Afterlife

di KatjeTheDreamHunter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Rinascita ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La Vita Dei Morti ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Nuovi Arrivi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Doveri ***



Capitolo 1
*** Prologo: Rinascita ***


La luce iniziò a affievolirsi, permettendomi aprire gli occhi. Attorno a me non c'era nulla, ero completamente circondata dal bianco del bagliore che mi avvolgeva. Il dolore straziante era sparito in un battito di ciglia, lasciando il posto a una sensazione di freddo e vuoto. Portai una mano al petto: niente di niente. La ferita che dilaniava la mia carne era sparita senza lasciare traccia sulla mia pelle eterea. Ero... morta?

Alzai lo sguardo sconcertata e di fronte a me riuscii a intravedere due figure umane in controluce; i due erano vestiti completamente di grigio e i loro volti erano nascosti da dei larghi cappucci e da delle bandane che non lasciavano nemmeno un centimetro di pelle esposto alla luce. Nonostante non potessi scorgere i loro occhi, sapevo che mi stavano guardando. 

-Qual è la cosa che sai fare meglio?- chiesero meccanicamente in coro.

Rimasi in silenzio. Li guardai per attimi che parvero ore, mentre loro rimanevano immobili senza proferire parola.

-Qual è la cosa che sai fare meglio?- ripeterono.

Mi alzai in piedi. Chiunque fossero, o qualunque cosa fossero, non mi sarei lasciata intimidire. Sorrisi, mentre sussurrai la mia risposta.

-Combattere.-

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Piccolo Spazio Personale

Ok, tutto molto vago sisi lo so, ma fidatevi, chiarirò il tutto molto presto. Anche se probabilmente non è tutto chiaro nemmeno a me. COMUNQUE. Apprezzo moltissimo ogni forma di recensione, ogni consiglio è più che gradito quindi non siate timidi e scrivetemi ogni cosa che vi venga in mente! Avete commenti? Suggerimanti? Critiche?  Qualunque cosa, anche l'idea più assurda, voglio saperla.
E ora vi lascio agli altri capitoli senza annoiarvi troppo, buona lettura!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La Vita Dei Morti ***


Fendente, affondo, schivata, destra, sinistra, fendente, schivata, affondo. La mia lama si muoveva rapida e silenziona nell'aria, incrociando ogni tanto quella del mio avversario. Parai un fendente laterale e indietreggiai di qualche passo, riprendendo fiato. Il mio nemico questa volta era forte. Solitamente gli scontri terminavano in qualche minuto, ma questa volta dopo ore di combattimento ero riuscita a affondare la mia spada nella sua carne solo un paio di volte, infliggendo ferite superficiali. Danni irrilevanti, visto la sua capacità di rigenerazione istantanea. L'unico modo per vincere un combattimente sarebbe stato infliggere un colpo letale, ma la sua difesa era quasi impenetrabile.

Tornai all'attacco. Mi mossi rapida e schivando il suo affondo mi spostai sul suo lato destro. Era la mia occasione... sollevai la mia spada e prima che avesse il tempo di reagire la colpii dritta al cuore. Non urlò. Mi guardò invece dritta negli occhi mentre cadeva in ginocchio sputando sangue.

Distolsi lo sguardo dalla scena e pulii la lama della mia arma, controllando che fosse ancora abbastanza affilata; presto avrei avuto un nuovo avversario e non potevo permettermi di combattere con una spada rovinata. La lama di diamante era sottilissima e rifletteva la luce sembrando viva e il sangue ne scivolava via rapido senza lasciare traccia. L'avevo chiamata "Lacrima". Per anni era stata la mia unica compagna e mi aveva accompagnato in ogni duello. Da quando ero entrata nell'Apeiron non avevo fatto altro: giorno dopo giorno, ora dopo ora, non facevo che battermi fino alla morte ogni volta con un nemico diverso. Del resto, era la cosa che sapevo fare meglio.

Rinfoderai Lacrima per poi sedermi per terra, aspettando che la mia avversaria sconfitta si rialzasse. In pochi secondi il sangue aveva smesso di fuoriuscire dalla ferita che si stava rapidamente rimarginando. Tossì e riaprì gli occhi mentre il taglio si richiudeva del tutto.

-Devo farti i miei complimenti.- le dissi -negli ultimi 20 anni nessuno mi aveva mai messa così in difficoltà-

-ma ho comunque perso- mi rispose sconfitta mentre si sollevava da terra. Mi alzai in piedi anche io.

-Buona fortuna con il tuo prossimo avversario-

-Buona fortuna anche a te- se ne andò. Probabilmente non l'avrei più incontrata, come tutti gli altri con cui avevo combattuto. 

Nemmeno cinque minuti dopo, di presentò il mio nuovo sfidante. Sospirai, estraendo la spada. A volte pensavo che avrei preferito l'oblio al dover combattere per l'eternità. Gli angeli caduti come me non avevano nemmeno la possibilità di reincarnarsi come le altre anime, quindi non avevo nemmeno la speranza di poter tornare a vivere davvero. Che senso aveva allora continuare a esistere così? Non avevo nessuno. Non avevo uno scopo. Dovevo solo combattere, uccidere e essere uccisa fino alla fine dei tempi...

Tornai a concentrarmi sulla battaglia che mi attendeva: il mio aversario stavolta era una ragazza alta e magra dal volto coperto da un elmo dorato. Doveva essere stata un'angelo. Si muoveva in modo rapido e con passi così delicati che a stento sembrava toccar terra. Sarebbe stata una battaglia dura.

-Cominciamo?-

senza nemmeno rispondermi, si scagliò contro di me. Sropresa, parai il colpo spingendola via. Mi lanciai all'attacco, menando un fendente dopo l'altro. Proseguimmo la nostra danza della morte spostandoci di luogo in luogo, attraversammo il Tempio d'Oro e percorremmo il Viale Grande, fino a raggiungere i Giardini. Combattemmo fra le fontane e gli alberi, saltando di ramo in ramo e correndo in mezzo alle aiuole. All'improvviso, una luce accecante ci abbagliò. Mi voltai rapida e vidi che proveniva dalla Porta Gialla. Era una struttura dalla forma ovale dalle quale entravano le nuove anime appartenenti a angeli e altre creature eterne, mentre due Sorveglianti stavano di guardia giorno e notte in attesa della sua apertura. 

Riprendemmo a combattere. Se i Sorveglianti ci avessero viste a perdere tempo ci avrebbero sicuramente punite, quindi continuammo a incrociare le nostre spade. Ma non potei evitare di lanciare uno sguardo rapido verso il nuovo arrivato. Era un ragazzo ad occhio e croce della mia età vestito di bianco dai capelli neri lunghi fino alle spalle e dall'espressione  spaesata. Si girò, dandomi la schiena. Niente ali.

Un umano.

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Piccolo Spazio Personale

eheheh tutto sempre più incasinato si, portate pazienza. Resistete un paio di capitoli e vedrete che ne sarà valsa la pena! In ogni caso, cercherò di aggiornare il più spesso possibile, anche quotidianalmente se possibile. Al solito, ogni recensione, commento, idea & co è la benvenuta, quindi non esitate a dirmi che ne pensate!
E ora vi lascio al prossimo capitolo

-Katje
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Nuovi Arrivi ***


Fermai la spada a mezz'aria e rimasi immobile. Nessun umano era mai entrato dalla Porta Gialla, quella era riservata per angeli e altre creature eterne come me... come aveva potuto un essere così fragile arrivare fino a lì? 

-Qual' è la cosa che sai fare meglio?- i Sorveglianti ripeterono meccanicamente le parole rituali. Erano programmati per fare quello, per loro non faceva alcuna differenza chi fosse l'anima che avevano di fronte.

-io...- Il ragazzo si guardò intorno confuso. Si voltò, e mi vide. I suoi occhi scuri si agganciarono ai miei, lanciandomi una disperata richiesta di aiuto.

-Qual' è la cosa che sai fare meglio?- ripeterono incalzanti i Sorveglianti. Lui aprì la bocca per rispondere. Quelle parole avrebbero determinato il resto della sua esistenza, ma lui non poteva rendersene conto. Per un'anima umana come lui, fare la scelta sbagliata avrebbe potuto voler dire cadere nell'Oblio.

-Non dire combattere!!- gli urlai d'istinto, noncurante dei due Sorveglianti che si erano girati di scatto verso di me.

-Non..- dolore. Le parole mi morirono in gola mentre la lama della mia avversaria mi trapassava.

-Mai abbassare la guardia- sogghignò lei, estraendo rapida l'arma dal mio cranio. Mi veva colpita sotto al mento, trapassandomi da parte a parte la testa. Il dolore era lancinante e incontrollabile, così forte da farmi cadere a terra mentre il sangue schizzava copioso dalla ferita. Abbandonai la presa sull'elsa di Lacrima che cadde al suolo tintinnando. Erano passati così tanti anni dall'ultima volta che avevo perso un duello che non ricordavo più il sapore della morte; il gusto amaro della sconfitta unito a quello metallico del mio stesso sangue mi inondava, eliminando ogni sensazione che non fosse dolore.

Fu una questione di pochi secondi. Sbattei le palpebre, e la ferita si era già rimarginata, il dolore svanito. Mi rialzai rapida. Gli occhi del ragazzo erano rimasti incollati a me tutto il tempo, mentre sul suo volto si leggeva un'espressione di terrore.

-Bastarda...- tossii, raccogliendo la mia spada da terra. -L'inconto è finito. Sparisci prima che ti spedisca nell'Oblio-

Lei mi sorrise, fece un mezzo inchino di sfida e si allontanò rapida. Sospirai, preparandomi al peggio. Parlare con le nuove anime era proibito, e interrompere i proprio doveri pure. Sentii la presenza imponente dei sorveglianti alle mie spalle. Mi voltai verso di loro. Rinfoderai Lacrima: combattere contro due Sorveglianti non aveva senso. Chiusi gli occhi e attesi la mia punizione. Il primo colpo arrivò sul mio fianco sinistro, seguito rapido da un secondo dritto al petto. Sputai sangue senza fiato, cadendo in ginocchio. Non mi presi nemmeno la briga di rialzarmi, mi limitai a attendere i colpi successivi.

-No! fermatevi!- spalancai gli occhi. Quello stupido ragazzino... stava correndo contro i Sorveglianti. Ma che gli saltava in testa?!

Una delle due guardie lo colpì con il braccio scagliandolo lontano senza nemmeno guardarlo, quasi non fosse nulla più che un altro fastidioso insetto da schiacciare.

"no..." l'avrebbero ucciso se non avessi fatto qualcosa.

-Ehy bastardi, è me che dovete punire!- Urlai. Rapida, sguainai la spada e mozzai di netto il braccio del Sorvegliante che l'aveva colpito. Questi si girò di scatto, sferrandomi un pugno nello stomaco che mi fece cadere di nuovo a terra. Ripresero a colpirmi con più violenza dandomi giusto il tempo di rigenerarmi per poi ferirmi di nuovo. Mi abbandonai al dolore, smettendo di opporre resistenza. Non so per quanto andarono avanti, ma mi sembrò che la tortura non dovesse più aver fine. Invece ad un certo punto si bloccarono di scatto, e senza aprire bocca tornarono alle loro postazioni. Agonizzante, rimasi distesa per terra per qualche minuto. Le ferite inflitte dai Sorveglianti si rimarginavano molto più lentamente del normale, ma nessuno ne conosceva il motivo. Alcuni dicevano che fosse perchè i Sorveglianti venissero dall'oblio, altri sostenevano che i loro corpi fossero fatti dell'essenza della morte stessa, ma nessuno sapeva la verità. Mi rialzai a fatica e barcollando raggiunsi il  ragazzo, ancora appoggiato all'albero contro il quale era stato scagliato. Crollai a terra vicino a lui.

-...stupido- mormorai con il poco fiato che avevo in gola. -Stai bene?-

Mi guardò con aria spaventata -s..si, sto bene.-

-Per fortuna...- tirai un respiro di sollievo, permettendomi di sorridere. -Come ti chiami ragazzo?-

-Frank-

-Frank..- ripetei fra me e me. Mi alzai in piedi e gli tesi una mano.

-Benvenuto nell'Apeiron, Frank-

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Piccolo Spazio Personale

Dai che un minimo di senso inizia a averlo (forse). Scherzi a parte, Finalmente ne prossimo capitolo sarà fatta luce su tutto ciò che era oscuro in questi primi e brevi paragrafi. Bhè non proprio tutto o non mi rimarrebbe proprio più nulla da raccontare dopo. In ogni caso, aggiornerò domani quindi ahimè dovrete pazientare quale ora... ore nelle quali potete sentirvi liberi di inviarmi recensioni o commenti o qualsiasi altra cosa insomma.
E ora non mi ripeto più e vi lascio, a domani per il prossimo capitolo

-Katje

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Doveri ***


-Alzati, è meglio se ce ne andiamo da qui in fretta- tesi la mano a Frank che mi guardava perplesso.

-che aspetti? Vuoi farli incazzare di nuovo?- con un cenno della testa gli indicai i Sorveglianti che se ne stavano di guardia alla porta come se non fosse successo nulla. Il braccio di quello che avevo ferito era già ricresciuto il i loro mantelli neri erano impeccabili e senza uno strappa come al solito. Lui scosse violentemente il capo e si sollevò in piedi ancora con un'espressione spaventata in volto.

-Chi.. chi sono quei due?-

-Sorveglianti. Li chiamiamo così, loro non parlano molto. Si limitano a ripetere meccanicamente le solite parole e a punirci se non eseguiamo i nostri compiti. Imparerai in fretta.- iniziai a camminare. La cosa migliore era raggiungere un posto sicuro il più lontano possibile dalle guardie, quindi senza pensarci due volte mi diressi verso la Torre d'Ombra. Era una struttura abbandonata da anni dove ogni tanto si teneva una sorta di mercato nero e nella quale i Sorveglianti non osavano mettere piede. Lì avevo la mia base, se così possiamo definirla. Non era altro che una piccola stanza scavata nella roccia nera con al suo interno un baule dove conservavo i pochi oggetti che possedevo, ma mi piaceva. Era un posto sicuro dove tornare; la cosa più simile a una casa che avessi mai avuto da quando ero entrata nell'Apeiron. Lui mi seguì.

-Che volevano da me? Io non so nemmeno come ci sono finito qui..-

-Tu sei morto. Io sono morta. Lo siamo tutti qui.-

Frank rimase in silenzio. Non era di certo facile accettare l'idea di non essere più vivi e lo sapevo bene.

-Quella che ti hanno chiesto è una domanda rituale. A seconda della risposta viene deciso il tuo ruolo.- Picchiettai sul fodero di Lacrima. -Come avrai intuito, la mia risposta è stata “combattere”. Sono passati centinaia di anni e ancora continuo a uccidere e essere uccisa-

-Contro chi combatti?-

-Contro chiunque. Angeli, Demoni, Ninfe, Centauri, nomina una qualunque creatura eterna e stai certo che l'avrò incontrata in battaglia almeno una volta.-

-Perchè?-

Perchè. Me lo ero già chiesto così tante volte che avevo smesso di cercare una risposta. Nessuno sapeva chi desse ordini ai Sorveglianti o chi controllasse l'Apeiron, l'unica certezza che avevamo era che dovevamo combattere senza sosta contro avversari dei quali non sapevamo nulla senza alcun fine apparente.

-Vorrei saperlo anche io- risposi secca.

-ma...-

-Basta. Tu piuttosto.- mi fermai, girandomi su me stessa per guardarlo dritto negli occhi. -che cosa gli hai risposto?-

-Non ho detto nulla.- Spalancai gli occhi.

-Nulla?-

-Nulla.-

-Non una singola parola, niente di niente?-

Scosse il capo. Non riuscivo a capacitarmene. Com'era possibile che i Sorveglianti l'avessero lasciato andare così? Credevano fosse morto a causa del loro colpo? No... le guardie non spiccavano per la loro intelligenza ma non erano così stupide. Forse avevano dato la precedenza al punire me e una volta terminato il compito avevano ripreso la loro posizione e basta, o forse... ma non importava sul serio adesso. Gli sorrisi. Sorrisi per la prima volta dopo tanto, troppo tempo.

-Che c'è?- appariva confuso di fronte alla mia reazione. Pronunciai le mie parole sussurrandole incredula, non riuscivo a capacitarmene.

- Frank, tu sei un'anima libera.-

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Piccolo Spazio Personale

Ho ricevuto oggi le mie prime recensioni! Non nego che nel leggerle avevo il sorriso di una bambina che riceve un regalo stampato in faccia... quindi grazie di cuore, continuate a dirmi cosa ve ne pare di Afterlife con le vostre recensioni mentre io preparo il prossimo capitolo.
A domani!

-Katje
 

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