I’ll be yours and you’ll be mine

di Giadavampette18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi siete? ***
Capitolo 2: *** La dura verità ***
Capitolo 3: *** La scoperta ***
Capitolo 4: *** Verrà? ***
Capitolo 5: *** Gli ultimi giorni a New York ***
Capitolo 6: *** Che cosa sta succedendo? ***
Capitolo 7: *** Come faceva a sapere quello che stavo per dire? ***
Capitolo 8: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 9: *** La tristezza ***
Capitolo 10: *** Indimenticabile ***



Capitolo 1
*** Chi siete? ***


Ansia, gioia, siamo tutte qua ad aspettare che escano i nostri idoli, i The Vamps, non vediamo l’ora di poterli vedere dal vivo, di avere il loro autografo e una foto con loro. Per adesso c’è abbastanza silenzio siamo tutti qui, sotto il loro hotel e fra qualche secondo usciranno per andare al loro mitico concerto.                                                                                              
Il silenzio  non so se durerà per molto perché appena usciranno Brad, James, Tristan e Connor ci sarà il caos più totale. Abbiamo tutti il cellulare e le fotocamere in mano, io sono insieme alla mia migliore amica, Irene, abbiamo fatto un lungo viaggio per venire fino qui e ora che siamo a tanto così dai The Vamps ci batte il cuore a mille.                                                                                          
Oggi è il mio compleanno e non c’è regalo più grande che vedere i miei idoli. Esce prima Tristan che incomincia a farsi foto con le fan compresa la mia amica Irene, dopo di che arrivano Connor e Brad e per ultimo James. Manca qualche ora al concerto e quindi hanno un po’ di tempo per fare qualche foto in più, nel frattempo sempre più fans arrivano e c’è più caos.                                                                                              
Dopo qualche minuto arrivano le guardie del corpo che li portano sempre più vicino alla macchina, quando a un tratto mi sono sentita male e sono svenuta.
Mi  risveglio in ospedale, vedo due persone accanto il mio letto, una ragazza che sembra avere la mia età e un ragazzo.                                        Appena apro gli occhi quel ragazzo e quella ragazza si alzano e io sono un tantino spaventata, anzi meglio, molto  spaventata.
La ragazza mi chiede come sto, se sto bene, se mi fa male la testa e moltissime altre cose, che non mi lascia neanche il tempo di rispondere, in effetti sembra parecchio spaventata, comunque  chi sono questi due e perché sono in ospedale.                                                                                              
La ragazza si è fermata e le  chiedo che ci faccio qua e  mi spiega che sono caduta battendo forte la testa, mi giro verso il ragazzo, penso è un dottore, ci sono nel mondo dottori così giovani, ma non sto a pensarci e chiedo …”Lei è un dottore?”.
Lui improvvisamente ha una faccia sorpresa, ma mai quanto quella della ragazza ,ma piuttosto che cavolo ci fa qui, io non la conosco neanche…Forse è meglio che chiami una dottoressa. In una frazione di secondo il ragazzo e la ragazza si alzano, io li guardo , loro mi guardano, la ragazza mi chiede: ”non sai chi è lui?” io rispondo che non so neanche chi fosse lei.
Poi entra una dottoressa e mi spiega che i miei genitori stanno parlando con il dottore e che arrivano subito, nel frattempo la ragazza e il ragazzo si avvicinano al mio letto e io cerco di allontanarmi e mi chiedo che cavolo vogliono da me.          

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Capitolo 2
*** La dura verità ***


La dottoressa mi dice che ho battuto molto forte la testa e che ho rischiato di avere un trauma cranico , io sollevata ma nello stesso tempo spaventata le dico:” quindi non mi è successo niente di grave?” e lei mi risponde che in realtà c’è un problema. “quale?”  chiedo  con controvoglia.
“Hai perso la memoria e non sappiamo con precisione quando ritornerà o se ritornerà” continua lei. Io penso non è possibile sicuramente c’è un errore e nel mezzo dei miei pensieri vengo interrotta di nuovo da quella ragazza che dice: “ti ricordi di me vero?”. Io un po’ confusa rispondo di no e che non so perché due sconosciuti sono in ospedale con me.        
La ragazza scoppia a piangere dicendo frasi confuse e il ragazzo mi dice: ” Eri sotto un hotel, c’era molto caos e in mezzo a quella folla tu sei svenuta e mentre facevo autografi ti ho visto li perterra ,vicino a me e mi sono un po’ preoccupato, allora ti abbiamo portato in ospedale.” Io in quel momento avevo davvero tantissima confusione in testa e non capivo molte cose.                        
Nel frattempo la ragazza mi dice :”siamo venute insieme  fino qui, volevamo fare delle foto insieme a i The Vamps e poi andare al loro concerto”. Io la guardo sorpresa e  chiedo :” Chi sei tu? E chi sono i The Vamps?”. La ragazza sempre piagnucolante mi dice :”Sono la tua migliore amica e i The Vamps sono il nostro gruppo preferito”.
Io guardo l’infermiera e chiedo come sia possibile che non mi ricordi della mia migliore amica, l’infermiera dice che ho eliminato una buona parte dei miei ricordi ma che potrebbero ritornare.
Mi volto verso il ragazzo e gli chiedo:” scusa ma quindi tu sei famoso? E allora che cavolo stai qui con me? Se ho capito bene non hai un concerto da fare?”. “bhe… io stavo per andarmene e tu sei svenuta nei miei piedi praticamente e tutte le altre ragazze  non se ne  preoccupavano tranne Irene che non riusciva a portarti via dalla folla” dice il ragazzo. “ Irene …ti chiami così ?” interrompo io. Il ragazzo annuisce mentre la ragazza, cioè Irene ,piange e credo stia parlando con i suoi genitori. “comunque “ continua il ragazzo, “quando mi sono accorto che le altre ragazze non ti aiutavano anzi quasi ti calpestavano ti ho preso in braccio e ti ho portato alla macchina e siamo andati dritti all’ospedale.”                                                                                   Io sorrido colpita dalla sua generosità, dopo di che arrivano i miei genitori che iniziano a fare le stesse domande che aveva fatto Irene all’inizio…stai bene? Hai male alla testa? Quante dita sono queste? E molte altre domande di cui la maggior parte sapevano già  la risposta.
Il dottore chiama i miei e nello stesso   tempo arriva la madre di Irene che le dice che è ora di andare e che potrà tornare domani.                                      
Lei mi abbraccia, io sono un po’ imbarazzata ma la abbraccio anche io, giusto  per non sembrare scortese. Rimaniamo da soli io e il ragazzo …“ Come ti chiami?”  gli chiedo “James, James McVey “  risponde. 

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Capitolo 3
*** La scoperta ***


“Sono molto colpita dalla tua generosità ,ma… Non hai un concerto da fare? Non vorrei che solo per me te lo perdessi” gli dico. “Tranquilla il concerto è questa sera, c’è ancora tempo e il resto del gruppo è andato a fare un’intervista” continua lui. Io un po’ sorpresa gli dico: “ma perché dovresti stare con me, invece di fare l’intervista ? Non ha alcun senso!”. “Mi sono molto preoccupato per te e ho preferito vedere se andava tutto bene”. Mi risponde lui. “Non va tutto bene,mi fa malissimo la testa e ho perso la memoria!” dico io scoppiando a piangere. In quel momento James si avvicina e mi abbraccia, io sono molto imbarazzata ma mi sento anche molto protetta. “Non piangere” mi dice lui. Io un po’ piagnucolante gli sorrido. Subito dopo entrano i miei genitori ,James si allontana, mia mamma sta piangendo e mio papà lo vedo molto preoccupato. Chiedo “perché stai piangendo?Che cosa sta succedendo?” mia mamma continua a piangere e nel frattempo il dottore mi dice:" Non sei svenuta per motivi naturali, infatti con le analisi del sangue abbiamo potuto ritrovare delle quantità di sonnifero e di droga e inoltre dietro al tuo collo c’è un chiaro segno di puntura". “ E perché qualcuno avrebbe dovuto drogarmi e farmi svenire!?” chiedo io, toccandomi il collo. I miei genitori si avvicinano e mi dicono :"Dovrai stare qui per alcuni giorni e qualcuno sarà sempre con te". Io le sorrido con le lacrime agli occhi. Mio padre mi chiede ”Chi è quello!?”. "Lui mi ha portato in ospedale , era lì quando sono svenuta”. Mia madre lo ringrazia , si volta verso di me e mi dice “ Io e tuo padre andiamo un attimo a parlare con il dottore ma torniamo subito”. Rimango di nuovo sola con James che mi dice che deve andare ma che domani tornerà a trovarmi. Io gli sorrido e lo ringrazio del suo aiuto e gli dico che senza di lui non c’è l’avrei fatta.

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Capitolo 4
*** Verrà? ***


Rimango da sola e mi immergo nei miei pensieri. Perché una persona avrebbe dovuto farmi del male proprio lì in mezzo e se mi rifarà del male. Mi giro un po’ intorno con lo sguardo e vedo una borsa, credo sia la mia, la prendo e ci frugo dentro. Trovo un cellulare, credo che se guarderò un po’ di immagini magari riuscirò a ricordarmi qualcosa. Apro la galleria, vedo immagini di me e Irene al mare, in piscina persino a Venezia ma non mi ricordo proprio nulla. Girando le foto trovo moltissime foto e video di quattro ragazzi e uno è James!! Poso il cellulare mi reimmergo nei miei pensieri e inizio a pensare che quel ragazzo è stato davvero generoso e che secondo me una persona famosa come chiunque altro non l’avrebbe mai fatto. Però per me non ritornerà domani. Nel mezzo dei miei pensieri vengo interrotta dai miei genitori "l’infermiera ti porterà del cibo per cenare". durante la notte ho continuato ad avere incubi su quell'uomo che ha voluto farmi del male, forse voleva farmi svenire e portarmi via per chiedere una grande ricompensa , ma perché proprio io, che cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Cioè ho perso la memoria non è una cosa da niente. Sta mattina mi sveglio e vedo i miei e Irene, si sono subito avventati tutti su di me ma chissà il perché ma il mio unico pensiero è se James c’è o no ma sfortunatamente non lo vedo. Irene incomincia ha bombardarmi di domande e nello stesso tempo anche i miei: “ti ricordi qualcosa?Hai male alla testa? Hai sete? Hai fame?” cose del genere. “Forse, un po’,no ,no!” rispondo. Incomincio a innervosirmi “Non lo so!!!” urlo. C’è un momento di silenzio “ non ho fame ne sete, ho solo voglia di stare da sola” continuo io. I miei e Irene si stanno dirigendo verso la porta, quando penso che forse, perché mi ritorni prima la memoria devo parlare un po’ con, tra virgolette, la mia migliore amica. Allora gli faccio segno di restare a Irene e abbiamo parlato per circa un ora e visto foto e video davvero divertenti di noi, ascoltato musica dei The Vamps che da quello che dice lei è il mio gruppo preferito e che li amavo alla follia. “Ero super preoccupata per te in auto, avevo delle vampate e mi girava la testa e se mi giravo vedevo i The Vamps, che sono anche il mio gruppo preferito, mi sembrava un sogno e un incubo allo stesso tempo.” mi dice lei. Io le sorrido “Ma secondo te oggi ritornerà James a farmi visita?” le dico un po’ arrossendo. Lei non mi risponde fa solo un mezzo sorriso e dice che James era il mio preferito dei The Vamps. Bussano alla porta, neanche il tempo di chiedere chi è che i miei sono già di fianco il letto, entra anche la mamma di Irene che le dice che è tardi e deve andare, io la guardo e le sorrido e penso proprio di aver capito perché era la mia migliore amica, la saluto. “Senti facciamo così tu vai a casa mangi e ti fai una doccia e quando ritorni ci facciamo il cambio” bisbigliano i miei genitori in un angolo della stanza. “Ho perso la memoria ma non sono ancora sorda, andate a casa tutti e due mangiate e vi riposate un po’, siete qua da tutta la notte, se ho bisogno qualcosa chiamerò l’infermiera.” Gli dico io. “Ne sei sicura, per noi non è un problema” dice mia madre con aria preoccupata. Annuisco convinta, i miei riferiscono alla infermiera che ritorneranno fra un’ora e mezza e che se c’è qualche problema di chiamarli subito. Mentre me ne stavo lì a far niente mi viene voglia di sgranchirmi un po’ le gambe, mi alzo,vado in corridoio ,vedo l’infermiera e le chiedo quando è l’orario di visita per le persone non imparentate con il paziente. “ Dalle 9:00 alle 10:00 la mattina e dalle 7:00 alle 9:00 la sera” mi dice lei sorridendo . Rientro in camera, guardo l’orologio sono le 8:30 magari….Verrà nell'ora di visita, fra mezzora però non devo neanche farmi tante illusioni, mi guardo allo specchio ”o mio oddio sono un orrore “ dico ad alta voce, se per caso venisse James non devo farmi trovare in questo stato. Ritorno dall'infermiera e chiedo se posso farmi portare dei vestiti, “certamente” mi risponde sorridendo. “Lei sa quando potrò tornare a casa?” le chiedo prima di andarmene, “Non è niente di sicuro ma se ho capito bene fra qualche giorno potrai uscire” mi dice sempre con lo stesso sorriso. La ringrazio torno in camera e prendo il cellulare, chiamo Irene e le chiedo se mi può portare dei vestiti. In quindici minuti è arrivata in ospedale con dei vestiti. Mi sono messa un paio di jeans e un maglioncino rosa pallido con delle margherite , mi sono pettinata e ho messo in ordine il letto. “Vuoi andare a prendere un te caldo nel bar qui sotto?” mi chiede Irene. Io guardo l’ora, sono le nove meno dieci e se arrivasse ma non mi trova in camera se ne andrebbe. ”Perché guardi in continuazione l’orologio?” mi chiede lei ancora prima che rispondessi alla prima domanda. “ Aspetti qualcuno?” continua lei con quel sorrisetto un po’ malizioso. “Si” le dico bisbigliando . “ Chi è”? … Ah, lo so , meglio che vada adesso ,ci sentiamo dopo “continua Irene e se ne va e nel frattempo io non ho aperto bocca.

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Capitolo 5
*** Gli ultimi giorni a New York ***


Sto qui seduta da più di mezzora a guardare vecchi messaggi nel telefono. Incomincio a credere che non verrà e fra meno di un’ora arriveranno i miei genitori. Proprio nel mezzo della mia depressione mi bussano alla porta.“Chi è?” chiedo . “James”  e in quel momento mi brillano gli occhi, il cuore sta andando a mille. “Avanti” dico con la voce un po’ tremolante. La porta si sta aprendo, io incomincio a sudare freddo anche se non ne capisco il motivo. “scusa il ritardo, sono riuscito a liberarmi solo adesso,ecco ti ho portato questo”.  
“Un mazzo di fiori, grazie sei davvero gentile” continuo io .                                                                                                                                                    “Ti vedo in ottima forma” mi dice con quel sorriso meraviglioso. “Grazie ”gli dico arrossendo. “Fra quanto potrai uscire?” mi chiede, mentre io poso i fiori nel comodino. “Fra qualche giorno, pochi credo” continuo  io.                                                                                                                                               “Meno male… Emh ti va di andare a prendere un caffe?” mi chiede lui con quel sorriso che farebbe sciogliere anche i ghiacciai nei punti più freddi. “Emh…OK” continuo io.Scendiamo in caffetteria, io prendo un tè e e James un caffè. Ci sediamo e inizia  a raccontarmi la sua giornata e nei minimi dettegli per giunta.
Io  lo ascolto con occhi illuminati di gioia.                                                                                                                                        
“Ti sto annoiando?” mi chiede. “ No ma figurati, la tua vita è super interessante” gli dico io.                                                                
Mi guarda e si mette a ridere, “Raccontami qualcosa di te ora”. Io lo guardo con occhi sbarrati “ Scusa ma in questo momento non mi ricordo molto della mia vita,so solo che ho vent’anni e che ho, a quanto pare, una migliore amica che si chiama Irene e che vi amo alla follia” dico io accorgendomi di aver detto una cavolata.
James incomincia a ridere, “Nel senso che Irene ha detto che mi piacevate voi, come gruppo intendo”dico. “Stai tranquilla, sei confusa si può capire, c’è qualche novità comunque?” mi chiede.                      
” Emh…In realtà si, ho scoperto che non sono svenuta per fatti naturali.” All’improvviso quel sorriso magnifico scompare dal suo viso ,“ Quindi qualcuno avrebbe voluto farti del male?!”.                                                                                                                                                          
“A quanto pare si” gli dico con aria triste. “Sono stata drogata” continuo. “Ma è terribile!”. “Già, ma ora sto bene, se non consideriamo che ho perso la memoria” gli dico con un mezzo sorriso. “ Vedrai che andrà tutto bene” mi dice, con una pacca sulla spalla.                                                                         Nel frattempo io avevo finito il tè e lui il caffè, guardo l’orologio , “Oh fra poco i miei saranno qui e se non  mi vedono in camera si preoccuperanno” gli dico alzandomi . Io e James ci fermiamo davanti alla porta della mia camera , lo guardo negli occhi “Hai degli occhi davvero belli” dico ancora prima di pensare. “Grazie, anche tuoi sono molto belli “ dice sorridendo. Io arrossisco, siamo così vicini che riesco a sentire il suo respiro. “Allora tornerai anche domani?” gli chiedo con un nodo in gola. “Ovvio,se ti fa piacere “.  "Si mi fa molto piacere".                                                                                                   Gli sorrido e mi allontano un po’ giusto per rifar partire il mio cuore che si era fermato dall’ agitazione. "Ora devo andare, a domani", ci salutiamo e torno in camera.
Non riesco davvero a capire perchè quando sto con James, sono così impacciata e agitata.
 /la mattina seguente/Stamattina mi sveglio, faccio colazione, telefono ai miei , mi vesto e vado dall’infermiera "Il dottore ha deciso che già entro sta sera puoi  tornare a casa"dice sempre con lo stesso sorriso di sempre. Sono sollevata ma anche un po’ triste perché forse non rivedrò mai più James.
Torno in camera, tempo tre minuti  arriva James,prendiamo sempre il solito caffè e il solito tè e andiamo a berlo in terrazza. “Senti io stasera tornerò a casa,ma non voglio perdere i contatti con te, cioè sei diventato un amico per me e non vorrei perderti” gli dico io.                                
“Torni già a casa? Senti,io ti do il mio numero e tu dammi il tuo” .                                    
“Perfetto! Io abito a Londra, non so dove abiti tu, credo qui vero?” gli domando io.                                                  
“No veramente i The Vamps sono qui a New York per un tour, scusami ti ho sempre raccontato tutte le interviste, i concerti ma mai che sono qui solo per qualche concerto e cose varie, io abito a Londra.” Continua lui.                                                                                                                        
Yeeeeeeee urlo nella mia mente, potrò rivedere quel magnifico sorriso accompagnato da quei occhi color acqua marina all’aperto e azzurro cupo al chiuso, ma l’unica cosa che ho saputo dire è stata :”Ah, e quanto ancora starai qui?”. “una settimana giusta da oggi e tu invece? Partirai già stasera?” .         “No, ho sentito i miei, hanno preso una stanza in un albergo ed esagerati come sono l’hanno presa per una settimane, quindi partirò fra quattro giorni” gli dico io.
È una mattina con una fitta nebbia e io ho molto freddo e proprio come nei film d’amore lui mi guarda e mi da la sua giacca, io improvvisamente non ho più freddo, anzi.




FATEMI SAPERE CHE COSA NE PENSATA, SE DEVO CONTINUARLA OPPURE NO 

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Capitolo 6
*** Che cosa sta succedendo? ***


È sera preparo la mia roba e vado con i miei in albergo, trascorro una nottata tranquilla ma quando mi sveglio sono davvero triste perché sono le 9:30 ma non ho davanti il mio tè. Mi giro un po’ i pollici, poi mi squilla il telefono e i miei occhi mi si illuminano, rispondo. “Pronto?”- “Hei sono James, scusa il disturbo , ti va di andare a prendere un tè  insieme ma stavolta in un vero bar e magari in centro”-  “Ehmm…”- “A già verrà anche il resto del gruppo”-“ Per me va bene ma io non conosco la città non riesco a venire in centro da sola e i miei la conoscono ancora meno”- “Tranquilla ti passo a prendere io, in che hotel sei?”-“ Hotel Mela Times Square”- “OK “-“ Per che ora verrai?” -“Ora va bene?”-“…si!”-“ok a dopo”. Mi metto un giubbotto vedo se ho i capelli a posto e mi dirigo verso l’uscita.                                                           Sono un po’ agitata perché con James oramai non mi sento più in imbarazzo ma chissà con il resto del gruppo, in effetti non mi ricordo neanche bene i nomi, magari faccio una ricerca veloce con il telefono per vedere come si chiamano, ma neanche ad avere il tempo che sento urlare il mio nome dal fondo della strada. “Arrivo subito” urlo, voglio  mettermi a correre perché scoppio di gioia ma poi magari sarei sembrata troppo ossessiva e allora cammino semplicemente veloce .                                   Mi arriva un messaggio, non volevo togliere lo sguardo da quel magnifico sorriso ma continuava a suonare e allora lo prendo e guardo il messaggio e di colpo mi fermo. Il messaggio era terrificante spero di averlo frainteso ma avendolo letto cinquanta volte mi sa che il messaggio era proprio quello.                                                         Qualcuno mi  tocca la spalla, ho paura di girarmi , “Giada è tutto a posto, sembri preoccupata” mi dice James , mi giro di colpo, “ No no è tutto a posto”, “Ah ok meno male, Tristan , Connor e Brad sono già in centro sono troppo pigri per venire fino qui e andare in centro a piedi” dice James ridendo.                                                       Rido anche io e insieme andiamo in centro, era così bello parlare con lui, ascoltare che cosa deve fare domani e dopodomani. “Siamo arrivati, ecco loro sono Brad, Connor e Tristan” dice James indicandomeli.                                                
“Ciao, non vedevo l’ora di vedere la grande amica di James, ci ha parlato molto di te “ dice il ragazzo alto con i capelli biondi, Tristan mi pare, mentre mi abbraccia come se mi conoscesse da una vita, io ovviamente lo abbraccio perché non volevo sembrare vergognosa, la prima cosa che ho notato mentre mi presentavo e che si muore di freddo ma loro sono vestiti così leggeri, cioè io avevo un maglione e un giubbotto sopra , Brad maniche corte e una giacca di jeans sopra , ci credo che non avevano voglia di venire fino qui a piedi sarebbero gelati prima.                                                            
Da li a un’ora abbiamo solo riso e parlato, sono forse le persone più simpatiche al mondo, Brad secondo me assomigliava molto a Irene di carattere , Tristan mi parla come se fossimo migliori amici da quando eravamo piccoli e Connor è la tenerezza in persona.                                                                                                      
Mi risuona il cellulare, rabbrividisco perchè  mi ritorna in mente subito  quel messaggio di prima, avevo quasi paura a leggerlo,lo prendo, lo sblocco, è solo mia mamma che mi chiede quando torno.                                                                                        
“Devo tornare in albergo” dico io , “ Ok ti accompagno “ mi dice James mentre si infila la giacca, salutiamo gli altri e ci dirigiamo verso l’albergo. “Allora…Domani alla stessa ora?” gli chiedo.                                                                  
“No scusa domani ho una  intervista davvero importante” mi dice, “Ah” bisbiglio un po’ delusa, “ Che ne dici se oggi ti faccio fare un tour della città, quando ti ricapiterà di visitare New York e poi stasera ho un concerto , vieni anche tu? “mi domanda lui. “Sarebbe bellissimo visitare la città, per il concerto non lo so” gli rispondo. “Spero che puoi venire, sarebbe bellissimo, io comunque ti porto il biglietto per il concerto e per il backstage “ dice lui con gioia.
 In poco tempo siamo già davanti al portone , “Certo che quando ci si diverte il tempo passa davvero veloce” gli dico.                                                                           Lui mi guarda, occhi fantastici, sorriso abbagliante, ora che faccio lui si avvicinava sempre di più e ad un tratto…. Mi squilla il telefono , è Irene, che ha interrotto forse niente o forse tutto.                                                                                       
“Scusa ora vado ci vediamo dopo mandami un messaggio per l’ora” gli dico , lui annuisce e io faccio per rispondere ma prima mi prende la mano e mi abbraccia , “Che mostro potrebbe aver fatto del male a una persona come te?”.                                                                                                                                                  
Lo abbraccio anche io e poi entro nell’hotel e intanto il telefono aveva smesso di squillare. Mentre salgo le scale la richiamo “Pronto”-“Che cosa volevi?”-“Niente sapere come stavi e che cosa fai oggi e da un po’ che non ci sentiamo”-“ le solite cose , sta mattina sono uscita con James, Tristan ,Brad e Connor  a prendere un caffe”-“………..”-“ci sei ancora?”-“si… ma davvero tu sei uscita con i The Vamps ?!!”-“si”_”e come sono, cosa ti hanno detto ,tu cosa gli hai detto, aspetta ma tu e James ora siete amici…  Ma quando sei qui devi farmeli conoscere”-“ sono persone normale come chiunque altro, ora devo andare ciao”.                                         Apro la porta, mia mamma mi urla subito contro dicendomi che la prossima volta devo risponderle ai messaggi e poi arriva mio padre dicendo che non conosce quei ragazzi  ed è molto diffidente . “Sono splendide persone devi solo stare tranquillo, questo pomeriggio andrò a fare un giro della città con James e poi la sera andrò a un loro concerto “.                                                                          
“No tu non vai da nessuna parte , tu non stai bene!” dice lui  fissandomi dritto negli occhi.                                                                              
“Papà, sono stata una settimana sdraiata in un scomodo letto in ospedale senza mai uscire tranne magari dalla terrazza, permettimi di uscire ora che posso” gli dico con aria convinta, prima ancora che mio padre potesse inventare qualche scusa bislacca per non farmi andare interviene mia mamma : ”Dai falla uscire, tanto sarà sempre in compagnia e non correrà rischi, giusto Giada?”, “Giustissimo “ le rispondo.                                                                      
 “Si ok , ma al concerto di nuovo in mezzo a una folla non la mando, non voglio rischiare che…”ribatte mio padre. “Papà tranquillo James mi darà i biglietti per il Backstage lo ascolterò da li” gli dico avvicinandomi a lui.                                                                              
Finita la discussione con mio padre, scendiamo di sotto a mangiare , quando ci siamo seduti a tavola, non ho fatto altro che pensare a quel messaggio così terrificante, per tranquillizzarmi penso che sia uno stupido scherzo ma il dubbio c’è sempre. Sono ritornata in camera mi sono cambiata e sono in attesa della telefonata di James, mentre aspetto mi arriva un messaggio, è una immagine… Butto il telefono a terra e corro alla finestra , era lo stesso numero del messaggio di prima, nella foto c’ero io quando mi stavo vestendo e sembrava essere scattata da qui, mi sembra un incubo, prima la puntura poi i messaggi, che cosa sta succedendo?

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Capitolo 7
*** Come faceva a sapere quello che stavo per dire? ***


Perchè qualcuno avrebbe dovuto scrivermi “divertiti finche puoi che per te la felicità sarà breve”, perchè?
Il telefono squilla, lo prendo è James che mi dice di raggiungerlo che è già sotto l’albergo.                                        
Faccio un salto alla cucina e saluto i miei e raggiungo James. Mentre camminiamo penso se dirgli che cosa mi sta succedendo, ma non lo so, comunque prima che potessi prendere una decisione vengo interrotta e quindi lascio la decisione a più avanti. “Oggi ti farò vedere la città, a New York ci sono già venuto tante volte anche con la mia famiglia, questa città ha qualcosa di magico, fidati  “ dice.                                                                            
Io gli sorrido e gli chiedo che cosa fanno gli altri oggi, “Niente, oggi è la giornata libera” mi risponde. Mentre camminiamo incomincia a nevicare . “Allora questa è Times Square” dice James mentre avanza. Io mi guardo intorno con gli occhi sbarrati ci sono schermi e luci dov’unque . “Wow è un posto magnifico” dico.
“ Lo so ma non è finito qui il tour, seguimi” dice James prendendomi la mano. Dopo una lunga camminata e tante foto siamo arrivati a Central Park, ok se esiste il paradiso eccolo qui , non ho mai visto Central Park innevata ed è uno spettacolo, non c’è molta gente, solo io James che camminiamo per il sentiero ,finito di girare tutto il parco siamo esausti. entriamo in un bar e beviamo cioccolata calda, “Allora sta sera vieni?” mi domanda James, “Ovvio, come potrei perdermelo?” gli rispondo  sorridendo.                            
James sorride, “Il tuo ragazzo deve essere davvero fortunato ad avere una fidanzata come te” dice.
“è una delle prime cose che ho chiesto e no non ho un fidanzato, ho avuto un ex ragazzo che da come mi ha raccontato Irene era manesco e mi trattava male “ gli rispondo. “Mi dispiace “ mi dice mettendo il braccio  intorno alle mie spalle , “Tranquillo non mi ricordo nulla nemmeno il nome e a questo punto è un sollievo” gli dico dopo aver sorseggiato l’ultimo goccio di cioccolata calda.                                                                
 Siamo usciti dal bar e camminiamo verso l’hotel, sto morendo di freddo e James pure e allora ci avviciniamo un po’ per riscaldarci, a un tratto un uomo ci è venuto addosso facendomi cadere e subito dopo è corso via, James mi aiuta ad alzarmi , “Stai bene?” mi chiede, “Si e tu?”, “Si”, ci guardiamo intorno per vedere se ci fosse ancora ma non ce n'è più traccia e allora ci  rincamminiamo. Arrivati davanti alla porta, lo ringrazio per la giornata e lo abbraccio, “Allora ti passo a prendere alle 7.30 per il concerto con il resto dei ragazzi” mi dice lui . “Okay”, lo saluto e vado in camera. Quando sono entrata non vedo i miei ma c’è un biglietto, “Siamo usciti per prendere una tisana, baci “. Gli telefono e gli dico che  per il concerto è tutto a posto.                                                                                      
Mi sto per cambiare ma prima chiudo le tende della finestra dopo l’ultima esperienza non voglio rischiare.                                                                            
Chissà il perché ma avevo un po’ paura a stare da sola, allora prendo il telefono e chiamo Irene, le racconto tutta la mia giornata e lei riusciva solo a dire wow, che bello e cose del genere , ah anche che gli mancavo tanto e in fondo anche lei mi mancava.                                                                            
Quando sono arrivati i miei in camera, ho preso un grande respiro e ho deciso, gli racconto tutto, del messaggio, della foto e di quell’uomo. Mi alzo, li saluto, “Mamma, papà ho qualcosa da dirvi” e prima che riuscissi a dirgli qualcosa  mi suona il cellulare, “Sta zitta ,o qualcuno a te molto caro finirà male”, mi giro intorno agitandomi. “Allora, che volevi dirci?” dice mia mamma confusa , “Beh....Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me in questi giorni” gli dico abbracciandoli e fissando la finestra.Come faceva a sapere quello che stavo per dire?                                                                                            
Prima del concerto mi voglio fare un bagno, mentre sono nella vasca riesco solo  a pensare a quei messaggi che mi fanno rabbrividire il sangue.                                Mi sto asciugando i capelli, ma ho sempre questa sensazione di essere spiata,  però non ci devo pensare , sta sera voglio solo andare al concerto e distrarmi un po’ con buona musica. Sono le sette e mezza e io sono qui in macchina per andare a vedere i The Vamps suonare, “Io vi ascolterò dal backstage, cioè,dai mi sento importante” dico scherzando . “Ah Giada devi stare molto vicino a noi, lì ci saranno molti fan , quindi stammi vicino” dice James. “Okay”.                                              
E si in effetti, ci sono davvero tanti fan.                                                                                                                                                                                 Usciamo dalla macchina , siamo uno dietro l’altro, c’è moltissima gente, in tutta quella confusione, però, c’è una persona che attira la mia attenzione, è vestito come l’uomo che ci è venuto addosso questo pomeriggio, è abbastanza inquietante , sta lì immobile senza fare il minimo cenno, va beh la gente d’oggi  è strana, sorrido perché vedo James, cioè non è che se lo vedo sorrido, nel senso che ho sorriso perché fa foto con le fan che poi certe fan si mettonoo anche a piangere. Una volta dentro ,è arrivato uno con la telecamera e i The Vamps  si mettono a parlare e anche a fare gli stupidi, io sono in angolo a ridere e a godermi lo spettacolo, sono dei ragazzi davvero divertenti e penso di essermi presa una cotta per un componente del gruppo.

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Capitolo 8
*** Ritorno a casa ***


Sta per iniziare e i ragazzi sono come fratelli, si sente il presentatore che li sta annunciando.“Dicci buona fortuna” mi dice James, io lo guardo e gli sorrido e lui va nel palco e in un secondo  ci sono delle urla fortissime. Vedere James e ovviamente anche il resto del gruppo cantare e suonare è  bellissimo.
Ora siamo nel camerino, il concerto è finito, “Siete stati bravissimi , siete musicisti e cantanti strepitosi”  dico, James fa per abbracciarmi ma io lo allontano, “Abbracciamoci quando non se così sudato” dico  ridendo,entra una ragazza che va dritta verso Brad. “ Brad ti devo parlare “dice la ragazza, io guardo James e chiedo chi è quella, e nel frattempo Brad e la ragazza vanno in una altra stanza. “È la ragazza di Brad, Jessica” dice James subito prima di sdraiarsi sul divano, “Ma sai, non so ancora per quanto lo sarà, cioè litigano in continuazione” dice Connor e conferma Tristan.  
Subito dopo in effetti la sento urlare, sembra un oca .
Ritorna  Brad “Dov’è Jess?” chiede James, “Se n’è andata” dice Bradley con aria arrabbiata. Entra di nuovo quel cameramen che è un grande amico dei ragazzi , io appena entra mi tolgo e sto seduta a rigodermi lo spettacolo.  
Il cameramen si chiama Dean ed è anche lui molto simpatico,le riprese vanno tranquille finchè non entra di nuovo Jessica che appena ha visto la telecamera accesa , sembra essere la persone più gentile del mondo e tutta l’ arrabbiatura di prima , svanita, anzi ha pure baciato Brad, anche se lui non pare felice della cosa, infatti  sembra quasi sorpreso.                                                                                                                                                                                      
Va beh ora devo ritornare  all’albergo saluto i ragazzi e li ringrazio della bella serata, il giorno seguente l’ho passato con la mia famiglia, c’è poco da raccontare, abbiamo visitato il MoMA, il museo dell’arte moderna, ho telefonato a Irene raccontandole del concerto e parlato con James .                                                                     Domani parto e mi dispiace un po’, fin quando i The Vamps non finiscono il tour non li ripotrò vedere e questo mi rattristisce molto.                                                     Mi squilla il cellulare ,è James. “Pronto”- “Ciao Giada, allora… Domani parti?”- “Si”- “Quando?”-“Subito dopo pranzo ,verso le due , vado via dall’albergo all’una e venti”-“ Voglio salutati prima che parti, posso venire lì?”- “Mi hai preceduta, vieni qui all’ una e un quarto  “- “Okay, ci vediamo domani, mi manchi già”- “ Anche tu”.                     È mattina, partirò fra poche ore, sto facendo i bagagli ma prima di partire dobbiamo riandare in ospedale per le ultime raccomandazioni.
“La sua vita dovrà tornare alla normalità, come se tutto questo non fosse mai successo, ha detto la dottoressa , quindi io andrò da voi ,vero?” chiedo ai miei mentre torniamo per l’ultima volta all’ albergo. “Emh…in realtà…” bisbigliano i miei, "Cosa?” dico io sicura che avrebbero risposto si ,” In realtà tu abiti in un appartamento con Irene da due anni, nel centro di Londra, ma verrai da noi, dopo tutto quello che è successo.” Dice mio padre .                                                                                       “No! Hai sentito cosa ha detto la dottoressa, la normalità, quindi se la mia normalità è l’ appartamento in centro città è lì che andrò” dico  con un tono deciso. 

Sto mangiando il  mio ultimo pasto  a New York. Fra poco James sarà qui, non vedo l’ora, credo proprio di essermi innamorata, ma tanto non ho chance, io sono una semplice ragazza e lui è un cantante e musicista famoso, tanto vale che rimango sua amica , ma anche quello non so se durerà a lungo.                                           Scendo dieci minuti prima per salutare James, quando scendo non lo vedo ancora, allora rileggo i messaggi di quel cavolo di maniaco che tra tutti quelli del mondo a fatto del male proprio a me.                                                                      
Eccolo è arrivato, gli vado incontro e lo abbraccio , ci separiamo e senza dire una parola ci guardiamo fissi negli occhi.
“Mi mancherai , ma appena torno ci vediamo e io e il resto del gruppo vogliamo passare del tempo con te e anche conoscere la tua amica, Irene, deve volerti molto bene” dice James con la sua voce che mi entra nel cuore, “Emh…si”, mi è talmente vicino che…Mi ha baciato, sono stati i cinque secondi più belli della mia vita. “Scusa, non volevo, è stato un impulso” mi dice James allontanandosi e guardando a terra. Io mi avvicino, gli tiro su il viso e lo bacio, io sta volta, “Scusa è stato un impulso anche il mio” gli dico sorridendo , “Ora devo andare, ci vediamo fra qualche giorno” lo saluto allontanandomi .                                                                     “Non ti dimenticare di me” mi dice .“Impossibile” gli rispondo. 

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Capitolo 9
*** La tristezza ***


Sono in aereo  e non faccio che pensare a quel bacio, forse non significa nulla o forse è l’inizio di una bellissima storia d’amore.
L’aereo è atterrato, sono un po’ agitata all’idea che la mia vita  non è a casa con i miei genitori , ho paura all’idea di vivere in appartamento da  sola, ma dimentico che vivo con la mia migliore amica.                                                            
I miei ricordi sono molto vaghi, non ho dimenticato giorni o mesi ma anni e la cosa mi sconvolge molto, quando ero a New York mi sentivo meglio perché non ero a casa ed era come se mi allontananassi, anche se per poco, dal duro lavoro che dovrò fare perché tutto ritorni normale.                                                                                 Sto chiamando Irene per chiederle di venirmi a prendere e portarmi a casa, ma lei è già in aeroporto e mi aspetta alla caffetteria. I miei genitori  vogliono che io stia da loro glielo leggo negli occhi, ma ora non posso cambiare le mie abitudini perché così facendo la memoria rischia di non tornare  più.                                                     Sono arrivata alla caffetteria, ma non vedo Irene, la chiamo e lo squillo viene da dietro, mi giro e la vedo, lei mi vede, c’è un momento di silenzio che viene interrotto dalla sua rincorsa verso di me conclusa con un grande abbraccio. “Mi sei mancata da morire” mi dice stringendomi sempre più forte.                                              
I miei ricordi di lei sono poco niente ho eliminato completamente tutto quello che riguarda Irene dalla memoria. Fin dal primo giorno mi è sempre stata sempre accanto, se fossi nella suo situazione di certo mi dispiacerebbe se la mia migliore amica che ha perso la memoria non cercasse di ricostruire il legame in qualche modo. “Mi sei mancata anche tu “le dico.                                                                                                        
“Vieni, torniamo a casa “ mi dice,  onestamente non so se sono pronta, se ho voglia di scoprire che cosa mi sono persa, ma lo devo fare. 
“Siamo arrivati, ecco il palazzo, il nostro è il 2A” esclama Irene. Entrando vedo subito un’ uomo anziano con i capelli brizzolati e i baffi ben curati, “Lui è Owen, il portiere del palazzo, lo conosciamo da due anni ma non gli parliamo spesso, non è moto socievole” dice Irene mentre io osservo il suo stile un po’ bizzarro.
Prendiamo le scale e piano per piano Irene mi spiega chi sono i nostri vicini, adesso so che la signora Vera, tutte le domeniche mattina alle otto ci porta una torta di mele, il Signor Bourn  vive nella porta accanto alla  nostra e spesso dimentica la chiave in casa e noi gliene teniamo una di scorta.  Arrivate davanti alla porta del nostro appartamento, prima che Irene potesse infilare la chiave nella serratura, veniamo interrotte da una signora alquanto stravagante, aveva un vestito attillatissimo ricoperto di piume ai bordi e delle scarpe tacco dodici, acconciatura anni ’70 e trucco pesante, “Ben tornata Giada, spero che stai meglio” mi dice abbracciandomi.  “Grazie” dico  guardando Irene , “Lei è la Signorina Marston, la proprietaria del palazzo”,io le sorrido, “Piacere di conoscerla” le dico stringendole la mano.                                            “Oh mia cara ma noi ci conosciamo già, non ricordi” dice con uno sguardo di disapprovazione.                                                                                       
“Signorina Marston, Giada ha avuto un incidente e ha perso la memoria “ chiarisce Irene, aprendo la porta e tirandomi dentro.   “Che signora stravagante” dico a Irene una volta dentro. “Allora che ne dici del nostro appartamento?” mi chiede.                                                                                                                                          “È  un appartamento moderno ma con tocchi Vintage, la cucina non è grandissima ma nel salotto c’è una grandissima tv, il bagno non è grande ma ci sono due lavandini, la nostra camera è di là e lì c’è la tua stanza privata, dove c’è il tuo piano, la tua scrivania, i tuoi libri e tutte le tue cose” mi dice mostrandomi la casa.             “È una casa a dir poco deliziosa...ma... non mi ricordavo che sapessi suonare  il piano”                                                                                                    
“Si, sei anche molto brava una volta abbiamo partecipato anche ad uno spettacolo”                                                                                                        
“Abbiamo?” gli chiedo mentre guardo la nostra camera.                                                                                                                                                
“Si io suono la chitarra, abbiamo suonato al BBMM music”  mi risponde mentre mette a posto la cucina.                                                    
“Cosa facciamo per mantenere questo appartamento, intendo, ho un   lavoro?” .                                                                                                                               “Si, dai lezioni di piano” mi dice. “Wow, suppongo che adesso non potrò fare niente, cioè non ho la minima idea di come si suoni un piano”  gli dico sedendomi nel divano.                                                                                                                                  
Da quando sono tornata ho mandato tanti messaggi e ho provato a chiamare James mille volte, ma non ho mai avuto risposta. Rimango seduta a guardare le stelle per tutta la notte a volte ,perché non faccio che pensare a quel bacio e a quel “Non dimenticarmi” che avrei fatto meglio a dire io,non voglio perdere James.                      
I The Vamps sono già tornati, dovevo accoglierli a braccia aperte ma invece eccomi qui a bere del Tè seduta a guardare la tv. I miei genitori e Irene sono molto preoccupati per me, alcune volte parlano di depressione ma quello che mi distrugge è questo silenzio che è così assordante.                                                                Forse ho preso troppo sul serio la possibilità che potesse nascere qualcosa, è stato bello finche è durato.
 Tutti mi dicono che non sono più la Giada di un tempo e forse hanno ragione forse quel colpo alla testa mi ha fatto male più del dovuto.  
è tardi ma non ho sonno, mi siedo e metto le  mani su quei ottantotto tasti, cinquantadue di colore bianco e trentasei di colore nero e  incomincio a suonarlo, le mani si muovono senza che la mente pensi. Suonare mi rallegra un po' però ora sono di nuovo seduta a guardare il cielo pieno di stelle, sono immersa nei miei pensieri, guardo il cielo, guardo le stelle,   manca qualcosa , non so cosa ma poi me ne rendo conto, manca la stella più importante, colei che è riuscita ad abbagliarmi nel momento del bisogno.           

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Capitolo 10
*** Indimenticabile ***


Stamattina decido di uscire e andare a fare una passeggiata, mentre cammino guardo le vetrine e mi vengono in mente quei messaggi orrendi che mi sono arrivati a New York, New York, lì si che mi sentivo lontano da tutti tranne che da lui, mi sentivo protetta, c’era sempre per sollevarmi il morale.                                                 Ritornando ai messaggi di certo devono essere   stupidi scherzi, ora come ora non mi arriva più niente. Continuo a camminare e arrivo in una caffetteria prendo il mio tè e ritorno a casa.                                            
“Giada, non sai chi mi ha chiamato!!” dice Irene ancora prima che potessi entrare in casa, “Chi?” le  chiedo poggiando la borsa  sul divano. “James, James McVey” la interrompo prima che continuasse,“ Non mi interessa, per niente”, “Giada! Ha detto che ha perso il cellulare e che  ha cercato il numero di casa nostra in tutti i modi, ti vuole tanto rivedere ” dice tutto di un fiato, “Beh, io non lo voglio vedere, sarà di sicuro una scusa, avrà trovato un’ altra e ora si è stufato e cerca di nuovo la ruota di scorta” le dico sbattendo la porta del mio studio, io vorrei che fosse andato tutto rosa e fiori come nelle storie d’amore, ma non è mai così, mai. 
Immersa nei miei pensieri, qualcosa becca il vetro della finestra, subito mi sposto spaventata, poi mi riavvicino, guardo in basso e vedo James, che mi fa segno di venire giù. All’inizio faccio finta di niente ma se continua a tirare quei sassi , finirà per rompermi la finestra. Mi metto un giubbotto e lo raggiungo, giusto per dirgli di andarsene. “James, te ne puoi andare”, “No! E se sarà necessario continuerò tutta la notte”, “Lo sai che ti potrei fare causa per disturbo alla quiete pubblica?”.             “Mi sei mancata lo sai?”                                                                                                                                      
“Come hai fatto a trovarmi, ah lo so, Irene!”, mi mordicchio il labbro inferiore, dalla rabbia                                                                           “Proprio tanto” mi  dice avvicinandosi, “Beh tu no!” gli dico allontanandomi.                                                                        
“lo so che ti sono mancato e che sei stata anche male”                                                                                                                                                
“Primo non sono stata male per te e poi ti ho già detto che non mi sei mancato e già che ci siamo diciamo la verità, non ti sono mancata neanche io se no avresti risposto a uno dei miei messaggi” gli dico con le lacrime agli occhi.                                                                                                                                            
“Te l’ha detto Irene, ho perso il telefono! E gli altri del gruppo non avevano il tuo numero.....Sai come credo di averlo perso?  Un uomo mi è venuto addosso poco dopo che ci siamo detti ciao e me l’avrà rubato”                                                            
“ Sono scuse!” gli dico voltandomi per andarmene. “Aspetta” dice prendendomi il braccio, “Guarda, nuovo telefono!” dice tirandolo fuori dalla tasca. Io lo guardo negli occhi, cerco di credergli ma… “Giuro che non ho fatto altro che pensare a te” dice rimettendo il telefono in tasca. “Come hai fatto a pensare a me, io non sono nessuno e tu se James McVey!” lo guardo fisso negli occhi. “Tu non sei nessuno, tu sei TU, tu sei sincera, dolce, divertente e altri mille aggettivi che non dico, se no, staremmo svegli tutta la notte” dice avvicinandosi sempre di più.                                                                                                                       "Ma...." e prima che potessi dire qualunque altra parola mi bacia, su quelle labbra ritorno a vivere.
è  uno di quei baci indimenticabili, dove tutto quello intorno a te sparisce, siamo così vicini, che sento il suo respiro nella pelle e il suo cuore battere all'impazzata.
"Non mi ricordo molto della mia vita passata ma mi ricordo che mia mamma quando ero piccola mi diceva che quando bacerai una persona e ti toglierà il fiato, saprai solamente  una cosa, che quella persona ti sta facendo innamorare di lei."                                                                   "Giada mi piaci davvero tanto, lo sai?"mi dice stringendomi forte.
"Ci vediamo domani " mi dice lasciandomi. "Quando?" gli chiedo colma di felicità, "Tu guarda dalla finestra" queste sono le parole che riesco a sentire prima che scompaia nell'ombra.  

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