalmente avverati ***















Rosa x Iris







La sognavo da tanto quella vita....

avevo sempre desiderato accarezzare i suoi capelli blu e ammirare i suoi occhi azzurri come il mare e dire "ti amo" ogni volta che volevo, senza avere paura di dirlo in mezzo ad una strada affollata senza più nascondermi sotto quei vestiti da uomo..ormai tutto era finito ero libera e sapevo che lui mi avrebbe sempre amato.....
e io lo amavo alla follia.

Il nostro amore era eterno ci aveva salvato dall'inferno e insieme stavamo ricostruendo la nostra città...tutti i miei amici mi avevano aiutato e lui mi aveva salvata....si mi ha dato la forza di vivere insieme,  e di avere la famiglia che non avevo mai avuto...il mio Romeo lui aveva scelto me anche se ero dei Capuleti nemici di suo padre, ma lui mi amava lo stesso indistintamente dal mio nome.
Adesso governavamo insieme Neo Verona ed eravamo felicemente sposati da ben quattro mesi...

La nostra separazione forzata ci aveva uniti ancora di più e adesso vivevo la vita che desideravo da molto tempo.
Ero lì in giardino con il mio libro in mano, e lo ossevavo intensamente rapita dal suo volto. ero seduta su una delle mie panchine preferite del giardino che si trovava dietro al castello, stava volando con il suo cavallodrago Cielo, era ritornato insieme alla sua nuova famiglia...e quando Romeo li ha visti arrivare tutti insieme gli è saltato addosso dalla felicità...ero vederlo ritornare bambino, e io non la smettevo di sorridere ero proprio felice per lui per cielo per i miei amici e per me...
Willy aveva  già capito tutto ... sapeva che prima o poi saremmo arrivati a questo punto...

"ehi a che pensi?"
Mi voltai verso quella voce e dissi: " sei tu Antonio?"
"nonno è impazzito ti cerca da ore così mi ha mandato in missione speciale non fa altro che sbraitare , dov'è dov'è la nostra signora? Cordelia non sa più come calmarlo"

Antonio era cresciuto adesso andava all'università ed era un uomo, non più il mio piccolo aiutante...era diventato bellissimo, molto alto, più alto di me e adesso che aveva trovato la sua nuova fiamma aveva messo la testa a posto..Ah quante ne avevamo combinate insieme, quante marachelle e quante sgridate avevamo ricevuto!

" sempre il solito! volevo solo rimanere un po in giardino a rilassami non mi è più concesso ormai?"
"credo proprio di no  ma se vuoi dico che non ti ho trovata"
"no no così poi ti tocca subire la predica di un'ora!"
" e già ogni volta la stessa storia ma mancano le nostre avventure" disse sorridendo.
" ma adesso che ci penso...tu che ci fai qui? Non dovresti studiare?"
" sto facendo una  lunga pausa o stasera non riuscirò a reggermi in piedi per il troppo studio!"
"sei sempre il solito! pur di non studiare faresti di tutto!" e poi notai qualcosa di strano in quello che aveva detto "scusa che c'è stasera?"
"come? non ricordi? il ballo delle rose ti dice niente?"
" è vero come potevo dimenticarmene!"

Quel giorno era già arrivato! Il giorno in cui vidi per la prima volta Romeo....quel meraviglioso giorno! Ricordo ancora il vestito rosso che Emilia mi aveva obbligato ad indossare, quella era la prima volta che mi vidi allo specchio con indosso abiti femminili ed ero stupita,  in quel momento mi sentivo veramente una ragazza! ero rimasta lì ferma e immobile davanti al mio riflesso...

"Giulietta? Giulietta? ehi mi stai ascoltando?"
"o si scusa stavo pensando al ballo"
" ultimamente ti vedo assente come se avessi la testa da un'altra parte e poi sei sempre così pallida!"
" perdonami, non so ultimamente mi sento un pò strana...stavo pensando alla serata che mi aspetta e a tutta la gente che dovrò salutare...mi viene la pelle d'oca se ci penso non avrò un attimo di pace!"
" si devi pensare anche al tuo povero maritino..."
" chi è il povero maritino qui?" disse ridendo una voce troppo armoniosa.
" Romeo!" mi alzai in fretta per salutarlo per bene, ma ebbi un capogiro e caddi per terra. Romeo mi aiutò a rialzarmi e disse:"Giulietta stai bene?"
"si si solo ho preso una pietra e sono inciampata la mia solita sbadataggine perdonami" gli accarezzai il viso. Se gli avessi detto dei continui capogiri che avevo e nausee sicuramente si sarebbe preoccupato come al solito e avrebbe chiamato tutti i medici del paese, ma io non volevo assolutamente questo, così preferì mentire.
"ti prego mi hai fatto preoccupare è da giorni che inciampi ovunque!" se ne era accorto allora...
" e già..." dissi sorridendo.
" non lo fare più " era diventato serio...
"promesso" dissi "adesso mi dai un bacio?"
" non devi chiederlo!"

E subito mi baciò. Le sue labbra erano calde e morbide, e le mie labbra erano come argilla che si modellavano sotto il suo tocco, non mi sarei mai abituata a quei baci!...rimanemmo così a lungo finchè Antonio non disse: "ehm scusate allora io vado vi lascio soli"

se ne stava per andare finchè non mi ricordai di Corrado.
"aspetta vengo con te"
lasciai mio marito e dissi: "tesoro devo andare, mi vuole Corrado e poi devo iniziare a preparami per il ballo!"
" Evidentemente è qualcosa di importante ti lascio andare allora" era un pò dispiaciuto.
"dai ci rivedremo fra un pò"
"si .."
" se vuoi puoi venire con me ma ti avviso che passerò ore e ore a provare vestiti quindi non credo che ti divertirai tanto"
" lo sai che passare il tempo con te mi piace tanto e non mi annoierei mai lo sai benissimo"
"anche voi vi dovete preparare vostra maestà perciò sbrigatevi a spazzolare il vostro destriero che l'aspetto nelle mie camere!" dissi sorridendo seguendo Antonio.
" come volete Madonna Giulietta!" disse ridendo a sua volta.

e già mi aspettava una lunga serata.....



















_______________________________________________________________________________

NOTE DELL'AUTRICE

questa è la mia prima ff quindi siate clementi vi prego!!! questo anime è uno fra i miei preferiti e ogni volta che vedo l'ultima puntata piango sempre! siccome amo i lieto fine ho deciso di cambiare un pò la storia....mi raccomando aspetto con ansia le vostre recenzioni!
a presto Lady T :)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non sottovalutare una Capuleti ***




 







Capitolo 1

Non sottovalutare una Capuleti!

POV GIULIETTA


Scendevo quella lunga scalinata con rabbia. Pestavo i miei piedi sul quel perfetto marmo  bianco, per far sentire a tutti la mia disapprovazione e far notare la mia ira.

"Madonna Giulietta! Madonna Giulietta, vi prego aspettate!"

Una donna dalla matura età, mi inseguiva con in volto un'espressione fra il confuso e il preoccupato. Si teneva la lunga gonna del suo abito blu con una mano e veniva dietro di me con fretta.

"Aspettare? Aspettare cosa? Io da qui me ne vado oggi stesso!" gli urlai continuando a camminare.
" Ma come? Fino a poco tempo fa voi eravate così entusiasta per via del ballo." disse con affanno, sempre continuando a scendere
 "Cosa vi è successo? Mia Signora!"
"Cosa mi è successo? E me lo damandate? Prima di rivolgermi queste stupide domande, solo per farmi perdere tempo, perchè  non vedete cosa custodite con tanta cura nelle vostre mani? Così avrete la vostra risposta" dissi acidamente mostrandole la mia schiena.

 Detto ciò la donna  abbassò lo sguardo e ammirò con occhi luccicanti l'oggetto che aveva tra le mani "E' il vostro  spendido abito per il ballo, mia Signora" pronunciò.
"Appunto!" mi fermai per guardarla in viso.
 Scrutare ogni sua emozione ecco cosa volevo...
Aveva stampato in faccia solo un falsissimo sorriso. Credeva di parlare con una pazza?
Poteva avere ragione forse...In quel momento non ero del tutto lucida, anzi più pazza che lucida. A pensarci bene era stata costretta da Corrado ad aiutarmi in tutto, e quella antipatia che mostrava nei miei confronti era più che reciproca!
L'unica cosa da fare era andarsene, sì! Sparire.
Grazie e arrivederci a tutti! ecco cosa avrei urlato davanti all'uscita del castello!
Quella donna ha avuto il coraggio di chiamarlo abito! Abito? E da quando  una tenda strapppata da qualche parte del palazzo con  cucito  qua e là qualche gingillo era un abito?  Vi prego ditemelo così ammazzo chi l'ha inventato! Io ..io avrei dato fuoco alla sua casa! e anche a quella donna che avevo davanti se avesse di nuovo pronunciato la parola Abito. Forse la vista le stava calando ne ero certa!
Basta! Gli e ne avevo date vinte fin troppe, adesso dovevo decidere solo io per me stessa e nessun'altro! Più ci pensavo e più mi ribolliva il sangue il fegato lo stomacotutto! La mia pazienza stava andando via rapidamente.

"E adesso la prego Madonna Claudia mi lasci stare, torni indietro e avvisi lei Messer  Romeo, gli dica che parto" esordì con tono fermo. Mi voltai per la seconda volta verso la fine delle scale e iniziai a scenderle piano...era da settimane che inciampavo in continuazione, ovunque a causa di capogiri vari, così prudentemente rallentai, per non fare un disastroso capitombolo. Non volevo passare il resto della serata con una caviglia dolorante, poi fuggire sarebbe stato difficile zoppicando.
" Giulietta ma che stai facendo?"
Scocciata mi girai con occhi di fuoco verso l'interlocutore che mi aveva rivolto la domanda, se qualcun'altro si fosse aggregato a quello spettacolino da quattro soldi  lo avei ucciso con una pugnalata al cuore, la mira di certo non mi mancava. Poco più dietro di Madonna Claudia vidi Cordelia, mia migliore amica quasi sorella maggiore, che teneva in braccio suo figlio di appena un mese addormentato, era il piccolo Riccardo de Frescobaldi, il suo primogenito.
 " Ho sentito la tua voce dall'altra parte del castello. Cosa è successo? Tu non dovresti andare a prepararti?"
Più che una domanda, alle mie orecchie risultò un ordine, che mise a dura prova i miei poveri nervi già impazziti.
" Mi dispiace ma ho chiaramente detto a Madonna Claudia che vado via di qui"
" E dove di grazia?" chiese iniziando a scendere gli scalini  "Con quale mezzo poi? "

Mi prendi in giro? Cordelia il sarcarsmo non è il tuo forte vedo.

" Dove mi porta il vento! Userò i piedi; camminare fa bene alla salute!" risposi alla sua provocazione " E adesso se mi vuoi scusare cara la mia Cordelia vi lascio ai vostri amati preparativi per il ballo conpermesso" continuai a scendere.

Respiravo con difficoltà e la mia testa mi faceva male, per non dire dei miei poveri piedi martoriati da quei tacchi scomodissimi...
L'unica cosa positiva era che non sentivo più le grida assordanti di Madonna Claudia e nemmeno la voce della mia amica...strano molto strano , di solito ignorava completamente le mie parole.

"Diamine ma quando finisce questa benedetta scalinata?"
"Giulietta ti prego aspettami!"

Le mie vane speranze andarono in fratumi...
Anche quel giorno non sarei sfuggita alle sue prediche.

"Cordelia ti ho detto tutto quello che dovevo dirti, non ho voglia di aspettare nessuno!"
"Giulietta se entro cinque minuti non ti sarai fermata giuro che non risponderò delle mie azioni!"

Con velocità mi spostai e vidi le sue guance iniziare a colorirsi di rosso, il bambino invece dormiva ignaro della situazine che si stava per crearsi. Brutto segno. La stavo facendo arrabbiare e molto anche.
 Benissimo mi ci voleva proprio un pò di attività!
 E se ricordo ancora, in tutta la mia vita solo una volta ho assistito ad una sua sfuriata...
Sarei ritornata integra dopo tutto ciò?
Le cadute,il vestito orrendo, le sgridate di Corrado..Grandioso!
Ci vogliamo aggiungere qualcos'altro? C'è posto c'è posto! Che giornata memorabile!

Evidentemente non aveva nulla da fare che stare a sgridarmi come se fossi una bambina...

"Se vuoi la guerra" dissi sottovoce.
"Giulietta guardami!"
"Ti sto guardando, mi sono fermata, Ti ascolto!" a stento mantenevo la calma ma dovevo affrontarla. Incrociai le braccia al petto e la fissai intensamente.
Lei sospirò arrendendosi alla mia testardaggine.
" Giulietta lo sai che per me sei come una sorellina, ma non credi che questo comportamento sia esagerato? Dopotutto sei la Signora di Neo Verona, non puoi continuare ad avere un comportamento infantile!"

Io comportamento infantile? Già adesso sono ritornata anche bambina!

Poi lei continuò dicendomi "Adesso da brava vieni con me, così ti aiuterò a prepararti e indosserai il vestito per il ballo"

Quando sentì quelle parole, mancava poco che mi uscisse il fumo dal naso. Lo so il suo istinto materno stava prevalendo ma diamine! Non ho cinque anni!

"Veramente credi che ti seguirò? Io quel pezzo di stoffa non lo indosso nemmeno sotto tortura!"
" Perchè odi così tanto questo abito e dire che Corrado l'ha scelto con tanta cura!"
" E da quando corrado sceglie i miei abiti?! Non solo deve organizzare la mia intera giornata!Decidere con chi devo e non devo parlare! Non posso nemmeno stare da sola con mio marito per cinque minuti filati! Adesso sceglie anche i miei abiti?!" urlai allo stremo delle mie forze.
"Ma era solo per questa occasione"
" Adesso lo difendi?" chiesi incredula  "Dopo di questa Cordelia ce ne saranno tante altre! E io non voglio! Non voglio nemmeno un cane da guardia come Madonna Claudia, me la so cavare da sola! Grazie per il pensiero!"
" Ma Giulietta non prendertela tanto è solo un abito"
" Mi dispiace non è solo un abito!  E' un orrendo abito, e sai quelli vanno indossati!"
"Stai facendo tutte queste storie per un vestito?"

Esatto! Solo uno stupido vestito che dovrei indossare io non tu mia cara Cordelia!
 Insomma devo ammettere che mi stavo comportando in modo molto infantile ma quando qualcuno mi obbligava  a fare qualcosa, io andavo su tutte le furie così mi intestardivo ancora di più.

"Siccome ti piace così tanto perchè non lo metti tu!"
"Lo farei ma non è il mio abito, quindi adesso calmati e vieni con me!"

Cavolo che testarda!
Forse se avrei toccato il suo punto debole mi avrebbe lasciata in pace.

"Hai coraggio sai? Quanta energia e hai appena partorito!  Già vai a zonzo! Con tuo figlio per di più! Vuoi che ti faccia un applauso?"
" Ma cosa ti sta accadendo perchè sei così nervosa?"
"Io? Nervosa? " giusto un tantino si nota?
" Anzi più che nervosa! E non mettere in mezzo mio figlio!"
"Non sto mettendo in mezzo nessuno io! E comuque ti ripeto per l'ultima volta di lasciarmi in pace!!!"
" Giulietta non costringermi a chiamare tuo marito"
" E chiamandolo che cosa risolveresti scusa?"
" Prima di tutto ti calmeresti e poi ritorneresti al castello"
" Incomincio ad odiarlo questo posto!"
" Quindi te ne vai? Questo non è risolvere i problemi! E' un comportamento da codardi!"

Rimasi spiazzata da quelle parole..ma mi ripresi in fretta.

"Sono fuggita e nascosta per molto tempo quindi è come ritornare al passato! Non ci sono problemi! Ci sono abituata! Mi puoi chiamare come vuoi!" continuai ad urlare.
" Non passerai inosservata"
" Ho ancora Odin da giocare quindi"
" Giulietta ti prego non oggi che c'è il ballo"
" Non oggi? Oggi è perfetto! C'è gente e confusione perfetto per passare inosservati!"
"Stai facendo una grossa stupidaggine!"
" Sono giovane, i giovani fanno le stupidaggini"
" Ma non i Signori di Neo Verona! Se mancherai al ballo l'aristocrazia e il popolo rimarranno delusi dal tuo comportamento. Ricordati che sei una Capuleti"
" Ti ricordo che ho sposato un Montecchi, e anche lui come me è il Signore di Neo Verona. Quindi è in mani sicure."
" Non sei più una ragazzina hai delle responsabilità adesso"

Mi prese per un braccio e mi fermò.

"Giulietta non puoi scappare non adesso" e vidi la sua espressione triste.
" Devo invece, se rimango ancora altri cinque minuti impazzisco!" e lasciai la sua debole presa...

Avevo bisogno d'aria, di uscire dalle mura di quel castello.
Inizia a correre...con passo svelto come se stessi scappando da un pericolo imminente...
Respiravo a fatica, la testa mi faceva male e i miei piedi imploravano pietà.

Maledetto vestito! Maledette scarpe! Maledetto ballo!

Quando arrivai alla fine della scalinata con il fiatone e con i piedi doloranti, alzai lo sguardo e vidi il cancello aperto...in pochi secondi tutta la stanchezza che provavo svanì come per magia.
Subito sorrisi  e per un millesimo di secondo il mio cuore fu felice... credevo veramente che forse ci sarei riuscita.
Ma la mia espressione cambiò all'istante, appena notai davanti a me due figure troppo conosciute.

"Madonna Giulietta? E' strano vedervi fuori dal castello cosa vi è successo?" disse dolcemente il mio Primo Ministro Francesco che sorrise porgendomi la mano.
" Avete l'aria di chi ha corso per ore" disse Curio. Mio amico fidato, che si occupava del cibo che entrava nel castello.
" Non ditemi che state pensando di scappare ancora una volta?" Francesco mi blocco con sguardo severo. Non l'avevo mai visto così.
"Non sono affari vostri!" gli risposi seccata, ormai il mio buonumore era andato a farsi benedire  "E adesso, devo andare. Scusatemi!" mi feci spazio fra i due ma venni bloccata da entrambi per le braccia.
" Mia Signora dove credete di andare?" mi tuonò Curio in un orecchio.
" Prima di tutto non urlarmi nelle orecchie e secondo molla la presa"
" Giulietta hai dimenticato che oggi è il giorno del ballo?" domandò Francesco.
" No Francesco non l'ho dimenticato" tentai invano di divincolarmi ma niente.
" E' finito il tempo dei giochi, quindi adesso ci seguirete, Madonna Giulietta"continuò Curio.
" Ma!" replicai io
"senza fiatare"

Adesso si che assomigliavo ad una bambina....
Ero caduta davvero in basso ...
Così alla fine fui trascinata nel castello da i due uomini e ancora una volta il mio piano era stato distrutto! Povera me...









_________________________________________________________________________

Note dell'autrice

ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!ed eccomi tornata con un nuovo capitolo!!!!! Vi ho fatto aspettare molto no? Sorry la prossima volta aggiornerò prima
mi piace immaginare una Giulietta così furiosa!!! :))) chissà qual'è il motivo. E voi??? lo immaginate?
bo bo bo chi lo sa....lo racconterò nel prossimo capitolo comunque!
 
prima di salutarvi voglio ringraziare tutte le ragazze che mi seguono e che recensiscono.. e soprattutto chi legge GRAZIEEEEEEE RAGAZZE!!!!!!!!!!!!!!!! spero che continui a piacervi la mia storia !!!
Ciao ciao Lady T!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ballo delle rose ***





 







Capitolo 2  

Il ballo delle Rose

POV ROMEO

Quella sera nel giardino del retro c’era una leggera brezza che muoveva dolcemente i petali e boccioli di rose che adornavano ogni angolo del castello. Scesi quei pochi scalini che mi portavano al suo interno ed io …
Non riuscivo a smettere di pensare a lei …
La mia dolce e tenera Giulietta … che era in netto ritardo per giunta. Mi aveva chiesto di aspettarla al solito posto. Davanti alla fontana del nostro primo incontro.. Quando mi innamorai di lei per la prima volta.

Stavo camminando da ore, avevo percorso in lungo e largo l’intero palazzo, che conoscevo come le mie tasche, ma tutti i miei sforzi erano stati inutili, nessuna ombra della sua chioma rossa  in giro.
Ero davvero agitato.
E se gli fosse successo qualcosa? Se ..se si fosse sentita male?
Forse ero solo un po’ troppo apprensivo nei suoi confronti. L’avevo vista cadere e inciampare parecchie volte e ogni volta la riprendevo e le dicevo di fare più attenzione…
No! Diamine! Romeo calmati! È solo andata a prepararsi. E poi con tutte quelle dame di corte e Cordelia dietro, sicuramente non le sarà successo nulla di grave no? No?
Ma perché continuavo a prendermi in giro da solo? Mi sarei messo il cuore in pace solo quando l’avrei rivista.

L’acqua zampillava da tutte le parti e il vento la muoveva giocoso a suo piacimento. Il volto della dea che era al suo interno era illuminato dalla pallida luce della luna, a breve sarebbe iniziato il ballo.
Facevo avanti e indietro davanti alla fontana, per ingannare il tempo dato che non riuscivo a rimanere fermo, finché non sentì la sua voce.
Alzai in men che non si dica lo sguardo e la vidi. Era irritata lo notai immediatamente. Il suo viso non era roseo come sempre, ma rosso come la rosa che avevo tra le mani…
Tentava invano di divincolarsi dalla forte presa dei due uomini che l’accompagnavano.
Mi accorsi solo quando furono molto più vicino a me,  la figura di Francesco e di Curio. Quest’ultimo era scocciato e dava a vedere che era tutta colpa della sua “prigioniera” che continuava a pestare i piedi sul terreno come una bambina.

“ Giulietta ma che ti è successo?”mi avvicinai immediatamente ai tre e quando incrociai i miei occhi con i suoi, quei occhi cioccolato che non mi sarei mai stancato di vedere, rapidamente le si riempirono di grosse lacrime, e lei con le braccia aperte venne verso di me saltandomi addosso con impeto, rifugiandosi nel mio abbraccio.
“Amore mio ma che succede?” la strinsi dolcemente e affondai il capo nei suoi capelli che sapevano del delicato profumo dell’Iris.
“Perché piangi amore? Va tutto bene.” continuavo a rassicurarla e le accarezzavo la schiena su e giù con movimenti lenti.
Tremava, percossa dai singhiozzi e non rispondeva alle mie domande, non sapevo cosa fare, non l’avevo mai vista così, lei non mi aveva mai mostrato quella parte così fragile e delicata.
“Francesco, Curio voi ne sapete qualcosa?” gli chiesi un po’ preoccupato per capirci qualcosa in più, dato che mia moglie non mi aiutava.

Entrambi si fissarono con sguardo di chi la sapeva lunga, dopodiché Curio mi disse:
“Messer Romeo, Giulietta ha provato ancora una volta a fuggire via dal castello”
“ E noi l’abbiamo riportata indietro. In tempo” continuò Francesco.
“ Giulietta e la verità?” la sorpresa non fu la prima emozione che trasparì sul mio viso, dato che mi aveva già fatto questo tipo di scherzetto.
La guardai intensamente e lei di tutta risposta nascose ancora di più il suo viso nel mio petto. Non capivo perché aveva questo comportamento.
“ Giulietta non posso crederci! Questa è la sesta volta in quasi due mesi che hai tentato di fuggire dal palazzo, ma che cosa ti sta succedendo? Stai male forse? Devo chiamare tutti i medici della città?”

Con quelle parole, lei uscì dal suo nascondiglio e finalmente mi guardò. I suoi occhi erano rossi e lucidi segno di un lungo pianto, e delle mezzelune lilla sotto di essi facevano bella mostra. Non le avevo mai notate fino a quel momento. Evidentemente aveva pensato di poterle nascondere con del trucco abbondante ma le sue lacrime avevano smascherato il suo intento. Vidi sorpresa, tristezza, delusione e infine rabbia farsi spazio sul suo bellissimo viso.

Continuai aspettando una sua reazione. Era ferma, aveva stretto i pugni sul mio petto e il suo sguardo era incomprensibile.

“ Forse è meglio che per questa sera tu rimanga nelle nostre stanze. Ti vedo stanca non vorrei farti ammalare” affermai con tono deciso, le accarezzai la guancia asciugandogli una scia bagnata che la solcava.
“Co..cosa?”
Lei invece non era molto decisa, anzi un po’ di incredulità trapelava dalla sua voce ancora rauca per il pianto. Poi, come se un fulmine l‘avesse colpita risvegliandola da quello stato di torpore e dando un senso alle mie parole parlò “No! Io, io  non voglio perdermi il ballo!” e ancora si addensarono delle piccole gocce ai lati degli occhi “Per favore” disse quasi senza voce, appoggiando la fronte sul mio petto. Era ancora stretta nel mio abbraccio

Sembrava proprio una bambina che contestava gli ordini di un padre, convincendolo con le lacrime.

“ Tesoro sei pallida e non hai un’un bell’aspetto forse dovresti riposarti un po’no?”
“ Io ci tengo! Non posso mancare!” rispose ormai piangendo.
“ Anche io, ma non puoi sei troppo debole! Ho visto le tue occhiaie hai dormito poco e niente ultimamente.”
“ E gli invitati? Cosa diranno su di me?”
“ Non preoccuparti per gli invitati li avviserò io stesso”
“ Romeo ti prego, io sto benissimo! Non ho bisogno di riposo!”

Secondo me disse quella frase più per convincere se stessa che me.

“ Hai bisogno di dormire” affermai calmo.
“Ho domani per farlo e anche dopodomani!”
“ Ma io sono più tranquillo così, ti prego ascoltami una volta”
“ Non puoi privarmi di questo! Sei testardo come…come Corrado!” disse iniziandosi ad arrabbiare.
“ Giulietta smettila, lo sai che io ho ragione! Ti conosco e so che se continuerai di questo passo ti ammalerai di certo” anche io stavo iniziando ad irritarmi.
“ Lo sai che per me questo ballo è importante ho molti ricordi legati a questo giorno!”
“ Amore ti prego fa come ti dico” le risposi calmo appoggiando le mani sul suo viso
“ Non posso non venire! Dopotutto sono la signora di Neo Verona sarebbe un’offesa verso il nostro popolo!”
“ Anche se sei la signora di Neo Verona ti stai comportando in modo molto infantile mia cara!”

Forse lo dissi con un tono un po’ troppo alto.
Forse avevo sbagliato a scegliere quelle parole…
All’istante vidi il suo viso da pallido colorarsi di un rosso intenso. Stava letteralmente perdendo le staffe.
“Io non mi comporto in nessun modo! Questa sono io!” lo disse con rabbia staccando bruscamente le miei mani dalla sua pelle.
“Ti prego calmati!”
“No non mi calmo affatto! Adesso anche tu mi dai degli ordini? Come Corrado, Madonna Claudia, Cordelia e questi due qui dietro? Stai facendo di tutto pur di non farmi venire a quello stupido ballo! Sono pallida? Stanca, debole ho le occhiaie? Beh questo è il mio corpo e sono fatti miei! Tu stai cercando scuse! Tutte scuse! Sei tu che non mi vuoi lì con te! E  poi non sono più una mocciosa! Odio essere trattata in quel modo! Ho smesso di esserlo quando ho visto morire davanti a me mio padre e mia madre! Quindi smettila di essere così calmo su tutto! Mi dai sui nervi! Tu non sei il mio capo quindi non pretendere di darmi ordini! Chiaro? E se ho detto che voglio andare a quel ballo ci vado! Con te o senza di te, non me ne importa! Mi sono stancata non ce la faccio più ne ho fin sopra i capelli di te e delle tue stupide preoccupazioni, di Curio di Francesco di Cordelia di tutti!” urlò a pieni polmoni, piangeva a dirotto.
“ Giulietta” dissi sottovoce ero incredulo. Non mi sentì nemmeno.
“Sai che ti dico? Mio caro Romeo? Che farò come dici tu! Contento?” sorrise ironicamente  della sua affermazione.

Bruscamente allontanò il suo corpo dal mio, si asciugò velocemente le lacrime appena cadute, stringendo forte fra le mani la gonna , così intensamente che era sul punto di stapparla.  Fece qualche passo più avanti decisa, si diresse verso gli scalini che portavano all’interno del castello.
Camminava molto velocemente, come se stesse cercando in tutti i modi di fuggire. Le mancavano solo pochi passi per salire il  primo gradino e vidi nel suo volto un’espressione di dolore.
Il mio cuore sussultò, la raggiunsi all’istante dato che non era molto lontana da me.

“Giulietta cos’hai?” chiesi allarmato facendo un passo verso di lei.
“ Nulla” disse con un tono a dir poco glaciale molto più calmo rispetto a due minuti prima ma completamente diverso. Detto ciò rialzò il capo con l’intenzione di continuare la sua corsa.

Era strano, non si era mai comportata in quel modo, non ero mai riuscito a vedere quella sua parte così aggressiva, lei con me era sempre stata dolce e raramente discutevamo, ma quella sera era peggio di tutte le altre volte… mi mentiva e lo nascondeva sotto urla e pianti e questo io non lo sopportavo affatto. Questa volta non sarebbe riuscita a sfuggirmi come tutte le volte precedenti.
Sentivo che la rabbia si stava impadronendo del mio corpo e io non feci nulla per fermarla.
La bloccai per il polso e dissi:

“ Era un capogiro vero? Come quelli di oggi pomeriggio e di stamattina!” sbottai.
“No non è così, sono inciampata nello scalino” disse seccata.

Non riusciva nemmeno a guardarmi dritto negli occhi, il suo sguardo era rivolto al vaso di rose che era affianco a lei.

“Giulietta non dirmi stupidaggini! Come fai a prenderlo se mancano ancora cinque passi?”
Ero incredulo come poteva ancora mentirmi davanti all’evidenza. Ormai sapeva che non poteva più nascondermi la verità.
“ Romeo lasciami mi fai male!” tentava di sfuggire  alla mia presa che sempre più stringevo.
“ Giulietta rispondimi! Voglio la verità!”
“ Diamine non ho nulla!”  disse con occhi di fuoco.

Poteva mascherare facilmente le espressioni di quel viso angelico ma non poteva di certo far smettere il suo corpo di tremare, le sue mani erano fredde più del ghiaccio e il sentivo sotto la sua pelle il sangue scorrere velocemente. Alla vista di mia moglie in quello stato,  allentai  la stretta della mia mano su quel polso ma non lo lasciai per paura che potesse correre via da un momento all’altro. Poi un po’ più calmo di prima le domandai:

“Ti prego perché continui a mentirmi? Di cosa hai paura?”
“Io non ho paura di niente!” sorrise furbamente  “ Per favore adesso vorrei andare in camera! Devo riposare hai detto, quindi lasciami.”  con la mano libera allontanò la mia presa dal suo braccio e si diresse verso la scalinata.
Mi aveva risposto con le mie stesse parole. Mi ero dato la zappa sui piedi da solo. Idiota.
Come sempre era sfuggita alle mie domande, forse aveva approfittato della mia preoccupazione. Mi arresi alla sua testardaggine. Sicuramente con quel passo era giunta alla camera in pochi minuti.

POV GIULIETTA

Arrabbiata era dir poco! Furibonda, furiosa e incavolata nera. Per il momento erano questi gli unici aggettivi che mi venivano in mente, e Romeo con quel suo comportamento da idiota mi aveva infastidito ancora di più! Più di Corrado, Cordelia Madonna Claudia e gli altri, lui era primo in classifica! Come gli era venuto in mente? Non capisco tutta questa preoccupazione nei miei confronti! Per l’amor del cielo non ho nulla!
Dopo che ero sfuggita a quell’interrogatorio, il mio passo non si era affatto calmato.
Avevo la rabbia che mi scorreva nelle vene. Il cuore galoppava e la testa era in fiamme!
Quando Romeo mi aveva presa per il polso avevo avuto così paura che se non fosse stato per la buona volontà che avevo sarei crollata ai suoi piedi. Letteralmente. Le ginocchia mi tremavano e avevo le mani bagnate.
Non lo avevo mai visto così, era furioso e sembrava che trattenesse il respiro, nei suoi occhi vedevo la paura che nascondeva anche a se stesso.
Potevo in parte capirlo, lo so che era preoccupato per me ma quella reazione era più che esagerata CAVOLO!

Poco dopo arrivai davanti alla stanza e aprì con forza la porta. Dovevo calmarmi a tutti i costi, perché in quello stato non sarei andata da nessuna parte.
Appoggiai una mano sulla fronte e notai che era un po’ calda. Ci mancava la febbre adesso. Evviva!
Misi a fuoco la stanza, la penombra che creava la luce che filtrava dalla tenda bianca della portafinestra mi permetteva di distinguere approssimativamente le sagome del mobilio e dei divani che c’erano. Accesi qua e là un po’ di candele, per vedere meglio la stanza.
La camera era in perfetto ordine come sempre. Tutto era al suo posto. Era dannatamente perfetto. Tutto merito delle ragazze che si occupavano di sistemarla. All’inizio volevo sistemarla io per dare una mano ma la mia cameriera fidata e personale Amelia nonché mia amica mi aveva detto che non ce ne era bisogno così avevo rinunciato. Andai in bagno per bagnare il viso e rinfrescarmi un po’ perché mi sentivo in fiamme.Ero stanca e avevo una strana sensazione  e sicuramente di li a poco lui mi avrebbe raggiunto. E non volevo farmi vedere da lui in quello stato!
Non riusciva ad essere arrabbiato con me per più di cinque minuti ed io lo amavo anche per questo. Mi andai a sedere davanti al grande specchio e iniziai a spazzolare i capelli.
Guardai attentamente il mio riflesso e vidi che Romeo dopotutto aveva ragione. Ero pallida e qualche gocciolina di sudore scendeva dalla mia fronte, le mie occhiaie si vedevano perfettamente, l‘idea del trucco era stata davvero stupida se ne era accorto, e subito anche. Non so che mi era preso. Appena avevo visto il suo viso un misto di gioia e protezione mi avevano inondato il cuore e l’unica cosa che volevo era restare per sempre fra le sue braccia, ma ha rovinato tutto! Quando mi aveva rivolto quelle parole non ci avevo visto più! Come pretendeva di bloccarmi in camera nostra mentre lui poteva stare di là a ballare e divertirsi con qualche gallina stupida? Insomma ammetto di essere un po’ gelosa ma non poteva farmi rinunciare al mio giorno preferito! E‘ vero gli stavo nascondendo che stavo un po’ male, forse dovuta alla febbre che avevo, ma non potevo di certo dirgli la verità. E lui che fa? Si arrabbia. Lui! Non lo avrei mai perdonato! Dovevo essere solo io quella che si deve arrabbiare perché ne ho il pieno diritto! Lui non ha sempre dietro una signora che le sta sulle scatole oppure Cordelia che ti dice sempre quello che devi fare! Insomma sono una donna sposata! Non ho bisogno di una balia.

Poi vidi un particolare che non avevo notato quando ero entrata in camera. Era un vestito poggiato sul letto. Non quel disgustoso quanto arcaico esempio di tenda uscita male, quello di Corrado, ma un altro, molto più bello e meraviglioso del precedente.
Era di un rosa pallido molto chiaro e delicato, il tessuto era leggero al tocco e molto soffice, aveva un’aria eterea. Ma di chi poteva essere? Chi l’aveva portato in camera?  Lo presi tra le mani e senti il dolce profumo che inebriava la stanza, Iris… lui era venuto ed aveva portato per me questo vestito, solo lui poteva entrare in camera nostra.
Lo appoggiai sul mio petto e chiusi gli occhi. Mi calmai all’istante.
Aprì la portafinestra e uscì ad ammirare il cielo, era così tranquillo.
Ed io avevo rovinato tutto! Gli avevo urlato e gli avevo detto che lo odiavo! Che moglie degenere.
Le lacrime volevano uscire prepotentemente, non ricordavo nemmeno quante volte avevo pianto quel giorno.
Sentì due braccia calde circondarmi il petto da dietro. Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e disse: “Scusami”
Un brivido percorse la mia schiena.
“Io…io” non riuscivo a continuare perché ormai ero troppo presa dai singhiozzi.
“ Shhh “ mi girò verso di lui e mi baciò dolcemente. “Hai tutto il diritto di odiarmi mi sono comportato malissimo”
“Ti prego non dire così io non ti odio affatto, ero presa dall’ira e ho detto tutto quello che mi è passato per la testa!” lo guardai negli occhi e vidi che era felice.
“ Non ti ho creduta dal primo istante” sorrise.
“ Stupido” e ricambiai il bacio. “E questo vestito?”glielo mostrai sorridente.
“ Non ti piace?”
“ No, no anzi è semplicemente perfetto!”
“ Bene” e mi strinse nel suo abbraccio.
“Ma per cos’ è?”
“Cosa?”
“ Il vestito Romeo” dissi ovvia.
“ Per il ballo”
“Ma non avevi detto che non ci dovevo andare?” risposi rattristandomi.
“ Strano non eri tu quella che diceva di non stare sotto i miei ordini?”
“ Si lo so ma mi devo far perdonare no?”
“ Tu non ti devi far perdonare nulla sono io che ti chiedo perdono, sono disposto anche a chiedertelo in ginocchio.”
“Non serve ti prego”
“ Sono perdonato?”
“ Si sei perdonato..ma ad una condizione”
“ Mi devo preoccupare?”
“Mh non lo so” e sorrisi furbamente.

Iniziai a baciarlo con passione.. Profondamente e dolcemente…. lo volevo. Avevo una voglia matta di lui e della sua pelle. Volevo essere baciata e accarezzata da lui e credo che non si sarebbe mai ritirato a questo mio desiderio.
Ci baciammo a lungo e dopo che le nostre bocche si staccarono per riprendere fiato disse: “Lo sai che abbiamo un ballo fra meno di mezz’ora?”
“Lo so”
“ E non vuoi andarci?”
“Adesso i signori di Neo Verona sono occupati” dissi baciandogli il collo e iniziando a sbottonargli la camicia “Faremo in fretta non ti preoccupare”

Passammo il resto della serata ad amarci e baciarci senza sosta. Questo si che era un bellissimo modo di riappacificarci.
 Solo dopo due ore riuscimmo finalmente a prepararci e andare al ballo con un enorme ritardo.
Appena Corrado mi avvistò, mi fulminò con lo sguardo ed io semplicemente gli feci la linguaccia sotto lo sguardo divertito di mio marito che era al mio fianco.

“Sai sembri proprio una bambina” disse sottovoce ridacchiando.
“Eppure poco fa non ero la tua donna?” sussurrai provocante ricordandogli le parole di poco prima.
“Si la donna più bella del mondo!”
“Sei proprio un adulatore”
“ Beh sono più che giustificato no?”
“ Si molto di più”
“ Questo vestito poi …”
“Romeo calmati non possiamo fare nulla di strano, quindi aspetta la fine del ballo” dissi ridendo.
 Si avvicinò molto di più e mise un braccio intorno alla mia vita.
Restammo sempre insieme non ci separammo mai. Con le nostre mani intrecciate salutavamo gli invitati che bevevano tranquillamente e gustavano tutte le cibarie disposte sul lungo tavolo che era posto al fianco del salone.

“Hai fame?” mi domandò guardando il tavolo.
“ E? A no, no grazie non ho molta fame” gli sorrisi.
“ Sicura?”
“ Ti prego non ricominciare” dissi esasperata
“ Va bene va bene”
“Grazie” e lo baciai sulla guancia.
“ Mi hai preso di sorpresa!” pronunciò quelle parole mettendosi una mano sulla guancia arrossata.
“Guardati sei tutto rosso!” dissi ridacchiando
“ Tesoro anche tu sei un po’ rossa” disse serio.
“ No, no ma che dici? Sarà quel poco di vino che mi ha fatto assaggiare Messer Oreste.”
“Mh vediamo” appoggiò le labbra sulla mia fronte lasciandomi un bacio e disse “ Ho ancora le labbra bollenti. Scotti” e appoggiò la mano destra sulla mia guancia.
“Ho solo un po’ di febbre mi passerà”
“ Sei stanca?”
“Affatto! Non sono così deboluccia sai!”
“Lo so, non ti schioderai di qui neanche se ti prendo in braccio” sorrise di quell’affermazione.
“Bravo vedo che hai capito la lezione”
“ E già dopotutto non sei la mia dolce metà?”
“Già” sorrisi

Venne al ballo anche Ermione, seguita da suo marito Ettore Veneziani un famoso pittore stimato in tutta Neo Verona  e il suo bambino di tre anni Paride. Povero gli avevano rovinato la vita a quel bambino dandogli quel nome.

“Madonna Ermione, Messer Ettore” dissi
“Madonna Giulietta come state?” domandò Ermione sorridendo
“ Benissimo, poco fa ho visto il vostro bambino è davvero un incanto”
“La ringrazio mia signora” disse Messer Ettore.
“Ho sentito parlare molto bene delle sue opere Messer Ettore un giorno vorrei tanto ammirarle” parlò Romeo.
“Certamente quando desidera”
“  Messer Romeo a quando il futuro primogenito?” chiese Ermione.
“ Spero il più presto possibile “ continuò Romeo sorridendo.
“ E già perché fra qualche mese Paride avrà tutto per se un fratellino con cui giocare”
“Tesoro sarà una bambina e si chiamerà Arianna!”
“ E se è maschio? Sicuramente sarà Diodoro, come mio padre”
“ Ti dico che è femmina! Lo sento perché sono la madre”
“ Non ci credo siete incinta?!” chiesi stupita.
“Si “ sorrise la donna dolcemente.
“E da quanto?”
“ Quattro mesi” confermò contenta.
“ Congratulazioni!” e abbracciai la donna.
“Sono molto contento per entrambi” e detto questo Romeo strinse la mano al padre del futuro bambino e baciò la mano alla futura mamma.
“ La ringrazio di cuore Messer Romeo” disse Ettore.
“ Se volete scusarci adesso andiamo a riprendere nostro figlio ormai l’ora della nanna è già passata” disse Ermione.
“ si verrete a trovarci ancora no?”
“ Molto presto” disse Ettore
“ Arrivederci e che passiate una notte tranquilla miei signori” fece un piccolo inchino e si girò verso il marito.
“Altrettanto” dicemmo io e Romeo.

Adesso anche Ermione aveva trovato la sua felicità e un marito perfetto. Fra noi due non ci erano più stati scontri come in passato, ormai le acque si erano calmate.
Ero felice per loro, ma ero un po’ triste per me. Insomma anche io desideravo essere madre con tutto il cuore, ne avevamo parlato a lungo ma ancora non stava succedendo nulla e questo mi rattristava abbastanza.

Trascorremmo la serata tranquillamente, senza problemi e arrivò anche l’ora del primo ballo.
Come era d’abitudine si iniziò con un walzer ed io e Romeo aprimmo le danze.
Era bello ballare al suo fianco perché riusciva a farti dimenticare tutto il resto con i suoi stupendi occhi. E sorrideva sempre. Mi riservava sempre quel suo dolce sorriso. Ballammo e ballammo.
Quell’atmosfera perfetta venne spezzata da un mio stupido capogiro che bloccò le danze.

“Giulietta che succede?”
“Nulla, nulla solo un capogiro adesso passa” sorrisi per mascherare la mia paura
“ Ti vuoi sedere?”
“No, no”

Ma all’istante non vidi più nulla.


POV ROMEO

Era così bella mentre ballava, aveva sul volto stampato un sorriso bellissimo, e io l’amavo. L’amavo con tutto me stesso, tutto quello che era successo qualche ora fa era stato dimenticato da entrambi. Avevamo fatto pace nel modo giusto.
La vidi felice per tutta la serata, solo una nota di tristezza quando avevamo incontrato Madonna Ermione e Messer Ettore, quando avevamo parlato del loro secondo bambino che a mesi sarebbe arrivato.
Sapevo che lei desiderava tanto un figlio e ne avevamo parlato, anche io non vedevo l’ora di diventare padre, ma ancora il nostro momento non era giunto.
Stavamo ballando da un po’ quando la mia amata si bloccò all’istante.

“Giulietta che succede?” chiesi con ansia.
“Nulla, nulla solo un capogiro adesso passa” sorrise.

Questo però non sembrava tanto un capogiro.

“Ti vuoi sedere?”
“No, no “

Stavo per farle un’altra domanda quando svenne fra le mie braccia. All’inizio non riuscì a capire molto, ma quando vidi il suo corpo immobile la paura mi assalì.
La presi in braccio e seguito da Corrado Cordelia e Antonio andammo in camera nostra.

“Messer Romeo gli invitati?”
“ Corrado per favore occupatene tu” risposi
“ Messer Romeo ma cosa è successo?” domandò Antonio.
“ Stavamo ballando ed è svenuta all‘improvviso, non so cos‘ha quindi ti prego va ad avvisare il dottore di corte, di che lo aspetto in camera mia”
“ Vado” e corse via.

Raggiunsi subito la camera, la appoggiai sul letto e le slacciai il vestito. Cordelia la cambiò mettendogli uno dei tanti pigiami che aveva.
Poco dopo entrò il medico.

“Messer Romeo Antonio mi ha chiesto di venire subito qui che cosa è successo?” chiese Messer Arturo, il dottore di corte.
“ Giulietta stava ballando e all’improvviso è svenuta fra le mie braccia ma prima mi ha detto che aveva avuto un forte capogiro”
“Bene è meglio che la visiti subito allora”
“Si”

Detto ciò Messer Arturo visitò subito Giulietta. E dopo aver sentito la fronte, il polso e detto dei “mh” “interessante” “il battito è un po’ accelerato“, facendomi prendere un colpo, si girò verso di me è disse:
“Non è nulla di grave Messer Romeo” sorridente. Sembrava felice.
“Nulla di grave? Ne è certo?”
“ Sono sicuro che sarete molto felice appena ve lo dirò”

Stavo per domandargli “Cosa?” quando sentì dei mugolii provenienti da mia moglie. Si stava per svegliare.
Andai subito da lei e le accarezzai dolcemente il viso.

“Ro..Romeo” disse con voce rauca
“ Amore mi hai fatto prendere un colpo”
“Che cosa è successo?”
“Sei svenuta” e quando dissi quelle parole spalancò gli occhi.
“ Svenuta? Ancora.” disse con tono non sorpreso
“Come ancora?”
“ E? O no! L’ho detto a voce alta?”
“ Si, voglio sapere se è successo altre volte Giulietta”
“ No, no questa era la prima” sorrise
“ Giulietta ti prego”
“Solo unaaa..duuuuetre volte ecco”
“Tre volte? E non mi hai detto nulla?” dissi sorpreso
“ Volevo evitare appunto questa scenata” sbuffò come una bambina e incrociò le braccia al petto. Dopodiché alzò lo sguardo e notò Messer Arturo davanti a lei

“ Madonna Giulietta come state?” disse sorridendo.
“ Bebene si almeno credo”
“ Stavo appunto per dire a vostro marito una cosa molto importante e credo che la vogliate sapere anche voi che siete la diretta interessata”
“ Cosa? Sono malata?”
“No, no nulla di tutto questo, volevo solo farle alcune domande se non le dispiace”
“ Certo mi dica”
“Bene ho sentito che prima di svenire avete detto che ha avuto un capogiro. Ne avuti altri precedentemente?”
“ nono nessuno” disse lei tranquillamente.
“Giulietta non fare la bambina! Si dottore ne avuti parecchi” dissi rivolgendomi al dottore.
“ Bugiardo una due volte è capitato”
“Devo dirgli quante volte sei inciampata? E quante volte sei scappata in bagno con la nausea? Quante volte hai pianto e poi hai riso e quante volte hai tentato di fuggire via dal castello?”
“Romeo non davanti a Messer Arturo” era rossa in viso.
“ Capogiri, nausea, svenimenti, febbre, irritabilità, cambio d‘umore improvviso, beh non c’è che dire” sorrise fra se.
“Mi dica è così grave?” chiese preoccupata.
“ Da quanto ha questi sintomi?”
“Da un po’”
“Può essere più precisa?”
“Da due mesi dottore” dissi e ricevetti uno sguardo a dir poco assassino da Giulietta
“ Allora le mie teorie sono fondate”
“Può essere meno criptico?” chiese lei iniziando ad innervosirsi.
“E’ una cosa meravigliosa”
“Dunque non è una malattia?”
“Non è una malattia mia signora” sorrise
“Allora cos’è “ chiesi io
“ Sono felicissimo di annunciarvi che voi aspettate un bambino, congratulazioni”
“COSAAAAAAAAAAAAAAA?!!!” urlammo io e mia moglie.






















Note dell’autrice

Evviva!!!! Finalmente si è scoperto cosa aveva da nascondere la nostra amata Giulietta!!!! Siiiiiiii (autrice che salta di gioia).
Coooomunque avevate capito fin da subito che cosa bolliva in pentola! Un bambino o bambina!!!! chi lo sa sono felicissima per loro due!!!! E poi avete visto alla fine hanno fatto pace nel migliore dei modi!!!!
Un piccolo avviso, ho deciso di cambiare il rating perché ho pensato che nei prossimi capitoli sarò molto più smielosa e romantica, ma non farò diventare Giulietta una pappamolla, questo mai! Non vi dispiace vero?
In questo capitolo ho voluto Romeo un po’ con più carattere e l’ho fatto arrabbiare con la sua dooooolce metà perché….perché … non lo so il perché mi piace così e basta! e Giulietta gliene ha dette 4 al suo Romeo!!!!
Mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo!!!! Spero che vi piaccia come è piaciuto a me.
Ora dei ringraziamenti!!!!!!
Per prima c’è la mia best!!!! Lady Yoru che mi ha aiutato mooooooltissimo quando io stavo impazzendo letteralmente!!!!!
Ringrazio tutte le ragazze che mi seguono, chi recensisce e chi legge solamente. Per me questo è molto importante perché mi dà la forza a continuare a scrivere su questo bellissimo anime!

P.s Romeo passerà le pene dell’inferno!!!!! 

Ciao ciao! Lady T!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Oh Romeo Romeo ***


 
 







Ed eccomi qui!!!!! si finalmente sono tornata!!!! sono super super super super felice. avete aspettato più di una vita per questo chappy! spero che vi piaccia e spero con tutto il cuore che mi perdoniate! l'ho fatto anche molto lungo! per favore....non faccio nessuna anticipazione se no non c'è gusto! quindi vi lascio leggere in santa pace <3



Capitolo 3

OH ROMEO ROMEO

POV GIULIETTA

“ No non Adalberto….Armando.. Cleonte? Carmine! …Bacco..Bernardo…Marzio!”

Ma cosa?

“ Alfonso? Ascanio! No no…forse Eustosio…Eustosio.. Eustosio Montecchi…No no..non va bene…mh…”

Era lui. Ancora.
Nel bel mezzo della notte si era svegliato e mi stava letteralmente innervosendo.

Erano le due di notte..dato il buio che c’era e mio marito, il mio adorato marito, era intento a scegliere il nome del nostro piccolino. Ancora.
Non ne potevo più. Stavo diventando pazza nel vero senso della parola.

“ Diamine ci sono tantissimi nomi e così poco tempo!” sibilò, forse per non svegliarmi…ma non ci  era riuscito benissimo….  Anzi non ci era riuscito affatto visto che ero sveglissima.
Poi la luce della candela che aveva acceso non mi aiutava.

Poco tempo, avevo sentito bene?

“Dai Romeo pensa, pensa ad un nome”
Si come se negli ultimi tre mesi non abbiamo fatto nient’altro..anzi non hai fatto nient’altro.

“ Lan…Lan..Landolfo”

Eh? Landolfo?

“ No, no. Un nome con la  L non ci va….”
Bravo non ci va.  Meno male che te ne sei accorto.
“ Clemente l’ho già detto?”
Quanti nomi hai già detto.
Clemente… forse..mh Clemente…no diamine non mi piace!

Sentire Romeo parlare da solo non era una cosa strana..forse all’inizio, ma adesso era diventata un’abitudine.
Pazzo?
Forse.
Sicuramente era sulla via della pazzia.
Anche gli altri lo pensavano. Adesso potevo benissimo dire di conoscere quasi tutti i nomi della città.
Romeo che ripeteva in continuazione nomi di ogni tipo dalla a alla z persino. Li diceva mentre mangiava, mentre cavalcava, mentre parlavamo di tutt’altra cosa, se ne usciva con “ Galileo? Secondo te va bene?” oppure come in questo caso li diceva nel pieno della notte.
La cosa più assurda era che se li segnava su un taccuino e sbarrava quelli più orribili per lui, e tutti per me. A volte urlava un nome a caso mentre facevamo riunioni o feste. Lo so la gravidanza faceva male a mio marito.  Giorno, notte, pomeriggio non faceva altro che pensare a quel benedettissimo nome. Ormai era una fissa. . Doveva assolutamente avere un nome per il piccolo, e ogni volta che gli chiedevo il perché di tutta quella fretta nel cercarlo mi rispondeva sempre “Ogni volta che bacerò il tuo grembo come farò a chiamare il piccino se non ha un nome?”

Semplice.
Non lo chiamare! C’è tutta questa difficoltà? Per me va benissimo piccino! E poi parlare al mio ventre? Tesoro è ancora piccolino come fa a capire?

Io invece di logorarmi il fegato gli davo nomignoli come: piccino, stellina, puntino, fagiolino e cose varie ma lui no! Voleva assolutamente un nome.
Così aveva avuto la geniale idea di affibbiargli un nome temporaneo: Romeo secondo.
Si la fantasia era proprio il suo forte, ma se quel nome temporaneo mi avrebbe aiutata a dormire la notte l’avrei chiamato anche Ischirione. E credetemi ci vuole coraggio ad accettare quel nome.
Anche se ero sveglia non glielo avrei mai, mai e poi mai fatto notare o avrei detto addio una volta per tutte al mio adorato sonno.
Avevo ancora le palpebre serrate e non avevo proprio voglia di aprirle e vedere per l’ennesima volta il suo viso corrucciato davanti a quel libricino. Non mi volevo rovinare la nottata per soffrire inutilmente. Dopo le meravigliose ore che avevamo appena trascorso…
Così decisi di fare finta di niente e riprendere sonno, consapevole che la mattina dopo l’avrei ritrovato nella stessa identica posizione e con il suo amato taccuino in mano.

Cavolo come ero invidiosa!
Di chi?
Semplice del taccuino.
Perché?
Perché quel taccuino era diventato il suo amante segreto!
Si, si proprio così il suo adorato amante.
Lo portava dovunque dietro di se e io ogni volta che lo vedevo sbuffavo, perché non ne potevo più. Ma dovevo ammettere che avevo vinto una battaglia. Una vittoria sudata. Ero stata categorica, quasi chiedendoglielo in ginocchio, anche se non ci riuscivo più tanto bene, l’amante doveva stare chiuso nel cassetto almeno in quelle ore che il Messer Romeo era tutto mio. Completamente. Stavo per ritornare nelle braccia di Morfeo quando…

“ Forse Geremia..Elia…isaia..”

(*)Ia ia ohh…Romeo non è una canzoncina il nome.

“Oppure Leonte come papà!” aveva alzato un po’ la voce per quella geniale idea che gli era venuta. “ma come ho fatto a non pensarci prima?” sicuramente stava sorridendo.

Leonte? Era impazzito vero? Come poteva chiamare il mio piccolino Leonte? No questa non poteva passarla liscia…per carità non avrei rovinato la vita a mio figlio! Leonte no no no…non doveva nemmeno pensarlo. Lo so che era suo padre ma…a me quel nome…insomma….mi fa schifo! Ecco l’ho detto! L’ho detto nella mia testa ma l’ho detto. È un passo avanti. E poi dico Con tutti i bei nomi che ci sono? Non avevi la lista? Be scegline uno e facciamola finita ma non darò mai a mio figlio quel nome nemmeno se lo mettessimo al quindicesimo posto.

“ Romeo ti prego dormi” biascicai quelle poche parole un pò insonnolita.
“ Tesoro scusami ti ho svegliato non volevo” disse sottovoce accarezzandomi la guancia…
No ti prego non iniziare con le tue mille scuse, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego…

“ Tranquillo non mi hai svegliato tu” riuscì ad aprire le mie stanche palpebre e notai il maledetto taccuino in mano, non potei non fare che una smorfia meritata aggiungo. “ Non ti avevo detto che l’amante stava in punizione questa notte? Anzi mi correggo TUTTE le notti?” perché dovevo ricordarglielo ogni volta?
“ Lo so ma non sono riuscito a resistergli…” mi sorrise dolcemente e nei suoi occhi leggevo ancora “Scusa”.
Si il fascino della carta.. Ma valli a capire gli uomini.
Giuro che brucerò quell’amante. Se avesse avuto gli occhi lo avrei già accecato. Non aveva il diritto di guardarlo troppo a lungo e essere toccato di più lui che io. Io che sono sua moglie messa al secondo posto. Battuta da della cellulosa morta.
“ Hai finito di parlare da solo? O prima devi dare il bacio della buona notte al tuo amante?” sorrisi.
“ Smettila di chiamarlo in quel modo..non devi essere gelosa di un oggetto è davvero inutile”
“ Gelosa? Io? Gelosa del tuo diario segreto? Pff ma smettila e chiudi il libraccio nel cassetto.” ordinai categorica.
“ Ma-”
“ Ora.”
“ Avevo quasi finito” disse cercando di liquidarmi con la sua solita scusa.
“ Si come no, come le ultime ottomila volte che te l’ho chiesto, hai sempre quasi finito, ma ogni volta ti vedo con l’amante in mano”
“ Nemmeno cinque minuti? Non mi potresti far pensare ad un ultimo nome?” o no stava usando la sua arma segreta! Occhioni dolci in arrivo! Sorrisi dolcemente e appoggiai la mia mano sulla sua guancia.
“ NO” credeva di salvarsi così facilmente?
Alla fine con mia immensa felicità imprigionò l’amante nella sua cella di isolamento.
“ Ritieniti fortunato” dissi beccandomi una sua occhiataccia.
A adesso faceva l’offeso. Bene. Avrebbe perso prima di iniziare questa battaglia.
“ E non fare l’offeso”
Si voltò incredulo verso di me e incrociò le braccia al petto, come un bambino arrabbiato.
No. Non poteva averlo fatto. No, avevo visto male. Dovevo tirargli le orecchie e fargliele diventare lunghe come quelle di un coniglio.
“ Romeo Candore Montecchi continua a fare l’offeso e giuro che ti sequestro il tuo amato taccuino!”
“ Io non sto facendo l’offeso” disse a denti stretti.
“ Sarà meglio per te” sbuffai. ancora non era nato il piccolino e già facevo da mamma a mio marito.
Sbuffò sonoramente e spense la candela poggiata sul suo comodino, dopodiché si mise sotto le coperte e mi diede le spalle. Non riuscì a trattenermi dall’alzare gli occhi al cielo e sorridere. Il mio Piccolino…
Mi girai verso di lui e lo abbracciai dolcemente…
“Mmh”
Brontolone che non è altro…
Iniziai a baciargli la schiena nuda ..
“ Mh…Giulietta..”
“Si..” continuai con la mia tortura…
“ Sei sleale” sentii il desiderio nella sua voce e i suoi brividi sulle mie labbra.
“ No..sto solo facendo ragionare il mio bambino”
Lo baciavo ancora su e giù sulle spalle sul collo fino ad arrivare all’orecchio e poi ritornavo indietro e ricominciavo da capo.
E lui che tratteneva a stento il respiro..velocemente mi bloccò fra le sue braccia e iniziò lui a torturarmi dolcemente, con lenti baci che mi procuravano deliziosi brividi.
“ Ro..Romeo…”
“ Sei davvero sleale e io che ti volevo tenere il muso ancora per un po’”
“…Mhmm non credo proprio…tu non sai resistermi..”
“ Scommettiamo?”
Spalancai gli occhi per la sorpresa.
Anche se eravamo al buio potevo benissimo notare il suo sorrisetto furbo stampato in faccia.
“ Ne saresti davvero capace?” lo sfidai ricambiando il sorrisetto.
“ Non mettermi alla prova..” disse roco…
Oh si, si ora dei giochi!!!
Ero ancora tra le sue braccia , e come un fulmine invertì le posizioni. Adesso ero come un topolino in trappola. Ero fra le fauci del leone. Il mio leone.
Sorrisi pregustandomi il dopo.
“ Scomparirà presto il sorrisetto che hai stampato sulle labbra Madonna Giulietta”
“ Oh stiamo giocando pesante…Mio signore”
“ Tu non lo immagini neanche” ridacchiò nascondendo il suo viso nell’incavo del mio collo.

Molto dopo….
Era ormai l’alba ed io ero meravigliosamente riposata e felice..ancora una volta avevamo risolto nel nostro modo migliore. E mi piaceva.
Aprì gli occhi sorridendo e due pozze di cielo mi guardavano amorevolmente.

“ Buon giorno dormigliona” disse baciandomi dolcemente.
“ Buon giorno Messer Offeso” ridacchiai..
“ Si sbaglia mia Signora” sorrise “ Non sono più offeso”
“ Che gioia” poi notai la flebile luce che passava dalle tende bianche della finestra aperta.. “ Ma che ore sono?”
“Mh credo le cinque…“ lo fissai felice “C’è tempo…” continuò.
Meno male mancavano ancora tre ore alla tortura…
“ Non ne posso più…” già stavo pensando alle ore successive.
“ Invece è stata molto gentile”
“ Gentile? Ma che dici? Come fai a dire che quella donna sia gentile?”
“ Non capisco la tua antipatia verso di lei, cosa ti ha fatto?”
“ Come puoi capire tu? Sei solo un uomo” ecco stavo già avvertendo la stretta allo stomaco del cattivo umore.
“ No, no non mi mettere il broncio me l’avevi promesso”
“ No quella promessa me l’hai estorta con l‘inganno!” i giri di parole sono un inganno. E il solletico non aiuta a mantenersi lucidi!
“ Con l’inganno? Addirittura.”
“ E non ridere non è divertente…”
“ No no non rido ma tu hai promesso quindi…”
“ Quindi sarò costretta a subirmi i pettegolezzi di tutti da Madonna Claudia?”
“ Esatto”
“ Ma bravo! Lo sai che è peggio di una tortura!”
“ Esagerata…passerai solo qualche ora con lei, voglio solo essere tranquillo…almeno per quelle poche ore che sono fuori”
“ Ma non mi puoi tenere chiusa nel castello per sempre! Io ho bisogno di aria!”
“ Giulietta ne abbiamo già parlato, tu rimani nel castello” disse serio.
“ Corrado secondo ti dovevano chiamare altro che Romeo…sembri il gemello versione giovane, però”
“ Giulietta dico sul serio non cambiare discorso”
Non cambio mai discorso io!
“ Romeo tu dici così perché non sei costretto a passare ore e ore e ore di lagne: Madonna di qua, Madonna di là, mia signora non può fare questo, non può fare quello…deve fare questo quello e quell’altro …e così via..e poi arrivi tu e continui l’opera incompiuta di Madonna Claudia.”
“ Perché mi preoccupo per te”
“ Solo?”
“ E soprattutto di Romeo secondo”
“ Lo sai che è un nome temporaneo vero?” anche se mi piaceva Romeo come nome, non mi piaceva il fatto di fare confusione tra i due bambini…
“ Si …” si abbassò leggermente fino a toccare il mio ventre…
o no eccolo il monologo con il piccino…
“ Ciao piccolino … stanotte abbiamo fatto baldoria eh? Mamma e io ci siamo divertiti molto,speriamo che tu stia bene” disse baciando dolcemente la pelle.
“ Sta bene, sta bene” risposi secca. Ormai il mio buon umore stava passeggiando con la pazienza da qualche parte. Insomma stavo per diventare madre e mi mettevano dietro una Balia camuffandola con il nome di dama di compagnia…
“ Cavolo sei davvero cattivo!” sbottai.
“ Cattivo?” alzò lo sguardo dal mio ventre e ritornò alla mia altezza così da fissarmi dritta negli occhi.
“ Si cattivo” ribadì malferma. Non poteva fissarmi in quel modo sapeva bene che non riuscivo a resistergli.
“ Tesoro io non sono cattivo” pronunciò quelle parole con una lentezza a dir poco esasperante. Quasi come dirle ad un bambino “ Io ti avevo avvertito e non puoi comportarti come una bambina”
Stavo per ribattere ma…
“ Quindi starai in compagnia di Madonna Claudia”
Madonna Claudia Madonna Claudia Madonna Claudia… e basta!
“ Non può venire Cordelia al posto suo?” chiesi speranzosa “ Ti pregooo”
“ Lo sai che Cordelia ha un figlio a cui badare, adesso non può stare sempre con te, perciò dovrai fare a meno di lei”
Alzai gli occhi al cielo allo stremo dell’esasperazione, poi appoggiai le mani sulla collinetta e dissi “Piccolo mio dovrai sopportare insieme alla tua mamma l’ennesima tortura di oggi”
“ Perché dici così?”
“ E cosa dovrei dire? Piaga? Castigo divino? O uno scherzo del destino?”
“ Non puoi dire che è una tortura” disse sinceramente.
Sgranai gli occhi incredula. E certo, la veglia e tutta miele con lui … non ha proprio contegno.
“ Romeo non farmi parlare”
“ Come non detto” sorrise e mi baciò la mano.
Mhm..strano Romeo non è tipo da troppe effusioni a prima mattina…
“ Non starai mica facendo quello che sto pensando che tu stia facendo vero?”
“ Che domanda contorta” sorrise furbamente e la sua mano si stava avvicinando sempre di più verso il cassetto.
“ Romeo ti vedo benissimo”
“ Anche io”
“ Togli la mano da lì”
“ Devo lasciare la tua mano?”
“ L’altra” lo scandì piano, tanto per farglielo fissare in testa.
“ Questa?” alzò la mano incriminata.
“ Vedo che sei sveglio. Esatto. Sono le cinque non puoi pensare già da adesso al tuo amante. Ci sono io. Questo si chiama tradimento.”
“ Ma dai lo sai che la mattina ho più idee” continuò testardo. “Mai sentito parlare del detto La notte porta consiglio? ecco lo sto mettendo in pratica.”
“ Romeo mi stai seriamente rovinando la giornata”
“ Non essere così pessimista”
“ Non sono pessimista la parola adatta è realista.”
si sono consapevole, quindi realista, del fatto che mio marito si sta trasformando in un mostro di enciclopedia dei nomi, chiedete a lui se avete dei dubbi sui nomi dei vostri figli, e lui in quattro e quattro otto vi dirà provenienza etimologia e significato di tutti i nomi. È disponibile ventiquattro ore su ventiquattro.
“ Va bene Realista”
Ah adesso stava mettendo in atto la sua tecnica di Dalle sempre ragione o sei fregato, prima regola del manuale di Giulietta Capuleti incinta.
“ Allora mia realista che ne dici di Carlo?”
E no bello mio..
“ Fai come ti pare, se ti vuoi mangiare il cervello fai pure ma non coinvolgermi”
“ Ma che dici lo sai che lo dobbiamo scegliere insieme”
“ Non preoccuparti non mi offendo mica.. Mi dispiace ma tua moglie vuole dormire, quindi arrangiati”
“ Uffa…allora..”
Stava già iniziando, non mi ero nemmeno girata che lui mi stava già ignorando. Per ripicca lo interruppi ancora.
“ Ti ricordo che se i nomi che scegli non mi piacciono, ricomincerai da capo la tua ricerca…e se non ne troverai uno che mi soddisfi in pieno il nostro piccolino non avrà un nome fino ai diciotto anni” detto questo mi voltai e sprofondai il viso nel cuscino di piume d’oca.



POV ROMEO

Bene. Avevo rovinato la giornata prima di cominciarla veramente. Grandioso. Assolutamente fantastico.
Romeo finiscila con queste cavolate e sì serio.
Giusto devo essere serio e concentrato. Serio e concentrato. Ma come si fa a essere seri e concentrati se l’unica cosa che mi passa per la testa è l’umore di mia moglie? Non dimentichiamo il piccolo particolare che si chiama bambino. Già un bambino. Un bambino a diciannove anni. Prima o poi doveva capitare ma io pensavo più ad un poi molto lontano che ad un prima così vicino. Comunque lasciamo stare questa faccenda e pensiamo alla tua stupidità Romeo, si perché  tra il primo fra gli stupidi e il penultimo fra gli idioti ci sei tu. Lo stupido idiota, che fa incazzare sua moglie alle cinque del mattino con tuo figlio in grembo, ma bravo sei proprio bravo.
Ma come Fai? Dico. Come fai a bruciare una bellissima nottata d’amore favoloso così? Con una cavolo di mossa. Solo con il gesto della mano. Pensavi che Giulietta non se ne fosse accorta? Si…cioè no cioè insomma non lo so ma avevo un’urgente voglia di scrivere sul taccuino prima che quel nome mi sfuggisse dalla mente. Si sono smemorato e l’unica cosa da fare era quella scrivere, ma a tua moglie non è andata  a genio la tua idea così ogni volta devi sopportare la sua gelosia. Avete capito bene. Mia moglie è gelosa di un taccuino. Vi rendete conto? Per un pezzo di carta! Ma come si può essere gelosi di un taccuino? Io non la capisco proprio a volte. Così era incavolata furiosa e gelosa. Alla fine era tutta colpa “dell’amante” come lo chiamava lei. Lo so avevo decisamente perso il controllo con la faccenda dei nomi, ma come potevo non pensarci? Mio figlio sarebbe nato tra poco tempo e dovevo stare calmo e tranquillo come se niente fosse? Mio figlio non sarebbe nato senza un nome! Mi sarei fatto tagliare la testa ma il mio Romeo secondo sarebbe nato con un nome! Si aveva quel nome temporaneo come diceva Giulietta, appunto che sarebbe dovuto restare temporaneo quindi avevo si e no qualche mese per decidere quello definitivo. Era toccato a me l’ingrato compito di scegliere fra tanti nomi quello per mio figlio..ma era come cercare un ago in un pagliaio ce ne erano così tanti che non sapevo proprio quale scegliere, tutti mi giravano nella testa eppure non trovavo mai quello giusto per lui, per Romeo secondo, per mio figlio. E giulietta non aiutava affatto, anzi aveva sempre da ridire non gliene piaceva nemmeno uno e c‘erano almeno trenta nomi in “forse“che uno che gliene piacesse veramente.
 Ma sorvoliamo anche su questo argomento, perché perderei del tempo prezioso a stare seduto nel mio letto fissando il pezzo di carta lindo, senza fare assolutamente niente…
Erano passati si e no pochi minuti ma sentì perfettamente il suo respiro regolare e tranquillo… dormiva. Non mi stupì più di tanto, per lei addormentarsi era come bere un bicchiere d’acqua. Invece a me mi toccava patire ore intere prima di addormentarmi sul serio. La osservai per parecchi minuti, fissai la sua spalla destra che si alzava e abbassava impercettibilmente, sentivo i suoi mugolii e sbuffi che mi facevano ridacchiare, e quell’espressione che aveva in viso mi addolciva ancora di più, sembrava una bambina, con le labbra leggermente schiuse e le guance arrossate. i suoi lunghi capelli  ramati che io amavo alla follia, morbidi e setosi, erano sparsi per tutto il cuscino e su tutta la schiena nuda.
Mi accorsi solo allora che aveva freddo, le alzai un po’ più la coperta che la copriva dal fondoschiena in giù e lei al mio tocco si girò verso di me e mi abbracciò. Non riuscì a non fermare un sorriso guardandola amorevolmente. Amavo guardarla dormire, mi dava un senso di pace assoluta. Osservare quelle lunghe ciglia nere e il suo sorriso appena accennato mi faceva sentire in paradiso…
aveva sempre una mano che proteggeva amorevolmente il suo grembo, un gesto comune forse anche involontario per lei e questo mi rendeva felice perché lì, lì dentro c’era il nostro piccolino che cresceva.
Si, stava crescendo così in fretta e io non me ne rendevo conto…
Romeo non stai dimenticando qualcosa?
Cosa?
Qualcosa che dovresti fare.
Adesso non posso sono occupato.
Occupato? Ma se stai seduto a non fare niente
Devo ammirare mia moglie.
Tua moglie la ammiri quando vuoi adesso che stai tranquillo e buono pensa a tuo figlio!
Oddio il nome!
Oddio sei ritornato sulla terra finalmente. Sai sei proprio perspicace, prega la dea, che non ti esca fuori un bambino con la testa fra le nuvole come te e tua moglie.
La mia testa non è fra le nuvole. E poi Giulietta non si tocca.
Stanotte tu l’hai toccata abbastanza o ne vuoi ancora? Da come te la stringi.
Ma la smetti?
Sei tu che mi fai parlare e adesso lavora, metti in moto il bel cervello che ti ritrovi e partorisci un nome per il tuo erede.
La fai facile tu.
Perdi tempo.
Non ci credo sono così stressato che mi metto a parlare con la mia testa alle cinque del mattino, parlare, più che parlare sto litigando.
Non ti preoccupare non lo dico a nessuno, e poi non sto litigando con te ti sto solo facendo capire che stai perdendo tempo.
Romeo non parlare con la vocina e pensa al nome pensa solo al nome, pensa, pensa al nome.
Bravo pensa al nome.


POV GIULIETTA


Finalmente oh tesoro quanto ti ho aspettato!
Era lì tra le mie braccia e dormiva, o come dormiva. Così piccolo, così e così paffutello, le guance rosa e i suoi occhioni erano blu, blu come il mare.. Eccolo qui il mio piccolino…lo cullavo e nel frattempo intonavo la ninna nanna che mi cantava mia madre, l’unico ricordo che ho di lei..quella dolce ninna nanna che mi faceva addormentare…e adesso anche il mio piccolino dormiva tranquillo…
Piccolino..piccolino mio…


Dolci baci mi accarezzavano il collo…
Non riuscì a non sorridere..

Smettila… lasciami in pace non vedi che disturbi il mio piccolino?

Ma imperterriti quei baci continuavano a scivolare lungo il mio collo come quella ninna nanna che c’era nella mia testa, pian piano andava sfumando..

No no aspetta il mio piccolino così non riuscirà a dormire! Ti prego smettila così lo sveglierai..

Ma quello scherzo del destino continuava..poi delle dita mi sfiorarono delicatamente il collo provocandomi brividi di piacere..no non poteva continuare dovevo fare qualcosa..ma cosa?

Un pianto.
O no il mio piccolo piange! No, no tesoro adesso c’è la mamma è qui shhh…shhh


Visto? E adesso? Hai svegliato il mio piccolino! Come farai a rimediare?

“ Amore…”

Credi che sia così facile? Chiamarmi solo amore? Che credi mica si rimette a dormire se lo chiami e basta. Ci hai interrotti!

“ Dai è ora di alzarsi”

Ora di alzarsi? Ma se sono già sveglia! Anzi lo siamo in due adesso.

“ Giulietta..”

Si è il mio nome così tutti mi chiamano.

“ Amore ti prego…” le sue mani mi accarezzavano.

Ah adesso mi preghi? Ormai il danno è fatto.

“ Giulietta…svegliati” disse la voce in tono lamentoso.

O mamma ma io sono sveglia, almeno il mio piccolino lo potevi lasciare stare no?

“È tardi devi alzarti pigrona, e poi ti sta aspettando Madonna Claudia.”

Spalancai gli occhi all’improvviso. Non c’era nessuno tra le mie braccia.
No no il mio piccolino era solo un sogno..un sogno così reale…
toccai il mio grembo come per constatare la cruda realtà. Era ancora li al calduccio dentro di me.

“ Oh finalmente ti sei svegliata”
Eccolo lì con il suo sorrisetto sghembo seduto davanti a me.
“ Hai svegliato il bambino!” dissi accigliata.
“ Eh?”
“ E non mi guardare come se fossi una pazza”
“ Giulietta stai ancora sognando”
“ No adesso sono sveglia. Più che sveglia. Anzi, sono arrabbiata.” incrociai le braccia sotto il petto “Con te”
“ Con me? E che ho fatto?”
“ Hai svegliato il bambino!” continuai “ Ti rendi conto? Anche quando sogno mi dai fastidio,non basta quando sono sveglia!”
“Quale bambino?”

Ma non ero io quella appena svegliata?

“ Sicuro di essere sveglio? Sai ho seri dubbi”
“ Giulietta chi hai sognato?”
“ Il re Artù”
“ Ma non era un bambino?”
“ O dio ma allora è vero, le mie ipotesi sono fondate. a te la gravidanza fa male”
“ Che centra? Io sto benissimo mai stato meglio”
“ Si aggiungici anche fresco come una rosa e libero come un fringuello” sbuffai.
“ Mi hai tolto le parole di bocca.” mi baciò una guancia e a pochi centimetri da me continuò  “ Invece a te dona la gravidanza” finendo con il suo sorriso ebete.
“ Lo dici adesso, che sono magra ma quando diventerò grassa quanto un maiale farcito con la mela in bocca ti ricrederai ”
“ Tu non sarai mai un maiale amore”
“ Beato chi vive nell’ignoranza”
“ Amore, amore, amore” disse ridacchiando e facendo con la testa avanti e indietro.
“ Ti sei incantato?”
“ Tesoro..”
“Se vuoi facciamo a scambio? Ti cedo volentieri il posto di gravido, non mi offendo.”
“Mi dispiace molto ma non sono io quello che ha in grembo nostro figlio” sorrise
“ Ah quando ti conviene è nostro figlio quando pensi al nome è solo tuo figlio. Ma bravo e sicuramente quando farà qualche guaio sarà solo mio no?”
“ Amore che dici lo sai che è il nostro bambino, comunque non mi hai detto cosa stavi sognando”
“ Te lo detto, tu non mi hai creduto”
“ Quando?”
“ Romeo sul serio forse è meglio se fai chiamare Messer Arturo”
“ Dai..”
“ Io te lo già detto prima quando mi hai fatto la stessa domanda, ho sognato Artù e mago merlino.”
“ Sul serio?”
“ Si cantavano erano bravi”
“ E il bambino?”
“ Viene dopo”
“ Era un bambino a caso?”
“ No” lo dissi quasi offesa. Non era un bambino a caso era il mio bambino il mio solo mio.
 “Ti ricordi come si chiamava?”
 “ Ehm..no..anzi non credo che abbia un nome”
Alla mia risposta vidi una nota di delusione..

“ Perché?” chiesi senza pensarci. Che centra il nome del bambino?
“ No, no niente” si alzò dalla sedia e si diresse verso il bagno.

Strano. Si è allontanato. ..forse..stava pensando…no…No non arriverebbe mai a ..
Ma che cacchio dici Giulietta? Arriverebbe a tutto pur di trovarlo!
Quindi si è allontanato perché si vergogna?
Mi alzai di scatto e non mi resi conto della stupidaggine che avevo fatto. La mia povera testa ruotava come se fosse stata su una giostra. All’istante mi rimisi seduta sul letto così come mi ero alzata…dopo poco mi rialzai quando avvertì che il capogiro era finito e seguì mio marito in bagno. Presi il lenzuolo per coprirmi come potevo e per non sentire freddo.

“ Romeo cos‘hai?” entrai nella stanza e vidi Romeo che stava per radersi quella poca barbetta che gli cresceva.
“ Nulla” continuò davanti allo specchio, con un’espressione concentrata, studiando attentamente il suo viso. Poi si decise e iniziò a passarsi la schiuma.(*)
 Aveva in mano un rasoio d’argento decorato finemente e lo passava delicatamente sulla sua pelle. Quella risposta mi era sembrata un po’ fredda e i suoi occhi erano un po’ preoccupati.
“ Perché volevi sapere il nome di quel bambino?” continuai imperterrita avvicinandomi a lui.
Non ricevetti risposta. I suoi occhi erano fissi sul suo riflesso nello specchio.

Romeo il muto non mi piace, preferisco quello che parla da solo la notte. Dai Giulietta sei brava in queste cose.
Alla fine mi toccava estorcere informazioni tirandogliele con le tenaglie.

“ Rispondimi” stavo iniziando ad innervosirmi, misi le mani sui fianchi. “Ti prego” addolcì un po’ la voce, tanto per non sembrare sempre scorbutica.
Non volevo fargli l’interrogatorio appena sveglia. Ma con quella domanda mi aveva messo la pulce nell’orecchio.
Si girò verso di me, allontanò il rasoio dalla sua pelle, che lasciò sull’asciugamano, e mi fissò.
Solo allora notai la camicia, anzi l’assenza della camicia.

Si, bene, ecco questo era uno dei pochi momenti in cui non vorrei essere incinta. Per carità sono felice come una pasqua ma vedetelo e vedetemi. Io grassa e lui lui perfetto. Due motivi mi bloccavano più di tutti.
Uno, perché non potevo fare movimenti troppo bruschi, il mio piccino poteva soffrire di mal di mare, ma se è sopravvissuto a stanotte e a tutte le notte precedenti riuscirà a sopravvivere anche adesso no?
E due non potevo saltagli addosso, solo per il semplice fatto che non riuscivo a muovermi… imbambolata com’ero a fissare i suoi addominali.

“ Ehm..e..ehm ..a..allora?” riuscì a pronunciare con enorme sforzo.

Balbetti? Quante volte hai visto i suoi addominali? Ti dovresti essere abituata ormai. Dai attacca!

No no così mi deconcentro. Non guardarlo lì.  No no non devo guardare. Guarda il viso, si si il viso.

Spostai lo sguardo sul suo viso e me ne pentì all’istante.
Il suo viso..o dio il suo viso…

Ok cattiva idea..scappa finché sei in tempo!

Si si mi serve un po’ d’aria..forse la finestra..è meglio aprire la finestra. Qui sta iniziando a fare caldo.
Non ci pensai una seconda volta e superai la mia divinità di qualche passo, per raggiungere la finestra e spalancarla totalmente..

La finestra….
Che bel venticello…era una bella sensazione sentire l’aria fresca sulla pelle accaldata.
Appoggiai le mani sul davanzale e respirai profondamente.
Dovevo calmarmi. Si dovevo rimanere lucida.
Quando riacquistai un po’ di calma e ritornai al mio colore naturale mi voltai verso di lui più agguerrita che mai.
“ Insomma? Non dirmi che è ritornato il Messer offeso?”
Sorrise dolcemente. Ricambiai speranzosa, mi avvicinai sempre di più..
Sentivo il lenzuolo di seta che strisciava sul pavimento e io lo tenevo stretto sopra al mio seno..lo stringevo per non saltargli addosso.
Mi avvicinai quel tanto da sentire il profumo della schiuma da barba.
“ C’è l’hai la lingua si o no?” domandai.
Sorrise malizioso, sempre di più e fece no con la testa.
“ A no?” continuai “ Eppure mi era sembrato di vederla qualche volta quella lingua” mi avvicinai di un passo. “Non me la vuoi fare vedere?”
Fece ancora no con la testa.
“ Dai solo un pochino…” dissi in un sussurro.
Fece un debole sorrisetto e mi prese per i fianchi. Ora ero tra le sue braccia. E i nostri sguardi incatenati l’uno nell’altra. Le sue mani erano all’altezza del mio fondoschiena dove iniziava il lenzuolo che cadeva giù lungo le mie gambe.
Non staccai per un istante lo sguardo da lui e nei suoi occhi potevo giurare di aver visto in quegli occhi l’azzurro diventare quasi blu..pieni erano pieni di desiderio..come me del resto.

Mi avvicinò al suo petto e mi accarezzò i capelli con una mano… in quegli anni era diventato molto più alto… la mia testa superava un po’ la sua spalla ma quello bastava a farmi sembrare una bambina…
Poi la sua mano scese fino a raggiungere l’altra che era sul mio fianco destro, posizionandosi su quello sinistro…ed io ferma li a fissarlo, anzi a studiarlo…

“ La vuoi vedere?” disse finalmente con voce roca.
“ Si” risposi quasi senza voce.
“ Però solo un po’, come hai detto tu ”  

Anche un secondo basta che me la fai vedere! Mi fai impazzire così

Feci si con la testa sorridendo.
Avvicinò il suo viso al mio e le nostre labbra si toccarono. E li sentì qualcosa di caldo..era sulle mie labbra…dolce e calda. e poi subito freddo. Non c’era più.
Era durato davvero poco come aveva detto lui. Ma io ne volevo ancora!
“ Adesso l’hai vista?”
“Umm non bene. Forse me la dovresti far rivedere”
“ La vuoi vedere ancora?”
“ Si” sorrisi “ Ma molto di più”
“ Come desidera mia signora”

E così fece..quel tocco si trasformò in un bacio. In uno vero..con maestria modellava le mie labbra sulle sue..e lui pian piano andava sempre più infondo fino a portarmi in paradiso con un semplice tocco..le sue mani erano su di me che si muovevano e il lenzuolo ormai era sul pavimento.
 i nostri bacini combaciavano perfettamente e sentì il suo desiderio sulla mia pelle rovente. Anche lui lo voleva. Lo sentivo benissimo. Sulla mia pelle nuda e  da sotto i suoi pantaloni del pigiama..il messere era in piedi da un pezzo.
Forse stavamo per ritornare in camera da letto e ribattezzare il letto. Mi bastava anche il bagno che non aveva ancora battezzato.
  ciao ciao riunione dei miei stivali!
Ma i miei sogni vennero distrutti come quello precedente.
Si allontanò poco dopo avvertendo anche il mio di desiderio.

“Amore, non mi guardare così” disse accarezzandomi la guancia ormai sporca di schiuma.
“ Come ti dovrei guardare scusa?” adesso non gli piacevo più? Se per lui era così facile staccarsi da me non valeva la stessa regola per me.
“ Anche io voglio, ma non possiamo, abbiamo giocato abbastanza”

Uffa..perché? Perché? Perché dico io?
Bene adesso ero arrabbiata e offesa. Mi allontanai da lui per fargli capire la situazione.

Mi abbassai per prendere il lenzuolo e ritornare in camera, ma lui me lo impedì, prendendomi per il polso.

“ Giulietta..ti prego..”
“ E da quando mi sono svegliata che mi stai pregando, Romeo non sono una santa e non stiamo in chiesa..e per cortesia lascia la presa voglio andare in camera” feci fredda.

Al diavolo la promessa. Mi sarei barricata in camera fino ai prossimi mesi. Tanto Madonna Claudia non si sarebbe addolorata per così poco.

“ Tesoro, non prendertela io lo faccio per te e per lui” fece appoggiando la mano libera, sulla collinetta.
“ Tiri in ballo sempre il piccolino!” gli ringhiai in faccia “E di me? Non te ne importa nulla?”

Si oltre ad essere gelosa di un taccuino sono gelosa anche di mio figlio. Ma non date colpa a me! È la gravidanza.

“ Piccola mia ma che dici?” mi avvicinò e mi abbracciò ancora..
“ Scusa…” dissi sul suo petto “ Il fatto e che non mi dici mai nulla, ti vedo preoccupato e quando ti accorgi che ti sto guardando mi sorridi e fai finta di niente…” lo strinsi a me “ Anche prima l’hai fatto”
“Quando?”
“Quando ti sei nascosto qui dentro correndo”

Rimase in silenzio.

Colpito e affondato.

“ Visto? Non mi rispondi, quindi mi dai ragione”
“ Non ti sto dando ragione”
“ Non conosci il detto chi tace acconsente? quindi tu acconsenti”
“ Non mi stavo nascondendo prima..volevo ..volevo fare solo la barba”
“ Si e io sono incinta di quattro gemelli”
“ Veramente?” sgranò gli occhi incredulo…potevo benissimo sapere a cosa stava pensando in quel momento: “ Oddio altri tre nomi a cui pensare!”
“ Ero sarcastica”
“ Lo sai che il sarcasmo è la più bassa forma di ironia?”
“ Stavi cercando qualche nome fra i libri di filosofia?”
“ No”
“ Romeo lo so che lo fai per non farmi preoccupare ancora di più ma così provochi in me l’effetto contrario!”
“ Perdonami..e che io..io..” non riuscì a guardarmi negli occhi, segno evidente dell’imbarazzo….
“ Amore lo so che pensavi al bambino..” dissi “Anzi al nome del bambino” mi corressi.
“Come fai a..?”
“ Chiamalo intuito femminile”
“ Tu e il tuo intuito…” sorrise, il mio polso era ancora nella sua mano..delicatamente lui si avvicinò al mobile dove aveva appoggiato l’asciugamano e lo prese. “ Vieni siediti qui che ti pulisco” fece accompagnandomi verso la sedia vicino al mobile.
“ O grazie, amo essere trattata come una bambina”
“ Signorina troppo sarcasmo per i miei gusti” mi riproverò bonariamente.
“ Va bene va bene chiudo il lucchetto e butto la chiave” gesticolai un lucchetto chiuso sulle labbra e lanciai la chiave immaginaria dietro le spalle.
“ Non riuscirai a resistere a lungo” sorrise furbo.
“ In-” all’istante misi le mani sulla bocca ripetendomi che ero stupida stupida stupida…stupida boccaccia!
E mio marito dal canto suo scoppiò a ridere. Per vendetta gli spalmai in faccia la schiuma da barba che era rimasta nella ciotola con un sorriso malefico e aggiunsi “Con il bacio di prima si era tolta un po’ schiuma, me l‘hai spalmata tutta in faccia” sorrisi.
Smise di ridere, diventando serio all’improvviso, poi lasciò lo straccio sulle mie gambe e si alzò. Era davanti a me con il viso pieno di schiuma e mi fissava silenziosamente.

Io sono la gelosa ma lui è il lunatico della situazione.

“ Ro..romeo..io..io..”

Chiedi pietà inginocchiati baciagli i piedi…
No non siamo ancora arrivate a quei livelli. Non dovresti avere paura di tuo marito.

Il fatto non è avere paura, il fatto è che io sono in trappola. La sedia con i braccioli non è di grande aiuto a meno che non sia così veloce da sfuggire alla sua presa.

“ Che vuoi fare?” chiesi titubante.
Mi sorrise e…dopo due secondi il mio viso era bianco come il suo con una sua sola manata. Ricominciò a ridere vedendomi in quello stato..

“ Ma non mi dovevi pulire?” feci con tono lamentoso
“ Non eri sporca prima ma adesso lo sei” detto fatto riprese l’asciugamano fra le mani e iniziò a levare la schiuma dal mio viso. Molto lentamente quasi come se stesse assaporando..

Finita l’opera, mi lasciò libera.
Mhm il messere non era andato ancora a nanna.

“ Finirai mai di fare la barba?” chiesi
“ Volevo farla prima ma tu mi hai distratto”
“ Io e come?”
“ Vai in giro nuda non passi inosservata sai?”
“ Non vado in giro nuda e il lenzuolo che ci sta a fare?”
“ Il lenzuolo va sui letti non sul corpo di mia moglie”
“ Andavo di fretta”
“ Per cosa?”
“ Volevo vedere come stava mio marito”
“ E adesso sta bene?”
“ Stai bene?”
“ Più che bene” sorrise.
“ Si mio marito mi ha detto di stare bene”
“ Sono contento”
“ Io più di te”
“ Bene  va a vestirti non vorrai mica prendere il raffreddore..”
“ Si mamma …”
“ Giulietta dico sul serio”
“ Come faccio a prendere il raffreddore se siamo ai primi si settembre e fa un caldo pazzesco!”
“ Ma lo sai devi pensare anche al piccino ti prego..anzi ti scongiuro va a metterti qualcosa”
“ Mi preghi per vestirmi? Mh… addirittura dovrei farlo più spesso allora”
“ Che cosa dovresti fare più spesso?”
“ Farmi pregare, eppure ti piace vedermi senza vestiti”
“ Amore non puoi gironzolare per il castello con il lenzuolo quindi vai…”
“ È un avvertimento?”
“ Giulietta ti ripet-”
“ Va bene  va bene siccome insisti così tanto” lo zittì con un gesto della mano con la quale avvolsi il nodo sopra il seno nudo, mi voltai con un sorriso stampato in faccia, dirigendomi in camera da letto, camminando lentamente e in modo suadente..molto, molto suadente. Almeno per quello che mi potevo permettere. Non potevo sgambettare, l’equilibrio con un “quasi” pancione non era il mio forte quindi mi toccava imitare una lumaca che strisciava facendo bella mostra del regale deretano, coperto si e no dal lenzuolo che ondeggiava ad ogni mio movimento.
Gliela stavo facendo pagare nel modo migliore. E poi era perfetta come situazione.
Peccato un po’ mi dispiaceva, infondo anche lui voleva giocare, ma il bambino prima di tutto.
Questa si che posso definirla RIVINCITA. Dopo il sogno interrotto e il brutto tiro che mi ha fatto con la promessa di Madonna Claudia questo era poco e poi se la doveva aspettare.
Mi girai ancora per guardare la sua espressione. Sorrisi compiaciuta dell’effetto che avevo su di lui anche se avevo il mio pancione in vista.
Incatenai il mio sguardo al suo tanto per godere un po’ della sua espressione che aveva scolpita in viso. Gli occhi brillavano, brillavano felici e eccitati tanto quanto ai miei. Voleva giocare anche lui e glielo leggevo proprio in quei occhi.
Non ero ancora uscita da quella stanza ferma li appoggiata sullo stipite della porta a braccia incrociate.
“ Ne sei proprio sicuro?“ l’avevo detto ad alta voce? Sul serio?
Non rispose ma vedevo che era combattuto.
Abbassò lo sguardo e ..

No no Romeo così giochi proprio sporco
Si ha ragione la vocina non puoi arrossire no no perché se no tu da qui dentro non ci esci più.
“ Non mi vuoi aiutare?”
Alzò lo sguardo sorpreso.
“ Intendevo aiutare a vestirmi”

Su su sono tua moglie come me li togli i vestiti così li metti no?
Non essere volgare dopotutto sei la signora di Neo Verona un po’ di contegno.
Scusa come posso contenermi se ho davanti tuo marito semi nudo con il petto al vento e dannatamente divino? Come?
Va bene hai ragione ti concedo il perdono
Ti ringrazio. ma anche tu non stai messa tanto male
Cosa?
Stai tentando in tutti i modi di battezzare anche l’enorme bagno
Come faccio a resistere?
Hai un buon pretesto
Quale?
Il piccino non è un buon pretesto?
Si..lo so …ma come faccio? Guardalo ti prego guardalo!
L’ho più che guardato cara, e si, anche io non vedo l’ora di saltargli addosso ma siccome sono la tua parte razionale tento in tutti i modi di farti fare la cosa giusta.
E quale sarebbe?
Potresti andare a vestirti per favore?
Ma così non succederà niente!
Appunto niente, quindi girati e fai la brava bambina va a vestirti..
Ma ..ma..

Misi istintivamente le mani sul mio grembo e pensai al mio piccolino. Aveva ragione la vocina…dovevo fare la brava mamma e andare a vestirmi.
Adesso facevo anche la parte della depravata che vuole saltare addosso al marito e non staccarsi più da lui. Il fatto era questo..non ci riuscivo e quell’istinto saltava a galla proprio nei momenti meno opportuni.

Abbassai lo sguardo sulle mie dita intrecciate e triste ammisi di essere proprio una bambina capricciosa che voleva tutto e subito. Triste alzai di nuovo lo sguardo e fissai un Romeo confuso…

“ Tranquillo se non puoi va bene lo stesso…ade..adesso…vado…” mi tremava la voce, perché volevo piangere e volevo mio marito ma non volevo che mi vedesse…
Si lo so, sono gelosa lunatica pazza e contraddittoria. Romeo era consapevole quando mi ha chiesto di sposarlo quindi ha dovuto prendere tutto il pacchetto, e poi sono gli effetti negativi per chi aspetta un piccino.
Già sentivo le lacrime agli angoli degli occhi, che tentavano prepotenti di scendere giù dalle mie guance…

“ Giulietta cos’hai?”  o no la voce preoccupata..
“ Niente” tirai su con il naso..si stavano già scendendo.

Si si guarda sei proprio convincente
Zitta..non sei tu che passi per pazza qui dentro.
Per fortuna che Willy non ti ha preso come attrice
Vuoi tacere? Non vedi che sto per avere una crisi?
Si inutile e stupida perché vuoi piangere senza un motivo?

“ Amore?” si avvicinò e mi prese le mani. “ Ti prego guardami”
“ No”
“ Perché?”
“ No” dissi voltando il viso dalla parte opposta alla sua
“ Perché piangi?” chiese dolcemente.
“ Non piango ”

Mi accarezzò gentilmente una guancia asciugandomi la scia bagnata.

“ C’è qualcosa che ti preoccupa?”
“..No..”
“ Ti prego Giulietta sai che non sopporto le bugie”
“ Non ti sto mentendo…non ho nulla”
“ Allora perché stai piangendo? Non ci dovrebbe essere un motivo?”
“ Non sempre”
“ Così però mi fai capire che qualcosa ti fa male”
“ Non ho niente che mi fa male io volevo solo…”

Bene come posso dirgli che lo volevo? Con tutto il cuore e l’anima anche li davanti alla porta del bagno.

“ Ho capito cosa vuoi, lo voglio anche io ma non possiamo”
“ Si me ne rendo conto anche io…sono davvero schifosa”
“ Non sei schifosa tu sei perfetta”
“O andiamo…”
“ Giulietta credimi amo tutto di te … anche questa tua voglia irrefrenabile, credimi ogni uomo lo desidera..”
“ Su questo ne ero certa”
Sorrise e appoggiò delicatamente la sua fronte sulla mia..
Quel blu sembrava liquido..avevo paura che cadesse giù dai suoi occhi.
“ Giulietta io ti desidero”
“ Anche io….”

Oddio mi tremano le ginocchia…

“ Ma sai che..”
“ Non possiamo…lo so”
“ Secondo me uno di questi giorni Romeo secondo protesterà”
“ No no starà buono e tranquillo ancora per un po’”
Sorrise “ Siccome non possiamo giocare una terza volta..facciamo un gioco diverso”
“ Che intendi? Sento perfettamente il messere ballare la volta lì sotto non credo che sia d’accordo con te..”
“ Be il messere deve stare buono e tranquillo insieme a Romeo secondo”
“ Riuscirai a domarlo?”
“ Ci proverò” sorrise malizioso “ Vuoi farmi la barba?”
“ Cosa?”

Dove era finito mio marito? Non era lui che diceva che quelle cose erano da uomini?

“ Dai sarà divertente..”
“ Credimi per la tua faccia non lo sarà affatto”
“ Sono sicuro che ti piacerà”
“ Ma non l’ho mai fatto..”
“ Per una volta che te lo chiedo io non vuoi?”

Si lo so avevo sempre desiderato passargli quel rasoio sulla guancia..ma lo avevo sempre immaginato.. Non credevo che prima o poi la mia visione utopica potesse diventare reale.

“ Non è che non voglio .. Il fatto e che …ho paura di farti male..”
“ Io mi fido di te”
“ Io non mi fido tanto di me stessa”
“ Dai vieni..” mi prese per mano e mi riportò nel bagno “ Adesso ti faccio vedere come si fa..”
“ Ma …”

Non feci in tempo a ribattere che i miei piedi erano lontani dal suolo ad un paio di centimetri … mi appoggiò sul mobile dove c’era la bacinella con l’acqua ormai fredda..

“ Non hai bisogno dello specchio?”
“ Ci sei tu no?”
“ Ne sei proprio sicuro?”
“ Mai stato così sicuro in vita mia, allora cominciamo..”

Deglutì un po’ spaventata..avevo caldo e  il messere era bello vispo li tra le mie gambe ed io…

“ Tieni” mi mise in mano lo strumento affilato.

Non sapevo come prenderlo.

“ Così?” chiesi titubante.
“ Guarda si prende così” prese la mia mano tremante tra le sue e sistemò il rasoio.
“ Adesso va bene..” concluse sorridendo
“ Cosa devo fare?”
“ Ti faccio vedere” aveva ancora quel sorriso..che anche lui fosse felice?
Prese sempre la mano che impugnava il rasoio e la guidò lungo la sua pelle facendomi vedere una scia di pelle rasata.
In teoria era io che lo stavo rasando in pratica non facevo nulla. seguivo quei movimenti incantata…che bella sensazione…pian piano mi stavo calmando e mi piaceva fare la barba..
Allontanò la mano dalla sua pelle e disse “ Ti piace?”
“Molto”
“ Allora ogni volta lo farai tu”
“ Davvero?” sembravo una bambina che aveva ricevuto una bambola nuova di zecca.
“ Si..adesso puoi continuare da sola”

Titubante inizia a passare il rasoio sulla pelle ricoperta dalla schiuma che scivolava velocemente..
Passarono un po’ di minuti..

“ Sai prima ho sognato il nostro bambino…” dissi buttandola li
“ Nemmeno li aveva un nome” disse triste…spostando leggermente il viso per facilitare il movimento.
“Amore mio lo troveremo…” sorrisi per rassicurarlo.

Rimanemmo ancora un po’ zitti..sentivo il rumore del rasoio che passava sulla sua pelle morbida..

“ Davide!” esclamai all’improvviso
“ Davide?”
“ Il mio nome preferito è Davide!”
“ Davide Montecchi… Davide Montecchi”
“ Non ti piace?”
“ È…perfetto! Grazie, grazie!” mi abbracciò forte e mi fece volteggiare per la stanza..

“ Ti prego basta” dissi ridendo
“ Amore abbiamo un nome…abbiamo un nome!”
“ Lo so”
“ Ti amo”
“ Anche io ti amo”

Mi appoggiò di nuovo per terra e si abbassò per parlare al mio ventre…
“ Piccolino mio..adesso hai un nome!” baciò dolcemente il lenzuolo li dove c’era dietro il mio ombelico.
“ Davide, Davide sarà il tuo nome” alzò lo sguardo “ Davide Montecchi” disse sognante.

E Davide sia…














NOTE
(*) qui immaginatevi la canzoncina della vecchia fattoria.
(*) non so se a quel tempo esisteva la schiuma da barba, non credo che andavano in giro con la barba lunga come quella di mago merlino no? Quindi ho fatto uno strappo alla regola :) 




Il mio angolino

Allora ho chiesto scusa prima e lo ripeto anche qui. Lo so solo adesso ho postato questo capitolo ma credetemi ci ho messo una vita a scriverlo perchè con tutti gli impegni e i compiti che mi ritrovo non sono riuscita a postarlo prima.
Povero Romeo! avete visto che piaga il nome. Piaga per lui e piaga per me. Alla fine l'ha scelto Giulietta. io invece ci ho messo tre settimane credetemi! ci voleva così tanto? vi starete chiedendo. si tantissimo....
la parte che mi piace un sacco sono i battibecchi e fanno. io li trovo buffissimi! ma sono anche molto molto molto hot loro due! e giulietta? ecco qui una Giulietta intraprendente come Romeo del resto. secondo me è tutto merito della gravidanza.
spero che mi facciate sapere che cosa ne pensate di questo capitolo oppure qualche errore che ho dimenticato....accetto tutto critiche battutine e opinioni! carta di credito...assegni.. scherzo scherzo va bene concludo con i miei numerossisimi saluti e ringraziamenti.
Prima di tutto saluto e ringrazio tutti i miei carissimissimi lettori e chi recensisce e chi ha messo questa storia nelle preferite nelle seguite e nelle ricordate!
vi aspetto con ansia!
ciao ciao Lady T

P.S per favore se avete tempo passate a leggere l'altra storia che sto scrivendo! si chiama My little red bow (il mio piccolo ficco rosso) parla della coppia Mamoru/Usagi!! amo quell'anime! vi prego!!!!!! fatemi sapere che cosa ne pensate! ancora ciao ciao Lady T

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Matta come...un cavallo?! ***








Capitolo 4

Matta come... un cavallo?! 



POV ROMEO



Quella mattina sentivo che qualcosa sarebbe successo, non sapevo esattamente cosa, ma la mia testa e il mio sesto senso mi  avevano avvertito. Doveva accadere qualcosa, ma ignorai completamente quella sensazione.
Mi sentivo davvero uno stupido, ma ormai il guaio era stato fatto e non potevo di certo tornare indietro. E adesso tutti quei pensieri che la mia mente aveva architettato si erano avverati, per mia grande sfortuna. 

Sospirai e chiusi gli occhi. Dovevo rimanere calmo e concentrato perché, se avessi perso la pazienza, non mi sarei più ripreso. 

Ero maledettamente arrabbiato con me stesso, ma anche con lei, che non mi aveva dato ascolto. E potevo aggiungerci anche tutta la paura che mi aveva fatto prendere vedendola lì, su quel cavallo. Era bastato un attimo, una svista e poi….

Strinsi forte gli occhi e affondai le mani nei capelli, l’unica cosa che in quel momento riusciva un po’ a calmare i miei poveri nervi. Fremevo dalla rabbia e vedevo rosso ovunque, praticamente ero sul punto di scoppiare, teso come una corda di violino. Non ero mai stato così..così…furioso, in vita mia. Fin da quando avevo memoria preferivo la calma e la tranquillità, invece in quel momento ero un uomo impulsivo e aggressivo, capace di prendere a pugni chiunque, solo perché non ci vedevo più dalla rabbia. In verità erano rari i casi in cui sfioravo la soglia della furia,  ma quando mia moglie si comportava come una bambina indisciplinata, dovevo ammettere che la soglia la superavo con molta più facilità. Chiunque nel castello si era accorto della situazione, e mia moglie gravida non aiutava di certo i miei poveri nervi. Soprattutto nell’ultimo periodo, ero in constante apprensione, se Giulietta me lo avesse permesso, l’avrei rinchiusa in una torre fino al giorno del parto, al sicuro e senza nessun pericolo. In quel momento stavo facendo il punto della situazione: pensandoci mi vergognavo ancora, avevo aggredito inutilmente, e pentendomene all‘istante,  il povero stalliere che era finito per acconsentire, sicuramente sotto tortura, alle pazzie di mia moglie.   

Eppure le era stato proibito! 

Ah…diamine! Sicuramente sarei riuscito a far gelare il sole invece che far ragionare mia moglie, e farla desistere  dalle sue pazzie.

Mi alzai. 
Non riuscivo a rimanere fermo, ed iniziai ad andare avanti e indietro come un pazzo, un leone rinchiuso in una gabbia. 

“ Messer Romeo dovrebbe calmarsi, sicuramente non sarà nulla di grave” fece Cordelia portandosi le mani al petto. Nascondeva bene la sua preoccupazione dietro un sorriso rassicurante. D’altronde  quella donna era abituata al comportamento “inusuale” di mia moglie. 
Da  minuti non faceva altro che tentare in tutti i modi di alleggerire l’aria pesante che si era venuta a creare intorno a me, dopo il ‘piccolo incidente’ come lo aveva definito lei. 

“ Ha ragione mia moglie Romeo, dovresti calmarti” mi voltai verso il mio migliore amico, e con quel briciolo di pazienza che mi era ancora rimasta in corpo, dissi in tono calmo “ Benvolio quello che è successo poco fa non doveva accadere” mi sembrò di aver rimproverato anche lui, posso dire che mi sentii peggio.
“ Lo so bene, ma lo sai meglio di me come è fatta Giulietta” rispose un po’ frustrato, forse incapace di capire la mia reazione. 

Aveva ragione, lui non aveva nessuna colpa, semmai questa  era tutta mia, me la dovevo aspettare una pazzia del genere da mia moglie, ma la mia parte razionale ancora non riusciva a crederci e quella scena si ripeteva nella mia mente all’infinito. 

Lei che sorridente salutava…lei che su quel cavallo galoppava 
poi ancora più forte e poi…il cavallo imbizzarrito…le sue urla.. 


Sospirai pesantemente. Sentivo come se fossi invecchiato  dieci anni. 

“ Romeo andrà tutto bene” continuò Benvolio, come se leggesse nella mia mente, oppure la mia preoccupazione era così evidente da leggermela sul volto?
 “ Credimi, Giulietta è una ragazza forte sicuramente starà bene e tutta questa preoccupazione è inutile” concluse.
“ Era l’unica cosa che le avevo chiesto di non fare! E lei che fa? Ignora le mie parole e va a cavallo! Io…io..non so nemmeno cosa pensare!” dissi arrabbiato e sconvolto. 
“ Romeo” la moglie del mio amico abbandonò il tono formale, si avvicinò e mi prese una mano dolcemente; da quando aveva avuto la sua prima gravidanza erano cambiate un sacco di cose in lei, quando usava quel suo tono dolce era come sentire la voce di mia madre“ Conosco molto bene Giulietta, l’ho vista crescere e so con certezza che è dura starle dietro, la sua testardaggine e impulsività  oltrepassano i limiti della sopportazione, ma non farebbe mai del male né a se stessa né a vostro figlio. Lei è forte, e non credo che una piccola caduta da cavallo l’ostacolerà dal continuare. Romeo, tua moglie e tuo figlio stanno bene, ho controllato io stessa, questo panico e preoccupazione non fa bene né a te e tanto meno a Giulietta, quindi fallo per lei e per tuo figlio, goditi questo periodo, perché è il più bello e meraviglioso in assoluto nell’esistenza umana. So perfettamente come ci si sente a non essere ascoltati da lei, l’ho provato” sorrise e continuò a fissarmi dritto negli occhi “ E  anche se le ripeti molte volte di non fare una cosa, stai sicuro che non ti ascolterà per nulla al mondo, e farà quello che ha deciso solamente lei. In quelle occasioni ti verrebbe voglia di farle qualsiasi cosa,  devo confessarti che la maggior parte delle volte sono stata tentata di prenderla a schiaffi, ma non ce la facevo perché dopotutto io non sono sua madre” disse con tono amaro “ Ma dobbiamo accettare Giulietta così com’è, ti posso giurare che adesso un po’ si è calmata, da piccola sicuramente non l’avresti sopportata” sorrise ripensando ai tempi in cui Giulietta era ancora  una bambina  “Ma se fosse il contrario non sarebbe più la nostra Giulietta non credi?  Io le voglio un mondo di bene come se fosse mia figlia” i suoi grandi occhi mi fissavano in cerca di una mia risposta, ed io affranto le ribadii “ Cordelia, io le avevo solo chiesto di non cavalcare, sai che le faccio fare qualunque cosa lei voglia” deglutii, avevo la gola arsa, volevo che qualcuno fosse dalla mia parte. “ Io la amo e se…”
“ Lo so hai avuto il terrore di perderla, ma non è successo. Siete giovani e queste incomprensioni e dispute non mancano di certo, e poi con la venuta del primo figlio, posso capire che siete entrambi emozionati e non sapete come comportavi, chi meglio di me e mio marito può comprendervi?”
“ Il punto non è questo” l’interruppe Benvolio “ Ma il fatto che tu non le abbia lasciato un po’ di libertà, so cosa significhi essere preoccupati costantemente per tua moglie incinta, credimi è stato il periodo più stressante della mia vita” non venne risparmiato dall’occhiataccia di sua moglie “ Ma credimi, se ti dico che la nascita di tuo figlio ti farà cambiare totalmente il modo di vedere, e che tutta la preoccupazione che ti attanaglia in questo momento sparirà nell’attimo in cui guarderai per la prima volta il suo viso” 
Cordelia si avvicinò a Benvolio e prese una sua mano sorridente.

Le sue parole mi colpirono; ci pensavo giorno e notte, fremevo all’idea di vedere il visetto del mio bambino, ma non potevo non pensare nemmeno al comportamento sconsiderato di mia moglie e con quel pensiero ritornai al presente.
 
“Forse stai esagerando un po’ con la faccenda del ‘proteggerla’ Romeo” continuò Benvolio.
“ Che intendi dire?” domandai accigliandomi. In cosa stavo così tanto esagerando?
“ Capisco perfettamente la tua preoccupazione per lei, e vuoi che sia sempre al sicuro, ma forse, questo comportamento la sta soffocando più del dovuto, non trovi?” e il tono ovvio che percepirono le mie orecchie nella sua voce mi mise in confusione.
“ Pensi che io la stia soffocando?”  ripetei basito. Volevo capire a tutti i costi quella faccenda. Soffocare mia moglie era l’ultima cosa che volevo fare.
“Si” fece lui senza peli sulla lingua. 
Ma quando mai si era tirato indietro il mio migliore amico? Amavo il suo modo di vedere e di pensare, per questo mi era tanto caro, ma soprattutto stimavo la sua completa sincerità nei miei confronti.
“E cosa pensi che dovrei fare in proposito?” chiesi con ansia. 
 “ Credo che un po’ di fiducia non le faccia di certo male” ribatté tranquillamente. “ potresti iniziare con il lasciarla per un po’ da sola in tranquillità, senza che nessuno le stia dietro, sicuramente la situazione fra voi due migliorerà” 
“ Fiducia?”  sputai la parola come se fosse stata una bestemmia, non prima di fulminare Benvolio con lo sguardo. “Dovrei lasciarla sola?”
“ Si”
Il suo viso rilassato e senza punta di ironia o qualcos’altro mi mandò davvero in fiamme. Aveva avuto la fortuna di trovare una moglie tranquilla e calma mentre la mia, di consorte, sembrava l’esatto opposto.
“ La fiducia sarà l’ultima cosa che riceverà da me se continuerà a mettere in pericolo la sua vita e quella di nostro figlio! Ma non riesco a immaginare nemmeno lei da sola. No, no, no non succederà assolutamente, non lo permetterò!” urlai in preda alla rabbia. Non trovavo nulla per calmare i miei nervi, mi si stava rivelando un’impresa titanica.
“ Amico mio so che adesso sei arrabbiato con lei, ma con il senno di poi vedrai che il mio consiglio si rivelerà utile” spiegò la sua teoria dopo una pacca sulla spalla e una stretta rassicurante.
“ Non credi che dandole ancora più libertà, la situazione potrebbe sfuggirmi di mano? Potrebbe fare molto peggio!” dicendo quelle parole, realizzai nella mia mente le mie preoccupazioni più profonde. “No, io non ce la faccio” Passai una mano sul viso pensando a tutte le disgrazie che poteva mettere in atto, e a quel pensiero sentii distintamente un lungo brivido lungo la schiena “Un giorno di questi potrebbe fare un viaggio tutta da sola, avrebbe il coraggio di  mettersi ad allenarsi con la spada! Se è riuscita a salire su un cavallo con un pancione di otto mesi, dovrò aspettarmi qualunque pazzia da parte sua.”
“ Suvvia è solo incinta non pazza” fece offesa Cordelia.

Stavo per replicare  e dirle che mia moglie aveva già fatto cose del genere, ma venni interrotto dal deciso bussare alla porta.

“ Avanti!” dissi ad alta voce. Non so se lo dissi con voce alterata ma lì per lì non ci diedi nemmeno peso. 

La figura di Messer Arturo entrò in stanza, e appena capì chi fosse mi precipitai a parlare con lui, lasciando i miei compagni in attesa. 

“ Allora?” potevo sentire perfettamente la preoccupazione uscire dalla  voce, ero stato poco gentile rivolgendomi in quel modo così affrettato e senza un linguaggio adeguato, senza utilizzare nessun “Messer” o “Dottore” ma una semplice e diretta domanda. Io volevo sapere. E pregavo che l‘uomo davanti a me capisse la mia paura . 
“ Non si deve preoccupare mio signore, vostra moglie sta bene” rispose. Rimasi lì fermo a squadrare l’uomo che avevo davanti in attesa del resto e… “E anche il bambino” aggiunse con calma, sorrise, rassicurante come un padre che vuole tranquillizzare il figlioletto, facendomi capire che fosse tutto a posto. Mi sentii più leggero in un solo minuto. Avevo recuperato dieci anni di vita. Ma  quel però inespresso martoriava la mia pazienza. 

“ Perdonatemi, ma vorrei parlare in privato con il nostro Signore, se me lo potete permettere” chiese gentilmente Messer Arturo. 
“ Oh ma certo scusateci”  Cordelia alzò un po’ la gonna del vestito per facilitarsi, seguita da Benvolio che arrivato alla porta mi disse “ Continueremo il nostro discorso più tardi” 

Non risposi ma sapeva che l’avrei aspettato. Dopodiché chiuse la porta dietro di sé.

“ Messer Arturo mi dica la verità cose è successo a mia moglie?” chiesi andando a sedermi. 
“ Nulla di grave per vostra fortuna” fece seguendomi e andandosi a sedere accanto alla mia poltrona, “Ma mi deve credere che appena ho sentito cosa era accaduto sono rimasto interdetto, non le avevo chiesto fortemente di non far cavalcare la nostra Signora?” potei percepire una nota di rimprovero nella sua voce, e amaramente accettai quelle parole perché erano vere. Era stata tutta colpa mia.

“ Mi creda non sono riuscito a impedirglielo, sono mancato solo poco tempo, e quando sono andato a controllarla era già a cavallo” 

Sentì un suo sospiro. 
“ Dovrà rimanere ferma per almeno una settimana” affermò autoritario “ La sua caviglia destra è slogata e un po’ gonfia,” aggiunse “ Ma con qualche impacco alla camomilla e dell’acqua fresca farà passare il dolore e il gonfiore, ovviamente non potrà appoggiare il piede per terra per qualche giorno. Ho controllato il bambino, penso che stia bene.  Non  ha avuto perdite di sangue, quindi sono molto felice che la gravidanza procederà per il meglio. So benissimo che è la prima volta, e credetemi ho visto molte coppie giovani come voi alle prese con la prima gravidanza, e si aspetti di tutto da sua moglie, anche se credo che voi abbiate già fatto qualche esperienza..“
“ Si.. come voglie improvvise di qualsiasi cosa..“ continuai io 
“ Bene io posso solo dire di prepararsi al peggio”  e lì mi sentii come un condannato davanti al suo cappio.

Deglutii preso dall’improvvisa voglia di scappare. Mi si prospettava un inferno questo ultimo periodo.

“ Le chiedo per favore di controllare sua moglie e tenerla calma, dopotutto manca poco al parto” sorrise ancora e prese la sua borsa “ Adesso è meglio che vada, ho ancora qualche visita da fare” 

“ Certamente”  riuscii a dire.

Se fosse stato necessario l’avrei chiusa in camera da letto fino al giorno del parto. “ La ringrazio Messer Arturo, per essere venuto così velocemente e senza preavviso” dissi sinceramente alzandomi.  
“ Mio signore è il mio lavoro e lo amo in ogni sua sfaccettatura, è un onore lavorare per voi”

Sorrisi grato e colpito dall’affetto delle sue parole. Lasciò in pochi secondi il mio studio. 
Avrei lasciato il lavoro  a più tardi, volevo vedere Giulietta a tutti i costi.




POV GIULIETTA


Ero un po’ frastornata, la testa sembrava staccata dal corpo, e, appena avevo aperto gli occhi, un dolore lancinante alla caviglia destra mi aveva svegliata del tutto, quasi in un istante, riportandomi al presente. Ero svenuta e non sapevo nemmeno per cosa. Grandioso.
Poi, dal buio totale che aveva invaso la mia mente, uno sprazzo di luce era uscito a galla, e  mi aveva ricordato il motivo per il quale ero a letto, con la caviglia in quello stato. Sbuffai infastidita e pensai che ero proprio una stupida, una stupida  molta fortunata però, cavandomela solo con una caviglia dolorante, dato che, grazie alla mia sbadataggine avevo messo in pericolo la vita del mio piccino e la mia. Ripensando  a mente più fredda dovevo ammettere che ero stata davvero pazza. Ma rinchiusi il mio senso di colpa in gabbia perché sentivo che il bambino stava bene. Era sveglissimo e un po’ agitato  certo, forse per lo spavento che avevo preso poco prima, ma si muoveva e scalciava come sempre quando mi svegliavo. Era il suo modo di dire che era sveglio anche lui. Accarezzai dolcemente il pancione per calmarlo, sotto il mio palmo sentivo quei piccoli  piedini, poi la testa e qualche altro calcetto, finché il sonno non portava con sé il mio piccino. Sorrisi beata,  ancora non credevo a quello che mi stava accadendo, ma ero così felice che tutta quella gioia mi sembrava impossibile  da provare tutta in una volta.
Socchiusi gli occhi e feci un respiro profondo per calmare i miei poveri nervi. Non riuscivo a scacciare la preoccupazione, ero agitata e irrequieta, come si sarebbe comportato Romeo? 
Poi riaprii gli occhi e mi misi a fissare intensamente il soffitto, per finire a  ripensare alla caduta da cavallo.  Che precisamente, non era stata un’effettiva ‘caduta’, poiché ero riuscita a non capitolare rovinosamente  dall’animale, mettendo solo male il piede destro e procurandomi così una slogatura. Doveva essere solo quella la motivazione. L’unica cosa che non riuscivo a spiegarmi era lo svenimento, troppo strano e inaspettato. Fino a quel momento ne erano avvenuti pochi di svenimenti, non come le nausee appena svegli o per profumi molto intensi, io non mi consideravo una ragazza da svenimenti  e invece..

Da un po’ di tempo volevo salire su quel bellissimo puro sangue, ma non mi era stato permesso, causa,  la presenza costante di mio marito che, con i suoi occhi da falco,  non mi lasciava da sola per un secondo di fila, o i suoi seguaci  che continuavano il lavoro sporco di miei badanti,  al primo posto Corrado con il suo muso lungo, Francesco che con il suo viso angelico era il peggiore di tutti e infine Curio con la sua perenne aria seria. Così, alla prima occasione di solitudine che mi era stata concessa non sono riuscita a seguire la via della ragione, e l’istinto ha superato ogni cosa portandomi a quel pasticcio. Perciò grazie a lui mi ritrovavo con una caviglia fuori uso. Dovrei farmi un applauso da sola.
Sentii la porta della camera aprirsi e successivamente chiudersi senza fare rumore.

“ Sei sveglia?” 

La sua voce catturò la mia attenzione immediatamente. Mi alzai lentamente mettendomi seduta, con qualche difficoltà.

“ Da poco”  risposi voltandomi dalla sua direzione.
Vedevo benissimo che tratteneva la rabbia, le sue labbra erano una linea dura, e il suo sguardo non era dolce come sempre ma duro anche questo, per non parlare del tono che aveva usato. Non maleducato, né sdolcinato, potevo definirlo acido al punto giusto. E il suo sforzo di farmi vedere che era calmissimo per me era assolutamente vano. La sua faccia di bronzo mostrava qualche crepa.

“ Bene” asserì. Se mi si prospettava un botta e risposta a monosillabi da parte sua, mi sarei lanciata dalla finestra in men che non si dica…

Ci eravamo ritrovati in una situazione davvero … come dire…ehm....insolita? 
In un silenzio che mi schiacciava sul posto.Era una prima volta, l’unica che non volevo sperimentare, ma  dato che gli unici momenti di silenzio che si erano creati fra noi fino a quel momento erano molto diversi da questo, io non sapevo come procedere.
“ Come stai?” chiesi per spezzare come più potevo quell’aria cupa. Dopotutto non si diceva che la miglior difesa era l’attacco?
Non rispose per un primo momento, la maschera da Signore del mondo che aveva indossato davanti ai miei occhi stava per essere distrutta. 
Ebbi un moto di irritazione, come poteva comportarsi in quel modo? Non ero una sua proprietà, né una sua cameriera,  ero sua moglie per l‘amor di dio! perché mantenere quel ruolo di Padrone assoluto? Quell’aria ostile che stava creando con il suo comportamento faceva male sia a me ma soprattutto al piccolino.

Stranito dalla mia domanda rispose poco dopo “ Bene” e ritornò di nuovo nel suo mutismo. Quanto volevo sbuffare, ogni volta che rispondeva così mi dava ai nervi. E il suo sguardo ritornò a fissare un punto impreciso della stanza. Adesso eravamo anche arrivati a non sfiorarci nemmeno con lo sguardo.

“ No, non è vero”  risposi seccata. Oltre a sbuffare avevo una gran voglia di andarmene da quella stanza, ma non potevo.
“ Come?” volse il volto dalla mia parte ma puntò lo sguardo ai miei piedi. Notai la sua mascella indurirsi alla vista di quella benda.
“ Non stai bene” affermai convinta della mia ipotesi. Volevo nascondere il mio sbaglio, così feci scivolare la coperta sulle mie gambe. Alzò lo sguardo a quel mio gesto e mi fissò per un minuto buono poi disse “ No hai ragione, non sto affatto bene” detto ciò mi fulminò e avanzò di un passo, mantenendo però una certa distanza. Sgranai gli occhi. No cielo, Romeo non si era mai comportato in quel modo. Venni colta dal terrore. Si passò una mano sul volto e chiuse gli occhi come a volersi dominare.  
Valeva la pena continuare a parlare?
“ Sei furioso” andando avanti con questo interrogatorio avrei sicuramente perso la mia testa dal collo. 
“ Si. Sono furioso” rispose sinceramente e con calma. Con molta calma. 
Istintivamente deglutii.

Ecco qui Giulietta cosa ti aspettavi? Che ti facesse i complimenti per quello che hai combinato?

“ Con me” misi una mano sul petto, il cuore galoppava. Non volevo sentire la risposta affermativa a quella mia non domanda, ma ormai mi era sfuggita. 
“ Si sono furioso con te, credi che non dovrei esserlo?” domandò sedendosi sul letto molto vicino a me. Oh cambio di approccio! 
“ No..Cioè si.. Bé non lo so!” risposi piccata. Non poteva già mandarmi in confusione in quel modo!
“ Giulietta dimmi solo una cosa. Perché?” e lì mi inchiodò per l‘ennesima volta sul posto. Con quello sguardo che poteva benissimo far parlare anche un muto, tanta era la rabbia la disperazione e la forza di volontà nel capire come gli era sfuggito il controllo della situazione. 
“ Perché?” fu l’unica cosa che la mia mente bloccata riuscì a elaborare, un’inutile ripetizione della sua domanda. Deglutii inutilmente, ormai la gola era più secca del deserto.
“ Non rispondermi con un’altra domanda!” tuonò “ Perché hai fatto quello che hai fatto?”
“ È uno scioglilingua?” ecco la mia ironia che faceva la sua entrata, nel momento peggiore.
“ Non cambiare argomento” mi zittì quasi in un istante, e tutto il coraggio accumulato in pochissimo tempo svanì in un soffio. 
“ Oh bé…mi andava di farlo tutto qui” infondo non era la verità? Volevo fare una cavalcata cosa c’era di male?
“ Tutto qui?” adesso era furioso. Apparentemente calmo ma furioso. 
“ Si tutto qui” dovevo tenergli testa a tutti i costi oppure avrei lasciato oltre al coraggio il mio orgoglio.  
“ E non hai pensato al fatto che a breve partorirai e hai rischiato di non vedere il viso di nostro figlio?!” eccole qui le sue urla ad accogliermi con amore. Ma certo che ci ho pensato e me ne sono pentita all’istante! Ma come posso dirtelo se tu mi urli contro? Io così  non riesco a parlare. Non dovevo farlo ho capito. 
Erano quelle le parole che avrei tanto voluto urlagli ma  mi uscì soltanto “ Non ti arrabbiare!” urlai chiara e forte per contrastare la sua voce.
“ Cosa! Non mi devo infuriare? Non mi devo infuriare?!” urlò ancora più forte, alzandosi dal letto. 

Sicuramente anche i cittadini giù in paese  avevano sentito le sue urla. 

“ Abbassa il tono di voce con me!” riprovai, dopotutto non ero sua figlia ma sua moglie.
“ Giulietta sei stata una sconsiderata!”  continuò imperterrito,  infervorato si alzò , messo in moto da una rabbia nera gironzolava davanti al letto. Non l’avevo mai visto così. Non avrei mai voluto vederlo così.
Lo guardai negli occhi, ardenti di rabbia, e dissi con calma “ Ti ho detto di non urlare e continuo a ripetertelo, lo so che sono stata una sconsiderata e mi dispiace moltissimo” ammisi con sincerità.” Ho capito il mio sbaglio. Per favore, ora calmati” lo implorai con lo sguardo.
“ Io. Non. Sto. Urlando! E non voglio nemmeno calmarmi!” urlò accompagnando le sue parole con ampi gesti “ Se fosse successo qualcosa di grave la colpa sarebbe stata mia..”  finì la frase in un sussurro angoscioso, volse lo sguardo da un’altra parte.  
Che cosa? No, questa volta era davvero in errore. 
“ La colpa non è stata tua ma mia!” affermai sconvolta. 
In fondo era quella la verità, mio marito non aveva nessuna responsabilità dell’accaduto. Io sono salita su quel cavallo non lui. 
“ Giulietta” si fermò e venne accanto a me “L‘hai fatto per divertimento?”
Rimasi in silenzio, non sapevo quale risposta poteva essere la più vicina al vero scopo di tutto l’accaduto. 
“Dimmelo ti prego. Per cosa?” domandò. 
“ Rispondimi. Per attirare la mia attenzione? Credimi ci sei riuscita magnificamente con questa trovata!”
Mi accigliai, certo, chi non vorrebbe le attenzioni del proprio marito? Nessuno. Ma in questo caso è stato per le troppe attenzioni che è successo quel che è successo.
“Ti prego, voglio capire, perché in questo momento non ci riesco proprio” il suo sguardo, la sua voce, tutto di lui…mi stava facendo sentire tremendamente in colpa, perché il tormento che non riusciva a mascherare, il senso di colpa, la paura provata fino a poco prima e la mancanza del controllo che aveva perso su di me trasparivano dall‘espressione del suo viso…vedevo che tutto quello lo lacerava. 
Mi morsi il labbro, sentii che la gola era secca e chiusa in una morsa…ero spaesata e sentivo la testa troppo leggera. 
Il mio era solo stato uno stupido capriccio, che aveva provocato, ahimè, quella catastrofe.
“ Io…ecco..” da dove potevo iniziare? 
Tutte le parole, le lamentele e la mia irritazione erano del tutto sparite davanti al suo sguardo. 
Dovevo farmi forza e poi non volevo che pensasse che sua moglie fosse una matta isterica e capricciosa. Io non lo sono affatto.
“ Non l’ho fatto per divertimento o per attirare la tua attenzione, ma solamente perché mi mancava andare a cavallo” era così difficile capirmi? 
“ Ti mancava andare a cavallo? Ti mancava andare a cavallo?!” Romeo era a dir poco incredulo. E tutta la sua aria sofferente sfumata in un lampo.

Cara Giulietta sei spacciata. Pensai amaramente.

“E aspettare ancora un mese no?! Stai cercando di  farmi impazzire?” il suo pugno strinse forte la coperta sotto di esso.
“ Ho bisogno di un marito che faccia da padre a mio figlio, non di un pazzo” mi infervorai io.
“ Invece a me sembra che tu stia facendo di tutto per farmi impazzire” si voltò corrucciato. 
“ Ma non è vero!” protestai incrociando le braccia sotto il prosperoso seno, forse la parte più soddisfacente della gravidanza.
“ Giulietta dimmi la verità che cosa ti sta succedendo?”

Oh insomma sei davvero caparbio! 
Sono incita! non è una motivazione giusta? Esauriente? 
Era questo quello che volevo dire, ma dissi solo “ Mi stai rendendo lo vita un po’… difficile” ammisi con riluttanza, non volevo offenderlo anche se lui ci era andato giù pesante con la strigliata.
“ IO?” Messer Incredulo era davanti a me, mancava solo il ditino pronto ad indicarsi.
“ Non il solo, ma tu sei il primo della lista” confermai. La mia kilometrica lista.
“ Davvero?”
“ Si! Mi stai…mi stai…” odiavo quando non riuscivo a trovare le parole adatte al momento giusto.
“ Ti sto soffocando?” quella domanda gli uscì con disprezzo dalle labbra.
Eureka! Era la parola esatta. Sì, tutti quanti mi stavano soffocando abbastanza.
“ Sì! Hai trovato il termine giusto! Mi stai soffocando!” trillai felice della momentanea scoperta

Si alzò dal letto in un istante, si avvicinò alla finestra e affondando le mani nei capelli mormorò fra sé “ Benvolio aveva ragione! Benvolio aveva ragione!”

Benvolio? Cosa c’entra?

Vedere mio marito così demoralizzato mi mosse a pietà, e non ce la feci a non consolarlo, anche se doveva essere il contrario…
Così, spostai le coperte, e portai prima il piede infortunato e poi l’altro per terra. Con lentezza disumana mi alzai, e un po’ zoppicante mi avvicinai sempre di più a mio marito circondandolo da dietro la schiena con le braccia. Tentavo in modo goffo di dargli un abbraccio e fargli capire che io e il piccino stavamo bene. Appoggiai la guancia sulla sua schiena. La sua forte e massiccia schiena. La amavo così tanto. Amavo tutto di lui. Era caldo e profumava di rose…notai con un po’ di fastidio che era abbastanza difficile stringerlo a me con forza dato che solo la grande pancia, casetta del mio piccino, toccava mio marito e divideva entrambi.
Lui alzò la testa e i suoi occhi  tristi e dispiaciuti colpirono il mio povero cuore e lo stritolarono con forza appena si fermarono sul mio viso. Non potevo crederci avevo davvero distrutto il mio povero marito in quel modo in così poco tempo?
“ Mi dispiace” sussurrai con angoscia…
Sentivo già un nodo formarsi in gola. Volevo piangere. Sentivo già i miei occhi inumidirsi.
“ No no…dovrei chiederti io scusa…“ mi baciò delicatamente la fronte “io ..ecco io ho esagerato e solo adesso me ne rendo conto…” troppo tardi le lacrime uscirono e non potei fermarle, “ con questo mio comportamento ti ho portato a fare questa sciocchezza e adesso tu ne stai pagando le conseguenze per colpa mia!” strinse forte le labbra e mi abbracciò delicatamente poi mi accarezzò dolcemente il viso asciugando le poche lacrime. “ Adesso è tutto finito, stai bene e anche il nostro piccino sta bene” un lieve sorriso increspò le sue labbra ma io non riuscii a darmi pace. 
“ Ti prego non dire che è colpa tua! Io ho sbagliato” venni interrotta da un singhiozzo  “ È stata colpa mia!” ripetei con voce rotta dal pianto “Sono io che volevo salire su quel cavallo, e volevo farlo anche perché sapevo che tu non volevi…possiamo chiamarla pazzia del momento” tentai di alleggerire la situazione. 
“ Lo so, adesso mi sono calmato…” mi consolò accarezzandomi dolcemente la schiena. “ Amore mio promettimi che non ti farai più guidare da questa pazzia”  e il suo sguardo era serio.
“ Prometto” dissi all’istante, arrossii davanti a quello sguardo così intenso.
“ Mai, mai più” disse con tono più basso, seducente.
“ Giuro sul mio nome” sussurrai e misi la mano sul cuore che palpitava all‘impazzata.
“ Hai dato la tua parola” mi avvertii e potevo dire che l’azzurro dei suoi occhi divenne quasi blu.
“ E tu hai sentito quindi…pace fatta?” sorrisi e gli baciai un angolo della bocca. Gli accarezzai dolcemente la guancia, e gli diedi un altro bacio. Sentii il suo sorriso sulle mie labbra e  in quel momento capii che avevamo finalmente fatto pace. 
“ Mh..non so..fammici pensare…intanto potresti fare qualcosa per farti perdonare” iniziò a baciare lungo il mio collo candido…stavo già perdendo il controllo.
“ Tutto ciò che desidera mio signore” dissi in tono seducente iniziando a sbottonare la sua camicia..

E da lì le ore successive furono un sogno ad occhi aperti.
Amavo il modo con in quale facevamo pace. Il più efficace di tutti. Pensai felice e serena. Anche il piccino era contento, da come si muoveva..





Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1997893