Sangue puro- la leggenda è reale

di Geo_L_C
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** capitolo sei ***
Capitolo 7: *** capitolo sette ***
Capitolo 8: *** capitolo otto ***
Capitolo 9: *** capitolo nove ***
Capitolo 10: *** capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** capitolo undici ***
Capitolo 12: *** capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** capitolo tredici ***
Capitolo 14: *** capitolo quattordici ***
Capitolo 15: *** capitolo quindici ***
Capitolo 16: *** capitolo sedici ***
Capitolo 17: *** capitolo diciassette ***
Capitolo 18: *** capitolo diciotto ***
Capitolo 19: *** capitolo diciannove ***
Capitolo 20: *** capitolo venti ***
Capitolo 21: *** capitolo ventuno ***
Capitolo 22: *** capitolo ventidue ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Ben venuto lettore..
PREMESSA: 
Questo mio testo è stato scritto la bellezza di 3 anni fa, mi dispiaceva lasciare questa storia rinchiusa in word visto che ho già ultimato un progetto (che a parer mio) ritengo migliore.. però volevo lo stesso farmi conoscere con questo mio piccolo lavoro, spero vi piaccia!
 
CAPITOLO UNO

 
Anno 1960.
Notte fredda a Barnet, una di quelle notti pungenti dove la nebbia si fa sempre più fitta e nelle vie di Londra tutti avevano appena finito di festeggiare Saint Patrick's Day.
Nessuno si stava accorgendo di quello che era appena accaduto in quelle vie, buie, strette, nessuno sa che cos’è accaduto in quella notte, solo Adam Tod e la sua amica Maggie Swon, che sono sdraiati a terra ormai morti, sanno davvero cos’è avvenuto.
Ma i cittadini erano troppo distratti per vedere o sentire rumori inquietanti. In Quella notte buia qualcosa è cambiato in quel ragazzo, sa di essere morto, ma allora perché sentiva i rumori dell’intera città? come se fosse mezzo addormentato. Perché odorava profumi che prima non sentiva? E perché sentiva il suo corpo diverso, vivo, nuovo?
Una lieve energia gli pervadeva il corpo, respirava affannoso ma sapeva che era ancora li in quel vicolo maledetto di quella notte che odierà per sempre. L’avevano ingannato e ora ne stava pagando le conseguenze, il suo corpo era ancora freddo, eppure muoveva tutti gli arti. La testa gli pulsava, eppure il cuore non lo sentiva battere. Gli occhi gli bruciavano, la gola era secca e sentiva solo un grande appetito.
"Allora è questo che si prova.. " pensava il ragazzo, mentre si stava risvegliando dalla sua nuova vita. Si guardava intorno capendo che tutto era cambiato, era consapevole del fatto che ora sarebbe stato tutto diverso per lui.
Diede un ultimo sguardo all’amica dissanguata, lei non ce l’aveva fatta, per colpa sua era morta.
“Maggie..” disse accarezzandogli il capo mentre aveva un groppo alla gola, sentiva tutto più amplificato, il dolore e la tristezza che provava erano immensi, sapeva di essere in colpa, sapeva che non doveva metterla in mezzo, ma come non poteva farlo? Era l’unica persona di cui si fidava oltre a suo padre.
“Mi dispiace..” Adam Tod si alzò e guardò per l’ultima volta quel corpo inerme, doveva fuggire, la guerra era ancora in atto, la morte non aveva finito di mietere vittime in quella città. Corse più veloce che poteva anche se ancora intontito. Perché ora Adam Tod sentiva quella fame morbosa che gli pervadeva tutto il corpo?
 
Anno 2011.
L’aria un po’ fredda autunnale faceva staccare le foglie e farle girare su loro stesse, la piccola città di Barnet si stava svegliando per intraprendere un nuovo giorno. La sveglia irrompeva nella stanza, per Amy Scarlett era il suo primo giorno di lavoro e non voleva fare tardi, si alzò ancora un po’ intontita da quella notte insonne che aveva fatto. L’agitazione si faceva sentire, nuova città, nuovo lavoro, nuovi amici, dopo aver finito il college aveva deciso che era giunto il momento di cambiare tutta la sua vita e di intraprendere un futuro che non sa nemmeno Amy Scarlett, così decise di partire e andare a Londra dall’amica Zoe Cambell, una delle sue più vecchie e carissime amiche, appena arrivata, sua zia era riuscita a trovarle subito un lavoro nell’azienda pubblicitaria del posto. Conoscendo la proprietaria e amica di famiglia, Amy si consola pensando che non dovrà andare storto nulla.
Si alzò dal letto e iniziò a sistemarsi i capelli neri corvino, le dita passavano da un boccolo all’altro, infilò una maglietta viola e dei jeans blu notte. Scese le scale e si diresse verso la cucina, si mise a preparare una colazione ricca per una giornata intensa: uova strapazzate, pancetta e una bella tazza di caffè caldo, tutto era pronto. Si sedette sullo sgabello della cucina che si specchiava con la sala, la tv accesa sul telegiornale, le notizie non erano molto buone, il giornalista spiegava che un altro cadavere nel giro di poche settimane era stato ritrovato morto come il cadavere precedente cioè dissanguato e con un paio di morsi, uno sul braccio e l’altro sul polso. Sembravano delle ferite di un animale parecchio grosso. Amy rabbrividì a quella notizia e spense subito, concluse la sua colazione e prese gli ultimi documenti per il nuovo lavoro che tanto l’attendeva.
Appena uscì di fretta e furia con tutti i documenti e la valigetta in mano si ritrovò il suo vicino di casa Noah Pierce, ragazzo alto, capelli e occhi scuri e fisico atletico, vestito in tenuta lavorativa. Erano diventati parecchio amici da quando lui gli aveva dato una mano a sistemare tutta la casa e a riordinare i vari scatoloni. Amy Scarlett, sbadatamente fece cadere la sua roba a terra e Noah Pierce gentilmente le diede una mano a raccogliere i fogli sparsi per il corridoio.
“Hey, ci siamo alzate tardi stamattina?” disse sorridendo.
“Ciao Noah, si, sono parecchio agitata, oggi è il mio primo giorno di lavoro.” Rispose la ragazza.
“Finalmente sei riuscita a trovare qualcosa??” chiese lui.
“Grazie a mia zia, conosce la titolare di questa azienda, ed eccomi qui..”.
Il ragazzo sollevò una cartelletta e la richiuse, Amy prese con più calma tutte le cartellette e i fogli , Noah Pierce, gentilmente le passò la cartelletta.
“Farai sicuramente bella figura, non essere agitata e si naturale e sorridente con tutti” disse.
“Non ti preoccupare, non ti deluderò” disse la ragazza impacciata mentre correva verso le scale.
Nello stesso istante Adam Tod si preparava per il lavoro, camicia nera, jeans scuri, scarpe abbinate alla camicia e la solita giacca in pelle, si guardava allo specchio e si piaceva, sentiva della strana musica provenire dall’altra stanza del suo amico.
Arrivò d’avanti alla porta e c’era un cartello con scritto “Do not enter without first knocking” alzò un sopracciglio e scosse leggermente il capo, decise di bussare.
“Dave..” disse, ma nessuna risposta, riprovò “Dave…” ancora nessuna risposta, un po’ irritato e con un po’ di forza sbatté la porta, trovò l’amico ancora sul letto, in mutande, mentre stava fumando e ascoltando la musica con delle grosse cuffie nelle orecchie, vide le cinque o sei bottiglie di birra sparse per il pavimento.
Era l’ultima goccia, Adam ancora più irritato andò verso la finestra aprendola per far entrare aria, aprì anche le persiane per far entrare la luce del giorno.
Dave si levò le cuffie e lo guardò con uno sguardo un po’ spento.
“Se ho messo quel cartello un motivo ci sarà” disse.
“Tra un’ora dobbiamo andare a lavoro quindi alzati!” ribatté nervoso Adam.
“C’è qualche problema?” chiese Dave.
“Ho visto che dobbiamo ancora pagare delle vecchie rate della casa, non posso occuparmi di tutto io” Adam sentì uno strano odore “quello è fumo? Ti stai facendo una canna alle otto del mattino?” chiese irritato.
Dave fece una faccia scema e rise “si, e non sai quanto è buona, la migliore sul mercato” si alzò dal letto mentre spense la sigaretta e si avvicinò ad Adam “senti, non preoccuparti, dei soldi ci penso io ok?” disse poggiandogli una mano sulla spalla.
“Non voglio tirarti fuori dai guai un’altra volta!”
“Non ti preoccupare, non lo farai! Vado a prepararmi..” ed entrò nel bagno con un asciugamano sulla spalla.
Dopo pochi minuti Amy raggiunse l’azienda “Rand Registrator” scese dalla vettura, varcò un enorme portone in vetro e arrivò alla segreteria, una giovane ragazza dai capelli biondi e gli occhi chiari vestita di tutto punto l’accolse.
“Buon giorno, posso esserle utile?” chiese con un sorriso.
“Si, buon giorno, la signora Olivia Rand mi aveva detto di essere qui alle nove, ed eccomi qui” finì la frase accigliando un sorriso. La donna ricambiò il sorriso e cercò nella rubrica del pc.
“Come si chiama di cognome?” chiese gentilmente.
“Amy.. Amy Scarlett” rispose. La donna bionda trovò il nome e fece un cenno col capo.
“Eccola signorina Scarlett, la signora Rand dovrebbe arrivare a momenti, in questo periodo è parecchio impegnata, si accomodi pure, la chiamerò io” disse la donna ed Amy fece quello che le aveva detto. Si sedette e attese, passavano i minuti e Amy era parecchio agitata. Non aveva mai lavorato in vita sua, sempre studio, scuola e corsi vari ma mai esperienze lavorative.
La donna bionda alzò il braccio e disse alla giovane che poteva andare al piano superiore che Olivia Rand l’avrebbe accolta.
Così fece, salì le scale rapidamente e andò al piano superiore, appena raggiunse il piano prese un piccolo corridoio e vide, accanto alla porta, una giovane donna con i capelli bruni raccolti in un elastico blu e gli occhi chiari che l’accoglieva con un grande sorriso, stese la mano e gliela strinse.
“Ben venuta Amy” disse, la fece accomodare e chiuse la porta in vetro dietro di lei. “Bene, quando abbiamo fatto il colloquio la prima volta mi avevi detto che non avevi mai lavorato giusto?”
La ragazza, un po’ agitata, si sfregava i palmi della mani, cercò di sembrare più rilassata possibile “esattamente, ho fatto sempre e solo corsi con la scuola, questa sarebbe la prima volta che faccio tutto per conto mio”.
“Chiaro, vuoi cambiare la tua vita, come mai non hai voluto fare il college?” chiese Olivia.
“Non volevo fare nulla in particolare, prima alle superiori non ero un’appassionata dello studio quindi.. ora.. eccomi qui” rispose con un sorriso.
Olivia controllò delle carte e poi le fece firmare alcuni fogli dove accordava che Amy era ufficialmente una di loro. L’accompagnò a visitare tutta l’azienda, non era molto grande ma conteneva abbastanza studi e uffici per tredici persone.
“Ed eccoci nel tuo ufficio che condividerai con altre quattro persone, Amy Scarlett loro sono Mery Ronald e Sonia Ingher..” disse la donna mentre la ragazza stringeva la mano alle due giovani ragazze, entrambi sorridenti e molto gentili nei suoi confronti, Mery si presentava con dei capelli lisci e biondi e con degli occhi verdi che risaltavano il sorriso. L’altra, rossa con dei capelli mossi che penzolavano dietro la schiena, era leggermente più anziana di Mery.
“Infine loro sono Dave Sedler e Adam Tod, ti aiuteranno loro con la tua postazione” Adam Tod si alzò per primo, un ragazzo con la pelle candida e bianca, gli occhi color nocciola e i capelli neri corvino e un fisico asciutto, si avvicinò alla ragazza stringendole la mano.
“Molto piacere..” Adam sentiva uno strano odore, un odore parecchio famigliare, annusò l’aria, Amy lo guardava in modo strano “hai un ottimo profumo” Amy iniziò ad annusarsi i capelli e poi allargò leggermente l’ascella e sentì l’odore del deodorante, sorrise imbarazzata “.. si dev’essere il mio deodorante” Dave Sedler, ragazzo dai capelli castani molto magro e dalla faccia un po’ spensierata, si gettò di scatto e salutò la ragazza con una bella stretta di mano.
“Piacere sono Dave, benvenuta!” disse il ragazzo.
“Bene, ora che ti ho presentato hai tuoi colleghi andiamo un secondo nel mio ufficio che ti faccio vedere gli orari e i giorni di lavoro va bene?” chiese Olivia.
“Perfetto, è stato un piacere conoscervi” salutò con un cenno di mano Amy e uscì dall’ufficio. Dave Sedler si girò verso Adam che si sedettero sulle loro poltrone.
“Amico.. mi spieghi cosa volevi dire con "buono il tuo odore?!" ” disse Dave a bassa voce un po’ accucciato verso l’amico.
“Non lo so Dave, è da parecchio che questo odore non lo sentivo,il mio naso non percepiva questo odore da tempo” rispose toccandosi la fronte.
L’amico di Adam abbassò la voce e si avvicinò a lui “non è che ti sono tornati i sensi che avevi una volta?” chiese.
“Dopo quarantanni? No.. Dave quello era l’odore che percepivo quando cacciavo qualcuno, è quello ne sono certo” si soffermò a pensare “..quel odore era sangue, lo percepito perfettamente..”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


CAPITOLO DUE


 
Due giorni dopo, finito un’altra giornata lavorativa, Amy si preparava per tornare a casa, prese tutta la sua roba e si diresse all’uscita quando Adam le apparve d’avanti, si appresto ad aprirle la porta d’entrata con gentilezza e Amy sorrise per ringraziarlo.
“Allora qualche gentil uomo è rimasto in circolazione” disse oltrepassando l’uscio e si incamminò per tornare a casa.
“Mi spiace per averti messo in imbarazzo la scorsa mattina” disse Adam accompagnandola.
“Non ti preoccupare, non mi hai messa in imbarazzo, so benissimo che il mio deodorante è buono!” disse ironizzando.
Parlarono a lungo di come mai erano in quel azienda, Amy grazie a sua zia e Adam grazie al suo infallibile talento con le parole.
“Senti.. ti va di prendere un caffè insieme? Così per..” Adam venne interrotto.
“Così per conoscerci meglio e bla, bla, bla.. ora mai conosco a memoria questo copione” ribatté Amy.
“Troppo scontata come richiesta?..” rispose sorridendo. 
Amy distorse un po’ il naso “diciamo di si” poi guardò l’orologio “ora devo proprio scappare, usciremo quando sarai meno…. scontato…” guardò Adam mentre si allontanava con un sorriso bellissimo e splendente, Adam rimase un istante affascinato da quella visione così angelica.
Amy tornata a casa, posò le sue cose e si sdraiò sul suo letto, sentì che aveva colpito con il piede qualcosa di strano sotto di lei, sembrava una scatola, si allungò e guardò cos’era  sotto il letto e vide per l’appunto una scatola in legno, non era tanto grande, sorrise, sapeva già cosa conteneva.
Li c’erano tutti i ricordi che non ricordava, foto che ritraevano una storia, parlavano di una vita che non ricordava, parlava di tante cose.
Sfogliava quelle foto un po’ vecchiotte e guardava quei visi così raggianti alla vista di quella microscopica bambina fra le loro braccia, quei due visi, a lei sconosciuti, sorridevano all’obbiettivo, una giovane mamma dai capelli bruni e un altrettanto giovane padre dai capelli nero corvino e occhi verde smeraldo. Così giovani, così innamorati e così estranei alla vista di Amy.
Ad un tratto sentì bussare, la porta del soggiorno si aprì e sentì una voce familiare provenire dall’uscio della porta, Noah raggiungere la sua cameretta.
Si poggiò allo stipite della porta e la osservò in silenzio per qualche secondo.
“Va tutto bene??” chiese il ragazzo con gentilezza.
“Si..” rispose Amy mentre di fretta riponeva le fotografie, una di quelle scivolò hai piedi di Noah, il ragazzo prese la foto e la guardò.
“Bellissima foto questa, erano i tuoi genitori?” chiese.
“Si, ma non me li ricordo, avevo a mala pena quattro anni quando..” si soffermò un istante mentre osservava la foto “quando sono morti..”
“Mi spiace molto, non lo sapevo, com’è successo?” rispose Noah.
“Assassinati, ma la polizia dice di aver già trovato il colpevole, che ormai è morto dentro a quella schifosa cella..” Amy riprese la foto e con un po’ di nervoso rimise sotto al letto i ricordi.
“Perdonami, forse sono stato un po’ sfacciato” disse Noah.
“Non ti preoccupare, sono felice che quello schifoso è morto, ha ricevuto quello che volevo” rispose sforzando un sorriso “va pure a casa, ti raggiungo subito, mi metto qualcosa di comodo” Noah non obbiettò, aveva capito che Amy doveva stare fra i suoi pensieri per qualche istante, così se ne andò come aveva chiesto.
Amy si guardò attorno, mille pensieri gli fiondavano la mente, prese una maglietta rossa e se la infilò di fretta e furia, mise un paio di pantaloni della tuta si fece una coda di cavallo fra i capelli e chiuse la porta dietro di se andando nella casa di Noah con una bottiglia di vino.
Dopo una decina di minuti, Amy andò nell’ appartamento di Noah. Suonò il campanello e Noah andò ad aprirle. Amy teneva in mano una bottiglia di vino fresca appena presa dal frigorifero.
“E' un "Sparkling Wine" dell'88!” disse Noah con un certo entusiasmo guardando attentamente l’etichetta “è uno dei migliori, entra pure, la cena è pronta!” disse. Fece accomodare la ragazza. Sorrise e chiuse la porta. Tutto era perfetto, sul tavolo da pranzo era apparecchiato appositamente per due, mancava solo la cena. 
“Prego, accomodati.” le scostò la sedia per farla sedere con galanteria e tirò fuori dal forno caldo una teglia di pollo con le patate che ancora fumava.
Amy, si accomodò a sedere.
“Oh... che gentiluomo!” esclamò ironica, ma aveva gradito il gesto, poi osservò il pollo fumante che stava già gustando con gli occhi, tutto apparecchiato per bene, candele accese e una musica rilassante di sottofondo.
“Sembra quasi una cena di "lusso", a saperlo mi sarei vestita meglio ” disse la ragazza ridacchiando e facendogli l'occhiolino. Noah, mentre sistemava in tavola l’insalata abbozzò un sorriso, tornò in cucina e aspettò qualche secondo prima di tirare fuori la carne dal forno.
“Dunque, come procede il trasloco e il lavoro che mi avevi detto l’altro giorno?” disse il ragazzo mente prese la teglia con tutto il contenuto e la poggiò sul tavolo, tagliò una fetta e la mise nel piatto con un po’ di salsa per adornare il tutto.
“Il trasloco direi molto bene, ho quasi sistemato tutto, alla fine essendo che la roba non era moltissima ho impiegato poco, e anche il lavoro direi che procede bene!” fece una pausa “insomma... ce l'ho e questo mi sembra già il massimo” ridacchiò leggera, poi portò alla bocca una forchettata del pollo “mmh... delizioso!” esclamò. Noah sorrise al vedere la ragazza mangiare con gusto la carne, si sedette anche lui e tagliò la prima fetta, prese il pezzo e se lo mise in bocca.
“Se ti serve un aiuto io sono disponibile ma solo il Venerdì che è il mio giorno libero. Gli altri giorni sarò occupato con il negozio quindi temo che non potrò esserti d'aiuto” disse pulendosi la bocca con il tovagliolo “comunque, devo confessarti una cosa, questo pollo l'ho comprato, non sono un granché come cuoco” rispose sorridendo. Amy ascoltò le parole del vicino e, al suo evidente imbarazzo, scappò a ridere tenendosi una mano vicino alle labbra. 
“Ma dai?!” rise ancora “eppure eri così credibile, mi hai aperto con il grembiule e tutto il resto. Comunque non è un problema non saper cucinare. Basta ingeniarsi e mangiare” esclamò ancora la ragazza con un sorriso. Il ragazzo rise e si ripulì le mani con il tovagliolo.
“Bè mia cara Amy, fin ora non abbiamo fatto altro che parlare di me e del tuo arrivo qui ma che mi dici dei video-games? Sei qui da un paio di mesi, circa, e non ti ho ancora sfidato, ho battuto tutto il vicinato e tu saresti in grado di battermi in una partita a Car Buttle” sorrise ironicamente e fece uno sguardo di sfida alla ragazza.
Amy si scostò i capelli da una spalla e si ripulì le labbra con il tovagliolo, mise i gomiti sul tavolo con altrettanta aria di sfida, ridacchiando alla sua domanda. 
“Mmh... messa così la cosa ne dubito vivamente, io sono una vera frana in materia, ma non mi tiro mai indietro in una sfida quindi accetto” rispose facendogli l'occhiolino.
“Perfetto, allora vieni andiamo in sala” si avviò nel salone “prendi anche la bottiglia di vino e le patatine che sono in tavola, nel frattempo accendo la console” disse. Così Amy fece e corse verso la sala.

Dave e Adam si stavano rilassando d’avanti a un film horror ricoperti da patatine e svariato alcol, Adam stappò la terza bottiglia di birra della serata, continuava a pensare ad Amy, e non riusciva a parlare d’altro, il suo odore lo attraeva così tanto che faceva fatica a liberarsi dalla mente Amy, Dave posò la bottiglia di birra sul tavolo, ironizzando la situazione.
“Ti ha detto che sei troppo…scontato?!” mentre rideva sotto i baffi.
Adam la prese un po’ sul personale, il suo orgoglio maschile era stato “ferito”. 
“Si, non mi è mai capitato che una ragazza mi disse che ero “scontato” che ho sbagliato? Non gli ho detto nulla di strano!”.
Dave gli poggiò una mano sulla spalla dandogli qualche pacca di fiducia.
“Mio caro amico, non ti biasimo, hai cinquanta anni, sei vecchio devi aggiornarti sulle cose che vogliono le donne, guarda me, non ho bisogno di fare nulla e ho tutte le donne che voglio!” riprese la bottiglia e buttò giù un altro pò di birra.
“Grazie per il supporto..” rispose Adam, Dave accennò un sorriso rimase fisso a guardare il film, nello schermo una ragazza urlava e correva per le scale del salotto, arrivò in cima ma l’assassino la prese per i capelli e la fece sbattere contro la porta. Dave rise di quelle immagini e continuò il discorso “sono sincero, ma come mai ti interessa così tanto conoscerla?”
“Non lo so, quella ragazza sembra.. speciale”.
“Ok.. oltre al suo odore, che altro?” chiese Dave mentre nel film l’assassino stava uccidendo la sua vittima e Adam storse il naso.
“Non è solo quello, ho sentito come un tuffo al cuore, è difficile da spiegare..”
Dave rise e alzò la bottiglia di birra al cielo.
“Yeah, Adam vuole conoscere una ragazza e portarsela a letto, finalmente ti sei risvegliato!” disse ironizzando e ridendo. Adam lo fulminò con lo sguardo e gli diede un piccolo pugno sulla spalla. D’un tratto il cellulare dell’amico fece un leggero suono che segnava l’arrivo di un nuovo messaggio.
“È ancora lei? La ragazza misteriosa?” chiese Adam.
“No, non è nessuno..” rispose Dave mentre si alzò per prepararsi.
“E allora dove vai così di fretta?” domandò Adam.
“Da nessuna parte..” poi iniziò a balbettare “…ho solo un appuntamento con..” fece una pausa fin troppo lunga “con Olivia ma mi ha detto che tu e gli altri del ufficio non dovevate sapere nulla..” rispose smorzando la voce.
Adam sbarrò gli occhi, posò la bottiglia e lo guardò serio.
“Dave, Olivia ti ha sempre trattato da schifo e tu cosa fai? Ci ritorni?!”
“NO!!” rispose a gran voce ma vide lo sguardo di Adam “ok, si, ogni tanto usciamo insieme, ma non è nulla di serio va bene!?”
Adam non era molto convinto delle parole dell’amico dopo quella reazione, sapeva cos’era successo in passato con Olivia.
Tra di loro c’era sempre stato un tira e molla ed era andato avanti per quasi due anni, la notizia turbò un po’ Adam perché l’anno prima Dave gli aveva promesso che non sarebbe mai più tornato fra le braccia di Olivia, provò a credergli. 
“Va bene, fai finta che io non sappia nulla” disse Adam alzando le mani in segno di resa.
“GRANDIOSO” rispose entusiasta Dave mentre si allacciava la giacca “sei un amico!”.
“Lo so, sono il tuo migliore amico” rispose Adam mentre usciva Dave.
Dopo che l’amico era uscito, Adam, come tutte le sere, si rifugiava nel suo studio dove li c'erano tutti i vecchi ricordi della sua famiglia e dei suoi amici, ma sopratutto il ricordo di Maggie, la sua migliore amica, lei lo vedeva come un fratello, lui come l'amore della sua vita. Guardava e riguardava una loro vecchia foto in bianco e nero e non riusciva a non provare sofferenza verso quella foto, gli luccicavano gli occhi. La mise via, un ricordo così sofferente era meglio ridarlo al passato, mentre cercava di sistemare la foto nel cassetto più alto per sbaglio fece cadere uno scatolone. Dentro c'erano un sacco di scartoffie, documenti, libri impolverati, una vecchia macchina fotografica ormai rotta e in fine un vecchio diario. Lesse lo scatolone “Lucas Tod” il padre di Adam, sorrise, non si ricordò di quella scatola, decise di non leggere quelle vecchie scartoffie, nel frattempo che stava rimettendo via gli oggetti vide quel vecchio diario con delle pagine un pò ingiallite, lo prese, iniziò a sfogliarlo. Mentre girava le pagine sentì cadere una lettera ancora da spedire, anche se sigillata, decise di aprirla e iniziò a leggere:

15 Marzo 1988
Caro Andrea, questa lettera spero ti arrivi a destinazione, scusa se non ti ho risposto subito, ma in questi anni sono successe svariate cose, i miei figli sono tutti morti a causa della ribellione, mia moglie Erica non si è mai ripresa da questo trauma e si è ammalata e ora devo tenerla io sotto cura, spero solo che questa situazione si risolvi in fretta.
Comunque, mi avevi chiesto di fare quella ricerca dei campioni di DNA che mi hai mandato, sono riuscito a risolvere il dubbio che affliggeva te e tua moglie Sofia, la vostra bellissima bambina stà benissimo ed è in salute.
È confermato, lei ha il così detto “Sangue Puro”, dovrete stare molto attenti alla vostra bambina poi che lei è un elisir prelibato per i vampiri. 
Ti dissi che tutti i vampiri erano morti nella ribellione del 1960, ma non è così abbiamo trovato tracce di due vampiri sopravvissuti in varie zone del mondo, dovete nascondere la piccola.
Vi prego, fate attenzione.
Un saluto, il tuo amico Lucas Tod. 


Era parecchio confuso, rileggeva le ultime righe, non riusciva a capire, allora la leggenda era vera, tutto quello che gli aveva raccontato il padre era vero.
Quella sera, mentre tutta la cittadina si rilassava e passava la propria serata con amici e parenti, nessuno si rese conto di chi arrivò. 
Dopo diversi anni, Lei, decise di tornare nella piccola cittadina di Barnet, la quale aveva abbandonato tempi orsono, Lei aveva girato il mondo: America, Francia, Spagna, Italia...diventando sempre più forte, sterminando poveri innocenti con cui sfamare la sua sete di sangue, senza pietà, né rimorso, nulla l'aveva mai fermata, fino ad ora.
Subito dopo aver saputo da voci affidabili che il fratello Adam, con cui ormai non aveva più rapporti né contatti da anni, era tornato nella sua vecchia città d'infanzia, si decise a seguirlo a Barnet con l'unico scopo di riunire la famiglia e dominare il potere sull'intera città.
Una giovane donna dagli occhi color ghiaccio, le labbra rosso fuoco e i capelli lisci neri corvino, scese da una macchina sportiva e nera, passeggiò cautamente per il parco della città, fredda e buia, nessun odore di presenza umana nei pareggi, nessuna luce, nessuna preda, solo il rumore dei suoi piccoli passi. Si soffermò, sfoderò un ghigno soddisfatto guardando l’intera città che gli si presentava. 
“Sono tornata… Fratellino..” disse sogghignando la ragazza dai capelli scuri e dagli occhi di ghiaccio.



















 

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


CAPITOLO TRE


 
Era una serata molto tiepida quella, ormai si era inoltrato l’autunno e l’aria iniziava a diventare sempre più fredda, Amy decise di passare a trovare la sua cara amica di infanzia Zoe Cambell, da quando era arrivata non era riuscita ancora a farle visita. L’amica le aveva detto che viveva insieme ad una ragazza conosciuta su un sito internet dove cercava coinquiline circa due anni prima, quando Zoe Cambell si trasferì. Così, Amy, curiosa voleva conoscere questa coinquilina, e poi, aveva voglia di una serata in sua compagnia, le aveva spiegato dove abitava ma lei conoscendo ancora poco la zona, aveva chiesto a ben tre persone indicazioni lungo la strada, finalmente era giunta davanti alla sua casa, leggendo i cognomi nella cassetta della posta lì fuori, si avvicinò e suonò il campanello cercando di sbirciare dalle finestre per cercare di capire se ci fosse qualcuno in casa. Zoe Cambell era una giovane ed attraente ragazza, con un corpo snello e dei capelli lunghi fino a metà spalla biondo cenere, era seduta comodamente sul divano del salotto a spalmarsi lo smalto sulle unghie dei piedi con la musica a tutto volume mentre Lisa Brewer era sotto la doccia, ad un certo punto sentì suonare il campanello e posò lo smalto sul tavolino di vetro del salotto.
“Vado io!” urlò Zoe mentre zompettava verso la porta. Raggiunse l'ingresso, diede una sbirciatina dallo spioncino e aprì la porta con gioia “Ehy! ciao!” la abbracciò “sono contenta che sei passata a trovarmi, vieni, entra, ti posso offrire qualcosa? un succo, dell'acqua fresca??” disse eccitata. Amy, finalmente vide l'amica dopo anni che non si vedevano, entrò guardandosi attorno.
“Ma che casetta graziosa” sorrise, poi si voltò verso Zoe, per farle comprendere che l'aveva ascoltata “un bicchiere di succo lo accetto volentieri” sorrise.
Dal piano superiore scese una giovane ragazza dai capelli biondi ricci ancora umidi mentre se li strofinava un po’ con l’asciugamano. Lisa Brewer sorrise un po’ imbarazzata di essere in tuta da ginnastica e si avvicinò ad Amy stendendo il braccio presentandosi.
“Zoe, non mi hai detto che avevamo ospiti, a saperlo prima mi sarei messa un po’ più in ordine” sorrise nuovamente “sono Lisa Brewer molto piacere, tu sei l’amica Londinese che Zoe mi parla tanto?” chiese.
“Esattamente, mi chiamo Amy, mi sono trasferita qui da circa un mese” si guardò intorno “non ero ancora riuscita a passare, è davvero accogliente questa casa” rispose Amy togliendosi la giacca in pelle.
“Accomodati pure e fa come se fossi a casa tua” disse Zoe sorridendo, aprendo il frigorifero e prendendo un enorme bottiglia di succo all'arancia.
“Per caso sto disturbando? Non volevo avvertirti del mio arrivo perché volevo farti una sorpresa” chiese Amy rivolgendosi a Zoe.
“No, non ti preoccupare, per Lisa non è mai un problema, anzi, più gente conosce meglio è, mentre io, come vedi, sono sempre qui” le versò del succo in un bicchiere e glielo servì. Sorrise, afferrando il bicchiere di succo e ringrazio l’amica per l’ospitalità improvvisa, Zoe fece accomodare Amy sul divano.
“Pensavo che potremmo uscire insieme una di queste sere come ai vecchi tempi è così bello esserci ritrovate!” Amy si voltò verso Lisa “e tu potresti venire con noi, ci potresti anche fare da guida in questa minuscola città” esclamò con entusiasmo, infine sorseggiò il succo.
“Beh, ne sarei felice.. è solo che..” sospirò Zoe facendo una pausa “non sto passando un buon periodo..”
Amy la guardò sbarrando gli occhi e avvicinandosi poi con il busto a lei, appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia, continuando a tenere il bicchiere di succo con entrambe le mani.
“Cosa succede? sai che con me puoi parlare di tutto” chiese apprensiva incitandola a confidarsi con un tono serio della voce, accompagnato da un'espressione del viso altrettanto seria.
“Io finisco di prepararmi..” disse Lisa risalendo le scale capendo che le amiche doveva lasciarle da sole. Zoe accennò un sorriso un po' forzato.
“Lo so, siamo amiche da tantissimo tempo, è solo che ecco.. è difficile da spiegare a una persona che ha i propri genitori a casa come in una famiglia normale”sospirò e prese coraggio “..si tratta di mio padre, l'altro giorno ho ricevuto una sua lettera, mi ha scritto dal carcere di Boston.. vuole vedermi... e non so se sono pronta per andare a trovarlo in galera dopo tutto quello che è successo..” la guardò incupita.
Amy comprendeva il dolore e tutto quello che aveva passato cinque anni fa.
Quel uomo la picchiava, la maltrattava, cercava sempre di abusare di lei, fortunatamente il fratello Ed era sempre riuscito a salvare Zoe da quella persona malvagia. Amy si incupì un po’ e rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere.
“Beh, di certo non è una situazione facile” fece una pausa pensierosa “però, nonostante tutto ti vuole vedere, potreste anche riuscire a recuperare un po' il rapporto, in fondo è sempre tuo padre, tu ti sei chiesta se sei pronta a provare a ricominciare qualcosa con lui?” chiese l’amica. Zoe abbassò lo sguardo sospirando triste.
“Vedi, il punto è proprio questo, sono anni che non vedo mio padre e l'ultima volta che l'ho visto aveva le manette addosso, e mi guardava, il fatto è che, mi ha deluso tante di quelle volte, certo, è pur sempre mio padre, e io voglio perdonarlo, sul serio! Ma se non fosse cambiato? Se mi deludesse di nuovo o mi mettesse ancora le mani addosso?” guardando l’amica con gli occhi lucidi.
Amy l’ascoltò con molta attenzione, restando in silenzio. Solo alla fine le rispose con espressione seria.
“Beh... purtroppo è un rischio che devi correre... a meno che tu non voglia rischiare di pentirti tutta la vita di non aver almeno provato a dargli un'altra opportunità” strinse leggermente la presa con la mano che era sulla gamba dell'amica “e io credo che quest'ultimo rischio sia peggio, perché in questo caso la colpa ricadrebbe su di te e tu staresti ancora peggio” disse.
Zoe abbassò leggermente lo sguardo e poi lo rialzò più convinta di sé.
“Hai ragione, non posso evitarlo, è mio padre e fa parte della mia vita, del mio passato, per cui farò come dici” la guardò “solo una cosa, se per te non è di troppo disturbo, beh, ti andrebbe di accompagnarmi?!” chiese.
“Ma certamente.. fammi sapere quando te la senti di andare e verrò con te con molto piacere” poi la abbracciò con affetto “adesso sarà meglio che vada, organizziamoci per uscire tutte insieme una sera di queste, che ne dici?” si alzò in piedi, dirigendosi verso la porta d'ingresso e la saluto con un cenno della mano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** capitolo quattro ***


CAPITOLO QUATTRO



 
Il pomeriggio seguente, prima del lavoro, Adam aveva sfogliato il piccolo diario in pelle nera, impolverato, che era caduto dallo scatolone facendo uscire quella lettera che suo padre scrisse prima di morire.
Iniziò a sfogliarlo, pagina dopo pagina, mentre leggeva gli cadde l’occhio su una pagina molto inquietante.
 
8 Maggio 1958
 
Siamo arrivati ad una decisione drastica, il consiglio dei cacciatori ha deciso di sterminare completamente la razza dei vampiri.
Ma uno dei miei figli è ormai, da pochi mesi, uno di loro, non posso dire che il consiglio si è lamentato su quello che sta accadendo alla nostra città, ma è pur sempre di Max che si parla.
Mio figlio.
Ora siamo in allerta, Harry Odrier ha paura che ci sia uno dei nostri compagni che ci sta tradendo, pensa che si sia alleato con uno dei più spietati vampiri, ma non ne siamo ancora al corrente, ora però, devo solo pensare alla decisione che devo prendere riguardo a mio figlio.

 
Dopo quella straziante pagina, non riusciva a pensare ad altro, Lucas era sconfitto dal dolore di perdere un figlio, ma se questo voleva dire salvare un’intera città allora l’avrebbe fatto. Adam prese la sua roba e uscì di casa velocemente. Dopo una dozzina di minuti raggiunse l’azienda e salì rapidamente le scale raggiungendo il secondo piano ed entrò nell’ufficio dove trovò Dave a lavoro sul suo computer.
Adam raccontò tutto della lettera che aveva trovato e su quello che aveva letto nel diario di suo padre, passarono un giorno intero a cercare di capirci qualcosa su tutta quella strana vicenda.
Non sapevano come comportarsi, dovevano preoccuparsi e mettersi in guardia? Oppure lasciare scorrere le giornate come avevano sempre fatto fin’ora?
Mille domande e mille pensieri circondavano la testa dei due giovani ragazzi.
Dave mentre cercava di lavorare, si chinò vicino a lui cercando di non farsi sentire dai colleghi.
“Non capisco, chi sono queste due persone che tuo padre cita nella lettera?” chiese.
“È quello che voglio scoprire, da quel che ho capito, Andrea doveva essere l’ultimo di una stirpe di angeli bianchi, i così detti angeli custodi” rispose Adam, Dave si fermò un attimo.
“Aspetta un secondo, vuoi dirmi che esistono anche gli Angeli Custodi?”chiese con una certa sorpresa.
“Esistevano..” corresse l’amico “cinquanta anni fa la stirpe degli Angeli Custodi e i vampiri si sono estinti nello stesso periodo, è per questo che ora l’umanità è nel pieno di guerre e dolori, una volta gli Angeli Custodi si infiltravano nel mondo umano e cercavano di proteggere il proprio essere umano affidato”.
Dave cercò di capirci qualcosa in tutta questa strana vicenda.
“Ok, allora, ricapitolando, gli Angeli Custodi sono stati spazzati via dalla faccia della terra, ma, a quanto dice la lettera di tuo padre, un Sangue Puro, cioè la fusione fra un'umana e un angelo che dev’essere il primogenito a contenerlo, è ancora in circolazione?” chiese Dave.
“Esatto..” rispose Adam.
“Ma due vampiri sono ancora in circolazione” fece una pausa “scusa un secondo, a cosa gli serve il Sangue Puro ad un vampiro?”
“il Sangue Puro è una prelibatezza per i vampiri, e una necessità..” vide la faccia perplessa di Dave, ancora non capiva.
“Ti spiego meglio: narra la leggenda che se un vampiro cattura e si nutre del Sangue Puro entro l'alba della luna piena, egli si trasformerà in un vampiro con le ali, il così detto "Angelo Caduto"gli Angeli Caduti volevano impossessarsi del paradiso e del mondo intero così da avere hai piedi tutto e tutti! 
Ovviamente gli Angeli Custodi proteggevano gli umani e le porte del paradiso, ci fu una lotta e vennero sconfitti, tutti, tranne uno.
Odra, cioè il primo Angelo Caduto che aveva deciso di ribellarsi agli Angeli Custodi, rimase in vita, il capo degli Angeli Custodi gli strappò le ali e venne dannato dal paradiso e dall'inferno lasciandolo per l'eternità nell'oblio vita e morte, una sorta di non morto, e l'unico modo per sopravvivere era nutrirsi con il sangue dei dannati, tipo assassini e stupratori.
Nel 1200 fu lui a trasformare per sbaglio una giovane donna , prima la morse, poi il rimorso prese il sopravvento e le diede il suo sangue per farla riportare in vita, lei bevve il suo sangue ma alla vista di Odra si spaventò ed inciampò cadendo su un masso appuntito, la ragazza morì sul colpo, Odra non seppe più che fare e fuggì per decenni spargendo sangue e morte per tutto il mondo decidendo di non fare mai più quel gesto.
Dave rimase scandalizzato da quel racconto.
“Oddio..” poi si riprese “ma quindi, che fine a fatto Odra, e quella donna? è morta?” chiese curioso.
Adam mise via uno dei documenti del lavoro, poi accennò un no con il capo e rispose alla domanda posta.
“La ragazza riprese i sensi, Odra, sbadatamente aveva trasformato quella donna in un vampiro, era la così detta Contessa Anna, all'epoca era la contessa più potente di tutta la città, stimata e amata dal suo popolo, ma lei fu la prima di una stirpe di vampiri, era accecata dalla fame che nel 1350 Barnet era solo ed esclusivamente una città ricolma di vampiri, solo ad un paio di isolati ci fu ancora una famiglia formata da cinque persona che era sopravvissuta a quella strage, così provarono a chiamare i rinforzi e da li nacquero i Cacciatori, che ormai sono estinti anche loro, dopo la strage del 1960, non ci fu più bisogno di insegnare alle altre generazioni come cacciare un vampiro.” Rispose Adam.
“Dio mio..” disse Dave scandalizzato “e ora siamo nei giorni nostri, se quei vampiri avranno in mano il Sangue Puro, avremmo di nuovo le stesse tragedie che ci furono in passato, è una cosa orribile” disse mentre fissò il vuoto scuotendo il capo.
“Purtroppo è questa la verità, e forse so anche di chi si tratta” disse Adam.
“Pensi di conoscere i due vampiri?” chiese Dave.
“si, mia sorella Sarah e mio fratello Max, l’ultima volta che li vidi fu quando decisero di trasformarmi” fece una pausa  “mia sorella è malvagia e vuole tutto subito, mio fratello invece è spietato. Se scoprissero chi è il Sangue Puro, potrebbe avere ripercussioni su tutta la terra, se uno dei due diventasse un Angelo Caduto.. anche se non sono certo che Max sia ancora vivo, ho saputo che qualche anno fa ha avuto dei problemi nel Texas, e ora non ho più sue notizie”
Come ogni mattina, anche Amy si recò nell'azienda con un paio di minuti di anticipo in modo da entrare in perfetto orario. Una volta aperta la porta di vetro che separa il corridoio dal suo ufficio udì un’unica frase che Adam disse.
“Non sarà facile ucciderla..” Amy rimase un po’ sconvolta da quelle parole, non sapeva se entrare in ufficio oppure no.
Chi erano Adam e il suo amico Dave? Che cosa gli stavano nascondendo?
Amy prese fiato ed entrò decisa nell’ufficio, azzardò un sorriso e diede il buon giorno hai colleghi. Posò la sua borsa e mise dietro al poggia schiena la giacca mettendosi subito a lavoro senza distrarsi un istante.
‎Passò l'intera giornata alla scrivania, senza mai staccare gli occhi dal pc e senza distrarsi un solo attimo dal telefono e dal fax. Non fece neppure la pausa pranzo per evitare che Adam e Dave la invitassero a mangiare o a bere un caffè con loro. Appariva molto concentrata, anche se non era così, continuò a ripensare al discorso che aveva udito tra i suoi colleghi, non era riuscita a sentire tutto, ma il poco che udì le bastò per diffidare di loro.
Si chiedeva chi fossero davvero quelle persone così gentili e garbate con lei, forse facevano parte di qualche setta, insomma, era l'unica spiegazione che era riuscita a darsi, ma la cosa non la tranquillizzò affatto, tutt'altro.
Appena l'orologio segnò le diciassette in punto, spense il pc, mise tutta la sua roba all'interno della cartellina che usava per il lavoro e afferrò rapidamente la sua borsa, dirigendosi, senza indugi, verso la porta d'ingresso dell'ufficio.
“A domani ragazzi, buona serata!” affermò senza neppure voltarsi il che, vista la sua indole socievole e allegra, poteva destare qualche sospetto ma non ce la fece proprio a far finta di nulla. Un secondo dopo aveva già imboccato il corridoio per uscire.
Adam lanciò un'occhiata a Dave per cercare qualche spiegazione del suo comportamento quel giorno. Si chinò verso Dave.
“Ci vediamo a casa!” disse prese la sua roba e si diresse verso l’uscio della porta salutando tutti con un accenno per raggiungere Amy. La ragazza udendo la sua voce camminò più rapidamente per raggiungere il parcheggio.
“AMY!!” urlò Adam, la raggiunse ma lei non si voltò “Amy.. ma che hai?” le mise una mano sulla spalla e lei ebbe un sussulto e si scostò “ma si può sapere che ti prende?!”
“Ni... niente...” farfugliò poco convinta, pallida in viso “è solo che... ho... ho fretta, scusa Adam......” scrollò leggermente la testa, si voltò nuovamente dandogli le spalle e si avviò verso la macchina.
“Amy.. HEI..” Adam alzò il tono della voce, un po’ infastidito dal suo comportamento delle ultime ore, la cercò di bloccare, questa volta le prese il polso ma lei si scostò un'altra volta “ora basta, che diavolo ti sta succedendo oggi ti comporti in modo strano, si può sapere che hai?!” chiese.
Lei si rese conto di non poter più sfuggire all'argomento.
“Ah, io mi comporterei in modo strano?!” rispose con un tono cinico, misto tra il sorpreso e l'irritato “caso mai siete voi che vi comportate in modo strano.. è tutto il giorno che ve ne state lì a parlottare tra voi facendomi sentire il terzo incomodo e quella "strana" sarei io?”.
La buttò lì, ormai non poteva evitare la discussione, ma non poteva nemmeno dirgli che aveva sentito, aspettò lì, davanti ad Adam, la risposta anche se dentro di se sentiva di avere timore di lui. Il ragazzo non seppe che rispondere, rimase un attimo in silenzio, non sapendo che dire, cercò di rimediare, ma uscirono solo balbetti.
“Amy.. io.. e Dave.. vedi..” Adam ebbe un istante di pausa, non sapeva che rispondere e rimase un istante in silenzio, la ragazza storpiò il naso, non volle sentire altro e si incamminò rapidamente verso il parcheggio ma Adam con uno scatto veloce, quasi, anormale le apparve d'avanti, lei sgranò gli occhi e lui le fece un sorrisetto ebete.
“Forse dovremmo parlare”.
 
 
 

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


CAPITOLO CINQUE



 
Una serata uggiosa cadde sulla città, Sarah era pronta a qualsiasi cosa per riunire la famiglia, prese il cellulare e compose un numero sulla tastiera.
“È tutto pronto, ho scoperto chi posso ingaggiare per farmi dire tutti i segreti di Adam” disse sogghignando.
“Perfetto..” disse la voce misteriosa dall’altra parte della cornetta “devi solo soggiogare il soggetto vedremo Adam che ci implorerà tornare con noi”
“Spero che il tuo piano funzioni..” disse la ragazza, non attese risposta e attaccò la telefonata, c’era un uomo accanto a lei, pieno di graffi e lividi che cercava aiuto, Sarah lo bloccava con il suo stivaletto nero con tacco a spillo.
“T… ti prego.. non uccidermi!” implorava l’uomo. Lei si avvicinò al suo orecchio con sensualità.
“Mi dispiace mio caro, ma sei davvero appetitoso” sorrise, gli occhi divennero viola e i canini si affilarono in fine, fece un gesto rapido mordendolo profondamente sulla trachea e lo dissanguò in un istante.
Appena si era saziata si asciugò le labbra e andò verso la macchina dell’uomo ormai morto, accese la vettura e andò nel centro città. Posteggiò la macchina e con una delle sue unghie affilate bucò una delle gomme anteriori. Attese nell'ombra che Dave lasciasse il lavoro, come ogni sera, attendendo che il giovane passasse per la "Barnet High Street 32", appena lo intravide passare a bordo della sua jeep mostrò il pollice destro e fece l'auto-stop, certa che egli le avrebbe prestato aiuto. Dave gentilmente si spostò con le quattro frecce accese e abbassò il finestrino.
“Serve una mano??” disse con un sorrisetto il ragazzo.
La ragazza ricambiò il sorriso e si abbassò al livello del finestrino.
“Si, ho preso in pieno una buca, sono uscita di strada e le ruote anteriori della mia aiuto si sono bucate, mi serve qualcuno che mi aiuti a sostituirle”.
“D’accordo..” rispose il ragazzo compiaciuto di aiutare una giovane e sexy ragazza come quella “mi dia solo un minuto per accostare, poi vediamo che si può fare” sorrise e parcheggiò a pochi metri dalla sua e scese, Dave si avvicinò alla macchina bucata, guardò le ruote anteriori con un pizzico di stupore.
“Accidenti! ha preso proprio una bella buca!” si chinò per controllare le ruote più da vicino “ha le ruote di ricambio nel bagagliaio?”
Sarah guardò la pioggia che iniziava a diventare sempre più forte.
“Si, ma non so quanto ci vorrà, sta per venire giù il diluvio, ho un’idea, abito a pochi isolati da qui..” si mise in una posa sexy e in maniera molto seducente lo guardò facendogli gli occhi dolci e accarezzando con delicatezza il cofano del macchina “che ne direbbe di darmi un passaggio fino a casa le offro qualcosa di fresco per il disturbo e magari.. fare quattro chiacchiere?? Vede oggi ho avuto una giornata difficile e lei è stato così gentile a prendersi cura della mia auto”.
Dave era un po’ imbarazzato ma cercò di nasconderlo per quanto poco ci riuscisse, di solito, non si prestava a tanta confidenza con una persona sconosciuta ma quella sera, davanti a così tanto fascino, decise di fare un eccezione.
“B… bè..” balbettò “io abito qui dietro l’angolo, le presto un ombrello e gli faccio chiamare un carro attrezzi, meglio no?” sorrise.
La ragazza strizzò un occhio e sorrise, fece un cenno di consenso e salirono in macchina avviandosi verso casa di Dave.
Dave rientrò a casa con Sarah mentre Adam era ancora fuori. All'ingresso il ragazzo entrò normalmente senza alcuna difficoltà mentre Sarah attendeva silenziosamente e in maniera tranquilla dietro di lui che egli le concedesse l'invito per entrare cosa che Dave, inconsciamente, fece con immediatezza.
“Però, carina la tua casa..!” sorrise soddisfatta Sarah sfiorando dei soprammobili con le dita e dando un'occhiata alle sue foto ricordo, si tolse la giacca e la mise sul briociolo del divano “vivi solo?” chiese la ragazza mentre si aggirava passo dopo passo guardandosi intorno giocherellando con una ciocca di capelli.
Distratto, guardando quella bellissima ragazza dai capelli scuri e dai fianchi sinuosi, rispose balbettando un po’.
“Si, cioè.. no vivo con un amico, 5 anni fa vivevo da solo, ma ora l'affitto si è alzato e quindi avevo bisogno di una mano” Dave la scrutò per bene, lei si spostò in salotto e lui le guardò quel bellissimo fondoschiena, mentre si avviava in cucina fece un sospiro un po’ eccitato dalla sua presenza, prese dall’armadietto degli alcolici una bottiglia di vino rosso e la stappò
“Ti va un bicchiere di vino??” chiese il giovane mentre prese due bicchieri.
“Perché no?! Iniziavo giusto ad avere sete..” Esclamò aggirandosi curiosamente per la cucina e assaporandone gli odori “Parlami un po' di questo tuo amico, non vedo nessuna foto di lui qui in giro” disse Sarah appoggiandosi sul banco cottura.  Dave sorrise e versò il vino.
“C'è solo una foto..” la indicò, era una foto dove c'era Adam e Dave con un bicchiere enorme di birra “forse è l'unica, allora, Sarah, da quanto sei arrivata qui? Insomma non ti ho mai vista in questa zona”. La ragazza prese il bicchiere di vino, osservò il liquido rosso mentre girava delicatamente il bicchiere per sentire l’aroma.
“Da circa due settimane, sono solo di passaggio” ;)sorrise, strizzò un occhio e sorseggiò del vino, Dave si avvicinò a Sarah era così bella, così sexy, qualcosa lo attraeva verso di lei, le accarezzò una ciocca di capelli e gliela spostò dietro la spalla destra.
“Raccontami di te.. voglio sapere tutto”gli sorrise “sembri così...interessante..”
Giocherellò un po' con la sua cravatta fissandogli attentamente il collo mentre raccontava.
“Beh, per cominciare, ho molti più anni di quello che sembra, vivo a Barnet da quando ero bambina poi nel corso degli anni ho girato un pò il mondo. E di sicuro la mia città preferita rimane la Spagna, lì ho trovato tanti nuovi amici” sorrise maliziosamente immersa nei ricordi anche se Dave non immaginava a cosa in realtà si stesse riferendo e continuò il racconto “poi abbiamo litigato, insomma un brutta storia. In fine mi mancava mio fratello maggiore, e così, eccomi di nuovo qui, solo che ora è tutto così triste e mi annoio” fece la faccia storta da bambina triste e appoggiò il bicchiere di vino sul tavolo “tu puoi aiutarmi..??” chiese Sarah. Lo fissò immersa nei suoi occhi e accarezzandogli delicatamente i capelli, lui si fece ammaliare, si sedette e fece sedere sulle sue ginocchia la ragazza, lei spalancò bene le gambe per stare comoda mentre assaporava quello splendido profumo sul suo corpo.
Il ragazzo la fissò, era come incantato dal suo sguardo, era ormai in una sorte di trans “ti aiuterò...” disse.
In fine Sarah lo baciò delicatamente sul collo cercando di non cedere alla tentazione poiché era così attirata dal buon sapore del suo sangue, poi lo baciò focosamente sulle labbra massaggiandogli il petto con le mani
“Perché non mi racconti qualcosa sul tuo amico?” disse maliziosamente.
Dave si fece travolgere dalla passione, nel frattempo Sarah gli sfilò la cravatta e con molta delicatezza aprì i primi tre bottoni della camicia, si lasciò fare ciò che Sarah voleva, nel frattempo, lui, gli accarezzava i fianchi.
“Per.... perché dobbiamo parlare di lui” era in preda alla foga ed era così eccitato che non si accorgeva di quello che stava per capitare, Sarah prese il viso di Dave fra le mani ed era come ipnotizzato dal suo sguardo, era in blackout totale, la fissava aspettando un suo ordine.
“Tu sarai mio schiavo fin quando non te lo dirò io, mi aiuterai a riunire la famiglia!” gli diede un ultimo bacio focoso sulla labbra e, con uno scatto, scomparve, Dave non capiva se quello che era accaduto fosse realmente successo o se era stato solo un sogno.
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** capitolo sei ***


CAPITOLO SEI




 
Anno 1960
In villa Tod si stava svolgendo una grande festa per il figlio di Lucas Tod, Adam. Sarah aveva deciso di organizzare un piccolo rinfresco solo tra famigliari, il festeggiato non era ancora arrivato e Sarah stava impazzendo con la sua domestica per l'apparecchiamento del buffet.
Tutto era perfetto, la famiglia era finalmente riunita e la villa era piena di palloncini colorati. Sarah organizzava quella festa da settimane e aveva faticato un po' per convincere Max a venire poiché, per qualche strana ragione, aveva sempre delle grane. Era nel pieno della sua giovinezza. Stava da poco frequentando l'accademia di danza classica che tanto amava da quando era bambina e da qualche anno frequentava il figlio dei vicini, Alexander Benson, anch'egli diplomatosi nella facoltà di Barnet circa 3 anni prima. Aveva negli occhi l'amore e tutta la voglia di vivere che una ragazza di ventuno anni potesse avere e mai avrebbe pensato che qualcuno o "qualcosa" gliel'avrebbe strappato così presto. Suonò il campanello ed eccitatissima corse ad aprire.
“Finalmente sei arrivato!” disse euforica la giovane.
“Ciao sorellina, ho portato lo spumante!” disse Adam facendo vedere la bottiglia, la ragazza la prese e lo abbracciò forte con un sorriso luminoso.
“Auguri fratellino, vieni, ti stanno aspettando in salotto” prese il suo cappotto e lo poggiò sull'attaccapanni, Max sorseggiava un bicchiere di vino rosso, a fargli compagnia nel bere c’era Anna Crane, la sua ragazza, la giovane dai capelli rossi e mossi si stava un pò annoiando, preferiva altro più tosto che quel liquido. Sarah, dopo di che, li raggiunse con un vassoio di tartine in mano che servì con moderazione.
“Questi li ho preparati io.. spero che vi piacciano!” disse eccitata. Adam gli sorrise, poi incrociò lo sguardo di Max che sogghignava, fece un cenno per salutarlo, Max, invece, con aria spavalda lo salutò.
“Fratellino.. tanti auguri” alzando il calice verso di lui “allora, com'è aver compiuto ventuno anni? ti senti libero? più grande? Oppure, più....... vivo?”sorrise guardando Anna e Sarah.
“Mi sento uguale a quando avevo venti anni..” disse riferendosi a Max, Adam guardò il vassoio pieno di tartine e ne prese una ringraziando Sarah. “voi non lo gradite?” riferendosi a Anna e a Max poi sgranocchiò il piccolo antipasto.
Anna se ne stava lì seduta, immobile, con il bicchiere colmo di vino ancora in mano. Era silenziosa, quasi come persa nel vuoto, non era abituata a questo genere di cose. La famiglia Tod si era riunita, e lei era lì che cercava di apparire il più simpatica possibile, standosene zitta. Non aveva mai provato una certa simpatia per loro. Lanciava occhiatine di qua e di là, si annoiava, tanto. Max parlava con suo fratello, e lei li osservava, ascoltandoli fingendo di provare interesse. D'un tratto la sorella dei due ragazzi si avvicinò a lei porgendole il vassoio.
“Ne gradisci una?” chiese gentilmente. Ma Anna, con un sorriso freddo li guardò appena.
“No grazie, non gradisco” disse con freddezza rivolgendosi a Sarah e alle sue tartine, distolse lo sguardo da loro posandolo da tutt'altra parte. Adam sentì Anna rifiutare il prelibato e delizioso pasto, gli faceva strano il rifiuto, erano davvero gustose quelle tartine, sapeva già che Max e Anna erano vampiri, il padre, al ventuno esimo anno di età, aveva deciso di dirgli tutto e di allenarlo per farlo diventare il nuovo cacciatore della stirpe familiare, così mise Anna un pò alla prova, tirandogli frecciatine.
“E come mai, se posso, non gradisci le tortine? sai sono molto buone” si avvicinava lentamente “sono parecchio gustose, hai paura di mettere su qualche grammo oppure..” si soffermò a pensare, e ironizzando disse “..non dirmi che il suo odore ti disgusta, oddio, non sarai in cinta? Mmh no, una donna in cinta si sbranerebbe anche un tavolo.. dicci la verità, sei peggio di una bestia con la rabbia vero?” sorrise mangiandone un'altra. Max sentì Adam fare strane frecciatine ad Anna, così si piazzò fra i due.
“Hey, è la tua festa, ciò non toglie che devi portare rispetto per le persone.. se non ha voglia di mangiare lasciala in pace, sono stato chiaro??” rispose con tono serio e arrabbiato, lo guardò male, ma Adam lo guardò con aria di sfida.
“Cavolo fratello, sei parecchio pallido in volto, dovresti farti vedere” disse il ragazzo facendo un ghigno. Anna si avvicinò a Max e rimase al suo fianco forzò un ghigno e guardando Adam cercò di essere quieta nel rispondere.
“Caro Adam, goditi la tua festa, e non pensare troppo che ti fa male” disse, poi si rivolse a Max “questo ragazzo più cresce e più diventa arrogante, non rispetta le persone più grandi” disse, facendo una leggera smorfia spostandolo dalla faccia di Adam. Adam sorrise ad Anna, poi guardò Sarah.
“Puoi venire un secondo in cucina,vorrei parlarti in privato” senza aspettare una risposta Adam si spostò nella cucina e attese la sorella che lo raggiunse subito dopo, chiuse la porta alle spalle di Sarah.
“Che ti è preso si può sapere? perché li hai invitati?” disse furioso ma con un tono di voce molto cauto.
“E' il giorno del tuo compleanno e ci tenevo che lo festeggiassi in famiglia, so bene che l'idea non ti piace ma Max fa parte della famiglia e così anche Anna dal momento che si diverte a giocare al dottore con nostro fratello” disse Sarah incrociando le braccia. Adam si morse il labbro inferiore molto nervosamente e alzò per un istante la voce “Ma non capisci..” poi si accorse che Max e Anna potevano sentire tutto e abbassò nuovamente la voce “Max e Anna sono vampiri! Ricordi cos'ha detto papà? dobbiamo stargli alla larga perché è rischioso, se ci attaccano io non sono ancora pronto per difenderti, mi sto ancora allenando per diventare un cacciatore, quindi dobbiamo stare lontano da loro, chiaro?” disse guardando la sorella. Ma lei lo guardò con occhi dolci cercando di tranquillizzarlo.
“Adam, non devi temere per me, non sono più una bambina, ricordi? So quello che faccio e so bene chi sono ma ciò non toglie che Max è nostro fratello, ci vuole bene e non possiamo escluderlo dalla famiglia solo perché è diventato un vampiro!” gli sfiorò la fronte con le dite “ora ti prego, rilassati e torna a sederti di là” disse sorridendogli.
“Non è mio fratello..” disse guardandola con rabbia, gli prese il polso per levargli la mano ma non sentì il battito e il suo corpo era freddo, sgranò gli occhi guardando Sarah, lei scostò il braccio in maniera nervosa e non sapendo come giustificarsi, Adam la fissò “no... non dirmelo..” forse aveva capito del perché fosse così gentile nei confronti di Max e Anna “Sarah, dimmi che non sei come loro?” disse indietreggiando.
“Adam, mi dispiace, io, non avrei voluto che lo scoprissi in questo modo ma, sono un vampiro anch'io adesso” fece una pausa “vedi, circa una settimana fa sono andata a trovare Max per invitarlo alla festa del tuo compleanno, sai quanto tenessi che lui ci fosse sebbene sia "cambiato", solo che, quando sono arrivata, lui non si era nutrito da ore ed inoltre continuava a ripetermi che gli mancavamo molto entrambi e che voleva che tornassimo ad essere una famiglia, come un tempo, ricordi?? di certo non immaginavo che intesse questo per ricongiungere la famiglia” si fermò un istante per poi continuare il suo racconto. “Max mi aggredì e mi stava per uccidere quando si accorse dell’errore che stava facendo, decise di darmi il suo sangue per farmi riprendere, appena assunsi il suo sangue gli dissi che anche io volevo essere un vampiro, quando papà ci raccontava delle esperienze con i vampiri io mi sono sempre affascinata del loro mondo. Max mi uccise e ora sto bene.;) Sono ancora qui e vivrò per sempre sarò per sempre giovane e bella, ci pensi?” lo guardò spensierata ed eccitata della sua nuova vita. “Fa male solo per un secondo, poi il tuo cuore smette improvvisamente di battere, la testa sembra quasi che ti stia per esplodere, ma basta un morso per concludere la transizione e ti senti rinascere, è una sensazione stupenda, lo sai? dovresti provare” concluse la ragazza.
Adam non credeva alle parole di Sarah, sgranò gli occhi e indietreggiò di colpo.
“Sei un vampiro, come quei due la fuori! Bevi sangue umano, ma che cazzo hai per la testa? Non ti accorgi di uccidere delle persone innocenti?” la voce tremava e Adam, un pò spaventato e un pò turbato, continuava ad arretrare quando si poggiò alla porta della cucina, poi si fermò e la guardò con cattiveria “sai che ti dico, fate come volete” sbarrò la porta e incrociò lo sguardo di Max, il suo viso compiaciuto diceva tutto, Adam sapeva che il fratellastro aveva sentito tutto ma ci fece poco conto, poi vide Anna anche lei compiaciuta, prese la sua roba e, camminando a passo svelto, spalancò l’uscio della porta, Sarah fu subito dietro al ragazzo ma lui, non appena stava per uscire la fermò con un semplice cenno.
“Sarà meglio che vada...” si mise il cappotto “è meglio, per tutti...” uscì e si trascinò la porta sbattendola dietro di se.
Max lo vide andare via arrabbiato, poi notò Sarah che stava per rincorrergli dietro ma la bloccò.
“Lascialo andare, hai fatto un ottimo lavoro a versare dentro al suo bicchiere di spumante un pò del mio sangue, ora dobbiamo solo ultimare il piano”
Max guardò Anna e gli fece un cenno “vai a prendere Maggie come abbiamo deciso, ci troviamo fra cinque minuti in piazza, appena riceverà la notizia che nostro padre vuole sterminarci accorrerà a dircelo, lo conosco bene Adam, è un ingenuo”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** capitolo sette ***


CAPITOLO SETTE



 
Anno 2011
Amy e Adam dopo quella strana vicenda nel parcheggio dietro all’azienda, si trasferirono in un bar li nei paraggi, si sedettero nel locale, in un tavolino appartato per poter parlare tranquilli e in fine dovettero affrontare il discorso. Adam si era detto che solo una persona doveva sapere di lui e cioè Dave, ma quel pomeriggio non poteva non dirle tutta la vicenda che si stava avvilendo contro di loro, non poté più tenere il segreto, gli raccontò del perché era sempre così pallido quando stava a contatto con la luce del sole e si sentiva sempre poco bene come se avesse un calo di zuccheri, gli disse del come aveva compiuto quello scatto così rapido e veloce che senza accorgersene Amy si era ritrovata il ragazzo d'avanti.
“Sono un vampiro..” disse Adam girando la tazza di caffè tra le mani concludendo il discorso, vide Amy un pò stranita, non capiva bene la situazione “fai fatica a crederci vero? Anche Dave era così, scusa, se non te l’ho detto subito, non volevo dirtelo perché non ci sono belle voci sul nostro conto” disse abbassando il capo guardando la tazza di caffè fumante.
Amy aveva scelto scrupolosamente la posizione in cui sedersi, visto il suo timore nei confronti di Adam, in quel momento le sembrava una cosa così assurda, sgranò gli occhi, continuava a non credere alle sue parole.
“Ma... mi stai prendendo in giro?” domandò poi con un tono di voce piuttosto cinico, accompagnato da una lieve risatina nervosa.
“Affatto..” rispose Adam schietto.
La ragazza vide Adam che continuava ad avere un'espressione seria così cercò di fare mente locale e, in effetti, quello che lui le aveva appena raccontato, incredibilmente, stava in piedi, il suo viso pallido, i cali di zuccheri durante i quali spesso era lei, in ufficio, ad andare alla macchinetta a prendergli dell'acqua con lo zucchero, la rapidità con la quale l'aveva fermata nel parcheggio, ora tutto tornava. Questa volta fu lei, rendendosi conto della situazione, a impallidire, non riusciva a rispondere, così, ci fu un lungo momento di silenzio, poi riuscì, con un filo di voce, a farfugliare qualcosa.
“Non... non ci posso credere..” si appoggiò con i gomiti al tavolo, prendendosi il viso tra le mani, dopo pochi istanti rialzò la testa “..scusa un secondo, tu, essendo un vampiro sarai allergico all’aglio, ai crocefissi e con l’acqua santa non dovresti bruciare? E perché il sole non ti fa nulla?” chiese curiosa.
“Col tempo ci siamo evoluti, il sole ci rende solo più deboli e, no, quelle sono tutte leggende. I paletti sono il nostro punto debole, hanno azzeccato una cosa su cinque” rispose Adam sorridendo. Lei voleva saperne di più.
“Ma, ma come..? Cioè, voglio dire cos'è successo? Come hai fatto a diventare un..” non riusciva a pronunciare quella strana parola, era curiosa di sapere, ma anche spaventata, Adam, da una parte, la innervosiva ma dall'altra parte, si rese anche conto che, raccontandole questo segreto, lui le stava dando una grande fiducia.
Adam sorrise al vedere com'era interessata e allo stesso tempo visibilmente sconvolta, sembrava la stessa reazione di Dave anni prima.
“Vuoi sapere come sono diventato vampiro?” Amy accennò un "si" con il capo e lui continuò “nel millenovecentotrentotto mia madre diede al mondo mia sorella Sarah e l'anno dopo diede al mondo me, era felice di avere finalmente una famiglia, ma lei aveva sempre detto a mio padre che voleva tre figli. Dopo la seconda guerra mondiale chiese a mio padre di mettere al mondo un'altro figlio, tentarono diverse volte ma lei non restò mai in cinta, decisero di andare da un dottore e il medico le disse che le sue ovaie non potevano più procreare. Mia madre entrò in una forte depressione, rimase in quello stato per diversi mesi ma poi mio padre ebbe l'idea di adottarne un bambino. Tanti bambini all’epoca rimasero orfani a causa della guerra e mio fratello Max entrò a far parte della nostra famiglia a soli quattro anni” fece una pausa, lo sguardo di Amy era perso nel suo racconto, così continuò “..diciannove anni dopo Max venne trasformato da una certa Anna che all'epoca era la sua fidanzata, mio padre scoprì tutto di Anna e di Max. Papà era un cacciatore e come in ogni famiglia, al figlio maschio al suo ventunesimo anno di età bisogna addestrarlo per farlo diventare un cacciatore di vampiri, mi svelò dell'esistenza dei vampiri e che in questa città ne era ricolma, così iniziò ad allenarmi per diventare cacciatore, al mio ventunesimo compleanno, mia sorella Sarah decise di farmi una festa di compleanno ma non sapevo che ci fossero anche il fratello diventato vampiro e la sua ragazza” abbassò lo sguardo e strinse la tazza quasi per romperla. “Quella notte mio padre aveva deciso, con il comitato dei cacciatori, di rivoltarsi contro i vampiri e quella stessa notte, loro tre stavano organizzando di trasformarmi e in fine di fuggire via dalla città.. ci riuscirono”.
Ci fu un istante di silenzio fra i due, Amy ascoltò tutta la storia con estremo interesse, continuando a fissarlo incredula.
“Adesso tu, cioè, cosa.. cosa fai..?” scrollò la testa, cercando di trovare le parole giuste e soprattutto chiarire a se stessa cosa davvero volesse sapere da Adam
“Nel senso, sei come "Dracula" insomma, vivi rinchiuso in un castello a nutrirti di sangue umano?” si sporse leggermente verso di lui “voglio dire, vivi una vita normale o no?”.
Adam rimase un pò spiazzato da tutte quelle domande, sorrise nervosamente
“Hey quante domande..” rise a sentire quel nome “Dracula è solo una leggenda, no non vivo in un castello oscuro con un mantello nero e, no, non mi nutro di sangue umano da almeno quaranta anni” abbassò lo sguardo e fece una pausa parecchio lunga ripensando al suo passato. “I primi dieci anni da vampiro sono stati orribili, soprattutto quando ti risvegli, per completare la trasformazione ti devi nutrire ma la sete ti pervade, la voglia di uccidere è terribile, non sai mai se ti fermerai” guardò Amy e abbassò la voce “per dieci lunghi anni ho ucciso, se io bevo anche solo una goccia di sangue divento una belva, è come se avessi una doppia personalità, alcuni vampiri si riescono a contenere ma io... no... non capisco perché non mi capacito di quanta sete abbia, per questo ho smesso” concluse.
Amy, un po’ affascinata e un po’ turbata da quel racconto sbuffò, riprendendo a parlare velocemente e nervosamente.
“Come faccio a fidarmi di te? da mio collega sei diventato un vampiro che, in realtà, ha più anni di mio nonno”si prese il viso tra le mani, restando con i gomiti appoggiati al tavolo ma pochi istanti dopo, senza aspettare nemmeno una risposta alle domande che aveva fatto aggiunse “e i tuoi fratelli adesso? Dove sono?” lo guardò fisso negli occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** capitolo otto ***


CAPITOLO OTTO

 

Anno 1960
Adam tornò a casa dopo quella discussione con i suoi fratelli, appena tornato non sentì nessuno, sua madre già dormiva da un paio d'ore ma il padre di solito si recava in studio a leggere.
Sentiva nell'aria qualcosa di diverso, sapeva che c'era qualcosa che non andava, Adam andò verso la porta dello studio e sentì Lukas Tod parlare ad un suo collega, non capiva chi fosse, non aveva mai visto quel uomo in vita sua anche se, da poco, era diventato un cacciatore, comunque i cacciatori della confraternita li aveva conosciuti tutti ma quel uomo non l'aveva mai visto. Il portone in legno scuro era semi chiuso, Adam origliò attraverso quello spioncino che dava allo studio.
“Dobbiamo fermarli.. ormai stanno riprendendo possesso di tutta la città” disse l'uomo sconosciuto preoccupato per le sorti della sua amata città.
“Lo so Harry, ma non possiamo fare altro che..” l’uomo lo interruppe.
“Che cosa Lukas?! Ormai non possiamo più aspettare, potranno attaccarci, è giunto il momento di distruggere tutti i vampiri.. dobbiamo sterminarli prima che si impossessino di tutte le altre città e dei paesi vicini.. o prima che, si impossessino del mondo intero”.
Lukas abbassò il capo e sospirò, uno dei suoi figli era un vampiro, come poteva ucciderlo, ma non ebbe scelta.
“Hai ragione,questa notte attaccheremo”.
Adam sgranò gli occhi, anche se i suoi fratelli ormai diventati Vampiri, erano comunque parte della sua vita, corse sbattendo la porta dietro di se.
Anna, nel frattempo, dopo che Max le aveva dato quell’ordine, arrivò di fronte alla casa della sua vittima, Maggie, suonò, una giovane ragazza dai capelli castani con un fisico asciutto e gli occhi verdi, aprì e sorrise alla sconosciuta
“Posso aiutarti?” chiese Maggie.
Anna, senza pensarci due volte la soggiogò dicendole che doveva seguirla fino alla piazza. E così fu. Appena raggiunsero la pizza rimase li in attesa dei due fratelli Tod, Maggie non capiva che stesse succedendo e, come se fosse in trans, si guardava in giro con uno sguardo spento.
Anna riusciva a sentire il sangue scorrere nelle sue vene, il suo collo la tentava.  
La sua dentatura stava pian piano cominciando a cambiar forma. Trascorsero quasi dieci minuti dagli ordini di Max e proprio come voleva, Sarah si presentò in piazza secondo i piani, ma in quel momento, stranamente, Sarah fu colta da un improvviso senso di colpa.
“Anna, sei già qui..” disse la ragazza, poi guardò Maggie, lei la conosceva bene e cercò di far ragionare Anna “ascoltami, io non sono più molto sicura di poterlo fare” le si avvicinò molto velocemente cercando di fare presto prima che arrivasse anche Max. Anna guardò male la ragazza. Fece un sorriso forzato, senza staccare mai gli occhi dalla "preda".
“Non vuoi farlo? Non importa, ci penseremo noi due” distolse lo sguardo da Sarah, e si focalizzò su Maggie che la sorreggeva da un braccio “le emozioni e i sentimenti, cose tutte amplificate quando diventi una morta vivente. Dura come cosa eh? Con il tempo riuscirai a controllarle”.
“Aspetta..!”:o Sarah fermò la donna prendendola per un braccio “per te forse non significa niente, ma Adam è pur sempre mio fratello, e non vuole essere come noi, uccidere la gente comune è un conto, ma non puoi chiedermi di fare questo al sangue del mio sangue,:o io ero cosciente di quello che volevo diventare, :omi dispiace, ma non posso vivere con questo rimorso Vi prego, non fatelo..” implorò la ragazza.
Fissò la giovane Sarah poi scoppiando in una risata intensa come se le belle parole che aveva appena pronunciato, non le importavano affatto.
“Queste cose che mi stai dicendo non mi fanno ne caldo ne freddo, non so se ti è chiaro. E' sicuramente neanche a Max importerebbe quello che stai dicendo.
Ormai è stato deciso così, non lascio mai le cose a metà” disse Anna con un certo gusto, poi guardò il collo di Maggie “vuoi vedere una cosa divertente?” i suoi occhi si colorarono di viola e i canini divennero appuntiti, con violenza li conficcò nel collo della giovane incosciente di quello che le stava accadendo.
Adam nel frattempo raggiunse la piccola piazza che dava il benvenuto hai nuovi arrivati o hai visitatori con un piccolo cartello con scritto "Welcome to Barnet City", per raggiungere la casa di Max, intravide la sagoma di Sarah ma non riconobbe subito le altre due ragazze che erano li.
Adam si avvicinò e riconobbe il vampiro che stava mordendo con rabbia la giovane sventurata, era Anna che si gustava la sua povera vittima.
“Ma che...” subito dopo riconobbe il corpo “Maggie...? MAGGIE!!” urlò.
Anna fece cadere il corpo esanime della ragazza, Adam le si mise accanto, arrivò anche Max e non era contento di quello che stava succedendo.
“Ma che avete fatto!?” disse Adam con le lacrime a gli occhi “cos’avete fatto!?” urlò a gran voce disperato. Max non voleva fare del male a Maggie, ma solo spaventare Adam per farlo trasformare definitivamente anche lui con un semplice ricatto, Max sbuffò.
“Anna..” si avvicinò a Maggie e a Adam, si chinò per sentirle il battito, poi guardò Anna e alzò la voce “ma che diavolo hai combinato?! non dovevi fare così, non te l’ho mai detto” sbuffò ancora preoccupato e un pò arrabbiato e guardò Adam cercando di calmarlo. “Adam.. mi dispiace ok? non doveva ucciderla, ma vedi, noi tutti siamo vampiri e volevamo inserire anche te nella nostra “nuova” famiglia bè ora puoi unirti a noi, che ne dici? Insomma, ora Maggie non c’è più e papà potrà chiudere un occhio su di te, sei sempre stato il figlio preferito” concluse sorridendogli.
Anna non si pentii di quello che aveva fatto, anzi, era molto compiaciuta, rimase in silenzio con le braccia conserte ascoltando i due poi intervenne fredda e rigida come al suo fare.
“Adam rilassati ora è in un mondo migliore pieno di unicorni e uccellini bianchi. Comunque voi due non permettetevi più di urlarmi contro chiaro?
E' morta pazienza. Nella vita si muore, è così che và” disse con tono molto arrogante, in fine si allontanò da loro e si andò ad accomodare su una panchina presente a pochi metri da loro. Era nervosa, odiava quanto qualcuno gli dava degli ordini, ma sopratutto quando veniva trattata così.
Adam abbassò il capo guardando quel corpo morto, era di Maggie che si trattava, non di una persona qualsiasi, Maggie, la sua migliore amica, la sua amata. La prese fra le mani e sotto voce  singhiozzando gli disse le parole che tanto teneva nel cuore.
“Ti amo.. scusa per tutto questo..” poi sollevò lo sguardo ascoltando le parole di Max, con furia si alzò in piedi e continuò a fissarlo con rabbia, prese un paletto che aveva nel taschino della giacca e rimase in posizione di attacco “non diventerò mai uno di voi.. la famiglia ormai è morta quando voi tutti siete diventati dei mostri.. e ora non mi lasciate altra scelta”.
Sarah rimase impietrita d'avanti a quella scena. “Voi avete ucciso Maggie ora io ucciderò voi, di nuovo” strinse il paletto e rimase pronto ad attaccare. Max lo guardò sorpreso di una reazione del genere da parte del fratellastro minore, notava che il padre gli aveva insegnato bene come difendersi, maleficamente sorrise.
“Vuoi uccidere i tuoi fratelli? Mi spiace solo di una cosa, che dobbiamo salutarci in questa maniera”. Fece uno scatto e, senza che Adam se ne accorse, Max era alle sue spalle, gli prese il viso e gli spezzò il collo. Il corpo senza vita di Adam cadde accanto a quello di Maggie, Max si avvicinò a Sarah.
“Spero che il mio sangue che hai messo nello spumante faccia effetto e completi la trasformazione, adiamocene..” concluse il fratellastro, fece un cenno a Anna e si iniziarono ad avviare.
Sarah, alla vista di quello che era appena accaduto, sgranò gli occhi e rimase immobile. Si chinò a terra fissando il corpo privo di vita del fratello che non dava cenno di risposta e lo accarezzò con delicatezza, sentiva un dolore forte nel petto.
“Mi dispiace, addio Adam.. non odiarmi, se puoi..” sussurrò a bassa voce.
La guerra era ancora in atto, e dei cacciatori avevano avvistato i tre vampiri che si trovavano in quella zona.
“Eccoli, sono li.. PRENDIAMOLI!” con i paletti e le balestre puntate verso di loro iniziarono a inseguirli, ma loro erano più veloci, Anna notò il gruppo di cacciatori, si alzò dalla panchina, e con uno scatto veloce si avvicinò a Max.
I guai sarebbero iniziati a partire da quel giorno. Nessuno di loro era più al sicuro con dei cacciatori che giravano per la cittadina.
“Cacciatori, sai me lo sentivo che questa storia non sarebbe finita con un lieto fine” sussurrò a Max, per poi guardarlo “dobbiamo scappare ora. O qui finisce molto male” si voltò verso Sarah che sembrava al quanto preoccupata per suo fratello “e tu, non ti preoccupare, per il momento è morto, quindi è al sicuro” disse con arroganza. Sarah si rialzò con le lacrime a gli occhi, poi svanì con gli altri nelle tenebre.
Adam, dopo un paio d'ore sentiva la testa che gli scoppiava, sentiva tutto amplificato, e ad un tratto sbarro gli occhi e iniziò a respirare affannosamente come se fosse stato in apnea per ore ed ore, si guardò intorno, era spaventato, sentiva tutto così ampliato, poi si girò da un lato cercando di rialzarsi e la vide, vide Maggie sdraiata morta in una pozza di sangue.
“Maggie...” alla vista del sangue, gli occhi iniziarono a bruciare e cambiare colore, da un marrone chiaro ad un viola elettrico, si toccò la testa come se avesse una fitta atroce, prese il polso di Maggie e lo morse bevendo un solo goccio di sangue, disgustato gettò via il polso però sentì un dolore infernale hai canini e li sentì affilarsi, non poté resistere e diede un ultimo morso a Maggie.
Dopo che l'aveva prosciugata del tutto si rialzò in lacrime e sporco del suo sangue, rimase fisso a guardare il suo corpo.
“Mi... mi dispiace..” ripeté alla povera ragazza, in lontananza sentì un scoppio, decise di scappare, fuggire da quella città.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** capitolo nove ***


CAPITOLO NOVE



 
Anno 2011
Adam fece una pausa, Amy capiva tutto il dolore che stava provando ma lui continuò il discorso e rispose alla domanda posta precedentemente.
“Non lo so, perché non appena mio fratello uccise la mia migliore amica, io attaccai loro e Max mi uccise facendo si che il processo di transizione si attivò e mi trasformarono.. in quello che sono” rimase a fissare il vuoto “dopo di quello, non ricordo più nulla” disse.
Amy rimase a guardarlo fisso negli occhi, senza staccare lo sguardo neppure per un attimo, vide il suo viso incupirsi e la voce tremare, sentiva che mentre le stava raccontando quella vicenda personale, il dolore che provava Adam era autentico come non mai, e a lei, tutto quell'accaduto, apparve come qualcosa di terribile, istintivamente, quando lui finì di parlare, tese il braccio verso di lui e gli prese la mano con la sua. Un gesto istintivo, empatico, una reazione al fatto che lui avesse condiviso con lei qualcosa di così intimo.
“Dirti che mi dispiace sarebbe superfluo.. Adam ma..” tentennò, fece una pausa, abbassò lo sguardo per un attimo per poi, subito dopo, ripuntarlo negli occhi, accorgendosi che il timore nei suoi confronti era svanito. “Io sono lusingata che tu mi abbia raccontato la tua storia, significa che ti fidi di me, mi sfugge una cosa..” gli sorrise dolcemente, era piuttosto confusa da tutta quella storia, in realtà non capiva come mai lui le dicesse tutto questo. “Come mai hai deciso di confidarmi questa cosa, ha forse qualcosa a che fare con quanto stavate dicendo tu e Dave in ufficio?” chiese curiosa.
“L' altro giorno sono stato nello scantinato, li ho tenuto tutte le cose che mio padre aveva nel suo ufficio, archivi, libri etc.. ho scoperto che lui teneva un diario, mentre lo sfogliavo è caduta una lettera” la prese dalla borsa “era di questo che parlavamo Dave e io, ti ho spiegato tutto per capire quello che ha scritto mio padre, scrive di un certo "Sangue Puro" sarebbe l'unione fra un angelo custode e un'umana, se viene al mondo il primogenito viene considerato "Sangue Puro, colui che non ha peccato"” disse vide lo sguardo perplesso di Amy.
“Emmh.. quindi? Che cos’è?” chiese dubbiosa la ragazza.
“Il Sangue Puro è considerato una prelibatezza per i vampiri, anche perché se viene morso alla notte di luna piena, il Sangue Puro misto al sangue di un vampiro, potrà far diventare un vampiro in un Angelo Caduto, un vampiro con le ali, nella lettera c'è anche scritto che due vampiri sono stati rilevati più di una volta in varie zone del mondo, c'è un'unica spiegazione, credo che quelli citati siano i miei fratelli e credo che stiano cercando anche loro il Sangue Puro o hanno in mente qualcosa. Fino all'altro giorno pensavo davvero di essere l'unico vampiro sopravvissuto alla strage degli anni sessanta, e ora me ne ritrovo altri due ancora vivi, devo trovare quel Sangue Puro prima dei miei fratelli!”.
Amy, dopo aver letto il contenuto della lettera rimase in silenzio guardandolo e cercando di comprendere ciò che gli stava spiegando. Vampiri, angeli caduti, angeli custodi, sangue puro, nella sua testa si creò una gran confusione, chiuse gli occhi per un istante, poi li riaprì e cominciò a pronunciarsi, cercando di mantenere la calma.
“Vediamo se ho capito bene, mi stai dicendo che tu quindi non sei, come invece pensavi, l'unico vampiro rimasto, ma che i tuoi fratelli stanno cercando qualcuno, questo, "sangue puro" quindi, se lo trovano, si trasformeranno in dei mostri alati e che saremo tutti fregati?” concluse la ragazza, guardò l'espressione di Adam che sembrava sottoscrivere tutto ciò che lei aveva appena detto, senza tuttavia proferire parola con uno sguardo piuttosto comprensivo.
“Quindi cosa mi stai chiedendo? Vuoi il mio aiuto a trovare questo tizio per salvare l'umanità dalla smania di grandezza dei tuoi fratelli?” chiese concludendo il discorso assurdo.
“Esatto.. cioè, non proprio, volevo lasciarti fuori da tutto questo, ti chiedo solo di fare attenzione, ce ne occuperemo io e Dave. Non so se i miei fratelli stiano davvero cercando questo sangue puro, non so nemmeno se sono qui, quindi è tutto ancora in forse.. avevo deciso che avrei ricominciato tutto da capo senza casini, e ora questo” sbuffò Adam.
Amy lo guardò seria, in silenzio, cercando di mettere in ordine le idee e di mantenere la calma, appoggiò il viso tra le mani e chiuse gli occhi, restò così per diversi secondi, poi tirò su la testa e riaprì gli occhi, ora era convita di quello che doveva fare, ma gli venne un dubbio.
“Tu mi hai parlato di tre vampiri, non di due.. dov’è Anna adesso?” chiese.
“Bella domanda, da quando sono morto non so che fine abbiano fatto” concluse Adam.
“Ok...” la ragazza sospirò “dimmi cosa dobbiamo fare..?”
Adam sorrise, abbassò la voce e si avvicinò alla ragazza per spiegargli il tutto.
“Domani io te e Dave ci troveremo e cercheremo di parlare di questa situazione, se il sangue puro si trova in questa città sarà meglio portarla in salvo, spero solo che Sarah non sia già arrivata qui.. altrimenti.. siamo tutti nei guai..” disse sconfortato. Amy sospirò profondamente, soprattutto dopo l'ultima esclamazione di Adam, non avrebbe certo voluto trovarsi davanti un vampiro assetato di sangue.
“D'accordo...” esclamò ancora poca convinta, ma decisa a dare una mano ai suoi colleghi.
Dave sentì tutto il discorso di Adam ed Amy, i due erano talmente presi nel discorso che non si accorsero della presenza di Dave a pochi tavoli di distanza da loro, aveva sentito tutto il discorso, facendo finta di leggere il giornale si concentrò di più sulla parola "Sangue Puro" e ascoltò con attenzione, appena finì il loro discorso Dave chiuse il giornale, aveva preso abbastanza informazioni. Prese la giacca e si affrettò ad uscire senza farsi scoprire dai due, arrivò a casa e quando giunse sull'uscio della porta sentì che c'era qualcuno che l'osservava, sentiva una specie di presenza. D’ un tratto si voltò e vide Sarah d'avanti a lui. Senza pensarci due volte la vampira lo soggiogò per sentire le nuove informazioni.
“Dimmi, cos'hai scoperto?” chiese. Lo sguardo di Sarah penetrava negli occhi di Dave, e lui, ammaliato da tale bellezza e da tale potere gli diede tutte le informazioni.
“Amy ha scoperto che Adam è un vampiro e hanno trovato degli indizi dove il ragazzo ha scoperto dell'esistenza di un ultimo sangue puro grazie a delle vecchie lettere di tuo padre” rispose.
“Il sangue puro..” fece una pausa e sorrise “..allora esiste davvero, perfetto, che altro?”.
“Hanno detto che se ti immischierai cercheranno di ucciderti” disse ancora soggiogato. La ragazza, da quelle parole, rise sotto i baffi.
“E bravo il mio fratellino, tu ti dimenticherai di questa conversazione e continuerai a scoprire altre cose su Adam” dicendo questo scomparve nel nulla, Dave strabuzzò gli occhi, non capiva se era stata la sua immaginazione o altro, si guardò in giro per essere sicuro di quanto era successo ma non vide nessuno.
Sarah era arrivata in quella città per uno scopo, riunire la famiglia, ma a quelle informazioni succose ed invitanti preferì iniziare la ricerca di questo “Sangue Puro” e di trovarlo entro la luna piena per iniziare un rito che cambierà le sorti di tutta Barnet.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** capitolo dieci ***


CAPITOLO DIECI


 
 
18 Maggio 1958
 
Hanno deciso per lo sterminio della razza dei vampiri, dovremmo aspettare due anni prima di attuare il piano, dobbiamo elaborarlo e portarlo a termine.
Non dovrei farlo, ma è l’unico modo, dirò a Max e ad Anna che dovranno scappare non appena saprò la data decisiva dell’attacco. Si salveranno si, e forse la razza dei vampiri non si estinguerà, ma non posso uccidere mio figlio, anche se è stato adottato è comunque un membro della famiglia Tod.

 
Adam chiuse il diario e lo ripose nel cassetto della sua camera da letto. In fine si preparò per incontrare Dave al parco insieme a Amy per decidere sul da farsi di quella situazione. Prima di uscire si versò un bicchiere di brandi invecchiato di circa quarantanni, ne bevve un sorso, era soddisfatto della scelta, arrivava sulle papille gustative ed era un ottimo tocca sana per quel giorno così intenso che gli aspettava. Ma c’era qualcosa che non andava in quella casa, sentiva di non essere solo.
“Ciao Adam..” disse una voce al quanto familiare alle sue spalle, Adam non si trattenne, con uno scatto la prese per il collo appendendola al muro e sollevandola leggermente, tirò fuori i canini che si affilarono e gli occhi si colorarono di un viola acceso ringhiandogli contro.
“Cosa ci fai tu qui!?” chiese rabbioso.
“È così che si accolgono i vecchi parenti?” disse ironicamente Sarah, la ragazza non esitò, fece un ghigno e tirò un calcio nello stomaco al fratello, poi lo spinse facendolo andare contro una parete facendo una piccola crepa nel muro. Adam cadde inerme a terra, ma con uno scatto vampiresco si tirò su in un secondo pronto ad attaccare nuovamente. Lei lo fissava con un sorriso malefico  andando a destra e a sinistra con piccoli passi.
“Da quando non bevi più sangue umano sei diventato così, debole, sappi che il cibo umano ti ucciderà e ti farà invecchiare, non raggiungerai i trecento anni” disse sorridendo.
“Mi sono nutrito di cibo normale fino a quando tu e Max non mi avete fatto diventare quello che sono!” rispose schietto Adam digrignando i denti.
“L’abbiamo fatto perché così io te e Max saremmo stati per sempre uniti, come una vera famiglia”.
“Sapevi che non andavo d’accordo con lui, ma da quando vi siete trasformati entrambi..” calò il silenzio tra i due, Sarah guardò Adam arrabbiata e triste allo stesso tempo.
“Ci hai odiati..” continuò la ragazza al posto di Adam con un tono triste.
“No..” rispose Adam “non sono mai riuscito ad odiarvi, ma quando ho saputo di aver perso i miei due fratelli e dopo che avevate ucciso Maggie, è stato quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso, infine la mia trasformazione”.
Adam era dispiaciuto di quello che era accaduto, sapeva che infondo nell’animo di Sarah si celava un senso di colpa nei confronti del fratello a causa di quello che era accaduto.
“Non ho mai voluto lasciarti solo.. e non volevo nemmeno che ci separassimo”. Adam da quella risposta si arrabbio, e diede la colpa alla sorella di tutto ciò.
“Ma l’avete fatto, ora voglio sapere, perché sei qui? Che cosa vuoi?” chiese.
La ragazza sapeva che la leggenda del Sangue Puro era reale, non riuscì a trattenere una lieve risata.
“Per rimettere insieme la famiglia..” disse compiaciuta.
“Non prendermi in giro Sarah, perché sei qui?” chiese nuovamente Adam, Sarah non poté resistere e disse tutto.
“Ho saputo che la leggenda che ci raccontava papà è reale..” rispose, si avvicinò passo dopo passo al fratello mentre lui stringeva i pugni pronto al contro attacco “..e cioè che c’è un famigerato sangue puro in zona e, visto che sono fonti attendibili, bè sono venuta qui a chiederti se ne sai qualcosa?”.
Adam sgranò gli occhi, era riuscita a scoprire tutto, ma come? Dal suo sguardo, Sarah capì che il ragazzo sapeva di questa storia e rise.
“Sei come un libro aperto fratellino mio. Lo troverò e mi nutrirò del suo sangue così che io diventerò il famigerato Angelo Caduto che tutti temono!” concluse facendo un ghigno malefico.
“Allora sappi che avrai un rivale molto tosto da sconfiggere” ribatté Adam.
“Non ti preoccupare, le mie sfide le ho sempre vinte, fra un mese esatto, quando la luna sarà piena e alta nel cielo, io sarò il vampiro più potente del mondo” sorrise e si avvicinò all’uscio della porta per poi girarsi nuovamente verso il ragazzo “arrivederci fratellino!” concluse scomparendo nel nulla.
Adam, qualche ora dopo che aveva ricevuto la visita minacciosa della sorella, si ritrovò con Amy e Dave per parlare di tutto il caos che si celava dietro le spalle dei cittadini di Barnet, presero dal chiosco li vicino al parco, una tazza di caffè in un bicchiere di carta, pagato il barista si avviarono nel parco facendo una passeggiata. In quel momento alcune persone si tenevano in forma, altre passeggiavano con il cane e alcune invece si rilassavano guardando il paesaggio. Adam non voleva raccontare tutti i dettagli ai due ragazzi, soprattutto della visita a sorpresa della sorella, non li voleva turbare ancora di più.
“Mio padre doveva spedire una lettera a questo Andrea, uno degli ultimi Angeli Custodi, prima di morire però ha lasciato la moglie e il primogenito, quel primogenito contiene il Sangue Puro, il resto della storia si sa già, in questa zona ho percepito un odore forte rispetto a gli altri, è come se i miei sensi che si sono attenuati col tempo siano riemersi grazie a quell'odore, cosa impossibile, non mi nutro di sangue da tantissimi anni, comunque, non ho ancora ben capito di chi sia quell’odore, sono sicuro che era sangue, l'odore è decisamente inconfondibile, quindi è probabile che sia il Sangue Puro” ragionò Adam sorseggiando il caffè caldo.
 Amy ascoltò Adam con attenzione, tutta quella storia le dava un po' i brividi, ma aveva promesso ad Adam che, in qualche modo, l'avrebbe aiutato, inoltre era curiosa e voleva saperne di più di tutta quella faccenda.
“D'accordo Adam...” disse pensierosa, si guardò intorno “quindi partiamo a cercare qualche informazione in più da qui ma come? Cioè, non sappiamo di preciso che genere di persona stiamo cercando, giusto?” chiese interrogativa.
“Bè, potrei cercare il referto medico nei vecchi archivi dell'ospedale, i miei poteri di soggiogamento non si sono affievoliti quindi forse posso soggiogare un medico che me li possa portare, devo solo cercare i documenti medici che aveva mio padre per consegnarli insieme alla lettera” concluse Adam.
Dave sorseggiò il caffè mentre sentiva la proposta di Adam e si mise ad ironizzare con il suo solito fare.
“Ma si soggioghiamo le povere persone per farci dare i vecchi archivi, ma sei scemo? Se poi qualcuno sospettasse che non sei un medico o qualcosa di simile?!” incalzò Dave.
“Me la sono sempre cavata, ed è l’unico modo, non mi piace usare i miei poteri "vampireschi" contro le persone ma voglio davvero scoprire chi è questo Sangue puro, e se è in questa città o in un paesino vicino è meglio portarlo in salvo prima che mia sorella o un'altro vampiro scopra chi è..” fece una pausa preoccupato “e se lo scoprisse... sappiamo tutti quello che potrebbe succedere” Guardò entrambi gli amici, poi si rivolse verso Amy “mi dispiace di averti messo in mezzo, e mi spiace che hai scoperto questo piccolo mio segreto, ma devi darci una mano, anche piccola, ma abbiamo bisogno anche di te, l’importante è che tu non ti faccia del male, sei dei nostri?” chiese Adam attendendo una sua risposta.
Arrivò la domanda diretta di Adam, lo guardò per qualche istante negli occhi, come se cercasse altrove la risposta che doveva dare lei stessa, poi annuì con un movimento del capo, fu titubante per un attimo, aveva timore di tutta quella storia, ma aveva dato la sua parola e, ormai, voleva vederci chiaro anche lei.
“Si Adam, vi ho dato la mia parola, vi aiuterò..” esclamò poi con un po' più di convinzione.
“Bene..” disse con un accenno di entusiasmo “so ancora qualcosa sulle armi e sulle difese contro i vampiri quindi se volete vi addestrerò per qualche giorno, che ne dite? Incomincerò subito a cercare i referti medici in ospedale, e visto che posso solo in questo momento sarà meglio che mi sbrighi ci vediamo ragazzi” concluse Adam, fece un cenno con la mano e corse al parcheggio.
“D'accordo...” disse Amy un po' confusa “sarà meglio che anch'io vada a casa ora... ci vediamo, Dave!” sorrise appena all'amico e si diresse verso il suo appartamento, era molto pensierosa e la situazione la preoccupava parecchio. Dave rispose al saluto, guardava la ragazza andarsene di fretta e furia, in fine si guardò bene intorno, il soggiogamento influì nuovamente su di lui, prese il cellulare e compose il numero di Sarah.
“Credo di aver trovato qualcosa che ti potrà interessare”.
 
Adam, a circa mezz’ora di strada dal parco, arrivò all'ospedale, era riuscito a recuperare tutti i vecchi documenti medici e il DNA che avevano dato al padre di Adam, Lukas, per fare degli esami e per scoprire se il primogenito di quell'angelo bianco era davvero in salute. Entrò in ospedale e andò verso la segreteria, una giovane donna di colore con lunghi capelli mossi e scuri lo accolse con un bel sorriso.
“Buon pomeriggio, come posso aiutarla?” disse la signorina.
“Salve..” Adam si guardò intorno per poi fissare lo sguardo della ragazza, lei si perse completamente nei suoi occhi come in una fase di trans “devi cercarmi le ultime analisi del sangue di questa annata e di questa cartella medica”.
La ragazza, soggiogata, fece quello che gli aveva chiesto, insieme ad Adam andarono nello scantinato dove ci furono tutti i vecchi reperti dei vari gruppi sanguigni, iniziò a cercare in tutti gli schedari e trovò quello che stava cercando, Adam nuovamente la soggiogò.
“Perfetto, ora vai dimenticati di questa visita, dimenticati di me” la ragazza fece un cenno di consenso e se ne andò lasciando Adam con lo schedario, iniziò a sfogliarlo, l'anno di nascita, il luogo e alla fine lesse il sesso del bambino.
“Una femmina?” era strano che fu una femmina il Sangue Puro, nella leggenda si narrava sempre di primogeniti maschi così che le forze del male non sarebbero mai arrivati a loro perché si potevano proteggere dai nemici grazie agli addestramenti del comitato dei cacciatori. Continuò a cercare e a sfogliare le pagine, in fine arrivò alle parentele, Andrea era effettivamente il padre e il nome della bambina era: “Amy Scarlett, nata il 5 settembre 1987 nell'istituto ospedaliero Barnet Hospital..” andò a ricercare anche gli altri gruppi sanguigni dei genitori e combaciavano perfettamente, Lukas nella lettera stava parlando di Amy, ecco chi era il Sangue Puro, pensò incredulo il ragazzo.



 

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Capitolo 11
*** capitolo undici ***


CAPITOLO UNDICI


 
 
Dopo quell'amara scoperta, aveva portato a casa tutti i fogli medici che era riuscito a trovare. Chiamò Dave e Amy per una "riunione" straordinaria a casa sua, i due ragazzi arrivarono e Adam li fece accomodare, era parecchio turbato quindi cercò di essere il più delicato e comprensibile.
“Allora ragazzi, sarà meglio che vi sediate un istante..” prese le cartelle mediche, la lettera del padre e il foglio medico del DNA, iniziò col posare sul tavolino di vetro la lettera “questa lettera narra il fatto che un ultimo Sangue Puro è ancora in circolazione..” posò il secondo foglio con il DNA “questo era con la lettera con cui mio padre potesse lavorarci su, e in fine il referto medico che sono riuscito a prelevare da una dottoressa in ospedale, la data coincide, e i DNA di tutti i membri familiari anche..” sospirò, abbassò il capo e si sedette sulla poltrona, ci fu una pausa molto lunga, i due amici di Adam guardarono le carte con attenzione.
“Amy ... sei tu il Sangue Puro” concluse il giovane.
Il silenzio che calò nella stanza era pungente, Amy non riusciva a dire nulla, guardava e riguardava le cartelle.
“Cavolo..” era l'unica cosa che Dave riuscì a dire.
Amy strabuzzò gli occhi, completamente sconvolta, subito pensò di aver capito male, ma i due continuavano a fissarla, venne sopraffatta dal panico.
“I... io?!” fu l'unica cosa che le uscì con voce strozzata ma cercò di schiarirsi la voce “ci... ci dev'essere un errore, cioè, cosa significa? Non può essere..” guardava i due come in attesa di un'illuminazione che chiarisse quel malinteso a cui non poteva credere. Adam sospirò si alzò in piedi e girovagò per la stanza girovagando pensieroso, in fine si soffermo e mise le mani sui fianchi.
“Le cartelle non mentono, c'è il tuo nome e la data della tua nascita.. è tutto scritto, però non c'è da preoccuparsi, l'importante e che mia sorella non lo venga a sapere..” disse. Amy  si alzò, nervosamente, cominciando a gesticolare.
“No... aspetta un attimo! non c'è da preoccuparsi un corno.. Il mio nome? La mia data?” alzò leggermente la voce “voglio dire, il sangue puro non doveva essere un uomo così che si poteva proteggere dagli attacchi di chissà cosa? E poi questo significa che tua sorella vampira, se lo scopre, cercherà me?” disse in tono cinico, non ci voleva credere. Sentiva il cuore battere forte per l'agitazione e una grossa confusione in testa, non poteva credere a quella storia non poteva essere proprio lei. Adam la guardò serio.
“Il sangue puro è la perfezione dell’essere umano, anche io credevo che fossero solo i maschi primogeniti ad essere tali, invece ci sbagliavamo tutti, l'unica cosa negativa è.. un vampiro non può trasformare un sangue puro, il suo sangue potrebbe essere acido e ucciderebbe il soggetto..” fece una pausa “..cioè tu” sospirò guardando Amy con un'espressione preoccupata “se invece vuole completare la transizione da vampiro a angelo caduto, in ogni caso, deve prendersi tutta la tua linfa vitale ma, comunque, io e Dave non ti lasceremo sola ad affrontare tutto questo, ok?”.
Amy ascoltò Adam in silenzio, gli occhi sbarrati, in preda alla confusione, non sapeva cosa rispondere, sapeva bene che l'amico cercava di tranquillizzarla e, probabilmente, tutta quella storia era vera, ora ci credeva, ma era spaventata e confusa, lanciò un'occhiata ad entrambi.
“O... ok...” esclamò la ragazza, poi cambiando la direzione dello sguardo, spostandolo su un punto indefinito della stanza “adesso però... devo proprio andare...” prese la sua roba molto rapidamente precipitandosi poi verso la porta decisa a uscire da lì, aveva solo bisogno di un po’ d’aria.
Dave si alzò di scatto ma Adam lo bloccò con un’occhiataccia, sapeva che qualunque cosa avesse detto in quel momento non era molto da ospicio per lei
“Mi dispiace per quello che ti sta capitando..” disse Dave quasi preoccupato “Amy.. ti prego.. sta attenta…”.
La ragazza udì le parole di Dave, ma non si fermò, prese rapidamente la porta e si allontanò il più in fretta possibile.
 
Era ora di cena, Lisa, non appena tornata dal lavoro e subito dopo aver fatto un bel bagno caldo si era data da fare ai fornelli. Quando la cena fu pronta lei e la sua coinquilina Zoe si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare. Lisa notò subito che Zoe aveva qualcosa che non andava, era più strana del solito e poiché era da poco andata a trovare il padre in carcere dopo tanti anni, Zoe non aveva detto nulla all’amica Amy, aveva pensato che, forse, sarebbe stato meglio andare da sola. Lisa pensò che fosse il caso di parlarne.
“Non mi hai ancora raccontato com’è andata con tuo padre.. come sta..?” chiese senza però scostare lo sguardo dal piatto. Dal primo momento in cui Zoe si sedette a tavola non disse una parola né toccò cibo, si limitò a giocare con la forchetta con la testa altrove.
“Non c'è molto da raccontare mi sembra.. sta... bene come un uomo in carcere del resto..” rispose la ragazza. Lisa masticò del cibo che aveva in bocca, si ripulì le labbra con il tovagliolo e azzannò un altro pezzo di carne con la forchetta.
“Se non ti va di parlarne lo capisco, ma almeno sforzati di mangiare qualcosa.. sono due giorni che sei a stomaco vuoto” replicò l’amica.
“Grazie.. ma non ho molto appetito in questi giorni” rispose spensierata Zoe “anzi, credo che andrò a letto a dormire, sono di turno anche questa sera al pub quindi sarà meglio che mi riposi un po'”.
 “D’accordo...” Lisa sgranò gli occhi un po' contrariata, esclamò quella frase a bassa voce in maniera arresa.
Zoe si alzò da tavola, prese il piatto ancora pieno e lo lasciò sul bancone della cucina, dopo di che andò in camera sua chiudendo la porta lasciando Lisa sola. La ragazza, triste, iniziò a sparecchiare vedendo che l’amica non aveva toccato cibo, il suo piatto lo coprì e lo mise in frigo, Lisa prese le pentole e iniziò a metterle in lavastoviglie, si voltò, prese i due bicchieri in tavola e li sciacquò prima di inserirli nella lavastoviglie, ad un tratto le venne un forte giramento di testa, come se stesse per svenire, le cadde il bicchiere di mano rompendolo, mise una mano sul tavolo per reggersi e in fine il cuore iniziò a battere velocemente, sgranò gli occhi che gli divennero bianchi e iniziò a vedere delle cose, cose che nemmeno lei capiva.
Vide una bocca, le labbra colorate di rosso fuoco sembravano di una ragazza dai capelli neri, ad un tratto aprì la bocca e i canini divennero lunghi e affilati, vide qualcos’altro nella sua mente, una ragazza, era Amy l’amica di Zoe, la guardava, le sorrideva per poi svenire e venire portata via da un’ombra scura, in fine vide una luna piena e un ragazzo, non capiva chi fosse perché era in contro luce ma notava il sangue sulla sua camicia, notava il ghigno malefico e spaventoso che aveva.
Si riprese da quello che aveva appena visto, respirò affannosamente come se stava annegando in quella visione, si guardò in torno, non capiva che era successo, sapeva solo di aver visto delle cose, cose spaventose e orribili che non riusciva a comprendere. Poi guardò i cocci del bicchiere, si mise una mano al petto, era ancora agitata, tremava, prese scopa e paletta e li tolse. Pensava, ragionava a quello che aveva appena assistito, si fiondò per le scale raggiungendo camera sua e iniziò a scrivere tutto quello che aveva visto.
Non era un sogno, era qualcos’altro, sapeva di aver avuto una visione, ma su che cosa?

Quella stessa sera, dopo la scoperta che aveva fatto Dave, non poteva non dirlo a Sarah, sotto il soggiogamento il ragazzo era fiero delle sue ricerche, era talmente assuefatto da tutto il soggiogamento che non sapeva se stesse facendo del bene o del male. Prese il cellulare e digitò il numero della ragazza, dopo un paio di squilli ella rispose.
“So finalmente chi è questo fantomatico Sangue Puro.. è Amy Scarlett” disse Dave eccitato.
“Amy Scarlett..? L'amichetta preferita di Adam..? Ne sei sicuro?” chiese.
“Sono più che sicuro” rispose  “Adam è riuscito a trovare vecchi referti medici dove il padre in passato aveva fatto delle analisi sul sangue di Amy, quindi è confermato, lei è il Sangue Puro, ora credo di meritarmi un premio no?”.
Sarah sorrise con molto interesse e rispose.
“Oh... ci puoi giurare, perché non passi da me, diciamo, tra una mezzora?”.
Dave, entusiasto, si avviò al rifugio nei boschi dove Sarah si nascondeva dietro le spalle di tutti, ma soprattutto, era nascosta in quel tugurio per non farsi scoprire dal fratello Adam. Non ci volle molto per raggiungerla, appena arrivò, la porta era appositamente semi-aperta, una dozzina di candele luminose lungo la stanza e una serie di petali di rose sparse per il pavimento che gli indicavano il tragitto. Sarah era distesa su un divanetto con la sola biancheria intima addosso che lo attendeva in modo seducente, avrebbe dato a Dave ciò che da tempo egli desiderava e che tanto si era guadagnato. In un secondo momento egli la trovò nello stanzino fissandola a bocca aperta.
“Ciao tesoro...” disse la ragazza attorcigliandosi un capello tra le dita.
“Cavolo.. sei... sei davvero.. bella..” Dave rimase un attimo sbalordito da tanto fascino. Sarah si alzò dal divanetto con eleganza e gli si avvicinò mettendogli le braccia attorno al collo.
“Allora.. che cosa vorresti fare?” chiese sensualmente.
Dave non ci pensò due volte e andò subito al dunque, le prese i fianchi e si avvinghiò alle sue labbra baciandola con passione, Sarah gli levò la giacca e la buttò per terra mentre Dave, un pò impacciato, le abbassò le bretelle del reggiseno, Sarah con uno scatto vampiresco lo spinse sul divano e gli saltò sopra mettendogli le mani attorno al collo, non poteva ignorare l'odore del suo sangue, più volte in quel momento aveva pensato di morderlo ma sapeva che se lo avesse fatto avrebbe mandato all'aria il piano dei Tod, lo guardò dritto negli occhi e lo baciò con passione.
“Sei così succoso..” disse la ragazza con un gemito di piacere, gli slacciò i pantaloni e si posò su di lui iniziando a spingere presa dall'eccitazione. Sarah si abbandono al suo tocco, poi lo iniziò a baciare sul collo, mentre Dave stava godendo del piacere che stava ricevendo, le sussurrò all'orecchio.
“Se vuoi.. fare un assaggio..” mentre allungava il collo per mettere in evidenza la carotide “so che lo vuoi..” disse mentre gli levava alla ragazza il reggi seno.
La giovane continuò a spingere ansimando leggermente travolta dalla passione mentre alzava più volte lo sguardo al soffitto.
“Non ti conviene tentarmi, potrei anche perdere il controllo, lo sai?” disse ansimando, stette per cedere baciandogli ripetutamente il collo presa dall'eccitazione, desiderava così tanto bere a lunghi sorsi dal suo bel collo e niente in quel momento l'avrebbe fermata, le pupille divennero viola e i canini affilati e leggermente sporgenti, ma improvvisamente e in maniera insolita sentì il bisogno di arrestarsi.
“No, fermati.. basta, vattene, lasciami..” lo respinse con rabbia alzandosi dal divano e rivestendosi rapidamente in maniera confusa “pensi che questo per te sia un gioco?!” esclamò con tono aggressivo.
“Sarah..” Dave venne interrotto.
“Tu.. non hai la minima idea di quello che potrei farti! Tu lavori per me, esegui i miei ordini, nient'altro, tutto questo non significa niente, e ora vattene prima che cambi idea..” gli spalancò la porta invitandolo ad andarsene dopo di che si affacciò alla finestra con una mano sul fianco, sospirando leggermente, non era da lei farsi prendere dal sentimentalismo e non poteva permettere che i suoi rapporti interpersonali con Dave rovinassero i suoi piani.
Dave la guardò, non capiva che stesse succedendo e perché si stava comportando così, si alzò, si abbottonò i pantaloni e si riallacciò la cintura. Dave la guardò, rimasero in silenzio per qualche istante, si avvicinò a lei accarezzandogli il fianco.
“Tu mi piaci, e tanto, non è un gioco per me e non voglio essere un giocattolo, voglio stare con te davvero..” disse mentre gli accarezzava le braccia.
“Vattene.. lasciami sola..” rispose Sarah seria senza voltarsi. Dave abbassò il capo e si rimise la maglietta e la giacca in pelle, prima di andarsene la guardò di nuovo.
“Comunque, sappi che non voglio solo il sesso, voglio stare con te..” Sarah rimase fissa a guardare fuori dalla finestra, il ragazzo iniziò a uscire “ci vediamo..” disse, ma non ricevette alcuna risposta da parte di Sarah, sospirò e se ne andò.
Sarah guardò Dave andarsene, sbatté la porta e iniziò a buttare all’aria qualsiasi cosa gli capitava fra le mani. Le tornò in mente il suo primo vero amore, quello di cui si era perdutamente innamorata nel 1958, due anni dopo le chiese di sposarla ma non appena scoprì la vera natura di Sarah l’abbandonò per sempre.
Non voleva fare la stessa fine, poi, Dave, era soggiogato da Sarah e non l’avrebbe mai amata davvero.
Scoppiò a piangere, essere vampiri non era semplice, tutto era più amplificato, il dolore era amplificato. Si gettò con le ginocchia per terra e rimase li, sola a soffrire e a ricordare quanto i sentimenti, l’amore, il dolore nel petto, anche se il cuore non batteva da anni, potesse far così male ad un vampiro.
 

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Capitolo 12
*** capitolo dodici ***


CAPITOLO DODICI


 
C’erano fogli sparsi per tutta la casa e una decina di moduli da finire, Noah era ricoperto di lavoro fino al collo, quella mattina decise di rimanere a casa e finire il tutto rinchiuso nel studio di casa sua.
Finite le prime pratiche lavorative aveva deciso di prendersi una bella pausa, andò in cucina e prese una tazza la riempì di caffè e in fine aprì il cassetto e prese un paio di ciambelle ricoperte di glassa alla fragola, ad un tratto sentì il campanello. Stranamente, quella sera, il campanello suonò ripetutamente, Noah ancora con dei pantaloni della tuta blu e una maglietta di qualche vecchio gruppo musicale, andò ad aprire la porta.
“Scusi...” alzò lo sguardo distratto, appena riconobbe quella figura sgranò gli occhi e sorrise.
“Ciao amico mio..” disse la figura d’avanti a lui.
“Sam!” Noah, incredulo, abbracciò l’amico con energia, era davvero felice di rivederlo dopo tanto tempo che era partito. Lo fece accomodare e si scusò per il disordine giustificandosi che stava lavorando come un matto nell’ultimo periodo. “Ma quando sei tornato?” chiese con gioia.
“Un paio di giorni fa, mi hanno detto che starò qui fino al prossimo richiamo” Sam gli mostrò il braccio “con questa ferita non posso rientrare nella marina militare” disse.
Noah lo osservava con gioia, non poteva ancora credere hai suoi occhi di rivedere il suo migliore amico di infanzia d’avanti a lui. Un ragazzone con dei grandi occhi scuri come i capelli, alto un metro e settanta o forse di più, se lo ricordava molto più magro di com’era d’avanti a lui. Muscoloso, virile e fiero di quello che era diventato.
“Oddio, sei proprio tu, quando sei partito sembravi così..” si interruppe per qualche secondo.
“Diverso?” Sam finì la frase, Noah si mise a ridere.
“Si, eri magrissimo e non sapevi neanche se stavi facendo la cosa giusta e dopo tre anni, eccoti qui, sei così muscoloso, ma che è successo al Sam fragile e pauroso che era un tempo?”.
Sam sorrise e si guardò intorno, vedeva i successi dell’amico e finalmente era riuscito a prendersi una casa decente.
“Sepolto, ora sono quello che vedi.. Senti.. posso chiederti un favore?” chiese Sam.
“Certo, tutto quello che vuoi” rispose Noah.
“Non ho un posto dove stare, e sai che i miei genitori non ci sono più, mia sorella non penso che voglia ospitarmi, quindi, se per te non è un problema..”
“Hey amico, puoi rimanere qui quanto vuoi!” concluse Noah.


Per le tre giovani donne ormai era giunto il fantastico week and che Lisa, Zoe e Amy si erano programmate, niente storie sui vampiri o leggende per Amy, niente uomini disperati per Zoe e niente pensieri sulla visione che aveva avuto Lisa pochi giorni prima. Tutto perfetto per una serata piena di risate, gossip e un paio di drink solo fra donne. Le ragazze si ritrovarono per un aperitivo dove fecero un brindisi a loro, poi, verso le ventidue, si spostarono e andarono nel disco pub della città. Si sedettero ad un tavolo a pochi centimetri dalla pista da ballo, il locale si stava ancora riempiendo, la musica ad alto volume faceva colonna sonora alle persone che entravano nel locale, le luci colpivano con mille colori la pista da ballo dove già una decina di persone si stavano scatenando.
Al tavolo delle tre ragazze arrivò un barista molto giovane, capelli corti castani, fisico palestrato e uno splendido sorriso dove accoglieva le tre ragazze per le ordinazioni. Amy sorrise al ragazzo e ordinarono tre cocktail alcolici, giusto per darsi la carica quella sera. Il ragazzo, in breve tempo tornò con i tre cocktail di colore verde, era una bevanda a base di vodka, mela verde e ananas, in fine, per abbellire il tutto c’era una scorza di mela e una piccola ciliegina dentro alla bevanda. Amy, Lisa e Zoe fecero un altro brindisi per festeggiare i primi due mesi in quella strana città, poi sorseggiarono tutte insieme la bevanda. Ad un tratto Amy si rivolse a Zoe, incuriosita voleva sapere come stava.
“Come ti senti in questi giorni? So che sei andata a trovare tuo padre alla fine..” disse, Zoe posò il cocktail e sospirò abbassando lo sguardo a terra fissando il pavimento.
“Già…” fece una lunga pausa, ad un tratto sentì una mano di Amy che strinse la sua, sollevò lo sguardo e vide l’amica che gli stava sorridendo “stava bene, e sembrava parecchio dispiaciuto per quello che aveva fatto, ma come posso credergli dopo tutto quel casino?” rispose Zoe.
“Un po’ ti capisco..” disse Amy abbassando lo sguardo, ripensava a tutto quello che era successo da quando si era traslocata in quella città.
“In che senso?” chiese Zoe.
“Capisco come ti senti in questi giorni, ti senti spaventata, triste e allo stesso tempo terrorizzata da quello che potrà accadere in un futuro non troppo lontano”.
“Credo che non stiamo più parlando di me vero?” disse l’amica, questa volta era Zoe a stringere la mano alla ragazza visibilmente turbata, in fine si abbracciarono e ad un tratto Lisa si alzò allegra prendendole sotto braccio.
“Basta piangere, c’è una bella pista da ballo, scateniamoci!” disse sorridendo alle due ragazze, così fecero, si alzarono e andarono a ballare. Felici e spensierate continuarono a scatenarsi come non avevano mai fatto in vita loro, Amy, mentre ballava, perse l’equilibrio e colpì con la sua schiena un’altra persona.
“Scusa davvero, non volevo..” poi guardò bene la persona che gli si presentò d’avanti e la riconobbe “ciao Noah, anche tu qui a quanto pare” sorrise.
“Ciao!” disse con un gran sorriso “già, ho voluto staccare da tutto il lavoro che mi sono portato a casa..” rispose l’amico.
“Lavoro e sempre lavoro, non riesci a pensare ad altro eh..” disse Amy dandogli un piccolo colpetto sulla spalla. Poi Sam raggiunse i due ragazzi che parlavano e ridevano e passò uno dei bicchieri ricolmi di un liquido giallastro guarnito con ghiaccio e una scorza di limone, alle spalle di Amy c’erano Lisa e Zoe che parlavano e ridacchiavano dell’incontro avvenuto fra Amy e Noah.
“Hey..” disse Sam, Noah accennò un saluto e presentò Sam a Amy, i due si strinsero la mano e molto gentilmente la ragazza sorrise.
“Bè allora, visto che siamo tutti insieme che ne dite di aggregarvi a noi?” chiese Amy indicando le altre due sue amiche.
“Molto volentieri” rispose gentilmente Sam al posto di Noah, così i due ragazzi si unirono alle giovani donne e finirono per passare una serata gradevole e diversa dalle altre. Le ore trascorsero velocemente in compagnia che non si accorsero dell’ora ormai tarda, così decisero di avviarsi alle proprie abitazioni, Zoe e Lisa salutarono l’amica Amy con un abbraccio e con una stretta di mano ai due ragazzi. Amy si voltò verso Sam e Noah.
“Sarà meglio che vada anche io, domani mi tocca svegliarmi presto, ho un po’ di lavoro in arretrato a casa”.
“Allora ci salutiamo qui, noi faremo tappa ad un altro bar, ci sono dei miei amici che mi stanno aspettando e vorrei far orientare un po’ il mio amico” disse Noah poggiando una mano sulla spalla di Sam, Amy abbracciò Noah e salutò con un cenno di mano l’altro ragazzo avviandosi verso casa sua che era a pochi isolati dal locale. Non appena raggiunse il portone in vetro, Amy sentiva qualcosa di strano alle sue spalle, si voltò un paio di volte per controllare se qualcuno la stesse seguendo, aveva una strana sensazione, prese le chiavi di fretta e furia dalla borsetta che caddero a terra, poi uno strano rumore la fece voltare spaventata.
“Chi c’è?..” disse spaventata, ad un tratto vide un’ombra strana in lontananza, non capiva bene chi fosse così decise di prendere dalla borsetta lo spray al peperoncino e rimase con le spalle contro alla porta “chi c’è? Non mi fai paura..” controllò bene la zona, sembrava non ci fosse nessuno perciò si chinò per raccogliere le chiavi, non appena si rialzò vide una persona di fronte a lei, cacciò un’ urlo dallo spavento e spruzzò lo spray dando anche un calcio ad uno stinco alla persona che piano, piano sembrava più famigliare. Il ragazzo urlò tenendosi una mano sulla faccia per colpa del fastidio di quello spray.
“Sam..?” disse Amy interrogativa, poi si allarmò ricordandosi di avergli appena spruzzanto del peperoncino in faccia “ODDIO SAM!. Perdonami..” si chinò verso il ragazzo soccorrendolo con un fazzoletto in stoffa.
“Ma sei impazzita? Perché mi hai colpito?” chiese dolorante Sam mentre si tamponava la faccia con il fazzoletto.
“Scusami.. e che..” si alzò e guardò bene l’altra parte della strada ma quell’ombra che aveva visto era sparita “pensavo ci fosse qualcuno che mi stesse seguendo.. perdonami” disse dispiaciuta.
“Non fa nulla, volevo solo riportarti la tua agenda che ti è caduta fuori dal locale” Sam gli passò la piccola agenda nera tamponandosi ancora la faccia dal dolore. Amy sorrise e lo ringraziò, poi lo guardò con un’espressione davvero dispiaciuta ma allo stesso tempo un po’ divertita da quello che era appena accaduto, prese le chiavi e aprì la porta.
“Sali, è meglio se ti sciacqui il viso, quella roba ti darà fastidio per un pò”.
I due ragazzi si avviarono all’appartamento di Amy, appena entrarono, Sam tolse la giacca e chiese le indicazioni per il bagno, aveva il viso arrossato e gli occhi gonfi, Amy gli indicò dov’era così andò verso il bagno e si fece un paio di sciacquate al viso, Amy nel frattempo versò un bicchiere d’acqua per il ragazzo per farlo calmare un po’. Sam tornò nel salotto con la faccia ancora un po’ rossastra mentre si asciugava con l’asciugamano la faccia e i capelli bagnati, Amy gli passò il bicchiere d’acqua che lui bevve in un sorso e la ringraziò.
“Scusami ancora per l’inconveniente” disse Amy.
“Non fa nulla, non è stato piacevole, ma non importa” i due ragazzi si guardarono e scoppiarono in una risata allegra ripensando all’accaduto “non sono mai stato accolto così da nessuna ragazza, sembravi spaventata, che è successo?” chiese.
“Credevo che qualcuno mi stesse seguendo, avevo visto una persona dall’altra parte della strada e mi sono protetta come potevo” rispose.
“Ti sei protetta alla perfezione, sembri una tranquilla ragazza e invece, sei molto tosta” Sam si sfiorò la gamba dov’era stato colpito “tiri anche dei buoni calci”.
Amy rise, anche se era rimasta un po’ imbarazzata da quello che gli aveva appena fatto, Sam posò sul tavolino l’asciugamano e si rimise la giacca di pelle nera.
“Ora devo proprio andare, Noah si starà chiedendo dove sono”.
“Ok, scusami ancora” disse imbarazzata accompagnandolo all’uscio della porta.
“Tranquilla, se avrai bisogno di un sacco per la box sai chi chiamare” rispose ridendo. Lo salutò, appena chiuse la porta sospirò dalla gioia, era come invasa da un’emozione, sembrava come attratta da Sam. Ma quella sera Sam non tornò al locale da Noah, rientrò in casa. Era un po’ stanco dal lungo viaggio che aveva fatto, appena entrò si tolse i vestiti rimanendo in mutande, andò in camera e chiuse la porta a chiave.
Si sedette sul letto e sospirò, il suo compito stava per iniziare. Da sotto il letto prese un borsone in pelle nera e accarezzò il tessuto, lo guardò con ammirazione, poi lo aprì e prese la sua infallibile arma.
Una balestra fatta con il più pregiato legno di quercia, gli era stata donata non appena ebbe finito il suo addestramento durato ben tre lunghi anni.
Poi prese uno dei paletti fatti con legno di acero e di ciliegio, i più potenti paletti che era riuscito ad acquisire tramite il cacciatore che gli aveva insegnato l’arte del cacciare vampiri, gli disse che ormai erano estinti ma a quanto si diceva nei vecchi archivi, non tutti erano morti, ne furono rimasti quattro in vita ed era giunto il momento che qualcuno doveva proteggere Barnet City, dove, a quanto si diceva, i vampiri piaceva risiedere li, piccola città con pochi abitanti e facile da conquistare.
Era pronto per combattere, era pronto a qualsiasi costo. In fine, dopo aver ammirato le sue armi rimise il tutto dentro al suo borsone, chiuse la zip e si lasciò cadere nel sonno profondo.
 
 

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Capitolo 13
*** capitolo tredici ***


CAPITOLO TREDICI


 
Amy stava uscendo per andare in azienda a lavorare, era stanca morta dopo l’intensa serata di ieri. Era soprappensiero, ripensava all’accaduto della sera precedente e di quanto era interessata alla conoscenza di Sam, quando, all'improvviso, una ragazza le apparve dinnanzi, sussultò appena, senza darlo troppo a vedere. Quella ragazza, sconosciuta hai suoi occhi, la guardò avvicinandosi con cautela.
“Salve, scusi, l’ ho spaventata?” chiese.
“No, ero immersa nei pensieri..” rispose Amy poi le sorrise guardandola interessata “lei è una nuova inquilina nel palazzo?” chiese gentilmente Amy.
“Si, cioè, sono solo qui per dare un’occhiata al quartiere, sembra molto tranquillo” accennò la sconosciuta con un cordiale sorriso.
“Bè allora hai scelto il posto giusto, ti consiglio vivamente di guardare una di queste abitazioni, sono davvero belle e l’affitto non è molto caro, anzi..” disse soddisfatta, poi le porse la mano per presentarsi “..scusa che maleducata, sono Amy Scarlett, molto piacere”.
“Piacere mio, sono Sarah” disse abbozzando un sorriso.
In seguito alle importanti informazioni dettagliate avute da Dave, Sarah si era recata all'interno del civico cinque, il palazzo dove risiedeva la giovane Amy, Sarah era pronta ad attuare il suo piano, rapirla e iniziare il rito di transizione da vampiro a angelo caduto, la ragazza sorrise e rispose con gentilezza.
“A dire il vero l'appartamento in questa zona lo avrei già, era di un mio amico, stavo giusto guardando la sua casa, però ci devo pensare se trasferirmi qui..” inventò una scusa palesemente inventata, poi cambiò rapidamente il discorso “..pensavo che lei potesse aiutarmi”.
Amy la ascoltò, infine sorrise gentilmente, com'era suo solito fare, d'altronde era una ragazza che, probabilmente, aveva bisogno di una mano per ambientarsi un po', esattamente com'era successo a lei poco tempo prima.
“Volentieri... in che modo?” chiese gentilmente.
In quel momento a Sarah le venne la forte tentazione di morderla ma si controllò, non era ancora il momento.
“Ahm.. ho provato ad aprire la porta d'ingresso dell'appartamento ma la serratura è bloccata, credo che dovrò attendere l'arrivo del proprietario per entrarci ma ha già detto che non verrà prima di domani, ed è un guaio perché li dentro ci sono i fogli che servono al mio amico per il trasferimento, e sono già parecchio in ritardo, posso entrare in casa per chiamare il mio amico?” chiese Sarah.
“Oh, povera, che guaio..” esclamò Amy in tono coinvolto, pensando empaticamente alla situazione “..certo dammi solo un secondo”esclamò, davanti a una persona in difficoltà la sua indole cortese non le permise di restare indifferente.
“Ma davvero? Gliene sono davvero grata!” sorrise Sarah in modo gentile. Amy ricambiò il sorriso e cercò, un po’ impacciata, le chiavi di casa
“Ti prego però, diamoci del tu, mi fai sentire vecchia altrimenti..” disse ironica, in fine trovò le chiavi e le mise nella serratura facendo un paio di giri, aprì la porta, Sarah era pronta ad entrare, sorrideva al pensiero che presto il suo piano si sarebbe finalmente compiuto. Ad un tratto però sentì dei passi dalle scale e notò che stava arrivando un ragazzo, Amy rimase distratta e non si accorse che Sarah con uno scatto svanì nel nulla. Noah raggiunse l’uscio della porta spalancata dell’amica ed entrò con il capo.
“Buon giorno!” disse Noah con un sorriso.
“Hei Noah, ti presento..” si voltò e non vide più nessuno al suo fianco, Noah guardò l’interno dell’abitazione della ragazza ma non vide nessuno.
“Chi mi devi presentare?” disse perplesso, la ragazza si guardò intorno, fece anche qualche passo per controllare bene dov’era finita quella ragazza misteriosa. “Amy.. va tutto bene?” chiese Noah.
“Emm.. si, si, tutto benissimo, come mai sei ancora a casa? Non dovresti essere a lavoro?” rispose Amy.
“Oggi giornata completamente libera, ti va se andiamo a fare colazione insieme?” chiese il ragazzo, lei sorrise guardando l’orologio per poi sentire il suo stomaco borbottare.
“Certamente, muoio di fame e sono anche in anticipo di mezz’ora..” così i due si avviarono verso l’uscita, la ragazza si guardò intorno ancora un po’ perplessa sull’accaduto ma tralasciò e se ne andò.
La caffetteria era poco distante dal loro quartiere, quasi tutto in quella città era poco distante essendo piccola e conteneva una quantità minima di abitanti. Appena giunsero alla caffetteria Road si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra così che potevano guardare il piacevole paesaggio della città, una ragazza bionda con un gradevole sorriso accolse i due ragazzi e chiese se fossero pronti a ordinare.
Amy prese una tazza di cappuccino caldo e una brioche al cioccolato, giusto per togliersi un piccolo peccato di gola, Noah invece prese un caffè doppio e anche lui una bella brioche al cioccolato. Non parlarono molto i due ragazzi quella mattina, Amy si chiedeva ancora chi fosse quella ragazza e dov’era sparita, forse era solo frutto della sua immaginazione, o forse era un sogno, un sogno ad occhi aperti, ma non poteva essere, aveva toccato la sua mano fredda e aveva sentito la sua voce. E poi c’era la serata passata insieme agli amici e all’inconveniente con Sam, un sacco di pensieri affioravano la mente della giovane.
“Amy..?” ad un tratto la voce di Noah ruppe il silenzio e i pensieri di Amy svanirono per quell’istante “sei sicura che vada tutto bene?” chiese l’amico un po’ preoccupato. La ragazza accennò un si col capo, non sapeva davvero se stesse andando tutto bene.
Ad un tratto vide una persona famigliare entrare nel bar, Amy lo guardò bene, era Adam, si poggiò con il gomito sul tavolo e cercò di coprire il suo viso senza farsi vedere, era ancora un po’ incerta di parlare con Adam dopo tutte quelle informazioni su di lei e sulla sua famiglia. Ma Adam la trovò subito e si avvicinò al tavolo dove sedevano i due ragazzi.
“Ciao..” disse Adam, lei sforzò un sorriso e mise le braccia conserte in segno di chiusura poggiandosi sullo schienale della sedia.
“Mi hai trovata..” disse un po’ scocciata “..Noah lui è il mio collega Adam, Adam lui è il mio vicino di casa Noah” i due si presentarono e si strinsero la mano amichevolmente.
“Allora Adam, di che ti occupi nell’azienda?” chiese Noah.
“Faccio marketing, mi occupo un po’ di tutto, e Amy è una bravissima segretaria” rispose.
“Ma falla finita..” disse borbottando sotto voce Amy.
“Possiamo parlare un secondo.. in privato..” concluse Adam, Noah capì subito che era di troppo e si alzò dicendo che stava andando al bagno per rinfrescarsi e lasciò i due da soli. Adam si sedette di fronte a Amy anche se lei non riusciva a guardarlo negli occhi.
“So che è dura da comprendere, e so anche che quello che ti ho raccontato è incredibile, quasi surreale, ma così facendo non mi aiuti, devo proteggerti ok?” disse.
“Proteggermi da chi? Non sai nemmeno se qualcuno mi sta cercando..” fece una pausa e sbuffò “ci sono troppe domande senza risposta. Adam, lo so che hai un cuore buono e so che di te ci si può fidare, ma tutto questo per me è troppo” rispose la ragazza.
“Lo so, ma se un vampiro ti..” Adam non riuscì a concludere la frase che venne interrotto.
“Tu mi hai detto di essere l’ultimo vampiro rimasto ancora in vita, quindi cosa c’è da preoccuparsi tanto?” chiese Amy. Adam sapeva che non era così, non voleva dire tutta la verità sul fatto che aveva ricevuto una visita poco piacevole qualche giorno prima, quindi cercò di rimanere sul vago.
“Amy, non sappiamo se i miei fratelli sono ancora vivi e se..” ma venne interrotto un’altra volta.
“Vattene Adam..” Amy distolse lo sguardo incrociando nuovamente le braccia “non voglio più parlarne..” Adam non obbiettò, prese la sua borsa da lavoro e uscì dal locale.
Dopo pochi minuti Noah tornò da Amy e si sedette di fronte a lei, i due rimasero in silenzio, dopo qualche istante la ragazza guardò l’orologio e salutò Noah, prese la sua borsa, la giacca e uscì dal locale avviandosi all’azienda. Camminava spedita, persa nei suoi pensieri anche un po’ infastidita dalla visita a sorpresa di Adam, ad un tratto andò addosso alla spalla di qualcuno.
“Oddio, mi scusi..” disse dispiaciuta mentre si chinò per prendere un paio di fogli che gli erano scivolati di mano alla persona appena colpita, poi notò una mano famigliare che prese un libro, alzò lo sguardo “Sam ciao..” sorrise un po’ imbarazzata.
“Ciao.. ti chiami Amy giusto?” chiese il ragazzo mentre gli porse il libro.
“Esatto.. stai andando a lavoro?” disse mentre si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Veramente sto andando a cercarlo, sai, vorrei trovare qualcosa prima di ripartire, vorrei guadagnare un po’ di soldi per poi prendermi una casa e magari vivere da un’altra parte, tu invece?”.
“Sto andando ora in azienda, ho un sacco di lavoro da sbrigare” concluse, i due si sorrisero e rimasero in un silenzio un po’ imbarazzante, d’un tratto a Sam squillò il cellulare e svanì quell’evidente imbarazzo.
“Scusa.. devo rispondere, ci vediamo una di queste sere se ti va? Tanto sai dove trovarmi, abito sopra di te!” disse con un sorriso.
“Certo mi farebbe piacere, ci vediamo” abbozzò un saluto timido con la mano e riprese a camminare. Il ragazzo prese la chiamata, la voce non lo salutò e andò subito al dunque.
“Sei pronto?” disse l’uomo all’altro capo del telefono.
“Certo Capo.. che devo fare per iniziare?” chiese Sam.
“Farai un semplice lavoro, fai in modo che si fidino ciecamente di te manca meno di un mese alla luna piena e io non ho ancora il sangue puro fra le mani”.
“Non preoccuparti, penserò a tutto io, però Sarah mi sta mettendo i bastoni fra le ruote..” disse infastidito.
“Non preoccuparti ucciderò Sarah non appena farà ciò che gli ho chiesto e cioè far uscire il vampiro che è in Adam, tu cerca di rapire il sangue puro” l’uomo chiuse la telefonata, Sam guardò il display del suo cellulare e lo rimise in tasca, ora era giunto il momento di attuare il piano che il suo Capo aveva ideato.
 

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Capitolo 14
*** capitolo quattordici ***


CAPITOLO QUATTORDICI


 
Amy stava uscendo per andare in azienda a lavorare, era stanca morta dopo l’intensa serata di ieri. Era soprappensiero, ripensava all’accaduto della sera precedente e di quanto era interessata alla conoscenza di Sam, quando, all'improvviso, una ragazza le apparve dinnanzi, sussultò appena, senza darlo troppo a vedere. Quella ragazza, sconosciuta hai suoi occhi, la guardò avvicinandosi con cautela.
“Salve, scusi, l’ ho spaventata?” chiese.
“No, ero immersa nei pensieri..” rispose Amy poi le sorrise guardandola interessata “lei è una nuova inquilina nel palazzo?” chiese gentilmente Amy.
“Si, cioè, sono solo qui per dare un’occhiata al quartiere, sembra molto tranquillo” accennò la sconosciuta con un cordiale sorriso.
“Bè allora hai scelto il posto giusto, ti consiglio vivamente di guardare una di queste abitazioni, sono davvero belle e l’affitto non è molto caro, anzi..” disse soddisfatta, poi le porse la mano per presentarsi “..scusa che maleducata, sono Amy Scarlett, molto piacere”.
“Piacere mio, sono Sarah” disse abbozzando un sorriso.
In seguito alle importanti informazioni dettagliate avute da Dave, Sarah si era recata all'interno del civico cinque, il palazzo dove risiedeva la giovane Amy, Sarah era pronta ad attuare il suo piano, rapirla e iniziare il rito di transizione da vampiro a angelo caduto, la ragazza sorrise e rispose con gentilezza.
“A dire il vero l'appartamento in questa zona lo avrei già, era di un mio amico, stavo giusto guardando la sua casa, però ci devo pensare se trasferirmi qui..” inventò una scusa palesemente inventata, poi cambiò rapidamente il discorso “..pensavo che lei potesse aiutarmi”.
Amy la ascoltò, infine sorrise gentilmente, com'era suo solito fare, d'altronde era una ragazza che, probabilmente, aveva bisogno di una mano per ambientarsi un po', esattamente com'era successo a lei poco tempo prima.
“Volentieri... in che modo?” chiese gentilmente.
In quel momento a Sarah le venne la forte tentazione di morderla ma si controllò, non era ancora il momento.
“Ahm.. ho provato ad aprire la porta d'ingresso dell'appartamento ma la serratura è bloccata, credo che dovrò attendere l'arrivo del proprietario per entrarci ma ha già detto che non verrà prima di domani, ed è un guaio perché li dentro ci sono i fogli che servono al mio amico per il trasferimento, e sono già parecchio in ritardo, posso entrare in casa per chiamare il mio amico?” chiese Sarah.
“Oh, povera, che guaio..” esclamò Amy in tono coinvolto, pensando empaticamente alla situazione “..certo dammi solo un secondo”esclamò, davanti a una persona in difficoltà la sua indole cortese non le permise di restare indifferente.
“Ma davvero? Gliene sono davvero grata!” sorrise Sarah in modo gentile. Amy ricambiò il sorriso e cercò, un po’ impacciata, le chiavi di casa
“Ti prego però, diamoci del tu, mi fai sentire vecchia altrimenti..” disse ironica, in fine trovò le chiavi e le mise nella serratura facendo un paio di giri, aprì la porta, Sarah era pronta ad entrare, sorrideva al pensiero che presto il suo piano si sarebbe finalmente compiuto. Ad un tratto però sentì dei passi dalle scale e notò che stava arrivando un ragazzo, Amy rimase distratta e non si accorse che Sarah con uno scatto svanì nel nulla. Noah raggiunse l’uscio della porta spalancata dell’amica ed entrò con il capo.
“Buon giorno!” disse Noah con un sorriso.
“Hei Noah, ti presento..” si voltò e non vide più nessuno al suo fianco, Noah guardò l’interno dell’abitazione della ragazza ma non vide nessuno.
“Chi mi devi presentare?” disse perplesso, la ragazza si guardò intorno, fece anche qualche passo per controllare bene dov’era finita quella ragazza misteriosa. “Amy.. va tutto bene?” chiese Noah.
“Emm.. si, si, tutto benissimo, come mai sei ancora a casa? Non dovresti essere a lavoro?” rispose Amy.
“Oggi giornata completamente libera, ti va se andiamo a fare colazione insieme?” chiese il ragazzo, lei sorrise guardando l’orologio per poi sentire il suo stomaco borbottare.
“Certamente, muoio di fame e sono anche in anticipo di mezz’ora..” così i due si avviarono verso l’uscita, la ragazza si guardò intorno ancora un po’ perplessa sull’accaduto ma tralasciò e se ne andò.
La caffetteria era poco distante dal loro quartiere, quasi tutto in quella città era poco distante essendo piccola e conteneva una quantità minima di abitanti. Appena giunsero alla caffetteria Road si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra così che potevano guardare il piacevole paesaggio della città, una ragazza bionda con un gradevole sorriso accolse i due ragazzi e chiese se fossero pronti a ordinare.
Amy prese una tazza di cappuccino caldo e una brioche al cioccolato, giusto per togliersi un piccolo peccato di gola, Noah invece prese un caffè doppio e anche lui una bella brioche al cioccolato. Non parlarono molto i due ragazzi quella mattina, Amy si chiedeva ancora chi fosse quella ragazza e dov’era sparita, forse era solo frutto della sua immaginazione, o forse era un sogno, un sogno ad occhi aperti, ma non poteva essere, aveva toccato la sua mano fredda e aveva sentito la sua voce. E poi c’era la serata passata insieme agli amici e all’inconveniente con Sam, un sacco di pensieri affioravano la mente della giovane.
“Amy..?” ad un tratto la voce di Noah ruppe il silenzio e i pensieri di Amy svanirono per quell’istante “sei sicura che vada tutto bene?” chiese l’amico un po’ preoccupato. La ragazza accennò un si col capo, non sapeva davvero se stesse andando tutto bene.
Ad un tratto vide una persona famigliare entrare nel bar, Amy lo guardò bene, era Adam, si poggiò con il gomito sul tavolo e cercò di coprire il suo viso senza farsi vedere, era ancora un po’ incerta di parlare con Adam dopo tutte quelle informazioni su di lei e sulla sua famiglia. Ma Adam la trovò subito e si avvicinò al tavolo dove sedevano i due ragazzi.
“Ciao..” disse Adam, lei sforzò un sorriso e mise le braccia conserte in segno di chiusura poggiandosi sullo schienale della sedia.
“Mi hai trovata..” disse un po’ scocciata “..Noah lui è il mio collega Adam, Adam lui è il mio vicino di casa Noah” i due si presentarono e si strinsero la mano amichevolmente.
“Allora Adam, di che ti occupi nell’azienda?” chiese Noah.
“Faccio marketing, mi occupo un po’ di tutto, e Amy è una bravissima segretaria” rispose.
“Ma falla finita..” disse borbottando sotto voce Amy.
“Possiamo parlare un secondo.. in privato..” concluse Adam, Noah capì subito che era di troppo e si alzò dicendo che stava andando al bagno per rinfrescarsi e lasciò i due da soli. Adam si sedette di fronte a Amy anche se lei non riusciva a guardarlo negli occhi.
“So che è dura da comprendere, e so anche che quello che ti ho raccontato è incredibile, quasi surreale, ma così facendo non mi aiuti, devo proteggerti ok?” disse.
“Proteggermi da chi? Non sai nemmeno se qualcuno mi sta cercando..” fece una pausa e sbuffò “ci sono troppe domande senza risposta. Adam, lo so che hai un cuore buono e so che di te ci si può fidare, ma tutto questo per me è troppo” rispose la ragazza.
“Lo so, ma se un vampiro ti..” Adam non riuscì a concludere la frase che venne interrotto.
“Tu mi hai detto di essere l’ultimo vampiro rimasto ancora in vita, quindi cosa c’è da preoccuparsi tanto?” chiese Amy. Adam sapeva che non era così, non voleva dire tutta la verità sul fatto che aveva ricevuto una visita poco piacevole qualche giorno prima, quindi cercò di rimanere sul vago.
“Amy, non sappiamo se i miei fratelli sono ancora vivi e se..” ma venne interrotto un’altra volta.
“Vattene Adam..” Amy distolse lo sguardo incrociando nuovamente le braccia “non voglio più parlarne..” Adam non obbiettò, prese la sua borsa da lavoro e uscì dal locale.
Dopo pochi minuti Noah tornò da Amy e si sedette di fronte a lei, i due rimasero in silenzio, dopo qualche istante la ragazza guardò l’orologio e salutò Noah, prese la sua borsa, la giacca e uscì dal locale avviandosi all’azienda. Camminava spedita, persa nei suoi pensieri anche un po’ infastidita dalla visita a sorpresa di Adam, ad un tratto andò addosso alla spalla di qualcuno.
“Oddio, mi scusi..” disse dispiaciuta mentre si chinò per prendere un paio di fogli che gli erano scivolati di mano alla persona appena colpita, poi notò una mano famigliare che prese un libro, alzò lo sguardo “Sam ciao..” sorrise un po’ imbarazzata.
“Ciao.. ti chiami Amy giusto?” chiese il ragazzo mentre gli porse il libro.
“Esatto.. stai andando a lavoro?” disse mentre si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Veramente sto andando a cercarlo, sai, vorrei trovare qualcosa prima di ripartire, vorrei guadagnare un po’ di soldi per poi prendermi una casa e magari vivere da un’altra parte, tu invece?”.
“Sto andando ora in azienda, ho un sacco di lavoro da sbrigare” concluse, i due si sorrisero e rimasero in un silenzio un po’ imbarazzante, d’un tratto a Sam squillò il cellulare e svanì quell’evidente imbarazzo.
“Scusa.. devo rispondere, ci vediamo una di queste sere se ti va? Tanto sai dove trovarmi, abito sopra di te!” disse con un sorriso.
“Certo mi farebbe piacere, ci vediamo” abbozzò un saluto timido con la mano e riprese a camminare. Il ragazzo prese la chiamata, la voce non lo salutò e andò subito al dunque.
“Sei pronto?” disse l’uomo all’altro capo del telefono.
“Certo Capo.. che devo fare per iniziare?” chiese Sam.
“Farai un semplice lavoro, fai in modo che si fidino ciecamente di te manca meno di un mese alla luna piena e io non ho ancora il sangue puro fra le mani”.
“Non preoccuparti, penserò a tutto io, però Sarah mi sta mettendo i bastoni fra le ruote..” disse infastidito.
“Non preoccuparti ucciderò Sarah non appena farà ciò che gli ho chiesto e cioè far uscire il vampiro che è in Adam, tu cerca di rapire il sangue puro” l’uomo chiuse la telefonata, Sam guardò il display del suo cellulare e lo rimise in tasca, ora era giunto il momento di attuare il piano che il suo Capo aveva ideato.
 
Qualche giorno dopo che Lisa aveva avuto quella visione, chiamò Amy e Zoe per una bevuta in compagnia al solito locale dove andavano quasi tutte le sere, doveva parlare di quello che aveva visto, doveva parlarne con qualcuno e le uniche persone di cui si fidava ciecamente erano loro. Non appena arrivarono al locale e avevano ordinato le bevande Amy e Zoe la guardarono.
“Ci avevi detto che dovevi parlarci di qualcosa che ti preoccupava..” chiese Zoe.
“Ecco ragazze, ho avuto una specie di visione..” disse Lisa sfregandosi le mani nelle mani con lo sguardo fisso sul bicchiere, Amy la guardò con attenzione.
“Hai avuto un incubo?” chiese.
“No, non era un incubo ne un sogno, ho avuto proprio una visione ad occhi aperti, credo che riguardasse te..” guardando Amy “ho visto degli occhi viola, poi tu mi sorridevi e svenivi e in fine un’ uomo ti portava via, poi l’ho visto ricoperto di sangue” la ragazza mise i gomiti sul tavolo tenendosi le tempie, iniziava ad avere una forte emicrania.
Amy si avvicinò accarezzandole la spalla, stava iniziando a preoccuparsi, aveva visto una visione dove riguardava lei, questa cosa non era affatto piacevole.
Lisa iniziò a piangere, non sapeva che altro fare, era preoccupata per quello che aveva visto. “Ragazze, è la prima volta che mi capita una cosa simile, non ho mai avuto delle visioni o robe simili, io non sono una veggente, non lo sono mai stata..” Lisa, fra i singhiozzi, si rivolse all’amica “non voglio che ti facciano del male!” disse piangendo.
“Nessuno mi farà del male e tu non hai visto alcun futuro o robe simili ok? Tranquilla Lisa” disse Amy tranquillizzandola.
Per tutta la serata parlarono di questa misteriosa visione, non sapevano cosa pensare, Lisa mostrò alle amiche gli appunti che aveva preso la scorsa notte, giusto per far capire qualcosa anche se comunque non riuscivano ad arrivare a nessuna risposta ne soluzione.
Finita la serata, Amy salì sulla sua jeep e si avviò verso casa, per tutto il tragitto pensò a tutto quello che avevano parlato le tre ragazze. Altri misteriosi problemi paranormali, non riusciva più a ragionare in modo sano, le sembrava tutto così assurdo.
Raggiunse il parcheggio, spense la macchina e rimase ancora nella vettura a riflettere per circa un’ora prima di prendere una decisione, forse era meglio avvisare Adam o Dave su questa visione, prese il cellulare dalla borsetta e entrò nella rubrica, scorse i primi numeri arrivando a quello di Adam.
Guardò quel numero per un paio di minuti, non voleva parlare con lui per ora, decise dunque di tornare indietro e arrivare al numero di Dave e chiamarlo. Attese tre squilli prima di una risposta da parte dell’amico.
“Ciao Amy, come mai chiami a quest’ora? È successo qualcosa?” chiese Dave.
“No, scusa se ti disturbo ma volevo parlarti di una cosa, ti va se passo da te?” rispose.
Dave si guardò in giro, prese i primi vestiti che gli capitarono sotto mano e si vestì rapidamente tenendo il cellulare poggiato sulla spalla destra.
“Certo, passa anche adesso se vuoi”.
Dopo qualche isolato di distanza, la ragazza raggiunse la casa di Dave e Adam, quella sera Adam non c’era, un motivo in più per parlarne meglio con Dave. Posteggiò la macchina e Dave era fuori dall’uscio di casa con le mani nelle tasche aspettando l’amica, l’accolse con un sorriso e la raggiunse.
“Come mai questa visita a sorpresa?” chiese, Amy incrociò le braccia, non aveva un’aria molto amichevole quella sera.
“Ho bisogno di parlarti di una cosa che è successo ad una ragazza che conosco..” disse.
“D’accordo, che gli è successo?” chiese Dave.
“Questa ragazza, Lisa, è la coinquilina dei una mia vecchia amica di infanzia, si sono trasferite anche loro da poco..” fece una pausa, poi abbassò lo sguardo guardandosi le punte dei piedi “Lisa mi ha detto di non aver mai avuto un problema simile, crede di aver avuto una visione.. una visione che riguardava me e un uomo che mi rapiva.. come se stesse prevedendo il futuro” concluse perplessa.
Dave la guardò un’ istante sbalordito non sapeva che rispondere, ci fu un po’ di silenzio fra i due ma cercò comunque di avere una risposta.
“Una.. visione? E di che visione si tratterebbe?” chiese curioso.
“Lei ha visto delle cose, occhi viola, sangue e infine io, che le sorridevo per poi venire rapita da un’ombra, a lei sembrava la corporatura di un uomo” concluse Amy.
Dave rimase a pensarci un secondo, stava per trovare una risposta quando ad un tratto una voce salutò.
“Ciao ragazzi..” disse, Amy si voltò e vide quella figura che già conosceva, era la ragazza che aveva visto nel suo pianerottolo, quella ragazza così misteriosa svanita nel nulla.
“Ciao..” disse perplessa Amy “..Dave lei è Sarah, stava cercando una casa nel mio palazzo” i due si strinsero la mano e si presentarono.
“Come mai in giro a quest’ora?” chiese Sarah rivolgendosi a Amy.
“Ho passato una piacevole serata con delle amiche e ora volevo salutare lui prima di andare a dormire.. non ti ho più vista ieri mattina, sei sparita tutta d’un tratto”.
“Avevo un po’ di cose da sbrigare..” le sorrise Sarah, Amy capì quello che intendeva “ora devo concludere il mio lavoro..” disse con voce strana, fece uno scatto rapido andando alle spalle di Dave colpendolo con un pugno al viso facendolo svenire. Amy spaventata urlò e iniziò a indietreggiare correndo via, ma Sarah questa volta non avrebbe fallito, fece uno scatto andando d’avanti a Amy, fece un ghigno malefico e la guardò con molto interesse.
“Lui sarà lieto di vedere il vero sangue puro d’avanti hai suoi occhi” disse con malignità, Amy non fece in tempo ad urlare che Sarah la colpì dietro la nuca facendola svenire, sorrise nel vedere il corpo tramortito della ragazza a terra ai suoi piedi. Dave si rialzò un po’ malconcio toccandosi la faccia, il colpo di Sarah era stato un po’ troppo forte.
“Aiah..” disse toccandosi la testa “potevi fare un po’ più piano” poi guardò il corpo della ragazza “ora cosa dobbiamo fare?” chiese Dave.
“Portiamola nel mio rifugio, poi avviserò gli altri che l’abbiamo presa..” disse Sarah. Incuriosito guardò la ragazza.
“Come facevi a sapere che Amy fosse qui?” chiese, Sarah fissò il corpo della ragazza soddisfatta del suo piano.
“Ho un buon udito, e ho anche saputo che c’è anche una veggente tra le sue amichette, è una buona notizia, sono anni che non si fanno più vedere, all’epoca erano alleate con quegli schifosi cacciatori..” spostò lo sguardo su Dave “avevano predetto la fine dei vampiri, ma si erano dimenticati di predire che tre di noi fuggirono prima di estinguersi” sghignazzò.
“Capisco.. sei consapevole che Adam lo scoprirà?” disse Dave.
“Certo, era quella l’intenzione, so che ha una cosa che mi appartiene, potrei chiedergli di fare uno scambio..” disse la ragazza facendo un ghigno, mentre Dave prese il corpo di Amy per posarlo nella macchina, d’un tratto al ragazzo gli salì un dubbio.
“Ma al Capo non farà piacere che gli ridarai il sangue puro a Adam” disse Dave chiudendo la portiera della vettura.
“Non ti preoccupare, l’ho rapita una volta, posso farlo ancora, cos’altro hai scoperto?” chiese Sarah
“L’amica di Amy, Lisa credo che sia la veggente che dicevi, ha detto di aver visto un uomo sporco di sangue che rapiva Amy” Sarah sorrise alla notizia, non disse nulla, salì in macchina e Dave la seguì.
Appena raggiunsero il rifugio, Dave scese dalla macchina, aprì il bagagliaio e prese il corpo della ragazza tramortita, se la caricò sulla spalla e si avviò verso lo scantinato. La posò a terra e la guardò, Sarah raggiunse Dave e lo baciò sulle labbra con passione.
“Hai visto.. non è stato un compito difficile” sorrise e chiuse la porta con un lucchetto, il piano era appena cominciato, mancava solo un’ultima cosa. Far uscire il demone che era intrappolato dentro Adam.
 

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Capitolo 15
*** capitolo quindici ***


CAPITOLO QUINDICI


 
 
4 Marzo 1988
 
Sono già passati diversi anni da quando sono morti i miei figli, ma ne sono certo, almeno Max si è salvato, ne sono più che sicuro, i membri della confraternita hanno rilevato tracce di vampiri ancora in vita nelle zone del Texsas. Stanno ancora fuggendo, si spostano di paese in paese.
Le ricerche di Adam invece sono state portate a termine tre anni fa, non c’è stato nulla da fare, il corpo è come svanito nel nulla. Povero figlio mio.
Sarah invece, si è uccisa nel 1965, dopo che ha scoperto che i suoi due fratelli sono scomparsi. Era molto legata a loro. Ricordo ancora quel giorno, ricordo quando la trovai senza vita con un pugnale conficcato nel petto. E ricordo lo sguardo di mia moglie al suo funerale, guardava la tomba, non versò una lacrima, ma il suo sguardo era spento, ricordo quel giorno come il più brutto della mia vita, ricordo che quel giorno persi tutta la mia famiglia.
E ora sono qui, alle prese con un dilemma, ho guardato più e più volte il DNA che Andrea Scarlett mi ha dato della piccola bambina. Non riesco a capire come un sangue puro sia ancora in circolazione.
È strano, ma dalle ricerche che ho effettuato i discendenti dei sangue puro sono ormai estinti da anni! So che Andrea è un angelo custode, ma com’è possibile che sia ancora in circolazione questo gene.

 
Appena terminò di leggere l’ultima frase, Adam sospirò e non volle più leggere. Quella fu l’ultima volta che aprì il diario, non aveva letto tutte le pagine al suo interno, ma solo quelle riguardanti la sua famiglia. Aveva tralasciato le parti sulle ricerche di nuove macchine e strumenti per distruggere i vampiri.
Lo ripose nel cassetto e si preparò per un’altra lunga giornata in azienda.
Raggiunse il suo ufficio e la sua solita postazione, Dave lo guardò e capì che aveva qualcosa che lo affliggeva.
“Tutto ok?” chiese l’amico.
“Non proprio, ho riletto alcune pagine del diario di mio padre. Sono sconvolto, mia sorella è arrivata al punto di fingere il suicidio per scappare con Max” disse irritato. Adam non capiva perché sua sorella avesse fatto un gesto simile e fare ancora più male hai suoi genitori.
“Tua sorella, probabilmente, ha pensato che fosse meglio far finta di uccidersi più tosto che dare una delusione a tuo padre e dire che era un vampiro” concluse Dave.
Ad un tratto nell’azienda, di fretta e furia, Noah si fiondò nell’ufficio dove Amy era solita andare a lavoro, si guardò in giro ma non la trovò da nessuna parte, non appena vide Dave e Adam gli fece un cenno con la mano e si avvicinò a loro.
“Ciao ragazzi.. tu sei Adam, il collega di Amy giusto?” chiese Noah.
“Si, come mai sei da queste parti?” rispose Adam.
“È da ieri che sto cercando di contattare Amy, sia via chat che tramite cellulare, in casa sua non l’ho trovata, ho paura che gli sia successo qualcosa”.
Adam si voltò verso Dave e fece un’espressione interrogativa.
“In  effetti è un po’ strano, oggi non ha nemmeno chiamato la titolare per dire che non sarebbe venuta, hai contattato qualcuno che la conosce per sapere dove sia finita?” chiese Dave.
Noah accennò un si col capo, non la vedeva dall’appuntamento che avevano avuto, poi gli vennero in mente le amiche di Amy che aveva conosciuto quella sera al disco pub.
“Conosco due ragazze che potrebbero aiutarci, forse sanno dov’è, magari si è trasferita da loro per qualche problema” disse, così si avviarono senza dare nessuna spiegazione di dove sarebbero andati, Adam e Dave presero le loro cose e corsero tutti e tre insieme alla macchina di Noah. Ci volle poco tempo per raggiungere l’appartamento delle due ragazze, non appena lo raggiunsero scesero dalla vettura e bussarono all’enorme portone in legno.
Zoe aprì la porta, non riconobbe subito Noah, appena chiese chi fossero gli venne in mente quel viso.
“Ciao!” disse con entusiasmo “sei Noah l’amico di Amy vero?” chiese rimanendo sull’uscio della porta.
“Esatto, loro sono Adam e Dave, amici e colleghi di Amy” disse indicando i due ragazzi che si presentarono stringendogli la mano, Noah arrivò subito al dunque chiedendo se avevano visto Amy ma Zoe disse di non vederla da circa due giorni, poi invitò i ragazzi ad entrare, Adam entrò senza problemi guardano l’uscio della porta poi che era stato invitato ad entrare. Non appena dentro, Zoe andò da Lisa.
“Lisa ricordi dell’amico di Amy, Noah..” Lisa gli sorrise e lo salutò “loro invece sono i colleghi Adam e Dave”.
“Piacere di conoscervi..” disse Lisa sorridendogli e stringendo loro la mano.
“Mi hanno chiesto se hai sentito o visto Amy negli ultimi giorni” chiese Zoe.
“Emm.. no non mi pare, perché? È successo qualcosa?” disse Lisa incrociando le braccia rimanendo poggiata al tavolo del soggiorno.
“È da due giorni che cerco di contattarla, ma non risponde mai alle mie chiamate e non è tornata a casa, sono preoccupato” rispose Noah.
Lisa ebbe un sussulto, stava pensando a quello che aveva visto due settimane prima, si ricordava che aveva avuto una visione orrenda sul fatto del suo rapimento. Gli occhi si riempirono di lacrime, cercò di non farle scendere, mise una mano sulle labbra e si spostò verso il divano, sedendosi sconvolta.
“Oddio..” disse con un filo di voce e tremendamente in colpa cercando di recuperare fiato “io ho visto.. due settimane fa ho avuto una specie di visione dove Amy veniva rapita” Adam sbarrò gli occhi e si avvicinò a lei.
“Che cosa hai visto?” chiese.
“Voi mi prenderete per pazza, ma vi assicuro che quella visione era terribilmente vera e sentivo la paura che provava Amy” si voltò verso Adam “vi assicuro che sto dicendo la verità..” concluse Lisa.
Adam rifletté sugli insegnamenti che aveva ricevuto dal padre per quanto riguardava i cacciatori, ricordava tutte le storie rilegate alla discendenza dei veggenti.
“Sei.. sei una veggente..” disse con un certo dilemma “i veggenti sono estinti da anni ormai, e tu, invece, sei una di loro”.
Noah scoppiò a ridere nervosamente, non capiva cosa stesse succedendo in quella casa, anche Zoe non riusciva a comprendere e guardò con stupore i due ragazzi.
“Ma di cosa cavolo state parlando? Ci potete rendere partecipi della vostra discussione?” chiese Zoe avvicinandosi hai due.
Dave rimase in silenzio e guardò Adam perplesso, i due erano incerti sul dire tutta la verità hai presenti. Adam li fece sedere tutti e iniziò a raccontare tutto lasciando i ragazzi a bocca aperta, non appena concluse il racconto si rivolse verso Lisa.
“..tu sei una veggente, i cacciatori e i veggenti avevano stretto un legame, loro avrebbero preveduto il futuro e in cambio i cacciatori avrebbero salvato l’intera città dagli attacchi dei vampiri. I veggenti all’epoca potevano essere, donne, uomini addirittura bambini, e ora, dopo anni, i veggenti sono tornati” concluse.
Zoe strabuzzò gli occhi, non ci voleva ancora credere a tutto il racconto, soprattutto alla storia dei vampiri. Si alzò e protese le mani in segno di resa.
“Devono essere impazziti tutti qui dentro.. tu sei un vampiro e lei è una veggente? Vuoi dirmi che Dave è un alieno venuto da chissà quale pianeta?” disse irritata.
“No.. sto solo dicendo di credere a quello che ti ho appena raccontato, se Lisa ha avuto una visione che Amy è stata rapita, vuol dire solo una cosa..” Adam si rivolse verso Dave “Sarah ha capito chi è il sangue puro..” concluse, Dave sgranò gli occhi fingendo di essere sorpreso.
Noah rimase un po’ perplesso ma voleva seriamente ritrovare Amy ad ogni costo, si alzò di scatto in piedi.
“Se tutto questo è vero dobbiamo ritrovarla e salvarla..” disse convinto.
“Provate a ricontattarla, forse non gli è successo nulla di grave, forse è tornata a casa, forse..” Adam calmò Lisa, sapeva che era terrorizzata da tutto questo. In fine prese il cellulare e cercò di contattare Amy, ci furono tre squilli a vuoto, ma al quarto si sentì che qualcuno aveva preso la chiamata.
“Amy.. dove sei? Stai bene?” chiese Adam.
“Cavolo, allora dev’essere davvero importante questa ragazza per voi..” rispose la voce dall’altro capo della chiamata, il ragazzo riconobbe in pochi istanti di chi si trattasse.
“Sarah… immaginavo fossi stata tu ad architettare tutto questo”.
“Ti avevo avvisato fratellino, io vinco sempre le mie sfide”.
Adam fece avanti e indietro per la stanza irritato da questa situazione, mentre il ragazzo parlava al telefono con Sarah, Noah ebbe un lampo di genio e prese il computer di Zoe, andò verso la ricerca rete del GPS, forse sarebbe riuscito a recapitare la chiamata e trovare il luogo dove si trovava Amy.
“Restituiscici Amy..” disse scocciato Adam.
“Oh.. non così in fretta, prima voglio una cosa in cambio..” la ragazza ghignò con cattiveria, sapeva di aver catturato l’attenzione di suo fratello “voglio il diario di nostro padre, ma dovrai essere solo tu, lo voglio entro la mezza notte di questa sera, se non me lo consegnerai di pure addio alla tua amica, tanto a me serve solo per uno scopo, il suo sangue”. Adam rimase titubante, ci rifletté per qualche istante, cadde il silenzio quando ad un tratto Noah ricevette il segnale e glielo fece notare agli altri in silenzio, in fine Adam prese una decisione.
“D’accordo, verrò.. sempre se tu manterrai la promessa”.
“Non ti preoccupare, io mantengo sempre le mie promesse” sogghignò e terminò la chiamata. Dave andò da Adam, notava il suo tormento.
“Cosa ti ha detto?” chiese l’amico.
“Vuole il diario di mio padre..” rispose Adam.
“Ed è un male?” chiese Zoe.
“Ho letto alcune pagine di quel diario, se scoprisse quello che ho letto, possiamo dire addio alla nostra città, oppure, al pianeta terra” disse deluso “non appena troverete la zona chiamatemi, vado a casa a prendere il diario” concluse uscendo dalla casa.
 
 

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Capitolo 16
*** capitolo sedici ***


CAPITOLO SEDICI



 

Dopo quella chiamata, Sarah era soddisfatta che il suo piano stava man mano prendendo forma, ora il suo compito era concluso, mancava solo il diario e il rito avrebbe avuto finalmente inizio. Guardò il cellulare che aveva fra le mani, lo gettò a terra e lo schiacciò con violenza, era in frantumi, guardando i frammenti sorrise, d’un tratto però sentì che non era sola.
“Sam.. come mai da queste parti?” chiese, il ragazzo entrò nella casa diroccata, aveva un sacchetto con al suo interno due bottiglie di plastica ripiene di sangue, gli mostrò il sacchetto e glielo lanciò.
“Ti ho portato da mangiare” disse Sam, la ragazza prese il sacchetto e aprì immediatamente una bottiglia scolandosi in pochissimo tempo tutto il contenuto.
“Dimmi la verità, non mi hai portato da mangiare per farmi una cortesia, tu odi la nostra razza, perché sei qui?” chiese mentre si ripuliva del sangue colato sulle labbra.
“Devo farti sentire una cosa molto interessante..” rispose Sam rimanendo a una certa distanza dalla ragazza, lei sorrideva al vedere questo distacco che aveva nei suoi confronti.
“Hai paura che ti mordo?” disse un po’ giocosa, il ragazzo rimaneva sempre un po’ in allerta, una mano era sempre pronta ad estrarre un paletto, la ragazza, fece uno scatto vampiresco si mise alle sue spalle e gli bloccò il collo, nel frattempo teneva ben ferma la mano con il paletto pronto “perché hai sempre sabotato i miei piani fin ora? Potrei ucciderti in questo momento” il ragazzo cercava di liberarsi invano.
“Se volessi sabotarti non ti porterei questa conversazione registrata tra me e Max” lei lo liberò e il ragazzo, mentre cercava di riprendere fiato, gli consegnò il cellulare con tutta la conversazione che ebbero avuto un paio di settimane prima, sentì tutta la registrazione e si soffermò sul nuovo piano del Capo, alla notte di luna piena, oltre al dissanguamento del sangue puro, sarebbe morta anche Sarah e non sarebbe diventata un angelo caduto come avevano deciso tempo prima.
“Bene..” disse irritata “..così ha deciso di uccidermi per prendersi per se il sangue puro.. ora è meglio che te ne vai”.
“Certo, volevo solo assicurarti che io sto dalla tua parte, e poi tu mi paghi molto bene” sorrise e se ne andò.
Amy dopo quell’orrenda notte riaprì gli occhi e si guardò intorno per cercare di riconoscere la zona, le sarebbe bastato solo la scrivania del suo ufficio o l’armadietto dove teneva tutti i documenti, o anche solo la sua stanza per sperare che quello che aveva vissuto fosse stato un terribile incubo ma nel suo piccolo sapeva che quella era solo la cruda realtà.
Barcollando si mise seduta e poggiò una mano sulla sua testa sentendo un piccolo bernoccolo che gli pulsava.
“Dannazione..” disse mentre si massaggiava il capo, la stanza in cui era imprigionata sembrava un vecchio scantinato, impolverato e pieno di ragnatele appese al soffitto, passava pochissima luce dalla piccola finestra in fondo al muro, ma capì subito che era già tardo pomeriggio, d’un tratto sentì la porta di ferro nero aprirsi e vide la ragazza dagli occhi color ghiaccio che aveva conosciuto come "la semplice ragazza della porta accanto", si avvicinò a lei ancora stordita, si mise al suo stesso livello, aveva un sacchetto con dentro vari viveri per fargli riprendere le forze alla povera Amy.
“Buon giorno principessa, vedo che ci siamo svegliate..” disse sogghignando.
“Ma tu chi sei? Perché mi stai facendo questo?” chiese Amy ringhiandole contro.
“Mia cara, tu sai benissimo chi sono..” sorrise “mio fratello ti avrà parlato tanto di me vero?”.
“Tu sei Sarah, la sorella di Adam!” rispose Amy incupita .
“Esatto.. e ho bisogno del tuo sangue per avere tutto il potere che desidero da tempo, ma prima sarà meglio se mangi qualcosa, devi rimetterti in forze” concluse Sarah passandogli il sacchetto e si iniziò ad avviare alla porta. Amy guardò quel sacchetto e gli diede una piccola sbirciata, aveva fame ma non volle nulla e rifiutò il pasto, Sarah si voltò verso di lei e sorrise facendo spallucce.
“Vorrà dire che morirai di fame, non importa, ho solo bisogno del tuo sangue.. mancano ormai tre settimane alla luna piena..” sorrise e se ne andò sbattendo la porta con il lucchetto, Amy si alzò e corse verso la porta colpendola con pugni e calci.
“Lasciami andare brutta stronza, lasciami andare!” gridava la ragazza a gran voce, ma le urla di quella giovane vittima non toccavano l’animo crudele di Sarah, salì al piano superiore e attese con ansia l’arrivo del fratello.

Zoe era ancora incerta a credere a tutto quello che gli aveva raccontato Adam, rimase a guardare gli altri tre ragazzi lavorare sul computer per trovare qualche indizio. Si avvicinò con cautela a loro e si sedette accanto a Lisa, che era alle prese a scrivere luoghi e vie varie.
“Quindi.. Adam è un vampiro?” disse con una voce lieve, gli altri non l’ascoltavano perché presi sulle ricerche “ragazzi io non so se..” ma venne subito interrotta da un sussulto di Noah.
“Eccola, il segnale arrivava direttamente dalla vecchia casa diroccata nel bosco” disse entusiasto della sua ricerca ultimata. Dave, deciso, prese il cellulare e compose il numero per chiamare Adam, dopo un paio di squilli il ragazzo dall’altro capo della chiamata rispose.
“Siete riusciti a trovare qualcosa?” chiese.
“Meglio, ti abbiamo trovato direttamente la zona, Amy e Sarah si trovano nella vecchia casa diroccata all’interno del bosco di Barnet Park” rispose Dave.
“Perfetto..” Adam chiuse la telefonata, aprì il cassetto dove teneva nascosto il diario e lo prese. Lo guardava con preoccupazione, se avesse dato questo prezioso oggetto Amy sarebbe tratta in salvo, ma conosceva bene sua sorella e non era sicuro che avrebbe mantenuto la sua promessa. Guardava quel diario in pelle nera, lo sfogliava e risfogliava pagina dopo pagina, poi gli cadde l’occhio su una data precisa.

16 Ottobre 1963

Dopo svariate ricerche sono riuscito a trovare una soluzione al problema degli angeli caduti. Forse potremmo sconfiggerli una volta per tutte, esiste un’arma e sono certo che si trova qui a Barnet.
Anche il traditore che si è alleato hai vampiri ci ha portato ad una traccia per la loro sconfitta, esiste un quarzo bianco, non abbiamo avuto molte informazioni, ma questo cristallo a quanto pare è un’arma maledetta sia per l’Angelo Caduto che per il Sangue Puro, non sappiamo bene a cosa possa servire questo quarzo perchè Alex Pierce, quel traditore, si è suicidato dopo aver dichiarato l’esistenza di questa pietra.
Non appena troveremo quello che ci serve potrò essere fiero di quello che sono, un cacciatore, e come cacciatore troverò e ucciderò chi ha fatto del male a mio figlio Adam.


Il ragazzo sgranò gli occhi, "allora una soluzione c’era" pensò quasi entusiasto, ma scorrendo il diario non trovò nient’altro su quel quarzo bianco e sul suo nascondiglio. Questo diario non poteva cadere nelle mani di Sarah, se avesse  scoperto del pugnale lei sarebbe stata la prima a cercarlo, così prese la pagina del diario e la strappò nascondendola nel cassetto, mise il diario nella tasca posteriore dei jeans e andò alla ricerca della casa diroccata.
Dopo pochi chilometri, Adam raggiunse Barnet Park e si immerse nei boschi più fitti. In quella zona era vietato il passaggio perché anni prima molti bambini si erano persi e molti vampiri si nutrivano del loro povero sangue innocente.
Il membro superiore dei cacciatori, Harry Odrier, decise che era giunto il momento di concludere la strage e di far chiudere definitivamente il bosco di Barnet Park, infatti, poche settimane dopo ci fu lo sterminio completo dei vampiri, quello stesso giorno Adam fu trasformato dai suoi fratelli. 
Se lo ricordava, si ricordava quel bosco fitto dove la luce irrompeva leggera fra le foglie, i rami e gli alberi si intrecciavano fra di loro e la brezza leggera dell’aria fresca circondava tutto il sentiero, dopo la chiusura di quel bosco le piante ormai erano diventate alte. Erba e radici erano ingestibili per la camminata che diventava sempre più faticosa, ma Adam era deciso a salvare Amy.
Raggiunse finalmente quella casa così sporca, distrutta dal tempo e dalle piante, fece un passo alla volta per esser sicuro che non ci fossero trappole nei paraggi, guardò con accuratezza l’uscio della porta per vedere se non ci abitasse più nessuno, fece un passo ed entrò senza difficoltà e senza invito.
Sarah sentì lo scricchiolio del piano superiore, aveva intuito che Adam era ormai arrivato ed era pronta ad affrontare suo fratello. Sarah ebbe un sussulto di ricordi, ricordava quando, prima di tutto questo, avevano un legame fortissimo, il loro padre Lucas era sempre stato fiero dei suoi figli. Avevano un buon rapporto anche con Max, loro lo ritenevano un fratello, come se fosse dello stesso sangue, anche se lui era stato adottato, i tre erano sempre inseparabili anche se, dopo anni, i fratelli si separarono una volta per tutte.
“Sarah.. sono Adam..” disse il ragazzo perlustrando la casa cautamente “ho portato ciò che mi hai chiesto, ora voglio vedere Amy..” attese qualche secondo, ma non ricevette alcuna risposta. 
Sarah rimase ancora nascosta e prima di raggiungere il fratello nel salotto, andò nello scantinato, aprì la porta e guardò Amy.
“Il tuo salvatore è arrivato..” prese la ragazza con forza trascinandola fuori dallo scantinato, ma Amy aveva una soluzione nascosta nello stivaletto, fece finta di inciampare così che potesse prendere il piccolo bastoncino affilato. Sarah non si accorse del colpo che le avrebbe inflitto, Amy, con tutta la forza che aveva la colpì, Sarah sentì un dolore immenso alla spalla destra.
“È ciò che ti meriti stupido mostro..” disse Amy con rabbia, gli diede una spinta e cercò di correre il più velocemente possibile fuori dallo scantinato.
Sarah sfilò dalla spalla il piccolo bastoncino di legno, lo guardò con rabbia e vide il suo sangue ancora impremiato nel bastoncino, lo gettò a terra e con uno scatto si ritrovò faccia a faccia con Amy.
“Tu ti sei comportata parecchio male ragazzina..” rabbiosa, le tirò un pugno facendola sbattere contro una parete, Amy, stordita dal colpo, cercò di rialzarsi ma Sarah si avvicinò a lei e l’alzò di peso prendendola da un braccio.
“Purtroppo non posso ucciderti ora.. ma lo farò molto presto, sarà meglio se non fai più nulla di stupido se vuoi rivedere Adam” le due ragazze si avviarono verso il piano superiore dove Adam le attendeva.
“Sarah.. dove sei?” disse guardandosi ancora intorno, d’un tratto sentì uno scricchiolio e si voltò, vide Sarah che teneva salda a lei Amy dove aveva un piccolo graffio sul labbro inferiore.
“Eccomi fratello, spero che hai portato ciò che mi serve..” disse la sorella sogghignando, Adam prese dalla tasca inferiore dei pantaloni il piccolo diario in pelle nera e lo poggiò a terra.
“Eccolo.. ma ora libera Amy..” disse Adam in segno di resa. Amy però non attese risposta da parte di Sarah, così si preparò per darle una gomitata sull’addome ma Sarah fermò il colpo che le stava per infliggere e la spinse facendola volare via di qualche metro. La ragazza cascò schiena a terra e rimase a terra intontita. Adam recuperò il diario ma Sarah non si lasciò scappare questa occasione, con una velocità fulminea si diresse verso il fratello che lo spinse contro un muro e recuperò il diario.
Adam non era facile ad arrendersi, si alzò, fece uno scatto e bloccò la sorella prendendola dal collo, gli occhi si colorarono di viola e i canini si affilarono ringhiandole contro, Sarah sorrise a quell’espressione così rabbiosa del fratello, senza battere ciglio prese dalla manica un paletto che teneva nascosto dapprima del suo arrivo, con rabbia glielo conficcò nel fianco, il fratello urlò e lei spinse ancora con più cattiveria.
“Mi spiace Adam, ma qui i giochi finiscono!” sorrise, gli diede un calcio nell’addome facendolo cadere schiena a terra e sparì nel nulla.
Adam rimase a terra dolorante con ancora il piccolo paletto conficcato nel fianco e si lamentava del dolore inflitto. Amy si riprese e vide Adam in pericolo, si alzò un po’ barcollante e si inginocchiò d’avanti a lui.
“Oddio..” sgranò gli occhi alla visione del paletto incastonato nel fianco “scusami Adam per tutto quello che ho detto, scusami se non ti ho creduto” disse dispiaciuta.
“Non ti preoccupare, ora è tutto finito..” disse dolorante accarezzandogli il viso “cerca di estrarre questo paletto ok?” Amy accennò un si col capo, poggiò con delicatezza una mano sul fianco e l’altra sul paletto, poi, con forza, lo tirò via. Adam cacciò un urlo dolorante, strizzando gli occhi e piegandosi dal male che provava.
“Ha preso il diario..” disse Amy abbassando il capo, era con le lacrime a gli occhi, ma Adam comprendeva il suo dispiacere.
“Tranquilla, lo recupereremo.. andiamo a casa..” disse cercando di tirarsi su e uscirono dalla casa tenendosi l’una con l’altro.
Non appena raggiunsero la casa di Zoe, Amy scese dalla jeep e cercò di aiutare Adam ancora un po’ dolorante, gli prese il braccio mettendoselo intorno al collo così che poteva aiutarlo ad incamminarsi verso casa. Amy bussò alla porta, Noah aprì e con stupore sorrise all’amica vedendola sana e salva.
“Che è successo a Adam?” disse Noah preoccupato aiutando Amy.
“Abbiamo avuto uno scontro con sua sorella..” rispose.
“Ragazzi sto bene, devo solo recuperare le forze, ci metterà un’ora a rimarginarsi la ferita ma ce la farò tranquilli..” disse Adam spostandosi dai suoi amici e andandosi a sedere sulla poltrona tenendo la ferita.
Zoe e Lisa accorsero verso Amy che l’abbracciarono, la ragazza sorrise al vedere che le sue due amiche l’accolsero così, Zoe la guardò bene guardando centimetro per centimetro del suo corpo, aveva il timore che fosse ferita.
“.. sto bene tranquilla, mi fa solo un po’ male la guancia destra per il pugno che mi ha tirato Sarah..” poi Amy rimase un istante perplessa e guardò Noah, Lisa e Zoe “scusatemi ragazzi, ma voi siete al corrente di tutto?” chiese curiosa. Dave li raggiunse e sorrise.
“Abbiamo dovuto dire tutto, anche per decifrare la visione che aveva avuto Lisa..”
“A quanto pare sono una veggente, che, a quanto ha detto Adam, le veggenti aiutavano i cacciatori dagli attacchi dei vampiri, anche se i cacciatori di vampiri sono estinti da anni” concluse Lisa.
Amy comprese il discorso, poi Adam si alzò ancora barcollante stringendosi il fianco raggiungendo gli amici.
“Sarà meglio che tu stia qui stanotte, mentre io Noah e Dave torniamo a casa e riflettiamo sul da farsi ok?” disse, le ragazze erano felici di proteggere un’amica così l’accolsero in casa senza problema.
Noah accompagnò i due ragazzi a casa propria, Adam non stava ancora del tutto bene, forse una notte di sonno non gli avrebbe fatto male. Noah salutò i due amici e si avviò verso casa.
Non appena raggiunse il palazzo, salì le scale, questa giornata era stata faticosa per tutti, arrivò nell’appartamento e si sedette sul divano giusto per riprendersi da tutte le scoperte che aveva fatto. Rifletté sulla strana vicenda appena avvenuta, d’un tratto sentì la porta aprirsi, si girò e vide Sam che entrò in casa.
“Ciao, pensavo fossi uscito..” disse perplesso. 
Sam alzò il braccio puntandogli una pistola.
“Cambio di programma..” fece partire un colpo che rimbombò per tutto il palazzo e Noah cadde a terra.
 
 

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Capitolo 17
*** capitolo diciassette ***


CAPITOLO DICIASSETTE



 
La mattina seguente, dopo la sventura che gli era capitata a Amy, cercò di rilassarsi facendosi un bagno caldo, si legò i capelli intrecciandoli in un elastico, aveva bisogno di riprendersi da tutto quello che era accaduto, mise il bagno schiuma alla lavanda nella vasca ricolma di acqua calda e si lasciò trascinare delicatamente dentro la vasca. La scoperta che Lisa fosse una veggente, Sarah che stava pianificando un rito per la luna piena di quel mese e che il suo sangue serviva per iniziare una transizione, insomma, tutte quelle informazioni in poche settimane la stavano rendendo vulnerabile e pensierosa.
Si sdraiò completamente per rilassarsi quando ad un tratto sentì il cellulare squillare, lei sbuffò, allungò il braccio e prese il cellulare touchscreen, vide chi la stava chiamando, era Sam, sorrise un istante e gli vennero le farfalle nello stomaco.
“Hei militare, come stai?” chiese giocando con le bolle della schiuma.
“Sto bene, diciamo che sono ancora alla ricerca di un lavoro..” rispose sorridente “ricordi che ti devo ancora una cena?”.
“Certo..” disse un po’ tentennante alla risposta che aveva appena dato.
“Che ne dici se stasera ci incontrassimo?”.
La ragazza sorrise, ma era ancora un po’ scossa da quello che l’era appena capitato.
“Mi piacerebbe.. ma ora non me la sento molto di uscire” rispose spostandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli un po’ umida.
“Che succede?” chiese il ragazzo.
“Nulla..” poi sospirò “..è un po’ di giorni che non mi sento molto bene, mi spiace Sam ma questa sera non me la sento proprio” concluse. Il ragazzo non obbiettò e accettò la richiesta della ragazza, la salutò e concluse la telefonata. Dopo quella chiamata Amy sospirò guardando il display del cellulare, lei però non era una ragazza fragile, era una donna forte e energica, così, uscì dalla vasca da bagno e si asciugò di fretta e furia per poi andare in camera, prese un paio di jeans, una maglietta bianca e un cardigan nero, si sistemò i capelli mossi con le mani ed infine mise un paio di tacchi neri. Le amiche non erano in casa, Amy quel giorno lo voleva dedicare solo a se stessa e non voleva nessuno attorno. Salì sulla Jeep e se ne andò dai pensieri e dalle preoccupazioni che la tormentavano nell’ultimo periodo.
Adam in quel momento era circondato da un sacco di lavoro in arretrato, era nel suo solito piccolo studio, la scrivania in legno antico era ricolma di fogli e cartacce varie, il pc era acceso, fermo sulla pagina dell’azienda. Sbuffò un po’ nel vedere che tutto quel enorme lavoro non finiva mai, d’un tratto però il cellulare squillò e guardò il numero sconosciuto che gli apparve sul display, lui rispose e sentì  una voce di ragazza dall’altro capo della chiamata, sembrava quasi imbarazzata.
“Ciao Adam sono Zoe..” disse con una leggera incertezza e imbarazzo, il ragazzo sorrise e si mise comodo sulla poltrona in pelle marrone rispondendo alla ragazza.
“Ciao, mi fa piacere sentirti!”.
“Senti, ti va se ci vediamo? Avrei un po’ di cose da chiederti” rispose la ragazza che nervosamente si intrecciava i capelli tra le dita.
“Certo, vuoi uscire oggi pomeriggio, magari tra mezz’ora?” chiese.
“Perfetto, vediamoci alla caffetteria..” disse la ragazza, Adam approvò e concluse la telefonata, sorrise e andò dritto verso la sua camera da letto tirando fuori un sacco di vestiti, poi optò per un jeans e una camicia a quadretti blu, in fine uscì da casa sua.
I due ragazzi si incontrarono alla caffetteria come avevano deciso, dopo un sacco di curiosità verso la ragazze, un po’ di risate e un buon cappuccino caldo, i due presero le loro cose ed uscirono dal locale, la giornata era soleggiata e tiepida per fare una passeggiata al parco.
Il vento leggero li accarezzava mentre si incamminavano in quel percorso formato da piante alberi e fiori, Zoe lo guardava con curiosità, sembrava attratta da lui e voleva conoscerlo a fondo, era curiosa di sapere.
“Così sei un vampiro..” disse cambiando drasticamente discorso, Adam sembrava un po’ imbarazzato da tanta curiosità da parte di quella ragazza.
“Come ti avrò già ripetuto dieci volte, si, lo sono..” rispose con ironia.
“Eppure sei così.. umano..” disse la ragazza affascinata mentre lo guardava.
“Sai, non sei la prima che me lo fa notare, forse perché non ho mai voluto tutto questo..” rispose abbassando il capo e il tono della voce, Zoe sapeva di aver toccato un tasto dolente, rimasero in silenzio per parecchi minuti e in fine lei decise di rompere il ghiaccio, lo prese per una mano e lo trascino con se.
“Vieni, ti porto in un posto” disse Zoe.
“Dove?” chiese curioso Adam, ma non ebbe risposta ma solo un grosso sorriso, i due si diressero verso un bosco un po’ fitto, Zoe sembrava che stesse cercando qualcosa, guardava gli alberi e le piante che rivestivano quel luogo.
“Come mai siamo qui?” chiese curioso Adam.
“Dammi un secondo..” rispose la ragazza, si diresse ancora più in fondo al bosco, erano ormai inoltrati in mezzo alla natura, poi Zoe sorrise e corse verso un grande albero dove li ci fu una specie di casetta ormai abbandonata da tempo, la ragazza, raggiunto il maestoso albero, iniziò ad arrampicarsi. Adam la seguì ed era preoccupato di quello che stava facendo, aveva il timore che potesse farsi male.
“Non dovresti arrampicarti, potresti cadere.. non sembra molto sicuro..” disse.
“Non ti preoccupare, questa casetta era mia e di mio fratello Ed, ci venivamo a nascondere qui quando io o lui combinavamo qualche disastro in casa, era un modo per scappare dai nostri genitori..” rispose Zoe poi gli fece cenno di salire, Adam decise di seguirla e si arrampicò, i due si sedettero sulle vecchie staccionate della casetta e ammiravano tutto il bosco circostante a loro. Zoe fece un respiro profondo e socchiuse gli occhi per sentire tutto quell’immensa meraviglia che il bosco le stava offrendo, Adam la guardava ammirato dalla sua bellezza, poi gli sorse un dubbio.
“Come.. come sta Amy? Si è un po’ ripresa?” chiese Adam.
“Sta meglio, sta solo cercando un modo per non pensarci..” poi si voltò verso di lui e gli sorrise “non ti preoccupare per lei, è una ragazza sveglia e molto forte, non è una tipa che si fa sottomettere da nessuno, si riprenderà” rispose.
“Pensavo ce l’avesse con me..”.
“Dopo che gli hai salvato la vita? Non credo proprio..” concluse la ragazza.
Adam sorrise, poi cadde il silenzio, Zoe riprese a sentire i leggeri suoni della natura e Adam invece l’ammirava, guardava il suo viso così giovane, la sua pelle morbida, il suo vestito bianco e i suoi capelli biondo cenere mossi dal vento. Poi la ragazza si voltò verso Adam che la stava fissando, il ragazzo si rese conto che lo guardava e si voltò di scatto.
“Scusa non volevo fissarti” disse il giovane imbarazzato. La ragazza rise e gli disse di strare tranquillo che a lei non dava fastidio, i due si guardarono intensamente e con leggerezza si avvicinavano sempre di più alle loro labbra, d’un tratto il legno iniziò a scricchiolare e si spezzò facendo cadere Adam a terra. Zoe preoccupata scese di fratta e furia dall’albero, vedeva Adam fermo in mobile con la schiena a terra, pensava il peggio.
“Adam..!!” si mise con le ginocchia a terra e gli strattonò la spalla “oddio Adam stai bene??” disse preoccupata, il ragazzo rimase in mobile, e Zoe iniziava a preoccuparsi, lo strattonò un’altra volta “Adam!!” urlò ad alta voce, in fine Adam si alzò di scatto facendola urlare, la ragazza gli tirò un pugno sulla spalla e Adam iniziò a ridere di gran gusto.
“Sei uno scemo, mi hai fatto morire di paura!” disse agitata alzandosi da terra, incrociando le braccia un po’ arrabbiata.
“Ti ricordo che sono immortale ed è difficile che mi fratturo qualcosa” rispose ancora ridendo.
“Si… bè.. non farlo più ok?” rispose “dai, andiamo a casa”.
Adam si alzò e gli diede una piccola spinta con la spalla e lei in fine rise riprendendosi dal piccolo shock dirigendosi verso casa.
 
 

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Capitolo 18
*** capitolo diciotto ***


CAPITOLO DICIOTTO






 
 
Amy aveva preso un paio di ciambelle e due tazze di caffè d’asporto per poi precipitarsi al suo palazzo, voleva fare una sorpresa a Noah. Dopo tutto quello che era capitato i due amici forse discutendone insieme avrebbero capito di più su quello che stava succedendo.
Salì quattro rampe di scale per raggiungere l’appartamento dodici di Noah, non appena lo raggiunse suonò il campanello, attese circa cinque minuti, ma non ricevette risposta.
“Noah, sono Amy, ho portato la colazione” disse ad alta voce, poi suonò nuovamente, ma ancora nessuna risposta, per istinto vide se la porta fosse aperta, e così fu, la spalancò e la scena che gli parve d’avanti fu spaventosa.
Gli cadde di mano il sacchetto con dentro le due ciambelle e le due tazze di caffè caldo, si rovesciarono spargendo il liquido sul pavimento.
“NOAH!” urlò a gran voce, il ragazzo era a terra, ricoperto di sangue, Amy si inginocchiò al suo fianco e notò che il colpo di pistola non aveva colpito nessuna parte vitale, aveva preso l’addome, ma il ragazzo stava perdendo parecchio sangue. Amy lo scrollò per vedere se era ancora vivo, lui aprì a malapena gli occhi.
“..hei..” disse con un filo di voce.
“Non parlare, risparmia le forze, ora chiamo qualcuno per soccorrerti..” disse in preda al panico la ragazza che subito dopo prese il cellulare e compose il numero di Adam. Il ragazzo rispose, ma ancor prima che lui dicesse qualcosa la ragazza lo interruppe.
“Adam ti prego, vieni a casa di Noah, qualcuno gli ha sparato, ti prego.. vieni subito!” disse in lacrime Amy. Adam non obbiettò e dopo una decina di minuti, usando la sua super velocità, raggiunse l’appartamento di Noah, non appena arrivò sull’uscio della porta, cercò di entrare ma venne respinto dall’uscio.
“Che cavolo stai combinando? Vuoi entrare??” disse con rabbia la ragazza.
“Non posso, se non sono stato invitato non posso entrare!!” rispose Adam in sua difesa. Noah fece uno sforzo enorme e urlò l’invito ad entrare nell’appartamento, si fiondò a capofitto accanto all’amico, Adam dal taschino destro della giacca prese una piccola fiala, Amy curiosa guardò quel piccolo oggettino dove conteneva una specie di erba di color muschio e giallognola tagliata in modo fine.
“Che cos’è?” chiese incuriosita ancora presa dalle lacrime.
“Questa è Iris Pavonia, è una pianta selvatica estinta da una decina d’anni, fortunatamente sono riuscito a tenere un seme con me, è una pianta curativa” disse mentre tirava fuori un pugno di quell’erba “gli antichi cacciatori di vampiri le usavano per ferite come queste.. il problema è che ci metterà tre giorni per guarire del tutto..”.
“Non c’è una cura un po’ più… rapida?” chiese.
“Dovrebbe bere il mio sangue e in dieci minuti sarebbe come nuovo, ma visti i pericoli che ci sono stati in questi giorni, Sarah a quanto pare sa tutte le nostre mosse ancor prima che noi le mettiamo in atto, e se vorrebbe uccidere Noah, anche per errore, bè..” sospirò e abbassò il capo “lui diventerebbe..”.
“Un vampiro..” concluse Amy “allora va bene, dagli questa pianta..”.
Adam strappò la camicia al ragazzo e lo guardò “questo amico, ti farà un po’ male..” disse, Noah comprese e strinse gli occhi, Adam, con le dita, entrò nella ferita, il sangue sgorgava ancora e Noah urlava disperato dal dolore, ma Adam riuscì ad estrarre la pallottola, subito dopo, per richiudere il buco provocato dal colpo d’arma da fuoco, inserì l’erba medicinale.
“Prendimi dell’acqua calda e un paio di garze..” disse Adam e così la ragazza fece, andò in cucina e arrivò subito dopo con una tazza d’ acqua calda, Adam la prese e gliela versò un po’ alla volta nella ferita così che si sarebbe ripulita. Ma il ragazzo non poteva resistere al suo istinto primordiale, cioè, il sangue. Non appena vide tutto quel colore rosso e quell’odore così pungente, gli occhi divennero viola e i canini si affilarono.
“Scusa..” disse strofinandosi gli occhi con il polso e passando la tazza di acqua ad Amy “continua tu a pulire la ferita.. cerca.. cerca di bendarla come meglio puoi..” e si rifugiò in bagno.
Adam si guardò allo specchio, notava quegli occhi che tanto odiava e quei canini così affilati che non aveva mai voluto avere. Aprì l’acqua e cercò di ripulirsi le mani, il sangue sgorgava via con il getto dell’acqua e pian piano gli occhi tornavano color nocciola, infine i denti ritornarono quelli di sempre, fece un respiro profondo per ricomporsi. Si guardò nuovamente allo specchio, era tutto normale, passò una mano sui capelli neri. Ricomposto decise di ritornare nel salotto dove Amy stava cercando di curare la ferita di Noah. Gli tolse la maglietta sporca di sangue e bucata dal proiettile che lo aveva colpito, prese le garze e un po’ di cotone mettendo il tutto sulla ferita, Adam guardò l’amico che non era cosciente in quel momento, era svenuto dal troppo dolore della ferita.
“Si riprenderà.. non è vero?” chiese Amy ancora singhiozzante mentre stava finendo di sistemare la benda.
“Si, non ti preoccupare, la ferita non ha colpito punti vitali” rassicurò la ragazza, Adam si avvicinò ai due e sollevò l’amico come se fosse una piuma in fine lo posò sul divano poi prese il cellulare “chiamo Dave così vi proteggerà in qualche maniera, sono certo che tutto questo è opera di Sarah”.
 
 
5 Febbraio 1989
 
Stiamo scavando nella periferia del parco di Bey Street sulla trentottesima strada.
Ci siamo, siamo finalmente arrivati ad una svolta e finalmente sapremo se questo oggetto è davvero l’arma che potrà sconfiggerà il maledetto Angelo Caduto che ha portato tutto questo disastro nella nostra amata città.
Sono anni che la congrega dei cacciatori lo sta cercando, con le nuove macchine tecnologiche siamo riusciti ad arrivare ad una sua traccia, finalmente posso dire che le mie forze non sono state vane e che i tre vampiri sfuggiti alla ribellione degli anni sessanta sono ancora in circolazione e potremmo trovarli e agnentarli molto presto.
Anna Crane ci ha fatto visita poche settimane fa, ha detto che sarebbe ritornata in quella città a tempo concesso. Non so cosa intendesse, poi mi a guardato e a sorriso dicendomi che mio figlio stava bene, anzi, tutti i miei figli stanno bene.
Forse ho una speranza, forse Adam è ancora vivo, ma cosa intendeva? E quando sarebbe tornata?
 

Sarah lesse l’ultimo piccolo paragrafo di quella struggente storia che raccontava i peggiori anni del padre, e quella fu l’ultima pagina che Lucas Tod che aveva scritto prima di morire. Qualcuno l’aveva ucciso per questi documenti, forse era stata Anna che, a quanto scritto, era ancora viva. Ma mentre sfogliava per l’ultima volta quel piccolo diario notò che mancava una pagina, era visibile lo strappo netto, sorrise anche se era un po’ irritata, sapeva bene chi aveva fatto quello strappo, forse in quella pagina c’era scritto cosa fosse quel oggetto di cui parlava il padre, chiuse il diario e lo ripose in un nascondiglio sicuro.
Quello stesso pomeriggio, Sarah aveva saputo della notizia che Sam aveva attuato il piano così che potessero iniziare a lavorare sul rito della luna piena e diventare così Angelo Caduto una volta per tutte, decise così di andare a trovare il collega in esilio.
Sam si stava rifugiando in un vecchio albergo a pochi isolati dalla città di Barnet, Sarah arrivò e guardò quel posto così cadente e in rovina, fece una smorfia e bussò alla porta, Sam si presentò solo con i boxer addosso, Sarah lo guardò compiaciuta di quella visione.
“Mmh.. mi piace vederti così, sei molto sexy..” disse poggiandosi allo stipite della porta a braccia conserte, poi diede una rapida sbirciata all’interno della stanza e fece un’altra smorfia “..che schifo, come fai a vivere in questo buco?”.
“E allora come mai sei venuta fino a qui?” chiese il ragazzo mentre si rivestiva.
“Niente di che.. un salutino e uno sguardo al bel vedere” disse, mentre dava una sbirciata al fondoschiena del ragazzo, poi lo guardò e fece un “..non mi inviti ad entrare?”.
“Sarah, dimmi perché sei veramente venuta qui?” chiese nuovamente scocciato il ragazzo.
“Il Capo ci vuole vedere quindi sbrigati a vestirti” rispose.
“Vuole attuare qualche altro piano che gli frulla intesta?” disse sogghignando.
“Il piano è sempre lo stesso, ma vuole attuarlo oggi, quindi sarà meglio che ti sbrighi, lui odia i ritardatari”.
Dopo quel colloquio formare fra Sam e Sarah i due si recarono in una vecchia villa, anch’essa abbandonata da anni. Si trovavano esattamente nella vecchia villa Tod che, da quanto era scomparsa la famiglia Tod, i cittadini e la confraternita dei cacciatori, decisero di chiudere la casa e di non rivenderla a nessun possibile acquirente. Ma Sarah fu stata molto furba, due anni prima decise di prendere una ragazza e di soggiogarla così che lei stessa potesse vivere in quell’enorme dimora sino al suo ritorno.
I due entrarono nell’enorme portone in legno massiccio, non appena arrivarono, un uomo li accolse inchinandosi al cospetto di Sarah.
“Ben tornata signorina Tod” disse l’uomo completamente soggiogato, lei sorrise e ricambiò il saluto, in fine, i due ragazzi, arrivarono nell’enorme soggiorno. Al suo interno c’erano svariati scaffali con tantissimi libri impolverati, nella zona centrale c’era un tappeto persiano di colore bianco perla con dei ricami al suo interno grigi e neri, le due poltrone in vera pelle nera erano ai due lati del tappeto e un divano, dello stesso bianco perla, era al centro. In fine, c’era un tavolo rettangolare di puro legno pregiato messo sulla sinistra della sala e quattro sedie dello stesso legno, il Capo fissava lo scintillante fuoco che scoppiettava dentro al camino di marmo nero, ma una cosa richiamò l’attenzione dei due ragazzi, una ragazza, stesa a terra ancora in fin di vita che sussurrava un aiuto, ma Sarah e Sam non si scomposero.
“Come mai ci hai riuniti?” chiese Sarah.
“Tra due giorni ci sarà la luna piena e non ho ancora il Sangue Puro. Come mai non ho ancora quello che voglio, nelle mie mani?” domandò stringendo il bicchiere di sangue fra le mani.
“Non ti preoccupare abbiamo già quasi risolto questo intoppo” rispose Sam, ma prima che disse altro il Capo lo interruppe.
“Miei cari, ormai non posso più aspettare oltre, la notte di luna piena si avvicina e io devo bere quel sangue entro lo scoccare della mezzanotte”
“Max, se ci dai un altro giorno avrai ciò che vorrai ok? Ci manca solo di parlare con la veg…” Sarah si interruppe titubante di quello che stava per dire.
Max si voltò, ancora con gli occhi colorati di viola intenso, i canini affilati e le labbra ancora sporche di sangue di quella povera vittima, la guardò interessato.
“Una veggente?” chiese.
“Abbiamo scoperto che la razza dei veggenti non si è estinta con l’ultimo veggente che hai ucciso circa dieci anni fa, quello era riuscito ad ingravidare una donna..” rispose Sarah un po’ scocciata.
“Come si chiama questa veggente?” chiese Max avvicinandosi a Sarah
“Lisa.. Lisa Brewer, è una delle amiche del Sangue Puro” rispose.
“E quando l’hai scoperto” chiese stringendo i pugni.
“Una settimana fa, e volevo provare a soggiogarla per..”.
“No, mia cara sorella, hai fatto fin troppo.. ora tocca a me. Penserò io alla veggente, nel frattempo ordina al tuo schiavetto di prendermi quella maledetta ragazza e digli di portarmela qui viva” disse con rabbia, poi si rivolse a Sam “tu invece, cerca il diario che ti ho chiesto, è tutto chiaro?” i due ragazzi abbassarono e acconsentirono, in fine Max frantumò il bicchiere mezzo vuoto con una mano, e con uno scatto si fiondò con foga sulla ragazza che giaceva a terra in fin di vita e affondò i suoi canini finendola definitivamente.


 

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Capitolo 19
*** capitolo diciannove ***


CAPITOLO DICIANNOVE





 
Max il giorno seguente fece come aveva detto hai due, seguì per tutto il giorno quella ragazza, Lisa Brewer, in mattinata la ragazza era andata nel negozio dove lavorava tutti i giorni, poi, finito il turno alla giovane Lisa piaceva fare shopping. Durante il suo solito tour di negozi si fermava sempre d’avanti a una vetrina di antiquariato, Max notò che la ragazza guardava con grande interesse un anello di circa nove mila sterline. Max aveva capito che quello era il momento per raggiungerla e provare ad approcciare una conversazione con Lisa, si avvicinò a lei, Max guardò la vetrina interessato e riconobbe quel cimelio di famiglia, così sorrise.
“Quell'anello e del milleduecento, lo portava una contessa di nome Selene Crane” Lisa lo guardò e Max gli fece un sorriso “scusa, non volevo disturbarti e che sono un appassionato di storia antica, è incredibile che quest'anello sia ancora in perfette condizioni dopo tutto questo tempo” la ragazza lo guardò un po’ torva.
“Peccato che il cartello dice "Riproduzione dell'originale" ” e sorrise.
Max allungò la mano mentre l’altra la teneva in tasca.
“Mi chiamo Max Tod, sono nuovo da queste parti” la ragazza gli strinse la mano, aveva notato il cognome uguale a quello di Adam, era piccola come città, capitava raramente che qualcuno potesse possedere un cognome simile a quello di un altro possessore.
“Lisa Brewer, molto piacere.. Tod.. sei per caso un parente di Adam Tod?” chiese. Max spontaneamente abbassò il capo e sorrise.
“Non proprio, diciamo che sono un vecchio cugino di terzo grado, sono passato a trovarlo e ora mi sono perso in questa città” poi la guardò con intensità e la fece cadere preda del suo soggiogamento “che ne dici di farmi da guida, forse riesco a trovare la retta via” concluse.
“E
poi la guardò con intensità e la fece cadere preda del suo soggiogamento.ualcuno potesse avere un cognome simile.a sulla ragazz ”hm, certo..!” lei sbatté gli occhi più volte e si distolse dal suo sguardo un po’ imbarazzata finirono entrambi di guardare quella meravigliosa vetrina custodita di brillanti e collane a carissimo prezzo, attraversarono insieme il centro.
“Dunque, come puoi notare da questa parte ci sono ottimi negozi d’intimo mentre dall'altra un bellissimo pub e un piccolo negozio di fumetti, se prosegui l'ultima via infondo troverai un vecchio museo di storia naturale con un'eccellente guida turistica mentre dall'altra parte trovi il parco..” sorrise con un certo imbarazzo “lo so, non sono un granché come guida ma dopo tutto vivo in questa città da soli tre anni”. Max sorrise.
“Sei molto gentile sai? ci sono pochissime persone ancora gentili in questo marcio mondo” si guardò in giro, la luce del sole gli dava fastidio e gli girava particolarmente la testa, ma ormai era abituato a quella fastidiosa luce.
“Posso chiederti come mai ti sei trasferita in questa zona?”
“Beh, il mio ragazzo viveva qui fino a poco tempo fa.. poi ci siamo lasciati, e così ho pensato che fosse un peccato lasciare una città così accogliente come questa.. ed ora vivo qui con un'amica..”
Max guardò schifato quella città, scrutava ogni centimetro, e ogni angolo gli riportava alcuni ricordi. Il primo giorno che lo trasferirono li, la prima cotta, la sua nuova scuola, il parco dove giocava e Anna Crane, il suo vero e unico amore. Era stata lei a trasformarlo ed era stata lei ad assaporare il suo sangue quando era ancora umano.
“Già.. adorabile” disse con una sorte di ribrezzo poi cambiò discorso “so che non mi conosci.. ma.. ti andrebbe di andare a prendere un caffè?” vide l'espressione della ragazza un pò incerta “non ci sto provando con te, sei stata gentile e volevo ringraziarti offrendoti una buona tazza di caffè”.
Lisa sorrise spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Non devi ringraziarmi, è stato un piacere essere stata utile” diede un'occhiata all'orologio del suo cellulare “ehm.. ne sarei onorata, davvero, purtroppo sono di turno al negozio tra meno di un'ora per cui se non ti dispiace possiamo fare la prossima volta..” sorridendo imbarazzata.
“Mi piacerebbe molto..” le prese la mano e le diede un bacio sul dorso, ma la ragazza in quel momento sussultò, gli occhi le divennero bianchi, iniziò a vedere il futuro di quel ragazzo misterioso, vide molto sangue, subito dopo uno sparo, le immagini che giravano nella sua testa si proiettarono in un’altra direzione, una ragazza stesa a terra chiedeva aiuto, poi quel ghigno malefico e quegli occhi viola che brillavano sotto la luce della luna, e in fine una figura alle sue spalle lo uccise. Pochi secondi di bleck out dove a Lisa le parvero un’eternità, la ragazza respirò affannosamente e tolse di scatto la mano, in fine iniziò ad indietreggiare spaventata.
“Allora è vero ciò che si dice in giro, tu sei davvero l’ultima veggente rimasta in circolazione” fece un ghigno.
“Chi sei veramente? E cosa vuoi?” disse spaventata la ragazza che indietreggiava sempre di più.
“Tu mi dirai quello che hai visto..” fece uno scatto e si ritrovò alle sue spalle, la prese con forza da un braccio che glielo portò dietro la schiena immobilizzandola, con violenza Max si morse il polso e glielo ficcò in bocca dove le fece bere a forza un po’ del suo sangue, lei si cercò di vincolare dalla presa, ma Max era troppo forte, la ragazza bevve solo un piccolo sorso che finì direttamente nel suo organismo.
“..Se non lo farai, la tua umanità finirà in questo momento, quindi ti consiglio di venire con me senza fare sciocchezze..” lui fissò la ragazza e lei acconsentì con le lacrime agli occhi, in fine i due si incamminarono verso la vecchia villa Tod.
Nessuno degli amici di Lisa era al corrente di quello che le stava accadendo, Adam e Amy rimasero dall’amico Noah per vedere i suoi progressi, dopo esser stato fasciato e medicato, il ragazzo riposava stremato sul divano.
Amy rimase accanto a lui per molto tempo, stringendogli la mano, era visibilmente sconvolta da tutto quello che le stava accadendo a lei e ai suoi amici. Non poteva credere che tutto questo era causato dal suo sangue.
Adam la guardava preoccupato, rimasero in silenzio per un paio d’ore, d’un tratto quel silenzio fu rotto dal campanello di casa, Adam andò ad aprire e si ritrovò d’avanti Dave, un po’ affaticato dalla corsa che aveva appena fatto.
“Che è successo?..” disse guardando Noah sul divano, anche se sapeva già quello che gli era accaduto.
“Noah è stato aggredito, e forse sappiamo da chi..” rispose Adam.
“Non credo che sia stata Sarah” disse Amy continuando a fissare Noah “lei lo avrebbe morso, o peggio, qui si tratta di un colpo d’arma da fuoco”.
“Sarah avrà sicuramente trovato qualche sicario soggiogato, mia sorella è capace di tutto, lo so perché l’ha fatto anche per farmi diventare un vampiro” concluse Adam abbassando lo sguardo e ricordando il suo triste passato, poi sospirò e guardò gli altri due “voglio trovarla, rimanete qui, io andrò a parlare con lei..”
“Ma.. se non hai una traccia, come fai a cercarla?” chiese Dave.
“Non ti preoccupare, ho fiuto per queste cose” rispose Adam ricordandogli dei suoi sensi ampliati e se ne andò. Dave rimase a guardare la ragazza che, preoccupata, rimaneva accanto al suo amico ancora assopito dalla stanchezza e dalla troppa perdita di sangue.
Il sole ormai stava calando e l’aria iniziava a raffreddarsi nella piccola città autunnale fuori Londra. Lisa si risvegliò dopo che Max l’aveva fatta svenire, la ragazza si guardò intorno e vide solo umidità e poca visibilità, notò solo un grande armadio ammaccato e diverse sedie rotte, capì di essere in un vecchio scantinato di chissà quale casa, mentre si trascinava per rialzarsi sentì che qualcosa la bloccava, si guardò la caviglia sinistra, una grossa catena arrugginita la teneva imprigionata in quel buco maledetto, si accovacciò e cercò di liberarsi anche se sapeva già che era inutile. D’un tratto sentì la porta in legno aprirsi, quella porta gracchiava talmente era vecchia, Lisa cercò di mettere a fuoco la visuale e vide quell’ombra ormai a lei familiare, quel ragazzo sorrise e scese le scale, accese la luce che lampeggiò per qualche istante prima di fare una completa luminosità rendendo tutto più chiaro. Max si avvicinò a lei e sorrise.
“Salve mia cara..” disse con soddisfazione “ti chiederai come mai sei imprigionata qui, bè è semplice, io voglio sapere che cos’hai visto nel mio futuro e se tralascerai qualsiasi cosa, anche il minimo dettaglio, la tua transizione la renderò un inferno”.
“La mia transizione?!” chiese la ragazza ancora stordita.
“Si mia cara, non ricordi?” lei lo guardò con dubbio, lui, con sarcasmo, continuò “giusto, tu non ricordi di aver bevuto un po’ del mio sangue e che dopo ti ho spezzato il collo, vero?”
Lisa sbiancò e sgranò gli occhi, la sua testa iniziò a pulsarle in maniera violenta, talmente forte da riuscire a farla trascinare a terra.
“Che.. che mi sta succedendo? Che cosa mi hai fatto?!” chiese dolorante e moribonda.
“Ti stai trasformando in un vampiro..” rispose lui.
“Che cosa?!” disse scioccata.
“Non hai voluto dirmi il mio futuro questa mattina, non hai voluto dirmi che cos’hai visto così io ho fatto ciò che ti promisi e cioè che ti avrei trasformata se non mi rispondevi.. ho provato più e più volte a estrapolare una qualche tua informazione..” poi la guardò “..ops..” disse sorridente.
“Ora.. credo.. di ricordare..” concluse balbettando. La ragazza iniziò a sentire un forte dolore alle gengive e iniziavano a bruciargli gli occhi, Max godeva nel vedere la transizione, non era la prima volta che capitava, in quell’istante si ricordò la sua transizione da umano a vampiro e di quanto fosse stato doloroso, poi si ricordò della transizione di sua sorella e di alcuni suoi amici che ormai erano tutti morti da quella spiacevole ribellione dei cacciatori.
Lisa urlava dal dolore, tutte le sue emozioni le sentiva più ampliate, i suoi sensi più acuti e il suo dolore più forte. Max osservava con piacere quella scena straziante.
“Ci siamo, ora senti un grande dolore alla testa non è vero?”.
“Ti prego..” disse la ragazza in lacrime “..ti dirò tutto ma fa finire questo dolore..”.
“Lo so, lo provato anche io, dopo la testa gli occhi iniziano a bruciare perché la luce e come se non l’avessi mai vista, è come se fosse una nuova rinascita” sorrise con soddisfazione mentre la ragazza cercava di tenere gli occhi aperti “e ora sentirai un grande dolore ai tuoi denti, la respirazione aumenterà e la tua gola si seccherà” fece una pausa mentre Lisa si gettava a terra “si.. ci siamo, ora avrai una grande sete, non è così mia cara?”.
Lisa alzò il capo guardandolo con rabbia, sudata e con tanta voglia di uccidere, ma la sete sovrastava qualsiasi altro tormento, il ragazzo, nel vedere Lisa in quelle condizioni, tirò fuori una sacca di sangue. L’aprì e Lisa sentì subito quell’odore che prima non riusciva a percepire, quell’odore così sublime che attraeva lei come una mosca verso la luce elettrica.
“Ho sete..” disse continuando a fissare la sacca.
“So che lo vuoi, ma prima dimmi, che cos’hai visto nel mio futuro? Ti do due scelte, la prima: se mi dirai tutto ti lascerò vivere e ti insegnerò come essere un buon vampiro, la seconda: se non lo farai ti conficcherò un paletto nel cuore lasciandoti marcire, a te la scelta..” concluse il ragazzo mettendosi comodo.
Lisa guardò con attrazione quella sacca e non poté più tenersi dentro quel futuro che aveva visto.
“Va bene, ti dirò tutto..” disse la ragazza.
Max si avvicinò a lei accovacciandosi a terra facendogli penzolare d’avanti ai suoi occhi la sacca di sangue e tendendosi pronto ad attaccare con il paletto nell’altra mano.
“Prego, racconta..”.
“Tu morirai la notte di luna piena..”.
“Come morirò?” chiese Max.
“Nella mia visione si poteva percepire un male ancora più superiore del tuo, ma non riuscivo a distinguere cosa fosse” rispose.
“Tutto qui?”.
“Si, non sono riuscita a vedere altro..”.
Max sorrise, sapeva che stava mentendo, si alzò e le levò il sangue dalla sua vista, ma Lisa si alzò e lo guardò dritto negli occhi.
“Aspetta, c’è altro..” disse attirando l’attenzione di Max “quella notte tu verrai ucciso da..”
“Prego, continua, da chi?” chiese sorridendo, ma la ragazza con uno scatto fulmineo gli strappò il paletto di mano “NON FARLO!” urlò Max, ma Lisa se lo conficcò al petto con violenza spingendo la punta contro il cuore, Lisa sentiva tutta la vita passarle in un soffio, in un istante si irrigidì trasformando il suo corpo in una carne andata a male, pian piano si trascinava a terra guardando negli occhi il suo assassino e con le ultime forze disse quello che voleva sentire.
“Il passato tornerà.. tornerà per ucciderti..” lasciandosi così cadere nell’oblio oscuro della morte.
Max la guardò con rabbia, prese il cellulare e chiamò il fratello Adam, era giunto il momento di farsi di nuovo vivo nella sua vita. Attese un paio di squilli prima che il ragazzo alzò la cornetta.
“Ciao fratello, credo che sia giunto il momento di ricongiungere la famiglia”.
Max non attese risposta e attaccò la telefonata, guardò per un istante il corpo della ragazza marcio e in fase di putrefazione, in fine lo prese e la montò sulla sua macchina portandolo d’avanti all’ingresso di casa di Adam e Dave, bussò un paio di volte per poi sparire nell’ombra.
Adam aprì la porta e si guardò intorno, uscì per guardare meglio e colpì, per errore, il corpo inerme di Lisa con ancora il paletto conficcato nel petto.
“Dave.. sarà meglio avvisare gli altri..”.
Dave raggiunse l’amico all’uscio della porta, poi guardò il corpo della ragazza steso a terra, sgranò gli occhi e rimase per un istante immobile.
“DAVE! Sbrigati..” gli urlò, il ragazzo, ancora scosso da quella macabra scena, prese il cellulare e chiamò l’amica Amy avvisandola del ritrovamento del corpo di Lisa.
Quella stessa notte Adam, dopo aver riposto in un lenzuolo la ragazza morta, andò a casa di Zoe, era giusto far sapere a tutti della sua perdita. Non appena si presentò sull’uscio della porta bussò, la ragazza gli aprì la porta sorridendogli.
“Adam, che sorpresa come mai da queste parti?” poi lo guardò meglio e lo vide cupo “che succede?”.
“Zoe, si tratta di Lisa..” fece una pausa e prese fiato “mio fratello Max è tornato anche se si pensava che fosse morto..”.
“Che centra Lisa in tutto questo?” chiese la ragazza incrociando le braccia.
“È morta, credo che l’abbiano uccisa..” Zoe sgranò gli occhi e indietreggio, gli occhi si riempirono di lacrime “Lisa..”.
“No, non è vero, non può essere..” Zoe scoppiò a piangere e Adam l’abbracciò forte a se “com’è successo, Adam, com’è successo? Perché lei, perché Lisa?!” Adam rimase in silenzio lasciando sfogare l’amica affranta dal dolore.
 
 

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Capitolo 20
*** capitolo venti ***


Ciao lettori.
scusate per l'assenza ma ho avuto parecchio da fare in questi giorni e ora che sto scrivendo il seguido del mio primo romanzo, bè, sono davvero indaffarato. Noto, con vero dispiacere, che non a tutti sta piacendo questo mio lavoro quindi oggi pubblicherò gli ultimi tre capitoli, anche se non vi è piaciuto voglio comunque portare a termine il mio lavoro!
Buona lettura!!
 

CAPITOLO VENTI 






 
Zoe rimase rannicchiata a fissare il vuoto, aveva pianto così tanto che non aveva più la forza di fare altro, Adam la guardava mentre cercava di prepararle un the caldo, il bollitore dell'acqua iniziò a fischiare Adam andò a spegnere l'acqua prese una tazza e versò il liquido, in pochi secondi l'acqua divenne colorata di un arancio alba e il profumo di pesche usciva dalla tazza, mise un paio di cucchiaini di zucchero e andò verso il soggiorno dove Zoe era rimasta
per molto tempo dopo aver saputo della notizia che la sua cara amica e coinquilina era stata uccisa, Adam le passò la tazza e lei la prese continuando a fissare il vuoto.
“Mi dispiace per quello che è successo” disse Adam tentando, in qualche modo, di scusarsi per una cosa che non aveva commesso.
“Non è stata colpa tua..” lei lo guardò “..è colpa di Max e Sarah” ci fu un istante di silenzio prima che la ragazza riprese a parlare “voglio che mi insegni a uccidere i vampiri”.
Adam la guardò interrogativo.
“Sono stato cacciatore sessanta anni fa e per pochissimo tempo, non ricordo tutte le difese e gli attacchi che..”
“Fallo lo stesso..” disse Zoe interrompendolo, Adam sospirò abbassando il capo e consentì la sua idea, Zoe si alzò e posò la tazza ancora piena sul tavolino di fronte ai due ragazzi “voglio ucciderli, non voglio più stare da parte in un angolo a piangermi addosso, ora voglio uccidere quei bastardi è chiaro?” la ragazza non attese risposta e se ne andò lasciando Adam nel soggiorno a riflettere sulle parole di Zoe e sulla sua rabbia che aveva ora nei confronti di Max e Sarah.
Amy aveva appena ricevuto la notizia che Lisa era stata uccisa da Max, o così credeva Adam, non era riuscita a conoscerla bene quella ragazza, ma abbastanza per sentire una forte tristezza nel suo cuore. Amy era rimasta tutta la notte a vegliare su Noah, era ormai inerme per tutto quello che stava accadendo, prima lui e adesso quella ragazza, i due vampiri non si stavano più controllando, ormai era giunto il momento che tanto stavano aspettando, quella sarebbe stata la notte di luna piena, la notte del rito di transizione da vampiro a Angelo Caduto. Ma la ragazza era pronta a tutto pur di salvare la vita ai suoi amici, era pronta anche a morire per loro, ma voleva che questa storia avesse una fine, era stanca di perdere persone a lei care, ora voleva solo lottare.
Amy stava nuovamente cambiando le bende, notò però che le erbe di Adam stavano facendo effetto e la ferita sull'addome era quasi del tutto rimarginata, sorrise nel vedere che Noah era salvo, d'un tratto sentì dei lamenti e vide il ragazzo riaprire lentamente gli occhi, lui le sorrise.
“Hey..” disse Noah riprendendosi.
“Hey..” rispose Amy, il ragazzo non fece in tempo a dire altro che Amy lo abbracciò forte a se.
“Piano, mi fa ancora male la ferita” disse lui.
“Scusa, e che.. sei vivo e sei tornato.. da me..” fra i due cadde un silenzio di sguardi dolci e carezze affettuose che vennero interrotte dopo poco tempo con l'arrivo di Dave impacciato.
“Amy, sono arrivato con la balestra che mi avevi…. NOAH!” disse entusiasta “allora ti sei ripreso, come stai amico?” chiese.
“Sto bene, la ferita non si è ancora rimarginata, ma sto molto meglio” rispose.
“Quindi le erbe di Adam hanno stanno facendo effetto..” Dave posò la balestra e guardò Amy “..gliel'hai detto?”
“No..” rispose abbassando il capo.
“Che è successo?” chiese Noah allarmandosi.
“Max, il fratello che Adam credeva morto, ha ucciso..” fece una breve pausa “..ha ucciso Lisa, l'amica di Zoe, o almeno, così crede”.
“Quindi è iniziata la guerra?”.
“E non solo, questa notte sarà la notte di luna piena, questa notte ci sarà il rito di transizione che tanto vuole Sarah” concluse triste Amy.
Noah strinse i denti e si alzò, ancora barcollante, dal divano furioso e pronto per dichiarare guerra ai suoi nemici.
“Ora sono stufo, andremo in piazza e li uccideremo questa notte!” esclamò con rabbia.
“Sarà meglio che tu resti qui a riposare, non sei ancora in grado di..”
“No!” interruppe Dave “ora sono stufo di essere la vittima, ora voglio solo liberarmi di quei vampiri, e ora che ho scoperto veramente chi è Sam sono più che pronto per farli fuori”.
Amy e Dave si guardarono interrogativi sul perché aveva nominato Sam.
“Scusa cosa c’entra Sam in questa storia?” chiese Amy.
“È stato lui a spararmi, e io che l’ho sempre trattato come un fratello” scrollò il capo deluso pensando davvero di conoscere Sam da tutta una vita.
Amy sobbalzò e sgranò gli occhi, corse verso il comodino prendendo il cellulare componendo un numero telefonico.
“Che stai facendo?” chiese Dave.
“Chiamo Adam, ora sa bene con chi prendersela”.
Nel frattempo, Adam, si stava dirigendo verso casa, voleva prendere qualche vestito per l’amico che era stato ferito. Non appena raggiunse la palazzina e salì fino al terzo piano, vide una figura famigliare all’uscio della porta, sorrise e gli andò in contro.
“Sam, pensavo fossi a lavoro” disse Adam.
“Hey Adam, ti stavo cercando, volevo appunto dirti che non è andato, ho fatto un paio di prove ed ora sono di nuovo a piedi” rispose amareggiato Sam.
“Mi dispiace, bè ora non ti scoraggiare, vedrai che troverai un nuovo lavoro come mai sei da queste parti?” chiese.
“Volevo parlarvi a te e a Dave che a quanto pare non c’è..” disse guardandosi intorno, in fine Adam aprì la porta e lo invitò ad accomodarsi “..volevo chiedervi se potevate trovarmi un posto nella vostra azienda anche come pulisci bagni, ma ho davvero bisogno di un lavoro”.
Adam notò lo sguardo di supplica del ragazzo ma non fece altro che sospirare.
“Quindi?” chiese in attesa Sam.
“Scusami Sam, vorrei tanto, ma purtroppo non stiamo cercando nessuno, come azienda è piccola, ci stanno una ventina di persone e per ora tutti i posti sono occupati” rispose con rammarico.
“Capisco” poi Sam notò il ragazzo prendere una borsa e metterci un po’ di vestiti “vai da qualche parte?” chiese.
“Non sono per me, sono per Noah..” poi notò il suo sguardo perplesso “non l’hai saputo?” chiese.
“Che è successo?” domandò anche se sapeva bene quello che gli era accaduto.
“Noah è stato vittima di una sparatoria che è avvenuta in casa sua, qualcuno è entrato abusivamente e gli hanno sparato”.
“Cavolo! È grave?” chiese con una finta preoccupazione.
“No, sembra che si stia riprendendo, il proiettile non ha colpito parti vitali”.
Sam ebbe un sussulto di rabbia, strinse i pugni, aveva fallito nel suo piano, ma non sarebbe caduto ancora, poi i pensieri di Sam vennero distratti dallo squillo del cellulare di Adam.
“È Amy, scusa devo rispondere, avrà notizie su Noah..” disse sorridendogli e rispose “hey Amy, come sta Noah?”.
“Lui sta meglio, ma abbiamo saputo chi gli ha sparato..” disse Amy con agitazione, Adam chiese chi fosse e Amy con un tono di dispiacere disse quel nome “Sam..”.
Adam sgranò gli occhi ma non fece un solo movimento per far insospettire Sam, così salutò l’amica e chiuse la chiamata, Sam incrociò le braccia e guardò l’amico.
“Allora? Si sa qualcosa?” chiese.
Però Adam rimase immobile stringendo con forza una delle magliette che stava per inserire nel borsone in stoffa nera, guardò con rabbia Sam, gli occhi si colorarono di viola e i canini si affilarono, la rabbia prevalse su Adam e con uno scatto rapido prese Sam dal collo appendendolo al muro.
“Chi sei?!” chiese ringhiandogli contro.
“Finalmente ci sei arrivato, hai capito chi sono veramente, il mio piano era uccidere Noah e poi te, così che avrei rapito e dato nelle mani di Max e Sarah il Sangue Puro” disse Sam mentre cercava di liberarsi dalla presa “ma ora sarà tutto più difficile ora che tu e la tua combriccola di idioti mi avete scoperto” mentre distraeva Adam con le parole, Sam prese un paletto dalla tasca posteriore dei pantaloni e con uno scatto lo ferì alla spalla. Adam lasciò la presa e venne colpito con un forte calcio al petto cadendo a terra. Il ragazzo urlò dal dolore mentre cercava di estrarre il paletto dalla spalla.
“Avevano ragione i tuoi fratelli, tu sei quello debole, sarà facile ucciderti”.
Sam si avvicinò e prese una piccola pistola dal taschino interno della giacca in pelle ma in quell’istante Adam si riuscì a liberare dal paletto e con una spinta si rialzò da terra, con furia si fiondò contro Sam facendolo cadere a terra e facendogli perdere la pistola piena di proiettili in legno. Con rabbia, Adam iniziò a colpirlo ripetutamente sul volto con svariati pugni, ma Sam non si arrese, riuscì a schivare un suo pugno e a colpirlo con una testata in pieno volto.
Il ragazzo cadde schiena a terra e si tenne il naso fra le mani, anche se era un vampiro e le ferite si rimarginavano, sentiva lo stesso il dolore. Sam si rialzò e lo guardò con il fiatone, il ragazzo perdeva sangue dal naso dopo quella decina di pugni che aveva subito, si strofinò via il sangue con la mano destra e rimase a guardarlo pronto ad attaccare nuovamente.
“Forza, alzati vampiro, non siete tutti invincibili voi?”.
Dalla rabbia, Adam si alzò e con uno scatto vampiresco lo mise schiena contro il muro ringhiandogli contro, ma poi si fermò e sentì quel odore così familiare, così delizioso e così maledettamente irresistibile. Tenne fermo Sam e osservò la sua mano ricoperta del sangue causato dai pugni che gli aveva inflitto, gli prese il polso stringendoglielo e osservò quel colore così rosso, così bello e acceso. Attirava la mano sempre più verso di lui, in fine le sue labbra toccarono una sola goccia di quel sangue, lui fece un respiro di sollievo quando sentì quel sapore, Sam lo osservava quasi spaventato, anche se era un cacciatore da ormai tre anni, gli spaventava sempre il fatto di morire per dei morsi di un vampiro. Adam si voltò verso di lui, gli spostò il collo della maglietta per poi osservare quella carotide così calda e ricoperta di vene, osservava proprio quel punto della carotide dove a lui era sempre piaciuto addentare, lo osservava come se fosse una cosa meravigliosa. In fine spalancò leggermente le labbra e attentò i canini contro il collo di Sam. Lo addento con violenza come se non lo aveva mai fatto, Sam iniziò ad urlare dal dolore, la violenza che ci mise nel mordere quel ragazzo era veramente brutale, Adam rimase incollato a lui come un leone attacca una preda. Si, era pronto ad ucciderlo, ma non per vendetta, ma per la sete e la brama di quel dolce sapore.
D’un tratto Sam, con una forza immane, gli sganciò un calcio dritto allo stomaco, Adam lasciò la presa e Sam, tenendosi premuto il collo per non far sgorgare altro sangue, scappò via.
Adam lo vide andarsene, e rimase un istante spiazzato, non riusciva a capire bene cosa fosse accaduto, si pulì il labbro con il dorso della mano e la vide ricoperta di sangue. Capì solo in quell’istante che erano tornati gli istinti omicidi di quaranta anni fa, era spaventato e sentì una voglia immensa di uccidere e succhiare la linfa vitale a qualsiasi altra persona.
 
Sam, fuggito dalle grinfie di Adam, si rifugiò nella vecchia villa Tod, era ancora sotto shock ma era forte e si stava riprendendo molto facilmente, irritato si fiondò in camera sua e, nel vedere Max, si spaventò.
“Mi hai spaventato, come mai sei qui?” chiese mentre si levava la maglietta ricoperta di sangue.
“Non hai concluso il lavoro che ti ho chiesto” disse Max.
“L’ho fatto, ma a quanto pare Noah è duro da morire”.
Max notò quel morso e il petto ricoperto di sangue, si avvicinò a lui e gli spostò il viso, riconobbe quel morso, riconobbe quando Adam all’epoca diventata spietato e uccideva le sue vittime.
“Allora è tornato” disse con soddisfazione “il mostro che era nascosto in Adam è tornato”
“Come fai a dirlo..” chiese Sam mentre si bendava il collo.
“Solo lui affondava come un dannato i canini sulle sue vittime in questa maniera, bè una cosa buona l’hai fatta” concluse sorridendo.
“Bene, ora mi rimetto in sesto e torno a lavoro..”
Max rise e prese un piccolo pugnale nella sua tasca destra del pantalone nero.
“Hai già fatto abbastanza mio caro..” disse avvicinandosi a Sam, gli posò una mano sulla spalla “..ora ci penserò io..” e in fine lo colpì in pieno petto, precisamente dritto al cuore, Sam sgranò gli occhi, per un istante gli mancò il fiato anche per urlare. Max tolse il coltello dal petto e lo conficcò nuovamente nello stomaco.
“Ora ci penserò io..” disse nuovamente vedendo il ragazzo giacere lentamente ai suoi piedi.
Max sorrise nel vedere il ragazzo disteso a terra ricoperto di sangue, gli era sempre affascinato vedere la morte lenta che si prendeva le anime dei suoi cadaveri.
“Puoi venire mia cara sorella” disse.
“È tutto pronto, manca solo che dico a Dave quello che deve fare e avremo il Sangue Puro” rispose Sarah.
“Perfetto..”
“E di lui che ne facciamo..” chiese la ragazza.
Max lo guardò e osservava lo scorrere del sangue lento sul pavimento, lo sguardo si spostò su Sarah e sorrise mentre i canini si affilavano e gli occhi diventavano viola.
“È pronta la cena mia cara..”.

Il sole era calato, ormai era giunta quella fatidica notte dove Amy doveva essere sacrificata per uno scopo orribile e oscuro, i tre ragazzi si stavano preparando per una battaglia che dovevano vincere, o almeno così speravano. Sapevano con chi avevano a che fare,vampiri, erano più forti loro, ma avrebbero fatto di tutto per proteggere la ragazza dalle grinfie del crudele Max.
Ma uno di loro stava pianificando altro, osservava Noah e Amy coricarsi di paletti e frecce di legno, e sorrideva nel vedere quanto impegno ci stavano mettendo i due per proteggersi a vicenda.
“Dove sarà finito Adam? Doveva essere qui già da un’ora!” disse Amy infilando un ultimo paletto nella borsa a tracolla.
“Bella domanda” disse Noah guardando l’orologio “sarà meglio che vado a casa sua, non vorrei gli fosse successo qualcosa, soprattutto per la scoperta che abbiamo fatto.. Dave stai qui con Amy, sarò di ritorno il prima possibile!”
Dave gli fece cenno di consenso e Noah se uscì dalla porta, Dave osservò la ragazza visibilmente tesa.
“Va tutto bene?” chiese sorridendole.
“No..” rispose sospirando e si sedette mentre si tirò indietro la chioma di capelli mossi, ogni singolo capello ballonzolava in giro per la sua schiena “..sono parecchio tesa, ho paura di quello che possa capitare, non solo a me, ma a tutti voi” concluse guardando Dave con viso triste.
“Non temere, vedrai che si risolverà tutto, non appena Max sarà qui tu e i tuoi problemi svaniranno”.
Amy fece un’espressione interrogativa, non capendo subito la sua frase, lei si mise subito sulla difesa spostandosi a poco a poco verso la fine del divano.
“Che.. che cosa intendi?” chiese intimorita.
“Max ti verrà a prendere questa notte, e io mi assicurerò che tu sia nelle sue mani”.
Amy fece uno scatto correndo verso la porta, ma Dave fu più veloce di lei strattonandola da un braccio e tirandole uno schiaffo abbastanza forte da farla cadere a terra. Amy lo guardò e indietreggiava trascinandosi con i gomiti a terra.
“Tu.. tu sei dalla parte di Max e Sarah non è così?”.
“Esattamente, e ora se permetti devo fare una piccola telefonata, se farai una sola mossa quello schiaffo diventerà un pugno la prossima volta” Dave prese il cellulare e compose il numero sullo schermo, dopo un paio di squilli risposero alla chiamata “ho Amy con me, puoi venirla a prendere..”.
Amy, però, non si diede per vinta, prese un bastone di legno da ardere nel camino, si alzò con molta prudenza per non farsi sentire da Dave, si avvicinò il più possibile e glielo tirò con forza sulla nuca facendolo cadere a terra.
La ragazza sobbalzò e riprese fiato, rimase un istante a guardare il ragazzo che giaceva svenuto ai suoi piedi, fece un respiro profondo e scappò dalla porta principale.
Noah, nel frattempo, aveva raggiunto l’appartamento dell’amico che non rispondeva neppure alle sue telefonate. Arrivò di fronte alla porta e bussò un paio di volte, d’un tratto si accorse che l’uscio d’entrata era aperto, l’aprì e infilò la testa per controllare se tutto andava bene e se poteva entrare.
“Adam..?!” disse a tonalità normale guardandosi nuovamente intorno, poi notò che ad una delle pareti bianche all’ingresso c’erano degli schizzi di sangue come sul pavimento. Noah, preoccupato, alzò la voce “Adam, dove sei?!!” ancora nessuna risposta.
Il ragazzo percorse la sala spostandosi verso la cucina, ma ancora nessuna traccia dell’amico, poi sentì un rumore provenire dal bagno.
“Adam.. sono Noah.. che è successo? Qui è pieno di..” e prima ancora che finisse la frase, Noah venne spintonanto contro la parete, era bloccato dalla morsa di Adam che lo stringeva forte dall’avambraccio, guardando bene quel ragazzo che aveva conosciuto pochi mesi prima, non era il solito.
Aveva una canottiera bianca sporca e piena di graffi, i jeans blu notte strappati e il suo sguardo era cattivo, i canini affilati, le labbra ancora ricoperte di sangue e gli occhi di un viola acceso che non aveva mai visto, i muscoli delle braccia di Adam erano tesi e i pugni chiusi mentre gli ringhiava contro.
“Adam… sono… sono Noah!” disse quasi soffocando.
“Che cosa ci fai qui?” chiese rabbioso Adam.
“Che.. che cosa ti è successo?” Noah lo guardava con intimidazione, non aveva mai visto il suo amico comportarsi così nei suoi confronti.
“Non dovresti essere qui!” rispose Adam, poi lasciò pian piano la presa e si spostò da lui, rimase di spalle e si mise in un angolo con le mani sulla tempia “ora vattene ti prego”.
“Adam..” Noah sospirò nel vederlo così “..voglio solo sapere che ti è successo”.
“Ho bevuto del sangue umano..”.
Noah lo guardò quasi spaventato ma non lo giudicò, anzi, cercò di avvicinarsi il più possibile a lui, dietro alla schiena teneva stretto a se un paletto nel caso l’amico l’avrebbe aggredito.
“Hey amico, abbiamo un compito da concludere, Amy è in pericolo e ormai è giunta la fatidica notte del sacrificio” disse Noah.
“Lo so.. ma io…” si voltò e guardò l’amico in lacrime “..ho bevuto del sangue umano, e ora non riesco più a farne a meno..” poi d’un tratto iniziò a fissare la carotide di Noah “..e questo sapore che ho ancora in bocca è quello di Sam, che ci ha traditi..”.
Adam iniziò a respirare affannosamente mentre continuava a fissare la carotide dell’amico, il ragazzo, più attratto che mai dalla carotide di Noah, iniziò ad avvicinarsi con calma, un passo dopo l’altro.
“Potrei soggiogarti e darti un piccolo morso, giusto per assaporare per l’ultima volta il sangue..”
“Adam, non sei in te, non sai quello che dici..” rispose Noah che pian piano indietreggiava e si teneva pronto ad attaccarlo.
“Solo un morso.. voglio.. solo.. un.. morso..” ringhiando, spalancò la bocca e i canini si affilarono, ma Noah ebbe la prontezza di conficcargli un paletto dritto nell’addome, Adam rimase intontito dal dolore fissando l’amico che lo aveva colpito, era rimasto immobile perché il dolore era tale da fargli perdere completamente i sensi e svenne ai piedi di Noah.
 
 

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Capitolo 21
*** capitolo ventuno ***


CAPITOLO VENTUNO




 
Adam si stava svegliando, vedeva tutto sfocato come se si fosse ubriacato con qualche superalcolico, deglutiva per sentire se c’era ancora qualche sapore di qualche roba alcolica, poi gli tornò in mente tutto, era stato pugnalato e man mano che si risvegliava sentiva la testa pensate e il corpo ancora mezzo addormentato, mentre cercava di riprendere i sensi notò il paletto, ancora conficcato nel suo addome, che gli faceva sentire delle fitte dolorose, strinse i denti e gli occhi per cercare di riprendersi. Sollevò lo sguardo e vide Noah poggiato sul braccio del divano con le braccia conserte, non appena notò che Adam si stava risvegliando si avvicinò cautamente a lui.
“Va tutto bene amico?” chiese preoccupato.
“Mi hai conficcato un paletto e mi ai legato ad una sedia, sto decisamente bene..” rispose ironicamente ma molto irritato. Noah sorrise e si scusò avvicinandosi a lui.
“Mi dispiace per averlo fatto, ma mi sono difeso come ci hai insegnato tu”.
Adam sorrise e capì di aver fatto un errore, anche Noah si rilassò vedendo il suo sguardo afflitto, poi gli fece quella domanda che gli frullava in testa.
“Tu sai fine abbia fatto Sam?”.
“È per colpa sua se ora non riesco a controllare il mio istinto..” disse Adam atterrito, non riusciva nemmeno a rivolgere lo sguardo al suo amico “Sam appena aveva scoperto che io sapevo tutto su di lui mi ha attaccato, io l’ho spinto per difendermi e lui si era ferito ad un braccio, l’odore del suo sangue era irresistibile e così..” sospirò, non concluse la frase e rimase li a fissare il vuoto, cadde un istante di silenzio fra i due prima che il cellulare di Noah iniziò a squillare, lo prese e notò che la chiamata arrivava da Amy.
“Hei Amy va tutto bene?” chiese.
“No..” disse Amy ansimante mentre correva dritta per le scale per raggiungere un posto sicuro “..Dave… Dave e dalla parte di Sarah, ci ha traditi, vuole portarmi da..” la chiamata terminò bruscamente e dall’altro capo del cellulare non si senti più nulla.
“Amy.. AMY!!” urlò Noah, d’un tratto sentì dei fruscii risalire dal cellulare di Amy, una piccola risata e una voce molto familiare di una ragazza rispose.
“Siete davvero patetici, tutti preoccupati per questa ragazza, che avrà di tanto speciale..”.
Noah sgranò gli occhi capendo che si trattava di Sarah, Adam, con il suo super udito, seguiva con attenzione tutta la conversazione.
“Ah, già, ora ricordo perché vi preoccupate tanto per lei, perché è la fonte per arrivare al nostro scopo finale” rise “non temete, mi prenderò io cura di lei da adesso in poi…” la chiamata si interruppe e Noah era pronto più che mai ad andare all’attacco, si avviò verso l’uscio della porta quando Adam lo fermò.
“Non ce la farai mai da solo, devo venire con te.. liberami..”.
Noah non si voltò nemmeno per rispondergli.
“Mi dispiace amico mio, ma questa volta voglio essere utile” disse.
“Noah, sono vampiri, non puoi ucciderli da solo” rispose Adam mentre continuava a cercare di liberarsi.
“Non ti preoccupare, cercherò di salvare entrambi” concluse mentre si avviò lasciando Adam alle prese con le corde. Più e più volte gridò il suo nome dell’amico invano poi che non ottenne risposta.
 
Amy si risvegliò con una fitta al capo, sentiva che aveva ricevuto una botta e il dolore era ancora nitido, si guardò intorno e notò di essere nel piccolo parco accanto alla piazza di Barnet, si guardò intorno e non vide nessuno, d’un tratto, dietro di lei sentì un sussurro gelido.
“Ben venuta mia cara..”disse la voce, la ragazza sussultò e con le mani indietreggiò.
“Chi sei, che cosa vuoi da me..?” chiese spaventata.
“Che maleducato, non ci siamo ancora presentati, io sono Max, forse mi conosci come il fratello di Adam, giusto?” chiese e lei accennò un si col capo, lui sorrise e si sfregò le mani “perfetto, allora consocerai bene anche mia sorella Sarah, e tu saprai benissimo a cosa mi servi giusto?”
“Sono l’ultimo sangue puro e ti servo per compiere un rito malvagio..” rispose con voce tremante.
“Vedo che sei molto preparata, dunque, la tua amichetta veggente non è stata di grande aiuto, ma mi ha detto che questa notte riuscirò a compiere ciò che inseguo da più di cinquantanni, e cioè, impadronirmi della città diventando noi gli unici sovrani, e magari non solo di questa inutile città, forse meglio di tutto il paese, o perché no, del mondo!” concluse entusiasta, poi Max percepì una presenza umana, sorrise e lo accolse, il suo odore era inconfondibile.
“Buona sera Noah, la tua amica sarà il nostro banchetto, vuoi unirti a noi?” chiese ridendo.
Noah, uscendo allo scoperto tenendo saldamente la balestra puntata verso di loro, si avvicinò con cautela.
“Tu devi essere il fratello di Adam giusto, sei Max..?” disse.
“La fama mi precede.. e tu devi essere Noah Pierce.. il tuo caro e vecchio nonnino cacciatore è stato molto utile per tradire la sua cara congrega..” rispose Max facendo un piccolo inchino col capo e tenendosi il petto con la mano destra.
“Che cosa?” sgranò gli occhi.
“Nessuno te l’ha ancora detto? Si sente fino a un miglio che il tuo è sangue di cacciatore. Tuo nonno è stato un nostro grandissimo alleato, prima che lo trovarono e lo uccisero. Povero vecchio, peccato non averlo conosciuto meglio” sorrise lasciando Noah più confuso di quello che era già, poi Max si guardò intorno “..stavamo giusto aspettando mio fratello, ma, vedo che manca all’appello”.
Noah capì tutto, era sempre stato bravo con le arti marziali sin da quando era piccolo, era un nuovo talento, ma dopo che aveva fatto del male ad uno dei suoi compagni di corso mollò tutto. Aveva capito fin da subito che c’era qualcosa in lui di diverso. Preso dalla rabbia inforco più stretta la balestra e la puntò diritto al cuore di Max
“Ha avuto un leggero contrattempo” disse rabbioso.
“Il contrattempo di bere sangue umano vorrai dire..” sottolineò Sarah.
Amy, sentendo quelle parole non poteva credere che si trattava dello stesso Adam, il ragazzo che aveva conosciuto in ufficio quella mattina di cinque mesi prima. Non era possibile che il suo amico e collega che, diceva di non aver più toccato sangue umano, potesse fare una cosa simile.
“Impossibile..” disse ad alta voce Amy.
“Come prego..?” chiese sogghignando Max.
“E’ impossibile che Adam possa fare una cosa simile, lui non tocca sangue umano ormai da..”
“Cinquantanni, giusto..” interruppe e concluse la frase Max “ma chiediamo al nostro amico cacciatore cosa ne pensa”.
“Diglielo Noah..” disse Amy con uno sguardo speranzoso “diglielo che si sbagliano”. Noah rimase in silenzio con lo sguardo fisso sui due malvagi fratelli, in cuor suo sapeva che se avesse detto una bugia i vampiri l’avrebbero subito smentita, e sapeva anche che Amy sarebbe rimasta delusa da Adam.
“Adam… ha bevuto sangue umano la scorsa notte.. era il sangue di Sam” spiegava Noah, ed Amy sgranava gli occhi sbigottita da quello che gli stava raccontando “l’aveva attaccato e Adam per difendersi l’ha aggredito, e ora sta avendo una reazione simile ad un tossico che si sta disintossicando” concluse abbassando lo sguardo.
Mentre Noah stava in guardia con la balestra mirata sul petto di Max, sentì una presenza alle sue spalle.
“Getta l’arma..” disse la voce familiare dietro di lui. Noah si voltò con cautela per vedere chi fosse. Vide il volto e lo riconobbe, era Dave pronto a sparare un colpo di fucile alle spalle del ragazzo.
“Ripeto.. getta l’arma o ti ammazzo” ripeté Dave. Così Noah, senza dire altro, mise a terra la balestra con cautela, tenendo una mano alzata in segno di resa.
“Credo che il soggiogamento dei due fratelli ti abbia fuso il cervello amico mio” disse Noah ironizzando la situazione tragica.
“Io invece credo che tu debba zittire, ora inginocchiati e alza le mani..” rispose Dave, nuovamente Noah, non esitò a obbedire si inginocchiò e rimase con le mani dietro la testa, in fine gli diede un colpo con secco con il calciolo del fucile facendolo cadere pancia a terra.
“Cosa devo fare?” chiese Dave hai due vampiri mentre puntava il fucile sul capo di Noah.
“Uccidilo, non serve a nulla..” ordinò Max sempre con un lieve ghigno di goduria sul viso. Dave, prese bene la mira e puntò su Noah, mise il dito sul grilletto, ma non ebbe il tempo di sparare perché la sua arma venne scaraventata al lato destro. Allarmato, si guardò intorno, era come se ci fosse stata una enorme folata di vento che aveva spintonato via il fucile.
Riprese in mano la situazione estraendo dalla tasca inferiore dei pantaloni una pistola puntandola alle sue spalle, pronto per far fuoco.
In fine, ricevette un colpo dritto in pieno stomaco, facendolo volare verso il muro di mattoni di una casa li accanto. Colpendo così violentemente da fargli perdere conoscenza per qualche istante.
“Sei giunto fratello mio..” disse Max ghignando di fronte a quella scena.
“Ben tornato Max, credevo fossi morto, o almeno, così dicevano svariate voci” disse Adam ancora malconcio e sporco di sangue sulla canotta bianca.
“Texas 1988, è stato un brutto anno, hanno cercato di uccidermi più volte, ma come puoi vedere.. sono ancora tutto intero” rispose Max vantandosi di se.
“Peccato che la razza dei cacciatori si sia estinta dopo la mia transizione, altrimenti, sai che fine avresti già fatto”.
“Oh no mio caro, l’ultimo di una stirpe è ancora qui tra noi” scoppiando in una risata fragorosa “perché non hai mai detto al tuo caro amico Noah Pierce che viene da una delle famiglie traditrici del nostro secolo?” chiese.
Noah, mentre cercava di rialzarsi ancora un po’ stordito, guardò Adam attendendo una sorte di risposta, ma Adam era ancora più interdetto, lo guardò e sgranò gli occhi.
“Tuo nonno era..”.
“Alex Pierce, quello che ha tradito nostro padre e che si è ucciso subito dopo la sua resa..” rise ancora più forte Max.
“Ti giuro che non sapevo nulla” disse dispiaciuto Noah.
“Bè, ora che tutti i misteri sono venuti a galla, fratello mio, pensavo invece che tu fossi ancora a disintossicarti da qualche parte, ma mi sbagliavo” stuzzicò Max.
“Non sono più debole come credi. Ora.. che ne dici, ti va di lottare con tuo fratello?”.
“Mio caro fratello, non lotto contro il sangue del mio sangue, ma lo farà volentieri un mio fedele alleato”.
Adam si voltò lentamente, Dave era in piedi, grondava di sudore misto a sangue riportato da una ferita vicino alla tempia. Aveva recuperato il fucile e lentamente si era messo alle spalle del suo vecchio amico.
“Sei un grandissimo figlio di puttana..” urlò Adam riferendosi a Max.
“Hei, hei.. modera il linguaggio, ci sono delle signore qui con noi” rispose Max con il solito tono sarcastico “bene fratello, voglio vedere di cosa sei capace. Vediamo.. chi salverai per primo.. la sangue puro? Il tuo più caro amico e coinquilino? Oppure salverai il cacciatore e traditore della nostra famiglia? A te la scelta..” concluse.
Ci fu un silenzio tale che, se qualcuno avesse fatto cadere uno spillo, si sarebbe sentito il suo tonfo. Adam si guardava intorno, pensava ad un piano, ma l’unica cosa che gli veniva in mente in quel momento era il perché di tutta quella vicenda e di come Dave non capisse che era sotto l’effetto del soggiogamento da parte di Sarah. Così decise.
Fece uno scatto rapido che nemmeno Max riuscì a notarlo. Andò alle spalle di Dave e lo colpì alla schiena con un gancio sinistro facendo cadere il ragazzo quasi inerme. Pensò che il peggio fosse appena passato, ma non fu così.
Adam stava per aiutare Noah quando sentì un colpo in pieno costato, si inginocchiò dal dolore. Sfilò con cautela quel minuscolo paletto in legno che sembrava un proiettile appuntito, in fine vide Dave avvicinarsi con passo svelto andando verso Adam.
Lo colpì con una ginocchiata in pieno volto. Lo fece cadere a terra e iniziò ad infierire su di lui con svarianti colpi sul fianco.
Amy, nel vedere tutto quel massacro nei confronti di Adam, si alzò e rabbiosa andò contro Max tirandogli un vigoroso pugno.
“Lascialo andare!” urlò Amy. Max sorrise e si accarezzò la mascella, quel pugno non era affatto da principiante, anzi, gli faceva quasi male. La guardò e con rabbia le prese il polso stringendolo così forte da far inchinare dal dolore la ragazza.
“Tu starai qui ferma e zitta fin quando non lo deciderò io..” disse con rabbia Max. Amy non ribatté, non appena Max lasciò la presa, lei si accarezzò il polso dolorante, le aveva lasciato un livido parecchio visibile.
Adam, nel frattempo, era sotto la furia dei calci e della rabbia di Dave, ma non si diede per vinto, così gli bloccò uno dei calci e lo fece scivolare in terra facendogli picchiare la testa. Poi si mise sopra di lui bloccandogli tutti gli arti. Lo guardò cercando di soggiogarlo e di fargli ricordare il suo vero passato.
“Dave guardami! Tu non sei questa persona, io non sono cattivo, guardami, sono Adam..” Dave cercava di liberarsi, poi si perse nel suo sguardo come se fosse in fase drogato. E cercò di ricordare. Ricordare un passato che per lui non era mai esistito grazie al soggiogamento continuo di Sarah. Poi iniziò a vedere un ricordo specifico.
Pochi anni prima, Dave e Adam si erano appena trasferiti insieme e, nel frattempo che i due si preparavano ad una serata a tema “film horror”, Adam decise di dirgli tutta la verità su di lui. Gli disse che era un vampiro e che era morto più di cinquantanni fa grazie ai suoi fratelli, continuava a ripetergli che loro erano stati meschini con lui e che non aveva mai voluto diventare un mostro.
Ma mentre Adam cercava di fargli ricordare chi fosse davvero, Dave si riprese e si liberò dalla sua morsa.
“Lasciami!!” gridò buttandolo a terra con uno spintone “tu stai solo cercando di confondermi, so chi sei in realtà, so che cosa mi ai fatto davvero, hai soggiogato ogni mio ricordo, ogni mia esperienza solo perché tu ti sentivi solo, bè Sarah mi ha aperto gli occhi, e ora, grazie a lei, so chi sei in realtà, e so cosa devo fare” concluse mentre puntò di nuovo l’arma da fuoco carica di proiettili in legno contro di lui. Adam, con viso scoraggiato, decise che era meglio metterlo fuori gioco per un po’.
“Mi dispiace..” disse, si alzò, fece uno scatto e finì nuovamente dietro le spalle di Dave, gli diede un colpo sulla nuca così forte che il ragazzo svenne e cadde a terra.
Ci fu un istante di pausa prima di sentire un leggero applauso venire dalla parte di Max, Adam non gli diede retta e si incamminò andando verso Noah, per aiutarlo.
“Sei stato bravissimo fratello..” disse Max, poi guardò la luna che ormai mancavano pochi minuti e si sarebbe messa al punto più alto nel cielo.
Adam sollevò il ragazzo, ancora un po’ intontito, e lo posizionò vicino ad un albero poggiandolo delicatamente, infine rivolse lo sguardo verso Max, era rabbioso, gli occhi si colorarono di viola e i canini si affilarono. Iniziò a ringhiare ferocemente contro di lui.
“Perché hai scelto questo posto?!” chiese Adam rabbioso, avvicinandosi sempre di più.
“Perché è molto bello e mi piace stare all’aria aperta, ma aspetta, mi viene in mente che in questo posto c’ero già stato..” disse Max facendo avanti e indietro fingendo di riflettere “aspetta, ora che ricordo, qui noi tre ci siamo già stati, vero? Era quella famosa notte, quella notte dove ho ucciso la tua amichetta, Maggie giusto?”.
Adam si avvicinava sempre più rabbioso e stringeva i pugni dalla rabbia che tanto provava.
“Ricordo perfettamente il suo sapore.. deliziosa.. ma la parte migliore arriva adesso, tu eri innamorato di lei anche se lei non ha mai ricambiato, vero?” chiese ma non ebbe risposta perché Adam si arrestò ricordandosi di Maggie e di quanto aveva sofferto per lei dopo la sua morte.
“E ora, mio caro fratello vivrai la stessa cosa, con la tua amica” la sollevò per un polso e affondò con ferocia i suoi canini nella carotide di Amy iniziando a nutrirsi di lei.
 
 

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Capitolo 22
*** capitolo ventidue ***


CAPITOLO VENTIDUE





 
Amy iniziò ad urlare e a dimenarsi cercando di liberarsi dalla stretta di Max, ma non riusciva perché lui era troppo forte. Il sangue entrava dentro la gola del vampiro e iniziava a sgorgare come un fiume in piena sulla maglietta della povera ragazza.
“NO!” urlò Adam e si diresse correndo verso Max, ma venne spintonato via da Sarah che lo fece sbattere con violenza contro il muro. Dopo quel colpo, Sarah era compiaciuta di come stavano andando i piani, così decise una volta per tutte di distruggere il fratello Adam, si avvicinò a lui e lo sollevò tenendolo stretto per la gola. Non appena Sarah era pronta per staccargli la testa, un paletto affilato gli si conficcò nella spalla della ragazza. Lei urlò dal dolore e lo sfilò senza difficoltà, poi guardò chi fosse stato e c’era lui, in piedi, ancora barcollante con la balestra puntata verso di lei.
“Ti sono mancato stronza?” disse Noah sorridendo.
“Non sai quanto..” rispose ringhiando. Lasciò scivolare dalla sua presa Adam mezzo tramortito, si avvicinò, con passo convinto e deciso, verso Noah. Il ragazzo, un po’ incapace nel ricaricare la balestra, venne colpito con un paio di pugni sul volto e un calcio dritto nello stomaco facendolo cadere a terra dolorante. Con ancora più cattiveria, la ragazza fece pressa sul petto del ragazzo con il suo stivale con tacco in pelle nera e pressava sempre di più fin quando Noah non sentiva più il fiato.
“Non hai ancora capito con chi avete a che fare?” chiese Sarah a Noah disteso a terra mentre si contorceva dal dolore “ora mi devi scusare, devo fare un lavoro..” concluse lasciandolo respirare nuovamente.
Sarah si avvicinò a Max, lui finì di nutrirsi e assaporò con molto gusto quell’essenza nuova che non aveva mai provato prima. Il sapore del Sangue Puro era davvero nuovo e surreale, come fruttato e allo stesso tempo acido, aveva due contrasti di sapori differenti che si mischiavano in un colore rosso e acceso. Amy si sentiva stanca e respirava a fatica, giaceva stanca e barcollante fra le braccia di Max. Lui le accarezzò i capelli color corvino e le sorrise.
“Ora lasciati andare mia cara, presto la morte ti verrà incontro” sollevò lo sguardo e guardò la luna piena e alta nel cielo “guarda questa bellissima notte perché sarà l’ultima che vedrai mia adorata”.
D’un tratto Sarah arrivò dal fratello che ancora guardava quella luna così bella e luminosa che quasi illuminava tutto il cielo.
“Come ti senti?” gli chiese.
“Benissimo, è una sensazione fantastica, sento tutti i miei muscoli aumentare di volume. Sento che sto diventando più potente” rispose Max. Posò la ragazza a terra, lei respirava affannosa e affaticata.
“Quindi ora posso favorire?” domandò al fratello.
“Ma certo..” disse, Sarah si chinò al corpo di Amy, sollevò leggermente il capo e avvicinò le labbra al collo già morso “..sentirai il potere entrare dentro di te, sentirai un’energia nuova, ma dovrai aspettare qualche ora prima che la transizione si compia” Max si avvicinò alla mano della sorella dove teneva ancora in mano il paletto che l’aveva trafitta Noah. Lo prese e pian piano lo puntò contro la schiena della sorella, era pronto per colpirla e ucciderla.
“Caro fratello..” si fermò prima che le labbra assaporassero il sangue di Amy “..mi credevi così stupida?”.
Max rimase interdetto di fronte a quella domanda.
“Che intendi?” chiese.
Con uno scatto Sarah gli bloccò il polso dietro la schiena, così forte che gli spezzò il braccio. Il paletto cadde ai suoi piedi. Sarah lo prese e con violenza lo trafisse da parte a parte, dritto al cuore.
Max urlò di dolore, si alzò barcollante guardando con occhi di terrore la sorella che l’aveva colpito, e ora si sentiva più debole, stava morendo.
“Sam è stato di grande aiuto nella nostra squadra” disse Sarah sorridendo “lui mi mise in guardia sul tuo piano, sul fatto che volevi uccidermi”.
Max indietreggiava sempre di più sino a quando s’inginocchiò a terra. Il paletto lo stava uccidendo seccandolo come se fosse un fiore vecchio di qualche mese, le sue mani si iniziarono ad ingrigire. “Io ho controllato tutte le tue mosse e i tuoi punti deboli, ho studiato a fondo il tuo essere, e sapevo come finirti” guardandolo morire con piacere.
Il collo di Max iniziò ad ingrigirsi fin ad arrivare al suo volto, si stese schiena a terra, il suo respiro era affannoso e morente, gli occhi divennero completamente neri, ed in fine morì.
Tutti i presenti rimasero interdetti nel gesto che aveva appena compiuto Sarah, cadde un istante di silenzio dove solo il vento parlava. In fine Adam chiese.
“Ma.. perché l’hai fatto?”
“Stava progettando di uccidermi da tempo, non ha mai voluto fare una sorte di alleanza con me. Una volta diventato Angelo Caduto lui mi avrebbe uccisa” rispose. Amy, spaventata, si trascinò indietreggiando dai piedi di Sarah.
“Tu.. non vuoi uccidermi..?” domandò Amy.
“Oh.. ma certo che lo farò, ma non oggi, non qui, è stato ingiusto nei confronti di Adam scegliere questo posto dove Max sapeva benissimo che qui c’è stato un altro delitto.. E poi ora ho trovato un nuovo metodo per diventare Angelo Caduto, molto più rapido e senza attendere una prossima luna piena” sorrise.
“L’amuleto..” disse Adam pensando ad alta voce “ma.. come hai fatto a scoprirlo?”.
“Quale.. amuleto?” chiese Amy.
“Tutto a suo tempo mia cara, non temere, ci rincontreremo” concluse Sarah sparendo nella notte oscura.
Ormai la luna non era più alta e la notte si stava per concludere dando spazio ad un nuovo giorno. I sopravvissuti cercavano di risistemarsi, Noah si avvicinò barcollante e dolorante ad Adam e Amy
“State tutti bene?” chiese.
“Credo di si..” disse Amy mentre si comprimeva la ferita dei canini di Max.
“Di che cosa stava parlando Sarah? Quale amuleto?” domandò Noah.
“Nulla ragazzi.. è meglio non sapere nulla..” rispose Adam.
“Aspettate” disse Amy guardandosi intorno “..dov’è Dave??” tutti si guardavano intorno per vedere se qualcuno avesse spostato il corpo, o peggio, se ne fosse andato di sua spontanea volontà. Poi un dettaglio cadde all’occhio di Noah, il fucile carico di proiettili in legno non c’era più.
“Credo che Dave abbia deciso da che parte stare” disse sospirando.
 
Passò una settimana dopo tutta la vicenda trascorsa in quella notte tiepida e terribile al parco di Barnet. Amy, scossa e un po’ turbata, era pronta per andarsene nuovamente e, forse, sarebbe stato per sempre.
Nel soggiorno di casa sua c’erano un paio di scatoloni riempiti e sigillati da scotch marrone, una terza scatola invece la stava chiudendo in quel momento.
Le valige erano già pronte all’interno del bagagliaio della sua macchina, finito di caricare quegli ultimi scatoloni e sarebbe fuggita da quella, apparente, innocua cittadina dove, fino a qualche mese prima, non sapeva della vera esistenza dei vampiri.
D’un tratto, mentre Amy posava l’ultimo scatolone in terra e mentre stava prendendo le ultime cose sentì bussare dall’uscio dell’entrata, lei si voltò e sorrise nel vedere Adam poggiato allo stipite della porta che le sorrideva e la osservava mentre si coricava di robe.
“Resti fermo li a guardarmi o mi dai una mano?” disse ironicamente la ragazza.
“Allora.. te ne vuoi andare davvero?” chiese Adam, il ragazzo non ebbe subito la sua risposta, tra i due ci fu un istante di silenzio, poi Amy si sedette su uno degli scatoloni ricolmi di roba.
“Forse è meglio per tutti” disse.
“Perché vuoi scappare? Lo sai che io e Noah saremo qui a proteggerti” rispose Adam.
“Ed è per questo che me ne voglio andare, voi non potete sempre proteggermi e rischiare la vita per me e per il mio stupidissimo sangue.. Da quando ci siamo conosciuti ci sono stati casini che non sappiamo neanche noi se si risolveranno mai.. e poi.. Noah ha già rischiato la vita per me..” sospirò triste la ragazza.
“C’è sempre una soluzione, noi troveremo per primi l’amuleto e..” Adam venne interrotto.
“E cosa..? Mi spiace, ma devi scordarti il ‘noi’ perché io non farò più parte a questa follia, voglio solo andarmene”.
Scese una piccola lacrima sul viso pallido di Amy, in fine si alzò e prese la sua borsa e uno degli scatoloni ma venne fermata da Adam.
“E non pensi a Noah?” chiese.
“È meglio che non mi veda andar via.. sono sempre stata forte, in tutto, ma questa cosa è più grande di me.. mi dispiace.. ma è meglio così..” rispose Amy, in fine Adam le diede una mano portando con se due scatole. L’aiutò a caricare il tutto in macchina e in fine i due ragazzi si guardarono tristi.
Non si dissero nulla, Amy montò in macchina e se ne andò da quella città che, anche se per poco tempo, si era già affezionata, guardò lo specchietto retrovisore e, notando Adam che la guardava allontanarsi con le mani in tasca, si mise a piangere triste e malinconica.
Adam, nel frattempo, sentì la presenza nascosta di Noah e lo fece uscire allo scoperto. Noah, triste, guardò la macchina allontanarsi e girare l’angolo dove li sarebbe svanita come il rumore della sua macchina.
“Non ha voluto nemmeno salutarmi” disse triste Noah.
“Mi dispiace..” rispose Adam.
“Come hanno fatto a capire chi fossi io in realtà?” chiese Noah
“Non lo so, ma ora sappiamo che contieni sangue di cacciatore nelle vene, ti aiuterò ad allenarti e a difenderti..” disse Adam guardando sempre la strada deserta.
“E ora.. come facciamo a risolvere tutto questo? Come troviamo una soluzione?” chiese guardando l’amico, ma Adam non rispose, si limitò a guardare l’intera città.
In quell’istante anche un’altra persona stava facendo i bagagli per andarsene da quella città maledetta, sapeva che non poteva farcela. Zoe era troppo fragile per capire tutta la situazione che stava avvenendo in quei giorni.
Era stata appena informata del fatto che anche Amy aveva rischiato la vita, ora non ne poteva davvero più. Prese poche cose, le mise in un paio di valige e si vestì rapidamente. In fine guardò quella casa che aveva condiviso con un’amica a lei molto cara, Lisa, una delle sue amiche più care che aveva avuto negli ultimi due anni in quella città nuova e a lei sconosciuta, era stata la prima a prendersi cura di lei. C’erano troppi ricordi, troppe cose che legavano Zoe a quella casa. Non appena era pronta per andarsene, prese le sue valige, la sua borsa e spalancò la porta d’ingresso dove li trovò una figura a lei molto familiare.
“Ed..” disse la ragazza sorpresa e felice.
“Ciao sorellina, volevo farti una sorpresa” rispose Ed, poi guardò alle spalle di Zoe dove vide tutte le valige fatte e pronte “..stavi andando da qualche parte? Sono arrivato al momento sbagliato?” chiese.
“No.. cioè pensavo di tornare a casa, abbiamo avuto la stessa idea, volevo venirti a trovare”.
“Bè, sono venuto io da te, non mi abbracci?” disse ironico Ed.
I due si diedero un lungo e caldo abbraccio, era felice di vedere una persona che era più di un semplice amico, lo invitò ad entrare e, forse, grazie all’arrivo di Ed, si sarebbe sentita più sicura e protetta.
 
Nel frattempo, dopo tutta la vicenda appena accaduta, Dave e Sarah si erano allontanati fuggendo dal vecchio rifugio e arrivarono fino ai campi più lontani e remoti, trovando riparo in una baracca lontana dai pressi di Barnet così che non potevano essere trovati. Sarah guardava fuori dalla finestra, vedeva solo un’intera boscaglia, piante e alberi selvatici ovunque e nient’altro. Dopo poco tempo la raggiunse anche Dave con alcuni sacchi con cibo e alcune bottiglie ripiene di sangue.
“Scusa se ho fatto tardi, ho preso un po’ di roba da mangiare.. allora? Hai qualche piano in mente?” chiese Dave.
“Grazie per aver rubato dal cassetto di Adam questa pagina di diario..” disse Sarah tirando fuori il piccolo foglietto piegato “..hai fatto un ottimo lavoro”.
“Ti ringrazio..” rispose Dave facendo un piccolo inchino.
“Ora ti allenerai insieme a me, la stirpe dei cacciatori non è ancora finita e mio fratello ha un compare che deriva da una vera famiglia di cacciatori” disse Sarah, si voltò verso Dave con le braccia conserte e con un sorriso diabolico “..troveremo quel quarzo bianco, uccideremo tutti coloro che cercheranno di metterci i bastoni tra le ruote, in fine mischierò il quarzo bianco col sangue di Amy, quegli idioti pensavano che il quarzo bianco fosse un oggetto per distruggere l’Angelo Caduto Odra, ma si sbagliavano.. farò la transizione dell’Angelo Caduto, non appena avverrà tutti avranno paura quando passerò per le strade e tutti si inchineranno a me”.
“Geniale!”.
 

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