Vita allo specchio di LateNight_01 (/viewuser.php?uid=729374)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno dell'incoronazione ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** Primi incontri ***
Capitolo 4: *** Fredda ma spettacolare ***
Capitolo 1 *** Il giorno dell'incoronazione ***
Il
giorno dell'incoronazione
"A
volte bisogna commettere un grande errore
solo per capire quale sia la cosa giusta da fare"
-Tumblr
-Wow- fu tutto ciò
che Anna riuscì a dire, dopo ore e ore passate a farsi
allacciare il corsetto, scegliere l'abito, le scarpe, la pettinatura e
mille altre cose ancora.
Si ammirò per un po' davanti allo specchio, accarezzandosi
le morbide pieghe di quell' abito verde pieno di ricami, che a prima
vista le era sembrato assolutamente
troppo per una come lei, abituata ad indossare
vestiti comodi e poco appariscenti.
Ma si era dovuta ricredere, e adesso ammirava il suo riflesso
sorridente, sinceramente stupita del lavoro magnifico che
avevano fatto le donne incaricate a vestirla e pettinarla per il giorno
della sua incoronazione.
La sua incoronazione.
Ogni volta che pensava che sarebbe stata regina, rimaneva col dubbio
che tutto ciò fosse solo uno scherzo ben organizzato, e che
poco prima di ricevere lo scettro tutto il regno di Arendelle si
mettesse a gridare in coro "Sorpresa! E' solo uno scherzetto, la vera
regina è Elsa!".
Anche se era solo un'assurdità dettata dalla noia di anni e
anni di solitudine, in fondo lei sperava che accadesse: non era fatta
per essere una regina.
Ma che volesse o no, lei era la primogenita della famiglia
reale, e in quanto tale era destinata ad ereditare il trono.
E a Elsa? A lei non ci pensi?
Oh, certo che ci aveva pensato, e anche molto. La sorellina si era
chiusa nella sua camera dall'età di cinque anni, dopo un
incidente. Anna si ricordava perfettamente di quel giorno, sapeva del
potere del ghiaccio di Elsa, sapeva tutto, tutto quello
che per tanto tempo avevano cercato invano di nasconderle.
Si passò una mano sull'unica ciocca di capelli bianca che
aveva, che risaltava tanto sulla sua chioma ramata. Il sorriso che
aveva avuto fino a quel momento svanì, e i suoi occhi si
persero in ricordi troppo dolorosi da sopportare persino per lei...
*-Anna...sveglia,
sveglia, sveglia, svegliaaa!- Elsa era a cavalcioni sopra di lei, e la
scuoteva cercando di svegliarla.
-Elsa, torna a dormire!- aveva risposto la rossa ancora con gli occhi
chiusi e mezza addormentata.
-Non posso!- la più piccola si era sdraiata su di lei -Il
cielo è sveglio, quindi io sono sveglia, dobbiamo giocare!-
-Và a giocare da sola- l'aveva buttata giù dal
letto, e la piccola era finita sul pavimento, ma ancora non
si era arrresa....
-Vuoi fare un pupazzo di neve?-
Le parole magiche erano state pronunciate, ed Anna aprì gli
occhi verdi, spostandoli in quelli della sorellina. Si erano lanciate
giù per le scale, Elsa ridendo e tirando la maggiore, e
quest'ultima dicendole di fare silenzio, ma sotto sotto aveva una
grande voglia di divertirsi.
-Dai, Elsa, fammi vedere la magia- la rossa si era inginocchiata al
centro della sala, in modo da poter guardare l'altra negli occhi. La
minore non se lo fece ripetere, fece volteggiare le mani fra loro e
creò una palla di neve che lanciò in alto.
Esplose in una nevicata magica e splendente.
-E' bellissimo!- aveva riso la più grande, mentre si
cimentavano a costrire un pupazzo di neve. Olaf, quello era il suo
nome.
Completata l'opera, iniziarono a pattinare veloci nella grande sala, il
cui pavimento era ormai coperto da una spessa lastra di ghiaccio. La
piccola Elsa sembrava molto più sciolta della sorella, forse
perchè potendo manipolare il ghiaccio, non ne aveva alcun
timore.
Ancora per poco, però.
Anna slittava veloce, divertendosi come non mai.
-Elsa! Fallo ora!- le aveva gridato.
La platinata aveva capito subito, quel "fallo ora" significava l'inizio
del loro gioco preferito. Creò a pochi metri di distanza
dall'altra una rampa di ghiaccio, dalla quale si sarebbe dovuta
lanciare per poi cadere in un cumulo di neve creato un attimo prima.
Nulla di pericoloso o difficile, lo avevano fatto altre mille volte e
con nessun danno.
Anna si lanciò tra le risate, e quando fu a mezz'aria Elsa
capì che era arrivato il momento di creare quel
cumulo sotto di lei, come un freddo cuscino. Portò le
braccia davanti a sè pronta a usare il suo potere, ma
qualcosa andò storto.
Scivolò all'indietro cadendo seduta, ma il dolore dell'urto
non le impedì di pensare a sua sorella, che stava per
atterrare sul ghiaccio, anzichè sulla neve.
Lanciò un getto congelato in direzione di Anna sperando di
attuire in qualche modo la caduta, ma quel getto colpì la
rossa in testa, facendole perdere i sensi. Il suo corpo inanimato ora
era riverso al suolo, mentre lacrime di puro spavento si formavano
negli occhi della più piccola.
-Anna!- si lanciò su di lei e la sollevò
leggermente nonostante l'altra fosse più grande di lei.
Cominciò a chiamare disperata i genitori, che accorsero
immediatamente e portarono Anna dai troll, dove granpapà
rimosse il ghiaccio dalla sua testa, avvertendoli però che
se fosse stato al cuore, non sarebbe stato altrettanto facile.
Da allora Elsa era stata sempre chiusa nella sua stanza, non sarebbero
più uscite a fare un pupazzo di neve, non avrebbero
più giocato insieme. Da quel giorno Anna
non sarebbe più stata svegliata dalla sorellina, con le sue
parole magiche.
Da quel giorno tutti cercarono di occultare i poteri di Elsa a tutto il
mondo, compresa la maggiore, ma lei non aveva mai dimenticato*
Anna si asciugò velocemente una lacrima che le
pizzicò l'occhio, cacciando i ricordi in un angolo del suo
cuore e sforzandosi di fare un sorriso.
Oggi rivedrò mia
sorella -pensò- E ricostruiremo il nostro
rapporto. Le dirò che so tutto, e che non deve preoccuparsi
di farmi del male
La ragazza fu sollevata da quest' idea e
diede un'ultima occhiata al suo vestito, prima di buttarsi fuori dalla
porta visibilemente emozionata.
Comiciò a ripercorrere tutti i corridoi in cui tanti anni
prima aveva vissuto i momenti più belli della sua infanzia,
insieme ad Elsa.
La luce che irrompe fin
quassù, pensavo non accadesse più
non starò più chiusa qua!
E' da tempo immemore che qui non si vede un ospite
ma oggi quel cancello si aprirà!
Quanta gente incontreremo in quel grande viavai
sono emozionata più che mai!
Oggi, per la prima volta
Io e lei ci rivedremo
E di sicuro questa sera
migliori amiche torneremo!
Non posso aspettare ancora, non vedo l'ora
Oggi per la prima volta...la vita sembra mia!
___________________________________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
Ciao a tutti, e
grazie per essere arrivati fin qui! Questa idea mi è venuta
mentre mi stavo facendo la doccia (eh sì, solo a me possono
succedere cose del genere) e da lì mi sono chiesta: cosa
sarebbe successo se Anna fosse stata la sorella maggiore ed erede al
trono, e invece Elsa la minore?
Poi, si sa, le storie migliori nascono dal "what if...?" e spero che
come inizio vi sia piaciuto.
Alcuni momenti li ho ripresi dal film, ed altri invece sono
completamente nati dalla mia fantasia. Per la canzone "Oggi, per la
prima volta" ho tratto alcune frasi dall' originale e altre
l' ho inventate io, naturalmente per accorciare ho tagliato tutta la
parte centrale, ma spero che nonostante tutto sia
venuta...bhè, decente almeno.
Voi cosa ne pensate?
Lasciatemo una recensione anche critica, mi servono per migliorare e
correggere eventuali errori, però insomma fatevi sentire.
Altrimenti rimarrò con la convinzione di essere l'unica
pazza sul fandom che inizia una long con altre 3-4 storie ancora in
corso.
Vi mando un bacio e vi dò appuntamento al prossimo capitolo,
ciao ciao
LateNight_01
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Capitolo 2 *** Riflessioni ***
pm
Elsa aveva
appena diciotto anni, aveva tutta una vita davanti, fatta probabilmente
di giornate chiusa dietro ad una porta a nascondere il suo potere. Lo
considerava più una maledizione piuttosto che un dono, quale
dono ti può costringere a stare lontana da tua sorella,
senza
nemmeno darle spiegazioni?
I sensi di colpa la tormentavano dalla morte dei genitori, che avevano
raccomandato ad Anna di proteggere lei, la più piccola. Ma
come
poteva la maggiore proteggerla, se nemmeno si parlavano o vedevano
più?
Tutto questo scaturiva da un unico sentimento: la paura. La paura che
un giorno per pura casualità i suoi poteri fossero stati
scoperti, la paura di quello che sarebbe successo dopo.
Ma soprattutto la paura di non resistere più e correre ad
abbracciare la sorella, mettendole in pericolo la vita.
Elsa aveva aspettato da tanto tempo quel giorno, avrebbe potuto vedere
anche da lontano la rossa, o chissà, addirittura scambiarci
due
parole; ma contemporaneamente avrebbe voluto che non fosse arrivato
mai.
Aveva un abito molto restrittivo -come aveva chiesto lei- ma elegante.
I lunghi e luminosi capelli platinati erano raccolti un un'acconciatura
troppo elaborata persino per una principessa.
E mentre si guardava allo specchio, sperava solo che quella giornata
passasse in fretta.
-Vostra maestà? State bene?-
-Oh, sì, certo, alla perfezione....va tutto alla grande!-
Anna
stava cercando in tutti i modi di contenere almeno in parte l'euforia,
ma le sembrava un'impresa impossibile. Gerda le strinse l'ultimo
nastro, prima che lei si buttasse fuori dalla sua camera, di corsa per
il corridoio.
-Ricordatevi che mancano solo alcuni minuti alla....- la voce di Kai si
perse nella confusione del via vai di servitori, guardie, cuoche. La
futura regina di Arendelle non si voltò neppure, anzi corse
più veloce.
Fino a quando superò una porta....
Non lo devo fare! Non ci
devo nemmeno provare!
Ignorando completamente i suoi pensieri, Anna si fermò di
colpo
e fece alcuni passi indietro. La porta di legno era puntigliosamente
decorata, e lei si ritrovò ad accarezzare con la punta delle
dita quelle rifiniture. Il suo volto prese un'espressione di profonda
indecisione, quasi disappunto per quello che stava per fare.
Sollevò la mano chiusa a pugno per bussare, come aveva fatto
per anni, senza ottenere alcuna risposta.
Metti giù
quella mano! Non bus-sa-re!
Fece ricadere il braccio lungo il corpo, scoraggiata. Poi
notò il calo improvviso della temperatura, e lei sapeva a
cosa e
a chi era
dovuto. Senza lasciarsi il tempo di pensare altro, diede due o tre
colpi alla porta.
Si pentì quasi immediatamente di quello che aveva fatto, e
strinse le labbra. Adesso poteva solo sperare di ricevere una risposta,
che di sicuro non sarebbe arrivata.
Rimase immobile col fiato sospeso, sperando di sentire la voce della
sorella. Passarono momenti che ad Anna sembrarono secoli, durante i
quali perse ogni speranza e castelli in aria che si era
costruita si distrussero, lasciandole l'amaro in bocca.
Riprese a camminare sconsolata lungo il corridoio, stavolta molto
lentamente. Fece due o tre passi, quando...
-Chi è?- una voce fredda riempì il silenzio che
si era creato e fece quasi sobbalzare la rossa, che si voltò
di scatto e corse nuovamente alla porta, appoggiandocisi con le mani.
-E...Elsa! Sono io...Anna!- la voce le uscì a fatica dalle
labbra, e si schiarì la gola subito dopo. Il cuore le
martellava ritmicamente nel petto, e non riusciva a formulare nemmeno
un pensiero logico, ma mille dubbi le attenagliavano la mente.
-Elsa?- la chiamò nuovamente. Silenzio.
Sospirò e scivolò lungo il legno della porta.
Elsa?
E' arrivato il grande giorno!
Dai, esci da là!
Tutto quello che cerchi lo trovarai qua!
Noi siamo così unite, e tu lo sai!
Non lasciarmi mai!
Io ti voglio bene...staremo sempre insieme!
Elsa ascoltò quella canzone dall'altra parte del muro che le
divideva, e tornò per un attimo indietro nel tempo, quando
erano bambine e la maggiore le cantava sempre una canzone per farla
addormentare.
Una lacrima silenziosa le scese lungo la guancia, ma intanto lei
sorrideva. Allora...Anna non si era dimenticata di lei.
Non rispose neanche a quel richiamo, ma lo fece solo per proteggerla, e
ascoltò con il cuore spezzato i passi della sorella che si
allontanava.
Anna- pensò-
Te lo prometto,
farò tutto il possibile per starti vicino...anche io ti
voglio bene...
_________________________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
I'm
back, dopo una terribile prima settimana di scuola (come se la scuola
possa essere qualcosa se non terribile) e mi sento veramente in colpa
per quello che sto per dire, ma vi assicuro che ci ho pensato a lungo e
non ho alternative.
Da adesso in poi aggiornerò solo il venerdì,
sabato e domenica, e non i giorni feriali. Questo riguarda sia questa
storia che tutte le altre long.
Mi dispiace davvero, ma mettiamola così: io faccio schifo a
scuola e se non mi impegno quest'anno mi bocciano. E ho pure il
problema della dislessia, quindi sto messa peggio che mai. Quindi, la
settimana mio è stata letteralmente invasa da compiti, esami
e roba da studiare (uff...).
Per fortuna ho tre giorni liberi alla settimana, quindi...a presto! Il
prossimo aggiornamento lo farò domani all'altra mia serie
sempre su questo fandom, oppure anche stasera. Vi mando un bacio, e
ringrazio chi ha inserito la storia fra le preferite/seguite/ricordate,
chi ha recensito (vi adoro!!!) e chi legge in silenzio ;)
Detto ciò, vi saluto <3
LateNight_01
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Capitolo 3 *** Primi incontri ***
gg
"La prima volta che
ti ho visto ho pensato che c'era qualcosa di te di cui avevo bisogno.
Ma poi ho capito che non era qualcosa di te.
Era di te, che avevo bisogno"
-Tumblr
Anna aveva aspettato tanto quel momento, e adesso si sentiva
terribilmente nervosa. Non per il fatto di essere sotto lo sguardo
attento di un intero regno, ma per quando finalmente avrebbe visto fare
il suo ingresso la figura di sua sorella. Non la vedeva da tredici anni
ormai, e com'è normale, si chiedeva tante cose su
di lei: non aveva dubbi sulla sua bellezza (aveva sentito molti
domestici farne riferimento), come non ne aveva sul suo essere
chiusa.
Ma per il resto niente, zero assoluto.
Non conosci tua sorella-
commentò la voce nella sua testa, quasi come un rimprovero.
Ed era vero: lei non la conosceva, erano estranee. A volte le sorgeva
il dubbio se Elsa sapesse della sua esistenza, se si ricordasse di
tutto quello che avevano vissuto insieme, da bambine.
E se in un angolo del suo cuore conservava ancora questi ricordi,
perchè si era allontanata? Un incidente può
capitare a tutti, soprattutto
se sei una ragazzina di cinque anni che ha poteri sul controllo
del ghiaccio.
Decise che quell'argomento l'avrebbe toccato nel modo
giusto e al momento opportuno: non avrebbe avuto senso spaventare la
minore ulteriormente.
E adesso se ne stava lì, sforzandosi di sembrare una ragazza
perfetta, davanti a migliaia di persone. Ogni tanto sollevava la mano
per ricambiare il saluto di alcuni sudditi, oppure accennava un
sorriso. Ma la realtà era che non si era mai sentita
più tesa in tutti i ventuno anni della sua vita.
Tutti si alzarono in piedi, la cerimonia stava per iniziare. Ma dov'era
Elsa? Anna girò lo sguardo verso la porta secondaria dove
sarebbe dovuta entrare, sperando di poterla vedere.
E infatti, lì
la vide.
Quella diciottenne che entrò in sala con compostezza e
regalità era proprio sua sorella. Aveva dei capelli
platinati legati in un' acconciatura complessa ed elegante, il corpo
esile chiuso in un abito verde e nero, con dei dettagli rosa sul
corpetto. Un lungo mantello porpora ricadeva sulle sue spalle creando
addosso alla sua figura un bellissimo gioco di luce e ombra. Portava i
guanti, come probabilmente era solita fare.
Ma quello che colpì Anna furono i suoi occhi di ghiaccio,
che brillavano come due diamanti e le illuminavano la pelle chiara.
Quegli occhi erano quelli di una bambina impaurita dal suo dono
speciale.
Quegli occhi la colpirono in pieno petto per poi attraversarle il
cuore, e la sensazione che provò subito dopo fu qualcosa di
indefinibile. Era una voglia irrefrenabile di correre ad abbracciarla e
dirle di non avere paura, ma il timore che le incuteva quello sgurdo le
impedì di farlo.
Così rimase immobile sul suo posto, le mani intrecciate
lungo la gonna del suo abito, a seguire istintivamente ogni mossa della
minore. Ci fu un breve istante i cui le sembrò che la
platinata la guardasse a sua volta, un istante che le bastò
per ricominciare a provare veramente qualcosa per quella ragazza che
avanzava titubante verso di lei.
In tutto quel tempo le era mancata davvero tanto, ma non capiva
esattamente cosa le diceva il cuore. Era un continuo tira-e-molla,
emozioni altalenanti: giorni in cui pensava di poter davvero recuperare
il loro rapporto, giorni in cui decideva che sarebbe stato meglio per
entrambe percorrere ognuna il proprio cammino, senza intralciarsi a
vicenda. Giorni in cui si convinceva che la odiasse, che il vero motivo
della sua segregazione nella camera fosse proprio quello.
Ma poi capì. Lei, quella ragazza dall'aria così
gelida, non aveva mai smesso di volerle bene.
Circa mezz'ora prima...
Elsa uscì di soppiatto dalla sua
stanza, dopo essersi assicurata che la rossa non fosse lì
fuori ad aspettarla. Trovarsi faccia a faccia con Anna prima
dell'incoronazione non sarebbe stata un'ottima cosa, soprattutto
perchè sarebbe stato troppo forte il desiderio di
riavvicinarsi a lei, e sapeva bene che non poteva. Le era stato
ripetuto centinaia di volte per tutta la sua infanzia e adolescenda
celare, domare, non
mostrare
come le dicevano i genitori, prima di scomparire per sempre
in quel maledetto naufragio.
Non voleva perdere anche la sorella, non poteva.
Doveva proteggerla dal mostro che era diventata.
Corse veloce e silenziosa per i corridoi, sentendo il bisogno urgente
di prendere un po' di aria. Se fosse rimasta un altro minuto chiusa in
quel posto orribile che era diventata la sua camera nel corso degli
anni, probabilmente avrebbe avuto un crollo nervoso e avrebbe lasciato
andare i sentimenti e le lacrime, mentre invece il suo scopo era uno
solo
celare, domare, non
mostrare
tenere il suo segreto fino alla morte, anche se questo fosse stato
l'equivalente del distruggere la sua stessa vita. Perchè era
questo che faceva, la sua vita cadeva in frantumi e lei era
lì a guardare, incapace di reagire.
Si scagliò sulla strada brulicate di gente. L' aria calda
dell'estate sul suo viso pallido le diede una strana sensazione di
sollievo, mentre continuava quella sua corsa verso una meta sconosciuta
persino a lei stessa.
Passò veloce vicino alle case, in mezzo a carretti pieni di
fiori che portavano tutto il colore dell'estate. Si reggeva la gonna in
modo da non inciampare, ma non aveva alcuna intenzione di rallentare.
Perchè avrebbe dovuto? Per una volta si era liberata almeno
in parte di quel peso che portava costantemente sul cuore, per un
attimo si era dimenticata di quei limiti che le erano stati imposti fin
dalla nascita, fondamentali per il suo ruolo di secondogenita della
famiglia reale di Arendelle.
Non si sentiva libera, ma
quasi.
Senza rendersene conto, sopraffatta com'era dai sentimenti,
Andò a sbattere contro qualcosa. Solo quando alzò
lo sguardo confusa, si rese conto che era un qualcuno.
Non sapeva bene cosa dire, non le era mai capitata una cosa del genere.
Rimproverandosi interiormente per essersi lasciata andare in quel modo,
riprese la sua compostezza, pronta a scusarsi con lo sconosciuto.
Era alto, capelli rossi ed occhi verdi. Sulla divisa portava uno stemma
reale che la principessa non fu in grado di riconoscere.
Non ebbe il tempo di aprir bocca, che fu subito interrotta da
quell'uomo.
-Vi siete fatta male?- chiese, posandole con dolcezza una mano sulla
spalla e guardandola dritta negli occhi. Quel contatto la fece
rabbrividire, erano anni che non succedeva che la toccassero con tanto
interesse e affetto.
Si scostò quasi senza volerlo, mentre ritrovava il coraggio
di parlare.
-Io...sì...cioè, no...perdonatemi-
balbettò lei, passandosi una mano fra i capelli. Quando
incontrò per la seconda volta quegli occhi così
brillati e pieni di vita, sentì qualcosa di incredibilmente
caldo che le partiva da dentro. Come un brivido, che aveva qualcosa di
piacevole ma allo stesso tempo amaro.
Che...che fosse quello l'amore?
-Forse avete bisogno di un dottore, non avete una bella cera-
continuò lui, posandole nuovamente la mano sulla spalla.
Questa volta lei non si scansò.
-No, davvero. Sto bene- affermò lei, deglutendo a fatica e
stringendo le braccia sul petto.
-Come volete. Sono il principe Hans, delle Isole del Sud- si
presentò lui, con un sorriso raggiante che
contagiò anche la platinata.
-Principessa Elsa, di Arendelle- fece lei a sua volta, abbozzando un
sorriso. Il primo vero sorriso che avesse fatto in tredici anni.
Lui la guardò quasi stupito, per poi esibirsi in un inchino.
Questo gesto fece arrossire violentemente la ragazza, che si chiese
perchè gliel'avesse detto. Odiava essere catalogata come una
figura nobile, era una diciottene come tante altre, non una bambolina
di porcellana con la puzza sotto il naso.
Si guardarono per alcuni secondi negli occhi, leggendoseli a vicenda.
Era davvero una strana situazione, quella lì. Era come se si
conoscessero da una vita, invece che da pochi minuti come in effetti
era.
Il suono delle campane riportò Elsa alla realtà.
-Le campane...l'incoronazione!- esclamò lei, per poi
voltarsi e fare di corsa qualche passo. Si fermò di scatto,
si girò di nuovo e salutò Hans con un sorriso e
il movimento della mano. Lui fece altrettanto, per poi seguirla con lo
sguardo fino a quando la ragazza con i capelli platinati non scomparve
dalla sua vista.
Senza dubbio era stato per entrambi qualcosa che non avrebbero mai
dimenticato....
_____________________________________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
Ciao a tutti, spero che
vi sia piaciuto questo terzo capitolo un po' più lungo del
solito, e il fatto che la storia stia prendendo una piega piuttosto
Helsa (ahah non ne posso fare a meno, li amo troppo insieme).
Nel prossimo capitolo ci sarà il momento che tutti
aspettavamo, il vero e proprio incontro fra Anna ed Elsa. Cosa
succederà, secondo voi?
Da domani inizio laboratorio teatrale (evvai, un'altra cosa che mi
risucchierà il pomeriggio di due giorni a settimana dopo i
compiti) ma vi prometto che aggiornerò con frequenza.
Come sempre, vi invito a lasciare una recensione, sia positiva che
critica, servono anche quelle.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la long fra le
preferite/ricordate/seguite e detto questo vi dò
appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio
LateNight_01
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Capitolo 4 *** Fredda ma spettacolare ***
pm
"Sii come la
neve:
fredda ma spettacolare"
-Tumblr
Elsa tenne lo
sguardo fisso davanti a sè per tutta la durata della
cerimonia dell'incoronazione, nascondendo perfettamente ogni sentimento
che poteva provare in quei momenti: dal nervosismo, alla voglia che
aveva di riallacciare i rapporti con la sorella, o almeno scambiarci
due parole. Allora era costretta a fare appello a tutte le sue forze
per non smettere di essere la ragazza perfetta che tutti si aspettavano
di vedere, e cominciare ad essere sè stessa.
Ma i momenti più difficili furono quando Anna spostava gli
occhi su di lei, di sfuggita, e in quegli occhi verdi si leggeva chiaro
un: "Perchè ti sei allontanata da me?".
Spesso questa domanda se la faceva lei stessa: a volte pensava che dopo
quell'incidente sarebbe bastato stare più attenta a dominare
i suoi poteri, invece di erigere quel muro -interiore ed esteriore- che
l'avrebbe separata dal resto della gente e in particolar modo dalla
maggiore. Ma questi pensieri venivano subito soffocati da voci che
continuavano a riecheggiarle nella testa, come per rimproverarla di
avere questa specie di maledizione che le aveva cambiato radicalmente
la vita.
E questo si era ripetuto più e più volte nel
corso di tutti quei lunghi anni, tante volte che persino lei stessa era
arrivata a convincersi di essere un mostro, e che qualunque cosa
facesse fosse irrimediabilmente sbagliata. Tutto ciò aveva
cointribuito a formare intorno ad Elsa una corazza che le impediva di
esternare qualsiasi tipo di sentimento o emozione, e che di rimando le
serviva come scudo per "difendersi" dal mondo esterno.
Una corazza che giorno dopo giorno difentava sempre più
spessa e difficile da rompere.
Ma la platinata non poteva certo sapere che la rossa fosse a conoscenza
della vera ragione della loro improvvisa separazione, nè che
presto ne avrebbe avuto conferma. E se avesse saputo ciò che
sarebbe successo di lì a poco, probabilmente non si sarebbe
nemmeno fatta vedere in quella sala.
Ogni tanto buttava lo sguardo gelido sulla folla, in cerca di quel
giovane dai capelli rossi che aveva incontrato poco prima -si chiamava
Hans, se non sbagliava- e che le aveva scatenato nel petto quella
strana ed irripetibile sensazione di calore. Ma ogni volta rimaneva
delusa non trovandolo in mezzo a re, conti, duci, sudditi: allora
provava una specie di tristezza, mascherata da uno strano senso di
sollievo, che poteva essere tradotto in un "Meglio così, si
eviteranno altre situazioni imbarazzanti del genere".
Anche se quello che provava andava completamente contro a quello che voleva pensare. In
fondo al cuore, lei sperava che quel ragazzo tanto dolce e gentile
spuntasse fuori dal nulla per completare la sua vita....E per farla
ricominciare a vivere.
Quando la cerimonia finì e si passò alla tanta
attesa festa, Anna tirò un sospiro di sollievo: stare
immobile per più di cinque minuti senza fare danni non era
il suo forte, come non lo era avere gli occhi di tutti puntati addosso.
Purtroppo presto si presentò un problema ancora
più grande: tra congratulazioni, inchini e sorrisi doveva
anche pensare alla minore, e al tema un po'...delicato che dovevano
trattare. Pensò a lungo a come fare, passeggiando su e
giù per la sala piena di gente, prendendo in considerazione
infinite opzioni e scartandole una per una.
"Ehy, Elsa, sai quella
faccenda che congeli
tutto quello che tocchi? Ecco..."
"Sorellina! Come va? Tipregononmicongelare!"
"Volevo parlarti del tuo piccolissimo problema che hai riguardo al tuo
potere sul controllo del ghiaccio...."
Ogni metodo di approccio che le veniva in mente sembrava
assurdo e ridicolo, considerando poi che c'era sempre la
possibilità che la ragazza la prendesse male, e le
conseguenze sarebbero state inimmaginabili.
Alla fine, la rossa si trovò senza altra scelta: doveva
parlargliene direttamente, senza starci troppo a pensare, e le parole
giuste sarebbero venute da sole. O almeno così sperava....
Girò lo sguardo in tutta la sala, fino a quando
fissò gli occhi su una figura che se ne stava immobile
accanto al trono, ricambiando timidamente qualche saluto. La rossa si
ritrovò a pensare di nuovo a quanto fosse bella la sua
sorellina, e quella sua bellezza veniva messa in risalto da quel modo
di fare chiuso e gelido.
Era come la neve: fredda ma spettacolare.
Si avvicinò a lei un po' titubante, cercando di far apparire
il suo sorriso più naturale possibile, ma la tensione era
tanta e difficile da nascondere. Si mise in piedi vicino a lei, una
mano dell'altra, muovendo gli occhi da Elsa al pavimento, dal pavimento
ad Elsa.
-Salve- fece la più piccola, abbozzando un sorriso in sua
direzione.
Anna si sentì il corpo scosso da un brivido e per un attimo
rimase sconcertata e senza sapere cosa fare. Elsa le aveva rivolto la
parola...per prima?
-Salve a me? Oh..ehm...Salve!- balbettò, sorridendo a sua
volta -Siete spaventosamente bella- continuò, prima di
rendersi conto di quello che aveva appena detto
-Cioè, non nel senso da
spavento...solo bellissima- si giustificò,
sperando che l'altra non se la fosse presa. Fu profondamente sollevata
quando ricevette come risposta una risata cristallina.
-Grazie- disse la platinata -Anche voi-.
Ci fu un momento di silenzio nel quale entrambe le ragazze si chiesero
come mai si stessero dando del voi, in fondo erano sempre due sorelle
anche se pressochè sconosciute.
Elsa sospirò.
-Quindi è così un ricevimento- fece,
probabilmente cercando di rompere il ghiaccio.
-Lo immaginavo più caldo- continuò la rossa,
pentendosi subito dopo di quella frase che le era sfuggita
involontariamente dalla bocca. Per fortuna la bionda non la
sentì, anzi continuò a parlare.
-Cos'è questo profumino invitante?- chiese, annusando
l'aria.
-Cioccolata!- fecero in coro le due, incontrandosi veramente per la
prima volta. Anche la risata che seguì fu da parte di
entrambe, e in quel momento si sentirono davvero felici, come se tutti
quegli anni di distanza fossero stati colmati in pochi secondi.
-Elsa, io...- iniziò Anna, improvvisamente più
seria. Fu interrotta da una guardia seguita da un ragazzo dai capelli
rossi:
-Vostra maestà! Il principe Hans, delle Isole del Sud!-
annunciò, prima di farsi da parte.
Hans fece un inchino alle due, mentre il cuore di Elsa
ricominciò a galoppare.
-Volete ballare?- chiese gentilmente, rivolto ad Anna. La regina ci
mise alcuni secondi per rimettere in ordine le idee:
perchè quel ragazzo doveva arrivare proprio mentre
stava per fare il discorso più importante della sua vita?!
-No, non so ballare- ammise, per poi spostare gli occhi sulla minore,
con un sorrisetto furbo e giocoso -Ma mia sorella sì!-.
-C...cosa?- balbettò l'altra, scombussolata -Io non credo
di...-
Non fece in tempo a finire la frase che il principe le porse la mano
con un inchino, e i suoi occhi verdi e profondi la convinsero.
Si arrese e sbuffando scherzosamente mise la manina guantata
in quella di lui, e così venne trascinata in pista, mentre
partiva un valzer che sembrava fatto apposta per loro...
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Note dell'
Autrice:
Sono tornata! Finalmente, diranno alcuni di voi, altri invece si
spareranno XD
Ok, tralasciando questa parte, come vi è sembrato il
capitolo? E' venuto un po' più lungo del solito, ma spero
che almeno sia decente. E anche se non lo è, non venite a
cercarmi sotto casa, plis :)
I know, avevo promesso che in questo capitolo ci sarebbe stato anche il
famosissimo scontro fra le sorelle, ma è venuto moooolto
più lungo di quello che avevo previsto e non mi sembrava il
caso di spendere l'altra metà della giornata a scrivere la
seconda parte. E vabbè, vuol dire che sarà per la
prossima volta, così almeno si crea anche un po' di suspance
;)
Come sempre vi invito a lasciare una recensione, sia positiva che
critica, vi mando un bacio e vi do appuntamento alla prossima.
Ciao ciao
LateNight_01
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