Panna e Cioccolato

di KissMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare da capo ***
Capitolo 2: *** Dolce punizione ***
Capitolo 3: *** Messaggio misterioso ***
Capitolo 4: *** Le charming ***
Capitolo 5: *** Sotto la pioggia ***
Capitolo 6: *** Inaspettatamente ***
Capitolo 7: *** C'è qualcosa che devi dirmi? ***
Capitolo 8: *** Confessioni ***
Capitolo 9: *** Tuffo nel passato ***
Capitolo 10: *** La magia del palcoscenico ***
Capitolo 11: *** Compleanno sotto le stelle ***
Capitolo 12: *** Il colpo al cuore ***



Capitolo 1
*** Ricominciare da capo ***


Un trillo fastidioso mi riscuote da un sonno profondo e senza sogni, mi ci vuole un po’ per capire che è la sveglia, vorrei spegnerla o meglio gettarla contro il muro in modo che non trilli MAI più, ma il mio corpo non risponde ai comandi.

Stendo pigramente un braccio verso il comodino facendolo spuntare da sotto il morbidissimo piumone rosa e spengo quell’aggeggio infernale. La stanza piomba in un silenzio di tomba e le mie orecchie paiono ringraziare, la pace che aleggia mi fa addormentare di nuovo, ma dopo una manciata di minuti avverto qualcosa di umidiccio sul naso e che si sposta sulle guance. Il mio corpo reagisce come azionato da una molla, strillo e scatto a sedere con gli occhi sbarrati. Realizzo dopo qualche secondo che quella cosa umidiccia non è altro che il naso del mio cagnolino accorso a svegliarmi, Boi mi guarda con i suoi occhietti teneri, la lingua penzoloni e la coda che si dimena. Un attimo dopo irrompe nella stanza mia madre

-Biscottino è tutto apposto?-

mi chiede evidentemente preoccupata per lo strillo. Sbadiglio e poi le sorrido rassicurandola

-Sì mamma è tutto apposto-

-Bene allora sbrigati è il tuo primo giorno di scuola!-

trilla allegra per poi richiudere la porta. Sarà la sonnolenza, ma non intendo subito le sue parole…storto il naso e mi chiedo cosa voleva dire con “primo giorno di scuola”, infondo io l’ho finita la scuola, mi sono diplomata alla East High, ora manca il college…ODDIO IL COLLEGE! La mia espressione muta da incerta a terrorizzata e in un baleno mi ritrovo immersa tra i vestiti appesi sulle grucce o stipati negli scaffali della mia cabina armadio. Già perché la mia paura più grande è trovare qualcosa da mettere e non di certo come andrà nella nuova scuola, dai diciamocelo mi laureerò in Arti Sceniche in pratica il mio pane quotidiano, quindi perché preoccuparsi??

Un’ora dopo sono al volante della mia deca rosa, sempre quella ma molto più personalizzata, ora ho anche i sedili con il massaggio, lo schermo ultrapiatto per vedere DVD e uno stereo potenziato. Mastico ancora un pezzo di toast che ho afferrato al volo con disappunto di mia madre che mi vede sempre deperita e vorrebbe ingozzarmi come un maiale. Sfreccio per le strade di Albuquerque diretta all’Albuquerque University ad una velocità che sicuramente mio fratello Ryan avrebbe criticato. Dio quanto mi manca, è andato via solo da un giorno, ma sento la mancanza di qualcuno da comandare a bacchetta. No dai scherzi a parte ci tengo davvero a mio fratello, forse non l’ho mai detto o dimostrato però gli voglio bene, è un appoggio per me e certe volte anche il mio grillo parlante che può risultare fastidioso, ma alla fine non se ne può fare a meno. Sorrido pensando a quello che mi avrebbe detto se fosse qui accanto a me. L’aria mi passa tra i capelli scuri…scuri?? Sì scuri, dopo il diploma ho fatto questa pazzia, mi sentivo diversa e ho voluto cambiare…che dire? Forse mi fa meno principessina ma sono orgogliosa della mia cascata di boccoli SCURI!

Svolto l’angolo e il cuore mi salta in gola, ho visto spesso questo college, ma sempre con occhi diversi, inizio a sentirmi agitata e di colpo penso che i vestiti che ho addosso non siano poi così adatti. Ho quasi la tentazione di fare retromarcia e tornare a casa a cambiarmi, ma è tardi e non vorrei farmi conoscere subito per il mio ritardo. Infilo l’auto nel primo posto disponibile e scendo velocemente. Stivali alti, bianchi, jeans aderenti, scuri, infilati negli stivali e un top non troppo corto a righine bianche e blu…mi guardo nello specchietto, sì posso andare, diamine sono Sharpay Evans o no? E allora perché tanta paura?

Respiro profondamente

-Vai e stendili tutti Sharpay-

mi dico per darmi coraggio, non so dire se ha funzionato, ma comunque marcio a passi lunghi e decisi verso l’entrata tenendo ferma con una mano la tracolla che mi sbatte sulle gambe ad ogni passo. Mi sembra di essere tornata indietro di qualche mese, diverse paia d’occhi sono puntate su di me, sorrido rassicurata, temevo di passare inosservata qui, ma invece quelle occhiate curiose e ammirate mi fanno sentire la Sharpay Evans del Drama Club della East High. Con la convinzione di trovarmi la strada spianata attraverso il corridoio, i miei passi rimbombano sul marmo bianco del pavimento, eh sì aria di casa!

Succede in un attimo, sento una forte botta alla spalla e mi ritrovo con il sedere a terra, la tracolla si rovescia e tutti i libri e cose varie vengono sparse sul pavimento. Attorno a me solo risate, non oso alzare lo sguardo, mi vergogno da morire, oddio no sono pure arrossita!

-E guardare dove vai no eh?-

una voce sprezzante, acuta, mi arriva come uno schiaffo, parole e tono che sento molto familiari, alzo piano lo sguardo. Una ragazza alta, bionda, occhi chiari, molto carina, ma nulla in confronto a me, mi fissa con sguardo indurito e labbra serrate. Alle sue spalle spuntano altre due ragazze, identiche, capelli neri, pelle chiarissima, sembrano uscite da un film horror giapponese. Le guardo a mia volta, ma non riesco a parlare qualsiasi parola mi muore in gola

-Alla matricola hanno mangiato la lingua a quanto pare-

è una delle due gemelle a parlare adesso, vorrei scattare in piedi e rispondere a tono, ma non so che mi prende

-I…io-

la voce mi trema, sento un groppo in gola. Loro mi guardano e ridono di più e così le persone che si sono fatte attorno, sembra che siano intimoriti tutti dalle tre e le assecondano come meglio possono. Abbasso lo sguardo, le lacrime cercano di farsi spazio, ma un po’ di orgoglio mi è rimasto e le caccio indietro. Pochi secondi e le risate cessano

-A presto piccoletta-

dice la ragazza bionda mentre mi scompiglia i capelli e se ne va seguita dalle altre due mentre la sento ancora ridere.

Muoio di vergogna, prego perché il pavimento si apra sotto di me e mi inghiotta, beh inutile restare qui e poi come previsto sono in fottuto ritardo. Rimetto in fretta le cose nella borsa e mentre faccio per rialzarmi vedo una mano scura tesa davanti a me

-Caduta dal piedistallo Regina di Ghiaccio?-

la sua voce così familiare e la sua solita ironia pungente mi fanno sorridere. Alzo lo sguardo e anche lui sorride, a me, Chad Danforth che mi sorride, o forse ride di me! Scuoto la testa e mi rialzo senza il suo aiuto

-Diciamo che ci si è messa di mezzo una spinta per farmi cadere-

rispondo lanciando un’occhiataccia verso il trio ormai infondo al corridoio. Mi sistemo i capelli ancora scompigliati, do un’occhiata all’ora e reprimendo un imprecazione mi limito a dire

-Ci vediamo…saluti!-

e cercando di dimenticare quel pessimo inizio mi dirigo a lezione…in ritardo ovvio.

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Capitolo 2
*** Dolce punizione ***


Ho appena fatto la più clamorosa figuraccia della mia vita, molto peggio di quel sogno che ho fatto una volta dove ero sul palco e di colpo mi accorgevo di essere senza…trucco! Shokkante da morire, mi ha perseguitato per mesi interi quell’incubo. E’ in momenti come questo che sento di più il bisogno di avere accanto mio fratello, sì lo so sono ripetitiva, ma che ci posso fare? Per i gemelli è dura separarsi, insomma ho vissuto tutti i miei diciotto anni con lui, non siamo mai stati distanti più di un giorno e anche se litigavamo sempre almeno avevo una valvola di sfogo.

Entro in aula, che poi più che un’aula è un immenso auditorium, ci staranno almeno ottocento persone. Rimango sbalordita, ero abituata alle quattro file di semplici banchi alla East High, cavoli nel giro di dieci minuti mi stanno crollando davanti tutte le certezze come un castello di carte. Mi accorgo di non essere l’unica ritardataria e mi affretto a prendere posto un tantino sollevata. Mi siedo, accavallo le gambe e mi metto composta e pronta ad ascoltare come sempre…se qualcuno ascoltasse questo mio pensiero storterebbe il naso, ma è vero io ascolto le lezioni che mi interessano…un attimo…ma che lezione è questa??

Guardo l’orario, ah sì storia del teatro…il mio entusiasmo si spegne quasi subito, sento che sarà una mattinata lunga e noiosa. Come se non bastasse ora entra il professore, caspita è proprio come me l’ero immaginata, possibile che li facciano tutti con lo stampino??

Si avvicina a passo pesante alla cattedra, con cipiglio severo guarda verso la miriade di studenti che nel frattempo si è ammutolita. Sembra quasi che ci guardi uno per uno, devo dire che mi mette parecchia soggezione. Lo scruto mentre guarda dall’altra parte e mi viene da ridere quando capisco cosa e chi mi ricorda…è una specie di fusione tra un tricheco e la Darbus. Oddio aiuto! Mi sta fissando, mica sarà capace di leggere nel pensiero?! Mi faccio piccola piccola e mi accorgo che non guardava me, in realtà guardava un ragazzo poco distante da me, ma sto tizio è pure strabico quindi è normale che mi sia confusa.

Inizia le lezione, biascica pure non parla normalmente e dopo cinque minuti già non gli sto più dietro. Ho terribilmente sonno, man mano che i minuti (o forse sono secondi) passano abbandono la mia posizione composta ed impettita e mi trovo a fissare il vuoto con la testa sorretta dalla mano. Penso alla Julliard, lì si che avrei fatto faville, lì non ci sono materie teoriche solo ed esclusivamente pratica. Immagino mio fratello e Kelsie che ora si staranno divertendo da matti, insieme. Un sorrisetto mi si dipinge in faccia mentre penso che tra loro due c’è del tenero, l’hanno capito tutti ormai. Ma non resto allegra per molto, cavoli quella borsa di studio la volevo io!! Se non fosse stato per quella pulce di Zara, come si faceva chiamare? Ah sì Jimmy the Rocket...patetico! Sbuffo ed un istante dopo sento una specie di schiocco fortissimo sul mio banco che mi fa sobbalzare. Oh no! Il tricheco mi fissa minaccioso, ad un passo da me e con una bacchetta in mano…

-Presumo che stesse riflettendo sul profondo significato della catarsi nel teatro greco signorina…?-

oddio ce l’ha proprio con me, non ho capito una parola di quello che mi ha detto, ma dal tono è piuttosto arrabbiato e sembra che voglia sapere il mio nome

-Evans-

rispondo mordendomi un labbro. Il sorrisetto che mi rivolge è tutt’altro che rassicurante

-Bene signorina Evans, avrà l’onore di conoscere molte facce nuove oggi pomeriggio-

mi dice con tono falsamente rassicurante mentre mi porge un biglietto che ha appena firmato. Inarco un sopracciglio mentre osservo quel pezzo di carta…a caratteri cubitali appare la scritta DETENZIONE…resto a bocca aperta, pure qui ci deve essere??

-Ma…-

apro bocca per replicare, ma me ne pento subito, un altro schiocco sul mio banco mi fa trasalire

-Niente MA signorina…e che sia chiaro per tutti, qui nella mia aula voglio solo vedere penne che scrivono, sguardi puntati sui fogli e non voglio sentir volare una mosca-

dice con tono sostenuto guardando anche tutti gli altri che assumono la mia stessa espressione sconcertata. Senza che se ne accorga lo fulmino con lo sguardo e  mi lascio andare contro lo schienale della sedia, affranta.

@@@@@@

Sono ormai le quattro di pomeriggio, le lezioni fortunatamente sono finite ed ora mi trovo a vagare per un ala della scuola che sembra totalmente abbandonata mentre tengo stretto tra le dita il biglietto della detenzione. Aula 53 dice, ma perché cavolo non la trovo?? Ad un certo punto però una musica mi giunge alle orecchie, mi fermo ad ascoltare in modo che il rumore dei tacchi non copra quelle note ovattate. Alla musica si uniscono schiamazzi ed incitamenti, cammino cauta mentre cerco di seguire il suono, sembra provenga dal fondo di quel corridoio…aumento il passo e in effetti la musica si fa più alta, sembra musica hip hop o qualcosa del genere. Il mio entusiasmo sfuma, detesto quella robaccia da strada, ma appena alzo lo sguardo mi trovo di fronte all’aula 53 ed è proprio da lì che proviene la musica.

Trattengo il respiro e abbasso la maniglia della porta…come metto piede nell’aula la musica si ferma e decine di paia di occhi si fissano su di me, ma non sono quegli sguardi che mi rendono orgogliosa di essere me stessa, anzi sono sguardi duri, prepotenti e nel loro modo anche altezzosi. Resto impalata sulla soglia, mi sento tremendamente a disagio, ho paura persino a muovere un passo. Il silenzio di gelo viene interrotto da uno dei ragazzi più vicini a me, ha la pelle scura come il resto dei presenti eccetto me, i capelli sono raccolti sul capo in un’intricata rete di treccine ed indossa una felpa nera di almeno tre taglie più grande e dei jeans che ancora un po’ gli crollano fino alle ginocchia

-Guardate ragazzi un fiocco di neve è sceso nei bassifondi-

dice con fare arrogante suscitando le risate dei compagni. Apro bocca per replicare, ma per l’ennesima volta oggi le parole mi muoiono prima di diventare suoni, non reggo più quella situazione, faccio per andarmene, ma una mano calda mi afferra per il polso costringendomi a voltarmi. Mi giro impaurita, ma quello che vedo mi tranquillizza all’istante. Una cascata di fitti riccioli scuri si scuote di fronte al mio viso

-No no no no Evans! Così non va bene…già ti fai mettere in punizione, il primo giorno??-

Chad mi sorride, non mi parla con strafottenza come quell’altro ragazzo

-Potrei farti la stessa domanda Danforth-

ribatto con un sorriso di superiorità. Il ragazzo con la felpa nera si accosta a noi due e dopo avermi lanciato una profonda occhiata guarda Chad con cipiglio severo

-Conosci la principessina qui??-

Chad diventa subito serio e guarda prima me, poi lui

-Sì andavamo insieme alla East High…era una del gruppo-

quell’ultima affermazione mi spiazza, ma scorgo con la coda dell’occhio che Chad mi fa l’occhiolino, decido di non sindacare forse l’ha fatto per mettere a tacere gli altri…un momento, ma mi sta aiutando per caso??

Una ragazza si fa avanti, vestita in modo del tutto discutibile

-Sentiamo fiocco di neve, che hai fatto per essere qui?-

mi chiede con tono tutt’altro che gentile. Non mi lascio intimorire e scrollo le spalle con aria di sufficienza

-Niente di che…ero solo un tantino distratta-

rispondo tranquilla. Non mi va di essere squadrata in quel modo e nemmeno voglio subire un terzo grado da loro quindi parto in contropiede

-Stavate ballando?-

chiedo osservando l’enorme stereo appoggiato sulla cattedra. Domanda errata, tutti si cacciano a ridere e il ragazzo dalla felpa nera mi si para davanti mettendosi tra me e lo stereo

-Lascia perdere, sei lontana anni luce da quello che facciamo noi-

sbotta squadrandomi con disprezzo, Chad si fa avanti

-Dai Shaun lasciala st…-

non gli do il tempo di finire la frase che intervengo io

-E’ una sfida questa…Shaun?-

gli chiedo fissandolo negli occhi. Forse farò l’ennesima figuraccia di quel giorno, ma io sono Sharpay Evans e quella è palesemente una sfida…io non mi tiro MAI indietro. Shaun non dice nulla ma rimane a fissarmi con sguardo duro, tende una mano indietro la musica di prima ricomincia. Non stacca un attimo lo sguardo da me mentre balla, un cerchio si è formato attorno a noi, vedo Chad che scuote la testa con una mano sulla fronte, forse si aspetta il peggio. Devo ammetterlo quel ragazzo si muove benissimo e riesce a mettermi un po’ di soggezione, ma quando vedo che allarga le braccia e mi fa un cenno del capo capisco che è il mio momento. Sfilo i tacchi in un attimo e li appoggio di lato, prima di iniziare cerco di non pensare a nulla e di lasciare che la musica mi guidi, inizio ad abituarmi a sentirla e faccio appello ai ricordi di qualche video hip hop, magari andando per imitazione riesco a non mettermi poi così in ridicolo. Faccio uno scatto verso di lui, non se l’aspetta e indietreggia suscitando le risatine di molti, basta schemi ballo come mi viene e mi sorprendo a saper ballare pure quello stile, certo non come loro ma dagli incitamenti che partono dal gruppo capisco che forse non sono poi così male. Shaun sembra essersela presa e spegne la musica, mi si avvicina minaccioso e per un attimo ho davvero paura. Me lo ritrovo ad un centimetro dal viso, lo sguardo rabbioso e i denti stretti, ma sorprendentemente qualche istante dopo si apre in un sorriso luminoso

-Fiocco di neve, benvenuta nell’aula 53-

resto di sasso mentre urla e schiamazzi di approvazione si diffondono nell’aula. Wow per la prima volta faccio veramente parte di un gruppo e non sono persone che mi stanno accanto solo per uno scopo personale, sono stata accettata per il mio talento e forse anche la sfrontatezza…l’ho sempre detto di essere la migliore!!

Sorrido soddisfatta e mi accorgo che il tempo è passato fulmineo, la mia ora di punizione è terminata, devo dire che mi dispiace pure.

-Devo andare, ci si vede ragazzi-

esclamo infilandomi le scarpe, appena prima di uscire incrocio lo sguardo di Chad che mi guarda stupito ed orgoglioso allo stesso momento. Gli sorrido contenta ed esco di volata dalla porta…infondo non è stata poi così male come giornata

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Scusate sono di frettissima e non riesco a ringraziarvi singolarmente...per ch ha recensito grazie pe ri bei commenti e spero continuiate a leggere questa ficcy un po'strana...un bacio! Grazie a chi ha anche solo letto

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Capitolo 3
*** Messaggio misterioso ***


Sono praticamente sfinita, ancora mi chiedo come posso reggermi in piedi. Per tutto il tragitto dall’università a casa non ho fatto altro che pensare al mio lettuccio, caldo e morbido. Chissenefrega della cena ho tremendamente bisogno di dormire è stata una giornata pesantuccia. Apro la porta di casa e subito mi sento stringere in una morsa stritolatrice, dei capelli biondi sbattuti in faccia, anzi proprio negli occhi, mi informano che è mia madre

-Cof cof…mamma così mi uccidi!-

Esclamo cercando di divincolarmi, finalmente mi lascia e torno a respirare. Certo che mia madre è incredibile, ora che Ryan è via non ha più nessuno da spupazzare e si sfoga su di me, non capisce però che se continua così o scappo di casa o è la volta buona che mi stritola davvero. Mi sistemo stizzita la maglietta che in quella dimostrazione di affetto si è stropicciata tutta. Alzo lo sguardo su mia madre e non riesco a reprimere un sorriso, mi guarda con occhi lucidi le mani congiunte e lo sguardo speranzoso. Solo alla consegna dei diplomi mi aveva guardata in quel modo e, quando avevo fatto una giravolta con la tunica rossa per farmi ammirare, è scoppiata a piangere. Evito perciò di pavoneggiarmi prima di dover chiamare un idraulico. Roteo gli occhi esasperata

-Mamma…sembri Boi con quella faccia-

Commento mentre mi piego per prendere tra le braccia il mio cagnolino che, sentendosi preso in causa, è accorso a salutarmi. Finalmente lei capisce e si ricompone, mi accarezza il capo con un sorriso orgoglioso

-Avanti biscottino, racconta…come è stato il primo giorno di college?-

Iclino la testa di lato, è un vizio che ho quando penso. Mi dico che forse è meglio tralasciare i particolari come la clamorosa caduta a terra, la punizione del prof e l’ora di detenzione, le avrei solo causato un infarto. Decido per una banale e diretta frase, le rivolgo il mio sorriso migliore e rispondo con naturalezza

-Direi…strano e inaspettato-

Ok, dalla sua espressione forse non è quello che si aspetta. Meglio defilarmi prima che parta l’inevitabile terzo grado che non augurerei a nessuno. Prima che possa dire qualsiasi cosa sbadiglio

-Sono stanchissima…vado a dormire-

Conto fino a tre mentre salgo le scale e l’inevitabile reazione di disappunto tipica delle madri o almeno della mia, arriva

-E non mangi nulla? No principessa così non va bene, sei già così magra-

Non mi volto e continuo a salire le scale accarezzando Boi, ma sorrido, è apprensiva sì ma tutte quelle attenzioni devo dire che mi fanno piacere. Mi chiama un’altra volta, ma di nuovo non rispondo, continuo a sorridere, ho in mente altro ma non so cosa. Prima di entrare in stanza sento i passi pesanti di mio padre nel salone e la frase sommessa

-La nostra piccola è cresciuta-

Lo dice con orgoglio e tristezza allo stesso tempo, sento mia madre singhiozzare. Scuoto la testa divertita…è tipico…e entro dalla porta rosa della mia camera…rosa.

Dopo un perfetto bagno caldo e ristoratore durato circa un’ora mi preparo per andare a dormire anche se ora mi sento più sveglia, il pensiero di quella giornata mi impedisce di rilassarmi per bene, ma non riesco a capire perché. Passo più volte la spazzola tra i capelli mentre sto seduta di fronte al mio enorme specchio, le setole scivolano per tutta la lunghezza con estrema facilità. Questo è il momento della giornata che preferisco, sono da sola, nella pace più totale e mi sento una principessa che si da i classici cento colpi di spazzola prima di andare a dormire. Questa frase mi ricorda tanto un libro che ho letto…terribile! A volte mi sorprendo come ragazzine di 15 anni possano vendersi così facilmente. E’ pensando a queste cose che mi sento ancora bambina, sto per fare diciannove anni, sono indubbiamente bellissima, so anche essere dolce e simpatica se mi si prende per il verso giusto…eppure, non ho mai fatto l’amore. Le occasioni si sono presentate certo, ma forse sono troppo sognatrice, cerco il momento perfetto, la persona perfetta…e intanto gli altri vanno avanti e io resto qui, sola come sempre.

Scuoto la testa per scacciare questo pensiero, non voglio intristirmi e mi convinco che presto o tardi anche io troverò “l’anima gemella” e non voglio certo smettere di sognare, io voglio la perfezione…sempre!

Appoggio la spazzola sul mobile accanto allo specchio, guardo il mio riflesso e sorrido un po’ intenerita dalla mia stessa immagine. I boccoli morbidi mi si appoggiano sulle spalle e il ciuffo mi copre parte dell’occhio destro, ho lo sguardo stanco e gli occhi sono leggermente lucidi. Sono senza trucco e quindi più pallida, ma come dice mia madre ho le guance di una bambolina di porcellana, lisce e candide. La camicia da notte di morbido cotone rosa mi copre fin sopra il ginocchio, mi scopro ad avere il mignolo in bocca mentre mi osservo, è un altro vizio che ho da quando sono bambina. Ecco sì ora mi sembra davvero di essere tornata bambina, ora che sto crescendo mi accorgo di quanto vorrei tornare indietro e magari dare al mondo un’immagine diversa di me, la stessa me che ora si riflette in questo specchio, con lo sguardo stanco, il viso tenero e il mignolo in bocca.

Sospiro e mi butto a peso morto sul letto. Accanto a me Boi, che già dormiva sprofondato nel piumone, sobbalza e lancia qualche occhiatina attorno un po’ spaurito. Ma quando si accorge che non c’è nulla di pericoloso mi sale tranquillo sulla pancia per farsi coccolare, appena mi fermo agita una zampetta nel vuoto per chiamarmi e io ricomincio ridacchiando. Coccolando il mio cucciolo riesco a rilassarmi e con il capo sprofondato nel cuscino sto per addormentarmi, quando una musichetta squillante fa sobbalzare me e il cane.

Boi infastidito ringhia sommessamente e scende dal letto, mentre io mi giro su un fianco, strabuzzo gli occhi che mi bruciano lievemente e sopprimendo uno sbadiglio allungo la mano per prendere il cellulare ROSA, sul comodino.

La luce del display quasi mi acceca appena apro lo sportello, con il dorso della mano mi sfrego gli occhi e ancora assonnata metto a fuoco le lettere sul dispaly. Mi è arrivato un messaggio, lo apro, è un numero che non conosco. Sono tentata di cancellarlo, ma poi per curiosità lo leggo

Sei stata fantastica

Tre parole che mi lasciano assolutamente perplessa. Normalmente un messaggio del genere farebbe piacere a chiunque, e farebbe piacere anche a me se solo sapessi di chi fosse quel numero. La curiosità è tanta, ma non mi va di scrivere la solita frase “Chi sei?”, io devo distinguermi anche in questo. Penso un attimo e come un’ovvia illuminazione mi viene in mente una risposta, nonostante il sonno digito velocemente

Io sono fantastica in OGNI cosa che faccio…grazie, chiunque tu sia.

Sorrido lievemente e invio il messaggio. Osservo l’immagine della busta che si chiude e viene spedita e me la immagino vaporizzata nell’aria che fluttua fino a ricomporsi sul display di qualcun altro che avrei tanto voluto sapere chi fosse. Basta sognare ad occhi aperti, spengo il cellulare e mi rituffo tra le braccia di Morfeo, consapevole in qualche modo che il mistero sarebbe stato risolto più presto del previsto.

 

RINGRAZIAMENTI TIME:

Scusate il chappy un po' corto però a mio parere molto carino. Mi è piaciuto da morire scrivere il pezzo di sharpay davanti allo specchio, aspetto tanti commentini eh ^^....grazie anche a chi leggerà o a chi legge senza recensire ^^

armony_93:
Tu sai quanto adoro infinitamente le tue ficcy e questi complimenti da parte tua mi fanno un piacere enorme. Premetto che anche io adoro Chaylor anche se il mio cuore resta per Tropay, ho tentato questa nuova strada e vedremo cosa ne uscirà, ancora non ho quasi nulla di definito, le vicende mi vengono volta per volta. Penso comunque di metterci un po' di Tropay nonostante sia di base una Chadpay. Vedrò e spero che continuerai a seguirmi....<3

Tay_:  ok tesò ora ho paura a precisarti una cosa...in questa ficcy Sharpay non è più bionda xD ora non odiarmi la coppia, ma puoi sempre far finta di essere tu...con i capelli tinti ihihihih...non avercela con me per questa coppia strana è che le Chaylor non le so scrivere bene perchè i personaggi seppur mi piacciano non mi appassionano come Sharpay per esempio...però dai l'importante è che Chaddino sia felice no? xD

Leia_the_Witch: U.U con te non parlo più, dopo che mi hai fatto finire in tragedia la mia Zashley preferita....skeeeeerzo ovviamente. Sono contenta ti sia piaciuto l'inizio di questa ficcy e credimi Sha ne farà di tutti i colori, peperina come è xD

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Capitolo 4
*** Le charming ***


-Buongiorno principessa-

la voce di mio padre mi arriva come ovattata mentre scendo le scale e mi avvio verso la cucina. Ho gli occhi semichiusi, ancora non li ho abituati alla luce e mi bruciano da morire come tutte le volte che dormo poco. Rispondo al saluto di mio padre con un gesto del capo e mi lascio andare sulla sedia di fronte a lui

-Sai Ryan è già stato selezionato per un concorso interno alla scuola-

mi informa mia madre emozionata, mentre appoggia una tazza di caffè fumante sul tavolo. Da me proviene solo un sommesso mugugno mentre cerco di ripristinare le attività cerebrali. Quel dannatissimo mittente misterioso mi ha tormentata per tutta la notte, e come è vero che mi chiamo Sharpay Evans scoprirò chi è…o rischio un frontale per colpo di sonno.

-Sei sicura di stare bene tesoro?-

mi chiede apprensiva mia madre…tesoro, principessa, biscottino, ma la smetteranno mai di darmi quei nomignoli di quando avevo tre anni? Sbuffo e afferro una tazza di caffè

-Starò meglio dopo questo-

mormoro e ne bevo un sorso abbondante, niente zucchero, a me piace così, amarissimo. Tempo due minuti e ho già svuotato la tazza, sto per addentare un cornetto quando sento il mio cellulare che vibra. Stranamente fulminea per le mie condizioni mattutine afferro l’apparecchio e il cuore mi sale in gola quando vedo la busta lampeggiare. Apro il messaggio, di nuovo un numero che non conosco

Heilà Regina di Ghiaccio! Cos’è al Polo c’è troppa neve per uscire di casa? Le lezioni iniziano prima oggi…sei in fottuto ritardo…C.D.

-Oh porca pu…-

schizzo in piedi e corro di sopra ignorando le proteste di mio padre per il linguaggio poco appropriato. Merda per oggi non posso fare tanto la schizzinosa con i vestiti perciò opto per un tranquillo vestitino color pesca lungo fin sopra al ginocchio, decolltè abbinate al vestito e nient’altro. Mi trucco velocemente e spazzolo i capelli per renderli almeno decenti. Come minimo devo andare ad una velocità costante di 100 km/h per arrivare con un leggero ritardo a scuola. Nemmeno saluto i miei e salgo fulminea sull’auto, parto, la velocità che aumenta in maniera esponenziale…ma un attimo!! C.D.? Chad Danforth?!? Possibile che sia lui? Mi fermo ad un semaforo, chissà perché quando si ha fretta sono tutti rossi, vabbè almeno posso verificare se i miei sospetti sono fondati. Guardo le ultime cifre del numero di Chad e con il cuore in gola le confronto con l’altro…uff no niente, non è lui…avrò ancora molto da indagare. Un clacson premuto con insistenza mi fa sobbalzare, merda è verde! Riparto in quarta e sfreccio di nuovo per le strade di Albuquerque. Finalmente vedo in fondo alla strada l’enorme parcheggio dell’università, infilo l’auto nel primo posto che mi capita e schizzo verso l’entrata. Eppure c’è qualcosa di strano, il parcheggio è mezzo vuoto e i corridoi pure, c’è solo qualche studente dall’aria trasandata e dagli occhiali spessi come fondi di bottiglia che, seduti a terra come barboni, ripassano per qualche esame. Di fianco a me sento una risata seguita da numerose altre che riconosco subito e immediatamente capisco che Chad non ha abbandonato la sua voglia di scherzare. Mi giro verso di loro con sguardo assassino e riesco ad abbrancare Chad per un orecchio. Ignoro le sue lamentele da femminuccia mentre lo tiro verso di me

-DANFORTH!-

gli strillo con poca grazia perforandogli un timpano

-Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? E hai idea della corsa che ho fatto rischiando almeno il sequestro della macchina e della patente?-

gli lascio andare l’orecchio che è diventato ormai rosso, Chad mi guarda imbronciato mentre si massaggia la parte lesa

-Nella fretta hai lasciato la gentilezza nell’igloo?-

mi chiede offeso. Shaun gli batte una mano sulla spalla

-Hey amico dai non te la prendere o fiocco di neve si surriscalda e si scioglie-

tutti ridono tranne me, mi limito a fissarli a braccia conserte come se fossero una mandria di bambini idioti…certo ci si avvicinano molto

-Divertenti davvero-

sbotto sarcastica e tutti smettono subito di ridere. Michelle, la ragazza dall’abbigliamento discutibile, mi mette un braccio attorno alle spalle

-Dai Sharpay…stavamo solo scherzando. Sai quando qui i corridoi si affollano non c’è molto spazio per noi, per questo ti abbiamo fatto venire prima. Ci sei piaciuta ieri sai?-

Quelle parole non possono che farmi sorridere e allora tendo un braccio verso Chad che però si ritrae spaventato

-Dai scemo!-

rido e trascino tutti gli altri con me, anche Chad ride, ma più nervosamente e si avvicina come Boi quando l’ho appena sgridato. Gli scompiglio i riccioli ribelli e lui fa lo stesso con me, ma il mio sguardo gli fa capire di non rifarlo mai più. Rimaniamo così per un po’ a parlare e scherzare, man mano imparo sempre di più da quel gruppo che normalmente avrei snobbato. Ma a tutto c’è una fine e la fine si presenta sottoforma di un trio che purtroppo ho già conosciuto e che si annuncia con ritmo battente di tacchi.

Michelle e Shaun stringono i denti appena sentono quel ticchettio e io già sento che non mi aspetta un incontro piacevole.

-Ma guarda guarda chi c’è qui…la feccia e la matricola-

anche se sono alle mie spalle riconosco subito la voce e il tono tagliente della bionda, le due gemelle invece mi si mettono accanto, una da una parte e una dall’altra, e appoggiano un gomito sulle mie spalle. Roteo gli occhi e fisso la biondina che ora mi si è parata davanti.

-Uh ma perché quello sguardo così astioso…siamo amiche no?-

mi dice lei con finto tono gentile, mentre le altre due ridacchiano. A quanto pare sanno fare solo quello. Inarco un sopracciglio e la squadro da capo a piedi. Vedo Chad che osserva la scena con un sorrisetto, lui mi conosce bene e sa che sto per rimetterle al loro posto

-Sì certo…quando gli asini avranno un cervello…e dubito che succeda visto che ho tre esempi viventi davanti a me-

Colpita e affondata, la biondina resta a bocca aperta, forse si aspettava una reazione impaurita da parte mia, ma non conosce Sharpay Evans. Come se non bastasse indietreggio di un passo e quelle due troglodite delle gemelle cozzano inevitabilmente l’una contro l’altra per aver perso l’equilibrio. Tutti scoppiano a ridere, persino i secchioni seduti a terra e io d’altra parte le fisso trionfante assaporando il momento di gloria come ai vecchi tempi. Ma basta un attimo che la bionda con uno spintone mi sbatte contro il muro alle mie spalle…cazzo che male! Mi manca per un attimo il respiro a causa del colpo. Subito vedo Chad e Shaun che si mettono tra me e lei

-Lasciala stare Beth…-

le ringhia contro Shaun, ma lei non si lascia intimidire e dopo aver schioccato la lingua con disprezzo si alza sulle punte per sovrastare almeno la spalla del ragazzo e per potermi guardare negli occhi

-Ti fai difendere dallo scimmione eh?! Sappi che non è finita qui…Evans-

sibila e se ne va ancheggiando seguita dalle altre due che ancora si massaggiano la fronte. Tiro un sospiro di sollievo…Beth, è così che si chiama allora quell’ochetta bionda tutta tacchi e minigonne. Eppure mi ricorda molto qualcuno, ma non riesco a capire chi. Scrollo le spalle e stacco la schiena dolorante dal muro. Chad lancia un’ultima occhiataccia al trio e mi viene vicino

-Tutto apposto?-

mi chiede, io sorrido appena e annuisco

-Lo sai…mi piego, ma non mi spezzo-

gli rispondo tranquilla. Ora anche gli altri mi si sono fatti attorno e si complimentano con me per come le ho sistemate.

-Quanto odio quelle tre…poi sono così stupide, come il nome che si sono date-

dice sprezzante Michelle facendosi spazio per raggiungermi, io la guardo curiosa

-Perché? Che nome si sono date?-

-Charming-

trilla Michelle in una perfetta imitazione di Beth. Le labbra mi si increspano in un sorriso che poi si trasforma in risatina beffarda

-Charming?? Ma se quelle sono affascinanti quanto una suola di scarpe!-

commento facendo ridere tutto il gruppo. LB un tipo completamente fuori, di cui ancora non so il vero nome, si fa avanti e gonfia il petto come se volesse apparire forzuto, in realtà è una specie di grillo con i capelli in piedi

-Fiocco di neve, stai pur certa che quelle non si fermeranno tanto facilmente…ma di qualsiasi cosa hai bisogno ci siamo noi, vero ragazzi?-

dice sicuro e dal gruppo partono fischi di approvazione. Io non posso far altro che sorridere grata, ma so bene che loro non possono difendermi dai tiri mancini di un trio del genere…conosco troppo bene la specie.

RINGRAZIAMENTI TIME:

Allora il chappy è un po' corto, ma mi serve per mettere un po' di suspance...nel prossimo capitolo qualcosa finalmente si smuoverà e vedrete chi è il vero mittente del messaggio. Spero comunque vi sia piaciuto il cap.

 giua1234Ho scelto questa coppia appunto perchè è strana, così giusto per cambiare un po'. Poi avendoli visti dal vivo insieme mi sono sembrati troppo belli....spero continuerai a leggere

Leia_the_Witch,: Ma così  mi incuriosisci troppo mi raccomando pubblicala presto perchè non riesco ad aspettare xD...come ho detto prima dovrai aspettare il prossimo capitolo perchè venga risolto il mistero...kiss

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Capitolo 5
*** Sotto la pioggia ***


Fortunatamente per il resto della giornata non ho più incontrato Beth e le scimmiette nonostante siano nella mia stessa facoltà, ma non per questo è stata una giornata monotona anzi!

Fine della terza ora, tiro un sospiro di sollievo, questa volta il tricheco non mi ha tormentata anche se dalle occhiate che mi lanciava stava cercando un buon pretesto per farlo. Esco dall’aula in fretta e furia prima che possa mettermi in punizione per la lunghezza della gonna, per lui poco consona, o l’altezza dei tacchi. Non faccio in tempo a girare l’angolo diretta alla mensa che qualcuno mi si para davanti…uhm vediamo, pelle scura, ricci ribelli e scomposti, sorriso perennemente beffardo anche se dolcissimo…oddio ma che vado a pensare???

-Danforth…ti pare il modo? Mi hai fatta spaventare-

Lo rimprovero dopo aver represso uno strillo per la sua improvvisa apparizione. Lui rotea gli occhi e scrolla le spalle incurante delle mie lamentele

-Senti…ehm…ecco…Shaun e gli altri, vorrebbero sapere se…ecco…se vieni oggi pomeriggio a vedere gli allenamenti-

Mi chiede perdendo improvvisamente quella sicurezza che lo distingue e non ci giurerei, ma credo di aver visto del rossore sulle sue guance. La richiesta mi spiazza un po’ e per un attimo penso se sia stato davvero Shaun a fare quella richiesta oppure…no no non lo farebbe mai, non lui…e se fosse Shaun il mio mittente misterioso? Non mi accorgo che sto riflettendo a lungo e solo la leggera scossa che mi da Chad mi fa riprendere dai miei pensieri

-Devi dire sì o no…ma se hai di meglio da fare, pazienza-

Leggo della delusione nella sua voce, mi sembra in imbarazzo, ma non ci vedo chiaro e voglio capirci di più. Lo fisso negli occhi in modo da obbligarlo a dirmi la verità

-Shaun te la chiesto? O forse è la solita scusa dell’amico?-

Gli chiedo schietta e perfida scrutando in quel mare di cioccolato. Lui strabuzza gli occhi e questa volta lo vedo arrossire chiaramente e poi eccolo…il lampo della menzogna che attraversa il suo sguardo. Pochi istanti e la sua risata beffarda, ma sotto sotto nervosa mi da la risposta

-Hey Evans non ti allargare eh! Perché la devi tirare così lunga? Mica ti ho chiesto di sposarmi! Voglio solo sapere, non per me ma per altri, se vieni o no-

Sbotta visibilmente innervosito. Sapevo già di dover rifiutare, ma ho voluto appurare che i miei dubbi fossero fondati, se no perché tanto imbarazzo?

Sorrido lievemente

-Calmati Danforth ho solo chiesto…comunque non posso venire devo restare in biblioteca a fare una relazione per il tricheco-

Gli rispondo tranquilla e senza dire altro proseguo per il corridoio lasciando dietro di me un Chad deluso e infastidito per essere stato scoperto.

@@@@

Quella stramaledetta relazione mi ha portato via più tempo del previsto, però sono soddisfatta, ho fatto un bel lavoro e giuro che se non lo soddisfa è la volta buona che lo picchio quell’omuncolo. Mentre scendo i gradini dell’ingresso mi accorgo che è quasi buio, alzo per un attimo lo sguardo al cielo e grosse nuvole si stanno addensando proprio sopra Albuquerque. Sbuffo, è meglio che mi sbrighi. Raggiungo a passi svelti l’auto tenendo stretta la tracolla che sbatte ad ogni mio passo, prendo le chiavi dalla taschina esterna e apro la macchina a distanza. Con un piccolo suono le serrature scattano e si azionano le luci, in lontananza si sente un tuono…perfetto! Roteo gli occhi e faccio per aprire la portiera quando sento uno scricchiolio sotto il piede destro, abbasso lo sguardo e trovo centinaia di pezzetti di vetro…merda la mia deca!! Analizzo la situazione in un batter d’occhio…fanalini e specchietti distrutti, gomme forate e portiere rigate fino a far diventare la carrozzeria bianca invece che rosa. Con la stessa velocità intuisco anche di chi sia l’opera, mi innervosisco sì, ma non mi infurio…questo è un gioco sleale e io vado matta per i giochi sleali.

Non mi resta che tornare a casa a piedi, ci vorranno venti minuti buoni e prego in cuor mio che non inizi a piovere…anche se quando si sperano queste cose, immancabilmente accade il contrario. Il ritmo battente dei tacchi che si scontrano con l’asfalto scuro del marciapiede accompagna la mia solitaria e inaspettata passeggiata, cammino a passi svelti come al solito, abitudine sì, ma anche voglia di arrivare in condizioni decenti a casa. Scorgo l’orizzonte e vedo il sole che pian piano si nasconde dietro il profilo dei grattacieli del centro, mi accorgo solo ora di quanto poco conosco Albuquerque, o almeno di quanto non mi sia mai soffermata a vedere davvero le cose…ho sempre dato solo una leggera occhiata superficiale e lo stesso faccio con le persone. Per me il detto “il libro non si giudica dalla copertina” è stato inventato da qualche povero disadattato affetto da acne acuta che se ne è uscito con questa frase dopo l’ennesimo schiaffo alla sua dignità. Sono selettiva è vero, ma nella vita bisogna esserlo per andare avanti…almeno io la penso così. Mentre i miei pensieri divagano sento un improvviso freddo alla punta del naso, istintivamente alzo lo sguardo al cielo ormai divenuto plumbeo e mi trovo obbligata a strizzare un occhio per via di una goccia di pioggia…che avevo detto? Spera che non piova e pioverà! Va sempre a finire così, e nei momenti peggiori.

Aumento il passo e allo stesso tempo anche le gocce aumentano…ma che mi prendono in giro?!? Sono ancora piuttosto lontana da casa e in più i miei si preoccuperanno da morire visto il ritardo…sto quasi correndo, ma ormai le gocce leggere si sono trasformate in scrosci fitti e io gocciolo da ogni parte, i capelli ormai si sono attaccati al viso e il vestitino color pesca mi si appiccica addosso come una seconda pelle, in più ho la sensazione che si diventato piuttosto trasparente…devo fare in fretta.

Come se non bastasse una vecchia Cadillac scura, sicuramente di terza se non quarta mano, con la vernice scrostata e i vetri oscurati, mi passa accanto e rallenta…segue il mio passo. Ok ora sto davvero correndo, ho una paura fottuta e per strada non c’è nessuno. Il finestrino si abbassa di qualche centimetro e qualcuno dall’interno mi dice

-Dai Evans, smettila di scappare e sali-

è una voce fin troppo familiare, dal tono pungente e divertito. Mi fermo di colpo e con me anche l’auto, sbircio incerta e sospettosa dalla fessura dei finestrino e scorgo una cascata di riccioli fitti. Tiro un sospiro di sollievo e un lieve sorriso mi compare in viso. Non me lo faccio ripetere due volte e salgo di corsa in macchina, ma me ne pento subito…Chad appena mi vede per bene scoppia in una fragorosa risata e si batte una mano sulle gambe, a nulla vale il mio sguardo assassino e le labbra arricciate in un broncio rabbioso. Lui continua imperterrito a ridere, si ferma solo un attimo, mi scosta una ciocca di capelli fradici dal viso e riattacca ridere più di prima. Sbuffo e mi lascio andare contro lo schienale del sedile con le braccia conserte, lo lascio sfogare come si fa con i bambini, prima o poi la dovrà smettere. Ci vogliono almeno dieci minuti buoni perché le sue risate fragorose diventino solo risatine soffocate, roteo gli occhi

-E’ proprio vero…Wildcat eri e Wildcat rimani-

lo rimbecco acida. Chad mi guarda ancora per qualche secondo un po’ crucciato

-Farò finta di non leggere l’offesa tra le righe-

borbotta per poi mettere in moto

-Ah…tu sai leggere? Wow sei una continua sorpresa Danforth-

ribatto nuovamente, lui apre bocca per replicare, ma esce solo uno sbuffo da sconfitto…sorrido trionfante, anche questa volta ho avuto l’ultima parola.

Tra noi cala un silenzio imbarazzante e opprimente, decido di interromperlo io, lui è troppo orso pe sostenere una conversazione

-Allora come sono andati gli allenamenti?-

gli chiedo fingendomi curiosa, Chad scrolla le spalle con sufficienza

-Come al solito, certo non è come essere nei Wildcats, ma siamo una bella squadra-

risponde e io mi sorprendo che abbia finito una frase di senso compiuto senza mugugnare una risposta monosillabica

-Ma come mai questa passeggiata sotto la pioggia?-

mi chiede anticipando una mia domanda, io sbuffo irritata

-Diciamo che la mia deca è un tantino impossibilitata-

-Fammi indovinare, la Regina di Ghiaccio ha trovato una degna rivale? O meglio tre degne rivali?-

roteo gli occhi, non capisce quanto mi dia fastidio quel soprannome

-Io le ridurrei a mezza, sono scontante e poco creative, sinceramente i loro scherzetti mi fanno un baffo-

gli rispondo decisa mentre l’auto svolta nella mia via e Chad ridacchia

-Ecco è lì-

gli indico dove fermarsi

-Guarda che lo so! Una villa del genere non passa mai inosservata-

puntualizza e io mi sento ancora più orgogliosa della mia “casetta”. Frena dolcemente davanti al cancello in ferro battuto, poggio la mano sulla maniglia per aprire la portiera, ma lui mi ferma delicatamente per un braccio

-Aspetta…ehm…ti accompagno, ho un ombrello-

mi dice estraendo da sotto il sedile un ombrellino sgangherato e rivolgendomi un timido sorriso, quasi si sentisse a disagio. Rispondo al sorriso intenerita, a volte è così dannatamente buffo e impacciato. In quell’attimo il suo viso scompare dalla vista e come un lampo me lo trovo davanti alla mia portiera con l’ombrello aperto. Esco e inaspettatamente mi cinge i fianchi con un braccio tenendomi a se, l’ombrello è piccolo e bisogna stare stretti per non bagnarsi

-Ce la fai a fare una corsetta?-

mi chiede all’orecchio e il suo respiro caldo sulle guance mi fa rendere conto solo ora di quanto siamo vicini. Un lieve rossore mi imporpora le guance e con la salivazione ridotta improvvisamente a zero mi limito ad annuire e a distogliere lo sguardo da lui…ma che diamine mi prende?

Sento uno strattone alla vita e il suo braccio si fa più stretto, un attimo e ci troviamo a correre per il lungo viale di casa mia. Ci fermiamo ansanti solo appena siamo sotto la tettoia, Chad chiude l’ombrellino e scuote i riccioli leggermente bagnati schizzandomi piccole gocce in faccia

-Grazie eh!-

sbotto contrariata, ma senza riuscire a nascondere un sorriso. Chad finge di ignorare la mia esclamazione e si guarda attorno, ammira il giardino, il patio, la piscina e quello che riesce a vedere da lì

-Certo che questa casa è…è fantastica!-

esclama ammirato. Senza darci troppo peso faccio per rispondere con la mia solita frase, ma lui mi anticipa

-Ah già dimenticavo, tu sei fantastica in tutto quello che hai e che fai-

in quell’attimo il cuore perde un battito, i nostri sguardi si incrociano e il tempo di battere le ciglia che lo vedo correre di nuovo verso la sua auto. Rimango lì impalata a guardarlo andare via e mi viene voglia di saltare. Una folata di vento mi ricorda che sono lì al gelo e alla pioggia così mi affretto ad entrare e mentre corro fino alla mia stanza per non farmi beccare in quello stato da mamma cerco il cellulare gettato alla rinfusa nella tracolla.

Mi chiudo la porta alle spalle e scrivo un messaggio

Hai dimenticato di chiamarmi Regina di Ghiaccio

le mie dita corrono spedite sui tasti, sembra che li sfiorino soltanto. Invio al numero sconosciuto della sera prima…o forse ora è meglio chiamarlo con il suo nome…Chad.

RINGRAZIAMENTI TIME:

giua1234:
guarda non so da dove mi è venuta l'idea del messaggio xD sono contenta ti piaccia, mi fa molto molto piacere
armony93: tranquilla non importa se non recensisci tutto quanto, per me basta che leggi e che ti piace ^^...sono happy che inizi a piacerti la coppia e ho visto che hai scritto anche una one shot davvero stupenda! Però non sclerare così se no mi senti in colpa se ti rinchiudono alla neuro ihihih...come vedi già da questo chappy succederà sicuramente qualcosa, ma dovranno penare un po' questi due...ehehe mica li lascio tranquilli i miei pg xD...Se lo dici tu che rappresento bene Sharpay ci credo perchè nellle tue ficcy tu la rappresenti DIVINAMENTE e te l'ho già detto fino allo stremo penso xD....ti adoro tantissimissimo anche io caVa...un bacione enorme!!
Tay_: eh ma con te non c'è gusto uffy T__T anticipi sempre tutto...sei troppo perspicace e poi hai anche il coraggio di chiedermi gli spoiler su msn xD...skerzò tesò lo sai!
Leia_the Witch: Pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala....non ti ho ancora convinta?  pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala....troooooooooooppo curiosa!!!!

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Capitolo 6
*** Inaspettatamente ***


Solita routine mattutina, sveglia assordante, doccia, colazione al volo, lunga preparazione e infine volata in macchina per…no un attimo è da rivedere! Allora sveglia assordante, doccia, colazione più lunga del previsto perché devo dire ai miei della macchina vandalizzata, predica di mamma, preparazione al volo perché con tutto questo sproloquiare è già tardi e infine volata in macchina di papà che mi lascia solo a metà strada perché fa tardi al lavoro e proprio oggi il nostro autista ha la giornata libera. Allora vediamo, punti uno e due…fatti! Ora mi tocca la parte più difficile. Mastico svogliatamente un boccone di toast mentre osservo mio padre nascosto dietro il giornale, come al solito si tuffa nella pagina economica …mamma invece è indaffarata a sistemare qualcosa nei cassetti. Da quando Ryan se ne è andato alla Julliard mia madre, che prima sapeva vagamente cosa fosse un aspirapolvere, ora sembra una di quelle casalinghe disperate che ripulisce tutto dopo il passaggio della cameriera. Respiro profondamente, è ora di dirglielo

-Papy, Mamy…devo dirvi una cosa-

Dico esitante e in risposta ricevo un mugugno da mio padre, mentre mia madre ferma momentaneamente i suoi lavori frenetici.

-Ecco ieri quando sono uscita da scuola…la macchina era beh…distrutta-

E finalmente ottengo una reazione da parte di papà che abbassa lentamente il giornale, si sistema gli occhiali da lettura sul naso e mi guarda fin troppo serio

-Suppongo che un motivo ci sia-

Mi dice scrutando la mia espressione, ho preso da lui l’incredibile abilità a captare ogni minima bugia. Annuisco

-Sì ma non è colpa mia…ho solo avuto l’ultima parola su tre ochette e non l’hanno affatto digerito-

Dico tutto d’un fiato nel tentativo di giustificarmi. Papà scuote la testa sconsolato e mamma riprende le sue faccende

-Sharpay quando la smetterai di voler tener testa a tutti?-

Mi chiede ancora…papà è sempre stato orgoglioso di me e della mia bravura a farmi valere e dalla voce lo sento anche se cerca di assumere un tono di rimprovero. Rispondo con un largo sorriso e mi stringo nelle spalle, lui rotea gli occhi e mi dice

-Forza vai a prepararti che ti porto io-

Non gli lascio fnire la frase che già schizzo di sopra…osservo i vestiti nella cabina armadio con un mignolo in bocca e senza accorgermene mi metto a pensare a quale vestito potrebbe piacere a Chad. Alla fine scelgo dei Jeans a pinocchietto con strass sulle tasche e una farfalla rossa e oro ricamata su un lato e una camicetta rossa a mezze maniche con un leggero arriccio. Infilo il fondo dei Jeans in un paio di stivali scamosciati rossi anch’essi e tengo da parte il ciuffo con una molletta dorata a forma di stella. Davanti allo specchio faccio una giravolta ammirandomi soddisfatta…perfetta! Ora sì che quel ricciolino si darà una svegliata…hey ma perché continuo a pensarci??

Scuoto la testa e afferro la tracolla…scendo di filata le scale

-Papy sono pronta possiamo an…-

Mi blocco all’ultimo scalino quando incrocio quello sguardo cioccolato che mi fissa estasiato e quel sorriso leggermente accennato sulle labbra piene e scure…perché non riesco a muovermi? Perché non riesco a spiccicare parola? Perché il mio cuore di colpo ha accelerato i battiti? Ma soprattutto…perché lui è qui?

-Principessa a quanto pare sono stato anticipato…Chad si è offerto di portarti a scuola oggi-

Mi dice sbrigativo per poi schioccarmi un bacio sulla fronte, io non rispondo sono ancora imbambolata a fissare quell’apparizione all’ingresso e nemmeno mi accorgo che mio padre è uscito. Vedo una leggera smorfia divertita farsi spazio sul suo volto e quella smorfia si trasforma nello sforzo di soffocare una risata quando mia madre fa la sua comparsa e mi sbaciucchia una guancia trillando

-Biscottino buona giornata…e mangia mi raccomando-

Sempre la solita, riesco a scansarla prima che mi stacchi definitivamente una guancia e rivolgo uno sguardo ammonitore a Chad che sembra prendermi in giro con la sola mimica facciale. Mi tiene la porta aperta e nel momento in cui gli passo accanto mormora a mo di presa in giro, ma a voce abbastanza bassa perchè lo sentissi solo io

-Prego…biscottino-

-Chiudi quella bocca-

Gli ordino e senza aggiungere altro marcio spedita verso la macchina di Chad…o meglio il suo catorcio. Appena anche lui sale gli chiedo schietta

-Avanti Danforth cosa vuoi? Perché tanta cortesia di punto in bianco?-

Lui mi guarda ad occhi spalancati per poi scuotere la testa rassegnato

-Senti carina, io non sono TE…io non agisco per secondi fini…e soprattutto, so cos’è la cortesia-

Quella risposta mi ammutolisce e per questa volta devo dargliela vinta

-Uhm grazie allora-

Mormoro facendogli notare che mi costa parecchia fatica

-Così va meglio-

Guida e sorride…ma perchè sorride poi? Di sicuro starà pensando a qualche nuovo nomignolo o altro per prendermi in giro. Non so perché, ma improvvisamente la mia parlantina sciolta e spiccata mi ha abbandonato e tra noi cala un silenzio imbarazzante che questa volta non riesco ad interrompere. Intanto guardo l’orario e le lezioni della giornata…evvai ho canto! Almeno dopo una settimana di teoria si passa alla pratica. Mentre mi crogiolo in questo pensiero avverto lo sguardo di Chad puntato su di me, mi volto verso di lui interrogativa

-Che c’è?-

-Un penny per i tuoi pensieri-

Non ci posso credere! Mi lascio sfuggire un gemito di esasperazione ed esco dall’auto…lo stesso fa anche lui, ma non mi segue mentre marcio decisa verso l’ingresso, lo sento solo dire un po’ confuso

-Hey! Ma che ho detto?-

Mi viene da ridere, ma non mi volto e continuo per la mia strada.

 

@@@@

 

Finalmente alla terza ora arriva l’agognata lezione di canto. Entro per la prima volta in quell’aula e noto con piacere che è completamente diversa dalle altre, più simili ad un anfiteatro. Questa invece è grande quanto un’aula della East High, molto più contenuta ed intima, zeppa di strumenti musicali…mi sento più a mio agio. Prendo posto a casaccio in una delle prime file, appoggio a terra la tracolla, ma il tempo di alzare lo sguardo che la strana euforia che mi ha pervaso per tutta la mattinata scompare all’improvviso. Due occhi chiari e pungenti come spilli mi osservano a metà tra l’astioso e il perfido

-Che vuoi Beth?-

Le chiedo con uno sbuffo. Neanche il tempo di finire la domanda che le due gemelle spuntano come al solito al suo fianco…sulla fronte un grosso livido che nemmeno il trucco è riuscito a nascondere. Soffoco una risatina divertita e mi guadagno un’occhiataccia che non farebbe paura nemmeno ad un bambino. Beth mi squadra da capo a piedi e vedo una luce di rabbia nei suoi occhi e, secondo me, pure d’invidia, non può attaccarmi sul mio aspetto o sul mio look…e questo le rode parecchio.

-Niente piccoletta…volevo avvisarti che lo scherzetto dell’auto era solo un avvertimento-

Forse credeva che sarei scoppiata in una scena isterica o che rimanessi orripilata non avendo capito che era opera loro oppure che implorassi pietà in ginocchio…che peccato doverla deludere di nuovo! Scrollo le spalle e rispondo con il tono più tranquillo possibile

-Tranquilla, lo so!-

Mi sporgo leggermente verso di lei e a bassa voce le dico

-Fossi in te la prossima volta mi sceglierei un braccio destro meno idiota-

E faccio cenno con il capo verso le due gemelle che si sono tese verso di noi per sentire meglio. Il viso delle tre cambia tutti i colori possibili e Beth dopo aver pestato un piede a terra furiosa se ne va in una delle ultime file seguita dalle due scimmiette…lo ripeto,mi ricorda tanto qualcuno,ma ancora non capisco chi!!

Pochi minuti dopo entra l’insegnante…abituata al tricheco resto senza parole. E’ decisamente molto più giovane, sulla quarantina, alto, abbronzato, occhi verdi e capelli brizzolati, non riesco a reprimere un sorriso…ooooh sì questa lezione sarà decisamente interessante!

Dopo qualche prima nozione teorica che io ovviamente già conoscevo, il prof passa di banco in banco distribuendo una locandina. E’ tutta azzurrina con una scritta elegante e sottile…parla dello spettacolo invernale e mi si illuminano gli occhi ricordando gli spettacoli alla East High.

-Come qualcuno di voi già saprà lo spettacolo invernale è una grandissima opportunità per gli allievi di questa scuola. Ogni anno tra il pubblico sono presenti osservatori delle più grandi scuole di Arti sceniche internazionali…come la Julliard-

Ci guarda con un sorrisetto mentre un brusio si fa spazio tra gli studenti

-Chi verrà selezionato per partecipare allo spettacolo dovrà portare un numero proprio e IL vincitore sarà ospite per un mese di stage in una di queste scuole a sua scelta-

ODDIO!! Sgrano gli occhi e faccio saettare lo sguardo dal professore alla locandina decisamente incredula.

-Oggi sarò io a scegliere chi fra di voi ha le qualità giuste per partecipare-

Deglutisco, forse ho cantato vittoria troppo presto…hey un attimo, ma che mi prende? Sono o non sono la Drama Queen?? Vincerò di sicuro!

Uno per uno cantiamo una canzone che ci propone l’insegnante…li ascolto tutti con attenzione e le mie speranze sembrano farsi sempre più forti. Poi è il turno di Beth e resto senza parole, ha una preparazione ed una potenza vocale che può QUASI essere comparata alla mia. Tocca a me, la canzone è “Because you loved me” di Celine Dion…la conosco alla perfezione e la adoro, quindi canto con facilità e calma anche se la canzone è parecchio complessa. Alla fine l’espressione stupita e soddisfatta del professore mi da la conferma che cercavo…sono dentro!

-Innanzi tutto complimenti a tutti quanti…purtroppo sapete che devo decidere e non posso prendervi tutti. Per questa classe il massimo dei posti consentiti sono due…-

Mentre parla prende l’elenco con i nomi

-…perciò sceglierò chi mi ha convinto di più…ovvero Beth Collins-

Roteo gli occhi sentendo lo squittio soddisfatto di Beth e delle gemelle

-e…Sharpay Evans-

Evvai lo sapevo! Chissà perché ma gli squittii alle mie spalle sono finiti…qualcuno rosica fin troppo. Suona la campanella, fine dell’ora…il professore chiama me e Beth alla cattedra

-Bene ragazze, ecco qui il regolamento e alcune piccole indicazioni-

Dice porgendoci un fascicolo a testa

-mi aspetto grandi cose da voi…stupitemi-

Aggiunge sorridente per poi andarsene. Io rispondo al sorriso, ma si spegne subito non appena mi accorgo dello sguardo omicida di Beth

-Dai non prendertela…ti manderò una cartolina dalla Julliard…promesso!-

Le dico fintamente gentile per stuzzicarla…e ci riesco, adirata mi da uno spintone che quasi mi fa volare a terra. Riesco a reggermi in piedi per prontezza di riflessi, ma la tracolla si rovescia sparpagliandone il contenuto…di nuovo.

Sbuffo infastidita e mi piego a raccattare le cose mentre dal rumore battente dei tacchi mi accorgo che se ne sta andando. Do le spalle alla porta e raccolgo un quaderno vicino ai miei piedi

-Allora com’è affrontare la tua esatta fotocopia?-

Sobbalzo spaventata, credevo di essere sola…non devo girarmi per capire a chi appartenga quella voce

-Danforth-

Mormoro esasperata, raccolgo le ultime cose e mi rialzo, mi volto verso di lui, a inaspettatamente me lo trovo ad un palmo dal naso. Deglutisco mentre il cuore mi salta in petto

-Quando perderai questo vizio di spuntare all’improvviso?-

Si sporge verso di me di qualche centimetro, vorrei arretrare, ma inspiegabilmente non ci riesco

-Mai…mi piacciono le cose improvvise-

Mi sussurra…a quanto pare ha ritrovato quella sicurezza che ultimamente aveva perso. Sento un suo braccio forte attorno alla mia vita…sento le gambe molli

-Cre…credi davvero che…che…che lei sia come…me?-

Dannazione, mi trema la voce,sembro una cretina. La risposta arriva immediata

-Ohh sì! Decisamente-

E così come lui è comparso inaspettatamente alle mie spalle, allo stesso modo inaspettatamente annulla la brevissima distanza tra le nostre labbra e approfondisce il contatto appena creato…mi abbandono a lui ed è puro oblio.


RINGRAZIAMENTI TIME

Come al solito sono di fretta...ringrazio tantissimo armony e tutti i tuoi commenti assidui, lo sai che ti adoro...e tutti gli altri che hanno recensito o solo letto...bacioni

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Capitolo 7
*** C'è qualcosa che devi dirmi? ***


Ricomincio a tornare cosciente solo quando non avverto più quelle labbra calde e morbide sulle mie, sento il cuore che corre come un treno e la testa leggera, quasi fosse staccata dal mio corpo. Barcollo leggermente sui tacchi vertiginosi mentre riapro gli occhi. Il profumo del suo respiro ancora mi stordisce e solo quando vengo colta da una vertigine mi accorgo di essermi dimenticata di respirare. Come vorrei levargli a suon di schiaffi quel sorrisetto trionfante e beffardo…sollevo la mano aperta, ma l’unica cosa che riesco a fare è posargliela delicatamente su una guancia e sentire quel ruvido contatto della barba appena cresciuta. Mi guarda e soffoca una risatina…cosa avrà adesso?

-Non sei così gelida come pensavo allora-

mormora divertito lasciando andare la presa attorno alla mia vita…ok è ovvio, vuole farmi sbroccare e ci sta riuscendo, un’altra battutina e lo uccido, giuro che lo strozzo con queste mani e poi…oddio!! Perché sento degli applausi?! Sporgo la testa oltre la spalla di Chad e imbarazzata mi mordicchio il labbro inferiore, Shaun, Michelle, LB e tutti gli altri sono lì ammassati sulla soglia che si danno di gomito, ridono, fischiano e applaudono…insomma ci prendono in giro. Eppure non riesco ad innervosirmi e sento una specie di sorrisino ebete che si fa spazio, serro le labbra per evitare di sembrare più cretina di quanto già appaio ai loro occhi e mi fiondo verso l’uscita dell’aula

-Non dite niente!-

riesco a ringhiare mentre faccio lo slalom tra quei ragazzi scuri e terribilmente chiassosi.

@@@

I miei tacchi rimbombano mentre percorro il corridoio, che suono familiare, almeno in questo mi riconosco ancora, per il resto sembro una Sharpay totalmente diversa. Forse per questo Chad mi ha baciata…scuoto la testa scacciando quel pensiero, è tutto il giorno che penso a quel bacio e a Chad e tutte le volte arrossisco…è così imbarazzante. Un trillo risuona nel corridoio deserto (ancora una volta mi sono trattenuta oltre l’orario) e mi fa sobbalzare per lo spavento…il mio cellulare. Frugo in borsa alla ricerca del telefonino che come al solito si è ficcato nell’angolo più nascosto. Dopo aver ribaltato quasi tutta la borsa finalmente lo trovo, sul display lampeggia il nome di RYAN, proprio non mi aspettavo una sua chiamata, scrollo le spalle, apro lo slide e rispondo

-Ryan?!-

-Hey hey sorellina…potresti farti sentire più spesso eh!-

-Scusa Ry, ma mi sto massacrando di lavoro in questi giorni. Come va alla Julliard?-

-Va benone, non pensavo che l’avrei mai detto, ma…mi mancano i tuoi strilli-

ridacchio alle sue parole mentre mi specchio nella vetrina dei trofei prima di uscire dal portone

-Anche tu mi manchi fratellone…non ho più nessuno da comandare a bacchetta!-

mi fermo un attimo mentre litigo con la frangia che non ne vuole sapere di stare a posto

-Ma se ti mancano tanto i miei ordini, non ti preoccupare…a quanto pare qualcuno qui sta per vincere uno stage ad una scuola d’arte…non so se l’hai già sentita…si chiama Julliard-

dico scherzosa ed euforica…silenzio dall’altra parte del telefono

-Ryan? Ci sei? Pronto, Ryan?!-

pesto un piede, furiosa e richiudo il telefonino con un’imprecazione, ma un secondo dopo sento

delle braccia stringersi attorno alla vita e vengo sollevata e fatta girare. Qualcuno ride, una risata che conosco bene, mi si illuminano gli occhi…Ryan! Rido con lui mentre scalcio per farlo fermare

-Credo di averla sentita nominare quella scuola sì!-

esclama rimettendomi con i piedi a terra. Mi giro verso di lui con un enorme sorriso e di slancio gli getto le braccia al collo e lo stringo tanto da stritolarlo. Dio solo sa quanto mi è mancato! Mi stacco solo quando mi accorgo che veramente non respira più e lo osservo con sguardo critico…non sembra più il Ryan Evans di Albuquerque. Jeans scuri a sigaretta, vita bassa e leggermente sdruciti…maglietta nera con stampe colorate e molto aderente, ha fatto palestra e si vede! Giacca in jeans dello stesso colore dei pantaloni e ai piedi scarpe da ginnastica ultimissimo modello…resto strabiliata

-Wow Evans! Se tu non fossi mio fratello, ci farei un pensierino-

affermo continuando ad osservarlo. Ryan ride e mi scompiglia i capelli

-Dai scema, andiamo! Mamma e papà non sanno che sono a casa-

dice passandomi un braccio attorno alle spalle. Lo guardo torva mentre mi sistemo i capelli

-Non farlo mai più!-

lo rimprovero scendendo con lui la scalinata d’ingresso. Nel parcheggio spicca la sua nuova Mercedes sfavillante e tirata a lucido. Arriccio il naso

-Hey, ma perché la mia auto nuova ci mette un sacco ad arrivare e tu invece hai già questo gioiellino?-

protesto imbronciata. Ryan apre le portiere sghignazzando

-Eheh alla Julliard ci sono andato io…mica tu!-

mi dice maligno. Spalanco la bocca sconcertata e aggrotto le sopracciglia

-Non vale!! Questo è un colpo basso…che mi pagherai-

lo minaccio entrando di malavoglia nella macchina.

-Sì sì certo-

è la sua risposta. Mette in moto, ingrana la marcia e parte uscendo con una manovra perfetta dal parcheggio

-Oh…guarda chi c’è!-

esclama di colpo indicando un punto dalla mia parte. Guardo fuori dal finestrino e il mio cuore fa una capriola…Chad è appoggiato alla sua macchina assieme al resto del gruppo e mi fissa con quel suo sorrisetto che mi irrita da morire. Rimango in silenzio e fisso la sua sagoma che diventa sempre più piccola e sfuocata man mano che ci allontaniamo. Sento addosso lo sguardo di Ryan e appena Chad scompare del tutto dalla mia vista, mi giro verso mio fratello

-Che c’è?-

chiedo infastidita. Lui mi scruta attento lanciando ogni tanto qualche occhiata alla strada

-C’è qualcosa che devi dirmi sorellina?-

Colpita e affondata. Da quando sono un libro aperto per mio fratello?! Scrollo le spalle e fingo indifferenza

-Certo che no!-

Ryan scuote la testa divertito…non mi ha creduto.

RINGRAZIAMENTI

Allora prima di tutto chiedo immensamente scusa per l'abominevole ritardo, avevo un blocco assurdo!! E come temevo non sono tornata granchè, questo capitolo è fatto un po' con i piedi, ma vedrò di rimettermi in carreggiata presto...

armony_93: ecco caVa il capitolo nuovo di questa ficcy che vedo ti appassiona parecchio (contenta tu xD). In realtà ci ho messo così tanto a continuare perchè il tuo stato mentale mi preoccupava parecchio e ti ho dato un po' di tempo per recuperare ihihhihi...lo so che questo capitolo sarà di sicuro sotto le tue aspettative, ma ne ho in mente uno da leccarsi i baffi muahauahuah

Tay_: Già chissà chi le ricorda *fischietta innocentemente* XDXD...ma credo che un po' tutte vorremmo essere al posto di Sharpay XD

Leia_the_Witch: Concordo sia Chad che Sha sono pucciosissimi, insieme e anche da soli! E ovviamente Sha è Sha quindi mica si fa mettere sotto da nessuno no? La tua ficcy l'ho letto amoooo è bellissima (ho recensito pure) mi raccomando aggiornala presto!

fredlove: Eggià finalmente....ma arriverà dell'altro XDXD...comunque grazie *.*

giua1234: Tranquilla se anche non recensisci tutto, a me basta che ti piaccia ^^..kiss

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Capitolo 8
*** Confessioni ***


Non faccio in tempo a scendere dall’auto di Ryan che subito uno strillo acuto mi perfora i timpani

-Paperottoooooo!-

ecco da chi ho preso la voce. Mia madre sta correndo per il vialetto, a piedi scalzi, avvolta in un accappatoio e con un bicchiere enorme di succo di frutta che ormai è vuoto visto che se l’è versato tutto addosso. Ryan chiude la porta sbattendola e dando ancora le spalle a mamma mi rivolge un’occhiata esasperata. Soffoco una risatina

-Ti tocca-

gli bisbiglio divertita. Mentre mamma assale il mio povero fratello, lancio un’occhiata fugace attorno e vedo che al suo strillo i nostri vicini ci fissano preoccupati. Rivolgo loro un sorriso di scuse

-E’ appena tornato da New York-

spiego scrollando le spalle e loro rincuorati tornano ad occuparsi delle loro faccende. Il tempo di girarmi verso l’ingresso di casa che già Ryan e mamma sono spariti e la porta d’entrata è stata chiusa

-Ah, grazie per la considerazione-

borbotto camminando a passi decisi sulle mattonelle del vialetto. Apro la porta e gli ultrasuoni della voce di mia madre mi rintronano peggio di uno schiaffo ben assestato…sta tartassando Ryan con mille domande stupide del tipo: Ma ti danno da mangiare? E i letti come sono? Non avrete il bagno condiviso?! Dimmi che non gira droga!…A quest’ultima idiozia mi impongo di salire in camera per evitare risposte di cui potrei pentirmi. Mi accorgo appena dello sguardo implorante in cerca di aiuto che mi lancia Ryan appena mi vede sgusciare via. E’ grande e sa cavarsela da solo, e poi quello che è andato alla Julliard è lui, mica io…ecco!

Lo so, lo so sono perfida, ma non sono mica Sharpay Evans per niente…non sono mica la Regina di Ghiac…

-Non sei così gelida come pensavo, allora-

le sue parole irrompono prepotenti tra i miei pensieri. Wow un applauso a Sharpay…ho resistito almeno quindici minuti senza pensare a lui, un record visto che oggi in pratica lo vedevo ovunque…persino un manifesto di Hair mi ha ricordato lui…chissà perché?!

Con uno sbuffo mi chiudo la porta alle spalle e finalmente mi immergo nel mio mondo rosa. Getto la tracolla a terra, levo le scarpe con un calcio, afferro la mia rivista preferita e mi getto a peso morto sul letto…chiedo solo qualche minuto di pace. Sono talmente stanca che nel giro di due minuti scivolo nel sonno…sogno riccioli…una massa di riccioli scuri, mi ci sono persa dentro, non riesco ad uscirne, potrei soffocare eppure quel profumo di pulito e cioccolato mi da una sferzata d’ossigeno. Qualcosa mi allontana da quel mare scuro…sento le labbra bollenti come se le avessi appoggiate sulla piastra incandescente, cerco di allontanarmi, ma quel contatto ustionante diventa pian piano più tiepido e morbido…sempre più piacevole, pian piano realizzo cosa sto sognando, ma non faccio nemmeno in tempo a goderne che una sonora risata mi sveglia e mi ritrovo sul letto, intontita e attorcigliata nella coperta.

Ryan è lì che mi guarda e ride come un matto, ha le lacrime agli occhi persino

-Ti ho mai detto che parli nel sonno?-

mi chiede mentre cerca di placare le risate. Nononono non voglio, non DEVO arrossire davanti a lui…eppure sento un forte calore che mi si diffonde sul viso. Digrigno i denti mentre Ryan si lancia in una mia imitazione e mormora rotolandosi sul letto

-Mmmm…brucia…uhm…cioccolato…-

continua a ridere e prendermi in giro nonostante il cuscino che gli sto premendo in faccia con non poca forza

-Smettila Ryan! O giuro che mi metto a strillare-

Ryan resta tranquillo un istante, ma subito dopo cogliendomi impreparata, mi afferra per i polsi e si libera dal cuscino soffocatore bloccandomi con un solo braccio contro la testiera del letto

-Stai GIA’ strillando sorellina-

mi fa notare e in effetti è vero, ho giusto alzato un tantino la voce nel minacciarlo. Sbuffo e lo guardo truce

-Allora…sei sicura che non hai nulla da dirmi?-

mi chiede lasciando andare leggermente la presa. Io scuoto la testa decisa…negare, sempre negare! E poi lui non può certo immaginarsi quello che è successo tra me e Chad…no?

-Te l’ho già detto, non ho assolutamente nulla da dirti-

sbotto seccata. Lui sghignazza di nuovo e mi lascia andare definitivamente per poter giocherellare con il suo cellulare passandoselo di mano in mano

-Guarda che vedo benissimo quando menti…e poi perché hai fatto il nome di Chad nel sonno?-

mi chiede con un sorriso maligno. Brutto pezzo di…calma Sharpay, respira e vedi di non strozzare tuo fratello, o almeno provaci. Respiro profondamente e lo guardo imbarazzata mordendomi un labbro

-Quante volte?-

chiedo con la voce strozzata. Ryan continua a sorridere divertito, che rabbia mi fa venire quando fa così…lo so che ha imparato da me ad essere così perfido, ma non è giusto che l’allievo superi l’insegnante!

-Oh credimi, davvero tante tante tante volte-

mi risponde sardonico. Digrigno i denti e sto per replicare, ma il suono di un cellulare interrompe il nostro bisticcio…un messaggio sul SUO cellulare. Una luce vendicativa mi attraversa lo sguardo e fulminea mi lancio su di lui che, preso alla sprovvista rotola giù dal letto. Non c’è tempo per ridere di lui, DEVO avere quel cellulare. L’aggeggio è volato un paio di metri fuori dalla portata di Ryan e lui è ancora a terra, perfetto un ottimo vantaggio per me! Lo scavalco con un balzo e finalmente riesco ad appropriarmi del cellulare, ma non sono scema fino a questo punto…mi accorgo della mano di Ryan che si agita in cerca della mia caviglia e sghignazzando esco di volata dalla stanza. Mentre corro per il corridoio riesci a leggere il messaggio

-Ry, allora? Sei arrivato? Chiamami e non farmi preoccupare…ah ho finito la canzone per il duetto, non vedo l’ora di cantarla con te…l’altra sera è stato, magico…un bacio Kels-

Oddio! Kelsie!! Beccato fratellone…scoppio a ridere e visto che la perfidia non ha mai fine scendo di corsa le scale urlando

-Mammaaaaaaa…Ryan ha la ragaz…-

come previsto mi ha raggiunta e mi sta tappando la bocca, ma io continuo a mugugnare imperterrita anche se tanto non capisce nessuno. Continuo a ridere mentre mi trascina di sopra, ma nonostante tutto ci scambiamo uno sguardo affettuoso…eh sì, mi è mancato davvero tanto!


RINGRAZIAMENTI

armony-93: Esagerataaaa, non mi merito tutti questi complimenti, e non lo dico per modestia, lo dico perchè è vero XD...come ti ho detto su msn il capitolo da leccarsi i baffi arriverà ma più avanti (poi non so se sarà davvero così eccezionale ehehe)...ma penso che rallenterò la pubblicazione perchè davvero questa ficcy ti fa male...un dose di valium non ti farebbe male teshola XDXD....bazotti!!!

Leia_the_Witch: oooook avrò pazienza (solo per poco XD), ma mi raccomando sii veloce eheheh...beh questo Ryan un po' figo direi che non dispiace nemmeno a me, anche se Chad è Chad *ç* ...sono contenta ti sia piaciuto il capitolo anche se ripeto è fatto male XD...credo che questo sia migliore...baci!!

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Capitolo 9
*** Tuffo nel passato ***


Sento gli sguardi sognanti di molti ragazzi che si posano sulla mia figura e altrettanti sguardi pungenti d’invidia delle ragazzine che non saranno mai al mio livello. Con una sicurezza che credevo ormai di aver perso, mi incammino lungo il corridoio bianco della East High, Ryan è alle mie spalle e mi segue come un’ombra…beh in effetti è sempre stato oscurato da me. Passo davanti alla vetrina dei trofei e vedo con la coda dell’occhio il mio riflesso…non nascondo che sono assolutamente perfetta, diciamocelo tutti vorrebbero avere il mio visino d’angelo, i miei occhi caramellati grandi e luminosi e i miei boccoli biondi e setosi. Guardo davanti a me e un gruppo di ragazzi chiassosi e tutti con una giacca rossa sta camminando verso di me…i Wildcats. Incrocio lo sguardo più bello che abbia mai visto, blu come il mare profondo e talmente intenso che sento le gambe cedermi, ma io sono Sharpay Evans e non mostro mai le mie emozioni. Un semplice gesto delle mani e il gruppo si separa per far passare me e mio fratello

-La Regina di ghiaccio è tornata dal polo-

-Avrà passato le vacanze nel solito modo-

-E cioè?-

-Comprando specchi-

Le risate generali, mi fanno meno male di quel nome che mi è stato appioppato alle spalle e sono proprio spine di ghiaccio quelle mi trapassano il cuore e la gola in quell’istante. Loro se ne vanno tranquillamente, ridendo e scherzando, senza mai vedere quelle lacrime che brucianti scendono dalle mie guance. Per un istante interminabile vedo quelle labbra scure e carnose che ripetono all’infinito “Regina di Ghiaccio” facendosi beffa di me, no non sono le labbra di quel ragazzo che per anni mi ha rubato il cuore…sono quelle labbra morbide e calde che solo ieri erano posate sulle mie.

Un invitante profumo di cappuccino con latte di soia si diffonde improvvisamente per tutta la mia stanza facendo svanire quel sogno amaro e dolce allo stesso tempo. Man mano che riprendo coscienza della realtà attorno a me, avverto il calore del piumone nel quale sono avvolta, il profumo di pesca del mio shampoo si mescola con un altro più dolciastro, ma non stucchevole…il mio dolce integrale biologico.

E’ un sacco che non vivo un risveglio del genere, a pensarci bene è da quando Ryan è andato a New York.

-Se credi che viziandomi così mi farai tenere la bocca chiusa su Kelsie…scordatelo-

borbotto con la voce impastata dopo aver soffiato via una ciocca di capelli dalla bocca

-E se credi che io non mi faccia quattro risate su te e Chad…scordatelo-

mi risponde Ryan di rimando, solo quando mi parla mi accorgo che sta seduto sul bordo del letto. Faccio una smorfia e gli assesto un calcio nel sedere da sotto le coperte

-Non esiste nessun: me e Chad…non capisco come ti vengano in mente idee tanto bizzarre-

ribatto imbarazzata mettendomi a sedere. La camicia da notte rosa mi scivola scoprendomi una spalla, la sistemo con un gesto stizzito e incontro lo sguardo contrariato di Ryan che si massaggia  la parte colpita

-Dai non fare il bambino!-

lo rimprovero esasperata per poi afferrare la tazza di cappuccino fumante, non faccio in tempo a berne un sorso che uno strillo agli ultrasuoni mi fa sobbalzare nel letto e il liquido bollente mi va di traverso

-Eccoli qui i miei bambini!-

Inutile, nessuno farà mai capire a mia madre che non siamo più bambini e io non sono il suo biscottino e Ryan non è il suo paperotto. Inizio a tossire senza riuscire a respirare e mentalmente rivolgo impensabili insulti a mia madre e alla sua voce. Ryan mi toglie di mano la tazza, mentre mia madre preoccupatissima inizia a darmi dei colpetti sulla schiena. Alla fine riesco a liberarmi la gola, deglutisco un paio di volte e mi asciugo le lacrime, provocate dalla tosse, con il dorso della mano

-Scusa principessa, ti ho fatta spaventare?-

mi chiede mamma in tono mieloso. Le basta un’occhiataccia da parte mia per capire che non deve rifarlo mai più. Mi stampa un bacio schioccante in fronte per poi andare verso la porta della stanza e uscire. Nello stesso istante vedo passare papà che guarda prima mamma e poi me con uno sguardo di scuse. E’ il suo modo per dirmi “Che ci posso fare? E’ fatta così”. Soffoco una risatina e aspetto che siano scesi per poter assillare Ryan di domande

-Dai dai Ry, racconta…come è successo?-

Ecco di nuovo il suo sorrisetto diabolico…ma siamo sicuri che non sia successo come in quel film dove le due sorelle diversissime tra loro si svegliano al mattino e si accorgono di essere una nel corpo dell’altra?

-Ti dirò come è successo, solo quando ammetterai come stanno le cose tra te e Danforth-

Vorrei dirgli che non sono affari suoi, ma alla fine io gli sto chiedendo la stessa identica cosa…e poi in me la curiosità vince su tutto. Sbuffo stancamente e la frangia si solleva per il soffio per poi ricadermi davanti all’occhio destro

-Te l’ho detto, non c’è niente…però ci siamo baciati, ecco…niente di più e niente di meno-

dico secca, sperando che non chieda altro. A quanto pare si accontenta e inizia a raccontarmi di lui e Kelsi. Io lo ascolto rapita e a volte contrariata, visto che è iniziato tutto durante le prove del musical di primavera l’ultimo anno alla East High, quando io gli avevo ordinato di farmi avere il pezzo che la pianista stava preparando per Troy e Gabriella. Alla fine mi fa promettere di non dire nulla per il momento a mamma e papà e io faccio lo stesso con lui

-Mi raccomando almeno questa promessa mantienila-

mi supplica prima di uscire dalla stanza. Finalmente sola finisco in pace la mia colazione per poi farmi una bella doccia calda che riesce a farmi svegliare del tutto. Esco dal bagno in accappatoio, rosa ovviamente, e mi infilo nella cabina armadio in cerca di qualcosa da mettermi. Dopo una lunga ricerca butto sul letto una camicetta bianca a mezze maniche con un nastro nero in vita legato con un piccolo fiocco, una gonnellina nera con cuciture argentate e un paio di leggins bianchi. Osservo un attimo i vestiti per poi annuire decisa e prendo dall’immensa scarpiera un paio di decolltè con il tacco e bordini argentati che richiamano esattamente la gonna. Finita la selezione dei vestiti mi piazzo davanti alla specchiera e inizio la lunga opera di cura dei capelli. Un paio d’ore dopo mi guardo allo specchio con un sorriso soddisfatto, i capelli scuri sono perfettamente lisci e lucidi, niente fuori posto ovviamente. Velocemente mi vesto e dopo aver passato un leggero filo di fard sulle guance, un poco d’ombretto, del rimmel e un lucidalabbra alle ciliegie, scendo di sotto dal resto della famiglia.

Ryan sta facendo sentire a mamma e papà un pezzo che ha composto con Kelsie, i miei lo guardano rapiti e nemmeno si sono accorti che sono scesa. E’ Ryan che si ferma vedendomi nel riflesso di una vetrata

-Ah eccoti sorellina, credevo che avessi deciso di murarti viva in quella stanza-

gli rispondo con una smorfia e vado in cucina per bermi un po’ d’acqua. Apro l’anta del frigorifero e prendo la bottiglia d’acqua, avvicino il bicchiere e ne verso il liquido…un trillo mi fa sobbalzare e un po’ d’acqua si rovescia sul piano della cucina. Possibile che la gente si divertisse a farmi prendere un colpo dietro l’altro? Afferro il cordless appeso al muro

-Pronto?-

rispondo mentre passo uno straccio sul piano della cucina per asciugare l’acqua versata

-Signorina Evans?-

chiede una voce molto familiare, acuta e un po’ gracchiante, dall’altro capo del telefono

-Signora Darbus! Sì certo sono io-

esclamo riconoscendola e un largo sorriso mi si dipinge in volto. Non la posso vedere, ma dalla voce si capisce che sta sorridendo

-Bene…non mi dilungherò troppo, avremo tempo di parlare se accetterà di aiutarmi nella gestione del musical invernale alla East High. Il Drama Club non è più lo stesso senza di lei e la signorina Gold non è certo quella che definirei all’altezza delle mie aspettative-

A sentir nominare quell’usurpatrice di Tiara Gold digrigno i denti, ma il commento della Darbus mi fa subito tornare il sorriso sulle labbra. La East High e il mio Drama Club…come rifiutare?

-Certo, come le avevo già detto, mi farebbe molto piacere…se ha pazienza un attimo controllo solo una cosa-

rispondo mentre frugo nella borsa a tracolla appesa ad una sedia…trovo l’orario dell’università guarda caso oggi ho solo una lezione nel pomeriggio che posso tranquillamente saltare. Ryan mi passa accanto e m guarda interrogativo, gli faccio cenno che gli avrei spiegato dopo

-Oggi sono a sua disposizione per tutto il giorno-

annuncio allegra alla Darbus che stava in attesa dall’altra parte

-Perfetto!! La aspetto appena le è possibile-

-Sarò da lei in un attimo-

e dopo un breve saluto riattacco con un sorriso che mi va da un orecchio all’altro. Inizio a saltellare euforica battendo le mani, sto per fare un tuffo nel mio tanto amato passato e soprattutto sto per dare l’ennesima lezione alla piccola Tiara…poveretta non sa cosa la sta aspettando.

-Allora? Chi era? Perché tanta allegria?-

mi chiede Ryan insistente. Non gli rispondo subito, prima afferro la giacchetta e me la infilo velocemente e poi prendo la borsa. Andando verso la porta d’ingresso, senza degnarlo di uno sguardo, gli rispondo con un velo di acidità

-Niente di che Mister Julliard…sono cose che entusiasmano solo noi poveri mortali-

non mi accorgo subito del suo sguardo interdetto che diventa accigliato quando mi vede prendere le chiavi della sua auto

-Non so a che ora torno-

annuncio alzando un po’ la voce per farmi sentire da mamma e papà che, nel frattempo, si sono spostati nel salone. Ryan esclama qualche protesta, ma già non lo sento più e mi chiudo la porta alle spalle. East High, la tua reginetta sta tornando!

RINGRAZIAMENTI

armony_93: Lo so che ti avevo anticipato altro, ma mi veniva troppo lungo e siccome ho poco tempo in questo periodo rischiavo di aggiornare troppo tardi. Per ora anche qui non c’è Chad…ma chissà poi! XDxD…mi raccomando continua a leggere, anche se non c’è bisogno che te lo dica ihih…xoxo

Leia_the_Witch: Grazie amour *.* troppi complimenti…spero di non deluderti con questo chappy (e tanto anche se mi dici che è bellissimo, non ci credo)…ah aspetto con ansia “Sweet Candies” eh!!

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Capitolo 10
*** La magia del palcoscenico ***


E’ proprio come il sogno che ho fatto questa notte, è esattamente come tornare agli anni spensierati del liceo…sto ripercorrendo a passo spedito il lungo corridoio principale della East High e senza nemmeno rendermene conto riaffiorano i ricordi…Dio quanto mi sentivo onnipotente, avevo la scuola ai miei piedi e mi bastava uno schiocco di dita per ottenere quello che volevo, erano tutti al mio servizio. Tutti tranne quei ragazzi chiassosi dalle giacche rosse…i Wildcats…ricordo ancora lo sguardo timido e adorante di Zeke, non gliel’ ho mai detto, ma andavo matta per le sue attenzioni anche se io, autolesionista come sono, avevo ormai abbandonato il mio cuore nelle mani del capitano dagli occhi di ghiaccio, Troy, che puntualmente lo aveva ridotto a pezzi. E poi c’era Chad, al solo pensiero non riesco a nascondere un lieve sorriso, quella pelle color cioccolato, i suoi riccioli ribelli, le sue labbra e la sua voce che si prendevano perennemente gioco di me…mi torna in mente di nuovo il sogno di questa notte e scuoto la testa con decisione per scacciare via il senso di soffocamento che mi provoca. Non voglio più pensare a quello che è stato.

Realizzo solo ora che senza pensarci i miei passi mi hanno condotta nel punto in cui c’era il mio armadietto, il mio piccolo mondo in una scuola che non mi capiva. Non riesco ad evitare di fare una smorfia seccata, ora sulle doppie ante, una volta rosa acceso, c’è dipinta una bandiera inglese…certo mi ero dimenticata di quella piccola, insulsa, parassita di Tiara Gold…quella biondina che, per sua fortuna, non era riuscita a rovinare la mia uscita di scena dal grande palco che era la East High.

-Hey ciao bellezza-

una voce alle mie spalle mi riporta alla realtà, mi volto con un sopracciglio sollevato e l’aria piuttosto seccata per trovarmi davanti quel ragazzetto secco e dritto come un fuso del secondo anno…Jimmy Zara! L’aria attorno a lui è impregnata del solito odore nauseante della sua acqua di colonia di cui è sempre andato fiero. Apro bocca per replicare, ma come al solito mi scappa uno starnuto, è impossibile stare vicino a quel ragazzo

-Zara! Ancora non hai capito che così le respingi le ragazze?-

gli faccio notare con un sorrisino strafottente e riesco a malapena a trattenere una risata nel vedere la sua espressione trasformarsi non appena mi riconosce

-Sha…Sharpay!!?? Scusa io non…voglio dire tu sei…ok tolgo il disturbo-

farfuglia rendendomi ancora più difficile non mettermi a ridere, scuoto la testa e mi metto una mano sul fianco automaticamente

-E devi anche lavorare sull’approccio…certo che come erede di Bolton hai ancora parecchio da imparare-

gli dico critica, ma senza acidità riuscendo a farlo arrossire per l’imbarazzo.

-Signor Zara! La campanella è suonata da parecchio tempo, la voglio vedere in classe nel giro di tre…due…uno…-

Al solo suono della voce trillante della Darbus il ragazzo sembra scattare sull’attenti e prima che lei potesse finire il suo conto alla rovescia è già schizzato in classe senza fiatare. Seguo per un attimo con lo sguardo la sua sagoma con un sorriso divertito stampato in volto per poi guardare la Darbus che dall’espressione sembra voler rimproverare anche me. Come mi vede bene in viso si porta una mano alla bocca e sgrana gli occhi sorpresa…rimango un attimo allibita dalla sua reazione e istintivamente mi guardo nel riflesso di una vetrata

-Ho qualcosa che non va?-

le chiedo confusa. La Darbus mi fissa e scuote la testa

-Dei del cielo Sharpay…sei così…così…diversa-

mi risponde guardandomi dalla testa ai piedi. Già certo, dimenticavo che non sono più la biondina altezzosa che tutti conoscevano…scrollo le spalle

-Sono i capelli-

dico con un velo di modestia nella voce che sorprende persino me. La guardo divertita e un po’ imbarazzata mentre mi gira attorno studiandomi in ogni particolare, non credevo di essere cambiata così tanto…si ferma e pensierosa mi dice

-No c’è qualcos’altro, ti vedo più…serena ecco! Ma bando alle ciance, forza vieni con me, i nuovi ragazzi del Drama club non vedono l’ora di conoscerti-

esclama e, prima che io possa dire qualsiasi cosa, mi prende per un braccio e con insolito entusiasmo mi porta verso il teatro…quello che una volta era la mia seconda casa.

Arrivate davanti al teatro la Darbus mi fa cenno di precederla e con calma apro il portone centrale, entro cercando di non far rumore mentre osservo la scena che mi si presenta davanti agli occhi. Una decina di studenti tutti seduti scomposti, chi per terra, chi appoggiato alle scenografie, alcuni sbadigliano, altri lanciano occhiatacce furiose alla biondina che a furia di strilli e insulti è convinta di motivarli a darsi una mossa visto che il tempo a disposizione sta per scadere. Vedo la Darbus che apre bocca per dire qualcosa, probabilmente vuole interrompere Tiara e presentarmi, ma le faccio cenno di non dire nulla. Ancora nessuno si è accorto della mia presenza e io sono pur sempre la Drama Queen, le entrate in scena sono la mia specialità. Avanzo a passo spedito lungo il passaggio centrale, i tacchi rimbombano lievemente ovattati sulla moquette del pavimento e solo in quel momento Tiara finalmente si azzittisce e tutti si voltano verso di me. Vedo con soddisfazione l’espressione della biondina cambiare da superba ad allibita…eheh non se l’aspettava! Salgo sul palco con i miei soliti modi come se fossi sempre su una passerella e mentre osservo pensierosa i ragazzi che mi fissano a loro volta, con un gesto impercettibile faccio ondeggiare i capelli…che ci posso fare? Mi piace tornare a darmi arie.

-Bene, ora che Tiara ci ha deliziato con il suo intenso e profondo discorso…-

inizio a parlare con vena decisamente sarcastica

-…mi presento per chi ancora non mi conosce sono Sharpay Evans, assisterò la signora Darbus durante la preparazione di questo Musical-

dico tutto con un sorriso dolce, ma appena finisco la frase il sorriso si spegne e torno per un po’ ad essere la spietata regina di ghiaccio

-Ora tu, tu e…tu! In quell’angolo preparate la parte recitata…voi quattro di lì, coreografie. E quelli che rimangono subito in aula musica a preparare le canzoni. Vi alternerete ogni mezz’ora e finchè non avrete imparato tutto alla perfezione rimarrete qui…anche oltre l’orario delle lezioni se è necessario-

non c’è bisogno che aggiunga altro, il tempo di schioccare le dita e sono già tutti al lavoro. Non posso fare a meno di guardare Tiara con un sorrisino trionfante mentre lei mi fissa attonita

-Ci vuole polso, ma non scene isteriche ed insulti…a meno che non siano strettamente necessari-

le faccio un cenno secco con la mano come se volessi scacciare una mosca

-E ora trovati qualcosa da fare anche tu-

le dico secca e quando schizza via noto che è quasi sull’orlo delle lacrime…uhm avrò esagerato? La Darbus mi si avvicina, in viso un’espressione di totale orgoglio

-Devo dirlo Sharpay non ha perso nemmeno un grammo della tua verve…non li ho mai visti impegnarsi così da quando è iniziato l’anno scolastico-

le sorrido compiaciuta delle sue parole

-Esperienza…forse un giorno anche Tiara ci riuscirà-

le rispondo con una scrollata di spalle

-Prima che i ragazzi tornino a casa mi piacerebbe che tu raccontassi loro qualcosa sui tuoi anni qui nel Drama Club…qualcosa che li possa motivare-

inclino la testa di lato pensierosa, ma alla fine dopo qualche secondo annuisco

-Certo, mi farebbe piacere-

@@@@

La giornata è stata più lunga e faticosa del previsto, per tutto il tempo ho girato tra i vari gruppetti aiutandoli dove era necessario…alla fine devo dire che mi sono anche divertita! Hanno fatto tutti un ottimo lavoro, ed ora sono qui seduta su una delle poltroncine rosse del teatro con attorno tutti i ragazzi in attesa del discorsetto che mi aveva chiesto questa mattina la Darbus. Ho pensato a lungo a cosa poter dire a quei ragazzi e l’unica cosa che mi è venuta in mente è stata quella di raccontare la mia storia lì dentro dall’arrivo di Gabriella.

-Vi dico già che non è facile per me ammetterlo, ma non è stato il Musical a farmi crescere, bensì le persone…lo spettacolo era un contorno. E’ da quando sono piccola che con mio fratello partecipo a spettacoli e sempre da protagonista, ma è in questa scuola che ho imparato l’importanza di ogni singolo ruolo e che uno spettacolo non è fatto solo dai protagonisti. I primi anni qui ero la reginetta indiscussa, acclamata, se volete anche temuta, ero la presidentessa del Drama Club, nulla veniva fatto senza la mia approvazione e ovviamente il ruolo principale era mio di diritto. E’ bastato però l’arrivo di una persona in questa scuola per sconvolgere tutti gli equilibri…da quel momento tutto quello che credevo ovvio e scontato non lo era più. Ne avrete sicuramente sentito parlare, mi riferisco a Gabriella Montez…ecco lei e tutta la squadra dei Wildcats hanno rotto gli schemi e sono riusciti a partecipare per la prima volta ad un Musical della East High, togliendo ovviamente a me e mio fratello il ruolo principale. Come potete immaginare non l’ho presa con quella che si definirebbe sportività e ho cercato in tutti i modi di riprendermi quello che credevo fosse mio. E’ la prima volta che lo dico, ma in realtà non ero invidiosa di quei ragazzi perché avevano il loro musical, ero invidiosa perché sapevano lavorare tutti insieme senza prevaricare uno sull’altro e alla fine anche la fatica diventava divertimento. Solo quando gli anni del liceo sono finiti ho capito che avrei potuto viverli diversamente e per questo vi dico che per fare bene uno spettacolo bisogna che lavorate sì sodo, con attenzione e dedizione, ma soprattutto dovete lavorare insieme…ogni ruolo è importante, senza ognuno di voi il Musical non esisterebbe e non avrebbe senso. Vi assicuro che la soddisfazione di vedere il proprio lavoro finito, prendersi gli applausi alla fine dello spettacolo, sapere di aver dato tutto di voi è la sensazione più bella che esista…sia che siate i protagonisti, sia che facciate solo i tecnici delle luci…-

mi fermo un attimo prima di concludere, li vedo fissarmi rapiti, wow ho fatto centro! Il mio sguardo si sposta sulla Darbus che mi guarda commossa come una madre che guarda la propria figlia che ormai è cresciuta

-…io l’ho scoperto troppo tardi, non fate il mio stesso errore-

finisco continuando a guardare la Darbus che con mia sorpresa soffoca un singhiozzo.

-Beh forza adesso andate a casa…non vorrete farci notte qui??-

dico dopo qualche secondo per rompere l’imbarazzo. Tutti si alzano, mi salutano calorosi e in un grande vociare se ne vanno, compresa Tiara che nemmeno si azzarda a guardarmi in faccia.

-L’ho detto io che non sono solo i capelli-

sento dire la Darbus, mi volto verso di lei con un sorriso imbarazzato, ma non riesco a dirle nulla

-Meglio tardi che mai Sharpay…devo ammetterlo, ti credevo troppo presa da te che non avrei mai creduto di sentirti dire quelle cose-

sorrido appena mordicchiandomi nervosamente il labbro inferiore

-La sa una cosa? Nemmeno io lo credevo-

le rispondo tenendo lo sguardo basso. La vedo avvicinarsi a me, mi prende le mani e mi fissa dritta negli occhi

-Credo che tu e questo teatro abbiate bisogno di stare un po’ soli…sei stata lontana da qui per troppo tempo. Ricordati di spegnere le luci quando esci-

sapevo che me l’avrebbe detto e in cuor mio lo speravo…sono rimasta tutto il giorno in teatro, ma mai da sola e non vedevo l’ora che arrivasse questo momento, è come rivedere un vecchio amico…silenzioso, che ti sa ascoltare. Aspetto che la Darbus sia fuori e dopo qualche secondo mi alzo dalla poltroncina, salgo i gradini che portano sul palco e mi metto esattamente al centro. Chiudo gli occhi e sento il brusio delle persone che aspettano l’inizio dello spettacolo, sento me e Ryan mentre scaldiamo la voce, sento l’agitazione dietro le quinte, il fruscio della stoffa pesante del sipario che si apre, gli applausi del pubblico alla fine dello spettacolo. Sospiro riaprendo gli occhi e un nodo di delusione e malinconia mi si stringe in gola. Con la coda dell’occhio vedo il pianoforte, è ancora lì, lucido e perfetto come sempre. Mi ci avvicino a passi lenti e indecisi, sfioro i tasti e accenno una melodia, ma non canto…troppi ricordi, mi verrebbe solo da piangere. Un attimo dopo mi ricordo del mio piccolo rifugio, lassù in galleria, il punto più lontano dal palco, dove puoi vedere tutto senza che il tutto veda te…ci andavo quando ero troppo giù per affrontare i corridoi della scuola. Salgo fino a là in cima e sprofondo in una delle poltroncine rosse che sanno di polvere e di antico, chiudo gli occhi…ma solo per un attimo perché lievi note mi giungono all’orecchio, qualcuno sta suonando e un attimo dopo sento una voce molto familiare, ma che non avrei mai creduto di sentire di nuovo lì dentro

She can kill with a smile
She can wound with her eyes
She can ruin your faith with her casual lies
And she only reveals what she wants you to see
She hides like a child
But she's always a woman to me

Mi si illuminano gli occhi quando lo vedo lì, seduto al pianoforte, le sue dita che sfiorano delicate i tasti, la sua voce dolce, ma allo stesso tempo un po’ ruvida che si diffonde nel teatro, la sua pelle che scintilla alla luce dei riflettori, i suoi riccioli scuri che si muovono appena quando ondeggia lievemente il capo. Mi precipito di sotto, attenta a non fare rumore, non voglio che smetta, lo voglio sentire cantare fino all’ultima nota.

She can lead you to live
She can take you or leave you
She can ask for the truth
But she'll never believe you
And she'll take what you give her as long as it's free
She steals like a thief
But she's always a woman to me

In silenzio mi nascondo dietro le quinte, lo ascolto cantare e sbircio alle sue spalle per non farmi vedere. Ascolto le parole, adoro quella canzone, ho sempre pensato che in fondo parlasse di me e forse anche lui se ne è accorto

Oh, she takes care of herself
She can wait if she wants
She's ahead of her time
Oh, and she never gives out
And she never gives in
She just changes her mind

E chi l’avrebbe mai detto che un giorno il più scapestrato dei Wildcats sarebbe stato solo (secondo lui) in un teatro a suonare e cantare una delle più belle canzoni mai scritte? La tentazione di correre ad abbracciarlo è fortissima, ma ancora più forte è l’emozione di sentirlo cantare così…allora anche lui sotto sotto nasconde un lato sensibile.

She will promise you more
Than the Garden of Eden
Then she'll carelessly cut you
And laugh while you're bleedin'
But she'll bring out the best
And the worst you can be
Blame it all on yourself
Cause she's always a woman to me

Sorrido persa mentre lo ascolto e a bassissima voce canto con lui, tanto non può sentirmi…l’ho sempre saputo che prima o poi la magia del palcoscenico cattura tutti, anche le persone più distanti da questo mondo.

She is frequently kind
And she's suddenly cruel
She can do as she pleases
She's nobody's fool
But she can't be convicted
She's earned her degree
And the most she will do
Is throw shadows at you
But she's always a woman to me

Dolcemente termina la canzone e lo vedo restare imbambolato davanti al pianoforte come se quello che avesse fatto poco prima fosse solo il risultato di un momento di trance. Sorriso intenerita quando lo vedo grattarsi la nuca imbarazzato seppure, per quello che ne sa lui, non c’è nessuno nel teatro. Lo osservo ancora per qualche istante e alla fine esco allo scoperto arrivandogli da dietro

-Dovrei essere gelosa?-

chiedo avanzando verso di lui a braccia incrociate e un lieve sorriso furbo. Soffoco una risatina quando lo vedo sobbalzare colto alla sprovvista, mi guarda stupito e infastidito come un bambino scoperto con le dita nel barattolo di marmellata

-Che…che ci fai tu qui??-

mi chiede balbettando. Lo guardo divertita mentre mi siedo sulla panca accanto a lui davanti al pianoforte

-E’ il mio teatro ricordi? Io qui sono ancora la reginetta-

gli rispondo e in cambio ricevo una smorfia contrariata, ma niente parole.

-Bella la canzone che stavi cantando…è una delle mie preferite sai?-

gli dico mentre scosto un ricciolo che gli cade appena sopra l’occhio…lo vedo scrollare le spalle con sufficienza e l’imbarazzo gli si legge chiaramente in volto

-Eh ci credo, parla di te-

mi risponde offrendomi così su un piatto d’argento l’opportunità di rivolgergli la domanda che mi frullava in testa da un po’

-Per quello che la stavi cantando?-

Chad di colpo arrossisce, non riesce nemmeno a guardarmi in viso e vedo comparire sulla sua espressione quel broncio da bambino che mette quando viene punzecchiato un nervo scoperto. Rido lievemente e mi alzo dalla panca andando verso il centro del palco, mi giro verso di lui e sorrido

-Avanti Wildcat, il palcoscenico piace a tutti, non devi vergognarti è normale esserne attratti-

il sorriso strafottente è tornato ad increspare le sue labbra scure mentre muove qualche passo verso di me

-Tanto non lo dirai a nessuno-

mi dice ghignando mentre mi osserva a braccia incrociate. Lo guardo scettica sollevando un sopracciglio

-Perché? Altrimenti mi ucciderai?-

gli chiedo soffocando una risatina. Lo vedo pensare per un attimo per poi rivolgermi un altro sorrisino da sbruffone

-Aspetta, com’era? Ah sì: non ero invidiosa di quei ragazzi perché avevano il loro musical, ero invidiosa perché sapevano lavorare tutti insieme senza prevaricare uno sull’altro e alla fine anche la fatica diventava divertimento-

resto a bocca aperta quando lo sento ripetere le mie stesse parole

-Da quanto tempo sei qui Chad?-

chiedo sconvolta

-Da un po’-

mi risponde con una scrollata di spalle e l’espressione vittoriosa. Pesto un piede a terra e questa volta sono io ad essere imbronciata

-Se ti azzardi a dirlo a qualcuno giuro che ti strappo quei riccioli uno ad uno-

ecco lo sapevo che si sarebbe messo a ridere…Dio quanto sa essere irritante!

-Su dai non farmi quel faccino…adesso siamo pari no?-

mi dice più dolcemente quando ormai è arrivato ad un palmo di distanza da me. Cerco di trattenere un sorriso mentre resto a fissarlo imbronciata…un attimo dopo sento le sue mani sui fianchi e lui che mi sussurra

-Vuoi vedere che riesco a farti ridere?-

non faccio in tempo a replicare che inizia a farmi il solletico…no! Io odio il solletico, lo soffro da morire. Cerco invano di allontanarmi da Chad, ma lui mi tiene stretta a sé e inevitabilmente un attimo dopo finiamo a terra…io distesa sulla schiena con lui sopra di me…ha smesso di farmi il solletico e ora mi guarda con un leggerissimo sorriso, siamo così vicini che i nostri respiri si uniscono. Mi accarezza una guancia con l’indice per poi dire

-Anche tu piaci a tutti ed è normale essere attratti da te…di questo mi devo vergognare?-

apro bocca per rispondere, ma le sue labbra si stanno già scontrando con le mie, le cercano, ci giocano e come le schiudo appena il contatto si approfondisce e il bacio da casto e leggero si fa sempre più intenso e passionale. Ho il cuore che batte a mille mentre passo le mani tra i suoi riccioli fitti, le faccio scivolare lungo la schiena tesa di lui e sento il suo respiro farsi affannoso…si stacca da me solo quando intreccio le mie dita con le sue

-Assolutamente no-

mormoro in risposta alla sua domanda di prima per poi sorridergli osservando i dolci lineamenti del suo viso.

-E’ tardi…è ora di andare-

mi sussurra posando un altro bacio lieve sulle mie labbra…si alza e mi porge la mano che subito afferro e con un solo piccolo strattone mi ritrovo in piedi tra le sue braccia. Non dico più nulla e tanto meno lui, ci avviamo silenziosi verso l’uscita del teatro…spengo le luci prima di chiudere la porta e solo quando siamo fuori mi accorgo che è buio pesto. Apro la bocca per parlare, ma come se mi avesse letto nel pensiero Chad mi anticipa

-E’ mezzanotte…e a proposito…Buon compleanno Sharpay-

RINGRAZIAMENTI:

LA CANZONE E' "SHE'S ALWAYS A WOMAN TO ME" DI  BILLY JOEL

Leia_the_Witch: Ecco appunto il ritorno di Sharpay alla East High...non l'ho voluta fare troppo stronza, però ogni tanto un po' della vecchia "verve" spunta fuori, se no non sarebbe la Sharpay che tanto adoriamo no? Spero ti sia piaciuto il capitolo...a me piace soprattutto quanto tratta male Tiara muhauahuahau...e sono stata ancora buona xD

armony_93: Lo so lo so sono in ritardo...in schifosissimo ritardo...però in questo chappy ti ho messo Chaddino visto? Secondo me è pucciosissimo e terribilmente da sbavo...se hai pazienza ancora un po' dopo il prossimo capitolo c'è quello promesso ^^

mileybest:  Come dicevo ad Armony ci sarà un altro capitolo ancora sul compleanno di sharpay...poi in quello dopo farò entrare in scena tutta gli altri...e a proposito di Taylor ce ne saranno delle belle...è già tutto nella mia testolina malsana.

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Capitolo 11
*** Compleanno sotto le stelle ***


Non ho chiuso occhio tutta la notte, ho continuato a rigirarmi sotto le coperte pensando e ripensando a quello che è successo in teatro. Sono sempre stata convinta che qualsiasi teatro nasconda in sé una magia, all’interno può succedere solo qualcosa di straordinario e spesso di imprevisto…ma mai nulla di scontato. Eppure non avrei mai e poi mai pensato di vedere Chad Danforth, da solo nel teatro della East High, cantare una canzone pensando a…me. Ma nonostante la notte insonne, stamattina mi sento più sveglia del solito…eh per forza è il mio compleanno, da oggi ho ufficialmente 19 anni e in più sarò sicuramente sommersa dai regali!!

Non c’è nemmeno bisogno di aspettare Ryan che venga a sventolarmi la solita tazza di caffè sotto al naso, per cercare di svegliarmi senza essere ucciso. Sono già in piedi prima del previsto e sto girando a vuoto nella cabina armadio alla disperata ricerca di qualcosa da mettere, anche se, come sempre, mi ci vorrà anche più di mezz’ora. Mi torturo una ciocca di capelli mentre osservo i vestiti stipati sulle grucce e gli scaffali

-Buon compleanno sorellina!!-

l’esclamazione di Ryan mi fa sobbalzare dallo spavento e urto contro uno scaffale pieno di scarpe. Sto per strillare contro mio fratello quando qualcosa di pesante e appuntito mi colpisce dolorosamente in testa

-Aih!-

esclamo massaggiandomi la parte colpita per poi vedere a terra una delle mie scarpe preferite. Alzo lentamente lo sguardo dal pavimento fino a fissarlo su Ryan il quale ha già capito che sta per passare un brutto quarto d’ora e inizia ad arretrare colpito dal mio sguardo agghiacciante

-ehm…scusa Pay…davvero…non volevo…io…ti aspetto di sotto-

farfuglia per poi schizzare fuori dalla porta della mia stanza. Mando gli occhi al cielo esasperata, fortunatamente domani se ne torna alla Julliard, è vero che lo volevo qui accanto a me, ma certe volte è veramente più fastidioso del grillo parlante! Scrollo le spalle, vabbè almeno ho trovato le scarpe da mettere, proprio un aiuto piovuto dal cielo.

Poco dopo sono pronta per scendere ed iniziare la giornata dell’anno che preferisco…le mie gambe lunghe e affusolate sono quasi del tutto scoperte, alla fine ho deciso di indossare un paio di pantaloncini in jeans con l’orlo in strass rosa, mentre sopra una maglietta a mezze maniche con scollo a V intonata agli strass dei pantaloncini, stampata sopra una grande corona nera. Ai piedi le scarpe che mi sono piombate in testa poco prima, ovvero sandali neri con tacco da otto, legati alla caviglia. I miei perfetti capelli sono lasciati sciolti, piastrati e ho deciso di mettermi una fascia glitterata sempre rosa. Inutile dire che sono favolosa.

Saltellando scendo le scale fino al salone dove mamma e papà mi aspettano con un largo sorriso sulle labbra, segno che è pronto il regalo e che è qualcosa di grosso

-Buon compleanno tesoro-

mi dicono in coro, non riesco a trattenere un sorriso divertito, sembrano la famiglia di una pubblicità di biscotti. Nel frattempo anche Boi mi ha raggiunta e mi fissa scodinzolando e mugolando per attirare la mi attenzione, ma io sono troppo intenta a guardare mamma e papà in attesa che si scongelino da quella posizione e mi diano finalmente questo benedetto regalo. Quando si accorgono del mio sguardo interrogativo lanciano un’occhiata a Boi che nel frattempo è rimasto seduto ai miei piedi…seguo il loro sguardo e vedo che al collare del mio cucciolo è appesa una piccola scatolina. Mi piego curiosa e un po’ stranita, cerco di prendere la scatolina, ma Boi si ribalta in cerca di coccole

-Boi! Stà fermo-

gli dico ridendo e per farlo contento gli accarezzo la pancia vedendolo scodinzolare ancora più allegro. Sfilo la scatolina dal suo collare e con mano tremante per la trepidazione la apro. Dentro ci sono delle chiavi, sembrerebbero di un’auto. Mi serve una manciata di secondi per realizzare che la mia auto era stata semi distrutta e che quelle chiavi volevano dire che era stata riparata…o meglio ancora era una nuova di zecca.

-Che aspetti biscottino? Esci!-

mi esorta mia madre e non me lo faccio ripetere due volte. Incurante dei tacchi corro al portone dell’ingresso e lo apro con una leggera spinta della spalla mentre tengo abbassata la maniglia. Come apro uno spiraglio, Boi schizza fuori, ma non lo seguo con lo sguardo, la mia attenzione è stata totalmente catturata da quel gioiellino rosa all’inizio del lungo viale. Resto senza parole, mi verrebbe da strillare, ma chissà come mi contengo e mi ritrovo a correre verso la macchina. Non è bella, non è meravigliosa, non è stupenda, semplicemente è…è…oh non c’è una parola per descriverla. Accarezzo con un dito la lamiera liscia del cofano e mi soffermo sullo stemmino restando senza fiato…è una Aston Martin Vanquish, ce ne sono pochissime in circolazione e assolutamente nessuna di questo colore. Sul cofano ci sono ancora le mie iniziali, ma questa volta sono bordate di brillanti veri…così come il volante e il pomello del cambio. Apro esaltata la portiera e il profumo di nuovo mi investe come una boccata d’aria fresca mentre ammiro i sedili con inserti in pelle e camoscio

-Rischio ancora la morte?-

mi chiede timoroso Ryan spuntato da chissà dove, ma io sono troppo contenta ed euforica per prendermela con lui e istintivamente gli getto le braccia al collo stritolandolo

-Sono troppo di buon umore-

gli rispondo mentre lo lascio andare e gli sistemo la camicia un po’ sgualcita. Nel frattempo anche mamma e papà si sono avvicinati a noi e mi sorridono contenti della mia reazione

-Mamy, Papy è favolosa!!-

esclamo correndo ad abbracciare anche loro. Papà mi tiene un braccio attorno alle spalle e mi porta verso il baule della macchina

-Aspetta non è finita-

mi sussurra aprendo lo sportello e se prima ero rimasta di sasso ora veramente sono congelata. L’interno del baule è nero e fucsia dello stesso materiale dei sedili e oltre ad uno specchio ha anche diversi cassetti e ripiani per metterci trucchi, vestiti di riserva e qualsiasi cosa mi venga in mente. Sto per aprire bocca pur sapendo che non riuscirei a dire niente quando vedo Ryan premere un piccolo bottone accanto allo specchio ed ecco che il ripiano con lo specchio si capovolge e appaiono come per magia sei casse acustiche in tinta con gli interni dell’auto e con le mie iniziali su di esse. Non ho mai visto nulla di simile, sento che potrei mettermi a piangere

-E’ incredibile-

sussurro con un filo di voce mentre mamma, papà e Ryan si mettono a ridere divertiti

-Deduco che ti piace principessa-

dice alla fine mio padre e io lo guardo con gli occhi lucidi e commossi di un cucciolo

-E’ me lo chiedi?? Grazie…grazie davvero, io…-

vengo interrotta da una carezza sul viso di mia madre

-Per il nostro biscottino questo ed altro! Ora veloce che sei già in ritardo-

Solo quando mi dice così mi accorgo che in effetti devo correre o mi toccherà l’ennesima relazione di storia del teatro. Salgo di volata in macchina e accendo il motore che ruggisce con un forte rombo nel cofano. Sorrido incredula e mentre parto mando due baci con la mano verso di loro per poi schizzare via ancora frastornata dalla sorpresa.

In meno di dieci minuti sono arrivata a scuola e, svoltando nel parcheggio, vedo Shaun, Michelle, LB e tutti gli altri che mi aspettano…ma di Chad nemmeno l’ombra. Rido vedendoli che come dei cretini fingono di essere dei vigili urbani e con strani gesti mi indicano dove e come parcheggiare mentre alcuni lanciano fischi di ammirazione vedendo la mia auto nuova. Scendo dalla macchina e, nemmeno il tempo di respirare che me li trovo tutti addosso ad abbracciarmi e ad augurarmi buon compleanno

-Ok…ok…basta ragazzi ok ho capito!-

esclamo un po’ seccata e un po’ divertita. Vedo Shaun che fissa la mia Aston Martin con aria critica per poi scuotere la testa

-Fiocco di neve e questa? Te l’hanno regalata insieme alla Barbie?-

tutti si mettono a ridere a quella battuta, ma io lo guardo contrariata

-Ah ah divertente-

mormoro sarcastica

-Intanto so che daresti qualsiasi cosa per avere una macchina così…soprattutto per questo-

aggiungo aprendo il baule e premendo il pulsante accanto allo specchio. Li guardo trionfante mentre tutti ammirano le casse acustiche ad occhi sgranati, mi allontano da loro e sporgendomi verso il cruscotto faccio partire la musica che si diffonde a tutto volume nel parcheggio. Non faccio in tempo a raddrizzarmi che mi sento tirare per un braccio con dolcezza, ma decisione allo stesso tempo e in un attimo mi trovo schiacciata contro la portiera mentre labbra piene e calde si scontrano bramose contro le mie. Permetto a Chad di approfondire il contatto mentre le mie braccia scivolano attorno al suo collo per stringermi a lui. Il bacio non è certo quello che si definisce casto e mi sento arrossire quando le mani del ragazzo mi scivolano lungo i fianchi e sempre più giù ad accarezzare le gambe. Un brivido mi attraversa la schiena e solo in quel momento mi accorgo che forse stiamo esagerando

-Chad…Chad hey…fermati-

sussurro poco convinta mentre le sue labbra sono scese ad accarezzarmi il collo. Lo prendo per le spalle e cerco di allontanarlo, ma senza risultato…fosse per me resterei lì con lui il più possibile, ma siamo in un parcheggio e sento gli occhi dei ragazzi lì accanto puntati addosso. Solo quando Michelle decide di dare un colpo di tosse Chad si riscuote e si stacca da me

-Ragazzi…questo si che è dare il buongiorno!-

esclama Denise un’altra ragazza del gruppo che fissa me e Chad con espressione furba. Mi sento terribilmente in imbarazzo e mi ritrovo a fissarmi la punta dei piedi mentre tutti ridono. Quando alzo lo sguardo vedo che anche Chad è piuttosto imbarazzato e mi lancia un’occhiata di scuse mentre si gratta la nuca. Mando gli occhi al cielo e gli do un leggero pugno sul petto, ma non posso fare a meno di sorridere

-Ma che ti è preso?-

gli chiedo a bassa voce mentre gli altri stanno ancora a prenderci in giro. Chad mi sorride e mi scosta una ciocca di capelli dal viso

-E’ che oggi sei troppo bella…non ho resistito-

a quelle parole mi sciolgo e gli getto le braccia al collo stringendomi a lui, mentre mi cinge la vita con le sue braccia forti

-Tieniti libera per stasera-

mi sussurra all’orecchio. Sciolgo subito l’abbraccio e lo guardo incerta

-Perché? Che c’è stasera?-

gli chiedo curiosa mentre con gli altri ci avviamo all’ingresso. Chad mi mette un braccio attorno alle spalle e mi schiocca un bacio sui capelli

-Sorpresa-

mormora lasciandomi così in sospeso.

@@@@

-MI SPIEGHI COME FACCIO A CAPIRE COSA DEVO METTERE, SE NON SO DOVE DEVO ANDARE??-

strillo esasperata gettando fuori dalla cabina armadio un paio di scarpe che quasi colpiscono Ryan in faccia

-Sharpay se tu mi lasciassi pa…-

-IO LO UCCIDO!-

esclamo senza nemmeno essermi accorta che Ryan stava cercando di parlarmi. Come una furia esco dalla cabina armadio e afferro il mio cellulare

-Adesso lo chiamo, e giuro che se non mi da una risposta stasera la festa se la fa da solo!-

sto per far partire la chiamata quando Ryan mi toglie di mano il cellulare e lo richiude fissandomi calmo, ma deciso

-Adesso sorellina tappati quella boccuccia, siediti, respira profondamente e soprattutto ASCOLTAMI!-

mentre parla eseguo obbediente tutti gli ordini e non oso replicare; quel tono così calmo vuol dire tempesta in arrivo e per vedere una persona veramente cattiva, basta far arrabbiare una veramente buona…proprio come Ryan. Quando vede che sono pronta ad ascoltarlo, mi sorride e prende dai piedi del letto una scatola blu con il marchio in argento di Prada

-Ti saresti risparmiata un po’ di corde vocali se fossi stata a sentirmi…tieni questo è il mio regalo-

mi dice spingendo verso di me la scatola. Velocemente e piena di curiosità la apro e ne sfilo un bellissimo vestito dello stesso colore della scatola. Prima che possa dire qualsiasi cosa Ryan mi da una spintarella verso la cabina armadio

-Forza provalo!-

mi esorta sorridente. Chiudo le porte della cabina che in pratica è grande quanto la mia stanza e dopo aver indossato il vestito resto senza fiato davanti al mio riflesso. Il colore è perfetto con la mia carnagione e non mi fa sembrare troppo pallida. La gonna arriva a metà coscia e il tessuto cade morbido sulle gambe mentre la vita è fasciata da un nastro di brillanti. L’abito è senza spalline con un leggero arriccio sopra il seno e la schiena resta scoperta fatta eccezione per un nastro blu incrociato che serve da allacciatura

-Sei bellissima-

sussurra Ryan che senza far rumore, non vedendomi uscire, è entrato nella cabina. Faccio un giro su me stessa e poi sorrido raggiante

-E’ il vestito più bello che abbia mai messo…grazie fratellone-

mormoro quasi commossa dandogli un sincero bacio sulla guancia. Con sorpresa vedo che mi scosta i capelli da dietro e un attimo dopo sento qualcosa di freddo sul collo, alzo lo sguardo al mio riflesso nello specchio e un ciondolo a forma di stella è posato delicatamente appena sopra il seno

-Questo è un anticipo della serata…da parte di Chad-

mi dice dopo aver agganciato la catenina. Mi volto di scatto e lo guardo interrogativa

-Chad? Stiamo parlando della stessa persona?-

gli chiedo incredula. Non posso credere che Chad il ragazzo più burbero, sarcastico, sbruffone e totalmente privo di gusto che abbia mai conosciuto, sia stato capace di regalarmi una cosa tanto bella. Ryan si mette le mani in tasca stringendosi nelle spalle

-E’ incredibile cosa riesca a fare un ragazzo innamorato-

-Sì innamorato…come no!-

ridacchio beffarda mentre sfilo da uno scaffale le scarpe adatte per quell’abito. Il silenzio di Ryan mi coglie alla sprovvista, credevo si sarebbe messo a ridere con me e invece è lì immobile che mi fissa con un sopracciglio alzato come se mi fossi rincretinita di colpo

-Sharpay…già solo il fatto che Chad Danforth sia entrato in un negozio dovrebbe farti pensare, e in più ti ha regalato un gioiello e non un pupazzetto come ci si aspetterebbe da lui…questo è amore-

mentre parla mi torturo una ciocca di capelli nervosamente, non ho mai pensato a questo e sinceramente nemmeno io so se sono innamorata davvero di Chad o è solo attrazione. Apro bocca per ribattere, ma Ryan mi anticipa

-E adesso preparati che è tardi-

Poco dopo l’auto di Ryan svolta in una stradina secondaria e inizia a salire un viale lungo una collina. Impaziente e nervosa tamburello con le unghie sulle mie ginocchia scoperte

-Ti giuro Ryan che se è uno scherzo idiota di te e Chad mi infurierò in un modo che non hai mai visto-

lo minaccio mentre crucciata fisso fuori dal finestrino cercando di capire in che zona della città mi sta portando

-Stai tranquilla Pay! Impara un po’ a fidarti ogni tanto-

mi dice con il suo solito tono pacato. L’auto frena davanti ad una modesta villetta proprio in cima alla collina. Alzo un sopracciglio con aria critica vedendo quella casa, sembra parecchio vecchia e a giudicare dalle tende tirate e dal buio pesto direi che all’interno non c’è nessuno. Ryan mi posa una mano sulla spalla e con lo sguardo mi esorta ad uscire. Titubante e nervosa apro la portiera ed esco dall’auto soffocando un’imprecazione per i tacchi che affondano nel terreno morbido…non sono molto rassicurata dalla scena che ho davanti, la casa e il buio danno al tutto un’aria un po’ spettrale

-Ryan io non…-

mi volto cercando supporto in mio fratello, ma lui ha già messo in moto e se ne sta andando salutandomi con un largo sorriso. Rimango lì da sola, in una zona sperduta di Albuquerque, al buio e al freddo notturno…una folata di vento mi fa rabbrividire, ma non credo sia soltanto un brivido di freddo. Respiro profondamente ripromettendomi di farla pagare a tutti e due appena me li troverò sotto mano e, prendendo coraggio, salgo gli scalini del patio che scricchiolano al contatto con i miei tacchi a spillo. Deglutisco e appoggio la mano tremante sulla maniglia della porta…non faccio in tempo a sfiorarla che questa si apre con un cigolio sinistro facendomi sobbalzare. L’interno è appena visibile grazie alla luce della luna che filtra dalle finestre sull’altro lato della casa, vedo delle sagome attorno e mi si stringe la gola per la tensione

-C…Chad?-

chiamo, ma non ottengo risposta se non un ovattato fruscio non molto distante da me. Non so quale forza mi spinge a muovere un passo nella casa

-Chad non è divertente!-

esclamo con voce tremante e succede tutto in un attimo…la porta alle mie spalle sbatte con forza come spinta dal vento e io mi ritrovo a strillare per lo spavento, come se non bastasse mi sento stringere per i fianchi da dietro e istintivamente oltre a strillare inizio anche a scalciare alla cieca finchè sento la risata divertita di Chad e le luci finalmente si accendono. Il ragazzo scioglie la presa attorno a me e io faccio appello a tutte le mie forze per non massacrarlo di botte, ma lo spavento è stato troppo e mi volto verso di lui con sguardo omicida iniziando a prenderlo a borsettate dove capita

-Idiota! Cretino! Troglodita! Sei un co…-

Chad ride mentre cerca di parare invano i colpi finchè poi riesce a bloccarmi il polso fermandomi a metà della parola che più lo rappresenta! Tenendomi stretta per il polso con un piccolo strattone mi tira a sé e mi cinge la vita con il braccio libero…sto per cercare di morderlo, ma mi placa con un tenero e semplice bacio di fronte al quale non posso fare altro che sciogliermi

-Stronzo-

mormoro appena quando ci separiamo, ma non nascondo un lieve sorriso. Chad mi sorride sbruffone come sempre mentre vedo il suo sguardo scivolare su di me fino a fermarsi sulle gambe e il suo sorriso diventa improvvisamente malizioso. Abbasso anche io lo sguardo per vedere che il vestito, nello scalciare, si è sollevato fino quasi a scoprire gli slip. Arrossisco di colpo e con un gesto secco sistemo il lembo inferiore dell’abito

-Non pensarci nemmeno-

lo avverto facendogli una linguaccia

-Come se non avessi già visto delle belle gambe-

mi dice con aria strafottente scrollando le spalle. Incrocio le braccia al petto e lo guardo imbronciata…è gelosia quella sento?

-Sharpay…sto scherzando!-

esclama ridendo e io mi sento più tranquilla anche se non gli credo fino in fondo. Mi prende per mano e mi porta nel salotto dove al centro c’è un telo steso a terra con sopra una ciotola di fragole, della panna e due pizze fumanti

-Hai fame?-

mi chiede sorridendo, ma questa volta con improvvisa dolcezza. Annuisco sentendo la pancia brontolare

-Da morire-

Ci sediamo a terra a gambe incrociate e iniziamo a mangiare ridendo e scherzando…che Chad fosse diverso da come lo conoscevo alla East High già l’avevo capito, ma non ho mai pensato che potesse arrivare a tanto solo per me!

Per la fame la pizza finisce in un attimo e quando allungo la mano per prendere una fragola, Chad mi ferma intrecciando le sue dita alle mie

-Aspetta, prima c’è un’altra cosa…vieni-

mi dice aiutandomi ad alzarmi in piedi. Lo seguo ed usciamo dal retro della casa dove c’è un piccolo spiazzo in cemento e un…canestro??

-Chad? Stai scherzando vero?-

lo guardo con una smorfia poco convinta dopo averlo visto prendere il pallone da basket. Mi si avvicina palleggiando

-Il dolce devi conquistartelo principessina! Mi hai coinvolto nel tuo numero per vincere lo stage alla Julliard…e io adesso voglio coinvolgerti nel MIO mondo-

mi dice girandomi attorno sempre palleggiando. Scuoto la testa confusa

-Ma io non voglio rischiare di rompermi un’unghia…o una finestra…o te-

-Tieni!-

esclama lanciandomi il pallone. Lo prendo al volo con una smorfia…è pesantissimo! Chad mi si avvicina da dietro e posando le mani sulle mie mi guida per un tiro a canestro

-Piega le gambe e poi slanciati-

mi sussurra all’orecchio facendomi rabbrividire, sorrido e aiutata da lui faccio come dice…un attimo dopo il pallone entra preciso nel canestro e torna indietro rimbalzando fino ai nostri piedi

-Visto? Non era così difficile-

-Sì, ma adesso voglio il dolce-

mi impunto come una bambina capricciosa. Chad mi fissa con la sua espressione da schiaffi e ferma il pallone mettendolo sottobraccio

-Convincimi-

mi sfida. Mi scosto una ciocca di capelli dal viso e assecondandolo mi avvicino a lui, con un gesto secco gli tolgo il pallone dalle mani e lo getto via mentre incateno il mio sguardo al suo. Le mie braccia scivolano attorno alla vita del ragazzo e mi alzo un po’ sulle punte per raggiungergli le labbra

-Chad…ti prego…torniamo…dentro-

gli sussurro e ad ogni parola segue un morbido bacio attorno alle sue labbra. Lo sento fremere combattuto tra la voglia di accontentarmi e il suo orgoglio, ma alla fine cede e con un gesto fulmineo mi prende in braccio mettendo le mie gambe attorno a lui e incolla le sue labbra alle mie in un bacio carico di voglia mentre sento che rientra in casa. Il gesto per me è inaspettato e rimango senza fiato facendo muovere la mia lingua contro la sua. In un attimo mi trovo stesa a terra accanto all’enorme vetrata che mostra tutto il panorama di fuori, ma non è del panorama che mi importa in questo momento. Chad è già sopra di me e mi bacia dolcemente il collo cercando di slacciarmi il vestito, fremo sotto di lui mentre brividi di piacere mi attraversano la schiena e la pelle si tende al suo tocco. Dopo un lungo armeggiare riesce a togliermi il vestito e io catturo le sue labbra in un bacio appassionato, ma qualcosa mi rende incerta, sento il nervosismo farsi spazio tra la voglia che ho di lui. Cerco di ignorare quella sensazione e mi stacco dal bacio per sfilargli la maglietta, ma le mie mano tremano incontrollate e il cuore sembra mi stia scoppiando in petto. Chad se ne accorge e mi accarezza una guancia

-E’ tutto apposto?-

mi chiede in un sussurro. Non so che rispondergli, sono troppo imbarazzata e combattuta tra le mille sensazioni che provo

-Non lo so-

mormoro arrossendo e mi viene istintivo distogliere lo sguardo da lui. Mi posa un dito sotto al mento e con dolcezza mi gira il viso di nuovo verso di lui

-Stai tranquilla…non c’è fretta-

mi dice rassicurante e mi bacia la fronte. Resto sorpresa dal fatto che sia riuscito a capirmi così velocemente senza che io gli dicessi nulla. Mi sorride ancora e si sdraia accanto a me dopo aver allungato una mano verso il divano per prendere una coperta, la stende sopra noi due e io mi stringo a lui appoggiando una guancia sul suo petto nudo. Al ritmo del suo cuore mi rilasso e le sue dolci carezze sui capelli mi fanno addormentare con l’immagine di quella distesa di stelle luminose, le uniche che hanno assistito alla prima grande incertezza di Sharpay Evans

RINGRAZIAMENTI:

mileybest:
Ebbè sì sono proprio una coppia (e che coppia N.d. R.) Nel prossimo capitolo entreranno in gioco Gabriella, Troy e appunto Taylor e come ti avevo anticipato inizieranno i dolori, ma mi riscatterò alla fine promesso^^

armony_93: continuoerò a credere che questa ficcy lede gravemente alle tue cellule cerebrali, mò pure la ballerina ti metti a fare O.o
Lo so che sono particolarmente sadica e pure qui ti ho dato un assaggio un pochino più Hot, ma appunto perchè sono sadica ho lasciato perdere hihihi...ma tanto ti ho promesso il capitolo e lo sai che arriverà. Spero ti piaccia questo chappy se no *me affila la mannaia*...skèèèèèè!! Fammi sapere che ne pensi...kiss {ricordati che voglio il chappy nuovo della "bellezza del tuo silenzio" e se hai il blocco dello scrittore fai OK più asterisco e SBLOCCATI XDXDXD}

CI TENGO A PRECISARE CHE LO SO CHE SHARPAY E RYAN SONO GEMELLI QUINDI TEORICAMENTE DOVEVA ESSERE IL COMPLEANNO DI ENTRAMBI, MA POI MI VENIVA TROPPO LUNGO E MI INCASINAVA LA STORIA QUINDI CHIUDETE UN OCCHIO ^^

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Capitolo 12
*** Il colpo al cuore ***


Prima ancora di prendere totalmente consapevolezza del mio corpo sento il sole caldo battermi sulla pelle scoperta e un brivido mi percorre la schiena quando qualcosa mi sfiora un fianco. Stendo un braccio verso il lato dove dovrebbe esserci Chad, ma ricade solo sulla coperta improvvisata. Di malavoglia socchiudo appena gli occhi, ma il sole è già alto nel cielo e mi acceca prepotentemente, mugugno infastidita e solo ora sento una risatina accanto a me. E’ Chad e probabilmente è già sveglio da un po’

-Sai…sei buffa persino quando ti svegli-

mi sussurra divertito all’orecchio

-Hai mai sentito il detto non svegliare il can che dorme?-

borbotto guardandolo torva mentre mi metto a sedere, ma prima che possa aggiungere altro con la code dell’occhio vedo delle valige rosa all’ingresso…le MIE valige rosa! Sposto lo sguardo di nuovo su Chad

-E quelle?-

chiedo confusa facendo un cenno verso i bagagli. Chad mi sorride sghembo e si alza in piedi, solo ora mi rendo conto che è in boxer ed è da paura con quei muscoli ben definiti e quella pelle color cioccolato che vien voglia di morderlo.

-E’ la seconda parte del tuo regalo-

mi risponde con una scrollata di spalle per poi girarsi verso i fornelli su cui borbottava una caffettiera zeppa di caffè bollente

-Mi hai regalato le mie valige??-

gli chiedo ancora più confusa dopo qualche secondo di silenzio. Le sue spalle vengono scosse da una risatina, mai una volta che riuscisse a non prendersi gioco di me

-Ma no Sharpay! Le ha portate poco fa Ryan…oggi partiamo, si va a Malibù per il weekend. Ci saranno anche Troy e Gabriella, non ti dispiace vero?-

il viso mi si illumina mentre parla, oddio Malibù: sole, mare, divertimento e…Troy e Gabriella?!? Possibile che riesca sempre a rovinarmi la festa? Ma infondo sono i suoi migliori amici e forse facendo uno sforzo riuscirò anche a digerirli. Mi alzo in piedi lasciando che la coperta ricada a terra e vado verso di lui un po’ pensierosa

-Ma allora è un weekend per coppie-

azzardo con un sorriso luminoso, ma la reazione di Chad non è quella che mi aspettavo. Mi sorride, ma lo vedo nervoso e i muscoli delle spalle sono tesi e non più rilassati come prima

-Uhm…sì in un certo senso-

mi risponde un po’ titubante, sollevo un sopracciglio e lo guardo interrogativa

-Chad…ho detto qualcosa di sbagliato?-

gli chiedo mordendomi il labbro inferiore e abbassando lo sguardo. Mi solleva il viso con un dito sotto il mento e il suo sorriso dolce e tranquillo è ritornato ad illuminargli il viso

-Assolutamente nulla-

mormora sulle mie labbra per poi posarvi un bacio casto e delicato. Quel contatto mi fa venire voglia di qualcosa di più, ma l’aria fresca che entra dalla finestra socchiusa mi fa rabbrividire e mi accorgo solo ora di essere in intimo. Arrossisco di colpo imbarazzata e stacco il mio sguardo dal suo arricciandomi una ciocca di capelli tra le dita

-Ehm…forse è meglio se mi vesto-

dico con evidente imbarazzo per poi andare verso le valige stipate all’ingresso. Apro la più grande, quella che presumo contenga i vestiti e infatti ecco un quarto del mio guardaroba in un ordine che solo Ryan può avere.

Prendo una maglietta a mezze maniche rossa che sfuma sul bordeaux e una gonnellina bianca con la marca stampata dello stesso colore della maglia, mi volto verso Chad in tempo per vedere che mi stava fissando con un sopracciglio alzato

-Che c’è?-

chiedo allargando le braccia con espressione innocente. Chad beve un sorso di caffè e scuote la testa divertito

-Non è che sei molto più coperta di prima-

gli faccio una linguaccia cercando di non ridere e prendo l’altra tazza di caffè che sta appoggiata al tavolo. La caffeina sortisce quasi subito il suo effetto risvegliando il mio corpo dal torpore mattutino, ma il ricordo di questa notte è ancora impresso nella mia mente e mi fa venire voglia di ripetere quel momento all’infinito…niente di più semplice che dormire abbracciati, i battiti del cuore in sintonia, i respiri calmi e sereni, il calore di pelle contro pelle…niente di più naturale e niente di più bello.

-Terra chiama Sharpay-

la mano di Chad che sventola davanti ai miei occhi mi riporta alla realtà e per poco non arrossisco di nuovo come se avesse potuto leggermi nel pensiero. Appoggio la tazza di caffè ormai vuota sul tavolo e gli sorrido allegra scompigliandogli i riccioli ribelli

-Su vestiti veloce…devi mettere i miei bagagli in macchina-

gli dico con aria altezzosa e che non ammette repliche, ma Chad è testone e apre bocca per protestare, ma lo azzittisco con un bacio improvviso e con dolcezza che nemmeno io sapevo di possedere lo guardo e gli dico

-Per favore-

come neve al sole si scioglie davanti alla mia supplica e lo vedo sparire in bagno per prepararsi. Intanto mi infilo le scarpe ed esco sul patio a godermi la brezza mattutina, certo che adesso alla luce del sole la casa, la collina e il boschetto qui accanto fanno tutto un altro effetto. Canticchio a bassa voce passeggiando davanti alla casa e dalla cima della collinetta si vede gran parte della città, è davvero un bel posto questo, così rilassante, così tran….

-Aaaah, Chad!! Lasciami! Mettimi giù subito!-

come al solito con la sua innata delicatezza Chad è piombato alle mie spalle dal nulla e sollevandomi per i fianchi ha iniziato a farmi girare vorticosamente tanto da far diventare tutto una macchia indistinta di colori. Quando mi rimette a terra ridendo come un matto gli lancio un’occhiata omicida e sistemo stizzita la maglietta che si è stropicciata

-Che ti sei fumato in quel bagno?-

sbotto dandogli un leggero pugno sul braccio. Chad sempre ridendo apre bocca per ribattere, ma lo zittisco con un gesto della mano

-Dai carica questa macchina e andiamo prima che cambi idea-

gli ordino altezzosa, ma senza riuscire a nascondere una risatina. Mentre Chad rientra in casa per prendere i bagagli, io tranquillamente mi metto comoda al posto del passeggero e accendo la radio che dopo diversi rumori gracchianti si sintonizza su un programma di musica punk rock…con una smorfia mi affretto a cambiare stazione e finalmente qualcosa di decente

-Chad, sei sicuro che questa sottospecie di auto riesca a portarci fino in California?-

gli chiedo dubbiosa alzando la voce per farmi sentire fino all’ingresso della casa. Un attimo dopo esce Chad che mi lancia un’occhiataccia offesa mentre arranca trascinandosi dietro tutte le valige

-Evita i tuoi delicati commenti sulla mia macchina…o ti lascio in autostrada, principessa-

ribatte sarcastico appena arriva al baule e trova un po’ di fiato per rispondermi. Mi viene istintivo mandare gli occhi al cielo e alzo un poco il volume della radio borbottando tra me e me

-Quanto siamo suscettibili stamattina!-

Il viaggio sembra quasi non finire più, il caldo è soffocante, l’auto di Chad non può andare oltre una certa velocità o il motore si fonde e noi finiamo carbonizzati e in più c’è un traffico allucinante…sbuffo lasciando ricadere la testa contro lo schienale

-Te l’avevo detto che era meglio prendere la MIA macchina-

gli faccio notare per la millesima volta in venti minuti con aria seccata e anche se non lo sto guardando scommetterei che la sua espressione si è fatta più tesa e sta serrando ripetutamente la mandibola per trattenersi dal scaricarmi veramente in autostrada

-Te lo ripeto per l’ennesima volta Sharpay…quanto è vero che mi chiamo Chad Danforth non guiderò MAI e poi MAI un’auto ROSA!-

esclama alzando un po’ troppo la voce

-Ma avrei guidato io!-

-Ah allora vuoi proprio dare il colpo di grazia alla mia dignità maschile eh!?-

con lui ogni discussione è inutile è più testardo di un bambino. Sbuffo irritata cercando di togliermi il ciuffo che ormai si è incollato al viso, sono talmente sudata che sembra mi abbiano ficcata sotto un getto d’acqua e io ODIO sudare…

…fortunatamente a pomeriggio inoltrato arriviamo a Malibù, mi guardo attorno curiosa mentre Chad svolta in una via secondaria nella zona residenziale proprio accanto alla spiaggia. Frena, tira il freno a mano, mette in folle e spegne il motore per poi voltarsi verso di me con un largo sorriso

-Eccoci arrivati-

-Finalmente-

rispondo mandando gli occhi al cielo e scendo dall’auto senza notare il suo broncio offeso, quel broncio che mi fa così tanta tenerezza da non resistergli, che lo rende più bambino di quello che sembra, quel broncio che riesco sempre a trasformare in un sorriso. Soffoco una risatina appena lo vedo fissarmi in quel modo e mi avvicino quasi saltellando per poi buttargli le braccia al collo e guardandolo con gli occhini da bimba gli mormoro

-Dai, lo sai che sono contenta di essere qui…con te-

ed ecco riapparire sul quel viso tanto belle il suo migliore sorriso, così luminoso, così solare, così…

-Heeey amico!-

i miei pensieri vengono bruscamente interrotti da un ragazzo alto, abbronzato, capelli castano chiari e occhi di ghiaccio…Troy, che si lancia con tutta la sua forza addosso a Chad facendolo cadere a terra e rischiando di trascinare pure me

-Fratello!-

esclama allegro Chad prendendolo a pacche sulla schiena mentre tenta di rialzarsi. Li fisso a braccia incrociate scotendo la testa, ma senza riuscire a nascondere un sorriso divertito

-Dio mio non la smetterete mai di essere così…-

-…bambini-

una voce alle mie spalle completa per me la frase, una voce dolce e tranquilla che conosco fin troppo bene. Mi volto verso di lei con un mezzo sorriso e l’aria altezzosa che in sua presenza non riesco a togliermi

-Gabriella-

la saluto con un cenno del capo cercando comunque di non sembrare troppo distaccata. La vedo squadrarmi da capo a piedi con gli occhi sgranati un po’ sorpresa e stranita, che veda anche lei quello che ha visto la Darbus? Un attimo dopo la sento trillare allegramente

-Oh Sharpay!-

e mi si butta al collo stritolandomi, per un attimo resto interdetta dal suo gesto e mi irrigidisco, ma alla fine contraccambio, ormai la East High è lontana così come i vecchi rancori. Sono la prima a sciogliere l’abbraccio e in quel momento mi si avvicina anche Troy con un sorrisetto compiaciuto

-Vediamo vediamo…-

dice facendomi fare una giravolta su me stessa

-…Wow Sharpay, ti sei fatta più carina lo sai?-

completa la frase con una punta di malizia nella voce e uno sguardo divertito…mi bastano due secondi per decifrare quell’espressione, sì mi sta prendendo in giro. Roteando gli oggi agito un dito verso di lui

-Eh no Bolton, non mi provocare…non attacca più ormai-

ribatto altezzosa per poi lanciare un’occhiatina a Chad che prontamente mi mette un braccio attorno alle spalle

-Hey amico, giù le mani dalla mia ragazza-

lo rimbecca cercando di passare per minaccioso

-Ok ok vedete di non picchiarvi per Sharpay…non è successo in quattro anni di liceo, deve succedere proprio ora?-

interviene Gabriella scherzosamente prendendo Troy per mano, immediatamente ci mettiamo tutti a ridere…da quando Gabriella è diventata simpatica?

-Dai amico dammi una mano a portare dentro i bagagli…la principessina qui si è portata mezzo palazzo-

la “divertente” frecciatina ovviamente viene da Chad che dopo aver dato una pacca sulla spalla a Troy si avvia ad aprire il baule seguito dall’amico che ancora ride per la sua battutina. Non mi prendo la briga di ribattere ed ignoro le smorfie di Troy quando vede le mie tre valige rosa, tutto solo perché Gabriella mi ha afferrato per un braccio e mi sta praticamente trascinando verso la spiaggia

-Non so se te l’hanno detto, ma il braccio mi serve ancora-

le faccio notare un po’ infastidita dal suo inspiegabile modo di fare. Alle mie parole si ferma di colpo e dopo essersi accertata che siamo abbastanza lontane dai due ragazzi mi guarda seriamente negli occhi

-Sharpay ti devo parlare-

è strana, davvero troppo strana e la sua aria comincia a preoccuparmi…un’idea si insinua nella mia mente e la guardo ad occhi sgranati

-Oddio sei incinta!-

esclamo, ma subito vedo le sue braccia crollare lungo i fianchi…no non ci ho azzeccato

-Seriamente-

mormora un tantino esasperata

-Gabriella ti decidi a parlare?? Mi stai facendo agitare-

le rispondo stizzita. Lei mi fa cenno di sedermi su un tronco abbandonato lì sulla spiaggia e continuando a scrutare crucciata la sua espressione, le obbedisco…anche lei mi si siede accanto e mi prende entrambe le mani con aria apprensiva

-Ti devo dire una cosa che riguarda Chad, mi ha chiesto lui di farlo…ti prego promettimi di non prendertela con lui, lo sai come è fa tanto il duro, ma poi difficilmente trova il coraggio per certe cose-

-Per certe cose?-

le chiedo confusa e un tantino irritata, voglio che arrivi al punto, ma sembra cercare di girarci intorno

-Ecco vedi Sharpay questi due giorni non ci saremo solo noi quattro, ma verrà anche Taylor-

con lo sguardo la esorto a continuare mentre un campanello d’allarme mi suona in testa

-Io conosco bene Chad e so quanto tiene a te, l’ho visto così premuroso solo con Taylor e questo significa solo una cosa…che è stramaledettamente innamorato di te-

si ferma un attimo prendendo un profondo respiro, ma è più forte di me e con delusione nella voce la interrompo

-C’è un ma, vero?-

le chiedo con un sospiro pesante. Gabriella abbassa lo sguardo, deve essere qualcosa di grave se non si decide a dirmelo. Passano altri secondi silenziosi durante i quali vorrei scuoterla per le spalle e farle sputare il rospo, ma proprio quando apro bocca per esortarla a finire lei ricomincia a parlare

-Ho provato a cercare le parole giuste, ma è inutile girarci intorno e parole giuste non ci sono…Taylor è ancora convinta di stare con Chad perché lui non le ha detto niente di voi due. Tiene tanto a te, ma tiene anche a Taylor, come amica ormai e Chad beh, lo sai è un po’ orso e non ha mai trovato il coraggio né il modo di dirle tutto senza ferirla. Conta di farlo alla fine del weekend e di sicuro la tua presenza lo aiuterebbe, ma capisci che non può comportarsi da fidanzatino con te, almeno non prima di averle detto tutto-

Ah solo questo? E io che mi ero preoccupata…e non fate caso a quel rumore assordante come vetri che si schiantano al suolo, è solo il mio cuore che va a pezzi, niente di cui preoccuparsi no? Resto impassibile a fissare la ragazza dai tratti orientali e i capelli neri come la pece che sta seduta davanti a me, quasi non mi accorgo che mi sta scuotendo spaventata nel tentativo forse di farmi riprendere…devo essere ridotta piuttosto male se all’esterno manifesto anche solo una minima parte di come mi sento dentro. E mentre tutto attorno a me si fa confuso scivolo via dalla spiaggia, dal rumore delle onde sul bagnasciuga, da Gabriella che sta chiamando agitata i due ragazzi e un attimo dopo è tutto buio, è tutto silenzio, è tutta pace.

RINGRAZIAMENTI:

mileybest: grazie ancora sono contenta che continui a seguire questa ficcy, beh dai Taylor cattiva non ce la vedo proprio, diciamo che anche lei è un po' vittima della situazione ^^

armony_93: Come minimo con questo finale ti prendi un colpo, non mi odiare, lo so che avevo promesso il fatidico capitolo che tanto aspetti e doveva essere questo, ma quando sono arrivata a quest'ultima frase ho pensato che fosse perfetto così e che forse l'avrei rovinato aggiungendo altro. Nel prossimo ti giuro e stragiuro che finalmente faccio combinare qualcosa a quei due xDxD. Che altro posso dirti? Lo sai che questi complimenti da un'autrice così brava come te mi fanno solo un enorme piacere e mi imbarazzano, ma sempre in maniera positiva. Dimmi con la massima SINCERITA' cosa ne pensi di questo ^^....ti lovvo, bacioni!!

Gloria_Potter: Come si sul dire: meglio tardi che mai XDXD No vabbè scherzo l'importante è che ti piaccia e spero di non deludere le tue aspettative nei capitoli futuri. Mi raccomando continua a recensire che più commenti ci sono meglio posso scrivere. Grazie grazie grazie ancora!

Cristie: esatto le Chadpay non sono molto frequenti, ma meglio così rende più originale questa ficcy e più fantastica questa coppia. Già il fatto che ti sei interessata a questa fan fiction pur non essendo fan di HSM  è un tragurdo per me e ne sono contentissima...spero di vedere un altro tuo commento a questo chappy o in altri...kiss!

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