La mia nuova vita: parte seconda (sospesa temporaneamente)

di Chicca15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ***
Capitolo 2: *** Iniziano i guai ***
Capitolo 3: *** Un compleanno finito male ***
Capitolo 4: *** Rapimento ***
Capitolo 5: *** Trasformazione ***
Capitolo 6: *** Avere una famiglia ***
Capitolo 7: *** "Ricordo tutto" ***
Capitolo 8: *** Finalmente uniti ***



Capitolo 1
*** Ritorno ***


~~ Angoletto autrice: ciao miei amati killer e ben tornati a una nuova storia insieme alla nostra Rebecca e alla sua numerosa famiglia!
Vorrei solo precisare che ci sarà un * piccolo * cambiamento, infatti non sarà Rebecca a raccontare, ma i suoi figli:
Francesco e Alessandro, perché questo sequel si basa molto su di loro e mi sembrava corretto che lo raccontassero di persona.
Il primo capitolo lo descriverà Francesco. Detto questo, vi auguro una buona lettura!

Erano le sette del mattino, da come avrete capito io ero un tipo a cui piaceva molto alzarsi presto e fare ginnastica prima di pranzo.
Mi alzai e mi diressi verso il bagno, mentre mi lavavo sentì uno spiffero attraversarmi il corpo,
come al solito mio fratello aveva lasciato la finestra aperta, ed io avevo solamente i boxer.
Chiusi la finestra sbuffando e uscì dal bagno.

Non mi ero nemmeno pettinato, i miei capelli castani svolazzavano da tutte le parti, camminai dirigendomi verso l’armadio,
presi una canotta di colore nero, dei jeans a vita bassa e delle scarpe anch’esse nere e uscì dalla stanza.
Scesi pian piano le scale cercando di non fare rumore e presi un mazzo di rose,
per la precisione uno della collezione di Nina, tanto ne ha centinaia,
uno in meno che differenza fa? E poi era per una buona causa.

Uscì e mi diressi verso il retro della casa, proprio lì c’era una piccola tomba con sopra un mazzo di fiori secchi,
mi avvicinai e al posto di quei fiori appoggiai le rose.
: “Ciao mio piccolo amico, non posso credere che sia già passati tre anni da quando te ne sei andato, eri il mio unico amico, ed ora che non ci sei più, che farò?”
Se non avete ancora capito, Smile il cane di mio padre, anche se in un certo senso è di tutta la famiglia, ci ha lasciati,
è successo in circostanze naturali.
Tutti sono riusciti ha farsene una ragione, perfino mio padre.
Ma io no, era stato il mio migliore amico da quando sono nato e gli volevo bene più di chiunque altro nella famiglia,
anche gli altri gli volevano bene, ci mancherebbe, ma io più di tutti.

Mi alzai e tornai in casa asciugandomi piccole lacrime che scendevano dai miei occhi grandi e castani. 
Una volta dentro mi diressi verso la cucina, presi del latte, lo scaldai e lo versai nella ciotola insieme ai cereali,
poi presi delle fette biscottate e le coprì di nutella.
Mangiai la mia colazione di gusto quando sentì un rumore provenire dalla porta, mi girai, era solo mio fratello Alessandro, era ancora in pigiama,
i capelli castani erano spettinati e strisciava i piedi facendo un rumore incredibile.

: “Sei andato a trovarlo?” mi chiese ancora assonnato
: “Sì, dovresti farlo anche tu, ma prima dovresti vestirti decentemente” gli risposi io.
Lui per tutta risposta sbuffò e prese il cucchiaino immergendolo nel barattolo di nutella
: “Devi proprio mangiare così? C’è anche il pane sai” gli dissi con un po’ di rimprovero
: “Che palle che sei Fra, sei proprio come la mamma e dire che una volta eri diverso” mi disse sbuffando
: “Sono solamente cresciuto, cosa che dovresti fare anche tu, ormai abbiamo ventitré anni” gli risposi con sguardo severo.
Lui mi fece la linguaccia e uscì dalla cucina.

Ma perché era così immaturo? Perché??
Scossi la testa e rimisi tutto a posto, mi girai a guardare l’orologio, le otto,mi venne l’idea di andare ad allenarmi.
Mi diressi verso la porta ma qualcosa attirò la mia attenzione, fuori dalla finestra vidi nei cespugli due piccoli occhi rossi e un sorriso malvagio,
mi vennero i brividi, strinsi gli occhi per vedere meglio, ma quegli occhi rossi come il sangue erano spariti, rimasi un attimo allibito,
a risvegliarmi, però, fu un botto assordante provenire dal salotto e una voce che urlava : “Alessandro!!!”…

 

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Capitolo 2
*** Iniziano i guai ***


• POV : Alessandro
Erano le otto meno dieci ed io mi alzai pigramente dal letto,
mi stiracchiai facendo scrocchiare le ossa della schiena e con la coda nell’ occhio guardai il calendario,
1 luglio, la data di morte del piccolo Smile.
Stranamente non sono mai piaciuto a quel cane, ogni sacrosanta di volta che mi avvicinavo,
lui si metteva subito a ringhiare, invece con mio fratello si lasciava pure coccolare, è certo,
perché mio fratello era il prediletto, il più maturo, anche se abbiamo la stessa età, tutti lo adorano,
lo detesto, soprattutto quando prova a farmi la ramanzina, chi si crede di essere??

Uscì trascinando i piedi e mi diressi verso la cucina, mentre scendevo le scale vidi che mio fratello era appena rientrato,
di sicuro era andato a salutare il suo “migliore” amico, aspettai che entrasse in cucina e dopo qualche minuto entrai anche io.
E lo vidi, già pronto a farmi la predica come sempre, mi sedetti e chiesi : “Sei andato a trovarlo?”
: “Si, dovresti farlo anche tu, ma prima dovresti vestirti decentemente” rispose guardandomi severo, eccolo che parte!
Sbuffai e con in mano il cucchiaio cominciai a mangiare la nutella, la mia unica amica :3.
Ed ecco il “cocco di mamma”che mi rimprovera per come mangio,
in poche parole gli dissi che era un rompipalle e lui mi rispose che era soltanto “cresciuto”
… certo … sogna pure, gli feci la linguaccia e uscì.

Improvvisamente però sentì una voce che diceva : “Alessandro … Alessandro”, mi guardai intorno, ma non vidi nessuno
: “Vieni con me, vieni come … ti porterò lontano da questo posto, dove nessuno ti capisce”.
Presi ad agitarmi, chi cazzo stava parlando?? E cosa voleva da me??
Mentre cercavo di calmarmi cominciai a vedere rosso, come se mi stesse colando sangue dagli occhi
: “Che mi succede? Mi gira la testa …”, presi a dondolare e caddi a terra privo di sensi,
ebbi solo il tempo di sentire la voce di mia madre che urlava il mio nome …

• 2 ore dopo
: “Che è successo? Ahi la testa … mi gira tutto”, cercai di mettere a fuoco e capì che ero sdraiato sul letto della mia stanza
: “Tesoro stai bene? Sei svenuto e hai dormito per più di due ore”, cercai di alzarmi, ma ebbi un altro mancamento
: “Tesoro non devi sforzarti, rimani  sdraiato e riposa ancora un po’, io vado a prenderti qualcosa da bere”.
La vidi uscire, era visibilmente preoccupata, aveva il viso molto pallido e quando parlava gli tremava la voce.
Mi sedetti sul letto massaggiandomi la testa dolente : “Ma di chi era quella voce? Come faceva a sapere il mio nome?”,
a risvegliarmi da quei pensieri fu la porta che si apriva lentamente, mi girai, mio padre, perfetto : “Come stai?” chiese freddamente.
: “Abbastanza bene, mi fa ancora un po’ male la testa però” dissi : “Ok, se hai bisogno io ci sono” e  chiuse la porta, mio padre era sempre stato così,
freddo, insensibile, non lasciava trasparire un minimo di emozione, ovviamente solo con me.
Mi lasciai cadere sul letto e pensai ancora a quelle parole “Vieni con me, vieni con me … ti porterò lontano da questo posto, dove nessuno ti capisce”, 
scossi la testa e chiusi gli occhi addormentandomi subito …

• Angoletto autrice: ed eccoci a un nuovo capitolo! A quanto pare un nuovo pericolo attende la nostra famiglia, che cosa succederà ora? Lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo, a presto!
 

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Capitolo 3
*** Un compleanno finito male ***


• Il giorno dopo

POV: Francesco
“Chissà perché ieri Alessandro è svenuto così, di punto in bianco” pensavo tra me e me,
“che centri qualcosa con quello che ho visto io poco prima?”
… scossi la testa e uscì dalla stanza, non c’era tempo per pensare a quello :

“Psst … Francesco vieni! Stanno arrivando” disse Nina da dietro la porta della cucina,
diciamo che col tempo era diventata ancora più carina, si è tagliata i capelli,
adesso gli arrivano sulle spalle e in più se lì è anche piastrati e scuriti, dopo questa attenta riflessione ,
lentamente entrai anche io.

Diciamocelo,  anche se la cucina era enorme e quando dico enorme intendo grande quanto due stanze,
si riusciva comunque a stare un po’ stretti, colpa di Slendy, negli ultimi tempi era piuttosto “ingrassato”,
ma guai a chi glielo faceva notare.
Jane si avvicinò all’interruttore e spense la luce, anche lei si era fatta ancora più carina, si era schiarita i capelli,
ma li aveva lasciati sempre cortissimi, devo dire che (purtroppo) il seno gli si è un po’ rimpicciolito, colpa dell’età.
Aspettammo qualche minuto, ma sembrò un’eternità e poi c’era una puzza lì dentro,
qualcuno non si lavava da almeno una settima e il mio naso lo percepiva bene.

Sentimmo la porta aprirsi lentamente, in tempo di record ci alzammo e gridammo mentre la luce si accendeva
: “AUGURI Lisa e Derek!!!”,  i due festeggiati rimasi sbigottiti mentre un sorriso enorme si faceva largo sui loro volti,
Lisa e Derek (per chi non lo sapesse) sono i figli (gemelli ovviamente) di Jane e Laughing.
Oggi compiono sette anni, hanno tutti e due i capelli scuri ,
Derek li tiene corti, corti come la madre, mentre Lisa li ha lunghi fin sotto il sedere, Lisa ha gli occhi scuri, Derek più chiari.

La festa iniziò in giardino (se così si può chiamare una foresta enorme piena di belve pronte ad ucciderti -.-),
era stato decorato con striscioni colorati con sopra i nomi dei due festeggiati,
palloncini e un tavolo lunghissimo rivestito con una tovaglia luminescente e con piatti e bicchieri per tutti.
C’erano anche un sacco di giochi, per esempio “attacca la testa al cadavere”,
“battaglia di sangue con le pistole giocattolo” e infine il più bello
… “pignatta di organi dolci”, cucinati da Slendy.

Quando si fece mezzanotte la festa si spostò in salotto, era stato decorato appositamente per creare suspence,
le pareti erano state rivestite con carta piena di disegni inquietanti,
gli striscioni erano neri e bianchi e i pupazzetti attorno avevano gli occhi rossi e il sangue alla bocca.
Quella sera toccava a mio padre raccontare una storia horror, improvvisamente, però, cominciai a vedere rosso,
mi girai verso lo specchio della camera e vidi un mostro alto almeno 2 metri con la pelle rossa e le corna,
gli occhi erano identici a quelli del giorno prima.

Cominciai a sudare freddo, dopo poco la figura scomparve e comparve al suo posto un nome scritto col sangue a caratteri cubitali “ZALGO”,
non conoscevo nessuno con quel nome. Tornai a guardare gli altri e notai che TUTTI avevano gli occhi come i suoi,
indietreggiai lentamente, mio padre si alzò e mi strinse per le spalle, da quando era così forte?
Intanto le pareti della stanza cominciarono a grondare sangue e tutta la mia famiglia contemporaneamente cominciò a dire
: “Francesco, Francesco … vieni, porta con te tuo fratello, sarete felici con me” ,
dai miei occhi iniziò a colare sangue caldo e gridai con tutta la forza che avevo
: “NO! NO LASCIAMI, NON VERRO’ MAI CON TE CHIUNQUE TU SIA!!!” e svenni con le lacrime agli occhi …

• Angoletto autrice: FERMI VOI! Vi chiedo scusa se è così pieno di suspence, ma non ci posso fare niente
* schiva un piatto di spaghetti al sugo * ho chiesto scusa! * gli arriva in piena faccia un piatto di purè e carote *
smettetela di tirarmi cibo! * schiva un’anguria per un pelo * … dovrò farmi una doccia -.-

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Capitolo 4
*** Rapimento ***


•  POV:  Alessandro :  quattro del mattino
 “ Vorrei tanto sapere che cosa sta succedendo, prima io, poi mio fratello”,
erano passate quattro ore da quando mio fratello era svenuto strillando come una femminuccia,
per qualche strano motivo non riuscivo a prendere sonno, così mi alzai e mi diressi verso il bagno,
accesi la luce e mi guardai allo specchio.

“Cavolo … sembro uno scappato di casa” pensai tra me e me,
avevo i capelli tutti scompigliati e il pigiama
(se così si può definire dato che dormivo con SOLO una canotta … tranquilli,
alla mattina me li metto i boxer :3)
si era attorcigliato tutto e si potevano vedere i muscoli scolpiti.

Mi risciacquai la faccia e uscì dal bagno spegnendo la luce,
mentre mi dirigevo al letto inciampai nell’ enorme “montagna” di vestiti in mezzo alla camera
: “Dovrei metterli a posto … prima o poi …”,
un po’ dolorante per la botta mi rialzai e mi buttai come un sacco di patate sul letto.
Stavo per riaddormentarmi quando sentì una voce familiare …

• POV : Francesco
: “Che male alla testa, ma che cavolo è successo?” dissi con un filo di voce nel buio della camera,
dolorante mi alzai e accesi la luce della lampada che c’era sulla scrivania
: “Ora ricordo … ero in salotto e improvvisamente tutto è diventato rosso
… dovrei smetterla di mangiare i dolci di Slendy”.

Mi diressi verso il bagno, accesi la luce e con il bicchiere in mano bevvi un sorso d’acqua fresca
: “Ci voleva proprio … chissà se mio fratello sta bene, ora vado a controllare”.
Uscì silenziosamente dal bagno e mi diressi verso l’uscita della mia camera,
quando improvvisamente sentì una voce familiare.

• POV: Zalgo
: “Francesco … Alessandro … venite da me” dissi con la mia solita voce spettrale,
aspettai qualche minuto, poi finalmente li vidi, erano proprio belli, perfetti per il mio piano hihihihi”
Erano completamente ipnotizzati dal mio incantesimo, si capiva dai loro occhi vuoti e assenti
: “Avanti miei schiavi, passate attraverso il varco, ci siete quasi” dissi sinistramente,
improvvisamente un’ urlo squarcio il silenzio che si era creato.

: “MERDA! Siete voi, Eyeless, Toby e Mashy, a quanto vedo siete invecchiati, avete i capelli un po’ bianchi hihihi”
: “Certo perché tu sei bello? Ciccione con le corna!!” urlò Toby : “Cosa hai osato dirmi!?
Ah … poco importa hihihihi ormai sono praticamente passati!” e puntai il dito verso i miei due nuovi schiavi.

: “Figlioli!! Pezzo di merda!!” urlarono insieme Rebecca  e Jeff  che erano appena arrivati di corsa : “Oh … finalmente conosco i genitori,
Jeff con quei muscoli poco scolpiti che ti ritrovi fai proprio ridere hihihi …
tu invece Rebecca … sei sempre stupenda!  … Oh …
ora devo andare … a mai più … creepypasta family hihihi”
e entrai insieme a gli altri due nel portale che si richiuse alle mie spalle …

• Angoletto autrice: ed eccomi qui dopo aver tolto quelle schifezze che mi avete lanciato nel terzo capito-
* schiva un pomodoro * … ma insomma!
E’ una storia suspence è ovvio che ci sia suspence! * schiva un cetriolo marcio * … ci rinuncio di nuovo -.-

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Capitolo 5
*** Trasformazione ***


• Angoletto autrice:
allora … MI SPIACE UN CASINO PER IL RITARDO DEL CAPITOLO!
Quindi chiedo scusa se ho fatto arrabbiare qualcuno, in poche parole è iniziato il liceo ed io esco tutti i giorni alle due,
tranne il sabato che esco a mezzogiorno, poi con i compiti e tutto non sono più riuscita a scriverlo, chiedo ancora scusa ...
mi perdonate? Detto questo, vi auguro buona lettura!

PS: se siete piuttosto suscettibili “NON LEGGETELO” , lettore avvisato mezzo salvato.

• POV: Alessandro
“Ma … che cosa mi è accaduto?”, pensai tra me e me, era tutto buio,
sentivo un male alle braccia e a tutto il corpo, la testa mi girava e sentivo odore di sangue e organi freschi.
Di colpo intravidi una figura alta e grossa che si avvicinava a me,
si sedette su di uno sgabello e prese in mano “qualcosa”, purtroppo non riuscì a vedere di cosa si trattava.
Impugnò l’arnese e con un colpo secco lo conficcò nel mio petto
: “AHHHH!!!!” urlai a squarciagola, la figura prese un tovagliolo e me lo conficcò in bocca impedendomi di urlare,
cercai di liberarmi ma “qualcosa” mi teneva ben stretto.
: “Shhh, non urlarle piccolo, tra poco sarà tutto passato e ti unirai a tuo fratello, hihihi”. 
 
A quelle parole la paura aumentò, che cosa era successo a Francesco??
Sentì la lama che scendeva piano, piano fino ad aprirmi completamente,
il dolore era terribile, lacrime di sangue colavano dai miei occhi.
: “Basta!! Abbi pietà!!!” implorai tra le lacrime : “Pietà? Hihihi, sciocchino … io non conosco la pietà!”
dopo aver pronunciato quelle parole si staccò il corno dalla testa e me lo conficcò dritto nel cuore.
Sgranai gli occhi, incapace di emettere alcun suono, il veleno si stava impossessando del mio corpo.

Cominciai a vedere rosso e finalmente il dolore cessò : “Allora … chi sono io?” : “Il- mio – padrone”
dissi involontariamente con voce robotica : “Giusto, mi chiamo Zalgo e sono il tuo padrone … ripetilo!”
: “Sei – Zalgo – e sei – il – mio – padrone”, Zalgo sorrise e riprese a cucirmi per richiudere la ferita,
che ormai aveva fatto un lago di sangue.
Mi slegò i polsi e finalmente fui libero : “Guardati allo specchio mio schiavo,
sei molto più bello, adesso, hihihi”ancora traballante mi avvicinai allo specchio,
di colpo la luce si accese e vidi quello che ero diventato insieme a qualcun altro  …

• POV: Francesco * venti minuti prima *
La stanza era buia ed io ero legato ad una sedia con le braccia dietro alla schiena
e le gambe a quelle della sedia,
di colpo vidi una figura sedersi davanti a me,
cercai di parlare ma non uscì una sola sillaba dalle mie labbra, la figura rise sadicamente
e prese un’ arnese piuttosto grosso.

Con un colpo secco mi aprì formando una croce, cercai di urlare, ma di nuovo non uscì nulla,
le lacrime presero a scendere copiose sul mio volto.

La figura prese un’altro arnese, questa volta più piccolo,
con una velocità mai vista prima me lo conficcò nell’ occhio e lo staccò via.
Con l’unico occhio rimasto vidi che teneva l’altro nella mano ridendo e sghignazzando come un matto.

Lo gettò via e prese una fascia per coprirmi il buco, dopodiché si staccò il corno e me lo conficcò dritto nel cuore,
di colpo non sentì più dolore, mi ricucì e mi slegò.
: “Allora … chi sono io? Scrivilo!” disse con superiorità,
mi diede un foglio stropicciato e una matita ormai consumata totalmente,
in fretta scrissi “Tu - sei - il – mio - padrone” : “Molto bene, mi chiamo Zalgo e sono il tuo padrone!”, di nuovo scrissi
“Ti – chiami – Zalgo – e – sei – il – mio – padrone” : “Benissimo, ora andiamo da tuo fratello, hihihi” …

• POV: Zalgo
: “Allora ragazzi, vi piacete?” chiesi trattenendo una risata,
devo ammettere che li avevo resi davvero “bellissimi”, 
Alessandro (il mio preferito) lo avevo ricoperto di cicatrici con la mia iniziale,
gli avevo fatto un’ altra cicatrice che partiva dal petto e finiva sulla pancia
e sulle guance gli avevo fatto dei cerchi come quello di “Saw”.
 
Invece a Francesco gli avevo fatto una grande “X” dal petto alla pancia,
gli avevo tolto un’ occhio e gli avevo cucito la bocca in un sorriso come “Jack Skeletron”

: “Rispondete!” pronunciai scandendo le lettere : “Si – maestro” risposero all’unni solo
: “Bene, adesso sono IO la vostra famiglia! HIHIHI!! HIHIHI!!!” …

• Secondo angoletto autrice: dunque ...
i nostri protagonisti sono diventati gli schiavi del nostro grande (e soprattutto) coglione Zalgo! …
scommetto che molte/ti di voi vorranno trucidarmi adesso, ma state tranquilli/le, tutto si risolverà. 
Al prossimo capitolo!

PS: da come avrete notato ora il rating è arancione, proprio perché da questo capitolo le scene saranno più forti.
 

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Capitolo 6
*** Avere una famiglia ***


·        Angoletto autrice: ciao a tutti, allora in questo capitolo nella prima parte sarà Rebecca a raccontare, nella seconda Zalgo, buona lettura!

·        POV Rebecca

Camminavo su e giù per il salotto torcendomi le mani, non era possibile,
non poteva essere vero, anche se erano passati tanti anni io non riuscivo ancora a crederci,
ma almeno finalmente tutto era pronto.

 Corsi in giardino, tutti erano disposti in cerchio ma … mancava una persona : “Dov’è Jeff?” chiesi decisa,
tutti mi fissarono tristemente, rientrai in casa piena di rabbia, corsi su per le scale e diedi un calcio alla porta della camera mia e di Jeff
: “PORCA P*****A JEFF! SONO I NOSTRI FIGLI! COME FAI A STARTENE SEDUTO SENZA FARE NIENTE??”
urlai mentre lacrime calde scendevano dal mi viso.

Lui si alzò e cominciò a guardarmi senza dire una parola, la mia rabbia crebbe : “INSOMMA!! ALMENO PARLA!
PERCHE’ DEVI SEMPRE COMPORTARTI COSI’?! … DI’ QUALCOSA CAZZO!” gridai in preda al dolore,
lui veloce come un fulmine mi abbracciò stretta.

: “Credi veramente che  non soffra anch’io? So che non lo mostro sempre ma …
io amo i miei figli, amo la mia famiglia e amo te …
e ucciderò quel bastardo che ha osato portarmeli via!” disse deciso.

Io lo guardai tristemente e lo abbracciai di nuovo : “Ti amo” dissi : “Ti amo anch’io” rispose lui,
ci staccammo e uscimmo dalla camera dirigendoci verso il giardino,
una volta fuori ci unimmo al gruppo e all’ unni solo pronunciammo

: “Oh regno degli inferi, apriti e mostra la tua faccia!”, pochi secondi dopo la porta che portava al regno di Zalgo,
si aprì, uno ad uno entrammo, ma quello che ci aspettava non era nemmeno immaginabile …

 

·        POV Zalgo:

Erano passati tanti anni da quando avevo avuto finalmente la mia famiglia, quello era stato il mio piano fin da subito …
avere una famiglia, ma non mi ritenevo ancora soddisfatto, mi ci voleva una moglie e sapevo benissimo
chi sarebbe stata perfetta per quel ruolo hihihi …

: “Padre! Finalmente riesco a trasformarmi!!” esclamò Alessandro, aveva ventotto anni,
ma si comportava come uno di quindici, sorrisi (cosa strana per me) e mi avvicinai a lui dicendogli: “Mostramelo!”.

Lui ricambiò il sorriso e si mise in posa, aspettai qualche minuto poi intravidi che cominciava a mutare,
la pelle prese un colore rosso con cicatrici nere, gli spuntarono sulla testa due corna argento, le unghie diventarono artigli anch’essi argento
e i canini divennero appuntiti, sulla schiena gli spuntarono due ali nere con riflessi argento, infine gli occhi divennero piccoli e neri.

Io rimasi meravigliato, era raro che un’ umano imparasse così in fretta a mutare : “Bravo figliolo! Sei grande!” dissi e lo abbracciai, lui ricambiò e disse
:“Ti voglio bene papà”, io sorrisi : “Anche io figliolo … dov’è tuo fratello?” chiesi dubbioso : “Si sta allenando padre”
rispose e mi indicò il preciso luogo dove si trovava Francesco.

Mi staccai da lui e andai dall’ altro, una volta arrivato vidi che stava trasportando un masso grande quanto una casa
: “Figliolo … non serve che ti sforzi così tanto” dissi, lui lanciò il masso che finì dall’altra parte e soddisfatto mi disse
(parlando nella lingua dei segni) : “Tranquillo padre, finalmente sono forte come te!”.

Rimasi spiazzato da quella frase, voleva essere come me? Io sinceramente avrei voluto essere qualcun' altro nella vita,
ma mio padre aveva già deciso il mio futuro, lo guardai e dissi : “Vieni, andiamo da tuo fratello”,
proprio in quel momento , però, vidi la creatura che avevo amato fin da subito …

·        Angoletto autrice: lo so, lo so  è corto, ma state tranquilli/le, stasera pubblicherò il prossimo che sarà più lungo e avvincente

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Capitolo 7
*** "Ricordo tutto" ***


·        Angoletto autrice: Ciao a tutti! Prima di tutto mi dispiace di non aver aggiornato prima, il fatto è che … ispirazione zero,
quindi mi sarebbe uscita una cagata, detto questo buona lettura!

·        PS: QUESTO CAPITOLO CONTINENE ALCUNE TEMATICHE SESSUALI, OVVIAMENTE NON TROPPO RUDI,
MA POTREBBERO TURBARE QUALCUNO, QUINDI NON LEGGETELO SE NON NE SIETE SICURI.

·        POV Rebecca: poco prima

Avevamo appena messo piede in quel posto e già mi erano saliti i brividi lungo la schiena, sentì un grande bruciore ai piedi …
come avevo immaginato la terra era composta di lava incandescente, faceva male, ma era sopportabile.

L’aria era irrespirabile, infatti tutti cominciammo a tossire ininterrottamente, faceva molto caldo,
era come stare in una fornace, da alcune rocce usciva del fumo nero … questo perché non erano rocce qualsiasi,
ma vulcani pronti a esplodere da un momento all’ altro.

Gli abitanti che ci vivevano erano umanoidi, il loro corpo era pieno di cicatrici,
la testa e tutto il resto sproporzionato, i denti marci e gli occhi piccoli e iniettati di sangue.

Il primo a parlare fu Slendy che propose: “Ragazzi, dividiamoci, ognuno vada per la sua strada, se qualcuno è nei guai, urli a squarciagola” …
allora, so di essere ormai adulta e di non dover più fare scenate … MA CAZZO, CHE PIANO DI MERDA ERA!?
Insomma, possibile che OGNI volta che c’è una situazione di pericolo arriva il “genio” che dice “dividiamoci”??  
Ovviamente tutti acconsentirono … giuro che oggi ammazzo qualcuno e non scherzo!

Jeff vide chiaramente che ero preoccupata, mi si avvicinò e baciandomi sulla guancia mi assicurò che sarebbe andato tutto bene,
ma la sfiga mi perseguita, quindi non andò bene, decisamente no …

 

Camminavo da un po’ di minuti quando vidi qualcuno di familiare, mi avvicinai di più nascondendomi dietro a uno dei vulcani,
il personaggio si avvicinava sempre di più e per poco non ebbi un colpo al cuore … quello era Francesco!
Ma cosa gli era successo? Perché l’avevano ridotto così??

Dietro a lui vidi Zalgo, adesso sì che ero incazzata, aspettai che Francesco se ne fu andato e voltai lo sguardo verso di lui,
ma non c’era già più, strano molto strano, un minuto fa era lì, mentre lo cercavo con lo sguardo tutto si fece buio …

Mi risvegliai dentro una stanza buia, cercai di muovermi, ma era tutto inutile, ero legata strettamente da delle catene,
mi accorsi che ero messa a gambe divaricate, le braccia dietro la schiena e soprattutto … ero senza vestiti!!

: “Ma che cazzo?” dissi prima di sentire un rumore di passi che si avvicinava, non riuscivo a capire chi o cosa si stesse muovendo,
l’ombra si sedette delicatamente su di me e disse dolcemente : “Eccoti qui, amore mio” sgranai gli occhi, quello che stava parlando era … ZALGO!

Che cosa voleva farmi? Prima che potessi rispondere sentì le sue labbra posarsi sulle mie e le sua mani sfiorare il mio seno,
sentì un brivido e strinsi gli occhi, la sua lingua viscida esplorava beatamente la mia bocca.

Quando si staccò per riprendere fiato cominciò a darmi piccoli baci e carezze su tutto il corpo
: “Smettila! Io non appartengo a te!!” smise di fare il suo “lavoro” e disse tranquillamente
: “Oh sì che mi appartieni tesoro” improvvisamente sentì un dolore acuto dalle parti intime, cercai di non urlare, non volevo concedermi a lui.

Il dolore si faceva sempre più forte, mi morsi le labbra cercando di trattenermi in tutti in modi,
intanto lacrime salate rigavano il mio volto, lui in tanto continuava a compiere il suo sporco lavoro,
ma non riuscì a finire perché sentimmo un rumore assordante da lontano,
lui si girò verso di me e avvicinò la sua bocca al mio orecchio sussurrandomi
: “ Tranquilla amore mio, torno subito” detto questo si alzò e andò a controllare che tutto fosse apposto.

Io rimasi lì seduta, mi sentivo sporca e impotente, sentì di nuovo dei passi,
ma questa volta erano passi diversi,
l’ombra si avvicinò a me e quando fui in grado di vederla bene tirai un sospiro di sollievo …

·        POV Alessandro:

Mi ero incamminato verso la stanza di mio padre quando sentì degli strani rumori e ciò che vidi mi fece raggelare il sangue,
non sto a descrivere nei particolari che cosa stava compiendo il mio presunto padre, ma quando vidi la ragazza sotto di lui, ricordai tutto …

 Ricordai il modo in cui ci aveva portati via dalla nostra VERA famiglia, il modo in cui ci aveva trasformati e resi suoi,
il modo in cui tolse la parola a mio fratello cucendogli COMPLETAMENTE la bocca in modo che non potesse più parlare.

Ricordo i giorni in cui si chiudeva in camera per imparare la lingua dei segni
e le notti che passava a piangere senza capire il perché di tutto ciò.
Poi arrivò il giorno in cui Zalgo, stanco del nostro dolore, ci portò via i ricordi più belli,
ma adesso ricordo tutto e lui me la pagherà molto cara.

Stanco di quella visione orrenda, presi un’ arnese piuttosto pesante e lo lanciai lontano, in modo che lui sentisse il rumore e andasse a controllare,
mi nascosi e aspettai qualche minuto, prima di vedere quello sporco individuo allontanarsi dalla camera.

Quando finalmente si fu allontanato abbastanza entrai nella camera e mi avvicinai a mia madre,
mi spezzò il cuore vederla in quello stato, lei alzò lo sguardo e appena mi vide tirò un sospiro di sollievo, era il momento di agire …

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Capitolo 8
*** Finalmente uniti ***


• Angoletto autrice: Ed eccomi qui!
Non c’è molto da dire su questo capitolo,
solo che sarà molto emozionante e (forse) vi farà versare qualche lacrima,
buona lettura!

• POV Jeff
Camminavo da almeno mezz’ora e per qualche motivo, sentivo un vuoto dentro di me,
come se mi mancasse qualcosa. Mi sedetti, i piedi mi facevano molto male
e avevo il terrore che qualcosa fosse accaduto alla mia famiglia.

Mentre rimuginavo su tutto questo, sentì dei passi,
mi misi in posizione d’attacco e quando vidi chi era l’artefice di quel rumore,
persi un battito.

: “Francesco? No, non puoi essere davvero tu!” dissi con occhi sgranati,
lui mi guardò con aria interrogativa e si mise a gesticolare
: “Ma che cosa stai facendo?” chiesi stupito,
allora lui tirò fuori un artiglio e cominciò a incidere delle lettere sulla pietra.

Mi avvicinai a lui e lessi mentalmente “Chi sei? E come sai il mio nome?”
mi voltai verso di lui e gli chiesi : “Perché non parli?” lui scrisse velocemente
“Perché sono muto, sono così dalla nascita”.

Sgranai gli occhi e dissi cercando di mantenere la calma : “No, non è vero, tu sapevi parlare”
continuò a fissarmi e scrisse “Tu che ne sai? Manco ti conosco” cominciarono a pizzicarmi gli occhi e dissi
“Lo so perché … sono tuo padre!” mi fissò stupito e scrisse “Come sarebbe? Mio padre è Zalgo”
: “No, sono io, Zalgo ti ha mentito”.
Vidi che cominciava a fremergli la mano e di nuovo scrisse “Dimostramelo”, 
allora io iniziai a cantare la ninna nanna che avevo composto per lui e Alessandro

: “Go to sleep little baby ,
do only beautiful dreams ,
do not cry little baby ,
your father is here with you ,
now go to bed and transported into the world of dreams … ”.

Quando finì di cantare alzai gli occhi e vidi che stava scrivendo “Padre”,
mi lanciai verso di lui e lo strinsi tra le mie braccia
accarezzandogli teneramente la testa,
sentì che singhiozzava e dolcemente dissi : “Tranquillo, adesso ci sono io” …

• POV Rebecca
: “Mamma, mamma svegliati!”
mi risvegliai di colpo al suono della voce di Alessandro che mi chiamava,
lo fissai dritto negli occhi e iniziai a piangere ininterrottamente,
lui mi alzò dal letto e mi strinse fra le sue braccia

: “Ti prego mamma, smettila di piangere, ci sono qua io”
a quelle parole smisi di piangere e chiesi : “Dove siamo?”
: “Nella mia stanza segreta, tranquilla, Zalgo non ci troverà” disse.

Mi staccai delicatamente da lui e chiesi : “Che cosa è successo dopo che vi ha rapiti?”, 
sospirò e tristemente mi raccontò tutto,
vidi che mentre raccontava lacrime salate rigavano il suo viso,
mi spezzò il cuore vederlo in quello stato e giurai a me stessa che Zalgo l’avrebbe pagata molto, molto cara.

Mi alzai dal letto e lo abbracciai sussurrandogli all’ orecchio : “Tesoro, andrà tutto bene, quel mostro non vincerà”
si staccò da me e mi sorrise, da quanto tempo che non lo vedevo sorridere,
mi era mancato quel sorriso dolce e sincero.

: “Grazie madre, adesso andiamo a cercare Francesco” … : “Siamo già qui” disse una voce,
ci girammo e vedemmo sulla soglia della  porta Jeff insieme a Francesco, le lacrime presero a scendere e corsi ad abbracciarli entrambi
: “Tesoro, per fortuna stai bene” disse Jeff : “Mi sei mancato tantissimo!” dissi piangendo disperatamente,
Jeff si staccò da me e andò da Alessandro mentre io continuavo a stringere Francesco.
  : “Figliolo … come stai?” disse Jeff,
Alessandro rimase un’ attimo in silenzio,  poi disse
: “Padre … ti dobbiamo dire una cosa” Jeff fece un cenno con la testa e Alessandro traendo un profondo respiro cominciò a raccontare …

Quando ebbe finito, alzò gli occhi verso Jeff,
lui rimase in silenzio prima di tirare un ceffone ad Alessandro : “JEFF!”
urlai io spaventata dallo scatto improvviso, lui non mi ascoltò e urlò contro l’altro

: “PERCHE’ CAZZO NON L’HAI SALVATA PRIMA!? SE FOSSI COME TUO FRATELLO …”
: “SI LO SO! SE FOSSI COME MIO FRATELLO ADESSO NON SAREMMO QUI!
SE FOSSI COME MIO FRATELLO MAMMA NON SAREBBE STATA STUPRATA DA UNO STRONZO CON LE CORNA!
SE FOSSI COME MIO FRATELLO ADESSO TUTTI STAREBBERO MEGLIO!” urlò a sua volta Alessandro.

Tutti rimasero senza parole dalla sua rivelazione, sospirò profondamente,
si sedette sul letto e singhiozzando leggermente disse : “Perdonami se non sono stato un buon figlio”
Jeff rimase immobile mentre Alessandro continuava : “Se non fossi mai nato, adesso voi …
vivreste meglio”
a quelle parole Jeff strinse i pugni e si lanciò su Alessandro stringendolo saldamente.

: “Mi dispiace …” singhiozzava : “Mi dispiace …” l’altro, ancora incredulo,
a poco a poco lo circondò con le braccia e si strinse a lui appoggiando la testa sulla sua spalla,
lentamente anche io e Francesco ci unimmo all’abbraccio, finalmente eravamo di nuovo uniti e nessuno ci avrebbe più separato …

• Secondo angoletto autrice: Ciao a tutti! Il prossimo capitolo sarà il penultimo
=( dispiace anche a me, ma tranquilli, non smetterò di fare storie,
al massimo quando finirò questa potreste darmi qualche idea per una prossima storia ,
ma che non sia un sequel vi prego XD al prossimo capitolo!

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