Cyanide Sun

di RisingSun_
(/viewuser.php?uid=767833)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Sleepwalking Past Hope ***
Capitolo 3: *** Again ***
Capitolo 4: *** Dark Light ***
Capitolo 5: *** The Sacrament ***
Capitolo 6: *** Play Dead ***
Capitolo 7: *** Endless Dark ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Scrivo per liberarmi la mente. Ringrazio particolarmente Heaven Tonight per l'appoggio.

Buona lettura a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sleepwalking Past Hope ***


Lasciava scorrere le lacrime lungo le sue guance candide mentre le sue dita toccavano le pagine di quel libro.

Non era dolore era solo malinconia, la mancanza di una persona cara.

I suoi pianti però subito diventavano risate, di quelle forti, rumorose.

Erano proprio quelle risate che mi facevano spaventare, tanto da venirmi i brividi.

Erano così rumorose che facevano arrabbiare la mamma e alla fine le cene in famiglia finivano con urla e piatti rotti.

Poi, mia sorella rossa dalla rabbia, usciva minacciando il suicidio, ma prima di uscire mi dava un bacio e mi diceva che era tutta una bugia.

Mi sorrideva e prometteva il suo ritorno.

Quando usciva di notte con Manu si truccava molto di nero.

Mi diceva che era "ombretto". Lei amava i colori scuri, però la sua anima era chiara, limpida.

《Maja perché ti trucchi cosi?》

Distolse lo sguardo dallo specchio e si girò verso di me.

《perché nasconde la poca luce che ho negli occhi, per me è speciale così la tengo solo per me e te..》

si girò nuovamente verso lo specchio per rifinire l'ultima riga di matita nera.

《Mentre sono fuori devi tener d'occhio a VB!》

Lo disse scherzando facendo finta di essere seria.

VB non è altro che un orsacchiotto dagli occhi di colore diverso. Il suo vero nome è Valo Bowie: Valo per scelta di mia sorella, Bowie per via degli occhi.

Io e Maja abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, diverso da tutte le altre sorelle. La guardavo come un bimbo guarda il suo eroe, ma lei difatti è la ma mia eroina.

Quando sono cresciuta, tanto da capire che il mondo ruotava intorno alla bellezza estetica, ho iniziato a invidiarla.

Era la ragazza più bella che avessi mai visto, più bella delle anoressiche che c'erano nelle pubblicità.

Aveva gli occhi verdi smeraldo di papà.Mi ricordavano la natura, la vita e la purezza.

La pelle era del colore della neve, così chiara che i suoi amici la chiamavano Ghost.

Sopra le guance si intravedevano delle leggeri lentiggini color panna.

Il naso era leggermente all'insù, i suoi lineamenti erano dolci, suavi e le labbra fine e sensuali erano sempre rosso sangue senza il bisogno di un rossetto.

E poi c'erano i suoi capelli, lunghi fino a metà schiena, mossi e dal colore della ruggine. In qualche modo a me ricordavano un tramonto caldo, pieno di sfumature di rosso.

Lei li amava.

Era impossibile non invidiarla, io che ero sua sorella desideravo di essere lei.

《Mai desiderare di essere nella pelle di un'altro mia cara Emma.. Non puoi sapere che hanno nel cervello le persone, sono imprevedibili e potrebbero farti ammalare》

La guardavo uscire di fretta, vestita in quel modo strano portandosi solo il suo Nokia e il suo Mp3 con gli auricolari.

Lasciava scorrere le lacrime lungo le sue guance candide mentre le sue dita toccavano le pagine di quel libro.

Non era dolore era solo malinconia, la mancanza di una persona cara.

I suoi pianti però subito diventavano risate, di quelle forti, rumorose.

Erano proprio quelle risate che mi facevano spaventare, tanto da venirmi i brividi.

Erano così rumorose che facevano arrabbiare la mamma e alla fine le cene in famiglia finivano con urla e piatti rotti.

Poi, mia sorella rossa dalla rabbia, usciva minacciando il suicidio, ma prima di uscire mi dava un bacio e mi diceva che era tutta una bugia.

Mi sorrideva e prometteva il suo ritorno.

Quando usciva di notte con Manu si truccava molto di nero.

Mi diceva che era "ombretto". Lei amava i colori scuri, però la sua anima era chiara, limpida.

《Maja perché ti trucchi cosi?》

Distolse lo sguardo dallo specchio e si girò verso di me.

《perché nasconde la poca luce che ho negli occhi, per me è speciale così la tengo solo per me e te..》

Si girò nuovamente verso lo specchio per rifinire l'ultima riga di matita nera.

《Mentre sono fuori devi tener d'occhio a VB!》

Lo disse scherzando facendo finta di essere seria.

VB non è altro che un orsacchiotto dagli occhi di colore diverso. Il suo vero nome è Valo Bowie: Valo per scelta di mia sorella, Bowie per via degli occhi.

Io e Maja abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, diverso da tutte le altre sorelle. La guardavo come un bimbo guarda il suo eroe, ma lei difatti è la ma mia eroina.

Quando sono cresciuta, tanto da capire che il mondo ruotava intorno alla bellezza estetica, ho iniziato a invidiarla.

Era la ragazza più bella che avessi mai visto, più bella delle anoressiche che c'erano nelle pubblicità.Aveva gli occhi verdi smeraldo di papà.Mi ricordavano la natura, la vita e la purezza.

La pelle era del colore della neve, così chiara che i suoi amici la chiamavano Ghost.

Sopra le guance si intravedevano delle leggeri lentiggini color panna.

Il naso era leggermente all'insù, i suoi lineamenti erano dolci, suavi e le labbra fine e sensuali erano sempre rosso sangue senza il bisogno di un rossetto.

E poi c'erano i suoi capelli, lunghi fino a metà schiena, mossi e dal colore della ruggine. In qualche modo a me ricordavano un tramonto caldo, pieno di sfumature di rosso.

Lei li amava.

Era impossibile non invidiarla, io che ero sua sorella desideravo di essere lei.

《Mai desiderare di essere nella pelle di un'altro mia cara Emma.. Non puoi sapere che hanno nel cervello le persone, sono imprevedibili e potrebbero farti ammalare》

La guardavo uscire di fretta, vestita in quel modo strano portandosi solo il suo Nokia e il suo Mp3 con gli auricolari.

Mi salutava frettolosamente e usciva senza far rumore.

Io restavo nella sua stanza, seduta sul suo letto ad osservare le fotografie di persone attaccate al muro.

Sapevo chi erano.

Mi parlava spesso di loro. Erano tutti gruppi musicali. Lei amava la musica.

Sosteneva che le persone principali che l'avevano salvata erano tre: Io, Manu e Ville Valo.

Sapevo molto di lui ma non ho mai ascoltato la sua musica.

Era un ragazzo che veniva da un paese nordico che per tutta la sua vita ha fatto musica.

Maja mi diceva che era sincero, dolce e poteva vederti l'anima per poi curarla.

A lei gliela aveva curata

Guardai la sua fotografia difronte al letto. Il suo volto verso l'alto, tra le dita aveva una sigaretta e nel suo dorso nudo si vedevano chiaramente faccie e simboli tatuati.

Come faceva Maja a essere innamorata di una fotografia? Come faceva a dire che era amore?

La figura di quel personaggio mi era indifferente ma non lo ero per quello che mia sorella provasse per lui.

Mi alzai dal letto e andai verso lo specchio, sperando di vedere un volto non mio.

Anche nello specchio c'erano foto di Valo e anche di altre persone che facevano parte della vita di mia sorella.

bI miei capelli scuri e disordinati non arrivavano alle spalle e i miei occhi celesti non avevano la stessa luce di Maja. La pelle olivastra mi faceva assomigliare ancora di più a mia mamma.

Mi alzai disgustata da me stessa e me ne andai in camera mia.

Spesso però mi addormentavo nel suo letto, poi senza che io mi svegliassi, lei mi portava in camera mia.

Io mi svegliavo difronte a un muro verdino, senza foto ne scritte e io mi sentivo vuota.

Camera mia mi ricordava di essere senza personalità e senza gusto.

Non ascoltavo musica, non guardavo film e non leggevo le storie.

Vivevo guardando entusiasta Maja e le sue infinite passioni mentre io non non avevo niente.

《Stai tranquilla, ok? Un giorno ti innamorerai di qualcosa o di qualcuno e non ti sentirai più vuota... Hai solo dodici anni, troverai qualcosa che fa per te》

La guardavo con occhi grandi, pieni di speranza.

Speravo che fosse tutto vero.

Mi addormentai cercando di non pensare alla mia vita o a quella di mia sorella.

Non bisogna pensare prima di dormire.

Dobbiamo liberarci dei pensieri... Di tutto quello che abbiamo dentro.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Again ***


Mi svegliai di colpo con una dolce melodia che proveniva dalla camera di mia sorella.

Mi alzai lentamente e mi misi le mie ciabatte ai piedi, e a punti di piedi andai verso la stanza dove arrivava quella canzone.

Avvicinai l'occhio destro alla porta socchiusa per sbirciare quello che la mia sorella maggiore faceva.

Si vedeva solo il riflesso nello specchio della figura femminile che ballava indossando solo i suoi indumenti intimi color oceano.
I suoi movimenti erano eleganti.
Alzava le braccia in aria mentre il suo corpo esile girava su sestesso.

《Emma lo so che sei lì fuori.. Entra pure》

Entrai nella camera timidamente.
Ero imbarazzata, non per il fatto che lei fosse svestita ma perche mi aveva "beccata" a spiarla.
Lei però era serena, e con la sua serenità cntinuava a danzare.

Era sempre la stessa canzone che si ripeteva all'infinito.

《Questa è una delle loro canzoni migliori per me... ma adesso che lo dico a voce alta è impossibile fare una classifica》

Con "loro"  intendeva gli His Infernal Majesty il gruppo Finlandese che aveva aperto il cuore e l'anima a mia sorella.

Il gruppo che l'aveva fatta innamorare di quel cantante che lei reputava "misterioso" ma anche "dolce".

Lo stesso gruppo che l'aveva convinta a tatuarsi l'Heartagram, il loro simbolo, sulla schiena.

《È una bellissima canzone... Come si chiama?》

Lei continuava a danzare con gli occhi chiusi mentre io restavo seduta a guardala come uno spettatore a teatro.

《Cyanide Sun mia cara.. Ti consiglio di spogliarti e di ballare con me se vuoi sentirti libera》

Mi tolsi lentamente le ciabatte e la camicia da notte.

Maja mi prese le mani e mi fece trasportare dalla calda voce di Ville fino alle note del magico assolo di chitarra di Linde.
Tutto sembrava svanire, diffondersi nel nulla mentre le nostre menti si liberavano dal piombo.

《La musica è la più grande cura dell'anima》

Quello era il nostro momento, la nostra canzona.
Erano i nostri passi, le nostre risate e le nostre parole che ci venivano marchiate dentro.

Quelle eravamo noi: due esseri umani pieni di paure che combattevano con la musica.

Should've known how hard it is to stop tearing each other apart

Separating souls entwined in all these labyrinthine lies

I am dead to you, a shadow doomed

My love, forever in the dark

And of all untruths the truest is you

Too close to my heart

This emptiness I've made my home

Embracing memories of dreams long gone

One last caress from the corpse of love is all I want

Underneath the cyanide sun

We've sailed the seas of grief on a raft 
built with our tears

Looking for a way to disappear for a moment from our deepest fears

I'll be drowning you in this river of gloom

Forever in my heart

This emptiness I've made my home

Embracing memories of dreams long gone

One last caress from the corpse of love is all I want

Underneath the cyanide sun

Underneath the cyanide sun

Underneath the cyanide sun

Underneath the cyanide sun

E la canzone si ripeteva..  si ripeteva fino all'infinito.......

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Dark Light ***


Le stagioni cambiavano e il tempo lentamente si consumava.

L'estate fu trasportata via dal vento gelido dell'autunno e il verde della natura iniziò a prendere le dolci sfumature del giallo fino a diventare rosse .

Quell'inverno doveva essere nordico vedendo già il freddo dell'autunno.

Avevamo trascorso l'estate in Grecia, tutti tranne Maja che era restata con Manu a Venezia.

Non amava l'estate, preferiva il freddo e il suo amore per Venezia era incorruttibile. Aveva passato i giorni a dipengere i turisti che passavano sotto il balcone della casa da pochi metri quadrati.

Guardava le sue creazioni e ti raccontava le storie di quegli sconosciuti così lontani dalle nostre vite. E io l'ascoltavo con mani sotto il viso e occhi lucidi.

Tutti quei disegni in bianco e nero li teneva in una cartellina rossa con una rosa nera stampata sopra.

Lei la svogliava delicatamente spiegandoti ogni dettaglio importante.

E poi arrivavamo all'ultimo ritratto. Lo guardava sfiorarando le punta delle dita sul volto disegnato accuratamente sulla carta ingiallita.

Non diceva nulla.

Era sempre la stessa faccia, gli stessi lineamenti, gli stessi occhi.

Era sempre lui: Ville Valo

Chiudeva la cartellina frettolosamente e la metteva via sempre in un posto diverso.

Si girava verso di me e mi faceva un sorriso ampio.

Notavo però gli occhi lucidi, le mani tremanti e l'ansia nei suoi gesti.

《Perché ti comporti così con quel cantante? Non lo conosci, non puoi amarlo》

il suo sguardo perso si posò sulla fotografia dietro di me.

《mi ha salvato l'anima, me la salva ogni volta che sento la sua voce.

È gratitudine e anche amore con un pizzico di romanticismo e mistero.

Perché l'amore è un mistero inspiegabile.

Ci ha provato la religione a spiegare l'amore coinvolgendo dio ma ha fallito, come la scienza.

Io ho delle teorie su cos'è l'amore ma sono vaghe..

Per me amare è un arte: come la pittura o la danza ma soprattutto la musica. Ville con la sua musica mi riempie, e a me piace pensare che mi ami..》

Maja era così.

Per qualcuno speciale per lei avrebbe dato la vita.

Avrebbe rinunciato alla sua vita solo per un respiro di Ville.. di Ville.

Non so se l'avesse fatto anche per me, e questo mi distruggeva perché voleva dire che non ero al primo posto nella sua scala gerarchica, ero seconda, sì, ma non prima.

Ero seconda.

seconda...

《Emma, non fidarti di nessuno... solo di me e di lui.》lo disse puntando con l'indice il poster di Valo《le persone non sono realmente quelle che conosci.. sono diverse.. false》

guardai il poster.. perché lui? perche proprio di lui mia sorella doveva essere dipendente a tal punto che mi diceva di fidarmi di lui.. uno sconosciuto famoso che vive a km da me.

《lo farò》

le parole mi scivolarono di bocca.

La vidi sorridere

《bene, adesso devo andare via》

《Da Manu? Posso venire anch'io?》

Si passo le mani sulla chioma rossiccia e si avvicinò alla porta.

《No》

Uscì velocemente dalla camera dimenticandosi di salutarmi, di abbracciarmi come aveva sempre fatto.

Mi sentivo vuota..

《Ville Hermanni Valo... Lei mi ha rovinato la vita, e non solo la mia》

Presi il poster e lo fissai per qualche secondo.

Aveva I lineamenti alquanto femminili, ma non era sgradevole da vedere... ma io lo odiavo... lo dovevo odiare.

Strappai con rabbia la carta riducendola in strisce non uniformi.

Non era più lui, non c'era I suo viso, il suo corpo erano solo pezzi di carta.

Li presi con cura e li posai sul letto di mia sorella.

Uscì dalla stanza promettendomi che non me ne sarei pentita.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** The Sacrament ***


Mi svegliai alle quattro di notte per colpa di singhiozzi strozzati e lamenti provenienti dalla camera da letto accanto alla mia.

Mi alzai lentamente e a punta di piedi andai da mia sorella.

Cercai di aprire la porta senza far rumore, ma prima che lo facessi Maja si accorse che ero fuori dalla sua stanza.

《Posso entrare?》

《ti ho mai detto di no?》

La vidi là, seduta sul letto con I pezzi di carta sulle sue ginocchia.

《Che motivo c'era? Che ti ho fatto?》

Non mi guardò. Non mi sorrise e non iniziò a ridere come quando scherzava.

Non scherzava.

《lo rifaresti?》il suo tono di voce era debole ma allo stesso tempo tagliente come una lama. Avrei dovuto dirle la verità.

Avrei dovuto dirle di come ero gelosa di lei, così vicina alla perfezione ma allo stesso tempo in possesso di un unicità pazzesca mentre io mi vedevo banale.

Di come desideravo avere la sua passione infinità, il suo sguardo deciso e le sue parole dirette.

Dovevo dirle di quanto la vedevo assente nei miei confronti e di come invidiavo Ville.

Perché era lui il centro di tutto il suo mondo e questo per me era pura pazzia.

La devozione estrema ad uno sconosciuto solo per la "voce".

Ma lei era in grado di entrare dentro di me e di distruggere tutte queste mie idee facendomi dubitare della mia volontà, solo con uno sguardo.

《No, non lo rifarei》Lo dissi cercando di essere più sincera possibile. Ma forse lo ero.

Forse parte di me si pentiva.

Forse parte di me accettava Ville.

《Lo sapevo che non intendevi realmente farlo》

Alzò lo sguardo verso di me. Non aveva gli occhi lucidi. Non aveva I segni delle lacrime sulle guance.

Aveva solo un sorriso debole, divertito.

Aveva raggiunto il suo scopo divertenosi con me. Non c'era stata male per il suo poster disttutto, stava fingendo la sua tristezza solo per farmi star male.

Solo per sentire le mie scuse con la testa bassa e le unghie consumate.

Era tutto uno scherzo per lei.

Non l'avevo mai vista così insensibile difronte alle mie insicurezze.

《Và a letto Emma. Domani ci sveglieremo con calma e ci faremo un giro, magari ti compro qualcosa》

la guardai. I suoi occhi al buio splendevano come le luce di un faro in piena notte. Mi stregavano.

《Domani ho scuola》

Quel faro visto da tutti, preghiera di salvezza per molti naufraghi.

《 se è per questo non dovresti essere sveglia a quest'ora.》

Tutto era stato pianificato con cura, come un professionista. Si passò le dita tra I capelli con eleganza.

《No.. 》Diretta e schietta.

Si avvicinò a me con movimenti calmi e ancora una volta eleganti.

《Di che hai paura? Ti preoccupi troppo per I miei gusti. Non so per cosa ma sei strana, cambiata...》

《Ti vedo distante..》

Sentivo il tremolio nella mia voce, non perché stessi per piangere ma per il modo in cui riusciva a scoprirmi del tutto con una facilità impressionante.

《Stai tranquilla non ci lasceremo mai...

Sai quella canzone che balliamo insieme quando ci sentiamo sepolte vive dai problemi? Ti ricordi di Cyanide Sun?  》

Annuì. La sua mano andò a toccare la mia e un brivido attraversò la mia schiena.

《 Ecco, quella canzone è molto importante per me e l'ascolto spesso perché mi ricorda di noi. Ci lega, è la NOSTRA canzone. Non di Ville o di altri, solo noi due.

Solo noi che balliamo seminude in camera, lasciando che I nostri problemi scorrino via per alcuni istanti.》

Mi abbracciò.

il desiderio di dirle che volevo sentire la nostra canzone anche quella notte era grande ma eravamo entrambe stanche.

Mi addormentai con lei tenento in mano il nostro amatissimo VB.

Mi addormentai pensando alla canzone, e di quanto mi fidavo di lei, quasi da far paura.

Mi addormentai con un sapore dolce in bocca e una dolce melodia in testa, destinata a cullarti per l'eternità.
 



Grazie mille a chi ha iniziato a seguire e a leggere Cyanide Sun. Spero che piaccia!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Play Dead ***


Mi svegliai con un filo di luce in faccia e la dolce aria primaverile invadermi le narici.

Era sorto il sole da poco e già gli uccellini avevano iniziato a "cantare" come se ti ricordassero che ormai anche l'inverno era finito.

Tutto sembrava dire che sarebbe diventata una bella giornata, piena di sorrisi e risate, ma Maja mi aveva insegnato che essere troppo positivi era un male.

mai avere grosse aspettative, si finisce per illudersi troppo

Oggi l'avrei vista per il suo compleanno. Stranamente aveva deciso di "festeggiarlo" a casa con la famigla.

Erano tre mesi che non la vedevo. Era andata a Roma con alcuni suoi amici per un festival mentre io mi annoiavo difronte al mondo. In questi mesi capii quanto le volevo bene, quanto fosse importante per me.

Mi mancavano I nostri discorsi notturni sotto la luna piena (che ha il viso di David Bowie) mentre bevavamo litri di caffe.

Tutto questo non succedeva sempre, ovviamente.

Con il passare del tempo Maja iniziò ad uscire più spesso, passando intere notti fuori. Iniziò ad essere più vaga e a sorridere di meno, speravo infatti che Roma l'avesse cambiata.

Iniziai a prepararmi per andare al "24h market" perché mi servivano gli ingredienti per un dolce che avrei fatto. Il "24h market" non è altro che un mercato con tutto dentro, gestito da dei Pachistani simpatici con sempre in mano offerte di cibi esotici.

Anche l'idea di prendere delle decorazioni per la "festa" mi ronzava in testa,  come le candeline a forma di 2 3 o dei palloncini che ti auguravano un buon compleanno.

A quell'ora tutto era calmo, anche la nostra aria casalinga.

Spesso casa mia era invasa da rumori : dalle urla di mia madre, alla televisione accesa per nessun motivo, fino alla musica a tutto volume di mia sorella. Ero cresciuta sentendo il frastuono a casa mentre io rimanevo in silenzio, e quella situazione di tranquillità era... semplicemente insolita.

Mi sarei messa la maglietta dei Guns & Roses di Maja con un paio di leggins grigo topo. Abiti sobri, perfetti per non dare troppo nell'occhio in paese.

Mi vestii velocemente e mi sistemai I miei lunghi capelli scuri di fretta. Sembravo leggermente trasandata ma mi sarei sistemata bene al mio ritorno

Mi guardai un'ultima volta allo specchio prima di partire.

Ero io. La versione giovane di mia madre, totalmente diversa da mia sorella. Carnagione olivastra, capelli poco folti, scuri come la notte e leggermente ondulati. I miei occhi erano anch'essi di mia madre, di un celeste scuro.

Maja invece aveva preso I capelli rossi e la pelle chiara da una nostra nonna lontana e gli occhi smeraldo da papà... Ma quelli di Maja erano diversi, pieni di luce e passione.

La luce di papà si era spenta ormai da tempo, ma forse era solo una mia impressione.

Mi mancava qualcosa... la collana degli HIM.

Aprii ogni cassetto, guardai in ogni angolo ma niente, non si trovava in camera mia.

Avrei potuto fare un salto in camera di Maja a prendere una delle sue migliaia.

Uscì dalla "mia" dimora, e cercando di fare meno rumore possibile, entrai nella stanza affianco.

Ormai potevo vedere ogni dettaglio di quella stanza anche al buio.

Letto con le lenzuola stellate (le sue preferite) a sinistra, ma passandoci affianco bisogna fare un passo lungo per colpa di un problema al pavimento di legno.

Armadio ikea a destra con I poster dei Nirvana e dei Kiss attaccati accuratamente con il biadesivo.

La scrivania di legno scuro si trova attaccata alla parete davanti alla porta, con sopra una finestra  circondata dal cornicione bianco. La sedia blu, sotto la scrivania, aveva una ruota al posto di quattro per colpa delle ore passate a tirarla addosso al muro.

Appesa sopra la scrivania c'era il suo specchio da film, con piccole luci e fotografie attorno.

Sopra la mensola bianca, sempre ikea, c'erano con le sue collane dentro un cofanetto, I suoi Cd e il suo amatissimo Nokia.

Le pareti erano blu notte, un colore poco indicato per una stanza da letto, me lei lo amava.

Di solito il profumo che c'era era un misto tra cioccolata e mandorle ma oggi no.

C'era qualcos'altro,  qualcosa di strano.

I miei occhi dopo poco si abituarono al buio e gli oggetti presero forma.. soprattutto una.

Trovai Maja distesa, addormentata, sul suo letto.

Mi agitai leggermente perché non avevo niente di pronto per la sua "festa", ma ero anche sollevata perché era qui con me. Anche con il buio si vedeva il colore caldo della sua chioma.

Sentii una melodia leggera, così leggera che era quasi inesistente.

Di fianco a lei c'era il suo mp3 che lampeggiava debolemente.

Non mi stupivo. Si addormentava sempre ascoltando la musica, spesso con la voce calda e sensuale del "misterioso" Ville Valo.

Guardai la schermata dell'oggetto con sguardo curioso.

Con il passare del tempo avevo preso più confidenza con le cose di Maja.

Cyanide Sun in ripetizione.

Si era addormentata con la nostra canzone.

Non riuscì a trattenere un sorriso.

Il mio mondo interno festeggiava con le luci più luminose e I rumori più acuti.

Con delicatezza tolsi gli auricolari dalle sue orecchie e le diedi un bacio cercando di non svegliarla.

Qualcosa era sbagliato in tutta quella mia immagine.

Restai qualche secondo in più con le mie labbra sulla sua guancia. Era gelida.

Era come una notte poco stellata nel gelido inverno finlandese: fredda e vuota.

Le presi il polso sperando di trovare un minimo di vita, un singolo battito, un'ultimo respiro.

Restai immobile, pietrificata dalla morte.

Avevo paura di accendere la luce. Avevo paura di trovarla più bianca che mai.

Sentivo le lacrime salirmi agli occhi, ma non potevo piangere.

Sentivo il mio corpo tremare e la bile salirmi in gola. Non c'era più quel profumo dolce in aria, c'era l'odore ripugniante della morte.

L'aria pesante non arrivava più a me, non la sentivo salire nelle narici fino ad arrivare nei polmoni.

Forse stavo morendo anch'io.

Morivo soffocata da quel buio intorno a me: era lui il mio assassino.

Mi gettai alla finestra e con le mie poche forze l'aprii. Aspirai l'ossigeno e mi sentii rinata.

Il sole a contatto con la mia pelle.

L'aria pulita. Per un attimo mi dimenticai di tutto, solo per un attimo.

Mi girai verso la stanza ormai pienamente illuminata. Guardai le punta delle mie scarpe per evitarla.

La siringa caduta dal letto. La cintura stretta nel braccio.

Il liquido bianco negli angoli delle sue labbra violacee. L'avevo guardata. Mi girai di scatto verso la scrivania. Se dovevo vomitare non volevo farlo su di lei.

La candela era ormai già finita. La cera era colata anche su due fogli scritti con la sua calligrafia. Li presi entrambi in mano. Tremavo, sì, ma la voglia di sapere I suoi pensieri ante mortem era molta.

    1) Le mie ultime Volontà

    2) Lettera di un'anima persa pt2

o mio vento, fammi dimenticare le disgrazie mie e quelle altrui.

Il giorno finirà trascinandosi la notte così nera da far paura.

E tu mi stringerai tra le braccia del nostro destino.


Angolo dello scrittore

Saluto con un inchino tutti I miei lettori.

Se il tempo lo concede, non siate timidi a dirmi la vostra opinione

Ringrazio particolarmente HeavenTonight.

Capitolo dedicato a Jules Bianchi.. che si riprenda presto

siamo con te, FORZA JULES

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Endless Dark ***


Le mie dita tremavano mentre reggevano delicatamente I due pezzi di carta. Ero uscita dalla camera di mia sorella da un pezzo, e avevo avvertito I miei genitori del corpo. Ancora sotto shock, avevano chiamato la polizia che doveva arrivare in poco tempo. 

 

Intanto ero riuscita a prendere I due fogli, che erano sopra la scrivania, e a portarli da me.

 

Oltre ai due pezzi di carta avevo anche "rubato" il suo mp3, e seguendo il suo esempio, impostai la famosa Cyanide Sun in ripetizione....

 

Le parole erano sfuocate per colpa delle lacrime che mi invadevano bruscamente gli occhi.

 

"Le mie ultime Volontà"

 

Cara Emma, come saprai non potrò leggerti questa lettera perché sarò già andata via, probabilmente all'inferno.

 

Lo so che sarà difficile abituarsi all'idea del mio suicidio, ma dovrai adattarti a tutto quello che succederà. 

 

Devi pensare che questo testo sia una specie di testamento, bello no? Sei l'ultima persona che ho pensato!

 

basta non scherzo più.. inoltre ti ho lasciato una mia lettera di qualche anno fa (è una delle tante che ho raccolto) e una lista di cose che ti chiedo di fare...

 

1) devi convicere tutti a cremarmi. Sarà difficile convicere la mamma: tu dalle qualche bicchiere di assenzio e metti sul lettore cd Elvis Presley... tutto andrà bene

 

2) Porta le ceneri a Helsinki e falle liberare dal mio Ville... se non riesci sali nell'edificio più alto e donami alla mia città. 

 

3) non dire a nessuno delle mie lettere, compresa questa

 

Ricorda le mie parole e balla nuda cyanide sun immaginando che io sia là! 

 

ah un'ultima cosa... Scusa per la bugia.. 

 

Vivi bene e ascolta Buona musica

 

La tua sorellina Maja

 

Tutto ciò mi investì come un tram. Era vero che avevo visto il cadavere disteso nel letto, ma mi sentivo come se mi fossi appena svegliata da un incubo. Mi sentivo sbattere continuamente contro un muro, e ad ogni botta c'era del stupore da parte mia. 

 

Il suo ultimo desiderio era di essere gettata nella capitale finlandese dalle mani di un cantante famoso.. 

 

Io ci sarei andata. Io sarei partita solo per lei, perché eravamo legate. Avrei disperso le ceneri in un luogo lontano, da un uomo sconosciuto solo perché eravamo legate... e lei era la mia vita.

 

"lettere di un'anima persa pt2"

 

Caro principe nella nebbia...

 

Avevo poco più di 14 anni e il vuoto colmava gran parte di me.

 

Ero triste senza nessun motivo. Mi sentivo esattamente come quando si piange senza ragione.

 

Ho pianto spesso in quel periodo, gran parte per le infinite insicurezze dell'adolescenza. Non amavo e non venivo amata.

 

Ridicolo vero? Cercare di togliersi la vita solo perché ti senti fragile, pronta a crollare da un momento all'altro. 

 

Ma quella gelida mattina di novembre era diversa. Mi sentivo attratta da una forza esistente. Avevo appena visto un sole pallido sorgere sul mio paesino e mi sentivo forte, tanto da sconfiggere il mondo. 

 

Questo già mi incoraggiava a mettere il piede un po più in là, verso un vuoto assoluto.

 

Mi stavo gelando le punte delle dita in fermata dell'autobus (al tempo andavo a scuola) mentre un gruppo di ragazzi più grandi di me, tutti con giacche di pelle nere, ridevano silenziosamente mentre liberavano vampate di fumo chiaro dalle loro bocche. 

 

Io li guardavo mentre invidiavo timidamente la loro libertà così pura.

 

Uno poi si girò verso di me e mi guardò negli occhi.

 

7 secondi. 1..2..3..4..5..6.... e poi 7...

 

Sette interminabili secondi. Non dimenticherò mai I suoi occhi, grigi come il metallo.

 

Neanche il suo viso sfugge facilmente dalla memoria. 

 

Era ricoperto da piercing. Erano ovunque. 

 

Dopo quei 7 secondi il suo autobus arrivò scaricando, anch'esso, quantità eccessive di fumo.

 

sorrise e mi annuì .

 

Mi sorrise e scomparve in una nube scura lasciandomi impressa solo l'immagine del metallo nei suoi occhi e nella sua pelle.

 

Un semplice sconosciuto era riuscito ad entrare nella mia anima. 

 

Ancor oggi mi sogno il suo sorriso, come un incubo. 

 

Arrivai a venezia con le idee chiare. Tutto sembrava ripetermi la stessa frase.

 

Mi buttai in canale. Un modo insensato per morire, perché non ero legata e non avevo pesi alle spalle che mi spingevano giù, ma al tempo ero così dannatamente stupida ..

 

L'acqua era gelida e sporca. Sentivo I vestiti appesantirsi e il respiro cedere. Non ricordo bene cosa pensai. Forse la mia intenzione era di riemergere e di continuare a vivere "normalmente", o forse volevo veramente stare lì sotto a farmi trascinare dagli abissi. 

 

Ricordo solo le mani di un angelo togliermi la giacca e le scarpe. 

 

Ricordo delle braccia avvolgermi e trasportarmi via.

 

《Non pensavo di trovare una pensavo sirenetta tra le mie braccia oggi. Comunque piacere, Manu》

 

Era anche lui fradicio. La sua maglietta grigia era attaccata alla sua pelle abbronzanta.

 

Ricordo perfettamente I suoi occhi densi e scuri come il petrolio. I suoi capelli biondi cenere appiccicati in fronte e le sue lunghe dita nei miei capelli.

 

Aveva 19 anni. Mi aveva salvata dalla morte ed era bellissimo: difficile non innamorarsi dopo tutto.

 

Mi portò all'ospedale. Mi venne a trovare ogni mattina dopo scuola. Mi fece uscire con lui alla sera, e più importante, fu lui a farmi conoscere gli HIM... e io capii che non era amore quello che provavo per lui.

 

Gli voglio il bene dell'anima, ma non lo amo.

 

Faccio Finta.

 

Fingo di amarlo.

 

La gente mi crederebbe pazza se dicessi che amo uno che non conosco. Mi riderebbe in faccia, e quindi tengo I miei sentimenti chiusi nel mio cuore.

 

Con l'inizio della Rising Sun tutto si complicò. La gente vede il rapporto che ho con Manu, vede lo strano amore che ho per il Finnico. 

 

Quando ci sono le persone le voci girano ed è probabile che vadano a finire nell'orecchio sbagliato.

 

Ma non posso rinunciare ne a Ville ne alla Rising Sun, quindi sono costretta a tenere Ville in ostaggio nel mio cuore. 

 

Non lo dovrò fare uscire dalla torre per la nostra sicurezza, per il mio amore.

 

Una cosa alquanto romantica, penso..

 

e io rimango qui, a sperare che tutto vada bene, che Manu non impazzisca e che il mio cuore rimanga chiuso per abbastanza tempo.

 

La tua Amata e Sconosciuta Maja

 

"Mi buttai in canale. Un modo insensato per morire"

 

"Ricordo solo le mani di un angelo togliermi la giacca e le scarpe. "

 

"difficile non innamorarsi dopo tutto"

 

"e io capii che non era amore quello che provavo per lui."

 

"Ma non posso rinunciare ne a Ville ne alla Rising Sun"

 

"La tua Amata e Sconosciuta Maja"

 

Le frasi di quella lettera continavano a vagarmi in testa cosi velocemente da farmi venire il mal di testa..

 

Tutto più o meno aveva senso e combaciava con il poco che sapevo, ma quella "Rising Sun" no.. 

 

Rising Sun... dove le anime perse

 

vagano in cerca di sangue

 

***

 

《Maja è morta per una grossa overdose di eroina e morfina. Il cocktail mortale l'ha uccisa dopo poco. Volete sapere l'orario esatto della morte?》

 

Il dottore non doveva avere più di 50 anni. Aveva i capelli corti e grigi. Un'espressione seria e I lineamenti rigidi. Probabilmente nella sua giovinezza era stato abbastanza attraente, anzi no, senza l'abbastanza.

 

Teneva in mano una cartellina blu con le informazioni di mia sorella. 

 

I suoi occhi castani si posarono su di me. 

 

Era uno sguardo di rimprovero. Forse lo avevo osservato troppo.

 

Tirai subito via lo sguardo verso il basso.

 

Mio padre annuì lievemente al medico.

 

《L'ora del decesso è...》aprì la cartella e prese in mano un foglio 《verso le due di notte》

 

《È possibile che sia stato un omicidio? 》 La voce di mia mamma non tremava. Lei rimaneva composta difronte al uomo non facendo trasparire le sue emozioni.

 

Aveva delle leggere rughe negli angoli della bocca e degli occhi che segnavano una vita trascorsa, I capelli scuri come I miei erano raccolti in uno chignon con solo un ciuffo portato dietro all'orecchio. 

 

Le labbra chiare erano serrate.

 

Mia madre era ancora molto bella alla sua età.

 

《no signora, nessun omicidio. È morta nel suo letto, e in casa non è entrato nessuno》

 

Avrei voluto urlare al mondo che si era suicidata. Che è morta per sua scelta.

 

***

 

Uscimmo dall'obitorio con l'immagine della pelle palldia e le labbra troppo violacee rispetto alla normalità e tornammo a casa.

 

Per tutto il tragitto papà aveva guidato senza dire una parola, la mamma era stata al telefono con gente che augurava il meglio alla nostra famiglia e io restavo dietro ad ascoltarmi Cyanide Sun mentre cercavo di leggermi un Poe e di liberarmi la mente.

 

Non ci riuscivo. Pensavo continuamente alle lettere, al fatto che era morta ascoltando la nostra canzone. 

 

Forse era vero che sono stata io ad essere il suo ultimo pensiero.. o Forse voleva pensare a Ville ma allo atesso tempo farmi stare meglio.

 

Eravamo arrivati a casa e un ondata di sguardi indiscreti ci invase. 

 

Sì, io sono la sorella della tossica, ossessiva e manipolatrice che si è suicidata.

 

Sì, sono io la sorella della mitica Maja Vinci

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2863680