Rumors

di Diavolo Bianco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto 1 ***
Capitolo 2: *** Atto 2 ***



Capitolo 1
*** Atto 1 ***


Rumors (ossia pettegolezzi in inglese) è una commedia di Neil Simon. Io l’ho recitata e me ne sono praticamente innamorata. Però ho notato che non è molto conosciuta, così ho deciso di riscrivere la storia a MSLN (tanto per divertirmi). Certo, vederla interpretata in un teatro è molto meglio, ma anche se la si legge non si perdono le risate (spero). A me, personalmente, scocciava scriverla con lo stile dei copioni, così l’ho rigirata a ‘storia’ e ho aggiunto la stessa scenografia che ha usato la mia compagnia. Per il resto non cambia niente, le battute sono le stesse e io non ho aggiunto nulla, nemmeno le descrizioni specifiche dei personaggi. Saranno solo due capitoli, perché la commedia è divisa in due atti. Avverto che ho letto il regolamento di EFP che dice che non si possono pubblicare storie di altri autori senza il loro permesso. Non so se intendono... diciamo, copiare, storie magari scritte da altri su questo sito o se proprio vogliono dire le storie dei libri che troviamo in libreria. Vi confesso che io non ho l'autorizzazione di Neil Simon. Però il regolamento parlava di storie, non di drami teatrali. Comunque se dovrò toglierla lo farò all'istante, senza problemi. In fondo ho caricato questa cosa solo per darvi un passatempo divertente se non sapete che leggere. Ho finito con questa lunga introduzione e vi lascio alla lettura. Saluti!

Rumors

Primo atto

Una graziosa casa vittoriana, rinnovata con gusto, situata in Sneden's Landing, New York, a circa 40 minuti dal centro. Malgrado gli anni e il suo aspetto esteriore antiquato, l'interno è moderno, monocromatico e tirato a lucido. Un insieme piacevole. Sul fondo, a destra, una entrata comunica con l'ingresso aperto. A destra della porta, una toilette. Su un livello di poco più basso, l'ampio e confortevole salotto. L'arredamento del salotto è diviso in due gruppi. A destra della stanza, un divano a due posti e due sedie. Sopra il divano e accanto alla porta della toilette c'è un tavolo e un telefono con un lungo filo. Al centro della sala un grande divano e un tavolino basso. Due sedie sulla sinistra fanno parte del gruppo con il divano. Sulla parete di sinistra c'è uno specchio con cornice lavorata. Contro la parete di fondo un bar ben fornito e un gruppo stereofonico racchiusi in un mobile appariscente. Tra i due elementi, una porta chiusa comunica con la cantina. Dal salotto, una scala a chiocciola porta su un pianerottolo sul quale si aprono le porte di due camere da letto. Sul pianerottolo una balaustra. All'estremità sinistra del pianerottolo superiore un arco comunica con un locale ed altre camere da letto. Davanti a questo arco, un prolungamento della balconata che può fungere da zona gioco. Dal salotto a sinistra, doppie porte conducono in sala da pranzo e quindi, in cucina. Un' ampia finestra oltre la porta di ingresso si affaccia su di un giardino. Un 'altra grande finestra si affaccia su un giardino alberato. Un’altra grande finestra sulla parete a destra della scena si affaccia sul giardino e sul viale retrostante. Attraverso questa finestra si possono vedere i fari delle macchine in arrivo.
Una spaziosa casa vittoriana, rinnovata con gusto.


Sono circa le otto e mezza di una piacevole serata di maggio. Amy Harlaown, attraente, sui trentacinque anni, va avanti e indietro nel salotto. E’ nervosa e guarda l’orologio mentre si morde le unghie. E’ elegantemente vestita con un abito firmato. Guarda il telefono, poi di nuovo l’orologio. Sembra aver preso una decisione, quindi va verso una scatola di sigarette posata sul tavolino. Tira fuori una sigaretta, poi la rimette a posto.
“Oh, mio Dio!” Esclama. Improvvisamente, la porta della camera da letto di Yuuno Scrya, il padrone della villa, si apre e Chrono Harlaown, circa quarant’anni, in smoking, stravolto ed eccitato, esce sul pianerottolo.
“Non ha ancora chiamato?” Domanda alla moglie.
“L’ho chiamata due volte. La stanno cercando… Come sta Yuuno?”
“Non lo so. Sanguina in modo pazzesco.”
“Oh, mio Dio!”
“La stanza è piena di sangue. Non capisco perché la gente debba dipingere le case di bianco… Se tra due minuti non si fa viva, chiama l’ospedale.” Amy guarda il pacchettino sul tavolo con occhi traboccanti di desiderio.
“Ho bisogno di una sigaretta, Chrono.”
“Dopo diciotto mesi, sei matta. Cerca di controllarti, eh?” L’uomo torna nella camera di sopra e la donna riprende a fare avanti e indietro nel salotto.
“Non è vero… non può essere vero…” Raggiunge le sigarette, ma proprio in quel momento il telefono squilla. “Oh, mio Dio! Chrono, il telefono!” Ma lui non risponde, così Amy afferra la cornetta e se la porta all’orecchio. “Pronto? Dottoressa Shamal?... Oh, dottoressa Shamal, meno male! La sua segretaria mi ha detto che era a teatro.” La porta della camera da letto di Yuuno si apre e Chrono si affaccia.
“E’ la dottoressa?”
“Non l’avrei disturbata, ma si tratta di un’emergenza.” Dice Amy al telefono.
“E’ la dottoressa?” Domanda di nuovo l’uomo.
“Sono Amy Harlaown. Mio marito Chrono ed io siamo amici di Yuuno Scrya.” Mette una mano sul microfono del telefono e si volta verso l’uomo, ancora affacciato. “E’ la dottoressa! E’ la dottoressa!”
“Perché non me l’hai detto subito?!” Domanda arrabbiato mentre chiude la porta e se ne va. Amy torna alla telefonata.
“Dottoressa Shamal, purtroppo è successa una disgrazia. Volevo chiamare il nostro medico, ma mio marito è avvocato e, date le circostanze, ho creduto che fosse meglio chiamare il medico di Yuuno. Ecco, siamo appena arrivati qui a casa di Yuuno, circa dieci minuti fa, e scendendo dalla macchina, abbiamo improvvisamente sentito un enorme…” Chrono esce all’improvviso dalla camera da letto.
“Non dirle niente!” Urla in fretta. Amy lo fissa mentre copre il telefono.
“Cosa?”
“Non dirgli che cosa è successo!”
“Non devo?”
“Fai come ti dico.”
“E Yuuno?”
“Sta bene. Solo un colpo di striscio. Non dirgli della revolverata.”
“Ma la dottoressa, l’hanno appena tirata fuori dal teatro.” Dice con voce colpevole la donna.
“Digli che è ruzzolato giù dalle scale e ha battuto la testa. Sta bene.”
“E il sangue?”
“La pallottola gli ha bucato il lobo dell’orecchio. Non è niente. Non deve sapere.”
“Ma gli ho già detto che scendendo dalla macchina abbiamo sentito un’enorme…” Amy sente la dottoressa parlarle. “…Cosa? Che cosa abbiamo sentito?” Il medico vuole sapere ma la donna non sa cosa dire. Fissa il marito in cerca d’aiuto. Lui scende le scale e le si affianca.
“Abbiamo sentito…”
“Un momento, dottoressa…” Dice al telefono Amy.
“Abbiamo sentito… abbiamo sentito… abbiamo sentito… un enorme… tonfo!”
“Tonfo?”
“Quando è ruzzolato per le scale.” Spiega Chrono.
“Bene. Bene… va bene.” Si riavvicina al telefono. “Dottoressa Shamal? Mi scusi. Stavo parlando con mio marito. Dunque, abbiamo sentito un enorme tonfo! Come se Yuuno fosse volato su per le scale.”
“Giù! Giù per le scale.” La corregge in fretta il marito.
“Giù per le scale. Ma sta bene.”
“Sta seduto sul letto. Ti chiamerà domattina.”
“Sta seduto sul letto. Ti chiamerà domattina.” Amy ripete esattamente le stesse parole che le dice Chrono.
“La!” Dichiara nuovamente l’uomo correggendo sua moglie.
“Lei! La chiamerà domattina.” Si appresta a dire la donna.
“Ti spiace molto averla disturbata.”
“Mi spiace molto averla disturbata.”
“Ma sta benissimo.”
“Ma sta benissimo.”
“Grazie e tanti saluti.” Conclude Chrono. Amy abbassa la cornetta e lo fissa confusa.
“Dove vai?”
“A lei! A lei! Ringraziala e salutala.” Sbuffa l’uomo stressato.
“Oh!” La donna torna al telefono. “Grazie e arrivederci, dottoressa… Come?... Un momento.” Torna con lo sguardo sul marito, che sta risalendo le scale che portano nella stanza di Yuuno. “Sai se ha le vertigini?”
“No. Niente vertigini.” Amy riprende la cornetta.
“No, niente vertigini… Come?” Torna al uomo. “Li muove, gli arti?”
“Si! Muove tutto. Taglia corto.” Dice lui irritato.
“Ma l’hanno trascinata via dal Fantasma dell’Opera.” Grida con voce petulante prima di tornare al telefono. “Si, muove tutto… Cosa?” Si volta verso il marito. “Ha difficoltà a parlare?”
“NO! NESSUNA DIFFICOLTA’ NEL PARLARE!” Urla furibondo.
“Non gridare in quel modo. Finirà per sentirti.” Lo rimprovera Amy, prima di tornare, ancora una volta, alla conversazione con la dottoressa Shamal. “No, nessuna difficoltà nel parlare.”
“Io devo tornare da Yuuno.” Chrono fa per andarsene.
“Niente di cosa?” Amy si stacca dal telefono. “Nessun ronzio nelle orecchie?”
“Questa poi… No. Digli di no.” Si sta stancando.
“Si, un po’ di ronzio nelle orecchie.”
“Ti ho detto di dirgli di no!” La donna copre il microfono.
“Sembrerà più credibile avere il ronzio.”
“Santo cielo!” Impreca l’uomo spazientito. Amy torna al telefono.
“Come ha detto?... Basta un impacco caldo?” Si volta verso il marito. “Chrono, basta un impacco caldo.”
“Va bene! Va bene! Va bene!” La moglie si concentra sulle domande del medico.
“…Chi? Sua moglie? Shari?... Si. Shari è qui.” L’avvocato si precipita giù dalle scale.
“Non è qui. Non dirgli che è qui. Vorrà parlare con lei.” Si affretta a dire.
“Dottoressa Shamal, mi sono sbagliata. Non c’è. Credevo che ci fosse, invece no.” Dice Amy al telefono di casa.
“E’ appena uscita. Tornerà a momenti.” Suggerisce Chrono.
“E’ appena tornata. Uscirà a momenti. Si. Le dirò di chiamarla… Il suo numero di casa? Va bene, me lo dia.”
“Lo abbiamo! L’ho visto! E’ nell’agenda di sopra.” Avverte l’uomo accanto a lei.
“Oh, eccolo. Eccolo. E’ qui.” Chrono va in camera di Yuuno. “…D’accordo, grazie, dottoressa Shamal… Buon divertimento. Mio marito ed io l’abbiamo visto, ci è piaciuto molto. Specialmente il secondo atto. Chi è che fa il Fantasma, stasera?” Amy chiacchera tranquillamente al telefono.
“Devi proprio commentare tutto lo spettacolo?” Domanda Chrono dal piano di sopra.
“Oh, Yuuno mi sta chiamando.” Si allontana dal telefono. “Arrivo subito Yuuno!” Grida fuori. Torna alla chiamata. “Sembra stia meglio. Devo andare. Si, dottoressa, non mancherò. Grazie infinite. Arrivederci.” Riaggancia. “Guai a te se ci riprovi a farmi una cosa del genere! Per chi mi hai presa!?” Urla furiosa sapendo che il marito la sente. Lui esce dalla camera da letto di Yuuno.
“Se chiamano, non rispondere.” Dichiara. Fa per tornare dal ferito ma la moglie lo blocca.
“Perché allora mi hai detto di rispondere, prima?”
“Perché credevo che la pallottola gli fosse entrata in testa, non nel lobo dell’orecchio. Versami una doppia Vodka, ho lasciato Yuuno in piedi sotto la doccia.”
“Se annega, la telefonata stavolta la fai tu.” Chrono rientra nella camera da letto. “Non so perché ma siamo sempre i primi ad arrivare.” Mormora mentre si avvicina all’angolo bar e versa della vodka. “Mai una volta che arriviamo in ritardo. Sarebbe toccato a qualcun altro vedersela con questa faccenda.” Amy va di nuovo verso il pacchetto delle sigarette. Quando sta per prenderne una qualcuno suona alla porta, facendola sussultare per lo spavento. “Oh, merda! Merda, merda, merda, merda!” La porta di sopra si apre e Chrono esce.
“Chi sarà?”
“E che ne so? Vedi forse qualcuno?” Chiede Amy raggiungendo il marito alla finestra.
“Deve essere Fate o Rein, uno degli altri. Apriamo.”
“Le mani le hai, scendi e apri.” Dichiara la donna.
“Devo asciugare Yuuno e medicargli l’orecchio… Non dirgli che cosa è successo. Mi serve qualche minuto per la faccenda. Non puoi intrattenerli?”
“I suoi migliori amici vengono per festeggiare i loro dieci anni di matrimonio, la moglie non c’è, lui si spara all’orecchio e io dovrei fare conversazione con gli invitati?” Chiede stupita Amy.
“Un tentativo di suicidio è un crimine, per non parlare dello scandalo. Yuuno è vice sindaco di New York. E’ mio cliente oltre che mio migliore amico, devo proteggerlo, no? Fai gli onori di casa per qualche minuto, il tempo di inventare qualche scusa.” Nuova scampanellata, mentre i due discutono.
“Fare gli onori di casa? Niente da mangiare, niente ghiaccio… che cosa dovrei fare, aspettare il tuo ritorno, organizzando un torneo di briscola?”
“Sei avvocato anche tu, non ti viene in mente niente?”
“Contratti! Io faccio contratti editoriali. Se uno arriva e vuole fare un contratto, QUELLO LO SO FARE!” Amy è infuriata.
“Su, fai la brava. Calmati. Torno subito.” Altra scampanellata.
“Lasciali suonare, forse se ne torneranno a casa.”
“Vuoi rilassarti? Beviti la mia vodka!” Urla spazientito Chrono.
“Perché? Una vodka è meglio di due boccate di fumo?”
“Perché sanno che hai smesso, e se ti vedono fumare capiscono subito che c’è qualcosa che non va.” Spiega serio lui.
“Vuoi dire che stramazzare ubriaca ai loro piedi farebbe un’impressione migliore?” Una nuova, impaziente, scampanellata. Chrono corre in camera da letto e chiude la porta. Amy va al portone d’ingresso e apre. Nanoha entra di volata nel salotto. E’ una donna molto attraente in abito da sera, tiene un fazzoletto contro il lato della bocca e una borsetta nell’altra mano. “Nanoha, sei splendida! E Fate?”
“In macchina. Abbiamo avuto un incidente! La BMW, nuova di zecca, due giorni, la portiera sventrata. Non dirlo a Yuuno e Shari, non voglio rovinargli la festa.” Va allo specchio e si guarda.
“Oh, mio Dio! Sei ferita?” Domanda agitata Amy avvicinandosi.
“Il labbro mi si sta gonfiando.” Nanoha si guarda attentamente. “Oh cielo, sembro un suonatore di tromba.” Si lamenta.
“E Fate dov’è?”
“Sta arrivando. Cammina lentamente, ha avuto un colpo di frusta. La cintura di sicurezza per poco non la strozzava.”
“Oh, quanto mi dispiace. Posso fare qualcosa?” Chiede Amy.
“Non dire niente a Shari. Questa festa significa tanto per lei.” Fate entra dalla porta d’ingresso, è in abito da sera nero, con una mano si tiene il retro del collo, con l’altra regge una confezione regalo di Stauben. Dolorante, ma sorridente, raggiunge le due. Ha il collo rigido.
“Salve, Yuuno! Salve, Shari! Siamo qui, ragazzi!” Esclama.
“Yuuno e Shari sono di sopra, Fate!” Le dice Amy.
“Ti ha detto che cosa è successo? Uno stupido bastardo è uscito sparato dal suo garage come un missile. La fiancata della macchina adesso ha quattro sportelli.” Si lamenta Fate con la moglie di Chrono.
“Ho saputo del collo.” L’informa lei.
“E’ stata come una frustata. Mi pareva di essere un mulo alla guida di un treno.” Va verso il telefono. “Questo è il nostro regalo. Bicchieri di Murano.” Agita la scatola, si sentono rumori di cocci rotti. “Se qualcun’altro gli regala un barattolo di colla, sarà un bel regalo.” Con cautela inizia a digitare un numero. Nanoha intanto si guarda la bocca in uno specchietto da borsetta.
“Roba da perdere un pezzo di lingua, e parlare con la ‘s’ di pezza per il resto della mia vita.” Borbotta mentre sua moglie parla al telefono.
“Pronto? Parla Fate Testarossa. C’è la dottoressa Shamal, per favore?”
“La dottoressa Shamal?” Domanda agitata Amy.
“Si, è urgente. Ho un colpo di frusta… Capisco…Sa in quale teatro?” Continua a parlare al telefono.
“Oh, Dio, ho proprio bisogno di una sigaretta.” Si lamenta la moglie del avvocato.
“Proprio non può? E’ importante. Sono al…” Fate guarda l’oggetto tra le sue mani. “914-473-2261… Grazie infinite.” Riattacca.
“Devo mangiare giù qualcosa. Non c’è niente da mangiare? Un tramezzino o qualcosa?” Domanda Nanoha.
“Io veramente non vedo niente.” Dice Amy.
“Nessuno tramezzino? E la cuoca, Arf, dov’è? Fa dei tramezzini favolosi.”
“Arf? Non l’ho vista. Credo che questa settimana non ci sia.”
“La settimana della festa d’anniversario?” Chiede sorpresa Nanoha.
“Credo sia dovuta tornare in Giappone. Sua madre stava male.”
“Arf è cinese.” Dichiara sospettosa la moglie di Fate. Amy strofina le mani in agitazione.
“Lo so. Sua madre era andata in Giappone.” Dice in fretta la donna ridendo falsamente.
“Posso solo guardare in alto. Speriamo che a questa festa vengano solo persone alte… Dov’è Chrono?” Chiede Fate sempre tenendosi il collo dolorante.
“Chorono? E’ in bagno.” Risponde Amy.
“E Yuuno e Shari?”
“Si stanno ancora vestendo.”
“Non sono ancora pronti? Noi abbiamo avuto un incidente d’auto eppure siamo puntuali.” Esclama sorpresa Fate. Nanoha si avvicina a lei mentre continua a specchiarsi.
“Incomincia a piacermi il labbro. Forse dovrei farmi gonfiare anche quello inferiore.”
“Neanche delle noccioline o dei salatini? Oggi non ho neppure fatto colazione.” Brontola Fate mentre si dirige verso le scale. “Nanoha, prendimi una Coca Cola, per favore, e qualcosa da mettere sotto i denti.”
“Dove vai?” Chiede agitata Amy parandosi davanti a lei.
“In bagno. Non sono riuscita a fare neppure quello.”
“C’è una toilette per gli ospiti quaggiù.” Dice la donna mettendo le mani sulle spalle di Fate e girandola verso una porta.
“Ma non c’è dentro Chrono?”
“No, lui è in quella della camera degli ospiti, di sopra.” Fate indica la toilette.
“Perché non ha usato questa?”
“Non saprei. Ha detto che gli scappava ed è corso di sopra.”
“Se aveva tanta urgenza, quella di sotto era più vicina.”
“Sai com’è, quando ti scappa. Non puoi smettere di correre.” Amy sorride forzatamente.
“Ma qui la corsa è più breve.”
“Fate, non siamo mica alle Olimpiadi. Perché non vai e la fai finita?” Dice Nanoha con tono serio.
“Li fanno apposta i bagni per gli ospiti.” Si avvia verso la toilette. “Se chiama la dottoressa Shamal esco subito.” Fate entra nel bagno e chiude la porta.
“Nanoha, ti devo parlare.” Amy va a sedersi accanto all’altra sul divano.
“Che cosa c’è?”
“Non so come dirtelo. Sono così nervosa!” La moglie di Chrono si passa una mano tra i capelli mentre fa un respiro profondo.
“C’è qualcosa che non va, vero?”
“Dio, come sei intelligente. Tu capisci subito al volo.”
“Mi fai paura, Amy. Dimmi che cosa sta succedendo.”
“D’accordo. Chrono ed io siamo arrivati qui circa dieci minuti fa, quando all’improvviso abbiamo sentito un gran…” La porta della camera da letto di Yuuno si apre e Chrono si affaccia.
“Salve, Nanoha! Sei splendida.” La saluta l’avvocato.
“…Niente. Non abbiamo sentito niente.” Conclude piano Amy.
“Dov’è Fate?” Chiede Chrono guardandosi intorno.
“E’ in bagno. E Yuuno e Shari, dove sono?” Domanda Nanoha.
“Stanno ancora vestendosi?” Chiede con tono d’intesa Amy a suo marito.
“…Si. Ancora vestendosi…” Lui fortunatamente recepisce il messaggio.
“Hai finito col bagno, Chrono? Ho bisogno di andarci io.” Nanoha si avvia per le scale.
“Credo che ci sia dentro Shari.” Afferma lui frettoloso.
“Non c’è n’è uno anche nella camera di servizio dietro la cucina?” Domanda Amy a Nanoha, la quale sbuffa infastidita.
“Detesto usare i bagni della servitù. Sono gli unici che non puliscono. Vado a prendere qualcosa da mangiare per Fate.” Esce in cucina. Chrono si affaccia sulle scale e agita un braccio verso Amy.
“Ehi, vieni su! Presto!” Lei si avvia verso di lui. “Sbrigati!” La donna arriva di sopra, senza fiato. “Che cosa le hai detto?”
“Non me lo ricordo.”
“Non ricordi?”
“Non riuscivo a seguire quel che dicevo, parlavo talmente svelta.” Si giustifica Amy.
“Cerca di controllarti.”
“Perché non gli diciamo la verità? Tanto finiranno per scoprirla comunque.”
“Non la so ancora, la verità. Yuuno sta solo biascicando. Adesso vai da lui. Vuole vederti.”
“Me? Perché vuole vedermi?”
“Piange come un bambino. Non riesco a farlo smettere. Ha bisogno di una donna.”
“…Per cosa?...” Amy è piuttosto perplessa.
“Per piangere. Io posso ragionare con lui, ma non so confortarlo. Lascialo piangere sulla tua spalla per un paio di minuti, ti prego.” La donna si appresta ad entrare nella camera di Yuuno.
“Sanguina ancora? Questo vestito mi è costato 1200 dollari.” Entra e chiude la porta proprio mentre Fate esce dalla toilette.
“Oh, ciao, Fate!” La saluta l’avvocato dalle scale.
“Ciao, Chrono. Hai saputo della BMW?”
“Si. Complimenti per l’acquisto. Scusami.” Si volta per andare.
“Dove vai?”
“In bagno.” Risponde Chrono.
“Non ci sei appena stato?” Domanda confusa la donna.
“…Si, ma non abbastanza. Mettiti comoda.” Entra nella camera degli ospiti, proprio mentre Nanoha esce dalla cucina con un sacchetto di salatini in mano.
“E’ tutto molto strano.” Afferma quest’ultima avvicinandosi a sua moglie.
“Dammi i salatini.” Fate afferra il sacchetto. Nanoha riempie due bicchieri di Coca Cola.
“La cucina è piena di viveri, ma non c’è niente di cucinato.”
“Perché non l’hai aperto di là?” Chiede Fate mentre armeggia col sacchetto.
“C’è dell’oca, arista di maiale, tacchino affumicato, tutto a scongelarsi sul tavolo.” Nanoha si sfrega pensierosa il mento, sua moglie non riesce ad aprire i salatini, così inizia a mordere il sacchetto. “Tutto preparato, ma nessuno che dia il via. Non ti sembra strano.”
“Mai quanto Chrono che fa pipì ogni due secondi. Hai qualcosa di tagliente, una limetta per unghie o qualcosa di simile?” L’altra la ignora.
“Amy aveva cominciato a dirmi qualcosa, ma poi ci ha ripensato.”
“La portiera della mia BMW si è aperta come carta velina, ma questo sacchetto è come l’acciaio.” Fate prova di aprire i salatini.
“Aveva le mani di ghiaccio. Non aveva la forza di guardarmi in faccia.” Continua Nanoha.
“Ti rendi conto che se questi sacchetti li facessero facili da aprire, nessuno morirebbe di fame al giorno d’oggi?!” Fate fa un ultimo tentativo per aprire gli snack, poi getta via furiosa il sacchetto. “Al diavolo!” Sbraita.
“Chissà come mai ci mettono tanto a vestirsi?”  
“Perché sei così sospettosa? Dagli il tempo di scendere, no?”
“Tu non hai notato niente di strano?” Domanda Nanoha fissando sua moglie.
“Credi che non sappia di cosa stai parlando? Sento anch’io quello che si dice in giro. Chiacchere, pettegolezzi. Non voglio sentire sciocchezze, intese? Lui è mio amico e lei è la moglie del mio amico.”
“D’accordo, come non detto.”
“Io non do retta alle cattiverie e alle maldicenze sui miei amici.”
“Ho detto: lasciamo perdere.” Ripete Nanoha. Fate la guarda attentamente.
“…Vieni qui.” Va all’angolo destro del salotto.
“Perché proprio lì?”
“Là potrebbero sentirci. E’ meglio qui. Vieni!” Nanoha le si avvicina, lei si guarda attorno, poi torna su sua moglie. “Non mi piace.”
“Cos’è che non ti piace?”
“Quello che ho sentito dire?”
“Che cos’hai sentito?” Domanda normalmente Nanoha.
“Vuoi abbassare la voce?”
“Perché? Non abbiamo ancora detto niente.”
“D’accordo. Girano delle voci su Shari e… Ahi! Passo dall’altra parte. Non posso voltarmi.” Fate va dall’altro lato di sua moglie mentre si tiene il collo dolorante. “Girano delle voci su Shari e Yuuno. Solo che nessuno me ne parla chiaramente, perché sanno che non gli crederei.”
“Io si. Parla chiaro.” Afferma Nanoha avvicinandosi a lei curiosa.
“La tua amica Shari, di sopra, ha un affaruccio, soddisfatta?”
“Che tipo di affaruccio?
“Un affaruccio. Uno. Un uomo. Un amico. Un giovane. Una relazione. Fa qualcosa con qualcuno, di nascosto, da qualche parte, ma non è Yuuno. Contenta?”
“Che ne sai! Sono solo chiacchere. Non l’hai mica visto con i tuoi occhi.”
“Certo che non l’ho visto con i miei occhi. Pretendi che m’invitino ad assistere?”
“Sei talmente ingenua, è incredibile. Sii obbiettiva, Fate. Shari non ha niente con nessuno. Il tuo amico Yuuno, piuttosto, fa collezione di conti di motel.”
“Chi, Yuuno? Il mio amico Yuuno? Ma figurati! Neanche a parlarne. Non guarderebbe mai un’altra donna.” Dichiara solennemente Fate.
“Forse non la guarda, ma di certo se la fa.” Ribatte Nanoha con tono di chi la sua lunga.
“Parla piano! ...Come l’hai saputo?”
“Me l’hanno detto al circolo del tennis.”
“Il nostro circolo?” Domanda sorpresa Fate.
“Che cos’è, un tempio sacro? La gente chiacchera, là.”
“Santo cielo! Che manica d’ipocriti. Stanno là a mangiare e bere e intanto distruggono la vita delle persone…” E’ infuriata, poi però la curiosità vince Testarossa. “Chi te l’ha detto?”
“Ginga Nakajima.”
“GINGA NAKAJIMA?! Lo sapevo, lo sapevo! La detesto, quella donna. Ha una bocca così grande che potrebbe ingoiare una scatola di palline da tennis. Non era stata Ginga Nakajima a mettere in giro quell’altra voce?”
“Quale altra voce?”
“La voce che tu ed io ci saremmo separate.”
“No. Non era stata Ginga Nakajima.”
“Ah, no? E chi è stato?”
“Io.” Confessa tranquillamente Nanoha.
“Tu avevi messo in giro la voce?”
“Io, tu, tutte e due. Quando pensavamo di dividerci, non siamo andati a dirlo a tutti?”
“Lo dicemmo agli amici. Quella carogna l’ha detto a degli estranei.” Sbuffa indignata Fate.
“Ehi, ehi! Non chiamare carogna Ginga Nakajima davanti a me. E poi, non ha messo lei in giro la voce su Yuuno. Gliel’ha detto qualcun altro.” Nanoha va verso il bar.
“Non spostarti così velocemente, mi si spezzerà il collo…” Si lamenta la moglie seguendola il più in fretta possibile. “Chi gliel’ha detto, a lei?”
“Vice Granscenic.” Risponde l’altra.
“Vice Granscenic? E chi diavolo è questo Vice Granscenic?”
“Un nuovo socio. E’ stato ammesso proprio la settimana scorsa.”
“Incredibile! Un maledetto nuovo socio ammesso sparla del mio migliore amico? Con chi gioca a tennis?”
“Non gioca a tennis. E’ un semplice iscritto. Si limita a fare colazione.” Fate, a quelle parole, stringe le mani a pugno furiosa.
“… Quella carogna è un nuovo membro iscritto per procura, non-giocatore, che consuma solo pasti e spettegola?! Non paga neppure la stessa quota sociale di Yuuno!”
“E allora tappagli la bocca con un bel pugno, o aumentagli la quota, che vuoi che ti dica!”  Sbraita spazientita l’altra mentre si siede sul divano. La porta della camera da letto di Yuuno si apre e Chrono esce.
“E’ arrivata qualcun altro?”
“No. Non mi pare.” Risponde Nanoha.
“C’è qualcosa che non va?” Domanda Fate. L’avvocato scende.
“Perché? Ti sembra che qualcosa non vada?” Chiede lui con un sorriso sbilenco in viso.
“Ecco, a dir la verità, si. Insomma, che diavolo sta succedendo?”
“Non siamo mica stupide sai? Non trattarci da bambine Chrono… C’è sotto qualcosa, vero?” Dice Nanoha venendo in appoggio dell’altra donna.
“Okay.” L’avvocato guarda il pavimento pensieroso. “D’accordo, siediti, Fate.”  Quella obbedisce e si accomoda accanto a sua moglie. “Anche tu, Nanoha.”
“Già fatto. Da prima.” Avverte lei. Chrono si siede sulla sedia di fronte a loro.
“E va bene, tanto non posso più nasconderlo… Abbiamo un grosso problema.”
“Che ti dicevo?” Dichiara Fate a Nanoha, quella alza gli occhi al cielo e poi torna a concentrarsi sul uomo.
“L’avevamo capito.”
“Di che si tratta, Chrono? Parla.” Lo incita la donna con il collo dolorante.
“Yuuno… Ecco, Yuuno… Yuuno si è sparato.” Confessa con tono agitato l’avvocato. Le due spalancano gli occhi.
“COSA???” Urla Nanoha.
“SPARATO???” Grida Fate.
“Oh, mio Dio!”
“Dio santo!”
“Ma cosa dici?!”
“Non riesco a respirare.” Esclama nel panico Fate.
“Per favore, dimmi che non è vero.” Prega Nanoha. L’altra inizia a barcollare.
“Yuuno, Yuuno, no! No, Yuuno, no!!!”
“Calmati Fate, non è mica morto. Sta bene.”
“Non è morto?” Chiede Nanoha.
“Sta bene?” Domanda l’altra donna calmandosi leggermente.
“E’ vivo. Sta bene.” Ripete Chrono leggermente spaventato dall’eccessiva reazione delle due.
“Dio sia ringraziato, è vivo!” Fate è molto felice.
“Dove si è sparato?” Chiede Nanoha.
“In testa.”
“In testa? La testa? Oh, mio Dio, è stato preso alla testa!!!” Urla nuovamente quella. Fate si avvicina a Nanoha preoccupata.
“Dov’è finita la pallottola?” Chiede all’uomo.
“Gli ha trapassato il lobo dell’orecchio sinistro.” A quelle parole la moglie di Fate si riprende.
“Il lobo dell’orecchio? Non fa male. Io ho i buchi ai lobi, non fanno male.”
“Me lo sentivo, giuro. La verità, Chrono, è stata lei?” Fate guarda attentamente l’avvocato.
“Chi?”
“Shari, per la miseria. Chi altro?”
“Perchè Shari avrebbe dovuto sparare a Yuuno?”
“Come, non lo sai?” Domanda sorpresa Nanoha.
“Non hai sentito niente?” Chiede nuovamente l’altra.
“No. Che cosa?”
“Yuuno ha preso una sbandata per qualcuno.” Lo informa la moglie di Fate.
“Non è una sbandata.” Dice seria l’altra prima di concentrarsi su Chrono. “E’ una relazione. Una semplice relazione.” Spiega calma.
“Con chi?” Chiede l’avvocato incuriosito.
“Un uomo. Un tizio. Uno. Uno giovanotto. Che ne so?” Dice Fate.
“Chi l’ha detto?” Domanda l’uomo.
“Una carogna, al circolo, una certa Ginga Nakajima.”
“Non è una carogna.” Si intromette Nanoha. “E mi ha riferito semplicemente quello che Vice Granscenic aveva detto a lei.”
“E chi sarebbe Vice Granscenic?”
“Un nuovo iscritto che non gioca neppure a tennis. Va al circolo solo per mangiare e spettegolare!” Dice tutto d’un fiato Fate.
“Statemi a sentire, per favore. Non è stata Shari a sparargli. Yuuno ha premuto il grilletto. E’ stato un tentativo di suicidio.” Spiega Chrono.
“SUICIDIO???” Grida Nanoha.
“Santo cielo!” Urla l’altra.
“Oh, mio Dio!”
“Non posso crederci.”
“No, Yuuno, no! Yuuno, Yuuno no!” Strilla Fate nascondendo il viso tra le mani.
“Volete smetterla?! E’ già abbastanza spiacevole. Lui sta bene.” Ripete stremato Chrono.
“E Shari come l’ha presa? Dio mio, sarà sconvolta.” Dice la moglie di Fate, la quale si alza subito dal divano.
“Dovrei andare di sopra da lei. Fatemi andare da lei.” L’avvocato la blocca.
“Non andare di sopra. E’ inutile. Non c’è. Se n’è andata.” Le avverte lui tristemente.
“Andata? Yuuno si spara e Shari se ne va?” Chiede lei confusa.
“Lo pianta in asso proprio adesso? Adesso che lui se ne sta lassù con una pallottola nell’orecchio?” Domanda Fate avvicinandosi a sua moglie. Le poggia le mani sulle spalle e l’avvicina a sé, allontanandola da Chrono che sembra sul punto di esplodere.
“Non è nell’orecchio. Gli ha passato l’orecchio. VOLETE ASCOLTARMI? Per favore! …Forse lei non era neppure presente quando è successo. Amy ed io stavamo arrivando in macchina quando abbiamo sentito lo sparo. La porta di casa era chiusa dall’interno. Sono entrato dal retro rompendo il vetro della finestra della cucina.” Spiega con tono nervoso l’avvocato.
“Stava per terra?” Chiede la moglie di Nanoha.
“No. Stava a letto, seduto. La televisione era accesa. Una di quelle trasmissioni evangeliche. Sul comodino c’era un flacone di Valium. Lui era semi intontito. Deve aver preso un paio di pillole per addormentarsi, ha puntato la pistola contro la testa e, mentre si stava addormentando, si è sparato all’orecchio.” Fate fa sedere la sua compagna sul divano e si concentra su Chrono.
“Ti ha dette niente? Ha detto perché l’ha fatto?” Domanda mentre cerca di capire come sono andate le cose.
“Neanche una parola. Era a mala pena cosciente.”
“Ha lasciato un biglietto, qualcosa?”
“Aveva un foglio di carta in mano. Ho cercato di prenderlo, ma lui l’ha strappato e l’ha buttato nel gabinetto. Ha tirato la catena prima che potessi prenderlo.” Risponde tristemente Chrono.
“Hai chiamato la polizia?”
“No. Solo il suo medico. Le abbiamo detto che era caduto dalle scale. E siccome non si era fatto male, non volevo che la cosa si risapesse.”
“Ma dobbiamo chiamare la polizia. E’ il vice sindaco di New York. Se teniamo nascosta la cosa diventiamo tutti suoi complici. Sono io che tratto con gli ispettori del fisco. Sarei la prima ad essere inquisita.”
“Perché dovrebbero inquisirti?” Chiede sollevando un sopracciglio Chrono.
“Quando c’è un tentativo di suicidio, frugano dappertutto. Vorrebbero vedere i suoi libri contabili, il conto in banca, tutta la sua situazione finanziaria. Vorrebbero sapere come può un vice sindaco permettersi una casa come questa.”
“Non è mica un segreto. Shari è ricca. L’ha comprata lei, la casa.”
“Ah, si? Non lo sapevo.” Afferma Nanoha.
“Sentito? Domani tutto il circolo del tennis lo saprà.” Sbuffa Fate.
“Io la polizia non la chiamo, a meno che non sia costretto. Non capisco perché tu sia così nervosa. Nascondi forse qualcosa che il fisco non deve sapere?” Chiede sospettoso Chrono.
“Mi stai accusando di nascondere qualcosa? Se sono io che voglio chiamare la polizia! Forse sei tu che hai qualcosa da nascondere. Dopo tutto sei tu che stendi i suoi contratti. Hai curato anche il suo testamento. Magari Yuuno sta aiutando qualche contribuente a trasformare il Bronx in un’area di parcheggio, che ne so? Ma forse tu lo sai.” Afferma la moglie di Nanoha camminando al centro della sala.
“Stai accusando Yuuno e me di cospirare per truffare la città?” Chrono si avvicina a Fate. I due sono faccia a faccia. Fuori dalla finestra si vedono i fari di un’auto.
“Arriva una macchina.” Li avverte Nanoha. Fate cammina verso il telefono.
“Se non la chiami tu la polizia, lo faccio io.”
“No, tu non chiami nessuno.” Dice con voce imperiale l’avvocato. L’altra lo guarda con aria di sfida.
“Vuoi forse dirmi quello che non farò?” Nanoha intanto a raggiunto la finestra e sta guardando preoccupata fuori.
“Ragazzi, sta arrivando una macchina.” Ripete, ma viene ignorata ancora una volta.
“Potrebbe non essere stato un suicidio. Forse c’era un ladruncolo fuori dalla casa, lui è andato a prendere la pistola, è inciampato ed è partito un colpo.” Afferma Chrono, che non vuole che l’altra chiami la polizia.
“E perché Shari non c’era?” Chiede Fate.
“E’ una Volvo familiare.” Commenta pensierosa Nanoha.
“Forse ha tentato di proteggerla.” Continua l’avvocato.
“Sono Reinforce e Hayate!” Esclama la moglie di Fate.
“Rein e Hayate?” Ripete la donna con il collo dolorante.
“Perché non ce l’hai detto prima?” Domanda agitato Chrono a Nanoha.
“E voi, perchè non mi ascoltate?” I due la raggiungono alla finestra. La porta della camera di Yuuno si apre e Amy esce. E’ piuttosto calma.
“Chrono, posso parlarti un momento?” Chiede.
“Sanno tutto. Lo sparo, il lobo dell’orecchio, il biglietto buttato nel gabinetto, tutto.”
“Come sta Yuuno?” Chiede Fate.
“Si è addormentato. Abbracciato al cuscino, il pollice in bocca.”
“Vengono verso casa. Incredibile! … Un vestito simile ad una festa come questa!” Esclama sbalordita Nanoha, sempre continuando a sbirciare dalla finestra.
“Bene, che si fa? Glielo diciamo o no?” Domanda Chrono strofinandosi le mani.
“Chiami la polizia?” L’avvocato fissa Fate.
“No.” Dichiara lui.
“Allora è meglio non dirgli niente.” Conclude la proprietaria della BMW.
“Perché no? Rein è l’analista di Yuuno. Quello che si dice alla propria analista rimane confidenziale.” Afferma Nanoha.
“Quello che gli dicono i suoi pazienti. Noi non siamo suoi pazienti. Il suo paziente se la dorme succhiandosi il pollice.” Dice Fate.
“E dire che sto pagando una baby sitter per questa serata.” Sbuffa Amy prima che una scampanellata immobilizzi tutti. “Allora, che cosa si è deciso?”
“Non si è deciso niente.” Conclude l’avvocato.
“Allora è meglio che vi sbrighiate perché suoneranno di nuovo.” Li informa Nanoha.
“Va bene. Glielo diciamo. Dovremo fidarci di loro. Tanto Rein avrà trattato un centinaio di tentati suicidi.” Dichiara Fate soddisfatta.
“E’ un medico. Dovrebbe informare la polizia, se non vuole perdere la licenza.” Controbatte Chrono.
“Hai ragione, hai ragione, hai ragione. Allora dobbiamo dirglielo.”
“E se poi lei chiama la polizia e Yuuno si sveglia e ci racconta che la pistola è caduta dall’armadio e il colpo è partito accidentalmente?” L’avvocato sta iniziando a fare vari ipotesi.
“Hai ragione, hai ragione, hai ragione. E’ meglio non dirglielo.” Si corregge Fate. Un’altra scampanellata.
“E due. O spegniamo le luci o io apro la porta.” Afferma Nanoha.
“Al diavolo, diciamoglielo.” Dichiara isterica la donna col collo ferito.
“No. Non mi fido di Hayate. Quella apre bocca e le da fiato.” Si intromette agitata Amy.
“Hayate? Ma è preside di una scuola superiore.” Dice confusa Fate.
“Dovresti sentire i pettegolezzi che mi riporta mia figlia.” Commenta la moglie di Chrono.
“Amy ha ragione. Non dobbiamo dirglielo. Nanoha apri la porta.” Ordina l’uomo.
“Amy, dacci da bere. Facciamo finta di divertirci.” Si affretta ad aggiungere la moglie di Nanoha. L’altra donna va al bar, prende da bere e si siede vicino a Fate sul divano.
“Allora? Lo diciamo a Rein ma non ad Hayate?” Chiede Nanoha che non ha ancora capito bene.
“Non diciamo niente a nessuno dei due!” Le risponde agitata sua moglie.
“Nanoha aspetta, non aprire finché non sono su, se Yuuno si sveglia forse riesco a sapere la sua versione dei fatti.” Afferma Chrono correndo in camera di Yuuno, Nanoha va alla porta d’ingresso. Fate e Amy afferrano svelte i drink, fingono di essere impegnate in una conversazione divertente.
“Siamo pronte?” Chiede Nanoha sulla porta.
“Si! Pronte!” Le risponde la moglie. Quella sorride e apre la porta. Fate e Amy si abbandonano ad una sonora risata. Sulla porta appaiono Reinforce e Hayate. Reinforce, detta Rein, è sulla cinquantina, indossa un lungo abito da sera e porta una confezione regalo. Hayate è sui quaranta, indossa un abito da sera di pessimo gusto. Porta un cuscino a forma di salsiccia sotto il braccio.
“Reinforce! Hayate! Che piacere vedervi!” Afferma sorridendo Nanoha mentre le abbraccia entrambe.
“Oh, Dio, che divertente, Fate!” Ride Amy.
“Ehi, voi, sono Reinforce e Hayate.” Chiama Nanoha.
“Ciao, Rein. Ciao, Hayate.” Saluta sempre ridendo sua moglie.
“Ciao, Hayate. Ciao Reinforce.” Dice la moglie dell’avvocato facendo un cenno con la mano, ridendo.
“Ciao, Amy. Ciao Fate.” Dice Rein entrando con sua moglie.
“Continua a raccontare. Che cosa ha detto quando sei ritornata?” Chiede Amy a Fate.
“Non lo so.” Risponde dopo un silenzio imbarazzante. Ride forzatamente.
“Scusate il ritardo. Abbiamo perso molto?” Chiede Rein.
“Dovresti farti raccontare la barzelletta del cavallo da Fate.” Quella lancia un’occhiata folgorante alla moglie di Chrono.
“Come siete tutti eleganti.” Afferma un po’ imbarazzata Hayate.
“Hayate, hai un vestito che è uno schianto. Sei sempre così originale! Dove le trovi certe cose?” Chiede Nanoha con finta ammirazione.
“Oh, Dio, avrà sessant’anni. Era di mia nonna. Lo portò dalla Russia.” La moglie di Fate fissa il cuscino tra le mani di Hayate.
“Che bel cuscino. E’ per Yuuno e Shari?”
“No, per la mia schiena. Mi si è bloccata mentre mi vestivo.” Dice la moglie di Rein mentre afferra il sacchetto di salatini e lo apre senza difficoltà. Fate la osserva a bocca aperta.
“Stai bene, amore?” Chiede Reinforce ad Hayate.
“Sto bene, tesoro.”
“Ehi, Fate, quella è la tua BMW?” Domanda Rein prima di ridere. “Che è successo?”
“Un tizio è uscito sparato da un garage e mi ha presa in pieno di lato. Mi sono presa un colpo di frusta che non puoi immaginare.” Spiega quella.
“Che ne direste di bere qualcosa, eh?” Chiede Amy in fretta.
“Io ci sto.” Dice il medico.
“Che cosa vuoi?”
“Ci penso io.” Afferma Nanoha bloccando la moglie di Chrono.
“Io sono proprio vicina al bar.” Dice Fate alzandosi.
“Tutte pronti a servirmi da bere? Ma che gentili! Gradirei un Bourbon, per favore.” Rein è piuttosto divertita. Amy raggiunge il bar.
“Dov’è Chrono?” Chiede Hayate.
“Chrono? E’ con Yuuno.” Risponde Nanoha.
“E Shari?”
“Shari è con Chrono… Aspettano che Yuuno finisca di vestirsi.” Hayate si poggia allo schienale di una sedia e grida.
“Ooooh! Ooooh! Ooooh!” Strilla.
“Che c’è?” Domanda preoccupata la moglie di Fate.
“Una fitta. Passata. Sto bene. Ogni tanto mi prende, va e viene.” Spiega la donna dolorante massaggiandosi la schiena.
“Sentite, perché non ci mettiamo fuori? E’ una così bella serata.” Propone Fate. Rein sorride.
“Okay. Allora, ragazze, che cosa c’è sotto?”
“Che intendi dire?” Chiede Nanoha.
“Credete che non mi sia accorta che vi comportate tutte in modo strano? Tre persone fanno a gara per servirmi da bere. Amy vuole farmi sentire la barzelletta. Fate vuole che usciamo. No, no, vi conosco. C’è qualcosa sotto. Cos’è, una danzatrice del ventre o un prestigiatore nudo, eh? Che cosa avete architettato?” Domanda sospettosa il medico.
“Sei un fenomeno, Rein… E va bene. Qualcuno dovrà dirglielo.” Dichiara Amy.
“Dirgli cosa?” Chiede Fate.
“La sorpresa sulla festa.” Dice la moglie di Chrono.
“Quale sorpresa?” Domanda Hayate incuriosita.
“Credo sia la trovata più ingegnosa, vero, Nanoha?” Quella spalanca gli occhi non sapendo esattamente cosa fare. Evidentemente neanche Amy lo sa.
“Beh, si.”
“Diglielo.” L’invita la moglie dell’avvocato alla quale non viene in mette niente.
“No, tu lo dici meglio me.” Ribatte l’altra. Le due si stanno arrampicando sugli specchi.
“Scusate, ma devo sedermi.” Le interrompe Hayate.
“Ti aiuto.” Esclama Amy andandole accanto.
“Faccio io.” Afferma Fate raggiungendola e prendendola in braccio. Cammina velocemente verso il divano. Nanoha le fa lo sgambetto e afferra al volo Hayate.
“L’ho presa io.” Dichiara adagiandola sul divano. Torna da sua moglie e l’aiuta ad alzarsi. Le sussurra delle scuse nell’orecchio. Quella si massaggia il collo che ha ripreso a farle male per la caduta.
“Il cuscino. Ho bisogno del cuscino.” Le informa Hayate. Fate nota l’oggetto ai suoi piedi, lo afferra prima di sua moglie e lo mette dietro la schiena della bisognosa.
“Ecco fatto.” Sorride mentre fa dei respiri profondi.
“Allora, quale sarebbe la grande sorpresa?” Domanda la moglie di Rein.
“Ecco… Yuuno e Shari hanno deciso…visto che dovevano arrivare i loro più cari amici per festeggiare il decimo anniversario di matrimonio… di non avere... persone di servizio.” Conclude Amy.
“Uh huh.” Annuisce leggermente confusa Hayate.
“Né Arf, né nessun altro.” Continua la moglie dell’avvocato.
“Uh huh.”
“Non è magnifico? Niente servitù. Noi soli.” Esclama Amy.
“Che c’è di così magnifico?” Chiede Hayate infastidita.
“Ma come! Faremo ognuno qualcosa. Come ai vecchi tempi, prima che diventassimo ricchi. Prima del successo. Come agli inizi. Sono stati i momenti più belli della nostra vita, non siete d’accordo?” Esclama la moglie di Chrono.
“Veramente, i più belli sono questi.” Controbatte Hayate.
“Sono i più facili, ma non i migliori.” Si intromette Nanoha, l’altra la fissa di sottecchi.
“Più facile non è lo stesso che migliore?” Domanda la preside.
“No! Sono tutti più avidi. Più pigri, più egoisti. Nessuno vuole più lavorare.” Dice convinta Amy.
“Io lavoro quindici ore al giorno. Lavoro anche il sabato. La sera mi piace riposarmi.” Dichiara Hayate massaggiandosi le tempie.
“Dobbiamo anche cucinare.” Ricorda Nanoha.
“Non c’è niente di pronto?” Chiede Rein prima di guardare l’orologio. “Sono le nove e venti. Ho un problema di gastrite. Non posso mangiare dopo le dieci.”
“Allora mettiamo tutti gli orologi indietro di un’ora.” Propone sorridendo Fate. Il medico la fissa male.
“E come facciamo? Cuciniamo insieme?” Chiede Hayate.
“Non c’è poi tanto da cucinare. E’ tutto preparato in cucina.” Informa Amy mentre si siede accanto a lei, sul divano.
“Se è tutto già fatto, che senso ha ‘faremo tutti qualcosa come ai vecchi tempi’?” Domanda stranita Hayate.
“Perché vuoi rovinare tutto il divertimento? Nessun altra si lamenta.” Sbuffa irritata Nanoha.
“Non mi sto lamentando.”
“Non si lamenta mica.” Dice Rein in difesa di sua moglie.
“Solo non capisco perché ci siamo agghindate per preparare una cena.” Dichiara Hayate. Fate si avvicina a Nanoha e le avvolge le mani intorno alle spalle, sente che è stressata.
“Tu non sei agghindata. E’ un vestito polacco vecchio di cinquant’anni.” Dice quella infatti.
“Un vestito russo di sessant’anni.” La corregge con voce velenosa Hayate.
“Sentite, non vorrete mettervi a discutere per un vestito…” Si intromette Reinforce.
“Rein ha ragione. Io ho un’idea migliore. Facciamogli una vera sorpresa, e portiamoli a cena fuori.” Propone sorridendo Fate. Hayate si volta verso il medico.
“Così dopo darete la colpa a me di aver rovinato la serata? Noi non veniamo.” Si gira verso il gruppo. “Cucinerò io e Rein servirà.”
“Tesoro, nessuno ti chiede di farlo.”
“A noi sta bene.” Dicono in coro Amy, Fate e Nanoha. La direttrice si alza dal divano con grande sforzo.
“D’accordo, affare fatto. Datemi solo tre quarti d’ora. Prometto che questa sarà la cena migliore che abbiamo mai avuto.” Improvvisante si sente uno sparo proveniente dalla camera di Yuuno. “Oh, mio Dio!” Tutti s’immobilizzano. Hayate ricade indietro sul divano.
“Oh, vi prego…” Mormora Nanoha sfregandosi il ponte del naso.
“Che diavolo è stato!?” Domanda preoccupata Rein. La camera da letto di Yuuno si apre e Chrono, stravolto, esce. Si affaccia dal pianerottolo sforzandosi di apparire calmo.
“Non è niente. E’ tutto a posto. Tutto sotto controllo. Ciao, Reinforce. Ciao, Hayate… Amy, tesoro, ti dispiace venire di sopra un momento…” L’avvocato sorride a tutti e rientra in camera di Yuuno.
“Volete scusarmi… Detesto queste cose quando capitano.” Dice educatamente. Con calma sale le scale ed entra nella camera dove si trova suo marito. Nel salotto regna il silenzio per alcuni minuti. Nanoha e Fate rimangono vicine. Rein si mette dietro Hayate, che è sul divano, e le poggia le mani sulle spalle.
“Sbaglio o era uno sparo?” Domanda il medico.
“Uno sparo?! Nooo. Dev’essere stato lo scappamento di una macchina.” Spiega Fate.
“Nella camera da letto di Yuuno?” Chiede poco convinta Reinforce.
“Rein, forse faresti meglio ad andare a vedere…”
“No, lo so! So benissimo che cos’è stato!” Si affretta a dire la moglie di Nanoha interrompendo Hayate. “Era un pallone. E’ tutto il giorno che gonfiamo palloni per la festa.”
“Ma che razza di pallone era, il dirigibile della Good-Year? …Io vado su.” Rein si avvia verso le scale. Fate la segue in fretta.
“E la cena, chi la prepara? Yuuno e Shari saranno affamati. Tu e Hayate datevi da fare. Io mi faccio un goccio di vino bianco. Nanoha, perché non metti un po’ di musica?” Corre su per le scale. “Torno subito.” Nanoha la fissa agitata.
“Dove vai?”
“Ad aiutare a gonfiare i palloncini.” La donna scompare nella camera di Yuuno. Squilla il telefono.
“Rispondo io.” La moglie di Fate afferra la cornetta.
“Eppure sembrava proprio uno sparo.” Mormora pensierosa Rein.
“Incominciamo a cucinare. Aiutami ad alzarmi.” Dice Hayate mentre si sforza di tirarsi su.
“Pronto? …Chi? La dottoressa Yagami? Si, è qui. Chi parla, per favore?” Nanoha è al telefono. Rein si batte una mano sulla fronte.
“Oh, è il mio gruppo del venerdì sera. Ho una seduta telefonica con loro.”
“Vai pure , amore. Posso fare da sola.” L’incoraggia Hayate. Il medico corre in cucina. Nanoha è ancora al telefono.
“Viene subito, signori.” Squilla l’altra linea telefonica, lei preme un bottone. “Proto? …Si, è qui. No, aveva chiamato mia moglie. Va bene, la faccio richiamare.” Nanoha riaggancia. La direttrice si mette a terra e incomincia a camminare a quattro zampe. Fate esce dalla camera di Yuuno.
“Chi era al telefono?” Chiede alla moglie.
“La segretaria della dottoressa Shamal.” Fate annuisce mentre scende le scale, vede Hayate che cammina a carponi e si spaventa, non la riconosce.  “Oh mio Dio. Che cos’è?!”
“E’ Hayate.” Le risponde Nanoha raggiungendola.
“Non preoccupatevi. Lo faccio sempre. Mi scarica la pressione dalla testa.” Spiega la donna che fa yoga a terra.
“Credevo che stesse lavando la moquette.” Dice Fate alla moglie, la quale ride leggermente alla frase. Poi torna seria.
“Che è successo di sopra? Yuuno sta bene?”
“Stava dormendo. Chrono voleva nascondere la pistola nell’armadio in modo che Yuuno non la trovasse. Ha inciampato nelle pantofole di Yuuno e gli è partito un colpo vicino alla testa. Non ci sente né da un orecchio né dall’altro.”
“Chrono o Yuuno?”
“Chrono. Yuuno era sotto l’effetto del Valium.” Fate vede il telefono riagganciato.
“Hanno riattaccato. Ho preso io il messaggio.” Dice Nanoha seguendo il suo sguardo.
“Non potevi dirmelo mentre ero sul pianerottolo? Che cos’hanno detto?” Chiede avvicinandosi all’oggetto, sua moglie la segue.
“Hanno detto che la dottoressa Shamal ha già chiamato questo numero. Non vuole essere chiamata dal teatro un’altra volta.” Spiega Nanoha. Fate riforma il numero arrabbiata.
“Devo trovare un altro dottore. Non affido la mia vita al critico teatrale del Policlinico.” Sbuffa prima di parlare al telefono. “Pronto. Sono sempre Fate Testarossa. La dottoressa Shamal non ha chiamato. La prego di farmi richiamare. E’ importante.” Chiude la chiamata.
“Perché Chrono ha chiamato Amy di là?” Chiede Nanoha.
“Per telefonare alla dottoressa di Chrono e chiedergli che cosa deve fare per le orecchie. Lui non è in grado di sentire quello che il medico gli dice al telefono. Devo tornare da Yuuno.” Dice Fate mentre si avvia verso la camera.
“Intende dire alla dottoressa che è partito un colpo di pistola? Allora dovrà spiegare anche il fatto di Yuuno.” Dichiara sua moglie.
“No. Doveva dire che Chrono stava fuori e un tombino è saltato in aria proprio vicino a lui.”
“Buona idea.”
“Solo che la dottoressa non c’era. La segretaria ha detto che è ancora a teatro. Deve rendere molto bene la professione medica.” Commenta Fate mentre entra in camera di Yuuno. Squilla il telefono e Nanoha va a rispondere.
“Pronto? Oh, dottoressa Shamal, grazie per avere richiamato.” Si allontana dal microfono. “Vuoi parlarle Fate?!” Grida a sua moglie. Quella riappare e si precipita verso il telefono.
“Si, subito.”
“Sai una cosa, se Rein non capisce che qui c’è sotto qualcosa, non andrò più al suo gruppo.” Dichiara Nanoha mentre va a sedersi sul divano. Fate si accosta l’oggetto all’orecchio.
“Pronto, dottoressa Shamal?… Grazie per avere richiamato…Ecco, un idiota mi ha sfondato la macchina venti minuti fa circa. Ho avuto un colpo di frusta qui…” Si tocca il colo anche se il medico non la può vedere. “No, no. Respiro a fatica perché sono corsa al telefono… Yuuno? Yuuno Scrya?…No, non telefonavo per Yuuno. Perché?” Chiude il microfono e si rivolge a sua moglie “Santo cielo! La dottoressa Shamal è anche il medico di Yuuno.” Torna al telefono. “No, no. Il mio collo va molto meglio. Adesso riposa…Amy Harlaown? Conosce Chrono e Amy? Si credo che abbia chiamato lei.” Chiude nuovamente il microfono e fissa agitata la sua compagna. “E’ anche il medico di Chrono.”
“E scommetto che fa parte della festa.” La schernisce Nanoha.
“Dottoressa Shamal? Che cosa diceva?…Sì, lo so da dove chiama…Che scena è?… Ahah. Stava appunto strappando la maschera al Fantasma…” Chiude il microfono nel panico e si volta verso la sua donna. “Questa mi farà pagare i posti…” Si riconcentra sulla telefonata. “No, no. Il mio collo va molto meglio. Aspetti. Vado a chiamare Amy. Le dispiace aspettare un secondo? …No, prometto di non farmi male strada facendo.” Rimette il telefono in posizione d’attesa, poi corre di sopra. “Giurerei che questa stasera butta nel fiume il cerca persone …Guarda un po’ dov’è finita Rein col mio drink…” Entra in camera di Yuuno. Reinforce rientra nel salotto con in mano un bicchiere.
“Mi pareva di aver sentito la voce di Fate. Ho il suo vino.”
“Glielo reggo io. Come va Hayate?” Chiede Nanoha mentre afferra il drink di sua moglie e ne beve un piccolo sorso.
“Bene sta preparando l’insalata.”
“A quattro zampe?” Domanda sorpresa la moglie di Fate.
“No. Si è alzata. Fate ha detto che cos’era quel rumore?”
“Lo sparo?”
“Era uno sparo?” Esclama sorpresa Rein.
“Proprio così.”
“Incredibile.” Il medico fissa assente il tappeto. Hayate si affaccia dalla sala da pranzo. “Rein? Ho bisogno di te per portar via un po’ di spazzatura.” I due se ne tornano in cucina. La porta della camera da letto di Yuuno si apre ed escono Fate e Chrono. Lui ha un asciugamano sopra le orecchie. Vanno verso la stanza degli ospiti.
“Distenditi un po’ nella camera degli ospiti, Chrono. Ti sentirai meglio.” Afferma la moglie di Nanoha.
“Potrei distendermi un po’ nella camera degli ospiti…” Dice lui affacciandosi nella stanza. Fate rotea gli occhi battendogli una mano sulla spalla.
“Ma sei un genio. Nanoha, dov’è il mio vino?”
“C’è tuo cugino!?” Domanda agitato l’avvocato rispuntando nel salotto.
“No, il vino!!! Andiamo, Chrono. Faccio scaldare di nuovo l’asciugamano.” Dice la donna.
“Non dire niente a tuo cugino. Almeno, finché non sappiamo com’è andata.” I due entrano nella camera degli ospiti. La porta della cucina si apre ed esce Hayate. Tiene un mestolo in una mano e con l’altra un secchiello di ghiaccio contro il petto.
“Ho un problema, Nanoha, puoi aiutarmi? Rein è uscita dalla porta della cucina per portare via la spazzatura e la porta si è chiusa. Ho le mani unte. Ti dispiace aprirle?” Chiede con un sorriso imbarazzato sul viso. L’altra si alza dal divano e poggia il bicchiere di vino su un tavolino.
“Ma certo. Siamo tutti nella stessa barca, no?” Esce in cucina. Reinforce entra dalla porta d’ingresso senza bisogno d’aiuto.
“Ho fatto apposta il giro della casa per non farvi andare alla porta.” Dichiara sorridendo. Amy esce dalla camera di Yuuno.
“Oh, ciao… Dov’è, Nanoha?” Chiede ai due in sala.
“E’ andata in cucina per aprire la porta a Rein.” La moglie di Chrono fissa il medico con un tic all’occhio sinistro.
“Oh. Bene.” Sorride in modo strano e torna nella camera da letto di Yuuno. La porta della sala da pranzo si apre e riappare Nanoha.
“Oh, sei qui…” Dice notando Reinforce. “Hayate, l’acqua della pasta bolle.” L’informa.
“Ci penso io. Rein, tu prendi un altro sacchetto di ghiaccio. Mi sto squagliando.” La preside va in cucina. Il medico la segue ridendo.
“Incomincio a sentirmi come uno dei miei pazienti.” Entra in cucina. La porta della camera di Yuuno si apre e riesce Amy. Scende le scale mentre si gratta sotto le braccia.
“Non ce la faccio più. Mi sta venendo l’orticaria sotto le braccia.” Va al bar e si versa un po’ di vodka. “Hai saputo di Chrono? E’ sordo.”
“E’ meglio che se ne stia da parte. Per il momento è fuori servizio.” Dichiara leggermente divertita Nanoha.
“Ma perché stiamo proteggendo Yuuno in questo modo? Chrono è sordo, Fate ha il torcicollo, Hayate cammina come una giraffa, io sono distrutta…” Si gratta. “Per cosa? Un altro sparo e tutti lo verranno a sapere comunque.” Brontola Amy.
“Non tutti sono interessati. In Paraguay e in Bolivia non gliene frega niente.” Dichiara Nanoha. Si sente il rumore di un’altra macchina che risale il vialetto. Fate esce dalla camera degli ospiti.
“Arriva un’altra macchina.” Avverte. Si vedono le luci dei fari sulla finestra.
“Signum e Vita, ma hanno disdetto l’invito. Sono andati in Venezuela. Avevano promesso di telefonare stasera.” Afferma Amy.
“Dal Venezuela?” Domanda sorpresa Fate.
“Dio mio, verranno a saperlo pure in Bolivia.” Esclama Nanoha.
“Allora, chi sta arrivando?” Domanda la donna con il torcicollo avvicinandosi alle due.
“Sarà Shari che ritorna.” Dice disinteressata Amy.
“Shari guida una Porche. Questa è un’Audi.” Osserva Fate dalla finestra.
“Chiedilo a Chrono. Lui dovrebbe saperlo.” Propone sua moglie avvicinandosi a lei.
“Al momento Chrono si limita a leggere i movimenti delle labbra. Non credo che riuscirebbe a capire ‘Audi’.” Si sente un fragore di cocci rotti dalla cucina. “Gesù! Che diavolo sarà stato?”
“Hayate avrà fatto saltare il microonde, che altro?” Dichiara la moglie dell’avvocato scuotendo la testa sconsolata.
“Amy, vai a vedere che cosa è successo. Nanoha, tu vai alla finestra e guarda chi sta arrivando. Io vado a vedere come sa la passano Chrono e Yuuno…” Dice Fate prima di poggiarsi l’asciugamano sulla spalla. “Mi sembra di stare a Fort Alamo.” Sbuffa mentre si avvia verso la camera. Rein entra come un tornado mentre scuote le dita doloranti.
“Accidenti, mi sono bruciata le dita! Scotta, scotta, scotta, oh, Dio come scotta!!” Urla nel dolore.
“Santo cielo!” Esclama Amy.
“Porca puttana, che male! Oh, porca vacca!”
“Che è successo?” Chiede preoccupata Nanoha.
“Hayate ha fatto cadere il secchiello del ghiaccio che è finito contro la stufa. La piastra bollente stava per caderle addosso e così l’ho acchiappata al volo. Allora l’ho fatta cadere sul tavolo, la caraffa dell’acqua si è spaccata e un pezzo di vetro le è schizzato sul braccio e lei ora sanguina come non so cosa. Le ho messo un asciugapiatti sul polso e l’ho appoggiata contro una credenza. Adesso mi servono delle bende per il braccio e qualche unguento per le mie dita. Non ho mai visto tante disgrazie succedersi così rapidamente!” Strilla il medico tutto d’un fiato.
“Non posso credere che soffra tanto e faccia un discorso così lungo senza saltare una parola.” Commenta sorpresa Fate.
“Non startene lì così. Prendi le bende. Sei quella più vicina.” Le ordina Nanoha.
“Torno subito, Rein.” Fate va in camera di Yuuno. Reinforce torna in cucina per vedere come sta la moglie ferita. Da fuori si sente il suono di una portiera sbattuta.
“Ecco la macchina. Non voglio neppure sapere chi è. Perché non vai a vedere?” Chiede Amy a Nanoha, quella va alla finestra.
“Sono Erio e Caro.”
“Erio e Caro Mondial? Insieme?” Domanda in fretta la moglie dell’avvocato avvicinandosi all’altra.
“Almeno, stanno camminando insieme.” Afferma quella.
“Ho sentito dire che avevano dei problemi.”
“Non di deambulazione.” Dice Nanoha allontanandosi dalla finestra.
“Gesù! Lo sai che Erio è candidato al senato?” Esclama Amy.
“E con questo?”
“Ci manca solo che entri qui e rimanga coinvolto in un tentativo di suicidio. Può dire addio alla sua carriera.”
“Forse Chrono riesce a trovare una scusa prima che suonino il campanello.” Nanoha viene interrotta da una scampanellata. “Sarà una campagna elettorale niente male.” Commenta divertita.
“Senti, io devo andare in bagno. Tu apri la porta, io vengo subito.” Dice Amy avviandosi verso la toilette.
“Un momento! Non ci sono ancora andata da quando sono arrivata!” Esclama Nanoha andandole dietro.
“Davvero hai bisogno di andare in bagno?” Chiede sospettosa l’altra.
“Non immagini quanto.”
“Al diavolo! La porta l’aprirà qualcuno altro… Vieni.” Entrambe entrano nella toilette e si chiudono la porta alle spalle. Scampanellata. Fate esce dalla camera degli ospiti.
“Nessuno va ad aprire? …Nanoha? …Amy?” L’avvocato si affaccia dalla camera degli ospiti.
“Dici a me?” Chiede indicandosi.
“No, Chrono. Rimettiti l’asciugamano sulle orecchie.” Grida la donna per farsi sentire dal sordo momentaneo. “Nanoha? Amy? Dove siete? …Ah, merda. Ne ho abbastanza!” Torna da Chrono e chiude la porta. Rein esce dalla cucina con dei tovaglioli di carta avvolti intorno alle dita di ogni mano. Indossa un grembiule.
“Fate? Hai trovato le bende?” Chiede urlando. Un’altra scampanellata. “Nessuno va ad aprire? Questi stanno tramando qualcosa, lo sento.” Va alla porta d’ingresso e tenta varie volte di aprirla con le diti bruciate. Finalmente ci riesce. Sulla porta ci sono Erio e Amy Mondial, una bella coppia, in abito da sera. Erio tiene un regalo in mano. Sembrano entrambi nervosi. Reinforce gli sorride.
“Salve.” Dice Erio. I due entrano guardandosi attorno. Il medico chiude la porta con un piede.
“Buona sera sono sparito tutti.”
“Vuol dire che siamo i primi?” Chiede Caro.
“No… ci sono tutti. Solo che sono un po’ sparsi…”
“Potrei bere qualcosa, per favore? Un doppio Scotch.” Ordina il futuro senatore.
“Perrier con ghiaccio, senza lime.” Dice la donna senza guardare Reinforce.
“Certo, certo. Non credo che ci siano problemi. Sono Reinforce Yagami.” Erio annuisce freddamente.
“Salve, Reinforce.”
“Scusate le mani. Un piccolo infortunio in cucina.” Dichiara imbarazzata il medico.
“Oh, mi dispiace.” Afferma l’uomo.
“Resterei volentieri a fare due chiacchere, ma mia moglie perde sangue in cucina.”
“Sua moglie?” Domanda stranito Erio.
“Hayate. Una caraffa d’acqua si è rotta e le ha tagliato un braccio. Io mi sono bruciata le dita.” Spiega Rein.
“Un peccato.” Commenta indifferente l’altro. Il medico però non se ne accorge.
“Non è il caso di preoccuparsi. Tra poco si cenerà. Lieta di fare la vostra conoscenza.” Torna velocemente in cucina. Erio si va a sedere sul divano.
“Chissà che fine ha fatto la ragazza cinese?” Mormora pensieroso.
“Come sto?” Chiede la moglie toccandosi i capelli.
“Sei splendida.”
“Mi sento così in disordine.”
“Oh, no. Sei meravigliosa.”
“I capelli stanno male, vero? Ho visto che li guardavi in macchina.”
“Non è vero.”
“Che cosa guardavi, allora?” Chiede con voce petulante Caro.
“La strada, immagino.”
“Non sopporto quando menti.”
“Ti assicuro che è la verità.”
“A volte è così difficile farti piacere.”
“Perché che cosa ho detto?”
“E’ quello che non dici che mi fa impazzire.” Dice isterica Caro mentre va a sedersi su una sedia dall’altra parte della sala.
“Che cosa non ho detto? …Come può farti impazzire se non lo dico.”
“Non lo so. Mi guardi in un modo...”
“Non ti guardo affatto.”
“Non fai che guardarmi.” Ribatte lei.
“Perché mi chiedi sempre di guardarti.”
“Sarebbe bello se non dovessi chiedertelo… Non ho mai nessun sostegno morale da te. Hai sempre tutto il tempo del mondo per tutto e per tutti gli altri, mentre io devo sempre elemosinare la tua attenzione quando entro in una stanza.” Sbraita la donna iniziando a girare per la stanza.
“Caro, ti prego, non ricominciare. Già siamo arrivati con quarantacinque minuti di ritardo. Non voglio rovinare la serata a Yuuno e Shari.” Dichiara Erio avvicinandosi a lei.
“Siamo in ritardo di quarantacinque minuti perché ho dovuto provare dieci vestiti prima di vedere la tua testa muoversi dall’alto in basso anziché da destra a sinistra.”
“Non ho fiatato su nessuno dei vestiti che hai indossato.” Dice serio l’uomo.
“Dio, che banalità questa conversazione! Sembriamo una di quelle coppie del cavolo che si vedono in tv.” Sbraita lei mettendosi dietro un tavolino.
“Oh, adesso ci diamo pure al turpiloquio, eh?”
“No, Signor Perfezione. Non mi do a nessun turpiloquio. Dio me ne guardi, se dessi il minimo segno di umana imperfezione, mi sveglierei con le carte del divorzio in mano.”
“Che cos’è questa storia del divorzio che tiri fuori da un po’ di tempo in qua? Come ti è venuta in mente? Certe volte non ti guardo perché ho paura che tu pensi che non ti piaccia il modo in cui ti guardo.”
“Non so cosa diavolo vuoi da me, Erio. Davvero non lo so.”
“Non voglio niente da te. Cioè, vorrei che tutto fosse com’era prima che diventassimo come siamo.”
“Dio, certe volte mi opprimi… Voglio tornare a casa.”
“A casa? Se siamo appena arrivati! Non abbiamo visto ancora nessuno.” Ribatte stupito lui.
“Non so come farò ad arrivare in fondo a questa serata. Tutti sanno come stanno le cose. Sono amici tuoi! E pretendi che mi comporti come se niente fosse…”
“Non è niente, infatti. Di che diavolo stai parlando?”
“Non raccontare balle proprio a me. Tutta la città sa di te e di quella mezza calzetta.”
“Vuoi finirla? Non c’è proprio niente. Sei tu che ingrandisci le cose. La conosco appena, quella donna. Fa parte del Comitato Democratico per la Raccolta di Fondi. Ho incontrato lei e il marito a due ricevimenti, diamine.” Impreca Erio.
“Mi prendi per una stupida?”
“No.”
“Allora pensi che sia cieca?”
“No.”
“Pensi che non sappia che cosa c’è stato?”
“Si, perché infatti non lo sai.” Caro si avvicina minacciosa al marito.
“E allora ti dirò una cosa, Erio. Ascoltami bene.”
“Vai, ti ascolto.”
“E’ da un anno che so di questa tu storia con Ginga Nakajima.” Dichiara lei con voce ferma.
“Strano, perché l’ho conosciuta solo quattro mesi fa. E adesso, per favore, abbassa la voce. Quella cameriera starà ascoltando ogni parola.” Sussurra lui avvicinandosi.
“Cosa vuoi che mi importi di una cameriera e di una cuoca sanguinante? I miei amici sanno della tua amichetta, sai quanto me ne frega della servitù!” Strilla la donna.
“Non ti capisco proprio, Caro. Forse le mie ambizioni politiche ti disturbano? Ti senti minacciata perché mi sono candidato per il Senato?”
“Il Senato! Il Senato! Neanche dovessimo andare a Washington! Invece al massimo finiremo a Albany. Ventitré gradi sotto zero, in pieno inverno. Non sei ancora l’Uomo dell’anno di Time, capisci, tesoro?” Lui si volta e le da le spalle.
“Povero me, povero me!”
“Dicevi?”
“Povero me, povero me!” Urla deliberatamente.
“Mi comporto male, vero? Sono la moglie-strega che te ne fa vedere di tutti i colori… Beh, ti dirò una cosa, signor Senatore. Non sono la sola a sapere quello che sta succedendo. La gente parla, bello mio. Credimi.” A quelle parole Erio inizia a preoccuparsi.”
“Che intendi dire? Non avrai detto niente a nessuno, vero?” Caro lo spinge sul divano ed inizia ad accarezzargli il viso mentre si siede sulle sue gambe.
“E’ questo che ti preoccupa? La tua reputazione? La tua carriera? Il tuo posto nella storia dell’America? Sai quale sarà il tuo posto nella storia d’America?… Un francobollo commemorativo raffigurante te e la tua bella insieme in un motel!” Gli spinge la testa bruscamente indietro e si alza. Erio fa un respiro profondo e si calma.
“Sei molto eccitata, Caro, stasera. Hai perso ogni controllo. Hai sfregato di nuovo i tuoi cristalli di quarzo, vero? Ti ho detto di buttarli via, quei maledetti cristalli. Sono pericolosi. Sono come cocaina pietrificata.” Caro inizia a cercare qualcosa nella borsetta. “…Non tirarli fuori, Caro. Non sfregare i cristalli alla festa. Ti farà perdere il controllo.” Lei estrae un cristallo, lui fa per afferrarlo ma fallisce. “Mettilo via. Non farti vedere dai miei amici.”
“Bene. E tu non far vedere ai miei amici cosa stai facendo.” I due si fissano freddamente. In quel momento Fate esce dalla camera degli ospiti.
“Erio! Caro! Mi pareva foste voi. Come state?”
“Sto meglio, grazie.” Risponde l’avvocato dall’altra stanza.
“Non dicevo a te, Chrono. Sono Erio e Caro.”
“Stiamo bene. Proprio bene. Ciao, Fate… Caro, questa è Fate… Caro.” Le presenta Erio con un grande sorriso. Lei fa un cenno col capo.
“Fate…” Mormora freddamente la moglie del futuro senatore. E’ ancora piuttosto stressata.
“Sei splendida, Caro. Dove sono Nanoha e Amy?” Chiede Fate guardandosi intorno.
“E’ arrivato qualcuno?” Urla Chrono dall’altra stanza.
“Erio e Caro! Te l’ho detto!” Grida arrabbiata la moglie di Nanoha. Si volta verso Caro. “E’ Chrono. Ha le orecchie otturate. Ha preso freddo… Chi vi ha aperto?”
“La cameriera.” Risponde Erio leggermente divertito alla scena.
“La cameriera? C’è una cameriera?” Domanda sorpresa Fate.
“Ci sta servendo da bere.” La informa il futuro senatore.
“E’ sola?”
“No, ha una cuoca con sé.”
“Arf? Dio sia lodato. Sono ritornate. Per un po’ siamo stati senza servitù.” Sospira sollevata la donna.
“Ah, si? Dove sono Yuuno e Shari?” Chiede Erio guardandosi intorno.
“Yuuno e Shari? Credo che siano in camera loro.” Risponde la donna. Per tutta la conversazione Caro non si è allontanata da Erio.
“Mi è caduto un asciugamano, Fate!” Urla Chrono dall’altra stanza.
“Ti darò un asciugamano. Devo prima prendere le bende.” Bussa alla porta di Yuuno. “Yuuno? Shari? Posso entrare?” Si schiarisce la voce. “Ma certo, entra pure.” Dice mimando la voce di Shari.” Fate entra nella camera di Yuuno e chiude la porta. Chrono esce dalla camera degli ospiti con un asciugamano sugli occhi che gli impedisce di vedere.
“Fate? ...Fate, dove sei andata?” Urla disperato. Erio e Caro lo guardano straniti.
“Chrono? Ciao. Siamo Erio e Caro.” Dice il futuro senatore.
“Fate? Sei tu?” L’avvocato si toglie l’asciugamano e guarda i due. “Chi è? Erio? Sei Erio?”
“Si. E questa è Caro. Ho sentito che hai preso freddo all’orecchio.”
“Ti sembro vecchio? …Forse è la barba… Ciao, Caro. Gli altri sanno che siete qui?”
“Sì. Abbiamo visto solo Fate.”
“Hai visto Fate?”
“Si. E’ andata in camera di Yuuno.” L’avverte Erio.
“Scusate. Non sento niente. Un tombino è saltato in aria proprio vicino al mio orecchio.”
“Un tombino!? E’ terribile.” Esclama esterrefatto il marito di Caro.
“Ho detto: ‘Un tombino è saltato in aria proprio vicino al mio orecchio’.”
“Sì, ho sentito.”
“Scusami. Io non ti sento. Vado a vedere se Fate è in camera di Yuuno. Tra poco veniamo tutti.” Dice l’avvocato andando a bussare alla porta di Yuuno. “Shari? Posso entrare?”
“Certo, caro. Vieni pure.” Dice da dentro Fate con la voce di Shari.
“Vengo subito.” Dice Caro allontanandosi.
“Dove vai?” Chiede suo marito.
“A sciacquare il cristallo.” Va verso la toilette. “Così hai il tempo di fare una rapida telefonata, in mia assenza, vero?” Cerca di aprire la porta del bagno, ma è chiuse a chiave dall’interno. “C’è qualcuno?”
“Chi è?” Chiede da dentro Amy.
“Caro. Chi è?”
“Amy… Un momento solo, Caro.” Dice da dentro la moglie dell’avvocato. Si sente lo sciacquone. Amy esce e chiude la porta. “Non ti avevo sentito suonare, Caro. Ti avrei aperto la porta. Ciao, Erio.” Va da lui e gli da un bacio sulla guancia.
“Ciao. Senti un po’, c’è qualcosa che non va, qui?”
“Non saprei…Chi hai visto?” Chiede Amy a lui.
“Beh, Fate e Chrono, solo per un secondo. E la cameriera e Arf.”
“Hai visto Arf e la cameriera? Mio Dio, devo esserci stata un bel po’ là dentro!” Esclama la donna ridendo.
“Hai finito in bagno?” Le chiede Caro.
“Io? Si, certo.” L’altra prova ad aprire la porta ma quella è bloccata.
“L’hai lasciata chiusa da dentro?” Chiede la moglie del futuro senatore.
“Chi è?” Chiede Nanoha dall’altra parte.
“Caro. Chi è?”
“Sono Nanoha. Un momento solo Caro.” Si sente lo sciacquone. La porta si apre e la donna esce. “Ciao, Caro. Ciao, Erio. Siete in ottima forma… Dove sono i ragazzi?”
“Beh, Fate e Chrono sono con Yuuno e Shari.” Risponde Erio.
“C’è qualcun altro, in bagno? Perché dovrei proprio…” Caro guarda dentro il bagno ma vedendo che è vuoto entra e si chiude a chiave la porta alle spalle. Amy si volta verso Nanoha.
“Ci sono Arf e la cameriera.”
“Vuoi scherzare?! Dove sono Rein e Hayate?
“Rein l’ho vista un minuto fa. Non è la cameriera?” Chiede confuso Erio.
“Oh no... Bene. Questo lo abbiamo chiarito.” Commenta Amy capendo la confusione che ha creato il candidato al senato.
“Ma perché stanno tutti in camera di Yuuno?” Domanda il futuro senatore.
“Oh. C’era una cosa alla tv, che volevano vedere.” Si inventa sul momento la moglie di Chrono.
“Giusto. Brava, Amy!” Esclama Nanoha. La porta della camera di Yuuno si apre e Fate esce con un’aria gioviale.
“Bene, adesso comincia proprio a somigliare a una festa.”
“Che cosa stavate guardando di là?” Chiede Erio indicando la camera di Yuuno.
“Là dove?” Domanda la moglie di Nanoha.
“Alla tv.” Dice Erio.
“Quello che sei salita a guardare con Chrono, Yuuno e Shari.” Le dice Amy con tono d’intesa.
“Oh. Oh! Quello, quello show. Quella trasmissione speciale di… come si chiama?” Chiede Fate a sua moglie.
“…Hitler?” Propone Nanoha. La donna continua a fissare, senza un motivo preciso, sua moglie.
“Sì. Quel servizio su Hitler.” Conclude incantata.
“E’ il decimo anniversario di matrimonio e vi siete messi a guardare un servizio su Hitler?” Domanda poco convinto Erio.
“Ecco, lo mandavano in onda solo per stasera.” Dice Fate smettendo di guardare Nanoha. Rein esce dalla sala da pranzo con in mano due drink.
“La cena è pronta.” Avverte allegra, poi fissa Erio. “Doppio Scotch.” Gli porge un bicchiere.
“Oh, grazie.” Dice l’altro.
“Fate, hai trovato le bende?” Chiede il medico. L’altra rimante muta per qualche secondo.
“Le bende? Sì. Le ho. Sono sul televisore. Le prendo subito.” La donna corre in camera di Yuuno chiudendosi la porta alle spalle.
“Mi scusi, l’avevo presa per la cameriera.” Dice Erio a Rein.
“L’avevo immaginato. No, sono un’analista.”
“Dio ce ne scampi. Io sono Erio…Come va sua moglie?”
“Gli spaghetti si stanno cuocendo, ma l’oca è ancora congelata.” Dichiara il medico.
“No, intendevo il braccio.” La corregge il futuro senatore.
“Non c’è male. E’ una donna in gamba. Le dita le dolgono un po’.”
“Forse dovrebbe farsi vedere da un dottore. Yuuno ne conosce una che è proprio a dieci minuti da qui, la dottoressa Shamal.” Dichiara Erio.
“Oh. L’abbiamo chiamata. E’ impegnata.” Avverte Amy sedendosi su una sedia.
“L’avete chiamata per il braccio di Hayate?” Domanda sollevata Rein.
“No, per il collo di Fate.” Si intromette Nanoha
“Il collo di Fate?” Chiede confuso Erio.
“E quando la dottoressa ha richiamato, le abbiamo detto dell’orecchio di Chrono.” Dice Amy.
“Pensi! Per una bomboletta spray di crema da barba che è esplosa.” Commenta divertita Rein mentre fissa Erio.
“Credevo fosse un  tombino.” Commenta confuso l’uomo.
“Infatti…Ma la pressione del tombino ha fatto esplodere la bomboletta.” Spiega Nanoha in fretta.
“Questa non la sapevo.” Conclude la moglie di Hayate.
“Eccole. Eccole.” Esclama Fate tornando in sala con le bende.
“C’è un po’ d’agitazione, qui.” Commenta Erio allontanandosi un po’.
“Eppure, ci stiamo divertendo molto.” Dice ridendo Nanoha e baciando la guancia di sua moglie.
“Un momento! Tu sei Erio Mondial! Il candidato al Senato.” Esclama Rein accorgendosi di chi è davvero l’uomo che ha davanti.
“Esatto.” Le risponde quello.
“Ho un amico che ti conosce bene.”
“Davvero?  E chi è?”
“Vice Granscenic.” Alle parole di Rein, Fate lascia cadere le bende.
“Vice Granscenic?” Chiede Nanoha avvicinandosi e raccogliendo le garze.
“Certo. Conosco Vice Granscenic. Siamo stati all’Università di Pennsylvania insieme. Non lo vedo da anni. Che cosa fa?” Domanda curioso Erio.
“E’ un nuovo socio del circolo, iscritto per procura che si limita a consumare i pasti e non gioca a tennis!” Dice irritata Fate afferrando le bende che le porge sua moglie.
“Del tuo circolo?” Chiede il futuro senatore. Quella evita la domanda.
“Rein, Hayate sta aspettando le bende.” Passa gli oggetti al medico.
“Bene.” Reinforce fissa Erio e gli porge l’altro bicchiere. “ Questo è il Perrier per sua moglie. Lieta di conoscerla, Erio.” Se ne va verso la cucina. “Mi aveva presa per la cameriera.” Sbraita. La porta della camera di Yuuno si apre e Chrono esce.
“Qualcuno! Per favore! Ho bisogno di bere qualcosa di forte.” Urla l’avvocato.
“Come vanno le orecchie?” Chiede Erio.
“Uno Scotch va bene, grazie.” Risponde Chrono non sentendo e capendo nulla.
“Forse Yuuno ha qualche compressa per le orecchie.” Mormora il futuro senatore, poi si volta verso Fate. “Hai visto niente nell’armadietto dei medicinali, quando sei andata a prendere le bende?”
“No, non ho pensato di guardare.”
“Vado a dare un’occhiata.” Si offre Erio, ma Fate e Chrono lo bloccano.
“No, adesso ricordo. Ho guardato. Non ce n’erano. Avevo dimenticato di avere guardato.” Afferma in agitazione la moglie di Nanoha. Squilla il telefono.
“C’è un gatto in casa?” Domanda Chrono.
“Un gatto?” Ripete Amy che non capisce cosa intende suo marito.
“Ho sentito un miagolio.” Squilla di nuovo il telefono. “Sembra un gatto.” Commenta l’avvocato.
“E’ il telefono, Chrono. Rispondo io.” Afferma Fate. Altro squillo.
“L’hai sentito, stavolta, Chrono?” Chiede Erio.
“Giurerei che c’è un gatto.” Mormora l’avvocato sordo. Fate inizia la conversazione attraverso la cornetta.
“Pronto?…Chi?…Mi dispiace, centralino. La linea è disturbata…Oh, sì. Sì.” Si volta verso il gruppo. “Sono Signum e Vita dal Venezuela. Vogliono salutare Yuuno e Shari.”
“Andiamo bene!” Commenta Nanoha abbandonandosi sul divano accanto a Chrono e Erio.
“Vita? E’ la cugina di Caro. Aspetta, chiamo Caro. Sono certo che vorrà salutarla.” Afferma Erio prima di bussare alla porta della toilette. “Caro!?” Chiama. Fate torna al telefono.
“Ciao, Vita. Sono Fate. Come state? …Sì, ci siamo tutti…Sì, ce la stiamo spassando…”
“Caro!?”
“Yuuno e Shari? Certo che sono qui. Dove vuoi che siano?” Fate ride e fa cenno a Nanoha e Amy di imitarla. “Certo. Aspetta un momento.” Copre il microfono. “Nanoha! Parlaci tu.”
“Io? Ma lei vuole parlare con Yuuno e Shari.” Protesta sua moglie.
“Parlaci. Dobbiamo prendere tempo.” Le passa il telefono. Erio continua a bussare alla porta del bagno.
“Caro?! C’è tua cugina Vita dal Venezuela.” Urla. Nanoha si accosta al telefono.
“Vita? Che bella sorpresa. No, sono Nanoha… Sì, una bellissima festa… Shari? Oh, sai che è una meraviglia… Aspetta, te la passo. Aspetta.” Chiude il microfono e si volta verso Amy.
“Tieni parlaci tu. Io non me la sento.” Fa cadere il telefono nel grembo dell’altra.
“Caro?! Sono Vita e Signum. Non vuoi parlarci?” Chiede Erio battendo sulla porta. Amy inizia a parlare al telefono.
“Vita? Sì, piccola. Com’è il Venezuela? …No, sono Amy. Shari è appena andata in cucina a dire qualcosa ad Arf… Aspetta, te la passo.”
“Caro, stai bene?” Chiede preoccupato Erio, sempre bussando.
“Chi è che non le ha ancora parlato?” Domanda agitata Amy.
“Chrono. Chrono non le ha ancora parlato.” Esclama Nanoha indicando l’avvocato.
“Chrono? Vuoi saluta Vita?” Urla Fate all’uomo sul pianerottolo.
“Cosa?” Lui non sente niente.
“Vita! La vuoi salutare?!” La donna col collo dolorante inizia a stancarsi.
“Certo, mi piacerebbe riposare.”
“Vita? La linea è disturbata. Credo sia caduta.” Commenta Amy al telefono.
“Caro, vuoi sbrigarti! Sta cadendo la linea! Vieni, sbrigati!” Urla Erio battendo sulla porta del bagno.
“E’ pronto, venite tutti.” Esclama Hayate entrando con una pentola tra le mani. Caro esce in stato di shock dalla toilette.
“Chi è stato? Chi ha bussato alla porta?” Strilla.
“Io. Al telefono c’è tua cugina Vita dal Venezuela.”
“Mi hai spaventata da morire! Mi è caduto il cristallo nel vaso. Un cristallo antico di due milioni di anni!!” Urla la donna alle parole del marito.
“Non ce la faccio.” Amy lascia cadere il telefono nelle mani di Chrono. “Tieni. Tanto tu non ci senti, che differenza fa?” L’avvocato osserva il telefono, perplesso. Mentre Amy si allontana, inciampa nel cordone del telefono e cade per terra a faccia avanti.
“Non startene lì così, idiota, prendi il mio cristallo!” Strepita la moglie del futuro senatore.
“Senti, Caro, cerca di darti una calmata.” Ribatte lui.
“Pronto?... Pronto?...” Chiede intanto Chrono al telefono.
“Vado a chiamare Yuuno e Shari.” Dichiara Rein alzandosi e avviandosi su per le scale. Fate le sfreccia davanti e le taglia la strada.
“No! Vado io, vado io. Shari! Yuuno! Shari! Yuuu...” Si afferra strillando il collo che si è bloccato all’improvviso. “Oh, merda ci risiamo. Questa volta è permanente!”
“Pronto?... Pronto?...”
“E’ un crimine perdere un cristallo. E’ come uccidere il proprio cane.” Dice piangendo e nascondendo il viso fare le mani Caro. Erio la fissa senza sapere cosa fare.
“Oh, al diavolo!” Impreca Fate mentre tenta di sbloccarsi il collo.
“Ognuno prenda un piatto…” Dice Hayate mentre distribuisce i piatti, la schiena però le si blocca. “Ohi. Oh, no. Santo cielo! Oh, Dio…Oh, mamma mia.” Impreca.
“Pronto?... Pronto?...” Nessuno risponde a Chrono che è ancora al telefono.

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Capitolo 2
*** Atto 2 ***


Secondo atto

Un’ora dopo. Piatti sporchi dappertutto. Bottiglie aperte di vino e di champagne sparse per la stanza. Chrono in piedi a sinistra con un piatto di torta. Hayate in piedi a destra vicino al bar con una tazzina di caffè in mano. Fate e Nanoha sedute sul divano. Erio in piedi dietro al divano. Rein seduta su una delle sedie di destra. Amy in piedi fuma una sigaretta. Caro seduta sul tavolo centrale in meditazione yoga. Un grande silenzio. L’unico suono è quello che emette Chrono mangiando. Nessuno parla. Sono tutti pensierosi. Non si guardano. Il silenzio continua. Si sente il rumore della forchetta di Chrono sul piatto, mentre lui mangia l’ultimo pezzo di torta. Alza lo sguardo.
“Che cosa è stato?” Chiede spaventato.
“Tu Chrono. Era la tua forchetta che batteva sul piatto.” Dice Erio distrattamente.
“La mia cosa?” Non ci sente.
“La tua forchetta contro il piatto!” Grida Amy. Lui fissa il futuro senatore.
“La tua voce si sta di nuovo allontanando, Erio!” L’avverte. Quello sbuffa.
“Non ero io, Chrono. Era Amy!”
“Adesso riesco a sentire le voci. Qualcosa, qua e là.” Dichiara l’avvocato.
“Credi che potrei fumare un’altra sigaretta?” Domanda Amy a Rein.
“No. Niente sigarette.” Interviene Chrono vedendo sua moglie stringere il pacchetto di sigarette. Erio va verso Fate sul divanetto.
“Non riesco a rendermi contro. Tutta questa storia mi sembra così incredibile.” Afferma. Fate sospira.
“Perché abbiamo fatto l’impossibile per nasconderti la verità.” Spiega.
“Sicché Shari se n’è andata?” Chiede Erio.
“Esatto.” Dice la moglie di Nanoha.
“E anche la servitù.”
“Esatto.”
“E Yuuno si è sparato un colpo nel lobo dell’orecchio?”
“Esatto.”
“Ma non ha senso!” Esclama il candidato al senato.
“Esatto!” Rispondono in coro Amy, Nanoha e Fate. Rein si alza in piedi.
“Ma perché non l’ho capito? Gente che correva qua e là, nessuno apriva la porta, bombolette di crema da barba che esplodono. Faccio parte dell’equipe medica dell’Ospedale Bellavista, come ho potuto credere a una storia simile?” Fissa Amy. “Tu non ti sei mai tradita.”
“Avevo una tale voglia di fumare, che sono andata nel bagno di Yuuno e ho cercato di accendere un cotton fioc.” Spiega la donna.
“Non ti sai controllare?” Chiede Hayate.
“Certo. Infatti ne ho fumato uno solo a metà.” Si difende lei. Chrono improvvisamente si alza e guarda tutti gli altri, respira profondamente e si torce i polsi. Sembra sul punto di esplodere. “Chrono ha qualcosa che non va.” Nota Amy.
“Forse ha ancora fame. Ne vuoi ancora, Chrono?” Chiede Hayate ad alta voce per farsi sentire.
“No, no. Vuole dire qualcosa. Tacete un momento…” Rein si avvicina all’avvocato. “Che cosa c’è Chrono?”
“Non ce la faccio più… La pressione mi uccide. Mi dispiace, ma devo farlo.” Esclama l’uomo fissando Erio e Reinforce. “Shari non c’è! La servitù non c’è! Yuuno è in camera sua e si è sparato al lobo dell’orecchio! Forse è stato un tentativo di suicidio, forse no, non lo so. Non me ne importa. Sono solo contento che sia finita.” Urla prima di voltarsi singhiozzando. La moglie di Hayate gli si avvicina.
“Va tutto bene, Chrono. Lo sappiamo. Fate ci ha detto tutto.” Dice con voce pacata da psicanalista. L’avvocato la guarda.
“Tu lo sai?”
“Si.”
“Chi te l’ha detto?”
“Ce l’ha detto Fate.” Ripete di nuovo Rein.
“Erio?”
“No. Fate. Fate. Ce l’ha detto Fate!” Alza la voce la donna.
“Vorrei che non  fosse ancora sordo.” Si lamenta Nanoha che è stanca di sentire la gente urlare. Chrono fissa la proprietaria del circolo del tennis.
“Fate, è vero? Gliel’hai detto?” Quella si alza dal divano.
“Oh, finisci di mangiare e lasciaci in pace, per favore!” Sbotta frustrata.
“Va bene, calmati, Fate. Ha avuto un forte shock.” Dice Rein difendendo l’uomo. L’altra spalanca gli occhi.
“Perché, io no? Ho fatto l’impossibile per farvi credere che Shari era in casa. Ho finto persino di conversare con lei, ho imitato la sua voce, nel caso che qualcuno stesse ad ascoltare.” Si difende.
“Eri tu? L’avevo quasi bevuta.” L’informa Hayate.
“Infatti.” Dice Fate.
“E’ vero.” Continua la moglie di Reinforce.
“Sembrava così reale, io ci ho creduto.” Afferma Erio. Rein fissa Caro.
“E tu?...” Si volta verso il marito della donna. “Come si chiama?”
“Caro.”
“E tu, Caro? Non hai pensato che ci fosse sotto qualcosa?” Chiede. La donna la fissa male.
“Si. Sono sei mesi che lo penso.” Nessuno capisce che cosa intenda. Solo Erio sa che si riferisce alla sua possibile relazione con Ginga Nakajima.
“Che vuol dire?” Domanda Rein è confusa.
“Devi perdonarla. E’ ancora sconvolta per la perdita del suo cristallo.” Dice in fretta Erio.
“Potremmo far venire un idraulico. Loro recuperano tutto. Fedi matrimoniali, chiavi d’auto. Una mia zia aveva fatto cadere la dentiera nel gabinetto, e loro l’hanno recuperata.” Afferma orgogliosa Hayate.
“E se l’è rimessa?” Nanoha è piuttosto stranita.
“Ovviamente l’ha ripulita.” Dice la preside.
“Io non me la rimetterei in bocca neppure se fosse benedetta dal Papa!” Erio si china verso la moglie di Fate, seduta sul divano.
“Se non ti interessi di cristalli, non puoi capire. A quanto pare, hanno delle proprietà particolari. Bisogna lavarli con acqua pulita, di fonte. Devono essere tenuti alla luce diretta del sole. Caro li sfrega ogni sera con uno spazzolino da denti soffice e umido. Non bisogna mai asciugarli con una salvietta. Bisogna tamponarli con un panno di pelle. Sono davvero molto delicati.” Mormora sotto voce.
“Hai mai provato a iscriverli a una buona scuola?”
“Via, Nanoha! Se i cristalli con lei funzionano, se le danno un senso di conforto e di piacere, che male c’è?”
“Non hai bisogno di difendermi, Reinforce. I cristalli esisteranno milioni di anni dopo che questo pianeta sarà finito.” Si intromette Caro.
“Se il pianeta finisce, i cristalli non se ne vanno con lui?” Domanda Fate tornando da sua moglie.
“Ti prego, Fate.” L’ammonisce il medico.
“Non so se può esserle di aiuto, ma in sala da pranzo c’è un grande lampadario di cristallo. Devo dirglielo?” Chiede al gruppetto la moglie dell’avvocato.
“Grazie, Amy, ma non credo. Meglio lasciarla stare, adesso.” Propone Erio.
“Credete forse che sia in coma? Vi sento, sapete!” Strilla infastidita Caro mentre si chiude in bagno.
“Potrei smontare io il sifone. L’ho già fatto altre volte.” Propone Hayate.
“Non credo sia il momento o il luogo di aggiustare i gabinetti, tesoro.” Le dice sua moglie.
“Già. Magari un’altra volta, in un altro posto.” Concorda Nanoha.
“Malgrado il braccio sanguinante e tutto il resto, Hayate, è stata una cena supera. Ti faccio tanto di cappello.” Fate sorride alla preside.
“Bravissima!” Dice Rein ad Hayate.
“Favoloso! Favoloso!” Gioisce Amy.
“Mi è piaciuta l’oca… l’oca era super… davvero croccante! E la pasta era particolarmente buona. Non siete d’accordo?” Esclamano in coro Erio, Fate, Rein e Amy.
“Quanto tempo l’hai fatta cuocere?” Chiede Nanoha.
“Nessuno…!” Chrono parla forte per interrompere la conversazione. Si alza, ha di nuovo l’espressione folle sul volto. “Nessuno…”
“Zitti tutti. Silenzio… Che c’è Chrono? Nessuno cosa?” Chiede Reinforce.
“Nessuno… vuole andare a vedere se Yuuno è ancora vivo? C’è uno strano silenzio di là… vero?” Tutti fissano la porta della camera del vicesindaco.
“Hai ragione. Mio Dio, ha ragione. Siamo stati tutti così occupati a mangiare e a spiegarci a vicenda, che abbiamo dimenticato Yuuno.” Esclama il medico. L’avvocato annuisce con forza.
“Si. Si. E’ quello che sto dicendo.”
“Va bene, vado subito a controllare.” Si offre la moglie di Nanoha.
“Aspetta, Fate. Ci troviamo tutti in una situazione critica. Non solo Yuuno, ma l’avvenire di molte persone dipende da come gestiamo questa faccenda.” La blocca Erio. La donna torna da sua moglie sul divano.
“Alludi a te?” Chiede Nanoha fissandolo.
“No. Caro ed io siamo stati gli ultimi ad arrivare. Sappiamo solo quello che abbiamo sentito e basta. Quindi noi non c’entriamo!” Si difende il futuro senatore.
“Rein ed io siamo state in cucina tutto il tempo. Nessuno ci ha detto niente. Mi dispiace.” Afferma Hayate.
“Io volevo chiamare la polizia. Chrono me l’ha impedito. Nanoha, non è vero che volevo chiamare la polizia?” La donna fissa sua moglie.
“Fate voleva chiamare la polizia.” Dichiara quella.
“Che cosa volete insinuare? Che la responsabilità è di Chrono? Deve essere punito per questo?” Sbotta Amy.
“No. No, certo…” Mormora con voce distaccata Nanoha.
“…Non abbiamo mica detto questo… Nessuno lo dice…” Afferma Fate.
“…Io non ho sentito nessuno dirlo…” Dice Erio
“… Nessuno accusa nessuno di niente…” Si unisce Hayate.
“…Quello che stiamo dicendo è che se la cosa si viene a sapere, lui è logicamente il più coinvolto, ecco tutto.” Spiega Fate. Amy rimane a bocca aperta.
“Incredibile! Chrono è diventato quasi sordo nel tentativo di proteggere Yuuno e tutti voi. Mi aspettavo qualcosa di più dai suoi amici. Dio, che manica di ipocriti… Hai sentito, Chrono?” Accompagna sua marito verso il bar.
“Beh, rispondile, Erio, hai sentito?” Ovviamente Chrono non ha capito nulla.
“No, aspetta un momento. Non ho mica detto che volevo far ricadere tutte le colpe su Chrono. Credevate che volessi insinuare questo?” Domanda il futuro senatore. Rein gli si avvicina.
“Erio, sono un po’ preoccupata per tua moglie. Credi che stia bene?” Chiede tentando di cambiare argomento.
“Oh, benissimo. Sta semplicemente là dentro pensando al modo di vendicarsi di me. Chissà che cosa escogiterà.” La porta della toilette si apre improvvisamente e Caro è sulla porta con un braccio appoggiato di traverso alla porta. Ha i capelli su un occhio. Ha l’aria molto sexy, con una smorfia cattiva sul viso. Tutti la guardano. “Deve averlo trovato.” Caro va verso il divano, si siede sul bracciolo vicino a Fate, appoggiandosi praticamente su di lei.
“Scusatemi, tutti. Lo so che mi sono comportata male stasera.” Dice lei sorridendo direttamente a Fate. Lei ricambia e poi distoglie lo sguardo. “No, mi sono davvero… e chiedo scusa. Ho avuto… ecco, ho avuto una giornata difficile oggi e stasera non ci sono con la testa.” Dice mentre gioca con i capelli della moglie di Nanoha.
“Non preoccuparti. Non ci sono neppure Yuuno e Shari.” Dice mentre osserva sua moglie diventare sempre più arrabbiata. Caro sorride alla donna e le accarezza il viso in modo seducente.
“E’ buffo. E’ proprio buffo, Fate. Io non vedo mai il lato buffo delle cose. Tu come fai?”
“Non saprei… Semplicemente…” Vede che Nanoha sta per scoppiare e sa che deve evitare un disastro. “Posso prenderti un bicchiere di vino?” Chiede alla moglie di Erio mentre tenta di alzarsi, l’altra donna la blocca.
“Perché? Ho l’aria di averne bisogno?” Domanda quella.
“Di chi si vuole vendicare, Erio, di te o di me?” Nanoha fissa il politico furente.
“Va bene, Caro, falla finita.” Dice l’uomo. Sua moglie lo fissa sorridendo.
“Che intendi dire, tesoro?”
“Sai che intendo dire. Manda indietro i capelli e siediti su una sedia.” Lei scende, si siede sulle gambe di Fate e le sorride.
“Tu sai di cosa sta parlando?” Chiede con voce rauca. Nanoha scatta in piedi.
“Scusate. Vado a prendere la pistola di Yuuno.” Afferma con voce fredda alzandosi.
“Caro, qui ti siamo tutti amici. Che ne diresti di andare sulla terrazza, a fare due chiacchere?” Domanda Rein.
“Provaci, ed avrai un mal di schiena peggio del mio.” L’ammonisce Hayate tirandola accanto a sé. Caro scende da Fate, la quale è imbarazzatissima, e si mette al centro della sala. Fissa colpita i coniugi Yagami. Nanoha si appiccica a sua moglie e intreccia le dita con le sue, mentre poggia la testa sulla sua spalla. Sfrega il naso contro il suo collo. Si potrebbe dire che stia marcando il suo territorio.
Oh, santo cielo, ho capito che cosa state pensando. E’ incredibile. E’ successa la stessa cosa a Erio e a me la settimana scorsa al ricevimento del Comitato Democratico per la Raccolta dei Fondi. C’era una donnina molto attraente, simpatica ed elegante, e siccome a volte io mi sento un po’sciocca ed insicura, ho pensato che volesse abbordare Erio. Si sono messi a ballare, appiccicati come la carta da parati appena incollata!” Esclama la donna.
“D’accordo, Caro, credo sia ora di andare.” Interviene Erio.
“Voglio dire, lei non era più pericolosa di me. Tu mi trovi pericolosa, Fate?” Chiede voltandosi verso il divano. Ma Fate non risponde, è troppo ammaliata dai tocchi di Nanoha.
“No, ma tra due minuti lo sarò io.” Esclama Erio prima di iniziare a discutere animatamente con Caro. All’improvviso squilla il telefono. Chrono si porta una mano allo stomaco.
“Scusata. Devo avere mangiato troppo in fretta.” Afferma dispiaciuto.
“Era il citofono, Chrono. Non tu.” Gli dice la moglie. Fate si stacca lentamente da Nanoha e raggiunge l’oggetto ancora rossa in volto.
“Rispondo io.” Prende la cornetta. “Pronto? …Yuuno? Stai bene?” Guarda gli altri. “E’ Yuuno.”
“Chi?” Chiede l’avvocato sordo.
“Come sarebbe chi? E’ Yuuno! Yuuno! E’ Yuuno! Perché diavolo non stai attento a quello che succede, per Dio?…” Urla fuori di sé Erio. Si ferma e tenta di calmarsi. “Scusate… scusate… Mi sono lasciato trasportare.” Va a sedersi su una sedia. Caro va sul divano e Nanoha la fissa malissimo mentre si sposta verso l’esterno.
“Si, Yuuno, siamo tutti qui… Io, Erio, Chrono, Rein, Nanoha, Amy, Caro e Hayate.” Continua Fate al telefono. “Si, capisco. No, è ragionevolissimo. Fai quello che devi fare… Noi saremo qui.” Chiude la chiamata interna e fissa il gruppo. “Ha bisogno di stare solo qualche altro minuto.” Dice.
“Per fare cosa?” Chiede Nanoha.
“Piangere. Non ha ancora finito. Ci farà sapere quando avrà finito.” Spiega andando verso Nanoha. Sta per sedersi tra lei e Caro, ma sua moglie l’afferra per un braccio e inverte e loro posizione. Nanoha finisce in mezzo, proteggendo Fate.
“Oh! Dio mio! Oh, Gesù.” Esclama Chrono.
“Che c’è?” Chiede Amy preoccupata.
“Le orecchie sono scoppiate! Si sono sturate. Mio Dio, mi sembra di averci una metropolitana dentro.” Spiega l’uomo.
“Mi rendo conto, ma io ho il primo mal di testa della mia vita.” Commenta Rein che è seduta su una poltrona con sua moglie in quella accanto.
“Adesso ricordo.” Borbotta Hayate.
“Che cosa?” Chiede Nanoha.
“Il cognome di Rein è Zwei.”
“Ti sei ricordata solo adesso del cognome di tua moglie?” Le due stanno divagando.
“Ho il polso un po’ accelerato, ma non sto male.” Fa notare l’avvocato. Caro sorride in modo sexy, si alza e si avvicina all’uomo.
“Vuoi che ti prenda il polso Chrono? Sono brava in queste cose, sai?” Amy si mette tra lei e lui.
“Bada, Caro. Finirai nello stesso posto dove è finito il tuo cristallo.” Interviene Erio.
“Non minacciarmi, tesoro, altrimenti incomincio a fare nomi.” Dice lei aggirando agilmente la moglie dell’avvocato.
“Basta! Adesso basta! Io devo rimanere, ma te, ti metto su un taxi.” Tuona l’uomo bloccando Caro.
“Non preoccuparti! Andrò a piedi!” Strilla lei precipitandosi fuori dalla porta d’ingresso.
“A piedi? Ventidue miglia? Caro, aspettami! Vuoi aspettarmi!” Urla lui correndole dietro e uscendo di casa.
“Mi è venuta in mente un’altra cosa. Rein è nata a Penn.” Dice Hayate tra sé e sé.
“Oh, tesoro, lascia perdere, per favore.” Mormora esausta Amy.
“Shh. Zitte li sento…” Dichiara Chrono.
“Chi?” Domanda Fate.
“Erio e Caro. Sono nel viale. Giuro che li sento parlare.”
“E’ peggio di un pastore tedesco.” Commenta divertita Nanoha. Hayate si avvicina alla finestra.
“Non sono affari tuoi, Chrono.” Afferma Rein.
“Se riesce a sentire attraverso i muri, sono affari suoi.” Ribatte Fate. L’avvocato raggiunge Hayate accanto alla vetrata.
“Lei sta parlando di una donna. E’ molto sconvolta.” Dichiara l’uomo.
“Però! Ha dato un calcio a una macchina. Di chi è la BMW?” Chiede la moglie di Reinforce. La moglie di Nanoha sobbalza e va subito alla finestra.
“Oh, cavolo! Magari è pure la fiancata sana!” Brontola.
“Ci sono!” Esclama Amy.
“Cos’hai risolto?” Domanda Nanoha.
“E’ Erio Mondial… è Erio quello col quale Shari ha una relazione.” Spiega. Hayate, Nanoha e Amy si raggruppano.
“Tu credi?” Chiede la moglie di Rein.
“L’ho scoperto. Shari ha lavorato sodo per la campagna di Erio. Due, anche tre sere a settimana. La sera tardi.” Spiega la moglie dell’avvocato.
“Ma certo. Yuuno non è mica stupido. Mette insieme due più due, affronta Shari, lei confessa, Yuuno la sbatte fuori di casa, dice alla servitù di andarsene e cerca di farsi saltare le cervella.” Concorda Nanoha.
“Questo non si sa. E’ una tua illazione. E’ una dichiarazione molto, molto pericolosa. Non sei d’accordo con me, Fate?” Chiede Rein fissando l’altra donna.
“No.” Dice semplicemente quella sorridendo a Nanoha.
“Perché no?” Domanda la moglie di Hayate.
“Io non la vedo così.” Rein sbuffa e si alza.
“Sentite, secondo me bisogna venirne a capo. Adesso vado a parlare con Yuuno per sapere com’è andata.” Si avvia verso la camera da letto al piano di sopra, ma Chrono la ferma.
“Aspetta! Per quanto riguarda Yuuno, solo Amy ed io sappiamo che si è sparato all’orecchio, giusto?” Chiede. Fate annuisce.
“Giusto. Lui a me non ha detto niente. Si è sempre coperto l’orecchio con un cuscino.” Afferma.
“Dunque vuoi dire che lui non sa che noi sappiamo tutto.” Conclude Nanoha.
“A quest’ora avrà capito che nessuno di noi ha visto Shari. E che non c’è servitù.” Le fa notare Reinforce.
“Esatto. Ma non sa che voi sapete della revolverata.” Continua Chrono. “Il punto è che io gli ho detto che non lo avremmo detto a nessuno.”
“E per questo tu hai preso e l’hai detto a tutti.” Nanoha scuote il capo all’infantilismo dell’avvocato.
“No, no. Io l’ho detto solamente a te a Fate. E’ stata Fate che l’ha detto a tutti.” Si giustifica lui.
“E allora tu l’hai detto a tutti dopo che Fate l’aveva già detto a tutti.” Dice Nanoha in difesa di sua moglie. Intanto Hayate raggiunge la finestra e sbircia fuori. Chrono va a sedersi sul divano.
“Quello che sto cercando di dire è che se Yuuno non sa che tutti voi sapete…”
“Perché dirglielo? Capisco il tuo punto di vista. Dobbiamo far finta di niente. Se gli facciamo capire che tutti sanno della revolverata, potrebbe rimanerci male. Perciò se lui non ci racconta spontaneamente come sono andate le cose, dobbiamo far finta che non sappiamo niente.” Afferma Rein smettendo di fare avanti e indietro per la sala.
“Perciò sono io che devo andare da Yuuno. Gli dico che siete tutti qui. E lui mi chiede se sapete tutti quello che è successo.” Dice l’avvocato sovrappensiero.
“E tu dici ‘No’.” Lo avverte la moglie di Hayate.
“Io dico, ‘No’. Allora Yuuno mi chiede, bene, se io non sono sceso e Shari non c’è e la servitù non c’è, che cosa gli hai raccontato?”
“Caro ha qualcosa che non va… Ahi!” Esclama Hayate, sempre continuando a guardare dalla finestra.
“Ahi? Che vuol dire, ahi? Ha vomitato in macchina?” Domanda Fate.
“Ha picchiato Erio. Gli sanguina il naso.”
“Ahi.” Fa Nanoha immaginando la scena.
“Tacete, per favore. Non riesco a sentire i miei pensieri. Dunque, stavamo dicendo…?” Le interrompe Chrono. Amy sospira e si siede accanto a lui.
“Hai detto, ‘Sono io che devo andare da Yuuno. Gli dico che siete tutti qui’. E lui chiede ‘Sanno tutti quello che è successo?’ Rein ha detto, ‘E tu dici, no’ Tu hai detto, ‘Io dico no’. Allora Yuuno mi chiede, ‘Beh, se io non ci sono e Shari non c’è…’” Parla velocemente.
“Vabenevabenevabenevabene!!” Dice lui muovendo le mani in fretta. Rein schiocca le dita quando le viene in mente un’idea.
“Ci sono. Ho trovato. Ecco che cosa facciamo. Yuuno vorrà sapere che cosa ci ha detto Chrono. Chrono dice a Yuuno di averci raccontato che Yuuno si era fatto togliere una verruca benigna dall’orecchio, stamattina, ma che sta bene. Poi improvvisamente la madre di Shari nel pomeriggio si è rotta un femore e Shari l’ha portata all’ospedale e passerà la notte là. La servitù, pensando che la festa fosse stata annullata, ha lasciato i viveri e se n’è andata a casa. E’ successo tutto così rapidamente che hanno dimenticato di avvertirci. E così noi siamo arrivati, abbiamo capito la situazione e abbiamo deciso di cucinare da soli…questo è quanto.” Dichiara orgogliosa. Nanoha è piuttosto accigliata.
“Io non la berrei la storia della madre che si rompe un femore.” Afferma.
“Perché no?” Chiede la moglie di Hayate.
“E’ morta sei anni fa.” Spiega la moglie di Fate.
“Allora il padre.”
“Il padre vive in California.”
“Ha qualche parente in città?” Rein sta iniziando a finire le possibilità.
“Una cugina, Sazuka.” Dice Amy.
“Allora Sazuka si è rotta il femore.”
“E’ sposata. Perché non ce l’ha portata il marito?” Il ragionamento della moglie di Chrono non fa una piega.
“Allora se l’è rotto Shari. E i vicini l’hanno portata all’ospedale.”
“Se Yuuno si è semplicemente fatto togliere una verruca, avrebbe potuto portarcela lui.” Fa notare Amy.
“Non ti viene in mente niente altro?” Domanda Nanoha. Rein si infuria a quelle parole.
“Ci ho provato! Ho pensato alla madre, al padre, alla cugina, alla verruca e al femore. Ma non vi va bene niente!” Sbotta la donna.
“Non c’è alcun nesso logico. Niente di questa storia è plausibile.” Dichiara Chrono. Rein perde le staffe.
“Non ci serve qualcosa di plausibile. Quell’uomo è in uno stato di shock, di angoscia mentale e di disperazione emotiva. Al momento non gliene frega un cazzo, della logica.” Urla con il petto che sale e scende velocemente. Si siede e si ricompone. “Scusate il mio linguaggio.” Mormora. Il telefono squilla e tutti lo fissano. “Il telefono!” Esclama la moglie di Hayate. Fate sbarra gli occhi.
“Credi che non riconosciamo un telefono? Abbiamo tutti un telefono, Rein. Siamo persone di un certo livello.” Dichiara mentre lo squillo della cornetta continua.
“Adesso colmatevi, tutti.” Dice Reinforce mentre risponde al telefono. “Pronto?…Si?…Sì, è qui…Chi è al telefono, per favore?… Capisco. Bene…Un momento, prego.” Copre il microfono. “E’ una donna. Per Erio.”
“E con questo?” Domanda Nanoha.
“Mi sembra la voce di Shari.”
“Oh, cavolo!” Esclama sua moglie.
“Devo andarlo a chiamare?” Chiede Chrono.
“Un momento.” Rein torna al telefono. “Ehm, Erio in questo momento è fuori. Posso dirgli chi è che lo desidera?… Capisco. Bene. Un momento, prego.” Copre nuovamente il microfono appoggiandosi la cornetta sul petto. “Non saprei. Forse è lei, forse no…”
“Che cosa ha detto quando le hai chiesto chi era?” Domanda Hayate avvicinandosi.
“Ha detto, ‘Solo un’amica’.”
“Come l’ha detto?” Chiede Fate avvicinandosi insieme a sua moglie.
“Ha detto “Solo un’amica”. Quanti toni ci sono per dirlo?” Brontola la donna.
“Te lo dico io, quanti toni. Nervoso, falso, sincero, ubriaco…” Afferma la moglie di Nanoha.
“Spaventato, colpevole, bugiardo…” Continua Hayate.
“Brusco, perplesso, deluso…” Dichiara Amy.
“Minaccioso, anonimo…” Conclude Nanoha.
“Ma non stiamo mica giocando, per l’amor del cielo!” Sbotta Rein.
“Fammici parlare a me.” Fate allunga una mano verso il telefono.
“Non ha chiesto di te.” Controbatte la moglie di Hayate.
“Neppure di te. Io la conosco, la voce di Shari. Dammi il telefono.” Strappa l’oggetto dalle mani dell’altra donna e se l’accosta all’orecchio.
“Pronto?…No, non sono Erio. Sono Fate, una sua amica… No, Chrono è andato a chiamare Erio… La sua voce mi sembra di conoscerla. La conosco?… Capisco… Bene, aspetti, per favore.” Copre il microfono. “Non mi pare lei.” Dichiara tranquillamente.
“Beh, che voce ha?” Domanda Hayate.
“Meryl Streep.” Tutti fissano straniti Fate.
“Meryl Streep? Perché dovrebbe chiamare qui, Meryl Streep?” Continua la moglie di Reinforce.
“Non ho detto che era Meryl Streep. Ma sai com’è la sua voce nei film? Adatta sempre la voce al personaggio. Beh, questa era così.” Spiega la compagna di Nanoha.
“Come se non fosse Meryl Streep?” Rein si alza spazientita interrompendo le due.
“Adesso facciamo anche gli indovinelli! Questo non è un gioco. Chrono, per favore, chiama Erio.” Ordina prima di prendere il telefono dalle mani di Fate. “Pronto?… Sono andati a chiamare Erio… Pronto?…” Riaggancia e fissa il gruppo. “Ha riagganciato. Deve essersi insospettita.”
“Zitti un po’! …Sento arrivare una macchina.” Avverte agitata Amy. Si vedono i fari di un’auto contro la finestra.
“Sarà Shari.” Dice annoiata Nanoha.
“Oppure Signum e Vita che tornano dal Venezuela.” Aggiunge Fate avvicinandosi a sua moglie. Proprio in quel momento la porta d’ingresso si apre di colpo e Erio entra di corsa, tenendosi un fazzoletto insanguinato contro il naso.
“Siamo nei guai. Oh, Dio, siamo nei guai!” Urla con il fiatone.
“Che c’è?” Gli domanda subito Chrono.
“La polizia. E’ una macchina della polizia… Che diavolo faccio?”
“Mettiti un pezzo di ghiaccio sotto il labbro.” Gli dice Hayate fissandogli preoccupata il naso. Fate punta un dito contro Chrono e lo guarda duramente.
“Bene! Ti avevo avvertito! Ti avevo detto che dovevamo chiamare la polizia. Adesso, guarda che cosa è successo. E’ arrivata la polizia!” Dichiara con tono forte. L’avvocato non l’ascolta.
“Chi può averla chiamata?” Chiede fissando gli altri.
“Sarà stata Shari.” Dice Nanoha avvicinandosi a sua moglie e mettendole una mano sulla spalla.
“O magari Yuuno.” Suppone Amy mentre si gratta il mento pensierosa.
“Oppure Caro.” Afferma Fate mentre guarda Erio. “Stavate litigando, vero? Ha usato per caso il telefono nella mia macchina?” Chiede. L’uomo fa una smorfia.
“Non per telefonare. Per darmelo sul naso.” Dichiara con tono irritato. L’altra donna spalanca gli occhi.
“Ha rotto il telefono? Il telefono nuovo della mia macchina nuova?” La sua faccia si tinge di orrore. Rein si mette al centro della sala.
“Calmatevi. Dobbiamo pensare a cosa dire quando entrano qui.” Dichiara seria.
“Non dobbiamo farli entrare, senza un mandato di perquisizione, no?” Domanda Nanoha cercando di convincere Fate a sedersi su una sedia.
“Certo. Tutti e otto blocchiamo l’ingresso, in modo che non possano entrare. Naturalmente non sospetteranno niente e se ne torneranno a casa loro.” Dice con tono sarcastico l’avvocato. Hayate va a dare un’occhiata fuori dalla finestra.
“Stanno cercando di parlare con Caro. Lei non vuole abbassare i vetri del finestrino.” Informa.
“Il mio finestrino? Non vorranno sfondarmi il finestrino? Mi riporterò la macchina a casa a pezzetti.” La voce di Fate trema. Nanoha la spinge a sedere e poi le va dietro. Inizia a massaggiarle le spalle nella speranza di calmarla. Rein fissa duramente Erio.
“Perché l’hai lasciata là fuori in macchina? Non è in condizioni di rispondere alle domande della polizia.”
“Che cosa dovevo fare secondo te, prenderla per il collo e trascinarla per il giardino mentre mi dava il telefono sul naso?” Sbotta il futuro senatore. Abbassa lo sguardo e nota la macchia di sangue sulla sua camicia. “Accidenti, ho la camicia sporca di sangue.” Sbuffa mentre tenta di pulirla con il fazzoletto che gli passa Hayate.
“E tu saresti candidato per il Senato? Io non ti candiderei neppure nei boy scout.” Lo schernisce Fate. Amy si intromette frustrata.
“Fate! Smettila! Per favore, smettetela tutti! Si può sapere che cosa abbiamo? Ho un bambino di sei anni, a casa, che si comporta meglio di noi.” Dichiara seria.
“Magnifico! Allora fallo venire qui e di’ a lui di parlare con la polizia.” Sbotta la moglie di Nanoha.
“Calma, Fate. Lei sta facendo quello che può. E’ stata lei a tirare fuori dal Fantasma dell’Opera la dottoressa.” Chrono cerca di fare ragionare la donna nervosa.
“E con questo? L’ho fatto anch’io! Non è neppure riuscita a vedere la faccia del Fantasma!!” Sbotta quella. Nanoha mette una mano sulla bocca di Fate nella speranza di farla tacere, poi le viene un’idea.
“Forse è stato il dottore che ha chiamato la polizia.” Dice calma. Il telefono squilla e tutti voltano il capo verso l’oggetto.
“Il telefono.” Mormora Rein raggiungendolo. Fate si cava la mano di sua moglie dalla bocca.
“E’ vero. E’ già la seconda volta che indovina il suono del telefono. Questo genio ci salverà la vita.” Nanoha le tira i capelli e le tappa nuovamente la bocca. Reinforce solleva la cornetta.
“Pronto?… Si?… Un momento, prego.” Guarda il candidato al senato. “Erio, è per te.” Dichiara. Poi fissa il gruppo. “La stessa donna di prima.” Avverte. L’uomo va verso il telefono.
“Quale stessa donna?” Domanda curioso.
“Non l’ha voluto dire. Forse era Shari, forse era Meryl Streep…” Dice Nanoha.
“Meryl Streep?” Erio è piuttosto stranito.
“Sai com’è nei film? Come adatta sempre la voce al personaggio, senza essere il personaggio? Beh, la voce di questa persona era così.” Continua la donna mentre sua moglie sfugge dalla sua presa e va alla finestra.
“Arrivano due poliziotti e lei gli sta facendo il resoconto della festa.” Borbotta Fate fissando male Caro. Hayate si avvicina alla moglie di Nanoha.
“Oh, oh. Vengono da questa parte.” Dichiara agitata e raggiungendo Rein.
“Pronto?” Chiede Erio al telefono.
“Sono qua.” Gli ricorda la preside della scuola.
“Oh, ciao. Come stai? … No, non è un raffreddore, è un naso otturato. C’è andato dentro qualcosa.” Erio continua a chiacchierare con la donna misteriosa.
“Sentite. Non dobbiamo assolutamente permettergli di vedere Yuuno. Non dobbiamo né far scendere lui, né far salire loro.” Dichiara Chrono mentre tutti gli altri, tranne Erio, si raggruppano vicino a lui.
“Ho tentato di parlare con Caro, ma è talmente sconvolta.” Continua il senatore, ignorando gli altri. Rein alza un dito con gesto autorevole.
“Prima di tutto, niente dichiarazioni false. Dobbiamo attenerci alla legge.” Dice con enfasi mentre tutti la fissano. “La legge innanzitutto, d’accordo?” Fate scote il capo e scimmiotta il suo gesto.
“Già. Sii fedele a te stesso … Ma sei proprio impazzita? Sono fuori dalla porta.” Sbotta.
“Certo che credo che bisognerebbe parlarle, ma non riesco a tirarla fuori dalla macchina…” Erio è ancora nel suo mondo e la cosa sta mandando fuori di testa Fate.
“Chiederanno degli spari. Che cosa gli diciamo, degli spari?” Domanda Chrono rivelando un serio problema.
“Va bene, ti richiamo tra un quarto d’ora.” Il senatore continua a chiacchierare tranquillamente.
“Ammazzatelo! Qualcuno lo ammazzi! Lo strozzi col filo del telefono!” Urla Fate mentre avanza verso l’uomo. Rein e Chrono la trattengono. Nanoha le afferra delicatamente una mano e la ritrascina accanto a sé. Sua moglie si calma leggermente. Si ode una scampanellata alla porta.
“Sentite, dico sul serio, ma mi scappa la pipì.” Avverte Amy.
“Va bene, ci sono. Gli diremo che non abbiamo sentito nessuno sparo.” Conclude Rein.
“Hai intenzione di mentire?” Domanda sorpresa Nanoha. Fate ghigna.
“Che fina ha fatto, ‘La legge prima di tutto’?” Chiede ridendo.
“Stasera non funziona. Magari un’altra volta.” Conclude la moglie di Hayate.
“Se mi lasciate andare in bagno, prometto che uscirò.” Continua a dire Amy, che vuole solo fuggire dalla situazione.
“Senti, lo so che sei un’amica. E ti sono grato per il tuo meraviglioso sostegno morale.” Erio non la smette di parlare al telefono. Fate lo guarda male.
“Lasciamolo qui. Mettiamoci in salvo e lasciamo questo cretino alle prese con la polizia.” Propone.
“Non posso più parlare. Ti richiamo più tardi… Certo… Ciao.” Il senatore riaggancia e si volta verso gli altri. Cammina e si va a mettere tra Chrono e Reinforce. “Allora che succede?” Domanda sorridendo.
“Ecco, circa sei settimane fa siamo stati invitati a questa festa…” Incomincia deridendolo la moglie di Nanoha. Rein si passa una mano tra i capelli mentre si siede sul tavolino davanti al divano.
“Smettila, Fate… Va bene, pensiamoci su. Dunque… Perché non abbiamo sentito gli spari?” Hayate alza la mano e sua moglie le fa cenno di parlare. Quella tace. “Hayate!?” La chiama forte. Lei sorride e tiene la mano alzata.
“Siamo tutti sordi. Ci incontriamo una volta la settimana. Per questo non abbiamo sentito il campanello.” Dichiara la donna. Amy si affianca a lei.
“Ci sono. Stavamo ascoltando il programma su Hitler. I cannoni bombardavano Berlino, e non potevano sentire niente altro.” Afferma. Tutti riflettono.
“Non c’era nessun programma su Hitler. Abbiamo inventato tutto per darla a bere a questo imbranato.” Dice Fate indicando Erio.
“Senti, Fate, adesso mi hai stufato…” Incomincia l’avvocato ma una seconda scampanellata lo blocca.
“Mio Dio, qua ci stiamo giocando tutti la carriera!” Urla Rein.
“Che cosa possiamo fare?” Chiede Nanoha, che sta iniziando ad agitarsi.
“Va bene. Vada per il programma su Hitler.” Sbuffa sua moglie.
“I poliziotti guardano sempre la TV. Magari sanno che questo programma stasera, non c’era.” Avverte Hayate.
“Ti sbagli. I poliziotti non guardano mai i servizi speciali.” La corregge Fate. Altra scampanellata alla porta.
“Dobbiamo farli entrare.” Conclude l’avvocato fissando l’ingresso. La proprietaria del circolo del tennis fissa sua moglie.
“Va bene. Nanoha, apri la porta.” Dice clama.
“Non posso. Io devo pensare alla musica.” Ribatte quella.
“La musica! Ma certo!” Esclama Erio battendosi un pugno sulla mano.
“Che cosa?” Domanda Amy speranzosa che abbia avuto una brillante idea.
“C’era la musica. Stavamo ballando. Non potevamo sentire gli spari. Nanoha, metti della musica.” Spiega il futuro senatore mentre la donna va verso lo stereo. Chrono la blocca.
“Aspetta! Non accendere ancora. Dobbiamo fare ancora una cosa.” Dichiara in fretta.
“Cioè?” Chiede la moglie di Fate.
“Qualcuno deve fare la parte di Yuuno. Non si sa mai.”
“Non si sa mai, cosa?” Fate non capisce quale sia il punto.
“Nel caso la polizia voglia parlare con lui.” Spiega l’avvocato.
“Chrono ha ragione. Yuuno non è in condizione di raccontare le cosa come stanno.” Lo appoggia Rein.
“Certo, anche perché nessuno ancora sa come stanno.” Fa notare la donna.
“Appunto. Ma dobbiamo fare in modo che qualunque versione si dia alla polizia, sia tale da non metterci tutti nei guai.” Continua con voce saggia l’avvocato.
“D’accordo. Chrono ha ragione.” Conclude Erio fissando Reinforce, Fate e il marito di Amy. “Uno di voi tre deve fare la parte di Yuuno” Dichiara.
“Perché tu forse sei partito per la Francia?” Domanda seria Fate.
“Beh, siamo onesti. Io non ho mai sentito gli spari.” Si difende il senatore prima che lei gli tiri un orecchio.
“BANG BANG, bastardo!” Urlano in coro i tre.
“Non è illegale sostituirsi ad un’altra persona?” Chiede interrompendoli Hayate.
“Si, ma lo è anche il cercare di coprire un suicidio.” Le dice sua moglie disinvolta. Amy si volta verso Nanoha e la preside
“Vi rendete conto di che persone abbiamo sposato?” Domanda senza parole. Hayate tace, la moglie di Fate fa spallucce.
“Stiamo parlando di un crimine peggiore. Volete passare trent’anni in un carcere di massima sicurezza, in smoking?” Chiede la proprietaria del circolo del tennis. Chrono capisce che le cose stanno precipitando così prende in mano la situazione.
“Siamo tutti nella stessa barca, Erio. Ecco cosa facciamo. Tirate fuori due dita o un dito. Se tre sono uguali e uno è diverso, quello è Yuuno… Siete pronti?”
“Ehi, è arrivato Einstain!” Sbotta Fate.
“Hai un’idea migliore?” Domanda l’avvocato. La donna si volta verso le tre sul divano.
“Si, lasciamo decidere alle nostre mogli.”
“Andiamo. Facciamola finita, perdio!” Sbotta Rein che sta perdendo la pazienza. Chrono, Erio, Fate e Reinforce si mettono in cerchio.
“Bene. Via. Uno – due – tre!” Tirano fuori le dita e l’avvocato conta. “Due e due. Niente… Riproviamo. Pronti? Uno – due – tre!” Altre dita. “Come prima. Niente… Di nuovo!” Scampanellata alla porta, ma loro non si fermano. “Pronti – uno – due – tre!” Tutti e quattro mostrano le dita. “Ahah! Fate!” Esclama Chrono. La donna nasconde rapidamente la mano dietro la schiena.
“Abbiamo tutti due dita aperte, tu un dito solo.” Sbotta Erio.
“Balle! Ho due dita incollate insieme.” Mostra la mano con due dita attaccate. “Ho le dita unte dal grasso dell’oca.” Si difende la donna.
“Era un dito solo, Fate.” Dichiara seria Rein.
“Erano due, lo giuro davanti a Dio.” Ribatte fermamente la moglie di Nanoha.
“No, no. Era uno solo. Un dito solo. Uno! L’ho visto!!” Continua la compagna di Hayate.
“E dire che s’è laureata ad Harward.” Commenta annoiata la preside.
“Vai in camera di Yuuno, Fate. E non uscire se non ti chiamiamo.” Dice Erio spingendola verso le scale.
“Chiamarmi? Dovrete mandare l’esercito per farmi uscire.” Urla prima di sbattersi alle spalle la porta della camera da letto. Scampanellata.
“Vai pure, Nanoha, metti la musica.” La donna annuisce verso Chrono e raggiunge lo stereo.
“Avanti, ragazzi. Presto. Formate le coppie.” Ordina Rein raggiungendo sua moglie. Chrono corre da Amy e la prende per la vita. Nanoha accende la musica e alza al massimo il volume. Fissa Erio, che dovrebbe essere il suo cavaliere in assenza di Fate. Entrambi si guardano diffidenti, ma dopo uno sguardo severo dagli altri quattro, iniziano a ballare. “Bene.” Le tre coppie si muovono freneticamente per la stanza. Si sente battere energicamente sulla porta d’ingresso e quella si apre.  Appaiono due poliziotti. Uno, l’agente Scaglietti, un uomo alto e con lo sguardo felino. L’altro, l’agente Bunnings, è una donna sulla ventina. Rimangono a osservare le coppie che ballano. Nessuno sembra fare caso alla polizia.
“Volete fermare quell’arnese?” Urla il poliziotto. Nessuno agisce. “Qualcuno fermi quel coso!” Ritenta. Chrono ferma la musica. Tutti fingono di sorprendersi che ci sia della polizia nella sala.
“Chiedo scusa. Ma posso sapere che cosa ci fare qui?” Chiede indignata Rein.
“Chiedo scusa. Non volevo forzare la porta.” Dice Scaglietti.
“Perché non avete suonato?”
“L’ho fatto. Cinque volte.” Rein va verso i due agenti in divisa.
“Cinque volte? Non abbiamo sentito.” Si difende.
“Probabilmente il volume era troppo alto, non potevate sentire niente.” Le fa notare l’uomo.
“Ma Certo. La musica!” Esclama Reinforce.
“Andava…” Inizia Hayate.
“Così forte!” Conclude tutto il gruppo in coro.
“Allora, c’è qualche problema, agente?” Chiede con tono cortese Rein.
“Ecco, solo una indagine di ruotine, signora. Sono l’agente Scaglietti. Questa è l’agente Bunnings. Lei è la padrona di casa, signora?”
“Chi, io? No, no. Io abito da tutt’altra parte. Un quartiere diverso.” Dice subito la donna.
“Anch’io. Abitiamo altrove. Di che si tratta, agente?” Domanda in fretta Chrono. Amy si avvicina a lui e gli stringe la mano.
“Già, che cosa c’è…?” Chiede fissando i due poliziotti.
“…Qualcosa non va?” Domanda Hayate.
“…Come mai la polizia? Non capisco.” Afferma Nanoha avvicinandosi. I sei sono piuttosto agitati.
“Va bene, va bene, calmatevi. Calmatevi. Devo solo fare qualche domanda… Posso sapere chi è il padrone di casa?” Scaglietti guarda attentamente le persone che ha di fronte.
“Con molto piacere, agente; ma credo che dovreste prima spiegarci il motivo di queste domande.” Gli fa notare il marito di Amy.
“Lei è avvocato, vero?”
“Infatti.”
“Bene, come avvocato lei sa che non siete obbligati a rispondere a queste domande. Speravo solo che qualcuno sarebbe stato così comprensivo da dirmi il nome del padrone di casa.” Dice l’agente. Tutti si guardano tra loro.
“Scrya. Yuuno Scrya.” Confessa Nanoha lanciando un’occhiata fugace alla camera da letto al piano di sopra.
“Potete dirmi se il signor Scrya è in casa, al momento?” Domanda Scaglietti.
“Non ne sono sicura. Amy, Yuuno è in casa?” Fissa la moglie di Chrono. Quella sobbalza leggermente sentendosi lo sguardo del poliziotto addosso.
“Yuuno? Credo che abbia portato fuori il cane.” Dichiara con una leggera balbuzzita.
“Allora tornerà a momenti?” Chiede l’agente.
“Non credo. E’ un bassotto. Fanno dei passi molto piccoli.” Spiega Hayate. Chrono sbuffa annoiato, non vuole grane.
“E’ in casa, agente.” Dice schietto.
“Bene, allora potrei vedere il signor Scrya?”
“Beh, è un momento particolare, agente. Come vede, siamo nel bel mezzo di una festa.” L’avvocato prende in mano la situazione.
“Si, ho notato. Che cosa si festeggia?” Scaglietti si guarda intorno curioso.
“I dieci anni di matrimonio di Yuuno e Shari Scrya.” L’agente va verso Chrono.
“Non ci metterò molto. Ho bisogno solo di un minuto del suo tempo.” Spiega calmo.
“Ecco, purtroppo il signor Scrya sta dormendo.” Avverte l’avvocato muovendo le mani agitato.
“Dormendo? Nel bel mezzo della sua festa?” Scaglietti non è per nulla convinto. Fissa indagatorio gli altri partecipanti alla festa.
“Si sentiva depresso. Ha preso una pillola per dormire.”
“Bene, allora potrei parlare con la signora Scrya?”
“La signora Scrya non c’è.”
“Non c’è?”
“Per questo il signor Scrya è depresso.” Spiega Chrono. Gli altri annuiscono freneticamente in suo appoggio.
“Dove si trova?” Chiede l’agente. Gli altri si scambiano degli sguardi agitati.
“…Suo padre si è rotto un femore e lei ha dovuto portarlo all’ospedale.” Improvvisa Rein, tutti la fissano sorpresi.
“Durante la sua festa? Non poteva portarcelo qualcun altro, all’ospedale?” Continua a domandare Scaglietti.
“Suo padre vive in California.” L’informa Nanoha mentre si siede sul divano. Amy e Hayate la imitano.
“Mi ricorda una certa storia di cugini, verruche e depressioni. E’ molto complicato.” Commenta con voce lontana la moglie di Chrono. Erio si sbatte una mano sulla faccia, è disperato. L’agente va verso di lui preoccupato.
“Permette signore? Ha qualcosa all’occhio?” Domanda osservandolo. Il senatore si ricorda del suo naso e china il capo per nasconderlo.
“Io? Si. Ci stavo mettendo delle gocce, stasera, quando è caduto il tappo. Il contenuto di mezzo flacone è finito dentro l’occhio.” Azzarda.
“Posso sapere come si chiama, signore?”
“Io?”
“Si, signore.”
“Vuole dire, come mi chiamo io?” Chiede Erio preoccupato.
“Si, signore… Ha qualche problema a dirmi come si chiama?” Scaglietti è sempre più sospettoso.
“Mi scusi. E’ che non la vedo molto bene.”
“Non ha bisogno di vedere per parlare, signore. Le gocce non le sono mica andate in bocca, no?” Chrono si avvicina ai due.
“Agente, trovo che lei sta abusando senza motivo di queste persone. Se vuole fare altre domande, deve dirci che cos’è questa storia.” Afferma serio e con tono d’ufficio.
“Si, signore. Certo… Potete dirmi a chi appartiene la BMW qui fuori?”
“E’ la macchina di mia moglie.” Dichiara Nanoha fissando l’agente.
“E come si chiama, per favore?”
“Non sei tenuta a rispondere, Nanoha.” Si intromette Chrono. L’altra non lo ascolta.
“Si chiama Fate. Fate Testarossa.”
“E dove si trova ora la signora Testarossa?” Chiede Scaglietti fissando la donna sul divano. L’avvocato scatta e si mette tra lei e l’agente.
“Obiezione!” Sbotta.
“Non sono un giudice! E questa non è una corte! Non ho il martelletto! Voglio solo sapere dov’è questa signora.” Dichiara con disinvoltura l’uomo in divisa.
“Lei non ci ha ancora detto il motivo della sua visita, dunque noi non le diremo ancora dov’è la signora Testarossa.” Ribatte Chrono.
“Non so, perché, ma ho sempre dei problemi in questo quartiere… D’accordo…” Consulta gli appunti nel taccuino. “Verso le otto e un quarto di stasera, si è verificato un incidente d’auto all’incrocio tra la dodicesima e Danbury. Una Porsche ’88 rossa decapottabile, nuova di zecca targata New York ha investito la fiancata di una BMW berlina a quattro porte nuova di zecca. Ora, sappiamo che la colpa non è della BMW perché la Porsche era una macchina rubata. Rubata alle otto e un quarto di stasera proprio fuori dalla rimessa del concessionario. Sia l’uomo che la Porsche sono fuggiti. E sa a chi apparteneva quella Porsche nuova di zecca?” Fissa ghignando la moglie di Fate.
“Come posso saperlo?” Chiede Nanoha incrociando le mani al petto.
“Apparteneva al Vice Sindaco Yuuno Scrya. Acquistata proprio oggi da sua moglie Shari. Un regalo per il decimo anniversario di matrimonio.” Spiega l’agente mettendo via il libretto.
“Dio, che serata, proprio una di quelle fatte bene!” Sbotta la moglie di Fate.
“Ahah! Dunque lei è qui per indagare sull’incidente?” Domanda Chrono un po’ più rilassato.
“Esatto. Ora, se la signora Testarossa è qui, vorrei parlarle. Se non è qui, il dipartimento di polizia vorrebbe sapere dove si trova.” Dichiara Scaglietti secco.
“Capisco… Le dispiacerebbe aspettare fuori un momento, Agente?” Chiede sorridendo l’avvocato.
“Perché?”
“La signora Testarossa è mia cliente. Vorrei consultarmi con lei prima di fare altre domande. E’ un mio diritto.”
“…Un minuto. Non di più.” Scaglietti va verso Bunnings ed entrambi escono dalla porta d’ingresso.
“Bene, non abbiamo molto tempo. Uno di noi deve fare la parte di Fate." Dichiara Chrono.
“Ma che stai dicendo?” Dice Rein alzandosi dalla sedia.
“Quello non sa niente degli spari. Vuole solo chiedere a Fate dell’incidente. Ma Fate non può presentarsi come Fate perché deve fare la parte di Yuuno nel caso quello volesse interrogare Yuuno sulla macchina, e non possiamo fargli vedere Yuuno perché Yuuno ha un foro di pallottola nell’orecchio.” Spiega l’uomo. Hayate si china verso Amy.
“Tu lo capisci, normalmente?” Domanda sottovoce.
“Veramente non comunichiamo molto.” Riferisce la moglie dell’avvocato.
“Bene, Erio! Rein! Dobbiamo scegliere di nuovo.” Afferma Chrono battendo le mani.
“Oh, lasciami in pace con questi giochetti!” La donna torna da sua moglie.
“Lo so che è stupido, ma dobbiamo farlo. Ci serve una Fate.” Controbatte l’uomo. Amy fissa Nanoha e Hayate.
“Non importa, faremo noi tre. Coraggio, il marito o la moglie di quella dispari è Fate.” Afferma tranquilla. Nanoha alza gli occhi al cielo.
“Mia moglie è Fate.” Le ricorda.
“No, Fate è Yuuno. Tu giochi per Erio. Mettetevi in circolo.” Le tre si alzano e si mettono in cerchio.
“Io non lo so fare questo gioco.” Avverte la moglie di Rein.
“Aprite le dita, semplicemente. Faremo la conta… il dito dispari perde…pronte? Uno – due – tre.” Le donne mostrano le dita. “No!… No! Non puoi aprile cinque dita, Hayate.” Brontola Amy.
“Perché no?” Chiede quella fissandosi la mano.
“Perché non puoi? Solo uno o due dita. Pronte? Via. Uno – due – tre!” Altro giro di dita. “Ahi! E’ toccato a me! Al diavolo! …Mi dispiace Chrono.” Fissa tristemente suo marito, il quale le sorride dolcemente.
“Non importa. D’accordo, io sono Fate. Apri la porta, Rein.” La donna apre e i due agenti entrano. Scaglietti ha l’aria annoiata.
“Dunque è tanto difficile capire quello che intendo? Allora, dov’è la signora Fate Testarossa?” Chiede fissando il gruppo. Chrono fa un paso avanti.
“E’ proprio in questa stanza. Io sono Fate Testarossa.” Afferma battendosi una mano sul petto. Scaglietti lo fissa di traverso.
“Lei?”
“Si.”
“Lei è un uomo, mi era parso di capire che stessimo parlando di una donna.”
“Una piccola svista, sa eravamo tutti un po’ sorpresi di vedere due poliziotti e così ci siamo agitati leggermente. Comunque Fate è un nome anche da uomo, né più né meno come Andrea.” Si difende con voce calma Chrono.
“Capisco.” Scaglietti lo guarda serio. “E gli ci è voluto un minuto sano per pensare al suo nome?”
“Mai dare risposte affrettate. Facoltà di legge, Università di Harvard.” Dichiara saggiamente l’uomo mentre muove il capo.
“Mai fidarsi di uno che non sa se è lui o no. Accademia di Polizia.” Ribatte ghignando Scaglietti. Amy si avvicina ai due e involontariamente infila un braccio sotto quello di Chrono, come se tentasse di proteggerlo. L’agente si accorge del gesto e punta lo sguardo sulla donna. “Lei chi è, signora?”
“Io? Sono la moglie di Chrono Harlaown.” Dice tranquillamente. Poi si accorge della sua posizione e ritrae immediatamente il braccio. Iniziano a tremargli le mani.
“Chrono Harlaown? E dov’è il signor Harlaown?” Domanda Scaglietti.
“E’ in bagno… A casa sua.” Mormora allontanandosi in fretta e andandosi a sedere in disparte su una sedia. Il poliziotto torna a concentrarsi sull’avvocato.
“Bene, signor Testarossa. Ci parli dell’incidente. Ci racconti com’è andata.” Ordina.
“…Non potrebbe riuscire di nuovo un momento?” Chiede lui iniziando ad agitarsi.
“Io non vado da nessuna parte per nessun momento! Intesi? Mi installerò qui finché non ho ottenuto quello per cui sono venuto, dovessi far trasferire qui tutta la famiglia!” Dichiara con voce forte l’agente. Si sente il Bip del ricetrasmettitore nella fondina di Bunnings. “Chi è?” La donna estrare l’oggetto e se lo avvicina alle labbra.
“1047 Bunnings. Passo.” La radio emette qualche suono. “Controllo… Ricevuto… Un momento.” Guarda il suo collega. “La Porsche ’88 decapottabile è stata localizzata all’angolo tra la Quinta e il Mercato a Tarrytown. E’ stato arrestato un individuo sospetto. La serata è finita, dicono.” Dichiara con tono professionale. Scaglietti annuisce.
“Bene, allora il caso è chiuso.” Conclude l’agente.
“Fantastico! Meraviglioso! Che bellezza!” Urlano tutti insieme gli invitatati a quella festa disastrosa.
“Mi dispiace avervi disturbato, signori.” Continua il poliziotto.
“Non è niente. Nessun problema. Ci rendiamo conto.” Dice il gruppo con enfasi e con dei gran sorriso sul viso.
“Domani le faremo qualche altra domanda, signor Testarossa. Per stasera non la disturbiamo oltre. Grazie e buona notte, signori.”
“D’accordo. Con piacere. Quando vuole, agente.” Erio va verso Scaglietti e gli stringe la mano.
“Grazie della sua comprensione, agente.” Dichiara allegro.
“Sono sicuro di averla vista da qualche parte. Come ha detto che si chiama?” Chiede il poliziotto fissandolo.
“Erio. Erio Mondial.” Dice felice l’uomo.
“E’ mai stato in tv?”
“Per la verità, si. Sono candidato al Senato.”
“E’ vero. L’ho visto fare un’intervista su PBS.” Si intromette la donna con il distintivo.
“Perché era così restio a dirmi il suo nome?” Chiede Scaglietti.
“Sa com’è. Quando si è in politica, uno non ci tiene a farsi coinvolgere in certe cose.” Spiega il futuro senatore.
“Si, ma lei non c’entrava niente con questa storia. A meno che abbia assistito all’incidente. E’ così?”
“No, no, no. Mia moglie ed io siamo arrivati in ritardo. Non abbiamo neppure sentito gli spari.” Dichiara sorridendo Erio. La stanza cala in un silenzio glaciale. Gli altri alzano gli occhi al cielo invocando l’aiuto di qualche divinità mistica.
“Quali spari?” Domanda torvo Scaglietti.
“Hmm?” Erio tenta di riprendersi la mano ma l’agente lo stringe forte.
“Ho chiesto quali spari?”
“Forse quelli che sono stati sparati quando inseguivano l’auto rubata?” Azzarda Erio dimenandosi.
“E’ successo a dodici miglia da qui, a Tarrytown. Ha forse un udito di venti ventesimi, signor Mondial?” Si sente di nuovo il Bip della radio di Bunnings.
“1047 Bunnings. Passo…” Ascolta e poi ancora Bip. “Bene… Ricevuto… Provvediamo.” Chiude il contatto e guarda il collega. “I vicini hanno riferito che verso le nove sono stati sparati due colpi all’interno del 1257 Peeskill Road. Indagare.” Riferisce. Scaglietti sorride.
“1257 Peeskill Road… Beh, siamo capitati a proposito eh?… Qualcuno ha da dire qualcosa sugli spari?” Domanda fissando il gruppo.
“No…” Sussurra Chrono.
“…Assolutamente…” Continua Erio.
“…Non abbiamo sentito nessuno sparo…” Mormora Amy.
“… La musica…” Nanoha guarda Hayate.
“…Andava…” Dice quella spostando lo sguardo sulla moglie di Fate.
“Così forte…!” Dichiarano in coro le due donne.
“Nessuno li ha sentiti, immagino.” Scaglietti fissa il futuro senatore. “Chi è la donna seduta fuori nella BMW?”
“E’ mia moglie, Caro.”
“Vorrei fare due chiacchere con la signora Mondial…” Si volta verso la sua collega. “Arisa, falla venire qui.” Bunnings esce dalla porta di ingresso. L’agente avanza verso il gruppo e fissa la tavola in fondo alla sala.  “Mi sembra che abbiate avuto una cena niente male… Vorrei parlare con la servitù.”
“Non c’è servitù.” Dice Chrono.
“Chi ha cucinato?” Hayate alza la mano.
“Io.”
“Lei come si chiama?” Domanda l’uomo.
“Hayate.”
“Intendo il suo vero nome.” Scaglietti non vuole errori come quello che si è creato con Chrono.
“E’ il mio vero nome. Ho due sorelle che si chiamano Aria e Lotte. Lo giuro davanti a Dio.”
“Quella macchia sulla sua camicia è forse sangue, signor Mondial?” Domanda l’agente al senatore.
“Sangue? Oh, si. Mi sono punto con la forchetta durante la cena.” Spiega l’uomo. La porta d’ingresso si apre di colpo e Caro entra con Arisa. La donna è arrabbiata, il cuscinetto sulla spalla del vestito è staccato e ora pende dalla cintura.
“Si sente bene, signora Mondial?” Chiede facendo un passo verso Caro. Lei lo fissa male, alza il mento e tira dritto.
“Non intendo sporgere denuncia. Penserà a tutto il mio avvocato.” Dichiara con voce velenosa mentre si siede a gambe accavallate su una poltrona. Scaglietti fissa Erio in attesa di spiegazioni.
“E’ stato un incidente. Ha fatto cadere l’accendino elettrico in macchina sul sedile di pelle e io l’ho afferrato per la giacca per tirarla fuori dall’auto.” Dice in fretta.
“E come se l’è fatto quell’ematoma sul naso?” Chiede guardando il viso dell’uomo.
“Mia moglie stava rimettendo a posto il telefono in macchina, al buio, e la mia testa si trovava un po’ troppo in basso.”
“Ahi, ahi, ahi. Quante storielle umoristiche in questo caso!” Mentre i due parlano Hayate torna a sedersi sul divano, ma la cosa le provoca molto dolore.
“Ahhh!” Urla.
“E’ forse ferita anche lei, signora?” Chiede l’agente fissando la donna.
“Oh, io ho un dolore cronico alla schiena. Stare in piedi e camminare è molto doloroso per me.” Spiega Hayate mentre Rein le si avvicina e le massaggia i punti dolenti.
“Dunque neanche lei ha sentito gli spari?”
“No. Io stavo ballando.” Scaglietti guarda incredulo Hayate.
“E dire che stavo per andarmene.” Borbotta. Sente qualcosa cadere, così si gira e vede Amy che armeggia con un vassoio e dei bicchieri a terra. Li ha fatti cadere per l’agitazione. “Signora Harlaown.”
“Sarei io?” Domanda la donna mentre si guarda attorno. Chrono annuisce verso di lei. “Si! Signora Harlaown! Giusto…”
“Che cosa fa, lei?”
“Ecco, ho servito da bere per quasi tutto il tempo.” Spiega rimettendo tutto sul tavolino. L’agente si massaggia le tempie.
“Qual è la sua occupazione, intendo!”
“Oh, niente… Ecco, sono casalinga. Più o meno… oh, sono anche avvocato… E’ tutto… E anche Presidente dell’Associazione dei Genitori… Mi scusi. Sono molto nervosa.” Si siede, nasconde il viso tra le mani e tace.
“Non solo lei, signora. Ora vi dirò una cosa che esula dai miei doveri ufficiali. Non credo  a una sola parola di quello che ho sentito in questa stanza. Sono certo che ci sono stati degli spari, qui, stasera. Credo che qualcuno o tutti voi stiate cercando di nascondere qualche cosa. Un uomo ha un ematoma sul naso e che si infilza con una forchetta, la BMW di qualcuno è fracassata, il padrone di casa porta a spasso il cane e poi va a dormire, la padrona di casa porta il padre in ospedale in California con un femore rotto, e nessuno sente due spari, perché tutti ballano, compresa una donna che ha cucinato tutta la sera e che non può né stare in piedi né camminare! Dovete fare i conti con me… Sono un poliziotto vero, capite? Non sono Braccobaldo. E adesso esigo risposte vere, intelligenti, credibili e che non mi facciano ridere. Prima però voglio parlare con il signor Scrya e sapere che cosa sta succedendo, sempre che non abbia due pallottole in corpo. E adesso, vi do cinque secondi per farlo venire qui, altrimenti in due secondi lo trovo io.” Chrono e Erio, che sono alle spalle di Scaglietti, iniziano a discutere sotto voce, ma l’uomo li sente. “Non prendetemi per il naso. Sono così vicino a una promozione che ne sento quasi l’odore e non voglio giocarmela con questo caso… Devo cominciare a contare o devo salire le scale? Dipende da voi.” Nessuno si muove e così l’agente fa per muoversi. Erio scatta.
“D’accordo, un minuto solo, eh? Un minuto. Aspetti. D’accordo? Può aspettare? Aspetti… Rein! Chrono! Cioè, Fate. Credo sia il momento di chiamare Yuuno e chiedergli di venire qui non vi pare?” Guarda i compagni. Reinforce annuisce.
“Assolutamente.”
“Certo.” Concorda l’avvocato. La  moglie di Hayate va al telefono e chiama la stanza del padrone di casa. “…Yuuno?… Sono Rein…Ti aspettiamo… Vuoi venire?… Rilassati, Yuuno, è solo una reazione isterica.”
“Che le… gli prende?” Domanda Chrono. Reinforce lo guarda.
“Crede di essere temporaneamente cieco.” Spiega prima di tornare al telefono. “Mettiti un impacco caldo sugli occhi e scendi. Ci sono due agenti di polizia che vogliono parlarti… Perché? Perché hai mostrato un dito solo, ecco perché!” Urla e poi riaggancia. Sorride a Scaglietti e alla sua collega. “Sta bene. Arriva subito.”
“La verità, Agente è che volevamo proteggere il signor Scrya perché è un nostro amico. Ma sappiamo che siamo tutti nei guai se nascondiamo la verità…” Dichiara Erio andandosi a sedere sul divano accanto a Nanoha e Hayate. “Ci sono stati due spari, qui stasera. Io non li ho sentiti, personalmente, ma sono responsabile quanto quelli che li hanno sentiti e non hanno ritenuto di darmi ulteriori informazioni… benché non li avessi sentiti.”
“Smettila di aiutarci tanto, Erio.” Cerca di bloccarlo Chrono andando verso di lui.
“Tuttavia, il signor Scrya vuole dirci tutta la storia, i cui particolari nessuno di noi ha ancora sentito; riguardo all’assenza della servitù, alla scomparsa di sua moglie Shari, e ai due spari, che non ho sentito.” Continua il senatore.
“Oh, Dio, un’altra fitta alla schiena!” Esclama dolorante Hayate. La porta della camera da letto si apre e Fate fa la sua comparsa sulla porta. Indossa i pantaloni di Yuuno, una veste da camera, delle pantofole e una vistosa benda sull’orecchio. Ha i capelli legati in una bassa coda di cavallo e degli occhiali sul naso. Tutti la guardano. Lei li fissa furiosa per essere stata costretta a fare questo.
“Ciao, Yuuno.” Dice Erio.
“Salve, Yuuno.” Le sorride Rein.
“Ti senti bene, Yuuno?” Chiede Chrono. Fate scende lentamente le scale, mentre il poliziotto va verso di lei.
“Sono l’agente Scaglietti, signor Scrya. Questo è l’agente Bunnings. Si accomodi prego.” La moglie di Nanoha si siede su una poltrona in disparte e i due poliziotti la circondano. “Prendi nota, Arisa.” Ordina l’uomo, la collega estrare un blocco per gli appunti. “Dunque, signor Scrya, vuole raccontarci quello che è accaduto esattamente in questa casa stasera, dal principio?”
“Qualcuno vuole prima un caffè?” Propone Hayate. Fate alza la mano agitata.
“Si, un po’ di caffè non mi dispiacerebbe.” Afferma. Scaglietti le abbassa il braccio e la fissa seria.
“Non adesso, signora…” Dice verso la moglie di Rein. Torna da Fate. “Vada avanti, signor Scrya.” Lei inizia a giocherellare con le mani.
“Dunque… Vediamo… la storia… da principio… Oh Dio… Beh, al diavolo… Allora… Alle sei esatte sono tornato a casa. Mia moglie Shari era in camera sua a prepararsi per la festa. Ho preso una bottiglia di champagne dal frigorifero e sono andato in camera. Rosita, la cuoca, era in cucina con la sorella e il figlio e aspettava che Shari le dicesse quando cominciare a preparare la cena. In corridoio mi sono detto ‘E’ il mio decimo anniversario di matrimonio e non posso credere che amo ancora tanto mia moglie’. Shari stava mettendo il profumo che le avevo regalato per Natale. Le compro quello perché mi fa impazzire…” Fate si alza e raggiunge il divano dove è seduta Nanoha. Amy le passa due bicchieri vuoti. La donna che si finge Yuuno fa segno a sua moglie di alzarsi e quella obbedisce. “Ho bussato alla sua porta…” Chrono bussa contro la porta del bagno. “Grazie, amico mio.” Dice Fate prima di tornare alla storia. “Lei apre.” Nanoha finge di aprire una porta immaginaria. “Le porgo la bottiglia di champagne. Faccio un brindisi.” Ognuna di loro ha un bicchiere e Fate fissa intensamente la donna che ha davanti. “ ‘Alla donna più meravigliosa che un uomo abbia mai avuto per dieci anni’. E lei dice, ‘All’uomo migliore e ai migliori dieci anni che una moglie meravigliosa abbia mai avuto’… Beviamo.” Fingono di bere. “Ci baciamo.” Fate da un bacio sulla fronte di Nanoha. “Brindiamo di nuovo ‘Alla pelle più delicata del corpo più delizioso, che non è mai invecchiato in dieci meravigliosi anni’… Beviamo. Ci baciamo.” Poggia le labbra sulla punta del suo naso, sua moglie ride piano. “Brindiamo… Beviamo. Ci baciamo.” Unisce le loro labbra e per un secondo tutto scompare. Scaglietti si schiarisce la gola risvegliando le due. Nanoha fissa con gli occhi luminosi Fate. “Alle sette la bottiglia è vuota, mia moglie è svenuta e io sono completamente partito…” Nanoha si sdraia sul divano, poggiando il capo sulle gambe di Hayate che inizia a farle aria. “E in quel momento ho sentito il profumo. Il profumo al quale non posso resistere… In quel momento l’ho amata con la passione e l’ardore della prima notte di nozze.” Fate guarda Nanoha e poi Scaglietti. “Le racconto tutto questo, non senza imbarazzo, ma con orgoglio e gioia per un amore che diventa sempre più grande e sempre più duraturo man mano che i giorni passano. Restiamo lì, nudi, abbracciati, appagati nella nostra felicità. Orami sono le otto e fuori si sta facendo buio. Improvvisamente, si sente bussare alla porta.” Erio tira un paio di calci ad un mobile. “La porta si apre e uno strano giovanotto ci guarda dalla soglia. Shari grida.” Nanoha si mette a sedere e urla, mentre Chrono finge di essere il nuovo arrivato. “Io salto su e corro a prendere la pistola nel cassetto. Shari afferra un asciugamano e si copre.” Rein lancia una sciarpa su Nanoha. “Io rientro di corsa con la pistola, pronto a difendere la vita di mia moglie. Lo strano giovanotto dice in spagnolo ‘Yo quito se dablo enchilada por quesa in quinto minuto’. Ma io non capisco lo spagnolo e non avevo mai visto prima il figlio di Rosita, e non sapevo che mi stava chiedendo se dovevano già riscaldare la cena. E così ho puntato la pistola contro di lui.” Mette le dita a pistola e le  dirige verso Chrono. “Shari grida.” Nanoha urla. “E mi afferra il braccio.” La donna raggiunge Fate e fa quello che ha appena detto. “La pistola cade e parte un colpo che mi colpisce al lobo dell’orecchio… Il figlio di Rosita si precipita in basso gridando ‘Mamaseeta! Meela que paso el hombre ay baco ay yah. El hombre que loco, que bang-bang’… il pazzo voleva sparargli. Rosita, la sorella e il figlio si danno alla fuga.” Hayate, Amy e Rein corrono su per le scale insieme a Chrono. Fate si tiene l’orecchio bendato. “Il mio lobo sanguina sporcando l’abito di Shari.” Sfrega una mano contro Nanoha che è chinata accanto a lei. “Improvvisamente sentiamo arrivare una macchina. Sono i primi ospiti. Shari afferra un accappatoio e si precipita su a fermare Rosita, la sorella e il figlio, altrimenti si resta senza cena. Ma si son dati alla fuga con la loro Toyota. Io guardo fuori dalla finestra, ma è buio e credo che qualcuno stia rubando la mia bella vecchia Mercedes, così miro di nuovo contro di loro. Shari corre in cantina dove teniamo una cesta. Cerca l’abito che indossava l’anno scorso per la festa nazionale israeliana. Non trova la luce, scivola per le scale e scompare nel buio.” Nanoha caccia un urletto mentre cade dietro il divano, scomparendo alla vista. “Io corro di sotto cercando Shari, noto la porta della cantina aperta e temendo che il ragazzo dall’aria strana ritorni, chiudo la porta, senza sapere che Shari è ancora là. Poi corro a prendere un’aspirina perché il lobo dell’orecchio mi duole.” Fate fa la sua migliore faccia dolorante. “Ma il sangue sulle dita mi va negli occhi e per errore prendo quattro Valium, mentre il sangue cade sul tappeto bianco. Così comincio a scrivere un biglietto spiegando l’accaduto, ma il biglietto non ha senso. Mi assale il timore che qualcuno possa pensare a un biglietto suicida, e che chiami la polizia; il mio amico Erio Mondial stava arrivando e sarebbe stato un disastro per la sua campagna elettorale rimanere coinvolto in un suicidio, così ho strappato il biglietto e l’ho buttato giù dal gabinetto, proprio mentre loro entravano in camera mia.” Hayate, Rein, Chorono, Amy, Caro e Erio si avvicinano a Fate con la faccia stravolta. “Gridano, ‘Che cosa è successo? Che cosa è successo?’ Ma prima di poter spiegare l’accaduto, sono svenuto sul letto.” Cade sul divano mentre tutti si metto intorno a lei. I due agenti fissano la scena teatrale attoniti. Fate tace un secondo poi salta di nuovo in piedi e sorride ai due. “E questa è tutta la storia, quant’è vero che…” Indica le iniziale cucite sulla veste da camera. “Sono Yuuno Scrya.” Dichiara con voce solenne. Nanoha esce da dietro il divano e le va accanto. Scaglietti avanza verso la donna travestita da uomo.
“Beh, signor Scrya, se le cose stanno così… siamo spiacenti di avervi disturbato. Bunnings andiamo.” I due se ne vanno in silenzio e appena la porta si chiude tutti si voltano verso Fate.
“Dove  sei andata a pescare una storia simile?” Chiede sorpreso Chrono.
“L’ho inventata.” Dice con tono modesto la donna mentre Nanoha le toglie gli occhiali e le scioglie i capelli. La preferisce in quel modo.
“E’ ovvio che l’hai inventata. Ma quando?” Continua esterrefatto l’avvocato.
“Mentre la raccontavo. Una frase dopo l’altra. Parola per parola. Non sapevo dove sarei arrivata, ma sono andata avanti.” Dice mentre si toglie la fascia dall’orecchio e la poggia su un tavolino. Si sentono le sirene della macchina della polizia che si allontana.
“Non parli neanche lo spagnolo.” Nota Nanoha. Fate le sorride.
“Ho inventato anche quello.”
“Accidenti, potevano finire tutti in carcere per falsa testimonianza.” Esclama Amy, che non si è ancora ripresa del tutto. La proprietaria del circolo del tennis scoppia a ridere.
“Lo so. Era come una sfida. L’ultima risorsa. E’ stato il momento più bello della mia vita.”
“Sono impressionata. Sinceramente e profondamente impressionata. Indubbiamente Fate, sei una delle menti più grandi che abbia mai conosciuto.” Confessa Rein battendole una mano sulla spalla. Nanoha solleva un bicchiere pieno di vino.
“Un brindisi a mia moglie Fate. Proprio quando cominciavo ad annoiarmi del nostro matrimonio, mi sono innamorata di nuovo di lei.” Tutti prendono un calice e gioiscono in coro.
“A Fate!” Esclamano bevendo. Le due Testarossa si baciano e poi si sorridono a vicenda.
“Io avrei una domanda interessante.” Le interrompe Amy.
“Cioè?” Chiede Hayate fissandola.
“Cosa sarà successo esattamente a Yuuno e Shari?” Suona il telefono. Rein solleva la cornetta.
“Pronto?… Si, Yuuno… Siamo tutti qui… Sei pronto per ricevere visite?… Magnifico… Moriamo dalla voglia di sapere la storia. Siamo pronti.” Dice prima di riagganciare. “Yuuno ora ci dirà com’è andata.” Il gruppo si avvia su per le scale.
“Spero che la storia sia più breve di quella di Fate.” Commenta Amy. Caro guarda Erio con aria irritata.
“Ti ho visto dal finestrino della macchina. Con chi stavi parlando al telefono?”
“Con Ginga Nakajima. Ha scoperto chi è che mette in giro quelle chiacchiere su di noi.” Dice l’uomo mentre salgono le scale.
“Chi è?” Domanda la moglie.
“Vice Granscenic.” Improvvisamente si sente qualcuno bussare dall’interno della porta della continua. Tutti si fermano e si voltano.
“Aprite! Aprite! Fatemi uscire!” Grida agitata una voce di donna.
“Chi è?” Domanda confuso Chrono.
“Sono Shari.” Tutti guardano increduli Fate.
 
 
 
 

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