Four Years di Ayoungnovelist (/viewuser.php?uid=637342)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Il matrimonio; Parte I ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Il matrimonio; Parte II ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
[N/A: La storia
è una traduzione dell'originale "Four Years" che
trovate qui.
Il permesso per la traduzione
rilasciatomi dall'autrice è invece qui.
Buona lettura!]
CAPITOLO 1 - Prefazione
"Hey, stai bene?" chiese Hanna, entrando nell'appartamento di Caleb.
"Sembravi alquanto serio al telefono." Raggiunse la cucina, dove il
ragazzo era seduto a tavola, con le lacrime agli occhi. "Stai bene?"
Caleb scosse la testa, ed Hanna gli prese il viso tra le mani.
"Cos'è successo?"
"Mi trasferisco a Ravenswood."
disse Caleb, mordendosi un labbro. E le braccia di Hanna caddero a peso
morto al pensiero di separarsi da lui. La ragazza annuì, con
i bordi della bocca incurvati verso il basso.
Si voltò e chiuse
gli occhi, sforzandosi di non singhiozzare. "M-ma non capisco,
p-perché devi lasciarmi?" urlò Hanna, con le
lacrime che le cadevano al pensiero di stare senza Caleb.
"Hey, hey." La ragazza non lo
guardava. E non si voltò quando lui le poggiò una
mano sul braccio. Si chinò, stringendosi lo stomaco, mentre
respirava dal naso, cercando di non piangere, ma fallendo miseramente.
Liberò un singhiozzo, scrollandosi le braccia di Caleb di
dosso. "Non ti dimenticherò mai, questa è una
promessa. E ti amerò sempre." disse lui, e ad Hanna caddero
ancora più lacrime, e a quel punto caddero anche a Caleb. Le
lacrime venivano giù come una dannata cascata. "Tu. T-tu hai
cambiato l-la mia vita nel miglior modo possibile. T-tu sei la persona
che mi ha incoraggiato ad andare in California, t-tu sei la persona che
mi ha spinto a dare una seconda possibilità a mio padre. Tu
s-sei il mio tutto, H-Hanna." balbettò lui. Non voleva
lasciarla, ma ora suo padre aveva l'affidamento legale, e si sarebbe
trasferito a Ravenswood, e Caleb sarebbe dovuto andare con lui. Lontano
da Hanna.
E
non voleva stare lontano da Hanna.
"Ti amerò sempre
anch'io." mugugnò Hanna. "E volevo davvero un lieto fine per
noi."
"Lo volevo anch'io, ma questo
non significa che è finita tra noi. I-io voglio rivederti. E
voglio poterti tornare a chiamare 'mia' di nuovo, e non mi
importerà se ti starai frequentando con qualcun altro o se
lo starò facendo io, o se sarai fidanzata o se lo
sarò io. Io lotterò per te."
"Ah sì?
Perché tra qualche anno, io sarò solo quella
ragazza con cui hai fatto sesso in una tenda. Sarò quella
ragazza con un mucchio di problemi con cui dovevi fare i conti tu,
perché lei non poteva vivere un solo giorno senza mettersi
nei guai." gridò Hanna.
"Sarai sempre più di
una qualunque ragazza con cui ho fatto sesso in una tenda. Sarai la
ragazza che amo." urlò Caleb. "Sarai la ragazza che
è stata la miglior persona che io abbia mai incontrato, e
non smetterò mai di amarti. Tu sei il mio mondo, ed io non
ti dimenticherò mai." disse Caleb, tirando su con il naso,
con la vista annebbiata dalle lacrime.
"E allora perché mi
stai lasciando?" urlò Hanna, con il cuore che le si
stringeva, avrebbe potuto giurare che lo sentiva spezzarsi. Caleb prese
un respiro, passandosi le mani tra i capelli.
"Devo farlo. Non voglio, ma
devo."
"Dopo tutto quello che abbiamo
passato. Dopo tutto quello che abbiamo fatto l'uno per l'altra non
posso credere che questo sia il modo in cui finisca." Lui
sospirò, con la bocca tremante. "Continuavi a dire che io
fossi la miglior cosa che ti fosse mai capitata, ma se è
vero, allora perché mi stai lasciando?"
"Non voglio farlo. Ma
è mio padre, Hanna."
"Ma pensavo che io fossi tutto
il tuo mondo. L'hai detto anche tu, hai detto che io non ero una
stella, che ero tutto il tuo dannatissimo cielo. E hai detto che non mi
avresti mai spezzato il cuore, ed io ti ho creduto." urlò
Hanna, con le lacrime che le cadevano dagli occhi. Caleb
sollevò una mano per asciugargliele, ma la ragazza gliela
scostò via. Entrambe le loro bocche erano tremanti, e le
lacrime cadevano dai loro occhi come cascate.
"Non avrei mai voluto farti del
male." disse lui.
"Avresti dovuto pensarci quando
hai preso la tua decisione. Io ti vedevo come la persona che non mi
avrebbe mai ferita. In nessun modo. Abbiamo parlato di andare insieme
al college. Abbiamo parlato del nostro futuro. Che avremmo avuto un
matrimonio grandioso. Che avremmo avuto tre bambini, che avremmo
vissuto in una grande casa. Ma ovviamente adesso è chiaro
che mi stavi soltanto prendendo in giro."
"Io non ti ho mai presa
in giro, Hanna."
"Sì, bene, io devo
andare." disse Hanna, non volendolo baciare, sapendo che avrebbe voluto
di più. E non poteva.
E non potrà.
Non l'avrà mai.
Salvo miracoli.
"Possiamo salutarci?" chiese
lui, con voce debole, rotta e rassegnata.
Perché Caleb aveva
appena perso l'amore della sua vita. Non poteva credere di aver
accettato di trasferirsi, Hanna era la cosa più speciale
della sua vita.
Il
ragazzo diede un calcio al tavolo della cucina, piangendo.
"No, perché
renderebbe tutto più dannatamente difficile di quanto non lo
sia già." gridò Hanna, afferrando la sua borsa e
raggiungendo la porta.
"Ti amo, Hanna." disse Caleb,
riportandola a quando lui stava partendo per la California.
Ma stavolta se ne stava andando
davvero.
E stavolta non sarebbe tornato
per lei.
"Ti amo anch'io." disse Hanna,
con la mano sulla maniglia della porta.
"Addio, Hanna." disse lui, e
diventò realtà. Tra loro era finita. Quali erano
le possibilità che si sarebbero rincontrati in America?
L'America era enorme. E lei se ne andò. Non disse addio,
perché altrimenti sarebbe crollata proprio lì, scoppiando in
lacrime e supplicando Caleb di non andarsene. Era la sua vita, la sua
decisione.
Non avrebbe potuto fermarlo.
Giusto?
La ragazza guidò
fino a casa di Spencer, quindi entrò dal retro, dove Spencer
era impegnata con le mani sulla tastiera del suo pc per qualche saggio.
Spencer sollevò lo sguardo e si precipitò dalla
sua amica singhiozzante. Hanna crollò su Spencer, dunque
lei la fece salire in camera sua, ed Hanna pianse sulla sua spalla
finché non si addormentò. E Spencer
annullò il suo appuntamento con Toby.
Sorelle oltre che amiche,
giusto?
Nel frattempo, Caleb era sul
pavimento a bere una bottiglia di vodka, da solo. E piangeva. Le luci
erano spente, la musica era accesa, le tende erano chiuse, e lui
pensava a come aveva potuto lasciarla andare, a come aveva potuto
pensare di trasferirsi senza di lei, a cosa stesse facendo lei in quel
preciso istante.
Ma forse avrebbero potuto
rincontrarsi, forse si sarebbero rincontrati.
Nel giro di quattro anni.
Così.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CP2
CAPITOLO 2
Quattro anni
dopo
"Buongiorno,
patatina." Hanna disse a sua figlia Tiffany, di quattro anni. La
ragazza viveva in un appartamento in California, di fronte a Spencer e
Toby. Non essendo entrata alla UPenn, Spencer era andata in California
con Hanna, e Toby era andato con loro, avendo trovato
un'opportunità di lavoro lì. Aria era andata a
New York
con Ezra, ed Emily era andata a Danby, lasciandosi con Paige. E Caleb?
Nessuno sapeva cosa gli fosse successo. Hanna aveva provato a
contattarlo per dirgli che aveva una figlia, ma lui non aveva mai
risposto. E così, a quel punto, Hanna si era arresa. Spencer
e
Toby erano la madrina ed il padrino di Tiffany, e lei era contenta
della vita che stava vivendo. Hanna non se lo sarebbe mai aspettata, ma
non l'avrebbe mai scambiata con una vita da college piena di feste.
"Buongiorno, mamma." disse
Tiffany, e si sedette sul divano.
"Perché
sei in piedi così presto?"
"Ho sentito l'odore del bacon,
dov'è?" Hanna rise.
"È in forno, tesoro.
Dobbiamo aspettare un po'."
"Ma mamma, voglio il bacon."
Hanna sorrise alla bambina, che amava con tutto il suo cuore.
"Che
ne dici di un biscotto mentre aspetti il bacon?" Tiffany
guardò
il soffitto pensierosa, come faceva sempre quando pensava. Guardava in
alto al cielo, come se le risposte venissero dagli angeli
lassù.
"Okay, che biscotti ci sono?"
"Allora,
abbiamo biscotti normali al cioccolato, digestivi al cioccolato, e
jammy dodgers." Tiffany guardò ancora una volta il soffitto.
Hanna sorrise.
"Digestivi al cioccolato."
rispose Tiffany.
"Arrivano
subito per il mio piccolo diamante." disse Hanna, facendole
l'occhiolino. Dopo aver cercato i digestivi al cioccolato nella scatola
dei biscotti, li trovò, li mise in un piatto, e li
portò
a Tiffany. La bambina con i capelli biondi e gli occhi marroni li
mangiò con ghiottoneria, alquanto rapidamente, e si
pulì
le mani sfregandosele quando finì, con del cioccolato
attorno
alla bocca. Hanna rise, e tirò fuori il suo cellulare.
Scattata
una foto del suo piccolo diamante, la mandò ad Ashley,
Spencer,
Emily ed Aria che le chiedevano sempre di mandargli foto della loro
nipotina. Emily ed Aria venivano in California ogni mese per vedere
Hanna e Tiffany. Tiffany passava la notte nell'appartamento di Spencer,
mentre le quattro ragazze facevano un pigiama party. E Tiffany aveva il
suo pigiama party con Ezra e Toby - che erano grandi bambini. Passavano
la serata guardando film della Disney e mangiando dolci. Col passare
degli anni, Ezra e Toby si erano avvicinati molto, ed erano diventati
migliori amici.
"Il
bacon è pronto." gridò Tiffany, non appena il
forno
iniziò a suonare. Hanna ridacchiò, e
sfornò il
bacon e i potato waffles. Tiffany li aveva scoperti un giorno alla
drogheria. Da quel momento, erano diventati indispensabili a colazione.
Hanna servì la colazione sui piatti per sé e
Tiffany, si
sedette sul divano, dando a Tiffany il suo piatto, e porgendole il
telecomando. E guardarono America's Next Top Model per il
resto della mattinata.
"Hey, Han, Tiff." disse Spencer,
entrando nell'appartamento alle undici.
"Ciao, zia Spencie." disse
Tiffany, non spostando lo sguardo dalla TV.
"Hey." disse Hanna, con gli
occhi incollati allo schermo.
"Tutta
sua madre." disse Spencer, e tirò fuori due copie
dell'ultimo
numero di Cosmopolitan. "Ho Cosmo." disse Spencer, e rise quando le
teste di Hanna e Tiffany si voltarono a quelle parole. Tiffany leggeva
solo riviste, e nonostante Spencer, Aria, Ezra e Toby provassero a
farle leggere libri normali, lei li rifiutava sempre, optando per le
riviste. Sembrava seguire le orme di sua madre.
"Grazie,
zia Spencie." disse Tiffany, prima di aprire la rivista e leggerla.
Spencer si sedette accanto ad Hanna, e condivisero la rivista.
"Ti sei alzata tardi."
sussurrò Hanna, con gli occhi ancora incollati sulle pagine.
Spencer arrossì.
"Beh, sono andata a letto
tardi." rispose Spencer, sempre in un sussurro.
"E mi sembra che questo abbia a
che fare con te e Toby, o sbaglio?"
"Sì."
"Avete
festeggiato qualcosa?" Spencer si aprì in un ampio sorriso.
"L'ha fatto, non è così?" gridò Hanna,
e Spencer
annuì.
"Sì,
l'ha fatto." urlò Spencer, e mostrò alla sua
migliore
amica l'anello. Hanna lo ispezionò. Era un solitario di nove
carati, in oro bianco e con un grande diamante.
"L'ha
fatto molto bene." disse Hanna, sorridendo, felice per la sua migliore
amica. Catturarono l'attenzione di Tiffany, che sollevò lo
sguardo dalla rivista per guardare le due ragazze. Concentrandosi sulla
mano di Spencer, Tiffany urlò sorpresa, e le due ragazze
ventiduenni ridacchiarono. Anche se Tiffany era piccola, se ne
intendeva di matrimoni, molto bene. Grazie a sua madre.
"È un anello molto
bello." disse Tiffany, osservando l'anello. Hanna e Spencer risero.
"Ho
un lavoretto per te, ti piacerebbe farlo?" chiese Spencer a Tiffany,
prendendola in braccio.
"Dipende, cos'è?"
Spencer rise.
"Ti
piacerebbe portare i fiori al mio matrimonio?" chiese Spencer, e
Tiffany si illuminò in viso a causa di un enorme sorriso,
con
una scintilla negli occhi, e batté le mani.
"Sì, sì,
sì, sì." Le due ragazze risero, con la bambina
che ora balzava per tutto l'appartamento.
"E,
Hanna, vuoi essere la mia damigella d'onore?" Gli occhi di Hanna si
riempirono di lacrime, quindi la ragazza si portò una mano
al
viso per evitare di piangere. "Lo prendo come un sì?"
"Spence,"
iniziò Hanna, tirando a sé la sua amica per
abbracciarla
stretta, "non te ne pentirai." Hanna scoppiò a piangere, e
Spencer rise, allacciando le sue braccia attorno all'amica.
"Lo so, sarai la miglior
damigella d'onore che si possa mai chiedere."
"Dannazione
se la sarò." Le due ragazze risero, e Spencer si
tirò via
dall'abbraccio quando vide Tiffany uscire dalla sua stanza con addosso
un vestito da Cenerentola sul suo pigiama di Trilli. Anche Hanna
guardò sua figlia, che ora saltellava agitando una bacchetta
per
aria. Hanna afferrò il suo cellulare ancora una volta, e
fece un
video alla sua piccola bambina che saltellava per il suo appartamento.
"È
semplicemente la più tenera." disse Spencer, una volta che
Tiffany si sedette sul pavimento per guardare nuovamente Top Model.
"Uh, lo so. Ed ha gli occhi di
Caleb, somigliano sempre di più ai suoi." disse Hanna.
"Non ancora ha chiesto?" Hanna
sospirò.
"No,
non l'ha fatto. Per quanto lei ne sappia, Toby è l'uomo
della
sua vita, se le dicessi Caleb non saprebbe nemmeno di cosa tu stia
parlando."
"Hai provato ancora a
chiamarlo?"
"Beh,
ci ho provato il giorno del suo quarto compleanno, ma non ha risposto,
e allora mi sono arresa di nuovo. Insomma, quando ero incinta pensavo
di doverlo fare di persona. Ma ha quattro anni, e Caleb
dov'è?
Suo padre l'ha abbandonato, e lui mi incolperà per non
avergli
fatto conoscere sua figlia."
"Non ti incolperà,
Hanna."
"Sì,
beh. Né tu né io lo conosciamo ora. E non so
nemmeno cosa
ne è della sua vita. E, certo, una parte di me vuole sapere
come
gli vanno le cose, ma all'altra non interessa davvero."
"Lo ami ancora?"
"Sì,
ma credo che una piccola parte di me lo amerà sempre. E una
parte di me vuole ancora quel lieto fine con lui, ma se non era
destino... Non è destino."
"Sei la donna più
forte che io abbia mai incontrato." ammise Spencer.
"Lo so, dovrei vincere una
medaglia." disse Hanna, sorridendo. "Congratulazioni, Spence."
"Grazie,
Han." Le due amiche si abbracciarono di nuovo, quindi le tre ragazze
guardarono Next Top Model per un'ora finché non
arrivò
Toby, e Tiffany cambiò canale per guardare That's So Raven.
E
passarono il loro sabato guardando That's So Raven.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CP3
CAPITOLO 3
Il
cellulare di Hanna squillò alle dieci del mattino. Tiffany
stava
ancora dormendo. Hanna brontolò, e si tirò su dal
letto,
stropicciandosi gli occhi in quel mentre. Afferrò il
cellulare,
e sospirò quando vide che era un altro messaggio di Rachel,
la
sua migliore amica del college. Era da giorni che Rachel le chiedeva di
andare ad un'uscita a quattro con un ragazzo che non conosceva, -che
sarebbe dovuto essere il suo possibile nuovo ragazzo- Rachel, ed il suo
fidanzato. Ad Hanna sarebbe piaciuto conoscere quest'ultimo, ma non
voleva andare a quell'appuntamento. Non aveva ancora del tutto superato
Caleb, ed aveva una bambina piccola alla quale badare.
Tiffany era la sua
priorità assoluta.
Uscendo
dalla sua stanza, la ragazza afferrò la sua borsa di scuola,
apprestandosi a fare qualche compito finché Tiffany non si
fosse
svegliata. Tirò fuori i quaderni dalla borsa,
afferrò una
penna dal bancone ed iniziò a scrivere. Dopo un'ora di
lavoro,
Tiffany stava ancora dormendo, stranamente, e si udì
qualcuno
bussare alla porta, con il rumore che riecheggiò all'interno
dell'appartamento. Mentre Hanna camminava verso la porta,
sperò
di non svegliare Tiffany. Aprì lentamente la porta e le si
presentò davanti Emily. Le due ragazze emisero un verso di
gioia
e si scambiarono un lungo abbraccio.
"Hey,
Han. Come stai?" chiese Emily, mentre le due scioglievano l'abbraccio.
"Sto bene," rispose Hanna. "tu
come stai?"
"Sto
bene, ho una nuova ragazza." Hanna sorrise, e la porta della camera di
Tiffany si aprì all'udire le due ragazze. Tiffany sorrise
quando
vide sua zia Emily. La bambina saltò addosso ad Emily, che la
accolse in un grande e caloroso abbraccio. "Hey, Tiff. Mi è
mancato il mio piccolo diamante." Hanna sorrise. Emily aveva detto che
Tiffany era un piccolo diamante quando era nata, da qui era venuto il
nome, come il negozio Tiffany.
"Indovina un po'?" disse
Tiffany, ed Emily fece spallucce. "Sono la ragazza dei fiori."
"Em,
hey. Ci sembrava di averti sentita." disse Spencer, entrando
nell'appartamento con Toby. Toby, Emily e Spencer si abbracciarono
l'uno con l'altro con Tiffany ancora tra le braccia di Emily.
"Beh,
Tiff mi stava giusto dicendo che sarà la ragazza dei fiori.
C'è qualcosa che dovete dirmi, ragazzi?" disse Emily,
alzando le
sopracciglia alla coppia di fidanzati. Toby e Spencer sorrisero, mentre
Tiffany si tirò via dalla presa di Emily per prendere un
biscotto. Spencer le mostrò l'anello, ed Emily fece i salti
di
gioia. "È così carino." disse entusiasta,
causando le
risate dei suoi amici.
"Lo so." disse Spencer,
sognante.
"Bene,
aww. I miei migliori amici si sposano." disse Emily. "È
grandioso." Emily abbracciò Spencer e Toby, quindi tutti si
misero a ridere notando Tiffany che aveva tutto il muso sporco di
cioccolato.
"Quanti
ne hai presi, Tiff?" chiese Hanna, cercando di non sorridere. Tiff
alzò lo sguardo al soffitto, ed alzò una mano
aperta ad
indicare che ne aveva mangiati cinque. "Cinque biscotti, wow."
…
"Uh, stupida." disse Hanna,
gettando via il suo iPhone dopo averlo controllato.
"Chi è?" chiese
Emily, mentre mangiava un biscotto.
"È
Rachel. Continua a rompermi perché vada ad un appuntamento
con
lei, il suo fidanzato, e questo tipo misterioso, ma ho già
rifiutato svariate volte."
"Vai." disse Spencer, venendo
fulminata con lo sguardo da Hanna. "Avanti, Hanna, non vai ad un
appuntamento da quattro anni."
"Sì, ma non sono
ancora totalmente passata oltre Caleb."
"Allora
questa è l'opportunità per sorpassarlo.
Chissà,
sarà forse questa la possibilità per dimenticare
Caleb?"
disse Emily, ed Hanna fece spallucce. "Per Tiff."
"Okay, d'accordo. Per Tiff e perché ho
bisogno di superare Caleb." disse Hanna.
…
"Hey,
Rach." disse Hanna, dando alla sua amica un bacio sulla guancia.
"Hey, Han, sono contenta che tu
sia venuta. Si chiama Edward." disse Rachel.
"Chi, il tuo fidanzato
è Edward?"
"No,
il ragazzo che è qui per te. Il mio è in bagno,
doveva
fare pipì. Avanti, sediamoci." Hanna annuì, e
raggiunsero
il tavolo dove il ragazzo era seduto, e dove c'erano tre sedie vuote.
Si sedette accanto a Rachel, di fronte ad Edward.
"Ciao,
io sono Hanna." si presentò educatamente Hanna all'estraneo,
i
quali occhi scivolavano lungo il corpo della ragazza.
"Edward. Molto lieto di conoscerti."
disse Edward, sorridendo ad una Hanna che indossava un
vestitino che mostrava il suo decollête; in quel momento
stava
riconsiderando il suo abbigliamento. Pensava che Edward potesse avere
un minimo di rispetto invece di puntare gli occhi sulle sue tette. Non
appena il fidanzato di Rachel venne fuori dal bagno, il cuore di Hanna
si fermò. Lui non
poteva essere lì. Lui non
poteva essere il fidanzato di Rachel. Hanna abbassò la
testa,
fingendo di stare occupandosi dei suoi collant stringati.
"Principessa,
vorresti presentarmi ai tuoi amici?" chiese Caleb a Rachel, ed Hanna
sollevò la testa, lanciandogli un'occhiata gelida, con gli
occhi
lucidi dalle lacrime.
L'aveva
ferita.
Non
il fatto che fosse fidanzato. Ma il fatto che avesse chiamato un'altra
ragazza "principessa". Lei pensava di essere la sua principessa, ma si
sbagliava. Si sbagliava su un sacco di cose. Se avesse avuto ragione,
lui non l'avrebbe lasciata quattro anni prima. Se lui fosse stato
innamorato di lei, ora non sarebbe fidanzato.
E
non appena Hanna sollevò la testa, la mente di Caleb si
annebbiò, e quei sentimenti che aveva provato a reprimere
con
tutte le sue forze tornarono a galla. Il suo viso impallidì,
e
rimase a guardarla imbambolato. Sempre bellissima, come al solito. Dio,
cosa stava pensando, era fidanzato. Si sarebbe sposato con la sua
migliore amica. Ma quel che gli fece più male furono gli
occhi
di Hanna. Si poteva vedere il dolore in essi. Niente rabbia. Niente
tristezza. Soltanto dolore. Perché? Aveva chiamato un'altra
ragazza "principessa", e quattro anni prima Hanna era la sua
principessa, e Caleb il suo principe.
…
"Allora,
Hanna. Non dovresti dire qualcosa ad Edward?" chiese Rachel, ed
Hanna la maledì mentalmente. Hanna sapeva esattamente di
cosa
stesse parlando Rachel, ma quant'era vero Dio, lei non l'avrebbe detto.
Non di fronte al padre della sua bambina che neppure sapeva di essere
padre. Non di fronte al suo ex, per il quale si sarebbe ancora fatta
uccidere. "Hanna. Devi dirglielo."
"Beh,
non voglio. Mi dispiace aver rovinato il tuo meraviglioso appuntamento
con il tuo fidanzato." disse Hanna, poggiando il suo tovagliolo sul
piatto.
"Hanna, se vuoi rivederlo, devi
dirglielo."
"Rivederlo?
Sei pazza, mi ha fissato le tette per tutta la durata della cena!"
Hanna pensò che poteva fare ancora di meglio. "Un qualcosa
che il
mio ex non avrebbe mai fatto."
"Stronzate,
Hanna, stai sputando questo dalla tua bocca solo perché sei
esausta a causa delle tue faccende con Tiffany." disse Rachel.
"Stronza."
disse Hanna, afferrando la sua borsa, infilandosi il cappotto, e
lasciando il ristorante. Camminando verso la sua macchina,
sentì
una mano sul suo braccio, una mano familiare. E la sentì.
Sentì la scintilla. La scarica di adrenalina che affluiva
nelle
sue vene quando si toccavano. In qualsiasi modo. La ragazza si
voltò. "Ciao." disse Hanna, con freddezza.
"Hey."
rispose piano Caleb. Nelle ultime due ore, avevano dovuto comportarsi
come se non si conoscessero, ascoltando cose che già
sapevano
l'uno dell'altra e alle quali potevano rispondere senza pensarci due
volte. "Mi dispiace."
"Pensavo
di essere la tua unica principessa." mugugnò Hanna, con gli
occhi colmi di lacrime. Vide Caleb abbassare lo sguardo. "Ma mi
sbagliavo."
"Chi
è Tiffany? È mia?"
"Tiff è il mio
cane." Hanna mentì. Era sempre stato difficile mentirgli,
pensò.
Ma
c'erano stati dei cambiamenti. Un
sacco di cose erano cambiate.
"Stronzate,
Hanna. Rachel mi ha detto che hai una bambina. Dimmi. È mia?"
"Come
se ti importasse." iniziò Hanna. "Non ti importa
più di
me. Perché se fosse così, sarei ancora io la tua
principessa."
"Hanna,
io non lo intendevo." si giustificò Caleb. Non sapeva
neppure
perché si stesse giustificando. Sarebbe dovuto essere
dentro,
con Rachel, con la sua fidanzata. Ma era fuori con la sua ex, ed odiava
ammetterlo, ma lui la amava ancora. Quei sentimenti erano riemersi
durante la cena. Tutto quel tempo a reprimere quei sentimenti, ed ecco
che erano riemersi cento volte più velocemente di quanto lui
ci
avesse messo a seppellirli.
"L'ho sentito nella tua voce,
lo intendevi eccome. E, mi dispiace, ma non farai parte della vita
della bambina." disse Hanna.
"Perché?
Perché? Lei ha bisogno di una figura paterna nella sua
vita." insistette Caleb, alzando la voce.
"Ce
l'ha." urlò Hanna.
"Chi?" gridò lui.
Non sembrava che si frequentasse con nessuno.
"Toby.
È fantastico con lei. La adora. E poi, ogni mese Aria
ed Ezra vengono qui, ed anche Ezra è fantastico con lei. Lei
non
ha bisogno di te, forse ne avevo bisogno io quando tu non c'eri, ma
adesso non più." Hanna fece per andare via, ma si
fermò.
"E tanto, tu di me non hai bisogno. Non ne hai mai avuto." Hanna
andò via, con le lacrime che le si riversavano lungo le
guance,
e con la voglia di tornare indietro da lui, ma sapendo di non poterlo
fare. Aveva una bambina piccola, ora. Non poteva più essere
Hanna la ragazzina, che aveva bisogno di Caleb per vivere. Doveva
essere una mamma. Una mamma che avrebbe fatto qualsiasi cosa per
proteggere sua figlia, e sarebbe stato quello che avrebbe fatto.
Non
avrebbe permesso che un ragazzo la rovinasse.
Era
già successo.
E
a qualsiasi costo, non sarebbe successo ancora.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
CP4
CAPITOLO 4
"Merda!"
urlò Hanna, una volta nel suo appartamento. Spencer, Toby,
Emily
e Tiffany erano nell'appartamento di Spencer a guardare film della
Disney e a mangiare Smarties. "Merda!" gridò Hanna,
calciando
ripetutamente il tavolo.
"Hanna!" disse Emily, entrando
con Spencer. "Cos'è successo?"
"Lui sa. Uh, maledetta Rachel."
disse Hanna.
"Aspetta, come fa a sapere?"
disse Spencer.
"Il
fidanzato di Rachel è Caleb, ed io sono stata ad un
appuntamento
con questo pervertito che non ha fatto altro che fissarmi le tette, e
poi Rachel mi ha detto di dirglielo se avessi voluto rivederlo, e
allora io le ho detto di no, perché naturalmente Caleb era
lì di fronte a me, e poi Rachel ha tirato fuori il nome di
Tiff.
Sono scappata, Caleb mi ha seguita fuori, mi ha chiesto chi fosse Tiff,
se fosse sua. Ed io gli ho risposto che è il mio cane, ed
ora
lui sa, ed è fidanzato." disse Hanna, girando per
l'appartamento, passandosi le mani tra i capelli.
"Andrà tutto bene,
Hanna." disse Emily.
"Davvero? Perché
è solo questione di tempo e lui irromperà nella
sua vita."
"Beh,
cosa ha detto riguardo la figura paterna e cose varie?
Perché ha
ovviamente detto qualcosa a riguardo." disse Spencer.
"Sì,
ha chiesto della figura paterna. Ed io gli ho risposto che Toby
è una perfetta figura di padre per lei, che le vuole un
mondo di
bene. Poi ho detto che anche Ezra è grandioso, e non voglio
che
lui si intrometta in questo."
"Ci è già
dentro, Hanna. Caleb è il padre di Tiff." disse Emily.
"Lo
so, ma non c'è stato per le cose più importanti
della sua
vita. Non era qui quando è nata, quando ha detto la sua
prima
parola, quando ha mosso i suoi primi passi, quando è andata
all'asilo il primo giorno. Perciò non può
comparire e
chiedere, semplicemente. Dobbiamo salvaguardare Tiff, sapete come si
sente
davanti agli sconosciuti." disse Hanna.
"Sì,
lo sappiamo. Ma è di Caleb che stiamo parlando. I suoi
genitori
l'hanno abbandonato, sa come ci si sente a non avere un padre.
Ovviamente non è quello che vuole per la SUA bambina." disse
Spencer.
"Beh,
non si è sforzato molto. E quali sono le
possibilità che
lo rivedrò ancora? La California è un grande
stato, non
è che ci incontreremo accidentalmente. Non è che
Tiffany
e Caleb si incontreranno accidentalmente." disse Hanna, mordendosi un
labbro. Emily e Spencer si scambiarono un'occhiata, riflettendo sul da
farsi.
"Diremo che Tiff è
mia e di Toby." disse Spencer, facendo spallucce.
"Però lui sa che
è sua. Come potremmo ritrattare?"
"Digli che hai mentito,"
iniziò Emily. "che era un pesante scherzo per terrorizzarlo,
e che Rachel era complice."
"Rachel
non sa di noi. Tutto ciò che sa è la storia della
nostra
relazione. Non sa che ero io. Sembra che la madre di Caleb apprezzi
più me di Rachel, che Caleb non mi abbia mai dimenticata, e
che
Rachel odi questa sua ex, che sarei io. Quindi
odia me."
"Come
potrebbe non ricordarsi di te?" disse Spencer, sorridendo. "Tu gli hai
cambiato la vita, Hanna. Se non fosse stato per te, lui starebbe ancora
aggiustando cellulari, indossando un cappellino grigio e viaggiando per
tutta l'America in cerca di sua madre."
"Questo lo so, ma la mia paura
è sempre molto viva."
"Che paura hai?" disse Emily.
"Che
resterò solo quella ragazza con cui ha fatto sesso in una
tenda." disse Hanna, timidamente. "E che non mi
amerà mai
più."
"Hanna,
questo è assurdo. Tu gli hai praticamente ritrovato i
genitori,
gli hai dato un posto dove stare, e prima di te, lui non aveva la
minima idea di cosa significasse essere amato." disse Spencer.
"Lo ami ancora?" chiese Emily,
ed Hanna annuì. "Forse per lui è lo stesso."
…
"Com'è andata la
serata, mamma? Ho sentito che sei uscita." disse Tiff, mentre Hanna le
faceva il bagno.
"È andata bene,
patatina." rispose Hanna, pettinando i riccioli biondi di sua figlia.
"Che cosa hai fatto?" Hanna
sorrise.
"Sono andata a cena con la mia
amica di scuola."
"Io vado a scuola."
"Sì,
giusto, tesoro. E andrai in prima elementare l'anno prossimo.
Diventerai
una bambina grande." Tiffany annuì, fiera di se stessa.
Hanna
lavò sua figlia, la avvolse in un'asciugamano, e la
asciugò.
…
"È così
tenera." disse Emily.
"Lo so." disse Hanna,
appoggiando la testa al muro. Avevano appena messo a letto Tiffany, ed
Hanna era distrutta.
"Rimpiangi qualcosa?" chiese
Emily, ed Hanna fece spallucce.
"Non
rimpiango di aver avuto Tiffany. Lei è la miglior cosa della
mia
vita, la cosa che mi fa davvero andare avanti. Rimpiango forse di
averla avuta così giovane. Avevo ed ho appena del denaro,
mia
madre mi manda un assegno. Ma quel che rimpiango di più
è
non aver fatto uno sforzo in più per Caleb."
"Han, possiamo darti noi del
denaro. Non ci sarebbe nessun problema."
"No, perché se non
vi ripagassi immediatamente, sarebbe imbarazzante."
"Hanna,
quando mai c'è stato imbarazzo tra di noi? Ne abbiamo
passate di
tutti i colori, possiamo darti una mano ogni tanto."
"E
lo fate, viziando la bambina, ed io non vi ringrazierò mai
davvero abbastanza. E, se posso chiedere, perché sei qui in
California? Saresti dovuta venire tra due settimane. Non che sia un
problema."
"Un convegno di nuoto o
qualcosa del genere."
"Un
convegno di nuoto. Non pensavo nemmeno che faceste queste cose." disse
Hanna, con un sorrisetto. Chiuse silenziosamente la porta della camera
di sua figlia e le due amiche si accomodarono sul divano.
"Neanch'io.
Non ho neanche idea di cosa sia, perché probabilmente si
tratterà solo di allestire una grande bancarella ricoperta
da
cuffie da nuoto." Le due ragazze risero. "Allora, dopo stasera, come ti
senti riguardo a Caleb?"
"Lo
amo anche più di quanto lo abbia amato. E vorrei averlo
supplicato di rimanere a Rosewood o aver avuto una relazione a
distanza."
"Perché non l'avete
avuta?" Hanna fece spallucce.
"Avevamo
appena avuto quest'enorme litigio, e continuavamo a piangere, ed io
continuavo ad urlare cose, e poi a chiedergli perché mi
stesse
lasciando, dunque non
abbiamo avuto un momento d'intimità, ed io ho continuato a
respingerlo tutte le volte che ha provato a calmarmi. Non l'ho baciato
per dirgli addio o nient'altro. Ci siamo solo detti di amarci e poi me
ne sono andata. Praticamente è stato un litigio."
"E come ti è
sembrato stasera?"
"È innamorato di
lei."
"Come fai a saperlo?"
domandò Emily, e gli occhi di Hanna si riempirono di lacrime.
"Perché ha chiamato
Rachel la sua principessa."
"Oh,
Hanna." sussurrò Emily, abbracciando la sua amica bionda.
Tutte
le ragazze sapevano che Caleb chiamasse Hanna "principessa". Era come
un secondo nome per lei, che usava solo Caleb. Tutte sapevano quanto
Hanna si sentisse speciale quando lui la chiamava così.
Ma lei non si sentiva
più speciale.
Sarebbe stata bene solo se
avesse superato tutto ciò.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
CP5
CAPITOLO 5
Hanna
stava scendendo le scale del suo college. Scontratasi con un uomo,
cadde, con il sedere a terra. "Mi dispiace tanto. Non guardavo dove
stavo andando." disse Hanna, non guardando l'uomo che l'aveva fatta
cadere. Sollevò lo sguardo, ed aprì la bocca per
parlare.
Ma si zittì, non sicura su cosa dire. O fare.
"Ciao."
disse Caleb, guardandola dall'alto. "Lascia che ti dia una mano." Le
porse la mano, e la ragazza la prese. E lei la sentì. E lui
la
sentì. L'improvvisa scarica elettrica scorrere attraverso le
loro vene non appena le loro mani si strinsero. Hanna si
alzò
dal pavimento spolverandosi il vestito con la mano libera.
"Scusami."
fece Hanna. Entrambi non notarono che le loro mani erano ancora l'una
nell'altra e che erano vicini. Abbastanza vicini.
"È
a posto, Han." disse lui, e lei lo guardò negli occhi. E lui
ricambiò. E ancora più elettricità
affluì
tra i nervi della ragazza, e lui sentì brividi percorrergli
il
dorso. "Come stai?" chiese Caleb, provando a fare conversazione.
"Beh,
pochi giorni fa stavo alla grande. Adesso non lo so." ammise Hanna,
continuando a fissare gli occhi marroni che le erano mancati per
quattro anni. Per quattro lunghi anni.
"E,
so che non sono affari miei, ma non avresti già dovuto
terminare
gli studi al college?" domandò Caleb, ed Hanna scosse la
testa.
"No,
perché ho perso i primi due anni per badare a mia figlia.
Sono
al secondo anno, mentre Spencer ha terminato gli studi e si sta
specializzando in legge." Merda, pensò. Avrebbe dovuto dire
che
Tiffany era la bambina di Spencer e Toby.
"Mi dispiace." disse Caleb, ed
Hanna lo guardò.
"Ti dispiace per cosa?" chiese
lei.
"Mi
dispiace di non esserci stato per te e per lei. E, soprattutto, mi
dispiace averti lasciata per andare a Ravenswood. Non sapevo a cosa
stavo pensando, ma quel che è certo è che
è uno
dei più grandi rimpianti della mia vita."
"Perché?"
Caleb aggrottò le sopracciglia, confuso. "Hai una fidanzata
perfetta, Caleb. Lei ti ama. Tu la ami. È la tua nuova
principessa adesso. Noi non dovremmo neanche stare a parlare. Avresti
dovuto aiutarmi a rialzarmi, ed entrambi ce ne saremmo soltanto dovuti
andare. Tutto questo mi rende tutto più difficile."
"Tu
pensi di essere l'unica persona afflitta per la nostra rottura, Hanna.
Io ho provato a lungo a reprimere i miei sentimenti per te."
"Il punto è, Caleb, perché stavi
provando a reprimere quei sentimenti?" chiese Hanna. Caleb
aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto dallo
squillare del cellulare di Hanna. "Hey, Rachel... Si, mi dispiace
tanto, mi sono ritrovata davanti un mio vecchio amico... Sei
fantastica, Rachel... Grazie... Ci vediamo tra una decina di minuti...
Ciao."
"Chi era? chiese Caleb,
scendendo velocemente le scale con Hanna.
"Era Rachel."
"La
mia Rachel?" Hanna smise di camminare quando lui disse quelle parole,
ed una volta dette, Caleb avrebbe voluto rimangiarsele. Ma non sarebbe
servito, perché quella era la fottuta realtà.
Nessun
altro tentativo da poter fare. Cogli bene l'opportunità la
prima
volta. E punto. Niente seconde possibilità. A meno che tu
non sia fottutamente fortunato.
"No. Un'altra. Sono in ritardo
per riprendere Tiff. Devo andare." disse Hanna, ed iniziò a
fare jogging.
"Hanna
Marin che fa jogging. Non avrei mai pensato che un giorno ti avrei
vista fare jogging verso la tua auto. O fare jogging verso qualsiasi
altra parte."
"Beh,
ti sei perso gli ultimi quattro anni della mia vita. Non mi aspetto che
tu sappia niente di me. Sono cambiata. E lo sei anche tu. Sei
fidanzato, e sei andato oltre me. Che è un qualcosa che io
non
sarò mai capace di fare con te." La ragazza aprì
l'auto,
lasciandolo lì immobile. Senza parole.
"Posso conoscerla?"
sbottò Caleb, e lei si fermò.
"No." gridò Hanna.
"Non potrai incontrarla."
"È mia figlia,
Hanna."
"Ma
ti sei perso i primi quattro anni della sua vita." Hanna
entrò
nella sua macchina, lasciando lì il ragazzo del quale era
ancora
innamorata. Si diresse verso l'asilo di Tiffany. Hanna aveva scelto
quella scuola perché distava cinque minuti dal campus e dal
suo appartamento. Parcheggiata l'auto, corse all'interno della scuola.
"Scusami, ho fatto tardi. Mi
sono imbattuta in qualcuno." disse Hanna a Rachel.
"Hanna,
ti assicuro che non c'è problema. Anche altri due bambini
stanno
ancora aspettando che qualcuno venga a riprenderli."
"Non so davvero come farei
senza di te." Rachel sorrise.
"È
a posto, Han. Sul serio." Hanna sorrise, riconoscente. "Tiff, la tua
mamma è qui." chiamò Rachel, e Tiffany
arrivò di
corsa, sporca di pittura, ed arpionò la gamba di Hanna.
"Scusami
per la pittura."
"Oh,
chi se ne importa?" disse Hanna, sollevando sua figlia. "Sembra che tu
sia stata in piedi per molto tempo oggi." disse Hanna a Tiffany, che
annuì.
"Abbiamo
disegnato. Il mio disegno si è asciutto, è nel
mio
zaino." disse Tiffany, con un sorriso stampato in faccia. Hanna sorrise
a sua figlia.
"Questo
è un altro disegno che andrà sul frigorifero, non
è così?" Tiffany annuì alla sua mamma.
"Bene,
faremo meglio ad andare. Grazie ancora, Rachel."
"Nessun problema, Hanna. Ciao,
Tiff." disse Rachel.
"Ciao
ciao, signorina Jones." disse Tiffany, scuotendo la sua mano libera.
"Possiamo prendere dei cupcakes, mamma?" chiese ad Hanna.
"Sì,
quali cupcackes vuoi?" chiese Hanna, mettendo Tiffany nel seggiolino
sul sedile posteriore della macchina. Non le piaceva che Tiffany stesse
davanti, non dopo la faccenda dell'irruzione dell'auto all'interno
della residenza Fields. Probabilmente non sarebbe successo ancora
né questo né nessun altro incidente, ma Hanna non
voleva
rischiare. E le sue amiche la rispettavano per questo.
"Al cioccolato." disse Tiffany,
ed Hanna raggiunse il posto di guida, mettendo in moto la macchina.
"Sì.
Li voglio anch'io al cioccolato. Quali pensi che vogliano Spence e
Toby?"
"Al cioccolato." Hanna sorrise,
sapendo che Tiffany avesse ragione.
…
Mentre
saliva le scale, con Tiffany fermamente al suo fianco ed i cupcakes in
un pacchetto, la ragazza sentì Spencer dietro di loro. Hanna
si
voltò e rise verso Spencer che stringeva un considerevole
gruzzolo di libri.
"Hey,
Spence. Abbiamo un cupcake per farti sentire meglio." disse Hanna,
prendendo qualche libro dell'amica.
"Grazie."
disse Spencer, sospirando di sollievo. "È stata una giornata
impegnativa. Ed il mese sarà anche più
impegnativo."
"Come
mai, Spencie?" chiese Tiffany, ora ricoperta non solo di pittura, ma
anche di cioccolato. Spencer fece un sorrisetto a quella vista.
"Sono
stata selezionata per uno stage con il professor Callahan, questo vuol
dire notti insonni e un mucchio di lavoro." disse Spencer.
"È
grandioso, Spence. Toby sarà fiero di te." disse Hanna,
lasciando entrare Tiffany nell'appartamento. "Qual è il
caso?"
"Non ne ho ancora idea, ma so
che butterò in galera i farabutti."
"Sei
una Hastings. Li rovinerai." disse Hanna, e Spencer rise, aprendo la
porta del suo appartamento. "Il tuo cupcake è qui, quando
vuoi."
"D'accordo,
grazie. E fa' una foto a Tiff e mandamela, è adorabile."
sussurrò Spencer, ed Hanna sorrise. Le ragazze entrarono nei
loro appartamenti, chiudendo le porte.
"Tiff,
voglio farti una foto, okay?" chiese Hanna, afferrando il suo telefono
e sbloccandolo, e sentì una stretta allo stomaco. Il codice
di
sblocco era ancora 1105, aveva pensato più volte di
cambiarlo,
ma si era sempre tirata indietro. Tiffany raggiunse Hanna, sorridendo
alla fotocamera, ed Hanna scattò alcune foto, mandandole ad
Ashley, Aria, Spencer ed Emily. Rifletté se mandarla a
Caleb, ma
pensò che gli avrebbe dato l'idea sbagliata.
"Posso avere un altro cupcake?"
chiese Tiff, sorridendo. Hanna sorrise.
"Dopo
cena. Adesso andiamo a lavarci, okay?" Tiffany annuì, ed
Hanna
spogliò sua figlia, gettando i vestiti nella cesta del
bucato.
"Vuoi le bolle di sapone?"
"Sì!"
grido Tiffany, senza esitazione. Hanna mise un po' di liquido per fare
le bolle di sapone nell'acqua, e Tiffany si mise nella vasca da bagno
con le bolle, giocandoci immediatamente. Ancora una volta, Hanna
afferrò il suo cellulare e fece alcune foto a Tiffany, che
era
coperta dalle bolle di sapone.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CP6
CAPITOLO 6
"Mamma! Mamma! Mamma!" esclamò Tiffany, ed Hanna sorrise.
"Che
c'è, Tiff?" chiese, prendendo in braccio la bambina. Hanna
amava
essere chiamata "mamma", le ristabiliva una sorta di calore dentro, un
grande calore. Se non fosse stato per Tiffany, non sarebbe riuscita ad
andare avanti dopo che Caleb l'aveva lasciata.
"Mi
è caduto un dente." disse Tiffany eccitata, sorridendo.
Hanna
rise, quando vide che era uno dei suoi incisivi. "La fatina dei denti
verrà stanotte, per la prima volta."
"Dov'è?" chiese
Hanna.
"È sotto il mio
cuscino." Tiffany batté le mani mentre lo disse. "Sono una
bambina grande."
"Sì,
sì che lo sei. Vuoi andarlo a dire a Spencer e Toby?"
Tiffany
annuì, e sgattaiolò dal divano, aprendo la porta
ed
attraversando il pianerottolo. Strinse il suo piccolo pugno, e
bussò alla porta opposta. Hanna rimase sulla sua soglia,
mentre
Spencer aprì.
"Spencie,
mi è caduto un dente." aprì per bene la bocca,
per
mostrare che le mancava un dente in alto. "Vedi, guarda!" Spencer
sorrise.
"Wow,
stai diventando una bambina grande." disse Spencer, sollevando la sua
bellissima nipotina. "Credo che ti meriti un cupcake." Il sorriso di
Tiffany si spense.
"Mamma
non me ne farà avere uno finché non
sarà passata
l'ora del tè." disse Tiffany, lanciando un occhiata verso
Hanna.
"Beh,
penso di poterti procurare qualcosa." sussurrò Spencer, e
portò Tiffany nel suo appartamento, prendendo un biscotto e
dandoglielo. La bambina guardò la ragazza.
"Come lo mangio?" Spencer rise.
"Prova."
disse la studentessa di legge. Toby venne fuori dal bagno, con addosso
una maglietta e dei pantaloni del pigiama in flanella.
"Hey,
Tiff. Cosa stai cercando di fare?" chiese Toby, abbassandosi,
sorridendo alla sua nipotina.
"Sto cercando di mangiare
questo biscotto," gli sorrise a denti stretti. "ma non riesco a
morderlo."
"Imparerai
come fare." La bambina continuò a provare a mordere il
biscotto,
mentre sua madre la guardava divertita sul ciglio della porta.
…
"Ho
visto Caleb oggi." disse Hanna a Toby e Spencer. Erano nel suo
appartamento a prendere un caffè, come facevano ogni
lunedì. "Beh, non l'ho esattamente visto. Ho sbattuto contro
la
sua spalla." I tre ridacchiarono.
"Ha
detto qualcosa su Tiff?" chiese Toby, facendo un sorso del suo
caffè. "Caffè normale. Grazie a Dio." Toby ed
Hanna
sogghignarono.
"Uh, questo cosa vorrebbe
dire?" chiese Spencer, guardando entrambi.
"Oh,
lo sai, Spence. Non fare la finta tonta." disse Hanna, dando all'amica
un giocoso buffetto sulla spalla. "Il tuo caffè è
nero.
È come un buco." Toby ed Hanna ridacchiarono.
"Piantatela," disse Spencer.
"ma questo è buonino." Toby ed Hanna ridacchiarono con
Spencer.
"Incredibile. Odi il mio
caffè." disse Toby, con un sorriso sulla faccia.
"Sono
sicura che gli piacciano di più altre cose."
azzardò
Hanna, facendo arrossire Spencer e Toby. Hanna contenne una risata.
"Comunque, torniamo a Caleb."
disse Spencer, sorridendo. Hanna scosse la testa. "Ha chiesto qualcosa
su di lei?"
"No.
Non l'ha fatto. Ero in ritardo per andare a riprenderla,
perché
mi sono imbattuta in lui, poi ho ricevuto una chiamata da Rachel, e
tutt'un tratto lui mi ha chiesto se poteva incontrarla, ed io ho detto
di no."
"Beh, magari dovresti
riprovarci, adesso che vi siete incrociati per due volte." disse Toby.
"Il
fatto è che è fidanzato. Quanto sarebbe
imbarazzante? La
figlia di Caleb è Tiffany e la madre di Tiffany sono io che
sono
la migliore amica di Rachel che è la fidanzata di Caleb, e
Rachel non sa che il suo fidanzato e la sua migliore amica quattro anni
fa hanno avuto un'importante relazione di due anni." disse Hanna.
"Sì,
abbastanza imbarazzante," disse Spencer. "ma Rachel non deve sapere.
Non deve necessariamente sapere della vostra relazione." Hanna
annuì.
"Cosa dovrei fare? Mi ha
chiesto due volte di incontrarla..."
"Chiedigli se vuole tenersi
aggiornato. Il che significa che conoscerà sua figlia senza
conoscerla." disse Toby.
"Ho
degli amici decisamente intelligenti." farfugliò Hanna, ed
afferrò il suo cellulare. Una volta sbloccatolo,
andò sul
numero di Caleb.
"Ti
comprerò Vogue per un anno." disse Spencer, ed Hanna
schiacciò il pulsante. Si portò il telefono
all'orecchio,
mordendosi ansiosamente un labbro, chiedendosi se lui avrebbe risposto.
"Hey, Hanna. È tutto
okay?" chiese Caleb, rispondendo al telefono, insicuro sul
perché lei lo stesse chiamando.
"Mi
stavo chiedendo se vuoi che ti mandi una foto di Tiff. Mia madre e le
ragazze mi assillano sempre perché le mandi loro,
perciò
se vuoi posso mandarle anche a te." fece Hanna, mordicchiandosi il
labbro inferiore.
"Sì,
mi piacerebbe moltissimo. Sul serio, sarebbe grandioso. È
successo qualcosa oggi?" chiese lui, sorridendo al pensiero di poter
vedere come fosse fatta sua figlia.
"Uhm,
beh, ha perso il suo primo dente oggi." Lui rise dall'altra parte.
"Devo andare a letto. È stata una giornata faticosa per me."
Hanna annuì. "Ciao."
"Ciao."
La ragazza riattaccò il telefono, e sospirò. "Una
delle
cose più snervanti che io abbia mai dovuto fare in vita
mia."
disse Hanna.
"Allora,
cosa ha detto?" chiese Toby.
"Oh,
giusto." disse Hanna, avendo momentaneamente dimenticato. "Ha detto che
sarebbe grandioso, e che gli piacerebbe moltissimo. Ma se volesse
incontrarla?"
"Non sarebbe una cosa buona,
comunque? Lei troverebbe suo padre." disse Spencer, ed Hanna
mugolò.
"Chissà, lui
potrebbe scappare o potrebbe non farlo. L'ha già fatto una
volta, cosa lo fermerebbe?"
"Tiff."
disse Toby.
…
Spillato
un dollaro dalla sua borsa, Hanna si intrufolò nella stanza
di
Tiff. Sollevando leggermente il cuscino, scambiò il dente di
sua
figlia con la banconota da un dollaro. Stretto il dente nel suo pugno,
Hanna baciò dolcemente la fronte di sua figlia, spegnendo la
piccola lampada che la aiutava a prendere sonno, ed uscì
dalla
stanza, chiudendo la porta.
Preso
il suo telefono, scrisse un messaggio a Caleb. Una volta allegata
qualche foto di Tiffany, lo mandò, senza testo.
Sentì che
non ce ne fosse bisogno. Il cellulare squillò, indicando un
messaggio appena arrivato. "È bellissima, proprio come sua
madre." Hanna lo lesse a se stessa, in un sussurro, e si
asciugò
una lacrima. Maledizione, lei lo amava ancora, tanto, e non era
convinta che sarebbe mai potuta andare oltre Caleb.
Non puoi
farlo. Hanna
scrisse di risposta, sapendo che fosse sbagliato.
Fare cosa? replicò
Caleb, nel giro di qualche secondo.
Non puoi
dirmi che sono bella. Ti stai per sposare. Dovresti dire a Rachel che
è bella.
Solo
perché tra noi è finita, non vuol dire che non
posso dirti che sei bella.
E
lei non rispose. Non sapeva cosa dire. Cosa avrebbe potuto dire? Hanna
sospirò, gettando il cellulare sul tavolino. Prese la sua
borsa
di scuola, dove aveva i suoi compiti, e continuò a farli
fino
alle undici e mezza.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
CP7
CAPITOLO 7
Non
appena alle sette la sveglia suonò, Hanna si
lamentò.
Odiava alzarsi presto. Ma amava Tiff di mattina. In qualche modo, la
bambina era sempre piena di energia. Alzatasi dal letto, Hanna si
stirò e realizzò cosa indossava. Una maglietta.
La
maglietta di lui.
Perché
indossava la sua maglietta? Dopo tutti quegli anni. Lui era fidanzato.
Lui non era suo. Lui non la amava. Lui stava per sposarsi. Rachel
avrebbe dovuto indossarla, non lei. Ma Hanna si sentiva a casa
indossandola. Non sapeva neanche di essersela messa addosso.
Scrollandosi
di dosso il pensiero e tenendosi la maglietta, andò in
cucina e
tirò fuori pane, burro e marmellata, ed iniziò a
preparare il pranzo al sacco per Tiffany.
…
"Hey,
Tiff. Svegliati, tesoro." disse Hanna, strattonando sua figlia per
svegliarla. Tiffany si lamentò, e lentamente aprì
gli
occhi. Hanna era vestita, e la sua borsa di scuola era pronta, ma non
quella di Tiffany. A Tiffany piaceva prepararla da sé. Erano
le
otto e venti, il che significava che restavano venti minuti prima che
dovessero andare via se Hanna avrebbe voluto che entrambe fossero in
orario per scuola.
"Okay.
Buongiorno, mamma." disse Tiffany, quindi urlò di sorpresa.
"La
fatina dei denti!" La bambina controllò sotto il cuscino, e
sorrise quando vide un dollaro. "Non prenderlo, mamma."
"Non
lo farò, tesoro. È tuo. Come lo spenderai?"
chiese Hanna,
e la bambina fece spallucce. "Cosa vuoi metterti oggi?"
"Il
mio vestito di Cenerentola." disse Tiffany con un sorriso, ed Hanna
ridacchiò. Hanna raggiunse l'armadio di Tiff, e
tirò
fuori un semplice vestito blu.
"Che
ne dici di questo?" Tiffany annuì, ed Hanna le mise il
vestito e
le spruzzò un po' di profumo. "Che scarpe?" chiese la mamma,
e
Tiffany fece un cenno col capo. Hanna le mise le scarpette nere, e le
due uscirono dalla stanza della bambina.
"Mamma,
ieri mi sono dimenticata di darti il mio disegno con tutta la
storia
del dente." disse Tiffany, prendendo lo zainetto. Lo aprì, e
diede ad Hanna il suo disegno. Hanna si accovacciò al fianco
di
sua figlia, sorridendo e prendendo il disegno.
"Me lo vuoi spiegare?" chiese
Hanna, e Tiffany annuì.
"Questa
è casa di nonna. E questa sono io, e questa sei tu, e nonna.
E
ci teniamo tutte per mano, e siamo davanti casa, e ci sono dei fiori."
disse Tiffany, tutto d'un fiato.
"Bene, dove vogliamo mettere
questo bellissimo disegno?" chiese Hanna, prendendola in braccio.
Tiffany guardò in alto.
"Frigorifero."
Hanna annuì, sollevò una calamita ed
attaccò il disegno sul
frigo. "Devo prepararmi la borsa." Tiffany si liberò dalla
presa
di Hanna, e si preparò la borsa. "Fatto!" gridò.
Hanna
sorrise, prese la mano di Tiff, e le due uscirono dall'appartamento,
con Hanna che chiuse la porta alle loro spalle.
Entrata
in macchina, mise in moto e guidò fino alla scuola di Tiff.
Una
volta fatta scendere sua figlia, Hanna sfrecciò verso il
college. Parcheggiò in un posto libero, scese dall'auto, la
chiuse, e corse nell'aula lettori, dove ci sarebbe stata la sua
lezione. Quando si sedette, tirati fuori i libri, ascoltando il suo
insegnante preferito della materia, il suo cellulare vibrò.
Mettendolo sul silenzioso, lesse il messaggio.
Incontriamoci
per un caffè, a mezzogiorno, per favore. -Caleb
Hanna
sospirò, e rifletté per un momento. Sarebbe
potuta
andare, rivederlo ancora, e morire dentro. Perché non
avrebbe
potuto baciarlo per salutarlo. Non avrebbe potuto stendere le gambe sul
suo addome. Non avrebbe potuto sedersi in braccio a lui. Non avrebbe
potuto chiamarlo "amore". Ma da un'altra parte, avrebbero potuto
riavvicinarsi. E avrebbe
potuto fare un discorso serio con lui.
Dove? -Hanna
Alla
caffetteria del campus. Voglio parlare di Tiff. -Caleb
Okay, posso
farcela. Ci vediamo lì. -Hanna
…
"Hey, Caleb." disse Hanna,
sedendosi di fronte a lui.
"Hey, Han. Come stai?" chiese
Caleb, e lei gli sorrise.
"Sto bene. Tu come stai?"
"Sto bene. Come sta Tiff?"
chiese lui.
"Sta
alla grande. Si era ricoperta di pittura ieri, dopo aver fatto un
disegno. E ha perso il suo primo dente ieri, era estasiata, ed io ho
dovuto occuparmi nientedimeno di metterle un dollaro sotto il cuscino
senza svegliarla." Hanna rise al ricordo, facendo sorridere Caleb.
Preso il suo cellulare, lo sbloccò, ed andò tra
le foto.
Trovate quelle del giorno prima, passò il suo telefono a
Caleb.
Il
ragazzo sorrise non appena vide le numerose foto di Tiffany nella vasca
a giocare con le bolle, quella dove appariva ricoperta di diverse
variazioni di pittura, e quella dove mostrava un sorriso stretto alla
camera, e le mancava il dente.
"Se
la conoscessi, la adoreresti. Lei balla, salta, canta. In ogni caso, ha
sempre qualcosa da fare. È sveglia, ma non appena appoggia
la
testa sul cuscino, crolla come un sasso." disse Hanna, con una risatina.
"È davvero
bellissima." Hanna annuì. "Se posso chiedertelo, come l'hai
detto a tua madre? Alle tue amiche?"
"Tipico di Caleb, chiedere di
tutto dall'inizio." Il ragazzo rise.
"Che c'è? Voglio
sapere." disse Caleb, ed Hanna iniziò a raccontargli.
*Flashback*
Hanna
si svegliò avvertendo un'ondata di nausea venirle su. Corse
dal
letto di Spencer, arrivò in bagno ed iniziò a
vomitare
nel water. Spencer entrò di lì a poco,
afferrò i
capelli di Hanna raccogliendoglieli sul retro, ed accarezzò
la
schiena della sua migliore amica. Una volta che Hanna ebbe finito di
vomitare, le due amiche rientarono in camera di Spencer, dove Hanna
smise improvvisamente di camminare, e si fermò, soffocando
il
suo respiro.
"Hanna,
che c'è?" chiese Spencer, preoccupata per la sua migliore
amica,
che adesso sembrava essere in tutt'altro mondo. Il giorno prima, Hanna
si era presentata alla sua porta, singhiozzando disperata. Spencer
l'aveva naturalmente confortata fino all'una e mezza di notte,
finché Hanna non si era lentamente abbandonata al sonno.
"Che giorno
è?" espirò Hanna.
"Venticinque
luglio. Perché?" replicò Spencer, dopo aver
controllato il calendario.
"Ho un
ritardo." proferì Hanna.
"Hanna,
magari non è quello, il tuo ciclo è forse in
ritardo di
un solo giorno oppure è per il pianto che ti sei fatta."
disse
Spencer, provando a rassicurare l'amica. Hanna iniziò a
scuotere
la testa con decisione.
"No.
Ho un ritardo di quindici giorni. Mi sarebbero dovute tornare due
giorni dopo il Prom, ma non è stato così." Gli
occhi di
Hanna guardarono verso il basso, e Spencer la fece appoggiare sul suo
letto.
"Oh,
Hanna." sussurrò Spencer, stringendo la bionda mentre
piangeva.
"Aspetta qui." Hanna annuì, e Spencer sfrecciò al
piano
di sotto, uscendo, ed andando al casale, nel bagno di Melissa. Aperto
l'armadietto, prese tre test di gravidanza, e tornò di corsa
all'interno della casa, nella camera, dove Hanna era stretta a se
stessa e singhiozzava. "Vuoi che chiami Em ed Aria?"
"Non
l-lo so. N-non i-importa." balbettò Hanna, e Spencer la
strinse
ancora, e sentì la sua maglietta bagnarsi. "D-devo f-fare
q-questi, no?"
"Quando
vuoi, Han." sussurrò Spencer, ed Hanna annuì.
"Ho
bisogno di sapere." disse la bionda. Alzatasi dal letto, con il corpo
tremante, prese le scatole e raggiunse il bagno. Dopo aver fatto
pipì sui bastoncini, la ragazza si sedette sullo sgabello
del
bagno. Si lavò le mani, lasciò entrare Spencer, e
le
ragazze fecero partire il timer sul cellulare. C'era un silenzio
totale, quasi inquietante, finché il telefono di Hanna non
iniziò a squillare. "Non ce la faccio."
"Sicura
che vuoi che lo faccia io?" chiese Spencer, ed Hanna annuì,
con
altre lacrime che le rigavano il viso. Spencer baciò la
fronte
di Hanna, si alzò e raggiunse il bagno. Le ragazze erano
sedute
nel disimpegno, con Hanna che singhiozzava teneramente sulla spalla di
Spencer. Sollevati i bastoncini, gli occhi di Spencer si riempirono di
lacrime.
Positivi.
Tutti e tre.
Spencer
tornò indietro e si sedette accanto ad Hanna, che si stava
mangiucchiando la unghie, tremando, e con le lacrime che le scendevano
sul
viso. Spencer non aveva mai visto Hanna così indifesa.
"Positivo,
non è vero?" chiese Hanna, e Spencer annuì. Altre
lacrime
caddero lungo il viso di Hanna, e Spencer abbracciò l'amica.
Hanna pianse sulla sua spalla. "Sarò mamma."
sussurrò
Hanna dopo una mezz'ora passata a terra a piangere. Spencer sorrise.
"Sì,
sì, lo sarai, Han. Ed io sarò con te ad ogni
passo, noi
tutte ci saremo." disse Spencer, intendendolo davvero.
"Grazie,
Spence." disse Hanna. "Puoi mandare un SOS alla ragazze?" Spencer
annuì, e mandò l'SOS ad Emily ed Aria. La bionda
e la
mora erano in camera di Spencer quando Emily ed Aria entrarono in casa
e corsero al piano superiore.
"Hanna,
cosa c'è che non va?" chiese Emily, mentre le due corsero a
confortare la loro amica singhiozzante. Hanna pianse anche di
più al ricordare che tra lei e Caleb era finita.
Definitivamente.
"Caleb ed
io ci siamo lasciati definitivamente." mugugnò Hanna.
"Oh,
tesoro." disse Aria, accarezzando Hanna.
"Sono
incinta," sussurrò Hanna. "del suo bambino."
"D'accordo,
noi siamo qui per te. Verremo alle tue ecografie, ti massaggeremo i
piedi, e saremo qui anche solo se avrai bisogno di una pausa o di una
spalla su cui piangere. Saremo qui per qualsiasi cosa." disse Emily.
"Lo so. Vi
voglio bene, ragazze." ammise Hanna.
"Ti
vogliamo bene anche noi, Hanna." disse Spencer.
*Alla sera*
Hanna
era sdraiata sul suo letto, con una mano sullo stomaco, ed era sveglia.
Era tornata a casa alle nove di sera ed era andata dritta a letto. Era
esausta.
Fisicamente.
Mentalmente.
Emotivamente.
Alzatasi
dal letto, Hanna si spostò in camera di sua madre dove la
donna stava
dormendo. La ragazza bussò piano alla porta. "Hanna. Entra."
disse Ashley, assonnata. Hanna entrò, stretta in se stessa,
e
raggiunse il letto di sua madre. Si sedette accanto ad Ashley, che
aveva appena ritirato in su le gambe dal letto, ed esplose
singhiozzando. Ashley strinse sua figlia mentre piangeva. Non aveva mai
visto sua figlia così indifesa da quando Tom se n'era
andato.
"Sei incinta?" sussurrò Ashley, ed Hanna annuì.
Ashley
massaggiò la schiena della figlia, le accarezzò i
capelli, e le baciò la fronte, mentre la sua bambina
singhiozzava.
"C-come
f-facevi a s-saperlo?" balbettò Hanna.
"Me
lo sentivo." Hanna annuì. "Caleb lo sa?" Hanna
singhiozzò
ancora di più, ed Ashley capì che non avrebbe
dovuto
chiederglielo.
"Ci siamo
lasciati, definitivamente."
"Oh,
Hanna." sussurrò Ashley. Sapeva quanto Caleb significasse
per
lei. E quanto Hanna significasse per Caleb. Sapeva che il motivo per il
quale avevano rotto era ovviamente non voluto da loro. Lui era come il
figlio che non aveva mai avuto. "Puoi ancora dirglielo."
"Non
posso. Si è trasferito a Ravenswood con Jamie. Sono
completamente tagliata fuori. Io e le ragazze abbiamo continuato a
chiamarlo, ma lui non ha risposto. Niente di niente. È come
se
fosse sparito dalla faccia della terra."
*Fine del
flashback*
"Hanna, voi non mi avete mai
chiamato." disse Caleb.
"Abbiamo passato tre ore
provando a chiamarti. Tutte da diversi cellulari." disse Hanna.
"No.
Se fossi stata tu probabilmente non avrei risposto, perché
sarebbe stato troppo straziante sentire la tua voce. Ma se fosse stata
una delle ragazze, avrei risposto immediatamente." disse Caleb, ed
Hanna sospirò, fissando la sua tazza di caffè.
"Chi
è stato?" chiese lei, più a se stessa che a
Caleb. Dopo
cinque minuti di silenzio da parte di entrambi, Caleb
sollevò lo
sguardo, mordendosi un labbro.
"Credo
di sapere chi." disse Caleb, non sicuro se la risposta fosse ancora un
tasto dolente. Lei gli lanciò un'occhiata per farlo
continuare.
"-A."
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
CP8
CAPITOLO 8
"Ho
incontrato Caleb per pranzo." disse Hanna ad Emily, Aria e
Spencer per
telefono. Era sera, e pensò che avrebbe dovuto dirlo loro.
Hanna
era pessima nel darsi consigli. Avevano raccontato ad Aria l'intera
storia dell'appuntamento di Hanna e tutto il resto.
"Come,
gliel'hai chiesto tu o lui l'ha chiesto a te?" chiese Aria,
mordicchiandosi il labbro inferiore. Ricordava il giorno in cui Hanna
le aveva detto di Caleb e della loro rottura, e della sua gravidanza.
*Flashback*
"Ezra,
devo andare. Spencer ha bisogno di me." disse Aria. Era andata
nell'appartamento di Ezra, non sapeva perché. Le si era
rivoltato lo stomaco per tutto. -A. Jake. Connor. Loro. Tutte queste
cose la
turbavano, e non avrebbe avuto fegato per nessun altro,
perché nessuno avrebbe saputo cosa dire o fare. Eccetto
Ezra.
Così avevano parlato, ed erano tornati insieme - anche se
Ezra
era ancora il suo insegnante.
"Perché
devi andartene?" chiese Ezra, mostrando preoccupazione nei suoi occhi.
"Non
lo so. Tutto quello che so è che è qualcosa di
serio."
disse Aria, prendendo la sua borsa e mettendosi le scarpe. Ezra
aprì la bocca, ma lei sollevò una mano per
zittirlo. "So
che è serio, perché Spencer ha mandato un SOS."
"Oh,
d'accordo, poi torni?"
"Dipende.
Ti chiamerò se resto per la notte." Ezra annuì, e
la
baciò per salutarla. Entrambi sorrisero quando si
staccarono.
"Ti amo."
"Ti amo
anch'io, cara." Aria ridacchiò.
…
"Hey,
è tutto okay?" chiese Ezra, una volta che Aria
entrò dalla porta con le lacrime riversate lungo il viso.
"Uhm,
Hanna e Caleb si sono lasciati, definitivamente." disse Aria, stordita.
Stava ancora elaborando l'idea che la sua migliore amica fosse incinta,
e che il padre non rispondeva a nessuna delle telefonate. Vigliacco.
"E, non per
essere indelicato, ma perché stai piangendo?" chiese lui.
Aria si sedette sul divano.
"Hanna
è incinta. Ed abbiamo provato a chiamare Caleb tutto il
giorno,
ma lui non risponde. Quindi ci sta ovviamente ignorando, pensando che
abbiamo intenzione di dargli contro, il che sarebbe da noi, ma... Lei
è incinta, ed -A è lì fuori, e Caleb
se n'è
andato, e non so se riuscirà ad affrontare tutto questo."
disse
Aria, mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Ce la
farà. È una ragazza forte." disse Ezra,
baciandole la fronte e portando un braccio attorno ad Aria.
*Fine del
flashback*
"Me
l'ha chiesto lui. Mi ha scritto per messaggio alle nove, chiedendomi se
potevamo incontrarci per un caffè a pranzo." rispose Hanna,
sorridendo al ricordo.
"Cosa voleva?" chiese Emily.
"Voleva parlare di Tiff. Che,
voglio dire, è una cosa buona, giusto?"
"Han, è una cosa
grandiosa." disse Spencer. "Lei potrà avere suo padre."
"Sì, e per di
più forse potrai averlo anche tu." disse Aria.
"Dubito possa accadere.
È fidanzato." rispose Hanna.
"Pensi davvero che sceglierebbe
Rachel anziché te?" disse Emily. "Se lo pensi, sei pazza."
"Lui è andato
avanti, ragazze." disse Hanna.
"Lasciaci
fare il punto della situazione." disse Aria. "Lui ti ha rinfacciato il
fatto che tu pensi di essere l'unica afflitta dalla vostra rottura, il
che, leggendo tra le righe, vuol dire: non dovresti pensare
che non ti amo più, perché non è
così."
"Chiedi
ad Ezra. È un ragazzo, lui saprà che vuol dire."
disse
Hanna, ed Aria lo fece. "Qual è stata la sua risposta?"
"Che Caleb è ancora
innamorato di te." disse Aria. "Cosa... Ti passo Ezra."
"D'accordo." disse Hanna.
"Dunque,
se lui sta provando a vederti ancora in ogni modo, se sta provando a
fare conversazione con te, è ancora innamorato di te." disse
Ezra ad Hanna. Il rapporto tra Hanna ed Ezra era speciale. Ezra era
come il fratello maggiore di Hanna. Le dava consigli quando Hanna era
nei casini, proprio come in quel momento.
"Allora perché
è fidanzato con un'altra ragazza?" mugolò Hanna.
"Perché
ha soffocato quei sentimenti. Ma ora che ti ha rivista, beh, quei
sentimenti sono tornati a galla. Parlando chiaro, li ha
repressi perché non voleva più stare male per te,
e ha
pensato che se la sua mente avesse pensato che non ti amasse
più, il suo cuore l'avrebbe seguita, e non sarebbe
più
stato innamorato di te. Ma adesso che ti ha vista, quei sentimenti sono
tornati, perché sono riemersi."
"Ecco perché sei un
professore." disse Hanna.
"Com'è fatta?
Intendo Rachel."
"Capelli biondi. Occhi azzurri.
Della mia altezza. Buon senso della moda."
"Non ti si accende nessuna
lampadina?"
"Cazzo, sei un genio." disse
Emily.
"Perché sarebbe
importante?" chiese Hanna. "Cosa c'entra il fatto che abbia alcune
somiglianze con me?"
"Hai
mai smesso di pensare che sei bionda, che hai gli occhi azzurri, che
lei è alta quanto te, e che hai un buon senso della moda
come
lei?" disse Spencer.
"Lui ha un prototipo.
È questo."
"No." disse Aria. "Non
è questo. Lui sta con lei perché lei assomiglia a
te."
"Perché non sta con
me, allora?" disse Hanna. "Voglio che lui stia con me."
"Beh,
a meno che tu non la uccida, non saprei proprio." disse Ezra, ed Hanna
rise sarcasticamente. "Beh, non lo so, ma sembra che lui stia provando
ad andare oltre te frequentando qualcuno come te, ma non funziona."
…
"Hey,
Caleb." disse Hanna, sedendosi al tavolino. Lui le aveva chiesto se
poteva sapere di più su Tiff, e lei naturalmente aveva
acconsentito. Forse era per rivederlo di nuovo. O forse
perché,
in fondo, voleva che Tiff trovasse suo padre. Il suo vero padre.
"Hey,
Han." rispose Caleb, sorridendo. Non sapeva nemmeno perché
le
aveva chiesto di venire per un caffè. Forse era per
rivederla di
nuovo. O forse perché voleva conoscere sua figlia. Forse era
per
entrambe le cose.
"Allora,
raccontami di te e Rachel." disse lei, volendone sapere di
più
sulla relazione che disprezzava. Sapeva che non avrebbe dovuto
perché si trattava della sua migliore amica. Ma lui era
Caleb.
Lo stesso Caleb del quale lei
era profondamente, appassionatamente, follemente, pazzamente innamorata.
"Davvero?"
chiese lui, non sicuro se fosse un tasto dolente. Hanna gli
annuì. "Beh, non dirlo a nessuno, ma le ho detto che sono
vergine." le sussurrò Caleb, ed Hanna rise, tappandosi
però la bocca con una mano.
"Non eri decisamente vergine
quando stavi con me." disse Hanna, sorridendo ai ricordi. Caleb
annuì.
"Nemmeno tu." disse il ragazzo
fidanzato alla madre.
"Allora," disse Hanna scuotendo
la testa e sorridendo. "cosa vuoi sapere di Tiff?" chiese.
"Dunque, cosa abbiamo in
agenda? Uhm, com'era a scuola. Intendo una volta che la voce si fu
sparsa."
*Flashback*
Hanna
entrò a scuola. Indossava una maglietta larga, nel caso in
cui
avesse avuto un accenno di pancione. Anche se lei non riusciva a
vederlo, non significava che gli altri non potessero. Alzò
la
testa e subito divenne consapevole. Tutti la stavano guardando, e tutti
stavano spettegolando su di lei. Certo, se lo aspettava, ma non se lo
aspettava così presto. Deglutì e si
asciugò la
fronte, anche se era priva di sudore. Raggiunse il suo armadietto, sul
quale
era appoggiato Noel, con il suo classico sorrisino in faccia.
"Posso
aiutarti?" chiese Hanna, con scortesia. Tutti continuavano a fissarla,
anche gli insegnanti, beh, eccetto il signor Fitz e la signora
Montgomery. E, sì, gliene era grata.
"Quindi
è vero?" chiese Noel, con un ghigno presente in viso.
"Cosa
è vero?"
"Che sei
incinta del bambino del ragazzo hacker."
"Non
sono incinta. Non so chi ha messo questa voce in giro, e non
è
vero." Hanna si allontanò, e la campanella suonò.
Entrò ad inglese, e si sedette in fondo, dondolandosi sulla
sedia. Spencer entrò e si sedette accanto a lei.
"Stai
bene?" chiese Spencer.
"Lo sanno."
disse Hanna, a denti stretti.
"Cosa?!
Come?" chiese Emily, spalancando gli occhi. Aria si sedette di fronte
ad Hanna, guardandosi intorno. Tutti stavano fissando. Tutti si stavano
sussurrando. E tutti sapevano.
"Non ne ho
idea, ma non voglio che lo sappiano." disse Hanna, asciugandosi una
lacrima.
"Li
distruggeremo." disse Aria, ed Hanna annuì.
"Vorrei che
Caleb fosse qui." sussurrò Hanna.
"Hey,
lui è uno stronzo." disse Spencer, accarezzandole un
braccio, ed
Hanna annuì. Spencer strinse la mano dell'amica, ed Hanna
sorrise e ricambiò la stretta. Dio, era grata alle sue
amiche.
Uscì
dalla classe, velocemente. Sfrecciò in direzione del
bagno, sentendo un attacco di nausea. Entrò in bagno e corse
all'interno della cabina, vomitando nel water. Spencer
entrò, e
le mantenne i capelli indietro mentre Emily ed Aria aspettavano fuori,
mandando via chiunque provasse ad entrare in bagno. Una volta che
Hanna ebbe finito di vomitare, non si mosse, ed iniziò a
singhiozzare. Le sue lacrime caddero rocambolescamente nel water.
"Hey,
tesoro, è tutto okay." sussurrò Spencer,
accarezzando la
schiena di Hanna, mentre lei abbassava la tavoletta. "Andrà
tutto bene. È così." Hanna continuò a
singhiozzare, con le lacrime che continuavano a venirle giù.
Hanna ansimò. "Respira, Hanna. Non c'è niente di
cui aver
paura."
"S-sì
c-che c'è." balbettò Hanna. "S-sono u-una
r-ragazza madre."
"Sì,
ma noi saremo qui per te ogni giorno. E ti massaggeremo i piedi, ti
terremo i capelli mentre vomiti, e ti porteremo il cibo quando lo
reclamerai. Qualsiasi cosa. Saremo qui ad ogni passo." disse Spencer.
"Ti voglio
bene, Spence." disse Hanna, uscendo dal bagno ed allacciando le braccia
attorno alla sua amica mora.
"Ti voglio
bene anch'io, Han."
*Fine del
flashback*
Caleb si morse un labbro,
passandosi le mani tra i capelli. "Mi dispiace." ammise.
"Per
cosa?" chiese Hanna, facendo un sorso del suo caffè.
"Per non esserci stato. Mi
sento un grandissimo stronzo."
"Caleb,"
disse lei, inclinando la testa verso sinistra. "non è colpa
tua.
È colpa di -A. Tu adesso sei qui, ed anche se non l'hai
incontrata di persona, tutto questo mi fa piacere. Voglio che Tiffany
abbia suo padre, non importa come ci organizzeremo."
"Wow." sospirò lui.
"Cosa?"
"Se
fossi Rachel, mi staresti urlando in faccia di come io abbia fatto a
non esserci per lei, e che perciò non potrò mai
esserci."
Hanna
annuì. "Quella è Rachel, appunto. Come vi siete
conosciuti?"
"Ravenswood."
"Oh, giusto. Quando le hai
chiesto il primo appuntamento?"
"Un
anno dopo che ci siamo lasciati. Avevo bisogno di smetterla di piangere
da quel giorno, così gliel'ho chiesto, e adesso, beh, siamo
fidanzati." disse Caleb, ed Hanna annuì. La ragazza
controllò l'orario sul telefono, e sospirò.
"Ho dieci minuti per arrivare
in classe." disse Hanna, e lui annuì.
"Lascia
che ti accompagni." fece Caleb, e lei sorrise, chinando la testa per
nascondere il leggero rossore sulle sue guance. I due uscirono dalla
caffetteria, facendo conversazione su Tiffany.
"Bene, sono qui. Grazie per
avermi accompagnata." disse Hanna, sorridendo. Caleb annuì.
"Ciao, Caleb."
"Ciao,
Hanna." I due presero strade opposte, ma Caleb smise di camminare e si
voltò. Corse su per le scale, afferrò il braccio
di Hanna
e la fece girare, attaccando le sue labbra a quelle della ragazza.
Hanna mugolò, mentre le mani di Caleb vagavano sul suo
corpo, e
le mani della ragazza raggiunsero i capelli di lui,
scompigliandoglieli, nel frattempo in cui si baciavano aggressivamente.
Hanna mugolò e spinse la sua lingua nella bocca di Caleb,
facendo combattere le loro lingue per la dominazione. La ragazza si
staccò, posando una mano sulla spalla di Caleb.
Ancora
vicini.
Le
loro labbra divise solo da qualche millimetro.
Caleb
incastrò le sue labbra a quelle della ragazza in un bacio
dolce
e delicato, prima di staccarsi, realizzando cosa stava facendo. Hanna
sospirò mentre guardava i suoi occhi marrone cioccolato, e
lui
ansimò mentre fissava quelli blu oceano della ragazza. La
stretta sui fianchi di lei si allentò, ed Hanna
giurò di
sentire il suo cuore spezzarsi di nuovo.
Come
quattro anni prima.
Perché
un bacio non avrebbe cambiato niente.
Lui
sarebbe tornato da Rachel.
Perché
era innamorato.
Perché
era fidanzato.
Ma
non con Hanna.
"Non
avremmo dovuto farlo." sussurrò Caleb. Ancora
così vicini
l'uno all'altra. Ancora così vicini che l'adrenalina pulsava
attraverso i loro corpi. La stessa adrenalina che nessuno dei due
sentiva da quattro anni. Ancora così vicini che l'uno poteva
udire i respiri che l'altra inspirava ed espirava. Ancora
così
vicini, da essere in prossimità di un bacio.
Hanna
fece spallucce. "Devo andare. Sono probabilmente in ritardo." disse, e
si voltò. E sorrise. Sorrise perché aveva baciato
Caleb.
E aveva sentito una qualche sorta di adrenalina scorrerle nelle vene,
infiammarle i sensi, il cuore.
E
capì di essere innamorata.
Lo
aveva già sentito prima.
Quattro
anni prima.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
CP9
CAPITOLO 9
"Hey,
Tiff. Sei pronta per andare?" chiese Hanna a sua figlia. Tiffany
annuì, e le due raggiunsero il parcheggio. Hanna mise
Tiffany
nel sedile posteriore dell'auto, e Tiffany si allacciò il
seggiolino. Hanna le baciò la fronte e si mise al posto di
guida.
"Possiamo andare al parco
oggi?" chiese Tiffany, ed Hanna annuì, uscendo dal
parcheggio.
"Sì, certo che
possiamo, patatina. Ma qual è la regola?" chiese Hanna a
Tiff.
"Non
attraversare la strada senza di te, e stare dove tu mi puoi vedere."
disse Tiffany, sorridendo perché aveva detto la cosa giusta.
Hanna sorrise, e parcheggiò in un posto abbastanza vicino al
parco. Uscita dalla macchina, raggiunse Tiffany. Tiffany prese la mano
di Hanna, e le due iniziarono a percorrere il breve tratto che le
separava dal parco.
"Hai
imparato qualcosa di nuovo oggi?" chiese Hanna a sua figlia,
controllando se le strade fossero sicure prima che le due le
attraversassero.
"Ho
imparato a contare fino a cento." disse Tiffany, con un largo sorriso
ed un luccichio negli occhi. C'era sempre un luccichio nei suoi occhi
quando era orgogliosa di qualcosa che aveva fatto.
"Hai imparato? Puoi contare
fino a cento per me?" Tiffany annuì.
"Uno, due, tre, quattro..."
Tiffany continuò a contare. "... Novantotto, novantanove,
cento."
"Tiff,
è fantastico. Penso che potremmo prenderci del gelato o dei
dolcetti dopo essere state al parco." disse Hanna, e Tiffany
batté le mani con eccitazione, con un grande sorriso in
faccia.
Entrarono nel parco, e Tiffany lasciò la mano di Hanna e
corse
all'interno del parco, dove adorava farsi qualche amico e restare a
giocare con lui o con lei per un paio d'ore. Hanna si sedette su una
panchina, e vide una persona con un computer portatile. La ragazza
sospirò.
*Flashback*
Hanna
attaccò un annuncio alla bacheca del Rosewood High per la
svendita di un portatile a cinquecento dollari. Aveva bisogno di
denaro, ed avrebbe potuto vivere senza il suo portatile visto che aveva
il suo cellulare. Le ragazze avevano detto che avrebbe potuto usare i
loro portatili quando ne avrebbe avuto la necessità.
Sospirando,
uscì. Aveva bisogno di soldi, e non voleva prenderne troppi
da
sua madre. Ashley non le stava pagando il college, perché
Hanna
aveva ottenuto una borsa di studio dopo aver lavorato sodo, e dato che
Ashley era un genitore divorziato, non avrebbe dovuto essere in un
debito così grande dopo il college.
Hanna
aveva capito che doveva essere pronta per la bimba. Ed il fatto che non
avesse molti soldi non la aiutava. Seduta su una panchina, si mordeva
il labbro, mentre scorreva la sua rubrica. Selezionato il numero di
Caleb, portò il suo iPhone all'orecchio. Sospirò
ancora
una volta quando si attaccò la segreteria telefonica.
"Caleb,
sono Hanna. Non ti sto chiamando per rimetterci insieme, anche se
è quello che voglio, ma ho bisogno di parlarti. È
urgente. Richiamami, per favore. Ciao." disse Hanna tramite il
telefono. Mugolò e riattaccò. Si prese la testa
tra le
mani, e sentì una presenza al suo fianco. Alzò lo
sguardo, e poi lo abbassò. "Hey, Em."
"Non ha
risposto?" chiese Em, ed Hanna scosse la testa.
"Insomma,
sto solo cercando di coinvolgerlo, ma... Non lo so più."
disse Hanna, appoggiando la testa sulla spalla di Emily. "Mi sarei
aspettata che avrebbe risposto adesso."
"Anche noi, Han. Suppongo che stia solo pensando che se non risponde
non dovrà sentire la tua voce."
"Dovrà
controllare la sua segreteria un giorno."
…
"Ho sentito
che vendi il tuo portatile." chiese Sam, uno dei buffoni della scuola,
ad Hanna.
"Sì,
lo vendo. Sei interessato?" chiese Hanna.
"Perché
lo vendi?"
"Ho bisogno
di soldi per una macchina nuova." mentì lei, sapendo che
avrebbe avuto bisogno di una scusa.
"Va bene.
Settecento dollari. E qualcos'altro."
"Cosa
sarebbe qualcos'altro?"
"Devi
venire a letto con me."
"Non
succederà, Sam."
"Ti
darò millecinquecento dollari per venire a letto con me, e
settecento per il portatile." disse lui, tirando fuori il portafoglio e
mostrandole i soldi. La ragazza deglutì, dicendosi che non
avrebbe dovuto farlo, di non farlo, che dopo l'avrebbe fatta sentire
una merda.
"Uhm, no."
disse Hanna, fissando immobile il pavimento.
"Va
bene, ma non comprerò quel portatile." disse Sam,
andando via. Hanna sospirò, sbattendo la testa contro
l'armadietto dopo averlo colpito per farlo chiudere. Raggiunse Sam, e
lo
afferrò per un braccio.
"Ad una
condizione: non lo dirai a nessuno." disse Hanna, a denti stretti.
*Fine del
flashback*
Hanna
si asciugò un'unica lacrima. Non l'aveva mai detto a
nessuno, e
non l'avrebbe mai fatto. Era stato il periodo peggiore della sua vita,
ed odiava il fatto che avesse fatto una cosa simile a se stessa. Quella
notte si era addormentata piangendo. E continuava a pensare che sarebbe
potuto comparire qualcuno e dire qualcosa a riguardo. Ma nessuno
l'aveva fatto, ed era grata a Sam che non l'avesse detto a nessuno.
Hanna
neppure sapeva perché fosse andata a letto con lui. Sapeva
di
aver bisogno di soldi, ma non sapeva perché si fosse spinta
fin
lì. Forse perché aveva paura che non avrebbe
avuto
abbastanza denaro per prendersi cura di Tiffany. Forse
perché
non sopportava di dover chiedere soldi. Aveva bisogno di soldi. Ne
aveva ancora bisogno.
Ma
sapeva che non avrebbe mai più fatto una cosa del genere.
Neppure
se fosse stata l'ultima cosa da fare.
Pescò
il cellulare dalla sua borsa, e chiamò Ezra.
"Ho
baciato Caleb." gli disse Hanna senza pensarci, prima che lui potesse
dire "ciao" e lei potesse dire "ciao" ed avere una normale
conversazione, e poi dire
che l'aveva baciato. Al contrario, era andata dritta al sodo, vuotando
il sacco.
"Aspetta. Cosa?
Com'è successo?" chiese Ezra.
"Siamo
di nuovo usciti per un caffè, poi lui si è
offerto di
accompagnarmi a lezione ed io gli ho detto di sì, poi ci
siamo
salutati, e quindi abbiamo diviso le nostre strade, ma poi lui
è
corso su per le scale, mi ha afferrato per il braccio e mi ha fatta
voltare, a quel punto ci siamo baciati."
"Sì,
ti ama ancora."
"Eravamo già
arrivati a questa conclusione."
"Questo
lo rende semplicemente più evidente. Voglio dire, lui si
è offerto di accompagnarti a lezione, e poi ti ha baciata, e
siete di nuovo usciti per un caffè. E, c'è stata
la
lingua o qualcosa?"
"Lingua."
"Sì, è
ancora perdutamente innamorato di te." Hanna rise. "Che c'è?"
"Non avevo mai sentito dire perdutamente ad un
ragazzo prima d'ora."
"Non so nemmeno io
perché l'ho detto. Comunque, tu hai ricambiato il bacio?
Anche se è una domanda stupida."
"Certo
che ho ricambiato il bacio, ma adesso mi sento una totale stronza
rovinafamiglie perché Caleb è fidanzato con la
mia
migliore amica, e a questo punto sono sicurissima che Caleb non glielo
dirà, ed ora ci sto davvero male."
"Perché ci stai
male? L'hai baciato. Cosa ha detto lui dopo il bacio?"
"Che non avremmo dovuto farlo."
"Sì, che nel
linguaggio maschile, vuol dire che non avremmo dovuto farlo
perché sto con qualcun altro,
ma questo non vuol dire che non volevo farlo. Lui voleva baciarti, e se
c'erano le lingue, che c'erano, allora voleva decisamente baciarti."
"Quindi
quello che stai dicendo è che lui voleva baciarmi,
probabilmente
lo vuole ancora, e mi ha baciata, ma ha pensato che non fosse giusto,
perciò ha detto
che non avremmo dovuto farlo, ma intendeva che non avremmo dovuto farlo
perché farà soffrire Rachel indipendentemente da
quanto
lui volesse baciarmi, giusto?" disse Hanna.
"Boom!" disse Ezra.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
CP10
CAPITOLO 10
Era
l'ultimo giorno della settimana, grazie al cielo. Erano quasi le otto
di sera - Hanna doveva fare una relazione, e dato che voleva
togliersela di torno, l'aveva fatta tutta in quattro ore. Ed ora la
ragazza aveva la serata tutta per sé. Tiffany dormiva fuori
dalla sua amica Bella. Erano passati una settimana e due giorni da
quando Hanna aveva baciato Caleb, e quando lui le aveva scritto per
messaggio, lei non aveva mai risposto, e se lo vedeva girare per il
campus, lo ignorava sempre o lo evitava o faceva finta che lui non
fosse lì o che non ci fosse lei. Aria, Ezra ed Emily
sarebbero
venuti l'indomani per passare lì il fine settimana, come
facevano ogni mese.
Hanna
scese le scale del college e vide Caleb dall'altra parte della strada.
Abbassando la testa, corse via da lui, ma non sapeva che il ragazzo la
stesse seguendo per parlare con lei. Raggiunta l'auto, lui la fece
girare. Posando entrambe le mani sui suoi fianchi, Caleb la spinse
contro la macchina, senza via di scampo.
"Hey."
esordì Hanna, col fiato corto. Non aveva idea del
perché
avesse il fiato corto. Forse era a causa dell'intensa sensazione che
provava quando lui la toccava o quando lei toccava lui.
"Ciao."
espirò lui, provando la stessa sensazione che aveva sempre
quando la toccava, o quando le era vicino. La stessa sensazione di
eccitazione che aveva sempre. La sensazione che non aveva mai avuto e
che non avrà mai con Rachel.
"Allora?" fece lei, sentendosi
leggermente fuori posto ed imbarazzata. L'aveva evitato da quando si
erano baciati.
"Perché
mi stai evitando?" chiese lui, strofinando il pollice sul suo ventre
piatto. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, e la ragazza si
guardò le scarpe.
"Ho
paura," iniziò Hanna. "di non essere capace di controllarmi
con
te. Non posso baciarti, perché sei fidanzato con la mia
migliore
amica. Ed ho semplicemente paura che ti bacerò di nuovo,
quando
non posso, e questo mi sta uccidendo."
Caleb
le prese il viso tra le mani, sollevandolo delicatamente
affinché potessero guardarsi negli occhi. "Io ti amo. Te
l'ho
detto quattro anni fa, e te lo sto dicendo adesso. Ti amo, e ti ho
sempre amata." disse Caleb, prima di baciarla sulle labbra.
"E
Rachel?" chiese Hanna.
"A
lei penseremo dopo. Voglio che questa notte sia nostra. Niente
rimpianti, solo amore." sussurrò lui, con le loro labbra
distanti solo qualche centimetro. Hanna appoggiò una mano
sul
retro del suo collo, spingendo le labbra del ragazzo più
vicine
alle sue. Le loro labbra si unirono, e Caleb si spinse più
vicino ad Hanna. Lei mugolò, mentre allacciava le braccia
attorno al collo del ragazzo, tenendolo fermo lì. Staccatasi
dal
bacio, lo guardò, tenendogli una mano sulla guancia.
"Hai
bisogno di un passaggio al mio appartamento?" espirò lei,
fissando i suoi occhi pieni di lussuria. Lui annuì, ed Hanna
baciò le sue labbra ancora una volta prima di entrare in
macchina, e lui si sedette nel posto dei passeggeri.
…
Caleb
uscì dall'auto ed aprì la portiera ad Hanna. Una
volta
che l'ebbe aiutata ad uscire ed ebbe chiuso lo sportello, strinse la
vita della ragazza e la baciò sulle labbra, infilandole la
lingua in bocca. Lei mugolò, graffiandogli il retro del
collo. I
due superarono la porta d'ingresso dell'appartamento, continuando a
baciarsi aggressivamente. Incespicando su per le scale, Hanna
scivolò, ma Caleb la riprese, portandole le mani sotto le
cosce.
Hanna allacciò le gambe attorno al bacino di Caleb,
mordendogli
un labbro.
"C'è
un ascensore." mormorò Hanna, e lui tornò
indietro per le
scale, ed arrivò all'ascensore, mentre entrambi continuavano a
baciarsi. Hanna si staccò col fiato corto, e lui premette il
bottone. La ragazza tolse le gambe dal suo bacino, e gli
accarezzò una guancia. "Sei sicuro di volerlo fare?"
espirò, con tutta l'attenzione su di lui. Il ragazzo
annuì, e la spinse all'interno dell'ascensore, e contro la
parete di esso.
"Sono
sicurissimo. Ti voglio, Hanna." sussurrò Caleb, ed
attaccò le labbra di Hanna alle sue mentre la porta
dell'ascensore si chiudeva. Lei allacciò le gambe attorno al
suo
bacino, e spinse la lingua nella sua bocca. Lui mugolò, e le
morse un labbro. La porta dell'ascensore si schiuse, e Caleb ne
uscì goffamente, con le gambe di Hanna intrecciate al suo
bacino. "Quale appartamento?" mormorò lui. Hanna si
alzò
opportunamente, guidando il ragazzo verso il suo appartamento, mentre
lui le baciava il collo. Dopo aver frugato nella sua borsa per trovare
la chiave dell'appartamento, la ragazza la afferrò, e si
voltò per avere davanti a sé la serratura. Lui le
diede
dolcemente un bacio sul collo, e portò entrambe le mani sui
suoi
fianchi. Facendo poi salire una mano verso l'alto, senza staccarla mai
dal suo corpo, le spostò tutti i capelli su un lato della
spalla, ed iniziò dolcemente a succhiarle e baciarle il
collo.
Finalmente aperta la porta, i due ne irruppero, e Caleb diede un calcio
alla porta per chiuderla.
Hanna
si occupò della cintura del ragazzo, la slacciò,
e la
gettò a terra. Caleb sbottonò lentamente la sua
camicetta
rosa, e la lasciò scivolare sulle sue spalle. Calciata la
porta
della camera da letto per aprirla, entrarono, e lui gli diede un calcio
per farla chiudere. Hanna si adagiò lentamente sul letto,
usando
le mani per guidarsi, e Caleb seguì le sue azioni, e si
portò su di lei. Si staccarono a causa di un debito
d'ossigeno.
"Sei
sicura?" sussurrò Caleb, facendo vagare i suoi occhi lungo
il
corpo della ragazza. Dio, gli mancava. Lei gli sorrise. Lui sorrise.
Dio, gli mancava quel sorriso.
"Sì,
sono sicura." sussurrò Hanna, e lui si abbassò e
la
baciò ancora. "Ce l'hai un..." mormorò lei.
"Sì,
nel mio portafoglio." Il ragazzo tirò fuori il portafoglio,
e
quindi il preservativo, e lo appoggiò sul comodino.
Sfilò
la minigonna nera della ragazza, mentre lei gli sbottonava lentamente i
jeans. Gettati a terra la gonna ed i jeans, Caleb le slacciò
lentamente il reggiseno, e le loro lingue lottarono per la dominazione.
Hanna fece vagare le sue mani lungo il torace del ragazzo, raggiunse i
boxer, e li sfilò giù per le anche, dove lui li
calciò via. Facendo scivolare le sue mani su e
giù sul
corpo della ragazza, Caleb si fermò sul sottile materiale
delle
mutandine di pizzo che lei indossava. Una volta che gliele ebbe
sfilate, le
gettò da qualche parte nella camera.
…
"Ciao." sussurrò
Hanna, muovendo il suo indice lungo la guancia del ragazzo. Stava
tremando.
"Hey, stai bene?" chiese Caleb,
e lei annuì.
"Non
facevo sesso da tanto tempo." gli sorrise lei, e lui la
portò
più vicina a sé e le baciò la fronte.
"Neanch'io.
L'ultima volta è stata la notte del Prom." Hanna sorrise,
quella
era stata una notte fantastica. Ma poi si sentì in colpa per
quello che era successo con Sam. I suoi occhi si riempirono di lacrime.
"Caleb, c'è una cosa
che ho bisogno di dirti."
"Vai avanti."
"A-avevo
bisogno di soldi, così ho affisso un volantino, avvertendo
che
stavo vendendo il mio portatile. Allora S-Sam, un cretino, mi
è
venuto vicino, ed ha detto che mi avrebbe dato settecento dollari per
il portatile, e qualcos'altro." Le lacrime di Hanna si
riversarono
lungo le sue guance, e Caleb gliele asciugò.
"Così ho
chiesto cosa fosse il qualcos'altro, e lui mi ha detto che sarei dovuta
andare a letto con lui, e allora ho detto di no, e lui se
n'è
andato, ma poi l'ho raggiunto e gli ho detto che l'avrei fatto a
condizione che lui non l'avesse detto a nessuno." Hanna
iniziò a
singhiozzare alla fine, e Caleb la strinse tra le sue braccia, e lei
singhiozzò anche più forte.
"Hey,
Hanna. È tutto okay. Capisco." fece Caleb, accarezzandole la
schiena nuda. La ragazza sollevò la testa, con le lacrime
che le
zampillavano dagli occhi, lungo le guance.
"Davvero? Tu capisci il fatto
che io sia andata a letto con qualcuno per soldi?"
"Avevi
bisogno di denaro, ed io non ti biasimo. So che non ti piace chiedere
soldi alla gente, e tu non dovresti stare ad incolparti."
"Grazie per aver capito, Caleb.
Solo che dovevo dirtelo."
"Capisco."
fece lui. E, ancora una volta, rimpianse di aver lasciato Hanna.
Conoscendola, l'aveva probabilmente fatto d'impulso, pensando che fosse
la cosa migliore. "Scusami, Hanna."
"Per
cosa?"
"Per
non esserci stato. Se non ti avessi lasciata, tu non l'avresti mai
fatto. Non avresti dovuto vendere le tue cose, e vendere il tuo corpo
per denaro."
"Devo
ancora vendere cose, Caleb. Ho bisogno di soldi, e di parecchi. Mia
madre continua a mandarmi un assegno, non ho un lavoro
perché
non ho tempo, ed il Consiglio mi dà soldi perché
sono una
ragazza madre. Ma è tutto okay. Toby, Spencer, Aria, Ezra ed
Emily viziano la bambina. Non avrei davvero potuto chiedere amici
migliori. Mi hanno supportato fin dal primo giorno, e sono meravigliosi
con Tiff. Sono fantastici." ammise Hanna, sorridendo. Non avrebbe
davvero potuto chiedere amici migliori.
C'erano
stati per lei quando chiunque altro le stava voltando le spalle.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
CP11
CAPITOLO 11
"Ragazzi,
oh santo cielo." espirò Ezra, entrando nell'appartamento di
Spencer e Toby. L'uomo era andato da Hanna per svegliarla, era entrato
in camera sua, ma aveva visto Caleb avvinghiato a cucchiaio ad Hanna,
con le coperte disordinate.
"Che c'è?"
replicò Toby.
"Caleb in camera di Hanna,
hanno dormito insieme." disse Ezra.
"Whoa, frena un attimo." disse
Emily. "Che diavolo intendi con hanno
dormito insieme?"
"Uh,
lo sai. Ed il fatto che i vestiti erano tutti sparpagliati sul
pavimento mi dà il sospetto che fossero probabilmente nudi
sotto
le coperte." disse Ezra.
"Magari
è solo rimasto per la notte. È andato
lì per un
caffè, ed Hanna l'ha fatto restare per la notte. Ed hanno
dormito nello stesso letto." disse Spencer.
"Allora come spieghi il fatto
che sono avvinghiati a cucchiaio?"
"Sono migrati nel frattempo..."
disse Aria. "... Non so."
"Aspettate, dov'è
Tiff?" chiese Emily.
"Pigiama
party a casa dell'amichetta." disse Toby. Emily si intrufolò
nell'appartamento di Hanna, ed aprì la porta della camera da
letto. Emily sfrecciò indietro nell'appartamento opposto.
"Oh mio Dio, hanno dormito
insieme." strillò Emily, ed Ezra fece dei movimenti con le
mani.
"Sì, è
quello che vi stavo dicendo." disse Ezra.
"Ora, tutto quello che dobbiamo
fare è aspettare che si sveglino." disse Spencer, mordendosi
un labbro.
…
Caleb
si svegliò per primo, sorridendo quando vide Hanna, ma poi
rabbrividendo quando realizzò cosa fosse successo. Aveva
tradito
la sua fidanzata. Aveva tradito la persona che amava. "Fanculo."
sussurrò tra sé e sé. Dannazione, a
cosa stava
pensando la scorsa notte? Non sarebbe dovuto andare a letto con Hanna.
Slacciando lentamente le sue braccia da lei, si alzò dal
letto,
frugando in cerca dei suoi boxer, li trovò, e se li mise.
Hanna
mugolò, ed aprì gli occhi, trovando Caleb a
mettersi
frettolosamente addosso i jeans.
"Ciao." disse Hanna,
sorridendo. Preso da sotto il cuscino, si infilò il suo
pigiama.
"Hey."
rispose Caleb, monosillabico. Hanna si alzò dal letto, lo
raggiunse e gli prese il viso tra le mani. Lui roteò gli
occhi.
La ragazza indossava dei pantaloni del pigiama ed un maglione
extralarge. Si era addormentata senza niente addosso, ma si era
svegliata raffreddata, quindi li aveva indossati.
"Cosa
c'è che non va?" chiese lei, percependo che ci fosse
qualcosa.
Lui si tirò via dalla presa della ragazza, e
trovò la sua
maglietta. Se la infilò di fretta.
"Non
sarei dovuto venire a letto con te. Sono fidanzato, ed amo Rachel."
disse Caleb, alzando la voce, ed Hanna increspò le labbra e
fece
per uscire dalla stanza. "Hanna, mi dispiace."
"È
a posto. Insomma, perché dovrebbe importarti di me? Suppongo
di
essere soltanto quella ragazza con cui hai fatto sesso in una tenda."
disse Hanna, scaldandosi.
"Hanna. Tu sei più
di quello." disse Caleb.
"Allora cosa sono? La tua
compagna di scopate?!" urlò lei.
"Piantala, Hanna. Sai che sei
più di quello." gridò Caleb.
"Davvero?
Perché mi stai mandando tantissimi fottuti messaggi diversi.
Voglio dire, quattro anni fa hai detto che non mi avresti mai
dimenticata, e che mi avresti sempre amata, e che avresti lottato per
me a prescindere se fossi stato fidanzato o se lo fossi stata io. E
dunque, sei il fidanzato di Rachel e chiami lei principessa.
Mi hai baciata, e poi hai detto che non avremmo dovuto farlo, quando tu hai
baciato me. Poi, la scorsa notte, mi hai baciata, e mi hai detto che mi
hai sempre amata, e stronzate varie, ed ancora una volta mi hai
abbindolata. E quindi, siamo andati a letto. Ed ora, stai seriamente
dicendo che non avremmo dovuto farlo, e che ami Rachel, e stronzate
varie." gridò Hanna.
"È stato solo un
errore. Tutto questo lo è stato." urlò Caleb,
frustrato.
"Quindi
stare insieme a me è stato un errore." disse Hanna, con la
voce
rotta sull'ultima parola. Caleb fece un passo verso di lei ed
appoggiò una mano sul suo braccio, ma lei se la
scrollò
violentemente di dosso, non volendosi fare toccare da lui.
"Hanna, non è
affatto quello che intendevo." disse Caleb, con voce sottile, quasi in
un sussurro.
"Allora cosa stai cercando di
dire?" gridò Hanna.
"Che
baciarti quel giorno è stato un errore. Che mi sono lasciato
trasportare la scorsa notte, e che non sarei dovuto venire a letto con
te. Non avrei dovuto dire nessuna di quelle parole la scorsa notte,
perché venire a letto con te è stato un errore."
urlò Caleb.
"Esci!"
"Cosa?"
"Ti
ho detto di uscire. Sai quanto ci ho messo a superarti? Non so,
perché sto ancora cercando di farlo. Ho passato nottate
intere a
piangere quando ero incinta, perché io e te ci eravamo
lasciati
definitivamente. Ed io ho una bambina, non posso tornare indietro a
com'ero a quei tempi. Non posso tornare indietro a praticamente morire
dentro."
"Hai detto io?"
disse lui.
"Cosa? Non ti seguo. Ho detto io,
e quindi?" disse Hanna, a nervi tesi.
"Hai detto: io ho
una bambina. Noi abbiamo
una bambina." Lei roteò gli occhi.
"Non ti incontrerò
più per un caffè, né ti
manderò foto. Mi dispiace."
"Perché?
Se questo riguarda noi, e noi che abbiamo dormito insieme, allora
è una cazzata, Hanna. Io dovrei avere la
possibilità di
vedere mia figlia."
"Lei
non è stata tua figlia per quattro anni. Tu non la conosci.
Tu
non sai niente. Non sai che odia le banane. Non sai niente di tua
figlia. Non ci sei stato per quattro anni, lei non è tua
figlia."
"Uh, beh, lo è, ed
io merito di conoscerla." disse lui.
"Eri
qui a tenermi indietro i capelli quando vomitavo anche le budella? Eri
qui a massaggiarmi i piedi? Eri qui a dirmi che sarebbe andato tutto
bene quando piangevo fino a consumarmi gli occhi? Eri qui a leggere i
risultati dei miei test quando io ero troppo dannatamente spaventata
per farlo? Eri qui quando l'ho data alla luce? Eri qui quando stavo
vendendo tutto ciò di cui non avevo bisogno per racimolare
soldi
per Tiff? Eri qui a cambiarle i pannolini? Eri qui per portarmi alle
ecografie? Eri qui a farle fare il ruttino, a darle il biberon? No, non
c'eri. Io ho
dovuto farle fare i ruttini, io ho
dovuto darle il biberon, ed io ho
dovuto alzarmi cinque volte a notte. Tu non eri qui per il suo primo,
secondo, terzo e quarto compleanno. Dov'eri il suo primo giorno di
scuola? La sua prima parola, le sue prime gattonate, i suoi primi
passi. No, tu non c'eri per niente di tutto questo. Perciò,
non
hai il diritto di essere chiamato suo padre dopo
essere mancato per quattro anni della sua vita." gridò Hanna.
"Non puoi decidere questo,
Hanna!"
"Oh,
non posso. Allora chi? Il fottuto tribunale? Perché
scommetto
che tu non voglia che la tua fidanzata sappia che sei tu il padre.
E..." Hanna si fermò a metà della frase, e fece
un
respiro. "Esci e basta, Caleb. Non posso permettermi di sprecare altro
fiato per te."
Caleb
sospirò, e raggiunse la porta. "Non dirai a nessuno di
questo!"
disse lui, con sicurezza. Lei gli fece un sorrisetto, sapendo che i
suoi amici stessero ovviamente origliando.
"Oh,
io penso che ci stiano ascoltando." disse Hanna con un sorrisetto sulle
labbra, e lui aprì la porta. "Che la porta ti sbatta addosso
mentre vai via!"
E quindi, lui se ne
andò.
Ma stavolta, Hanna era felice
che se ne fosse andato.
Aprendo
nuovamente la porta, la ragazza camminò in punta di piedi
per il
pianerottolo, e bussò alla porta di Spencer e Toby. "So che
stavate ascoltando, ed il fatto che io non riesca ad aprire la porta
vuol dire che le vostre orecchie ci sono premute contro." disse Hanna, e fece un
sorrisetto quando aprì la porta e li trovò
lì vicino, a parlare di cucchiai.
"Voglio dire, i cucchiai sono
fantastici." disse Ezra, ricevendo occhiatacce da tutti.
"Sì,
insomma, ci puoi mangiare il gelato. Yum!" disse Emily, annuendo e
reggendo il gioco. Hanna rise, ancora di più.
"Cucchiai, davvero?" chiese
lei, una volta terminato di ridere.
"Cosa? Ho visto un cucchiaio
sul tavolo, e l'ho semplicemente detto." disse Ezra, mordendosi un
labbro.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
CP11
CAPITOLO 12
"Devo
andare a riprendere Tiff alle dieci." disse Hanna, e
controllò
l'orario sul cellulare. "Il che significa che devo andarmene tra
quaranta minuti."
"Andrò
a riprenderla io." si offrì Emily. "Dammi solo l'indirizzo
della
casa." Hanna annuì, e copiò l'indirizzo dal suo
cellulare. Dandolo ad Emily, sospirò.
"Non sarei dovuta andare a
letto con lui." disse Hanna.
"Beh, è uno
stronzo." disse Ezra.
"Ma io lo amo."
mugolò Hanna, e si accucciò su Ezra, che la
baciò sulla testa.
"Allora, cosa ha fatto? Tipo,
tutte le sue azioni prima che ci sei finita a letto." disse Aria.
"L'ho
visto dall'altra parte della strada, e così ho fatto finta
di
non averlo visto, ma lui mi ha sbatutto contro la mia macchina..."
disse Hanna, raccontando loro la vicenda fino alla fine. "... Quindi ci
sono andata a letto."
"È semplicemente un
perfetto stronzo. Chi è che farebbe tutto questo?" disse
Aria. "Voglio dire, seriamente."
"Oddio, sarebbe molto
più facile se fosse morto."
"Sì che lo sarebbe."
disse Ezra, prendendosi un colpetto in testa da Emily. "Questo per
cos'era?"
"Per essere stupido." disse
Emily, ed Ezra roteò gli occhi. Hanna fece un sorrisetto.
"Qualche consiglio? Da
nessuno?" disse Hanna.
"Io
starei lontano da lui, ma questo ovviamente non funzionerebbe." disse
Toby, ridacchiando con Ezra. "Ma cosa hai intenzione di fare a
proposito del matrimonio?"
"Non lo so. Dipende se
riceverò l'invito."
"Lo riceverai. Sei la migliore
amica di Rachel." disse Spencer.
"Oh,
ma se sapesse, non lo sarei." disse Hanna, sorridendo ironicamente. "E,
insomma, Caleb non può dire: non le manderemo l'invito
perché sono andato a letto con lei ed è la mia
vecchia
ragazza quindi sarebbe super-imbarazzante. Ed è
già
alquanto imbarazzante, perché Rachel mi odia, visto che sono
la
ex di Caleb, ma non sa che io
sono la sua ex. Mi seguite?" Ci fu un
attimo di silenzio dopo che Hanna ebbe fatto il suo piccolo discorso.
"Sì." disse Ezra,
rompendo il silenzio.
"Però,
ecco, io pensavo che lui mi amasse, quindi suppongo che adesso abbiamo
chiuso. Definitivamente, stavolta." disse Hanna, asciugandosi le
lacrime che le erano cadute dagli occhi.
Certo, era contenta che lui se
ne fosse andato.
Ma pensava che quello che le
aveva detto la scorsa notte fosse vero. Che lui la amava.
…
"Caleb, ciao." disse Claudia,
sorridendo quando vide suo figlio. "È tutto okay?" Lui
scosse la testa.
"No.
È tutto un gran casino al momento." rispose Caleb, entrando
in
casa, e sedendosi sul divano. Appoggiò la testa sullo
schienale
del sofà, e sospirò. Si stropicciò gli
occhi, e
sospirò ancora.
"Beh, che c'è che
non va?"
"Ho una bambina. Si chiama
Tiff." sussurrò Caleb, con gli occhi pieni di lacrime,
mangiucchiandosi le unghie. Un vizio.
"Oh, Caleb."
sussurrò Claudia, tirando suo figlio in un abbraccio.
"Quanti anni ha?"
"Quattro."
rispose lui, con la voce leggermente rotta. Prese il suo cellulare,
andò tra le immagini, e mostrò a Claudia la sua
foto
preferita della bambina. Quella dove era ricoperta da pittura e
cioccolato.
"Chi è la sua mamma?"
"Hanna. Si prende cura di lei
da quattro anni."
"La ami ancora, non
è vero?"
"Sì, penso, non lo
so, ma amo Rachel, e la scorsa notte ho fatto un errore madornale,
mamma."
"Che cosa hai fatto?"
"Non
so perché l'ho fatto, ma sono andato a letto con Hanna, e le
ho
detto di amarla, quando non so se è così. E sono
davvero
confuso, perché voglio sposare Rachel, però credo di amare
ancora
Hanna, ma Hanna ha la mia bambina ed ha detto che io non ho il diritto
di incontrarla."
"Caleb, rallenta, okay? Quando
l'hai rivista?"
"Dovevo
uscire fuori a cena con Rachel, e lei ha detto che le sarebbe piaciuto
portare un'amica per farle conoscere qualcuno, quindi io ho
acconsentito. E poi, quella sera, sono andato in bagno e sono tornato
al tavolo non accorgendomi di chi ci fosse. Quindi ho chiamato Rachel
'principessa', e allora Hanna ha alzato la testa, ed io mi sono sentito
un grande stronzo."
"Beh,
dovresti." disse Claudia, e Caleb alzò le sopracciglia
guardandola. "Quando io e lei stavamo facendo i piatti una sera, ho
tirato fuori il fatto che tu la chiamassi 'principessa'. E lei mi ha
risposto dicendo: adoro che lui mi chiami così, non sono mai
stata una principessa per mio padre, non sono stata mai voluta tra i
suoi piedi, ma mi sento voluta da Caleb... Ha detto che si sentiva una
principessa con te. Perciò, come pensi che si senta?"
"Oh."
Caleb restò zitto un momento prima di continuare. "E poi,
abbiamo dovuto passare due ore a parlare, e lei ha detto cose che io
sapevo già, e sono quasi sicuro che lei sapesse tutte le
cose
che ho detto io allo stesso modo. Quindi, a un certo punto, Rachel ha
detto ad Hanna che avrebbe dovuto dire al ragazzo che era lì
una
certa cosa se l'avesse voluto rivedere e cazzate del genere. Allora
Hanna se n'è andata, dunque io sono andato fuori, e...
Qualche
giorno dopo, mi ha chiesto se volevo tenermi aggiornato su Tiff..."
Quindi, Caleb disse a Claudia tutto ciò che era successo
dalla
cena. "... Ed ora, sono qui a parlare con te." terminò
Caleb, e
si asciugò una lacrima che gli aveva rigato il viso. Claudia
gli
diede un colpetto sulla spalla. "Questo per cos'era?"
strillò
lui.
"Ti
rendi conto di quanto lei possa stare a pezzi, in questo momento?" gli
chiese sua madre, e Caleb fece spallucce. "Caleb, voi due siete anime
gemelle, e lei ti ama da morire, perciò come pensi si sia
sentita quando tu hai detto che quello era stato tutto un errore, che
ami qualcun altro, e che sei fidanzato con qualcun altro?"
"Ma questo non le dà
comunque il diritto di tenere mia figlia lontana da me."
"Caleb,
ascoltami. Tu non puoi decidere questo, Hanna può decidere
se
puoi incontrare Tiffany o meno, lei è sua madre, e lei sa
cosa
è meglio per Tiff. Perciò, sta facendo il giusto,
Caleb."
"Ma io sono suo padre."
"Sì,
tu sei suo padre, ma non sai cosa è meglio per Tiff. Non sai
cosa è meglio per Tiffany perché tu non la
conosci."
disse Claudia, provando a far ragionare Caleb.
…
"Hey,
Hanna. Andrà tutto bene." disse Spencer, rassicurando la sua
amica. Era mezzanotte in punto, e stavano facendo il loro pigiama party
- come facevano ogni mese. Era più che probabile che Ezra,
Toby
e Tiff fossero ancora in piedi a guardare film della Disney e a
mangiare popcorn.
"Lo
so, solo che pensavo che lui mi amasse. Ha detto così
quattro
anni fa, e ha detto così la scorsa notte. E credo che una
parte
di me voglia davvero quel lieto fine con lui, adesso." disse Hanna,
asciugandosi le lacrime che le erano cadute.
"Hey, magari ce l'avrai quel
lieto fine." disse Emily, stringendole la mano.
"Tutti sanno che siete fatti
l'uno per l'altra." disse Aria.
"Sì,
ma se fossimo fatti l'uno per l'altra, allora perché lui sta
per
sposarsi?" disse Hanna. "E se fosse stato solo nervosismo da
matrimonio? E se tutto quello che ha fatto nelle ultime due settimane
sia stato solo perché era nervoso?"
"Non penso che il voler
incontrare sua figlia fosse nervosismo da matrimonio." disse Emily.
"Ma se lo fosse stato il
baciarmi? E se fosse stata solo lussuria?"
"Allora non avrebbe detto di
amarti." disse Spencer.
"Potrebbe
averlo detto per portarmi a letto."
"Davvero Caleb direbbe 'ti amo' se
non lo intendesse?" chiese Aria, ed Hanna si grattò la
fronte.
Sospirando, abbassò la testa. Hanna aspettò
finché
il nodo che aveva in gola non si fu sciolto.
"Mi sento semplicemente come
una completa e gigantesca merda. Insomma, so che
è fidanzato, e che è fidanzato con la mia
dannatissima
fottutissima migliore amica, e lui la ama, e, voglio dire, se lei lo
sta per sposare, dovrà amarlo. Io li sto praticamente
facendo
lasciare, e non voglio farlo." disse Hanna, con la voce rotta.
"Forse è quello che
devi fare." disse Emily.
"Sì,
ma non voglio farlo. È Rachel, è la mia migliore
amica del college." mugugnò Hanna.
"Ma è la stessa
Rachel che ha insultato Tiffany, e ha detto senza offesa."
disse Spencer. Un anno prima, Rachel aveva detto a Spencer che Tiffany
era troppo energica, troppo esplosiva, e che se avesse mangiato troppi
biscotti, sarebbe diventata grassa. Spencer l'avrebbe presa a schiaffi
se Tiffany non fosse stata nella stanza, ed era sicura che anche Hanna
l'avrebbe fatto.
"Lo
so, ma è cambiata da quando era quella stupida stronza, una
volta che impari a conoscerla è davvero una brava persona."
disse Hanna. Non sapeva perché stesse difendendo Rachel, ma
voleva farlo, e sentiva come se fosse suo dovere. Rachel era la sua
migliore amica. Non importava se fosse fidanzata con Caleb.
Fidanzata
con l'amore della vita di Hanna.
"Lo
hai detto riguardo Mona." disse Aria.
"Ragazze,
quella era Mona. Questa è Rachel. Sono quasi sicura che non
si
rivelerà essere -A." disse Hanna, e le quattro ragazze
risero.
"Se lo fosse, ci sarebbe un gran colpo di scena." Le quattro ragazze
risero ancora.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
CP13
CAPITOLO 13
"Quel
coglione continuava a darmi calci." disse Ezra, spostando gli occhi su
Toby. Toby sogghignò. Avevano diviso un letto, e Toby aveva
continuato a scalciare contro Ezra, suo malgrado.
"Pensavo
che tu fossi, tipo, un gatto o qualcosa del genere." disse Toby,
ridacchiando con Spencer, Hanna, Aria ed Emily. Erano nell'appartamento
di Spencer, Tiff dormiva ancora, e Toby stava facendo i pancakes.
"Ahahah. Divertente." disse
Ezra, girando la testa per simulare una risata. "È molto
divertente." risero loro.
"Va
bene. Ora proverò una cosa." disse Toby. "Ezra, il piatto."
Ezra
alzò il piatto, Toby lanciò il pancake nella sua
direzione, ed Ezra fece una qualche sorta di movimento, ed il pancake
ricadde sul suo piatto.
"Posso
non essere capace di cucinare, ma, ragazzi, so acchiappare." disse
Ezra, e tutti risero. Il cellulare di Hanna iniziò a
squillare,
lei spostò gli occhi per vedere chi fosse, però
rispose
lo stesso.
"Rachel, tesoro, hey." disse
Hanna, con voce stridula e da sciocca.
"Hanna, ciao. Come stai?" disse
Rachel con lo stesso tono.
"Sto alla grande."
mentì Hanna. "Tu come stai?"
"Alla
perfezione. Gli inviti per il mio matrimonio sono stati spediti ieri.
Manca un mese." disse Rachel, con gioia. Hanna era sicura che Rachel
stesse saltellando e librandosi per il suo appartamento fuori dalla
contentezza. Chi non lo sarebbe stato? Si sarebbe sposata con Caleb.
Hanna impallidì, e si appoggiò al tavolo per
sostenersi.
Mancava un mese e Rachel avrebbe sposato Caleb. Un mese e Caleb si
sarebbe sposato. E loro avrebbero chiuso. Definitivamente.
Per sempre.
"Un mese?" chiese Hanna, con
voce tremolante.
"Lo
so. È andata per le lunghe. Assicurati di venire, ti prego.
È a Rosewood." Rachel prese un respiro per un secondo, prima
di
urlare e far quasi cadere Ezra dalla sedia, e gli altri ridergli
attorno. "TRA UN MESE MI SPOSO!" urlò Rachel, ed Ezra
spalancò gli occhi e mimò un 'wow' con la bocca.
Non era
nemmeno alla cornetta, e lei gli stava spaccando i timpani. Dio, quella
ragazza era assordante.
"Ascolta,
cara, mi sto avvicinando ad una galleria." disse Hanna, premendo il
pulsante rosso sul cellulare, fingendo di essere stata tagliata fuori a
causa di una galleria immaginaria. "Perra." borbottò Hanna.
"D'accordo con te." disse Ezra.
"Su cosa?" chiese Spencer.
"Su quello che quella diamine
di parola vuol dire." disse Toby, ed Ezra rise.
"Esistono
i traduttori." disse Ezra, ridendo. "E tanto per chiarire, Google non
è responsabile se ti offendi o sei contrariata per quello
che
dice." Il gruppo rise.
…
"Hey,
guardate chi si è alzato!" disse Spencer quando vide Tiffany
uscire dalla camera da letto, stropicciandosi gli occhi.
"Io." disse Tiffany, e loro
risero.
"Ti ho conservato qualche
pancake." disse Toby, dandole un piatto di pancakes.
"Sette
pancakes, davvero?" chiese Hanna, non appena Tiffany le
saltò in
braccio, e Toby le mise davanti il piatto di pancake.
"Shh,
mamma, stai rovinando il divertimento." sussurrò Tiffany a
sua
madre, e le mise l'indice sulle labbra per zittirla. Tutti risero
all'azione della bambina.
"Che
cosa ci vuoi sopra, Tiff?" chiese Spencer, e la bambina
spostò i
suoi occhi marrone cioccolato in alto al soffitto, sovrappensiero.
"Uh, salsa al cioccolato."
decise Tiffany, e fissò la salsa provando ad attrarla verso
di lei.
"Tiff, che stai facendo?"
chiese Emily, sorridendo.
"Sto provando a farla venire da
me." disse Tiffany con voce convinta.
"Abbiamo guardato Matilda ieri
sera." spiegò Ezra.
"Ah."
disse Hanna, scompigliando i capelli di sua figlia, mentre Tiff fissava
la salsa. Aria afferrò la salsa, la spinse in direzione
della
bambina, e tolse la mano velocemente non appena la ebbe spinta - e fu
abbastanza veloce.
La
bambina urlò di sorpresa. "Ha funzionato."
squittì
Tiffany. Aprì la bottiglietta della salsa, e
ricoprì i
pancake con la salsa al cioccolato.
…
"Okay, ho un libro grandioso."
disse Ezra, prendendo Charlie e
la Fabbrica di Cioccolato.
Tiffany fece spallucce e continuò a leccare il suo gelato.
Tutti
erano segretamente lì a guardare se Ezra avesse fallito, il
che
era probabile.
"Okay."
rispose Tiff, senza disturbarsi. Se le avesse detto qualcosa riguardo
Cosmo o Vogue, allora la sua testa si sarebbe girata tanto velocemente
che l'avrebbe fulminato. Ma non con un libro. Mai con un libro normale.
Ezra alzò le mani verso i suoi amici, che stavano pensando e
scommettendo se avrebbe perso o vinto.
"Riguarda il cioccolato." disse
Ezra, e la testa di Tiffany si voltò per guardare il libro.
"Cioccolato?" chiese Tiffany,
con il sopracciglio destro alzato. Ezra sorrise, sapendo di averla
conquistata.
"Sì,
cioccolato." confermò Ezra. "Ed otterrai una barretta di
cioccolato quando avrai finito di leggere."
"Quale
barretta di cioccolato?"
"Quella
che vuoi tu." disse Ezra, e Tiffany afferrò il libro dalle
sue
mani e se lo appoggiò sulle gambe. Ezra si alzò
dal
divano, con un sorriso sulla faccia, ed alzò le mani in aria
in
segno di vittoria. "Perché non ci ho provato un anno fa?"
espirò.
"Non
le comprerò quella barretta di cioccolato." disse Hanna,
sorridendo. Ezra roteò gli occhi, prese il suo portafoglio e
le
diede cinque dollari. "Grazie."
"Non lo sta leggendo."
replicò Toby.
"Ci sono possibilità
che lo faccia prima di andare a letto." disse Spencer. "O che se lo
faccia leggere da Hanna."
"Sono
la sola a pensarlo o The Wiggles è inappropriato per i
bambini?"
chiese Emily, e gli altri risero. Tiffany stava mangiando un gelato
mentre guardava, o principalmente era assorbita, dalle immagini
colorate sullo schermo.
…
"Mamma,
puoi leggermi il libro?" chiese Tiffany, una volta infilatasi nel
letto. Chiedeva sempre una storia prima di andare a dormire, ma erano
perdipiù favole e fiabe che aveva nel suo comò.
"Qualsiasi
cosa per il mio piccolo diamante." disse Hanna, baciando la fronte di
Tiffany, ed afferrò il libro che era sul comodino. Hanna si
sedette sul letto, ed iniziò a leggere. Quindici minuti di
lettura, e la ragazza abbassò lo sguardo su Tiff, che aveva
gli
occhi chiusi, era abbracciata al suo coniglietto di peluche e dormiva
profondamente. Messo il segnalibro, chiuse il libro e lo
appoggiò sul comodino di sua figlia. Hanna si
alzò dal
letto, baciò la fronte di sua figlia, e raggiunse la porta.
Spense la luce della camera di Tiff, e chiuse la porta con delicatezza.
Hanna
prese il suo telefono, e chiamò Ashley. Erano le otto a
Rosewood, perciò Hanna era sicura che sua madre fosse ancora
sveglia.
"Han,
tesoro, come stai?" chiese Ashley per telefono.
"Mi
sento uno schifo. Ho fatto davvero un grande errore, mamma." ammise
Hanna, sedendosi sul divano e tirandosi una manica sul suo pugno chiuso.
"Tesoro, che hai fatto?"
"Sono
andata a letto con Caleb." sussurrò Hanna, e si
asciugò
le lacrime. "E lui ha detto di amarmi. Ma poi, la mattina dopo, ha
detto di amare Rachel."
"Oh, Hanna."
sussurrò Ashley. "Pensavo che voi due aveste perso i
contatti."
"Beh,
lui è il fidanzato di Rachel, e sono successe delle cose, e
un
giorno ci siamo baciati, ed io lo stavo evitando, e allora lui mi
è venuto vicino e ha detto di amarmi e che l'aveva sempre
fatto
e stronzate varie, e così siamo andati a letto, e poi la
mattina
dopo abbiamo litigato." disse Hanna. "E non so cosa fare."
sussurrò.
"Il prima possibile che posso
venire in California è venerdì pomeriggio."
"Mamma, non devi venire
soltanto perché io sono andata a letto con Caleb."
"Hanna,
non ti vedo da circa cinque settimane, e nemmeno la mia bellissima
nipote. E mi sembra che tu abbia bisogno di me, e tu sei sempre la mia
bambina."
"Grazie, mamma." disse Hanna, e
si asciugò ancora altre lacrime.
…
Entrata
nella sua stanza, la ragazza chiuse gli occhi, e liberò un
piccolo singhiozzo. Chiusa la porta, appoggiò il suo corpo
contro di essa, e si coprì la bocca con la mano destra. Le
lacrime di Hanna diedero il meglio di loro, e lei scivolò
giù dalla porta, e le sue lacrime le si riversarono lungo le
guance.
Come aveva potuto pensare che
Caleb la amasse?
Come
era potuta andare a letto con lui quando sapeva di dover essere
abbastanza responsabile da non farlo?
La
schiena di Hanna era premuta contro la porta. La sua faccia era
nascosta tra le sue ginocchia, e stava ansimando. E si stava torturando
con i pensieri. Sollevata la testa, la appoggiò alla porta,
e
sospirò. Stropicciatasi piano il naso con la mano destra, la
fece ricadere sul pavimento, sospirando ancora una volta. Perlustrando
con gli occhi la sua stanza, i suoi occhi scorsero la maglietta di
Caleb. Alzatasi, la raggiunse. La prese, la strinse forte
al petto, e si alzò dal letto, sapendo cosa doveva
fare.
Uscì dalla sua stanza, e percorse la breve distanza che la
separava dalla cucina.
Buttò
la maglietta nel cestino.
Un'altra
piccola cosa che avrebbe potuto darle un po' di conforto, ed
innamorarsi di qualcun altro che non fosse stato Caleb. Ma, diamine,
lei era ancora innamorata di lui, e stava soltanto seppellendosi in un
buco dal quale non sarebbe riuscita ad uscire.
Perché
è quello che succede quando lui è il tuo Romeo.
Ma
tu non sei la sua Giulietta.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
CP14
CAPITOLO 14
"Hey,
Tiff. Com'è andata oggi a scuola?" chiese Hanna a sua
figlia,
mentre alzava Tiff da terra e la prendeva tra le sue braccia. Era
lunedì, ed Hanna le aveva promesso che avrebbero fatto la
pizza
insieme.
"È
stato molto molto divertente. Avevamo un barattolo, e dei pezzi di
carta, e abbiamo messo la carta nel barattolo, e poi ci hanno dato del
pongo, e abbiamo ricoperto il pongo di pittura, e poi abbiamo messo la
carta sul pongo." disse Tiffany con un sorriso sulla faccia.
"Wow,
sembra che sia stato molto divertente." disse Hanna, sorridendo alla
sua sorridente figlia. "Sei pronta per andare al supermercato per
comprare il contorno per la pizza?"
"Sì."
rispose Tiffany, annuendo con decisione. Hanna ridacchiò,
ringraziò Rachel - la maestra - ed uscì fuori con
Tiff
ancora tra le sue braccia. "Ho un disegno nel mio zainetto."
"Dove
pensi che il tuo disegno meriti di andare a finire?" chiese Hanna, e la
bambina ancora una volta guardò in alto, sovrappensiero.
"A nonna." decise la bambina.
"Possiamo mandarglielo, mamma?"
"Veramente, nonna
verrà venerdì."
"Davvero?" fece Tiffany,
battendo le mani. "Viene davvero, mamma?" chiese Tiffany, ed Hanna rise
ed annuì.
"Sì, sì
che viene. Verrà venerdì pomeriggio."
…
"Allora,
cosa vuoi mettere sulla tua pizza?" chiese Hanna a Tiffany. Erano
entrambe al supermercato, Hanna stava spingendo il carrello, e Tiffany
era in piedi dentro di questo, mentre Hanna la spingeva.
"Hmm..." disse la bambina, e
guardò in alto, sovrappensiero. "Ci voglio i peperoni, e del
bacon e prosciutto."
"Bene,
penso che potremo farlo." disse Hanna. "Vuoi qualcos'altro?" chiese
Hanna, e Tiffany annuì. "Non vorresti provare qualcosa?"
urlò la bambina. "Cosa, Tiff?"
"Possiamo fare tre pizze?"
"Sì,
perché?" disse Hanna, con una risatina.
"Voglio metterci qualcosa
sopra."
"Mi vuoi dire cosa vuoi mettere
sulla pizza?" chiese Hanna, e la bambina fece cenno a sua madre di
avvicinarsi a lei.
Tiff
poggiò le sue mani attorno all'orecchio di Hanna, e mise la
bocca nella fessura tra le sue piccole mani. "Party rings."
soffiò Tiffany.
"Dei
biscotti sulla tua pizza?" sussurrò Hanna, e Tiffany
annuì. "Okay." disse Hanna, diffidente riguardo all'idea. Ma
si
trattava di Tiffany, Hanna non voleva contrariarla.
"Posso
scendere dal carrello adesso?" disse Tiffany, ed Hanna la
sollevò via dal carrello. "Ho bisogno di andare a prendere
una
cosa."
"Farai la bambina grande, e
tornerai esattamente qui." disse Hanna.
"Sì, mamma."
"Me lo prometti?"
"Te lo prometto, mamma." disse
Tiff.
"Bene. Io me ne
starò proprio qui. Torna subito, okay?"
"Okay."
disse Tiff, e raggiunse il reparto DVD. Guardò i DVD,
cercando
gli episodi di Barney in quel mentre. Caleb, che era anche lui nel
reparto DVD, guardò la bambina, guardò ancora i
DVD, e
dunque fece due più due.
Quella
era sua figlia.
"Uffa."
sussurrò la bambina. Si guardò intorno, per
vedere se una
persona poteva aiutarla. Notato un uomo di un metro e ottanta, che in
quel momento stava guardando tra i film, gli tirò la stoffa
dei
jeans. "Mi puoi aiutare?" disse lei, guardandolo dal basso con degli
occhioni marroni da cerbiatta. Lui si piegò sulle ginocchia,
così da poter essere alla sua altezza.
"Per cosa ti serve aiuto?"
chiese Caleb a sua figlia.
"Sto
cercando un DVD di Barney. Non riesco a trovarlo. Puoi aiutarmi, per
favore?" chiese Tiff, e Caleb sorrise.
"Certo."
rispose lui, e raggiunse lo scompartimento dei DVD per bambini con sua
figlia, che non sapeva di essere con il suo papà.
"Riesci a vederlo?"
Il
ragazzo setacciò la fila di DVD e ne indicò uno
in alto. "Eccolo lì."
"Puoi
prendermelo, signore?"
"Sì." disse lui,
afferrando il DVD di Barney e passandolo a Tiffany.
"Grazie, signore."
"Nessun
problema." disse Caleb, e Tiffany sorrise prima di correre indietro da
Hanna, che la stava aspettando nel posto dove aveva promesso che
sarebbe stata.
…
Madre
e figlia stavano adesso facendo le pizze mentre ballavano su Wannabe
delle Spice Girls. Le due stavano facendo le pizze sul piccolo tavolo
da giochi di Tiffany. Hanna seduta a gambe incrociate, e Tiffany in
piedi, entrambe a cantare la canzone.
"È
il momento dei party rings!" urlò Tiffany, spezzettando i
party
rings ed appiccicandoli sul formaggio che aveva appena messo sulla sua
pizza. Hanna ridacchiò. "E fatto!" gridò Tiffany.
"Mettiamole
in forno." disse Hanna, e Tiffany iniziò a saltare per
l'appartamento, sorridendo vertiginosamente. Hanna sorrise e mise le
tre pizze nel forno. Quelle di Tiffany erano piccole, ma messe insieme
facevano una pizza, e quella di Hanna era di grandezza normale. In TV
andò in onda S Club Seven e Tiffany iniziò a
cantare
Don't Stop Movin'.
"Mamma, canta insieme a me!"
gridò Tiffany.
I can feel
the music
moving
through me everywhere
Ain't no
destination baby
We don't
even care
There's a
place to be
If you need
the right education
Let it take
you there
Tiffany
continuò a cantare la canzone, gironzolando e saltellando
per
l'appartamento. Hanna rise, ed iniziò a cantare con Tiffany.
…
Numerosi
canzoni e balli dopo, il timer del forno squillò. "Yum!"
gridò Tiffany, e corse davanti al forno. Hanna la raggiunse,
abbassò completamente la temperatura, e si mise i guanti da
forno. Sfornate le pizze, mise le teglie sul ripiano. Chiuso e spento
il forno, mise la pizza di Tiff in un piatto. "Grazie, mamma." disse
Tiffany, e tornò sul divano, dove accese il televisore,
mettendo
su Sixty-four Zoo Lane. Hanna sorrise, spense la musica, mise la pizza
sul suo
piatto, e si sedette accanto a sua figlia.
"È
buona la tua pizza ai party rings?" domandò Hanna, e Tiffany
annuì. "Perché non la stai mangiando, allora?"
"Mi
tengo il meglio per la fine." disse Tiffany, e le due continuarono a
mangiare le loro pizze, mentre guardavano Sixty-four Zoo Lane.
…
Toby
entrò nell'appartamento di Hanna. "Ti ho preso la posta."
disse
lui, e lei si alzò dal divano, lasciando i suoi compiti da
fare
per quando avrebbe finito di aprire le sue lettere.
"Grazie.
Ho intenzione di vedere se ho ricevuto l'invito per il matrimonio di
Caleb e Rachel." disse Hanna, e controllò tra la sua posta.
Preso un invito nuziale, lo mostrò a Toby. "Questo ti sembra
un
invito nuziale?"
"Beh, è bianco, e
sopra ci sono delle scritte decorate, quindi, sì." decise
Toby.
"Cosa dovrei fare?"
"Dunque,
se fosse il matrimonio di Caleb e di una totale sconosciuta, ti direi
di non andare, ma questo è il matrimonio della tua migliore
amica, perciò, la decisione spetta a te." disse Toby. "Ed
eravate voi, ragazze, a cantare con S Club Seven prima?" chiese lui,
con un piccolo sorriso sulle labbra.
"Sì,
eravamo noi, mentre stavamo facendo la pizza, e lei ha messo dei party
rings sulla sua. Non chiedermi niente." disse Hanna, sorridendo. I due
ridacchiarono, ed il telefono di lei squillò.
"Ti lascio alla chiamata.
Notte, Han." disse Toby, raggiungendo la porta.
"Notte, Tobes." disse Hanna, e
Toby chiuse la porta, quindi Hanna rispose al telefono.
"Han-na!
Perché non hai risposto all'invito del mio matrimonio?"
gridò Rachel al telefono.
"Rach,
rilassati. L'ho ricevuto soltanto oggi, non controllavo la mia cassetta
della posta da almeno una settimana, dammi un po' di respiro." rispose
Hanna, riordinando le lettere in pile.
"Solo perché hai una
bambina dovrei darti un po' di respiro?" disse Rachel, con antipatia. La solita
Rachel.
"Amore, avere una bambina
è un compito duro, sarà probabilmente esausta."
disse Caleb a Rachel.
"Caleb è
così comprensivo!" disse entusiasta Rachel al telefono. Sì,
lo è, ma forse perché è la sua bambina,
pensò Hanna.
"Sì, uh-huh." disse
Hanna.
"Comunque,
muoviti e mandaci la risposta."
"Okay, rispondo adesso, e la
mando domattina, okay?"
"Va bene. Comunque, meglio che
vada, ti voglio bene."
"Sì,
ti voglio bene anch'io. Ciao." disse Hanna, e riattaccò il
telefono, roteando gli occhi. Afferrò l'invito, lo
aprì,
e prese una penna dalle parti del tavolo. Decidendo cosa fare, Hanna
lasciò dondolare i suoi occhi tra le opzioni.
Non
confermo la partecipazione al matrimonio.
Confermo
la partecipazione al matrimonio.
Hanna
sospirò, incapace di decidere. Da una parte era il
matrimonio
della sua migliore amica. Da un'altra, era il matrimonio di Caleb. Non
avrebbe potuto vederlo sposarsi. Ma oltretutto, doveva esserci per la
sua amica. Per Rachel. Hanna segnò la casella, finalmente
decisasi dopo venti minuti.
Sarebbe
andata al matrimonio.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
CP15
CAPITOLO
15
"Nonna!"
gridò Tiffany, e corse verso Ashley. Ashley prese tra le sue
braccia Tiffany, sollevandola, e le diede un lungo abbraccio.
"Hey,
Tiff. Com'è andata a scuola?" chiese Ashley, e Tiffany
sorrise.
"Ho fatto un disegno di un
piatto di pasta. Voglio la pasta per cena."
"Bene, forse se lo chiedi
gentilmente alla tua mamma, potrai averla per cena."
"Mamma, possiamo mangiare la
pasta per cena?" chiese Tiffany ad Hanna, ed Hanna annuì.
"Certo, tesoro." disse Hanna,
sorridendo.
"Bene."
…
"Stai leggendo un libro!" disse
Ashley a Tiffany, e la bambina annuì con entusiasmo. "Cosa
stai leggendo?"
"Charlie
e la fabbrica di cioccolato. Mamma me lo legge prima di andare a letto.
Me l'ha dato zio Ezra, e ha detto anche che posso avere tutte le
barrette di cioccolato che voglio. E il libro è tutto
riguardo
il cioccolato." disse Tiffany, ed Ashley rise.
"Sono colpita. Chi ti piace di
più del libro?"
"Willy
Wonka o Charlie. O tutti e due. O il nonno."
…
"Come
te la passi, Han?" chiese Ashley a sua figlia. Hanna fece spallucce.
Avevano appena messo Tiff a letto, dopo che Hanna le aveva letto un
pò di Charlie e
la Fabbrica di Cioccolato.
"Sono
davvero confusa." ammise Hanna, guardando in basso, alle sue mani. Si
stava grattando via il suo smalto rosso con il pollice. Un tempo la sua
manicure era sempre precisissima, ma ora la ragazza usava lo smalto che
aveva nel guardaroba solo quando aveva tempo o usciva.
"A proposito di cosa?"
"Cosa
sento per Caleb." Hanna si morse un labbro, ingoiando un piccolo nodo
che le si era formato in gola. "Non voglio che lei incontri Caleb, ma
da un altro lato voglio che Tiff sappia chi è, chi
è suo
padre. E credo di amarlo, ma non so se è così.
Sono
davvero confusa, e so che lui non è affatto confuso riguardo
i
suoi sentimenti per me."
"Che intendi?"
"La
notte in cui abbiamo dormito insieme, ha detto di amarmi, di avermi
sempre amata, e cazzate varie, e quindi siamo finiti a letto. La
mattina seguente, ha detto che doveva andarsene, e che era stato un
errore, tutto era stato un errore, e ha detto di amare Rachel, e di
essere fidanzato con Rachel." disse Hanna, con gli occhi pieni di
lacrime, e presto le lacrime scesero lungo il suo viso. Asciugandosele
con la mano, sospirò. "Non so più cosa credere."
"Che cosa vuoi credere?"
"Che
lui ama me, e che vuole sposare me invece di Rachel. Ma questo non
succederà. Lui ama Rachel, l'ha detto svariate volte."
"Sì,
ma lui deve amarti. Senza di te, starebbe ancora dormendo sulle
panchine alle fermate degli autobus in stati a casaccio. Io penso che
ci sarà sempre un posto speciale nei vostri cuori, riservato
per
ognuno di voi." disse Ashley, ed Hanna si asciugò altre
lacrime.
"È
solo che pensavo che mi amasse. Ma mi sbagliavo di grosso." disse
Hanna, con voce rotta. Portò le sue ginocchia al petto, e
nascose la faccia tra di esse.
"Andrà
tutto bene, Hanna." sussurrò Ashley all'orecchio di sua
figlia,
accarezzandole la schiena, e portando il suo corpo minuto verso di lei.
Ashley allacciò le braccia attorno alla figlia
singhiozzante, e
continuò a confortarla.
"È
così, mamma? Andrà bene?" mugugnò
Hanna,
ansimando, cercando di reprimere l'enorme nodo nella sua gola.
"Sarà
così. Mi ricordo quando piangevi perché eri
spaventata di
diventare una ragazza madre, ed io ti ho detto che tutto si sarebbe
risolto, ed è stato così, no? Quindi, tutto si
aggiusterà con Caleb, alla fine. E, comunque vada, tu sarai
felice." Ashley continuò a sussurrare, talvolta baciando la
testa di Hanna. "Hai degli amici strepitosi che ti adorano, ed hai me,
e tua nonna, ed hai Tiff, che è un piccolo raggio di sole."
"Sì,
ma non so se posso sopportarlo di nuovo. Nel mezzo di un
così
improvviso cambiamento di eventi, non credo che sarò capace
di
andare oltre lui."
"Senti di essere oltre lui, in
questo preciso momento?"
"No.
Pensavo di esserlo, ma poi sono andata a quell'appuntamento, ed ho
capito che lo amavo ancora, e lo amo ancora adesso. Moltissimo."
"Quale
appuntamento?" chiese Ashley a sua figlia, confusa. Ed Hanna
raccontò a sua madre dell'appuntamento, degli incontri con
Caleb
per i caffè, e poi del bacio per le scale, e quindi di tutto
il
resto che era accaduto tra di loro da quell'appuntamento. "Wow, Hanna."
"Già."
disse Hanna, con la voce graffiata. "Rachel pensa che non ci
conosciamo,
non sa niente di noi e della nostra storia. Beh, lo sa, ma non sa
che sono io la sua ex-ragazza."
"Quindi
sa che lui si è fatto sparare per proteggere Emily, sa che
l'hai
aiutato a trovare sua madre e tutto, ma non sa che eri tu."
"Sì.
Pensa che siamo semplici estranei, e che la prima volta che ci siamo
incontrati è stata all'appuntamento. E si sbaglia di grosso."
"Lui ti manca?"
"Non lo so. Sono contenta che
se ne sia andato, ma allo stesso tempo voglio che torni."
"Perché vuoi che
Tiffany abbia il suo vero padre."
"Sì,
ma lei ha con sé persone che la amano, e voglio dire, Toby
ed
Ezra sono delle perfette figure paterne per lei, le vogliono un mondo
di bene."
"Nessuno di loro è
il suo vero padre, Hanna." disse Ashley, ed Hanna annuì.
"Lo
so, ma loro sono stati grandiosi in questi anni, e lo stesso tu e le
ragazze, ed ogni tanto è come se volessi che ci fosse stato
Caleb, ma in altri momenti no."
"Vorresti che lui fosse qui
adesso?"
"No,
non voglio. L'ho deciso dopo essere andata a letto con lui. Lui
è solidamente impegnato con Rachel, ed io non voglio che
faccia
cose alle sue spalle."
"Sei cresciuta molto da quando
avevi diciassette anni."
"Suppongo
che una volta avuta una bambina, si riceva un barile colmo di saggezza
come pacchetto omaggio." disse Hanna, con una risatina malinconica. "Tu
stai bene, mamma?"
"Sto alla grande, tesoro. Tu e
Tiff mi siete mancate."
"Anche
a me sei mancata, ed anche a Tiff. Ha fatto un disegno con del pongo
qualche giorno fa, e vuole darlo a te. Presumo che stasera fosse troppo
eccitata, se n'è dimenticata."
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 - Il matrimonio; Parte I ***
CP16
CAPITOLO 16
- Il matrimonio; Parte I
Un mese
dopo. Il matrimonio.
Hanna
era seduta sul sedile dell'aereo, accanto ad una Tiffany addormentata,
entrambe dirette a Rosewood. Hanna sarebbe rimasta per il weekend, e
madre e figlia se ne sarebbero andate domenica pomeriggio per tornare
in California per l'inizio della settimana. Le due sarebbero state a
casa di Ashley, Hanna sarebbe andata al matrimonio, sarebbe stata
lì con imbarazzo, e poi avrebbe detto ciao e congratulazioni
a
Rachel, e se ne sarebbe andata.
"Quando
atterriamo?" chiese Tiffany, facendo di poco sobbalzare Hanna. Hanna
guardò sua figlia, i quali occhi si chiudevano.
"Tra
più o meno un'ora." rispose Hanna. "Torna a dormire, tesoro.
Ti
sveglio quando stiamo atterrando, okay?" Tiffany annuì,
tornando
ad appoggiare la testa sul finestrino dell'aereo, e si
addormentò. Hanna non aveva idea del perché sua
figlia
fosse così stanca.
…
"Hey,
mamma." disse Hanna, entrando nella sua vecchia casa, che era come una
seconda casa. Portava in braccio una Tiffany addormentata che si era
un'altra volta assopita nel taxi.
"Hey,
tesoro. Come state tu e Tiff?" disse Ashley, che arrivava dalla cucina,
e diede alla figlia un abbraccio imbarazzante - dovuto al fatto che
Tiffany si trovava tra le braccia di sua figlia.
"Sto
bene. Voglio dire, sono un po' sconvolta per il fatto che Caleb si
sposi e tutto, ma lo sai." rispose Hanna, ed Ashley sorrise
comprensivamente. "Vado a distenderla dentro." disse Hanna.
…
Hanna
entrò nella chiesa dove si sarebbe svolta la cerimonia.
Ingoiò un nodo in gola, e si guardò intorno. I
parenti di
Rachel erano tutti vestiti eleganti, con vestiti d'alta classe, e dei
ridicoli giganteschi cappelli che non erano
necessari. Le damigelle d'onore di Rachel scappavano dappertutto,
probabilmente perché lei le stava chiamando a gran voce
dalla
stanza in cui si stava preparando, e dove stava probabilmente
indossando un vestito a forma di meringa. La ragazza non riusciva a
vedere nessuno di sua conoscenza. Vide due ragazzini, entrambi vestiti
in giacca e cravatta, ed Hanna immaginò si trattasse dei
fratelli di Caleb. Vide molti ragazzi della sua età, ed
immaginò si trattasse di amici di Caleb.
"Sono
sorpresa che tu sia qui." sentì Hanna da una donna alla sua
destra. Hanna si voltò e sorrise quando vide la madre di
Caleb,
Claudia.
"Beh,
è il matrimonio della mia migliore amica, non ho scelta."
disse Hanna, mordendosi un labbro.
"So di Tiff." disse Claudia.
"Bene, e cosa ne pensi?"
"Che
stai prendendo la giusta decisione. Se fosse stato per me, avrei fatto
lo stesso." Hanna annuì. "Perché sei qui?"
"È il matrimonio
della mia migliore amica."
"Sì, ma è
anche il matrimonio di Caleb, ed io so anche che lui è
ancora innamorato di te."
"Davvero?" chiese Hanna,
sorridendo.
"Sì,
e credo che anche tu lo ami."
"Sì, sì,
lo amo, molto, a dire il vero."
"Allora forse è per
questo che sei qui." disse Claudia.
"Cosa? Non capisco."
"Forse è la tua
possibilità per riprendertelo."
"Non posso interrompere il
matrimonio, Claudia."
"Non
ce l'avrei esattamente con te a tal proposito, in realtà,
avrei
preferito che fossi finita tu con Caleb. Preferisco te a Rachel."
"È
la mia migliore amica, non posso farlo." disse Hanna, provando a
pensare scuse per non interrompere il matrimonio. Stava propendendo
verso quella decisione. Non poteva lasciare che Caleb si sposasse con
qualcuno che non era lei. Però, da un altro lato, lei non
era il
tipo di ragazza da rovinare un evento nuziale.
"Sta sposando la ragazza
sbagliata." disse Claudia, ed Hanna scosse la testa. "A chi tieni di
più? Caleb o Rachel?"
"Bel punto." disse Hanna, e
Claudia le fece l'occhiolino, ed un sorriso birichino.
"Vai
a prendertelo." incoraggiò Claudia. Hanna sorrise ed
andò via, a cercare Caleb.
…
Caleb
guardò nello specchio e sospirò. Era il giorno
del suo
matrimonio, era tutto ben vestito in giacca e cravatta, con i capelli
tirati indietro, ed i piedi freddi. Non era sicuro di voler sposare
Rachel. Naturalmente la amava. Ma amava anche qualcun altro. Dio, era
così confusionale.
La
porta si aprì scricchiolando, e lui si girò per
vedere
chi era. Hanna entrò nella stanza, e chiuse lentamente la
porta
alle sue spalle.
"Wow,
hai un aspetto strepitoso." soffiò Hanna, con i suoi occhi
che
contemplavano l'apparenza del ragazzo. Un piccolo sorriso si stese
sulle sue labbra, ed un piccolo pezzo di carta era piegato nel suo
delicato pugno.
"Grazie."
disse Caleb, con un piccolo sorriso che si distendeva anche sulle sue
labbra. "Anche tu." Hanna annuì, e Caleb si
rigirò, verso
lo specchio.
"Nervoso?"
chiese lei. "Piedi freddi?"
"Nervoso,
no." Il ragazzo si prese un secondo o due prima di continuare. "Piedi
freddi, sì." Hanna annuì dolcemente, e si
portò
dietro di lui. Spazzando via un po' di polvere dalle spalle del vestito
del ragazzo, le venne in mente una domanda.
"Preferiresti che ci fossi io
lassù?"
Caleb
esitò, aprendo la bocca, quindi richiudendola.
"Sì." Lei
si portò dolcemente più in alto, andando sulle
punte dei piedi.
Portò la bocca all'orecchio del ragazzo, ed
espirò. Lui
ebbe un brivido, al respiro caldo sul suo collo.
"Allora
forse posso essere io." gli sussurrò Hanna nell'orecchio, ed
i
brividi corsero su e giù sul suo dorso. La ragazza
usò le
mani per percorrere il corpo di lui, lisciandogli il vestito, e gli
mise un pezzo di carta nella tasca dei pantaloni. Lui si
voltò,
e gli occhi di lei si riempirono di lacrime. Battendo le palpebre per
mandarle via, gli sorrise debolmente. Lui sospirò. "Buona
fortuna, Caleb." disse Hanna, con voce leggermente rotta.
Allacciate
le braccia attorno al suo collo, mise la testa nell'incavo di esso,
inspirando il suo profumo.
Per
l'ultima volta.
Allacciate
le braccia attorno ai suoi fianchi, lui affondò dolcemente
la
testa tra i suoi capelli ricci e biondi, inspirando il profumo che
aveva così tanto bramato negli ultimi quattro anni.
Ma
sarebbe stato per l'ultima volta.
"Mi
mancherai." ammise dolcemente lui, con la voce ovattata a causa della
sua faccia tra i capelli della ragazza. Lei lo strinse forte, e
strizzò
gli occhi, liberando le lacrime.
"Mi
mancherai anche tu." sussurrò lei. Tiratasi via
dall'abbraccio,
gli diede un bacio sulla guancia, una stretta sulla mano, e
lasciò la stanza per raggiungere il giardino sul retro della
chiesa.
Frettolosamente,
Caleb tirò fuori il pezzo di carta che lei gli aveva messo
in
tasca, e lo stese sulla cassettiera della stanza. "Incontriamoci in
giardino se cambi idea." Lo lesse a se stesso in un sussurro.
Mordendosi un labbro, ipotizzò cosa avrebbe potuto fare.
Avrebbe
potuto sposare Rachel, e dimenticarsi di Hanna. O sarebbe potuto andare
in giardino, e sposare Hanna in futuro, e dimenticarsi di Rachel, e riuscire
ad incontrare Tiff.
E
scelse cos'avrebbe fatto.
Quella
scelta avrebbe potuto fare il suo futuro.
O
avrebbe potuto distruggerglielo.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 - Il matrimonio; Parte II ***
CP17
CAPITOLO 17 - Il matrimonio;
Parte II
Caleb
raggiunse il giardino, e lì vide Hanna in piedi.
Camminò
verso di lei, le prese un braccio, la fece voltare, e premette le
labbra sulle sue. Lei quasi inciampò all'indietro dallo
shock,
ma Caleb non lasciò che accadesse. Le leccò il
labbro
inferiore, chiedendo di entrare. Lei aprì leggermente la
bocca,
e le loro lingue lottarono per la dominazione. Le mani di lui trovarono
i fianchi di lei, e le mani di lei trovarono i capelli di lui. La
ragazza si staccò, sorridendo e piangendo.
Appoggiò la
fronte sulla sua.
"Sei venuto."
sussurrò Hanna, e lui annuì. "Sei venuto davvero."
"Sono
venuto." sussurrò lui di risposta. Lei sollevò
con
severità l'indice verso di lui, con le loro fronti che
ancora si
toccavano, ed ora la sua bocca era una linea dritta.
"Non mi lascerai stavolta,
okay? Non mi lascerai mai. Stavolta rimani." disse Hanna, e lui
annuì.
"Non
ti lascerò di nuovo, mai." confermò lui, e le
baciò la fronte, le guance, il naso, il collo, dovunque
eccetto
le labbra. Lei gli prese il viso e piantò le labbra sulle
sue.
Lui si staccò, e la guardò nei suoi occhi blu che
tanto
gli erano mancati. "Ti amo, Hanna. Sei sempre stata tu. Ti amo, l'ho
sempre fatto, e lo farò sempre. Ti amo, tantissimo."
"Ti
amo anch'io." disse Hanna, ed allacciò le braccia attorno al
suo
collo, e lui la intrappolò in un caloroso abbraccio. "Mi sei
mancata tanto."
"Tantissimo.
Non ci crederesti." Lui inspirò, annusandola ancora, e
chiudendo
gli occhi, godendosi il momento. "Vieni a Las Vegas con me. Potremo
sposarci." disse lui, e lei scosse la testa con decisione.
"Neanche
per sogno, Caleb. Abbiamo parlato di un matrimonio grandioso, ed io
avrò quel matrimonio grandioso con te, che tu lo voglia o
no."
disse Hanna, e Caleb annuì, e le baciò di nuovo
le
labbra. Se voleva un matrimonio grandioso, avrebbe avuto un matrimonio
grandioso.
"Okay,
come vuoi tu, principessa. Sei sempre stata la mia principessa." disse
Caleb, ed Hanna lo baciò ancora. "Ti amo, tanto." Lui la
baciò di nuovo.
"Non
mi lascerai, okay? Non mi lascerai." disse Hanna, versando lacrime dai
suoi occhi. Lui annuì, e le asciugò le lacrime
con il
pollice.
"Non
piangere." disse lui. "Non piangere, io ti amo. E non ti
lascerò, mai, non ti lascerò ancora." disse
Caleb, ed
Hanna continuò ad annuire, ed entrambi continuarono a
baciarsi
l'uno con l'altra. "Qual'è il modo più carino per
disdire
un matrimonio?" chiese lui, ed Hanna rise, sorridendogli.
"Non ci posso credere. Sei
venuto per me." sussurrò Hanna.
"Ti
amo. Sei sempre stata tu. Non importa quanto duramente io abbia provato
a negarlo, ci sei stata tu, Han, per tutto il tempo." disse Caleb, con
la sua faccia tra le mani, entrambi a guardarsi negli occhi. Hanna
annuì, e baciò le sue labbra di nuovo. Lui fece
più profondo il bacio, e lei aprì leggermente la
bocca, e
le loro lingue si mescolarono insieme. L'adrenalina pompava attraverso
i loro corpi. La stessa eccitazione che entrambi avevano tutte le volte
che i loro corpi si toccavano, ma stavolta era come se dei fuochi
d'artificio stessero esplodendo nelle loro vene. Nelle loro menti un
rombo, un vortice di colori e forme. E niente al mondo contava.
Eccetto
loro.
Hanna
si staccò, senza fiato, piangendo e sorridendo.
"Perché
piangi, principessa?" chiese Caleb, respirando con l'affanno. Lei
sorrise.
"Sono
solo molto felice." espirò Hanna, e lui sorrise. Lui le
diede un
piccolo bacio sulle labbra. "Come disdirai il matrimonio?"
"Scrivo un biglietto.
È il modo più facile. L'ho visto in How I Met
Your Mother. Perciò, speriamo che funzioni nella
vita reale." disse Caleb, e lei rise. "Mi è mancato tanto il
tuo sorriso."
"Dobbiamo andare, e scrivere il
biglietto."
"Incontriamoci sul retro della
chiesa, avrò scritto il biglietto e mi sarò tolto
di dosso lo smoking, okay?"
"Okay. Ti amo."
"Ti
amo anch'io." I due si scambiarono un bacio, e lui si
allontanò,
sorridendo prima di rientrare in chiesa. Entrato nella sua stanza,
afferrò un pezzo di carta ed una penna. Una volta seduto,
cominciò a scrivere il biglietto, riguardo il non poter
sposare
Rachel, e che fosse dispiaciuto. Si sentì in qualche modo
colpevole scrivendo il biglietto, ma da un altro lato era pazzo di
gioia per aver riottenuto Hanna.
Leccata
la busta, la premette sul basso, e la mise sul letto. Sorridendo, si
tolse lo smoking, lo appese ad un appendiabiti, e lo stese per bene sul
letto. Cambiatosi con dei pantaloni della tuta ed una camicia larga,
prese il suo
cellulare, il portafoglio, e il borsone che conteneva i suoi vestiti e
quelli che avrebbe dovuto portarsi in viaggio di nozze. Chiuse la porta
alle sue spalle, e camminò, con discrezione, verso il retro
della chiesa.
Hanna
raggiunse il retro della chiesa. Era appoggiata contro il muro, e
ridacchiava con se stessa. Sentì dei passi, e vide Claudia,
con
un piccolo sorriso sulla faccia.
"Suppongo
che tu te lo sia preso, dunque." disse Claudia, ed Hanna si infranse in
un immenso sorriso.
"Sì."
squittì Hanna, coprendosi il sorriso con le mani.
"Grazie
a Dio." disse Claudia, e Caleb arrivò di lì,
quindi Hanna
saltò tra le sue braccia, allacciando le gambe attorno al
suo
bacino, facendolo quasi inciampare dallo shock. Lui le baciò
la
fronte, prima di annusare il suo profumo.
"Whoa."
disse Caleb, stringendola forte. Hanna lo baciò ancora.
"Dove andiamo?"
"A casa di mia madre."
mormorò Hanna nel suo collo.
"Allora devi scendermi di dosso
se vuoi entrare in macchina."
"No,
portami fino alla macchina." istruì Hanna. Caleb la strinse
più forte, baciandola sulla testa. Caleb si voltò
verso
sua madre.
"Non ti importa se dovrai
tornare in California, no?" chiese lui alla madre, la quale gli fece
l'occhiolino.
"Vado a prendere i ragazzi."
disse Claudia, e Caleb sorrise, annuendo.
Claudia
entrò in chiesa solo cinque minuti prima della cerimonia,
erano
tutti lì. Bussò sulla spalla di Will, e lui si
voltò per guardarla. "Sì?" chiese.
"Il
matrimonio è annullato." sussurrò lei.
"Perché?"
"Ti
ricordi Hanna?" chiese lei, e lui annuì, con un piccolo
sorriso
in faccia. Gli era sempre piaciuta più Hanna di Rachel.
Aveva
modi migliori, ed era totalmente meglio di Rachel. Beh, il solo fatto
che Hanna in primo luogo avesse incoraggiato Caleb ad andare davvero in
California, era qualcosa.
"Naturalmente." rispose Will.
"Ecco,
penso che siano tornati insieme." disse Claudia con un sorriso. Lei
voleva un gran bene ad Hanna. Era come la figlia che non aveva mai
avuto. Sì, avevano passato solo una settimana insieme, ma
dal
modo in cui Caleb parlava di lei, e quando avevano parlato insieme,
Hanna sembrava una buonissima giovane donna. Era colei che l'aveva
incoraggiato ad incontrare Claudia, dopotutto.
"Chi è tornato
insieme?" chiese James, il fratello maggiore di Clay ed il fratello
minore di Caleb.
"Ti ricordi Hanna?" chiese
Claudia al figlio.
"Era la bionda?" chiese il
dodicenne, e Claudia annuì. "Mi piace."
"Chi ti piace?" chiese Clay, a
disagio nel suo vestito.
"Ti
ricordi la bionda sexy che una volta è stata una settimana
con
noi perché l'aveva portata Caleb, e che era la sua ragazza?"
disse James a Clay, prendendosi un colpo sulla spalla da Claudia quando
disse 'bionda sexy'.
"Credo di sì. Era
quella che Caleb chiamava principessa, prima?"
"Sì, è
lei." disse Claudia.
"Che c'entra lei in tutto
questo?" chiese il bambino di dieci anni.
"Sono
tornati insieme." sussurrò James a suo fratello, il quale
annuì lentamente, come se stesse elaborando l'idea dei due.
"Quindi ce ne andiamo?"
"Sì,
dobbiamo sgattaiolare fuori." disse Claudia, e la famiglia da quattro
si alzò dal banco, ma Jamie afferrò il braccio di
Claudia, tenendola ferma. Facendo segno con uno sguardo agli altri tre
di continuare a camminare, la donna si girò verso di lui.
"Che
c'è?" chiese lei.
"Perché
te ne stai andando?" chiese Jamie, oltraggiato dal fatto che la madre
di suo figlio stesse lasciando il giorno del suo matrimonio.
"Il matrimonio è
annullato. Lui è tornato con Hanna." disse Claudia, con un
occhiolino.
"Chi è Hanna?"
chiese lui, e Claudia sorrise, semplicemente.
"Sai
che Caleb è stato un totale disastro per un anno quando era
a
Ravenswood con te." Jamie annuì piano, ricordando quando
suo figlio non voleva uscire dalla sua stanza, con la musica a palla,
così Jamie non l'avrebbe sentito piangere. "Era
perché si
era lasciato con la persona che lo ha incoraggiato a parlare con me e
con te." concluse Claudia. Lasciata la sua stretta, la donna raggiunse
gli altri tre, e la famiglia da quattro uscì dalla porta
della
chiesa, sorridendo, e lasciando Jamie intontito. Non aveva idea che
l'ex di Caleb l'avesse incoraggiato a sistemare le cose con lui. Jamie
sospirò, pensava che lei fosse solo la fidanzatina del
liceo, ma
pensava male. Molto male.
"Deb,"
disse Rachel alla sua damigella d'onore. "puoi controllare se lui
è lì, per favore?" chiese Rachel, che indossava
un abito
a forma di pasticcino. Aveva un piccolo dubbio sul fatto che lui fosse
lì, ma chi poteva biasimarla per essere un po' spaventata.
Eccetto
il fatto che lui non fosse lì.
"Certamente."
rispose Deb. Avanzando verso la porta della chiesa, la aprì
leggermente, e setacciò la sala in cerca di Caleb. Nessuna
traccia di lui. Merda,
pensò Deb. Chiusa la porta, si voltò, guardando
Rachel.
"È lì?"
chiese la sposa, e Deb ansimò, e Rachel si fece pallida.
"Non è lì, vero?"
"No, tesoro, non
c'è. Nemmeno Claudia, Will, James o Clay."
"Cercalo."
gridò Rachel. "Dev'essere qui intorno, da qualche parte.
Trova
Hanna. Lei sarà d'aiuto." ordinò Rachel, e Deb
andò in chissa a cercare Hanna, ma lei non era
lì.
Uscì di nuovo dalla chiesa.
"Non
c'è neanche Hanna." disse Deb, e non appena Rachel richiese
il
suo cellulare, Deb glielo diede all'istante, e Rachel chiamò
subito Hanna.
"Hanna! Dove diavolo sei?"
gridò Rachel per telefono, con le lacrime che le venivano
giù in viso.
"Mi
dispiace davvero, tesoro. Tiffany ha la varicella, ed io non ho nessuno
che si prenda cura di lei questo weekend." rispose Hanna, velocemente.
Troppo velocemente.
"Stai mentendo. Hai detto tesoro." starnazzò Rachel.
"Non sto mentendo, amore. Tiff
è davvero malata."
"Sai dov'è Caleb?"
chiese Rachel.
"No, non lo so. Sono in
California, tesoro." insistette Hanna, e Rachel sbraitò.
"Sei con lui, non è
vero?"
"No! Rachel, sono con Tiffany."
insistette Hanna.
"Stai
insistendo. Sei con lui, non è vero?" disse Rachel, ed Hanna
si
bloccò sulle sue parole, insicura su cosa dire dopo, e
dunque
riattaccò il cellulare, e lo posò in
giù nel
portabicchieri.
"Stai
bene?" chiese Caleb, e le strinse la mano.
"Ho rovinato il giorno del
matrimonio della mia migliore amica. Come dovrei sentirmi?"
scattò Hanna.
"Oh." sussurrò lui.
"No,
no, non volevo intenderlo così. È solo che, sono
davvero
felice che noi siamo insieme, però ho rovinato il giorno del
suo
matrimonio, e mi sento in qualche modo colpevole."
"È
una ragazza intelligente, capirà che me ne sono andato prima
di
percorrere la navata." disse Caleb, baciando dolcemente la mano
di Hanna. "Ti amo, Hanna." disse.
"Ti amo anch'io, Caleb."
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
CP18
CAPITOLO 18
"Ho
portato Tiff al parco giochi, ti voglio bene, mamma." lesse Hanna sul
biglietto sulla porta. Sorrise, ed entrò con Caleb. "Abbiamo
la
casa tutta per noi."
Entrò
in cucina, e si sedette su uno sgabello, e Caleb si sedette accanto a
lei. "Allora, sei pronto ad incontrare tua figlia?" gli chiese lei.
"A
proposito, non possiamo dire: 'Hey, Tiff, ecco il tuo
papà.'" disse Caleb.
"Hai
ragione." disse lei. "Ti presenteremo come un amico, e quando lei si
abituerà, e le piacerai, le diremo: 'Come ti sentiresti se
Caleb
fosse il tuo vero papà?'"
Lui
sorrise, e baciò la tempia di Hanna. "Com'è stato
dirlo a
tuo padre?" chiese Caleb. Hanna sorrise, e gli baciò
dolcemente
le labbra prima di raccontargli.
*Flashback*
"Papà,
ciao." disse Hanna con un sorriso in faccia, ma il viso di Tom rimase
con un espressione di sasso. Lei era appena rientrata a casa da
un'intensa giornata di scuola, ed ora suo padre era fermo sulla soglia
della porta di casa. "Cosa c'è che non va?"
"Piuttosto
cosa c'è che non va con te, Hanna!" disse Tom, spingendosi
verso
Hanna, ed entrando in cucina. Ashley scese dalle scale, non appena
Hanna chiuse la porta. "Come hai potuto essere così stupida,
Hanna?" gridò lui, ed Hanna indietreggiò. Ashley
appoggiò una mano sul braccio di sua figlia.
"Che
sta succedendo?" chiese Ashley ad Hanna, che fece spallucce. Ashley
entrò in cucina, ed Hanna la seguì. "Tom, che sta
succedendo?"
"Che
intendi per 'Cosa sta succedendo?', naturalmente sai cosa sta
succedendo. Hanna è incinta, per l'amore del cielo."
gridò Tom.
"E qual
è il tuo problema con questo?" gridò Ashley
contro di lui.
"È
incinta!"
"Ma ha
diciotto anni,
Tom. Ha bisogno di suo padre, ha bisogno della sua famiglia in questo
momento." urlò Ashley. "Non può mettersi in
contatto con
il padre del suo bambino, il che significa che dovrà fare
tutto
questo da sola. Non si è ancora abituata all'idea di
diventare
madre a diciotto anni, dalle un po' di spazio."
"Lei
è una delusione, Ashley. Darà una cattiva
immagine della famiglia."
"Lei non
è una delusione, e tu te ne sei andato da questa famiglia da
anni."
"Cosà
farà?" chiese Tom, alzando la voce.
"Lo
terrò." bisbigliò Hanna, asciugando qualche
lacrima che le era caduta.
"Abortisci,
Hanna." istruì suo padre.
"No.
Non abortirò, non lo darò nemmeno in adozione. Lo
o la
terrò." disse Hanna. "Non farò quello che dici."
"Dovresti
solamente sbarazzarti di quello, Hanna." gridò Tom.
"Non
chiamare il mio bambino 'quello'." gridò Hanna di risposta.
"O
mio Dio, Hanna. Dovesti sbarazzartene. Potresti essere una normale
adolescente, senza far vergognare la famiglia. Potresti dire che
è solo una voce, e sarebbe tutto a posto."
"Io
voglio questo bambino." gli urlò Hanna. "Non mi interessa se
pensi che stia facendo vergognare la famiglia, io terrò
questo
bambino."
"Non lo
farai."
"Lo
farà, Tom." gridò Ashley.
"Ashley,
non puoi decidere tu questo." gridò Tom.
"Neanche
tu." gridò Hanna rivolgendosi a lui. "Ho diciotto anni, sono
maggiorenne, posso decidere per me stessa. Non è una
decisione
tua."
"Hanna, qui
non si tratta di dove vuoi andare al college, si tratta di tenere un
bambino."
"Sì,
lo so, papà, ma lo terrò."
…
Hanna
entrò in casa di Spencer, e gettò il suo borsone
a terra,
attirando l'attenzione di Spencer. "Hey, Han, stai bene?" chiese
Spencer, chiudendo il suo portatile. Hanna fece spallucce, e si sedette
di fronte a Spencer, sul divano.
"Posso
stare qui per un paio di notti?" chiese Hanna.
"Sì,
sempre." disse Spencer. "Cos'è successo?"
"Mio
padre è venuto, e sa di me che sono incinta, ed abbiamo
avuto
questa grande litigata, e lui rimarrà per un paio di notti,
ma
se hai un appuntamento con Toby, andrò da Aria." disse Hanna.
"Come fa a
saperlo?"
"Kate,
probabilmente."
"Cosa
riguardava la litigata?"
"Uhm,
beh, perdipiù io sono stata solo a piangere e gridare, e lui
continuava a dirmi che avrei dovuto sbarazzarmi di quello, ed io gli ho
urlato che non doveva chiamare il mio bambino 'quello'. Allora ha
continuato a dirmi che avrei dovuto abortire, e quanto io sia una
delusione, e quanto stia facendo vergognare la famiglia, e allora mia
madre ha provato a difendermi, ma non ha funzionato, e quindi ho
preparato il borsone e sono venuta qui." disse Hanna, con voce
tremante, e con le lacrime che le annebbiavano la vista. Si
asciugò una lacrima che le era calata lungo la guancia.
"Tu
non sei una delusione, lo sai, tu sei una delle persone più
forti che io abbia mai incontrato. Anzi. Tu sei la persona
più
forte che io abbia mai incontrato." disse Spencer, asciugandosi una
lacrima.
"Continuano
a dirmelo tutti, ed io non so cosa credere."
"Beh,
credici, perché lo sei."
*Fine del
flashback*
"Questo
è quanto, in realtà. Non sento papà da
allora."
disse Hanna, e si asciugò una lacrima. "Penso che sia stata
la
parte più difficile della mia vita: capire che fossi
incinta, e
che sarei diventata mamma, però poi mi sono sentita eccitata
e
felice quando sono andata alla mia prima ecografia."
"Com'è stato?"
chiese Caleb, stringendole la mano. Hanna sorrise al ricordo.
*Flashback*
"Hanna
Marin." chiamò la ginecologa di Hanna, Julia. Le mani di
Hanna
tremavano, e le sue ginocchia traballavano. Hanna si alzò
dalla
sedia, e seguì Ashley in direzione della stanza dove avrebbe
avuto luogo la sua prima ecografia. Hanna aveva scelto la clinica di
Philadelphia così nessuno l'avrebbe vista, ma più
che
altro riconosciuta, e per il fatto che fosse gratuita. I soldi erano
sempre tenuti stretti, ma ora che Hanna stava per avere un bambino,
erano tenuti più stretti. Dopotutto, non avrebbe potuto
contare
sul fatto che sua madre le avrebbe dato del denaro per il resto della
sua vita. Hanna si sedette sulla sedia, respirando profondamente. Era
una visita ginecologica/ecografica, perciò Hanna non aveva
idea
di quanto sarebbe durata.
"Ciao,
io sono la tua ginecologa Julia, puoi chiamarmi così, ed ho
solo
bisogno che tu risponda ad alcune domande se va bene, e puoi farmene
qualcuna di ritorno, se vuoi, e poi andremo al lavoro giù."
disse Julia, con un sorriso rassicurante.
"Va bene."
disse Hanna.
"Quanti
anni hai?"
"Diciotto."
"Peso?"
"Cinquantanove
chili." disse Hanna, ricordandolo dalla notte passata. Si era
controllata perché sua madre gliel'aveva detto che la
ginecologa
le avrebbe chiesto del suo peso.
"Altezza?"
"Un metro e
sessantasette."
"Hai
malattie sessualmente trasmissibili?"
"No."
"Nella
storia della tua famiglia, c'è qualche malattia
ereditaria/genetica?" chiese Julia, mettendo tutto su carta non appena
Hanna parlava.
"No."
"Il bambino
ha un padre, è lui nella foto?"
"Sì,
ma ho provato a chiamarlo e non ha mai risposto. Però lui
è sano, e così la sua famiglia, lo so."
sospirò
Hanna.
"E quando
hai avuto il tuo ultimo ciclo?"
"È
stato un mese prima del Prom, quindi, sarebbe..." Hanna si
zittì, facendosi i conti a mente. "È iniziato il
diciassette maggio, e finito il ventitré."
"Okay,
adesso andiamo al tuo stile di vita. Fumi, e bevi? Quali bevande
consumi normalmente?"
"Non
fumo, non ne ho mai toccata una, e bevo solo quando esco la sera. Bevo
vodka e birra alle serate." rispose Hanna, onestamente.
"E hai
deciso cosa vuoi fare con il tuo bambino? Come tenerlo, abortire, darlo
in adozione..."
"Lo
terrò. L'ho capito da subito."
Julia
annuì. "Ed hai deciso come lo svezzerai?"
"Allattamento."
disse Hanna, e Julia annuì.
"Adesso,
Hanna, pensi di poter fare qualche analisi per me?" chiese Julia ad
Hanna, che annuì.
"Sì."
rispose Hanna tremante, non sapendo cosa si intendesse per 'analisi'.
"Che analisi faccio?"
"Se
puoi farti un tampone, e poi fare l'analisi delle urine. E quando
torni, facciamo le analisi del sangue." disse Julia, ed Hanna
annuì. La ragazza fece le analisi, e Julia le disse che
avrebbe
saputo i risultati nella successiva ecografia che avrebbe fatto. "Okay,
allora sei pronta per la tua ecografia?" chiese Julia ad Hanna, che
deglutì, ma annuì. Ashley strinse la mano della
figlia
per rassicurarla, ed Hanna si sollevò la maglia sul
reggiseno.
"Okay,
quindi, questo è freddo, come nei film?" chiese Hanna.
"No,
non lo è." disse Julia, prima di spalmare un po' del fresco
gel
sul ventre di Hanna. Spalmò il gel, spargendolo su tutta la
pancia, e lentamente si ottenne un immagine. "Ecco il tuo bambino."
disse Julia, indicando una piccola macchia nera sullo schermo. Hanna
sorrise, e i suoi occhi si riempirono di lacrime alla vista del suo
bimbo.
"Di quante
settimane sono?" chiese Hanna, asciugandosi una lacrima.
"Sei
di cinque settimane, e fin qui, è tutto a posto." disse
Julia,
sorridendo. "Adesso, se vuoi scusarmi," disse, asciugando il gel sulla
pancia di Hanna. "esco dalla stanza, e torno con alcuni oggetti." disse
prima di uscire dalla stanza.
"Come ti
senti?" disse Ashley, asciugandosi una lacrima.
"Sono
davvero felice." disse Hanna, sorridendo, ed asciugandosi qualche altra
lacrima.
"Okay,
sono tornata." disse Julia, dopo qualche minuto. "Ecco a te il pacco
blu. Questo pacco ti accompagnerà per tutta la tua
gravidanza.
È pieno di opuscoli e libri sulla gravidanza, e cose sulla
maternità, insieme ai numeri della clinica ed il mio numero.
Hai
tutte le opzioni lì, e c'è tutto quello che ti
serve per
il bambino, e quel che devi imparare a fare."
*Fine del
flashback*
"Il
pacco blu è da qualche parte in California, credo che
è
da qualche parte nel mio armadio, non ne ho idea." disse Hanna.
"Ancora una volta, mi
dispiace." si scusò Caleb. "Mi sento una testa di cazzo."
disse lui, grattandosi la fronte.
"È a posto, tu sei
qui adesso, ed è tutto quello che conta." disse Hanna, e gli
baciò le labbra.
"Hanna, tesoro, siamo tornate."
chiamò Ashley, entrando.
"Okay."
disse Hanna, alzandosi dalla sedia, e sollevando Tiff tra le sue
braccia. "Ti sei divertita al parco con nonna?" chiese Hanna, facendo
fare su e giù a Tiff.
"Sì,
è stato davvero divertente, ho rincorso Charlie, e nonna mi
ha
fatto tirargli le palline, e poi abbiamo preso un gelato." disse Tiff,
e Charlie - Il Labrador cioccolato di Ashley - si strofinò
contro la gamba di Hanna.
"Sembra che sia stato
divertente." disse Hanna, baciando la fronte di sua figlia, e mettendo
giù Tiff.
"Posso andare fuori con
Charlie, nonna?" disse Tiff.
"Ora, Tiff, qual è
la parolina magica?" chiese Hanna.
Tiffany
roteò gli occhi, e si mise la mano su un fianco. "Per
favore, posso andare fuori con Charlie, nonna?"
"Sì
che puoi, tesoro." disse Ashley, e Tiffany corse fuori sul retro del
giardino con Charlie, non accorgendosi dell'uomo seduto sullo sgabello.
Ashley rientrò in cucina, e sospirò quando vide
Caleb.
"Ciao, Ashley." disse Caleb,
con un sorriso in faccia. Hanna si sedette accanto a lui, sorridendo a
sua madre.
"Ti prego, dimmi che non hai
interrotto il matrimonio." disse Ashley, sospirando. "Ti prego."
"Non
esattamente." disse Hanna.
"Cos'hai fatto?"
"Ho
messo un biglietto nella sua tasca, prima che iniziasse il matrimonio,
che diceva di incontrarmi nel giardino della chiesa, e siamo tornati
insieme." disse Hanna. "Sorpresa."
"Hai pensato a Tiff?"
"Si,
ci ho pensato." disse Hanna. "Lasceremo che Caleb e Tiffany si
conoscano l'un l'altro. E poi, quando Tiff si abituerà a
lui, e
le piacerà, glielo diremo. E non mi importa quanto tempo ci
vorrà, lo farò."
"Okay,
ma se vi lasciaste? È già successo, chi
può dire
che non succederà ancora? Cosa potrebbe comportare per Tiff?"
"Non penso che ci lasceremo
stavolta." disse Caleb, baciando la tempia di Hanna. Hanna sorrise.
Ashley
sospirò. "Okay, ma se io non mi fidassi di voi su questo,
questo
non succederebbe. Non rovinate tutto, okay? Conto su di voi, ragazzi,
che non lo facciate."
"Non
lo faremo. So cosa faccio, e soprattutto, lo sa anche Caleb." disse
Hanna.
"Okay,
mi fido." disse Ashley. "Adesso vado fuori a guardare Tiffany, mentre
tu continui a raccontare a Caleb cosa diavolo è successo fin
dal
primo giorno." disse Ashley ad Hanna, prima di andare fuori.
"È adorabile." disse
Caleb, sorridendo. Hanna sorrise.
"Lo
so. Ha i tuoi occhi." disse Hanna.
"E il tuo sorriso."
"Ma il tuo ghigno."
Lui
rise, e la baciò ancora. "Allora, per quanto riguarda il
college, stai pagando le tasse o sei sotto prestiti?"
"Veramente,
ho preso una borsa di studio completa, dopo molto duro lavoro. Mi sono
spostata in libreria, e tutti i miei professori mi hanno fatto da
tutor. Sapevo di aver bisogno di una borsa di studio, ed anche Aria,
perciò abbiamo fatto volontariato insieme. Abbiamo dato del
cibo
ai senzatetto, abbiamo raccolto cuccioli smarriti ed animali randagi,
ed abbiamo fatto volontariato mentre studiavamo. Ed io ho avuto tutte A
dopo molto duro lavoro, ed ho mandato la mia scheda
all'Università della California, ed ho ottenuto una borsa di
studio. È stato estasiante." disse Hanna. "Poi ho perso due
anni."
"E i soldi? Come, per Tiff?"
"Beh,
quello è il motivo principale per cui ho dovuto prendere una
borsa di studio. Ma dato che non ho tempo per fare un lavoretto tra la
scuola e Tiff, mamma continua a mandarmi un assegno, e così
fa
il Consiglio, ed è abbastanza per comprare quello di cui
abbiamo
bisogno. Quindi, va bene. Toby ed Ezra e tutti la viziano, e quando ho
i soldi lo faccio anch'io."
"E se ti dessi io il denaro?"
disse Caleb.
"Caleb, non posso prendere
soldi da te." disse Hanna, scuotendo la testa.
"Non te li stai prendendo,
Hanna. Voglio darti io dei soldi, ti amo, e Tiff è anche la
mia bambina."
"Okay,
se vuoi darmeli, non ti dirò di no." farfugliò
Hanna, e lui ridacchiò.
"Bene,
perché pagherò le tue spese."
"Cosa?"
"Mi hai sentito. Hai tenuto
Tiff da sola per quattro anni, e mi piacerebbe rimediare a questo. Per
voi due."
"Okay, però non
tutte."
"Per me è
abbastanza." disse Caleb, e baciò la fronte di Hanna.
"Prendo
da bere, tu vuoi qualcosa?" chiese Hanna, avvicinandosi al frigo.
"Acqua,
per favore." disse Caleb, ed Hanna tirò fuori l'acqua e del
ghiaccio, ed il suo cellulare iniziò a squillare.
"Puoi
rispondere tu per me?" chiese Hanna, e lui annuì. Il ragazzo
guardò chi era: Ezra Fitz, e fu curioso del
perché la
stesse chiamando, ma rispose tranquillamente.
"Pronto." disse Caleb.
"Oooh." disse Ezra.
"C'è Hanna?"
"Sì."
disse Caleb, e passò il cellulare ad Hanna. "È
per te."
"Che succede?" disse Hanna,
afferrando il cellulare tra l'orecchio e la spalla.
"Non succede niente da me, ma
qualcosa succede da te." disse Ezra. "Raccontami."
"Mi
sono rimessa con Caleb."
"Okay,
puoi raccontare il resto ad Aria, perché io non voglio
seccarmi." disse Ezra, ed Hanna rise. "Ho chiamato per sapere se per te
va bene il prossimo fine settimana."
"È grandioso,
torniamo in California domani."
"Caleb viene con te?"
"Sì, probabilmente.
Devo andare, ciao, Ezra."
"Ciao, Han." disse Ezra, ed
Hanna riattaccò, e diede a Caleb la sua acqua.
"Che voleva?" chiese Caleb, ed
Hanna rise.
"Sempre lo stesso vecchio
protettivo Caleb, eh?" chiese lei con un sorrisetto.
Lui
rise. "Sono curioso."
"Aria,
Ezra ed Emily vengono a trovarmi tutti i mesi per vedere me e Tiff."
spiegò lei.
"E Spencer e Toby?"
"Loro
vivono nell'appartamento opposto al nostro. Dopo che Spencer non
è entrata alla UPenn, ha scelto la California,
perché
Toby ha avuto un'offerta di lavoro laggiù, e l'ho scelta
anch'io. Così, alla fine dell'ultimo anno, loro si sono
trasferiti lì, e due anni dopo anche io e Tiff. Spencer in
questo momento si sta specializzando in legge, dopo aver finito il
college l'anno scorso. Questo è il mio secondo anno. Ho
iniziato
quando avevo vent'anni, e Tiff ne aveva due, ed io ero convinta che una
balia sarebbe stata una cosa buona per lei." disse Hanna.
"Sei una mamma grandiosa, sai?"
disse Caleb, ed Hanna sorrise.
"Grazie."
Tiffany
entrò ridacchiando e accarezzando Charlie sulla testa. La
sua
lingua penzolava, ed il cane si diresse verso la ciotola dell'acqua.
Tiffany guardò Caleb, poi sua madre, e poi di nuovo Caleb.
"Chi
è quello?" chiese Tiff.
"Tiff,
non è questo il modo in cui accogliamo le persone." disse
Hanna,
e Tiffany roteò gli occhi. "Oggi sei miss educazione." disse
Hanna, e la bambina fece spallucce. Tiffany raggiunse Hanna, che la
sollevò, e se la mise a sedere in braccio a lei.
"Ciao."
disse Tiff, e quindi lanciò un'occhiata a sua madre, facendo
ridere Caleb.
"Tu devi essere Tiff, giusto?"
chiese Caleb, ed Hanna sorrise.
"Sì, tu chi sei?"
"Caleb. Sono un amico della tua
mamma."
"Ciao. Vieni dal matrimonio
dov'è stata anche la mia mamma?" chiese lei.
"Sì, è
così." disse Caleb, sorridendo.
"Tu guardi Zack e Cody al Grand
Hotel? Mio zio Ezra lo guardava quand'era piccolo, e gli piaceva. A te
piace?"
"Sì,
mi piace." disse Caleb, ricordandosi vagamente di un programma TV
riguardo due gemelli malandrini quando era più piccolo.
Amava
quel programma.
"Allora vuoi guardarlo con me,
signor Caleb?" chiese Tiffany, saltando giù da Hanna.
"Sì, vengo da te tra
un secondo, okay?" disse Caleb, e Tiffany annuì, prima di
correre in salotto. "Okay, la amo."
Hanna
sorrise. "Ti ci è voluto un secondo per innamorarti di lei
come di me."
Lui
sorrise, e le baciò le labbra. "Tu vieni?"
"Certamente."
disse Hanna, e lo seguì in salotto. Caleb si sedette accanto
a
Tiffany che stava già guardando Zack e Cody. Hanna si
sedette
accanto a Caleb, e lui portò le braccia attorno a loro.
Portò
le braccia attorno alle sue ragazze.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
CP19
CAPITOLO 19
"Ho
avuto ogni cosa, o mio Dio. Praticamente tutta la mia famiglia
è
stata totalmente di supporto, sono stati incredibilmente di supporto, e
così lo sono state le ragazze. Sono stati fantastici." disse
Hanna. Tiffany stava dormendo sull'aereo, con la testa appoggiata sul
braccio di Hanna. Hanna era abbracciata al braccio di Caleb, mentre lui
stava giocando con le loro mani congiunte.
"Le
piaci già, lo sai?" gli disse Hanna. Lui sorrise.
"È
una cosa buona. Sono felice di questo." sussurrò Caleb di
risposta. "Sapevi che avresti avuto una femminuccia, o hai aspettato di
scoprirlo?" chiese lui.
"Volevo
aspettare, però mi sono resa conto che avevo bisogno di
preparare la cameretta, ed avevo bisogno di vestiti. Così
l'ho
scoperto ad un'ecografia. Le ragazze erano lì,
perché
altrernavo tra loro e mia madre."
*Flashback*
"Hanna
Marin." disse Julia, ed Hanna si alzò con le ragazze,
stringendo la mano di Spencer molto stretta.
"Sono
nervosa." ammise Hanna, camminando verso la stanza.
"Riesco a
sentirlo." disse Spencer, ed Hanna le fece un piccolo sorriso.
"Scusa."
"È
a posto. Cosa vuoi?"
"Eh?"
"Maschio o
femmina?" chiese Emily, ed Hanna annuì.
"Onestamente,
è l'ultima cosa che mi passa per la testa."
"Quindi non
ti interessa cosa avrai?" chiese Aria.
"Non
lo so, non importa. È come se volessi una femminuccia, ma
è anche come se volessi un maschietto." disse Hanna,
sedendosi
sulla sedia.
"Allora,
sei pronta per conoscere il sesso del tuo bimbo?" chiese Julia, non
appena Hanna sollevò la sua maglia sul reggiseno. Hanna
annuì, non trovando le parole. Aprì la bocca, ma
non ne
uscì niente. Julia annuì, e mise il gel sul
ventre di
Hanna, e glielo spalmò per tutta la pancia. "Ed ecco il tuo
bimbo. Sei di tredici settimane, tutto sta filando liscio, e posso
dirti qual è il sesso." disse Julia, ed Hanna sorrise,
asciugandosi una lacrima.
"Sì,
cosa avrò?" sussurrò Hanna, sorridendo. Julia
premette
alcuni bottoni sulla tastiera, e controllò qualcosa dal
computer, e guardò di nuovo Hanna.
"Avrai
una femminuccia." disse Julia, ed Hanna sorrise. "Adesso ti lascio un
momento da sola con le tue amiche." disse Julia, asciugando il gel di
Hanna. La donna sorrise prima di lasciare la stanza.
"Avrò
una femminuccia." fece Hanna, sorridendo.
"È
grandioso, Han." disse Aria, sorridendo.
"Siamo
contente per te, tesoro." disse Spencer, sorridendo.
"Preghiamo
soltanto che non sarà una reginetta altezzosa tanto quanto
te." disse Emily, sorridendo.
Le quattro
ragazze risero. "Avrò una femminuccia." farfugliò
Hanna a se stessa.
…
"Mamma,
sono tornata." urlò Hanna, entrando in casa. Ashley
uscì
velocemente dalla cucina, con un sorriso sulla faccia.
"Com'è
andata?" chiese Ashley.
"Avrò
una femminuccia." disse Hanna, con gli occhi pieni di lacrime. Ashley
abbracciò sua figlia.
"Te lo
meriti, tesoro mio, congratulazioni."
"Avrò
una femminuccia." farfugliò Hanna, asciugandosi le lacrime.
"Sei felice
di questo?"
"È
davvero intimidante, e non mi sono ancora davvero abituata all'idea, ma
sono davvero felice."
*Fine del
flashback*
"Cosa hai fatto il giorno
dopo?" le chiese Caleb, e lei sorrise.
"Ho
chiamato da me le ragazze, e ho detto loro che volevo pitturare di rosa
la stanza degli ospiti. Mia madre me l'ha lasciato fare, allora ho
chiesto alle ragazze di portare della vernice rosa, e l'hanno fatto, ed
abbiamo pitturato i muri. Quando ero di trenta settimane, ho avuto la
mia baby shower, ho avuto tutto ciò di cui avevo bisogno, e
poi
Ezra e Toby hanno portato la roba nella cameretta, e quindi ho detto
loro e alle ragazze dove posizionare tutto. Toby mi ha fatto una culla
ed una sedia a dondolo, e sono giù in cantina a casa di mia
madre, e poi loro mi hanno dato quest'enorme orsacchiotto, Tiffany ce
l'ha nella sua stanza. Sono stati fantastici." disse Hanna, e Caleb le
baciò la tempia, una volta che ebbe finito.
"Com'è stata la baby
shower?"
"È
stata molto divertente." disse Hanna, prima di immergersi nel racconto.
*Flashback*
"Wow.
Un orsacchiotto gigante." disse Hanna, indicando il gigantesco
orsacchiotto nel suo salotto. "Le cose che compra la gente." disse con
una risatina.
"Veramente,
quello è da parte nostra." disse Ezra.
"Ragazzi,
lo adoro." fece Hanna, e loro risero.
"Non
preoccuparti. Non è tutto quello che ti abbiamo portato."
disse
Spencer. "Lui voleva prendere l'orsacchiotto. Perciò
l'abbiamo
fatto." disse lei, indicando Ezra.
"Beh,
grazie." disse Hanna, e loro risero ancora. La ragazza si
accasciò sul divano accanto a Toby. "Troppo grassa."
"Sei
incinta." disse Toby. "Non grassa."
"Lo so, ma
sono enorme."
"Chi
verrà di interessante?" chiese Emily.
"Beh,
ragazzi, voi siete qui, mia madre è in cucina con mia nonna,
due
zie e due zii. Le mie due madrine stanno arrivando, ed alcuni amici di
famiglia che voi non conoscete, ma sono divertenti, quindi è
a
posto." disse Hanna.
"È
tua zia Sue?" chiese Spencer.
"Sì,
sono tutti contenti del fatto che io sia incinta, quindi, evviva."
Risero
tutti insieme.
…
"Seggiolone?"
chiese Hanna, speranzosa.
"Hai
indovinato." disse Spencer.
"Uh.
Così tanti regali da aprire che non sono neanche per me."
mugolò Hanna. "Non è giusto."
"Ne mancano
quaranta." disse Emily, contandoli rapidamente.
"E sono
piccolissimi."
"Colpa tua
che hai aperto prima quelli grandi." disse sua zia Sue.
"Beh, in
mia difesa, non erano incartati per bene." disse Hanna, guardando Toby.
"Sì,
perché una culla si può incartare."
"Avresti
potuto provarci."
Loro
risero. "Comunque, sto per strappare la carta per aprirli, ringraziate,
e poi il salotto sarà un disastro."
"Yuppy."
disse Ashley.
Hanna
aprì un altro regalo. "Cucchiai?" chiese.
"Cucchiai
per neonati." disse Ezra.
"Abbiamo
dei cucchiai."
"Sì,
ma ti servono cucchiai per neonati." disse Aria.
"D'accordo."
disse Hanna, ed aprì un altro regalo. "Pannolini. So per
cosa sono."
"Per la
prima volta." disse Regina.
Hanna
roteò gli occhi - per l'ennesima volta quel giorno.
Aprì un altro regalo. "Cos'è?"
"È
un altalena per bambini." disse suo zio Keith.
"Che?"
"La
agganci al telaio della porta, e poi ci metti dentro la piccola, e
dunque lei dondolerà." disse Ashley. "E
rimbalzerà."
Hanna
annuì, ed aprì un un altro regalo. "Tutine. So
cosa sono." Guardò tra le tutine. "Ne sono un sacco."
…
"Okay,
Toby, Ezra, portate tutto di sopra." istruì Hanna.
"Uh,
d'accordo, muoviamoci a farlo." disse Ezra, facendo ricadere Aria -che
era seduta in braccio a lui- sul divano, non appena si alzò.
"Cosa vuoi
che portiamo di sopra per prima?" chiese Toby, alzandosi.
"La
più pesante." disse Hanna. "Quindi la cassettiera."
"Dove la
vuoi?" chiese Toby.
"Portate
solamente tutto di sopra, e poi deciderò e le sposterete."
…
"Fatto!"
disse Ezra, sospirando.
"Dove vuoi
tutto?" chiese Toby ad Hanna, che stava contemplando.
"La
sedia a dondolo all'angolo della porta, la cassettiera di fronte alla
porta, il fasciatoio accanto alla cassettiera, e la culla all'angolo,
di fronte alla sedia a dondolo." disse Hanna, e Toby ed Ezra
posizionarono la culla -fatta da Toby- all'angolo della porta, e tutto
il resto, dove voleva Hanna. "Siamo a posto. Mi piace. Adesso tutte voi
dovete mettere i pannolini, ed i vestiti, e tutte le altre cose non
pesanti dove voglio io."
"Yuppy."
disse Emily.
"Ora io mi
siedo." disse Hanna, sedendosi sulla sedia a dondolo che aveva fatto
Toby.
"Dove le
vuoi le cose?" chiese Spencer.
"Vestiti
nella cassettiera, giocattoli nella culla, pannolini sotto la
cassettiera, libri nella libreria, le scatole in un angolo, e poi
mettete solo tutto il resto dove vi pare."
*Fine del
flashback*
"Scusami." disse Caleb.
"Sono
sicura che saresti stato fantastico anche tu, e smettila di chiedere
scusa. Solo perché abbiamo già una bambina, non
significa
che non possiamo averne di più." disse Hanna, baciandolo
dolcemente sulle labbra.
"Ti amo."
"Ti amo anch'io."
sussurrò lei di risposta, sorridendo.
…
"Com'è andato il
matrimonio?" chiese Spencer ad Hanna, e quindi Caleb sbucò
dalle scale.
"Oh." disse Toby.
"Sorpresa, ragazzi!" disse
Caleb, con un sorrisino insolente.
"Cos'hai fatto, Hanna?"
chiesero Spencer e Toby.
"Non
ho avuto necessità di fermare il matrimonio in quel senso,
ma ho
fermato lui dallo sposare Rachel, e noi stiamo di nuovo insieme." disse
Hanna.
"Giuro
su Dio che se la fai soffrire ancora, ti ammazziamo tutti." dissero
Spencer e Toby allo stesso tempo.
"Solo perché siete
fidanzati, non dovete farlo."
"Aspetta,
che mi dici di Rachel?" chiese Toby. "Considerando che sei la sua
migliore amica, non verrà da te a cercare conforto?"
"Mi nasconderò nella
doccia." disse Caleb.
"Okay, comunque, se voi due
morite, è colpa vostra." disse Spencer, e quindi
sbatté loro la porta in faccia.
"Vedo
che lei non è davvero cambiata." disse Caleb, ed Hanna rise.
"Sempre lo stesso mostro del
caffè che era una volta." disse Hanna, e lui rise, e le
baciò la tempia.
"Zitti. Vi sentiamo!"
urlò Spencer attraverso la porta, facendo ridere Toby, Caleb
ed Hanna.
…
"Come
hai avuto un iPad?" chiese Caleb, non appena Hanna tirò
fuori il
suo iPad dal cassetto del suo comodino. Hanna aveva appena messo a
dormire Tiff dopo averle letto una favola, ed ora la coppia era seduta
sul divano. Il braccio di Caleb era attorno alle spalle di Hanna, e lei
era inclinata verso di lui nel suo abbraccio.
"L'ho
vinto." disse Hanna. "Volevo qualcosa dove poter registrare tutto di
Tiff. Ho registrato praticamente due anni di storia, la sua prima
parola, i suoi primi passi. Foto e video. È tutto su di lei
da
sola o con chiunque altro."
"È fantastico, non
tutti l'avrebbero fatto."
"Beh,
io avevo come una piccola speranza che noi saremmo finiti insieme,
perciò ho filmato, così tu avresti potuto vedere,
cosa
che farai. E poi, ho pensato che non avrei mai potuto amare nessuno
tanto quanto amo te, il che vuol dire che non avrei avuto altri
bambini, allora ho filmato tutto, per vederlo quando sarei invecchiata
e mi sarei sentita giù."
"Funziona?"
"Sì. Di sicuro mi
mette un sorriso sulla faccia."
"Com'è stato il
parto?"
"È
stato doloroso, ma sai, Ezra ed Aria sono venuti lì per
primi,
appena tornati da New York, e poi Emily, e poi arrivarono Spencer e
Toby. Le acque mi si sono rotte il diciassette febbraio, ed ho finito
di spingerla fuori il diciotto. Più di ventiquattr'ore. Mia
madre continuava a bere caffè per rimanere sveglia, si
è
addormentata una sola volta per circa due ore."
"Raccontami."
"Vuoi tutta la storia?"
"Sì."
*Flashback*
"Hai appena
fatto pipì sul divano o ti si sono appena rotte le acque?"
chiese Regina.
"Senza
dubbio non ho fatto pipì." disse Hanna, guardando in basso.
"Sì, mi si sono appena rotte le acque."
"D'accordo,
forza, andiamo all'ospedale." disse Ashley, alzandosi dalla sedia, ed
aiutando Hanna ad alzarsi. "Il borsone è accanto alla porta,
e
tu starai bene, vuoi chiamare le ragazze, Toby ed Ezra?"
"Sì,
starò bene, le contrazioni non sono ancora iniziate." disse
Hanna, afferrando il suo iPhone.
…
"Oh
mio Dio!" urlò Hanna, strizzando i suoi occhi chiusi. "Caleb
è un totale bastardo per avermi fatto questo!" Si
fermò,
respirando affannosamente. "È finita, quello era l'inferno!"
"Ora lo
sai." disse Ashley. "I ragazzi sono a dodici minuti da qui."
"Siamo
qui." disse Ezra, entrando.
"Hey."
disse Hanna.
"Saremmo
venuti prima, ma lui ha insistito perché ti portassimo un
palloncino." disse Aria. "Come ti senti?"
"Non lo
so." disse Hanna. "È carino il palloncino."
"Te l'avevo
detto." disse Ezra ad Aria, che roteò gli occhi.
"Hey, sono
qui." disse Emily, correndo dentro. "Come ti senti?"
"Non lo so."
…
"Dov'è
Han?" chiese Spencer, entrando nella stanza d'attesa dell'ospedale con
Toby.
"Tre, due,
uno." dissero Ezra, Emily ed Aria nello stesso momento.
"Oh mio
Dio! Figlio di puttana!" urlò Hanna, e Spencer e Toby
entrarono nella sua stanza.
"Come ti
senti, Han?" chiese Toby.
"Sono
stanca, ed è doloroso, ed ho sete, ma non posso avere niente
se
non cubetti di ghiaccio, e non so cosa sono." gemette Hanna,
indicandoli.
"Sono
cubetti di ghiaccio." disse Spencer.
"Sì,
ma è la stessa cosa dell'acqua, praticamente, no?"
"Non lo
so." disse Ashley.
"Caleb
è un totale bastardo. Lo odio." disse Hanna.
"Beh, lo
abbiamo capito nove mesi fa." disse Regina.
"Posso
avere qualche cubetto di ghiaccio?" chiese Hanna a Spencer.
"Sì.
Ragazzi, voi volete qualcosa?"
"Caffè,
per favore." dissero Regina ed Ashley allo stesso tempo.
"Bene,
torno subito." disse Toby.
…
"Oh
mio Dio! Vi odio! Odio tutti voi! Odio tutto questo! E Caleb
è
un totale bastardo!" urlò Hanna, durante un'altra
contrazione.
"Bene,
Hanna, sei dilatata di dieci centimetri. Sei pronta per spingere."
"Finalmente."
disse tutta la stanza -Hanna, Ashley, Regina, Spencer, Toby, Ezra, Aria
ed Emily-.
"Oh mio
Dio! Contrazione!"
"Tutti
lascino la stanza, solo la madrina ed Ashley dentro, per favore." disse
Julia.
"Oh
mio Dio, deciderò in fretta... Spencer e Toby, voi siete la
madrina e il padrino, adesso Spencer, stringimi la mano!"
gridò
Hanna.
"Sei
sicura?" chiese Spencer.
"Sì,
adesso stringimi la mano, stronza!"
"Okay,
sì." disse Spencer, stringendole la mano. Tutti dissero
'buona
fortuna', la ragazza ricevette baci sulla testa da Aria, Emily e
Regina, e dunque iniziò a spingere.
…
"Ohi,
piccolina." espirò Hanna, cullando la sua bimba tra le
braccia.
Ashley aveva appena tagliato il cordone ombelicale, ed avevano portato
via la piccola per i controlli, e dunque adesso era tornata con Hanna.
La bimba stava piangendo, ma non appena Hanna l'aveva accolta tra le
sue braccia, aveva smesso. "Sei stata terribilmente dolorosa."
"Come ti
senti, tesoro?" chiese Ashley a sua figlia, che stava sorridendo.
"Sto bene.
Ha i suoi occhi."
"Vi do un
momento." disse Spencer, e baciò Hanna sulla testa, prima di
lasciare la stanza.
"Vorresti
che lui fosse qui, non è vero?" chiese Ashley, sorridendo ad
Hanna.
"Sì,
lo vorrei, ma lei vale il non averlo qui."
"Vuoi
ancora chiamarla Emma?"
"No, non
sembra una Emma, o una Daniella, o una Tabitha."
"Beh, hai
tempo per decidere, tesoro mio."
"Penso di
avercelo." disse Hanna, con un nome che le venne in mente. "Tiffany. Mi
piace Tiffany."
"Tiff per
diminutivo."
"Sì,
mi piace, le calza." disse Hanna, guardando in basso a sua figlia,
così da esserle più vicina. "Tiffany Marin."
"Sì."
"Hey,
possiamo entrare?" chiese Aria.
"Hey, Han."
disse Emily, entrando.
"Ciao."
disse Hanna.
"Come ti
senti?" chiese Aria.
"Ho dolore
in posti dove non dovrei aver dolore."
"Bene."
disse Ezra, e tutti risero.
"Come si
chiama?" chiese Toby, prendendo Tiff da Hanna.
"Tiffany."
"Il suo
naso è così carino." disse Toby. "È
semplicemente tenerissima."
"Uh,
lo so." disse Hanna. I ragazzi restarono lì per circa un'ora
prima che Hanna sospirasse. "Posso soltanto avere un momento da sola
con lei, per favore?" chiese lei, loro annuirono, e lei ricevette baci
da tutti, e se ne andarono.
Hanna
sollevò Tiffany fuori dalla sua culla con cautela, e
cullò la sua neonata figlia. Hanna trattenne le sue lacrime,
con
la necessità di portare il suo discorso a termine ed a modo.
Se
quello si può chiamare discorso.
"Hey,
piccolina. So che non hai un papà, ma hai una mamma, ed io
ti
amo già tantissimo e ci divertitemo tanto insieme. E so che
sarà un po' dura senza papà, però
abbiamo nonna,
ed abbiamo Spencer, Toby, Aria, Ezra ed Emily, ed è tutto
quel
che farà funzionare tutto alla fine. Hai tante persone che
già ti amano, ed io ti vizierò tanto con tutti i
soldi
che ho. Ti amo tanto, e voglio che non te lo dimentichi mai. Non
importa quali tempi duri dovremo affrontare, io ti amo, e
metterò sempre te al primo posto..." fece Hanna, e avrebbe
detto
di più, ma la stretta alla sua gola non glielo permise. Le
sue
lacrime caddero sulla copertina rosa che copriva Tiff.
"Hey,
Hanny, posso entrare?" chiese Regina, dieci minuti dopo che Hanna aveva
parlato con Tiffany.
"Sì,
nonna, puoi entrare." fece Hanna.
"Come ti
senti, Hanny?" chiese Regina, entrando, e baciando la fronte di Hanna.
"Sto
bene, solo che vorrei che Caleb fosse qui, ma sai, non può."
rispose Hanna, asciugandosi una lacrima. Era davvero emozionata quel
giorno.
"Beh, lui
è un b-a-s-t-a-r-d-o."
Hanna
soffocò una risatina. "Vuoi tenerla?"
"Posso?"
Hanna annuì, e passò Tiff a sua nonna.
"È
bellissima, proprio come la sua bisnonna." disse Regina, ed Hanna
ridacchiò. "È meravigliosa." disse Regina, ed
Hanna
annuì.
"Lo so."
disse Hanna, e si asciugò qualche lacrima.
"Cosa ti
butta giù, tesoro?" chiese Regina, mettendo Tiff nella sua
piccola culla.
"È
come se avessi sempre pensato che Caleb sarebbe stato qui con me."
singhiozzò Hanna, e Regina la abbracciò.
"Lui
non ti merita, Hanna. Tu meriti di molto meglio." sussurrò
Regina all'orecchio di Hanna, stringendo la neomamma mentre lei
piangeva.
"Ma io lo
amo."
*Fine del
flashback*
"Sono state delle lunghe
ventiquattr'ore, ma lo rifarei." disse Hanna, sorridendo.
"La ami molto, non è
vero?" chiese Caleb.
"Molto è
riduttivo. Dopo che tu te ne sei andato, ed ho scoperto di essere
incinta, lei è stata l'unica cosa che mi ha fatto andare
avanti.
Sono contenta che adesso tu sia qui."
"Sono contento di essere qui
anch'io."
Lei
sorrise, e gli baciò dolcemente le labbra. Lui le prese il
viso
tra le mani, mentre fece il bacio più profondo. Lei fece
correre
le dita tra i suoi addominali, e mugolò piano. Lui si
portò lentamente su di lei, ma lei lo fermò
quando il
ragazzo stava per toglierle la maglia.
"Caleb,
la camera da letto." sussurrò Hanna, e lui annuì.
"Controllo se Tiff dorme." disse Hanna, baciandogli il naso. Lui si
sollevò da lei, e camminò fino alla camera da
letto,
sorridendo. Hanna andò a vedere se Tiff si fosse
addormentata,
ed era così. La ragazza raggiunse la camera da letto,
togliendosi la maglietta in quel mentre. Caleb la prese per la vita, e
chiuse delicatamente la porta. "Dobbiamo fare piano."
mormorò
lei nel bacio, ed iniziò a dedicarsi alla cintura del
ragazzo.
"Okay." mormorò lui
di risposta.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
CP20
CAPITOLO 20
Hanna
si girò per essere faccia a faccia con Caleb, sorridendo.
Lui
sorrise, e le baciò la fronte. "Ti amo." sussurrò
lui, e
lei gli baciò ancora le labbra.
"Ti
amo anch'io." sussurrò Hanna, sorridendo.
"Dobbiamo metterci i vestiti
addosso, per, nel caso in cui...?"
"Sì." disse lei,
guardando in basso alle loro mani unite. "Mi dispiace per questo."
Lui
le sorrise confortante. "Non mi importa neanche un po'. Vuoi la mia
maglietta?"
"Sì,
ti prego." disse Hanna, e lui si alzò dal letto, facendo
gemere
piano Hanna. Lui ridacchiò, e si mise i boxer, ed
afferrò
la sua maglietta. Hanna si sedette sul letto facendo mugolare
leggermente Caleb. Lei si infilò la maglietta, ed
accasciò la testa sul cuscino. "Mi alzo alle sette e mezza
con
la sveglia, tu puoi restare a dormire. Ho il college."
"Io ho un impiego, ma domani
non lavoro."
"Cos'è?"
"Lavoro alla Apple."
"Caleb, è grandioso.
Sono così fiera di te." disse Hanna, sorridendo. Gli
baciò le labbra. "Complimenti."
"Grazie, principessa." disse
Caleb. "Comunque, mi stavo solo chiedendo, quanto dura la tua pausa
pranzo?"
"Un'ora e mezza. Inizia a
mezzogiorno. Perché?"
"Mi chiedevo se ti piacerebbe
tornare qui per del caffè. Ci stai?"
Hanna
sorrise, sapendo che non avrebbero bevuto caffè. Quando
erano al
liceo, si erano inventati un qualcosa. Quando erano in pubblico, uno
dei due chiedeva all'altro se volesse andare a prendere del
caffè insieme dopo scuola. Ma, naturalmente, non si
intendeva
prendere del caffè, si intendeva andare a fare sesso. "Mi
piacerebbe."
"Grandioso.
Ti vengo a prendere fuori dall'aula lettori."
"È
un appuntamento." disse Hanna, e gli baciò dolcemente le
labbra,
prima di girarsi sul suo lato. Lui le mise un braccio attorno alla
vita, e la portò più vicina a sé.
Affondò
la testa nell'incavo del collo della ragazza, ed i due caddero in un
pacifico sonno.
…
Lamentandosi,
Hanna premette il pulsante sulla sua sveglia, e provò ad
uscire
dal letto, ma non ci riuscì. Guardò per vedere se
potesse
capire perché non riuscisse ad uscire dal letto, e dunque
vide
il braccio di Caleb attorno a lei, che la stringeva più
vicina a
lui. Liberatasi dalla sua presa, entrò in cucina, e
cominciò a preparare il pranzo al sacco di Tiff.
Quando
fu pronto, la ragazza si preparò la borsa, e la mise accanto
alla porta. Dirigendosi verso la stanza di Tiffany,
controllò
l'orario. Erano le otto del mattino. Una volta strattonata Tiff per
svegliarla, la bambina si stiracchiò e sbadigliò.
"Buongiorno,
mio piccolo diamante. Come stiamo oggi?" chiese Hanna, spostando alcuni
capelli dagli occhi di Tiffany.
"Sto bene. Tu come stai?"
"Sto alla grande. Cosa vuoi
metterti per scuola oggi?"
Tiffany
sospirò. "Perché non posso guardare Zack e Cody
con Caleb?"
"Perché
andrai a scuola. Ma sono sicura che lui guarderà qualche
episodio con te stasera."
"Okay. Mi metto gli stivali che
mi ha portato Spencer con un vestito."
"I tuoi stivali marroni da
cowboy?"
"Sì."
"Okay."
disse Hanna, e si diresse verso l'armadio di Tiffany, e tirò
fuori gli stivali da cowboy, ed un vestito rosa. Una volta messi sul
letto, le due andarono in cucina per fare colazione. "Amore,
svegliati." disse Hanna a Caleb. Hanna aveva appena fatto colazione,
beh, Tiff l'aveva fatta, ed Hanna aveva mangiato una barretta di
cereali. La ragazza stava ora svegliando Caleb mentre Tiffany si
preparava lo zainetto.
"Cosa?" mugolò Caleb.
"Porto Tiff, e vado a scuola. I
nostri piani per pranzo sono ancora validi?"
"Sì, lo sono, anche
se forse farò un po' tardi, devo prendere la macchina dal
mio appartamento."
"Okay, assicurati soltanto di
non imbatterti in Rachel."
"Sarò
super-prudente. Ti amo."
"Ti amo anch'io."
…
Caleb
si sveglio alle dieci, e la prima cosa che fece fu prendere le chiavi
del suo appartamento, e le chiavi della macchina, e qualche soldo.
Uscito dalla porta, scese a passo svelto le scale, e chiamò
sua
madre.
"Hey,
mamma, uh, Rachel ha parlato con te, per caso?" chiese Caleb,
ringraziando di aver scelto un appartamento lontano dieci minuti dal
campus - con la macchina. Ma questo significava semplicemente
che
doveva camminare più o meno quaranta minuti dal condominio
di
Hanna.
"No, non l'ha fatto. Immagino
che tu le abbia lasciato un biglietto o qualcosa." rispose Claudia.
"Sì, sì,
l'ho fatto. Mi stavo solo chiedendo se fosse nel mio appartamento a,
uh, aspettarmi."
"Cosa?! Per volerti uccidere,
Caleb? Che stupidaggine. E tu non sei ancora tornato."
"No, ho bisogno di prendere il
mio portatile, la mia macchina, e un po' di altre cose."
"Com'è Tiffany?"
chiese Claudia.
"È fantastica. Hanna
l'ha cresciuta strepitosamente, e lei è stupenda."
"Non vedo l'ora di incontrarla.
Sa del fatto che tu sei suo padre?"
"No,
non lo sa. Hanna vuole che ci conosciamo l'un l'altro, e che Tiff mi
conosca, e poi, non so, la metteremo seduta, e quindi glielo diremo."
disse Caleb, controllando la strada prima di attraversarla. "Ma Hanna
è stata fantastica negli ultimi quattro anni. Riceve un
assegno
da Ashley e dal Consiglio, perché tra l'accudire Tiff e la
scuola, non può destreggiarsi in un lavoro. Ha vinto un iPad
e
pare che abbia registrato nientedimeno che due anni di filmati."
"È piuttosto
sorprendente."
"Lo
è. Sono così orgoglioso di lei. Da quello che ho
visto
finora, è una mamma fantastica. Ama Tiff da morire, il suo
cellulare è pieno di foto di Tiff."
"Magari puoi mandarne qualcuna
a me e Will."
"Sì, lo
farò. Lei è così tenera." disse Caleb,
sorridendo quando pensò a sua figlia.
"Posso immaginare." disse
Claudia. "E mi piacerebbe rivedere Hanna, se va bene."
"Sono sicuro che ne
sarà deliziata."
"Bene."
"D'accordo, mamma, devo andare.
Ci sentiamo presto, okay?"
"Ciao,
Caleb." disse Claudia, prima che i due riattaccassero, e lui raggiunse
in silenzio il suo appartamento. Caleb pescò le chiavi
dell'appartamento dalla sua tasca, entrando nel condominio. Raggiunto
il suo appartamento, aprì la porta e la sbatté
alle sue
spalle. Fortunatamente, non c'era nessuna Rachel ad aspettarlo per
ucciderlo.
…
"Ciao."
disse Hanna. "Avevi detto che forse avresti fatto un po' tardi." La
ragazza iniziò a scendere le scale con Caleb al suo fianco.
"Esatto, ho detto forse."
disse Caleb, baciandole la tempia. "Andiamo a goderci un po' di
caffè." azzardò lui, e lei ridacchiò.
Il ragazzo
aprì la porta della sua auto, lei entrò, e lui la
sbatté per richiuderla. "Allora, mi stavo chiedendo se mi
lasciavi fare qualcosa."
"Cosa vuoi fare?" chiese Hanna.
"Se posso prelevare tutti i
video e le foto dal tuo iPad al mio portatile."
"Certamente."
"E mia madre vuole rivederti."
Hanna
esitò, prima di parlare ancora. "Sì, certo. Con o
senza Tiff?"
"Senza.
Vuole vedere te, e poi, quando Tiff saprà che io sono suo
padre, le piacerebbe incontrare Tiff."
"Okay,
possiamo farlo." disse Hanna, e Caleb le baciò una mano.
"Guarderai di nuovo Zack e Cody con Tiff, lei vuole vederlo con te.
Stamattina mi ha chiesto se poteva saltare la scuola per vederlo con
te."
Caleb
sorrise. "Significa qualcosa?"
"Di
solito con gli estranei impiega un po' di tempo per abituarsi a loro,
se le piacciono, naturalmente. Ma con te, è naturale. Non
l'ho
mai vista chiedere a qualcuno che aveva appena conosciuto di guardare
un programma in TV. Penso sia perché ha un legame con te."
"Vuol
dire?"
"Tu sei suo padre. È
un qualche legame, l'ho letto da qualche parte."
"Hanna Marin che legge? Non
avrei mai pensato di vedere il giorno in cui sarebbe successo."
"Beh, avevo molto tempo libero,
e una libreria sotto casa. Quindi, ho pensato, perché no?"
…
"Hanna.
Non hai quasi niente da mangiare." disse Caleb, dalla cucina. Hanna era
nella sua camera da letto, a rimettersi i vestiti e rifarsi il trucco.
"E?"
disse Hanna, entrando in cucina, che più che altro era solo
un
bancone con un tavolo di fronte. Era a malapena una cucina.
"Cosa mangi a colazione?"
"Una
barretta di cereali e un po' di caffè. A pranzo e cena
prendo il
caffè, e di solito delle sfogliatine. Ma alcune sere mangio
pasta e pizza, se avanzano. È così, in
realtà. Do
tutto il cibo a Tiff, non voglio muoia di fame." disse Hanna,
onestamente. Sapeva che Caleb si sarebbe arrabbiato.
"Ed è questo che
mangi da due anni a questa parte?" chiese Caleb, ed Hanna
annuì.
"Sì."
"Avevi detto che avevi
abbastanza denaro per vivere."
"Per
Tiff. Io non mangio correttamente da anni. Se lo faccio, è
quando Toby cucina i pancakes. L'ultima volta che ho avuto un pasto
decente è stato circa due settimane fa, io e Tiff abbiamo
fatto
la pizza, come facciamo ogni mese."
"Dopo
scuola, vengo a prendere te e Tiff. Andiamo al supermercato. Voglio che
il frigo sia pieno di cibo. Non mi importa che cibo, voglio solo che
sia pieno di cibo, okay? E voglio i ripiani della credenza pieni allo
stesso modo."
"Grazie."
disse Hanna, allacciando le braccia attorno al collo del ragazzo, e lui
allacciò le sue braccia attorno alla vita di lei. "Davvero."
"Quanto pesi?" chiese Caleb.
"Dimmelo."
"Cinquanta
chili."
"Hanna, non è
abbastanza."
"Caleb, è a posto."
"No, non lo è. Non
finirai in ospedale perché non mangi correttamente, Hanna."
disse Caleb, baciandole la tempia.
…
"Hey, mamma." disse Tiff, ed
Hanna la sollevò, portandosela in braccio. "Indovina cosa ho
fatto oggi?"
"Cosa hai fatto?" chiese Hanna.
"Abbiamo fatto una scatolina di
gioielli con la pasta."
"Wow, farai meglio a farmela
vedere quando arriviamo a casa."
"Lo
farò." disse Tiff, annuendo. Tiff si contorse, e la ragazza
la
mise a terra. Hanna prese la mano di Tiff, e le due si diressero verso
la jeep di Caleb. Una volta che Tiff ebbe attraversato la strada, corse
ed abbracciò la gamba del ragazzo. "Mamma ha detto che tu
hai
detto che possiamo vedere Zack e Cody, è vero?" chiese
Tiffany,
guardando in alto verso di lui.
Caleb
sorrise. "Sì, è vero." disse Caleb, e prese in
braccio
Tiff. "Ma prima, andiamo al supermercato. Ho guardato nel vostro frigo,
ed ho chiesto a mamma cosa mangia, ha detto che mangia a malapena
qualcosa. È vero?"
"Sì,
è vero. Certi giorni non fa colazione. Una volta
è andata avanti quattro giorni a caffè."
"Davvero? Bene, andiamo a
comprare da mangiare, e la tua mamma non sarà più
affamata, okay?"
"Bene." disse Tiff, annuendo.
…
"Che cosa vuoi?" chiese Caleb.
"Hmm, cioccolato." disse Tiff.
"Lo
prendiamo quando arriviamo, d'accordo?" chiese lui, e Tiffany
annuì, sorridendo. "Ora, mamma, tu che cosa vuoi?" disse il
ragazzo ad Hanna.
"Solo cibo che non sia
sfogliatine." rispose Hanna. "O barrette di cereali." aggiunse.
…
"Il frigo è pieno, e
così i ripiani. Sei contento adesso?" chiese Hanna a Caleb.
"Sì che lo sono. Non
morirai di fame." disse Caleb.
"Grazie." fece Hanna, e lo
baciò sulla guancia.
"Caleb!
Forza!" gridò Tiff dal divano. Caleb baciò la
fronte di Hanna, prima di raggiungere il divano.
"Cosa
guardiamo?" chiese Caleb, mettendosi Tiff in braccio.
"Drake e Josh." disse Tiff, e
Caleb annuì. "Lo guardavi?"
"Certamente."
disse Caleb, e dunque Tiff iniziò a cantare tutta la sigla.
Hanna sorrise, e si sedette sulla sedia che si trovava vicino al
divano, e prese il cellulare. Sbloccatolo, scattò una foto
di
Tiffany seduta in braccio a Caleb. La ragazza sorrise, impostandola
come sfondo di blocco.
…
"Sei
fantastico con lei." disse Hanna a Caleb. Caleb era sdraiato di schiena
sul divano, ed Hanna aveva il busto premuto su quello del ragazzo,
erano quindi petto contro petto, faccia a faccia. Le mani di Caleb
iniziarono ad andare su e giù per la schiena di Hanna.
"Anche tu lo sei." disse Caleb.
"Davvero."
"Grazie
ancora per il cibo. Stavo veramente iniziando un po' a preoccuparmi per
la mancanza di qualcosa da mangiare. Riesco a vedere le mie costole."
"Esatto, ecco perché
domani ti porto fuori a pranzo."
"È
un appuntamento." disse Hanna, sorridendo. Caleb le baciò
dolcemente le labbra, e lei fece il bacio più profondo. La
ragazza fece scorrere le dita lungo il suo torace muscoloso. Lui
ridacchiò leggermente quando le dita di lei gli sfiorarono
la
cicatrice da proiettile. Lei sorrise, e si alzò dal divano,
e lo
stesso fece lui. Camminarono verso la camera da letto baciandosi, ed
Hanna sfilò la maglietta di Caleb, e la lasciò
scivolare
tra le sue dita, fino a farla cadere a terra.
…
"Che
ore sono?" mormorò Hanna post-sesso.
"Sono
le dieci e mezza, principessa." rispose Caleb, baciandole la fronte.
Hanna annuì, ed afferrò la maglietta di Caleb. Se
la mise
addosso, e baciò il naso del ragazzo. Afferrò i
suoi
boxer e glieli diede. Lui se li mise, ed usò un gomito per
sollevarsi compostamente.
"Ti amo."
"Ti amo anch'io." Lui si
fermò. "Dov'è il tuo iPad?"
"Perché?"
"Voglio
guardare qualche foto."
Lei
sorrise, e prese il suo iPad dal cassetto del suo comodino, e lo
passò al ragazzo. "Sono le foto delle ecografie."
Il
ragazzo rise alla vista di una foto di Hanna che allattava Tiff.
"Raccontami di questo."
*Flashback*
"Okay,
Hanna, è l'ora della tua prima poppata." disse Julia,
entrando.
"Okay,
ciao, tesoro." disse Spencer.
"No. Resta.
Voglio provare la cosa." disse Hanna.
"Quella
cosa?" disse Toby, indicando un pezzo di sottile tessuto ripiegato.
"Sì."
disse Hanna. "Com'è che si chiama?"
Ezra, Toby,
Aria, Emily e Spencer si guardarono tutti l'uno con l'altro, incerti.
"Un
coperchio per tetta." disse Ezra, e loro risero. "Non lo so."
"Hanno
detto che ti serve." disse Emily, e lo passò ad Hanna. Hanna
si
mise la fascia attorno al collo, insieme al tessuto, e sembrava come se
un tubo la stesse ricoprendo.
"Ho paura."
disse Hanna.
"Sai, sto
solo provando a farla smettere di piangere, ma non smette." disse
Spencer, cullando Tiff tra le sue braccia.
"Okay,
dammela." disse Hanna, tendendo le braccia verso sua figlia. Spencer
diede Tiff ad Hanna, ed Hanna mise la sua neonata sotto il tessuto, e
Tiff si fiondò sulla sua tetta. Hanna fece una smorfia con
la
faccia. "Non mi piace."
"Beh, ti ci
dovrai abituare, Han." disse Aria.
"Lo so, ma
per quanto devo farlo?"
"Sei
mesi, però puoi continuare ad allattare in seguito, puoi
smetterla quando sentirai di essere pronta." disse Julia, ed Hanna
annuì.
*Fine del
flashback*
"Per quanto tempo hai
allattato?" fece Caleb.
"Un
anno." disse Hanna. "Credo che Ezra, sfacciatamente, abbia fatto la
foto e poi me l'abbia mandata. Non lo so." ridacchiò lei, e
sorrise quando lui passò in rassegna delle foto di Tiffany
da
piccola. Il ragazzo ridacchiò quando vide una di Tiff con i
primi dentini. Aveva le guance arrossate, ed una maglietta bianca con
un tutù rosa. "Le piaci."
"Anche
a me piace lei." disse Caleb. "Non è andata esattamente nel
modo
in cui avrei voluto, ma sto bene con il fatto di essere qui adesso,
insieme a voi."
Hanna
gli sorrise. "Fidati. Neanch'io avrei voluto che succedesse
così, ma sono contenta che tu adesso sia qui. Volevo che
Tiff
avesse il suo papà, e lui è qui adesso, e sono
felice di
questo."
Caleb
le baciò dolcemente le labbra, e le infilò la
lingua in
bocca, facendola mugolare dolcemente. Lei sorrise, si
staccò, e
gli baciò il naso.
"Sono
stanca, mi metto a dormire." sussurrò Hanna, sbadigliando.
"Mi
metto a dormire con te." disse Caleb, ed allacciò le sue
braccia
attorno ad Hanna, spingendola più vicina a sé.
Lei
sorrise e si accoccolò comodamente nel suo abbraccio, con il
desiderio che quella sensazione durasse per sempre.
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
CP21
CAPITOLO 21
Caleb
era momentaneamente seduto sul divano nell'appartamento di Hanna. Stava
scaricando le immagini ed i video dall'iPad di Hanna al suo MacBook.
Sorrideva alle foto di Tiff che si mostrava con espressioni divertite
alla camera; i suoi video; e naturalmente, le foto di quando era
più piccola. Una volta visto che aveva scaricato tutto,
posò l'iPad sul tavolino, mise i piedi su quest'ultimo, ed
iniziò a guardare un video sul suo portatile.
*Flashback*
Tiffany
era in un'altalena per bambini, ed Hanna la stava guardando, mentre nel
frattempo riprendeva la piccola di un anno che ridacchiava e si
dondolava. "Mamma." disse Tiff, e dietro la camera Hanna stava
sorridendo, anche se non lo si poteva vedere.
"C-cosa hai
appena detto, Tiff?" chiese Hanna, dietro l'iPad, sorridendo.
"Mamma."
ripeté Tiff, e si dondolò ancora. Hanna rise.
"Sì,
piccolina, sono la tua mamma." disse Hanna, e smise di riprendere. La
ragazza appoggiò l'iPad giù sul pavimento,
slegò
Tiff dalla sua altalena, ed abbracciò la bambina. Anche se
la
bambina non avesse idea di cosa stesse accadendo, il conforto
significava tutto per Hanna, che le baciò ripetutamente la
testa. "Sono la tua mamma, piccola."
"Mamma."
ripeté Tiff, ed Hanna continuò a baciare la testa
di sua
figlia, parlandole, ed aspettando che Ashley tornasse a casa dal lavoro
così che Hanna potesse raccontarle cosa fosse successo.
*Fine del
flashback*
"Allora, facciamo davvero la
pizza, mamma?" disse Tiff, entrando.
"Certamente che la facciamo,
tesoro. Ci metterai ancora i party rings sopra?" chiese Hanna.
"Sì, mamma. Era
davvero buona, provala."
Hanna
ridacchiò leggermente, facendo l'occhiolino a Caleb. "Puoi
averla tutta tu."
"Bene."
disse Tiff. "La voglio tutta."
"Volere non porta all'avere,
mio piccolo diamante." disse Hanna, e Tiff sospirò, roteando
gli occhi.
"La vorrei tutta. Va meglio?"
Hanna
scosse la testa con una risata. "Che ne dici di usare la parolina
magica?"
"La
voglio tutta, per favore."
"Okay, puoi averla tutta."
"Sapevo
che l'avresti detto." disse Tiff, e tirò fuori gli
ingredienti
dalla busta, e li mise sul tavolo. Hanna prese le ciotole ed il
misuratore.
Tiff
ed Hanna stavano facendo la pizza mentre ascoltavano la musica,
e
Caleb guardava. Tiff schiacciò l'impasto della pizza con il
palmo della mano. "È venerdì." disse Tiff.
"Sì,
è così." disse Hanna. "Zio Ezra e le zie Emily ed
Aria
verranno domani. E tu farai il tuo pigiama party, non è
vero?"
"Viene anche Caleb al pigiama
party?"
"Non lo so. Perché
non lo chiedi a lui?"
Tiff
si voltò e guardò Caleb. "Vieni al pigiama party?"
"Se
tu vuoi che venga." disse Caleb.
"Bene,
allora verrai." istruì Tiff, prima di rigirarsi per fare la
sua
pizza. Hanna fece l'occhiolino al ragazzo, e lui sorrise.
"Avanti, mettiamoti nella
vasca." disse Hanna, solleticando i fianchi di Tiff, facendola
strillare dalle risate.
"Mamma,
mamma, basta!" urlò Tiffany, e si torse via dalla presa di
Hanna, nel bagno, dove iniziò a togliersi i vestiti.
"Vuoi i tuoi giocattoli,
tesoro?" chiese Hanna, e Tiff annuì, ed Hanna mise sua
figlia nella vasca riempita di bolle.
"Giocattoli,
per favore." disse Tiff, ed Hanna le diede la scatola di plastica piena
di giochi da bagno. Tiff prese la scatola, e sparse tutti i giocattoli
nella vasca, schizzando l'acqua tutt'intorno.
"Vuoi prima che ti lavi o vuoi
giocare con i tuoi giocattoli?" chiese Hanna, e Tiff guardò
al soffitto, sovrappensiero.
"Voglio prima giocare con i
miei giocattoli."
"Okay,
tesoro, chiamami quando hai fatto." disse Hanna, e diede a Tiff un
bacio sulla fronte, prima di lasciare la stanza. "Ti sta bene fare il
pigiama party con i ragazzi domani?"
"A patto che non mi uccidano,
mi va bene." disse Caleb.
Hanna
ridacchiò. "Sono sicura che non lo faranno, ma probabilmente
dormirai sul materassino gonfiabile. Solo per fartelo sapere, Tiff non
ha un orario per andare a letto, e può addormentarsi in
qualsiasi momento, e probabilmente dovrai portarla nella stanza degli
ospiti, e poi la mattina faremo i pancakes, e lei si alzerà
intorno alle undici."
...
"Buongiorno,
principessa." disse Caleb, svegliandosi, e baciando la tempia di Hanna.
Hanna sorrise, e gli baciò le labbra.
"Buongiorno,
bellissimo." disse Hanna. "Pronto ad affrontare l'ira dei miei amici?"
Caleb
ridacchiò. "Sono sicuro di potercela fare."
"Bene.
Ora sono le dieci di mattina, abbiamo fatto del sesso fantastico la
scorsa notte, ed i ragazzi saranno qui all'una."
"È
stato fantastico." Lui le baciò la tempia, e lei gli
baciò il naso, e quindi la ragazza si alzò dal
letto ed
entrò in salotto, dove vide Tiff mangiare un biscotto.
"Che ci fai in piedi,
signorina?" chiese Hanna, baciando la testa di sua figlia.
"Mi
sono svegliata, e volevo guardare Barney, così l'ho messo."
disse Tiff.
"E stai mangiando un biscotto
senza dirmelo."
Tiff
sollevò lo sguardo verso Hanna. "Mamma, sto mangiando un
biscotto."
Hanna
ridacchiò, scuotendo la testa verso la sua bambina.
"Ne
mangerò un sacco stasera."
"Pensavo che avresti mangiato
del gelato." disse Caleb, venendo fuori dalla camera da letto.
Tiff
sospirò, frustrata ed infastidita dai due. "Beh, quella
è una possibilità."
Gli
altri due risero. "Cosa farai?"
"Sono
sicura che potrò averli entrambi." La bambina
sospirò, si
voltò ed indicò il frigorifero. "Gelato al
biscotto!"
urlò.
"Vuoi il gelato al biscotto?"
chiese Emily, entrando.
"Zia Emily!" gridò
Tiffany, e sgattaiolò dal divano, ed Emily la prese in
braccio sollevandola.
"Come stai? Non ti vedo da
cinque settimane."
"Lo so, ti ho portato
qualcosina."
"Cosa mi hai portato?" chiese
Tiff.
"Ti ho portato un vestito da
principessa."
Tiffany
spalancò la bocca. "Che vestito?"
"Il
vestito della principessa Belle."
"Mi serviva."
"Lo so, ecco perché
te l'ho portato."
...
"Ve
l'avevo detto che avrebbe usato quell'orsacchiotto." disse Ezra,
entrando nell'appartamento. Ora, Spencer e Toby erano nell'appartamento
insieme a Tiff, Emily, Caleb ed Hanna. Tiffany lasciò
l'orsacchiotto, ed Ezra la sollevò. "Hai finito il libro?"
le
chiese.
"Mamma
ha finito di leggermelo ieri sera." disse Tiff. "Ho ancora bisogno
della mia barretta di cioccolato. Non me l'ha ancora comprata."
"Beh,
sono sicuro che ti prenderà quella che vuoi."
"È quello che ho
detto, ma probabilmente se ne dimenticherà."
"Non
me ne dimenticherò." si lamentò Hanna.
Tiffany
roteò gli occhi, e guardò Hanna. "Sì,
è quello che hai detto."
"Bene,
te la prenderò, okay?"
"Okay."
"Allora, ho un libro per te."
disse Ezra, tentando di nuovo la fortuna.
"Cosa mi hai portato? Oppure
è Vogue o Cosma?" disse Tiff.
"Cosmo." corresse Hanna.
"Zitta, mamma." disse Tiff.
"Si chiama Charlie e
l'ascensore di glassa." disse Ezra, ed Aria roteò
gli occhi, sorridendo.
"È lo stesso Charlie
della fabbrica di cioccolato?"
"Sì, è
lui."
"Prenderò un'altra
barretta di cioccolato?" chiese Tiff.
"Non
lo so, perché non lo chiedi alla tua mamma?" disse Ezra, e
quindi Tiff si tirò via dalla sua presa, e salutò
Aria,
che la prese in braccio, e le parlò dei suoi disegni sul
frigo.
E dunque, raggiunse sua madre.
"Se
mi leggi quel libro, prenderò un'altra barretta di
cioccolato? E
con questo intendo due barrette di cioccolato. Grandi." fece Tiff ad
Hanna, che la mise a sedere in braccio a lei.
"Sì,
certamente. Basta che non le mangi tutte in una volta, non vogliamo che
tu ti senta male, non è così?" disse Hanna, e le
baciò la testa, e Tiff saltò via dalle gambe di
Hanna, e
tornò a sedersi appoggiata all'enorme orsacchiotto sul
divano.
Hanna allungò la mano, ed Ezra ci mise due dollari. "Grazie."
...
"Okay, che film?" chiese Toby a
Tiff, e sorrise quando lei guardò su al soffitto,
sovrappensiero.
"Il libro della giungla."
decise Tiff. "Ma quello del leone."
"Il
re leone?" chiese Ezra, con un cucchiaio in mano ed un vaschetta di
gelato sulle gambe.
"Sì,
quello." disse Tiff, annuendo. Affondò il suo cucchiaino
nella
coppetta di gelato al biscotto. "Il libro della giungla, e poi il re
leone."
Toby
annuì, e dunque mise Il Libro
della Giungla nel
lettore DVD, e tornò a sedersi, ed iniziarono il loro
pigiama party.
"Farai
i pancakes domani mattina?" chiese Tiff a Toby.
"Certamente che li
farò, come sempre." disse Toby.
"Bene."
...
"Allora, come sta Caleb?"
chiese Aria, con un piccolo sorrisetto sulle labbra.
"Sta bene. Alla grande, a dire
il vero." disse Hanna, sorridendo.
"A patto che non se ne vada
ancora, non lo uccideremo." disse Emily con un occhiolino sfacciato.
"So che non lo farà.
Continua a dirlo, ed io ci credo."
"Com'è con Tiff?"
chiese Spencer.
Hanna
sorrise. "È bravo con lei. Davvero bravo."
"Quindi,
sai, voi due vi siete, riuniti?"
chiese Aria.
"Sì, l'abbiamo
fatto."
"E riguardo a Tiff, insomma,
non avete dovuto..." Spencer si affievolì. "Sapete cosa
intendo."
"Sì,
ho capito." disse Hanna. "Lui è grandioso in questo. Voglio
dire, dobbiamo metterci qualcosa addosso subito dopo, lui è
a
posto a riguardo, dobbiamo fare piano così da non svegliare
Tiff, e lui è a posto anche riguardo a questo."
"Avete già avuto un
litigio?"
"Ne
abbiamo avuto uno piccolo. Beh, non è stato davvero un
litigio.
Il mio frigo non era affatto pieno di cibo, e lui ha scoperto che non
stavo mangiando praticamente niente, e allora si è
arrabbiato, e
siamo andati a comprare da mangiare con Tiff. Adesso la mia cucina
è piena di cibo."
"Non stavi mangiando
correttamente?" chiese Emily, con le sopracciglia alzate.
"Merda, voi non lo sapevate,
non è così?" disse Hanna, mordendosi il labbro
inferiore.
"Hanna, te l'abbiamo detto
prima, ci puoi sempre chiedere in prestito del denaro." disse Aria.
"Ed il frigo mio e di Toby
è sempre pieno." disse Spencer.
"È
per questo che non ve l'ho detto. Mi sareste venute vicino, e mi
avreste offerto tutte queste cose. Sto bene adesso, Caleb è
stato fantastico. Paga metà delle mie spese, ed io sto bene,
perciò non c'è bisogno di preoccuparsi." disse
Hanna.
"Perché non ce l'hai
detto prima? Avremmo potuto darti del cibo." disse Emily.
"No, ragazze, voi siete state
troppo buone con me. E lo sapete."
...
"Come siete stati la scorsa
notte, ragazzi?" chiese Aria entrando, e versandosi del
caffè.
"Siamo
stati bene." disse Toby. "Inizio ora a cuocere i pancakes?"
"Sì, muoio di fame."
disse Spencer, ed il ragazzo tirò fuori la roba.
"Che ore sono?" chiese Hanna,
sedendosi in braccio a Caleb.
"Più o meno le dieci
del mattino." disse Caleb.
"E quando è andata a
dormire Tiff?"
I
tre ragazzi si guardarono l'uno con l'altro, succhiandosi le labbra.
"Verso le due di notte. Penso." disse finalmente Ezra.
"Che
cosa ha mangiato?"
"Pensavo che nemmeno ti
importassero queste cose." borbottò Toby, pesando gli
ingredienti necessari per i pancakes.
"Sono solo curiosa. Posso
sempre guardare nella spazzatura."
"Non ti avvicineresti neanche
alla spazzatura." disse Caleb.
"Non porti nemmeno fuori la
spazzatura. Dobbiamo farlo noi per te." disse Spencer.
Hanna
roteò gli occhi. "È disgustosa. E, sapete,
neanche a Tiff piace la spazzatura."
"No
che non mi piace." disse Tiff, succhiandosi il pollice e tenendo in
mano il suo coniglietto di peluche. "Puzza."
"Esattamente."
disse Hanna. "E, sapete, Toby solleva roba da una vita, sono sicura che
può gestire il portare fuori l'immondizia qualcosa come tre
volte a settimana."
Tutti
risero, naturalmente eccetto Tiff, che saltò in braccio ad
Emily, ed Emily le baciò la testa e la abbracciò
sulla
vita, così che la bambina non cadesse.
"D'accordo,
Ezra, piatto." disse Toby, ed Ezra alzò il piatto verso di
lui,
e Toby lanciò il pancake, che ricadde sul piatto.
"Dopo quasi un anno ce l'hai
fatta, finalmente." disse Ezra, e gli diede il batticinque.
Tutti
risero e Tiff ghignò.
"D'accordo,
Tiff, quanti pancakes?"
"Otto." disse Tiff, dopo aver
guardato su al soffitto per pensare.
"D'accordo,
arrivano subito." disse Toby, ed in otto minuti aveva pronti otto
pancakes. Li mise su un piatto, e passò il piatto a Tiff.
Lei
afferrò lo sciroppo d'acero, e lo riversò sui
pancakes.
"Zucchero." disse Tiff,
sorridendo.
"Grandioso." disse Hanna.
"Presumo tu non vada a letto prima che si faccia tardi."
"Silenzio, mamma, sto cercando
di mangiare."
Gli
altri ridacchiarono, ed Emily mise un tovagliolo su di Tiff, che stava
per buttarsi addosso tutto lo sciroppo d'acero.
"Rallenta,
tesoro mio, ti prenderai un mal di pancia." le disse Hanna, quando si
accorse che Tiff stava mangiando piuttosto velocemente. "Non ci
piacciono i mal di pancia, non è vero?"
Tiffany
sospirò. "No che non ci piacciono."
"Sì,
giusto. Perciò rallenta." disse Hanna, e Tiffany
continuò a mangiare, più piano.
"Troppo tenera, giuro su Dio."
mormorò Aria ad Hanna, che ridacchiò con lei.
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
CP22
CAPITOLO 22
"Eccoci
qui, mio piccolo diamante." disse Hanna, mettendo a letto Tiffany dopo
averla rincorsa tutto il giorno per tutto lo sciroppo che aveva messo
sui suoi pancakes.
"Notte,
mamma." disse Tiff, con gli occhi già sul punto di
chiudersi. La
bambina non aveva realizzato quanto fosse stanca finché la
sua
testa non aveva raggiunto il soffice e peloso cuscino. "Ti voglio bene."
"Ti
voglio bene anch'io. Sogni d'oro." disse Hanna, e diede un bacio sulla
fronte di sua figlia prima di alzarsi e raggiungere la porta della
camera di Tiff. Spense la luce della stanza, chiuse delicatamente la
porta, e raggiunse il divano, dove si sedette in braccio a Caleb.
"Sei una mamma fantastica." si
complimentò Caleb.
Hanna
sorrise. "Grazie. Riconosco che tu saresti un buon padre. Voglio dire,
guardi Suite Life con lei."
Lui
ridacchiò e le baciò la tempia. "Mi sei mancata."
"Mi
sei mancato anche tu, sono contenta che sei tornato. Quand'è
che andiamo da Claudia?"
"Uh, domani a pranzo, va bene?"
"Sì, di
lunedì finisco le lezioni all'una."
"A che ora Tiff finisce scuola?"
"Tre
e mezza." disse Hanna. "Dunque, penso che casa di tua madre
è a
circa trenta minuti da qui. Quindi, possiamo stare lì
più
o meno un'ora e mezza. Va bene?"
"È
a posto. Mamma vuole rivederti, ed una volta che Tiff saprà
che
io sono suo padre, le piacerebbe incontrare Tiff."
"Certamente."
"Hanno un cane."
"Tiff lo adorerà,
quindi non glielo diremo. Lei ama assolutamente le sorprese."
"Davvero?"
"Sì.
Un giorno, Spence, Toby, Tiff ed io siamo andati in spiaggia, e abbiamo
fatto sì che fosse una sorpresa, e per l'intero viaggio in
macchina lei ha continuato a tirare ad indovinare e non ha indovinato,
noi continuavamo a ridere e a dire di no, e poi quando Toby ha svoltato
per la spiaggia, lei ha iniziato ad urlare ed a saltellare."
Caleb
ridacchiò. "Quando è stata l'ultima volta che sei
andata in spiaggia?"
"Quella
è stata l'ultima volta. È stato circa un anno fa."
"È giugno.
Perché non andiamo di nuovo in spiaggia, quanto prima?"
Hanna
sorrise. "Mi piacerebbe. Ma niente Spencer e Toby. Come una famiglia."
Caleb
sorrise, e diede ad Hanna un bacio casto. "Come una famiglia."
…
"Sono nervosa." disse Hanna,
una volta che ebbero percorso il vialetto per la casa di Claudia.
"Non
esserlo. A loro piaci più di Rachel." disse Caleb.
"Davvero?"
"Davvero. Insomma, senza di te,
io non sarei qui."
"Okay, questa è una
buona ragione." disse Hanna. "Ma sono ancora nervosa."
Caleb
si spostò dietro di lei, e mise le mani sulle sue spalle, ed
iniziò a massaggiarle. "Sei tesa."
"Molto."
disse Hanna, e Caleb le baciò il retro del collo, e
continuò a lavorare con le sue mani sui nervi. "Sei
fantastico."
Caleb
baciò la tempia di Hanna, e tornò al suo fianco.
"Ti
adoreranno, te lo prometto." disse Caleb. La porta si aprì,
e
c'era la persona che meno potessero aspettarsi. Rachel.
Dietro di lei, c'era una Claudia con in faccia un'espressione molto
spaventata e dispiaciuta.
"Stronza!"
urlò Rachel, e si scaraventò verso Hanna, ma
Caleb le
saltò davanti, e fermò Rachel dal fare del male
ad Hanna.
Hanna, in quel momento, aveva gli occhi spalancati, e respirava col
fiato corto. "Non posso credere che tu mi abbia fatto questo."
"Rachel, abbiamo bisogno di
parlare di questo. Di questa situazione." disse Hanna.
"Cosa c'è di cui
parlare? Tu mi hai rubato il fidanzato IL GIORNO DEL MIO MATRIMONIO."
"C'è
molto di cui parlare, Rachel. Cose che io devo spiegarti. Puoi per
favore andare dentro, così possiamo parlarne? Ti prego. Non
posso averti contro di me."
"Troppo tardi."
"Ti
prego, Rachel. Ho una spiegazione. Dobbiamo solo parlare, e poi forse
capirai. Per favore, vai soltanto dentro, e possiamo parlarne." disse
Hanna.
Rachel
sospirò. "D'accordo. Ma non vedo la necessità di
parlare
del fatto che tu sia una stronza rovinafamiglie." Dopodiché,
Rachel tornò dentro con il broncio.
"Mi
dispiace tanto." si scusò Claudia.
"È
a posto, davvero. È meglio che io risolva adesso. Voglio
dire,
prima o poi mi ci sarei imbattuta. Devo solo provare a farla ragionare."
"A lei piace Tiff?" chiese
Caleb.
Hanna
esitò prima di rispondere. "Non lo so. Però non
vedo
nemmeno il perché non dovrebbe piacerle. Quindi, in tutta
onestà, non sono l'unica stronza qui. Perciò,
sai..."
disse Hanna. "Meglio non farla aspettare." disse Hanna, e sorrise a
Claudia prima di entrare in casa e raggiungere la cucina
dov'era
Rachel.
"Iniziamo,
avanti." disse Rachel. "Come hai potuto, Hanna? Tu saresti dovuta
essere la mia migliore amica!" urlò lei.
"Non
potevo lasciare che lui si sposasse!" gridò Hanna di
risposta.
"Non potevo lasciare che si sposasse con qualcuno che non fossi io."
"Oh
mio Dio, PERCHÉ?" urlò Rachel. "L'unica volta che
vi
siete visti è stata in quell'uscita a quattro. Non dire che
hai
sentito di conoscerlo da sempre, e che non appena i vostri occhi si
sono incontrati, è scattata un'improvvisa tremenda
scintilla."
"Questo non è vero,
Rachel."
"Che
c'è, eri la sua ex ragazza di quattro anni fa?"
urlò
Rachel, naturalmente pensando che l'idea fosse stupida, e non vera. Ma
si sbagliava.
"Sì,
lo ero. Ero io." disse Hanna, con voce fioca. "Sono la ragazza che gli
ha detto di venire in California. Sono la ragazza per la quale si
è fatto sparare. Sono la ragazza che l'ha praticamente tolto
dalle strade, e la persona che l'ha incoraggiato a parlare di nuovo con
suo padre dopo che era venuto fuori qualcosa. Lui è stato il
mio
primo. Lui è quello che mi ha protetto dalle cose brutte.
Lui
è quello di cui mi ero innamorata. E sono ancora innamorata
di
lui."
Rachel
scosse la testa. "Non ti credo, Hanna. Sono stronzate."
gridò,
respirando affannosamente, con le lacrime che le cadevano lungo il viso.
"Chiedimi
qualsiasi cosa su di lui. Scommetto di poter rispondere. E in modo
giusto." gridò Hanna, avvicinandosi a Rachel parola dopo
parola.
Rachel
roteò gli occhi. "Quant'è alto?"
"Un
metro e ottanta." disse Hanna.
"Qualche tatuaggio?"
"Ha
un cuore sul fianco." La ragazza prese fiato. "Ed anch'io. Eravamo
ubriachi una sera, ed abbiamo pensato che sarebbe stato forte se ci
fossimo fatti un tatuaggio uguale." Hanna rise al ricordo, senza
lasciarsi troppo andare. "Quindi siamo andati dal tatuatore, e ci siamo
fatti un tatuaggio uguale."
"Band preferita?" chiese
Rachel, sapendo già che fosse vero. C'era qualcosa alla
bocca del suo stomaco che le faceva salire la nausea. Che la faceva
sentire come se avesse già perso quella battaglia.
"Fall Out Boy."
"Il suo compleanno?"
"Ventisette giugno. 1994."
"Colore preferito?"
"Rosso e blu."
"Squadra di football preferita?"
"Non ne ha una. Non gli piace
il football, ma se gli viene chiesto, lui dice California Golden Bears."
"Dove lavora?"
"Apple."
"Dove ha vissuto quando era
più piccolo?"
"Ha
girato molti posti, quando era nelle case affidatarie. Ha viaggiato in
autobus." La ragazza nominò gli stati dove lui aveva
vissuto.
"Poi è venuto a Rosewood, poi in Arizona, e poi di nuovo a
Rosewood, e poi si è diviso tra Rosewood e la California, e
poi
è andato a Ravenswood, ed ora vive in California."
Rachel
sospirò. Lei neppure sapeva gli stati dove lui aveva
vissuto. "E tu nemmeno me l'hai detto!" gridò Rachel.
"Rachel,
cosa avrei dovuto dirti? Che ero ancora innamorata del tuo fidanzato, e
che non potevo lasciare che si sposasse con qualcuno che non fossi io?"
"Capisco
perché se n'è andato." disse Rachel. "Ovvio. Tu
sei
rimasta fottuta da questa botta e via di una notte, essendo la troia
che sei, e lui ne aveva abbastanza di essere trattato come spazzatura."
"Non
è stato trattato come spazzatura! Ed io non sono una troia!"
gridò Hanna. "E per tua informazione, non sono rimasta
incinta
da una botta e via di una notte. Sono rimasta incinta di lui.
È
lui il padre di Tiff. Ecco perché ne avevo bisogno. Ecco
perché lo volevo. E so che è da egoisti."
"Oddio, Hanna, lo stai
imbottendo di bugie solo per farlo stare con te. Quanto sei disperata!"
gridò Rachel.
"Non
lo sono, Rachel. Ricordo il giorno in cui ho scoperto di essere
incinta. È stato il giorno dopo che Caleb è
partito per
Ravenswood. Ho vomitato, ed ero con Spencer, e quindi ho rabbrividito
ed ho detto che avevo un ritardo. E Spencer ha detto che forse non era
per quello, ma io sapevo che era così. Avevo questa
sensazione.
E così ho fatto tre test, e sono venuti fuori positivi, e
allora
ho pianto per i successivi cinque giorni, pensando a come diavolo avrei
fatto ad essere un genitore single senza praticamente nessun soldo.
Ecco qui. Ecco la tua fottuta storia strappalacrime." disse Hanna.
"Dimmelo, dimmi che è una bugia. Guardami negli occhi e
dillo."
"Non
parlerò MAI più con te." disse Rachel. "Pensavo
che fossimo migliori amiche, Hanna."
"Anch'io."
disse Hanna. "Ma credo di aver voluto qualcos'altro in più
rispetto ad una migliore amica, Rachel." Si fermò. "Ho
voluto
che Tiff avesse suo padre. Lo volevo fin dal primo giorno. E tu lo sai,
dannazione!" gridò.
"Dio, sei una stronza." disse
Rachel.
"Okay, e noi non siamo
più amiche, e sono a posto a riguardo."
"Oh, e comunque, Tiff ha
davvero bisogno di darci un taglio con quei biscotti."
"Va' fuori all'inferno prima
che io ti ammazzi sul serio, Rachel!" gridò Hanna. "Giuro su
Dio, non siamo decisamente più
amiche, ora." disse Hanna.
Rachel
si precipitò fuori dalla casa, furiosa.
"Allora..."
disse Hanna con imbarazzo, dopo che Rachel se ne fu andata ed ebbe
sbattuto la porta chiudendola.
"Tutto okay?" chiese Caleb,
avvicinandosi a lei, ed allacciando le braccia attorno alla sua vita.
"È
una razza di stronza, voglio dire, Tiff ha quattro anni, ed
è
adorabile, naturalmente mangia dei biscotti." disse velocemente Hanna.
"E chi direbbe quelle cose riguardo ad una bambina di quattro anni."
Caleb
ridacchiò. "Io intendevo, stai bene?"
Hanna
si prese un momento prima di rispondere, "Sì, sono a posto.
Ed
ho appena sprecato quarantacinque minuti ad urlare. E inoltre devo
comprare a Tiff due barrette di cioccolato, ed andare a riprenderla, e
uh..."
Caleb
le baciò la fronte. "Tesoro mio, andrà tutto
bene. Okay?"
"Okay."
sospirò Hanna, e Claudia restò sulla soglia,
appoggiata alla porta.
"Mi dispiace." si
scusò Claudia.
Hanna
sorrise. "È a posto. È meglio che lei sappia,
invece che
si ritrovi davanti me con Tiff e Caleb. Quello sarebbe stato peggio."
Si fermò. "Allora, cosa vuoi sapere su di Tiff?"
…
"Torni domani, giusto?" chiese
Hanna, col broncio verso Caleb.
"Tesoro
mio, torno domani al tuo appartamento. Ho bisogno di prendere qualche
vestito, e qualche altra cosa, okay? Ci vediamo alla scuola di Tiff,
sì?" disse Caleb.
Hanna
si morse un labbro, ed annuì. "Sì." La ragazza
premette
le sue labbra su quelle di lui, e lui le infilò la lingua in
bocca, facendola mugolare leggermente. Lei si staccò,
qualche
minuto dopo, e dunque gli baciò il naso. "Ti amo, e devo
andare
a riprendere Tiff."
"Ti
amo anch'io." disse Caleb.
…
"Oh
santo cielo." disse Hanna, non appena Tiff uscì correndo
dall'asilo, fino alle braccia di Hanna. Era ricoperta di pittura dalla
testa ai piedi. "Cosa ti è successo?"
Tiffany
ridacchiò. "Io e Bella abbiamo avuto uno scontro di
pittura." disse Tiff, sorridendo.
"Come
stava Bella oggi?"
"Sta
bene. Posso andare a casa sua venerdì? Ti prego, mamma."
disse
Tiff, e quando Hanna guardò Dani, - la mamma di Bella di
venitré anni, e che era rimasta incinta a diciannove - Dani
guardò Hanna. Dani raggiunse Hanna.
"Ho sentito che voi due avete
avuto uno scontro di pittura, giusto?" disse Dani a Bella e Tiff.
Le
due bambine di quattro anni sorrisero e ridacchiarono. "Tiff
può venire a casa mia venerdì?" chiese Bella.
"Penso
di sì." disse Hanna. "A che ora pensate di finire di
giocare?"
"Hmm, verso mezzanotte." disse
Tiff.
Hanna
e Dani risero. "Penso sia un po' troppo tardi." disse Dani.
"Che
ne dite se vengo a riprendere Tiff alle sette?" disse Hanna.
"Sette e mezza." dissero Bella
e Tiff allo stesso tempo.
"E
sia, sette e mezza." disse Hanna, sapendo che non se ne sarebbe andata
prima della otto e mezza, perché lei e Dani prendevano
sempre
una tazza o due di caffè. A differenza sua, quando Dani era
incinta, aveva un ragazzo lì, ed ora era fidanzata.
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
CP23
CAPITOLO 23
"Come
sta Will?" chiese Hanna a Dani. Era venerdì, e Bella e Tiff
stavano ancora giocando insieme a casa di Dani, mentre Hanna e Dani
stavano prendendo una tazza di caffè.
"Sta
bene." disse Dani, sorridendo dall'estremità della sua tazza
di
caffè. "Qualche novità? È un po' che
non ci
vediamo, non so se mi sono persa qualcosa."
Hanna
sorrise, dondolando la testa. "A dire il vero..." iniziò.
"Va'
avanti." disse Dani.
"Ti
ricordi che ti avevo parlato di quel ragazzo, che è anche il
padre di Tiff?" Dani annuì, guardando Hanna, volendo i
dettagli.
"Beh, diciamo che siamo tornati insieme."
"Hanna, è grandioso."
Hanna
sorrise. "Lo so."
"E
Tiff? Lei sa che, sai..."
Hanna
scosse la testa. "No, non lo sa. Ma hanno legato nelle ultime due
settimane, e Tiff si sta affezionando a lui."
"Le
piace?"
"Sì, le piace.
Molto. Non chiede proprio a nessuno di guardare Suite Life con lei."
"Ne sono sicura." disse Dani
ridacchiando. "Bella è fissata con Drake e Josh al momento."
"Adoravo
quel programma, ed il fatto che stiano replicando i vecchi episodi
è fantastico." disse Hanna, e Dani ridacchiò,
annuendo.
"Come sta il tuo bel ragazzo?"
Dani
ridacchiò di nuovo. "Sta bene, stiamo decidendo per una
data."
"È
grandioso."
"E
sono sicura che se verrai non ti dispiacerà portare il tuo
bel
ragazzo con te. Voglio conoscerlo. Oh, e porta Tiff, Bella si stava
chiedendo se venisse. Non penso che voglia semplicemente starsene
seduta con le sue zie per tutto il giorno."
"Sono sicura che Tiff
sarà deliziata di vestirsi per bene."
"Bene." disse Dani, facendo
l'occhiolino.
…
"Caleb!"
disse Tiff, una volta che Hanna ebbe aperto l'appartamento, e Caleb era
appoggiato contro il bancone della cucina con il suo cellulare in mano.
Il ragazzo posò il cellulare sul tavolo, e le sorrise.
"Hey, Tiff. Ho sentito che sei
andata dalla tua migliore amica..." disse Caleb, sollevandola e
tenendosela in braccio.
"Noi
siamo sorelle, e abbiamo fatto finta di essere principesse, e fate, e
abbiamo fatto dei giochi, ed io ho fatto finta di essere Raven quando
lei ha fatto finta di essere Chelsea." disse Tiff.
"Sembra che sia stato
divertente."
"Lo è stato."
"Indovina un po'?"
"Cosa?"
"Ho dei cupcakes al cioccolato
per te."
"È grandioso. Dove
sono?"
"Devi trovarli."
"Beh,
non posso trovarli se non mi metti giù." disse Tiff, e Caleb
la
posò a terra, e lei aprì lo stipo, ma non erano
lì. Guardò in su verso Caleb, delusa. "Dove sono?"
"Non lo so."
"Sì che lo sai, li
hai nascosti tu."
"Beh, suppongo che tu debba
trovarli."
"Fuochino?" chiese Tiff,
avvicinandosi al forno.
"No." disse Caleb.
Tiffany
sbuffò, e si mise a quattro zampe, e gattonò
sotto al
tavolo. "Qui sotto non ci sono." disse, una volta che si fu alzata, con
le mani sui fianchi. Sospirò e piagnucolò.
Camminò
verso il divano.
"Acqua."
disse Caleb, e lei raggiunse il bagno. "Molta acqua."
Dall'interno
del bagno, Caleb ed Hanna sentirono Tiff sbuffare di seccatura. Hanna
sorrise, e baciò Caleb sulla guancia, e gli
allacciò le
braccia attorno alla vita, abbracciandolo.
"Un
po' più fuoco?" chiamò Tiffany, ora in camera di
Hanna.
"Un
po' più acqua." replicò Caleb.
"Che ne dici del cestino nella
stanza di mamma?"
"No,
tesoro mio, non guardare lì. Il cibo non sarà nel
cestino." disse velocemente Hanna, e Tiffany uscì dalla
camera
di Hanna, ed entrò nella sua cameretta dove urlò
di
sorpresa, uscì e corse da Caleb, ed abbracciò la
sua
gamba.
"Grazie.
Grazie. Grazie." ripeté Tiff, stringendogli la gamba,
finché lui non la sollevò da terra.
"Per cosa?" chiese Caleb.
"Per
la bambola di Barbie, però penso che è stata lei
che si
è impossessata dei miei cupcakes al cioccolato. So
già il
suo nome."
"E
come si chiamerà?" chiese Caleb.
"Vanessa."
"È un nome molto
carino."
"Perché
l'avrei scelto, altrimenti?" chiese Tiff, facendo leggermente
ridacchiare Hanna e sorridere Caleb. Tiff si contorse, Caleb la mise
giù, e la bambina corse in camera sua a mangiare i suoi
cupcakes
al cioccolato e a giocare con la sua nuova Barbie.
Hanna
camminò verso di lui, ed allacciò le braccia
attorno alla
sua vita, sorridendogli. "Non dovevi farlo." disse Hanna.
Caleb
sorrise. "Volevo."
Il
ragazzo allacciò le braccia strette attorno ad Hanna, e lei
appoggiò la testa sul suo petto, sorridendo. "Ti amo
così
tanto." sussurrò Hanna, contro il suo petto.
"Ti
amo anch'io." disse Caleb.
…
La
famiglia di tre era seduta sul divano a guardare la TV, mentre
mangiavano pizza.
"Voi
due siete come Spencer e Toby?" chiese Tiffany, dopo cena. Le gambe di
Hanna erano distese sull'addome di Caleb, e Tiff era sul pavimento a
colorare alcune immagini nel suo libro da colorare.
"Che
significa, Tiff?" chiese Hanna. Sapeva che la domanda prima o poi
sarebbe saltata fuori, ma non era preparata. Era indecisa se dire a
Tiff che loro due stessero insieme o che fossero solo amici.
Ma
loro non stavano
solo insieme.
"Se
mamma ha già un anello. Avrai un anello come Spencie e zia
Aria?" chiese Tiff, guardando il suo libro da colorare, non pensando
che la domanda fosse così indelicata.
"Non lo so. Dovresti chiedere a
Caleb."
"Mamma avrà un
anello?"
"Probabilmente. Non so quando,
ma probabilmente..." disse Caleb.
Tiffany
ridacchiò.
"Cosa
c'è di tanto divertente?" chiese Hanna.
"Voi siete come Troy e
Gabriella, ed io sono Sharpay. Io sono la stella." disse Tiff, ed
entrambi i suoi genitori risero.
"Tu sei una stella luminosa,
mio piccolo diamante." disse Hanna, scompigliando i capelli
di sua figlia.
"Non farlo." disse Tiff,
ricomponendosi i capelli, e mettendo il muso. Hanna
ridacchiò. "Non è divertente, mamma."
"Oh sì, non lo
è, totalmente. È orribile." disse Hanna.
"Zitta, mamma." rispose Tiff.
…
"Lei
lo sa già?" chiese Toby, bevendo la sua tazza di
caffè.
Hanna, Spencer, Toby e Caleb erano nell'appartamento di Hanna a bere
caffè.
"No. Non ancora." disse Hanna.
"Forse tra più o meno due settimane."
"Due settimane? Non
è un po', diciamo, veloce?" disse Caleb.
"No,
e zitto." disse Hanna.
La
porta di Tiff si aprì, e lei ne venne fuori, stropicciandosi
gli occhi e sbadigliando.
"Tesoro
mio, perché sei sveglia?" chiese Hanna.
"Perché è
mattina, mamma. Ho scuola, mamma. Perché non mi hai
svegliata?" chiese Tiff.
Hanna
si lasciò andare ad una risata. "Tesoro mio, ti ho messa a
letto un'ora fa. È venerdì."
"È
lunedì mattina, non è così, zia
Spencie?"
"No, Tiff, è ancora
venerdì." disse Spencer, sorridendo.
"Oh, d'accordo." disse Tiff, e
quindi rientrò nella sua cameretta, chiudendo la porta.
"Vado
a metterla a letto di nuovo. Questo è stato tremendamente
adorabile." disse Hanna, raggiungendo la cameretta di Tiff. Si
inginocchiò accanto a Tiff, e le scostò i
capelli. "Stai
bene, patatina?"
"Pensavo
fosse lunedì mattina." disse Tiff, con le lenzuola al di
là delle spalle, che le coprivano la bocca, rendendole la
parlata ovattata.
"Perché lo pensavi?
Sei andata da Bella solo qualche ora fa."
"Non lo so, mamma."
"Hai fatto un brutto sogno?"
"No,
mamma, non stavo neanche facendo un sogno, e poi mi sono svegliata, ed
era lunedì mattina, e mi chiedevo perché non mi
avevi
svegliata per la scuola, allora sono uscita fuori, e adesso, eccomi
qua."
"Pensi che puoi metterti a
dormire per mamma?"
"Sì,
mamma, ti voglio bene." disse Tiff.
"Ti
voglio bene anch'io, okay." rispose Hanna, baciando la fronte di sua
figlia. "Notte notte. Non lasciare che gli scarafaggi del letto ti
mordano." disse sulla porta.
"Non lo farò,
mamma." rispose Tiff.
"Bene. Ti voglio bene."
E,
normalmente, Tiff avrebbe risposto, ma era già crollata.
"È
stato così fottutamente adorabile, oh santo cielo." disse
Spencer, sorridendo. "È stato così tenero."
…
"Camera da letto."
mormorò Hanna a Caleb, alle dieci di sera.
"Sicura?" le
sussurrò Caleb all'orecchio.
Hanna
annuì. "Molto." sussurrò di risposta. "Tiff dorme
profondamente, ed io ho bisogno di te, proprio adesso."
Caleb
sorrise e sollevò Hanna, facendola ridacchiare. "Ti amo."
disse
Caleb, prima di premere le labbra sul suo collo, e camminare fino alla
camera da letto con Hanna tra le braccia.
…
Hanna ridacchiò tra
sé e sé, sorridendo. Dio, non sarebbe potuta
essere più felice.
"Di
cosa stai ridacchiando?" espirò Caleb.
"Del semplice fatto che tre
settimane fa stavo piangendo per te, ed ora sono nel letto con te."
rispose Hanna.
Caleb
sorrise. "Hai pianto per me?"
"Solo
una volta." disse Hanna, facendo l'occhiolino. "O due."
Caleb
scosse la testa, e avvicinò a sé la ragazza per
la vita,
spingendola contro di lui. Lei appoggiò la testa sul suo
petto,
e lui allacciò le braccia attorno a lei. La ragazza gli
baciò il petto. "Ti amo tanto." le sussurrò lui
all'orecchio, e poi le diede un delicato bacio sulla tempia.
Naturalmente,
lei avrebbe risposto, ma era crollata.
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
CP24
CAPITOLO 24
Hanna
corse in bagno la mattina, sentendo di dover rimettere. Agrappandosi
alla tazza del water, con la testa bassa, vomitò. Caleb,
alzatosi per il rumore, entrò nel bagno, e vide Hanna
vomitare.
Le raccolse i capelli all'indietro e premette le labbra sul suo collo.
Quando
la ragazza ebbe finito, appoggiò la testa sulla porcellana
bianca, riprendendo fiato. "Stai bene?" sussurrò Caleb,
aiutando
Hanna ad alzarsi.
"Sì,
forse ho l'influenza. Ho sentito che sta girando." disse Hanna,
afferrando il suo spazzolino e del dentifricio. "Puoi vedere se ho
svegliato Tiff? È presto e non voglio che sia stanca."
Caleb
annuì, e premette le labbra sulla sua fronte prima di
lasciare
il bagno. Aprì la porta della camera di sua figlia, e la
vide
seduta sul letto. La raggiunse, e si inginocchiò vicino a
lei.
"Buongiorno, principessa." disse Caleb, e Tiff sorrise.
"Perché
sei sveglia così presto?"
"Ho
sentito un botto, e poi dei rumori forti." disse Tiff. "E sono sveglia."
"Pensi di poterti rimettere a
letto per me?"
Tiff
annuì, appoggiando la testa sul cuscino. "Mamma sta bene?"
"Starà
bene, è solo malata, ma starà bene."
"Oh, si sente a posto?"
"Lei ha detto di sì,
ma io posso dire quando sta dicendo una bugia, però
starà bene."
"Posso farle una cartolina di
pronta guarigione?"
Caleb
ridacchiò. "Puoi, però, in questo momento, io e
la mamma vogliamo che tu torni a dormire."
Tiff
sospirò. "Okay." La bambina chiuse gli occhi, e Caleb le
baciò la fronte.
"Notte,
tesoro mio." disse Caleb sulla porta.
"Notte, papà."
mormorò Tiff, e Caleb sorrise, e lasciò la
stanza. Hanna
era sotto le coperte, con una bacinella ai piedi del letto. Caleb si
inginocchiò accanto a lei, e premette le labbra sulla sua
fronte.
"Perché stai
sorridendo?" chiese Hanna, con voce leggermente rauca.
"Tiff si è appena
lasciata andare e mi ha chiamato papà."
disse Caleb, continuando a sorridere.
Hanna
sorrise. "È una bella cosa. È davvero una bella
cosa."
"Ti
senti bene?" chiese Caleb, sentendole la fronte con la mano.
"Uh, mi sento uno schifo."
"Vuoi qualcosa?"
"Te. Ti prego, infilati nel
letto. Ti prego."
Caleb
sorrise, e si infilò nel letto. "Mettiti a dormire, okay?"
"Più
tardi diremo a Tiff che sei suo padre."
"Sei sicura?"
"Se
si è lasciata andare, sono sicura." disse Hanna, e si
voltò così da avere di fronte il petto di Caleb.
Lui
allacciò le braccia attorno a lei, e lei respirò
nel suo
petto.
"Senti freddo?"
Hanna
annuì.
"Vuoi
che ti prenda una coperta?"
"No, tu sei caldo. Abbracciami
e basta, e sarò a posto. Okay?"
Il
ragazzo sorrise, e baciò la tempia di Hanna. "Okay."
…
"Ti
senti bene?" chiese Caleb, con la mano sulla fronte di lei,
controllandole la temperatura. Erano le nove e mezza, e la giovane
coppia era ora sveglia perché Hanna aveva appena vomitato
nella
bacinella. Caleb si era alzato, era andato nel bagno con la bacinella,
ne aveva svuotato il contenuto, lavato la bacinella, ed era tornato
nella stanza, dando ad Hanna la bacinella e distendendosi nuovamente
sul letto.
"No,
uno schifo, ancora." rispose Hanna, con voce rotta.
Tiff
entrò nella stanza e si infilò nel letto. "Ti
senti bene?"
"Sono
a posto, patatina." rispose Hanna. "Caleb ed io abbiamo qualcosa da
dirti."
"Sì."
replicò Caleb, tremante.
"Cos'è?"
chiese Tiff, spostandosi sul letto, così da essere in mezzo
a
Caleb ed Hanna, sotto le coperte, e con la testa sui cuscini. Hanna
sorrise a Caleb prima di continuare.
"Come ti sentiresti se Caleb
fosse il tuo papà?" chiese Hanna.
Tiffany
nascose il suo sorriso con la mano, ed annuì. "Il mio vero
papà?" chiese la bambina, guardando Hanna con degli occhioni
speranzosi.
"Il
tuo vero papà." disse Hanna. "Come ti sentiresti a riguardo?"
"Bene."
disse Tiff, mordendosi un labbro. "Ma deve comprarmi un'altra Barbie."
Hanna
e Caleb ridacchiarono. "Ci sto." disse Caleb.
"E
un nuovo vestito da principessa."
"Ci
sto."
"Davvero?" chiese Tiff,
guardando Caleb con dei grandi occhioni marroni da cucciola.
"Davvero.
Qualsiasi cosa per la mia principessa." disse Caleb, e dunque
iniziò a farle il solletico, facendola ridacchiare.
"Smettila!" strillò
Tiff, urlando e ridendo allo stesso tempo.
"Okay."
disse Caleb, e smise di farle il solletico, e mise Tiff sul suo addome,
da dove la bambina guardò Hanna che stava ora dormendo come
un
sasso.
"Mamma è okay? Non
si sente tanto bene?" chiese Tiff.
"Quello
che faremo è lasciare dormire mamma, e quando si sveglia, io
le
do qualche medicina, e tu puoi guardare la TV e farle una cartolina di
pronta guarigione. Che ne dici?"
Tiffany
annuì. "Va bene."
"Adesso
lasciamo dormire mamma." disse Caleb, e Tiffany lasciò la
stanza
mentre lui si assicurò che Hanna - che era unicamente in una
maglietta - fosse al caldo. Le mise i pantaloni del suo pigiama, la
infilò nel letto e le diede qualche altra coperta.
…
"Cosa stai disegnando?" chiese
Caleb, inginocchiato vicino a Tiff.
"Una cartolina di pronta
guarigione per mamma." disse Tiff. "Possiamo fare dei biscotti per
mamma?"
"Sì, possiamo, dopo
che hai finito la cartolina."
Tiff
annuì, e continuò a fare la cartolina
finché,
dieci minuti dopo, dichiarò di aver finito. "Ho fatto."
"È
strepitosa." si complimentò Caleb. "Mamma la
adorerà."
Tiff
gli sorrise. "Lo so. Adesso facciamo i biscotti." La bambina di quattro
anni si distolse dalla sua posizione e raggiunse la cucina, avendo
già gli ingredienti fuori.
Le
successive due ore furono piene di risate, pasticci e un sacco di
abbuffate di pasta di biscotti.
…
Poche
ore dopo, Hanna mugolò, svegliandosi. "Caleb."
chiamò, e
lui entrò nella camera di Hanna, inginocchiandosi accanto al
suo
letto.
"Ti
senti bene?" chiese Caleb. "Vuoi che ti prenda qualche medicina?"
"Per favore. Sfortunatamente,
io ne sono a corto, ma Spencer e Toby probabilmente ce l'hanno. Ho
usato l'ultima per Tiff."
"Sai, lei ha insistito per
farti dei biscotti."
"Ha fatto un pasticcio, non
è così?"
Caleb
ridacchiò. "Uno grande. La farina era ovunque, e adesso lei
è nella vasca dopo essersi praticamente fatta un biscotto
lei
stessa."
Hanna
rise. "Beh, sono sicura che adorerò i biscotti. Eri un cuoco
grandioso."
"Hey,
lo sono ancora."
Hanna
ridacchiò. "Puoi per favore prendere la medicina?"
Lui
le baciò la fronte. "Sì, torno tra un secondo."
disse
Caleb, e diede un altro bacio sulla fronte di Hanna prima di lasciare
la stanza. Disse a Tiff che si sarebbe assentato per pochi minuti, e
quindi entrò nell'appartamento di Toby e Spencer.
"Hey,
e tu che cosa vuoi?" chiese Spencer.
"Vedo che sei sommersa dal
lavoro." ribatté Caleb.
Lei
rise sarcasticamente. "Sì, adesso cosa vuoi? Smettila di
distrarmi."
"Non
ti sto distraendo."
"Dimmi solo cosa vuoi."
"Medicine. Hanna forse ha
l'influenza, ed è a corto di medicine, e ha detto che voi ne
avreste avuta qualcuna."
"Sei fortunato, ce l'abbiamo.
Sono nell'armadietto nel bagno."
"Grazie, e... Dov'è
Toby?"
"Doveva sgobbare in ufficio."
disse Spencer. "Prendi le medicine e basta, e vattene, sto rallentando."
"Sei più tesa
rispetto al liceo." disse Caleb dal bagno, ed afferrò
qualche medicina.
"Zitto,
ragazzo affidatario." rispose Spencer, e Caleb scosse la testa, ridendo.
"Grazie delle medicine." disse
Caleb.
"È a posto. Ciao,
oh, e dì ad Hanna che spero si senta meglio."
"Lo
farò." disse lui prima di lasciare l'appartamento, ed
entrò in quello di Hanna, e quindi raggiunse la camera di
Hanna
dove lei stava dormendo. Il ragazzo ridacchiò tra
sé e
sé, e la strattonò dolcemente per svegliarla.
"Cosa?" mormorò
Hanna, ancora mezza addormentata.
"Ti
ho portato la tua medicina." le sussurrò Caleb, e quindi la
versò fuori dal flacone, in un cucchiaio, e lo
portò di
fronte a lei. "Prendila." Lei prese il cucchiaio, ed altri due. "Puoi
averne altri tre cucchiai in cinque ore. Riposati un po', okay?"
"Okay." disse Hanna, e Caleb le
baciò la fronte.
"Spencer
vuole che ti dica che spera che tu ti senta meglio, ed anche Tiff
probabilmente vuole che tu ti senta meglio." sussurrò Caleb,
ed
Hanna mugolò, e lui le baciò la fronte prima di
lasciare
la camera. Il ragazzò entrò in bagno, e si
accovacciò accanto alla vasca.
"Come va?" chiese Caleb a Tiff.
"Bene. A Vanessa piace l'acqua,
e lei ed Ariel sono amiche." rispose Tiff.
"È una bella cosa.
Devi lavarti i capelli stasera?"
Tiff
scosse la testa. "No, quello è domani. Posso avere un
biscotto?"
"Beh,
quello è il motivo per cui sei nella vasca."
"Avrei semplicemente potuto
leccare via la pasta di biscotto da me stessa."
Caleb
rise. "Sono sicuro che avresti potuto, ma noi non vogliamo che tu ti
ammala allo stesso modo."
Tiff
sospirò. "Però posso avere un biscotto?"
"Pensavo
fossero per mamma."
"Sono sicura che un biscotto
non importi."
Caleb
ridacchiò. "Suppongo che tu possa." Il ragazzo
uscì dal
bagno, ed afferrò due dei tanti biscotti, ed
iniziò a
mangiarne uno mentre ne diede uno a Tiff.
Tiff
fissò il biscotto che stava mangiando Caleb. "Pensavo
fossero per mamma."
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
CP25
CAPITOLO 25
Hanna venne fuori dalla camera
da letto, indossando la felpa di Caleb.
"Mamma."
disse Tiff, e si alzò dal divano, dove era seduta accanto a
Caleb. "Come ti senti?"
"Sto un po' meglio." disse
Hanna, passando la mano tra i capelli tra i capelli di Tiff. "Cosa
avete fatto voi due oggi?"
"Ti
ho fatto dei biscotti, ed una cartolina di pronta guarigione, e poi ho
dovuto farmi un bagno perché ero un pasticcio, e abbiamo
appena
cenato, e papà stava per lasciarmi andare a letto mezz'ora
più tardi del solito." disse Tiff, e riprese la sua seduta
precedente. Hanna fece piccoli passi fino al divano e si sedette
accanto a Caleb. Caleb mise il suo braccio attorno a lei, e lei si
rannicchiò contro di lui, incastrando la testa nell'incavo
del
collo del ragazzo.
"Sono sicura che i biscotti
sono molto buoni." disse Hanna. "Cosa avete mangiato per cena?"
"Pizza." rispose Tiff.
"E cosa hai messo sulla tua
pizza, piccoletta?"
"Ci ho messo, uhm, formaggio, e
uhm, peperoni, e uhm, bacon, e uhm, cipolla, ma niente party rings."
"Cipolla?"
"Tiff voleva provare qualcosa
di nuovo." disse Caleb.
"Come l'hai trovata?" disse
Hanna.
Tiff
la guardò confusa. "L'ho trovata sulla mia pizza."
Hanna
sorrise a sua figlia. "Ti è piaciuta?" Tiff
annuì, sorridendo. "Era molto buona."
"Ci
scommetto che lo fosse. E papà stava per lasciarti andare a
letto mezz'ora più tardi, eh?" disse Hanna, guardando
perlopiù Caleb.
"Sì,
volevamo vedere se ti saresti svegliata, ma quando sarebbero arrivate
le otto, l'avrei messa a letto." disse Caleb, e Tiff
sgattaiolò
dal divano, correndo dalle parti della cucina ed afferrando la
cartolina che aveva fatto per Hanna.
"Ho
fatto questa per te, mamma." disse Tiff, spostandosi per sedersi vicino
ad Hanna. Hanna prese la cartolina da Tiff, e la guardò e
lesse
il messaggio al suo interno.
"Beh, sono sicura che
starò meglio, adesso." disse Hanna. "Grazie della cartolina.
È molto bella."
"Lo so, l'ho fatta io." disse
Tiff, e poi sbadigliò.
"Penso che forse dovremmo
metterti a letto." disse Caleb.
Tiff
scosse la testa con decisione. "No, mamma si è appena
svegliata."
"E
sarò sveglia domani. E se papà ti leggesse una
storia prima di andare a dormire?" chiese Hanna.
"Posso scegliere io quale?"
domandò Tiff.
"Sì che puoi." disse
Caleb. "Ora mettiamoti a letto."
"Sì è
lavata i denti?" chiese Hanna a Caleb.
"Certamente
che li ho lavati. Voglio che il mio principe arrivi, un giorno." disse
Tiff, ed Hanna ridacchiò, facendo segno a Caleb che gli
avrebbe
spiegato più tardi.
Tiff
saltò nel suo letto, e si tirò le coperte sul
corpo.
Caleb si inginocchiò accanto al suo letto, e le sorrise.
"Quale
favola vuoi che legga?"
…
"È crollata?" chiese
Hanna, assonnata.
"Sì,
è crollata." disse Caleb, e quindi si inginocchiò
accanto
ad Hanna, che era distesa sul divano, lottando per tenere gli occhi
aperti. "Perché non vai a letto? Dormire ti farà
sentire
meglio."
"Portami tu."
Caleb
sollevò Hanna dal divano, e camminò lentamente
fino alla
camera da letto così che ad Hanna non girasse la testa e si
sentisse anche peggio. Il ragazzo la distese nel letto, e le mise su la
coperta. Le diede un bacio sulla fronte, e si accorse che scottava
ancora.
"Vuoi
dell'altra medicina?" chiese Caleb in un sussurro.
Hanna
annuì assonnata. "Tu fai il lavoro, e poi ti metti nel letto
con me."
Caleb
ridacchiò, ed imboccò la medicina ad Hanna.
"Grazie."
mormorò Hanna, chiudendo gli occhi dopo la lotta per tenerli
aperti.
Caleb
le baciò la tempia, passandole una mano tra i capelli
biondi. "Vado a farmi una doccia, va bene?"
"No,
non va bene. Mettiti nel mio letto, odori di buono. Odori di Caleb."
bofonchiò Hanna, e Caleb ridacchiò piano. Si
alzò
e si tolse la maglietta, poi i pantaloni, e i boxer. Afferrò
i
pantaloni del suo pigiama e quindi se li mise addosso. Raggiunse il
bagno, si lavò i denti e si stiracchiò. Fece per
aprire il
rubinetto del lavandino, e si buttò dell'acqua in faccia.
Caleb
si asciugò la faccia con un asciugamano, e dunque
rientrò
in camera di Hanna. Inoltre chiuse la porta, e mise la bacinella vicino
alla ragazza nel caso in cui avrebbe avvertito un'ondata di nausea
durante la notte. Caleb raggiunse l'altro lato del letto, e ci si mise
dentro. Il ragazzo portò un braccio attorno allo stomaco di
Hanna, distrattamente.
…
Tiff uscì di corsa
dalla sua stanza e raggiunse la camera di Hanna, e si
arrampicò sul letto, svegliando Caleb.
"Tiff,
cosa c'è che non va?" mormorò Caleb, baciandole
la fronte, mentre lei saliva sul suo addome.
"Ho
fatto un brutto sogno." disse Tiff, con le labbra incurvate verso il
basso, in un broncio. "Non farmi mangiare dai mostri, papà."
"Non lascerò che ti
mangino. Dovranno prima mangiare me." disse Caleb, e Tiffany
ridacchiò.
"Posso dormire con te e mamma
stanotte?" sussurrò Tiff.
"Certamente."
"Bene."
disse Tiff, e quindi si tolse da Caleb e si distese in mezzo ai due.
"Notte, papà." mormorò Tiff, e subito si
addormentò.
"Notte, principessa."
sussurrò Caleb, portando un braccio attorno a Tiff ed Hanna.
Portando un braccio attorno
alle sue ragazze.
…
Hanna
mugolò, svegliandosi. Aprì gli occhi, e vide Tiff
nel
letto, con il braccio di Caleb attorno ad entrambe loro. Hanna sorrise.
"Sei
sveglia?" sussurrò Caleb, facendo sobbalzare leggermente
Hanna.
"Sì."
mormorò Hanna, voltandosi per avere di fronte a
sé Caleb,
e mugolò mentre lo fece. "Perché lei è
qui?"
"Ha
fatto un brutto sogno. È entrata qui di corsa, e poi ha
detto
'Non farmi mangiare dai mostri', ed ora sta dormendo qui."
sussurrò Caleb di risposta ad Hanna.
"Okay. È a posto."
"Ti senti meglio?"
Hanna
fece spallucce. "Non lo so. Penso di sentirmi un po' meglio."
Caleb
protese un braccio, ed appoggiò il retro della sua mano
sulla fronte di Hanna. "Sei davvero calda, amore."
"Beh,
questo spiega perché ho alquanto freddo." mormorò
Hanna. "Ma ho davvero voglia di un biscotto."
Caleb
ridacchiò. "Tiriamoti fuori dal letto." Caleb scese dal
letto,
raggiunse il lato di Hanna, e la afferrò per le braccia,
facendola alzare dal letto.
"Grazie."
disse Hanna, accucciandosi nell'abbraccio di Caleb nel frattempo in cui
i due entrarono in cucina. La ragazza raggiunse uno dei due sgabelli
che aveva in cucina. "Dove sono i biscotti?"
"Nella
teglia." disse Caleb. "Vuoi un po' di caffè?"
"Uh, no." disse Hanna, facendo
una faccia disgustata al solo pensiero del caffè.
La
porta della camera di Hanna si aprì, e Tiff ne
uscì di
corsa. "Papà, non farmi mangiare dai mostri."
urlò Tiff,
correndo via dalla camera.
Caleb
ridacchiò, e la afferrò per la vita,
sollevandola, e
mettendosela in braccio. "Te l'ho detto la scorsa notte." disse il
ragazzo. "Non lascerò che i mostri ti mangino."
Tiff
si accucciò nel suo petto. "Bene." La bambina vide Hanna
fare un
morso dei biscotto che lei e Caleb avevano fatto proprio il giorno
prima. "A mamma piacciono i biscotti?" chiese Tiff, guardando in alto
verso Caleb.
"Penso
di sì. Dovresti chiedere." disse Caleb.
"Mamma, ti piacciono i
biscotti?" chiese Tiff, ed Hanna annuì, finendo il biscotto.
Hanna
le sorrise. "Sì che mi piacciono i biscotti. Sono molto
buoni. Sono i miei preferiti."
"Lo
so. Al cioccolato. Sono anche i miei preferiti."
Hanna
annuì. "Lo so che lo sono. Ne vuoi uno? Sono sicura che sono
un'ottima cura per gli incubi."
Tiff
annuì, ed Hanna le diede la teglia piena fino all'orlo di
biscotti. Tiff allungò la mano fino alla teglia dei biscotti
al
cioccolato. La sua mano ci si immerse, e tirò fuori uno dei
biscotti più grandi che ci fossero.
"Sono
buoni." disse Tiff, ed iniziò a mangiarlo.
"Certamente. Li hai fatti tu."
disse Hanna. "Hai fatto un pasticcio?"
Tiff
ridacchiò. "Uno grande. La farina era ovunque.
Papà ha dovuto ripulire mentre io ero nella vasca da bagno."
"Sono
sicura che lo fosse. Hai mangiato la pasta di biscotto?"
Tiff
fece spallucce, increspando le labbra. "Non lo so."
"Davvero?"
Tiff
scoppiò in un sorriso, ed iniziò a ridacchiare.
"Sì, l'ho fatto."
"Ne
hai mangiata un sacco, non è vero?"
Tiff
annuì. "I biscotti al cioccolato erano davvero buoni. E
sembra
che non puoi mettere il gelato al biscotto nel forno. È
stupido."
Hanna
e Caleb ridacchiarono. "È gelato. Si squaglierebbe."
"Dovrebbero
fare un gelato insquagliabile, che si squaglia solo nella tua bocca."
disse Tiff.
"Sarebbe molto buono, ma se
fosse duro, dovresti affondare il tuo cucchiaio con forza." disse Caleb.
Tiff
mugolò, reclinando la testa all'indietro. "Beh, ci sarebbe
un cucchiaio che farebbe tutto il lavoro per te."
"Ti
imboccherebbe il gelato?" chiese Hanna.
La
bocca di Tiff si aprì e i suoi occhi si spalancarono.
"Sì!" gridò.
"Penso
che abbiamo una piccola scienziata nelle nostre mani." disse Caleb.
"Cos'è una
scienziata?" chiese Tiff, confusa.
"Uno scienziato è
una persona che fa delle cose, e fa esplodere delle cose." disse Caleb.
"E fa esperimenti."
"Che vuol dire esperimento?"
"È fare una scoperta
o qualcosa del genere."
"Quindi io starei sperimentando
se provassi un gelato diverso?" fece Tiff.
Caleb
annuì. "Sì, più o meno."
"Diventerò
una scienziata." decise Tiff.
"Pensavo che volessi fare la
veterinaria." disse Hanna.
"Gelato batte animale, mamma."
disse lei. "Ma non dire agli animali che l'ho detto."
"Non oserei."
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
CP26
CAPITOLO 26
"Uh, non penso di stare
abbastanza bene." sussurrò Hanna quando si
svegliò lunedì mattina.
"Posso
portare io Tiff a scuola." disse Caleb.
"Devo
prepararle il pranzo." disse Hanna, sedendosi, ma Caleb la respinse
giù. "Caleb, devo prepararle il pranzo al sacco."
"Posso
farlo io. Dimmi cosa mangia, e glielo preparerò. La
porterò a scuola, e poi tornerò qui. E poi,
quando
bisognerà andare a riprendere Tiff, la andrò a
riprendere
io, e poi la riporto a casa. Che ne dici?"
"Sembra
che vada bene. Lei mette il prosciutto nel suo panino, e non le piace
il pane, perciò mettiglielo in una baguette." disse Hanna.
"E
poi metti qualche patatina, e due biscotti. Non prepararle lo zainetto,
perché quello piace farlo a lei. Svegliala una volta che le
hai
fatto il pranzo, e poi vestila, però non con un vestito da
principessa, ma con qualcosa di simile. E devi andare a lavoro?"
"Posso
farlo, e non devo andare a lavoro oggi, quindi posso prendermi cura di
te." disse Caleb. "Adesso torna a dormire." disse lui, premendo le
labbra sulle sue per un bacio veloce. Le fece un sorrisetto prima di
entrare in cucina, ed iniziò a preparare il pranzo di Tiff.
Finì di farle il pranzo cinque minuti dopo. Entrò
nel
bagno, e si fece una doccia veloce. Allacciato un asciugamano attorno
alla vita, il ragazzo entrò nella stanza di Hanna, ed
iniziò a vestirsi in qualcosa di casual.
"Mi ci potrei abituare."
farfugliò Hanna, sorridendo leggermente.
Caleb
ridacchiò, e raggiunse Hanna, e si inginocchiò
vicino al
suo letto. "Mettiti a dormire." sussurrò Caleb, e
baciò
la fronte della ragazza.
"Avrei
potuto, ma poi tu sei entrato con un asciugamano, non vale, Caleb."
farfugliò Hanna, e Caleb le baciò di nuovo la
fronte.
Caleb
raggiunse la camera di sua figlia, e la strattonò dolcemente
per
svegliarla, finché gli occhi di Tiffany si aprirono piano.
"Buongiorno, principessa."
"Giorno,
papà." sussurrò Tiff, stirando le braccia verso
l'alto. "Dov'è mamma?"
"Non si sente ancora bene,
perciò tu mi dovrai insegnare cosa fai di lunedì,
mentre ci vestiamo." disse Caleb.
"Posso mettermi un vestito da
principessa?" chiese Tiff, sorridendo innocentemente.
Caleb
ridacchiò. "Bel tentativo, principessa." Tiff
piegò il
suo labbro inferiore mentre sorrise. "Ma mamma ha detto che puoi
metterti un vestito come quello."
"Un
vestito rosa con le scarpette." disse Tiff, e la bambina
parlò
di cosa avrebbe fatto durante il giorno, mentre Caleb la aiutava a
vestirsi. "E poi io dico ciao ciao a Bella, e tu vieni a riprendermi."
"Sembra
una giornata impegnativa." disse Caleb, mentre diede a Tiff una ciotola
dei suoi cereali che aveva scelto di mangiare quella mattina. "E cosa
hai intenzione di fare quando torniamo qui?"
"Saluterò
mamma." disse Tiff, una volta che ebbe inghiottito una cucchiaiata.
…
"Ciao,
papà." disse Tiff, allacciando le braccia attorno al collo
del
ragazzo prima di correre all'interno dell'edificio. "Hey, Bella."
disse, dandole un abbraccio che Bella ricambiò.
"Hey, Tiff." disse Bella, e
quindi si avvicinò all'orecchio di Tiff. "C'è un
bimbo nuovo."
Tiff
ridacchiò, e chiuse le sue mani attorno all'orecchio di
Bella. "Come si chiama?"
"John."
"Dovremmo
dire 'ciao'?"
Bella
fece spallucce.
…
"Così,
tu sei il padre di Tiff?" chiese Dani, andando vicino a Caleb, che
annuì. "Io sono Dani. La madre della migliore amica di
Tiffany,
ed un'amica di Hanna."
"Ah." disse Caleb, annuendo.
"Allora, come ti chiami? Voglio
dire, devo conoscere il padre della migliore amica di mia figlia."
"Caleb Rivers."
Dani
gli sorrise. "Beh, come sta andando? So cos'è successo,
perciò potresti anche dirmi come ti senti a riguardo."
"Sta
andando bene, Tiff è grandiosa, è adorabile."
"Uh, lo so. Allora,
dov'è Hanna? Di solito è puntuale, sempre qui."
"È malata, ha
l'influenza."
"Wow, primo giorno di pausa in
quattro anni." disse Dani. "Pensavo che non avrebbe mai interrotto
quella striscia."
Caleb
alzò le sopracciglia.
"Anche
se Hanna aveva un'emicrania, era sempre puntuale, non avrei mai pensato
che avrebbe smesso." disse Dani, ridacchiando. "Ad ogni modo, devo
andare a lavoro, è stato grandioso conoscerti, ma
probabilmente
ti vedrò comunque all'ora in cui dovremo venire a riprendere
le
bambine."
Caleb
sorrise.
…
"Hey,
sei sveglia." disse Caleb, nel mentre in cui lui entrò
nell'appartamento, e lei uscì dal bagno. "Ti senti bene?"
"Ho
appena vomitato." disse Hanna, stiracchiandosi. "Ma sono un figurino."
disse sarcasticamente, mentre rientrò nella sua camera, e si
accasciò sul letto. Caleb si calciò via le
scarpe, ed
entrò nella camera. Coprì la ragazza con le
coperte.
"Ma ti senti bene? Non hai
risposto alla mia domanda."
Hanna
espirò. "Un po' di merda. Com'è andata a te?"
"Mi
è andata abbastanza bene, ho conosciuto Dani."
"La adoro, è un
tesoro."
"Sembra brava."
"Lo è."
…
"Tarzan è
meglio di Cenerentola."
disse John a Tiffany e Bella.
"No-oh!" disse Tiff. "Tarzan si
lancia solo sulle liane, e si batte sul petto, e urla.
Così."
Tiff si fermò, chiuse i suoi pugni, e si batté
sul petto
mentre urlava. "Ma Cenerentola balla
con un principe."
"E Cenerentola ha una
fata madrina, che trasforma una zucca in una carrozza." disse Bella.
"È
abbastanza forte, però dai, lui vive nella giungla, e si
lancia
con le liane, ed è amico di tutti gli animali, come le
scimmie."
disse John. "E Cenerentola era una
schiava."
"Anche Mowgli."
disse Tiff, riferendosi al ragazzino del Libro
Della Giungla. "E lui è amico di un orso che si
chiama Baloo."
"E loro cantano Lo Stretto
Indispensabile." disse Bella.
"Ma
che ne dite di Simba?
Lui cantava Hakuna
Matata. E c'è Mufasa che
è il re leone." aggiunse John.
…
"Papà!"
gridò Tiff, e quindi corse da Caleb, e lui la
sollevò, mettendosela in braccio.
"Hey, principessa, cosa hai
fatto oggi? È stata una giornata impegnativa come hai detto
che sarebbe stata?" chiese Caleb.
Tiff
scosse la testa, sorridendo.
"Allora
cosa hai fatto?"
"È stata ancora
più impegnativa di quanto avevo pensato." disse Tiff.
"Cos'è successo?"
chiese Caleb.
"C'è
questo nuovo bimbo, e lui si chiama John, ed io e Bella siamo state con
lui per il giorno intero, facendo quello che avremmo fatto, ma con una
terza persona."
"Wow, ti sei divertita?"
Tiff annuì,
sorridendo. Si liberò della stretta del padre, e poi
raggiunse Bella che stava parlando con John.
"Interessante,
non abbracciano mai i nuovi bambini una volta cresciute." disse Dani,
raggiungendo Caleb, e restando accanto a lui.
"Già, tutti i
clichés, non si vuole incontrare nuova gente." disse Caleb.
"Probabilmente hanno avuto una
discussione riguardo la Disney o qualcosa." disse Dani, ed i due
ridacchiarono piano.
"Siete i genitori di Bella e
Tiff o qualcos'altro?" chiese una donna, avvicinandosi ai due.
"Ah, io sono la madre di Bella,
Dani. Suppongo tu sia la madre di John, allora?" disse Dani.
"Sì, io sono Lea, ci
siamo appena trasferiti qui." disse Lea.
"Io sono Caleb, il padre di
Tiff. È un piacere conoscerti."
"Lo
stesso vale per me." disse Lea. "Sembra che Bella e Tiff stessero
parlando di Cenerentola, e John si è intromesso dicendo di
come
Tarzan fosse meglio."
I
tre adulti ridacchiarono insieme. "Sempre Disney." disse Dani.
"È così che si sono conosciute Tiff e Bella.
Bella stava
disegnando Cenerentola, e Tiff stava disegnando Cenerentola."
Caleb
e Lea ridacchiarono.
…
"Avanti, Tiff." disse Caleb.
"Papà, un secondo,
okay?" disse Tiff, nemmeno girandosi per guardarlo.
"Pensavo
che volessi salutare mamma!"
Tiff
sospirò. "Hai ragione."
"Avanti."
disse Caleb. "Potrai vedere i tuoi amici per il resto della settimana.
Che ne dici?"
"Okay."
…
"Sei sveglia." disse Tiff,
correndo da Hanna che si mise la bambina in braccio.
"Com'è stata scuola?"
"Ho fatto un nuovo amico, si
chiama John, e io, Bella e John abbiamo parlato della Disney per tutto
il giorno."
"Wow, è stato
divertente?" chiese Hanna.
"Sì, lui
è forte." disse Tiff.
"Bene."
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
CP27
CAPITOLO
27
Era
passata una settimana da quando Tiff si era fatta il suo nuovo amico, e
c'erano state molte altre conversazioni sulla Disney. Hanna si sentiva
meglio, e lei e Caleb stavano discutendo sul fatto che lui potesse
trasferirsi. L'appartamento del ragazzo era di sua madre, e
così
l'arredamento. Avrebbe potuto facilmente restituire l'appartamento a
Claudia o avrebbe potuto venderlo.
"Lasciami
pagare tutte le spese." disse Caleb ad Hanna, una volta che Tiff fu
andata a letto.
"No." disse Hanna.
"Perché no?"
Hanna
restò zitta per un momento, cercando di trovare una ragione
per
dirgli perché non avrebbe potuto pagare le spese.
"Perché
non voglio che tu lo faccia."
"Perché?
Al liceo adoravi che io spendessi soldi per te."
"Quello
era al liceo, ed era prima che avessi Tiff." disse Hanna, spostando la
sua posizione sul divano, così che la sua testa era distesa
sulle gambe di Caleb. Lui iniziò ad accarezzarle i capelli,
e si
chinò per baciarle la testa.
"Dammi una vera ragione, Hanna.
Io voglio pagarle, ti amo, e voglio pagarle per te per questo motivo."
"Caleb, non posso lasciartelo
fare. Voglio dire, anch'io ti amo, ma non posso lasciarti pagare tutte le
mie spese. È chiedere troppo."
"Non lo stai chiedendo, te lo
sto offrendo io."
"Insomma, se vuoi farlo, non ti
fermerò, ma è molto da offrire." disse Hanna, e
Caleb ridacchiò piano.
"Voglio pagarle, e lo
farò."
"Bene." disse Hanna, finalmente
acconsentendo. "Cosa vuoi fare domani?"
"Perché non andiamo
in spiaggia?" chiese Caleb, e l'indomani era un sabato.
"Ricordi che te l'ho detto?"
chiese Hanna.
"Certamente che me lo ricordo."
disse Caleb. "Che ne dici?"
"Sì, ma non dirlo a
Tiff, le faremo una sorpresa."
Caleb
sorrise. "Grandioso." Il ragazzo si fermò. "E sai, non ti
vedo in bikini da anni."
"Oh
mio Dio." disse Hanna, ridendo. Si sollevò per sedersi,
ridendo,
e baciò Caleb. "Non", bacio, "ci", bacio, "posso", bacio,
"credere."
Caleb
sorrise, e rise. Hanna appoggiò la testa sulla sua spalla,
ed
espirò. "Posso sempre indossare un bikini adesso."
sussurrò.
"Allora
te lo toglierei di dosso, ma penso che sarà più
veloce se
ci spostiamo in camera da letto, ed io ti tolgo tutto di dosso ora."
Hanna
fece un sorrisetto, ed i due si spostarono in camera da letto.
…
Tiff corse in camera di Hanna e
Caleb nel mezzo della notte, e saltò su Caleb.
Caleb
mugolò, e si svegliò, lentamente, con gli occhi
mezzi chiusi. "Sì, principessa?"
"Ho
paura." sussurrò Tiff, accoccolandosi sul petto di Caleb.
"Ho fatto un brutto sogno."
"Cosa
riguardava?"
"Uno zombie stava provando a
mangiarmi."
"Sai com'è fatto uno
zombie?"
"Abbiamo la TV satellitare,
papà."
Caleb
rise, e baciò la testa della figlia. "Vuoi che vada a
controllare se c'è un mostro nel tuo letto?"
Tiffany
scosse la testa. "Mamma mi lascia rimanere nel lettone, posso rimanere
nel lettone?"
"Certamente
che puoi." disse Caleb. "Mettiamoti in mezzo a noi." fece Caleb, prima
di portare Tiff nel mezzo di lui ed Hanna, ed il ragazzo mise un
braccio attorno ad entrambe loro. "Buonanotte, principessa."
"Notte
notte, papà." disse Tiff, accoccolandosi contro la schiena
di
Hanna, che era già addormentata, ma d'altronde, come
biasimarla.
I due si erano addormentati solo poco dopo mezzanotte, dopo quasi
qualche ora di attività.
…
Hanna
si svegliò con Tiff nel suo letto e Caleb no. La ragazza
baciò la fronte della figlia prima di lasciare la sua
camera,
che fu lo stesso preciso momento in cui Caleb uscì dal bagno
con
un asciugamano legato attorno alla vita. "Buon tempismo, eh?" chiese
Hanna, sorridendo.
Caleb
ridacchiò. "Ottimo tempismo."
Hanna
lo raggiunse, e lo baciò dolcemente. "La scorsa notte
è stata divertente."
Lui
fece un sorrisetto. "Lo so."
Hanna
gli baciò la guancia prima di raggiungere la macchinetta del
caffé così poteva farne un po' per lei e Caleb.
"Perché Tiff è nel nostro letto?"
"Ah,
ha fatto un brutto sogno, così l'ho lasciata dormire con
noi." disse Caleb.
Hanna
mugolò, passandosi una mano tra i capelli.
"Che
c'è?" chiese Caleb.
"Ha
avuto il problema dei mostri sotto il letto quando è passata
dalla culla al letto da bambina, e non voglio davvero che venga fuori
di nuovo. Ci è voluto molto tempo per farle riprendere un
sonno
normale, è stato un processo davvero stancante."
"Scommetto
che lo sia stato."
"Toby
e Spencer mi hanno aiutata qualche notte così in
realtà
ho potuto dormire un po' e fare del lavoro." disse Hanna;
espirò. "Non vedo l'ora per la spiaggia."
"Neanch'io."
Hanna
reclinò la testa all'indietro, e si scrocchiò il
collo. "Ho bisogno di rilassarmi per un giorno."
Caleb
ridacchiò.
…
"No,
dove stiamo andando?" chiese Tiff, in macchina, per circa la dodicesima
volta; erano solo da dieci minuti in viaggio per la spiaggia.
"Hmm,
indovina." disse Hanna.
"Non
lo so, e se lo dico giusto non mi direte se è giusto o
sbagliato." disse Tiff. "Quindi non indovinerò, mamma."
"Avanti,
sarà divertente, Tiff." disse Caleb.
"Dove
stiamo andando?" si lamentò Tiff. "Non mi piace."
"Lo
saprai, perché non guardi fuori dal finestrino? Ti
potrà
forse dare un indizio, piccolo diamante." disse Hanna.
Tiffany
sbuffò, e si accoccolò il suo coniglietto vicino
a
sé. Si mise un dito in bocca e lo succhiò. "Non
ci sono
indizi!"
Hanna
sorrise. "Continua a guardare, tesoro mio."
Tiffany
urlò di sorpresa quando vide un cartello che diceva spiaggia. "Mamma,
stiamo andando in spiaggia?"
Hanna
applaudì. "Sì, ci stiamo andando. Ben fatto,
tesoro."
"Yay.
Posso avere un gelato quando siamo lì?"
"Penso che tu debba chiedere a
papà questo."
"Papà, posso avere
un gelato lì?" chiese Tiff.
"Penso
che forse potrai avere due gelati quando saremo lì." disse
Caleb. "E potrai giocare nel mare e fare castelli di sabbia."
Tiffany
sorrise, con il dito ancora in bocca. "Sarà mooooolto
divertente."
"Sì,
lo sarà." disse Hanna, sorridendo verso Caleb.
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
CAPITOLO 28
"Che gelato vuoi?" chiese
Caleb, mentre stringeva Tiff tra le sue braccia che stava guardando i
diversi gusti di gelato.
Tiffany
fece spallucce. "Ce ne sono così tanti, papà."
Caleb
le baciò la testa. "Prenditi il tempo che vuoi."
Tiffany
sbuffò, portandosi un dito alle labbra. "C'è il
gelato al biscotto?"
Caleb
picchiettò sul vetro sopra il gelato al biscotto
così che Tiff potesse vedere dove fosse. "Lì."
Tiff
si avvicinò all'orecchio di Caleb, e mise le mani attorno di
esso. "Posso avere quattro palline?"
"Hmm,
penso forse tre." disse Caleb, guardandola dopo che si era allontanata.
Tiff
sospirò. "Perché?" si lamentò.
"Mamma
ha detto che potevi averne due, non ne puoi avere due di
più. Allora non potresti avere un altro gelato."
Tiffany
sospirò di sorpresa, con i suoi occhi da cerbiatta che si
spalancarono. Caleb trattenne un sorriso, con gli angoli della sua
bocca che si piegarono leggermente verso l'alto. "Sarebbe brutto."
"Sì
che lo sarebbe." disse Caleb.
"Posso
avere tre palline di gelato al biscotto, allora?"
"Sì."
…
Hanna decise di ignorare il
fatto che Tiffany avesse tre palline invece di due, pensando che fosse
solo Caleb a viziarla. Caleb era seduto, e Tiffany era seduta in mezzo
a loro a mangiare il gelato dalla coppetta con un piccolo cucchiaino
rosa.
"Stai
bene?" chiese Caleb ad Hanna che stava leggendo un libro di Nicholas
Sparks.
"Hmm?"
chiese Hanna, portando la sua attenzione dal libro al suo ragazzo.
"Stai
bene?"
Hanna
annuì, e sorrise. "Sto alla grande." La ragazza di
tirò su, facendo la pieghetta sulla pagina sulla quale si
trovava, poggiando il libro di fronte a sé. "Ma tre
palline?" sussurrò Hanna, alzando le sopracciglia.
Caleb
fece spallucce sorridendo. "Cosa?"
"Questa
è una Barbie della spiaggia di Malibu!" disse casualmente
Tiff, spezzando la conversazione di Hanna e Caleb. "La Barbie della
spiaggia di Malibu che mi ha regalato Aria."
"Sì,
scommetto che Barbie si divertirebbe qui." disse Hanna.
Tiffany
annuì, sorridendo e guardando l'oceano. "Lo farebbe."
…
Hanna stava camminando con Tiff
che stava cercando conchiglie sulla riva della spiaggia. Caleb stava
prendendo il sole sul suo asciugamano quando Rachel si
presentò da lui, con le narici dilatate.
"Sei
disgustoso!" disse Rachel, a denti stretti.
Caleb sospirò, si
tolse gli occhiali da sole e si alzò in piedi.
"Perché sono disgustoso?" espirò Caleb.
"Perché
sei con lei."
disse Rachel, rimarcando la parola 'lei' con il maggior disgusto che
potesse mostrare.
"Rachel, mi dispiace
moltissimo, mi dispiace." disse Caleb. "E non mi importa se scegli di
perdonarmi oppure no. Ma è stata una mia scelta, non di
Hanna. Almeno prova a perdonare Hanna per qualcosa che non ha neanche
fatto."
"Lei è innamorata di
te; tu sei innamorato di lei! Come posso perdonarla, quando tu dovresti
amare me?"
"Guarda, pensavo che potevo
superare Hanna stando con te, ma non ha funzionato, e non era giusto
che continuassi a stare con te quando ero innamorato di Hanna, e mi
dispiace. Ma Hanna ha la mia bambina, Rach."
"Questo è l'unico
motivo?" chiese Rachel, con le narici dilatate. "Davvero?"
Caleb
scosse la testa. "No, non lo è. Sono innamorato di lei, e
non avrei dovuto lasciarla, perché quello è stato
un grande errore."
"Tu
eri fidanzato con me, Caleb. Non puoi buttarci via." Rachel si
fermò, guardandolo. "Non puoi buttarmi via."
Caleb
espirò, ed arricciò il naso - segno che fosse a
disagio. "E non posso buttare via lei, non posso non stare con lei
quando tutto quello che voglio è stare con lei."
Gli
occhi di lei si fecero lucidi mentre deglutiva. "Lei ha una bambina, tu
sei giovane; noi siamo giovani."
"Tiff
è la mia bambina, io la amo. Le amo entrambe, e so che
è forse pericoloso quanto io ami queste due ragazze
perché fidati, probabilmente non è una
quantità propositata, ma non lascerò Tiff o
Hanna. Mai più. L'ho fatto in precedenza, e mi sono sentito
uno schifo da quando ho scoperto che Hanna era rimasta incinta della
mia bambina."
Rachel
scosse la testa, asciugandosi una lacrima dal basso del suo occhio.
"Sei cambiato."
"Come?"
Lei
fece spallucce. "Non riesco ancora a crederci!"
"Credere
a cosa?"
"Che tu sia tornato da lei, che
tu non mi abbia detto che eravate stati insieme, che lei non me l'abbia
detto, che tu non sapevi-" Rachel si fermò a metà
della sua frase. "Ecco perché sei uscito dopo cena quella
sera, per andare da lei, per baciarla, per dirle che la ami. Oh mio
Dio."
"Non è quello che
è successo! Ti ho tradita più avanti!" disse
Caleb, ma si pentì immediatamente di averlo detto mentre lo
disse. Chiuse gli occhi ed imprecò.
"Mi hai tradita! Con lei!"
disse Rachel, furiosa. "Lei sapeva che io ero fidanzata con te, ed
è andata a letto con te, e tu sei andato a letto con lei
consenziente. È disgustoso!"
La sua voce si era alzata ad un grido.
"Lo so," sospirò
Caleb. "so che lo è," il ragazzo espirò ancora,
perché sapeva fosse disgustoso ma era sembrato
così giusto dormire con Hanna dopo quattro anni separati. "e
tu hai tutto il diritto di odiarmi, ce l'hai. Io mi odierei se fossi in
te, ma, ascolta, Hanna è Hanna ed è stata la
prima persona con la quale mi sono potuto sentire in sintonia e la
nostra relazione è stata complicata, è stata
molto complicata. Avevo voli avanti ed indietro dalla California, e poi
facevo avanti e indietro per vedere mio padre." Il ragazzo si
passò le mani lungo la faccia. "Ma la amo. La amo veramente."
"Sai che pensavo di potermi
fidare di te, e pensavo di potermi fidare di Hanna. Ma la persona che
per me significava praticamente tutto è andata a farsi la
mia migliore –"
"Guarda," disse Caleb,
interrompendola. "se non avessi incontrato Hanna, e se Emily non avesse
avuto un problema non ci saremmo mai conosciuti, e sono dannatamente
grato che Emily non potesse telefonare a qualcuno, perché
altrimenti quella ragazza che tu ripudi tanto non si sarebbe presentata
alla persona più importante del tuo mondo."
Rachel
strinse la mascella, con il dolore disegnato in viso; sembrava come se
Caleb le avesse appena tirato un pugno, cosa che naturalmente lui non
farebbe mai. A nessuna ragazza. "Beh, non lo sei più."
"Chi
ha detto che volevo esserlo."
Rachel emise un suono tra uno
stridio ed un grugnito e dunque si levò di torno, con la
sabbia che volava nell'aria mentre i suoi piedi si schiacciavano
rabbiosamente contro la sabbia. Caleb tornò a sdraiarsi sul
suo asciugamano, sospirando. Almeno Tiff non aveva visto, ma c'era
anche la possibilità che Rachel sarebbe potuta tornare
quando Tiff ed Hanna erano lì.
…
"Sono stanca." disse Tiff,
appoggiandosi contro Hanna.
Hanna
baciò la testa di sua figlia. "Vuoi andare a casa?"
Tiff fece spallucce, lottando
per tenere gli occhi aperti. "Forse."
"Mettiamo a posto, allora."
disse Hanna, e lei e Caleb iniziarono a mettere le cose a posto,
rubandosi sguardi a vicenda di tanto in tanto.
"Guardala." disse Caleb ad
Hanna. Tiffany era appoggiata contro Hanna, con la testa sulla gamba di
sua madre, dormendo tranquillamente.
Hanna
sorrise, prese il suo cellulare, e fece una foto a Tiff. "Tu porti le
borse ed io porto Tiff?" chiese Hanna.
Caleb
annnuì, prendendo le borse. Hanna sollevò Tiff
tra le sue braccia, e si alzò. Caleb sospirò,
pensando che avrebbe dovuto dire di Rachel ad Hanna.
"Sei
a posto?" chiese Hanna, sorridendo al suo ragazzo.
Caleb annuì,
sorridendo a sua volta ad Hanna. "Uh, Rachel mi ha parlato oggi."
Hanna
alzò le sopracciglia. "Ti ha chiamato o era in spiaggia?"
"Era in spiaggia, e mi
è venuta vicino, ed ha solo sparato a zero su di te, sul
perché l'ho lasciata e ha detto che dovrei tornare con lei
perché tu hai una bambina e siamo giovani."
"Tu
cos'hai detto?" Hanna disse, non guardandolo.
"Che non vi lascerei,
perché amo voi due e sono dannatamente grato che Emily non
poteva chiamare Maya. So che stai pensando che ho detto qualcosa di
brutto, ma non l'ho fatto."
"No, sto pensando che hai detto
qualcosa di insolente."
Caleb
fece un sorrisetto. "Hai estremamente ragione."
"Come
al solito."
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 ***
CAPITOLO 29
"Davvero?" Aria chiese ad Hanna
mangiando qualche Dorito dal pacchetto. "È passato qualcosa
come un mese, e durante tutte le nostre telefonate non hai mai pensato
di menzionare che Tiff chiami Caleb il suo papà?" Caleb,
Ezra e Toby stavano parlando di una partita di football e di come fosse
incredibile che l'arbitro abbia davvero fatto qualcosa.
Hanna fece spallucce. "Presumo
mi sia solo passato di mente."
"Penso che voglia solo che noi
vediamo quanto lui sia bravo con lei prima di giudicare." disse Emily.
La ragazza fece ancora
spallucce, sorridendo. "Non lo so."
"È piuttosto bravo
con lei." disse Spencer. "Nessuna scenata con Rachel della quale vuoi
parlare?"
"L'hai fatto di proposito."
disse Hanna. Dopo la giornata in spiaggia, Spencer ed Hanna si erano
prese un caffè nell'appartamento di Spencer e Toby, ed Hanna
si era sfogata riguardo Rachel e quello che era successo prima quel
giorno.
"Ooh, quale scenata?" chiese
Aria. "Voglio sapere." Hanna raccontò ad Aria ed Emily
cos'era successo in spiaggia con Caleb e Rachel e cosa Caleb aveva
detto ad Hanna. Aria lanciò un'occhiata a Caleb per un
secondo e poi prese un Dorito.
"È strano." disse
Emily, finalmente.
"Cosa?" disse Spencer, con
Dorito mezzo mangiato nella mano. "Quella Rachel che continua a saltare
fuori ovunque?"
"No," disse Emily. "che, tipo,
cinque anni fa, eravamo migliori amiche con Caleb ed ora non lo siamo
più. È solo che non mi sarei aspettata che
succedesse. Dopotutto, avrei pensato che tu e Caleb sareste stati la
coppia che davvero le avrebbe passate tutte."
Hanna sospirò.
"Guarda com'è andata." La ragazza guardò Emily,
sorridendo. "Come sta la tua nuova ragazza?"
"Possiamo conoscerla adesso?"
chiese Aria. "Voglio
conoscerla da qualcosa come due mesi."
"E noi ci frequentiamo da due
mesi!" esclamò Emily.
"Perché?
Perché non possiamo conoscerla?" chiese Hanna. "Dacci una
buona ragione."
Emily indicò Toby ed
Ezra. "Loro saranno crudeli!"
Ezra sospirò,
frustrato verso Emily. "Emily, quando mai siamo crudeli?" chiese, e
Toby rise.
Emily mugolò.
"Perché" la ragazza mugolò, frustrata. "mi
imbarazzerete."
"Davanti alla tua nuova
ragazza?" chiese Toby. "Andiamo, Em. Perché mai ti faremmo
una cosa del genere? Ed alla tua nuova ragazza che dobbiamo ancora
conoscere?"
"Ezra racconterà
storie su di me ubriaca, Toby racconterà storie su di me
quando avevo tipo dieci anni ed ero più gay di quanto non lo
sia ora, e Caleb farà semplicemente il bastardo insolente."
"Linguaggio." disse Tiff,
facendo ridere tutti eccetto Emily. "È quello che mamma mi
dice quando dico cacca."
"Almeno non è la
parola che inizia per 'm'." disse Ezra.
"Oh, ma quale?" chiese Aria.
"Sinonimo di cacca." disse Toby.
"Probabilmente le hai insegnato
tu quella parola, non è così?" chiese Hanna.
"Non avrei mai pensato di
vedere il giorno in cui Hanna avrebbe parlato così di
parolacce." disse Spencer. "È davvero scioccante." Tutti
risero eccetto Tiff - che era tornata a guardare Scooby Doo - ed Hanna
che aveva le braccia incrociate al petto.
"Ma
a parte gli scherzi." disse Toby. "Quando conoscerò la tua
ragazza?"
"E noi?" chiese Hanna.
"What about
everything we've been through." canticchiò Aria,
che poi alzò la mano. "È stato un riflesso,
scusatemi."
"High School Musical non
invecchierà mai." disse Emily.
"L'ha visto l'altro giorno."
disse Ezra, e tutti risero, con Aria che rideva sarcasticamente.
"Mannaggia a te!"
esclamò Aria, mentre tutti ridevano.
…
"Come si sente Tiff a riguardo?
Voglio dire, dev'essere stata una gran cosa per lei." disse Emily
mangiando del gelato durante il loro pigiama party.
"Penso l'abbia presa bene, non
ha detto nulla di brutto, e penso che le piaccia Caleb." disse Hanna,
prendendo una cucchiaiata dalla vaschetta che Emily aveva in mano. "Ho
letto che è istinto maternale o qualcosa del genere, ma
hanno legato. Caleb vuole bene a lei e Tiff vuole bene a lui.
È tutto ciò che voglio e non voglio che niente e
nessuno lo rovini."
"Profonda." disse Aria.
"Comunque, basta parlare di
questo. Aria, tu ed Ezra avete già deciso la data del
matrimonio? È passato qualcosa come un anno."
"Mi sono fidanzata
ufficialmente durante il mio ventunesimo compleanno, il mio compleanno
è tra un mese. Perciò sono fidanzata
ufficialmente da undici mesi, a dire il vero."
"È la stessa cosa."
disse Hanna. "Ma sai più o meno una data?"
"Probabilmente il primo
settembre dell'anno prossimo." disse Aria.
"Davvero?" chiese Spencer.
"È il labor day." Non ebbe bisogno di dire più
nulla perché tutte loro sapevano cosa intendesse.
"Lo so, ma è anche
il nostro anniversario. È un modo più gioioso per
affrontare la giornata. Anche Ezra lo sa, ma è a posto a
riguardo da qualcosa come cinque anni, e rende la giornata migliore."
"Con il sesso, probabilmente."
disse Emily; Hanna e Spencer risero.
"Quello e gli appuntamenti ai
quali mi porta." disse Aria.
"È un codice per
dire che è bravo con le mani." disse Spencer, ridendo. Le
ragazze risero.
"E con la bocca." disse Hanna
ridendo, e le ragazze risero di nuovo.
"Lo è; non vuol dire
che è un codice per dirlo!" disse Aria.
"Ooh!" disse Emily. "Quindi
ammetti che il tuo fidanzato è fantastico a letto?"
"Beh, l'avrei ammesso al
più presto, ma probabilmente stavo facendo sesso
perciò non potevo." azzardò Aria, ridendo con le
altre tre.
…
"Avete avuto un bel pigiama
party?" chiese Ezra con voce femminile.
"Ti darei uno schiaffo per
averlo fatto ma sono buona." disse Spencer.
"Davvero?" chiese Caleb. "Sei
buona? Diresti sul serio che non mi daresti un pugno se ne avessi
l'occasione?"
Loro
risero mentre Spencer lo guardò. "Ah, non sono così buona."
Toby sbuffò. "Lo
sapevo."
"Probabilmente
lei è molto buona con te!" disse Emily, sedendosi sul
bancone.
"È buona con lui da
circa sei anni." disse Aria, in braccio ad Ezra, con il retro della
maglietta appoggiata contro il suo petto nudo.
"Io penso troppo buona." disse
Ezra.
"Forse crudele certe notti."
disse Hanna, e tutti loro risero.
"Non so neanche
perché sono vostra amica, gente." disse Spencer.
"Perché i tuoi
grandi occhiali da cervellona non potrebbero farti avere nessun amico."
disse Toby, sorridendole.
Spencer
colpì il suo petto per alcune volte ma si fermò.
"Ow. Il tuo stupido petto."
"Non
penso che tu pensi che sia così stupido a letto." disse
Emily, e loro risero - eccetto Spencer.
…
"Che film hai visto ieri sera?"
chiese Emily a Tiff, che era seduta in braccio a lei.
"Toy Story uno, due e tre."
disse Tiff, sorridendo.
"Io piangevo dentro quando ho
visto il terzo. Oh mio Dio!" disse Toby.
"Io stavo come morendo." disse
Ezra.
"Davvero?" disse Spencer.
"Tu hai un cuore semplicemente
fatto di pietra." disse Caleb.
"Questa è la mia
opportunità di darti un pugno?"
"Assicurati di non farti di
nuovo male alla mano, Spence."
"Sì, lo è
decisamente." Spencer gli diede un pugno sul braccio, forte.
"Uh!" disse Caleb,
massaggiandosi il braccio. "Stavo facendo il sarcastico."
"Esattamente." disse Spencer.
"Quanti pancakes, Tiff?" chiese
Toby, con due già sul piatto.
Tiff
guardò al soffitto, pensando. "Uh," disse, con lo sguardo
che ritornava su Toby. "tipo sette."
"Ha
usato 'tipo', oh mio Dio, è la fine del mondo."
scherzò Ezra, e loro risero.
Tiff
gli fece la linguaccia ed Ezra gliela rifece, facendo ridere Tiff. "Sei
sicura che non vuoi otto pancakes?" chiese.
"Insomma,
un altro sarebbe squisito, non è così?" disse
Toby.
"Allora nove." disse Tiff.
"Okay, ma è un
regalo." disse Hanna, e Tiff le fece la linguaccia.
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 ***
CAPITOLO 30
"Avete già
organizzato qualcosa?" chiese Hanna a Spencer e Toby, mentre erano nel
loro appartamento a prendere un caffè.
Spencer
scosse la testa. "No, non l'abbiamo fatto!"
"Come
damigella d'onore, penso che dovreste."
Spencer
e Toby risero. "Ci siamo fidanzati ufficialmente forse due mesi e mezzo
fa."
"Lo
so, e in quei due mesi e mezzo a me sono successe un sacco di cose."
"E noi siamo stati qui per i
tuoi complessi, perciò onestamente non è colpa
nostra." disse Spencer.
"Non giocarti quella carta, sai
che ami ascoltare della mia drammatica vita, e poi voi siete la madrina
ed il padrino." Hanna smise di parlare muovendo la mano. "È
come un offerta tutto compreso."
"Davvero? Essendo madrina e
padrino, avrei pensato che avremmo ascoltato i problemi di Tiff." disse
Toby.
Hanna
ridacchiò. "Per Tiff il peggior problema probabilmente
sarebbe... Pancakes o bacon per colazione?"
I
tre ridacchiarono. "È vero!" disse Spencer. "O quale vestito
dovrebbe indossare Barbie."
"Ooh,
quella è sempre una cosa difficile!" disse Hanna.
"Oh, c'è anche la
faccenda con il suo dente." disse Toby.
"Sì,"
annuì Hanna. "me lo ricordo."
…
"Hai quasi fatto?" chiese Hanna
a Caleb, che era seduto sul divano con il suo portatile sulle gambe.
Caleb
sbadigliò, stirando le braccia. "Cinque minuti, tesoro mio."
"Okay."
sbadigliò Hanna. "Vuoi qualcosa?"
"Posso avere una tazza di
caffè, per favore?"
La
ragazza gli baciò la guancia. "Okay." Hanna raggiunse la
macchinetta, ed iniziò a preparare due tazze di
caffè.
Caleb
baciò Hanna sulla tempia mentre lei si sedette con le due
tazze di caffè e diede a lui la sua. "Grazie."
"È a posto."
sbadigliò Hanna.
Caleb
spostò i suoi occhi altrove dal portatile. "Hey,
perché non ti prepari per andare a letto ed io ti raggiungo
lì, okay?"
"Okay."
Hanna si alzò ed andò in bagno per prepararsi per
andare a letto.
…
Quando
Caleb si coricò a letto, Hanna era già
lì a dormire, con il suo iPad sul letto, nell'album di foto.
Foto di Tiff erano sparse sullo schermo, una con la pittura sulla sua
faccia, un'altra che la mostrava in un costume fiabesco che Aria le
aveva regalato dopo che Tiff aveva mostrato un improvviso interesse
verso le creature mistiche, ed una con Tiffany che camminava, insieme a
tante altre. Caleb spense l'iPad e lo appoggiò sul comodino
mentre anche lui si infilò nel letto.
…
Hanna si alzò dal
letto per correre in bagno. Abbassò la sua testa verso la
tazza del water, e vomitò. Vomitò per almeno
dieci minuti, prima che si pulisse gli angoli della bocca e si
alzò. Stringendo le sue mani sulla porcellana bianca del
lavandino, la ragazza fissò lo specchio. Ovviamente c'era
una spiegazione ragionevole al perché vomitava, ed Hanna
pregò Dio che non fosse quella che stava pensando.
Non poteva essere incinta, giusto?
La
ragazza mugolò, e reclinò la testa all'indietro.
"No, non sta succedendo! Non sono incinta! Non lo sono."
mugolò di nuovo, guardando nello specchio ancora una volta.
Stavano facendo attenzione. Lei era tornata a prendere la pillola e lui
indossava il preservativo, tutte le volte. Però, lei
prendeva la pillola e lui indossava il preservativo quando era stata
concepita Tiff. E se fosse rimasta incinta di nuovo?
Ma c'era la
possibilità che fosse successo di nuovo? No, non poteva
essere possibile che fosse rimasta incinta di nuovo perché
poteva esserci stato un buco nel preservativo. Neanche la pillola
anticoncezionale era efficace al cento per cento, ma davvero?
Hanna
si buttò dell'acqua fredda in faccia e controllò
l'orario. Era l'ora in cui si svegliava di solito comunque.
Entrò nella camera da letto e prese il suo cellulare dal
comodino senza svegliare Caleb. Si sedette sul divano per controllare
quando sarebbe stato il suo prossimo ciclo o se avesse un ritardo.
Espirò in sollievo e shock. Era previsto per la settimana
successiva.
Si
strinse nelle spalle mentre si alzò dal divano ed
entrò in cucina. Sperava di potersene dimenticare e non
pensarci per tutto il giorno. Ma quali erano le possibilità
che sarebbe successo?
…
"Ciao, bellissima. Come va al
mio piccolo raggio di sole oggi?" chiese Hanna, svegliando Tiff.
"Sono radiosa come il sole
oggi. Posso vedermi con Bella e John." disse Tiff, sorridendo. "Posso
andare da Bella per un pigiama party venerdì?"
"Dovrò parlare con
la mamma di Bella e vedere se per lei è okay, giusto?" Hanna
baciò Tiffany sulla fronte. "Ma cosa vuoi metterti oggi,
patatina?"
Tiffany
fece spallucce. "Rosa."
"Qualcosa di rosa. Possiamo
trovarlo." disse Hanna, dirigendosi verso il guardaroba di Tiffany.
Hanna tirò fuori una gonna nera ed una maglietta rosa. "Che
ne dici di questo?"
"Sì."
…
"Guarda la mia principessa
stamattina." disse Caleb, sollevando Tiff tra le sue braccia e
facendola girare, facendola ridacchiare. "Stai benissimo."
Tiffany
fece un sorrisetto. "Lo so!"
Caleb
e Hanna risero mentre Tiff saltò via dalla presa di Caleb e
corse verso il suo zainetto per iniziare a prepararlo. "Ci vediamo
più tardi, okay? Per che ora rientri?"
Caleb
fece spallucce. "Le sette, le otto forse." Hanna gli mandò
un bacio con la mano e uscì dall'appartamento con Tiff
davanti.
…
"Questa è da
Frozen!" urlò Tiff quando le due erano in macchina, e
partì Let It Go.
"Come lo sai? Hai visto il
film?" chiese Hanna, non avendo idea di dove Tiff ne avesse sentito.
"Sono andata sul tuo pc."
"Quando diavolo è
stato?"
Tiffany
portò le sue dita sulle labbra e fece un rumore come 'shhh'.
"È un segreto."
"È
per questo che vuoi andare da Bella, per vedere il film?"
Tiff
annuì. "Sì, è della Disney, mamma."
"Forse
posso andare io con te, insieme con zia Spencie." disse Hanna,
lanciando un'occhiata a Tiff.
Tiff
sospirò di sorpresa, con la bocca spalancata. "Sarebbe
bello. Possiamo vedere se possono venire anche Emily e Aria?"
"Penso
che potremmo andare tutte sabato."
"Sì, possiamo
portare Bella?"
"Certo che possiamo, patatina,
potrà dormire da noi." disse Hanna.
"Bene!"
…
"Mia mamma ha detto che
potremmo andare a vedere Frozen." disse Tiffany a Bella.
"Quando?" chiese Bella,
sorridendo.
"Sabato, e forse verranno anche
le mie zie."
"Sono davvero simpatiche. Mi
piacciono le tue zie."
Tiff
sorrise. "Pensi che la principessa Disney sarà carina?"
Bella annuì.
"Davvero davvero carina. Penso che avrà i capelli biondi."
…
"Hey, Spence!" disse Hanna,
entrando nell'appartamento di Spencer dove Spencer aveva fogli su tutto
il tavolino ed un portatile sulle sue gambe.
"Hey." disse Spencer.
"Tiff vuole andare a vedere
Frozen sabato."
"Sì, ci sto!"
urlò la ragazza.
"Bene." Hanna si sedette
accanto a Spencer. "Chiamerò Aria ed Emily, per vedere se
vogliono venire."
"Oh santo cielo, sì.
Voglio vedere Frozen perché a quanto pare è
fantastico." disse Spencer. "Verrà Bella insieme a Tiff?"
"Sì, ho parlato con
Dani quando sono andata a riprendere Tiff. Caleb sta preparando la cena
adesso. Dov'è Toby?"
"Mi ha scritto dicendo che
sarà a casa alle otto, ma non può distarmi dopo."
"Con o senza il suo pene."
disse Hanna, con un sorrisetto.
Spencer
rise. "Già."
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Capitolo 31 *** Capitolo 31 ***
CAPITOLO 31
"Volete una porzione di popcorn
grande da dividere?" chiese Aria a Bella e Tiff.
"Sì." disse Tiff.
"La vogliamo davvero davvero
grande." disse Bella.
"Okay." disse Aria. "Che
condimento volete, ragazze?"
"Sale."
dissero Bella e Tiff allo stesso tempo.
"D'accordo, aspettate qui,
okay?"
"Le tengo d'occhio io, non
preoccuparti." disse Hanna, ed Aria rise prima di prendere i popcorn di
Tiff e Bella. Lei li divideva con Emily ed Hanna li divideva con
Spencer.
…
"Sei tu!" disse Emily ad Hanna
quando Anna era a letto, con i capelli che le coprivano la faccia,
strofinandosi sul cuscino.
Hanna
sorrise, dando una stretta alla mano di Emily mentre le due
fantasticavano sul film. "Lo so, oh mio Dio, questo è il mio
film Disney preferito di sempre." sussurrò di risposta Hanna
ad Emily. Hanna lanciò un'occhiata a Tiff e Bella che
stavano sorridendo alla vista del film, con le loro piccole mani piene
di popcorn. Spencer ed Aria erano sedute vicine a fantasticare sul film
anche loro. Hanna sorrise, le ricordò di quando avevano
diciassette anni ed andavano a vedere film.
…
Tiff e Bella emisero enormi
sospiri di sorpresa quando Hans si scoprì essere cattivo e
lasciò Anna a morire mentre lui spegneva il fuoco. "Non me
l'aspettavo!" sussurrò Spencer.
"Lo so, già." disse
Hanna, inclinandosi leggermente così che Spencer potesse
sentirla.
"Scommetto
che saranno Anna ed Elsa il vero amore che spezzerà
l'incantesimo." disse Aria, inclinandosi.
"Davvero?" sussurrò
Emily.
"Zitte!" sussurrarono Tiff e
Bella allo stesso tempo, senza spostare lo sguardo dallo schermo.
Le
quattro ragazze sorrisero, concentrandosi sul film.
…
"Vi siete divertite?" chiese
Emily alle due bambine.
"È stato come il
miglior film DI SEMPRE!" disse Bella.
"Lo so!" disse Tiff.
"È stato così bello."
"Ma parlando della dannata
tempistica Disney," disse Aria mentre Bella e Tiff intrapresero una
loro conversazione. "non puoi sposare un uomo appena conosciuto!"
"Lo so." disse Emily.
"Sei lesbica, cosa ne sapresti
tu?" chiese Spencer.
"Ero etero una volta."
…
"Il tuo matrimonio è
quest'anno, piedi freddi?" chiese Hanna ad Aria.
Aria
scosse la testa. "No," sorrise, "non sono neanche spaventata, affatto,
ad essere sincera."
"Ed
Ezra?" chiese Emily, rovistando nella sua busta di takeout cinese.
Aria
scosse la testa. "Non penso che lo sia, sembra perfettamente a posto.
Hardy stava provando a terrorizzarlo dicendo che dovrebbe optare per la
vita da single, ma Ezra ci ride su dicendo che Hardy è
soltanto geloso di non fare sesso regolarmente."
"Cos'è
'regolarmente'?" chiese Emily, alzando le sopracciglia, con un
sorrisetto.
Aria
fece spallucce, con un sorrisetto che le spuntò in faccia.
"Due volte la domenica e forse il venerdì ed un giorno
durante la settimana. Dipende." Aria fece spallucce e rise.
"Almeno
adesso è legale." disse Spencer.
"Ti tirerei addosso il mio
cinese ma ho fame." disse Aria ridendo. "Cambiando soggetto, come va
con Caleb?"
Hanna
annuì. "Lui è grandioso. Grandioso con Tiff,
grandioso con il sesso. L'hai tirato fuori tu."
La
ragazza corse in bagno ed iniziò a vomitare il suo cinese e
Spencer le tenne i capelli all'indietro, mentre Emily ed Aria si
scambiarono occhiate.
"Han,
stai bene?" chiese Emily, una volta che Hanna ebbe smesso di vomitare.
"Non lo so." Hanna stava
tremando.
"Sei stata male prima?" chiese
Aria. "Tipo, questa settimana?"
Hanna
annuì. "Sì, ma non riesco a ricordare quando."
Le
quattro rimasero in silenzio, già sapendo cosa dicesse il
silenzio.
"Porcatroia."
sussurrò Hanna.
Aria
le offrì un sorriso. "Se è vero, doveva andare
così, e se doveva andare così allora
andrà tutto bene."
"Vuoi
che prenda un test?" chiese Spencer.
Hanna
annuì. Emily si sedette accanto a lei. "Sarà
bellissimo."
"Davvero?"
chiese fiocamente Hanna.
"Sì,
perché stavolta hai Caleb e lui non andrà da
nessuna parte." affermò Aria, sedendosi accanto ad Hanna.
…
"Beh, ciao eh." disse Ezra
quando entrò Spencer.
"Ciao." disse Spencer, entrando
in bagno.
"Che succede?" chiese Toby.
"Perché stai rovistando nell'armadietto?"
"Emily ha bisogno di qualcosa
per gli occhi. Il cloro le ha fatto irritazione, perciò sto
cercando qualcosa."disse Spencer, prendendo il test di gravidanza dalla
scatola e gettando la scatola nel cestino. Nascondendo il test in
tasca, uscì fuori dal bagno.
"Trovato niente?" chiese Caleb.
"No." disse Spencer,
sorridendo. "Ci vediamo domani, ragazzi." La ragazza uscì
dall'appartamento, chiudendo la porta.
I
tre ragazzi si guardarono l'uno con l'altro prima di precipitarsi in
bagno a vedere cosa Spencer aveva buttato nel cestino. Ezra lo
sollevò. "Beh, uno di noi è totalmente fottuto."
disse.
"Non
io, altrimenti Spencer non avrebbe portato via il test." disse Toby.
"Sì, cazzo." Il ragazzo uscì dal bagno.
"Non hai usato il
preservativo?" chiese Caleb.
"Non hai usato tu il
preservativo?" chiese Ezra. "Oh, merda." disse.
"Ah, amico." disse Toby ridendo.
Ezra
sospirò. "L'ho fatto di nuovo?"
Caleb annuì. "Penso
di sì."
"Auguratemi
buona fortuna." disse Ezra, lasciando l'appartamento e raggiungendo
quello di Hanna. Aperta la porta, vide le quattro ragazze sedute in
cerchio a guardare il bastoncino. Il ragazzo si sedette dietro di Aria.
"Tesoro mio, mi dispiace cosí tanto."
"Per cosa?" chiese Aria,
guardando verso di lui.
"Oh, quindi non è il
mio bambino." espirò. "Grazie a Dio!"
Aria
rise, tornando a guardarlo. "Ezra, te l'avrei detto. Oh mio Dio. Sei
proprio un idiota certe volte."
Ezra
le diede un bacio casto. "Se non è il nostro, di chi
è?"
Le quattro ragazze rimasero in
silenzio.
"Oh, Han." disse Ezra,
spostandosi per abbracciarla e baciarla sulla testa. "Davvero?"
"Sì." disse Hanna,
lasciandosi abbracciare. "Caleb se ne andrà di nuovo?"
Ezra
rise. "Non potrebbe essere più preso da te e si sente come
una super merda per averti lasciata con Tiff, e non lo farebbe una
seconda volta."
"Davvero?"
"E non potrebbe essere
più preso da te." disse Ezra.
…
"Non sento piangere," disse
Toby. Sia lui che Caleb erano appoggiati contro la porta
dell'appartamento di Hanna cercando di sentire cosa stesse succedendo.
"o niente del genere."
"Non
penso sia Aria." disse Caleb. "Perché Ezra starebbe tipo
camminando avanti ed indietro."
Emily
aprì la porta, facendo cadere Caleb e Toby a terra.
Guardarono in alto verso Emily che aveva le mani sui fianchi. I due
ragazzi lanciarono un'occhiata all'istante, guardando le tre ragazze ed
Ezra a guardare il pavimento.
"Mancano
due minuti." disse Spencer.
Hanna
guardò alle sue spalle quando sentì Caleb sedersi
dietro di lei. "Potrei esserlo, non lo so."
Caleb
la baciò lentamente. "Ti amo, okay?"
Hanna annuì,
appoggiandosi all'indietro su di lui, ed espirò. "Ancora due
minuti?"
"Un
minuto." rispose Spencer, con il braccio di Toby allacciato attorno
alle sue spalle.
"Han,
mi dispiace davvero." disse Caleb.
"Non farlo." rispose Hanna.
"Non ti dispiacerebbe se questo momento fosse tra dieci anni,
perciò perché dispiacersi adesso?"
"Solo che so quanto
è stata dura per te."
Hanna
gli lanciò un'occhiata. "Sì, ma tu sarai qui,
giusto?"
Caleb la baciò di
nuovo. "Certamente, sarò letteralmente qui, proprio al tuo
fianco, per ogni singola piccola cosa."
"Bene."
disse Hanna.
Spencer
espirò, richiamando l'attenzione di tutti. "Il tempo
è scaduto." La ragazza guardò Hanna, facendo la
domanda che solo loro due capirono.
Vuoi che
controlli io, di nuovo?
Hanna
scosse la testa, guardando dritta a Spencer. "No, no, non posso essere
impaurita da un test di gravidanza per il resto della mia vita." Hanna
afferrò il test di gravidanza, mettendo la mano su di esso.
Lanciò un'occhiata a Caleb. "Ogni passo del percorso,
giusto? Come... Mi porterai del McDonalds alle tre del mattino?"
Il
gruppo rise eccetto Hanna e Caleb. Caleb baciò la fronte di
Hanna. "Completamente. Ogni passo del percorso."
Hanna
annuì, espirando a grandi respiri. "Al tre, okay?"
Caleb annuì.
"Uno,
due, tre." sussurrò Hanna e spostò la mano.
La coppia guardò.
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Capitolo 32 *** Capitolo 32 ***
C32
CAPITOLO 32
Hanna
gettò il test sul pavimento ed uscì velocemente
dall'appartamento, correndo giù per le scale. Caleb fissò
il
test, mordendosi il labbro. Ci fu un profondo silenzio che
andò
avanti per qualche minuto prima che Spencer espirò e si
alzò in piedi.
"Beh,
uno di voi nasconda il test di gravidanza da qualche parte in cui Tiff
non lo troverà, due di voi parlino un po' con Caleb, uno di
voi
veda se Tiff e Bella sono sveglie ed io andrò a vedere
dov'è Hanna." disse Spencer, e quindi uscì
dall'appartamento senza disturbarsi di vedere se nessuno stesse
seguendo gli ordini che aveva dato, ma con una cosa del genere
ovviamente lo stavano facendo. La ragazza scese fino al piano terra e
quindi si sedette sugli scalini di calcestruzzo, fuori, accanto ad
Hanna.
Hanna
sospirò. "Ah, Spence." espirò. "Le ho incasinate
di nuovo?"
Spencer
sbatté la sua gamba contro quella di Hanna. "Incasinato cosa?"
"Ho
incasinato le cose con Caleb di nuovo?"
"In
caso tu te ne stia dimenticando, non sei stata tu quella che ha mandato
le cose all'aria tra voi due. Lui è stato quello che ha
deciso
di andarsene senza avvertimento, che è stata una mossa da
totale
coglione e sarà sempre una mossa da coglione." Spencer
lanciò un'occhiata ad Hanna. "Stai bene?"
"Non
lo so." Hanna fece spallucce. "Mi sento un pochettino in un
dejà-vu, penso. Terrorizzata. Un pochino felice.
Completamente
sbattuta fuori binario. Confusa. Terrorizzata."
"Hai Caleb che ha i soldi."
Hanna
rise leggermente ma poi la sua espressione si fece seria. "Lui come
stava?"
Spencer
fece spallucce. "Ho detto a Toby ed Ezra, beh non a Toby ed Ezra, solo
'due di voi' ma intendevo loro perciò spero che abbiano
ricevuto
il messaggio, di parlare un po' con lui, di fare qualche chiacchera tra
ragazzi."
"Sì,
ma cos'ha fatto lui? Tipo... Era terrorizzato come me, si è
buttato dalla finestra...?"
Spencer
ridacchiò. "No, diciamo che ha solo fissato il test come se
stesse dicendo Porcaputtana,
l'ho messa incinta di nuovo. Cosa cazzo dovrei fare adesso?"
Hanna
si passò le mani su e giù le braccia,
abbracciandosi. "Pensi che se ne andrà di nuovo?"
Spencer
scosse la testa. "No, affatto. Guarda, potrei aver detto delle cattive
cose su di lui perché ti ha lasciata per andare a Ravenswood
e
non si è disturbato di fare niente o di dirtelo in anticipo,
ma
preferirei che tu vada a finire con lui piuttosto che con un altro.
Pensavo che lui fosse la cosa migliore che ti fosse mai capitata, che
voi due prendeste forza l'uno dall'altra, e poi ho finito per
rinnegarlo una volta che se n'è andato. Ora diciamo che lo
credo
di nuovo, lui ha dedicato ogni singola piccola cosa a rimediare con te
e Tiff per il paio d'anni passati, e riesco a vedere che tu sei
già più felice. Non che tu fossi depressa tutto
il tempo,
ma c'era qualcosa che mancava da quando lui se n'era andato, e penso
che Tiff avesse riempito una parte di ciò ma non del tutto, ed ora lui è tornato e penso che quel
qualcosa sia ritornato pieno. Rispondendo alla tua domanda, penso che
quando lui se ne sia andato abbia perso una parte di se stesso come te,
ed adesso l'ha ripresa ed anche di più grazie a Tiff."
Hanna
annuì.
"Perché
hai così tanti dubbi sul fatto che ti lasci? È
per tuo
padre?" Spencer si domandò se fosse un altro effetto dato
dal
fatto che suo padre se ne fosse andato.
"Lui se ne andò,
cos'è che ferma Caleb dall'avere una moglie ed un nuovo
bambino?"
"Tu."
"Mia
madre ci è passata." controbatté Hanna, ma prima
che
Spencer potesse rispondere, sentirono un altro paio di passi, la porta
aprirsi e quindi Caleb sedersi accanto ad Hanna.
"Ciao."
farfugliò Caleb, e Spencer diede una stretta alla gamba di
Hanna prima di andarsene. "Uh, stai bene?"
Hanna
fece spallucce. "Tu stai bene?"
"Penso di sì, sono
un po' terrorizzato, forse. Non so cosa fare."
Hanna
nascose la faccia sulla spalla del ragazzo. "Ti guiderò io."
Caleb
allacciò le braccia attorno alla sua ragazza, baciandole la
testa. "Ti amo, mi dispiace di averti messa incinta di nuovo."
"Almeno
ti stai scusando questa volta." disse Hanna, ma intendeva dirlo
più piano. "Scusa."
"È okay." disse
Caleb. "Sposami." proferì il ragazzo.
Hanna
lo guardò. "Che cosa?" sussurrò, con gli occhi
spalancati.
…
Spencer
entrò nell'appartamento di Hanna e si accasciò su
Toby
che era sul divano con Emily. Nell'appartamento c'era silenzio prima
che Aria lo spezzasse. "Pensate che Tiff la prenderà bene?"
Era
decisamente nella mente di tutti, ma Aria ebbe il fegato di dirlo ad
alta voce.
"Non
per essere dura o niente, ma penso solo che Hanna dovrebbe dirglielo e
basta." disse Emily.
"Pensate che l'abbia detto
troppo presto a Tiff?" chiese Ezra.
"Quindi non sono l'unica,
allora."
Ezra
scosse la testa. "Caleb è un bravo ragazzo, solo che, non
so,
penso che avrebbe potuto conoscere Tiff un po' meglio e lei avrebbe
potuto conoscere lui un po' meglio. Non ho niente contro di lui o Han."
Toby
annuì. "Sì, capisco, ma insomma, Han conosce Tiff
e se ha
pensato che Tiff potesse sopportarlo, allora probabilmente ha ragione."
…
Caleb
fece un profondo respiro. "Sposami. È tutto quello che
voglio
dirti da settimane perché non so come scusarmi. Ho fatto un
casino. Ho fatto un casino incredibile e sto provando a pensare ad un
modo per rimediare con te, e forse è questo, non lo so."
Caleb si
spostò così da inginocchiarsi sul gradino davanti
alla
ragazza. "Ti amo tanto e ho come rovinato la tua vita lasciandoti, e ti
ho messa incinta di nuovo e non hai neanche finito il college. Mi
dispiace così tanto e sento che se ti do la mia vita, quello
sarà un inizio. Se dedico tutto il mio tempo a te, quello
sarà il punto di partenza. Non ci sono stato per quattro
anni ma
giuro, giuro che ci sarò per quarant'anni e più.
Forse
non sono stato qui quando tu avevi più bisogno di me, ma ti
darò tutto. Ti comprerò il più grande
anello che
vuoi ed una casa vicino alla spiaggia. Pagherò per questo
cazzuto, stravagante, enorme matrimonio se vuol dire che mi perdonerai.
Perciò ti prego, vuoi sposarmi, Hanna Marin?"
"Cosa
ti fa pensare che io non ti abbia ancora perdonato?" chiese Hanna,
guardando profondamente negli occhi del ragazzo.
"Perché
mi sento in colpa ed orrendo e terribile ogni singolo giorno per averti
fatta sentire così sola e sconvolta. Non ho mai voluto che
accadesse e non voglio che accada mai più. Voglio che tu ti
senta incredibilmente amata e semplicemente ogni cosa. Voglio darti
tutto." disse Caleb. "Mi vuoi sposare?" chiese, ripetendo la domanda.
Un
piccolo sorriso apparve sul viso di Hanna come se avesse già
acconsentito alla domanda quattro anni prima. "Certamente che lo
voglio."
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Capitolo 33 *** Capitolo 33 ***
C33
CAPITOLO 33
"Allora," iniziò
Emily quando Caleb ed Hanna entrarono nell'appartamento. "avete risolto
qualcosa?"
La
coppia annuì allo stesso tempo. "Ci sposiamo!" disse Hanna,
sorridendo. I due ragazzi e le tre ragazze diedero le loro
congratulazioni, tutti felici per loro.
"E
ci trasferiamo." disse Caleb.
"Beh, è
comprensibile." disse Ezra. "Sarebbe estremamente stretto."
Spencer
mugolò. "No." si lamentò. "Hanna, non puoi
lasciarmi e non puoi portarti la mia figlioccia!"
"Lo
so, sono triste anch'io! Fidati." disse Hanna e poi guardò
speranzosamente Aria ed Ezra. "Allora, Aria prima potrebbe aver
menzionato qualcosa su di voi e sul volervi trasferire in California,
perciò stavamo pensando se volevate trasferirvi qui, se vi
risparmiasse il problema. E poi, sapete dov'è, e come e dove
sono le cose, e Toby e Spencer sono di fronte."
Aria
ed Ezra si guardarono come in un silenzio d'acconsentimento.
"Sì, ci piacerebbe molto." disse Ezra. "Ci risparmierebbe un
sacco di lavoro."
Aria
annuì. "Sarebbe grandioso, e così Spencer non
starà appiccicata a Toby ed io non starò
appiccicata a
questo bambino di sette anni."
Ezra
aprì la bocca. "Scusami, io ho sette anni e tre quarti,
grazie tante."
Aria
sorrise, abbracciandolo da un fianco. "E sai, Em, se vuoi la stanza
degli ospiti..."
Emily
rise. "Anche se sarebbe divertente, ho una ragazza a casa, ma sapete,
ragazzi, potete pagare per il mio volo. Non mi interessa."
Ezra fece una smorfia facendo
ridere tutti. "Ti abbiamo offerto una stanza, è il massimo
per il quale andremo."
Risero.
"Allora, avete deciso sul dirlo a Tiff?" chiese Toby, con Spencer in
braccio.
Caleb
annuì. "La porteremo all'ecografia."
"Aww." fece Emily.
"È così dolce."
"Assicurati di essere incinta."
sorrise Ezra.
Toby
ridacchiò. "Già, assicurati non sia un falso
allarme."
"Non
gufate!" esclamò Aria. "Rimangiatevelo, tutti e due!"
Ezra
e Toby sospirarono. "Ce lo rimangiamo." dissero i due. Toby scosse la
testa, esasperato. "Sempre la superstiziosa, eh?"
"Sì."
disse Aria. "E posso già vedervi senza fare sesso nella
prossima
settimana se non state zitti." Quello tenne Toby zitto ed Aria
iniziò a ridere. "Non posso credere che tu mi abbia davvero
creduto." disse, ridacchiando.
Toby
mugolò. "Fottiti, Montgomery."
"Sei
così dipendente dagli orgasmi, Cavanaugh?" disse Aria.
"Non mi sciocca più
niente." borbottò Ezra; tutti lo sentirono e risero.
"Per ricordarvi, abbiamo due
bambine di quattro anni lì dentro." disse Hanna, annuendo
verso la stanza di Tiff.
"E sono andate." disse Emily.
"Completamente."
Hanna
espirò. "Bene." La ragazza sbadigliò. "Come
glielo dico?"
"La porterai all'ecografia,
no?" chiese Spencer.
Hanna
annuì. "Sì, ma lei non saprà
cos'è. Nemmeno
io sapevo cosa fosse fino ai dodici anni. Lei ha qualche anno davanti."
"Diciamo
solo che è una visita medica speciale, e poi glielo
spiegherò io mentre tu farai le analisi e tutto." disse
Caleb.
Hanna
si appoggiò a lui. "Allora meglio che tu mi dica cosa hai in
programma di dire." disse lei mentre il ragazzo allacciò le
braccia attorno ad Hanna.
"È una serata ricca
di eventi." disse Toby e tutti risero.
…
Una
volta che arrivarono le quattro del mattino, tutti si ritirarono nelle
loro camere da letto. Hanna e Caleb nella loro, Aria ed Ezra nella
stanza degli ospiti di Spencer e Toby, ed Emily, Spencer e Toby tutti a
condividere un letto che non era così comodo.
"Comunque il discorso della
proposta è stato terribile." borbottò Hanna a
Caleb nel buio.
Caleb
rise. "Hai bisogno di un altro?"
"Sì."
sbadigliò Hanna.
Caleb
stinse le sue braccia attorno alla ragazza. "Ti amo con tutto il mio
cuore, ed esso è appartenuto a te da sempre. Tu sei
bellissima e
premurosa, e ci sei sempre stata per me. Non riesco ad immaginare una
vita senza di te. So che abbiamo come perso quattro anni, ma il mio
cuore è stato con te tutto il tempo. Sapevo che tu fossi
qualcuno di speciale. C'è sempre stato qualcosa tra di noi,
anche se all'inizio non lo vedevamo. Non ho mai voluto sposarmi o avere
bambini, ma tu hai totalmente cambiato questo, ed in tutte le case
affidatarie e posti in cui sono stato, non ho mai guardato una persona
o mi sono mai sentito con una persona come con te. Il periodo che
abbiamo passato insieme è stato il periodo più
bello
della mia vita, e tu hai cambiato la mia vita in un modo che non avrei
mai creduto fosse possibile. Sei la miglior cosa che mi sia capitata.
Ti amerò sempre, quindi, Hanna Marin, mi farai l'onore di
sposarmi?"
Hanna
si voltò per averlo di fronte e lo baciò
appassionatemente. "Meglio di quella che mi hai fatto prima."
"Puoi
biasimarmi? Avevo appena scoperto che eri incinta del nostro secondo
bambino!"
Hanna
lo baciò appassionatamente. "Dov'è il mio
anello?" gli sussurrò nell'orecchio.
Caleb rise. "Sceglilo."
Hanna sorrise. "Mmm, mi ci
divertirò."
Caleb mise la testa nell'incavo
del collo della ragazza. "So che lo farai." sussurrò.
"Andremo in un negozio Tiffany."
"Mi
farai piangere."
Caleb
la baciò profondamente. "Pensi che potremmo...?" chiese il
ragazzo. "Ti prego."
Hanna
mugolò piano. "È seccante."
"Quindi
non lo faremo?"
"No, ma possiamo pomiciare."
disse Hanna e quindi lo baciò dolcemente. "Mi
rifarò con te."
"Come?" si lamentò
Caleb.
"Possiamo fare sesso tutto
lunedì."
Caleb
abbracciò il suo cuscino. "Salteresti la lezione per me?"
Hanna
lo baciò di nuovo. "Sì."
Caleb
baciò la clavicola di Hanna. "Cosa farai riguardo le tue
lezioni?"
Hanna
sorrise. "Mi laureo quest'anno."
Caleb alzò le
sopracciglia. "Lo farai?"
Hanna annuì. "Lo
farò e sarà dura, ma è quello che
voglio fare."
"Cosa
vuoi fare?"
"So
che voglio fare qualcosa riguardo alla moda, ma a causa di Tiff non ho
mai davvero approfondito l'idea. Tipo, so che è nella moda,
ma
non so cosa il mio lavoro potrebbe essere o sarà. Propendo
per
un'imprenditrice di moda, forse una designer. Incominciare piccola,
crescere un po', diventare grande." Hanna realizzò di star
chiacchierando un pochetto. "Mi dispiace, devi essere un po' annoiato."
Caleb
scosse la testa. "So che ti piace parlare di qualcosa all'infuori di
Tiff. Tutti ti chiedono sempre di Tiff, e non di te. Penso che ti
manchi."
Hanna
appoggiò la testa sul petto del ragazzo. "Mi conosci
così
bene." sospirò. "Amo da morire Tiffany. La adoro. L'ho
sempre
fatto e lo farò sempre, ma mi piacerebbe semplicemente una
tazza
di caffè com'era cinque anni fa e potevamo conversare come
normali ragazze adolescenti."
"Se
fosse stato cinque anni fa, parlereste di A."
"Io ho detto 'normali ragazze
adolescenti', non rovinare l'immagine." ammonì Hanna.
La
coppia rise, con la mano di Caleb che andava su e giù per un
braccio di Hanna. "Di cosa parlavamo cinque anni fa, Dio?"
"Merdate."
borbottò Hanna. "Solo informazioni inutili. C'erano un sacco
di
litigi senza punto di fondo. Un sacco di serate a cucinare. Un sacco di
nottate a fare sesso."
"Ed un sacco di mattinate." si
intromise Caleb.
Hanna
rise. "Certe volte un'intera giornata. Mi piace dove siamo adesso."
Caleb
improvvisamente si ricordò qualcosa e gli portò
un
sorrisetto alla faccia. Si inclinò più vicino
all'orecchio di Hanna. "Puoi dirlo?"
Hanna
roteò gli occhi, ridacchiando. "Hai ancora bisogno di
sentirmelo dire?"
"Sì,
ne ho bisogno."
Hanna
sorrise, spostando la testa leggermente per mordicchiare l'orecchio del
ragazzo. "Dong Po!" sussurrò.
Caleb
rise. "Dillo di nuovo, ti prego!" si impuntò. "Per me!"
Hanna mugolò.
"Perché lo ami così tanto?"
Caleb fece spallucce. "Dillo
tre volte o non ti lascerò scegliere il tuo anello!"
Hanna sospirò di
sorpresa. "Signor Rivers, hai posto un duro ultimatum."
Caleb
le baciò il naso. "Ma perché so cosa farai."
Hanna
rise e stampò un bacio sulla clavicola del ragazzo. "Dong
po."
Stampò un altro bacio sulla sua guancia. "Dong po." Hanna
sorrise prima di premere le sue labbra su quelle di Caleb e non appena
le loro lingue combatterono per la dominazione, si tirò via.
"Dong po."
Caleb
rise. "Sei malvagia."
"Non
ancora." rise Hanna, girandosi sul suo fianco. "Non hai pensato a cosa
ti avrebbe precluso farmi dire 'dong po'. Niente pomiciata per te."
Caleb
si avvinghiò a lei a cucchiaio, stringendola forte. "Ora sei
malvagia."
Hanna sorrise. "Buonanotte,
Rivers."
Caleb espirò in un
sospiro. "Buonanotte, Marin." sorrise.
"L'ho detto di nuovo tipo un
minuto fa, non è così?" sussurrò Hanna
e Caleb rise.
…
Erano
le tre del pomeriggio e Dani era andata a riprendere Bella, ed ora i
sette amici e Tiffany erano nell'appartamento di Spencer e Toby.
A Toby, Spencer, Emily, Aria ed Ezra era stato
detto di non dire a Tiff della proposta o del bambino. Tiffany
sbadigliò.
"Sei
stanca, Tiff?" chiese Toby a Tiffany, che era seduta in braccio a lui.
Tiffany annuì.
"Sei stata in piedi fino a
tardi?"
Tiff
fece spallucce. "Forse, non lo so."
Ezra
alzò un sopracciglio. "Quindi vuol dire che l'hai fatto."
Tiff fece spallucce, con
un'espressione birichina ed insolente. "Non lo so, non riesco a
ricordarmi."
"Sei
così insolente!" disse Hanna.
Tiff
cacciò fuori la lingua. "Tu lo sei."
I sette adulti risero.
"Spencer,
sei a dieta o qualcosa del genere?" chiese Ezra, rovistando nelle
credenze.
"Ezra,
hai mangiato dieci pancakes tipo due ore fa." disse Emily.
"Sarà
ancora affamato." Aria roteò gli occhi. "È
fastidioso. Si
è chiesto perché non ha avuto denaro negli ultimi
quattro
anni, ed è perché se lo mangia tutto."
La
stanza rise eccetto Ezra.
"Prova nelle credenze in alto,
c'è tutta la roba dolce." disse Spencer.
"Grazie." gridò lui.
"Toby, Caleb, Tiff, volete un muffin?"
"Sì." risposero i
tre.
"No,
Tiff non lo mangerà." disse Hanna. "Ha mangiato i pancakes."
La
bocca di Tiff si spalancò. "Ricordi quando è
successo l'ultima volta?"
Hanna provò a non
sorridere alla voce innocente ma anche feroce di sua figlia. Toby
sorrise da dietro di Tiff.
"Io
sono scappata, noi non vogliamo che succeda di nuovo, perciò
lasciami mangiare il muffin." Tiff tirò fuori il labbro
inferiore, con le sopracciglia piegate in disagio.
"Preparerò il
mio zainetto e mi trasferirò qui di nuovo."
"Noi
siamo sempre felici di averti. Puoi trasferirti in qualsiasi momento."
sorrise Spencer, mentre Hanna mugolò interiormente.
"Tiff, hai mangiato sette
pancakes." Hanna alzò le sopracciglia.
"E?" chiese Tiff ed Hanna
rimase in silenzio. "Non hai una risposta."
Hanna sospirò.
"Ezra, mezzo muffin."
Tiff sbuffò.
"D'accordo."
…
Ezra
fece l'occhiolino a Tiff, mostrandole l'altra metà del
biscotto.
Tiff sorrise ma poi si rimise in faccia un'espressione normale
così nessuno se ne sarebbe accorto. Tiff chiuse le sue mani
attorno all'orecchio di Toby. "Ezra ha l'altro muffin!"
sussurrò, prima di correre via e sedersi in braccio a lui.
Hanna
fece un'occhiataccia ad Ezra ed Ezra gliela rifece facendo ridere
Hanna. Tiff colse l'opportunità e si mise la metà
del
muffin in bocca facendo ridere i maschi.
"Che
c'è?" chiese Spencer, guardando i tre.
Caleb
fece spallucce. "Una cosa tra di noi."
"Uscite insieme a malapena."
disse Aria.
"Scusaci
tanto." dissero Ezra e Toby allo stesso tempo. "Avevamo una cosa tra di
noi e l'abbiamo insegnata al nuovo ragazzo." fece Toby.
"Mmhmm." Ezra
schioccò le dita quattro volte.
Aria
scosse la testa, ridendo.
...
"Tiff non deve ancora conoscere
la madre di Caleb?" chiese Emily ad Hanna.
Hanna
annuì. "Sto solo cercando di trovare il tempo. Mi agita."
"Dovrebbe
conoscerla presto, voglio dire, ce n'è un altro in arrivo."
sussurrò Aria.
Spencer
annuì. "Sei a posto a riguardo?"
Hanna
annuì. "Sì, lo sono. Insomma, volevo un distacco
di
quattro anni conunque ma non pensavo che l'avrei avuto, e Tiff
è
splendida e, sì, ne voglio un altro."
Emily
alzò le sopracciglia. "Sei sicura?"
Hanna
annuì ancora. "Sono completamente sicura. Insomma, guardate,
ho
perdonato Caleb, completamente, e lui si sente ancora di merda a
riguardo. Sento che questo può farlo risollevare."
"È
l'unica ragione?" domandò Aria.
Hanna
scosse la testa. "Voglio un bambino. Non voglio che Tiff abbia
quattordici anni quando avrò il prossimo. E sapete una cosa?
Ho
davvero del denaro con me questa volta."
"Hanna, onestamente, avresti
potuto chiedercelo. Eravamo proprio lì." borbottò
Spener.
Hanna
sospirò. "Avrei potuto, ma voi fate già
così tanto per Tiff e avete le vostre spese."
"Abbiamo
sempre dei soldi da parte. Siamo brave a farlo, perché siamo
solo noi. Tu hai una bambina, è diverso." sorrise
teneramente
Emily.
Hanna
espirò. "Beh, Caleb ha i soldi, ed anche Claudia,
perciò
penso che andrò semplicemente di conseguenza."
"E
sei a posto così?" chiese Aria.
Hanna
fece spallucce. "Non ne sono sicura, preferirei fossero soldi proprio
miei, che guadagnerei io, ma il fatto è che se volessi
guadagnare bene, avrei bisogno della laurea, e sebbene preferirei che
fossero miei, non può essere così
perché il lavoro
che avevo era terribile e... Ugh."
"Hai
smesso per un motivo." le ricordò Spencer.
Hanna
si stropicciò la faccia. "Avrei dovuto smettere
più
presto e trovarne semplicemente un altro. Sono un'idiota per averlo
continuato."
"Han," iniziò Emily,
"tu non sei un'idiota. Hai fatto quello che era necessario fare."
Hanna
mugolò piano. "Dio, l'ultima cosa che penseresti
è che il capo sia un pervertito e che tenti di stuprarti."
"Caleb lo sa?" chiese Aria.
Hanna
scosse la testa. "No, non lo sa. Ho completamente bloccato la cosa
dalla mia mente. Non voglio che lui sappia, non dovrebbe sapere.
È una cosa passata. Se fosse successo, gliel'avrei detto, ma
non
è successo. Chissà, magari ho un'idea
sbagliata..."
"Dovrebbe
sapere." fece Spencer. "So che Toby vorrebbe saperlo."
Hanna
fece un bel respiro, permettendo alle lacrime che si stavano formando
di scomparire. "C'è già tanto sulle sue spalle,
non
voglio affondarlo con questo."
"Se
pensi che lui non adori completamente te e Tiff, allora ti stai
sbagliando di grosso, Hanna." assicurò Aria. "Vi ama
così
tanto, non penso che gli importi del peso sulle sue spalle e,
decisamente, non lo sta affondando."
Hanna
sospirò, facendo spallucce. "Glielo dirò.
Darà di
matto se glielo nascondo, o semplicemente andrà a prendere a
pugni il capo."
"Non sarebbe una buona cosa?"
chiese Emily.
Spencer rise. "Non quando Toby
l'ha già picchiato."
Le quattro ragazze risero.
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