In New-York

di Mew_vale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** tre ***
Capitolo 4: *** quattro ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** uno ***


In New York

CAPITOLO 1
 
 
 
"...Eva guardava Robert completamente assorta! Il modo in cui parlava del suo lavoro e delle sue opere... la sue parole traboccavano di passione, quando ne parlava gli brillavano gli occhi... Eva lo guardava sorridente mentre sorseggiava del vino, pensando che fosse un ragazzo così profondo, brillante, non le sembrava vero che avesse scelto lei..."
 
 
Dopo aver salvato il lavoro e spento il pc, Kelly si stiracchiò appoggiandosi al poggia schiena della sedia. Tirò un profondo respiro e sorseggiò l' ultimo goccio di the dalla tazza, nella penombra della sua stanza da letto. Solo a lampada da scrivania donava un po’ di luce in quel momento, mentre fissava quella foto che ancora stava sul suo comodino. Kelly si alzò, distese la fotografia, spense a luce ed uscì dalla stanza. Dopo aver posato la tazza vuota nel lavabo in cucina, si diresse in soggiorno: indossò il pesante cappotto rosso e mise al collo la sciarpa grigia del padre dalla quale non si separava mai.
<< Nonna, sto uscendo per fare la spesa! >>
La ragazza afferrò la borsa nera, posò la mano sulla maniglia della porta ma la risposta della nonna la costrinse a fermarsi.
< Kelly raggiunse il centro commerciale e parcheggiò; quel giorno il centro commerciale era davvero gremito. Era prevista una violenta tempesta di neve nei prossimi giorni e tutti si erano fiondati al supermarket per fare rifornimenti. Al supermercato Kelly si guardò attorno: si potevano riconoscere i padri di famiglia dagli scapoli, c' erano coppie di simpatici vecchietti e mamme con i loro pestiferi figli. Kelly si diresse verso le corsie dei carrelli, e tirò un sospiro per calmare i nervi quando vide che erano esauriti, avrebbe dovuto arrangiarsi con i minuscoli carrelli di plastica e girare carica come un mulo... Si girò per raggiungere l' entrata del supermarket quando venne investita da un carrello stracolmo di surgelati, patatine e birra.
<< Ahia! >> - esclamò Kelly con dolore, massaggiandosi il fianco sinistro.
<< Cavolo... mi scusi signorina! Ero distratto... >>
<< Si potrebbe anche stare più attenti! >>
Dopo pochi secondi Kelly alzò lo sguardo in direzione del misterioso individuo e rimase di sasso. Quegli occhi color dell'oceano, i suoi biondi capelli ricci, la barba appena accennata che provocava in lei un pungente piacere... impossibile dimenticarsene. Seth la fissava esattamente come lei fissava lui.
<< Ciao Kelly, che bello vederti... >>
<< Ciao. >> - il tono di Kelly non era altrettanto allegro - << scusa ma vado di fretta... >>
<< Se vuoi, ti lascio il mio carrello, vedo che sono finiti. >>
<< No grazie, non voglio proprio nulla da te. >>
Seth la guardò oltrepassare la porta del supermarket, impreparato alla risposta della ragazza. Caricò la spesa nella sua BMW serie uno e lasciò il parcheggio. Tutti i pensieri che accompagnavano Kelly durante la sua spesa erano rivolti a Seth. Come mai si trovava a New York? Dov'era Amanda? Come mai vedermi era un piacere? Benché fosse poco concentrata sulla spesa, aveva già riempito il carrello rosso che trasportava con una mano, poiché l'altra era occupata da altra spesa. Raggiunto il reparto colazioni, pensò "e adesso?". Fissava i biscotti, un ripiano più in alto rispetto alla sua testa pensando a come fare. Lasciò il carrello con una mano e l allungò verso o scaffale, e i prodotti più in alto sul carrello si riversarono sul pavimento del supermercato.
<< Non è possibile! >>
<< Sembra proprio che abbia bisogno di una mano signorina, posso? >>
Un bell’uomo sulla trentina, si era già inginocchiato per aiutarla a raccogliere i prodotti caduti. Aveva i capelli castani chiari, occhi verdi e un sorriso da film... e la fede all'anulare sinistro.
<< La ringrazio infinitamente, non era necessario... >>
<< A me è parso il contrario. Mi chiamo Jason, molto piacere... >>
<< Kelly, piacere mio e la ringrazio. >>
<< Si figuri. Senta, come vede il mio carrello, è mezzo vuoto, se lei desidera, potrei darle una mano?>>
<< Mi aiuterebbe tantissimo... >>
<< E' un piacere...>>
Presi i biscotti, Kelly e Jason di diressero alla cassa, dove separarono la spesa. Kelly passò davanti e finito il conto salutò Jason agitando la mano. Jason rispose con un caldo sorriso, e la giovane abbandonò il supermercato.
Un vero peccato che quel bell’uomo fosse sposato, pensò Kelly. La sua solita fortuna.

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Capitolo 2
*** 2 ***


In New York

CAPITOLO 2


 
Erano le diciotto inoltrate quando Kelly rincasò. Il cielo era ricoperto di un grigio spaventoso, il vento era pungente e la temperatura intorno allo zero, tutto era pronto per accogliere la tempesta di neve. Kelly entrò, posò in cucina le buste della spesa e notò un biglietto appeso al frigo: era di sua nonna, la quale informava la nipote che era passato a prenderla il figlio di una sua cara amica per la settimanale partita a poker. Sola in casa la giovane iniziò a mettere la spesa in frigo e nelle dispense. Tirò fuori il salmone dal freezer, e preparò la stanza da bagno per una calda doccia rilassante. Kelly si abbandonò sotto al getto dell' acqua che provocava una piacevole sensazione simile ad un massaggio sulla sua testa, nella speranza che Seth uscisse dalla sua mente. Rincontrarlo era stato un autentico shock.


Seth Callaway, era un giovane avvocato, si può dire "figlio d' arte". Figlio di genitori separati, per molti anni aveva abitato nell' Upper East Side con la madre, Julie Scott, titolare di un' importate casa editrice di Manhattan. Dopo la laurea di era trasferito a Washington per entrare a far parte dello studio legale "Callaway T&S." gestito dal padre Thomas, di cui lui divenne poi socio. In quelli anni aveva conosciuto Kelly, a quel tempo la giovane si era appena laureata in lettere e nella speranza di pubblicare il suo primo libro lavorava come maitre in un importante ristorante nei pressi dello studio legale.


Era una calda mattina di Luglio del 2009 quando una decina di uomini in giacca e cravatta entrarono nella hall del ristorante. Uno di loro si avvicinò alla cassa, dove una giovane Kelly aveva appena riappeso il ricevitore e annotava una prenotazione.
<< Benvenuti signori, in cosa posso esservi utile?>>
<< Buongiorno, abbiamo una prenotazione per dieci persone a nome Callaway. >>
<< Certo signore, controllo e vi faccio strada. >>
Kelly abbassò lo sguardo sul registro, corrugando la fronte.
<< Signore credo ci sia stato un problema, vi devo chiedere di aspettare qualche minuto mentre contatto il Direttore, nel frattempo saremmo lieti di offrivi un aperitivo. >>
Gli ospiti si sedettero nelle poltroncine in pelle del bar e Kelly, dopo aver ordinato al BarMan di offrire loro un aperitivo, ritornò alla sua postazione e tramite la linea intera si mise in contatto col direttore del ristorante. Mentre parlava al telefono, la giovane si guardò intorno e lo sguardo le cadde su due occhi azzurri che pochi metri più in la fissavano intensamente. Quando i loro sguardi si incrociarono per la prima volta, lui le rivolse un sorriso alzando il bicchiere verso di lei. Kelly gli rispose con un timido sorriso e tornò immediatamente al suo lavoro: riappese e si diresse verso il bar.
<< Mi dispiace per l' attesa, abbiamo avuto un problema con le prenotazioni e vi devo chiedere di aspettare una decina di minuti. sono desolata. >>
Thomas Callaway, un elegante uomo brizzolato, con gli stessi occhi del figlio e sulla cinquantina, non diede segni di nervosismo per tale motivo e rispose con assoluta gentilezza. Dieci minuti dopo gli ospiti si accomodarono e consumarono il loro pranzo di lavoro. Il conto fu compito di Kelly: la ragazza si avvicinò con eleganza al tavolo e avvertì subito che gli stessi occhi azzurri di poco prima la stavano studiando in ogni centimetro. La ragazza allungò il braccio verso il tavolo, appoggiano il portadocumenti nero.
<< Fate pure con calma. >>
Dedicò loro un caldo sorriso e si allontanò. Pochi minuti dopo il gruppo di avvocati passò davanti alla sua postazione: tutti salutarono caldamente e quel biondo ragazzo le sorrise ancora una volta prima di abbandonare il locale. Kelly tornò al tavolo per riprendere il portadocumenti, gli ospiti avevano pagato in contanti e la giovane ripose i soldi in cassa e si accorse di un tovagliolino di carta infilato nel portadocumenti su cui vi era un nome e un numero di telefono "Seth Callaway": Kelly sorrise tra sé e sé, felice e anche imbarazzata.
 
 

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Capitolo 3
*** tre ***


In New York

CAPITOLO 3
 
 
Ancora sotto la doccia, Kelly si rese conto di essersi completamente assorta in quei ricordi e non sentì il campanello, che molto probabilmente suonava da qualche minuto.
<<  Arrivo! Accidenti...  >>
Cercando di fare il più in fretta che poteva, infilò l'accappatoio, raccolse i capelli corvini in un turbante e si asciugò il più che poté. Infilò biancheria intima, dei jeans e un maglione a collo alto, color rosso e si precipitò verso la porta. Dall'ampia finestra del soggiorno si accorse che la tempesta era iniziata, gli alberi erano coperti quindi doveva essere stata sotto la doccia per un bel po’.  Kelly aprì la porta e vi trovò fuori un uomo di spalle che si strofinava le mani chiuse in dei guanti neri, il suo respiro diventava ghiaccio al contatto con l' aria.
 <<  Posso aiutarla?  >>
<<  Meno male c'è qualcuno in casa... La mia auto si è fermata e... Che coincidenza!  >> - disse l'uomo voltandosi verso la porta.
Kelly sorrise alla buffa coincidenza.
<<  Può proprio dirlo... ma prego, entri Jason.  >>
<<  Permesso.. . >>
L'uomo si pulì le scarpe sul tappeto, quando si rese conto che era tutto inutile.
<<  Senta, credo che le allagherei la casa se girassi con queste scarpe... le tolgo e le lascio fuori. >>
<<  Come desidera. >>
<<  Forse potremmo darci de tu ora, cosa ne pensa? >>
La fede Kelly, la fede. Pensò la giovane, ma l'attrazione che provava verso quell' uomo sembrava più forte del simbolo che portava al dito.
<<  Certo, credo sia una buona idea Jason. >>
I due giovani rimasero sulla porta a fissarsi per qualche secondo, poi Kelly lo invitò a sedersi sul divano.
<<  Accidenti, non è servito a molto togliersi le scarpe... >>
Infatti, Jason aveva buona parte dell'orlo dei pantaloni completamente zuppo. Kelly gli indicò dov'era il bagno e disse:
<<  Ho degli indumenti di mio padre, ma sono per lo più abiti sportivi. Ma se per lei, anzi scusa per te può andar ben,e te ne passo un paio e stendiamo i tuoi ad asciugare. >>
<<  Va benissimo, sei davvero gentile... Dopo potrei utilizzare il tuo telefono? Il mio non prende, infondo è per questo che ho suonato.  >>
<<  Certamente, ti aspetto di sotto. >>
Mentre Jason si cambiava, Kelly scese in cucina ricordandosi del salmone che aveva scongelato. Afferrò una teglia, lo condì con olio, sale, pepe e rosmarino e lo infilò in forno. Ripeté la stessa procedura con delle patate già tagliate e aprì una bottiglia di Merlot. Un bicchiere era proprio quello che le ci voleva; In che razza di guaio ti stai andando a cacciare? Pensò verso se stessa. Usciva da un periodo nero, prima Seth poi i suoi genitori: era davvero il caso di ospitare in casa un così affascinante uomo sposato?
<<  Kelly? >>
<<  Sono in cucina, vieni... Gradisci un bicchiere? >>
<<  Ti ringrazio, volentieri... Il tuo telefono è fuori uso.  >>
<<  Non prende neanche il mio cellulare pare. >>
<< Cavoli...  >>
<<  Senti io stavo per mettermi a tavola, se ti piace il pesce. >>
<<  Adoro il pesce. >>
Sul volto di Jason comparve un brillante sorriso mentre allungava il calice per un brindisi. Kelly, sempre più confusa e combattuta tra la ragione e il desiderio abbassò lo sguardo e svuotò il bicchiere d' un sorso. Apparecchiarono la tavola, e mezz'ora dopo vi sedettero.
<<  Complimenti per la cena è tutto ottimo. >>
<<  Non sono una gran cuoca, ma sono in grado anche io di preparare delle patate al forno. >>
<<  Sei una persona modesta quindi... E cosa fai nella vita? >>
Jason, che prima si era messo comodo con la schiena appoggiata allo schienale, ora appoggiava il mento sulle mani e si era rivolto verso di lei col viso.
<<  Io sto scrivendo un romanzo. >>
<<  Però, quindi sei profonda e modesta. >>
<<  E tu cosa fai nella vita? >>
<<  Io ho un negozio di elettronica in centro. E amo cucinare! >>
<<  Io invece non capisco nulla di elettronica e quasi nulla di cucina. >>
I due si abbandonarono a una risata, prima di sorseggiare un altro po’ di vino.
<<  Cosa ne dici se ci spostiamo in salotto? Non preoccuparti dei piatti ci penserò io dopo o domani. >>
<<  Certo, va bene. >>
In un momento Kelly di si dimenticò che l'uomo con cui stava cenando, bevendo, ridendo e flirtando era niente di meno che sposato. La sua compagnia era così piacevole, il suo sorriso e la sua voce erano così caldi e per questo il fatto che fosse sposato e che probabilmente stava per commettere adulterio, divenne insignificante. Kelly e Jason si sedettero sul divano dinanzi al camino impugnando i calici di vino.
<<  Mi dispiace se hai dovuto uscire dalla doccia in fretta e furia.  >>
<<  Non preoccuparti, un po’ me la sono cercata, se mi fossi accorta che ero sotto la doccia da una vita non avrei dovuto fare le cose di corsa. >>
<<  Anche a me piace abbandonarmi e pensare quando sono immerso nella vasca. >>
<<  E a cosa pensi?  >>
<<  A cosa penserò la prossima volta vuoi dire...>>
Kelly non seppe cosa rispondere. Sorrise semplicemente, lui posò il suo calice sul tavolino, afferrò il calice di lei e fece altrettanto. Kelly sentiva il suo corpo sempre più vicino. Quando Jason le fu abbastanza vicino da intrappolarla tra lui e il divano la baciò dolcemente accarezzandole la guancia. Kelly chiuse gli occhi e si abbandonò a quel momento... Gli accarezzò il petto e le braccia avvertendo sotto la camicia, la potenza di quel corpo che lei in quel momento desiderava più di ogni altra cosa. Kelly avvertì un brivido quando la mano di lui si fece strada sotto la sua maglietta: erano mani che la sua schiena non aveva mai conosciuto, mani da cui il suo corpo non vedeva l'ora di essere esplorato. In quell’istante la magia fu interrotta dallo squillo del cellulare di lui.
<<  Sembra che sia tornata la rete... >> - disse la giovane.
<<  Già.. devo vedere chi è... >>
Mentre Jason si allontanava per rispondere al suo cellulare, Kelly si ricompose domandandosi se al telefono fosse sua moglie: ecco che la ragione riprese il sopravvento. Jason rientrò nella stanza.
<<  Devo andare... stanno vedendo a prendermi...>>
<<  Chi? Tua moglie?  >>
Jason si tormentò la fede, poi rispose:
<<  Non è come pensi, è complicato...  >>
<<  Jason non siamo in uno dei miei libri... Io stasera sono stata stupida a fare finta di niente, tu hai commesso adulterio e io non voglio questo nella mia vita. Mi dispiace... >>
<<  Va bene... Mi dispiace di averti creato disturbo, se posso cambiarmi poi esco e non mi rivedrai più. >>
<<  Va bene, la strada la conosci.> >
Quando dieci minuti dopo Jason fu fuori di casa, Kelly lo guardò dalla finestra allontanarsi dedicandogli un addio. Era passato tanto tempo dalla rottura con Seth, era uscita con molti uomini ma nessuno le era piaciuto. Il primo uomo che le piaceva dopo tanto tempo era sposato. Per annegare tutto questo, Kelly afferrò la metà bottiglia di vino rimasta, e decise di finirla al caldo sotto le coperte.

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Capitolo 4
*** quattro ***


In New Yotk

CAPITOLO 4 
 
Dopo una settimana di neve e freddo polare, il cielo grigio si era tinto di un leggero celeste e le nuvole avevano fatto spazio al sole che ora riscaldava la grande mela. Per le strade di Brooklyn, tuttavia, le persone indossavano ancora la sciarpa per proteggersi dal vento pungente. Il sole stava sciogliendo la neve ai lati delle strade e questo provocava non pochi disagi sia per le automobili che, a causa della minore tenuta di strada, erano a maggiore rischio di incidenti e sia per i passanti che correvano in rischio di scivolare. Per Kelly la scelta non era semplice: mescolarsi agli automobilisti spericolati o rischiare di farsi male scivolando su una strada disastrata? Kelly optò per la seconda opzione, voleva godere del caldo sole che in quel periodo dell' anno si faceva desiderare. Afferrò il cappotto, la sciarpa, la borsa e... il pacchetto giallo. Kelly aveva finito il suo libro e dopo averne inviate diverse copie per e-mail, stava per incontrare un editore in persona per sottoporgli il suo lavoro.
 
Il giorno dopo la tempesta, Kelly si svegliò con un grosso cerchio alla testa. Infilò le pantofole e andò in salotto, recuperò i bicchieri sporchi di vino e gli posò sulla tavola ancora apparecchiata. La nonna non era ancora tornata, evidentemente nessuno dei suoi amici non aveva ritenuto prudente mettersi in macchina con quel tempo. Dopo aver assunto un’ingente dose di caffeina, riscaldò la stanza da bagno e nel frattempo riordinò la cucina. Raccolse gli avanzi della cena e radunò le stoviglie sporche nel lavandino con gesti meccanici: c'era col corpo ma non con la testa che era ferma alla sera prima sul suo divano... stupida Kelly, si ripeteva, come hai fatto a dimenticarti che stavi cenando con un uomo sposato? A cosa stavi pensando? Non hai già sofferto abbastanza? Dovevi cacciarlo via subito. Sciacquò i piatti, accese la lavastoviglie e si infilò sotto la doccia ma prima per sicurezza inserì una sveglia per essere sicura di non restarci dentro una vita. Finita la doccia come di consueto raccolse i capelli in un turbante e scese al piano di sotto. La spia della segreteria lampeggiava e ascoltò il messaggio: era di Seth. Diceva che l’aveva cercata al suo appartamento ma che non l’aveva trovata e che la nuova inquilina gli aveva detto che viveva dalla nonna e per fortuna aveva conservato il numero. Ci era rimasto male per la risposta della ragazza al supermercato e voleva avere l’occasione di parlarci. Kelly riascoltò il messaggio una decina di volte, dopodiché lo cancellò e tornò alle sue attività. Fuori nevicava ancora leggermente e c'era molto vento, decise così di accendere il camino, si preparò una tazza di the e accese il computer: decise di scrivere per tutta la mattina, immergersi in un altra realtà l' avrebbe aiutata a non pensare né a Jason né a Seth.
Verso mezzo giorno rincasò la nonna.
<<  Ciao tesoro... scusami se non ho chiamato, le linee erano bloccate... >>
Non tutte a quanto pare, pensò Kelly, visto che la moglie di Jason era riuscita a raggiungerlo!
<<  Non fa nulla nonna, ho immaginato che nessuno si sarebbe messo in macchina. Ti sei divertita? >>
<<  Certo tesoro... cosa ne dici se preparo una delle mie torte salate e parliamo un pò? Ho qualcosa di cui parlarti...  >>
La nonna Rose raccontò alla nipote del viaggio che stavano organizzando i suoi amici, una crociera di due mesi. Alla nonna sarebbe piaciuto molto parteciparvi, ma non era sicura di lasciare sola la nipote con tutti i recenti dispiaceri di cui era stata vittima... Tuttavia, anche la nonna aveva perso un figlio e sua nuora, e le sarebbe piaciuto staccare la spina.
<<  Nonna, se io ne avessi l'occasione farei lo stesso... Vai, non preoccuparti per me... Per quando è prevista la partenza? >>
<< Partiremo tra un paio di settimane... Amore mio sei una nipote fantastica, ti chiamerò ogni giorno... Tu mi raccomando devi finire il tuo libro e realizzare il tuo sogno! >>
<<  Va bene nonna. >>
La nonna le baciò la testa, e raccolse i piatti. Nel pomeriggio vennero a prenderla una coppia di amici, per andare all’agenzia d viaggi a prenotare la crociera. Per cena la nonna non sarebbe tornata, e Kelly si sarebbe ritrovata ancora da sola. In quell’istante decise di chiamare Seth: di certo non si sarebbe mai sentita in colpa per il fatto che lo cercava solo per elemosinare un po’ di compagnia e magari scroccare una cena. Anzi, glielo doveva!
<<  Pronto, Seth Callaway per la Callaway T&S., chi parla? >>
<<  Seth, pronto sono Kelly. >>
<<  Kelly ciao... non credevo che mi avresti richiamato. >>
<< Già... senti per cena sono libera se ti va, hai detto che vuoi parlarmi no? >>
<<  Wow, accidenti non me lo aspettavo... Va bene, se sei d' accordo passo a prenderti verso le otto, conosco un ristorante in centro prenoto io. >>
<<  Va benissimo, ci vediamo stasera allora? >>
<<  Va bene... E grazie. >>
<<  A stasera. >>
Kelly riappese, pensando che dopotutto stare in compagnia non le avrebbe fatto pensare a Jason, quindi andare a cena con Seth, non sarebbe stata una cattiva idea. La giovane si recò in camera per scegliere cosa indossare: non voleva spendere troppo tempo dietro al look per non far credere a Seth che volesse fare colpo su di lui, ma neanche sfigurare in un ristorante sicuramente di lusso conoscendo le finanze di Seth. Optò per un semplicissimo tubino beige con un'alta scollatura a barca e non troppo corto, una giacchetta nera e dei tacchi neri. Stirò i capelli corvini, passò un filo di fondotinta, matita nera per occhi e ombretto marroncino e attese l’arrivo di Seth. Alle otto puntuali una BMW serie uno metallizzata parcheggiò davanti casa sua. Kelly spense le luci e uscì di casa andandogli incontro. Seth non diede nessun segno di aver travisato il significato del loro appuntamento: niente fiori, niente galanteria estrema, solo un ciao, un semplice complimento di circostanza e un leggero guancia a guancia.
Il ristorante assomigliava molto a quello in cui si erano conosciuti, probabilmente aveva solo una stella Michelin in meno. Era un posto illuminato da molte lampade, alcune appese al muro altre disposte sui tavolini del spazioso bar. Seth si avvicinò alla cassa e comunicò il suo nome, il capocameriere gli fece cenno di seguirlo in sala; la sala ristorante era sontuosa, illuminata da sfarzosi lampadari in cristallo e i muri erano decorati dalle copie di alcune delle più famose opere d' arte del mondo. I tavoli rotondi erano ricoperti da una tovaglia bianca, le sedie rosa erano comode e imbottite. Quando il cameriere si avvicinò per portare i menù, Seth richiese che venissero rimosse le candele. Ottima mossa Seth, pensò Kelly.
<<  E' un posto bellissimo, quindi credo che gli affari vadano bene. >>
<<  Abbiamo aperto una filiale qui a New - York, ecco il motivo del mio trasferimento. >>
<<  E' un sì direi! >> - dopo attimi di esitazione, Kelly continuò a parlare fissando il menù - <<  E Amanda come sta? >>
Seth posò il menù, guardò un punto fisso sulla tavola ed esitò, poi rispose:
<<  Non stiamo più insieme. >>
Seth alzò lo sguardo verso Kelly, la cui espressione non lasciava dubbi sulla natura dei suoi pensieri; Kelly avrebbe voluto dire "te lo avevo detto" ma decise di controllarsi.
<<  Mi dispiace... Come mai? Se posso... >>
<<  Figurati... non ha digerito il mio trasferimento, lei non voleva staccarsi dai suoi genitori, le sue amiche, la sua vita per trapiantarsi a New - York, che è la mia città Natale poi. >>
<<  Capisco... Era davvero innamorata insomma! >>
Seth non rispose alla frecciatina pungente di Kelly, pensò semplicemente che aveva il diritto di prendersela a male.
<<  Ti ho chiamato dopo... bhe, lo sai... >>
Proseguì l’uomo, portando la conversazione sulla recente scomparsa dei genitori di Kelly.
<<  Lo so, ho avuto tutti i tuoi messaggi e ti ringrazio. Ma era troppo presto per me risentirti in quel momento, soprattutto con quello che stavo attraversando, eri una ferita ancora aperta. >>
<<  Capisco... >>
In quel momento il cameriere fece capolino per annotare le ordinazioni. Entrambi ordinarono un antipasto e un primo: cocktail di gamberi in salsa rosa e linguine ai frutti di mare.
<<  Come mai hai voluto vedermi Seth?  >>
<<  Perché mi sono sentito in colpa. L'altro giorno al supermercato non hai nemmeno voluto che ti cedessi il carrello e non era un capriccio l'ho capito, era un segno di disprezzo. Ti volevo chiedere scusa...  >>
<<  Grazie, lo apprezzo. >>
<<  E tu come mai hai voluto vedermi? >>
<<  Ero curiosa di sapere cos' avevi da dirmi...  >>
Una bugia a chi poteva nuocere? Soprattutto se innocente in confronto a quelle che Seth aveva detto a lei. Arrivò l’antipasto: i due continuarono a parlare delle loro vite e Kelly gli raccontò del libro che stava per finire e che era alla ricerca di un editore. Finito anche il primo, ordinarono un amaro per digerire e mentre aspettavano quest’ultima ordinazione una coppia si avvicinò al loro tavolo. Seth si alzò per salutarli calorosamente e Kelly si sentì avvampare. I loro sguardi s’incrociarono, quegli occhi verdi così profondi rimasero di sasso.
<<  Vi presento Kelly. Kelly? >>
<<  Sì?  >>
<<  Loro sono Jason e Sandra. Sandra è uno degli editori della casa editrice di proprietà di mia madre. >>
<<  M... molto piacere. >>
Kelly sentì le sue gambe divenire molli. Jason teneva le mani in tasca imbarazzato, lo sguardo incollato al pavimento. Kelly si dovette sedere per non cadere a terra. In viso divenne tutta rossa, non riuscì più a distinguere nulla tanto è vero che non si accorse che Seth aveva congedato i suoi amici per raggiungerla.
<<  Kelly ti senti bene? >>
<< No in effetti... mi gira la testa... >>
<<  Il conto per favore! Ti riaccompagno a casa, forse è meglio che non bevi l’amaro... >>
I due giovani abbandonarono il ristorante e tornarono a casa della nonna di Kelly. Seth l’accompagnò verso la porta ma solo dopo essersi assicurato che Kelly stesse meglio e che andasse subito a letto lasciò l' abitazione.
La mattina dopo ancora una volta Kelly sentì un cerchio alla testa. Quella notte Kelly ebbe un sonno agitato. Quando si svegliò, erano le dieci inoltrate. La nonna era andata a prendere un caffè dalla vicina e la segreteria lampeggiava. Era Seth il quale la informava che aveva convinto sua madre a riceverla per discutere del libro, in questo modo avrebbe risparmiato tempo. Kelly si sentì leggermente infastidita da questa raccomandazione, tuttavia decise si presentarsi lo stesso all’appuntamento fissato da lì a cinque giorni, e che avrebbe comunque inviato il libro ad altre case editrici e valutato il da farsi.
 
Le strade di Brooklyn erano gremite di passanti: chi andava al lavoro, chi aspettava l’autobus e chi, con mani occupate da cellulare e documenti, imprecava per la caduta del caffè. Kelly era tra quelle persone che aspettavano l’autobus: la sede della casa editrice si trovava nell’Upper East Side, dove era cresciuto Seth. Aspettando l’autobus Kelly si chiese se avrebbe incontrato la moglie di Jason in quell’ufficio e poi si rispose che era ovvio, lavorava lì. Questo l’avrebbe aiutata a infilarsi in testa in modo definitivo la certezza che era sposato e l' avrebbe aiutata a dimenticarlo, o l' avrebbe fatta stare peggio? Non restava che salire su quell’autobus e scoprirlo. 

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Capitolo 5
*** 5 ***


In New York
CAPITOLO 5

 

La "Julie Editors Company" aveva sede nell' Upper East Side. Tra uffici, direzione, editori, contabilià, magazzino, sala conferenze e mensa, occupava dieci piani di un sontuoso grattacielo con tanto di valletti in doppio petto all' ingresso. Uno dei valletti le dedicò un cordiale buongiorno e le aprì la porta e Kelly si trovò in una hall immensa, ricoperta di vetro e cristallo. Qua e là vi si potevano trovare delle panchine immerse nel verde e una fontana, sulla sinistra c'era un bar e al centro un ampio bancone circolare con cinque recepitionist. Kelly si avvicinò al bancone per chiedere indicazioni: una giovanissima ragazza le indicò che gli uffici della Julie Editors Company si trovavano al quinto piano, le indicò le scale a sinistra e gli ascensori a destra al di là dal bancone. Kelly, sospettando che avrebbe aspettato a lungo per trovare un posto in ascensore, era partita prima da casa; Infatti aspettò a lungo l' arrivo di un ascensore. All' uscita dall' scensore un' altra ragazza dietro il banco dell' accettazione si presentò come Carla e le diede il buongiorno. Kelly ricambiò, e dopo essersi presentata le disse di avere un appuntamento con la Signora Julie Scott. Carla la invitò ad accomodarsi nella sala d' aspetto. Cinque minuti dopo, una terza ragazza si presentò come la segretaria personale della Signora Scott e fece accomodare Kelly nel ufficio di Julie, che sarebbe arrivata dopo pochi istanti. L' ufficio era enorme, ma molto diverso dal resto del palazzo e dal resto degli uffici. Niente vetro freddo ma caldo legno di cigliegio: un camino acceso, foto di famiglia appese al muro, un salottino in pelle. Diversamente da quello che si diceva in giro Julie non era la tipica donna d'affari di ghiaccio ma era una donna che si era data da fare, una donna dolce e attaccata alla famiglia. Solo che non aveva sopportato l'infedeltà del marito... e il figlio aveva preso dal padre.
<< Kelly tesoro, quando tempo! >>
<< Julie, è sempre bello vederti! >>
Kelly posò la borsa e il pacchetto contenente il manoscritto sul divano, si alzò e raggiunse Julie. Le due donne si scambiarono un caldo abbraccio, del resto in passato stavano per diventare nuora e suocera, e andavano molto d' accordo quando Seth e Kelly erano fidanzati.
<< Accomodiamoci cara, gradisci un' acqua tonica? >>
<< Molto volentieri! >>
Kelly si ricordò in quel momento dei problemi di alcool che aveva avuto dopo il divorzio dal marito; Problemi che aveva saputo nascondere bene. Se non fosse stato per Seth Kelly non se ne sarebbe mai accorta da sola e neanche l' azienda ne aveva risentito.
<< Seth mi ha detto che stai cercando un editore per il tuo romanzo. >>
<< Esatto, è fresco di stampa. Ne ho qui una copia cartecea e una copia in questa chiavetta USB. >>
<< Grazie mille cara. Ovviamente leggerò di persona il tuo lavoro e ti assegnerò un editore, ne abbiamo di ottimi. Spetterà a lei o lui stabilire se ci sono e ventuali correzioni da fare, come impostare il layout delle pagine della copertina, ma l' ultima parola è sempre la tua. >>
<< Ti ringrazio. >>
Julie le passò il bicchiere con l' acqua tonica e uno spicchio di limone e si sedette su una poltrona. Mentre stavano per affrontare l' argomento percentuali e profitti, bussarono alla porta.
<< Avanti. >>
<< Salve Julie, avrei bisogno della tua opinione sul layout per un romanzo, ma non sapevo avessi ospiti mi spiace. >>
<< Vieni, vieni cara, ti presento Kelly, è una mia cara amica e sta per pubblicare il suo primo romanzo. Lei è Sandra il nostro migliore editore. >>
<< Piacere Kelly, ma ci siamo già incontrate ricordi? Qualche giorno fa al ristorante ci ha presentate Seth. >>
A Kelly cadde il bicchiere dalle mani e andò in mille pezzi bagnando parzialmente il tappeto.
<< Certo, mi ricordo benissimo Sandra. >>
Nonostante l' incidente, Kelly fece di tutto per mantenere il controllo di sè. Infondo si aspettava di incontrarla lì. La donna indossava un tallieur color pesca, aveva i capelli rossi legati uno chiniogn e una collana di perle al collo. Se Jason aveva sposato un manichino del genere, come mai voleva lei? Si chiese Kelly. Non avevano proprio nulla in comune!
<< Mi spiace per l' incidente Julie... >>
<< Tesoro stai tranquilla, volevo cambiarlo questo tappeto. >>
Julie le sorrise lanciandole l'occhiolino, si avviò verso il telefono e chiamò la sua segretaria affinchè cercasse qualcuno che pulisse.
<< Ripasso più tardi Julie, piacere di averti rivista Kelly. >>
<< No no, Sandra aspetta... Sarai tu l' editore di Kelly, dato che vi conoscete già credo che lavorerete bene assieme. Sei d' accordo Sandra? >>
<< Sarebbe un vero piacere. >>
<< Kelly? >>
Kelly se ne stava in piedi come una statua: incapace di parlare, pensare e muoversi. Era successo tutto in così pochi minuti che non aveva avuto il tempo di realizzare e reagire.
<< Certo, sarà grandioso. >>
Disse senza rendersene conto.

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