Bella come una baccante di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Doveri ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Sfilata elfica ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Un incontro acre come il vino ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Tauriel incombe ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Le lamentele dell'elfo ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Leyla lavora ***
Capitolo 7: *** Cap.7 La balena ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Thranduil e suo figlio ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Affari d'amore ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Primo appuntamento ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Il primo appuntamento ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Promessa d'amore ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Doveri ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Età
Cap.1 Doveri
Thranduil accarezzò il
dorso del cervo che cavalcava, teneva
le gambe sul fianco della creatura e stava seduto con la schiena ritta.
Salì
con le dita affusolate sul collo della bestia, sentendolo caldo sotto
le dita e
avvertendo i suoi muscoli tesi. La costruzione di legno dalla forma di
cupola
era ricoperta da cespuglietti d’edera, spiccava sopra
l’isolotto circondato
dalle acque. Si sentiva il gorgogliare del fiume coperto dallo
scalpiccio degli
zoccoli dell’animale sopra il ponticello. Il re degli elfi
arrestò la creatura
davanti alla porta dell’edificio e saltò
giù. Avanzò con passi cadenzati, le
calzature strisciavano sul terreno e i movimenti del suo corpo erano
fluidi.
Appoggiò la mano sull’uscio e lo spinse, entrando.
I lunghi capelli biondo
platino mulinavano intorno a lui ed i suoi occhi erano liquidi.
Guardò a destra
e a sinistra, la luce del sole illuminava i pulviscoli della polvere
che
aleggiavano tutt’intorno. Proseguì nella fila
centrale delle grandi librerie,
passando accanto a una serie di tomi. La luce entrava da delle grandi
fessure
circolari del soffitto e dalle lunghe finestre. Il signore di bosco
atro
sentiva i propri passi rimbombare nella biblioteca elfica.
Vide la sagoma del figlio seduto a
una scrivania sotto a una
finestra, la luce del giorno lo illuminava filtrando dai vetri.
“Mio giovane Verdefoglia
stai ancora portando avanti la ricerca che ti ho affidato?”
domandò. Legolas
chiuse il tomo e lo appoggiò sopra il tavolo, alzando il
capo.
“Sì,
padre” rispose compunto. Thranduil si avvicinò, si
scansò con un movimento strisciante al lato del tavolo e si
sporse in avanti.
“Perché sei
sempre molto zelante tranne quando si tratta
proprio degli ordini diretti?” chiese. I suoi occhi si
specchiarono in quelli
del figlio, che si voltò di scatto.
“In che modo vi sono venuto
meno?” chiese. Thranduil si
rizzò e congiunse le mani davanti a sé.
“E’
l’età giusta per cercare una compagna. Hai
compiuto gli
anni ormai già da un po’” gli
ricordò. Legolas si passò la mano sulla faretra e
strinse le labbra fino a renderle bianche.
“Ve l’ho
già detto, avrei rimandato la caccia quel giorno se
mi fossi ricordato che avevamo ospiti” mentì.
Il re di boscotetro socchiuse gli
occhi e si leccò le
labbra.
“Ho fatto venire nuovamente
le migliori elfe nobili di Arda.
E’ tuo dovere come principe venire a vederle questa
volta” gli ricordò
indurendo il tono. Legolas sgranò gli occhi.
“Padre
…” supplicò. Thranduil gli diede le
spalle di scatto.
“Non venire nuovamente meno
ai tuoi doveri, non hai più l’età
in cui posso concedertelo” ribatté. Legolas
chinò il capo, chiudendo gli occhi.
“Sì,
padre” rispose.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Sfilata elfica ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Tradizione
Cap.2 Sfilata elfica
Legolas osservò la luce
della luna riflettersi sopra il suo
bicchiere d’oro e socchiuse gli occhi. Il brusio di voci
copriva il crepitio
delle fiamme delle torce. Thranduil piegò di lato il capo e
lo appoggiò a
indice e pollice, teneva il gomito appoggiato sopra il bracciolo del
sedile. Un’elfa
si fermò dall’altra parte, congiunse le mani
intrecciando le dita candide e si
chinò in avanti.
“Io sono Silevril,
principe. Che i Valar vi proteggano” si
presentò. Si rizzò, si voltò e si
allontanò. Legolas si voltò e alzò lo
sguardo, vedendo le fiamme riflettersi nella corona d’alloro
del padre. Le sue
orecchie aguzze tremarono sentendo un fruscio e si voltò
nuovamente. Appoggiò
una mano sul tavolo accanto a una ciotola colma di bacche.
Un’elfa si fermò
davanti a loro, le dita nude dei suoi piedi affondavano nel fango
coperte dall’orlo
della gonna candida. Legolas allungò la mano,
afferrò una bacca e se la portò
alle labbra. Espirò dalle narici sentendo ridacchiare e vide
un’elfa prendere
il posto della precedente davanti a lui.
“Io sono Sambril. Che la
luce delle stelle vi guidi in
questa scelta” disse decisa. Appoggiò una mano sul
fianco e si voltò, facendo
ondeggiare il seno prosperoso. Una giovane elfetta le ricadde addosso,
tossì e
dimenò le mani.
“Chiedo perdono!”
trillò. L’altra schioccò la lingua sul
palato e si allontanò. Thranduil inarcò un
sopracciglio.
“Io sono Aini e vi auguro
gioia” mormorò la piccola elfa. Le
gote erano rosse e una ciocca di capelli mori le ricadeva davanti al
viso,
anche la punta delle orecchie era vermiglia. Thranduil si
piegò e avvicinò le
labbra all’orecchio del figlio.
“E’ una candidata
anche peggiore di Thauriel” brontolò.
“Devono per forza
sfilare?” chiese. Thranduil gli appoggiò
la mano sulla spalla.
“E’ la
tradizione” bisbigliò. Legolas annuì e
alzò lo
sguardo sull’elfa successiva.
“Mereth è il mio
nome, che la vostra scelta possa ricadere
su di me” si presentò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Un incontro acre come il vino ***
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Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Matrimonio.
Cap.3 Un incontro acre come il vino
Legolas scese la scalinata,
stringendo con la mano la coppa
dorata. Udiva dei tonfi, scese l’ultimo gradino e raggiunse
il piano inferiore.
Guardò il pavimento alzarsi e una serie di botti rotolarvi
dentro. Si girò
sentendo un altro tonfo e sollevò un sopracciglio guardando
una giovane donna.
Una ragazza fece rotolare il barile fino al tavolo, lo
raddrizzò e si deterse
la fronte sudata con la mano. La lunga coda bionda le aderiva alla
pelle del
collo.
“Tu chi sei?”
domandò. La ragazza si raddrizzò di colpo e
strofinò le mani tra loro.
“Devo finire di
lavorare” spiegò. Indietreggiò e
raggiunse
un’altra serie di barile, mentre il pavimento si chiudeva.
Legolas raggiunse il
tavolinetto e vi appoggiò la coppa.
“Sopra abbiamo proprio
finito da bere” rispose. La ragazza
annuì, si abbassò e prese il barile. Lo
issò, i muscoli delle sue braccia si
tesero. Se lo strinse addosso, tolse il tappo e girò il
barile rovesciando un
rivolo di vino dentro la coppa. Legolas guardò il contenuto
rosso sangue e
socchiuse gli occhi.
“Ora puoi svelarmi la tua
identità?” domandò.
“Vengo da Lagolungo. Mi
chiamo Leyla” rispose. Appoggiò il
barile sul tavolo e lo chiuse.
“Vi state divertendo
lassù?” chiese. Legolas prese il boccale
e lo sollevò.
“Si preparano per la festa
di matrimonio” spiegò. La giovane
si strinse la coda di cavallo e si voltò.
“Auguri agli
sposi?” chiese. Raggiunse i barili e li fece
rotolare fino a un altro gruppo. Legolas sorseggiò il vino
sentendo il calore
in gola.
“Dovrei essere lo
sposo” borbottò. Leyla alzò le
sopracciglia, sporse le labbra e si passò la mano sotto il
mento.
“Dal tuo tono direi di
no” ribatté.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Tauriel incombe ***
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Partecipa alla fanfiction challenge
II:
Prompt: Profumo
Cap.4 Tauriel incombe
Leyla fece leva e fece rotolare il
barile sulla chiatta di
legno, accanto agli altri. Piegò le gambe e fece leva
sollevandola, mettendola
dritta. Si raddrizzò, ansimando, le braccia le dolevano e il
sudore le
pizzicava all’attaccatura dei capelli scendendole lungo il
viso e imperlandole
la fronte. Mise le mani umide sui fianchi e sorrise, si
voltò sentendo dei
passi e il vento le fece ondeggiare i lunghi capelli biondi.
“C’è
qualcuno?” domandò. Sgranò
gli occhi vedendo il principe degli
elfi avanzare verso di lei a cavallo.
“Ho forse dimenticato
qualche botte?” chiese. Legolas saltò
giù dalla cavalcatura, fece una capriola in aria e le
atterrò davanti.
“Bel trucco, non vi si sono
neanche scompigliati i capelli”.
Fece notare la ragazza. Legolas sorrise, la punta aguzza delle sue
orecchie
arrossì e tremò.
“E’ tipico di noi
elfi” le rispose. La ragazza mise le
braccia dietro la schiena e piegò di lato il capo.
“Se non avete botti da
consegnarmi, allora non capisco come
mai siete qui” ribatté. Legolas si
massaggiò il collo e si leccò le labbra
rosee.
“Volevo chiedervi se posso
accompagnarvi con la scusa dei
possibili attacchi di orchi. Mio padre è furente”
spiegò. La ragazza sollevò un
sopracciglio.
“Credevo si fosse calmato,
parecchi anni sono passati dalla
grande battaglia” ribatté. Legolas
annuì e si raddrizzò l’arco sulle sue
spalle.
“E’
così, ma è tornata colei a cui il mio cuore
anelava. Ha
saputo che cerco sposa e vuole farsi perdonare per avermi preferito un
nano”
spiegò. Leyla ridacchiò.
“E tu mi vuoi far perdere
tempo in cui potrei lavorare per
parlare di una stupida che preferisce un essere basso e peloso a un
principe
elfo? E poi, non potete semplicemente dirle gentilmente di
andarsene?” chiese.
Legolas salì sulla chiatta, mise la mano nella veste e ne
tirò fuori una gemma
candida.
“Questa vi potrebbe
convincere a portarmi con voi per questi
giorni?” chiese. La ragazza afferrò un bastone, lo
conficcò nel letto del fiume
e spinse allontanando la chiatta dalla riva.
“Affare fatto, ma come si
chiama l’incantatrice che tanto
temete?”. S’informò, guardando il
cavallo del principe tornare dalla strada da
cui era venuto.
“Tauriel ed è
ben più brava di un’incantatrice. Il suo profumo è in grado di far
dimenticare
doveri, famiglia e affetti per una vita al suo servizio”
spiegò Legolas. Si
sedette su una delle botti e incrociò le gambe.
“Vi prometto una cosa. Se
si avvicinerà, prima ancora che
possiate sentire il suo profumo, l’avrò uccisa a
botti in testa” rispose Leyla.
Legolas sorrise e annuì.
“Vi credo”
ribatté.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Le lamentele dell'elfo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge
II:
Prompt: Brontolare
Cap.5 Le lamentele dell'elfo
Leyla strinse gli occhi,
digrignò i denti e conficcò il
bastone nel liquame del fiume, spinse facendo spostare la chiatta.
Tolse il
bastone e corse dal lato opposto, spingendo da quell’altro
punto. Legolas
guardò la sua figura stagliarsi in contrasto con il cielo
rossastro del
tramonto.
“Non vorrei arrecarvi
offesa, ma volete che guidi io la
barca? Vi vedo affaticata” mormorò. Una nebbiolina
si alzò avvolgendo entrambi.
“Non mi fraintendere,
accetterei volentieri. Non voglio
certo farti vedere quanto sono forte o muscolosa, e nondimeno non
voglio
vantarmi, ma non posso” spiegò la giovane. I suoi
lunghi capelli biondi le
mulinavano davanti al viso.
“Perché
mai?” chiese Legolas. Sentendo la voce di lei
provenire da un’ombra nella nebbiolina.
“Semplice, non sai il
tragitto. Ci sono determinate rocce o
punti che bisogna schivare ed è una cosa che puoi imparare
solo con la pratica”
rispose la ragazza. Legolas avvertì i passi di lei che
correvano da una parte
all’altra.
“Te lo ha insegnato
Bard?” domandò.
“Sì. Lo ha
insegnato a molti giovani, sia maschi che
femmine. E’ una scusa come un’altra per non essere
rinchiuso in un palazzo a
fare il noioso burocrate governatore” rispose Leyla. Legolas
alzò il capo,
intravedeva l’ombra della montagna oltre la nebbiolina.
“Sì, mi era
sembrato un tipo d’azione” rispose. Leyla
ridacchiò, sistemandosi una ciocca dietro
l’orecchio.
“Eppure teme il caratterino
delle sue figlie. Non fanno
altro che brontolare” spiegò. Legolas si
alzò in piedi e mosse le gambe sul
posto, sentendole formicolare.
“Mio padre è un
gran signore degli elfi, ma nel brontolare
non è da meno di una donna, sebbene lo faccia con
classe” rispose. Leyla si
massaggiò una spalla, sentendo i muscoli dolere.
“Tu non hai mai brontolato
nella tua vita?” chiese. Legolas
prese una delle sue frecce e se la fece oscillare tra le mani.
“Quel nano non era
né brutto, né peloso. E persino quando
è
morto lei lo ha baciato. E’ su questo che
brontolerò sempre” si lamentò. Leyla
evitò un altro masso, facendo oscillare le botti sulla
chiatta.
“Una necrofila lo ha
portato alla morte e al tradimento
persino nell’aspetto della sua gente. Io non mi lamenterei,
io ringrazierei di
non essere stata la sua vittima. Penso che hai fatto proprio bene a
fuggire da
lei” ribatté. Legolas si massaggiò il
mento liscio.
“Allora penso che
brontolerò pensando al fatto che non mi
voglio sposare” decise. La giovane annuì, vedendo
la figura ombrosa di lui
nella nebbiolina.
“Sai, vostra altezza, io
non brontolerei troppo. Non vorrai
assomigliare a quei brontoloni dei nani”. Lo
punzecchiò.
“Giammai!”
strepitò Legolas, sentendo la giovane scoppiare a
ridere.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Leyla lavora ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Il prestavolto di Leyla è Demi Lovato.
Prompt: guerriero
Cap. 6 Leyla lavora
L'odore di pesce punse le narici dell'elfo. Legolas socchiuse gli occhi
e si appoggiò contro la parete annerita di una casa di
legno, il vento gli faceva ondeggiare i capelli biondi ai lati del
viso. Socchiuse gli occhi guardando due bambine gemelle gli passarono
davanti, entrambe avevano due trecce ai lati del capo che gli
arrivavano fino all'altezza delle spalle ed indossavano dei lunghi
vestiti neri. Il principe elfico alzò il capo guardando il
cielo coperto da delle scure nuvole plumbee. Si leccò le
labbra e abbassò lo sguardo, osservando Leyla. La giovane
stava scaricando i barili sopra il portico. Un uomo le si rivolgeva
gesticolando. L'elfo osservò la pelle pallida di lei,
rabbrividì vendendo un rivolo di sudore che scendeva lungo
il collo di lei e le finiva tra i seni prosperosi. La sentì
ridere e le sue guance divennero rosate e le sue iridi divennero
liquide osservandola mettere la mano sopra il fianco. Sentì
il verso di un uccello provenire sopra di loro. Avvertiva in lontananza
il brusio di voci, la punta aguzza delle orecchie gli tremò
captando i diversi rumori. Si concentrò sulla voce di Leyla.
La giovane si tolse una ciocca sudata di capelli biondi dal viso.
"Abbiamo pattuito una percentuale. Se insisti con il chiedermi di
più, la prossima volta potrei cambiare fornitore" disse la
giovane. Sciolse il laccio che le teneva un sacchetto di soldi e lo
ondeggiò davanti al viso dell'altro uomo.
"E questi non li vedresti più" sibilò. L'uomo
digrignò i denti e gli mostrò il pugno chiuso.
"Fossi in te non scherzerei con me, pu***na, o ritroveranno il tuo
corpo sul fonte di Lagolungo" ringhiò. Una freccia gli
sfiorò il viso e l'uomo impallidì,
indietreggiando. Legolas saltò si staccò dalla
casa con un balzò, saltò da una barca all'altra
tenendo l'arco in mano e raggiunse il molo su cui era la ragazza.
"Un elfo" biascicò con voce stridula l'uomo.
Guardò Leyla, si voltò nuovamente verso Legolas,
si voltò e scappò via. Leyla si
massaggiò il collo e sospirò.
"Non vorrei sembrarti un'ingrata bel guerriero salvatore, ma ora
dovrò davvero trovarmi un nuovo fornitore. E quello vende
l'unica varietà che voi elfi, palati fini, apprezziate"
ribatté. Legolas si rimise l'arco in spalla e
tirò fuori i pugnali.
"Allora vado a convincerlo che non deve interrompere gli affari con te
per il tuo bene" disse indurendo il tono. Si mise a correre, facendo lo
slalom tra una serie di uomini e donne che lo guardavano con gli occhi
sgranati. La giovane si massaggiò la fronte e
sospirò.
"Mi sa che non è a conoscenza delle leggi contro omicidio e
ricatto" brontolò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 La balena ***
sapore di sangue
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction challenge
II:
Prompt: Balena
Cap.7 La balena
Legolas si massaggiò il
collo e ridacchiò, allungando le
gambe lungo la barca.
“Come vedete, tenete ancora
il vostro posto” disse. Le sue
gambe pallide erano illuminate dalla luce della luna, facevano
contrasto con il
legno scuro su cui era sdraiato. La giovane si deterse la fronte con un
fazzoletto, aveva delle macchie in più punti e
l’orlo sfilacciato.
“Si vede che sei proprio un
nobile e ancor di più che sei un
elfo. Per te le regole non contano, vero?”
domandò. Legolas si voltò verso
Leyla, la luce della luna illuminavano i suoi capelli disordinati. Si
concentrò
sulle labbra piene di lei e volse il capo, alzando lo sguardo
all’astro lunare.
“Per te non è un
problema riaccompagnarmi a casa nel cuore
della notte?” chiese. La ragazza scrollò le spalle.
“Tanto dovevo andare per
lavoro. Visto che non l’ho perso,
devo approfittarne finché ancora ce
l’ho” ribatté. Legolas
ridacchiò e
congiunse le mani, intrecciando le dita sinuose. Chiuse gli occhi e si
concentrò sul rumore dell’acqua che si abbatteva
contro la barca.
“Su questo lago si
raccontano molte storie” spiegò. Leyla
inarcò un sopracciglio e fece leva con le braccia muscolose
sul bastone con cui
governava la barca.
“Vi interessano le storie
su questo posto, dopo che eravate
tra quelli che hanno fatto finire su questi fondali il cadavere di un
drago?”
domandò. Legolas strinse le labbra.
“Era più una
viverna, in realtà” disse rendendo più
gelido
il tono.
“Ok, lo avete associato a
quell’arpia di cui mi avete
raccontato. Suvvia, non volevo innervosirvi. Raccontatemi una delle
vostre
leggende” lo rassicurò Leyla. Legolas mise una
mano in tasca e ne trasse un
pezzo di pan di via. Tolse la foglia che lo avvolgeva, ne ruppe un
pezzettino
facendo cadere una pioggia di briciole e se lo portò alla
bocca. Si nascose le
labbra pallide con la mano e masticò silenziosamente.
“Si dice che un tempo qui
vivesse una balena. Era bianca
come l’avorio dei suoi denti e avesse gli occhi rosso rubino.
Viveva qui prima
che ci fossero gli uomini ed era protetta dal Valar
dell’acqua”. Iniziò a
raccontare. Leyla ingoiò uno sbadiglio.
“Avete una voce rilassante,
ma ditemi, non si annoiava una
balena da sola in così poca acqua?” chiese.
Sentirono i rumori di fuochi d’artificio
sparati in lontananza.
“Si dice che avesse amico
un uomo, un pescatore dall’occhio
di vetro. E quando questo morì, la balena fu presa di
solitudine. Perciò decise
di volare via” rispose il principe elfico.
“E voi volerete via? Non vi
vedrò più?” domandò Leyla.
Legolas tirò indietro le gambe e le incrociò
sotto di sé.
“No, non sarò
come la balena” promise.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Thranduil e suo figlio ***
sapore di sangue
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction challenge
II:
Prompt: Caccia
Cap.8 Thranduil e suo figlio
Legolas gettò dentro il
calderone alcuni fiori di camomilla,
inspirò l’odore al suo interno e sorrise.
“Che profumo
rilassante” bisbigliò. Sentì dei passi
alle sue
spalle, raddrizzò la schiena e si voltò. Il
sovrano entrò nella stanza,
strisciando i piedi sul pavimento.
“Qualcosa mi dice che stai
dimenticando i tuoi doveri. Dove
sei stato tutto il giorno, ieri?” domandò. Legolas
diede le spalle al padre.
“Ho scoperto qualcosa sugli
umani. Le loro donne sono…”.
Iniziò.
“Sono aspre come le erbacce
e sfioriscono altrettanto in
fretta. Non fermarti su ciò che è stagionale e
non dura nemmeno un inverno” lo
interruppe il padre. Raggiunse una delle finestre del palazzo e si
affacciò.
“Dimmi che mi sbaglio a
pensare che, invece di sposarti con
una nobile, tu stia dando la caccia a un’umana”
Osservò le incanalature
sulla grigia e butterata corteccia
di un albero ritorto sotto di sé.
Il figlio gli si affiancò
e volse lo sguardo a un giardino
del palazzo, una rosa rosa quasi sfiorita spiccava tra delle rose rosse
appena
sbocciate.
“Cosa ti fa pensare che sia
una caccia?” domandò Legolas.
Thranduil seguì lo sguardo del figlio e corrugò
la fronte.
“Sei come me, ami la
caccia, ma così finirai solo per
bruciarti” sibilò. Strinse con entrambe le mani il
bordo in marmo della
finestra.
“Non voglio ridurmi come
Elrdon con la figlia. Arwen si è
invaghita di quell’umano di nome Aragorn che Elrond
è stato così sciocco da
prendersi in casa” sibilò. Legolas si strinse nel
proprio mantello e sospirò.
“Padre, non voglio darvi un
dispiacere, ma non è di caccia
che stiamo parlando. Non considero le donne una preda”
ribatté gelido Legolas.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Affari d'amore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
prompt: legge
Cap.9 Affari d'amore
Leyla si legò i capelli
biondi e si sedette su uno dei
barili di vino. Accavallò le gambe e piegò di
lato il capo.
“Senti principino, stai
cercando di diventare fisso con me,
vero?” domandò. Legolas inarcò un
sopracciglio biondo e ridacchiò.
“Devo apparirti come un
libro aperto. Beh, in fondo stavo
già cercando una ragazza e…”.
Cercò di spiegarsi. Leyla ridacchiò e
saltò in
piedi.
“Sono felice di averti come
amico e di non perderti”. Mise
una mano sul fianco e piegò il capo di lato.
“E non penso esista una
ragazza che non sarebbe attirata da
un bell’elfo, ricco, nobile e sempre elegante”.
Aggiunse. Lo raggiunse e gli
camminò intorno.
“Per non parlare del fatto
che sai sconfiggere la gravità e
le leggi della fisica”. Concluse, mettendoglisi di fronte e
appoggiandogli l’indice
sul petto muscoloso.
La luce del sole illuminava il
palazzo alle loro spalle e
filtrava tra le fronde degli alberi, dando riflessi dorati alle foglie.
“Scommetto che
c’è un ma. Non provate affetto per me?”
domandò Legolas.
“Sbagliato. Sicuro che
uscendo con me non violi qualche
legge? Non vorrei farti avere noie” ribatté Leyla.
Ticchettò con il tallone
contro il barile alle proprie spalle.
“Tuo padre non sembra
esattamente simpatico” ammise. Legolas
le passò a fianco.
“Beh, possiamo fare un
patto” propose. La giovane si girò,
mettendoglisi di fianco.
“Tipo?”
s’informò.
“Tu mi permetti di aiutarti
con il tuo lavoro ed in cambio
esci con me” spiegò Legolas. La bionda gli
tirò un pugno sulla spalla.
“Con piacere,
allora!” accettò.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Primo appuntamento ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 Primo appuntamento
Legolas
si
deterse la fronte imperlata di sudore con una pezzuola, inumidendola.
La posò in una sacca di tela grigia elfica che teneva sulle
spalle.
Le sue labbra sottili erano secche e arrossate.
“Te
lo sei
proprio meritato quell'appuntamento. Non solo sei davvero utile, in
un modo palesemente non umano, ma hai anche infranto una decina di
leggi della fisica nel frattempo” gli disse Leyla,
porgendogli una
brocca. Legolas la afferrò con entrambe le mani, sentendola
gelida
sotto le dita affusolate. Se la portò alle labbra e ne
sorseggiò il
contenuto.
L'acqua
gelida
gli scese lungo la gola e gli punse il palato per il freddo.
Legolas
gorgogliò e sorrise.
“Davvero
pura”
si congratulò.
“Per
niente.
E' buona solo perché premi il tuo duro lavoro”
ribatté la bionda.
Dondolò le gambe, si strinse con le mani al bordo della
botte e si
sporse in avanti.
“Non
capita
tutti i giorni di uscire con un principe elfico” disse.
Legolas
appoggiò la brocca svuotata all'altezza dei suoi piedi.
“Dove
hai
intenzione di portarmi per il nostro primo appuntamento?”
domandò
Leyla. Legolas le sorrise.
“Ti
farò
visitare la mia foresta” propose. Leyla saltò in
piedi e mise le
mani sui fianchi.
"Voglio
proprio vedere come riesci a rendere incredibile e interessante anche
questo" lo sfidò. Legolas si alzò in piedi e
piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli
biondi.
"Vedrai"
sussurrò con voce seducente.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Il primo appuntamento ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Il primo appuntamento
Una foglia si staccò da
uno degli alberi, dalle fronde verde
smeraldo, e ondeggiò in aria cadendo sulla superficie
trasparente del lago.
Intorno alla foglia l’acqua limpida
s’increspò si crearono dei cerchi
concentrici.
L’acqua cristallina del
fiume gorgogliante si riversava nel
lago facendo schizzare schiuma bianca tutt’intorno.
La giovane, dalla pelle pallida, si
sedette sull’erba. Si
sporcò il vestito candido e le gambe nude di terriccio. La
donna sfiorò l’acqua
gelida con la punta delle dita dei piedi. Rabbrividì e
socchiuse le labbra
piene, che fremettero. Piegò di lato il capo, facendo
ondeggiare le sinuose
ciocche bionde della scompigliata capigliatura. Batté un
paio di volte le
palpebre e si protesse gli occhi dalla luce con la mano.
I raggi del sole
s’infrangevano sull’acqua, creando diversi
giochi di luce. Il gorgogliare del fiume copriva il rumore leggero del
vento e lo
stormire della foresta tutt’intorno.
Leyla si leccò le labbra e
alzò la testa, facendo ricadere
all’indietro il cappuccio del mantello blu mare che
indossava. Le sue iridi
color del cielo divennero liquide. Appoggiò una mano accanto
a sé, sopra gli
stivaletti scuri che si era sfilata.
In cielo intravide un cigno, che
planò e atterrò sulla
superficie del lago. Chiuse le ampie ali e
s’inabissò. Riemerse schizzando
acqua tutt’intorno. Alcune gocce colpirono anche la giovane,
altre s’impigliarono
sull’erba. Una finì di fianco a una farfalla dalle
ali trasparenti che volò
via.
“Era da tanto che non mi
prendevo un po’ di riposo dal
lavoro. Mi sembra da tutta una vita” sussurrò
Leyla. Si sentirono dei fruscii
più forti e la giovane avvertì qualcosa al suo
fianco. Si voltò di scatto e
saltò in piedi, dinnanzi a lei c’era Legolas.
“Eccomi di ritorno. Mi
chiedo di perdonarmi, mia prediletta
dama” disse con voce gentile. Le porse una rosa dai petali
candidi, ricoperti
di rugiada. La giovane prese il fiore dal gambo senza spine, se lo
portò al
viso e inspirò, sentendo l’odore pungente
solleticarle le narici.
“È davvero uno
strano primo appuntamento. Prima mi
accompagni in questo luogo che sembra fatato e poi scompari”
rispose.
“Questa parte della foresta
è l’unica rimasta incontaminata.
Qui si è conservata la purezza originaria” rispose
Legolas. Le riprese la rosa
dalle mani e gliela mise tra i capelli, con le dita affusolate
piegò il gambo
in modo che circondasse a spirale una ciocca di capelli.
“Sì,
è di sicuro un luogo incantato. Non sembra neanche
appartenere allo stesso mondo che conosco io. Allora è vero
che gli elfi
sembrano appartenere a un piano spirituale diverso da quello
umano” rispose
lei. Legolas indietreggiò.
“Non credere, anche tra gli
elfi c’è molta corruzione. Ti ho
parlato del lato peggiore della mia razza, ora voglio mostrarti il
migliore”
ribatté.
< Qui non ci sono le creature
oscure del Negromante o i
ragni giganti. Peccato che la malvagità stia prendendo piede
sempre di più >
pensò.
Fischiò e si
udì qualcosa galoppare nella loro direzione.
Leyla si guardò intorno, sentì il rumore farsi
sempre più forte e si girò nella
direzione da cui proveniva. Sorrise e si nascose il viso con la mano,
le sue
iridi brillarono.
“Non ci posso
credere” sussurrò e la voce le tremò.
Un
unicorno stava galoppando nella loro direzione. La luce del sole
illuminava il
suo corno dorato e piccoli arcobaleni si creavano nei lattei crini
della
creatura. Raggiunse l’unicorno che la fissò con i
suoi occhi perlacei.
“Gli elfi e gli uomini non
possono congiungersi nell’aldilà
dopo la morte” ammise Legolas. Si mise alle spalle della
giovane, a un paio di
passi di distanza.
Leyla abbassò il capo e
accarezzò il muso dell’unicorno, che
nitrì.
“Questo vuol dire che vuoi
fuggire via da me? Staremo
insieme solo per un po’, ma alla fine sposerai una delle elfe
che vuole tuo
padre?” domandò la ragazza.
“Ammetto che vorrei fuggire
da te e dimostrarmi un bravo
figlio per mio padre. Ci conosciamo anche così
poco” sussurrò Legolas. Le si
affiancò e le sfiorò una spalla, facendo fremere
la stoffa del mantello che la
giovane indossava.
“Però nemmeno il
timore può fermare l’amore. Il mio cuore
già appartiene a te, anche se sei una mortale”
ammise e la voce gli tremò. Le
sue labbra rosee e sottili fremettero, arrossandosi.
“Ti ho condotto qui per
farti vedere che anche se l’eternità
non ci apparterrà, potremo almeno goderci il meglio di
questo mondo. Rimarrete
al mio fianco?” la interrogò.
“Non potrei chiedere di
meglio, mio principe degli elfi”
disse Leyla. L’unicorno indietreggiò di un paio di
passi e le spinse la schiena
con la testa. Leyla raggiunse Legolas e gli prese la mano.
“Sporcheremmo la purezza di
questo luogo con un bacio? Temo
di essere un’umana con desideri troppo biechi e modi di fare
tutt’altro che
signorili” mormorò. Legolas le
accarezzò la guancia e le sfiorò le labbra con
le proprie.
“Voi siete stupenda
così, mia prediletta” ribatté. Leyla
arrossì.
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Capitolo 12 *** Cap.12 Promessa d'amore ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.12 Promessa d'amore
Legolas si sfilò la tunica
e la lasciò cadere sul pavimento
della stanza. Alzò il capo e osservò il soffitto
sopra di sé.
Thranduil si
passò la
mano tra i capelli, sfiorando la propria corona di rami con le dita
affusolate.
“È
passato più di un
mese da quando ho saputo che avevi iniziato una relazione ufficiale con
una
mortale. Per quanto pensi di portarla ancora avanti?”
domandò, avanzando di un
paio di passi. Il suo corpo affusolato ondeggiava ad ogni suo
movimento. Scese
una serie di scalini e osservò suo figlio, inginocchiato ai
suoi piedi.
“Con
tutto il rispetto
che nutro per voi, ho intenzione di sposare la mortale”
rispose Legolas, con
voce rauca.
Thranduil
sospirò e si
piegò in avanti, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Sfiorò il mento del
figlio e gli fece alzare il capo.
“Temevo
qualcosa del
genere. Sposala pure” lo rassicurò. Le iridi
azzurre di Legolas brillarono.
“Davvero,
padre?”
domandò il principe elfo con voce tremante.
“Le
tue vere nozze
saranno solo rimandate. Sposerai un’elfa degna della tua
casata quando i fugaci
giorni di vita della mortale saranno terminati” disse
Thranduil con voce
gelida, lasciando andare il viso del figlio.
“Ancora non riesco a
credere che tuo padre abbia
acconsentito al nostro fidanzamento” disse Leyla. Legolas
batté un paio di
volte le palpebre e rabbrividì, voltandosi verso di lei.
“Tutto bene?”
domandò la giovane. Era immersa nella vasca di
pietra delle terme quasi completamente e la sua figura era in parte
celata dai
vapori.
La giovane osservò
l’elfo, ignudo. La sua pelle chiara e
liscia era madida di sudore e il suo corpo alto e slanciato risaltava
bianco in
contrasto con le foglie d’oro che ricoprivano le pareti della
stanza.
“Mi stavi
guardando?” domandò Legolas, le sue gote si
tinsero di rosa. La ragazza si mordicchiò il labbro e
piegò di lato il capo.
“Attendevo che entrassi in
acqua e ti ho visto preoccupato”
ammise. I lunghi capelli biondi, umidi e gocciolanti, le aderivano al
corpo.
Legolas entrò in acqua,
immergendosi completamente. Chiuse
gli occhi, si rilassò e si abbandonò contro i
bordi della vasca. Canticchiò
qualche strofa di una melodia elfica. Socchiuse gli occhi e
osservò la giovane.
Leyla lo guardò a sua
volta e lo raggiunse, cingendogli un
braccio con i propri, appoggiandogli la guancia sulla spalla nivea.
< Chiede a me se lo guardo, ma
lui mi fissa intensamente
con quei suoi occhi che hanno ben poco di umano >
rifletté la giovane.
Accarezzò il petto dell’elfo, sentendolo liscio.
“Hai una bella voce, quando
canti. Io preferisco farlo
quando lavoro, ma non sono molto intonata” ammise.
Legolas socchiuse le labbra rosee in
un sorriso.
“Gradirei sentirti
cantare” sussurrò. Leyla gli diede un
paio di pacche un po’ più forti sul petto, facendo
schizzare dell’acqua calda.
“Permettimi di lavorare un
po’ di più senza farmi sempre
distrarre con le tue splendide sorprese da principe, e me lo sentirai
fare”
borbottò.
Legolas ridacchiò.
“Amo la tua
forza” la lodò.
Leyla si sporse e gli
baciò la punta del naso, la punta
delle orecchie di Legolas si tinse di rosa.
“E che altro?” lo
interrogò. Si mise seduta a cavalcioni
sulle gambe di lui.
L’elfo sentì un
calore al basso ventre e la punta delle
orecchie gli divenne violetta.
“Perché temo
sarebbe noioso considerare tutti i tuoi pregi.
Mi chiedo se tu abbia difetti. Prendi il tuo corpo, non ha una ruga,
una
smagliatura o una cicatrice” borbottò la ragazza.
“In realtà ho
delle cicatrici, solo che sono quasi
invisibili per l’occhio umano” spiegò.
< Le uniche cicatrici elfiche
evidenti che io abbia mai
visto sono quelle che deturpano mio padre e temo siano arrivate a
ledere anche
il suo animo > pensò. Si deterse le labbra con la
lingua.
“Rispondendo, invece, al
quesito sui tuoi pregi, ho
finalmente avuto modo di conoscerne alcuni. Hai una lingua rapida,
possiede
come te l’argento vivo addosso. E sei bella come una
stella”. Aggiunse.
Leyla ridacchiò.
“Io, una stella? Sei tu
quello che rifulge. Brilli come un
diamante. Come puoi dire che io sono bella?”
domandò.
“Hai ragione. La bellezza
delle stelle è spesso noiosa
perché appare immutabile. Tu brilli come la luce
sull’acqua del lago di cui
incarni la vitalità. Amo molto di più le tue
sembianze e ogni ruga o segno sul
tuo viso, sarà da me salutato con gioia, come qualcosa da
amare ancor di più”
ribatté Legolas. Le baciò l’incavo del
collo.
“Non mi merito la vostra
devozioni, ma sarò lieta di
divenire vostra sposa” ammise Leyla.
Legolas chiuse gli occhi e le sorrise.
“Staremo
insieme?” domandò Leyla con voce tremante.
“Fino alla fine, mia
amata” promise Legolas.
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