Can you be my Nightingale?

di 23Nadine89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just another day ***
Capitolo 2: *** Tick tock ***



Capitolo 1
*** Just another day ***




Mi svegliai con il braccio destro dolorante, constatando di aver dormito su di esso. Mi alzai dal letto e andai in bagno a fare pipì. Mi lavai le mani e il viso, “buongiorno splendore” sentii dire dalla voce di mia madre, alzai la testa di scatto e guardai la porta, nessuno. Vecchi fantasmi che ogni tanto tornavano a farmi visita. Tornai a guardarmi allo specchio, il trucco della sera prima si era sciolto ed era colato sotto gli occhi, odiavo le stupide lentiggini che avevo sul naso, mi facevano sembrare così infantile eppure mi erano care, una delle cose che mamma mi aveva lasciato prima di…
 -NO!...vaiviavaivia…- cominciai a darmi dei pugnetti sulle tempie, non dovevo pensarci.
Mi lavai, misi una felpa nera larga, controllando di aver ben coperto i polsi ed un paio di jeans blu; infine legai i capelli in una treccia. Rimmel e balsamo per labbra come ultimi. Scesi a fare colazione cercando di fare meno rumore possibile, mio padre era sdraiato sul divano, russava ed emanava un forte odore di alcol e sigaretta, i capelli sudati attaccati alla fronte. Disgustoso. Probabilmente aveva passato tutta la sera in un lurido locale a spendere i pochi soldi che ci rimanevano. Fantastico. Una volta fatta colazione, presi lo zaino, le chiavi e mi avviai a scuola. Amavo prendere l’auto di mattina presto, con l’aria fresca sulla pelle. Era quasi primavera, gli alberi ed i prati cominciavano a colorarsi di colori accesi. Mentre ascoltavo “All of me” di John Legend, guardavo il paesaggio passarmi davanti gli occhi, e pensavo alla lezione della prima ora. Avremmo iniziato con letteratura, una delle mie materie preferite. “Forse questa giornata non è poi così male” pensai. Arrivai a scuola nel momento in cui suonò la campanella, mi feci largo tra la gente il più velocemente possibile e posai le cose nell’armadietto prendendo solo i libri per le prime due ore, chiusi l’armadietto ed entrai in classe per prima. Mi sedei vicino alla finestra, nell’ultima fila di banchi e aspettai che la classe si riempisse. Mettevo sempre delle cuffiette nelle orecchie e guardavo fuori, anche se in realtà non ascoltavo musica, amavo sentire il brusio della gente, ma non farne parte. Sembrava che oggi che ne fosse più del solito, mmm… strano… -ei hai sentito la novità?- disse la bionda davanti a me –si, o mio dio, non vedo l’ora di incotrarlo, sai che… e anche…- e così cominciarono a chiacchierare. “Galline” pensai “sempre in competizione per il pezzo di carne più succulento, oh, aspetta, cosa mangiano le galline, di sicuro non carne, forse sarebbe meglio chiamarle avvoltoi, si, mi piace di più”. Comunque non sembrava stessero parlando di qualcuno dei ragazzi della squadra di rugby, “no altrimenti avrebb…” mentre riflettevo il professore entrò in classe e ci salutò, lanciò uno sguardo dalla mia parte e sorrise alzando le sopracciglia in un modo buff. Adoravo Mr.Collins, era forse la figura più simile ad un padre che avessi. Di certo sarebbe stato un padre migliore del mio, se solo fosse stato un po’ più attraente. Era basso, con la testa quasi del tutto pelata, gli occhiali dalla montatura spessa ed antiquata ed i denti storti; in più il suo modo di vestire non aiutava, camicie a quadri alla old school, pantaloni decisamente troppo larghi e dai colori spenti ed un papillon rosso, sempre, per completare il quadretto. “Povero Mr.Collins” pensai mentre sorridevo stancamente in risposta. Poi dalla porta entrò un ragazzo, sulla testa portava un beanie nero da cui usciva un ciuffo biondo alla justin bieber, aveva una maglietta bianca e dei jeans scuri che mettevano in risalto il suo fisico asciutto, aveva spalle larghe, ma non era massiccio. Entrò in classe con fare rilassato guardandosi intorno e sorridendo, ammiccando alle due bionde di prima che cominciarono a sghignazzare. “Oh, Ti prego” pensai, girando gli occhi verso l’alto. Avevo già perso interesse, così tornai a guardare fuori dalla finestra.
-Bene, ragazzi, come avrete sicuramente sentito da oggi avrete un nuovo compagno di classe…- vidi un uccellino su un albero -… prego, se vuoi presentarti- “chissà come deve essere bello poter volare” pensai -Ciao, il mio nome è Matthew Espinosa e vengo dalla Florida, qui il tempo è decisamente più freddo quindi spero incontrerò presto qualcuno che possa riscaldarmi- disse facendo l’occhiolino alla bionda, la quale gli fece un sorriso a 32 denti. Estremamente sexy, estremamente viscido, estremamente finto. Le ragazze cominciarono a ridere, mentre i maschi applaudirono e fischiarono “Ed ecco un nuovo pezzo di carne, e se ho ragione sarà ben presto tra i più ambiti sul menù”.
-Ragazzi per favore…- disse in tono severo Mr. Collins. -Bene Metthew, l’unico posto libero è quello vicino alla signorina Shelly, se vuoi accomodarti…” disse, Matthew guardò nella direzione indicata, lo guardai avvicinarsi, i nostri occhi si incontrarono per un secondo poi mi rigirai verso la finestra, mentre lui spostava la sedia e si sedeva. –Hey- disse allegramente lui, gli grugnii un saluto, non mi piace dilungarmi su cose inutili. La lezione iniziò perciò cercai di concentrarmi,cosa non molto facile visto che Matthew continuava a infastidirmi o a fare rumore con la penna per attirare la mia attenzione. Con la coda dell’occhio a volte lo coglievo a fissarmi spudoratamente, quando non ce la feci più a sopportarlo mi girai per affrontarlo, mossa pericolosa visto che faceva parte del branco “ ti prego dio non farmi diventare la prossima preda” pregai, ma quando mi girai vidi che stava sorridendo per poi fare una faccia strana. Lo fissai un secondo poi cominciai a ridere, comprendoni la bocca per non farmi sentire da Mr.Collins. Vidi la bionda girarsi per un secondo, non sembrava molto contenta. Lui mi sorrise di rimando e disse compiaciuto –Ah, allora non sei così rigida come sembri- arrossii ed abbassai lo sguardo, poi tornai a guardare i libri, cercando di riacquistare la mia maschera di indifferenza e gli dissi di rimando –dovresti seguire la lezione, in fondo sei nuovo.- -certo,certo- rispose. Tornò a guardare il libro, ma dopo poco si avvicinò a me e a bassa voce disse –sei più bella quando ridi-. Lo guardai, sbuffai, e mi girai nuovamente verso la finestra, anche per nascondere il rosso delle guance. Per il resto dell’ora pensai “Strano pezzo di carne”.

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Capitolo 2
*** Tick tock ***


A fine lezione mi sentì sollevata, Matthew non aveva fatto altro che stuzzicarmi, e sembrava che più mi sforzassi di mantenere il mio autocontrollo, più lui sembrava divertirsi. Per fortuna la lezione finì e come suonò la campanella mi allontani il più velocemente possibile, lo salutai con un breve cenno e come previsto fu immediatamente assalito dalle barbie-avvoltoio e dai loro amichetti. Sulla porta mi voltai. Lo vidi parlare completamente a suo agio tra tutti quegli estranei, non era il tipico scimmione biondo che giocava a rugby; no, era diverso, era divertente guardarlo. Non faceva altro che gesticolare, aveva un non so che di coinvolgente. Non seppi sopprimere un sorriso, e proprio in quel momento lui mi guardò, mi sorrise e mi fece l’occhiolino. Divenni subito tutta rossa e mi affrettai ad uscire. -Cavolo, mi ha vista- pensai. Andai al bagno per darmi una rinfrescata ed andai al gabinetto. Nel momento in cui chiusi la porta, senti entrare nel bagno altre ragazze. Qualcuno parlò –Allora, cosa ne pensate del nuovo arrivato?- -Decisamente un bel bocconcino- disse un’altra e le altre ridacchiarono –Si, non è male, fa un po’ troppo il buffone per i miei gusti, ma quando hai quel fisico e quel faccino, a chi interessa, giusto?- risa. Sbuffai. –Avvoltoi- pensai. –Ashley hai intenzione di provarci alla festa di Dylan?- sentì un attimo di silenzio e poi Ashley rispose – Non è ovvio? Sarò la prima a provarlo, e distruggerò chiunque si metterà in mezzo- quasi potevo vederla sorridere in modo compiaciuto mentre lo diceva. Risero di gusto e poi uscirono. Sopirai e finalmente feci pipì. -Diamine, cosa bisogna sopportare per fare pipì in pace- suonò la campanella –Ah, bene! Stupido pezzo di carne, ora per colpa tua arriverò anche in ritardo alla prossima lezione- sospirai nuovamente. Usci in fretta dal bagno ripensando a quello che avevo appena sentito, spinsi distrattamente la porta –Ahia!!! Ma che cavolo?!- c’era qualcuno a terra. –Oh cazzo- pensai –Questa giornata va di male in peggio-. Neanche a farlo apposta a terra c’era un biondo alquanto seccato, tutti i suoi libri sparsi. Dei bellissimi occhi color nocciola mi guardarono, decisamente sorpresi, come se io non lo fossi già abbastanza per entrambi. –Scusami tanto, io… io non volevo… andavo di fretta, e poi t…tu a terra, oddio scusa, lascia che ti aiuti- dissi in fretta, ero troppo imbarazzata e avevo probabilmente tutta la faccia rossa. Sentivo il suo sguardo su di me mentre iniziavo a raccogliere i suoi libri sparsi sul pavimento –No no tranquilla, non è colpa tua, sai non stò molto simpatico alle porte in realtà-. Non potei fare a meno di guardarlo e ridacchiare. Ci fissammo, arrossì ancor di più e distolsi lo sguardo, vidi che lui si grattava la testa e sorrideva imbarazzato. –E… ecco tieni- gli ridiedi il suo ultimo libro e poi ci rialzammo da terra. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo così dissi semplicemente –Scusa ancora, emm… dovremmo andare, siamo già in ritardo- -Emm… certo, cioè si, hai ragione- feci un cenno col capo e mi avviai lungo il corridoio, ma mentre mi allontanavo mi richiamò – Eii! A proposito come ti chiami?- sorpresa mi girai, esitai un attimo, sorrisi timidamente e dissi –Alice… mi chiamo Alice- poi corsi via.

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