142 battiti

di Eyenuchiha
(/viewuser.php?uid=59183)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Autogestione ***
Capitolo 4: *** Il Cartellone ***
Capitolo 5: *** Punti di vista ***
Capitolo 6: *** Il mio mondo ***
Capitolo 7: *** Apollo e Dafne ***
Capitolo 8: *** Gemelli ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 
“Questo racconto è dedicato alla mia famiglia,e alle mie “Bananine”.
Per ringraziarvi di quello che avete fatto per me nel momento del bisogno.
Spero con ciò di rendervi il favore e farvi capire quanto mi avete aiutata ”
 
 
 
 
Prologo
 
 
Firenze di notte è una delle città più meravigliose al mondo. Sicuramente ce ne sono tante altre,ma per me rimane un incantevole favola reale.L’antico e il nuovo si incontrano ad ogni angolo,nuovi bar e vecchie trattorie,ma la direzione che abbiamo scelto noi come tutti i sabati sera è sempre quella,Piazza Santa Croce. Incredibile come soffermandomi a pensarci un attimo tutti i miei ventitre anni siano racchiusi in quella Piazza cosi maestosa.
I primi ricordi sono legati ad essa,ci abitavo da piccola una volta sradicata da li e andati in periferia mi ritrovai a frequentare il Liceo Artistico nella medesima piazza.
Nonostante il trasferimento per un motivo o l’ altro la mia vita sembrava dover essere diretta li.
Questa volta abbiamo scelto il Venerdi sera per la nostra uscita tra amiche anche se siamo solo in due dato che Gemma è ancora al mare.
Camminiamo dalla Stazione dirette alla piazza raccontandoci del più e del meno,di tutto quello che abbiamo fatto nell’ultimo mese che non ci siamo viste.Marta mi narra delle sue pene d’ amore,delle feste delle serate in discoteca di quanto abbia bevuto e di quanto in Sicilia abbia mangiato,guardandomi poi per indicarsi le guance più paffute e sorridermi. Mi sembra cosi spensierata, la invido molto ma non ho il coraggio di dirlo. Non ho ancora il coraggio nemmeno a me stessa di ammettere che ho il cuore malato.
Un male che si è evoluto,che in realtà non conosco nemmeno io appieno.Un male che soffoca,e mentre cammino mentre lei parla lo percepisco,non ho la forza nemmeno di chiederle di non parlare delle sue avventure d’ amore,accendono in me ricordi e fiamme che mi fanno mancare l’ aria,e sarebbe egoistico da parte mia come amica fermarla.
Camminiamo per via De Neri,in realtà non le sto dicendo che non ce la faccio nemmeno ad ascoltarla quel male mi sta salendo fino alla gola,la stessa sensazione di quando devi piangere ma rimane tutto fermo tra le ghiandole e la voce.Ormai per me l’obbiettivo fisso in testa è arrivare al Pub per sedermi e riprendermi.Non stavo bene nemmeno prima di uscire,ma sono una persona estremamente testarda mi ero costretta ad uscire per vedere se stando all’ aria aperta i miei pensieri e il mio umore sarebbero cambiati,distrarmi mi avrebbe fatto bene.
Ormai quasi vicine al Pub, il nostro amato Tato,che in realtà è anche un ritornare non riesco nemmeno a vederci bene,alzando gli occhi distinguo il bianco del marmo di Carrara della Chiesa,cosi bella,mia amata chiesa. Il gioco di luci e ombre mi danna l’ equilibrio,sono costretta con una scusa a prendere a braccetto Marta che ancora mi parla dell’ estate delle serate al Verde Riviera,del fatto che vuole lavorare con la ceramica.
Una volta davanti alla piazza,i rumori persino quelli della sua voce vicina spariscono,non sento non perché abbia perso improvvisamente l’udito,non ho udito in quel momento se non per i miei pensieri,per i ricordi…Quella stessa piazza cinque mesi prima al solo vederla mi rimetteva al mondo,mi faceva sorridere,non so nemmeno con che forza stia camminando per inerzia vado avanti e man mano che ci avviciniamo a quell’ angolo dove vi è il pub la mia fobia aumenta.
In pochi istanti la mia mente è affollata dalla sua voce,dalla sua risata,da lui che mi chiama che mi tiene vicina a se come fa Marta adesso,e il cuore perde un colpo sprofonda in una antro che non so nemmeno se dentro di me esiste.E mentre come con un mantra mi ripeto di non pensarci,che sono li per stare con una delle mie amiche più care mi guardo attorno controllando ogni testa bionda che mi passa accanto. La paura di sentire la sua voce girata la statua di Dante assale ogni angolo del mio copro,tanto che ormai Marta si accorge che qualche cosa non va.
“Ehi!?Ma stai bene,sei bianca come il marmo della chiesa!”
Distoglie per un attimo i miei pensieri da lui,la guardo spaventata.
“Non ce la faccio,credevo di farcela dopo tutto questo tempo ma non riesco…”
Capisce subito che è meglio che mi sieda,facciamo in tempo ad accomodarci ai tavolini.
Mentre va a chiedere acqua e zucchero rimango sola qualche minuto,nemmeno tanti,ma bastano per farmi agitare.Guardo quell’ angolo,quello dal quale spuntavamo insieme,quello dal quale per il giorno del mio ventitreesimo compleanno è spuntato “per puro caso” rovinandomi la festa.
Le parole di quella notte si ripetono dentro di me,con la percezione delle sue mani sulla mia pelle mentre me le diceva. “Non sei nessuno” “Con i miei amici non devi parlare di noi di quel che è successo dopo che ci siamo lasciati!” “Perché tu non devi dire a loro che ancora sotto certi punti di vista andiamo ancora a letto,e soprattutto non devi chiedergli se ho altre hai capito?Io se voglio mi faccio due fiche a sera e tu devi stare zitta perché non sei nulla!”
Il dolore che ancora quelle parole causano ogni giorno alla mia mente è direttamente proporzionale al fatto che mi manchi l’ aria,che mi tremino le gambe e che il mio cuore cada e risalga da quel baratro troppo veloce in pochi attimi.
Si chiama attacco di panico,ed è legato ad un trauma.
Ti prende dalla testa ai piedi,non respiri,ci provi ma i polmoni si gonfiano ma a te non sembra abbastanza,ti senti strozzare l’ aria ti sembra non arrivare alla trachea alla bocca per uscire,diventa un fischio e al tempo stesso ti spaventi cosi tanto che piangi senza rendertene conto.
La soluzione?Non esiste in medicina,è tutta una questione di testa e nonostante in molti lo sappiano,compreso me è difficile da controllare,ci vuole molta forza,forza che non ho.
Nonostante l’ aiuto di Marta,che mi porge l’ acqua l’unica cosa fissa che odo è la sua voce “Non sei nessuno!”dopo che per mesi sono stata il suo tutto.
L’unico posto dove riesco a riprendermi è lontano da quella Piazza,alla quale non riesco più ad avvicinarmi senza stare male.
La semplice verità è che,mi hai spezzato il cuore,più di quanto tu credi che io lo abbia distrutto a te,solo che il mio è veramente rotto o quanto meno è cosi gonfio di tanti dolori che batte cosi forte da fare male.Perché si,alla fine l amore può fare anche questo,quando è tanto forte ti può fare ammalare anche sei hai tenuto duro fino all’ultimo e hai provato a cambiare vita .Ed io mi sono ammalata di te.
Mi sono ammalata con 142 battiti.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cambiamenti ***


            1
                                                           Cambiamenti
 
 
Il primo giorno di scuola è sempre difficile da affrontare,specialmente se di scuole ne devi frequentare due! Avere un diploma,di qualsiasi specializzazione è senz’altro importante,molti ragazzi non capiscono quanto sino a che non si trovano con la terza media tra le mani,un semplice foglio non attesta niente,non serve a nulla e il lavoro non te lo da.
Avere un voto su un ennesima carta diventa improvvisamente importantissimo,o rimani bloccato o torni sui tuoi passi,che poi è quel che ho fatto io.
Per una sequenza di sfortunati eventi, dopo aver frequentato la quarta ed essere passata con la media del sette nel lontano 2010,decisi di non frequentare il quinto anno.
Non so che mi fosse preso a quel tempo,ma aver faticato tanto per ottenere tutti quei sette per tutto un anno mi aveva fatto odiare l idea di entrare in quinta dopo pochi mesi dalle vacanze e rifare tutta la fatica da capo.
Si,sono stata tremendamente stupida,ma l’ho capito anche io diversi anni dopo. Non sono rimasta comunque ferma,dopo il trasferimento dal mio amatissimo Centro Storico fiorentino alla periferia decisi di iscrivermi alla Accademia Internazionale di Comics.
Sono sempre stata un tipo particolare,le bambine giocavano a Barbie ,ci giocavo anche io ne avevo una trentina con accessori annessi;navi,camper,aereo treno,ma le usavo come un plotone da guerra,letteralmente le facevo combattere tra di loro per una qualche nazione sconosciuta.
Le bambine adoravano il rosa,io odiavo il roso,il rosso era il colore che più mi faceva fremere.
Le bambine guardavano “Piccoli problemi di cuore”,io HunetX Huneter,non proprio adatto a delle piccole innocenti bimbe.
E anche da adolescente ammetto di essere stata abbastanza testarda,molto soprattutto sul frequentare le scuole.
Decisi quindi di andare a fare quel che volevo IO a tutti i costi,tralasciandomi alle spalle la vita del Liceo i vecchi compagni che nemmeno sopportavo e di affrontare e approdare nel mondo del fumetto.
Perché questo è quello che faccio da sempre,da quando il mio carissimo nonno mi ha regalato le prime matite,io disegno!
Fa parte di me più di mangiare e bere,disegno per fantasia,per obbligo per richieste,qualsiasi cosa abbia una sfumatura che colgo solo io decido di disegnarla e di farla cogliere anche agli altri.
Forse è questo il vero punto che mi ha fatto mollare la scuola superiore,il disegno.
Dopo quattro anni di bottiglie,disegni solo a matita la mia voglia di disegnare stava svanendo,non avrei permesso nemmeno all’istruzione di privarmi dell’unica cosa che so fare.
Cosi a distanza di tre anni,mi ritrovo a dovermi svegliare alle sette prendere due cartelle diverse e a tornare nel tanto odiato Liceo,per ottenere quel foglio che mi darebbe la qualifica di diventare ciò che voglio io. Il vantaggio di fare due scuole e di essere ad entrambe all’ultimo anno è cogliere due piccioni con una fava,avere a fine luglio diploma e laurea  sarebbe stato sicuramente un colpaccio per il mio futuro.
Cosi tra un pensiero e l’ altro,tra un “chissà chi avrò in classe,cosa mi aspetterà dai nuovi compagni,mi ambientero’?” dopo aver indossato jeans una maglietta ed essermi sistemata i capelli rossi,uscii alla volta della Scuola che gia conoscevo benissimo.
Non fu traumatico affatto,il cancello era lo stesso,stesso ferro vecchio rotto stessa scritta in spray accanto alla targa col nome del liceo “Leon Battista Alberti” ALKATRAZ.
Stesso piazzale enorme senza un filo d’ erba,non contando quei quattro alberi sparsi qua e la,il palazzo si sviluppa ad “u” attorno al giardino .
Dopo essere entrata la prima faccia sorridente che mi vedo avvicinare è Angela,l’ amata bidella bravissima e carinissima che è degna del nome che porta,mi suggerisce dove è la classe e mi dirigo li.
Quando entro tutti gli sguardi sono su di me,ovviamente me l’ aspettavo ma non mi aspettavo di trovare Simone,un ragazzino che era in prima quando io ero in terza.
Ovviamente più grande,più carino e molto ma molto più alto di come lo ricordavo.
Spiegare a tutti gli insegnanti per le restanti sette ora il perché avessi deciso a ventidue anni di riscrivermi alle superiore fu una rottura,con tutte le domande annesse di perché?ma come?cosa era successo?Fortunatamente al suono della campana la mia tortura delle spiegazioni sul mio gesto immaturo furono drasticamente concluse.
In quell’ istante uscire da quel posto era la cosa più vitale che volessi fare.
Fu un attimo mentre io mi avviavo al cancello da sola,dopo aver dato un accenno a Simone con la mano,passò lui.
Stava salendo su una macchina rossa,disattento da tutto ciò che lo circondava.
Anonimo e silenzioso,fu un attimo ma colsi ogni dettaglio di lui,i capelli biondi che splendevano al sole delle due,la maglietta anonima i jeans verdi,all star rosse e la cartella nera.
Non aveva un aria particolarmente intelligente ne interessante eppure i suoi movimenti furono ipnotici.
Quando la macchina parti,ripresi a camminare domandandomi chi fosse?Come fosse il suo viso da vicino,di che colore fossero i suoi occhi e all’idea di poterne sapere di più il giorno dopo il rientro a casa fu un susseguirsi di sogni e supposizioni su di lui. Avrei chiesto chi era,non sapevo a chi ma lo avrei chiesto.
 
In realtà il giorno seguente non chiesi proprio a nessuno come si chiamava chi fosse,non conoscevo abbastanza i miei compagni per essere cosi sfacciata.Per le quattro settimane seguenti cercai più di alimentarmi e di farmi qualche amica che di avere qualsiasi informazione su di lui,mi sembrava più logico concentrarmi sul avere qualche punto di riferimento in classe.Fu cosi che un giorno decisi di cambiare banco e di sedermi davanti a quelle che mi erano parse da subito le tre ragazze più brave e tranquille della classe.La prima a parlarmi fu Marta,capelli lunghi mossi sguardo vispo e intelligente,estremamente simpatica e alla mano,occhi castani grandi come quelli di un cerbiatto.Accanto a lei Gemma,un vero genio,una di quelle ragazze alle quali puoi fare qualsiasi domanda lei ha la risposta. Attenta,egocentrica ma tremendamente dolce,con corti capelli neri sbarazzini e l’ aria di una che non vede l’ora di uscire da scuola nonostante sia bravissima e di correre in chissà quale posto alternativo tra libri e musiche etniche.E per terza Serena,taciturna e chiusa,i capelli medi castano chiari due occhi verdi nascosti dietro le lenti degli occhiali,un po’ cupa e timida non disse niente ma diventammo amiche.Tutte e tre,una diversa dall’ altra a mano a mano che i giorni passavano ci avvicinavamo,per i compiti per le chiacchiere.
All’uscita,da quasi un mese che stavo li mi passò davanti,vicinissimo,era più alto di me di almeno dici centimetri,i capelli biondi in realtà erano un castano chiarissimo,il volto non era anonimo,aveva un accenno di barba bionda,e due occhi immensi,cupi ed immensi.
Non capii se fossero blu,azzurri o grigi,o forse un misto di tutti e tre,ma quando Marta mi prese per il braccio intimandomi di camminare rimasi a fissarlo mentre ci allontanavamo.Non mi aveva minimamente guardata ne si era accorto della mia esistenza,di trentasette alunni che conosceva da una vita lui non aveva visto la nuova 38!Come era possibile?Come non si era accorto della testa rosso acceso che si era unita al resto dei suoi amici?
Fu tra la rabbia e la frustrazione che finalmente chiedi a Marta il suo nome.
“Quello biondo?ah…si ho capito,è da qualche giorno che lo guardi è!?”Non mi rimaneva che sorridere mentre la macchina di lui si allontanava.
“Lui è Marco…E’ non è sicuramente roba per te.Non ha una bella fama qui a scuola,non girargli intorno è stato con diverse ragazze ha la fama dello sciupa femmine.Ti meriti sicuramente di meglio!”
Ma non ascoltai praticamente nulla di quel che la mia cara amica mi diceva,nella mia testa risuonava solo il suo nome. Marco. Come il mio migliore amico,come se me l’ avesse mandato Dio dopo esserselo preso ,mi stava dando forse un segno?
Un nome che non avrei mai dimenticato.
 
 
 
Allora non sapevo quanto quel giorno avrebbe cambiato la mia vita di li a sette mesi.Non sapevo quanto quella macchina rossa sarebbe diventata importante quanto avrei amato quei pantaloni verdi che ancora ricordo dettagliatamente bene,quanto avrei amato quei capelli biondi.
Quanto avrei amato lui.E che a lui andava gia solo da quel giorno dal nome che portava 1 battito del mio cuore.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Autogestione ***


                                                                    2
                       
                                                          Autogestione
 
Sapevo come si chiamava e sapevo che non era adatto a me,o almeno era quello che la mia nuova amica mi diceva. Aveva avuto,da voci quasi attendibili,un infinità di storie,un infinità di ragazze diverse tra di loro,e a che a non conoscere il nome di nessuna gia ne ero gelosa,e lui non era nemmeno il mio ragazzo.
Si partiva già col piede sbagliato,lui probabilmente cosi carino ed esperto  ed io normale e con una storia alle spalle durata sei anni,nei quali avevo compiuto tutte le tappe di una coppia matura.
Durante le lezioni di disegno,specialmente in quelle di disegno libero,dove in pratica facevamo tutto for che disegnare per più di venti minuti filati,mi informavo e tenevo le orecchie ben aperte sui pettegolezzi di tutta la scuola.Alla fine da quando me ne ero andata tre anni prima le persone al suo interno erano cambiate,metà di loro nemmeno me le ricordavo.
Assorta nel mio disegno avvertii gli occhi di qualcuno su di me,quando li alzai trovai Gemma,Marta e Serena a contemplarmi.
“Em..Che succede?”Marta sorrise riprendendo a disegnare.
“Ma, senti sbaglio ho hai un interesse per qualcuno!”
Credo d’ essere diventata di tutti i colori,ma non staccai gli occhi dal foglio.
“Diciamo, che essendo in trentotto in questa scuola,escludendo me stessa e il sesso femminile di esemplari maschi decenti ne rimane..uno!”
Lasciò cadere subito la matita per fare il giro del tavolo e avvicinarsi a me,anche Gemma si fece più attenta al discorso.
“E quinti ti piace lui!?”
“Diciamo, che è carino,è il più decente della scuola ma se non sbaglio hai detto che non è roba per me,in effetti vorrei un’po capire meglio in che senso non sia per me!”
Si sedette accavallando le gambe.
“Diciamo, che non ha una bella nomea nel senso che,ma queste sono voci di corridoio potrebbero essere benissimo delle cavolate io le ho sapute da altri e cosi via dicendo.
Insomma, si frequentava, quando era in terza con una ragazza di seconda.Tra l’ altro lei è ancora qui ma credo siano rimasti amici,comunque una cosa da poco credo sia durata pochissimo.”
E cosi la sua ex fidanzata era in una delle classi ed io avevo un “nemico” vicino da cui guardarmi.
“Ah..Capisco.”
Improvvisamente ci accorgemmo che la conversazione privata era diventata di tutta la classe,una ragazza bionda di cui ancora non ricordava il nome farfugliava di averlo visto baciare la “quella di seconda” davanti ai bagni,c’è chi in sotto fondo invece precisava che non erano stati solo baci che poi si fossero infilati nel bagno per finire l’ atto vero e proprio del sesso.
Scossi la testa,già essere gelosa di una persona con cui nemmeno avevo parlato mi irritava per di più cominciavano a stufarmi certe dicerie.
“Marta,io vado un attimo a prendere da bere…Dillo tu al prof ok?”
La fortuna voleva che il Professor Aldo fosse facilmente irrintracciabile per la maggior parte delle sei ore di disegno,se anche un alunno si fosse allontanato tutte e sei le ore lui non se ne sarebbe mai accorto ne tanto meno lo avrebbe mai saputo.
I corridoi di una scuola fatta ad U,convergono per forza con l’ entrata di essa,nel camminare lessi una ad una le scritte delle porte “C1” “C2” “C3” dietro ad una di esse c’ era sicuramente lui.Seduto a chissà quale fila,a chissà quale banco,accanto a chi. Dentro di me lo immaginai con il volto rivolto alla finestra che dava sulla strada e sui palazzi di fronte alla scuola,un raggio pallido di fine Settembre sul ciuffo biondo,lo sguardo assente di chi pensa sicuramente ad altro,una gamba  appoggiata all’altra la scarpa posata sul ginocchio.
Scossi la testa appena sentì un rumore e ripresi il mio cammino,una volta giunta alle macchinette e presa l’ acqua decisi di non tornare subito in classe,troppe informazioni su di lui tutte in una volta.
Donnaiolo,amante delle cose “proibite” almeno in una scuola,e una delle sue ex era li,a capire chi fosse poteva essere uno spunto per comprendere se potessi essere il suo tipo.
Decisi di sedermi sotto al Pegaso di Gesso,le sue ali belle spiegare ormai verdi per colpa delle intemperie faceva da ombra regalando un briciolo di pace e relax.
Avere ventidue anni e tornare nella tua vecchia scuola ti fa sentire un po’ la padrona di essa,non tanto delle persone ma dei luoghi sconosciuti al resto degli alunni,una sorta di nonnismo interiore.
Mentre sorseggiavo la mia acqua in pace mi accorsi che dal cancello stavano entrando due ragazzi,o meglio una ragazza e un ragazzo sicuramente più grande di lei.Non potevano certo essere alunni non aveva senso che entrassero alla quarta ora,almeno che non avessero un motivo “speciale” per di più portavano con loro facce cupe e volantini alla mano.Mi si avvicinarono,mi sorpassarono squadrandomi.Che non avessero mai visto una ragazza bere sotto le ali di un Pegaso ?
Quando entrarono all’interno della scuola decisi di fare altrettanto. Ritornata in classe con aria accigliata e come Marta non poteva accorgersene!?.
”Ma..è successo qualche cosa?”Scossi le spalle riprendendo la matita.
“No!Però ero in giardino sono entrati due ragazzi con dei volantini non so..”
Non ebbi il tempo di finire la frase,il Professore Aldo come una visione della Madonna in pieno giorno ci avvisò di andare in palestra urgentemente per una riunione scolastica.
Per un attimo,nemmeno ci feci caso alla parola “Riunione” mi alzai anche piuttosto di mala voglia,ma poi capii che voleva dire tutte le classi in un'unica stanza.
Voleva dire lui nella stessa stanza con me.
Lui vicino.
Lui avrebbe respirato la mia stessa aria.
“Sei rossa che ti prende,hai caldo?”Mi chiesa Marta prendendomi a braccetto,in quell’ attimo l’ amai profondamente mi tremavano le gambe solo al pensiero di stare dieci minuti con lui lontani ma nello stesso posto.
“No,andiamo è tutto apposto!”Quando entrammo in palestra tutti si erano gia sistemati ai propri posti,ancora non distinguevo nessuno,ne alunni ne chi appartenesse a quale classe,Marta mi spiegò in breve che noi di quinta avevamo come posto i materassi per fare ginnastica ed infatti ci sedemmo li.Quelli di terza i più piccoli essendo solo tre classi sedevano sulla trave,i ragazzi di quarta sulla panca.
Il direttore,un poco allegro e grasso uomo sulla sessantina,decisamente quasi del tutto pelato che da quel che ricordavo indossava da anni lo stesso tipo di camice e calzoni si portò al centro della palestra annunciandoci che la sede situata in centro aveva “Occupato!”.
In trenta secondi le urla di giubilo per quella bellissima notizia,bellissima almeno per quelli di quarta e quinta che non dovevano affrontare un esame si innalzarono fino al soffitto.
“Ora essendo noi trentotto alunni dobbiamo ancora votare,come ben sapete non c’è solamente l occupazione come protesta per quel che volete protestare,ma ci sono anche l’ autogestione e la didattica!”Il silenzio,non sapevano cosa fossero le altre opzioni,possibile che in tre anni d’ assenza gli alunni non sapessero le diverse opzioni di “comunicare qualche cosa” alla direzione?
”Bene vedo che siete perplessi quindi direi di chiamare un alunna a spiegarvi cosa siano queste altre due opzioni,in quanto veterana di questa scuola e più grande di voi ed essendoci gia passata due volte in questa situazione la signorina della quinta F potrà sicuramente spiegare meglio di me che sarei di parte e sarà lieta di rispondere alle vostre domande.Giusto?”Si avvicinò a me sorridendomi.Mi stava chiedendo di alzarmi andare al centro di quella immensa palestra a parlare davanti a trentasette persone di diritti dello studente?
“Vai su!”Mi spense Marta e non potei far altro che alzarmi.In quell’ istante sentii tutti gli occhi puntati addosso,e sapevo che tra di essi c’ erano anche i sui ma mi costrinsi a non cercarlo con i miei e fissai un punto a caso,passando di alunno in alunno non volgendo mai la testa alla panca di quelli di quarta.
“Ciao a tutti,em…Credo sia giusto presentarmi,il professore non l’ ha fatto ma essendo veterana posso benissimo farlo da me. Dunque il mio nome è Ilaria,sono un po’ più grande di voi giusto cinque o sei anni rispetto a quelli di terza,detto questo vi spiego,essendo noi una “Succursale” del Liceo Artistico nonostante la sede ci faccia votare essendo trentotto contro mm quattrocento anche votassimo tutti didattica,cioè studiare e loro Occupazione vincerebbe comunque l’occupazione,il che vuol dire privare noi ragazzi di quinta delle ore di studio che ci servono per affrontare l’ esame. Direte,bhè e a noi di terza e quarta che ci frega occupiamo,a voi a noi no!Abbiamo bisogno delle ore di disegno per prepararci alla terza prova che poi un giorno si spera toccherà anche a voi.Quindi potremmo organizzarci in gruppi didattici ossia chi vuole studiare può studiare prende un  aula si mette li e studia,si possono chiedere spiegazioni ulteriori ai professori,il resto della scuola puà decidere di fare lezioni alternative che potete voi stessi organizzare.Ciò si chiama autogestione,ad esempio domani,quarta e terza vogliono vedere un film e la quinta fa filosofia,si può fare mentre la sede occupa,ci contano come presenti e non accumuliamo assenze..Che è molto importante.A-avete domande?”Nessuno aveva fiatato,mi avevano ascoltata e non avevo mai avuto doti da leadership. Sembrava tutto chiaro,quando mi volsi per tornare al mio posto il professore mi ferò.
“Potresti spiegare anche del progetto Sasa,vorremmo reintrodurlo!”
Rimasi ferma,nuovamente gli occhi puntati addosso,la mia testa andava cercando le parole giuste e nel frattempo progetto Sasa e cosa mi sono messa addosso oggi divennero un unico pensiero.
“Il Progetto Sasa,sono una serie di gite fatte durante l’ anno a mostre,chiese e cose del genere che danno crediti alla fine dell’ anno e inoltre chi partecipa ha diritto di fare la gita di fine anno..”
Il degenero in tre secondi,la prima voce squillante con tanto di ragazza in piedi.
“E no ciò scusa e io per partecipare a questa gita di fine anno devo sborsare soldi anche per tutte le altre e se non ci vengo ma voglio venire a quella finale?”
”Bhe non puoi!Devi fare almeno la metà delle gite previste nel progetto”
”Ma stai scema!?Ma professore è impossibile ma che dite io pago l’ultima gita e fine!”
In breve divenne un brusio un accusarsi l’un l’ altro alunni contro alunni,professori contro alunni.
“Scusa..”Mi si fermò il cuore. Deglutii voltandomi,non sapevo come non sapevo in che modo ma,quella era la sua voce,non l’ avevo mai udita ma la riconobbi. Fu un secondo mi voltai e i suoi occhi erano puntati nei miei.
“Scusa posso farti una domanda?”Nella mia mente gli risposi anche tutte quelle che vuoi,ma mi ritrovai a sbattere le palpebre più volte. Indossava quei pantaloni verdi che tanto mi piacevano,mi sorrise ed io ricambiai.
“Si..Certo!”I suoi compagni lo punzecchiavano dandogli gomitate,parlottandogli sotto.
“Ecco volevo chiederti ma se io faccio tutte le gite,magari non vengo a due perché ho impegni col calcio..”Quindi era un calciatore!!Ecco spiegata la camminata strana ma dannatamente eccitante.
“..Ecco non è che non posso venire,cioè,c’è un limite di gite da fare hai detto poi alla fine posso farla la gita,ma se è un posto in cui sono gia stato o non mi piace?”Per essere uno con la fama da donnaiolo e da baciatore davanti ai bagni poneva domande intelligenti ed in tono rispettoso.
“Bhe,non so assolutamente dove andremmo questo lo decide la sede.Però si,magari sono dodici le gite ne fai sette e puoi partecipare alla finale ma in queste sette comunque non sono diciamo pagate dalla scuola comunque i soldi li mettiamo noi per pulman biglietti alle mostre!”Sorrise beffardo.
“La scuola non paga nulla,ma io mica ho tutti sti soldi e la gita scusa alla fine quella finale quanto potrebbe costare anche quattrocento euro..”
“Si..sicuramente su quella cifra e conta che se su trentotto andiamo tutti paghiamo meno,man mano che la gente si ritira la spesa aumenta perché ci sono meno persone!”
Nuovamente il degenero in cinque secondi,non pensavo di saper attirare e zittire una folla e poi anche scatenarla.Tutti cominciarono ad alzarsi per  discutere,improvvisamente non ero più sola in mezzo alla palestra ma era diventato un luogo simile ad un mercato ortofrutticolo,senza frutta ne verdura.
“Scusa…”Di nuovo la sua voce.Mi voltai,un altro tonfo al cuore,Questa volta era vicino a me tanto che potevo finalmente distinguere ogni angolo del suo bellissimo viso.
Un angelo,la pelle chiara,ancor più limpida per il sole che gli si posa dalle alte vetrate della palestra,le ciglia lunghe e chiare cosi femminili ma allo stesso tempo da uomo leggere come ali di farfalla,labbra rosse da baciare strette in un sorriso cosi innocente e seducente,il respiro forte,fissa i suoi occhi ai miei,ed il cielo si apre in essi,sono di un azzurro che non ho mai visto,io artista,io pittrice,che colgo ogni sfumatura del mondo,non ho ma visto quel cielo diverso.C’è il mare,l’ erba in piccole pagliuzze,isole marroni sparse come stelle lucenti,un Narciso splendente dalla barba un po’ tralasciata e pungente,bionda come i capelli pettinati in un ciuffo che a quanto pare va molto di moda.Il viso dalla forma quasi del tutto squadrata,quasi da uomo,il collo lungo su due spalle larghe e forti,le clavicole che sporgono dalla maglietta.
“…Posso farti un’ altra domanda?”
Mi scossi,arrossendo.
“Si,dimmi pire!”Si fece più vicino dato che il resto degli alunni era ancora in lotta.
“Senti ma,hai detto che sei una veterana,vuol dire che sei ripetente?Cioè sei bocciata tante volte?”
Gli risi in faccia e ci rimase piuttosto male.Mi scostai una ciocca rossa dietro l’orecchio.
“No,cioè si sono bocciata una volta in seconda ma perché mi ero trasferita,poi quando dovetti fare la quinta mi ritirai,mi era passata la voglia di disegnare…”
”Ti capisco sai..Io non ho più voglia,non so nemmeno se realmente mi piace!”
Cupo,dolce,piccolo ragazzo che non conosce i propri gusti,i propri obbiettivi.
“Magari lo capirai un giorno…Io per capire che è veramente quello che voglio fare smisi di frequentare questa scuola e andai alla Comics,sono all’ultimo anno anche li!”
Sorrise divertito e curioso.
“Forte,fai due scuole deve essere pesante!Ma allora devi farmi vedere come disegni potresti fare una lezione a noi di quarta e terza sul fumetto,sarebbe interessante magari mi fai capire che mi piace quello chissa!Lo proporrò agli altri!”Un genio?Io…si sbagliava di grosso ma come potevo dirgli di no mi aveva praticamente fatto un complimento.E in men che non si dica i professori come un eco lontano mentre noi due ci guardavamo ci intimavano di tornare nelle rispettive classi.
“Vieni Ila,andiamo!”La voce di Gemma e Marta in coro alle spalle mi richiamarono e intimarono.
“Bhè..Ciao!Ci vediamo…qui!”Mi sorrise allontanandosi andando verso i suoi compagni.
“Ciao…”Fu l’unica cosa che ebbi il coraggio di dire.
Per il restante delle due ore rimasi tra le nuvole,la sua voce,che ancora non inquadravo bene come tonalità ma sapevo che era la sua,e quegli immensi occhi pacifici.
Il ritorno a casa fu come vivere un viaggio a rallentatore “Good a Feeling” mi accompagno fantasticando su un possibile altro incontro verbale con lui,di una possibile estate insieme,lui e me insieme.Una volta a casa anche il cibo aveva preso un sapore più gustoso,ed io che sin da piccola ero schizzinosa sul cibo finii primo secondo e contorno infilandoci anche due gelati.
Dopo aver passato il resto del pomeriggio tra tv,divano e libri decisi di accendere Facebook,i ragazzi della Comics avevano aperto il gruppo del terzo anno per organizzarci con gli esami settimanali e mensili,qualche notifica,il mio migliore amico che mi chiedeva puntualmente come era andata la mia giornata,e diverse richieste di amicizia.Gente della Comics,professori e disegnatori del nuovo anno che avrei avuto come insegnanti,Marta,Gemma,Serena….Marco…
Marco!!!!!!
Improvvisamente il computer divenne lontano rispetto a me e poi vicino,continuavo a spostarmi per vedere se cambiando prospettiva il suo nome fosse veramente li.
Era lui,nell’ avatar una foto del suo profilo perfetto,quegli occhi bellissimi risaltati da una camicia di jeans.Un respiro,nessun dubbio,al destino bisogna andargli incontro a volte.
“Accettato!”Nuovamente mi spinsi lontano dal computer,non volli guardare nessuna foto,nessuna informazione,guardare significava scoprire probabilmente delle sue ex,della sua vita e se fosse stato interessato avrei preferito sentire tutto dalla sua voce…Guardai il soffitto,la mia sfera da discoteca luminosa che proietta sul muro onde simili a dune del deserto..Il deserto,quanto adoro la sabbia,il mare,vorrei proprio essere ancora al mare,quando ancora non sapevo che mi sarei riscritta alle superiori.Poi il suono di una campanella che ogni ragazzo o posseditore di Facebook conosce bene,porto gli occhi al monitor,la chat che si apre automaticamente,il suo viso,il suo nome e una sola frase.
“Adoro,i tuoi capelli rossi.”
Marco.
 
 
 
Certe volte mi guardo allo specchio adesso,a distanza di sette mesi,qualche volta ho pensato di tingerli di tagliarli,li ho camuffati in mille modi per vedere se corti mi potessero stare bene.Ma è inevitabile,i capelli corti non mi stanno affatto bene.
Quanto avrei amato che tu li vedessi crescere ancora,adesso sono cosi lunghi ma tu non lo sai..
Quanto amavo che me li sistemassi,e con essi ogni volta che li pettinavi ti prendevi  del mio cuore 2 battiti.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Cartellone ***


                                                                            3
                                                                     Il Cartellone
 
 
In qualche modo a quel complimento dovevo rispondere,era sicuramente da maleducata non dirgli almeno ciao,ma sapere che adorava i miei capelli aveva portato automaticamente me stessa davanti allo specchio per guardarli. Sorrisi sciogliendomi subito la treccia scuotendoli completamente euforica e grata che fossero cosi.Tornai subito al computer,rilessi quella frase almeno dieci volte ancora non mi sembrava vero.
“Ehi Ciao!Grazie del complimento,allora oggi ti sei divertito alla riunione in palestra?”
Non potevo credere che indirettamente ci stavo parlando nuovamente,due volte in una giornata,dovevo trovare qualche cosa da fare mentre attendevo la sua risposta,decisi di prendere un fumetto,non dovevo per forza mettermi a leggere i baloon potevo anche solamente guardare le figure.
“Non era un complimento,ma la verità hai dei capelli bellissimi,le mie compagne in classe ne parlano spesso sai?Mi sono più che altro un po’ arrabbiato ma non con te,devi sapere che l’hanno scorso siamo stati in Spagna come gita finale,ma all’ultimo si ritirò un sacco di gente e quindi dovemmo pagare piu di cinquecento euro…Se comunque la facciamo questa gita tu vieni?”
Adorava i miei capelli,li trovava bellissimi e le sue compagne me li invidiavano e a quanto pareva anche lui tendeva l’orecchio tutti i giorni per ascoltare pettegolezzi,magari su di me.
“Si,se la cifra non è alta si.E se non andiamo in Spagna,ci sono gia stata anche io.”
Qualche minuto di pausa,improvvisamente Wolverine nella vignetta con Psicho mi sembrava del tutto insignificante anche se si stavano baciando e nella sequenza dopo stavano comodamente distesi su un letto tralasciando al lettore l’immaginazione dell’ atto sessuale.
“A parte della gita,posso farti delle domande?”
L’ attimo di terrore,che cavolo vuole domandarmi?
“Si certo dimmi pure!”
“Hai detto che ti sei riscritta dopo tre anni…quindi sei del?”
“1991…20 Luglio tu?”
Quella dei segni,l’ “Affinità” è per molti una cavolata,ma per qualche ragione sapere che segno fosse mi incuriosiva,spesso da esso si può ben capire i tratti della persona,il carattere e le inclinazioni,i gusti il carattere.
“Quindi hai ventidue anni,sembri più piccola sai,hai un viso cosi carino…Io sono nato il 31 Maggio del 96”
Spalancai gli occhi,inizialmente non per il complimento ma per l’ età per l’ anno di nascita e per il mese.Gemelli,il male per il segno del Cancro.Era più piccolo di me di sei anni,eppure aveva il volto di un uomo,il copro,per quel che avevo potuto vedere con i vestiti da adulto.
Successivamente rilessi l’ apprezzamento sul mio viso e avvampai,che non dimostrassi la  mia età effettiva lo sapevo bene ma “cosi carino” attribuito al mio viso,di cui odiavo il mio naso mi parve impossibile.
“Sei gia al secondo complimento e io non te ne ho fatto nemmeno uno.Bhè,tu sembri più grande della tua età.Mi piace la tua barba!”
Girai la pagina,in realtà  ero arrivata ad un punto del fumetto che nemmeno avevo guardato bene,Tempesta con quei capelli bianchi e gli occhi privi di pupilla minacciava l’ ennesimo cattivo di lanciargli turbini e saette addosso.
“Aahaha,non la faccio da un po’ di giorni anzi dovrei andare a fare la doccia e a farmela!Domani a scuola mi saluterai?”Rimasi incantata dall’immaginare lui nella sua doccia,non so perché nella mia mente era una di quelle super accessoriate con tanto di idromassaggio,pur non sapendo come fosse il suo copro ne vidi la schiuma scivolargli sulla schiena,la pelle chiara,i capelli biondi lungo la fronte.
“Allora vai a lavarti!Certo che ti saluto e tu?Mi saluterai?”
Per me divenne una specie di appuntamento,un obbiettivo appuntato nella testa,ore otto salutare Marco!Non me lo sarei scordata per niente al mondo.
“Si!Ah una cosa prima di andare…Domani per l’ autogestione dei compagni portano dei film,avevano chiesto se potevi portare dei fumetti e parlarcene,potresti?”
Saltai letteralmente dalla sedia,mi chiedeva se potevo parlare di fumetti cosa per cui impazzivo e per di più a lui e ai suoi compagni?
“Certo!Porto qualche cosa!Allora domani film e Fumetti!Buona notte!”
Rispose quasi subito.
“Sarà bellissimo ci divertiremo!Buonanotte Ila.”
Si scollegò probabilmente fuggendo in doccia a togliersi la barba che tanto cominciavo ad amare,ed io come lui spensi tutto volteggiando col mio pigiama rosa verso il letto per gettarmici a volo d’ angelo a fissare i poster attaccati alla testata e attorno alla parete di legno dell’ armadio.
“Mi ha chiamata Ila…”
Quella notte lo sognai,non ricordo bene cosa ma era con me ed era quello l’importante.Perchè accanto a lui mi sentivo forte e lui era felice.
 
La mattina seguente alle sette e mezzo quando la sveglia squillo scattai in piedi per la prima volta in tutta la mia vita felice di andare a scuola.Dovevo essere perfetta,niente vestiti a caso dovevo essere impeccabile e mettere in risalto ogni centimetro del copro che solitamente tendevo a nascondere.
Optai per i jeans stretti dal lavaggio chiaro affinché mi mettessero in risalto il posteriore,usualmente non avrei osato mettere scolli per andare ad una lezione ma indossai una maglietta leggermente scollata che lasciasse intravedere quel poco di seno che Dio,o mia mamma mi avevano donato.
Il problema fu decidere che scarpe abbinare al mio look quasi alla James Dean versione femminile,e soprattutto perché indossare tacchi e mettere in risalto il mio metro e settanta a scuola mi metteva leggermente a disagio.Decisi all’ultimo dopo essermi truccata leggermente e aver lasciato i ricci rossi al vento di mettere le covers,amate comode basse scarpe da ginnastica ed uscire di corsa.
Correre per andare a scuola,non credevo fosse possibile sicuramente non era da me,ma il pensiero di vederlo mi rendeva piacevole il tragitto e soprattutto le sette ore che avrei dovuto passare rinchiusa li.
Quando giunsi davanti al cancello notai che tutti gli alunni erano fuori ad aspettare e solitamente a quell’ ora non c’ era mai nessuno,per il freddo o semplicemente perché stare sulla soglia di un marciapiede in trentotto non era piacevole,si recavano quanto meno nel giardino,ed invece erano li,stretti come sardine.
“Ila!Ila!”Marta fu la prima a salutarmi agitando la mano,lo zaino posato a terra e lasciato li solitario per corrermi incontro.
“Buongiorno!Ma che succede perché siamo chiusi fuori?”Mi abbracciò per poi guardarmi.
“Accidenti,stai bene sai,sembri più grande vestita cosi..Che fai esci dopo scuola ti vedi con qualcuno?”Arrossii.
“Em no…Veramente mi vesto sempre cosi,però non per scuola,forse la bidella è in ritardo sono sicura che arriverà.Piuttosto,em,ieri sera mi ha aggiunta su facebook!”Mi guardò torva non capendo.
“Marco….”In un attimo probabilmente essendo una ragazza, molto ,molto sveglia collegò il mio abbigliamento a quella notizia.
“E tu ovviamente l’hai accettato!?”
“Certo!Mi ha scritto che gli piacciono i miei capelli.Li adora!”
Me li prese lanciandoli in aria scompigliandoli.
“A chi non piacciono sono bellissimi!Era inevitabile e quindi che ti ha detto tutto qui?”
Come avevo predetto Angela giunse con le chiavi e ci aprì e ben presto fummo nuovamente liberi di muoverci e di raggiungere la classe che era stata scelta il giorno prima per raccoglierci tutti in Autogestione.Mi guardai attorno ma di lui nessuna traccia,che si fosse sentito male?Che fosse in ritardo?Nel frattempo una volta giunti nell’ aula ci sistemammo alla bell’e meglio,accatastammo gli zaini in fondo all’ aula,alcuni si sedettero sui banchi io optai per una sedia,accanto a me le mie ormai inseparabili amiche.
Improvvisamente durante la scelta del film da vedere,che ovviamente fu “V” per Vendetta,essendo legato al concetto di “autogestione” e di ribellione al “dittatore” mi senti toccare i capelli,quando mi voltai lui era seduto sul banco dietro alla mia sedia,mi sorrise.
“Ehi!Giorno…Ero in ritardo!Non mi sono svegliato!”Gli sorrisi togliendogli la ciocca dalle mani,sfiorando le sue dita.
“Bravo!Mettiti la sveglia prima!Ma..hai ancora la barba?Sei venuto sporco a scuola?”Scherzai,notai in qualche modo che la nostra conversazione era ascoltata di sottecchi da più di una persona comprese le mie amiche.
“Ti pare che vengo sudicio e puzzolente a scuola?Me la sono fatta,tardi,ecco perché mi sono svegliato ancora più tardi,la barba l’ho lasciata,hai detto ti piace cosi..”Mi fissò,serio,un espressione da ti sto sfidando non indifferente. Arrossi voltandomi quando le luci si spensero come in un vero cinema appena inizia il film.Per tutta la proiezione cercai di seguire cosa facesse V, ma sapere che era dietro di me che in contro luce poteva vedermi mi metteva a disagio,un disagio bello e brutto allo stesso tempo.Il tempo passò velocemente,quando le luci si riaccesero i professori ci chiesero con il materiale a disposizione di creare dei cartelloni che rappresentassero la nostra “protesta”.Il punto è che precisamente non sapeva nessuno quale fosse la protesta alla quale la sede aveva deciso di aderire,quindi dopo esserci sistemati in gruppi e deciso un po’ a caso cosa disegnare il silenzio scese nell’ enorme aula rotto ogni tanto da qualche risata.Odio disegnare per lungo tempo da seduta cosi decisi di alzarmi e fare il giro del tavolo,in modo anche da parlare viso a viso con le mie compagne.Quando lo vidi avvicinarsi per passare tra il mio e il suo tavolo,per scostarmi e passare Marco posò una mano sul mio fianco,era bollente potevo sentire il suo calore anche se avevo la maglietta,ed era una maglia abbastanza spessa.Mi sorrise mentre mi scansava dolcemente ed io feci altrettanto.Mi stava sfidando continuamente,e si muoveva per l’ aula passandomi affianco spostandomi come più voleva ed io glielo lasciavo fare.
“Ila…Non ci riesce disegnare la faccia di Roky ci aiuti?”Mi chiese prendendomi per il fianco e portandomi al suo tavolo,gli amici lo guardavano dubbiosi e divertiti,tutti tranne una ragazza dai capelli corti,la maglia dei metallica e enormi occhi strani verdi.
“Certo,avete una foto di riferimento?”Me la porsero in effetti chi aveva disegnato quel volto aveva fatto un Ricasso degno di nota,mi venne automatico di ridere.
“Ci abbiamo provato ma dai tuoi disegni sicuramente tu sei più brava ci arrivi al foglio?”
Il suddetto cartellone o foglio era stato ubicato in cima in cima al tavolo,che,essendo da architetto era piuttosto alto,fu in quel momento che decisi di accettare la sua sfida e con un sorriso apparentemente innocente mi issai sul banco gattonandogli davanti sino al foglio.Non vidi la sua espressione arrivare a Roky era la cosa più importante,rimase dietro di me fino a che non fini di ricopiare il volto,una volta terminato tornando sui miei passi lui era li a fissarmi,
“Ce la fai a scendere?”Mi chiese porgendomi le mani,e nonostante ne fossi pienamente capace gliele afferrai,una scusa,bellissima e buona per toccarlo,
Tornai al mio tavolo saltellante,in qualche modo aveva abbattuto quella barriera di sei anni che correva tra di noi e mi aveva impedito da diversi giorni di avvicinarlo e toccarlo.
Per il resto della giornata giocammo allo sfiorarci,le sue mani sul mio fianco,le mie mani sulla sua spalla se gli passavo vicino.
Improvvisamente all’ultima ora mi senti stanca,stare tutto il tempo in una stanza sola con la stessa aria probabilmente mi aveva disturbata,uscì senza guardare nessuno,avevo troppo bisogno di prendere fresco,quando tornai indietro per finire il cartellone lui con il suo viso angelico,mi fissò.
“Ehi…Tutto bene?”Più si faceva vicino più il mio cuore impazziva,notai allora che aveva la cartella su una spalla e di sfuggita guardai l’ora.
A breve la campanella ci avrebbe separati e fino al giorno dopo non l’ avrei rivisto,e lui come se leggesse nella mia mente si fece ancora più vicino,forse stufo di toccarmi di sfuggita e basta.
Nello stesso istante anche se non lo guardai in viso ma fissai lo sguardo sul suo petto e sugli intrecci della maglia color panna,allargò le braccia e mi strinsi a lui.
Un abbraccio,di pochi secondi,un semplice abbraccio il mio orecchio al suo petto.
“Ci sentiamo dopo rossa…okey?”Un semplice cenno della testa,la sua mano veloce sui capelli e la campanella ci divise.Lo guardai arrossendo.
“Ciao..”Mi salutò,di corsa uscì,l’ultimo ad entrare il primo ad uscire.
 
 
A volte,si può dare più con un abbraccio che con mille parole,nonostante mi avesse detto che gli piacevano i miei capelli e il mio viso da quella stretta capi che se volevo potevo essere sua.
Sai,adesso,io quell’ abbraccio lo rimpiango tanto,il primo il più importante,l’inizio di tutto,la prima volta a contatto col tuo copro ed il tuo odore.La prima volta che perdevi 1 battito del tuo cuore per me,ed io te ne davo 3!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Punti di vista ***


         4
                                                                  Punti di vista
 
Le persone sono fatte in modi diversi,dentro hanno mondi diversi,da quel solo abbraccio il mio mondo si era sconvolto.
Stava diventando una cosa giornaliera,quando ti svegli felice a causa di un'altra persona,in parte cominci già a perdere la concezione del “io” del singolo.
Il mio io,era diventato un “lui”in poco tempo,in un mese.
Svegliarsi non era più un peso,era un piacere e al termine di ogni giornata sapere che la notte trascorreva veloce mi allietava e mi invogliava ad andare sempre più felicemente a dormire,perché l’indomani,ci sarebbe stato lui.
Ormai il freddo cominciava a farsi sentire,l’ aria di Settembre mite stava lasciando il posto al vento fresco e frizzante dell’ Autunno,le foglie del giardino vicino casa avevano gia cominciato da diversi giorni a diventare come i miei capelli,mutavano ogni mattina,gialle,rosse,vinaccia.
Personalmente non ho mai amato l’ Inverno,ma c’ era qualche cosa in quel susseguirsi di cambiamenti climatici che trovavo molto collegati al mio stato d’ animo.
Lasciarsi il vecchio alle spalle e come le foglie diventare rossa,morire e rinascere verde e speranzosa.
Marco mi stava dando la primavera nell’ arrivo dell’ Autunno,mentre tutto attorno moriva e presto sarebbe stato sfoglio,io rinascevo e splendevo di vitalità contro tutte le intemperie e le ansie che la scuola poteva dare.
L’unica cosa positiva dei mesi freddi sono i golf caldi di lana e i giubbotti,fortunatamente da persona freddolosa e anche da amante dei bei capi d’ abbigliamento per affrontare i sei mesi di gelo l’occorrente per ogni evenienza non manca mai.
Il giorno seguente avevo studiato come una matta per affrontare il primo compito di storia dell’ arte,il primissimo compito in classe dopo tre anni di solo disegno.
Abituata alle scadenze degli esami stare rinchiusa in casa e dover leggere e ripetere si era rivelato più complicato di quanto ricordassi.
La mente dopo tanto tempo non è più abituata ad assimilare facilmente le cose,e stare china sui libri mi ave a portata a non toccare nemmeno una tavola del progetto per la scuola di Comics.
Fortunatamente studiare l’ arte,i pittori i quadri i giochi di luce e tutte le cose annesse agli artisti più famosi,nel mio caso da Curbet a Degas,era decisamente interessante.
Quando entrai dal cancello della scuola, lo vidi vicino al Petaso di gesso,si riparava dalla vista dei professori e soprattutto della bidella,il fatto che fumasse e che solo noi “compagni” lo sapessimo lo rendeva sempre inquieto e sul “chi va la!”.Mi avvicinai,la cartella nera vicino ai suoi piedi,mezza rotta e vecchia,non aveva l’ aria del bad boy solo qualche accessorio,per il resto rimaneva un angelo dai capelli biondi e dagli occhi col cielo.
“Buongiorno!”Probabilmente non gli sorrisi come sempre, spostò la sigaretta dalle labbra alle dita mi guardò come se avvertisse la mia agitazione.
“Tutto ok?”Mi avvicinai incurante di tutto e tutti,posai semplicemente la fronte alla sua spalla,il suo profumo fortissimo ebbe l’ effetto di un calmante.
“Buongiorno!Circa…Ho un’interrogazione!”
Lo senti ridere,le spalle gli si alzarono a ritmo della risata,mi stava prenendo in giro,quando mi staccai per guardarlo notai che lui non ricambiava,si guardava attorno impaurito.Era per il fatto che stava fumando,o per me?
“In ogni caso entro..Hai da fare con la sigaretta vedo!”Mi staccai e ciò lo riportò al mio viso infastidito.Non gli diedi il tempo di aprire bocca mi staccai per andare verso l’ entrata,per la  prima volta dopo giorni a pensare quanto fosse magnifico,avevo trovato un difetto nella sua persona.
Che fosse per le sigarette o per l’ essermi appoggiata a lui,un semplicissimo gesto d’ affetto,il pubblico lo incuteva. Fumava!E allora,avrebbe fatto molto meglio a dirlo al mondo interno,infondo sono scelte personali di vita,non significava che era una persona cattiva,semplicemente amava il tabacco,per moda o per necessita che fosse.Per quanto riguardava il mio gesto,anche in quel caso pensai che il giudizio degli altri,di chi avrebbe potuto vederci contava più di quello che gli stavo dimostrando.La cosa mi innervosiva alquanto,non ho mai amato le persone che si vergognano delle proprie passioni o delle cose che adorano fare,come fumare,mangiare o l’ essere dipendenti da qualche cosa.C’è chi lo è del caffè,della cioccolata chi del fumo,io delle Gocciole,ma non ci vedevo nulla di male,specialmente nell’ essere dipendente dei gesti affettivi.
Rimasi agitata per le prime tre ore,un po’ per l’interrogazione alla quarta ora subito dopo l’intervallo un po’ per come con quegli occhi splendidi si era guardato lascivo attorno.
Uscimmo in giardino e mi portai appresso il quaderno di storia dell’arte per ripassare un’ultima volta,godendomi la mia schiacciatina all’olio che sapeva di ben poco.
Alzai gli occhi per guardarlo,stava dalla parte opposta alla mia,sotto il pergolato della palestra con tutti i suoi amici di terza e quarta compresa quella che avevo scoperto essere la sua ex,l’ alternativa Sara. Mentre lei gli civettava attorno,lui non la segnava di uno sguardo,era tutto diretto a me.
-Ti vergogni di venire da me e percorrere dieci metri?-Pensai sfidandolo con lo sguardo.E a quanto pare la risposta era si,rimase a fissarmi ma non si mosse. Decisi che se non lo  avesse fatto lui avrei dovuto sconvolgerlo io.Mi alzai chiudendo il quaderno evidentemente disturbata,avevo praticamente violentato quel povero pezzo di carta sbattendolo.Gettai la carta della schiacciata e gli passai davanti armandomi di tutta la mia seduzione ed orgoglio di donna per sfoggiargli quanto fossi meravigliosa e quanto fosse stato stupido lui a non venire vicino a me. Mi avvicinai alle mie compagne sorridente per parlare del più e del meno,senza più guardarlo senza più considerarlo,mi attorcigliai i boccoli rossi tra le dita sicura di avere i suoi occhi puntati sulla mia schiena,a fissare mentre fumava quei gesti che facevo naturalmente. In poco tempo tutta la ricreazione sfumò,al suono della campanella non mi voltai come facevo di solito sorridendogli,presi a braccetto Marta e Gemma dall’ altra parte stringendomi tra di loro.
Fortunatamente l’interrogazione andò bene,più che bene un sette e mezzo senza mai essere interrotta dalla professoressa,che imparai,era molto esigente su date e fatti.
Il resto delle ore le passammo a disegnare col professor Aldo,sempre assente e distratto.
“Ila,è da prima che sei nervosa che è successo?”Mi chiese Marta.
“Stamattina ero agitata per l’interrogazione,insomma per me è la prima da quando sono ritornata non volevo fare brutta figura,quindi ero agitata.Mi sono appoggiata alla spalla di Marco, mentre fumava,invece che salutarlo e basta distaccatamente,mi è venuto d’ istinto,e mentre mi calmavo ho fatto per guardarlo e lui si guardava circospetto intorno. Credo che si vergogni di me!”
Rimase un attimo sbigottito ma probabilmente anche lei aveva notato la cosa in altri episodi minori.
“Secondo me è perché con Sara non è andata come doveva,ha paura di essere giudicato. Gia che circolavano tante voci su di lui.Il fatto che lei si tagliasse dalla disperazione e che lui in ogni caso l’ avesse mollata dopo pochi mesi insomma l’ hanno fatto passare da stronzo. Forse dovresti dimostrargli che nonostante tu sappia non ti interessano le voci ma lui.”In un attimo il mio umore era mutato,aveva ragione. Non dovevo guardare solo a me stessa,al mio punto di vista di ventiduenne,di donna sicura di se e insofferente del giudizio altrui,ma dovevo immedesimarmi in lui nel suo punto di vista. Diciassette anni sono completamente diversi da ventidue,la sua era l’ età in cui affermi chi sei o quanto meno dai una base alla tua persona,il giudizio contava per lui per forza molto di più del accettarsi cosi come fosse.
Improvvisamente mi resi conto che io,che pensavo di avere paura e di non essere abbastanza capii che i ruoli erano invertiti,lui non pensava di essere abbastanza “grande” per avermi,e una qualsiasi dimostrazione in pubblico avrebbe riacceso i precedenti pettegolezzi,e magari ne avrebbero creati di nuovo,questa volta però con me come soggetto.
“Hai ragione. Devo farglielo capire”Presi il cellulare inviandogli un messaggio.Non sapevo bene ancora i suoi orari d’uscita erano completamente diversi dai miei.
Quando mi rispose che era già fuori schizzai dalla sedia e corsi fuori della classe,le aule erano tutte volte eravamo rimasti solo noi di quinta.
Usci in giardino e lo cercai subito con gli occhi,non era alla fermata,che fossero passati i suoi genitori a prenderlo?Poi lo vidi,sotto il pergolato a fumare,la cartella posata a terra.
Attraversai il parcheggio raggiungendolo,stava esattamente a metà tra l’ombra del tetto e il piccolo raggio di sole timido che lo riscaldava.
Mi guardò perplesso,forse anche arrabbiato la sigaretta alla bocca.
“Non mi interessa nulla di quello che dice la gente hai capito?”Rimase scioccato da quanto potessi essere decisa e aggressiva.
“Ok..Ma perché mi dici questo?”
“Perché stamattina io..
Ti stavo dando affetto in un certo modo e tu,tu ti guardavi intorno come fossimo due ladri!Che c’è che non va in me?”Gettò la sigaretta pestandola.
“Nulla. Assolutamente niente,ma tu non puoi capire quel che..”Non mi interessava che continuasse sapevo che la frase sarebbe finita con “quel che ho passato!”Decisi di buttarmi,al massimo mi avrebbe respinta e mai più avrei tentato un approccio del genere.Eliminai il resto delle parole,mi alzai in punta di piedi per raggiungere la sua guancia spostandomi poi veloce sulla bocca.
Tabacco…Tabacco e Marco.
Un semplice bacio a stampo ad intimarlo di non continuare.Mi staccai fissandolo,il sole che ci scaldava.
“..Hai me...In qualsiasi modo mi vorrai,io ci sarò.Anche come amica e non dire che non ti capisco solo perché sono più vecchia lo so che è quello che ti…”Ma stavolta fu lui mi afferrò salda quasi facendomi male premendomi a se.Le braccia forti e calde,la sua bocca.
“Shsss,basta..Sei una donna non vecchia,per questo mi piaci..E mi piace quando mi sventoli il tuo sedere sotto il naso!”
Rimasi più di mezz’ora fuori durante l’orario scolastico,avrei potuto essere vista,ma non mi importava finalmente mi stava dando i baci che avevo tanto sognato e non gli interessava ne dell’ età,voleva me e io volevo lui.
 
 
Mai,non avrei dovuto mai darti quel bacio.Sarei dovuta rimane nella classe a disegnare a pensare quanto fossi superficiale dato che ti preoccupavi tanto del parere altrui più che del mio.Mi sono pentita di averti baciato,perché da li ebbe inizio tutto,da quel bacio mi hai ridato la vita ma ti sei preso anche 10 battiti del mio cuore…Ed ogni volta che ci penso adesso,provo solo indifferenza.
Il primo bacio con te è la cosa che ora odio di più del nostro passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il mio mondo ***


            5
                                                                       Il mio mondo 

Il sapore delle Malboro mi rimasero nella bocca per tutto il giorno nonostante avessi mangiato bevuto e mi fossi lavata i denti. Forse era solo la mia mente e la lingua che schioccavo al palato ogni tanto a riportare a galla quel sapore particolare,il sapore della sua bocca.In passato avevo baciato altri ragazzi,ma nessuno di loro aveva mai avuto un sapore suo,forse perchè non avevo mai baciato fumatori,capii comunque che  fossero i miei preferiti quelli pieni di nicotina,della sua nicotina.Imparai da una ricerca accurata sulla bacheca scolastica che lui,purtroppo aveva orari d'uscita quasi sempre diversi dai miei e con un paio di ore di differenza,tranne per un singolo giorno il martedi!Dopo cena accesi il computer,cercavo di non collegarmi spesso per concentrarmi sullo studio ma avere lui nella testa ,mi faceva apprendere la metà delle cose,dovevo rileggere le frasi un milione di volte prima di assimilarle e cosi ci avevo messo tutta la sera per prepararmi per la possibile verifica di Italiano del giorno seguente.Un breve sguardo alle mail e alle offerte di lavoro,nonostante fossi tornata al Liceo continuavo a  cercare lavoro,non essendo facile al giorno d'oggi negli anni precedenti in cui andavo alla Comics mi ero iscritta al Centro Per L'Impiego e a diversi siti online come la Pulce o Job,anche leggere e basta di tanto in tanto qualche possibile offerta mi ricordava il motivo per cui mi ero iscritta nuovamente in quinta.Avevo ripristinato la pagina di Chrome del giorno seguente non mi accorsi che anche Facebook si era aperto con il resto delle finestre.Il suono della campanella mi distrasse dagli annunci,non mi ero neanche accorta di avere il volume del computer al massimo,oltre al batticuore dello spavento a leggere il nome che scorreva in alto prese ancora più a martellarmi in petto.
"Ehi!"
Perchè doveva attaccare bottone tramite messaggio sempre con quella parola insiginificante?Non poteva dirmi "Buonasera" o "Ciao"?Avevo imparato col tempo a capire che nel "nuovoì gergo adolescenziale" dire "Ehi!" ad una ragazza era come dirle "Ciao bellissima buongiorno o buonasera!"Quindi decisi di prenderla con filosofia e tramutare quelle tre letterine in un messaggio mentale lunghissimo e fantasioso.
"Ohi!Buonasera!Tutto bene?"Più o meno ci scrivevamo tutti i giorni,tutte le sere prima di andare entrambi a dormire,era rassicurante che mi desse la buonanotte anche perchè quando chiudevo gli occhi anche nei sogni lui mi aspettava e trascorrevamo assieme quelle nove dici ore di sonno.
"Dove eri?"
Cominciai a capire che l "Ehi" all'inizio di un messaggio o di una conversazione con Marvco stava a significare che era arrabbiato,scocciato o indispettiso da qualche cosa o da qualcuno,in questo caso dalla mia assenza.Il che mi rese felice significava che mi aveva pensata come io avevo pensato lui,ma che probabilmente si era fatto mille domande sul dove fossi con chi e cosa stessi facendo.
"Ero a casa,dove senno?Domani ho il compito di Italiano lo sai che per noi di quinta le verifiche quest' anno iniziano da subito,stavo studiando non volevo distrarmi stando al pc.Ti eri preoccupato?"
Cercavo d' essere il più dolce possibile,forse avrei dovuto dirgli che quando non mi vedeva al pc poteva trovarmi sul cellulare quando voleva che poteva mandarmi un sms o usare qualsiasi cosa,forse dovevo dargli il numero di casa?
"Si,non sono riuscito a studiare,non ti sei mai collegata da dopo le tre,pensavo fossi fuori e non me l' avessi detto che sò magari hai un ragazzo..."
Sgranai gli occhi,non era riuscito a studiare a causa mia perchè era preoccupato che fossi con un altro ragazzo?Il primo accenno di gelosia,piccolo dolce modo per farmi capire quanto quel bacio e le sue parole fossero state sincere e vere.
"Stupido!Se fossi stata fuori lo avresti sicuramente saputo,anche perchè nel caso quel ragazzo saresti stato tu.."
Il grande potere delle donne,saper sempre rispondere ad accuse infondate,saper cambiare una situazione pessima in ottima con  il seplice uso di belle parole.
"Hai ragione!Bhe,hai mangiato?Hai studiato?Sei pronta per domani?"
Di Marco in quel mese avevo capito che spesso era lui ha dettare l' andatura delle nostre conversazioni anche di persona,se era bendisposto a parlare poneva mille domande ed era cordiale nei modi,nella mia mente lo immaginai sorridente col computer sulla sua scrivania nella sua camera,magari piena di poster e ninnoli del calcio con foto sei suoi amici e tanti libri sui dinosauri.Non so perchè pensassi che fosse stato da bambino un amante di certe cose come "Piedino e la Valle Incantata" o "Imparando il copro umano" mi dava quest' impressione.
"Si ho manciato!Lo sai che mangio anche se non sembra...Comunque ho studiato ma,devo ammettere che trovo diffivoltà anche io ad assimilare le cose se ci sei sempre tu che fai capolino col tuo tabacco!Però si,sono pronta..Tu hai da fare domani pomeriggio?"
Se non potevo togliermelo dalla mente e in qulache modo dovevo rassicurarlo sul fatto che la mia vita dopo la scuola fosse calma piatta,decisi che l' avrei invitato a casa per pranzo il giorno seguente se mi avesse risposto con un "Niente perchè?"
"Si ho notato che mangi sei una delle poche che a scuola compra la schiacciata alla macchientta dei panini,tutte con le meline e lo yogurt non fa acidità la mattina?Mi pensi è!?ehehe...Non ho da fare nulla domani perchè?"
Bingo!Un enorme sorriso mi si dipinse sul viso,guardai un attimo la mia stanza alle spalle a differenza di quello che davo a vedere a scuola,quindi di essere una ragazza coscienziosa e seria,in realtà nascondevo un lato infantilissimo legato ai poster di Naruto,One Piece e di tutti pupazzi e bambole che avevo usato e accumulato da piccola.Bugia,Naruto e One Piece n on si potevano decisamente definire cose di quando ero piccola,contando che entrambi avevano avuto inizio di pubblicazione in Italia nel 2009,diciamo che ero gia abbastanza grandicella ma non me ne era mai importato nulla dato che avevo sempre frequentato persone abbastanza "Nerd".
"Non lo so se fa acidità,non mi piace lo yogurt!Si ti penso quante volte devo dirtelo?Senti,domani nemmeno io ho compiti o interrogazioni,ti va di venire a pranzo da me dato che usciamo alla stessa ora,ci guardiamo un film i miei non ci sono fino alle 20,che ne dici?"
Il momento del verdetto,un film era una scusa per stargli vicino ovviamemte se avesse accettato gli avrei lasciato scegliere tra i miei meravigliosi dvd,dal Signore degli Anelli ad Hunger Game,dal Corvo a Dgango avrebbe avuto una vastissima scelta tra vecchie e nuove pellicole,e io avrei potuto godermi il suo profumo e il suo tocco.
"Va bene!Allora all'uscita ti aspetto"
Un altro enrome sorriso accompagnato da un balletto per tutta la stanza con tanto di "Essi!Evvai,ma vieni domani essi e vai!"Nonostante i ventidue anni ero decisamete dentro ancora una ragazzina.
"Perfetto!Cosa vuoi da pranzo,non conosco i tuoi gusti!"
In effetti non sapevo perniente quali fossero i suoi cibi preferiti,ne che colore amasse,ne che genere di libri leggesse,ammettendo che li leggesse,non mi sembrava tipo da lettura più dalla Gazzetta dello sport.
"Mangio tutto stai tranquilla!Fai quello che vuoi mettimelo nel piatto e io butto giù.Adesso vado a letto,vedo si prendere i libri e a causa tua non ho toccato!A domani occhioni,buonanotte!"
Avevo imparato che era una fogna?Come si dice a Firenze.Potevo quindi colpirlo con un piatto in cui ero abbastanza brava oppure fare una cosa semplice,fortunatamente mi ricordai che mia madre sarebbe stata di pomeriggio a lavoro di conseguenza avrebbe sicuramente cucinato lei la mattina il pranzo per la sua dolce bimba e per....L' ospiete di cui non sapeva niente!Notai in un secondo momento la parola "Occhioni" tra quelle righe.Significava che erano a palla come quelli di un gufo o che erano belli?
"Domani mi spieghi se occhioni è offensivo o meno,vai a studiare quel che devi non voglio che prendi un brutto voto a causa mia!Buonanotte Tabacco!"
Un altro sorriso,tutti quei sorrisi cominciavano a darmi anche le farfalle allo stomaco e una certa ilarità che durava tutti i giorni,il che mi rendeva euforica e per niente nervosa,sicura di me in ogni occasione.
"Domani mi spieghi anche cosa è questa storia del Tabacco!Tranquilla studio,Notte!"
Chiusi il computer e per l' ennesima sera mi coricai felice,con la differenza che nonostante la contentezza non riuscivo proprio a prendere sonno.Cominciai a pensare alle mille cose che sarebbero potute accadere,il cibo poteva non piacergli,potevo fare qualche cosa di imbarazzante,oppure mi avrebbe potuto dare buca l indomami mattina all'ultimo con una scusa.Tutto si tramutò in ansia,fino al mattino seguente.
Fortunatamente il cielo fu clemente,una bella giornata di Ottobre soleggiata ma un po' ventosa,decisi di indossare un golfino rosso vinaccia traforato in modo che si vedesse la sensuale maglietta nera sotto e i jeans attillati che definivano  il sedere e il metro e settanta della mia altezza,optai anche per le scarpe da ginnastica appena lavate beje,giusto per staccare dai toni scuri,lasciai i boccoli sciolti e mi truccai più attentamente del solito.Un bel ìlo spriuzzo di profumo alle More e mi incamminai.
Quando arrivai a scuola e sorpassai il cancello lui era li al solito posto,sotto l'ormai amatissimo Pegaso di marmo sporco.Schiena contro la parete della scuola,sigaretta alla bocca,capelli sistematissimi più del solito ingellati e piegati in un ciuffo laterale,maglioncino bianco che il sole rendeva ancora più lucente,jeans mezzi rotti blu scuro e convers rosse.Non mi resi nemmeno conto di essermi quasi fermata nel mezzo del giardino,mi sorrise e ripresi a camminare.Le sue compagne tutte attorno,delle quali cominciavo a farmi un idea e ad attribuire il viso ad un nome si accorsero del suo sguardo rivolto verso di me e del suo poco interesse per le loro chiacchiere su una certa Giada.
Quando gli arrivai davanti si mosse tra di loro avvicinandosi,lasciò cadere la sigaretta a terra senza spegnerla.
"Buongiorno!"Mi prese la cartella dei disegni,una notevole enorme zavorra che mi ero portata dietro sull' autobus di misura 50X70."Te la porto io che pesa già hai lo zaino!"
Bello,e pure galante all'occorrenza!Le sue compagne non rimasero a guardare quasi stizzite se ne entrarono nella scuola abbandonandoci,il che almeno a me fu molto gradito.
"Buongiorno!Grazie...Non me la porterò dietro tutti i giorni,solo oggi la lascio qui!"Si guardò attorno poi prese anche il suo zaino e ci dirigemmo nella mia classe dove con un sorriso senza dire niente mi abbandono per le restanti quattro ore.A ricreazione rimasi come mio solito seduta da una parte con le mie amiche,nessuna di loro mangiava se non una che addentava una mela verde.Come facevano ad arrivare tutti i giorni fino alle due senza mettere nulla sullo stomaco?Quando alzai lo sguardo al punto dove era solito stare lui,sorrisi nel vedere che mi fissava,cominciai a pensare che stesse fissando la schiacciata e non me,ma ormai ero arrivata all'ultimo morso!E con esso anche la campanella e la fine di quei dieci minuti di aria si conclusero,peggio dei carcerati!Tutto il resto delle ore passò tra interrogazioni e programmazioni di altre verifiche,storia,italiano,la nuova professoressa di tali materie non dava tregua stava cominciando a metterci troppo allo stretto,spesso molti di noi facevano fatica a studiare altre materie come filosofia perchè i due professori non accordandosi fissavano sul registro le stesse identiche cose nello stesso identico giorno.
Una volta finita anche l'ultima ora camminai fino all'uscita quasi trascinandomi,filosofia e le sue spiegazioni di Kant mi avevano completamente spappolato il cervello,solo quando lo vidi sotto il pergolato ad aspettarmi ripresi vita e mi ricordai che era a pranzo da me!In cinque secondi cambiai decisamente umore,il cervello prese a marciare le gambe pure,il cuore poi correva a 170 sulla Firenze Pisa Livorno in accellerazione libera.Quando tutti fuorno andati si mosse verso di me,si guardo attorno e finalmente dopo una lunghissima giornata ebbi il privilegio di un bacio al tabacco.
"Ehi!Che visino stanco,andiamo a casa'"
Quelle semplici parole,andiamo a casa,dette da lui mi sciolsero come burro al sole.Casa mia,sarebbe diventata per un pomeriggio casa nostra.Ci incamminammo vero la fermata dell' autobus,nel tragitto ci raccontammo cosa avevamo fatto,con il copro sembrava non volermi stare vicino ma con le parole er decisamente il contrario.
"Si comunque sono un po' stanca ma è a causa di Filosofia,due ore di seguito il nuovo professore sembra carino come persona ma,spiega in un modo cosi difficile!"
Quando salimmo sull' autobus incontrammo i suoi amici,non so quanti cavolo ne avesse ma ogni volta che qualcuno spuntava tra noi lui diventava freddo,nemmeno mi guardava un estranea con un estraneo.Scesi tutti due fermate prima della nostra riprese ad essere il dolce ragazzo di qualche minuto prima.Dentro di me continuavo ad essere sempre più convinta che si vergognasse di me,di qualche cosa o di tutta me stessa.
"E' questa?"Mi chiese,ma io nemmeno gli risposi mi alzai e suonai il campanello per richiedere la fermata,scesi senza assicurarmi che lui facesse altrettanto e cominciai ad attraversare il giardino con i salici piangenti che precedevano il mio palazzo.Mi sentii afferrare per il braccio,la sua mano scivolò nella mia.
"Ilaria che ti prende?Ho fatto qualche cosa?"Mi strinsie le dita tra le mie.
"No niente,voglio solo arrivare a casa...Almeno li sarai sicuro che nessuno ti vede con me!"Mi strattono,fissandomi arrabbiato.
"Okey,ti devo spiegare molte cose,ma te le spiego dopo mangiato che ho fame!Va bene?Non voglio che ti arrabbi e non voglio che ti rovini la giornata adesso..Ci sono delle cose che non sai che voglio dirti ma dammi tempo!"
Sospirai stringendogli la mano,fredda e morbida,rispetto alla mia grande tanto che se l' avessi tenuta a pugno lui l' avrebbe contenuta tutta lo stesso.Lo guardai.Il suo viso cominciava a diventare rosso per il vento freddo.Continuammo a camminare in silezio fino a casa,trvò buffo il mio ascenzore per il fatto che le porte si aprissero a suon di musichina.
"Casa dolce casa!"Sorrisi indicandogli la porta di destra rispetto all' ascenzore e mi affrettai ad aprire,una volta dentro fu subito incantato dall' accoglienza e dalle piccole dimensioni della cucina salotto,il fivano giallo,la televione sul mobiletto basso bianco incastrata tra scaffali e librerie,la mensola dei Cd,la cucina moderna di un marrone scuro,ma soprattutto annusava l' aria e il prfumino di cibo che mia madre ci aveva lasciato.
"Vieni andiamo a posare la roba in camera,questo è il piccolo corridoio,e questa è la mia stanza!"Una volta dentro la mia personalissima e infantilissima camera fu per lui come immergersi in qualche cosa si meraviglioso un mondo parallelo,il mio mondo.
"Hai i poster di Naruto,anche a me piace sai?Sono arrivato però fino ad un certo punto non mi dire nulla!OOOh ma hai anche delle spade che fiche posso?"Il bello e tenebroso Marco del Liceo Artistico con la sua chioma perfetta e il viso da "bad boy" era un patito di manga e spade!Ma che rivelazione.
"Pensavo che non ti piacessero tutte queste cose,io ci sono molto legata,soprattutto alle spade non passarci il dito sopra che sennò lasci le ditate poi tocca a me pulirle.."Sorrise lui sfoderando la Katana per poi fare finta di passarci un dito.Non appena ebbe controllato ogni angolo della camera decise che era l'ora di mangiare,in realtà averlo li mi aveva fatto compeltamente passare l appetito,mi stavo nutrendo della sua compagnia e di lui.
"Dopo mangiato mi fai vedere qualche disegno della Comics?"Una richiesta carina,si interessava e la cosa mi rendeva felice.Annui e andammo in cucina.
Quel pranzo fu il primo insieme,nonostante non gli piacessero i carciofi li mangiò proprio come aveva detto,gli misi nel piatto il cibo e lui lo trangugiò senza troppe storie.Imparai alla fine che era un amante della carne e dei cibi ben elaborati,,e lui imparò ad amare i cuori di carciofi fatti in ogni modo.Imparammo entrambi che mangiare insieme ci faceva venire ancora più fame!In poco tempo,casa mia divenne casa sua,e con essa la maggior parte dei battiti del mio cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Apollo e Dafne ***




                                                                                 6
                                                                  Apollo e Dafne
I miei disegni lo lasciarono a bocca aperta,quando non fai altro che disegnare tutto il giorno sin da piccola non può che non riuscirti bene. Rimase incantato sul piccolo fumetto di sieci pagine che dovetti preparare per un esame dell Accademia.In silenzio leggeva le vignette e sfogliava,guardarlo tutto attento e preso,mi rilassava.
"Bhe non ho sempre disegnato cosi bene,il primo anno ero veramente un macello,facevo un sacco di errori di proporzioni tra anatomie e prospettiva.Poi ho imparato ho capito quali sono i miei punti deboli,tipo le mani vedi...Non sono fatte benissimo!"
Si voltlò per guardarmi,scostando il book del mio esame,lasciò che le sue mani afferrasserò le mie per fissarle,un dito dopo l' altro se le rigirava tra le sue,cosi piccole in confronto.Il viso attento,la mascella serrata,le labbra disciuse.Improvvisamente si alzò sedendosi sulla poltrona di pelle nera,prese a guatdare lo scaffale dei fumetti sfogliandoli,poi mi fece cenno di avvicinarmi.Mi lasciò sedere sulle sue gambe,aturomaticamente il cuore prese a martellarmi nel petto,quel contatto tra di noi,tra le nostre parti intime.
"Em...Ti piacciono?Qusti fanno parte della Marvel,questi invece sono Dc,sono due cose diverse lo sapevi?"
Scosse la testa,per poi posarmi il fumetto sulle gambe,per un attimo mi pareva un piccolo bimbo di sei anni che scopre i fumetti per la prima volta,e forse era veramente cosi.
"Mi piace spiderman e iron man!Loro cosa sono?"
Presi le pagine dove erano disegnati,lasciandogliele guardare per bene,passava le dita sull armatura di Tony Stark come se desiderasse averla addosso,capivo fin troppo bene quel desiderio,chi non vorrebbe avere una Warmachine?
"Marvel,Iron Man è anche nei vendicatori,una squadra speciale composta da più supereroi e..."
Scostò il fumetto per prendermi il mento e senza darmi modi di finire l'interessante composizione della squadra degli Avengers,mi baciò.Per qualche istante rimasi con in mente Tony Stark,milionario,filantropo,e con un sacco di donne.Perchè poi?Ma il baciò cambiò divenne insistente,lo guardai mentre lui apriva lentamente a sua volta quegli immensi occhi cielo,le lunghe ciglia bionde,l'ombra di esse sullo zigomo.Lascia il fumetto per pportargli le mani tra i capelli,quei capelli ingellati e perfetti a fatica riusci a immerggervi le dita ma se li lasciò scompiglire e tirare,e la danza ebbe inizio.Ben presto anche le sue mani corsero alla mia nuca passandosi i ricci tra le dita tirandoli in massa o in singola ciocca,perfettamemte coordinati lui girava la testa ed io l seguivo nel verso contarario,si alzò di scatto e fui costretta a fare altrettanto lasciando cadere il fumetto che fortunatamente di chiuse e non rimase semi aperto.Quei dannati capelli biondi che avrei voluto toccare dal primo giorno finalmente erano miei,tra le mie dita in mio possesso.Mi resi contò dopo che gli stavo modendo seducentemente il labbro inferiore assorta nei miei pensieri,e che lui trovava la cosa eccitante.
"Ancora!"
La sua voce bassa e stuzzicante richiedeva un altro morso,come non poterlo accontentare?Mi resi conto che esaudire un suo desiderio mi rendeva felice e per cosi poco l' avrei accontentato senza problemi tutte le volte che voleva.Le sue mani scesero voraci dai capelli al viso lasciandomi brividi lungo il collo,sulle spalle sino alle braccia.Ancora quegli occhi blu a fissarmi,sorrisi appena tra le sue labbra,felice.In un attimo era chiaro a tutti e due,l' elettricità che il solo guardarci ci scorreva nel corpo portava sempre più ad avvicinare il mio petto al suo,e ben presto lo trovai famelico a togliermi la maglia,a sfiorarmi con i polpastrelli il punto vita.Nemmeno un attimo le sue labbra lasciavano le mie,non voleva separarsi,Apollo impazzito per la sua Dafne ancora in forma umana.
"Ti voglio!"
Un altro sussurro,un altra richiesta,per quanto avevo sognato che me lo sussurrasse,che me lo urlasse o che me lo chiedesse smplicemente,entrambi senza nemmeno accorgercene eravamo andati con i piedi verso il letto.Come una danza silenziosa,che non ci aveva coinvolti,come se le gambe si fossero mosse da sole,mi afferrò il polso e mi tirò giù con se su di lui a cavalcioni.Avevo il potere di fargli capire quanto fossi donna rispetto alle ragazze che fino ad ora gli erano passate per le mani.Ogni senso sembrava ampliato,coglievo di lui ogni centimetro della sua pelle,ogni ciuffo ribelle ingelatinato,odoravo il suo profumo buonissimo,un mistro tra quello naturale e quello che probabilmente metteva tutti i giorni,lo udivo sussultare ogni volta che le mie dita sfioravano il collo,capii con la bocca che era sensibilissimo ai baci tra l orecchio e la clavicola.Non potevo più accontentarmi di quei pochi centrimetri di pelle visibili,volevo il resto.E come se mi capisse alzo le braccia per farsi togliere la maglia.Aveva muscoli ma non di quelli scolpiti perfettamente,di quelli esagerati e quadrati,erano colline dolci da accarezzare.Mi cinse i fianchi scorrendovi le mani,più piccolo di me di sei anni eppure cosi esperto,cosi delicato.
"Non mi hai risposto...Mi vuoi?"
Un sussurro mentre le sue labbra scivolavano verso il seno.Stavo veramente per fare l' amore con lui?Perchè per me si trattava di quello,nelle sue braccia mi sentivo al sicuro da tutto,diventare una sola cosa con lui appagava non solo il fattore fisico,ma il cuore,avevo bisogno di lui,ma lui di me?Cosa c' era nella sua mente ad ogni mio tocco?Del sesso?Dell' amore?
"Ti voglio!"
Non mi sarei mai fatta scappare un occasione con lui del genere,al diavolo le ragazzine prima di me,al diavolo Sara di scuola al diavolo i sei anni di differenza,un uomo e una donna fine!Come preso da una febbre improvvisa divenne un leone,ed io la sua leonessa,i capelli divennero un groviglio tra le sue dita,e i suoi tra le mia.Affamati l'uno dell' altra non serviva parlare,le bocce serrate si dicevano tutto,gli occhi semi aperti si sussurravano parole celate.Decise di farmi stare sopra,ed io decisi che potevo anche cominciare a muovermi su di lui.Aver fatto danza per tanti anni mi aveva regalato una scioltezza nei movimenti invdiabile,lo avrei preso con la seduzione.Mi staccai appena da lui per issarmi in ginocchio rimanendogli in collo,muovendo il ventre come un serpente sinuoso.Le sue mani mi afferrarono la vita,i pollici quasi sotto il seno ad incitarmi ad avvicinarmi a lui.La sua lingua prese a scorrere lasciandomi l'odore del tabacco sulla pelle.Uno sguardo,il suo avvicinarsi incessante col copro mentre le mani abili prendevano a slacciarmi il reggiseno e agettarlo a terra.In un attimo mi stringeva a se,come un bambino alla sua mamma,in cerca dell' amore,in cerca del mio cuore.Il viso nel seno,immobile.Piccolo dolce Apollo,cosi disperso cosi triste,quanto ti mancava questa sensazione?Decisi cosi,che lo avrei fatto mio,come compagno,che desideravo proteggerlo più di farci l' amore.Un bacio sulla testa,una carezza.
"Sei mia?"
Lo strinsi forte,cullandogli la testa.Cosa aveva passato per spingersi ad essere cosi nudo con una donna più grande che conosceva da solo un mese?Ma divenne tutto futile,ogni domanda degna di una risposta matura si perse del tutto.
"Si...Tua!"
Occhi cielo pieni di una tristezza  infinita che a quelle parole emergevano dal baratro.Un sorriso sensuale,e diventammo pian piano un unica cosa.Non servono dettagli per immaginarsi quanto possa essere appagante fare sesso,tutti sappiamo come avviene ma in qualche modo con lui era stato diverso.Rimase con la testa sulla mia spalla giocando con il profilo del seno.
"Non è mai stato cosi con nessuna..."
Una risposta alle mie domande?Non aveva mai fatto l' amore?Solo sesso!Non mi sembrava possibile eppure,ogni centimetro del suo copro aveva bisogno disperato d' essere amato.
"Cosi come?"
"Cosi potente...Mi fai uno strano effetto,non va bene!"
In un attimo,si alzò e si rivestì per andarsi a fumare una sigaretta,aveva cambiato umore con una semplice affermazione.Mi alzai,rivestendomi lasciando il reggiseno dove era,bastavano le mutande e la tuta da casa,mi rassettai un attimo e lo seguii in terrazza.L' aria fresca contro la pelle calda dopo il sesso era rigenerante.
"Marco che c'è?Che vuool dire che ti faccio uno strano effetto e non va bene?"
Lo abbracciai,forse altre coccole potevano farlo tornare calmo.E di fatti gli bastò per voltarsi e stringermi con un braccio mentre con l altra mano fumava la sua Malboro.
"Che sei troppo "Angelica" per me...Non bevi,sei astemia,non fumi.Non perdi mai l'occasione giusta,sei coraggiosa,sei più grande e matura delle ragazze che ho frequentato.Erano delle pazze!Roba del tipo che a capodanno dovetti chiuderla dentro la camera da letto perchè era ubriaca e voleva violentarmi la mia ex..."
Improvvidamente cambiai io umore,non volevo sapere delle sue ex,non volevo dettagli non volevo nomi ne liste ne situazioni.Non volevo sapere nulla,se erano bionde,more,rosse,colorate.Niente!Ma ascoltarlo era l'unico modo per capirlo,e per averlo del tutto.
"Che tipino la tua ex.."
"Giada!"
Il primo nome,lo stesso nome che le sue compagne di classe avevano pronunciato quella mattina a scuola.Un piccolo barlume di gelosia,le sue compagne sapevano di lei,quindi non si era vergognato di esibirla.Con me invece era diverso!
"Capito...Io invece sarei più brava!?"
Un sorriso,un alzata di spalle,anche al buio ogni movimento che faceva era sensuale e tremendamente bello.Mi resi conto che amavo ogni cosa di lui e che nella mia testa,per ogni movimento per ogni sguardo galleggiava la parola "amore".
"Sei una donna Ila!Non solo nei modi,non solo nel carattere sei una donna sotto tanti aspetti.Soprattutto a letto.Non so se,capisci.."
Ed in effetti non capivo,cosa voleva dire sei una donna a letto?Perchè le altre come erano?Cosa facevano per non essere donna?
"Sinceramente no...Non capisco,io ho sempre fatto l' amore!"
Gettò la sigaretta nel posacenere,e mi riprese tra loe braccia per scaldarsi.Era gia diventato fresco in poco tempo,io ancora mi beavo del caldo dei nostri copri qualche minuto prima.
"Lo so immagino...Tu non sei troia è quello!Probabilmente l'hai sempre fatto con il ragazzo giusto,il tuo ragazzo,e questo l'ho avvertito ad ogni tocco ad ogni bacio,io cosi non l' avevo mai fatto e mi spaventa perchè,sono preso da te,ma non voglio una relazione seria ora!"
Ci volle un attimo per far cadere il cuore in un baratro e probabilmete lui lo percepì,alzandomi il mento con la mano.Il suo sguardo poteva leggere qualsiasi cosa del mio,posò la fronte contro la mia strusciando il naso al mio.
"Non ho detto mai,ho detto per adesso....Voglio frequentarti se sei d' accordo,voglio passare altre giornate cosi con te dopo la scuola,sono rilassato."
In un attimo mi riaccesi stringendolo a me saldo.
"Tutte le giornate che vuoi!Ti va di andare di la e ascoltare della musica insieme?"
Mi strinse tirandomi su di peso,per lui i miei pochi kg non contavano proprio nulla.Entrò in casa chiuse la finestra senza appoggiarmi a terra e si trascinò fino alla camera.Vederlo cosi calmo rendeva calma anche me.Si sedette al pc e lasciò che io mi sistemassi sopra.
"Lo conosci S.A.L.M.O?"
"Chi?"
"Ok,ti faccio ascoltare questa canzone,c'è anche il video originale!Non l' avevo mica visto ancora..Vediamo,te la dedico asoclta bene le parole è quel che cerco di dirti ma non mi ci riesce!"
Lasciammo caricare un po' il video,non ho mai amato il rap in generale,escluso Eminem,ma l inzio della melodia mi rapì completamente.Una ragazza,una cameriera in un Autogrill chissà dove,che si occupa di un vecchietto alcoolizzato durante le ore di servizio.Un ragazzo,misterioso che senza puntarle la pistola le chiede i soldi della cassa,scherzandoci e seducendola.E lei,cede,dopo che lui le posa il dito sulle labra,prende i soldi e se ne va,e lei persa si è appena innamorata di un diavolo contrapposto al suo modno d' angeli.
"Questa è una trama che conosco gia lascio che mi deprima,l amore è un film in testa visto dall ultima fila la gente qui ride non sa che c'è alla fine ogni volta che ti guardo è come vestirmi di spine.Dicono che non potrei,dicono che ho il cuore a metà,scriverti fottuti versi d' amore ed il dono dell'obiquita mi basta immaginarti per averti qua!"
La voce decisa del Rapper seguita da quella di Marco leggermente più flebile ma perfetta e combaciata alla sua.
"Preferisco morire d'infarto che vederti piangere mentre parto!"
I protagonisti ormai diventati dei moderni Bonnie and Clide,che rapinano insieme ogni genere di luogo,lei corrotta dall' amore per lui è diventata un diavolo.Ma non del tutto,tornati a rubare nel posto dove tutto è iniziato,si ferma nel vedere il vecchietto che ha tanto accudito.Un errore,la cecità d'un vecchio,non la riconosce e spara ad entrambi,e la stessa melodia dell inizio si rpropone alla dine con le mani dei due amanti sporche del loro stesso sangue che si cercano senza intrecciarsi.
"Ma che fai piangi!!?"
Mi scosse voltandomi.Non mi ero resa conto di piangere,io che odiavo il Rap improvvisamente mi ritrovai ad amare questa canzone.Ad amare quel che cercava di dirmi Marco.La sua paura di innamorarsi,di cambiarmi in qualche modo,di farmi diventare simile a lui.
"Scusa,è che è bellissima!Grazie!"
Lo strinsi e mi chiese di dedicargli una canzone su due piedi.In un attimo una playlist lunghissima di canzoni prese a scorrermi nella testa.Cosa potevo dedicrgli per fargli capire cosa provavo io?
"E' una canzone che sicuramente non conosci si chiama Adagio,di Laura Fabian!"
La sua espressione mi fece capire che avevo perfettamente ragione,ma non mi stupii della cosa,probabilmente era abituato ad ascoltare Rapper e cose più "moderne".
"Non so dove trovarti,non so come cercarti.Ma sento una voce che,nel vento parla di te,quest anima senza cuore aspetta te,adagio.Le notti senza pelle,i sogni senza stelle,immagini del tuo viso che passano all'improvviso,mi fanno sperare ancora,che ti troverò,adagio.Chiudo gli occhi e vedo te,trovo il cammino che mi porta via dall'agonia sento battere in me questa musica che ho inventato per te.Se sai come trovarmi,se sai dove cercarmi,abbracciami con la mente,il sole mi sembra spento,accendi il tuo nome in cielo,dimmi che ci sei,quello che vorrei vivere in te!Smarrita senza di te, dimmi chi sei?E ci crederò,musica sei...Adagio!"
Lo guardai,il mio video non aveva immagini,solo il testo della canzone.Rimase serio,poi si avvicnò per darmi un bacio,un altro ancora.
"Finiremo male io e te insieme..."

Gli presi il viso tra le mani coccolandolo,lasciandogli baci sulla fronte sulle guance.Sorrisi guardandolo negli occhi.
"Andremo adagio!"
Quando dovette andare via,non riuscivamo a lasciarci,continuava a torna indietro dall' ascenzore che si apriva e chiudeva,che lo aspettava per portarmelo via,per venire a darmi "l'ultimo" bacio alla porta di casa.
"Ci vediamo domani a scuola!"
Mi disse mentre le porte del marchingegno scorrevano e lui se seguiva per guardarmi.
"Come sempre!"
E si chiuserò.
Quella sera ci scrivemmo di continuo sul cellulare,testi di canzoni,cosa avremmo voluto fare nei giorni seguenti,e la sensazione bellissima di poterlo rivedere il giorno seguente mi rendeva cosi felice che non mi resi conto che ormai anche ottobre era arrivato.Il tempo con lui passava più velocemente,ma non mi bastava mai.Quella sera mi addormentai con Faraway nelle orecchie,con le sue spine nel cuore,e lui probabilmente con la mia Adagio chiudendo gli occhi e vedendo me.

Amo ancora quellla canzone,è parte di me.Come tutte le canzoni che abbiamo ascoltato insieme,fai parte della playlist della mia vita ormai,e differentemente dal resto dei ricordi,questo è quello meno doloroso.Avevi ragione,questa è una trama che conosco gia,lascio che mi deprima,ogni vola che ti guardo è come vestimi di spine.E qualche giorno fa,mentre io parlavo con un amica e giocavo col suo adorato cagnolino,sei passato vicino a noi,mi hai guardato e hai cambiato strada."Amore tossico ama il tuo prossimo!",per te non è lo stesso,"dicon che ho il cuore a metà"tu ne sei la causa,ti sei preso i suoi battiti.Ma a non riuscirmi a guardare sei tu...10 battitimi del mio cuore vanno a te,dieci spine nel tuo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Gemelli ***


                                                                        Gemelli
Stare a casa mia era diventata routine,dopo scuola dato che spesso aveva anche gli allenamenti di calcio e il campo era vicino alla mia zona,usavamo ciò come scusa per stare insieme.La trovavo la cosa più dolce del mondo,pranzavamo ci godevamo il divano giallo e la tv,qualsiasi cosa vedessimo anche se era un programma di pesca che a lui piaceva da matti,si assopiva sotto le mie carezze.  Avevo imparato che più dormiva meno era suscettibile,che adorava i grattini sulla schiena e che se gli carezzavo le tempie si assopiva in brevissimo tempo.Avevo capito che a scuola apparte il saluto del mattino,raramente si avvicinava a me in pubblico,che i suoi compagni di classe cominciavano a fargli domande scomode,e agli apprezzamenti si innervosiva.Imparai che adorava vedermi in jeans stivali e camicetta,con quelli dimostravo del tutto la mia "maturità",almeno secondo lui.Ma imparai anche che era tremendamente lunatico e che a volte faticavo a stargli dietro,l' attimo prima mi saltellava felice vicino un secondo dopo ptevo non esistere.Capi inoltre,che non potevo nascondere alla mia famiglia di avere una "relazione" con un ragazzo,cominciavano a insospettirsi,troppi bicchieri,mozziconi di sigarette di una marca diversa da quelle di mio padre,il pranzo che spesso mamma mi preparava finiva quasi del tutto ed era impossibile che mangiassi un pollo intero o mezzo vassoio di cannelloni.Quando glielo comunicai una sera a tavola non ne furono affatto sorpresi.
"Non è un po' piccolo?"Fu la prima cosa che espresse mio padre guardando la partita.Era già raro che avesse articolato parola davanti ad un match importantissimo della Fiorentina.
"Si bhè sembra molto più grande dell' eta che ha..Non solo fisicamente,a volte fa discorsi maturi per un dicassettenne!"
Non mi aveva nemmeno guardata in viso.
"A quell' età prima viene la "viola" poi gli amici e per ultima la ragazzina!Stai attenta che non ti prenda come un trofeino,si vanteà degli amici che ha la ragazza che è più grande,ti  esibirà quando ne ha voglia e ci sarai quando ne ha bisogno ma per il resto non conterai...Ero cosi anche io!"
In quel momento mi sentivo una bambina in pieno rinprovero,per mio padre Marco non andava bene,probabilmente perchè nemmeno lo aveva mai visto!Nella mia testa li vedevo insieme a giocare a Fifa,o a guardare le partite vicini sul divano esultanti e felici.
"Io l'ho visto ha ragione tua figlia,sembra molto più grande.E poi è vero anche tu eri come lui alla sua età,ma  mi amavi..."
Mia madre era dalla mia parte,questo era sicuramente un vantaggio dato che era "colei che portava i pantaloni in casa" se andava bene a lei sarebbe andato bene per tutti.Quando andai a letto lui mi contattò per telefono.
"Ehi!Sei a nanna?"
Gia quell' "ehi" voleva dire tempesta,agitazione,era successo qualche cosa o doveva dirmi qualche cosa.
"Si mi sono appena infilata sotto le coperte,tutto bene?"
Ultimamente avevo compreso che restare un po sulle mie lo incitava ad essere più dolce ma che se esageravo troppo si innervosiva e mi chiudeva la conversazione con un "ci vediamo a scuola."
"Senti,domani posso venire da te a pranzo?"
Iniziai a saltare nel letto come una trota lanciata dall acqua a terra.
"A me va bene ma,mia mamma torna alle due non fa il pomeriggio,cosi ti vede hai detto che non vuoi che nessuno sappia!"
"No va bene,non mi interessa.Ti va bene o no sennò vado altrove!"
Qualche cosa non andava ma certamente non con me.Se aveva bisogno di rifugiarsi da me a casa mia e di stare tranquillo in mia presenza anche se c' era mia madre.mi andava più che bene.
"Ok..Tutto bene?"
"Si Chicca,ora che ti ho sentita e che so che posso stare con te domani meglio molto...Hai tanto sonno vuoi parlare un po?"
"Chicca"??Cosa cavolo voleva dire?Non mi chiamavo Francesca,era un nuomignolo che significava "caranmella""dolce""zucchero".Rimasi ferma per un po' con le dita sui tasti,probabilmente dall' altra parte stava aspettando pazzientemente che la matitina scorrevole si fermasse.
"Si fino a che non mi addormento..Chicca,però cosa è?Un dolcino?"

"No scema,hai presente la frase quella del film "Balla pe'te Chicco!",ecco mi riferivo a quella balla per te Chicca,pure io ballo per te e poi Chicca mi piace più di "Tesoro" "Cara"
Sorrisi,adesso avevo anche un nomignolo tutto mio,lo trovavo estremamente dolce e tenero.
"Domani è sabato,che fai esci con gli amici?"
Un altra cosa che mi domandavo spesso,era su cosa facesse il sabato quando era con i suoi carissimi amici,mi domandavo se aveva mai parlato di me,o se quando gli si avvicinavano le ragazze lui le repsingeva a causa mia,per me.Ma non avevo il coraggio di chiedere,prima o poi speravo e desideravo,che mi avrebbe portata con se a conoscere tutti,non volevo più nascondere l' affetto che provavo per lui,non volevo più vederlo freddo nei miei confronti alla presenza delle sue conoscenze.
"Si vado a Santa Croce come sempre oppure a ballare,ma stai tranquilla!"
Una delle tante frasi che un ragazzo nn dovrebbe mai dire alla sua compagnia riguardo alle serate in discoteca,non è per nessuna donna,facile,stare tranquilla pensando anche solo di tanto in tanto che il proprio amore è in una discoteca,probabilmente alticcio,probabilmente non pieno della capacità di pensare,con gli amici che lo spronano a fare di tutto e di più ma soprattutto con altre donne pronte ad attaccare la preda.
"Capito,penso che andrò anche io a ballare tranquillo non vengo bella tua stessa discoteca!"
Non era affatto giusto che solo io fossi tremendamente gelosa,mi ponevo spesso da qualche tempo sempre la stessa domanda,tiene veramente a me?Mi desidera veramente?Ma non trovavo del tutto risposta,era spesso lunatico e indecifrabile,stavo cominciando anche io ad assumere parte dei suoi atteggiamenti.
"E dove vai?Con chi?"
"Con le amiche di classe,il dove non lo so,se tu vai in una e mi dici il nome io non vengo assolutamente li!"
"D' accrdo..Ne riaprliamo domani,ci vediamo a scuola ciao!"
Si era innervosito,come un bambino a cui togli il lecca lecca un attimo dopo che l'ha scartato e stà finalmente per assaggiarlo.Farlo arrabbiare mi piaceva e mi metteva ansia allo stesso tempo,non era facile comprendere la sua possibile reazione,quasi mai.
"Okey....Buonanotte!"
Fu difficile addormentarmi,ma ne avremmo parlato a pranzo o comunque il pomeriggio seguente.Avevo appena parlato ai miei genitori di lui e in parte cominciavo a pentirmi dell'idea di averlo fatto.Forse non era pronto per vedere ne mia madre ne nessun altro mio affetto.L'indomani mattina a scuola,come ormai da sempre mi aspettava sotto il pegaso di gesso,mattinata piovosa e uggiosa,ottima per l'uomore di entrambi.
"Buongiorno!"Non m i sorrise,appena tutti si furono dileguati mi afferrò per il braccio tirandomi a se,dopo diverso tempo dal primo abbraccio nel corridoio me ne stava dando un secondo.Il cuore prese a battere all'impazzata un misto tra rabbia e felicità.
"Buongiorno..."
Lanciò la sigaretta a terra non curandosi di spegnerla e mentre io col piede cercavo di raggiungerla per non correre il rischio di bruciare la scuola mi stringeva stretta stretta,posò la bocca sui capelli strusciandola.
"Dove vai tu stasera?"
Non potevo resistergli nemmeno cinque secondi,lo strinsi a mia volta stretto stretto,nascondendo il viso nel suo maglione blu,strusciandomi al suo petto duro.
"Vado a ballare con le amiche,ma devi stare tranquillo!"
Una maledetta bugia per capire se ci teneva veramente.Mi strinse ancora di più quasi a soffocarmi,amavo quegli abbracci,potevo sentire ogni centimetro del suo meraviglioso corpo.
"Marco mi strizzi!"
"Si lo so!"
"Le costole me le spacchi mi vuoi morta!?"
Mi guardò deciso,poi spostò gli occhi per guardarsi attorno e finalmente si ricongiunse alle mie labbra mordendomele.La cosa divenne spinta non appena le mie mani si avvicinarono alla sua cintura,quei dannati pantaloni verdi mi facevano impazzire,li adoravo.
"Più che spaccarti le costole vorrei non entrare e andare altrove con te...Ma ormai siamo qui davanti.Potremmo fare una forca qualche volta!" 
Mi sorrise felice,come potevo dirgli che non avevo mai saltato scuola,con una forca?La cosa mi spaventava abbastanza,anzi mi faceva sentire in colpa,come la sensazione di quando sei a casa malato e nel delirio della febbre provi una certa ansia per tra i banchi di scuola.
La cosa che mi spaventava di più era che,essendo un bellissimo ragazzo,almeno per me,altre potessero desiderarlo come lo desideravo io,non potevo però impedirgli di uscire o mettergli un collare con scritto "proprietà privata!".Dovevo avere fisucia in lui,dovevo credere a tutto ciò che c' era stato tra noi,mi aveva fatto capire che mi voleva e che desiderava starmi vicino in mille modi ma c' erano acnora tanti tasselli che nella mia testa non si incastravano tra di loro.Alla fine delle quattro ore scolastiche del Sabato uscì sicura di trovarlo ad aspettarmi,mi vidi sfrecciare la Citren rossa davanti.Rimasi immobile con un bugono di mosche accorgendomi in un secondo momento che anche mia madre era venuta a prendermi.Sapeva subito quando qualche cosa dentro la mia testolina non tornava,probabilmente me lo leggeva nell' espressione o negli occhi.Decise di andare a fare shopping ed io per orgoglio lasciai il telefono in silenzioso,non mi aveva nemmeno salutata,non ne capivo il motivo ma per tutto il giorno era stato schivo,toccava a me ora prendere posizione.Quando tornammo a casa per pranzo non consultai il cellulare ero troppo arrabbiata per essere stata snobbata in quel modo,lo abbandonai sul letto lanciandolo,dopo un bel pranzetto e un film tutti assieme verso le cinque e mezzo decisi di degnarli uno sguardo.
Niente.Apparte le amiche che avevano sparlottato per tutto il pomeriggio,sulla destinazione della serata e sul da farsi.Di lui nessuna traccia,abbandonata,ignorata e doppiamente non considerata.Decisi di andarmi a scaldare sotto il getto dell' acqua calda e di cominciare a prepararmi per la serata.La doccia era sempre il modo migliore per riflettere e allo stesso tempo calmare i nervi.Rimasi a massaggiarmi i capelli con lo shampoo per un tempo indefinito fino a che il cellulare posato sul lavandino suono'.Mi affrettai ad uscire e coprirmi,bagnando ovviamente,tutto il pavimento che mia madre aveva accuratamente pulito la mattina.
"Ciao Marta!"
Le risposi subito piena di entusiasmo,se fossimo uscite sarei stata sicuramente in compagnia avrei rimuginato meno su tutta la questione e mi sarei svagata.
"Ehi..Ti disturbo?"
La sua voce era strana,sembrava quasi che avesse pianto.
"No ero in doccia ho solo bagnato tutto per siponderti ma nessun'problema asciugo tutto dopo..Tu piuttosto tutto bene ti sento molto..giù.Hai pianto?"
prese a ridere e si soffiò il naso.
"Ma che Ila,ho la febbre,gia stamani ero leggermente chiusa tornata a casa mi sono buttata a letto mi sono addormentata e mi sono svegliata cosi!Quindi stasera io non posso uscire.Ho sentito Gemma,lei non può i suoi sono fuori e non ha chi l' accompagnia,Serena è dal padre e lo sai che insomma...è una cosa difficile per lei quando sta da lui!"
Il mio destino era quello di rimuginare tutta la sera su cosa stesse combinando Marco.Avevo un appuntamento con i miei nervi.Che bello!
"Tranquilla ci mancherebbe che esco senza di te!Dai facciamo cosi usciamo settimana prossima andiamo da qualche parte tutte insieme,Serena se ha problemi può rimanere a dormire da me!Ci organizziamo bene bene,cosi tu intanto ti riprendi ed io studierò e mi avvantaggio.Ti va di farmi compagnia mentre mi asciugo?"Restammo in vivavoce per almeno un ora,mentre lei starnutiva e raccontava del più e del meno ed io mi sistemavo.Mi raccontò delle estati passate,degli anni in cui a scuola non c' ero stata,della sua famiglia,di tutto,e Marco divenne un puntino lontano nella mia mente.Quando chiudemmo la chiamata era ora di cena,felice che il tempo fosse trascorso tornai comunque con la mente a lui.Non scriveva,non mi cercava,cominciai a sospettare di aver fatto qualche cosa.Cenai con poco e mi rinchiusi in camera sotto le coperte a vedere un film.Di lui nessuna traccia,non si era interessato nemmeno alla mia possibile uscita in discoteca.Quando ormai persi le speranze lasciai il telefono lontano da me mettendo la vibrazione,spensi la tv e mi voltai pronta ad addormentarmi.Con i pensieri che giravano nella testa presi quasi sono,poi imporvvisamente il comodino prese a vibrare.Come una molla scattai e afferai il cellulare,sul display il suo numero.Presi un respiro,quello che forse non avevo preso per tutto il giorno e risposi autorevole.
"Pronto!"
Rumori di sottofondo,voci miste,passi sull' asfalto.
"A-amore?"
Sulla mia faccia si dipinse un punto interrogativo gigante,con un misto di piacere e stupore.Mi aveva appena sbiasciato quella parola bellissima per telefono?
"Marco?"Non capivo bene nemmeno se era la sua voce.Quando rise però capii che era lui,quella risata l' avrei riconosciuta tra mille.
"Ehi cucciola...Sono in centro.Sono con i miei amici,ti posso parlare in privato??Ragazzi ho detto in privato ahaha andate più in la!"
Sentii mille schiamazzi,gente che rideva e poi divennero sempre più distanti.
"Cucciola,scusa fanno casino.Che fai?Dove sei?Come stai?Ti manco?"
Un interrogatorio sbiascicato che a stento avevo capito.
"Io..Non sono andata a ballare.Marta sta male Gemma e Serena non potevano sono a casa.Sto,bene tu invece?Si...mi manchi,mi sei mancato,Perchè sei andato via senza salutarmi e non mi hai cercata?"
Rimase un po' in silenzio,per schiarisi poi la voce.
"Meno male non sei a ballare...Meglio...Ero agitato!Sono dovuto andare via subito perchè avevo la partita di calcio alle tre,poi quando è finita sono andato a casa ho dovuto prepararmi per venire in centro sono ad un compleanno ad un diciottesimo,non vado a ballare!Dimmi che non sei arrabbiata,per favore."
E come potevo essere arrabbiata con una supplica cosi tanto ben esposta?
"No,ero solo preoccupata pensavo di aver fatto qualche cosa..Ora che so che non vai a ballare sono molto più contenta."
"E devi stare tranquilla ti prego!Fidati di me lo so che sai mille cose ma ti prego,ti prego amore fidati.Sono con tutti maschi e non guardo nessuna!Okey?"
Sorrisi e mi cacciai sotto le coperte,nel buio per sentire la sua voce ancora più mia.
"Si..Mi fido!"
"Bene,adesso vado in un locale.Tu vai a nanna,domani mattina se vuoi passo e stiamo un po' insieme!"
Un sorriso a trecento denti illuminò il buio delle coperte.
"Va bene,mi piacerebbe molto.Allora fai il bravo,non combinare guai,io vado a nanna..Notte!"
Sorrise anche lui,sembrava cosi felice.
"Notte piccola mia."E riagganciò.Tutti i miei nervi fino ad allora tesissimi st strecciaorno e rilassarono completamente,scivolai nel sonno senza nemmeno accorgermene,ma altrettanto veloce mi risvegliai quando sentii nuovamente il telefono vibrare.Mi voltai a guardare il display,erano press' appoco le due avevo dormito tre ore,alzai la cornetta rispondendo.
"Marco??"Svariati ruomori di sottofondo e il suo respiro affannato.
"Mi dispiace!"Un tonfo al cuore.
"Che succede che hai fatto?"Altri ruomri,la voce di un ragazzo.
"Niente,ti perego te lo dico ma non abbandonarmi..."La voce strozzata,sbiascicata come se avesse pianto.
"Mi hai tradita?"Ormai non ragionavo più,il tono autoritario della ventiduenne che fino ad allora aveva fatto la ragazzina uscì fuori,freddo e tagliente.
"No!No!Non ti ho tradita,non ti posso dire cosa ho fatto ti prego fidati!Ti prego amore...amore ti prego non ho nessuna!"
Non gli credevo,presi a piangere improvvisamente.Lo sentì passare il telefono a qualcuno la sua voce lontana che urlava di avermi fatta piangere.
"Pronto,Ilaria..Sono Fderico,un amico di Marco!Stai piangendo?Ti prego non piangere"
Cercai di rispondere a quella voce sconosciuta,ma non mi riusicva.
"Ascolta,Marco ha bevuto troppo,non ha fatto assolutamente niente,ha scansato tutte quelle che gli si avvicinavano e non lo dico perchè sono un suo amico,è innamorato di te,quindi credigli.Ha litigato con un altro ragazzo del gruppo,pesantemente ed è successo un macello erano tutti e due ubriachi e marco è satato male!Adesso,io ho chiamato i miei genitori lo porto a casa,io sono sobrio quindi ci penso io a lui,Okey mi hai capito!?"
Ero contenta che avesse una persona cosi genitle accanto.
"Ho capito...Ma perchè hanno litigato?Ma si sono picchiati?"
"No,cioè non sò come spiegarti si sono azzuffati ma non si sono picchiati,il motivo io non posso dirtelo ma non c' entri te..Cioè magari infondo si ma perchè Marco ha paura che tu te ne vada nel sapere questa cosa.Ha paura di perdere il tuo amore.."
Stavo cercando di capire cosa potesse essere,dovevo fare la persona matura.
"Facciamo cosi,se Marco ci tiene a me,deve cominciarmi a raccontare le cose.Non ho più intenzione di passare una giornata come quella di oggi.Lunedi io devo andare anche all'Università quindi scusa ma adesso devo andare a dormire.Digli che...ci risentiamo!"
Rimase in silenzio,probabilmente riferiva a Marco ciò che avevo appena detto.Il fatto che lui non mi parlasse ma mandasse un tramite mi uccideva.
"Va bene non ragiona ora sta disperatostai tranquilla ti prego non lasciarlo!Ciao!"E riattaccò.Lanciai il telefono e mi rannicchiai sotto le coperte.
Per tutto il giorno seguente di lui nessuna notizia,per quanto mi riguardava poteva essergli accaduto di tutto,ma sapevo in cuor mio che Federico era sicuramente più affidabile di Marco stesso,e che se ne sarebbe preso cura.Non sapevo se stava bene,non sapevo se aveva uteriormente litigato,passai tutto il giorno a disegnare avevo una consegna per la scuola di Fumetto,dovevo finire diverse tavole e studiare per la scuola normale.Lunedi mattina quando arrivai con doppio zaino e cartella dei disegni,lo trovai sotto il pergolato a parlare con Sara,la precedente fidanzata,fumavano insieme come se niente fosse.Tirai dritto,anche durante la richreazione non mi considerò all'usicta incalzai verso Gemma intimandola di aspettarmi avrei preso il Bus con lei dato che andavamo tutte e due nella stessa direzione.Dopo un po' mi sentii sfilare la cartella da sotto il braccio.
"Cavolo è tre ore che ti chiamo!"Mi voltai,Marco ansimante ci aveva raggiunte.
"Oh guarda chi c'è buongiorno!"Sorrisi,ma lui rimase serio."Cosa stai facendo Marco?"
"Vengo all'Univeristà con te,oggi avevi consegna no..Bene portiamo l esame lo fai e poi ti porto a fare merenda in centro.Non accetto un no!"Mi spinse dentro il bus nemmeno me ne accorsi,Gemma si sedette lasciandoci soli.
"Io...Non..so che dire!"Lo guardai,quanto mi mancava baciarlo,ma sapevo anche che davanti ad una mia amica e davanti a tanta gente non l' avrebbe fatto.Ed invece colmò la distanza tra di noi tenendo stretta la mia cartella.Quanto mi era mancato,quanto mi erano mancate le sue labbra il suo sapore.
"Dai,lasciati coccolare oggi..Mi devo far perdonare!"Posò la fronte alla mia stringendomi attento che gli scossoni del bus non mi facessero cadere.
"Va bene...Mi togli un dubbio?"Mi carezzava la punta della treccia,mandandomi brividi fino al collo."Che segno zodiacale sei?"
Arquò le sopracciglia.
"Gemelli..Perchè?"
Ora comprendevo molte cose.Scoppiai a ridere abbracciandolo nascondendomi nel suo giubbotto di pelle marrone,il suo profumo buonissimo mi inondò.
"Attenta alle sigarette dentro me le spiaccichi!"
"Zitto doppia faccia!"
"Doppia faccia??"
"Shssss...Si!I gemelli sono doppia faccia,come il cancro è romantico e possessivo.Io sono molto possessiva e tu sei mio!"Mi tirò la treccia guardandomi.
"Tuo?Chi l'ha detto,semmai tu sei mia ma io..."Gli pestai un piede e si trattenne dal gridare.
"No!Tu mio,io tua fine della discussione...Poi io sono più grande e ho sempre ragione!Ricordalo!"Mi schioccò ventimila baci tra il collo e la guancia.Era tornato il mio piccolo leone,il mio biondo angelo dolce,e non si preoccupava affatto del giudizio delle persone vicine a noi.
"Dobbiamo scendere!C'è troppa gente..mi rovineranno la cartella con i disegni!"Mi sorrise prendendomi la mano.
"Stai attaccata a me metti la cartellina dei disegni dietro la mia chiena e stammi appiccicata apri io la strada!"Mi guardai attorno.
"Anche Gemma me la spiaccicheranno!"Si alzò sulle punte e allungò una mano.
"Gemmina..attaccati a me!"Lei dal nulla agguantò il braccio di lui serrandovici,non ero affatto gelosa di lei,assolutamente.
"Ci fa da cavaliere!Che carino che sei.."Le sorrisi.
"Non ci fare la bocca è uno stronzo...E' dei gemelli!"Mi guardò come se la sapesse lunga.
"Uuuuh doppia faccia!"Lui boffonchio un vaffanculo a tutte e due e ci aprì la strada verso l'uscita fino a fuori nel marciapiede.Gli rimasi attaccata come una cozza allo scoglio,quando fummo liberi mi staccai per sorridergli.
"Allora piccioncini io vado a prendere l' altro bus!Cu vediamo domani Ila,fammi sapere dell' esame!"Mi diede un bacino e con il suo metro e cinquanta sparì piccola ma veloce.Mi resi conto che tenevo la mano di Marco serratissima.
"Andiamo?"Lo guardai grata di quello che aveva fatto e ci incamminammo per il centro verso la Scuola di Comics.
Inizialmente non ci dicemmo neinte di che,parlammo di che cosa avevamo fatto a scuola,di lui e Sara che fumavano.Mi chiarì che lei era rimasta molto scottata quando l' aveva mollata per motivi non ben precisi,lui la definiva un amica ma da donna e da occhio esterno avevo ben chiaro che a lei qualsiasi uomo sarebbe andato bene a prescindere da Marco.
"Ti devo delle spiegazioni anche di Sabato sera!"Lo guardai mentre attraversacamo la strada senza rendermi conto che era scattato il rosso.Mi strattonò con forza facendomi male per ricacciarmi sul marciapiede.
"Ma cazzo vuoi stare attenta è rosso!"Era seriamente preoccupato,non avevo guardato il semaforo manco ne ne ero resa conto che ci fosse.
"Non l' avevo visto!S..scusa ma non ti arrabbiare cosi!"Mi strinse la mano ancora di più.
"Sei peggio delle bambine,si guarda prima a destra poi a sinistra Ilaria!"Rimasi in silenzio colpevole,fiano a che nons cattò il verde e lui mi precedette camminando.
"Dai....Guarderò meglio lo giuro..Insomma mi devi delle spiegazioni.Con chi hai litigato?Perchè bevi cosi tanto?Mi piace Federico!"Mi guardo perplesso.
"Ho litigato con un altro amico,quest' estate gli ho fatto un bruttissimo tiro.Tu ovviamente non c' entravi nulla ma..."La mia mente in trenta secondi arrivò alla conclusione:Amico,estate,brutta cosa,litigio...
"Ti sei fatto la sua ragazza?"Con occhi spalancati e stupiti mi fissò sbalordito quella bocca tanto bella semi aperta."La tua faccia significa si!"
Asserì con la testa e mi fu tutto chiaro."Marco senti,io lo so che sei stato uno stronzo con le ex non so cosa tu abbia fatto ma in tanti mi hanno detto che ti dovevo lasciare perdere.Me ne è fregato nulla,mi pare di no dato che ti tengo per mano,quindi cosa dovrebbe intaccare questa storia con me?Non penso che tu mi tradiresti mai visto quello che fai per starmi vicino..."Fu come se un arcobaleno colorato pieno di felicità gli si stampasse in viso,si fermò abbracciandomi.
"Scusa ti ho fatta piangere dovevo dirti tutto subito ma ero brillo stavo male ho vomitato pure!"Mi cullò in mezzo alla strada pedonale serrandomi stretta.
"Mi soffochi aiuto!"Rideva felice,finalmente spensierato e libero da quel macigno che aveva dentro.Potevo accettare le ex,potevo accettare questa storia della fidanzata dell' amico,se in cambio mi dava tutto quell' amore incondizionato.E alla fine che mi interessava se andava a ballare,se non stava con me il Sabato,avevo il mio mondo privato in momenti come questi,avevo bisogno di lui.Non del suo passato.
"Ti voglio bene Marco.."Mi baciò i capelli per poi riprendere a camminare.
"Lo so!"
"Io di più..."Mi guardò con gli occhi pieni d' amore.Il suo di più era un "ti amo!"

Uno dei ricordi più felici che mi siano rimasti,ad oggi scrivendo questa parte di "noi" sorrido ancora,ricordo il suo profumo,ogni piccola espressione,quanto quelle cartelle pesassero e quanto nei tuoi occhi quel masso che ti eri tenuto dentro per paura che ti giudicassi,ti schiacciava.Anche oggi,ti direi le stesse cose.Gli errori,li commettiamo tutti.
Non hai mai perdonato i miei di errori,ma in parte ringrazioe che tu non l' abbia fatto.In effetti anche se ho perso altri battiti,oggi,una nuova luce me li ha ridati.Se non mi avessi fatta vivere e cadere,oggi,io non avrei Lui.
Ma questa è un altro capitolo,porta un altro nome,altre sensazioni,lo scoprrirò solo vivendo.
Ma i ricordi rimangono,e a volte mi spezzano.
Con la differenza,che ora posso contare sulle mie forze.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2806946