Il diario del vampiro (OneDirection)

di Giulya_1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


IL RISVEGLIO
 
1
 
4 settembre
Caro diario,
oggi succederà qualcosa di orribile.
Non so perché l’ho scritto, è pazzesco. Non ho nessun motivo per essere turbata, invece ne ho molti per essere felice, eppure…
Eccomi qui alle 5:30 del mattino, sveglia e spaventata. Continuo ripetermi che sono semplicemente sconvolta per la differenza di fuso orario tra la Francia e qui.
Ma questo non giustifica perché mi sento così spaventata.Così persa.
L’altro ieri mentre zia Judith, Margaret ed io tornavamo dall’aeroporto, ho avuto una sensazione stranissima. Quando abbiamo svoltato nella nostra via ho pensato :” Mamma e papà ci stanno aspettando nella veranda oppure in soggiorno a guardare fuori dalla finestra. Avranno sentito molto la mia mancanza”.
Lo so. Sembra completamente pazzesco.
Ma anche quando ho visto la casa e l portico vuoto mi sentivo in quel modo. Dopo aver fatto di corsa gli scalini, ho provato ad aprire la porta e ho bussato con il batacchio.  E quando zia Judith ha aperto la porta mi sono precipitata dentro e mi sono fermata nell’ingresso ad ascoltare aspettandomi di sentire la mamma scendere dalle scale o papà chiamare dalla sua “tana”.
Proprio allora zia Judith ha lasciato cadere la valigia sul pavimento dietro di me e con un enorme sospiro ha detto :. E Margaret ha riso. Allora mi ha sopraffatto la sensazione più orribile che abbia ma provato in vita mia. Non mi sono mai sentita così talmente persa.
Casa. Sono a casa. Perché sempre una bugia?
Sono nata qui a Fell’s Church. Ho sempre vissuto in questa casa,sempre. Questa è la mia solita camere, con la bruciatura sulle assi del pavimento dove io e Caroline abbiamo cercato di fumare di nascosto in quinta elementare e ci siamo quasi soffocate. Se guardo fuori dalla finestra vede il grande melo dove Liam e i ragazzi si sono arrampicati per rovinare il pigiama party del mio compleanno due anni fa. Questo è il mio letto,la mia sedia,il mio cassettone. Ma in questo momento tutto mi sembra estraneo, come se non fosse casa mia. Sono io a essere fuori posto. E il peggio è che sento che la mia casa è da qualche parte, ma non riesco a trovarla.
Ero troppo stanca ieri per andare all’incontro di orientamento. Meredith ha preso per me il programma, ma non avevo voglia di parlare a telefono con lei. Zia Judith ha detto a tutti quelli che chiamavano che soffrivo ancora per il jet lag e stavo dormendo, ma a cena mi ha osservato con una strana espressione.
Devo vedere la banda oggi però. Dobbiamo incontrarci nel parcheggio prima della scuola…è per questo che sono spaventata? Ho paura di loro?
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Salve ragazze, come avrete capito questa FanFiction è ispirata al libro “Il diario del vampiro” e dalla rispettiva serie tv “The vampire diares” ma con i nomi maschili cambiati in quelli degli One Direction.
Questo è dicimo il prologo, dove la protagonista, Elena, scrive la sua prima pagina di diario dopo essere tornata in città e prima di…
 
Scusate glierrori di battitura, spero non ce ne siano. Spero vi piaccia!
Un bacio,
Giuls.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Elena Gilbert smise di scrivere. Guardò l’ultima riga e scosse la testa, la penna sospesa sul libricino dalla copertina di velluto blu. Poi con un gesto improvviso, alzò la testa e gettò la penna e il libro verso il grande bovindo, dove rimbalzarono senza danni e atterrarono sul divano imbottito. Era tutto troppo ridicolo. Da quando in qua lei, Elena Gilbert, aveva paura di qualcosa? Si alzò e rabbiosamente infilò le braccia nel kimono di seta rossa. Non diede neanche un’occhiata all’elaborato specchio vittoriano sopra il cassettone in legno di ciliegio; sapeva cosa avrebbe visto. Elena Gilbert, bella, bionda e slanciata, trendy, all’ultimo anno di liceo, la ragazza che tutti i ragazzi volevano avere e che tutte le ragazze volevano essere. Che in questo momento aveva un’insolita espressione accigliata e le labbra serrate. Con un bagno caldo e un po’ di caffè mi calmerò, pensò. Il rituale mattutino di lavarsi e vestirsi era rilassante, e lei se la prese con comoda, scegliendo fra i nuovi abiti comprati a Parigi. Alla fine optò per un top rosa pallido e calzoncini di lino bianchi abbinati che la facevano sembrare un gelato panna e lampone. Abbastanza buono da mangiare, pensò, e lo specchio le mostrò una ragazza con un sorriso riservato. Le paure di prima erano svanite, dimenticate. . La voce giungeva debolmente dal piano di sotto. Elena spazzolò i capelli lisci come seta e li legò dietro con un fiocco rosa scuro. Poi afferrò il suo zainetto e scese giù. Margaret, la sorellina di quattro anni, era a tavola in cucina a mangiare cereali, mentre zia Judith bruciava qualcosa sui fornelli. Zia Judith era quel tipo di donna che sembra sempre vagamente agitata; aveva un viso sottile e mite, e chiari capelli svolazzanti raccolti disordinatamente. Elena le diede un bacio sulla guancia. < Buongiorno a tutti. Scusa ma non ho tempo per la colazione >. < Ma Elena, non puoi uscire senza mangiare. Hai bisogno di proteine… > < Prenderò una ciambella prima di scuola >, disse Elena vivacemente. Baciò Margaret sui capelli color stoppa e si girò per andarsene. < Ma, Elena… >. < Elena… > Elena era già alla porta d’ingresso. Se la chiuse dietro, troncando le lontane protese di zia Judith, e uscì sul portico. E si fermò. Tutte le brutte sensazioni del mattino la assalirono ancora. L’ansia, la paure.E la certezza che qualcosa di terribile stava per succedere. Maple Street era deserta. Le altre case vittoriane avevano un aspetto strano e silenzioso, come se fossero tutte vuote all’interno, come le case di un set cinematografico abbandonato. Sembrava che fossero vuote di persone, ma piene di cose che la osservavano. Ecco cos’era; qualcosa la stava osservando. Il cielo non era blu, ma lattiginoso e opaco, come una scodella gigante sottosopra. L’aria era soffocante, ed Elena era sicura che degli occhi la spiassero. Era un corvo, appollaiato e immobile come le foglie ingiallite intorno a lui. Ecco cosa la osservava. Cercò di convincersi che era ridicolo, ma in qualche modo sapeva. Era il corvo più grosso che avesse mai visto, grassoccio e lucido, riflessi di arcobaleno fra le piume nere. Scorgeva ogni dettaglio chiaramente: gli artigli scuri e rapaci, il becco acuminato, quell’unico occhio nero luccicante. Era così immobile che poteva essere un uccello i cera quello appollaiato lì. Ma mentre lo guardava, Elena si sentì arrossire lentamente, con ondate di calore sulle guance e in gola. Perché stava…guardando lei. Guardava come facevano i ragazzi quando indossava un costume da bagno o una camicetta trasparente. Come se la spogliasse con gli occhi. Prima di capire cosa stesse facendo, posò lo zaino e raccolse un sasso di fianco al vialetto. , disse, e sentì la sua stessa voce tremare di rabbia. . Con l’ultima parola lanciò il sasso. Ci fu un tramestio di foglie, ma il corvo si alzò in volo illeso. Le ali erano enormi e rumorose come un intero stormo di uccelli. Elena si accovacciò, improvvisamente terrorizzata mentre il corvo volava direttamente sopra la sua testa e l’aria spostata dalle sua ali le arruffava i capelli biondi. Invece l’uccello si lanciò verso l’alto e volò in cerchio, una silhouette nera contro il cielo bianco. Poi, con un grido gracchiante, si diresse verso il bosco. Elena si raddrizzò lentamente, guardandosi intorno imbarazzata. Non riuscivaa credere a ciò che aveva appena fatto. Ma ora che l’uccello era andato via, il cielo sembrava di nuovo normale. Un leggero venticello agitava le foglie, ed Elena fece un profondo respiro. Lungo la strada si aprì una porta da cui uscirono molti bambini, ridendo. Dopo aver sorriso loro, inspirò ancora, mentre unasensazione di sollievo le pervadeva come la luce del sole. Come aveva potuto essere così sciocca? Era una belllissima giornata, piena di promesse, e non stava per accadere niente di male. Non stava per accadere niente di male, tranne che avrebbe fatto tardi a scuola. Tutta la compagnia l’avrebbe aspettata al parcheggio. Poteva sempre dire che si era fermata a trare un sasso a un guardone, e quasi si misi a ridacchiare. Questo si che avrebbe dato loro da pensare. Senza voltarsi a guardare il melo, si incamminò il più velocemente possibile. Il corvo si precipitò sulla cima della grande quercia, e istintivamente Zayn alzò la testa di scatto. Quando vide che era solo un uccello si rilassò. Gli occhi si posarono sulla bianca figura afflosciata nelle sue mani, e sentì il viso contorcersi per il rimorso. Non aveva avuto intenzione di ucciderlo. Avrebbe cacciato qualcosa di più grande di un coniglio se avesse saputo quanto era affamato. Ma naturalmente questo era proprio ciò che lo spaventava: non sapere mai quanto sarebbe stata forte la fame, o cosa avrebbe dovuto fare per saziarla. Era fortunato ad aver ucciso solo un coniglio stavolta. Rimase sotto le vecchie querce, il sole che filtrava fino ai suoi capelli . In jeans e maglietta, Zayn Malik sembrava proprio un normale studente di liceo. Ma non lo era. Era venuto a nutrirsi nel profondo del bosco, dove nessuno poteva vederlo. Ora si leccava le gengive e le labbra accuratamente,per assicurarsi che non vi rimanessero macchie. Non voleva correre alcun rischio. Questa messinscena sarebbe stata già abbastanza difficile da condurre così com’era. Per un momento si domandò, ancora, se non fosse semplicemente il caso di rinunciare. Forse doveva tornare in Italia, nel suo nascondiglio. Cosa gli aveva fatto pensare di potersi riunire al mondo della luce? Ma era stanco di vivere nell’ombra. Era stanco dell’oscurità, e delle cose che ci vivevano, Soprattutto ero stanco di essere solo. Non ere certo del perché avesse scelto Fell’s Church, in Virginia. Era una città giovane, secondo i suoi standard; gli edifici più antichi erano stati costruiti solo un secolo e mezzo prima. Ma i ricordi e i fantasmi della guerra civile erano ancora qui, reali come i supermercati e i fast-food. Zayn apprezzava il rispetto per il passato. Pensava che la gente di Fell’s Church avrebbe potuto piacergli. E, forse, solo forse, avrebbe potuto trovare un posto fra loro. Non era mai stato completamente accettato, ovviamente. Un sorriso amaro gli incurvò le labbra all’idea. Aveva abbastanza buon senso da non sperarvi. Non ci sarebbe mai stto un posto completamente suo, dove poter essere veramente se stesso… A meno che non avesse deciso di appartenere alle ombre… Scacciò il pensiero. Aveva rinunciato alle tenebre; aveva lasciato le ombre dietro di se. Oggi stava cancellando tutti quei lunghi anni e ricominciando da capo. Zayn sirese conto di avere ancora in mano il coniglio. Delicatamente, lo posò sul letto di foglie di quercia marroni. in lontananza, troppo lontano perché le orecchie umane li potessero cogliere, rionobbe i rumore prodotti da una volpe. Vieni qui, sorella cacciatrice, penso tristemente. La tua colazione sta aspettando. Mentre si gettava la giacca sulla spalla, vide il corvo he lo aveva disturbato prima. Era ancora appollaiato sulla quercia, e sembrava osservarlo. C’era qualcosa di sbagliato in lui. Cominciò a inviare un pensiero indagatore verso l’uccello, per esaminarlo, ma si fermò. Ricorda la tua promessa, pensò. Non devi usare i Poteri a meno che non sia assolutamente necessario. Ameno che non ci sia altra scelta. Muovendosi quasi senza far rumore tra le foglie morte e i ramoscelli secchi, si fece strada fino ai margini del bosco. L’auto era parcheggiata lì. Si guardò indietro, una volta, e vide che il corvo aveva lasciato i rami ed era atterrato sul coniglio. C’era qualcosa di sinistro nel modo in cui aveva aperto le ali sul bianco corpo afflosciato, qualcosa di sinistro e trionfante. A Zayn si serrò la gola, e quasi tornò indietro a cacciare via l’ uccello. Eppure, aveva tanto diritto di mangiare quanto la volpe. Tanto diritto quanto lui. Se avesse incontrato ancora l’uccello gli avrebbe guardato nella mente, decise. Ma per ora distolse gli occhi d quello spettacolo e si affrettò attraverso gli alberi, la mascella serrata. Non voleva arrivare in ritardo al liceo Robert E. Lee. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Salve ragazze, questo è il 1 capitolo della storia…Dove viene descritto un po’ Zayn (nella storia originaria, Stefan)… Questa parte è ancora un po’ noiosa ma i capitoli si fanno man mano più introspettivi. Spero vi piaccia, scusate gli errori di battitura qualora dovessero esserci, recensite e fatemi saperecosa ne pensate! Alla prossima, Giuls.

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