Diario di una non-violenta paziente di psicologo

di Nazori chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo giorno di ricordi non proprio carini ***
Capitolo 2: *** secondo giorno di ricordi non proprio carini ***



Capitolo 1
*** primo giorno di ricordi non proprio carini ***


Caro diario,
Tanto caro non mi sei, partiamo da questo punto.
Ma.
Lo psicologo dice che devo armeggiarti. Perché lo psicologo?
Non so, io mi trovo perfettamente normale. Lui (è un lui, anche abbastanza figo. Tutto ciò che mi serve sapere per andarci.) dice che per arrivare alla fonte dei miei problemi (lunatica scatenata fuori controllo, o almeno così dicono) devo scrivere tutte le esperienze di maggior rilievo della mia vita. Che mica sono tante…
 
-Seconda media, giorno imprecisato di anno che non ho voglia di contare
Giuro, non è stata colpa mia.
Il dito di A. non l’ho rotto io.
Ti racconto cosa è successo: cazzeggiavo. Chi non lo fa a scuola? La scuola è noiosa!
Dunque, cazzeggiavo allegramente con A. e F., i miei due eterni compagni di banco di quando andavo ancora alle medie (bei tempi quelli). Banco a tre, isolati dal resto della classe.
Mi consideravano pericolosa già allora, ho riflettuto.
Comunque, non è stata colpa mia. È stato F. che mi ha fatto perdere l’equilibrio. E io non volevo mica cadere dalla sedia e rompermi la testa. Non è stata colpa mia, quindi. Il dito di A. era semplicemente la cosa più vicina a cui potessi aggrapparmi.
Se poi gliel’ho rotto, è stato solo un incidente involontario.
 
Non è tanto di rilievo, immagino. Ma lo psico-figo ha specificato di aggiungere tutte le passate violenze. E io lo faccio. Non sarà certo una lunga lista, comunque.
 
-seconda media, giorno imprecisato di anno che non ricordo.
Mettiamo in chiaro prima di tutto che non è stata nemmeno qui colpa mia.
La colpa ce l’ha chi ha inventato gli scii, al massimo.
Ero in gita a sciare con la scuola. Carino davvero, anche se la mia bravura era paragonabile a quella di un infermo. Non che io sia inferma, ovvio; sono semplicemente così pigra che i miei muscoli non reggono uno sforzo che va oltre quello di alzarsi dal letto la mattina. Ed è impressionante che io riesca ad alzarmi dal letto la mattina.
Comunque, dilago troppo. Giuro che c’era un sasso, da qualche parte tra la neve. Sì, esatto, doveva proprio esserci un sasso.
Altrimenti non avrei perso il controllo degli scii. E non sarei caduta col sedere sulla parte posteriore dei suddetti. E non sarei scesa da quel pendio inclinato a 90° gradi alla velocità di Beep Beep.
E se tutto ciò, di cui io non sono minimamente colpevole, non fosse successo, non ci sarebbe stato quell’incidente.
Mica l’ho investita di proposito la signora!
Cosa sono, una palla da bowling per caso?
Se poi quella si è rotta la gamba non ci posso far niente.
Dovrebbe esserci una regola scritta secondo cui è vietato sostare come un pupazzo di neve in mezzo ad una pista. Dovrebbe davvero. Quindi non è colpa mia, ad esclusione.
 
Quinta elementare- anni fa, so solo questo
Okay, forse qui ho un po’ di colpa.
Ma comincio col dire che non sono stata io a cominciare la rissa. E a far notare che la maestra stava bellatamente fumando fuori mentre io massacravo di botte la mia migliore amica.
Esatto, migliore amica. Lo siamo ancora, se è quello che lo psicologo vuole sapere.
È naturale picchiarsi quando ci si vuole un bene dell’anima, no?
Oltretutto è stata lei a versarmi l’inchiostro della penna in faccia per prima.
Se poi le ho dato un pugno nello stomaco è stato solo per difesa, nel caso volesse ritentare di avvelenarmi subdolamente con l’inchiostro. Solo dopo ho scoperto che l’inchiostro in bocca non uccide, anche se quando la penna mi è scoppiata tra i denti ho cominciato a strillare di volere la lavanda gastrica (ehi, avevo tipo dieci anni, è capitato a tutti, no?).
E se poi da lì ne è nata una rissa non è certo tutta colpa mia. Anche lei mi ha picchiato. Il fatto che sia stata lei a perderci un dente non c’entra niente, sono di costituzione dura.
 
Terza media- gita scolastica
Lo giuro: questa volta l’unica ferita sono stata io.
È andata più o meno così;
Ho fatto uno scherzo ad una delle mie compagne di stanza. Chi non lo fa, dopotutto?
E poi avevo due complici, mettiamo in chiaro questo. Eravamo un trio malvagio, non agisco sempre come rompiscatole solitaria.
Io ho fatto un innocente scherzo a R., quello con dentifricio, crema idratante e bagnoschiuma su una mano. E poi le ho fatto il solletico al naso. Non potevo certo sapere che lei si sarebbe passata quella stessa mano tra i capelli prima di grattarsi.
Ci tengo a far notare che io non mi sono difesa. Ho lasciato che mi mordesse dandole solo un innocente calcio per allontanarla dal mio morso alla Dracula sulla mano. Mi sono persino lasciata chiudere fuori al balcone. Se poi per rientrare sono scesa dal balcone è stato per necessità.
Avevo freddo, miseriaccia. C’erano sedici gradi del cavolo e io portavo il pigiama! Non l’ho certo scelto io di partire a marzo!
E poi non sono nemmeno caduta. La professoressa ha esagerato con l’attacco di panico.
Aggiungo anche che non sono riuscita a rientrare nell’hotel. Non potevo certo passare per la reception indossando il pigiama arancione!
Quindi non è nemmeno colpa mia se sono finita a fare il bagno con quei simpatici ragazzi. Non ho accettato il loro alcool, chiariamo anche questo.
Lasciamelo dire, diario rompiscatole, il bagno di notte con dei fighi pazzeschi liceali quando sei in gita scolastica è il massimo.
 
.
.
Ho qualche altro avvenimento da aggiungere. Solo qualcuno.
Sono una brava ragazza, io.
Ma, ti avvero diario rompiscatole, non ci sono tanti avvenimenti violenti nella mia vita.
Sono tranquilla e pacifista.
Ce n’è (o ce ne sono?) solo qualcun altro.

Come quella volta che feci lo shampoo a mio fratello minore nel wc. Errore suo comunque, stava facendo lo sciopero della doccia e cominciava a puzzare. Io l’ho solo aiutato a velocizzare la familiarizzazione con il bagno.

E quella volta in cui gettai la carta igienica e la varichina nel giardino del vicino. Anche quella volta non è stata colpa mia, quel tipo era un disgraziato festaiolo e io volevo semplicemente dormire. E non sapevo fosse in giardino quel giorno. Altrimenti avrei preso meglio la mira, e invece di buttargli la varichina in faccia l’avrei centrato con un pannolino. Sporco. E non mio ovviamente, avevo comunque una certa età. Ma almeno non con la varichina. Non voglio morti sulla coscienza, odio la violenza.


 
Ti scriverò presto.
E ti porterò a leggere allo psicologo, ovviamente dopo aver cancellato la parte in cui dico che è estremamente figo.



ANGOLINO DELL'AUTICE TOTALMENTE IMPAZZITA
yoh.
Perchè ho pubblicato questa stupidissima fic-diario e sto qui ad uccidervi la salute?
Boh.
Mi è semplicemente passato per la testa (bacata) che sarebbe stato un bel passatempo riscrivere in chiave comica qualcuna delle mie esperienze passate.
Non sono in cura dallo psicologo, sia chiaro.
Anche se dovrei.
Sarebbe figoso avere al collo un cartellino con scritto 'soggetto pericoloso' °u°
Sì, vabbè...
mi piacerebbe scrivere qualche altro avvenimento (sono abbastanza noiosi in realtà, niente rapine o scene da film o storie appassionanti), tanto perchè ci sto prendendo gusto a lasciare desolazione dietro di me. Non fa molto bene leggere ciò che scrivo, è evidente. Pedita della vista e ictus sono tra i vari effetti causati.
Quindi, a menochè qualcuno non mi segnali a qualche task force anti terrorismo o all'FB, tornerò di nuovo con stupide note di diario.
Baci,
Nazori chan

 

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Capitolo 2
*** secondo giorno di ricordi non proprio carini ***


Stupidissimo diario,
Ribadisco nel dire che ti trovo dannoso alla mia salute, oltretutto non sei nemmeno di aiuto nel ridurmi la pena dallo psico-figo. Non che mi stia lamentando, eh. Riesco a vedergli i muscoli da sotto la camicia bianca quando si siede su quella vecchia sedia nera e annota, flettendosi verso la scrivan… okay, la smetto, tanto dovrò comunque cancellare tutti le adulazioni prima che qualcuno le legga….
Ringrazio mia madre per aver insistito nel mandarmi da lui, ha fatto una delle cose migliori della sua vita. Oltre me, s’intende.
Sei stato oltraggiosamente letto da qualcuno che non sia io, cosa che con un diario non dovrebbe mai capitare.
Sì, psicologo mister maglietta bagnata dell’anno, parlo con te. Ciao.
Indovina? Altre sedute. Secondo lui ho dei problemi seri.
Ha letto tutto ciò che ho scritto, e voglio farti un breve resoconto solo per commentare quanto siano ingiusti oggigiorno tutti quelli che hanno passato la laurea con chi invece sta ancora a smanettare sui libri di filosofia.
È colpa mia per il dito rotto.
Dovevo fare attenzione e non investire la signora.
NON dovevo reagire alla mia amica che mi provoca deliberatamente cercando il duello.
NON dovevo fare baldoria con degli sconosciuti ma andare a piangere da una professoressa.
Lo shampoo non si fa nel wc.
Devo imparare a cancellare meglio ciò che scrivo e non voglio sia assolutamente letto.

Alla fine si è messo le mani nei capelli e ha detto qualcosa a proposito dei ‘casi difficili’.
Mi sento profondamente offesa. Io sono complessa, non difficile. Non voglio essere paragonata ad un esercizio di matematica.
Bah.
Io sono una tipa pacifista, ascolto i Beatles e lancio margheritine in aria.
No, questa è una grande balla. Tutto ciò che so dei Beatles è che avevano pettinature oltraggiose e sono una naturalista, preferirei cavare gli occhi a qualcuno e lanciare quelli al posto di innocenti margherite. La violenza non fa per me, amo tutte le forme di vita. L’autoconvincimento è il primo passo per il successo, no? E io sto cercando di convincermi che la mia vita e la violenza fanno parte di mondi diversi, anche se comincio a pensare che il karma si sia accanito contro questa mia scelta e stia tentando in tutti i modi di mettermi un cadavere sulla coscienza.
Continuo con i rimembri oscuri della mia mente, ora, se la mia divulgaggine lo permette. Esiste la parola divulgaggine? Psico-figo, tu che leggerai di sicuro, non è che saresti così gentile da controllare il dizionario per me e farmelo sapere alla prossima seduta?
 
Terza superiore, non molti giorni fa dell’anno attualmente in corso
Odio i luna-park.
E penso di averlo momentaneamente dimenticato qualche giorno fa, perché ho insensatamente acconsentito di accompagnarci A.
Sì, lettore abusivo del mio segretissimo diario, A. è proprio quella a cui ho rotto il dito. Come dire, condividere le disavventure unisce le persone, no?
E.
Io odio i luna-park.
Hai presente la bella sensazione del divertirsi con gli amici, provare tutte le attrazioni, passare una serata di puro divertimento?
Io no. Avrei preferito che almeno qualcuno fosse rimasto schiacciato dalla ruota panoramica.
Ciononostante, non ho avuto particolari scene di violenza.
Tranne il bambino con il naso sanguinante per la botta all’autoscontro.
E la litigata con la dodicenne che pretendeva di passare la fila.
E lo zucchero filato finito ACCIDENTALMENTE nei capelli della signora.
E l’involontario sgambetto a quella tipa che, guarda caso, non sopporto.
È normale, no? Sono nel periodo adolescenziale, mica può andare tutto liscio.
Quando alla scarpa volata dalle montagne russe, sono la prima a lamentarsi. E fortuna che erano le scarpette di stoffa vendute da Primark, se fossi la tipa da stivali borchiati con i tacchi a spillo (non che non li abbia, semplicemente non li metto a settembre), allora sì che quel signore avrebbe avuto da lamentarsi.
 
Prima superiore, giorno a caso
Giuro che io amo gli animali.
Sul serio, il mio sogno nel freezer è di avere una volpe artica. Dico nel freezer perché mi è stato gentilmente fatto notare che le volpi artiche non vivono al caldo. E qui fa caldo, e la bolletta del condizionatore è esagerata.
Quindi la metterò in frigo, uno bello grande in modo che la volpe possa anche fare stretching quando si sveglia la mattina.
No, non sono pazza. Avevo sei anni quando mi è nata quest’idea. E dentro mi sento ancora una bambina.
Comunque, io amo sul serio gli animali.
Tranne gli uccelli. Quei demonietti mostruosi cospirano contro di me, ne sono sicura. Almeno io sarò pronta quando attaccheranno per prendere il controllo del mondo.
E, visto che oltre quei volatili io adoro gli animali, è ovvio che si sia trattato di un errore.
Semplicemente, la lotta tra me e il cane del vicino dura da quando io sono nata, e lui ha iniziato ad abbagliare proprio per rompermi la pazienza.
Non intendevo lanciarglielo in faccia, il palloncino pieno di pittura.
Né intendevo fare sul serio quando gli ho lanciato la carne essiccata ricoperta di veleno per formiche. Che ne sapevo che quell’animale era tanto scemo da cascarci?
E comunque non è morto a causa mia. Penso.
Così come non è colpa mia se il coniglio della mia migliore amica ha avuto un infarto.
Quella bestiaccia mi ha rosicchiato due paia di scarpe, una barbie e mozzicato il dito, se l’è cercata lui di essere rinchiuso in un sacco. Che poi mica ce l’ho rimasto a lungo, l’ho consegnato alla sua padrona perché lo ammanettasse da qualche parte e salvasse così il mio essere da quel mostriciattolo.
 
Riguardo gli animali, ne ho anche salvati alcuni, non sono certo coinvolta solo nelle cause di morte.
Come quel serpente nella pista all’aperto a scuola, in seconda media. L’ho messo nella cartella solo perché sembrava triste lì da solo, al freddo. E se poi è uscito fuori, in classe, spaventando qualcuno, non è colpa mia. Non controllo i comportamenti altrui, altrimenti il tasso di suicidio delle zone che mi circondano sarebbe incredibilmente alto. Così come alto sarebbe il numero di zeri sul mio conto in banca.
 E, visto che odio gli uccelli, è anche da comprendersi la mia reazione per il piccione entrato in classe, l’anno scorso. Almeno non ho rotto niente, il diario della mia compagna di banco che gli ho tirato è caduto sul balcone. Proprio come avevo programmato. Esattamente, mica rischio di mettere in pericolo qualcuno. Non potrei mai. Mai…
 
Estate di quest’anno
Non avrei bruciato nulla, sicuramente.
Ti dico tutto dal principio: sono andata in vacanza con B. e M., tutte allegramente insieme nella villa vacanze di M., con un numero spropositato di camere da letto e un giardino stile giungla di Tarzan.
Carino davvero. E c’era anche il mare vicino.
Comunque, il problema?
Sono impedita in cucina quanto un anziano cieco e con la rincretinite.
Una volta ho fatto il tè. E ha preso fuoco. Eh già, il tè prende fuoco. O meglio, io ho incendiato la bustina, che fortunatamente si è spenta nell’acqua. Quindi nessun problema, no?
Oh, e una volta ho bruciato un guanto da forno e un pesce. Nel senso che il guanto ha preso fuoco, nella foga di spegnerlo l’ho buttato addosso ad un pesce puzzolente che mia madre aveva intenzione di cucinare, e poi hanno cominciato a bruciare assieme. In mia discolpa, non capisco cosa ci facesse il pesce nel lavapiatti della cucina. Io l’avevo buttato lì…
Comunque, tornando a questa vacanza, il caffè non avrebbe preso fuoco. Situazione? Sono stata abbastanza abile da rovesciare un barattolo di caffè solubile sul piano cottura. Con uno dei fuochi acceso.
Ci sono stati altri incidenti in quella vacanza.
Come lo champagne che non si apriva, a cui io e M. abbiamo tagliato (letteralmente) il tappo, creando una cascata che ha sprecato tutti i soldi spesi per comprarlo. Non proprio tutto, comunque.
Ciò non cambia che il tappo schizzato via abbia rotto un lampadario. Di cui, grazie a qualsiasi cosa stia a proteggere le persone imbranate, nessuno si è ancora accorto del pezzo mancante. Era piccolino, in fondo…
 
Penso che così possa bastare, per oggi.
Ho detto abbastanza di me, no?
Ho dimostrato che non sono una persona pericolosa.
Spero che almeno questa volta lo psicofigo (sì, parlo con te), sia d’accordo. Anche se non mi dispiacerebbe continuare con un altro paio di sedute, in fin dei conti…
Arrivederci, stupidissimo diario.
Lo psicofigo, che comincerò a spiare tanto perchè vorrei sorprenderlo sotto la doccia, ha deciso che passeremo a metodi più drastici. No, niente manicomio, però probabilmente continuerò a stravaccarmi e raccontare del perchè sembro essere venuta fuori così male. Addio, ci rivedremo quando tra dieci anni pulirò nuovamente il cassetto della mia camera e tu salterai alla luce.
Intanto vado, ho l'indirizzo dello psicofigo e a quest'ora torna a casa a farsi la doccia. Uhuh, ho anche preso il binocolo. No, comunque, non sono neanche una stalker. Sono solo una non-violenta paziente di psicologo.




ANGOLINO DELL'AUTRICE UFFICIALMENTE IMPAZZITA
umh... sono di nuovo qui...
nessun sicario ha cercato di uccidermi nella notte...
nessuno mi ha bandito da tutti i siti di scrittura presenti sul web...
fantastico!

Avrei voluto pubblicare ieri, in effetti il capitolo lo avevo già pronto, poi... bah, sono finita a dormire sbavante sul divano e poi ad una festa, e la pubblicazione è finita in uno degli anogoli reconditi della mia mente, dove io stessa tempo di metter piede (metaforicamente parlando, non sarei nemmeno capace di mettermi in una posizione tanto complicata con tutte le parti del corpo al loro posto originale.)
Trovo questo capitolo molto.... delirante. 
Tutta questa fic è delirante.
Mi chiedo se avrò il coraggio di pubblicarne un'altra...
Coomunque, grazie a tutti quelli che hanno letto o seguito il precedente capitolo, e davvero davvero grazie a le recensioni (positive *o*) di Petuniabianca, Leoneruggente, Sarucciola e Ayla Green. Che dire... siete state fantastiche :D 

baci
Nazori chan

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