Vita allo specchio

di LateNight_01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il giorno dell'incoronazione ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** Primi incontri ***
Capitolo 4: *** Fredda ma spettacolare ***



Capitolo 1
*** Il giorno dell'incoronazione ***


Il giorno dell'incoronazione
"A volte bisogna commettere un grande errore
solo per capire quale sia la cosa giusta da fare"
-Tumblr


-Wow- fu tutto ciò che Anna riuscì a dire, dopo ore e ore passate a farsi allacciare il corsetto, scegliere l'abito, le scarpe, la pettinatura e mille altre cose ancora.
Si ammirò per un po' davanti allo specchio, accarezzandosi le morbide pieghe di quell' abito verde pieno di ricami, che a prima vista le era sembrato assolutamente troppo  per una come lei, abituata ad indossare vestiti comodi e poco appariscenti.
Ma si era dovuta ricredere, e adesso ammirava il suo riflesso sorridente,  sinceramente stupita del lavoro magnifico che avevano fatto le donne incaricate a vestirla e pettinarla per il giorno della sua incoronazione.
La sua incoronazione.
Ogni volta che pensava che sarebbe stata regina, rimaneva col dubbio che tutto ciò fosse solo uno scherzo ben organizzato, e che poco prima di ricevere lo scettro tutto il regno di Arendelle si mettesse a gridare in coro "Sorpresa! E' solo uno scherzetto, la vera regina è Elsa!".
Anche se era solo un'assurdità dettata dalla noia di anni e anni di solitudine, in fondo lei sperava che accadesse: non era fatta per essere una regina.
Ma che volesse o no, lei era la primogenita della famiglia reale, e in quanto tale era destinata ad ereditare il trono.
E a Elsa? A lei non ci pensi?
Oh, certo che ci aveva pensato, e anche molto. La sorellina si era chiusa nella sua camera dall'età di cinque anni, dopo un incidente. Anna si ricordava perfettamente di quel giorno, sapeva del potere del ghiaccio di Elsa, sapeva tutto, tutto quello che per tanto tempo avevano cercato invano di nasconderle.
Si passò una mano sull'unica ciocca di capelli bianca che aveva, che risaltava tanto sulla sua chioma ramata. Il sorriso che aveva avuto fino a quel momento svanì, e i suoi occhi si persero in ricordi troppo dolorosi da sopportare persino per lei...

*-Anna...sveglia, sveglia, sveglia, svegliaaa!- Elsa era a cavalcioni sopra di lei, e la scuoteva cercando di svegliarla.
-Elsa, torna a dormire!- aveva risposto la rossa ancora con gli occhi chiusi e mezza addormentata.
-Non posso!- la più piccola si era sdraiata su di lei -Il cielo è sveglio, quindi io sono sveglia, dobbiamo giocare!-
-Và a giocare da sola- l'aveva buttata giù dal letto, e la piccola era finita  sul pavimento, ma ancora non si era arrresa....
-Vuoi fare un pupazzo di neve?-
Le parole magiche erano state pronunciate, ed Anna aprì gli occhi verdi, spostandoli in quelli della sorellina. Si erano lanciate giù per le scale, Elsa ridendo e tirando la maggiore, e quest'ultima dicendole di fare silenzio, ma sotto sotto aveva una grande voglia di divertirsi.
-Dai, Elsa, fammi vedere la magia- la rossa si era inginocchiata al centro della sala, in modo da poter guardare l'altra negli occhi. La minore non se lo fece ripetere, fece volteggiare le mani fra loro e creò una palla di neve che lanciò in alto. Esplose in una nevicata magica e splendente.
-E' bellissimo!- aveva riso la più grande, mentre si cimentavano a costrire un pupazzo di neve. Olaf, quello era il suo nome.
Completata l'opera, iniziarono a pattinare veloci nella grande sala, il cui pavimento era ormai coperto da una spessa lastra di ghiaccio. La piccola Elsa sembrava molto più sciolta della sorella, forse perchè potendo manipolare il ghiaccio, non ne aveva alcun timore.
Ancora per poco, però.
Anna slittava veloce, divertendosi come non mai.
-Elsa! Fallo ora!- le aveva gridato.
La platinata aveva capito subito, quel "fallo ora" significava l'inizio del loro gioco preferito. Creò a pochi metri di distanza dall'altra una rampa di ghiaccio, dalla quale si sarebbe dovuta lanciare per poi cadere in un cumulo di neve creato un attimo prima.
Nulla di pericoloso o difficile, lo avevano fatto altre mille volte e con nessun danno.
Anna si lanciò tra le risate, e quando fu a mezz'aria Elsa capì che era arrivato il momento di creare  quel cumulo sotto di lei, come un freddo cuscino. Portò le braccia davanti a sè pronta a usare il suo potere, ma qualcosa andò storto.
Scivolò all'indietro cadendo seduta, ma il dolore dell'urto non le impedì di pensare a sua sorella, che stava per atterrare sul ghiaccio, anzichè sulla neve.
Lanciò un getto congelato in direzione di Anna sperando di attuire in qualche modo la caduta, ma quel getto colpì la rossa in testa, facendole perdere i sensi. Il suo corpo inanimato ora era riverso al suolo, mentre lacrime di puro spavento si formavano negli occhi della più piccola.
-Anna!- si lanciò su di lei e la sollevò leggermente nonostante l'altra fosse più grande di lei.
Cominciò a chiamare disperata i genitori, che accorsero immediatamente e portarono Anna dai troll, dove granpapà rimosse il ghiaccio dalla sua testa, avvertendoli però che se fosse stato al cuore, non sarebbe stato altrettanto facile.
Da allora Elsa era stata sempre chiusa nella sua stanza, non sarebbero più uscite a fare un pupazzo di neve, non avrebbero più giocato insieme. Da quel  giorno Anna non sarebbe più stata svegliata dalla sorellina, con le sue parole magiche.
Da quel giorno tutti cercarono di occultare i poteri di Elsa a tutto il mondo, compresa la maggiore, ma lei non aveva mai dimenticato*

Anna si asciugò velocemente una lacrima che le pizzicò l'occhio, cacciando i ricordi in un angolo del suo cuore e sforzandosi di fare un sorriso.
Oggi rivedrò mia sorella  -pensò- E ricostruiremo il nostro rapporto. Le dirò che so tutto, e che non deve preoccuparsi di farmi del male
La ragazza fu sollevata da quest' idea e diede un'ultima occhiata al suo vestito, prima di buttarsi fuori dalla porta visibilemente emozionata.
Comiciò a ripercorrere tutti i corridoi in cui tanti anni prima aveva vissuto i momenti più belli della sua infanzia, insieme ad Elsa.

La luce che irrompe fin quassù, pensavo non accadesse più
non starò più chiusa qua!
E'  da tempo immemore che qui non si vede un ospite
ma oggi quel cancello si aprirà!
Quanta gente incontreremo in quel grande viavai
sono emozionata più che mai!
Oggi, per la prima volta
Io e lei ci rivedremo
E di sicuro questa sera
migliori amiche torneremo!
Non posso aspettare ancora,  non vedo l'ora
Oggi per la prima volta...la vita sembra mia!


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Note dell'autrice:
Ciao a tutti, e grazie per essere arrivati fin qui! Questa idea mi è venuta mentre mi stavo facendo la doccia (eh sì, solo a me possono succedere cose del genere) e da lì mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Anna fosse stata la sorella maggiore ed erede al trono, e invece Elsa la minore?
Poi, si sa, le storie migliori nascono dal "what if...?" e spero che come inizio vi sia piaciuto.
Alcuni momenti li ho ripresi dal film, ed altri invece sono completamente nati dalla mia fantasia. Per la canzone "Oggi, per la prima volta"  ho tratto alcune frasi dall' originale e altre l' ho inventate io, naturalmente per accorciare ho tagliato tutta la parte centrale, ma spero che nonostante tutto sia venuta...bhè, decente almeno.
Voi cosa ne pensate?
Lasciatemo una recensione anche critica, mi servono per migliorare e correggere eventuali errori, però insomma fatevi sentire. Altrimenti rimarrò con la convinzione di essere l'unica pazza sul fandom che inizia una long con altre 3-4 storie ancora in corso.
Vi mando un bacio e vi dò appuntamento al prossimo capitolo, ciao ciao
                                                                                                            LateNight_01


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Capitolo 2
*** Riflessioni ***


pm Elsa aveva appena diciotto anni, aveva tutta una vita davanti, fatta probabilmente di giornate chiusa dietro ad una porta a nascondere il suo potere. Lo considerava più una maledizione piuttosto che un dono, quale dono ti può costringere a stare lontana da tua sorella, senza nemmeno darle spiegazioni?
I sensi di colpa la tormentavano dalla morte dei genitori, che avevano raccomandato ad Anna di proteggere lei, la più piccola. Ma come poteva la maggiore proteggerla, se nemmeno si parlavano o vedevano più?
Tutto questo scaturiva da un unico sentimento: la paura. La paura che un giorno per pura casualità i suoi poteri fossero stati scoperti, la paura di quello che sarebbe successo dopo.
Ma soprattutto la paura di non resistere più e correre ad abbracciare la sorella, mettendole in pericolo la vita.
Elsa aveva aspettato da tanto tempo quel giorno, avrebbe potuto vedere anche da lontano la rossa, o chissà, addirittura scambiarci due parole; ma contemporaneamente avrebbe voluto che non fosse arrivato mai.
Aveva un abito molto restrittivo -come aveva chiesto lei- ma elegante. I lunghi e luminosi capelli platinati erano raccolti un un'acconciatura troppo elaborata persino per una principessa.
E mentre si guardava allo specchio, sperava solo che quella giornata passasse in fretta.



-Vostra maestà? State bene?-
-Oh, sì, certo, alla perfezione....va tutto alla grande!- Anna stava cercando in tutti i modi di contenere almeno in parte l'euforia, ma le sembrava un'impresa impossibile. Gerda le strinse l'ultimo nastro, prima che lei si buttasse fuori dalla sua camera, di corsa per il corridoio.
-Ricordatevi che mancano solo alcuni minuti alla....- la voce di Kai si perse nella confusione del via vai di servitori, guardie, cuoche. La futura regina di Arendelle non si voltò neppure, anzi corse più veloce.
Fino a quando superò una porta....
Non lo devo fare! Non ci devo nemmeno provare!
Ignorando completamente i suoi pensieri, Anna si fermò di colpo e fece alcuni passi indietro. La porta di legno era puntigliosamente decorata, e lei si ritrovò ad accarezzare con la punta delle dita quelle rifiniture. Il suo volto prese un'espressione di profonda indecisione, quasi disappunto per quello che stava per fare.
Sollevò la mano chiusa a pugno per bussare, come aveva fatto per anni, senza ottenere alcuna risposta.
Metti giù quella mano! Non bus-sa-re!
Fece ricadere il braccio lungo il corpo, scoraggiata. Poi notò il calo improvviso della temperatura, e lei sapeva a cosa e a chi era dovuto. Senza lasciarsi il tempo di pensare altro, diede due o tre colpi alla porta.
Si pentì quasi immediatamente di quello che aveva fatto, e strinse le labbra. Adesso poteva solo sperare di ricevere una risposta, che di sicuro non sarebbe arrivata.
Rimase immobile col fiato sospeso, sperando di sentire la voce della sorella. Passarono momenti che ad Anna sembrarono secoli, durante i quali  perse ogni speranza e castelli in aria che si era costruita si distrussero, lasciandole l'amaro in bocca.
Riprese a camminare sconsolata lungo il corridoio, stavolta molto lentamente. Fece due o tre passi, quando...
-Chi è?- una voce fredda riempì il silenzio che si era creato e fece quasi sobbalzare la rossa, che si voltò di scatto e corse nuovamente alla porta, appoggiandocisi con le mani.
-E...Elsa! Sono io...Anna!- la voce le uscì a fatica dalle labbra, e si schiarì la gola subito dopo. Il cuore le martellava ritmicamente nel petto, e non riusciva a formulare nemmeno un pensiero logico, ma mille dubbi le attenagliavano la mente.
-Elsa?- la chiamò nuovamente. Silenzio.
Sospirò e scivolò lungo il legno della porta.

Elsa?
E' arrivato il grande giorno!
Dai, esci da là!
Tutto quello che cerchi lo trovarai qua!
Noi siamo così unite, e tu lo sai!
Non lasciarmi mai!
Io ti voglio bene...staremo sempre insieme!





Elsa ascoltò quella canzone dall'altra parte del muro che le divideva, e tornò per un attimo indietro nel tempo, quando erano bambine e la maggiore le cantava sempre una canzone per farla addormentare.
Una lacrima silenziosa le scese lungo la guancia, ma intanto lei sorrideva. Allora...Anna non si era dimenticata di lei. 
Non rispose neanche a quel richiamo, ma lo fece solo per proteggerla, e ascoltò con il cuore spezzato i passi della sorella che si allontanava.
Anna- pensò- Te lo prometto, farò tutto il possibile per starti vicino...anche io ti voglio bene...




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Note dell'autrice:
I'm back, dopo una terribile prima settimana di scuola (come se la scuola possa essere qualcosa se non terribile) e mi sento veramente in colpa per quello che sto per dire, ma vi assicuro che ci ho pensato a lungo e non ho alternative.
Da adesso in poi aggiornerò solo il venerdì, sabato e domenica, e non i giorni feriali. Questo riguarda sia questa storia che tutte le altre long.
Mi dispiace davvero, ma mettiamola così: io faccio schifo a scuola e se non mi impegno quest'anno mi bocciano. E ho pure il problema della dislessia, quindi sto messa peggio che mai. Quindi, la settimana mio è stata letteralmente invasa da compiti, esami e roba da studiare (uff...).
Per fortuna ho tre giorni liberi alla settimana, quindi...a presto! Il prossimo aggiornamento lo farò domani all'altra mia serie sempre su questo fandom, oppure anche stasera. Vi mando un bacio, e ringrazio chi ha inserito la storia fra le preferite/seguite/ricordate, chi ha recensito (vi adoro!!!) e chi legge in silenzio ;)
Detto ciò, vi saluto <3
                                                                           LateNight_01

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Capitolo 3
*** Primi incontri ***


gg
"La prima volta che ti ho visto ho pensato che c'era qualcosa di te di cui avevo bisogno.
Ma poi ho capito che non era qualcosa di te.
Era di te, che avevo bisogno"
-Tumblr


Anna aveva aspettato tanto quel momento, e adesso si sentiva terribilmente nervosa. Non per il fatto di essere sotto lo sguardo attento di un intero regno, ma per quando finalmente avrebbe visto fare il suo ingresso la figura di sua sorella. Non la vedeva da tredici anni ormai, e com'è normale, si chiedeva tante cose su di lei: non aveva dubbi sulla sua bellezza (aveva sentito molti domestici farne riferimento), come non ne aveva sul suo essere chiusa.
Ma per il resto niente, zero assoluto.
Non conosci tua sorella- commentò la voce nella sua testa, quasi come un rimprovero. Ed era vero: lei non la conosceva, erano estranee. A volte le sorgeva il dubbio se Elsa sapesse della sua esistenza, se si ricordasse di tutto quello che avevano vissuto insieme, da bambine.
E se in un angolo del suo cuore conservava ancora questi ricordi, perchè si era allontanata? Un incidente può capitare a tutti, soprattutto se sei una ragazzina di cinque anni che ha poteri sul controllo del  ghiaccio.
Decise che quell'argomento l'avrebbe toccato nel modo giusto e al momento opportuno: non avrebbe avuto senso spaventare la minore ulteriormente.
E adesso se ne stava lì, sforzandosi di sembrare una ragazza perfetta, davanti a migliaia di persone. Ogni tanto sollevava la mano per ricambiare il saluto di alcuni sudditi, oppure accennava un sorriso. Ma la realtà era che non si era mai sentita più tesa in tutti i ventuno anni della sua vita.
Tutti si alzarono in piedi, la cerimonia stava per iniziare. Ma dov'era Elsa? Anna girò lo sguardo verso la porta secondaria dove sarebbe dovuta entrare, sperando di poterla vedere.
E infatti, lì la vide.
Quella diciottenne che entrò in sala con compostezza e regalità era proprio sua sorella. Aveva dei capelli platinati legati in un' acconciatura complessa ed elegante, il corpo esile chiuso in un abito verde e nero, con dei dettagli rosa sul corpetto. Un lungo mantello porpora ricadeva sulle sue spalle creando addosso alla sua figura un bellissimo gioco di luce e ombra. Portava i guanti, come probabilmente era solita fare.
Ma quello che colpì Anna furono i suoi occhi di ghiaccio, che brillavano come due diamanti e le illuminavano la pelle chiara. Quegli occhi erano quelli di una bambina impaurita dal suo dono speciale.
Quegli occhi la colpirono in pieno petto per poi attraversarle il cuore, e la sensazione che provò subito dopo fu qualcosa di indefinibile. Era una voglia irrefrenabile di correre ad abbracciarla e dirle di non avere paura, ma il timore che le incuteva quello sgurdo le impedì di farlo.
Così rimase immobile sul suo posto, le mani intrecciate lungo la gonna del suo abito, a seguire istintivamente ogni mossa della minore. Ci fu un breve istante i cui le sembrò che la platinata la guardasse a sua volta, un istante che le bastò per ricominciare a provare veramente qualcosa per quella ragazza che avanzava titubante verso di lei.
In tutto quel tempo le era mancata davvero tanto, ma non capiva esattamente cosa le diceva il cuore. Era un continuo tira-e-molla, emozioni altalenanti: giorni in cui pensava di poter davvero recuperare il loro rapporto, giorni in cui decideva che sarebbe stato meglio per entrambe percorrere ognuna il proprio cammino, senza intralciarsi a vicenda. Giorni in cui si convinceva che la odiasse, che il vero motivo della sua segregazione nella camera fosse proprio quello.
Ma poi capì. Lei, quella ragazza dall'aria così gelida, non aveva mai smesso di volerle bene.




 Circa mezz'ora prima...
Elsa uscì di soppiatto dalla sua stanza, dopo essersi assicurata che la rossa non fosse lì fuori ad aspettarla. Trovarsi faccia a faccia con Anna prima dell'incoronazione non sarebbe stata un'ottima cosa, soprattutto perchè sarebbe stato troppo forte il desiderio di riavvicinarsi a lei, e sapeva bene che non poteva. Le era stato ripetuto centinaia di volte per tutta la sua infanzia e adolescenda
celare, domare, non mostrare
 come le dicevano i genitori, prima di scomparire per sempre in quel maledetto naufragio.
Non voleva perdere anche la sorella, non poteva.
Doveva proteggerla dal mostro che era diventata.
Corse veloce e silenziosa per i corridoi, sentendo il bisogno urgente di prendere un po' di aria. Se fosse rimasta un altro minuto chiusa in quel posto orribile che era diventata la sua camera nel corso degli anni, probabilmente avrebbe avuto un crollo nervoso e avrebbe lasciato andare i sentimenti e le lacrime, mentre invece il suo scopo era uno solo
celare, domare, non mostrare
tenere il suo segreto fino alla morte, anche se questo fosse stato l'equivalente del distruggere la sua stessa vita. Perchè era questo che faceva, la sua vita cadeva in frantumi e lei era lì a guardare, incapace di reagire.
Si scagliò sulla strada brulicate di gente. L' aria calda dell'estate sul suo viso pallido le diede una strana sensazione di sollievo, mentre continuava quella sua corsa verso una meta sconosciuta persino a lei stessa.
Passò veloce vicino alle case, in mezzo a carretti pieni di fiori che portavano tutto il colore dell'estate. Si reggeva la gonna in modo da non inciampare, ma non aveva alcuna intenzione di rallentare. Perchè avrebbe dovuto? Per una volta si era liberata almeno in parte di quel peso che portava costantemente sul cuore, per un attimo si era dimenticata di quei limiti che le erano stati imposti fin dalla nascita, fondamentali per il suo ruolo di secondogenita della famiglia reale di Arendelle.
Non si sentiva libera, ma quasi.
Senza rendersene conto, sopraffatta com'era dai sentimenti, Andò a sbattere contro qualcosa. Solo quando alzò lo sguardo confusa, si rese conto che era un qualcuno.
Non sapeva bene cosa dire, non le era mai capitata una cosa del genere. Rimproverandosi interiormente per essersi lasciata andare in quel modo, riprese la sua compostezza, pronta a scusarsi con lo sconosciuto.
Era alto, capelli rossi ed occhi verdi. Sulla divisa portava uno stemma reale che la principessa non fu in grado di riconoscere.
Non ebbe il tempo di aprir bocca, che fu subito interrotta da quell'uomo.
-Vi siete fatta male?- chiese, posandole con dolcezza una mano sulla spalla e guardandola dritta negli occhi. Quel contatto la fece rabbrividire, erano anni che non succedeva che la toccassero con tanto interesse e affetto.
Si scostò quasi senza volerlo, mentre ritrovava il coraggio di parlare.
-Io...sì...cioè, no...perdonatemi- balbettò lei, passandosi una mano fra i capelli. Quando incontrò per la seconda volta quegli occhi così brillati e pieni di vita, sentì qualcosa di incredibilmente caldo che le partiva da dentro. Come un brivido, che aveva qualcosa di piacevole ma allo stesso tempo amaro.
Che...che fosse quello l'amore?
-Forse avete bisogno di un dottore, non avete una bella cera- continuò lui, posandole nuovamente la mano sulla spalla. Questa volta lei non si scansò.
-No, davvero. Sto bene- affermò lei, deglutendo a fatica e stringendo le braccia sul petto.
-Come volete. Sono il principe Hans, delle Isole del Sud- si presentò lui, con un sorriso raggiante che contagiò anche la platinata.
-Principessa Elsa, di Arendelle- fece lei a sua volta, abbozzando un sorriso. Il primo vero sorriso che avesse fatto in tredici anni.
Lui la guardò quasi stupito, per poi esibirsi in un inchino. Questo gesto fece arrossire violentemente la ragazza, che si chiese perchè gliel'avesse detto. Odiava essere catalogata come una figura nobile, era una diciottene come tante altre, non una bambolina di porcellana con la puzza sotto il naso. 
Si guardarono per alcuni secondi negli occhi, leggendoseli a vicenda. Era davvero una strana situazione, quella lì. Era come se si conoscessero da una vita, invece che da pochi minuti come in effetti era.
Il suono delle campane riportò Elsa alla realtà.
-Le campane...l'incoronazione!- esclamò lei, per poi voltarsi e fare di corsa qualche passo. Si fermò di scatto, si girò di nuovo e salutò Hans con un sorriso e il movimento della mano. Lui fece altrettanto, per poi seguirla con lo sguardo fino a quando la ragazza con i capelli platinati non scomparve dalla sua vista.
Senza dubbio era stato per entrambi qualcosa che non avrebbero mai dimenticato....



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Note dell'autrice:
Ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto questo terzo capitolo un po' più lungo del solito, e il fatto che la storia stia prendendo una piega piuttosto Helsa (ahah non ne posso fare a meno, li amo troppo insieme).
Nel prossimo capitolo ci sarà il momento che tutti aspettavamo, il vero e proprio incontro fra Anna ed Elsa. Cosa succederà, secondo voi?
Da domani inizio laboratorio teatrale (evvai, un'altra cosa che mi risucchierà il pomeriggio di due giorni a settimana dopo i compiti) ma vi prometto che aggiornerò con frequenza.
Come sempre, vi invito a lasciare una recensione, sia positiva che critica, servono anche quelle.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la long fra le preferite/ricordate/seguite e detto questo vi dò appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio
                    LateNight_01

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Capitolo 4
*** Fredda ma spettacolare ***


pm
 "Sii come la neve: 
fredda ma spettacolare"
-Tumblr





 Elsa tenne lo sguardo fisso davanti a sè per tutta la durata della cerimonia dell'incoronazione, nascondendo perfettamente ogni sentimento che poteva provare in quei momenti: dal nervosismo, alla voglia che aveva di riallacciare i rapporti con la sorella, o almeno scambiarci due parole. Allora era costretta a fare appello a tutte le sue forze per non smettere di essere la ragazza perfetta che tutti si aspettavano di vedere, e cominciare ad essere sè stessa.
Ma i momenti più difficili furono quando Anna spostava gli occhi su di lei, di sfuggita, e in quegli occhi verdi si leggeva chiaro un: "Perchè ti sei allontanata da me?".
Spesso questa domanda se la faceva lei stessa: a volte pensava che dopo quell'incidente sarebbe bastato stare più attenta a dominare i suoi poteri, invece di erigere quel muro -interiore ed esteriore- che l'avrebbe separata dal resto della gente e in particolar modo dalla maggiore. Ma questi pensieri venivano subito soffocati da voci che continuavano a riecheggiarle nella testa, come per rimproverarla di avere questa specie di maledizione che le aveva cambiato radicalmente la vita.
E questo si era ripetuto più e più volte nel corso di tutti quei lunghi anni, tante volte che persino lei stessa era arrivata a convincersi di essere un mostro, e che qualunque cosa facesse fosse irrimediabilmente sbagliata. Tutto ciò aveva cointribuito a formare intorno ad Elsa una corazza che le impediva di esternare qualsiasi tipo di sentimento o emozione, e che di rimando le serviva come scudo per "difendersi" dal mondo esterno.
Una corazza che giorno dopo giorno difentava sempre più spessa e difficile da rompere.
Ma la platinata non poteva certo sapere che la rossa fosse a conoscenza della vera ragione della loro improvvisa separazione, nè che presto ne avrebbe avuto conferma. E se avesse saputo ciò che sarebbe successo di lì a poco, probabilmente non si sarebbe nemmeno fatta vedere in quella sala.
Ogni tanto buttava lo sguardo gelido sulla folla, in cerca di quel giovane dai capelli rossi che aveva incontrato poco prima -si chiamava Hans, se non sbagliava- e che le aveva scatenato nel petto quella strana ed irripetibile sensazione di calore. Ma ogni volta rimaneva delusa non trovandolo in mezzo a re, conti, duci, sudditi: allora provava una specie di tristezza, mascherata da uno strano senso di sollievo, che poteva essere tradotto in un "Meglio così, si eviteranno altre situazioni imbarazzanti del genere".
Anche se quello che provava andava completamente contro a quello che voleva pensare. In fondo al cuore, lei sperava che quel ragazzo tanto dolce e gentile spuntasse fuori dal nulla per completare la sua vita....E per farla ricominciare a vivere.




Quando la cerimonia finì e si passò alla tanta attesa festa, Anna tirò un sospiro di sollievo: stare immobile per più di cinque minuti senza fare danni non era il suo forte, come non lo era avere gli occhi di tutti puntati addosso.
Purtroppo presto si presentò un problema ancora più grande: tra congratulazioni, inchini e sorrisi doveva anche pensare alla minore, e al tema un po'...delicato che dovevano trattare. Pensò a lungo a come fare, passeggiando su e giù per la sala piena di gente, prendendo in considerazione infinite opzioni e scartandole una per una.
"Ehy, Elsa, sai quella faccenda che congeli tutto quello che tocchi? Ecco..."
"Sorellina! Come va? Tipregononmicongelare!"
"Volevo parlarti del tuo piccolissimo problema che hai riguardo al tuo potere sul controllo del ghiaccio...."
Ogni metodo di approccio che le veniva in mente sembrava assurdo e ridicolo, considerando poi che c'era sempre la possibilità che la ragazza la prendesse male, e le conseguenze sarebbero state inimmaginabili.
Alla fine, la rossa si trovò senza altra scelta: doveva parlargliene direttamente, senza starci troppo a pensare, e le parole giuste sarebbero venute da sole. O almeno così sperava....
Girò lo sguardo in tutta la sala, fino a quando fissò gli occhi su una figura che se ne stava immobile accanto al trono, ricambiando timidamente qualche saluto. La rossa si ritrovò a pensare di nuovo a quanto fosse bella la sua sorellina, e quella sua bellezza veniva messa in risalto da quel modo di fare chiuso e gelido.
Era come la neve: fredda ma spettacolare.
Si avvicinò a lei un po' titubante, cercando di far apparire il suo sorriso più naturale possibile, ma la tensione era tanta e difficile da nascondere. Si mise in piedi vicino a lei, una mano dell'altra, muovendo gli occhi da Elsa al pavimento, dal pavimento ad Elsa.
-Salve- fece la più piccola, abbozzando un sorriso in sua direzione.
Anna si sentì il corpo scosso da un brivido e per un attimo rimase sconcertata e senza sapere cosa fare. Elsa le aveva rivolto la parola...per prima?
-Salve a me? Oh..ehm...Salve!- balbettò, sorridendo a sua volta -Siete spaventosamente bella- continuò, prima di rendersi conto di quello che aveva appena detto
-Cioè, non nel senso da spavento...solo bellissima- si giustificò, sperando che l'altra non se la fosse presa. Fu profondamente sollevata quando ricevette come risposta una risata cristallina.
-Grazie- disse la platinata -Anche voi-.
Ci fu un momento di silenzio nel quale entrambe le ragazze si chiesero come mai si stessero dando del voi, in fondo erano sempre due sorelle anche se pressochè sconosciute.
Elsa sospirò.
-Quindi è così un ricevimento- fece, probabilmente cercando di rompere il ghiaccio.
-Lo immaginavo più caldo- continuò la rossa, pentendosi subito dopo di quella frase che le era sfuggita involontariamente dalla bocca. Per fortuna la bionda non la sentì, anzi continuò a parlare.
-Cos'è questo profumino invitante?- chiese, annusando l'aria.
-Cioccolata!- fecero in coro le due, incontrandosi veramente per la prima volta. Anche la risata che seguì fu da parte di entrambe, e in quel momento si sentirono davvero felici, come se tutti quegli anni di distanza fossero stati colmati in pochi secondi.
-Elsa, io...- iniziò Anna, improvvisamente più seria. Fu interrotta da una guardia seguita da un ragazzo dai capelli rossi:
-Vostra maestà! Il principe Hans, delle Isole del Sud!- annunciò, prima di farsi da parte.
Hans fece un inchino alle due, mentre il cuore di Elsa ricominciò a galoppare.
-Volete ballare?- chiese gentilmente, rivolto ad Anna. La regina ci mise alcuni secondi per rimettere in ordine le idee:  perchè quel ragazzo doveva arrivare proprio mentre stava per fare il discorso più importante della sua vita?!
-No, non so ballare- ammise, per poi spostare gli occhi sulla minore, con un sorrisetto furbo e giocoso -Ma mia sorella sì!-.
-C...cosa?- balbettò l'altra, scombussolata -Io non credo di...-
Non fece in tempo a finire la frase che il principe le porse la mano con un inchino, e i suoi occhi verdi e profondi la convinsero.
 Si arrese e sbuffando scherzosamente mise la manina guantata in quella di lui, e così venne trascinata in pista, mentre partiva un valzer che sembrava fatto apposta per loro...




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Note dell' Autrice:
Sono tornata! Finalmente, diranno alcuni di voi, altri invece si spareranno XD
Ok, tralasciando questa parte, come vi è sembrato il capitolo? E' venuto un po' più lungo del solito, ma spero che almeno sia decente. E anche se non lo è, non venite a cercarmi sotto casa, plis :)
I know, avevo promesso che in questo capitolo ci sarebbe stato anche il famosissimo scontro fra le sorelle, ma è venuto moooolto più lungo di quello che avevo previsto e non mi sembrava il caso di spendere l'altra metà della giornata a scrivere la seconda parte. E vabbè, vuol dire che sarà per la prossima volta, così almeno si crea anche un po' di suspance ;)
Come sempre vi invito a lasciare una recensione, sia positiva che critica, vi mando un bacio e vi do appuntamento alla prossima.
Ciao ciao
                    LateNight_01

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