Inuyasha e l’0rchidea Nera

di Merit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio dell'avventura ***
Capitolo 2: *** la partenza ***
Capitolo 3: *** lacrime di solitudine ***
Capitolo 4: *** Sango la ragazza della maledizione ( parte prima) ***
Capitolo 5: *** Duello nella foresta ***
Capitolo 6: *** Ricordi frammentati ***



Capitolo 1
*** l'inizio dell'avventura ***


Note legali: Inu e compagni non sono personaggi di mia invenzione, ma della mitica Rumiko Takahashi, unica eccezione e l’Orc

Note legali:  Inu e compagni non sono personaggi di mia invenzione, ma della mitica  Rumiko Takahashi, unica eccezione e l’Orchidea Nera.

 

 

Inuyasha e l’0rchidea Nera

 

Era un pomeriggio di autunno, e come tanti pomeriggi, la pace e la quiete della  dura vita dei contadini regnava incontrastata sul villaggio; Kaede, come sempre, si dava da fare per preparare e riordinare le sue erbe medicinali, in modo di averle sempre in ordine e pronte per usarle nel momento del bisogno. I suoi pensieri furono bruscamente interrotti, quando all’interno della sua capanna, entrò una ragazza dai lineamenti delicati e la carnagione chiara come i raggi della luna.

Il suo modo di fare, generoso e altruista, ricordava alla anziana signora sua sorella Kikio; Kaede sapeva tuttavia che in quella ragazza vi era una forza d’animo e una purezza  senza eguali.

“ Buon pomeriggio Kaede ”, le disse la ragazza sorridendo cordialmente, “ Buon pomeriggio anche a te Kagome, hai fatto un buon viaggio?”, a quelle parole la ragazza si rattristò, poiché quella affermazione,le riportarono alla mente,il suo ennesimo litigio  con Inuyasha.  Kagome stava per rispondere alla domanda, quando una voce proveniente fuori dalla abitazione,della anziana donna la anticipò.

“ Maledetta come hai osato atterrarmi con quella stramaledetta frase.”, un giovane dai lunghi capelli argentati e due buffe orecchie da cane sulla testa fece il suo ingresso nella capanna. “ Cordiale e gentile come al solito, non è vero Inuyasha?”, affermò la vecchia.

Nel frattempo alla vista del giovane mezzo demone, la ragazza era uscita silenziosa senza guardarlo in faccia, per andarsene il più lontano possibile da Inuyasha,dato che era  ancora furiosa con lui,dopo tutto quello che le aveva detto. 

Sentiva il bisogno di rimanere da sola per calmarsi e per poter riflettere un po’.

“ Inuyasha cosa gli hai fatto per farla infuriare così tanto? “ chiese Kaede, “ Non sono affari tuoi”, rispose acido il giovane mezzo demone, per poi sedersi in un angolo incrociando le braccia sul petto e chiudendo infine gli occhi.

Kaede sapeva che il giovane non stava dormendo come, in un primo momento poteva sembrare, in realtà stava ben attento a tutto ciò che accadeva in quella casa.

Kagome si trova su una collina poco distante dal villaggio, da lì poteva osservare i contadini nei campi a lavorare, era ritornata al villaggio, dopo una settimana di ricerche, spese alla ricerca di almeno un frammento della sfera, dopo numerosi sforzi ne avevano trovato uno solo.

Era molto stanca, Inuyasha l’aveva fatta camminare senza sosta da tre giorni, “ Stupido”, mormorò la ragazza che si era seduta hai piedi di un albero, appoggiando la sua testa sulle gambe che aveva portato al petto, mentre i lunghi capelli  neri come la notte,le ricadevano morbidamente lungo le spalle.

“ Tu sei solo un’inutile rileva frammenti della sfera, io non mi fido di te, sei solo una sciocca femmina umana.”, quelle parole le rimbombavano nella mente, facendola stare male; e pensare che lei si era data da fare per rimediare all’errore che aveva combinato poco tempo prima, quando, con una freccia aveva ridotto in frantumi la sfera degli shirikon.

Era una sciocca, viveva lì da poco più un mese,da quando si era ritrovata in quell’epoca, epoca che per giunta non era la sua, ma non era tutto; la notizia peggiore gliela diede Kaede dicendole che, l’unico modo per far ritorno nel suo mondo, era ricomporre la sfera dei quattro spiriti. Un compito che gravava sulle sue spalle, poiché la esponeva a mille pericoli; inutilmente aveva sperato di contare sull’amicizia del mezzo demone, ma  si sbagliava.

Inuyasha la considerava solo “ una rileva frammenti” si sentiva un oggetto,  le era crollato il mondo addosso quando le aveva detto quelle parole.

 Una lacrima scorse sul suo viso, ma la ragazza prontamente si asciugò subito quel luccicone; “ Che stupida che sono”, mormorò prima di addormentarsi profondamente.

“ Inuyasha si è fatto tardi il sole è tramontato da un pezzo, Kagome potrebbe avere bisogno di aiuto, perché non vai a cercarla?”, disse Kaede, “ Uffa, io non sono il custode di quella stupida, tornerà da sola.”, gli rispose stando sempre seduto a braccia conserte.

“ Ti ricordo che Kagome è l’unica in grado di aiutarci in questa ricerca nei frammenti della sfera, e poi potrebbe essere nei guai fino al collo. Sei sempre il solito…”, la donna non riuscì a finire la sua predica, dato che il giovane era uscito silenziosamente per cercare la ragazza. Alla donna non restò altro che preparare la cena per i due ragazzi, immersa nel silenzio della sua casa, fatta eccezione dal rumore del fuoco acceso nel braciere.

Inuyasha non impiegò molto a trovare Kagome, quando finalmente la scorse rimase stupito nel vederla dormire beatamente sotto le fronde di un albero; si avvicinò a lei lentamente stava per svegliarla, ma il suo sguardo venne attratto, da una piccola e argentea lacrima, racchiusa nelle, lunghe e arcuate ciglia della ragazza.

Rimase ad osservarla in silenzio per attimo che ,gli sembrò lungo come una vita, poi la sollevò delicatamente stando attento a non svegliarla, infine si incamminò verso il villaggio.

Durante il tragitto,la ragazza si svegliò a causa della brezza che sferzava sul suo viso,  quando aprì i suoi occhi color del cielo, si ritrovò appoggiata sulla schiena del mezzo demone.

“ Lasciami scendere non c’è bisogno che tu mi porti in braccio.”, disse testardamente era ancora furiosa con lui e poi,voleva dimostrargli che  sapeva cavarsela da sola e non aveva bisogno del suo aiuto.

“ Fa come vuoi, non c’è bisogno che me lo ripeti una volta di più, lo sai ti facevo più leggera.”, gli rispose con tono arrogante.

Quando fu a terra Kagome si incamminò silenziosa davanti al mezzo demone, in seguito dopo qualche minuto domandò: “ Perché sei venuto a cercarmi?, sarei tornata quando avrei voluto.”.

“ Se non fosse stato per Kaede, non mi sarei scomodato per venire  a cercarti, cosa vuoi che me ne importi…”, il giovane non terminò la frase perché la ragazza si voltò verso di lui.

In un primo momento, Kagome, rimase ferma immobile con le braccia stese lungo i fianchi e lo sguardo fisso al suolo, mentre le mani erano strette a pugno, successivamente si avvicinò a lui e gli diede uno schiaffo. Il mezzo demone rimase stupido da quel gesto, stava cercando qualcosa da dire per controbattere a quell’affronto,  quando, vide la ragazza correre verso la capanna di Kaede.

Stava scappando come una sciocca da lui, sapeva che se avesse voluto Inuyasha l’avrebbe raggiunta, sapeva anche che non l’avrebbe mai picchiata, ma non poteva far altro che fuggire da lui non per paura, era scappata dall’ insolenza del mezzo demone.

Prima di entrare nella casetta della donna che li ospitava, la ragazza riprese il fiato stava per entrare, quando la sua attenzione fu attratto da una figura misteriosa si avvicinava verso di la casupola.

Era molto buio non riusciva a vederlo per cui bene in viso, sobbalzò quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla, rimase sorpresa quando si accorse che quella era la mano di Inuyasha.

“ Entra in casa.”, quelle parole pronunciate con autorità la scoscerò, non voleva allontanarsi  da Inuyasha, rimase per cui a guardarlo fisso negli occhi.

“ Ma sei stupida, ti ho detto di entrare in casa.”, gli disse una volta che fu davanti ad essa, “ Perché mai dovrei entrare in casa?, io non sono un tuo servo a cui puoi dare ordini.”. “ Non è il momento di litigare, quell’individuo ha un odore che non mi piace affatto, non lo capisci che potrebbe essere pericoloso”, rispose voltandosi leggermente verso la giovane, tenendo comunque una mano sull’elsa della spada.

Kagome abbassò lo sguardo al suolo, poi rispose: “ E tu cosa farai?”.

Inuyasha non gli diede riposta, sguainò la sua spada e attese che la strana figura facesse la sua comparsa davanti hai suoi occhi.

Quando lo strano individuò gli fu davanti, quello che i due ragazzi videro, fu un uomo coperto da una lunga pelliccia di babbuino bianco, la quale gli copriva completamente il volto, ad eccezione della bocca.

Una volta che fu giunto davanti ai due giovani disse: “ Una sciocca femmina umana e uno stupido mezzo demone, proprio come ha detto la mia signora.”. 

“ Parla chi sei?, cosa vuoi da noi due?”chiese la ragazza che si trovava al suo fianco,

“ Il mio nome è Naraku.”.

Kaede, sentendo i ragazzi discutere fuori con qualcuno uscì,e una volta che fu davanti l’uscio della porta si portò le mani alla bocca allibita.

“ Tu sei qui?, parla spirito per chi sei portatore di morte e di sventura?”, chiese la donna preoccupata, “ Vecchia Kaede, cinquanta anni sono passati, dall’ultima mia visita, sono ritornato perché la mia padrona ha bisogno di quella giovane donna chiamata Kagome”, disse senza scomporsi, Kagome rabbrividì a quella affermazione, ma non perse la sua forza d’animo, stava per rispondere, ma Inuyasha la anticipò.

“ Chi ti dice che lei ti seguirà?”, il tono della voce di Naraku divenne più irritato, “ Come sei sciocco, se solo lo volessi potrei distruggerti con un solo gesto della mia mano. Non ho intenzione di rapire Kagome, la mia padrona vuole si la ragazza, ma per incontrarla, deve essere lei stessa che deve recarsi, nel tempio della montagna infuocata; e per far sì di interessare entrambi al viaggio ho bisogno dei frammenti della sfera che custodisci mia cara..”

“ Mai e poi mai ti darò quello che tu mi stai chiedendo.”, sul volto di Kagome si poteva scorgere una volontà forte, quell’espressione determinata lasciò sconcertato Inuyasha, fino da allora l’aveva  sempre considerata una ragazza debole; non l’aveva mia vista così decisa prima di allora.

“ Hai sentito cosa ti ha detto, mi dispiace per te, ma è meglio se te ne vai”, “ Altrimenti cosa mi farai? Mi ucciderai? Non farmi ridere.”.

“ Se fai un dolo passo preparati ad assaggiare la lama della mia spada.”, disse il ragazzo mettendosi in posizione di attacco, Naraku alla sua vista scoppiò a ridere poi, avvicinatosi di più al mezzo demone,con un solo gesto della mano lo afferrò per il bavero della sua giacca, e lo scagliò lontano da se,  qualche metro di distanza dove perse conoscenza.

Kaede si parò davanti alla ragazza per difenderla, ma il demone gli disse: “ Kaede, non puoi  fermare la profezia che cinquanta anni fa ti feci, se non vuoi morire lasciami passare”, la anziana signora impotente a quelle parole abbassò lo sguardo a terra, mentre  con rabbia si mordeva un labbro.

Naraku si avvicinò con passo sicuro verso la giovane che, era rimasta immobile davanti a lui,  grazie ad un suo sortilegio. Gli posò una mano sul viso e la accarezzò delicatamente verso la spalla sinistra, poi afferrò la collanina, dove vi era incastonata una parte dei frammenti della sfera degli shirikon, e gliela strappo dal collo.

Quando il ragazzo riprese conoscenza si alzò con l’aiuto della sua spada, nel momento in cui sollevò lo sguardo, vide  Naraku accarezzare il volto di Kagome e il suo collo, in quell’istante provò una rabbia incontrollata. Se pur dolorante si avvicinò il più rapidamente al nemico, ma prima che lui potesse colpirlo scomparve nel nulla.

Inuyasha vide la ragazza lasciarsi cadere a terra e respirare profondamente, “ Tutto bene Kagome?” chiese Kaede, la ragazza spaventate rispose: “ Si, ma mi ha rubato i frammenti.”. “ Cosa?!?, Non posso crederci, mi distraggo un attimo e tu ti fai derubare così…”, “ Smettila di discutere, Kagome non poteva fare altrimenti, venite in casa, vi devo raccontare una storia che vi riguarda.”, lo interruppe così la donna, mentre entrava in casa.

 

Continua…

   Il primo capito è finito, ringrazio chi ha letto la storia assurda che la mia mente ( assurda e terribilmente contorta ) ha partorito, mi aspetto almeno un commento da voi. 

 

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Capitolo 2
*** la partenza ***


L’avventura ha inizio

L’avventura ha inizio

 

Una volta che i ragazzi entrarono si misero a sedere davanti al fuoco, la cena era pronta, ma la ragazza non aveva fame.  La vecchia Kaede gli aveva servito la pasto serale, sul suo viso si poteva leggere tutta a sua preoccupazione, anche Inuyasha era pensieroso.

“ Kagome dovresti mangiare qualcosa.”, le ammonì Kaede, “ Scusami Kaede, ma non ho proprio fame…” la ragazza non terminò la frase, posò a terra la ciotola di riso e rimase a fissare le fiamme danzare  nel braciere.

“ Ho capito, le parole di Naraku ti hanno turbato al punto da farti passare l’appetito.”, proferì la vecchia, Inuyasha che fino a quel momento stava mangiando il suo riso in silenzio fissò curioso la vecchia. Kagome si limitò solamente ad annuire con la testa, Kaede vedendo quel gesto posò anch’ella la sua ciotola di riso per poi iniziare a raccontare: “ Devi sapere che cinquanta anni fa io conobbi quel demonio, era venuto qui al villaggio per annunciare un triste messaggio di morte…”, la donna si interruppe per qualche attimo, poi riprese la sua storia; Kaede  saltò volontariamente alcune parti che al solo ricordo le procuravano un dolore immenso, e solo Inuyasha aveva capito il motivo di quella pausa, poiché la stava guardando come ad intimarle di non accennare a fatti personali che li vedeva coinvolti entrambi.

“ A quel tempo io avevo solo sei anni. Naraku mi disse che avrei ospitato nella mia umile dimora, colei che avrebbe portato morte e distruzione nel mondo.  Come se non bastasse, la fanciulla avrebbe portato con la sua venuta, la sfera dei quattro spiriti, sfera che era andata perduta con la morte dell’ultima sua custode..”,  Kagome e Inuyasha guardavano con interesse in viso della vecchia, illuminato solo dalla  debole fiamma accesa nel focolare; dai loro sguardi però affioravano dubbi e interrogativi diversi. “ E’ questo quello che io sono? Sono la nuova custode della sfera?” domandò Kagome titubante,spezzando quel silenzio che si era creato tra loro, “ Non proprio, si la sfera era custodita nel tuo corpo, ma quando l’hai distrutta chi troverà tutti i frammenti e li unirà insieme, diventerà il nuovo padrone…e questo è ciò che vuole l’Orchidea Nera.”

“ L’Orchidea Nera, la semi dea che voleva conquistare il mondo con l’ausilio della sfera degli Shinkon, e che gli dei maggiori hanno voluto punire a causa della sua arroganza?” chiese incerto il ragazzo. “ Si Inuyasha,  l’Orchidea Nera brama ancora la sfera.”, “ Ma come è possibile?, da allora sono passati mille anni”continuò il ragazzo, a quelle parole Kagome rimase stupita “ Bene sono ricercata da una vecchia mummia decrepita che vuole distruggere il mondo” disse sarcastica.

Nell’udire quella affermazione la vecchia rimase un po’ sbalordita, poi continuò “ Kagome,  l’Orchidea Nera è semi immortale, il tempo non la logora e non la scalfisce, la sua bellezza è pericolosa come una lama di una spada e non sfiorisce con gli anni; anzi, con il suo lento trascorrere, il tempo la rende sempre più potente. E’ scritto che quando i pianeti dopo mille anni si saranno allineati, l’Orchidea nera farà il suo ritorno, per mano tua Kagome, ella desidera ardentemente la vendetta, non esiterà a sporcare la tua anima pura per ottenere ciò che vuole” “ Kaede non capisco, spiegati meglio, per quale motivo attraverso me attuerà la sua vendetta? E soprattutto per cosa vuole vendicarsi?” .

“ Kagome il tempo delle risposte non è ancora giunto, io non posso rispondere hai tuoi interrogativi, questo compito spetta a qualcun altro…sappi solo che l’Orchidea Nera, in passato era diversa da quella che oggi è diventata, ricordalo sempre nulla è quello che sembra.” .

Ancora una volta quella sera in quella stanza calò bruscamente il silenzio,, la ragazza fissava il fuoco come se ciò non le riguardasse, in quel momento le venne in mente una frase che il nonno gli ripeteva sin da quando era bambina.

-         Qualunque sia il destino che la sorte ti ha riservato bimba mia, tu continua ad andare avanti… .

Qui il ricordo era diventato sfuggevole, c’era qualcosa che le mancava, ma per quanti sforzi facesse non le tornava alla mente,si ricordava solo le parole finali di un lungo, anzi un lunghissimo discorso che il nonno gli faceva.

- Mi dispiace bambina mia, ma questo è un compito che tu sola puoi adempiere, rammenta sempre che nulla è quello che sembra.   Curioso anche Kaede poco prima le aveva ripetuto le stesse parole di suo nonno, ma perché?, Più ci pensava e meno riusciva a trovare una risposta plausibile.

Kagome,riemersa dai suoi pensieri, decise ancora una volta di spezzare quel silenzio che incombente era calato in quella stanza, “ Kaede, io non so se questo è ciò che mi riserva il destino, ma sento che la mia parte non è stata ancora scritta completamente…, sto dicendo che ormai ho deciso mi recherò al monte infuocato, qualsiasi cosa accada.”.

Inuyasha guardava Kagome con interesse, ammirava quella ragazza, non comprendeva il motivo di tanta ammirazione, forse era dato dal fatto che ella sapeva essere forte e risoluta in qualsiasi situazione.

“ Si Kagome, suppongo che tu dovrai partire, tu cosa farai Inuyasha?, La seguirai?”, quella domanda lo lasciò spiazzato, era naturale che lui l’avrebbe seguita, non poteva lasciarla andare da sola; gli tornò in mente Naraku e al modo in cui accarezzava la ragazza, ancora una volta la rabbia lo travolse accecandolo completamente.

Non riusciva spiegarsi il motivo di tutta quella rabbia che gli faceva ribollire il sangue, “ Certo che partirò con Kagome.” Rispose deciso, la ragazza arrossì visibilmente a quella risposta  data  con un tono così carico di passione,mentre Kaede ridacchiava, il giovane anch’egli visibilmente imbarazzato aggiunse, “ Ti ricordo Kaede che quel verme ha rubato i frammenti della sfera in  nostro possesso, per cui non vedo altra scelta.”  Kagome si risentì subito di quelle parole, per Inuyasha, stare  in sua compagnia era poco più che un obbligo che un piacere, stava per dirgli che lei era in grado di cavarsela da sola, quando Kaede l’anticipò, “ Andate a dormire domani mattina partirete alle prime luci dell’alba.”

I due giovani seguirono il suo consiglio senza protestare ed entrambi si sistemarono sul proprio giaciglio, consci che quella notte difficilmente avrebbero trovato ristoro dormendo.

L’alba giunse presto, a Kagome parve di essere andata a letto da qualche minuto, tuttavia si alzò senza protestare,si diede una sciacquata al viso, con l’acqua gelida che la donna le aveva posto in un catino.  Sempre sbadigliando si era recata nella stanza principale dove l’attendeva Inuyasha, in quel momento Kagome gli venne spontanea una domanda da porre al ragazzo, anche se sapeva gia la sua risposta. Si ritrovò ad annuire al vento pensando, che il sangue di mezzo demone che scorreva nelle vene del giovane,lo rendeva per così dire, invulnerabile alla stanchezza. 

Solo dopo si accorse delle due pesanti borse che giacevano a terra,  “ Kaede, cosa sono quelle borse?” chiese la ragazza, “ E’ la roba necessaria per il viaggio, l’ho preparata questa notte stessa, mentre voi dormivate. Ci sono dei vestiti per te, non puoi andare in giro con indosso solo quello strano kimono, è troppo corto; inoltre ci sono delle coperte e del cibo, ho messo anche delle erbe officinali che potranno esservi sempre utili.” Disse la donna poi proseguì, “ Kagome tieni ho pensato che potesse tornati utile anche questo, era di mia sorella.”, nel dire questo la vecchia le porse un lungo arco e una faretra il quale conteneva qualche freccia, Inuyasha guardava l’oggetto con uno sguardo malinconico e sofferente, ma la fanciulla non se ne accorse, poiché egli era alle sue spalle; di questo ne fu felice, non si sentiva di darle delle spiegazioni, erano fatti che lui custodiva segretamente nel più profondo del suo cuore.  “ Kaede ti ringrazio del dono che mi hai offerto, ma lo sai che io non so tirare con l’arco, i tuoi insegnamenti sono risultati vani”, “ Desiderò che tu prenda l’arco ugualmente, sono sicura che ti sarà utile…e poi ti ricordo che è solo da solo un mese che stai provando a tirare, la tua tecnica non è così precisa”.  Kagome sorrise, prese infine, dalle mani grinzose della vecchia quello splendido arco e se lo mise in spalla con le frecce. “ Ti ringrazio tanto Kaede apprezzo molto il tuo dono.” , affermò la giovane poi si voltò verso Inuyasha e lo guardò per qualche secondo, poi non vendendo nessuna reazione gli disse: “ Allora ti  decidi a prendere le borse?”, “ Io non sono un tuo servo, portale tu visto che la  vecchia Kaede le ha preparate per te.”, rispose sprezzante.  “ Ma come, ma come…sei il solito cafone, ecco cosa sei; mi spieghi come faccio a portare tutta quella roba, almeno prendila una tu” rispose contrariata la fanciulla, la lite sarebbe andata vanti per ore, se non fosse stato per la vecchia Kaede, che era intervenuta con una soluzione. Alla fine fu stabilito che entrambi avrebbero portato una borsa ciascuno, Kagome lasciò correre il fatto che Inuyasha si era preso la borsa più leggera, si sarebbe vendicata più avanti per quel gesto.

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Il sole era già tramontato e due ragazzi proseguivano incessantemente verso il fitto del bosco, la ragazza con sorpresa di Inuyasha, non si era lamentata con lui a causa delle pause per riposare, pressoché inesistenti.

Fatto che contribuiva maggiormente ad indurlo ad ammirare la forza della giovane, proseguivano in fila indiana e, nonostante ciò, sentiva il respiro di Kagome diventare sempre più affannoso. Aspettava di vedere una qualsiasi reazione della ragazza per quel suo comportamento, ma lei sembrava indifferente.

Era sudata e stanca per il lungo viaggio che la stava logorando dentro, sentiva il suo stomaco lamentarsi e la gola secca, ma nonostante ciò non si era lamentata di una virgola, non gli avrebbe dato quella soddisfazione per nulla al mondo. Quella ormai era diventata una sfida, e lei non si sarebbe data per vinta così facilmente, sapeva che se la cosa sarebbe andata avanti per molto le sue gambe molto presto avrebbero ceduto.

La vista, man mano che proseguiva, si stava facendo più offuscata dalla stanchezza, Inuyasha si era voltato verso di lei, le stava dicendo qualcosa, ma lei non riusciva a sentirlo realmente;a un tratto le sue gambe si rifiutarono di sorreggerla, sarebbe sicuramente caduta a terra, se non fosse stato per Inuyasha che la sostenne impedendole di cadere a terra.

Il solo sentirsi al contatto con il giovane Kagome sprofondò in uno stato di forte di imbarazzo, divenne  subito rossa in volto, e per evitare di essere vista in quello stato si girò dall’altra parte.

Il pensiero di aver ceduto infine la faceva sentire ancora più male, ancora una volta la sua “ natura” umana,  così definita da Inuyasha l’aveva resa fragile.

“ E’ il caso di fermarsi per questa notte, abbiamo percorso un buon tratto”, le disse il giovane mezzo demone mentre la aiutava a rimanere in piedi.

 “ Si sono esausta, ma prima devo sapere se qui vicino c’è un ruscello, perché voglio darmi una rinfrescata.”, gli rispose la ragazza senza guardarlo in viso, era ancora visibilmente imbarazzata per l’accaduto di poco prima. “ La giù sento scorrere un fiume, comunque ti sconsiglio di andarci.”, gli disse mentre con una mano le indicava una parte di bosco particolarmente buia, per poi posare il suo sguardo indagatore sulla ragazza. Kagome si voltò nella direzione indicatale da Inuyasha, per un breve secondo parve studiare la situazione.

Inuyasha in quel momento era particolarmente curioso di studiare i comportamenti di Kagome, una ragazza che  considerava stravagante, la conosceva da poco, ma da subito la sua compagnia le era sembrata una supplizio.

Nonostante ciò dopo qualche giorno che inizialmente avevano trascorso insieme, la sua vicinanza non si mostrava poi così sgradevole, anche se la sua diffidenza nei suoi confronti non era cessata. 

Voleva studiarla a fondo conoscere meglio le sue reazioni, ma più la provocava meno la capiva, per lui quella ragazza era come un mondo nuovo da scoprire, voleva carpirle il suo modo di essere, senza sapere appieno il motivo di tale interesse.

In ugual modo voleva tenerla lontana dal suo io, dalle sue preoccupazioni più segrete, questi due stati d’animo erano nettamente contrastanti tra loro, e spesso si sovrapponevano l’uno sull’altro.

“ Bene mi recherò al fiume, non è necessario che tu mi segua, nel frattempo prepara il fuoco.”,quelle parole parve riportarlo alla realtà.

 “ Primo non ho intenzione di seguirti, secondo accendere un fuoco ci renderebbe facilmente un bersaglio, terzo se vuoi il fuoco accenditelo da sola.”, gli rispose, con tono superbo.

Kagome si irrigidì prima di farlo sbattere al suolo pronunciando, con tono profondamente irritato, un seduto, il tonfo dello schianto risuonò per tutta la foresta, mentre lei si allontanava visibilmente contrariata. Ignorò volutamente, ancora una volta, le parole di protesta del mezzo demone.

°  Stupido° pensò la ragazza, poi una volta che raggiunse una piccola sorgente di acqua calda, si spoglio e vi si immerse.

Inuyasha nel frattempo stava accendendo il fuoco, quando sentì le urla di  puro terrore di Kagome, lasciò immediatamente cadere a terra la legna e si mise a correre verso la direzione del fiume.

In quel momento il suo cuore perse un battito, si sentiva uno stupido ad aver lasciato sola e indifesa la ragazza.

 

Continua….

 

Va bene sto capito è terminato, aspetto con ansia i commenti, ringrazio ancora una volta chi mi ha commentato. Vi Ringrazio tanto continuate a seguire.

 

 

 

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Capitolo 3
*** lacrime di solitudine ***


Angoscia, era quello che stava provando in quel momento, stava cercando disperatamente di mettersi in salvo da quel mostro che

Angoscia, era quello che stava provando in quel momento, stava cercando disperatamente di mettersi in salvo da quel mostro che la stava inseguendo.

Non riusciva a ricordare bene quello che le era accaduto, si stava vestendo, quando quella cosa, si era avvicinata a lei tentando di catturarla.

Si era messa ad urlare nella speranza che Inuyasha la sentisse, ma evidentemente lui non l’aveva udita.

L’unica speranza di salvezza in quell’ istante, le era sembrato tentare di rifugiarsi  nel fitto degli alberi, ed è quello che lei fece.

Kagome si rifugiò all’interno della foresta e si nascose dietro ad un grosso albero di betulla, cercava di riprendere fiato cercando di fare il minor rumore possibile;“ Dove sei piccolina? lo so che sei qui fatti vedere, non puoi sperare di nasconderti da me.”, le diceva con la sua voce stridula facendola tremare visibilmente.

Kagome lo vide sotto la luce della luna, il suo aspetto era orribile pareva fatto di fango e privo di massa, al suo passaggio, quella strana creatura, lasciava delle piccole pozzanghere di fanghiglia, i suoi occhi erano gialli come quelli di un felino.

Kagome si appiattì maggiormente al tronco dell’albero e per qualche istante trattene il respiro, nella speranza di non essere udita.

° Inuyasha dove sei° pensò in quel momento, si rigirò verso la creatura e questa volta non la vide, si scostò dal suo nascondiglio, e quello fu il suo più grosso errore.

“ Ti ho trovata finalmente ora non puoi più sfuggirmi.”, quelle parole la paralizzarono per un breve istante, non fece in tempo a fuggire, poiché  lui la afferrò per il collo sollevandola di qualche metro da terra.

Tentò in tutti i modi di difendersi divincolandosi, ma tutto era inutile i suoi pugni e i suoi calci su di lui non avevano effetto, gradualmente stava perdendo forza, quando finalmente Inuyasha giunse, appena in tempo per salvarla.

Inuyasha si era gettato a capofitto su di lui sferzandolo con i suoi lunghi artigli, quella mossa fu efficace perché, appena egli si sentì ferito lasciò cadere la ragazza a terra, che cercava di riprendere fiato.

“ Kagome stai bene?”, le disse il mezzo demone preoccupato, mentre cercava di difendersi dagli attacchi del mostro inferocito.

° Con Kagome nei paraggi, non posso attaccare come vorrei. Dannazione devo allontanarla.° . Nel pensare ciò il mezzo demone non riuscì ad evitare un pugno in pieno stomaco che lo fece verso una roccia fratturandogli il braccio destro, mentre la sua spada Tessaiga era a pochi metri da lui.

“ Inuyasha stai attento.”, la fanciulla non riuscì a trattenere quell’esclamazione, “Stupido moscerino come hai osato intrigarti in questa faccenda, non ti sarebbe accaduto nulla se non ti fossi intromesso.”, gli disse quando fu davanti a lui, Inuyasha con il palmo della mano destra si ripulì del sangue che aveva incominciato a fuoriuscire dal suo labbro spaccato.

“ Faresti bene a non parlare, in molti che hanno tentato di uccidermi sono periti per mano mia.”,  si  sentì afferrare per la gola e mancare il respiro, la botta ricevuta lo aveva indebolito.

“ Sarai tu ha morire.”, poi un improvviso urlo di dolore squarciò l’area nella quale si trovavano, fu solo in quel momento che Inuyasha si accorse che Kagome aveva fatto trapassare Tessaiga, nella addome melmoso di quella sinistra creatura. “ No, tu non lo farai se ti infilzo con le mie stesse mani.”, la sua espressione aveva assunto un’aria dura che mai aveva visto sul volto di Kagome.

Anche la voce della ragazza si era fatta più dura, facendole conferire l’aspetto di una guerriera, immediatamente il demone lo lasciò andare per barcollare verso la ragazza.

Kagome parve ritornare in se, l’espressione dura che aveva assunto scomparve facendo riemergere la fanciulla indifesa; lei rimase pietrificata davanti  a quella creatura di fango, quell’essere la colpi forte in viso, Kagome cadde hai suoi piedi.

La ragazza non avendo possibilità di riparo si fece schermo con le sue braccia, si coprì gli occhi con le mani, pur sapendo che ciò non le sarebbe servito come riparo; il suo cuore  batteva a mille, ° Ormai è la mia fine° penso in quel momento.

 “ Kagome attenta” gridò Inuyasha parandosi davanti a lei facendole da scudo con il proprio corpo, il mezzo demone fu infilzato alla spalla sinistra, dagli artigli del demone,  ma la sua ferita fortunatamente non era molto profonda.

“ Inuyasha la fronte, ha in fronte un frammento della sfera è li che bisogna colpirlo”. “ Stupida non potevi dirlo prima”, nel fare ciò lo colpì in piena fronte dopo avergli strappato dalle sue mani la sua Tessaiga.

Salvi, erano finalmente salvi sospirò sollevato, nel mentre si passò la mano destra sulla spalla, per tentare di tamponare il sangue che, sgorgava dalla ferita. “ Inuyasha ti fa molto male?” domandò la fanciulla titubante mentre, zoppicando visibilmente si avvicinò a lui.

“ Stupida se tutto ciò è accaduto è solo colpa tua” rispose con tono duro, Kagome chinò a terra il proprio viso, “ Mi dispiace, non dovevo allontanarmi così tanto…mi dispiace se solo avessi saputo, se mi fossi accorto prima dei frammenti..”. “ Non mi importa nulla dei tuoi ma e dei tuoi perché…”, qui il ragazzo si interruppe quando si accorse che gli occhi di Kagome si velarono di lacrime, lacrime che lei non era riuscita a trattenere; in quel momento si sentì mancare il fiato in gola, vedere quelle stille di  pianto rigarle il viso fu per lui una vera tortura.

Dal canto suo Kagome non era riuscita a frenarsi, le calde lacrime che a lungo aveva trattenuto, finalmente erano uscite allo scoperto.

Si sentiva in quel momento come una bambina, non voleva che Inuyasha la vedesse piangere. Anni prima si era fatta una promessa, promessa che risaliva alla morte del padre. Kagome si era giurata che mai più in vita sua  avrebbe pianto, si sarebbe tenuta tutto dentro ergendo un muro attorno al suo cuore ferito.

Da quel giorno nessuno l’aveva vista più piangere, nemmeno al funerale aveva versato una sola lacrima, da quel giorno sino a oggi aveva eretto una barriera invalicabile, e nessuno  poteva sperarvi di abbatterla. 

La sua era solo apparenza di felicità,lei in realtà non era felice, qualcosa dentro di lei urlava dalla disperazione, voleva essere liberata, ma Kagome continuava a reprimerla, ma nonostante ciò in quel momento una parte del suo io che, lei aveva cercato di debellare con scarso successo, era riaffiorata.

“ Mi spiace Inuyasha veramente, ti prometto che non accadrà mai più starò più attenta.”, disse una volta che gli diede le spalle, mentre con la mano sinistra cercava di asciugarsi gli occhi umidi.

Il ragazzo guardava Kagome con i pugni serrati, il suo sguardo era carico di malinconia ogni qual volta vedeva piangere una donna, poiché gli rammentava la tristezza della donna che più di tutti aveva amato. 

Voleva dirle qualcosa,invece di rimanere immobile come uno stupido, ma non trovava le parole adeguate; non sapendo bene come comportarsi decise di seguire quello che il cuore gli dettava in quell’attimo,  afferrò  Kagome per un polso e poi la strinse a se.

 “ Stupida, se non fosse stato per te probabilmente sarei morto, tutto sommato me la sono cavata con poco.” , Kagome rimase colpita da tale gesto, sentiva il suo cuore aumentare il numero dei suoi battiti, ma la tristezza che provava nel cuore era più forte del suo imbarazzo, incapace di sostenere il suo sguardo gettò la testa nel petto muscoloso e caldo di lui.

Le lacrime che in tutti quegli anni erano rimaste dentro di lei non volevano cessare di sgorgare dai suoi occhi, Inuyasha la lasciava sfogare tenendola stretta a se rispettando il suo dolore. Poteva capire infondo quella ragazza, Kagome si era ritrovata in un mondo che non era il suo, lontana dalla sua famiglia e lui non la stava di certo trattando in modo gentile. Lei aveva sopportato tutta quella situazione per troppo, troppo tempo, senza lamentarsi e ora non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.

“ Si ma non ti sarebbe accaduto nulla… è solo colpa mia non dovevo venire qui.”,rispose con voce tremante dal pianto scostandosi leggermente da lui per guardarlo in faccia. Inuyasha le passò  una mano sul viso per asciugarle,quelle che a lui,sembravano perle invece che comuni lacrime, “ Non piangere Kagome torniamo dove ci siamo accampati per la notte domani partiremo all’alba.”, rispose con un sussurrò per poi sorriderle dolcemente.

“ Va  bene però prima devo prendere il frammento della sfera che abbiamo trovato.”, lo raccolse e subito hai suoi occhi comparve l’immagine di una candida orchidea avvolta dalle fiamme, non disse niente a Inuyasha, non le sembrava il caso.

…………………………ççhdfdsj **********…………………………………….

 

Intanto in un luogo lontano dai due ragazzi, una voce femminile sferzò l’area circostante rompendo quell’irreale silenzio: “ Finalmente dopo più di mille anni, la mia vendetta avrà inizio. L’angelo nero della morte, molto presto risorgerà per portare morte e distruzione.”, quella voce era tagliente e seducente allo stesso tempo e apparteneva a una donna bellissima, dai lunghi e lisci capelli neri che ricadevano morbidamente fino hai suoi piedi. Il colore della pelle della ragazza, era chiaro come la luna e le stessa aurea argentata la avvolgeva, quegli  occhi dalla quale proveniva un’espressione di puro odio, apparivano azzurri come il ghiaccio.

La fiamma dell’amore che un tempo ardeva in essi era stata brutalmente spenta, creando in quella bellissima e altera creatura, la più potente semidea presente in questo mondo.

Le sue risa, prive di allegria ,risuonavano in quella stanza o meglio in quel giardino, dove tutto era sempre in fiore e l’acqua cristallina e pura, mentre gli uccellini cinguettavano allegramente. Quel luogo non sembrava il cratere di un vulcano, il luogo che gli dei maggiori molto tempo fa decisero di confinarla, ma a un vero e proprio boschetto.  

Con l’ausilio dei suoi poteri magici conferì quell’aspetto al vulcano, chiusa in un modo nato da lei, isolata in nella sua prigione dorata, amava da sempre la natura specialmente i fiori, ma nel suo fiorire la natura le ricordava sempre la sua tragedia e il motivo del suo odio per  il genere umano.

“ Mia signora, il demone di fango creato con i suoi immensi poteri è andato distrutto, i due ora sono in possesso di un frammento. Cosa devo fare? Lo devo recuperare?.” Le disse Naraku situato alle sue spalle, “ No mio leale servo,  tutto sta andando come ho progettato, molto presto quella giovane chiamata Kagome cadrà in mio potere. Puoi andare Naraku, per il momento non ho bisogno dei tuoi servigi.”, disse girandosi finalmente verso il suo leale servitore.

Naraku fece un lieve inchino, poi cosi da come era apparso scomparve nel nulla.

“ Molto presto tutti pagheranno per ciò che mi hanno fatto, per tutti sarà un duro colpo.”.

 

Continua….

 

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Capitolo 4
*** Sango la ragazza della maledizione ( parte prima) ***


Sango la ragazza della maledizione

Sango la ragazza della maledizione

( prima parte)

 

Era giunta ormai l’alba e i due ragazzi ripresero il viaggio, il vento freddo del mattino sferzava sui loro corpi, facendo oscillare in una armoniosa danza; i loro capelli e la ragazza, proveniente dal futuro, tremava visibilmente infreddolita.

Kagome procedeva dietro a Inuyasha, nella solita fila indiana, camminava tenendosi appoggiata a un lungo bastone, per non caricare del tutto il suo peso sulla caviglia dolorante.

Le erbe officinali che Kaede, le aveva preparato le tornarono di aiuto,infatti aveva preparato un unguento che aveva passato sulla sua caviglia, lenendole in qualche modo il dolore.

Del tutto vani furono invece,  i suoi sforzi di medicare e fasciare la ferita di Inuyasha. 

° Che testardo°, pensò in quel momento. 

“ Kagome ti posso fare una domanda?”, disse senza voltarsi Inuyasha distogliendola dai suoi pensieri,“ Si certo,dimmi pure.”, rispose  fermandosi per un secondo.    Hai mai usato una spada?.” Kagome spalancò gli occhi stranita, “ No perché?”.

“ No…, non è niente di importante. Sbrigati stai rallentando il passo di questo tempo non raggiungeremo mai il monte infuocato.”, rispose dopo qualche secondo.

 “ Ti devo rammentare che il sangue che scorre nelle mie vene è quello di una comune umana,  non sono mica fatta di ferro è  normale che la mia andatura sia più lenta della tua.” replicò risentita da quelle parole.

Non poteva credere di essersi illusa che Inuyasha fosse cambiato, dopo  l’accaduto di ieri sera aveva giudicato Inuyasha più gentile; invece era il solito menefreghista, quell’abbraccio protettivo era stata solo effimera illusione.

Tuttavia Kagome,ripensando a quell’episodio,sentiva le sue guance scaldarsi e sicuramente erano diventate rosse, chinò lo sguardo sul terreno imbarazzata, pregando contemporaneamente che Inuyasha non la vedesse in quello stato.

Quello sguardo, non riusciva a decifrarlo, come poteva Kagome, una ragazza dai modi raffinati e dolci possedere un’espressione così dura e impassibile?

I suoi occhi azzurri e limpidi come una giornata di sole, erano diventati freddi e taglienti come il ghiaccio, non vi era nessun barlume di gioia, solo una landa desolata di odio e rancore. Dovette ammettere a se stesso che quello sguardo gli aveva fatto paura, aveva una strana sensazione.

Più volte in passato il suo istinto lo aveva messo in guardia del pericolo, ma per la prima volta desiderò ardentemente di essersi sbagliato.

“ I- inuyasha aspetta, laggiù si sta avvicinando rapidamente un frammento della sfera lo sento.”, disse indicando un lato della foresta, “ Ne sei sicura?”

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Racchiusa in una bolla d’aria vi stava una bellissima orchidea bianca, il tempo la stava indebolendo, le forze oscure stavano lentamente tingendo di nero i suoi petali.

Una donna sfiorava quell’acqua che avvolgeva il fiore, il suo sguardo era di pietra, “ E’ inutile che tenti di resistere molto presto il tuo animo si intingerà di nero, non riuscirai a opporre resistenza ancora per molto e una volta che ciò sarà avvenuto,tu sarai mia.”, quella voce era priva di intonazione e quelle parole furono pronunciate,quasi in un sussurro; dopo di che,  la donna si allontanò da quella stanza, attraversando una parete d’acqua che la isolava da quell’ambiente.

Si diresse verso il suo giardino e osservò ammagliata una bella rosa bianca, nonostante il suo animo fosse malvagio e distruttivo, l’amore per  la natura che ancora possedeva, non le permetteva di esercitare su ogni essere vivente il suo odio.

Il suo bel viso assunse un’espressione dura, sapeva che un tempo era stato tutto diverso, una volta lei era diversa da quel mostro di rancore che era diventata.

Fu per colpa della gelosia, il più infido dei vizzi umani, a renderla una semidea dai poteri sovraumani e dal cuore duro come la pietra.

Fu  per colpa di uno sciocco essere umano la causa delle sue sofferenze, umano che lei stessa aveva ucciso, ma la sua è una sofferenza che nemmeno il tempo avrebbe potuto lenire.

L’immortalità era la sua più grande punizione. eternità che aveva acquisito nel momento in cui diventò una semi divinità, non le poteva permettere di trovare pace nella morte e questo era un altro dei motivi per cui, i mortali avrebbero pagato, con la loro miserabile vita.

Un sorriso comparve sul suo volto, a quel terribile pensiero, si avvicinò alla rosa per odorarne il delicato profumo, e ancora una volta le   riaffiorarono alla mente i suoi ricordi.

Ricordi bellissimi che andavano indietro nel tempo, della sua lunga e interminabile vita, ma anche i ricordi più felici, si trasformavano, in una fonte di amara malinconia, dal momento che, per quanto un ricordo possa essere bello esso rimarrà solo un ricordo.

E con il passare degli anni quei tempi felici vissuti diventano sempre più lontani e irraggiungibili.

“ Eidian.”, sussurrò  la donna,  la sua voce si incrinò leggermente quando pronunciò quel nome, staccò un piccolo bocciolo dalla pianta, nel fare ciò si punse con una spina.

“ Mia signora, mi duole annunciarle che la vittima sacrificale, offertagli dal piccolo villaggio situato a est, è riuscita a fuggire, sta andando incontro ai due giovani. Devo intervenire?”, con quelle parole il suo servo Naraku, interruppe i suoi pensieri.

“ Naraku, rammenta sempre, i fiori più belli sono anche quelli che hanno le spine e poi, questo nuovo fatto ha assunto una piega che mi incuriosisce.  Va mio leale servo va e uccidi quella donna che ha osato ribellarsi alla mia decisione, te lo ordino.”, disse senza voltarsi verso di lui, “ Si mia signora farò ciò che  mi ha ordinato.” . 

L’orchidea Nera una volta che fu sola lasciò cadere a terra la rosa che teneva in mano,  e prima che il bocciolo toccò il suolo, il colore di quei petali erano diventati vermiglio, come il  suo sangue.

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“ Kagome stai attenta qualunque cosa sia adesso è molto vicino.”, disse Inuyasha a Kagome, la ragazza per tutta risposta lasciò cadere il bastone di legno, per brandire l’arco donatogli da Kaede.

“Questa volta mi troveranno più preparata.”, si voltò verso Kagome per vederla in viso, fu felice di non trovare sul suo volto l’espressione, che lo aveva terrorizzato la sera precedente. “ Si figuriamoci, con la tua abilità con l’arco non colpiresti nemmeno un gigante a pochi centimetri dal tuo naso.”, disse sarcastico. La ragazza non diede segno di irritazione anche se dentro di lei,  la sua rabbia stava esplodendo come un vulcano in eruzione, decise che con lui avrebbe fatto i colpi dopo.

I due ragazzi abbassarono subito la guardia, quando hai loro occhi, comparve una fanciulla dai lunghi capelli castani raccolti in una coda di cavallo bassa.

 La ragazza iniziò a tremare spaventata, Kagome si avvicinò ad ella proferendo: “ Non temere, non vogliamo farti del male.”, dimostrandolo con il posare a terra l’arco che teneva in mano.

“ Poche storie dacci i frammenti della sfera che possiedi.”, affermò con fare altezzoso il mezzo demone, ma subito fini a terra violentemente a causa di un sonoro seduto.

“ Non fare caso a questo cafone, dimmi come ti chiami?”, la ragazza  Sorrise divertita alla scena, tuttavia non rispose alla domanda rivoltale da Kagome, ma si limitò a chinare a terra il proprio volto confortata.  “ Maledetta strega come ti permetti d- di atterrarmi con quella stramaledetta frase.”.  Kagome chiuse gli occhi contrariata, “ Seduto. E ora se non ti dispiace chiudi quella ciabatta che ti ritrovi al posto della bocca.” Rispose con una intonazione dura.

“ Come ti ho detto non fare caso alle parole di quel cafone, il mio nome è Kagome. Perché non rispondi alla mia domanda, sei forse muta?”, la ragazza sconosciuta annuì timidamente.

 Kagome la guardò dispiaciuta, “ Oh mi dispiace scusami.”, la sconosciuta si limitò a sorriderle dolcemente, poi spezzò un piccolo ramoscello e scrisse sul suolo il proprio nome.  “ Sango è questo il tuo nome.”,  Sango annuì ancora e sorrise timidamente, poi continuò a scrivere la causa del suo mutismo.

Inuyasha dal canto suo si era seduto hai piedi di un albero, con le braccia incrociate sul petto, stando in silenzio con gli occhi chiusi. Segno che era offeso con Kagome.

La ragazza decise di ignorarlo, era troppo impegnata ad leggere la triste storia di Sango resa muta a causa di un sortilegio, fatta per mano della stessa creatura che le aveva rubato i frammenti.

Sango accennò anche al fatto che lei era stata prescelta come vittima sacrificale di una dea nota, ma lei ne ignorava  il nome  “ Sango la tua è proprio una triste storia, come sei riuscita a scappare?”.

Stava per scrivere sul suolo come era riuscita ad evadere quando, il vento si alzò visibilmente, e una voce sinistra riecheggio nell’aria.

Kagome si era completamente dimenticata, sino a quell’istante dei frammenti della sfera, dal momento che Sango non li possedeva  nemmeno uno con se. Non aveva pensato che Naraku potesse inseguire quella fanciulla, ma per quale motivo lo stava facendo?

“ Sango ci rivede ancora dunque e per giunta ti trovo in compagnia di Inuyasha e Kagome.”.

Il mezzo demone si era alzato di scatto e si parò davanti, alla compagna di ventura,  profondamente infuriato; ancora una volta gli tornarono in mente il modo in cui si era avvicinato alla ragazza. 

Kagome dal canto suo si era alzata di scatto brandendo l’arco, “ Kagome cosa c’è, ti turba per caso la mia presenza? Ho forse hai gradito le mie carezze?”, la ragazza fu scossa da quelle parole. “  Maledetto tu prova toccarla ancora e questa volta io ti uccido”, “ Ah figuriamoci cosa può fare uno stupido mezzo demone contro di me?” .

Sango iniziò a correre verso il fitto degli alberi, ma fu subito fermata da una bolla di energia scagliata a pochi centimetri dai suoi piedi.

Quel colpo scagliatole dal odiato nemico, le impedì di muoversi, si voltò verso il demone rivolgendogli un’espressione di puro terrore stampato sul volto. Naraku sorrise compiaciuto, “ Mia cara Sango io non lo farei se fossi in te, così facendo non farai che aumentare le tue pene.”le disse.

 “ Se osi solo toccarla ti infilzerò con le mie frecce.” Si intromise Kagome “ Non farmi ridere sciocca umana, moriresti prima di brandire il colpo.”, ripetè con voce atona, per poi avvicinarsi al mezzo demone.

 I due iniziarono una lotta estenuante, Inuyasha era rallentato dalla ferita subita  e in quel momento stava avendo la peggio. 

“ Sango allontanati presto mettiti in salvo” urlò Kagome, “ Non ci pensare neanche sciocca ragazzina”, urlò a sua volta il demone.

 

Continua….

 

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Capitolo 5
*** Duello nella foresta ***


Duello nella foresta

Duello nella foresta.

 

Inuyasha era molto stanco e le ferite infertegli durante lo scorso combattimento avevano ripreso a sanguinare, con l’effetto di indebolire i suoi attacchi, ma quella era l’ultima delle sue preoccupazioni, Kagome era in serio pericolo e Sango, la nuova venuta, era stesa  a terra priva di sensi.

Naraku non aveva esitato un solo istante a colpire quella ragazza, con un poderoso pugno, approfittando di un attimo di distrazione del mezzo demone,  per poi scagliarla con violenza, contro la corteccia di un albero, Kagome si era subito gettata in suo soccorso, ma ella non era ancora rinvenuta.

Mentre era intento a osservare i movimenti della ragazza, Naraku lo ferì alla spalla sinistra, facendolo inarcare in avanti sbilanciandolo, Inuyasha si portò sulla parte ferita una mano per tamponare il sangue e in quel modo, Naraku poté colpirlo in pieno viso e scagliarlo a sua volta a pochi metri delle due ragazze.

“ Che c’è Inuyasha, non riesci più ad rialzarti ? Non dirmi che è così facile ucciderti” ammonì al giovane per poi sorridere vittorioso, “ INUYASHAAA” urlò Kagome, mentre si avvicinava al mezzo demone di corsa, corsa che venne bloccata da una sfera di energia scagliata da Naraku, Kagome impietrì alla vista di una buca profonda scavata nella terra, a pochi centimetri dai suoi piedi.

La ragazza si voltò verso il suo nemico che, la stava osservando con molto interesse, scuotendo l’indice della mano sinistra e sorridendo beffardo Naraku disse: “ Kagome se fai un solo passo ti troverai con un buco nello stomaco”, la ragazza tremava mentre e comprese che quell’essere non stava mentendo.

“ Se solo osi ad avvicinarti a lei morirai ancora prima di torcerle un solo capello” intervenne Inuyasha che si reggeva era faticosamente inginocchiato, reggendosi all’elsa della sua spada e con altrettanta fatica si rialzò. Kagome si voltò verso di lui e lo guardò in volto con occhi lucidi, era rincuorata di vederlo vivo, ma i suoi sensi di colpa e impotenza aumentarono, in quelle situazioni non sapeva mai come comportarsi, non era in grado di difendersi da sola e pensare di mettere in pericolo altre persone per la sua salvezza, le faceva male.

“ Non farmi ridere, tu vuoi uccidermi? Ma guardati non riesci nemmeno a stare in piedi” detto ciò Naraku chiuse gli occhi, e dopo aver pronunciato delle parole in una lingua a lei non nota, sul palmo della sua mano, comparve una sfera nera circondata da alcuni lampi.

Kagome fu scossa da quella visione, aveva visto quella tecnica di combattimento in un passato lontano, ma tutto ciò era assurdo, avrebbe giurato che lei stessa fosse in grado di generare quella sfera di energia negativa, ma con una potenza superiore.

“ Vediamo se sei in grado di fermare questo colpo mezzo demone”  urlò aprendo di scatto gli occhi lanciando in aria la sfera che si mosse con velocità sorprendente verso di lui, per poi girare verso la sua destra; Inuyasha impallidì  quando realizzò l’intenzione di quel maledetto; “ KAGOME STAI ATTENTA” urlò preoccupato verso la ragazza che in quel momento era rimasta immobile ad ammirare il vuoto con occhi spenti.

Le iridi azzurre di Kagome si spensero di ogni vitalità, era come se la ragazza,si trovasse in un modo esterno alla realtà, tutta la sua mente era impegnata a capire e a ricordare e nei suoi ricordi si fece viva l’immagine di una lunga alabarda dalla lama ricurva.

Quando riprese coscienza dal suo stato di torpore, si accorse che il suo corpo era schiacciato da un peso, quando riaprì gli occhi, si accorse che Inuyasha era steso sopra di lei e comprese immediatamente quello che era accaduto. 

“ Stai bene?” gli chiese Inuyasha mentre si stava alzando,  “ Sei uno sciocco Inuyasha” intervenne Naraku, “ Farsi ridurre in quelle condizioni per salvare un’insignificante femmina umana”, Kagome si era messa a sedere e osservò il suo compagno di viaggio che le dava le spalle, numerose ferite erano aperte in tutto il suo corpo, e tutto ciò era per causa sua.

“ Maledetto” ringhiò tra i denti, “ Come puoi prendertela contro due donne? Sei solo un vigliacco”  continuò nel momento in cui porto Tessaiga dinnanzi a se, in posizione di attacco, “ Cosa speri di fare con quella lama arrugginita? Sei così debole che la tua spada non si è trasformata, si vede che sei solo un misero mezzo sangue” ammonì malefico.

Naraku si scagliò contro Inuyasha, ma dovette arrestare la sua corsa, quando la punta di una freccia gli sfiorò una guancia, graffiando appena il suo volto; il mezzo demone si girò sorpreso verso la sua compagna di viaggio, Kagome teneva aveva teso nuovamente l’arco con una nuova freccia.

“ Questa volta ti colpirò di certo”  ammonì determinata, il ragazzo rabbrividì appena posò le sue iridi dorate, sul volto della giovane, “ Ancora quello sguardo, ma cosa…” si ritrovò a pensare spaventato dal cambiamento repentino della fanciulla, così timida e goffa.

“ Oh la gattina ha tirato fuori le unghie” fu il commento del demone, Kagome si irrigidì a quelle parole, ma non perse la sua determinazione e tanto meno abbasso la guardia, sussultò quando Inuyasha posò una sua mano sulla spalla e le abbassò l’arco.

“ Kagome non commettere impudenze, Naraku non ti risparmierà di certo se lo provochi in questo modo” le disse il mezzo demone con una gentilezza a lei estranea, “ Ma..” mormorò specchiandosi nelle iridi color ambra del ragazzo, “ Niente ma, non voglio che ti accada nulla”.

La ragazza docilmente abbassò l’arma e annuì alle parole di Inuyasha, “ Ora cerca di far rinvenire Sango e mettiti al riparo” , “ Le vostre parole mielose mi hanno stufato” ammonì il demone colpendo Inuyasha a tradimento per l’ennesima volta.

Kagome fu colta da una rabbia improvvisa, senza esitazioni, alla vista del compagno del ragazzo a terra, raccolse Tessaiga e si diresse verso il demone di corsa; Sango si riprese dal duro colpo e quando si rimise in piedi, seppur dolorante, vide la fanciulla correre verso il demone che l’aveva maledetta e subito notò un cambiamento nel corpo della ragazza.

Una lieve aurea azzurrina, dalla enorme potenza negativa, avvolgeva il suo corpo i suoi  occhi si tinsero di un verde smeraldo per ridursi in due fessure taglienti conferendole un’espressione cattiva.

“ KAGOME TORNA INDIETRO NON COMMETTERE PAZZIE” urlava a pochi metri da lei, il ragazzo che aveva incontrato nel bosco, ma Kagome, così aveva detto di chiamarsi quella strana fanciulla, sembrava non ascoltarlo.

“ Maledetto me la pagherai per quello che hai fatto” urlò e senza accorgersene entrò dentro alla barriera che il demone aveva eretto per impedire ad Inuyasha di salvarla; Naraku fu sorpreso da tutta quella potenza, con riflessi pronti aveva estratto la sua spada e parato il fendete della fanciulla, con un salto si portò indietro di qualche passo da lei.

“ Complimenti ragazzina sei davvero un tipo pieno di sorprese. Ammetto di aver sbagliato a sottovalutarti, ma sta tranquilla che non commetterò più questo errore” disse mettendosi in posizione di difese, “ Vattene se ti preme la vita” furono le parole di Kagome, con voce così dura che Inuyasha, da oltre la barriera, faticò ad attribuire a lei.

“ Oh altrimenti cosa mi farai? Mi graffierai con le tue unghie, gattina?” disse corredo verso la ragazza con l’intenzione di colpirla con la spada, ma ella abilmente parò il colpo e sorridendo beffarda disse: “ Ma come Naraku non riesci nemmeno a colpire una fanciulla indifesa?”.

Kagome vide Naraku sorriderle, per poi ammonirle, “ Per quanto forte sia il tuo potere sei sempre vulnerabile ragazza” Kagome parò abilmente sopra la testa un fendete, così potente da farle impugnare la spada a due mani, “ Ma cosa?” fu il suo pensiero.

Kagome non fece in tempo ad evitare il colpo di un pugnale che, il demone teneva nascosto, sotto la pelliccia di babbuino bianca e venne ferita al fianco, la sua maglia bianca si tinse del colore scarlatto del suo sangue, mentre una smorfia di dolore si contrasse sul suo volto.

“ Sei sorprendente gattina, mi sarei aspettato che tu ti mettessi a piagnucolare come tutte le altre donne” le sussurrò all’orecchio, mossa da una rabbia indescrivibile “ Non chiamarmi gattina” sussurrò Kagome, per poi piantare lo stesso pugnale del demone sul petto di Naraku ferendolo gravemente.

Immediatamente il demone la lasciò andare per poi dire: “ Maledetta per questa volta sono costretto alla ritirata, ma la prossima volta me la pagherai” lo vide scomparire nell’aria e nello stesso istante la barriera che la teneva in sua balia si sciolse.

L’aurea che avvolgeva il corpo della ragazza si dissolse e lentamente zoppicando si diresse verso Inuyasha, che le stava correndo incontro,  il mezzo demone e Sango furono rincuorati, dall’appurare che la ragazza era e salva.

Inuyasha si avvicinò ancora di più a lei “ Kagome stai bene?” disse tormentato appena notò che la fanciulla sanguinava copiosamente da un fianco, “ I-inu-ya-sha” mormorò prima che la vista si offuscasse e di perdere conoscenza, prontamente il mezzo demone impedì la sua caduta a terra prendendola tra le sue braccia.

Sango comprese immediatamente la situazione, si diresse velocemente presso le borse dei due ragazzi e cominciò a cercarvi tutto l’occorrente per medicarla, intanto il ragazzo aveva posato delicatamente la fanciulla, a terra in modo tale da farle tenere il capo appoggiato ad una borsa.

Sango si precipitò da Kagome con in mano delle bende e dell’impasto, fatto con diverse delle erbe medicinali, per disinfettare la ferita e tamponarla. “ Dobbiamo portarla al villaggio altrimenti morirà… se solo potessi parlare…” pensò mordendosi un labbro nervosamente.

“ Sango presumo che il tuo villaggio non sia così distante, ti prego di farmi strada” disse quando la ragazza terminò di bendare Kagome, seria in volto Sango si limitò ad annuire alzandosi e incamminandosi nel fitto del bosco, mentre lui sollevava da terra la fanciulla.

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L’Orchidea Nera era seduta sul suo trono, quando percepì del fallimento del suo servo, “ Quello sciocco…io l’avevo avvertito” si alzò di scatto e scese, con eleganza, gli scalini che rialzavano il trono per recarsi in un’ area del sua prigione circondato da una barriera da lei creata. Oltrepassato quelle pareti energetiche si ritrovò in un luogo avvolto dall’oscurità più totale, l’unica fonte di energia era una sfera di energia dai lieve color oro che era sospesa a mezz’aria.  Sorrise beffardamente alla vista dell’orchidea che vi si trovava al suo interno, un’orchidea sulla quale, il male stava cercando di impossessarsi, tingendola di nero; nonostante la pianta fosse intrisa di malvagità, in alcune zone il nero veniva costantemente cacciato indietro e purificato, tornando al suo colore originario, di un bianco splendente.

L’Orchidea Nera appoggiò la mano sulla sfera, ma essa scacciò la sua presenza bruciandole lievemente il palmo della mano, “ Presto l’oscurità ti avrà avvolta e io potrò averti tutta per me…è inutile questa tua resistenza, perché io tornerò più forte che mai e allora finalmente tutti quanti pagheranno per quello che mi hanno fatto” a quelle parole non seguì nessuna risposta.

Si girò su se stessa e uscì dalla barriera lasciando alle sue spalle il fiore a combattere tra la luce e l’oscurità, poco distante dal fiore nascosto nell’ombra,un’alabarda dalla lama ricurva cominciò a pulsare.

Era appena rientrata nella stanza, quando Naraku si materializzò dinnanzi ad essa, ella osservò sprezzante il servo prostrato ai suoi piedi, “ Naraku sai che non tollero i fallimenti. Ti ho chiesto di uccidere la fanciulla offertami in sacrificio, quell’oracolo in grado di leggere il futuro. E’ per colpa della sua famiglia se io mi trovo prigioniera e per colpa loro il piano di distruzione è stato ritardato…, questo non ha importanza ciò che conta è che tu hai fallito e io non tollero chi sbaglia” disse girandosi verso il servo ancora chinato ai suoi piedi.

“ Parla! Voglio udire le tue scuse” pronunciò severa “ Mia signora se non fosse stato per quella ragazza proveniente dal futuro avrei eseguito i vostri ordini, ma ella me l’ha impedito” l’Orchidea Nera inarco un ciglio sorpresa sentendo quelle parole, non era possibile che quella ragazzina ricordasse  tutto. Era  ancora troppo presto.

“ Dunque è così che sono andati i fatti, quella ragazza, seguita da quel mezzo demone, ti ha impedito di eliminare Sango. Interessante…Sango, l’oracolo ha dato avviò ha una piega dei fatti molto curiosa. Ora va non ho più bisogno dei tuoi servigi”

 

Continua…

 

 

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Capitolo 6
*** Ricordi frammentati ***


Sango la ragazza della maledizione

Ricordi frammentati

 

Sango camminava in testa al gruppo, facendo da guida al mezzo demone sino al suo villaggio, Inuyasha portava sulle sue spalle Kagome, la ragazza era molto debole e cosa che ancora più grave era ancora priva di sensi.

Kagome, ogni ora che passava, diventava più debole e più pallida, segno che la lama che l’aveva ferita era avvelenata, Sango si voltò verso il mezzo demone improvvisamente ammutolito, la sua espressione si raddolcì vedendolo preoccupato per l’amica.

Alzò lo sguardo verso il cielo e poté notare che lo il sole aveva già superato lo zenit, istintivamente accelerò il passo, consapevole di arrivare al villaggio solo in tarda serata, “ Mhm, I-inuyasha” mormorò Kagome attirando l’attenzione del ragazzo,” Kagome come ti senti?” chiese timidamente, la fanciulla aprì gli occhi lentamente, ma li dischiuse immediatamente infastidita dalla luce e dalla debolezza, “ Kagome?” sussurrò dolcemente, ma la ragazza non rispose poiché si era addormentata tra le sue braccia, Inuyasha poteva sentire il suo respiro farsi più debole e l’odore del sangue farsi intenso, segno che la ferita aveva ripreso a sanguinare, “ Sango dobbiamo sbrigarci o Kagome morirà, sta perdendo molto sangue, manca molto al tuo villaggio?” la ragazza si voltò verso Inuyasha annuendo dispiaciuta.

La ragazza trasalì, alla vista del pallore del viso di Kagome e, in cuor suo, pregò gli dei di concedere forza sufficiente per farla resistere al veleno che lentamente contaminava il suo sangue.

 

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Naraku stava sdraiato sulla sua stuoia la ferita sul petto era rimarginata, lasciandogli solo un vago senso di prurito nel punto appena cicatrizzato, sorrise beffardo mentre posò lo sguardo nella direzione dello scheletro  di un uomo che giaceva sul pavimento.

Immediatamente la sua mente tornò al passato, infondo grazie a quello scheletro lui era divenuto immortale, almeno in parte…, ripensò poi, alla giovane ragazza che viaggiava con Inuyasha e immediatamente la sua espressione mutò.

Si fece più scuro in volto, quella Kagome lo aveva ferito, e questo lo rendeva nervoso, nessuno era riuscito in una tale impresa nella sua nuova forma, nemmeno quello stupido mezzo demone, e mai si sarebbe aspettato tale capacità da  parte di una ragazza spaurita e indifesa.

Cominciò a comprendere i motivi per il quale la sua padrona voleva impossessarsi della fanciulla, i poteri di Kagome sarebbero serviti a renderla più forte se non addirittura a liberarla.

Non era possibile che una semplice umana destasse tanto interesse all’Orchidea Nera. Una semidea dai poteri illimitati, ma reclusa all’interno di un vulcano, per volere degli dei maggiori, cosa poteva mai volere da una ragazza di un’altra epoca? La sfera dei quattro spiriti non era la spiegazione possibile a quelle domande, visto che lei stessa ne fu la custode e creatrice.

I pensieri del demone si portarono sulla figura di Kagome, quella ragazza gli piaceva, aveva carattere, la desiderava, la voleva tutta per se, per  poterci giocare con quel giovane corpo. Sentiva il suo corpo bruciare dal desiderio di possederla, destando in lui maggior rabbia, nel saperla al fianco di un mezzo demone .

“ Vedrai che presto diverrai mia, Kagome” il demone si alzò dal suo giaciglio e si recò presso la sala dell’Orchidea Nera.

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Era scesa la sera già da qualche ora quando il piccolo gruppo di Inuyasha, giunse al villaggio di Sango, esso si ergeva lungo una piccola collina, sulla quale si trovava un tempio.

Le strada principale, lungo la quale  si poteva accedere al luogo di culto, era fatta di pietra, mentre quelle secondarie erano costituite da semplice terra,  le capanne erano molto semplici un quanto costituite di legno ed erano simili a quella dell’anziana Kaede.

Alcuni abitanti, alla vista di Sango, erano usciti dalle proprie dimore per chinare il capo in segno di reverenza verso la fanciulla che passava lungo la via, un gruppo di bambini riconoscendola, smisero addirittura il loro gioco per osservare la giovane.

Tutti questi atteggiamenti di reverenza non passarono inosservati al mezzo demone, Inuyasha non riusciva a spiegarsi quello strano atteggiamento degli abitanti nei confronti della fanciulla; eppure ella non aveva l’aspetto di una sacerdotessa, tuttavia Sango continuava a camminare lungo il sentiero tranquilla ignorando come se nulla fosse.

Quando giunsero in prossimità del tempio un monaco che stava spazzolando il cortile lasciò cadere a terra la scopa e le corse incontro.

“ Sango siete dunque viva, ma come avete fatto a fuggire dalle ire dell’Orchidea Nera e dal suo servitore?” la ragazza osservò il giovane in volto, avrebbe tanto voluto poter proferire parola, ma ella non poteva a causa della sua maledizione.

Nel frattempo il giovane monaco si accorse della presenza del mezzo demone che si trovava dietro le spalle dell’oracolo, la sua espressione si fece dura quando si accorse che, egli teneva sulle spalle, una ragazza ferita e lo stesso sangue della ragazza macchiargli le vesti.

“ Cosa volete? Siete intenzionato a distruggere il nostro tempio proprio come avete fatto con quella fanciulla, mezzo demone?” disse sprezzante verso Inuyasha soppesando le sue ultime parole, Inuyasha lo fulminò con lo sguardo, mentre sul suo volto si faceva strada un’espressione dura.

“ State tranquillo la vostra vita non mi preme e il vostro, dannatissimo, tempio potete tenervelo stretto, pietra su pietra”  il monaco si indignò moltissimo a quelle parole stava per replicare, ma un altro monaco più anziano gli posò una mano facendolo voltare.

Quando si voltò il giovane impallidì “ Maestro” fu l’unica cosa che riuscì a dire in un sussurrò, “ Ragazzo mio non è questo il modo di comportarsi con dei bisognosi, non vedi che quella ragazza sta molto male?” lo ammonì gentilmente, “Ma maestro è stato costui a ferire quella ragazza non ci sono dubbi, se osserverete attentamente potrete vedere del sangue sui suoi indumenti”.

“ Questo lo avete dedotto voi naturalmente, siete uno stupido ecco cosa siete” Affermò Inuyasha, Sango osservò l’anziano monaco il quale comprese subito la preoccupazione della fanciulla.

“ Voi siete solo un volgare mezzo demone…” “ BASTA SMETTELA TUTTI E DUE” le urla del maestro riecheggiarono nel cortile, mentre i due continuavano ad osservarsi malamente, “ Perdonatemi maestro” disse infine il monaco chinando il capo, “ Andate a chiamare il medico questa ragazza a bisogno di aiuto” “ Si fu la sua unica risposta prima di scomparire nel tempio.

“ Scusatelo ragazzo quel giovane monaco non voleva essere scortese, solo che ha perso la sua famiglia per mano dei demoni e da allora il suo odio verso di loro non si è ancora placato” disse  sorridendo lievemente. Inuyasha stava per replicare ma un gruppo di monaci non le diede il tempo, “  Dove si trova il ferito?” domandò il medico.

“ Eccola là” indicò il giovane di prima “ sulle spalle del mezzo demone” aggiunse, il medico si avvicinò e la prese dalle braccia del demone, “ Vedrete starà meglio, ma voi dovete attendere qui fuori” disse l’uomo per poi voltarsi verso Sango “ Sango voi invece mi sarete di aiuto”. 

La ragazza muta lo seguì scomparendo all’interno del santuario, presto anche gli monaci presero il loro esempio e tornarono alle loro funzioni, Inuyasha, convinto di essere rimasto solo, si sedette sulle scale.

“ Stai tranquillo quella ragazza è in buone mani, il nostro medico è molto bravo…” “ Me lo auguro per voi, perché vedete se quella ragazza dovesse morire non esiterò a distruggere l’intero tempio e chi vi dimora” rispose interrompendo l’anziano, ma il monaco non parve intimorito da quelle parole.

“ Quella ragazza l’amate molto non è vero?!” sorrise prima di allontanarsi lasciandosi alle spalle un Inuyasha visibilmente sconvolto, ma cosa stava farneticando quel dannato monaco fu il suo primo pensiero.

Poi la sua mente tornò a Kagome, Inuyasha strinse i pugni, non si sarebbe mai perdonato se ella fosse morta per causa sua…poi girò a se stesso che presto si sarebbe vendicato nei confronti di quel verme…di quel maledetto Naraku.

All’interno di una piccola saletta Kagome giaceva su un futon, il medico era stato chiaro, se la ragazza non avesse superato la notte di certo sarebbe morta. E ora Sango si trovava al suo fianco a passarle una pezza bagnata sulla fronte, nel magro tentativo di farle abbassare la febbre dovuta ai veleni.

“ I-inuyasha…inuyasha dove sei?” pronunciava Kagome nel suo delirio, mentre voltava il capo in gesto convulso dovuto alla febbre alta, Sango prese la medicina che il medico, le aveva lasciato al suo fianco, e  la fece bere un sorso alla ragazza.

Kagome, però, continuava ad agitarsi nel sonno, invocando il nome di Inuyasha, non sapendo più cosa fare decise di fare chiamare il ragazzo dal medico.

……………………………………. Inizio delirio………………………………………………….

 

Era prossimo il tramonto e le acque del fiume scorrevano tranquille sul villaggio, il fiume lentamente si stava ammantando dei riflessi dorati dei raggi del sole; la natura si stava ridestando dal torpido inverno, un po’ ovunque era possibile osservare,  i  primi ciuffi di erba spuntare dalla terra, e i piccoli getti verdi sui rami delle foglie.

Sulla riva del fiume, appoggiata al tronco di un albero, una giovane donna ammirava lo scorrere del corso d’acqua; il lungo mantello azzurro che l’avvolgeva serviva per nascondere i suoi abiti sacerdotali, mentre i lunghi capelli che le ricadevano oltre la vita, e  che di abitudine teneva raccolti in una coda bassa, fluttuavano al vento.

Si era recata in quel luogo con lo scopo di poter finalmente, almeno per qualche ora, dimenticare di chi lei in realtà fosse e quali erano i suoi doveri di sacerdotessa della vita; era stanca di quella vita che le era stata imposta sin dalla più tenera età, nonostante lei fosse diventata capo delle sacerdotesse e che svolgesse il suo compito in modo impeccabile lei odiava la sua esistenza.

Le leggi del suo popolo impedivano alle sacerdotesse di potersi legare con gli uomini, poiché la loro vita doveva essere votata alla purezza, giacché solo in quel modo esse potevano mantenere in vigore il loro potere spirituale per combattere i demoni e mezzi demoni che vivevano insiemi agli uomini sulla Terra.

E sempre le leggi del suo popolo punivano con la morte le sacerdotesse macchiate dalla grave onta di essersi donate all’uomo che amavano. Sapeva che in passato le cose erano diverse poiché anche a loro era stata data la possibilità di avere una famiglia, ma purtroppo le cose non erano destinate a perdurare, a quei pensieri che la assillavano una rabbia insormontabile prendeva vita in lei.

E per colpa di quell’odio i suoi poteri si stavano via a via  affievolendo rendendola vulnerabile, e con lei l’intera popolazione del villaggio, agli attacchi di coloro che desideravano impossessarsi della sua forza spirituale.

  Midoriko sei  qui, dunque ti ho trovata.”, quella voce la face trasalire il suo sguardo malinconico si mutò in un attimo in sereno e dolce, si voltò con molta calma e nell’alzare il suo sguardo le sue gote arrossirono lievemente nel vedere  un bel ragazzo dai capelli scuri e gli occhi cristallini come l’acqua,  “ Takeo cosa sei venuto a fare in posto come questo?”.

“ Sai bene che io sono lo spirito che regna in queste acque, piuttosto come mai ti trovi oltre al confine del tuo popolo?” chiese incuriosito rivolgendole un sorriso dolce.

La ragazza non sapeva che rispondere e incapace di sostenere il suo sguardo curioso si voltò nuovamente a fissare il fiume come se guardando in esso potesse scorgere delle riposte, fu solo allora che notò la sua sofferenza nei suoi occhi, tristezza che lei si ostinava a nascondere.

“ Midoriko rispetto il tuo silenzio, ma non troverai mai le risposte che cerchi in quel corso d’acqua, ti consiglio di dirmi cosa ti affligge in questi ultimi tempi.”

“ Tu non puoi capire come ci si sente a essere prigionieri….a non poter amare liberamente e sperare di essere amati”.

Quelle prole così tristi fecero sentire lo spirito del fiume,così vicino alla ragazza,che non riuscì più a trattenersi, lentamente si chinò verso di ella e la baciò sulla bocca con passione, poi scostatosi dalla fanciulla.

“ Noi due non siamo così diversi…nemmeno io posso sperare di amarti liberamente Midoriko, le nostre e le tue leggi non me lo permettono. Eppure sento di amarti di un amore puro e profondo” Midoriko dapprima incredula a quelle parole si gettò tra le sue braccia in lacrime, “ Io ti amo Takeo non riesco più a fingere che ciò non sia così, il mio cuore non riesce ad accettare quello che la mente le impone”.

“ Midoriko allora anche tu…” disse semplicemente lui prima di stringerla a se e baciarla.

Kagome osserva, tranquillamente come se stesse ammirando la televisione, quella strana coppia, senza capirci nulla, consapevole dello scorrere delle stagioni che vedeva crescere questo amore.

Osservò meglio quella strana ragazza si stupì non poco nel costatare la sua somiglianza con la ragazza…oramai si era rassegnata, non invocava più il nome di Inuyasha, e ora osservava l’evolversi della storia.

I due ora si trovavano vicino ad un ad una roccia in fondo a un burrone, Takeo era dinnanzi ad un altro spirito,simile a lui per aspetto, entrambi gli uomini impugnavano una spada.

“ Fratello tu e quella umana siete alle strette non potete più fuggire, consegnami quella donna e io vedrò di risparmiarti” proferì mentre Midoriko si nascose dietro Takeo “ Mai. Mai e poi mai ti consegnerò Midoriko, scordatelo fratello” rispose lanciandosi sul fratello.

Midoriko osservava tremante la scena, Takeo era ferito in più parti del corpo e di certo non avrebbe potuto sperare di vincere,suo fratello, in quello stato “ Onigumo fermati, ti prego se il tuo amore nei miei riguardi è vero,fermati e lasciami andare con Takeo”  , ma le parole di Onigumo non furono quelle che li voleva sentire “ Midoriko cambierai idea quando lo avrò ucciso non temere” rispose mentre con un fendete colpi il braccio del fratello.

Takeo ignorò il suo dolore e si prestò a colpire il suo avversario, riuscì a ferirlo a sua volta, ma in modo superficiale, ma in quel modo abbassò la guardia e lo spirito si ritrovò a terra con la spada del fratello confricata nell’addome.

Midoriko si getto in lacrime sul corpo agonizzante del suo amato, la ragazza le sollevò il volto del suo amato, mentre Onigumo stava in disparte ad osservare la scena, senza provare alcun senso di colpa.

“ Midoriko non piangere, non devi versare le tue lacrime per la mia morte…” il ragazzo si interruppe per tossire sangue, “ No, amore non dire così vedrai che ti salverai…” disse tra le lacrime, Takeo le sfiorò una guancia rigata dal pianto  “ Oramai la mia fine è giunta, ma sento dentro di te l’odio per Onigumo…Midoriko non cedere a questo odio altrimenti io morirò una seconda volta sapendoti perduta per sempre….Amore mio…”  la sua mano ricadde a terra mentre i suoi occhi si chiusero per sempre.

“ NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO TAKEO, TAKEO PARLAMI, APRI GLI OCCHI, TU NON PUOI LASCIARMI NON ORA CHE IO ASPETTO TUO FIGLO”  si mise a piangere disperata sul corpo esamine, Onigumo incredulo a quelle parole si avvicinò alla ragazza e la afferrò per il collo.

“ Tu sei incinta di mio fratello, ma ancora per poco” proferì quelle parole prima di colpirla al ventre con la lama di un pugnale, senza però ferirla a morte, Midoriko urlò di dolore, ma il suo non era un dolore corporale il suo era qualcosa di più profondo.

Quando Onigumo la lasciò andare a terra Midoriko colta da un profondo odio osservò con sguardo torvo il fratello di Takeo, “ Vattene via sgualdrina” gli disse per  poi voltarsi.  Riuscì ad rialzarsi fatica e con rabbia afferrò la spada del suo amato, “ Maledetto muori” urlò correndogli incontro mentre era girato di spalle.  Quando le fu vicina, Midoriko lo infilzò con la spada, e una volta che lui cadde a terra ferito,  ella si allontano zoppicante da quel luogo maledetto.

Nei suoi occhi brillava un barlume di pazzia, mentre da essi ancora calde lacrime scendevano, incominciò a ridere divertita alla scoperta del dolce sapore della vendetta. 

Quella risata fece  raggelare Kagome,  che sconvolta aveva osservato la scena, poi improvvisamente il paesaggio si modificò ancora rivelando un villaggio in fiamme.

L’odore acre del fumo circondava ogni cosa, Kagome fu colpita dal numeroso numero di cadaveri di donne uomini e bambini di ogni età distesi a terra, una risata agghiacciante aleggiava nell’aria.  Era la stessa voce che apparteneva a Midoriko, si voltò a cercarla e si meravigliò molto quando ella, lentamente si stava avvicinando verso di lei.

“ Midoriko tu sei la causa di tutto questo non è vero?”  chiese indietreggiando di qualche passo, “ Ti sbagli Kagome non sono Midoriko, almeno non più, ora sono l’Orchidea Nera” rispose senza scomporsi.

Kagome spalancò gli occhi incredula alla notizia, “ Come fai a conoscere il mio nome?”  l’Orchidea Nera sorrise “ Lo conosco perché io sono tua madre” .

“ Stai mentendo, io non sono di questa epoca …” .

………………………………………fine delirio……………………………………………………….

 

Quando Kagome riprese conoscenza era giunta oramai l’alba i timidi raggi del sole rischiaravano la sua stanza, seppur a fatica si era messa seduta di scatto, mentre il suo corpo era scosso da violenti brividi alla verità appena appresa.

Voleva alzarsi ma un grosso peso all’altezza del ginocchio glielo impedì, si voltò verso l’oggetto in questione e si stupì molto quando si accorse di quest’ultimo.

Inuyasha stava dormendo tenendo appoggiata la testa sulle sue gambe, Kagome sorrise dolcemente, evidentemente l’aveva vegliata tutta la notte ed ora si era assopito. “ Come è bella la tua espressione quando dormi” si ritrovò a sussurrare,  poi avvicinò la mano verso le orecchie di Inuyasha e le sfiorò leggermente, a quel lieve contatto il ragazzo aprì gli occhi e alzò il viso verso l’alto, sfiorando con il suo naso quello della ragazza, immediatamente le guance dei due si tinsero di un lieve rossore.

“ Scusami” disse il mezzo demone scostandosi dal viso visibilmente imbarazzato, mentre Kagome teneva il capo chino “ F-figuarati” risposte con voce tremante dall’imbarazzo.

“ Come ti senti ?” chiese cambiando in questo modo discorso osservando rincuorato la ragazza, “ Bene se non fosse per il bruciore della ferita…”  rispose alzando lo sguardo verso di lui.

Inuyasha le prese la mano e lentamente la strinse a se “ Perdonami non sono stato in grado di proteggerti” le sussurrò, Kagome sentiva il suo cuore batterle forte nel petto, le piaceva stare stretta nelle sue braccia, solo così si sentiva protetta.

“ Tu sei mia figlia…per mano tua periranno i tuoi amici…il tuo amato Inuyasha” quelle parole taglienti le rimbombarono nella testa, Kagome sentì improvvisamente una morsa allo stomaco, si scostò da Inuyasha e senza guardarlo le disse: “ Inuyasha ti prego sono stanca, potresti lasciarmi riposare da sola?”  il giovane annuì e silenziosamente uscì dalla stanza.

Lasciandosi alle spalle una Kagome sconvolta e in lacrime.

 

Continua….

 

Mi scuso per il ritardo, ma ero piuttosto indecisa se mandare il capitolo sulla rete, visto che questo non mi piace affatto, colgo anche l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno commentato ^____^ .    

 

 

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