La verità dietro la finzione

di Giuliacardiff
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


POV AKASHI
C’è sempre stata una cosa che non ho mai capito. C’è sempre stato un dubbio che mi assaliva ogni volta che ci pensavo. Nella mia vita e nella sua, c’è sempre stato un errore di calcolo, un ostacolo, o meglio un qualcosa che mi faceva riflettere sulla sua durata. Perché? Perché mi chiedevo. Ma non sono mai riuscito a trovare la risposta. Mai. Fino a quel giorno, fino al giorno in cui persi tutto. Quel giorno, fu la fine di tutto.

 TEIKO
Primo anno alla scuola media Teiko. Tre ragazzi che sono chiamati “miracoli”, uno con la forza e la gioia nello sconfiggere un avversario più forte, uno con la capacità e la risolutezza di sbaragliare il nemico con mosse ben definite e l’altro con le capacità di essere il migliore, ma con il difetto di essere troppo immaturo. Infine c’era colui che controllava tutti, colui che come un direttore d’orchestra faceva sì che tutti potessero ascoltare la melodia che riusciva a realizzare.
Questi erano i miracoli: quelli che venivano trattati come geni, ma che in realtà avevano solo talento da vendere. Ma un talento non può durare se non c’è qualcuno che gli protegge le spalle, se non c’è un ombra ad assicurare il campo. Durante l’anno scolastico, comparve dal nulla, comparve l’ombra che stavano disperatamente cercando. Nessuno sapeva quali fossero le sue capacità o quali fossero le sue origini, ma in quel momento non importava. L’ importante era vincere a tutti i costi. Così la vittoria fu loro.
L’ombra si rilevò molto utile e venne affiancata alla luce più splendente che ci fosse, la luce di una pantera senza freni né redini. Durante il secondo anno comparve un altro miracolo capace di copiare e far sue le capacità degli altri.
Venne affidato all’ombra che gli insegnò la gioia di stare insieme. Ma durante il terzo anno tutto si guastò: gli avversari non erano più in grado di assecondare le aspettative dei miracoli e diventarono solisti, nessuno faceva più gioco di squadra, i miracoli si persero nelle proprie abilità, l’ombra non era più in grado di supportarli e persino il direttore era stato risucchiato dalla propria avidità. Niente aveva più senso.

POV KUROKO
-non posso più continuare in queste condizioni. Non posso! … ho deciso che li salverò, li salverò tutti, anche se la mia ombra si sporcherà, anche se verrò affogato dall’ingordigia umana, anche se dovrò tradire le persone che mi riterranno pieno di fiducia, anche se dovrò sfruttare tutte le mie risorse e usare tutti gli strumenti a mia disposizione, io li salverò, li supporterò. Non li abbandonerò mai-

 SEIRIN
Settembre, dove quello che resta è soltanto solitudine, dove uccidesti l’amore ridendo e ripensasti all’amore piangendo. Cerimonia d’apertura. Nessuno che nota l’ombra. Iscrizione al club di basket. Nuove amicizie, nuovi compagni, il ritorno dell’amore per il basket e una nuova luce da sorreggere.

-Tetsuya, non sei stanco di fingere così tanto?
-Perché me lo chiedi Aoi?
-Perché sono giorni che continui a sforzarti, lo sai che non ti fa bene nelle tue attuali condizioni
-Non preoccuparti, tra pochi mesi sarà tutto finito. Devo solo resistere quest’anno
-Lo sai che potresti benissimo abbandonarli, perché continui a volerli salvare?
-Non lo so, forse hai ragione tu, ma non riesco proprio ad abbandonarli …

L’ombra aveva trovato una nuova luce: una feroce tigre. Anche se in questo momento assomigliava di più ad un gattino prepotente. “Bisogna rimediare” questa era l’unica soluzione per l’ombra. Avrebbe allenato la nuova luce e la nuova squadra a sconfiggere i miracoli. Il tempo era ciò che gli mancava. Insegnò loro come sconfiggerli e cercò di fare in modo che fossero abbastanza pronti.
L’ombra nascondendosi dietro la loro luce che aumentava avrebbe inglobato tutto il potere necessario e sfruttato ogni occasione per avvicinarsi al suo obiettivo. “Abbastanza subdolo non trovi?” più volte si era chiesto se fosse la cosa più giusta, ma non importava, sarebbe andato avanti comunque, senza pensare ad altro. Lo aveva promesso.

Il primo ad essere salvato fu il copiatore, il più debole dei cinque si potrebbe dire. Non ci era voluto molto, infondo il biondo nutriva grande rispetto per il fantasma. Era stato il suo primo allievo e ora era salvo. Il secondo fu il cecchino che, nonostante le apparenze riuscì a comprendere i propri sbagli e a cambiare. Tutto merito della tigre. Il terzo fu un po’ più difficile da cambiare.
La luce del miracolo era di gran lunga più brillante di quella fioca della tigre, anche se era più fredda e triste. Il dolore iniziò con la prima sconfitta da parte dell’ombra nei confronti della sua vecchia luce. Sangue umano che sgorgava da ferite inesistenti, dolore fisico che non apparteneva a nessun corpo.

-dovresti smetterla, per te si sta mettendo male, in queste condizioni …
-Zitto! Posso farcela! Non ho bisogno che tu me lo ricordi, so di non essere nelle condizioni, ma non posso fermarmi ora. Me ne mancano solo tre. Posso riuscirci, davvero, non preoccuparti
-contento tu, ma ti avverto che se sarà troppo per te, interverrò io …
-va bene …


Dopo numerosi sforzi, l’ombra e la tigre sono riuscite a salvare anche la pantera. Il leone non era cambiato affatto, possiamo dire che era semplicemente annoiato. Non ci volle molto per offrirgli un nuovo gioco con cui passare il tempo.
Ora erano tutti salvi, tutti come un tempo, tutti …
L’ultimo era forse il più difficile di tutti. L’imperatore era il più testardo tra tutti. Non ammetteva mai la sconfitta, anzi non la conosceva nemmeno. Nonostante il dolore, il fantasma provò a risvegliarlo, a far riemergere il vero capitano dall’abisso in cui era caduto.

-Sono disposto a cadere nel più profondo degli abissi per salvarti, anche se dovessi perdere me stesso o sacrificare tutto per te … io ti salverò!

Era una promessa.


FINE PROLOGO

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Erano le finali. Seirin vs Rakuzan. Tutti i giocatori erano schierati in campo per l’ultima palla a due.

-non riuscirete mai a vincere, io sono assoluto Tetsuya –

L’imperatore non demordeva e con sguardo derisorio osservava i suoi oppositori.

-ti sbagli Akashi. Riusciremo a vincere e io … -

Non serviva continuare la frase. Entrambi sapevano cosa volesse dire e i loro sentimenti.

Palla a due. Il Seirin è in vantaggio. Passaggi brevi ma impercettibili, movimenti rigidi e calcolati.

Primo quarto, secondo quarto, la partita è un continuo scambio di punti da entrambe le parti. Intervallo.

-merda, riusciamo a malapena a rimanere in vantaggio. Merda-

La situazione era critica, avevano bisogno di un miracolo.

Inizio del terzo quarto. Il Rakuzan sembra più agguerrito che mai.

-bene, ora inizia la vera partita-

Scambi velocissimi, palle rubate, one of one più agguerriti, intesa. Il Rakuzan era in vantaggio, mentre il Seirin annaspava a bordo campo. Non riuscivano più a segnare.

La speranza si affievoliva sempre più. Il tiratore venne messo in panchina, la tigre a confrontarsi con l’imperatore, cuore d’acciaio contro la forza muscolare, l’istinto animale contro la logica. L’ombra diventava più piccola, più chiara, più … visibile. L’ombra che doveva proteggerli era eclissata dal nuovo modello, la versione migliorata.

La speranza era quasi del tutto perduta.

Con l’ombra in panchina, toccava alla tigre proteggere tutti, ma l peso sulle sue spalle era troppo. Non avrebbe resistito a lungo e sia l’imperatore che l’ombra lo sapevano.

-non ce la farai mai, tu non sei un vero miracolo, sei … un finto miracolo-

L’imperatore troneggiava su tutta la partita, sembrava come se il trono sul quale sedeva fosse accatastato sopra cumuli e cumuli di vittorie e corpi di sconfitti. La partita non sembrava interessare all’imperatore, piuttosto il suo sguardo era fisso su quello dell’ombra che non accennava una resa.

-Tetsuya non c’è bisogno che tu continui questa battaglia, è persa in precedenza-

-non metterti in mezzo Aoi, ce la farò. Devo solo neutralizzare la nuova versione. Mi basta … poco –

L’ostacolo da abbattere era la nuova versione. Dopo averla osservata a lungo, l’ombra poteva dirlo con certezza: non era la nuova versione, piuttosto era incompleta.

-sapete, non è facile essere un ombra. È impossibile eclissarsi completamente e diventare una cosa sola con la squadra. Ci sarà sempre qualche disaccordo, ci sarà sempre qualche imperfezione. È impossibile essere un ombra perfetta, perché nessuno può votarsi completamente all’annullamento. O meglio, esiste una sola persona in grado di farlo-

Il copiatore aveva ragione: nessuno può essere un ombra perfetta e questo era l’unico difetto della nuova versione che in nessun modo avrebbe potuto risolvere. Era destinata a fallire.

L’imperatore era conscio di questo fatto e per vincere era pronto a calpestare tutto, persino l’anima dei propri compagni di squadra.

L’ombra rientrò in campo. La speranza era nata di nuovo. L’ombra aveva riscritto la copia. La tigre aveva superato la pantera e con le sue forze stava attaccando l’imperatore. Tutte e due le squadre davano il meglio.

-è quasi finita, devo resistere, solo un altro quarto-

 L’imperatore non voleva cadere.

-solo un altro po’ … -

I generali erano in vantaggio. Il Seirin stava perdendo, ma la speranza non era ancora morta.

-credo … di non avere altra scelta –

L’ombra decise di aprire la porta alla tigre, la porta che solo i più meritevoli potevano aprire, la porta del rispetto reciproco. La pantera, accortasi dei suoi errori, ringraziò l’ombra sua salvatrice.

Il Seirin era rientrato in partita.

-akashi-kun arrenditi, non puoi fare niente contro di noi-

-ti sbagli Tetsuya! Io sono assoluto-

L’imponente imperatore sbaragliò il finto miracolo facendolo prostrare al suo cospetto. Ma la tigre non demorse e ricambiò il gesto.

La tigre ad attaccare freneticamente, il bomber del fuoricampo che segnava triple, l’occhio d’aquila che placcava la nuova versione, cuore d’acciaio che combatteva contro la forza e l’ombra a tirare i fili nell’ombra.

-Aoi, aiutami … prestami la tua abilità solo per un attimo, solo per ora … -

-d’accordo Tetsuya! Ma nelle tue condizioni non riuscirai a reggere a lungo … sta attento, io ti supporterò-

Dei fili invisibili avvolsero tutti i giocatori in campo, manovravano i giocatori come marionette, nessuno riusciva a sottrarsi. Il gioco si fece più movimentato e con un’eleganza mai vista, l’ombra copiò l’abilità dell’imperatore che perse miseramente.

Finalmente l’imperatore era caduto sotto il peso del burattinaio invisibile e della tigre selvaggia, e al suo posto entrò in scena il vero imperatore, non assoluto ma … brutalmente diligente.

Con la sua abilità riuscì a portare la sua squadra ai limiti del possibile. I generali era più forti capitanati dal nuovo imperatore.

Il Seirin e il Rakuzan combattevano ad armi pari, entrambi volevano portare a casa la vittoria. Ultimi secondi, ultimo tiro, fiducia, ammenda, ultimi respiri, battiti cardiaci …

La sirena finale aveva decretato il vincitore. Il Seirin aveva vinto.

-avevi ragione tu Tetsuya, congratulazioni –

-akashi … io … grazie e …

Con le lacrime agli occhi, l’ombra cadde. I miracoli accorsero in suo aiuto, l’imperatore fu il primo ad aiutarlo, il finto miracolo non si accorse di niente.

Il burattinaio era … scomparso.




 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La corsa in ospedale fu estenuante, il caos dilagava, i miracoli e il capitano cercavano in tutti i modi di salvare l’ombra mentre il Seirin rimaneva intontito di fronte a quella scena.

Minuti, ore, giorni … passarono sei giorni prima che l’ombra si svegliasse. Tutti aspettavano il suo risveglio, ma non era più lui. Il medico era stato chiaro: non c’erano speranze, l’avevano preso troppo tardi.

Dopo qualche giorno, l’ombra si stabilizzò e iniziò a ricordare. Dopo due settimane era di nuovo se stesso.

-ragazzi, scusate per avervi fatti soffrire e per avervi mentito-

-non ci hai mai mentito-

-no, vi sbagliate. La mia intera esistenza è una falsità e se volete, ve la racconterò-

In quella camera d’ospedale, l’ombra raccontò la sua vita all’imperatore, ai miracoli, alla tigre e ai suoi compagni di squadra.

-sapete, mia madre quando ancora andava alle superiori è stata violentata …
(Persone che trattenevano il respiro)
 
Il suo aggressore era una persona fidata che arrivò quasi ad ucciderla. Per nove mesi è rimasta in ospedale fino a quando non siamo nati noi …
(Noi, perché parlava al plurale?)
 
Alla nascita il maggiore venne chiamato Aoi e il minore Tetsuya, erano gemelli completamente identici …
(quindi l’ombra aveva un fratello)
 
La madre e i figli non avevano né un posto in cui andare né una famiglia. Erano soli, ma uniti. La madre iniziò a lavorare per mantenere i propri figli. Era proprio una madre diligente.

I due bambini fin da subito avevano capito l’importanza dell’essere uniti. Facevano di tutto insieme, sognavo le stesse cose, desideravano le stesse cose, erano un’anima divisa in due corpi.

Ma dopo qualche anno la madre morì … di sovraffaticamento. Era così dedita al lavoro che era morta per lo sforzo …
(una morte orribile)
 
I bambini vennero affidati ad un’altra famiglia, ma lì non venivano minimamente calcolati. Erano come fantasmi per questo per sopravvivere annullarono la loro presenza e le loro abilità, iniziarono a vivere la soli ma insieme. Erano una famiglia.

(non avevano nessun altro)
 
Ma dopo qualche anno anche il fratello maggiore morì. Malattia congenita ereditata dal padre, non aveva scampo ….
 
(che destino orribile)
 
Prima di morire, il maggiore aveva insegnato al fratello a vivere senza l’aiuto di nessuno e gli aveva insegnato la sua passione per il basket. l’unico legami rimasto era quella tecnica, la tecnica proibita: la misdirection totale. Una tecnica che indeboliva ossa e organi vitali, corrodendo il giocatore fino alla morte. Era impossibile salvare questi praticanti.

“cosa devo fare … io non voglio morire eppure devo … farlo”

Data la sua predisposizione, anche sopravvivere significava morire un giorno. Sapeva che prima o poi sarebbe morto.
(perché questi due fratelli devono sopportare tanta tristezza e dolore?)
 
Entrato alle medie, il fantasma si fece degli amici, i suoi primi amici. Non mostrò mai tutto il suo potere, ma solo una minima parte. Poi lo sentii … sentì la voce di suo fratello che lo chiamava. Questo significava che anche il cervello stava venendo dilaniato dalla malattia. Stava diventando pazzo poco a poco, ma non lo fece notare.

L’unica valvola di sfogo era il basket.

Poi al secondo anno … un evento inaspettato. Si innamorò e venne ricambiato. Era felice al fianco di questa persona, si sentiva accettato. Ma poi sia i suoi compagni che quella persona cambiarono, si persero nell’oscurità.

Perciò decise di salvarli, anche a costo di morire. Anche a costo di diminuire i propri anni di vita per aiutarli. Lui stesso si perse nell’oscurità per salvarli.

La porta che solo i miracoli potevano aprire, lui la superò senza indugio e si nascose al suo interno. Nessuno si accorse della sua presenza. Pian piano iniziò a salvare i suoi compagni, ma arrivò al limite.

Il dolore era insopportabile, la pazzia al limite, i sentimenti scomparsi. Si stava servendo di persone ignare di tutto per i suoi scopi. Lui li stava trasformando in ciò che non erano: in dei burattini. Lui era il burattinaio, le partite i fili e i compagni solo delle bambole di pezza al solo scopo di recuperare tutti i pezzi della scacchiera … e lo scacchista.

Lui era il peggiore.

Arrivato alla finale finalmente aveva la possibilità di salvare quella persona. Ma qualcosa andò storto. La malattia era arrivata al cuore, giocando avrebbe peggiorato la sua situazione, ma continuò. Il fratello gli prestò la sua forza e riuscì nel suo intento. La sua vita aveva raggiunto il suo scopo-

-è una storia triste, vero?-

L’ombra era impassibile, aveva raccontato la sua storia come se gli fosse estranea. Tutti gli altri piangevano, avevano pietà e lo compativano.

-Tetsuya … -

L’imperatore con mano tremante, lo prese e lo accarezzò. Questo significava molto.

-stupido … perché non c’è l’hai detto, avremmo potuto aiutarti-

I miracoli uscirono, così il Seirin, erano solo l’ombra e l’imperatore.

-ti amo-

-anch’io-

Due semplici parole prima di uscire. Erano coscienti dei propri sentimenti e li trasmisero, ma niente di più.  A breve sarebbe tutto finito. Si amavano ma non potevano stare insieme, l’avevano accettato.

-addio, mio amato Tetsuya. Abbi cura di te e di tuo fratello-

Una lacrima rigò il suo volto. I suoi singhiozzi si persero nei passi e nei ripensamenti, ma continuò ad andare avanti senza fermarsi né voltarsi.

Anche i miracoli gli diedero il loro ultimo saluto, tutti sapevano che mancava poco.

Il Seirin non lo sapeva, certo lo salutarono ma … non l’avrebbero rivisto. La tigre, non più selvaggia ma domata dall’ombra, lo ringraziò di cuore e si allontanò.

Mancavano poche ore …

-fratellino … è quasi il momento-

-lo so … Aoi. Presto ci rincontreremo-

La notte era calata, innaturalmente silenziosa e oscura.

I suoi occhi divennero bianchi e si spensero, le sue orecchie sibilarono fino a quando il suono non morì, l’olfatto scomparve, le sensazioni esterne cessarono …

Intonando una vecchia melodia l’ombra si addormentò.

L’intervento medico fu del tutto inutile. Non c’era speranza di sopravvivenza dall’inizio. Tutti lo sapevano, ma non volevano accettarlo. Il burattinaio l’aveva fatto e ora era soddisfatto di essere vissuto come essere umano, piuttosto di un’esistenza vuota pronta a concludersi
 
“Addio, Kuroko Tetsuya. Ombra della verità”






FINE

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