10 Percabeth stories for 10 Alternative Universes

di DoctorChi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vieni alla festa con me? ***
Capitolo 2: *** Mi concede questo ballo? ***
Capitolo 3: *** Il solito? ***
Capitolo 4: *** Ma ci stavamo solo baciando! ***
Capitolo 5: *** Quando i romani attaccheranno, noi saremo pronti ***
Capitolo 6: *** Lo sanno tutti che gli unicorni non esistono! ***
Capitolo 7: *** Sono il re delle onde! ***
Capitolo 8: *** Ma quella non è la giacca di Percy? Perché la indossi tu? ***
Capitolo 9: *** Pensa a qualcosa! ***
Capitolo 10: *** Mi appello al codice dei pirati e invoco il parlè! ***



Capitolo 1
*** Vieni alla festa con me? ***


Vieni alla festa con me?

 

Non era un giorno come tutti gli altri all'HalfBlood College.

Era il giorno in cui il ballo di fine anno era stato annunciato.

E questa notizia aveva reso gli studenti euforici.

Tutti non vedevano l'ora di andarci, tutti tranne lei.

Amnabeth Chase.

La migliore studentessa del suo anno, la fredda e distante Annabeth Chase.

Nessuno osava invitarla.

E questo la faceva soffrire dentro.

Probabilmente anche quest'anno sarebbe stata sola.

«Scusa, disturbo?» le chiese un ragazzo, indicando con un dito il posto libero accanto a lei.

Annabeth si prese un momento per osservarlo prima di fargli un cenno di assenso con la testa.

Doveva essere quello nuovo.

Com'è che si chiamava?

Percy Jackson, giusto.

Indossava un paio di jeans, delle converse nere e una maglietta azzurra che mostrava il suo fisico appena scolpito.

Sulle spalle portava uno zaino consunto dal tempo, e in mano teneva un libro.

Vedeva i suoi occhi verdi sbucare dalla chioma di capelli scuri.

Che dire, era sicuramente un ragazzo affascinante.

«Non mi sono presentato. Percy Jackson.»

«Annabeth Chase.»

«Piacere di conoscerti Annabeth.»

Poi, imbarazzato, si era messo a giocare con il libro.

E alla fine, prendendo un profondo respiro, aveva chiesto alla ragazza se le piaceva la mitologia.

Da lì era nata una lunghissima conversazione, che si era protratta anche nei giorni successivi.

Alla fine Percy era riuscito ad accumulare abbastanza coraggio da porle una domanda che aveva in serbo sin dal primo giorno.

«Vieni alla festa con me?» E, senza attendere una risposta, aveva subito aggiunto «possiamo andarci da amici....»

E Annabeth, incredula e imbarazzata allo stesso tempo, aveva accettato.

«Credo di volere qualcosa di più di un rapporto di amicizia con te, Jackson...» aveva detto la giovane, prima di salutarlo e lasciarlo imbabolato a fissare la sua figura che si allontanava.

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Capitolo 2
*** Mi concede questo ballo? ***


Mi concede questo ballo?

Era una fresca serata di Settembre e nel salone delle feste del signor Jackson si stava svolgendo un ballo tanto atteso in tutta la contea.

Il signor Jackson fece il suo ingresso in sala.

Era alto, con un bel fisico.

Indossava un completo verde scuro che metteva in risalto i suoi occhi.

Nella stanza calò il silenzio.

Con un gesto del padrone di casa tornò la festa.

Perseus si guardò intorno e poi la vide.

Era da sola, in un angolo.

I capelli biondi erano raccolti in un elegante acconciatura con fiorellini azzurri, abbinati al vestito.

Si avvicinò alla ragazza.

«Mi concedete questo ballo?»

«Come posso dire di no al padrone di casa?» rispose la ragazza, alzandosi e porgendo la mano al giovane.

Perseus la condusse nell'area dedicata alle danze.

Iniziarono a ballare.

E continuarono fino alla fine della serata.

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Capitolo 3
*** Il solito? ***


Il solito?

Il bar in cui lavorava Annabeth si trovava a New York, vicino all'Empire State Building.

Non amava particolarmente il suo lavoro -sognava di fare l'architetto- e tante volte aveva deciso di dare le dimissioni e sfruttare la sua laurea in Architettura Moderna.

Ma ogni volta qualcosa la fermava.

Non qualcosa, qualcuno.

Il campanellino suonò ed entrò lui.

«Il solito?» chiese la bionda.

«Certo»

E preparando il solito cappuccino del ragazzo decise che forse bastava vederlo ogni giorno per essere felice.


 

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Capitolo 4
*** Ma ci stavamo solo baciando! ***


Ma ci stavamo solo baciando!

Il Lago Nero era il posto preferito di Percy.

Amava l'acqua e l'unica cosa che gli ricordasse la sua casa sul mare era proprio il Lago.

Annabeth, la sua ragazza, lo stava per raggiungere e mettersi a studiare insieme a lui per i G.U.F.O. Erano entrambi al quinto anno, e si erano fidanzati ufficialmente alla fine dell'anno precedente.

Lei era Corvonero, lui Tassorosso.

Quando lei lo raggiunse lui era intento ad fissare il vuoto.

«Percy!» esclamó la Corvonero, distogliendolo dai suoi pensieri.

«Annabeth!» si alzò, venedole incontro per poi baciarla appassionatamente.

Una voce interruppe quel bacio.

«Meno dieci punti a Corvonero e Tassorosso» esclamò Luke Castellan, Prefetto dei Serpeverde.

«Ma ci stavamo solo baciando»

«Appunto!» ribadì infastidito, prima di allontanarsi a grandi passi, lasciando i due da soli in riva al Lago.


 

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Capitolo 5
*** Quando i romani attaccheranno, noi saremo pronti ***


Quando i romani attaccheranno, noi saremo pronti

Grecia - 281 a.C.

Era inevitabile.

Dopo la presa di Taranto i Romani non sarebbero stati di sicuro con le mani in mano.

Perseus era obbligato a combattere.

Tutti i giovani lo erano.

Ma lui, come tanti altri, aveva un motivo per sopravvivere.

La superiorità della Grecia?

No, il suo motivo aveva un nome.

Annabeth.

"Quando i romani attaccheranno, noi saremo pronti" continuava a ripetere il loro comandante.

E tutti gli credevano.

***

Annabeth era una donna molto colta per il suo tempo.

E non sapeva bene cosa fare.

Molte volte era stata paragonata ad Atena stessa, per le sue capacità.

Ma restava pur sempre una donna.

Con un fruscio di tuniche si alzò dalla panca e si diresse verso Perseus, che stava uscendo, pronto a combattere i Romani.

«Perseus, torna per me.»

«Lo farò, mia amata.»

E uscì, dirigendosi verso il porto.

Annabeth lo attese.

Lo attese per giorni, mesi, anni.

Lo attese anche prima di compiere il suo viaggio nell'Ade.

Aveva atteso trent'anni e solo con la morte era potuta ricongiungersi al suo amato Perseus.

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Capitolo 6
*** Lo sanno tutti che gli unicorni non esistono! ***


Lo sanno tutti che gli unicorni non esistono!

 

«Lo sanno tutti che gli unicorni non esistono» ribatté la ragazza infastidita.

«Aspetta, mi stai dicendo che gli angeli, i demoni, i tritoni e roba simile esiste ma gli unicorni no?» domandò stupito il ragazzo seduto accanto a lei.

«Esattamente. Come tu ben sai io sono un angelo. E, ovviamente, combatto i demoni.» spiegò la giovane.

Guardandola meglio si potevano notare i particolari tipici degli angeli: capelli biondi, incarnato chiaro e un piccolo rigonfiamento al livello delle clavicole, dove si trovavano le ali.

Lei però era particolare.

I suoi occhi non erano color del cielo.

Erano grigi. Grigi come una tempesta.

Ed erano proprio quelli che Percy amava.

«Annabeth, secondo te può esistere una storia tra un angelo e un tritone?» chiese il giovane pensieroso.

Lui era un tritone.
Anche se in quel momento era in forma umana si vedevano i segni delle squame sulle braccia scoperte dalla maglietta e i suoi occhi verde mare erano un segno inconfondibile della sua rara specie.

«Perché questa domanda, Testa d' Alghe?»

«Beh, mettiamo caso che io ti chiedessi di uscire...» il giovane tritone si stava giocando il tutto per tutto.

«Ipoteticamente ti risponderei di sì.» rispose con un sorriso malizioso lei.

Percy fece un gran respiro.

«E se io ti chiedessi realmente di uscire?»

«Io ti direi di sì in qualunque caso» rispose Annabeth arrossendo.

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Capitolo 7
*** Sono il re delle onde! ***


Sono il re delle onde!

Era una coppia quella che si trovava sulla spiaggia di Miami all'alba.

Lei sembrava incerta mentre camminava sulla sabbia a piedi nudi.

«Percy, sei proprio sicuro?»

«Ma certo! Ci divertiremo! E poi lo sai: sono il re delle onde!»

«Certo...Allora posso chiamarti "Testa d' Alghe"?» chiese la bionda con un sorrisino.

«E allora io ti chiamo Sapientona.» rispose lui di rimando.

Continuarono a battibeccare finché non raggiunsero la riva.

Lì si tolsero le maglie, rimanendo in costume.

Percy fece sedere sulla tavola da surf che si era portato dietro.

Sulla tavola era rappresentato un tridente e sotto di esso le lettere "PJAC".

Portò il surf a largo e salì sulla tavola, aiutando Annabeth a tirarsi su.

Iniziarono a cavalcare le onde.

Annabeth era abbracciata a Percy.

Cosa che a nessuno dei due dispiaceva.

Finito di cavalcare le onde, si distesero sulla spiaggia ad osservare il cielo del primo mattino.

«Cosa ti avevo detto? Sono o non sono il re delle onde?»

«Certo Percy, e io chi sono?» gli chiese la bionda.

«La mia regina?» chiese il ragazzo titubante.

«Va bene....Testa d' Alghe!» rispose la ragazza, arrossendo.

«Hai sempre ragione tu...Sapientona.» ribatté lui, sporgendosi per baciarla.

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Capitolo 8
*** Ma quella non è la giacca di Percy? Perché la indossi tu? ***


Ma quella non è la giacca di Percy? Perché la indossi tu?

La notte era viva in quel sabato sera a New York.

D'altronde era sabato sera e tutti i ragazzi speravano di rimorchiare qualcuna con giacche di pelle e brillantina, mentre le ragazze si davano a completini aderenti e tacchi alti che facevano cadere i ragazzi ai loro piedi.

Annabeth però non era questo genere di persona.

Lei non amava i vestiti vistosi, si limitava ad un semplice abito di cotone grigio pallido, che metteva in risalto i suoi occhi color tempesta e la cascata di boccoli biondi.

Si strinse nelle spalle per la fresca brezza serale.

Finché non sentì qualcosa sulle spalle.

Incuriosita, si voltò, per incontrare due occhi verde mare che la osservavano divertiti.

«Freddo?» le chiese il proprietario del cappotto.

«Un po'...Ma ora sto meglio, grazie per la giacca.»

«É un dovere, verso una così bella signorina» disse ammiccando, per poi salutarla e raggiungere il suo gruppo.

Annabeth sorrideva tra se pensando al bel giovane che le aveva ceduto la giacca, quando una ragazza si diresse verso di lei infuriata.

«Ma quella non è la giacca di Percy? Perché la indossi tu?» gridò la rossa ad Annabeth.

«Cosa? Chi è Percy?» chiese la bionda, disorientata.

«Su biondina, smettila con questi giochetti. Sai benissimo chi è Percy! D'altronde è sua la giacca quella che hai sulle spalle!»

«Ehi ragazze! Cosa succede? State calme...!» iniziò il ragazzo dagli occhi verde mare.

«Percy, quella è la tua giacca vero?!» sbraitò la rossa infuriata, puntando Annabeth con un dito.

«Sì Rachel, è la mia. Ti crea qualche fastidio?» chiese Percy, iniziando a scaldarsi a sua volta.

Rachel rimase per un attimo senza parole, dando il tempo al ragazzo di prendere Annabeth sottobraccio e portarla lontano dalla rossa.

«Scusami, Rachel è gelosa....» iniziò. «Ma non ti preoccupare, non stiamo insieme» aggiunse, facendo l'occhiolino ad Annabeth.

«Va bene....Percy.» rispose Annabeth.

«Quindi sai il mio nome. In questo caso posso avere l'onore di conoscere il tuo?»

«Annabeth Chase.»

«Io sono Percy Jackson. Cosa ne dici di una bella birra in quel pub laggiù?» chiese indicandole il locale all'angolo.

«Direi che ci sto.»

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Capitolo 9
*** Pensa a qualcosa! ***


Pensa a qualcosa!

Anno 2075
New York
13. Febbraio

Erano segregati in quel consolato da quasi una settimana.

Gli zombie ormai avevano contaminato tutta Brooklyn.

E loro, l'esercito degli Dei, così si erano denominati, combattevano tutti i giorni contro gli zombie.

Infatti, a causa di un virus proveniente da un altro pianeta metà della popolazione terrestre era stata infettata, diventando un non-morto.

E, come ogni zombie che si rispetti, prediligevano i cervelli umani.

~~~

Annabeth Chase era a capo della sezione di Brooklyn.

Prima di questa grande guerra era una semplice dottoranda in architettura, dotata di una mente da stratega.

Era amica del Capo dell'esercito, Nico Di Angelo, un giovane poco più grande di lei.

Nico aveva lavorato in un obitorio, ed era stato il primo ad accorgersi del virus.

Lui era il grande Capo, colui che controllava tutti, senza esclusione.

~~~

Suonò l'allarme.

-Si avvicinano gli zombie! - gridò una voce dall'altoparlante. -Tutti si preparino ad effettuare il piano!

Tutti su misero in posizione e Annabeth si ritrovò accanto a Percy Jackson, il novellino della sezione.

Non sapeva bene cosa fare e Annabeth lo osservava divertita mentre, impacciato, cercava di prendere la mira e sparare.

Sparò tre colpi di fucile, ma senza successo.

Annabeth decise di prendere in mano la situazione. Con un solo colpo dritto in fronte mise l'essere al tappeto.

Ma altri zombie arrivavano da tutte le parti e Rachel era appena stata morsa e uccisa.

Annabeth mantenne la calma, al contrario di Percy.

«Cosa facciamo? Pensa a qualcosa!» gridò il giovane, spaventato.

«Se non ti dispiace sono un po' occupata. Qui c'è qualcuno che vuole mangiarmi il cervello» tagliò corto Annabeth, mentre sparava all'orda di non-morti che si dirigeva nella loro direzione, che aumentava sempre più.

~~~

Anno 2075
New York
14 Febbraio

Lei e Percy erano riusciti miracolosamente a salvarsi grazie all'aiuto di due ragazze, Talia e Bianca.

Annabeth era concentrata nella lettura di un trattato di architettura e non si rese conto della scatoletta che le era stata messa di fianco.

Quando se ne accorse, molto tempo dopo, la aprì.

Conteneva un semplice bigliettino di scuse, e una collana con un gufo.

So che probabilmente non provi niente per me, ma non importa.
Tu ci sei sempre per me, e non manchi mai di salvarmi.
Questo è il minimo che posso fare per te.
Oh, dimenticavo, buon San Valentino.
PJ

Annabeth abbandonò il libro e, stringendo nelle mani il foglietto, andò a cercare Percy Jackson.

Per abbracciarlo.

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Capitolo 10
*** Mi appello al codice dei pirati e invoco il parlè! ***


Mi appello al codice dei pirati e invoco il parlè!

Erano fregati. 

Uno dei pirati più temibili di tutti i Sette Mari, Luke Castellan, li aveva catturati sulla sua nave. 

Ora Perseus e Annabeth si trovavano legati all'albero della nave, mentre il lavoro sull'Andomeda II continuava come se niente fosse. 

Annabeth, per essere una donna di quei tempi, era intrapendente. 
E, poco ma sicuro, teneva alla sua vita. 

«Quando saremo in presenza del capitano lascia fare a me» sussurrò a Percy. 

Odiava ammetterlo, ma conosceva Luke. O Capitan Barbarossa, come si faceva chiamare adesso. 

«Certo, non preoccuparti.» 

Forse per Annabeth era meglio preoccuparsi. 

Anche perché quando arrivò il Capitano, Percy se ne uscì con una frase che la fece rimanere a bocca aperta. 

«Mi appello al codice dei pirati e invoco il parlè.» 

Annbeth lo fissò con la bocca spalancata. «Non ti avevo detto di tacere?» 

Intanto Luke li guardava dall'alto in basso. 

«Ma guarda un po' chi abbiamo qui...Mr Jackson e Miss Chase...» 

«E tu come fai a sapere chi siamo?» chiese Percy sospettoso. 

«Io so un sacco di cose, Perseus.» 

Percy si guardò attorno e trovò finalmente quello che cercava. 

«Ma quella non è la mia borsa?» chiese, indicando con la testa un sacco di tela buttato poco distante. 

«Certo che lo è. E non pensare di riaverla indietro» ghignò Castellan. 

«Oh, ma che peccato.... Pensavo di scambiare la nostra vita con un'ampolla di un liquido introvabile...» 

«E che cos'è?» chiese Luke, incuriosendosi. 

«Apri la borsa. L'ampolla blu. E aprila.» 

Luke fece come detto ma, appena aperta l'ampolla, cadde a terra, svenuto. 

«Veloce Annabeth!» esclamò Percy, mentre, con un ultimo strattone si liberava i polsi. 

«Ma...ma...ma come hai fatto?» 

«Le spiegazioni a dopo» rispose lui brusco, mentre combatteva con i pirati di Castellan. 

Annabeth si liberò dalla corda, e si diresse ad afferrare la borsa. 

«Ci sono! Percy, da questa parte!» chiamò la ragazza, diringendosi alle scialuppe. 

Saltarono su una, tagliando le corde, iniziando a remare nell'oceano per fuggire. 

«Ce l'abbiamo fatta!» esclamò Annabeth, che mossa dalla gioia, gli buttò le braccia al collo. 

«Cosa ti aspettavi da me?» chiese Percy, con le labbra quasi sulle sue. 

«Questo» rispose Annabeth, colmando la distanza tra le loro bocche. 

 

Note dell'autrice 
Mi prendo un piccolo spazietto per salutare tutti quanti
e chiedere scusa per il ritardo di quest'ultimo capitolo.
 
Sorry. m(_ _)m 

Non picchiatemi per questo capitolo, ma è il meglio che la mia tesolina sia
riuscita a partorire .-.
In ogni caso spero vi sia piaciuta la raccolta. :) 
Ci si vede alla prossima storia 
Bacioni 
-DoctorChi



Info:
il secondo set che ho preso è il Regency!AU.
Se volete dare un'occhiata la storia è questa: Love. And a little of Pride & Prejudice


E visto che hanno fatto la tabella faccio che inserirla qui!
 
SET PERCY/ANNABETH DI DoctorChi
Hogwarts!verse, «Meno dieci punti a Corvonero e Tassorosso» «Ma ci stavamo solo baciando» «Appunto!»
War!AU, «Quando i romani attaccheranno, noi saremo pronti»
Regency!AU, «Mi concedete questo ballo?»
Pirate!AU, «Quando saremo in presenza del capitano lascia fare a me» «Mi appello al codice dei pirati e invoco il parlè» «Non ti avevo detto di tacere?»
College!AU, «Vieni alla festa con me?»
50's!AU, «Ma quella non è la giacca di Percy? Perché la indossi tu?»
Surfer!AU, «Sono il re delle onde!»
Coffe shop!AU, «Il solito?»
Supernatural!AU, «Lo sanno tutti che gli unicorni non esistono»
Zombie!AU, «Pensa a qualcosa!» «Se non ti dispiace, al momento sono un po' occupata. Qui c'è uno che vuole mangiarmi il cervello»
COMPLETATE: 10/10

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