Non devi avere paura

di SpookySammie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Fragile e piccola, con le tue paure…"
 
“Questo è il suo alloggio, signorina Harvey”
“La ringrazio infinitamente!”
“Per qualsiasi cosa, sa che può contare su di me; scende le scale e mi troverà lì alla reception a sua disposizione. Vedrà che si abituerà presto all’aria spagnola”. Miguel accenna un sorriso.
Ricambio il sorriso in modo forzato mentre lui chiude la porta alle sue spalle.
Mio dio, per quale dannatissima ragione ho deciso di venire qui?!
Se proprio devo scrivere una storia, è il caso che io mi presenti: sono Victoria Harvey, studentessa universitaria londinese, ho 22 anni e ho deciso di partecipare a questo progetto Erasmus nonostante i mille dubbi, sia miei che della mia famiglia. Diciamo che ho letteralmente mollato tutto in Inghilterra per entrare in questo nuovo mondo spagnolo. Tutti mi hanno raccomandato questa esperienza perché è un’occasione unica, che mi capiterà solamente una volta nella vita: proprio seguendo queste parole, sono partita per Madrid, la capitale spagnola.
Sull’accoglienza non posso dire nulla, anzi: Miguel, il direttore del palazzo nel quale vivrò per un anno, è venuto ad accogliermi in aeroporto, proprio per mettermi subito a mio agio.
L’appartamento che mi è stato assegnato è grande, composto di cucina con un tavolo di vetro al centro; questa stanza è direttamente collegata al salotto da un arco fatto di pietre; poi c’è un bagno, una stanza da letto matrimoniale, una piccola stanza in cui c’è la lavatrice e un piccolo spazio nel quale posso stirare i miei panni. La cosa che mi ha colpito maggiormente è la porta che si trova nella mia camera da letto: essa mi permette di uscire su una terrazza enorme in cui ci sono persino due poltrone e una sedia sdraio per prendere il sole. Da questa terrazza posso vedere un pezzo di Madrid e devo ammettere che la vista è mozzafiato.
Il tempo in Spagna è mite, infatti credo che dimenticherò il mio amato clima umido e piovo inglese.
Ora che sono qui, so che non potrò più tornare indietro, ma, per ora, almeno non mi sto pentendo di nulla. Tutto è stato perfetto. Ma la parte più difficile deve ancora arrivare: l’università spagnola, ma soprattutto i miei compagni di corso. Come saranno? Se sono tutti come Miguel, gentili e estremamente cordiali, farò fatica ad andarmene tra un anno. Ma se non fossero così? Non voglio nemmeno pensarci.
Sento il telefono squillare: è Lucas, mio fratello.
“Ciao Lucas!”
“Ciao piccola” Lucas mi chiama sempre così, visto che lui è il fratello maggiore. “Come stai? Sei arrivata? Tutto bene il viaggio?”
“Sì. Sono arrivata circa un’oretta fa. Il viaggio è stato tranquillo a parte qualche turbolenza. L’accoglienza è stata fantastica. Il direttore del palazzo è venuto a prendermi in aeroporto!”
“Wow, che cordialità! Bene, sono contento che tutto sia andato per il meglio. Mamma e papà ti chiameranno questa sera, mi hanno detto che tornano tardi perché hanno una comunione oggi e non credo li rivedrò prima delle 21” I miei genitori gestiscono un ristorante/pizzeria nel centro di Londra e spesso devono far fronte a cerimonie come questa.
“Va bene Lucas, allora aspetto una loro telefonata”
“Sì piccola. Ci sentiamo presto. Sai che per qualsiasi cosa sono pronto ad attraversare mille tempeste per te!”
“Grazie Lucas, la cosa è reciproca. A presto” Chiudo la chiamata e sorrido pensando a quanto sono fortunata ad avere una famiglia che mi ama e che mi supporta sempre.
Guardo l’orologio e vedo che sono le 15. Alle 16:30 ho un incontro con il manager universitario del mio corso di studi per illustrarmi come è diviso il mio piano orario, per vedere le lezioni che devo frequentare e dove sono collocate le varie aule.
Dal mio alloggio, ho circa 20 minuti a piedi per raggiungere l’università quindi, avendo a disposizione molto tempo, decido di farmi una doccia.
Scelgo dalla mia valigia ancora ai piedi del letto un paio di semplici leggins neri e una maglietta un po’ lunga rosa salmone. Raccolgo i miei capelli rossi in una coda di cavallo, mi trucco in modo leggero, passando solo una riga di eyeliner sulla palpebra per mettere in risalto i miei occhi verdi. Inserisco nella mia borsa la mappa della città, i documenti richiesti dall’università e il cellulare.
Chiudo la porta alle mie spalle, scendo le scale e passo davanti alla reception.
“Hola Victoria!”
“Buenos dias Miguel. Mi aspettano all’università alle 16:30”
“Sai già come arrivare?”
“Sì, grazie, ho una mappa con me, ma ho visto che dista poco da qui”
“Sì, è molto facile arrivare. Quando arrivi in fondo alla via, giri a sinistra e la trovi sulla tua destra”
“La ringrazio nuovamente. A dopo”
Esco dal palazzo e mi guardo intorno. Nel quartiere dove si trova l’edificio, ci sono tutte villette nuove, in pieno stile mediterraneo e devo dire che sono proprio graziose.
Dalla villetta di fronte alla mia abitazione, vedo uscire un ragazzo. E’ alto, muscoloso, con i capelli un po’ lunghi e in modo che non gli ricadano sulla fronte sono fermati da una fascia di colore fluorescente.
“Sì mamma, ti chiamo appena esco dall’università”
Quindi anche lui deve essere uno studente universitario. Esce dal cancello e si avvicina a me sorridendo, mostrando denti bianchi perfetti.
“Ciao!”
“Ciao” rispondo un po’ timida.
“Sei la ragazza inglese che è arrivata qui per l’Erasmus?”
Io rimango un attimo spiazzata dalla sua domanda. Come fa a saperlo?
“Ti starai chiedendo come faccio a saperlo. Io sono e sarò un tuo compagno di corso. Mi chiamo Alejandro, piacere”
“Piacere Victoria” ci stringiamo la mano sorridendo.
“Alvaro è il ragazzo spagnolo che fa il tuo stesso Erasmus. Tu diciamo che prendi il suo posto qui. Lui è andato a Londra, mentre tu sei venuta a Madrid. Tutti noi conosciamo Miguel in questo quartiere e ci ha detto che tu avresti alloggiato qui, ed essendo la prima volta che ti vedo ho subito pensato che tu fossi la ragazza londinese”
“Sì, sono proprio io”
“Possiamo fare la strada insieme!”
“Certo, molto volentieri”
Iniziamo a camminare e parliamo del più e del meno. Alejandro è molto disponibile, gentile e pronto ad aiutarmi. In poco tempo, arriviamo all’università. E’ un edificio imponente con un parco enorme al suo interno, circondato da tavolini in cui molti studenti sono intenti a studiare e discutere.
“Io ti devo lasciare Victoria, devo andare in segreteria per alcuni problemi sorti dall’iscrizione. Questo è l’ufficio del manager. Ci vediamo dopo”
“Va bene, grazie Alejandro”
“E di che” mi sorride avviandosi verso il corridoio.
Busso alla porta.
“Avanti”
Entro un po’ titubante, chiudendo la porta alle mie spalle.
“Buon pomeriggio. Sono Victoria Harvey, la ragazza che inizia il suo Erasmus”
“Oh buon pomeriggio a lei signorina Harvey, si accomodi, la stavo aspettando. Innanzitutto, volevo darle il benvenuto da parte di tutti noi del personale universitario. Potrà rivolgersi a me, che sono Patrick Martinez, per qualsiasi dubbio o richiesta. Il suo piano di studi è lo stesso suo inglese, perché siamo direttamente in collegamento con la sua università. Le aule sono al primo e al secondo piano: in ogni punto ci sono le indicazioni. Questo è il suo piano orario, le classi in cui deve recarsi e gli esami che deve dare: sono 6” mi porge un foglio con tutte le indicazioni che mi ha appena spiegato a voce. “Ha qualche dubbio o domanda, signorina Harvey?”
“No per ora no, la ringrazio. Avrò un po’ di difficoltà con la lingua perché la sto studiando da poco”
“Per questo non si deve preoccupare. Io sono laureato in inglese quindi sono a sua completa disposizione. Se vuole, le posso mostrare un po’ l’edificio”
“Mi farebbe molto piacere”
“Mi segua, allora”
Usciamo dal suo ufficio e lo seguo ascoltando tutte le sue indicazioni sull’edificio, sulle aule e sui professori.
L’università è davvero grande: tutte le aule sono fornite di mezzi di ultima generazione tecnologica come computer, tablet e lavagne elettroniche.
Arriviamo al secondo piano.
“Questa, signorina Harvey, è la biblioteca in cui può studiare, trovare libri o semplicemente rilassarsi durante una lezione e l’altra”
Entro in questa stanza enorme, adornata di librerie ovunque e tavoli attorniati da sedie.
“La aspetto qui fuori. Guardi pure”
Girovago per questa biblioteca e non vorrei più uscire: l’odore dei libri mi inebria.
Arrivo al centro di questa stanza e vedo un gruppetto di ragazzi strani. Tutti sono vestiti con abiti scuri, eppure sono di una bellezza rara. La loro pelle è bianca e lucente, i lineamenti ben scolpiti.
Tra di loro c’è solo una ragazza dai capelli rossi come i miei, però corti, occhi verdi, alta e ben formosa.
Sussurra qualcosa ad un ragazzo che mi da le spalle: ha i capelli un po’ lunghi che arrivano fino alle spalle. Indossa una giacca nera, pantaloni abbinati e scarpe nere eleganti.
La ragazza sorride e improvvisamente il ragazzo si volta.
I suoi occhi incrociano i miei: occhi verdi che scrutano occhi dello stesso colore.
La sua pelle è bianca e lucente, come quella di tutti gli altri. Schiude un po’ la bocca e io abbasso immediatamente il mio sguardo e decido di incamminarmi verso l’uscita.
Era come se fossi rimasta ipnotizzato da quel ragazzo così bello…eppure c’era qualcosa di strano in lui.
L’avrei rivisto?


SPAZIO AUTRICE


Ciao ragazze!
Questa è la mia terza storia e cambio completamente genere e mondo.
E' una storia che parla di una ragazza londinese, Victoria Harvey che si trasferisce in Spagna per un anno.
Cosa accadrà? Siccome vedo che molte ragazze leggono le mie FF, per questa ho deciso che la continuerò quando ci saranno almeno 3 RECENSIONI
Grazie della vostra attenzione, a presto vampirette :P


PPS: vi allego un'immagine di Victoria e del ragazzo misterioso che ha colpito Victoria :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Esco dalla biblioteca un po’ turbata e il manager lo nota.
“Tutto bene, Victoria?”
“Sì, mi scusi, ma mi è girata un attimo la testa. Ora va tutto bene” sorrido, cercando di rassicurarlo.
“Bene, proseguiamo il giro”
Lo seguo e fingo di ascoltarlo interessata. Purtroppo la mia testa è occupata solo dall’immagine di quel ragazzo. I suoi occhi che fissavano i miei, la sua bocca che si schiudeva. Sembrava, da un lato, incuriosito dalla mia persona, dall’altro inorridito. Ma perché? Non ci eravamo mai visti prima.
“Eccoci giunti al termine Victoria. Ha qualche domanda?”
Riemergo dalle mie riflessioni. “Per ora no. Grazie per la sua disponibilità”
“Si figuri. Sono qui per questo. Conosce già qualcuno?”
Scendiamo le scale e noto che Alejandro mi sta aspettando con una ragazza carina, mora con la frangetta, occhi scuri che mi sta sorridendo.
“Per ora solo Alejandro perché abita di fronte a me”
“Buona sera Signor Martinez”
“Buona sera Alejandro. Bene, la lascio in buona compagnia, Victoria. Ci vediamo domani ragazzi. Arrivederci” Il manager si ritira nel suo ufficio.
“Victoria, ti presento la mia ragazza, Belinda”
“Piacere mio, Victoria”
“Piacere, Belinda” ci stringiamo la mano sorridendo. “Ora devo andare, tesoro. Ci vediamo questa sera” si scambiano un rapido bacio sulle labbra. “Ciao Victoria, ci vediamo domani e mi ha fatto molto piacere conoscerti”
“Oh anche a me Belinda, a domani”
Alejandro mi sorride. “Che dici? Ci avviamo verso casa?”
Guardo l’orologio e noto che sono quasi le 18:15. “Certo!”
Passeggiamo verso casa; Alejandro mi racconta un po’ il metodo di insegnamento e di valutazione degli esami,ma anche  dei nostri compagni di corso. Sono troppo tentata di fargli qualche domanda su quello strano gruppo che ho trovato in biblioteca, ma mi trattengo. Dopotutto, lo conosco solo da un paio d’ore e non vorrei sembrare subito una curiosona.
“Bene. Mi ha fatto molto piacere conoscerti. Se vuoi domani mattina, ti aspetto qui in strada così andiamo insieme”
“Grazie Alejandro, sarebbe molto gentile da parte tua”
“Allora a domani mattina. Buona serata Victoria”
“Anche a te” sorrido ed entro nel palazzo.
“Buenas tardes Victoria. E’ andato bene il tuo pomeriggio universitario?” Miguel mi accoglie con un sorriso.
“Molto bene, Miguel. Sono stata accompagnata da Alejandro e il manager mi ha mostrato tutto l’edificio”
“Bene Victoria, mi fa molto piacere. Ci vediamo domani mattina allora”
“Certo. Buenas noche Miguel”
Sorrido e salgo le scale. Apro la porta del mio appartamento, appoggio la borsa e decido di dare un’occhiata al cellulare e poi al pc. Appena lo accendo, mi arrivano diverse e-mail dei miei compagni universitari londinesi che mi chiedono come va qui e mi raccontano di aver già conosciuto il ragazzo spagnolo, Alvaro, che è arrivato a Londra da poco.
Mentre sto rispondendo alle e-mail, sento il mio cellulare suonare.
“Pronto?”
“Ciao tesoro!”
“Ciao mamma! Lucas mi ha detto che eravate molto occupati oggi, per questo non vi ho chiamati”
“Sì tesoro, ti chiamo ora perché sono andati via da poco tutti gli ospiti e io e papà stiamo sistemando tutto. Tutto bene in Spagna?”
“Sì mamma, ho già conosciuto un mio compagno di corso e ho visto l’università: è davvero bella”
“Bene tesoro, mi fa piacere. Papà ha detto che ti chiama domani con calma. Ora devo andare pure io perché abbiamo moltissimo lavoro”
“Certo mamma. Saluta papà. A domani, vi mando un bacio”
“Anche noi te lo mandiamo. Buona notte”
Chiudo la chiamata. Finisco di rispondere alle e-mail e inizio a prepararmi la cena. Cucino un paio di uova sode, friggo delle zucchine tagliate e pezzetti e apparecchio la tavola.
Guardo un po’ di tv mentre mangio.
Lavo i piatti e mi reco in terrazza per fumare una sigaretta.
Guardo lungo la via e con mia grande sorpresa, noto la ragazza dai capelli rossi del gruppetto di oggi passeggiare. Improvvisamente, alza la testa e i nostri occhi si incrociano. Uno sguardo intenso che mi fa distogliere subito gli occhi da lei. Sarà anche una coincidenza, ma sembra che vogliano proprio qualcosa da me. Ma cosa? Forse sono sulla bocca di tutti da un pezzo come “la nuova arrivata”, ma questi sguardi mi sembrano un po’ troppo sospetti. Mi affaccio ancora dalla terrazza, ma non vedo più la ragazza. Né da una parte, né dall’altra: sembra essere scomparsa nel nulla. Probabilmente abita da queste parti, ma dopo aver visto che è sparita, spengo la mia sigaretta e decido di rientrare in casa, abbasso la tapparella, chiudo bene la porta e mi barrico nella mia stanza.
Almeno qui sono al sicuro.
 
“So wake me up when it’s all over, when I’m wiser and I’m older; all this time I was finding myself and I didn’t know I was lost”
 
Vengo svegliata dalle parole di questa canzone.
Spengo la sveglia e mi stiracchio. Nonostante la preoccupazione che mi ha assalita ieri sera e il fatto che non sia abituata ad un letto nuovo, ho dormito bene.
Mi alzo dal letto e mi vesto in modo semplice: indosso una maglietta nera, un paio di jeans chiari e Converse bianche. Lascio i miei capelli sciolti, metto solo un cerchietto per evitare che mi ricadano sulla fronte. Mi trucco come ieri, solo un po’ di eyeliner e burro cacao per ammorbidire le labbra. Prendo la mia borsa ed esco di casa.
Saluto Miguel che mi augura una buona giornata.
“Buongiorno Victoria” Alejandro mi sta già aspettando in strada in tenuta sportiva.
“Buon giorno a te”
“Dormito bene?”
“Sì, grazie” evito di dirgli della ragazza, perche mi sentirei una stupida: dopotutto, non mi ha fatto nulla e la sua occhiata è stata solo casuale.
“Pure io”
Ci avviamo verso l’università: mi racconta la sua serata con Belinda. Penso siano proprio una bella coppia, innamorati, cosa molto rara al giorno d’oggi.
“Ciao Victoria” Belinda ci correi incontro e abbraccia Alejandro.
“Ciao Belinda”
“Devo scappare subito perché sai come è quello di diritto romano!”
“Sì, purtroppo”
“Ci vediamo a pranzo. A dopo”
Entrambi la salutiamo e ci incamminiamo verso l’aula di diritto internazionale.
L’aula è molto grande, credo possa contenere almeno 300 persone. Ci sediamo abbastanza avanti. Mi guardo intorno e vedo che l’aula inizia a riempirsi.
“Ti piace qui?”
“Molto Alejandro. Siete tutti così gentili e disponibili con me”
“Be è parte della nostra cultura. Ma con una bella ragazza simpatica come te come si fa a non esserlo?”
“Grazie mille” sorrido un po’ imbarazzata.
“Oh eccoli” Alejandro pronuncia questa frase in un tono molto seccato.
“Mh eccoli chi?” chiedo curiosa.
“Il gruppetto strano lo chiamiamo io e la mia compagnia. Eccoli” indica un gruppo di ragazzi alla mia sinistra.
Sento un colpo al cuore: era il gruppo di ragazzi di ieri. E tra loro c’erano la ragazza rossa e lui.
“Alcuni non so nemmeno come si chiamino perché non sempre vengono a frequentare le lezioni. La ragazza rossa si chiama Zahira, poi c’è Daniel che è suo fratello e poi c’è Mirco” me lo indica.
Mi volto ed era quel ragazzo. Si stava avvicinando a noi e sentivo il mio cuore battere sempre di più.
Mirco. Ecco il suo nome.
“Perché mi guardi con quella faccia schifata Alejandro?”
“E perché tu mi parli Mirco?”
Evidentemente devono aver avuto una discussione in passato per rispondersi in modo così acido.
Mirco si siede vicino a me e sento il cuore in gola.
“E’ libero questo posto vero?” punta gli occhi su di me. Riesco a reggere il suo sguardo.
“Sì, certo”
“Grazie bellezza” sorride e quando lo fa sembra che il mio cuore si sia fermato per un momento. Sento le mie guance avvampare.
“Perché ti sei seduto qui Mirco?” la ragazza rossa si avvicina scocciata. “Ti siedi vicino alla nuova amichetta di Alejandro?”
“Sta zitta Zahira. Lei non c’entra nulla con Alejandro. Lei è la ragazza nuova che arriva dall’Inghilterra. Si chiama…” sembra una domanda.
“Victoria” concludo.
Mirco si volta verso Zahira che, con sguardo riluttante, mi porge la mano. La stringo e sento la sua stretta ferrea.
“Piacere, Zahira”
“Piacere mio”
“Quindi cercati un altro posto”
Zahira sgrana gli occhi e credo che se avesse la possibilità, ammazzerebbe me e anche Mirco.
Mirco si volta verso di me.
I suoi occhi cercano i miei e mi soffermo a guardarli mentre ardono nei miei.
“Sono sicuro che qui ti ambienterai presto e ti troverai bene”
“E’ ciò che spero,  perché è tutto così diverso dalla mia città”
“Lo immagino” i nostri sguardi si incrociano nuovamente e per un attimo mi sembra che i suoi occhi cambino colore: da verde diventano rosso rubino.
Mirco si passa una mano sulle labbra e posa il suo sguardo sulla cattedra dove il professore ha appena appoggiato il suo materiale.
Chiude gli occhi per un secondo ed inspira profondamente, avvicinandosi un po’ a me, come se volesse percepire tutto il mio profumo o…l’odore della mia pelle.
Trattengo il fiato per un attimo e sento una mano poggiarsi sulla mia.


SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze!
Volevo ringraziarvi per tutte le recensioni che mi avete lasciato e le visualizzazioni. Grazie grazie e ancora grazie.
Per Victoria è tempo di affrontare la prima giornata universitaria. Che cosa le riserverà?
Volevo lasciare un paio di domande per voi:
Cosa ne pensate di Victoria, di Alejandro?
Il comportamento di Mirco vi sembra troppo ostentato? Pensate che nasconda qualcosa?

Per continuare la storia, aspetto che ci siano almeno 4 RECENSIONI.

Un besito per tutte le vampirette che mi seguono :P

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La mano di Alejandro si poggia sulla mia.
Mi volto verso di lui con uno sguardo interrogativo.
“Stai attenta Victoria” mi dice a bassa voce.


“Attenta?”


“Sì, a Mirco e alla sua compagnia. Girano strane voci su di loro. Stanno sempre in disparte. Una ragazza che prima stava sempre con loro è nella nostra compagnia. Si chiama Daisy. Non so per quale motivo abbia deciso di distaccarsi da loro, ma deve essere per forza successo qualcosa, altrimenti non lo avrebbe mai fatto”


“Possono semplicemente aver litigato, Alejandro”


“Pensala come vuoi Victoria” distoglie lo sguardo e finge di prendere appunti.


“Senti” mi avvicino al suo orecchio. “Non voglio partire subito con pregiudizi nei confronti degli altri. Mirco mi sembra un ragazzo apposto, educato e gentile. Ok, sarà anche un po’ strano” lo osservo mentre è concentrato a prendere appunti durante la spiegazione. “…ma si è presentato a me in maniera eccellente. Se nasconde qualcosa o se ha qualcosa che non va, lo voglio scoprire da sola e provarlo sulla mia pelle”


“Certo Victoria. Io ti dico solo ciò che è successo in passato. Però, sono d’accordo con te: è meglio che tu non parta con pregiudizi. Non vorrei poi che ti privassi di conoscere una persona per ciò che ti ho detto io. Scusami”


“Non ti devi scusare di nulla Alejandro. Anzi. Ti ringrazio perché sei così gentile e premuroso con me”
Mi sorride tornando ad ascoltare la lezione.


“Allora ragazzi, dopo questa panoramica storica per capire da dove ha origine il diritto internazionale, vediamo di capire di cosa di occupa questo ramo del diritto: data la parola internazionale, possiamo ben capire che ha a che fare con ciò che si trova fuori dalla nostra nazione”
Gli occhi del professore si soffermano su di me.
“Ah buongiorno Signorina Harvey, benvenuta nel mio corso” sorride.


Tutti gli occhi dei presenti si rivolgono a me.
“La ringrazio”


“Bene, come stavo dicendo, appunto, ciò che non è la nostra nazione, per questo motivo…”


I miei occhi si alzano su Mirco: osservo tutti i suoi lineamenti particolari. I suoi occhi verdi sono concentrati sulla pagina del suo quaderno; il suo naso è regolare, la sue labbra sono carnose e schiuse vista la sua concentrazione. Le sue mani sono lunghe con dita affusolate che stringono la penna mentre scrive.
“Hai bisogno di qualcosa Victoria? Sei rimasta indietro con gli appunti?”


Sobbalzo, colta di sorpresa.


“Non volevo spaventarti, scusa” ride e mi guarda.


“No Mirco, scusami, ehm...” deglutisco e mi accorgo di quanto mi metta in soggezione la sua presenza. “…mi è sfuggita una frase”


“Prego bella” mi porge il quaderno e ricopio una frase a caso. Mi rendo conto di aver preso pochissimi appunti, solo parole qua e là senza senso. A questo punto, spero che Mirco non si sieda più accanto a me perché se questo è ciò il prodotto di quanto riesco a stare concentrata, vedo molto ardua l’idea di preparare un esame.


La campanella che segna la fine della lezione suona.
“Bene ragazzi, ci vediamo dopo pranzo” il professore esce dall’aula e tutti ripongono le proprie cose negli zaini/borse e si avviano verso la mensa.


“A dopo, Victoria” mi saluta Mirco con un sorriso smagliante e si avvicina al suo gruppo di amici.
Di solito io non resto colpita da nessuno, perché ho un carattere veramente particolare: non riesco mai ad affezionarmi alle persone perché ad un primo impatto mi stanno già antipatiche, ma Mirco…è l’eccezione che conferma la regola, come è solito dire.
“Andiamo Victoria? Mi sembri molto tra le nuvole oggi”


“Scusa Alejandro, stavo pensando alla mia famiglia”


“Victoria, puoi dirmelo tranquillamente che stavi pensando a Mirco. Quasi tutte le ragazze fanno così con lui”
Sento le guance avvampare e abbasso lo sguardo.


Alejandro mi accarezza una guancia e sorride.
“Dai, andiamo a mangiare che sto morendo di fame!”


Usciamo dall’aula e scendiamo due rampe di scale: la mensa si trova al piano terra. La sala è enorme: è illuminata grazie alla luce che entra dalle finestre che la contornano, è allestita con tavoli lunghi color carne e sedie abbinate; sulla sinistra c’è un tavolo lunghissimo con numerosi piatti ed ogni studente può servirsi e scegliere quello che meglio crede.
Alejandro aspetta che io finisca di servirmi.
“Vieni Victoria, ti presento i miei amici ora”
“Va bene”


Ci dirigiamo verso un tavolo in cui ci sono già 4 ragazze ed un ragazzo.
“Ciao ragazzi, questa è Victoria, la ragazza londinese che è arrivata ieri e starà qui un anno, con il progetto Erasmus”


“Ciao, io sono Lucia” una ragazza dai capelli lunghi castano scuro, ricci, con qualche meches rossa, mi porge la mano. La stringo sorridendo e vedo che anche la sua bocca si schiude in un sorriso.


“Piacere, io sono Daisy” è la ragazza di cui mi ha parlato Alejandro: è molto carina, ha lunghi capelli neri e ricci, occhi neri, pelle molto chiara. Chissà perché non è più nel gruppo di Mirco…ma devo imparare a tenere a freno la mia curiosità: un lato del mio carattere che odierò sempre.


“Piacere, io invece sono Marylin e sono sicura che diventeremo ottime amiche!” mi porge la mano una ragazza dai capelli biondi, lisci con boccoli nella parte finale della sua chioma. La sua bocca si schiude in un sorriso palesemente falso. Le stringo la mano senza troppi sorrisi e vedo che gli altri la guardano un po’ schifati.


“Io sono Max invece, piacere” il ragazzo seduto vicino a Daisy si presenta. E’ moro, con un ciuffo un po’ ribelle che gli ricade sulla fronte, occhi scuri e un bellissimo sorriso. Deduco che sia il fidanzato di Daisy visto che le circonda il bacino con un braccio.


“Ciao Victoria” mi saluta Belinda sorridendo.


“Ciao” ricambio il suo sorriso e mi siedo vicino a lei.


“Allora Victoria, ti piace la Spagna?” chiede Max.


“Be è solo poco più di un giorno che sono arrivata quindi non conosco ancora nulla, ma per quel che ho visto, direi che è molto bella e solare. Le persone con cui ho avuto a che fare sono veramente disponibili e gentili con me”


“Mi fa piacere che ti sia trovata bene subito. E’ il primo impatto quello che conta” Lucia mi sorride.
Vedo che la pensiamo allo stesso modo.


Incominciamo a mangiare mentre Daisy si alza.
“Devo chiamare i miei genitori per avvisarli che resto da te nel pomeriggio” dice Daisy rivolta a Max.


“Va bene tesoro. Ma non mangi nulla?”


“Sì, ma devo chiamarli subito perché so che papà ora non lavora. Torno subito”
Si alza e si dirige verso l’uscita della mensa.


“Vedi di stare un po’ attenta a dove vai, cara Daisy”
Mi volto e vedo Daisy di fronte a Zahira che sta entrando nella mensa seguita dal suo gruppo. L’ultimo ad entrare è Mirco.
“Oh guarda chi c’è, Daisy”
Lei si limita a guardarlo senza degnarlo di una risposta.


“Quanto lo odio” mi volto appena Max pronuncia quelle parole.


“Oh Max solo perché era innamorato della tua ragazza e te l’ha rubata una volta?! Perché ti preoccupi così tanto visto che ci sono io?” Marylin prende prontamente il posto di Daisy per avvicinarsi a Max.
“Marylin sì dai” Max cerca di scansarla ma lei lo avvolge in un abbraccio.
Alejandro e Belinda si guardano e alzano gli occhi al cielo.


“E’ sempre così?”


“Purtroppo sì. Mi vuol far credere che io sia la sua migliore amica solo perché così può avvicinarsi a Max, che è mio fratello”


“Oh il classico. Pure alcune mie ex compagne liceali facevano così per avvicinarsi a mio fratello più grande”


“Il bello è che ha un anno meno di noi Victoria, ma sembra che ne abbia 5” Alejandro la guarda disgustato.


“Ti sta proprio simpatica, eh?”


“Moltissimo Victoria” dice in tono ironico.


“Abbiamo ancora una mezz’oretta prima di andare a lezione…raccontaci un po’ di te, Victoria, della tua vita in Inghilterra…e vorrei sapere com’è l’Inghilterra” mi invita Lucia.
“Come mai ti piace l’Inghilterra?”
“Mi piace per diversi motivi: primo, mi piace un sacco il clima, completamente opposto al nostro, quasi sempre nuvoloso, pioggia e rispecchia molto il mio stato d’animo interiore”
La guardo stupita. “Tu che sei sempre così solare e sorridente?”
“In realtà sono molto malinconica”
“Allora su questo punto siamo uguali Lucia”
Lei mi sorride e mi guarda negli occhi, quasi come per comunicarmi qualcosa, ma non riesco a capire quali siano i suoi pensieri. Per la prima volta, ho trovato una ragazza che mi somiglia: solare fuori, malinconica/triste dentro.
“Mi fa molto piacere Victoria, non avevo mai incontrato qualcuno che si rispecchiasse in quello che dico”
“Nemmeno io. Comunque l’Inghilterra per me…”

 

“Oh la mia bellissima Victoria che sta parlando del suo paese: non voglio perdermi nemmeno un secondo di questo racconto”

Sento una voce familiare alle mie spalle. Tutti i ragazzi seduti al mio tavolo alzano lo sguardo e lo rivolgono a lui che si trova alle mie spalle.


“Non sei il benvenuto qui, Mirco”


“Sta zitto Max, non sono venuto né per te, né per la tua adorata Daisy, ma solo per Victoria, che con voi non ha nulla a che fare”

“Invece ha a che fare con noi visto che è seduta al nostro tavolo”

“Siamo un po’ arrabbiate oggi Lucia? Sei così scontrosa con me da quando ci siamo lasciati”
Lucia sgrana gli occhi e il suo colorito cambia: tutta la sua pelle diventa rossa. Improvvisamente, si alza dal tavolo ed esce dalla stanza.
Mirco ride della reazione di Lucia, scoprendo denti bianchi e diritti.

“Ti dispiace sposarti?” Mirco invita Belinda a prendere il posto di Lucia. Svogliatamente, Belinda si alza lasciando il suo posto a Mirco: il suo corpo è a pochi centimetri dal mio.

“Allora, mia malinconica Victoria, mi racconti com’è l’Inghilterra?” Lo guardo negli occhi e sento la mia bocca estremamente secca: ma cosa mi sta succedendo? Io, sempre così forte e orgogliosa, mi faccio imbambolare da un ragazzo?! “Non mi vuoi raccontare nulla?”
La sua mano sinistra afferra una ciocca dei miei capelli e la ripone dietro l’orecchio. Al suo tocco sussulto e trattengo il fiato.

La campanella suona e tutti i ragazzi si affrettano a lasciare l’aula.

“Be mi racconterai oggi pomeriggio”

“Non vieni a lezione?” domando, senza nascondere la preoccupazione,anzi, a dire la verità, la voglia di stare seduta accanto a lui.

“Ho una visita tra un’ora. Vado a casa ora. Non preoccuparti” mi sorride, accarezzandomi il viso. “Ti vengo a prendere qui davanti, alle 15 quando finisci. A dopo, piccola mia” insiste su quest’ultima parola lasciandomi senza fiato e senza parole per rispondere.

“A dopo” sussurro, dopo che Mirco si è allontanato.

“Victoria?  Ci sei?” Alejandro tocca il mio braccio.

“Ehm…sì sì, ci sono” dico, dopo essermi ripresa da questo “incontro” con Mirco.

“Andiamo allora”

Mentre ci avviamo verso la nostra aula, ripenso ai minuti passati con Mirco.
Oggi vuole stare con me. Solo io e lui.
Devo ammettere che, per la prima volta nella mia vita, sono veramente intimorita da un ragazzo.
Da Mirco.
Cosa si cela dietro quegli occhi smeraldo e quel sorriso mozzafiato?



SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze!
Eccomi qui con il terzo capitolo di questa storia.
Ho cercato di seguire i consigli di tutte le ragazze che hanno recensito (GRAZIE DI CUORE A TUTTE, DAVVERO) e spero di essermi migliorata.

Cosa ne pensate del comportamento di Mirco nei confronti di Victoria? E viceversa?

Mi piacerebbe che voi lasciaste la vostra opinione anche critica! Tutto serve a migliorare :)

Un besito a todos, a presto vampirette :P

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Buon pomeriggio ragazzi” il professore rientra in aula e si prepara per la lezione.

“Ehi ragazzi, questa mattina non mi ero nemmeno accorta che foste voi quelli seduti vicino a Mirco” Lucia si avvicina e si siede di fianco a me, al posto di Mirco. Non nascondo che vorrei davvero tanto che lui fosse al mio fianco come questa mattina; non che Lucia non mi piaccia, anzi, ma lui

“Sì Lucia, si è seduto lui qui, non di certo noi siamo andati a cercarlo appositamente per stare vicino a lui!” sbuffa Alejandro, prendendo il suo quaderno per prendere appunti.

“Non avevo pensato a questo Alejandro: tutti noi siamo ostili nei suoi confronti” appunta Lucia in malo modo.

“Perché?”
Vorrei non averlo detto: entrambi mi guardano e sotto il loro sguardo truce mi sento veramente piccola e stupida ad aver fatto uscire questa domanda dalla mia bocca.

“Victoria, lui mi ha, come dire…sedotta e poi…”
Alejandro alza una mano per indicare a Lucia di smettere di parlare.
“Victoria mi ha detto che non parte con pregiudizi nei confronti di nessuno e io sono d’accordo su questo. Compreso in quel nessuno c’è anche Mirco”

Lucia mi guarda in modo comprensivo. Cosa vuole farmi capire?
“Va bene Victoria. Conosci pure gente nuova. D’altronde, pure io farei così se fossi al tuo posto”

“Lucia, mi dispiace di qualsiasi cosa possa esserti successa a causa di Mirco. Ma non voglio smettere di conoscere una persona basandomi su ciò che ha fatto agli altri. Con questo non voglio dire che non mi interessa: questa cosa la tengo in considerazione, ma la metto da parte finché non succede qualcosa direttamente a me”

“Victoria, io, ripeto agirei nello stesso modo, quindi a te la scelta” Lucia cerca di rassicurarmi con uno sguardo comprensivo, ma noto la sua preoccupazione.

“Allora ragazzi, riprendiamo il discorso che stavamo facendo. Come abbiamo detto, il diritto internazionale…” il professore inizia a spiegare, facendo alcuni schemi nella lavagna elettronica. Li ricopio senza ascoltare minimamente il ragionamento che ci ha costruito sopra.

Perché quando hai qualcosa in testa è così difficile che vada via.
Perché quando hai qualcosa in testa è difficile che se ne vada, soprattutto per una come me che ha sempre dato più importanza alla ragione che al cuore.
Perché quando quello che hai in testa, è un lui, sei un po’ fottuta.
E io credo di esserlo, senza dubbi.
*****

La campanella che segna la fine della lezione suona.
Guardo l’orologio. Sono le 15 in punto.
Il mio cuore inizia a battere forte e per un momento mi immobilizzo.

“Victoria, tutto bene? Sei diventata molto pallida” mi accarezza una mano e sussulto al suo tocco.

“Sì, Alejandro, tutto bene!” lo guardo negli occhi con mezzo sorriso.

“Sicura?” mi scruta con il suo sguardo intenso.

“Cosa devo dirti? Che sono agitata più che mai solo perché devo vedere Mirco adesso?” gli confesso.

“Cosa? Devi vedere Mirco? Ti ha chiesto lui?” mi dice lui, stupito e oserei dire infastidito.

“Sì, non hai sentito mentre eravamo a tavola?”
“No, stavo parlando con Belinda. Be, allora io vado. Ti lascio al tuo appuntamento” pronuncia l’ultima parola molto schifato e se ne va, senza darmi la possibilità di replicare. Credo che la sua reazione sia mossa dalla gelosia, ma perché? Dopotutto, lui è fidanzato. Forse si sente in dovere di proteggermi da qualcosa che può essere minaccioso, proteggermi da lui.
Ma, sinceramente, io non voglio essere protetta.

“Signor Vladimoff, non l’ho vista a lezione oggi”

“Professore, l’avevo avvisata che sarei stato assente oggi per una visita medica. Ho appena depositato il certificato della visita in segreteria”
Sento la sua voce alle mie spalle e il mio cuore inizia a battere fortissimo mentre prendo la mia borsa e mi avvio verso l’uscita dell’aula.
E’ lì, di fronte a me, che viene nella mia direzione.

“Ti ho lasciata sola in questa lezione. Hai sentito la mia mancanza?” mi accarezza il viso con le nocche e rimango senza fiato.

“Be…” dico, senza essere in grado di proseguire la frase visto che mi mancano le parole quando il mio sguardo incrocia il suo.

“Sembra che ti manchino le parole quando parliamo. Ti faccio questo effetto?” sorride vedendo la mia reazione.

“Sì Mirco” riesco a dire dopo aver cercato di tenere a bada le mie emozioni.
“Sei bellissima quando diventi rossa” mi tocca le guance e sussulto al suo nuovo tocco: le sue mani sono gelide.
“Vuoi rimanere ancora qui?” mi dice, divertito.

“No Mirco, usciamo”

“Ti porto al parco, così stiamo un po’ soli e mi racconti di te. Sei così chiusa e misteriosa”

“Mai quanto te” penso dentro di me, riuscendo a tenere questo pensiero per me.

Usciamo dall’università e mi ritrovo nel bel mezzo di una giornata meravigliosa: il cielo è limpido, di un azzurro intenso e il sole splende. Mi sorprendo di quanto sia diverso il clima spagnolo rispetto a quello inglese. In una bella giornata di sole, moltissime persone di diverse età passeggiano per le strade piene di bancarelle di Madrid.

“A cosa pensi, mia cara Victoria?”

“Stavo riflettendo sulla differenza del clima tra Spagna e Inghilterra”
“Io mi troverei molto meglio in Inghilterra, come te d’altronde” mi sorride. Come fa a sapere che preferisco il clima inglese? Non mi ricordo di averlo detto durante il pranzo. Probabilmente mi sarà sfuggito di mente.

Fuori dall’università, vedo Alejandro con Belinda che mi guardano preoccupati mentre seguo Mirco.

“Stai attenta Victoria” si lascia sfuggire Alejandro.

“Secondo me sarebbe ora che inizi a farti i fatti tuoi Alejandro. Penso che lei sia in grado di badare a sé stessa” replica Mirco secco.

Guardo Alejandro senza dire nulla. Mi dà un po’ fastidio la risposta rude di Mirco: sicuramente vedrò di ripiegare la situazione.

“Scusa Victoria, ma proprio non lo…anzi, non li sopporto”

“La cosa è reciproca Mirco”

“Lo so. Da quando Daisy è entrata nella loro compagnia e si è innamorata di Max, tutti mi guardano in modo strano”

“E’ successo qualcosa di particolare con Daisy?” chiedo a bruciapelo, sperando che non pensi che sono una curiosona.

“Solite cose che succedono alle coppie: non andavamo più d’accordo. Troppe litigate e incomprensioni. Lo stesso è successo anche con Lucia, che, oltretutto, era appiccicosa”
Mi limito ad annuire.
Non so perché, ma ho il dubbio che mi nasconda il vero motivo della sua rottura con Daisy.
Però, cosa pretendo? Che mi racconti la sua vita privata dopo che ci conosciamo da poche ore?

“Tu sei fidanzata Victoria?”

“No Mirco e non lo sono mai stata”

“A me sembra impossibile. Una bella ragazza come te che non ha mai avuto un fidanzato? Se non me lo vuoi dire, lo capisco. Ci conosciamo solo da poche ore
Rimango un attimo sbalordita: ha ripetuto la stessa frase che avevo pensato qualche minuto prima.

“No è che dico di non esserlo mai stata perché non sono mai stata innamorata dei ragazzi con i quali mi frequentavo. Erano cose poco serie, molti mi hanno illusa, quindi è da un bel pezzo che non voglio più sentir parlare di ragazzi”

 
“Eppure ora sei qui con me”

Lo guardo negli occhi e il suo sguardo incrocia subito il mio.
Non so cosa dirgli perché è vero: dopo anni senza nemmeno voler sentire l’argomento fidanzati, ora sono qui con un ragazzo che conosco da poche ore, di cui non so praticamente nulla.
In che situazione mi sono cacciata?
Forse Alejandro aveva ragione: devo stare attenta.

“Ho detto qualcosa di male, Victoria?” Mirco si siede su una panchina del parco nel quale siamo entrati senza che io me ne accorgessi minimamente. La panchina su cui siamo seduti si trova quasi al centro del parco, di fronte ad uno spazio verde circondato da un’alta ringhiera di ferro, con delle punte: al suo interno vi è un piccolo laghetto con alcuni fiori rosa sulla superficie e dei pesci che emergono dall’acqua. Mi guardo introno e mi rendo conto che il parco è enorme e di forma rettangolare, circondato da una fitta siepe; ci sono panchine ovunque. I vari passaggi convergono nello lo spiazzo circolare in cui ci troviamo io e Mirco.
I miei occhi cercano di nuovo lui che mi sta guardando sorridendo.
“Vedo che ti piace molto questo posto”

“Moltissimo. È molto particolare ed è grandissimo”

“Sì…però non hai risposto alla mia domanda. Non vorrei che la frase che ti ho detto prima ti avesse turbata e pensassi che Alejandro ha fatto bene a metterti in guardia su di me”
Non posso fare a meno di guardarlo nuovamente stupefatta: come fa a sapere che stavo pensando alle parole di Alejandro.
Corrugo la fronte e lui tocca con il suo dito la mia fronte.

“Sei bellissima quando rifletti su qualcosa. Vorrei sapere a cosa stai pensando”

“O forse lo sai già?” penso dentro di me, ma mi rendo conto di essere una stupida.
Dovrebbe essere un essere soprannaturale per potermi leggere nel pensiero.

“Niente di particolare Mirco…stavo pensando alla mia famiglia e alla mia terra”

“Sai cosa stavo pensando io? Che sono contento che tu abbia scelto di partecipare a questo progetto. E’ come se ti stessi aspettando da una vita

Lo osservo e penso che sia molto strano che un ragazzo mi dica così dopo che non ci conosciamo nemmeno da un giorno.
Eppure mi rendo conto che è ciò che sto pensando pure io.

“Lo penso anch’io Mirco”

Lui si stupisce di questa mia confessione.

“Davvero, Victoria?”

“Sì Mirco”

Lui si avvicina al mio corpo e io rimango immobile.
In questo momento dentro di me si scatenano due forze: una che mi attrae a Mirco e l’altra che mi fa allontanare. Una viene dal cuore, l’altra dalla ragione.
Per la prima volta in vita mia, decido di seguire il cuore.
Mi lascio avvolgere la vita dalle sue braccia, le sue mani si appoggiano sulla mia schiena.
Tocco la sua fronte con la mia e gli circondo il collo con le braccia.

“Non vedevo l’ora di poterti toccare, di sentire il tuo odore da così vicino”

Il suo naso scorre dalla guancia fino al mio collo. Mi fa sussultare quando appoggia le sue labbra sul mio collo.
Risale e mi guarda negli occhi.
Reggo il suo sguardo e noto che la sua bocca si sta avvicinando alla mia.

Le sue labbra si posano sulle mie: chiudo gli occhi, mentre le mie mani accarezzano i suoi capelli.
Il bacio rimane casto, un semplice bacio a stampo.
Socchiudo un po’ gli occhi e vedo che anche lui mi sta osservando.
Improvvisamente, i suoi occhi cambiano colore e sono sicura che questa volta non sia solo un’illusione o un’immaginazione come questa mattina: le sue iridi verde smeraldo sono diventate di un rosso intenso.

Mi stacco dalle sue labbra, intimorita da questa visione.

“Cos’hai Victoria?” mi chiede allarmato. I suoi occhi sono di nuovo verdi.
Forse sto impazzendo, ma sono sicura di aver visto il cambiamento nei suoi occhi…ma come è possibile?

“Niente Mirco…solo che…non ricevo queste attenzioni da molto tempo e ho paura di rimanere ferita, di nuovo” invento una scusa, che però è anche la verità: questa è una delle cose che più mi intimoriscono.

Lui mi osserva intensamente, come se volesse capire cosa celo dentro di me.
“Victoria, tu non devi avere paura di me” si avvicina di nuovo al mio viso. “Te lo ripeto: sei ciò che stavo aspettando da secoli”

Quello che ho visto non può essere reale: è stato solamente frutto della mia mente che in questi giorni non riesco a controllare.
Devo lasciare spazio ai sentimenti, alle emozioni che sto provando ora e fregarmene di ciò che mi viene imposto dalla mia parte razionale.
Mi avvicino nuovamente a Mirco. Appoggio il mio corpo al suo, lasciandolo spiazzato.
Lo stringo al mio e sento le sue labbra che cercano le mie per poterle baciare. Mi lecca le labbra con la sua lingua, quasi a voler chiedere il permesso alla mia bocca di entrare; schiudo le labbra e la sua lingua tocca la mia, avvolgendomi in un bacio senza fine.
Nulla mi è chiaro ora, tutto è un grande caos nella mia testa, ma c’è una cosa di cui sono più che sicura: mai contro cuore.



SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze!
Come sempre vi voglio ringraziare per l'affetto che mi avete dimostrato, per le recensioni che mi avete lasciato in tutti i capitoli precedenti, per tutto il supporto che mi dimostrate.

Ecco a voi il quarto capitolo, spero atteso, da molte di voi. Qui assistiamo all'incontro tra Victoria e Mirco: cosa succederà poi?

Ci tenevo a precisare che la frase "mai contro cuore" è stata scritta da Massimo Bisotti, che è uno scrittore che apprezzo molto e che vi consiglio vivamente di leggere.

Che dire ancora... aspetto le vostre recensioni, anche critiche come sempre, per migliorarmi ancora di più.

Un beso e a presto :*

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Capitolo 5
*** AVVISO ***


Ciao ragazze.
Scusate l'enorme assenza; scusate se sono sparita, ma sono super impegnata con il lavoro e con l'università.
Non mi sono dimenticata di voi; vi prometto che a breve aggiornerò la storia.
Vi mando un grosso bacio e ne approfitto per augurarvi
buone feste, buon anno nuovo e spero voi abbiate sempre la forza necessaria per superare qualsiasi difficoltà.

Con affetto, Samantha :*

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