Eppure il sole splendeva

di vento in tempesta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SGUARDO ***
Capitolo 2: *** DOMANDE ***
Capitolo 3: *** PENSIERI ***
Capitolo 4: *** CONSAPEVOLEZZA ***
Capitolo 5: *** CRESCITA ***



Capitolo 1
*** SGUARDO ***


C’era una bimba dai grandi occhi bruni che guardava il cielo. Ella, seduta su una panchina, sgranocchiava assorta la crostatina al cioccolato che la mamma le aveva dato per merenda e intanto, assorta, fissava l’azzurro sopra di lei.
Qualcosa la turbava.
C’era una luce lassù, fissa in mezzo alle sporadiche nuvolette, che la accecava e la innervosiva.
Saltò giù dalla panchina del parco e ancora col naso all’insù si decise a seguire la babysitter che innervosita la richiamava a gran voce.
“cosa guardi Cam?” chiese Cecilia, la bionda ragazza che da qualche mese la accompagnava nelle sue passeggiate pomeridiane. “è sempre lassù!” Disse la bimba con il viso corrucciato, indicando con il ditino quella cosa luminosa. Cecilia rise e con un tono di superiorità si rivolse nuovamente alla piccola: “ovvio Camilla, il sole non può muoversi a tuo piacimento!” e allungò il passo.  La bimba seguì la sua accompagnatrice di malavoglia. Faceva un gran caldo e si sentiva molto stanca. “tutta colpa sua!” pensava arrabbiata Camilla rivolta all’astro; “si diverte a farmi sudare!” E rivolse nuovamente il viso arrossato al cielo, cercando di guardare quella stella cosi dispettosa. Camilla si era sempre chiesta perché esistesse il sole. Era per colpa sua se in estate al mare doveva cospargersi di quella viscida crema che le impediva di giocare con la sabbia senza che essa le si appiccicasse fastidiosamente addosso. In inverno invece non parliamone. Proprio quando il suo caldo sarebbe servito a qualcosa lui si rintanava dietro alla foschia e neanche a sperarci che donasse un po’ di tepore ai bambini che giocavano sulla neve o agli uccellini che intirizziti dal freddo vagavano per il parco alla ricerca di briciole!
Ogni sera la piccola lo spiava dalla sua finestra e lo vedeva scomparire dietro ai tetti, ma ormai sapeva che al mattino, al suo risveglio, lo avrebbe trovato già alto nel cielo a fissarla, beffardo e immobile. Anche lui di notte andava a dormire … o magari chissà, si nascondeva dietro le montagne lontane per escogitare nuovi scherzi!

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Capitolo 2
*** DOMANDE ***


Salutata Cecilia, Camilla salì i gradini del suo palazzo e venne accolta dalla mamma che, appena tornata dal lavoro, la aspettava sorridente sull’uscio dell’appartamento in cui abitavano. La bambina era ancora molto indispettita. Diede alla mamma un bacio sulla guancia e sempre imbronciata le chiese “perché il sole non se ne va?” La donna la guardò perplessa. Poi ridendo le rispose “e perché dovrebbe andarsene? Sta cosi bene lassù in mezzo al cielo! E poi se non ci fosse non riusciresti ad andare al parchetto a giocare…sarebbe troppo buio!” Ma Camilla non era convinta. “quando la sera mi porti a mangiare la pizza io vedo dove vado, perché ci sono i lampioni! Non mi serve il sole!” La mamma della bambina era stupefatta dalla pronta risposta della figlia. Anche se aveva solo 5 anni era già piuttosto sveglia. “bè…” provò ad aggiungere “..se il sole non ci fosse non potresti andare al mare a nuotare e a giocare con la sabbia, farebbe troppo freddo!” Camilla assunse un atteggiamento pensoso. Gli occhi fissi in un punto imprecisato sul pavimento e il pollice appoggiato sul labbro inferiore, la facevano sembrare proprio una piccola filosofa! Poi all’improvviso ebbe un’illuminazione: con sguardo trionfante guardò la mamma e le urlò eccitata: “bisogna riempire il mare e le spiagge con tante stufe, caminetti e caloriferi! Cosi più nessuno potrebbe avere freddo anche senza sole!! ” La mamma guardò la bambina che, con occhi ridenti, attendeva una risposta. Ma la donna non capì l’importanza che Camilla dava ai suoi bizzarri progetti. Era stata una giornataccia al lavoro ed era molto stanca. Cosi liquidò la figlia con un sorriso e una tenera carezza e si avviò in cucina a preparare la cena. La bimba era molto delusa. Ma era anche molto fantasiosa: prese un foglio e i suoi amati pastelli a cera e, con enorme impegno, continuò a progettare le sue geniali opere.

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Capitolo 3
*** PENSIERI ***


Quella notte fece un sogno strano. Si trovava nel parco e al posto degli alberi c’erano tanti lampioni accesi. Il sole però continuava a splendere indisturbato; Camilla correva nel prato e ad un certo punto, all’uscita di esso, trovava un enorme fune bianca, molto simile a quella che usava all’asilo per saltare la corda. La bimba alzava gli occhi e con grande stupore vedeva che la corda terminava proprio sul sole. Allora ella iniziava a tirare con enorme fatica e, tira e ritira, sentì un sonoro “CLICK” e il sole si spense di colpo, proprio come la lampada a forma di mongolfiera che aveva sul comodino. Al mattino Camilla era di ottimo umore. Visto che il signor sole si divertiva a fare scherzi, decise che lo avrebbe ignorato:non meritava la sua attenzione! Per i successivi tre giorni la bimba si impegnò ad ignorare il caldo fastidioso, la luce che al mattino illuminava la sua cameretta e la svegliava e si ripromise di non guardare mai in alto, anche se quest’ultima cosa le pesò molto poiché il cielo era una delle sue cose preferite.
Eppure il sole continuava a splendere.
Imperterrito continuava ad occupare il cielo e con il suo calore faceva appassire i gerani che c’erano sul balcone della signora Marialuisa. Camilla era arrabbiata. Seduta sulla solita panchina nel parco, guardava Cecilia che poco lontano parlava con un ragazzo e, più lontano, le auto che sfrecciavano sulla strada producendo un trambusto di clacson e motori tale da smorzare quasi completamente l’illusione di essere immersi nella natura. Camilla era una bimba di città. Era cresciuta tra il caos, la fretta e i grigiori della metropoli milanese e non conosceva altra natura se non quella del piccolo parco vicino a casa sua, nel quale durante l’estate si recava quasi giornalmente a giocare. Quando si trovava in quello spiazzo verde e fresco si sentiva più selvaggia, inconsciamente libera da quelle catene invisibili che la legavano ad una realtà cosi poco divertente per una bimba di 5 anni. Le sembrava di essere una di quegli eroi di cui sentiva parlare nelle storielle che la maestra leggeva ai bambini: un giorno era cappuccetto rosso e si perdeva nel bosco, un altro era Alice ed inseguiva un coniglio dagli occhi rosa. Era la fantasia, sua fedele compagna, a guidarla nel mondo. Forse era questo il motivo per cui era tanto arrabbiata con il sole: lui era lassù, in alto in alto, leggero leggero, luminoso e libero. L’astro guardava quell’umanità frenetica e ne rideva. Queste non erano ovviamente le idee della piccola Camilla, mai si sarebbe sognata di fare certi ragionamenti “da grandi”. Era una bimba e, come tale, una creatura teneramente ingenua ed egoista. Ma chissà che nella sua indole non ci fosse già radicato un desiderio di libertà che sfogava inconsciamente proprio sulla cosa a lei più visibile e più lontana.

 

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Capitolo 4
*** CONSAPEVOLEZZA ***


Un giorno il suo desiderio sembrò avverarsi. Era seduta a tavola e stava consumando la cena in compagnia della mamma; come al solito c’era silenzio: la tv era accesa e la donna seguiva in notiziario della sera con estrema attenzione. Camilla era annoiata:raramente quel programma attirava la sua attenzione; spesso parlava di cose che neanche capiva. Ma quella sera la signora in tv disse qualcosa di interessante! Capì soltanto che ci sarebbe stata presto un’eclissi totale e…il sole si sarebbe oscurato! Chiese il significato di quelle difficili frasi  alla mamma che le spiegò che il sole sarebbe stato coperto e quindi sarebbe scomparso per un po’; la bimba senti il cuore riempirsi di gioia! Iniziò a danzare per la casa e fece cosi tante giravolte che per poco non cadde a terra; la mamma la guardava come se fosse diventata matta!
E la donna, che aveva un cuore buono e amava tanto la figlia, le promise di portarla fuori città cosi che la giornata dedicata al fenomeno astronomico diventasse ancora più speciale.
E fu cosi che il sabato prestabilito arrivò. Il tempo era mite e, neanche a dirlo, assolato. Dopo un’oretta madre e figlia raggiunsero la campagna. Per tutto il viaggio Camilla aveva parlato e cantato ininterrottamente: non si era mai vista una bambina cosi raggiante! Il paesaggio in cui si trovavano lasciò la piccola senza parole. Non pensava potessero esistere parchi cosi grandi! Alberi grandissimi, erba e campi a perdita d’occhio: le sembrava di essere finita in uno dei libri di avventure della maestra Silvia!
Quello che provò in quel boschetto cambiò l’intera sua vita. Respirando l’aria pura, Camilla scoprì la natura. Per la prima volta la madre vide sua figlia felice: la piccola era incantata, docile preda di magiche emozioni mai provate prima. Ogni grigiore, ogni noia sembrava scomparsa dal suo viso: persino il sole sembrava ora lontano, e con la bimba giocava a nascondino tra gli alberi.
Ma ecco che ad un tratto il sole iniziò ad oscurarsi: l’eclissi stava iniziando! Ma Camilla si era completamente dimenticata del sole, dell’eclissi e di tutto il resto. Stava ascoltando rapita il cinguettio degli uccellini che si mischiava al frinire delle cicale, e quando la mamma la chiamò fu quasi seccata dal fenomeno astronomico.  E li, in mezzo al verde, la bimba assistette alla sua prima eclissi. In braccio alla mamma osservò con il naso all’insù il sole che piano piano si nascondeva dietro alla Luna.

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Capitolo 5
*** CRESCITA ***


Camilla si stupì: vedere il sole scomparire non la rese felice, anzi! Il buio calò silenzioso per qualche istante e gli animali, confusi, tacquero.  Anche la bambina era silenziosa: un pensiero prese forma nella sua fervida mente. E pensò che un mondo senza sole non le piaceva per niente. Senza di esso non poteva ammirare il bosco, né tantomeno il cielo di cui era tanto innamorata. E poi…come aveva fatto a non pensarci! Quando non c’era il sole c’era la pioggia..quella si che era noiosa! Ricordò il monotono picchiettio delle gocce sui vetri e la voglia di uscire.  Quel giorno Camilla divenne amica del sole. Capì che, anche se era un po’ burlone, in fondo era gentile ad illuminare tutta la Terra senza mai riposarsi neanche un po’. Quella bimba cosi semplice scoprì l’importanza di una cosa nel momento in cui la perse di vista. Troppo spesso accade infatti, che ci si accorga di quanto un gesto, un oggetto, una persona ci stia a cuore solo nel momento in cui esso è irrimediabilmente perduto. Fortunata fu Camilla, che vide poco dopo ricomparire il signor sole e, piena di gioia, poté salutarlo a gran voce.
La speranza è che la bimba crescendo impari a riconoscere quali sono le cose che si danno per scontate ma che se sparissero le lascerebbero un vuoto nell’anima.
Sono passati tanti anni da quando Camilla è diventata amica del sole: la ragazza ora sogna di diventare una fiorista e ha sul davanzale della sua finestra tanti fiori colorati che crescono grazie alla luce di quell’astro un po’ dispettoso ma tanto buono. Spesso si allontana da Milano per trascorrere qualche ora nei boschi, in mezzo a quella natura che ancora oggi la fa sentire in una specie di favola.
Cammina di buon passo Camilla, in mezzo alla metropoli. La sua storia si fonde a quelle di molte altre anime che, tutte insieme, viaggiano verso l’orizzonte. Ad accompagnarle nel cammino, un amico fidato.
Il Sole, che continuava  e continua a splendere.

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