These Are The Chronicles Of Life And Death And Everything Between

di Green 182
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Little Things ***
Capitolo 2: *** I Heard You ***
Capitolo 3: *** Waldorf Worldwide ***
Capitolo 4: *** Wondering ***
Capitolo 5: *** Say Anything ***
Capitolo 6: *** Last Night ***
Capitolo 7: *** Alive ***
Capitolo 8: *** Something Else ***
Capitolo 9: *** Keep Your Hands Off My Girl (Boy) ***
Capitolo 10: *** Festival Song ***
Capitolo 11: *** The Anthem ***
Capitolo 12: *** The Young And The Hopeless ***
Capitolo 13: *** I Just Wanna Live ***



Capitolo 1
*** Little Things ***


Little Things

 

 

"Bene ragazzi, mettetevi a coppie" ci dice il prof di educazione fisica.

Faccio due conti e capisco che siamo in dispari e che ancora una volta toccherà a me star da solo. Il risultato dopo 5 minuti si vede...io sono in disparte, stranamente. Sono considerato nessuno e forse hanno ragione.

"Con chi vai al ballo quest'anno? Io con capelli-biondi-e-occhi-azzurri" sento le oche della classe spettegolare.

Il ballo, già. Non sono mai stato invitato da nessuno, strano anche questo, no? Io sono il matto, quello strano, solo perchè sono diverso da quella massa di idioti tutti uguali. Sono la minoranza e da una parte sono felice di esserlo.

 

Una volta i tipi 'fighi' -che credono di esserlo, più che altro- mi hanno picchiato perchè alla mensa mi hanno dato cibo gratis. Sempre quei 'fighi' che arrivano a scuola con macchine decappottabili, sicuramente comprate dai loro paparini. Mentre io mi arrangio a prendere il pullman. Quei 'fighi' che ci hanno deriso e lo fanno tutt'ora per la squadra di baseball che abbiamo fatto, perchè faceva schifo. E quindi pensavano di essere bravi solo loro. Ho avuto una ragazza, inoltre, ma faceva parte di loro. Una fighetta del cazzo che mi mollò perchè non ero abbastanza 'figo' e perchè non ero pompato o non giocavo a baseball come la sua gente 'figa'.

Sono piccole cose che non capisco. Potrei fregarmene benissimo ma mi stanno deprimendo sempre di più. Influiscono su di me. E non se ne vanno dalla mia mente. Fino adesso mi hanno reso ciò che sono, cioè distrutto, mi hanno distrutto dentro...per quello vorrei se ne andassero. Possono essere anche piccole cose, ma fanno male.

 

Come quando la mamma andò in clinica perchè, a causa dello stress, non ce la faceva più. Come quella volta che, dopo pochi mesi che avevamo la macchina, non riusciva a partire e abbiamo dovuto farcela a piedi. E lo stesso anno, alla Vigilia di Natale del '95, cioè due anni fa, papà andò al negozio e non lo vedemmo mai più. Che coglione. Non ho ancora capito perchè lo fece, e si, sono ancora incazzato con lui.

 

Già, tutte queste piccole cose si stanno prendendo la parte più grande di me.

Non ce la faccio più, mi sto deprimendo.

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Capitolo 2
*** I Heard You ***


I Heard You

 

 

Ho preso una cotta per Wesley (un ragazzo della mia scuola...non credo mi conosca). Ci mancava pure questa!

Lo vedo da lontano, è seduto allo stand delle magliette della sua band (si, ha una band), cercherò di girare alla larga.

Guardo meglio e capisco che lei è una di loro. Si ammira le unghie -non so cosa ci trovi di così affascinante-, si gira i capelli, cerca la sua attenzione ma a lui non sembra importare.

Però lei è davvero figa...bionda, alta...ho capito, non sarò mai all'altezza! Non mi vorrà mai...poi lui non è gay come me. Non avrò mai un'opportunità, non sarò mai all'altezza e non sarò mai...una ragazza.

Li osservo mentre sono appoggiato al muro dell'istituto che frequentiamo. Faccio finta di niente finchè qualcuno non apre la porta anti-incendio che mi arriva in faccia. E si, ero appoggiato vicino alla porta.

"Ahia! Stronzo!" cerco di dire al tipo che è uscito.

Mi fulmina con lo sguardo e se ne va, senza dire una parola.

Nel frattempo sento ridere qualcuno e quindi mi giro. Lui sta ridendo con i suoi amici 'fighi' mentre è ancora seduto allo stand, e ghigna. Lui può, con tutti quei fighetti di merda.

Ho davvero capito, non sarò mai all'altezza.

 

Mi decido, e so che me ne pentirò per sempre. Gli vado incontro, facendo finta di guardare altrove. Sbircio verso di lui e mi accorgo che lei è proprio una figa della madonna. E purtroppo è una di loro, sembra che mi perseguitino. Quindi mi sto sentendo ancora come se non riuscissi mai ad adattarmi, non andassi mai d'accordo con le persone, ma soprattutto come se non andassi mai d'accordo con te e con i tuoi amici di merda!

L'ho capito.

"Posso parlarti?" gli chiedo.

Ha ancora quel ghigno sulla faccia, non lo credevo così.

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Capitolo 3
*** Waldorf Worldwide ***


Waldorf Worldwide

 

 

"Dimmi" trattiene le risate.

"V-volevo chiederti se ti andava di creare una band..." balbetto.

Non volevo dirgli esattamente questo, ma okay.

Si fa serio di colpo e aggrotta la fronte.

"Aspetta un attimo..." mi dice, girandosi verso la bionda "Hey Chanel, vado un attimo con lui..." le dice.

Lei non poteva avere altro nome...

Fa scoppiare il palloncino della Big Babol che ha in bocca e poi gli dice: "Con quello sfigato?!"

Lui non le risponde neanche e si rivolge a me: "Vieni".

 

Ho una band e so che tutto andrà bene. Credo sia l'unica motivazione che ho ora. Mi sento vivo perchè c'è gente che mi accetta per come sono. Non sono mezzi depressi come me, ma...almeno hanno la mia stessa mentalità, sono outsiders.

Siamo in 4, io suono il basso, lui la chitarra e gli altri due batteria e seconda chitarra.

Credo e spero di diventare molto amico con loro. Sono la mia 'gente'.

E per una volta mi sento potente, un Dio.

Vorrei ragazzi fighi, non 'fighi' e un po' di soldi, magari per comprare una casa dove noi della band potremmo vivere e andare d'amore e d'accordo. Perchè alcuni di loro abitano nei paesini qui vicino, ma comunque non in città e scoccia loro doversi sempre muovere per venire alle prove.

Voglio divertirmi, andare alle feste, voglio suonare con la mia band nei locali punk/metal così il pubblico apprezzerebbe la nostra musica e canterebbe con noi. Stare sveglio fino a tardi. Voglio essere qualcuno in questo mondo, non voglio che mi ignorino come han fatto fino adesso. Non dico di volermi candidare come presidente, ma...voglio solo trovare un modo per potermi pagare l'affitto perchè sono stufo di quel vecchio che ci caccia sempre dall'appartamento (da quel buco di merda), visto che non abbiamo abbastanza soldi. E sono stufo del fatto che mio padre non sia mai da queste parti. E sono stanco di dipendere sempre dalle altre persone, devo trovarmi qualche lavoretto...ma non ho un aspetto importante perciò mi dicono di aspettare.

Ma può darsi che suonando si possa diventare famosi...si possa guadagnare qualcosa. E voglio esserne all'altezza. Sai che bello, diventare famosi?! Saremmo milionari e ce ne fregheremmo persino delle nostre vite.

 

Si, okay, continua a sognare.

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Capitolo 4
*** Wondering ***


Wondering

 

 

Se vuoi che aspetti, aspetterò per te. Qualsiasi cosa per te, Wes. E se vuoi che resti, resterò dove sono. E se non vuoi dire niente di niente, va bene.

Non vorrei perderti, e dalla prima volta che ti ho visto, sapevo che non avrei potuto dimenticarti.

"Sai, ognuno ha bisogno di qualcuno di cui possa fidarsi.

E...e tu sei quel qualcuno che ho trovato giusto in tempo"

Silenzio.

Comincio a mangiarmi le unghie.

Sono nervoso comunque.

La mia vita sta cambiando, anche grazie a te...o dovrei dire a causa?

E sta diventando più strana del previsto, per me è un'esperienza nuova.

"Fin dal momento che ti ho trovato, ho pensato che volevo starti vicino, o almeno, volevo che tu mi stessi vicino..." abbasso gli occhi.

Non ottengo risposta.

Sospiro.

"Ho bisogno di te"

Rialzo gli occhi davanti a me.

"Dimmi che anche tu hai bisogno di me"

Guardo la mia patetica immagine allo specchio.

"Ti voglio bene" dico, come un sospiro, arrendendomi.

 

 

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Capitolo 5
*** Say Anything ***


Say Anything

 

 

Sono in chiamata con Wes da 5 minuti e sembra che dall'altra parte non ci sia nessuno. E' imbarazzante.

Non è la prima volta che ci sentiamo per telefono...ero abituato a capire quando sorrideva mentre mi parlava. Invece ora tutto quello che percepisco è il dolore di una litigata...soprattutto dopo quello che gli ho detto.

Tutti i momenti passati, le cose di cui abbiamo parlato, resteranno sempre nella mia mente. E ogni volta che ridiamo insieme, mi rendo conto di quanto mi trovo bene con lui.

"Non dire niente" rompo il ghiaccio "So che ti senti allo stesso modo e...solo dammi un segno, dì qualcosa, cazzo!"

Ora per favore non chiudermi il telefono in faccia, so che vuoi restare. Però devi darmi un segno, devi dire qualcosa.

Qualcuno dice che il tempo passa e i migliori amici possono diventare estranei, ma no, non voglio che succeda a noi e se tu sei d'accordo, potremmo farcela.

 

Passano altri 5 minuti in silenzio, stessa storia, e mi sto chiedendo se arriveremo mai ad una conclusione.

Quando ti sentirò ridere ancora? Come quella volta che abbiamo fatto casino fino alle 3 di notte, a casa tua, e i vicini sono venuti a lamentarsi.

Okay, mi sto deprimendo.

"Quindi...credo di dover andare...ci sentiamo..." dico imbarazzato.

O forse no?

"Sono spaventato" risponde, dopo secoli.

Chiudo la telefonata perchè lo sono anche io.

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Capitolo 6
*** Last Night ***


Last Night

 

 

Sono a questa festa solo perchè ho saputo che anche Wesley ci sarebbe venuto.

Lo vedo seduto sul divano, mentre io sono seduto sulle scale. E' circondato da gente che balla, ma lui è come se fosse indifferente alla cosa. Ha lo sguardo perso nel vuoto, mentre beve un drink.

Mi alzo e gli vado incontro, un po' incerto, e mi siedo accanto a lui.

"Ciao" incomincio.

"Ciao" risponde, tenendo lo sguardo davanti a se.

"Tutto bene?" oso chiedere.

Annuisce, scolandosi la bevanda.

"Tu?" mi chiede.

"Credo"

Finalmente mi guarda con sguardo preoccupato.

"Niente" continuo, rispondendo alla domanda inespressa.

 

Dopo mezz'ora stiamo ridendo come coglioni, visto che siamo abbastanza ubriachi.

"C'è troppo rumore" mi dice, cercando di sovrastare la musica "Andiamocene di sopra"

Probabilmente non saró responsabile delle mie azioni, quando arriveremo di sopra.

Sceglie la camera da letto, a me brillano gli occhi.

Mi prende la mano e mi fa cenno di salire sul letto, come fa lui.

"Come mai?" chiedo, credo di avere la testa ormai fottuta.

Si avvicina a me e appoggia le sue labbra sulle mie, chiudo gli occhi. Poi lo cerco anche io, appoggiandogli una mano sul viso e esplorando la sua bocca con la lingua.

Sono in paradiso, e vorrei fosse per sempre.

 

Apro piano gli occhi. La luce del sole mi dà fastidio.

Mi guardo intorno e c'è un casino della madonna, bicchieri di plastica e bottiglie ovunque.

Oh, ecco il mal di testa. Mi passo una mano sulla fronte facendo una smorfia. Cosa cazzo è successo ieri notte?!

Mi tocco le tasche e...tanta manna se trovo il cellulare perchè, a quanto pare, le chiavi della mia macchina sono sparite e probabilmente anche quella. Ma va bene, perchè credo di aver passato la notte più bella della mia vita.

Guardo il cell, 10 chiamate perse, 5 messaggi e al momento mi viene da pensare: -In che anno sono?! In che anno mi sono risvegliato?!-.

Cerco di alzarmi e vedo svolazzare via un post-it, lo prendo e lo leggo.

C'è scritto -Grazie-. Sorrido, pensando a lui, ma poi il mio sorriso si trasforma in paura-vergogna.

Non ricordo un cazzo!

Cos'è successo la notte scorsa? E' successo?!

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Capitolo 7
*** Alive ***


Alive

 

 

"Tu ti ricordi qualcosa?" chiedo indifferente, mentre strappo fili d'erba.

"Non lo so..." continua a guardare il cielo, da coricato sul prato.

"Mi hai baciato" oso.

"Già" conferma.

Ma sembra ne sia schifato.

"Mi dispiace"

Si tira su, sugli avambracci e mi guarda strano.

"A me no...aspetta, per cosa?"

"Che...mi hai baciato, credo"

"Idiota" sorride "Se voglio fare una cosa, la faccio"

Mi si illuminano gli occhi.

"Quindi...vole-"

"Volevo" mi interrompe, finendo la frase.

"Quindi...tu e io...??" balbetto.

"Vuoi che io sia il tuo ragazzo?" chiede.

"Solo se vuoi anche tu"

Per me ora il mondo intorno a noi non esiste.

Ci siamo solo noi due.

Annuisce, io gli sorrido.

Ignoro la gente intorno a noi, quella che mentalmente ci starà criticando.

"Non mi sono mai sentito cosí vivo" mormoro.

"Javi..." bisbiglia, accarezzandomi la guancia.

E lo so che siamo cosí diversi e ho una reputazione peggio della sua. Ma da una parte siamo anche uguali.

"Voglio stare con te" ripeto, fissandolo negli occhi, vivendo il mio sogno reale.

 

 

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Capitolo 8
*** Something Else ***


Something Else

 

 

Lui è un diamante e io solo una pietra. Ciò vuol dire che lui è fantastico. Io vengo dal nulla e lui è stato persino a Roma! Suo padre è avvocato e il mio non è neanche in giro. Lui ha buone maniere, ma almeno non è uno di 'loro', mentre io sono, certe volte, rude.

Beh, puoi essere una principessa o un lavoratore, ma alla fine tutti hanno bisogno di qualcos'altro, qualcosa di differente, qualcosa che non abbiamo e che magari ci completa.

E io ho trovato lui...gli opposti si attraggono.

 

Mi guardo intorno, è un posto di lusso.

Ci facciamo strada tra i tavoli, guidati dal cameriere.

"Dove mi hai portato?!" sussurro a Wes.

"In un ristorante, mi sembra" risponde.

"Ah, ah, ah" rido in modo ironico.

"Ma non è un posto per me..." ribatto, riguardandomi intorno.

Non mi sento a mio agio, non ne sono all'altezza.

Quindi, suppongo, che questa sia la 'sua gente', di alta società, anche se non lo dà a vedere.

"Ecco il vostro tavolo" mi distrae il cameriere dai miei pensieri.

"Grazie" diciamo entrambi, mentre ci accomodiamo.

"Mi fissano tutti" piagnucolo.

"Fregatene" mi consiglia, alzando le spalle.

Gli sorrido. E' il migliore.

"Non è che ci fissano perchè hanno capito che siamo gay?!" alzo un sopracciglio.

Si mette a ridere di gusto e appoggia la sua mano sulla mia.

"Può darsi, ma non mi importa" risponde in modo dolce.

"Oh, neanche a me, ci puoi scommettere!" dico sicuro.

"Comunque dopo ti porto ad una festa"

Sgrano gli occhi, lui ride.

 

Arriviamo alla 'famosa' festa, in discoteca. Non è il mio genere di posto, ma è evidentemente il suo.

C'è pieno di gente, saranno quasi tutti 'fighi'.

Lui ha trovato vecchi amici e ora ci sta parlando.

"Lui è Javier" mi presenta agli altri e io stringo loro la mano, sorridendo, o almeno, facendo finta.

Mi chiedono di che anno sono, a che scuola andavo...

A quest'ultima domanda, mi giro e guardo Wes, prima di rispondere. Sa dannatamente bene che l'ho a mala pena finita, mentre lui sa molte più cose di me e sa anche che non mi interessano, ma mi vuole così come sono, quindi è okay. Gli devo tanto.

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Capitolo 9
*** Keep Your Hands Off My Girl (Boy) ***


Keep Your Hands Off My Girl (Boy)

 

 

Il modo in cui balla, il modo in cui si muove, il modo in cui mi fissa, mi fa pensare che sia una troia, ma okay, non mi interessa. Basta che non ci provi con me.

Ma ora si sta avvicinando, come non detto.

Ha la borsa di Dior e altre mille cose di marca. Okay, è una di 'loro'.

"Come si chiama il profumo che hai su?" chiedo per curiosità.

"E' Chanel" risponde, cantilenando.

Ecco, bene, ho la conferma.

C'è sempre la stessa vecchia canzone che esce dalle casse.

Wes mi raggiunge e vede che la ragazza ci sta provando con me.

"Metti giù le mani dal mio ragazzo!" la ammonisce.

Lei ride divertita e probabilmente anche un po' ubriaca. Come minimo non ci crede che sono gay.

Se ne va dagli amici di Wesley e balla con loro. Almeno loro ci stanno. E non sono gay, credo.

 

La tipa è tornata da me, che merda, non la sopporto!

"Vattene" la minaccia Wes.

Lei non ne vuole parlare quindi mi dà un bacio sulla guancia.

Io rimango impietrito, ma mi affretto comunque a sfregarmi la guancia con il dorso della mano.

"E' meglio che tu te ne vada" le dico, e lei fa una smorfia.

"L'hai sentito? Lui sta con me" lui la spinge via, ma non con violenza.

"Non voglio farti male" continua.

"Andiamocene" lo prendo per un braccio e lo trascino fuori.

"Non è stata una buona idea venire" commento.

Ci facciamo strada fino all'uscita mentre mi guardo ancora intorno.

La disco ball al soffitto, e ancora la stessa vecchia canzone.

 

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Capitolo 10
*** Festival Song ***


Festival Song

 

 

Non me ne frega più un cazzo di niente, ero abituato a farlo ma sono stufo. Più ti importa, più ci stai male. E non me ne frega neanche di quello che stai dicendo...vorrei tanto che chiudessi quel cesso di bocca.

"Non puoi stare a casa a fare niente quando finirà la scuola! Devi muoverti e cercare un lavoro"

"Suono, mamma, non è che non faccio niente. Spero in questo e basta"

Lei sbuffa.

"Sono serio. Non voglio la tua noiosa vita di merda, non voglio il tuo 'dal 9 alle 5' e neanche che tu mi dica come vivere la mia fottuta vita! Ormai ho 18 anni..."

"Non sprecare il tuo tempo..." mi intima.

"Non. Sono. Perfetto. Scusa. Tanto." ringhio.

"Non sarai mai un milionario. Cosa vuoi farci con quella chitarra?!"

"E' un basso, si chiama basso, cazzo" sbuffo.

"Sbagli Javi, ascoltami"

"La cosa che mi fa incazzare è che tu non credi in me! Sarò io ad avere un futuro e non gli altri, non tu"

Scuote la testa.

"Me ne vado, ci vediamo!!"

Prendo e me ne vado, ma me ne vado davvero. Vado in camera e tiro fuori i miei vestiti dall'armadio e tutte le cose che mi possono essere utili, faccio la valigia e me ne esco di casa.

La mia meta è Wes.

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Capitolo 11
*** The Anthem ***


The Anthem

 

 

"Buongiorno" mi dice, mentre io apro piano gli occhi.

"Hey" farfuglio, ancora mezzo addormentato.

E' un nuovo giorno ma tutto sembra uguale, tralasciando il fatto che io sono nel suo letto. E' una buona vita, dicono. Proverò a crederci. Perchè non è che cambia molto.

"E' ora di alzarsi!" mi stampa un bacio sulle labbra.

 

Arriviamo davanti a scuola e rabbrividisco. Quella non è una scuola, quella è una prigione. E il tempo sprecato qui mi ha fatto solo capire che...

Mi guardo in giro e vedo 'loro'.

...mi ha solo fatto capire che non vorrei mai essere come voi, neanche fare le cose che fate e ne ascolterò mai le cose che direte. Ma soprattutto...non vorrei mai essere voi.

 

Dopo 6 ore infinite di scuola torno a casa, e subito mia mamma mi infastidisce.

"Mancano ancora pochi giorni alla fine, eh?!"

Annuisco.

"E dopo gli esami cosa farai?" mi chiede, ancora entusiasta.

"Boh" alzo le spalle.

"Andrai al college? O all'università? O ti troverai subito un lavoro?" chiede con aria preoccupata.

"Nada"

Di questo ne abbiamo già parlato e crede mi sia già passata.

"Cosa?" spera di aver capito male.

Non riuscirò mai a vivere nel modo in cui vuole lei. Non mi metterò mai in riga, mentre loro sono tutti uguali.

 

Sono uscito a farmi un giro e sfortunatamente mi imbatto in 'loro', ovviamente ci giro lontano ma riesco comunque a vedere un tipo che credevo come me, non come 'loro', o forse ha abboccato a qualche fighetta. E ora gli stanno facendo il lavaggio del cervello mentre io mi chiedo: 'Vuoi davvero essere come loro? Vuoi davvero essere un altro di quelli che sono alla moda? Vuoi davvero far parte di quella massa di idioti?! Ti credevo diverso".

Ma questo è solo un altro inno dei perdenti.

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Capitolo 12
*** The Young And The Hopeless ***


The Young And The Hopeless

 

 

I giorni duri han fatto di me ciò che sono ora e, non lo so, mi hanno salvato in qualche modo, facendomi abituare al dolore. E sto facendo qualcosa al di fuori di questa vita che chiamano 'niente'.

Ho preso quello che volevo, ho preso quello di cui avevo bisogno. Tu, mamma, dici che è sbagliato, ma è giusto per me. E non mi arrenderò, ne ti chiederò scusa una volta che avrò fallito, perchè almeno ci ho provato.

E se dovessi farcela? Domani sarebbe lo stesso? O sto solo correndo sul posto? E se inciampassi e cadessi? Dovrei rialzarmi e andare avanti? Sarebbe comunque uguale a prima?

Perchè sono giovane e senza speranze, sono perso, ma comunque lo so. Non sto concludendo niente, non sto andando da nessuna parte, è quello che dicono. E sono ancora incazzato con mio padre.

Sono solo io contro il mondo, ma non me frega.

 

Nessuno in questa casa capisce la vita che voglio avere. Quando canto con la mia band del mio passato, non sto mentendo.

Le persone che criticano o tutti questi 'fighetti', con soldi assicurati dai loro genitori, cercano di spiegarmi cos'è il punk, ma quando li vedo per strada non hanno niente da dirmi!

Ma non mi interessa più, non ora.

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Capitolo 13
*** I Just Wanna Live ***


I Just Wanna Live

 

 

Queste persone mi stanno facendo impazzire ultimamente. E' così stressante. Non mi lasciano stare, ci sono sempre cose che vogliono sapere riguardo il mio futuro e bla bla. Continuano a pressarmi. Continuano a parlare, ma nessuno capisce.

Voglio solo vivere la mia fottuta vita e come voglio io. Non mi importa delle cose che dicono e non mi importa di me, del mio futuro ne tantomeno del lavoro, perchè voglio solo vivere il presente.

"Smettila di divertirti così tanto, Javi. Devi pensare al futuro, al lavoro...

Devi pensarci" mi dice la prof, prendendomi da parte.

Annuisco, annoiato.

"E' meglio così, prova a pensare che verranno tempi duri..." continua.

"Grazie, ma ho già visto il peggio che la vita può dare" rispondo a tono "E' stato un piacere" e me ne vado.

Già, ormai le so tutte quelle cose.

 

"Tre" sussurra il mio vicino di banco.

Mi giro verso di lui, guardandolo strano, mentre lui continua a tenere lo sguardo davanti a se.

"Due"

Ah, ora capisco che è un conto alla rovescia.

Beh si, è l'ultimo giorno di scuola.

"Uno!" esclama, e contemporaneamente suona la campanella.

Okay, quel ragazzo ha poteri sovrannaturali.

E' quasi impossibile che uno ci possa azzeccare, dai!

Ora è tutto un casino, tutti i miei compagni urlano.

Io mi dirigo, o almeno, cerco di dirigermi fuori, ma quegli idioti mi spingono contro la porta, visto che vogliono uscire.

Tiro qualche bestemmia mentalmente ed esco per ultimo, dolorante.

"Buone vacanze, Javier!" mi giro e mi trovo davanti Chanel con tutta la sua banda , che sventola la sua 'santa' mano salutandomi.

Io faccio una smorfia per lo schifo che mi fa venire.

Vado a cercare Wes per salutarlo, lo trovo con dei suoi amici e gli do un bacio sulla guancia.

"Vado a casa, ci sentiamo, okay?" gli dico, in modo dolce.

Lui annuisce e mi abbraccia.

"Ciao" sussurra tenero, sorridendo.

Mi allontano e vado verso la fermata del bus.

 

 
 
 
 
 

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