IDA - International Department Anti-aliens

di Mew_vale
(/viewuser.php?uid=671608)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Strawberry, era quella di sempre. Nonostante i suoi venticinque anni, talvolta la si vedeva ancora sognare come una bambina, fare magre figure in pubblico, inciampare e arrossire per un non nulla. Il suo fidanzato Mark, trapiantato ormai in Inghilterra dove dopo la laurea ha intrapreso una carriera come insegnante di lingue orientali all’ Università di Oxford, la definiva tenera, contento di vedere in lei le qualità che l’ avevano fatto innamorare quando era una quindicenne. Dieci anni… Sì erano passati dieci lunghi anni dalla fine di tutto. Da quando Ryan e Kyle, dopo la fine del progetto erano partiti.

Il giorno dopo la grande battaglia, la squadra si era ritrovata al caffè, chiuso al pubblico. Non sapevano perché… Per festeggiare la vittoria, perché Ryan e Kyle volevano dimostrare loro la gratitudine che provavano nei confronti delle ragazze... Dopo aver mangiato una torta e brindato, Mina chiese:
- E adesso cosa succederà?
Il silenzio avvolse tutti. Mina non poteva fare una domanda più specifica? Non poteva chiedere che so “adesso lavoreremo ancora tutti insieme al caffè o verrà chiuso?”, “adesso ripartirete per l’ America o rimarrete qui a Tokyo?”. Il quesito di Mina nascondeva paura? Non riusciva nemmeno a pensare a parole come “chiusura”, “partenza”, “separazione”. Ryan abbassò lo guardo, Kyle rispose creando sconcerto e lacrime tra le ragazze Mew.
- Io e Ryan ripartiremo per l’ America ragazze, qui abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo accomodato quasi tutto quello che c’era da accomodare.
Quasi tutto, ecco le parole chiave! Ryan lanciò uno sguardo verso Strawberry, Kyle verso Pam.
Le ragazze iniziarono a singhiozzare ed a turno, abbracciarono i ragazzi. Furono abbracci malinconici, seguiti da scherzi e battute. Puddy non smetteva di piangere, Pam manteneva un’ espressione neutrale (ma dentro si disfaceva), Mina e Lory non tennero certo per sé le lacrime, così come Strawberry. La rossa osservò il biondo che la stava guardando a sua volta. Tra loro non si poteva dire che c’era stato qualcosa, ma che c’era stato un rapporto di odio-amore e lei non aveva mai pensato che fosse un brutto ragazzo, anzi. Ma la sua freddezza l’ aveva sempre tenuta a distanza… Mentre Mark le aveva aperto il suo cuore. Mark l’ aveva rapita da subito a differenza di Ryan. In quel caso ci mise del tempo ad elaborare ma ormai lui era dall’ altra parte del mondo. Kyle cercò di scrutare, speranzoso, negli occhi di Pam qualche sentimento: tristezza, ribellione a quella decisione. La modella non faceva trasparire mai le sue emozioni e questo aveva sempre mandato al manicomio Kyle! Entrambi avevano lottato contro sé stessi e i loro sentimenti, per non farsi coinvolgere e per non distrarre le ragazze: c’era un progetto più grande da salvaguardare. E adesso era tutto finito: nessuna occasione per loro.
Pam, l’ ultima ad abbandonare per sempre il caffè, entrò in cucina di sottecchi e sorprese Kyle a decorare una torta con una sache-a-poche piena di panna montata.
- L’ultima torta? – domandò, ottenendo l’ attenzione del gentleman.
- Pam… Credevo che foste andate tutte via.
Il cuore dell’ uomo perse un battito così come quello della donna-lupo.
- Sto per andare Kyle…
- Aspetta… Questa torta l’ ho fatta per te.
Le disse, mostrandogliela.
- Non ho molta fretta, posso fermarmi a mangiarne una fetta.
Sì, lo mangiarono il dessert ma non in cucina. Ma in camera da letto. Fecero l’ amore con foga: strappandosi i vestiti di dosso, andando a sbattere contro i mobili, urlando e gemendo. Si dissero addio. Senza rivelare i loro sentimenti.
Ryan rincorse la rossa Strawberry, che si sentì chiamare. La ragazza si voltò e vide il biondo avanzare verso di sé. Lei si asciugò le lacrime, non aveva fatto che piangere da quando aveva lasciato il caffè. Il biondo le si avvicinò porgendole il cellulare.
- Dove cel’ hai la testa?
La rimproverò, poi si accorse delle lacrime.
- Grazie Ryan.
Singhiozzò la ragazza. Il biondino si sciolse. Rimase lì fermo a guardarla. Non era bravo con le parole. Lei alzò lo sguardo verso di lui, e pronunciò il suo nome piangendo. Non era bravo con le parole ma era bravo con i fatti. La prese e la avvolse a sé, appoggiando la sua testa al proprio petto e la rossa si sfogò. “Non è giusto”, pronunciò sillabando. Ryan la strinse di più. Restarono così per non si sa quanto, e quando lei si calmò si accorse di aver fatto perdere al ragazzo un sacco di tempo e si scusò per il suo sfogo.
- Non ti lascio tornare a casa sola in queste condizioni.
Le disse con voce bassa, ferma, girandosi di spalle. Quindi la prese per mano accompagnandola al caffè. Parcheggiata fuori c’era la sua moto rossa fiammante. Le passò il casco e le ordinò di salire.
- Qui..?
Chiese riluttante la giovane. Non era mai salita su una moto.
- Non ti succederà niente.
La rassicurò il diciottenne, abbozzando un sorriso e lei salì. Ryan sfiorò le mani della ragazza per far sì che si stringesse di più a lui, e la giovane avvampò. Inspiegabilmente il suo cuore aumentò il lavoro. “Calma Strawberry, calma… Se ti spuntasse la coda ora? La vedrebbero tutti… La vedrebbe Ryan.”. Arrivati sotto casa della ragazza, quella si tolse il casco e glielo rese.
- Fa buon viaggio Ryan.
Gli disse malinconica ma con un leggero sorriso. Quando si girò per andarsene sentì un “aspetta” ma non fece in tempo a girarsi perché quello la stava già baciando, accarezzando con la mano destra il suo esile collo. Strawberry chiuse gli occhi, impietrita. Completamente di ghiaccio. Perché non lo cacciava? Non era, come gli altri, un bacio rubato della durata di tre secondi ma quello era un signor bacio! “Amore” fu la prima parola che le attraversò le meningi in quell’ istante. Non si diede da fare come il giovane che giocava sapientemente con le labbra, lei le mosse appena verso il finale, quando realizzò quello che stava accadendo. Ma in quel momento lui si staccò. “Ciao”, le disse prima di rimontare in sella. Lei rispose solo “ciao” a sua volta, e rimase immobile. Quando se ne andò si accarezzò le labbra.

Era stata prelevata da casa sua dal postino che l’ aveva colta di sorpresa alle spalle e l’ aveva narcotizzata con un fazzoletto pieno di non si sa che cosa. Mina era salita nella sua limousine dopo la lezione di ballo, ma si era accorta troppo tardi che quello alla guida non era il suo autista personale ma bensì un estraneo! Provò a urlare, ad intimargli di lasciarla scendere e lui le rispose che non le sarebbe successo nulla. Il suo capo voleva semplicemente vederla. “Chi è il suo capo?! Me lo dica!”, aveva intimato la blu ma quel uomo non rispose a nessuna domanda. Le porte ed i finestrini erano bloccati, il cellulare non aveva campo quindi si arrese. Quando arrivò di fronte ad una struttura di vetro, l’ autista si scusò per i modi. Quando aprì la porta due uomini portarono Mina dentro, di peso perché lei si dimenava. Lory era stata avvicinata, approfittando della sua ingenuità, da un povero turista che si era perso. La gentile ragazza consultò con lui la cartina avvicinandosi, ma l’ odore dell’ uomo iniziò a farle lacrimare gli occhi. Che odore era? E svenne tra le braccia del turista. Quello chiamò aiuto a gran voce e accorsero diverse persone, spiegò che si era sentita male mentre le chiedeva indicazioni. Un uomo gentile, si offrì di accompagnarla all’ ospedale e i due la caricarono in auto. Nessuno si fece domande, non potevano sospettare che fosse una messa in scena! Pam lottò con le unghie e con i denti quando si accorse di essere seguita. Accelerò il passo e svoltò, ma un altro gorilla elegante la colse di sorpresa e la narcotizzò con lo stesso fazzoletto intriso di chissà che cosa. Ma la mewlupo era tosta! Prima di svenire graffiò il suo aggressore allungando una mano all’ indietro, quindi perse i sensi. Puddy si fece affascinare da un mago di strada: quello le disse che con l’ ipnosi le avrebbe predetto il suo futuro. Puddy, pur avendo vent’ anni, conservava uno spirito giocoso ed innocente quindi accettò.
Negli anni le ragazze non avevano perso i contatti, anzi. Quando tutte e cinque si ritrovarono in una stanza grigia, con solo un grande divano in centro si scambiarono le loro esperienze su come erano state portare lì.
- Ma che sta succedendo?
Chiese Mina. Le altre ragazza alzarono le spalle. Pam batteva sulla pesante porta urlando “Ehi! Fateci uscire!”.
- Mentre mi portavano qui stavo riaprendo gli occhi… Ho incrociato un uomo elegante, teneva uno stemma sulla giacca nera. – disse.
- Che stemma Pam? – chiese Puddy.
- Sembrava uno stemma governativo, di un’ organizzazione…
- Quindi ci troviamo in un ufficio governativo?? Il governo ci ha rapite?
- Non saprei che dir…
La viola non fece in tempo a finire la frase perché la lucina sulla porta divenne da rossa, verde e la serratura scattò. Quando si aprì videro due gorilla e una donna esile, sulla trentina, con lunghi capelli castani lisci, con la frangetta e gli occhi erano color nocciola. Portava occhiali dalla montatura bianca, lenti rettangolari ed un completo composto da camicia bianca, giacca nera, pantaloni, cravatta e scarpe del medesimo colore. Tutte loro notarono lo stemma con la scritta “IDA”. Le ragazze arretrarono alla sua vista.
- Seguitemi.
Disse la donna, procedendo. I due gorilla rimasero sulla porta aspettando che uscissero. Le cinque, dopo qualche esitazione seguirono la donna restando vicine tra loro.
- Io sono Lisa. Perdonate il modo con cui siete state portate qui, ma non potevamo certo mandarvi l’ invito tramite il servizio postale nazionale. Dovevate essere portate qui con la massima segretezza e rapidità.
- Perché? – chiese seria Pam.
- Tra poco lo scoprirete. Dopo aver ascoltato cos’ ha da dirvi il capo, potete anche decidere liberamente di andarvene. Anche se non credo che lo farete.
- Ma chi è questo capo?! – chiese spazientita Mina.
- Qualcuno che conoscete.
Rispose la donna, spalancando una grande porta di legno massiccio. La squadra entrò. Era un ufficio con al centro un grande tappeto: uno stemma gigante, come quello che portavano sulla giacca. “IDA – “Internetional Department Anti-aliens”, lessero. E rimasero di sasso. “Alieni?”, pensarono tutte. L’ ufficio era arredato modernamente e con mobili in vetro. “Prego” disse Lisa invitandole al centro della stanza. La porta si chiuse.
- Il suo capo mi sembra maleducato però! Prima ci narcotizza, ci fa portare qui e ora neanche si fa vivo! – rimproverò Strawberry a Lisa, quando la poltrona della scrivania girò su se stessa e si palesò un uomo.

- Il suo capo mi sembra maleducato però! Prima ci narcotizza, ci fa portare qui e ora neanche si fa vivo! – rimproverò Strawberry a Lisa, quando la poltrona della scrivania girò su se stessa e si palesò un uomo. Strawberry perse immediatamente la parola, e tutte spalcarono la bocca basite.
- Salve ragazze.
Disse il biondo. Quando le ragazze ritrovarono la parola dissero in coro il suo nome, apostrofandolo. Strawberry avanzò e sbattè con forza le mani sulla scrivania tanto che alcuni oggetti saltellarono.
- TI SEI AMMATITO?! Ti rendi conto di che spavento ci siamo prese?!
- Era sufficiente che si avessi telefonato! – lo rimproverò Mina. Pam chiese:
- Che significa tutto questo Ryan? Dove siamo?
- Avete tutte le ragioni del mondo per criticarmi considerando il modo in cui siete state accompagnate qui, ma credo che…
- Accompagnate non è il termine più adatto! – lo ammonì Strawberry. Lui la guardò negli occhi e lei si sentì avvampare. moto, sotto casa mia, bacio.. Ryan abbozzò un sorriso e continuò:
- Ma credo che la mia assistente Lisa vi abbia detto che era necessario portarvi qui nella segretezza più assoluta.
- Cel’ ha detto, ma non capiamo perché.
- Te lo spiego subito Pam.
Quello si alzò dalla sua scrivania e le invitò tutte ad accomodarsi attorno ad un lungo tavolo di vetro. Dei signori offrirono thè, caffè e stuzzichini. Le ragazze si accomodarono mentre Ryan rimase in piedi. Con gesto elegante si abbottonò il bottone centrale della sua giacca nera. Anche lui era vestito come tutti gli altri. Portando un cartellino appeso al bavero, come la sua assistente e tutti gli altri. Strawberry lo osservò bene, mentre il suo cuore continuava a battere. Fece un rapido calcolo mentale, dieci anni quindi ora ne aveva ventotto. Lo aveva lasciato adolescente e lo ritrovava uomo. Il primo pensiero che le passò per la mente fu “chissà di cosa sanno ora le sue labbra”. Cercò di scacciarlo concentrandosi su quello che stava dicendo Ryan. Il biondo si sentì osservato, e avvertì arrivargli all’ orecchio un BUM, BUM, BUM e guardò Strawberry. Quella abbassò lo sguardo.
- Qui ragazze vi trovate nella sede operativa dell’ IDA, acronimo che sta per Internetional Department Anti-aliens. Si tratta di un ente governativo, segreto ovviamente, che si occupa della salvaguardia della terra dalle specie aliene. Ed io ne sono il Governatore. Dopo che ci siamo lasciati dieci anni fa, io e Kyle siamo tornati negli Stati Uniti… - il cuore di Pam perse un battito nell’ udire quel nome. Dov’ era? – Lì, siamo riusciti con fatica a portare le nostre ricerche al Federal Bureau of Investigation, divisione riservata, impegnata nello studio di avvistamenti e attività aliene… Avrete sentito parlare dell’ “Area 51” oggi chiamata “Nevada Test Site – 51”, il più grande sito in America in cui siano stati riscontrati avvistamenti alieni? – annuirono – Bene… Dopo aver visionato tutto il materiale, compresi i filmati dei combattimenti, la scoperta è passata al governo Giapponese che ha deciso di istituire questo ente.
- Questo è chiaro, ma noi cosa centriamo?
- Ragazze siete qui perché ho… Abbiamo bisogno di voi.
Le ragazze si guardarono negli occhi. Combattere contro gli alieni? Di nuovo?
- Ci stai chiedendo di combattere ancora contro gli alieni?
Ryan fece un cenno col braccio alla sua assistente. La luce calò nella stanza e dal soffitto scese un telo bianco. Venne proiettato un filmato in cui le ragazze riconobbero Pai! Lory si sentì avvampare… Quell’ alieno, magari per le loro convergenze di opinioni, o probabilmente per la loro diversità, l’ aveva sempre affascinata. Il video saltava sia nell’ immagine sia nell’ audio, ma una cosa la capirono. Pai stava avvisando la terra di un pericolo incombente.
- Vuoi dire che ci saranno minacce in futuro?
- Esatto Mina. Future per la terra, ma presenti per altri pianeti non solo del sistema solare, della galassia ma di tutto l’ universo.
Partì un altro filmato. Videro desolazione, fumo, focolai di guerra, cadaveri squarciati, corpi abbandonati chi con teste chi con gambe mozzate. Le ragazze si portarono la mano alla bocca e tornò la luce nella stanza.
- Questi filmati ci sono arrivati l’ altro ieri tramite satellite. Questi individui, chiunque essi siano, molto presto arriveranno anche qui!
- Sta dicendo che stanno distruggendo tutti pianeti dell’ universo? – chiese Lory, choccata dalle immagini appena viste.
- Esatto. Questi nuovi alieni sono come il “vecchio testamento”!
- E saremmo assunte da governo se ho capito bene?
Chiese Strawberry. Ryan, incrociando i suoi occhi, rispose affermativamente. Le cinque si guardarono negli occhi per qualche istante e si capirono alla perfezione. Lasciare la terra in mano di questi distruttori? Abbandonarla? No, era fuori discussione.
- Facciamolo. – sentenziò Pam. Ryan fece un cenno del capo verso di loro.
- Wow! Torneremo a fare le Mew Mew?! – chiese Puddy, il biondo rispose alla sua domanda.
- No Puddy. Dimenticatevi delle Mew Mew. – rispose freddo. Quell’ uomo austero (più di quanto non lo fosse in passato) non aveva niente del Ryan Shirogane ideatore del Mew Project. – Stavolta si gioca con altre armi, si fa sul serio. Dimenticatevi degli alieni che avete conosciuto. Come in questi anni ci siamo evoluti noi, lo stesso è stato per loro. Quelli che dovrete affrontare non saranno comuni alieni ma soldati di ventura, assassini, vendicatori spietati. Macchine del male che si mescolano tra noi umani. Le armi delle Mew Mew non bastano più per sconfiggerli.
- E con che armi combatteremo Ryan? – chiese Pam, mentre i visi delle sue compagne si tingevano di terrore e di un certo sgomento. Il giovane alzò una mano verso il tavolo e un bicchiere di acqua attraversò tutto il tavolo, ma Ryan non lo aveva toccato! Tutte spalancarono la bocca, strabuzzarono gli occhi e si guardarono confuse.
- Che forza!! – disse Puddy elettrizzata. Ryan incrociò le braccia statutariamente, e le maniche della giacca si tirarono leggermente. Aveva messo su massa muscolare, e Strawberry lo notò. BUM, BUM, BUM giunse nuovamente alle orecchie del biondo. Lui cercò di ritrovare la concentrazione.
- Voi lo sapevate che un normale essere umano utilizza solo il venti per cento del cervello? Tutti gli agenti dell’ IDA subiscono un duro allenamento, un corso di addestramento mentale oltre che fisico. Dopo aver preso parte all’ addestramento anche voi sarete in grado di fare cose così, ma attenzione perché la cosa è soggettiva, ognuna di voi svilupperà capacità straordinarie diverse. Apparte questo verrete addestrate anche alla guerra ovvero si parla di armi vere, per essere esatti armi di argento, compresi i proiettili di argento. Un’ altra dritta di Pai.
- Come con i vampiri?
- Esatto Puddy.
- Perché noi Ryan? Se non sono necessari i poteri delle Mew Mew, perché noi? Perché non reclutate dei volontari?
Chiese Pam.
- Perché mi fido di voi. – rispose il biondo, lasciando tutte di stucco. Ryan posò le mani sul tavolo, con le braccia tese e le fissò una ad una negli occhi – perché vi conosco, perché so che siete una squadra, perché so che anche sotto pressione non sbagliate. Siete efficienti, precise, decise, testarde. Siete state brave in passato e so che potete esserlo ancora.
Ancora sguardi d’ intesa tra le ragazze. Stava succedendo tutto così in fretta: troppe informazioni, di nuovo troppe responsabilità.
- Ryan, il pianeta di Pai, Gish e Tart è già stato attaccato?
- No Lory, non ancora. Anche loro come noi si stanno organizzando. Abbiamo bisogno di voi ragazze.
Strawberry, guardó Ryan negli occhi e affermó:
- Combatteremo di nuovo insieme Ryan.

TO BE CONTINUED….

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Quando sentì quel boato, l’alieno abbandonò ciò che stava facendo per affacciarsi alla finestra. Vide un’immensa nube di fumo, sollevata da quella cosa che si era schiantata al suolo provocando un gran frastuono.
<< Pai, presto vieni! Andiamo a vedere cos’è successo! >>
Urlò Tart, il più giovane dei suoi fratelli, spalancando la porta del suo laboratorio. Quando uscì vide che c’era anche Gish, quindi tutti loro volarono nel luogo dell’incidente. Molte persone si erano calate nella voragine che, quell’astronave, aveva provocato schiantandosi, e stavano estraendo da essa una donna. Era senza dubbio di un altro mondo: pelle verdastra, occhi simili a quelli di un serpente e abiti inusuali per il loro pianeta. L’aliena sembrava in fin di vita, poco importava in quel momento se fosse o meno una nemica, anche se Pai la guardava comunque con circospezione, sempre con la sua aria diffidente. La donna sembrava avere una gamba rotta, aveva varie escoriazioni lungo il corpo e segni di colluttazione.
<< Dobbiamo portarla dalla Dottoressa Kylana! >>
<< Non… non c’è tempo… >>
Sussurrò quella, mentre veniva posata a terra e le veniva data dell’acqua.
<< Chi sei? Da dove arrivi? >>
Chiese Pai, con tono freddo e autoritario.
<< Mi… mi chiamo Karina. Vengo dal pianeta Shinto… Siamo… siamo stati attaccati. Sono morti tutti… >>
<< Chi vi ha attaccato? >>
<< Il loro capo… aveva dei lunghi capelli argentati… Non so altro… Ho preso la navicella appena in tempo, questo è stato il primo pianeta che sono riuscita a trovare… Non ho fatto in tempo ad atterrare, ho perso i comandi perché… mi sono sentita male… >>
Riuscì a dire quella, tra gemiti di dolore e respiro affannoso.
<< Dicci altro, chi ti ha ridotto così? Chi ha ucciso il tuo popolo? >>
Le chiese Gish, ma era troppo tardi poiché Karina aveva esalato il suo ultimo respiro. La folla rimase immobile a guardare l’aliena morta. Pai le chiuse gli occhi, ordinando che venisse rimossa ed esaminata, per stabilire le armi e la forza con cui era stata uccisa. Esaminarono anche la navicella, dove trovarono un filmato sconvolgente in cui era ripreso dall’alto il pianeta Shinto, riprese che evidentemente Karina era riuscita a fare prima di abbandonare il pianeta. Non si vedeva altro che desolazione, incendi, cadaveri, esplosioni. Altro se non la morte.

Il biondo marciava con passo sicuro verso il suo ufficio, reggendo un bicchiere di carta, pieno di fumante caffè. Entrato nel suo ufficio, posò il caffè sulla sua scrivania per mettere in ordine alcuni fogli, poi bevve un altro sorso. L’International Department Anti-alien, era stato fondato solo sei mesi prima, dopo anni di raccolte fondi e studi. Contava sull’appoggio del governo, sulle migliori armi e tecnologie non che sugli scienziati migliori, di cui Kyle Akasaka ne era il capo. Shirogane, era stato assegnato come capo della divisione ma non per questo passava le sue giornate in ufficio in mezzo alle scartoffie. Amava trascorrere il suo tempo in laboratorio, davanti al computer o, ancora meglio, in prima linea. Negli ultimi dieci anni, la situazione sulla terra era rimasta serena ma l’IDA era stato fondato come mezzo di prevenzione contro attacchi futuri e per portare avanti le ricerche. Quando squillò il telefono, il biondo posò il caffè per afferrare il ricevitore.
<< Shirogane. >>
<< Dovresti venire nella sala monitori, a vedere una cosa. Corri. >>
Il biondo ubbidì a Kyle e corse sul posto. Vi trovò Kyle, la sua assistente Lisa, altri addetti al centro informatico.
<< Di che si tratta? >>
<< Il satellite lo ha intercettato, risale a una settimana fa. >>
Disse un uomo in camice bianco, per poi premere un bottone. Partì un filmato. Ryan rimase di stucco quando riconobbe nello schermo la persona di Pai.
<< Qui Pai Ikisatashi. Questo video messaggio è stato divulgato a tutti i pianeti dell’universo, e chiedo a chiunque lo veda di divulgarlo come può. Quest’oggi sul nostro pianeta si è schiantata una navicella da cui è uscita un’aliena in fin di vita, scappata dal pianeta Shinto. La donna ci ha messo in guardia circa dei misteriosi alieni che stanno massacrano interi pianeti, per motivi sconosciuti. E’ riuscita a registrare delle immagini che invio insieme a questo messaggio. Ci ha inoltre messi in guardia dicendo che non limiteranno il loro massacro al pianeta Shinto. Fate attenzione e preparatevi. L’aliena di nome Karina, prima di morire per le ferite che le erano state inferte, ci ha fornito descrizione molto approssimativa del capo nemico, dicendo che portava lunghi capelli argentati. In bocca al lupo. Qui Pai Ikisatashi. >>
Le immagini che seguirono, lasciarono di sasso i presenti.
<< Porca puttana… >>
<< Ryan, cosa facciamo? >>
<< Convochiamo una riunione con tutti i responsabili dei vari reparti. >>

<< Bene ragazze. >>
Rispose il biondo, per poi mettersi comodo togliendosi la giacca. La appese allo schienale della poltrona imbottita, spronfondandoci, sedendosi a capo tavola.
<< E’ ora di pranzo, vi vanno dei ravioli di ricotta e spinaci? A stomaco pieno si ragiona meglio. >> Annuirono tutte, e Ryan ordinò alla sua assistente di servire il pranzo.
<< Dovete sapere ancora una cosa riguardo a questo progetto. Da oggi lavorerete per la nostra attività di copertura, parallela a questa. >>
<< Wow, faremo di nuovo le cameriere al caffè Mew Mew? >>
<< No Puddy, la nuova attività di copertura si chiama FAI ovvero Federal Agency of Investigation. La cui sede sorge proprio sopra le nostre teste. Qui ci troviamo sotto il suolo terrestre. >>
<< E di cosa si tratta, Ryan? >>
Chiede Strawberry. Il biondo rispose esaustivamente.
<< Di un ufficio investigativo. Che sarà costantemente in contatto con la polizia, e verrà contattato ogni qual volta insorgerà un “caso spaventoso”. >>
<< Caso spaventoso? >>
<< Casi in cui i normali mezzi di polizia, non sono sufficienti per risolverli. Casi che potrebbero essere collegati all’attività aliena. >>
<< Quindi lavoreremo come investigatrici del governo? Dimentichi una cosa Ryan, non andiamo più a scuola… Molte di noi hanno un lavoro, una carriera… >>
Affermò Lory.
<< Dovremmo rinunciare a tutto, vero? >>
<< Esatto, Pam. Di qualsiasi cosa vi occupate, dovrete metterla da parte. So che vi chiedo una grande rinuncia, quindi se volete andarvene, sapete che è una vostra libera scelta. Ma lo dovete fare adesso. >>
Le ragazze trassero nuovamente un respiro profondo.
<< Ryan, come potremmo tornare alle nostre vite dopo aver visto il filmato di prima? Trovandoci, anche domani, in mezzo a una guerra con il rimorso di essere oggi uscite da quella porta? >>
Chiese Mina.
<< Immagino sia un “Sì”, allora. Bene. Mangiamo, che abbiamo un sacco di lavoro da fare. Ovviamente nessuno vi vieta di dire alle famiglia che lavorate per un’agenzia d’investigazione, ma il resto è un segreto. >>

Kyle, il responsabile dell’armeria, il capo tecnico del centro informatico, l’addestratore reclutato dall’esercito e Lisa, si accomodarono lungo il lungo tavolo di vetro della sala riunioni, adiacente all’ufficio di Ryan. Visualizzarono nuovamente il filmato.
<< Come intendiamo procedere? >>
Chiese Keamy, l’addestratore.
<< Pai ci suggerisce di prepararci, ed è quello che faremo. Recluteremo un esercito, ma prima di tutto voglio queste ragazze. >>
Disse il biondo, facendo scorrere le loro foto sul monitor.
<< Strawberry Momoyia, Mina Aizawa, Lory Midorikawa, Puddy Wong e Pam Fujiwara. Sono le cinque ragazze che collaborarono con me e Kyle al Mew Project. >>
<< Perdonami se m’intrometto Ryan, ma qui siamo a un altro livello rispetto al Mew Project! Pensi che possano essere in grado? >>
<< E tu cosa ci stai a fare? Non sei qui per addestrare? >> - rispose ironico Ryan. Keamy, un omome muscoloso di un metro e ottantacinque per centoventi chili di peso, non replicò. - << Le addestrerai, come hai fatto con me. E grazie a loro recluteremo un esercito. >>
<< Pensi avremo tempo a sufficienza? >>
<< Per adesso non ho un piano migliore, Kyle. Vorrà dire che l’addestramento sarà intessissimo. >>
<< Intendi andare a casa loro e chiedere loro di combattere ancora contro gli alieni? >>
<< No, sarebbe imprudente. So perfettamente come agganciarle. Le troviamo, le narcotizziamo e le porterete qui nella massima discrezione. >>
<< E non si arrabbieranno? >>
Chiese Lisa. Il biondo rispose:
<< Oh, sì moltissimo. >> rispose quello, con una nota di divertimento.
<< E se non dovessero accettare, cosa impedirebbe loro di uscire di qui e raccontare ai quattro venti quello che sanno? >>
Kyle e Ryan si scambiarono uno sguardo complice, quindi il moro rispose a Keamy:
<< Non lo faranno, perché accetteranno. >>


La squadra procedeva a passo svelto, tutte seguendo Ryan e Lisa, lungo il corridoio per poi entrare in un’imponente sala, adibita alle riunioni. Ad attenderle c’erano altre persone.
<< Vi presento Keamy, sarà lui ad addestrarvi, insieme a me. Lui è Josh, il responsabile del reparto informatico, lui è Shiro, responsabile dell’armeria. >>
Le ragazze salutarono tutte i loro nuovi colleghi, e Ryan consegnò loro delle stampelle ricoperte da una fodera.
<< Cosa sarebbero, Ryan? >>
<< Le vostre nuove divise, Puddy. Vi voglio vedere qui, con queste addosso, domani mattina di buon’ora. Chiaro Strawberry? >>
Ironizzò il biondo, guardandola e abbozzando un sorriso. La rossa avvampò.
<< Ho capito Ryan, sarò puntuale! >>
<< Tz, non promettere cose che non puoi mantenere! >>
La rossa lanciò un’occhiata all’amica Mina, poi Lory intervenne.
<< Scusa Ryan, ma vuoi dire che possiamo andare a casa? >>
<< Esatto. Andate a casa, riposatevi e ci vediamo domani per il primo giorno di addestramento. Da domani si fà sul serio. Ragazze, a domani. >>
Disse il biondo, abbandonando la stanza.

Quando uscirono da lì, era ormai buio. Le ragazze camminarono una a fianco all’altra, ogni una in silenzio con i propri pensieri.
<< Certo che Ryan è davvero cambiato… Che freddezza! >> disse Puddy.
<< Puddy, è sempre stato un ragazzo freddo e pragmatico. >>
<< Questo è vero Mina, ma era davvero un pezzo di ghiaccio, come se… >>
<< Come se non avessimo un passato in conume. >> intervenne la rossa, concludendo la frase di Lory.

Il giorno dopo aver scoperto che le labbra di Ryan le piacevano eccome, Strawberry passeggiava per le strade di Tokyo per raggiungere il luogo dell’appuntamento, che aveva con il suo ragazzo Mark. Quando un aereo passò sopra la sua testa, alzò lo sguardo e non potè fare a meno di pensare che Ryan poteva essere là sopra, in viaggio per l’America. Non lo avrebbe visto più. Raggiunse il suo ragazzo il quale la salutò con un casto bacio sulle labbra, che alla rossa non fece più provare alcun brivido lungo la schiena. E il senso di colpa nei confronti del suo perfetto fidanzato, iniziò ad affacciarsi.

Alle dieci di sera, il biondo si apprestava a raggiungere lo spoiatoio per tornare a indossare abiti civili. Si cambiò, e mentre si avviava verso l’ascensore, gli arrivò una chiamata di Kyle.
<< Ciao. >>
<< Ciao Ryan, com’è andata? >>
<< Come ci aspettavamo, sono dentro. Tu quando torni? >>
<< Domani mattina sarò lì. >>
<< Benissimo, domani inizierà la nuova battaglia. >>
<< Che vinceremo. A presto Ryan! Buonanotte. >>
<< Ciao. >>
Ryan ripose il cellulare in tasca e appoggiò la testa al muro dell’ascensore, chiudendo gli occhi. La vide. Strawberry. Mentre incollava le labbra alle sue, inerme. Ma lui non desistette, e continuò a baciarla nella speranza di provocare una reazione in lei. Poi si maledì per essersi staccato quando lei sembrava essere coinvolta. O era stata solo una sua impressione? Non riuscì mai a spiegarsi se quel movimento di labbra da parte di Strawberry c’era realmente stato, o se sel’era inventato lui. E Mark? Era ancora nella sua vita? Rivederla aveva riportato a galla antiche domande e antichi sentimenti, che doveva di nuovo e per forza sopprimere. Quando infilò la chiave nella toppa della porta del suo loft, trovò la luce accesa. Lisa, con solo addosso una sua camicia, si affacciò dalla camera da letto. Si avvicinò a lui ancheggiando, poi disse.
<< Era ora Ryan, stavo per fare da sola! >>
<< Non pensarci proprio! >> Le rispose lui.

TO BE CONTINUED….

Lo so, un ritardo… cosmico xD Ma volevo prima raccogliere un pò di lettori con il primo capitolo… Spero che vi sia piaciuto questo second capitolo! A presto!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2871302