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di xthesoundofsea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***






Restava a guardare alla finestra quel panorama che, anche la mattina, toglieva il fiato. L'appartamento che aveva affittato ad un prezzo davvero conveniente insieme alla sua amica, era davvero magnifico.
Adatto per due persone con una vista magnifica e quasi vicino al luogo dove lavora.
-Dani..- ecco che la sua amica Sole spuntò dalla sua camera da letto.
-Cosa hai perso ora?- chiese Daniela di rimando.
-Come fai a conoscermi così bene?- disse la sua amica rassegnata.
-Anni e anni di duro lavoro.- disse posando la sua tazza nel lavabo della cucina. - è sull'armadio in bagno.-
Vide scomparire la sua amica ad una velocità impressionante.
-Sono in ritardo, sono in ritardo, sono in ritardo.- disse Sole correndo da una stanza all'altra.
-Correggiti: siamo in ritardo!- Daniela prese il suo cappotto che, nonostante il freddo pungente di Londra in quei giorni di novembre, non aiutava a ripararsi dal freddo.
-Ti aspetto giù!- disse prendendo anche la borsa e uscendo di casa.
-Scendo subito.-
Scese le scale canticchiando un motivetto che aveva ascoltato una settimana prima alla tv. Aprì il portone e subito un vento freddo la colpì al viso.
Alzò la sciarpa che aveva indosso fino a coprirsi metà volto. Le mancava la sua patria per il sole, il mare e le molte giornate di caldo. Non era affatto abituata a quel clima torrido.
All'improvviso vide dal lato opposto della strada un uomo vestito di nero con occhiali da sole, un cappello e anche una sciarpa a coprirgli il resto del volto.
Lo vide dirigersi verso di lei, mise le mani in tasca. Questo comportamento fece subito insospettire la giovane ragazza che portò le mani alla sua borsa pensando fosse una rapina.
Si tranquillizzò subito sentendo un tintinnio provenire dalle tasche del ragazzo. Tirò un sospiro di sollievo e sorrise credendosi davvero sciocca.
Nel tempo stesso che il ragazzo aprì il portone, vide la sua amica scendere le scale con una certa fretta. Il ragazzo restò alla porta e la tenne aperta per lei. Sole sorrise a quel gesto.
-Quanti altri anni devo aspettarti?- disse nella sua lingua madre più per abitudine.
-Sono qui, non ti basta?- Sole sorrise e la prese sotto braccio trascinandola verso la metropolitana.
-Hai visto quel ragazzo che mi ha tenuto aperta la porta?- chiese portandosi un dito alle labbra.
-Certo che l'ho visto, o per meglio dire ho visto solo parte del suo viso visto che era tutto incappucciato.-
Lei annuì distratta mentre i suoi occhi azzurri vagavano nella cabina della metropolitana.
-Secondo te abita nel nostro palazzo?-
-Ah, da cosa lo hai capito, genia?- chiese con un filo di ironia Sole all'amica alludendo alle chiavi.
-Che scema..- sorrise e lasciò cadere l'argomento.
Arrivate in caffetteria corsero subito negli spogliatoi, anche se non era lo Starbucks era davvero un posto accogliente dove poter riprendersi da queste giornate.
-Ragazze! Era ora!- disse il loro amico Tom mentre indossava anche lui la divisa.
-Non lamentarti, siamo anche in anticipo!- disse Sole restando un po' troppo sugli addominali del ragazzo.
-Si, di due minuti..-
-Due minuti hanno cambiato anche il corso della storia, non lo sai?- chiese ancora ironica.
-Ragazzi, smettetela! Dobbiamo muoverci.- disse Daniela, stanca di dover ascoltare i continui battibecchi tra i due.
-Si, signora. Agli ordini, signora.- la scimmiottarono in coro i due.
Lei, di risposta, gli fece una linguaccia. Uscì dagli spogliatoi e si incamminò alla cassa.
*******
Erano già passate 5 ore dal suo turno e decise di prendersi una pausa. Andò nel retro per fumare in tutta tranquillità.
Si sedette sugli ultimi scalini e si accese l'unica cosa che la facesse rilassare oltre la musica.
Sentì la porta dietro di lei aprirsi e intuì che fosse la sua amica.
-Che è successo?- chiese in italiano.
-Indovina chi è appena andato via?- disse lei sbattendo le mani tra di loro.
-Chi? La regina?- sorrise.
-No scema! Il ragazzo "ti tengo la porta così ti rimorchio"!-
-Ah, quello di stamattina?-
-Proprio lui!- Daniela annuì distratta.
-Ora due sono le cose..- disse proseguendo.- o segue me, o segue te.-
-Non segue proprio nessuno. Secondo me segue solo l'odore del caffè.- gettò il mozzicone di sigaretta e si alzò, pulendosi i pantaloni.




Ogni tanto ho qualche ispirazione e mi viene voglia di scrivere. Spero solo vi piaccia. 
Dania.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***







-Ma quanto sei tonta?! Questa volta era senza sciarpa!-
-Sai che bello..-
-E infatti è davvero bello!-
-Fammi capire bene: tu mi dici che trovi un ragazzo carino solo perché si è tolto la sciarpa? Certo che l'aria londinese ti ha proprio stordita.- si alzò e tornò ai tavoli. Lo trovò seduto ad un angolo del bar. Sentì la sua amica darle un pizzicotto mentre restava incantata.
-E tu eri quella della teoria della sciarpa?- chiese Sole.
In effetti Daniela notò che non era un ragazzo ma un uomo, davvero molto attraente.
-Chiudi la bocca, entrano le mosche.- disse ridendo la sua amica Sole.
Quel misterioso ragazzo si girò a guardarla, si soffermò un po’ su di lei per poi prendere la sua bevanda e andare via da quel bar.
“Che strano..” pensò Daniela mentre andava via.
********
Daniela si distese sul divano del salotto. Per essere solo un giovedì londinese, fu davvero faticoso.
Girò il volto verso la vetrata che gli permetteva una vista magnifica, e si perse nei pensieri. Pensava a sua madre che aveva lasciato in Italia, ai suoi fratelli più piccoli che le mancavano un sacco.


#Flashback
-Sei sicura di voler andare a Londra?- chiese la madre verso la sua piccola figlia.
-Mamma, ho 25 anni e sinceramente non riesco più a vivere qui, con lui. Sai quanto male mi ha fatto.-
-Tuo padre non avrebbe voluto questo.-
-Mio padre ora è con un’altra donna. Doveva prendersi le sue responsabilità se voleva fare il padre.- e posò un’altra maglia in valigia.
-Ormai sei grande, puoi fare ciò che vuoi. Ma ricorda che resterai sempre la mia piccola bambina.- Daniela posò la maglia appena presa che doveva riporre in valigia e si voltò verso la madre. Una lacrima le segnò quel suo giovane viso.
-Mamma..- disse e dopo corse tra le sue braccia.
-Trova solo la tua felicità, tesoro mio.-
#EndFB

-Dani!!- la ragazza si destò da quei ricordi e asciugò in fretta una lacrima che era scappata.
-Si, dimmi!- disse.
-Ma non li senti questi rumori dal piano di sopra?- Daniela fece silenzio e poté sentire dei chiare suoni di chitarra e batteria. Il suo viso si accigliò, prese una giacca e, senza nemmeno ricordarsi di essere in pigiama e pantofole, uscì di casa.
-Ma chi si credono di essere?! Dovrebbe essere vietato suonare a quest’ora di sera.- sussurrò Daniela salendo le scale che portava all’appartamento soprastante. Bussò per almeno tre volte e la quarta volta riuscì a schivare il viso del suo ‘vicino’.  Lei si accigliò e subito si accorse che era lo stesso ragazzo del bar e del portone.
-Guarda chi si rivede..- disse il ragazzo per poi sorridere. – per caso mi stai seguendo? Ah, no. Sei in pigiama.- 
Daniela ingoiò l’aria perché si accorse che non era dannatamente bello ma anche la sua voce aveva qualcosa di particolare.
-Fai poco lo spiritoso.- gli rispose a tono sostenendo il suo sguardo.
-Glen! Vieni un po’ qui! Vorrei farti conoscere la nostra graziosa vicina.- il ragazzo si sporse all’interno per urlare qualche altra cosa che Daniela non capì. Lei restò impalata e arrossì violentemente.
-Sono davvero molto arrabbiata.-
-E perché mai? Dopo potrebbero venirti le rughe..-  sorrise maliziosamente.
-Senti, non voglio litigare con il mio vicino. Non mi interessa sapere chi sei tu o chi siano i tuoi amici, desidero solo che abbassiate la voce dei vostri strumenti perché ci sono persone che vogliono dormire.-
-Ma..- cercò di replicare lui.
-Niente ma. Buonanotte.- fece dietrofront e tornò nel suo appartamento mentre sentiva il suo sguardo sul suo corpo. Entrò nell’appartamento e Sole iniziò a riempirla di domande. Lei rispose in modo molto vago anche perché era stanca. 

 
 
Lo so che è piccolo, ma spero possa piacervi lo stesso.. 
Dania :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


LEGGIMI: vorrei sapere se è il caso che io continui questa storia, vorrei sapere davvero cosa ne pensate. Detto questo, buona lettura! 
Dania.


Il mattino seguente si svegliò di buon’ora, fece colazione e uscì di casa. L’amica avrebbe avuto il turno al bar quel pomeriggio.
Arrivò al bar abbastanza in anticipo e decise di prendersi un buon cappuccino.  Si sedette allo stesso posto che prese il ragazzo il giorno prima.
Restò a guardare fuori dalla vetrata e non si accorse della persona che si sedette di fronte a lei.
-Ah, ora non solo mi segui ma ti siedi anche al mio tavolo..- disse il ragazzo in modo ironico.
- A: non ti seguo affatto, abitiamo nello stesso palazzo. B: questo è il bar dove lavoro e non mi sembra che su questo tavolo ci sia il tuo nome, qualunque esso sia.- gli sorrise e si alzò per iniziare il suo turno di lavoro. Uscì da dentro gli spogliatoi e prese posto dietro la bacheca piena di delizie varie. Le si parò davanti il ragazzo.
-Sto lavorando.- disse fredda.
-Non fare l’acida. Voglio solo quel muffin.- disse cacciandole la lingua.- lo so che forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato e voglio scusarmi per questo. – lei lo guardò fisso e decise che almeno una seconda occasione doveva averla.
-Va bene..- disse dopo, sorridendogli.
Lui le allungò la mano destra sorridendole. –Io sono Daniel, ma tutti mi chiamano Danny.-
-Non puoi scherzare..- disse lei mentre iniziò a ridere.
-Che c’è da ridere?- chiese perplesso.
-E’ che.. Scusami.- tentò di darsi un contegno. –io sono Daniela.-
Lui spalancò gli occhi e capì il motivo delle sue risate.
-Daniela? Quindi non sei di Londra!-
-Ma che genio..- gli fece la linguaccia e servì il signore anziano che stava aspettando il suo dolcetto. Lei sorrise educatamente e gli porse il croissant.
-Ok, vedo che sei abbastanza impegnata. A che ora finisci di lavorare?-
-E perché dovrebbero essere affari tuoi?- chiese prendendolo in giro.
-Volevo solo fare qualcosa di gentile..- scosse le spalle e fece per andare via.
-Danny aspetta..-
-Si, Daniela?- il suo nome pronunciato da lui le fece uno strano effetto.
-Finisco alle 14.- disse. 
-Ottimo! Allora ti aspetto all’entrata del bar.- lui sorrise e non diede nessun’altra spiegazione, andò via.
-E allora?!- chiese Tom spuntando alle sue spalle. Daniela si portò una mano sul cuore per lo spavento.
-O mamma. Ma lo fai di proposito?- chiese Daniela.
-Cosa ti ha detto?- chiese insistentemente lui.
-Sei peggio di Sole!- disse lei rassegnata.- non te lo dico.- gli fece una linguaccia e tornò a servire.
*****
Salutò Tom e mentre usciva indossò la sciarpa. Lo vide seduto sulla panchina accanto al bar con un cappotto nero e degli occhiali scuri.
-Poi un giorno mi spiegherai perché fai di tutto per sembrare l’uomo invisibile.- disse Daniela sedendosi accanto a lui.
-Davvero non mi conosci, allora?- chiese lui alzando il colletto del cappotto.
-Perché dovrei? Sei per caso un’agente federale o in servizio per la Regina stessa?-
-No, nulla del genere!- sorrise e si alzò. –andiamo a casa?-
Daniela annuì e si alzò. Non si sarebbe mai aspettata un comportamento così da un ragazzo. Aveva fatto una promessa e l’aveva mantenuta.
-Perché fai questo?- disse mentre si fermò sul ciglio della strada. Non si accorse della macchina che stava per andarle addosso. Danny fu molto reattivo: le prese la mano e la trascinò prima sul marciapiede e poi contro il suo petto.






 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***







-Primo perché non voglio che una ragazza così carina come te muoia sotto un’auto. E secondo, perché voglio avere la pace del vicinato così da assicurarmi di poter strimpellare i miei strumenti in pace.-
Lei gli sorrise, ringraziandolo mentalmente di averla salvata dall’auto. –Se credi che ti farò suonare così facilmente ti sbagli.- Danny le sorrise.
-Vedremo.-
Ripresero a camminare uno accanto all’altro. Lei scoprì che aveva 34 anni ed era irlandese.
-Io ho 25 anni. Sono italiana.- Danny al sentire la sua provenienza si illuminò.
-Amo l’Italia. Amo la pizza, il cappuccino e soprattutto le belle donne.- Daniela rise alla pronuncia delle parole ‘pizza’ e ‘cappuccino’. Le faceva ancora strano sentire come un inglese volesse provare a dire quelle parole.
-Perché ridi?- chiese sospetto lui.
-Mi fa ridere la vostra pronuncia delle parole in italiano.- dovette portare una mano davanti alla bocca per trattenersi.
-Ah… dici cappuccino e pizza??- Lui lo fece di proposito a ripetere quelle parole. Lei riuscì a trattenersi a malapena e contagiò anche lui. Daniela lo considerava davvero molto simpatico e decise di mettere tregua a quella ‘guerra’ inutile solo perché lui aveva deciso di suonare di sera. Tutti potevano sbagliare.
-Danny..- disse lei mentre smetteva di ridere. – che lavoro fai?-
-Io.. ehm.. mi occupo di.. musica.-
-Davvero?-
-Cioè ma davvero non sai chi sono?- chiese ancora una volta lui.
-Ma perché dovrei conoscerti?- chiese scettica. Era vero che la sua voce le era un po’ familiare ma poteva essere anche un caso.
-E’ raro che mi capiti una cosa del genere.-
-Mi stai dicendo che sei una persona famosa qui in Inghilterra?-
-Beh, non solo in Inghilterra.-
-Oh beh…- scavò nella sua borsa in cerca di un foglio e di una penna. Si mise davanti a lui.- Oh santo cielo!! Ho Danny davanti a me!! Questo significa che è pari anche alla regina Elisabetta! Mi fai un autografo??- chiese mentre cercava di imitare qualche fan in delirio.
-Ci hai provato dolcezza!- disse lui.
-In effetti si. Ma non vedo nessuno dietro di me pronto a fare la stessa cosa!- e si mise a ridere.
Arrivarono davanti al portone del palazzo, lui le aprì la porta e la fece entrare.
-Prego.- disse gentilmente.
-Oh, anche gentiluomo!- fece finta di svenire e iniziò a correre per le scale.
-Dani, aspetta! Non sono più giovane!-
-Forza vecchietto!- lo incitò ridendo. 
-Devo dirti una cosa..- Daniela si fermò ad aspettarlo fuori la porta di casa.
-Dimmi..-
-Voglio farti cambiare idea.-
-Su cosa?-
-Voglio farti sentire la nostra musica.-
-Quindi fai parte di una band.-
-Scoprirai tutto quando verrai ad una nostra serata intima.-
-Interessante! E quando sarebbe?-
-Domani sera. Al Vertigo 42.-
-Ehm.. non è che potrei portare due amici?- chiese Daniela.
-Certo che puoi!- lui sorrise e le donò un bacio sulla guancia.
-Ci vediamo!- disse lui lasciandola davanti alla porta del suo appartamento. Lei sorrise e di istinto si portò una mano alla guancia.
Stava per aprire la porta del suo appartamento quando la sua amica la precedette.
-Sei una cosa assurda.- disse Daniela parlando nella sua  lingua madre. 




Spero vi piaccia!
Dania.

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