Preghi per noi, Padre

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lorenzo Carcaterra ***
Capitolo 2: *** Michael Sullivan ***
Capitolo 3: *** John Reilly ***
Capitolo 4: *** Thomas Marcano ***



Capitolo 1
*** Lorenzo Carcaterra ***


Da Lorenzo Carcaterra


Salve, Padre.
Lei ci ripeteva sempre che un uomo non deve avere paura.
Ma io ce l'ho.
Di cosa?, mi chiederà.
Di soffrire?
No.
Tanto ormai ci ho fatto l'abitudine.
Di morire?
No.
Anzi, sarebbe una liberazione, per me.
Di perdere qualcosa?
Sì.
La speranza.
La speranza di uscire integro nel corpo e nell'anima da qui.
Di tornare come se niente fosse dalla mia famiglia.
Di dimenticare.
Di andare avanti, in qualche modo, e farmene una ragione.
Quando è venuto a trovarmi, la scorsa volta, mi ha detto che sono dimagrito molto.
"La cucina non è come quella di casa", le ho risposto.
Chiedo scusa, Padre, perchè le ho detto una bugia.
Succedono cose brutte, qui al Wilkinson.
Cose che non potrò mai scordare, che mi seguiranno come ombre anche nel luogo più luminoso.
Ogni giorno è sempre peggio.
E io ho paura, Padre.
Lei ci ripeteva che un uomo non deve averla.
Ma io non sono un uomo.
Non più, ormai.
Ora sono solo un burattino, un giocattolo, nelle mani delle guardie.
La imploro, Padre, preghi per me.
E' l'unica cosa in grado di darmi ancora un briciolo di speranza.
 

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Capitolo 2
*** Michael Sullivan ***


Da Michael Sullivan

Salve, Padre.
L'ho delusa.
Lei ha sempre creduto che io fossi il più forte, il più coraggioso di noi quattro.
Non è così, Padre.
In questi giorni, in queste notti, ho capito che non sono nè l'uno, e nè l'altro.
Mi addormento piangendo, ogni sera.
Cerco di incoraggiare gli altri, ma non ci riesco.
Vedono nei miei occhi lo stesso dolore, lo stesso terrore, che leggo io ogni giorno nei loro.
Oggi ho fatto a John una promessa.
Gli ho promesso che verrà il giorno in cui potrà dormire senza preoccuparsi di chi gli entra in camera e di cosa può capitargli.
Non penso che mi abbia creduto.
Non mi piace l'idea di dirgli una bugia, di dargli false speranze, ma non ce la faccio più a vederlo così.
John non si merita tutto il male che c'è qui dentro, che viviamo ogni giorno.
Un male che ci trova ovunque siamo, in qualsiasi momento.
Senza possibilità di nascondiglio.
Senza possibilità di fuga.
Nessuno di noi lo merita.
Lo so che non può fare niente per cambiare le cose, Padre, ma la supplico, mi faccia un favore.
Preghi per me.
E' l'unica cosa che forse mi può ancora salvare.

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Capitolo 3
*** John Reilly ***


Da John Reilly


Salve, Padre.
Si ricorda ancora di me?
Io penso ogni giorno a lei.
E a mia madre.
E a Ciccio Mancio.
E a King Benny.
Sa, Padre, credo che mi manchi persino il mio patrigno.
Ho capito che, in fondo, tutte le volte che mi picchiava era perchè avevo fatto qualcosa di male.
Volontariamente, a volte.
Altre volte no.
Ma un motivo per punirmi c'era sempre.
Qui dentro, al Wilkinson, invece, è tutto diverso.
Qui non importa se ti comporti bene, se rispetti le regole, se aiuti gli altri,
Qui sei sempre preso di mira, oggetto di violenze che non sapevo neanche esistessero.
In qualunque momento.
Ogni giorno.
Abbiamo solo 14 anni, Padre.
Non è giusto quello che ci fanno.
Il dolore, il terrore che proviamo, sarebbero troppi anche per degli adulti.
E noi non lo siamo.
Vorrei tanto poter dormire una sola notte senza preoccuparmi di chi mi entra in camera, e di cosa può capitarmi.
Il giorno che lo potrò fare, sarò un uomo felice.
Michael mi ha promesso che quel giorno verrà.
Ma ho visto dai suoi occhi che non ci credeva nemmeno lui.
La imploro, Padre, quando ha un attimo di tempo, preghi per me.
Che la mia anima possa rimanere integra anche all'interno di un corpo che non mi appartiene più.

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Capitolo 4
*** Thomas Marcano ***


Da Thomas Marcano

Salve, Padre.
Ho capito molte cose, stando al Wilkinson.
Ad esempio, che i brutti sogni che facevo dopo che Lei ci raccontava le storie sui lebbrosi, non erano poi così orribili.
Perchè a quel tempo mi bastava aprire gli occhi, e tutto svaniva.
Qui, invece, non è così.
Gli incubi sono sempre lì.
Ti seguono.
Non puoi sfuggirgli, per quanto tu lo voglia.
Non importa quanto sbarri gli occhi, dove ti nascondi: loro ti troveranno sempre.
Sa, Padre, quando ero a casa, raccontavo sempre a mia madre dei brutti sogni che facevo e che mi spaventavano tanto.
Era come se parlandone con lei diventassero meno reali, meno orribili.
Degli incubi che sto vivendo qui al Wilkinson, invece, non parlerò mai con nessuno.
Non potrei mai guardare in faccia qualcuno che lo sa.
E quando tutti voi, Lei, mia madre, Carol, mi chiederete come sto, cercherò di sorridere e fingere di stare bene.
Quando la gente ti pone questo tipo di domande, non vuole una vera risposta.
Ma gli incubi rimarranno.
La imploro, Padre, preghi per me.
Che io possa di nuovo dormire con la luce spenta.

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