The Fantastic Four » Relationships

di _Diane_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Reed » Sue ***
Capitolo 2: *** 2) Ben » John ***
Capitolo 3: *** 3) John » Sue ***



Capitolo 1
*** 1) Reed » Sue ***


The Fantastic Four » Relationships



1) Reed » Sue
Un fantastico compromesso: Quando tra moglie e marito, a mettere il dito è la scienza

-Reed, vieni a mangiare, qui è pronto!-
Sue non era mai stata attratta dai fornelli. Cucinare proprio non le andava a genio, odiava stare ad aspettare impaziente davanti al forno i minuti che ci metteva il suddetto cibo a cuocere, osservando fino all’ossessione il timer a forma di gallina, che avrebbe volentieri fatto sparire. Anche se ne era in grado, non era mai arrivata a farlo, perché eliminare il prezioso ed odiato timer, equivaleva ad eliminare la cenetta che con tanta fatica aveva cucinato… per lui. Lui che gli aveva più volte proposto di costruire un “aggeggio” per cuocere il cibo in maniera più veloce e sicura. Susan si era fermamente opposta, ribadendo che le invenzioni potevano riguardare tutto ciò che gli pareva, tranne le normali occupazioni che ogni donna normale eseguiva in casa, come ad esempio, cucinare per il proprio marito. Sempre che questo si degni di ascoltare l’indignata moglie.
-Reed, dove accidenti sei? Qui si raffredda tutto…-
La voce di Sue era accompagnata dal rumore dei suoi passi, che attraversavano spediti il Baxter Building. Questa volta Reed non l’avrebbe fatta franca. Lei gli aveva fatto giurare che quel pomeriggio non si sarebbe dedicato alle sue invenzioni ed affini, perché avrebbero cenato in tutta tranquillità, visto che sia Johnny che Ben si erano offerti di trascorrere la serata fuori per lasciargli la “casa” –se così si può definire il covo dei Fantastici quattro- tutta per loro.
Sue fece il suo ingresso a passo spedito nella immensa sala dove suo marito era solito lavorare. Ad una prima occhiata, sembrava deserto…
-Ah-ah. Trovato.-
Disse seria Susan, guardando in un angolo del suo laboratorio. Dietro ai cumuli di invenzioni accantonati malamente l’uno sull’altro, si poteva scorgere solo il camice bianco di Reed, che usava più spesso di quanto lei avrebbe voluto.
-Oh, ehm, ciao Sue!-
Disse lui, apparendo all’altro capo dei cumuli di invenzioni sparsi sulla scrivania. Aveva un’espressione abbastanza sorpresa. Probabilmente si era aspettato che Susan ci mettesse di più per cucinare la loro cosiddetta “cenetta”… E quindi non aveva perso tempo, rimettendosi al lavoro.
-Cosa ti avevo detto di fare? O meglio… Cosa ti avevo detto di non fare?-
-Scusami, io non avrei voluto… ma sai, avevo da finire una cosetta e quindi…-
-E quindi, come sempre, hai pensato che tutto questo sia più importante del nostro matrimonio? Sia più importante di noi?-
Mentre Sue rifletteva, pensando se effettivamente ci fosse mai stato un noi che non comprendesse anche la scienza e tutti i suoi più strambi derivati, Reed accorciò il suo corpo, per poi dirigersi verso la moglie. Quando le fu vicinissimo, con un gesto passò le dita delle mani tra i suoi capelli biondi e finissimi, facendoglieli ondeggiare leggermente.
-Questo non è assolutamente vero… Tu sai che ti amo, Sue. Che non vorrei mai perderti, neanche per tutte le tempeste di tachioni dell'universo.-
I loro visi si sfiorarono, le loro fronti invece si toccarono. Lui stava cercando il suo sguardo, cercando di capire se era furente, oppure l’aveva già perdonato. Sapeva quanto ci tenesse ad avere dei momenti, per così dire, romantici, nei quali la scienza che tanto amava era dichiarata bandita. Però lei, rimase con gli occhi chiusi, e li riaprì solo quando parlò.

-Reed Richards, io, ti…. Uccido!!-

Sul suo volto comparve un’espressione davvero furente, mentre con una mano sbatteva il marito contro il muro più vicino, creando un potente quanto devastante campo di forza. Numerose scatole impilate in maniera apparentemente casuale, caddero a terra rovinosamente, mentre Reed finì spiaccicato contro la parete. Susan continuava a tenere la pressione del campo di forza, mentre il marito pensò di essere molto fortunato ad aver –per così dire- ereditato quel potere di liquefarsi a suo piacimento dalla nube cosmica, oppure sarebbe rimasto ucciso più di una volta, quasi sempre per mano della sua inarrestabile moglie.
-Susan cara, ti prego, non fare così…. –
Sussurrò Reed, visto che aveva il volto “leggermente” schiacciato.
-Io faccio come mi pare e piace! Come puoi promettermi una cosa, per poi liquidarmi con un “ti amo Sue” e “scusa non lo faccio più?!” Tu non sei più un ragazzino dell’università e io sono stufa di tutta questa scienza, hai capito?-
-Ti giuro, non avrei volut… Sì, ho capito.-
Susan avvertì una nota di rassegnazione nella voce di Reed. Forse proprio per questo, lasciò cadere il campo di forza che lo imprigionava alla parete, camminando verso di lui con le braccia incrociate mentre Reed ricomponeva il suo corpo dopo la forte pressione che aveva sopportato. Lei sapeva benissimo che non poteva separare suo marito dalla sua più grande passione; d'altronde, era stato più volte considerato una delle più geniali menti del ventunesimo secolo. Tuttavia… Non poteva sopportare oltre. Quello che sarebbe servito, era un compromesso tra “scienza” e “lei”. Un compromesso
-Mr. Fantastic, ti propongo un compromesso.-
Già il fatto che l’aveva chiamato con il suo nome da “supereroe” e non semplicemente Reed, lo fece allarmare notevolmente.
-Che tipo di compromesso… Donna invisibile?-
Disse curioso Reed, rispondendole in modo altrettanto ironico, mentre sul volto di lei appariva un sorriso malizioso.

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-Ti piace il pollo che ho cucinato? Che ne dici?-
-Ottimo, Sue!-
-Ok, ora puoi andare. Torna subito, che ci sono le patate arrosto!-
-Certamente, Sue!-
Reed si allungò leggermente verso l’invenzione che stava perfezionando. E pensare che doveva ultimare quell’armadio tecnologico in tutta segretezza, visto che si trattava del regalo di compleanno di Susan…. Ora si trovava costretto, grazie a quel compromesso, a mangiare la cena –comunque superba- cucinata da Sue mentre lavorava alla sua invenzione. Dove stava il compromesso? Avrebbe dovuto tenere il fondoschiena incollato alla sedia sulla quale stavano cenando -agghindata con delle splendide candele rosse e dei magnifici fiori gialli- mentre il corpo e le braccia, bhè… Potevano andare per qualche minuto nel suo laboratorio, prima di tornare, come stava appunto facendo, al tavolo per continuare con la cena. Quando tutto il corpo di Reed si trovò seduto di fronte a Sue, questa mise una forchetta con delle patate in bocca al marito, cominciando a parlare.
-Bhè, visto che non posso separarti dal suo lavoro… Dividerai il lavoro e tua moglie in parti pressappoco eque. Non ti sembra un magnifico compromesso, Mr. Fantastic?-
Chiese ironicamente Susan, sorridendo e poggiando nuovamente la forchetta sulla tovaglia.
-Fantastico, direi.-
Rispose Reed masticando le patate, sentendosi più un bambino di otto anni imboccato controvoglia dalla madre, che un uomo fatto e finito. Sue però voleva avere sempre l’ultima parola…
-Hai ragione, proprio un fantastico compromesso!-
Ribatté, infilando allegramente un’altra forchettata di patate nella bocca di Reed.





Commenti dell’autrice:

Inauguro con questo primo capitolo dedicato a Susan e Reed, questa fiction o meglio, raccolta di fiction sui rapporti/relazioni che ci sono all’interno del fantastico gruppo di supereroi “I Fantastici Quattro”! Ho rivisto proprio ieri il secondo capitolo della saga cinematografica, quindi la mia creatività si è messa a lavorare, producendo il capitolo che avete appena terminato di leggere.
Adoro questo gruppo, non c’è niente da fare. Leggo anche i loro fumetti quando mi capita, ringraziando sempre di più il mitico Stan Lee di averli inventati. Senza di lui, il mondo –dei fumetti- sarebbe un posto meno movimentato ora! Ribadisco anche qui, che i personaggi sono di proprietà della Marvel e di quel geniaccio di Stan che li ha inventati, io li uso e li userò in queste fiction al solo scopo di tenere a bada la mia testolina bacata XD e per –si spera- fare sorridere anche voi!
Preannuncio che il prossimo capitolo dovrebbe essere dedicato alla coppia dei Fantastici 4 che preferisco, ovvero “Ben/Johnny”: mi fanno morire dalle risate, quei due insieme!!!

Come sempre, lasciate un commenticcio se leggete, pliz! E’ molto gradito, inoltre mi aiuterà a migliorare!

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Capitolo 2
*** 2) Ben » John ***


The Fantastic Four » Relationships



2) Ben » John
In prima pagina: Quando è meglio rimandare “la distruzione” a tempi migliori

Dopo così tanto tempo che Susan e Reed passavano a combattere il crimine, una bella vacanza nei caldi mari dei Caraibi se l’erano proprio meritata.
Il problema era che nella base operativa del fantastici 4, l’aria si era riscaldata più dell’acqua di quei mari da favola.

-Jhoooonny!- La voce profonda e cavernosa rimbombava tra le pareti, facendole ondeggiare pericolosamente.
-Ehi, non vorremmo demolire questo palazzo, vero? Pensa a tutte le persone che ci abitano, sei un supereroe…-
Johnny usciva proprio in quel momento dalla doccia, un asciugamano avvolto dalla vita in giù, accompagnato da una consistente nube di vapore.
-Altro che supereroe, divento un assassino! E spietato, per giunta!-
Ben fece un passo verso John, con aria minacciosa e strofinandosi le grosse mani arancio.
-Ehi bello, non mi sembra sia ancora arrivato il tempo della distruzione, non trovi? Calma i tuoi bollenti spiriti!- Rispose ironico John, passando davanti a Ben e sedendosi al tavolo, dopo aver preso un bel bicchiere di spremuta.

Ben odiava le battute di John. Non sapeva cosa lo costringeva a stare lì con quella specie di fiammifero umano… Sì, purtroppo lo sapeva. L’amicizia che legava lui e Reed ed il fatto che Susan gli avesse chiesto personalmente di badare a quella testa calda del fratello. Sue non voleva certo che facesse le sue abitudinali sciocchezze, preso da manie di grandezza.
I Fantastici 4 erano una squadra.
Non potevano finire sulla copertina dei maggiori giornali mondiali per qualche pazzia di John.

Però niente gli era stato detto sul fatto di non uccidere John.

-Cosa ci trovi di divertente a farmi trovare gli abiti di trenta taglie più piccole?-
Ben sollevò un suo vestito, che ora farebbe fatica ad entrare persino nella mano di un bambino.

-Oh, forse avrò sbagliato qualcosa a fare il bucato! Sai, succede…- John sorseggiava tranquillo la sua spremuta, sorridendo come un bambino che ruba le caramelle al supermarket. Finché un pugno di Ben sul tavolo, che per poco non lo ridusse in frantumi, gli fece lasciare il bicchiere per alzarsi dalla sedia.

-Succede anche questo, specie di insulso fiammifero!-

Ben aveva sferrato un altro pugno proprio in direzione della testa di Johnny, che per poco aveva evitato il pesante colpo.

-Ma sei matto?! Non puoi rovinare in questa maniera il mio bel faccino… Pensa a quante belle ragazze che rimarrebbero deluse!- Rispose John.

-E’ tempo di distruzione!- Sentenziò Ben, avventandosi contro John.

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-Bene, siamo arrivati puntuali per l’intervista alla Torcia Umana e alla Cosa! Siete tutti pronti?-
Chiese l’avvenente giornalista Katie alla sua troupe, mentre salivano in ascensore all’ultimo piano del palazzo, dove l’avrebbe attesa l’intervista che l’avrebbe finalmente resa famosa in America, nel mondo!
Alla risposta positiva da parte della troupe, la giornalista prese in mano il microfono, si sistemò il costoso abito.
-Stai pronto anche tu James con la macchina fotografica! Immortaleremo la vita di questi supereroi attimo per attimo!-

Dlin-dlon.

Mentre le porte dell’ascensore si spalancavano, la giornalista dovette recuperare tutto il suo spirito professionale.

Ben e Johnny si trovavano a terra davanti all’ascensore aperto, uno avvinghiato all’altro intenti a continuare la lotta furibonda che stavano facendo. Johnny, che prima indossava solo l’asciugamano del bagno, nel frattempo si era “infuocato” nel senso più letterale del termine, così che non rimanessero solo dei brandelli di stoffa a coprirlo… Ben si rese conto per primo delle persone che lo stavano osservando silenziosamente e della situazione imbarazzante nella quale si trovavano...

-Bhè, perché non continuiamo? Ti ho già stancato, carissimo?-

Poi John notò l’ascensore aperto.

-Ah ah, s-salve!-

Silenzio.

-K-katie, sc-scatto?-
-O-ovvio, James.-

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Il giorno successivo, alle calde e tropicali Hawaii…
-Reed caro, credo che sia ora di tornare a casa.-
-Perché dici così, Sue? Qui non ti piace?-

Susan stava sfogliando una rivista, mentre Richards arrivò poco dopo al suo fianco, sul divano.

-No Reed, non mi piace ciò che sta succedendo a casa.- Commentò Sue, leggendo ad alta voce la frase che campeggiava a caratteri cubitali sulla copertina. Della rivista.

“Katie Holmes ci svela in esclusiva che un altro amore è sbocciato ultimamente
tra le mura del covo dei Fantastici 4!
In anteprima assoluta, foto e dichiarazioni all’interno!”

-Sì… Credo sia meglio tornare.- Sentenziò Reed, alzandosi.






Commenti dell’autrice:

Ecco finalmente il secondo capitolo!! Ogni volta che mi mettevo a scriverlo, ne usciva qualcosa di diverso… Questa è la versione definitiva, finalmente! XD Avevo tante idee per scrivere di questi due, questa mi è sembrata la più divertente e spassosa. Nei film, ho sempre adorato i momenti che lasciano a loro… Soprattutto nel secondo film, nel quale John è più maturo.
Comunque, prima che mi perda in inutili chiacchere!!

Volevo ringraziare di cuore chi mi ha spinto a continuare con la fiction, in particolare un grazie a GinevraMalfoy90 e _Sophy__xX, che hanno aggiunto la storia tra i preferiti! Doppio ringraziamento inoltre a Sophy, che ha lasciato il primo (e spero non ultimo!) commentuccio…
Bhè, il prossimo capitolo ancora non ho deciso a chi dedicalo… Forse ai due fratellini Storm?
Starete a vedere XD

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Capitolo 3
*** 3) John » Sue ***


The Fantastic Four » Relationships



3) John » Sue
Ore piccole: Quando svegliarsi al mattino diventa un’impresa da supereroi.

La luce fastidiosa del mezzogiorno filtrava lampante e accecante tra le tende appositamente tirate la sera prima anzi meglio, il mattino stesso. Jonh aveva fatto le ore piccole la sera prima- e che ore piccole. Si alzò buttandosi giù dal letto, preferendo venire a contatto con il freddo pavimento che volare e dare fuoco al costoso pigiama di Armani che indossava.
Trascinando i piedi lentamente e passandosi una mano nei capelli, si avviò in cucina dove riuscì a trovare un paio di arance ed un bicchiere; una bella spremuta se l’era meritata.

Proprio mentre si spostava verso il tavolo per sedersi e consumare in fretta quella misera colazione, andò a sbattere contro qualcosa e finì a terra. L’aranciata si rovesciò in maniera scomposta in avanti, prendendo lentamente le fattezze del viso di… sua sorella Susan! John si portò una mano al naso, come per constatare che non ci fosse nulla di rotto, guardando nel frattempo Sue che si materializzava davanti a lui. Era anch’essa caduta a terra ed indossava già la tuta usuale che li contraddistingueva come “Fantastici 4”; però aveva i capelli in disordine in un modo talmente buffo, l’aranciata rovesciata addosso e una faccia così sconvolta che John, prima di chiedergli perché si trovasse in quelle condizioni a quell’ora, si mise a ridere di gusto.
-Ahah!- Johnny rideva senza contegno mentre Sue si sporse in avanti in modo goffo, tappandogli la bocca con entrambe le mani.
-Jonhny ti prego! Lo sai che non voglio che Reed lo sappia, no?-
John abbassò la voce, togliendo le mani della sorella dalla sua bocca.
-Certo, certo… Scusa, non ho potuto trattenermi!-
-Ho notato! Comunque bocca chiusa, intesi?-

Ci fu un momento di silenzio, nel quale Jonh scrutò il volto della sorella.

-A che ora sei tornata stamattina?-
-Oh Johnny, ti prego! Sono una donna matura, vaccinata e pure sposata!-
-Uhm… Vedo che la sbronza non ti è ancora passata.-
-Cosa? Perché?- Sue sembrava confusa.
-Tu non sei ancora sposata. Oppure la magnifica festa per l’addio al nubilato di ieri sera sarebbe stata un’inutile spreco di denaro e di spogliarellisti…-
Alla parola “spogliarellisti”, Susan si alzò e tornò ad essere invisibile. John fece altrettanto, rimanendo però visibile, mentre pensava a come avrebbe potuto volgere la situazione a suo vantaggio, mettendo in mezzo Reed…
-Prova a dire una parola a Reed, e giuro, giuro che espango l’aria nel tuo corpo fino a farla esplodere.-

Johnny annuì silenzioso. Un brivido gli salì lungo la schiena.
Poi deglutì e si portò la mano al petto. La sua bocca sarebbe rimasta chiusa, per una volta. Il bel pigiama di Armani non avrebbe corso l’atroce rischio di macchiarsi di sangue.

Sue, restando invisibile, gli sorrise ironicamente:
-Grazie, fratellino.-






Commenti dell’autrice:

Prima di tutto grazie a _Sophy__xX , Lollynya per il commento al secondo capitolo di questa raccolta! ^__^ Lo so che sto aggiornando ogni anno e mezzo (non proprio, ma quasi!) però purtroppo ho poco tempo da dividere in migliaia di cose... @__@
Poi ringrazio anche chi ha aggiunto questa fiction tra i preferiti, ossia: GinevraMalfoy90, Lariwell, Lollynya, _Sophy__xX !! Grazie davvero di cuore!

Quando ho cominciato a scrivere le bozze di questa storia l'ho fatto per piacere personale e non pensavo ci fosse stato qualcuno che l'avrebbe seguita; ne sono immensamente felice!

Ad ogni modo, questo capitolo è più corto dei precedenti perchè mi è venuto come un'illuminazione qualche giorno fa, mentre ripensavo alle parole di Susan nel secondo film dedicato ai Fantastici 4, quando rivolgendosi a Reed, gli dice: "Non immagini cosa abbia fatto io alla mia festa di nubilato!" Da questa frase e la faccia scoinvolta del povero mister Fantastic è nata questa storia di complicità tra i fratelli Storm! Che ne dite?

A presto, ciao!

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