Drug

di Fede_EFP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***





CAPITOLO 1

Ero (con)fusa.

Lo vidi avvicinarsi a me mentre ero sdraiata sulla soffice erba del parco della stazione. Con una veloce mossa mi staccò la siringa che era infilata nel mio braccio e mi sollevò da terra mettendomi le mani al collo. Non stringeva, almeno credo, la mia percezione del dolore era quasi diventata inesistente, o almeno lo era quando ero fatta. Incontrai i suoi occhi che mi scrutavano con disgusto. Il ragazzo era alto e muscoloso, i capelli ricci erano legati all'indietro mentre altri ricadevano davanti, fu in quel momento, credo, che mi venne in mente Gale.

-Gale- sussurrai – sapevo saresti tornato a prendermi.-

Senza rendermene contro gli gettai le braccia al collo e lo strinsi più che potevo.
Tuttavia rimasi delusa quando Gale non ricambiò il mio abbraccio, evidentemente era arrabbiato con me per non essere riuscita a smettere di bucarmi, di drogarmi.

-Mi dispiac..-

Anche se in quello stato mi era difficile parlare, stavo per rivolgergli le mie scuse più convincenti quando mi chiuse la bocca. Mi disse che non era lui, non era lui Gale. La faccenda appariva abbastanza stramba, visto che nessuno a parte Gale, si era mai avvicinato a me alla stazione. Mi scostai per guardarlo meglio e capì che non era Gale soltanto quando i suoi occhi verdi mi rivolsero un severo sguardo. Quella faccenda si faceva sempre più bizzarra. Come poteva non esserlo? Doveva per forza essere lui. Chi altri se no mi stava trascinando fuori dal parco? Eppure Gale non aveva gli occhi verdi. “Non fidarti, Avery. La tua memoria è più andata di te” una voce nella mia testa continuava a ripetere questa frase, e non riuscì non darle torto visto che gli unici ricordi che avevo di Gale lo ritraevano con gli occhi socchiusi e rossi che guardavano in vuoto.
Più i secondi passavano, più iniziavo a credere che quel ragazzo fosse Gale e che la mia memoria era del tutto inattendibile. Gale era tornato a prendermi sta volta non mi avrebbe lasciata da sola, avremmo affrontato tutto insieme e avrei smesso di drogarmi.

***

Quando mi svegliai dopo un bellissimo sogno su Gale mi ritrovai in una stanza da letto non mia. Cercai disperatamente di ricordare cosa fosse successo la sera prima ma l’unica immagine che vedevo era Gale con degli splendidi occhi verdi. Mi alzai sbattendo il mignolo contro il comodino e imprecando finchè non passai davanti uno specchio vicino alla porta. Mi osservai attentamente allo specchio, erano all'incirca sei settimane che mi bucavo, forse poco più, e il mio aspetto era terribile, la mia faccia era peggiorata di molto, avevo le guance scavate e avevo perso il mio colorito naturale, smisi di guardarmi allo specchio e uscì da quella stanza. Trovai Gale con le cuffie che guardava la televisione in quello che molto probabilmente doveva essere il salotto, dovetti scendere l’unico gradino del soppalco che teneva su la stanza da letto per raggiungerlo, avevo molte domande da fargli come perchè mi aveva abbandonato, o perchè aveva cambiato casa, ma più di tutto il resto volevo baciarlo. Quando mi ritrovai davanti a lui feci un passo indietro, quel ragazzo non era Gale.

-Non ti spaventare- disse, la sua voce era roca proprio come quella di Gale, ma leggermente diversa.

-Chi sei?- chiesi indietreggiando e andando a sbattere contro un mobile.

-Mi chiamo Harry -
Iniziò a raccontarmi cosa era successo la notte scorsa e intanto dei ricordi confusi mi tornavano in mente.

-Perché mi hai ‘salvata’ ? – chiesi mimando le virgolette. Le mie gambe iniziarono a tremare poco prima che il ragazzo riuscisse a darmi una valida motivazione. La voglia di bucarmi era tornata. Mi bucavo quasi tre o quattro volte al giorno, ma oltre all’ eroina facevo uso di altre droghe più leggere come la marijuana. Per bucarmi usavo la solita procedura standard che mi aveva insegnato Gale: prendevo un cucchiaio da te e scioglievo l’eroina in fine prendevo la spada. Di solito l’effetto che l’eroina aveva su di me durava per circa cinque o sei ore, poi dopo circa otto ore da quando l’effetto svaniva, dovevo bucarmi di nuovo.
L’eroina non aveva lo stesso effetto a tutti, a Gale durava circa quattro ore e dopo cinque doveva di nuovo bucarsi.
Un senso di fastidio e di irritabilità si diffuse in me. Il ragazzo nonostante fosse immobile sul divano, iniziava a innervosirmi. Forse il vero motivo di questa irritazione era che lui non era Gale. Non era chi mi aspettavo che fosse.

-Dove è la mia borsa- Urlai al ragazzo.

Prima di rispondermi mi studiò molto attentamente con lo sguardo. – Mm.. penso che i sintomi di astinenza siano iniziati- non capì bene con chi parlava, sembrava che parlasse da solo nonostante il suo sguardo era puntato su di me. – Sì. Proprio così. Ora inizierai a lacrimare e urlare contro di me, magari spaccherai anche qualche oggetto- Si alzò a metà del suo discorso e se ne andò verso un'altra stanza. –Un giorno però mi ringrazierai- urlò. L’istinto ebbe la meglio su di me e lo seguì fino all’altra stanza, la cucina.

-Dammi la mia borsa! Adesso.- il mio tono era altissimo, avrei voluto sfondare il muro con la sua testa.

-Se stai cercando le tue ‘spade’- disse imitando le virgolette con le dita – non le troverai.-

In quel momento mi ricordai delle crisi di astinenza che aveva avuto Gale che per circa otto giorni era stato rinchiuso in camera nostra. Mi ricordai delle urla che sentivo provenire dalla stanza , del disordine che era stato creato al suo interno e del vomito e del sangue che ricoprivano le lenzuola.

-È stato quel Gale a spingerti a iniziare?- La sua domanda mi lasciò senza fiato. Non sapevo cosa rispondergli, come comportarmi. Annui e mi sedetti su uno sgabello del bancone da colazione. Un senso di disorientamento attraversò la mia testa e iniziai a sudare freddo e ad avere dolore agli arti. Ero stanca, nonostante non mi fossi svegliata da molto e il dolore mi costrinse a piegarmi in due.

-Dai, alzati.- mi ordinò Harry –Ti porto nel letto.-

Quando mi riportò in camera, un altro sintomo di cui aveva parlato Harry si presentò. Dei brividi mi percorrevano il corpo ogni volta che avanzavo verso il letto e del sudore freddo mi scendeva dalla faccia e dalla pancia mentre le gambe mi tremavano.
-Non lasciarmi- lo pregai. Lo vidi annuire e posizionarsi nella sedia accanto al letto. Non sapevo bene perchè gli dissi di non lasciarmi ma non volevo rimanere sola, volevo che Gale potesse essere affianco a me, ma visto che non potevo averlo, sperai che Harry restasse.

SPAZIO AUTRICE:
Come ho scritto nella trama, questa storia la pubblico anche su Wattpad. Spero che il primo capitolo vi piaccia,al più presto pubblicherò il secondo.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***





CAPITOLO 2

Quando mi svegliai era notte fonda e notai Harry dormire nella sedia dove si era accomodato il mattino precedente. Mentre ammiravo l’incredibile somiglianza a Gale mi sentì soffocare, come se qualcuno mi stesse strozzando. Inizia a tossire molto forte e ad ogni colpo di tosse del vomito usciva dalla mia bocca. Harry si svegliò a causa dei miei rumori. Si alzò di scatto mentre continuavo a vomitare sulle sue lenzuola e corse a recuperare un asciugamano. Mi aiutò a pulirmi e mi trasportò in bagno con molta lentezza nonostante gli stessi sporcando il parquet. Passammo il resto della notte e del mattino appoggiati alla vasca e ogni volta che dovevo vomitare Harry mi teneva i capelli. Era strano. La situazione era strana. Non conoscevo Harry, nonostante avesse un evidente somiglianza a Gale, lui non era Gale, eppure aveva fatto più di quello che aveva fatto Gale in un anno.
Mentre stavamo seduti sul freddo pavimento in silenzio, i ricordi dell’anno passato con Gale riaffiorarono, erano pochi i ricordi belli. La maggior parte erano brutti e quasi tutti raffiguravano lui fatto o ubriaco che provava a stuzzicarmi. Un altro getto di vomito uscì dalla mia bocca, stavolta però non era a causa della crisi d’astinenza, era più per l’orrore che provavo per quei ricordi. Nonostante tutto ero ancora innamorata di Gale, anche se i nostri ricordi non erano dei migliori e mi aveva abbandonata circa due settimane fa.
Mi aveva lasciato un bigliettino sulla porta di casa. “Perdonami Avery. So del dolore che ti sto procurando in questo momento, e se ti sei appena bucata è peggio. Mi dispiace andare via senza salutarti, senza dimostrarti il mio amore per te, ma fidati è meglio per entrambi. Smettila con quella merda. Ti amo. Gale”. Il post-it non diceva altro. Rimasi abbastanza delusa visto che non aveva minimamente accennato di portarmi con se. Io l’avrei seguito volentieri, d'altronde l’avevo sempre imitato in tutto. Copiavo ogni sua mossa, anche se la maggior parte delle volte era lui che mi spingeva a farlo. Mi aveva spinto ad abbandonare l’ultimo anno di superiori, proprio come aveva fatto lui. Mi aveva spinto a lasciare la mia famiglia, proprio come aveva fatto lui, e a trasferirmi da lui. Mi aveva spinto a drogarmi, proprio come faceva lui, e forse questa era la cosa più terribile che mi avesse spinto a fare.

-Ma dove la trovavi la voglia e i soldi per drogarti?- La voce roca di Harry interruppe il silenzio imbarazzante che si era formato fra di noi, e interruppe anche i miei pensieri.

-Gale- La risposta fu seguita da un getto di vomito amaro seguito dal sangue. –Era Gale che comprava.- altro vomito e altro sangue.

La conversazione finì lì. Ogni tanto Harry la riaccendeva con qualche commento sul vomito o sulla droga, ma io non riuscivo mai a rispondere.

Quando finalmente finì di vomitare era quasi pomeriggio. Avevo provato ad aiutare Harry a cambiare le lenzuola del letto ma caddi dal dolore che provavo alle ossa e dallo stordimento che la febbre mi stava procurando.

-Sono i sintomi della crisi d’astinenza, vedrai che in meno di quarantotto ore sarai come nuova- Mi rassicurò.

-Grazie- farfugliai mentre mi portavo alla bocca il bicchiere che mi aveva portato.

-Ti senti meglio?- Mentre si sistemava sulla sedia ebbi il tempo di pensare al significato di quella domanda.

-Cioè?- la mia voce era spezzata, il dolore aumentava ogni volta che provavo ad aprire bocca, ma volevo parlargli.

-Devi vomitare?-

-Suppongo di no – lo guardai attentamente, era molto simile a Gale fisicamente, ma non lo era caratterialmente.

-Ne hai ancora voglia?- alzai lo sguardo dai tatuaggi che spuntavano dalla manica e gli rivolsi lo sguardo più interrogativo che riuscì a fare –Di eroina, ne hai ancora voglia?-

Scoppiai a piangere. Non seppi nemmeno io perché, ma a sentire quella parola, eroina, il mio corpo e la mia mente furono pervasi da un senso di abbandono. In quel momento mi sentì sola,abbandonata. Forse doveva essere un sintomo della crisi, ma non avevo mai pianto così in vita mia, neanche quando mia mamma mi disse che non voleva più vedermi e neanche quando Gale mi abbandonò.
Gale.
Era lui la causa di tutto questo. Al senso di abbandono prese posto la rabbia. Ricominciai a piangere per la rabbia che provavo verso lui. Presi la lampada dal comodino e la lanciai. Nonostante le mie braccia fossero indolenzite, riuscì lo stesso a colpire il muro e a romperla in mille pezzi.

-Ok. Basta, basta- Harry mi prese i polsi per tenermi ferma, mi faceva male, ma non stringeva forte, era più un dolore che avevo a causa della crisi –Forse è meglio che tu ora dorma-

Provai a chiudere gli occhi e ad addormentarmi, ma ebbi molta difficoltà, il dolore era insopportabile, quasi sopranaturale. Harry mi offrì un secondo bicchiere d’acqua, dove molto probabilmente dentro c’erano degli antidolorifici o dei sonniferi, ma non feci discussioni e accettai.

-Bevilo tutto. Ti aiuterà- Disse. Era proprio così, il dolore non svanì del tutto ma divenne sopportabile e le palpebre divennero pesanti.

***
Avevo davanti due porte. Provai a girarmi ma dietro non vedevo niente, solo nero, il vuoto. Fissai le due porte che mi trovavo davanti e d’un tratto su entrambe apparvero delle scritte. Su quella di sinistra c’era disegnato un cuore con dentro la foto di Gale, in basso, infatti, alla foto c’era scritto ‘Gale’. In quella di destra invece c’era disegnato un corpo di una donna con un cervello molto grande e questo riquadrava la foto di.. Harry. Era proprio lui, sotto la foto era inciso in lettere d’oro il suo nome. Il nero dietro di me cominciava a ricoprire le pareti. Dovevo prendere una decisione o il nero avrebbe ricoperto le uniche vie di fuga. Mi avvicinai alla porta di destra, guardai la foto di Harry e infine entrai in quella di sinistra. Avevo scelto Gale. Di nuovo. Ancora. Prima di attraversare la porta ‘di Gale’ vidi l’altra scomparire, così come tutto il resto attorno a me. Feci un salto per attraversare la porta e per evitare che il nero portasse via anche me. La stanza in cui entrai era sudicia. Le pareti erano di uno strano giallo scolorito con delle macchie di sangue che colavano e lasciavano strisce di sporco, il  pavimento era anche questo coperto di sangue e aveva delle chiazze gialle e marroni, immaginai che quelle macchie fossero gli escrementi di un animale. In fondo a una parete della stanza c’era un armadio, mi avvicinai e lo aprì. Gli scaffali erano rotti e non contenevano niente. Chiusi le ante chiedendomi cosa potesse significare tutto questo, quando notai una ragazza rannicchiata fra il muro e l’armadio. Era quasi impossibile notarla perchè era piccola e nascosta. Mi piegai per guardarla,volevo aiutarla. Faceva ribrezzo, era sporca come le parenti e il pavimento della stanza, con macchie gialle, rosse e marroni sui vestiti e sulla pelle. Quando mi avvicinai, lei alzò lo sguardo per guardarmi. Feci un salto indietro quando notai che la ragazza ero io. Mi guardai mentre mi mordevo la pelle e facevo uscire il sangue dal braccio. Mi guardai come mi alzavo aggrappandomi alle sporche pareti e come mi dirigevo verso di me.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutte. Spero che questo capitolo vi piaccia, ho avuto fretta di scriverlo ma non vi assicuro che il terzo lo pubblicherò domani. Spero che vi piaccia, scrivetemi delle recensioni per farmelo sapere. Vi ricordo che pubblico questa storia anche su Wattpad, ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug . Grazie per l'attenzione. Baci F24
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***





CAPITOLO 3

Mi svegliai urlando. Avevo il fiatone e le lacrime rigavano le mie guancie. Harry mi fissava seduto sulla sedia. Alzai lo sguardo per vedere che erano le prime ore del mattino. Doveva aver passato lì tutta la notte, così come quella precedente. Il dolore era diminuito, ma era ancora presente. Un altro getto di vomito uscì dalla mia bocca quando tossì,ma per fortuna Harry mi aveva procurato una bacinella la sera prima così da non sporcare il letto.

-I sintomi stanno diminuendo- Mi rassicurò lui.
Annuì leggermente, i sintomi stavano diminuendo così come la voglia di bucarmi.

-Quanti anni hai?- Gli chiesi sistemandomi al meglio nel letto.

-Venti.- la risposta mi era stata detta con non-chalance, il suo sguardo era puntato sul telefono che teneva in mano.

-Io ne ho diciotto- risposi cercando di attirare la sua attenzione.

-Scusa Avery, ho una faccenda abbastanza importante da sbrigare. Ti dispiace se ti lascio sola per un ora?- La sua voce roca era piena di... preoccupazione.

-No figurati, penso di sentirmi un po’ meglio...- In realtà avrei preferito che lui restasse in casa con me, avrei voluto conoscerlo, avrei voluto ammirare la sua somiglianza a Gale.

HARRY

Me ne andai lasciandola da sola in casa. Mi preoccupava l’idea di lasciarla da sola. “Non ti dovrebbe neanche importare di lei” mi ricordava il mio subconscio. E aveva ragione. Non mi doveva importare niente di quella ragazza, avrei dovuto lasciarla in quel parco. Eppure il suo viso, la sua espressione e i suoi modi di fare mi ricordavano quelli di mia sorella. Emily, morta di overdose circa un anno fa. Era più piccola di me di un solo anno e quando iniziò a drogarsi ne aveva soltanto diciassette. I soldi non erano mai stati un problema per la mia famiglia, eravamo abbastanza ricchi da permetterci ogni tipo di vizio che volevamo, anche se io non ero mai stato un bambino viziato. Quando i miei genitori scoprirono il segreto di mia sorella, gli tolsero tutti i soldi e la rinchiusero in casa per due mesi. Quando incominciò ad uscire di nuovo, ci ricascò , cominciò a drogarsi dopo neanche un mese di ‘libertà’. Aumentava le dosi ogni volta e un giorno finì in Overdose. Il suo caso, venne riportato su tutti i giornali della mia città, ogni mese la ricordavano con qualche stupida frase e a volte la paragonavano alle altre ragazze morte in tutto il mondo diventate famose per la droga. Fu quello uno dei motivi principali a spingermi a trasferirmi oltre che per frequentare il college.

-Ce l’hai fatta!- Il mio amico mi strinse la mano.

-Scusa dovevo assicurarmi che Ave... Niente lascia perdere! Allora hai quello che ti avevo chiesto?-

-Si. Gale Parker, nato il 15 aprile del ’94 è dell’Illinois. Il padre, di questo Gale, è stato arrestato quando aveva sei anni, per spaccio, uso di droghe e molestie sessuali… - Ascoltai le informazioni che il mio amico Liam aveva ricavato per me –Certo che se non ti conoscessi bene Harry, ti avrei scambiato per lui!-Disse guardando la foto sulle schede stampate. Aveva ragione, mi assomigliava davvero molto ma non per gli occhi.

-Grazie amico ti devo un favore!- Gli promisi.

Lo salutai e mi avviai verso la mia macchina. Durante il tragitto di ritorno ebbi il tempo di leggere il resto delle informazioni su Gale che Liam mi aveva lasciato. Non capivo proprio come aveva fatto Avery a innamorarsi di un coglione come quello, era finito più volte in degli istituti per smettere di drogarsi ma alla fine ritornava a farlo, non aveva nessun tipo di laurea e aveva una denuncia per aver picchiato un ragazzo della nostra età.
Quando tornai a casa trovai Avery addormentata sul divano con la televisione accesa. La spensi e poi coprì la ragazza con una coperta. La guardai dormire, emanava un senso di tranquillità assoluta, mi chiesi più volte come aveva fatto una ragazza come lei a conoscere quel’ idiota di Gale, ma cercai di non pensarci troppo e approfittai del fatto che lei stesse dormendo per farmi una doccia e preparare un pasto decente.

AVERY

Mi ritrovai di nuovo davanti le due porte. Sta volta sulla porta di sinistra non trovai più la foto di Gale, ma la foto di un cadavere, mentre nella porta di destra la foto ritraeva una bambina. Le scritte dorate apparvero: ‘Morte’ a sinistra e ‘Vita’ a destra. Ovviamente, mi affrettai ad aprire la porta di destra prima che il nero la ricoprisse. Quando attraversai la porta mi ritrovai nella camera da letto di Harry. La porta della stanza si aprì e entrò Harry con una ragazza. Cercai di avvicinarmi ai due ragazzi ma loro mi attraversarono come se fossi un fantasma. La ragazza venne amorevolmente gettata nel letto mentre si spogliavano. Mi avvicinai per capire chi fosse quella ragazza quando mi accorsi che quella ero io. Io ed Harry stavamo per fare l’amore. Cercai disperatamente di sostare il corpo di Harry dal mio ma ero come un fantasma. Iniziai ad urlare al ragazzo di spostarsi, ma lui non mi sentiva. Avrei dovuto scegliere la porta di sinistra, la ‘morte’ magari mi avrebbe portata da Gale.

Mi svegliai sudata. Ero nel divano dove mi ero addormentata mentre guardavo una stupida fiction. Mi accorsi solo allora che la televisione non era accesa, Harry doveva essere tornato. Per quanto volessi la sua compagnia, mi rifiutai mentalmente di vederlo, quel sogno non avrei dovuto farlo. Amavo ancora Gale, non dovevo rimpiazzarlo con Harry.

-Buongiorno!- mi girai verso la voce roca del ragazzo. Il suo sorriso bianco si abbinava perfettamente al suo viso, così come gli occhi verdi. “No. Avery. No.” Il mio subconscio mi fece tornare alla realtà.

-Ciao- risposi con non-chalance mentre mi sistemavo sul divano.

-Tutto bene?- Chiese lui avvicinandosi a me. Aveva un asciugamano in vita e i suoi addominali erano perfettamente in vista. Mi immersi a guardare ogni dettaglio del suo splendido fisico e anche dei suoi tatuaggi. “No. Avery. No.” Ripeteva e ripeteva il mio subconscio.

-Ti sei lavato?- Cercai disperatamente di spostare lo sguardo dai suoi addominali alle mie unghie delle mani.

-Dovresti fartela anche tu!- Aveva ragione. Non mi facevo una doccia da più di cinque giorni. Dovevo avere un aspetto orrendo, molto peggio di quando mi bucavo.

-Suppongo di si. Il mio aspetto è sicuramente orrendo.- Rise alla mia affermazione. Chiesi ad Harry degli asciugamani puliti e mi lavai molto intensamente, stando sotto l’acqua calda per schiarirmi le idee. Ero appena uscita dalla doccia quando qualcuno busso alla porta del bagno, ovviamente doveva essere Harry.

-Avery, ho preparato qualcosa di buono da mangiare, suppongo- risi fra me e me mentre lui pronunciava quelle parole.

-Emm.. si ora mi asciugo e arrivo.-

-Ti ho lasciato dei vestiti puliti sul lavandino- Era entrato nel bagno mentre mi stavo lavando! Non l’avevo neanche sentito! E se fossi uscita dalla doccia, nuda, mentre lui era lì?
Mille domande mi riempirono la testa mentre mi vestivo irritata. “Non mi aveva chiesto il permesso di entrare, molto probabilmente non aveva bussato. Certo se fossi uscita con l’asciugamano addosso sarebbe stato imbarazzante per entrambi, ma poi mi sarei potuta cambiare in camera sua..” pensai mentre indossavo i suoi boxer puliti. Il profumo che emanava la maglia di Harry era qualcosa di irresistibile e permise alla mia testa di smettere di pensare. Di solito i vestiti di Gale puzzavano ed erano sporchi, infatti mi rifiutavo quasi sempre di indossarli. Quando uscì dal bagno lui era nel tavolo della cucina con due piatti di pasta davanti.

-Spero ti piaccia la pasta- mi indicò la sedia davanti a lui e mi invitò a sedermi.

-Si grazie.- balbettai ancora frustata dall'azione che aveva commesso mentre ero nella doccia.

-Qualcosa non va?- Si era accordo del mio tono irritato, e questo mi mandava in bestia.

-No. Perché?- Molto probabilmente non ero credibile, ma mi limitai a restare calma. Scosse leggermente la testa e tornò a concentrasi sul suo piatto di pasta. L’irritazione iniziò a scomparire ad ogni forchettata di quella deliziosa pasta al sugo che aveva preparato. Non ne mangiavo una da mesi. Di solito durante il giorno facevo uno o al massimo due pasti, cioè due panini, poi passavo il resto della giornata in stazione, fusa o bucata.

-Allora in che scuola vai?- Chiese lui mentre prendeva un'altra forchettata.

-Non ci vado- risposi guardando il mio piatto.

-Come mai?- la sua curiosità mi piaceva. Mi piaceva il fatto che qualcuno mi considerasse visto che ero rimasta da sola e inconsiderata da quando Gale era sparito.

-Bhe... È una lunga storia.. Diciamo che ho preferito smetterci di andarci..- in realtà Gale mi aveva consigliato e quasi obbligato a non andarci più.

-Hai?- sapevo a cosa si riferiva.

-Bhe.. si, insomma, sono stata un po’ condizionata da … amici … - Dovevo prendere lezioni di bugie.

-Quindi non hai finito l’anno?-

-No.-

-Perché non ci vai?- ora però iniziava irritarmi.

-L’anno sta finendo oramai, i miei compagni saranno molto più avanti di me. Ho perso dei mesi, quindi oramai tanto vale restare a cas… tanto vale non continuare.- ‘restare a casa’ avevo una casa? Certo ogni tanto stavo a casa di Gale, anche se lui oramai se n’era andato, ma la maggior parte del tempo stavo in stazione. –Tu invece cosa fai? Cioè lavori o vai al College?- Volevo assolutamente chiudere quel discorso sulla mia vita.

-Entrambe le cose- Rispose. –Principalmente lavoro e non frequento molto le lezioni, ma studio a casa quindi riesco ad andare avanti con gli esami e tutto il resto.-

-Che lavoro fai?- Mi interessava sapere cosa faceva.

-Lavoro in una palestra.-

-E ci lavori tutto il giorno che non frequenti le lezioni?-

-No. Lavoro al pomeriggio qualche giorno alla settimana. Non mi piacciono le lezioni, ecco perchè non le frequento. Poi preferisco studiare a casa, ho più tranquillità.-
La conversazione finì lì e per il resto del pranzo restammo in silenzio finchè lui mi disse che doveva andare a lavorare oggi e se ne andò.
Il dolore della crisi d’astinenza era diminuito, quasi era diventato inesistente, e ne approfittai per lavare i miei vestiti e risistemare la casa... di Harry. 


SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Allora questo capitolo non è il massimo ci scommetto, non ci resterei male se molte di voi me lo criticano. spero comunque di ricevere recensioni e grazie a tutte quelle che seguono la mia storia. Vi ricordo che pubblico questa storia anche su Wattpad, ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug . Grazie per l'attenzione. Baci F24
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***





CAPITOLO 4

Mi appoggiai alla porta della stanza. Harry era tornato da poco più di un ora e non aveva voluto cenare. Lo guardai; guardai il suo viso illuminato dalla televisione. Sembrava nervoso per la partita di calcio che stava guardando. Mi avvicinai per tenergli compagnia, quando mi sedetti sul divano si rivolse a me con un sorriso più che affascinante. In questo tipo di cose era totalmente diverso da Gale. Sarei rimasta lì ad ammirarlo per tutto il tempo della partita, non volevo perdermi neanche un minimo dettaglio del suo volto, non volevo perdermi neanche un minimo dettaglio della somiglianza con Gale o della non somiglianza. Sussultai tornando alla realtà quando lui urlo qualcosa contro un giocatore.

-Ma no! Ma dai!- Ripeteva mentre si portava disperatamente le mani nei capelli.

-Cosa succede?- chiesi timidamente senza spostare lo sguardo dal suo volto.

-Un giocatore ha sbagliato un tiro a porta vuota.- Si rivolse a me con un sorriso di nuovo affascinante e spense la televisione senza togliere lo sguardo dal mio.

-Perché?- chiesi facendo cenno con la testa verso la televisione.

-La partita oramai è persa e vorrei passare del tempo con te..- sbiancò –cioè voglio conoscerti, sai com’è vivi a casa mia.-

Abbassai lo sguardo sulle mie mani, insicura della risposta che stavo per dire –Okay. Penso che domani però dovrei tornare a casa mi..a casa di Gale, in quella in cui vivevo.-

Il suo viso divenne ancora più bianco.


HARRY

No. Non volevo che lei andasse via. Volevo poterla salvare da tutta la merda che aveva in torno, e proprio ora che stavo per iniziare, lei voleva finire. “Non ti deve neanche importare di lei!!” ripeteva e ripeteva una voce nella mia testa che cercai di scacciare scuotendo la testa.

-Cosa?- Chiese lei, sorpresa dal mio ‘No’ involontario con la testa.

-No, niente.. Solo che..- Non trovavo le parole. Avrei solo voluto che lei mi capisse –Vedi secondo me non dovresti tornare in quella casa- il suo sguardo era interrogativo e non sapevo come uscire da quella situazione e costringerla a restare –Cioè, non adesso almeno.-

-Non ho intenzione di tornare a drogarmi, non ora che grazie a te Harry sono riuscita a smettere..- Cosa cazzo significava quel ‘Non ora’? Lei NON doveva drogarsi, mai più! –..però non ho neanche un mio vestito, non ho della biancheria intima, non ho niente di niente.-

-Andremo a prenderle domani!- sbottai, quasi urlando, ma non ero incazzato.

-Non voglio davvero creare disturbo Harry..-

-Non dirlo neanche, io ti ho portata qui! E finche non sarò sicuro che tu ne sei uscita del tutto da quella merda, non te ne andrai!- Non pensavo che le parole uscirono così facilmente dalla mia bocca.

-Okay, Ok-kay – Balbettò.

***
La accompagnai nella casa dove viveva con quel.. ragazzo. Solo pronunciare il suo nome mi dava il nervoso. Come aveva potuto fare del male a una ragazza come Avery? Anche se non conoscevo per niente il suo passato ero abbastanza certo di credere che lei fosse sempre stata una brava ragazza prima di incontrarlo.

-Vuoi entrare con me?- Mi chiese mentre apriva la portiera.

Annui con la testa. Volevo veramente restarle accanto.

-È al quinto piano e non c’è l’ascensore, quindi sarà un po’ lunga- ridacchiò lei.

Quando arrivammo all’appartamento la vidi bloccarsi di colpo. Cercai di capire cosa stesse guardando ma con scarsi risultati.

AVERY

Un post-it giallo era attaccato alla porta, mi affrettai a prenderlo per vedere cosa ci fosse scritto.
“Ti ho cercata alla stazione e al parco ma non c’eri. Dove sei finita Avery? Se mai vedrai questo messaggio ti prego cercami”. Harry si avvicinò a me e mi prese il post-it dalle mani, non me ne accorsi subito ero troppo presa nei miei pensieri.

-Vuoi cercarlo? - grazie alla sua voce roca tornai alla realtà.

Lo guardai per un minuto anche se mi sembrò un’eternità – No..- la mia risposta sembrò sbalordirlo.

-Ok-Okay- balbettò.

-Cioè non ora… mi-mi cercherà lui!- Annuì sicura e spinsi la porta per entrare.

Corsi in camera per recuperare la mia roba e mi accorsi che quella di Gale era sparita. I cassetti erano vuoti così come gli armadi. Mi sedetti sul letto per evitare che le lacrime scendessero, ma con scarsi risultati.

-Avery…- La voce di Harry mi vece sussultare e mi affrettai ad asciugarmi gli occhi –Dovresti leggere questo biglietto-

-Dove l’hai preso?- Domandai prendendolo.

-Era attaccato al frigorifero.-

“Gentile Signore Parker e Signorina Evans, li informiamo che dovrete lasciare l’appartamento entro 20 giorni.” Il biglietto era stato firmato dal proprietario del palazzo e la data risaliva a due settimane fa.

Harry mi stava dicendo qualcosa ma non lo ascoltai ero troppo impegnata a pensare ad un posto dove andare a vivere perché non potevo restare da Harry.
Proprio in quel momento mi toccò il braccio.

-Mi hai sentito?- mi chiese.

-Cosa?.. No scusa pensavo ad altro- Dissi guardando il biglietto.

-Puoi stare da me!-

-Che cosa?- La mia voce uscì come un gridolino –No Harry.. mi- mi troverò un lavoro e mi pagherò un altro appartamento.. o… al massimo tornerò dai miei genitori..-

-Non ce n'è bisogno. Davvero Avery ho abbastanza soldi per entrambi- Su questo non ne avevo dubbi, il suo appartamento si trovava in una bellissima e ricchissima zona della città e i suoi vestiti erano quasi tutti di marca.

-Ne-ne parliamo poi..- Dissi mentre uscivamo dall’appartamento per dirigerci alla macchina.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Mi scuso per il ritardo assurdo e per la schifezza di questo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate anche se il vostro pensiero e tutt'altro che positivo ditemelo lo stesso, cercherò di migliorare. Vi ricordo che pubblico questa storia anche su Wattpad, ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug . Grazie per l'attenzione. Baci F24
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



CAPITOLO 5

-Ti va di uscire?- La domanda di Harry mi lasciò senza fiato. Il nostro rapporto era migliorato dal primo incontro e iniziavo a provare una forte amicizia verso di lui.

-Dove vorresti andare?- Chiesi sistemandomi affianco a lui sul divano.

-Mmh è un po’ che non vedo i miei amici, e poi sono stanco di stare chiuso in casa è due giorni che non metto piede fuori.- Aveva ragione. Dopo la visita a casa di Gale, anzi alla vecchia casa di Gale, non avevamo più messo piede fuori e anche io mi ero stancata della solita routine.

-Okay!- Risposi sorridendo.

-Grazie! Sta sera dormo di nuovo io sul divano!- Disse strizzandomi l’occhio. In quei due giorni ci eravamo messi d’accordo che almeno per un po’ avremmo fatto a turno per dormire sul divano. E sta notte sarebbe toccato a me.

-Se basta così poco, dovrei accettare di uscire con te più spesso- Ricambiai l’occhiolino.

Quando uscimmo di casa non avevamo neanche cenato, Harry mi aveva spiegato che avremmo mangiato con i suoi amici al McDonald.
Infatti quando arrivammo al Mc i suoi amici erano fuori che ci aspettavano e ringraziai il cielo che le uniche due ragazze che erano presenti non erano vestite da snob ma al contrario entrambe avevano un Jeans e una maglietta a maniche corte.
La bruna aveva la maglietta verde e si chiamava Allyson, mentre la rossa, evidentemente tinta, si chiamava Summer. Erano cugine e questo spiegava il fatto che nonostante avessero lo stesso cognome erano completamente diverse, anche caratterialmente. L’unica cosa che avevano in comune era il fisico, entrambe erano poco più basse di me e avevano il seno abbastanza grosso per il loro piccolo corpo. Io invece ero completamente l’opposto, le mie gambe erano molto lunghe, e visto che ero abbastanza magra avevo una seconda scarsa di seno.
Le due ragazze erano accompagnate dai loro rispettivi ragazzi. Joe era il fidanzato di Allyson e anche lui aveva molti tatuaggi come ad Harry, che si vedevano attraverso la maglietta bianca. James invece era il fidanzato di Summer, lui a differenza dei suoi amici non aveva tatuaggi, o almeno non si vedevano, era molto più muscoloso di Harry e la sua altezza era in netto contrasto con quella dalla sua fidanzata. Visti insieme, però, Summer e James erano davvero belli. Erano una di quelle coppie che quando le guardi pensi a quanto siano fatti l’uno per l’altra.

-Da quanto state insieme tu ed Harry?- Summer mise subito in mostra il suo forte carattere curioso.

-Emh.. noi non stiamo insieme.- Ero del tutto certa che le mie guancie avevano cambiato colore.

-Ah no?- la voce di Allyson era molto dolce rispetto a quella di Summer, forse per via della timidezza della ragazza.

-Però vivi da lui?- Non mi infastidivano le sue domande, anzi ero contenta che qualcuno si interessasse a me.

-Summer!- James la riprese passandole una mano sulla schiena.

-Cosa c’è James? Sono solo curiosa!- le mani della ragazza torturavano la barbetta di James.

-Forse troppo!- Rispose a tono Joe facendo ridacchiare Ally. Era così che mi aveva detto di chiamarla quando ci eravamo presentate.

-Viviamo insieme ma non stiamo insieme..almeno non per ora- Harry mi fece l’occhiolino ricordandomi che lui era ancora li e da quando eravamo entrati dentro il Mc non ci eravamo più parlati.

-Tu.. emm.. studi? O lavori?- Ally stava cercando di conoscermi, tentando di andare contro la sua timidezza. Questa cosa mi fece molto piacere, ma molto probabilmente la mia espressione voleva dire l’opposto visto che la ragazza si passo una mano nei capelli e si scusò per ‘essersi intromessa nella mia vita’, era così che aveva definito il suo comportamento.

-Ma no tranquilla, mi fa piacere- sorrisi – purtroppo ho dovuto abbandonare la scuola qualche mese fa, quindi aspetterò il prossimo anno per concluderla-

-Quindi ora cosa fai? Lavori?- Summer doveva aver i capelli molto biondi perché la sua ricrescita metteva in evidenza il contrasto fra i due colori.

-Sto cercando un lavoro in realtà- risposi guardando disgustata Harry che mangiava il suo terzo panino.

-In negozio da me stanno cercando una ragazza, se ti interessa fammelo sapere- Il carattere di Ally mi stupì ancora una volta, era una persona molto disponibile e gentile a differenza delle altre ragazze della sua età. Avevano entrambe vent’anni ed erano delle ragazze molto semplici, e forse era la cosa migliore visto che anche io lo ero, a mio modo.

-Sì- avevo quasi urlato la risposta –sì,mi piacerebbe molto- l mie guancie si colorarono di nuovo di rosso per l’imbarazzo della situazione. Che non migliorò per niente quando Harry mi passò la mano sulla mia coscia e tutti se ne accorsero.

HARRY

Mi accorsi subito dell’errore che avevo commesso, quindi tolsi la mano fingendo di niente e proponendo agli altri di andare al White, un pub molto popolare. Poco dopo infatti eravamo ad ordinare i nostri drink al bar.

-Un sex on the beach- Chiese Avery al barista.

-Oh no!- gli dissi trascinandola via – tu non bevi!-

-Ma-ma-ma come?- la sua faccia da cucciolo era tenera ma non mi incantava.

-No! Non bevi chiuso il discorso!- Il discorso infatti finì lì, lei non bevve niente per tutta la sera e nemmeno io, dovevo tenerla d’occhio o di sicuro avrebbe combinato qualche casino. Il tempo passava tranquillo e ogni tanto Summer e Avery si fermavano per riprendere fiato mentre Allyson era accanto a Joe e ogni tanto si scambiavano qualche bacio.

-Harry!- James mi tocco con il gomito e indicò qualcosa. All’inizio non capì bene cosa ma quando mi resi conto cosa mi aveva indicato corsi a prendere Avery e ci trascinai fuori dal locale.

-Perché?- chiese lei cercando di lasciare la mia presa –Mi stavo divertendo!-

-È meglio che andiamo!- Dissi abbassando lo sguardo.

-È successo qualcosa? Ho fatto qualcosa di male?- Chiese avvicinandosi a me.

-No Avery, no, ma è arrivata gente.. bhe insomma è tardi meglio andare a casa.-

-Domani mi spieghi va!- disse entrando in macchina.

***

AVERY

Mi svegliai infastidita, qualcuno in salotto era con Harry e parlava ad alta voce. I ricordi della notte scorsa erano ben impressi nella mia testa, d’altronde non avevo bevuto, Harry non me lo aveva permesso!

-Ci hai parlato con gli altri?- una voce parlò, non sapevo di chi fosse quella voce ma l’avevo già sentita.

-No!- la risposta secca di Harry mi lasciò senza fiato. Era sicuramente infastidito e non avevo mai sentito quel suo tono infastidito. Senza far rumore aprì poco la porta per riuscire a vedere chi fosse la persona con Harry: Joe.

-Bhe.. Ho visto Liam l’altro giorno, mi ha aiutato a procurarmi delle informazioni su un.. su una cosa..- Vedevo solo le spalle di Harry ma potevo solo immaginarmi la sua faccia innervosita.

-Dovresti sentire gli altri ogni tanto, sono successe diverse cose, Zayn è finito di nuovo nei cas..- Joe fu interrotto bruscamente da Harry.

-Non mi interessa Joe te l’ho già detto!- urlò. Mi spaventai è arretrai un po’ facendo rumore. Prima che Harry e Joe potessero però girarsi verso di me, aprì del tutto la porta e uscì facendo finta di niente. Non ero una brava attrice ma feci del mio meglio per nascondere il fatto che avevo sentito tutto.

-Ciao Joe- lo salutai con la mano e andai in cucina.

-Forse è meglio che ora tu vada!- gli disse Harry ancora infastidito.

-Si, ciao Harry- gli disse Joe salutandolo molto probabilmente con la loro stretta di mano che avevo visto fare il giorno prima –Ciao Avery!- la sua faccia sbucò dal nulla dietro la porta e io quasi affogai nel caffè per salutarlo, ma lo feci soltanto ridere.

-Allora?- mi chiese Harry quando Joe uscì di casa.

-Cosa?- feci finta di niente anche se sapevo a cosa si riferiva.

-Cosa hai sentito?- beccata!

-Ni-niente!- che scarsa bugiarda che ero. La sua occhiata mi fece capire che non dovevo mentire, non ne ero capace. –Ho solo sentito che ti diceva di un certo Zayn prima che tu lo fermassi.-

-Altro?-

-E di alcune informazioni su qualcosa.. scusami non volevo spiarti ma non volevo neanche disturbarti.-

-La prossima volta preferisco che tu mi disturbi invece che mi spii- mi fece l’occhiolino. Forse era un suo vizio, però mi rassicurava, sapevo che non era arrabbiato quando mi strizzava l’occhio.

-Allora su chi sono quelle informazioni misteriose?- Chiesi imitando una voce misteriosa e alzando le braccia.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Mi scuso per il ritardo, spero che questo capitolo vi piaccia e vi dico già adesso che non ho avuto tempo per rilegerlo, se trovate degli errori segnalatemeli così posso correggerli. Fatemi sapere cosa ne pensate anche se il vostro pensiero e negativo, devo migliorare molto. Vi ricordo che pubblico questa storia anche su Wattpad, ecco il sito http://www.wattpad.com/48964804-drug . Grazie per l'attenzione. Baci F24
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



Capitolo 6

-Allora su cosa sono quelle informazioni misteriose?- Chiesi imitando una voce misteriosa e alzando le braccia.

-Ah.. em su un, umm un amico.-

-Cosa è? È scomparso?- scherzai.

Lui annuì.

-Od-oddio non volevo Harry scusami- mi passai la mano fra i capelli, ero a disagio e non sapevo più come comportarmi o cosa dire.

-Tranquilla! Anzi lasciamo perdere questa storia!- Disse lui –Cosa vuoi fare oggi? Ti va di andare in centro? Sai pensavo che potremmo mangiare fuori e poi passare al negozio di Allyson per vedere… bhe per vedere quell’offerta di lavoro, se ti va ovviamente.-

-Si certo perché no? Mi dai solo il tempo di vestirmi?-

Lui annuì e io uscì dalla stanza dandomi dei colpi in testa con il palmo della mano. Ero una terribile bugiarda e mi sarei dovuta fare gli affari miei.
Nonostante fossimo a metà dell’estate un temporale stava arrivando, quindi misi i miei jeans preferiti ma lasciai le braccia scoperte. I temporali estivi di solito durano poco. Andammo in diversi negozi, ma non comprammo quasi niente, io non avevo dei miei soldi e di chiederne ad Harry non se ne parlava proprio. Per come parlavamo e per come ci comportavamo in pubblico, la gente poteva benissimo pensare che fossimo due fidanzati, ma ogni volta che guardavo Harry mi veniva in mente Gale. Fra spinte e battutacce arrivammo al negozio dove lavorava Allyson.

-Questo è il contratto? Se vuoi te ne lascio una copia ma diciamo che tutto quello che devi sapere te l’ho detto io!- Disse Allyson sorridendo.

-Emmh non lo so io non ho molta esperienza in questo campo..- Non avevo mai lavorato, la mia famiglia aveva sempre avuto abbastanza soldi da permettersi di tutto, e quando me ne andai con Gale la situazione non cambiò molto, era lui quello che gestiva i soldi. –Forse dovrei prima fare delle prove, sai come ho detto…-

-Niente prove o ci stai o te ne vai!- La voce che fermò il mio discorso possedeva ad una donna molto alta e bella. Aveva dei lunghi capelli neri che ricadevano su una spalla, mentre l’altra era lasciata scoperta e si potevano notare dei bellissimi tatuaggi.

-Lei è la proprietaria..- Disse Allyson cercando di scusare il comportamento della donna –sembra un osso duro ma è brava. Non è così Nana?-  Nana, che nome. Dai lineamenti del viso si poteva immaginare che la donna, o meglio, ragazza aveva origini asiatiche, ma i suoi tatuaggi mi facevano ricredere.

-Che ne dici?- Harry mi diede un colpetto con il gomito, facendomi ritornare con i piedi per terra. Nonostante avessi smesso di drogarmi, la mia mente fantasticava sempre e comunque su tutto ciò che mi circondava, forse era diventata un’abitudine –Se non vuoi non ci sono problemi Avery, ti ho già detto come la penso, posso davvero prendermi cura di te!-

-Che dolce!- disse Nana ironicamente facendo finta di parlare da sola, nonostante sapeva che la stessimo ascoltando.

-Dove firmo?- Chiesi decisa, sinceramente non avrei mai voluto accettare quel lavoro, la paga era misera, ma la frase di Nana mi mandò in bestia.

Quando finalmente finì di firmare tutte le cartacce io ed Harry tornammo a girare per i negozi. Come tutti ci aspettavamo il temporale ebbe inizio, proprio quando io ed Harry eravamo a più di un kilometro di distanza dalla macchina.

-Te la vuoi fare una corsetta?- chiese lui coprendosi con un giornale che aveva trovato lì vicino.

Senza pensarci due volte presi la sua mano e cominciai a correre verso la macchina, fermandoci di tanto in tanto sotto qualche sporgenza delle case per ripararci.

-Stai riprendendo il tuo colorito!- disse lui pizzicandomi dolcemente la guancia.

-Dici?-

-Le occhiaie stanno sparendo. Non sembrerai più un panda se continui così!- scherzò, strizzandomi l’occhio come faceva al solito. –Sai che hai un tic?- indicò i miei occhi.

-Cosa?- risi.

-Lo sai che hai un tic? Alzi gli occhi al cielo ogni volta!- rise di nuovo lui.

-Io non ho un tic! Tu ce l’hai che strizzi sempre l’occhio!- dissi, molto probabilmente alzando gli occhi al cielo.

Si avvicinò a me. Come se già lo spazio non fosse stretto. Sentivo la sua maglia sfiorare le mie braccia scoperte e feci un passo indietro finendo sotto la pioggia. Rise di nuovo e sta volta più forte. Si era accorto del mio imbarazzo e di sicuro era il motivo della sua risata.

-Dai vieni la macchina è dietro l’angolo!- Disse lui prendendomi la mano e iniziando a correre.

***

La domenica è stressante. Passai l’intera giornata nel letto a pensare al passato. Ero sempre stata molto popolare a scuola, prima di conoscere Gale ero una delle ragazze più desiderate del mio liceo. Non ero la solita ragazza tranquilla e popolare che si vede nei film, tutta vestita di marca e rosa. Anzi al contrario, nonostante potessi permettermi di tutto, i vestiti erano la cosa che mi importava di meno.  Non mi vestivo chissà come, anzi mi vestivo davvero da schifo. E molte volte, infatti, pensai che la mia popolarità era condizionata dalla mia famiglia. Mio padre era un importantissimo avvocato, molto conosciuto soprattutto per aver aiutato molti personaggi famosi ad uscire dai guai. Mia madre invece aveva origini spagnole e da ragazza aveva avuto la fortuna di vincere importantissimi premi di danza. La danza. Mia madre mi fece seguire le sue ‘orme’, mi insegnò lei a ballare e vinsi anche io alcuni premi. Ma il sogno finì quando me ne andai con Gale. Gale. Nonostante tutto lui fu la cosa più bella della mia vita. Rispetto a tutte le altre persone, lui mi vedeva, non pensava ai miei genitori, alla mia casa e ai miei soldi quando stavo con lui, lui pensava a me e me lo disse molte volte. Lo incontrai per la prima volta fuori da scuola, era in moto che aspettava qualcuno. Fui subito attratta da lui ed ebbi la fortuna di incontrarlo praticamente ogni giorno all’uscita della scuola. Un giorno scoprì all’ultimo di non avere un passaggio per il ritorno e lui me ne offrì uno. Fu da quel giorno che le nostre vite si intrecciarono. Dopo qualche mese lui iniziò a drogarsi e io lo imitai come facevo sempre. Poco dopo si diffuse nella mia scuola la voce che mi drogavo, mia mamma,presidentessa di uno strano comitato delle mamme ne venne a conoscenza, mi mise in punizione e cercò di smentire le voci, e quasi ci riuscì, ma poi io andai, o meglio, scappai da Gale.

-Ehi tutto bene?- La voce di Harry interruppe i miei profondi pensieri sul passato.

Mi girai dall’altro lato del letto facendo di no con la testa. Sistemò vicino a me avvolgendomi con un braccio per poi parlare.

-Cosa ti preoccupa?-

-Domani- mentii.

-Piacerai a tutti Avery! Puoi stare tranquilla!-

-E chi te lo dice?-Chiesi poggiando la testa sulla sua spalla.

-Beh piaci a me! E sono veramente poche le persone che mi piacciono.- sorrise.

Cambiai argomento come era mio solito fare, preferivo non portare avanti quella conversazione o avrei ammesso che ogni volta che lo guardavo vedevo Gale.

-Chi è Zayn?- chiesi senza esitazione. Dal giorno della conversazione di Joe e Harry, il suo nome fu molto presente nei miei pensieri. Si era cacciato nei guai e se era amico di Harry non capivo perché lui non volesse aiutarlo.

-Nessuno..- disse lui spostando lo sguardo da me al soffitto.

-Non ci credo! Se no perché Joe te l’ha nominato?-

-Non lo so- disse lui con sguardo innocente.

HARRY

La cosa che temevo di più stava per accadere. Avrei dovuto raccontarle dei miei strani amici e forse anche di quelle informazioni di Gale. Il cellulare mi salvò. Il nome di Liam comparve sullo schermo e trascinai il dito per rispondere, avvolgendo ancora Avery con un braccio.

-Harry!- la sua voce era preoccupata. –Forse dovresti venire!...- I rumori di sottofondo non mi fecero capire cosa stesse dicendo Liam. Ma immaginavo fosse in pericolo.

-Dove sei?- Chiesi togliendo il braccio intorno ad Avery e scendendo dal letto per infilarmi le scarpe.

-Lo sai…- La chiamata finì lì. Molto probabilmente la linea fallì e cadde. Sapevo dove erano.

-Vengo con te!- Disse Avery scendendo dal letto.

-No stai a casa! Chiama Summer e Ally, passa una serata con loro ma non puoi venire.- sbottai. Non ero arrabbiato con lei, non ero arrabbiato ero soltanto preoccupato per il mio amico e per lei.

-No vengo con te!- disse sistemandosi le scarpe. Non potevo far nient’altro, forse portarla con me sarebbe stato meglio. Se era affianco non dovevo preoccuparmi.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Come al mio solito mi scuso per il ritardo e vi informo che non ho avuto modo di rileggere il capitolo quindi se ci sono eventuali errori segnalatemeli che li correggerò. Vi ricordo che questa storia la publico anche su wattpad e vi ringrazio per le vostre recensioni e per tutte quelle ragazze che hanno messo tra le storie preferite e tutto il resto, questa storia. Ditemi cosa ne pensate. Baci F24
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Avery

Il tragitto in macchina mi preoccupò molto, Harry andava molto veloce e di sicuro era successo qualcosa di molto grave. Sperai solo che non fosse successo niente a Summer o ad Allyson che erano le uniche ‘amiche’, se così potevo definirle, che avevo. Quando arrivammo Harry si precipitò ad aprirmi la portiera e a prendermi la mano. La accettai senza discutere ma mi chiesi perché la stringeva così forte.

-Questo è il pozzo.- disse lui continuando a guardarsi in giro.

-Il pozzo?-

-Lo chiamiamo così perché le rampe per lo skate sono molto.. profonde..- rispose pronunciando a bassa voce l’ultima parola, aveva visto qualcosa che io non avevo visto. Si girò verso di me guardandomi negli occhi e spostando una ciocca dietro l’orecchio –forse è meglio che tu mi aspetti in macchina.- non distolse neanche per un secondo lo sguardo dal mio.

-No, voglio accompagnarti- dissi gentilmente. Restò a fissarmi per qualche secondo e poi si arrese riprendendo di nuovo la mia mano e continuando a camminare.

-Guarda guarda chi si rivede!- qualcuno disse. Non seppi bene dire da dove provenisse perché era molto buio, ma poi il ragazzo sorrise e i suoi denti bianchissimi erano illuminati dalla luce della luna. Era quasi impossibile vederlo. –Cosa ci fai qui Styles?- continuò avvicinandosi di qualche passo. Il rumore delle pietroline che scagliava con le scarpe rimbombava nell’oscurità.

-Dov’è Liam?- chiese Harry preoccupato e arrabbiato.

-Non è qui!- rispose lui ghignando. –Ma sta arrivando!- Una piccola scintilla illuminò per poco il ragazzo e poi una piccola fiamma, molto probabilmente proveniente da un accendino, venne portata vicino al suo viso per accendere la sigaretta che era nella sua bocca e che io non avevo notato fino ad allora a causa del buio. Quel poco venticello che c’era portò tutto il fumo dalla nostra porta e io involontariamente tossi. –Chi c’è con te Styles?- chiese l’uomo.

-Nessuno- rispose Harry dandomi un colpetto con il gomito.

-Dici?-

-Si!- rispose bruscamente Harry. Lasciò la mia mano per avvicinarsi al ragazzo, mettendosi perfettamente davanti a me.

Una macchina mi passo affianco e i fari illuminarono la persona davanti a me ed Harry. Il ragazzo era bellissimo. I capelli neri erano perfettamente piagati all’insù, il sorriso era bianco proprio come lo avevo visto prima. La carnagione era un po’ scura rispetto alla mia e a quella di Harry, a questo era solo un punto a suo favore. Mentre ero impegnata a guardare nei minimi dettagli il ragazzo davanti a me qualcuno mi spintonò.

***

-Tienigli le gambe su idiota!- La voce di Harry si ripeteva nella mia testa. Forse stavo sognando.

-Lo sto facendo!- riconoscevo la voce, era quella del ragazzo angelo che io ed Harry avevamo visto una volta in quello strano posto, il pozzo. Altre voci parlavano ma non riuscivo a distinguere le persone o cosa stessero dicendo, avevo in mente solo quel ragazzo di cui non sapevo neanche il nome.

-Perché sorride?- Eccolo di nuovo che parlava, il suono della sua voce era fantastico. Avevo quasi voglia di registrarlo e metterlo come suoneria del cellulare. Era un sogno quindi potevo. Cercai disperatamente il cellulare nelle mie tasche ma non lo trovai.

-Si muove secondo me è sveglia!-

-Schiaffeggiamola!- disse l’angelo.

Una calda mano toccò violentemente la mia guancia e quasi non piansi dal dolore. Un altro schiaffo mi arrivò nell’altra guancia e iniziai a piangere ma ancora non riuscivo ad aprire gli occhi.

-Smettila idiota!- L’angelo parlò e il dolore svanì.

-Scusa..- mormorò qualcuno.

-Forse dovremmo chiamare un ambulanza..- Harry stava quasi per rovinare il mio sogno.

-No ho un idea migliore!- disse l’angelo e poco dopo mi risvegliai bagnata fracida.

-Che cazzo avete nel cervello?!- urlai mentre mi strofinavo gli occhi. Quando li riaprì Harry era al mio fianco insieme ad un altro ragazzo mentre l’angelo era davanti a me che mi teneva su le gambe.

-Zayn credo che tu possa lasciarle le gambe adesso!- disse l’altro ragazzo mentre Harry mi avvicinava un asciugamano.

-Come ti senti?- mi chiese dolcemente Harry.

-Be-bene- balbettai –cosa è successo?

L’angelo, Zayn, rise prima di iniziare a parlare –Questo coglione- indicò l’amico di cui non sapevo il nome –ti ha spinta e sei tipo caduta e hai battuto la testa su un masso-

Mi accorsi solo allora che la mia testa pulsava fortemente. Quando mi portai la mano sulla testa mi accorsi che sanguinava tantissimo e poi di nuovo nero.

***

-Fermo!- urlò Harry –Non la schiaffeggiare!-

-Io direi di bagnarla di nuovo!- disse Zayn.

-N-no- balbettai –Non ci provare!- dovetti sbattere diverse volte gli occhi per mettere a fuoco le persone che erano intorno a me. Harry e un ragazzo erano al mio fianco e Zayn mi teneva le gambe sollevate in aria. Dèjà vu.

-Forse ti dovremmo fasciare la testa- Disse Zayn sorridendo. Cercai di portarmi la mano alla testa ma Harry mi bloccò.

-Non vogliamo che tu svenga di nuovo.- annuì incapace di fare altro.
Zayn continuava a tenere le mie gambe alzate e io non riuscivo a togliergli lo sguardo da addosso. ‘Harry’ disse il mio subconscio e subito mi sentii incolpa di aver dato tutte quelle attenzioni a Zayn. ‘Tu ed Harry non state insieme’ la parte malvagia che era in me parlò. Mi ritrovai a scuotere velocemente la testa per far sparire le voci dalla mia testa. I due svenimenti mi avevano fatto molto male.

-Ora mi sento meglio- Dissi guardando in alto per non incontrare lo sguardo di Harry o quello di Zayn o quello dell’altro ragazzo che era presente nella stanza di cui non sapevo, ancora, il nome.

-Bhe allora cosa è successo?- chiesi…
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao. Volevo per prima cosa scusarmi per il ritardo, il mio pc si era rotto e quando mi è arrivato non avevo word quindi ora che l'ho installato ho subito scritto il capitolo, proprio per questo mi scuso per gli errori e soprattutto per il fatto che il capitolo è corto ma ho voluto chiudere il capitolo nel mezzo di una frase per poi farla continuare nel capitolo 8. recensite e vi ricordo che questa storia la pubblico anche su wattpad. Love you F24
 

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