Seven Maxonderful surprises

di vicy_dp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione - Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** La prima sera - Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** La seconda sera - Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** La terza sera - Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** La quarta sera - Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** La quinta sera - Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** (Untill) The end - Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Introduzione - Capitolo 1 ***


La luce del giorno mi brucia sugli occhi, la sera prima non avevo chiuso le tende della mia stanza, oppure May doveva avermele aperte per tirarmi giù dal letto. Faccio fatica a svegliarmi,sono andata a dormire molto tardi e non ho il cervello proprio connesso. Già, ma..perchè sono andata a dormire tardi? Quando apro un occhio e vedo la mia mano sinistra con un bellissimo anello ricordo tutto,a partire del fatto che non sono più in quella che era casa mia. Il momento in cui Maxon mi aveva detto di andarmene mi è rimasto talmente impresso che faccio fatica a ricordare cosa sia successo dopo, soprattutto per la velocità con cui è successo tutto. La scelta della principessa, poi i ribelli, Celeste, il re e la regina, Maxon quasi morto e le sue confessioni, un mucchio di ricordi sfuocati e poi riesco a rivedermi ieri, nel mio abito da sposa che avanzo per la navata con Aspen sotto braccio. La selezione è finita e Maxon ha scelto me, America Singer, solo una tra le 35 che poi è diventata l'unica. 
 
"Buongiorno, mia cara" Mi stampa un dolce bacio sulle labbra che mi fa subito dimenticare il fatto che mi abbia chiamata mia cara, mi dà ancora fastidio nonostante la promessa che feci a me stessa in quella minuscola stanza quando lui era in punto di morte. "Buongiorno, mio caro" gli rispondo  e sorrido, è davvero bello anche così, quando sembra Maxon e basta e non il, ormai, Re Maxon; capelli scompigliati, occhi assonnati e il pigiama di seta per metà aperto sul davanti per via dei baci che avevo insistito per dargli durante la prima vera notte di nozze ai quali aveva ceduto felice, ma c'era una sorta di silenzioso accordo tra di noi che non ci aveva fatti spingere oltre, non ancora.
 
Si alza veloce dall'enorme letto su cui eravamo distesi e prima che potessi contestare per tenerlo ancora un po' vicino a me è già in bagno e sento l'acqua scorrere, non so se è un rituale del re alzarsi di corsa o se stamattina avesse particolarmente fretta, comunque io mi godo ancora qualche minuto a letto e quando lui ricompare davanti a me è già vestito, pettinato e tirato a lucido, ed è ancora più bello con quel sorriso smagliante che mi presenta davanti. "Ora devo scappare, ho un sacco di cose a cui pensare stamattina e non so se riuscirò a fare colazione, probabilmente la farò portare nel mio studio. Tutte le ragazze che mi hai chiesto di far rimanere sono ancora a palazzo fino a pranzo e potrai passare la mattina con loro. Buona mattinata amore". Mi bacia lentamente e io sono al settimo cielo, anche se mi sarebbe piaciuto passare del tempo con lui, ma immagino che la vita sarà un po' così, quindi ci farò l'abitudine. A quanto pare ha accolto la mia richiesta di non avere nessuna cameriera nei paraggi, ma di poterle comunque chiamare quando ho bisogno, quindi faccio da sola una lenta doccia e scelgo un abito dall'immenso armadio che ho avuto, mi chiedo se quegli abiti li avessero fatti le mie cameriere durante la selezione,perchè sembrano fatti apposta per me. 
 
Quando scendo a colazione sono davvero tutte lì e la gioia e la curiosità sono davvero alte considerato che non avevamo ancora avuto modo di parlare davvero tra noi; molte si sono riadattate perfettamente alla loro vita e vogliono sapere tutti i dettagli di ciò che è successo al palazzo quando ognuna di loro non c'era più. Mi aspetto da un momento all'altro di sentire un commento o una domanda pungente di Celeste,ma niente, ha lasciato davvero un grande vuoto. Tra un pasticcino, una chiacchiera, tante domande e risate la mattinata passa davvero in fretta e in modo piacevole e quando ancora mi sento piena per la colazione è già ora di pranzo.
 
C'è una grande tavolata imbandita come saluto alle altre ragazze che oggi lasceranno il palazzo, sembra quasi di essere ai vecchi tempi e se non fosse per la mancanza del re e della regina direi che se uno sconosciuto entrasse potrebbe dire che si sta ancora svolgendo la selezione considerato il comportamento delle mie ormai amiche. Davanti a Maxon mantengono ancora un comportamento regale come se potessero essere ancora scelte, forse qualcuna più accanita spera ancora in una rottura tra noi per prendere il mio posto, ma più guardo il mio Re e più sono sicura che questo non accadrà. Lo osservo per cogliere il suo sguardo considerato che per "socializzare con chiunque si trovi nella propria dimora" siamo seduti a due lati opposti del tavolo e quando i nostri occhi si incrociano fa un gesto che evidentemente non ha mai dimenticato. Una tirata d'orecchio. E' buffo come abbia ancora mantenuto quell'abitudine, ma non posso mancare all'appuntamento e quindi ricambio il gesto. Sono proprio curiosa di sapere cosa ha da dirmi questa sera e perché abbia scelto di dirmelo con quel gesto, in fondo sono sua moglie e condividiamo una stanza, può benissimo dirmelo e basta, non abbiamo più bisogno di appuntamenti. Comunque una cosa è certa, Maxon sa sempre sorprendermi.
 
Saluto a malincuore tutte le ragazze, era bello poter passare del tempo con loro e probabilmente chiederò di farle tornare ancora, ma adesso riesco solo a concentrarmi su quello che ha da dirmi Maxon; perchè si è tirato l'orecchio? Non bastava dirmelo e basta? E se fosse qualcosa di brutto? E se..? Non so più che pensare e in effetti non ci riuscirei perchè due braccia forti mi stringono da dietro e sento le labbra di Maxon sul collo che mi provocano dei bellissimi brividi. "Buonasera Altezza" "Questo è peggio di 'mia cara'"  scherzo mentre mi giro per poi perdermi nei suoi occhi. "E allora Sire" colgo una piccola smorfia nel suo volto, forse neanche a lui piace ancora essere chiamato così "cos'ha di tanto importante da segnalarmelo addirittura dall'ora di pranzo?". Si guarda intorno, mi prende una mano e mi porta in camera nostra, evidentemente non vuole che qualcuno senta. Mi fa sedere sul letto e mi si inginocchia davanti, non ne vedo davvero il motivo, ma lo trovo davvero un gesto dolce. "Amore, guarda che ci siamo già sposati" gli dico con una risatina leggera e lui mi poggia un dito sulle labbra "Lo so", mi dice, "Quello che volevo chiederti stasera era una cosa un po' particolare, per la quale ti dovrai fidare ciecamente di me e soprattutto devi dirmi se ti va". Oddio, che cosa vorrà mai da me? Magari vuole portarmi in qualche viaggio d'affari, ma se volesse...? No, ha detto di volermi dare tutto durante un bellissimo viaggio di nozze, e per quello ci vuole ancora molto tempo perchè per via di tutti i suoi impegni la data prescelta è molto lontana. "Allora, considerata la lontananza della nostra Luna di Miele ho pensato a qualcosa per ingannare il tempo in questa settimana" ha uno sguardo incredibilmente sensuale, non l'ho mai visto così e devo dire che mi fa impazzire " America Singer, amore della mia vita, che ne diresti di vivere sette meravigliose avventure notturne con me?" Non ho idea di che tipo di avventure parli, ma non vedo l'ora di scoprirlo, quindi con le lacrime agli occhi come se mi avesse chiesto ancora di sposarlo sussurro un "Sì!" e mi getto nell'unico posto dove vorrei passare il resto della vita, le sue braccia.
 
Note dell'autrice :)
 
Non è la mia prima storia, ma la prima su The Selection, che amo davvero alla follia. Ho tantissimi dubbi su questa storia, ma comunque non vedo l'ora di continuare anche per sentire dei pareri. Accetto ogni tipo di suggerimento o critica, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto del testo, non riesco ancora a fare pace con i caratteri ahahah
 
Grazie a chi è arrivato fin qui! A presto! 
 

 

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Capitolo 2
*** La prima sera - Capitolo 2 ***


"Per stasera una coperta e vestiti caldi. Ci vediamo alle 21 all'ingresso del palazzo. Con amore, Maxon." Quando mi sveglio c'è questo accanto a me, e non l'uomo della mia vita che mi stringe forte, ma mi accontento e sorrido perchè finalmente scoprirò cosa ha in serbo per me. Mi chiedo cosa stia facendo in questi giorni, non dovrebbero esserci problemi con i ribelli perchè altrimenti me ne avrebbe parlato, magari sta solo sbrigando delle pratiche per via della sua nuova carica di Re. 
Mentre faccio colazione do un'occhiata fuori e noto che il clima sta cambiando, c'è una sorta di nebbiolina e quindi decido di godermi una delle ultime mattinate che potrei passare all'aria aperta, magari ora che faccio parte della famiglia reale non mi faranno storie. Mi incammino verso la porta che dà sul giardino ma vengo fermata da una guardia. "Niente da fare Altezza, non può uscire". Sbuffo, non posso restare rinchiusa dentro "Mi scusi ufficiale, ma non ci vedo niente di male a prendere un po' d'aria.." Faccio per premere sulla maniglia, ma la mano forte dell'uomo mi ferma "Altezza mi perdoni, ma non posso permetterglielo. Ordine del Re" Ordine del Re?! Come può Maxon desiderare di tenermi segregata nel palazzo? Stasera gli chiederò di revocare quest ordine, anche se forse vuole solo proteggermi. 


Rimasta senza idee per la giornata faccio un esperimento e provo a mandare a chiamare una dama di compagnia, a quanto pare me ne spetta qualcuna. Quella che arriva è una ragazza alta e con un bel fisico, capelli castani con alcune ciocche bionde legati in una treccia morbida e un sorriso smagliante, credo che passerò una bella giornata. La ragazza si chiama Rachel e vedendomi pensierosa cerca di farmi sorridere raccontandomi di come si era inginocchiata davanti a Maxon pur di essere la mia dama di compagnia, tanto che lui si era spaventato e prima le aveva chiesto se stava bene e in seguito le aveva ordinato di alzarsi perchè non era necessario chiederglielo in quel modo. Ha un bel modo di parlare, mi fa anche qualche domanda ma non è mai invadente, e mi intima in continuazione a segnalarle qualsiasi cosa che mi possa dare fastidio nel suo comportamento. Mi racconta poi di come subito fossi diventata la sua preferita durante la selezione, e di quando ha promesso a se stessa che se avessi vinto avrebbe trovato un modo per starmi vicina, è davvero un tesoro.

 In meno di due ore passate insieme le voglio già davvero bene come ad una sorella e quindi mi lascio andare alle più profonde confessioni, da cosa vorrei da Maxon, dove vorrei che fosse il viaggio di nozze fino alla mia irritazione per il divieto impostomi di uscire. Quando le racconto questo lei nasconde una risatina, poi controlla l'ora e mi invita a prepararmi per la serata. Come se sapesse leggermi nel pensiero prende dall'armadio i vestiti che avrei scelto e a vederli mi scappa una lacrima. Tra le sue mani c'è un paio di Jeans, quelli che Maxon mi aveva consegnato all'inizio della Selezione da indossare solo ogni tanto. Mi aveva chiesto di indossare vestiti caldi, quindi quelli e una maglietta senza spalline con un coprispalle di lana sono perfetti. Rachel mi intreccia i capelli rossi in un'acconciatura simile alla sua e alla fine resto a bocca aperta davanti allo specchio. Il completo esalta le mie curve e mi fa sentire bella per davvero, forse più dei vestiti reali. Saluto la mia nuova amica, afferro la coperta che è comparsa sul mio letto durante la giornata e mi dirigo a passi rapidi all'ingresso del palazzo sperando che la pettinatura non si scombini.

Ad aspettarmi c'è il mio Re, che appena mi vede mi corre incontro e mi fa volteggiare in aria riempendomi di baci. "Mi sei mancata oggi" mi dice all'orecchio. "Anche tu.." rispondo tra i sospiri, poi torno alla realtà e inizio a tempestarlo di domande, perchè è stato non so dove tutto il giorno, che cosa ha fatto, se ci sono problemi e soprattutto perchè non posso nemmeno uscire in giardino. Lui ride e mi risponde con calma "Allora amore, non c'è nessun problema, ho avuto degli impegni burocratici vari e il perchè non potevi uscire lo stai per scoprire. Da domani potrai uscire tutte le volte che vuoi, ma devi promettermi che ti farai sempre controllare da una guardia" Annuisco e poi inizio a fremere dalla curiosità per la prima delle nostre avventure insieme, lui se ne accorge e mi stringe forte la mano guidandomi per il castello. Potrei fare ad occhi chiusi i corridoi che stiamo percorrendo e quando arriviamo a destinazione rimango a bocca aperta per la seconda volta in una giornata. Il posto è inconfondibile, ma lui ci ha aggiunto un tocco in più. Il "semplice" pezzo di giardino dove abbiamo parlato davvero per la prima volta adesso ospita un sottile arco bianco ricoperto di rampicanti e un tavolo con una cena già pronta per due. Sugli spazi dove non c'è l'erba ci sono delle candele e una coperta è già stesa sul prato. Lo guardo senza sapere cosa dire, se questa è solo la prima sera non sono sicura di riuscire a superare le altre senza svenire dalla gioia. Quando ritrovo la parola mi limito a un "M-maxon..è..è incredibile" Mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarlo "Tu sei incredibile, America. Sei la donna più affascinante e meravigliosa che ci sia al mondo e non immagini quanto io sia fiero di essere tuo marito" Scende con le mani sui miei fianchi, "E tra parentesi.. sei bellissima" Mi bacia a lungo finchè non ci scappa una risata per il rumore provocato dalla sua pancia per la fame, mi spiega che non ha mangiato a pranzo, quindi mi conduce al mio posto facendomi accomodare.

La cena è deliziosa, e lui lo è altrettanto. Quando finiamo il mio sguardo va alle coperte adagiate sul prato, ad occhio direi che la sua è davvero spessa, quasi fosse un materasso. 
Come se mi leggesse nel pensiero mi fa alzare e mi porta in braccio sulla morbidissima coperta che avevo adocchiato prima, mi bacia e mi dice "Buonanotte, principessa" Lo guardo entusiasta, ha intenzione di dormire qui? Non riesco a crederci, anche perchè tra un bicchiere di vino e il suo abbraccio caldo mi è anche passato il freddo. "E' davvero un'idea stupenda amore" "Sapevo che ti sarebbe piaciuta, se hai freddo mettiti pure l'altra coperta addosso" Mi bacia la fronte, poi il naso, il collo e abbassando di poco la maglietta anche il petto. Di rimando lo attiro a me facendo lo stesso, mostrandogli quanto è grande la voglia che ho di sentirmi una cosa sola con lui, ma mi blocca i polsi e sillaba una specie di "Non ancora". Sono più che sicura che varrà la pena aspettare, quindi lascio che mi copra e che le sue braccia calde mi stringano per poi addormentarmi nel più dolce dei sonni.


Note dell'autrice :)
Grazie a chi è arrivato a leggere anche questo secondo capitolo! 
L'unica nota che ho stavolta è di tranquillizzare chi magari desidera più dettagli sulla serata, giuro che li avrete :*
Ripeto. Accetto qualsiasi critica/consiglii/suggerimento.
A prestissimo! E grazie a chi legge e recensisce la mia storia!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quando mi sveglio provo un brivido dovuto al freddo e ho i muscoli un po' indolenziti,ormai sono abituata ai materassi del palazzo, ma quello che vedo al mio fianco mi fa dimenticare il mal di schiena. Maxon dorme con la bocca leggermente spalancata, la mano stretta alla mia e la coperta fin sul collo. Lo tempesto di baci e lui apre gli occhi, poi mi sorride assonato. "Buongiorno bellissima" sussurra, "Buongiorno a te" dico io di rimando "È stata davvero una serata meravigliosa, non smetteró mai di ringraziarti. E dormire qui in giardino è stata un'esperienza bellissima. Peccato per le nuvole, mi sarebbe piaciuto vedere le stelle.. Ma così è stata perfetta,davvero." Mi sorride entusiasta, forse temeva che l'idea non mi sarebbe piaciuta "America sono così contento.." Mi stringe forte e poi si allontana "è stata davvero una serata meravigliosa. Ora scappo a sistemare delle faccende, tu torna subito dentro. Puoi mandare a chiamare Rachel e passare la giornata con lei, a stasera" Raccoglie delle cose poggiate affianco al materasso, e sta quasi aprendo la porta per rientrare quando si rigira verso di me "Tesoro, tra parentesi.. Io non ho bisogno del cielo per vedere le stelle. Ho i tuoi occhi" Sorride e si allontana e io mi sento avvampare, non trovo le parole.

Mi dirigo veloce in camera e chiamo Rachel, non mi piace dare ordini, ma le chiedo di portarmi la colazione perché ho ancora la schiena un po' indolenzita e preferisco restare a letto. Mentre mangio lei aspetta silenziosa su una sedia, poi porta via i piatti e quando ritorna noto ancora di più la curiosità nel suo sguardo. "Sai Rachel" rompo il silenzio "sei davvero una persona fantastica e mi piacerebbe condividere tante cose con te.." La vedo quasi arrossire, forse non è abituata a essere trattata come un'amica, ma ormai mi sono davvero affezionata e non posso farne a meno. 

"Davvero?" Mi risponde, il suo sguardo sembra quello di una bambina alla quale hanno appena regalato il gioco che più voleva "Certo, e quindi.. Ti piacerebbe sapere com'è andata ieri sera?" "Oh Milady che bello sentirglielo dire, ci speravo tanto!" Rido al solo sentire chiamarmi così, le intimo di chiamarmi America e inizio il mio racconto. 
"Sai, ero tutta arrabbiata con Maxon perché mi aveva vietato di uscire, ma quando l'ho visto lì che mi aspettava a braccia aperte ho dimenticato tutto e avevo solo voglia di stare con lui!" Ha gli occhi fissi su di me e la bocca un po' aperta, chissà se lei si è mai innamorata "Poi quando mi ha portata fuori e ho visto tutto ho provato qualcosa di meraviglioso, davvero" "Allora le è piaciuto il posto?" Mi interrompe "Ho dato anche io il mio contributo nel prepararlo,sa?" Non avevo mai pensato che Maxon avesse potuto fare tutto da solo, devo ammetterlo "Oh Rachel dammi del tu! E sì, mi è piaciuto da morire! Tutte quelle candele, il tavolo e il materasso.. Era semplicemente perfetto. La cena era ottima e poi non faceva nemmeno troppo freddo, si poteva stare tranquillamente all'aria aperta. Insomma abbiamo mangiato e poi ci siamo stesi, ho rimpianto un po' il mio materasso, ma l'atmosfera e la compagnia hanno ripagato tutto" Sorride sempre di più e stringe i pugni,credo che le piaccia davvero ascoltare la mia storia "Maxon mi ha chiesto un sacco di volte scusa perché forse avevo freddo,perché non si vedevano le stelle perché era nuvoloso o perché forse non era il materasso adatto ad un Regina, ma io gli ho spiegato che quando sono con lui sono America e basta."
"È una cosa così romantica!" Rachel applaude e sorride, congiunge le mani alle mie e ci lasciamo scappare qualche grido di gioia pensando a quali possano essere le altre sorprese.

Le urla sono interrotte dall'insistente
bussare alla porta, al che io rispondo "Avanti!" curiosa di sapere chi fosse. Davanti a me c'è una cameriera con un biglietto e un piccolo oggetto, direi che è una bussola. Il biglietto recita "Per esaudire un desiderio e una promessa non mantenuta, potrebbe sembrare una replica di ieri ma sarà speciale,lo prometto."
La scena si ripete, Rachel mi prepara e io corro dal mio Re all'ora stabilita. La serata per me potrebbe anche finire così, nel corridoio con me che mi perdo nei suoi occhi, ma lui mi prende la mano e mi conduce sul tetto. Davanti a me vedo uno spettacolo da mozzare il fiato. Illèa davanti a me tutta illuminata e un cielo colmo di splendenti stelle che sembrano quasi il riflesso delle luci del paese.

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Capitolo 4
*** La seconda sera - Capitolo 4 ***


"Vedi America? Quella è la stella polare. Se segui il Nord sulla tua bussola vedrai che corrispondono, è così che ci si orientava prima. E quello è il grande carro e..." E poi un fragore. 

Prima il rumore, poi la luce e poi il buio. Qualcosa ci è caduto vicino e sembra che ne stiano arrivando altri, sembrano meteoriti, o proiettili enormi, ma non capisco perché vedo intorno a noi levarsi delle fiamme, la vista mi si annebbia e inizio a tossire, l'unica cosa che sgorgo è un'altra massa di questi indefiniti oggetti che si avvicina,e uno punta proprio verso di noi.







 

A quel punto mi sveglio. Sulla mia testa non ci sono stelle, ma la luce dell'alba e accanto non c'è il buco provocato dalla caduta di qualcosa, ma per fortuna c'è Maxon. Ho un po' di mal di testa e devo aver fatto un incubo, ma almeno la metà di quello che ho sognato è stato reale, per fortuna solo la parte bella. Maxon deve aver notato che sono sveglia, così mi sfiora una guancia sussurandomi "Buongiorno principessa", gli sorrido e rispondo di rimando, ma non ho nemmeno la voglia di alzarmi. Lui ha un sussulto nel passarmi la mano sulla fronte. "America ma sei bollente! Forse dormire due sere di fila fuori non ti ha fatto bene, mi dispiace davvero tanto.." Gli prendo la mano e gli poso un dito sulle labbra, intimandogli di fare silenzio, non mi importa se ho preso la febbre, se ora muoio di freddo e se dovrò passare la giornata in camera, grazie a lui ho passato una sera meravigliosa e questo conta. 
"Maxon. Fa silenzio" Ha un'espressione di stupore indecifrabile, non sono mai scortese con lui, ma ora avevo bisogno di parlare io, "Mi stai regalando delle esperienze meravigliose, e siamo solo alla seconda sera, dovessi uscire da questa settimana con un febbrone arriveremo fino alla fine insieme. Prometto che me la farò passare per il nostro viaggio di nozze, tanto in un mese passa no?" Mi accarezza la guancia "Un mese... già" Mi sorride, e per un po' resta così, immobile, poi si alza e mi ripete la solita frase che ormai sono abituata a sentirmi dire, che ha delle cose da fare e ci rivedremo a cena. Stavolta però mi stringe forte e mi accompagna nella mia stanza, mi fa stendere sul letto e mi rimbocca le coperte come ad una bambina, mi lascia un bacio sulla fronte e poi esce. 

Dopo pochi minuti un fascio di luce mi illumina il viso, e il piccolo viso di Rachel fa capolino nella mia stanza da letto. "Posso?" Chiede dolcemente, io le faccio segno di entrare e mi metto a sedere, ho dormito nel tempo passato da sola e già mi sento meglio, e ho davvero voglia di raccontarle cosa è successo sul tetto del palazzo. "Ciao Rachel, come stai?" Dico rompendo il silenzio "Tutto bene grazie e le...tu?" "Benone!" Dico quasi saltando per mettermi seduta,ma la testa mi gira, quindi mi porto una mano alla fronte e mi stendo, Rachel si mostra preoccupata e subito corre vicino a me "Benone forse proprio no" scherzo io "Ma mi rimetterò presto e poi sono così felice, davvero! E' stata una splendida serata". La mia compagna (potrei iniziarla a considerare amica?) si siede sulla sedia accanto a me, mi poggia una pezzolina appena inumidita sulla fronte e mi dice con un gran sorriso "Non vedo l'ora di sapere tutto, a patto che tu non faccia un altro salto!"

 

A quel punto inizio a raccontarle tutto : Maxon mi ha portata sul tetto del palazzo facendomi godere la vista di Illea completamente illuminata, tenendomi stretta come se potessi volare via con il venticello che era iniziato da un momento all'altro. Poi mi aveva preso la bussola che avevo con cura appeso al collo e mi aveva fatta sedere su dei teli poggiati lì, iniziando una lezione, interrotta da molte 'pause bacio e coccole' come le ho chiamate io, sulle stelle. Mostrandomi le costellazioni, come orientarmi con la bussola, i nomi dei pianeti, le storie che sono state inventate nel corso dei secoli. Alcune cose già le sapevo, ma sentirle dire da lui è stata tutta un'altra storia, le parole quando escono dalle sue labbra prendono nuovi significati, e mi fanno sognare, e lo farebbero anche se mi stesse spiegando qualcosa di veramente noioso.

Dopo la lezione aveva battuto le mani e una guardia sbucata dall'ombra ci aveva raggiunto con la cena, su un grande vassoio erano posati piccoli sandwich, rustici e dolcetti di vario genere ben separati da una striscia di una qualche pasta anch'essa commestibile. Iniziai dal salato, passai per il separatore (che non era altro che pan di spagna arrotolato) per poi passare ai dolci, constatando che niente poteva essere più dolce dei baci che stava iniziando a lasciarmi sulla spalla leggermente scoperta.

Un brivido mi percorse mentre continuavo il racconto, sentivo ancora le sue labbra sulla mia pelle centimetro per centimetro. Rivelai a Rachel che da quel momento ricordo solo di essere crollata tra le sue braccia e tra i suoi baci e di essermi risvegliata per l'incubo.

Lei seguiva attenta e speranzosa che aggiungessi altri dettagli, finché non sento bussare alla porta.

"Oh finalmente!" esclamo, la guardia spuntata sulla porta si avvicina al mio letto e vi deposita sopra un pacchetto, lo apro senza nemmeno leggere il bigliettino e sorrido pensando a quanto mi sarei divertita quella sera.
 

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Capitolo 5
*** La terza sera - Capitolo 5 ***


"So che hai avuto la febbre e forse sei stanca, ma purtroppo era l'unica sera in cui si poteva fare. Prendi qualcosa per far scendere la temperatura, indossa questi e ci vediamo alle 21 all'ingresso"

Mi scappa una risata, ancora pantaloni! E poi un giaccone lungo, un cappello che mi arriva quasi sugli occhi, varie forcine per capelli (Ci scommetterei tutto l'oro del palazzo che si è fatto aiutare da Rachel a trovarle) e delle scarpe da ginnastica. Mentre ingerisco le medicine contro la febbre Rachel mi acconcia i capelli e mi scappa uno sbuffo. "Perché devi raccogliermeli tutti? Così non usciranno nemmeno dal cappello" "Pfff" Ridacchia lei, ed è l'unico suono che sento dalla sua bocca, ho capito che sa il programma che mi aspetta e ha paura di rivelarmelo, quindi la lascio fare.

Alle 20:45 sono già pronta all'ingresso e quasi non mi riconosco, i miei lunghi capelli rossi sono stati sapientemente nascosti e forse solo i miei familiari sarebbero in grado di riconoscermi, mi chiedo il perché di questo improvviso cambiamento; mentre sto ancora formulando mille pensieri un uomo con la barba bianca mi si para davanti e cerca di afferrarmi il braccio. D'istinto urlo e lo scaccio via con la forza che mi era rimasta in corpo, ma lui mi afferra per i fianchi e mi prende sulla sua spalla, sto già per dimenarmi, tirare calci e poi chiamare aiuto ma quando il mio viso si avvicina al suo corpo inspiro e tiro un sospiro di sollievo. "Maxon!!! Ma che ti è saltato in mente? Mi è venuto un colpo" "Vedo che con il tempo la tua abilità nel colpirmi non si è affievolita! Almeno vuol dire che il travestimento funziona bene!" Ed è vero, complice il buio e la stanchezza non l'avevo riconosciuto, ma ora che guardo bene dietro quella finta barba bianca, quei pantaloni che gli stanno larghi e una giacca un po' scucita vedo gli occhi luminosi di mio marito, quelli in cui amo e amerò sempre perdermi.

Saliamo in una macchina piccola e modesta, ma certamente appropriata visti i nostri vestiti e dopo un breve viaggio arriviamo a un capannone che credevo fosse abbandonato, ma poi ricordo : Maxon mi aveva raccontato che aveva accettato di prestarlo a tutti coloro che volevano festeggiare una ricorrenza, ma non avevano abbastanza soldi per farlo in un locale pubblico o non avevano spazio in casa propria, fornendo loro un catering, una torta e ovviamente le giuste decorazioni. Infatti quando entriamo l'atmosfera è piacevole, ma strana. Ad una prima occhiata sembra una festa di lusso, una ragazza compie 18 anni e sul fondo della stanza c'è una torta a 4 piani e un buffet del quale quasi non si vede la fine, ma gli invitati di certo non rispecchiano le decorazioni. La festeggiata è una Sei, e ci sono molti Sette e Otto, di certo i loro vestiti contrastano con il contesto, ma a nessuno sembra interessare perché l'aria è frizzante e tutti si divertono, come fosse il giorno più bello della loro vita. Maxon mi prende sotto braccio e mi fa cenno di non alzare la voce, "Questa sera" - sussurra - "Tu sei Eadlyn e io Ahren", e finalmente il puzzle si completa, nessuno sa chi siamo noi e la speranza è quella di non farci riconoscere. E così mi godo una serata nell'anonimato, nella tranquillità di non essere la regina, ma una ragazza che, dopo aver bevuto e mangiato un po' troppo come a palazzo nemmeno potrei fare, balla un lento appoggiata alla spalla dell'uomo che ama. Nessuno fa caso a noi, tutti sono amici e Clara, la festeggiata, sorride e ringrazia tutti, noto che si rivolge a molti con sguardi interrogativi o sorpresi, evidentemente i suoi amici hanno portato a loro volta altri amici, quindi non siamo le uniche facce a lei nuove. 

Mentre sono concentrata su un problema peggiore di quelli che affronto ogni giorno, quale tipo di dolce scegliere per fare il bis, mi sento tirare i capelli da dietro, e un ricciolo rosso si libera dal mio cappello. Mi giro nervosa ma quello che vedo mi fa sciogliere il cuore, una piccola bambina è in braccio alla madre e si sta divertendo a tirare i miei capelli, mi sorride e si lancia verso di me, il mio istinto un po' materno e un po' da sorella maggiore mi spinge ad allungare le braccia e a prenderla in braccio. La mamma ride e finalmente si rivolge a me "Oh scusi! É una bambina socievole, adora passare da un braccio all'altro, ora la riprendo" Ma la piccola affonda la testa nel mio collo e si diverte ad arrotolare tra le mani il mio ricciolo che ha con soddisfazione liberato. Da lontano vedo Max.. Ahren.. insomma mio marito che mi si avvicina con faccia sorpresa e inizia a giocare con la piccola. "Ora dobbiamo proprio andare però, bisogna sistemare la torta!"- La madre cerca di recuperare il suo tesoro mentre noi ancora la stiamo coccolando - "I vostri figli sono davvero fortunati siete bravissimi come genitori". Io arrossisco "Oh ma noi non abbiamo figli.." "Oh scusate sono stata inopportuna, se mai li avrete sono sicura che sarebbero i più felici al mondo. Andiamo piccola. Arrivederci signorina.." "Eadlyn, mi chiamo Eadlyn" "Edy.." dice la bimba, e mi fa un altro sorrisone, finchè la madre finalmente la riprende con sé e la porta verso la torta, mentre lei continua a fissarmi e a salutarmi con la sua piccola e goffa manina.

Il tempo si ferma un attimo e d'istinto mi porto una mano sulla pancia, certo è chiaro che bisogna dare un erede al regno, ma nessuno me ne aveva mai parlato così schiettamente, quindi è strano sentirselo dire. "E allora mammina.." Maxon mi alza il mento con un dito "Ci concediamo un ultimo ballo, una fetta di torta e poi a casa?"

E così siamo di nuovo solo noi, illuminati al centro della pista come se nessun altro esistesse, non siamo più Re e Regina, non c'è rischio che qualcuno ci fermi per sapere quando potremo dargli un lavoro o quali sono le pratiche da svolgere per avere un passaporto e raggiungere la zia della nipote di secondo grado dall'altra parte del mondo, siamo marito e moglie che si tengono per mano come se da questa stretta dipendesse tutta la loro vita, e infondo è così, dal suo sorriso dipende il mio respiro.

 

Quando torno a casa sono distrutta, ma immensamente felice, ogni volta che posso vederlo non alla sua scrivania sommerso di carte mi sembra di conoscerlo e amarlo un po' di più, mi lascio cullare da questi dolci pensieri e finalmente mi addormento.

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Capitolo 6
*** La quarta sera - Capitolo 6 ***


Al mio risveglio ho una piacevole sensazione addosso, come se qualcosa di meraviglioso fosse successo, e, quando vedo i nostri vestiti sparsi sul pavimento, la notte prima mi ritorna in mente come un sogno bellissimo. Non riuscivo a dormire, e così avevo svegliato Maxon nel cuore della notte per farmi coccolare, e alla fine eravamo sprofondati in una conversazione che riguardava il come non bisognasse lasciarsi scappare le occasioni e, complice anche quel po' di alcool bevuto alla festa, in un niente ci eravamo trovati più vicini che mai.

No, non ero pentita e non sarebbe potuto essere più bello. Dopo un mese o dopo un giorno non sarebbe cambiato niente, io ho scelto lui e non avevo bisogno di altro tempo per esserne più che certa.

Con il sorriso sulle labbra mi alzo in punta di piedi, mi gira ancora un po' la testa e forse ho i decimi ma per una volta voglio essere io a preparare una sorpresa. Mi rivesto, scendo di soppiatto in cucina, chiedo il permesso di mettermi io ai fornelli e in poco tempo sono davanti alla porta della mia stanza e ho in equilibrio un vassoio pieno di caffè, pancakes e biscotti. Tento goffamente di aprire la porta con il gomito, ma per fortuna Maxon era in piedi e sentendo il rumore proveniente da dietro la porta la apre lui dall'interno, inspirando forte quando sente il profumo emanato dallo spettacolo che si trova davanti, e no, non faccio riferimento  a una me che non si è nemmeno pettinata per paura di fare rumore, ma ai pancakes ancora caldi che ho sapientemente disposto sul piatto e ricoperto di sciroppo d'acero. "Wow" è tutto quello che riesce a dire, poi mi aiuta a sollevare il vassoio, chiude la grande porta bianca alle nostre spalle e si dirige verso il balcone. 

La nostra grande camera da letto è probabilmente la più bella del palazzo, spaziosa, abbiamo un armadio intero per ciascuno, un enorme letto a baldacchino di un colore pastello con rifiniture dorate e una marea di mobili e soprammobili, ma la parte che tra tutte preferisco è il balcone. Mi ricorda un po' quello della mia camera durante la selezione. È talmente spazioso che sono riuscita a farci stare un tavolo dove ci si può più che comodamente stare seduti in due, ma fino a ora non eravamo ancora riusciti a passare del tempo lì, e questa mattina tiepida mi era sembrata perfetta. Maxon poggia sul tavolino bianco tondo il vassoio e mi allontana la sedia per farmi accomodare. "Grazie per questa splendida sorpresa" mi dice dandomi un bacio sulla fronte, poi inizia a tagliare il dolce con metodo, ne prende un pezzo sulla forchetta e lo avvicina alla mia bocca. Mi lascio imboccare divertita e in poco tempo mangiamo anche la più piccola delle briciole, finché non ci alziamo diretti io al letto e lui alle sue solite carte.

"Stasera si cena più presto, più o meno verso le 18, quindi tieniti leggera a pranzo!" mi dice mentre già è di fretta e sta correndo fuori dalla stanza, e io fantastico su quale possa essere il programma, ma prima decido che ho una cosa fondamentale da fare.

Ho anche io una scrivania tutta per me e nel cassetto a sinistra ho sempre una scorta di carta da lettere, prendo un foglio rosa con dei fiori che decorano gli angoli, estraggo una penna nera e lascio che sia il mio cuore a parlare per me.

Alla mia sempre piccola May,

Come stai? Come stanno andando le cose? Troppi giorni che non ti sento, sei scomparsa! Telefonami ogni tanto, dillo anche alla mamma, e salutala tanto da parte mia. Qui va tutto benissimo, non ho ancora dovuto svolgere nulla di particolare perché Maxon ha fatto in modo da organizzare i miei impegni e rimandare il più possibile a dopo il viaggio di nozze, che non avverrà prima di un mese, quindi ho tanto tempo per me. Ultimamente ha organizzato davvero delle splendide serate, domenica scorsa mi ha chiesto di vivere sette diverse avventure con lui, una per ogni giorno di questa settimana e ovviamente potevo dire no? Siamo stati a dormire e cenare all'aperto, abbiamo guardato le stelle, siamo addirittura stati ad una festa fingendoci delle persone normali, liberi dal titolo di Re e Regina. È stato bello per una sera essere America e basta, come quando ero a casa. Mi sono addirittura presa la febbre, ma tranquillizza la mamma, mi è già passata. Ti prego telefonami o rispondimi presto, ho tanta voglia di sentirti; e promettimi che ci vedremo presto.

Mi manchi! Saluta tutti.

Ti voglio bene,

America

Chiamo Rachel in camera e le chiedo di fare in modo che la mia lettera venga spedita, e quando ritorna ha il solito pacco in mano. Non sto più nella pelle e mi fiondo ad aprirlo, è più piccolo rispetto ad altre volte e trovo al suo interno un costume da bagno molto elegante, un accappatoio e... una mappa? È una mappa del castello, che mi guida ad una stanza che non ricordo di aver mai visto utilizzata per qualcosa, sono curiosa di sapere cosa mi aspetterà.

Tra le chiacchiere e il pranzo con la mia amica, un po' di riposo e di pianoforte nel pomeriggio le 18 arrivano e la cena mi viene servita direttamente in camera, quando finisco prendo il pacco che avevo appoggiato sul letto e mi preparo. Il costume è bianco con dei ricami sull'azzurro e mi sta alla perfezione, infilo l'accappatoio, Rachel mi lega i capelli in una treccia e mi schiocca un bacio sulla guancia prima di uscire, io afferro la mappa e seguo le indicazioni per raggiungere la stanza indicata. 

Seguendo i corridoi e le scale arrivo ad una porta marrone sulla quale è stato appeso un cuore, mi convinco di essere nel posto giusto, così lascio la mappa su un mobile lì accanto e spingo la porta.

La prima cosa di cui mi accorgo non è nemmeno Maxon lì davanti a me, anche lui in costume da bagno, ma l'inebriante profumo di vaniglia che impregna tutta la stanza. Dopo aver inspirato più volte finalmente gli getto le braccia al collo e guardo dietro di lui : una serie di candele profumate, appunto alla vaniglia, sono disposte a forma di un grande cuore e circondano una bottiglia di champagne, due bicchieri e dei dolcetti che sembrano davvero invitanti. E poi c'è la cosa più bella di tutta la stanza, disposta ad angolo c'è una vasca idromassaggio già in funzione, che sprigiona una meravigliosa sensazione di calore, sono di nuovo io ad essere senza parole. "Ho pensato" – dice il mio uomo mentre mi guarda negli occhi – "che dopo essere stati all'esterno e a fare baldoria una serata di relax era quello che ci voleva" Mi conduce alla vasca, mi sfila l'accappatoio e mi aiuta ad entrare e finalmente mi godo la sensazione dei muscoli che si distendono, della pace, di stare davvero io e lui soli in una stanza dove il mondo esterno non conta. 

Restiamo lì per parecchie ore, spesso ci schizziamo come due bambini, o restiamo semplicemente abbracciati a goderci i reciproci respiri, o parliamo del più e del meno; poi mi fa assaggiare i dolci e mi rivela di aver provato a cucinarli lui stesso e io per prenderlo in giro fingo di strozzarmi, ma dopo qualche morso rischio di farmi del male davvero perché quando ne mordo un altro pezzo sento qualcosa di duro.

Estraggo così una piccola bustina molto resistente e nelle mie mani scivolano degli orecchini meravigliosi, guardo Maxon meravigliata e noto come i brillanti e i suoi occhi brillino allo stesso modo. "Ti sto facendo tante sorprese, ma volevo regalarti qualcosa che ti rimanesse"

Tutti dicono che un diamante è per sempre,

proprio come noi.

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Capitolo 7
*** La quinta sera - Capitolo 7 ***


Dopo la serata nella vasca mi sento davvero rilassata, e mi ricordo come le cose più semplici siano le più belle. È ora di pranzo e io riesco solo a farmi scivolare nelle mani gli orecchini che ho trovato ieri sera nei dolci, sono piccoli e di una forma semplice, ma brillano come quelle stelle che osserviamo spesso insieme, ma soprattutto come i suoi occhi.
Quando finalmente sono quasi pronta per scendere a pranzo bussa Rachel che fa capolino nella stanza porgendomi un mucchio di carte appena arrivate. Mi fiondo verso di lei per salutarla e poi inizio a leggere frettolosamente le scritte sulle buste che mi ha portato, nella speranza di trovare, grazie a un servizio di posta rapida che ci avevano promesso, una risposta di mia sorella; ma oltre ad annunci, richieste e pubblicità non riconosco la scrittura della mia May, forse sarà stata impegnata.

Scendo nella sala da pranzo accompagnata da Rachel che invito a sedersi con me, e insieme passiamo un piacevole pranzo ridendo e scherzando, le continuo a raccontare della festa, di come fosse stato strano non essere fermata almeno una volta da ogni invitato, della mappa che mi ha condotto per il castello, di quanto vorrei che il viaggio di nozze arrivasse subito, perché certo è bello vivere queste serate, ma mi piacerebbe anche solo per qualche giorno avere mio marito ventiquattro ore al giorno tutto per me.

Quando ritorniamo in camera mi accorgo che dal mucchio di lettere che avevo scartato una era caduta ai piedi del mio letto e mi abbasso di corsa a raccoglierla, come avevo fatto a non vederla! Con la stessa carta che ha caratterizzato tutti i misteriosi pacchetti di questi giorni era stata fatta una busta da lettere, mi siedo alla scrivania e cerco subito di scoprirne il contenuto.
Quello che trovo sono due fogli stretti e lunghi con una stampa da computer, sui quali delle parti sono state oscurate a penna; tutto quello che riesco a leggere è che sono due biglietti per uno spettacolo che si terrà al più grande auditorium del regno, e già solo questo mi lascia senza fiato. Sul retro della busta c'è un piccolo appunto che leggo ad alta voce in modo che la mia amica possa ascoltare : "Indossa quello che preferisci, ma sii elegante, come sempre d'altronde. Ci vediamo alle 19 all'ingresso". Rachel mi lancia uno sguardo d'intesa perché sa cosa dobbiamo fare e si dirige verso il grande armadio, ma quando ha ormai esaminato tutti i miei vestiti si blocca per un momento e poi corre fuori dalla mia stanza, quasi mi spaventa, ma se ho imparato a conoscerla so che tornerà presto con qualcosa di speciale.
Infatti dopo nemmeno cinque minuti è sommersa di stoffe, aghi e fili e un sorriso stampato sul volto, "Ho pensato che visto che devi essere particolarmente elegante dovevi avere un vestito esclusivo! Ordina e io cucio!" Dice con orgoglio. E così le ore che mi separano da Maxon passano tra risate, punture con gli spilli, stoffa sparsa per tutta la stanza, e poi forcine ed elastici caduti  dalla mia acconciatura che riempiono il pavimento, ma il risultato vale tutti gli sforzi. Mi ammiro nello specchio, i miei capelli rossi sono stati semi-raccolti sulla destra e scendono con lievi boccoli e intrecci sulla mia spalla sinistra, finendo sull'unica spalla del mio vestito a sirena. L'arancione fa un perfetto contrasto con l'azzurro della parte superiore, cosparsa di piccoli brillantini qua e là, che poi si scurisce fino alla fine della gonna che tocca terra, dove è di un bel blu notte. A completare l'opera i miei splendidi orecchini e l'espressione di stupore che ho in quel momento. Abbraccio forte Rachel e poi mi fiondo giù nell'atrio giusto in tempo per essere lì alle 19:02.

Lui é già lì in un elegantissimo completo da sera e appena arrivo non perde l'occasione di prendermi in giro. "È ritardo di 2 minuti Milady" dice dandomi un pizzico sulla guancia, poi mi squadra dalla testa ai piedi "ma direi che ne è valsa la pena. Andiamo?" E  così saliamo in macchina diretti in un luogo che ho sempre sognato. Quando cantavo a casa, alle feste o per amici e parenti chiudevo gli occhi e immaginavo di essere davanti a un pubblico vero, alle mille persone che l'auditorium di Illèa contiene, con le luci puntate solo verso di me mentre la mia voce risuona per tutta la sala; di certo non starò andando lì a realizzare il mio sogno nel cassetto, ma ho sempre desiderato ascoltare qualcosa e non ho mai potuto, direi che la serata si prospetta meravigliosa.

La macchina si ferma e io finalmente vedo il luogo che ha caratterizzato la mia immaginazione, davanti a me c'è un enorme ingresso tutto illuminato, delle colonne ricoperte di bellissimi fuori rampicanti e un numero immenso di cittadini nei loro vestiti migliori. Una guardia ci apre la portiera della macchina, i miei piedi si poggiano su un tappeto rosso e nell'esatto istante in cui siamo entrambi scesi dalla macchina la folla si ferma, ci lascia aperto il passaggio fino alla porta di ingresso e i più rispettosi addirittura si inchinano. Percorriamo sotto braccio il tappeto rosso e cerco di rivolgere il maggior numero di saluti e sorrisi, felice per tutte le dimostrazioni di affetto che mi riservano, e nella mia camminata mi viene finalmente dato un programma della serata. 
Maxon mi ha portata a un concerto di musica classica, adoro ascoltare le orchestre, la musica di tutti gli strumenti che si uniscono tra loro in perfetta armonia suscita in me una commozione unica; do un'occhiata al programma mentre siamo seduti nel palco reale in attesa che il concerto inizi e arrivo alla biografia del direttore d'orchestra che mi lascia veramente sorpresa. A condurre i musicisti non c'è un uomo, ma una donna, precisamente una ragazza; si chiama Bee e ha poco più di vent'anni, la biografia raconta di come sia riuscita a farsi strada in questo mondo prevalentemente maschile e come sia diventata richiesta da importantissime orchestre, nella foto che la rappresenta ha i capelli biondi con qualche sfumatura tendente al rosso e un sorriso davvero dolce. Le luci si spengono e proprio mentre sto ancora ripensando a quello che ho letto e all'ammirazione che provo per questa ragazza che è riuscita a realizzare il suo sogno eccola che sale sul podio accompagnata dagli applausi scroscianti, i capelli legati in una mezza coda, niente bacchetta in mano, e un lungo abito elegantissimo. Con eleganza, con la passione che traspare in ogni suo movimento, con uno spettacolare modo di dirigere tutti gli elementi dell'orchestra porta a termine il concerto districandosi tra sinfonie e Walzer, e alla fine di tutto, quando l'ultima nota risuona nell'aria lei alza il braccio verso l'alto e se non fosse di spalle potrei giurare che sta sorridendo. Poi rimane con il braccio sospeso per qualche secondo, tutti i musicisti sono lí con gli occhi puntati su di lei, e la pausa che segue quella splendida esecuzione mi provoca un brivido e qualche lacrima di commozione; poi finalmente il suo braccio si rilassa, e tutta la sala si alza in piedi ad applaudire, me compresa. Lei si gira per inchinarsi e raccogliere gli applausi e quando alza lo sguardo e mi vede nel palco reale fa lo stesso luminoso sorriso della foto e si porta la mano al cuore.

Mentre usciamo Maxon mi prende la mano e io non riesco a smettere di ringraziarlo, quasi nessuno fa caso a noi perché sono tutti occupati a commentare quello che hanno appena visto e ascoltato, quindi come due fidanzatini camminiamo abbracciati guardandoci negli occhi diretti alla macchina dove avevamo l'obbligo di tornare subito appena finito il concerto. Maxon mi sta aprendo la portiera quando sento una voce affannata che grida "Regina, la prego aspetti!" Di corsa nel suo abito elegantissimo c'è Bee che urla il mio nome, io chiedo all'autista di aspettare e d'istinto apro le braccia, quando finalmente mi raggiunge si inchina, ma io le prendo la mano, la tiro su e la abbraccio forte, é solo una sensazione, ma la trovo una persona splendida. Lei rimane visibilmente stupefatta e quando ci stacchiamo dall'abbraccio mi ringrazia per essere venuta, mi chiede se il concerto mi è piaciuto e continua a ringraziarmi. L'autista batte qualche colpo sul clacson, mi piacerebbe restare a parlare ancora con lei così azzardo una proposta : "Ti andrebbe di venire a pranzo con me domani? Ti aspetto a palazzo, quando vuoi" la vedo quasi commuoversi, accetta l'invito e poi torna da dove è venuta.
In macchina mi accascio sul mio splendido marito che mi accarezza i capelli, "E così hai una nuova amica? Sono felice che questa serata ti sia piaciuta!" "Sei unico Maxon, sai sempre come rendermi felice" 
"America tu, con i tuoi sorrisi, con la tua voglia di scoprire cose nuove, con il tuo amore, così come sei, mi rendi felice. Ogni giorno di più."

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Capitolo 8
*** (Untill) The end - Capitolo 8 ***


É proprio vero che il tempo vola quando si sta bene, quando si vive in una casa circondati da amore, dalle persone che ti stanno accanto e ti apprezzano per quello che sei, che ti fanno ridere per un niente, che la mattina ti salutano con un bacio, che ti sostengono nelle tue scelte.

É proprio vero che quando sai apprezzare al meglio le cose che la vita ti regala allora sì che sei davvero felice, quando un sorriso di un bambino ancora incosciente di quello che fa diventa il più bel regalo che tu possa ricevere.

Ma ho detto bambino?

Sì il tempo vola, per davvero. E ora che è passato più di un anno da quella fantastica settimana piena di sorprese organizzata da Maxon mi ritrovo ancora a sorridere al ricordo di quei giorni che resteranno sempre tra i più speciali che io abbia mai vissuto. E continuo a ricordarli ora che i miei due piccoli gemelli continuano a piangere nelle mie orecchie, che necessitano di tutta la mia attenzione e del mio amore che non sono mai stanca di donargli. Eadlyn e Ahren, e con quali altri nomi potevo chiamarli?, sono il regalo più bello che la vita mi abbia mai fatto. 

Il mio unico momento di pace della giornata è finalmente arrivato, li ho messi a dormire e mi allontano in silenzio, non prima di aver acceso la radiolina che mi consente di sentire ogni loro rumore, beandomi dei loro visi rilassati un'ultima volta prima di chiudere la porta e dirigermi nella sala da pranzo dove mi aspettano tutti per la cena. A palazzo ovviamente viviamo io e Maxon, Rachel è qui ormai stabilmente, ma tutte le occasioni sono buone per far venire qui la mia famiglia e infatti stasera ci sono due posti in più occupati da mia madre e da May che mi abbraccia forte appena varco la soglia. Mi avvicino al mio posto dando una carezza alla morbida guancia di Maxon mentre passo e quando mi siedo noto il posto vuoto in più accanto a me, e guardo mia sorella con fare interrogativo. "Ah non chiederlo a me!" si difende "Maxon non ci ha voluto dire di chi fosse" "Lo sai vero che dopo la storia della sorpresa del mio viaggio di nozze non mi fiderò mai più di te vero?" E lei ride e mi fa l'occhiolino, la sesta sorpresa di Maxon fu portare me e  tutta la mia famiglia al completo in un ristorante spettacolare e May mi spiegò che non aveva risposto alla mia lettera in quella settimana perché Maxon aveva paura che si potesse tradire su quella sera e sulla sorpresa del giorno dopo. Ricordo di aver passato la serata a domandarmi quale potesse essere l'ultimo regalo, ma di non averci più pensato quando, tornata dopo cena, non mi avevano permesso di entrare nella nostra stanza a causa di una perdita d'acqua e avevo dormito con mia mamma e mia sorella, come ai vecchi tempi. 

La notte la passai ad accarezzare i capelli alla mia piccola May, facendo anche a lei le confidenze sul viaggio di nozze, sui posti che sognavo e per tutta risposta avevo ricevuto una risata fragorosa per la quale dava la colpa al solletico che le stavo provocando. Ma fu il giorno dopo che finalmente capii, quando trovai una scia di cartoncini della solita fantasia che avevo seguito per tutto il palazzo fino al giardino e oltre, senza mai alzare lo sguardo da terra per paura di perderne uno. Quando mi accorsi che non c'era l'ombra di un altro indizio e alzai finalmente lo sguardo caddi a terra dallo stupore. Un'enorme mongolfiera si ergeva al di fuori del palazzo e la mia famiglia, le persone che lavorano con noi, Rachel e ovviamente Maxon erano tutti rivolti verso di me, continuavo a non capire. I pezzi del puzzle si unirono quando mio marito si avvicinò a me, invitandomi a salutare tutti per poi intraprendere la prima tappa del... nostro viaggio di nozze. Avremmo volato sulla mongolfiera fino ad un aeroporto e da lì saremmo stati portati ovunque avessimo voluto. Ero incredula, e non smettevo di ringraziare e fare domande. Le conclusioni a cui arrivai furono che quella settimana ci eravamo visti così poco perché aveva passato le giornate a organizzare tutto, che la perdita d'acqua non era altro che una scusa per farmi allontanare e permettere a Rachel di farmi la valigia e che il mio sogno si stava realizzando.
Il viaggio fu semplicemente meraviglioso, e continuo a ricordarne ogni singolo particolare.

Mentre sono intenta a farmi avvolgere dai miei dolci ricordi sento mia sorella che mi tocca la spalla e indica la porta che si sta spalancando, per farmi finalmente scoprire a chi fosse destinato il posto vuoto e con il suo passo sicuro, ma elegantissimo, entra Bee, la mia nuova amica direttore d'orchestra. Salto immediatamente dalla sedia per correre ad abbracciarla, dopo averla conosciuta al concerto aveva pranzato qui e in poche ore avevamo legato tantissimo, ma era subito dovuta ripartire per impegni di lavoro ed era la prima volta che la rivedevo da allora. "America!! Che bello rivederti,mi sei mancata tanto!!" La stringo forte. "Anche tu! Non vedo l'ora di farti conoscere i gemelli e poi tu devi raccontarmi di tutti i posti in cui sei stata". 

Ci sediamo finalmente a tavola ed è in momenti così semplici che mi ricordo quali sono le cose importanti, quali sono le persone che voglio sempre al mio fianco e grazie alle quali non ho paura. So che ci aspetta una vita in ogni caso faticosa, so che i ribelli non ci daranno pace, che ho dei meravigliosi bambini da proteggere, so che subiranno i giudizi di tutti i cittadini e che non saranno piccoli per sempre, che la più grande prenderà il mio posto e dovrò insegnarle al meglio come comportarsi e difendersi da tutto ciò che potrebbe rovinare la sua felicità. So che ci aspettano tanti impegni e ne ho avuto la prova in questo ultimo anno in cui, nonostante la gravidanza, ho assunto tutti i miei compiti, so che nulla di quello che ci circonda è certo e vale la pena godersi tutto minuto per minuto, che la vita è fatta di attimi, belli e brutti, e vale la pena viverli tutti, che basterà poco a ricordarmi quali sono le cose importanti per le quali vale la pena lottare, senza mai mollare.

Quando tutti si sono ritirati nelle proprie stanze io e Maxon ci concediamo qualche minuto solo per noi prima di sprofondare nel sonno, che sarà spesso interrotto dai bambini chiaramente, e tutto quello di cui ho voglia è perdermi nei suoi occhi e abbandonarmi ai miei pensieri. "Qualcosa ti turba?" mi dice lui sfiorandomi il viso.

"Maxon tu mi ami?".

Penso che la domanda lo lasci spiazzato, è una cosa che siamo tanto abituati a dirci che la domanda può risultare quasi inutile, quindi mi affretto a continuare. 

"Mi ami? Nel senso, mi ami anche ora che sono stanca e ho le occhiaie? Che ho il corpo sformato dal pancione che avevo? Mi amerai quando sarò ancora in queste condizioni quando avremo altri figli?" E qui mi fermo un attimo perché non ne avevamo mai parlato, ma è chiaramente un desiderio di entrambi. "E.." 

Mi posa un dito sulle labbra. "Ti amo. Sì, ti amo, posso giurarlo. Come sei stata, come sei e come sarai. So che la vita è un po' un tunnel buio, di cui non sappiamo com'è la fine e come sarà la strada per arrivarci, ma so che voglio percorrerla con te, non dimenticarlo"

Sorrido, sa sempre cosa dire e i suoi occhi trasmettono tutta la sincerità del suo, del nostro, amore.

"E quindi.. in questo tunnel così difficile mi starai accanto, sempre? Fino alla fine?"

 

"Fino alla fine."




 

The End.




 

Spazio autrice

Non so cosa sto provando in questo momento, questa storia è stata una sfida, è stata difficile e non poche volte ho deluso chi mi seguiva con i miei aggiornamenti così lontani, ma non posso che ringraziare chi è arrivato fin qui.

Sono immensamente felice di ciò che ne è venuto fuori, una storia breve ma nella quale c'era tutto ciò che volevo dire, che volevo trasmettere. Questi due personaggi che amo così tanto, come li vedo io, e sono felicissima di aver avuto il coraggio di condividerlo con tutti voi.

Grazie a chi commenta e mi strappa i più bei sorrisi, e a chi legge in silenzio.

Grazie a chi mi ha dato i più svariati consigli e a chi, nella mia vita "reale", ha ispirato il carattere di qualcuno e poi proprio altri personaggi. Tutte persone davvero fondamentali per me.

Grazie. Con tutto il mio cuore.

Non ho finito di scrivere, per niente. Scrivere mi piace, ho solo capito che le storie a capitoli non vanno bene per me e tutti i miei impegni. Mi incentrerò quindi su delle One Shot, delle storie singole, sia su argomenti proprio diversi, ma soprattutto  vorrei scrivere dei "Missing Moments" di questa storia, quindi riprendere in maniera più approfondita dei momenti in particolare che ho già trattato o cose di cui non ho mai parlato ma che voi siete curiosi di scoprire. Potete chiedermi qui nei commenti tutto ciò di cui vorreste che io scrivessi, i momenti della storia che volete conoscere più a fondo o cose che avreste voluto che io aggiungessi.

Scrivetemi poi il vostro momento preferito di questa storia.

Ancora immensamente GRAZIE.

Vi voglio bene e a presto. Xxxx <3

 

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