Login 'n Kill, versione prima.

di Raeiki
(/viewuser.php?uid=769377)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima versione: Registrazione ***
Capitolo 2: *** Squadra Selen ***
Capitolo 3: *** Primo sangue ***
Capitolo 4: *** Light ***
Capitolo 5: *** Le cinque squadre ***
Capitolo 6: *** Prima nota del Creatore ***



Capitolo 1
*** Prima versione: Registrazione ***



Un nerd, ecco cos'era Albert. Era il termine perfetto, e poi tutti ormai lo chiamavano in quel modo. A lui non dispiaceva affatto.


Albert Drake era il classico asociale che non usciva quasi mai di casa, aveva pochi amici e spendeva gran parte del suo tempo ad hackerare account di Facebook oppure giocare alla Playstation. Riguardo alla prima, Albert era un hacker abbastanza bravo, aveva hackerato svariati account senza mai farsi notare. Usava dei trucchi imparati da suo cugino Alexander. Alex aveva anni ventuno, sei in più di Albert. Sono cresciuti insieme, sempre amici e appassionati di videogames... dai dodici anni di Albert si sono portati a un livello superiore, imparando il "delicato mestiere dell'hacking", così lo definiva Alex. E poi un giorno lo trovarono, così, senza nemmeno farlo apposta.

Albert era insieme al suo storico gruppo formato da Crystal, la più tosta del gruppo (per cui il protagonista aveva una cotta segretissima), Anthony, il burlone del gruppo e quello che metteva tutti di buon umore, Michael, il secondo hacker principale del gruppetto, genio dei computer, Lawrence, quello strambo e infine Jess, la migliore amica di Crystal. Alex non era presente quel giorno, doveva aiutare suo padre in campagna.


Dicevamo: lo storico gruppo doveva trovare qualcosa da fare, la noia ormai era quotidiana... finchè Albert non trovò qualcosa. "Ragazzi, fermi tutti. Ho trovato qualcosa di figo". In pochi secondi erano tutti a fissare il monitor dello schermo del potente PC. Una scritta, nella barra delle ricerche, attirava l'attenzione: "Login 'n Kill, uccidi o vieni ucciso" lesse Michael ad alta voce. Crystal interruppe gli altri :" Non fatevi troppe idee, è bloccato. Non possiamo accedere. E comunque sarà uno di quei videogiochi del cavolo a cui giocate tutti, sai che roba...". Tempo di finire la frase, sia Albert che Mich erano all'opera nell'intento di sbloccare il sito. Dopo circa un'oretta, il sito era aperto, e di nuovo tutti a guardare lo schermo. "Login 'n Kill, uccidi o vieni ucciso. Il nuovo programma gratis scaricabile per il divertimento di tutti." Questa scritta capeggiava la pagina. Oltre al titolo, vi era solo un link e nient'altro. Il link portava al download automatico del programma, e quindi Albert lo scaricò subito. Gli altri si congedarono e tornarono alle loro case per scaricare Login 'n Kill a loro volta: non avrebbero nemmeno dovuto craccare il sito, poichè Mich aveva già condiviso il link con i suoi amici. Dopo la cena erano tutti connessi al programma. Esso comprendeva poche opzioni: i classici "Registrazione" e "Accedi", personalizza killer, chat e basta. I ragazzi notarono che non erano presenti opzioni o settaggi per audio e video o grafica, e cosa ancora più strana, non era presente il tasto "Esci", ma era sostituito da Disinstalla.
Albert guardò in modo strano quell'insolita opzione: come sarebbe uscito dal gioco allora? Se ne sarebbe preoccupato in seguito, in quel momento fremeva dalla voglia di creare il suo avatar. Cliccò dunque su "Registrazione", compilò tutti i campi, e infine venne la scelta più difficile: il nome dell'account. Non ne aveva idea, e non sapeva come diavolo chiamarlo. Poi gli balenò in testa un'idea, quasi come se lo stesso computer gliel'avesse suggerita: la mente oscura, The Dark Mind. Non si spiegava quel nome, ma gli era venuto in mente così di colpo. Così entrò nel suo nuovo account con il nome di The Dark Mind. Subito cliccò su "personalizza killer", e rabbrividì. Il personaggio di base era identico a lui. Uguale, in tutti i dettagli, dai capelli castani e arruffati, agli occhiali perennemente sporchi e al fisico alto e magro. Pensò a una banale coincidenza, non poteva stupirsi per una cosa del genere. Iniziò la creazione del killer, come lo definiva il gioco; il fisico non cambiò, ma rese il personaggio ancora più pallido del normale, fino a farlo sembrare quasi bianco. Tinse i capelli di un colore che lui trovava bellissimo, un misto tra il verde e il blu, e infine lo vestì con una lunga casacca nera e gli fece indossare due scuri occhiali da sole con la lente circolare, i suoi preferiti. Lo vestì in quel modo non a caso, perchè il suo film preferito è sempre stato Matrix.

Poi arrivò scelta di armi e carattere: come armi, scelse un bastone nero con una testa di aquila in argento sul manico, e una pistola a bracciale: funzionava in modo complesso, ma era molto efficace. Riguardo al carattere, lo riempì di tutto ciò che lo avrebbe reso il killer perfetto: egoismo, mania di potere, egocentrismo e avarizia. Aggiunse anche alcuni pregi, come l'astuzia, la fiducia e la caparbietà. Come abilità infine impostò capacità innata di nascondersi e riflessi d'acciaio.

The Dark Mind era pronto.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Squadra Selen ***


The Dark Mind era pronto. Albert era soddisfatto del suo nuovo avatar, e non vedeva l'ora di giocarci. Ma era tardi ormai, e prima di andare a dormire chiamò i suoi amici su Skype, giusto per sapere come si chiamavano sul programma. Crystal si chiamava (con molta originalità) Selen, che significava "luna" e come nome le era sempre piaciuto. Anthony era Sig. Lè Death, un nome veramente stravagante secondo gli altri, Lawrence era Ocean in nome della sua passione per il mare, e Jess aveva chiamato l'avatar JKiller. Michael non creò un avatar, preferì studiare le altre opzioni del programma in cerca di eventuali informazioni; Alex invece si era rifiutato di entrare a far parte del sito poichè "non lo convinceva". Albert rimase piuttosto sorpreso circa la motivazione del cugino, ma non si lamentò e lo lasciò fare.

Il giorno dopo a scuola Albert non pensò ad altro che a The Dark Mind, anche se preferiva chiamarlo solo Dark per semplificare. Ebbene, pensò solo a Dark e al misterioso fatto che prima della modifica era identico a lui. I suoi amici gli avevano detto che era successa la stessa cosa con i loro avatar, e questo non fece altro che insospettirlo riguardo a quello strano programma. Non gli restava altro che giocare. Dopo la scuola si fiondò sul computer, ignorando completamente i compiti. I suoi amici erano in chiamata con lui su Skype, e schiacciarono tutti "Play" allo stesso momento. Appena cliccò sul mouse, Albert sentì una fortissima scossa in tutto il corpo, e perse istantaneamente i sensi. 

Albert provò a riaprire gli occhi: si trovava in un vicolo che conosceva bene, era sempre pomeriggio, e c'era altra gente con lui. Man mano, riusciva a distinguere le loro facce: sembravano i suoi amici, ma erano vestiti in modo strano, come gli...avatar. Cercò nelle tasche, ma nel farlo notò che al polso destro vi era attaccato uno strano marchingegno: una pistola, proprio come quella di Dark, e a terra c'era un bastone nero con una testa d'aquila. Riprese a cercare nelle tasche della lunga casacca nera, ma non trovò altro se non un paio di occhiali da sole neri con la lente circolare. Cercò qualcosa per specchiarsi, mentre un agghiacciante pensiero si faceva strada nella sua mente. Trovò una macchina e, guardando nel finestrino, confermò la sua teoria: stava guardando la pallida faccia di Dark.
Si guardò di nuovo intorno, e le persone - che a questo punto, pensava, erano i suoi amici - stavano avendo la sua stessa reazione. Appena interagirono, si riconobbero per le loro voci, e superata l'ansia si guardarono a vicenda: Crystal indossava una maschera nera che copriva tutto il viso, con due lenti in corrispondenza agli occhi, e impugnava un pesante machete. Sosteneva di aver inserito come abilità nel suo avatar l'invisibilità temporanea. Anthony teneva una grossa falce in mano, e la stava studiando con una faccia da ebete stampata sotto il cappuccio da mietitore. Indossava un vestito nero, che ricordava proprio la morte, con un'armatura sopra, e aveva gli occhi bianchi; sembrava uscire da un Fantasy. Lawrence aveva in mano una grossa pala (non spiegò il motivo di tale scelta), e indossava una felpa blu, dei jeans, delle scarpe da ginnastica e in faccia aveva una maschera tribale da Tiki. Jess invece ricordava molto il personaggio di Link, del gioco Legend of Zelda, il suo preferito. I suoi abiti erano di colore verde, tranne una benda che le copriva il volto fin sopra il naso. La sua arma era una spada a una mano, di nuovo simile a quella di Link. Tutti gli avatar erano davvero creati bene, armi comprese. I cinque ragazzi si guardavano passando lo sguardo da uno all'altro, finchè Anthony non sparò la sua cazzata quotidiana: "Ragazzi, il mio personaggio però è il più figo, i vostri non sono così... badass." Gli arrivò uno schiaffo da Crystal, che poi aggiunse: "Ok, calma. Per iniziare sappiamo dove siamo, casa mia è in questo quartiere. Sembrerebbe che per qualche arcano motivo ci siamo teletrasportati qui nel corpo dei nostri avatar. Qualcuno ha qualche spiegazione? Non vale dire che stiamo sognando, è tutto troppo reale per essere un sogno." Vedendo tutti in silenzio, Crystal prese un telefono dalla tasca (lo aveva aggiunto perchè sosteneva che non sarebbe sopravvissuta senza telefono) e digitò il numero di Mich. Dopo qualche secondo di attesa rispose, e Crystal cercò di spiegargli la situazione.
Mich era incredulo, anche perchè sosteneva che quando la chiamata di Skype era crashata improvvisamente lui era andato a casa di Albert per chiedergli spiegazioni; la madre di Albert gli disse che era di sopra a giocare al computer, e Mich notò che il suo amico era privo di coscienza sulla scrivania. Albert stava ascoltando, e chiese a Crystal di poter parlare con Mich: "Ehi. Ascolta, non so se hai presente dove siamo, ma non possiamo andare alle nostre case conciati così, anche perchè non riusciremmo a entrare. Quindi... prova a controllare tutte le opzioni, e se non trovi nulla... beh ci arrangeremo." Mich stette in silenzio per un po', poi sussultò e disse: "Al, ho trovato qualcosa che ti interessa: vicino a disinstalla è apparsa l'opzione Esci." Albert si illuminò, e gli intimò di cliccarla velocemente. Dopo pochi secondi persero di nuovo i sensi, e appena Albert si risvegliò si trovò davanti il faccione di Michael che lo fissava. Si riprese in fretta, e chiamò gli altri. Corse fuori casa e si diresse verso il parco, dove avevano stabilito di incontrarsi; la domanda che tutti si ponevano era piuttosto prevedibile: Cosa diavolo era appena successo?

Mich provò a spiegare che smanettando tra le info del gioco (sbloccate dopo ore di tentativi il giorno prima) si era accorto di cose strane, riguardanti le regole del gioco, e che gli erano sembrate senza senso: "Le regole dicevano così: il killer verrà teletrasportato al punto di spawn appena verrà cliccato il tasto Play. Il punto di spawn è deciso dal programmatore della squadra. Se il killer esce dalla partita, tornerà alla sua vita normale, e potrà ricominciare a giocare solo dopo 3 ore di attesa. Se un killer muore durante la partita, morirà definitivamente (e questa parte fu quella che spaventò di più in assoluto il gruppo). Se un killer uccide il suo creatore è inutile dire che morirà definitivamente. Le squadre che entreranno nella top 5 potranno creare la loro base virtuale e accedervi a proprio piacimento. Un killer può accedere al gioco in qualsiasi luogo. Se un killer uccide un altro killer, guadagna i suoi ricordi. Se un killer disinstalla il gioco, perde tutti i ricordi inerenti ad esso. Una squadra viene considerata sconfitta del tutto quando l'ultimo membro muore definitivamente. Una squadra può avere al massimo 30 membri ufficiali. Infine, la squadra vincitrice vincerà in premio un intero regno virtuale."

Le regole in effetti erano davvero inquietanti, e spaventavano i ragazzi. Ma tra loro, Albert era più che altro esaltato al pensiero di avere finalmente uno scopo: avrebbe conquistato il regno virtuale, a costo di dover perdere la sua squadra per ottenerlo. 
Una volta arrivati a casa, i ragazzi inserirono nei loro avatar un telefono, e in esso installarono l'applicazione di Login 'n Kill, così avrebbero potuto effettuare il login da qualsiasi posto tramite il cellulare. Il loro team venne nominato Squadra Selen, in onore del loro leader, ed entrò ufficialmente in gara contro le altre nove squadre. Da quel giorno, le vite dei ragazzi verranno stravolte del tutto, e impareranno a uccidere per vincere: il 16 novembre del 2018 nasce la Squadra Selen.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Primo sangue ***


I voti di Albert andavano abbassandosi, ma lui non sembrava curarsene molto. Aveva ben altro a cui pensare.

Erano passati tre giorni dall'ingresso ufficiale della squadra Selen nel gioco, e non aveva ancora fatto nessuna partita. Non si sentiva ancora pronto, anche se l'idea lo pressava così tanto da togliergli il sonno. Nella sua mente andava aggravandosi il pensiero delle sue possibili uccisioni, e non sapeva se esserne felice o meno. La notte non dormiva, a pranzo e a cena mangiava poco, quell'attesa lo stava davvero distruggendo; quasi due settimane dopo il loro primo accesso, decise di provare a fare una partita. Contattò il gruppo, e tutti sembravano daccordo, Mich compreso. Quest'ultimo aveva già raccomandato tutti dicendogli che sul loro telefono c'era una mappa della città, e si sarebbero potuti orientare. I ragazzi decisero di organizzarsi appena entrati in partita. 

Pochi minuti dopo, il tasto Play fu cliccato dalle cinque dita nello stesso istante, e tutti si ritrovarono nello stesso "spawn" dell'ultima volta. Stabilirono di rimanere tutti insieme per la prima partita; sarebbe stato pericoloso, ma poteva essere una tattica accettabile per il momento. Passarono circa dieci minuti a vagare per la città, cercando muoversi nelle zone meno popolate così da attirare l'attenzione il meno possibile, quando sentirono dei rumori e si fermarono. 
Si trovavano vicino a un parco pubblico poco lontano dalla periferia, non c'era mai nessuno lì. Quel giorno invece era popolato da degli individui armati: sicuramente un'altra squadra. Selen (in partita tutti venivano chiamati con nomi degli avatar) ordinò a tutti di nascondersi dove potevano: Dark capì subito che non aveva intenzione di attaccare, infatti appena un ragazzo che poteva essere un suo coetaneo passò nel suo raggio visivo, Dark corse fuori dal suo nascondiglio. Lo stesso fece il resto del team per non mandare un membro da solo, e iniziò il primo vero scontro tra due squadre. Il team avversario era formato da quattro membri, ma uno era fuggito subito lasciando gli altri tre da soli.
Dark colpiva uno dei tre insieme a Ocean, e anche se era scorretto in due contro uno, non avevano intenzione di fermarsi; dopo due minuti di lotta, Lè Death lanciò un urlo, e tutti si voltarono. La sua falce era trafitta nel torace di uno dei ragazzi, che crollò a terra sanguinante.
Death era pallido in volto, sembrava dovesse svenire da un momento all'altro. Il secondo avversario fu ucciso dalla stessa Selen, che gli staccò un braccio di netto con il machete, e l'ultimo dei tre morì per mano di Ocean che lo colpì in testa con la vanga, uccidendolo sul colpo. I ragazzi non sapevano che dire, ed erano tutti nello stesso stato di paura e adrenalina. Selen parlò per prima: "Io... io credo si possa finire qui la prima partita, non so se è meglio continuare ora.".
Gli altri concordarono, ma J chiese: "Quante squadre rimangono?". Nessuno lo sapeva, non era scritto da nessuna parte.

Stavano per chiamare Mich per dirgli che si sarebbero disconnessi, quando Dark sentì qualcosa. Corse verso un vicoletto pochi metri più avanti, dove era sicuro di aver sentito cadere un oggetto pesante: infatti trovò il quarto ragazzo della squadra di prima, tremante, dietro un bidone. Dark lo guardò per qualche secondo: non sapeva se ucciderlo o avere pietà, ma in quel gioco probabilmente nessuno avrebbe avuto pietà di lui. Quindi puntò il bracciale pistola verso di lui; gli tremava la mano, quindi impiegò un po' per prendere la mira. Il ragazzo continuava a tremare, quando all'improvviso scattò verso Dark per bloccargli il braccio. Tardi. Il grilletto era già stato premuto, e il cadavere del suo avversario cadde a terra, con un foro in corrispondenza della fronte. Dark non riusciva a staccare gli occhi da lui, nè tantomeno a muoversi. Stringeva il bastone talmente forte che iniziava a fargli male la mano, e tremava dalla testa ai piedi. Non poteva muoversi. Aveva appena ucciso un ragazzo con le sue stesse mani.
Venne risvegliato dal suo torpore da Selen, che gli intimò di disconnettersi subito.
Mezz'oretta dopo la disconnessione, i ragazzi si incontrarono per parlare dell'accaduto, e Crystal sgridò Albert per essere andato da solo come un incosciente: "Potevi farci ammazzare, idiota. Ringrazia solo che quelli erano tre, o ci avrebbero ammazzati tutti. " "Come noi abbiamo fatto con loro." sospirò Albert, e tutti abbassarono la testa, quasi come segno di lutto verso i ragazzi morti. "Non li abbiamo uccisi noi. Sono stati i nostri avatar. Non pensateci ora. Aspettiamo qualche giorno prima di riconnetterci, meglio prenderci un attimo." Albert non era felicissimo di questa decisione, ma non obbiettò; non aveva intenzione di far innervosire ulteriormente Crystal. 

Poi successe il disastro. Quella sera, a cena, la famiglia Drake stava guardando la TV, quando arrivarono le News. Albert guardava sempre un po' annoiato quella parte, aspettando i suoi programmi preferiti, ma una notizia non lo lasciò indifferente: "Quattro ragazzi sono stati trovati morti nelle loro case. Avevano delle cicatrici nel corpo, in corrispondenza della fronte, del petto e del capo. Uno di loro aveva il braccio privo di sangue." Albert sgranò gli occhi, e gli cadde il cucchiaio nel piatto. Non andava bene. Non andava bene per niente.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Light ***


Albert rimase pietrificato, gli occhi fissi sul monitor della televisione. "Va tutto bene?" chiese sua madre, Clare. Albert si riprese e si accorse di avere gli occhi dei suoi genitori e di sua sorella Emma addosso. "Io...si, tutto ok. Conoscevo quel ragazzo, mi dispiace per lui." 

Corse al piano di sopra, ed entrò in chiamata su Skype con Crystal e Anthony. "Avete visto le News? Hanno passato i ragazzi di oggi pomeriggio." Anche gli altri avevano visto la TV quella sera, ed erano preoccupati.
Ma Albert più che preoccupato era...orgoglioso. Nei suoi occhi brillava una strana luce, quasi come si stesse godendo la gloria dell'aver ucciso il ragazzo diverse ore prima. Dopo aver parlato un po', Albert entrò su Login 'n Kill per apportare una modifica al suo avatar. La modifica consisteva in uno zaino da paracadute, solo che al posto di un paracadute mise due grandi ali nere. Funzionavano come un deltaplano, quindi avrebbe soltanto planato con quelle, ma erano comunque bellissime, e potevano essere un buon aiuto. Potevano anche essere attaccate alle braccia tramite degli anelli di ferro, così avrebbe potuto muoverle meglio e magari darsi degli slanci notevoli.

Fece un'altra modifica, riguardo ai poteri di Dark. Dando un'occhiata alla lista, vide una cosa strana: Ritorno dalle ceneri. Lesse la descrizione: "Il giocatore una volta ucciso può far tornare il suo avatar sotto forma di virus." Gli piaceva, ma notò che era bloccato. Chiamò Alex, per farsi aiutare, ma il cugino si rifiutò di mettere le mani su quello strano programma. Senza dare spiegazioni rifiutò, e Albert si ritrovò da solo. In una notte intera riuscì a sbloccare il potere eliminando le varie passkey che lo proteggevano. Albert aggiunse quindi quel potere a Dark, e una scritta apparve sullo sfondo nero: "Non sai cos'hai fatto a te stesso". Dopo qualche secondo scomparve, e non vi fu modo di ritrovare quella schermata. Albert era piuttosto interdetto: cosa intendeva? A lui non sembrava così grave come potere, anzi. Preferì non pensarci. 

Quella sera non aveva sonno, così decise di fare una cosa nuova. Mandò un messaggio ad Anthony e a Lawrence, chiedendo se avevano voglia di fare una partita. I due acconsentirono, e loggarono alle tre e mezza del mattino. Si trovavano nel solito spawn, ma questa volta erano in difficoltà, perchè non avevano Mich che li consigliava e li informava sulle trategie. Girarono per un po', finchè non trovarono un vecchio bar poco requentato. Dark entrò, seguito da Ocean e Death. Ocean si tolse la maschera da Tiki, alzandosi la sciarpa fin sotto il naso e alzandosi il cappuccio. Death rimase uguale, sembrava non importargli della presenza di un barista, che rimase attonito all'entrata dei tre ragazzi. Chiesero tutti una birra, tanto i loro avatar sembravano molto più grandi dei proprietari. Il barista si avvicinò a Dark con cautela, e gli chiese: "Siete amici loro?" indicando con un cenno un gruppo di persone sedute ad un tavolo più lontano.

Dark li fissò, e notò che erano vestiti in modo strano, e sotto i tavoli alcuni nascondevano delle armi. Un'altra squadra sicuramente. Uno di loro si alzò, e si avvicinò ai tre ragazzi. Gli altri lo seguivano con lo sguardo, parlottando e ridacchiando. Il tizio aveva una maschera d'oro, strana, con la mascella appuntita e sporgente rispetto al resto della maschera. Era più basso di Dark (che già di suo era altissimo, misurava 1,95 m), e indossava uno smoking interamente bianco e oro. Aveva delle cose ai polsi, sembravano delle mini-cesoie da giardino, solo che erano attaccate in modo da poter roteare come delle eliche. Praticamente erano delle lame apribili e rotanti, un'arma letale.
Il personaggio si fece avanti verso Dark, ignorando Anthony e Ocean che sghignazzavano tra loro. Tese la mano, coperta da dei guanti bianchi, e disse con una voce resa metallica dalla maschera: "Sono Light. Non hai bisogno di sapere altro di me al momento. So già chi siete, vi ho visti ieri contro quella squadra. Abbiamo preferito non immischiarci..." si rivolse con lo sguardo a quelli che probabilmente erano suoi compagni al tavolo dietro "...ma ascoltami ora. Non vi voglio tra i piedi. Non avvicinatevi alla squadra Creeps, non ha senso provare a sfidarli. Lasciateci fare, e non vi procureremo problemi." Dark ridacchiò, e guardandolo gli disse: "Bene, Light. Io sono Dark. E... beh, l'obbiettivo del gioco è sconfiggere le altre squadre. Quindi tecnicamente dovrei sconfiggervi. E già che siamo qui... ti va un uno contro uno? Vediamo chi muore per primo." Dark tirò fuori il bastone e caricò la pistola.

Death e Ocean smisero di bere e si voltarono verso i due contendenti. Light rise, alzò di scatto un braccio facendo girare velocemente la lama, fece scattare l'avambraccio avanti per aprire le due cesoie e le conficcò nel tavolo. Dopodichè, le staccò ridendo, e chiamò i suoi compagni. Si alzarono dal tavolo, e si avviarono verso di loro. "Dark, lascia che ti presenti i Creeps. Greed, Pasey, Skydrops, PizzaJoe e Shade. Ragazzi, lui è Dark. E loro sono i suoi amici." Il team avversario sembrava infinitamente più forte del loro. Greed aveva un bastone che finiva con due punte elettrificate, una specie di taser gigante, Pasey aveva due guanti con delle lame al posto delle dita, e ricordava molto Freddy Krueger, Skydrops usava una motosega, PizzaJoe due coltellacci, e infine Shade usava una katana nera. Light rise di nuovo, e fece segno ai compagni di indietreggiare. Si sistemò il farfallino dello smoking, e iniziò a roteare velocissime le lame. Dark puntò la pistola, ma Light non si mosse di un passo. 

Dopo tre secondi di stasi, Dark attaccò Light cercando di colpirlo al petto con il bastone. Quest'ultimo spostò le lame a una velocità disumana, deflettendo il colpo, ma non contrattaccò. Sembrava volersi divertire. Light passò un minuto buono a deviare colpi di Dark, che si arrabbiava sempre di più. Allora all'ultimo colpo andato a vuoto alzò il braccio destro e cercò di fare fuoco su Light; ma era proprio quello che il suo avversario voleva. Light bloccò il braccio di Dark con le cesoie, spostandolo in alto, e sferrò un pugno in pieno stomaco a Dark. Lui cadde a terra, sputando e tenendosi lo stomaco. Light sferrò un calcio alle costole scoperte di Dark, che cadde di lato urlando. Death e Ocean si sporsero in avanti, ma Light fece un segno con la mano, come per invitarli ad aspettare: "Fermi. L'incontro finisce qui, non voglio andare oltre. Spero che il vostro amico abbia capito che cosa NON deve fare. Andiamo ragazzi, qui abbiamo finito."

Quella notte Albert dormì a fatica a causa del dolore allo stomaco e alle costole, sommato alla rabbia crescente dentro di lui. Era stato umiliato davanti a un'intera squadra e davanti ai suoi amici, tutto perchè credeva di poter sconfiggere quell'idiota. Ma adesso aveva un nuovo obbiettivo: fare fuori Light a qualsiasi costo, insieme a tutta la squadra Creeps.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Le cinque squadre ***


La scuola era finita, e durante le vacanze di Natale i ragazzi si trovarono molto più spesso per le partite. Le squadre andavano sempre più diminuendo, e la polizia era sempre più preoccupata per le costanti morti nelle stesse case dei ragazzi. 
Il capitano Stevens non aveva mai visto in tanti anni di carriera una cosa simile. Quella sera in centrale stava continuando a sfogliare i casi archiviati, nella speranza di trovare qualcosa di simile per orientarsi, ma niente.
Quasi sessanta morti in tutto, concentrate per lo più nelle vacanze Natalizie. Per aggravare la situazione, i medici sono ancora più sconcertati della polizia. Nessuno capisce come fanno a morire i ragazzini in casa, ma più che altro sono i segni che presentano alla morte che lasciano tutti perplessi: emorragie interne, lacerazioni nel tronco, buchi sparsi per il corpo che sembrano causati da arma da fuoco, ma non sono presenti proiettili, e stessa cosa per le ferite, non sono state identificate armi. Ma la cosa più strana è la perdita completa di sangue in determinati arti. Harold Stevens lesse i dossiers degli ultimi morti: buco in testa, lacerazione alla schiena, gola tagliata, assenza di sangue nelle gambe... insomma, un massacro. 
Però leggendo gli ultimi documenti trovò qualcosa. Dei testimoni affermano di aver visto cose strane in strada, gli stessi giorni dei vari decessi dei ragazzi. La cosa era molto forzata, ma poteva quadrare. Decise quindi di aumentare le pattuglie, visto che quasi tutte le morti si verificano sul tardo pomeriggio o sera. 

La squadra Selen conquistava punti, avevano già sconfitto otto squadre e tre erano state costrette alla ritirata. Albert dopo quella notte non aveva più visto Light, nè i Creeps in giro. Non la valutava come una cosa positiva però, lui era davvero intenzionato a uccidere Light. Quel modo di fare, quella strana voce meccanizzata... li aveva già sentiti, ne era certo. Ma forse conosceva ancora troppo poco di quell'individuo per poter saltare a conclusioni affrettate, forse doveva ancora vederlo... e togliergli quella maschera. Albert pensò che magari il creatore di Light non aveva posto molta attenzione nei dettagli della faccia, essendo essa coperta da una maschera. Venne scosso dalla voce di Mich, che li avvertiva che a breve si sarebbero connessi in centro. Albert si preparò per diventare Dark di nuovo.

Si trovavano in un vicolo vicino a una strada del centro, spesso abitata. Una squadra era stata avvistata lì, e secondo Mich erano simili alla descrizione data da Dark, Death e Ocean sui Creeps. Dark sperava con tutto se stesso che si trattasse davvero della squadra tanto odiata, e non stava nella pelle al pensiero di potersi finalmente prendere la sua vendetta su quel bastardo di Light. Dark aveva già parlato con Selen, e aveva in mente una strategia folle, ma che poteva funzionare. Salì su un tetto dalle scale di emergenza, e il team attese nel vicolo. Selen diventò invisibile, cosa che aveva fatto pochissime volte, ma questa volta aveva uno scopo ben preciso. Selen trovò la squadra avversaria sul posto, giravano compatti e a sguardo basso ma circospetto. Mandò un messaggio agli altri: si trattava dei Creeps. Dark in cuor suo gioiva come non mai: insieme al suo team, la partita sarebbe stata più interessante. Dark si spostava impaziente sul tetto, aspettando che Selen si mostrasse al team avversario attirandolo verso il punto prestabilito. 

Selen si mise a una decina di metri dal team avversario e si fece vedere. Light alzò la testa mascherata, e con la sua solita voce calma e fredda disse: "Seguiamola, ma tirate fuori le armi, ci sarà da combattere." Il team avversario si lanciò all'inseguimento della ragazza, e una volta arrivati al punto giusto, Ocean colpì forte un muro con la pala. Era il segnale. I Selen si lanciarono alla battaglia contro i Creeps, e Dark sul tetto si sistemò gli occhiali e prese la rincorsa stringendo il bastone e caricando la pistola. Si lanciò dal tetto, con l'adrenalina a mille, e aprì le ali per planare. 
Planò precisamente sopra il team avversario colpendo Pasey che cadde a terra con un gemito. Sparò un colpo in avanti, colpendo di striscio l'arma di Skydrops. Le persone che poco prima giravano vicino a quella zona scapparono altrove spaventate dallo sparo.
Dark scostò gli altri colpendo alla cieca con il bastone, finchè non trovò Light. Quest'ultimo si gettò verso di lui ringhiando attraverso la maschera, e Dark sparò un colpo verso di lui colpendo la maschera e gettandola a terra. Light sussultò, e menò un fendente in avanti con le cesoie per far indietreggiare Dark, mentre tentava di recuperare la maschera. In quella frazione di secondo, Dark vide la faccia di Light, e gli venne in mente un nome, un suo compagno di scuola: Edward Baine.
Era lui, lo aveva visto più volte nei corridoi, lo squadrava sempre come se fosse radioattivo. Ora si ricordava dove aveva visto quell'atteggiamento altezzoso, crudele, freddo. Non aveva dubbi. Fece per corrergli incontro quando furono tutti illuminati da dei fari: "FERMI DOVE SIETE, POLIZIA. GETTATE LE ARMI, O SAREMO COSTRETTI A SPARARE."

La polizia li aveva trovati. Si erano dimenticati totalmente delle pattuglie, e non ci avevano fatto alcun caso. Dark pensò per un attimo. Come potevano sparire dalla vista della polizia senza farsi sparare? Selen diventò invisibile, e corse nel vicolo.
Dark si girò e spalancò le ali di colpo, coprendo per qualche secondo la visuale e permettendo agli altri di scappare. I Creeps erano già fuggiti al suono delle sirene, lasciando indietro Light. Lui fuggì sotto gli occhi di Dark che non poteva fare nulla, o sarebbe stato preso dai poliziotti. Diede una spinta con le ali facendo un balzo in avanti per darsi lo slancio, e corse via anche lui. La polizia fece fuoco, ma spararono a vuoto, ormai tutti si erano disconnessi.

Una volta a casa, Albert ragionò su ciò che aveva visto quella sera. A cena mangiò molto, ma non parlò affatto. Questo spinse suo padre Mark a domandargli: "Che ti succede in questi ultimi giorni? Non parli mai, non studi, non fai assolutamente nulla. Che hai?" Albert lo fissò per qualche secondo, per poi rispondere: "Tranquillo mister, nulla di importante. E' che... in questi giorni la scuola mi pressa molto, e ho molta ansia. Tutto qui." I suoi genitori non gli fecero altre domande per quella sera.
Tornato di sopra, confermò agli altri che il proprietario di Light si chiamava Edward Baine, e andava a scuola con Albert, Mich, Jess e Crystal. Appena Albert pronunciò quel nome, anche i suoi amici si illuminarono. Crystal propose di farlo fuori il prima possibile, ma Albert si offrì di occuparsene personalmente. Se lo sarebbe fatto amico, per poi ucciderlo quando lui meno se lo sarebbe aspettato. Gli altri acconsentirono, e Albert sorrise. Tutto ora stava seguendo lo schema perfetto per i suoi piani, e presto avrebbe potuto avere la sua vendetta su Light/Edward, per poi arrivare al tanto desiderato regno virtuale. 

Dopo la chiamata, fece un salto sul sito per controllare l'avatar, quando notò una nuova icona: Classifica. Non c'era prima, ma tanto valeva controllare. Cliccò sull'icona e si aprì una schermata con una tabella sopra: in alto una scritta diceva "TOP 5 TEAM". Albert non poteva crederci: erano già in cinque? Era passato così poco... Controllò le squadre, e vide la classifica. Al primo posto si trovavano i Creeps, seguiti dai Firebringers al secondo posto e i Selen al terzo posto. Al quarto posto si trovavano gli Bunny's Killers (il nome più assurdo che aveva mai visto) e infine i Goth Nemesis. A fianco ai nomi delle squadre si trovavano la data di creazione e il numero di membri, e al fondo le uccisioni e i membri persi. Nessuna delle cinque squadre aveva perso neanche un membro; la prima squadra aveva la bellezza di undici vittorie, la seconda nove, i Selen otto, i Bunny's cinque e i Goth quattro. Albert tirò un sospiro vedendo che erano staccati dalla seconda di una vittoria sola.
Erano passati quasi tre mesi dalla loro iscrizione a Login 'n Kill ed erano già così avanti. Avevano ancora tante cose da fare, e ne avranno ancora di più da scoprire ancora. Nuove amicizie, nuovi nemici, e tanti, tanti cambiamenti. 
The Dark Mind non vedeva l'ora.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Prima nota del Creatore ***


Vedo che il progetto va avanti bene. Spero che continui così, anche perchè in questi giorni non ho molto tempo da dedicarvi. Il piccolo @)3' continua a piangere, e ?@46 non riesce a calmarlo. Non posso concentrarmi in queste condizioni. Sto finendo il pannello delle opzioni, a breve inizierò i primi settaggi per la costruzione dell'avatar. Preferirei fare il tutto molto velocemente, così almeno non insospettisco nessuno. Non voglio che nessuno scopra il mio progetto, tantomeno ?@46. Sono sicuro che impazzirebbe. Per non parlare di ?@4*, farebbe troppi casini. No, lo terrò per me. 19/02/2001 Fine prima stagione.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2868390