Tock-Tock

di arael93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte ***
Capitolo 2: *** Il Biglietto ***
Capitolo 3: *** Reale? ***
Capitolo 4: *** Ciao Tesoro ***
Capitolo 5: *** Se sapesse. ***
Capitolo 6: *** Terrore ***



Capitolo 1
*** La notte ***


Era stato un colpo a svegliarla? Non ne era sicura. Si alzò a sedere sul letto, respirò profondamente e cercò di recuperare gli ultimi istanti passati. C’era stato un rumore nel suo sogno, ma era stato reale?

 

TOCK

 

Un altro colpo. Questa volta era reale, ne era sicura, e veniva dalla finestra. Cosa mai poteva essere stato? Cerco di ascoltare i rumori della notte, cercò di vedere se poteva essere stato il vento.

No, non poteva essere il vento, non ce n’era. Non si sentiva l’usuale fischio tra le case, era stato un singolo colpo secco.

 

TOCK

 

C’era qualcuno là fuori. Chi mai poteva iniziare a lanciare cose contro le sue tapparelle? Un ubriaco del sabato sera? Un suo amico? Qualcuno che voleva farle uno scherzo?

Si alzò per andare a dire a chiunque fosse di smetterla.

Tirò su le tapparelle, ma quello che vide la ammutolì. Vide un ragazzo, capelli lunghi, giacca di pelle, un ragazzo normale. Quello che la spaventò fu quella sensazione di averlo già visto, non una, ma molte volte intorno a lei.

Il ragazzo la salutò con la mano e poi si voltò e se ne andò. E lei non chiuse più occhio.

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Capitolo 2
*** Il Biglietto ***


Era passata una settimana da quel giorno. Una settimana tranquilla, passata tra la casa, lavoro e amici. Non aveva più fatto caso a quel volto, non lo aveva cercato attorno a lei anche se ogni tanto la sensazione di essere osservata le si attaccava alla schiena e le rimaneva addosso.

Quel giorno era una giornata esattamente come tutte le altre. Si alzò, fece una doccia, colazione, portò a spasso il suo cane e poi andò ad aprire la libreria dove lavorava come commessa.

Quel giorno era giorno di nuovi arrivi, e così una volta arrivata si mise a sistemare nuovi libri tra gli scaffali e a togliere libri dalla vetrina per cambiarli.

Nel sollevare uno dei libri da cambiare vide un biglietto cadere dalla copertina del libro.

Lo sollevò.

Quando lo lesse alzò lo sguardo di scatto, si guardo alle spalle. La libreria era deserta, la porta non si era mai aperta. Era sola.

La mano iniziò a tremarle, il biglietto le cadde dalla mano.

Guardò fuori.

Il ragazzo dai capelli lunghi e con la giacca di pelle la stava fissando. La salutò con la mano, e se ne andò.

E lei rimase li a tremare.

 

Sul biglietto c’era scritto “Ti sta molto bene quella gonna, ma preferivo il vestito di ieri sera”.

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Capitolo 3
*** Reale? ***


“Signorina, ho capito che lei è spaventata ma con quello che ci ha dato per ora non possiamo fare niente. Dei bigliettini e la sensazione di essere osservata non sono abbastanza”

“Non è una sensazione, è un dato di fatto! Lo vedo sempre attorno a me, mi sveglia nel cuore della notte e mi lascia biglietti senza che sappia nemmeno come sia entrato nel negozio? Cosa deve succedere prima che voi facciate qualcosa? Deve stuprarmi?”

Il silenzio del poliziotto seduto davanti a lei fu molto più eloquente di tutte le chiacchere che avrebbe potuto rifilarle.

Si alzò e se ne andò dalla stazione di polizia arrabbiata come una iena, e spaventata come la sua preda.

Nelle ultime due settimane lo aveva visto spesso fuori dalla libreria, fissarla mentre lei lavorava, mentre leggeva, mentre era distratta. Ogni tanto alzava la testa e lo trovava fuori dall’altra parte della strada, che la guardava. Un paio di volte aveva tentato di andare da lui, era riuscita a uscire dalla libreria ma come oltrepassava la porta lui si volatilizzava in mezzo alla folla, come un fantasma. Non era mai riuscita ad avvicinarsi.

A volte si chiedeva se fosse reale.

Il dubbio spariva ogni volta che ritrovava un biglietto. Prima nei libri, poi sulla sua scrivania, qualche volta lo trovava addirittura nella sua borsa. Aveva cominciato a portarsi il cane nella libreria, eppure anche lui non dava segni di accorgersi di quell’individuo, anche se era un cane molto protettivo nei confronti della sua padrona.

Ogni volta che trovava un biglietto era una notte insonne per lei.

E un sorriso per lui.

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Capitolo 4
*** Ciao Tesoro ***


Ma guardala. Si riempie di lavoro, si immerge nei libri pur di evitare di vedere se sono qui ad osservarla.

Lo sa che sono qui. Lo vedo dal lieve tremore delle sue mani, dal nervosismo con cui si tiene il cane vicino. Come se quel sacco di pulci e pelo potesse fare qualche differenza.

Ormai anche la curiosità se né andata dai suoi occhi, c’è solo terrore. La vedo tremare ogni volta che mi vede. La vedo fremere per la paura ogni volta che le sembra di vedermi, ogni volta che sente il mio sguardo su di lei. Ormai non dorme più. Passa ore a tremare nel letto prima di addormentarsi, e quando ci riesce io sono li, nei suo incubi. Le occhiaie stanno prendendo forma sotto ai suoi occhi.

La luce che c’era è sparita, il suo sorriso pure. Com’è carina, cosi spaventata.

Molto carina.

A volte sono tentato dal piombarle li nel negozio, dal far si che riesca per lo meno a parlarmi.

Ma quel suo sguardo spaventato quando pensa che io non esista è molto più appagante, cosi come lo è vedere con che ansia legge i biglietti che le lascio, come la sua mano tremi e ogni fibra del suo corpo vorrebbe bruciarli, ma deve leggerli. È più forte di lei, le serve sapere che sono reale.

Chissà perchè poi.

Ha anche tentato di chiedere aiuto.

Poverina.

Non le hanno creduto, o non potevano fare niente. Se anche fosse, le cose non sarebbero cambiate.

I bigliettini sarebbero arrivati comunque.

Io sarei sempre stato li.

Io sono sempre li.

E lei lo sa.

Oh guarda, ha alzato lo sguardo.

Ciao tesoro.

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Capitolo 5
*** Se sapesse. ***


Stasera doveva essere davvero stanca. Si è addormentata cosi in fretta.

Non ha passato ore a rigirarsi nel letto. Che cosa triste per me. Si sente tranquilla, troppo tranquilla con il suo cagnolone sul letto.

Come se lui mi potesse fare qualcosa, povera illusa. La sua guancia ha una pelle cosi morbida, mi piace accarezzarla. Deve avermi sentito, sta facendo una smorfia di dolore, addirittura. Non so se concederle una notte di sonno o se insinuarmi nei suoi sogni. In fondo credo di mancarle, non mi vede da due giorni, forse è il caso che le ricordi che sono qui.

Guarda come ansima, respiro affannoso, sguardo terrorizzato, ormai mi ci vuole sempre meno per ottenerlo. Sta arrivando al punto di rottura sempre più in fretta.

Si tocca il viso, le sembra di sentirmi. Se solo sapesse.

La vedo alzarsi, andare in bagno a darsi una sciacquata. Quasi quasi le faccio uno scherzetto.

Si sta lavando le mani, ora alza lo sguardo.

Urla.

Mi ha visto nello specchio.

Ora non mi vedi più tesoro mio.

Ti dispiace?

Di la verità, ti è piaciuto?

Questa notte non dormirai più, e nemmeno la prossima.

Non dormirai mai più.


 

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Capitolo 6
*** Terrore ***


 

Aveva avuto un altro attacco di panico. Ormai non dormiva più di mezz’ora di seguito senza avere incubi. I suo nervi erano completamente a pezzi.

Era in libreria, seduta in un angolo in mezzo agli scaffali, durante una giornata assolutamente morta.

Non si alzò nemmeno quando sentì la porta aprirsi, non ne aveva la forza. Iniziava a sentirsi debole in quei giorni, le girava spesso la testa, e anche in quel momento non trovava la forza di tirarsi su.

Alzò lo sguardo solo quando sentì lo spostamento d’aria al suo fianco.

Vide che il ragazzo che la stava tormentando da giorni sedersi accanto a lei.

Si girò a guardarlo. La cosa spiacevole è che una parte di lei lo trovava attraente, la parte restante ebbe un conato di vomito.

Il ragazzo le porse un secchio che sembrava comparso dal nulla. Lei lo prese con sospetto,ma poi ci vomitò l’anima dentro.

Rimasero in silenzio, mezz’ora, un’ora, senza dirsi niente. Lui non le toglieva lo sguardo di dosso, lei non ne aveva il coraggio di voltarsi a guardare. Stava li con lo sguardo fisso nel vuoto, con la testa piena di domande e allo stesso tempo vuota.

<< Puoi chiedere qualcosa se lo desideri >>

Sembrava una voce cosi normale la sua, quella di un ragazzo normale, realmente esistente. Era confusa.

Lui allungò la mano sul suo braccio. Era una mano gelida, sembrava morto. Lei dovette reprimere un conato di vomito.

<< Come vedi esisto sul serio, non sono nella sua testa >>

Rimasero in silenzio, per un altro po.

<< Perchè io? >>

 

<< Perchè sei adorabile quando sei spaventata. >>

 

La trovarono li quella sera. Stesa per terra, gli occhi sbarrati dal terrore.

 

 

 

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