Un regalo utile

di happy ending
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buon Anniversario! ***
Capitolo 2: *** Primo giorno in casa Granger ***
Capitolo 3: *** Secondo giorno in casa Granger ***
Capitolo 4: *** Terzo giorno in casa Granger ***
Capitolo 5: *** Quarto giorno in casa Granger ***
Capitolo 6: *** Quinto giorno in casa Granger ***
Capitolo 7: *** Sesto giorno in casa Granger ***
Capitolo 8: *** Settimo giorno in casa Granger ***



Capitolo 1
*** Buon Anniversario! ***


“E dove dovremmo andare?” chiese Ron, grattandosi la chioma di capelli rossi.

Lui, Harry, Ginny, Fred, George ed Hermione erano riuniti attorno al tavolo della cucina, alla Tana, con sguardi pensierosi. I signori Weasley erano usciti per fare compere e i ragazzi ne avevano approfittato per discutere tutti insieme. L’argomento della riunione era il regalo per l’anniversario di Arthur e Molly. I gemelli avevano pensato di regalare loro alcuni giorni tranquilli, senza la costante e rumorosa presenza dei figli.

“Non lo so... Ma non sarebbe meglio mandarli in un posticino speciale? O magari organizzare un viaggetto per due?” propose Ginny.

“Ci avevamo già provato, non ricordi? Ma mamma è tornata a casa dopo un solo giorno, perché aveva paura di stare lontana da noi” rispose George.

“L’unica alternativa possibile è quella di sgombrare il campo, non allontanandoci troppo e garantendo loro che siamo in un posto sicuro” continuò il suo gemello, Fred.

“Potremmo chiedere a Sirius di ospitarci” intervenne Harry, speranzoso. Tutti lo guardarono e scoppiarono a ridere.

“Non credo che mamma lo consideri un posto sicuro” disse Ron, dando un colpetto all’amico.

“Lupin?” chiese Ginny.

“Con tutto il bene che mamma gli vuole, è pur sempre un lupo mannaro” commentò George.

“Perché dev’essere così paranoica?” sbuffò la rossa.

“Hermione... Piccolo, dolce, tenero, rompiscatole genietto... Sarebbe carino se tu ci prestassi il tuo cervellino per trovare una buona idea” sorrise Fred, rivolgendosi alla riccia.

Lei arrossì lievemente, poi si guardò le mani.

“Io avrei un’idea... Però non so se...”.

“Spara!” la incoraggiò Ron, speranzoso.

“Potremmo andare a casa mia... I miei sono partiti due giorni fa per la Francia e ci rimarranno due settimane... Non avremo gli agi che ci offre la magia, non potendola utilizzare, ma proprio per questo forse vostra madre lo reputerà un luogo sicuro” spiegò.

Tutti la fissarono con gli occhi sgranati.

“Tu sei un genio” sorrise Harry.

“Sicura che per i tuoi andrebbe bene?” le chiese Ginny, entusiasta.

“Li contatterò, ma sono certa che non sarà un problema” rispose lei.

“Perfetto, allora ecco il piano: stanotte tutti prepareremo le valigie; domattina vi vogliamo in piedi alle 4:30. Lasceremo il biglietto con gli auguri a mamma e papà sul tavolo, poi ci smaterializzeremo a casa di Hermione e ci resteremo per tutta la settimana. Tutto chiaro?” disse George, squadrando ciascuno.

I ragazzi annuirono decisi.

 

Quella notte ci fu un gran movimento alla Tana. Ognuno sistemava i propri abiti nelle valigie, cercando di fare il minor rumore possibile. Quando furono pronti, scesero lentamente le scale e si riunirono nuovamente in cucina.

“Bene, mentre Fred sistema il biglietto, noi portiamo tutto fuori” disse George, indicando i bagagli.

Prima di uscire, Hermione si fermò a posare un mazzo di fiori accanto al biglietto che Fred stava ancora finendo di scrivere.

“Dici che è abbastanza confortante? Non vorrei davvero che si preoccupassero” bisbigliò Fred, passandolo alla ragazza.

“Tanti auguri mamma e papà! Abbiamo deciso di farvi un regalo un po’ particolare: vi concediamo una settimana per fare i piccioncini senza essere disturbati! Non preoccupatevi per noi, siamo a casa di Hermione. Vi scriveremo tutti i giorni, così mamma non diventerai matta e penserai solo a fare le coccole a papà! Ancora auguri! Un abbraccio da Fred, George, Ron, Ginny, Hermione e Harry” lesse mentalmente lei. Rimase un attimo ad osservare il biglietto, poi fece cenno al rosso di passargli la penna. Lui la guardò sorpreso e gliela porse.

Dopo che ebbe scritto, fece leggere al ragazzo l’aggiunta.

“Hermione terrà la situazione sotto controllo, al primo sgarro ci rispedirà tutti alla Tana” Fred ridacchiò e le scompigliò i capelli, poi sistemò il foglio ed entrambi uscirono.

“Eccovi finalmente!” si lamentò Ron, quando li vide.

“Zitto! Allora, Ginny ed Hermione attaccatevi a me... Mi raccomando non mollate mai, mai, mai la presa se non volete spaccarvi. Harry e Ron attaccatevi a George” ordinò Fred, dato che i due gemelli erano gli unici ad essere in grado di smaterializzarsi.

Per fortuna tutto andò a buon fine e i ragazzi si trovarono nel giardino di casa Granger.

Hermione aprì la porta con la chiave e li guidò all’interno.

“Benvenuti nel mondo babbano” sorrise, accendendo le luci.

“Wow” sospirò Ginny, incantata.

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Capitolo 2
*** Primo giorno in casa Granger ***


Grazie a chi sta leggendo la storia :) Spero possa piacervi! Ogni tipo di commento è gradito, ovviamente :) Baci :)

Le teste rosse si guardavano attorno, meravigliate da tutti quegli aggeggi strani, mentre Harry ed Hermione sogghignavano per le loro reazioni a cose per loro due del tutto normali.

“Questi sono i tuoi genitori?” chiese Ron, indicando una foto dei signori Granger insieme alla figlia, appesa al muro.

Hermione annuì.

“Tua madre ti assomiglia molto” constatò George.

“Probabilmente è più simpatica” aggiunse Fred, meritandosi un’occhiataccia dalla riccia.

“E questo cos’è?” fece Ginny, esaminando attentamente l’aspirapolvere posto nello sgabuzzino.

“E’ un aspirapolvere”.

“E aspira la polvere?”.

“Direi di sì” rise Harry.

“Ragazzi, avrete tutto il tempo di studiare babbanologia in questa settimana, ora decidiamo dove sistemarci” sorrise Hermione, divertita dalla situazione.

Le stanze da letto disponibili erano tre: la sua, quella dei genitori e quella degli ospiti; in quest’ultima i letti erano due.

"Allora... Io e Ginny potremmo dormire nella camera dei miei genitori, Harry e Ron nella mia, mentre Fred e George in quella degli ospiti... Ci state?" chiese la riccia.

"Non ci voglio dormire nello stesso letto con Harry, continua ad agitarsi nel sonno" esclamò Ron.

"E allora ti darò un sacco a pelo, Ronald... In alternativa, c'è sempre il divano" rispose lei, alzando gli occhi al cielo.

"Va benissimo il sacco a pelo".

Una volta sistemati i bagagli nelle rispettive stanze, Hermione mostrò il resto della casa al gruppo.

Era una villetta molto carina, a due piani, semplice. La signora Granger amava riempire le pareti di fotografie della famigliola, forse per alleviare un po' la mancanza della figlia. C'era un solo bagno, la cucina era abbastanza grande, separata dalla sala da pranzo, mentre il salotto conteneva due divanetti e una poltrona, posizionati di fronte al camino ora spento.

"E' accogliente" commentò Ginny, meritandosi un gran sorriso dall'amica.

Quando ebbero terminato il giro turistico i ragazzi decisero che, data l'ora in cui si erano dovuti alzare dal letto, avrebbero riposato un po'.

Il primo a svegliarsi fu Fred, che scese silenziosamente le scale e, sentendo dei rumori provenire dalla cucina, vi entrò.

Trovò Hermione alle prese con i fornelli e le si avvicinò piano, circondandole poi il viso con le sue mani grandi, in modo da coprirle gli occhi.

"Fred o George?" domandò lei, con un sospiro.

"Nessuno dei due" rispose il rosso.

"Non sono stupida... George?".

"Fred".

"E' quello che ho detto".
"Veramente hai detto George".

"Avrai sentito male".

Fred sogghignò... Quanto era difficile per quella sapientona ammettere di avere torto.

La liberò e lei gli rivolse un sorriso divertito.

"Cosa cucini di buono?" le chiese.

"Pasta al sugo di pomodoro".

"Perfetto! Il primo ad assaggiare sarà Ron, metti che...".

Il ragazzo si beccò una gomitata nel fianco e rise.

I due chiacchierarono ancora un po', mentre Hermione preparava il sugo e Fred apparecchiava la tavola.

Quando la pasta fu abbastanza cotta, Hermione la versò nello scolapasta e poi nella pentola, insieme al sugo. Mescolò il tutto, sotto lo sguardo attento di Fred.

"Allora, assaggi?" Hermione inforcò una penna fumante, vi soffiò delicatamente su per raffreddarla un poco, e la avvicinò alla bocca del ragazzo.

"Prima tu" rispose.

"Quanto sei fifone! Le cavie che usate per i vostri esperimenti hanno molto più coraggio" sbuffò lei.

"Perché possono fidarsi di chi offre loro l'esperimento".

"Sei insopportabile" detto questo, la riccia si mangiò la penna, annuendo soddisfatta del risultato.

"Buona" sentenziò.

Fred sorrise, poi le rubò la forchetta di mano e assaggiò anche lui.

"Niente male" disse.

"Niente male?! È buona!" esclamò Hermione, indignata.

Fred rise, poi le scompigliò i capelli e andò a svegliare gli altri.

Il pranzo fu piacevole, i ragazzi ridevano e scherzavano tra un boccone e l'altro. Mentre Ginny le parlava di un vestito carinissimo che avrebbe tanto voluto comprare, a Hermione scappò l'occhio verso Fred, che si stava riempendo nuovamente il piatto di pasta. Le sfuggì un sorrisetto, il quale venne intercettato dal ragazzo. Lui le fece la linguaccia, poi sorrise a sua volta.

Finito di mangiare, sparecchiare, lavare i piatti e sistemare la cucina, Hermione propose una passeggiata e tutti acconsentirono.

"Questo cos'è? Una specie di parcogiochi?" chiese Ron, fermandosi all'improvviso.

"E' un parco giochi, non una specie" rispose Harry.

"Si devertono con poco i babbani" commentò George.

"In che senso?" fece Hermione.

"Beh, noi maghi abbiamo roba più tosta... Non semplici cavallini dondolanti, comunissime altalene o scivoletti insignificanti...".

Siccome c'erano pochi bambini, entrarono all'interno del parco giochi e...

"Ommioddddddio! Geoooorge! Guarda come vado forteeeeeeee!" urlò Fred, che si dimenava come un matto su uno dei "semplici cavallini dondolanti", mentre il suo gemello rideva fino alle lacrime rifacendo mille volte di fila lo "scivoletto insignificante".

Ron e Ginny non erano da meno, rincorrendo una palla che qualcuno aveva dimenticato lì.

“Ricordami cosa dicevano...” disse Hermione, che si dondolava su un altalena insieme ad Harry, osservando divertita gli amici.

Ad un tratto videro un bambino di circa cinque avvicinarsi al cavallino di Fred. I due cominciarono a discutere ed Hermione si avvicinò, prima che la madre del piccolo intervenisse.

“Che succede?”.

“Non mi lascia salire!” gridò il bambino, con gli occhi lucidi.

“C’ero su io!” ribatté Fred.

“Ma tu sei un bimbo grande!”.

“E tu sei un nanetto, quindi porta rispetto e vai da un'altra parte”.

“Fred!” esclamò Hermione, sgranando gli occhi.

“Hermione! Ci sono tanti altri giochi! Digli qualcosa!”.

La ragazza sospirò, poi prese il rosso per mano.

“Fred, vieni dai... Ti faccio provare una cosa” gli disse dolcemente, come se si stesse rivolgendo ad un bambino invece che ad un ragazzo più grande di lei.

“Ma io...”.

“Vieni, da bravo”.

Riuscì a trascinarlo via dal cavallino, così lo portò dalle altalene. Harry, intanto, si era unito a Ron e Ginny.

Gli lasciò la mano e Fred si sedette sull’altalena; Hermione prese posto su quella accanto.

“Questi nanetti non hanno più rispetto per gli adulti” sbuffò lui.

“Ti rendi conto che stavi litigando con un bambino di cinque anni per colpa di un cavallino?” rise Hermione.

“Non era per il cavallino! Nemmeno mi piaceva! Era una questione di principio! C’ero prima io, mica poteva pretendere chissà cosa solo perché è piccolo” rispose Fred, imbronciato.

“Povero, povero cucciolo”.

Il ragazzo si voltò e la vide ridere di gusto. Il broncio si sciolse e lasciò posto ad un sorriso. Si alzò dall’altalena e si mise dietro all’amica, spingendola delicatamente.

“Ti piace qui?” gli chiese Hermione, mentre dondolava avanti e indietro.

“Sì. Anche questo posto è bello... I bambini babbani sanno come divertirsi”.

“A volte basta poco... Non servono per forza grandi cose per stare bene” sorrise lei.

“Hai ragione”.

“Mi stai dando seriamente ragione, Weasley?”.

“Nah, avrai sentito male” sogghignò lui.

 

Stavano per rientrare in casa, quando Hermione si sentì chiamare. Riconobbe subito la voce ed imprecò mentalmente prima di voltarsi e sfoggiare un gran sorriso.

“Charlotte!” esclamò.

Una ragazza dagli occhi verdi e dai lunghi capelli neri, raccolti in un’ordinata coda di cavallo, si avvicinò correndo al gruppo di maghi.

Era in tenuta sportiva, truccata alla perfezione.

“Hermione! Tesoro, tesoro, TESORO!” urlò, abbracciando la strega.

“Sì, sono io... Ehm... Ciao!”.

“E’ da un anno che non ti si vede in giro! Accidenti, che figurino che sei! Quella scuola ti ha fatto bene!”.

“Grazie Charlotte”.

Hermione era evidentemente in imbarazzo, ma Charlotte ignorava del tutto la cosa.

“Uh! Ora capisco perché ti sei assentata tanto! Guarda qui che bei fusti che hai portato!”.

I ragazzi la salutarono, un po’ spiazzati.

“Piacere bellissima donzella, io sono Fred” il ragazzo le baciò la mano e le fece l’occhiolino .

“Piacere mio, tesoro! Io sono Charlotte, la migliore amica di Hermione” a queste parole la riccia tossì, mentre Ginny trattenne a stento una risata.

Pian piano tutti si presentarono.

“Beh, io devo andare... Ho fatto un gran corsa oggi e sono tutta sudata! Ricordi Hermione quanto corro, vero? Una volta ho tentato di coinvolgere anche lei a farsi una corsetta con me per le vie del quartiere, ma non è per niente portata! Sempre attaccata ai suoi libri! Ma... Tesoro, tesoro, TESORO! Una di queste sere dobbiamo vederci! Magari organizziamo una festicciola, così potrò conoscere meglio anche i tuoi amici! Ciao tesori” e dopo aver teatralmente lanciato un bacio in aria, Charlotte li lasciò lì da soli.

“Posso dire che mi ha un po’ fatto paura?” ruppe il silenzio Ron.

Tutti scoppiarono a ridere, poi entrarono in casa.

 

 

“Doooomanda... Ma i babbani se li asciugano i capelli” chiese Fred al gemello, mentre entrava in camera con solamente i pantaloni del pigiama ed i capelli rossi bagnati.

“Non ne ho idea...Hermione prima ha fatto la doccia e li aveva asciutti... Forse hai dimenticato di premere qualche pulsante o girare qualche manopola” rispose lui, che era coricato sul letto in attesa di potersi andare a lavare.

“Non credo...”.

“Fratellino, sei un uomo, potresti anche lasciare che asciughino da soli”.

“Assolutamente no, sono fastidiosi e poi vengono brutti!” esclamò Fred, indignato.

“Beh, io ti lascio alla tua crisi da dodicenne isterica e vado a farmi la doccia” e così George uscì dalla stanza.

Mentre si dirigeva verso il bagno, incontrò Hermione e le chiese di raggiungere il gemello.

“Che succede?” fece lei, dubbiosa.

“Niente Granger, emergenza capelli”.

La ragazza si diresse verso la camera degli ospiti ed entrò, trovando Fred in pigiama.

“Beh?”.

“Beh cosa? Non si bussa, Granger?”.

“Tuo fratello mi ha detto di venire qui... Qualche problema ai capelli?”.

“Ah sì! Come fai ad averli asciutti tu?”.

Hermione scoppiò a ridere di gusto. Aveva dimenticato di spiegargli dell’esistenza dell’asciugacapelli. Gli fece segno di aspettare e corse in camera sua a prenderlo.

“Cos’è quello?” chiese Fred, quasi spaventato.

“Avvicinati” disse lei, attaccando l’apparecchio alla presa della luce.

“No... Se prima non mi dici cos’è”.

La riccia a quel punto prese la mira verso il rosso e premette il pulsante, sparandogli contro l’aria calda.

Fred fece un passo indietro, con gli occhi sgranati, poi rise.

“Voi babbani siete geniali, sul serio!” esclamò.

Si avvicinò ad Hermione e lei prese ad asciugargli i capelli, in modo che capisse come usarlo.

Quando fece per uscire dalla camera, Fred la trattenne per un braccio e la avvicinò a sé, facendola arrossire lievemente.

“Che fai, Weasley?!”.

“Questo” rispose lui, con un sorriso furbo, prima di spararle in faccia il getto di aria calda con l’asciugacapelli.

Lei tentò di ribellarsi e rubarglielo di mano, con scarsi risultati. Nonostante la fatica di quella lotta, ridevano come matti.

“Ehm ehm” George era appena entrato e li osservava divertito.

“Georgie! Ho scoperto un’arma da usare contro la Granger ad ogni prossimo rimprovero!” esclamò Fred, mostrandogli il magico aggeggio.

“Vedo, vedo” sogghignò l’altro.

“Ragazziiii! Scendete o noooo?!” urlò Ron dal piano di sotto.

Hermione osservò divertita i gemelli alle prese con l’asciugacapelli, poi i tre raggiunsero gli altri.

Dopo aver cenato, i ragazzi si riunirono sotto al piccolo e grazioso gazebo in giardino.

“Perché non inviti la tua migliore amica Charlotte?” chiese Ginny a Hermione, ridendo.

“Perché so che moriresti di gelosia” rispose lei, dandole un buffetto sulla testa.

“E’ un gran bel pezzo di babbana, comunque” commentò Fred, mentre gli altri maschietti annuivano.

“Cosa che serve a poco, se poi sei insopportabile” replicò la sorella.

All’improvviso si sentì il telefono suonare.

“Cos’è questo rumore?” chiese Ron.

“Dev’essere il feletono” rispose George, con l’aria di chi la sa lunga.

“Telefono” rise Harry.

Intanto Hermione era corsa a rispondere.

“Pronto?”.

Fred la seguì per capire come funzionasse il famoso feletono di cui parlava sempre suo padre... Era arrivato solo quella mattina in casa Granger, e cominciava a sentirsi come il signor Weasley: incuriosito ed emozionato nello scoprire tutte quelle invenzioni babbane.

“Scusa un secondo mamma, qualcuno vorrebbe provare l’emozione di utilizzare il telefono” disse all’improvviso Hermione, rivolgendo un sorriso a Fred e passandogli la cornetta, lasciandolo sbigottito.

“Ehm...Com’è che devo dire?” chiese, prendendola.

“Pronto”.

“Pronto? Oh, salve signora Granger! Sono Fred... Ma forse non ha idea di chi sia... Ah, lo sa? Magnifico!” il ragazzo rimase al telefono per più di quaranta minuti con la madre dell’amica.

Hermione era scandalizzata.

Quando alla fine le ripassò la cornetta, sua madre aveva già riattaccato.

“Ha detto di augurarti la buonanotte e di darti un bacio” disse Fred, sfiorandole la fronte con le labbra. Le guance di Hermione presero un po’ più di colore.

“Ah... Bene... Grazie...”.

“E’ geniale, GENIALE, quell’affare! E poi tua madre è simpaticissima! Grazie per avermelo lasciato provare!”.

La ragazza sorrise nel vederlo tanto esaltato per una cosa così piccola.

“Figurati, mi fa piacere che ti sia divertito! Dai, torniamo fuori” disse.

Quando uscirono, notarono che i ragazzi avevano in mano una lettera.

“L’hanno mandata mamma e papà” spiegò Ginny.

“Ma è una strillettera!” esclamò Fred.

La aprirono velocemente, per evitare danni, e la voce di Molly Weasley risuonò impetuosa: “VOI! BRUTTI DISGRAZIATI CHE NON SIETE ALTRO! CI AVETE FATTO PRENDERE UNO SPAVENTO INCREDIBILE! Ehm ehm... Comunque grazie tesori miei per averci fatto questo regalo, siete stati veramente dolci. Anche papà vi ringrazia di cuore! Ron, mi raccomando, lava bene i denti prima di andare a dormire! Ginny, non andare a letto troppo tardi! Fred e George, vi prego, vi PREGO, non fate dannare la povera Hermione... E tu cara, sei stata tanto gentile a mettere a disposizione casa tua, ringrazia anche i tuoi genitori... Se quei testoni dovessero romperti troppo le scatole, non farti scrupoli a rimandarli indietro! Harry, MANGIA! Ciao stelle mie, un bacio da mamma e papà”.

Tutti si guardarono subito intorno per controllare se qualcuno avesse sentito, poi si guardarono e si sorrisero. Il regalo era piaciuto.

La serata proseguì serenamente, tra chiacchiere, risate e tante stelle.

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Capitolo 3
*** Secondo giorno in casa Granger ***


Angolino dell'autrice

Rieccomi qua :D Ringrazio di cuore colore che stanno leggendo e seguendo

questa storia :) E, ovviamente, grazie per le bellissime recensioni :)

Spero possa piacervi anche questo capitolo e di poter aggiornare al più presto :)

Baci!

 

 

Quella mattina i ragazzi si svegliarono di buon ora, fecero colazione, poi uscirono per fare la spesa e visitare il paese.

Passarono davanti ad un negozio di biciclette, che offriva ai clienti anche la possibilità di noleggiarle.

“Quelle cosa sono?” chiese Ron.

“Biciclette... Servono per spostarsi. Con quei pedali fai girare le ruote e lei si muove... E' come una macchina a due ruote, senza motore” spiegò Harry.

“Ne voglio unaaa!” esclamò Ginny, esaltata.

“Possiamo noleggiarle... Aspettate un secondo” Hermione entrò nel negozio e, dopo alcuni minuti, ne uscì con un uomo alto almeno due metri.

Questo valutò l'altezza dei sei clienti e preparò le biciclette, che poterono utilizzare dopo aver pagato.

C'era solo un piccolissimo problema...

“Miseriaccia! Come diavolo faccio a farla muovere se non sta in piedi?!” gridò Ron.

In effetti, le teste rosse continuavano a cadere ogni volta che tentavano di avanzare.

“Infatti, è impossibile! Se devo continuare a rotolare per terra, tanto vale andare a piedi!” esclamò George, esasperato.

Hermione ed Harry si guardarono sperando entrambi che, essendo i Weasley adulti, ci avrebbero impiegato meno tempo ad imparare rispetto a loro due quando erano bambini.

“D'accordo, spingetele a mano, ora vi insegniamo a pedalare” disse la riccia.

Condusse tutti in un campo da basket che non veniva quasi mai utilizzato e la lezione ebbe inizio.

Harry aiutava Ginny e Ron, mentre Hermione Fred e George.

Dopo poco più di un'ora, tutti avevano imparato a non cadere; tutti tranne uno.

“Gemellino, sei una schiappa!” rise di gusto George, vedendo che la sua copia non era ancora riuscita a combinare nulla.

“Zitto! È questa cosa che è fallata!” ribatté Fred, innervosito. Come poteva lui, grande giocatore di Quidditch, non riuscire a gestire una stupida bicicletta?

“Io mi annoio! Non possiamo andare a fare un giro intanto?” chiese Ginny.

“Buona idea! Voi andate, vi raggiungiamo tra un po'” rispose Hermione, riferendosi a lei e a Fred.

Rimasero soli.

“Granger, capisco la tua voglia matta e del tutto comprensibile di stare sola con me, ma non ce n'è bisogno... Se vuoi andare con loro andiamo, tanto vado più veloce io a piedi di questo affare” sorrise Fred.

“La mia voglia di stare sola con te, credimi Weasley, è pari alla tua voglia di aprire un libro. E noi rimaniamo qui, perché altrimenti rimarrai sempre col rimorso di non essere riuscito ad imparare ad andare in bicicletta... Tralasciando il fatto che i tuoi fratelli ti prenderebbero in giro a vita”.

Fred la osservò divertito.

“Che c'è? Perché mi guardi così?” chiese Hermione, infastidita da quel ghigno.

“Ti preoccupi per me, Granger?”.

“Mi preoccupo per tutti, idiota”.

Fred divenne pensieroso. Era vero, Hermione si preoccupava per tutti... Si preoccupava costantemente per Harry e Ron, poi per Ginny, per i suoi genitori, per tutta la famiglia Weasley, per Sirius, Lupin, i professori, gli elfi domestici, i bambinetti del primo anno su cui lui e George testavano le loro invenzioni, l'intera scuola, l'intero mondo magico praticamente... Il cuore di Hermione era grande, tanto da rischiare la propria vita in più occasioni non solo per la salvezza dei propri amici, ma per qualcosa di più grande di lei, di tutti loro. C'era solo una persona di cui non si preoccupava troppo: se stessa. Hermione era bella, molto bella, aveva notato Fred... Ma questa sua bellezza non veniva mai ostentata, come se non ci tenesse davvero a risaltare, a fare colpo. Hermione restava sveglia fino a tarda notte a controllare i compiti dei suoi migliori amici, senza pensare troppo al sonno del giorno dopo. Hermione taceva di fronte ai continui insulti maligni di Malfoy, mentre le sue budella si contorcevano alla parola “Mezzosangue”, per non creare scompiglio in nessun modo. Hermione era lì con lui, con un povero idiota che non sapeva andare in bicicletta, invece che con gli altri a divertirsi. Fred era il re degli scherzi, raramente si riusciva a fare un discorso serio in sua presenza, ma sapeva osservare, non sfuggiva nulla ai suoi occhi attenti.

“Hai ragione” disse infine.

Restarono in silenzio per qualche attimo, poi Hermione rimise in piedi la bicicletta di Fred.

“Allora... Metti il piede destro sul pedale”.

Fred obbedì.

“Ora, spingi il pedale e poi appoggia anche l'altro piede e continua a spingere. Se ti vuoi fermare, sai che questi sono i freni, non impazzire come prima. La bici è sotto il tuo controllo: vuoi andare? Pedala e lei ti farà andare. Vuoi fermarti? Schiaccia i freni, appoggia i piedi a terra, e lei ti farà fermare. Stai tranquillo, è come un manico di scopa, dipende tutto dai tuoi movimenti” spiegò con tono pratico Hermione.

Al rosso tornò in mente la prima lezione di volo con Madama Bumb. Doveva farcela, accidenti.

Fece quello che la ragazza gli aveva detto e...

“Ahia!”.

“Tutto bene?”.

Fred era di nuovo col sedere per terra.

“No!”.

“Dai alzati, riproviamo”.

Hermione pensò a come aveva fatto sua madre a farle imparare a pedalare. Aveva praticamente ripetuto esattamente le sue stesse parole... Mancava però quel tocco che le aveva permesso di sentirsi sicura di se stessa per un attimo.

Perciò, quando Fred rimontò in sella, lei gli circondò la schiena con un braccio e con l'altro mise una mano sulla sua, sul manubrio.

“Tu continua a pedalare, ok? Io ti tengo” disse.

Il rosso obbedì ed ecco che finalmente riusciva a far muovere quell'aggeggio infernale senza cadere.

“E' bello!” esclamò, entusiasta.

“Ora ti lascio e vai da solo, ok?”.

“NO! Hermione, non osare!”.

“Ok, ok!”.

Ma lei, dopo qualche minuto, lo lasciò... E avvenne il miracolo.

Fred non era caduto, continuava a pedalare con un gran sorriso stampato sul volto.

Fece qualche giro del campo, poi scese dalla bicicletta e corse incontro ad Hermione.

“Ce l’hai fattaaa!”.

“Sìììì!” la abbracciò, sollevandola leggermente da terra. I suoi piedi toccarono nuovamente il suolo e i due rimasero abbracciati a guardarsi con un sorriso enorme stampato in faccia.

“Grazie, Granger”.

“Figurati, Weasley”.

Quando l'entusiasmo del momento svanì, Hermione arrossì lievemente e tentò di sciogliere l'abbraccio.

“Che c'è? La mia bellezza ti rende nervosa, Granger?” fece Fred, senza lasciarla andare, con sguardo ammiccante.

“No, ma puzzi di sudore... Weasley”.

Steso. Di nuovo.

Il rosso rise e la liberò dalla sua stretta. Quella ragazza lo incuriosiva... I suoi occhi erano sempre stati attratti da lei, dalla sua personalità, dal suo essere così deliziosamente diversa.

“Cerchiamo gli altri?” le propose.

“Ok”.

Durante il tragitto Hermione, che pedalava di fianco a Fred, lo teneva d'occhio per controllare che fosse stabile; lui se n'era accorto, perciò ogni tanto fingeva di perdere l'equilibrio per vederla frenare di colpo, preoccupata. Ad un certo punto, però, fu proprio lei a giocargli lo stesso scherzetto.

Fred piantò i piedi a terra e allungò una mano per afferrarla ad occhi sgranati.

“Mmh... Ti preoccupi per me, Weasley?” chiese Hermione, con un sorrisetto.

“Sei diabolica! Comunque un pochetto sì”.

“Un pochetto?”.

“Un pochetto”.

“Eccovi! Allora hai imparato, Fred?” Harry e gli altri erano spuntati all'improvviso davanti a loro con le biciclette. Sembravano stanchi, segno che avevano pedalato un bel po'.

“Con un'insegnante così, non potevo non imparare” rispose lui, facendo l'occhiolino ad Hermione.

George sogghignò. Il suo gemellino si stava prendendo una cotta, ne era certo.

Decisero di fermarsi a pranzare in una pizzeria.

Uno dei camerieri si avvicinò per accoglierli.

“Hermione!” esclamò questo, sorpreso.

“Alan!”.

“Cavoli! Ma guardati!”.

“Cos’ho?” chiese lei, preoccupata.

“Sei in forma! Ammetto che Charlotte mi aveva avvertito del tuo cambiamento” rise lui.

La ragazza arrossì, poi lo abbracciò.

“Ehm ehm” fece Ginny, richiamando l’attenzione dell’amica.

“Uh, scusate! Lui è Alan, un vecchio amico... Alan, loro sono Ginny, Ron, Fred, George e Harry”.

Terminate le presentazioni, Alan li fece accomodare ad un tavolo e porse loro il menù. Tutti si divertirono a leggere i nomi delle pizze e a tentare di sceglierne una... Cosa anche non semplice per chi non ha mai mangiato una pizza.

“E’ la cosa più buona che io abbia mai mangiato!” esclamò Ron, ingozzandosi di pizza con patatine fritte.

“Ero sicuro che avresti apprezzato” rise Harry.

“E’ carino il signorino” commentò Ginny, osservando Alan aggirarsi per i tavoli.

“E’ un bravo ragazzo” rispose Hermione.

“E brava la nostra Granger... Si dava da fare tra i babbani” disse George, meritandosi un’occhiataccia da lei.

Fred la osservava. Gli sembrava diversa in quel mondo, come se fosse a disagio... Riflettendoci bene, anche Harry dava la stessa impressione.

“La smetti?” gli sussurrò lei, che gli era seduta accanto.

“Di fare cosa?”.

“Di guardarmi mentre mangio”.

Lui sogghignò.

“Ma sei così bella quando mastichi, Granger!”.

“E tu sei così stupido quando parli, Weasley!”.

“Solo quando parlo?”.

“Mmh... Nah, in effetti sempre”.

“Troppo dolce”.

“Me ne rendo conto”.

I loro sguardi erano incastrati l’uno nell’altro, furbi, quasi intenti a sfidarsi.

La loro attenzione fu richiamata da Ron, che stava per strozzarsi con una patatina, e da Ginny che gli urlava contro picchiandolo sulla schiena: “Possibile che tu debba sempre ingozzarti come un maiale?! Mangia piano, idiota!”.

Quando Ron riuscì a riprendere a respirare e tutti ebbero finito la loro pizza, si alzarono e pagarono il conto.

“Hermione! Domani sera ci sarà una mini-festicciola da Charlotte... Venite anche voi, dai!” le disse Alan, prima che uscissero.

“Uh... Io...”.

“Ci saremo!” intervenne George, esaltato all’idea di partecipare ad una festa babbana.

“Perfetto! Tu sì che mi piaci, amico!” e detto questo, il ragazzo tornò al suo lavoro.

Gironzolarono ancora un po’ in bicicletta, finché non furono stanchi e le riportarono al negozio.

“Ragazzi, fermi un attimo” disse Hermione, facendo arrestare tutti all’improvviso.

Aveva visto una cabina dove era possibile fare le fotografie e decise di approfittarne per avere un ricordo di quei giorni.

“Entrate” sorrise, scostando la tendina scura che faceva da porta.

Ci misero un po’ a trovare il modo per riuscire a stare tutti quanti nell’obbiettivo, ma alla fine ce la fecero ed uscirono soddisfatti dalla cabina.

Quella sera i ragazzi mangiarono e andarono a dormire presto.

Steso sul suo letto, Fred teneva tra le mani la fotografia di quel pomeriggio e la osservava: Ron stava seduto sulle ginocchia di George, mentre questo gli faceva la faccia da scemo alle spalle; Ginny era su quelle di Harry, sorridente, con la testa lievemente appoggiata al volto del ragazzo; e poi c’era Hermione, sulle sue ginocchia... I due non badavano all’obbiettivo, si guardavano ridendo. Proprio un attimo prima che venisse scattata la foto Fred le aveva detto: “Aspetta! Hermione, mastica, così sei più bella!” e lei si era voltata e gli aveva dato del cretino, scoppiando a ridere di gusto, contagiando anche lui.

“Dormi Freddie, o la consumerai quella fotografia” disse George, che risvegliò il gemello dai suoi pensieri.

“Tu e Ronnino siete proprio due amori” rispose lui, posandola sul comodino.

“Anche tu e la Granger”.

Fred chiuse gli occhi e sorrise lievemente.

Nel frattempo, nella stanza di fronte, anche Hermione fissava la “famosa” fotografia.

Lei e Fred non potevano essere più diversi, eppure stava veramente bene in sua compagnia, doveva ammetterlo... E quella risata così spontanea sui loro volti ne era la dimostrazione. Dopo l’ennesimo sbadiglio, sistemò con dolcezza la foto sotto il cuscino, poi si addormentò.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Terzo giorno in casa Granger ***


Era un tranquillissimo pomeriggio in casa Granger, fino a quando...

“Hermiooooooooooooooooooooooooooooneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”.

La ragazza si precipitò spaventata in lavanderia, dove Fred la attendeva sconvolto.

“Che succede?!”.

“Granger cara, spiegami una cosuccia... Perché il mio pigiama preferito si è magicamente ACCORCIATO?”chiese lui.

Lei osservò il pigiama in questione e trattenne a stento una risata: sarebbe stato a pennello ad un bambino di otto anni.

“Mi dispiace, davvero... Dev'esserci stato un problema nel lavaggio, Harry avrà sbagliato qualcosa...”.

“E ora?”.

“E ora niente... Quando torneremo alla Tana lo sistemo, promesso”.

“Sicura?”.

“Certo”.

Proprio in quel momento qualcuno suonò il campanello ed Hermione corse ad aprire.

“Charlotte!” esclamò, sperando di sembrare entusiasta della visita.

“Tesoro, tesoro, TESORO! Ciao! Ascolta, sono solo passata per avvisarti che stasera vi aspetto alle nove in punto a casa mia per la festicciola... Ah! Dimenticavo! Pigiama partyyyy! Si dorme tutti da me! Mi raccomando, venite in pigiama!” e detto questo, Charlotte baciò sulle guance Hermione e se ne andò.

“Ehm... Freeeeeeeeeeed! Ho una bella notizia per te!” gridò, ridendo di gusto.

Lui la raggiunse.

“Presente il bel pezzo di babbana di Charlotte?”.

“Sì...” rispose, sospettoso.

“Pigiama partyyyyyy!” esclamò lei, che ormai aveva le lacrime agli occhi.

“Ok, perdono quella splendida ragazza per aver organizzato la cosa meno appropriata nel momento meno appropriato... Ma tu, che ridi di gusto delle mie disgrazie, me la pagherai” sorrise Fred, puntando un dito contro la riccia.

“Ah sì, Weasley?”.

“Oh sì, Granger”.

“Quindi dovrei avere paura?”.

“Dovresti”.

“Peccato... Mi sto sforzando, giuro, ma proprio non riesco a farmela venire”.

“Ti aiuto”.

Fred la afferrò e senza alcuna fatica se la caricò in spalla.

“Mettimi giù! Weasley, non fare l'idiota o io...”.

“Tu cosa?”.

La adagiò con poca grazia sul divano e prese a farle il solletico, evitando tutti i calci che lei tentava di sferragli mentre rideva senza controllo.

Alla fine, però, lo beccò in fronte. Il rosso barcollò un attimo, stordito.

“Oddio! Fred! Scusa!” esclamò Hermione, avvicinandosi velocemente a lui per esaminare il danno.

“Certo che ne hai di forza, piccoletta!” rispose lui, massaggiandosi la fronte rossa per il colpo.

Hermione lo guardò dispiaciuta, poi recuperò una pomata nel cassetto della credenza e prese a spalmargliene un po'.

Fred la guardava. Erano molto vicini.

“Fa male?” gli chiese.

“Un pochino”.

“Non volevo, scusa... Con questa passa tutto subito, vedrai” il suo tono era estremamente dolce, tanto da farlo arrossire. Fred che arrossiva?!

“Ti ho colpito anche qui?” domandò lei stupita, notando il colore delle guance.

“In un certo senso... Ma non con i piedi” fu la risposta, accompagnata da un sorriso.

“Ehi brutta copia! Sei caduto dalle scale?” George era entrato all'improvviso.

“No, sono stato preso a calci dalla Granger”.

“Degno comportamento da prefetto perfetto, nonché da futura erede della McGrannit”.

“La finite? George, stasera si va in pigiama alla festa e si dorme a casa di Charlotte... Vado ad avvisare gli altri” detto questo, Hermione lasciò i gemelli da soli.

“Se non ti conoscessi più di me stesso, direi che stai combinando qualcosa con la Granger” buttò lì George, con un ghigno stampato in faccia.

“Con la Granger? Ti prego, fratellino, meno film mentali” rise Fred.

 

Alle nove meno un quarto, tutti erano pronti per partire.

“Aspettate! Fred, tu non sei in pigiama!” esclamò Ginny, con tono accusatorio.

“Per forza! Il mio è diventato un pigiamino per bambolotti!” replicò il rosso, rivolgendo un occhiataccia ad Harry.

“Ops” fu il suo commento.

“Senti, ti va se ti presto quello di mio padre? Siete più o meno alti uguali” propose Hermione.

“Se per lui non è un problema...”.

“No, certo che no. Solo che non so se potrà piacerti...”.

“Tranquilla, andrà benissimo!”.

“No, davvero, è...”

“Avanti Granger, se no facciamo tardi”.

Hermione sospirò, poi andò a prendere il pigiama nel cassetto del padre. Lo guardò e constatò che forse sarebbe stato leggermente largo all'amico, ma non era quello a farle dubitare che Fred lo avrebbe portato... Il “problema” stava nel fatto che la ragazza e i genitori, da bella famigliola felice qual era, indossavano i pigiami uguali, solo di colori diversi: il suo era lilla, quello della madre azzurro e quello del padre rosso... Con tanto di simpatiche ranocchiette verdi a decorarli.

Lo portò a Fred.

“Ok, ora capisco cosa ti preoccupava” commentò lui una volta indossato, mentre gli altri ridevano come matti.

“Dai, sembri quasi tenero Freddie!” esclamò George, mettendogli una mano sulla spalla.

I ragazzi si incamminarono verso casa di Charlotte, che non distava molto.

Quando arrivarono, fu lei ad accoglierli alla porta, con una vestaglia quasi trasparente a rivelare il suo corpo praticamente perfetto. Li fece accomodare in casa, dove già altre persone ballavano, chiacchieravano e bevevano spensierate.

“Cos'è quella?” chiese George a Harry, indicandogli il bicchiere di birra che uno degli invitati trangugiava allegramente.

“Birra”.

“E sa di burrobirra?”.

“No, sa di birra... E' alcolica e amara, a me non piace molto”.

“Mmh... Ti farò sapere il mio giudizio” rispose lui, avvicinandosi col gemello al tavolo delle bevande.

Il trio, con Ginny, si sistemò su uno dei divanetti presenti, un po' a disagio in mezzo a tutta quella gente.

“Hermione! Che bello che siete venuti, ragazzi!” Alan era appena comparso davanti a loro.

“Ehi! Già... Bella festa!” sorrise la riccia.

“So che non ami questo genere di cose, ma grazie per lo sforzo! Avete visto Charlotte?”.

“Ci ha accompagnati dentro, poi l'abbiamo persa di vista”.

“Quella ragazza è una mina vagante... Ah, sai che ci siamo messi insieme?”.

“Ma dai! Sul serio?”.

“Sì sì! Da sei mesi ormai... Ora vado a cercarla, scusate”.

Alan li lasciò di nuovo soli.

Poco dopo, però, lo sentirono urlare dal piano di sopra. I ragazzi non si mossero, vedendo che già una gran folla era salita le scale per raggiungerli.

“Ho la sensazione che Fred sia nei guai” disse George, con un bicchiere di birra in mano, avvicinandosi a loro.

“In che senso?” chiese Ron, confuso.

“Beh, l'ho visto salire col bel pezzo di babbana...”.

Hermione lo guardò ad occhi sgranati, poi prese a salire le scale, facendosi largo tra la folla.

Raggiunse la camera da letto di Charlotte.

Alan stava ancora urlando contro Fred, che lo osservava tranquillo, mentre Charlotte era seduta sul bordo del letto, quasi in lacrime.

“Se hai finito di sfogarti, parliamo un attimo” disse infine Fred, con un sorriso, mandando tutti fuori silenziosamente e chiudendosi la porta alle spalle.

Hermione tornò dagli altri. Si sentiva strana...

“Beh? Che succede?” le chiese Ginny.

“Fred se l’è spassata con Charlotte” rispose.

“Tutto bene, Mione?”.

“Sì, solo che ho un po’ di mal di pancia”.

“Vuoi che torniamo a casa?”.

“No no, ora passa”.

La verità era che nemmeno lei sapeva cosa le prendeva, la pancia stava benissimo...

Dopo più di mezz’ora, in cui tutti gli invitati avevano ripreso tranquillamente a festeggiare, Fred, Alan e Charlotte scesero le scale. Sembravano tranquilli, come se non fosse accaduto nulla.

“L’ha presa bene” commentò George, quando il gemello li raggiunse, lanciando uno sguardo ad Alan.

“Scusate signori! Devo fare un annuncio!” urlò questo, richiamando tutta l'attenzione su di sé. Quando vide che l'intero pubblico era in ascolto, sorrise.

“Fred Weasley non se l'è spassata con la mia ragazza! Gli è andata bene!” ci fu un attimo di silenzio, poi scoppiò una risata generale.

Hermione parve rilassarsi un po'.

“E' serio? E allora che avete fatto in camera da letto voi due?” domandò Ron al fratello.

“Chiacchierato” rispose lui, con un sorrisetto.

“Davvero?”..

“Lo giuro su George”.

“Ehi!” Esclamò il suo gemello, dandogli una spintarella.

“E di cosa avreste parlato?” intervenne Ginny.

“Sorellina, non sta bene fare la ficcanaso”.

George guardò Hermione e trattenne a stento una risata.

“Passato il mal di pancia, Mione?” le chiese, ammiccando.

“Co... Come? Oh! Sì! Più o meno” arrossì lei.

“Ti fa male la pancia?” si intromise Fred, con tono preoccupato.

“Sta passando”.

La osservò un attimo, indeciso se crederle o meno, poi sorrise.

La festa proseguì senza altri intoppi fino a quando, a tarda notte, molti degli invitati furono spediti a casa perché troppo ubriachi per avere il permesso di Charlotte di rimanere. Non furono dunque molti a restare.

Ad un certo punto, Charlotte comparve di fronte ad Hermione con una bottiglia di birra vuota.

“No. Sai che odio questo gioco, è stupido” disse la riccia, avendo già intuito le intenzioni dell'altra.

“Eddai! Tesoro, lasciati andare ogni tanto!”.

“Non è questione di...”.

“Sì, sì, ok. Ragazzi! Avvicinatevi, ho un gioco da proporvi!” esclamò Charlotte, ignorando le proteste di Hermione.

“No, è stupido” sbuffò Harry, quando vide cosa teneva in mano.

“Eccone un altro... Bene, che ne dite tesori di Obbligo o verità?”.

Ovviamente i Weasley rimasero perplessi...

“Come si gioca?”

“Se c'è da spaccare la bottiglia in testa a Ronnie, io ci sto”.

“State seriamente dicendo che non conoscete questo gioco?” Charlotte ed Alan si guardarono sbalorditi. I Weasley annuirono, infastiditi da quella reazione.

“Voi siete strani, davvero... Ma dove avete vissuto per tutto questo tempo? Comunque, ora ci mettiamo seduti in cerchio e posizioniamo la bottiglia al centro... A turno la faremo ruotare e la persona verso cui il collo sarà rivolto dovrà scegliere tra obbligo o verità. A chi si rifiuterà di fare qualcosa, toccherà la penitenza che, decido io perchè ho organizzato la festa, consisterà in un bacio... Tutto chiaro?”.

Hermione si mise in un angolo, mentre gli altri si sistemavano in cerchio.

“Eh no, cara... Giochi anche tu” Alan la trascinò insieme a loro.

A quanto pareva, erano molti coloro che trovavano il gioco stupido, perché a partecipare erano solo i Weasley, Harry, Hermione, Charlotte ed Alan.

Il primo ad iniziare fu Harry, che fece ruotare la bottiglia. Questa puntò verso Ginny.

“Obbligo o verità?”.

“Verità” rispose lei, decisa.

“Ok... Ehm... Vediamo... Hai mai baciato qualcuno?”.

“Ragazzi, vi prego, domande più piccanti!” esclamò Charlotte.

“Ovvio che l'ho fatto” fece Ginny.

Toccò a lei far girare la bottiglia. Beccò Alan.

“Obbligo o verità?”.

“Verità”.

“Ti fidi di Charlotte?”.

Il ragazzo arrossì un poco, in imbarazzo.

“Sì e no” rispose, guadagnandosi uno sguardo fulminante dalla fidanzata.

La bottiglia puntò verso George, che scelse obbligo e dovette portare sulle spalle Ron per tutta la casa.

Neanche a farlo apposta, quando George toccò la bottiglia, fu proprio il suo gemello a caderne vittima.

“Obbligo o verità?”.

“Obbligo... Tu sai troppi miei segreti, mi incastreresti” rispose Fred, con un ghigno.

“Vero... Allora... Dichiarati alla Granger”.

“Come scusa?!”.

La ragazza intanto era arrossita lievemente.

“Devi fare una dichiarazione d’amore ad Hermione”.

“Ma sarebbe una bugia”.

“Bugia o no, hai scelto obbligo. Ma se preferisci rifiutarti...”.

Fred era tentato, ma si rendeva conto che se si fosse rifiutato la penitenza sarebbe stata ben peggiore. Sbuffò, poi si avvicinò ad Hermione, che non aveva ancora aperto bocca; si sedette di fronte a lei, ma non riusciva a parlare.

“Che ti prende? E’ solo uno stupido gioco, Freddie” rise George, il quale capiva bene cosa stava accadendo al suo gemello: se la Granger fosse stata una qualunque per lui, avrebbe fatto tutto subito, scherzandoci sopra, ma ciò che stava per dirle era vero e questo complicava le cose.

Fred si schiarì la voce e tutti rimasero in attesa, col fiato sospeso.

“Hermione... Ti amo”.

I loro occhi si incontrarono e all’improvviso fu come se nella stanza non esistesse nient’altro che loro,

Alan tossicchiò e i due si ripresero.

“To... Tocca a me” disse Hermione, distogliendo gli occhi dal rosso. Fred tornò al suo posto ed il gioco proseguì.

Più tardi, i ragazzi sistemarono i sacchi a pelo nel salone e spensero le luci, pronti a dormire.

“Ehi, Granger?” bisbigliò Fred, scuotendola un po', quando fu tarda notte.

“Che c'è?”.

“Sei sveglia?”.

“No”.

“Ah, ok... Ehi!”.

Hermione rise e si mise a sedere. Non riusciva a vederlo, c'era troppo buio.

“Qualcosa non va?” gli chiese.

“Non riesco a dormire” fu la risposta.

“E io cosa c'entro?”.

“Non lo so, ma ho bisogno di compagnia. Vieni a fare due passi?”.

La ragazza sbuffò, poi gli diede la mano e si fece guidare verso l'uscita. Si sedettero in giardino.

“Ti preoccupa qualcosa?” gli domandò lei, mentre osservavano le stelle.

“No” rispose lui.

“Sicuro? Non è normale svegliare una persona a caso mentre dorme beatamente solo perché non ci si riesce ad addormentare, sai?”.

Fred rise e la ragazza lo imitò.

“Non ho scelto a caso, comunque” disse.

“Allora mi vuoi proprio male”.

“Quanto sei difficile, Granger! Non ti ho svegliata a caso e non ti ho svegliata perché ti voglio male... Mi andava di stare un po' con te, tutto qui”.

La vide arrossire.

“Non emozionarti troppo, Granger”.

“Zitto, scemo”.

“La pancia come sta?”.

“Meglio, grazie. Posso chiederti cosa hai combinato prima con Charlotte?”.

“Sei gelosa? Comunque l'ho già detto prima: abbiamo chiacchierato. Cioè... Lei voleva fare altro, ma io le ho detto che non potevo... Allora mi ha chiesto il perché e ci siamo persi in una lunga conversazione”.

“Almeno hai avuto il buon senso di pensare al povero Alan” commentò Hermione.

“Veramente no, era un altro il motivo”.

“Cioè?”.

“Ti vedo molto interessata alla cosa”.

“Io? Per niente. Ti dona quel pigiama, comunque”.

“Sai, ora che siamo vestiti uguali rischi di essere scambiata per George”.

“Ma che meraviglia!” entrambi risero.

Fred notò che Hermione tremava un po', perciò corse in casa e tornò da lei con una coperta viola. Gliela avvolse attorno alla spalle, poi la avvicinò a sé.

“Grazie” sussurrò Hermione, imbarazzata. Le piaceva quel contatto, l'abbraccio di Fred la faceva sentire protetta, serena; quel pazzo era un ammasso di muscoli e risate e questo le piaceva.

Si lasciò andare ed appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo, che sorrise.

“Per questo ti ho svegliata”.

“Idiota”.

“Lo so”.

C'era qualcosa tra loro... Fred percepiva che si era creato un legame; per Lui Hermione era come una calamita ormai, che lo attirava a sé in ogni momento. Possibile che si stesse prendendo una cotta?

Si mise a giocherellare con i suoi ricci, pensieroso.

“E' tardi, sarai stanchissima... Rientriamo” disse all'improvviso, sentendosi un po' in colpa per averla svegliata nel cuore della notte per un suo capriccio.

“Sicuro? Se non hai sonno posso stare ancora qui, non è un problema...”.

“Sempre troppo buona, Granger... Comunque tranquilla, se chiudo gli occhi prima o poi mi addomento”.

“Come vuoi”.

I due si alzarono e si guardarono. Sarebbero rimasti lì volentieri, spinti da quell'inspiegabile voglia di stare insieme, ma si costrinsero ad entrare in casa. Fred riaccompagnò Hermione al suo sacco a pelo. Si dovettero la buonanotte con un abbraccio, poi si lasciarono.

Entrambi chiusero gli occhi... Ed anche al buio, con tanti sacchi a pelo a separarli, sentivano quell'elettricità che ormai li legava.

Angolino dell'autrice
Ringrazio sempre di cuore tutti coloro che stanno leggendo questa storia, che procede un po' a rilento a causa del tempo ridotto...
E grazie per i commenti, che mi regalano sempre un sorriso :)
Bacione! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Quarto giorno in casa Granger ***


“Ehi, dormigliona!” Ginny scosse delicatamente Hermione, che aprì gli occhi controvoglia. Si guardò attorno: era l'unica ancora stesa.

“Buongiorno” le sorrise la rossa.

“Buongiorno... Dove sono tutti?”.

“Di là a fare colazione... Vieni?”.

“Arrivo” Hermione andò in bagno, poi raggiunse gli altri in cucina. Alan stava preparando pancakes per tutti.

“Accidenti Granger, dovresti andare a dormire prima la sera!” esclamò Fred, con un ghigno stampato in volto.

“Lo avrei fatto volentieri, ma una zanzara fastidiosa continuava a ronzarmi attorno” replicò lei.

“Sarà che sei troppo dolce”.

Hermione alzò gli occhi al cielo e si lasciò sfuggire un sorriso.

Quando la colazione fu terminata, i ragazzi salutarono Charlotte, Alan e gli ultimi invitati rimasti, poi tornarono a casa di Hermione. Trovarono un grosso gufo dalle piume molto scure ad attenderli sulla soglia di casa.

“E' il gufo di Charlie!” disse Ron, prendendo la lettera che questo aveva legata alla zampetta.

Ciao ragazzi! Ho saputo della sorpresa che avete fatto a mamma e papà... Bravi, bella idea! So che vi starete divertendo lì da soli, ma ho bisogno di chiedere un favore a Fred e George... Vi spiacerebbe venire ad Hogsmead a darmi una mano? Devo trasportare un bel po' di roba e mi servite... Vi aspetto ai Tre manici di scopa, partite non appena avrete ricevuto la lettera. Grazie in anticipo fratellini! Un salutone, Charlie”.

“Forza, andiamo” disse George.

Il gemello annuì, salutarono gli altri, poi si smaterializzarono ad Hogsmead. Entrarono ai Tre manici di scopa e chiesero a Madama Rosmerta se avesse visto Charlie. Lei annuì e si affacciò ad una porta alle sue spalle chiamando a gran voce il nome dell'uomo, che comparve subito con un gran sorriso.

“Ciao matti! Tutto bene? Grazie davvero per essere venuti”.

“Tutto bene! Figurati, siamo consapevoli che alla tua età non è facile fare tutto da solo” rispose Fred, abbracciando il fratello maggiore.

“Cosa dobbiamo trasportare?” chiese George.

“Alcune casse di uova di drago. Qualche giorno fa le abbiamo portate a controllare da un esperto, per verificare che non avessero alcun tipo di problema... E ora dobbiamo riportarle indietro, alle loro madri. Mi spiace di avervi disturbati, ma sono davvero tante e i miei assistenti mi hanno dato buca all'ultimo minuto” spiegò Charlie, uscendo dal locale.

Raggiunsero l'abitazione dell'esperto e cominciarono a caricare le casse sul furgoncino di Charlie.

“Allora, come ve la passate a casa di Hermione?” domandò, mentre erano al lavoro.

“Alla grande! I babbani sono fenomenali! Forse un po' bizzarri, ma fenomenali! Hermione ci ha mostrato un po' di cose...Ci divertiamo molto e...”.

“E il nostro caro Freddie si è preso una bella sbandata per la Granger” concluse George, interrompendo il gemello.

“Non ci credo!” esclamò Charlie ad occhi sgranati.

“Credici, invece!”.

“Non dite cavolate! Non è per niente vero” disse Fred.

Era davvero così evidente? Ma poi, evidente cosa? Per lui Hermione era come una sorella, tutto qui. E anche se avesse preso una leggerissimissimissima cottarella, doveva farsela passare: la Granger puntava e meritava sicuramente di più che un buffone come lui... Già se la immaginava arrivare alla Tana, a Natale, accompagnata da uno scrittore, o da un qualche pezzo grosso del Ministero...

Scrollò la testa per cacciare tutti quei pensieri fastidiosi e provò a concentrarsi su ciò che stava facendo.

 

***

Nel frattempo, in casa Granger, Ginny tentava in tutti i modi di distrarre Hermione dalla lettura di un pesante libro. La riccia non staccava gli occhi dalle pagine da almeno due ore.

“HERMIONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”.

“Che c'è?!” esclamò, chiudendo di colpo il librone.

“Mi sto annoiando qui da sola” si lamentò Ginny, con occhi da cucciola.

“Non puoi fare qualcosa con Harry e Ron?”.

“Stanno giocando a scacchi e non mi vogliono tra i piedi”.

Hermione sbuffò, poi sistemò con cura il libro sullo scaffale.

“Che ti va di fare?” chiese all'amica.

“Una passeggiatina?”.

“Ok”.

Salutarono i ragazzi, talmente concentrati sulla partita che nemmeno se ne accorsero, ed uscirono di casa. Le due chiacchierarono del più e del meno, fino a quando...

“Oh! Tesoro, tesoro, TESORO!”.

“Ma questa ha un radar?” sospirò Ginny, senza farsi sentire.

Charlotte le raggiunse correndo, con un sorriso radioso stampato in volto.

“Charlotte! Ciao!” esclamò Hermione.

“State passeggiando un po'?” chiese lei.

“A quanto pare” rispose la rossa.

Hermione osservava Charlotte, continuando a pensare alla sera prima.

“Senti, posso parlarti un secondo?” disse infine, decisa.

“Certo, tesoro!”.

Ginny le guardò mentre si allontanavano e si sedevano su una panchina lì vicino; decise di lasciarle sole, capendo che era ciò che voleva la sua migliore amica in quel momento, e rimase lì ad aspettarla.

“Qualcosa non va?” domandò Charlotte alla riccia.

“Sì... No... Oh, insomma... Fred mi ha raccontato cosa è successo ieri, in camera tua”.

“Si è dichiarato, quindi?” gli occhi della mora si illuminarono.

“Ma che...? Come scusa?!”.

“Ah... Suppongo di no... Niente, fa finta che non ti abbia detto nulla”.

Hermione la guardò confusa, senza capire di cosa diamine stesse parlando.

“Beh, senti, mi ha detto di cosa avevi intenzione di fare, prima che ti fermasse... E cavoli, Charlotte, non puoi fare così! Alan è cotto di te, dovevi vedere con che gioia mi ha detto che state insieme! Non ferirlo, è un bravo ragazzo... Non se lo merita”.

“Lo so, hai ragione... Non so cosa mi sia preso ieri, sarà stato il fascino di Fred a farmi perdere un attimo la testa... Ma stai tranquilla, non succederà più una cosa del genere... Soprattutto dopo che Alan mi ha fatto capire chiaramente che non si fida completamente di me”.

“Ok, perfetto... E... Come mai Fred ti avrebbe rifiutata? Cioè... Te lo ha spiegato?”.

Si sentiva un po' sciocca a farle quella domanda: perché cavolo era tanto curiosa di sapere il motivo per cui Weasley non si fosse lasciato sedurre dalla bella babbana?

Charlotte rimase in silenzio, sorridendole dolcemente e facendole l'occhiolino.

“E' un messaggio in codice?” chiese Hermione.

“Tesoro, tesoro, TESORO! Sei così tenera!”.

“Charlotte, non sto capendo”.

“E anche un po' tonta, senza offesa... Comunque, sai, Freddie ha in mente un'altra. Ecco perché mi ha rifiutata ieri sera... Ha praticamente passato tutto il tempo a parlarmi di lei” rispose.

“Ah” Hermione rimase di sasso. Fred innamorato? Questa era bella... E di chi, poi? Comunque non le importava nemmeno... Cioè... Era curiosa, ovviamente, ma era normale... O no?

“Ora scusami, ma se rimango ancora ferma il mio allenamento va a rotoli! Ciao tesoro! Ciao Ginny!” esclamò Charlotte, alzandosi e rimettendosi a correre.

“Ora sì che divento gelosa!” disse la rossa, fingendosi offesa.

“Oh, non devi tesoro, tesoro, TESORO!” le due risero e si abbracciarono.

“Di cosa discutevate?”.

“Niente di ché”.

La passeggiata continuò, così come le chiacchiere; tuttavia, Hermione aveva altro per la testa.

“Senti ma... Fred e George hanno la ragazza?” chiese ad un tratto, sperando che il coinvolgere anche il gemello la facesse sembrare meno interessata all'argomento “Fred”.

A Ginny scappò un sorrisetto. Cara la sua Hermione, come poteva illudersi che la sua migliore amica non avesse già notato tutto?

“Non lo so. Però Fred mi sembra tra le nuvole ultimamente, a te no?”.

“Ah sì? No... Non ci ho fatto caso!” la riccia era sbiancata leggermente.

“Come mai me lo chiedi?”.

“Così, tanto per parlare”.

“Capisco”.

Ginny la guardò di sottecchi. Eh sì, la sua amichetta si stava proprio prendendo una cotta per il suo fratellone. Spesso si era ritrovata a pensare che tutte le frecciatine che si lanciavano a scuola, le discussioni, gli scherzi, le risate, avrebbero portato a qualcosa tra i due... Eppure era solo un lievissimo presentimento. In quegli ultimi giorni, però, aveva notato certi sguardi, certe attenzioni che si rivolgevano, che la stavano convincendo sempre di più delle sue folli supposizioni.

“Torniamo a casa?” propose infine.

“D'accordo”.

 

 

***

Fred, George e Charlie finalmente terminarono il lavoro ed erano pronti a rientrare.

“Prima di tornare a casa, vorrei che tu assaggiassi una cosa!” esclamò George, rivolto a Charlie.

“Cosa?”.

“La birra”.

“E cosa sarebbe?”.

“Tu assaggia... La amerai!”.

“George è diventato un alcolizzato, sì” commentò Fred, sogghignando.

“Uno innamorato, l'altro alcolizzato... A voi non fa bene il mondo babbano” rise Charlie.

Si smaterializzarono nel paese di Hermione e lì cercarono un bar. Quando lo trovarono entrarono, presero posto ad uno dei tavolini ed ordinarono due bicchieri di birra e uno di acqua (quest'ultimo per Fred). Una cameriera dai capelli biondi raccolti in una treccia ordinata portò il tutto poco dopo.

“Buonissima!” esclamò Charlie, assaggiando la sua birra.

“Benvenuto nel club degli alcolizzati!”rise George.

Fred si guardò attorno e notò qualcosa poco distante dal bancone, che lo fece illuminare.

“Oddio! Quello è un feletono!” urlò, facendo voltare mezzo bar verso di lui.

“Un cosa?” chiese Charlie, confuso.

“Un feletono... Serve ai babbani per potersi sentire anche a distanza” spiegò George, con fare pratico.

“Scusate ragazzi...” e detto questo, Fred si alzò e si avvicinò all'apparecchio. Compose più volte il numero di casa Granger, ma sembrava non funzionasse... Eppure Hermione faceva così! Poi notò una fessura e decise di provare ad inserire una delle monete che l'amica gli aveva prestato prima che uscissero di casa. Ricompose il numero e...

“Pronto?”.

“Hermioooooooooone! Sto usando un feletonoooo! E ho fatto tutto da solo!”.

“Oh cielo! Fred! Bravissimooooo!” la voce della ragazza sembrava più emozionata della sua.

“Lo so!”.

“Come cresce in fretta il mio bimbo” disse lei, facendolo scoppiare a ridere.

“Sii fiera di me”.

“La sono”.

Fred sorrise.

“Ma com'è che sai il mio numero?” domandò poi Hermione.

“Ce l'hai scritto sulla tua cornetta”.

“E te lo sei ricordato a memoria?”.

“Beh, sì... “ si sentiva un po' scemo a rivelarle una cosa del genere.

“Dovresti sfruttarla più spesso quella testolina” disse lei, sorpresa.

“Sai che hai la voce diversa al feletono, Granger?”.

Telefono, Weasley... Fa schifo?”.

“No, sempre bellissima”.

Hermione arrossì.

“E la mia?” chiese Fred.

“Sempre da scemo”.

“Tenera... Allora, che avete fatto oggi senza di noi?”.

“Ron ed Harry hanno giocato a scacchi tutto il giorno, mentre io ho letto e poi sono uscita un pochino con Ginny”.

“Era di scuola?”.

“Come?”.

“Quello che hai letto, era un libro di scuola?”.

“Ah! No, non di scuola”.

“Me lo racconti?”.

“Non dovresti andare da George e Charlie?”.

“Dai Granger, racconta”.

Hermione cominciò e Fred rimase in silenzio ad ascoltare. Non gli importava molto del libro, ma gli piaceva sentire la voce di Hermione e non voleva che smettesse di parlare.

“Quando lo avrò terminato, ti dirò anche la fine” concluse la ragazza.

“Bello!” esclamò lui.

“Ti sei addormentato?”.

“No, giuro! Ho ascoltato dall'inizio alla fine e mi piace questo libro”.

“Magari un giorno te lo presto”.

“Ora non esageriamo, Granger” entrambi scoppiarono a ridere.

“Avete finito con Charlie, quindi?”.

“Sì, siamo qui in un bar... George ha voluto fargli assaggiare la birra”.

“Alcolizzato... Comunque, dì a Charlie che stasera si ferma a mangiare qui con noi, ok?”.

“Ok!”.

Rimasero in silenzio.

“Dovresti andare ora, tra poco scadrà il tempo e cadrà la linea”.

“Che linea?”.

“Niente, Weasley... Poi ti spiego”.

“Ok, ok... Allora a dopo, Granger”.

“A dopo, Weasley” lo disse con tanta dolcezza che Fred si sentì sciogliere completamente.

A malincuore, riattaccò la cornetta e tornò dai suoi fratelli.

“Con chi parlavi?” gli chiese Charlie.

“Non lo vedi il sorriso da ebete? Con Hermione, naturalmente!” si intromise George, meritandosi un pugno sul braccio.

“Perché mi è capitato un gemello così idiota? Beh... Charlie, Hermione ha detto di fermarti da noi a cena” disse Fred.

“Beh, volentieri! Ci vediamo così di rado!”.

Restarono ancora un po' al bar, poi si diressero a casa di Hermione.

“Mooooolto carino!” commentò il maggiore, entrando e guardandosi intorno.

Quando lo vide, Ginny gli corse incontro e lo abbracciò forte. Poi fu il turno di Ron, Harry ed Hermione.

“Furbastri! Era per voi o per mamma e papà il regalo, eh?” rise Charlie.

“Per tutti” rispose Ron.

Intanto che i gemelli e Charlie facevano la doccia, gli altri prepararono la tavola, mentre Hermione cucinava.

Quando fu tutto pronto, si riunirono insieme a mangiare.

“Caspita! È veramente buona!” esclamò il più grande, assaggiando la pasta; tutti concordarono.

“Sì, niente male” disse Fred.

“E' buona!” urlò Hermione, che era andata a prendere altra acqua in cucina ma aveva sentito bene.

Fred rise e scosse la testa.

Dopo cena, i ragazzi si sistemarono in salotto e Charlie prese a raccontare alcune storie di draghi, sulla poltrona. Harry e Ginny avevano preso posto sul divano, così come George e Ron, perciò gli altri si accontentarono del tappeto. Mentre ascoltavano la terza storia, Fred lanciò un'occhiata ad Hermione, accanto a lui, e si accorse che gli occhi le si chiudevano e dondolava leggermente; trattenne a stento una risata e la attirò delicatamente a sé, in modo che la testa poggiasse sulla sua spalla. Sentì il corpo della ragazza rilassarsi all'istante e capì che si era addormentata.

A tarda serata, Charlie decise che era ora di tornare a casa, perciò salutò tutti con un caldo abbraccio. Fred si allontanò da Hermione, che si era svegliata, e accompagnò il fratello alla porta.

“Tanto perché tu lo sappia... Lo vedo come ti guarda. Impegnati fratellino, non lasciartela scappare, ok?”.

Fred lo fissò sorpreso, senza sapere cosa dire; prima che potesse rispondergli, Charlie era già sparito.

Tornò in salotto. I ragazzi stavano mettendo tutto in ordine, mentre Hermione era in piedi, con la testa appoggiata al muro, ad occhi chiusi.

“Stai bene?” le chiese, preoccupato.

Non ricevette risposta.

Il suo gemello si avvicinò e la esaminò con lo sguardo.

“Sbaglio o sta dormendo in piedi?” domandò poi.

“Mi sa proprio che non sbagli” rise l'altro.

“Forza, piccoletta, a nanna” sussurrò Fred, prendendola in braccio. Sentì le braccia di lei avvolgersi al suo collo. La portò nella camera dei signori Granger, la adagiò piano sul letto e la coprì con il lenzuolo. Prima di andarsene, si fermò un attimo a contemplarla... Quanto era bella.

“Sogni d'oro” disse, poi le lasciò un lieve bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza.

 

Angolino dell'autrice

Tadaaaaan! Nuovo capitolo, appena sfornato! Mi è piaciuto molto scriverlo... Spero vi farà emozionare almeno un pochino :) Ringrazio quelle dolcissime fanciulle che stanno recensendo questa storia <3 Un abbraccio, buona lettura!

 

 

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Capitolo 6
*** Quinto giorno in casa Granger ***


Quel giorno, a colazione, Fred continuava a fissare Hermione; la ragazza rideva di gusto a qualcosa che le stava raccontando Harry. Il rosso ripensava a ciò che gli aveva detto Charlie la sera prima: cosa voleva dire “Lo vedo come ti guarda”?.

“Se il piano è quello di nascondere i tuoi sentimenti per la Granger, non lo stai facendo bene” gli bisbigliò George nell'orecchio.

“Come?” chiese lui, risvegliandosi dai proprio pensieri.

“La stai fissando, Freddie”.

“Pensavo ad altro, non ci ho fatto caso” rispose, tornando a mangiare.

Come lo guardava Hermione? Bah, non ne poteva più... Le altre erano tutte così chiare, perché lei gli sembrava un enigma vivente? E perché lo spaventava tanto? Rinunciò al resto della colazione e si avviò in camera a cambiarsi.

Gli altri si guardarono sorpresi.

“Che gli prende?” chiese Ron.

“Non ne ho idea” rispose George che, al contrario, sapeva bene cosa stava succedendo al fratello.

“E' il caso di parlargli, forse” disse Harry, guardando George.

“Fate voi, io devo ancora finire i cereali”.

“Anche io” esclamò subito Ginny.

“Io ho la sfera emotiva di un cucchiaino” fece Ron, a bocca piena.

“Vado io” sospirò Hermione, alzandosi.

Arrivò davanti alla porta della camera degli ospiti e bussò.

“Avanti!”.

Entrò e trovò Fred che tentava di infilarsi una maglietta, ma la testa si era incastrata.

Scoppiò a ridere come una matta.

“Cosa ridi?! Aiutami! Soffoco!” esclamò lui.

Lei gli si avvicinò asciugandosi le lacrime per le risate. Afferrò il bordo del colletto stando attenta ai capelli rossi e tirò forte. La testa di Fred spuntò fuori.

“Ecco qui!” sorrise, col volto a pochi centimetri dal suo.

I loro occhi si incontrarono e nella stanza calò il silenzio.

“Ehm... Ora dovresti infilare anche le braccia” disse Hermione, allontanandosi imbarazzata.

“Giusto, le braccia... Grazie mamma” sorrise Fred.

“Hai bisogno di qualcosa o eri venuta solo ad ammirare i miei pettorali scolpiti?” le domandò poi, con sguardo ammiccante.

“Pettorali? Ho visto solo un ebete che non è nemmeno capace di infilarsi una maglietta!”.

“Sai essere veramente perfida, Granger”.

Risero, poi Hermione si fece seria.

“E' tutto ok, Fred?”.

“Sì, perché?”.

“Sei salito di corsa, non hai nemmeno finito di mangiare”.

“E ti sei preoccupata?”.

“Direi di sì... Un Weasley che non mangia preoccuperebbe chiunque”.

“Va tutto bene. Deve essermi rimasta sullo stomaco la pasta di ieri sera”.

“Ehi!” esclamò lei, offesa.

Fred sogghignò.

“Comunque... Me lo diresti se qualcosa non andasse?” chiese Hermione, timidamente.

“Ti interesserebbe?”.

“Ovvio, Fred”.

“Perché?”.

La riccia cercò le parole giuste.

“Non siamo mai stati grandi amiconi, è vero... Ma per qualche assurda ragione ci tengo a te, soprattutto ora che ci siamo avvicinati un po' di più... E poi lo sai che mi preoccupo per tutti” sorrise infine.

Fred notò che era arrossita leggermente.

“Lo so. Vieni qui piccoletta”.

Si abbracciarono e rimasero stretti così per qualche istante. Fu George a interromperli, entrando in camera.

“Credevamo ci foste morti qui sopra! Sareste proprio una bella coppia, sapete? Forza Granger, lascia il maritino e corri fuori, se non vuoi assistere al mio spogliarello” sogghignò.

Fred gli tirò contro un cuscino, mentre Hermione si affrettò ad uscire. Andò in camera, dove Ginny si stava infilando le scarpe.

“Allora? Cos'ha Fred?” le chiese la rossa.

“Ha detto che è tutto ok”.

“Già... Harry e Ron sono andati a comprare una cosa per giocare tutti insieme, comunque”.

“Una cosa cosa?” si allarmò Hermione.

“Non lo so, ma Harry ha detto che ci sarà da divertirsi”.

Harry e Ron rientrarono dopo più di mezz'ora.

“Quindi? Dov'è il gioco?” George era esaltatissimo.

Harry sfilò dalla tasca dei jeans un sacchetto pieno di minuscoli palloncini.

“E quelli?” fece Ginny, curiosa.

“Questi sono il gioco. Faremo una battaglia di gavettoni” spiegò Harry.

“Povera me” sospirò Hermione.

“Dai Herm, non fare la solita” sorrise Ron, pizzicandole piano un braccio. Fred si irrigidì a quel gesto.

I ragazzi uscirono in giardino ed Harry spiegò ai Weasley come funzionava il gioco, poi lui e Ginny cominciarono a riempire d'acqua i palloncini. Li sistemarono in tre secchi ed una volta che furono tutti pieni,stabilirono che avrebbero fatto tre squadre formate da due componenti.

“Io sto con Hermione!” esclamò Ginny.

“Sorellina cara, non voglio sminuirvi, ma sareste troppo deboli voi due... Forse è meglio se vi dividete” le disse George.

“Deboli un corno! Vieni Herm” ribatté la rossa, con sguardo di sfida.

La guerra cominciò; chi veniva colpito era eliminato. I ragazzi correvano e si nascondevano di qua e di là per il giardino, sembrando quasi dei ninja. Alla fine, sul campo di battaglia, rimasero solo due combattenti.

“Idiota, non potevi colpire lei al posto mio? Ora vincerete tu e Fred” si lamentò Ginny rivolta a George, mentre osservavano Fred ed Hermione che si scrutavano da lontano con i palloncini pronti ad essere lanciati.

“Potevo, ma volevo assistere a questo spettacolo” rispose lui, indicandoli. La rossa sbuffò.

“Mi sa che vince Fred” disse Harry.

“Mmh... Hermione sa essere molto combattiva, non ama perdere” commentò Ron.

“Ok, Granger... Se ti arrendi, non sarò costretto a bombardarti” urlò Fred, per farsi sentire dalla ragazza.

“E se fossi io a bombardare te?”.

“Ma per favore, Granger! Sai benissimo come finirà”.

“Certo, finirà con te fradicio come un pulcino bagnato”.

“Ah sì? Forza, avviciniamoci e duelliamo”.

Avanzarono entrambi molto lentamente, cauti. Si ritrovarono l'uno di fronte all'altra, a qualche passo di distanza.

“Allora, il primo che...”.

SPLASH!

Hermione aveva scagliato il proprio palloncino contro a Fred, poi ne prese uno che aveva nascosto dietro la schiena e lanciò anche quello, inzuppandolo completamente. Al rosso cadde di mano la sua “arma” e rimase immobile a bocca aperta, troppo sorpreso per riuscire a reagire. Tutti scoppiarono a ridere di gusto e corsero ad abbracciare Hermione, che era l'immagine della soddisfazione.

“Grande Herm! Sapevo che avresti vinto tu!” gridò Ginny, saltellando.

“Ah sì?” fece George, guardandola con un sopracciglio alzato.

“Ok, no... Però bravissima!”.

Fred intanto si riprese e si avvicinò alla vincitrice con fare tranquillo.

“Complimenti, Granger” disse, porgendole la mano.

“Grazie, Weasley” Hermione gliela strinse ed in un attimo si ritrovò tra le braccia del rosso, bagnandosi tutta la maglietta.

“Accidenti a te!” urlò, cercando di allontanarsi.

“Così impari, piccola imbrogliona! Ora chi è il pulcino bagnato?” ghignò lui.

Nel frattempo, George aveva fatto silenziosamente cenno agli altri di rientrare, per lasciare i due soli.

“Lasciami!”.

“Chiedi scusa”.

“No!”.

La abbracciò più forte.

“Chiedi scusa”.

“Ho vinto, non devo chiederti scusa”.

Ancora più forte.

“Ok, ok! Scusa!” esclamò Hermione.

Fred rise e mollò la presa, ma lei non si mosse.

“Ti ho uccisa?” le domandò, vedendo che non si spostava.

“No... No, è che...” borbottò Hermione, in imbarazzo.

“Che?”.

“Niente”.

“Granger? Ti ho fatto male?”.

“no, ma... Pensavo”.

“A cosa?”.

“Una sciocchezza”.

“Cioè?”.

“Mi piacciono i tuoi abbracci” disse infine la ragazza, arrossendo. Fred sentì che il battito del proprio cuore prese ad accelerare.

“Saranno i pettorali” commentò.

“Scemo”.

Hermione non riusciva a guardarlo negli occhi e lui se ne accorse, perciò sorrise e la avvolse di nuovo con le sue braccia.

“La mia piccola Granger”.

Sì, Hermione li amava proprio i suoi abbracci.

Intanto, gli altri li spiavano dalla finestra della cucina, con i nasi incollati al vetro.

“Com'è che quei due stanno sempre appiccicati ultimamente?” chiese Ron.

“Non ci arrivi, tontolone? Si piacciono” rispose Ginny.

“E lo sanno?” fece Harry.

“Direi di no... Non ancora”.

“E' il caso di metterci lo zampino?”.

“Ma Fred se l'è sempre cavata alla grande da solo con le ragazze!” esclamò Ron.

“Svegliati, Ronald! Si tratta di HERMIONE... Mica di una ragazza come le altre! E poi penso proprio che sia una cosa seria, altrimenti Fred non tentennerebbe tanto” spiegò Ginny, pensierosa.

“Comunque aspettiamo a metterci lo zampino” concluse George.

Videro i due sciogliere l'abbraccio e avviarsi verso la porta di casa, perciò si staccarono rapidamente dalla finestra e corsero a togliersi i vestiti bagnati.

 

Nel pomeriggio, Hermione obbligò tutti a fare almeno un po' di compiti delle vacanze. Lei, ovviamente, li aveva già terminati da tempo, perciò si mise a disposizione di chi aveva bisogno. I ragazzi si sparpagliarono per terra, in salotto.

“Io non ci capisco un accidenti” sbuffò George, massaggiandosi le tempie. Lui ed il gemello erano alle prese con Trasfigurazione. Fred si guardò attorno per chiamare Hermione, esausto di tentare di capire tutte quelle pagine senza riuscirci.

“Ehi, Granger! Ci vieni a dare una mano?”.

Lei si avvicinò e si sedette in mezzo ai due.

“Illuminaci” disse George, passandole il libro. La ragazza lo lesse rapidamente, poi cominciò a spiegare. Fred la osservava gesticolare; la sua mente tornò agli abbracci di quella mattina, alla sensazione che provava stringendola a sé... E lei? Cosa sentiva?

“Terra chiama Freddie!” esclamò George, agitando una mano davanti ai suoi occhi.

“Sì... Ci sono” borbottò lui, riprendendosi.

“Mi hai ascoltata?” gli chiese Hermione, severa.

“Sì... Un po'... Certo”.

“Ripeti cosa ho detto, allora”.

“Io...”.

“Fossi in lei, professoressa, toglierei qualche punto a Grifondoro per la disattenzione del signor Weasley” intervenne George, con un ghigno.

“Lei non faccia il furbo, signor Weasley, o mi toccherà togliere punti alla vostra casa per colpa della sua sfacciataggine” gli rispose Hermione.

“Almeno io ho ascoltato”.

“Ripeti tu, allora”.

“Mi fa male la gola”.

La ragazza rise e gli diede un buffetto sulla testa. Fred, intanto, li guardava torturandosi le mani.

“Ti posso parlare un secondo?” domandò all'improvviso ad Hermione.

“Certo” rispose lei, sorpresa.

Si alzarono ed andarono nella camera degli ospiti. Fred non ne poteva più di aspettare, voleva dirle che non era più una semplice amica per lui, o una sorella... Eppure, quando furono seduti su uno dei lettini, faccia a faccia, il coraggio era svanito quasi del tutto e cominciò a pensare che fosse una pessima, nonché stupida, idea.

“Dimmi” Hermione lo guardava negli occhi.

“E' che... Cioè, niente di importante, ma...”.

“E' per la ragazza che ti piace?” si pentì subito di aver fatto quella domanda, ora avrebbe dovuto ascoltare i piccoli problemi di cuore di Fred e non le andava per niente.

“Come?!” sgranò gli occhi lui.

“Non arrabbiarti... Charlotte mi ha confidato che le hai parlato tutto il tempo di una ragazza la sera del pigiama party” gli confessò.

“E... Ti ha detto il suo nome, per caso?” Fred era sbiancato.

“No, tranquillo”.

Il rosso sospirò di sollievo.

“Com'è?”.

“Com'è chi?”.

“La fortunata”.

“Ah... Beh... Lei è fantastica. È dolce, intelligente, buffa, divertente, spesso rompiscatole, testona, forte... Ed è bellissima. Ha due occhi capaci di farti perdere, per quanto sono profondi... E la sua voce... Amo la sua voce” spiegò Fred, senza osare guardarla.

Lei rimase in silenzio, combattendo contro quella terribile sensazione che provava alla bocca dello stomaco e alla delusione. Non lo aveva mai sentito parlare così...

“Sei proprio cotto” riuscì a dire, infine, sforzandosi di sorridere. Fred annuì con la testa.

“ E lei lo sa?”.

“No”.

“E cosa aspetti, scemo?”.

“E' complicato”.

“Complicato? Per te, Fred Weasley? Hai sempre ottenuto ciò che volevi... E poi sei un abile conquistatore, coi tuoi pettorali scolpiti” gli fece l'occhiolino e lui rise.

“In questo caso non bastano, purtroppo. Il fatto è che so che lei potrebbe benissimo dirmi che non prova la stessa cosa, capisci? E non sono abituato a ricevere dei no, così come a provare certe cose per una persona”.

“Capisco. Buttati, Weasley, non avere paura. Sicuramente sarai ricambiato... E se così non fosse, allora quella è proprio una pazza”.

“Tu credi?”.

“Ne sono certa” gli sorrise e lui ricambiò.

“Vorrei... Vorrei dirti come si chiama, posso? Magari la conosci”.

Era pronto, glielo avrebbe detto.

“Ok!” Hermione non era sicura di volerlo sentire davvero.

“Bene. Lei è...”.

“RON! RON! RIDAMMI SUBITO IL MIO COMPITO!”.

Ron era appena entrato in stile “bufalo”, seguito a ruota da Harry, che cercava di riprendersi la sua pergamena. Subito arrivarono anche George e Ginny, col fiatone. Fred li maledisse mentalmente, poi afferrò il fratello minore e l'amico.

“Si può sapere che diamine fate?” chiese, innervosito.

“Mi ha rubato il compito di Pozioni!” gridò Harry.

Fred prese la pergamena e gliela porse. Tornarono tutti al piano di sotto, Hermione e Fred per ultimi.

“Quindi chi è?”.

“Te lo dico un'altra volta” sbuffò lui.

 

Quella sera, per rilassarsi dopo i compiti, i ragazzi uscirono a cena. Andarono al ristorante dove lavorava Alan e lì seduta ad un tavolino, da sola, trovarono Charlotte.

“Ehi, tesori!” li salutò, vedendoli entrare.

“Ciao Charlotte! Ti vuoi unire a noi?” le chiese Hermione.

“Volentieri! Grazie!”.

Uno dei camerieri mostrò loro un tavolo libero e i ragazzi presero le ordinazioni poco dopo.

“Ma buonasera!” esclamò Alan, quando finalmente ebbe il tempo di andarli a salutare.

“Alan dice che più tardi ci sarà una sorpresa” bisbigliò la sua ragazza.

“Che tipo di sorpresa?” domandò Ginny, curiosa.

“Vedrete” Alan fece l'occhiolino, poi tornò al lavoro.

“Non hai fame, tesoro?”.

Hermione si voltò e vide Charlotte che la scrutava preoccupata, seduta accanto a lei.

“Non tanta” confessò.

“Qualcosa non va?”.

“No, avrò mangiato qualche biscotto di troppo prima di venire qui”.

In realtà, Hermione continuava a pensare a Fred e alla sua cotta per la ragazza misteriosa.

A tarda serata, alcuni musicisti comparirono nella stanza ed i camerieri spostarono i tavoli in modo che si formasse una specie di pista da ballo.

“Sorpresa!” gridò Alan, con un sorriso, prendendo per mano la fidanzata e trascinandola a ballare un brano movimentato. Ginny fece lo stesso con Harry.

“Beh, io ho addocchiato una dolce fanciulla a quel tavolo in fondo e siccome ho capito che già mi ama, vi saluto!” e così George andò ad invitare una ragazza a qualche tavolo di distanza dal loro, che accettò divertita.

Fred guardò Hermione.

“Forza, Granger! Tiriamo fuori i Fred e Ginger* nascosti in noi!” sorrise, porgendole la mano.

Lei scoppiò a ridere e lo seguì. Ron, invece, preferì rimanere seduto ed ordinare altro cibo.

Fred ed Hermione continuavano a ridere come matti, tra piroette, saltelli, dondolamenti, volteggi, piedi pestati e facce buffe.

“Posso rubarti al tuo cavaliere, signorina?” le chiese ad un tratto un ragazzo, avvicinandosi alla riccia.

“Mi spiace, ma è mia” rispose Fred, facendogli cenno di andarsene. Lui fece una smorfia e si allontanò.

“Potresti avermi appena strappata all'amore della mia vita” commentò Hermione, fingendosi offesa.

“Nah, non ti piaceva”.

“Magari sì”.

“Ti piaceva?”.

“Era carino”.

“Beh, io sono bellissimo, quindi ringraziami”.

“Quanto sei scemo”.

“E bellissimo”.

Risero entrambi.

“C'è quella tizia là nell'angolo che ti fissa da un po'” gli disse poi lei.

“Stai cercando di spingermi tra le braccia di un'altra per poter correre dal possibile amore della tua vita e costruire una vita felice insieme?” le domandò lui, inarcando un sopracciglio.

“Può darsi... Comunque ti ha preso di mira sul serio”.

“Mi spiace per lei, ma la mia dama ce l'ho già”.

Hermione arrossì appena e sorrise.

I ragazzi restarono lì a ballare fino a quando il ristorante non chiuse.

“Ehi! Scusa! Occhi stupendi!”.

Tutti si voltarono e videro il ragazzo che aveva invitato Hermione a ballare correre verso di loro.

“Tu!” indicò la riccia col fiatone, quando riuscì a raggiungerli.

“Sì?” Hermione era stupita.

“Sei bellissima”.

“Gr... Grazie”.

“Posso avere il tuo numero? Oppure possiamo rivederci un giorno?”.

“Amico, smamma, su” intervenne Fred, mettendo un braccio attorno al collo di Hermione con un sorriso beffardo.

Il ragazzo sbuffò e lo guardò in cagnesco, poi se ne andò di nuovo.

“Che tenero” sospirò Charlotte.

“Chi?” chiese Ron.

“Ma quel tesoro! L'ha inseguita fino a qui!”.

“Infatti! Bravo Weasley, mi hai allontanata un'altra volta dall'amore della mia vita... Il destino ha voluto che mi rincorresse e tu lo hai cacciato” borbottò Hermione.

“Granger, l'ho fatto per te. Non era il tuo tipo” spiegò Fred, che ancora avvolgeva la ragazza.

“Freddie è geloooooso, Freddie è gelooooooso!” canticchiò George, facendo ridere gli altri.

“Ma che geloso?! E' solo che si vedeva benissimo che quello era un idiota”.

“In realtà è un bravissimo ragazzo... Viene spesso al ristorante. Fa un sacco di volontariato e sta studiando per diventare giornalista” ribatté Alan.

“Perfetto per Hermione” commentò Ron, pensieroso.

Fred sbuffò seccato.

“Appunto perché è perfetto non poteva funzionare” disse, convinto.

“Certo, certo.... Resta il fatto che sei geloooooso” rispose George.

“Quanto siete pesanti! Domani vado a cercarlo e gli lascio il tuo numero, ok?” esclamò, rivolto ad Hermione.

“Lascia perdere, ormai è andata. La prossima volta, però, evita di cacciare i miei futuri mariti così”.

La ragazza gli circondò la vita con un braccio e lui annuì sorridente, stringendola un po' più a sé.

“Buonanotte ragazzi! Grazie per la serata!” Alan e Charlotte, quando furono davanti alla casa di Hermione, si separarono dal gruppo e proseguirono da soli.

I ragazzi misero il pigiama e si prepararono per andare a dormire.

Hermione passò prima in camera sua, da Harry e Ron, poi in quella degli ospiti.

“Notte, matti” disse ai gemelli.

“Buonanotte Granger” risposero loro, in coro.

“Ah! Granger!” urlò George.

“Sì?”.

“Il bacio della buonanotte?”.

“Fatevelo voi”.

“Cattiva”.

Hermione alzò gli occhi al cielo, divertita, poi si avvicinò ai letti e diede un lieve bacio sulla fronte a George. Nel momento in cui si chinò su Fred per fare la stessa cosa, i loro sguardi si trovarono. Fred le accarezzò una guancia teneramente e lei chiuse gli occhi; quando li riaprì, lui era lì che la guardava con lo sguardo più dolce che le avesse mai rivolto, ed il suo cuore mancò di un battito. Gli lasciò un bacio sulla punta del naso ed uscì dalla stanza.

“Com'è che sei tanto rossa?” le chiese Ginny, quando si sistemò nel letto con lei.

“Rossa? Sarà il caldo” rispose impacciata.

“Ah sì? Non sarà l'effetto Fred?”.

“Per l’amor del cielo, Ginevra! Non dire sciocchezze!” esclamò.

Ginny rise, poi le diede la buonanotte.

Hermione chiuse gli occhi... Se Fred era davvero cotto della ragazza misteriosa, perché le aveva rivolto quello sguardo, prima? Sospirò, poi cercò di prendere sonno.

 

 

*Fred e Ginger: famosissimo duo di ballerini, cantanti ed attori.

 

Angolino dell’autrice malaticcia

Saaalve! Che dire? Questo capitolo è stato partorito con la febbre, tra uno starnuto e l’altro (brutta immagine, lo so ahah)... Spero di non aver fatto troppi danni ahahah Ringrazio, come sempre, i carissimi lettori e recensori :) I vostri commenti mi danno uno stimolo in più per continuare questa ff, a cui tengo :)

Un abbraccio da lontano, così non vi contagio! <3

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Capitolo 7
*** Sesto giorno in casa Granger ***


Hermione fu svegliata a tarda mattinata dal telefono che suonava. Si alzò di scatto e corse a rispondere.

“Chi era?” chiese Ginny, quando l'amica tornò in camera.

“Mia madre... Ha detto che papà è caduto da delle scale e si è rotto una gamba, perciò preferiscono anticipare il rientro” spiegò.

“Cavoli, poveretto! Quando tornano?”.

“Domani sera. Se non vi dispiace io non vengo con voi alla Tana, resto qui ad aiutare i miei”.

“Ma certo! Non preoccuparti!”.

Quando tutti furono svegli, si riunirono in cucina per la colazione ed Hermione raccontò cosa era successo.

“Quindi domani mattina non vieni da noi?” domandò Fred.

“No”.

Il rosso divenne pensieroso: se Hermione rimaneva a casa sua, lui avrebbe dovuto passare chissà quanto tempo senza vederla... Non era sicuro di riuscire a reggere ancora per molto il peso che aveva sullo stomaco, perciò decise che quello era il giorno giusto per confessare alla ragazza i propri sentimenti per lei.

“ASPETTA!” esclamò.

Hermione, che si stava per versare del succo d'arancia, si arrestò di colpo.

“Che c'è?” chiese, allarmata.

“Faccio io” disse lui, prendendole la caraffa dalle mani e riempendole il bicchiere. Tutti lo guardarono come se fosse impazzito.

“Grazie”.

“Ma figurati!”.

“Che si fa oggi?” domandò Herry, dopo un po'.

“Siccome è l'ultimo giorno, voglio portarvi in un posto speciale...” sorrise Hermione.

“Dove?”.

“Lo vedrete! Prima devo fare una telefonata però”.

Mentre gli altri sistemavano la cucina, Hermione chiamò Charlotte per invitarla ad andare con loro.

“Prendo la macchina, ok? Così facciamo prima” disse questa, dall'altra parte della linea.

“Certo, ci faresti un favore! Grazie! A dopo”.

Tutti si cambiarono, poi aiutarono Hermione a preparare i cestini con dentro il pranzo.

Non appena sentirono suonare il campanello, Ginny corse ad aprire la porta.

“Buongiorno tesori! Pronti?!” esclamò Charlotte, esaltata.

Caricarono i cestini nel baule, poi salirono in macchina.

“E noi?” chiesero Fred e George, rimasti senza posto.

L'auto aveva solo cinque sedili.

“Accidenti, non ci ho pensato” sospirò Charlotte.

“Non preoccuparti... Ron, fila nel baule” sorrise George.

“Cosa?!”.

“Forza, fratellino”.

“Ma ci sono i cestini!” si lamentò Ron.

“Ci starai benissimo se ti contorci un po'”.

“Ma non...”.

“Muoviti!”.

Il minore scese sbuffando e si infilò nel baule, cercando di farsi spazio.

“A posto” George si sedette accanto ad Harry, soddisfatto.

“Fantastico! E io dove sto? Sul tettuccio?” domandò Fred.

“Prendi in braccio Hermione” disse Charlotte.

“Ragazzi, già Ronald è nel baule, se poi facciamo anche così siamo ai limiti dell'illegalità!” esclamò Hermione, scettica.

“Oh, non esagerare! Non c'è tanta strada, non ci fermerà nessuno”.

“Ma se...”.

“Hermione, datti una mossa”.

La ragazza, proprio come l'amico, si arrese; lasciò sedere Fred al suo posto, poi si mise sulle sue ginocchia. La guida di Charlotte era davvero pessima: sbandava da una parte all'altra e centrava ogni singola buca. Fred circondò Hermione con un braccio, per evitare che si facesse male; lei arrossì lievemente, senza dire nulla.

“Dai, cantiamo un po'!” esclamò allegra Charlotte.

Tutti concordarono, così lei intonò una canzone, ma gli unici a seguirla furono Harry ed Hermione.

“Beh? Non cantate voi rossi?”.

“Non conosciamo canzoni bab... Cioè... Non ascoltiamo molta musica” rispose Ginny, accanto all'autista.

“Ah... Beh, qualcosa saprete però... Scegliete voi cosa cantare”.

I Weasley si guardarono, poi attaccarono con una delle canzoni delle Sorelle Stravagarie. Stavolta furono gli altri tre a rimanere in silenzio; Charlotte ed Harry, però, riuscirono comunque a stare dietro alla melodia fischiettando.

“Devo parlarti” sussurrò Fred ad Hermione, mentre gli altri continuavano la canzone.

“Dimmi”.

“Allora... Sai che...”.

“Herm! Manca molto?” Ron sbucò con la testa dal baule, interrompendo il fratello.

“Di nuovo” sospirò Fred, trattenendo l'istinto di urlargli contro.

“No, siamo praticamente arrivati” gli sorrise lei.

“Perfetto, non resisto più qui dietro”.

Ron ricominciò a cantare.

“Allora?” Hermione si rivolse a Fred.

“Parliamo dopo” rispose lui, con una smorfia.

La ragazza cercò i suoi occhi e, quando li incontrò, provò a leggervi dentro.

“E' una cosa brutta?” gli chiese.

“Cosa?”.

“Quello che vuoi dirmi”.

“Sì e no”.

“Riguarda Lei?”.

“Lei?”.

“La ragazza che ti piace”.

“Ah! Sì, in effetti sì”.

Fred era sconvolto: possibile che Hermione non si fosse accorta proprio di nulla? Credeva sul serio che tutte quelle piccole attenzioni verso di lei fossero una cosa normale?

Arrivarono a destinazione e i ragazzi si trovarono davanti agli occhi uno spettacolo meraviglioso: un immenso campo di girasoli.

“Sembra un quadro” sussurrò Ginny, estasiata.

“Vero, eh? Venite” Hermione li guidò verso un vasto giardino adiacente al campo di girasoli e vi sistemò delle coperte.

“Ma possiamo stare qui?” chiese Harry.

“Sì, è di mio zio questo terreno”.

“E' bellissimo!” esclamò Ron.

Si sedettero per terra, sulle coperte, ed ognuno prese un panino dai cestini.

“Dammi” disse Fred, prendendo la bottiglia d'acqua che Hermione faticava ad aprire.

“Grazie”.

Una volta che furono sazi, i ragazzi si rilassarono un po' sul prato, poi George corse a prendere la palla che Hermione aveva messo in macchina e cominciarono a giocare tutti insieme. Ad un tratto, Fred si avvicinò alla riccia e le propose di andarsi a sedere insieme a lui. Lei acconsentì.

“Amo i girasoli” sospirò Hermione, ammirando i fiori.

“Non lo avevo proprio capito!” sogghignò lui.

“Immaginavo! Lo conosci il mito del girasole?”.

“Ti pare?”.

Hermione alzò gli occhi al cielo, poi cominciò a raccontare: “Clizia era una giovane Ninfa, perdutamente innamorata del dio del Sole, Apollo. Ogni giorno si fermava ad ammirare il suo amato che percorreva il cielo trasportando il Sole con un carro. Apollo, lusingato, ricambiava i suoi sentimenti. Successe, però, che il dio perse la testa per Leucotoe, figlia del re Orcano. Per poter stare con lei, si trasformò nella madre della fanciulla e la raggiunse nella sua stanza. Quando la povera Clizia scoprì di essere stata tradita, venne spinta dalla gelosia a rivelare al padre di Leucotoe la relazione tra lei ed Apollo... L'uomo, disapprovando totalmente l'accaduto, fece seppellire viva la figlia. A quel punto, Apollo non ne volle più sapere nulla della Ninfa e non la degnò più delle sue attenzioni. Clizia era disperata... Distrutta dal dolore per la perdita del suo amore, passava le giornate seduta a terra a piangere, nutrendosi solamente della brina e delle sue lacrime, e a contemplare Apollo in cielo. Il tempo scorreva, ma il dolore non cessava... Il suo corpo cominciò ad irrigidirsi, i suoi piedi si conficcarono nel terreno, i capelli diventarono gialle corolle e si trasformò in un fiore, il girasole, che come Clizia segue l'andamento del Sole”.

“Ma è deprimente, Granger!” esclamò Fred, con una smorfia.

“Io la trovo una storia affascinante”.

“Certo, ma deprimente!”.

Hermione rise ed ecco comparire di nuovo lo sguardo dolce di Fred, lo stesso della sera prima.

“Non sto masticando” disse, quando tornò abbastanza lucida per parlare.

“Ti dà così fastidio che io ti guardi?”.

“No... Ma mi metti in imbarazzo”.

“Oooooooook” il rosso si coprì gli occhi con una mano.

“Meglio così?” le chiese.

“Decisamente” rise lei. E invece no, così non andava bene... Non voleva che nascondesse i suoi occhi. Gli prese delicatamente la mano e la allontanò dal viso.

“Prima ti volevo dire che mi...”.

“PAAAAALLAAAAAAAAAAAAAAA!” Fred fu interrotto da una pallonata in testa.

“Se è stato Ron, stavolta lo ammazzo” pensò, massaggiandosi il punto in cui era stato colpito.

“Scusa, tesoro! Tesoro, tesoro, TESORO! Scusa!” Charlotte gli stava correndo incontro, seguita dagli altri.

“Non è niente” rispose lui.

“Sicuro? Mi spiace... Ho fatto un po' fortino”.

“Alla faccia dell'un po' fortino!” rise George.

“Va tutto bene, tranquilla. Ho la testa dura!” la rassicurò Fred, con un sorriso.

“Visto che Fred è vivo, facciamo due passi?” propose Ginny.

I sette si incamminarono.

“Sfiducciaaa” esclamò Charlotte.

“Sentiamo” disse Ron, diffidente.

“Facciamo una gara di velocità”.

“Pessima idea” borbottò Hermione.

“Io ci sto!” fece Ginny.

Anche gli altri accettarono e si allinearono ai posti di partenza.

“Forza, Granger” George la trascinò insieme a loro.

“No! Io controllo chi vince”.

“Quello lo faccio già io... Ho mangiato sei panini e sento che basta un movimento di troppo per farmi vomitare tutto” rispose Ron.

“Sei disgustoso”.

Alla fine riuscirono a convincere Hermione e, quando Ron ebbe raggiunto il traguardo che avevano stabilito, partirono. Charlotte era in testa, seguita a ruota da George e poi da Fred, Ginny, Harry ed Hermione, che però era rimasta molto più indietro rispetto al gruppo. Fred si voltò e la vide in lontananza, perciò si fermò, la raggiunse, e la fece salire in groppa. Ricominciò a correre, con lei che si teneva stretta a lui per non cadere.

“Pistaaaaaaa!” gridò Fred, superando Ginny.

“Vai piano!” Hermione gli tirava leggermente i capelli per farlo rallentare, con scarsi risultati.

“E' una gara, Granger!”.

I due tagliarono il traguardo, arrivando terzi. Al primo posto si era posizionato George, mentre al secondo Charlotte.

“Non sono sicura che questa cosa sia valida” disse Ginny, col fiatone, indicando Fred ed Hermione.

“Dura da accettare la sconfitta, eh sorellina?” sogghignò lui.

Hermione scese e si appoggiò con una mano alla spalla del ragazzo, un po' pallida.

“Troppo veloce?” le chiese , divertito.

“Troppo” rispose lei.

La circondò con un braccio la strinse piano.

“Ritorno in corsa?” ridacchiò George.

“Te lo scordi” borbottò Harry.

I ragazzi tornarono indietro, guardandosi intorno per ammirare il paesaggio.

Fred, che camminava di fianco ad Hermione, la prese per mano. Lei arrossì, un po' sorpresa, poi gliela strinse delicatamente. Mentre gli altri proseguivano, il rosso la fece fermare. Hermione lo guardò con sguardo interrogativo. Lui le lasciò la mano e si avvicinò al campo di girasoli; ne colse uno e glielo porse, imbarazzato.

“Fred...”.

“E' per dirti che...”.

“Forza ragazzi! Dobbiamo raccogliere le nostre cose!” esclamò Hrry, raggiungendoli. Quando notò il fiore nelle mani dell'amica e l'espressione omicida di Fred, indietreggiò.

“Ops... Ehm... Tranquilli, ci pensiamo noi!” disse rapidamente.

Fred sospirò.

“Arriviamo” mugugnò.

Stava per seguire Harry, ma lei lo tranne.

“Cosa devi dirmi?”.

“Eh? Ah, no niente... Ti volevo ringraziare per averci ospitati a casa tua”.

“Figurati, è stato un piacere” rispose lei, un po' delusa.

Presto furono pronti a ripartire.

A metà strada, però...

“FERMA! Ferma ferma ferma!” urlò Hermione.

Charlotte frenò bruscamente e tutti si voltarono verso la riccia, allarmati.

“C'è il tramonto!” spiegò, emozionata.

“Tu sei pazza!” esclamò Ron, facendo un sospiro di sollievo.

Scesero dalla macchina e, sulla strada, contemplarono il sole che tramontava, abbracciati gli uni agli altri. Fred guardò Hermione, stretta tra Harry e Ron: sembrava una bambina davanti a quella meraviglia... Il destino era proprio contro di lui, a quanto pareva.

“Questa sera, cascasse il mondo, ti dico tutto” pensò tra sé.

Quando risalirono in macchina, Hermione si appoggiò al petto di Fred e si addormentò; poco dopo, anche a lui si chiusero gli occhi e la testa ricadde su quella della ragazza. Charlotte vide i due dallo specchietto e sorrise compiaciuta, rallentando un po'.

 

Arrivati a casa, i ragazzi scaricarono la macchina, salutarono Charlotte ed entrarono.

Hermione prese subito un vaso, lo riempì d'acqua e lo sistemò sul davanzale della finestra in cucina.

“E quello?” le chiese George, mentre ci metteva dentro il girasole.

“Un pensiero di Fred” rispose lei.

“Fred? La mia brutta copia?”.

“Proprio lui”.

“L'amore gli sta proprio dando alla testa”.

“Tu... Conosci la ragazza che gli piace?”.

George ridacchiò, un po' sorpreso da quella domanda. Cosa aveva raccontato il fratello alla povera Granger?

“Ovvio” disse, scrollando le spalle.

“Ah... Bene”.

“Sai, Freddie non fa altro che parlare di lei. Secondo me non poteva trovare una persona più diversa da lui, ma penso che siano perfetti insieme”.

La vide impallidire e fare una smorfia.

“Gelosa?”.

“Ma che dici? Ero solo curiosa!” borbottò lei.

“Granger! Il girasole è chiuso!” esclamò Fred, che era appena entrato nella stanza e aveva visto il fiore. Le circondò la vita da dietro e appoggiò la testa sulla sua spalla, osservando il vaso.

“Perché è sera, Weasley” rispose Hermione, seccata.

George rise, poi salì in camera.

“Qualcosa non va?” le chiese Fred.

“No, scusa... Sono solo un po' stanca”.

Il rosso la fece voltare e le accarezzò una guancia, guardandola negli occhi.

“Hermione... C'è una cosa che volevo...”.

“Porca miseria! Dovevo dire una cosa a mamma!” esclamò la ragazza, correndo fuori dalla cucina e lasciandolo lì da solo.

Fred si mise le mani nei capelli e ringhiò. A quanto pareva doveva chiuderla a chiave in una stanza e legarla ad una sedia per poterle parlare senza che niente e nessuno si intromettesse.

I ragazzi decisero di ordinare la pizza quella sera. Quando ebbe messo il pigiama, Hermione raggiunse Harry e Ron nella sua camera.

“Tu!” disse, indicando Harry con fare minaccioso, dopo essersi seduta di fronte a lui sul letto.

“Sì?” fece l'amico, terrorizzato.

“Prova a non mandarmi neanche una lettera e scordati che ti aiuto coi compiti”.

“Mi hai fatto spaventare! Sai che lo farò, non c'è bisogno che mi minacci” rise Harry.

“Non si sa mai...”.

“E io chi sono? Il figlio di Dobby?” chiese Ron, nel sacco a pelo.

“Non sto nemmeno a dirtelo... Ormai non ci spero più in una tua lettera” rispose lei, imbronciata.

“Fai bene. Troppa fatica”.

La riccia gli lanciò un cuscino e i tre risero.

“Che c'è qui? Una festa?” i gemelli e Ginny entrarono nella stanza.

La rossa si sedette accanto ad Harry, mentre Fred e George per terra, vicino a Ron.

“Festa? Hermione era venuta a minacciarci” si lamentò Harry.

“Tipico di lei” sogghignò George.

“Spiritosi! Comunque mi aspetto una letteruccia anche da voi visto che non ci vedremo per un po'”.

I tre Weasley si scambiarono un'occhiata, poi scoppiarono a ridere.

“Ma quanto siete scemi!” per quanto si sforzasse, Hermione non riuscì a trattenere un sorriso.

“Tranquilla Herm, ci penserà Harry a farti avere nostre notizie” disse Ginny.

“Ma per chi mi avete preso?!” esclamò il moro, indignato.

“Comunque non è la stessa cosa... Se mi scrivete voi, anche due parole, almeno saprò che mi avrete pensata un pochino” spiegò Hermione.

“Ma lo sai che ti penseremo tutti i giorni” intervenne Fred.

“Fred di sicuro” aggiunse il suo gemello, a bassa voce.

“Come?” chiese la riccia.

“Niente” rispose l'altro, dando una gomitata al fratello.

“Va beh, ci rinuncio...”.

Vedendo che l'amica aveva messo il broncio, i ragazzi la avvolsero in un abbraccio di gruppo, facendola sorridere.

“Ron! Quello è il mio sedere!” urlò Fred, facendo sciogliere l'abbraccio.

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata.

“Idiota” mugugnò Ron, rosso in viso.

“Ti sei accorta di una cosa, Granger?” le sussurrò George, mentre gli altri stavano ancora discutendo del fondoschiena del suo gemello.

“Cosa?”.

“Ridi così solo con Fred”.

La ragazza rimase interdetta, senza sapere cosa dire, colta alla sprovvista. Lui le fece l'occhiolino e si unì agli altri.

“E' stata proprio una bella settimana, vero?” sorrise Ginny, all'improvviso.

“Vero! È stato interessante passare un po' di tempo senza bacchette” rispose Ron.

“La prossima volta... Tutti dai Dursley!” esclamò Fred.

“Certo! Solo se venite con la macchina di vostro padre, però” rispose Harry, mentre gli altri ridevano al ricordo di qualche anno prima.

“E come, se no?”.

Tra una risata e l'altra, si fece tarda notte e i ragazzi decisero di andare a dormire.

“Posso parlarti di quella ragazza ora, per favore?” chiese Fred ad Hermione, seguendola mentre si dirigeva nella camera dei signori Granger.

“Fred... Scusami, davvero, ma sono troppo stanca ora...” rispose lei, arrivando davanti alla porta.

La verità era che era stata una bellissima giornata e non voleva che terminasse con un'allegra chiacchierata sulla ragazza di cui il rosso era cotto... Avrebbe rovinato tutto.

Lui ci rimase male, ma cercò di non darlo a vedere.

“D'accordo, tranquilla. Buonanotte” disse, voltandosi.

Aveva perso l'ennesima occasione per dirle tutto... Forse non era seriamente destino. Avrebbe potuto ignorare la risposta di Hermione, girarsi e confessarle i suoi sentimenti, ma si rese conto che avrebbe rovinato il momento: entrambi erano effettivamente stanchi ed era anche certo che gli altri potessero sentire tutto.

“Ehi, Fred” lo richiamò lei.

“Sì?”.

“Il... Ehm... Il bacio della buonanotte...”.

Hermione era arrossita visibilmente e la cosa lo intenerì.

Tornò verso di lei e si chinò un poco, ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso. Si guardarono negli occhi, poi Fred sorrise e le diede un bacio sul naso, facendola rabbrividire appena.

“Buonanotte, piccola Granger” sussurrò.

“Buonanotte, Weasley”.

“Non per fare la mamma, ma è ora di andare a nanna piccioncini!” esclamò Ginny, che era già sotto le coperte.

Risero, poi entrambi entrarono nelle rispettive stanze, coi battiti del cuore ancora irregolari per quel momento tutto loro.

 

Angolino dell'autrice

Rieccoci :D Ho sinceramente sofferto per Fred, scrivendo questo capitolo ahahah Purtroppo ci stiamo avvicinando alla fine della storia e sinceramente mi spiace un po'...

Beh, spero via sia piaciuto :) Risulterò un po' ripetitiva, ma grazie DAVVERO a chi sta seguendo questa ff :) Soprattutto a quei “tesori, tesori, TESORI” che sono stati così gentili da lasciare un commento o, addirittura, da aggiungere la ff ai preferiti <3 apprezzo molto :)

Un abbraccio, al prossimo capitolo <3

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Capitolo 8
*** Settimo giorno in casa Granger ***


“Harry! Apri tu la porta, per favore!” urlò Hermione, mentre aiutava Ginny a mettere le ultime cose in valigia.

Harry corse ad aprire e si trovò davanti Charlotte ed Alan.

“Ciao tesoro! Siamo venuti a salutarvi prima che partiate” spiegò lei.

“Oh! Grazie ragazzi!” rispose il moro, lasciandoli entrare.

“Tutto pronto!” esclamò George, scendendo le scale seguito dagli altri.

“Allora... Sicuri di non aver dimenticato nulla?” chiese Hermione, osservandoli attentamente.

“Sembri la mamma il primo giorno di scuola... Abbiamo tutto, Herm” rise Ginny.

“Ah-ah! Ron, questa l'ho ordinata in più ieri sera... Non sarà buonissima riscaldata, ma...”.

“PIZZAAAA! Hermione, sei la migliore amica che si possa avere!” esclamò il rosso, prendendo la scatola della pizza e abbracciando Hermione.

“Con tutte le volte che ti ho salvato la vita, mai vista una reazione simile” sorrise lei.

“Ragazzi noi dobbiamo andare, tra poco devo essere in ristorante... E' stato veramente un piacere conoscervi” disse Alan.

“Vero! Tornate presto a trovarci! E... Tesori, tesori, TESORI! Non preoccupatevi per Hermy, ci penso io a lei” aggiunse Charlotte, facendo scoppiare a ridere Ginny.

I due abbracciarono calorosamente i maghi, poi se ne andarono.

“Mi mancherà quel gran pezzo di babbana” sospirò George.

“Forza, fuori di qui voi! Molly sarà già in pensiero, siamo in ritardo” disse Hermione, con un battito di mani.

“Già non ne puoi più di noi, eh?” sogghignò Fred.

La ragazza abbracciò gli amici, fino ad arrivare a lui.

“Ciao, Granger”.

“Ciao, Weasley” lo fece abbassare un po' e lo avvolse.

Fred avrebbe voluto dirle tutto in quel momento, ma non ci riusciva, perciò si limitò a stringerla forte. Dopo un ultimo saluto, i Weasley ed Harry lasciarono casa Granger e si ritrovarono alla Tana. Non appena varcarono la soglia, Molly lasciò perdere le due tazze che stava lavando e corse ad accoglierli tutta emozionata.

“Amori della mamma!” squittì, tastandoli ad uno ad uno per verificare che tutti i chili fossero al loro posto.

“Com'è andata la settimana da innamorati?” le chiese Ginny.

“Benissimo, anche se ci siete mancati parecchio”.

“Sai che rimpiangerai di averlo detto, vero?” intervenne George con un sorrisetto furbo, facendola ridere.

“Mi spiace che Hermione non sia venuta” sospirò poi la donna.

“Già...” borbottò Fred.

“Comunque, dalle lettere che ci avete mandato direi proprio che avete passato una bella settimana anche voi, eh?”.

“Bellissima” rispose Ron, abbracciato alla sua pizza.

I ragazzi andarono a sistemare le loro cose.

“Dobbiamo tornare a lavorare sui nostri prodotti, fratellino... Abbiamo un sacco da fare” disse George al gemello, che annuì.

Tra un esperimento e l'altro, arrivò l'ora del pranzo. La famiglia si riunì a tavola a mangiare.

“Per il mio compleanno, se non sapete cosa regalarmi, voglio una settimana in casa Granger” annunciò Arthur, dopo che Fred gli ebbe raccontato di tutte le invenzioni babbane che aveva conosciuto da Hermione.

Il ragazzo rise, immaginandosi il padre a casa della ragazza.

“Verresti cacciato dopo cinque minuti” rispose Ginny.

“Solo perché comincerebbe a smontare qualunque cosa per capirne il funzionamento?” domandò George.

“Non è che Hermione vi rivuole indietro un altro po'?” mugugnò il signor Weasley, offeso.

Tutti risero.

***

 

Hermione era seduta a tavola da sola; mordeva una mela e intanto fissava il girasole sul davanzale. Le mancavano già i suoi amici... Uno, in particolare.

“Stupida” si disse.

***

Nel pomeriggio, mentre la signora Weasley preparava una torta, i ragazzi andarono a disinfestare il giardino dagli gnomi.

“Guarda, Freddie! Questo ha la faccia identica alla tua!” esclamò George, sollevandone uno.

“Quindi anche alla tua” rispose il gemello.

“Ah... Ehm... In effetti è bellissimo, non credi?”.

“Meraviglioso”.

“Quindi fratellino, come va con la ragazza che ti piace?” gli chiese George, all'improvviso.

“Ma che...? Hai parlato con la Granger?” bisbigliò Fred, allarmato.

“Sì. Non ho capito molto bene il tuo piano però: vuoi farle credere che ti piace un'altra per farla ingelosire o per non lasciarla avvicinare a te?”.

“Non era nei piani! Ho detto a Charlotte che mi piace la Granger... Loro due hanno parlato il giorno dopo e è saltato fuori che sono cotto di una ragazza, ma Hermione non ha minimamente sospettato che si trattasse proprio di lei” rispose Fred.

George tentò di soffocare una risata, con scarso successo.

“Siete proprio incasinati voi due” commentò.

“Senti Georgie... Sto per farti una domanda degna di una ragazzina alla prima cotta...”.

“Sì, Freddie, secondo me gli piaci” lo interruppe l'altro.

I due si guardarono e si scambiarono un sorriso.

“Forza voi! Voglio andare a mangiare quella torta!” urlò Ron.

***

Hermione stava sistemando la camera da letto dei genitori, quando trovò la foto che lei e i ragazzi avevano scattato il primo giorno che erano arrivati a casa sua. La portò nella propria stanza, cercò una cornice vuota in un cassetto e ve la mise con cura; si guardò attorno per valutare dove poterla collocare, poi decise di appoggiarla sul comodino accanto al letto. Si sedette ad osservarla... Le parole di George della sera prima le tornarono in mente: “Ridi così solo con Fred”.

 

***

Era sera e, nell'attesa che il gemello uscisse dal bagno, Fred osservava la madre cucinare.

“Posso farti vedere come prepara il sugo Hermione?” le chiese ad un tratto.

Molly lo guardò sorpresa, poi sorrise ed annuì.

“So di essere bellissimo, ma dovresti stare attenta a quello che faccio” le disse mentre mescolava, notando che la donna scrutava il suo viso con un'espressione indecifrabile.

“Certo, certo! Tesoro, hai... Hai avvertito gli altri che è quasi pronta la cena?”.

“Non ancora”.

“Beh, io credo che DOVRESTI farlo subito... Dovresti proprio andare a DIRGLIELO... Altrimenti poi si raffredda tutto, sai?”.

Fred la guardò stranito.

“Stiamo parlando della cena?” le domandò.

“Tu che dici?” sorrise dolcemente lei.

“Mamma...”.

“Tesoro mio, io vedo tutto... Quando ve lo metterete in testa voialtri? Nelle lettere che scrivevi tu c'era sempre il suo nome, quasi ad ogni riga... E ti comporti in modo strano da stamattina, hai anche gli occhi diversi. Perciò, VAI ad avvertire che è pronta la cena, qui continuo io”.

“Vado?”.

“Vai”.

Fred scosse la testa divertito, abbracciò Molly, e poi si smaterializzò.

Quando “spuntò” di fronte alla casa di Hermione, si dette una sistematina ai vestiti ed ai capelli. Stava per suonare il campanello, ma prima pensò di raccogliere qualche margherita nel giardino.

“Perso qualcosa, caro?”.

La signora Granger, che aveva riconosciuto i capelli rossi tipici dei Weasley, lo stava osservando dalla porta.

“Ehm... No...” rispose lui imbarazzato, mentre si alzava con il mazzolino di margherite in mano.

“Buonasera signora, sono Fred Weasley. Vorrei parlare con sua figlia, se non disturbo” le disse, avvicinandosi e stringendole la mano.

“Ma certo, entra. Hermione è uscita un attimo a portare una cosa ai vicini, arriverà a momenti”.

La donna lo fece accomodare in salotto, dove il marito stava leggendo un libro steso su uno dei divani.

“Buonasera, signore”.

“Buonasera... Ehm...”.

“Fred”.

Si strinsero la mano, poi il rosso prese posto sulla poltrona.

“Mi dispiace per la gamba... Fa molto male?” gli chiese, indicando la gamba ingessata dell'uomo.

“Un po', ma è sopportabile” rispose lui.

Il signor Granger notò il mazzo di fiorellini e sorrise.

“E così, vorresti parlare con mia figlia”.

“Esatto”.

“E tu credi che io ti dia il permesso di farlo? Fuori di qui, ragazzetto”.

Fred sgranò gli occhi: questo non se lo aspettava.

“Forza, datti una mossa! Non costringere un vecchio zoppo ad inseguirti a calci! E stai lontano dalla mia bambina!”.

Il ragazzo si alzò in piedi, incerto sul da farsi. Intanto, la signora Granger entrò in salotto.

“Ti fermi a mangiare da noi, Fred?” gli chiese dolcemente.

“Io... No, devo andare...”.

“Oddio... Gli hai fatto la scenata?!” esclamò la donna, rivolgendosi al marito.

Lui scoppiò a ridere ed annuì.

“Oh, quanto sei scemo! Siediti Fred, stava scherzando”.

“Sì, figliolo, siediti. Era una vita che volevo provare a fare questa cosa! Non dicevo sul serio, tranquillo!” sghignazzò ancora il signor Granger.

“Lei è matto, signore” commentò Fred risedendosi e ridendo con lui e la moglie.

“Lo dicono anche le mie due ragazze” sorrise l'uomo.

Si sentì aprire la porta d'ingresso e la voce di Hermione raggiunse il salotto.

“Rieccomi! Ho rischiato di essere sbranata dal cane di Mindy” esclamò.

Quando li raggiunse nella stanza, si arrestò di colpo con faccia sorpresa.

“E tu?” chiese, guardando l'amico.

“Felice anche io di rivederti, Granger” sogghignò lui.

“Scemo” si avvicinò e lo abbracciò. Rivederlo lì le fece mancare un battito.

“Hai dimenticato qualcosa?” gli domandò.

“No”.

La ragazza attese una spiegazione, ma il rosso non continuò.

“Ok, andiamo in giardino” disse infine.

Una volta fuori, Fred le porse il mazzo di margherite.

“Grazie, Weasley” sussurrò Hermione, arrossendo.

“Figurati, Granger. Ti starai chiedendo perché sono già tornato a romperti le scatole”.

“Infatti”.

“Non voglio diventare un girasole”.

Hermione lo guardò confusa.

“Come scusa?”.

“Non voglio essere come Cinzia”.

“Clizia”.

“Quello che è! Il fatto è, Granger, che io non voglio più stare fermo a contemplare la ragazza che amo. Insomma, so che sarei un girasole fantastico, essendo io già bellissimo... Ma io quella ragazza la voglio vivere. Voglio continuare a mentirle sulla sua buonissima pasta, voglio prenderla in giro e ricevere i suoi insulti, chiamarla al feletono per innamorarmi ogni volta della sua voce, portarla a dormire quando si addormenta in piedi, guardarla negli occhi e perdermici, dirle sciocchezze perché so che ride così solo con me, stringerla perché so che ama i miei abbracci, ballare con lei e pestarle i piedi, fare il geloso con tutti i futuri mariti giornalisti che ci provano con lei, farle il solletico per prendere calci dritti in faccia, aiutarla a vincere anche nelle poche cose in cui è negata, sapere che si preoccupa per un idiota come me, vederla arrossire se la guardo un secondo in più, camminare mano nella mano con lei, aspettare la sera per ricevere il suo bacio della buonanotte... E' questo che voglio”.

“Fred...” sussurrò Hermione, con gli occhi lucidi e una mano davanti alla bocca.

“Non riesco a credere di essere riuscito a dirti tutto senza che un fulmine mi piombasse addosso” rise il ragazzo, grattandosi la testa imbarazzato.

“Quindi la ragazza che ti piace...”.

“Sì, sei tu genietto”.

Hermione lo guardò dritto negli occhi, poi lo abbracciò forte.

“Sai, speravo in un Anche tu mi piaci... Così, tanto per avere una conferma” sogghignò il rosso, mentre la stringeva.

Lei si alzò in punta di piedi e gli lasciò un bacio delicato sulle labbra.

“Ok, anche questo può andare bene”.

Ed eccola lì la sua risata... Quella che spuntava così spontanea e cristallina solo con lui.

“Ti amo, piccola Granger”.

“Me lo avevi già detto” sorrise Hermione, ricordando la sera del famoso stupido gioco di Charlotte.

“Ma tu eri troppo spiazzata dalla mia bellezza e non mi avevi risposto” replicò lui, alzando un sopracciglio.

“Ti amo anch'io, stupido Weasley”.

 

Due ore più tardi...

Fred salutò i signori Granger, baciò ancora una volta Hermione, poi si smaterializzò. Avevano cenato insieme ed era stato veramente piacevole, soprattutto perché finalmente le cose erano chiare tra i due.

“Sappi che approvo” disse il padre della ragazza, quando questa si chiuse la porta d'ingresso alle spalle.

“Lo conosci appena” rise Hermione.

“E mi sta già simpatico” rispose lui, soddisfatto.

Ad un tratto il telefono prese a squillare.

“Pronto?” fece Hermione, sollevando la cornetta.

“Ti sono mancato, Granger?”.

“Ma quanto sei scemo, Weasley?!”.

“Senti, sto cercando di fare il romantico, non rovinare questo momento magico”.

“Scusa, scusa!”.

“Ehi?”.

“Sì?”.

“Mi racconti come finisce quel libro...?”.

“Certo”.

Mentre Hermione parlava, Fred si sentiva veramente felice. Finalmente era riuscito a dire tutto a quel genietto e la cosa più straordinaria era che lei ricambiava i suoi sentimenti.

“Finito... Ora hai voglia di leggerlo, vero?” gli chiese la riccia, speranzosa.

“Non ti accontenti mai tu?” rise lui.

“Uffi!”.

“Devo andare, altrimenti a casa si preoccupano...”.

“Va bene... Buonanotte Weasley” gli sussurrò dolcemente.

“Buonanotte piccola Granger” rispose Fred con un sorriso.

Angolino dell'autrice
Aaaaaah... Ecco la fine della storia *lacrimuccia*.
E' la mia fanfiction che ha avuto più "successo" e ne sono felice... l'ho scritta in un periodo un po' particolare per me e mi ha aiutata a liberarmi da ogni pensiero :) Ringrazio di cuore tutti i lettori e le donzelle che ci hanno tenuto a lasciarmi un commento ed un sorriso :) Spero che il finale vi sia piaciuto ;)
Un abbraccio forte.

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