Four Years

di Ayoungnovelist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Il matrimonio; Parte I ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Il matrimonio; Parte II ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


[N/A: La storia è una traduzione dell'originale "Four Years" che trovate qui.
Il permesso per la traduzione rilasciatomi dall'autrice è invece qui.
Buona lettura!]





CAPITOLO 1 - Prefazione


"Hey, stai bene?" chiese Hanna, entrando nell'appartamento di Caleb. "Sembravi alquanto serio al telefono." Raggiunse la cucina, dove il ragazzo era seduto a tavola, con le lacrime agli occhi. "Stai bene?" Caleb scosse la testa, ed Hanna gli prese il viso tra le mani. "Cos'è successo?"

"Mi trasferisco a Ravenswood." disse Caleb, mordendosi un labbro. E le braccia di Hanna caddero a peso morto al pensiero di separarsi da lui. La ragazza annuì, con i bordi della bocca incurvati verso il basso.

Si voltò e chiuse gli occhi, sforzandosi di non singhiozzare. "M-ma non capisco, p-perché devi lasciarmi?" urlò Hanna, con le lacrime che le cadevano al pensiero di stare senza Caleb.

"Hey, hey." La ragazza non lo guardava. E non si voltò quando lui le poggiò una mano sul braccio. Si chinò, stringendosi lo stomaco, mentre respirava dal naso, cercando di non piangere, ma fallendo miseramente. Liberò un singhiozzo, scrollandosi le braccia di Caleb di dosso. "Non ti dimenticherò mai, questa è una promessa. E ti amerò sempre." disse lui, e ad Hanna caddero ancora più lacrime, e a quel punto caddero anche a Caleb. Le lacrime venivano giù come una dannata cascata. "Tu. T-tu hai cambiato l-la mia vita nel miglior modo possibile. T-tu sei la persona che mi ha incoraggiato ad andare in California, t-tu sei la persona che mi ha spinto a dare una seconda possibilità a mio padre. Tu s-sei il mio tutto, H-Hanna." balbettò lui. Non voleva lasciarla, ma ora suo padre aveva l'affidamento legale, e si sarebbe trasferito a Ravenswood, e Caleb sarebbe dovuto andare con lui. Lontano da Hanna.

E non voleva stare lontano da Hanna.

"Ti amerò sempre anch'io." mugugnò Hanna. "E volevo davvero un lieto fine per noi."

"Lo volevo anch'io, ma questo non significa che è finita tra noi. I-io voglio rivederti. E voglio poterti tornare a chiamare 'mia' di nuovo, e non mi importerà se ti starai frequentando con qualcun altro o se lo starò facendo io, o se sarai fidanzata o se lo sarò io. Io lotterò per te."

"Ah sì? Perché tra qualche anno, io sarò solo quella ragazza con cui hai fatto sesso in una tenda. Sarò quella ragazza con un mucchio di problemi con cui dovevi fare i conti tu, perché lei non poteva vivere un solo giorno senza mettersi nei guai." gridò Hanna.

"Sarai sempre più di una qualunque ragazza con cui ho fatto sesso in una tenda. Sarai la ragazza che amo." urlò Caleb. "Sarai la ragazza che è stata la miglior persona che io abbia mai incontrato, e non smetterò mai di amarti. Tu sei il mio mondo, ed io non ti dimenticherò mai." disse Caleb, tirando su con il naso, con la vista annebbiata dalle lacrime.

"E allora perché mi stai lasciando?" urlò Hanna, con il cuore che le si stringeva, avrebbe potuto giurare che lo sentiva spezzarsi. Caleb prese un respiro, passandosi le mani tra i capelli.

"Devo farlo. Non voglio, ma devo."

"Dopo tutto quello che abbiamo passato. Dopo tutto quello che abbiamo fatto l'uno per l'altra non posso credere che questo sia il modo in cui finisca." Lui sospirò, con la bocca tremante. "Continuavi a dire che io fossi la miglior cosa che ti fosse mai capitata, ma se è vero, allora perché mi stai lasciando?"

"Non voglio farlo. Ma è mio padre, Hanna."

"Ma pensavo che io fossi tutto il tuo mondo. L'hai detto anche tu, hai detto che io non ero una stella, che ero tutto il tuo dannatissimo cielo. E hai detto che non mi avresti mai spezzato il cuore, ed io ti ho creduto." urlò Hanna, con le lacrime che le cadevano dagli occhi. Caleb sollevò una mano per asciugargliele, ma la ragazza gliela scostò via. Entrambe le loro bocche erano tremanti, e le lacrime cadevano dai loro occhi come cascate.

"Non avrei mai voluto farti del male." disse lui.

"Avresti dovuto pensarci quando hai preso la tua decisione. Io ti vedevo come la persona che non mi avrebbe mai ferita. In nessun modo. Abbiamo parlato di andare insieme al college. Abbiamo parlato del nostro futuro. Che avremmo avuto un matrimonio grandioso. Che avremmo avuto tre bambini, che avremmo vissuto in una grande casa. Ma ovviamente adesso è chiaro che mi stavi soltanto prendendo in giro."

"Io non ti ho mai presa in giro, Hanna."

"Sì, bene, io devo andare." disse Hanna, non volendolo baciare, sapendo che avrebbe voluto di più. E non poteva.

E non potrà.

Non l'avrà mai.

Salvo miracoli.

"Possiamo salutarci?" chiese lui, con voce debole, rotta e rassegnata.

Perché Caleb aveva appena perso l'amore della sua vita. Non poteva credere di aver accettato di trasferirsi, Hanna era la cosa più speciale della sua vita.

Il ragazzo diede un calcio al tavolo della cucina, piangendo.

"No, perché renderebbe tutto più dannatamente difficile di quanto non lo sia già." gridò Hanna, afferrando la sua borsa e raggiungendo la porta.

"Ti amo, Hanna." disse Caleb, riportandola a quando lui stava partendo per la California.

Ma stavolta se ne stava andando davvero.

E stavolta non sarebbe tornato per lei.

"Ti amo anch'io." disse Hanna, con la mano sulla maniglia della porta.

"Addio, Hanna." disse lui, e diventò realtà. Tra loro era finita. Quali erano le possibilità che si sarebbero rincontrati in America? L'America era enorme. E lei se ne andò. Non disse addio, perché altrimenti sarebbe crollata proprio lì, scoppiando in lacrime e supplicando Caleb di non andarsene. Era la sua vita, la sua decisione.

Non avrebbe potuto fermarlo.

Giusto?

La ragazza guidò fino a casa di Spencer, quindi entrò dal retro, dove Spencer era impegnata con le mani sulla tastiera del suo pc per qualche saggio. Spencer sollevò lo sguardo e si precipitò dalla sua amica singhiozzante. Hanna crollò su Spencer, dunque lei la fece salire in camera sua, ed Hanna pianse sulla sua spalla finché non si addormentò. E Spencer annullò il suo appuntamento con Toby.

Sorelle oltre che amiche, giusto?

Nel frattempo, Caleb era sul pavimento a bere una bottiglia di vodka, da solo. E piangeva. Le luci erano spente, la musica era accesa, le tende erano chiuse, e lui pensava a come aveva potuto lasciarla andare, a come aveva potuto pensare di trasferirsi senza di lei, a cosa stesse facendo lei in quel preciso istante.

Ma forse avrebbero potuto rincontrarsi, forse si sarebbero rincontrati.

Nel giro di quattro anni.

Così.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CP2

CAPITOLO 2

Quattro anni dopo

"Buongiorno, patatina." Hanna disse a sua figlia Tiffany, di quattro anni. La ragazza viveva in un appartamento in California, di fronte a Spencer e Toby. Non essendo entrata alla UPenn, Spencer era andata in California con Hanna, e Toby era andato con loro, avendo trovato un'opportunità di lavoro lì. Aria era andata a New York con Ezra, ed Emily era andata a Danby, lasciandosi con Paige. E Caleb? Nessuno sapeva cosa gli fosse successo. Hanna aveva provato a contattarlo per dirgli che aveva una figlia, ma lui non aveva mai risposto. E così, a quel punto, Hanna si era arresa. Spencer e Toby erano la madrina ed il padrino di Tiffany, e lei era contenta della vita che stava vivendo. Hanna non se lo sarebbe mai aspettata, ma non l'avrebbe mai scambiata con una vita da college piena di feste.

"Buongiorno, mamma." disse Tiffany, e si sedette sul divano.

"Perché sei in piedi così presto?"

"Ho sentito l'odore del bacon, dov'è?" Hanna rise.

"È in forno, tesoro. Dobbiamo aspettare un po'."

"Ma mamma, voglio il bacon." Hanna sorrise alla bambina, che amava con tutto il suo cuore.

"Che ne dici di un biscotto mentre aspetti il bacon?" Tiffany guardò il soffitto pensierosa, come faceva sempre quando pensava. Guardava in alto al cielo, come se le risposte venissero dagli angeli lassù.

"Okay, che biscotti ci sono?"

"Allora, abbiamo biscotti normali al cioccolato, digestivi al cioccolato, e jammy dodgers." Tiffany guardò ancora una volta il soffitto. Hanna sorrise.

"Digestivi al cioccolato." rispose Tiffany.

"Arrivano subito per il mio piccolo diamante." disse Hanna, facendole l'occhiolino. Dopo aver cercato i digestivi al cioccolato nella scatola dei biscotti, li trovò, li mise in un piatto, e li portò a Tiffany. La bambina con i capelli biondi e gli occhi marroni li mangiò con ghiottoneria, alquanto rapidamente, e si pulì le mani sfregandosele quando finì, con del cioccolato attorno alla bocca. Hanna rise, e tirò fuori il suo cellulare. Scattata una foto del suo piccolo diamante, la mandò ad Ashley, Spencer, Emily ed Aria che le chiedevano sempre di mandargli foto della loro nipotina. Emily ed Aria venivano in California ogni mese per vedere Hanna e Tiffany. Tiffany passava la notte nell'appartamento di Spencer, mentre le quattro ragazze facevano un pigiama party. E Tiffany aveva il suo pigiama party con Ezra e Toby - che erano grandi bambini. Passavano la serata guardando film della Disney e mangiando dolci. Col passare degli anni, Ezra e Toby si erano avvicinati molto, ed erano diventati migliori amici.

"Il bacon è pronto." gridò Tiffany, non appena il forno iniziò a suonare. Hanna ridacchiò, e sfornò il bacon e i potato waffles. Tiffany li aveva scoperti un giorno alla drogheria. Da quel momento, erano diventati indispensabili a colazione. Hanna servì la colazione sui piatti per sé e Tiffany, si sedette sul divano, dando a Tiffany il suo piatto, e porgendole il telecomando. E guardarono America's Next Top Model per il resto della mattinata.

"Hey, Han, Tiff." disse Spencer, entrando nell'appartamento alle undici.

"Ciao, zia Spencie." disse Tiffany, non spostando lo sguardo dalla TV.

"Hey." disse Hanna, con gli occhi incollati allo schermo.

"Tutta sua madre." disse Spencer, e tirò fuori due copie dell'ultimo numero di Cosmopolitan. "Ho Cosmo." disse Spencer, e rise quando le teste di Hanna e Tiffany si voltarono a quelle parole. Tiffany leggeva solo riviste, e nonostante Spencer, Aria, Ezra e Toby provassero a farle leggere libri normali, lei li rifiutava sempre, optando per le riviste. Sembrava seguire le orme di sua madre.

"Grazie, zia Spencie." disse Tiffany, prima di aprire la rivista e leggerla. Spencer si sedette accanto ad Hanna, e condivisero la rivista.

"Ti sei alzata tardi." sussurrò Hanna, con gli occhi ancora incollati sulle pagine. Spencer arrossì.

"Beh, sono andata a letto tardi." rispose Spencer, sempre in un sussurro.

"E mi sembra che questo abbia a che fare con te e Toby, o sbaglio?"

"Sì."

"Avete festeggiato qualcosa?" Spencer si aprì in un ampio sorriso. "L'ha fatto, non è così?" gridò Hanna, e Spencer annuì.

"Sì, l'ha fatto." urlò Spencer, e mostrò alla sua migliore amica l'anello. Hanna lo ispezionò. Era un solitario di nove carati, in oro bianco e con un grande diamante.

"L'ha fatto molto bene." disse Hanna, sorridendo, felice per la sua migliore amica. Catturarono l'attenzione di Tiffany, che sollevò lo sguardo dalla rivista per guardare le due ragazze. Concentrandosi sulla mano di Spencer, Tiffany urlò sorpresa, e le due ragazze ventiduenni ridacchiarono. Anche se Tiffany era piccola, se ne intendeva di matrimoni, molto bene. Grazie a sua madre.

"È un anello molto bello." disse Tiffany, osservando l'anello. Hanna e Spencer risero.

"Ho un lavoretto per te, ti piacerebbe farlo?" chiese Spencer a Tiffany, prendendola in braccio.

"Dipende, cos'è?" Spencer rise.

"Ti piacerebbe portare i fiori al mio matrimonio?" chiese Spencer, e Tiffany si illuminò in viso a causa di un enorme sorriso, con una scintilla negli occhi, e batté le mani.

"Sì, sì, sì, sì." Le due ragazze risero, con la bambina che ora balzava per tutto l'appartamento.

"E, Hanna, vuoi essere la mia damigella d'onore?" Gli occhi di Hanna si riempirono di lacrime, quindi la ragazza si portò una mano al viso per evitare di piangere. "Lo prendo come un sì?"

"Spence," iniziò Hanna, tirando a sé la sua amica per abbracciarla stretta, "non te ne pentirai." Hanna scoppiò a piangere, e Spencer rise, allacciando le sue braccia attorno all'amica.

"Lo so, sarai la miglior damigella d'onore che si possa mai chiedere."

"Dannazione se la sarò." Le due ragazze risero, e Spencer si tirò via dall'abbraccio quando vide Tiffany uscire dalla sua stanza con addosso un vestito da Cenerentola sul suo pigiama di Trilli. Anche Hanna guardò sua figlia, che ora saltellava agitando una bacchetta per aria. Hanna afferrò il suo cellulare ancora una volta, e fece un video alla sua piccola bambina che saltellava per il suo appartamento.

"È semplicemente la più tenera." disse Spencer, una volta che Tiffany si sedette sul pavimento per guardare nuovamente Top Model.

"Uh, lo so. Ed ha gli occhi di Caleb, somigliano sempre di più ai suoi." disse Hanna.

"Non ancora ha chiesto?" Hanna sospirò.

"No, non l'ha fatto. Per quanto lei ne sappia, Toby è l'uomo della sua vita, se le dicessi Caleb non saprebbe nemmeno di cosa tu stia parlando."

"Hai provato ancora a chiamarlo?"

"Beh, ci ho provato il giorno del suo quarto compleanno, ma non ha risposto, e allora mi sono arresa di nuovo. Insomma, quando ero incinta pensavo di doverlo fare di persona. Ma ha quattro anni, e Caleb dov'è? Suo padre l'ha abbandonato, e lui mi incolperà per non avergli fatto conoscere sua figlia."

"Non ti incolperà, Hanna."

"Sì, beh. Né tu né io lo conosciamo ora. E non so nemmeno cosa ne è della sua vita. E, certo, una parte di me vuole sapere come gli vanno le cose, ma all'altra non interessa davvero."

"Lo ami ancora?"

"Sì, ma credo che una piccola parte di me lo amerà sempre. E una parte di me vuole ancora quel lieto fine con lui, ma se non era destino... Non è destino."

"Sei la donna più forte che io abbia mai incontrato." ammise Spencer.

"Lo so, dovrei vincere una medaglia." disse Hanna, sorridendo. "Congratulazioni, Spence."

"Grazie, Han." Le due amiche si abbracciarono di nuovo, quindi le tre ragazze guardarono Next Top Model per un'ora finché non arrivò Toby, e Tiffany cambiò canale per guardare That's So Raven. E passarono il loro sabato guardando That's So Raven.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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CAPITOLO 3

Il cellulare di Hanna squillò alle dieci del mattino. Tiffany stava ancora dormendo. Hanna brontolò, e si tirò su dal letto, stropicciandosi gli occhi in quel mentre. Afferrò il cellulare, e sospirò quando vide che era un altro messaggio di Rachel, la sua migliore amica del college. Era da giorni che Rachel le chiedeva di andare ad un'uscita a quattro con un ragazzo che non conosceva, -che sarebbe dovuto essere il suo possibile nuovo ragazzo- Rachel, ed il suo fidanzato. Ad Hanna sarebbe piaciuto conoscere quest'ultimo, ma non voleva andare a quell'appuntamento. Non aveva ancora del tutto superato Caleb, ed aveva una bambina piccola alla quale badare.

Tiffany era la sua priorità assoluta.

Uscendo dalla sua stanza, la ragazza afferrò la sua borsa di scuola, apprestandosi a fare qualche compito finché Tiffany non si fosse svegliata. Tirò fuori i quaderni dalla borsa, afferrò una penna dal bancone ed iniziò a scrivere. Dopo un'ora di lavoro, Tiffany stava ancora dormendo, stranamente, e si udì qualcuno bussare alla porta, con il rumore che riecheggiò all'interno dell'appartamento. Mentre Hanna camminava verso la porta, sperò di non svegliare Tiffany. Aprì lentamente la porta e le si presentò davanti Emily. Le due ragazze emisero un verso di gioia e si scambiarono un lungo abbraccio.

"Hey, Han. Come stai?" chiese Emily, mentre le due scioglievano l'abbraccio.

"Sto bene," rispose Hanna. "tu come stai?"

"Sto bene, ho una nuova ragazza." Hanna sorrise, e la porta della camera di Tiffany si aprì all'udire le due ragazze. Tiffany sorrise quando vide sua zia Emily. La bambina saltò addosso ad Emily, che la accolse in un grande e caloroso abbraccio. "Hey, Tiff. Mi è mancato il mio piccolo diamante." Hanna sorrise. Emily aveva detto che Tiffany era un piccolo diamante quando era nata, da qui era venuto il nome, come il negozio Tiffany.

"Indovina un po'?" disse Tiffany, ed Emily fece spallucce. "Sono la ragazza dei fiori."

"Em, hey. Ci sembrava di averti sentita." disse Spencer, entrando nell'appartamento con Toby. Toby, Emily e Spencer si abbracciarono l'uno con l'altro con Tiffany ancora tra le braccia di Emily.

"Beh, Tiff mi stava giusto dicendo che sarà la ragazza dei fiori. C'è qualcosa che dovete dirmi, ragazzi?" disse Emily, alzando le sopracciglia alla coppia di fidanzati. Toby e Spencer sorrisero, mentre Tiffany si tirò via dalla presa di Emily per prendere un biscotto. Spencer le mostrò l'anello, ed Emily fece i salti di gioia. "È così carino." disse entusiasta, causando le risate dei suoi amici.

"Lo so." disse Spencer, sognante.

"Bene, aww. I miei migliori amici si sposano." disse Emily. "È grandioso." Emily abbracciò Spencer e Toby, quindi tutti si misero a ridere notando Tiffany che aveva tutto il muso sporco di cioccolato.

"Quanti ne hai presi, Tiff?" chiese Hanna, cercando di non sorridere. Tiff alzò lo sguardo al soffitto, ed alzò una mano aperta ad indicare che ne aveva mangiati cinque. "Cinque biscotti, wow."

"Uh, stupida." disse Hanna, gettando via il suo iPhone dopo averlo controllato.

"Chi è?" chiese Emily, mentre mangiava un biscotto.

"È Rachel. Continua a rompermi perché vada ad un appuntamento con lei, il suo fidanzato, e questo tipo misterioso, ma ho già rifiutato svariate volte."

"Vai." disse Spencer, venendo fulminata con lo sguardo da Hanna. "Avanti, Hanna, non vai ad un appuntamento da quattro anni."

"Sì, ma non sono ancora totalmente passata oltre Caleb."

"Allora questa è l'opportunità per sorpassarlo. Chissà, sarà forse questa la possibilità per dimenticare Caleb?" disse Emily, ed Hanna fece spallucce. "Per Tiff."

"Okay, d'accordo. Per Tiff e perché ho bisogno di superare Caleb." disse Hanna.

"Hey, Rach." disse Hanna, dando alla sua amica un bacio sulla guancia.

"Hey, Han, sono contenta che tu sia venuta. Si chiama Edward." disse Rachel.

"Chi, il tuo fidanzato è Edward?"

"No, il ragazzo che è qui per te. Il mio è in bagno, doveva fare pipì. Avanti, sediamoci." Hanna annuì, e raggiunsero il tavolo dove il ragazzo era seduto, e dove c'erano tre sedie vuote. Si sedette accanto a Rachel, di fronte ad Edward.

"Ciao, io sono Hanna." si presentò educatamente Hanna all'estraneo, i quali occhi scivolavano lungo il corpo della ragazza.

"Edward. Molto lieto di conoscerti." disse Edward, sorridendo ad una Hanna che indossava un vestitino che mostrava il suo decollête; in quel momento stava riconsiderando il suo abbigliamento. Pensava che Edward potesse avere un minimo di rispetto invece di puntare gli occhi sulle sue tette. Non appena il fidanzato di Rachel venne fuori dal bagno, il cuore di Hanna si fermò. Lui non poteva essere lì. Lui non poteva essere il fidanzato di Rachel. Hanna abbassò la testa, fingendo di stare occupandosi dei suoi collant stringati.

"Principessa, vorresti presentarmi ai tuoi amici?" chiese Caleb a Rachel, ed Hanna sollevò la testa, lanciandogli un'occhiata gelida, con gli occhi lucidi dalle lacrime.

L'aveva ferita.

Non il fatto che fosse fidanzato. Ma il fatto che avesse chiamato un'altra ragazza "principessa". Lei pensava di essere la sua principessa, ma si sbagliava. Si sbagliava su un sacco di cose. Se avesse avuto ragione, lui non l'avrebbe lasciata quattro anni prima. Se lui fosse stato innamorato di lei, ora non sarebbe fidanzato.

E non appena Hanna sollevò la testa, la mente di Caleb si annebbiò, e quei sentimenti che aveva provato a reprimere con tutte le sue forze tornarono a galla. Il suo viso impallidì, e rimase a guardarla imbambolato. Sempre bellissima, come al solito. Dio, cosa stava pensando, era fidanzato. Si sarebbe sposato con la sua migliore amica. Ma quel che gli fece più male furono gli occhi di Hanna. Si poteva vedere il dolore in essi. Niente rabbia. Niente tristezza. Soltanto dolore. Perché? Aveva chiamato un'altra ragazza "principessa", e quattro anni prima Hanna era la sua principessa, e Caleb il suo principe.

"Allora, Hanna. Non dovresti dire qualcosa ad Edward?" chiese Rachel, ed Hanna la maledì mentalmente. Hanna sapeva esattamente di cosa stesse parlando Rachel, ma quant'era vero Dio, lei non l'avrebbe detto. Non di fronte al padre della sua bambina che neppure sapeva di essere padre. Non di fronte al suo ex, per il quale si sarebbe ancora fatta uccidere. "Hanna. Devi dirglielo."

"Beh, non voglio. Mi dispiace aver rovinato il tuo meraviglioso appuntamento con il tuo fidanzato." disse Hanna, poggiando il suo tovagliolo sul piatto.

"Hanna, se vuoi rivederlo, devi dirglielo."

"Rivederlo? Sei pazza, mi ha fissato le tette per tutta la durata della cena!" Hanna pensò che poteva fare ancora di meglio. "Un qualcosa che il mio ex non avrebbe mai fatto."

"Stronzate, Hanna, stai sputando questo dalla tua bocca solo perché sei esausta a causa delle tue faccende con Tiffany." disse Rachel.

"Stronza." disse Hanna, afferrando la sua borsa, infilandosi il cappotto, e lasciando il ristorante. Camminando verso la sua macchina, sentì una mano sul suo braccio, una mano familiare. E la sentì. Sentì la scintilla. La scarica di adrenalina che affluiva nelle sue vene quando si toccavano. In qualsiasi modo. La ragazza si voltò. "Ciao." disse Hanna, con freddezza.

"Hey." rispose piano Caleb. Nelle ultime due ore, avevano dovuto comportarsi come se non si conoscessero, ascoltando cose che già sapevano l'uno dell'altra e alle quali potevano rispondere senza pensarci due volte. "Mi dispiace."

"Pensavo di essere la tua unica principessa." mugugnò Hanna, con gli occhi colmi di lacrime. Vide Caleb abbassare lo sguardo. "Ma mi sbagliavo."

"Chi è Tiffany? È mia?"

"Tiff è il mio cane." Hanna mentì. Era sempre stato difficile mentirgli, pensò.

Ma c'erano stati dei cambiamenti. Un sacco di cose erano cambiate.

"Stronzate, Hanna. Rachel mi ha detto che hai una bambina. Dimmi. È mia?"

"Come se ti importasse." iniziò Hanna. "Non ti importa più di me. Perché se fosse così, sarei ancora io la tua principessa."

"Hanna, io non lo intendevo." si giustificò Caleb. Non sapeva neppure perché si stesse giustificando. Sarebbe dovuto essere dentro, con Rachel, con la sua fidanzata. Ma era fuori con la sua ex, ed odiava ammetterlo, ma lui la amava ancora. Quei sentimenti erano riemersi durante la cena. Tutto quel tempo a reprimere quei sentimenti, ed ecco che erano riemersi cento volte più velocemente di quanto lui ci avesse messo a seppellirli.

"L'ho sentito nella tua voce, lo intendevi eccome. E, mi dispiace, ma non farai parte della vita della bambina." disse Hanna.

"Perché? Perché? Lei ha bisogno di una figura paterna nella sua vita." insistette Caleb, alzando la voce.

"Ce l'ha." urlò Hanna.

"Chi?" gridò lui. Non sembrava che si frequentasse con nessuno.

"Toby. È fantastico con lei. La adora. E poi, ogni mese Aria ed Ezra vengono qui, ed anche Ezra è fantastico con lei. Lei non ha bisogno di te, forse ne avevo bisogno io quando tu non c'eri, ma adesso non più." Hanna fece per andare via, ma si fermò. "E tanto, tu di me non hai bisogno. Non ne hai mai avuto." Hanna andò via, con le lacrime che le si riversavano lungo le guance, e con la voglia di tornare indietro da lui, ma sapendo di non poterlo fare. Aveva una bambina piccola, ora. Non poteva più essere Hanna la ragazzina, che aveva bisogno di Caleb per vivere. Doveva essere una mamma. Una mamma che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere sua figlia, e sarebbe stato quello che avrebbe fatto.

Non avrebbe permesso che un ragazzo la rovinasse.

Era già successo.

E a qualsiasi costo, non sarebbe successo ancora.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CP4

CAPITOLO 4

"Merda!" urlò Hanna, una volta nel suo appartamento. Spencer, Toby, Emily e Tiffany erano nell'appartamento di Spencer a guardare film della Disney e a mangiare Smarties. "Merda!" gridò Hanna, calciando ripetutamente il tavolo.

"Hanna!" disse Emily, entrando con Spencer. "Cos'è successo?"

"Lui sa. Uh, maledetta Rachel." disse Hanna.

"Aspetta, come fa a sapere?" disse Spencer.

"Il fidanzato di Rachel è Caleb, ed io sono stata ad un appuntamento con questo pervertito che non ha fatto altro che fissarmi le tette, e poi Rachel mi ha detto di dirglielo se avessi voluto rivederlo, e allora io le ho detto di no, perché naturalmente Caleb era lì di fronte a me, e poi Rachel ha tirato fuori il nome di Tiff. Sono scappata, Caleb mi ha seguita fuori, mi ha chiesto chi fosse Tiff, se fosse sua. Ed io gli ho risposto che è il mio cane, ed ora lui sa, ed è fidanzato." disse Hanna, girando per l'appartamento, passandosi le mani tra i capelli.

"Andrà tutto bene, Hanna." disse Emily.

"Davvero? Perché è solo questione di tempo e lui irromperà nella sua vita."

"Beh, cosa ha detto riguardo la figura paterna e cose varie? Perché ha ovviamente detto qualcosa a riguardo." disse Spencer.

"Sì, ha chiesto della figura paterna. Ed io gli ho risposto che Toby è una perfetta figura di padre per lei, che le vuole un mondo di bene. Poi ho detto che anche Ezra è grandioso, e non voglio che lui si intrometta in questo."

"Ci è già dentro, Hanna. Caleb è il padre di Tiff." disse Emily.

"Lo so, ma non c'è stato per le cose più importanti della sua vita. Non era qui quando è nata, quando ha detto la sua prima parola, quando ha mosso i suoi primi passi, quando è andata all'asilo il primo giorno. Perciò non può comparire e chiedere, semplicemente. Dobbiamo salvaguardare Tiff, sapete come si sente davanti agli sconosciuti." disse Hanna.

"Sì, lo sappiamo. Ma è di Caleb che stiamo parlando. I suoi genitori l'hanno abbandonato, sa come ci si sente a non avere un padre. Ovviamente non è quello che vuole per la SUA bambina." disse Spencer.

"Beh, non si è sforzato molto. E quali sono le possibilità che lo rivedrò ancora? La California è un grande stato, non è che ci incontreremo accidentalmente. Non è che Tiffany e Caleb si incontreranno accidentalmente." disse Hanna, mordendosi un labbro. Emily e Spencer si scambiarono un'occhiata, riflettendo sul da farsi.

"Diremo che Tiff è mia e di Toby." disse Spencer, facendo spallucce.

"Però lui sa che è sua. Come potremmo ritrattare?"

"Digli che hai mentito," iniziò Emily. "che era un pesante scherzo per terrorizzarlo, e che Rachel era complice."

"Rachel non sa di noi. Tutto ciò che sa è la storia della nostra relazione. Non sa che ero io. Sembra che la madre di Caleb apprezzi più me di Rachel, che Caleb non mi abbia mai dimenticata, e che Rachel odi questa sua ex, che sarei io. Quindi odia me."

"Come potrebbe non ricordarsi di te?" disse Spencer, sorridendo. "Tu gli hai cambiato la vita, Hanna. Se non fosse stato per te, lui starebbe ancora aggiustando cellulari, indossando un cappellino grigio e viaggiando per tutta l'America in cerca di sua madre."

"Questo lo so, ma la mia paura è sempre molto viva."

"Che paura hai?" disse Emily.

"Che resterò solo quella ragazza con cui ha fatto sesso in una tenda." disse Hanna, timidamente. "E che non mi amerà mai più."

"Hanna, questo è assurdo. Tu gli hai praticamente ritrovato i genitori, gli hai dato un posto dove stare, e prima di te, lui non aveva la minima idea di cosa significasse essere amato." disse Spencer.

"Lo ami ancora?" chiese Emily, ed Hanna annuì. "Forse per lui è lo stesso."

"Com'è andata la serata, mamma? Ho sentito che sei uscita." disse Tiff, mentre Hanna le faceva il bagno.

"È andata bene, patatina." rispose Hanna, pettinando i riccioli biondi di sua figlia.

"Che cosa hai fatto?" Hanna sorrise.

"Sono andata a cena con la mia amica di scuola."

"Io vado a scuola."

"Sì, giusto, tesoro. E andrai in prima elementare l'anno prossimo. Diventerai una bambina grande." Tiffany annuì, fiera di se stessa. Hanna lavò sua figlia, la avvolse in un'asciugamano, e la asciugò.

"È così tenera." disse Emily.

"Lo so." disse Hanna, appoggiando la testa al muro. Avevano appena messo a letto Tiffany, ed Hanna era distrutta.

"Rimpiangi qualcosa?" chiese Emily, ed Hanna fece spallucce.

"Non rimpiango di aver avuto Tiffany. Lei è la miglior cosa della mia vita, la cosa che mi fa davvero andare avanti. Rimpiango forse di averla avuta così giovane. Avevo ed ho appena del denaro, mia madre mi manda un assegno. Ma quel che rimpiango di più è non aver fatto uno sforzo in più per Caleb."

"Han, possiamo darti noi del denaro. Non ci sarebbe nessun problema."

"No, perché se non vi ripagassi immediatamente, sarebbe imbarazzante."

"Hanna, quando mai c'è stato imbarazzo tra di noi? Ne abbiamo passate di tutti i colori, possiamo darti una mano ogni tanto."

"E lo fate, viziando la bambina, ed io non vi ringrazierò mai davvero abbastanza. E, se posso chiedere, perché sei qui in California? Saresti dovuta venire tra due settimane. Non che sia un problema."

"Un convegno di nuoto o qualcosa del genere."

"Un convegno di nuoto. Non pensavo nemmeno che faceste queste cose." disse Hanna, con un sorrisetto. Chiuse silenziosamente la porta della camera di sua figlia e le due amiche si accomodarono sul divano.

"Neanch'io. Non ho neanche idea di cosa sia, perché probabilmente si tratterà solo di allestire una grande bancarella ricoperta da cuffie da nuoto." Le due ragazze risero. "Allora, dopo stasera, come ti senti riguardo a Caleb?"

"Lo amo anche più di quanto lo abbia amato. E vorrei averlo supplicato di rimanere a Rosewood o aver avuto una relazione a distanza."

"Perché non l'avete avuta?" Hanna fece spallucce.

"Avevamo appena avuto quest'enorme litigio, e continuavamo a piangere, ed io continuavo ad urlare cose, e poi a chiedergli perché mi stesse lasciando, dunque non abbiamo avuto un momento d'intimità, ed io ho continuato a respingerlo tutte le volte che ha provato a calmarmi. Non l'ho baciato per dirgli addio o nient'altro. Ci siamo solo detti di amarci e poi me ne sono andata. Praticamente è stato un litigio."

"E come ti è sembrato stasera?"

"È innamorato di lei."

"Come fai a saperlo?" domandò Emily, e gli occhi di Hanna si riempirono di lacrime.

"Perché ha chiamato Rachel la sua principessa."

"Oh, Hanna." sussurrò Emily, abbracciando la sua amica bionda. Tutte le ragazze sapevano che Caleb chiamasse Hanna "principessa". Era come un secondo nome per lei, che usava solo Caleb. Tutte sapevano quanto Hanna si sentisse speciale quando lui la chiamava così.

Ma lei non si sentiva più speciale.

Sarebbe stata bene solo se avesse superato tutto ciò.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CP5

CAPITOLO 5


Hanna stava scendendo le scale del suo college. Scontratasi con un uomo, cadde, con il sedere a terra. "Mi dispiace tanto. Non guardavo dove stavo andando." disse Hanna, non guardando l'uomo che l'aveva fatta cadere. Sollevò lo sguardo, ed aprì la bocca per parlare. Ma si zittì, non sicura su cosa dire. O fare.

"Ciao." disse Caleb, guardandola dall'alto. "Lascia che ti dia una mano." Le porse la mano, e la ragazza la prese. E lei la sentì. E lui la sentì. L'improvvisa scarica elettrica scorrere attraverso le loro vene non appena le loro mani si strinsero. Hanna si alzò dal pavimento spolverandosi il vestito con la mano libera.

"Scusami." fece Hanna. Entrambi non notarono che le loro mani erano ancora l'una nell'altra e che erano vicini. Abbastanza vicini.

"È a posto, Han." disse lui, e lei lo guardò negli occhi. E lui ricambiò. E ancora più elettricità affluì tra i nervi della ragazza, e lui sentì brividi percorrergli il dorso. "Come stai?" chiese Caleb, provando a fare conversazione.

"Beh, pochi giorni fa stavo alla grande. Adesso non lo so." ammise Hanna, continuando a fissare gli occhi marroni che le erano mancati per quattro anni. Per quattro lunghi anni.

"E, so che non sono affari miei, ma non avresti già dovuto terminare gli studi al college?" domandò Caleb, ed Hanna scosse la testa.

"No, perché ho perso i primi due anni per badare a mia figlia. Sono al secondo anno, mentre Spencer ha terminato gli studi e si sta specializzando in legge." Merda, pensò. Avrebbe dovuto dire che Tiffany era la bambina di Spencer e Toby.

"Mi dispiace." disse Caleb, ed Hanna lo guardò.

"Ti dispiace per cosa?" chiese lei.

"Mi dispiace di non esserci stato per te e per lei. E, soprattutto, mi dispiace averti lasciata per andare a Ravenswood. Non sapevo a cosa stavo pensando, ma quel che è certo è che è uno dei più grandi rimpianti della mia vita."

"Perché?" Caleb aggrottò le sopracciglia, confuso. "Hai una fidanzata perfetta, Caleb. Lei ti ama. Tu la ami. È la tua nuova principessa adesso. Noi non dovremmo neanche stare a parlare. Avresti dovuto aiutarmi a rialzarmi, ed entrambi ce ne saremmo soltanto dovuti andare. Tutto questo mi rende tutto più difficile."

"Tu pensi di essere l'unica persona afflitta per la nostra rottura, Hanna. Io ho provato a lungo a reprimere i miei sentimenti per te."

"Il punto è, Caleb, perché stavi provando a reprimere quei sentimenti?" chiese Hanna. Caleb aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto dallo squillare del cellulare di Hanna. "Hey, Rachel... Si, mi dispiace tanto, mi sono ritrovata davanti un mio vecchio amico... Sei fantastica, Rachel... Grazie... Ci vediamo tra una decina di minuti... Ciao."

"Chi era? chiese Caleb, scendendo velocemente le scale con Hanna.

"Era Rachel."

"La mia Rachel?" Hanna smise di camminare quando lui disse quelle parole, ed una volta dette, Caleb avrebbe voluto rimangiarsele. Ma non sarebbe servito, perché quella era la fottuta realtà. Nessun altro tentativo da poter fare. Cogli bene l'opportunità la prima volta. E punto. Niente seconde possibilità. A meno che tu non sia fottutamente fortunato.

"No. Un'altra. Sono in ritardo per riprendere Tiff. Devo andare." disse Hanna, ed iniziò a fare jogging.

"Hanna Marin che fa jogging. Non avrei mai pensato che un giorno ti avrei vista fare jogging verso la tua auto. O fare jogging verso qualsiasi altra parte."

"Beh, ti sei perso gli ultimi quattro anni della mia vita. Non mi aspetto che tu sappia niente di me. Sono cambiata. E lo sei anche tu. Sei fidanzato, e sei andato oltre me. Che è un qualcosa che io non sarò mai capace di fare con te." La ragazza aprì l'auto, lasciandolo lì immobile. Senza parole.

"Posso conoscerla?" sbottò Caleb, e lei si fermò.

"No." gridò Hanna. "Non potrai incontrarla."

"È mia figlia, Hanna."

"Ma ti sei perso i primi quattro anni della sua vita." Hanna entrò nella sua macchina, lasciando lì il ragazzo del quale era ancora innamorata. Si diresse verso l'asilo di Tiffany. Hanna aveva scelto quella scuola perché distava cinque minuti dal campus e dal suo appartamento. Parcheggiata l'auto, corse all'interno della scuola.

"Scusami, ho fatto tardi. Mi sono imbattuta in qualcuno." disse Hanna a Rachel.

"Hanna, ti assicuro che non c'è problema. Anche altri due bambini stanno ancora aspettando che qualcuno venga a riprenderli."

"Non so davvero come farei senza di te." Rachel sorrise.

"È a posto, Han. Sul serio." Hanna sorrise, riconoscente. "Tiff, la tua mamma è qui." chiamò Rachel, e Tiffany arrivò di corsa, sporca di pittura, ed arpionò la gamba di Hanna. "Scusami per la pittura."

"Oh, chi se ne importa?" disse Hanna, sollevando sua figlia. "Sembra che tu sia stata in piedi per molto tempo oggi." disse Hanna a Tiffany, che annuì.

"Abbiamo disegnato. Il mio disegno si è asciutto, è nel mio zaino." disse Tiffany, con un sorriso stampato in faccia. Hanna sorrise a sua figlia.

"Questo è un altro disegno che andrà sul frigorifero, non è così?" Tiffany annuì alla sua mamma. "Bene, faremo meglio ad andare. Grazie ancora, Rachel."

"Nessun problema, Hanna. Ciao, Tiff." disse Rachel.

"Ciao ciao, signorina Jones." disse Tiffany, scuotendo la sua mano libera. "Possiamo prendere dei cupcakes, mamma?" chiese ad Hanna.

"Sì, quali cupcackes vuoi?" chiese Hanna, mettendo Tiffany nel seggiolino sul sedile posteriore della macchina. Non le piaceva che Tiffany stesse davanti, non dopo la faccenda dell'irruzione dell'auto all'interno della residenza Fields. Probabilmente non sarebbe successo ancora né questo né nessun altro incidente, ma Hanna non voleva rischiare. E le sue amiche la rispettavano per questo.

"Al cioccolato." disse Tiffany, ed Hanna raggiunse il posto di guida, mettendo in moto la macchina.

"Sì. Li voglio anch'io al cioccolato. Quali pensi che vogliano Spence e Toby?"

"Al cioccolato." Hanna sorrise, sapendo che Tiffany avesse ragione.

Mentre saliva le scale, con Tiffany fermamente al suo fianco ed i cupcakes in un pacchetto, la ragazza sentì Spencer dietro di loro. Hanna si voltò e rise verso Spencer che stringeva un considerevole gruzzolo di libri.

"Hey, Spence. Abbiamo un cupcake per farti sentire meglio." disse Hanna, prendendo qualche libro dell'amica.

"Grazie." disse Spencer, sospirando di sollievo. "È stata una giornata impegnativa. Ed il mese sarà anche più impegnativo."

"Come mai, Spencie?" chiese Tiffany, ora ricoperta non solo di pittura, ma anche di cioccolato. Spencer fece un sorrisetto a quella vista.

"Sono stata selezionata per uno stage con il professor Callahan, questo vuol dire notti insonni e un mucchio di lavoro." disse Spencer.

"È grandioso, Spence. Toby sarà fiero di te." disse Hanna, lasciando entrare Tiffany nell'appartamento. "Qual è il caso?"

"Non ne ho ancora idea, ma so che butterò in galera i farabutti."

"Sei una Hastings. Li rovinerai." disse Hanna, e Spencer rise, aprendo la porta del suo appartamento. "Il tuo cupcake è qui, quando vuoi."

"D'accordo, grazie. E fa' una foto a Tiff e mandamela, è adorabile." sussurrò Spencer, ed Hanna sorrise. Le ragazze entrarono nei loro appartamenti, chiudendo le porte.

"Tiff, voglio farti una foto, okay?" chiese Hanna, afferrando il suo telefono e sbloccandolo, e sentì una stretta allo stomaco. Il codice di sblocco era ancora 1105, aveva pensato più volte di cambiarlo, ma si era sempre tirata indietro. Tiffany raggiunse Hanna, sorridendo alla fotocamera, ed Hanna scattò alcune foto, mandandole ad Ashley, Aria, Spencer ed Emily. Rifletté se mandarla a Caleb, ma pensò che gli avrebbe dato l'idea sbagliata.

"Posso avere un altro cupcake?" chiese Tiff, sorridendo. Hanna sorrise.

"Dopo cena. Adesso andiamo a lavarci, okay?" Tiffany annuì, ed Hanna spogliò sua figlia, gettando i vestiti nella cesta del bucato. "Vuoi le bolle di sapone?"

"Sì!" grido Tiffany, senza esitazione. Hanna mise un po' di liquido per fare le bolle di sapone nell'acqua, e Tiffany si mise nella vasca da bagno con le bolle, giocandoci immediatamente. Ancora una volta, Hanna afferrò il suo cellulare e fece alcune foto a Tiffany, che era coperta dalle bolle di sapone.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CP6
CAPITOLO 6


"Mamma! Mamma! Mamma!" esclamò Tiffany, ed Hanna sorrise.

"Che c'è, Tiff?" chiese, prendendo in braccio la bambina. Hanna amava essere chiamata "mamma", le ristabiliva una sorta di calore dentro, un grande calore. Se non fosse stato per Tiffany, non sarebbe riuscita ad andare avanti dopo che Caleb l'aveva lasciata. "Mi è caduto un dente." disse Tiffany eccitata, sorridendo. Hanna rise, quando vide che era uno dei suoi incisivi. "La fatina dei denti verrà stanotte, per la prima volta."

"Dov'è?" chiese Hanna.

"È sotto il mio cuscino." Tiffany batté le mani mentre lo disse. "Sono una bambina grande."

"Sì, sì che lo sei. Vuoi andarlo a dire a Spencer e Toby?" Tiffany annuì, e sgattaiolò dal divano, aprendo la porta ed attraversando il pianerottolo. Strinse il suo piccolo pugno, e bussò alla porta opposta. Hanna rimase sulla sua soglia, mentre Spencer aprì.

"Spencie, mi è caduto un dente." aprì per bene la bocca, per mostrare che le mancava un dente in alto. "Vedi, guarda!" Spencer sorrise.

"Wow, stai diventando una bambina grande." disse Spencer, sollevando la sua bellissima nipotina. "Credo che ti meriti un cupcake." Il sorriso di Tiffany si spense.

"Mamma non me ne farà avere uno finché non sarà passata l'ora del tè." disse Tiffany, lanciando un occhiata verso Hanna.

"Beh, penso di poterti procurare qualcosa." sussurrò Spencer, e portò Tiffany nel suo appartamento, prendendo un biscotto e dandoglielo. La bambina guardò la ragazza.

"Come lo mangio?" Spencer rise.

"Prova." disse la studentessa di legge. Toby venne fuori dal bagno, con addosso una maglietta e dei pantaloni del pigiama in flanella.

"Hey, Tiff. Cosa stai cercando di fare?" chiese Toby, abbassandosi, sorridendo alla sua nipotina.

"Sto cercando di mangiare questo biscotto," gli sorrise a denti stretti. "ma non riesco a morderlo."

"Imparerai come fare." La bambina continuò a provare a mordere il biscotto, mentre sua madre la guardava divertita sul ciglio della porta.

"Ho visto Caleb oggi." disse Hanna a Toby e Spencer. Erano nel suo appartamento a prendere un caffè, come facevano ogni lunedì. "Beh, non l'ho esattamente visto. Ho sbattuto contro la sua spalla." I tre ridacchiarono.

"Ha detto qualcosa su Tiff?" chiese Toby, facendo un sorso del suo caffè. "Caffè normale. Grazie a Dio." Toby ed Hanna sogghignarono.

"Uh, questo cosa vorrebbe dire?" chiese Spencer, guardando entrambi.

"Oh, lo sai, Spence. Non fare la finta tonta." disse Hanna, dando all'amica un giocoso buffetto sulla spalla. "Il tuo caffè è nero. È come un buco." Toby ed Hanna ridacchiarono.

"Piantatela," disse Spencer. "ma questo è buonino." Toby ed Hanna ridacchiarono con Spencer.

"Incredibile. Odi il mio caffè." disse Toby, con un sorriso sulla faccia.

"Sono sicura che gli piacciano di più altre cose." azzardò Hanna, facendo arrossire Spencer e Toby. Hanna contenne una risata.

"Comunque, torniamo a Caleb." disse Spencer, sorridendo. Hanna scosse la testa. "Ha chiesto qualcosa su di lei?"

"No. Non l'ha fatto. Ero in ritardo per andare a riprenderla, perché mi sono imbattuta in lui, poi ho ricevuto una chiamata da Rachel, e tutt'un tratto lui mi ha chiesto se poteva incontrarla, ed io ho detto di no."

"Beh, magari dovresti riprovarci, adesso che vi siete incrociati per due volte." disse Toby.

"Il fatto è che è fidanzato. Quanto sarebbe imbarazzante? La figlia di Caleb è Tiffany e la madre di Tiffany sono io che sono la migliore amica di Rachel che è la fidanzata di Caleb, e Rachel non sa che il suo fidanzato e la sua migliore amica quattro anni fa hanno avuto un'importante relazione di due anni." disse Hanna.

"Sì, abbastanza imbarazzante," disse Spencer. "ma Rachel non deve sapere. Non deve necessariamente sapere della vostra relazione." Hanna annuì.

"Cosa dovrei fare? Mi ha chiesto due volte di incontrarla..."

"Chiedigli se vuole tenersi aggiornato. Il che significa che conoscerà sua figlia senza conoscerla." disse Toby.

"Ho degli amici decisamente intelligenti." farfugliò Hanna, ed afferrò il suo cellulare. Una volta sbloccatolo, andò sul numero di Caleb.

"Ti comprerò Vogue per un anno." disse Spencer, ed Hanna schiacciò il pulsante. Si portò il telefono all'orecchio, mordendosi ansiosamente un labbro, chiedendosi se lui avrebbe risposto.

"Hey, Hanna. È tutto okay?" chiese Caleb, rispondendo al telefono, insicuro sul perché lei lo stesse chiamando.

"Mi stavo chiedendo se vuoi che ti mandi una foto di Tiff. Mia madre e le ragazze mi assillano sempre perché le mandi loro, perciò se vuoi posso mandarle anche a te." fece Hanna, mordicchiandosi il labbro inferiore.

"Sì, mi piacerebbe moltissimo. Sul serio, sarebbe grandioso. È successo qualcosa oggi?" chiese lui, sorridendo al pensiero di poter vedere come fosse fatta sua figlia.

"Uhm, beh, ha perso il suo primo dente oggi." Lui rise dall'altra parte. "Devo andare a letto. È stata una giornata faticosa per me." Hanna annuì. "Ciao."

"Ciao." La ragazza riattaccò il telefono, e sospirò. "Una delle cose più snervanti che io abbia mai dovuto fare in vita mia." disse Hanna.

"Allora, cosa ha detto?" chiese Toby.

"Oh, giusto." disse Hanna, avendo momentaneamente dimenticato. "Ha detto che sarebbe grandioso, e che gli piacerebbe moltissimo. Ma se volesse incontrarla?"

"Non sarebbe una cosa buona, comunque? Lei troverebbe suo padre." disse Spencer, ed Hanna mugolò.

"Chissà, lui potrebbe scappare o potrebbe non farlo. L'ha già fatto una volta, cosa lo fermerebbe?"

"Tiff." disse Toby.

Spillato un dollaro dalla sua borsa, Hanna si intrufolò nella stanza di Tiff. Sollevando leggermente il cuscino, scambiò il dente di sua figlia con la banconota da un dollaro. Stretto il dente nel suo pugno, Hanna baciò dolcemente la fronte di sua figlia, spegnendo la piccola lampada che la aiutava a prendere sonno, ed uscì dalla stanza, chiudendo la porta.

Preso il suo telefono, scrisse un messaggio a Caleb. Una volta allegata qualche foto di Tiffany, lo mandò, senza testo. Sentì che non ce ne fosse bisogno. Il cellulare squillò, indicando un messaggio appena arrivato. "È bellissima, proprio come sua madre." Hanna lo lesse a se stessa, in un sussurro, e si asciugò una lacrima. Maledizione, lei lo amava ancora, tanto, e non era convinta che sarebbe mai potuta andare oltre Caleb.

Non puoi farlo. Hanna scrisse di risposta, sapendo che fosse sbagliato.

Fare cosa? replicò Caleb, nel giro di qualche secondo.

Non puoi dirmi che sono bella. Ti stai per sposare. Dovresti dire a Rachel che è bella.

Solo perché tra noi è finita, non vuol dire che non posso dirti che sei bella.

E lei non rispose. Non sapeva cosa dire. Cosa avrebbe potuto dire? Hanna sospirò, gettando il cellulare sul tavolino. Prese la sua borsa di scuola, dove aveva i suoi compiti, e continuò a farli fino alle undici e mezza.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CP7

CAPITOLO 7


Non appena alle sette la sveglia suonò, Hanna si lamentò. Odiava alzarsi presto. Ma amava Tiff di mattina. In qualche modo, la bambina era sempre piena di energia. Alzatasi dal letto, Hanna si stirò e realizzò cosa indossava. Una maglietta.

La maglietta di lui.

Perché indossava la sua maglietta? Dopo tutti quegli anni. Lui era fidanzato. Lui non era suo. Lui non la amava. Lui stava per sposarsi. Rachel avrebbe dovuto indossarla, non lei. Ma Hanna si sentiva a casa indossandola. Non sapeva neanche di essersela messa addosso.

Scrollandosi di dosso il pensiero e tenendosi la maglietta, andò in cucina e tirò fuori pane, burro e marmellata, ed iniziò a preparare il pranzo al sacco per Tiffany.

"Hey, Tiff. Svegliati, tesoro." disse Hanna, strattonando sua figlia per svegliarla. Tiffany si lamentò, e lentamente aprì gli occhi. Hanna era vestita, e la sua borsa di scuola era pronta, ma non quella di Tiffany. A Tiffany piaceva prepararla da sé. Erano le otto e venti, il che significava che restavano venti minuti prima che dovessero andare via se Hanna avrebbe voluto che entrambe fossero in orario per scuola.

"Okay. Buongiorno, mamma." disse Tiffany, quindi urlò di sorpresa. "La fatina dei denti!" La bambina controllò sotto il cuscino, e sorrise quando vide un dollaro. "Non prenderlo, mamma."

"Non lo farò, tesoro. È tuo. Come lo spenderai?" chiese Hanna, e la bambina fece spallucce. "Cosa vuoi metterti oggi?"

"Il mio vestito di Cenerentola." disse Tiffany con un sorriso, ed Hanna ridacchiò. Hanna raggiunse l'armadio di Tiff, e tirò fuori un semplice vestito blu.

"Che ne dici di questo?" Tiffany annuì, ed Hanna le mise il vestito e le spruzzò un po' di profumo. "Che scarpe?" chiese la mamma, e Tiffany fece un cenno col capo. Hanna le mise le scarpette nere, e le due uscirono dalla stanza della bambina.

"Mamma, ieri mi sono dimenticata di darti il mio disegno con tutta la storia del dente." disse Tiffany, prendendo lo zainetto. Lo aprì, e diede ad Hanna il suo disegno. Hanna si accovacciò al fianco di sua figlia, sorridendo e prendendo il disegno.

"Me lo vuoi spiegare?" chiese Hanna, e Tiffany annuì.

"Questa è casa di nonna. E questa sono io, e questa sei tu, e nonna. E ci teniamo tutte per mano, e siamo davanti casa, e ci sono dei fiori." disse Tiffany, tutto d'un fiato.

"Bene, dove vogliamo mettere questo bellissimo disegno?" chiese Hanna, prendendola in braccio. Tiffany guardò in alto.

"Frigorifero." Hanna annuì, sollevò una calamita ed attaccò il disegno sul frigo. "Devo prepararmi la borsa." Tiffany si liberò dalla presa di Hanna, e si preparò la borsa. "Fatto!" gridò. Hanna sorrise, prese la mano di Tiff, e le due uscirono dall'appartamento, con Hanna che chiuse la porta alle loro spalle.

Entrata in macchina, mise in moto e guidò fino alla scuola di Tiff. Una volta fatta scendere sua figlia, Hanna sfrecciò verso il college. Parcheggiò in un posto libero, scese dall'auto, la chiuse, e corse nell'aula lettori, dove ci sarebbe stata la sua lezione. Quando si sedette, tirati fuori i libri, ascoltando il suo insegnante preferito della materia, il suo cellulare vibrò. Mettendolo sul silenzioso, lesse il messaggio.

Incontriamoci per un caffè, a mezzogiorno, per favore. -Caleb

Hanna sospirò, e rifletté per un momento. Sarebbe potuta andare, rivederlo ancora, e morire dentro. Perché non avrebbe potuto baciarlo per salutarlo. Non avrebbe potuto stendere le gambe sul suo addome. Non avrebbe potuto sedersi in braccio a lui. Non avrebbe potuto chiamarlo "amore". Ma da un'altra parte, avrebbero potuto riavvicinarsi. E avrebbe potuto fare un discorso serio con lui.

Dove? -Hanna

Alla caffetteria del campus. Voglio parlare di Tiff. -Caleb

Okay, posso farcela. Ci vediamo lì. -Hanna

"Hey, Caleb." disse Hanna, sedendosi di fronte a lui.

"Hey, Han. Come stai?" chiese Caleb, e lei gli sorrise.

"Sto bene. Tu come stai?"

"Sto bene. Come sta Tiff?" chiese lui.

"Sta alla grande. Si era ricoperta di pittura ieri, dopo aver fatto un disegno. E ha perso il suo primo dente ieri, era estasiata, ed io ho dovuto occuparmi nientedimeno di metterle un dollaro sotto il cuscino senza svegliarla." Hanna rise al ricordo, facendo sorridere Caleb. Preso il suo cellulare, lo sbloccò, ed andò tra le foto. Trovate quelle del giorno prima, passò il suo telefono a Caleb.

Il ragazzo sorrise non appena vide le numerose foto di Tiffany nella vasca a giocare con le bolle, quella dove appariva ricoperta di diverse variazioni di pittura, e quella dove mostrava un sorriso stretto alla camera, e le mancava il dente.

"Se la conoscessi, la adoreresti. Lei balla, salta, canta. In ogni caso, ha sempre qualcosa da fare. È sveglia, ma non appena appoggia la testa sul cuscino, crolla come un sasso." disse Hanna, con una risatina.

"È davvero bellissima." Hanna annuì. "Se posso chiedertelo, come l'hai detto a tua madre? Alle tue amiche?"

"Tipico di Caleb, chiedere di tutto dall'inizio." Il ragazzo rise.

"Che c'è? Voglio sapere." disse Caleb, ed Hanna iniziò a raccontargli.

*Flashback*

Hanna si svegliò avvertendo un'ondata di nausea venirle su. Corse dal letto di Spencer, arrivò in bagno ed iniziò a vomitare nel water. Spencer entrò di lì a poco, afferrò i capelli di Hanna raccogliendoglieli sul retro, ed accarezzò la schiena della sua migliore amica. Una volta che Hanna ebbe finito di vomitare, le due amiche rientarono in camera di Spencer, dove Hanna smise improvvisamente di camminare, e si fermò, soffocando il suo respiro.

"Hanna, che c'è?" chiese Spencer, preoccupata per la sua migliore amica, che adesso sembrava essere in tutt'altro mondo. Il giorno prima, Hanna si era presentata alla sua porta, singhiozzando disperata. Spencer l'aveva naturalmente confortata fino all'una e mezza di notte, finché Hanna non si era lentamente abbandonata al sonno.

"Che giorno è?" espirò Hanna.

"Venticinque luglio. Perché?" replicò Spencer, dopo aver controllato il calendario.

"Ho un ritardo." proferì Hanna.

"Hanna, magari non è quello, il tuo ciclo è forse in ritardo di un solo giorno oppure è per il pianto che ti sei fatta." disse Spencer, provando a rassicurare l'amica. Hanna iniziò a scuotere la testa con decisione.

"No. Ho un ritardo di quindici giorni. Mi sarebbero dovute tornare due giorni dopo il Prom, ma non è stato così." Gli occhi di Hanna guardarono verso il basso, e Spencer la fece appoggiare sul suo letto.

"Oh, Hanna." sussurrò Spencer, stringendo la bionda mentre piangeva. "Aspetta qui." Hanna annuì, e Spencer sfrecciò al piano di sotto, uscendo, ed andando al casale, nel bagno di Melissa. Aperto l'armadietto, prese tre test di gravidanza, e tornò di corsa all'interno della casa, nella camera, dove Hanna era stretta a se stessa e singhiozzava. "Vuoi che chiami Em ed Aria?"

"Non l-lo so. N-non i-importa." balbettò Hanna, e Spencer la strinse ancora, e sentì la sua maglietta bagnarsi. "D-devo f-fare q-questi, no?"

"Quando vuoi, Han." sussurrò Spencer, ed Hanna annuì.

"Ho bisogno di sapere." disse la bionda. Alzatasi dal letto, con il corpo tremante, prese le scatole e raggiunse il bagno. Dopo aver fatto pipì sui bastoncini, la ragazza si sedette sullo sgabello del bagno. Si lavò le mani, lasciò entrare Spencer, e le ragazze fecero partire il timer sul cellulare. C'era un silenzio totale, quasi inquietante, finché il telefono di Hanna non iniziò a squillare. "Non ce la faccio."

"Sicura che vuoi che lo faccia io?" chiese Spencer, ed Hanna annuì, con altre lacrime che le rigavano il viso. Spencer baciò la fronte di Hanna, si alzò e raggiunse il bagno. Le ragazze erano sedute nel disimpegno, con Hanna che singhiozzava teneramente sulla spalla di Spencer. Sollevati i bastoncini, gli occhi di Spencer si riempirono di lacrime.

Positivi.

Tutti e tre.

Spencer tornò indietro e si sedette accanto ad Hanna, che si stava mangiucchiando la unghie, tremando, e con le lacrime che le scendevano sul viso. Spencer non aveva mai visto Hanna così indifesa.

"Positivo, non è vero?" chiese Hanna, e Spencer annuì. Altre lacrime caddero lungo il viso di Hanna, e Spencer abbracciò l'amica. Hanna pianse sulla sua spalla. "Sarò mamma." sussurrò Hanna dopo una mezz'ora passata a terra a piangere. Spencer sorrise.

"Sì, sì, lo sarai, Han. Ed io sarò con te ad ogni passo, noi tutte ci saremo." disse Spencer, intendendolo davvero.

"Grazie, Spence." disse Hanna. "Puoi mandare un SOS alla ragazze?" Spencer annuì, e mandò l'SOS ad Emily ed Aria. La bionda e la mora erano in camera di Spencer quando Emily ed Aria entrarono in casa e corsero al piano superiore.

"Hanna, cosa c'è che non va?" chiese Emily, mentre le due corsero a confortare la loro amica singhiozzante. Hanna pianse anche di più al ricordare che tra lei e Caleb era finita. Definitivamente.

"Caleb ed io ci siamo lasciati definitivamente." mugugnò Hanna.

"Oh, tesoro." disse Aria, accarezzando Hanna.

"Sono incinta," sussurrò Hanna. "del suo bambino."

"D'accordo, noi siamo qui per te. Verremo alle tue ecografie, ti massaggeremo i piedi, e saremo qui anche solo se avrai bisogno di una pausa o di una spalla su cui piangere. Saremo qui per qualsiasi cosa." disse Emily.

"Lo so. Vi voglio bene, ragazze." ammise Hanna.

"Ti vogliamo bene anche noi, Hanna." disse Spencer.

*Alla sera*

Hanna era sdraiata sul suo letto, con una mano sullo stomaco, ed era sveglia. Era tornata a casa alle nove di sera ed era andata dritta a letto. Era esausta.

Fisicamente.

Mentalmente.

Emotivamente.

Alzatasi dal letto, Hanna si spostò in camera di sua madre dove la donna stava dormendo. La ragazza bussò piano alla porta. "Hanna. Entra." disse Ashley, assonnata. Hanna entrò, stretta in se stessa, e raggiunse il letto di sua madre. Si sedette accanto ad Ashley, che aveva appena ritirato in su le gambe dal letto, ed esplose singhiozzando. Ashley strinse sua figlia mentre piangeva. Non aveva mai visto sua figlia così indifesa da quando Tom se n'era andato. "Sei incinta?" sussurrò Ashley, ed Hanna annuì. Ashley massaggiò la schiena della figlia, le accarezzò i capelli, e le baciò la fronte, mentre la sua bambina singhiozzava.

"C-come f-facevi a s-saperlo?" balbettò Hanna.

"Me lo sentivo." Hanna annuì. "Caleb lo sa?" Hanna singhiozzò ancora di più, ed Ashley capì che non avrebbe dovuto chiederglielo.

"Ci siamo lasciati, definitivamente."

"Oh, Hanna." sussurrò Ashley. Sapeva quanto Caleb significasse per lei. E quanto Hanna significasse per Caleb. Sapeva che il motivo per il quale avevano rotto era ovviamente non voluto da loro. Lui era come il figlio che non aveva mai avuto. "Puoi ancora dirglielo."

"Non posso. Si è trasferito a Ravenswood con Jamie. Sono completamente tagliata fuori. Io e le ragazze abbiamo continuato a chiamarlo, ma lui non ha risposto. Niente di niente. È come se fosse sparito dalla faccia della terra."

*Fine del flashback*

"Hanna, voi non mi avete mai chiamato." disse Caleb.

"Abbiamo passato tre ore provando a chiamarti. Tutte da diversi cellulari." disse Hanna.

"No. Se fossi stata tu probabilmente non avrei risposto, perché sarebbe stato troppo straziante sentire la tua voce. Ma se fosse stata una delle ragazze, avrei risposto immediatamente." disse Caleb, ed Hanna sospirò, fissando la sua tazza di caffè.

"Chi è stato?" chiese lei, più a se stessa che a Caleb. Dopo cinque minuti di silenzio da parte di entrambi, Caleb sollevò lo sguardo, mordendosi un labbro.

"Credo di sapere chi." disse Caleb, non sicuro se la risposta fosse ancora un tasto dolente. Lei gli lanciò un'occhiata per farlo continuare. "-A."

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CP8

CAPITOLO 8


"Ho incontrato Caleb per pranzo." disse Hanna ad Emily, Aria e Spencer per telefono. Era sera, e pensò che avrebbe dovuto dirlo loro. Hanna era pessima nel darsi consigli. Avevano raccontato ad Aria l'intera storia dell'appuntamento di Hanna e tutto il resto.

"Come, gliel'hai chiesto tu o lui l'ha chiesto a te?" chiese Aria, mordicchiandosi il labbro inferiore. Ricordava il giorno in cui Hanna le aveva detto di Caleb e della loro rottura, e della sua gravidanza.

*Flashback*

"Ezra, devo andare. Spencer ha bisogno di me." disse Aria. Era andata nell'appartamento di Ezra, non sapeva perché. Le si era rivoltato lo stomaco per tutto. -A. Jake. Connor. Loro. Tutte queste cose la turbavano, e non avrebbe avuto fegato per nessun altro, perché nessuno avrebbe saputo cosa dire o fare. Eccetto Ezra. Così avevano parlato, ed erano tornati insieme - anche se Ezra era ancora il suo insegnante.

"Perché devi andartene?" chiese Ezra, mostrando preoccupazione nei suoi occhi.

"Non lo so. Tutto quello che so è che è qualcosa di serio." disse Aria, prendendo la sua borsa e mettendosi le scarpe. Ezra aprì la bocca, ma lei sollevò una mano per zittirlo. "So che è serio, perché Spencer ha mandato un SOS."

"Oh, d'accordo, poi torni?"

"Dipende. Ti chiamerò se resto per la notte." Ezra annuì, e la baciò per salutarla. Entrambi sorrisero quando si staccarono. "Ti amo."

"Ti amo anch'io, cara." Aria ridacchiò.

"Hey, è tutto okay?" chiese Ezra, una volta che Aria entrò dalla porta con le lacrime riversate lungo il viso.

"Uhm, Hanna e Caleb si sono lasciati, definitivamente." disse Aria, stordita. Stava ancora elaborando l'idea che la sua migliore amica fosse incinta, e che il padre non rispondeva a nessuna delle telefonate. Vigliacco.

"E, non per essere indelicato, ma perché stai piangendo?" chiese lui. Aria si sedette sul divano.

"Hanna è incinta. Ed abbiamo provato a chiamare Caleb tutto il giorno, ma lui non risponde. Quindi ci sta ovviamente ignorando, pensando che abbiamo intenzione di dargli contro, il che sarebbe da noi, ma... Lei è incinta, ed -A è lì fuori, e Caleb se n'è andato, e non so se riuscirà ad affrontare tutto questo." disse Aria, mordicchiandosi il labbro inferiore.

"Ce la farà. È una ragazza forte." disse Ezra, baciandole la fronte e portando un braccio attorno ad Aria.

*Fine del flashback*

"Me l'ha chiesto lui. Mi ha scritto per messaggio alle nove, chiedendomi se potevamo incontrarci per un caffè a pranzo." rispose Hanna, sorridendo al ricordo.

"Cosa voleva?" chiese Emily.

"Voleva parlare di Tiff. Che, voglio dire, è una cosa buona, giusto?"

"Han, è una cosa grandiosa." disse Spencer. "Lei potrà avere suo padre."

"Sì, e per di più forse potrai averlo anche tu." disse Aria.

"Dubito possa accadere. È fidanzato." rispose Hanna.

"Pensi davvero che sceglierebbe Rachel anziché te?" disse Emily. "Se lo pensi, sei pazza."

"Lui è andato avanti, ragazze." disse Hanna.

"Lasciaci fare il punto della situazione." disse Aria. "Lui ti ha rinfacciato il fatto che tu pensi di essere l'unica afflitta dalla vostra rottura, il che, leggendo tra le righe, vuol dire: non dovresti pensare che non ti amo più, perché non è così."

"Chiedi ad Ezra. È un ragazzo, lui saprà che vuol dire." disse Hanna, ed Aria lo fece. "Qual è stata la sua risposta?"

"Che Caleb è ancora innamorato di te." disse Aria. "Cosa... Ti passo Ezra."

"D'accordo." disse Hanna.

"Dunque, se lui sta provando a vederti ancora in ogni modo, se sta provando a fare conversazione con te, è ancora innamorato di te." disse Ezra ad Hanna. Il rapporto tra Hanna ed Ezra era speciale. Ezra era come il fratello maggiore di Hanna. Le dava consigli quando Hanna era nei casini, proprio come in quel momento.

"Allora perché è fidanzato con un'altra ragazza?" mugolò Hanna.

"Perché ha soffocato quei sentimenti. Ma ora che ti ha rivista, beh, quei sentimenti sono tornati a galla. Parlando chiaro, li ha repressi perché non voleva più stare male per te, e ha pensato che se la sua mente avesse pensato che non ti amasse più, il suo cuore l'avrebbe seguita, e non sarebbe più stato innamorato di te. Ma adesso che ti ha vista, quei sentimenti sono tornati, perché sono riemersi."

"Ecco perché sei un professore." disse Hanna.

"Com'è fatta? Intendo Rachel."

"Capelli biondi. Occhi azzurri. Della mia altezza. Buon senso della moda."

"Non ti si accende nessuna lampadina?"

"Cazzo, sei un genio." disse Emily.

"Perché sarebbe importante?" chiese Hanna. "Cosa c'entra il fatto che abbia alcune somiglianze con me?"

"Hai mai smesso di pensare che sei bionda, che hai gli occhi azzurri, che lei è alta quanto te, e che hai un buon senso della moda come lei?" disse Spencer.

"Lui ha un prototipo. È questo."

"No." disse Aria. "Non è questo. Lui sta con lei perché lei assomiglia a te."

"Perché non sta con me, allora?" disse Hanna. "Voglio che lui stia con me."

"Beh, a meno che tu non la uccida, non saprei proprio." disse Ezra, ed Hanna rise sarcasticamente. "Beh, non lo so, ma sembra che lui stia provando ad andare oltre te frequentando qualcuno come te, ma non funziona."

"Hey, Caleb." disse Hanna, sedendosi al tavolino. Lui le aveva chiesto se poteva sapere di più su Tiff, e lei naturalmente aveva acconsentito. Forse era per rivederlo di nuovo. O forse perché, in fondo, voleva che Tiff trovasse suo padre. Il suo vero padre.

"Hey, Han." rispose Caleb, sorridendo. Non sapeva nemmeno perché le aveva chiesto di venire per un caffè. Forse era per rivederla di nuovo. O forse perché voleva conoscere sua figlia. Forse era per entrambe le cose.

"Allora, raccontami di te e Rachel." disse lei, volendone sapere di più sulla relazione che disprezzava. Sapeva che non avrebbe dovuto perché si trattava della sua migliore amica. Ma lui era Caleb.

Lo stesso Caleb del quale lei era profondamente, appassionatamente, follemente, pazzamente innamorata.

"Davvero?" chiese lui, non sicuro se fosse un tasto dolente. Hanna gli annuì. "Beh, non dirlo a nessuno, ma le ho detto che sono vergine." le sussurrò Caleb, ed Hanna rise, tappandosi però la bocca con una mano.

"Non eri decisamente vergine quando stavi con me." disse Hanna, sorridendo ai ricordi. Caleb annuì.

"Nemmeno tu." disse il ragazzo fidanzato alla madre.

"Allora," disse Hanna scuotendo la testa e sorridendo. "cosa vuoi sapere di Tiff?" chiese.

"Dunque, cosa abbiamo in agenda? Uhm, com'era a scuola. Intendo una volta che la voce si fu sparsa."

*Flashback*

Hanna entrò a scuola. Indossava una maglietta larga, nel caso in cui avesse avuto un accenno di pancione. Anche se lei non riusciva a vederlo, non significava che gli altri non potessero. Alzò la testa e subito divenne consapevole. Tutti la stavano guardando, e tutti stavano spettegolando su di lei. Certo, se lo aspettava, ma non se lo aspettava così presto. Deglutì e si asciugò la fronte, anche se era priva di sudore. Raggiunse il suo armadietto, sul quale era appoggiato Noel, con il suo classico sorrisino in faccia.

"Posso aiutarti?" chiese Hanna, con scortesia. Tutti continuavano a fissarla, anche gli insegnanti, beh, eccetto il signor Fitz e la signora Montgomery. E, sì, gliene era grata.

"Quindi è vero?" chiese Noel, con un ghigno presente in viso.

"Cosa è vero?"

"Che sei incinta del bambino del ragazzo hacker."

"Non sono incinta. Non so chi ha messo questa voce in giro, e non è vero." Hanna si allontanò, e la campanella suonò. Entrò ad inglese, e si sedette in fondo, dondolandosi sulla sedia. Spencer entrò e si sedette accanto a lei.

"Stai bene?" chiese Spencer.

"Lo sanno." disse Hanna, a denti stretti.

"Cosa?! Come?" chiese Emily, spalancando gli occhi. Aria si sedette di fronte ad Hanna, guardandosi intorno. Tutti stavano fissando. Tutti si stavano sussurrando. E tutti sapevano.

"Non ne ho idea, ma non voglio che lo sappiano." disse Hanna, asciugandosi una lacrima.

"Li distruggeremo." disse Aria, ed Hanna annuì.

"Vorrei che Caleb fosse qui." sussurrò Hanna.

"Hey, lui è uno stronzo." disse Spencer, accarezzandole un braccio, ed Hanna annuì. Spencer strinse la mano dell'amica, ed Hanna sorrise e ricambiò la stretta. Dio, era grata alle sue amiche.

Uscì dalla classe, velocemente. Sfrecciò in direzione del bagno, sentendo un attacco di nausea. Entrò in bagno e corse all'interno della cabina, vomitando nel water. Spencer entrò, e le mantenne i capelli indietro mentre Emily ed Aria aspettavano fuori, mandando via chiunque provasse ad entrare in bagno. Una volta che Hanna ebbe finito di vomitare, non si mosse, ed iniziò a singhiozzare. Le sue lacrime caddero rocambolescamente nel water.

"Hey, tesoro, è tutto okay." sussurrò Spencer, accarezzando la schiena di Hanna, mentre lei abbassava la tavoletta. "Andrà tutto bene. È così." Hanna continuò a singhiozzare, con le lacrime che continuavano a venirle giù. Hanna ansimò. "Respira, Hanna. Non c'è niente di cui aver paura."

"S-sì c-che c'è." balbettò Hanna. "S-sono u-una r-ragazza madre."

"Sì, ma noi saremo qui per te ogni giorno. E ti massaggeremo i piedi, ti terremo i capelli mentre vomiti, e ti porteremo il cibo quando lo reclamerai. Qualsiasi cosa. Saremo qui ad ogni passo." disse Spencer.

"Ti voglio bene, Spence." disse Hanna, uscendo dal bagno ed allacciando le braccia attorno alla sua amica mora.

"Ti voglio bene anch'io, Han."

*Fine del flashback*

Caleb si morse un labbro, passandosi le mani tra i capelli. "Mi dispiace." ammise.

"Per cosa?" chiese Hanna, facendo un sorso del suo caffè.

"Per non esserci stato. Mi sento un grandissimo stronzo."

"Caleb," disse lei, inclinando la testa verso sinistra. "non è colpa tua. È colpa di -A. Tu adesso sei qui, ed anche se non l'hai incontrata di persona, tutto questo mi fa piacere. Voglio che Tiffany abbia suo padre, non importa come ci organizzeremo."

"Wow." sospirò lui.

"Cosa?"

"Se fossi Rachel, mi staresti urlando in faccia di come io abbia fatto a non esserci per lei, e che perciò non potrò mai esserci."

Hanna annuì. "Quella è Rachel, appunto. Come vi siete conosciuti?"

"Ravenswood."

"Oh, giusto. Quando le hai chiesto il primo appuntamento?"

"Un anno dopo che ci siamo lasciati. Avevo bisogno di smetterla di piangere da quel giorno, così gliel'ho chiesto, e adesso, beh, siamo fidanzati." disse Caleb, ed Hanna annuì. La ragazza controllò l'orario sul telefono, e sospirò.

"Ho dieci minuti per arrivare in classe." disse Hanna, e lui annuì.

"Lascia che ti accompagni." fece Caleb, e lei sorrise, chinando la testa per nascondere il leggero rossore sulle sue guance. I due uscirono dalla caffetteria, facendo conversazione su Tiffany.

"Bene, sono qui. Grazie per avermi accompagnata." disse Hanna, sorridendo. Caleb annuì. "Ciao, Caleb."

"Ciao, Hanna." I due presero strade opposte, ma Caleb smise di camminare e si voltò. Corse su per le scale, afferrò il braccio di Hanna e la fece girare, attaccando le sue labbra a quelle della ragazza. Hanna mugolò, mentre le mani di Caleb vagavano sul suo corpo, e le mani della ragazza raggiunsero i capelli di lui, scompigliandoglieli, nel frattempo in cui si baciavano aggressivamente. Hanna mugolò e spinse la sua lingua nella bocca di Caleb, facendo combattere le loro lingue per la dominazione. La ragazza si staccò, posando una mano sulla spalla di Caleb.

Ancora vicini.

Le loro labbra divise solo da qualche millimetro.

Caleb incastrò le sue labbra a quelle della ragazza in un bacio dolce e delicato, prima di staccarsi, realizzando cosa stava facendo. Hanna sospirò mentre guardava i suoi occhi marrone cioccolato, e lui ansimò mentre fissava quelli blu oceano della ragazza. La stretta sui fianchi di lei si allentò, ed Hanna giurò di sentire il suo cuore spezzarsi di nuovo.

Come quattro anni prima.

Perché un bacio non avrebbe cambiato niente.

Lui sarebbe tornato da Rachel.

Perché era innamorato.

Perché era fidanzato.

Ma non con Hanna.

"Non avremmo dovuto farlo." sussurrò Caleb. Ancora così vicini l'uno all'altra. Ancora così vicini che l'adrenalina pulsava attraverso i loro corpi. La stessa adrenalina che nessuno dei due sentiva da quattro anni. Ancora così vicini che l'uno poteva udire i respiri che l'altra inspirava ed espirava. Ancora così vicini, da essere in prossimità di un bacio.

Hanna fece spallucce. "Devo andare. Sono probabilmente in ritardo." disse, e si voltò. E sorrise. Sorrise perché aveva baciato Caleb. E aveva sentito una qualche sorta di adrenalina scorrerle nelle vene, infiammarle i sensi, il cuore.

E capì di essere innamorata.

Lo aveva già sentito prima.

Quattro anni prima.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CP9

CAPITOLO 9

"Hey, Tiff. Sei pronta per andare?" chiese Hanna a sua figlia. Tiffany annuì, e le due raggiunsero il parcheggio. Hanna mise Tiffany nel sedile posteriore dell'auto, e Tiffany si allacciò il seggiolino. Hanna le baciò la fronte e si mise al posto di guida.

"Possiamo andare al parco oggi?" chiese Tiffany, ed Hanna annuì, uscendo dal parcheggio.

"Sì, certo che possiamo, patatina. Ma qual è la regola?" chiese Hanna a Tiff.

"Non attraversare la strada senza di te, e stare dove tu mi puoi vedere." disse Tiffany, sorridendo perché aveva detto la cosa giusta. Hanna sorrise, e parcheggiò in un posto abbastanza vicino al parco. Uscita dalla macchina, raggiunse Tiffany. Tiffany prese la mano di Hanna, e le due iniziarono a percorrere il breve tratto che le separava dal parco.

"Hai imparato qualcosa di nuovo oggi?" chiese Hanna a sua figlia, controllando se le strade fossero sicure prima che le due le attraversassero.

"Ho imparato a contare fino a cento." disse Tiffany, con un largo sorriso ed un luccichio negli occhi. C'era sempre un luccichio nei suoi occhi quando era orgogliosa di qualcosa che aveva fatto.

"Hai imparato? Puoi contare fino a cento per me?" Tiffany annuì.

"Uno, due, tre, quattro..." Tiffany continuò a contare. "... Novantotto, novantanove, cento."

"Tiff, è fantastico. Penso che potremmo prenderci del gelato o dei dolcetti dopo essere state al parco." disse Hanna, e Tiffany batté le mani con eccitazione, con un grande sorriso in faccia. Entrarono nel parco, e Tiffany lasciò la mano di Hanna e corse all'interno del parco, dove adorava farsi qualche amico e restare a giocare con lui o con lei per un paio d'ore. Hanna si sedette su una panchina, e vide una persona con un computer portatile. La ragazza sospirò.

*Flashback*

Hanna attaccò un annuncio alla bacheca del Rosewood High per la svendita di un portatile a cinquecento dollari. Aveva bisogno di denaro, ed avrebbe potuto vivere senza il suo portatile visto che aveva il suo cellulare. Le ragazze avevano detto che avrebbe potuto usare i loro portatili quando ne avrebbe avuto la necessità. Sospirando, uscì. Aveva bisogno di soldi, e non voleva prenderne troppi da sua madre. Ashley non le stava pagando il college, perché Hanna aveva ottenuto una borsa di studio dopo aver lavorato sodo, e dato che Ashley era un genitore divorziato, non avrebbe dovuto essere in un debito così grande dopo il college.

Hanna aveva capito che doveva essere pronta per la bimba. Ed il fatto che non avesse molti soldi non la aiutava. Seduta su una panchina, si mordeva il labbro, mentre scorreva la sua rubrica. Selezionato il numero di Caleb, portò il suo iPhone all'orecchio. Sospirò ancora una volta quando si attaccò la segreteria telefonica.

"Caleb, sono Hanna. Non ti sto chiamando per rimetterci insieme, anche se è quello che voglio, ma ho bisogno di parlarti. È urgente. Richiamami, per favore. Ciao." disse Hanna tramite il telefono. Mugolò e riattaccò. Si prese la testa tra le mani, e sentì una presenza al suo fianco. Alzò lo sguardo, e poi lo abbassò. "Hey, Em."

"Non ha risposto?" chiese Em, ed Hanna scosse la testa.

"Insomma, sto solo cercando di coinvolgerlo, ma... Non lo so più." disse Hanna, appoggiando la testa sulla spalla di Emily. "Mi sarei aspettata che avrebbe risposto adesso."
"Anche noi, Han. Suppongo che stia solo pensando che se non risponde non dovrà sentire la tua voce."

"Dovrà controllare la sua segreteria un giorno."

"Ho sentito che vendi il tuo portatile." chiese Sam, uno dei buffoni della scuola, ad Hanna.

"Sì, lo vendo. Sei interessato?" chiese Hanna.

"Perché lo vendi?"

"Ho bisogno di soldi per una macchina nuova." mentì lei, sapendo che avrebbe avuto bisogno di una scusa.

"Va bene. Settecento dollari. E qualcos'altro."

"Cosa sarebbe qualcos'altro?"

"Devi venire a letto con me."

"Non succederà, Sam."

"Ti darò millecinquecento dollari per venire a letto con me, e settecento per il portatile." disse lui, tirando fuori il portafoglio e mostrandole i soldi. La ragazza deglutì, dicendosi che non avrebbe dovuto farlo, di non farlo, che dopo l'avrebbe fatta sentire una merda.

"Uhm, no." disse Hanna, fissando immobile il pavimento.

"Va bene, ma non comprerò quel portatile." disse Sam, andando via. Hanna sospirò, sbattendo la testa contro l'armadietto dopo averlo colpito per farlo chiudere. Raggiunse Sam, e lo afferrò per un braccio.

"Ad una condizione: non lo dirai a nessuno." disse Hanna, a denti stretti.

*Fine del flashback*

Hanna si asciugò un'unica lacrima. Non l'aveva mai detto a nessuno, e non l'avrebbe mai fatto. Era stato il periodo peggiore della sua vita, ed odiava il fatto che avesse fatto una cosa simile a se stessa. Quella notte si era addormentata piangendo. E continuava a pensare che sarebbe potuto comparire qualcuno e dire qualcosa a riguardo. Ma nessuno l'aveva fatto, ed era grata a Sam che non l'avesse detto a nessuno.

Hanna neppure sapeva perché fosse andata a letto con lui. Sapeva di aver bisogno di soldi, ma non sapeva perché si fosse spinta fin lì. Forse perché aveva paura che non avrebbe avuto abbastanza denaro per prendersi cura di Tiffany. Forse perché non sopportava di dover chiedere soldi. Aveva bisogno di soldi. Ne aveva ancora bisogno.

Ma sapeva che non avrebbe mai più fatto una cosa del genere.

Neppure se fosse stata l'ultima cosa da fare.

Pescò il cellulare dalla sua borsa, e chiamò Ezra.

"Ho baciato Caleb." gli disse Hanna senza pensarci, prima che lui potesse dire "ciao" e lei potesse dire "ciao" ed avere una normale conversazione, e poi dire che l'aveva baciato. Al contrario, era andata dritta al sodo, vuotando il sacco.

"Aspetta. Cosa? Com'è successo?" chiese Ezra.

"Siamo di nuovo usciti per un caffè, poi lui si è offerto di accompagnarmi a lezione ed io gli ho detto di sì, poi ci siamo salutati, e quindi abbiamo diviso le nostre strade, ma poi lui è corso su per le scale, mi ha afferrato per il braccio e mi ha fatta voltare, a quel punto ci siamo baciati."

"Sì, ti ama ancora."

"Eravamo già arrivati a questa conclusione."

"Questo lo rende semplicemente più evidente. Voglio dire, lui si è offerto di accompagnarti a lezione, e poi ti ha baciata, e siete di nuovo usciti per un caffè. E, c'è stata la lingua o qualcosa?"

"Lingua."

"Sì, è ancora perdutamente innamorato di te." Hanna rise. "Che c'è?"

"Non avevo mai sentito dire perdutamente ad un ragazzo prima d'ora."

"Non so nemmeno io perché l'ho detto. Comunque, tu hai ricambiato il bacio? Anche se è una domanda stupida."

"Certo che ho ricambiato il bacio, ma adesso mi sento una totale stronza rovinafamiglie perché Caleb è fidanzato con la mia migliore amica, e a questo punto sono sicurissima che Caleb non glielo dirà, ed ora ci sto davvero male."

"Perché ci stai male? L'hai baciato. Cosa ha detto lui dopo il bacio?"

"Che non avremmo dovuto farlo."

"Sì, che nel linguaggio maschile, vuol dire che non avremmo dovuto farlo perché sto con qualcun altro, ma questo non vuol dire che non volevo farlo. Lui voleva baciarti, e se c'erano le lingue, che c'erano, allora voleva decisamente baciarti."

"Quindi quello che stai dicendo è che lui voleva baciarmi, probabilmente lo vuole ancora, e mi ha baciata, ma ha pensato che non fosse giusto, perciò ha detto che non avremmo dovuto farlo, ma intendeva che non avremmo dovuto farlo perché farà soffrire Rachel indipendentemente da quanto lui volesse baciarmi, giusto?" disse Hanna.

"Boom!" disse Ezra.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CP10

CAPITOLO 10

Era l'ultimo giorno della settimana, grazie al cielo. Erano quasi le otto di sera - Hanna doveva fare una relazione, e dato che voleva togliersela di torno, l'aveva fatta tutta in quattro ore. Ed ora la ragazza aveva la serata tutta per sé. Tiffany dormiva fuori dalla sua amica Bella. Erano passati una settimana e due giorni da quando Hanna aveva baciato Caleb, e quando lui le aveva scritto per messaggio, lei non aveva mai risposto, e se lo vedeva girare per il campus, lo ignorava sempre o lo evitava o faceva finta che lui non fosse lì o che non ci fosse lei. Aria, Ezra ed Emily sarebbero venuti l'indomani per passare lì il fine settimana, come facevano ogni mese.

Hanna scese le scale del college e vide Caleb dall'altra parte della strada. Abbassando la testa, corse via da lui, ma non sapeva che il ragazzo la stesse seguendo per parlare con lei. Raggiunta l'auto, lui la fece girare. Posando entrambe le mani sui suoi fianchi, Caleb la spinse contro la macchina, senza via di scampo.

"Hey." esordì Hanna, col fiato corto. Non aveva idea del perché avesse il fiato corto. Forse era a causa dell'intensa sensazione che provava quando lui la toccava o quando lei toccava lui.

"Ciao." espirò lui, provando la stessa sensazione che aveva sempre quando la toccava, o quando le era vicino. La stessa sensazione di eccitazione che aveva sempre. La sensazione che non aveva mai avuto e che non avrà mai con Rachel.

"Allora?" fece lei, sentendosi leggermente fuori posto ed imbarazzata. L'aveva evitato da quando si erano baciati.

"Perché mi stai evitando?" chiese lui, strofinando il pollice sul suo ventre piatto. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, e la ragazza si guardò le scarpe.

"Ho paura," iniziò Hanna. "di non essere capace di controllarmi con te. Non posso baciarti, perché sei fidanzato con la mia migliore amica. Ed ho semplicemente paura che ti bacerò di nuovo, quando non posso, e questo mi sta uccidendo."

Caleb le prese il viso tra le mani, sollevandolo delicatamente affinché potessero guardarsi negli occhi. "Io ti amo. Te l'ho detto quattro anni fa, e te lo sto dicendo adesso. Ti amo, e ti ho sempre amata." disse Caleb, prima di baciarla sulle labbra.

"E Rachel?" chiese Hanna.

"A lei penseremo dopo. Voglio che questa notte sia nostra. Niente rimpianti, solo amore." sussurrò lui, con le loro labbra distanti solo qualche centimetro. Hanna appoggiò una mano sul retro del suo collo, spingendo le labbra del ragazzo più vicine alle sue. Le loro labbra si unirono, e Caleb si spinse più vicino ad Hanna. Lei mugolò, mentre allacciava le braccia attorno al collo del ragazzo, tenendolo fermo lì. Staccatasi dal bacio, lo guardò, tenendogli una mano sulla guancia.

"Hai bisogno di un passaggio al mio appartamento?" espirò lei, fissando i suoi occhi pieni di lussuria. Lui annuì, ed Hanna baciò le sue labbra ancora una volta prima di entrare in macchina, e lui si sedette nel posto dei passeggeri.

Caleb uscì dall'auto ed aprì la portiera ad Hanna. Una volta che l'ebbe aiutata ad uscire ed ebbe chiuso lo sportello, strinse la vita della ragazza e la baciò sulle labbra, infilandole la lingua in bocca. Lei mugolò, graffiandogli il retro del collo. I due superarono la porta d'ingresso dell'appartamento, continuando a baciarsi aggressivamente. Incespicando su per le scale, Hanna scivolò, ma Caleb la riprese, portandole le mani sotto le cosce. Hanna allacciò le gambe attorno al bacino di Caleb, mordendogli un labbro.

"C'è un ascensore." mormorò Hanna, e lui tornò indietro per le scale, ed arrivò all'ascensore, mentre entrambi continuavano a baciarsi. Hanna si staccò col fiato corto, e lui premette il bottone. La ragazza tolse le gambe dal suo bacino, e gli accarezzò una guancia. "Sei sicuro di volerlo fare?" espirò, con tutta l'attenzione su di lui. Il ragazzo annuì, e la spinse all'interno dell'ascensore, e contro la parete di esso.

"Sono sicurissimo. Ti voglio, Hanna." sussurrò Caleb, ed attaccò le labbra di Hanna alle sue mentre la porta dell'ascensore si chiudeva. Lei allacciò le gambe attorno al suo bacino, e spinse la lingua nella sua bocca. Lui mugolò, e le morse un labbro. La porta dell'ascensore si schiuse, e Caleb ne uscì goffamente, con le gambe di Hanna intrecciate al suo bacino. "Quale appartamento?" mormorò lui. Hanna si alzò opportunamente, guidando il ragazzo verso il suo appartamento, mentre lui le baciava il collo. Dopo aver frugato nella sua borsa per trovare la chiave dell'appartamento, la ragazza la afferrò, e si voltò per avere davanti a sé la serratura. Lui le diede dolcemente un bacio sul collo, e portò entrambe le mani sui suoi fianchi. Facendo poi salire una mano verso l'alto, senza staccarla mai dal suo corpo, le spostò tutti i capelli su un lato della spalla, ed iniziò dolcemente a succhiarle e baciarle il collo. Finalmente aperta la porta, i due ne irruppero, e Caleb diede un calcio alla porta per chiuderla.

Hanna si occupò della cintura del ragazzo, la slacciò, e la gettò a terra. Caleb sbottonò lentamente la sua camicetta rosa, e la lasciò scivolare sulle sue spalle. Calciata la porta della camera da letto per aprirla, entrarono, e lui gli diede un calcio per farla chiudere. Hanna si adagiò lentamente sul letto, usando le mani per guidarsi, e Caleb seguì le sue azioni, e si portò su di lei. Si staccarono a causa di un debito d'ossigeno.

"Sei sicura?" sussurrò Caleb, facendo vagare i suoi occhi lungo il corpo della ragazza. Dio, gli mancava. Lei gli sorrise. Lui sorrise. Dio, gli mancava quel sorriso.

"Sì, sono sicura." sussurrò Hanna, e lui si abbassò e la baciò ancora. "Ce l'hai un..." mormorò lei.

"Sì, nel mio portafoglio." Il ragazzo tirò fuori il portafoglio, e quindi il preservativo, e lo appoggiò sul comodino. Sfilò la minigonna nera della ragazza, mentre lei gli sbottonava lentamente i jeans. Gettati a terra la gonna ed i jeans, Caleb le slacciò lentamente il reggiseno, e le loro lingue lottarono per la dominazione. Hanna fece vagare le sue mani lungo il torace del ragazzo, raggiunse i boxer, e li sfilò giù per le anche, dove lui li calciò via. Facendo scivolare le sue mani su e giù sul corpo della ragazza, Caleb si fermò sul sottile materiale delle mutandine di pizzo che lei indossava. Una volta che gliele ebbe sfilate, le gettò da qualche parte nella camera.

"Ciao." sussurrò Hanna, muovendo il suo indice lungo la guancia del ragazzo. Stava tremando.

"Hey, stai bene?" chiese Caleb, e lei annuì.

"Non facevo sesso da tanto tempo." gli sorrise lei, e lui la portò più vicina a sé e le baciò la fronte.

"Neanch'io. L'ultima volta è stata la notte del Prom." Hanna sorrise, quella era stata una notte fantastica. Ma poi si sentì in colpa per quello che era successo con Sam. I suoi occhi si riempirono di lacrime.

"Caleb, c'è una cosa che ho bisogno di dirti."

"Vai avanti."

"A-avevo bisogno di soldi, così ho affisso un volantino, avvertendo che stavo vendendo il mio portatile. Allora S-Sam, un cretino, mi è venuto vicino, ed ha detto che mi avrebbe dato settecento dollari per il portatile, e qualcos'altro." Le lacrime di Hanna si riversarono lungo le sue guance, e Caleb gliele asciugò. "Così ho chiesto cosa fosse il qualcos'altro, e lui mi ha detto che sarei dovuta andare a letto con lui, e allora ho detto di no, e lui se n'è andato, ma poi l'ho raggiunto e gli ho detto che l'avrei fatto a condizione che lui non l'avesse detto a nessuno." Hanna iniziò a singhiozzare alla fine, e Caleb la strinse tra le sue braccia, e lei singhiozzò anche più forte.

"Hey, Hanna. È tutto okay. Capisco." fece Caleb, accarezzandole la schiena nuda. La ragazza sollevò la testa, con le lacrime che le zampillavano dagli occhi, lungo le guance.

"Davvero? Tu capisci il fatto che io sia andata a letto con qualcuno per soldi?"

"Avevi bisogno di denaro, ed io non ti biasimo. So che non ti piace chiedere soldi alla gente, e tu non dovresti stare ad incolparti."

"Grazie per aver capito, Caleb. Solo che dovevo dirtelo."

"Capisco." fece lui. E, ancora una volta, rimpianse di aver lasciato Hanna. Conoscendola, l'aveva probabilmente fatto d'impulso, pensando che fosse la cosa migliore. "Scusami, Hanna."

"Per cosa?"

"Per non esserci stato. Se non ti avessi lasciata, tu non l'avresti mai fatto. Non avresti dovuto vendere le tue cose, e vendere il tuo corpo per denaro."

"Devo ancora vendere cose, Caleb. Ho bisogno di soldi, e di parecchi. Mia madre continua a mandarmi un assegno, non ho un lavoro perché non ho tempo, ed il Consiglio mi dà soldi perché sono una ragazza madre. Ma è tutto okay. Toby, Spencer, Aria, Ezra ed Emily viziano la bambina. Non avrei davvero potuto chiedere amici migliori. Mi hanno supportato fin dal primo giorno, e sono meravigliosi con Tiff. Sono fantastici." ammise Hanna, sorridendo. Non avrebbe davvero potuto chiedere amici migliori.

C'erano stati per lei quando chiunque altro le stava voltando le spalle.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CP11

CAPITOLO 11

"Ragazzi, oh santo cielo." espirò Ezra, entrando nell'appartamento di Spencer e Toby. L'uomo era andato da Hanna per svegliarla, era entrato in camera sua, ma aveva visto Caleb avvinghiato a cucchiaio ad Hanna, con le coperte disordinate.

"Che c'è?" replicò Toby.

"Caleb in camera di Hanna, hanno dormito insieme." disse Ezra.

"Whoa, frena un attimo." disse Emily. "Che diavolo intendi con hanno dormito insieme?"

"Uh, lo sai. Ed il fatto che i vestiti erano tutti sparpagliati sul pavimento mi dà il sospetto che fossero probabilmente nudi sotto le coperte." disse Ezra.

"Magari è solo rimasto per la notte. È andato lì per un caffè, ed Hanna l'ha fatto restare per la notte. Ed hanno dormito nello stesso letto." disse Spencer.

"Allora come spieghi il fatto che sono avvinghiati a cucchiaio?"

"Sono migrati nel frattempo..." disse Aria. "... Non so."

"Aspettate, dov'è Tiff?" chiese Emily.

"Pigiama party a casa dell'amichetta." disse Toby. Emily si intrufolò nell'appartamento di Hanna, ed aprì la porta della camera da letto. Emily sfrecciò indietro nell'appartamento opposto.

"Oh mio Dio, hanno dormito insieme." strillò Emily, ed Ezra fece dei movimenti con le mani.

"Sì, è quello che vi stavo dicendo." disse Ezra.

"Ora, tutto quello che dobbiamo fare è aspettare che si sveglino." disse Spencer, mordendosi un labbro.

Caleb si svegliò per primo, sorridendo quando vide Hanna, ma poi rabbrividendo quando realizzò cosa fosse successo. Aveva tradito la sua fidanzata. Aveva tradito la persona che amava. "Fanculo." sussurrò tra sé e sé. Dannazione, a cosa stava pensando la scorsa notte? Non sarebbe dovuto andare a letto con Hanna. Slacciando lentamente le sue braccia da lei, si alzò dal letto, frugando in cerca dei suoi boxer, li trovò, e se li mise. Hanna mugolò, ed aprì gli occhi, trovando Caleb a mettersi frettolosamente addosso i jeans.

"Ciao." disse Hanna, sorridendo. Preso da sotto il cuscino, si infilò il suo pigiama.

"Hey." rispose Caleb, monosillabico. Hanna si alzò dal letto, lo raggiunse e gli prese il viso tra le mani. Lui roteò gli occhi. La ragazza indossava dei pantaloni del pigiama ed un maglione extralarge. Si era addormentata senza niente addosso, ma si era svegliata raffreddata, quindi li aveva indossati.

"Cosa c'è che non va?" chiese lei, percependo che ci fosse qualcosa. Lui si tirò via dalla presa della ragazza, e trovò la sua maglietta. Se la infilò di fretta.

"Non sarei dovuto venire a letto con te. Sono fidanzato, ed amo Rachel." disse Caleb, alzando la voce, ed Hanna increspò le labbra e fece per uscire dalla stanza. "Hanna, mi dispiace."

"È a posto. Insomma, perché dovrebbe importarti di me? Suppongo di essere soltanto quella ragazza con cui hai fatto sesso in una tenda." disse Hanna, scaldandosi.

"Hanna. Tu sei più di quello." disse Caleb.

"Allora cosa sono? La tua compagna di scopate?!" urlò lei.

"Piantala, Hanna. Sai che sei più di quello." gridò Caleb.

"Davvero? Perché mi stai mandando tantissimi fottuti messaggi diversi. Voglio dire, quattro anni fa hai detto che non mi avresti mai dimenticata, e che mi avresti sempre amata, e che avresti lottato per me a prescindere se fossi stato fidanzato o se lo fossi stata io. E dunque, sei il fidanzato di Rachel e chiami lei principessa. Mi hai baciata, e poi hai detto che non avremmo dovuto farlo, quando tu hai baciato me. Poi, la scorsa notte, mi hai baciata, e mi hai detto che mi hai sempre amata, e stronzate varie, ed ancora una volta mi hai abbindolata. E quindi, siamo andati a letto. Ed ora, stai seriamente dicendo che non avremmo dovuto farlo, e che ami Rachel, e stronzate varie." gridò Hanna.

"È stato solo un errore. Tutto questo lo è stato." urlò Caleb, frustrato.

"Quindi stare insieme a me è stato un errore." disse Hanna, con la voce rotta sull'ultima parola. Caleb fece un passo verso di lei ed appoggiò una mano sul suo braccio, ma lei se la scrollò violentemente di dosso, non volendosi fare toccare da lui.

"Hanna, non è affatto quello che intendevo." disse Caleb, con voce sottile, quasi in un sussurro.

"Allora cosa stai cercando di dire?" gridò Hanna.

"Che baciarti quel giorno è stato un errore. Che mi sono lasciato trasportare la scorsa notte, e che non sarei dovuto venire a letto con te. Non avrei dovuto dire nessuna di quelle parole la scorsa notte, perché venire a letto con te è stato un errore." urlò Caleb.

"Esci!"

"Cosa?"

"Ti ho detto di uscire. Sai quanto ci ho messo a superarti? Non so, perché sto ancora cercando di farlo. Ho passato nottate intere a piangere quando ero incinta, perché io e te ci eravamo lasciati definitivamente. Ed io ho una bambina, non posso tornare indietro a com'ero a quei tempi. Non posso tornare indietro a praticamente morire dentro."

"Hai detto io?" disse lui.

"Cosa? Non ti seguo. Ho detto io, e quindi?" disse Hanna, a nervi tesi.

"Hai detto: io ho una bambina. Noi abbiamo una bambina." Lei roteò gli occhi.

"Non ti incontrerò più per un caffè, né ti manderò foto. Mi dispiace."

"Perché? Se questo riguarda noi, e noi che abbiamo dormito insieme, allora è una cazzata, Hanna. Io dovrei avere la possibilità di vedere mia figlia."

"Lei non è stata tua figlia per quattro anni. Tu non la conosci. Tu non sai niente. Non sai che odia le banane. Non sai niente di tua figlia. Non ci sei stato per quattro anni, lei non è tua figlia."

"Uh, beh, lo è, ed io merito di conoscerla." disse lui.

"Eri qui a tenermi indietro i capelli quando vomitavo anche le budella? Eri qui a massaggiarmi i piedi? Eri qui a dirmi che sarebbe andato tutto bene quando piangevo fino a consumarmi gli occhi? Eri qui a leggere i risultati dei miei test quando io ero troppo dannatamente spaventata per farlo? Eri qui quando l'ho data alla luce? Eri qui quando stavo vendendo tutto ciò di cui non avevo bisogno per racimolare soldi per Tiff? Eri qui a cambiarle i pannolini? Eri qui per portarmi alle ecografie? Eri qui a farle fare il ruttino, a darle il biberon? No, non c'eri. Io ho dovuto farle fare i ruttini, io ho dovuto darle il biberon, ed io ho dovuto alzarmi cinque volte a notte. Tu non eri qui per il suo primo, secondo, terzo e quarto compleanno. Dov'eri il suo primo giorno di scuola? La sua prima parola, le sue prime gattonate, i suoi primi passi. No, tu non c'eri per niente di tutto questo. Perciò, non hai il diritto di essere chiamato suo padre dopo essere mancato per quattro anni della sua vita." gridò Hanna.

"Non puoi decidere questo, Hanna!"

"Oh, non posso. Allora chi? Il fottuto tribunale? Perché scommetto che tu non voglia che la tua fidanzata sappia che sei tu il padre. E..." Hanna si fermò a metà della frase, e fece un respiro. "Esci e basta, Caleb. Non posso permettermi di sprecare altro fiato per te."

Caleb sospirò, e raggiunse la porta. "Non dirai a nessuno di questo!" disse lui, con sicurezza. Lei gli fece un sorrisetto, sapendo che i suoi amici stessero ovviamente origliando.

"Oh, io penso che ci stiano ascoltando." disse Hanna con un sorrisetto sulle labbra, e lui aprì la porta. "Che la porta ti sbatta addosso mentre vai via!"

E quindi, lui se ne andò.

Ma stavolta, Hanna era felice che se ne fosse andato.

Aprendo nuovamente la porta, la ragazza camminò in punta di piedi per il pianerottolo, e bussò alla porta di Spencer e Toby. "So che stavate ascoltando, ed il fatto che io non riesca ad aprire la porta vuol dire che le vostre orecchie ci sono premute contro." disse Hanna, e fece un sorrisetto quando aprì la porta e li trovò lì vicino, a parlare di cucchiai.

"Voglio dire, i cucchiai sono fantastici." disse Ezra, ricevendo occhiatacce da tutti.

"Sì, insomma, ci puoi mangiare il gelato. Yum!" disse Emily, annuendo e reggendo il gioco. Hanna rise, ancora di più.

"Cucchiai, davvero?" chiese lei, una volta terminato di ridere.

"Cosa? Ho visto un cucchiaio sul tavolo, e l'ho semplicemente detto." disse Ezra, mordendosi un labbro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CP11

CAPITOLO 12

"Devo andare a riprendere Tiff alle dieci." disse Hanna, e controllò l'orario sul cellulare. "Il che significa che devo andarmene tra quaranta minuti."

"Andrò a riprenderla io." si offrì Emily. "Dammi solo l'indirizzo della casa." Hanna annuì, e copiò l'indirizzo dal suo cellulare. Dandolo ad Emily, sospirò.

"Non sarei dovuta andare a letto con lui." disse Hanna.

"Beh, è uno stronzo." disse Ezra.

"Ma io lo amo." mugolò Hanna, e si accucciò su Ezra, che la baciò sulla testa.

"Allora, cosa ha fatto? Tipo, tutte le sue azioni prima che ci sei finita a letto." disse Aria.

"L'ho visto dall'altra parte della strada, e così ho fatto finta di non averlo visto, ma lui mi ha sbatutto contro la mia macchina..." disse Hanna, raccontando loro la vicenda fino alla fine. "... Quindi ci sono andata a letto."

"È semplicemente un perfetto stronzo. Chi è che farebbe tutto questo?" disse Aria. "Voglio dire, seriamente."

"Oddio, sarebbe molto più facile se fosse morto."

"Sì che lo sarebbe." disse Ezra, prendendosi un colpetto in testa da Emily. "Questo per cos'era?"

"Per essere stupido." disse Emily, ed Ezra roteò gli occhi. Hanna fece un sorrisetto.

"Qualche consiglio? Da nessuno?" disse Hanna.

"Io starei lontano da lui, ma questo ovviamente non funzionerebbe." disse Toby, ridacchiando con Ezra. "Ma cosa hai intenzione di fare a proposito del matrimonio?"

"Non lo so. Dipende se riceverò l'invito."

"Lo riceverai. Sei la migliore amica di Rachel." disse Spencer.

"Oh, ma se sapesse, non lo sarei." disse Hanna, sorridendo ironicamente. "E, insomma, Caleb non può dire: non le manderemo l'invito perché sono andato a letto con lei ed è la mia vecchia ragazza quindi sarebbe super-imbarazzante. Ed è già alquanto imbarazzante, perché Rachel mi odia, visto che sono la ex di Caleb, ma non sa che io sono la sua ex. Mi seguite?" Ci fu un attimo di silenzio dopo che Hanna ebbe fatto il suo piccolo discorso.

"Sì." disse Ezra, rompendo il silenzio.

"Però, ecco, io pensavo che lui mi amasse, quindi suppongo che adesso abbiamo chiuso. Definitivamente, stavolta." disse Hanna, asciugandosi le lacrime che le erano cadute dagli occhi.

Certo, era contenta che lui se ne fosse andato.

Ma pensava che quello che le aveva detto la scorsa notte fosse vero. Che lui la amava.

"Caleb, ciao." disse Claudia, sorridendo quando vide suo figlio. "È tutto okay?" Lui scosse la testa.

"No. È tutto un gran casino al momento." rispose Caleb, entrando in casa, e sedendosi sul divano. Appoggiò la testa sullo schienale del sofà, e sospirò. Si stropicciò gli occhi, e sospirò ancora.

"Beh, che c'è che non va?"

"Ho una bambina. Si chiama Tiff." sussurrò Caleb, con gli occhi pieni di lacrime, mangiucchiandosi le unghie. Un vizio.

"Oh, Caleb." sussurrò Claudia, tirando suo figlio in un abbraccio. "Quanti anni ha?"

"Quattro." rispose lui, con la voce leggermente rotta. Prese il suo cellulare, andò tra le immagini, e mostrò a Claudia la sua foto preferita della bambina. Quella dove era ricoperta da pittura e cioccolato.

"Chi è la sua mamma?"

"Hanna. Si prende cura di lei da quattro anni."

"La ami ancora, non è vero?"

"Sì, penso, non lo so, ma amo Rachel, e la scorsa notte ho fatto un errore madornale, mamma."

"Che cosa hai fatto?"

"Non so perché l'ho fatto, ma sono andato a letto con Hanna, e le ho detto di amarla, quando non so se è così. E sono davvero confuso, perché voglio sposare Rachel, però credo di amare ancora Hanna, ma Hanna ha la mia bambina ed ha detto che io non ho il diritto di incontrarla."

"Caleb, rallenta, okay? Quando l'hai rivista?"

"Dovevo uscire fuori a cena con Rachel, e lei ha detto che le sarebbe piaciuto portare un'amica per farle conoscere qualcuno, quindi io ho acconsentito. E poi, quella sera, sono andato in bagno e sono tornato al tavolo non accorgendomi di chi ci fosse. Quindi ho chiamato Rachel 'principessa', e allora Hanna ha alzato la testa, ed io mi sono sentito un grande stronzo."

"Beh, dovresti." disse Claudia, e Caleb alzò le sopracciglia guardandola. "Quando io e lei stavamo facendo i piatti una sera, ho tirato fuori il fatto che tu la chiamassi 'principessa'. E lei mi ha risposto dicendo: adoro che lui mi chiami così, non sono mai stata una principessa per mio padre, non sono stata mai voluta tra i suoi piedi, ma mi sento voluta da Caleb... Ha detto che si sentiva una principessa con te. Perciò, come pensi che si senta?"

"Oh." Caleb restò zitto un momento prima di continuare. "E poi, abbiamo dovuto passare due ore a parlare, e lei ha detto cose che io sapevo già, e sono quasi sicuro che lei sapesse tutte le cose che ho detto io allo stesso modo. Quindi, a un certo punto, Rachel ha detto ad Hanna che avrebbe dovuto dire al ragazzo che era lì una certa cosa se l'avesse voluto rivedere e cazzate del genere. Allora Hanna se n'è andata, dunque io sono andato fuori, e... Qualche giorno dopo, mi ha chiesto se volevo tenermi aggiornato su Tiff..." Quindi, Caleb disse a Claudia tutto ciò che era successo dalla cena. "... Ed ora, sono qui a parlare con te." terminò Caleb, e si asciugò una lacrima che gli aveva rigato il viso. Claudia gli diede un colpetto sulla spalla. "Questo per cos'era?" strillò lui.

"Ti rendi conto di quanto lei possa stare a pezzi, in questo momento?" gli chiese sua madre, e Caleb fece spallucce. "Caleb, voi due siete anime gemelle, e lei ti ama da morire, perciò come pensi si sia sentita quando tu hai detto che quello era stato tutto un errore, che ami qualcun altro, e che sei fidanzato con qualcun altro?"

"Ma questo non le dà comunque il diritto di tenere mia figlia lontana da me."

"Caleb, ascoltami. Tu non puoi decidere questo, Hanna può decidere se puoi incontrare Tiffany o meno, lei è sua madre, e lei sa cosa è meglio per Tiff. Perciò, sta facendo il giusto, Caleb."

"Ma io sono suo padre."

"Sì, tu sei suo padre, ma non sai cosa è meglio per Tiff. Non sai cosa è meglio per Tiffany perché tu non la conosci." disse Claudia, provando a far ragionare Caleb.

"Hey, Hanna. Andrà tutto bene." disse Spencer, rassicurando la sua amica. Era mezzanotte in punto, e stavano facendo il loro pigiama party - come facevano ogni mese. Era più che probabile che Ezra, Toby e Tiff fossero ancora in piedi a guardare film della Disney e a mangiare popcorn.

"Lo so, solo che pensavo che lui mi amasse. Ha detto così quattro anni fa, e ha detto così la scorsa notte. E credo che una parte di me voglia davvero quel lieto fine con lui, adesso." disse Hanna, asciugandosi le lacrime che le erano cadute.

"Hey, magari ce l'avrai quel lieto fine." disse Emily, stringendole la mano.

"Tutti sanno che siete fatti l'uno per l'altra." disse Aria.

"Sì, ma se fossimo fatti l'uno per l'altra, allora perché lui sta per sposarsi?" disse Hanna. "E se fosse stato solo nervosismo da matrimonio? E se tutto quello che ha fatto nelle ultime due settimane sia stato solo perché era nervoso?"

"Non penso che il voler incontrare sua figlia fosse nervosismo da matrimonio." disse Emily.

"Ma se lo fosse stato il baciarmi? E se fosse stata solo lussuria?"

"Allora non avrebbe detto di amarti." disse Spencer.

"Potrebbe averlo detto per portarmi a letto."

"Davvero Caleb direbbe 'ti amo' se non lo intendesse?" chiese Aria, ed Hanna si grattò la fronte. Sospirando, abbassò la testa. Hanna aspettò finché il nodo che aveva in gola non si fu sciolto.

"Mi sento semplicemente come una completa e gigantesca merda. Insomma, so che è fidanzato, e che è fidanzato con la mia dannatissima fottutissima migliore amica, e lui la ama, e, voglio dire, se lei lo sta per sposare, dovrà amarlo. Io li sto praticamente facendo lasciare, e non voglio farlo." disse Hanna, con la voce rotta.

"Forse è quello che devi fare." disse Emily.

"Sì, ma non voglio farlo. È Rachel, è la mia migliore amica del college." mugugnò Hanna.

"Ma è la stessa Rachel che ha insultato Tiffany, e ha detto senza offesa." disse Spencer. Un anno prima, Rachel aveva detto a Spencer che Tiffany era troppo energica, troppo esplosiva, e che se avesse mangiato troppi biscotti, sarebbe diventata grassa. Spencer l'avrebbe presa a schiaffi se Tiffany non fosse stata nella stanza, ed era sicura che anche Hanna l'avrebbe fatto.

"Lo so, ma è cambiata da quando era quella stupida stronza, una volta che impari a conoscerla è davvero una brava persona." disse Hanna. Non sapeva perché stesse difendendo Rachel, ma voleva farlo, e sentiva come se fosse suo dovere. Rachel era la sua migliore amica. Non importava se fosse fidanzata con Caleb.

Fidanzata con l'amore della vita di Hanna.

"Lo hai detto riguardo Mona." disse Aria.

"Ragazze, quella era Mona. Questa è Rachel. Sono quasi sicura che non si rivelerà essere -A." disse Hanna, e le quattro ragazze risero. "Se lo fosse, ci sarebbe un gran colpo di scena." Le quattro ragazze risero ancora.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CP13

CAPITOLO 13

"Quel coglione continuava a darmi calci." disse Ezra, spostando gli occhi su Toby. Toby sogghignò. Avevano diviso un letto, e Toby aveva continuato a scalciare contro Ezra, suo malgrado.

"Pensavo che tu fossi, tipo, un gatto o qualcosa del genere." disse Toby, ridacchiando con Spencer, Hanna, Aria ed Emily. Erano nell'appartamento di Spencer, Tiff dormiva ancora, e Toby stava facendo i pancakes.

"Ahahah. Divertente." disse Ezra, girando la testa per simulare una risata. "È molto divertente." risero loro.

"Va bene. Ora proverò una cosa." disse Toby. "Ezra, il piatto." Ezra alzò il piatto, Toby lanciò il pancake nella sua direzione, ed Ezra fece una qualche sorta di movimento, ed il pancake ricadde sul suo piatto.

"Posso non essere capace di cucinare, ma, ragazzi, so acchiappare." disse Ezra, e tutti risero. Il cellulare di Hanna iniziò a squillare, lei spostò gli occhi per vedere chi fosse, però rispose lo stesso.

"Rachel, tesoro, hey." disse Hanna, con voce stridula e da sciocca.

"Hanna, ciao. Come stai?" disse Rachel con lo stesso tono.

"Sto alla grande." mentì Hanna. "Tu come stai?"

"Alla perfezione. Gli inviti per il mio matrimonio sono stati spediti ieri. Manca un mese." disse Rachel, con gioia. Hanna era sicura che Rachel stesse saltellando e librandosi per il suo appartamento fuori dalla contentezza. Chi non lo sarebbe stato? Si sarebbe sposata con Caleb. Hanna impallidì, e si appoggiò al tavolo per sostenersi. Mancava un mese e Rachel avrebbe sposato Caleb. Un mese e Caleb si sarebbe sposato. E loro avrebbero chiuso. Definitivamente.

Per sempre.

"Un mese?" chiese Hanna, con voce tremolante.

"Lo so. È andata per le lunghe. Assicurati di venire, ti prego. È a Rosewood." Rachel prese un respiro per un secondo, prima di urlare e far quasi cadere Ezra dalla sedia, e gli altri ridergli attorno. "TRA UN MESE MI SPOSO!" urlò Rachel, ed Ezra spalancò gli occhi e mimò un 'wow' con la bocca. Non era nemmeno alla cornetta, e lei gli stava spaccando i timpani. Dio, quella ragazza era assordante.

"Ascolta, cara, mi sto avvicinando ad una galleria." disse Hanna, premendo il pulsante rosso sul cellulare, fingendo di essere stata tagliata fuori a causa di una galleria immaginaria. "Perra." borbottò Hanna.

"D'accordo con te." disse Ezra.

"Su cosa?" chiese Spencer.

"Su quello che quella diamine di parola vuol dire." disse Toby, ed Ezra rise.

"Esistono i traduttori." disse Ezra, ridendo. "E tanto per chiarire, Google non è responsabile se ti offendi o sei contrariata per quello che dice." Il gruppo rise.

"Hey, guardate chi si è alzato!" disse Spencer quando vide Tiffany uscire dalla camera da letto, stropicciandosi gli occhi.

"Io." disse Tiffany, e loro risero.

"Ti ho conservato qualche pancake." disse Toby, dandole un piatto di pancakes.

"Sette pancakes, davvero?" chiese Hanna, non appena Tiffany le saltò in braccio, e Toby le mise davanti il piatto di pancake.

"Shh, mamma, stai rovinando il divertimento." sussurrò Tiffany a sua madre, e le mise l'indice sulle labbra per zittirla. Tutti risero all'azione della bambina.

"Che cosa ci vuoi sopra, Tiff?" chiese Spencer, e la bambina spostò i suoi occhi marrone cioccolato in alto al soffitto, sovrappensiero.

"Uh, salsa al cioccolato." decise Tiffany, e fissò la salsa provando ad attrarla verso di lei.

"Tiff, che stai facendo?" chiese Emily, sorridendo.

"Sto provando a farla venire da me." disse Tiffany con voce convinta.

"Abbiamo guardato Matilda ieri sera." spiegò Ezra.

"Ah." disse Hanna, scompigliando i capelli di sua figlia, mentre Tiff fissava la salsa. Aria afferrò la salsa, la spinse in direzione della bambina, e tolse la mano velocemente non appena la ebbe spinta - e fu abbastanza veloce.

La bambina urlò di sorpresa. "Ha funzionato." squittì Tiffany. Aprì la bottiglietta della salsa, e ricoprì i pancake con la salsa al cioccolato.

"Okay, ho un libro grandioso." disse Ezra, prendendo Charlie e la Fabbrica di Cioccolato. Tiffany fece spallucce e continuò a leccare il suo gelato. Tutti erano segretamente lì a guardare se Ezra avesse fallito, il che era probabile.

"Okay." rispose Tiff, senza disturbarsi. Se le avesse detto qualcosa riguardo Cosmo o Vogue, allora la sua testa si sarebbe girata tanto velocemente che l'avrebbe fulminato. Ma non con un libro. Mai con un libro normale. Ezra alzò le mani verso i suoi amici, che stavano pensando e scommettendo se avrebbe perso o vinto.

"Riguarda il cioccolato." disse Ezra, e la testa di Tiffany si voltò per guardare il libro.

"Cioccolato?" chiese Tiffany, con il sopracciglio destro alzato. Ezra sorrise, sapendo di averla conquistata.

"Sì, cioccolato." confermò Ezra. "Ed otterrai una barretta di cioccolato quando avrai finito di leggere."

"Quale barretta di cioccolato?"

"Quella che vuoi tu." disse Ezra, e Tiffany afferrò il libro dalle sue mani e se lo appoggiò sulle gambe. Ezra si alzò dal divano, con un sorriso sulla faccia, ed alzò le mani in aria in segno di vittoria. "Perché non ci ho provato un anno fa?" espirò.

"Non le comprerò quella barretta di cioccolato." disse Hanna, sorridendo. Ezra roteò gli occhi, prese il suo portafoglio e le diede cinque dollari. "Grazie."

"Non lo sta leggendo." replicò Toby.

"Ci sono possibilità che lo faccia prima di andare a letto." disse Spencer. "O che se lo faccia leggere da Hanna."

"Sono la sola a pensarlo o The Wiggles è inappropriato per i bambini?" chiese Emily, e gli altri risero. Tiffany stava mangiando un gelato mentre guardava, o principalmente era assorbita, dalle immagini colorate sullo schermo.

"Mamma, puoi leggermi il libro?" chiese Tiffany, una volta infilatasi nel letto. Chiedeva sempre una storia prima di andare a dormire, ma erano perdipiù favole e fiabe che aveva nel suo comò.

"Qualsiasi cosa per il mio piccolo diamante." disse Hanna, baciando la fronte di Tiffany, ed afferrò il libro che era sul comodino. Hanna si sedette sul letto, ed iniziò a leggere. Quindici minuti di lettura, e la ragazza abbassò lo sguardo su Tiff, che aveva gli occhi chiusi, era abbracciata al suo coniglietto di peluche e dormiva profondamente. Messo il segnalibro, chiuse il libro e lo appoggiò sul comodino di sua figlia. Hanna si alzò dal letto, baciò la fronte di sua figlia, e raggiunse la porta. Spense la luce della camera di Tiff, e chiuse la porta con delicatezza.

Hanna prese il suo telefono, e chiamò Ashley. Erano le otto a Rosewood, perciò Hanna era sicura che sua madre fosse ancora sveglia.

"Han, tesoro, come stai?" chiese Ashley per telefono.

"Mi sento uno schifo. Ho fatto davvero un grande errore, mamma." ammise Hanna, sedendosi sul divano e tirandosi una manica sul suo pugno chiuso.

"Tesoro, che hai fatto?"

"Sono andata a letto con Caleb." sussurrò Hanna, e si asciugò le lacrime. "E lui ha detto di amarmi. Ma poi, la mattina dopo, ha detto di amare Rachel."

"Oh, Hanna." sussurrò Ashley. "Pensavo che voi due aveste perso i contatti."

"Beh, lui è il fidanzato di Rachel, e sono successe delle cose, e un giorno ci siamo baciati, ed io lo stavo evitando, e allora lui mi è venuto vicino e ha detto di amarmi e che l'aveva sempre fatto e stronzate varie, e così siamo andati a letto, e poi la mattina dopo abbiamo litigato." disse Hanna. "E non so cosa fare." sussurrò.

"Il prima possibile che posso venire in California è venerdì pomeriggio."

"Mamma, non devi venire soltanto perché io sono andata a letto con Caleb."

"Hanna, non ti vedo da circa cinque settimane, e nemmeno la mia bellissima nipote. E mi sembra che tu abbia bisogno di me, e tu sei sempre la mia bambina."

"Grazie, mamma." disse Hanna, e si asciugò ancora altre lacrime.

Entrata nella sua stanza, la ragazza chiuse gli occhi, e liberò un piccolo singhiozzo. Chiusa la porta, appoggiò il suo corpo contro di essa, e si coprì la bocca con la mano destra. Le lacrime di Hanna diedero il meglio di loro, e lei scivolò giù dalla porta, e le sue lacrime le si riversarono lungo le guance.

Come aveva potuto pensare che Caleb la amasse?

Come era potuta andare a letto con lui quando sapeva di dover essere abbastanza responsabile da non farlo?

La schiena di Hanna era premuta contro la porta. La sua faccia era nascosta tra le sue ginocchia, e stava ansimando. E si stava torturando con i pensieri. Sollevata la testa, la appoggiò alla porta, e sospirò. Stropicciatasi piano il naso con la mano destra, la fece ricadere sul pavimento, sospirando ancora una volta. Perlustrando con gli occhi la sua stanza, i suoi occhi scorsero la maglietta di Caleb. Alzatasi, la raggiunse. La prese, la strinse forte al petto, e si alzò dal letto, sapendo cosa doveva fare. Uscì dalla sua stanza, e percorse la breve distanza che la separava dalla cucina.

Buttò la maglietta nel cestino.

Un'altra piccola cosa che avrebbe potuto darle un po' di conforto, ed innamorarsi di qualcun altro che non fosse stato Caleb. Ma, diamine, lei era ancora innamorata di lui, e stava soltanto seppellendosi in un buco dal quale non sarebbe riuscita ad uscire.

Perché è quello che succede quando lui è il tuo Romeo.

Ma tu non sei la sua Giulietta.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CP14

CAPITOLO 14

"Hey, Tiff. Com'è andata oggi a scuola?" chiese Hanna a sua figlia, mentre alzava Tiff da terra e la prendeva tra le sue braccia. Era lunedì, ed Hanna le aveva promesso che avrebbero fatto la pizza insieme.

"È stato molto molto divertente. Avevamo un barattolo, e dei pezzi di carta, e abbiamo messo la carta nel barattolo, e poi ci hanno dato del pongo, e abbiamo ricoperto il pongo di pittura, e poi abbiamo messo la carta sul pongo." disse Tiffany con un sorriso sulla faccia.

"Wow, sembra che sia stato molto divertente." disse Hanna, sorridendo alla sua sorridente figlia. "Sei pronta per andare al supermercato per comprare il contorno per la pizza?"

"Sì." rispose Tiffany, annuendo con decisione. Hanna ridacchiò, ringraziò Rachel - la maestra - ed uscì fuori con Tiff ancora tra le sue braccia. "Ho un disegno nel mio zainetto."

"Dove pensi che il tuo disegno meriti di andare a finire?" chiese Hanna, e la bambina ancora una volta guardò in alto, sovrappensiero.

"A nonna." decise la bambina. "Possiamo mandarglielo, mamma?"

"Veramente, nonna verrà venerdì."

"Davvero?" fece Tiffany, battendo le mani. "Viene davvero, mamma?" chiese Tiffany, ed Hanna rise ed annuì.

"Sì, sì che viene. Verrà venerdì pomeriggio."

"Allora, cosa vuoi mettere sulla tua pizza?" chiese Hanna a Tiffany. Erano entrambe al supermercato, Hanna stava spingendo il carrello, e Tiffany era in piedi dentro di questo, mentre Hanna la spingeva.

"Hmm..." disse la bambina, e guardò in alto, sovrappensiero. "Ci voglio i peperoni, e del bacon e prosciutto."

"Bene, penso che potremo farlo." disse Hanna. "Vuoi qualcos'altro?" chiese Hanna, e Tiffany annuì. "Non vorresti provare qualcosa?" urlò la bambina. "Cosa, Tiff?"

"Possiamo fare tre pizze?"

"Sì, perché?" disse Hanna, con una risatina.

"Voglio metterci qualcosa sopra."

"Mi vuoi dire cosa vuoi mettere sulla pizza?" chiese Hanna, e la bambina fece cenno a sua madre di avvicinarsi a lei.

Tiff poggiò le sue mani attorno all'orecchio di Hanna, e mise la bocca nella fessura tra le sue piccole mani. "Party rings." soffiò Tiffany.

"Dei biscotti sulla tua pizza?" sussurrò Hanna, e Tiffany annuì. "Okay." disse Hanna, diffidente riguardo all'idea. Ma si trattava di Tiffany, Hanna non voleva contrariarla.

"Posso scendere dal carrello adesso?" disse Tiffany, ed Hanna la sollevò via dal carrello. "Ho bisogno di andare a prendere una cosa."

"Farai la bambina grande, e tornerai esattamente qui." disse Hanna.

"Sì, mamma."

"Me lo prometti?"

"Te lo prometto, mamma." disse Tiff.

"Bene. Io me ne starò proprio qui. Torna subito, okay?"

"Okay." disse Tiff, e raggiunse il reparto DVD. Guardò i DVD, cercando gli episodi di Barney in quel mentre. Caleb, che era anche lui nel reparto DVD, guardò la bambina, guardò ancora i DVD, e dunque fece due più due.

Quella era sua figlia.

"Uffa." sussurrò la bambina. Si guardò intorno, per vedere se una persona poteva aiutarla. Notato un uomo di un metro e ottanta, che in quel momento stava guardando tra i film, gli tirò la stoffa dei jeans. "Mi puoi aiutare?" disse lei, guardandolo dal basso con degli occhioni marroni da cerbiatta. Lui si piegò sulle ginocchia, così da poter essere alla sua altezza.

"Per cosa ti serve aiuto?" chiese Caleb a sua figlia.

"Sto cercando un DVD di Barney. Non riesco a trovarlo. Puoi aiutarmi, per favore?" chiese Tiff, e Caleb sorrise.

"Certo." rispose lui, e raggiunse lo scompartimento dei DVD per bambini con sua figlia, che non sapeva di essere con il suo papà.

"Riesci a vederlo?"

Il ragazzo setacciò la fila di DVD e ne indicò uno in alto. "Eccolo lì."

"Puoi prendermelo, signore?"

"Sì." disse lui, afferrando il DVD di Barney e passandolo a Tiffany.

"Grazie, signore."

"Nessun problema." disse Caleb, e Tiffany sorrise prima di correre indietro da Hanna, che la stava aspettando nel posto dove aveva promesso che sarebbe stata.

Madre e figlia stavano adesso facendo le pizze mentre ballavano su Wannabe delle Spice Girls. Le due stavano facendo le pizze sul piccolo tavolo da giochi di Tiffany. Hanna seduta a gambe incrociate, e Tiffany in piedi, entrambe a cantare la canzone.

"È il momento dei party rings!" urlò Tiffany, spezzettando i party rings ed appiccicandoli sul formaggio che aveva appena messo sulla sua pizza. Hanna ridacchiò. "E fatto!" gridò Tiffany.

"Mettiamole in forno." disse Hanna, e Tiffany iniziò a saltare per l'appartamento, sorridendo vertiginosamente. Hanna sorrise e mise le tre pizze nel forno. Quelle di Tiffany erano piccole, ma messe insieme facevano una pizza, e quella di Hanna era di grandezza normale. In TV andò in onda S Club Seven e Tiffany iniziò a cantare Don't Stop Movin'.

"Mamma, canta insieme a me!" gridò Tiffany.

I can feel the music
moving through me everywhere
Ain't no destination baby
We don't even care
There's a place to be
If you need the right education
Let it take you there



Tiffany continuò a cantare la canzone, gironzolando e saltellando per l'appartamento. Hanna rise, ed iniziò a cantare con Tiffany.

Numerosi canzoni e balli dopo, il timer del forno squillò. "Yum!" gridò Tiffany, e corse davanti al forno. Hanna la raggiunse, abbassò completamente la temperatura, e si mise i guanti da forno. Sfornate le pizze, mise le teglie sul ripiano. Chiuso e spento il forno, mise la pizza di Tiff in un piatto. "Grazie, mamma." disse Tiffany, e tornò sul divano, dove accese il televisore, mettendo su Sixty-four Zoo Lane. Hanna sorrise, spense la musica, mise la pizza sul suo piatto, e si sedette accanto a sua figlia.

"È buona la tua pizza ai party rings?" domandò Hanna, e Tiffany annuì. "Perché non la stai mangiando, allora?"

"Mi tengo il meglio per la fine." disse Tiffany, e le due continuarono a mangiare le loro pizze, mentre guardavano Sixty-four Zoo Lane.

Toby entrò nell'appartamento di Hanna. "Ti ho preso la posta." disse lui, e lei si alzò dal divano, lasciando i suoi compiti da fare per quando avrebbe finito di aprire le sue lettere.

"Grazie. Ho intenzione di vedere se ho ricevuto l'invito per il matrimonio di Caleb e Rachel." disse Hanna, e controllò tra la sua posta. Preso un invito nuziale, lo mostrò a Toby. "Questo ti sembra un invito nuziale?"

"Beh, è bianco, e sopra ci sono delle scritte decorate, quindi, sì." decise Toby.

"Cosa dovrei fare?"

"Dunque, se fosse il matrimonio di Caleb e di una totale sconosciuta, ti direi di non andare, ma questo è il matrimonio della tua migliore amica, perciò, la decisione spetta a te." disse Toby. "Ed eravate voi, ragazze, a cantare con S Club Seven prima?" chiese lui, con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Sì, eravamo noi, mentre stavamo facendo la pizza, e lei ha messo dei party rings sulla sua. Non chiedermi niente." disse Hanna, sorridendo. I due ridacchiarono, ed il telefono di lei squillò.

"Ti lascio alla chiamata. Notte, Han." disse Toby, raggiungendo la porta.

"Notte, Tobes." disse Hanna, e Toby chiuse la porta, quindi Hanna rispose al telefono.

"Han-na! Perché non hai risposto all'invito del mio matrimonio?" gridò Rachel al telefono.

"Rach, rilassati. L'ho ricevuto soltanto oggi, non controllavo la mia cassetta della posta da almeno una settimana, dammi un po' di respiro." rispose Hanna, riordinando le lettere in pile.

"Solo perché hai una bambina dovrei darti un po' di respiro?" disse Rachel, con antipatia. La solita Rachel.

"Amore, avere una bambina è un compito duro, sarà probabilmente esausta." disse Caleb a Rachel.

"Caleb è così comprensivo!" disse entusiasta Rachel al telefono. Sì, lo è, ma forse perché è la sua bambina, pensò Hanna.

"Sì, uh-huh." disse Hanna.

"Comunque, muoviti e mandaci la risposta."

"Okay, rispondo adesso, e la mando domattina, okay?"

"Va bene. Comunque, meglio che vada, ti voglio bene."

"Sì, ti voglio bene anch'io. Ciao." disse Hanna, e riattaccò il telefono, roteando gli occhi. Afferrò l'invito, lo aprì, e prese una penna dalle parti del tavolo. Decidendo cosa fare, Hanna lasciò dondolare i suoi occhi tra le opzioni.

Non confermo la partecipazione al matrimonio.

Confermo la partecipazione al matrimonio.

Hanna sospirò, incapace di decidere. Da una parte era il matrimonio della sua migliore amica. Da un'altra, era il matrimonio di Caleb. Non avrebbe potuto vederlo sposarsi. Ma oltretutto, doveva esserci per la sua amica. Per Rachel. Hanna segnò la casella, finalmente decisasi dopo venti minuti.

Sarebbe andata al matrimonio.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CP15

CAPITOLO 15

"Nonna!" gridò Tiffany, e corse verso Ashley. Ashley prese tra le sue braccia Tiffany, sollevandola, e le diede un lungo abbraccio.

"Hey, Tiff. Com'è andata a scuola?" chiese Ashley, e Tiffany sorrise.

"Ho fatto un disegno di un piatto di pasta. Voglio la pasta per cena."

"Bene, forse se lo chiedi gentilmente alla tua mamma, potrai averla per cena."

"Mamma, possiamo mangiare la pasta per cena?" chiese Tiffany ad Hanna, ed Hanna annuì.

"Certo, tesoro." disse Hanna, sorridendo.

"Bene."

"Stai leggendo un libro!" disse Ashley a Tiffany, e la bambina annuì con entusiasmo. "Cosa stai leggendo?"

"Charlie e la fabbrica di cioccolato. Mamma me lo legge prima di andare a letto. Me l'ha dato zio Ezra, e ha detto anche che posso avere tutte le barrette di cioccolato che voglio. E il libro è tutto riguardo il cioccolato." disse Tiffany, ed Ashley rise.

"Sono colpita. Chi ti piace di più del libro?"

"Willy Wonka o Charlie. O tutti e due. O il nonno."

"Come te la passi, Han?" chiese Ashley a sua figlia. Hanna fece spallucce. Avevano appena messo Tiff a letto, dopo che Hanna le aveva letto un pò di Charlie e la Fabbrica di Cioccolato.

"Sono davvero confusa." ammise Hanna, guardando in basso, alle sue mani. Si stava grattando via il suo smalto rosso con il pollice. Un tempo la sua manicure era sempre precisissima, ma ora la ragazza usava lo smalto che aveva nel guardaroba solo quando aveva tempo o usciva.

"A proposito di cosa?"

"Cosa sento per Caleb." Hanna si morse un labbro, ingoiando un piccolo nodo che le si era formato in gola. "Non voglio che lei incontri Caleb, ma da un altro lato voglio che Tiff sappia chi è, chi è suo padre. E credo di amarlo, ma non so se è così. Sono davvero confusa, e so che lui non è affatto confuso riguardo i suoi sentimenti per me."

"Che intendi?"

"La notte in cui abbiamo dormito insieme, ha detto di amarmi, di avermi sempre amata, e cazzate varie, e quindi siamo finiti a letto. La mattina seguente, ha detto che doveva andarsene, e che era stato un errore, tutto era stato un errore, e ha detto di amare Rachel, e di essere fidanzato con Rachel." disse Hanna, con gli occhi pieni di lacrime, e presto le lacrime scesero lungo il suo viso. Asciugandosele con la mano, sospirò. "Non so più cosa credere."

"Che cosa vuoi credere?"

"Che lui ama me, e che vuole sposare me invece di Rachel. Ma questo non succederà. Lui ama Rachel, l'ha detto svariate volte."

"Sì, ma lui deve amarti. Senza di te, starebbe ancora dormendo sulle panchine alle fermate degli autobus in stati a casaccio. Io penso che ci sarà sempre un posto speciale nei vostri cuori, riservato per ognuno di voi." disse Ashley, ed Hanna si asciugò altre lacrime.

"È solo che pensavo che mi amasse. Ma mi sbagliavo di grosso." disse Hanna, con voce rotta. Portò le sue ginocchia al petto, e nascose la faccia tra di esse.

"Andrà tutto bene, Hanna." sussurrò Ashley all'orecchio di sua figlia, accarezzandole la schiena, e portando il suo corpo minuto verso di lei. Ashley allacciò le braccia attorno alla figlia singhiozzante, e continuò a confortarla.

"È così, mamma? Andrà bene?" mugugnò Hanna, ansimando, cercando di reprimere l'enorme nodo nella sua gola.

"Sarà così. Mi ricordo quando piangevi perché eri spaventata di diventare una ragazza madre, ed io ti ho detto che tutto si sarebbe risolto, ed è stato così, no? Quindi, tutto si aggiusterà con Caleb, alla fine. E, comunque vada, tu sarai felice." Ashley continuò a sussurrare, talvolta baciando la testa di Hanna. "Hai degli amici strepitosi che ti adorano, ed hai me, e tua nonna, ed hai Tiff, che è un piccolo raggio di sole."

"Sì, ma non so se posso sopportarlo di nuovo. Nel mezzo di un così improvviso cambiamento di eventi, non credo che sarò capace di andare oltre lui."

"Senti di essere oltre lui, in questo preciso momento?"

"No. Pensavo di esserlo, ma poi sono andata a quell'appuntamento, ed ho capito che lo amavo ancora, e lo amo ancora adesso. Moltissimo."

"Quale appuntamento?" chiese Ashley a sua figlia, confusa. Ed Hanna raccontò a sua madre dell'appuntamento, degli incontri con Caleb per i caffè, e poi del bacio per le scale, e quindi di tutto il resto che era accaduto tra di loro da quell'appuntamento. "Wow, Hanna."

"Già." disse Hanna, con la voce graffiata. "Rachel pensa che non ci conosciamo, non sa niente di noi e della nostra storia. Beh, lo sa, ma non sa che sono io la sua ex-ragazza."

"Quindi sa che lui si è fatto sparare per proteggere Emily, sa che l'hai aiutato a trovare sua madre e tutto, ma non sa che eri tu."

"Sì. Pensa che siamo semplici estranei, e che la prima volta che ci siamo incontrati è stata all'appuntamento. E si sbaglia di grosso."

"Lui ti manca?"

"Non lo so. Sono contenta che se ne sia andato, ma allo stesso tempo voglio che torni."

"Perché vuoi che Tiffany abbia il suo vero padre."

"Sì, ma lei ha con sé persone che la amano, e voglio dire, Toby ed Ezra sono delle perfette figure paterne per lei, le vogliono un mondo di bene."

"Nessuno di loro è il suo vero padre, Hanna." disse Ashley, ed Hanna annuì.

"Lo so, ma loro sono stati grandiosi in questi anni, e lo stesso tu e le ragazze, ed ogni tanto è come se volessi che ci fosse stato Caleb, ma in altri momenti no."

"Vorresti che lui fosse qui adesso?"

"No, non voglio. L'ho deciso dopo essere andata a letto con lui. Lui è solidamente impegnato con Rachel, ed io non voglio che faccia cose alle sue spalle."

"Sei cresciuta molto da quando avevi diciassette anni."

"Suppongo che una volta avuta una bambina, si riceva un barile colmo di saggezza come pacchetto omaggio." disse Hanna, con una risatina malinconica. "Tu stai bene, mamma?"

"Sto alla grande, tesoro. Tu e Tiff mi siete mancate."

"Anche a me sei mancata, ed anche a Tiff. Ha fatto un disegno con del pongo qualche giorno fa, e vuole darlo a te. Presumo che stasera fosse troppo eccitata, se n'è dimenticata."

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 - Il matrimonio; Parte I ***


CP16

CAPITOLO 16 - Il matrimonio; Parte I

Un mese dopo. Il matrimonio.

Hanna era seduta sul sedile dell'aereo, accanto ad una Tiffany addormentata, entrambe dirette a Rosewood. Hanna sarebbe rimasta per il weekend, e madre e figlia se ne sarebbero andate domenica pomeriggio per tornare in California per l'inizio della settimana. Le due sarebbero state a casa di Ashley, Hanna sarebbe andata al matrimonio, sarebbe stata lì con imbarazzo, e poi avrebbe detto ciao e congratulazioni a Rachel, e se ne sarebbe andata.

"Quando atterriamo?" chiese Tiffany, facendo di poco sobbalzare Hanna. Hanna guardò sua figlia, i quali occhi si chiudevano.

"Tra più o meno un'ora." rispose Hanna. "Torna a dormire, tesoro. Ti sveglio quando stiamo atterrando, okay?" Tiffany annuì, tornando ad appoggiare la testa sul finestrino dell'aereo, e si addormentò. Hanna non aveva idea del perché sua figlia fosse così stanca.

"Hey, mamma." disse Hanna, entrando nella sua vecchia casa, che era come una seconda casa. Portava in braccio una Tiffany addormentata che si era un'altra volta assopita nel taxi.

"Hey, tesoro. Come state tu e Tiff?" disse Ashley, che arrivava dalla cucina, e diede alla figlia un abbraccio imbarazzante - dovuto al fatto che Tiffany si trovava tra le braccia di sua figlia.

"Sto bene. Voglio dire, sono un po' sconvolta per il fatto che Caleb si sposi e tutto, ma lo sai." rispose Hanna, ed Ashley sorrise comprensivamente. "Vado a distenderla dentro." disse Hanna.

Hanna entrò nella chiesa dove si sarebbe svolta la cerimonia. Ingoiò un nodo in gola, e si guardò intorno. I parenti di Rachel erano tutti vestiti eleganti, con vestiti d'alta classe, e dei ridicoli giganteschi cappelli che non erano necessari. Le damigelle d'onore di Rachel scappavano dappertutto, probabilmente perché lei le stava chiamando a gran voce dalla stanza in cui si stava preparando, e dove stava probabilmente indossando un vestito a forma di meringa. La ragazza non riusciva a vedere nessuno di sua conoscenza. Vide due ragazzini, entrambi vestiti in giacca e cravatta, ed Hanna immaginò si trattasse dei fratelli di Caleb. Vide molti ragazzi della sua età, ed immaginò si trattasse di amici di Caleb.

"Sono sorpresa che tu sia qui." sentì Hanna da una donna alla sua destra. Hanna si voltò e sorrise quando vide la madre di Caleb, Claudia.

"Beh, è il matrimonio della mia migliore amica, non ho scelta." disse Hanna, mordendosi un labbro.

"So di Tiff." disse Claudia.

"Bene, e cosa ne pensi?"

"Che stai prendendo la giusta decisione. Se fosse stato per me, avrei fatto lo stesso." Hanna annuì. "Perché sei qui?"

"È il matrimonio della mia migliore amica."

"Sì, ma è anche il matrimonio di Caleb, ed io so anche che lui è ancora innamorato di te."

"Davvero?" chiese Hanna, sorridendo.

"Sì, e credo che anche tu lo ami."

"Sì, sì, lo amo, molto, a dire il vero."

"Allora forse è per questo che sei qui." disse Claudia.

"Cosa? Non capisco."

"Forse è la tua possibilità per riprendertelo."

"Non posso interrompere il matrimonio, Claudia."

"Non ce l'avrei esattamente con te a tal proposito, in realtà, avrei preferito che fossi finita tu con Caleb. Preferisco te a Rachel."

"È la mia migliore amica, non posso farlo." disse Hanna, provando a pensare scuse per non interrompere il matrimonio. Stava propendendo verso quella decisione. Non poteva lasciare che Caleb si sposasse con qualcuno che non era lei. Però, da un altro lato, lei non era il tipo di ragazza da rovinare un evento nuziale.

"Sta sposando la ragazza sbagliata." disse Claudia, ed Hanna scosse la testa. "A chi tieni di più? Caleb o Rachel?"

"Bel punto." disse Hanna, e Claudia le fece l'occhiolino, ed un sorriso birichino.

"Vai a prendertelo." incoraggiò Claudia. Hanna sorrise ed andò via, a cercare Caleb.

Caleb guardò nello specchio e sospirò. Era il giorno del suo matrimonio, era tutto ben vestito in giacca e cravatta, con i capelli tirati indietro, ed i piedi freddi. Non era sicuro di voler sposare Rachel. Naturalmente la amava. Ma amava anche qualcun altro. Dio, era così confusionale.

La porta si aprì scricchiolando, e lui si girò per vedere chi era. Hanna entrò nella stanza, e chiuse lentamente la porta alle sue spalle.

"Wow, hai un aspetto strepitoso." soffiò Hanna, con i suoi occhi che contemplavano l'apparenza del ragazzo. Un piccolo sorriso si stese sulle sue labbra, ed un piccolo pezzo di carta era piegato nel suo delicato pugno.

"Grazie." disse Caleb, con un piccolo sorriso che si distendeva anche sulle sue labbra. "Anche tu." Hanna annuì, e Caleb si rigirò, verso lo specchio.

"Nervoso?" chiese lei. "Piedi freddi?"

"Nervoso, no." Il ragazzo si prese un secondo o due prima di continuare. "Piedi freddi, sì." Hanna annuì dolcemente, e si portò dietro di lui. Spazzando via un po' di polvere dalle spalle del vestito del ragazzo, le venne in mente una domanda.

"Preferiresti che ci fossi io lassù?"

Caleb esitò, aprendo la bocca, quindi richiudendola. "Sì." Lei si portò dolcemente più in alto, andando sulle punte dei piedi. Portò la bocca all'orecchio del ragazzo, ed espirò. Lui ebbe un brivido, al respiro caldo sul suo collo.

"Allora forse posso essere io." gli sussurrò Hanna nell'orecchio, ed i brividi corsero su e giù sul suo dorso. La ragazza usò le mani per percorrere il corpo di lui, lisciandogli il vestito, e gli mise un pezzo di carta nella tasca dei pantaloni. Lui si voltò, e gli occhi di lei si riempirono di lacrime. Battendo le palpebre per mandarle via, gli sorrise debolmente. Lui sospirò. "Buona fortuna, Caleb." disse Hanna, con voce leggermente rotta. Allacciate le braccia attorno al suo collo, mise la testa nell'incavo di esso, inspirando il suo profumo.

Per l'ultima volta.

Allacciate le braccia attorno ai suoi fianchi, lui affondò dolcemente la testa tra i suoi capelli ricci e biondi, inspirando il profumo che aveva così tanto bramato negli ultimi quattro anni.

Ma sarebbe stato per l'ultima volta.

"Mi mancherai." ammise dolcemente lui, con la voce ovattata a causa della sua faccia tra i capelli della ragazza. Lei lo strinse forte, e strizzò gli occhi, liberando le lacrime.

"Mi mancherai anche tu." sussurrò lei. Tiratasi via dall'abbraccio, gli diede un bacio sulla guancia, una stretta sulla mano, e lasciò la stanza per raggiungere il giardino sul retro della chiesa.

Frettolosamente, Caleb tirò fuori il pezzo di carta che lei gli aveva messo in tasca, e lo stese sulla cassettiera della stanza. "Incontriamoci in giardino se cambi idea." Lo lesse a se stesso in un sussurro. Mordendosi un labbro, ipotizzò cosa avrebbe potuto fare. Avrebbe potuto sposare Rachel, e dimenticarsi di Hanna. O sarebbe potuto andare in giardino, e sposare Hanna in futuro, e dimenticarsi di Rachel, e riuscire ad incontrare Tiff.

E scelse cos'avrebbe fatto.

Quella scelta avrebbe potuto fare il suo futuro.

O avrebbe potuto distruggerglielo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Il matrimonio; Parte II ***


CP17

CAPITOLO 17 - Il matrimonio; Parte II

Caleb raggiunse il giardino, e lì vide Hanna in piedi. Camminò verso di lei, le prese un braccio, la fece voltare, e premette le labbra sulle sue. Lei quasi inciampò all'indietro dallo shock, ma Caleb non lasciò che accadesse. Le leccò il labbro inferiore, chiedendo di entrare. Lei aprì leggermente la bocca, e le loro lingue lottarono per la dominazione. Le mani di lui trovarono i fianchi di lei, e le mani di lei trovarono i capelli di lui. La ragazza si staccò, sorridendo e piangendo. Appoggiò la fronte sulla sua.

"Sei venuto." sussurrò Hanna, e lui annuì. "Sei venuto davvero."

"Sono venuto." sussurrò lui di risposta. Lei sollevò con severità l'indice verso di lui, con le loro fronti che ancora si toccavano, ed ora la sua bocca era una linea dritta.

"Non mi lascerai stavolta, okay? Non mi lascerai mai. Stavolta rimani." disse Hanna, e lui annuì.

"Non ti lascerò di nuovo, mai." confermò lui, e le baciò la fronte, le guance, il naso, il collo, dovunque eccetto le labbra. Lei gli prese il viso e piantò le labbra sulle sue. Lui si staccò, e la guardò nei suoi occhi blu che tanto gli erano mancati. "Ti amo, Hanna. Sei sempre stata tu. Ti amo, l'ho sempre fatto, e lo farò sempre. Ti amo, tantissimo."

"Ti amo anch'io." disse Hanna, ed allacciò le braccia attorno al suo collo, e lui la intrappolò in un caloroso abbraccio. "Mi sei mancata tanto."

"Tantissimo. Non ci crederesti." Lui inspirò, annusandola ancora, e chiudendo gli occhi, godendosi il momento. "Vieni a Las Vegas con me. Potremo sposarci." disse lui, e lei scosse la testa con decisione.

"Neanche per sogno, Caleb. Abbiamo parlato di un matrimonio grandioso, ed io avrò quel matrimonio grandioso con te, che tu lo voglia o no." disse Hanna, e Caleb annuì, e le baciò di nuovo le labbra. Se voleva un matrimonio grandioso, avrebbe avuto un matrimonio grandioso.

"Okay, come vuoi tu, principessa. Sei sempre stata la mia principessa." disse Caleb, ed Hanna lo baciò ancora. "Ti amo, tanto." Lui la baciò di nuovo.

"Non mi lascerai, okay? Non mi lascerai." disse Hanna, versando lacrime dai suoi occhi. Lui annuì, e le asciugò le lacrime con il pollice.

"Non piangere." disse lui. "Non piangere, io ti amo. E non ti lascerò, mai, non ti lascerò ancora." disse Caleb, ed Hanna continuò ad annuire, ed entrambi continuarono a baciarsi l'uno con l'altra. "Qual'è il modo più carino per disdire un matrimonio?" chiese lui, ed Hanna rise, sorridendogli.

"Non ci posso credere. Sei venuto per me." sussurrò Hanna.

"Ti amo. Sei sempre stata tu. Non importa quanto duramente io abbia provato a negarlo, ci sei stata tu, Han, per tutto il tempo." disse Caleb, con la sua faccia tra le mani, entrambi a guardarsi negli occhi. Hanna annuì, e baciò le sue labbra di nuovo. Lui fece più profondo il bacio, e lei aprì leggermente la bocca, e le loro lingue si mescolarono insieme. L'adrenalina pompava attraverso i loro corpi. La stessa eccitazione che entrambi avevano tutte le volte che i loro corpi si toccavano, ma stavolta era come se dei fuochi d'artificio stessero esplodendo nelle loro vene. Nelle loro menti un rombo, un vortice di colori e forme. E niente al mondo contava.

Eccetto loro.

Hanna si staccò, senza fiato, piangendo e sorridendo. "Perché piangi, principessa?" chiese Caleb, respirando con l'affanno. Lei sorrise.

"Sono solo molto felice." espirò Hanna, e lui sorrise. Lui le diede un piccolo bacio sulle labbra. "Come disdirai il matrimonio?"

"Scrivo un biglietto. È il modo più facile. L'ho visto in How I Met Your Mother. Perciò, speriamo che funzioni nella vita reale." disse Caleb, e lei rise. "Mi è mancato tanto il tuo sorriso."

"Dobbiamo andare, e scrivere il biglietto."

"Incontriamoci sul retro della chiesa, avrò scritto il biglietto e mi sarò tolto di dosso lo smoking, okay?"

"Okay. Ti amo."

"Ti amo anch'io." I due si scambiarono un bacio, e lui si allontanò, sorridendo prima di rientrare in chiesa. Entrato nella sua stanza, afferrò un pezzo di carta ed una penna. Una volta seduto, cominciò a scrivere il biglietto, riguardo il non poter sposare Rachel, e che fosse dispiaciuto. Si sentì in qualche modo colpevole scrivendo il biglietto, ma da un altro lato era pazzo di gioia per aver riottenuto Hanna.

Leccata la busta, la premette sul basso, e la mise sul letto. Sorridendo, si tolse lo smoking, lo appese ad un appendiabiti, e lo stese per bene sul letto. Cambiatosi con dei pantaloni della tuta ed una camicia larga, prese il suo cellulare, il portafoglio, e il borsone che conteneva i suoi vestiti e quelli che avrebbe dovuto portarsi in viaggio di nozze. Chiuse la porta alle sue spalle, e camminò, con discrezione, verso il retro della chiesa.

Hanna raggiunse il retro della chiesa. Era appoggiata contro il muro, e ridacchiava con se stessa. Sentì dei passi, e vide Claudia, con un piccolo sorriso sulla faccia.

"Suppongo che tu te lo sia preso, dunque." disse Claudia, ed Hanna si infranse in un immenso sorriso.

"Sì." squittì Hanna, coprendosi il sorriso con le mani.

"Grazie a Dio." disse Claudia, e Caleb arrivò di lì, quindi Hanna saltò tra le sue braccia, allacciando le gambe attorno al suo bacino, facendolo quasi inciampare dallo shock. Lui le baciò la fronte, prima di annusare il suo profumo.

"Whoa." disse Caleb, stringendola forte. Hanna lo baciò ancora. "Dove andiamo?"

"A casa di mia madre." mormorò Hanna nel suo collo.

"Allora devi scendermi di dosso se vuoi entrare in macchina."

"No, portami fino alla macchina." istruì Hanna. Caleb la strinse più forte, baciandola sulla testa. Caleb si voltò verso sua madre.

"Non ti importa se dovrai tornare in California, no?" chiese lui alla madre, la quale gli fece l'occhiolino.

"Vado a prendere i ragazzi." disse Claudia, e Caleb sorrise, annuendo.

Claudia entrò in chiesa solo cinque minuti prima della cerimonia, erano tutti lì. Bussò sulla spalla di Will, e lui si voltò per guardarla. "Sì?" chiese.

"Il matrimonio è annullato." sussurrò lei.

"Perché?"

"Ti ricordi Hanna?" chiese lei, e lui annuì, con un piccolo sorriso in faccia. Gli era sempre piaciuta più Hanna di Rachel. Aveva modi migliori, ed era totalmente meglio di Rachel. Beh, il solo fatto che Hanna in primo luogo avesse incoraggiato Caleb ad andare davvero in California, era qualcosa.

"Naturalmente." rispose Will.

"Ecco, penso che siano tornati insieme." disse Claudia con un sorriso. Lei voleva un gran bene ad Hanna. Era come la figlia che non aveva mai avuto. Sì, avevano passato solo una settimana insieme, ma dal modo in cui Caleb parlava di lei, e quando avevano parlato insieme, Hanna sembrava una buonissima giovane donna. Era colei che l'aveva incoraggiato ad incontrare Claudia, dopotutto.

"Chi è tornato insieme?" chiese James, il fratello maggiore di Clay ed il fratello minore di Caleb.

"Ti ricordi Hanna?" chiese Claudia al figlio.

"Era la bionda?" chiese il dodicenne, e Claudia annuì. "Mi piace."

"Chi ti piace?" chiese Clay, a disagio nel suo vestito.

"Ti ricordi la bionda sexy che una volta è stata una settimana con noi perché l'aveva portata Caleb, e che era la sua ragazza?" disse James a Clay, prendendosi un colpo sulla spalla da Claudia quando disse 'bionda sexy'.

"Credo di sì. Era quella che Caleb chiamava principessa, prima?"

"Sì, è lei." disse Claudia.

"Che c'entra lei in tutto questo?" chiese il bambino di dieci anni.

"Sono tornati insieme." sussurrò James a suo fratello, il quale annuì lentamente, come se stesse elaborando l'idea dei due. "Quindi ce ne andiamo?"

"Sì, dobbiamo sgattaiolare fuori." disse Claudia, e la famiglia da quattro si alzò dal banco, ma Jamie afferrò il braccio di Claudia, tenendola ferma. Facendo segno con uno sguardo agli altri tre di continuare a camminare, la donna si girò verso di lui. "Che c'è?" chiese lei.

"Perché te ne stai andando?" chiese Jamie, oltraggiato dal fatto che la madre di suo figlio stesse lasciando il giorno del suo matrimonio.

"Il matrimonio è annullato. Lui è tornato con Hanna." disse Claudia, con un occhiolino.

"Chi è Hanna?" chiese lui, e Claudia sorrise, semplicemente.

"Sai che Caleb è stato un totale disastro per un anno quando era a Ravenswood con te." Jamie annuì piano, ricordando quando suo figlio non voleva uscire dalla sua stanza, con la musica a palla, così Jamie non l'avrebbe sentito piangere. "Era perché si era lasciato con la persona che lo ha incoraggiato a parlare con me e con te." concluse Claudia. Lasciata la sua stretta, la donna raggiunse gli altri tre, e la famiglia da quattro uscì dalla porta della chiesa, sorridendo, e lasciando Jamie intontito. Non aveva idea che l'ex di Caleb l'avesse incoraggiato a sistemare le cose con lui. Jamie sospirò, pensava che lei fosse solo la fidanzatina del liceo, ma pensava male. Molto male.

"Deb," disse Rachel alla sua damigella d'onore. "puoi controllare se lui è lì, per favore?" chiese Rachel, che indossava un abito a forma di pasticcino. Aveva un piccolo dubbio sul fatto che lui fosse lì, ma chi poteva biasimarla per essere un po' spaventata.

Eccetto il fatto che lui non fosse lì.

"Certamente." rispose Deb. Avanzando verso la porta della chiesa, la aprì leggermente, e setacciò la sala in cerca di Caleb. Nessuna traccia di lui. Merda, pensò Deb. Chiusa la porta, si voltò, guardando Rachel.

"È lì?" chiese la sposa, e Deb ansimò, e Rachel si fece pallida. "Non è lì, vero?"

"No, tesoro, non c'è. Nemmeno Claudia, Will, James o Clay."

"Cercalo." gridò Rachel. "Dev'essere qui intorno, da qualche parte. Trova Hanna. Lei sarà d'aiuto." ordinò Rachel, e Deb andò in chissa a cercare Hanna, ma lei non era lì. Uscì di nuovo dalla chiesa.

"Non c'è neanche Hanna." disse Deb, e non appena Rachel richiese il suo cellulare, Deb glielo diede all'istante, e Rachel chiamò subito Hanna.

"Hanna! Dove diavolo sei?" gridò Rachel per telefono, con le lacrime che le venivano giù in viso.

"Mi dispiace davvero, tesoro. Tiffany ha la varicella, ed io non ho nessuno che si prenda cura di lei questo weekend." rispose Hanna, velocemente. Troppo velocemente.

"Stai mentendo. Hai detto tesoro." starnazzò Rachel.

"Non sto mentendo, amore. Tiff è davvero malata."

"Sai dov'è Caleb?" chiese Rachel.

"No, non lo so. Sono in California, tesoro." insistette Hanna, e Rachel sbraitò.

"Sei con lui, non è vero?"

"No! Rachel, sono con Tiffany." insistette Hanna.

"Stai insistendo. Sei con lui, non è vero?" disse Rachel, ed Hanna si bloccò sulle sue parole, insicura su cosa dire dopo, e dunque riattaccò il cellulare, e lo posò in giù nel portabicchieri.

"Stai bene?" chiese Caleb, e le strinse la mano.

"Ho rovinato il giorno del matrimonio della mia migliore amica. Come dovrei sentirmi?" scattò Hanna.

"Oh." sussurrò lui.

"No, no, non volevo intenderlo così. È solo che, sono davvero felice che noi siamo insieme, però ho rovinato il giorno del suo matrimonio, e mi sento in qualche modo colpevole."

"È una ragazza intelligente, capirà che me ne sono andato prima di percorrere la navata." disse Caleb, baciando dolcemente la mano di Hanna. "Ti amo, Hanna." disse.

"Ti amo anch'io, Caleb."

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CP18

CAPITOLO 18

"Ho portato Tiff al parco giochi, ti voglio bene, mamma." lesse Hanna sul biglietto sulla porta. Sorrise, ed entrò con Caleb. "Abbiamo la casa tutta per noi."

Entrò in cucina, e si sedette su uno sgabello, e Caleb si sedette accanto a lei. "Allora, sei pronto ad incontrare tua figlia?" gli chiese lei.

"A proposito, non possiamo dire: 'Hey, Tiff, ecco il tuo papà.'" disse Caleb.

"Hai ragione." disse lei. "Ti presenteremo come un amico, e quando lei si abituerà, e le piacerai, le diremo: 'Come ti sentiresti se Caleb fosse il tuo vero papà?'"

Lui sorrise, e baciò la tempia di Hanna. "Com'è stato dirlo a tuo padre?" chiese Caleb. Hanna sorrise, e gli baciò dolcemente le labbra prima di raccontargli.

*Flashback*

"Papà, ciao." disse Hanna con un sorriso in faccia, ma il viso di Tom rimase con un espressione di sasso. Lei era appena rientrata a casa da un'intensa giornata di scuola, ed ora suo padre era fermo sulla soglia della porta di casa. "Cosa c'è che non va?"

"Piuttosto cosa c'è che non va con te, Hanna!" disse Tom, spingendosi verso Hanna, ed entrando in cucina. Ashley scese dalle scale, non appena Hanna chiuse la porta. "Come hai potuto essere così stupida, Hanna?" gridò lui, ed Hanna indietreggiò. Ashley appoggiò una mano sul braccio di sua figlia.

"Che sta succedendo?" chiese Ashley ad Hanna, che fece spallucce. Ashley entrò in cucina, ed Hanna la seguì. "Tom, che sta succedendo?"

"Che intendi per 'Cosa sta succedendo?', naturalmente sai cosa sta succedendo. Hanna è incinta, per l'amore del cielo." gridò Tom.

"E qual è il tuo problema con questo?" gridò Ashley contro di lui.

"È incinta!"

"Ma ha diciotto anni, Tom. Ha bisogno di suo padre, ha bisogno della sua famiglia in questo momento." urlò Ashley. "Non può mettersi in contatto con il padre del suo bambino, il che significa che dovrà fare tutto questo da sola. Non si è ancora abituata all'idea di diventare madre a diciotto anni, dalle un po' di spazio."

"Lei è una delusione, Ashley. Darà una cattiva immagine della famiglia."

"Lei non è una delusione, e tu te ne sei andato da questa famiglia da anni."

"Cosà farà?" chiese Tom, alzando la voce.

"Lo terrò." bisbigliò Hanna, asciugando qualche lacrima che le era caduta.

"Abortisci, Hanna." istruì suo padre.

"No. Non abortirò, non lo darò nemmeno in adozione. Lo o la terrò." disse Hanna. "Non farò quello che dici."

"Dovresti solamente sbarazzarti di quello, Hanna." gridò Tom.

"Non chiamare il mio bambino 'quello'." gridò Hanna di risposta.

"O mio Dio, Hanna. Dovesti sbarazzartene. Potresti essere una normale adolescente, senza far vergognare la famiglia. Potresti dire che è solo una voce, e sarebbe tutto a posto."

"Io voglio questo bambino." gli urlò Hanna. "Non mi interessa se pensi che stia facendo vergognare la famiglia, io terrò questo bambino."

"Non lo farai."

"Lo farà, Tom." gridò Ashley.

"Ashley, non puoi decidere tu questo." gridò Tom.

"Neanche tu." gridò Hanna rivolgendosi a lui. "Ho diciotto anni, sono maggiorenne, posso decidere per me stessa. Non è una decisione tua."

"Hanna, qui non si tratta di dove vuoi andare al college, si tratta di tenere un bambino."

"Sì, lo so, papà, ma lo terrò."

Hanna entrò in casa di Spencer, e gettò il suo borsone a terra, attirando l'attenzione di Spencer. "Hey, Han, stai bene?" chiese Spencer, chiudendo il suo portatile. Hanna fece spallucce, e si sedette di fronte a Spencer, sul divano.

"Posso stare qui per un paio di notti?" chiese Hanna.

"Sì, sempre." disse Spencer. "Cos'è successo?"

"Mio padre è venuto, e sa di me che sono incinta, ed abbiamo avuto questa grande litigata, e lui rimarrà per un paio di notti, ma se hai un appuntamento con Toby, andrò da Aria." disse Hanna.

"Come fa a saperlo?"

"Kate, probabilmente."

"Cosa riguardava la litigata?"

"Uhm, beh, perdipiù io sono stata solo a piangere e gridare, e lui continuava a dirmi che avrei dovuto sbarazzarmi di quello, ed io gli ho urlato che non doveva chiamare il mio bambino 'quello'. Allora ha continuato a dirmi che avrei dovuto abortire, e quanto io sia una delusione, e quanto stia facendo vergognare la famiglia, e allora mia madre ha provato a difendermi, ma non ha funzionato, e quindi ho preparato il borsone e sono venuta qui." disse Hanna, con voce tremante, e con le lacrime che le annebbiavano la vista. Si asciugò una lacrima che le era calata lungo la guancia.

"Tu non sei una delusione, lo sai, tu sei una delle persone più forti che io abbia mai incontrato. Anzi. Tu sei la persona più forte che io abbia mai incontrato." disse Spencer, asciugandosi una lacrima.

"Continuano a dirmelo tutti, ed io non so cosa credere."

"Beh, credici, perché lo sei."

*Fine del flashback*

"Questo è quanto, in realtà. Non sento papà da allora." disse Hanna, e si asciugò una lacrima. "Penso che sia stata la parte più difficile della mia vita: capire che fossi incinta, e che sarei diventata mamma, però poi mi sono sentita eccitata e felice quando sono andata alla mia prima ecografia."

"Com'è stato?" chiese Caleb, stringendole la mano. Hanna sorrise al ricordo.

*Flashback*

"Hanna Marin." chiamò la ginecologa di Hanna, Julia. Le mani di Hanna tremavano, e le sue ginocchia traballavano. Hanna si alzò dalla sedia, e seguì Ashley in direzione della stanza dove avrebbe avuto luogo la sua prima ecografia. Hanna aveva scelto la clinica di Philadelphia così nessuno l'avrebbe vista, ma più che altro riconosciuta, e per il fatto che fosse gratuita. I soldi erano sempre tenuti stretti, ma ora che Hanna stava per avere un bambino, erano tenuti più stretti. Dopotutto, non avrebbe potuto contare sul fatto che sua madre le avrebbe dato del denaro per il resto della sua vita. Hanna si sedette sulla sedia, respirando profondamente. Era una visita ginecologica/ecografica, perciò Hanna non aveva idea di quanto sarebbe durata.

"Ciao, io sono la tua ginecologa Julia, puoi chiamarmi così, ed ho solo bisogno che tu risponda ad alcune domande se va bene, e puoi farmene qualcuna di ritorno, se vuoi, e poi andremo al lavoro giù." disse Julia, con un sorriso rassicurante.

"Va bene." disse Hanna.

"Quanti anni hai?"

"Diciotto."

"Peso?"

"Cinquantanove chili." disse Hanna, ricordandolo dalla notte passata. Si era controllata perché sua madre gliel'aveva detto che la ginecologa le avrebbe chiesto del suo peso.

"Altezza?"

"Un metro e sessantasette."

"Hai malattie sessualmente trasmissibili?"

"No."

"Nella storia della tua famiglia, c'è qualche malattia ereditaria/genetica?" chiese Julia, mettendo tutto su carta non appena Hanna parlava.

"No."

"Il bambino ha un padre, è lui nella foto?"

"Sì, ma ho provato a chiamarlo e non ha mai risposto. Però lui è sano, e così la sua famiglia, lo so." sospirò Hanna.

"E quando hai avuto il tuo ultimo ciclo?"

"È stato un mese prima del Prom, quindi, sarebbe..." Hanna si zittì, facendosi i conti a mente. "È iniziato il diciassette maggio, e finito il ventitré."

"Okay, adesso andiamo al tuo stile di vita. Fumi, e bevi? Quali bevande consumi normalmente?"

"Non fumo, non ne ho mai toccata una, e bevo solo quando esco la sera. Bevo vodka e birra alle serate." rispose Hanna, onestamente.

"E hai deciso cosa vuoi fare con il tuo bambino? Come tenerlo, abortire, darlo in adozione..."

"Lo terrò. L'ho capito da subito."

Julia annuì. "Ed hai deciso come lo svezzerai?"

"Allattamento." disse Hanna, e Julia annuì.

"Adesso, Hanna, pensi di poter fare qualche analisi per me?" chiese Julia ad Hanna, che annuì.

"Sì." rispose Hanna tremante, non sapendo cosa si intendesse per 'analisi'. "Che analisi faccio?"

"Se puoi farti un tampone, e poi fare l'analisi delle urine. E quando torni, facciamo le analisi del sangue." disse Julia, ed Hanna annuì. La ragazza fece le analisi, e Julia le disse che avrebbe saputo i risultati nella successiva ecografia che avrebbe fatto. "Okay, allora sei pronta per la tua ecografia?" chiese Julia ad Hanna, che deglutì, ma annuì. Ashley strinse la mano della figlia per rassicurarla, ed Hanna si sollevò la maglia sul reggiseno.

"Okay, quindi, questo è freddo, come nei film?" chiese Hanna.

"No, non lo è." disse Julia, prima di spalmare un po' del fresco gel sul ventre di Hanna. Spalmò il gel, spargendolo su tutta la pancia, e lentamente si ottenne un immagine. "Ecco il tuo bambino." disse Julia, indicando una piccola macchia nera sullo schermo. Hanna sorrise, e i suoi occhi si riempirono di lacrime alla vista del suo bimbo.

"Di quante settimane sono?" chiese Hanna, asciugandosi una lacrima.

"Sei di cinque settimane, e fin qui, è tutto a posto." disse Julia, sorridendo. "Adesso, se vuoi scusarmi," disse, asciugando il gel sulla pancia di Hanna. "esco dalla stanza, e torno con alcuni oggetti." disse prima di uscire dalla stanza.

"Come ti senti?" disse Ashley, asciugandosi una lacrima.

"Sono davvero felice." disse Hanna, sorridendo, ed asciugandosi qualche altra lacrima.

"Okay, sono tornata." disse Julia, dopo qualche minuto. "Ecco a te il pacco blu. Questo pacco ti accompagnerà per tutta la tua gravidanza. È pieno di opuscoli e libri sulla gravidanza, e cose sulla maternità, insieme ai numeri della clinica ed il mio numero. Hai tutte le opzioni lì, e c'è tutto quello che ti serve per il bambino, e quel che devi imparare a fare."

*Fine del flashback*

"Il pacco blu è da qualche parte in California, credo che è da qualche parte nel mio armadio, non ne ho idea." disse Hanna.

"Ancora una volta, mi dispiace." si scusò Caleb. "Mi sento una testa di cazzo." disse lui, grattandosi la fronte.

"È a posto, tu sei qui adesso, ed è tutto quello che conta." disse Hanna, e gli baciò le labbra.

"Hanna, tesoro, siamo tornate." chiamò Ashley, entrando.

"Okay." disse Hanna, alzandosi dalla sedia, e sollevando Tiff tra le sue braccia. "Ti sei divertita al parco con nonna?" chiese Hanna, facendo fare su e giù a Tiff.

"Sì, è stato davvero divertente, ho rincorso Charlie, e nonna mi ha fatto tirargli le palline, e poi abbiamo preso un gelato." disse Tiff, e Charlie - Il Labrador cioccolato di Ashley - si strofinò contro la gamba di Hanna.

"Sembra che sia stato divertente." disse Hanna, baciando la fronte di sua figlia, e mettendo giù Tiff.

"Posso andare fuori con Charlie, nonna?" disse Tiff.

"Ora, Tiff, qual è la parolina magica?" chiese Hanna.

Tiffany roteò gli occhi, e si mise la mano su un fianco. "Per favore, posso andare fuori con Charlie, nonna?"

"Sì che puoi, tesoro." disse Ashley, e Tiffany corse fuori sul retro del giardino con Charlie, non accorgendosi dell'uomo seduto sullo sgabello. Ashley rientrò in cucina, e sospirò quando vide Caleb.

"Ciao, Ashley." disse Caleb, con un sorriso in faccia. Hanna si sedette accanto a lui, sorridendo a sua madre.

"Ti prego, dimmi che non hai interrotto il matrimonio." disse Ashley, sospirando. "Ti prego."

"Non esattamente." disse Hanna.

"Cos'hai fatto?"

"Ho messo un biglietto nella sua tasca, prima che iniziasse il matrimonio, che diceva di incontrarmi nel giardino della chiesa, e siamo tornati insieme." disse Hanna. "Sorpresa."

"Hai pensato a Tiff?"

"Si, ci ho pensato." disse Hanna. "Lasceremo che Caleb e Tiffany si conoscano l'un l'altro. E poi, quando Tiff si abituerà a lui, e le piacerà, glielo diremo. E non mi importa quanto tempo ci vorrà, lo farò."

"Okay, ma se vi lasciaste? È già successo, chi può dire che non succederà ancora? Cosa potrebbe comportare per Tiff?"

"Non penso che ci lasceremo stavolta." disse Caleb, baciando la tempia di Hanna. Hanna sorrise.

Ashley sospirò. "Okay, ma se io non mi fidassi di voi su questo, questo non succederebbe. Non rovinate tutto, okay? Conto su di voi, ragazzi, che non lo facciate."

"Non lo faremo. So cosa faccio, e soprattutto, lo sa anche Caleb." disse Hanna.

"Okay, mi fido." disse Ashley. "Adesso vado fuori a guardare Tiffany, mentre tu continui a raccontare a Caleb cosa diavolo è successo fin dal primo giorno." disse Ashley ad Hanna, prima di andare fuori.

"È adorabile." disse Caleb, sorridendo. Hanna sorrise.

"Lo so. Ha i tuoi occhi." disse Hanna.

"E il tuo sorriso."

"Ma il tuo ghigno."

Lui rise, e la baciò ancora. "Allora, per quanto riguarda il college, stai pagando le tasse o sei sotto prestiti?"

"Veramente, ho preso una borsa di studio completa, dopo molto duro lavoro. Mi sono spostata in libreria, e tutti i miei professori mi hanno fatto da tutor. Sapevo di aver bisogno di una borsa di studio, ed anche Aria, perciò abbiamo fatto volontariato insieme. Abbiamo dato del cibo ai senzatetto, abbiamo raccolto cuccioli smarriti ed animali randagi, ed abbiamo fatto volontariato mentre studiavamo. Ed io ho avuto tutte A dopo molto duro lavoro, ed ho mandato la mia scheda all'Università della California, ed ho ottenuto una borsa di studio. È stato estasiante." disse Hanna. "Poi ho perso due anni."

"E i soldi? Come, per Tiff?"

"Beh, quello è il motivo principale per cui ho dovuto prendere una borsa di studio. Ma dato che non ho tempo per fare un lavoretto tra la scuola e Tiff, mamma continua a mandarmi un assegno, e così fa il Consiglio, ed è abbastanza per comprare quello di cui abbiamo bisogno. Quindi, va bene. Toby ed Ezra e tutti la viziano, e quando ho i soldi lo faccio anch'io."

"E se ti dessi io il denaro?" disse Caleb.

"Caleb, non posso prendere soldi da te." disse Hanna, scuotendo la testa.

"Non te li stai prendendo, Hanna. Voglio darti io dei soldi, ti amo, e Tiff è anche la mia bambina."

"Okay, se vuoi darmeli, non ti dirò di no." farfugliò Hanna, e lui ridacchiò.

"Bene, perché pagherò le tue spese."

"Cosa?"

"Mi hai sentito. Hai tenuto Tiff da sola per quattro anni, e mi piacerebbe rimediare a questo. Per voi due."

"Okay, però non tutte."

"Per me è abbastanza." disse Caleb, e baciò la fronte di Hanna.

"Prendo da bere, tu vuoi qualcosa?" chiese Hanna, avvicinandosi al frigo.

"Acqua, per favore." disse Caleb, ed Hanna tirò fuori l'acqua e del ghiaccio, ed il suo cellulare iniziò a squillare.

"Puoi rispondere tu per me?" chiese Hanna, e lui annuì. Il ragazzo guardò chi era: Ezra Fitz, e fu curioso del perché la stesse chiamando, ma rispose tranquillamente.

"Pronto." disse Caleb.

"Oooh." disse Ezra. "C'è Hanna?"

"Sì." disse Caleb, e passò il cellulare ad Hanna. "È per te."

"Che succede?" disse Hanna, afferrando il cellulare tra l'orecchio e la spalla.

"Non succede niente da me, ma qualcosa succede da te." disse Ezra. "Raccontami."

"Mi sono rimessa con Caleb."

"Okay, puoi raccontare il resto ad Aria, perché io non voglio seccarmi." disse Ezra, ed Hanna rise. "Ho chiamato per sapere se per te va bene il prossimo fine settimana."

"È grandioso, torniamo in California domani."

"Caleb viene con te?"

"Sì, probabilmente. Devo andare, ciao, Ezra."

"Ciao, Han." disse Ezra, ed Hanna riattaccò, e diede a Caleb la sua acqua.

"Che voleva?" chiese Caleb, ed Hanna rise.

"Sempre lo stesso vecchio protettivo Caleb, eh?" chiese lei con un sorrisetto.

Lui rise. "Sono curioso."

"Aria, Ezra ed Emily vengono a trovarmi tutti i mesi per vedere me e Tiff." spiegò lei.

"E Spencer e Toby?"

"Loro vivono nell'appartamento opposto al nostro. Dopo che Spencer non è entrata alla UPenn, ha scelto la California, perché Toby ha avuto un'offerta di lavoro laggiù, e l'ho scelta anch'io. Così, alla fine dell'ultimo anno, loro si sono trasferiti lì, e due anni dopo anche io e Tiff. Spencer in questo momento si sta specializzando in legge, dopo aver finito il college l'anno scorso. Questo è il mio secondo anno. Ho iniziato quando avevo vent'anni, e Tiff ne aveva due, ed io ero convinta che una balia sarebbe stata una cosa buona per lei." disse Hanna.

"Sei una mamma grandiosa, sai?" disse Caleb, ed Hanna sorrise.

"Grazie."

Tiffany entrò ridacchiando e accarezzando Charlie sulla testa. La sua lingua penzolava, ed il cane si diresse verso la ciotola dell'acqua. Tiffany guardò Caleb, poi sua madre, e poi di nuovo Caleb.

"Chi è quello?" chiese Tiff.

"Tiff, non è questo il modo in cui accogliamo le persone." disse Hanna, e Tiffany roteò gli occhi. "Oggi sei miss educazione." disse Hanna, e la bambina fece spallucce. Tiffany raggiunse Hanna, che la sollevò, e se la mise a sedere in braccio a lei.

"Ciao." disse Tiff, e quindi lanciò un'occhiata a sua madre, facendo ridere Caleb.

"Tu devi essere Tiff, giusto?" chiese Caleb, ed Hanna sorrise.

"Sì, tu chi sei?"

"Caleb. Sono un amico della tua mamma."

"Ciao. Vieni dal matrimonio dov'è stata anche la mia mamma?" chiese lei.

"Sì, è così." disse Caleb, sorridendo.

"Tu guardi Zack e Cody al Grand Hotel? Mio zio Ezra lo guardava quand'era piccolo, e gli piaceva. A te piace?"

"Sì, mi piace." disse Caleb, ricordandosi vagamente di un programma TV riguardo due gemelli malandrini quando era più piccolo. Amava quel programma.

"Allora vuoi guardarlo con me, signor Caleb?" chiese Tiffany, saltando giù da Hanna.

"Sì, vengo da te tra un secondo, okay?" disse Caleb, e Tiffany annuì, prima di correre in salotto. "Okay, la amo."

Hanna sorrise. "Ti ci è voluto un secondo per innamorarti di lei come di me."

Lui sorrise, e le baciò le labbra. "Tu vieni?"

"Certamente." disse Hanna, e lo seguì in salotto. Caleb si sedette accanto a Tiffany che stava già guardando Zack e Cody. Hanna si sedette accanto a Caleb, e lui portò le braccia attorno a loro.

Portò le braccia attorno alle sue ragazze.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CP19

CAPITOLO 19

"Ho avuto ogni cosa, o mio Dio. Praticamente tutta la mia famiglia è stata totalmente di supporto, sono stati incredibilmente di supporto, e così lo sono state le ragazze. Sono stati fantastici." disse Hanna. Tiffany stava dormendo sull'aereo, con la testa appoggiata sul braccio di Hanna. Hanna era abbracciata al braccio di Caleb, mentre lui stava giocando con le loro mani congiunte.

"Le piaci già, lo sai?" gli disse Hanna. Lui sorrise.

"È una cosa buona. Sono felice di questo." sussurrò Caleb di risposta. "Sapevi che avresti avuto una femminuccia, o hai aspettato di scoprirlo?" chiese lui.

"Volevo aspettare, però mi sono resa conto che avevo bisogno di preparare la cameretta, ed avevo bisogno di vestiti. Così l'ho scoperto ad un'ecografia. Le ragazze erano lì, perché altrernavo tra loro e mia madre."

*Flashback*

"Hanna Marin." disse Julia, ed Hanna si alzò con le ragazze, stringendo la mano di Spencer molto stretta.

"Sono nervosa." ammise Hanna, camminando verso la stanza.

"Riesco a sentirlo." disse Spencer, ed Hanna le fece un piccolo sorriso.

"Scusa."

"È a posto. Cosa vuoi?"

"Eh?"

"Maschio o femmina?" chiese Emily, ed Hanna annuì.

"Onestamente, è l'ultima cosa che mi passa per la testa."

"Quindi non ti interessa cosa avrai?" chiese Aria.

"Non lo so, non importa. È come se volessi una femminuccia, ma è anche come se volessi un maschietto." disse Hanna, sedendosi sulla sedia.

"Allora, sei pronta per conoscere il sesso del tuo bimbo?" chiese Julia, non appena Hanna sollevò la sua maglia sul reggiseno. Hanna annuì, non trovando le parole. Aprì la bocca, ma non ne uscì niente. Julia annuì, e mise il gel sul ventre di Hanna, e glielo spalmò per tutta la pancia. "Ed ecco il tuo bimbo. Sei di tredici settimane, tutto sta filando liscio, e posso dirti qual è il sesso." disse Julia, ed Hanna sorrise, asciugandosi una lacrima.

"Sì, cosa avrò?" sussurrò Hanna, sorridendo. Julia premette alcuni bottoni sulla tastiera, e controllò qualcosa dal computer, e guardò di nuovo Hanna.

"Avrai una femminuccia." disse Julia, ed Hanna sorrise. "Adesso ti lascio un momento da sola con le tue amiche." disse Julia, asciugando il gel di Hanna. La donna sorrise prima di lasciare la stanza.

"Avrò una femminuccia." fece Hanna, sorridendo.

"È grandioso, Han." disse Aria, sorridendo.

"Siamo contente per te, tesoro." disse Spencer, sorridendo.

"Preghiamo soltanto che non sarà una reginetta altezzosa tanto quanto te." disse Emily, sorridendo.

Le quattro ragazze risero. "Avrò una femminuccia." farfugliò Hanna a se stessa.

"Mamma, sono tornata." urlò Hanna, entrando in casa. Ashley uscì velocemente dalla cucina, con un sorriso sulla faccia.

"Com'è andata?" chiese Ashley.

"Avrò una femminuccia." disse Hanna, con gli occhi pieni di lacrime. Ashley abbracciò sua figlia.

"Te lo meriti, tesoro mio, congratulazioni."

"Avrò una femminuccia." farfugliò Hanna, asciugandosi le lacrime.

"Sei felice di questo?"

"È davvero intimidante, e non mi sono ancora davvero abituata all'idea, ma sono davvero felice."

*Fine del flashback*

"Cosa hai fatto il giorno dopo?" le chiese Caleb, e lei sorrise.

"Ho chiamato da me le ragazze, e ho detto loro che volevo pitturare di rosa la stanza degli ospiti. Mia madre me l'ha lasciato fare, allora ho chiesto alle ragazze di portare della vernice rosa, e l'hanno fatto, ed abbiamo pitturato i muri. Quando ero di trenta settimane, ho avuto la mia baby shower, ho avuto tutto ciò di cui avevo bisogno, e poi Ezra e Toby hanno portato la roba nella cameretta, e quindi ho detto loro e alle ragazze dove posizionare tutto. Toby mi ha fatto una culla ed una sedia a dondolo, e sono giù in cantina a casa di mia madre, e poi loro mi hanno dato quest'enorme orsacchiotto, Tiffany ce l'ha nella sua stanza. Sono stati fantastici." disse Hanna, e Caleb le baciò la tempia, una volta che ebbe finito.

"Com'è stata la baby shower?"

"È stata molto divertente." disse Hanna, prima di immergersi nel racconto.

*Flashback*

"Wow. Un orsacchiotto gigante." disse Hanna, indicando il gigantesco orsacchiotto nel suo salotto. "Le cose che compra la gente." disse con una risatina.

"Veramente, quello è da parte nostra." disse Ezra.

"Ragazzi, lo adoro." fece Hanna, e loro risero.

"Non preoccuparti. Non è tutto quello che ti abbiamo portato." disse Spencer. "Lui voleva prendere l'orsacchiotto. Perciò l'abbiamo fatto." disse lei, indicando Ezra.

"Beh, grazie." disse Hanna, e loro risero ancora. La ragazza si accasciò sul divano accanto a Toby. "Troppo grassa."

"Sei incinta." disse Toby. "Non grassa."

"Lo so, ma sono enorme."

"Chi verrà di interessante?" chiese Emily.

"Beh, ragazzi, voi siete qui, mia madre è in cucina con mia nonna, due zie e due zii. Le mie due madrine stanno arrivando, ed alcuni amici di famiglia che voi non conoscete, ma sono divertenti, quindi è a posto." disse Hanna.

"È tua zia Sue?" chiese Spencer.

"Sì, sono tutti contenti del fatto che io sia incinta, quindi, evviva."

Risero tutti insieme.

"Seggiolone?" chiese Hanna, speranzosa.

"Hai indovinato." disse Spencer.

"Uh. Così tanti regali da aprire che non sono neanche per me." mugolò Hanna. "Non è giusto."

"Ne mancano quaranta." disse Emily, contandoli rapidamente.

"E sono piccolissimi."

"Colpa tua che hai aperto prima quelli grandi." disse sua zia Sue.

"Beh, in mia difesa, non erano incartati per bene." disse Hanna, guardando Toby.

"Sì, perché una culla si può incartare."

"Avresti potuto provarci."

Loro risero. "Comunque, sto per strappare la carta per aprirli, ringraziate, e poi il salotto sarà un disastro."

"Yuppy." disse Ashley.

Hanna aprì un altro regalo. "Cucchiai?" chiese.

"Cucchiai per neonati." disse Ezra.

"Abbiamo dei cucchiai."

"Sì, ma ti servono cucchiai per neonati." disse Aria.

"D'accordo." disse Hanna, ed aprì un altro regalo. "Pannolini. So per cosa sono."

"Per la prima volta." disse Regina.

Hanna roteò gli occhi - per l'ennesima volta quel giorno. Aprì un altro regalo. "Cos'è?"

"È un altalena per bambini." disse suo zio Keith.

"Che?"

"La agganci al telaio della porta, e poi ci metti dentro la piccola, e dunque lei dondolerà." disse Ashley. "E rimbalzerà."

Hanna annuì, ed aprì un un altro regalo. "Tutine. So cosa sono." Guardò tra le tutine. "Ne sono un sacco."

"Okay, Toby, Ezra, portate tutto di sopra." istruì Hanna.

"Uh, d'accordo, muoviamoci a farlo." disse Ezra, facendo ricadere Aria -che era seduta in braccio a lui- sul divano, non appena si alzò.

"Cosa vuoi che portiamo di sopra per prima?" chiese Toby, alzandosi.

"La più pesante." disse Hanna. "Quindi la cassettiera."

"Dove la vuoi?" chiese Toby.

"Portate solamente tutto di sopra, e poi deciderò e le sposterete."

"Fatto!" disse Ezra, sospirando.

"Dove vuoi tutto?" chiese Toby ad Hanna, che stava contemplando.

"La sedia a dondolo all'angolo della porta, la cassettiera di fronte alla porta, il fasciatoio accanto alla cassettiera, e la culla all'angolo, di fronte alla sedia a dondolo." disse Hanna, e Toby ed Ezra posizionarono la culla -fatta da Toby- all'angolo della porta, e tutto il resto, dove voleva Hanna. "Siamo a posto. Mi piace. Adesso tutte voi dovete mettere i pannolini, ed i vestiti, e tutte le altre cose non pesanti dove voglio io."

"Yuppy." disse Emily.

"Ora io mi siedo." disse Hanna, sedendosi sulla sedia a dondolo che aveva fatto Toby.

"Dove le vuoi le cose?" chiese Spencer.

"Vestiti nella cassettiera, giocattoli nella culla, pannolini sotto la cassettiera, libri nella libreria, le scatole in un angolo, e poi mettete solo tutto il resto dove vi pare."

*Fine del flashback*

"Scusami." disse Caleb.

"Sono sicura che saresti stato fantastico anche tu, e smettila di chiedere scusa. Solo perché abbiamo già una bambina, non significa che non possiamo averne di più." disse Hanna, baciandolo dolcemente sulle labbra.

"Ti amo."

"Ti amo anch'io." sussurrò lei di risposta, sorridendo.

"Com'è andato il matrimonio?" chiese Spencer ad Hanna, e quindi Caleb sbucò dalle scale.

"Oh." disse Toby.

"Sorpresa, ragazzi!" disse Caleb, con un sorrisino insolente.

"Cos'hai fatto, Hanna?" chiesero Spencer e Toby.

"Non ho avuto necessità di fermare il matrimonio in quel senso, ma ho fermato lui dallo sposare Rachel, e noi stiamo di nuovo insieme." disse Hanna.

"Giuro su Dio che se la fai soffrire ancora, ti ammazziamo tutti." dissero Spencer e Toby allo stesso tempo.

"Solo perché siete fidanzati, non dovete farlo."

"Aspetta, che mi dici di Rachel?" chiese Toby. "Considerando che sei la sua migliore amica, non verrà da te a cercare conforto?"

"Mi nasconderò nella doccia." disse Caleb.

"Okay, comunque, se voi due morite, è colpa vostra." disse Spencer, e quindi sbatté loro la porta in faccia.

"Vedo che lei non è davvero cambiata." disse Caleb, ed Hanna rise.

"Sempre lo stesso mostro del caffè che era una volta." disse Hanna, e lui rise, e le baciò la tempia.

"Zitti. Vi sentiamo!" urlò Spencer attraverso la porta, facendo ridere Toby, Caleb ed Hanna.

"Come hai avuto un iPad?" chiese Caleb, non appena Hanna tirò fuori il suo iPad dal cassetto del suo comodino. Hanna aveva appena messo a dormire Tiff dopo averle letto una favola, ed ora la coppia era seduta sul divano. Il braccio di Caleb era attorno alle spalle di Hanna, e lei era inclinata verso di lui nel suo abbraccio.

"L'ho vinto." disse Hanna. "Volevo qualcosa dove poter registrare tutto di Tiff. Ho registrato praticamente due anni di storia, la sua prima parola, i suoi primi passi. Foto e video. È tutto su di lei da sola o con chiunque altro."

"È fantastico, non tutti l'avrebbero fatto."

"Beh, io avevo come una piccola speranza che noi saremmo finiti insieme, perciò ho filmato, così tu avresti potuto vedere, cosa che farai. E poi, ho pensato che non avrei mai potuto amare nessuno tanto quanto amo te, il che vuol dire che non avrei avuto altri bambini, allora ho filmato tutto, per vederlo quando sarei invecchiata e mi sarei sentita giù."

"Funziona?"

"Sì. Di sicuro mi mette un sorriso sulla faccia."

"Com'è stato il parto?"

"È stato doloroso, ma sai, Ezra ed Aria sono venuti lì per primi, appena tornati da New York, e poi Emily, e poi arrivarono Spencer e Toby. Le acque mi si sono rotte il diciassette febbraio, ed ho finito di spingerla fuori il diciotto. Più di ventiquattr'ore. Mia madre continuava a bere caffè per rimanere sveglia, si è addormentata una sola volta per circa due ore."

"Raccontami."

"Vuoi tutta la storia?"

"Sì."

*Flashback*

"Hai appena fatto pipì sul divano o ti si sono appena rotte le acque?" chiese Regina.

"Senza dubbio non ho fatto pipì." disse Hanna, guardando in basso. "Sì, mi si sono appena rotte le acque."

"D'accordo, forza, andiamo all'ospedale." disse Ashley, alzandosi dalla sedia, ed aiutando Hanna ad alzarsi. "Il borsone è accanto alla porta, e tu starai bene, vuoi chiamare le ragazze, Toby ed Ezra?"

"Sì, starò bene, le contrazioni non sono ancora iniziate." disse Hanna, afferrando il suo iPhone.

"Oh mio Dio!" urlò Hanna, strizzando i suoi occhi chiusi. "Caleb è un totale bastardo per avermi fatto questo!" Si fermò, respirando affannosamente. "È finita, quello era l'inferno!"

"Ora lo sai." disse Ashley. "I ragazzi sono a dodici minuti da qui."

"Siamo qui." disse Ezra, entrando.

"Hey." disse Hanna.

"Saremmo venuti prima, ma lui ha insistito perché ti portassimo un palloncino." disse Aria. "Come ti senti?"

"Non lo so." disse Hanna. "È carino il palloncino."

"Te l'avevo detto." disse Ezra ad Aria, che roteò gli occhi.

"Hey, sono qui." disse Emily, correndo dentro. "Come ti senti?"

"Non lo so."

"Dov'è Han?" chiese Spencer, entrando nella stanza d'attesa dell'ospedale con Toby.

"Tre, due, uno." dissero Ezra, Emily ed Aria nello stesso momento.

"Oh mio Dio! Figlio di puttana!" urlò Hanna, e Spencer e Toby entrarono nella sua stanza.

"Come ti senti, Han?" chiese Toby.

"Sono stanca, ed è doloroso, ed ho sete, ma non posso avere niente se non cubetti di ghiaccio, e non so cosa sono." gemette Hanna, indicandoli.

"Sono cubetti di ghiaccio." disse Spencer.

"Sì, ma è la stessa cosa dell'acqua, praticamente, no?"

"Non lo so." disse Ashley.

"Caleb è un totale bastardo. Lo odio." disse Hanna.

"Beh, lo abbiamo capito nove mesi fa." disse Regina.

"Posso avere qualche cubetto di ghiaccio?" chiese Hanna a Spencer.

"Sì. Ragazzi, voi volete qualcosa?"

"Caffè, per favore." dissero Regina ed Ashley allo stesso tempo.

"Bene, torno subito." disse Toby.

"Oh mio Dio! Vi odio! Odio tutti voi! Odio tutto questo! E Caleb è un totale bastardo!" urlò Hanna, durante un'altra contrazione.

"Bene, Hanna, sei dilatata di dieci centimetri. Sei pronta per spingere."

"Finalmente." disse tutta la stanza -Hanna, Ashley, Regina, Spencer, Toby, Ezra, Aria ed Emily-.

"Oh mio Dio! Contrazione!"

"Tutti lascino la stanza, solo la madrina ed Ashley dentro, per favore." disse Julia.

"Oh mio Dio, deciderò in fretta... Spencer e Toby, voi siete la madrina e il padrino, adesso Spencer, stringimi la mano!" gridò Hanna.

"Sei sicura?" chiese Spencer.

"Sì, adesso stringimi la mano, stronza!"

"Okay, sì." disse Spencer, stringendole la mano. Tutti dissero 'buona fortuna', la ragazza ricevette baci sulla testa da Aria, Emily e Regina, e dunque iniziò a spingere.

"Ohi, piccolina." espirò Hanna, cullando la sua bimba tra le braccia. Ashley aveva appena tagliato il cordone ombelicale, ed avevano portato via la piccola per i controlli, e dunque adesso era tornata con Hanna. La bimba stava piangendo, ma non appena Hanna l'aveva accolta tra le sue braccia, aveva smesso. "Sei stata terribilmente dolorosa."

"Come ti senti, tesoro?" chiese Ashley a sua figlia, che stava sorridendo.

"Sto bene. Ha i suoi occhi."

"Vi do un momento." disse Spencer, e baciò Hanna sulla testa, prima di lasciare la stanza.

"Vorresti che lui fosse qui, non è vero?" chiese Ashley, sorridendo ad Hanna.

"Sì, lo vorrei, ma lei vale il non averlo qui."

"Vuoi ancora chiamarla Emma?"

"No, non sembra una Emma, o una Daniella, o una Tabitha."

"Beh, hai tempo per decidere, tesoro mio."

"Penso di avercelo." disse Hanna, con un nome che le venne in mente. "Tiffany. Mi piace Tiffany."

"Tiff per diminutivo."

"Sì, mi piace, le calza." disse Hanna, guardando in basso a sua figlia, così da esserle più vicina. "Tiffany Marin."

"Sì."

"Hey, possiamo entrare?" chiese Aria.

"Hey, Han." disse Emily, entrando.

"Ciao." disse Hanna.

"Come ti senti?" chiese Aria.

"Ho dolore in posti dove non dovrei aver dolore."

"Bene." disse Ezra, e tutti risero.

"Come si chiama?" chiese Toby, prendendo Tiff da Hanna.

"Tiffany."

"Il suo naso è così carino." disse Toby. "È semplicemente tenerissima."

"Uh, lo so." disse Hanna. I ragazzi restarono lì per circa un'ora prima che Hanna sospirasse. "Posso soltanto avere un momento da sola con lei, per favore?" chiese lei, loro annuirono, e lei ricevette baci da tutti, e se ne andarono.

Hanna sollevò Tiffany fuori dalla sua culla con cautela, e cullò la sua neonata figlia. Hanna trattenne le sue lacrime, con la necessità di portare il suo discorso a termine ed a modo. Se quello si può chiamare discorso.

"Hey, piccolina. So che non hai un papà, ma hai una mamma, ed io ti amo già tantissimo e ci divertitemo tanto insieme. E so che sarà un po' dura senza papà, però abbiamo nonna, ed abbiamo Spencer, Toby, Aria, Ezra ed Emily, ed è tutto quel che farà funzionare tutto alla fine. Hai tante persone che già ti amano, ed io ti vizierò tanto con tutti i soldi che ho. Ti amo tanto, e voglio che non te lo dimentichi mai. Non importa quali tempi duri dovremo affrontare, io ti amo, e metterò sempre te al primo posto..." fece Hanna, e avrebbe detto di più, ma la stretta alla sua gola non glielo permise. Le sue lacrime caddero sulla copertina rosa che copriva Tiff.

"Hey, Hanny, posso entrare?" chiese Regina, dieci minuti dopo che Hanna aveva parlato con Tiffany.

"Sì, nonna, puoi entrare." fece Hanna.

"Come ti senti, Hanny?" chiese Regina, entrando, e baciando la fronte di Hanna.

"Sto bene, solo che vorrei che Caleb fosse qui, ma sai, non può." rispose Hanna, asciugandosi una lacrima. Era davvero emozionata quel giorno.

"Beh, lui è un b-a-s-t-a-r-d-o."

Hanna soffocò una risatina. "Vuoi tenerla?"

"Posso?" Hanna annuì, e passò Tiff a sua nonna. "È bellissima, proprio come la sua bisnonna." disse Regina, ed Hanna ridacchiò. "È meravigliosa." disse Regina, ed Hanna annuì.

"Lo so." disse Hanna, e si asciugò qualche lacrima.

"Cosa ti butta giù, tesoro?" chiese Regina, mettendo Tiff nella sua piccola culla.

"È come se avessi sempre pensato che Caleb sarebbe stato qui con me." singhiozzò Hanna, e Regina la abbracciò.

"Lui non ti merita, Hanna. Tu meriti di molto meglio." sussurrò Regina all'orecchio di Hanna, stringendo la neomamma mentre lei piangeva.

"Ma io lo amo."

*Fine del flashback*

"Sono state delle lunghe ventiquattr'ore, ma lo rifarei." disse Hanna, sorridendo.

"La ami molto, non è vero?" chiese Caleb.

"Molto è riduttivo. Dopo che tu te ne sei andato, ed ho scoperto di essere incinta, lei è stata l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti. Sono contenta che adesso tu sia qui."

"Sono contento di essere qui anch'io."

Lei sorrise, e gli baciò dolcemente le labbra. Lui le prese il viso tra le mani, mentre fece il bacio più profondo. Lei fece correre le dita tra i suoi addominali, e mugolò piano. Lui si portò lentamente su di lei, ma lei lo fermò quando il ragazzo stava per toglierle la maglia.

"Caleb, la camera da letto." sussurrò Hanna, e lui annuì. "Controllo se Tiff dorme." disse Hanna, baciandogli il naso. Lui si sollevò da lei, e camminò fino alla camera da letto, sorridendo. Hanna andò a vedere se Tiff si fosse addormentata, ed era così. La ragazza raggiunse la camera da letto, togliendosi la maglietta in quel mentre. Caleb la prese per la vita, e chiuse delicatamente la porta. "Dobbiamo fare piano." mormorò lei nel bacio, ed iniziò a dedicarsi alla cintura del ragazzo. 

"Okay." mormorò lui di risposta.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CP20

CAPITOLO 20

Hanna si girò per essere faccia a faccia con Caleb, sorridendo. Lui sorrise, e le baciò la fronte. "Ti amo." sussurrò lui, e lei gli baciò ancora le labbra.

"Ti amo anch'io." sussurrò Hanna, sorridendo.

"Dobbiamo metterci i vestiti addosso, per, nel caso in cui...?"

"Sì." disse lei, guardando in basso alle loro mani unite. "Mi dispiace per questo."

Lui le sorrise confortante. "Non mi importa neanche un po'. Vuoi la mia maglietta?"

"Sì, ti prego." disse Hanna, e lui si alzò dal letto, facendo gemere piano Hanna. Lui ridacchiò, e si mise i boxer, ed afferrò la sua maglietta. Hanna si sedette sul letto facendo mugolare leggermente Caleb. Lei si infilò la maglietta, ed accasciò la testa sul cuscino. "Mi alzo alle sette e mezza con la sveglia, tu puoi restare a dormire. Ho il college."

"Io ho un impiego, ma domani non lavoro."

"Cos'è?"

"Lavoro alla Apple."

"Caleb, è grandioso. Sono così fiera di te." disse Hanna, sorridendo. Gli baciò le labbra. "Complimenti."

"Grazie, principessa." disse Caleb. "Comunque, mi stavo solo chiedendo, quanto dura la tua pausa pranzo?"

"Un'ora e mezza. Inizia a mezzogiorno. Perché?"

"Mi chiedevo se ti piacerebbe tornare qui per del caffè. Ci stai?"

Hanna sorrise, sapendo che non avrebbero bevuto caffè. Quando erano al liceo, si erano inventati un qualcosa. Quando erano in pubblico, uno dei due chiedeva all'altro se volesse andare a prendere del caffè insieme dopo scuola. Ma, naturalmente, non si intendeva prendere del caffè, si intendeva andare a fare sesso. "Mi piacerebbe."

"Grandioso. Ti vengo a prendere fuori dall'aula lettori."

"È un appuntamento." disse Hanna, e gli baciò dolcemente le labbra, prima di girarsi sul suo lato. Lui le mise un braccio attorno alla vita, e la portò più vicina a sé. Affondò la testa nell'incavo del collo della ragazza, ed i due caddero in un pacifico sonno.

Lamentandosi, Hanna premette il pulsante sulla sua sveglia, e provò ad uscire dal letto, ma non ci riuscì. Guardò per vedere se potesse capire perché non riuscisse ad uscire dal letto, e dunque vide il braccio di Caleb attorno a lei, che la stringeva più vicina a lui. Liberatasi dalla sua presa, entrò in cucina, e cominciò a preparare il pranzo al sacco di Tiff.

Quando fu pronto, la ragazza si preparò la borsa, e la mise accanto alla porta. Dirigendosi verso la stanza di Tiffany, controllò l'orario. Erano le otto del mattino. Una volta strattonata Tiff per svegliarla, la bambina si stiracchiò e sbadigliò.

"Buongiorno, mio piccolo diamante. Come stiamo oggi?" chiese Hanna, spostando alcuni capelli dagli occhi di Tiffany.

"Sto bene. Tu come stai?"

"Sto alla grande. Cosa vuoi metterti per scuola oggi?"

Tiffany sospirò. "Perché non posso guardare Zack e Cody con Caleb?"

"Perché andrai a scuola. Ma sono sicura che lui guarderà qualche episodio con te stasera."

"Okay. Mi metto gli stivali che mi ha portato Spencer con un vestito."

"I tuoi stivali marroni da cowboy?"

"Sì."

"Okay." disse Hanna, e si diresse verso l'armadio di Tiffany, e tirò fuori gli stivali da cowboy, ed un vestito rosa. Una volta messi sul letto, le due andarono in cucina per fare colazione. "Amore, svegliati." disse Hanna a Caleb. Hanna aveva appena fatto colazione, beh, Tiff l'aveva fatta, ed Hanna aveva mangiato una barretta di cereali. La ragazza stava ora svegliando Caleb mentre Tiffany si preparava lo zainetto.

"Cosa?" mugolò Caleb.

"Porto Tiff, e vado a scuola. I nostri piani per pranzo sono ancora validi?"

"Sì, lo sono, anche se forse farò un po' tardi, devo prendere la macchina dal mio appartamento."

"Okay, assicurati soltanto di non imbatterti in Rachel."

"Sarò super-prudente. Ti amo."

"Ti amo anch'io."

Caleb si sveglio alle dieci, e la prima cosa che fece fu prendere le chiavi del suo appartamento, e le chiavi della macchina, e qualche soldo. Uscito dalla porta, scese a passo svelto le scale, e chiamò sua madre.

"Hey, mamma, uh, Rachel ha parlato con te, per caso?" chiese Caleb, ringraziando di aver scelto un appartamento lontano dieci minuti dal campus - con la macchina.  Ma questo significava semplicemente che doveva camminare più o meno quaranta minuti dal condominio di Hanna.

"No, non l'ha fatto. Immagino che tu le abbia lasciato un biglietto o qualcosa." rispose Claudia.

"Sì, sì, l'ho fatto. Mi stavo solo chiedendo se fosse nel mio appartamento a, uh, aspettarmi."

"Cosa?! Per volerti uccidere, Caleb? Che stupidaggine. E tu non sei ancora tornato."

"No, ho bisogno di prendere il mio portatile, la mia macchina, e un po' di altre cose."

"Com'è Tiffany?" chiese Claudia.

"È fantastica. Hanna l'ha cresciuta strepitosamente, e lei è stupenda."

"Non vedo l'ora di incontrarla. Sa del fatto che tu sei suo padre?"

"No, non lo sa. Hanna vuole che ci conosciamo l'un l'altro, e che Tiff mi conosca, e poi, non so, la metteremo seduta, e quindi glielo diremo." disse Caleb, controllando la strada prima di attraversarla. "Ma Hanna è stata fantastica negli ultimi quattro anni. Riceve un assegno da Ashley e dal Consiglio, perché tra l'accudire Tiff e la scuola, non può destreggiarsi in un lavoro. Ha vinto un iPad e pare che abbia registrato nientedimeno che due anni di filmati."

"È piuttosto sorprendente."

"Lo è. Sono così orgoglioso di lei. Da quello che ho visto finora, è una mamma fantastica. Ama Tiff da morire, il suo cellulare è pieno di foto di Tiff."

"Magari puoi mandarne qualcuna a me e Will."

"Sì, lo farò. Lei è così tenera." disse Caleb, sorridendo quando pensò a sua figlia.

"Posso immaginare." disse Claudia. "E mi piacerebbe rivedere Hanna, se va bene."

"Sono sicuro che ne sarà deliziata."

"Bene."

"D'accordo, mamma, devo andare. Ci sentiamo presto, okay?"

"Ciao, Caleb." disse Claudia, prima che i due riattaccassero, e lui raggiunse in silenzio il suo appartamento. Caleb pescò le chiavi dell'appartamento dalla sua tasca, entrando nel condominio. Raggiunto il suo appartamento, aprì la porta e la sbatté alle sue spalle. Fortunatamente, non c'era nessuna Rachel ad aspettarlo per ucciderlo.

"Ciao." disse Hanna. "Avevi detto che forse avresti fatto un po' tardi." La ragazza iniziò a scendere le scale con Caleb al suo fianco.

"Esatto, ho detto forse." disse Caleb, baciandole la tempia. "Andiamo a goderci un po' di caffè." azzardò lui, e lei ridacchiò. Il ragazzo aprì la porta della sua auto, lei entrò, e lui la sbatté per richiuderla. "Allora, mi stavo chiedendo se mi lasciavi fare qualcosa."

"Cosa vuoi fare?" chiese Hanna.

"Se posso prelevare tutti i video e le foto dal tuo iPad al mio portatile."

"Certamente."

"E mia madre vuole rivederti."

Hanna esitò, prima di parlare ancora. "Sì, certo. Con o senza Tiff?"

"Senza. Vuole vedere te, e poi, quando Tiff saprà che io sono suo padre, le piacerebbe incontrare Tiff."

"Okay, possiamo farlo." disse Hanna, e Caleb le baciò una mano. "Guarderai di nuovo Zack e Cody con Tiff, lei vuole vederlo con te. Stamattina mi ha chiesto se poteva saltare la scuola per vederlo con te."

Caleb sorrise. "Significa qualcosa?"

"Di solito con gli estranei impiega un po' di tempo per abituarsi a loro, se le piacciono, naturalmente. Ma con te, è naturale. Non l'ho mai vista chiedere a qualcuno che aveva appena conosciuto di guardare un programma in TV. Penso sia perché ha un legame con te."

"Vuol dire?"

"Tu sei suo padre. È un qualche legame, l'ho letto da qualche parte."

"Hanna Marin che legge? Non avrei mai pensato di vedere il giorno in cui sarebbe successo."

"Beh, avevo molto tempo libero, e una libreria sotto casa. Quindi, ho pensato, perché no?"

"Hanna. Non hai quasi niente da mangiare." disse Caleb, dalla cucina. Hanna era nella sua camera da letto, a rimettersi i vestiti e rifarsi il trucco.

"E?" disse Hanna, entrando in cucina, che più che altro era solo un bancone con un tavolo di fronte. Era a malapena una cucina.

"Cosa mangi a colazione?"

"Una barretta di cereali e un po' di caffè. A pranzo e cena prendo il caffè, e di solito delle sfogliatine. Ma alcune sere mangio pasta e pizza, se avanzano. È così, in realtà. Do tutto il cibo a Tiff, non voglio muoia di fame." disse Hanna, onestamente. Sapeva che Caleb si sarebbe arrabbiato.

"Ed è questo che mangi da due anni a questa parte?" chiese Caleb, ed Hanna annuì.

"Sì."

"Avevi detto che avevi abbastanza denaro per vivere."

"Per Tiff. Io non mangio correttamente da anni. Se lo faccio, è quando Toby cucina i pancakes. L'ultima volta che ho avuto un pasto decente è stato circa due settimane fa, io e Tiff abbiamo fatto la pizza, come facciamo ogni mese."

"Dopo scuola, vengo a prendere te e Tiff. Andiamo al supermercato. Voglio che il frigo sia pieno di cibo. Non mi importa che cibo, voglio solo che sia pieno di cibo, okay? E voglio i ripiani della credenza pieni allo stesso modo."

"Grazie." disse Hanna, allacciando le braccia attorno al collo del ragazzo, e lui allacciò le sue braccia attorno alla vita di lei. "Davvero."

"Quanto pesi?" chiese Caleb. "Dimmelo."

"Cinquanta chili."

"Hanna, non è abbastanza."

"Caleb, è a posto."

"No, non lo è. Non finirai in ospedale perché non mangi correttamente, Hanna." disse Caleb, baciandole la tempia.

"Hey, mamma." disse Tiff, ed Hanna la sollevò, portandosela in braccio. "Indovina cosa ho fatto oggi?"

"Cosa hai fatto?" chiese Hanna.

"Abbiamo fatto una scatolina di gioielli con la pasta."

"Wow, farai meglio a farmela vedere quando arriviamo a casa."

"Lo farò." disse Tiff, annuendo. Tiff si contorse, e la ragazza la mise a terra. Hanna prese la mano di Tiff, e le due si diressero verso la jeep di Caleb. Una volta che Tiff ebbe attraversato la strada, corse ed abbracciò la gamba del ragazzo. "Mamma ha detto che tu hai detto che possiamo vedere Zack e Cody, è vero?" chiese Tiffany, guardando in alto verso di lui.

Caleb sorrise. "Sì, è vero." disse Caleb, e prese in braccio Tiff. "Ma prima, andiamo al supermercato. Ho guardato nel vostro frigo, ed ho chiesto a mamma cosa mangia, ha detto che mangia a malapena qualcosa. È vero?"

"Sì, è vero. Certi giorni non fa colazione. Una volta è andata avanti quattro giorni a caffè."

"Davvero? Bene, andiamo a comprare da mangiare, e la tua mamma non sarà più affamata, okay?"

"Bene." disse Tiff, annuendo.

"Che cosa vuoi?" chiese Caleb.

"Hmm, cioccolato." disse Tiff.

"Lo prendiamo quando arriviamo, d'accordo?" chiese lui, e Tiffany annuì, sorridendo. "Ora, mamma, tu che cosa vuoi?" disse il ragazzo ad Hanna.

"Solo cibo che non sia sfogliatine." rispose Hanna. "O barrette di cereali." aggiunse.

"Il frigo è pieno, e così i ripiani. Sei contento adesso?" chiese Hanna a Caleb.

"Sì che lo sono. Non morirai di fame." disse Caleb.

"Grazie." fece Hanna, e lo baciò sulla guancia.

"Caleb! Forza!" gridò Tiff dal divano. Caleb baciò la fronte di Hanna, prima di raggiungere il divano.

"Cosa guardiamo?" chiese Caleb, mettendosi Tiff in braccio.

"Drake e Josh." disse Tiff, e Caleb annuì. "Lo guardavi?"

"Certamente." disse Caleb, e dunque Tiff iniziò a cantare tutta la sigla. Hanna sorrise, e si sedette sulla sedia che si trovava vicino al divano, e prese il cellulare. Sbloccatolo, scattò una foto di Tiffany seduta in braccio a Caleb. La ragazza sorrise, impostandola come sfondo di blocco.

"Sei fantastico con lei." disse Hanna a Caleb. Caleb era sdraiato di schiena sul divano, ed Hanna aveva il busto premuto su quello del ragazzo, erano quindi petto contro petto, faccia a faccia. Le mani di Caleb iniziarono ad andare su e giù per la schiena di Hanna.

"Anche tu lo sei." disse Caleb. "Davvero."

"Grazie ancora per il cibo. Stavo veramente iniziando un po' a preoccuparmi per la mancanza di qualcosa da mangiare. Riesco a vedere le mie costole."

"Esatto, ecco perché domani ti porto fuori a pranzo."

"È un appuntamento." disse Hanna, sorridendo. Caleb le baciò dolcemente le labbra, e lei fece il bacio più profondo. La ragazza fece scorrere le dita lungo il suo torace muscoloso. Lui ridacchiò leggermente quando le dita di lei gli sfiorarono la cicatrice da proiettile. Lei sorrise, e si alzò dal divano, e lo stesso fece lui. Camminarono verso la camera da letto baciandosi, ed Hanna sfilò la maglietta di Caleb, e la lasciò scivolare tra le sue dita, fino a farla cadere a terra.

"Che ore sono?" mormorò Hanna post-sesso.

"Sono le dieci e mezza, principessa." rispose Caleb, baciandole la fronte. Hanna annuì, ed afferrò la maglietta di Caleb. Se la mise addosso, e baciò il naso del ragazzo. Afferrò i suoi boxer e glieli diede. Lui se li mise, ed usò un gomito per sollevarsi compostamente.

"Ti amo."

"Ti amo anch'io." Lui si fermò. "Dov'è il tuo iPad?"

"Perché?"

"Voglio guardare qualche foto."

Lei sorrise, e prese il suo iPad dal cassetto del suo comodino, e lo passò al ragazzo. "Sono le foto delle ecografie."

Il ragazzo rise alla vista di una foto di Hanna che allattava Tiff. "Raccontami di questo."

*Flashback*

"Okay, Hanna, è l'ora della tua prima poppata." disse Julia, entrando.

"Okay, ciao, tesoro." disse Spencer.

"No. Resta. Voglio provare la cosa." disse Hanna.

"Quella cosa?" disse Toby, indicando un pezzo di sottile tessuto ripiegato.

"Sì." disse Hanna. "Com'è che si chiama?"

Ezra, Toby, Aria, Emily e Spencer si guardarono tutti l'uno con l'altro, incerti.

"Un coperchio per tetta." disse Ezra, e loro risero. "Non lo so."

"Hanno detto che ti serve." disse Emily, e lo passò ad Hanna. Hanna si mise la fascia attorno al collo, insieme al tessuto, e sembrava come se un tubo la stesse ricoprendo.

"Ho paura." disse Hanna.

"Sai, sto solo provando a farla smettere di piangere, ma non smette." disse Spencer, cullando Tiff tra le sue braccia.

"Okay, dammela." disse Hanna, tendendo le braccia verso sua figlia. Spencer diede Tiff ad Hanna, ed Hanna mise la sua neonata sotto il tessuto, e Tiff si fiondò sulla sua tetta. Hanna fece una smorfia con la faccia. "Non mi piace."

"Beh, ti ci dovrai abituare, Han." disse Aria.

"Lo so, ma per quanto devo farlo?"

"Sei mesi, però puoi continuare ad allattare in seguito, puoi smetterla quando sentirai di essere pronta." disse Julia, ed Hanna annuì.

*Fine del flashback*

"Per quanto tempo hai allattato?" fece Caleb.

"Un anno." disse Hanna. "Credo che Ezra, sfacciatamente, abbia fatto la foto e poi me l'abbia mandata. Non lo so." ridacchiò lei, e sorrise quando lui passò in rassegna delle foto di Tiffany da piccola. Il ragazzo ridacchiò quando vide una di Tiff con i primi dentini. Aveva le guance arrossate, ed una maglietta bianca con un tutù rosa. "Le piaci."

"Anche a me piace lei." disse Caleb. "Non è andata esattamente nel modo in cui avrei voluto, ma sto bene con il fatto di essere qui adesso, insieme a voi."

Hanna gli sorrise. "Fidati. Neanch'io avrei voluto che succedesse così, ma sono contenta che tu adesso sia qui. Volevo che Tiff avesse il suo papà, e lui è qui adesso, e sono felice di questo."

Caleb le baciò dolcemente le labbra, e le infilò la lingua in bocca, facendola mugolare dolcemente. Lei sorrise, si staccò, e gli baciò il naso.

"Sono stanca, mi metto a dormire." sussurrò Hanna, sbadigliando.

"Mi metto a dormire con te." disse Caleb, ed allacciò le sue braccia attorno ad Hanna, spingendola più vicina a sé. Lei sorrise e si accoccolò comodamente nel suo abbraccio, con il desiderio che quella sensazione durasse per sempre.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


CP21

CAPITOLO 21

Caleb era momentaneamente seduto sul divano nell'appartamento di Hanna. Stava scaricando le immagini ed i video dall'iPad di Hanna al suo MacBook. Sorrideva alle foto di Tiff che si mostrava con espressioni divertite alla camera; i suoi video; e naturalmente, le foto di quando era più piccola. Una volta visto che aveva scaricato tutto, posò l'iPad sul tavolino, mise i piedi su quest'ultimo, ed iniziò a guardare un video sul suo portatile.

*Flashback*

Tiffany era in un'altalena per bambini, ed Hanna la stava guardando, mentre nel frattempo riprendeva la piccola di un anno che ridacchiava e si dondolava. "Mamma." disse Tiff, e dietro la camera Hanna stava sorridendo, anche se non lo si poteva vedere.

"C-cosa hai appena detto, Tiff?" chiese Hanna, dietro l'iPad, sorridendo.

"Mamma." ripeté Tiff, e si dondolò ancora. Hanna rise.

"Sì, piccolina, sono la tua mamma." disse Hanna, e smise di riprendere. La ragazza appoggiò l'iPad giù sul pavimento, slegò Tiff dalla sua altalena, ed abbracciò la bambina. Anche se la bambina non avesse idea di cosa stesse accadendo, il conforto significava tutto per Hanna, che le baciò ripetutamente la testa. "Sono la tua mamma, piccola."

"Mamma." ripeté Tiff, ed Hanna continuò a baciare la testa di sua figlia, parlandole, ed aspettando che Ashley tornasse a casa dal lavoro così che Hanna potesse raccontarle cosa fosse successo.

*Fine del flashback*

"Allora, facciamo davvero la pizza, mamma?" disse Tiff, entrando.

"Certamente che la facciamo, tesoro. Ci metterai ancora i party rings sopra?" chiese Hanna.

"Sì, mamma. Era davvero buona, provala."

Hanna ridacchiò leggermente, facendo l'occhiolino a Caleb. "Puoi averla tutta tu."

"Bene." disse Tiff. "La voglio tutta."

"Volere non porta all'avere, mio piccolo diamante." disse Hanna, e Tiff sospirò, roteando gli occhi.

"La vorrei tutta. Va meglio?"

Hanna scosse la testa con una risata. "Che ne dici di usare la parolina magica?"

"La voglio tutta, per favore."

"Okay, puoi averla tutta."

"Sapevo che l'avresti detto." disse Tiff, e tirò fuori gli ingredienti dalla busta, e li mise sul tavolo. Hanna prese le ciotole ed il misuratore.

Tiff ed Hanna stavano facendo la pizza mentre ascoltavano la musica,  e Caleb guardava. Tiff schiacciò l'impasto della pizza con il palmo della mano. "È venerdì." disse Tiff.

"Sì, è così." disse Hanna. "Zio Ezra e le zie Emily ed Aria verranno domani. E tu farai il tuo pigiama party, non è vero?"

"Viene anche Caleb al pigiama party?"

"Non lo so. Perché non lo chiedi a lui?"

Tiff si voltò e guardò Caleb. "Vieni al pigiama party?"

"Se tu vuoi che venga." disse Caleb.

"Bene, allora verrai." istruì Tiff, prima di rigirarsi per fare la sua pizza. Hanna fece l'occhiolino al ragazzo, e lui sorrise.

"Avanti, mettiamoti nella vasca." disse Hanna, solleticando i fianchi di Tiff, facendola strillare dalle risate.

"Mamma, mamma, basta!" urlò Tiffany, e si torse via dalla presa di Hanna, nel bagno, dove iniziò a togliersi i vestiti.

"Vuoi i tuoi giocattoli, tesoro?" chiese Hanna, e Tiff annuì, ed Hanna mise sua figlia nella vasca riempita di bolle.

"Giocattoli, per favore." disse Tiff, ed Hanna le diede la scatola di plastica piena di giochi da bagno. Tiff prese la scatola, e sparse tutti i giocattoli nella vasca, schizzando l'acqua tutt'intorno.

"Vuoi prima che ti lavi o vuoi giocare con i tuoi giocattoli?" chiese Hanna, e Tiff guardò al soffitto, sovrappensiero.

"Voglio prima giocare con i miei giocattoli."

"Okay, tesoro, chiamami quando hai fatto." disse Hanna, e diede a Tiff un bacio sulla fronte, prima di lasciare la stanza. "Ti sta bene fare il pigiama party con i ragazzi domani?"

"A patto che non mi uccidano, mi va bene." disse Caleb.

Hanna ridacchiò. "Sono sicura che non lo faranno, ma probabilmente dormirai sul materassino gonfiabile. Solo per fartelo sapere, Tiff non ha un orario per andare a letto, e può addormentarsi in qualsiasi momento, e probabilmente dovrai portarla nella stanza degli ospiti, e poi la mattina faremo i pancakes, e lei si alzerà intorno alle undici."

...

"Buongiorno, principessa." disse Caleb, svegliandosi, e baciando la tempia di Hanna. Hanna sorrise, e gli baciò le labbra.

"Buongiorno, bellissimo." disse Hanna. "Pronto ad affrontare l'ira dei miei amici?"

Caleb ridacchiò. "Sono sicuro di potercela fare."

"Bene. Ora sono le dieci di mattina, abbiamo fatto del sesso fantastico la scorsa notte, ed i ragazzi saranno qui all'una."

"È stato fantastico." Lui le baciò la tempia, e lei gli baciò il naso, e quindi la ragazza si alzò dal letto ed entrò in salotto, dove vide Tiff mangiare un biscotto.

"Che ci fai in piedi, signorina?" chiese Hanna, baciando la testa di sua figlia.

"Mi sono svegliata, e volevo guardare Barney, così l'ho messo." disse Tiff.

"E stai mangiando un biscotto senza dirmelo."

Tiff sollevò lo sguardo verso Hanna. "Mamma, sto mangiando un biscotto."

Hanna ridacchiò, scuotendo la testa verso la sua bambina.

"Ne mangerò un sacco stasera."

"Pensavo che avresti mangiato del gelato." disse Caleb, venendo fuori dalla camera da letto.

Tiff sospirò, frustrata ed infastidita dai due. "Beh, quella è una possibilità."

Gli altri due risero. "Cosa farai?"

"Sono sicura che potrò averli entrambi." La bambina sospirò, si voltò ed indicò il frigorifero. "Gelato al biscotto!" urlò.

"Vuoi il gelato al biscotto?" chiese Emily, entrando.

"Zia Emily!" gridò Tiffany, e sgattaiolò dal divano, ed Emily la prese in braccio sollevandola.

"Come stai? Non ti vedo da cinque settimane."

"Lo so, ti ho portato qualcosina."

"Cosa mi hai portato?" chiese Tiff.

"Ti ho portato un vestito da principessa."

Tiffany spalancò la bocca. "Che vestito?"

"Il vestito della principessa Belle."

"Mi serviva."

"Lo so, ecco perché te l'ho portato."

...

"Ve l'avevo detto che avrebbe usato quell'orsacchiotto." disse Ezra, entrando nell'appartamento. Ora, Spencer e Toby erano nell'appartamento insieme a Tiff, Emily, Caleb ed Hanna. Tiffany lasciò l'orsacchiotto, ed Ezra la sollevò. "Hai finito il libro?" le chiese.

"Mamma ha finito di leggermelo ieri sera." disse Tiff. "Ho ancora bisogno della mia barretta di cioccolato. Non me l'ha ancora comprata."

"Beh, sono sicuro che ti prenderà quella che vuoi."

"È quello che ho detto, ma probabilmente se ne dimenticherà."

"Non me ne dimenticherò." si lamentò Hanna.

Tiffany roteò gli occhi, e guardò Hanna. "Sì, è quello che hai detto."

"Bene, te la prenderò, okay?"

"Okay."

"Allora, ho un libro per te." disse Ezra, tentando di nuovo la fortuna.

"Cosa mi hai portato? Oppure è Vogue o Cosma?" disse Tiff.

"Cosmo." corresse Hanna.

"Zitta, mamma." disse Tiff.

"Si chiama Charlie e l'ascensore di glassa." disse Ezra, ed Aria roteò gli occhi, sorridendo.

"È lo stesso Charlie della fabbrica di cioccolato?"

"Sì, è lui."

"Prenderò un'altra barretta di cioccolato?" chiese Tiff.

"Non lo so, perché non lo chiedi alla tua mamma?" disse Ezra, e quindi Tiff si tirò via dalla sua presa, e salutò Aria, che la prese in braccio, e le parlò dei suoi disegni sul frigo. E dunque, raggiunse sua madre.

"Se mi leggi quel libro, prenderò un'altra barretta di cioccolato? E con questo intendo due barrette di cioccolato. Grandi." fece Tiff ad Hanna, che la mise a sedere in braccio a lei.

"Sì, certamente. Basta che non le mangi tutte in una volta, non vogliamo che tu ti senta male, non è così?" disse Hanna, e le baciò la testa, e Tiff saltò via dalle gambe di Hanna, e tornò a sedersi appoggiata all'enorme orsacchiotto sul divano. Hanna allungò la mano, ed Ezra ci mise due dollari. "Grazie."

...

"Okay, che film?" chiese Toby a Tiff, e sorrise quando lei guardò su al soffitto, sovrappensiero.

"Il libro della giungla." decise Tiff. "Ma quello del leone."

"Il re leone?" chiese Ezra, con un cucchiaio in mano ed un vaschetta di gelato sulle gambe.

"Sì, quello." disse Tiff, annuendo. Affondò il suo cucchiaino nella coppetta di gelato al biscotto. "Il libro della giungla, e poi il re leone."

Toby annuì, e dunque mise Il Libro della Giungla nel lettore DVD, e tornò a sedersi, ed iniziarono il loro pigiama party.

"Farai i pancakes domani mattina?" chiese Tiff a Toby.

"Certamente che li farò, come sempre." disse Toby.

"Bene."

...

"Allora, come sta Caleb?" chiese Aria, con un piccolo sorrisetto sulle labbra.

"Sta bene. Alla grande, a dire il vero." disse Hanna, sorridendo.

"A patto che non se ne vada ancora, non lo uccideremo." disse Emily con un occhiolino sfacciato.

"So che non lo farà. Continua a dirlo, ed io ci credo."

"Com'è con Tiff?" chiese Spencer.

Hanna sorrise. "È bravo con lei. Davvero bravo."

"Quindi, sai, voi due vi siete, riuniti?" chiese Aria.

"Sì, l'abbiamo fatto."

"E riguardo a Tiff, insomma, non avete dovuto..." Spencer si affievolì. "Sapete cosa intendo."

"Sì, ho capito." disse Hanna. "Lui è grandioso in questo. Voglio dire, dobbiamo metterci qualcosa addosso subito dopo, lui è a posto a riguardo, dobbiamo fare piano così da non svegliare Tiff, e lui è a posto anche riguardo a questo."

"Avete già avuto un litigio?"

"Ne abbiamo avuto uno piccolo. Beh, non è stato davvero un litigio. Il mio frigo non era affatto pieno di cibo, e lui ha scoperto che non stavo mangiando praticamente niente, e allora si è arrabbiato, e siamo andati a comprare da mangiare con Tiff. Adesso la mia cucina è piena di cibo."

"Non stavi mangiando correttamente?" chiese Emily, con le sopracciglia alzate.

"Merda, voi non lo sapevate, non è così?" disse Hanna, mordendosi il labbro inferiore.

"Hanna, te l'abbiamo detto prima, ci puoi sempre chiedere in prestito del denaro." disse Aria.

"Ed il frigo mio e di Toby è sempre pieno." disse Spencer.

"È per questo che non ve l'ho detto. Mi sareste venute vicino, e mi avreste offerto tutte queste cose. Sto bene adesso, Caleb è stato fantastico. Paga metà delle mie spese, ed io sto bene, perciò non c'è bisogno di preoccuparsi." disse Hanna.

"Perché non ce l'hai detto prima? Avremmo potuto darti del cibo." disse Emily.

"No, ragazze, voi siete state troppo buone con me. E lo sapete."

...

"Come siete stati la scorsa notte, ragazzi?" chiese Aria entrando, e versandosi del caffè.

"Siamo stati bene." disse Toby. "Inizio ora a cuocere i pancakes?"

"Sì, muoio di fame." disse Spencer, ed il ragazzo tirò fuori la roba.

"Che ore sono?" chiese Hanna, sedendosi in braccio a Caleb.

"Più o meno le dieci del mattino." disse Caleb.

"E quando è andata a dormire Tiff?"

I tre ragazzi si guardarono l'uno con l'altro, succhiandosi le labbra. "Verso le due di notte. Penso." disse finalmente Ezra.

"Che cosa ha mangiato?"

"Pensavo che nemmeno ti importassero queste cose." borbottò Toby, pesando gli ingredienti necessari per i pancakes.

"Sono solo curiosa. Posso sempre guardare nella spazzatura."

"Non ti avvicineresti neanche alla spazzatura." disse Caleb.

"Non porti nemmeno fuori la spazzatura. Dobbiamo farlo noi per te." disse Spencer.

Hanna roteò gli occhi. "È disgustosa. E, sapete, neanche a Tiff piace la spazzatura."

"No che non mi piace." disse Tiff, succhiandosi il pollice e tenendo in mano il suo coniglietto di peluche. "Puzza."

"Esattamente." disse Hanna. "E, sapete, Toby solleva roba da una vita, sono sicura che può gestire il portare fuori l'immondizia qualcosa come tre volte a settimana."

Tutti risero, naturalmente eccetto Tiff, che saltò in braccio ad Emily, ed Emily le baciò la testa e la abbracciò sulla vita, così che la bambina non cadesse.

"D'accordo, Ezra, piatto." disse Toby, ed Ezra alzò il piatto verso di lui, e Toby lanciò il pancake, che ricadde sul piatto.

"Dopo quasi un anno ce l'hai fatta, finalmente." disse Ezra, e gli diede il batticinque.

Tutti risero e Tiff ghignò.

"D'accordo, Tiff, quanti pancakes?"

"Otto." disse Tiff, dopo aver guardato su al soffitto per pensare.

"D'accordo, arrivano subito." disse Toby, ed in otto minuti aveva pronti otto pancakes. Li mise su un piatto, e passò il piatto a Tiff. Lei afferrò lo sciroppo d'acero, e lo riversò sui pancakes.

"Zucchero." disse Tiff, sorridendo.

"Grandioso." disse Hanna. "Presumo tu non vada a letto prima che si faccia tardi."

"Silenzio, mamma, sto cercando di mangiare."

Gli altri ridacchiarono, ed Emily mise un tovagliolo su di Tiff, che stava per buttarsi addosso tutto lo sciroppo d'acero.

"Rallenta, tesoro mio, ti prenderai un mal di pancia." le disse Hanna, quando si accorse che Tiff stava mangiando piuttosto velocemente. "Non ci piacciono i mal di pancia, non è vero?"

Tiffany sospirò. "No che non ci piacciono."

"Sì, giusto. Perciò rallenta." disse Hanna, e Tiffany continuò a mangiare, più piano.

"Troppo tenera, giuro su Dio." mormorò Aria ad Hanna, che ridacchiò con lei.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


CP22

CAPITOLO 22

"Eccoci qui, mio piccolo diamante." disse Hanna, mettendo a letto Tiffany dopo averla rincorsa tutto il giorno per tutto lo sciroppo che aveva messo sui suoi pancakes.

"Notte, mamma." disse Tiff, con gli occhi già sul punto di chiudersi. La bambina non aveva realizzato quanto fosse stanca finché la sua testa non aveva raggiunto il soffice e peloso cuscino. "Ti voglio bene."

"Ti voglio bene anch'io. Sogni d'oro." disse Hanna, e diede un bacio sulla fronte di sua figlia prima di alzarsi e raggiungere la porta della camera di Tiff. Spense la luce della stanza, chiuse delicatamente la porta, e raggiunse il divano, dove si sedette in braccio a Caleb.

"Sei una mamma fantastica." si complimentò Caleb.

Hanna sorrise. "Grazie. Riconosco che tu saresti un buon padre. Voglio dire, guardi Suite Life con lei."

Lui ridacchiò e le baciò la tempia. "Mi sei mancata."

"Mi sei mancato anche tu, sono contenta che sei tornato. Quand'è che andiamo da Claudia?"

"Uh, domani a pranzo, va bene?"

"Sì, di lunedì finisco le lezioni all'una."

"A che ora Tiff finisce scuola?"

"Tre e mezza." disse Hanna. "Dunque, penso che casa di tua madre è a circa trenta minuti da qui. Quindi, possiamo stare lì più o meno un'ora e mezza. Va bene?"

"È a posto. Mamma vuole rivederti, ed una volta che Tiff saprà che io sono suo padre, le piacerebbe incontrare Tiff."

"Certamente."

"Hanno un cane."

"Tiff lo adorerà, quindi non glielo diremo. Lei ama assolutamente le sorprese."

"Davvero?"

"Sì. Un giorno, Spence, Toby, Tiff ed io siamo andati in spiaggia, e abbiamo fatto sì che fosse una sorpresa, e per l'intero viaggio in macchina lei ha continuato a tirare ad indovinare e non ha indovinato, noi continuavamo a ridere e a dire di no, e poi quando Toby ha svoltato per la spiaggia, lei ha iniziato ad urlare ed a saltellare."

Caleb ridacchiò. "Quando è stata l'ultima volta che sei andata in spiaggia?"

"Quella è stata l'ultima volta. È stato circa un anno fa."

"È giugno. Perché non andiamo di nuovo in spiaggia, quanto prima?"

Hanna sorrise. "Mi piacerebbe. Ma niente Spencer e Toby. Come una famiglia."

Caleb sorrise, e diede ad Hanna un bacio casto. "Come una famiglia."

"Sono nervosa." disse Hanna, una volta che ebbero percorso il vialetto per la casa di Claudia.

"Non esserlo. A loro piaci più di Rachel." disse Caleb.

"Davvero?"

"Davvero. Insomma, senza di te, io non sarei qui."

"Okay, questa è una buona ragione." disse Hanna. "Ma sono ancora nervosa."

Caleb si spostò dietro di lei, e mise le mani sulle sue spalle, ed iniziò a massaggiarle. "Sei tesa."

"Molto." disse Hanna, e Caleb le baciò il retro del collo, e continuò a lavorare con le sue mani sui nervi. "Sei fantastico."

Caleb baciò la tempia di Hanna, e tornò al suo fianco. "Ti adoreranno, te lo prometto." disse Caleb. La porta si aprì, e c'era la persona che meno potessero aspettarsi. Rachel. Dietro di lei, c'era una Claudia con in faccia un'espressione molto spaventata e dispiaciuta.

"Stronza!" urlò Rachel, e si scaraventò verso Hanna, ma Caleb le saltò davanti, e fermò Rachel dal fare del male ad Hanna. Hanna, in quel momento, aveva gli occhi spalancati, e respirava col fiato corto. "Non posso credere che tu mi abbia fatto questo."

"Rachel, abbiamo bisogno di parlare di questo. Di questa situazione." disse Hanna.

"Cosa c'è di cui parlare? Tu mi hai rubato il fidanzato IL GIORNO DEL MIO MATRIMONIO."

"C'è molto di cui parlare, Rachel. Cose che io devo spiegarti. Puoi per favore andare dentro, così possiamo parlarne? Ti prego. Non posso averti contro di me."

"Troppo tardi."

"Ti prego, Rachel. Ho una spiegazione. Dobbiamo solo parlare, e poi forse capirai. Per favore, vai soltanto dentro, e possiamo parlarne." disse Hanna.

Rachel sospirò. "D'accordo. Ma non vedo la necessità di parlare del fatto che tu sia una stronza rovinafamiglie." Dopodiché, Rachel tornò dentro con il broncio.

"Mi dispiace tanto." si scusò Claudia.

"È a posto, davvero. È meglio che io risolva adesso. Voglio dire, prima o poi mi ci sarei imbattuta. Devo solo provare a farla ragionare."

"A lei piace Tiff?" chiese Caleb.

Hanna esitò prima di rispondere. "Non lo so. Però non vedo nemmeno il perché non dovrebbe piacerle. Quindi, in tutta onestà, non sono l'unica stronza qui. Perciò, sai..." disse Hanna. "Meglio non farla aspettare." disse Hanna, e sorrise a Claudia prima di entrare in casa e  raggiungere la cucina dov'era Rachel.

"Iniziamo, avanti." disse Rachel. "Come hai potuto, Hanna? Tu saresti dovuta essere la mia migliore amica!" urlò lei.

"Non potevo lasciare che lui si sposasse!" gridò Hanna di risposta. "Non potevo lasciare che si sposasse con qualcuno che non fossi io."

"Oh mio Dio, PERCHÉ?" urlò Rachel. "L'unica volta che vi siete visti è stata in quell'uscita a quattro. Non dire che hai sentito di conoscerlo da sempre, e che non appena i vostri occhi si sono incontrati, è scattata un'improvvisa tremenda scintilla."

"Questo non è vero, Rachel."

"Che c'è, eri la sua ex ragazza di quattro anni fa?" urlò Rachel, naturalmente pensando che l'idea fosse stupida, e non vera. Ma si sbagliava.

"Sì, lo ero. Ero io." disse Hanna, con voce fioca. "Sono la ragazza che gli ha detto di venire in California. Sono la ragazza per la quale si è fatto sparare. Sono la ragazza che l'ha praticamente tolto dalle strade, e la persona che l'ha incoraggiato a parlare di nuovo con suo padre dopo che era venuto fuori qualcosa. Lui è stato il mio primo. Lui è quello che mi ha protetto dalle cose brutte. Lui è quello di cui mi ero innamorata. E sono ancora innamorata di lui."

Rachel scosse la testa. "Non ti credo, Hanna. Sono stronzate." gridò, respirando affannosamente, con le lacrime che le cadevano lungo il viso.

"Chiedimi qualsiasi cosa su di lui. Scommetto di poter rispondere. E in modo giusto." gridò Hanna, avvicinandosi a Rachel parola dopo parola.

Rachel roteò gli occhi. "Quant'è alto?"

"Un metro e ottanta." disse Hanna.

"Qualche tatuaggio?"

"Ha un cuore sul fianco." La ragazza prese fiato. "Ed anch'io. Eravamo ubriachi una sera, ed abbiamo pensato che sarebbe stato forte se ci fossimo fatti un tatuaggio uguale." Hanna rise al ricordo, senza lasciarsi troppo andare. "Quindi siamo andati dal tatuatore, e ci siamo fatti un tatuaggio uguale."

"Band preferita?" chiese Rachel, sapendo già che fosse vero. C'era qualcosa alla bocca del suo stomaco che le faceva salire la nausea. Che la faceva sentire come se avesse già perso quella battaglia.

"Fall Out Boy."

"Il suo compleanno?"

"Ventisette giugno. 1994."

"Colore preferito?"

"Rosso e blu."

"Squadra di football preferita?"

"Non ne ha una. Non gli piace il football, ma se gli viene chiesto, lui dice California Golden Bears."

"Dove lavora?"

"Apple."

"Dove ha vissuto quando era più piccolo?"

"Ha girato molti posti, quando era nelle case affidatarie. Ha viaggiato in autobus." La ragazza nominò gli stati dove lui aveva vissuto. "Poi è venuto a Rosewood, poi in Arizona, e poi di nuovo a Rosewood, e poi si è diviso tra Rosewood e la California, e poi è andato a Ravenswood, ed ora vive in California."

Rachel sospirò. Lei neppure sapeva gli stati dove lui aveva vissuto. "E tu nemmeno me l'hai detto!" gridò Rachel.

"Rachel, cosa avrei dovuto dirti? Che ero ancora innamorata del tuo fidanzato, e che non potevo lasciare che si sposasse con qualcuno che non fossi io?"

"Capisco perché se n'è andato." disse Rachel. "Ovvio. Tu sei rimasta fottuta da questa botta e via di una notte, essendo la troia che sei, e lui ne aveva abbastanza di essere trattato come spazzatura."

"Non è stato trattato come spazzatura! Ed io non sono una troia!" gridò Hanna. "E per tua informazione, non sono rimasta incinta da una botta e via di una notte. Sono rimasta incinta di lui. È lui il padre di Tiff. Ecco perché ne avevo bisogno. Ecco perché lo volevo. E so che è da egoisti."

"Oddio, Hanna, lo stai imbottendo di bugie solo per farlo stare con te. Quanto sei disperata!" gridò Rachel.

"Non lo sono, Rachel. Ricordo il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. È stato il giorno dopo che Caleb è partito per Ravenswood. Ho vomitato, ed ero con Spencer, e quindi ho rabbrividito ed ho detto che avevo un ritardo. E Spencer ha detto che forse non era per quello, ma io sapevo che era così. Avevo questa sensazione. E così ho fatto tre test, e sono venuti fuori positivi, e allora ho pianto per i successivi cinque giorni, pensando a come diavolo avrei fatto ad essere un genitore single senza praticamente nessun soldo. Ecco qui. Ecco la tua fottuta storia strappalacrime." disse Hanna. "Dimmelo, dimmi che è una bugia. Guardami negli occhi e dillo."

"Non parlerò MAI più con te." disse Rachel. "Pensavo che fossimo migliori amiche, Hanna."

"Anch'io." disse Hanna. "Ma credo di aver voluto qualcos'altro in più rispetto ad una migliore amica, Rachel." Si fermò. "Ho voluto che Tiff avesse suo padre. Lo volevo fin dal primo giorno. E tu lo sai, dannazione!" gridò.

"Dio, sei una stronza." disse Rachel.

"Okay, e noi non siamo più amiche, e sono a posto a riguardo."

"Oh, e comunque, Tiff ha davvero bisogno di darci un taglio con quei biscotti."

"Va' fuori all'inferno prima che io ti ammazzi sul serio, Rachel!" gridò Hanna. "Giuro su Dio, non siamo decisamente più amiche, ora." disse Hanna.

Rachel si precipitò fuori dalla casa, furiosa.

"Allora..." disse Hanna con imbarazzo, dopo che Rachel se ne fu andata ed ebbe sbattuto la porta chiudendola.

"Tutto okay?" chiese Caleb, avvicinandosi a lei, ed allacciando le braccia attorno alla sua vita.

"È una razza di stronza, voglio dire, Tiff ha quattro anni, ed è adorabile, naturalmente mangia dei biscotti." disse velocemente Hanna. "E chi direbbe quelle cose riguardo ad una bambina di quattro anni."

Caleb ridacchiò. "Io intendevo, stai bene?"

Hanna si prese un momento prima di rispondere, "Sì, sono a posto. Ed ho appena sprecato quarantacinque minuti ad urlare. E inoltre devo comprare a Tiff due barrette di cioccolato, ed andare a riprenderla, e uh..."

Caleb le baciò la fronte. "Tesoro mio, andrà tutto bene. Okay?"

"Okay." sospirò Hanna, e Claudia restò sulla soglia, appoggiata alla porta.

"Mi dispiace." si scusò Claudia.

Hanna sorrise. "È a posto. È meglio che lei sappia, invece che si ritrovi davanti me con Tiff e Caleb. Quello sarebbe stato peggio." Si fermò. "Allora, cosa vuoi sapere su di Tiff?"

"Torni domani, giusto?" chiese Hanna, col broncio verso Caleb.

"Tesoro mio, torno domani al tuo appartamento. Ho bisogno di prendere qualche vestito, e qualche altra cosa, okay? Ci vediamo alla scuola di Tiff, sì?" disse Caleb.

Hanna si morse un labbro, ed annuì. "Sì." La ragazza premette le sue labbra su quelle di lui, e lui le infilò la lingua in bocca, facendola mugolare leggermente. Lei si staccò, qualche minuto dopo, e dunque gli baciò il naso. "Ti amo, e devo andare a riprendere Tiff."

"Ti amo anch'io." disse Caleb.

"Oh santo cielo." disse Hanna, non appena Tiff uscì correndo dall'asilo, fino alle braccia di Hanna. Era ricoperta di pittura dalla testa ai piedi. "Cosa ti è successo?"

Tiffany ridacchiò. "Io e Bella abbiamo avuto uno scontro di pittura." disse Tiff, sorridendo.

"Come stava Bella oggi?"

"Sta bene. Posso andare a casa sua venerdì? Ti prego, mamma." disse Tiff, e quando Hanna guardò Dani, - la mamma di Bella di venitré anni, e che era rimasta incinta a diciannove - Dani guardò Hanna. Dani raggiunse Hanna.

"Ho sentito che voi due avete avuto uno scontro di pittura, giusto?" disse Dani a Bella e Tiff.

Le due bambine di quattro anni sorrisero e ridacchiarono. "Tiff può venire a casa mia venerdì?" chiese Bella.

"Penso di sì." disse Hanna. "A che ora pensate di finire di giocare?"

"Hmm, verso mezzanotte." disse Tiff.

Hanna e Dani risero. "Penso sia un po' troppo tardi." disse Dani.

"Che ne dite se vengo a riprendere Tiff alle sette?" disse Hanna.

"Sette e mezza." dissero Bella e Tiff allo stesso tempo.

"E sia, sette e mezza." disse Hanna, sapendo che non se ne sarebbe andata prima della otto e mezza, perché lei e Dani prendevano sempre una tazza o due di caffè. A differenza sua, quando Dani era incinta, aveva un ragazzo lì, ed ora era fidanzata.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


CP23

CAPITOLO 23

"Come sta Will?" chiese Hanna a Dani. Era venerdì, e Bella e Tiff stavano ancora giocando insieme a casa di Dani, mentre Hanna e Dani stavano prendendo una tazza di caffè.

"Sta bene." disse Dani, sorridendo dall'estremità della sua tazza di caffè. "Qualche novità? È un po' che non ci vediamo, non so se mi sono persa qualcosa."

Hanna sorrise, dondolando la testa. "A dire il vero..." iniziò.

"Va' avanti." disse Dani.

"Ti ricordi che ti avevo parlato di quel ragazzo, che è anche il padre di Tiff?" Dani annuì, guardando Hanna, volendo i dettagli. "Beh, diciamo che siamo tornati insieme."

"Hanna, è grandioso."

Hanna sorrise. "Lo so."

"E Tiff? Lei sa che, sai..."

Hanna scosse la testa. "No, non lo sa. Ma hanno legato nelle ultime due settimane, e Tiff si sta affezionando a lui."

"Le piace?"

"Sì, le piace. Molto. Non chiede proprio a nessuno di guardare Suite Life con lei."

"Ne sono sicura." disse Dani ridacchiando. "Bella è fissata con Drake e Josh al momento."

"Adoravo quel programma, ed il fatto che stiano replicando i vecchi episodi è fantastico." disse Hanna, e Dani ridacchiò, annuendo. "Come sta il tuo bel ragazzo?"

Dani ridacchiò di nuovo. "Sta bene, stiamo decidendo per una data."

"È grandioso."

"E sono sicura che se verrai non ti dispiacerà portare il tuo bel ragazzo con te. Voglio conoscerlo. Oh, e porta Tiff, Bella si stava chiedendo se venisse. Non penso che voglia semplicemente starsene seduta con le sue zie per tutto il giorno."

"Sono sicura che Tiff sarà deliziata di vestirsi per bene."

"Bene." disse Dani, facendo l'occhiolino.

"Caleb!" disse Tiff, una volta che Hanna ebbe aperto l'appartamento, e Caleb era appoggiato contro il bancone della cucina con il suo cellulare in mano. Il ragazzo posò il cellulare sul tavolo, e le sorrise.

"Hey, Tiff. Ho sentito che sei andata dalla tua migliore amica..." disse Caleb, sollevandola e tenendosela in braccio.

"Noi siamo sorelle, e abbiamo fatto finta di essere principesse, e fate, e abbiamo fatto dei giochi, ed io ho fatto finta di essere Raven quando lei ha fatto finta di essere Chelsea." disse Tiff.

"Sembra che sia stato divertente."

"Lo è stato."

"Indovina un po'?"

"Cosa?"

"Ho dei cupcakes al cioccolato per te."

"È grandioso. Dove sono?"

"Devi trovarli."

"Beh, non posso trovarli se non mi metti giù." disse Tiff, e Caleb la posò a terra, e lei aprì lo stipo, ma non erano lì. Guardò in su verso Caleb, delusa. "Dove sono?"

"Non lo so."

"Sì che lo sai, li hai nascosti tu."

"Beh, suppongo che tu debba trovarli."

"Fuochino?" chiese Tiff, avvicinandosi al forno.

"No." disse Caleb.

Tiffany sbuffò, e si mise a quattro zampe, e gattonò sotto al tavolo. "Qui sotto non ci sono." disse, una volta che si fu alzata, con le mani sui fianchi. Sospirò e piagnucolò. Camminò verso il divano.

"Acqua." disse Caleb, e lei raggiunse il bagno. "Molta acqua."

Dall'interno del bagno, Caleb ed Hanna sentirono Tiff sbuffare di seccatura. Hanna sorrise, e baciò Caleb sulla guancia, e gli allacciò le braccia attorno alla vita, abbracciandolo.

"Un po' più fuoco?" chiamò Tiffany, ora in camera di Hanna.

"Un po' più acqua." replicò Caleb.

"Che ne dici del cestino nella stanza di mamma?"

"No, tesoro mio, non guardare lì. Il cibo non sarà nel cestino." disse velocemente Hanna, e Tiffany uscì dalla camera di Hanna, ed entrò nella sua cameretta dove urlò di sorpresa, uscì e corse da Caleb, ed abbracciò la sua gamba.

"Grazie. Grazie. Grazie." ripeté Tiff, stringendogli la gamba, finché lui non la sollevò da terra.

"Per cosa?" chiese Caleb.

"Per la bambola di Barbie, però penso che è stata lei che si è impossessata dei miei cupcakes al cioccolato. So già il suo nome."

"E come si chiamerà?" chiese Caleb.

"Vanessa."

"È un nome molto carino."

"Perché l'avrei scelto, altrimenti?" chiese Tiff, facendo leggermente ridacchiare Hanna e sorridere Caleb. Tiff si contorse, Caleb la mise giù, e la bambina corse in camera sua a mangiare i suoi cupcakes al cioccolato e a giocare con la sua nuova Barbie.

Hanna camminò verso di lui, ed allacciò le braccia attorno alla sua vita, sorridendogli. "Non dovevi farlo." disse Hanna.

Caleb sorrise. "Volevo."

Il ragazzo allacciò le braccia strette attorno ad Hanna, e lei appoggiò la testa sul suo petto, sorridendo. "Ti amo così tanto." sussurrò Hanna, contro il suo petto.

"Ti amo anch'io." disse Caleb.

La famiglia di tre era seduta sul divano a guardare la TV, mentre mangiavano pizza.

"Voi due siete come Spencer e Toby?" chiese Tiffany, dopo cena. Le gambe di Hanna erano distese sull'addome di Caleb, e Tiff era sul pavimento a colorare alcune immagini nel suo libro da colorare.

"Che significa, Tiff?" chiese Hanna. Sapeva che la domanda prima o poi sarebbe saltata fuori, ma non era preparata. Era indecisa se dire a Tiff che loro due stessero insieme o che fossero solo amici.

Ma loro non stavano solo insieme.

"Se mamma ha già un anello. Avrai un anello come Spencie e zia Aria?" chiese Tiff, guardando il suo libro da colorare, non pensando che la domanda fosse così indelicata.

"Non lo so. Dovresti chiedere a Caleb."

"Mamma avrà un anello?"

"Probabilmente. Non so quando, ma probabilmente..." disse Caleb.

Tiffany ridacchiò.

"Cosa c'è di tanto divertente?" chiese Hanna.

"Voi siete come Troy e Gabriella, ed io sono Sharpay. Io sono la stella." disse Tiff, ed entrambi i suoi genitori risero.

"Tu sei una stella luminosa, mio piccolo diamante."  disse Hanna, scompigliando i capelli di sua figlia.

"Non farlo." disse Tiff, ricomponendosi i capelli, e mettendo il muso. Hanna ridacchiò. "Non è divertente, mamma."

"Oh sì, non lo è, totalmente. È orribile." disse Hanna.

"Zitta, mamma." rispose Tiff.

"Lei lo sa già?" chiese Toby, bevendo la sua tazza di caffè. Hanna, Spencer, Toby e Caleb erano nell'appartamento di Hanna a bere caffè.

"No. Non ancora." disse Hanna. "Forse tra più o meno due settimane."

"Due settimane? Non è un po', diciamo, veloce?" disse Caleb.

"No, e zitto." disse Hanna.

La porta di Tiff si aprì, e lei ne venne fuori, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.

"Tesoro mio, perché sei sveglia?" chiese Hanna.

"Perché è mattina, mamma. Ho scuola, mamma. Perché non mi hai svegliata?" chiese Tiff.

Hanna si lasciò andare ad una risata. "Tesoro mio, ti ho messa a letto un'ora fa. È venerdì."

"È lunedì mattina, non è così, zia Spencie?"

"No, Tiff, è ancora venerdì." disse Spencer, sorridendo.

"Oh, d'accordo." disse Tiff, e quindi rientrò nella sua cameretta, chiudendo la porta.

"Vado a metterla a letto di nuovo. Questo è stato tremendamente adorabile." disse Hanna, raggiungendo la cameretta di Tiff. Si inginocchiò accanto a Tiff, e le scostò i capelli. "Stai bene, patatina?"

"Pensavo fosse lunedì mattina." disse Tiff, con le lenzuola al di là delle spalle, che le coprivano la bocca, rendendole la parlata ovattata.

"Perché lo pensavi? Sei andata da Bella solo qualche ora fa."

"Non lo so, mamma."

"Hai fatto un brutto sogno?"

"No, mamma, non stavo neanche facendo un sogno, e poi mi sono svegliata, ed era lunedì mattina, e mi chiedevo perché non mi avevi svegliata per la scuola, allora sono uscita fuori, e adesso, eccomi qua."

"Pensi che puoi metterti a dormire per mamma?"

"Sì, mamma, ti voglio bene." disse Tiff.

"Ti voglio bene anch'io, okay." rispose Hanna, baciando la fronte di sua figlia. "Notte notte. Non lasciare che gli scarafaggi del letto ti mordano." disse sulla porta.

"Non lo farò, mamma." rispose Tiff.

"Bene. Ti voglio bene."

E, normalmente, Tiff avrebbe risposto, ma era già crollata.

"È stato così fottutamente adorabile, oh santo cielo." disse Spencer, sorridendo. "È stato così tenero."

"Camera da letto." mormorò Hanna a Caleb, alle dieci di sera.

"Sicura?" le sussurrò Caleb all'orecchio.

Hanna annuì. "Molto." sussurrò di risposta. "Tiff dorme profondamente, ed io ho bisogno di te, proprio adesso."

Caleb sorrise e sollevò Hanna, facendola ridacchiare. "Ti amo." disse Caleb, prima di premere le labbra sul suo collo, e camminare fino alla camera da letto con Hanna tra le braccia.

Hanna ridacchiò tra sé e sé, sorridendo. Dio, non sarebbe potuta essere più felice.

"Di cosa stai ridacchiando?" espirò Caleb.

"Del semplice fatto che tre settimane fa stavo piangendo per te, ed ora sono nel letto con te." rispose Hanna.

Caleb sorrise. "Hai pianto per me?"

"Solo una volta." disse Hanna, facendo l'occhiolino. "O due."

Caleb scosse la testa, e avvicinò a sé la ragazza per la vita, spingendola contro di lui. Lei appoggiò la testa sul suo petto, e lui allacciò le braccia attorno a lei. La ragazza gli baciò il petto. "Ti amo tanto." le sussurrò lui all'orecchio, e poi le diede un delicato bacio sulla tempia.

Naturalmente, lei avrebbe risposto, ma era crollata.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


CP24

CAPITOLO 24

Hanna corse in bagno la mattina, sentendo di dover rimettere. Agrappandosi alla tazza del water, con la testa bassa, vomitò. Caleb, alzatosi per il rumore, entrò nel bagno, e vide Hanna vomitare. Le raccolse i capelli all'indietro e premette le labbra sul suo collo.

Quando la ragazza ebbe finito, appoggiò la testa sulla porcellana bianca, riprendendo fiato. "Stai bene?" sussurrò Caleb, aiutando Hanna ad alzarsi.

"Sì, forse ho l'influenza. Ho sentito che sta girando." disse Hanna, afferrando il suo spazzolino e del dentifricio. "Puoi vedere se ho svegliato Tiff? È presto e non voglio che sia stanca."

Caleb annuì, e premette le labbra sulla sua fronte prima di lasciare il bagno. Aprì la porta della camera di sua figlia, e la vide seduta sul letto. La raggiunse, e si inginocchiò vicino a lei. "Buongiorno, principessa." disse Caleb, e Tiff sorrise. "Perché sei sveglia così presto?"

"Ho sentito un botto, e poi dei rumori forti." disse Tiff. "E sono sveglia."

"Pensi di poterti rimettere a letto per me?"

Tiff annuì, appoggiando la testa sul cuscino. "Mamma sta bene?"

"Starà bene, è solo malata, ma starà bene."

"Oh, si sente a posto?"

"Lei ha detto di sì, ma io posso dire quando sta dicendo una bugia, però starà bene."

"Posso farle una cartolina di pronta guarigione?"

Caleb ridacchiò. "Puoi, però, in questo momento, io e la mamma vogliamo che tu torni a dormire."

Tiff sospirò. "Okay." La bambina chiuse gli occhi, e Caleb le baciò la fronte.

"Notte, tesoro mio." disse Caleb sulla porta.

"Notte, papà." mormorò Tiff, e Caleb sorrise, e lasciò la stanza. Hanna era sotto le coperte, con una bacinella ai piedi del letto. Caleb si inginocchiò accanto a lei, e premette le labbra sulla sua fronte.

"Perché stai sorridendo?" chiese Hanna, con voce leggermente rauca.

"Tiff si è appena lasciata andare e mi ha chiamato papà." disse Caleb, continuando a sorridere.

Hanna sorrise. "È una bella cosa. È davvero una bella cosa."

"Ti senti bene?" chiese Caleb, sentendole la fronte con la mano.

"Uh, mi sento uno schifo."

"Vuoi qualcosa?"

"Te. Ti prego, infilati nel letto. Ti prego."

Caleb sorrise, e si infilò nel letto. "Mettiti a dormire, okay?"

"Più tardi diremo a Tiff che sei suo padre."

"Sei sicura?"

"Se si è lasciata andare, sono sicura." disse Hanna, e si voltò così da avere di fronte il petto di Caleb. Lui allacciò le braccia attorno a lei, e lei respirò nel suo petto.

"Senti freddo?"

Hanna annuì.

"Vuoi che ti prenda una coperta?"

"No, tu sei caldo. Abbracciami e basta, e sarò a posto. Okay?"

Il ragazzo sorrise, e baciò la tempia di Hanna. "Okay."

"Ti senti bene?" chiese Caleb, con la mano sulla fronte di lei, controllandole la temperatura. Erano le nove e mezza, e la giovane coppia era ora sveglia perché Hanna aveva appena vomitato nella bacinella. Caleb si era alzato, era andato nel bagno con la bacinella, ne aveva svuotato il contenuto, lavato la bacinella, ed era tornato nella stanza, dando ad Hanna la bacinella e distendendosi nuovamente sul letto.

"No, uno schifo, ancora." rispose Hanna, con voce rotta.

Tiff entrò nella stanza e si infilò nel letto. "Ti senti bene?"

"Sono a posto, patatina." rispose Hanna. "Caleb ed io abbiamo qualcosa da dirti."

"Sì." replicò Caleb, tremante.

"Cos'è?" chiese Tiff, spostandosi sul letto, così da essere in mezzo a Caleb ed Hanna, sotto le coperte, e con la testa sui cuscini. Hanna sorrise a Caleb prima di continuare.

"Come ti sentiresti se Caleb fosse il tuo papà?" chiese Hanna.

Tiffany nascose il suo sorriso con la mano, ed annuì. "Il mio vero papà?" chiese la bambina, guardando Hanna con degli occhioni speranzosi.

"Il tuo vero papà." disse Hanna. "Come ti sentiresti a riguardo?"

"Bene." disse Tiff, mordendosi un labbro. "Ma deve comprarmi un'altra Barbie."

Hanna e Caleb ridacchiarono. "Ci sto." disse Caleb.

"E un nuovo vestito da principessa."

"Ci sto."

"Davvero?" chiese Tiff, guardando Caleb con dei grandi occhioni marroni da cucciola.

"Davvero. Qualsiasi cosa per la mia principessa." disse Caleb, e dunque iniziò a farle il solletico, facendola ridacchiare.

"Smettila!" strillò Tiff, urlando e ridendo allo stesso tempo.

"Okay." disse Caleb, e smise di farle il solletico, e mise Tiff sul suo addome, da dove la bambina guardò Hanna che stava ora dormendo come un sasso.

"Mamma è okay? Non si sente tanto bene?" chiese Tiff.

"Quello che faremo è lasciare dormire mamma, e quando si sveglia, io le do qualche medicina, e tu puoi guardare la TV e farle una cartolina di pronta guarigione. Che ne dici?"

Tiffany annuì. "Va bene."

"Adesso lasciamo dormire mamma." disse Caleb, e Tiffany lasciò la stanza mentre lui si assicurò che Hanna - che era unicamente in una maglietta - fosse al caldo. Le mise i pantaloni del suo pigiama, la infilò nel letto e le diede qualche altra coperta.

"Cosa stai disegnando?" chiese Caleb, inginocchiato vicino a Tiff.

"Una cartolina di pronta guarigione per mamma." disse Tiff. "Possiamo fare dei biscotti per mamma?"

"Sì, possiamo, dopo che hai finito la cartolina."

Tiff annuì, e continuò a fare la cartolina finché, dieci minuti dopo, dichiarò di aver finito. "Ho fatto."

"È strepitosa." si complimentò Caleb. "Mamma la adorerà."

Tiff gli sorrise. "Lo so. Adesso facciamo i biscotti." La bambina di quattro anni si distolse dalla sua posizione e raggiunse la cucina, avendo già gli ingredienti fuori.

Le successive due ore furono piene di risate, pasticci e un sacco di abbuffate di pasta di biscotti.

Poche ore dopo, Hanna mugolò, svegliandosi. "Caleb." chiamò, e lui entrò nella camera di Hanna, inginocchiandosi accanto al suo letto.

"Ti senti bene?" chiese Caleb. "Vuoi che ti prenda qualche medicina?"

"Per favore. Sfortunatamente, io ne sono a corto, ma Spencer e Toby probabilmente ce l'hanno. Ho usato l'ultima per Tiff."

"Sai, lei ha insistito per farti dei biscotti."

"Ha fatto un pasticcio, non è così?"

Caleb ridacchiò. "Uno grande. La farina era ovunque, e adesso lei è nella vasca dopo essersi praticamente fatta un biscotto lei stessa."

Hanna rise. "Beh, sono sicura che adorerò i biscotti. Eri un cuoco grandioso."

"Hey, lo sono ancora."

Hanna ridacchiò. "Puoi per favore prendere la medicina?"

Lui le baciò la fronte. "Sì, torno tra un secondo." disse Caleb, e diede un altro bacio sulla fronte di Hanna prima di lasciare la stanza. Disse a Tiff che si sarebbe assentato per pochi minuti, e quindi entrò nell'appartamento di Toby e Spencer.

"Hey, e tu che cosa vuoi?" chiese Spencer.

"Vedo che sei sommersa dal lavoro." ribatté Caleb.

Lei rise sarcasticamente. "Sì, adesso cosa vuoi? Smettila di distrarmi."

"Non ti sto distraendo."

"Dimmi solo cosa vuoi."

"Medicine. Hanna forse ha l'influenza, ed è a corto di medicine, e ha detto che voi ne avreste avuta qualcuna."

"Sei fortunato, ce l'abbiamo. Sono nell'armadietto nel bagno."

"Grazie, e... Dov'è Toby?"

"Doveva sgobbare in ufficio." disse Spencer. "Prendi le medicine e basta, e vattene, sto rallentando."

"Sei più tesa rispetto al liceo." disse Caleb dal bagno, ed afferrò qualche medicina.

"Zitto, ragazzo affidatario." rispose Spencer, e Caleb scosse la testa, ridendo.

"Grazie delle medicine." disse Caleb.

"È a posto. Ciao, oh, e dì ad Hanna che spero si senta meglio."

"Lo farò." disse lui prima di lasciare l'appartamento, ed entrò in quello di Hanna, e quindi raggiunse la camera di Hanna dove lei stava dormendo. Il ragazzo ridacchiò tra sé e sé, e la strattonò dolcemente per svegliarla.

"Cosa?" mormorò Hanna, ancora mezza addormentata.

"Ti ho portato la tua medicina." le sussurrò Caleb, e quindi la versò fuori dal flacone, in un cucchiaio, e lo portò di fronte a lei. "Prendila." Lei prese il cucchiaio, ed altri due. "Puoi averne altri tre cucchiai in cinque ore. Riposati un po', okay?"

"Okay." disse Hanna, e Caleb le baciò la fronte.

"Spencer vuole che ti dica che spera che tu ti senta meglio, ed anche Tiff probabilmente vuole che tu ti senta meglio." sussurrò Caleb, ed Hanna mugolò, e lui le baciò la fronte prima di lasciare la camera. Il ragazzò entrò in bagno, e si accovacciò accanto alla vasca.

"Come va?" chiese Caleb a Tiff.

"Bene. A Vanessa piace l'acqua, e lei ed Ariel sono amiche." rispose Tiff.

"È una bella cosa. Devi lavarti i capelli stasera?"

Tiff scosse la testa. "No, quello è domani. Posso avere un biscotto?"

"Beh, quello è il motivo per cui sei nella vasca."

"Avrei semplicemente potuto leccare via la pasta di biscotto da me stessa."

Caleb rise. "Sono sicuro che avresti potuto, ma noi non vogliamo che tu ti ammala allo stesso modo."

Tiff sospirò. "Però posso avere un biscotto?"

"Pensavo fossero per mamma."

"Sono sicura che un biscotto non importi."

Caleb ridacchiò. "Suppongo che tu possa." Il ragazzo uscì dal bagno, ed afferrò due dei tanti biscotti, ed iniziò a mangiarne uno mentre ne diede uno a Tiff.

Tiff fissò il biscotto che stava mangiando Caleb. "Pensavo fossero per mamma."

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


CP25

CAPITOLO 25

Hanna venne fuori dalla camera da letto, indossando la felpa di Caleb.

"Mamma." disse Tiff, e si alzò dal divano, dove era seduta accanto a Caleb. "Come ti senti?"

"Sto un po' meglio." disse Hanna, passando la mano tra i capelli tra i capelli di Tiff. "Cosa avete fatto voi due oggi?"

"Ti ho fatto dei biscotti, ed una cartolina di pronta guarigione, e poi ho dovuto farmi un bagno perché ero un pasticcio, e abbiamo appena cenato, e papà stava per lasciarmi andare a letto mezz'ora più tardi del solito." disse Tiff, e riprese la sua seduta precedente. Hanna fece piccoli passi fino al divano e si sedette accanto a Caleb. Caleb mise il suo braccio attorno a lei, e lei si rannicchiò contro di lui, incastrando la testa nell'incavo del collo del ragazzo.

"Sono sicura che i biscotti sono molto buoni." disse Hanna. "Cosa avete mangiato per cena?"

"Pizza." rispose Tiff.

"E cosa hai messo sulla tua pizza, piccoletta?"

"Ci ho messo, uhm, formaggio, e uhm, peperoni, e uhm, bacon, e uhm, cipolla, ma niente party rings."

"Cipolla?"

"Tiff voleva provare qualcosa di nuovo." disse Caleb.

"Come l'hai trovata?" disse Hanna.

Tiff la guardò confusa. "L'ho trovata sulla mia pizza."

Hanna sorrise a sua figlia. "Ti è piaciuta?" Tiff annuì, sorridendo. "Era molto buona."

"Ci scommetto che lo fosse. E papà stava per lasciarti andare a letto mezz'ora più tardi, eh?" disse Hanna, guardando perlopiù Caleb.

"Sì, volevamo vedere se ti saresti svegliata, ma quando sarebbero arrivate le otto, l'avrei messa a letto." disse Caleb, e Tiff sgattaiolò dal divano, correndo dalle parti della cucina ed afferrando la cartolina che aveva fatto per Hanna.

"Ho fatto questa per te, mamma." disse Tiff, spostandosi per sedersi vicino ad Hanna. Hanna prese la cartolina da Tiff, e la guardò e lesse il messaggio al suo interno.

"Beh, sono sicura che starò meglio, adesso." disse Hanna. "Grazie della cartolina. È molto bella."

"Lo so, l'ho fatta io." disse Tiff, e poi sbadigliò.

"Penso che forse dovremmo metterti a letto." disse Caleb.

Tiff scosse la testa con decisione. "No, mamma si è appena svegliata."

"E sarò sveglia domani. E se papà ti leggesse una storia prima di andare a dormire?" chiese Hanna.

"Posso scegliere io quale?" domandò Tiff.

"Sì che puoi." disse Caleb. "Ora mettiamoti a letto."

"Sì è lavata i denti?" chiese Hanna a Caleb.

"Certamente che li ho lavati. Voglio che il mio principe arrivi, un giorno." disse Tiff, ed Hanna ridacchiò, facendo segno a Caleb che gli avrebbe spiegato più tardi.

Tiff saltò nel suo letto, e si tirò le coperte sul corpo. Caleb si inginocchiò accanto al suo letto, e le sorrise. "Quale favola vuoi che legga?"

"È crollata?" chiese Hanna, assonnata.

"Sì, è crollata." disse Caleb, e quindi si inginocchiò accanto ad Hanna, che era distesa sul divano, lottando per tenere gli occhi aperti. "Perché non vai a letto? Dormire ti farà sentire meglio."

"Portami tu."

Caleb sollevò Hanna dal divano, e camminò lentamente fino alla camera da letto così che ad Hanna non girasse la testa e si sentisse anche peggio. Il ragazzo la distese nel letto, e le mise su la coperta. Le diede un bacio sulla fronte, e si accorse che scottava ancora.

"Vuoi dell'altra medicina?" chiese Caleb in un sussurro.

Hanna annuì assonnata. "Tu fai il lavoro, e poi ti metti nel letto con me."

Caleb ridacchiò, ed imboccò la medicina ad Hanna.

"Grazie." mormorò Hanna, chiudendo gli occhi dopo la lotta per tenerli aperti.

Caleb le baciò la tempia, passandole una mano tra i capelli biondi. "Vado a farmi una doccia, va bene?"

"No, non va bene. Mettiti nel mio letto, odori di buono. Odori di Caleb." bofonchiò Hanna, e Caleb ridacchiò piano. Si alzò e si tolse la maglietta, poi i pantaloni, e i boxer. Afferrò i pantaloni del suo pigiama e quindi se li mise addosso. Raggiunse il bagno, si lavò i denti e si stiracchiò. Fece per aprire il rubinetto del lavandino, e si buttò dell'acqua in faccia.

Caleb si asciugò la faccia con un asciugamano, e dunque rientrò in camera di Hanna. Inoltre chiuse la porta, e mise la bacinella vicino alla ragazza nel caso in cui avrebbe avvertito un'ondata di nausea durante la notte. Caleb raggiunse l'altro lato del letto, e ci si mise dentro. Il ragazzo portò un braccio attorno allo stomaco di Hanna, distrattamente.

Tiff uscì di corsa dalla sua stanza e raggiunse la camera di Hanna, e si arrampicò sul letto, svegliando Caleb.

"Tiff, cosa c'è che non va?" mormorò Caleb, baciandole la fronte, mentre lei saliva sul suo addome.

"Ho fatto un brutto sogno." disse Tiff, con le labbra incurvate verso il basso, in un broncio. "Non farmi mangiare dai mostri, papà."

"Non lascerò che ti mangino. Dovranno prima mangiare me." disse Caleb, e Tiffany ridacchiò.

"Posso dormire con te e mamma stanotte?" sussurrò Tiff.

"Certamente."

"Bene." disse Tiff, e quindi si tolse da Caleb e si distese in mezzo ai due. "Notte, papà." mormorò Tiff, e subito si addormentò.

"Notte, principessa." sussurrò Caleb, portando un braccio attorno a Tiff ed Hanna.

Portando un braccio attorno alle sue ragazze.

Hanna mugolò, svegliandosi. Aprì gli occhi, e vide Tiff nel letto, con il braccio di Caleb attorno ad entrambe loro. Hanna sorrise.

"Sei sveglia?" sussurrò Caleb, facendo sobbalzare leggermente Hanna.

"Sì." mormorò Hanna, voltandosi per avere di fronte a sé Caleb, e mugolò mentre lo fece. "Perché lei è qui?"

"Ha fatto un brutto sogno. È entrata qui di corsa, e poi ha detto 'Non farmi mangiare dai mostri', ed ora sta dormendo qui." sussurrò Caleb di risposta ad Hanna.

"Okay. È a posto."

"Ti senti meglio?"

Hanna fece spallucce. "Non lo so. Penso di sentirmi un po' meglio."

Caleb protese un braccio, ed appoggiò il retro della sua mano sulla fronte di Hanna. "Sei davvero calda, amore."

"Beh, questo spiega perché ho alquanto freddo." mormorò Hanna. "Ma ho davvero voglia di un biscotto."

Caleb ridacchiò. "Tiriamoti fuori dal letto." Caleb scese dal letto, raggiunse il lato di Hanna, e la afferrò per le braccia, facendola alzare dal letto.

"Grazie." disse Hanna, accucciandosi nell'abbraccio di Caleb nel frattempo in cui i due entrarono in cucina. La ragazza raggiunse uno dei due sgabelli che aveva in cucina. "Dove sono i biscotti?"

"Nella teglia." disse Caleb. "Vuoi un po' di caffè?"

"Uh, no." disse Hanna, facendo una faccia disgustata al solo pensiero del caffè.

La porta della camera di Hanna si aprì, e Tiff ne uscì di corsa. "Papà, non farmi mangiare dai mostri." urlò Tiff, correndo via dalla camera.

Caleb ridacchiò, e la afferrò per la vita, sollevandola, e mettendosela in braccio. "Te l'ho detto la scorsa notte." disse il ragazzo. "Non lascerò che i mostri ti mangino."

Tiff si accucciò nel suo petto. "Bene." La bambina vide Hanna fare un morso dei biscotto che lei e Caleb avevano fatto proprio il giorno prima. "A mamma piacciono i biscotti?" chiese Tiff, guardando in alto verso Caleb.

"Penso di sì. Dovresti chiedere." disse Caleb.

"Mamma, ti piacciono i biscotti?" chiese Tiff, ed Hanna annuì, finendo il biscotto.

Hanna le sorrise. "Sì che mi piacciono i biscotti. Sono molto buoni. Sono i miei preferiti."

"Lo so. Al cioccolato. Sono anche i miei preferiti."

Hanna annuì. "Lo so che lo sono. Ne vuoi uno? Sono sicura che sono un'ottima cura per gli incubi."

Tiff annuì, ed Hanna le diede la teglia piena fino all'orlo di biscotti. Tiff allungò la mano fino alla teglia dei biscotti al cioccolato. La sua mano ci si immerse, e tirò fuori uno dei biscotti più grandi che ci fossero.

"Sono buoni." disse Tiff, ed iniziò a mangiarlo.

"Certamente. Li hai fatti tu." disse Hanna. "Hai fatto un pasticcio?"

Tiff ridacchiò. "Uno grande. La farina era ovunque. Papà ha dovuto ripulire mentre io ero nella vasca da bagno."

"Sono sicura che lo fosse. Hai mangiato la pasta di biscotto?"

Tiff fece spallucce, increspando le labbra. "Non lo so."

"Davvero?"

Tiff scoppiò in un sorriso, ed iniziò a ridacchiare. "Sì, l'ho fatto."

"Ne hai mangiata un sacco, non è vero?"

Tiff annuì. "I biscotti al cioccolato erano davvero buoni. E sembra che non puoi mettere il gelato al biscotto nel forno. È stupido."

Hanna e Caleb ridacchiarono. "È gelato. Si squaglierebbe."

"Dovrebbero fare un gelato insquagliabile, che si squaglia solo nella tua bocca." disse Tiff.

"Sarebbe molto buono, ma se fosse duro, dovresti affondare il tuo cucchiaio con forza." disse Caleb.

Tiff mugolò, reclinando la testa all'indietro. "Beh, ci sarebbe un cucchiaio che farebbe tutto il lavoro per te."

"Ti imboccherebbe il gelato?" chiese Hanna.

La bocca di Tiff si aprì e i suoi occhi si spalancarono. "Sì!" gridò.

"Penso che abbiamo una piccola scienziata nelle nostre mani." disse Caleb.

"Cos'è una scienziata?" chiese Tiff, confusa.

"Uno scienziato è una persona che fa delle cose, e fa esplodere delle cose." disse Caleb. "E fa esperimenti."

"Che vuol dire esperimento?"

"È fare una scoperta o qualcosa del genere."

"Quindi io starei sperimentando se provassi un gelato diverso?" fece Tiff.

Caleb annuì. "Sì, più o meno."

"Diventerò una scienziata." decise Tiff.

"Pensavo che volessi fare la veterinaria." disse Hanna.

"Gelato batte animale, mamma." disse lei. "Ma non dire agli animali che l'ho detto."

"Non oserei."

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


CP26

CAPITOLO 26

"Uh, non penso di stare abbastanza bene." sussurrò Hanna quando si svegliò lunedì mattina.

"Posso portare io Tiff a scuola." disse Caleb.

"Devo prepararle il pranzo." disse Hanna, sedendosi, ma Caleb la respinse giù. "Caleb, devo prepararle il pranzo al sacco."

"Posso farlo io. Dimmi cosa mangia, e glielo preparerò. La porterò a scuola, e poi tornerò qui. E poi, quando bisognerà andare a riprendere Tiff, la andrò a riprendere io, e poi la riporto a casa. Che ne dici?"

"Sembra che vada bene. Lei mette il prosciutto nel suo panino, e non le piace il pane, perciò mettiglielo in una baguette." disse Hanna. "E poi metti qualche patatina, e due biscotti. Non prepararle lo zainetto, perché quello piace farlo a lei. Svegliala una volta che le hai fatto il pranzo, e poi vestila, però non con un vestito da principessa, ma con qualcosa di simile. E devi andare a lavoro?"

"Posso farlo, e non devo andare a lavoro oggi, quindi posso prendermi cura di te." disse Caleb. "Adesso torna a dormire." disse lui, premendo le labbra sulle sue per un bacio veloce. Le fece un sorrisetto prima di entrare in cucina, ed iniziò a preparare il pranzo di Tiff. Finì di farle il pranzo cinque minuti dopo. Entrò nel bagno, e si fece una doccia veloce. Allacciato un asciugamano attorno alla vita, il ragazzo entrò nella stanza di Hanna, ed iniziò a vestirsi in qualcosa di casual.

"Mi ci potrei abituare." farfugliò Hanna, sorridendo leggermente.

Caleb ridacchiò, e raggiunse Hanna, e si inginocchiò vicino al suo letto. "Mettiti a dormire." sussurrò Caleb, e baciò la fronte della ragazza.

"Avrei potuto, ma poi tu sei entrato con un asciugamano, non vale, Caleb." farfugliò Hanna, e Caleb le baciò di nuovo la fronte.

Caleb raggiunse la camera di sua figlia, e la strattonò dolcemente per svegliarla, finché gli occhi di Tiffany si aprirono piano. "Buongiorno, principessa."

"Giorno, papà." sussurrò Tiff, stirando le braccia verso l'alto. "Dov'è mamma?"

"Non si sente ancora bene, perciò tu mi dovrai insegnare cosa fai di lunedì, mentre ci vestiamo." disse Caleb.

"Posso mettermi un vestito da principessa?" chiese Tiff, sorridendo innocentemente.

Caleb ridacchiò. "Bel tentativo, principessa." Tiff piegò il suo labbro inferiore mentre sorrise. "Ma mamma ha detto che puoi metterti un vestito come quello."

"Un vestito rosa con le scarpette." disse Tiff, e la bambina parlò di cosa avrebbe fatto durante il giorno, mentre Caleb la aiutava a vestirsi. "E poi io dico ciao ciao a Bella, e tu vieni a riprendermi."

"Sembra una giornata impegnativa." disse Caleb, mentre diede a Tiff una ciotola dei suoi cereali che aveva scelto di mangiare quella mattina. "E cosa hai intenzione di fare quando torniamo qui?"

"Saluterò mamma." disse Tiff, una volta che ebbe inghiottito una cucchiaiata.

"Ciao, papà." disse Tiff, allacciando le braccia attorno al collo del ragazzo prima di correre all'interno dell'edificio. "Hey, Bella." disse, dandole un abbraccio che Bella ricambiò.

"Hey, Tiff." disse Bella, e quindi si avvicinò all'orecchio di Tiff. "C'è un bimbo nuovo."

Tiff ridacchiò, e chiuse le sue mani attorno all'orecchio di Bella. "Come si chiama?"

"John."

"Dovremmo dire 'ciao'?"

Bella fece spallucce.

"Così, tu sei il padre di Tiff?" chiese Dani, andando vicino a Caleb, che annuì. "Io sono Dani. La madre della migliore amica di Tiffany, ed un'amica di Hanna."

"Ah." disse Caleb, annuendo.

"Allora, come ti chiami? Voglio dire, devo conoscere il padre della migliore amica di mia figlia."

"Caleb Rivers."

Dani gli sorrise. "Beh, come sta andando? So cos'è successo, perciò potresti anche dirmi come ti senti a riguardo."

"Sta andando bene, Tiff è grandiosa, è adorabile."

"Uh, lo so. Allora, dov'è Hanna? Di solito è puntuale, sempre qui."

"È malata, ha l'influenza."

"Wow, primo giorno di pausa in quattro anni." disse Dani. "Pensavo che non avrebbe mai interrotto quella striscia."

Caleb alzò le sopracciglia.

"Anche se Hanna aveva un'emicrania, era sempre puntuale, non avrei mai pensato che avrebbe smesso." disse Dani, ridacchiando. "Ad ogni modo, devo andare a lavoro, è stato grandioso conoscerti, ma probabilmente ti vedrò comunque all'ora in cui dovremo venire a riprendere le bambine."

Caleb sorrise.

"Hey, sei sveglia." disse Caleb, nel mentre in cui lui entrò nell'appartamento, e lei uscì dal bagno. "Ti senti bene?"

"Ho appena vomitato." disse Hanna, stiracchiandosi. "Ma sono un figurino." disse sarcasticamente, mentre rientrò nella sua camera, e si accasciò sul letto. Caleb si calciò via le scarpe, ed entrò nella camera. Coprì la ragazza con le coperte.

"Ma ti senti bene? Non hai risposto alla mia domanda."

Hanna espirò. "Un po' di merda. Com'è andata a te?"

"Mi è andata abbastanza bene, ho conosciuto Dani."

"La adoro, è un tesoro."

"Sembra brava."

"Lo è."

"Tarzan è meglio di Cenerentola." disse John a Tiffany e Bella.

"No-oh!" disse Tiff. "Tarzan si lancia solo sulle liane, e si batte sul petto, e urla. Così." Tiff si fermò, chiuse i suoi pugni, e si batté sul petto mentre urlava. "Ma Cenerentola balla con un principe."

"E Cenerentola ha una fata madrina, che trasforma una zucca in una carrozza." disse Bella.

"È abbastanza forte, però dai, lui vive nella giungla, e si lancia con le liane, ed è amico di tutti gli animali, come le scimmie." disse John. "E Cenerentola era una schiava."

"Anche Mowgli." disse Tiff, riferendosi al ragazzino del Libro Della Giungla. "E lui è amico di un orso che si chiama Baloo."

"E loro cantano Lo Stretto Indispensabile." disse Bella.

"Ma che ne dite di Simba? Lui cantava Hakuna Matata. E c'è Mufasa che è il re leone." aggiunse John.

"Papà!" gridò Tiff, e quindi corse da Caleb, e lui la sollevò, mettendosela in braccio.

"Hey, principessa, cosa hai fatto oggi? È stata una giornata impegnativa come hai detto che sarebbe stata?" chiese Caleb.

Tiff scosse la testa, sorridendo.

"Allora cosa hai fatto?"

"È stata ancora più impegnativa di quanto avevo pensato." disse Tiff.

"Cos'è successo?" chiese Caleb.

"C'è questo nuovo bimbo, e lui si chiama John, ed io e Bella siamo state con lui per il giorno intero, facendo quello che avremmo fatto, ma con una terza persona."

"Wow, ti sei divertita?"

Tiff annuì, sorridendo. Si liberò della stretta del padre, e poi raggiunse Bella che stava parlando con John.

"Interessante, non abbracciano mai i nuovi bambini una volta cresciute." disse Dani, raggiungendo Caleb, e restando accanto a lui.

"Già, tutti i clichés, non si vuole incontrare nuova gente." disse Caleb.

"Probabilmente hanno avuto una discussione riguardo la Disney o qualcosa." disse Dani, ed i due ridacchiarono piano.

"Siete i genitori di Bella e Tiff o qualcos'altro?" chiese una donna, avvicinandosi ai due.

"Ah, io sono la madre di Bella, Dani. Suppongo tu sia la madre di John, allora?" disse Dani.

"Sì, io sono Lea, ci siamo appena trasferiti qui." disse Lea.

"Io sono Caleb, il padre di Tiff. È un piacere conoscerti."

"Lo stesso vale per me." disse Lea. "Sembra che Bella e Tiff stessero parlando di Cenerentola, e John si è intromesso dicendo di come Tarzan fosse meglio."

I tre adulti ridacchiarono insieme. "Sempre Disney." disse Dani. "È così che si sono conosciute Tiff e Bella. Bella stava disegnando Cenerentola, e Tiff stava disegnando Cenerentola."

Caleb e Lea ridacchiarono.

"Avanti, Tiff." disse Caleb.

"Papà, un secondo, okay?" disse Tiff, nemmeno girandosi per guardarlo.

"Pensavo che volessi salutare mamma!"

Tiff sospirò. "Hai ragione."

"Avanti." disse Caleb. "Potrai vedere i tuoi amici per il resto della settimana. Che ne dici?"

"Okay."

"Sei sveglia." disse Tiff, correndo da Hanna che si mise la bambina in braccio.

"Com'è stata scuola?"

"Ho fatto un nuovo amico, si chiama John, e io, Bella e John abbiamo parlato della Disney per tutto il giorno."

"Wow, è stato divertente?" chiese Hanna.

"Sì, lui è forte." disse Tiff.

"Bene."

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


CP27

CAPITOLO 27

Era passata una settimana da quando Tiff si era fatta il suo nuovo amico, e c'erano state molte altre conversazioni sulla Disney. Hanna si sentiva meglio, e lei e Caleb stavano discutendo sul fatto che lui potesse trasferirsi. L'appartamento del ragazzo era di sua madre, e così l'arredamento. Avrebbe potuto facilmente restituire l'appartamento a Claudia o avrebbe potuto venderlo.

"Lasciami pagare tutte le spese." disse Caleb ad Hanna, una volta che Tiff fu andata a letto.

"No." disse Hanna.

"Perché no?"

Hanna restò zitta per un momento, cercando di trovare una ragione per dirgli perché non avrebbe potuto pagare le spese. "Perché non voglio che tu lo faccia."

"Perché? Al liceo adoravi che io spendessi soldi per te."

"Quello era al liceo, ed era prima che avessi Tiff." disse Hanna, spostando la sua posizione sul divano, così che la sua testa era distesa sulle gambe di Caleb. Lui iniziò ad accarezzarle i capelli, e si chinò per baciarle la testa.

"Dammi una vera ragione, Hanna. Io voglio pagarle, ti amo, e voglio pagarle per te per questo motivo."

"Caleb, non posso lasciartelo fare. Voglio dire, anch'io ti amo, ma non posso lasciarti pagare tutte le mie spese. È chiedere troppo."

"Non lo stai chiedendo, te lo sto offrendo io."

"Insomma, se vuoi farlo, non ti fermerò, ma è molto da offrire." disse Hanna, e Caleb ridacchiò piano.

"Voglio pagarle, e lo farò."

"Bene." disse Hanna, finalmente acconsentendo. "Cosa vuoi fare domani?"

"Perché non andiamo in spiaggia?" chiese Caleb, e l'indomani era un sabato.

"Ricordi che te l'ho detto?" chiese Hanna.

"Certamente che me lo ricordo." disse Caleb. "Che ne dici?"

"Sì, ma non dirlo a Tiff, le faremo una sorpresa."

Caleb sorrise. "Grandioso." Il ragazzo si fermò. "E sai, non ti vedo in bikini da anni."

"Oh mio Dio." disse Hanna, ridendo. Si sollevò per sedersi, ridendo, e baciò Caleb. "Non", bacio, "ci", bacio, "posso", bacio, "credere."

Caleb sorrise, e rise. Hanna appoggiò la testa sulla sua spalla, ed espirò. "Posso sempre indossare un bikini adesso." sussurrò.

"Allora te lo toglierei di dosso, ma penso che sarà più veloce se ci spostiamo in camera da letto, ed io ti tolgo tutto di dosso ora."

Hanna fece un sorrisetto, ed i due si spostarono in camera da letto.

Tiff corse in camera di Hanna e Caleb nel mezzo della notte, e saltò su Caleb.

Caleb mugolò, e si svegliò, lentamente, con gli occhi mezzi chiusi. "Sì, principessa?"

"Ho paura." sussurrò Tiff, accoccolandosi sul petto di Caleb. "Ho fatto un brutto sogno."

"Cosa riguardava?"

"Uno zombie stava provando a mangiarmi."

"Sai com'è fatto uno zombie?"

"Abbiamo la TV satellitare, papà."

Caleb rise, e baciò la testa della figlia. "Vuoi che vada a controllare se c'è un mostro nel tuo letto?"

Tiffany scosse la testa. "Mamma mi lascia rimanere nel lettone, posso rimanere nel lettone?"

"Certamente che puoi." disse Caleb. "Mettiamoti in mezzo a noi." fece Caleb, prima di portare Tiff nel mezzo di lui ed Hanna, ed il ragazzo mise un braccio attorno ad entrambe loro. "Buonanotte, principessa."

"Notte notte, papà." disse Tiff, accoccolandosi contro la schiena di Hanna, che era già addormentata, ma d'altronde, come biasimarla. I due si erano addormentati solo poco dopo mezzanotte, dopo quasi qualche ora di attività.

Hanna si svegliò con Tiff nel suo letto e Caleb no. La ragazza baciò la fronte della figlia prima di lasciare la sua camera, che fu lo stesso preciso momento in cui Caleb uscì dal bagno con un asciugamano legato attorno alla vita. "Buon tempismo, eh?" chiese Hanna, sorridendo.

Caleb ridacchiò. "Ottimo tempismo."

Hanna lo raggiunse, e lo baciò dolcemente. "La scorsa notte è stata divertente."

Lui fece un sorrisetto. "Lo so."

Hanna gli baciò la guancia prima di raggiungere la macchinetta del caffé così poteva farne un po' per lei e Caleb. "Perché Tiff è nel nostro letto?"

"Ah, ha fatto un brutto sogno, così l'ho lasciata dormire con noi." disse Caleb.

Hanna mugolò, passandosi una mano tra i capelli.

"Che c'è?" chiese Caleb.

"Ha avuto il problema dei mostri sotto il letto quando è passata dalla culla al letto da bambina, e non voglio davvero che venga fuori di nuovo. Ci è voluto molto tempo per farle riprendere un sonno normale, è stato un processo davvero stancante."

"Scommetto che lo sia stato."

"Toby e Spencer mi hanno aiutata qualche notte così in realtà ho potuto dormire un po' e fare del lavoro." disse Hanna; espirò. "Non vedo l'ora per la spiaggia."

"Neanch'io."

Hanna reclinò la testa all'indietro, e si scrocchiò il collo. "Ho bisogno di rilassarmi per un giorno."

Caleb ridacchiò.

"No, dove stiamo andando?" chiese Tiff, in macchina, per circa la dodicesima volta; erano solo da dieci minuti in viaggio per la spiaggia.

"Hmm, indovina." disse Hanna.

"Non lo so, e se lo dico giusto non mi direte se è giusto o sbagliato." disse Tiff. "Quindi non indovinerò, mamma."

"Avanti, sarà divertente, Tiff." disse Caleb.

"Dove stiamo andando?" si lamentò Tiff. "Non mi piace."

"Lo saprai, perché non guardi fuori dal finestrino? Ti potrà forse dare un indizio, piccolo diamante." disse Hanna.

Tiffany sbuffò, e si accoccolò il suo coniglietto vicino a sé. Si mise un dito in bocca e lo succhiò. "Non ci sono indizi!"

Hanna sorrise. "Continua a guardare, tesoro mio."

Tiffany urlò di sorpresa quando vide un cartello che diceva spiaggia. "Mamma, stiamo andando in spiaggia?"

Hanna applaudì. "Sì, ci stiamo andando. Ben fatto, tesoro."

"Yay. Posso avere un gelato quando siamo lì?"

"Penso che tu debba chiedere a papà questo."

"Papà, posso avere un gelato lì?" chiese Tiff.

"Penso che forse potrai avere due gelati quando saremo lì." disse Caleb. "E potrai giocare nel mare e fare castelli di sabbia."

Tiffany sorrise, con il dito ancora in bocca. "Sarà mooooolto divertente."

"Sì, lo sarà." disse Hanna, sorridendo verso Caleb.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


CAPITOLO 28

"Che gelato vuoi?" chiese Caleb, mentre stringeva Tiff tra le sue braccia che stava guardando i diversi gusti di gelato.

Tiffany fece spallucce. "Ce ne sono così tanti, papà."

Caleb le baciò la testa. "Prenditi il tempo che vuoi."

Tiffany sbuffò, portandosi un dito alle labbra. "C'è il gelato al biscotto?"

Caleb picchiettò sul vetro sopra il gelato al biscotto così che Tiff potesse vedere dove fosse. "Lì."

Tiff si avvicinò all'orecchio di Caleb, e mise le mani attorno di esso. "Posso avere quattro palline?"

"Hmm, penso forse tre." disse Caleb, guardandola dopo che si era allontanata.

Tiff sospirò. "Perché?" si lamentò.

"Mamma ha detto che potevi averne due, non ne puoi avere due di più. Allora non potresti avere un altro gelato."

Tiffany sospirò di sorpresa, con i suoi occhi da cerbiatta che si spalancarono. Caleb trattenne un sorriso, con gli angoli della sua bocca che si piegarono leggermente verso l'alto. "Sarebbe brutto."

"Sì che lo sarebbe." disse Caleb.

"Posso avere tre palline di gelato al biscotto, allora?"

"Sì."

Hanna decise di ignorare il fatto che Tiffany avesse tre palline invece di due, pensando che fosse solo Caleb a viziarla. Caleb era seduto, e Tiffany era seduta in mezzo a loro a mangiare il gelato dalla coppetta con un piccolo cucchiaino rosa.

"Stai bene?" chiese Caleb ad Hanna che stava leggendo un libro di Nicholas Sparks.

"Hmm?" chiese Hanna, portando la sua attenzione dal libro al suo ragazzo.

"Stai bene?"

Hanna annuì, e sorrise. "Sto alla grande." La ragazza di tirò su, facendo la pieghetta sulla pagina sulla quale si trovava, poggiando il libro di fronte a sé. "Ma tre palline?" sussurrò Hanna, alzando le sopracciglia.

Caleb fece spallucce sorridendo. "Cosa?"

"Questa è una Barbie della spiaggia di Malibu!" disse casualmente Tiff, spezzando la conversazione di Hanna e Caleb. "La Barbie della spiaggia di Malibu che mi ha regalato Aria."

"Sì, scommetto che Barbie si divertirebbe qui." disse Hanna.

Tiffany annuì, sorridendo e guardando l'oceano. "Lo farebbe."

Hanna stava camminando con Tiff che stava cercando conchiglie sulla riva della spiaggia. Caleb stava prendendo il sole sul suo asciugamano quando Rachel si presentò da lui, con le narici dilatate.

"Sei disgustoso!" disse Rachel, a denti stretti.

Caleb sospirò, si tolse gli occhiali da sole e si alzò in piedi. "Perché sono disgustoso?" espirò Caleb.

"Perché sei con lei." disse Rachel, rimarcando la parola 'lei' con il maggior disgusto che potesse mostrare.

"Rachel, mi dispiace moltissimo, mi dispiace." disse Caleb. "E non mi importa se scegli di perdonarmi oppure no. Ma è stata una mia scelta, non di Hanna. Almeno prova a perdonare Hanna per qualcosa che non ha neanche fatto."

"Lei è innamorata di te; tu sei innamorato di lei! Come posso perdonarla, quando tu dovresti amare me?"

"Guarda, pensavo che potevo superare Hanna stando con te, ma non ha funzionato, e non era giusto che continuassi a stare con te quando ero innamorato di Hanna, e mi dispiace. Ma Hanna ha la mia bambina, Rach."

"Questo è l'unico motivo?" chiese Rachel, con le narici dilatate. "Davvero?"

Caleb scosse la testa. "No, non lo è. Sono innamorato di lei, e non avrei dovuto lasciarla, perché quello è stato un grande errore."

"Tu eri fidanzato con me, Caleb. Non puoi buttarci via." Rachel si fermò, guardandolo. "Non puoi buttarmi via."

Caleb espirò, ed arricciò il naso - segno che fosse a disagio. "E non posso buttare via lei, non posso non stare con lei quando tutto quello che voglio è stare con lei."

Gli occhi di lei si fecero lucidi mentre deglutiva. "Lei ha una bambina, tu sei giovane; noi siamo giovani."

"Tiff è la mia bambina, io la amo. Le amo entrambe, e so che è forse pericoloso quanto io ami queste due ragazze perché fidati, probabilmente non è una quantità propositata, ma non lascerò Tiff o Hanna. Mai più. L'ho fatto in precedenza, e mi sono sentito uno schifo da quando ho scoperto che Hanna era rimasta incinta della mia bambina."

Rachel scosse la testa, asciugandosi una lacrima dal basso del suo occhio. "Sei cambiato."

"Come?"

Lei fece spallucce. "Non riesco ancora a crederci!"

"Credere a cosa?"

"Che tu sia tornato da lei, che tu non mi abbia detto che eravate stati insieme, che lei non me l'abbia detto, che tu non sapevi-" Rachel si fermò a metà della sua frase. "Ecco perché sei uscito dopo cena quella sera, per andare da lei, per baciarla, per dirle che la ami. Oh mio Dio."

"Non è quello che è successo! Ti ho tradita più avanti!" disse Caleb, ma si pentì immediatamente di averlo detto mentre lo disse. Chiuse gli occhi ed imprecò.

"Mi hai tradita! Con lei!" disse Rachel, furiosa. "Lei sapeva che io ero fidanzata con te, ed è andata a letto con te, e tu sei andato a letto con lei consenziente. È disgustoso!" La sua voce si era alzata ad un grido.

"Lo so," sospirò Caleb. "so che lo è," il ragazzo espirò ancora, perché sapeva fosse disgustoso ma era sembrato così giusto dormire con Hanna dopo quattro anni separati. "e tu hai tutto il diritto di odiarmi, ce l'hai. Io mi odierei se fossi in te, ma, ascolta, Hanna è Hanna ed è stata la prima persona con la quale mi sono potuto sentire in sintonia e la nostra relazione è stata complicata, è stata molto complicata. Avevo voli avanti ed indietro dalla California, e poi facevo avanti e indietro per vedere mio padre." Il ragazzo si passò le mani lungo la faccia. "Ma la amo. La amo veramente."

"Sai che pensavo di potermi fidare di te, e pensavo di potermi fidare di Hanna. Ma la persona che per me significava praticamente tutto è andata a farsi la mia migliore –"

"Guarda," disse Caleb, interrompendola. "se non avessi incontrato Hanna, e se Emily non avesse avuto un problema non ci saremmo mai conosciuti, e sono dannatamente grato che Emily non potesse telefonare a qualcuno, perché altrimenti quella ragazza che tu ripudi tanto non si sarebbe presentata alla persona più importante del tuo mondo."

Rachel strinse la mascella, con il dolore disegnato in viso; sembrava come se Caleb le avesse appena tirato un pugno, cosa che naturalmente lui non farebbe mai. A nessuna ragazza. "Beh, non lo sei più."

"Chi ha detto che volevo esserlo."

Rachel emise un suono tra uno stridio ed un grugnito e dunque si levò di torno, con la sabbia che volava nell'aria mentre i suoi piedi si schiacciavano rabbiosamente contro la sabbia. Caleb tornò a sdraiarsi sul suo asciugamano, sospirando. Almeno Tiff non aveva visto, ma c'era anche la possibilità che Rachel sarebbe potuta tornare quando Tiff ed Hanna erano lì.

"Sono stanca." disse Tiff, appoggiandosi contro Hanna.

Hanna baciò la testa di sua figlia. "Vuoi andare a casa?"

Tiff fece spallucce, lottando per tenere gli occhi aperti. "Forse."

"Mettiamo a posto, allora." disse Hanna, e lei e Caleb iniziarono a mettere le cose a posto, rubandosi sguardi a vicenda di tanto in tanto.

"Guardala." disse Caleb ad Hanna. Tiffany era appoggiata contro Hanna, con la testa sulla gamba di sua madre, dormendo tranquillamente.

Hanna sorrise, prese il suo cellulare, e fece una foto a Tiff. "Tu porti le borse ed io porto Tiff?" chiese Hanna.

Caleb annnuì, prendendo le borse. Hanna sollevò Tiff tra le sue braccia, e si alzò. Caleb sospirò, pensando che avrebbe dovuto dire di Rachel ad Hanna.

"Sei a posto?" chiese Hanna, sorridendo al suo ragazzo.

Caleb annuì, sorridendo a sua volta ad Hanna. "Uh, Rachel mi ha parlato oggi."

Hanna alzò le sopracciglia. "Ti ha chiamato o era in spiaggia?"

"Era in spiaggia, e mi è venuta vicino, ed ha solo sparato a zero su di te, sul perché l'ho lasciata e ha detto che dovrei tornare con lei perché tu hai una bambina e siamo giovani."

"Tu cos'hai detto?" Hanna disse, non guardandolo.

"Che non vi lascerei, perché amo voi due e sono dannatamente grato che Emily non poteva chiamare Maya. So che stai pensando che ho detto qualcosa di brutto, ma non l'ho fatto."

"No, sto pensando che hai detto qualcosa di insolente."

Caleb fece un sorrisetto. "Hai estremamente ragione."

"Come al solito."

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


CAPITOLO 29

"Davvero?" Aria chiese ad Hanna mangiando qualche Dorito dal pacchetto. "È passato qualcosa come un mese, e durante tutte le nostre telefonate non hai mai pensato di menzionare che Tiff chiami Caleb il suo papà?" Caleb, Ezra e Toby stavano parlando di una partita di football e di come fosse incredibile che l'arbitro abbia davvero fatto qualcosa.

Hanna fece spallucce. "Presumo mi sia solo passato di mente."

"Penso che voglia solo che noi vediamo quanto lui sia bravo con lei prima di giudicare." disse Emily.

La ragazza fece ancora spallucce, sorridendo. "Non lo so."

"È piuttosto bravo con lei." disse Spencer. "Nessuna scenata con Rachel della quale vuoi parlare?"

"L'hai fatto di proposito." disse Hanna. Dopo la giornata in spiaggia, Spencer ed Hanna si erano prese un caffè nell'appartamento di Spencer e Toby, ed Hanna si era sfogata riguardo Rachel e quello che era successo prima quel giorno.

"Ooh, quale scenata?" chiese Aria. "Voglio sapere." Hanna raccontò ad Aria ed Emily cos'era successo in spiaggia con Caleb e Rachel e cosa Caleb aveva detto ad Hanna. Aria lanciò un'occhiata a Caleb per un secondo e poi prese un Dorito.

"È strano." disse Emily, finalmente.

"Cosa?" disse Spencer, con Dorito mezzo mangiato nella mano. "Quella Rachel che continua a saltare fuori ovunque?"

"No," disse Emily. "che, tipo, cinque anni fa, eravamo migliori amiche con Caleb ed ora non lo siamo più. È solo che non mi sarei aspettata che succedesse. Dopotutto, avrei pensato che tu e Caleb sareste stati la coppia che davvero le avrebbe passate tutte."

Hanna sospirò. "Guarda com'è andata." La ragazza guardò Emily, sorridendo. "Come sta la tua nuova ragazza?"

"Possiamo conoscerla adesso?" chiese Aria. "Voglio conoscerla da qualcosa come due mesi."

"E noi ci frequentiamo da due mesi!" esclamò Emily.

"Perché? Perché non possiamo conoscerla?" chiese Hanna. "Dacci una buona ragione."

Emily indicò Toby ed Ezra. "Loro saranno crudeli!"

Ezra sospirò, frustrato verso Emily. "Emily, quando mai siamo crudeli?" chiese, e Toby rise.

Emily mugolò. "Perché" la ragazza mugolò, frustrata. "mi imbarazzerete."

"Davanti alla tua nuova ragazza?" chiese Toby. "Andiamo, Em. Perché mai ti faremmo una cosa del genere? Ed alla tua nuova ragazza che dobbiamo ancora conoscere?"

"Ezra racconterà storie su di me ubriaca, Toby racconterà storie su di me quando avevo tipo dieci anni ed ero più gay di quanto non lo sia ora, e Caleb farà semplicemente il bastardo insolente."

"Linguaggio." disse Tiff, facendo ridere tutti eccetto Emily. "È quello che mamma mi dice quando dico cacca."

"Almeno non è la parola che inizia per 'm'." disse Ezra.

"Oh, ma quale?" chiese Aria.

"Sinonimo di cacca." disse Toby.

"Probabilmente le hai insegnato tu quella parola, non è così?" chiese Hanna.

"Non avrei mai pensato di vedere il giorno in cui Hanna avrebbe parlato così di parolacce." disse Spencer. "È davvero scioccante." Tutti risero eccetto Tiff - che era tornata a guardare Scooby Doo - ed Hanna che aveva le braccia incrociate al petto.

"Ma a parte gli scherzi." disse Toby. "Quando conoscerò la tua ragazza?"

"E noi?" chiese Hanna.

"What about everything we've been through." canticchiò Aria, che poi alzò la mano. "È stato un riflesso, scusatemi."

"High School Musical non invecchierà mai." disse Emily.

"L'ha visto l'altro giorno." disse Ezra, e tutti risero, con Aria che rideva sarcasticamente.

"Mannaggia a te!" esclamò Aria, mentre tutti ridevano.

"Come si sente Tiff a riguardo? Voglio dire, dev'essere stata una gran cosa per lei." disse Emily mangiando del gelato durante il loro pigiama party.

"Penso l'abbia presa bene, non ha detto nulla di brutto, e penso che le piaccia Caleb." disse Hanna, prendendo una cucchiaiata dalla vaschetta che Emily aveva in mano. "Ho letto che è istinto maternale o qualcosa del genere, ma hanno legato. Caleb vuole bene a lei e Tiff vuole bene a lui. È tutto ciò che voglio e non voglio che niente e nessuno lo rovini."

"Profonda." disse Aria.

"Comunque, basta parlare di questo. Aria, tu ed Ezra avete già deciso la data del matrimonio? È passato qualcosa come un anno." 

"Mi sono fidanzata ufficialmente durante il mio ventunesimo compleanno, il mio compleanno è tra un mese. Perciò sono fidanzata ufficialmente da undici mesi, a dire il vero."

"È la stessa cosa." disse Hanna. "Ma sai più o meno una data?"

"Probabilmente il primo settembre dell'anno prossimo." disse Aria.

"Davvero?" chiese Spencer. "È il labor day." Non ebbe bisogno di dire più nulla perché tutte loro sapevano cosa intendesse.

"Lo so, ma è anche il nostro anniversario. È un modo più gioioso per affrontare la giornata. Anche Ezra lo sa, ma è a posto a riguardo da qualcosa come cinque anni, e rende la giornata migliore."

"Con il sesso, probabilmente." disse Emily; Hanna e Spencer risero.

"Quello e gli appuntamenti ai quali mi porta." disse Aria.

"È un codice per dire che è bravo con le mani." disse Spencer, ridendo. Le ragazze risero.

"E con la bocca." disse Hanna ridendo, e le ragazze risero di nuovo.

"Lo è; non vuol dire che è un codice per dirlo!" disse Aria.

"Ooh!" disse Emily. "Quindi ammetti che il tuo fidanzato è fantastico a letto?"

"Beh, l'avrei ammesso al più presto, ma probabilmente stavo facendo sesso perciò non potevo." azzardò Aria, ridendo con le altre tre.

"Avete avuto un bel pigiama party?" chiese Ezra con voce femminile.

"Ti darei uno schiaffo per averlo fatto ma sono buona." disse Spencer.

"Davvero?" chiese Caleb. "Sei buona? Diresti sul serio che non mi daresti un pugno se ne avessi l'occasione?"

Loro risero mentre Spencer lo guardò. "Ah, non sono così buona."

Toby sbuffò. "Lo sapevo."

"Probabilmente lei è molto buona con te!" disse Emily, sedendosi sul bancone.

"È buona con lui da circa sei anni." disse Aria, in braccio ad Ezra, con il retro della maglietta appoggiata contro il suo petto nudo.

"Io penso troppo buona." disse Ezra.

"Forse crudele certe notti." disse Hanna, e tutti loro risero.

"Non so neanche perché sono vostra amica, gente." disse Spencer.

"Perché i tuoi grandi occhiali da cervellona non potrebbero farti avere nessun amico." disse Toby, sorridendole.

Spencer colpì il suo petto per alcune volte ma si fermò. "Ow. Il tuo stupido petto."

"Non penso che tu pensi che sia così stupido a letto." disse Emily, e loro risero - eccetto Spencer.

"Che film hai visto ieri sera?" chiese Emily a Tiff, che era seduta in braccio a lei.

"Toy Story uno, due e tre." disse Tiff, sorridendo.

"Io piangevo dentro quando ho visto il terzo. Oh mio Dio!" disse Toby.

"Io stavo come morendo." disse Ezra.

"Davvero?" disse Spencer.

"Tu hai un cuore semplicemente fatto di pietra." disse Caleb.

"Questa è la mia opportunità di darti un pugno?"

"Assicurati di non farti di nuovo male alla mano, Spence."

"Sì, lo è decisamente." Spencer gli diede un pugno sul braccio, forte.

"Uh!" disse Caleb, massaggiandosi il braccio. "Stavo facendo il sarcastico."

"Esattamente." disse Spencer.

"Quanti pancakes, Tiff?" chiese Toby, con due già sul piatto.

Tiff guardò al soffitto, pensando. "Uh," disse, con lo sguardo che ritornava su Toby. "tipo sette."

"Ha usato 'tipo', oh mio Dio, è la fine del mondo." scherzò Ezra, e loro risero.

Tiff gli fece la linguaccia ed Ezra gliela rifece, facendo ridere Tiff. "Sei sicura che non vuoi otto pancakes?" chiese.

"Insomma, un altro sarebbe squisito, non è così?" disse Toby.

"Allora nove." disse Tiff.

"Okay, ma è un regalo." disse Hanna, e Tiff le fece la linguaccia.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


CAPITOLO 30

"Avete già organizzato qualcosa?" chiese Hanna a Spencer e Toby, mentre erano nel loro appartamento a prendere un caffè.

Spencer scosse la testa. "No, non l'abbiamo fatto!"

"Come damigella d'onore, penso che dovreste."

Spencer e Toby risero. "Ci siamo fidanzati ufficialmente forse due mesi e mezzo fa."

"Lo so, e in quei due mesi e mezzo a me sono successe un sacco di cose."

"E noi siamo stati qui per i tuoi complessi, perciò onestamente non è colpa nostra." disse Spencer.

"Non giocarti quella carta, sai che ami ascoltare della mia drammatica vita, e poi voi siete la madrina ed il padrino." Hanna smise di parlare muovendo la mano. "È come un offerta tutto compreso."

"Davvero? Essendo madrina e padrino, avrei pensato che avremmo ascoltato i problemi di Tiff." disse Toby.

Hanna ridacchiò. "Per Tiff il peggior problema probabilmente sarebbe... Pancakes o bacon per colazione?"

I tre ridacchiarono. "È vero!" disse Spencer. "O quale vestito dovrebbe indossare Barbie."

"Ooh, quella è sempre una cosa difficile!" disse Hanna.

"Oh, c'è anche la faccenda con il suo dente." disse Toby.

"Sì," annuì Hanna. "me lo ricordo."

"Hai quasi fatto?" chiese Hanna a Caleb, che era seduto sul divano con il suo portatile sulle gambe.

Caleb sbadigliò, stirando le braccia. "Cinque minuti, tesoro mio."

"Okay." sbadigliò Hanna. "Vuoi qualcosa?"

"Posso avere una tazza di caffè, per favore?"

La ragazza gli baciò la guancia. "Okay." Hanna raggiunse la macchinetta, ed iniziò a preparare due tazze di caffè.

Caleb baciò Hanna sulla tempia mentre lei si sedette con le due tazze di caffè e diede a lui la sua. "Grazie."

"È a posto." sbadigliò Hanna.

Caleb spostò i suoi occhi altrove dal portatile. "Hey, perché non ti prepari per andare a letto ed io ti raggiungo lì, okay?"

"Okay." Hanna si alzò ed andò in bagno per prepararsi per andare a letto.

Quando Caleb si coricò a letto, Hanna era già lì a dormire, con il suo iPad sul letto, nell'album di foto. Foto di Tiff erano sparse sullo schermo, una con la pittura sulla sua faccia, un'altra che la mostrava in un costume fiabesco che Aria le aveva regalato dopo che Tiff aveva mostrato un improvviso interesse verso le creature mistiche, ed una con Tiffany che camminava, insieme a tante altre. Caleb spense l'iPad e lo appoggiò sul comodino mentre anche lui si infilò nel letto.

Hanna si alzò dal letto per correre in bagno. Abbassò la sua testa verso la tazza del water, e vomitò. Vomitò per almeno dieci minuti, prima che si pulisse gli angoli della bocca e si alzò. Stringendo le sue mani sulla porcellana bianca del lavandino, la ragazza fissò lo specchio. Ovviamente c'era una spiegazione ragionevole al perché vomitava, ed Hanna pregò Dio che non fosse quella che stava pensando.

Non poteva essere incinta, giusto?

La ragazza mugolò, e reclinò la testa all'indietro. "No, non sta succedendo! Non sono incinta! Non lo sono." mugolò di nuovo, guardando nello specchio ancora una volta. Stavano facendo attenzione. Lei era tornata a prendere la pillola e lui indossava il preservativo, tutte le volte. Però, lei prendeva la pillola e lui indossava il preservativo quando era stata concepita Tiff. E se fosse rimasta incinta di nuovo?

Ma c'era la possibilità che fosse successo di nuovo? No, non poteva essere possibile che fosse rimasta incinta di nuovo perché poteva esserci stato un buco nel preservativo. Neanche la pillola anticoncezionale era efficace al cento per cento, ma davvero?

Hanna si buttò dell'acqua fredda in faccia e controllò l'orario. Era l'ora in cui si svegliava di solito comunque. Entrò nella camera da letto e prese il suo cellulare dal comodino senza svegliare Caleb. Si sedette sul divano per controllare quando sarebbe stato il suo prossimo ciclo o se avesse un ritardo. Espirò in sollievo e shock. Era previsto per la settimana successiva.

Si strinse nelle spalle mentre si alzò dal divano ed entrò in cucina. Sperava di potersene dimenticare e non pensarci per tutto il giorno. Ma quali erano le possibilità che sarebbe successo?

"Ciao, bellissima. Come va al mio piccolo raggio di sole oggi?" chiese Hanna, svegliando Tiff.

"Sono radiosa come il sole oggi. Posso vedermi con Bella e John." disse Tiff, sorridendo. "Posso andare da Bella per un pigiama party venerdì?"

"Dovrò parlare con la mamma di Bella e vedere se per lei è okay, giusto?" Hanna baciò Tiffany sulla fronte. "Ma cosa vuoi metterti oggi, patatina?"

Tiffany fece spallucce. "Rosa."

"Qualcosa di rosa. Possiamo trovarlo." disse Hanna, dirigendosi verso il guardaroba di Tiffany. Hanna tirò fuori una gonna nera ed una maglietta rosa. "Che ne dici di questo?"

"Sì."

"Guarda la mia principessa stamattina." disse Caleb, sollevando Tiff tra le sue braccia e facendola girare, facendola ridacchiare. "Stai benissimo."

Tiffany fece un sorrisetto. "Lo so!"

Caleb e Hanna risero mentre Tiff saltò via dalla presa di Caleb e corse verso il suo zainetto per iniziare a prepararlo. "Ci vediamo più tardi, okay? Per che ora rientri?"

Caleb fece spallucce. "Le sette, le otto forse." Hanna gli mandò un bacio con la mano e uscì dall'appartamento con Tiff davanti.

"Questa è da Frozen!" urlò Tiff quando le due erano in macchina, e partì Let It Go.

"Come lo sai? Hai visto il film?" chiese Hanna, non avendo idea di dove Tiff ne avesse sentito.

"Sono andata sul tuo pc."

"Quando diavolo è stato?"

Tiffany portò le sue dita sulle labbra e fece un rumore come 'shhh'. "È un segreto."

"È per questo che vuoi andare da Bella, per vedere il film?"

Tiff annuì. "Sì, è della Disney, mamma."

"Forse posso andare io con te, insieme con zia Spencie." disse Hanna, lanciando un'occhiata a Tiff.

Tiff sospirò di sorpresa, con la bocca spalancata. "Sarebbe bello. Possiamo vedere se possono venire anche Emily e Aria?"

"Penso che potremmo andare tutte sabato."

"Sì, possiamo portare Bella?"

"Certo che possiamo, patatina, potrà dormire da noi." disse Hanna.

"Bene!"

"Mia mamma ha detto che potremmo andare a vedere Frozen." disse Tiffany a Bella.

"Quando?" chiese Bella, sorridendo.

"Sabato, e forse verranno anche le mie zie."

"Sono davvero simpatiche. Mi piacciono le tue zie."

Tiff sorrise. "Pensi che la principessa Disney sarà carina?"

Bella annuì. "Davvero davvero carina. Penso che avrà i capelli biondi."

"Hey, Spence!" disse Hanna, entrando nell'appartamento di Spencer dove Spencer aveva fogli su tutto il tavolino ed un portatile sulle sue gambe.

"Hey." disse Spencer.

"Tiff vuole andare a vedere Frozen sabato."

"Sì, ci sto!" urlò la ragazza.

"Bene." Hanna si sedette accanto a Spencer. "Chiamerò Aria ed Emily, per vedere se vogliono venire."

"Oh santo cielo, sì. Voglio vedere Frozen perché a quanto pare è fantastico." disse Spencer. "Verrà Bella insieme a Tiff?"

"Sì, ho parlato con Dani quando sono andata a riprendere Tiff. Caleb sta preparando la cena adesso. Dov'è Toby?"

"Mi ha scritto dicendo che sarà a casa alle otto, ma non può distarmi dopo."

"Con o senza il suo pene." disse Hanna, con un sorrisetto.

Spencer rise. "Già."

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


CAPITOLO 31

"Volete una porzione di popcorn grande da dividere?" chiese Aria a Bella e Tiff.

"Sì." disse Tiff.

"La vogliamo davvero davvero grande." disse Bella.

"Okay." disse Aria. "Che condimento volete, ragazze?"

"Sale." dissero Bella e Tiff allo stesso tempo.

"D'accordo, aspettate qui, okay?"

"Le tengo d'occhio io, non preoccuparti." disse Hanna, ed Aria rise prima di prendere i popcorn di Tiff e Bella. Lei li divideva con Emily ed Hanna li divideva con Spencer.

"Sei tu!" disse Emily ad Hanna quando Anna era a letto, con i capelli che le coprivano la faccia, strofinandosi sul cuscino.

Hanna sorrise, dando una stretta alla mano di Emily mentre le due fantasticavano sul film. "Lo so, oh mio Dio, questo è il mio film Disney preferito di sempre." sussurrò di risposta Hanna ad Emily. Hanna lanciò un'occhiata a Tiff e Bella che stavano sorridendo alla vista del film, con le loro piccole mani piene di popcorn. Spencer ed Aria erano sedute vicine a fantasticare sul film anche loro. Hanna sorrise, le ricordò di quando avevano diciassette anni ed andavano a vedere film.

Tiff e Bella emisero enormi sospiri di sorpresa quando Hans si scoprì essere cattivo e lasciò Anna a morire mentre lui spegneva il fuoco. "Non me l'aspettavo!" sussurrò Spencer.

"Lo so, già." disse Hanna, inclinandosi leggermente così che Spencer potesse sentirla.

"Scommetto che saranno Anna ed Elsa il vero amore che spezzerà l'incantesimo." disse Aria, inclinandosi.

"Davvero?" sussurrò Emily.

"Zitte!" sussurrarono Tiff e Bella allo stesso tempo, senza spostare lo sguardo dallo schermo.

Le quattro ragazze sorrisero, concentrandosi sul film.

"Vi siete divertite?" chiese Emily alle due bambine.

"È stato come il miglior film DI SEMPRE!" disse Bella.

"Lo so!" disse Tiff. "È stato così bello."

"Ma parlando della dannata tempistica Disney," disse Aria mentre Bella e Tiff intrapresero una loro conversazione. "non puoi sposare un uomo appena conosciuto!"

"Lo so." disse Emily.

"Sei lesbica, cosa ne sapresti tu?" chiese Spencer.

"Ero etero una volta."

"Il tuo matrimonio è quest'anno, piedi freddi?" chiese Hanna ad Aria.

Aria scosse la testa. "No," sorrise, "non sono neanche spaventata, affatto, ad essere sincera."

"Ed Ezra?" chiese Emily, rovistando nella sua busta di takeout cinese.

Aria scosse la testa. "Non penso che lo sia, sembra perfettamente a posto. Hardy stava provando a terrorizzarlo dicendo che dovrebbe optare per la vita da single, ma Ezra ci ride su dicendo che Hardy è soltanto geloso di non fare sesso regolarmente."

"Cos'è 'regolarmente'?" chiese Emily, alzando le sopracciglia, con un sorrisetto.

Aria fece spallucce, con un sorrisetto che le spuntò in faccia. "Due volte la domenica e forse il venerdì ed un giorno durante la settimana. Dipende." Aria fece spallucce e rise.

"Almeno adesso è legale." disse Spencer.

"Ti tirerei addosso il mio cinese ma ho fame." disse Aria ridendo. "Cambiando soggetto, come va con Caleb?"

Hanna annuì. "Lui è grandioso. Grandioso con Tiff, grandioso con il sesso. L'hai tirato fuori tu."

La ragazza corse in bagno ed iniziò a vomitare il suo cinese e Spencer le tenne i capelli all'indietro, mentre Emily ed Aria si scambiarono occhiate.

"Han, stai bene?" chiese Emily, una volta che Hanna ebbe smesso di vomitare.

"Non lo so." Hanna stava tremando.

"Sei stata male prima?" chiese Aria. "Tipo, questa settimana?"

Hanna annuì. "Sì, ma non riesco a ricordare quando."

Le quattro rimasero in silenzio, già sapendo cosa dicesse il silenzio.

"Porcatroia." sussurrò Hanna.

Aria le offrì un sorriso. "Se è vero, doveva andare così, e se doveva andare così allora andrà tutto bene."

"Vuoi che prenda un test?" chiese Spencer.

Hanna annuì. Emily si sedette accanto a lei. "Sarà bellissimo."

"Davvero?" chiese fiocamente Hanna.

"Sì, perché stavolta hai Caleb e lui non andrà da nessuna parte." affermò Aria, sedendosi accanto ad Hanna.

"Beh, ciao eh." disse Ezra quando entrò Spencer.

"Ciao." disse Spencer, entrando in bagno.

"Che succede?" chiese Toby. "Perché stai rovistando nell'armadietto?"

"Emily ha bisogno di qualcosa per gli occhi. Il cloro le ha fatto irritazione, perciò sto cercando qualcosa."disse Spencer, prendendo il test di gravidanza dalla scatola e gettando la scatola nel cestino. Nascondendo il test in tasca, uscì fuori dal bagno.

"Trovato niente?" chiese Caleb.

"No." disse Spencer, sorridendo. "Ci vediamo domani, ragazzi." La ragazza uscì dall'appartamento, chiudendo la porta.

I tre ragazzi si guardarono l'uno con l'altro prima di precipitarsi in bagno a vedere cosa Spencer aveva buttato nel cestino. Ezra lo sollevò. "Beh, uno di noi è totalmente fottuto." disse.

"Non io, altrimenti Spencer non avrebbe portato via il test." disse Toby. "Sì, cazzo." Il ragazzo uscì dal bagno.

"Non hai usato il preservativo?" chiese Caleb.

"Non hai usato tu il preservativo?" chiese Ezra. "Oh, merda." disse.

"Ah, amico." disse Toby ridendo.

Ezra sospirò. "L'ho fatto di nuovo?"

Caleb annuì. "Penso di sì."

"Auguratemi buona fortuna." disse Ezra, lasciando l'appartamento e raggiungendo quello di Hanna. Aperta la porta, vide le quattro ragazze sedute in cerchio a guardare il bastoncino. Il ragazzo si sedette dietro di Aria. "Tesoro mio, mi dispiace cosí tanto."

"Per cosa?" chiese Aria, guardando verso di lui.

"Oh, quindi non è il mio bambino." espirò. "Grazie a Dio!"

Aria rise, tornando a guardarlo. "Ezra, te l'avrei detto. Oh mio Dio. Sei proprio un idiota certe volte."

Ezra le diede un bacio casto. "Se non è il nostro, di chi è?"

Le quattro ragazze rimasero in silenzio.

"Oh, Han." disse Ezra, spostandosi per abbracciarla e baciarla sulla testa. "Davvero?"

"Sì." disse Hanna, lasciandosi abbracciare. "Caleb se ne andrà di nuovo?"

Ezra rise. "Non potrebbe essere più preso da te e si sente come una super merda per averti lasciata con Tiff, e non lo farebbe una seconda volta."

"Davvero?"

"E non potrebbe essere più preso da te." disse Ezra.

"Non sento piangere," disse Toby. Sia lui che Caleb erano appoggiati contro la porta dell'appartamento di Hanna cercando di sentire cosa stesse succedendo. "o niente del genere."

"Non penso sia Aria." disse Caleb. "Perché Ezra starebbe tipo camminando avanti ed indietro."

Emily aprì la porta, facendo cadere Caleb e Toby a terra. Guardarono in alto verso Emily che aveva le mani sui fianchi. I due ragazzi lanciarono un'occhiata all'istante, guardando le tre ragazze ed Ezra a guardare il pavimento.

"Mancano due minuti." disse Spencer.

Hanna guardò alle sue spalle quando sentì Caleb sedersi dietro di lei. "Potrei esserlo, non lo so."

Caleb la baciò lentamente. "Ti amo, okay?"

Hanna annuì, appoggiandosi all'indietro su di lui, ed espirò. "Ancora due minuti?"

"Un minuto." rispose Spencer, con il braccio di Toby allacciato attorno alle sue spalle.

"Han, mi dispiace davvero." disse Caleb.

"Non farlo." rispose Hanna. "Non ti dispiacerebbe se questo momento fosse tra dieci anni, perciò perché dispiacersi adesso?"

"Solo che so quanto è stata dura per te."

Hanna gli lanciò un'occhiata. "Sì, ma tu sarai qui, giusto?"

Caleb la baciò di nuovo. "Certamente, sarò letteralmente qui, proprio al tuo fianco, per ogni singola piccola cosa."

"Bene." disse Hanna.

Spencer espirò, richiamando l'attenzione di tutti. "Il tempo è scaduto." La ragazza guardò Hanna, facendo la domanda che solo loro due capirono.

Vuoi che controlli io, di nuovo?

Hanna scosse la testa, guardando dritta a Spencer. "No, no, non posso essere impaurita da un test di gravidanza per il resto della mia vita." Hanna afferrò il test di gravidanza, mettendo la mano su di esso. Lanciò un'occhiata a Caleb. "Ogni passo del percorso, giusto? Come... Mi porterai del McDonalds alle tre del mattino?"

Il gruppo rise eccetto Hanna e Caleb. Caleb baciò la fronte di Hanna. "Completamente. Ogni passo del percorso."

Hanna annuì, espirando a grandi respiri. "Al tre, okay?"

Caleb annuì.

"Uno, due, tre." sussurrò Hanna e spostò la mano.

La coppia guardò.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


C32

CAPITOLO 32

Hanna gettò il test sul pavimento ed uscì velocemente dall'appartamento, correndo giù per le scale. Caleb fissò il test, mordendosi il labbro. Ci fu un profondo silenzio che andò avanti per qualche minuto prima che Spencer espirò e si alzò in piedi.

"Beh, uno di voi nasconda il test di gravidanza da qualche parte in cui Tiff non lo troverà, due di voi parlino un po' con Caleb, uno di voi veda se Tiff e Bella sono sveglie ed io andrò a vedere dov'è Hanna." disse Spencer, e quindi uscì dall'appartamento senza disturbarsi di vedere se nessuno stesse seguendo gli ordini che aveva dato, ma con una cosa del genere ovviamente lo stavano facendo. La ragazza scese fino al piano terra e quindi si sedette sugli scalini di calcestruzzo, fuori, accanto ad Hanna.

Hanna sospirò. "Ah, Spence." espirò. "Le ho incasinate di nuovo?"

Spencer sbatté la sua gamba contro quella di Hanna. "Incasinato cosa?"

"Ho incasinato le cose con Caleb di nuovo?"

"In caso tu te ne stia dimenticando, non sei stata tu quella che ha mandato le cose all'aria tra voi due. Lui è stato quello che ha deciso di andarsene senza avvertimento, che è stata una mossa da totale coglione e sarà sempre una mossa da coglione." Spencer lanciò un'occhiata ad Hanna. "Stai bene?"

"Non lo so." Hanna fece spallucce. "Mi sento un pochettino in un dejà-vu, penso. Terrorizzata. Un pochino felice. Completamente sbattuta fuori binario. Confusa. Terrorizzata."

"Hai Caleb che ha i soldi."

Hanna rise leggermente ma poi la sua espressione si fece seria. "Lui come stava?"

Spencer fece spallucce. "Ho detto a Toby ed Ezra, beh non a Toby ed Ezra, solo 'due di voi' ma intendevo loro perciò spero che abbiano ricevuto il messaggio, di parlare un po' con lui, di fare qualche chiacchera tra ragazzi."

"Sì, ma cos'ha fatto lui? Tipo... Era terrorizzato come me, si è buttato dalla finestra...?"

Spencer ridacchiò. "No, diciamo che ha solo fissato il test come se stesse dicendo Porcaputtana, l'ho messa incinta di nuovo. Cosa cazzo dovrei fare adesso?"

Hanna si passò le mani su e giù le braccia, abbracciandosi. "Pensi che se ne andrà di nuovo?"

Spencer scosse la testa. "No, affatto. Guarda, potrei aver detto delle cattive cose su di lui perché ti ha lasciata per andare a Ravenswood e non si è disturbato di fare niente o di dirtelo in anticipo, ma preferirei che tu vada a finire con lui piuttosto che con un altro. Pensavo che lui fosse la cosa migliore che ti fosse mai capitata, che voi due prendeste forza l'uno dall'altra, e poi ho finito per rinnegarlo una volta che se n'è andato. Ora diciamo che lo credo di nuovo, lui ha dedicato ogni singola piccola cosa a rimediare con te e Tiff per il paio d'anni passati, e riesco a vedere che tu sei già più felice. Non che tu fossi depressa tutto il tempo, ma c'era qualcosa che mancava da quando lui se n'era andato, e penso che Tiff avesse riempito una parte di ciò ma non del tutto, ed ora lui è tornato e penso che quel qualcosa sia ritornato pieno. Rispondendo alla tua domanda, penso che quando lui se ne sia andato abbia perso una parte di se stesso come te, ed adesso l'ha ripresa ed anche di più grazie a Tiff."

Hanna annuì.

"Perché hai così tanti dubbi sul fatto che ti lasci? È per tuo padre?" Spencer si domandò se fosse un altro effetto dato dal fatto che suo padre se ne fosse andato.

"Lui se ne andò, cos'è che ferma Caleb dall'avere una moglie ed un nuovo bambino?"

"Tu."

"Mia madre ci è passata." controbatté Hanna, ma prima che Spencer potesse rispondere, sentirono un altro paio di passi, la porta aprirsi e quindi Caleb sedersi accanto ad Hanna.

"Ciao." farfugliò Caleb, e Spencer diede una stretta alla gamba di Hanna prima di andarsene. "Uh, stai bene?"

Hanna fece spallucce. "Tu stai bene?"

"Penso di sì, sono un po' terrorizzato, forse. Non so cosa fare."

Hanna nascose la faccia sulla spalla del ragazzo. "Ti guiderò io."

Caleb allacciò le braccia attorno alla sua ragazza, baciandole la testa. "Ti amo, mi dispiace di averti messa incinta di nuovo."

"Almeno ti stai scusando questa volta." disse Hanna, ma intendeva dirlo più piano. "Scusa."

"È okay." disse Caleb. "Sposami." proferì il ragazzo.

Hanna lo guardò. "Che cosa?" sussurrò, con gli occhi spalancati.

Spencer entrò nell'appartamento di Hanna e si accasciò su Toby che era sul divano con Emily. Nell'appartamento c'era silenzio prima che Aria lo spezzasse. "Pensate che Tiff la prenderà bene?" Era decisamente nella mente di tutti, ma Aria ebbe il fegato di dirlo ad alta voce.

"Non per essere dura o niente, ma penso solo che Hanna dovrebbe dirglielo e basta." disse Emily.

"Pensate che l'abbia detto troppo presto a Tiff?" chiese Ezra.

"Quindi non sono l'unica, allora."

Ezra scosse la testa. "Caleb è un bravo ragazzo, solo che, non so, penso che avrebbe potuto conoscere Tiff un po' meglio e lei avrebbe potuto conoscere lui un po' meglio. Non ho niente contro di lui o Han."

Toby annuì. "Sì, capisco, ma insomma, Han conosce Tiff e se ha pensato che Tiff potesse sopportarlo, allora probabilmente ha ragione."

Caleb fece un profondo respiro. "Sposami. È tutto quello che voglio dirti da settimane perché non so come scusarmi. Ho fatto un casino. Ho fatto un casino incredibile e sto provando a pensare ad un modo per rimediare con te, e forse è questo, non lo so." Caleb si spostò così da inginocchiarsi sul gradino davanti alla ragazza. "Ti amo tanto e ho come rovinato la tua vita lasciandoti, e ti ho messa incinta di nuovo e non hai neanche finito il college. Mi dispiace così tanto e sento che se ti do la mia vita, quello sarà un inizio. Se dedico tutto il mio tempo a te, quello sarà il punto di partenza. Non ci sono stato per quattro anni ma giuro, giuro che ci sarò per quarant'anni e più. Forse non sono stato qui quando tu avevi più bisogno di me, ma ti darò tutto. Ti comprerò il più grande anello che vuoi ed una casa vicino alla spiaggia. Pagherò per questo cazzuto, stravagante, enorme matrimonio se vuol dire che mi perdonerai. Perciò ti prego, vuoi sposarmi, Hanna Marin?"

"Cosa ti fa pensare che io non ti abbia ancora perdonato?" chiese Hanna, guardando profondamente negli occhi del ragazzo.

"Perché mi sento in colpa ed orrendo e terribile ogni singolo giorno per averti fatta sentire così sola e sconvolta. Non ho mai voluto che accadesse e non voglio che accada mai più. Voglio che tu ti senta incredibilmente amata e semplicemente ogni cosa. Voglio darti tutto." disse Caleb. "Mi vuoi sposare?" chiese, ripetendo la domanda.

Un piccolo sorriso apparve sul viso di Hanna come se avesse già acconsentito alla domanda quattro anni prima. "Certamente che lo voglio."

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


C33

CAPITOLO 33

"Allora," iniziò Emily quando Caleb ed Hanna entrarono nell'appartamento. "avete risolto qualcosa?"

La coppia annuì allo stesso tempo. "Ci sposiamo!" disse Hanna, sorridendo. I due ragazzi e le tre ragazze diedero le loro congratulazioni, tutti felici per loro.

"E ci trasferiamo." disse Caleb.

"Beh, è comprensibile." disse Ezra. "Sarebbe estremamente stretto."

Spencer mugolò. "No." si lamentò. "Hanna, non puoi lasciarmi e non puoi portarti la mia figlioccia!"

"Lo so, sono triste anch'io! Fidati." disse Hanna e poi guardò speranzosamente Aria ed Ezra. "Allora, Aria prima potrebbe aver menzionato qualcosa su di voi e sul volervi trasferire in California, perciò stavamo pensando se volevate trasferirvi qui, se vi risparmiasse il problema. E poi, sapete dov'è, e come e dove sono le cose, e Toby e Spencer sono di fronte."

Aria ed Ezra si guardarono come in un silenzio d'acconsentimento. "Sì, ci piacerebbe molto." disse Ezra. "Ci risparmierebbe un sacco di lavoro."

Aria annuì. "Sarebbe grandioso, e così Spencer non starà appiccicata a Toby ed io non starò appiccicata a questo bambino di sette anni."

Ezra aprì la bocca. "Scusami, io ho sette anni e tre quarti, grazie tante."

Aria sorrise, abbracciandolo da un fianco. "E sai, Em, se vuoi la stanza degli ospiti..."

Emily rise. "Anche se sarebbe divertente, ho una ragazza a casa, ma sapete, ragazzi, potete pagare per il mio volo. Non mi interessa."

Ezra fece una smorfia facendo ridere tutti. "Ti abbiamo offerto una stanza, è il massimo per il quale andremo."

Risero. "Allora, avete deciso sul dirlo a Tiff?" chiese Toby, con Spencer in braccio.

Caleb annuì. "La porteremo all'ecografia."

"Aww." fece Emily. "È così dolce."

"Assicurati di essere incinta." sorrise Ezra.

Toby ridacchiò. "Già, assicurati non sia un falso allarme."

"Non gufate!" esclamò Aria. "Rimangiatevelo, tutti e due!"

Ezra e Toby sospirarono. "Ce lo rimangiamo." dissero i due. Toby scosse la testa, esasperato. "Sempre la superstiziosa, eh?"

"Sì." disse Aria. "E posso già vedervi senza fare sesso nella prossima settimana se non state zitti." Quello tenne Toby zitto ed Aria iniziò a ridere. "Non posso credere che tu mi abbia davvero creduto." disse, ridacchiando.

Toby mugolò. "Fottiti, Montgomery."

"Sei così dipendente dagli orgasmi, Cavanaugh?" disse Aria.

"Non mi sciocca più niente." borbottò Ezra; tutti lo sentirono e risero.

"Per ricordarvi, abbiamo due bambine di quattro anni lì dentro." disse Hanna, annuendo verso la stanza di Tiff.

"E sono andate." disse Emily. "Completamente."

Hanna espirò. "Bene." La ragazza sbadigliò. "Come glielo dico?"

"La porterai all'ecografia, no?" chiese Spencer.

Hanna annuì. "Sì, ma lei non saprà cos'è. Nemmeno io sapevo cosa fosse fino ai dodici anni. Lei ha qualche anno davanti."

"Diciamo solo che è una visita medica speciale, e poi glielo spiegherò io mentre tu farai le analisi e tutto." disse Caleb.

Hanna si appoggiò a lui. "Allora meglio che tu mi dica cosa hai in programma di dire." disse lei mentre il ragazzo allacciò le braccia attorno ad Hanna.

"È una serata ricca di eventi." disse Toby e tutti risero.

Una volta che arrivarono le quattro del mattino, tutti si ritirarono nelle loro camere da letto. Hanna e Caleb nella loro, Aria ed Ezra nella stanza degli ospiti di Spencer e Toby, ed Emily, Spencer e Toby tutti a condividere un letto che non era così comodo.

"Comunque il discorso della proposta è stato terribile." borbottò Hanna a Caleb nel buio.

Caleb rise. "Hai bisogno di un altro?"

"Sì." sbadigliò Hanna.

Caleb stinse le sue braccia attorno alla ragazza. "Ti amo con tutto il mio cuore, ed esso è appartenuto a te da sempre. Tu sei bellissima e premurosa, e ci sei sempre stata per me. Non riesco ad immaginare una vita senza di te. So che abbiamo come perso quattro anni, ma il mio cuore è stato con te tutto il tempo. Sapevo che tu fossi qualcuno di speciale. C'è sempre stato qualcosa tra di noi, anche se all'inizio non lo vedevamo. Non ho mai voluto sposarmi o avere bambini, ma tu hai totalmente cambiato questo, ed in tutte le case affidatarie e posti in cui sono stato, non ho mai guardato una persona o mi sono mai sentito con una persona come con te. Il periodo che abbiamo passato insieme è stato il periodo più bello della mia vita, e tu hai cambiato la mia vita in un modo che non avrei mai creduto fosse possibile. Sei la miglior cosa che mi sia capitata. Ti amerò sempre, quindi, Hanna Marin, mi farai l'onore di sposarmi?"

Hanna si voltò per averlo di fronte e lo baciò appassionatemente. "Meglio di quella che mi hai fatto prima."

"Puoi biasimarmi? Avevo appena scoperto che eri incinta del nostro secondo bambino!"

Hanna lo baciò appassionatamente. "Dov'è il mio anello?" gli sussurrò nell'orecchio.

Caleb rise. "Sceglilo."

Hanna sorrise. "Mmm, mi ci divertirò."

Caleb mise la testa nell'incavo del collo della ragazza. "So che lo farai." sussurrò. "Andremo in un negozio Tiffany."

"Mi farai piangere."

Caleb la baciò profondamente. "Pensi che potremmo...?" chiese il ragazzo. "Ti prego."

Hanna mugolò piano. "È seccante."

"Quindi non lo faremo?"

"No, ma possiamo pomiciare." disse Hanna e quindi lo baciò dolcemente. "Mi rifarò con te."

"Come?" si lamentò Caleb.

"Possiamo fare sesso tutto lunedì."

Caleb abbracciò il suo cuscino. "Salteresti la lezione per me?"

Hanna lo baciò di nuovo. "Sì."

Caleb baciò la clavicola di Hanna. "Cosa farai riguardo le tue lezioni?"

Hanna sorrise. "Mi laureo quest'anno."

Caleb alzò le sopracciglia. "Lo farai?"

Hanna annuì. "Lo farò e sarà dura, ma è quello che voglio fare."

"Cosa vuoi fare?"

"So che voglio fare qualcosa riguardo alla moda, ma a causa di Tiff non ho mai davvero approfondito l'idea. Tipo, so che è nella moda, ma non so cosa il mio lavoro potrebbe essere o sarà. Propendo per un'imprenditrice di moda, forse una designer. Incominciare piccola, crescere un po', diventare grande." Hanna realizzò di star chiacchierando un pochetto. "Mi dispiace, devi essere un po' annoiato."

Caleb scosse la testa. "So che ti piace parlare di qualcosa all'infuori di Tiff. Tutti ti chiedono sempre di Tiff, e non di te. Penso che ti manchi."

Hanna appoggiò la testa sul petto del ragazzo. "Mi conosci così bene." sospirò. "Amo da morire Tiffany. La adoro. L'ho sempre fatto e lo farò sempre, ma mi piacerebbe semplicemente una tazza di caffè com'era cinque anni fa e potevamo conversare come normali ragazze adolescenti."

"Se fosse stato cinque anni fa, parlereste di A."

"Io ho detto 'normali ragazze adolescenti', non rovinare l'immagine." ammonì Hanna.

La coppia rise, con la mano di Caleb che andava su e giù per un braccio di Hanna. "Di cosa parlavamo cinque anni fa, Dio?"

"Merdate." borbottò Hanna. "Solo informazioni inutili. C'erano un sacco di litigi senza punto di fondo. Un sacco di serate a cucinare. Un sacco di nottate a fare sesso."

"Ed un sacco di mattinate." si intromise Caleb.

Hanna rise. "Certe volte un'intera giornata. Mi piace dove siamo adesso."

Caleb improvvisamente si ricordò qualcosa e gli portò un sorrisetto alla faccia. Si inclinò più vicino all'orecchio di Hanna. "Puoi dirlo?"

Hanna roteò gli occhi, ridacchiando. "Hai ancora bisogno di sentirmelo dire?"

"Sì, ne ho bisogno."

Hanna sorrise, spostando la testa leggermente per mordicchiare l'orecchio del ragazzo. "Dong Po!" sussurrò.

Caleb rise. "Dillo di nuovo, ti prego!" si impuntò. "Per me!"

Hanna mugolò. "Perché lo ami così tanto?"

Caleb fece spallucce. "Dillo tre volte o non ti lascerò scegliere il tuo anello!"

Hanna sospirò di sorpresa. "Signor Rivers, hai posto un duro ultimatum."

Caleb le baciò il naso. "Ma perché so cosa farai."

Hanna rise e stampò un bacio sulla clavicola del ragazzo. "Dong po." Stampò un altro bacio sulla sua guancia. "Dong po." Hanna sorrise prima di premere le sue labbra su quelle di Caleb e non appena le loro lingue combatterono per la dominazione, si tirò via. "Dong po."

Caleb rise. "Sei malvagia."

"Non ancora." rise Hanna, girandosi sul suo fianco. "Non hai pensato a cosa ti avrebbe precluso farmi dire 'dong po'. Niente pomiciata per te."

Caleb si avvinghiò a lei a cucchiaio, stringendola forte. "Ora sei malvagia."

Hanna sorrise. "Buonanotte, Rivers."

Caleb espirò in un sospiro. "Buonanotte, Marin." sorrise.

"L'ho detto di nuovo tipo un minuto fa, non è così?" sussurrò Hanna e Caleb rise.

Erano le tre del pomeriggio e Dani era andata a riprendere Bella, ed ora i sette amici e Tiffany erano nell'appartamento di Spencer e Toby. A Toby, Spencer, Emily, Aria ed Ezra era stato detto di non dire a Tiff della proposta o del bambino. Tiffany sbadigliò.

"Sei stanca, Tiff?" chiese Toby a Tiffany, che era seduta in braccio a lui.

Tiffany annuì.

"Sei stata in piedi fino a tardi?"

Tiff fece spallucce. "Forse, non lo so."

Ezra alzò un sopracciglio. "Quindi vuol dire che l'hai fatto."

Tiff fece spallucce, con un'espressione birichina ed insolente. "Non lo so, non riesco a ricordarmi."

"Sei così insolente!" disse Hanna.

Tiff cacciò fuori la lingua. "Tu lo sei."

I sette adulti risero.

"Spencer, sei a dieta o qualcosa del genere?" chiese Ezra, rovistando nelle credenze.

"Ezra, hai mangiato dieci pancakes tipo due ore fa." disse Emily.

"Sarà ancora affamato." Aria roteò gli occhi. "È fastidioso. Si è chiesto perché non ha avuto denaro negli ultimi quattro anni, ed è perché se lo mangia tutto."

La stanza rise eccetto Ezra.

"Prova nelle credenze in alto, c'è tutta la roba dolce." disse Spencer.

"Grazie." gridò lui. "Toby, Caleb, Tiff, volete un muffin?"

"Sì." risposero i tre.

"No, Tiff non lo mangerà." disse Hanna. "Ha mangiato i pancakes."

La bocca di Tiff si spalancò. "Ricordi quando è successo l'ultima volta?"

Hanna provò a non sorridere alla voce innocente ma anche feroce di sua figlia. Toby sorrise da dietro di Tiff.

"Io sono scappata, noi non vogliamo che succeda di nuovo, perciò lasciami mangiare il muffin." Tiff tirò fuori il labbro inferiore, con le sopracciglia piegate in disagio. "Preparerò il mio zainetto e mi trasferirò qui di nuovo."

"Noi siamo sempre felici di averti. Puoi trasferirti in qualsiasi momento." sorrise Spencer, mentre Hanna mugolò interiormente.

"Tiff, hai mangiato sette pancakes." Hanna alzò le sopracciglia.

"E?" chiese Tiff ed Hanna rimase in silenzio. "Non hai una risposta."

Hanna sospirò. "Ezra, mezzo muffin."

Tiff sbuffò. "D'accordo."

Ezra fece l'occhiolino a Tiff, mostrandole l'altra metà del biscotto. Tiff sorrise ma poi si rimise in faccia un'espressione normale così nessuno se ne sarebbe accorto. Tiff chiuse le sue mani attorno all'orecchio di Toby. "Ezra ha l'altro muffin!" sussurrò, prima di correre via e sedersi in braccio a lui.

Hanna fece un'occhiataccia ad Ezra ed Ezra gliela rifece facendo ridere Hanna. Tiff colse l'opportunità e si mise la metà del muffin in bocca facendo ridere i maschi.

"Che c'è?" chiese Spencer, guardando i tre.

Caleb fece spallucce. "Una cosa tra di noi."

"Uscite insieme a malapena." disse Aria.

"Scusaci tanto." dissero Ezra e Toby allo stesso tempo. "Avevamo una cosa tra di noi e l'abbiamo insegnata al nuovo ragazzo." fece Toby.

"Mmhmm." Ezra schioccò le dita quattro volte.

Aria scosse la testa, ridendo.

...

"Tiff non deve ancora conoscere la madre di Caleb?" chiese Emily ad Hanna.

Hanna annuì. "Sto solo cercando di trovare il tempo. Mi agita."

"Dovrebbe conoscerla presto, voglio dire, ce n'è un altro in arrivo." sussurrò Aria.

Spencer annuì. "Sei a posto a riguardo?"

Hanna annuì. "Sì, lo sono. Insomma, volevo un distacco di quattro anni conunque ma non pensavo che l'avrei avuto, e Tiff è splendida e, sì, ne voglio un altro."

Emily alzò le sopracciglia. "Sei sicura?"

Hanna annuì ancora. "Sono completamente sicura. Insomma, guardate, ho perdonato Caleb, completamente, e lui si sente ancora di merda a riguardo. Sento che questo può farlo risollevare."

"È l'unica ragione?" domandò Aria.

Hanna scosse la testa. "Voglio un bambino. Non voglio che Tiff abbia quattordici anni quando avrò il prossimo. E sapete una cosa? Ho davvero del denaro con me questa volta."

"Hanna, onestamente, avresti potuto chiedercelo. Eravamo proprio lì." borbottò Spener.

Hanna sospirò. "Avrei potuto, ma voi fate già così tanto per Tiff e avete le vostre spese."

"Abbiamo sempre dei soldi da parte. Siamo brave a farlo, perché siamo solo noi. Tu hai una bambina, è diverso." sorrise teneramente Emily.

Hanna espirò. "Beh, Caleb ha i soldi, ed anche Claudia, perciò penso che andrò semplicemente di conseguenza."

"E sei a posto così?" chiese Aria.

Hanna fece spallucce. "Non ne sono sicura, preferirei fossero soldi proprio miei, che guadagnerei io, ma il fatto è che se volessi guadagnare bene, avrei bisogno della laurea, e sebbene preferirei che fossero miei, non può essere così perché il lavoro che avevo era terribile e... Ugh."

"Hai smesso per un motivo." le ricordò Spencer.

Hanna si stropicciò la faccia. "Avrei dovuto smettere più presto e trovarne semplicemente un altro. Sono un'idiota per averlo continuato."

"Han," iniziò Emily, "tu non sei un'idiota. Hai fatto quello che era necessario fare."

Hanna mugolò piano. "Dio, l'ultima cosa che penseresti è che il capo sia un pervertito e che tenti di stuprarti."

"Caleb lo sa?" chiese Aria.

Hanna scosse la testa. "No, non lo sa. Ho completamente bloccato la cosa dalla mia mente. Non voglio che lui sappia, non dovrebbe sapere. È una cosa passata. Se fosse successo, gliel'avrei detto, ma non è successo. Chissà, magari ho un'idea sbagliata..."

"Dovrebbe sapere." fece Spencer. "So che Toby vorrebbe saperlo."

Hanna fece un bel respiro, permettendo alle lacrime che si stavano formando di scomparire. "C'è già tanto sulle sue spalle, non voglio affondarlo con questo."

"Se pensi che lui non adori completamente te e Tiff, allora ti stai sbagliando di grosso, Hanna." assicurò Aria. "Vi ama così tanto, non  penso che gli importi del peso sulle sue spalle e, decisamente, non lo sta affondando."

Hanna sospirò, facendo spallucce. "Glielo dirò. Darà di matto se glielo nascondo, o semplicemente andrà a prendere a pugni il capo."

"Non sarebbe una buona cosa?" chiese Emily.

Spencer rise. "Non quando Toby l'ha già picchiato."

Le quattro ragazze risero.

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