With me

di JAckles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP 1: UNO SCOMPARTIMENTO UN PO’ MOVIMENTATO ***
Capitolo 2: *** CAP 2: DRAKE ?! ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: NON SAPEVA PERO' QUANTO SI SBAGLIASSE ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: DOPO LE 2 DI NOTTE NON SUCCEDE MAI NULLA DI BUONO. ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: THE CALM and THE STORM ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: MARE, SOLE E BRUTTI PENSIERI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: MANGIAMORTE PENTITI E PADELLE ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: CON GLI OCCHI DI DRACO MALFOY ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9: PIOVERANNO POLLI PRIMA CHE CIO’ ACCADA! ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: RICORDI ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11: JUST MEMORIES ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12: VOLTARE PAGINA ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13: QUALCOSA CHE … SVOLAZZA ***



Capitolo 1
*** CAP 1: UNO SCOMPARTIMENTO UN PO’ MOVIMENTATO ***


Ciao ragazzi, questa è la mia prima fanfiction e ho deciso di scrivere una Dramione... Savannah mi ha fatto conoscere questa fantastica coppia e io me ne sono innamorata quindi ho deciso di provare a scrivere qualcosina anche io. Logicamente non pretendo di essere al suo livello e nemmeno a quello della Rowling (figuriamoci) ma spero che vi piaccia comunque la mia storia =) La storia è ambientata dopo la Seconda Guerra Magica e ho lasciato invariate tutte le morti e tutto quello che è stato scritto da zia Row, ovviamente cambiando l'epilogo. Solo una morte avrà un piccolo "sconvolgimento" .... ma per capire quale dovrete leggere ;) beh non so cos'altro aggiungere .... BUONA LETTURA e spero che vi piaccia
mrs_Malfoy_

 
CAPITOLO 1: UNO SCOMPARTIMENTO UN PO’ MOVIMENTATO 
 
Quella mattina di Settembre la stazione di King’s Cross era piena di gente che correva e si spintonava per non perdere il treno, gente che urlava e persone che si guardavano intorno confuse cercando il binario giusto, famiglie che si abbracciavano e genitori che spingevano carrelli pieni di borse, borsoni e valige. In tutta questa confusione una ragazza, che sembrava isolata dal resto del mondo, se ne stava immobile e fissava il muro di mattoni rossi tra i binari 9 e 10. Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse del ragazzo moro con gli occhiali e che correva verso di lei. E fu così che quando quest’ultimo le arrivò alle spalle e urlò – Ciao Hermione! – la ragazza fece un salto e urlò talmente forte da attirare l’attenzione di tutti i passanti nel raggio di cento metri.
Nonostante fossero passati anni e Harry Potter avesse affrontato più disgrazie di qualsiasi altro essere vivente, non aveva perso la sua spensieratezza e sprizzava gioia da tutti i pori all’idea di tornare alla sua amata scuola, finalmente libero dalla minaccia di Voldemort e libero di vivere un anno scolastico normale. Certo, le profonde perdite subite erano ancora li, come ferite profonde non ancora del tutto cicatrizzate ma, grazie all’aiuto dei suoi amici, era riuscito a superare, se non del tutto, almeno parzialmente il dolore.
- Harry, sei tu! Non piombarmi mai più alle spalle in questo modo! Mi hai fatto prendere uno spavento assurdo! - esclamò a quel punto la ragazza voltandosi con le sopracciglia aggrottate.
- Scusa Hermione, non volevo spaventarti, ma stai bene? Eri lì, immobile davanti alla barriera … -.
- Sisi, tranquillo stavo solo riflettendo –
La ragazza, infatti, fino a pochi minuti prima, stava riflettendo e considerando l’idea di scappare e di non tornare a Hogwarts quell’anno, accettando così il posto al ministero che le aveva offerto Kinglsey, ora ministro della magia. Ma lei era Hermione Jaen Granger, aveva affrontato e sconfitto Voldemort, non sarebbe certamente scappata davanti all’idea di un nuovo anno e poi aveva troppo a cuore la sua formazione scolastica per poter rinunciare a tutto, senza contare che non avrebbe potuto resistere ancora lontano da lui.
- Ok. Allora attraversiamo la barriera. Sono quasi le undici! – così dicendo Harry corse con il suo carrello contro la barriera e due secondi dopo era sparito. Hermione lo seguì e una volta dall’altra parte fu accolta da un silenzio glaciale e da migliaia di occhi che la fissavano ammirati.
- È inquietante vero? – sussurrò Harry – è tutta l’estate che ovunque io vada sono guardato come un folletto con qualche braccio di troppo. Non sai che fortuna hai avuto tu andando in Australia .
Hermione stava per ribattere che sarebbe bastato ignorarli e si sarebbero voltati quando scoppiò il caos. Tutti quelli che fino a quel momento erano rimasti immobili si catapultarono verso di loro per riuscire a parlargli, a fargli qualche domanda o semplicemente per toccarli.
I due ragazzi, abituati agli attacchi a sorpresa dei mangiamorte, avevano ormai sviluppato dei riflessi stupefacenti cosicché riuscirono a entrare in una carrozza ancora aperta che si trovava a pochi metri di distanza trascinando con loro i bauli, la Firebolt di Harry e Grattastinchi. Quest’ultimo spaventato era scappato dalle braccia della padrona finendo così tra le gambe di Harry proprio mentre saliva sulla carrozza facendolo così inciampare e spingere Hermione. La ragazza presa alla sprovvista perse l’equilibrio e, seguita a ruota da Harry, cadde nello scompartimento aperto che si trovava davanti a loro.
Il ragazzo imprecò e tentò di capire a chi avesse pestato il piede e, una volta realizzato di chi fossero quei profondi occhi blu che lo guardavano male, fece un salto indietro andando a sbattere contro un sedile e finendo a gambe all’aria. La risata di Blaise Zabini riempì lo scompartimento –Potter, sei così incapace, mi chiedo come tu abbia fatto a sconfiggere l’Oscuro Signore … non ti reggi nemmeno in piedi –.
Come risvegliata da una trance Hermione, si rese conto solo in quel momento che nella caduta era atterrata su qualcosa di morbido e aprendo gli occhi si trovò a pochi centimetri da un paio d’iridi grigie che ricordavano l’argento fuso e che la scrutavano curiosi e con uno strano luccichio. Rimase ferma in quella posizione per alcuni minuti quando – Mezzosangue!! Per Salazar cosa diavolo stai facendo?! Ti sembro per caso un cuscino?! Alzati immediatamente! – la voce del proprietario di quegli occhi e la sua mano la scostarono rudemente lasciandola completamente disorientata e solo dopo pochi minuti di confusione riuscì a ribattere – Ahi, ma che modi! Sicuramente un cuscino è più educato e simpatico di te, Malfoy! – ma mentre si alzava, le giunse all’orecchio, in un bisbiglio, la voce del ragazzo che con un ghigno made-in-Malfoy stampato sulla faccia sussurrava – le apparenze sono tutto, Granger, ricordatelo -.
Una volta in piedi e al fianco di Harry, Hermione si rivolse con un sorriso sulle labbra a Blaise ignorando volutamente il biondino che nel frattempo si era seduto vicino al finestrino e fissava con aria annoiata il binario ancora ghermito da famiglie che si salutavano affettuosamente. Hermione e Blaise avevano sviluppato alla fine del sesto anno una strana amicizia, Blaise infatti, per quanto vanitoso era un ragazzo molto profondo e capace di ascoltare e comprendere i problemi altrui, inoltre era simpaticissimo e molto intelligente. Era una strana serpe e, strano ma vero, non aveva pregiudizi verso i mezzosangue. Quest’ultimo particolare era forse dovuto al fatto che la madre del ragazzo era stata troppo occupata a cercare nuovi mariti da sposare per insegnare al figlio il disprezzo verso gli esseri che tutti i purosangue consideravano inferiori.
- Vi dispiace se rimaniamo qui? – esordì quindi la ragazza, venendo, però, subito interrotta da una voce un po’ petulante e carica di disapprovazione - Ma Hermione! Io non intendo condividere lo scompartimento con il furetto platinato e il suo amichetto con la puzza sotto il naso! –.
Hermione prima che uno dei due ragazzi insultati potessero cruciarlo si affrettò a esclamare – beh Harry, se vuoi essere attaccato un'altra volta da quel branco di psicopatici, fai pure come credi, io non intendo uscire da qui! –
- Hermione, per me tu non sei un problema, anzi mi fa molto piacere, rimani quanto ti pare, Potter, tu invece se osi parlarci di nuovo in questo modo ti ritroverai appeso per le mutande fuori dal finestrino! E non osare sfiorarmi che mi stropicci il completo! – sibilò Zabini tutto intento a esaminare il nuovo completo di Armani che indossava.
- Infatti San Potty vattene e facci un favore tanto qui, nessuno vuol essere guardato con disprezzo da un’idiota che si crede superiore quando in realtà è solo un pezzente – esclamò a quel punto Malfoy.
Hermione, allora, si sedette a fianco di quest’ultimo e Harry, osservando prima la porta poi i due Serpeverdi decise che era meglio rimanere nello scompartimento, almeno era in compagnia della sua migliore amica. Così borbottando a mezza voce epiteti poco carini malediceva tutto e tutti per la situazione in cui si trovava: costretto a dividere lo scompartimento con due serpi e la cosa peggiore era che a Hermione la cosa non sembrava nemmeno dare troppo fastidio, infatti in quel momento stava chiacchierando tranquillamente con Blaise! Una serpe!
I due parlavano, infatti, animatamente di uno strano tipo, un certo Armani che, a detta del ragazzo era il più grande stilista di tutti i tempi nonostante fosse babbano. Pregò solo che qualcuno arrivasse a salvarlo il prima possibile.
Inaspettatamente il desiderio del bambino sopravvissuto fu esaudito pochi secondi dopo, quando in un turbine di capelli rossi fecero la loro comparsa i due Weasley più giovani.
– Harry! Quanto mi sei mancato! Sapessi che fatica abbiamo fatto per trovare il vostro scompartimento, appunto perché siete qui con loro? Ah va beh non m’interessa l’importante è che ci sia tu – esclamò Ginny tutto d’un fiato. Una volta ripreso a respirare si buttò letteralmente a pesce sul suo ragazzo iniziando a baciarlo con trasporto mentre Draco e Blaise iniziarono a fingere di vomitare per la scena troppo smielata. Hermione stava ancora ridendo per le loro facce buffe e per l’impazienza della sua amica, che sentì un paio di labbra poggiarsi insistentemente sulle sue.
Fu così che accaddero, allora tre cose contemporaneamente:
La prima fu che Ron, il quale aveva ancora le labbra infuori nell’atto del bacio, si trovò a terra con la sagoma delle cinque dita di Hermione sulla guancia sinistra, che si stava velocemente colorando di rosso.
La seconda riguardava, invece, Malfoy il quale smise di colpo di fingere di vomitare tornando serio, mascherando però abilmente qualsiasi emozione provasse, come gli era stato insegnato fin da piccolo. Solo un lampo di rabbia oscurò temporaneamente i suoi occhi che diventarono cupi e gli fece serrare con forza le mani attorno al bordo del sedile.
In fine Blaise, che conosceva il migliore amico da quando avevano tre anni, si accorse dell’improvviso cambiamento d’umore dell’amico, ma non commentò, rimandando le domande a quando si sarebbero ritrovati soli.
Zabini stava ancora tentando di capire cos’era successo a Malfoy quando un urlo in perfetto stile banshee infuriato fece accapponare la pelle a tutti i presenti.
– Ronald Bilius Weasley come ti sei permesso di baciarmi? –
- M-ma come Hermione? Tu sei la mia ragazza è logico che io voglia baciarti! –
- La tua ragazza un corno Ron-mi faccio-Lavanda-pensando-che-Hermione-non-lo-venga-a-sapere-Weasly! –
- È … non … posso … spiegare … hai … capito … male – balbettò a quel punto Ron rosso come i suoi capelli.
- No mi spiace ho capito benissimo, e se per te non è ancora abbastanza chiaro te lo spiego meglio: tra noi è finita! –

 
Angolo Autrice
Bhe ? piaciuta? spero di si :) comunque fatemi sapere cosa ne pensate qualsiasi cosa sia... positiva o negativa ... insomma mi piacerebbe una recensione ;)
xoxo
mrs_Malfoy_

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Capitolo 2
*** CAP 2: DRAKE ?! ***


CAPITOLO 2: DRAKE ?!

Dopo le dure parole di Hermione, Ronald s’immobilizzò di colpo, le braccia tese lungo il corpo e le mani a pugno che tremavano visibilmente. Le orecchie erano ormai scarlatte e lentamente anche il resto del volto stava raggiungendo lo stesso color cremisi.
- Tu mi stai lasciano?! Ma come ti permetti? Tu non sei niente senza di me! Nessuno a parte me ti vorrebbe! – urlò il ragazzo in preda da una crisi isterica. Qualsiasi ragazza a questo punto sarebbe scoppiata in lacrime disperata, sentendosi umiliata, ma non Hermione. No, lei era forte e le parole del ragazzo, che molto tempo prima l’avrebbero fatta sicuramente soffrire, non la sfiorarono minimamente, anzi servirono solo a farla arrabbiare ancor di più dando così il via a una serie di botta e risposta dai toni molto “soavi”.
- Ronald Weasley ritira immediatamente quello che hai detto! –
- Non ci penso proprio, anche perché è la verità! –
- Se fosse veramente così allora mi spieghi perché io ho un ragazzo?! – esclamò Hermione fumante di rabbia, rendendosi conto solo dopo, di cosa aveva detto e portandosi le mani alla bocca come se con quel gesto potesse cancellare quello che aveva appena detto.
Il rosso troppo sbalordito dalla notizia non fece caso allo strano comportamento della ragazza, che però non sfuggi invece a Blaise che sollevò l’elegante sopracciglio e iniziò a mostrarsi sempre più interessato alla conversazione tra i due Grifoni.
- E dimmi allora come si chiama tale individuo? – domandò ancora Ron, dopo essersi ripreso dalla scioccante notizia che lo aveva reso più geloso che mai.
- Non sono affari che ti riguardano –.
- Aha allora avevo ragione io! Mi hai mentito solo per non risultare patetica e farmi ingelosire -.
- Io non farei mai una cosa del genere! Non sono così subdola –.
- Se, se come no, allora dimmi il nome –.
- Draaa … Drake, sì, si chiama Drake Black – rispose lei dopo una piccola esitazione. Lo strano comportamento della ragazza non passò, ancora una volta, inosservato al moro Serpeverde seduto lì vicino.
- Ma non farci ridere mezzosangue, chi mai ti vorrebbe? – la schernì a quel punto, Malfoy che era stranamente molto interessato al discorso.
- Taci Malfoy! Hermione sarà mica un parente di Sirius … -.
- Ehm n-no Harry, non penso, anche perché è babbano – rispose Hermione sviando la domanda del bambino sopravvissuto e iniziando ad agitarsi sempre di più sul comodo sedile del treno. Proprio mentre quelle parole lasciarono la bocca della ragazza, Draco intento a mangiare un’ape frizzola, rischiò di strozzarsi.
Dopo aver tossito e boccheggiato a lungo, il ragazzo si alzò con eleganza e si diresse verso la porta dello scompartimento uscendo, seguito a ruota da Blaise e da Hermione che mormorò a bassa voce – io, io, ho bisogno di un po’ d’aria, vado a cercare Luna - lasciando così il resto dei Grifondoro con molte domande e abbastanza scioccati.
 
Dopo che la porta dello scompartimento si fu chiusa, Hermione iniziò a correre lungo il corridoio, corsa brutalmente interrotta da una mano che l’afferrò per un braccio e la trascinò rudemente in uno scompartimento, dove fu accolta da una voce alquanto irritata:
- Un babbano?! Seriamente mezzosangue un babbano! Ma stiamo scherzando? Che poi il nome Drake … un po’ d’immaginazione no? Mi aspettavo qualc … -
- Stammi bene a sentire montato di un furetto platinato, questa è la prima cosa che mi è venuta in mente! E se non ti va bene, la accetti comunque o preferisci andare tu a spiegare a Harry e Ron e al resto di Hogwarts che noi stiamo insieme? Se è così liberissimo di farlo ma non ti aspettare nessun tipo di aiuto da parte mia – esplose allora Hermione senza lasciar finire la frase al ragazzo, aveva accumulato talmente tanta tensione a causa di Ron, che appena ne trovò l’occasione iniziò a sfogarsi.
A quel punto una grande risata esplose nello scompartimento e la ragazza si rese conto che oltre a lei e al biondino in quello scompartimento c’era un altro ragazzo che in quel momento era piegato in avanti e si teneva la pancia con le mani per il gran ridere. Infatti Blaise Zabini era venuto a conoscenza proprio in quel momento della notizia più clamorosa dell’ultimo secolo: Draco Lucius Malfoy, suo migliore amico, convinto purosangue, ex mangiamorte era il ragazzo di Hermione Jane Granger, migliore amica di Harry Potter, nonché salvatrice del mondo magico e nata babbana. Ma la cosa strana non era il fatto che Blaise ridesse per la comicità della situazione, azione che poteva essere comprensibilissima, ma il fatto che lui in realtà ridesse perché aveva sempre pensato che tra quei due ci fosse qualcosa, o che ci sarebbe potuto essere qualcosa, e che l’ultima volta che aveva esposto la sua teoria al migliore amico aveva rischiato di finire schiantato dal diretto interessato.
- Comunque mi devi spiegare la scelta del nome – riprese Draco ignorando volutamente il migliore amico che era scosso ancora dalle ultime tracce della risata.
- Ehm si beh stavo per dire il tuo nome ma fortunatamente me ne sono resa conto un secondo prima e l’unica variazione che mi è saltata in mente è stata Drake … che alla fine un po’ assomiglia a Draco – iniziò a giustificarsi - … inoltre tua madre era una Black quindi mi sembrava un accostamento carino … solo che non avevo fatto i conti con il fatto che anche Sirius era un Black e che Harry avrebbe voluto indagare. Per questo sei diventato un babbano – concluse la ragazza trattenendo a stento una risata davanti alla smorfia schifata di Draco all’idea di essere paragonato a un babbano.
- Draco visto che alla fine avevo ragione io? Che ti dicevo? Oltre ad avere un bellissimo gusto in fatto di abiti ed essere molto affascinante sono anche veggente! Ah se lo sapessero le mie ammiratrici ne rimarrebbero sicuramente piacevolmente colpite! Ah sono la perfezione fatta persona – s’intromise a quel punto Blaise pavoneggiandosi, per poi riprendere – comunque mi dovete spiegare com’è accaduto questo fatto eclatante, sono veramente curioso di scoprire come il – s’interruppe un attimo per schivare un cuscino apparso dal nulla nelle mani di Malfoy – dicevo, come il nostro algido e freddo Draco-iononprovonessunaemozione-Malfoy si sia fatto fregare dalla Granger –.
- Blaise smettila di rompere, noi non ti diremo niente, quindi arrenditi – tentò di zittirlo Malfoy.
– Draco, Draco, Draco, pensi veramente che mi arrenderò così? Non mi conosci per niente bene allora! – ritentò il moro.
- Zabini da me e dalla Granger non saprai niente, rinuncia – ribadì il biondino.
- Bene, allora aspetterò le vostre spiegazioni insieme al resto Hogwarts quando questa sera, a cena, darò la lieta novella – esclamò Blaise con un ghigno malefico sul volto, pericolosamente simile a quello del suo migliore amico, dopotutto, anche se un po’ anomala, rimaneva pur sempre una serpe.
- Non oseresti! – ruggì Hermione scandalizzata.
- E chi dovrebbe fermarmi? Non avete niente contro di me, mentre io posso ricattarvi senza problemi, inoltre non sono un Grifondoro quindi non avrò sicuramente la coscienza sporca. Perciò fuori la storia oppure nel giro di cinque ore tutto il mondo magico saprà della nuova coppia dell’anno –. Niente in quel momento avrebbe fermato quel ragazzo che pur di sapere anche l’ultimo pettegolezzo e gossip non guardava in faccia nessuno. Delle volte era perfino peggio di Lavanda Brown e Calì Patil messe insieme, si ritrovò a pensare una sempre più sconsolata Hermione. Dopo aver tentato in altri modi di far desistere il Serpeverde, un silenzio innaturale cadde nello scompartimento, ma fu interrotto poco dopo:
- Va bene – sospirò alla fine la Grifona non vedendo vie d’uscita e rivolgendosi al proprio ragazzo – chi inizia? -.

 
Angolo Autrice
Sono commossa e molto felice che il primo capitolo vi sia piaciuto :) Scusate se ho impiegato un po' per postare il secondo ma ero al mare e non avevo la connessione D: spero che anche le vostre vacanze procedino bene e spero di tenervi compagnia con la mia storia :D vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito (spero che lo facciano ancora) e anche quelli che semplicemente hanno letto il capitolo.
Un abbraccio anche a chi ha messo la storia nei preferiti *-* ne sono onorata, e a chi l'ha messa nelle segiute grazie mille :)
Un bacio a tutti e alla prossima (come si saranno messi insieme Draco e Hermione??)

xoxo
mrs_Malfoy_

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: NON SAPEVA PERO' QUANTO SI SBAGLIASSE ***



CAPITOLO 3: NON SAPEVA PERO' QUANTO SI SBAGLIASSE …
 
Dopo aver pronunciato queste parole Draco e Hermione, si guardarono negli occhi e quest’ultima, dopo un sospiro e dopo aver imperturbato lo scompartimento, iniziò a raccontare la loro storia a un Blaise talmente sovreccitato da non riuscire nemmeno a stare seduto sul sedile del treno.
 
ლ ლ ლ Tre Mesi Prima ლ ლ ლ
 
- Dai Hermione vieni con me! Non fari pregare! Lascialo stare quel coglione! Non sa a cosa rinuncia tradendoti, non ha niente in quella zucca vuota che si ritrova! Dai! I miei genitori ci lasciano la casa al mare vuota! Non possiamo rinunciare a quest’opportunità. Poi ti farà bene una vacanza lontana da lui! – forse fu l’idea del sole sulla sua pelle, o forse fu l’idea di trascorrere un’intera estate con i suoi amici babbani lontano dal mondo che ormai le ricordava solo la guerra e Voldemort. O forse furono, semplicemente, le parole della sua migliore amica, Sarah, a farle sollevare la testa con determinazione e a farla alzare da quel muretto. Hermione non era mai stata una ragazza che si lasciava demoralizzare facilmente ma quello che le aveva fatto Ron, era troppo anche per lei.
Hermione e Ron, una volta finita la guerra, avevano deciso di provare a impegnarsi in una relazione, la ragazza però, oscurata da tanta felicità, non si era accorta che già all’inizio della loro storia c’era qualcosa che non andava. O più semplicemente aveva finto di non accorgersene: finalmente poteva stare con il ragazzo che per anni aveva inseguito e non era disposta a vedere nemmeno un’ombra negativa sulla loro storia appena nata. Sta di fatto, che circa una settimana dopo la fine definitiva della guerra, Hermione, aveva deciso di prendere una passaporta e recarsi in Australia per restituire la memoria ai suoi genitori. Appena proposta l’idea al suo ragazzo, però, era successo il disastro: i due ragazzi avevano iniziato a litigare furiosamente, entrambi sostenendo le loro idee. Lei voleva recarsi il prima possibile dai genitori, ma Ron era di un altro avviso, pensava infatti, che altri quattro mesi non avrebbero cambiato la situazione e quindi voleva che Hermione rimanesse per tutta l’estate con lui alla Tana per poi recarsi in Australia, alla fine di agosto. Una volta che la ragazza si era rifiutata, la litigata, già grave di per sé, era degenerata con il risultato che la giovane era scappata mandando al diavolo il rosso. Una volta però ritrovati i genitori e restituitagli la memoria, aveva ragionato ed era arrivata alla conclusione di essere stata troppo rigida e che forse lui la pensava così solo perché la amava veramente e dopotutto Ron aveva appena perso suo fratello. Così, forte di questa convinzione e pronta a chiedere scusa e riappacificarsi era tornata alla Tana per scusarsi. Una volta arrivata aveva, però, aveva trovato Ronald intento a baciare quell’oca di Lavanda Brown sotto la grande quercia poco lontana dalla casa. La vista di quell’orribile scena l’aveva svuotata, e in lacrime, si era smaterializzata a casa sua, nella Londra babbana dove ora, seduta sul muretto, era consolata da Sarah.
Sarah era da sempre la sua migliore amica, non come Ginny, che rimaneva comunque per la riccia una delle amiche più care. No, tra Sarah e Hermione c’era un’intesa perfetta, si capivano al primo sguardo senza nemmeno dover esprimere i loro pensieri a parole. Il loro era un legame così forse che era sopravvissuto a tanti anni di distanza dato che, per ovvie ragioni, frequentavano due scuole (e due mondi) completamente diversi, ma c’erano sempre l’una per l’altra. Le due ragazze, si conoscevano da quando erano in fasce, e quando la strega aveva avuto una delle sue prime manifestazioni di magia, Sarah era presente e proprio per questo motivo, era a conoscenza dell’esistenza del mondo della magia e di tutto quello che succedeva. Sapeva quindi che Hermione aveva appena passato un anno in “campeggio” alla ricerca degli horcrux per distruggere Voldemort. Era a conoscenza dell’esistenza dei Mangiamorte, di Hogwarts, del binario 9 e trequarti. Di tutto, insomma.
Hermione si fidava ciecamente di lei, e proprio grazie a questo forte legame di amicizia, paragonabile forse, solo a quello che aveva con Harry, decise di accettare la proposta dell’amica e di passare l’estate nella sua casa a Bournemouth, nel Dorset. Lì i genitori della ragazza avevano una casetta veramente carina, la tipica villetta delle vacanze, che appena vedi ti fa pensare al sole, al mare e all’estete, tinteggiata di bianco e uguale a tutte le altre case di villeggiature: semplice ma allo stesso tempo perfetta.
Non sarebbero, comunque state sole, infatti, con loro, avrebbero passato le vacanze anche Neal, il ragazzo di Sarah, Josh, Andrew e Layla. Hermione ricordava vagamente chi fossero poiché aveva frequentato le elementari con loro, prima di andare a Hogwarts. In ogni caso era felice di poter passare Luglio e Agosto in tranquillità con degli amici babbani senza dover pensare alla guerra appena vissuta, ai maghi, alla purezza del sangue, ai mangiamorte … Hermione non sapeva, però, quanto si sbagliasse …
 
Era la sera del loro arrivo, e i ragazzi erano già in spiaggia a scatenarsi. Hermione all’inizio non era stata molto entusiasta all’idea di correre subito al grande falò, avrebbe, infatti, preferito rimanere a casa a disfare le valigie e sistemare tutto. Ma alla fine aveva acconsentito alle parole dell’amica e si era fatta trascinare alla festa.
“È solo un falò sulla spiaggia, niente di troppo eccessivo, poi mi serve una serata di svago” aveva pensato la ragazza riccia mentre sceglieva il vestito da mettere. Aveva deciso di indossare il suo preferito, un regalo fattale da sua zia Helena l’anno prima, ma che non aveva mai avuto l’opportunità di mettere. Era rosa corallo, con lo scollo a cuore e senza spalline, aderente e le arrivava a metà coscia. Dal centro della scollatura partivano una serie di cristalli che scendevano lungo il fianco sinistro percorrendo tutta la lunghezza dell’abito, diventando sempre più distanti tra loro, man mano che si avvicinavano all’orlo del vestito. Ma la particolarità di quell’abito era il fatto che, da entrambi i fianchi, appena poco sotto il seno, partivano dei lembi di stoffa leggera, dei veli, che arrivavano fino a terra. Con quel vestito Hermione si sentiva bella, una cosa che ormai le capitava di rado. Era riuscita anche, grazie a un abbondante utilizzo di una pozione regalatale da Ginny, a domare i suoi capelli ribelli.
Ora stava chiacchierando animatamente con Sarah e Layla – Questa sera voglio divertirmi, bere e trovare qualche bel figo! – esclamò con molta frivolezza quest’ultima – Hermione, tu devi aiutarmi nella mia caccia, poiché la nostra biondina qui è fidanzata – continuò, poi, alludendo a Sarah.
- Hem, sai Layla non è che mi vada molto … - rispose la strega.
- Uff! – fu il commento stizzito della rossa. Layla, infatti, si era appena tinta i capelli di un rosso che ricordava molto quello dei Weasley, con la differenza che in questo caso si notava che fosse una tinta.
- Dai Lalla, lasciala in pace se non ha voglia non puoi obbligarla – arrivò in soccorso, Sarah, all’amica.
- Che noia che siete! Avete diciotto anni per la miseria! Non ottanta! Va beh fa niente, ho già puntato un bel biondino che ha un fondoschiena da urlo, speriamo prometta bene anche il davanti – terminò Layla alzandosi e strizzando l’occhio alle due amiche, che scoppiarono a ridere osservandola sculettare in direzione del bancone del bar.
 
Draco Malfoy voleva ubriacarsi, voleva dimenticare di essere circondato da insulsi e stupidi babbani, voleva dimenticare che suo padre era in prigione, voleva dimenticare lo schifo che era diventata la sua vita dopo la guerra, anzi no! La sua vita faceva già schifo, da quando due estati prima era stato marchiato come una mucca. Al pensiero di come, al tempo, era stato felice di poter finalmente servire il potente Signore Oscuro, di come si sentisse orgoglioso di essere stato scelto lui tra tanti, gli venivano i conati di vomito, ma dopotutto, ora, non avrebbe potuto cambiare niente quindi era inutile crogiolarsi e abbattersi con quei pensieri. Molto meglio bere e affogarli. Aveva scoperto che lo scotch era un liquore babbano molto buono, quasi al livello del Whiskey Incendiario.
Ingollò l’ennesimo bicchiere della bevanda ambrata, e si guardò intorno: era circondato da stupidi babbani. Una rabbia improvvisa lo assalì al pensiero che sarebbe dovuto rimanere con questa gente inetta per ancora due mesi: che schifo. Lui Draco Lucius Malfoy, discendente da due delle casate più potenti di tutto il mondo magico, con il sangue più puro dell’oro zecchino, era costretto, per colpa di una restrizione del ministero, a passare la sua estate insieme ai babbani. Era semplicemente furioso. È pur vero che non era ad Azkaban, ma sicuramente non poteva essere felice del provvedimento attuato dal Ministero della Magia per ordine di Kingsley Shacklebolt. Grazie alle loro azioni i Malfoy, comunque, avevano avuto un grande sconto sulla pena e, a differenza di tutti gli altri mangiamorte, non erano stati condannati all’ergastolo. Lucius era l’unico della famiglia finito in prigione ma, grazie ai suoi agganci e al suo denaro, oltre al fatto che alla fine della guerra aveva tentato di lasciare Voldemort, era riuscito a ottenere uno sconto sulla pena. Era quindi rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Azkaban ma doveva rimanerci solo per undici anni. Narcissa, invece, grazie alla bugia che aveva salvato il bambino sopravvissuto e tutto il mondo magico avrebbe dovuto semplicemente rimanere per un mese agli arresti domiciliari, condanna già ampliamente scontata. Al giovane Malfoy, invece, era toccata una delle condanne più strane e sicuramente più inutili, secondo lui, che erano mai state affibbiate a qualcuno. Era, infatti, costretto a passare tre mesi, Giugno, Luglio e Agosto, per la precisione, con i babbani con il divieto assoluto di far ritorno nel mondo magico, fino alla data di scadenza posta per il 31 Agosto.
Draco stava ancora maledicendo Kingsley per le sue idee strampalate e prive di logica quando si sentì picchiettare insistentemente sulla spalla destra.
- Che vuoi? – disse in modo molto “cordiale” alla ragazza bassina che si trovava davanti. “Dovrebbe avere all’incirca la mia età, mio dio che capelli orridi! Sembrano quelli degli straccioni Weasley” pensò squadrandola dalla testa ai piedi.
- Mamma mia che caratteraccio! Per fortuna che sei carino – asserì quella avvicinandosi per poi continuare con un sorriso smagliante – ti andrebbe di venire a bere qualcosa con me e i miei amici? Ah comunque piacere Layla Jonson –
- Draco Malfoy – rispose il ragazzo senza scomporsi, e riflettendo sulla proposta.
- Che nome buffo che hai, Draco, Va beh vieni allora? – esclamò la ragazza ridacchiando e strusciandosi contro il suo braccio.
Quella ragazza gli ricordava enormemente Pansy quando ci provava spudoratamente con chiunque. Sorvolò sul fatto che avesse riso sul suo nome, se avesse veramente saputo con chi stava parlando, sarebbe fuggita terrorizzata ma purtroppo …
Con la solita aria annoiata, allora, rispose – e io cosa ci guadagno? –
- Beh un drink gratis come prima cosa, e poi della buona compagnia – sorrise un po’ rossa in viso la ragazza.
- Va bene ci sto, prendo uno scotch e andiamo – “dopotutto, pensò Draco, anche degli stupidi ragazzini babbani sono meglio dei fantasmi del mio passato. Spero solo di non prendere qualche strana malattia babbana”.
La ragazza lo trascinò verso un gruppo di ragazzi in piedi vicino a un tavolo, e lo presentò agli amici:
- Josh, Andrew, Neal questo è Draco Malfoy – disse indicando un ragazzo più basso di lui di una spanna con i capelli castani rasati di lato, poi un biondo-ramato alto come lui e in fine un ragazzo con la camicia hawaiana, i capelli corvini e gli occhi azzurro cielo.
- Lei invece è Sarah, la ragazza di Neal – disse poi presentandogli una biondina molto carina con gli occhi verdi.
Draco stava per salutare ma la rossa parlò ancora, rivolta, questa volta, a una ragazza che in quel momento le dava le spalle, picchiettandole sulla spalla come poco prima aveva fatto con il ragazzo – Hey, dai girati voglio presentarti una persona, lui è – ma la ragazza non fini mai la sua frase poiché nell’esatto momento in cui la moretta si era girata si era sentito il rumore di un bicchiere che cadeva al suolo seguito da due voci che parlarono all’unisono:
- Malfoy?! –
- Granger?! –

 
Angolo Autrice
Ciao ragazzi ed ecco finalmente il terzo capitolo. Volevo dirvi un paio di cosette …
1. come prima cosa SCUSATE!!! Lo so, sono imperdonabile, vi avevo promesso un aggiornamento in poco tempo, invece c’ho messo tantissimo e mi dispiace molto, ma è tutta colpa del mio Wifi babbano che decide lui quando e come funzionare .-. comunque cercherò di essere più veloce la prossima volta (spero proprio di riuscirci xD)
2. seconda cosa, come avrete notato questo capitolo è in Flash back e volevo avvisarvi che da adesso per un po’ i capitoli saranno tutti in flashback perché con essi voglio spiegare come Hermione e Draco sono passati da odiarsi ad amarsi (sisi ho detto proprio così: amarsi non siete voi che avete le traveggole, tranquilli). Comunque questi capitoli saranno ambientati nel mondo babbano (per motivi che o spiegato nel capitolo) e inoltre o aggiunto alcuni personaggi di mia personale invenzione: Sarah, Layla, Neal, Josh e Andrew che compariranno per i prossimi capitoli
3. uno dei miei obbiettivi era quello di mantenere i personaggi abbastanza IC e farli il meno possibile OOC. Ovviamente trattandosi comunque di una Dramione nel mondo babbano non sarà possibile farlo al 100% ma mi impegnerò il più possibile …  se volete datemi un vostro parere: come vi sembrano fino ad adesso?

Ecco adesso che vi ho annoiato a sufficienza con questo poema, perché più che una nota è un vero e proprio poema, vi saluto e aspetto le vostre recensioni con i vostri pareri
xoxo
_mrs_Malfoy_

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: DOPO LE 2 DI NOTTE NON SUCCEDE MAI NULLA DI BUONO. ***


CAPITOLO 4: DOPO LE 2 DI NOTTE NON SUCCEDE MAI NULLA DI BUONO.



- Voi, voi vi conoscete ? – esclamò sconvolta Layla.
- si … -
- purtroppo – borbottarono Hermione e Draco all’unisono.
- Ma, cioè, come, com’è possibile? – continuò imperterrita Layla che era curiosissima di scoprire perché la sua amica e quel gran figo già si conoscevano. La cosa, inoltre, non le piaceva per niente, Hermione sarebbe potuta diventare un grave ostacolo per il suo piano di conquista, e se i due fossero innamorati? O peggio, e se i due fossero già fidanzati? . La ragazza, però, si dovette ricredere, e accantonare ogni preoccupazione non appena Hermione e Draco aprirono bocca.
- Questo essere, purtroppo, viene a scuola con me, e quindi lo conosco, mi sembra, inoltre, superficiale aggiungere che –.
- Bla, Bla, Bla, quanto parli Granger, non ti smentisci mai, a nessuno importa quello che hai da dire, non l’hai ancora capito? Per fortuna che eri intelligente! –.
- brutto insolente! Qui nessuno ha chiesto il tuo parere! –.
Layla stava per smentire l’amica affermando che lei trovava molto interessante qualunque cosa uscisse dalla bocca del bel biondino, quando Josh l’afferrò prepotentemente per un braccio e la trascinò verso il bar, dove un ragazzo basso e piuttosto cicciottello li salutava animosamente, sbarcciandosi talmente tanto, per attirare la loro attenzione, da rischiare di cadere dalla sedia. Vennero raggiunti, poco dopo, anche da Andrew e Neal che volevano bersi qualcosa per combattere il gran caldo.
Hermione e Draco non si accorsero nemmeno di essere rimasti soli con Sarah talmente erano concentrati sulla loro litigata, e continuarono a “parlare” tra di loro:
- Insolente io?! Ma come ti permetti!! Se la solita so–tutto–io! – continuò il ragazzo, non mostrando, tuttavia, sul volto nessuna espressione se non il ghigno made-in-Malfoy che increspava sempre le sue labbra sottili.
- arrogante –
- secchiona –
- viziato –
- sempre meglio vivere negli agi che circondarsi di straccioni come te! –
- sei solo un borioso furetto platinato! bastardo! –
- hahahaha qui la meticcia sei tu cara mezzosangue! Hahahaha  –
- come osi brutto mangiam –
- BASTAAAA! Vi prego basta! Ma che cosa avete voi due? Tra un po’ vi ammazzate a vicenda! – li interruppe Sarah urlando come una matta e attirando l’attenzione di tutti i presenti., per poi aggiungere indisturbata  – dai venite, andiamo al nostro tavolo -.
I due la seguirono senza fiatare, ma continuarono a lanciarsi occhiate di fuoco, e dopo aver sgomitato tra la folla, riuscirono ad arrivare al tavolo e a sedersi. Avevano preso quello più riparato e in disparte in modo tale da poter parlare tranquillamente, ma allo stesso tempo poter osservare tutta la spiaggia.
- Allora, come prima cosa piacere, io sono Sarah, e sono la migliore amica di Herm. – si presentò con un sorriso la ragazza porgendo la mano a Malfoy che, dopo un paio di minuti, l’afferrò e la strinse con una smorfia in volto. – Piacere, Draco Malfoy –.
- Tu sei un mago vero? Non fare quella faccia, tranquillo, Herm mi ha sempre spiegato tutto e io sono a conoscenza dell’esistenza del vostro mondo – continuò imperterrita Sarah volendo a tutti i costi continuare la conversazione.
- Ma bene, bene, la perfettina Hermione Granger che infrange la regola più importante di tutte, ovvero di non svelare l’esistenza della magia, chissà cosa penserebbe il Ministro Shacklebolt, se casualmente venisse a conoscenza di questo fatto – frecciò Draco con cattiveria all’indirizzo della strega, seduta a fianco a lui che però ribatté prontamente – Mhm, non direi, forse uccidere torturare e perseguitare persone innocenti è peggio, tu ne sai qualcosa, vero Malfoy? -.
La faccia del ragazzo non subì mutamenti, rimase impassibile, l’unico segno della sua rabbia e frustrazione fu lo scatto della mandibola che però si rilassò pochi secondi dopo. Nel frattempo Sarah osservava i due, e non si perdeva una parola, anche se l’ultima frecciatina di Hermione non l’aveva capita appieno. Infatti, anche se la ragazza era al corrente di tutto quello che succedeva nel mondo magico, e sapeva chi erano e cosa facevano i mangiamorte, non era a conoscenza delle loro identità. Quindi non sospettava minimamente di essere seduta a fianco di uno di loro e, come per voler ribadire questa tesi, esclamò – Beh Draco, sei anche tu un Grifondoro come Herm? –
- hahahaha io? Ma hai sai con chi stai parlando? Io sono il Serpeverde per eccellenza. Non potrei mai mischiarmi con i Grifondioti, bah rabbrividisco al solo pensiero – rise il ragazzo indicando Hermione.
Quest’ultima stizzita stava per ribattere, quando il resto della compagnia, precedentemente allontanatasi sopraggiunse mettendo, quindi, fine al discorso sulle casate di Hogwarts.
 
Appena si trovarono tutti riuniti al tavolo ci furono degli attimi di silenzio imbarazzate, dopotutto, nessuno, esclusa Hermione, conosceva qual ragazzo dai capelli biondi e gli occhi grigi che, con il suo portamento, quasi regale, metteva in soggezione molti di loro. Il ragazzo in questione, intanto se la rideva sotto i baffi, pensando a quanto fosse comico il fatto che pur non conoscendolo affatto, quei ragazzi babbani avevano timore di lui e non sapevano cosa dire.
Questi attimi di silenzi vennero infine interrotti da un coraggioso Neal – Allora, - esordì – Draco, sei qui in vacanza con i tuoi? –
- No, da solo –
- come mai? È un po’ deprimente – si intromise Josh che era sempre stato un ragazzo molto curioso.
- diciamo che i miei genitori non possono muoversi e per questo non mi hanno potuto accompagnare, comunque non mi sono mai piaciute le vacanze di famiglia, quindi no, non è deprimente – rispose il ragazzo alquanto infastidito, odiava dover parlare della sua famiglia, lo faceva a malapena con il suo amico più fidato. Lanciò, poi, uno sguardo a Hermione come per sfidarla ad aprire bocca e commentare.
- ah, beh qualche amico? Sei qui tutto solo? – indagò ancora Josh curioso come non mai.
- il mio migliore amico è in Italia quindi sono solo e comunque non sono fatti tuoi – sbottò Malfoy che iniziava ad essere sempre più infastidito dalla piega che aveva preso la conversazione.
- Blaise è già in Italia? Io pensavo partisse in Agosto – si intromise poi Hermione, che non si era persa una parola della chiacchierata.
Draco la guardò sbalordito, “come diavolo fa questa a sapere di Bla?” si domandò; la ragazza, come se avesse usato la legimanzia, allora, rispose – È inutile che fai quella faccia, io e Zabini siamo amici dal sesto anno, è normale che io sappia dove va in vacanza -.
Draco stava ancora riflettendo sul fatto che Blaise fosse amico della mezzosangue quando la canzone Limbo venne messa a tutto volume e l’intera spiaggia si trasformò in una specie di discoteca all’aperto.
Malfoy, colto alla sprovvista, venne letteralmente trascinato di peso al centro della pista da un’esaltata Layla e, seguendo l’esempio, Josh prese in braccio Hermione, rossissima per l’imbarazzo, e la trascinò a ballare. Non era infatti un mistero il fatto che a Josh piacesse dai tempi delle elementari la riccia e che, ogni volta che ne aveva l’occasione, ci provava spudoratamente. Quando anche Draco si accorse di questo fatto gli venne quasi da ridere, “Ma come fa a trovare attraente quel cespuglio saccente che cammina?” si chiese, notando, invece, che l’amica rossa non era male, eccezion fatta per i capelli, ed era palese che gli moriva dietro, “Penso che volgerò la situazione a mio favore, dopotutto è da troppo tempo che non mi diverto seriamente”, pensò la Serpe con gli occhi che luccicavano di pura lussuria. Dall’altra parte della pista invece, la Grifoncina faceva di tutto per evitare di restare a contatto, più del stretto necessario, con Josh, che più che un ragazzo in quel momento sembrava un polipo.
 
Ballando, bevendo e ridendo i ragazzi tornarono al tavolo quando l’orologio segnava le due meno cinque minuti, ma non erano affatto esausti, anzi volevano ancora chiacchierare e scherzare tra loro.
Ad un certo punto Andrew, ebbe un’idea geniale e si sentì in dovere di condividerla con tutti i suoi amici - ragazzi, ragazzi, ascoltate ho avuto l’idea del secolo, anzi no del millennio – esclamò – allora? cosa ne pensate? Non vi sembra un’idea fantastica? –
- Andrew cosa? Non hai detto niente. Mi dicono che sei poco ubriaco – ironizzò Hermione, che però, a sua volta non era del tutto sobria, anzi.
- Ah, è, si, cosa? – riprese il ragazzo che ormai non connetteva più e che sembrava essersi appena risvegliato da una trance. – Ah già la mia idea, si ecco stavo pensando, perché Draco non passa con noi il resto delle vacanze? Tanto il posto ce l’abbiamo. Cosa ne pensi Sarah? –
- Mhmh, si per me non c’è problema, più siamo meglio è. – rispose la ragazza facendo accendere di felicità Layla e di preoccupazione Neal che non voleva che il biondino ci provasse con la sua ragazza.
- Hermione, per te c’è qualche problema se lui viene con noi? -  aggiunse però Sarah rivolta all’amica, dato che ormai aveva capito che tra i due non correva buon sangue, anzi a quanto pareva il problema principale era proprio quello: il sangue.
La strega dal canto suo stava per rispondere quando la sua mente rievocò un vecchio ricordo …
 
Una bambina di dodici anni era seduta sul dondolo in compagnia di una vecchietta molto arzilla, erano le vacanze estive e stavano discutendo un desiderio della ragazzina. – sai nonna, non vedo l’ora di crescere e diventare grande, per poter uscire la sera e incontrare i miei amici Harry e Ron, in qualsiasi momento -.
- Hai tutto il tempo  per crescere e uscire con gli amici, Hermione. Ma devi stare attenta. Da giovani si commettono molte sciocchezze. Non sempre negative, certo, ma pur sempre sciocchezze -.
- Nonna tu hai mai fatto qualche sciocchezza? – chiese con innocenza la bambina.
- Oh si tesoro, quando aveva qualche ruga in meno e qualche capello in più – sorrise dolcemente la signora – ed è per questo che ti consiglio di non prendere mai decisioni importanti dopo le due di notte. Ricorda, dopo le due di notte non succede mai nulla di buono
 
Quella frase rimbombò più volte nella mente di Hermione, che si chiese come mai le fosse venuto in mente proprio quell’episodio di parecchi anni addietro. In ogni caso non aveva voglia di stare lì a pensarci e, facendo spallucce, rispose all’amica che era ancora in attesa di un suo parere.
L’orologio batté le due e un minuto quando la ragazza esclamo tutta contenta: - Ma certo! Dai Draco vieni! Sarà divertente! –.
A Draco veniva quasi da ridere, molto probabilmente era l’unico ancora capace d’intendere e di volere in mezzo a tutti quei pazzi. Ormai reggeva benissimo l’alcool, soprattutto grazie a tutti i festini fatti negli anni in compagnia di Blaise, Theodore, Pansy e Daphne, dove puntualmente crollavano tutti a terra ubriachi fradici.
Ora guardando questi pivelli, poté benissimo constatare che i più ubriachi erano Josh e Hermione. Questo era facilmente capibile dal fatto che il ragazzo era da circa dieci minuti che parlava con un cespuglio li a fianco e che la ragazza l’aveva chiamato con il nome di battesimo e che aveva acconsentito alla richiesta senza battere ciglio.
Ancor prima di rendersene conto, però, Malfoy, esclamò – Per me va bene, trascorrerò il resto delle mie vacanze con voi -. Sul momento rimase lui stesso colpito da quello che aveva appena detto ma, mentre gli altri della compagnia esultavano bevendo un altro drink, pensò: “Ma si, può essere l’occasione per prendere ulteriormente per i fondelli la mezzosangue e inoltre potrò concludere qualcosa con l’amica rossa. Certo potrei trovare di meglio ma una ragazza disponibile e pur sempre una ragazza disponibile”. E con questi pensieri alzò il bicchiere al celo stellato.



* NOTA AUTRICE *
Ciao bellissimi, :D come procedono le vostre vacanze estive? io rimarrò a casa anche a ferragosto molto probabilmente :( , quindi avrò tutto il tempo per continuare la storia :) contenti? Anche se devo confidarvi che sto iniziando ad avere qualche dubbio e mi sto chiedendo sempre più spesso se valga la pena continuare …
Comunqueeeee volevo dirvi:
- LO AMMETTO SONO COLPEVOLE ;) l’idea del titolo del capitolo non è del tutto mia, anzi, ho preso spunto da una famosa serie tv chiamata “How I Met Your Mother” (in italiano è conosciuta come “Alla arriva mamma”). Mi sembrava veramente carina perché è proprio per colpa (o per meglio dire grazie) alla decisione di ospitare Draco che poi succederà tutto :).
- come secondo punto volevo sottolineare il fatto che per il momento Draco e Hermione si odiano ancora cordialmente quindi non stupitevi di certi comportamenti.
- terza e ultima cosa … in questo capitolo ho usato molto il discorso diretto, infatti ci sono molte parti in cui parlano i personaggi e volevo chiedervi se ero riuscita a rendere le conversazioni chiare (spero di si) oppure se vi sono risultate confusionali ….  FATEMELO SAPERE!!!!
E questo è tutto un bacione e recensite recensite recensite :* mrs_Malfoy_
 

* RINGRAZIAMENTI *

a tutti coloro che hanno recensito, grazie mille ragazzi siete dolcissimi, vi adoro :) :) <3

isabella_dramione
xmiriam
HelenaBurst

a tutti coloro che hanno messo la storia nei preferiti
 Angie97 [Contatta]
 Giulia_Cullen [Contatta]
 InYourEyesISeeTruth [Contatta]
 Ladypretty [Contatta]
 Marty_Potterhead 
 
a tutti coloro che hanno messo la storia nei ricordati
 xmiriam [Contatta] 

a tutti coloro che hanno messo la storia nei seguiti
1 - aeris1993 [Contatta]
2 - amuchanok [Contatta]
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grazie ancora a tutti baciii :* 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: THE CALM and THE STORM ***


CAPITOLO 5: THE CALM and THE STORM
 

Sei e trentasette di mattina. Al 742 di Evergreen Terrace regnava un silenzio irreale, non una foglia, non un uccellino si muoveva quella mattina. Tutto era tranquillo. Calma piatta. La calma che precede una tempesta.
Lo stesso silenzio era presente nella stanza al secondo piano della villetta bianca affacciata sulla spiaggia, dove due ragazzi dormivano l’una nelle braccia dell’altro, abbracciati. Inconsapevolmente, è ovvio.
Ad un certo punto, però, un rantolo sommesso, proveniente da sotto il lenzuolo, spezzò quell’inusuale quiete. - Mhm, santo Godric che mal di testa! – fu il fine commento di Hermione Granger, che aveva ancora gli occhi chiusi ma che ormai era sveglia. La ragazza infatti aveva l’impressione che qualcuno le avesse tirato un bolide in testa, un dolore acuto e lancinante la tormentava e si accentuava ogni volta che la sua testa si sollevava seguendo il respiro regolare del suo cuscino.
“Aspetta maccos?? Il mio cuscino non può respirare!” pensò aprendo di colpo gli occhi e sollevando bruscamente la testa. Questo suo gesto avventato, le costò però una fitta dolorosa alla testa, che non fece altro che peggiorare le sue condizioni precarie. “Basta, basta, giuro che questa è l’ultima volta che bevo così tanto” pensò convinta mentre chiudeva nuovamente gli occhi nel tentativo di farsi passare quel terribile cerchio alla testa che la tormentava.
Dopo aver preso due profondi respiri riaprì lentamente gli occhi e la prima cosa che vide furono le pareti della stanza che erano colorate di verde acqua, rammendandole così che non si trovava a casa sua ma nella casa di villeggiatura di Sarah e che quella era la camera della sua migliore amica. Aveva, però, solo vaghi ricordi di come ci fosse arrivata.
Di colpo si ricordò del cuscino che respirava e abbassò lo sguardo. Quello che vide la lascio pietrificata. Sotto di lei il petto alabastrino di un ragazzo si alzava e abbassava seguendo il respiro del proprietario. Seguendo la linea degli addominali con lo sguardo, la ragazza arrivò al collo del personaggio che aveva condiviso il letto e solo quello, si ritrovò a sperare la ragazza con tutta se stessa, quella notte.
Sullo zigomo destro poi, si poteva vedere una piccola cicatrice lunga qualche centimetro che però non rovinava la bellezza del viso. Le labbra sottili erano distese e rilassate, come mai le aveva viste Hermione. Non erano piegate in quel ghigno strafottente come al solito. Il naso un po’ all’in su e le palpebre abbassate che celavano un paio di occhi plumbei, completavano l’opera. I capelli serici erano di un biondo talmente chiaro da sembrare bianco. La ragazza si perse per qualche minuto ad ammirare quel profilo aristocratico, “È proprio bello quando dorme, sembra un angelo”  la ragazza non fece in tempo a inorridire per quello che aveva pensato che il ragazzo si mosse leggermente. Hermione si rese conto proprio in quel momento della posizione che occupava. Non era semplicemente appoggiata a quello che, ormai avrete capito, era Draco Malfoy, ma era proprio sdraiata sopra al ragazzo. Stava per spostarsi quando il ragazzo le cinse la vita con il braccio destro e invertì le posizioni, appoggiando bellamente la testa sul seno della ragazza.
Sei e trentasette di mattina. Al 742 di Evergreen Terrace il silenzio irreale fu interrotto da un urlo agghiacciante di una ragazza, da un forte schianto e da una serie di imprecazione degne di uno scaricatore di porto.
Sei e trentasette di mattina. Al 742 di Evergreen Terrace si era scatenata la tempesta.
Svegliata di soprassalto Sarah si precipitò nella sua camera, sconvolta per il fatto che lei fosse stata l’unica a svegliarsi dopo tutto quel fracasso. E quando entrò nella sua camera, che per il momento era occupata da Hermione, rimase sconvolta e ringraziò la sua buona stella che nessun altro si fosse svegliato. La scena che le si parò davanti infatti, era la premessa dell’apocalisse.
Malfoy era a testa in giù schiacciato contro il muro con solo i boxer addosso e stava facendo sfoggio di tutto il suo bellissimo, nonché molto ricco, patrimonio di parolacce. Dall’altra parte della stanza invece si trovava un’infuriata Hermione, con indosso ancora il vestito della sera precedente, e con la bacchetta sguainata e puntata contro il biondo.
- Ma si può sapere che cazzo ti prende mezzosangue? Perché diavolo mi hai schiantato? –
- Perché tu ti sei comodamente sdraiato su di me! E poi perché eri nel mio letto? –
- Perché non avevo altro posto per dormire e stai tranquilla quello più traumatizzato qui sono io, ho dovuto stare a stretto contatto con una Sanguesporco -.
- Stupeficium! –
Sarah si riparò con le braccia dalla luce dell’incantesimo e riaprì gli occhi solo quando risentì la voce del biondo.
- Perché diavolo l’hai rifatto?! -
- Malfoy lo giuro sui quattro fondatori, insultami un’altra volta e ti spedisco ad Azkaban a fare compagnia al tuo caro paparino, a calci nel sedere! –
- Come ti permetti di parlarmi così! Io faccio tutto quello che mi pare! –
- Non penso proprio, già che tu sia qui non mi piace ma non mi farò rovinare la vacanza da te! –
- BASTA! BASTA! BASTA! State facendo un casino assurdo – Solo in quel momento i due ragazzi si accorsero di non essere soli, e contemporaneamente girarono lo sguardo verso la porta, dove una ragazza dai capelli biondi, rossa in faccia per la sfuriata e in pigiama, li minacciava con l’indice teso.
- Ora tu – disse rivolgendosi a Malfoy – prendi qualcosa, fili in bagno e ti vesti e non voglio sentire una parola, perche anche se non ho poteri magici ti giuro che ti farò vedere le stelle! – Draco, decise saggiamente di ascoltare le minacce della ragazza e, dopo aver preso dei vestiti da una delle tre valigie ai piedi del letto usci borbottando qualcosa, del quale le due ragazze capirono solo – Malfoy … rispetto … più potente e antica famiglia … minacciato … babbana -.
Una volta che il ragazzo si chiuse la porta alla spalle, Hermione crollò sul letto e l’amica le si sedette a fianco.
- Sarah, perché Malfoy era nel mio letto stamattina? –
- Come perché? L’hai invitato tu ieri sera! –
- Che COSA!? –
- Ma sì, non ricordi? Quando siamo arrivate non c’era nessun altro posto e dato che il tuo letto è il più grande … -
All’improvviso come un fulmine a ciel sereno, Hermione ricordò tutto.
 
- Bene ragazzi, sono le due e mezza forse è il caso di tornare a casa, così la facciamo vedere a Draco e poi io sto morendo di sonno! – disse Andrew stiracchiandosi sulla sedia e guardando preoccupato Josh che stava offrendo un drink al cespuglio lì vicino. Tutti annuirono e, barcollando un poco si alzarono.
- Prima dobbiamo passare al mio Hotel però, devo recuperare le mie valigie e avvisare che non soggiornerò lì per il resto delle vacanze -. Così dicendo Draco si incamminò, seguito dagli altri, verso un grande e lussuosissimo hotel babbano, il Plaza, dove alloggiava, obbligato dal ministero. Infatti a causa della sua condanna non poteva starsene a casa sua, ma doveva integrarsi il più possibile con i babbani. Inutile dire che, infischiandosene bellamente, una volta giunto nella sua suite, l’aveva adattata alle esigenze di un mago grazie alla magia e ora, aveva ben poco di babbano quella camera. Una volta disdetta la prenotazione e recuperate tre valigie di pelle di drago i sette ragazzi si incamminarono verso il 742 di Evergreen Terrace, dove si trovava la villetta delle vacanze di proprietà dei Miller (la famiglia di Sarah N.d.A.).
Appena arrivati a casa, però, ai ragazzi fu subito chiaro un problema: la casa disponeva solo di tre stanze e del salotto per dormire ed erano tutte occupate. Infatti nella camera matrimoniale dei genitori di Sarah dormivano la proprietaria e il suo ragazzo Neal. Nella camera di Sarah dormiva Hermione, nella camera degli ospiti dormiva Layla e sul divano letto del soggiorno Josh e Andrew. Malfoy non aveva alcun posto per dormire.
- Draco, abbiamo un piccolo problema – disse quindi la bionda al ragazzo – non so dove farti dormire –
- In che senso scusa? – chiese interdetto il mago.
- Nel senso, che tutti i letti sono occupati ,l’unica alternativa non penso ti piacerà molto … -
- Quale sarebbe? – chiese Malfoy aspettandosi di dover dormire sul tavolo della cucina o qualcosa del genere.
- Beh, ecco vedi, l’unico letto che può ospitare due persone, per il momento è quello da una piazza e mezza che c’è nella mia camera –
- Bene – disse Malfoy, felice di aver evitato il tavolo – e da chi è occupato adesso? –
- Ecco … - disse la ragazza lanciando uno sguardo eloquente a Hermione che, in quel momento, saltellava su un piede tentando di togliersi i tacchi.
- No, no, no, cosa? Lei? Ma nemmeno sotto Imperio! – esclamò scandalizzato lui.
- A parte che, nonostante sappia di voi, ignoro totalmente cosa sia un imperio, comunque, o ti accontenti o dormi sul pavimento o sul tavolo della cucina. Se vuoi è la porta in fondo al corridoio che trovi sulla destra appena sali le scale. Io vado a dormire -. E detto ciò la ragazza iniziò a salire le scale. Come se solo in quel momento si rendessero conto di dove fossero anche gli altri ragazzi iniziarono a dirigersi vero i loro giacigli. Draco, seppur controvoglia, si trovò costretto a seguire Hermione dentro a una camera verde acqua abbastanza grande dove al centro era situato un letto da una piazza e mezza, proprio come gli aveva detto Sarah. Hermione proprio in quel momento si accorse di non essere sola.
- Malfoy co-cosa ci fa-fai qui tu? – disse a fatica a causa dell’alcool e della stanchezza.
- Vedi Granger il tuo letto è l’unico abbastanza grande e non già occupato che può contenere due persone- disse Draco aspettandosi l’ennesima sfuriata da parte della ragazza, ma questa non arrivò.
- Ok, fa come ti pare io vado a dormire – e detto questo si buttò sul letto vestita. Dire che il ragazzo era sconvolto è minimizzare, Draco infatti rimase per qualche minto sconvolto poi, scuotendo la testa si spogliò e si sdraiò a fianco alla ragazze che già dormiva profondamente.
 
Hermione era a dir poco sconvolta, non riusciva a credere di aver praticamente invitato il suo peggior nemico, a letto con lei, seppur solo per dormire. Sarah intanto ridacchiava tra se e se a causa della faccia sconvolta dell’amica e, dopo aver preso un grande e profondo respiro, le disse – Dai Herm non è la fine del mondo! Alla fine è anche un ragazzo molto carino – ma vedendo l’espressione scioccata e irata della mora decise saggiamente di cambiare argomento e di dirottare l’attenzione di quest’ultima su qualcosa di meno dannoso – Dai, ormai, visto il casino che avete fatto, si saranno svegliati tutti andiamo giù a fare colazione-.
La strega annuì e dopo essersi cambiata e aver indossato dei comodi shorts con una canottiera si diresse in cucina dove erano già tutti accomodati, e dove tutti la accolsero con un buongiorno, tranne Malfoy, che però non stava ne mangiando ne bevendo, anzi era come in attesa di qualcosa.
- Granger –
- Che vuoi? – rispose la ragazza che stava mangiando i cereali con il latte e che era molto infastidita dal fatto di essere disturbata.
- Quando cavolo me la portano la colazione? Io ho fame! –
Hermione stava aprendo bocca quando Layla, che non si era persa una sola battuta, si intromise nel discorso: - Scusa perché qualcuno dovrebbe portarti la colazione? –
- Ma che domande sono? Perché ho fame, ma a quanto pare la servitù qui fa pena, insomma son qui già da cinque minuti e non è ancora apparso nessuno a chiedermi cosa voglio mangiare! -.
- Stai scherzando vero? – chiese a quel punto Neal che era alquanto sconvolto.
- E perché mai dovrei scherzare? –
- Malfoy qui se hai fame alzi il tuo culetto da principino viziato e ti prepari da mangiare, nessuno ti porterà un bel niente, capito? – esclamò Hermione che ormai aveva rinunciato all’idea di una colazione tranquilla e che era sempre più convinta del fatto che invitarlo a passare le vacanze con loro era stata l’dea più balorda del mondo, magico e non. “Ma come mi è venuto in mente di ubriacarmi così? E poi accettare questa idea! Sarà la vacanza più stressante, lunga e orribile di sempre” pensò sconsolata. Ma poi le voci dei suoi amici la riportarono al presente, distogliendo la dai suoi pensieri.
- Stai scherzano spero! Morirò di fame! – esclamo ancor più indignato il ragazzo.
- Magari fossimo così fortunati! – sussurrò a mezza voce la mora, ma il biondino, fortunatamente, non la sentì.
- Draco, a casa tua ci sono i servitori?- chiese Andrew interessato al discorso.
- Si certo, ce ne sono undici in tutte le nostre abitazioni, poi qualche volta, soprattutto in occasioni speciali, ne usiamo anche di più -.
- Abitazioni? Al plurale? Ma scusa quante case hai? –
- Beh un po’ disseminate in tutta Inghilterra e qualcuna anche nel resto del mondo, ma nella maggior parte non ci sono mai nemmeno entrato. Malfoy Manor è quella in cui vivo fin da bambino -.
- Ma-Manor? Tu vivi in un maniero? – si introdusse in quel momento anche Sarah che era scioccata.
- Si, anche se è un po’ troppo grande per solo tre persone, ma mia mamma ha sempre adorato casa nostra quindi io non mi lamento - rispose tranquillamene Malfoy, accorgendosi poi delle facce allibite degli altri ragazzi babbani. – Perché mi guardate così? – chiese allora.
La prima a riprendersi fu Layla che ora lo guardava con occhi ancor più adoranti – Quindi, quindi, tu in pratica, tu ci stai dicendo che sei ricco? –
- Ma che domande sono? Certo! Sono l’erede di due delle famiglie più ricche conosciute! Se volessi potrei benissimo non fare niente dalla mattina alla sera, e le mie future cinque generazioni avrebbero comunque un futuro di agi e ricchezze assicurato! – esclamò vantandosi Malfoy.
- Tu lo sapevi Hermione? - chiese a quel punto Josh tutto emozionato alla ragazza che sbuffando annuì – E come farei a non saperlo se a scuola non fa altro che ribadirlo? E in ogni caso chiunque sa chi sono i Malfoy, sa cosa comporta questo nome, oltre le ricchezze. Vero Draco? – disse marcando appositamente il nome del ragazzo.
Prima che qualcuno potesse chiedere cosa comportasse quel cognome, il ragazzo si alzo di scatto dalla sedia e afferrò Hermione per le spalle. I suoi occhi mandavano lampi di rabbia e tutti i ragazzi si spaventarono, anche Hermione, che nonostante questo, non abbassò lo sguardo, anche se era perfettamente conscia di aver esagerato.
- Stammi bene a sentire Sanguesporco. Non osare, ripento NON osare mai più, parlare nuovamente della mia famiglia e di me in questi termini mi hai capito bene? Perché tu non conosci niente di me e non ti permetto di mancarmi così di rispetto quando mia madre a salvato il culo a tutti! Mi hai capito? – tutti erano immobili come statue, terrorizzati, qualcuno provò a sussurrare un “dai Draco calmati” ma troppo debole per essere veramente ascoltato. Hermione comunque con il coraggio che solo una Grifondoro può avere ribatté – Io mi permetto eccome invece! Dato che per colpa tua e della tua famiglia io ho passato le pene dell’inferno, e poi tu dici a me di non giudicare? Quando sei tu che per sette anni non hai fatto che insultarmi e schernirmi? Fammi il piacere Malfoy stai zitto! -..
- Hem, hem – quella tossetta finta stile Umbridge, riportò entrambi i ragazzi alla realtà e, contemporaneamente, entrambi si resero conto di non essere soli e di aver dato spettacolo davanti a cinque ragazzi sconvolti.
- Io esco mi sono fatto prendere dalla rabbia – e detto questo il biondo uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Proprio in quel momento Hermione crollò sulla sedia.
- Hermione tutto bene? – esclamò atterrito Josh.
- Si, ragazzi tutto bene, per noi è normale avere queste piccole liti, questa volta però è colpa mia, non avrei dovuto esagerare così -.
- Piccole liti? Hermione quello sembrava volesse ucciderti! – esclamò sconvolto Neal.
- Tranquilli, per noi è normale, sono sette anni che continuiamo così, fate finta di niente. Malfoy ha una situazione familiare molto complicata, io ne sono a conoscenza e noi non ci siamo mai stati molto simpatici, quindi io ne ho approfittato, ma l’anno scorso, la situazione si è, come dire, aggravata e quindi non avrei dovuto dire quelle cose -. I ragazzi annuirono e in quel momento Draco rientrò in cucina e, facendo finta di niente si risedette al suo posto. Sul suo volto non c’era nessuna emozione. “Porca Veela! Devo controllarmi di più, non dovrà mai risuccedere niente del genere. Ma quando la mezzosangue ha pronunciato quelle parole non sono proprio riuscito a trattenermi, perché per quanto possa negarlo sono maledettamente vere! Ovviamente ora non chiederò scusa, un Malfoy non chiede mai scusa, è da deboli” pensò il biondino.
 
Lentamente la tensione si allentò e i ragazzi iniziarono a chiacchierare allegramente e a scherzare, anche se Hermione e Draco non si guardavano. Hermione era convinta che la questione fosse superata quando Layla decise di dare aria alla bocca:
- Hey Draco posso chiederti una cosa? –
- Si dimmi – alla fine si era rassegnato a passare le vacanze con i babbani, e non aveva senso rovinarsele continuando a essere scortese, per lui sarebbero sempre rimasti delle nullità ma almeno evitava di darlo troppo a vedere, certo per quanto il suo carattere da ippogrifo incazzato gli permettesse.
- Posso sapere cosa vuol dire il nomignolo che hai affibbiato a Hermione prima?-
Draco continuò a fingere indifferenza ma sapeva benissimo a cosa si riferiva, come lo sapeva bene Hermione che di colpo abbassò la testa. Anche se ormai si era abitata a quel soprannome le faceva comunque male sentirlo.
- Quale? –
- Ma sì, sangue-qualcosa – continuò imperterrita Layla supportata da Josh – Si, è vero! Sanguesporco l’hai chiamata, ma cosa vuol dire? –.
Sarah era a conoscenza del significato di quel termine, infatti anni prima Hermione le aveva detto che era un modo dispregiativo che usavano certe famiglie di purosangue per indicare quei maghi che avevano genitori babbani. Un termine molto simile era mezzosangue che però indicava chi aveva un genitore mago e uno babbano. Hermione le aveva spiegato, inoltre che con il passare del tempo la distinzione tra questi termini si era affievolita e ormai erano divenuti sinonimi.
Sarah capì quindi che Malfoy doveva provenire da una di quelle famiglie antiche e purosangue, e nonostante le parole di prima, era dispiaciuta per lui. Sarah infatti non aveva capito il vero significato delle parole di Hermione ed era convinta che i genitori di Draco fossero stati uccisi mentre combattevano contro Voldemort. Provava, quindi, molta pena e, ora, mentre osservava il ragazzo pensava: “Poverino, non avere più i genitori a quest’età è veramente brutto. Ma penso che debba essere fiero di loro, si sono immolati per una giusta causa e hanno perso la vita combattendo contro quel mostro e quei  suoi orrendi tirapiedi. Come li aveva chiamati Hermione? Ah si mangiamorte. Povero ragazzo!”. Sarah non sapeva, però, di essere del tutto fuoristrada.
Hermione stava nel frattempo per sotterrarsi dalla vergogna e aveva già gli occhi lucidi quando Malfoy, stupendo se stesso per primo, rispose – Ah quello, è un modo scherzoso che uso per prenderla in giro quando mi arrabbio o quando siamo soli, non so se lo sapete ma la nonna di Hermione era Irlandese e quindi io la sfotto dicendo che il suo sangue non è puro perché non è al cento per cento inglese. Ma lei sa perfettamente che scherzo e quindi non se la prende mai. Vero Granger? –
- S-si ha ra-ragione – balbettò la ragazza sconvolta dalle parole del ragazzo e sapendo perfettamente che quella detta da lui era una bugia, lei non aveva nessun parente irlandese! Gli altri, invece, annuirono convinti di aver capito tutto.
 
Dieci minuti dopo in cucina rimasero solo i due maghi e Hermione decise che era il momento di fare qualcosa.
- Malfoy –
- No Granger, non ringraziare l’ho fatto perché lo ritenevo giusto. Non sentirti in debito perché non lo sei. E non fare scenette strappa-lacrime alla Grifondoro perché non le sopporterei -. La interrupe bruscamente Draco.
- Va bene come ti pare! Comunque da dove diavolo ti è venuta l’idea dei parenti irlandesi? –
- Avevo già previsto che mi sarei tradito facilmente, quindi avevo già progettato una scusa –
- Ah ok, comunque volevo dirti che prima ho, si come dire ho, ecco io, si, ecco, ho esagerato non volevo aggredirti così, senza motivo, è che mi ha dato fastidio che anche qui tu dovessi vantarti della tua ricchezza! Comunque so di aver sbagliato, e gradirei che noi due instaurassimo una specie di tregua, giusto per non ucciderci ogni due per tre –
- Ok mezzosangue, andata, facciamo questa “tregua” ma non propinarmi quelle cazzate che ti dispiace di avermi aggredito così perché lo sappiamo entrambi che che non sei per niente pentita. In quanto alla mia famiglia, non parliamone più. –
Detto questo il ragazzo si alzò e si diresse verso le scale per tornare in camera, lasciando Hermione seduta da sola sulla sedia della cucina, mentre di domandava chi fosse veramente Draco Malfoy.


NOTA AUTRICE
Okey giù le bacchette e le armi! Vi prego non uccidetemi … mi farò perdonare !!! So di essere in un assurdo ritardo, ma per tutti i nasi del signore oscuro non è colpa miaaaa!!!! Il mio computer babbano si era rotto e ho dovuto farlo riparare ma dato che il babbano che l’ha aggiustato era un po’ incompetente c’ha messo una vita. Comunque per farmi perdonare questo capitolo è più lungo rispetto agli altri :3 vedete che sono buona :)
Volevo semplicemente fare una precisazione, anzi due:
1- So perfettamente la differenza tra Sanguesproco (Mud-Blood) e Mezzosangue (Half-Blood) e che il termine mezzosangue rivolto a Hermione è sbagliato, ma mi sono presa una specie di licenza narrativa e, come faccio spiegare da Sarah, fingo che con la guerra e Voldemort, i due termini siano diventati sinonimi. Spero non vi dia fastidio questa cosa, se invece è così fatemelo sapere e vedrò di sistemare la faccenda ;) l’ho fatto hai fini della trama.
2- riguardo a Sarah, no, non è una povera tonta, solo che lei non è a conoscenza del fatto che i Malfoy sono mangiamorte quindi travia le parole di Hermione e pensa che per “situazione difficile” Draco abbia perso i genitori a causa dello zio Voldy. Logicamente non è così ma lei non lo sa ancora.
 
Grazie mille a tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti, nei ricordati e nei seguiti.
Un grazie particolare per le loro recensioni a :

MissSunshine
xmiriam
isabella_dramione

BACIONI mrs_Malfoy_ aspetto le vostre recensioni ;) altrimenti subirete la mia ira a suon di crucioo hahahahahaahah ;)

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: MARE, SOLE E BRUTTI PENSIERI ***


CAPITOLO 6: MARE, SOLE E BRUTTI PENSIERI
 
Draco Lucius Malfoy era un ragazzo con i capelli biondi quasi bianchi, alto, con un fisico asciutto, muscoloso ma non troppo, occhi grigi, espressione strafottente sul volto. Guardandolo dall’esterno si sarebbe potuto pensare che fosse un ragazzo normale di diciotto anni, forse un po’ snob a causa del suo portamento fiero e del ghigno persistente sul volto, ma molto, molto carino. Camminava sempre a testa alta, non abbassava mai lo sguardo, sempre orgoglioso. Segni particolari? Ah già, Draco Lucius Malfoy era un mago. Se qualcuno avesse, poi, posto la fatidica domanda, cosa pensi di Draco Malfoy? La risposta sarebbe sicuramente variata da persona a persona, ma tutte avrebbero avuto un punto in comune, anzi una parola: colpevole. Eh sì, perché per tutti i maghi e tutte le streghe era colpevole, così come lo era la sua famiglia. Anche Hermione lo reputava colpevole, di cosa? Oh si, di molte cose, troppe da elencare. Dopotutto perché qualcuno dovrebbe pensarla differentemente? Perché avrebbero dovuto soffermarsi sul motivo delle sue azioni? Perché non avrebbero dovuto disprezzarlo? A nessuno interessava la verità e a Draco Malfoy non interessava spiegare com’erano andate veramente le cose.
A Hermione Jane Granger non era mai importato niente di Draco Lucius Malfoy. Lo aveva sempre e solo odiato ed era convinta che avrebbe continuato così finché avesse respirato. È anche vero, però, che aveva sempre creduto che avrebbe sposato Ron e avrebbe sfornato tanti bei bambini rossi. Peccato che niente va mai come vorresti. Quindi perché questa volta sarebbe dovuto andare diversamente? Perché il Karma non avrebbe dovuto farle cambiare idea su Draco Malfoy?
Il karma iniziò ad agire un soleggiato giorno di Agosto. Più precisamente il 2 Agosto.
Draco e Hermione avevano deciso che, per il bene di tutti i coinquilini, avrebbero provato a non uccidersi tra loro e avevano, quindi, stipulato una tregua. “Probabilmente”, aveva pensato Sarah quando era venuta a conoscenza del patto, “questa sarà la tregua più brave in tutta la storia delle tregue”. E aveva pienamente ragione. Era, infatti, durata si e no tre minuti, ovvero il tempo che aveva impiegato Hermione a salire le scale per raggiungere Malfoy nella “loro” stanza. A quel punto la sua soave voce era riecheggiata tra le mura della casetta.
- Che cosa stai facendo con le mani nel MIO cassetto della MIA biancheria intima nel MIO armadio? –
- Sto mettendo a posto i miei costumi e le mie cose. Niente male mezzosangue, davvero niente male – rispose il ragazzo sollevando con l’indice destro un reggiseno lilla di pizzo della ragazza e rimirandolo per bene.
- Maniaco! Lascialo giù immediatamente. Poi perché ti stai sistemando qui?- scattò Hermione.
- Beh per il resto della vacanza tu ed io condivideremo la stanza. Non sei felice Sanguesporco? – rispose ironicamente Draco riprendendo a sistemare le sue cose nell’armadio.
- Come prima cosa non chiamarmi più così – disse ferita Hermione – e poi dammi almeno due buone ragioni perché io debba stare con te in camera e non ti debba buttare fuori a calci nel sedere –
- Anche a me non fa piacere come cosa, ma è l’unica soluzione possibile, poiché il tuo è il letto più grande e non ne abbiamo altri, e no Mezzosangue non puoi evocarne uno, anche perché come lo spieghi agli altri la misteriosa apparizione di un letto? – rispose precedendo la possibile domanda della strega e senza darle il tempo di emettere alcun suono, riprese – inoltre io voglio continuare a usare la magia, almeno quando sono solo, e penso tu voglia fare lo stesso, ma non possiamo farlo se condividiamo la stanza con qualche babbano, e dato che l’unica che è a conoscenza della magia a parte me e te è la tua amica che condivide il letto con il suo ragazzo, l’unica soluzione possibile è questa -. Hermione era rimasta in silenzio durante tutto il monologo del biondo e ora stava riflettendo. “Porca Morgana! Ha perfettamente ragione, io voglio continuare a usare la mia magia, ma non posso stando in camera con qualcun altro e Draco, No aspetta ma cosa? Draco? Hermione riprenditi per favore lui non è Draco è un bastardo Mangiamorte furetto! Comunque Malfoy non ci penserebbe due volte a usare un imperio su qualche mio amico pur di praticare la magia. Non posso lasciarlo condividere la stanza con qualcun altro! Uff che situazione di merda! Non voglio condividere la stanza con quell’essere! Che in questo momento è piegato sul cassetto e che mi sta mostrando una bellissima visone del suo fondoschiena da paura. Oh, si è alzato, si gira per chinarsi sulla valigia, Wao anche i pettorali non sembrano male, anzi, se solo sbottonasse un po’ di più la camic… Hey, ferma, stop, Hermione cosa diavolo stai pensando, riprendi il controllo ragazza! Avrà pure un bel fisico ma non puoi distrarti così, tu lo disprezzi!”
- Va bene Malfoy, rimarrai qui! Ma piantala con i Sanguesporco, mi da troppo fastidio quando mi chiami così! –
- Va bene Mezzosangue, ora esci che mi devo mettere il costume, Andrew ha detto che si va in spiaggia –
- Ti ho detto basta con quei nomignoli! –
- Ma io non ti ho chiamato Sanguesporco – ghignò il ragazzo
- Odiosa serpe! Muoviti che poi devo cambiarmi io! – urlò lei sbattendosi la porta alle spalle.
 
Una volta che tutti furono pronti, l’allegra compagnia si diresse sulla spiaggia affollata che si trovava proprio dall’altra parte della strada. Trovato un buco libero, tutti iniziarono a sistemare gli asciugamani e Hermione si mise il più lontano possibile dal biondo. Layla, invece, al contrario della strega, fece di tutto per stare accanto al mago biondo il quale se l’era ritrovata appiccicata da quando erano usciti di casa. Fu proprio lei a notare, quindi, una cosa strana nel biondo ed essendo curiosissima iniziò a bombardarlo di domande seguita a ruota dagli altri.
- Cazzo Dray, sei pallidissimo! Attento che ti scotti! Vuoi che ti metta la crema solare? – disse con voce languida e zuccherosa.
- Prima cosa non chiamarmi Dray! Io non sono Dray, non sono Dracuccio – Draco fu percorso da un brivido d’orrore al pensiero di quando era Pansy a chiamarlo così, per fortuna era pozione passata! – non mi chiamare nemmeno Dra-Dra, ne Draky, ne Dry! Il mio splendido nome è Draco e non devi storpiarlo. Seconda cosa non mi scotto, ho già preso una pozione per impedirlo ~.
- Pozione? – esclamò stralunato Josh che aveva ascoltato il discorso, e solo allora Draco si rese conto della gaff commessa: era vero che lui aveva bevuto la pozione che lo proteggeva dai raggi solari ma loro essendo babbani non potevano saperlo! Per fortuna Hermione lo salvò per il rotto della cuffia – Si Josh è così che Malfoy chiama le creme solari, è un po’ strano lo so -.
- Ah ok capito! – Layla riportò l’attenzione su di sé, infastidita dal fatto che non fosse più lei al centro dell’attenzione del biondino, ma la sua amica mora che adesso lo stava fulminando con lo sguardo mentre lui ghignava colpevole.
- Comunque, ti sei fatto male al braccio? Come mai è fasciato? – chiese, poi, la rossa appoggiando la mano sull’avambraccio sinistro del mago. Non avrebbe potuto fare una cosa più stupida. Innescò, infatti, una specie di reazione a catena, Malfoy spostò di colpo il braccio urlando alla ragazza spaventata che non erano cazzi suoi e di non osare toccarlo mai più. Hermione capendo cosa c’era in realtà sotto le bende, non una semplice ferita ma un tatuaggio peggiore, lascio cadere nella sabbia il libro che aveva in mano e indietreggio di qualche passo, urtando Sarah e Neal che si stavano baciando e facendo cadere Andrew a terra come un sacco di patate che trascinò con se anche Josh.
- Scu-scusa, non pensavo di darti così fastidio – piagnucolò Layla spaventata da tutto quel che era successo, ma soprattutto dall’espressione feroce di Malfoy; i suoi occhi erano diventati due fessure dalle quali a malapena s’intravedeva il colore delle iridi che in quel momento sembravano nere.
- Non farlo più mi da molto fastidio. E adesso non avvicinarti, vado a farmi un bagno e sei pregata di non seguirmi – urlò ancora Draco irritato. Il ragazzo portava una fasciatura magica resistente all’acqua e a qualsiasi altra sostanza, in modo da nascondere il marchio nero che aleggiava minaccioso sul suo avambraccio sinistro. Non gli piaceva mostrarlo troppo, poiché anche se la guerra era finita e lui scagionato, non era saggio sventolare al vento il tatuaggio come se fosse una bandiera, inoltre era una parte del suo passato che odiava. Quindi, quando non indossava magliette in pubblico, come in questo caso, oppure indossava t-shirt, cosa che accadeva di rado, si fasciava il braccio. Non era, tuttavia, colpa della domanda della ragazza ad avergli fatto venire una voglia improvvisa di scappare e di andare a farsi un bel bagno. Certo aveva contribuito, voleva stare un po’ solo ma la motivazione principale era un'altra. Malfoy, infatti, aveva girato lo sguardo per vedere la reazione di Hermione, ma quando aveva posato lo sguardo su di lei, l’aveva beccata nell’atto di portarsi la mano sinistra sull’avambraccio destro. Questo semplice gesto aveva scatenato in lui un senso di repulsione e panico mai provato prima e per fuggire da queste sensazioni era corso verso il mare.
Anche la ragazza come lui, infatti, era stata “marchiata”. Draco Malfoy non era riuscito a sopportare la vista di quel gesto che gli ricordava la cicatrice della scritta, “sanguesporco” sul suo braccio. Gli aveva riportato alla mente ricordi orribili. Ricordi che tentava di tenere nell’angolo più remoto della sua mente. Le urla della ragazza, la risata pazza e infantile di sua zia e … un tremendo senso di colpa. Già perché Draco aveva fatto molte cose non propriamente buone nei confronti della strega, l’aveva presa in giro e umiliata tantissime volte, così tanto che una volta si era addirittura beccato uno schiaffo in pieno viso. Ma Draco Malfoy non si sarebbe mai, mai perdonato il fatto di non aver potuto far niente quella volta a Malfoy Manor dove, la sua compagna di classe, veniva brutalmente torturata dalla zia. Era stato molto strano, aveva assistito a cose peggiori avvenute nella sua sala da pranzo o nel suo salotto, come l’uccisione di molti babbani e addirittura della sua professoressa di babbanologia di Hogwarts. Ma quella volta era stato diverso, forse lo sguardo agghiacciato e sofferente della madre o la sua presa sulle sue spalle o la smorfia, di dolore, sul bellissimo volto aristocratico di Narcissa Malfoy, aveva fatto scattare qualcosa nel ragazzo. Era stato in quel momento che Draco aveva avuto la conferma di tutti i suoi precedenti dubbi e angosce. Era già da molto tempo, ormai, dal sesto anno, che aveva capito che quello che facevano era sbagliato, che non aveva senso torturare e uccidere babbani e mezzosangue quando il loro “signore” era anch’esso un mezzosangue. Era un controsenso. Ma fino a quel momento aveva subito e agito in silenzio. Ma quando aveva visto Hermione riversa a terra, avrebbe voluto mettersi tra lei e la zia. Urlando di smettere perché dopotutto, per quanto insopportabile e saccente fosse quella ragazza, era proprio come lui, una vittima di una guerra più grande di loro, solo che si trovavano schierati da parti opposte: lei dalla parte dei buoni e dei giusti, lui da quella dei cattivi, dei pazzi e degli assassini. Perché era sbagliato, tremendamente sbagliato. Ora quel gesto compiuto da Hermione, che per molti non era altro che un gesto comune, per lui era un’accusa, un’accusa tremenda e che era consapevole di meritare. Aveva, quindi, fatto quello che gli riusciva meglio: era fuggito.
- Hermione! Hermione! Stai bene? Cos hai al braccio? Oddio! Non l’avevo mai notata! Hermione? Ti prego parlami –
- Morsmorde –
- Cosa? Hermione ti prego riprenditi! Hermione? Cos’ha Draco? Perché fai così? – Sarah stava entrando in panico, la sua migliore amica sembrava in trance e si tastava convulsamente il braccio destro, dove aleggiava una cicatrice orrenda, Layla piagnucolava sull’asciugamano, Josh, Andrew e Neal erano ancora a terra un po’ intontiti. Poi di colpo Hermione ritornò in se – Layla calmati, Malfoy è molto lunatico, e gli da fastidio se qualcuno nota la sua, ehm fe-ferita, quindi tranquilla non è colpa tua non potevi saperlo, ora calmati – disse accucciandosi a fianco della sua amica. Poi riferendosi a tutti gli altri – dai ragazzi! Io ho la palla a chi va una bella partita di pallavolo? –.
Tutti si rianimarono eccitati all’idea e corsero a mettersi in posizione sul bagnasciuga, pure Sarah, che adorava quello sport, dimenticò momentaneamente le stranezze dei due maghi e, prendendo a braccetto Neal si avviò con gli altri.
- PALLA! – urlò Hermione prima di lanciare la palla a Layla e guardando accigliata il biondo che le dava le spalle a qualche metro di distanza, immerso nell’acqua fino ai polpacci. “Trema impercettibilmente, chissà cosa pensa, e quello sguardo che mi ha rivolto prima di scappare, sembrava colpevole, possibile che Draco Malfoy si senta in colpa per me? No, sto solo farneticando, non succederà mai. Forse però se facessi un passo verso di lui. Ma ne vale veramente la pena? ” si chiese poi, prima di riportare la sua attenzione sulla palla.


 

*ANGOLO AUTRICE*
Beh? cosa ne pensate? vi piace come si sta svolgendo la storia? fatemelo sapere ;) 

Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo :

isabella_dramione
xmiriam 

Grazie anche a chi segue la storia e chi l'ha messa nei preferiti
un bacione aspetto i vostri pareri ;) :* mrs_Malfoy_

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: MANGIAMORTE PENTITI E PADELLE ***


CAPITOLO 7: MANGIAMORTE PENTITI E PADELLE
 
Il primo giorno in spiaggia non era andato nel migliore dei modi, Draco era rimasto muto e taciturno per quasi tutta la giornata e gli altri, stanchi di vederlo incazzato, lo avevano ignorato, anche Layla alla fine aveva rinunciato a farlo giocare con loro a beach volley o a fargli fare il bagno con loro.
Draco era infastidito dal loro atteggiamento, sapeva che loro non lo facevano con cattiveria, ma lo irritavano solo di più tentando di coinvolgerlo nei loro stupidi giochetti, in più ora era perseguitato da quella strana morsa allo stomaco che sentiva ogni volta che guardava la mezzosangue. Preoccupato da questo fatto, aveva deciso che avrebbe scritto una lettera a Blaise e Theodore che passavano le loro vacanze insieme. Draco li invidiava da morire e lo irritava ancor di più il pensiero che quei due fossero in giro per il mondo magico a fare i balordi con qualunque essere di sesso femminile nel raggio di 50 metri e lui confinato nel mondo babbano. “È pur vero che, anche se sono con degli stupidi babbani e con la Granger, non sono più solo. Più o meno” rifletté Draco quella sera mentre mangiavano. Aveva cucinato Neal che, oltre che essere molto divertente, era molto bravo in cucina ed era sicuramente il babbano che andava più a genio a Malfoy. E fu proprio a cena che Draco, seduto tra Neal e Layla, annunciò la sua decisone – Ragazzi domani io non vengo in spiaggia -.
- E perché mai? – chiese Neal
- Ho un leggero mal di testa e poi volevo sistemare bene le mie valigie. Tanto ho un’intera estate per andare al mare – Hermione sapeva benissimo che stava mentendo anche perché le valigie le avevano sistemate entrambi il giorno precedente, quando lei aveva rimirato il fisico statuario del compagno di scuola, ma preferì non dire niente. Fu proprio per questo che si sorprese ancora di più quando il ragazzo le rivolse la parola e, cosa ancor più formidabile in modo educato – Mezzosangue mi devi dare della carta da lettere – si beh, educato per quanto possa esserlo Draco Malfoy.
- Sì, dovrei averne nel mio baule. Ma perché ti serve? –
- Volevo scrivere a Blaise e Theodore, ma non ho portato niente –
- Okay te li presto io e salutami Blaise - la conversazione terminò con il grugnito d’affermazione emesso da Malfoy e la serata continuò abbastanza tranquillamente.
 
Draco Malfoy era seduto su una sedia in cucina senza maglietta e con addosso solo un paio di pantaloni rigorosamente neri, di alta manifattura. Nella mano sinistra teneva una tazza fumante di caffè nero amaro, preparatogli prima di uscire da Neal, mentre con la mano destra scriveva su una pergamena con una piuma. Draco aveva una scrittura abbastanza piccola, con lettere strette e molto eleganti, con alcuni svolazzi ma non eccessivi, non era una scrittura pacchiana come quella di Gilderoy Allock, era una scrittura molto pulita, ordinata ed elegante, trasudava importanza ad ogni tratto. Malfoy prese un sorso e rilesse un’ultima vola la sua opera per essere sicuro che fosse tutto perfetto e poi gettò un’occhiata passiva all’altro foglio di pergamena che giaceva davanti a lui, molto meno formale, ma scritto con la stessa meticolosità. Quest’ultimo, infatti, era per i suoi due amici Theodore Nott e Blaise Zabini.

Theodore, Blaise,
Come procedono le vostre vacanze? Non scrivetemelo tanto non me ne frega niente, l’ho scritto solo per circostanza. Passando a cose molto più importanti e interessanti, parliamo di me. Sono prossimo al suicidio. Il mondo dei babbani fa schifo! Non sono, comunque, per mia fortuna (o sfortuna) da solo, ho incontrato un gruppo di babbani abbastanza simpatici che mi ha dato ospitalità da loro, e penso che passerò il resto delle mie “vacanze” con loro. Ma indovinate un po’? Ho scoperto che questi babbani sono degli amici della nostra cara “amica” la Mezzosangue Zannuta e quindi adesso convivo con lei. E vi ho scritto proprio per questo. Ho un grave problema, penso di essere affetto da una grave malattia. Ogni volta che guardo o comunque parlo con la Granger, vengo preso da una strana morsa allo stomaco, e fatico ogni tanto anche a trattarla male. Secondo voi è mortale? Devo dirigermi al San Murgo? Rispondete immediatamente! E non perdete tempo!
Draco Lucius Malfoy
 
La seconda lettera, invece, più formale e importante, era per sua madre e Draco la stava rileggendo per la terza volta e finalmente ne era soddisfatto.

Madre,
Come state? Mi spiace non poter essere lì con voi in questo brutto momento. Io, non sono più all’hotel ma ho trovato una compagnia di babbani con cui passerò il resto delle “vacanze”. Con me c’è anche Hermione Granger, l’amica mezzosangue di Harry Potter, non so se la ricordi. Non è il massimo delle compagnie ma almeno non sono più solo. Come procede la vita al Manor? Tutto bene? Avete notizie di mio padre? Fatemi sapere il più presto possibile se siete riusciti a parlare con i magiavvocati. Mi mancate molto, sperando di rivederci presto.

Con affetto tuo, Draco

Malfoy era così concentrato nella lettura che non si accorse che la porta di casa era stata aperta. Gli altri ragazzi erano andati in spiaggia e lui era rimasto in casa da solo. Per questo quando una voce parlò alle sue spalle, fece un salto sulla sedia e rovesciò tutto il caffè sulla pergamena che teneva in mano.
- Ciao Draco, sono tonata un attimo a casa perché ho dimenticato gli occhiali da sole – esclamò Sarah entrando come una furia in cucina.
- Oh ti ho spaventato! Scusa non volevo, ma cosa stai facendo? – continuò poi osservando la reazione del ragazzo alle sue parole.
- Fa niente ora ripulisco tutto. Gratta e Netta – rispose Draco quando si accorse che l’intrusa non era altri che l’amica babbana a conoscenza della magia della Granger: Sarah. Agitò poi la bacchetta riportando le pergamene in perfetto ordine e pulendo al contempo il tavolo e i pantaloni.
- Wao è una cosa fantastica, la magia! Non sai quanto t’invidio!- Draco come risposta ghignò e fece posare Damon, il suo gufo reale nero come la pece e dagli occhi color zaffiro, sul suo braccio sinistro. Era un animale magico ed era stato il regalo di compleanno per gli undici anni di Draco, da parte di Lucius. Il ragazzo ne era molto affezionato e, visto il colore particolare per un gufo, aveva deciso di chiamarlo Damon. Il contrasto creato dal colore degli occhi con le piume lucide dell’animale era inquietante tanto che Sarah in un primo momento era indietreggiata vedendo quell’animale nella sua cucina.
- Fai bene a non avvicinarti troppo, è un po’ altezzoso e morde chiunque non conosca o non sia autorizzato a leggere le mie lettere – ghignò Draco. “Proprio come il padrone” pensò la ragazza ma non eternò il suo pensiero, o almeno non del tutto.
- Non offenderti ma sembra aggressivo! Dove l’hai preso? Non ho mai visto un esemplare simile! –
- Non è aggressivo! Fa solo il suo dovere! Comunque hai ragione viene dall’Australia. È un regalo di mio padre, e ci sono molto affezionato, inoltre può percorrere lunghe distanze senza problemi – disse Draco perso nei ricordi, si accorse poi di quello che aveva appena confessato ma non vedendo reazioni strane da parte della ragazza accarezzò la testa di Damon. “È strano, non vedere il mio interlocutore scappare appena sente anche solo un accenno alla mia famiglia, oppure iniziare a insultarmi. Ecco questa cosa dei babbani mi piace: non hanno idea di chi io sia”. Dopodiché legò alla zampina le due lettere – Una è per mia madre, l’altra per Blaise e Theo, fai buon viaggio – sussurrò e aprì la finestra facendolo volare fuori.
Sarah si spostò osservando il grande gufo che si stagliava nel cielo azzurro, così facendo notò anche i suoi grandi e ricurvi artigli. Preoccupata che il ragazzo si fosse fatto male tenendolo sulla pelle nuda del braccio, abbassò lo sguardo, dove fino a pochi secondi prima era posato Damon. Quello che vide le gelò il sangue nelle vene. Sarah iniziò a urlare con tutto il fato che aveva nei polmoni e Draco, per la seconda volta nell’arco di una mattina, rischiò di morire dallo spavento.
- Che cazzo ti urli così? Sei diventata matta? Porca Pluffa, quasi ci restavo secco! –
- T-tu … n-non … i-io – iniziò a balbettare furiosamente la ragazza, non sapendo nemmeno lei cosa dire.
- Calmati! Cosa ti succede? Stai male? – e, cercando di rassicurarla allungò un braccio verso di lei, accadde tutto in pochi secondi Sarah tornò lucida e iniziò a lanciare contro il ragazzo qualunque cosa le capitasse sotto mano: un pacchetto di kleenex, la piuma di Hermione, qualche calamita, dei fogli appallottolati, dei cioccolatini incartati, un cucchiaio di legno e per finire gli rovesciò addosso il caffè rimasto nella tazza poggiata sul tavolo.
- Che cazzo stai facendo? Sei una squilibrata! Dovrebbero rinchiuderti! Porca Morgana, scotta! Cosa diavolo ti ho fatto? – Draco ora, oltre che tutto ammaccato era confusissimo, e tentò di prendere la bacchetta ma in quel momento la vide lontano da lui sul tavolo, dove l’aveva lasciata dopo essersi pulito dal caffè rovesciato, cosa totalmente inutile dato che era nuovamente zuppo dalla testa ai piedi.
Aveva ancora le braccia alzate per proteggersi quando si accorse dello sguardo della ragazza, le pupille erano dilatate e tremava tutta, aveva un vero e proprio sguardo terrorizzato. Seguì la sua traettoria e notò che i suoi occhi erano fissati sul suo braccio, sul suo braccio sinistro. Una ristata priva di felicità e abbastanza agghiacciante riempì la cucina scesa improvvisamente nel silenzio.
- hahahaha tu non, tu non lo sapevi, - disse Malfoy flettendo l’avambraccio sinistro e mostrando il tatuaggio che vi era impresso sopra - e così la cara mezzosangue non ti ha avvisato? Ora capisco tutto, il caffè e tutti quegli oggetti, il tuo sguardo e la tua posizione sulla difensiva, beh mi sembra naturale. Anch’io avrei paura se avessi nella mia cucina un pazzo omicida. Un Mangiamorte. Ma – Draco non riuscì a terminare il suo discorso che crollò a terra colpito sulla testa da una padella.
 
Hermione corse a perdifiato per tutto il viale per raggiungere il prima possibile la villetta, la chiamata appena avuta con la sua amica l’aveva spaventata tantissimo. – Hermione, Hermione aiutami ti prego! C-ci ucciderà tutti, tutti! – aveva singhiozzato prima che la comunicazione cadesse e ora la strega era veramente preoccupata. Quando aveva ricevuto la chiamata stava prendendo il sole sulla spiaggia ascoltando una vecchia canzone di Bruno Mars, “Just The Way You Are”, quando il suo cellulare aveva iniziato a squillare e dopo le parole confusionarie dell’amica si era precipitata in strada.
Quasi non riuscendo più a respirare dalla corsa, Hermione arrivò sulla porta di casa e iniziò a suonare il campanello come un’ossessa. Venne ad aprirle Sarah, con i capelli scarmigliati, rossa in viso e con una padella nella mano destra. Allo sguardo preoccupato e curioso di Hermione l’aveva trascina per un braccio in cucina dove si era trovata davanti una scena che mai avrebbe pensato di vedere. Draco Malfoy senza maglietta era riverso a pancia in su sul pavimento con una ferita alla testa che sanguinava copiosamente.
Hermione si paralizzò dalla paura, non le era mai successo, mai, e aveva visto Ron spaccato, con una ferita enorme al braccio, in confronto Malfoy aveva un taglietto, ma questa volta non riusciva a muoversi, sembrava incollata al pavimento. “Sembra così indifeso, così fragile, inerme” furono i primi pensieri della ragazza. Questo stato catatonico durò una manciata di secondi, poi l’Hermione di sempre tornò e, risoluta come non mai, impugnò la bacchetta che portava sempre con sé e mormorò – Ferula –. Subito una serie di bende immacolate avvolsero la testa di Malfoy e poi con – Mobilicorpus – spostò il corpo senza sensi di Malfoy fino alla loro camera per poi adagiarlo sul letto.
Una volta che Hermione si fu assicurata che fosse tutto sistemato, si voltò verso Sarah che fino a quel momento era stata in silenzio.
- Cosa diavolo è successo? –
- Hermione devi chiamare subito la polizia magica –
- Chi? –
- Ma si! Qualcuno ti prego, non so, quegli Aur - qualcosa, oppure il tuo amico Harry –
- Perché mai dovrei chiamare Harry? –
- Hermione, Draco è un mangiamorte, l’ho appena scoperto! Per questo l’ho colpito con la padella! –
- Ma cos? Hahahaha no! Non ci credo! Hahahaha tu hai tramortito Malfoy con una padella? Hahahaha questa è la cosa più assurda e sconvolgente che abbia mai sentito hahahaha – Hermione non riusciva a reggersi in piedi dal gran ridere, mentre Sarah si preoccupava sempre di più.
- Hermione smettila di ridere! È una cosa seria! Potrebbe svegliarsi, perché l’hai curato? Ora ci ammazzerà tutti –
- Sarah , calmati, respira, non è successo niente. Lo so che Draco era un Mangiamorte! Così come tutta la sua famiglia! Ma devi stare tranquilla non ti farà del male. Anzi mi correggo prima non ti avrebbe fatto del male. Adesso io se fossi in te mi nasconderei per ben – Hermione non riuscì a completare la frase che una voce furiosa proveniente da una delle camere al piano di sopra, rimbombò per tutta la casa.
- Sarah Miller! Se ti prendo ti crucio fino a farti diventare più pazza dei genitori di Paciock quant’è vero che il mio nome è Draco Lucius Malfoy! E fidati ho una certa manualità con certi incantesimi: la mia cara zietta Bellatrix è stata una brava insegnate! Ah se ti prendo nemmeno quel vecchio babbanofilo pazzo di Albus Percival Wulfric Brian Silente potrà fermarmi! – anche se Sarah aveva capito un terzo delle parole del giovane, in preda dalla paura salutò Hermione con un veloce – Io scappo! Ciao! – e corse fuori dalla porta.
Nemmeno due secondi dopo una furia bionda si precipitò giù dalle scale, imprecando come nemmeno uno scaricatore di porto avrebbe saputo fare – Come, come, come ha osato quella babbana colpirmi con una, una, una, con cosa mi ha colpito? –
- Una padella – rispose Hermione che a stento tratteneva le risate
- Una padella? Io sono stato maltrattato da una padella?! Ah se la prendo che Salazar gliela mandi buona! È in un mare di Troll! Oh se l’acchiappo! – e continuò così per almeno cinque minuti buoni. Hermione che dopo un po’ non ne poteva più decise di intervenire, anche perché più si agitava, più diventava pallido, cosa non buona dato che era più bianco di un cadavere.
- Dai Draco calmati si è solo spaventata! –
- Io la amm … come mi hai chiamato? – si bloccò di colpo Malfoy
- Ma- Malfoy che domande? Come dovrei chiamarti? –
- No! Tu mi hai chiamato Draco! E comunque ora vado su e faccio le valigie, tranquilla mezzosangue riesco da solo –
Hermione fu presa dal panico, e non sapendo nemmeno lei perché esclamò – No! Non puoi! –
- E perché mai? Tanto nessuno mi vuole qui e non vi biasimo! Meglio che me ne vada all’hotel mi accetteranno ancora sicuramente – e così dicendo iniziò a salire le scale. Hermione, ancor prima di rendersi conto di quel che faceva lo seguì su per le scale e entrò nella loro camera. Il letto era sfatto, e i vestiti di alta manifattura, che probabilmente costavano più di tutto quello che c’era in quella camera, fluttuavano e si ripiegavano a mezz’aria per poi infilarsi docilmente nella valigia, sotto il comando della bacchetta di Draco.
- Cosa vuoi ancora mezzosangue? Me ne sto andando! Ti lascerò in pace! COSA VUOI ANCORA! VATTENE! – urlò fuori di se Draco
- Perché? –
- Cosa perché? –
- Perché quando mi guardi c’è tutto quel disprezzo nel tuo sguardo? Nemmeno ai tempi prima della guerra mi guardavi così! Cosa ti ho fatto? –
Draco le voltò le spalle, fingendo di non aver sentito quelle parole “Come può essere così stupida? Come fa a non capire che non è disprezzo il mio?”.
- Voltati e rispondimi! –
- Sei più stupida di quello che sembri Granger. Quello che vedi nei miei occhi non è disprezzo, è senso di colpa –
- Senso di colpa? Ma perché? Non, non ha senso! –
- Non puoi capire, lascia stare – disse e dopo aver dato uno sguardo alla stanza aggiunse – Ho quasi finito, tra poco mi smaterializzo –
Hermione finse che il ragazzo non avesse aperto bocca e proseguì imperterrita – Non andartene, spiego io a Sarah che non sei cattivo! Io ne sono sicura –
- E se ti sbagliassi? Se impazzissi e vi uccidessi tutti? Come fai ed essere sicura che io non stia progettando un piano per uccidervi? –
- Io non mi sbaglio. Ne sono sicura, per questo ho convinto Harry a testimoniare al tuo processo oltre che a quello di tua madre, per questo ti ho medicato prima, perché so che tu non sei cattivo! Ne sono sicura! Rimani e fammi capire! Fammi vedere il mondo con gli occhi di Draco Malfoy … -




Ciao ragazzi :) vi volevo lasciare una piccola nota, niente di che... volevo semplicemnte avvisarvi che essendo iniziata la scuola farò più fatica ad aggiornare ma non temente non vi lascerò così, a metà ;)
Cooomunque grazie a tutti quelli che recensiscono e a chi ha messo la storia nei preferiti :) mi piacerebbe avere qualche recensione in più! dai ragazzi non siate tirchi! fatemi sapere cosa ne pensate... ci vediamo al prossimo chappy nel quale Draco ci dirà che... 
Allons-y ragazzi fatemi sapere... di cosa pensate si tratti?? baci ;* mrs_Malfoy_

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: CON GLI OCCHI DI DRACO MALFOY ***


*** PICCOLA PREMESSINA***  Ragazzi!!! sono tornata!! lo so che aspettate (o almeno spero che sia cosi) da tanto questo capitolo, ma ho avuto un gran da fare con la scuola e il mio tempo dedicato alla scrittura si è ridotto di molto :( in ogni caso eccolo qui ... spero vi piaccia e vorrei chiedervi una cosa... RINGRAZIO INFINITAMENTE tutti quelli che hanno messo una storia nelle preferite o nelle ricordate o nelle seguite... ma vorrei che mi lasciasse anche un piccolo commentino (positivo o negativo che sia) perchè essendo la mia prima storia (long tralatro) vorrei avere qualche dirtta da voi o almeno sapere se vi piace o meno... a voi non costa nulla e rende me felice... detto questo buona lettura baci :* mrs_Malfoy_
 


CAPITOLO 8: CON GLI OCCHI DI DRACO MALFOY
 
Draco si sedette sulla sponda del letto, dove Hermione era accovacciata e rimase immobile con lo sguardo fisso avanti a se, perso nel vuoto. Dopo una manciata di minuti, proprio quando la ragazza stava per alzarsi dal letto, Draco iniziò a parlare – I-io lo so che mio padre è un bastardo, m-ma non potete chiedermi di non volergli bene, per quanto mi, mi abbia, io, non … – non sapeva nemmeno lui cosa dire, come poteva, la Granger, capire tutto quello che aveva passato? Come poteva spiegargli che le cose non sono sempre come sembrano? Dopo tutto quello che le aveva fatto passare, come poteva credere che lui non fosse un mostro? Non poteva. Semplice. Ma nonostante tutto, nonostante sapesse che fosse inutile, anzi che lo avrebbe disprezzato ancor di più, iniziò a parlarle di com’erano andate veramente le cose, di come si sentiva, di com’era tutto prima che un pazzo invasato gli rovinasse la vita. Draco non sapeva perché aveva deciso di renderla partecipe di quel disastro che era la sua vita, non sapeva cosa lo avesse spinto ad aprirsi come solo aveva fatto con Blaise, nemmeno Theodore era a conoscenza di tutto, sì, ormai aveva intuito tutto, ma lui non gli aveva mai raccontato niente e lui non aveva mai chiesto, gli venne da sorridere al pensiero di quanto si conoscessero bene.
Hermione, dal canto suo, non credeva alle sue orecchie, non era possibile che Draco Malfoy si stesse veramente confidando con lei, che era considerata dal ragazzo meno di polvere sulle sue pregiatissime scarpe italiane. Non voleva comunque mettergli alcun tipo di pressione e per ciò rimase in silenzio osservando le espressioni che passavano su quel viso sempre coperto da una maschera imperscrutabile, essendo nel suo intimo felice e lusingata dalla fiducia, che pur inconsapevolmente, lui le stava dando.
- Sai a differenza di quello che credete tutti, noi Malfoy non siamo freddi e insensibili esseri senza cuore, solo che quest’ultimo sembra esistere solo quando siamo, per così dire, in famiglia – iniziò il biondino ghignando – Mia mamma, soprattutto è molto sentimentale, quando si tratta di me e mio padre. Lei dice che è perché è una Black, e se i Malfoy sono famosi per la loro freddezza, i Black lo sono per la loro passionalità. Quando ero piccolo, mi raccontava sempre di come lei e mio padre si fossero innamorati. È successo all’ultimo anno di Hogwarts, anche se si piacevano a vicenda da molto prima. Sai mio padre ci provava sempre con la più piccola delle sorelle Black ma mamma ogni volta lo rifiutava, facendolo andare su tutte le furie. Così lui, troppo orgoglioso per ammettere quanto la desiderasse, continuava a portarsi a letto qualsiasi essere di sesso femminile che gli capitava a tiro, mamma dice sempre che era uno dei ragazzi più sexy ai suoi tempi. – Era forse la prima volta che Hermione vedeva il viso del ragazzo così rilassato e illuminato da un sorriso vero, non il solito ghigno, un sorriso che gli arrivava agli occhi, e istintivamente sorrise anche lei – Solo quando papà era all’ultimo anno, mia madre decise di dargli una ciance mettendo ben in chiaro, però, che lei sarebbe stata l’unica, altrimenti se ne sarebbe pentito amaramente, e la dinastia dei Malfoy si sarebbe estinta con lui. I loro genitori, i miei nonni, presero il boccino al volo e combinarono subito un matrimonio, i miei erano felici e innamorati quindi acconsentirono. Mamma, quando ero piccolo, mi faceva sempre vedere le foto del loro matrimonio, ormai le conosco tutte a memoria. – Hermione stava ancora guardando estasiata il sorriso del ragazzo, che questi si fece improvvisamente cupo e abbassò lo sguardo.
- Doveva essere molto bella, tua madre, insomma l’ho vista solo, ehm un paio di volte, e mi è sempre sembrata bellissima – disse, allora Hermione per stemprare un po’ la tensione e Draco gliene fu veramente grato.
- Già, è sempre bellissima. Beh, poi lo sai, una volta finita la scuola mio padre, si unì ai mangiamorte, mamma non mi parla mai veramente di quel periodo so solo che lei all’inizio non si oppose, dopotutto il Signore Oscuro predicava gli ideali che loro avevano sempre seguito e rispettato. Quando l’Oscuro cadde, mia madre fu veramente sollevata, era stanca di vedere l’uomo che amava tornare coperto di ferite ed essere sempre attanagliata dal terrore di non poterlo più vedere ogni volta che usciva da casa. Grazie al nostro nome, inoltre non ci successe niente e lei era libera di vivere la vita che aveva sempre sognato con suo figlio e suo marito. Per quanto mio padre abbia sbagliato, ho dei bei ricordi della mia infanzia, fu lui a insegnarmi a volare, avresti dovuto vedere com’era fiero di me quando acchiappai il mio primo boccino d’oro all’età di cinque anni, e come si arrabbiò quella volta che io Blaise, quasi decapitammo uno dei suoi adorati pavoni albini, quella volta non mi parlò per una settimana. Fu lui a regalarmi Damon prima di partire per Hogwarts. Poi beh, tentai di fare amicizia con Potter, fallendo miseramente, come ben sai, tentai solo per mio padre, a me non interessava per niente, però lui diceva che avrei dovuto farlo entrare nelle nostre schiere, ora capisco cosa intendesse. E devo dire menomale che non ci sono riuscito! – il biondino rise di una risata fredda e senza allegria. E fu allora che Hermione capì che l’infanzia, cui alludeva prima Draco, era finita a undici anni. Immaginò come si fosse dovuto sentire un bambino a quell’età già incaricato di dover fare determinate amicizie, tutto per non deludere il padre.
- Alla fine del secondo anno, poi, mia madre e mio padre litigarono veramente tanto, non era mai successo prima che discutessero così animatamente, mamma minacciò addirittura di tornarsene a Balck Manor, dov’era cresciuta quando era piccola e di portarmi con sé. Si era arrabbiata oltre ogni dire quando aveva scoperto che era stato papà a dare alla più piccola dei Weasly l’Horcrux, oh si Granger so esattamente cos’è un Horcrux, a cosa serve e come si fabbrica, dopotutto ce n’era uno in casa mia. Mio padre tentò di discolparsi dicendo che il Basilisco non avrebbe mai fatto del male a un purosangue e mia madre gli rispose che allora, la prossima volta, quando si fosse annoiata, lo avrebbe rinchiuso in una stanza con un basilisco. Nonostante tutto mia madre ama troppo mio padre e non lo lasciò. Anche se fu costretto da lei a dormire sul divano per una settimana, senza possibilità di trasfigurarlo in qualcosa di più comodo. Lucius riacquistò qualche punto a suo favore, quando intentò la causa contro quel mezzogigante di Hagrid e il suo stupido pollo. – Hermione sbuffò sonoramente, odiava quando Malfoy si riferiva così a Hagrid e al povero Fierobecco.
- Hey, mi ha quasi affettato un braccio quella bestiaccia! –
- Ma se sei stato tu a provocarlo, chiamandolo stupido animale! Poi era solo un graffietto!-
- Ma se ho rischiato di perdere l’uso del braccio! –
- mpf – Hermione era risuscita per la seconda volta a smorzare la tensione, anche perché era consapevole che tra poco sarebbe iniziata la parte più critica e difficile.
- Fu al quarto anno che io e mia madre ce ne andammo veramente di casa. Mio padre aveva esagerato organizzando la rimpatriata con i vecchi amici alla coppa del mondo di quiddich. Mia madre non poteva sopportare che mi avesse messo così in pericolo. Io ero veramente terrorizzato – ridacchiò con tristezza Draco – tentai pure di metterti in guardia e di farti scappare, tu ed io ci odiavamo, è vero, ma non volevo che ti prendessero – Il ragazzo non si rese nemmeno conto di aver usato il verbo “odiare” al passato, così come la ragazza non si rese conto del piccolo sorriso che le sorse spontaneo sulle labbra. – comunque mia madre pensò che quella volta avesse passato il segno, così ci trasferimmo fino all’inizio della scuola a Black Manor, restammo fino a quando mio padre venne da noi, chiedendoci scusa e pregandoci di tornare da lui. È stata l’unica volta che lo vidi chiedere scusa. Mamma lo perdonò, le cose, però, dopo quell’episodio peggiorano drasticamente; il marchio di mio padre si era scurito e quando quella notte il marchio riprese a bruciare mia madre vide confermati tutti i suoi terribili sospetti: Lui era tornato e mio padre non poteva sottrarsi o sarebbe morto. Mio padre era felice, perché negarlo, del ritorno del suo signore, e mia madre non disse niente, dopotutto, anche se avesse parlato, la situazione non sarebbe cambiata. Anche io ero abbastanza euforico, se devo essere sincero, sarei potuto entrare a far parte delle file del Signore Oscuro, e finalmente dimostrare a mio padre che valevo e che poteva essere orgoglioso di me. – Hermione si sentì disgustata e allo stesso tempo molto triste per quel ragazzo, in che razza di mondo era cresciuto Malfoy, se rendere orgoglioso il padre e compiacerlo significava diventare un assassino? Come poteva un padre volere questo per suo figlio? Per la prima volta in vita sua, Hermione, ringraziò il fatto di essere nata da due genitori babbani. Draco riprese a raccontare, si sarebbe aspettato un commento disgustato da parte della ragazza, ma quest’ultima, troppo sconvolta, non aveva emesso suono, “Bah, magari le faccio così schifo che non è riuscita ad articolare una frase di senso compito” penso rammaricato il ragazzo.

- Mio padre, poi, per colpa di Potter, fu sbattuto ad Azkaban e mia madre ne rimase distrutta, penso che tirasse avanti solo per me – lo sguardo del ragazzo si fece improvvisamente pieno di dolore e amarezza – cadde in una grande depressione che si accentuò ancor di più quando mi fu “proposto” – Draco mimò le virgolette con le dita – di entrare a far parte dei mangiamorte. Mia madre, a differenza mia che ero entusiasta: avrei potuto riabilitare il nome dei Malfoy, capì che era solo un modo escogitato dal Signore Oscuro per punire mio padre per i suoi insuccessi. Per questo, penso strinse il patto infrangibile con Severus. Quando mi comunicò il compito che dovevo svolgere, aprii finalmente gli occhi e vidi la realtà per quello che era. – Draco chiuse gli occhi nello sforzo di ricordare quel terribile periodo della sua vita – Io mi rifiutai, non volevo essere un assassino, che stupida illusione, sono un Malfoy, persino il mio cognome mi ricorda che sono malvagio, Mal Foi in francese significa “mala fede”. L’Oscuro mi mise davanti a una “scelta”: o Albus Silente moriva o lo avrebbero fatto i miei genitori. Capisci Hermione? I - io non avevo scelta, chi ha stabilito che la vita di Silente fosse più importante di quella di mia madre o di mio padre? Lo s-so che t-tu pensi che loro siano le ultime persone che a-avrebbero il d-diritto di v-vivere, m-ma non potevo permetterlo, non, non potevo. – il ragazzo aveva iniziato a balbettare e la ragazza si accorse che Draco Malfoy stava piangendo in silenzio. Dal canto suo Draco si aspettava qualche tipo d’insulto sulla sua vigliaccaggine, ma sorprendentemente si ritrovò stretto tra le braccia esili di Hermione – nessuno, nessuno dovrebbe mai essere costretto a una scelta del genere, nessuno. Tu non lo hai ucciso, mi hai capito? Draco, tu non sei un assassino! – senza saperlo la ragazza gli aveva ripetuto le stesse identiche parole pronunciate da Silente quella terribile notte e, cosa che il ragazzo registrò solo più tardi, era la prima volta che lei lo chiamava per nome.
Rimasero in quell’assurda posizione, lui con la fronte appoggiata alla spalla di lei e lei con le mani immerse nei capelli di lui, per un lasso di tempo che ai due parve infinito, fino a quando udirono un leggero ticchettio: fuori dalla finestra Damon, con una lettera legata alla zampa, picchiettava sul vetro con il becco.
- oh, ehm lui è il mio gufo, Granger ti presento Damon, Damon la Granger – Malfoy si precipitò alla finestra, dopo aver rivolto alla ragazza uno sguardo che valeva più di mille parole, era uno sguardo di ringraziamento. Con quello sguardo Draco le diceva Grazie … Grazie per aver tentato di capire … grazie per non averlo allontanato, dopo quello che le aveva detto … Grazie per non averlo fatto andare via … Grazie per quella frase, quella frase che gli aveva dato un piccolo bagliore di speranza, tenue ma che gli faceva sperare di poter migliorare.

 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9: PIOVERANNO POLLI PRIMA CHE CIO’ ACCADA! ***



CAPITOLO 9: PIOVERANNO POLLI PRIMA CHE CIO’ ACCADA!
 

Draco Malfoy era rivolto verso la grande finestra della camera e si rigirava tra le mani la lettera appena giunta da casa sua, che sicuramente recava la risposta di sua madre alla sua ultima missiva. Non era, tuttavia, minimamente interessato a quello che teneva in mano, la sua mente era concentrata totalmente su altro. Più precisamente su qualcun altro. Quel qualcuno che era ancora seduto a gambe incrociate sul loro letto. Era veramente grato alla mezzosangue per quello che era appena successo e, dopotutto, forse l’aveva sempre giudicata in modo troppo affrettato. Certo rimaneva pur sempre una sangue sporco, ma non riusciva a guardarla ancora con lo stesso disprezzo di prima, anzi …
E ora gli veniva in mente un’unica cosa pensando alla ragazza.
 
Cinque lettere.
 
Cinque semplici lettere che in quel momento, pensando alla ragazza premevano per uscire dalla sua bocca.
Non le aveva mai pronunciate.
 
Cinque lettere che se unite tra di loro formavano un vocabolo che i ragazzi alla sua età usavano in modo fin troppo superficiale.
 
Alla maggior parte delle persone quelle cinque piccole lettere sfuggivano con troppa facilità, ma nonostante tutto Draco non le aveva mai pronunciate, o comunque solo in occasioni vermanete speciali.
 
Cinque semplici lettere, che contro la sua volontà uscirono in un sussurro dalla sua bocca.
 
Cinque.
 
Semplici.
 
Lettere.
 
- Merda
 
Il sussurro fu flebile, quasi inudibile, ma ci fu. Draco Malfoy non usava mai quell’espressione, quando si arrabbiava, solitamente, usava espressioni molto più colorite o imprecava contro chiunque gli capitasse a tiro. Ma questa volta pensando alla situazione in cui si era cacciato pronunciò, forse per la prima volta, quella parola.

“Merda, non ci posso credere! Lo sapevo, lo sapevo! Eccoli finalmente che si fanno sentire gli effetti di anni passati a fare festini con l’alcool e le erbette magiche di Theo. Il mio cervello è andato. Perso. Per sempre. Non posso credere di essermi veramente aperto così con la Mezzosangue. Ma cosa mi è saltato in mente?!”
“Ma ti è servito. Ti ha fatto sentire bene” una vocetta, pericolosamente simile a quella di Blaise, rispose al suo monologo interiore.
“Non è vero! Non mi è servito!”
“Si certo, ed io sono un Grifondoro!”
“Okay va bene! Va bene! Non bestemmiamo! È stato fantastico il suo comportamento. Ma ora non ce la farò mai a sostenere i suoi sguardi pieni di pietà e compassione. Io sono un Malfoy. E un Malfoy non ha bisogno di pietà.” Malfoy storse il naso al semplice pensiero di suscitare pietà in qualcuno. No, non poteva accettare una situazione del genere, ma cosa fare?

- Merda – questa volta aveva alzato un po’ di più la voce.
- Hai detto qualcosa Drrr-Malfoy?- e, come da copione, la Granger gli aveva risposto.
- No, no, ho bisogno di aria, vado, vado a fare una passeggiata – esclamò il ragazzo correndo fuori dalla camera, e pochi minuti dopo Hermione sentì la porta d’ingresso sbattere. La ragazza se lo aspettava, ma era comunque rimasta un pochino ferita dal repentino cambio di umore di Malfoy. “È una cosa normale. Sì, lui si è aperto con me, cosa che non avrei mai creduto possibile, ma non posso pretendere altro. Certo non mi aspettavo che se ne andasse così, ma dopotutto non è cambiato nulla da parte mia nei suoi confronti. Così come da parte sua. Nulla. Io lo odio ancora come prima. Si … si è così”. Ma mentre tentava di auto convincersi con quelle grandissime bugie, Hermione, non poté fare a meno di pensare a tutto quello che il biondino le aveva rivelato. Draco proveniva da una famiglia nobile, un po’ codarda ma allo stesso tempo coraggiosa. Una famiglia forse fin troppo giudicata e incompresa, che aveva fatto delle scelte sbagliate finendo per condizionare quel giovane ragazzo e condizionando allo stesso tempo gli altri. Una famiglia che forse non era così malvagia. Una famiglia che semplicemente non aveva saputo portare le proprie idee, e che a furia di giudicare era diventata la prima a essere giudicata. Lei, che si era lamentata da sempre di essere mira di orribili pregiudizi e perenne oggetto di scherno, non era riuscita a guardare oltre il suo naso, attraverso due iridi plumbee che, alla fine, avevano rivelato più sofferenza di quella che credeva possibile.
Hermione era ancora immersa nei suoi pensieri quando sentì un lieve bussare alla porta: era Neal.
- Hey Hermione, scusa se ti disturbo, ma Draco sta bene? –
- Sì, sì. Perché me lo chiedi? –
- Mi ha quasi travolto sulle scale e si è precipitato fuori dalla porta senza nemmeno rispondere a Layla, che gli aveva chiesto dove stesse andando … -
Hermione si mise una mano sugli occhi e chinò la testa sospirando – Sì, Neal è tutto okay. Draco ha avuto un piccolo problemino, niente di cui preoccuparsi. Penso però che sta sera non verrà a mangiare da noi. Mi faresti un favore? –
- Dimmi pure Herm –
- mi potresti chiamare Sarah? Ho bisogno di parlarle – il ragazzo dopo aver annuito con la testa e aver gettato un’occhiata preoccupata all’amica uscì dalla stanza per andare a chiamare la sua ragazza.
Quest’ultima poco dopo apparve e si sedette sul letto a fianco della riccia, nella stessa posizione che fino a pochi minuti prima era stata occupata dal bel biondino.
- Draco è ancora molto arrabbiato con me? – chiese subito, preoccupata.
- No tranquilla Sarah, è un po’ sbollito, solo che se fossi in te gli girerei al largo per ancora qualche giorno. Non si sa mai. –
- Mhm, comunque, cosa è successo? Se ne va? –
- No, sono riuscita a convincerlo a rimanere. È proprio di questo che volevo parlarti. È vero Malfoy è stato un mangiamorte, ma non per sua scelta. Cioè non diretta. Malfoy ha avuto dei gravi problemi con il padre e la sua famiglia in generale che lo ha spinto a fare determinate scelte. Quindi non è del tutto colpa sua se alla fine è cresciuto così. Sarah non dire niente a nessuno e soprattutto non parlarne più di fronte a Malfoy. Non è un argomento bellissimo –
- Tranquilla Herm – le rispose l’amica abbracciandola – non ti preoccupare lo sai che di me ti puoi fidare. E poi scusa se ti piaceva Draco dovevi dirmelo, così evitavo di tentare di ucciderlo – disse poi scappando fuori dalla porta ed evitando miracolosamente il cuscino che la strega le aveva tirato contro urlando – IO ODIO MALFOY! NON MI PIACE NE MAI MI PIACERA’. PIOVERANNO POLLI PRIMA CHE CIO’ ACCADA! –
 
- Hermione! Cosa ci fai ancora sveglia in soggiorno? – Hermione per poco non cadde dalla poltrona rivolta verso la finestra, sulla quale si era raggomitolata guardando fuori. La voce di Josh l’aveva veramente spaventata, pensava che ormai, vista l’ora tarda (quasi mezzanotte) dormissero tutti.
- Ehm, non niente, Mhm ora vado a dormire – rispose con voce un po’ insicura
- Sicura? Non stavi aspettando che Draco tornasse? –
- Cosa? Ma no! Ma cosa vai a pensare – aveva la voce leggermente isterica per vai della bugia e il ragazzo se ne accorse subito.
- Guarda che non devi mentirmi. Solo non mi spiego perché lo fai! Da come vi comportate, sembra che vi odiate e che non aspettate altro che uno dei due se ne vada! Non si merita la tua preoccupazione è un’idiota! – Josh era sicuramente quello che aveva preso più in antipatia il biondino. Come prima cosa gli dava fastidio che fosse così attraente e aveva paura che Hermione s’interessasse a lui. Ma visti i loro continui assurdi litigi e l’interesse di Layla nei confronti del mago, all’inizio non si era preoccupato più di tanto. Ma, nonostante ciò, aveva iniziato a notare che i due stavano quasi sempre insieme. Erano come la luna e la terra, senza nemmeno farlo apposta gravitavano vicini, anche solo per battibeccare. E questa cosa dava particolarmente fastidio al moro, la cui gelosia era accentuata ancor di più dal fatto che i due dormissero insieme.
- Beh questo non mi preclude il diritto di aspettare qui che torni! E poi i nostri battibecchi mi divertono! Sarebbe troppo noioso senza! Quindi ora, se permetti, vado a cercarlo! – e detto questo usci in strada, lasciando Josh mezzo sconvolto, con le infradito e il pigiama: tanto faceva molto caldo.
Mentre passeggiava Hermione rifletteva su quello che era appena successo. Non sapeva perché ma le parole di Josh, unite all’ansia che ormai aveva da quel pomeriggio, l’avevano fatta scattare come un molla e aveva sfogato su di lui tutta la frustrazione accumulata. Ma la cosa che la preoccupava di più non era quello, bensì ciò che quelle parole le avevano procurato. All’inizio, infatti, aveva pronunciato quel discorso senza darci peso, giusto per sfogarsi e provocare un po’ il ragazzo ma verso la fine si era accorta che quel fiume di parole conteneva una verità nascosta: Lei non odiava più Draco Lucius Malfoy. Altrimenti perché si trovava per strada, urlando a squarciagola il suo nome, in pigiama, quando avrebbe potuto benissimo andare a dormire? No, la verità era che ormai lei non lo odiava più. Era vero quello che aveva detto. Anche se ogni tanto il biondino la faceva impazzire, con il suo egocentrismo, il suo narcisismo e la sua arroganza, lei si divertiva un mondo a provocarlo e a bisticciare con lui.
 
- MALFOY! MALFOY!! MALFOY, DOVE DIAVOLO TI SEI CACCIATO? – era più di mezz’ora ormai che la streghetta urlava con quanto più fato aveva in gola.
“Ma guarda un po’ te se devo stare qui, all’una meno un quarto, a cercare quel rimbambito viziato che ha qualche grave problema al cervello! Ma io non lo so. Oh ma giuro che appena lo trovo lo strozzo. Parola mia!” . E mentre pensava queste “dolci” parole, Hermione, si sedette su una panchina sul lungo mare e rimase per qualche minuto ad ascoltare il rilassante rumore del mare che s’infrangeva sul bagnasciuga.
Si stava quasi per addormentare, che un rumore proveniente dai cespugli alla sua destra, la svegliò di colpo. Convintissima che fosse quell’idiota di Malfoy, si precipitò a guardare ma quello che vide la lasciò delusa. Nei cespugli c’era semplicemente un bellissimo esemplare di gatto siamese che la fissava altezzoso mentre si leccava il pelo. Hermione aveva sempre avuto un debole per i gatti. Era così da quando era piccola e sua zia, le lasciava accudire il piccolo Otto durante le vacanze natalizie. Guardando quel magnifico esemplare sentì un’incredibile mancanza di Grattastinchi, il suo fidato compagno, che però, per il periodo estivo, aveva deciso di lasciare ai suoi genitori. Le venne quindi automatico allungarsi e prendere in braccio quel gatto e iniziare ad accarezzarlo. Questo all’inizio tentò di scappare ma poi cedette ai grattini della ragazza e iniziò a fare le fusa. La ragazza si mise ad osservare i bellissimi occhi del felino, di uno spettacolare grigio bluastro, “Sembrano quelli di Malfoy” le venne naturale pensare, per poi inorridire “Oddio ma cos’ho sta sera? Devo essere proprio stanca per pensare cose del genere”.
Decise allora di alzarsi dalla panchina e riavviarsi verso casa, tanto del biondino non c’era traccia da nessuna parte.
- E tu? – disse poi rivolta al gatto – Cosa fai? Vieni con me a casa? – il felino all’inizio la guardò male per poi incamminarsi verso casa, come se sapesse già la strada.
- Certo che oggi ho proprio toccato il fondo – continuò la ragazza – prima esco di notte a cercare quel montato di Malfoy e poi mi metto a parlare con un gatto -.  Quest’ultimo si arrestò la sua elegante camminata per soffiare contro la ragazza indignato.
- Sei un po’ altezzoso sai? Mi ricordi Malfoy, non è un bene … Ehi – esclamò poi a un certo punto fermandosi in mezzo alla strada – ti devo assegnare un nome! – poi schioccando le dita aggiunse – ti chiamerò Darcy. Come il mio personaggio preferito del mio libro preferito: Orgoglio e Pregiudizio! –
Hermione si dimenticò, o forse semplicemente evitò di ricordarsi che Darcy assomigliava spaventosamente a un certo biondino altezzoso di sua conoscenza.



*** ANGOLO AUTRICE ***
Ebbene ragazzi all'alba delle 22.52 io, in possesso di tutte le mie facoltà fisiche e mentali, aggiorno (finalmente) la mia storia con un nuovo capitolo. Lo so, lo so, vi ho fatto aspettare moooltooo ma questo capitolo mi piace particolarmente e penso mi sia venuto abbastanza bene (ditemi voi però). In questo Chap, Hermione inizia a rendersi conto di non odiare più Draco e lo stesso vale per il biondino... 
Maaaa che fine ha fatto il nostro adorato principe delle serpi?? Dove si è cacciato??
Avete delle teorie??? BENISSIMO fatemele sapere!!! (sono mooooltooo curiosaa)
alla prossima (che sarà tra poco perchè ci sono le vacanze adesso :3 ) la vostra adorata, e serpeverde, mrs_Malfoy_ :* R E C E N S I T E !!!!

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: RICORDI ***


CAPITOLO 10: RICORDI
Bip
Bip
Bip
Bip
Un movimento infastidito.
Uno schianto.
La sveglia finì con un rumore sordo sul pavimento della camera e rotolò sotto il letto. Si spense.
- mhmpf – un lamento non ben definito indicò che la stanza non era disabitata, infatti, pochi minuti dopo, da quel cumolo di lenzuola intrecciate, emerse un gomitolo. O meglio quello sembrava essere un gomitolo di capelli castani arruffati dotati di vita propria.
- Che schifo di capelli – disse il gomitolo alzandosi e rivelando la sua vera natura. Una ragazza di diciassette anni, con delle occhiaie che avrebbero fatto concorrenza a un panda e con ancora gli occhi semi chiusi lanciò una breve occhiata alla sua immagine riflessa sulla superficie liscia dello specchio fissato al muro alla sua sinistra. Lo sorpassò, dirigendosi con passo malfermo verso la porta della stanza, peccato che si fosse completamente scordata che la sera precedente aveva posto ai piedi del letto una piccola cesta dove, in quel momento, stava riposando placidamente un gatto siamese. Fu così che Hermione, non facendo troppa attenzione a dove metteva i piedi, finì esattamente sulla coda del gatto che, svegliato dal dolore, le saltò in testa rimanendo impigliato con gli artigli tra i folti capelli della ragazza.
- Perfetto! Che bell’inizio di giornata! – esclamò sarcastica lei, tentando di togliersi l’animale di dosso con qualche difficoltà poiché questo si dimenava come un pazzo, tirandole i capelli – Stai fermo, accidenti! Vuoi calmarti? -.
Le urla della ragazza non rimasero ignorate per molto, infatti, una piccola folla composta dagli amici di quest’ultima, si creò all’entrata della camera.
- Ma chi è che urla alle 8.30 di mattina? –
- Hermione, cosa stai facendo? –
-Oddio! Perché hai un gatto tra i capelli? –
- Io l’avevo detto che il gatto portava solo guai! –
- Ragazzi se magari al posto di stare lì a commentare e a fare osservazioni idiote mi deste una mano – urlò esasperata Hermione che non era ancora riuscita a calmare Darcy, il quale continuava a muoversi come un ossesso.
Una volta che, con non poche difficoltà, avevano liberato l’animale da quelli che Hermione si ostinava a chiamare capelli, il gatto scappò dalla malferma presa di Sarah e si andò a rifugiare da qualche parte, probabilmente sotto un mobile.
Senza preoccuparsi troppo di dove fosse finito il gatto, l’allegra compagnia di amici si diresse in cucina per fare un’abbondante colazione. Mentre tutti si sedevano al loro posto scherzando e ridendo, a Hermione venne da ridacchiare alla faccia che avevano fatto suoi amici qualche giorno prima quando l’avevano vesta scendere in cucina con il suo recente compagno: Darcy.
 
- Hai un pelo veramente morbido e liscio sai? Il mio gatto Grattastinchi al contrario ha il pelo tutto arruffato, Harry dice che assomiglia molto ai miei capelli, per questo mi piace così tanto – Hermione era persa nei ricordi e chiacchierava amabilmente con il gatto che teneva in braccio, mentre gli accarezzava il pelo estremamente lucido e liscio. “Sembra seta” si ritrovò a pensare “mi ricorda i capelli di Malfoy … Chissà dove si sarà cacciato?” fu il pensiero successivo, dandosi poi della stupida per il corso che avevano seguito i suoi pensieri. Persa così com’era tra i suoi pensieri non si accorse dell’occhiata stralunata e molto preoccupata che le rivolse Layla, arrivandole alle spalle pensando che l’amica stesse parlando da sola.
- Hermione sei ammattita del tutto? Ora parli pure da sol- OMMIODDIO! Cos’è questo bellissimo batuffolino di pelo?-.
- È il mio nuovo gatto – rispose Hermione con un sorriso che le illuminava il viso – l’ho chiamato Darcy –
- Layla, cos’hai da urlare già la mattina presto? Penso di essere diventato sordo –
- Oh dai Neal, non rompere! Guarda che bello il nuovo gatto di Hermione -.
- Scusa, dove l’avresti preso? –
- Ieri sera l’ho trovato che vagava da solo sul viale del lungomare e ho pensato di prenderlo – Hermione continuava ad accarezzare estasiata il gatto dietro le orecchie e questi vibrava facendo le fusa, in segno di apprezzamento. Si stava quasi per riaddormentare che una voce particolarmente squillante lo fece sobbalzare tra le braccia della strega.
- Hermione! Ma i miei non vogliono animali! Non possiamo tenerlo! Per questo ti avevo detto di non portare Grattastinchi! –
- Ma dai Sarah – rispose con enfasi la giovane – non lo verranno mai a sapere! È un gatto bellissimo –
- Mhm okay, solo perche ti voglio bene possiamo tenerlo, però se rompe, sporca o graffia qualcosa lo sbatto fuori di casa – ridacchio la bionda abbracciando Hermione e tentando di prendere il gatto.
Appena avvicinò la mano, Darcy, che fino a quel momento era stato immobile e pacificamente accoccolato tra le braccia della ragazza, si mosse di scatto provocando tre solchi non troppo profondi sul dorso della mano della migliore amica di Hermione. Quest’ultima lo sgridò arrabbiata – Darcy! Cattivo gatto! Non si fa -. Il gatto per tutta risposta con un salto aggraziato balzò sul pavimento e iniziò a camminare con un passo quasi regale verso la cucina. Andrew che usciva proprio in quel momento dal locale con una tazza di te fumante in mano rimase perplesso davanti all’espressione del gatto. Un sinistro luccichio gli illuminava gli occhi e, se non avesse saputo che era impossibile trattandosi di un animale, avrebbe giurato di vedere il muso del gatto trasfigurato in un ghigno.
 
Hermione era ancora immersa nei ricordi di quella mattina di pochi giorni prima, quando una voce la riportò alla realtà.
- Herm, dov’è Darcy? Ieri ho preso Whiskas Pranzetti, quando sono andato a fare la spesa, e gli ho preparato la ciotola a terra nell’angolo – chiese Neal indicando una ciotola di plastica gialla appoggiata sul pavimento dove il muro s’incontrava con i mobiletti della cucina creando un angolo di novanta gradi.
- Non ne ho idea, mangerà quando avrà voglia – rispose Hermione infilzando con la forchetta un piccolo pezzo di pancake e immergendolo nella nutella. L’aria di mare le faceva sempre venire tantissima fame.
- Parlando di scomparsi, qualcuno di voi sa dove è finito Draco? Sono tre giorni che non si fa ne vedere ne sentire, inizio ad essere preoccupata. E se gli fosse successo qualcosa? C’è in giro tanta brutta gente – sospirò Layla con la voce rea stridula dalla preoccupazione.
- Stai tranquilla Layla, Malfoy sa benissimo difendersi da solo. E poi magari è andato a fare un salto a trovare sua madre, oppure i suoi due migliori amici – non era mai stata brava a mentire e la voce leggermente acuta sottolineava ancor di più questa sua mancanza. Hermione sperò comunque che nessuno se ne fosse accorto. Speranza vana.
- Ma no, è impossibile Hermione, lo ha detto lui il giorno prima che sparisse, i suoi amici sono in Italia, e se fosse andato da sua madre perché non ci avrebbe dovuto avvertire? – specificò Josh
 Hermione non aveva idea di cosa dire ma, per sua fortuna venne salvata da Andrew che, avendo un’illuminazione improvvisa ritenne di dover rendere partecipe tutta la compagnia dei suoi profondi pensieri.
- Due rapinatori entrano in banca, uno esclama: 
“mani in alto o spariamo”

...si gira un cliente: 
 “e sparite, che me ne frega a me...” -
 
Hermione aveva ancora la bocca semi aperta per ribattere a Josh ma non riuscì a emettere suono, Layla si guardava intorno indecisa se fingere indifferenza oppure ridere, Josh iniziò a ridacchiare in modo molto nervoso, Neal aveva le sopracciglia corrugate in un’espressione tra lo scandalizzato e lo sconvolto, Sarah si alzò direttamente dal tavolo e uscì dalla stanza borbottando qualcosa che assomigliava spaventosamente a “quando distribuivano l’intelligenza stava facendo per la terza volta la fila per l’idiozia”.
- Perché non era divertente? – chiese Andrew, resosi conto di essere l’unico che rideva vermanete alla sua battuta – guardate che ne ho una migliore – ma non fece in tempo a finire che tutti si erano alzati e chi afferrata la borsa da spiaggia, chi l’ombrellone e chi il costume, si erano fiondati fuori dalla porta d’ingresso diretti verso la spiaggia, seguiti da un urlante Andrew che tentava di chiudere la porta a chiave di raccontare la sua bellissima freddura nello stesso istante.
 
Quando la serratura fu scattata, un gatto siamese entrò in cucina e, dopo aver osservato attentamente che non ci fosse nessuno in vista si diresse con passo felpato vero i mobiletti della cucina. Osservò con sguardo schifato quello che i babbani avevano avuto il coraggio di chiamare cibo nella ciotola gialla e rimase perfettamente immobile. Due secondi dopo una luce bianca abbagliante lo avvolse completamente. Quando il bagliore si fu diradato, al posto dell’elegante animale c’era un ragazzo biondissimo e abbastanza pallido.
Lentamente di alzò, si avvicinò al tavolo. Gettò un’occhiata distratta ai pancake freddi rimasti in un piatto e con decisione affondò il cucchiaio nella nutella. Aveva scoperto quella bontà la prima sera nel mondo dei babbani e, anche se faticava ad ammetterlo ne andava pazzo. “Una delle poche cose decenti che hanno inventato i babbani”  pensò.
Una volta saziatosi, sempre senza emettere suono, venne riavvolto da quel bagliore accecante e, al suo posto riapparve il gatto.
Draco Malfoy era un animagus, non registrato ovviamente. L’idea era nata quando aveva visto il suo cugino buono (forse l’unico suo parente che poteva essere definito così) Sirius Black e riflettendoci attentamente, aveva deciso che avere un’altra forma, un altro io, poteva tornargli estremamente utile. Dopotutto aveva passato tutta la vita con una maschera, si trattava solo di cambiarla, e indossarne una un po’ più pelosa. Draco aveva quindi chiesto aiuto al suo padrino, già suo insegnante di Occlumanzia e di Legilimanzia. Severus, all’inizio si era mostrato abbastanza scettico, ma alla fine aveva acconsentito pensando che, se i sospetti di Silente per il ritorno dell’Oscuro fossero stati fondati una precauzione in più non gli avrebbe fatto male.
Purtroppo la sua maschera pelosa non gli aveva impedito di essere marchiato come una mucca, ma trasformarsi lo faceva stare bene e lo aiutava a pensare. All’inizio aveva fatto molta fatica, ma come per l’Occlumanzia e la Legilimanzia sembrava che Draco avesse una certa predisposizione per quest’arte, ciò gli aveva permesso di padroneggiare questa magia in breve tempo, anche se all’inizio capitava che si trasformasse senza trasfigurare i vestiti, ritrovandosi poi, una volta riacquistata la forma umana, completamente nudo.
La forma del gatto era stata una sorpresa, si era aspettato, infatti, di diventare un serpente, dopotutto era l’animale che lo rappresentava in modo più preciso, a sangue freddo, meschino, calcolatore, velenoso, e molto pericoloso. Dopo averci pensato attentamente era arrivato a una teoria, anche grazie a Blaise. Erano arrivati alla conclusine che questa trasformazione fosse data dalla particolare astuzia che lo caratterizzava, dal fatto che i gatti sono animali solitari, altra caratteristica che gli calzava a pennello, altezzosi, e praticamente inavvicinabili se non con il loro consenso. Draco credeva che la sua dimostrazione fosse particolarmente influenzata anche dalla sua voglia di libertà, che gli era sempre stata negata e che era in grado di provare solo a cavallo di una scopa.
Se si osservava attentamente era comunque possibile capire che quel gatto non era del tutto animale. Come prima cosa gli occhi, così particolari, difficili da trovare tra gli umani, impossibili da trovare nel regno animale. Inoltre il suo pelo era di un biondo pallidissimo, opalescente, come i capelli. Ma cosa più vistosa e detestata da Draco stesso era una macchia grigio scuro, quasi nera, sull’arto anteriore sinistro, come a ricordargli che non avrebbe mai potuto fuggire dai suoi errori. Draco sapeva che se un arto veniva mutilato ciò si presentava anche nella forma animale, com’era capitato a quel traditore di Minus, ad esempio. Ma non credeva che lo stesso discorso valesse per i tatuaggi. Probabilmente era così, ma il suo era “speciale” era stato fatto da un pazzo megalomane con la faccia piallata.
Draco, come spesso gli succedeva quando era in questa forma era immerso nei suoi pensieri … pensava al passato a tutto quello che gli era capitato a com’era prima …
 
- Mamma! Mamma! Guarda cosa mi ha regalato papà! – un bambino che trasudava felicità da ogni poro, entrò correndo nella stanza. I pantaloni neri, voleva solo quelli, di alta sartoria erano sporchi di polvere e la camicia versione bambino, ma comunque di buona fattura, era un po’ storta e penzolava fuori dai pantaloni, alcuni bottoni slacciati. Nella mano destra il bambino stringeva un manico di scopa nuovo fiammante e lo esibiva come se fosse il tesoro più importante e prezioso del mondo. Forse dopotutto per lui lo era: il suo primo vero manico di scopa, per di più era un regalo del suo papà.
Il bambino, arrivato ai piedi del divano, dove una donna era seduta e stava leggendo un romanzo, si passò una mano tra i capelli biondi opalescenti. Non si era ancora abituato ad averli attaccati alla testa con tutta quella brillantina, ma suo padre diceva che così sembrava più elegante e lui non voleva deluderlo.
Allungò la mano mostrando il suo tesoro alla donna che sorrideva e lo guardava con tutto l’amore che una madre poteva donare al suo bambino.
- È molto bello Draco –
- Cissy cara, leggi ancora quella robaccia? – una terza voce entrò nella conversione
- Lucius caro, non ti sei ancora rassegnato? –
Una smorfia di disappunto passò sul voto aristocratico di Lucius Abrax Malfoy, sua moglie continuava con quella stupida idea di leggere romanzi e libri babbani. Narcissa Balck in Malfoy era una donna decisa, astuta e molto intelligente, tanto che aveva rischiato di finire a Corvonero, ma soprattutto Narcissa Malfoy pretendeva il libero arbitrio. Aveva sempre odiato chiunque le dicesse cosa fare e come farlo. Aveva un cervello e aveva intenzione di usarlo e se qualcuno aveva qualcosa in contrario se la sarebbe vista con la sua bacchetta. Per questo non aveva mai sopportato la decisione di Lucius di servire il Signore Oscuro. Certo pensava che i babbani fossero esseri inferiori e inutili, al disotto degli elfi, almeno quelli facevano le pulizie, ma tra il disprezzo e diventare come sua sorella Bella ne correva. E proprio per lo stesso motivo che, da quando sua sorella Andromeda le aveva fatto conoscere i libri babbani, aveva iniziato e continuato a leggerli. E che andassero a fasi un volo chi aveva qualcosa da dire. Compreso suo marito.
Lucius, d’altra parte adorava questa parte combattiva della sua Cissy, certo, una moglie servizievole e sottomessa sarebbe stata molto più facile da gestire, l’avrebbe comandata a bacchetta e le avrebbe fatto fare tutto quello che voleva, proprio come un elfo. Ma sicuramente non si sarebbe mai potuto innamorare di una persona tanti insulsa. Perché si, nonostante tutto Lucius amava Narcissa. Lo sapeva lui come lo sapeva lei. Certo non lo avrebbe rivelato nemmeno sotto cruciatus, la manifestazione dei sentimenti era da deboli.
Nonostante tutto, quando una piccola manina gli afferrò il dito dell’indice non poté fare a meno di sorridere, certo per pochi secondi, ma non abbastanza da nascondere l’atto o far finta che non fosse successo.
- Dai papà! Andiamo a volare! Mamma vieni a vedermi! –
- Arrivo –
- Draco sta calmo – avevano parlato in contemporanea.
La donna si alzò e posò un bacio dolcissimo sulle labbra del marito. Draco arricciò il piccolo naso dritto, un po’ all’insù ereditato per via materna. Trovava disgustoso quando i suoi genitori si scambiavano i germi, come chiamava lui i baci, ma vedeva sempre che quando si staccavano sorridevano entrambi e quindi non diceva niente.
 
Draco pensò che non aveva mai visto un sorriso più bello di quello di sua madre, forse solo quello della mezzosangue ci si avvicinava. Si riscosse bruscamente da quel pensiero, lui la odiava non doveva pensare cose del genere. Era solo una mezzosangue zannuta, già ma lui l’aveva mai presa in considerazione se non come mezzosangue? Si, una volta c’era stata … tanto tempo prima …
 
Toc Toc.
- Avanti –
- Ciao scusa, hai mica visto un rospo? – una bambina con una capigliatura enorme era entrata nel suo scompartimento e lo guardava curiosa. Lui si limitò a restituirle lo sguardo, altrettanto curioso, per poi prendere parola
- No –
- ah –
- Però se vuoi conosco un incantesimo … - il biondino, dopo anni e anni, non si seppe spiegare cosa lo avesse spinto a continuare quella conversazione e non sbattere fuori di malagrazia quella bambina tutta capelli.
- oh si certo grazie! Lo sto cercando per tutto il treno, sai un ragazzino, Neville, l’ha smarrito –
- Mhm, io non lo cercherei se fossi in lui, un rospo! – la voce impregnata di disgusto - Però va beh. L’incantesimo è questo: Apairium –  il piccolo viso del bambino biondo si sfigurò in una smorfia di concentrazione e pochi minuti dopo un rospo gracidante e terrorizzato apparve nel centro dello scompartimento.
- Wao! Sei stato bravissimo! Ma come hai fatto? –
Un piccolo ghigno nacque sulle labbra del bambino prima che rispondesse
- Me lo ha insegnato mio padre – ormai era grande non lo chiamava più papà – è il migliore al mondo, non esiste nessun mago più bravo di lui. Sai lavora addirittura al ministero. Quando sarò grande voglio essere proprio come lui – gli occhi chiari del bambino brillavano di ammirazione e rispetto.
La bambina sorrise, anche lei voleva molto bene ai suoi genitori. – Sai, anche io ho provato a fare qualche incantesimo basilare e mi sono riusciti tutti – disse con orgoglio, poi come se si fosse accorta in quel momento aggiunse – ma come mai sei qui tutto solo? –
- I miei amici sono andati a prendere altre caramelle, dovrebbero tornare tra poco –
- Ah okey, è stato un piacere parlare con te, vado a cambiarmi, tra poco arriveremo a Hogwarts –
- Anche per me – sorrise – a proposito io mi chiamo Malfoy, Draco Malfoy –
Lui le tese una mano.
Lei l’afferrò.
- Hermione Granger. Ci vediamo a scuola Draco – e così dicendo uscì lasciandolo nuovamente solo.
 
Il Draco del presente si ricordava perfettamente di quell’episodio, aveva trovato la ragazza molto simpatica, peccato per quello che era successo dopo …
 
Draco si dirigeva a passo sicuro verso il tavolo dei Grifondoro, voleva salutare la sua nuova amica Hermione. Era un vero peccato che fosse stata smistata in quella casa di perdenti, ma avrebbero comunque potuto essere amici. O almeno era quello che pensava prima di udire quelle parole uscire dalla bocca di lei.
- Mamma e papà sono entrambi babbani, gli è venuto un colpo quando hanno scoperto che sono una strega – aveva appena alzato lo sguardo che vide davanti a sé il suo amico dello scompartimento 14B che la guardava shockato – Ciao Draco! – lo salutò con un ampio gesto della mano.
Invece di essere ricambiata come si aspettava ricevette un sguardo freddo e osservò il biondino andarsene senza degnarla di altre attenzioni.
Era una nata babbana, un’indegna, ma era simpatica. Nel suo cervello Draco aveva una grandissima confusione. Fingere indifferenza o continuare a parlarle? Alla fine decise, non avrebbe nemmeno dovuto domandarselo: l’avrebbe disprezzata come gli aveva insegnato suo padre. E se lo aveva detto suo padre non poteva essere sbagliato, no?
 
Draco si riscosse velocemente e decise che per quella mattina aveva pensato troppo, stava per saltare giù dal letto quando una camicia rossa con le maniche corte a sbuffo attirò la sua attenzione.
Un’idea balenò nella mente del ragazzo-gatto, che con un’agile balzo saltò sul pavimento e decise che aveva un’impellente bisogno di rifarsi le unghie e, stranamente, l’unico pezzo di stoffa a portata di zampa era proprio la camicia della mezzosangue. Solo quando dell’indumento non rimase che un cumolo di striscioline si sentì soddisfatto del suo operato.
Proprio in quel momento però la porta della stanza si aprì e ciò che si presentò alla vista della ragazza la fece infuriare.
Hermione aveva già i nervi per colpa di un bagnino troppo invadente che aveva conosciuto in spiaggia quella mattina e la vista di una delle sue camicie preferite distrutte sicuramente non l’aveva resa più felice.
E fu proprio quella la goccia che fece traboccare il vaso, Hermione iniziò a inveire contro il gatto che non accortosi della sua presenza sobbalzò dallo spavento. Hermione iniziò a marciare come una furia con la bacchetta salda nella mano destra, e chissenefrega se i suoi amici babbani l’avessero vista, tutto quello che voleva era vendicare la sua povera maglietta e sfogare tutto lo stress accumulato quel giorno.
Peccato che, per la seconda volta nella stessa giornata, inciampò nella cesta ai piedi del letto, cadendo rovinosamente a terra e picchiando la testa sul pavimento. Quando cinque minuti più tardi riaprì gli occhi un dolore lancinante alla testa la pervase, rimase qualche secondo sdraiata, lì, sul pavimento a osservare gli oggetti che prendevano la polvere sotto il suo letto: una sveglia, cadutale quella stessa mattina, un paio di lettere, un fazzoletto, un’infradito e …
Un paio di lettere?
Hermione, completamente dimentica del mal di testa allungò la mano, afferrò quei due pezzi di carta e si alzò con uno scatto fulmineo.
Si rigirò entrambe le buste tra le mani per qualche secondo: la prima, una busta bianca di comunissima carta con un angolo piegato; la seconda invece aveva l’aria molto più ufficiale, pregiata carta, filigrana in chiaro e per chiuderla della ceralacca rosso sangue. Ma la cosa che attirò di più l’attenzione della ragazza fu il simbolo impresso sulla ceralacca: una grande M in stile gotico. Il simbolo del nobile casato dei Malfoy.
 
La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa.
Considerato un comportamento positivo sia nella scienza che nell'intelligenza, rappresenta un istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, conoscenze. Si può definire il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano, una vera e propria propensione all'interessamento personale verso ciò che incuriosisce.
Hermione era estremamente curiosa. Lo era sempre stata. Era proprio questa sua caratteristica, la sua voglia di sapere, tramutata quasi in un bisogno fisico, che le aveva sempre fatto apprezzare la lettura.
Ed era sempre questa sua morbosa voglia di conoscenza e di scoprire l’ignoto che stava spingendo la strega a rimuovere la ceralacca di una lettera non sua.
La curiosità uccise il gatto, era un vecchio proverbio babbano, estremamente vero sotto certi aspetti, ma Hermione se ne infischiò. Era sbagliato, ma la curiosità era troppa.
Aveva quasi aperto del tutto la busta che un’improvvisa luce bianca abbagliate la costrinse ad alzare lo sguardo e sotto i suoi occhi increduli vide quella che era una vera e propria trasformazione.
 
Draco Malfoy era tornato nella stanza pochi attimi prima per vedere se la mezzosangue fosse ancora mezza morta sul pavimento della loro stanza, ma quello che aveva visto gli aveva fatto ghiacciare il suo purissimo sangue nelle vene. La Granger era intenta ad aprire una strana busta, che aveva un’aria pericolosamente famigliare. Ci mise veramente poco tempo a rendersi conto che quella era LA lettera di sua madre. Quella che parlava, che lo informava, delle condizioni del padre. Ma soprattutto era una SUA lettera. Personale. Privata.
Da lì a perdere il controllo fu un attimo. Draco Malfoy, che si era sempre vantato del suo invidiabile sangue freddo, si dimenticò della sua forma animale a lasciò che la rabbia verso la mezzosangue che aveva osato tentare di impicciarsi dei suoi affari avesse la meglio. Si Trasformò nell’arco di un battito di ciglia sotto lo sguardo stupefatto di Hermione Granger.

***ANGOLO AUTRICE***
Bradipo. Sono perfettamente conscia di essere un bradipo. Ho aggironato tardissimissimo. Però è abbastanza lungo dai :) Comunque ho aggiornato così tardi perchè, vi giuro, non riuscivo a scriverlo questo capitolo. O meglio, le idee ce le avevo ma quando le scrivevo non mi piacevano più. Finalmente ce l'ho fatta anche se ho ancora qualche piccolo dubbio. Voi che dite? vi piace o avrei fatto meglio a non postarlo? 
fatemi sapere ;)

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11: JUST MEMORIES ***


CAPITOLO 11: JUST MEMORIES

- Cosa diavolo credevi di fare sanguesporco!? – Draco le era saltato letteralmente addosso, strappandole con forza le lettere di mano e insultandola con un tono così freddo e cattivo che rese quell’epiteto, già orribile di per sé, ancor più atroce.
Hermione indietreggiò spaventata, ma non aprì bocca: dopotutto era lei dalla parte del torto questa volta.
- Nessuno ti ha dato il diritto di ficcanasare tra le mie cose – continuò imperterrito – ora dimmi cosa m’impedirebbe di cruciarti qui e subito? –
- Sei … sei un animagus? –
- Vaffanculo! –
Draco sbatté la porta così forte che il rimbombo si sentì per tutta la casa.
Non era arrabbiato, non era incazzato, era semplicemente furioso. Con Lei, che aveva tentato di leggere la sua posta, con se stesso che aveva perso così facilmente il suo rinomato sangue freddo e, come un ragazzino alle prime armi, si era scordato della trasformazione ed era tornato alla sua forma umana, non curandosi delle conseguenze e rivelandole così uno dei suoi tanti segreti. Con il ministro della magia e le sue stupide punizioni innovative, che lo avevano costretto nel mondo babbano per tutta l’estate. Con Blaise e Theodore che avevano risposto solo allora. Persino con la povera Layla che in quel momento era placidamente seduta sul divano e si faceva i fatti suoi e che si era vista piombare davanti un Draco Malfoy furioso che, se avesse potuto, l’avrebbe uccisa con lo sguardo.
Draco Malfoy era furioso con tutto e tutti era, come gli diceva spesso Daphne, in guerra con il pianeta. E quando Draco Malfoy era in queste condizioni, era meglio stargli a venti metri di distanza, non si faceva avvicinare da nessuno, anche i suoi migliori amici uscivano ammaccati da quelle sventurate giornate.
- Tu! Alza il culo e fuori di qui! Devo stare solo! – Layla stava per dirgli che non poteva comportarsi da padrone del mondo, ma quando i suoi occhi azzurrino pallido si scontrarono con quelli color del piombo del ragazzo, concordò con se stessa che era meglio soprassedere per quella volta e acconsentire docilmente alle richieste del biondo, che poi più che richieste erano dei veri e propri ordini.
Layla, inforcò così le scale di corsa ma, una volta giunta al pianerottolo del primo piano, incrociò un secondo sguardo furibondo.
Hermione non diede nemmeno segno di averla riconosciuta, quando, con un diavolo per capello, correva al pianoterra.
Draco seduto rigidamente sul divano si passava la mano tra i crini biondi, gesto che, per chi lo conosceva bene, denotava una grande agitazione e nervosismo.
Era sul punto di esplodere, una piccola scintilla e si sarebbe scatenato il finimondo. Quella scintilla gli si presentò davanti con i capelli arruffati e tremante d’ira.
- Come … come … hai potuto … tu … io … ti sei permesso - paonazza in viso, quasi a ricordare il colore acceso dei capelli della sua famiglia preferita, le mani chiuse a pugno e le braccia distese lungo le cose, Hermione era la rabbia fatta persona.
- Granger, non è difficile sai? Basta mettere le parole in fila, nel corretto ordine. Anche una babbana come te potrebbe riuscirci – al contrario Draco era immobile, come una statua. A prima vista si sarebbe detto calmissimo, ma il nervoso tic di arruffarsi continuamente i capelli lo tradiva.
- Brutto bastardo! Come ti permetti! Sei sparito per giorni nessuno sapeva, dove fossi e poi scopro pure che sei un animagus! –
- Non è colpa mia se tu non te ne sei accorta –
- è illegale! Non sei registrato, sei già un vile mangiamorte potresti, potresti – si rese conto troppo tardi di quello che stava dicendo, ma la bomba ormai era sganciata. Le sue parole la investirono con una freddezza e una calma inimmaginabile, erano poco più che sussurrate ma non per questo meno letali.
- Ho fatto cose ben peggiori nella mia vita, del trasformarmi in un gatto e Granger non mi piace ripetermi ma a quanto pare tu non capisci: Nessuno ha chiesto il tuo parere sporca mezzosangue. A nessuno importa quello che pensi, sei solo una nullità che non ha niente di meglio da fare che frugare nella posta altrui. Sei solo una finta buonista. Oh Draco, no, io credo che tu non sia un assassino – imitò la ragazza con una voce acuta e sgradevole – mi dispiace così tanto! Beh sai cosa ti dico, tienitela la tua finta pietà e per quello che interessa a me, puoi andare a quel paese mezzosangue. Mi disgusti e non solo per il tuo putrido sangue ma per quello che hai dentro! Ah, se ti fa così schifo dividere il tuo spazio vitale con un vile mangiamorte stanotte puoi dormire sul pavimento, il posto giusto per te: Ai miei piedi! –.
Hermione si zittì di colpo, quel tono intriso di rabbia e odio l’aveva catapultata improvvisamente sul campo di Quiddich di sei anni prima. Le parole erano le stesse, l’odio che trapelava era immutato, il ragazzo lo stesso e il dolore profondo come la prima volta. Solo l’età era cambiata.
- Io non –
- Sta zitta! Non hai diritto di parola! E ora vattene! –
Tutto questo lo aveva detto senza nemmeno urlare, ma molte volte le cose che ci fanno più male sono quelle sussurrate.
Hermione chinò il capo e, ancora scossa da quelle parole, uscì in fretta dal soggiorno con le spalle scosse da singhiozzi silenziosi.
Draco, risiedendosi sul divano da cui si era alzato nella foga del parlare, iniziò a riflettere sul perché fosse esploso così di colpo, non gli era mai capitato. Lui, che grazie ai ferrei insegnamenti di suo padre, era in grado di controllare ogni emozione, che non mostrava mai quello che provava agli altri, aveva perso il suo rinomatissimo autocontrollo per una sciocchezza come l’aver trovato la mezzosangue con in mano le sue lettere.
Ma non era quella la vera ragione, e il ragazzo ne era perfettamente consapevole. Si era esposto troppo alla mezzosangue, tanto da arrivare a parlarle della sua famiglia e del suo passato, le aveva addirittura mostrato uno dei suoi “piccoli” segreti, trasformandosi davanti ai suoi occhi. Anche se più o meno volontariamente, si era messo a nudo davanti ai suoi occhi. E se c’era una cosa che Draco odiava, era mostrare le sue emozioni agli altri. La faccenda delle lettere era stata solo un espediente che gli aveva permesso di sfogare la rabbia e la frustrazione.
Già, le lettere. Non le aveva ancora lette. Si alzò e, dopo aver fugato un po’ tra i cuscini del divano, ne apri una.

 
Draco,
Mi sono trasferita a villa Black, al Manor mi sentivo troppo sola, mi sembrava di non riuscire a respirare e venivo costantemente assalita da brutti ricordi: mi mancate così tanto. Non voglio tuttavia che tu ti preoccupi, ora sto meglio e la tua lettera mi ha fatto molto piacere. Sono contenta che tu non sia più solo. Nonostante la tua compagnia sia di sudici babbani, almeno c’è una strega lì con te, e questo mi fa pensare che tu possa usare più liberamente la magia.
Ho buone notizie da comunicarti, caro, ho parlato con i magiavvocati e, per nostra fortuna, il nome dei Malfoy ha ancora un po’ di potere e sono riuscita a ottenere un permesso di una giornata per farti tornare nel nostro mondo per far visita a tuo padre. Il terzo Giovedì di questo mese verrò a prenderti e insieme ci smaterializzeremo da Lucius. In merito alla sua posizione ti fornirò dettagli più accurati quando ci vedremo. Mi manchi tanto, tesoro mio.
Sperando che tu stia bene,
Tua Narcissa.
 

Draco pensò che stesse per esplodere tanta era la gioia che provava in quel momento. Avrebbe rivisto sua madre, erano tre mesi che non la vedeva, ma non solo, avrebbe potuto parlare con suo padre e sarebbe tornato nel suo mondo per almeno un giorno. Mai come in quel momento fu felice di essere schifosamente ricco e privilegiato. Con un colpo di reni si alzò in fretta dal divano e stringendo nella mano destra il pezzo di carta iniziò a controllare il calendario: il terzo Giovedì del mese sarebbe stato tra soli due giorni! Ancora in preda dall’euforia del momento, Draco si accinse ad aprire anche la seconda lettera, questa volta da parte dei suoi due migliori amici.
 

 
Ciao Draco,
Grazie per le amorevoli parole che ci hai dedicato nell’ultima lettera, ci hanno toccato il cuore, anche tu ci manchi molto e ci fa piacere sapere che sei il solito bastardo di sempre. Qui va tutto a meraviglia non sai cosa ti stai perdendo, abbiamo incontrato un gruppo di ragazze che farebbero girare la testa a chiunque. Secondo Theo sono mezze Veela, ed è qui che si sta mangiando le mani dall’invidia. Io me la sto godendo, non immagini nemmeno quanto, e lui che non può nemmeno toccarle, altrimenti la nostra cara Daphne non ci metterà niente a scagliarli un Avada.
Comunque, non sappiamo cosa dirti in merito a Hermione (salutamela), penso che quello che provi sia senso di colpa e il mio consiglio è di provare a conoscerla, tanto non hai niente da fare e io la trovo una ragazza molto simpatica. (Draco si ripromise di chiedere il prima possibile alla Granger come fosse possibile che lei e il suo migliore amico fossero diventati amici).
Il consiglio di Theo, invece, è quello di berci sopra, insomma, alcool a volontà. In entrambi i casi non pensiamo che tu non sia malato. Magari un salto al San Murgo fallo ugualmente, chissà potrebbero trovare una cura per il “bellissimo” carattere che ti ritrovi.
Invidiaci, siamo i migliori,
Blaise e Theodore
 

Il sorriso, si proprio il sorriso non il solito ghigno, già presente sul volto di Draco si ampliò ancor di più, se possibile. “Unici e insostituibili” pensò avviandosi lentamente vero le scale, e passando vicino al bagno. Mentre sorpassava questa porta, si bloccò di colpo: dall’interno del locale, dietro la porta chiusa, provenivano dei singhiozzi soffocati. Il sorriso del ragazzo si spense di colpo sostituito da una brutta sensazione alla bocca dello stomaco. Senso di colpa.
“Okay, forse ho un po’ esagerato, con lei. Dopotutto lei ha anche tentato di essermi vicina, certo quella frase … non avrei dovuto aggredirla così. Dovrei andare a chiederle scusa e magari provare a seguire il consiglio di Blaise. Sì, dovrei proprio farlo.”
Draco accelerò il passo, salì in fretta le scale e apri la valigia. Prese un grosso pacco di fazzoletti e lo lanciò di lato. Frugò ancora un po’ nella valigia e finalmente trovò quello che cercava. Una piccola bottiglia mezza piena di Whiskey Incendiario.
“Dopotutto anche Theo mi ha dato un buon consiglio. E poi i Malfoy non chiedono scusa. È da deboli”. Pensò stappando la bottiglia.

 
I due ragazzi non si videro più fino all’ora di cena. Hermione prese posto il più lontano possibile dal mago, sul viso non c’era più nessun segno del pianto che l’aveva colta quel pomeriggio. “No, lui mi ha detto cose terribili. Io avevo pure provato a capirlo. Per la prima volta mi sbagliavo. Non c’è niente di buono in Draco Malfoy. È solo un grandissimo stronzo ingrato e viziato”. La ragazza non pensava veramente queste cose ma era ancora molto scossa dalle parole che le erano state rivolte poche ore prima.
Complici la tensione che si avvertiva nell’aria, la giornata particolarmente stressante i ragazzi andarono a dormire relativamente presto.
 
 
- Siete un fallimento!- una voce sibilante invase il grande e austero salone di Malfoy Manor. Draco, ai piedi di quel mostro dai tratti serpenteschi, teneva il capo basso, non aveva un coraggio Grifondoro, figurarsi, proprio lui: serpe fino al midollo. Ma chi lo avrebbe davanti a un Signore Oscuro adirato con te, con la tua famiglia. Quella che aveva giurato di proteggere. Draco, oppresso dai sensi di colpa, tremava. Tentava con tutte le sue forze di rimanere immobile, ma la paura era troppa. Sapeva di aver fallito e ora le conseguenze si sarebbero abbattute anche sulla sua famiglia. Quella che aveva promesso di proteggere. Aveva un compito. Un compito che non aveva alcuna intenzione di portare a termine. Un compito che avrebbe salvato la sua famiglia. Sua madre, in piedi alle sue spalle vicino al grande camino di granito, osserva la scena con terrore. Draco era consapevole di tutto questo e si sentiva un debole. Lui, che aveva sempre odiato essere debole. Come a ribadire il concetto, la voce di Lord Voldemort lo colpii come una frusta. Come se fosse un assaggio di quello che sarebbe successo in seguito.
-Voi Malfoy siete degli incapaci! Non siete in grado di fare niente!-
Draco chiuse gli occhi, sentì l’incantesimo sfiorarlo e strinse i pugni sentendo Lucius Malfoy, suo padre, crollare a terra sotto la Maledizione Cruciatus.
Il ragazzo strinse i denti, quasi scheggiandoseli, sentendo la madre torturarsi le mani, costretta vicino al camino a non aiutare il marito che ama più di se stessa. 
Draco aprì gli occhi sapendo che non era ancora finita.
- Lucius, avresti dovuto educare meglio tuo figlio. Educarlo a rispettare i compiti che gli vengono assegnati!-
Il ragazzo richiuse gli occhi mentre il padre veniva punito a causa sua.
E poi accadde.
- Sectumsempra –
Draco strinse i pugni sentendo l’incantesimo colpirlo in pieno petto, un dolore lancinante lo pervase. Un tonfo sordo echeggiò nel salone, il corpo del ragazzo biondo appena sedicenne, cadde sul duro pavimento in marmo nero. Draco aprì gli occhi in una disperata ricerca di aiuto.
Sarebbe stato meglio non farlo, gli occhi grigi incrociarono quelli lucidi azzurro cielo di Narcissa Malfoy che aveva le guancie percorse da stille luccicanti di dolore. Narcissa era perfettamente conscia del fatto di dover rimanere immobile al suo posto, non poteva far niente per salvare il suo bambino.
Mentre il sangue continuava a colare dal corpo, ormai quasi esanime, di Draco, una risata fredda riempì a stanza.
Non c’era Severus a salvarlo quella volta, non era stato colpito da uno stupido ragazzino con una cicatrice sulla fronte. Draco era solo, solo ad aspettare che l’Oscuro decidesse di andarsene dal salotto, permettendo così alla madre di aiutare il figlio e il marito. La sua famiglia. 
Finalmente un sibilo e dei passi che si allontanavano, un serpente enorme strisciò nella pozza di sangue formatasi sotto il corpo di Draco.
Narcissa s’inginocchiò velocemente al fianco al figlio, prendendogli il viso con le mani fredde.
Lucius, da terra, si avvicinò strisciando alla sua famiglia. 

- Draco, parlami. Rimani sveglio.- la voce della donna era poco più che un sussurro.
E un gemito strozzato uscì da quelle stesse labbra rosso carminio, quando vedette le palpebre del figlio abbassarsi e celare al resto del mondo la vista di due profondi, quanto sofferenti occhi d’ardesia.
Lucius prese la sua bacchetta con le mani tremanti e puntandola addosso a quello che sembrava un cadavere, mormorò alcune parole a voce troppo bassa per essere sentita. 
La fuoriuscita del sangue si fermò, ma non era lo stesso incantesimo di Severus e il sangue perso rimase sul lucido pavimento.
Anche se stanco e provato dalla maledizione senza perdono, prese tra le sue braccia il figlio alzandosi a fatica e, seguito dalla mia moglie che lo aiutava, il ragazzo fu portato nella sua lussuosa e comoda stanza, la sua prigione. Dove un Draco più piccolo era spesso stato costretto a chiudersi quando venivano i “colleghi” del padre per parlare “d’affari”, ora capiva fin troppo bene di quali affari parlassero.
Il ragazzo fu poggiato sul morbido materasso e coperto con le coperte, il corpo scosso da violenti brividi.
- Lucius, va a chiamare Severus te ne prego – sussurrò, sedendosi sul bordo del letto, Narcissa.
L’uomo si allontana sospirando e uscì sbattendo la porta.

Anche se semi cosciente Draco era perfettamente consapevole della guerra interiore che si stava svolgendo dentro suo padre. Lucius si odiava per aver messo in pericolo la sua famiglia per uno stupido ideale, un ideale che non sembrava più così giusto, per uno stupido marchio impresso sull’avambraccio sinistro. 
La donna sospirò, lei che lo confortava da bambino ignorando le proteste del marito.
Gli accarezzò il viso con le mani morbide, quelle mani che aveva sempre amato quando gli accarezzavano le guancie o appiattivano i capelli.

- Perdonaci, Draco - tutta la tristezza del mondo concentrata in un unico sussurro.
-Ti voglio bene, madre- mormorò Draco prima di chiudere gli occhi stanchi, cadendo tra le braccia di Morfeo. 
Era sua madre e l’avrebbe amata sempre.

 
 
- DRACO! DRACO! DRACO! –
Hermione non sapeva cosa fare, era stata svegliata nel mezzo della notte dai mugolii del ragazzo sdraiato a fianco a lei. All’inizio aveva pensato di farlo rotolare giù dal letto, giusto per fargli un dispetto, per fargli vedere che era lui che doveva stare sul pavimento e non lei, ma poi quei gemiti si erano trasformati in vere e proprie urla agghiaccianti.
Hermione si era spaventa, aveva insonorizzato la stanza per evitare che gli altri si svegliassero, ma non era riuscita a svegliare il ragazzo che ora, oltre che urlare aveva iniziato a piangere.
Finalmente il ragazzo si svegliò e iniziò a respirare come un asmatico, ingoiava aria come se fosse acqua fresca. Draco si rese conto di star piangendo e che la Granger lo fissava.
“Fantastico! Ora si metterà a ridere e mi prenderà per il culo a vita” pensò cercando di calmarsi.
Ma la ragazza lo sorprese: Hermione lo abbracciò per la seconda volta.
Draco rimase immobile poi, sorprendendo a sua volta la ragazza, la abbracciò e la strinse a sé appoggiando la testa nell’incavo del suo collo, vicino all’orecchio, inspirando a pieni polmoni l’odore particolare della ragazza.
- Hermione … scusami –
La ragazza strinse ancora di più la presa sulle spalle del ragazzo, sapeva che si riferiva a quello che le aveva detto quel pomeriggio e capì anche di non aver sbagliato: in quel ragazzo c’era vermanete di più di quel che mostrava.
- E di cosa?! Tutti fanno brutti sogni – disse cercando di stemprare un po’ la tensione.
Draco apprezzò.
- Era un ricordo –
- Cosa? –
- Non era un incubo, era un ricordo. Solo un ricordo. –
- Vuoi … vuoi parlarmene? – Hermione seppe di aver rischiato molto con quella domanda, ma non ce la faceva a vedere il ragazzo in quelle condizioni, voleva disperatamente aiutarlo.
Draco capì le sue intenzioni e, sorprendendola, le raccontò uno dei ricordi peggiori della sua breve vita.



*** ANGOLO AUTRICE ***
H
ello Sweeties!!
avete visto che brava?? Ho "già" aggiornato!! hahahaha come ve la passate? io bene e devo dire che questo capitolo mi piace particolarmente (la modestia è rimasta nel cassetto) e che sono molto soddisfatta di come è uscito. Soprattutto il ricordo di Draco.
Alcune Notes:
- a me personalmente Draco troppo mieloso non è mai piaciuto e quindi le litigatre tra lui e Hermione sono ancora presenti, per quanto, come spero siate riusciti a notare le cose stanno migliorando.
- per il permesso speciale di Draco ho pensato che, nonostante il nome dei Malfoy dopo la caduta di Voi-Sapete-Chi sia stato parecchio screditato, è ancora abbastanza potente e poi diciamocelo, molto spesso con i soldi si resce a fare tutto.
- probabilmente nei prossimi capitoli aggiungerò la storia di come è "nata" l'amicizia tra Hermione Blaise. Ma Shhh non vi dico altro, il resto lo scoprirete leggendo.
Mhm sì è tutto :)
Un GRANDISSIMISSIMO abbraccio caloroso a tutti i miei lettori e recensori (?) che mi fanno sempre immensamente felice, lasciandomi i loro commenti :D
alla prossima :* mrs_Malfoy_


 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12: VOLTARE PAGINA ***


CAPITOLO 12: VOLTARE PAGINA 
 
Una figura avvolta in un mantello nero procedeva a passo spedito per il sentiero ricoperto di ciottoli, il volto coperto dal cappuccio. A interrompere quel silenzio irreale solo il suono secco prodotto dai tacchi ogni qual volta il piede toccava terra.
Nessuno aveva notato la sua presenza quando si era materializzata diversi minuti prima dietro alla Testa di Porco, per poi imboccare una delle tante vie buie di Hogsmeade. Il suo pensiero fisso, ora, era quello di raggiungere il più in fretta possibile il castello che si stagliava imponente dominando il paesaggio circostante.
Finalmente la foresta proibita si interruppe mostrando un enorme cancello in ferro battuto che una volta era servito per tenere lontano i malintenzionati ma che ora giaceva scardinato a terra, come monito per non  far dimenticare tutto il male che si era consumato in quelle terre. La figura misteriosa lo oltrepassò senza degnargli più di un sguardo: faceva male tornare in quel posto, ma per lui sarebbe scesa anche all’inferno.
- Chi sei? Scopri il tuo volto! – una voce gracchiante interrupe la “corsa” dell’ incappucciata dopo che aveva percorso solo pochi passi.
Due mani femminili scostarono il cappuccio quel tanto che bastava per mostrare il volto, senza veramente scoprirsi, come se quel lembo di stoffa fosse una sorta di protezione. Una ciocca bionda scivolò fuori creando un incredibile contrasto con il nero del mantello.
- Non sei la benvenuta qui! Sparisci! –
La donna, impassibile riprese a camminare come se il vecchio custode non avesse aperto bocca.
- Mi hai sentito? Non puoi entrare! Vattene! Non vogliamo la feccia qui! –
- Devo vedere la preside – poco più di un sussurro ma che risuonò come un urlo nel silenzio della notte.
- Se lo scordi! Se ne vada è il mio ultimo avvertimento! –
- Stupeficium – nessuno l’avrebbe fermata. Aveva un compito da svolgere e lo avrebbe portato a termine a qualsiasi costo.
 
Nonostante pieni di macerie i corridoi erano sempre gli stessi, con i soliti quadri e le solite armature, forse un po’ ammaccate ma sempre presenti. Conosceva quei luoghi a memoria, e non le fu difficile trovare il vecchio gargoyle di pietra che faceva la guardia all’ufficio della preside. Non aveva incrociato nessun altro, esclusi un paio di fantasmi che l’avevano guardata come se lo spettro fosse stata lei.
- Parola d’ordine? –
- Albus Silente –
La scala compare davanti ai suoi occhi lentamente, come le era capitato tutte le volte che era stata convocata in quel luogo e con estrema calma, di chi sapeva che tutto gli era dovuto, iniziò a salire i gradini.
- Cosa ci fai tu qui? –
- Oh, Severus ti trovo bene –
- Sono un quadro … -
- Nipote? Cosa ti porta in questo luogo diroccato? –
- Dovresti paralare con un po’ più di rispetto della scuola di cui sei stato preside, Phineas. Ma sono curiosa anche io di sapere cosa l’ha indotta a schiantare messer Gazza e a venire nel mio ufficio a quest’ora della notte, signora Malfoy -
Minerva McGranitt, avvolta in una camicia da notte azzurro cielo, era apparsa sulla porta di quello che ora era il suo ufficio e guardava la visitatrice con un cipiglio severo, che era solita a rivolgere al figlio della donna.
- Una richiesta mia cara Minerva – Narcissa Black in Malfoy abbassò del tutto il cappuccio rivalendo il volto, che seppur segnato dall’età, rimaneva bellissimo. L’aria da puzza sotto il naso una volta sempre presente, era scomparsa, contribuendo ad addolcire e abbellire i tratti aristocratici del viso della donna.
- E che richiesta potrebbe mai avere una donna come lei da farmi? –
- Voglio un posto a Hogwarts, per mio figlio –
- Temo che questo sia impossibile signora Malfoy –
- Mi pare che a tutti coloro che l’anno scorso non hanno potuto affrontare i MAGO, si stata offerta la possibilità di ripetere l’anno, se lo desiderano -
- È esatto, tuttavia, questo privilegio viene concesso solo agli studenti meritevoli e suo figlio, purtroppo, non rientra in questa categoria. Temo, quindi, che lei abbia fatto un viaggio inutile, le farò preparare una carrozza che la riaccompagnerà ad Hogsmeade da dove, poi, potrà smaterializzarsi –
Narcissa sorrise e con estrema eleganza si sedette su una delle due poltrone posizionate davanti alla grande scrivania in mogano. Non aveva mai sopportato quella donna.
- Mi spiace informarla che io non ho intenzione di muovermi da qui, finché non avrò ottenuto quello che ritengo giusto –
- E lei ritiene giusto, che io ammetta un assassino tra i miei studenti? –
- Mio figlio non è un assassino! E si, ritengo giusto che gli venga data la possibilità di rimediare ai suoi errori e che non debba pagare per le colpe mie e di mio marito –
A differenza della preside che urlava, Narcissa, aveva tenuto un tono basso ma talmente tagliente che era riuscita a zittire la sua rivale. Stava per riprendere a parlare che una voce calda e pacata invase lo studio.
- Minerva cosa ci fai in piedi a quest’ora? Oh Narcissa, cara, a cosa dobbiamo la tua presenza ad Hogwarts? –
- Albus, non volevamo svegliarti, Lady Malfoy è venuta ad presentare una richiesta che temo non potrà essere realizzata –
- Di cosa si tratta dunque? –
- Vorrei semplicemente che venga data la possibilità a mio figlio di completare la sua istruzione -
- Mi sembra una richiesta sensata, Minerva qual è dunque il problema? –
- Ma, ma Albus. Non posso permettere che un ragazzo che ha combattuto tra le file di Tu-Sai-Chi ritorni a scuola come se niente fosse, lo stesso ragazzo che l’anno prima ha tentato di ucciderti e ci è pure riuscito! Quel ragazzo che ha fatto entrare i mangiamorte nel castello, ferendo gravemente alcuni dei nostri alunni e che porta il marchio nero! Albus come posso accettare tutto ciò?!-
Narcissa scattò in piedi mettendo mano alla bacchetta quando la voce di Silente la interruppe nuovamente.
- Oh andiamo Minerva. Credi veramente che quel ragazzo abbia scelto tutto questo? Che si sia schierato volontariamente dalla parte di Voldemort? È vero, anche Draco ha fatto degli errori, forse più gravi di quelli dei suoi coetanei, ma non possiamo ignorare il fatto che sia stato influenzato  molto – gli occhi azzurrini si posarono per qualche secondo su Narcissa, la quale aveva abbassato il capo, per poi  tornare a concentrarsi sulla donna che sedeva rigidamente sulla poltrona che fino a poco tempo prima aveva occupato lui – inoltre io stavo già morendo e come ho già spiegato a Harry, la cosa era stata preparata nei minimi dettagli con il prezioso aiuto del mio caro amico Severus  -
- Si, prego Albus, un favore da niente – la voce intrisa di sarcasmo mal celato. Ricordò ai tre la presenza di Severus Piton – finalmente quell’inetto di Paciock, si è reso utile a qualcosa … - continuò poi a borbottare tra se e se.
- Severus, non avrei mai voluto che finisse così – sospirò - e sono dell’idea che tutti meritino una seconda possibilità, Minerva. -
Minerva chinò la testa – Va bene, Narcissa, permetterò a suo figlio di trascorrere l’ultimo anno ad Hogwarts e di prendere i MAGO ma al primo passo falso verrà rimandato a casa senza battere ciglio – detto questo con un gesto secco della bacchetta fece apparire piuma, pergamena e calamaio. Una volta completata, la lettera andò ad aggiungersi alla pila insieme alle altre.
 
§§§
 
Dall’altra parte dell’Inghilterra, il sole sorprese Hermione e Draco abbracciati, coperti da un leggero lenzuolo azzurro pallido. La notte precedente i due erano rimasti svegli a parlare per ore e il sonno li aveva colti mentre erano ancora abbracciati, e ora, un raggio di sole particolarmente fastidioso, li richiamava dalla terra dei sogni, mentre erano ancora in quella posizione. Ad aprire per prima gli occhi fu Hermione che, a differenza della precedentemente volta in cui si era trovata spalmata addosso al biondino, non si mise ne a urlare ne fece scenate. Semplicemente si alzò sul gomito destro e prese a fissare intensamente il volto aristocratico che le si presentava davanti. Quasi cercando di capire cosa sognasse. Le palpebre erano abbassate ma si muovevano febbrilmente, sintomo che il ragazzo, ancora tra le braccia di Morfeo, era tuttora sul treno dei sogni. Seguendo il profilo della mascella, Hermione spostò lo sguardo sul petto che si alzava e si abbassava sotto di lei. Gli addominali erano leggermente accennati, ma nonostante questo la ragazza poté notare che Malfoy aveva un corpo molto tonico. Certo, niente a che vedere con i muscoli di Victor o quelli di Ron. “Malfoy, è sempre stato un ragazzo magrolino e piccolino, ma in questi ultimi anni è proprio migliorato. Ron ha un fisico più possente, così come Viktor. Malfoy è più snello.” Stava per allungare la mano e toccare il petto del ragazzo quando quest’ultimo la riportò alla realtà.
- Mezzosangue?! Cosa ci fai tu qui? Oddio, alzati, alzati, alzati immediatamente! Mi stai sfondando lo sterno con quel tuo gomito appuntito! – Hermione era troppo di buon umore per arrabbiarsi e, ridacchiando, rotolò giù da Malfoy, andando a posizionarsi alla sua destra, continuando a osservarlo.
- Perché mi fissi? – le disse Draco passandosi una mano sul viso, come per accertarsi di non aver niente fuoriposto.
- Oh ma è una così bella giornata! Dai alzati è tardi! –
- Tardi? Ma se sono appena le 9.30? Io sono in vacanza ho il diritto di alzarmi quando mi pare! A casa mia dormo fino alle 10.30 di solito. –
- In piedi pigrone! Si va in spiaggia! – e così dicendo Hermione lo afferrò per un mano tirandolo in piedi, non senza qualche problema.
- Mezzosangue sei impazzita del tutto? Cosa stai facendo? Dove vai? – Draco si incamminò giù per le scale seguendo Hermione.
- Dai Malfoy prendi qualcosa da mangiare e andiamo in spiaggia, gli altri sono già tutti là – disse Hermione afferrando un muffin e infilandosi in bagno per mettersi il costume.
 
Il lungomare era un largo viale pieno di turisti che passeggiavano diretti verso la spiaggia, ragazzi in bicicletta e venditori ambulanti, che tentavano di abbindolare i clienti vendendo imitazioni di borse e occhiali da sole di marche famose.
Ai lati c’erano una serie di negozietti e boutique che vendevano di tutto e di più, si poteva trovare dal costume di marca, ai prodotti artigianali locali, dal cibo fino ad arrivare a costosi tappeti persiani.
Al centro del viale Hermione era ferma intenta a spiegare a Draco il funzionamento di quelle che lui chiamava strane diavolerie babbane.
- Mezzosangue perche quella babbana è entrata in quella scatola? –
- Scatola? Ma cosa?? – seguì lo sguardo del ragazzo e capì – ah quella! È una macchina per le fototessere, Malfoy! la gente entra a fare la foto –
- Quindi lì dentro c’è un altro babbano che scatta foto? Ma non stanno stretti? –
- Eh? No ma cosa hai capito? È automatica! –
Draco la guardò perplesso – Autotimaca? –
- Automatica, oh Malfoy, vieni con me –
Lo prese per un braccio e lo trascinò fino alla macchinetta, da dove era appena uscita una ragazza, e lo spinse dentro seguendolo subito dopo.
- Bene, siediti qui. – disse indicandogli uno sgabello rotondo posto al centro dell’abitacolo e perfettamente davanti alla fotocamera.
- Mezzosangue si può sapere cosa ci facciamo qui dentro? –
- Ti mostro le bellezze del mondo babbano. E ora zitto e siediti. Okay, ora appena esco da qui tu schiacci questo bottone blu, guardi qui – indicò la fotocellula – e sorridi. Capito? –
Malfoy pensava fosse una delle cose più stupide che avesse mai fatto, ma era curioso di scoprire cosa sarebbe successo.
- Okay, ho capito tutto. Granger –
Detto questo l’afferrò e se la mise sulle ginocchia e, come risposta allo sguardo perplesso della ragazza, alzò semplicemente le spalle.
- Non pretenderai che rimanga qui da solo. Non mi fido dei babbani –
 
Dieci minuti dopo i due maghi stavano uscendo dalla macchinetta ridendo come due pazzi.
- Geminio – Hermione duplicò la striscia di fotografie prelevata dalla macchinetta, una la tenne per se mentre l’altra la diede al ragazzo accanto a lei.
- Granger ma non si muovono! –
- Sono babbane Malfoy! le loro foto non si muovono! –
- Ah, beh ehm … Santo Salazar sono orribili, mezzosangue! Non farle mai vedere a nessuno! – ma nonostante questo pensiero il ragazzo rimase a fissarle come ipnotizzato.
Nelle prime due foto aveva gli occhi semi chiusi e una faccia da pesce lesso, accecato dal flash. Hermione, invece, aveva il tipico falso sorriso di chi si mette in posa per una foto, ma era anche abbastanza imbarazzata per la posizione in cui si trovava.
La terza e quarta foto, erano il risultato della brillante idea di Draco che per far sciogliere un po’ la Granger aveva iniziato a farle il solletico. Lei, però, aveva iniziato a fare delle buffe facce, facendo ridere anche il ragazzo e distraendolo dalla diavoleria babbana, come la chiamava lui.
L’ultima foto invece, la più bella secondo il ragazzo, li ritraeva mentre erano intenti a guardarsi negli occhi. In quell’ultima foto nessuno dei due guardava in camera, Draco aveva un braccio intorno alla vita di Hermione per evitare che scivolasse a terra e Hermione, a sua volta, aveva allacciato un braccio intorno al collo di Draco per sorreggersi. Si stavano guardando intensamente negli occhi, noncuranti del flash della fotografia che veniva scattata. Hermione era un po’ rossa in viso, a causa della vicinanza del ragazzo, e quest’ultimo aveva i capelli tutti scompigliati, e le labbra erano ancora piegate all’insù in un sorriso.
Malfoy diede un ultima occhiata a quella piccola striscia di carta fotografica e se la infilò in tasca, stando attento a non rovinarla.
- Muoviamoci mezzosangue, altrimenti non arriveremo mai alla spiaggia –
Hermione lo seguì senza dire una parola, ma sorridendo felice come una Pasqua.
 
- Eccovi ragazzi! Finalmente siete arrivati, vi stavamo dando per dispersi! –
- Scusaci Sarah, ma ho voluto far provare a Malfoy, le macchinette per le fototessere –
- Davvero? Fa vedere le foto! –
- Granger guai a te! Ti trasformo nel rospo di Paciock se osi mostrarle ad anima viva! Soprattutto a lei! Io non dimentico, bionda! –
- Draco? Ma cosa diavolo stai dicendo? – un Josh alquanto perplesso era spuntato da dietro le spalle delle biondina e ora guardava Malfoy come se fosse un pazzo evaso da un centro psichiatrico.
- Niente Josh, avrà preso una brutta insolazione – gli accorse in aiuto Hermione, che poi sussurrò rivolta al biondo – Stai attento a quello che dici, furetto. –
Il resto della giornata passò tranquillamente, Draco trascorse la maggior parte del suo tempo con Neal e Andrew che gli avevano fatto scoprire uno stranissimo sport babbano: beach volley.
Hermione e le altre ragazze, invece, prendevano il sole sul bagnasciuga chiacchierando del più e del meno e lanciando occhiatine maliziose al tuttofare della spiaggia che sistemava le sdraio lì vicine.
Quando i ragazzi le raggiunsero stavano, appunto, parlando di questo.
- … guarda poi che addominali, e che bell’abbronzatura – stava dicendo Sarah
- spero stessi parlando di me, amore – si intromise nel discorso Neal
- A dir il vero stavamo parlando di quello schianto del tuttofare della spiaggia, mi spiace per te Neal – ridacchiò Hermione facendo l’occhiolino all’amica.
- Hey, hey, hey, guarda che sono geloso! –
- Non hai da che preoccuparti Neal – intervenne allora Layla – il nostro bello qui, sembra aver puntato Hermione –
Quest’ultima divenne rossa come un peperone e iniziò a balbettare – Layla … m-ma co-cosa stai dicendo? N-non è vero – nel frattempo però aveva lanciato uno sguardo di sbieco verso il ragazzo. Sfortunatamente la traettoria venne deviata da un paio di occhi plumbei.
Draco, non si era nemmeno accorto che la mezzosangue lo stesse fissando, la guardava ma non la vedeva, la sua mente al momento era concentrata su un altro organo: lo stomaco.
Infatti lo stomaco stava causando a Draco Malfoy diversi problemi. Era tutta la mattina, da quando erano usciti da quella stupida cosa babbana per fare le foto, che lo sentiva vuoto, come in una specie di limbo. Quella stessa sensazione la provava solo quando scendeva in picchiata con la scopa per acchiappare un boccino, all’inizio aveva dato la colpa alla fame e non ci aveva dato più molto peso. Il problema si era palesato dopo che aveva consumato un pranzo, non eccezionale ma comunque decente, sulla spiaggia insieme agli altri ragazzi. Aveva infatti scoperto che quel senso di vuoto non sen’era andato, anzi era come se il suo stomaco fosse invaso da qualcosa di estremamente fastidioso e non riusciva a scacciare quella brutta sensazione.
La situazione, però, era anche peggiorata per il povero mago, se infatti prima gli sembrava di avere una bolla al posto dello stomaco ora gli sembrava che fosse diventato una corda annodata.
“L’hai già provata questa sensazione, caro Draco, non ti è nuova, riflettici” quella maledetta vocina alla Blaise era tornata, lo faceva impazzire e non portava mai a nulla di buono, l’ultima volta che l’aveva sentita era stato al suo sesto anno e guarda com’era finita!
Poi di colpo, come piovuta dal cielo la soluzione gli si materializzò nella mente.
“Pansy! Ma certo, il nodo allo stomaco lo avevo già provato! Possesso! Ecco cos’è, la mia irrefrenabile possessività! Era successo al quarto anno, nel breve periodo in cui noi due eravamo stati insieme! Quell’idiota di Flitt aveva provato ad allungare le mani su Pansy: non giocai nella squadra per una settimana dopo aver affatturato quel porco! Le sensazioni che avevo provato erano le stesse, a parte il vuoto allo stomaco … Ma era normale io e Pan stavamo insieme, è normale! Hermione per me non è niente …”
- Comunque ragazze, io e Andrew, stavamo pensando di andare al cinema questa sera che ne dite? – Draco fu bruscamente riportato alla realtà dalla profonda voce di Josh.
- Si! Sarebbe un’idea fantastica! Accordato questa sera si va al cinema! – accettò Layla per tutti gli altri, lanciando contemporaneamente un’occhiata maliziosa a Draco, che la guardò confuso.
- Che film guardiamo? –
- Non, saprei Hermione, cosa ne pensate di una commedia? –
- Si Neal! È un’idea fantastica! È appena uscito “Get Crazy”… –
- No dai ragazzi io l’ho già visto! – si lamentò Layla – Draco cosa ne diresti di un bel film romantico? –
- Ehm non, non saprei. Decidete voi – rispose il mago che nel contempo si chiedeva tra se e se cosa diamine fosse un “film”, e se quel “cimena” fosse una cosa contagiosa.
- No, mi rifiuto categoricamente! Niente film romantici – esclamò a quel punto con enfasi Hermione, dopo tutto quello che aveva passato per colpa di Ron, l’ultima cosa che voleva era sorbirsi due innamorati che si sbaciucchiavano per ore.
- Okay ragazzi allora votiamo e decidiamo – intervenne diplomaticamente Neal – ognuno proponga un genere e vedremo -.
- Romantico? – la mano di Layla scatto verso l’alto, ma rimase l’unica
- Commedia? – tre mani si sollevarono
- Fantasy?- due mani
- Horror?- tutte le mani si sollevarono ad eccezione di quella di Draco, che non aveva nemmeno capito di cosa stessero parlando, e di quella di Hermione, che era stanca di vedere morti e sangue.
Per sfortuna della ragazza alla fine vinse proprio questo genere.
- Bene ragazzi allora abbiamo deciso, andremo a vedere “Nightmare of blood” -.
 
Ore dopo cinque ragazzi erano in fila fuori da un cinema, con i loro biglietti stretti in mano e aspettavano pazientemente il loro turno per poter acquistare i popcorn. Poco più distanti due ragazzi, che facevano parte della stessa compagnia parlottavano tra di loro.
- Granger, io non  ho ancora capito cosa stiamo facendo –
- Gli altri sono in fila per prendere i popcorn, ovvero del cibo babbano, intanto aspettiamo di entrare in sala per vedere un film, Horror -
- Mhm capito. Ma cos’è un film? –
- E ora come te lo spiego? Idea, Malfoy immagina tante fotografie magiche attaccate in modo che durino tanto da raccontare una storia –
- Forse ho un’idea mezzosangue –
Lei gli sorrise e gli rispose che avrebbe poi compreso del tutto una volta seduti sulle comode poltroncine del cinema.
Pochi minuti dopo vennero raggiunti dagli altri e, armati di popcorn, caramelle, bibite e nachos entrarono in sala.
Ci fu un grande disordine nella scelta dei posti: Josh voleva stare vicino a Hermione ma a Draco la cosa dava, inspiegabilmente, fastidio. Layla assillava il ragazzo per sedersi vicini, e Hermione voleva sedersi tra Sarah e Andrew.
Alla fine, minacciati dalle altre persone sedute a vedere il film, furono costretti a sistemarsi secondo il caso.
Il film risultò migliore di quello che i ragazzi si aspettavano, anche se non tutti lo seguirono appassionatamente. Sarah e Neal passarono tutto il tempo a baciarsi, tanto che Andrew, seduto dall’altro lato della ragazza, si chiese se i due si fossero mai staccati almeno per respirare.
Hermione era costretta tra Josh, che teneva il braccio sul suo bracciolo con la mano aperta all’insù, come ad aspettarsi che la stringesse, e Draco il quale si era avvicinato di più a lei per allontanarsi il più possibile da Layla, la quale gli aveva avviluppato il braccio sinistro.
Era da poco finito l’intervallo quando una scena particolarmente violenta comparve sullo schermo: la protagonista veniva legata e sbattuta con forza sul pavimento. Il suo aggressore armato di un lungo coltello da macellaio le era salito a cavalcioni e aveva preso a torturarla.
Fu un attimo, e su quel pavimento sudicio non c’era più la ragazza dei capelli rossi ma un Hermione urlante sovrastata dalla magra figura di Bellatrix Lestrenge che si accaniva su di lei a suon di Cruciatus e le incideva il braccio con un pugnale.
Draco si accorse immediatamente del cambiamento di Hermione, la ragazza si era irrigidita di colpo e aveva iniziato a tremare, scossa da violenti brividi di paura.
Gli bastò guardarla negli occhi per pochi secondi per capire cosa stesse succedendo.
Non ci pensò nemmeno, si sporse verso la ragazza e l’abbracciò facendole poggiare la testa sulla sua spalla e le accosto la bocca all’orecchio.
- Shhh, Hermione shhh – iniziò a cullarla come se fosse una bambina indifesa da rassicurare dopo un brutto sogno – è morta. Non potrà mai più farti del male. Mai più. Mi senti Hermione? Sei al sicuro, qui nessuno ti farà più del male. Shh, ci sono qui io -.
A distanza di tempo, Draco non seppe ancora spiegarsi cosa lo portò a comportarsi in quel modo quella sera, cosa lo spinse a sussurrarle quelle parole. Seppe solo che quella notte, in quella sala di un cinema babbano era cambiato qualcosa.
Hermione, rassicurata da quelle parole, smise di tremare, ma al posto di allontanarsi dal ragazzo si aggrappò con tutte le sue forze alla sua camicia, come se fosse un ancora di salvezza.
Non pensò che lui era un ex mangiamorte, che era il ragazzo che per anni l’aveva umiliata e ferita, che era lo stesso platinato ragazzo la cui zia aveva tentato di ucciderla l’anno prima. Non pensò al loro passato, a quello che era stato, pensò semplicemente a una frase che tempo prima le aveva detto sua nonna.
Il desiderio di cambiare è l'unica cosa che non cambia mai
 
E fu con quelle parole in testa che Hermione parlò
- Non lasciarmi sola, Draco –
 
Perché Hermione voleva cambiare, cambiare veramente, cambiare quello che era stato.
Non dimenticare, semplicemente voltare pagina.


 

Hello sweties!!!
Ecco solo per voi il nuovissimo capitolo. Spero vi piaccia. Avete visto?? Finalmente qualcosa si muove …
 
Some notes:
- Sarete, probabilmente, rimasti sorpresi da come si pone la McGrannit nei confronti di Narcissa. Ci tengo particolarmente a spiegarvi la mia scelta. Come prima cosa vorrei rendervi partecipi di un mio pensiero: mi sono detta che, dopotutto, Draco ha sempre lavorato con i cattivi e di conseguenza la preside non è molto felice di riaverlo nella sua scuola. Dove l’anno prima aveva messo in pericolo tutti gli studenti, facendo entrare i mangiamorte.
- Mi è sembrato, inoltre, di grande importanza inserire queste scene, poiché in molte ff Draco viene riammesso a scuola senza alcun pensiero, come se fosse una cosa normale. È vero lui non ha ucciso nessuno, ma ci è andato molto vicino mettendo comunque in pericolo molti ragazzi. La McGrannit di conseguenza pensa al bene dei suoi alunni e per questo non è incline ad accettare la richiesta di Narcissa. Arriva poi il nostro Silente a sistemare tutto. Quando parlo della seconda possibilità mi riferisco in particolar modo a Severus, al quale Silente a dato una seconda chance.
- Ho adorato la parte sul cinema, e sinceramente mi è piaciuta molto come l’ho scritta, soprattutto per come si comportano i nostri due protagonisti. Come nel caso delle foto. È come se Draco si rilassasse un po’.
 
È tutto? Si, mi pare di si. (vi ho scritto un poema scusateee). Se avete qualche dubbio, incertezza, critica o complimento da farmi scrivetemi pure una recensione … beh io non aspetto altro ;)
 
Un ENORME bacio a tutti quelli che leggono la mia storia, e un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno inserito la storia tra i seguiti, i ricordati o i preferiti e GRAZIE anche a chi recensisce.
 
Al prossimo capitolo che ve lo dico già sarà importante baciii mrs_Malfoy_


 

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13: QUALCOSA CHE … SVOLAZZA ***


Guess who's back??
Esattamente! La vostra mrs_Malfoy_ è tornata ed è pronta a strisciare, pregare e implorare per avere il vostro perdono. Vi chiedo umilmente scusa per la mia prolungata assenza, ma, negli ultimi tempi non avevo molte idee e voglia così ho preferito non postare nulla piuttosto che farvi leggere qualcosa che non sarebbe piaciuto nemmeno a me. Sono molto fiera di questo capitolo, ad essere sincera e, non so con quale coraggio, vi chiedo di lasciarmi una recensione. A me fa piacere sapere cosa ne pensate e a voi non costa nulla, sono solo due minutini. Spero vi piaccia 
Enjoy the chapter ;)

Questo capitolo è dedicato a una persona speciale,
spero ti piaccia
Lils1401
 

 

CAPITOLO 13: QUALCOSA CHE … SVOLAZZA


Per la terza volta Hermione rilesse la stessa frase dello stesso libro. Era seduta a gambe incrociate sul divano color crema, decisa a leggere il nuovo romanzo appena acquistato. Essendo solo le dieci di sera e non essendo affatto stanca, aveva deciso di rilassarsi un po’. Missione che però stava producendo scarsi risultati. Erano dieci minuti buoni, infatti, che tentava di leggere ma la sua concentrazione era tutta per il biondino in piedi al lato opposto della sala che chiacchierava tranquillamente con Neal.
Non avevano più parlato dello strano episodio avvenuto al cinema, un paio di sere prima, lei era profondamente imbarazzata e non sapeva – e nemmeno voleva – entrare in argomento, mentre Malfoy aveva semplicemente fatto finta che non fosse accaduto niente, troppo codardo per provare a cercare una motivazione plausibile per il suo strano, e sicuramente inusuale, comportamento.
Ora fingeva di non sentire lo sguardo pungente e penetrante della mezzosangue su di se e prestava la massima attenzione a quello che gli stava raccontando il moro posto davanti a lui: qualcosa su uno sport babbano chiamato calcio. Ne aveva già sentito parlare a Hogwarts da quel fallito di Dean Tomas che sosteneva fosse uno sport molto più intrigante del Quiddich.
- Neal, tesoro vieni un attimo in camera?? Non riesco a trovare il mio iPod! L’ultima volta l’avevi tu! – la voce squillante di Sarah distrasse momentaneamente il ragazzo dalla sua dettagliata descrizione dell’ultima vittoria del Chelsea avvenuta contro il West Ham.
- Arrivo! Scusa Draco, continuiamo dopo, non ti ho ancora spiegato di … -
- NEAL!-
- Arrivo! –
Draco prese in considerazione l’idea di perdonare la biondina, lo aveva appena salvato da una delle conversazioni più noiose mai avute in vita sua. Ora però si trovava immerso in un silenzio teso e imbarazzante.
Hermione, accortasi della tensione creatasi nella stanza aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu salvata da un rumore molesto proveniente dalle sue spalle. Un gufo grigio batteva forte il becco contro il vetro della finestra richiedendo l’attenzione dei due giovani.
Draco, con un sopracciglio alzato, aprì la finestra e prese le lettere che il gufo aveva legate alla zampa. Su una cera scritto il suo nome mentre sull’altra quello della mezzosangue.
- Cosa sono?-
- lettere mezzosangue, eppure dicevano fossi intelligente –
- lo avevo capito … ma per chi sono? Da parte di chi? E –
- Una a testa e ce le manda – ma Draco non terminò la frase. Gli occhi spalancati in un’espressione di puro stupore, le sopraccigli talmente alte da fondersi con i ciuffi di capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi e la bocca lasciata semiaperta.
- Allora? Mi vuoi dire chi ce le manda? – Hermione con uno strattone si impadronì della sua lettera e la girò.
- Hogwarts – dissero all’unisono. Peccato che se il tono della ragazza era intriso di piacevole stupore, quello del ragazzo era carico di amarezza e astio.
Non riuscendo ad attendere oltre Hermione stracciò di malagrazia il sigillo in ceralacca e con foga prese la pergamena e iniziò a leggere il suo contenuto con voce abbastanza alta, in modo che anche Malfoy potesse sentirla.

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS

Direttrice: Minerva McGranitt
(Miglior Nuova Promessa di Trasfigurazione Oggi, ex Professoressa di Trasfigurazione,
attuale preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts)

 
Cara signorina Granger,
 
siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per un anno aggiuntivo in quanto, per cause di forze maggiore, non le è stato possibile conseguire i M.A.G.O.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
 
I corsi inizieranno il 1° settembre. L’espresso di Hogwarts partirà alle undici dalla stazione di Kings Cross a Londra, dal binario 9 e tre quarti.

Con ossequi,
Minerva McGranitt
Direttrice.
 
 

“Non ci posso credere questo è un sogno che si avvera, avrò la possibilità di completare la mia istruzione e di conseguire i M.A.G.O. Oddio, questa è una spilla da caposcuola! Non ci credo!”  pensò tutta eccitata dopo aver riletto una seconda volta la lettera e rigirandosi tra le mani la spilla con una grande C oro su uno sfondo rosso e con un grifone che ruggiva ogni qualvolta che la clip veniva mossa. Una volta assicuratosi di essere perfettamente sveglia e che non si trattasse di un sogno, alzò lo sguardo sul ragazzo che era ancora immobile al suo fianco.
Quest’ultimo, come risvegliandosi da uno stato di trance, aprì la busta con movimenti secchi e lenti, come se li stesse misurando.
- Malfoy, ti è caduto un foglio che io non ho – Hermione si chinò per raccoglierlo e porgerlo al biondino, ma questi la anticipò - è un permesso, firmato dall’intero Wizengamot, che mi permette di recarmi a Diagon Alley, il 21 Agosto, per poter compare il necessario per l’anno scolastico. Oh! aggiungono pure che verrò scortato da un Auror, magari hanno paura che in un momento di noia possa decidere di torturare maghi innocenti – aggiunse con una ristata amara.
- Anche, anche tu? Sei stato ammesso per il prossimo anno? – Hermione non riuscì a sopprimere del tutto la pesante nota sorpresa che aveva assunto la sua voce.
- Oh, sanguesporco sei meravigliata? Credevi che solo voi eroi, i vincitori dall’armatura splendente aveste diritto a un istruzione? Beh spiacente ma a quanto pare non è così. Sei contenta, ora puoi guardarmi dall’alto in basso … Malfoy, la feccia dei maghi, assassino e figlio di assassini, fa pena a qualcuno. Ma sai, gufo dell’ultima ora, non ho la minima intenzione di tornare in quel buco per topi che tu chiami scuola – e, infuriato, Draco uscì a grandi falcate dal soggiorno, lasciando Hermione basita e perplessa.
 
“Maledetta so-tutto-io che si crede migliore di tutti. Ovviamente la gallinaccia l’ha promossa caposcuola, non c’era da aspettarsi nulla di diverso. Ma se crede che tornerò per farmi guardare con disprezzo e superiorità da quei patetici filobabbani si sbaglia di grosso”. Nonostante i suoi cattivi pensieri Draco era perfettamente consapevole del fatto che fossero bugie. Era sempre stato un bugiardo di prima qualità, grazie all’educazione ricevuta e agli insegnamenti di suo padre, poteva nascondere la verità con estrema abilità, nessuno vantava una faccia di bronzo migliore della sua. Ma non poteva mentire a se stesso, non che non ci avesse mai provato, ma alla fine capiva che era tutto inutile e doveva ammettere, almeno con se stesso, che non pensava veramente quelle cose. Dopotutto a lui sarebbe piaciuto tornare ad Hogwarts, quella che, in fondo in fondo, aveva spesso considerato una seconda casa, nonostante non condividesse affatto le stupide idee babbane di Albus Silente e della maggior parte della gente di quel posto. Sapeva tuttavia che, nonostante la lettera della McGranitt, “Chissà poi cosa l’ha spinta a rivolermi?” , non sarebbe stato possibile tornare. Non avrebbe mai accettato gli sguardi pieni di disgusto e superiorità che gli sarebbero stati rivolti una volta varcato il portone della Sala Grande.
Con questi pensieri in mente si tolse i vestiti e, rimanendo solo in boxer, si infilò sotto il lenzuolo del letto che condivideva con la mezzosangue, domani sarebbe stata una giornata importante per lui: “Finalmente rivedrò mia madre e mio padre” e con questo pensiero felice in testa si addormentò.
 

§§§

 
Un raggio di sole particolarmente dispettoso decise di posarsi proprio sul viso di un’assonnata e particolarmente infastidita Hermione Granger.
- Malfoy, tira la tenda, voglio dormire ancora un po’-
- Malfoy? Malfoy? perché non rispondi?-
Dannato furetto che mi ignora”  Hermione si mise seduta sul letto e rimase delusa nel vedere che la camera era deserta, nessun segno del fastidioso biondino, a parte la grande confusione di vestiti firmati sparsi sul pavimento.
- E ora dove diavolo si è andato a cacciare quel lunatico?- si chiese la ragazza dandosi una poderosa grattata alla testa.
 

§§§

 
Due ore prima nella stessa camera da letto il biondissimo erede dei Malfoy apriva cassetti imprecando contro la puntualità e l’essere inesorabilmente e incorreggibilmente mattiniera di sua madre.
L’appuntamento che si erano dati era alle 7.30 di mattina e lui era già in ritardo di tre minuti, ma proprio non riusciva a trovare i suoi pantaloni d’alta manifattura per le occasioni importanti. Dopo altri due minuti passati a giare in tondo e, infruttuosamente, a frugare tra le cose della Granger, il suo sguardo venne attirato da un lembo di stoffa nera che spuntava da sotto il letto.
Probabilmente se Draco Malfoy avesse saputo chi fosse Archimede avrebbe esclamato – Eureka - ma ignorando totalmente l’esistenza di quello che per lui sarebbe stato solo un altro inutile babbano, si limitò a esclamare un fine e molto elegante – Porco Salazar, finalmente vi ho trovati! – rischiando, peraltro, di svegliare Hermione che era ancora nel mondo dei sogni.
Fu così che alle 7,35 del mattino il biondissimo, nervoso e impaziente Draco Malfoy si smaterializzò direttamente al paiolo magico, felice come poche volte era stato nella sua vita, di tornare tra i maghi.
Ci mise meno di una frazione di secondo a riconoscere la biondissima, e simile alla sua, capigliatura di Narcissa Black in Malfoy.
- Madre! –
- Draco sei in ritardo di ben cinque minuti cosa ti ho sempre insegnato? –
- La puntualità è l’anima dei buoni affari, ma mamma un Malfoy non è mai in ritardo sei tu che sei in ant –
Non riuscì nemmeno a terminare la frase, che Narcissa lo avvolse in un abbraccio che trasmetteva tutto l’amore, l’adorazione e il bene che una madre può volere al figlio. Draco, con gli occhi lucidi, strinse la madre in una morsa d’acciaio, si sentiva nel posto giusto al momento giusto: non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro luogo per nulla al mondo.
- Mi sei mancato tantissimo Draco – singhiozzò la donna
- Shhh mamma, anche tu, ma ora sono qui –
- Hai ragione, tesoro. Andiamo a casa. – e così dicendo i due si smaterializzarono.
 
Appena arrivati davanti al cancello quest’ultimo si dissolse in fumo riconoscendo i legittimi proprietari del maniero. La magia che una volta funzionava riconoscendo il marchio nero, ora era stata modifica da Narcissa, facendo in modo che potessero accedere alla tenuta solo i legittimi proprietari, com’era in principio, prima dell’ascesa del signore oscuro. Chiunque avesse voluto entrare senza il permesso dei padroni di casa non avrebbe nemmeno potuto avvicinarsi al cancello di ferro battuto finemente lavorato.
Mentre madre e figlio procedevano a passo sostenuto tra le siepi di tasso, i pavoni di Lucius Malfoy, che si stavano abbeverando alla grande fontana in stile rinascimentale, tubarono come se stessero chiedendo dove fosse il loro amato padrone.
- Spero ti piaccia come ho riarredato casa – disse Narcissa al figlio mentre salivano mano nella mano i sontuosi gradini di pietra per poi varcare il grande portone in legno massiccio.
Draco non aveva mai visto il grande salone così luminoso e pieno di vita da che aveva memoria. Dalle grandi finestre a rombo entravano i raggi del primo sole mattutino illuminando e facendo risplendere, come se fosse animato da luce propria, il grande lampadario di cristallo che fluttuava al centro della stanza grazie alla magia. Narcissa aveva sostituito il grande tappeto nero dell’atrio principale con uno verde smeraldo, che contribuiva a ridare vitalità al luogo. Il grande camino in marmo bianco e nero era sempre lo stesso però, ora, appoggiate sopra, c’erano foto più o meno recenti della famiglia Malfoy che ritraevano i membri della famiglia in vari momenti felici della giornata. Draco avvicinandosi ne prese un in mano: era stata scattata poco dopo la sua nascita, infatti un se stesso piccolissimo era intento a tirare una ciocca dei capelli della madre, mentre Lucius lo guardava con uno sguardo che doveva essere d’ammonimento ma che trasmetteva solo amore e adorazione.
- È bellissimo madre! –
- Sono contenta ti piaccia, vieni ti faccio preparare la colazione dagli elfi, e chiacchieriamo un po’ –.
 
- Allora Draco, come vanno le vacanze? È diventata un po’ più sopportabile la situazione? –
- Mhpf, non scherzare mamma! Odio stare con i babbani e penso che quella Granger sia troppo insopportabile! Vuoi un esempio? Mi ha obbligato a cucinarmi la colazione da solo! Ti rendi conto? Da solo! Ma non è tutto, è sempre lei a decidere tutto e deve comandare tutti e se io provo a oppormi mi urla contro come una banshee inferocita! Per non parlare di quando siamo andati … -
- Draco, tesoro, ti sei reso conto che sono cinque minuti che parli di quella ragazza? Non succedeva dai tempi del terzo anno quando ti aveva tirato uno schiaffo – ridacchiò Narcissa – oppure dal ballo del quarto anno, Lucius ti aveva regalato un completo nuovo pur di distrarti –
- Non è affatto vero! Che cazz, emh, che cosa stai dicendo?! – Draco quasi urlava da quanto era indignato
- Si, si come vuoi figliolo, guarda che non ti devi nascondere, certo avrei preferito puntassi a qualcosa di meglio di una sanguesporco, ma sai che io accetterò tutto … -
- Madre! IO NON SONO INTERESSATO A QUEL CESPUGLIO CHE CAMMINA! Smettila con queste cazzate!- dalla foga si era addirittura alzato in piedi e ora quasi ansimava, ma più che per l’urlo, per la strana sensazione che aveva provato quando sua madre aveva chiamato la Granger, sanguesporco. “Eh ora cosa diavolo era quella fastidiosa fitta allo stomaco che mi è venuta quando mia madre ha offeso Hermione? No, ferma, la Granger, okey, molto meglio. Salazar sto impazzendo meglio cambiare discorso, altrimenti rischio di finire al San Murgo”  pensò il biondino passandosi una mano tra i capelli e arruffandoli ancor più di quanto già lo fossero.
Nel frattempo Narcissa era rimasta in silenzio osservando il figlio arrovellarsi su quello che a lei sembrava abbastanza chiaro.
- Draco modera il linguaggio quando parli con me, non ti ho cresciuto e istruito perché tu parlassi come un volgare babbano! E in ogni caso se ti dava fastidio l’argomento bastava che me lo dicessi. Qualche altre novità dolcezza? –
- Non chiamarmi così mamma! – disse Draco esasperato, ma comunque continuò – Sì in effetti c’è una cosa di cui ti vorrei parlare. –
Narcissa sollevò stupita il sopracciglio e posò la tazza di te sul piattino di porcellana, in attesa che il figlio completasse la frase.
- Quella vecchia ciabatta della McGranitt è totalmente impazzita, il fatto di essere diventata preside deve aver fritto quei pochi neuroni che le rimanevano – iniziò Draco con un’espressione sconvolta sul volto – mi ha mandato la lettera di ammissione per il prossimo anno a Hogwarts! – esclamò con la voce rotta dal riso, e aspettandosi che la madre avesse la stessa reazione, ma quando si accorse che il viso aristocratico di Narcissa Malfoy era estremamente serio, tutta la sua ilarità scomparve lasciando il posto a una sensazione d’inquietudine che non preannunciava nulla di buono, sospetto che venne poi confermato dalle parole della madre.
- Ma certo che lo sapevo Draco! Mi sono recata personalmente io a Hogwarts per far si che tu potessi frequentare il prossimo anno –
- TU COSA?! Sei pazza! – la voce del biondino non aveva mai raggiunto note così acute fin’ora - Col cazz … cavolo  che io torno in quella bettola! Nemmeno sotto imperio! –
- Oh invece tu ci andrai, che ti piaccia o meno! –
- Non ci pens –
- SENTIMI BENE SIGNORINO! TU CI ANDARI E NON FARAI STORIE! NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI PERMETTERE CHE LE SCELTE SBAGLIATE MIE E DI TUO PADRE INFLUENZINO IL TUO FUTURO! – Draco era sconvolto, sua madre non aveva mai alzato la voce in quel modo con lui, nemmeno quella volta che a dieci anni aveva dato fuoco “accidentalmente” al prezioso arazzo di famiglia – Draco, voglio che tu abbia la possibilità di studiare e  prendere un diploma, che tu possa scegliere quello che vorrai fare una volta adulto, eh no è inutile che mi guardi con quell’espressione, non sei ancora adulto. Inoltre pomeriggio ne parleremo con tuo padre e sono sicura che sarà perfettamente d’accordo. –
- Eh certo come potrebbe non esserlo?! Papà fa sempre tutto quello che vuoi tu! – sussurrò sarcasticamente Draco.
- Cosa hai detto caro? –
- Nulla, nulla. Vado a farmi una doccia ci vediamo dopo – e così dicendo Draco iniziò a salire le scale che portavano alla sua camera.
 

§§§

 
Da quando Hermione si era alzata aveva perlustrato tutta la casa e il lungo mare alla ricerca di un ragazzo pallidissimo, biondissimo, arrogante, viziato, capriccioso, arrabbiato con il mondo ed estremamente suscettibile. E una volta che non lo trovato aveva iniziato a cercare un gatto siamese con le stesse caratteristiche del ragazzo sopracitato. Risultato? Un buco nell’acqua in entrambi i casi.
- Basta ci rinuncio! Che si fotta quel borioso arrogante! Non me ne frega niente di dove si è cacciato - e nonostante fosse la terza volta che Hermione ripeteva la stessa frase, fece per la settima volta il giro della spiaggia sperando con tutta se stessa di scorgere una chioma opalescente tra la folla.
 

§§§

 
Draco uscì dalla porta del bagno che comunicava con la sua camera, frizionandosi i capelli con l’asciugamano. Si vestì con molta calma con uno dei suoi completi migliori e una volta perfettamente sistemato si accovacciò davanti al camino che era situato sulla parte opposta al letto.
Con la calma di chi sa di avere il mondo ai propri piedi sollevò il coperchio di un piccolo vaso bombato in smeraldo e prese una manciata di polvere volante, poi, con movimenti calcolati, la gettò nel fuoco e attese in silenzio. Quando una fiammata verde brillante divampò nel camino, precedentemente spento, il ragazzo ci infilò la testa e, ad alta voce esclamò – Santa Teresa, Sardegna, Villa Zabini – e in un momento la sua biondissima testa fluttuava nel camino di una lussuosa villa italiana, di proprietà di Blaise Zabini.
Non fece nemmeno in tempo a ispezionare la stanza con lo sguardo, che un acutissimo urlo gli perforò gli orecchie.
- ODDIO! AL LADRO! AIUTO! C’E’ UNA TESTA VOLANTE NEL CAMINETTO, AIUTO, AIUTO! – quella che sembrava in tutto e per tutto una top model in biancheria intima stava saltellando sul posto urlando come una gallina e agitando le mani perfettamente smaltate in quello che era chiaramente un attacco di panico.
Da un groviglio di corpi di perfette modelle, ammassati sul divanoletto, emerse la mora testa di Blaise Zabini che in preda dal panico iniziò a urlare frasi sconnesse e senza senso. Come se non ci fosse già abbastanza confusione nella stanza dalle scale del corridoio provenne un rumore molto forte, come se qualcuno, nella fretta di scendere i gradini, fosse inciampato e ruzzolato giù. Dopo nemmeno un minuto apparve sulla soglia uno scompigliato, dolorante e armato di bacchetta, Theodore Nott.
Quando entrambi i ragazzi guardarono verso il camino i loro visi si illuminarono e proruppero entrambi in un’esclamazione di gioia mista a confusione.
- Draco?! –
 
Quando tutte le ragazze presenti nella stanza vennero cacciate in cucina, e il soggiorno fu completamente sgombro, i due maghi si accovacciarono davanti al camino.
- Draco! Ma allora sei ancora vivo! Bla ti devo dieci galeoni –
- Sgancia Theo! –
- No ma anche io sono felice di vedervi e di scoprire che scommettete sulla mia morte prematura! –
- Su dai Draco non farla tanto tragica, dobbiamo pur passare in qualche modo il tempo! Non possiamo sempre e solo divertirci con quelle magnifiche creature – esclamò Blaise ammiccando in direzione della porta del salotto.
- Parla per te! Io se solo mi avvicino, becco una fattura da Daphne! – Theodore al contrario non era molto felice di avere tutte quelle ragazze, che sembravano modelle, in giro per casa e non potersi nemmeno avvicinare – in ogni caso da dove ci stai contattando? Non sapevo i babbani avessero la metropolvere –
- Ora sono in camera mia al Manor, questo pomeriggio io e mamma andiamo a trovare Lucius – sorrise alla prospettiva di rivedere suo padre – Ah ma sapete la novità?-
- Spara! –
 - L’uno settembre tornerò ad Hogwarts – se avesse dovuto annunciare la morte di qualcuno probabilmente il tono di Draco sarebbe stato più allegro.
- Merlino! Anche tu? Anche a noi sono arrivate le lettere, eravamo esterrefatti quando le abbiamo lette! –
- Sì, infatti! E indovina chi è quest’anno il Caposcuola della Casa Serpeverde? –
- Qualcosa mi dice che sei tu Bla! Beh complimenti! Sarai in compagnia della Granger! A proposito com’è che voi due siete amici? –
- Hai presente il sesto anno e quelle noiosissime cene che dava il professor Lumacorno, a cui tu non eri invitato? –
- Seh – mentre Draco, irritato, storceva la bocca, Theodore se la rideva ripensando a quanto desse fastidio al suo biondo amico non essere al centro di qualcosa.
- Ecco, lì abbiamo iniziato a parlare, Potter era troppo preso dalla Weasley femmina e quindi Hermione spesso era da sola in silenzio, non è stato molto difficile trovare qualcosa di cui parlare è molto intelligente quella ragazza –
- Pff, certo ! –
- Al posto di sbuffare – Nott era scosso ancora dalle risate di poco prima e faticava a parlare – come va con la mezzosangue? –
- Per quanto voi ne diciate, io sono convinto di avere qualche strana malattia babbana, nell’ultimo tempo non ho dormito, ho la nausea come se avessi qualcosa nello stomaco! Che … svolazza! – mentre descriveva i “sintomi” la faccia di Malfoy era passata da preoccupata a terrorizzata in meno di dieci secondi.
Blaise e Theodore si guardarono complici e il primo prese parola dopo una pausa di qualche minuto.
- Che svolazza dici? –
- Si! Che svolazza! –
Altro sguardo complice.
- Draco … –
- Come possiamo … –
- Dirtelo? –
- Sono … –
- Le Farfalle –
Draco ci mise qualche secondo prima di comprendere appieno quello che i suoi due amici gli avevano comunicato ma quando la risposta fu pienamente elaborata dal suo cervello ebbe un tremendo shock.
- OH, nonononono, questo non sta succedendo, no! Vi sbagliate! Non è per niente così!  –
Per tutta risposta i due iniziarono a prendersi gioco del biondo erede Malfoy.
- A quando il matrimonio? –
- Vuoi un maschietto o una femminuccia? –
- Ora dobbiamo chiamarti mezzosangue per solidarietà con la tua donna? –
- OH VOI , NON, VOIII! NON E’ LA MIA DONNA! PIANTATELA DI FARE GLI IDIOTI -  urlando come un pazzo Draco uscì bruscamente dal camino e continuò a imprecare contro i due imbecilli che si ritrovava come migliori amici.
Una cosa era però ben chiara nella mente del biondo Malfoy: queste dannate farfalle andavano uccise.
 
Nella villa in Sardegna, intanto,  Blaise e Theodore non riuscivano a smettere di ridere.
- Secondo te quanto gli ci vorrà per metabolizzare la cosa e accettarla? –
- Non so Theo, io dico che quando lo rivedremo a settembre sarà più smielato di uno zuccotto di zucca –
- Ti va di scommettere Bla? –
- Ti va di perdere altri trenta galeoni Theo? –



Spero vi sia piaciuto :) RECENSITE
mrs_Malfoy_

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