halfway

di saraja
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1817 ***
Capitolo 2: *** metamorfosi ***
Capitolo 3: *** rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Bestialità ***
Capitolo 5: *** Tradimento ***
Capitolo 6: *** complicanze ***
Capitolo 7: *** Decisioni ***
Capitolo 8: *** Anime Gemelle ***



Capitolo 1
*** 1817 ***




Cupe nubi oscuravano la luna, il vento frusciava lieve tra le foglie degli alberi mentre un gufo solitario lanciava il suo lamento al cielo. In quel momento Elisabeth aprì gli occhi, era molto debole e non riusciva a vedere con chiarezza ciò che la circondava.  Chiuse gli occhi aspettò qualche secondo e poi li riaprì, la sua vista tornò limpida. Si accorse di essere in mezzo ad una strada, sdraiata. Quando ebbe ripreso un po’ le forze, si rialzò e incominciò a girovagare per le strade vagamente illuminate dai lampioni. Non ricordava com’era arrivata in quella strada, anzi non ricordava nemmeno da dove veniva, l'unica cosa che sapeva di se stessa era il nome. Aveva il vestito stracciato, il tessuto bianco era sudicio di fango, le mancava una scarpa e i sassolini della strada le pungevano il piede, ma il disagio maggiore era un forte dolore alla base del collo di cui non riusciva a spiegarsi la causa.
Improvvisamente nel cielo apparve un lampo, che la illuminò, seguito dal rombo oltre le nuvole. Elisabeth rabbrividì, la sua infanzia, tutto il suo passato erano svaniti! La pioggia iniziò a cadere, e lei cercò riparo sotto il portico di un palazzo gotico. Era stanchissima, e le gambe non reggevano il peso del suo corpo, così per sostenersi appoggiò la schiena alla porta e questa improvvisamente si aprì.
 
Mi trovai distesa su un lucido pavimento di marmo. Sebbene fosse notte e l'interno del palazzo non fosse illuminato i miei occhi vedevano chiaramente, come se stesse splendendo un sole di mezzogiorno.
Il rumore di passi mi fece sobbalzare, dalla scalinata stava scendendo una donna, probabilmente la padrona di casa. Vestiva un semplice abito rosso che però la faceva sembrare ancora più bella.
“ Benvenuta Elisabeth! Ti stavamo aspettando”La donna aveva una voce suadente e melodica.
Intimidita da quella donna ci misi un po’ prima di riuscire a parlare, ma infine chiesi:
“Co... Come conosce il mio nome?”
“Beh, in un certo senso tu sei mia figlia.”
Il sorriso della donna aveva un che di malvagio ma la mia testa era troppo stordita per accorgersene, mi alzai barcollando e mi diressi verso la donna che tese le braccia per abbracciarmi.
“Guarda...” disse porgendomi un bellissimo specchio in argento.
Quando mi specchiai vidi un volto pallidissimo, i capelli rossi arruffati e gli occhi verdi che mi fissavano straniati.
“Cosa mi è successo?”
Invece di rispondere la donna mi prese lo specchio e lo voltò in modo che rispecchiasse il mio collo: vicino alla spalla c' erano due piccole ferite circolari che stillavano caldo sangue rosso. Dovevo avere un'aria sconvolta perchè la donna mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulla fronte dicendo:”Non devi più avere paura, ora sei una di noi” e mentre parlava le si allungarono i canini. Poi sospingendomi gentilmente mi scortò in un salone enorme circondato da colonne con il pavimento nero e lucido.
La donna batté le mani e due serve apparvero per accendere i candelabri della stanza. Poi dai quattro corridoi che si affacciavano sul salone apparvero quattro distinti cortei di dame e cavalieri che reggevano calici colmi di una bevanda rossa dall' odore metallico. Una donna con un bellissimo vestito nero mi porse un calice, quando l'ebbi preso gli altri si disposero in cerchio attorno a lei ed una voce intonò un canto che mi fece rabbrividire. Appena la cantante terminò, la donna che mi aveva accolto disse:
“Io, Lyss Luanovna sovrana e custode della comunità di demoni-vampiro di Falls Creek, accolgo la nostra nuova sorella, morta il 29 Ottobre 1817! Alzate i vostri calici e rendete omaggio a Elisabeth Lyssovna!”
Un coro di "Ave sorella!" si alzò da tutti i partecipanti e i calici furono svuotati in lunghi sorsi.
Non sapendo bene cosa fare, imitai gli altri e mi portai il calice alle labbra ma appena il liquido rosso mi arrivò alla lingua sputai tutto per terra, quel liquido era sangue!
Guardai inorridita i vampiri che chiacchieravano amabilmente tra loro, allietati dall'orchestra che era misteriosamente apparsa.
Quando guardai di nuovo il calice, un senso di fame opprimente s’impadronì di me, cercai di resistere ma era tutto inutile, ogni sforzo aumentava il desiderio, sempre più accecante. Distolsi lo sguardo dal sangue e tentai di distrarmi osservando i demoni che danzavano, ma ancora una volta abbassai gli occhi sul calice, quel sangue stava diventando un'ossessione, tutti i miei sensi percepivano solo il liquido denso: il colore rosso vivo, l' odore pungente, il rumore provocato da ogni tremore della mia mano, che portava il sangue ad infrangersi contro le pareti del calice. Il calice stesso che stringevo in mano e soprattutto il sapore che avevo appena percepito, tutto era così attraente che anche l' istinto mi suggerì di bere.
Tutta la mia forza di volontà non servì a niente, senza nemmeno accorgermene avevo svuotato il calice in un unico sorso. Scoprii che il sapore mi piaceva, ma la mia coscienza mi diceva che avevo commesso un atto orribile!
La cosa che più mi spaventava era il fatto di non ricordare niente: Perché ero in mezzo alla strada a notte fonda? E perchè nel suo breve discorso Lyss aveva detto che ero morta? Mi avvicinai a quest'ultima e le chiesi spiegazioni.
“ Eri un'umana, la figlia di una famiglia nobile… credo di duchi. Quando ti ho morsa stavi scappando da una festa...”
“Tu mi hai… morsa?!” la interruppi.
Lyss annuì: “Eri predestinata”
“Predestinata? in che senso?”
“Vedi, io non sono caritatevole con le mie prede, di solito le uccido e basta… ma gli spiriti mi avevano suggerito il tuo nome.”
“ suggerito per cosa?”
Prima che Lyss potesse rispondere un giovane vampiro dai capelli scuri si avvicinò a Lyss, le chiese di ballare e lei accettò, lasciandosi trascinare dalle danze
 mi abbandonò sola, sotto uno degli immensi candelabri del salone.
Se il mio primo sentimento era stato quello di smarrimento, ora si era trasformato in odio puro. Quei vampiri erano responsabili della mia morte, mi avevano sconvolto completamente la vita e ora? Nessuna spiegazione, nessuna parola di conforto. Ero ancora sporca e infreddolita ma nessuno dei presenti si offrì di aiutarmi, erano tutti concentrati solo sulle loro danze.
Quando finalmente la musica finì, era ormai l'alba e tutti i vampiri si ritirarono nei loro appartamenti. Lyss mi si avvicinò.
“Andiamo cara, ti porto a cambiarti”
“Ah, adesso?!”
“Beh cara guardati! Hai il vestito a brandelli e hai proprio bisogno di un bel bagno”
“Mi ha lasciato in questo stato tutta la notte!”
“Sì” si portò un lungo dito affusolato alle labbra: “Beh allora andiamo” rispose con una scrollata di spalle.
Salimmo le scale e svoltammo in un corridoio, dopo sette porte a destra ci fermammo davanti ad una stanza alta, protetta dalla porta con intarsi sul bordo e la maniglia di ottone. Su una targhetta c’era scritto il mio nome.
“ Entra cara, questo è il tuo appartamento, qui dentro troverai tutto quello di cui hai bisogno, è già l'alba quindi vai a riposare, ci vedremo domani notte.”
Lyss mi mise una chiave d'oro in mano e poi se ne andò.
Girai la chiave nella toppa e poi aprii la porta: l'entrata era un piccolo salottino arredato con dei mobili laccati in nero. Affacciate su quella stanza c'erano quattro porte: una era quella d'entrata, la seconda portava in un bagno con una vasca incassata nel pavimento; un'altra portava in uno studio con una libreria e una cristalliera vuota; e l'ultima portava nella camera dove c' era un letto a baldacchino rosso.
Nell’appartamento non c'era altro a parte una finestrella coperta con un pesante tendaggio nero.
Il muro di fronte al letto attirò la mia attenzione: aveva alcune imperfezioni che assomigliavano a delle maniglie senza porta. Volli osservarle da vicino e sfiorandone una mi accorsi che quella era effettivamente una maniglia, così la tirai ma non accadde nulla, allora provai a spingerla ma il risultato fu lo stesso, infine capii di doverla far scorrere di lato.
La parete si aprì e rivelò un numero incredibile di vestiti.
La seconda anta rivelò uno stanzino zeppo di scarpe e stivali. E su alcune mensole c'erano scrigni traboccanti di gioielli.
Presi un completo pulito di biancheria e feci un caldo bagno rilassante. Quando ebbi finito mi vestii e andai nello studio. Nella libreria c'erano molti libri ma pochi avevano un nome interessante, la maggior parte parlava di strani riti e fatiscenti pozioni, ma c'erano anche libri della cultura umana. Mi persi nella storia di Romeo e giulietta. Il tempo passò senza che me ne accorgessi e dalla piccola finestra entrarono faticosamente pochi raggi di sole.
Finalmente scesa dal mondo dei sogni me ne accorsi, mi avvicinai alla finestra e scostai la tenda, in quel preciso istante sentii un acuto dolore dove il raggio stava colpendo la sua mano. Mi ritirai subito nel buio e improvvisamente ricordai: la luce del sole era fatale per i vampiri, mi guardai la mano, una macchia rossa ne ornava la pelle, bruciava.
Temendo di commettere altri errori che potevo evitare, cercai di ricordare quello che sapevo sui vampiri: erano immortali, mangiavano il sangue degli umani e potevano essere uccisi con un paletto di legno conficcato nel cuore o con il fuoco.
 
Era questa la vita cui ero stata condannata? Vivere nell'ombra, cibarmi dei miei simili, forse obbligare altre persone alla mia stessa vita?
Mi spostai nella stanza da letto e mi coricai, cercando di non pensare a come mi sarei comportata nei giorni successivi. Non ero ancora pronta ad affrontare tutto questo, e di certo l’irritazione che mi aveva instillato Lyss nel cuore non aiutava granché. Brutta strega infame! Non mi piaceva, non mi piacevano i suoi vampiri, e non mi piaceva il suo stramaledettissimo palazzo! Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo? La mia testa continuava a riflettere (e a disperarsi) finché la stanchezza non mi fece crollare in un sonno pieno di tenebre e di viscidi esseri striscianti.

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Capitolo 2
*** metamorfosi ***




 Fui svegliata da una cameriera, che portava la colazione.
“Buonanotte signora, sono Irina, la sua cameriera personale. Le ho portato la colazione.”
“Oh... eh... buongi... buonanotte”
“Le preparo il vestito?”
“Sì, grazie” Risposi confusa.
Quando la cameriera si immerse nell' armadio, bevvi il sangue , provai meno rimorso rispetto alla volta precedente, ma la cosa ancora non mi piaceva.
La cameriera riemerse dall'armadio con in braccio un completo di pelle nera, del tutto inadeguato ad una donna del mio rango. Sgranai gli occhi sconcertata.
“E questo cosa significa?” chiesi non preoccupandomi nemmeno di nascondere l’irritazione nella mia voce
“Le sarà più facile muoversi” rispose la cameriera con un’alzata di spalle. Lo shock mi lasciò inebetita per tutto il tempo in cui Irina mi aiutò a vestirmi poi lei mi risvegliò facendo un piccolo inchino e congedandosi.
Non sapendo bene cosa fare decisi di sedermi sulla poltroncina in salotto. Il tramonto era già passato e le ombre si stavano allungando sulla città, sentii il bisogno di respirare aria pulita così aprii la finestra, mi misi a guardare la stradina che divideva il nostro palazzo da quello di fronte. Sapevo che là vivevano una decina di vampiri.
Contrariamente a ciò che pensavano gli umani i vampiri non erano moltissimi, nel mio palazzo ce n' erano 16 tra domestici e nobili. Anche se nuovi vampiri venivano creati di tanto in tanto la razza non prolificava. La malvagità dei vampiri li spingeva ad uccidersi a vicenda per ogni scaramuccia.
Ero immersa in quei pensieri quando sentì il rumore di alcuni cavalli al trotto. Poco dopo apparvero delle bestie bianchissime con lunghe criniere argentee che danzavano nel buio, avevano dei finimenti dorati e trainavano una carrozza nera riccamente decorata a sbalzo. Cercai di capire chi c'era nella vettura e vidi un giovane che guardava la strada scorrere sotto la ruote della carrozza, improvvisamente lui alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi.
Il giovane aveva uno sguardo caldo, avvolgente, reso quasi ipnotico da degli occhi azzurri, purissimi. Sentii una strana sensazione allo stomaco, non riuscivo a staccare lo sguardo da quello di lui, c'eravamo solo noi due.
La carrozza scomparve dalla mia visuale, diretta chissà dove. Quanto era durato? Per quanto tempo ci eravamo parlati senza emettere alcun suono? Secondi? ore?  Non riuscivo a capirlo, la mia testa stava andando in corto circuito.
Un rumore alle sue spalle mi fece sobbalzare:
“Elisabeth! Cosa ci fai qui?”
“L...Lyss!”
“Ti senti Bene?”
“Sì, sì ho avuto un capogiro...” mentii.
“Sai che questa è la notte più importante della tua nuova vita? dovresti essere là fuori!” ed indicò la finestra.
“A fare cosa?”
“Devi avere il tuo primo pasto da vampira!”
“E quello di ieri?”
“Quello non conta, tu devi procurartelo da sola se vuoi diventare una vampira a tutti gli effetti!”
“Io non ucciderò i miei simili!”
la sfumatura nella voce di Lyss faceva presagire che si stava arrabbiando:
“Loro non sono più i tuoi simili! sono inferiori a te! Sono PREDE!”
“No!” La mia voce era rotta dall’angoscia.
La risposta di Lyss fu fulminea, uno schiaffo mi colpì in viso. Non vidi nemmeno la mano muoversi.
Ancora stizzita Lyss si diresse verso la porta, si fermò sulla soglia e da sopra una spalla disse:
“Tra dieci minuti voglio vederti fuori di qui!” Poi se ne andò.
MI sedetti di schianto sulla poltrona, lo schiaffo mi faceva relativamente mele, a bruciare di più era l'orgoglio, l' orgoglio di umana, l' orgoglio di non essere una di quelle bestie sanguinarie che mi avevano resa schiava!
Se fossi riuscita a ricordare dove abitavo prima!
Cosa avrei fatto? Avrei finto di essere ancora umana? Non lo ero più! Ormai ero una vampira, non potevo tornare indietro, avrei rischiato di uccidere tutti. Decisi di uscire, almeno per schiarirmi le idee, mi asciugai le lacrime e indossai un lungo cappotto nero, poi andai fuori.
Le strade erano fredde e le case che vi si affacciavano non erano altro che alti rettangoli scuri, un rintocco lontano segnalò l' una di notte. La nota vibrò nell' aria per alcuni secondi fino a sfumare nel vento. Piccoli tornadi di foglie secche volteggiarono ai piedi degli alberi. La strada era deserta, ogni mio passo rimbombava nel silenzio che era misteriosamente sceso sulla strada.
Un rumore ovattato mi fece sobbalzare, sembrava un uomo che correva, ma  non capii da dove venisse. Il suono aumentò di volume, l' uomo si stava avvicinando, Mi fermai, il rumore era forte, pochi secondi e l' uomo sarebbe sbucato da uno dei vicoli che si immettevano sulla strada e a quel punto, cosa avrei fatto? Non c’era tempo di nascondersi! Mi guardai intorno, se non volevo essere vista potevo solo gettarmi contro la porta di una casa e sperare che questa si aprisse. Improvvisamente l' uomo sbucò da un vicolo: era sudato, aveva gli occhiali appannati e i capelli brizzolati gli si attaccavano alle tempie.
“Aiuto, Aiutami ti prego!” Gridò appena si accorse di me. “Aiuto, mi insegue! Mi ucciderà! Aiuto!” Ero paralizzata dalla paura, vidi un'ombra piombare dall' alto, sopra l' uomo, con un' unico allucinante grido quello cadde a faccia in giù sulla strada. L'ombra nera era ancora su di lui. Quando quella cosa sollevò lo sguardo vidi che era un vampiro, caldo sangue gli gocciolava dall' angolo della bocca, atteggiata ad un sorriso crudele.
Così com'era arrivato il vampiro scomparve, lasciando il corpo dell'uomo riverso a terra, ai miei piedi.
Mi sentii afferrare i fianchi, e una voce mi sussurrò all'oreccho:
“Lo sai che sei bellissima?”
Mi voltai di scatto trovandomi faccia a faccia con un uomo alto dai i capelli lunghi.
Deglutendo forte riuscii a parlare:
“Co..Cosa volete da me? Dio siete disgustoso. “
“Disgustoso? Ti sei resa conto che siamo molto simili?”
“No! Voi siete un essere spregevole.” Notai con irritazione che la mia voce tremava, cercai di dimostrarmi molto più coraggiosa di quanto non fossi in realtà.
“Spregevole…potrei sbatterti qui in un vicolo e dimostrarti fino a che punto lo sono realmente. Piccola puttanella”
Trasalii a quelle parole, ma non volevo mostrargli il terrore che mi aveva instillato nel cuore. Non risposi, mi limitai a fissarlo pregando che succedesse qualcosa che distraesse la sua attenzione da me. Successe.Una voce alle mie spalle risuonò nella strada deserta:
“Miroslav! Lascia stare la principessa!”
Sentendo quella voce il vampiro sbiancò.
A parlare era stata Lyss, che iniziò ad avanzare con un passo deciso e minaccioso, mentre Miroslav indietreggiava.
MI trovai in mezzo a due fuochi e ai lati avevo i muri delle case, non avevo via di fuga.
dopo alcuni secondi e molti passi Miroslav cedette, accennò un' inchino prima di scappare. Lyss coprì la distanza che la separava da me con un unico formidabile salto.
“Non devi preoccuparti di Miroslav, fa il duro ma in verità è un coglione!”
“Perchè mi hai chiamata principessa?”
Lyss deviò la domanda:
“Hai mangiato?”
“No, non ancora! Rispondimi!”
“Elisabeth perchè sei così complicata? Perchè ti ostini a difendere gli umani? Loro sono solo prede! Sono esseri che vivono nella paura! Quando ti deciderai a vivere?”
“Non posso uccidere un umano, succhiargli il sangue e poi sentirmi in pace con la mia coscienza!”
“Io lo faccio tutte le notti!”
“E non ti sei mai sentita in colpa?”
“All'inizio sì, ma sono passati tanti anni ed ho capito che era l'unico modo per sopravvivere.”
“Quindi dovrei ignorare la mia coscienza?”
“Esatto, adesso andiamo, se restiamo qui, non troveremo mai un umano per te!”
 Lyss iniziò a correre, poi si girò a guardarmi quando non accennai a seguirla.
“Avanti Elisabeth non abbiamo tutta la notte!”
Non volevo seguirla, ma lo feci. Prima esitante poi con sempre maggior sicurezza, man mano che prendevo confidenza con i miei nuovi muscoli vampirici. Ero tremendamente veloce.
La seguii fino ad una locanda, da dentro si sentivano le urla degli ubriachi e le acute risate delle prostitute che li stavano intrattenendo.
“Appena esce qualcuno, usa il controllo mentale per farlo andare in un posto isolato…e uccidilo!” Dopo avermi sussurrato queste parole, sparì silenziosa come un fantasma. Mi appostai su un tetto.
“Controllo mentale…” Ripetei a sottovoce “E come diavolo si usa?”.
I modi di Lyss iniziavano davvero a innervosirmi! Per lei era tutto scontato, che bisogno c’era di dare spiegazioni? Una sottile isteria iniziò a impadronirsi di me, sentivo brividi alla base del collo e le mie guance bruciavano. Dovevo essere proprio un bello spettacolo: Appollaiata su un cornicione con la faccia arrossata. Che bella serata!
Finalmente la porta della locanda si aprì, riportandomi a quella strada. I miei sensi si affinarono immediatamente: Da dove ero, potevo sentire perfettamente il puzzo di sudore ed alcool, potevo vedere la faccia stravolta dell’ uomo, sentivo il battito del suo cuore frenetico…E sentivo la paura, quell’ uomo sapeva che gli stava per succedere qualcosa!
Feci come mi aveva detto Lyss: diressi il mio pensiero a lui, desiderando farlo girare nel vicolo cieco a destra e con mia meraviglia lui lo fece.
Nella mia testa non c’era più posto per l’etica, tutto quello che sentivo, era un desiderio animalesco verso il sangue putrido di quell’uomo. Scesi dal tetto con un’agilità che non sapevo di possedere e mi incamminai verso il vicolo. Quando l’uomo si girò e mi vide tentò di urlare, ma non gli lasciai il tempo di emettere alcun suono. Mi avventai sulla sua giugulare, squarciando la pelle con i denti.
Ma quell’animale non ero io! Mi sembrava di guardare la scena dall’esterno, non avevo mai provato nulla di simile.
Quando la creatura finì di mangiare tornai in me, ricominciai a sentire normalmente, e quello che sentivo non mi piaceva!
L’avevo fatto! Avevo ucciso un uomo! Era stato incredibilmente facile cedere alla mia parte animale…
Indietreggiai lentamente tenendo lo sguardo fisso sul cadavere dell’uomo quando Lyss mi piombò vicino facendomi sobbalzare.
“È stato orribile!”
“Mia cara, la vita è orribile! Forza torniamo al palazzo.”
 
***Angolo dell’autrice***
Secondo capitolo…un po’ lungo ma necessario. Elisabeth inizia a capire cosa vuol dire essere vampiri e forse tutto ciò inizia a piacerle. Lyss è sempre più stronza ma questo è solo un assaggio. In realtà è molto peggio. Nel prossimo capitolo la storia si farà sempre più intricata. Spero vi piaccia J
Ringrazio chi ha letto e ha sprecato alcuni minuti del suo tempo per me. Se volete recensire ben venga sono aperta a tutte le critiche che vogliate farmi.
Infine ringrazio di cuore disastroushurricane per avermi spronato a continuare e per il suo sostegno. Se avete qualche altro minuto passate da lei, la sua storia è magnifica! Ve la consiglio vivamente!!
Bene, questo è tutto, al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 3
*** rivelazioni ***




 Quando fui di nuovo nel mio appartamento corsi in bagno in preda ad una tremenda nausea, lo stomaco chiuso in una morsa d’acciaio.
 Non so per quanto tempo rimasi lì… ore probabilmente, dovevo essermi addirittura essere addormentata, perché la sera mi trovai nel mio letto e non sapevo come c’ero arrivata!
Sbattei le palpebre disorientata, qualcuno doveva essersi accorto che non ero nel mio letto e mi ci aveva portato.
Un improvviso rumore mi fece alzare lo sguardo, Irina mi aveva portato la “colazione”.
Mentre bevevo il sangue, che era diventato irrinunciabile per me, lei mi preparò l’abito: un meraviglioso vestito da cerimonia rosso.
Il corpetto era ricamato in oro e la lunga gonna di seta terminava con uno strascico… sulle maniche, sul collo e sull’orlo della gonna c’era un merletto dello stesso colore dei ricami, era una meraviglia!
“Perché quest’abito stasera? Ci sarà qualcosa d’importante?”
“Stasera, signora, c’è la seduta del consiglio, dovete parteciparvi in quanto figlia della nostra reggente: Lyss”.
“E cosa dovrò fare?”
“Ascoltare e imparare. Molto probabilmente sarete eletta voi imperatrice, siete la favorita per ora.”
Mentre mi aiutava a indossare quello splendore, indagai su quanto mi aveva appena detto, avevo capito che era una gran pettegola.
“Vedete, ogni 500 anni scegliamo un’imperatrice che governi l’alleanza delle cinque forze. Ogni volta gli spiriti indicano una fanciulla per ogni razza. Poi i maggiori esponenti dell’alleanza ne eleggono una tra queste. La reggente ha ingoiato tanta di quella bile da diventare verde, quando non è stata scelta!”. Scoppiò in una risata tossicchiante.
“Quando ci sarà quest’elezione?”
“Fra qualche mese, avete tempo per imparare a comportarvi in modo adeguato, tranquillizzatevi.”
“Non sono affatto preoccupata per questo…Piuttosto, quali sono le razze dell’ alleanza?”
“Vampiri, Streghe, Licantropi, Arpie e Angeli neri. Ora venite, la riunione inizierà fra poco”.
Raccolsi tutta la stoffa che mi avvolgeva e stando attenta a non inciamparvi sopra mi lasciai condurre nella sala del consiglio, dove presi posto su un alto scranno vicino a un enorme tavolo rotondo. Uno degli scranni era un immenso trono dorato, foderato di velluto nero e intarsiato in oro, oro vero! Quante ricchezze in quel palazzo!
Poco dopo, quando tutti ebbero occupato il loro posto, Lyss vicino a me e iniziò a suonare una musica.
Tutti si alzarono in piedi -io fui tirata su di peso da Lyss- e dalla porta principale entrò una donna circondata da nove guardie armate. La donna andò a sedersi sul trono, con un elegante svolazzo del mantello.
“Benvenuti, sedetevi e cominciamo.” fece una pausa aspettando che tutti si accomodassero ”Qual è l’ordine del giorno?”.
Durante la riunione tutti ascoltarono attentamente l’imperatrice, una strega, sui vari temi: permessi di caccia per vampiri e licantropi, acquisto d’ingredienti per le pozioni delle streghe e processi di vari criminali...
Io avevo assistito a tutto ed ero rimasta sorpresa di scoprire che una pena frequente era la schiavitù. Tre angeli neri furono condannati così, uno dei tre fu affidato a Lyss, che sorrideva contenta.
Quando tutto fu finito, ognuno tornò nei propri appartamenti per cenare. Irina mi portò il solito calice con il sangue ma io mi rifiutai di berlo, era già tanto che lo avessi fatto a colazione.
“Non avete appetito signora?”
Dovevo ammettere che nonostante tutto era molto premurosa, era l’unica che mi dimostrava un po’ d’affetto in quel luogo.
“No Irina, sai perché non voglio bere il sangue. Non è giusto uccidere gli umani in questo modo.”.
“Ma… signora nessuno è stato ucciso per questo sangue, è raro che i vampiri uccidano le loro prede”.
Mi girai di scatto.
“Cosa? Ma…Io ho visto un vampiro uccidere! E anche dalle parole di Lyss si capisce che è norma dei vampiri farlo!”.
“La nostra reggente è un personaggio ben strano signora, in linea generale i vampiri uccidono solo se necessario. Di solito ci nutriamo da “volontari” che non subiscono danni.”
“Allora potevo rifiutarmi di uccidere quell’uomo ieri!”.
“No signora, quello era un caso necessario, il vostro corpo stava affrontando la transizione e aveva bisogno di molto sangue.”
Sgranai gli occhi sorpresa, se davvero era così, non sembrava poi tanto ripugnante essere un vampiro! Adesso che sapevo che potevo non uccidere per sopravvivere era tutto più facile. Giurai che non avrei mai ucciso un umano, mai più.
“Mi hai tolto un peso dal cuore Irina, grazie.”
La domestica andò a mettere via il costosissimo vestito borbottano, il che mi fece sorridere.
Indossai una vestaglietta di cotone e bevvi il sangue, senza rimorso. Poi mi sedetti sulla mia poltrona e ricominciai a leggere, Irina si era congedata ed ero sola in camera.
Più volte mi affacciai alla finestra sperando di vedere nuovamente il giovane ma la strada era deserta. Continuai così fino all’alba, quando decisi di andare a dormire.
 
Un rumore mi fece trasalire, rompendo il flusso dei miei pensieri. Non ero più sola.
Aspettai qualche secondo poi scostai le coperte e con le zanne allungate mi preparai a fronteggiare l’intruso. Il rumore proveniva dal salottino così mi diressi da quella parte.
Stavo tremando, forse per la paura, forse per l’adrenalina. Socchiusi piano la porta, pronta ad aggredire l’intruso.
Non ne ebbi il tempo, lui aprì completamente la porta, e sfruttando la mia sorpresa, mi prese e mi tappò la bocca.
“Non urlare, non voglio farti niente! Mi sussurrò all’orecchio “Se prometti di non urlare ti libero, va bene?”.
Riconobbi subito il proprietario di quella voca, annuì e sentii le sue mani che alleggerivano la presa fino a lasciarmi. Mi girai lentamente fino a trovarmi proprio davanti al vampiro della carrozza.
“Cosa ci fai qui?”
“Mia cara, perdonami. Mi sto nascondendo.” Stava sorridendo.
“Nascondendo? Da chi?”
“Non te lo posso dire.”
Alzai un sopracciglio: “Non voglio avere nessun problema qui, vattene o urlerò tanto forte da far accorrere tutto il palazzo! “
“No…non lo farai!” e detto questo mi sbattè con violenza contro il muro alle mie spalle, soffocando il grido che avevo in gola con un bacio altrettanto violento. Cercai in tutti i modi di liberarmi, ma la sua presenza era ingombrante. Il suo corpo massiccio premuto contro il mio m’impediva qualsiasi movimento e la sua bocca era così pesante sulle mie labbra! Presa dal panico feci l’unica cosa che mi risultava possibile fare: gli morsi il labbro.
Non ero preparata alla sua reazione. Saltò subito indietro portandosi una mano alle labbra e sbiancò vedendo il sangue che gli sporcava le dita. Poi mi guardò dritto negli occhi, il suo sguardo bruciava. Mille emozioni si rispecchiarono in quegli occhi.
Ero a corto di fiato, il mio cuore batteva all’impazzata per il terrore sì, ma non potevo negare che il breve contatto tra le nostre labbra non mi avesse incendiato il sangue nelle vene. Desiderio. Profondo, torbido desiderio. Con la lingua mi umettai le labbra, deglutendo rumorosamente, ne volevo ancora. Dio se ne volevo! Tremai violentemente, il corpo scosso da brividi improvvisi. Gemetti piano, non capivo cosa mi stesse succedendo. In preda all’ebrezza sensuale mi portai una mano a coppa sotto il seno, gemendo ancora più forte perché quel gesto aveva scatenato un improvviso calore tra le mie gambe. Volevo di più!
Alzai lo sguardo su di lui e lo vidi bruciare della mia stessa passione.
“Cosa ci sta succedendo?” chiesi, la voce arrochita in una sfumatura sensuale.
Lui esitò qualche secondo poi rispose con voce altrettanto febbrile.
“è il sangue, il mio sangue. Ci sta spingendo a creare un legame. Voi avete bevuto il mio sangue, se cederò, sarò per sempre vostro... “ gli morì la voce, si passò una mano tra i capelli, imprecando, poi si slanciò nuovamente su di me, premendo il suo corpo forte contro il mio.
Mi baciò con un’intensità spaventosa, una mano infilata tra i miei capelli che mi teneva li. Ma per l’inferno non mi sarei mai allontanata da quel bacio. Bruciavo terribilmente e rispondevo al bacio con la stessa sua affamata passione.
Poi lui si allontanò, ma solo di pochi millimetri.
“Se farò l’amore con voi sarò vostro schiavo, per l’eternità…e diamine, è l’unica cosa che vorrei in questo momento!” la sua voce non era altro che un flebile sussurro.
“si” fu più un gemito che una risposta la mia, ma tanto bastò per far ricominciare il vampiro da dove si era interrotto. Mi prese per la vita, spingendomi verso il letto. Mi lasciai cadere all’indietro trascinandolo giù con me. Le nostre labbra rimasero incollate per tutto il tempo. Sentivo la rigida sporgenza del suo sesso premermi contro la coscia e questo mi eccitò ancora di più, non volevo aspettare, lo volevo sentire dentro di me! Allungai titubante una mano e lo accarezzai, desiderando incontrare pelle nuda piuttosto che la ruvida stoffa del pantaloni.
 Fu un attimo, il vampiro si rialzò e in un secondo si tolse ogni abito che indossava. Era una visione stupenda. Dai muscoli tonici e ben delineati del torso, alla rigida sporgenza del suo membro e poi giù, lungo cosce tornite e polpacci definiti. Non ci mise molto nemmeno a spogliare me, giusto il tempo di far scivolare via la mia vestaglia di seta. Non indossavo altro.
Reimpossessandosi della mia bocca si posizionò tra le mie gambe e con una spinta poderosa mi penetrò. Rimasi senza fiato a causa di un dolore acuto, ma il vampiro non si fermò. Gemendo Piano continuò ad affondare in me finché il dolore non divenne qualcosa di caldo e piacevole. Presa dall’estasi rilassai i muscoli che avevo contratto alla fitta provata prima e scoprii un piacere tutto nuovo, un’estasi profonda di tutti i sensi. Mi adattai al suo ritmo e iniziai a gemere anch’io. Dio che sensazione stupenda! Volevo di più, sempre di più. E lui, quasi leggendomi nel pensiero, me lo diede. Accelerò il ritmo fino a portarmi al culmine del piacere, gridai forte. Poco dopo sentii anche il suo gemito roco e potente, e pensai di non aver mai sentito nulla di più sensuale in tutta la mia vita.
Ma tutto finì li, lui si staccò da me, indietreggiando verso il fondo della stanza, una mano sul volto, terrorizzato.
“no…no…cristo NO!” continuava a ripetere. Io non capivo, era stato così bello. Cosa c’era che non andava? Lo guardai senza capire, cercando di incrociare il suo sguardo. Piangeva.
“voi non sapete cosa mi avete fatto vero? Avete fatto in modo di stabilire il vostro imprinting su di me. Ma non mi lascerò schiavizzare così! Ora sarete mia anche voi!”
Con un ringhio tremendo si lanciò nuovamente su di me azzannandomi alla gola e bevendo il mio sangue. Ma non fece solo questo, oh no. Ricominciò a penetrarmi, con rabbia. Non provai piacere, ero tremendamente spaventata, ma nessuno accorse, nessuno mi sentì gridare.
Una volta finito crollò esausto su di me e cercò di riprendere fiato. Io non riuscii a far altro che singhiozzare. Non ero mai stata trattata in un modo tanto rude.
 
 
*NOTA DELL’AUTRICE*
Eeee sì questo capitolo si conclude così, con un po’ di suspense. Ma ormai anche il quarto capitolo è a buon punto quindi lo pubblicherò tra poco.
Ringrazio ancora chi ha letto la mia storia e chi la leggerà, spero sia interessante se non bella! Come sempre sono felice di ricevere recensioni sia positive che negative, sono convinta siano un valido aiuto a migliorare la storia. Ringrazio sempre disastroushurricane che mi segue e mi sprona a continuare e a chi non l’ha ancora fatto consiglio di leggere la  sua storia. Di un genere diverso da questa ma veramente bella e appassionante. La trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2635114
Infine ringrazio Kagome_01 per aver recensito il capitolo precedente e avermi fornito la prima recensione per questa storia!
Ed è tutto…al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Bestialità ***




 
 
Era ancora riverso su di me quando smisi di piangere e presi in mano la situazione. In un lampo di gelida rabbia lo afferrai  per la gola e lo sbattei contro il muro. Ero una vampira giovane, ma grazie a Lyss il mio lignaggio era straordinario e la mia forza già ampiamente sviluppata.
Lo guardai dritto negli occhi, volevo ucciderlo! Ero furibonda e per la prima volta in vita mia pensai di poter trovare piacere nella vendetta. Sarebbe stato cosi  semplice stringere le dita attorno alla sua gola e guardarlo soffocare. Oh sì, sarebbe stato stupendo!
E poi me accorsi…una morsa implacabile serrava anche la mia gola, impedendomi quasi  di respirare. Strinsi ancora più forte la mano attorno al collo del vampiro e il risultato fu che mi si mozzò il respiro. Non capivo.
Strabuzzai gli occhi guardando il mio riflesso terrorizzato nelle sue iridi chiare. Lentamente sul suo viso comparve un sorriso lascivo e strafottente. Dovetti lasciare la presa. Mi allontanai con passo incerto guardando lui che si appoggiava alla parete.
“Oh principessa, vi vedo turbata” mi disse pochi secondi dopo.
“Cosa mi avete fatto?” sibilai in risposta.
“Quello che voi avete fatto a me…vi ho legato a me attraverso il sangue e il sesso, rallegratevi abbiamo stabilito un Imprinting!”
“Imprinting?”
“Il legame di sangue dei vampiri. Io e voi, principessa, ora siamo una cosa sola. Sarete sempre in grado di percepire quello che provo io, le mie sensazioni saranno le vostre e viceversa….non potete uccidermi” aggiunse poco dopo.
Sgranai gli occhi, non volevo credere di essermi legata ad un essere tanto odioso!
“Su su principessa, non odiatemi. Ho dovuto farlo”
Lo guardai gelida.
“Voi mi avete violentata! E ora sono legata a voi, cosa vi aspettate da me?!”
Sospirò lentamente, passandosi una mano tra i capelli, diventando di colpo serio.
“Non avrei voluto farvi del male, ero fuori di me, perdonatemi se potete.”
“State scherzando?! Voi non avete scuse! Non osate nemmeno sperare nel mio perdono!”
Mi girava la testa, dovetti allontanarmi velocemente e cercare rifugio nella morbida poltrona del salotto, guardando fuori dalla finestra. Stava scendendo la sera. Mi portai una mano alla fronte cercando di recuperare n respiro normale e di calmare i battiti del mio cure. Ascoltai la nuova sensazione che stava crescendo in me, no non la mia…quella del vampiro. Percepii rimpianto e un dolore straziante. Era vero, la sua intenzione non era farmi del male. Ma lo aveva fatto! E non solo nel corpo, mi vergognai di non essere stata capace di impedire quell’atto di violenza. Ne sarei stata capace se avessi voluto.
 Mi bloccai improvvisamente, non l’avevo fermato perché in realtà non era quello che volevo!  Sentivo che era giusto legarmi al vampiro. Scossi la testa disorientata, no ero sotto shock. Non pensavo coerentemente.
Eppure la sensazione che percepivo ora era così giusta! Gemetti piano, una forte emicrania mi stava sbocciando dietro gli occhi.
Lo percepii entrare nella stanza, ma non alzai lo sguardo ad incontrare il suo. Si inginocchiò ai miei piedi e mi prese una mano tra le sue, premendo l’altra sulla mia fronte. Era fresca e mi fece stare subito meglio.
“Non voglio provare queste cose per voi” sospirai piano. “Non conosco nemmeno il vostro  nome!” che cosa stupida da dire pensai.  Mi morsi la lingua, cosa mi importava del suo fottuto nome?! Era un maledettissimo criminale!
Lo guardai di sottecchi e notai la sua bocca sexy atteggiata ad un sorriso indulgente. Un attimo SEXY?!?!?!?! No tutto questo non andava affatto bene!
“Vladimir Andrej Covalchij, ma chiamatemi Vlad.”
Alzai la testa e lo fissai, ero ancora furiosa, ma lentamente stavo riprendendo il controllo di me stessa.
“Elisabeth…per voi solo Elisabeth, e non chiamatemi più principessa!”
Annuì piano.
“So che la mia reazione è stata esagerata Elisabeth, mi vergogno profondamente di aver mostrato tanta bestialità, ma vi prego lasciatemi spiegare”.
“Sentiamo” dissi, non ero affatto convinta ma lo lasciai raccontare. Mi disse che era stato commesso un omicidio poche sere prima; un vampiro era stato pugnalato e poi brutalmente decapitato. Avevano appeso il suo corpo a sgocciolare sangue davanti all’entrata del nostro palazzo.
 Vlad era stato incastrato e ritenuto il freddo assassino di quel vampiro. Ma mi giurò guardandomi negli occhi di non aver nulla a che fare con l’omicidio, mi disse di ascoltare l’Imprinting e io lo feci. Non mentiva.
Proseguì spiegandomi come gli assassini fossero sempre condannati alla schiavitù: per l’eternità venivano costretti a servire  incondizionatamente un altro vampiro, senza possibilità di redenzione se non la morte. Questo era quello a cui era stato condannato  anche lui, ed era per questo che era scappato e si era rifugiato nella mia camera (che lui credeva vuota).
“vedervi mi ha spaventato e ho lasciato che la mia parte più bestiale prendesse il sopravvento. E poi siete talmente bella che non ho potuto evitare di baciarvi. In quel preciso istante mi sono reso conto di essermi intrappolato con le mie stesse mani”.
“perché mordendovi ho bevuto il vostro sangue” continuai per lui.
“Sì, una minima goccia di sangue è sufficiente a creare un’attrazione estrema tra due vampiri. Ma è stato fare l’amore con voi subito dopo a creare l’Imprinting.”
Iniziai a capire. Ma non ero in grado di perdonarlo per quello che aveva fatto dopo. In realtà l’unica cosa che volevo era scappare il più lontano da lui!
Tremai, “Vi siete preso la mia verginità…Mi hanno sempre insegnato a conservarla per l’uomo che avrei sposato” Lo guardai con un misto di rabbia e repulsione.
Lui ridacchiò.
“Principessa quello che abbiamo ora è molto più forte di un banale matrimonio. E siete stata voi a concedervi a me senza esitazioni. Io non avevo nessuna intenzione di restare uno schiavo impotente del vostro legame!”
Mi alzai di scatto fremente di rabbia.
“Come osate? Se non mi aveste aggredita (e baciata)non vi avrei mai legato a me! Senza contare il fatto che non avevo la minima idea che esistesse questo legame!  E smettetela di chiamarmi principessa! ”
“Tutto ciò non cambia il fatto che la mia reazione sia stata legittima difesa!”
Non c’era più traccia del vampiro penitente e rammaricato con cui avevo parlato fino a poco prima. Al suo posto vedevo un essere  abominevole e meschino. Con un irritante sorriso strafottente disegnato sulle labbra. Ignorai una strana sensazione nel basso ventre che mi gridava che quell’atteggiamento non era altro che una difesa. Non riuscivo più a controllare le mie emozioni. Volevo gridare, prendere a calci quel suo ridicolo facciotto strafottente e vendicare il mio onore. Presi a tremare violentemente, avvertendo la mia volontà scivolare lentamente dal mio corpo. Era una sensazione molto simile a quella che avevo provando uccidendo l’umano.
Vlad avvertì il cambiamento che stava avvenendo in me e cercò di calmarmi:
“Siete una vampira giovane vero? Calmatevi, non lasciate che prenda il sopravvento su di voi, domate quella bestia che vi spinge alla crudeltà. So che all’inizio è difficile ma se non vi lasciate sopraffare diventerà più facile non cedere alla vostra parte bestiale….non commettete i miei stessi errori” mormorò poco dopo. Ma era troppo tardi, avevo quasi valicato il limite che mi permetteva ancora di pensare razionalmente.
“Non provate a darmi ordini!” gridai con una voce che riconoscevo a stento. Ringhiai. E prima di squartarlo a morsi mi voltai e andai spedita verso la porta. Dovevo solo trovare un posto tranquillo per calmarmi. Solo tranquillità e calma. Solo pace, continuavo a ripetermi.
 
***NOTA DELL’AUTRICE***
La storia inizia a delinearsi, non so ancora dove l’Imprinting condurrà Vlad ed Elisabeth ma il mio cervellino sta lavorando frenetico e nei prossimi capitoli si saprà quanto un legame così forte possa cambiarli entrambi.
Come sempre ringrazio chi segue la mia storia e chi si ferma a leggerla, so di essere ancora agli inizi ma sono convinta di poter migliorare continuando a scrivere. Le recensioni sarebbero davvero un grande aiuto quindi che siano negative e positive saranno bene accette!
Grazie ancora e ai prossimi capitoli!
 

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Capitolo 5
*** Tradimento ***




 Continuai a vagare per i corridoi del palazzo per quelle che mi sembrarono ore. Solo dopo qualche tempo mi fermai, attratta da qualcosa sul muro di fronte a me. Mi trovavo davanti ad un ritratto ovale che raffigurava un bellissimo vampiro dagli occhi verdi. Lo osservai meglio e sentii il mio corpo irrigidirsi per la sorpresa. Era incredibilmente simile a mio fratello!
Lo guardai con gli occhi sbarrati, mio fratello era morto cinque anni prima dopo una caduta da cavallo…O forse no? Mi sembrava di avere i ricordi appesantiti da una fitta nebbia. Non era forse sparito nel nulla da un giorno all’altro? No, era caduto da cavallo! No, era sparito! Mi portai le mani alla testa, in preda ad un fortissimo dolore. La confusione che avevo nella mente rischiava di sopraffarmi, così mi allontanai dal ritratto spaventata a morte.
Tornai nelle mie stanze facendo attenzione alle targhe sulle porte, cercando il nome di mio fratello: Victor.
Aprii la mia porta e pregai di non ritrovarmi di fronte a Vlad, ma il mio istinto sapeva che lui se n’era già andato da tempo. Trovai i miei appartamenti deserti e con un sospiro misto a un singhiozzo mi lasciai cadere sulla poltroncina in salotto. Rimasi seduta immobile fino al tramonto, quando Irina mi portò il calice. Dovevo aver avuto un’aria apatica perché vidi la domestica squadrarmi preoccupata.
Bevvi il sangue e poi senza preavviso le chiesi:
“In questo palazzo c’è per caso un vampiro di nome Victor?”
“Perché mi fate questa domanda signora?”
Mi voltai a guardarla.
“Rispondimi e basta.”
“Sì, c’era un vampiro con quel nome…ma ora non più.”disse in un sospiro.
“Cosa gli è successo?”
“Lyss si è stufata di lui. Era il suo compagno…Ma è impazzito ed è stato eliminato.”
Un brivido freddo mi percorse tutta la schiena.
“Perché è impazzito?”
“La nostra reggente è una vampira molto particolare…sono in pochi a poterla soddisfare. Ma non parliamo di queste cose così tristi! Che vestito vuole indossare stasera?”
Repressi un altro singhiozzo. “  Calma Elisabeth, ci sarà una spiegazione a tutto questo, e tu la troverai…ma ora il dovere chiama e hai troppi pochi amici in questo palazzo per poterti  permettere di non ottemperarvi  “. Pensai .
“portami un vestito rosso.” Sospirai.
Irina si diresse verso l’enorme Armadio a muro e ne tirò fuori il bellissimo vestito che avevo scelto. Mi aiutò a indossarlo e quando fui pronta, mi accompagnò al pianterreno per una lezione sulle cene formali.
 
Alcune ore più tardi decisi di dedicarmi a quella che ricordavo essere la mia passione più grande: andare a cavallo. Presi dall’armadio un completo da equitazione maschile, avevo sempre odiato montare all’amazzone, con quelle gonne che servivano solo a impacciare i movimenti. Indossai i pantaloni aderenti e una casacca bianca, trovai un paio di bellissimi stivali e scesi nelle stalle.
La un garzone  mi disse che potevo scegliere un cavallo qualsiasi tranne Apocalypse, lo stallone spagnolo di Lyss. Scelsi Cornelis, un bellisimo grigio pomellato. Il garzone si offrì di sellarlo per me, ma la verità era che avevo sempre amato strigliare e sellare i cavalli, era rilassante.
Una volta pronti salii in sella e diressi il cavallo verso il centro della città. Il più lontano possibile dal palazzo.
Passai fuori quasi tutta la notte e quando rientrai a palazzo, tutto era silenzioso e mesto, ma sapevo che i vampiri erano svegli. E che stavano girovagando nelle stanze buie.
In camera mia trovai Lyss seduta sulla poltrona e stranamente la cosa non mi sorprese. La guardai negli occhi e m’inchinai lentamente, lei rispose con un cenno.
“Dove sei stata?”
“Avevo bisogno di riflettere”
Lyss reclinò la testa indietro e rise, il suono tentava di essere sensuale ma sembrava più che altro crudele.
“Su tuo fratello? È questo che ti angustia?”
Sgranai gli occhi, quella strega era davvero perspicace!
“Co…come lo sapete?”
“Mia cara, sono una vampira piuttosto potente! Leggere nelle menti è un giochetto per me! Ma puoi stare tranquilla, è giusto che tu sappia.”
Fece una lunga pausa, come per raccogliere le idee poi:
“Tuo fratello venne scelto come servo in questo palazzo, quella dannata Aurel aveva appena ucciso il mio cameriere!
Tenni Victor al mio servizio per cinque-sei anni, poi capii che avrebbe reso meglio come vampiro e lo trasformai. Lui era perdutamente innamorato di me e la trasformazione lo rese obbediente come un cagnolino! Mi divertì per molto tempo ma quando progettai di farti diventare una di noi cominciò a mettermi i bastoni tra le ruote. Due volte fallii la tua cattura per colpa sua!”
In quel momento si girò a guardarmi, negli occhi uno sguardo cupo e maligno.
“Cosa credi che abbia fatto?”
“L’hai ucciso…” Distolsi lo sguardo per non farle notare i miei occhi lucidi.
“Ha tentato di opporsi, all’inizio…Ma poi è morto!”.
Lyss sorrideva, si stava divertendo.
“Sai com’è morto? Si è lasciato ingannare: durante la notte l’ho trafitto con lo spillone che porti tra i capelli!”
Inorridita mi portai una mano ai capelli, tolsi lo spillone e rimasi ad osservarlo. Vicino al fiore più grande c’era una piccola macchia color ruggine. Rimasi intontita per qualche secondo, ma poi l’isteria ebbe la meglio e iniziai a urlare lacerandomi la gola:
“Vattene! Vattene! Come hai potuto?! Esci dalla mia stanza!” Le urlai contro riversando nelle parole la disperazione che mi stava sopraffacendo.
“Oh su…ti ho fatto un regalo. Dovresti essermi grata! Ora hai un suo ricordo.” Nel suo sguardo passò un lampo di meschina soddisfazione.
“Beh si è fatto tardi, seguirò il tuo consiglio cara… MI ritiro nelle mie stanze.”
Uscì dalla porta con il suo passo felino lanciandomi uno sguardo prima di chiudere la porta.
Caddi in ginocchio sul pavimento, lo spillone stretto al petto. Piansi per un tempo che mi parve infinito, ogni ricordo di mio fratello tornò a galla. Alla fine con mio sollievo persi i sensi.
 
Mi risvegliai nel mio letto con Irina che mi accarezzava i capelli.
“Oh, grazie alla dea vi siete svegliata! Ecco il sangue.”
Vidi un calice sfocato davanti a me e mi misi seduta per berne il contenuto.
“Siete appena stata trasformata, non dovreste saltare i pasti!” Mi rimproverò.
“Irina, ha ucciso mio fratello con il fermacapelli che mi ha regalato... Perché?”
La domestica sospirò, “È fatta così. Ama veder soffrire gli altri.”
“Dov’è ora lo spillone?”
“Qui, sopra il vostro comodino”.
Mi girai e lo presi in mano, in quel momento decisi che l’avrei sempre tenuto nel cassetto. “Vostro fratello sapeva che stava per morire”.
Alzai lo sguardo verso la domestica, aggrottando le sopracciglia. 
“Mi diede questa collana per voi. Disse che aveva avuto una visione, ma non volle spiegarmi altro”.
Presi il ciondolo tra le mani, era una semplice mezzaluna d’argento con un diamante che pendeva dalla punta superiore.
“Aveva visto la sua morte…”una lacrima mi rotolò sulla guancia. “Povero Victor…Irina questa è l’unica cosa che mi resta di lui, perché me l’hai data solo ora?”
“Tra i vampiri vigono leggi severe, non potevo parlarvi di un vampiro morto, dovevate scoprirlo da sola.”
Annuii, non avevo la forza per discutere. La mia testa era diventata un guazzabuglio di pensieri, volevo solo dormire.
E così feci, non appena Irina lasciò le mie stanze sfogai la mia disperazione con forti singhiozzi, fino ad addormentarmi, esausta, sogni di sangue e morte che mi balenavano davanti agli occhi.
 
***NOTA DELL'AUTRICE***
Come al solito ringrazio tutti quelli che  seguono e recensiscono la mia storia.grazie

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Capitolo 6
*** complicanze ***




 Capii subito che qualcosa non andava: mi trovavo su una spiaggia aspra e selvaggia, sopra di me un sole accecante. Guardai verso di esso con solo un vago fastidio causato dalla troppa luminosità, nient’altro. Io non potevo  sopravvivere alla luce del sole. Doveva trattarsi ancora di un sogno, l’ennesimo incubo di quella notte agitata.
Tornai a guardarmi intorno, vidi il mare, scuro ed agitato, davanti a me. L’effetto del contrasto tra le onde scure e il cielo limpido era straordinario. Sembrava tutto tranquillo.
 Con un sospiro mi sedetti sulla sabbia, a gambe incrociate e mi beai della sensazione dei raggi di sole sulla pelle. Non ero mai riuscita a godere appieno di quella sensazione: anche  prima della trasformazione ero costretta a schermare la pelle con stupidi ombrellini parasole.
 “Una dama non permette alla sua pelle di scurirsi come una vile contadinotta!” ripeteva sempre mia madre quando mi beccava nei giardini senza cappellini e parasole. Sorrisi amaramente, un po’ mi mancava il suo atteggiamento altero. Un po’…
Poi all'improvviso percepii una presenza acconto a me. Non sembrava minacciosa, così mi presi il mio tempo prima di sospirare e riaprire gli occhi.
Mi voltai a guardarlo e mi trovai di fronte al sorriso sincero di Victor.
“Ciao sorellina.” Disse semplicemente.
Sentii una pace profonda dentro di me.
“Ciao Victor, mi manchi.”
“Lo so Elly, non ho potuto evitarlo. Ma sono qui per darti delle risposte” Era l’unico a cui consentivo di chiamarmi Elly.
“Sono pronta, dimmi tutto” sospirai.
“Come saprai fui trasformato da Lyss, che poi mi uccise.”
Annuii.
“La verità è che prima di morire ebbi una visione (ai vampiri a volte succede) che mi mostrò la tua trasformazione. Non volevo ti facessero questo così cercai di oppormi ma non potevo interferire con il volere degli spiriti. Loro  ti avevano già scelto come possibile candidata al trono (nonostante fossi ancora umana) e la loro volontà è legge.  Fornii a Lyss il pretesto di uccidermi.”
Lo guardai “Perché ti sei lasciato ingannare da lei?”
“Non l’ho fatto, sapevo che ormai era troppo tardi. Così lasciai la collana che porti al collo a Irina, pregandola di aver cura di te e poi andrai in contro al mio destino.”
Iniziai a piangere lentamente. “Mi dispiace Victor, vorrei fossi ancora qui con me.”
“Lo sono piccola Elly, finché porterai quella collana con te. La mia anima è racchiusa in quel diamante e ti proteggerà. Questo sogno è la mia unica occasione di spiegarti tutto poi dovrò ritirarmi e osservarti in silenzio.”
“Capisco…allora forza continua.”
“Fra poco ci saranno le elezioni.  Lyss ambisce al trono e ha come suo alleato Alexander, il principe che regnerà assieme alla nuova imperatrice. Devi stare attenta Elly, perché tenteranno di metterti da parte e far prendere a Lyss il tuo posto. Non possono ucciderti senza scatenare l’ira degli spiriti, ma sono pericolosi. Molto! Devi fare in modo che Lyss resti fuori da tutto ciò, sarebbe la rovina del nostro mondo se lei arrivasse al trono.”
Mentre parlava vidi il paesaggio attorno a noi iniziava a dissolversi. Se accorse anche Victor perché disse:
“il mio tempo è scaduto. Ricorda Elly, non permettere a Lyss di metterti in cattiva luce o di scavalcarti. Lei tenterà di tutto… ”
E poi, improvvisamente, così com'era iniziato il sogno finì. Mi ritrovai distesa sul mio letto. Il senso di pace che avevo provato nel sogno era scomparso totalmente, provai  un terrore folle e quando mi guardai le mani vidi che tremavano.
“In cosa mi hanno coinvolta?!” sussurrai.
Mi presi la testa tra le mani, come potevo far fronte a Lyss? Lei era la vampira più potente della nostra comunità e io una banale ragazzina trasformata da nemmeno una settimana. Non avevo speranze!
Io non desideravo nemmeno diventare imperatrice! Non sopportavo neppure la vita a palazzo Ducale, con mio padre, figuriamoci quella da sovrana! Non sapevo cosa fare e questo acuì il senso di panico che mi gelava il sangue. Iniziai a tremare violentemente, il respiro spezzato in piccoli rantoli. Quando scostai le mani dal viso notai che la vista mi si annebbiava di continuo. Non respiravo più, avevo la gola serrata in una morsa d’acciaio. Annaspai in cerca d’aria. La vista ondeggiò ancora, portando con se un terribile senso di nausea .
E poi, all'improvviso sentii mani gentili che prendevano le mie cercando di darmi conforto. Qualcuno strinse le proprie braccia attorno al mio corpo sussurrandomi piano nelle orecchie.
Sentii che la morsa attorno alla mia gola si allentava lentamente. Iniziai a riconoscere alcune delle parole che mi arrivavano ovattate:
“Non avere paura…”, “Sono qui…”, “Principessa…”, “Tutto a posto”.
Deglutii rumorosamente, chiudendo gli occhi e aspettando che l’attacco di panico passasse. Lasciandomi tranquillizzare dalla presenza rassicurante al mio fianco. Che mi teneva stretta a se.
Quanto fui pronta riaprii gli occhi, la mia vista tornò limpida e quando guardai dritta negli occhi di Vlad smisi di tremare.
“sono qui per te principessa.” Sussurrò accarezzandomi il viso.
Lo guardai intensamente, avrei dovuto odiarlo. Ma averlo così vicino al momento era un balsamo per i miei nervi a pezzi. Mi strinsi di nuovo a lui, rendendomi conto improvvisamente di avere bisogno del suo abbraccio più di quanto volessi ammettere. Per quanto fosse un essere meschino e villano il mio corpo stava imparando a riconoscerlo e a volere il contatto con lui.
“Va bene principessa, è ancora giorno, proviamo a dormire?” disse questo con le labbra appoggiate alla mia testa, lasciandovi poi un tenero bacio. Annui piano.
“ma restate con me Vlad.” La mia voce era flebile e tremolante. Lo sentii ridere, un piccolo sbuffo, e percepii il suo sorriso nelle parole successive:
“Pensavo mi odiassi.”
“Non oggi.” sussurrai, sentendomi immediatamente stupida. Lo sentii sorridere ancora mentre mi lasciava sprofondare nei cuscini alle mie spalle sdraiandosi poi al mio fianco, sopra le coperte.
“D’accordo principessa, domani parleremo, ma ora riposa. Veglierò io su di te” e mi lasciò scivolare un braccio intorno alla vita. Io mi voltai su un fianco, accoccolandomi più profondamente nel suo abbraccio. Prima di riaddormentarmi riuscii a rispondere: “Vlad, non chiamarmi più principessa” poi scivolai nell'oblio.

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Capitolo 7
*** Decisioni ***




 

Al mio risveglio trovai il letto vuoto, ma le tracce del profumo di Vlad erano tutt’attorno a me. Non avevo sognato la sua visita.
Ora però lui se n’era andato e il letto mi sembrò veramente troppo grande per me da sola. Se non altro la sua presenza era riuscita a scacciare gran parte del mio terrore, lasciandomi solo un opprimente sensazione di ansia. Ma del tutto gestibile.
Irina entrò in quel momento reggendo il solito calice dorato. Mi sorrise.
“sono contenta di vedervi più in forma di ieri” disse, “ho detto a tutti che eravate indisposta, quindi non preoccupatevi, nessuno vi rimprovererà per aver dormito due giorni.”
Sgranai gli occhi, non mi ero accorta minimante del passare del tempo .
“Mi dispiace Irina, oggi mi sento molto meglio, cosa devo fare?”
“Oggi sarete presentate ufficialmente ad Alexander” mi rispose seria.
Repressi un’imprecazione… me la sentivo di incontrare il principe, non ancora. Ma ovviamente non avevo scelta. Feci un lungo sospiro e mi rassegnai a sopportare quella che sarebbe stata una lunga serata.
“Va bene Irina, rendetemi irresistibile!” Alzai il mento con aria di sfida. In quel momento decisi che era giunto il momento di lottare, Victor non sarebbe morto invano.

Un ora più tardi ero avvolta nella stoffa più lussuosa (e pesante!) che avessi mai indossato, i capelli acconciati ad arte dalle sapienti mani di Irina, una piccola maschera veneziana (montata su un bastoncino di ottone) in mano.  Mi guardai nello specchio… ero bellissima! La gonna di broccato color panna esaltava alla perfezione la mia carnagione chiara, facendomi sembrare una bambolina di porcellana e i ricami d’orati dell’abito erano una meraviglia per gli occhi.
Mi voltai verso la mia domestica e l’abbracciai, non mi ero mai sentita così bella in vita mia. Finalmente, sicura di me, scesi la scale che portavano al salone delle feste e aspettai l’arrivo del principe Alexander insieme alle altre pretendenti al trono.
Trovai posto accanto a Erys, la sola che avesse mai dimostrato un po’ di affabilità nei miei confronti. Presi due calici di vino da un cameriere e ne porsi uno a lei. Era bellissima, come sempre. I capelli biondi, parzialmente intrecciati in una rete di perle sfumavano verso le punte assumendo una tonalità di rosso intenso, lo stesso del suo abito. Gli occhi cerchiati di kajal nero, splendevano smeraldini su un viso affilato, caratteristiche tipiche del branco Rosso di lupi mannari di cui lei faceva parte.
Erys era dotata anche di un umorismo tagliente e acuto, parlare con lei era facile. Non era interessata al trono, ma come me era stata costretta a partecipare alla selezione: il suo branco riponeva molte speranze in lei, e di certo Erys era determinata a non deluderli.
La nostra conversazione continuò per qualche minuto, finché non fu interrotta dal quartetto di archi che presero a suonare una marcia trionfale. Ci dirigemmo tutte alla la scalinata centrale, quella che portava alle stanze più lussuose del palazzo, attendendo l’arrivo del principe. Osservai le altre, vestite con abiti sontuosi quanto il mio e notai che eravamo le uniche a portare le maschere con il sostegno metallico, gli altri invitati portavano maschere legate dietro la testa con nastri di velluto colorati. Ovvio, il principe doveva poterci guardare bene in viso.
I miei pensieri furono interrotti  dall’arrivo di Alexander. Vidi un uomo biondo con gli occhi verdi, scendere  dignitoso le scale. Credo potesse essere definito bello ma a me non diceva nulla. Colpa degli occhi troppo freddi mi dissi.
Le altre ragazze si inchinarono al suo passaggio e io le imitai restando con la testa bassa mentre lui ci squadrava una a una. Sentii che esitava davanti a me e lo guardai di sottecchi ma lui passò oltre, sembrava che la sua attenzione fosse solo per Lyss, e infatti ci lasciò immediatamente per andare a conversare con lei.
Mi guardai intorno confusa, cercando di capire come avrei dovuto comportarmi a questo punto. Guardai negli occhi di varie altre ragazze, che riflettevano il mio stesso sguardo smarrito.
 Per mia fortuna Erys inquadrò  subito la situazione e mi prese per mano allontanandomi dalle scale.
“Sono sicura che questa è una prova per sondare il nostro carattere. Vieni passiamo davanti ad Alexander e lasciamoci ammirare. Poi inchiniamoci velocemente e lasciamolo in balia della megera.” Mi disse.
Soffocai a stento una risata, apprezzando ancora una volta l’umorismo della mia nuova amica. Raddrizzai le spalle, e con il passo più aggraziato che riuscii a fare sfilai davanti al principe, tenendo Erys a braccetto e fermandomi per un breve inchino davanti a lui.
Notai un certo luccichio nei suoi occhi e ringraziai Erys con una strizzata veloce al suo braccio. Era decisamente la mossa giusta da fare.
Piano piano anche le altre ci imitarono, spostandosi a piccoli gruppi per inchinarsi davanti ad Alexander.
Lui, esclusi piccoli cenni alle ragazze più carine, non aveva occhi che per Lyss, e sembrava che lei flirtasse apertamente con lui.
Più di una volta durante la serata la vidi posargli sul braccio le dita affilate, e scuotere sensualmente i lunghi capelli. Lyss pontava al trono ricordai, e avrebbe trovato un alleato potentissimo nel principe. Mentre i musicisti attaccarono un valzer riuscii solo a pensare che Lyss doveva essere fermata in fretta: Alexander pendeva letteralmente dalle sue labbra.
Ma poi mi sentii tirare per un braccio e senza accorgermene mi ritrovai tra le braccia di Vlad. Indossava una bellissima maschera da gatto. Di un blu leggermente meno luminoso di quello delle sue iridi. Dopo un attimo di sconcerto, non potei fare a meno di sospirare e appoggiarmi al suo petto muscoloso. Qualcosa era cambiato nel corso della notte in cui eravamo stati insieme. No, non era cambiato, si era solo amplificato. Il legame di sangue che non avrei mai voluto ora rappresentava un punto fisso in un universo che rischiava di sopraffarmi, godendo nel vedermi affogare.
La notte che aveva passato con me, confortandomi con il calore del suo corpo, era bastata per farmi capire che lui, sarebbe sempre stato pronto a sostenermi, quando qualsiasi mia certezza sarebbe crollata…
E poi mi ripresi! “Vlad, lurido bastardo. Non usare mai più il condizionamento mentale su di me!” sibilai, allontanandomi leggermente dal calore del suo corpo. Lo fulminai con lo sguardo ma lui mi rispose col suo solito sorrisino strafottente. Sentii il corpo fremere per la rabbia.
“Perdonami principessa ci ho provato.” Lo disse come se fosse stata la cosa più naturale del mondo e questo si che mi fece esplodere!
Prima di riversargli addosso tutti gli insulti che conoscevo però riflettei su come comportarsi da stronzo fosse solo una maschera per lui, un modo per difendersi. E mi calmai.
L’espressione di delusione che si formò sul suo volto quando si accorse della mia resa mi ripagò immensamente. Avevo sconfitto il bulletto con un semplice sorriso.
“Allora” dissi “Perché sei qui? Non stai rischiando grosso?”
“Si Elisabeth, ma non riuscirai mai a sconfiggere Lyss da sola.”
Sgranai gli occhi,  sorpresa, non pensavo che riuscisse a leggere così tanto dal nostro legame.
“sono affari miei, e tu non dovresti impicciati.”
“Ah adoro questa gattina quando tira fuori i suoi piccoli artigli affilati” mi prese in giro. “Ma…non sono SOLO affari tuoi…Lyss ha un conto in sospeso anche con me.  E nemmeno io posso farcela da solo.”
“Quindi? Vorresti il mio aiuto? TU?”
Lo vidi accigliarsi. “Si principessa, perché tu ed io ormai siamo legati..per l’eternità! È arrivato il momento di collaborare.” E detto questo iniziò ad allontanarsi. La canzone era ormai finita.
Tornerò da te stasera, dobbiamo parlare seriamente” mi sussurrò nella mente. E poi sparì tra la folla, lasciandomi con il solito senso di solitudine che provavo ogni volta che si allontanava da me. Questo legame era davvero la cosa più forte che avessi mai provato fino a quel momento. Ed era completamente dedicata ad un criminale…

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Capitolo 8
*** Anime Gemelle ***




 La festa durò fino all’alba, e i miei piedi implorarono un bel bagno caldo non appeni ebbi oltrepassato la soglia delle mie stanze. Con l’aiuto di Irina sgusciai fuori dal mio enorme abito e mi sentii subito un po’ meglio.
“Va pure a riposare Irina, posso fare da sola ora” le dissi, notando i segni della stanchezza sul suo volto.
Lei si congedò con un piccolo inchino.
Credevo di essere rimasta sola e così mi spogliai del tutto ed entrai grata nella vasca di acqua bollente al centro del mio bagno. Peccato che mi accorsi di non essere realmente sola: non appena alzai gli occhi verso la porta vidi Vlad appoggiato allo stipite. Uno sguardo di pura lussuria dipinto nei suoi occhi blu.
Provai l’istinto di coprirmi subito ma non lo feci. Restammo semplicemente fermi a guardarci per qualche istante. Il cuore mi batteva fortissimo e questa volta, ne ero certa, il condizionamento mentale non c’entrava nulla. Anche io ero attratta da quel vampiro, e la situazione intima che si era creata tra noi non faceva che acuire quell’attrazione.
La tensione sessuale nell’aria era palpabile, ma nessuno di noi due osava muovere un muscolo, per paura di rovinare il momento.
Iniziai a perdere lucidità nel pensiero e arrivai a sfiorare l’idea di scivolare fuori dall’acqua ed andare ad annidarmi nel calore ben più appagante del corpo di Vlad.
Poi lo feci: con movimenti lenti e sensuali uscii dalla vasca.
Lo vidi trattenere il fiato, mentre con gli occhi esplorava ogni centimetro della mia pelle nuda. Bastarono pochi passi per avvicinarmi a lui.
“Come sei bella principessa” mi disse con la voce diverse ottave più bassa del solito.
“Non dovrei farlo…”gli risposi io sommessamente. Ma non con un muscolo mi allontanai da lui, anzi arrivai a posargli le braccia sulle spalle, premendo il ventre con il suo.
Era eccitato…sentivo la dura sporgenza del suo sesso contro la coscia, e questo mi fece desiderare ancora di più di farlo mio. Lui infilò le mani tra i miei capelli, tirandoli leggermente, per farmi alzare la testa e incontrare il suo bacio bramoso.
Fu un secondo, il semplice contatto delle nostre labbra scatenò un fuoco ardente nei nostri corpi. Ma Vlad si interruppe.
“Voglio fare le cose per bene questa volta” Mi disse. Mi allontanò leggermente, e senza staccare gli occhi dai miei iniziò a slacciare i bottoni della sua camicia bianca. Mi leccai le labbra mentre i lembi dell’indumento si spalancavano piano piano, rivelandomi lo spettacolo dei suoi muscoli scolpiti.
La camicia cadde a terra con un piccolo fruscio, e Vlad si dedicò ai pantaloni. Era a piedi nudi notai in quel momento. Quando rimase nudo come me mi mise una mano dietro la schiena per farmi avvicinare nuovamente a lui, era così bello sentire i suoi muscoli contro le mie curve morbide. Ci baciammo ancora, arretrando piano verso la vasca. Mi prese in braccio e continuando a riempire la mia pelle di baci e piccoli morsi si immerse con me nell’acqua calda, posandomi sullo scalino sommerso e mettendosi cavalcioni su di me. Sentivo la punta del suo membro stuzzicarmi la carne sensibile tra le gambe ed emisi un lungo gemito sommesso.
A quel suono lo vidi farsi più famelico e spostandosi dalla mia gola, scese a prendere uno dei miei capezzoli tra le labbra succhiandolo dolcemente. Questa si che era la sensazione giusta: mi sentii corteggiata in quel momento e tutto ciò non fece altro che eccitarmi maggiomente.
Si alzò e tenendo la bocca sul mio seno fece scivolare una mano tra le mie cosce, divaricandole leggermente e penetrandomi con un dito. Inarcai la schiena istintivamente godendomi la strana sensazione di invasione che provai.
Quel vampiro mi stava facendo impazzire, lasciando entrare e uscire lentamente le dita, oppure titillando dolcemente il piccolo bocciolo all’entrata del mio sesso. Continuavo a gemere e ansimare contro i suoi capelli.
“Di più” chiesi e lui infilò un altro dito nella mia femminilità. “Oh cielo…di più, di più” gemetti ancpora. La sua risposta fu un brontolio sommesso.
“sei sicura principessa?”
“Ti prego, sì!”
Tornò a baciarmi sulle labbra, tirando gentilmente il mio sedere per spingermi ad incontrare il suo membro. E poi fu dentro di me, così caldo e duro da farmi gemere ancora più forte. Anche lui rovesciò la testa all’indietro e cominciò a spingere dolcente dentro di me. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene. Era una sensazione splendida! Con molta calma accelerò il ritmo fino a portarmi sull’orlo dell’orgasmo, lasciandomi godere ogni attimo.
“Vuoi provare il vero piacere mia piccola principessa?”
“si, Vlad, SI!”
“Allora dammi il tuo polso, e mordimi sul collo, Qui” Mi spinse le labbra verso il punto in cui batteva forte la giugolarere ed io esitai.
“Forza principessa, non può succedere nulla di male” Ansimò. Era al limite anche lui. Affondai piano i canini nel suo collo, sentendolo quasi gridare dal piacere, e lui fece lo stesso col mio polso.
Ogni sensazione provata fino a quel momento impallidì di fronte all’immenso piacere che mi avvolse sentendo il sangue di Vlad sulle labbra. Sentii montare dentro un orgasmo portentoso, amplificato dal fatto che Vlad si muoveva con più decisione dentro di me, sempre più veloce.
Venni urlando forte il nome del mio compagno e lui mi fece subito eco. Il corpo scosso da tremiti violenti.
Ci immobilizzammo tutti e due, cercando di riprendere il fiato. Leccandoci le ferite per fermare il sangue.
Vlad tornò sul mio collo continuando a riempirmi di piccoli baci e facendomi rabbrividire ancora.
E così era questo, il legame di sangue poteva essere davvero fortissimo, e mi ritrovai a pensare che con nessun altro lo sarebbe stato altrettanto. Ormai mi era chiaro che la mia anima e quella di Vlad erano destinate ad incontrarsi e ad appartenersi reciprocamente.
“Lo senti, principessa? Questa…certezza…di essere finalmente a casa?”
“Si” risposi piano. “non mi era mai successo prima”
“Siamo anime gemelle, è chiaro. Lo sospettavo ma solo ora ne ho la certezza…È di questo che volevo parlarti, ma ora andiamo a letto. Mi hai davvero spossato” Rise.
Uscì lentamente dal mio corpo, facendomi inarcare ancora la schiena e poi mi prese per mano. Alzandomi lentamente e trascinandomi fuori dall’acqua. Prese un asciugamano e dal ripiano e con estrema attenzione asciugò ogni goccia dai nostri corpi. Poi sempre con la massima delicatezza mi prese in braccio, facendomi ridere, e mi portò a letto, sistemandomi sotto al piumone contro il suo corpo caldo. Sentii un piacevole torpore appesantirmi le membra, e mi accoccolai più stretta nell’abbraccio di Vlad, posando la testa sul suo petto. L’ultima cosa che dissi fu “Non ricordo di essere mai stata più felice di così, tra le tue braccia” e lo sentii stringermi fortissimo, poi mi addormentai. Non sentii il suo “Speriamo sia sempre così” sussurrato ai miei capelli.

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