Panna e Cioccolato di KissMe (/viewuser.php?uid=56457)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare da capo ***
Capitolo 2: *** Dolce punizione ***
Capitolo 3: *** Messaggio misterioso ***
Capitolo 4: *** Le charming ***
Capitolo 5: *** Sotto la pioggia ***
Capitolo 6: *** Inaspettatamente ***
Capitolo 7: *** C'è qualcosa che devi dirmi? ***
Capitolo 8: *** Confessioni ***
Capitolo 9: *** Tuffo nel passato ***
Capitolo 10: *** La magia del palcoscenico ***
Capitolo 11: *** Compleanno sotto le stelle ***
Capitolo 12: *** Il colpo al cuore ***
Capitolo 1 *** Ricominciare da capo ***
Un trillo fastidioso mi riscuote da
un sonno profondo e
senza sogni, mi ci vuole un po’ per capire che è
la sveglia, vorrei spegnerla o
meglio gettarla contro il muro in modo che non trilli MAI
più, ma il mio corpo
non risponde ai comandi.
Stendo pigramente un braccio verso il
comodino facendolo
spuntare da sotto il morbidissimo piumone rosa e spengo
quell’aggeggio
infernale. La stanza piomba in un silenzio di tomba e le mie orecchie
paiono
ringraziare, la pace che aleggia mi fa addormentare di nuovo, ma dopo
una
manciata di minuti avverto qualcosa di umidiccio sul naso e che si
sposta sulle
guance. Il mio corpo reagisce come azionato da una molla, strillo e
scatto a
sedere con gli occhi sbarrati. Realizzo dopo qualche secondo che quella
cosa
umidiccia non è altro che il naso del mio cagnolino accorso
a svegliarmi, Boi
mi guarda con i suoi occhietti teneri, la lingua penzoloni e la coda
che si
dimena. Un attimo dopo irrompe nella stanza mia madre
-Biscottino è tutto
apposto?-
mi chiede evidentemente preoccupata
per lo strillo.
Sbadiglio e poi le sorrido rassicurandola
-Sì mamma è
tutto apposto-
-Bene allora sbrigati è il
tuo primo giorno di scuola!-
trilla allegra per poi richiudere la
porta. Sarà la
sonnolenza, ma non intendo subito le sue parole…storto il
naso e mi chiedo cosa
voleva dire con “primo giorno di scuola”, infondo
io l’ho finita la scuola, mi
sono diplomata alla East High, ora manca il college…ODDIO IL
COLLEGE! La mia
espressione muta da incerta a terrorizzata e in un baleno mi ritrovo
immersa
tra i vestiti appesi sulle grucce o stipati negli scaffali della mia
cabina
armadio. Già perché la mia paura più
grande è trovare qualcosa da mettere e non
di certo come andrà nella nuova scuola, dai diciamocelo mi
laureerò in Arti
Sceniche in pratica il mio pane quotidiano, quindi perché
preoccuparsi??
Un’ora dopo sono al volante
della mia deca rosa, sempre
quella ma molto più personalizzata, ora ho anche i sedili
con il massaggio, lo
schermo ultrapiatto per vedere DVD e uno stereo potenziato. Mastico
ancora un
pezzo di toast che ho afferrato al volo con disappunto di mia madre che
mi vede
sempre deperita e vorrebbe ingozzarmi come un maiale. Sfreccio per le
strade di
Albuquerque diretta all’Albuquerque University ad una
velocità che sicuramente
mio fratello Ryan avrebbe criticato. Dio quanto mi manca, è
andato via solo da
un giorno, ma sento la mancanza di qualcuno da comandare a bacchetta.
No dai
scherzi a parte ci tengo davvero a mio fratello, forse non
l’ho mai detto o
dimostrato però gli voglio bene, è un appoggio
per me e certe volte anche il
mio grillo parlante che può risultare fastidioso, ma alla
fine non se ne può
fare a meno. Sorrido pensando a quello che mi avrebbe detto se fosse
qui
accanto a me. L’aria mi passa tra i capelli
scuri…scuri?? Sì scuri, dopo il
diploma ho fatto questa pazzia, mi sentivo diversa e ho voluto
cambiare…che
dire? Forse mi fa meno principessina ma sono orgogliosa della mia
cascata di
boccoli SCURI!
Svolto l’angolo e il cuore
mi salta in gola, ho visto spesso
questo college, ma sempre con occhi diversi, inizio a sentirmi agitata
e di
colpo penso che i vestiti che ho addosso non siano poi così
adatti. Ho quasi la
tentazione di fare retromarcia e tornare a casa a cambiarmi, ma
è tardi e non
vorrei farmi conoscere subito per il mio ritardo. Infilo
l’auto nel primo posto
disponibile e scendo velocemente. Stivali alti, bianchi, jeans
aderenti, scuri,
infilati negli stivali e un top non troppo corto a righine bianche e
blu…mi
guardo nello specchietto, sì posso andare, diamine sono
Sharpay Evans o no? E
allora perché tanta paura?
Respiro profondamente
-Vai e stendili tutti Sharpay-
mi dico per darmi coraggio, non so
dire se ha funzionato, ma
comunque marcio a passi lunghi e decisi verso l’entrata
tenendo ferma con una
mano la tracolla che mi sbatte sulle gambe ad ogni passo. Mi sembra di
essere
tornata indietro di qualche mese, diverse paia d’occhi sono
puntate su di me,
sorrido rassicurata, temevo di passare inosservata qui, ma invece
quelle
occhiate curiose e ammirate mi fanno sentire la Sharpay Evans del Drama
Club
della East High. Con la convinzione di trovarmi la strada spianata
attraverso
il corridoio, i miei passi rimbombano sul marmo bianco del pavimento,
eh sì
aria di casa!
Succede in un attimo, sento una forte
botta alla spalla e mi
ritrovo con il sedere a terra, la tracolla si rovescia e tutti i libri
e cose
varie vengono sparse sul pavimento. Attorno a me solo risate, non oso
alzare lo
sguardo, mi vergogno da morire, oddio no sono pure arrossita!
-E guardare dove vai no eh?-
una voce sprezzante, acuta, mi arriva
come uno schiaffo,
parole e tono che sento molto familiari, alzo piano lo sguardo. Una
ragazza
alta, bionda, occhi chiari, molto carina, ma nulla in confronto a me,
mi fissa
con sguardo indurito e labbra serrate. Alle sue spalle spuntano altre
due
ragazze, identiche, capelli neri, pelle chiarissima, sembrano uscite da
un film
horror giapponese. Le guardo a mia volta, ma non riesco a parlare
qualsiasi
parola mi muore in gola
-Alla matricola hanno mangiato la
lingua a quanto pare-
è una delle due gemelle a
parlare adesso, vorrei scattare in
piedi e rispondere a tono, ma non so che mi prende
-I…io-
la voce mi trema, sento un groppo in
gola. Loro mi guardano
e ridono di più e così le persone che si sono
fatte attorno, sembra che siano
intimoriti tutti dalle tre e le assecondano come meglio possono.
Abbasso lo
sguardo, le lacrime cercano di farsi spazio, ma un po’ di
orgoglio mi è rimasto
e le caccio indietro. Pochi secondi e le risate cessano
-A presto piccoletta-
dice la ragazza bionda mentre mi
scompiglia i capelli e se
ne va seguita dalle altre due mentre la sento ancora ridere.
Muoio di vergogna, prego
perché il pavimento si apra sotto
di me e mi inghiotta, beh inutile restare qui e poi come previsto sono
in
fottuto ritardo. Rimetto in fretta le cose nella borsa e mentre faccio
per
rialzarmi vedo una mano scura tesa davanti a me
-Caduta dal piedistallo Regina di
Ghiaccio?-
la sua voce così familiare
e la sua solita ironia pungente
mi fanno sorridere. Alzo lo sguardo e anche lui sorride, a me, Chad
Danforth
che mi sorride, o forse ride di me! Scuoto la testa e mi rialzo senza
il suo
aiuto
-Diciamo che ci si è messa
di mezzo una spinta per farmi
cadere-
rispondo lanciando
un’occhiataccia verso il trio ormai
infondo al corridoio. Mi sistemo i capelli ancora scompigliati, do
un’occhiata
all’ora e reprimendo un imprecazione mi limito a dire
-Ci vediamo…saluti!-
e cercando di dimenticare quel
pessimo inizio mi dirigo a
lezione…in ritardo ovvio.
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Capitolo 2 *** Dolce punizione ***
Ho appena fatto la più
clamorosa figuraccia della mia vita,
molto peggio di quel sogno che ho fatto una volta dove ero sul palco e
di colpo
mi accorgevo di essere senza…trucco! Shokkante da morire, mi
ha perseguitato
per mesi interi quell’incubo. E’ in momenti come
questo che sento di più il
bisogno di avere accanto mio fratello, sì lo so sono
ripetitiva, ma che ci
posso fare? Per i gemelli è dura separarsi, insomma ho
vissuto tutti i miei
diciotto anni con lui, non siamo mai stati distanti più di
un giorno e anche se
litigavamo sempre almeno avevo una valvola di sfogo.
Entro in aula, che poi più
che un’aula è un immenso
auditorium, ci staranno almeno ottocento persone. Rimango sbalordita,
ero
abituata alle quattro file di semplici banchi alla East High, cavoli
nel giro
di dieci minuti mi stanno crollando davanti tutte le certezze come un
castello
di carte. Mi accorgo di non essere l’unica ritardataria e mi
affretto a
prendere posto un tantino sollevata. Mi siedo, accavallo le gambe e mi
metto
composta e pronta ad ascoltare come sempre…se qualcuno
ascoltasse questo mio
pensiero storterebbe il naso, ma è vero io ascolto le
lezioni che mi
interessano…un attimo…ma che lezione è
questa??
Guardo l’orario, ah
sì storia del teatro…il mio entusiasmo
si spegne quasi subito, sento che sarà una mattinata lunga e
noiosa. Come se
non bastasse ora entra il professore, caspita è proprio come
me l’ero
immaginata, possibile che li facciano tutti con lo stampino??
Si avvicina a passo pesante alla
cattedra, con cipiglio
severo guarda verso la miriade di studenti che nel frattempo si
è ammutolita.
Sembra quasi che ci guardi uno per uno, devo dire che mi mette
parecchia
soggezione. Lo scruto mentre guarda dall’altra parte e mi
viene da ridere
quando capisco cosa e chi mi ricorda…è una specie
di fusione tra un tricheco e
la Darbus. Oddio aiuto! Mi sta fissando, mica sarà capace di
leggere nel
pensiero?! Mi faccio piccola piccola e mi accorgo che non guardava me,
in
realtà guardava un ragazzo poco distante da me, ma sto tizio
è pure strabico
quindi è normale che mi sia confusa.
Inizia le lezione, biascica pure non
parla normalmente e
dopo cinque minuti già non gli sto più dietro. Ho
terribilmente sonno, man mano
che i minuti (o forse sono secondi) passano abbandono la mia posizione
composta
ed impettita e mi trovo a fissare il vuoto con la testa sorretta dalla
mano.
Penso alla Julliard, lì si che avrei fatto faville,
lì non ci sono materie
teoriche solo ed esclusivamente pratica. Immagino mio fratello e Kelsie
che ora
si staranno divertendo da matti, insieme. Un sorrisetto mi si dipinge
in faccia
mentre penso che tra loro due c’è del tenero,
l’hanno capito tutti ormai. Ma
non resto allegra per molto, cavoli quella borsa di studio la volevo
io!! Se
non fosse stato per quella pulce di Zara, come si faceva chiamare? Ah sì Jimmy the
Rocket...patetico! Sbuffo
ed un istante dopo sento una specie di schiocco fortissimo sul mio
banco che mi
fa sobbalzare. Oh no! Il tricheco mi fissa minaccioso, ad un passo da
me e con
una bacchetta in mano…
-Presumo che stesse riflettendo sul
profondo significato
della catarsi nel teatro greco signorina…?-
oddio ce l’ha proprio con
me, non ho capito una parola di
quello che mi ha detto, ma dal tono è piuttosto arrabbiato e
sembra che voglia
sapere il mio nome
-Evans-
rispondo mordendomi un labbro. Il
sorrisetto che mi rivolge
è tutt’altro che rassicurante
-Bene signorina Evans,
avrà l’onore di conoscere molte facce
nuove oggi pomeriggio-
mi dice con tono falsamente
rassicurante mentre mi porge un
biglietto che ha appena firmato. Inarco un sopracciglio mentre osservo
quel
pezzo di carta…a caratteri cubitali appare la scritta
DETENZIONE…resto a bocca
aperta, pure qui ci deve essere??
-Ma…-
apro bocca per replicare, ma me ne
pento subito, un altro schiocco
sul mio banco mi fa trasalire
-Niente MA signorina…e che
sia chiaro per tutti, qui nella
mia aula voglio solo vedere penne che scrivono, sguardi puntati sui
fogli e non
voglio sentir volare una mosca-
dice con tono sostenuto guardando
anche tutti gli altri che
assumono la mia stessa espressione sconcertata. Senza che se ne accorga
lo
fulmino con lo sguardo e mi
lascio
andare contro lo schienale della sedia, affranta.
@@@@@@
Sono ormai le quattro di pomeriggio,
le lezioni
fortunatamente sono finite ed ora mi trovo a vagare per un ala della
scuola che
sembra totalmente abbandonata mentre tengo stretto tra le dita il
biglietto
della detenzione. Aula 53 dice, ma perché cavolo non la
trovo?? Ad un certo
punto però una musica mi giunge alle orecchie, mi fermo ad
ascoltare in modo
che il rumore dei tacchi non copra quelle note ovattate. Alla musica si
uniscono schiamazzi ed incitamenti, cammino cauta mentre cerco di
seguire il
suono, sembra provenga dal fondo di quel corridoio…aumento
il passo e in effetti
la musica si fa più alta, sembra musica hip hop o qualcosa
del genere. Il mio
entusiasmo sfuma, detesto quella robaccia da strada, ma appena alzo lo
sguardo
mi trovo di fronte all’aula 53 ed è proprio da
lì che proviene la musica.
Trattengo il respiro e abbasso la
maniglia della porta…come
metto piede nell’aula la musica si ferma e decine di paia di
occhi si fissano
su di me, ma non sono quegli sguardi che mi rendono orgogliosa di
essere me
stessa, anzi sono sguardi duri, prepotenti e nel loro modo anche
altezzosi.
Resto impalata sulla soglia, mi sento tremendamente a disagio, ho paura
persino
a muovere un passo. Il silenzio di gelo viene interrotto da uno dei
ragazzi più
vicini a me, ha la pelle scura come il resto dei presenti eccetto me, i
capelli
sono raccolti sul capo in un’intricata rete di treccine ed
indossa una felpa
nera di almeno tre taglie più grande e dei jeans che ancora
un po’ gli crollano
fino alle ginocchia
-Guardate ragazzi un fiocco di neve
è sceso nei bassifondi-
dice con fare arrogante suscitando le
risate dei compagni.
Apro bocca per replicare, ma per l’ennesima volta oggi le
parole mi muoiono
prima di diventare suoni, non reggo più quella situazione,
faccio per
andarmene, ma una mano calda mi afferra per il polso costringendomi a
voltarmi.
Mi giro impaurita, ma quello che vedo mi tranquillizza
all’istante. Una cascata
di fitti riccioli scuri si scuote di fronte al mio viso
-No no no no Evans! Così
non va bene…già ti fai mettere in
punizione, il primo giorno??-
Chad mi sorride, non mi parla con
strafottenza come
quell’altro ragazzo
-Potrei farti la stessa domanda
Danforth-
ribatto con un sorriso di
superiorità. Il ragazzo con la
felpa nera si accosta a noi due e dopo avermi lanciato una profonda
occhiata
guarda Chad con cipiglio severo
-Conosci la principessina qui??-
Chad diventa subito serio e guarda
prima me, poi lui
-Sì andavamo insieme alla
East High…era una del gruppo-
quell’ultima affermazione
mi spiazza, ma scorgo con la coda
dell’occhio che Chad mi fa l’occhiolino, decido di
non sindacare forse l’ha
fatto per mettere a tacere gli altri…un momento, ma mi sta
aiutando per caso??
Una ragazza si fa avanti, vestita in
modo del tutto
discutibile
-Sentiamo fiocco di neve, che hai
fatto per essere qui?-
mi chiede con tono
tutt’altro che gentile. Non mi lascio
intimorire e scrollo le spalle con aria di sufficienza
-Niente di che…ero solo un
tantino distratta-
rispondo tranquilla. Non mi va di
essere squadrata in quel
modo e nemmeno voglio subire un terzo grado da loro quindi parto in
contropiede
-Stavate ballando?-
chiedo osservando l’enorme
stereo appoggiato sulla cattedra.
Domanda errata, tutti si cacciano a ridere e il ragazzo dalla felpa
nera mi si
para davanti mettendosi tra me e lo stereo
-Lascia perdere, sei lontana anni
luce da quello che
facciamo noi-
sbotta squadrandomi con disprezzo,
Chad si fa avanti
-Dai Shaun lasciala st…-
non gli do il tempo di finire la
frase che intervengo io
-E’ una sfida
questa…Shaun?-
gli chiedo fissandolo negli occhi.
Forse farò l’ennesima
figuraccia di quel giorno, ma io sono Sharpay Evans e quella
è palesemente una
sfida…io non mi tiro MAI indietro. Shaun non dice nulla ma
rimane a fissarmi
con sguardo duro, tende una mano indietro la musica di prima
ricomincia. Non
stacca un attimo lo sguardo da me mentre balla, un cerchio si
è formato attorno
a noi, vedo Chad che scuote la testa con una mano sulla fronte, forse
si
aspetta il peggio. Devo ammetterlo quel ragazzo si muove benissimo e
riesce a
mettermi un po’ di soggezione, ma quando vedo che allarga le
braccia e mi fa un
cenno del capo capisco che è il mio momento. Sfilo i tacchi
in un attimo e li
appoggio di lato, prima di iniziare cerco di non pensare a nulla e di
lasciare
che la musica mi guidi, inizio ad abituarmi a sentirla e faccio appello
ai
ricordi di qualche video hip hop, magari andando per imitazione riesco
a non
mettermi poi così in ridicolo. Faccio uno scatto verso di
lui, non se l’aspetta
e indietreggia suscitando le risatine di molti, basta schemi ballo come
mi
viene e mi sorprendo a saper ballare pure quello stile, certo non come
loro ma
dagli incitamenti che partono dal gruppo capisco che forse non sono poi
così
male. Shaun sembra essersela presa e spegne la musica, mi si avvicina
minaccioso e per un attimo ho davvero paura. Me lo ritrovo ad un
centimetro dal
viso, lo sguardo rabbioso e i denti stretti, ma sorprendentemente
qualche
istante dopo si apre in un sorriso luminoso
-Fiocco di neve, benvenuta
nell’aula 53-
resto di sasso mentre urla e
schiamazzi di approvazione si
diffondono nell’aula. Wow per la prima volta faccio veramente
parte di un
gruppo e non sono persone che mi stanno accanto solo per uno scopo
personale,
sono stata accettata per il mio talento e forse anche la
sfrontatezza…l’ho
sempre detto di essere la migliore!!
Sorrido soddisfatta e mi accorgo che
il tempo è passato
fulmineo, la mia ora di punizione è terminata, devo dire che
mi dispiace pure.
-Devo andare, ci si vede ragazzi-
esclamo infilandomi le scarpe, appena
prima di uscire
incrocio lo sguardo di Chad che mi guarda stupito ed orgoglioso allo
stesso
momento. Gli sorrido contenta ed esco di volata dalla
porta…infondo non è stata
poi così male come giornata
------
Scusate sono di frettissima e non riesco a ringraziarvi
singolarmente...per ch ha recensito grazie pe ri bei commenti e spero
continuiate a leggere questa ficcy un po'strana...un bacio! Grazie a
chi ha anche solo letto
|
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Capitolo 3 *** Messaggio misterioso ***
Sono praticamente sfinita, ancora mi
chiedo come posso
reggermi in piedi. Per tutto il tragitto
dall’università a casa non ho fatto
altro che pensare al mio lettuccio, caldo e morbido. Chissenefrega
della cena
ho tremendamente bisogno di dormire è stata una giornata
pesantuccia. Apro la
porta di casa e subito mi sento stringere in una morsa stritolatrice,
dei
capelli biondi sbattuti in faccia, anzi proprio negli occhi, mi
informano che è
mia madre
-Cof cof…mamma
così mi uccidi!-
Esclamo cercando di divincolarmi,
finalmente mi lascia e
torno a respirare. Certo che mia madre è incredibile, ora
che Ryan è via non ha
più nessuno da spupazzare e si sfoga su di me, non capisce
però che se continua
così o scappo di casa o è la volta buona che mi
stritola davvero. Mi sistemo
stizzita la maglietta che in quella dimostrazione di affetto si
è stropicciata
tutta. Alzo lo sguardo su mia madre e non riesco a reprimere un
sorriso, mi
guarda con occhi lucidi le mani congiunte e lo sguardo speranzoso. Solo
alla
consegna dei diplomi mi aveva guardata in quel modo e, quando avevo
fatto una
giravolta con la tunica rossa per farmi ammirare, è
scoppiata a piangere. Evito
perciò di pavoneggiarmi prima di dover chiamare un
idraulico. Roteo gli occhi
esasperata
-Mamma…sembri Boi con
quella faccia-
Commento mentre mi piego per prendere
tra le braccia il mio
cagnolino che, sentendosi preso in causa, è accorso a
salutarmi. Finalmente lei
capisce e si ricompone, mi accarezza il capo con un sorriso orgoglioso
-Avanti biscottino,
racconta…come è stato il primo giorno di
college?-
Iclino la testa di lato, è
un vizio che ho quando penso. Mi
dico che forse è meglio tralasciare i particolari come la
clamorosa caduta a
terra, la punizione del prof e l’ora di detenzione, le avrei
solo causato un
infarto. Decido per una banale e diretta frase, le rivolgo il mio
sorriso
migliore e rispondo con naturalezza
-Direi…strano e
inaspettato-
Ok, dalla sua espressione forse non
è quello che si aspetta.
Meglio defilarmi prima che parta l’inevitabile terzo grado
che non augurerei a
nessuno. Prima che possa dire qualsiasi cosa sbadiglio
-Sono stanchissima…vado a
dormire-
Conto fino a tre mentre salgo le
scale e l’inevitabile
reazione di disappunto tipica delle madri o almeno della mia, arriva
-E non mangi nulla? No principessa
così non va bene, sei già
così magra-
Non mi volto e continuo a salire le
scale accarezzando Boi,
ma sorrido, è apprensiva sì ma tutte quelle
attenzioni devo dire che mi fanno
piacere. Mi chiama un’altra volta, ma di nuovo non rispondo,
continuo a
sorridere, ho in mente altro ma non so cosa. Prima di entrare in stanza
sento i
passi pesanti di mio padre nel salone e la frase sommessa
-La nostra piccola è
cresciuta-
Lo dice con orgoglio e tristezza allo
stesso tempo, sento
mia madre singhiozzare. Scuoto la testa
divertita…è tipico…e entro dalla porta
rosa della mia camera…rosa.
Dopo un perfetto bagno caldo e
ristoratore durato circa
un’ora mi preparo per andare a dormire anche se ora mi sento
più sveglia, il
pensiero di quella giornata mi impedisce di rilassarmi per bene, ma non
riesco
a capire perché. Passo più volte la spazzola tra
i capelli mentre sto seduta di
fronte al mio enorme specchio, le setole scivolano per tutta la
lunghezza con
estrema facilità. Questo è il momento della
giornata che preferisco, sono da
sola, nella pace più totale e mi sento una principessa che
si da i classici
cento colpi di spazzola prima di andare a dormire. Questa frase mi
ricorda
tanto un libro che ho letto…terribile! A volte mi sorprendo
come ragazzine di
15 anni possano vendersi così facilmente. E’
pensando a queste cose che mi
sento ancora bambina, sto per fare diciannove anni, sono indubbiamente
bellissima, so anche essere dolce e simpatica se mi si prende per il
verso
giusto…eppure, non ho mai fatto l’amore. Le
occasioni si sono presentate certo,
ma forse sono troppo sognatrice, cerco il momento perfetto, la persona
perfetta…e intanto gli altri vanno avanti e io resto qui,
sola come sempre.
Scuoto la testa per scacciare questo
pensiero, non voglio
intristirmi e mi convinco che presto o tardi anche io
troverò “l’anima gemella”
e non voglio certo smettere di sognare, io voglio la
perfezione…sempre!
Appoggio la spazzola sul mobile
accanto allo specchio,
guardo il mio riflesso e sorrido un po’ intenerita dalla mia
stessa immagine. I
boccoli morbidi mi si appoggiano sulle spalle e il ciuffo mi copre
parte
dell’occhio destro, ho lo sguardo stanco e gli occhi sono
leggermente lucidi.
Sono senza trucco e quindi più pallida, ma come dice mia
madre ho le guance di
una bambolina di porcellana, lisce e candide. La camicia da notte di
morbido
cotone rosa mi copre fin sopra il ginocchio, mi scopro ad avere il
mignolo in
bocca mentre mi osservo, è un altro vizio che ho da quando
sono bambina. Ecco
sì ora mi sembra davvero di essere tornata bambina, ora che
sto crescendo mi
accorgo di quanto vorrei tornare indietro e magari dare al mondo
un’immagine
diversa di me, la stessa me che ora si riflette in questo specchio, con
lo
sguardo stanco, il viso tenero e il mignolo in bocca.
Sospiro e mi butto a peso morto sul
letto. Accanto a me Boi,
che già dormiva sprofondato nel piumone, sobbalza e lancia
qualche occhiatina
attorno un po’ spaurito. Ma quando si accorge che non
c’è nulla di pericoloso
mi sale tranquillo sulla pancia per farsi coccolare, appena mi fermo
agita una
zampetta nel vuoto per chiamarmi e io ricomincio ridacchiando.
Coccolando il
mio cucciolo riesco a rilassarmi e con il capo sprofondato nel cuscino
sto per
addormentarmi, quando una musichetta squillante fa sobbalzare me e il
cane.
Boi infastidito ringhia sommessamente
e scende dal letto,
mentre io mi giro su un fianco, strabuzzo gli occhi che mi bruciano
lievemente
e sopprimendo uno sbadiglio allungo la mano per prendere il cellulare
ROSA, sul
comodino.
La luce del display quasi mi acceca
appena apro lo
sportello, con il dorso della mano mi sfrego gli occhi e ancora
assonnata metto
a fuoco le lettere sul dispaly. Mi è arrivato un messaggio,
lo apro, è un
numero che non conosco. Sono tentata di cancellarlo, ma poi per
curiosità lo
leggo
Sei stata
fantastica
Tre parole che mi lasciano
assolutamente perplessa.
Normalmente un messaggio del genere farebbe piacere a chiunque, e
farebbe
piacere anche a me se solo sapessi di chi fosse quel numero. La
curiosità è
tanta, ma non mi va di scrivere la solita frase “Chi
sei?”, io devo
distinguermi anche in questo. Penso un attimo e come un’ovvia
illuminazione mi
viene in mente una risposta, nonostante il sonno digito velocemente
Io sono fantastica
in OGNI cosa che faccio…grazie,
chiunque tu sia.
Sorrido lievemente e invio il
messaggio. Osservo l’immagine
della busta che si chiude e viene spedita e me la immagino vaporizzata
nell’aria che fluttua fino a ricomporsi sul display di
qualcun altro che avrei
tanto voluto sapere chi fosse. Basta sognare ad occhi aperti, spengo il
cellulare e mi rituffo tra le braccia di Morfeo, consapevole in qualche
modo
che il mistero sarebbe stato risolto più presto del previsto.
RINGRAZIAMENTI TIME:
Scusate il chappy un po' corto però a mio
parere molto carino. Mi è piaciuto da morire scrivere il
pezzo di sharpay davanti allo specchio, aspetto tanti commentini eh
^^....grazie anche a chi leggerà o a chi legge senza
recensire ^^
armony_93: Tu
sai quanto adoro infinitamente le tue ficcy e questi complimenti da
parte tua mi fanno un piacere enorme. Premetto che anche io
adoro Chaylor anche se il mio cuore resta per Tropay,
ho tentato questa nuova strada e vedremo cosa ne uscirà,
ancora non ho quasi nulla di definito, le vicende mi vengono volta per
volta. Penso comunque di metterci un po' di Tropay nonostante sia di
base una Chadpay. Vedrò e spero che continuerai a
seguirmi....<3
Tay_: ok
tesò ora ho paura a precisarti una cosa...in questa ficcy
Sharpay non è più bionda xD ora non odiarmi la
coppia, ma puoi sempre far finta di essere tu...con i capelli tinti
ihihihih...non avercela con me per questa coppia strana è
che le Chaylor non le so scrivere bene perchè i personaggi
seppur mi piacciano non mi appassionano come Sharpay per
esempio...però dai l'importante è che Chaddino
sia felice no? xD
Leia_the_Witch: U.U
con te non parlo più, dopo che mi hai fatto finire in
tragedia la mia Zashley preferita....skeeeeerzo ovviamente. Sono
contenta ti sia piaciuto l'inizio di questa ficcy e credimi Sha ne
farà di tutti i colori, peperina come è xD
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Capitolo 4 *** Le charming ***
-Buongiorno principessa-
la voce di mio padre mi arriva come
ovattata mentre scendo
le scale e mi avvio verso la cucina. Ho gli occhi semichiusi, ancora
non li ho
abituati alla luce e mi bruciano da morire come tutte le volte che
dormo poco.
Rispondo al saluto di mio padre con un gesto del capo e mi lascio
andare sulla
sedia di fronte a lui
-Sai Ryan è già
stato selezionato per un concorso interno
alla scuola-
mi informa mia madre emozionata,
mentre appoggia una tazza
di caffè fumante sul tavolo. Da me proviene solo un sommesso
mugugno mentre
cerco di ripristinare le attività cerebrali. Quel
dannatissimo mittente
misterioso mi ha tormentata per tutta la notte, e come è
vero che mi chiamo
Sharpay Evans scoprirò chi è…o rischio
un frontale per colpo di sonno.
-Sei sicura di stare bene tesoro?-
mi chiede apprensiva mia
madre…tesoro, principessa, biscottino,
ma la smetteranno mai di darmi quei nomignoli di quando avevo tre anni?
Sbuffo
e afferro una tazza di caffè
-Starò meglio dopo questo-
mormoro e ne bevo un sorso
abbondante, niente zucchero, a me
piace così, amarissimo. Tempo due minuti e ho già
svuotato la tazza, sto per
addentare un cornetto quando sento il mio cellulare che vibra.
Stranamente
fulminea per le mie condizioni mattutine afferro
l’apparecchio e il cuore mi
sale in gola quando vedo la busta lampeggiare. Apro il messaggio, di
nuovo un numero
che non conosco
Heilà
Regina di Ghiaccio! Cos’è al Polo
c’è troppa
neve per uscire di casa? Le lezioni iniziano prima oggi…sei
in fottuto
ritardo…C.D.
-Oh
porca pu…-
schizzo in piedi e corro di sopra
ignorando le proteste di
mio padre per il linguaggio poco appropriato. Merda per oggi non posso
fare
tanto la schizzinosa con i vestiti perciò opto per un
tranquillo vestitino
color pesca lungo fin sopra al ginocchio, decolltè abbinate
al vestito e
nient’altro. Mi trucco velocemente e spazzolo i capelli per
renderli almeno
decenti. Come minimo devo andare ad una velocità costante di
100 km/h per
arrivare con un leggero ritardo a scuola. Nemmeno saluto i miei e salgo
fulminea sull’auto, parto, la velocità che aumenta
in maniera esponenziale…ma
un attimo!! C.D.? Chad
Danforth?!? Possibile che sia lui? Mi fermo ad un
semaforo, chissà
perché quando si ha fretta sono tutti rossi,
vabbè almeno posso verificare se i
miei sospetti sono fondati. Guardo le ultime cifre del numero di Chad e
con il
cuore in gola le confronto con l’altro…uff no
niente, non è lui…avrò ancora
molto da indagare. Un clacson premuto con insistenza mi fa sobbalzare,
merda è
verde! Riparto in quarta e sfreccio di nuovo per le strade di
Albuquerque.
Finalmente vedo in fondo alla strada l’enorme parcheggio
dell’università,
infilo l’auto nel primo posto che mi capita e schizzo verso
l’entrata. Eppure
c’è qualcosa di strano, il parcheggio è
mezzo vuoto e i corridoi pure, c’è solo
qualche studente dall’aria trasandata e dagli occhiali spessi
come fondi di
bottiglia che, seduti a terra come barboni, ripassano per qualche
esame. Di
fianco a me sento una risata seguita da numerose altre che riconosco
subito e
immediatamente capisco che Chad non ha abbandonato la sua voglia di
scherzare.
Mi giro verso di loro con sguardo assassino e riesco ad abbrancare Chad
per un
orecchio. Ignoro le sue lamentele da femminuccia mentre lo tiro verso
di me
-DANFORTH!-
gli strillo con poca grazia
perforandogli un timpano
-Hai idea dello spavento che mi hai
fatto prendere? E hai
idea della corsa che ho fatto rischiando almeno il sequestro della
macchina e
della patente?-
gli lascio andare
l’orecchio che è diventato ormai rosso,
Chad mi guarda imbronciato mentre si massaggia la parte lesa
-Nella fretta hai lasciato la
gentilezza nell’igloo?-
mi chiede offeso. Shaun gli batte una
mano sulla spalla
-Hey amico dai non te la prendere o
fiocco di neve si
surriscalda e si scioglie-
tutti ridono tranne me, mi limito a
fissarli a braccia
conserte come se fossero una mandria di bambini idioti…certo
ci si avvicinano
molto
-Divertenti davvero-
sbotto sarcastica e tutti smettono
subito di ridere.
Michelle, la ragazza dall’abbigliamento discutibile, mi mette
un braccio
attorno alle spalle
-Dai Sharpay…stavamo solo
scherzando. Sai quando qui i
corridoi si affollano non c’è molto spazio per
noi, per questo ti abbiamo fatto
venire prima. Ci sei piaciuta ieri sai?-
Quelle parole non possono che farmi
sorridere e allora tendo
un braccio verso Chad che però si ritrae spaventato
-Dai scemo!-
rido e trascino tutti gli altri con
me, anche Chad ride, ma
più nervosamente e si avvicina come Boi quando
l’ho appena sgridato. Gli
scompiglio i riccioli ribelli e lui fa lo stesso con me, ma il mio
sguardo gli
fa capire di non rifarlo mai più. Rimaniamo così
per un po’ a parlare e
scherzare, man mano imparo sempre di più da quel gruppo che
normalmente avrei
snobbato. Ma a tutto c’è una fine e la fine si
presenta sottoforma di un trio
che purtroppo ho già conosciuto e che si annuncia con ritmo
battente di tacchi.
Michelle e Shaun stringono i denti
appena sentono quel
ticchettio e io già sento che non mi aspetta un incontro
piacevole.
-Ma guarda guarda chi
c’è qui…la feccia e la matricola-
anche se sono alle mie spalle
riconosco subito la voce e il
tono tagliente della bionda, le due gemelle invece mi si mettono
accanto, una
da una parte e una dall’altra, e appoggiano un gomito sulle
mie spalle. Roteo
gli occhi e fisso la biondina che ora mi si è parata
davanti.
-Uh ma perché quello
sguardo così astioso…siamo amiche no?-
mi dice lei con finto tono gentile,
mentre le altre due
ridacchiano. A quanto pare sanno fare solo quello. Inarco un
sopracciglio e la
squadro da capo a piedi. Vedo Chad che osserva la scena con un
sorrisetto, lui
mi conosce bene e sa che sto per rimetterle al loro posto
-Sì
certo…quando gli asini avranno un cervello…e
dubito che
succeda visto che ho tre esempi viventi davanti a me-
Colpita e affondata, la biondina
resta a bocca aperta, forse
si aspettava una reazione impaurita da parte mia, ma non conosce
Sharpay Evans.
Come se non bastasse indietreggio di un passo e quelle due troglodite
delle
gemelle cozzano inevitabilmente l’una contro
l’altra per aver perso
l’equilibrio. Tutti scoppiano a ridere, persino i secchioni
seduti a terra e io
d’altra parte le fisso trionfante assaporando il momento di
gloria come ai
vecchi tempi. Ma basta un attimo che la bionda con uno spintone mi
sbatte
contro il muro alle mie spalle…cazzo che male! Mi manca per
un attimo il
respiro a causa del colpo. Subito vedo Chad e Shaun che si mettono tra
me e lei
-Lasciala stare Beth…-
le ringhia contro Shaun, ma lei non
si lascia intimidire e
dopo aver schioccato la lingua con disprezzo si alza sulle punte per
sovrastare
almeno la spalla del ragazzo e per potermi guardare negli occhi
-Ti fai difendere dallo scimmione
eh?! Sappi che non è
finita qui…Evans-
sibila e se ne va ancheggiando
seguita dalle altre due che
ancora si massaggiano la fronte. Tiro un sospiro di
sollievo…Beth, è così che
si chiama allora quell’ochetta bionda tutta tacchi e
minigonne. Eppure mi
ricorda molto qualcuno, ma non riesco a capire chi. Scrollo le spalle e
stacco
la schiena dolorante dal muro. Chad lancia un’ultima
occhiataccia al trio e mi
viene vicino
-Tutto apposto?-
mi chiede, io sorrido appena e
annuisco
-Lo sai…mi piego, ma non
mi spezzo-
gli rispondo tranquilla. Ora anche
gli altri mi si sono
fatti attorno e si complimentano con me per come le ho sistemate.
-Quanto odio quelle
tre…poi sono così stupide, come il nome
che si sono date-
dice sprezzante Michelle facendosi
spazio per raggiungermi,
io la guardo curiosa
-Perché? Che nome si sono
date?-
-Charming-
trilla Michelle in una perfetta
imitazione di Beth. Le
labbra mi si increspano in un sorriso che poi si trasforma in risatina
beffarda
-Charming?? Ma se quelle sono
affascinanti quanto una suola
di scarpe!-
commento facendo ridere tutto il
gruppo. LB un tipo
completamente fuori, di cui ancora non so il vero nome, si fa avanti e
gonfia
il petto come se volesse apparire forzuto, in realtà
è una specie di grillo con
i capelli in piedi
-Fiocco di neve, stai pur certa che
quelle non si fermeranno
tanto facilmente…ma di qualsiasi cosa hai bisogno ci siamo
noi, vero ragazzi?-
dice sicuro e dal gruppo partono
fischi di approvazione. Io
non posso far altro che sorridere grata, ma so bene che loro non
possono
difendermi dai tiri mancini di un trio del genere…conosco
troppo bene la
specie.
RINGRAZIAMENTI TIME:
Allora il chappy è un po' corto, ma mi serve
per mettere un po' di suspance...nel prossimo capitolo qualcosa
finalmente si smuoverà e vedrete chi è il vero
mittente del messaggio. Spero comunque vi sia piaciuto il cap.
giua1234: Ho
scelto questa coppia appunto perchè è strana,
così giusto per cambiare un po'. Poi avendoli visti dal vivo
insieme mi sono sembrati troppo belli....spero continuerai a leggere
Leia_the_Witch,:
Ma così mi incuriosisci troppo mi raccomando
pubblicala presto perchè non riesco ad aspettare xD...come
ho detto prima dovrai aspettare il prossimo capitolo perchè
venga risolto il mistero...kiss
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Capitolo 5 *** Sotto la pioggia ***
Fortunatamente per il resto della
giornata non ho più
incontrato Beth e le scimmiette nonostante siano nella mia stessa
facoltà, ma
non per questo è stata una giornata monotona anzi!
Fine della terza ora, tiro un sospiro
di sollievo, questa
volta il tricheco non mi ha tormentata anche se dalle occhiate che mi
lanciava
stava cercando un buon pretesto per farlo. Esco dall’aula in
fretta e furia
prima che possa mettermi in punizione per la lunghezza della gonna, per
lui
poco consona, o l’altezza dei tacchi. Non faccio in tempo a
girare l’angolo
diretta alla mensa che qualcuno mi si para davanti…uhm
vediamo, pelle scura,
ricci ribelli e scomposti, sorriso perennemente beffardo anche se
dolcissimo…oddio ma che vado a pensare???
-Danforth…ti pare il modo?
Mi hai fatta spaventare-
Lo rimprovero dopo aver represso uno
strillo per la sua
improvvisa apparizione. Lui rotea gli occhi e scrolla le spalle
incurante delle
mie lamentele
-Senti…ehm…ecco…Shaun
e gli altri, vorrebbero sapere
se…ecco…se vieni oggi pomeriggio a vedere gli
allenamenti-
Mi chiede perdendo improvvisamente
quella sicurezza che lo
distingue e non ci giurerei, ma credo di aver visto del rossore sulle
sue
guance. La richiesta mi spiazza un po’ e per un attimo penso
se sia stato
davvero Shaun a fare quella richiesta oppure…no no non lo
farebbe mai, non
lui…e se fosse Shaun il mio mittente misterioso? Non mi
accorgo che sto
riflettendo a lungo e solo la leggera scossa che mi da Chad mi fa
riprendere
dai miei pensieri
-Devi dire sì o
no…ma se hai di meglio da fare, pazienza-
Leggo della delusione nella sua voce,
mi sembra in
imbarazzo, ma non ci vedo chiaro e voglio capirci di più. Lo
fisso negli occhi
in modo da obbligarlo a dirmi la verità
-Shaun te la chiesto? O forse
è la solita scusa dell’amico?-
Gli chiedo schietta e perfida
scrutando in quel mare di
cioccolato. Lui strabuzza gli occhi e questa volta lo vedo arrossire
chiaramente
e poi eccolo…il lampo della menzogna che attraversa il suo
sguardo. Pochi
istanti e la sua risata beffarda, ma sotto sotto nervosa mi da la
risposta
-Hey Evans non ti allargare eh!
Perché la devi tirare così
lunga? Mica ti ho chiesto di sposarmi! Voglio solo sapere, non per me
ma per
altri, se vieni o no-
Sbotta visibilmente innervosito.
Sapevo già di dover
rifiutare, ma ho voluto appurare che i miei dubbi fossero fondati, se
no perché
tanto imbarazzo?
Sorrido lievemente
-Calmati Danforth ho solo
chiesto…comunque non posso venire
devo restare in biblioteca a fare una relazione per il tricheco-
Gli rispondo tranquilla e senza dire
altro proseguo per il
corridoio lasciando dietro di me un Chad deluso e infastidito per
essere stato
scoperto.
@@@@
Quella stramaledetta relazione mi ha
portato via più tempo
del previsto, però sono soddisfatta, ho fatto un bel lavoro
e giuro che se non
lo soddisfa è la volta buona che lo picchio
quell’omuncolo. Mentre scendo i
gradini dell’ingresso mi accorgo che è quasi buio,
alzo per un attimo lo
sguardo al cielo e grosse nuvole si stanno addensando proprio sopra
Albuquerque. Sbuffo, è meglio che mi sbrighi. Raggiungo a
passi svelti l’auto
tenendo stretta la tracolla che sbatte ad ogni mio passo, prendo le
chiavi dalla
taschina esterna e apro la macchina a distanza. Con un piccolo suono le
serrature scattano e si azionano le luci, in lontananza si sente un
tuono…perfetto! Roteo gli occhi e faccio per aprire la
portiera quando sento
uno scricchiolio sotto il piede destro, abbasso lo sguardo e trovo
centinaia di
pezzetti di vetro…merda la mia deca!! Analizzo la situazione
in un batter
d’occhio…fanalini e specchietti distrutti, gomme
forate e portiere rigate fino
a far diventare la carrozzeria bianca invece che rosa. Con la stessa
velocità
intuisco anche di chi sia l’opera, mi innervosisco
sì, ma non mi infurio…questo
è un gioco sleale e io vado matta per i giochi sleali.
Non mi resta che tornare a casa a
piedi, ci vorranno venti
minuti buoni e prego in cuor mio che non inizi a
piovere…anche se quando si
sperano queste cose, immancabilmente accade il contrario. Il ritmo
battente dei
tacchi che si scontrano con l’asfalto scuro del marciapiede
accompagna la mia
solitaria e inaspettata passeggiata, cammino a passi svelti come al
solito,
abitudine sì, ma anche voglia di arrivare in condizioni
decenti a casa. Scorgo
l’orizzonte e vedo il sole che pian piano si nasconde dietro
il profilo dei
grattacieli del centro, mi accorgo solo ora di quanto poco conosco
Albuquerque,
o almeno di quanto non mi sia mai soffermata a vedere davvero le
cose…ho sempre
dato solo una leggera occhiata superficiale e lo stesso faccio con le
persone.
Per me il detto “il libro non si giudica dalla
copertina” è stato inventato da
qualche povero disadattato affetto da acne acuta che se ne è
uscito con questa
frase dopo l’ennesimo schiaffo alla sua dignità.
Sono selettiva è vero, ma
nella vita bisogna esserlo per andare avanti…almeno io la
penso così. Mentre i
miei pensieri divagano sento un improvviso freddo alla punta del naso,
istintivamente alzo lo sguardo al cielo ormai divenuto plumbeo e mi
trovo
obbligata a strizzare un occhio per via di una goccia di
pioggia…che avevo
detto? Spera che non piova e pioverà! Va sempre a finire
così, e nei momenti
peggiori.
Aumento il passo e allo stesso tempo
anche le gocce
aumentano…ma che mi prendono in giro?!? Sono ancora
piuttosto lontana da casa e
in più i miei si preoccuperanno da morire visto il
ritardo…sto quasi correndo,
ma ormai le gocce leggere si sono trasformate in scrosci fitti e io
gocciolo da
ogni parte, i capelli ormai si sono attaccati al viso e il vestitino
color
pesca mi si appiccica addosso come una seconda pelle, in più
ho la sensazione
che si diventato piuttosto trasparente…devo fare in fretta.
Come se non bastasse una vecchia
Cadillac scura, sicuramente
di terza se non quarta mano, con la vernice scrostata e i vetri
oscurati, mi
passa accanto e rallenta…segue il mio passo. Ok ora sto
davvero correndo, ho
una paura fottuta e per strada non c’è nessuno. Il
finestrino si abbassa di
qualche centimetro e qualcuno dall’interno mi dice
-Dai Evans, smettila di scappare e
sali-
è una voce fin troppo
familiare, dal tono pungente e
divertito. Mi fermo di colpo e con me anche l’auto, sbircio
incerta e
sospettosa dalla fessura dei finestrino e scorgo una cascata di
riccioli fitti.
Tiro un sospiro di sollievo e un lieve sorriso mi compare in viso. Non
me lo
faccio ripetere due volte e salgo di corsa in macchina, ma me ne pento
subito…Chad appena mi vede per bene scoppia in una fragorosa
risata e si batte
una mano sulle gambe, a nulla vale il mio sguardo assassino e le labbra
arricciate in un broncio rabbioso. Lui continua imperterrito a ridere,
si ferma
solo un attimo, mi scosta una ciocca di capelli fradici dal viso e
riattacca
ridere più di prima. Sbuffo e mi lascio andare contro lo
schienale del sedile
con le braccia conserte, lo lascio sfogare come si fa con i bambini,
prima o
poi la dovrà smettere. Ci vogliono almeno dieci minuti buoni
perché le sue
risate fragorose diventino solo risatine soffocate, roteo gli occhi
-E’ proprio
vero…Wildcat eri e Wildcat rimani-
lo rimbecco acida. Chad mi guarda
ancora per qualche secondo
un po’ crucciato
-Farò finta di non leggere
l’offesa tra le righe-
borbotta per poi mettere in moto
-Ah…tu sai leggere? Wow
sei una continua sorpresa Danforth-
ribatto nuovamente, lui apre bocca
per replicare, ma esce
solo uno sbuffo da sconfitto…sorrido trionfante, anche
questa volta ho avuto
l’ultima parola.
Tra noi cala un silenzio imbarazzante
e opprimente, decido
di interromperlo io, lui è troppo orso pe sostenere una
conversazione
-Allora come sono andati gli
allenamenti?-
gli chiedo fingendomi curiosa, Chad
scrolla le spalle con
sufficienza
-Come al solito, certo non
è come essere nei Wildcats, ma
siamo una bella squadra-
risponde e io mi sorprendo che abbia
finito una frase di
senso compiuto senza mugugnare una risposta monosillabica
-Ma come mai questa passeggiata sotto
la pioggia?-
mi chiede anticipando una mia
domanda, io sbuffo irritata
-Diciamo che la mia deca è
un tantino impossibilitata-
-Fammi indovinare, la Regina di
Ghiaccio ha trovato una
degna rivale? O meglio tre degne rivali?-
roteo gli occhi, non capisce quanto
mi dia fastidio quel
soprannome
-Io le ridurrei a mezza, sono
scontante e poco creative,
sinceramente i loro scherzetti mi fanno un baffo-
gli rispondo decisa mentre
l’auto svolta nella mia via e
Chad ridacchia
-Ecco è lì-
gli indico dove fermarsi
-Guarda che lo so! Una villa del
genere non passa mai
inosservata-
puntualizza e io mi sento ancora
più orgogliosa della mia
“casetta”. Frena dolcemente davanti al cancello in
ferro battuto, poggio la
mano sulla maniglia per aprire la portiera, ma lui mi ferma
delicatamente per
un braccio
-Aspetta…ehm…ti
accompagno, ho un ombrello-
mi dice estraendo da sotto il sedile
un ombrellino
sgangherato e rivolgendomi un timido sorriso, quasi si sentisse a
disagio.
Rispondo al sorriso intenerita, a volte è così
dannatamente buffo e impacciato.
In quell’attimo il suo viso scompare dalla vista e come un
lampo me lo trovo
davanti alla mia portiera con l’ombrello aperto. Esco e
inaspettatamente mi
cinge i fianchi con un braccio tenendomi a se, l’ombrello
è piccolo e bisogna
stare stretti per non bagnarsi
-Ce la fai a fare una corsetta?-
mi chiede all’orecchio e il
suo respiro caldo sulle guance
mi fa rendere conto solo ora di quanto siamo vicini. Un lieve rossore
mi
imporpora le guance e con la salivazione ridotta improvvisamente a zero
mi
limito ad annuire e a distogliere lo sguardo da lui…ma che
diamine mi prende?
Sento uno strattone alla vita e il
suo braccio si fa più
stretto, un attimo e ci troviamo a correre per il lungo viale di casa
mia. Ci
fermiamo ansanti solo appena siamo sotto la tettoia, Chad chiude
l’ombrellino e
scuote i riccioli leggermente bagnati schizzandomi piccole gocce in
faccia
-Grazie eh!-
sbotto contrariata, ma senza riuscire
a nascondere un
sorriso. Chad finge di ignorare la mia esclamazione e si guarda
attorno, ammira
il giardino, il patio, la piscina e quello che riesce a vedere da
lì
-Certo che questa casa
è…è fantastica!-
esclama ammirato. Senza darci troppo
peso faccio per
rispondere con la mia solita frase, ma lui mi anticipa
-Ah già dimenticavo, tu
sei fantastica in tutto quello che
hai e che fai-
in quell’attimo il cuore
perde un battito, i nostri sguardi
si incrociano e il tempo di battere le ciglia che lo vedo correre di
nuovo
verso la sua auto. Rimango lì impalata a guardarlo andare
via e mi viene voglia
di saltare. Una folata di vento mi ricorda che sono lì al
gelo e alla pioggia
così mi affretto ad entrare e mentre corro fino alla mia
stanza per non farmi
beccare in quello stato da mamma cerco il cellulare gettato alla
rinfusa nella
tracolla.
Mi chiudo la porta alle spalle e
scrivo un messaggio
Hai dimenticato di
chiamarmi Regina di
Ghiaccio
le mie dita corrono spedite sui
tasti, sembra che li
sfiorino soltanto. Invio al numero sconosciuto della sera
prima…o forse ora è
meglio chiamarlo con il suo nome…Chad.
RINGRAZIAMENTI TIME:
giua1234: guarda non so da dove mi è venuta
l'idea del messaggio xD sono contenta ti piaccia, mi fa molto molto
piacere
armony93: tranquilla
non importa se non recensisci tutto quanto, per me basta che leggi e
che ti piace ^^...sono happy che inizi a piacerti la coppia e ho visto
che hai scritto anche una one shot davvero stupenda! Però
non sclerare così se no mi senti in colpa se ti rinchiudono
alla neuro ihihih...come vedi già da questo chappy
succederà sicuramente qualcosa, ma dovranno penare un po'
questi due...ehehe mica li lascio tranquilli i miei pg xD...Se lo dici
tu che rappresento bene Sharpay ci credo perchè nellle tue
ficcy tu la rappresenti DIVINAMENTE e te l'ho già detto fino
allo stremo penso xD....ti adoro tantissimissimo anche io caVa...un
bacione enorme!!
Tay_: eh ma
con te non c'è gusto uffy T__T anticipi sempre tutto...sei
troppo perspicace e poi hai anche il coraggio di chiedermi gli spoiler
su msn xD...skerzò tesò lo sai!
Leia_the Witch: Pubblicala,
pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala,
pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala....non ti ho
ancora convinta? pubblicala, pubblicala, pubblicala,
pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala, pubblicala,
pubblicala....troooooooooooppo curiosa!!!!
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Capitolo 6 *** Inaspettatamente ***
Solita routine mattutina, sveglia
assordante, doccia,
colazione al volo, lunga preparazione e infine volata in macchina
per…no un
attimo è da rivedere! Allora sveglia assordante, doccia,
colazione più lunga
del previsto perché devo dire ai miei della macchina
vandalizzata, predica di
mamma, preparazione al volo perché con tutto questo
sproloquiare è già tardi e
infine volata in macchina di papà che mi lascia solo a
metà strada perché fa
tardi al lavoro e proprio oggi il nostro autista ha la giornata libera.
Allora
vediamo, punti uno e due…fatti! Ora mi tocca la parte
più difficile. Mastico
svogliatamente un boccone di toast mentre osservo mio padre nascosto
dietro il
giornale, come al solito si tuffa nella pagina economica
…mamma invece è
indaffarata a sistemare qualcosa nei cassetti. Da quando Ryan se ne
è andato
alla Julliard mia madre, che prima sapeva vagamente cosa fosse un
aspirapolvere,
ora sembra una di quelle casalinghe disperate che ripulisce tutto dopo
il
passaggio della cameriera. Respiro profondamente, è ora di
dirglielo
-Papy, Mamy…devo dirvi una
cosa-
Dico esitante e in risposta ricevo un
mugugno da mio padre,
mentre mia madre ferma momentaneamente i suoi lavori frenetici.
-Ecco ieri quando sono uscita da
scuola…la macchina era
beh…distrutta-
E finalmente ottengo una reazione da
parte di papà che
abbassa lentamente il giornale, si sistema gli occhiali da lettura sul
naso e
mi guarda fin troppo serio
-Suppongo che un motivo ci sia-
Mi dice scrutando la mia espressione,
ho preso da lui
l’incredibile abilità a captare ogni minima bugia.
Annuisco
-Sì ma non è
colpa mia…ho solo avuto l’ultima parola su tre
ochette e non l’hanno affatto digerito-
Dico tutto d’un fiato nel
tentativo di giustificarmi. Papà
scuote la testa sconsolato e mamma riprende le sue faccende
-Sharpay quando la smetterai di voler
tener testa a tutti?-
Mi chiede
ancora…papà è sempre stato orgoglioso
di me e della
mia bravura a farmi valere e dalla voce lo sento anche se cerca di
assumere un
tono di rimprovero. Rispondo con un largo sorriso e mi stringo nelle
spalle,
lui rotea gli occhi e mi dice
-Forza vai a prepararti che ti porto
io-
Non gli lascio fnire la frase che
già schizzo di
sopra…osservo i vestiti nella cabina armadio con un mignolo
in bocca e senza
accorgermene mi metto a pensare a quale vestito potrebbe piacere a
Chad. Alla
fine scelgo dei Jeans a pinocchietto con strass sulle tasche e una
farfalla
rossa e oro ricamata su un lato e una camicetta rossa a mezze maniche
con un
leggero arriccio. Infilo il fondo dei Jeans in un paio di stivali
scamosciati
rossi anch’essi e tengo da parte il ciuffo con una molletta
dorata a forma di
stella. Davanti allo specchio faccio una giravolta ammirandomi
soddisfatta…perfetta! Ora sì che quel ricciolino
si darà una svegliata…hey ma
perché continuo a pensarci??
Scuoto la testa e afferro la
tracolla…scendo di filata le
scale
-Papy sono pronta possiamo
an…-
Mi blocco all’ultimo
scalino quando incrocio quello sguardo
cioccolato che mi fissa estasiato e quel sorriso leggermente accennato
sulle
labbra piene e scure…perché non riesco a
muovermi? Perché non riesco a
spiccicare parola? Perché il mio cuore di colpo ha
accelerato i battiti? Ma
soprattutto…perché lui è qui?
-Principessa a quanto pare sono stato
anticipato…Chad si è
offerto di portarti a scuola oggi-
Mi dice sbrigativo per poi
schioccarmi un bacio sulla
fronte, io non rispondo sono ancora imbambolata a fissare
quell’apparizione
all’ingresso e nemmeno mi accorgo che mio padre è
uscito. Vedo una leggera
smorfia divertita farsi spazio sul suo volto e quella smorfia si
trasforma
nello sforzo di soffocare una risata quando mia madre fa la sua
comparsa e mi
sbaciucchia una guancia trillando
-Biscottino buona
giornata…e mangia mi raccomando-
Sempre la solita, riesco a scansarla
prima che mi stacchi
definitivamente una guancia e rivolgo uno sguardo ammonitore a Chad che
sembra
prendermi in giro con la sola mimica facciale. Mi tiene la porta aperta
e nel
momento in cui gli passo accanto mormora a mo di presa in giro, ma a
voce
abbastanza bassa perchè lo sentissi solo io
-Prego…biscottino-
-Chiudi quella bocca-
Gli ordino e senza aggiungere altro
marcio spedita verso la
macchina di Chad…o meglio il suo catorcio. Appena anche lui
sale gli chiedo
schietta
-Avanti Danforth cosa vuoi?
Perché tanta cortesia di punto
in bianco?-
Lui mi guarda ad occhi spalancati per
poi scuotere la testa
rassegnato
-Senti carina, io non sono
TE…io non agisco per secondi
fini…e soprattutto, so cos’è la
cortesia-
Quella risposta mi
ammutolisce e per questa volta devo
dargliela vinta
-Uhm grazie allora-
Mormoro facendogli notare che mi
costa parecchia fatica
-Così va meglio-
Guida e sorride…ma
perchè sorride poi? Di sicuro starà
pensando a qualche nuovo nomignolo o altro per prendermi in giro. Non
so
perché, ma improvvisamente la mia parlantina sciolta e
spiccata mi ha
abbandonato e tra noi cala un silenzio imbarazzante che questa volta
non riesco
ad interrompere. Intanto guardo l’orario e le lezioni della
giornata…evvai ho
canto! Almeno dopo una settimana di teoria si passa alla pratica.
Mentre mi
crogiolo in questo pensiero avverto lo sguardo di Chad puntato su di
me, mi
volto verso di lui interrogativa
-Che c’è?-
-Un penny per i tuoi pensieri-
Non ci posso credere! Mi lascio
sfuggire un gemito di
esasperazione ed esco dall’auto…lo stesso fa anche
lui, ma non mi segue mentre
marcio decisa verso l’ingresso, lo sento solo dire un
po’ confuso
-Hey! Ma che ho detto?-
Mi viene da ridere, ma non mi volto e
continuo per la mia
strada.
@@@@
Finalmente alla terza ora arriva
l’agognata lezione di
canto. Entro per la prima volta in quell’aula e noto con
piacere che è
completamente diversa dalle altre, più simili ad un
anfiteatro. Questa invece è
grande quanto un’aula della East High, molto più
contenuta ed intima, zeppa di
strumenti musicali…mi sento più a mio agio.
Prendo posto a casaccio in una
delle prime file, appoggio a terra la tracolla, ma il tempo di alzare
lo
sguardo che la strana euforia che mi ha pervaso per tutta la mattinata
scompare
all’improvviso. Due occhi chiari e pungenti come spilli mi
osservano a metà tra
l’astioso e il perfido
-Che vuoi Beth?-
Le chiedo con uno sbuffo. Neanche il
tempo di finire la
domanda che le due gemelle spuntano come al solito al suo
fianco…sulla fronte
un grosso livido che nemmeno il trucco è riuscito a
nascondere. Soffoco una
risatina divertita e mi guadagno un’occhiataccia che non
farebbe paura nemmeno
ad un bambino. Beth mi squadra da capo a piedi e vedo una luce di
rabbia nei
suoi occhi e, secondo me, pure d’invidia, non può
attaccarmi sul mio aspetto o
sul mio look…e questo le rode parecchio.
-Niente piccoletta…volevo
avvisarti che lo scherzetto
dell’auto era solo un avvertimento-
Forse credeva che sarei scoppiata in
una scena isterica o
che rimanessi orripilata non avendo capito che era opera loro oppure
che
implorassi pietà in ginocchio…che peccato doverla
deludere di nuovo! Scrollo le
spalle e rispondo con il tono più tranquillo possibile
-Tranquilla, lo so!-
Mi sporgo leggermente verso di lei e
a bassa voce le dico
-Fossi in te la prossima volta mi
sceglierei un braccio
destro meno idiota-
E faccio cenno con il capo verso le
due gemelle che si sono
tese verso di noi per sentire meglio. Il viso delle tre cambia tutti i
colori
possibili e Beth dopo aver pestato un piede a terra furiosa se ne va in
una
delle ultime file seguita dalle due scimmiette…lo ripeto,mi
ricorda tanto
qualcuno,ma ancora non capisco chi!!
Pochi minuti dopo entra
l’insegnante…abituata al tricheco
resto senza parole. E’ decisamente molto più
giovane, sulla quarantina, alto,
abbronzato, occhi verdi e capelli brizzolati, non riesco a reprimere un
sorriso…ooooh sì questa lezione sarà
decisamente interessante!
Dopo qualche prima nozione teorica
che io ovviamente già
conoscevo, il prof passa di banco in banco distribuendo una locandina.
E’ tutta
azzurrina con una scritta elegante e sottile…parla dello
spettacolo invernale e
mi si illuminano gli occhi ricordando gli spettacoli alla East High.
-Come qualcuno di voi già
saprà lo spettacolo invernale è
una grandissima opportunità per gli allievi di questa
scuola. Ogni anno tra il
pubblico sono presenti osservatori delle più grandi scuole
di Arti sceniche
internazionali…come la Julliard-
Ci guarda con un sorrisetto mentre un
brusio si fa spazio
tra gli studenti
-Chi verrà selezionato per
partecipare allo spettacolo dovrà
portare un numero proprio e IL vincitore sarà ospite per un
mese di stage in
una di queste scuole a sua scelta-
ODDIO!! Sgrano gli occhi e faccio
saettare lo sguardo dal
professore alla locandina decisamente incredula.
-Oggi sarò io a scegliere
chi fra di voi ha le qualità
giuste per partecipare-
Deglutisco, forse ho cantato vittoria
troppo presto…hey un
attimo, ma che mi prende? Sono o non sono la Drama
Queen?? Vincerò di
sicuro!
Uno per uno cantiamo una canzone che
ci propone
l’insegnante…li ascolto tutti con attenzione e le
mie speranze sembrano farsi
sempre più forti. Poi è il turno di Beth e resto
senza parole, ha una
preparazione ed una potenza vocale che può QUASI essere
comparata alla mia.
Tocca a me, la canzone è “Because you loved
me” di Celine Dion…la conosco alla
perfezione e la adoro, quindi canto con facilità e calma
anche se la canzone è
parecchio complessa. Alla fine l’espressione stupita e
soddisfatta del
professore mi da la conferma che cercavo…sono dentro!
-Innanzi tutto complimenti a tutti
quanti…purtroppo sapete
che devo decidere e non posso prendervi tutti. Per questa classe il
massimo dei
posti consentiti sono due…-
Mentre parla prende
l’elenco con i nomi
-…perciò
sceglierò chi mi ha convinto di
più…ovvero Beth
Collins-
Roteo gli occhi sentendo lo squittio
soddisfatto di Beth e
delle gemelle
-e…Sharpay Evans-
Evvai lo sapevo! Chissà
perché ma gli squittii alle mie
spalle sono finiti…qualcuno rosica fin troppo. Suona la
campanella, fine
dell’ora…il professore chiama me e Beth alla
cattedra
-Bene ragazze, ecco qui il
regolamento e alcune piccole
indicazioni-
Dice porgendoci un fascicolo a testa
-mi aspetto grandi cose da
voi…stupitemi-
Aggiunge sorridente per poi
andarsene. Io rispondo al
sorriso, ma si spegne subito non appena mi accorgo dello sguardo
omicida di
Beth
-Dai non prendertela…ti
manderò una cartolina dalla
Julliard…promesso!-
Le dico fintamente gentile per
stuzzicarla…e ci riesco,
adirata mi da uno spintone che quasi mi fa volare a terra. Riesco a
reggermi in
piedi per prontezza di riflessi, ma la tracolla si rovescia
sparpagliandone il
contenuto…di nuovo.
Sbuffo infastidita e mi piego a
raccattare le cose mentre
dal rumore battente dei tacchi mi accorgo che se ne sta andando. Do le
spalle
alla porta e raccolgo un quaderno vicino ai miei piedi
-Allora com’è
affrontare la tua esatta fotocopia?-
Sobbalzo spaventata, credevo di
essere sola…non devo girarmi
per capire a chi appartenga quella voce
-Danforth-
Mormoro esasperata, raccolgo le
ultime cose e mi rialzo, mi
volto verso di lui, a inaspettatamente me lo trovo ad un palmo dal
naso.
Deglutisco mentre il cuore mi salta in petto
-Quando perderai questo vizio di
spuntare all’improvviso?-
Si sporge verso di me di qualche
centimetro, vorrei
arretrare, ma inspiegabilmente non ci riesco
-Mai…mi piacciono le cose
improvvise-
Mi sussurra…a quanto pare
ha ritrovato quella sicurezza che
ultimamente aveva perso. Sento un suo braccio forte attorno alla mia
vita…sento
le gambe molli
-Cre…credi davvero
che…che…che lei sia come…me?-
Dannazione, mi trema la voce,sembro
una cretina. La risposta
arriva immediata
-Ohh sì! Decisamente-
E così come lui
è comparso inaspettatamente alle mie spalle,
allo stesso modo inaspettatamente annulla la brevissima distanza tra le
nostre
labbra e approfondisce il contatto appena creato…mi
abbandono a lui ed è puro
oblio.
RINGRAZIAMENTI TIME
Come al solito sono di fretta...ringrazio tantissimo
armony e tutti i tuoi commenti assidui, lo sai che ti adoro...e tutti
gli altri che hanno recensito o solo letto...bacioni
|
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Capitolo 7 *** C'è qualcosa che devi dirmi? ***
Ricomincio a tornare cosciente solo
quando non avverto più
quelle labbra calde e morbide sulle mie, sento il cuore che corre come
un treno
e la testa leggera, quasi fosse staccata dal mio corpo. Barcollo
leggermente
sui tacchi vertiginosi mentre riapro gli occhi. Il profumo del suo
respiro
ancora mi stordisce e solo quando vengo colta da una vertigine mi
accorgo di
essermi dimenticata di respirare. Come vorrei levargli a suon di
schiaffi quel
sorrisetto trionfante e beffardo…sollevo la mano aperta, ma
l’unica cosa che
riesco a fare è posargliela delicatamente su una guancia e
sentire quel ruvido
contatto della barba appena cresciuta. Mi guarda e soffoca una
risatina…cosa
avrà adesso?
-Non sei così gelida come
pensavo allora-
mormora divertito lasciando andare la
presa attorno alla mia
vita…ok è ovvio, vuole farmi sbroccare e ci sta
riuscendo, un’altra battutina e
lo uccido, giuro che lo strozzo con queste mani e
poi…oddio!! Perché sento
degli applausi?! Sporgo la testa oltre la spalla di Chad e imbarazzata
mi
mordicchio il labbro inferiore, Shaun, Michelle, LB e tutti gli altri
sono lì
ammassati sulla soglia che si danno di gomito, ridono, fischiano e
applaudono…insomma ci prendono in giro. Eppure non riesco ad
innervosirmi e
sento una specie di sorrisino ebete che si fa spazio, serro le labbra
per
evitare di sembrare più cretina di quanto già
appaio ai loro occhi e mi fiondo
verso l’uscita dell’aula
-Non dite niente!-
riesco a ringhiare mentre faccio lo
slalom tra quei ragazzi
scuri e terribilmente chiassosi.
@@@
I miei tacchi rimbombano mentre
percorro il corridoio, che
suono familiare, almeno in questo mi riconosco ancora, per il resto
sembro una
Sharpay totalmente diversa. Forse per questo Chad mi ha
baciata…scuoto la testa
scacciando quel pensiero, è tutto il giorno che penso a quel
bacio e a Chad e
tutte le volte arrossisco…è così
imbarazzante. Un trillo risuona nel corridoio
deserto (ancora una volta mi sono trattenuta oltre l’orario)
e mi fa sobbalzare
per lo spavento…il mio cellulare. Frugo in borsa alla
ricerca del telefonino
che come al solito si è ficcato nell’angolo
più nascosto. Dopo aver ribaltato
quasi tutta la borsa finalmente lo trovo, sul display lampeggia il nome
di
RYAN, proprio non mi aspettavo una sua chiamata, scrollo le spalle,
apro lo
slide e rispondo
-Ryan?!-
-Hey hey
sorellina…potresti farti sentire più spesso eh!-
-Scusa Ry, ma mi sto massacrando di
lavoro in questi giorni.
Come va alla Julliard?-
-Va benone, non pensavo che
l’avrei mai detto, ma…mi mancano
i tuoi strilli-
ridacchio alle sue parole mentre mi
specchio nella vetrina
dei trofei prima di uscire dal portone
-Anche tu mi manchi
fratellone…non ho più nessuno da
comandare a bacchetta!-
mi fermo un attimo mentre litigo con
la frangia che non ne
vuole sapere di stare a posto
-Ma se ti mancano tanto i miei
ordini, non ti preoccupare…a
quanto pare qualcuno qui sta per vincere uno stage ad una scuola
d’arte…non so
se l’hai già sentita…si chiama Julliard-
dico scherzosa ed
euforica…silenzio dall’altra parte del
telefono
-Ryan? Ci sei? Pronto, Ryan?!-
pesto un piede, furiosa e richiudo il
telefonino con
un’imprecazione, ma un secondo dopo sento
delle braccia stringersi attorno alla
vita e vengo sollevata
e fatta girare. Qualcuno ride, una risata che conosco bene, mi si
illuminano
gli occhi…Ryan! Rido con lui mentre scalcio per farlo fermare
-Credo di averla sentita nominare
quella scuola sì!-
esclama rimettendomi con i piedi a
terra. Mi giro verso di
lui con un enorme sorriso e di slancio gli getto le braccia al collo e
lo
stringo tanto da stritolarlo. Dio solo sa quanto mi è
mancato! Mi stacco solo
quando mi accorgo che veramente non respira più e lo osservo
con sguardo
critico…non sembra più il Ryan Evans di
Albuquerque. Jeans scuri a sigaretta,
vita bassa e leggermente sdruciti…maglietta nera con stampe
colorate e molto
aderente, ha fatto palestra e si vede! Giacca in jeans dello stesso
colore dei
pantaloni e ai piedi scarpe da ginnastica ultimissimo
modello…resto strabiliata
-Wow Evans! Se tu non fossi mio
fratello, ci farei un
pensierino-
affermo continuando ad osservarlo.
Ryan ride e mi scompiglia
i capelli
-Dai scema, andiamo! Mamma e
papà non sanno che sono a casa-
dice passandomi un braccio attorno
alle spalle. Lo guardo
torva mentre mi sistemo i capelli
-Non farlo mai più!-
lo rimprovero scendendo con lui la
scalinata d’ingresso. Nel
parcheggio spicca la sua nuova Mercedes sfavillante e tirata a lucido.
Arriccio
il naso
-Hey, ma perché la mia
auto nuova ci mette un sacco ad
arrivare e tu invece hai già questo gioiellino?-
protesto imbronciata. Ryan apre le
portiere sghignazzando
-Eheh alla Julliard ci sono andato
io…mica tu!-
mi dice maligno. Spalanco la bocca
sconcertata e aggrotto le
sopracciglia
-Non vale!! Questo è un
colpo basso…che mi pagherai-
lo minaccio entrando di malavoglia
nella macchina.
-Sì sì certo-
è la sua risposta. Mette
in moto, ingrana la marcia e parte
uscendo con una manovra perfetta dal parcheggio
-Oh…guarda chi
c’è!-
esclama di colpo indicando un punto
dalla mia parte. Guardo
fuori dal finestrino e il mio cuore fa una capriola…Chad
è appoggiato alla sua
macchina assieme al resto del gruppo e mi fissa con quel suo sorrisetto
che mi
irrita da morire. Rimango in silenzio e fisso la sua sagoma che diventa
sempre
più piccola e sfuocata man mano che ci allontaniamo. Sento
addosso lo sguardo
di Ryan e appena Chad scompare del tutto dalla mia vista, mi giro verso
mio
fratello
-Che c’è?-
chiedo infastidita. Lui mi scruta
attento lanciando ogni
tanto qualche occhiata alla strada
-C’è qualcosa
che devi dirmi sorellina?-
Colpita e affondata. Da quando sono
un libro aperto per mio
fratello?! Scrollo le spalle e fingo indifferenza
-Certo che no!-
Ryan
scuote la testa divertito…non mi ha creduto.
RINGRAZIAMENTI
Allora prima di tutto chiedo immensamente scusa per l'abominevole
ritardo, avevo un blocco assurdo!! E come temevo non sono tornata
granchè, questo capitolo è fatto un po' con i
piedi, ma vedrò di rimettermi in carreggiata presto...
armony_93:
ecco caVa il capitolo nuovo di questa ficcy che vedo ti appassiona
parecchio (contenta tu xD). In realtà ci ho messo
così tanto a continuare perchè il tuo stato
mentale mi preoccupava parecchio e ti ho dato un po' di tempo per
recuperare ihihhihi...lo so che questo capitolo sarà di
sicuro sotto le tue aspettative, ma ne ho in mente uno da leccarsi i
baffi muahauahuah
Tay_: Già
chissà chi le ricorda *fischietta innocentemente* XDXD...ma
credo che un po' tutte vorremmo essere al posto di Sharpay XD
Leia_the_Witch:
Concordo sia Chad che Sha sono pucciosissimi, insieme e anche
da soli! E ovviamente Sha è Sha quindi mica si fa mettere
sotto da nessuno no? La tua ficcy l'ho letto amoooo è
bellissima (ho recensito pure) mi raccomando aggiornala presto!
fredlove: Eggià
finalmente....ma arriverà dell'altro XDXD...comunque grazie
*.*
giua1234: Tranquilla
se anche non recensisci tutto, a me basta che ti piaccia ^^..kiss
|
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Capitolo 8 *** Confessioni ***
Non faccio in tempo a scendere
dall’auto di Ryan che subito
uno strillo acuto mi perfora i timpani
-Paperottoooooo!-
ecco da chi ho preso la voce. Mia
madre sta correndo per il
vialetto, a piedi scalzi, avvolta in un accappatoio e con un bicchiere
enorme
di succo di frutta che ormai è vuoto visto che se
l’è versato tutto addosso.
Ryan chiude la porta sbattendola e dando ancora le spalle a mamma mi
rivolge
un’occhiata esasperata. Soffoco una risatina
-Ti tocca-
gli bisbiglio divertita. Mentre mamma
assale il mio povero
fratello, lancio un’occhiata fugace attorno e vedo che al suo
strillo i nostri
vicini ci fissano preoccupati. Rivolgo loro un sorriso di scuse
-E’ appena tornato da New
York-
spiego scrollando le spalle e loro
rincuorati tornano ad
occuparsi delle loro faccende. Il tempo di girarmi verso
l’ingresso di casa che
già Ryan e mamma sono spariti e la porta d’entrata
è stata chiusa
-Ah, grazie per la considerazione-
borbotto camminando a passi decisi
sulle mattonelle del
vialetto. Apro la porta e gli ultrasuoni della voce di mia madre mi
rintronano
peggio di uno schiaffo ben assestato…sta tartassando Ryan
con mille domande
stupide del tipo: Ma ti danno da mangiare? E i letti come sono? Non
avrete il
bagno condiviso?! Dimmi che non gira droga!…A
quest’ultima idiozia mi impongo
di salire in camera per evitare risposte di cui potrei pentirmi. Mi
accorgo
appena dello sguardo implorante in cerca di aiuto che mi lancia Ryan
appena mi
vede sgusciare via. E’ grande e sa cavarsela da solo, e poi
quello che è andato
alla Julliard è lui, mica io…ecco!
Lo so, lo so sono perfida, ma non
sono mica Sharpay Evans
per niente…non sono mica la Regina di Ghiac…
-Non sei così
gelida come pensavo, allora-
le sue parole irrompono prepotenti
tra i miei pensieri. Wow
un applauso a Sharpay…ho resistito almeno quindici minuti
senza pensare a lui,
un record visto che oggi in pratica lo vedevo
ovunque…persino un manifesto di Hair
mi ha ricordato lui…chissà
perché?!
Con uno sbuffo mi chiudo la porta
alle spalle e finalmente
mi immergo nel mio mondo rosa. Getto la tracolla a terra, levo le
scarpe con un
calcio, afferro la mia rivista preferita e mi getto a peso morto sul
letto…chiedo solo qualche minuto di pace. Sono talmente
stanca che nel giro di
due minuti scivolo nel sonno…sogno riccioli…una
massa di riccioli scuri, mi ci
sono persa dentro, non riesco ad uscirne, potrei soffocare eppure quel
profumo
di pulito e cioccolato mi da una sferzata d’ossigeno.
Qualcosa mi allontana da
quel mare scuro…sento le labbra bollenti come se le avessi
appoggiate sulla
piastra incandescente, cerco di allontanarmi, ma quel contatto
ustionante
diventa pian piano più tiepido e morbido…sempre
più piacevole, pian piano
realizzo cosa sto sognando, ma non faccio nemmeno in tempo a goderne
che una
sonora risata mi sveglia e mi ritrovo sul letto, intontita e
attorcigliata
nella coperta.
Ryan è lì che
mi guarda e ride come un matto, ha le lacrime
agli occhi persino
-Ti ho mai detto che parli nel sonno?-
mi chiede mentre cerca di placare le
risate. Nononono non
voglio, non DEVO arrossire davanti a lui…eppure sento un
forte calore che mi si
diffonde sul viso. Digrigno i denti mentre Ryan si lancia in una mia
imitazione
e mormora rotolandosi sul letto
-Mmmm…brucia…uhm…cioccolato…-
continua a ridere e prendermi in giro
nonostante il cuscino
che gli sto premendo in faccia con non poca forza
-Smettila Ryan! O giuro che mi metto
a strillare-
Ryan resta tranquillo un istante, ma
subito dopo cogliendomi
impreparata, mi afferra per i polsi e si libera dal cuscino soffocatore
bloccandomi con un solo braccio contro la testiera del letto
-Stai GIA’ strillando
sorellina-
mi fa notare e in effetti
è vero, ho giusto alzato un
tantino la voce nel minacciarlo. Sbuffo e lo guardo truce
-Allora…sei sicura che non
hai nulla da dirmi?-
mi chiede lasciando andare
leggermente la presa. Io scuoto
la testa decisa…negare, sempre negare! E poi lui non
può certo immaginarsi
quello che è successo tra me e Chad…no?
-Te l’ho già
detto, non ho assolutamente nulla da dirti-
sbotto seccata. Lui sghignazza di
nuovo e mi lascia andare
definitivamente per poter giocherellare con il suo cellulare
passandoselo di
mano in mano
-Guarda che vedo benissimo quando
menti…e poi perché hai
fatto il nome di Chad nel sonno?-
mi chiede con un sorriso maligno.
Brutto pezzo di…calma
Sharpay, respira e vedi di non strozzare tuo fratello, o almeno
provaci.
Respiro profondamente e lo guardo imbarazzata mordendomi un labbro
-Quante volte?-
chiedo con la voce strozzata. Ryan
continua a sorridere
divertito, che rabbia mi fa venire quando fa
così…lo so che ha imparato da me
ad essere così perfido, ma non è giusto che
l’allievo superi l’insegnante!
-Oh credimi, davvero tante tante
tante volte-
mi risponde sardonico. Digrigno i
denti e sto per replicare,
ma il suono di un cellulare interrompe il nostro
bisticcio…un messaggio sul SUO
cellulare. Una luce vendicativa mi attraversa lo sguardo e fulminea mi
lancio
su di lui che, preso alla sprovvista rotola giù dal letto.
Non c’è tempo per
ridere di lui, DEVO avere quel cellulare. L’aggeggio
è volato un paio di metri
fuori dalla portata di Ryan e lui è ancora a terra, perfetto
un ottimo
vantaggio per me! Lo scavalco con un balzo e finalmente riesco ad
appropriarmi
del cellulare, ma non sono scema fino a questo punto…mi
accorgo della mano di
Ryan che si agita in cerca della mia caviglia e sghignazzando esco di
volata
dalla stanza. Mentre corro per il corridoio riesci a leggere il
messaggio
-Ry, allora? Sei arrivato?
Chiamami e non farmi
preoccupare…ah ho finito la canzone per il duetto, non vedo
l’ora di cantarla
con te…l’altra sera è stato,
magico…un bacio Kels-
Oddio! Kelsie!! Beccato
fratellone…scoppio a ridere e visto
che la perfidia non ha mai fine scendo di corsa le scale urlando
-Mammaaaaaaa…Ryan ha la
ragaz…-
come
previsto mi ha raggiunta e mi sta tappando la bocca, ma io continuo
a mugugnare imperterrita anche se tanto non capisce nessuno. Continuo a
ridere
mentre mi trascina di sopra, ma nonostante tutto ci scambiamo uno
sguardo
affettuoso…eh sì, mi è mancato davvero
tanto!
RINGRAZIAMENTI
armony-93: Esagerataaaa,
non mi merito tutti questi complimenti, e non lo dico per modestia, lo
dico perchè è vero XD...come ti ho detto su msn
il capitolo da leccarsi i baffi arriverà ma più
avanti (poi non so se sarà davvero così
eccezionale ehehe)...ma penso che rallenterò la
pubblicazione perchè davvero questa ficcy ti fa male...un
dose di valium non ti farebbe male teshola XDXD....bazotti!!!
Leia_the_Witch:
oooook avrò pazienza (solo per poco XD), ma mi
raccomando sii veloce eheheh...beh questo Ryan un po' figo direi che
non dispiace nemmeno a me, anche se Chad è Chad
*ç* ...sono contenta ti sia piaciuto il capitolo anche se
ripeto è fatto male XD...credo che questo sia
migliore...baci!!
|
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Capitolo 9 *** Tuffo nel passato ***
Sento gli sguardi sognanti di
molti ragazzi che si posano
sulla mia figura e altrettanti sguardi pungenti d’invidia
delle ragazzine che
non saranno mai al mio livello. Con una sicurezza che credevo ormai di
aver
perso, mi incammino lungo il corridoio bianco della East High, Ryan
è alle mie
spalle e mi segue come un’ombra…beh in effetti
è sempre stato oscurato da me.
Passo davanti alla vetrina dei trofei e vedo con la coda
dell’occhio il mio
riflesso…non nascondo che sono assolutamente perfetta,
diciamocelo tutti
vorrebbero avere il mio visino d’angelo, i miei occhi
caramellati grandi e
luminosi e i miei boccoli biondi e setosi. Guardo davanti a me e un
gruppo di
ragazzi chiassosi e tutti con una giacca rossa sta camminando verso di
me…i
Wildcats. Incrocio lo sguardo più bello che abbia mai visto,
blu come il mare
profondo e talmente intenso che sento le gambe cedermi, ma io sono
Sharpay
Evans e non mostro mai le mie emozioni. Un semplice gesto delle mani e
il
gruppo si separa per far passare me e mio fratello
-La Regina di ghiaccio
è tornata dal polo-
-Avrà passato le
vacanze nel solito modo-
-E cioè?-
-Comprando specchi-
Le risate generali, mi fanno
meno male di quel nome che
mi è stato appioppato alle spalle e sono proprio spine di
ghiaccio quelle mi
trapassano il cuore e la gola in quell’istante. Loro se ne
vanno
tranquillamente, ridendo e scherzando, senza mai vedere quelle lacrime
che
brucianti scendono dalle mie guance. Per un istante interminabile vedo
quelle
labbra scure e carnose che ripetono all’infinito
“Regina di Ghiaccio” facendosi
beffa di me, no non sono le labbra di quel ragazzo che per anni mi ha
rubato il
cuore…sono quelle labbra morbide e calde che solo ieri erano
posate sulle mie.
Un invitante profumo di cappuccino
con latte di soia si
diffonde improvvisamente per tutta la mia stanza facendo svanire quel
sogno
amaro e dolce allo stesso tempo. Man mano che riprendo coscienza della
realtà
attorno a me, avverto il calore del piumone nel quale sono avvolta, il
profumo
di pesca del mio shampoo si mescola con un altro più
dolciastro, ma non
stucchevole…il mio dolce integrale biologico.
E’ un sacco che non vivo un
risveglio del genere, a pensarci
bene è da quando Ryan è andato a New York.
-Se credi che viziandomi
così mi farai tenere la bocca
chiusa su Kelsie…scordatelo-
borbotto con la voce impastata dopo
aver soffiato via una
ciocca di capelli dalla bocca
-E se credi che io non mi faccia
quattro risate su te e
Chad…scordatelo-
mi risponde Ryan di rimando, solo
quando mi parla mi accorgo
che sta seduto sul bordo del letto. Faccio una smorfia e gli assesto un
calcio
nel sedere da sotto le coperte
-Non esiste nessun: me e
Chad…non capisco come ti vengano in
mente idee tanto bizzarre-
ribatto imbarazzata mettendomi a
sedere. La camicia da notte
rosa mi scivola scoprendomi una spalla, la sistemo con un gesto
stizzito e
incontro lo sguardo contrariato di Ryan che si massaggia la parte colpita
-Dai non fare il bambino!-
lo rimprovero esasperata per poi
afferrare la tazza di
cappuccino fumante, non faccio in tempo a berne un sorso che uno
strillo agli
ultrasuoni mi fa sobbalzare nel letto e il liquido bollente mi va di
traverso
-Eccoli qui i miei bambini!-
Inutile, nessuno farà mai
capire a mia madre che non siamo
più bambini e io non sono il suo biscottino e Ryan non
è il suo paperotto.
Inizio a tossire senza riuscire a respirare e mentalmente rivolgo
impensabili
insulti a mia madre e alla sua voce. Ryan mi toglie di mano la tazza,
mentre
mia madre preoccupatissima inizia a darmi dei colpetti sulla schiena.
Alla fine
riesco a liberarmi la gola, deglutisco un paio di volte e mi asciugo le
lacrime, provocate dalla tosse, con il dorso della mano
-Scusa principessa, ti ho fatta
spaventare?-
mi chiede mamma in tono mieloso. Le
basta un’occhiataccia da
parte mia per capire che non deve rifarlo mai più. Mi stampa
un bacio
schioccante in fronte per poi andare verso la porta della stanza e
uscire.
Nello stesso istante vedo passare papà che guarda prima
mamma e poi me con uno
sguardo di scuse. E’ il suo modo per dirmi “Che ci
posso fare? E’ fatta così”.
Soffoco una risatina e aspetto che siano scesi per poter assillare Ryan
di domande
-Dai dai Ry, racconta…come
è successo?-
Ecco di nuovo il suo sorrisetto
diabolico…ma siamo sicuri
che non sia successo come in quel film dove le due sorelle diversissime
tra
loro si svegliano al mattino e si accorgono di essere una nel corpo
dell’altra?
-Ti dirò come è
successo, solo quando ammetterai come stanno
le cose tra te e Danforth-
Vorrei dirgli che non sono affari
suoi, ma alla fine io gli
sto chiedendo la stessa identica cosa…e poi in me la
curiosità vince su tutto.
Sbuffo stancamente e la frangia si solleva per il soffio per poi
ricadermi
davanti all’occhio destro
-Te l’ho detto, non
c’è niente…però ci siamo
baciati,
ecco…niente di più e niente di meno-
dico secca, sperando che non chieda
altro. A quanto pare si
accontenta e inizia a raccontarmi di lui e Kelsi. Io lo ascolto rapita
e a
volte contrariata, visto che è iniziato tutto durante le
prove del musical di
primavera l’ultimo anno alla East High, quando io gli avevo
ordinato di farmi
avere il pezzo che la pianista stava preparando per Troy e Gabriella.
Alla fine
mi fa promettere di non dire nulla per il momento a mamma e
papà e io faccio lo
stesso con lui
-Mi raccomando almeno questa promessa
mantienila-
mi supplica prima di uscire dalla
stanza. Finalmente sola
finisco in pace la mia colazione per poi farmi una bella doccia calda
che
riesce a farmi svegliare del tutto. Esco dal bagno in accappatoio, rosa
ovviamente, e mi infilo nella cabina armadio in cerca di qualcosa da
mettermi.
Dopo una lunga ricerca butto sul letto una camicetta bianca a mezze
maniche con
un nastro nero in vita legato con un piccolo fiocco, una gonnellina
nera con
cuciture argentate e un paio di leggins bianchi. Osservo un attimo i
vestiti
per poi annuire decisa e prendo dall’immensa scarpiera un
paio di decolltè con
il tacco e bordini argentati che richiamano esattamente la gonna.
Finita la
selezione dei vestiti mi piazzo davanti alla specchiera e inizio la
lunga opera
di cura dei capelli. Un paio d’ore dopo mi guardo allo
specchio con un sorriso
soddisfatto, i capelli scuri sono perfettamente lisci e lucidi, niente
fuori
posto ovviamente. Velocemente mi vesto e dopo aver passato un leggero
filo di
fard sulle guance, un poco d’ombretto, del rimmel e un
lucidalabbra alle
ciliegie, scendo di sotto dal resto della famiglia.
Ryan sta facendo sentire a mamma e
papà un pezzo che ha
composto con Kelsie, i miei lo guardano rapiti e nemmeno si sono
accorti che
sono scesa. E’ Ryan che si ferma vedendomi nel riflesso di
una vetrata
-Ah eccoti sorellina, credevo che
avessi deciso di murarti
viva in quella stanza-
gli rispondo con una smorfia e vado
in cucina per bermi un
po’ d’acqua. Apro l’anta del frigorifero
e prendo la bottiglia d’acqua,
avvicino il bicchiere e ne verso il liquido…un trillo mi fa
sobbalzare e un po’
d’acqua si rovescia sul piano della cucina. Possibile che la
gente si
divertisse a farmi prendere un colpo dietro l’altro? Afferro
il cordless appeso
al muro
-Pronto?-
rispondo mentre passo uno straccio
sul piano della cucina
per asciugare l’acqua versata
-Signorina Evans?-
chiede una voce molto familiare,
acuta e un po’ gracchiante,
dall’altro capo del telefono
-Signora Darbus! Sì certo
sono io-
esclamo riconoscendola e un largo
sorriso mi si dipinge in
volto. Non la posso vedere, ma dalla voce si capisce che sta sorridendo
-Bene…non mi
dilungherò troppo, avremo tempo di parlare se
accetterà di aiutarmi nella gestione del musical invernale
alla East High. Il
Drama Club non è più lo stesso senza di lei e la
signorina Gold non è certo
quella che definirei all’altezza delle mie aspettative-
A sentir nominare
quell’usurpatrice di Tiara Gold digrigno i
denti, ma il commento della Darbus mi fa subito tornare il sorriso
sulle
labbra. La East High e il mio Drama Club…come rifiutare?
-Certo, come le avevo già
detto, mi farebbe molto piacere…se
ha pazienza un attimo controllo solo una cosa-
rispondo mentre frugo nella borsa a
tracolla appesa ad una
sedia…trovo l’orario
dell’università guarda caso oggi ho solo una
lezione nel
pomeriggio che posso tranquillamente saltare. Ryan mi passa accanto e m
guarda
interrogativo, gli faccio cenno che gli avrei spiegato dopo
-Oggi sono a sua disposizione per
tutto il giorno-
annuncio allegra alla Darbus che
stava in attesa dall’altra
parte
-Perfetto!! La aspetto appena le
è possibile-
-Sarò da lei in un attimo-
e dopo un breve saluto riattacco con
un sorriso che mi va da
un orecchio all’altro. Inizio a saltellare euforica battendo
le mani, sto per
fare un tuffo nel mio tanto amato passato e soprattutto sto per dare
l’ennesima
lezione alla piccola Tiara…poveretta non sa cosa la sta
aspettando.
-Allora? Chi era? Perché
tanta allegria?-
mi chiede Ryan insistente. Non gli
rispondo subito, prima
afferro la giacchetta e me la infilo velocemente e poi prendo la borsa.
Andando
verso la porta d’ingresso, senza degnarlo di uno sguardo, gli
rispondo con un
velo di acidità
-Niente di che Mister
Julliard…sono cose che entusiasmano solo
noi poveri mortali-
non mi accorgo subito del suo sguardo
interdetto che diventa
accigliato quando mi vede prendere le chiavi della sua auto
-Non so a che ora torno-
annuncio alzando un po’ la
voce per farmi sentire da mamma e
papà che, nel frattempo, si sono spostati nel salone. Ryan
esclama qualche
protesta, ma già non lo sento più e mi chiudo la
porta alle spalle. East High,
la tua reginetta sta tornando!
RINGRAZIAMENTI
armony_93:
Lo
so
che ti avevo anticipato altro, ma mi veniva troppo lungo e siccome ho
poco
tempo in questo periodo rischiavo di aggiornare troppo tardi. Per ora
anche qui
non c’è Chad…ma chissà poi!
XDxD…mi raccomando continua a leggere, anche se non
c’è bisogno che te lo dica ihih…xoxo
Leia_the_Witch:
Grazie
amour *.* troppi complimenti…spero di non deluderti con
questo chappy (e tanto
anche se mi dici che è bellissimo, non ci
credo)…ah aspetto con ansia “Sweet
Candies” eh!!
|
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Capitolo 10 *** La magia del palcoscenico ***
E’ proprio come il sogno
che ho fatto questa notte, è
esattamente come tornare agli anni spensierati del liceo…sto
ripercorrendo a
passo spedito il lungo corridoio principale della East High e senza
nemmeno
rendermene conto riaffiorano i ricordi…Dio quanto mi sentivo
onnipotente, avevo
la scuola ai miei piedi e mi bastava uno schiocco di dita per ottenere
quello
che volevo, erano tutti al mio servizio. Tutti tranne quei ragazzi
chiassosi
dalle giacche rosse…i Wildcats…ricordo ancora lo
sguardo timido e adorante di
Zeke, non gliel’ ho mai detto, ma andavo matta per le sue
attenzioni anche se
io, autolesionista come sono, avevo ormai abbandonato il mio cuore
nelle mani
del capitano dagli occhi di ghiaccio, Troy, che puntualmente lo aveva
ridotto a
pezzi. E poi c’era Chad, al solo pensiero non riesco a
nascondere un lieve
sorriso, quella pelle color cioccolato, i suoi riccioli ribelli, le sue
labbra
e la sua voce che si prendevano perennemente gioco di me…mi
torna in mente di
nuovo il sogno di questa notte e scuoto la testa con decisione per
scacciare
via il senso di soffocamento che mi provoca. Non voglio più
pensare a quello
che è stato.
Realizzo solo ora che senza pensarci
i miei passi mi hanno
condotta nel punto in cui c’era il mio armadietto, il mio
piccolo mondo in una
scuola che non mi capiva. Non riesco ad evitare di fare una smorfia
seccata,
ora sulle doppie ante, una volta rosa acceso, c’è
dipinta una bandiera
inglese…certo mi ero dimenticata di quella piccola, insulsa,
parassita di Tiara
Gold…quella biondina che, per sua fortuna, non era riuscita
a rovinare la mia
uscita di scena dal grande palco che era la East High.
-Hey ciao bellezza-
una voce alle mie spalle mi riporta
alla realtà, mi volto
con un sopracciglio sollevato e l’aria piuttosto seccata per
trovarmi davanti
quel ragazzetto secco e dritto come un fuso del secondo
anno…Jimmy Zara! L’aria
attorno a lui è impregnata del solito odore nauseante della
sua acqua di
colonia di cui è sempre andato fiero. Apro bocca per
replicare, ma come al
solito mi scappa uno starnuto, è impossibile stare vicino a
quel ragazzo
-Zara! Ancora non hai capito che
così le respingi le
ragazze?-
gli faccio notare con un sorrisino
strafottente e riesco a
malapena a trattenere una risata nel vedere la sua espressione
trasformarsi non
appena mi riconosce
-Sha…Sharpay!!?? Scusa io
non…voglio dire tu sei…ok tolgo il
disturbo-
farfuglia rendendomi ancora
più difficile non mettermi a ridere,
scuoto la testa e mi metto una mano sul fianco automaticamente
-E devi anche lavorare
sull’approccio…certo che come erede
di Bolton hai ancora parecchio da imparare-
gli dico critica, ma senza
acidità riuscendo a farlo
arrossire per l’imbarazzo.
-Signor Zara! La campanella
è suonata da parecchio tempo, la
voglio vedere in classe nel giro di
tre…due…uno…-
Al solo suono della voce trillante
della Darbus il ragazzo
sembra scattare sull’attenti e prima che lei potesse finire
il suo conto alla
rovescia è già schizzato in classe senza fiatare.
Seguo per un attimo con lo
sguardo la sua sagoma con un sorriso divertito stampato in volto per
poi
guardare la Darbus che dall’espressione sembra voler
rimproverare anche me.
Come mi vede bene in viso si porta una mano alla bocca e sgrana gli
occhi
sorpresa…rimango un attimo allibita dalla sua reazione e
istintivamente mi
guardo nel riflesso di una vetrata
-Ho qualcosa che non va?-
le chiedo confusa. La Darbus mi fissa
e scuote la testa
-Dei del cielo Sharpay…sei
così…così…diversa-
mi risponde guardandomi dalla testa
ai piedi. Già certo,
dimenticavo che non sono più la biondina altezzosa che tutti
conoscevano…scrollo le spalle
-Sono i capelli-
dico con un velo di modestia nella
voce che sorprende
persino me. La guardo divertita e un po’ imbarazzata mentre
mi gira attorno
studiandomi in ogni particolare, non credevo di essere cambiata
così tanto…si
ferma e pensierosa mi dice
-No c’è
qualcos’altro, ti vedo più…serena ecco!
Ma bando
alle ciance, forza vieni con me, i nuovi ragazzi del Drama club non
vedono
l’ora di conoscerti-
esclama e, prima che io possa dire
qualsiasi cosa, mi prende
per un braccio e con insolito entusiasmo mi porta verso il
teatro…quello che
una volta era la mia seconda casa.
Arrivate davanti al teatro la Darbus
mi fa cenno di
precederla e con calma apro il portone centrale, entro cercando di non
far
rumore mentre osservo la scena che mi si presenta davanti agli occhi.
Una
decina di studenti tutti seduti scomposti, chi per terra, chi
appoggiato alle scenografie,
alcuni sbadigliano, altri lanciano occhiatacce furiose alla biondina
che a
furia di strilli e insulti è convinta di motivarli a darsi
una mossa visto che
il tempo a disposizione sta per scadere. Vedo la Darbus che apre bocca
per dire
qualcosa, probabilmente vuole interrompere Tiara e presentarmi, ma le
faccio
cenno di non dire nulla. Ancora nessuno si è accorto della
mia presenza e io
sono pur sempre la Drama Queen, le entrate in scena sono la mia
specialità.
Avanzo a passo spedito lungo il passaggio centrale, i tacchi rimbombano
lievemente ovattati sulla moquette del pavimento e solo in quel momento
Tiara
finalmente si azzittisce e tutti si voltano verso di me. Vedo con
soddisfazione
l’espressione della biondina cambiare da superba ad
allibita…eheh non se
l’aspettava! Salgo sul palco con i miei soliti modi come se
fossi sempre su una
passerella e mentre osservo pensierosa i ragazzi che mi fissano a loro
volta,
con un gesto impercettibile faccio ondeggiare i capelli…che
ci posso fare? Mi
piace tornare a darmi arie.
-Bene, ora che Tiara ci ha deliziato
con il suo intenso e
profondo discorso…-
inizio a parlare con vena decisamente
sarcastica
-…mi presento per chi
ancora non mi conosce sono Sharpay
Evans, assisterò la signora Darbus durante la preparazione
di questo Musical-
dico tutto con un sorriso dolce, ma
appena finisco la frase
il sorriso si spegne e torno per un po’ ad essere la spietata
regina di
ghiaccio
-Ora tu, tu e…tu! In
quell’angolo preparate la parte
recitata…voi quattro di lì, coreografie. E quelli
che rimangono subito in aula
musica a preparare le canzoni. Vi alternerete ogni mezz’ora e
finchè non avrete
imparato tutto alla perfezione rimarrete qui…anche oltre
l’orario delle lezioni
se è necessario-
non c’è bisogno
che aggiunga altro, il tempo di schioccare
le dita e sono già tutti al lavoro. Non posso fare a meno di
guardare Tiara con
un sorrisino trionfante mentre lei mi fissa attonita
-Ci vuole polso, ma non scene
isteriche ed insulti…a meno
che non siano strettamente necessari-
le faccio un cenno secco con la mano
come se volessi
scacciare una mosca
-E ora trovati qualcosa da fare anche
tu-
le dico secca e quando schizza via
noto che è quasi
sull’orlo delle lacrime…uhm avrò
esagerato? La Darbus mi si avvicina, in viso
un’espressione di totale orgoglio
-Devo dirlo Sharpay non ha perso
nemmeno un grammo della tua
verve…non li ho mai visti impegnarsi così da
quando è iniziato l’anno
scolastico-
le sorrido compiaciuta delle sue
parole
-Esperienza…forse un
giorno anche Tiara ci riuscirà-
le rispondo con una scrollata di
spalle
-Prima che i ragazzi tornino a casa
mi piacerebbe che tu
raccontassi loro qualcosa sui tuoi anni qui nel Drama
Club…qualcosa che li
possa motivare-
inclino la testa di lato pensierosa,
ma alla fine dopo
qualche secondo annuisco
-Certo, mi farebbe piacere-
@@@@
La giornata è stata
più lunga e faticosa del previsto, per
tutto il tempo ho girato tra i vari gruppetti aiutandoli dove era
necessario…alla fine devo dire che mi sono anche divertita!
Hanno fatto tutti
un ottimo lavoro, ed ora sono qui seduta su una delle poltroncine rosse
del
teatro con attorno tutti i ragazzi in attesa del discorsetto che mi
aveva
chiesto questa mattina la Darbus. Ho pensato a lungo a cosa poter dire
a quei
ragazzi e l’unica cosa che mi è venuta in mente
è stata quella di raccontare la
mia storia lì dentro dall’arrivo di Gabriella.
-Vi dico già che non
è facile per me ammetterlo, ma non è
stato il Musical a farmi crescere, bensì le
persone…lo spettacolo era un
contorno. E’ da quando sono piccola che con mio fratello
partecipo a spettacoli
e sempre da protagonista, ma è in questa scuola che ho
imparato l’importanza di
ogni singolo ruolo e che uno spettacolo non è fatto solo dai
protagonisti. I
primi anni qui ero la reginetta indiscussa, acclamata, se volete anche
temuta,
ero la presidentessa del Drama Club, nulla veniva fatto senza la mia
approvazione e ovviamente il ruolo principale era mio di diritto.
E’ bastato
però l’arrivo di una persona in questa scuola per
sconvolgere tutti gli
equilibri…da quel momento tutto quello che credevo ovvio e
scontato non lo era
più. Ne avrete sicuramente sentito parlare, mi riferisco a
Gabriella
Montez…ecco lei e tutta la squadra dei Wildcats hanno rotto
gli schemi e sono
riusciti a partecipare per la prima volta ad un Musical della East
High,
togliendo ovviamente a me e mio fratello il ruolo principale. Come
potete
immaginare non l’ho presa con quella che si definirebbe
sportività e ho cercato
in tutti i modi di riprendermi quello che credevo fosse mio.
E’ la prima volta
che lo dico, ma in realtà non ero invidiosa di quei ragazzi
perché avevano il
loro musical, ero invidiosa perché sapevano lavorare tutti
insieme senza
prevaricare uno sull’altro e alla fine anche la fatica
diventava divertimento.
Solo quando gli anni del liceo sono finiti ho capito che avrei potuto
viverli
diversamente e per questo vi dico che per fare bene uno spettacolo
bisogna che
lavorate sì sodo, con attenzione e dedizione, ma soprattutto
dovete lavorare
insieme…ogni ruolo è importante, senza ognuno di
voi il Musical non esisterebbe
e non avrebbe senso. Vi assicuro che la soddisfazione di vedere il
proprio
lavoro finito, prendersi gli applausi alla fine dello spettacolo,
sapere di
aver dato tutto di voi è la sensazione più bella
che esista…sia che siate i
protagonisti, sia che facciate solo i tecnici delle luci…-
mi fermo un attimo prima di
concludere, li vedo fissarmi
rapiti, wow ho fatto centro! Il mio sguardo si sposta sulla Darbus che
mi
guarda commossa come una madre che guarda la propria figlia che ormai
è
cresciuta
-…io l’ho
scoperto troppo tardi, non fate il mio stesso
errore-
finisco continuando a guardare la
Darbus che con mia
sorpresa soffoca un singhiozzo.
-Beh forza adesso andate a
casa…non vorrete farci notte
qui??-
dico dopo qualche secondo per rompere
l’imbarazzo. Tutti si
alzano, mi salutano calorosi e in un grande vociare se ne vanno,
compresa Tiara
che nemmeno si azzarda a guardarmi in faccia.
-L’ho detto io che non sono
solo i capelli-
sento dire la Darbus, mi volto verso
di lei con un sorriso
imbarazzato, ma non riesco a dirle nulla
-Meglio tardi che mai
Sharpay…devo ammetterlo, ti credevo
troppo presa da te che non avrei mai creduto di sentirti dire quelle
cose-
sorrido appena mordicchiandomi
nervosamente il labbro
inferiore
-La sa una cosa? Nemmeno io lo
credevo-
le rispondo tenendo lo sguardo basso.
La vedo avvicinarsi a
me, mi prende le mani e mi fissa dritta negli occhi
-Credo che tu e questo teatro abbiate
bisogno di stare un
po’ soli…sei stata lontana da qui per troppo
tempo. Ricordati di spegnere le
luci quando esci-
sapevo che me l’avrebbe
detto e in cuor mio lo speravo…sono
rimasta tutto il giorno in teatro, ma mai da sola e non vedevo
l’ora che
arrivasse questo momento, è come rivedere un vecchio
amico…silenzioso, che ti
sa ascoltare. Aspetto che la Darbus sia fuori e dopo qualche secondo mi
alzo
dalla poltroncina, salgo i gradini che portano sul palco e mi metto
esattamente
al centro. Chiudo gli occhi e sento il brusio delle persone che
aspettano
l’inizio dello spettacolo, sento me e Ryan mentre scaldiamo
la voce, sento
l’agitazione dietro le quinte, il fruscio della stoffa
pesante del sipario che
si apre, gli applausi del pubblico alla fine dello spettacolo. Sospiro
riaprendo gli occhi e un nodo di delusione e malinconia mi si stringe
in gola.
Con la coda dell’occhio vedo il pianoforte, è
ancora lì, lucido e perfetto come
sempre. Mi ci avvicino a passi lenti e indecisi, sfioro i tasti e
accenno una
melodia, ma non canto…troppi ricordi, mi verrebbe solo da
piangere. Un attimo
dopo mi ricordo del mio piccolo rifugio, lassù in galleria,
il punto più
lontano dal palco, dove puoi vedere tutto senza che il tutto veda
te…ci andavo
quando ero troppo giù per affrontare i corridoi della
scuola. Salgo fino a là
in cima e sprofondo in una delle poltroncine rosse che sanno di polvere
e di
antico, chiudo gli occhi…ma solo per un attimo
perché lievi note mi giungono
all’orecchio, qualcuno sta suonando e un attimo dopo sento
una voce molto
familiare, ma che non avrei mai creduto di sentire di nuovo
lì dentro
She can kill with a
smile
She can wound with her eyes
She can ruin your faith with her casual lies
And she only reveals what she wants you to see
She hides like a child
But she's always a woman to me
Mi
si illuminano gli occhi quando
lo vedo lì, seduto al pianoforte, le sue dita che sfiorano
delicate i tasti, la
sua voce dolce, ma allo stesso tempo un po’ ruvida che si
diffonde nel teatro,
la sua pelle che scintilla alla luce dei riflettori, i suoi riccioli
scuri che
si muovono appena quando ondeggia lievemente il capo. Mi precipito di
sotto,
attenta a non fare rumore, non voglio che smetta, lo voglio sentire
cantare
fino all’ultima nota.
She can lead you to
live
She can take you or leave you
She can ask for the truth
But she'll never believe you
And she'll take what you give her as long as it's free
She steals like a thief
But she's always a woman to me
In silenzio mi nascondo dietro le quinte, lo
ascolto cantare e sbircio alle sue spalle per non farmi vedere. Ascolto
le
parole, adoro quella canzone, ho sempre pensato che in fondo parlasse
di me e
forse anche lui se ne è accorto
Oh, she takes care of
herself
She can wait if she wants
She's ahead of her time
Oh, and she never gives out
And she never gives in
She just changes her mind
E chi l’avrebbe mai detto
che un giorno il più scapestrato
dei Wildcats sarebbe stato solo (secondo lui) in un teatro a suonare e
cantare
una delle più belle canzoni mai scritte? La tentazione di
correre ad
abbracciarlo è fortissima, ma ancora più forte
è l’emozione di sentirlo cantare
così…allora anche lui sotto sotto nasconde un
lato sensibile.
She will promise you
more
Than the Garden of Eden
Then she'll carelessly cut you
And laugh while you're bleedin'
But she'll bring out the best
And the worst you can be
Blame it all on yourself
Cause she's always a woman to me
Sorrido
persa mentre lo ascolto e a bassissima voce canto con lui, tanto non
può
sentirmi…l’ho sempre saputo che prima o poi la
magia del palcoscenico cattura
tutti, anche le persone più distanti da questo mondo.
She is frequently kind
And she's suddenly cruel
She can do as she pleases
She's nobody's fool
But she can't be convicted
She's earned her degree
And the most she will do
Is throw shadows at you
But she's always a woman to me
Dolcemente
termina la canzone e lo
vedo restare imbambolato davanti al pianoforte come se quello che
avesse fatto
poco prima fosse solo il risultato di un momento di trance. Sorriso
intenerita
quando lo vedo grattarsi la nuca imbarazzato seppure, per quello che ne
sa lui,
non c’è nessuno nel teatro. Lo osservo ancora per
qualche istante e alla fine
esco allo scoperto arrivandogli da dietro
-Dovrei
essere gelosa?-
chiedo
avanzando verso di lui a
braccia incrociate e un lieve sorriso furbo. Soffoco una risatina
quando lo
vedo sobbalzare colto alla sprovvista, mi guarda stupito e infastidito
come un
bambino scoperto con le dita nel barattolo di marmellata
-Che…che
ci fai tu qui??-
mi
chiede balbettando. Lo guardo
divertita mentre mi siedo sulla panca accanto a lui davanti al
pianoforte
-E’
il mio teatro ricordi? Io qui
sono ancora la reginetta-
gli
rispondo e in cambio ricevo
una smorfia contrariata, ma niente parole.
-Bella
la canzone che stavi
cantando…è una delle mie preferite sai?-
gli
dico mentre scosto un ricciolo
che gli cade appena sopra l’occhio…lo vedo
scrollare le spalle con sufficienza
e l’imbarazzo gli si legge chiaramente in volto
-Eh
ci credo, parla di te-
mi
risponde offrendomi così su un
piatto d’argento l’opportunità di
rivolgergli la domanda che mi frullava in
testa da un po’
-Per
quello che la stavi
cantando?-
Chad
di colpo arrossisce, non
riesce nemmeno a guardarmi in viso e vedo comparire sulla sua
espressione quel
broncio da bambino che mette quando viene punzecchiato un nervo
scoperto. Rido
lievemente e mi alzo dalla panca andando verso il centro del palco, mi
giro
verso di lui e sorrido
-Avanti
Wildcat, il palcoscenico
piace a tutti, non devi vergognarti è normale esserne
attratti-
il
sorriso strafottente è tornato
ad increspare le sue labbra scure mentre muove qualche passo verso di me
-Tanto
non lo dirai a nessuno-
mi
dice ghignando mentre mi
osserva a braccia incrociate. Lo guardo scettica sollevando un
sopracciglio
-Perché?
Altrimenti mi ucciderai?-
gli
chiedo soffocando una
risatina. Lo vedo pensare per un attimo per poi rivolgermi un altro
sorrisino
da sbruffone
-Aspetta,
com’era? Ah sì: non
ero invidiosa di quei ragazzi perché avevano il loro
musical, ero invidiosa
perché sapevano lavorare tutti insieme senza prevaricare uno
sull’altro e alla
fine anche la fatica diventava divertimento-
resto a bocca aperta quando lo sento
ripetere le mie stesse
parole
-Da quanto tempo sei qui Chad?-
chiedo sconvolta
-Da un po’-
mi risponde con una scrollata di
spalle e l’espressione
vittoriosa. Pesto un piede a terra e questa volta sono io ad essere
imbronciata
-Se ti azzardi a dirlo a qualcuno
giuro che ti strappo quei
riccioli uno ad uno-
ecco lo sapevo che si sarebbe messo a
ridere…Dio quanto sa
essere irritante!
-Su dai non farmi quel
faccino…adesso siamo pari no?-
mi dice più dolcemente
quando ormai è arrivato ad un palmo
di distanza da me. Cerco di trattenere un sorriso mentre resto a
fissarlo
imbronciata…un attimo dopo sento le sue mani sui fianchi e
lui che mi sussurra
-Vuoi vedere che riesco a farti
ridere?-
non faccio in tempo a replicare che
inizia a farmi il
solletico…no! Io odio il solletico, lo soffro da morire.
Cerco invano di
allontanarmi da Chad, ma lui mi tiene stretta a sé e
inevitabilmente un attimo
dopo finiamo a terra…io distesa sulla schiena con lui sopra
di me…ha smesso di
farmi il solletico e ora mi guarda con un leggerissimo sorriso, siamo
così
vicini che i nostri respiri si uniscono. Mi accarezza una guancia con
l’indice
per poi dire
-Anche tu piaci a tutti ed
è normale essere attratti da
te…di questo mi devo vergognare?-
apro bocca per rispondere, ma le sue
labbra si stanno già
scontrando con le mie, le cercano, ci giocano e come le schiudo appena
il
contatto si approfondisce e il bacio da casto e leggero si fa sempre
più
intenso e passionale. Ho il cuore che batte a mille mentre passo le
mani tra i
suoi riccioli fitti, le faccio scivolare lungo la schiena tesa di lui e
sento
il suo respiro farsi affannoso…si stacca da me solo quando
intreccio le mie
dita con le sue
-Assolutamente no-
mormoro in risposta alla sua domanda
di prima per poi
sorridergli osservando i dolci lineamenti del suo viso.
-E’
tardi…è ora di andare-
mi sussurra posando un altro bacio
lieve sulle mie labbra…si
alza e mi porge la mano che subito afferro e con un solo piccolo
strattone mi
ritrovo in piedi tra le sue braccia. Non dico più nulla e
tanto meno lui, ci
avviamo silenziosi verso l’uscita del
teatro…spengo le luci prima di chiudere
la porta e solo quando siamo fuori mi accorgo che è buio
pesto. Apro la bocca
per parlare, ma come se mi avesse letto nel pensiero Chad mi anticipa
-E’
mezzanotte…e a proposito…Buon compleanno Sharpay-
RINGRAZIAMENTI:
LA CANZONE E' "SHE'S
ALWAYS A WOMAN TO ME" DI BILLY JOEL
Leia_the_Witch: Ecco appunto il ritorno di
Sharpay alla East High...non l'ho voluta fare troppo stronza,
però ogni tanto un po' della vecchia "verve" spunta fuori,
se no non sarebbe la Sharpay che tanto adoriamo no? Spero ti sia
piaciuto il capitolo...a me piace soprattutto quanto tratta male Tiara
muhauahuahau...e sono stata ancora buona xD
armony_93: Lo
so lo so sono in ritardo...in schifosissimo ritardo...però
in questo chappy ti ho messo Chaddino visto? Secondo me è
pucciosissimo e terribilmente da sbavo...se hai pazienza ancora un po'
dopo il prossimo capitolo c'è quello promesso ^^
mileybest:
Come dicevo ad Armony ci sarà un altro capitolo ancora sul
compleanno di sharpay...poi in quello dopo farò entrare in
scena tutta gli altri...e a proposito di Taylor ce ne saranno delle
belle...è già tutto nella mia testolina malsana.
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Capitolo 11 *** Compleanno sotto le stelle ***
Non
ho chiuso occhio tutta la
notte, ho continuato a rigirarmi sotto le coperte pensando e ripensando
a
quello che è successo in teatro. Sono sempre stata convinta
che qualsiasi
teatro nasconda in sé una magia, all’interno
può succedere solo qualcosa di
straordinario e spesso di imprevisto…ma mai nulla di
scontato. Eppure non avrei
mai e poi mai pensato di vedere Chad Danforth, da solo nel teatro della
East
High, cantare una canzone pensando a…me. Ma nonostante la
notte insonne,
stamattina mi sento più sveglia del solito…eh per
forza è il mio compleanno, da
oggi ho ufficialmente 19 anni e in più sarò
sicuramente sommersa dai regali!!
Non
c’è nemmeno bisogno di
aspettare Ryan che venga a sventolarmi la solita tazza di
caffè sotto al naso,
per cercare di svegliarmi senza essere ucciso. Sono già in
piedi prima del previsto
e sto girando a vuoto nella cabina armadio alla disperata ricerca di
qualcosa
da mettere, anche se, come sempre, mi ci vorrà anche
più di mezz’ora. Mi
torturo una ciocca di capelli mentre osservo i vestiti stipati sulle
grucce e
gli scaffali
-Buon
compleanno sorellina!!-
l’esclamazione
di Ryan mi fa
sobbalzare dallo spavento e urto contro uno scaffale pieno di scarpe.
Sto per
strillare contro mio fratello quando qualcosa di pesante e appuntito mi
colpisce dolorosamente in testa
-Aih!-
esclamo
massaggiandomi la parte
colpita per poi vedere a terra una delle mie scarpe preferite. Alzo
lentamente
lo sguardo dal pavimento fino a fissarlo su Ryan il quale ha
già capito che sta
per passare un brutto quarto d’ora e inizia ad arretrare
colpito dal mio sguardo
agghiacciante
-ehm…scusa
Pay…davvero…non
volevo…io…ti aspetto di sotto-
farfuglia
per poi schizzare fuori
dalla porta della mia stanza. Mando gli occhi al cielo esasperata,
fortunatamente domani se ne torna alla Julliard, è vero che
lo volevo qui
accanto a me, ma certe volte è veramente più
fastidioso del grillo parlante!
Scrollo le spalle, vabbè almeno ho trovato le scarpe da
mettere, proprio un
aiuto piovuto dal cielo.
Poco
dopo sono pronta per scendere
ed iniziare la giornata dell’anno che
preferisco…le mie gambe lunghe e
affusolate sono quasi del tutto scoperte, alla fine ho deciso di
indossare un
paio di pantaloncini in jeans con l’orlo in strass rosa,
mentre sopra una
maglietta a mezze maniche con scollo a V intonata agli strass dei
pantaloncini,
stampata sopra una grande corona nera. Ai piedi le scarpe che mi sono
piombate
in testa poco prima, ovvero sandali neri con tacco da otto, legati alla
caviglia. I miei perfetti capelli sono lasciati sciolti, piastrati e ho
deciso
di mettermi una fascia glitterata sempre rosa. Inutile dire che sono
favolosa.
Saltellando
scendo le scale fino
al salone dove mamma e papà mi aspettano con un largo
sorriso sulle labbra,
segno che è pronto il regalo e che è qualcosa di
grosso
-Buon
compleanno tesoro-
mi
dicono in coro, non riesco a
trattenere un sorriso divertito, sembrano la famiglia di una
pubblicità di
biscotti. Nel frattempo anche Boi mi ha raggiunta e mi fissa
scodinzolando e
mugolando per attirare la mi attenzione, ma io sono troppo intenta a
guardare
mamma e papà in attesa che si scongelino da quella posizione
e mi diano
finalmente questo benedetto regalo. Quando si accorgono del mio sguardo
interrogativo lanciano un’occhiata a Boi che nel frattempo
è rimasto seduto ai
miei piedi…seguo il loro sguardo e vedo che al collare del
mio cucciolo è
appesa una piccola scatolina. Mi piego curiosa e un po’
stranita, cerco di
prendere la scatolina, ma Boi si ribalta in cerca di coccole
-Boi!
Stà fermo-
gli
dico ridendo e per farlo
contento gli accarezzo la pancia vedendolo scodinzolare ancora
più allegro.
Sfilo la scatolina dal suo collare e con mano tremante per la
trepidazione la
apro. Dentro ci sono delle chiavi, sembrerebbero di un’auto.
Mi serve una
manciata di secondi per realizzare che la mia auto era stata semi
distrutta e
che quelle chiavi volevano dire che era stata riparata…o
meglio ancora era una
nuova di zecca.
-Che
aspetti biscottino? Esci!-
mi
esorta mia madre e non me lo
faccio ripetere due volte. Incurante dei tacchi corro al portone
dell’ingresso
e lo apro con una leggera spinta della spalla mentre tengo abbassata la
maniglia. Come apro uno spiraglio, Boi schizza fuori, ma non lo seguo
con lo
sguardo, la mia attenzione è stata totalmente catturata da
quel gioiellino rosa
all’inizio del lungo viale. Resto senza parole, mi verrebbe
da strillare, ma
chissà come mi contengo e mi ritrovo a correre verso la
macchina. Non è bella,
non è meravigliosa, non è stupenda, semplicemente
è…è…oh non
c’è una parola per
descriverla. Accarezzo con un dito la lamiera liscia del cofano e mi
soffermo
sullo stemmino restando senza fiato…è una Aston
Martin Vanquish, ce ne sono
pochissime in circolazione e assolutamente nessuna di questo colore.
Sul cofano
ci sono ancora le mie iniziali, ma questa volta sono bordate di
brillanti veri…così
come il volante e il pomello del cambio. Apro esaltata la portiera e il
profumo
di nuovo mi investe come una boccata d’aria fresca mentre
ammiro i sedili con
inserti in pelle e camoscio
-Rischio
ancora la morte?-
mi
chiede timoroso Ryan spuntato
da chissà dove, ma io sono troppo contenta ed euforica per
prendermela con lui
e istintivamente gli getto le braccia al collo stritolandolo
-Sono
troppo di buon umore-
gli
rispondo mentre lo lascio
andare e gli sistemo la camicia un po’ sgualcita. Nel
frattempo anche mamma e
papà si sono avvicinati a noi e mi sorridono contenti della
mia reazione
-Mamy,
Papy è favolosa!!-
esclamo
correndo ad abbracciare
anche loro. Papà mi tiene un braccio attorno alle spalle e
mi porta verso il
baule della macchina
-Aspetta
non è finita-
mi
sussurra aprendo lo sportello e
se prima ero rimasta di sasso ora veramente sono congelata.
L’interno del baule
è nero e fucsia dello stesso materiale dei sedili e oltre ad
uno specchio ha
anche diversi cassetti e ripiani per metterci trucchi, vestiti di
riserva e
qualsiasi cosa mi venga in mente. Sto per aprire bocca pur sapendo che
non
riuscirei a dire niente quando vedo Ryan premere un piccolo bottone
accanto
allo specchio ed ecco che il ripiano con lo specchio si capovolge e
appaiono come
per magia sei casse acustiche in tinta con gli interni
dell’auto e con le mie
iniziali su di esse. Non ho mai visto nulla di simile, sento che potrei
mettermi a piangere
-E’
incredibile-
sussurro
con un filo di voce
mentre mamma, papà e Ryan si mettono a ridere divertiti
-Deduco
che ti piace principessa-
dice
alla fine mio padre e io lo
guardo con gli occhi lucidi e commossi di un cucciolo
-E’
me lo chiedi?? Grazie…grazie
davvero, io…-
vengo
interrotta da una carezza
sul viso di mia madre
-Per
il nostro biscottino questo
ed altro! Ora veloce che sei già in ritardo-
Solo
quando mi dice così mi
accorgo che in effetti devo correre o mi toccherà
l’ennesima relazione di
storia del teatro. Salgo di volata in macchina e accendo il motore che
ruggisce
con un forte rombo nel cofano. Sorrido incredula e mentre parto mando
due baci
con la mano verso di loro per poi schizzare via ancora frastornata
dalla
sorpresa.
In
meno di dieci minuti sono
arrivata a scuola e, svoltando nel parcheggio, vedo Shaun, Michelle, LB
e tutti
gli altri che mi aspettano…ma di Chad nemmeno
l’ombra. Rido vedendoli che come
dei cretini fingono di essere dei vigili urbani e con strani gesti mi
indicano
dove e come parcheggiare mentre alcuni lanciano fischi di ammirazione
vedendo
la mia auto nuova. Scendo dalla macchina e, nemmeno il tempo di
respirare che
me li trovo tutti addosso ad abbracciarmi e ad augurarmi buon compleanno
-Ok…ok…basta
ragazzi ok ho
capito!-
esclamo
un po’ seccata e un po’
divertita. Vedo Shaun che fissa la mia Aston Martin con aria critica
per poi
scuotere la testa
-Fiocco
di neve e questa? Te
l’hanno regalata insieme alla Barbie?-
tutti
si mettono a ridere a quella
battuta, ma io lo guardo contrariata
-Ah
ah divertente-
mormoro
sarcastica
-Intanto
so che daresti qualsiasi
cosa per avere una macchina così…soprattutto per
questo-
aggiungo
aprendo il baule e
premendo il pulsante accanto allo specchio. Li guardo trionfante mentre
tutti
ammirano le casse acustiche ad occhi sgranati, mi allontano da loro e
sporgendomi verso il cruscotto faccio partire la musica che si diffonde
a tutto
volume nel parcheggio. Non faccio in tempo a raddrizzarmi che mi sento
tirare
per un braccio con dolcezza, ma decisione allo stesso tempo e in un
attimo mi
trovo schiacciata contro la portiera mentre labbra piene e calde si
scontrano
bramose contro le mie. Permetto a Chad di approfondire il contatto
mentre le
mie braccia scivolano attorno al suo collo per stringermi a lui. Il
bacio non è
certo quello che si definisce casto e mi sento arrossire quando le mani
del
ragazzo mi scivolano lungo i fianchi e sempre più
giù ad accarezzare le gambe.
Un brivido mi attraversa la schiena e solo in quel momento mi accorgo
che forse
stiamo esagerando
-Chad…Chad
hey…fermati-
sussurro
poco convinta mentre le
sue labbra sono scese ad accarezzarmi il collo. Lo prendo per le spalle
e cerco
di allontanarlo, ma senza risultato…fosse per me resterei
lì con lui il più
possibile, ma siamo in un parcheggio e sento gli occhi dei ragazzi
lì accanto
puntati addosso. Solo quando Michelle decide di dare un colpo di tosse
Chad si
riscuote e si stacca da me
-Ragazzi…questo
si che è dare il
buongiorno!-
esclama
Denise un’altra ragazza
del gruppo che fissa me e Chad con espressione furba. Mi sento
terribilmente in
imbarazzo e mi ritrovo a fissarmi la punta dei piedi mentre tutti
ridono.
Quando alzo lo sguardo vedo che anche Chad è piuttosto
imbarazzato e mi lancia
un’occhiata di scuse mentre si gratta la nuca. Mando gli
occhi al cielo e gli
do un leggero pugno sul petto, ma non posso fare a meno di sorridere
-Ma
che ti è preso?-
gli
chiedo a bassa voce mentre gli
altri stanno ancora a prenderci in giro. Chad mi sorride e mi scosta
una ciocca
di capelli dal viso
-E’
che oggi sei troppo bella…non
ho resistito-
a
quelle parole mi sciolgo e gli getto
le braccia al collo stringendomi a lui, mentre mi cinge la vita con le
sue
braccia forti
-Tieniti
libera per stasera-
mi
sussurra all’orecchio. Sciolgo
subito l’abbraccio e lo guardo incerta
-Perché?
Che c’è stasera?-
gli
chiedo curiosa mentre con gli
altri ci avviamo all’ingresso. Chad mi mette un braccio
attorno alle spalle e
mi schiocca un bacio sui capelli
-Sorpresa-
mormora
lasciandomi così in
sospeso.
@@@@
-MI
SPIEGHI COME FACCIO A CAPIRE
COSA DEVO METTERE, SE NON SO DOVE DEVO ANDARE??-
strillo
esasperata gettando fuori
dalla cabina armadio un paio di scarpe che quasi colpiscono Ryan in
faccia
-Sharpay
se tu mi lasciassi pa…-
-IO
LO UCCIDO!-
esclamo
senza nemmeno essermi
accorta che Ryan stava cercando di parlarmi. Come una furia esco dalla
cabina
armadio e afferro il mio cellulare
-Adesso
lo chiamo, e giuro che se
non mi da una risposta stasera la festa se la fa da solo!-
sto
per far partire la chiamata
quando Ryan mi toglie di mano il cellulare e lo richiude fissandomi
calmo, ma
deciso
-Adesso
sorellina tappati quella
boccuccia, siediti, respira profondamente e soprattutto ASCOLTAMI!-
mentre
parla eseguo obbediente
tutti gli ordini e non oso replicare; quel tono così calmo
vuol dire tempesta
in arrivo e per vedere una persona veramente cattiva, basta far
arrabbiare una
veramente buona…proprio come Ryan. Quando vede che sono
pronta ad ascoltarlo,
mi sorride e prende dai piedi del letto una scatola blu con il marchio
in
argento di Prada
-Ti
saresti risparmiata un po’ di
corde vocali se fossi stata a sentirmi…tieni questo
è il mio regalo-
mi
dice spingendo verso di me la
scatola. Velocemente e piena di curiosità la apro e ne sfilo
un bellissimo
vestito dello stesso colore della scatola. Prima che possa dire
qualsiasi cosa
Ryan mi da una spintarella verso la cabina armadio
-Forza
provalo!-
mi
esorta sorridente. Chiudo le
porte della cabina che in pratica è grande quanto la mia
stanza e dopo aver
indossato il vestito resto senza fiato davanti al mio riflesso. Il
colore è
perfetto con la mia carnagione e non mi fa sembrare troppo pallida. La
gonna
arriva a metà coscia e il tessuto cade morbido sulle gambe
mentre la vita è
fasciata da un nastro di brillanti. L’abito è
senza spalline con un leggero
arriccio sopra il seno e la schiena resta scoperta fatta eccezione per
un
nastro blu incrociato che serve da allacciatura
-Sei
bellissima-
sussurra
Ryan che senza far
rumore, non vedendomi uscire, è entrato nella cabina. Faccio
un giro su me
stessa e poi sorrido raggiante
-E’
il vestito più bello che abbia
mai messo…grazie fratellone-
mormoro
quasi commossa dandogli un
sincero bacio sulla guancia. Con sorpresa vedo che mi scosta i capelli
da
dietro e un attimo dopo sento qualcosa di freddo sul collo, alzo lo
sguardo al
mio riflesso nello specchio e un ciondolo a forma di stella
è posato
delicatamente appena sopra il seno
-Questo
è un anticipo della
serata…da parte di Chad-
mi
dice dopo aver agganciato la
catenina. Mi volto di scatto e lo guardo interrogativa
-Chad?
Stiamo parlando della
stessa persona?-
gli
chiedo incredula. Non posso
credere che Chad il ragazzo più burbero, sarcastico,
sbruffone e totalmente
privo di gusto che abbia mai conosciuto, sia stato capace di regalarmi
una cosa
tanto bella. Ryan si mette le mani in tasca stringendosi nelle spalle
-E’
incredibile cosa riesca a fare
un ragazzo innamorato-
-Sì
innamorato…come no!-
ridacchio
beffarda mentre sfilo da
uno scaffale le scarpe adatte per quell’abito. Il silenzio di
Ryan mi coglie
alla sprovvista, credevo si sarebbe messo a ridere con me e invece
è lì
immobile che mi fissa con un sopracciglio alzato come se mi fossi
rincretinita
di colpo
-Sharpay…già
solo il fatto che
Chad Danforth sia entrato in un negozio dovrebbe farti pensare, e in
più ti ha
regalato un gioiello e non un pupazzetto come ci si aspetterebbe da
lui…questo
è amore-
mentre
parla mi torturo una ciocca
di capelli nervosamente, non ho mai pensato a questo e sinceramente
nemmeno io
so se sono innamorata davvero di Chad o è solo attrazione.
Apro bocca per
ribattere, ma Ryan mi anticipa
-E
adesso preparati che è tardi-
Poco
dopo l’auto di Ryan svolta in
una stradina secondaria e inizia a salire un viale lungo una collina.
Impaziente e nervosa tamburello con le unghie sulle mie ginocchia
scoperte
-Ti
giuro Ryan che se è uno
scherzo idiota di te e Chad mi infurierò in un modo che non
hai mai visto-
lo
minaccio mentre crucciata fisso
fuori dal finestrino cercando di capire in che zona della
città mi sta portando
-Stai
tranquilla Pay! Impara un
po’ a fidarti ogni tanto-
mi
dice con il suo solito tono
pacato. L’auto frena davanti ad una modesta villetta proprio
in cima alla
collina. Alzo un sopracciglio con aria critica vedendo quella casa,
sembra
parecchio vecchia e a giudicare dalle tende tirate e dal buio pesto
direi che
all’interno non c’è nessuno. Ryan mi
posa una mano sulla spalla e con lo
sguardo mi esorta ad uscire. Titubante e nervosa apro la portiera ed
esco
dall’auto soffocando un’imprecazione per i tacchi
che affondano nel terreno
morbido…non sono molto rassicurata dalla scena che ho
davanti, la casa e il
buio danno al tutto un’aria un po’ spettrale
-Ryan
io non…-
mi
volto cercando supporto in mio
fratello, ma lui ha già messo in moto e se ne sta andando
salutandomi con un
largo sorriso. Rimango lì da sola, in una zona sperduta di
Albuquerque, al buio
e al freddo notturno…una folata di vento mi fa rabbrividire,
ma non credo sia
soltanto un brivido di freddo. Respiro profondamente ripromettendomi di
farla
pagare a tutti e due appena me li troverò sotto mano e,
prendendo coraggio,
salgo gli scalini del patio che scricchiolano al contatto con i miei
tacchi a
spillo. Deglutisco e appoggio la mano tremante sulla maniglia della
porta…non
faccio in tempo a sfiorarla che questa si apre con un cigolio sinistro
facendomi sobbalzare. L’interno è appena visibile
grazie alla luce della luna
che filtra dalle finestre sull’altro lato della casa, vedo
delle sagome attorno
e mi si stringe la gola per la tensione
-C…Chad?-
chiamo,
ma non ottengo risposta se
non un ovattato fruscio non molto distante da me. Non so quale forza mi
spinge
a muovere un passo nella casa
-Chad
non è divertente!-
esclamo
con voce tremante e
succede tutto in un attimo…la porta alle mie spalle sbatte
con forza come
spinta dal vento e io mi ritrovo a strillare per lo spavento, come se
non
bastasse mi sento stringere per i fianchi da dietro e istintivamente
oltre a
strillare inizio anche a scalciare alla cieca finchè sento
la risata divertita
di Chad e le luci finalmente si accendono. Il ragazzo scioglie la presa
attorno
a me e io faccio appello a tutte le mie forze per non massacrarlo di
botte, ma
lo spavento è stato troppo e mi volto verso di lui con
sguardo omicida
iniziando a prenderlo a borsettate dove capita
-Idiota!
Cretino! Troglodita! Sei
un co…-
Chad
ride mentre cerca di parare
invano i colpi finchè poi riesce a bloccarmi il polso
fermandomi a metà della
parola che più lo rappresenta! Tenendomi stretta per il
polso con un piccolo
strattone mi tira a sé e mi cinge la vita con il braccio
libero…sto per cercare
di morderlo, ma mi placa con un tenero e semplice bacio di fronte al
quale non
posso fare altro che sciogliermi
-Stronzo-
mormoro
appena quando ci
separiamo, ma non nascondo un lieve sorriso. Chad mi sorride sbruffone
come
sempre mentre vedo il suo sguardo scivolare su di me fino a fermarsi
sulle
gambe e il suo sorriso diventa improvvisamente malizioso. Abbasso anche
io lo
sguardo per vedere che il vestito, nello scalciare, si è
sollevato fino quasi a
scoprire gli slip. Arrossisco di colpo e con un gesto secco sistemo il
lembo inferiore
dell’abito
-Non
pensarci nemmeno-
lo
avverto facendogli una
linguaccia
-Come
se non avessi già visto
delle belle gambe-
mi
dice con aria strafottente
scrollando le spalle. Incrocio le braccia al petto e lo guardo
imbronciata…è
gelosia quella sento?
-Sharpay…sto
scherzando!-
esclama
ridendo e io mi sento più
tranquilla anche se non gli credo fino in fondo. Mi prende per mano e
mi porta
nel salotto dove al centro c’è un telo steso a
terra con sopra una ciotola di
fragole, della panna e due pizze fumanti
-Hai
fame?-
mi
chiede sorridendo, ma questa
volta con improvvisa dolcezza. Annuisco sentendo la pancia brontolare
-Da
morire-
Ci
sediamo a terra a gambe
incrociate e iniziamo a mangiare ridendo e scherzando…che
Chad fosse diverso da
come lo conoscevo alla East High già l’avevo
capito, ma non ho mai pensato che
potesse arrivare a tanto solo per me!
Per
la fame la pizza finisce in un
attimo e quando allungo la mano per prendere una fragola, Chad mi ferma
intrecciando le sue dita alle mie
-Aspetta,
prima c’è un’altra
cosa…vieni-
mi
dice aiutandomi ad alzarmi in
piedi. Lo seguo ed usciamo dal retro della casa dove
c’è un piccolo spiazzo in
cemento e un…canestro??
-Chad?
Stai scherzando vero?-
lo
guardo con una smorfia poco
convinta dopo averlo visto prendere il pallone da basket. Mi si
avvicina
palleggiando
-Il
dolce devi conquistartelo
principessina! Mi hai coinvolto nel tuo numero per vincere lo stage
alla
Julliard…e io adesso voglio coinvolgerti nel MIO mondo-
mi
dice girandomi attorno sempre
palleggiando. Scuoto la testa confusa
-Ma
io non voglio rischiare di
rompermi un’unghia…o una finestra…o te-
-Tieni!-
esclama
lanciandomi il pallone. Lo
prendo al volo con una smorfia…è pesantissimo!
Chad mi si avvicina da dietro e
posando le mani sulle mie mi guida per un tiro a canestro
-Piega
le gambe e poi slanciati-
mi
sussurra all’orecchio facendomi
rabbrividire, sorrido e aiutata da lui faccio come dice…un
attimo dopo il
pallone entra preciso nel canestro e torna indietro rimbalzando fino ai
nostri
piedi
-Visto?
Non era così difficile-
-Sì,
ma adesso voglio il dolce-
mi
impunto come una bambina
capricciosa. Chad mi fissa con la sua espressione da schiaffi e ferma
il
pallone mettendolo sottobraccio
-Convincimi-
mi
sfida. Mi scosto una ciocca di
capelli dal viso e assecondandolo mi avvicino a lui, con un gesto secco
gli
tolgo il pallone dalle mani e lo getto via mentre incateno il mio
sguardo al
suo. Le mie braccia scivolano attorno alla vita del ragazzo e mi alzo
un po’
sulle punte per raggiungergli le labbra
-Chad…ti
prego…torniamo…dentro-
gli
sussurro e ad ogni parola
segue un morbido bacio attorno alle sue labbra. Lo sento fremere
combattuto tra
la voglia di accontentarmi e il suo orgoglio, ma alla fine cede e con
un gesto
fulmineo mi prende in braccio mettendo le mie gambe attorno a lui e
incolla le
sue labbra alle mie in un bacio carico di voglia mentre sento che
rientra in
casa. Il gesto per me è inaspettato e rimango senza fiato
facendo muovere la
mia lingua contro la sua. In un attimo mi trovo stesa a terra accanto
all’enorme vetrata che mostra tutto il panorama di fuori, ma
non è del panorama
che mi importa in questo momento. Chad è già
sopra di me e mi bacia dolcemente
il collo cercando di slacciarmi il vestito, fremo sotto di lui mentre
brividi
di piacere mi attraversano la schiena e la pelle si tende al suo tocco.
Dopo un
lungo armeggiare riesce a togliermi il vestito e io catturo le sue
labbra in un
bacio appassionato, ma qualcosa mi rende incerta, sento il nervosismo
farsi
spazio tra la voglia che ho di lui. Cerco di ignorare quella sensazione
e mi
stacco dal bacio per sfilargli la maglietta, ma le mie mano tremano
incontrollate e il cuore sembra mi stia scoppiando in petto. Chad se ne
accorge
e mi accarezza una guancia
-E’
tutto apposto?-
mi
chiede in un sussurro. Non so
che rispondergli, sono troppo imbarazzata e combattuta tra le mille
sensazioni
che provo
-Non
lo so-
mormoro
arrossendo e mi viene
istintivo distogliere lo sguardo da lui. Mi posa un dito sotto al mento
e con
dolcezza mi gira il viso di nuovo verso di lui
-Stai
tranquilla…non c’è fretta-
mi
dice rassicurante e mi bacia la fronte. Resto sorpresa
dal fatto che sia riuscito a capirmi così velocemente senza
che io gli dicessi
nulla. Mi sorride ancora e si sdraia accanto a me dopo aver allungato
una mano
verso il divano per prendere una coperta, la stende sopra noi due e io
mi
stringo a lui appoggiando una guancia sul suo petto nudo. Al ritmo del
suo
cuore mi rilasso e le sue dolci carezze sui capelli mi fanno
addormentare con l’immagine
di quella distesa di stelle luminose, le uniche che hanno assistito
alla prima
grande incertezza di Sharpay Evans
RINGRAZIAMENTI:
mileybest: Ebbè
sì sono proprio una coppia (e che coppia N.d. R.) Nel
prossimo capitolo entreranno in gioco Gabriella, Troy e appunto Taylor
e come ti avevo anticipato inizieranno i dolori, ma mi
riscatterò alla fine promesso^^
armony_93: continuoerò
a credere che questa ficcy lede gravemente alle tue cellule cerebrali,
mò pure la ballerina ti metti a fare O.o
Lo so che sono particolarmente sadica e pure qui ti ho dato un assaggio
un pochino più Hot, ma appunto perchè sono sadica
ho lasciato perdere hihihi...ma tanto ti ho promesso il capitolo e lo
sai che arriverà. Spero ti piaccia questo chappy se no *me
affila la
mannaia*...skèèèèèè!!
Fammi sapere che ne pensi...kiss {ricordati che voglio il chappy nuovo
della "bellezza del tuo silenzio" e se hai il blocco dello scrittore
fai OK più asterisco e SBLOCCATI XDXDXD}
CI TENGO A PRECISARE CHE LO SO CHE SHARPAY E RYAN SONO GEMELLI QUINDI TEORICAMENTE DOVEVA ESSERE IL COMPLEANNO DI ENTRAMBI, MA POI MI VENIVA TROPPO LUNGO E MI INCASINAVA LA STORIA QUINDI CHIUDETE UN OCCHIO ^^
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Capitolo 12 *** Il colpo al cuore ***
Prima
ancora di prendere
totalmente consapevolezza del mio corpo sento il sole caldo battermi
sulla
pelle scoperta e un brivido mi percorre la schiena quando qualcosa mi
sfiora un
fianco. Stendo un braccio verso il lato dove dovrebbe esserci Chad, ma
ricade
solo sulla coperta improvvisata. Di malavoglia socchiudo appena gli
occhi, ma
il sole è già alto nel cielo e mi acceca
prepotentemente, mugugno infastidita e
solo ora sento una risatina accanto a me. E’ Chad e
probabilmente è già sveglio
da un po’
-Sai…sei
buffa persino quando ti
svegli-
mi
sussurra divertito all’orecchio
-Hai
mai sentito il detto non
svegliare il can che dorme?-
borbotto
guardandolo torva mentre
mi metto a sedere, ma prima che possa aggiungere altro con la code
dell’occhio
vedo delle valige rosa all’ingresso…le MIE valige
rosa! Sposto lo sguardo di
nuovo su Chad
-E
quelle?-
chiedo
confusa facendo un cenno
verso i bagagli. Chad mi sorride sghembo e si alza in piedi, solo ora
mi rendo
conto che è in boxer ed è da paura con quei
muscoli ben definiti e quella pelle
color cioccolato che vien voglia di morderlo.
-E’
la seconda parte del tuo
regalo-
mi
risponde con una scrollata di
spalle per poi girarsi verso i fornelli su cui borbottava una
caffettiera zeppa
di caffè bollente
-Mi
hai regalato le mie valige??-
gli
chiedo ancora più confusa dopo
qualche secondo di silenzio. Le sue spalle vengono scosse da una
risatina, mai
una volta che riuscisse a non prendersi gioco di me
-Ma
no Sharpay! Le ha portate poco
fa Ryan…oggi partiamo, si va a Malibù per il
weekend. Ci saranno anche Troy e
Gabriella, non ti dispiace vero?-
il
viso mi si illumina mentre
parla, oddio Malibù: sole, mare, divertimento
e…Troy e Gabriella?!? Possibile
che riesca sempre a rovinarmi la festa? Ma infondo sono i suoi migliori
amici e
forse facendo uno sforzo riuscirò anche a digerirli. Mi alzo
in piedi lasciando
che la coperta ricada a terra e vado verso di lui un po’
pensierosa
-Ma
allora è un weekend per
coppie-
azzardo
con un sorriso luminoso,
ma la reazione di Chad non è quella che mi aspettavo. Mi
sorride, ma lo vedo
nervoso e i muscoli delle spalle sono tesi e non più
rilassati come prima
-Uhm…sì
in un certo senso-
mi
risponde un po’ titubante,
sollevo un sopracciglio e lo guardo interrogativa
-Chad…ho
detto qualcosa di
sbagliato?-
gli
chiedo mordendomi il labbro
inferiore e abbassando lo sguardo. Mi solleva il viso con un dito sotto
il mento
e il suo sorriso dolce e tranquillo è ritornato ad
illuminargli il viso
-Assolutamente
nulla-
mormora
sulle mie labbra per poi
posarvi un bacio casto e delicato. Quel contatto mi fa venire voglia di
qualcosa di più, ma l’aria fresca che entra dalla
finestra socchiusa mi fa
rabbrividire e mi accorgo solo ora di essere in intimo. Arrossisco di
colpo
imbarazzata e stacco il mio sguardo dal suo arricciandomi una ciocca di
capelli
tra le dita
-Ehm…forse
è meglio se mi vesto-
dico
con evidente imbarazzo per
poi andare verso le valige stipate all’ingresso. Apro la
più grande, quella che
presumo contenga i vestiti e infatti ecco un quarto del mio guardaroba
in un
ordine che solo Ryan può avere.
Prendo
una maglietta a mezze
maniche rossa che sfuma sul bordeaux e una gonnellina bianca con la
marca
stampata dello stesso colore della maglia, mi volto verso Chad in tempo
per
vedere che mi stava fissando con un sopracciglio alzato
-Che
c’è?-
chiedo
allargando le braccia con
espressione innocente. Chad beve un sorso di caffè e scuote
la testa divertito
-Non
è che sei molto più coperta
di prima-
gli
faccio una linguaccia cercando
di non ridere e prendo l’altra tazza di caffè che
sta appoggiata al tavolo. La
caffeina sortisce quasi subito il suo effetto risvegliando il mio corpo
dal
torpore mattutino, ma il ricordo di questa notte è ancora
impresso nella mia
mente e mi fa venire voglia di ripetere quel momento
all’infinito…niente di più
semplice che dormire abbracciati, i battiti del cuore in sintonia, i
respiri
calmi e sereni, il calore di pelle contro pelle…niente di
più naturale e niente
di più bello.
-Terra
chiama Sharpay-
la
mano di Chad che sventola
davanti ai miei occhi mi riporta alla realtà e per poco non
arrossisco di nuovo
come se avesse potuto leggermi nel pensiero. Appoggio la tazza di
caffè ormai
vuota sul tavolo e gli sorrido allegra scompigliandogli i riccioli
ribelli
-Su
vestiti veloce…devi mettere i
miei bagagli in macchina-
gli
dico con aria altezzosa e che
non ammette repliche, ma Chad è testone e apre bocca per
protestare, ma lo
azzittisco con un bacio improvviso e con dolcezza che nemmeno io sapevo
di
possedere lo guardo e gli dico
-Per
favore-
come
neve al sole si scioglie
davanti alla mia supplica e lo vedo sparire in bagno per prepararsi.
Intanto mi
infilo le scarpe ed esco sul patio a godermi la brezza mattutina, certo
che
adesso alla luce del sole la casa, la collina e il boschetto qui
accanto fanno
tutto un altro effetto. Canticchio a bassa voce passeggiando davanti
alla casa
e dalla cima della collinetta si vede gran parte della
città, è davvero un bel
posto questo, così rilassante, così
tran….
-Aaaah,
Chad!! Lasciami! Mettimi
giù subito!-
come
al solito con la sua innata
delicatezza Chad è piombato alle mie spalle dal nulla e
sollevandomi per i
fianchi ha iniziato a farmi girare vorticosamente tanto da far
diventare tutto
una macchia indistinta di colori. Quando mi rimette a terra ridendo
come un
matto gli lancio un’occhiata omicida e sistemo stizzita la
maglietta che si è
stropicciata
-Che
ti sei fumato in quel bagno?-
sbotto
dandogli un leggero pugno
sul braccio. Chad sempre ridendo apre bocca per ribattere, ma lo
zittisco con
un gesto della mano
-Dai
carica questa macchina e
andiamo prima che cambi idea-
gli
ordino altezzosa, ma senza
riuscire a nascondere una risatina. Mentre Chad rientra in casa per
prendere i
bagagli, io tranquillamente mi metto comoda al posto del passeggero e
accendo
la radio che dopo diversi rumori gracchianti si sintonizza su un
programma di
musica punk rock…con una smorfia mi affretto a cambiare
stazione e finalmente
qualcosa di decente
-Chad,
sei sicuro che questa
sottospecie di auto riesca a portarci fino in California?-
gli
chiedo dubbiosa alzando la
voce per farmi sentire fino all’ingresso della casa. Un
attimo dopo esce Chad
che mi lancia un’occhiataccia offesa mentre arranca
trascinandosi dietro tutte
le valige
-Evita
i tuoi delicati commenti
sulla mia macchina…o ti lascio in autostrada, principessa-
ribatte
sarcastico appena arriva
al baule e trova un po’ di fiato per rispondermi. Mi viene
istintivo mandare
gli occhi al cielo e alzo un poco il volume della radio borbottando tra
me e me
-Quanto
siamo suscettibili
stamattina!-
Il
viaggio sembra quasi non finire
più, il caldo è soffocante, l’auto di
Chad non può andare oltre una certa
velocità o il motore si fonde e noi finiamo carbonizzati e
in più c’è un
traffico allucinante…sbuffo lasciando ricadere la testa
contro lo schienale
-Te
l’avevo detto che era meglio
prendere la MIA macchina-
gli
faccio notare per la millesima
volta in venti minuti con aria seccata e anche se non lo sto guardando
scommetterei che la sua espressione si è fatta
più tesa e sta serrando
ripetutamente la mandibola per trattenersi dal scaricarmi veramente in
autostrada
-Te
lo ripeto per l’ennesima volta
Sharpay…quanto è vero che mi chiamo Chad Danforth
non guiderò MAI e poi MAI
un’auto ROSA!-
esclama
alzando un po’ troppo la
voce
-Ma
avrei guidato io!-
-Ah
allora vuoi proprio dare il
colpo di grazia alla mia dignità maschile eh!?-
con
lui ogni discussione è inutile
è più testardo di un bambino. Sbuffo irritata
cercando di togliermi il ciuffo
che ormai si è incollato al viso, sono talmente sudata che
sembra mi abbiano
ficcata sotto un getto d’acqua e io ODIO sudare…
…fortunatamente
a pomeriggio
inoltrato arriviamo a Malibù, mi guardo attorno curiosa
mentre Chad svolta in
una via secondaria nella zona residenziale proprio accanto alla
spiaggia.
Frena, tira il freno a mano, mette in folle e spegne il motore per poi
voltarsi
verso di me con un largo sorriso
-Eccoci
arrivati-
-Finalmente-
rispondo
mandando gli occhi al
cielo e scendo dall’auto senza notare il suo broncio offeso,
quel broncio che
mi fa così tanta tenerezza da non resistergli, che lo rende
più bambino di
quello che sembra, quel broncio che riesco sempre a trasformare in un
sorriso.
Soffoco una risatina appena lo vedo fissarmi in quel modo e mi avvicino
quasi
saltellando per poi buttargli le braccia al collo e guardandolo con gli
occhini
da bimba gli mormoro
-Dai,
lo sai che sono contenta di
essere qui…con te-
ed
ecco riapparire sul quel viso
tanto belle il suo migliore sorriso, così luminoso,
così solare, così…
-Heeey
amico!-
i
miei pensieri vengono
bruscamente interrotti da un ragazzo alto, abbronzato, capelli castano
chiari e
occhi di ghiaccio…Troy, che si lancia con tutta la sua forza
addosso a Chad
facendolo cadere a terra e rischiando di trascinare pure me
-Fratello!-
esclama
allegro Chad prendendolo a
pacche sulla schiena mentre tenta di rialzarsi. Li fisso a braccia
incrociate
scotendo la testa, ma senza riuscire a nascondere un sorriso divertito
-Dio
mio non la smetterete mai di
essere così…-
-…bambini-
una
voce alle mie spalle completa
per me la frase, una voce dolce e tranquilla che conosco fin troppo
bene. Mi
volto verso di lei con un mezzo sorriso e l’aria altezzosa
che in sua presenza
non riesco a togliermi
-Gabriella-
la
saluto con un cenno del capo
cercando comunque di non sembrare troppo distaccata. La vedo squadrarmi
da capo
a piedi con gli occhi sgranati un po’ sorpresa e stranita,
che veda anche lei
quello che ha visto la Darbus? Un attimo dopo la sento trillare
allegramente
-Oh
Sharpay!-
e
mi si butta al collo
stritolandomi, per un attimo resto interdetta dal suo gesto e mi
irrigidisco,
ma alla fine contraccambio, ormai la East High è lontana
così come i vecchi
rancori. Sono la prima a sciogliere l’abbraccio e in quel
momento mi si
avvicina anche Troy con un sorrisetto compiaciuto
-Vediamo
vediamo…-
dice
facendomi fare una giravolta
su me stessa
-…Wow
Sharpay, ti sei fatta più
carina lo sai?-
completa
la frase con una punta di
malizia nella voce e uno sguardo divertito…mi bastano due
secondi per decifrare
quell’espressione, sì mi sta prendendo in giro.
Roteando gli oggi agito un dito
verso di lui
-Eh
no Bolton, non mi
provocare…non attacca più ormai-
ribatto
altezzosa per poi lanciare
un’occhiatina a Chad che prontamente mi mette un braccio
attorno alle spalle
-Hey
amico, giù le mani dalla mia
ragazza-
lo
rimbecca cercando di passare
per minaccioso
-Ok
ok vedete di non picchiarvi per
Sharpay…non è successo in quattro anni di liceo,
deve succedere proprio ora?-
interviene
Gabriella
scherzosamente prendendo Troy per mano, immediatamente ci mettiamo
tutti a
ridere…da quando Gabriella è diventata simpatica?
-Dai
amico dammi una mano a portare
dentro i bagagli…la principessina qui si è
portata mezzo palazzo-
la
“divertente” frecciatina
ovviamente viene da Chad che dopo aver dato una pacca sulla spalla a
Troy si
avvia ad aprire il baule seguito dall’amico che ancora ride
per la sua battutina.
Non mi prendo la briga di ribattere ed ignoro le smorfie di Troy quando
vede le
mie tre valige rosa, tutto solo perché Gabriella mi ha
afferrato per un braccio
e mi sta praticamente trascinando verso la spiaggia
-Non
so se te l’hanno detto, ma il
braccio mi serve ancora-
le
faccio notare un po’
infastidita dal suo inspiegabile modo di fare. Alle mie parole si ferma
di
colpo e dopo essersi accertata che siamo abbastanza lontane dai due
ragazzi mi
guarda seriamente negli occhi
-Sharpay
ti devo parlare-
è
strana, davvero troppo strana e
la sua aria comincia a preoccuparmi…un’idea si
insinua nella mia mente e la
guardo ad occhi sgranati
-Oddio
sei incinta!-
esclamo,
ma subito vedo le sue
braccia crollare lungo i fianchi…no non ci ho azzeccato
-Seriamente-
mormora
un tantino esasperata
-Gabriella
ti decidi a parlare??
Mi stai facendo agitare-
le
rispondo stizzita. Lei mi fa
cenno di sedermi su un tronco abbandonato lì sulla spiaggia
e continuando a
scrutare crucciata la sua espressione, le obbedisco…anche
lei mi si siede
accanto e mi prende entrambe le mani con aria apprensiva
-Ti
devo dire una cosa che
riguarda Chad, mi ha chiesto lui di farlo…ti prego
promettimi di non
prendertela con lui, lo sai come è fa tanto il duro, ma poi
difficilmente trova
il coraggio per certe cose-
-Per
certe cose?-
le
chiedo confusa e un tantino
irritata, voglio che arrivi al punto, ma sembra cercare di girarci
intorno
-Ecco
vedi Sharpay questi due
giorni non ci saremo solo noi quattro, ma verrà anche Taylor-
con
lo sguardo la esorto a
continuare mentre un campanello d’allarme mi suona in testa
-Io
conosco bene Chad e so quanto
tiene a te, l’ho visto così premuroso solo con
Taylor e questo significa solo
una cosa…che è stramaledettamente innamorato di
te-
si
ferma un attimo prendendo un
profondo respiro, ma è più forte di me e con
delusione nella voce la interrompo
-C’è
un ma, vero?-
le
chiedo con un sospiro pesante.
Gabriella abbassa lo sguardo, deve essere qualcosa di grave se non si
decide a
dirmelo. Passano altri secondi silenziosi durante i quali vorrei
scuoterla per
le spalle e farle sputare il rospo, ma proprio quando apro bocca per
esortarla
a finire lei ricomincia a parlare
-Ho
provato a cercare le parole
giuste, ma è inutile girarci intorno e parole giuste non ci
sono…Taylor è
ancora convinta di stare con Chad perché lui non le ha detto
niente di voi due.
Tiene tanto a te, ma tiene anche a Taylor, come amica ormai e Chad beh,
lo sai
è un po’ orso e non ha mai trovato il coraggio
né il modo di dirle tutto senza
ferirla. Conta di farlo alla fine del weekend e di sicuro la tua
presenza lo
aiuterebbe, ma capisci che non può comportarsi da
fidanzatino con te, almeno
non prima di averle detto tutto-
Ah
solo questo? E io che mi ero
preoccupata…e non fate caso a quel rumore assordante come
vetri che si
schiantano al suolo, è solo il mio cuore che va a pezzi,
niente di cui
preoccuparsi no? Resto impassibile a fissare la ragazza dai tratti
orientali e
i capelli neri come la pece che sta seduta davanti a me, quasi non mi
accorgo
che mi sta scuotendo spaventata nel tentativo forse di farmi
riprendere…devo
essere ridotta piuttosto male se all’esterno manifesto anche
solo una minima
parte di come mi sento dentro. E mentre tutto attorno a me si fa
confuso
scivolo via dalla spiaggia, dal rumore delle onde sul bagnasciuga, da
Gabriella
che sta chiamando agitata i due ragazzi e un attimo dopo è
tutto buio, è tutto
silenzio, è tutta pace.
RINGRAZIAMENTI:
mileybest: grazie
ancora sono contenta che continui a seguire questa ficcy, beh dai
Taylor cattiva non ce la vedo proprio, diciamo che anche lei
è un po' vittima della situazione ^^
armony_93:
Come minimo con questo finale ti prendi un colpo, non mi
odiare, lo so che avevo promesso il fatidico capitolo che tanto aspetti
e doveva essere questo, ma quando sono arrivata a quest'ultima frase ho
pensato che fosse perfetto così e che forse l'avrei rovinato
aggiungendo altro. Nel prossimo ti giuro e stragiuro che finalmente
faccio combinare qualcosa a quei due xDxD. Che altro posso dirti? Lo
sai che questi complimenti da un'autrice così brava come te
mi fanno solo un enorme piacere e mi imbarazzano, ma sempre in maniera
positiva. Dimmi con la massima SINCERITA' cosa ne pensi di questo
^^....ti lovvo, bacioni!!
Gloria_Potter:
Come si sul dire: meglio tardi che mai XDXD No
vabbè scherzo l'importante è che ti piaccia e
spero di non deludere le tue aspettative nei capitoli futuri. Mi
raccomando continua a recensire che più commenti ci sono
meglio posso scrivere. Grazie grazie grazie ancora!
Cristie:
esatto le Chadpay non sono molto frequenti, ma meglio
così rende più originale questa ficcy e
più fantastica questa coppia. Già il fatto che ti
sei interessata a questa fan fiction pur non essendo fan di HSM
è un tragurdo per me e ne sono
contentissima...spero di vedere un altro tuo commento a questo chappy o
in altri...kiss!
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