Forse...

di misai_team_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine. ***
Capitolo 2: *** Scambi di sesso ***
Capitolo 3: *** La promessa ***
Capitolo 4: *** Tra vergini e dichiarazioni ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine. ***


Forse…

 
-L’inizio della fine. (Prologo)
 
-Nagisa. E’ arrivato il momento.-
Il ragazzo biondo, seduto a terra, guardava con la sua solita espressione bambinesca e curiosa suo padre che si ergeva in piedi davanti a lui con le mani sui fianchi e l’aria decisa.
Bastò il semplice ‘Ding Dong!’ del campanello a scomporlo, facendolo sudare e diventare rosso. Si asciugò prontamente con un fazzoletto le varie goccioline che gli bagnavano la faccia. Prese un respiro profondo e, tremante, aprì la porta. Luce divina entrò dalla porta illuminando le sagome di due donne.
La più grande aveva lunghi capelli neri e gli occhi di un brillante azzurro cielo, l’espressione gioviale. La seconda era indubbiamente sua figlia; la forma del viso era leggermente più tondeggiante, i capelli mossi erano striati di sfumature blu e gli occhi di zaffiro osservavano la stanza con un’interesse che aumentava ad ogni passo.
La donna si affiancò al padre di Nagisa mentre la ragazza si fermò a guardarsi attorno. La donna baciò la guancia dell’uomo. Poi, ignorando le mille lusinghe di esso, si rivolse verso il ragazzo sorridendo cordiale –Io sono Umi!- così dicendo gli porse la mano e lui la strinse.
Poi, notando le sue occhiate insistenti verso la ragazza, sorrise nuovamente –Lei è mia figlia Ace. Tuo padre ti avrà già sicuramente parlato di noi.- A quelle parole l uomo arrossì di botto. –Veramente… Stavo per dirglielo quando siete arrivate.- Lei gli lanciò un’occhiata insistente e lui si rivolse a un Nagisa che dire che fosse confuso era poco.
–Io e Umi ci sposeremo tra poco, e Ace – la indicò –Sarà la tua nuova sorella.-
A quelle parole sul viso del biondo iniziò a farsi spazio un sorriso sempre crescente man mano che la figura della moretta entrava nel suo campo visivo. Lentamente si alzò e le si avvicinò ma quella sua strana calma durò poco poiché appena fu abbastanza vicino, senza alcun preavviso, le si buttò addosso aggrappandosi a lei come un cucciolo di koala fa con la mamma. E fu proprio in quel momento che Ace, cercando aria nell’abbraccio spacca costole di Nagisa, comprese quale enorme cambiamento sarebbe stato apportato alla sua vita.
 


Angolino delle pervershe c:
in questi capitoli speriamo di farvi capitombolare dal letto per le risate (Tasso di demenzialità elevato.).
Ci scusiamo per eventuali orrori (che potrete farci notare attraverso una minuscola ed insignificante,  ma per noi importantissima….RECENSIONEEE! :D).
RAGAZZI SIAMO EMOZIONATISSIMEEE!!!
A preshto ̴ ! >A<

Hikari Mari & Jojo_13

 

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Capitolo 2
*** Scambi di sesso ***


Scambi di sesso

Ace era sicura di star per esplodere, Nagisa in preda all’euforia l’aveva trascinata su e giù per le scale, dentro ogni stanza della fottuta casa. Con la sua voce petulante aveva urlato al padre che l’avrebbe portata a fare un giro della città, per poi uscire senza stare nemmeno a sentire la risposta.
-Ti farò vedere ogni angolo, vicolo, tombino di Iwatobi! Ma prima andiamo da Haruka! Ti devo assolutamente presentare Haru-Chan! Io adoro Haru-Chan!-
In tutto questo la giovane, che si chiedeva chi diavolo fosse Haru-Chan e cosa avesse di tanto speciale, era rimasta saldamente attaccata al braccio del biondo che la trascinava tra le mille viuzze della città. Si fermarono alla stazione e così Ace poté ripigliare fiato. Ma Nagisa non smetteva di parlare.
-Poi dovrai conoscere Mako-Chan ed anche Rin-Chan! Ovviamente anche Gou-Chan, e poi beh, Rei-Chan!- e a quel punto il sorriso scomparse dal viso del ragazzo. La guardò paurosamente serio.
-Rei è mio.-
Lei deglutì. Lo conosceva da poco, ma quel repentino sbalzo d’umore, anche ai suoi occhi, sembrava strano. Alzò le mani verso il cielo in segno di sottomissione.
-T-Tutto tuo!!- Il più piccolo le lanciò un ultimo sguardo d’intesa per poi tornare a saltellare euforico e sorridente. Appena il treno si fu fermato Nagisa ci si catapultò insieme alla giovane. Il breve viaggio sulle rotaie fu snervante, esattamente come la prima parte del tragitto  con il ragazzo che, a raffica, le raccontava di un certo Goro Sensei a cui doveva tanto e che descriveva come un affascinante e bel uomo, alto, muscoloso e biondo. O almeno, questo era quello che aveva capito lei, perché il suo cervello si stava sciogliendo tra la miriade di informazioni ricevute in meno di tre quarti d’ora. Si lasciò però confortare dall’idea che presto avrebbe avuto delle nuove amiche; le fantomatiche Makoto ed Haruka che l’altro era tanto impaziente di farle conoscere -infatti la stava portando proprio da loro.
“certo che Nagisa tra tante amiche femmine proprio di uno dei due maschi si doveva innamorare?” Lo guardò di sottecchi pensierosa. Sorrise.
“Sarà una figata poter commentare i muscoli dei ragazzi in spiaggia con il mio nuovo fratellino!”
Guardò fuori dal finestrino, immersa nei suoi pensieri quando un uragano dai capelli biondi in forma umana, la riportò alla realtà catapultandola fuori.
La fresca brezza pomeridiana le portò alle narici l’odore di salsedine. Mentre camminavano a passo svelto per una stradina in salita Ace si lasciò cullare dal lieve rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia, dal lontano stridere dei gabbiani, dal rumore del mare insomma.
Finiti i gradini, si fermarono di fronte ad una grande casa di due piani. La moretta però non riuscì a coglierne tutta la bellezza; il biondo stava suonando a raffica il campanello.
-Haru-Chan!!-
Il rumore di dei passi che si faceva sempre più vicino.
“Chissà com’è questa Haru-Chan?”
Fu il suo ultimo pensiero prima che la porta si aprisse, facendole perdere un battito. Aveva di fronte il più bel ragazzo che avesse mai visto. Capelli scuri più della notte, incorniciavano un perfetto volto dai tratti affilati, la bocca era fine e rosea ed i suoi fantastici occhi azzurri e limpidi fissavano lei e il suo fratellastro con aria scocciata ma allo stesso tempo curiosa.
-Ha-Haru-Chan?- Riuscì solo a balbettare completamente rossa.
Lui assottigliò gli occhi e corrugò la fronte.
-Non mettere in ‘Chan’ dopo il mio nome.-
-Haru!!- Gli si buttò addosso il biondo per poi dondolare addosso a lui. -C’è anche Mako-Chan dentro?-
-Sì, è in sala.-
-Yay!- corse dentro tutto felice.
In tutto questo Ace era rimasta a fissare il corvino con la bocca semi aperta ed un leggero tic all’occhio sinistro.
“U-Un figo? Ma Haruka… Non dovrebbe essere femmina?...”
-Resti fuori?- Ci pensò Haru a risvegliarla dai suoi pensieri.
-Ahm… No, no entro!- Così dicendo si tolse le scarpe e fece il suo primo ingresso in casa Nanase. Cercò di calmarsi.
“Tranquilla Ace.. C’è ancora Makoto, sarà sicuramente una aggraziata e dolcissima fanciulla!”
Ma questa sua speranza iniziò a svanire quando, entrando in quello che Haruka le aveva indicato come il salotto, non vide nessuna aggraziata fanciulla, ma solo Nagisa appiccicato ad un ragazzo, al quale del suo precedente pensiero restava solo l’espressione ‘dolce’.
-Allora tu sei Ace-Chan!- sorrise -Piacere, io sono Tachibana Makoto-
Ennesimo tic all’occhio. Anche Makoto non era femmina!? Stava andando in crisi, niente aveva più senso!
Sentì che stava per svenire, anzi, era sicura di esserlo già.
“Tranquilla.. Questo è solo un sogno, tra poco ti sveglierai al calduccio nel tuo bel lettino!”
Haru le passò vicino e si sedette affianco al castano. Nagisa le sorrise, le prese la mano e senza tanti complimenti la tirò a terra.
Alla fine il suo fratellino riuscì a convincere Makoto a chiamare anche tutti gli altri per presentarglieli. E fu così che a fine giornata Ace aveva capito due cose:
1)Tutti gli amici di Nagisa con un nome da femmina (lui compreso) sono in realtà maschi.
2)Tutti gli amici di Nagisa con un nome da maschio sono in realtà femmine.
Anzi.. a pensarci bene, le cose che aveva capito erano tre.
3)Il suo cervello era davvero in tilt sul treno, il biondo non poteva davvero avergli detto che Goro Sensei era un bellissimo ed affascinante uomo!
Ma ripensandoci, guardando Rei, aveva capito che in fatto di uomini il suo fratellino non aveva gran gusto.
“Dirò addio alla mia sanità mentale..”


Angolo indegno

Bellaaaaa!!! Allora, ci siamo divertite un sacco a scrivere della nostra eroina che sclera male, povera. Ora, proprio in proposito degli scleri di Ace vi spieghiamo dei punti che potrebbero non essere chiari!

-“certo che Nagisa tra tante amiche femmine proprio di uno dei due maschi si doveva innamorare?”:  qui Ace ha capito che il nome Rei è usato al maschile poiché nella sua minaccia, Nagisa parla di lui al maschile, mentre invece il secondo ragazzo sarebbe ‘Gou’.

-“Anche Makoto non era femmina!?”: Ace è mezza inglese (da parte del padre) e per questo motivo, non avendo vissuto molto in Giappone non conosce tutte le varianti dei nomi (Makoto è sia maschile che femminile) e avendo avuto da piccola un’amica di nome Makoto pensava fosse solo un nome femminile.

-“ Sentì che stava per svenire, anzi, era sicura di esserlo già.”: Può sembrare esagerato, ma in una sera ha davvero fatto una gran confusione in testa, anche perché parla giapponese, ma non lo padroneggia alla perfezione.
 
 

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Capitolo 3
*** La promessa ***


La promessa

-Dai ti preeego!- Una lagna continua..
-Ti ho detto no!- …e l’ennesima affermazione negativa.
Erano passate ormai due settimane dal suo arrivo a Iwatobi e ancora il suo nuovo fratellino insisteva su quella storia.
No.
Non si sarebbe iscritta al club di nuoto.
-Uffaaaa, ma perché?!-   -perché no!- lo liquidò per l’ultima volta prima di sbattergli in faccia la porta della sua stanza. Si mise le cuffie nelle orecchie, ma forse non fu l’idea migliore perché la canzone che partì non era delle più allegre, e chiudendo gli occhi le tornava in mente quel giorno. Quel maledetto giorno…
***
Era sotto l’ombrellone nell’estate dei suoi undici anni, aspettava il ritorno del papà e dello zio preparando panini con la mamma.
Un urlo.
Gli occhi di zaffiro si spalancarono impauriti. Vide sua mamma voltarsi confusa e subito dopo correre verso una scialuppa di salvataggio che era appena arrivata sulla spiaggia. Un altro urlo. Questa volta era la voce della madre. La bambina corse da lei sempre più spaventata. La donna si girò e la bloccò.
Una, due, tre lacrime le bagnarono il viso.
-M-mamma..?-
Un abbraccio.
-mi spiace amore-
Un singhiozzo spezzò la voce di sua madre.
Suo padre era morto.
***
A quel punto riaprì gli occhi ormai comi di lacrime.
“Non tornerò a nuotare. Te l’ho promesso papà.”
Si girò su un fianco rannicchiandosi su se stessa. I singhiozzi strozzati della ragazza riempirono la stanza finché distrutta non si addormentò.
La mattina dopo, come sempre, Makoto ed Haruka si dirigevano a scuola insieme.
–Cosa pensi del fatto che Ace-chan si rifiuti categoricamente di entrare nel club di nuoto?- esordì il ragazzo dal dolce sorriso.
–Non bisogna opporsi all’acqua.- rispose apatico il corvino. Quell’affermazione fece sospirare l’altro.  –Tranquillo Haru, scopriremo cos’ha- ridacchiò. Come sempre era riuscito a scorgere anche il più profondo dei suoi pensieri e questo portò sul viso di Haruka un adorabile broncio. Makoto sorrise e insieme entrarono in classe.
Ace era già seduta al suo posto, la testa posata sul banco. Makoto le poggiò una mano sulla spalla. –Buongiorno Ace-chan- Lei alzò pigramente  la testa guardando i due ragazzi che la sovrastavano. Sbadigliò. –Buona notte- riposò la testa sul banco. Haru si sedette vicino a lei e pensoso la guardò.
-Come può non piacerti l’acqua?..- Ace, tirandosi leggermente su lo guardò annoiata e confusa. –Non ho mai detto che non mi piace l’acqua-
-Però non nuoti-
-Quello è un altro discorso.- arrossì quando Haru la guardò negli occhi. I suoi occhi profondi la fissavano intensamente, si avvicinò al suo viso e…
-Ma che problemi hai..?-
Ace, profondamente delusa, sospirò e tornò a ‘dormire’ brontolando con broncio bambinesco. –Quello con più problemi qui sei tu- Lui la fissò apatico per qualche secondo, aprì bocca per dire qualcosa ma, in quel momento, entrò la prof di matematica.
-Buongiorno ragazzi!- il discorso dei due moretti si perse nei calcoli.
***
-Ti preeego!- Ace scompigliò affettuosamente i capelli del grilletto biondo che le saltellava intorno. –Non verrò all’allenamento di nuoto- Nagisa si fece venire i lacrimoni. –Almeno vieni a vederci nuotare… :’(- lei sospirò sorridendo –Ma tu non ti arrendi mai eh!- e fu così che andarono all’allenamento.
Ace aspettò con Gou che i ragazzi si cambiassero. La rossa ghignò –La prima volta per me è stato difficile non morire dissanguata- sospirò sognante. Ace scosse la testa esasperata.
Poi entrarono i ragazzi.
Rigorosamente in costume.
Makoto fletté i muscoli delle braccia.
Gou svenne.
Haru, con un movimento sinuoso del collo, si tolse i capelli dagli occhi.
Ace per poco non cadde dalla sedia, poi entrò Rei con un Nagisa urlante sulle spalle e l’incanto si spezzò. Haru non perse tempo e con un elegante tuffo entrò in piscina. A poco a poco anche gli altri entrarono in acqua. Ace guardò  incantata lo stile tranquillo e sinuoso di Haruka, il suo scivolare nell’acqua, le bracciate calme. Le arrivò una gomitata nelle costole e si girò verso Gou. La rossa le sorrise come una che la sa lunga. –Ti pppiaccce- la moretta incrociò le braccia. –Tu sei tutta matta-
***
Acqua… nuoto… Ace soffriva. Era fermamente convinta della sua promessa ma non avrebbe resistito. Voleva almeno toccarla. Si sedette a gambe incrociate sul bordo della corsia più distante dagli altri e toccò con la punta dell’indice la superfice trasparente dell’acqua. Sul liquidi si formarono leggere increspature. Immerse la mano e la mosse. Un’ombra slanciata la raggiunse da sott’acqua. Ace ritrasse immediatamente la mano mentre il viso del moro appariva da sotto le ondine. –Perché non nuoti?- Lei sbuffò. –un sacchettino di cazzi tuoi?- Haru la guardò scettico. –E’ che hai il costume sotto i vestiti.- Ace era sorpresa. –C-come..?- Il moretto arrossì appena voltando leggermente lo sguardo. –Sei a gambe incrociate.. Hai la gonna...-
Peperone. La faccia della ragazza era un peperone. Si alzò in piedi di scatto e propri quando stava per picchiare a sangue Haru sommergendolo di insulti, delle mani premettero contro le sue spalle. Non fece in tempo a girarsi che Rei e Nagisa l’avevano spedita dritta in piscina. –Ma che cazz..??!- Ace uscì con la testa dall’acqua sputtacchiando. Guardò assassina i ragazzi che ridevano, pure Haru sorrideva . Serrò la mascella e con un “fanculo” ringhiato tra i denti si tolse i vestiti e rimase in costume. Un bel costume intero da piscina. Aveva promesso, sì, ma quel contatto con l’acqua l’aveva come svegliata dal tepore nel quale era rimasta dalla morte di suo padre. I suoi genitori le avevano sempre detto che la volevano felice, che non doveva pensare ad altro che a quello. E nuotare la rendeva felice. Allora, perché rinunciarvi?
Raggiunse i suoi amici in acqua e con loro nuotò fino al crepuscolo. Una volta uscita dall’acqua, mentre gli altri si dirigevano alle docce, lei si soffermò a guardare le sfumature di colori che il sole, giocando a nascondino dietro l’orizzonte, creava nel cielo.
-Sono stata un’idiota per tutto questo tempo..-
-sì, hai ragione.- disse un indifferente Haru, ultimo uscito dalla piscina, passandole dietro per dirigersi alle docce.
Ace lo guardò allontanarsi basita.

Angolo stupido
Buonsalve gentili lettori!
Okay basta cretinate. Scusate se abbiamo aggiornato dopo due ere storiche, ma sapete, le vacanze sono le vacanze (Si odono grida: –E per Gennaio e Febbraio!?????-)… Ahm… Si.. Mh.. *pausa d’effetto* Le nostre vacanze durano molto… ^^” …?!
Basta scuse! Lo sappiamo, siamo due emerite coglione… COMUNQUE! Ieri siamo andate al giapponese e abbiamo fatto un gran porcaio, c’era chi spaccava i pavimenti col cellulare, c’era chi pugnalava il riso tenendo le bacchette come pugnali e chi vomitava ramen.
Scusate ragazzi di Free… Non vi stiamo rendendo onore.

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Eh vabbeh!! CAPITA! Xd
Un bacione!!
Hikari Mari & Jojo_13 XP

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Capitolo 4
*** Tra vergini e dichiarazioni ***


 
 
 

TRA VERGINI E DICHIARAZIONI

 
 
 
Quarta ora.
“Tieni duro Ace” Ancora un'ora prima della pausa pranzo.
La mano strinse forte la penna.
“Tieni duro...”
Una gomitata.
-Allora? Dai, a me puoi dirlo.-
“Tieni duro...”
-Dai...!-
STOCK!
Penna rotta. “Fantastico”.
-Dai...!-
-GOU! NON TI DIRO' QUALE RAGAZZO E' ILMIO PREFERITO!-
Silenzio di tomba. Ace si sentiva osservata.
Si girò. Tutta la classe aveva sentito il suo melodico urlo. Qualcuno tossì.
Il colore rosso si impossessò delle gote di Ace che si rimise a sedere.
-M-mi scusi...-
La prof sospirò.
-La prossima volta ti sbatto fuori.-
La moretta annuì mesta.
Gou la guardò stranita.
-Come sei nervosetta oggi.-
Ace grugnì.
-Chissà perché...-
La rossa si strinse nelle spalle.
-Allora? Me lo dici o no?-
Silenzio.
Sconfitta. Ace era stata brutalmente sconfitta. Appoggiò la testa sul banco. -Io te lo dico.... Ma tu devi stare zitta. Ok?-
Gou promise.
-E' in questa classe?- -Si-
-Makoto?- Sguardo indagatore della rossa -No-
-Haru?- Ace annuì mesta. Gou esplose.
-HAHA! LO SAPEVO! HARU COLPISCE ANCORA!- - MA DEVI STARE ZITTA!-
Ancora silenzio. La prof camminò lentamente verso Ace.
-Ace, posso capire che il nostro caro Haruka ti stimoli ma non dovresti disturbare Gou, che è un'ospite, e con questi tuoi urletti improvvisi stai impedendo la lezione.-
Ace osservò il moretto seduto dall'altra parte dell'aula. Muoveva le labbra. Si odono bestemmie in sottofondo.
-Manderei a farti compagnia anche Nanase ma adesso lo devo interrogare. Arrivederci.-
Le bestemmie aumentarono di volume.
Ace uscì.
“Quella brutta PASTERNAK! Dopo gliela faccio pagare, oh si che gliela faccio pagare!”
Si mise a camminare  per i corridoi aspettando che la rabbia sbollisse. Poi l'imbarazzo bussò alla sua porta. Ace, da vera cretina, aprì. Si sedette per terra in preda al panico. Seppellì la testa fra le ginocchia.
-Mamma mia che figura...Non vivrò più....Haru, Mako...Hanno sentito tutti....Che rabbia!-
Lacrimoni.
Si guardò le scarpe e lei era lì. La sua dignità era per terra e con un'elegante tuffo degno delle Olimpiadi si buttò nel cestino. Dal nero bidone le fece un sonoro “Marameo!”
Ace si alzò di scatto.
-Pure la mia dignità si prende gioco di me!-
Due fiammelle rosse si impossessarono del blu delle sue iridi.
-Ucciderò Gou-
Si incamminò a passi pesanti verso la classe. Una furia percorreva i corridoi. I passi rimbombavano in maniera inquietante. Chi la incontrava si scansava impaurito. Arrivò davanti alla porta dell'aula.
DRIIIN!
Al suono della campanella si ricordò che in quella classe, oltre alla rossa, ci stava anche il moretto dagli occhi di ghiaccio.
La porta si aprì dall'interno ed  Ace non fece in tempo a nascondersi. Makoto, col suo solito sguardo “geniale”, l'aveva vista. Il rossore si impossessò delle sue gote mentre la rabbia sbolliva alla velocità della luce. Solo imbarazzo.
-Ciao Ace-ch..-
Il tempo di sbattere le palpebre e la mora era scomparsa. Haruka si affiancò pigramente al ragazzo dagli occhi smeraldini.
-Che cosa succede?-
Makoto era interdetto.
-Ace è scappata.-
Il moro si strinse nelle spalle e  si incamminò per il corridoio. Makoto gli corse dietro sorridendo -Aspetta, ti aiuto a cercarla!-
Ace correva. Salì le scale urtando Nagisa ma se ne fregò beatamente. Aveva problemi più seri.
Corse fino a quando non sbucò sul tetto. Ansimò collassando a terra mentre alcuni ragazzi la circondavano incuriositi.
Si rialzò imprecando.
-Voi non mi avete vista!- Si nascose rannicchiandosi in un angolo buio mentre i ragazzi tornavano alle loro faccende alquanto perplessi. Era nel panico. Insomma, chi non lo sarebbe stato in una situazione simile?
Aveva fatto una figuraccia con il ragazzo per cui aveva una cotta e per di più davanti all'intera classe!
Non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
Per lei, che non era Makoto Tachibana, i pensieri di Haru erano un mistero, e non voleva stargli vicino intanto che lui , magari, pensava che fosse una stupida bimbominkia con gli ormoni in subbuglio.
Si prese la testa fra le mani -Che paciugo...-
 ***
-Haru-chan! Mako-chan!-
-Non mettere il chan dopo il mio nome, Nagisa.-
I tre si erano incontrati in corridoio e subito il più piccolo aveva iniziato a parlare di tutto ciò che gli passava per la testa, ma ad un tratto li aveva guardati curioso e aveva domandato:
-Ma sapete se è successo qualcosa a Ace-chan?-
I compagni di classe della mora si scambiarono un'occhiata.
Fu, ovviamente, Makoto a prendere la parola. -Beh...Gou-chan l'ha tartassata su qualcosa e lei ha sbroccato.-
 -Ahhh, ha fatto una figuraccia quindi!-
Alla faccia dell'essere diretti. Al diavolo i giri di parole che Makoto si era tanto impegnato a tirar fuori.
-Esattamente.- Fu la risposta secca di un Haruka  leggermente irritato.
A quel punto Nagisa aveva voluto sapere tutto, ma il giovane degli occhi smeraldini si era rifiutato; sapeva che Haru non aveva capito il succo centrale del discorso e non doveva capirlo. Sarebbe stata Ace a spiegarglielo quando avesse voluto.
Intanto lei se ne stava rannicchiata e si faceva mille pippe mentali su come Haruka avrebbe potuto deriderla del suo amore non corrisposto.
Non conosceva bene Haru.
Era evidente.
Trasalì quando sentì un peso sul capo e la voce del Nanase vicino al suo orecchio.
-Sei fortunata, ho preso 9, ma mi devi un favore.-
Un brivido le percorse la spina dorsale mentre i suoi occhi incontravano quelli ghiacciati del corvino. Haru era vicinissimo e inginocchiato davanti a lei. Le sue gote si imporporarono a causa della vicinanza. Con uno scatto si alzò in piedi e cacciò un urlo disumano.
Nagisa scoppiò a ridere.
Haruka si alzò e la guardò indifferente. -Hai finito, razza di esibizionista?- Ace serrò gli occhi e arrossì ancora di più. Attese ma non successe nulla.
Nagisa rideva.
La mora riaprì gli occhi lentamente. Qualcosa penzolava dalla mano di Haru ancora davanti a lei
-volevo solo darti questo.- Ace spalancò gli occhi.
Il sacchetto del pranzo!
“cazzo è vero!”
Allungò le mani.
-G-grazie...-
Haru si sedette poco lontano da li.
Nagisa rideva.
Ace si riaccasciò a terra e Makoto si accovacciò al suo fianco.
-Non preoccuparti Ace-chan- Lei aprì la sporta del pranzo scocciata.
-Già Ace, non preoccuparti, ti sei solo dichiarata davanti a tutta la classe-
Makoto le scompigliò affettuosamente i capelli. -Haru non ha capito.- Lei sgranò gli occhi 
-Ma come...?- Il ragazzo dagli occhi smeraldini le sorrise e le fece l'occhiolino, poi si incamminò verso Haruka.
Nagisa rideva.
 Ace sospirò e cominciò a mangiare. Alzò la testa quando vide una chioma rossa entrare nella sua visuale.
-Allora Ace-chan, con Haru...?- Lei sospirò esasperata -Assolutamente nulla.-
Gou grugnì delusa.
Nagisa rideva.
Ace si chiedeva come fosse possibile fare tante figuracce nello stesso giorno e con la stessa persona, per di più!
...Sua madre le aveva sempre detto di essere una persona speciale.
Aveva lo stomaco chiuso ma mangiava perché non sapeva che altro fare in una situazione simile.
La risata di Nagisa stava iniziando ad infastidirla.
Gou aveva un piano; essere il Cupido tra Haruka e Ace. Aveva però la VAGA  impressione di non esserci riuscita ESATTAMENTE bene. Guardò il sempai apatico e poi l'amica. Non dovevano stare assolutamente così lontani!
Era tutta colpa del corvino. La rossa lo sapeva e lo guardò in cagnesco dissentendo con capo e schioccando più volte la lingua. Haru rimase perplesso.
Fu in quel momento che Rei, con il fiatone, fece il suo ingresso sul tetto. Guardò sconcertato i suoi amici. -Non sono più vergine!-
Nagisa cessò di ridere.

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Salve salvino!! Ecco a voi il nuovo capitol-...! No. N-no, aspettate... lo sappiamo già: facciamo schifìo.
Ci dispiace davvero tanto per il SuperMega assurdo ritardo di... Un anno? T^T
Vergognoso...
Speriamo che coloro che ci seguivano non abbiano abbandonato la speranza e tornino a controllare l'aggiornamento di questa storia che oscilla tra il demenziale e.... il demenziale. (Vi promettiamo anche un pò  di serietà)
Enjoy!!
Mari & Jojo

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