Photograph

di RescuemeGeorge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1; ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2; ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era inverno, precisamente Gennaio. Il mio compleanno. Al momento del soffio sulle mie 21 candeline, alzai gli occhi e lo trovai lì. George. Come puo' essere? È andato via tempo fa a causa di un incidente stradale dopo la festa di JJ e Sarah per la loro promessa di fidanzamento. C'ero anche io. Il mio piccolo mondo fu diviso da quella macchina che ci venne contro. Il mio airbag si apri', ma per George furono gli ultimi secondi di vita, lasciandomi l'ultimo suo sorriso. Tre, due, uno, soffiai sulle candeline, mordendomi con forza il labbro inferiore, quasi a romperlo, a gonfiarlo. Lo sentivo lì, che mi guardava con quegli occhi profondi e nocciola. Quegli occhi che bruciavano. Quegli occhi che sprizzavano sincerita' ovunque. George era la persona piu' sincera di questo mondo. La piu' buona. La fiducia in persona. Percepivo la sua presenza sempre piu' forte. Non ce la feci piu', manco' la forza nelle mie gambe, un mio amico, Daniel, mi prese al volo mentre Erica corse a poggiarmi una sedia sotto il sedere. Avevo giramenti di testa, chiudevo gli occhi e lo avevo lì, fermo, come una fotografia. Quel sorriso che contagiava anche chi era quasi sul capolinea della propria vita. Quella risata, quel magnifico suono dolce, quasi come una melodia, una dolcissima melodia. Una sua risata scatenava le peggiori risate di tutto. Per primo la mia. Erica mi porto' un bicchiere con dell'acqua e dello zucchero. Non riuscivo a respirare, mi sentivo soffocare, gli occhi si fecero rossi. Prima o poi sarei scoppiata in un pianto isterico, e cosi' fu. Non ce la feci. Col tempo, con la sua mancanza, diventai debole. Sia dentro che fuori. Dentro diventai marcia, nessuno curava me. Nemmeno io. Poggia una mano sulla pancia. George lascio' qualcosa lì, in me, ma ero ancora in tempo. Non ce l'avrei fatta ad accudire qualcosa che fosse sotto forma di George. Non ce l'avrei fatta nemmeno con l'aiuto della mia migliore amica. Non ce l'avrei fatta, ma mi dicevano di tenerlo. Mi girai verso l'ingresso di casa mia, non c'era piu'. Era forse la mia fantasia? La mia mente elaborava la sua figura giorno per giorno, e cio' mi distruggeva, ecco la mia debolezza che si faceva presente. Non mancava mai. Feci un sospiro lungo e mi alzai, facendo un sorriso ad Erica che ricambio' dopo qualche secondo, riposi la sedia al suo posto e riandai accanto ai miei amici. La serata fini', Erica rimase da me per aiutarmi a levare la ultime cose da mezzo, anche se non c'era questo bisogno, ce la facevo, ma non volle sentire nessun ma. Accontentiamola. Parlammo del piu' e del meno, anche di George che fu l'argomento principale dato che capi' cosa mi girava in testa. Mi abbraccio' e ando' via. Restai sola in quella casa che ormai sapeva di me. Sapeva di George. Andai verso la cristalliera per posare dei bicchieri usati per lo spumante e mi bloccai, una foto che ritraeva me e lui a Carnevale. Sorrisi, con dolore. Mi mancava. Mi cambiai e indossai, come sempre, i pigiama di George. Era una fissazione, ma capitemi, ero innamorata dai tempi delle medie/superiori. Mai smesso una volta. Mai. Mi coricai a letto e mi copri' con le coperte calde e morbide che profumavano di lavanda, il mio fiore preferito. Senti' un calore alle mie spalle, ma non mi girai, avevo paura. Chiusi gli occhi e una lacrima percorse tutta la lunghezza da occhi-guancia fino a raggiungere il mento e cadere sul cuscino ormai pieno di sofferenza, mancanze, di tutto e di piu'. Quel calore divento' sempre piu' intenso, come un abbraccio. Mi sentivo protetta, in quel momento, ma tutto svani' nel giro di due, tre secondi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1; ***


Camminavo per i corridoi, quel mattino non salutai né Erica, né Miriana. Ero incazzata, piu' delle altre volte. Mi aveva mentito per la millesima volta, ma dico io, cosa risolve con le bugie? Lui fa come vuole e con chi vuole, poi si lamenta se esco con altre persone. Iniziasse piu' ad essere coerente con sé stesso, e anche piu' leale. "Non ho scopato con nessuna" certo, e poi mezza scuola viene a farmi un video dove lui e una delle troiette della scuola consumavano un rapporto. Perche' far vedere questi video proprio a me? Sono solo la sua migliore amica, non la fidanzata. Sono al corrente che va a puttane. Sono al corrente anche del fatto che sono innamorata di lui dai tempi delle medie o inizio superiori, non ricordo. Raggiungo la classe in ritardo, mio solito. Solito richiamo, solito posto accanto alla finestra. Posai il mio cellulare nella borsa e con sé anche le cuffie e mi siedo, e come sempre dò un'occhiata al tempo. Il cielo era tra il grigio e il celeste, adoro. Quei colori, cosi' diversi che insieme erano perfetti. Proprio come me e George. Differenti, ma per me perfetti, ah va beh, quando si tratta di George, tutto per me è perfetto, anche quel cazzutissimo carattere. Se solo ci pensavo, mi innervosivo piu' del solito. Come rovinarsi una giornata di scuola? Basta avere un migliore amico come ol mio. Senti' il mio nome piu' volte, mi sa che la professoressa mi stava richiamando.

<< Maria, potresti recitarmi le prime sei frasi del I canto di Dante? >> 

La professoressa mi passo' la divina commedia e mi sorrise, un sorriso dolce e amichevole, ricambiai. Mentre stava andando al suo posto, io mi alzai con il libro fra le mani e incominciai a leggerla con tono deciso.

<< Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 
Ahi quant.. >> 
Una voce maschile e molto conosciuta mi interruppe, facendo sollevare il mio capo. Sbuffai, avrei dovuto ricominciare di nuovo a leggere. Filosofia mi annoia e non poco.

<< Scusi il ritardo, professoressa. >>
<< Signor Shelley, mi sono stancata dei suoi continui ritardi. Metta una sveglia che suoni un'ora prima. Vada a sedersi. >>

Non lo guardai in faccia, tanto dalla rabbia in quel momento non mi importava nulla. Qualcosa mi disse, il mio caro intuito, che si sarebbe seduto accanto a me, e prima che potesse toccare lo schienale della sedia, con un calcio la tirai contro il banco. Feci un bel respiro lungo e contai fino a dieci.

<< Raggio di sole, che hai? >>

Che faccia tosta, porcocane. Lo prenderei a schiaffi, ma potrei rischiare di o avere qualche rapporto per la mia violenza o una sospensione per il mio quasi omicidio verso un alunno, se solo lo avessi avuto fra le mani.

<< Va a sederti da qualche altra parte e dopo facciamo i conti, che mi hai rotto i coglioni che non ho. >>

Lo liquidai in due secondi e lui non apri' bocca per dire ma, a o b. Andò accanto ad Erica. Ecco che inizia il terzo grado fra di loro, ma l'argomento ero io.

<< Scusi Maria, se l'ho interrotta, puo' ricominciare? >>

Feci un altro respiro, chiusi gli occhi e inclinai leggermente il capo all'indietro per poi inclinarlo nella zona opposta.

<< Va bene, professoressa.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! >>
 
La professoressa annui' in modo piacevole e soddisfatta. Lo si capiva dalla smorfia che fece dopo aver udito la mia recitazione.

<< Bella preparazione. Sa leggere in modo divino e rispetta la punteggiatura. Un bel 8 nessuno glielo leva! >>

Le risposi con un sorriso e mi accomodai al mio posto.
Finalmente quelle due ore finirono velocemente, anche perche' la professoressa fu chiamata in presidenza. Presi il mio zaino e guardai sul banco semmai avessi lasciato qualcosa, ma niente, bianco, misi la sedia al suo posto e usci' dalla porta. Mi giravo e rigiravo, ma nessuna traccia di Erica e George. 
Mi incamminai verso il cortile, avevo voglia di fumare, ma il fatto che le sigarette le avevo, ma l'accendino no. Bella merda. Sentii vibrare il cellulare e quindi lo tirai fuori per poi sbloccarlo e andare in "messaggi":

"Sono in cortile, Erica doveva parlarmi di un fatto che includeva anche Josh, quindi raggiungimi lì. 
            George. X."

Direzione giusta.
Andai verso il cortile e salutai un paio di persone, tra cui anche mia sorella, Miriana. Lo raggiunsi, con lui c'era anche Erica, la salutai. 

<< Dovevamo parlare, ricordi? >>

Erica ci guardo', sollevo' lo zaino da terra e saluto' entrambi. Sapeva di lasciarci soli.

<< Che succede?>>
<< Quando finirai di nasconderti dietro bugie? Ricorda che le bugie hanno le gambe corte e non si arriva da nessuna parte. Pian piano la fiducia che ho in te, sta andando a puttane come fai tu. - gli puntai il dito contro ma lui lo levo', si irritava spesso. - quindi, o cambi, o vado a puttane con le tue amichette. >> 

Feci una faccia disgustata, che provoco' una sua risata, lasciando che nel mio umore si aggiungesse l'essere irritante. Stringevo le mani a pugno, tanto da far diventare le nocche bianche. Quel ragazzo, quel fottutissimo ragazzo, era la causa del mio umore cattivo. Mi guardo' e alzo' un sopracciglio, facendo un passo indietro. Portai il mio braccio verso il mio corpo e la mano su un fianco, continuando a guardarlo.

<< Ti mento solo per non farti del male e per non farti restare una merda. Ho un carattere di merda. Ne sono a conoscenza, ma lo faccio per te. >>

"Ma lo faccio per te". Con quel discorsetto alla cazzo mi fece piu' imbestialire.

<< ah, quindi mi menti perche' lo fai per me? Perche' potrei rimanerci di merda? Sai, George. Avrai anche quasi ventun anni, ma è come se ne avessi dieci. Sii razionale, non puoi continuare a fare le cose prima di pensarci, e piuttosto, pensa alla tua migliore amica. Pensa a me. Mettiti nei miei panni. Come ti saresti sentito, se io avessi fatto cosi', ti avrei mentito come tu fai con me? Ti sentiresti una merda, giusto? - lui' annui', arricciando piu' volte il naso - Perche' cazzo allora continui? Ti avro' fatto milioni e milioni di richiami, ma nulla. Sei di coccio. >>
<< Perche' ti imbestialisci tanto quando vado a letto con persone? Non gioco con i tuoi sentimenti, non tocco il  tuo corpo. >>

Lo guardai, mi rifeci dire la domanda. Avevo bisogno di tempo per formulare una bugia. Da bugia, nascono bugie. Non potevo dirgli "oh guarda, sono anni che sogno di scoparti, no aspetta, di fare l'amore con te perche', cristo, sono innamorata di te. Tutta la scuola l'ha capito, ma tu, addormentato come sei, beh, fai finta di esserlo, non l'hai capito.

<< Perche' venire a sapere la verita' da altre persone che non sei tu, mi fa incazzare. Vorrei ucciderti, Shelley. >>

Ho sempre fortuna nel pararmi il culo, e con George ci riesco sempre. Suvvia, sono bugie bianche. Mi venne sempre piu' incontro fino ad abbracciarmi. Ero fredda e immobile, anzi, in quel momento ero un pezzo di ferro, duro, ma stavo per cedere.

<< smettila di essere cosi' rigida, che mi irriti a morire >>

Mi bacio' una guancia e sorrisi come un ebete, si allonto' di qualche centimetro e fece segno col capo nella direzione del corridoio. Annui' senza dire nulla e ci avviammo verso il corridoio.

<< Senti, adesso prestami l'accendino e accompagnami a casa, che abbiamo finito le ore e ho fame. >>

Sbuffo' e gli diedi un cazzotto sulla spalla sinistra, gli scappo' un buffo di risata e fece sì col capo, passandomi l'accendino.
Il tragitto da scuola-casa fu dieci, venti minuti. Grazie auto e guida spericolata di George!
Abbasso' il finestrino della macchina, facendomi avvicinare nuovamente all'auto

<< Oggi vengo un po' a casa tua, Zizzi. Quindi fatti trovare e annulla tutti i tuoi impegni, anche quelli con Erica>>
<< Va bene. Va bene. Ci vediamo verso le 5.>>
<< Devi studiare, giusto? >>
<< Sì, filosofia >> 

Sbuffammo entrambi e mi saluto' con un bacio sulla guancia, piu' che altro, verso l'angolo della bocca. Lui' ando' via e io entrai in casa. Che lo studio abbia inizio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2; ***


Chiusi la porta principale alle mie spalle e mi feci scappare un sospiro di sollievo, un'altra giornata scolastica è finita.

<< Mamma sono a casa >> urlai forte per farmi sentire da lei, ma l'unica cosa che potetti avere in ricambio fu un mugolio. Interessante. Alzai le spalle e andai di corsa in camera dato che dovevo 1) studiare; 2) mettere in ordine la stanca anche s'è inutile, George l'avrebbe ridotta peggio del porcile. Bussarono alla porta, sara' Miri o mia madre col pranzo, anche se avevo pochissima fame.

<< Avanti! >>

Entro' Miri con un vassoio, su esso c'erano dei tramezzini e una lattina di coca. Lo poggio' sulla scrivania e si sedette accanto a me, fissandomi negli occhi. La guardai anche io, incuriosita.

<< Perche' oggi eri leggermente incavolata? e per "leggermente" sono ironica >>

Viva il terzo grado.

<< Solite bugie e comportamento di George. >> avevo una penna in mano e incominciai a fare cerchi su cerchi, mentre Miri mi guardava ancora.
<< Quel ragazzo ti condiziona troppo: stai male quando vieni a sapete la verita'; stai bene quando ti mente >>
<< non sempre mente, - alzai il capo guardandola per poi scuotere il capo e riabbassarlo - Miri >>
<< Lo ami? >>

Alzai velocemente il capo, restando per alcuni secondi senza fiato, sbattendo le palpebre velocemente.
 
<< Come pensavo. - si alzo' dalla sedia e ando' a mettersi sul letto - Non credevo fosse cosi' addormentato il ragazzo, eppure lo trovavo cosi' sveglio. In tutti i sensi. >>
<< Smettila Miri, e smettila anche di stare dietro Jaymi Hensley >>

Divento' bianca per poi arrossire violentemente. Se avessi messo un peperone accanto alla sua faccia, sarebbero identiche.

<< C-Come scusa? E comunque stavamo parlando di te! >>
<< Credi che non senta le cose che dici ad Erica? >>
<< Sono cose private, Maria. - si alzo' dal letto, aggiustandolo e mi guardo' con rabbia - Saro' anche una diciassettenne, anzi, quasi diciottenne, ma non per colpa dell'eta' non diro' "NO" ad Hensley, semmai mi invitasse ad uscire. >>
<< Ha quasi 24 anni, Miri. Non corre dietro le bambine. >>
<< Quindi per te sarei una bambina? << Ho quasi diciotto anni, so badare a me stessa, so scegliere fra due cose e so distinguere il bene e il male, quindi cio' che pensi tu, poco mi importa.>>

Mi alzai, arrotolando la lingua fra i denti per il nervosismo, ma contai prima di fare qualcosa, almeno mia madre mi ha insegnato ad essere razionale.

<< Sentimi bene, Miriana. Che tu sia piccola o grande non importa' a me, ma a Jaymi sì. Intendo piccola di eta', stupidina. Piccola anche di mentalita'. Jaymi cerca ragazze con esperienza, e capisci cosa sto intendo >>

Le feci un occhiolino e la invitai ad uscire dalla stanza, avrei dovuto studiare filosofia.

Iniziai a studiare verso le 15 e fini' alle 16:30. Ero piu' che stanca, volevo fare un riposino ma George sarebbe venuto a momenti, così andai a farmi una bella doccia calda solo per scaricare tutte le energie negative da dosso. Usci' dopo dieci minuti e indossai un top col pantaloncino giusto per restare comoda. Andai verso il letto col mio portatile e incominciai a fare cazzate. Allo schioccare delle 17 e un minuto qualcuno busso alla porta e tadá! Lo scassacazzi era da me.

<< Raggio di sole, che fai? >>
<< Niente che ti riguarda, impiccione >> dissi ridendo, mentre il ragazzo avanzava di passo verso il letto fino poi a sedersi. Mi tiro' il pc dalle mani e lo poggio' sul mobile per poi tirarmi a lui. Andai a sbattere contro il suo petto, ma trattenni una risata e gli tirai i capelli per poi sedermi sulle sue gambe, continuando a stringere i suoi capelli fra le dita.

<< Credi mi sia passata la voglia di ucciderti? >>
<< scusa e p-perdono >> disse ridendo con le lacrime agli occhi, che secondo me era piu' per dolore che per divertimento. Lasciai la presa e lo guardai negli occhi. Era terribilmente bello. Con quella faccia da bambino su un corpo da uomo. Era bello da star male, bello nella sua semplicita'. Inizio a ridacchiare e lo guardai confusa, ma qualcosa mi disse che ero proprio seduta sul suo "amichetto".

<< Maledetto porco che non sei altro >> borbottai ridendo, mentre mi spostai dalle sue gambe ma mi blocco', lasciandomi in una posizione abbastanza ambigua.
<< Lo so che lo vorresti >> mi guarda con smorfie maliziose con quegli occhi provocatori, dovetti girare il viso per non cadere nella sua tentazione.
<< È inutile che fai il provocatore guardandomi, ma non te la dò né adesso, né mai >> trattenni una risata guardandolo e riusci' a liberare la gamba per poi posarla accanto all'altra.
<< Ci riusciro', tranquilla >> detto questo sì sollevo' dal letto e si mise fra le mie gambe, poggiando le mani ad entrambi i lati del mio corpo, la sua collanina si muoveva a mo' di altalena, la presi fra due mani per fermarla e la tirai, tirando anche lui, volevo provocarlo e ci stava cadendo. Si avvicino al mio viso, tanto da sentirne il respiro. La tentazione di mordermi e di mordergli il labbro c'era ma feci la migliore cosa di guardare la porta, lui mi giro' il viso, tenendo il mento fra le dita, guardandomi negli occhi.

<< Potrei cadere ai tuoi piedi e baciarti >> la mia vita ebbe fine lì, senti' il mio cuore smettere di battere per qualche secondo, il fiato mi manco' ma tutto torno' apposto dopo qualche secondo. Me ne accorsi quando incominciai a sbattere le palpebre nuovamente. Lo vidi allontanarsi, lasciandomi perplessa, mi alzai di schiena e si mise dietro in pochi secondi, mi abbraccio da dietro tirandomi per poggiare il capo sul suo petto. Tre, due, uno, ecco Morfeo che mi rapi' fra le sue braccia. Mi svegliai dopo non so quando, ma capi' che fossero le 21 perche' mia madre grido' "è pronta la cena". Ma George dov'e'? Sara' andato via, buh. Misi le ciabatte ai piedi e scesi giu' in cucina, mia madre aveva gia' apparecchiato tutto. Tutti iniziammo a cenare e ad un tratto, a meta' cena, il cellulare inizio' a vibrare: messaggio da George.

"Dobbiamo parlare di oggi, ci vediamo domani a scuola. Passo a prenderti io.
          George x."

Bella merda.

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