The birth of the shadow - Red Smoke

di Kokoenryu97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Buoooongiorno cari lettori! Io sono Mattia! Piacere di conoscervi! E' la prima volta nel Fandom di Bleach e mi presento con una Cross-Over fra il mondo di Bleach appunto e il mondo di Highschool DxD (Anche se non metterò cross-over alla pubblicazione e DxD non sarà l'unico cross-over ma shhh eheheh) Per chi non conoscesse DxD è un anime.. Un po' particolare: E' un Ecchi Harem (>//<) di cui mi sono innamorato della trama e dei personaggi quindi vi consiglio di vederlo perché è davvero Favoloso! Beh, adesso vi lascio al prologo, Buona lettura!

Nome: Alex.
Cognome: Kurenai.
Età: Quindici anni.
Altezza: 182 Centimetri.
Peso: 95 Kilogrammi.
Provenienza: Italia.
Residenza attuale: Giappone.
Segni particolari: Odio verso ogni forma di rosso.

<< C'è qualcosa di sbagliato? >> Mi chiede la donna davanti a me sorridendomi.
<< Non lo so, è lei la dottoressa. >> Rispondo indifferente, aspirando un po' di fumo dalla mia sigaretta, cosa che sembra infastidirla.
<< Non si potrebbe fumare a scuola, quanto meno in infermeria, Alex-San. In più, alla tua età.. E' un brutto vizio sai? >> Mi dice con sguardo da rimprovero e io non le do esattamente ascolto, anzi per nulla. Io fumo e fumerò ancora e non ho nessuna intenzione di smettere. Sbuffo il fumo che avevo appena fatto entrare nei miei polmoni e butto amaramente la sigaretta appena finita per poi rimettermi la giacca, salutando con un cenno la donna che mi aveva appena fatto il controllo di Routine a scuola come ogni anno. Mi avvio verso il cortile per usufruire di quel poco di pausa pranzo rimanente dato che in maggior parte mi è stata sottratta. Vedo in lontananza i miei due amici sbavare dietro i sederi delle ragazze in minigonna, patetici come sempre.
<< Non importa quante volte vi picchiano, sempre a fare i pervertiti, Giuliano, Vito. >> Li saluto con un cenno e mi vado a distendere nella parte di prato che da sul campo da calcio, seguito dai due miei amici che ricambiano il saluto e si distendono a loro volta.
<< Dai Alex.. Non essere così duro, sono loro che sono formose! Gli occhi sono fatti per guardare. >> Dice annuendo Vito, il ragazzo alla mia destra. E' abbastanza basso, magro e.. Brutto, a mio avviso.
<< Vito ha ragione! Secondo te perché ci siamo iscritti a questa scuola? Perché essendo da poco passata da femminile a mista, ci sono pochi ragazzi ed è pieno di ragazze! >> Da supporto Giuliano alla mia sinistra, un ragazzo un po' più alto di Vito, con la carnagione scura, quasi mulatta. 
<< In altre parole.. UN HAREM!>> - Urla il ragazzo alla mia destra scattando in piedi - << Vieni Alex, vivi questa fantastica esperienza erotica con -> Lo blocco con un cazzotto in faccia prima che diventi irrefrenabile e mi metto seduto, accendendomi una sigaretta dalla quale prendo, bisognoso di nicotina per via del nervosismo recatomi da quei due tonti, subito una boccata di fumo che mi gusto prima di espellerlo dal mio corpo e mi ritrovo a pensare, come sempre, a quanto Zeno Cosini fosse un idiota, perché le diceva che sue sigarette avevano un sapore migliore quando erano le "ultime" mentre invece le mie hanno sempre lo stesso sapore, lo stesso identico e fantastico sapore. Mi preparo a prendere un'altra boccata quando mi accorgo che la punta della sigaretta è arroventata dal fuoco, quindi rossa. Un senso di ribrezzo si fa spazio nella mia mente e mi ritrovo a pensare la motivazione di quell'odio così grande quanto strano verso quel colore. Se me lo chiedessero, risponderei perché è il colore del sangue e della morte dal mio punto di vista, ma non ne sono realmente convinto nemmeno io, semplicemente non mi è mai importato seriamente e non mi importa nemmeno adesso, a dire la verità. Mi faccio coraggio e aspiro ancora chiedendo gli occhi e quando li riapro.. Vedo buio, chi cazzo si permette di spegnere il sole a quest'ora?
<< Indoviiiina chi è? >> Cinguetta una voce che conosco a mio discapito troppo bene, mentre sento chiaramente qualcuno che mi sale addosso.
<< Hai tre secondi per evaporare dal mio corpo, Noemi. >> Dico con falsa calma, sbuffando il fumo con lentezza, provocandola: So che la fa impazzire.
<< ODIO QUANDO MI STUZZICHI COSI'! LO SAI CHE ADORO QUANDO SBUFFI IN QUEL MODO! >> Si lagna, non levandosi da sopra di me però.
<< Uno. >> Comincio a contare.
<< Dai smettila, sei così cooomodo! >> Si distende su di me come fossi un materasso. Mossa errata.
<< Due. >> Non mi fermo.
<< C-cosa succede se non mi levo..? >> Chiede, adesso un po' spaventata.
<< Tre. >> La butto a terra e le bacio il collo come solo io so fare, dopo essermi gustato da pochi centimetri di distanza la sua espressione indecifrabilmente appagante per alcuni secondi, allontano il mio viso dal suo e fumo l'ultimo tiro della mattinata. Mi alzo e vedo i miei amici guardarmi male.
<< Cosa? >> Chiedo.
<< La sigaretta. Non ci hai chiesto se volevamo fare un tiro. >> Mi dice serio Giuliano.
<< Voi non fumate e sapete bene i miei due principi su questo. >> Rispondo con tono ovvia, immaginando già il perché volessero fare un tiro.
<< A me non risulta di saperli. >> Fa freddo Vito, anche se lui stesso sa di saperli benissimo.
1) Non far fumare chi non fuma, sarebbero tiri sprecati.
2) Cosa assolutamente più importante, MAI e poi MAI, buttare una sigaretta incompleta.
Semplici no? Non mi spreco a ripeterli per due persone che li sanno a memoria e mi appresto ad andare in classe ma vengo fermato da Noemi che, ancora rossa in volto, mi avvisa che il professore della ora dopo è assente, così penso di rimanere a giocare con lei fin quando non è troppo imbarazzata anche e solo per respirare. Almeno così speravo, prima di essere trascinato di peso dai miei due amici. 
<< Cosa state combinando? >> Chiedo leggermente irritato.Ok, forse più che leggermente.
<< Siccome non ci hai dato la possibilità di fare i fighi prima >> Mi dice Vito, confermando il mio pensiero precedente sulle motivazione della voglia improvvisa di fumare. << Adesso dovrai fare il palo mentre noi facciamo una cosa importante. >> Conclude Giuliano mentre io mi vedo in preda all'inizio di una crisi di nervi.
<< Guarda il seno Katasu! Sono enormi! >> Sussurra Giuliano. << 67- 50- 63 >> Mentre Vito appunta le misure. Stremato da tanta perversione, mi siedo in ad i piedi di un albero, mandando il solito messaggio a Noemi. Conto quindici secondi e posso gustarmi la vendetta, ormai giornaliera, delle ragazze per mano mia. Rido nel vedere come i miei amici scappano per non farsi prendere a legnate e gli vado dietro, andando a finire nel giardino della vecchia ala dell'istituto, dove si sono rifugiati i due ratti.. Volevo dire, ragazzi.
<< Alex, traditore! Come è possibile che le prendiamo solo noi ogni volta? >> Mi urla contro Giuliano, quasi in lacrime e mi costringe a mordermi un labbro per contenere le risa.
<< Magari perché io non guardo le ragazze nude, di nascosto. Di solito si spogliano loro per me.. Anche in modo molto consenziente devo aggiungere.. >> Gli stuzzico, forte della mia falsa reputazione di donnaiolo. Si, falsa, perché nonostante abbia delle "ammiratrici" (Fra cui Noemi.) non ho anco.. Emh, mai approfittato di loro se non per piccoli giochetti al fine di imbarazzarle e ridere un po' di loro e con loro, nulla di sconcio per carità. Questo ovviamente non lo sa nessuno, perché sarebbe una noia mettermi a smentire una credenza di tutta la scuola, nata poi da chissà chi.
<< C-C-C-COSA?! TU.. RAGAZZA.. SPOGLIARE.. >> Balbetta Vito, si sente forse tradito? La voglia di ridere in faccia a quei due babbei è enorme, anche se Giuliano continua a cercare di colpirmi in vano, urlandomi che sono un traditore. Non resisto devo ridere, infatti scoppio a ridere e i miei amici mi guardano perplessi.
<< Co-cosa avete da guardare? >> Parlo ansimando un po' per via delle risate.
<< Non ridevi così da settimane, siamo solo scioccati! >> Mi dice Vito, anche se leggo nel suo tono di voce un po' di felicità e malizia.
<< Intendi dire che sono diventato noioso eh? >> M'innervosisco un po', lo ammetto.
<< Un po'. >> Afferma Giuliano, ora lui sull'orlo delle risa.
<< Sentite maledetti ver.. >> M'interrompo d'urlare perché, come attratto da una forza misteriosa, mi volto alla mia sinistra, guardando verso la finestra che si trova un po' più in alto rispetto a noi, dalla quale vedo, a mio avviso, un qualcosa.. No, un qualcuno che sembra un angelo: Il viso, con dei lineamenti meravigliosamente fini ed eleganti, è bianco puro mentre gli occhi sono colorati di un azzurro più azzurro del cielo stesso mentre il suo sguardo è.. Beh, dire che era meravigliosamente freddo e scrutatore è riduttivo. I suoi occhi si incatenano con i miei e vedo che regge benissimo il mio sguardo e sento che con quei suoi occhi mi sta ispezionando l'anima, ammetto anche che ho quasi abbassato lo sguardo. Dopo alcuni secondi che mi sembrano infiniti, se ne va lentamente, però prima scioglie i suoi capelli dalla prigione alla cui erano costretti dall'asciugamano e vedo che sono rossi, un rosso molto più intenso delle fragole mature. Mi sorprendo nel non provare la solita sensazione di nausea di ogni volta.. Almeno per i primi dieci secondi.. 
<< Rias Gremory. >> Dice Vito sistemandosi il ciuffo mal riuscito e assumendo la sua espressione perversa. << Sedici anni. le sue misure sono 99 - 58 - 90. E' la presidentessa del club di ricerca sull'occulto, come hai visto è assolutamente perfetta da qualsiasi angolazione o distanza si possa ammirare. >> Credo di aver sentito solo il suo nome, ad essere sincero.
<< Rias, eh? Che spreco. >> Dico, mentre mi incammino verso l'ala dove c'è la mia classe. La tentazione di accendermi un'altra sigaretta è forte, così da allontanare quella nausea, ma mi ricordo di avere le ultime cinque e mi devono bastare almeno fino a domani mattina, quando mi comprerò un'altro pacchetto da dieci.
<< Spreco? Amico, sei serio? >> Mi urla Giuliano con tono sconvolto.
<< Rossi, aveva i capelli rossi. Quelli da soli rovinano tutto. >> Rispondo con tono ovvio mentre mi incammino lasciandoli soli. Io odio il rosso, ecco un'altra prova.
                                                                                         ***
<< Il ragazzo di poco fa.. >> Penso a voce alta.
<< Si? >> Mi risponde la mia amica Akeno, deve avermi sentita. 
<< Quello in piedi. >> Continuo, assottigliando lo sguardo sul tavolo da gioco.
<< Secondo anno, classe 2- I.. Il cognome mi sembra sia Kurenai, perché lo vuoi sapere? >> Mi chiede curiosa.
<< Credo di essermi sbagliata però.. Check Mate. >> Dico contenta, mentre vedo Akeno crucciarsi per l'ennesima partita persa a scacchi. << Ad essere sincera, non è stato molto difficile sta volta. >> Ammetto cominciando a spogliarmi per l'ennesima doccia di oggi, mamma quanto odio il sudore e il senso di sporco nei capelli.
<< Pensavo di averlo reso più difficile possibile.. >> Si lamenta e non posso fare a meno di sorridere per quella voce così coccolosa che fa quando è dispiaciuta. << Aspetto con ansia la tua prossima sfida, Akeno. >> Le dico sorridendo prima di entrare nella doccia di qui la vecchia ala della scuola è dotata.
<< Allora ti sfiderò presto. Ma come mai ti fai un'altra doccia? Oggi ne hai fatte già cinque, così finirai per perdere i capelli, Rias. >> Mi dice ridacchiando e io non posso fare a meno di avere un colpo al cuore, diamine, io amo i miei capelli, i miei splendidi capelli rossi. Non sono vanitosa, però i miei capelli non si toccano! L'acqua calda mi avvolge e mi metto a pensare alla sensazione di prima, come se un enorme e opprimente potere mi schiacciasse al terreno e mi impedisse di respirare come si deve, il suo sguardo, così sicuro di se e terribilmente stronzo.. Tch, non mi piacciono le persone come lui, se ci parlassi lo polverizzerei, ne sono sicura. Ma quella sensazione era troppo reale per essermela immaginata, devo indagare.
<< Akeno. >> Chiamo la ragazza. << Avvisa Koneko, deve pedinare quel ragazzo. >> Dico decisa mentre Akeno sghignazza infastidendomi, conosco quella risatina. << N-non farti strane idee, ho solo dei dubbi! >> Urlò infastidita, sentendo la difficoltà anche nel parlare che ha Akeno, viste le risa trattenute. Sbuffo, chiudendo l'acqua e asciugandomi sperando di andare a casa presto.
                                                                                          ***
<< Finalmente si torna a casa! >> Urla Vito entusiasta mentre si sistema la borsa.
<< Già, una giornata pesantuccia è stata oggi. >> Si lamenta Giuliano mettendosi la cartella lungo i fianchi.
<< Vi stancate per nulla, io che sopporto voi dovrei essere ad un passo dalla morte.. In ogni caso, oggi torno a piedi ragazzi. >> Dico prendendo la cartella in mano e portandola all'altezza della spalla. << Mi sento la testa scoppiare e voglio fare due passi. >> Aggiungo cominciando ad incamminarmi salutando con un cenno della mano. Esco dalla scuola e noto che praticamente è già deserta, per fortuna. Odio quel rumore insostenibilmente assordate che producono i motori delle macchine misti alle voci e urla dei ragazzi che parlano all'uscita. Noto con piacere che anche il sole sta scendendo, lasciando spazio ad un breve tramonto che spero presto si tramuterà in notte, la adoro. Ad un certo punto mi viene voglia di accendermi una sigaretta ma aspetto ancora pochi minuti prima di accenderla, perché c'è un determinato posto dove adoro fumare e rilassarmi. Muovo più velocemente i miei passi notando con felicità che il mio obbiettivo non è molto lontano, presto arrivo e mi comincio a gustare la mia scena preferita nel posto migliore che conosca: L'avvento della notte. Adoro come il cielo notturno, così buio e sereno ma allo stesso tempo misterioso, si mischi con quello arancione del tramonto, per poi sopraffarlo elegantemente. Mi rilasso, accendendomi la mia meritata sigaretta serale e mi appoggio alla ringhiera del ponte che connette due sponde di un fiume abbastanza largo e mi godo quell'attimo di paradisiaca serenità che tanto aspettavo. Per mia sfortuna, questo rimarrà seriamente un attimo.
<< Emh.. Alex.. ? >> Mi chiama una voce femminile che conosco, sbuffo il fumo in modo infastidito e guardo Noemi di traverso.
<< Cosa c'è? >> Rispondo non molto socievole. 
<< Mi chiedevo se domani.. Visto che è sabato e abbiamo l'uscita anticipata all'orario di pranzo.. Mi chiedevo se nel pomeriggio.. Usciresti con me.. >> Mi chiede timida, con lo sguardo basso.
<< Non fare la timida. Dai, seriamente, quante volte me lo hai già chiesto? >> Chiedo retorico.
<< Trenta con questa! Ti prego, vieeeni! >> Mi supplica in modo a mio parere un po' patetico anche se, lo ammetto, m'intenerisce. Prendo una boccata di fumo e la guardo per bene. I capelli azzurri che se sciolti arriverebbero un po' sotto le spalle, sono perennemente legati in una coda alta con due piccole ciocche cadenti ad contornale il viso che dispone di labbra sottili e due occhioni dello stesso colore dei capelli che mi guardano speranzosi, il mio sguardo attento si posa sulle forme e noto che madre natura è stata generosa con lei, partendo dalle gambe slanciate ad i fianchi finendo dal seno generoso. Roteo gli occhi al cielo ed, aimè, mi trovo costretto ad ammettere a me stesso che oggi sembra più carina del solito. Roteo ancora gli occhi rassegnato e rispondo.
<< Va bene, ma una sola volta. >> Rispondo prima di buttare via il fumo.
<< Dai per favore ti pre.. Eh? >> Mi guarda sconvolta.
<< Ho detto di si, domani una cena, alle nove vengo a prenderti, non farmi aspettare perché potrei cambiare idea. >> Le dico con un leggero sorrisetto.
<< Davvero?! Grazieee! Aspetta.. Una cena?! Io.. Tu.. Sera.. Si potrebbe fare tardi.. >> Comincia a balbettare frasi sconnesse e io mi comincio a pentire di ciò che ho appena detto, poi all'improvviso mi salta addosso e mi abbraccia, rischiando di farci cadere entrambi nel fiume sotto di noi.
<< GRAZIEE! DAVVERO GRAZIE! >> Urla << Ma mi dici come mai questa accondiscendenza improvvisa? >> Mi chiede dubbiosa.
<< Perché me lo hai chiesto trenta volte, meritavi dei premi. >> Uso il plurale e faccio un ghigno malefico per alcuni istanti.
<< Premi? Ce ne sono altri? >> Mi chiede mettendosi un dito al mento.
<< Un'altro soltanto e lo avrai subito. >> Le dico prima di baciarle il naso nel modo più casto possibile e giuro di essermi impegnato ma credo di esserci riuscito poco data la sua espressione. << Ah, e se comunque ti preoccupa così tanto l'orario, puoi sempre restare a dormire da me, sono solo a casa molto probabilmente. >> Le dico ridacchiando. Dopo di che, la saluto andando per la mia strada, non prima di dirle di vestirsi elegante per la sera dopo. Mi dirigo a casa e noto che, come sospettavo, è tutto spento, sospiro e mi appresto a salire le scale per poi entrare in casa. Controllo la cassetta postale e vedo una lettera, la apro e leggo, è di mia madre.

"Ciaooo Aleeex! Io sono a capo verde con i tuoi fratelli, lo so che dovevamo tornare oggi, ma ci sono stati degli intoppi e quindi torniamo fra due giorni! Ti ho caricato altri soldi nella Poste-Pay, quindi non ci sono problemi! Ti saluto adesso, Ciaooo"
La Mamma

Altro che intoppi, probabilmente non gli è bastato il tempo per fare qualsiasi cosa di pericoloso presente quel posto disponga e avrà allungato la vacanza. Rido nell'immaginarmi quella spericolata di mia madre fare le cose più pazze in compagnia di mia sorella assolutamente terrorizzata e mio fratello che sbuffa scazzato. Si, mi somiglia moltissimo in certe occasioni. Stanco e senza la minima voglia di cucinare sul serio, prendo il ramen istantaneo e bollisco un po' d'acqua dando vita così alla mia cena, la mangio senza troppa voglia data la poca appetibilità di quel pasto pronto tanto che ne mangio appena due bocconi per poi buttarlo. Dopo di ciò vado a farmi un bagno caldo e mettermi a letto, addormentandomi velocemente.
Driin Driin.
Sento quel suono maledetto distrarmi dal mio sonno e mi giro dall'altra parte.
Driin Driin! 
Se possibile il suono aumenta così come il fastidio quindi metto la testa sotto il cuscino nella speranza di attutire il suono.
Driiin! Driiin! 
Ok, sta veramente aumentando o nelle sigarette che mi fumo ci mettono la droga?
DRIIIIN! DRI- 
<< ESPLODI SVEGLIA DI MERDA! >> Lancio la sveglia nel muro davanti a me e provo un insano piacere nel vedere quella cosa infernale distrutta e silenziosa. Stanco di quella giornata già da appena sveglio, mi dirigo verso la doccia dove mi lavo velocemente con l'acqua fresca, in modo da svegliarmi il più possibile. Uscito di li, mi vesto solo con la parte inferiore della divisa e mi preparo due fette biscottate con la marmellata di mirtillo che divoro voracemente, affamato dalla sera prima. Dopo di che mi lavo i denti, mi metto la parte superiore della mia divisa, sistemo la mia cartella e mi dirigo in bagno per sistemarmi i capelli e comincio le delicate operazioni armato di Phon e spazzola, dopo svariati minuti di "lisciamento capillare" (Io lo definisco così.) mi guardo allo specchio e vedo che, come ogni mattina, non ha avuto un minimo d'effetto. Mando tutto al diavolo e esco di casa nella condizione Fisico - mentale di ogni mattina: Crisi di nervi precoce e capelli in disordine. Lo so, sembro una ragazza mestruata la mattina.
<< Buongiorno Alex! >> Mi urla Giuliano da lontano.
<< Buooooongiornooooo! >> Mi urla Vito correndomi incontro, fino a quando non è troppo vicino per i miei gusti e lo allontano gentilmente con una pedata allo stomaco. Si, questo è il mio buongiorno speciale per chi mi rompe la suddette.
<< Giorno Giuliano. Novità? >> Saluto e chiedo una volta avvicinato.
<< Novità? Su cosa? >> Mi chiede perplesso.
<< Boh in generale. >> Rispondo io. << Comunque, oggi avrò una cena con Noemi, conto su di te per non far diffondere la cosa. >> Gli chiedo con seguente conferma da parte sua.
<< C-c-c-c-coooosa? Una c-cena con Noemi-Chan?! >> Urla quel coglione di Vito così da permettermi di dire addio alla mia idea di non farlo sapere a nessuno. Ovviamente lo colpisco per la sua idiozia.
<< Intendevo dire >> Parla, stavolta a voce bassa, Vito << Come mai una cena? Adesso anche lei vuoi vedere n-n-n-NUDA?! >> Urla ancora e non posso fare a meno di ri-colpirlo più forte di prima
<< Non ho nessuna intenzione di fare questo, semplicemente la voglio levare dai piedi. Forse. >> Sorrido maligno tra me e me prima di entrare a scuola. Faccio pochi passi all'interno e poi è il dramma: Ho dimenticato di comprare le sigarette, merda. Ne ho solo tre e devo farci fino all'uscita che è alle due. Mi faccio forza, imponendomi di resistere, anche se non si dovrebbe rivelare troppo problematico perché ho un massimo di dieci sigarette giornaliere e un minimo di cinque, quindi dovrei riuscirci.. Spero. Le ore passano e già una sigaretta e mezza è andata via, una soltanto per calmarmi dopo che Noemi mi è saltata letteralmente addosso in classe, alla seconda ora. Sono le undici e c'è il cambio dell'ora mentre sento diversi gridolini eccitati venire dal corridoio, do un rapido sguardo e vedo il bel principino con uno stuolo di ragazze dietro pronto a servirlo e riverirlo mentre lui con un sorriso stanco prova ad allontanarle per poter andare almeno in bagno senza sentirsi osservato. Anche se in modo molto limitato, credo di capirlo nel mio piccolo. Il professore tarda ad arrivare e la mia classe diventa sempre più chiassosa, così prego il signore di far finire quella giornata presto. Miracolosamente nessun'altro avvenimento ha attaccato i miei nervi nella seguente giornata scolastica, facendo si che arrivassi all'uscita quanto meno capace di sopportare li sguardi (Assassini) invidiosi dei ragazzi che hanno saputo della cena, dopo essermi appuntato mentalmente di non parlare a Vito in posti pubblici, mi dirigo verso l'auto della mamma di Giuliano che gentilmente mi darà uno strappo a casa e in posta per ritirare i soldi liquidi nella post pay. Rientro e poso la cartella, ancora non affamato vado a trovare l'unica cosa rossa che non mi fa schifo: La mia spada. Cioè quella di mio papà, che mi regalò quando nacqui e ovviamente, prima che lui morisse. Da quando è morto, dodici anni fa, mi promisi di pulire ogni settimana quella spada, cercando di non farla rovinare mai, pensando che se la spada fosse rimasta bella, affilata e curata, l'anima di mio padre ne avesse giovato. 
<< Ehy, anche questa settimana non ti abbandono. >> Le dico, dandomi dello stupido, le spade non hanno un'anima. La ammiro un po', guardando quanto fosse bella anche con il rosso presente nella sua impugnatura dal colore nero con spirali cremisi, la guardia, rotonda e rosso sangue, un rosso quasi nero, aveva delle piccole ammaccature che mi da l'impressione di famigliarità con il suolo lunare. Infatti tempo fa le diedi un nome: Ryuketsu no Mun, Luna insanguinata per l'appunto. Sospiro, cacciando via la tristezza cerca di impossessarsi del mio cuore e comincio a pulire e curare la mia spada. Le operazioni di pulizia filano lisce e devo dire che adesso ho fame e anche voglia di mangiare cibo vero, mi metto di santa pazienza e comincio a guardare cosa ho in frigo, lo apro e vedo l'equivalente dello scenario di una guerra: Desolazione. Sospiro pesantemente e noto dei pomodorini, una boccetta con del pesto fatto in casa e della cipolla lunga, li tiro fuori e cerco una pentola in modo tale da mettere a bollire l'acqua.
<< C-cipolle di merda.. >> Mi lamento asciugandomi le lacrime causate dalle cipolle e noto con piacere che ho finito di farle a fette, taglio in due pezzi i pomodorini e vedo che l'acqua bolle, così metto a cuocere la pasta e prendo una padella sbattendola sul fuoco e versandogli un po' d'olio, il pesto, la cipolla e i pomodorini tagliati, facendoli saltare un po'. Noto che la cottura della pasta è finita e mischio pasta e condimento, dando vita a quel piatto che richiama alle mie origini Italiane che amo tanto. Le metto nel piatto e comincio a magiare con in testa un pensiero soltanto: Sono il Dio dei fornelli. Finisco presto il mio pranzo e mi rendo conto di aver mangiato troppo, tanto da farmi venire sonno. Do un occhiata all'orologio e vedo che sono ancora le tre e mezza, quindi decido di concedermi un riposino, sicuro di svegliarmi per le cinque massimo. Convinto male. Apro gli occhi in modo assonnato e vedo che è molto più buio di quanto dovrebbe essere alle cinque del pomeriggio, controllo ed è panico.
<< Sono solo le sei e mezza.. Aspetta, lei sei e mezza?! >> Urlo nel panico, tanto da cadere dal letto, sono un disastro. Mi alzo velocemente e faccio il punto della situazione in modo rapido.
<< Allora.. Ho due ore e mezza e mi devo lavare, vestire, sistemare, andare a prendere Noemi e portarla in un ristorante che ancora non ho scelto. Sono fottutamente.. Fottuto. Merda >> Viva l'ottimismo. Corro in bagno e mi fiondo a lavarmi di fretta, per poi uscire mezzo bagnato dal bagno rischiando di cadere e farmi un male boia, asciugandomi poi di fretta davanti all'armadio dove scelgo il primo completo elegante che trovo: i pantaloni sono grigio scuro mentre la giacca è nera, la camicia di sotto è bianca. La indosso e noto che non mi sta male, ma necessita comunque di un qualcosa che, dopo una breve riflessione, capisco essere la cravatta abbinata. Do uno sguardo all'orologio e vedo che sono le otto e dieci. Merda. Di nuovo. Filo in bagno e comincio la mia lotta con i capelli che non riesco minimamente a gestire quindi provo semplicemente ad ordinarli senza creare acconciature, mi guardo e vedo che non sono poi tanto male. Passo adesso alla fase più lunga per me: La scelta del profumo. Apro il secondo bagno della casa, e guardando alla mia destra vedo la vastissima scelta di profumi di cui mio fratello dispone. Si, mio fratello, perché è un patito di profumi, a dieci anni. In ogni caso, perdo come minimo un quarto d'ora per scegliere e opto alla fine per un Hugo Boss classico. Prendo chiavi e portafogli e scappo via da quel posto, pregando Dio e tutti i santi, perché si, sono cristiano, di farmi trovare un Taxi presto, cosa che come se fosse un miracolo trovo appena uscito dal portone del mio condominio. Grazie gente lassù, vi voglio bene anche io.
<< Mi porti al numero 37 di Okinawa MOLTO velocemente, per favore. >> Dico al signore che porta il taxi, il quale mi comincia a tartassare di domande già dai primi dieci metri di corsa. Stressato, decido di fare una cosa che ritengo estrema.
<< Mi scusi, lei fuma? >> Chiedo e questo annuisce. Allora io, con sofferenza, prendo il pacchetto comprato poche ore prima, ancora nemmeno aperto e lo scarto, offrendone una a quell'uomo pur di farlo stare in silenzio. Il mio piano funziona e mi fa anche uno sconto sulla corsa. Quella sigaretta ha fruttato il doppio. Scendo dal taxi e noto che, grazie a Dio, sono in anticipo di due minuti, allora mi do una sistemata e faccio mente locale su dove portare Noemi all'improvviso e senza ordinazione, poi mi viene in testa il ristorante Italiano di un amica di mia madre e riesco a rilassarmi. Mentre aspetto l'arrivo di Noemi, una ragazza con delle finte ali da pipistrello mi consegna un foglietto che io, sovra pensiero, prendo senza guardare. Leggo cosa c'è scritto e vedo un "Ogni tuo desiderio si avvererà" con uno strano cerchio sotto la scritta, mi viene da gettarlo via ma siccome non voglio inquinare evito e lo metto nella tasca dei pantaloni. Guardo l'orologio e vedo che sono le nove in punto, alzo lo sguardo e vedo Noemi uscire dal cancello di casa sua e le mie mascelle rischiano di cadere in terra dalla sorpresa, sempre se non fossi una persona così seria. In viso non era molto truccata, solo un po' negli occhi in modo tale da valorizzare il colore azzurrissimo delle sue iridi, i capelli erano uguali a quelli di sempre ma adesso sembravano più morbidi e luminosi. Al collo porta una collana di perle che devo dire la fa sembrare più grande e seria. E' vestita con un vestito a tubo azzurro che le arrivava appena sopra le ginocchia mentre nei piedi ci sono delle scarpe con il tacco di colore blu intenso. Si avvicina me con lo sguardo basso e il viso leggermente arrossato e mi viene da sorridere, notando quanto sia tenere con quell'espressione in viso, ma ovviamente non lo faccio. 
<< Sono in ritardo..? >> Mi chiede con un filo di voce e nella mia testa passa la malsana idea di dirle di si, ma non riesco ad essere così cattivo e mi limito ad un teatrale baciamano ed a dirle di no.
<< Mi devo ricredere, oggi sei più carina del solito. In ogni caso, sbrighiamoci ad andare, che ne dici? >> Le dico calmo mentre chiamo un Taxi, lei annuisce e ci mettiamo ad aspettare. Passa davvero poco e il Taxi arriva, saliamo e dico all'autista dove ci deve portare. Niente da dire sul viaggio, tranne per il fatto di aver dovuto sprecare e sottolineo sprecare, un'altra sigaretta pur di far tacere quell'uomo. Odio questa serata. Una volta scesi, dopo aver pagato la corsa, ci dirigiamo velocemente nel ristorante e vediamo che è pieno di gente.
<< Ma.. Hai prenotato, no? >> Mi chiede lei e vedo che rischia di cadere all'indietro quando le dico di no. Sbuffo, consapevole che da quando dirò il mio cognome in quel ristorante, sarà un inferno. Entriamo e vedo il Maitre accoglierci.
<< Prego signori, avete una prenotazione? >> Mi chiede cordiale prendendo il libro dove sono appuntate le preordinazioni. Sbuffo e nego leggermente con la testa.
<< Mi dispiace signori ma non potete entrare senza- >>  Lo blocco. << Kurenai. >> Dico il mio cognome, guardando dalla parte di Noemi che mi guarda interrogativa.
<< Non mi risulta nessuna prenotazione a suo no.. Aspetti, proprio QUEL Kurenai?! >> Mi dice sgranando gli occhi e io sbuffo. 
<< Si, figlio di QUEL Kurenai e QUELLA Maria. >> Dico velocemente. Allora vedo l'uomo davanti a me chinare pesantemente il capo.
<< M-mi scusi! Io non sapevo della sua presenza in questa città! >> Mi dice con tono dispiaciuto e l'istinto di sprofondare negli abissi dell'oceano si fa strada nel mio animo.
<< Ma smettiamola. Tiri su la testa, non sono mica un Re o un imperatore. Sono solo il figlio di un grande Chef.. >> Dico, evitando di aggiungere la parte in cui dico "A qui dovete TUTTI i soldi che avete guadagnato fino ad ora. " Ma va bene così.
<< Subito, Kurenai- Sama. Prego, le mostro il suo tavolo. >> Mi dice con fare riverente mentre mi sbatto la mano nel viso sull'orlo di una crisi e mi cominciano a salire i coniati di vomito per tutto quel modo di fare. Mi giro e intuisco che Noemi non ci sta capendo una mazza.
<< Ti spiego tutto mentre siamo a tavola. >> Le dico sbrigativo. Una volta seduti, aspettiamo che un operatore vi venga a servire, così le spiego come stanno le cose.
<< Hai presente quello Chef che è morto due giorni prima della sua quinta stella? Ecco, quello e mio papà, mentre mia mamma è quella che si è ritirata dal mondo della cucina quando ne aveva quattro da un mese. In altre parole, sono molto adagiato economicamente, per non dire una barca di soldi. Immagino che non ti interessi il perché lo rendo segreto. >> Spiego velocemente.
<< Non è che non mi interessi.. Solo che intuisco che è un qualcosa di privato, quando e se me ne vorrai parlare, lo farai, io aspetterò! Però.. Non capisco esattamente perché quell'uomo ti ha trattato con così tanto rispetto.. >> Mi dice mentre il cameriere le consegna il Menù. Lo prendo anche io e mi rendo conto di quanto, forse, quella ragazza è intelligente. Sicuramente è molto sensibile, questo è assodato. L'idea di farci qualcosa di serio mi sfiora la mente e io non la discrimino affatto anzi, devo dire che mi piace. Scelgo con cura i piatti, attento a non prendere nulla che possa contenere cose che non mi piacciono, mentre vedo lei in seria difficoltà.
<< Che hai? Sei indecisa? >> Le chiedo, avvicinandomi e le vedo sgranare gli occhioni e arrossire lentamente, per poi calare lo sguardo a terra. Non riesco a contenermi e comincio a ridere così forte da non riuscire a contenermi come si deve. Mi calmo e la guardo mentre ancora lei ha lo sguardo fisso in terra, mi piace. Anche tanto.
<< Allora? Dimmi cosa ti turba, Noemi. >> Le dico cercando di avere una voce rassicurante. 
<< E' che.. Cioè.. Ci sono così tante cose che.. Le ordinerei tutte! Perché non credo di tornare più in un posto simile.. Ehehe.. >> Mi dice estremamente imbarazzata.
<< Adesso prendi quelle che più ti incuriosiscono, la settimana prossima prenderai altro. >> Le dico prima di chiamare l'operatore che ci aveva consegnato i menù. Do le mie ordinazioni e le segna nel suo blocco appunti (Per chi cerca il termine tecnico, si chiama comanda, lo so. NdAutore.) e aspetto quelle di Noemi che ha una faccia imbambolata nel vuoto.
<< Ehy, sei in coma perché ti ho invitato ad un appuntamento anche settimana prossima? >> Le chiedo ridacchiando.
<< SI! SONO ASSOLUTAMENTE INCREDULA! AAAAH, SE E' UN SOGNO NON SVEGLIATEMI ASSOLUTAMENTE! >> Urla come se fosse sola nella stanza e tutti si zittiscono e la fissano in modo curioso. Non resisto più e scoppio a ridere rumorosamente, mentre tutti ci guardano come se fossimo pazzi.
<< Beh, visto che c'è sto silenzio.. Noemi, vuoi uscire con me anche settimana prossima? >> Faccio teatralmente, imbarazzando a morte Noemi che, dopo circa dieci secondi di mutismo, risponde con un flebile "Si" udibile a pochi. Parte l'applauso dei clienti nel ristorante e poi, dopo poco tutti ritornano alla normalità mangiando il loro pasto tranquillamente.
<< Cioè.. Anche tu riesci a comportarti in questo modo.. Tu che sei sempre così maledettamente figo e serio.. >> Mi dice insicura.
<< A quanto pare >> Rispondo. << E' la prima volta in pubblico. >> Le rispondo sinceramente. Mentre sorseggio il vino che mi è stato appena portato. La serata passa tranquilla fino alla seconda portata della cena. 
<< FERMI TUTTI QUESTA E' UNA RAPINA! TUTTI LE MANI IN ALTO, SE VI MUOVETE ANCHE DI UN CENTIMETRO VI APRO UN BUCO IN TESTA! >> Urlano dei pazzi che entrano come, appunto, dei pazzi nel ristorante. Mentre tutta la folla di ricconi presente in quel posto alzava le mani al cielo terrorizzata, io diedi una rapida occhiata ad i criminali e notai che erano disposti solo di un'arma da fuoco, una sola. La guardai meglio e notai il tappuccio arancione nella canna della pistola. Irritato da tanta stupidità, mi massaggiai le tempie in cerca di calma e poi decisi d'ignorarli e di continuare a mangiare, spiegando la situazione anche a Noemi. 
<< Quei.. Cosi, hanno delle pistole.. Ad acqua. Continua a mangiare, tranquilla. >> Le dico prima di mettere tranquillamente un boccone nel mio palato.
<< EHY, PICCOLE TESTE DI CAZZO, VI HO DETTO DI ALZARE LE MANI! VOLETE UN BUCO IN TESTA? >> Mi urla contro il "Malvivente"
<< Guarda, se devi venire a minacciarmi, abbi almeno l'accortezza di dipingere il tappo della pistola ad acqua. In più evita di puntare quell'affare su di me, questo vestito ha più zeri nel prezzo di quanto tu riesca a leggere. >> Lo provoco, facendolo incazzare. << Ah, e se per caso pensi che non mi sia accorto del coltello che tieni nella tasca dietro, ti sbagli di grosso. Non sto qui a spiegarti cosa succede se soltanto provassi ad afferrarlo. >> Continuo, prima di prendere un'altro boccone e mangiarlo con calma. Vedo che fa un movimento repentino verso il suo coltello e ghigno, ora mi diverto. Scatto verso quell'idiota e lo colpisco con una gomitata allo stomaco ed una ginocchiata al viso. "Fuori uno." Penso prima di scattare verso il deficiente più vicino e schivo facilmente il pugno che mi tirò.
<< Obbiettivo confermato.. Eliminare. >> Sussurro. Un sorriso sadico mi si forma in viso dopo aver colpito con violenza la mascella di quel tizio, sentendo chiaramente l'osso rompersi. Fuori due, ne restano altri due. Corro verso quello più vicino a me, ma noto che il suo compagno sta andando verso Noemi. Mossa assolutamente sbagliata. Cambio repentinamente direzione, andando verso l'idiota che aveva osato soltanto pensare di poter far male a Noemi, alla MIA Noemi, ma vedo una scena che non dovevo vedere: Il tizio arriva prima di me e cerca di afferrare Noemi che si ribella e riceve un pungo sul viso, adesso terrorizzato e dolorante. Mi blocco, non sapendo seriamente cosa provare. Odio, rabbia, furia? Non lo so, so solo che sentivo chiaramente un enorme, anzi, colossale potere scorrermi in corpo e una fastidiosa vocina che non riuscivo a capire per nulla. In men che non si dica, arrivai da quello che colpì Noemi. 
<< Mi sa che hai ferito la persona sbagliata >> Dico con voce sadica. << Eliminare. >> Sussurro con voce fredda per poi colpirlo violentemente alla nuca, facendolo sbattere pesantemente a terra, morto o svenuto non lo so e non mi interessa. Mi dirigo a passi lenti verso l'ultimo mio obbiettivo, ma mi accorgo che adesso Noemi è schiacciata a terra e non riesce a respirare bene, quindi mi disinteresso di quella carogna che nel mentre scappa a gambe levate. Mentre mi avvicino al corpo della ragazza, sento quel potere svanire velocemente e la vocina farsi sempre più lontana e al tempo stesso lei sembra stare meglio, riuscendo a fare respiri più decenti. La prendo in braccio ed esco velocemente da quel posto. Passano dieci minuti circa prima che Noemi si svegli.
<< Dove.. Dove siamo? >> Mi chiede confusa mentre si alza dalla panchina nella quale l'ho distesa.
<< Siamo in Parco, ti ho portata qui dopo che sei svenuta. >> Le dico aiutandola a sedersi.
<< Che romantico che è qui.. >> Mi dice imbarazzata mentre io noto che non ha tutti i torti. Il cielo buio come l'oscurità più intensa è adesso illuminato dalla Luna piena e le stelle.
<< In effetti è romantico. Anche se non me ne intendo molto. >> Rispondo con una mano dietro la Nuca, in leggero imbarazzo. Si, adesso riesco anche ad imbarazzarmi, pazzesco.
<< Emh.. C-con il conto del ristorante come hai fatto..? Hai pagato tutto tu vero?! Mi dispiace.. >> Cambia discorso imbarazzata.
<< No, in realtà un operatore mi ha seguito, ringraziandomi per aver sventato la minaccia di quei quattro coglioni, quindi come ringraziamento mi ha detto che la nostra cena sarà offerta dalla casa. Più tosto mi dispiace per te.. Ti fa male? >> Le dico accarezzandole la guancia colpita.
<< In realtà non sento niente.. >> Mi dice con lo sguardo basso. E' davvero carina. Questo momento di tenerezza dura ben poco, visto che dietro di noi, un'albero cade senza un apparente motivo.
<< Co-cosa è stato? >> Mi chiede impaurita. 
<< Non lo so, ma io me ne andrei da qui. >> Le dico afferrandola per mano e cominciando a correre, anche un qualcosa che non riesco a vedere mi afferra.
<< Alex! >> Urla impaurita Noemi.
<< Corri! Io me la cavo da solo, ma sii veloce! >> Le dico serio, mentre lei annuisce e scappa intelligentemente. Nel mentre vengo lanciato e sbatto contro un albero, perdendo la cognizione della realtà per alcuni secondi. Come mi sveglio, vedo un grosso coso a forma di ragno con una maschera in volto.
<< Non so il cosa sei e il perché ora riesco a vederti ma.. A giudicare da quanto sei grosso, sei lentissimo. Vieni. >> Lo provoco, anche se sono sicuro di non poterlo battere, ma se riuscissi a farlo incastrare da qualche parte potrei scappare. Quel mostro mi viene addosso e come immaginavo è dannatamente lento, lo evito con facilità e sento come una piccola dose di potere entrarmi in corpo, ma non ci do peso. Quel mostro mi attacca ancora ma sta volta è molto più veloce e riesco a malapena a schivarlo, venendo sbalzato lontano dallo spostamento d'aria.
<< Sei dannatamente forte.. >> Ringhio, prima di accorgermi di avere una catena al petto. << Cosa.. Cazzo è? >> Mi chiedo e seguendo con lo sguardo il proseguirsi di quella catena noto che va a finire.. Nel mio corpo.
<< Ma io sono qui.. Come posso..! >> Mi chiedo prima di vedere quel mostro essere polverizzato da un flash azzurro. Mi giro verso l'origine dell'attacco e vedo Noemi accompagnata da una bella donna con.. Delle ali nere?!
<< Noemi! Cosa ci fai qui?! Chi è quella?! COSA STRACAZZO SUCCEDE?! >> Urlo confuso.
<< E' quello li, Noemi? >> Chiede la donna alata.
<< Si.. Reynalle*-Sama.. >> Sussurra Noemi.
<< Bene, fallo. >> Ordina.
<< Ma Reynalle - Sama! E' innoquo! >> Urla Noemi con le lacrime agli occhi.
<< Innoquo? Senti la sua Reiatsu come cresce? Se lo lasciamo vivere potrebbe diventare un serio pericolo per tutti. Noemi, se non lo fai tu lo fa- >> Interrompo lo sproloquio di quella donna colpendola con un forte cazzotto in viso.
<< IO HO FATTO DELLE DOMANDE! Prima di parlare di me come se non ci fossi, rispondetemi! Senza contare che NESSUNO da degli ordini alla MIA Noemi. >> Esagero un po', come sempre in questa serata. Noto però che la donna colpita si alza come se l'avesse colpita una mosca. Scompare dalla mia vista per apparire dietro di me, colpendo sia me che Noemi. 
<< Schifoso umano! Come ti permetti di toccarmi! E tu idiota dai capelli azzurri, come ti permetti di non obbedire ad un mio ordine?! Meriteresti la pena capitale per questo! >> Comincia a sbraitare mentre io mi alzo a fatica anche se sono certo che non mi ha colpito con forza. 
<< Non so che cosa tu sia o cosa stia succedendo, ma come ti permetti di dire delle cose così offensive a.. Noemi..?! >> Completo a mala pena la frase, anche dopo essere stato infilzato allo stomaco da una lancia azzurra che Noemi, in lacrime, tiene in mano.
<< Brava ragazza.. >> Disse la donna chiamata Reynalle, mentre abbraccia in modo sicuramente non affettuoso Noemi che aveva gli occhi pieni di lacrime, per poi alzarsi in volo. << Se hai del risentimento, rivolgilo verso Dio che ti ha dato così tanta Reiatsu da rischiare di essere un pericolo anche per noi. >> Rei.. Cosa? Capisco a mala pena cosa dice, mente comincio a sentire il sangue in bocca. Do un'ultimo sguardo a Noemi e la vedo piangere disperata e non riesco a provare del vero risentimento per lei, nonostante è lei che probabilmente mi ha ucciso. Quelle due scompaiono e constato che il mio corpo non vuole assolutamente muoversi se non per pochi movimenti semplici come quelli del braccio. Porto infatti la mia mano davanti al viso e mi viene da ridere, notando che l'ultimo colore che io devo vedere è ironicamente proprio quello che odio di più: Il rosso. Un rosso più intenso delle fragole mature, lo stesso che tinge le mie mani.. Se potessi decidere che tipo di rosso dovrei vedere prima di morire vorrei.. Rias - Sempai, eh? Certo, se dovessi morire vedendo del rosso, vorrei vedere i capelli di quella stupenda ragazza. Penso, dandomi dello stupido prima di perdere i sensi definitivamente.
   ***
<< Bucho!* C'è una chiamata urgente per lei! >> Mi urla Akeno, mentre io mi preparo per il trasporto.
<< E' quel ragazzo, Akeno, prepara il cerchio magico velocemente per favore! >> Le dico mettendomi in posizione per il trasporto. Vedo che Akeno è pronta e comincio a recitare il canto di repulsione. << Minamu no shinzo, kita no hitomi, nishi no yubisaki, higashi no kibisu, kaze mochite tsudoi ame haraite chire!* Bakudo N° 45, Mahojin*! >> Completo il canto e mi teletrasporto nel luogo indicato. Appena arrivo vedo il ragazzo che ho fatto pedinare da Koneko con un profondo buco allo stomaco e apparentemente privo di sensi, in più noto che la sua catena dell'anima è spezzata e che appunto la sua anima è fuori dal corpo. 
<< Tu, mi hai chiamato? >> Chiedo e vedo che è seriamente svenuto. << Se proprio devi morire.. Io mi prenderò la tua vita.. >> Sorrido, vittoriosa e compiaciuta. << La tua vita.. Tu vivrai per me! >> 
***
Driin Driin
La sveglia suona e mi sveglio di botto, spaesato. I ricordi della sera prima sono vividi nella mia testa, poi mi tocco l'addome dove ero stato ferito e noto che non c'è nulla e sopratutto che sono nudo. In ogni parte del mio corpo. Cerco le mie mutande nel letto, convinto che quello della sera prima sia un sogno dannatamente reale e doloroso, però mi accorgo anche che nel letto con me c'è qualcuno. guardo chi è..
<< Eh..? EH?!!? >> Urlò sconvolto, anche questa giornata inizia in modo estremo.


* Reinalle: Le "L" si leggono "R", appunto "Reinare".
* Bucho: Preside-Presidentessa.
* Canto repulsivo: Non è nulla di veramente importante, è il canto di un Bakudo a caso.
*Mahojin: Cerchio magico.




Angolino Autore (?)
NON CI CREDO HO FINITO! 
Giuro che ci sono stato un casino di tempo per finire questo primo capitolo! In ogni caso.. Che ne pensate? Ho fatto un buon lavoro? Vi ho fatto interessare almeno un po'? Spero di si e che me lo facciate sapere con delle recensioni, visto che ho dei seri dubbi xD
Ma parlando del capitolo nel dettaglio..
Secondo voi chi sarà mai in realtà Noemi, mentre cosa avrà fatto Rias al povero Alex? Ma sopratutto.. Chi c'è nel letto con Alex e perché è nudo? Tutto questo si saprà, ve lo giuro, nel prossimo capitolo. Però se lo volete sapere dovete recensire! Sennò se vedo tante letture e nessuna recensione vuole dire che ho prodotto un qualcosa non degno di nota e la cancellerei. Quindi, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, mi va bene anche un "Continuala stolto!"
In più, per chi si volesse fare un'idea dei personaggi (Dato che nelle descrizioni faccio un po' schifo) qui c'è la lista dei personaggi non di Bleach presenti in questa storia.
Alex: Kazuma Yagami ( O Kannagi) di Kaze no Stigma.
Noemi: Natsuru Senou (Versione femminile) di Kampfer.

Poi ci sono quelli di DxD 

Rias Gremory
Akeno Himejima
Toujo Koneko.
Yuto Kiba.

E Poi ci sono Vito e Alex che esistono veramente ma potete benissimo immaginarli come Matsuda e Motohama di DxD.

Adesso, dopo tutto ciò vi lascio e vi do appuntamento fra tre settimane. Si, tre perché voglio aspettare e vedere che riscontro ha questa storia, poi l'appuntamento sarà settimanale massimo ogni due settimane.
Un bacioneee
Mattia.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


ECCOMI RITORNATOH!
Beh, si, dopo diversi problemi sono ancora vivo e con le facoltà mentali adatte per continuare questo scempio che ho partorito. Ho avuto diversi problemi, di natura veramente seria ma anche alcuni meno.. Grattacaposi(?) in ogni caso continuo questo aborto che dovrei chiamare storia, sciauu!

Ps: Siccome ho strutturato un tipo di storia raccontata in prima persona e da più "POV", metterò degli asterischi e il nome del personaggio che interpreto e, nel caso sia necessario, avviserò anche in caso di "POV" autore o generale. Se non avete compreso, lo farete più avanti.

 

*** POV Alex

Mi guardai freneticamente intorno, solo il lenzuolo a coprire le mie intimità, anche se ci badavo poco dato che ero concentrato completamente su tutt'altro che le mie di intimità.

<< Che. Cosa. Diavolo. Ci. Fai. Qua? >> Ringhiai, vedendo come se la rideva sopra il mio letto. Oh, ma ci sarebbe durata ancora per molto sopra il mio personale giaciglio, se non fosse per il fatto che io sono estremamente geloso del mio letto.

<< Diciamo che mi devi un favore. >> Risponde serafica, guardandomi con i suoi occhi color del ghiaccio adesso ridenti. Respiro lentamente per calmare il mio lato leggermente incline all'omicidio e, sicuramente con scarsa finezza, la tiro giù dal letto, lanciandole la prima cosa coprente che ho a portata di mano.

<< Diciamo che mi devi una spiegazione o quantomeno una scusa convincente. >> Sibilai, mettendomi nella mia "Posizione d'ascolto scettico" cioè, con le gambe incrociate, un sopracciglio alzato e le labbra con sopra un ghigno scettico. La osservo coprirsi con calma, come se il fisico non fosse suo. Dio se mi irrita.

***POV ??

<< Diciamo che mi devi una spiegazione o quantomeno una scusa convincente. >> Sibila lui, incrociando le gambe, alzando un sopracciglio e stampandosi un odioso ghigno scettico sulle labbra. Sospiro mentre lentamente copro le mie intimità, cosa che noto con sommo piacere lo infastidisce.

<< Devo ammettere che però hai lo stesso atteggiamento di quando sei infilzato. Solo che parli molto di più adesso. >> Lo vedo sgranare per un istante gli occhi che, per un istante diventano color smeraldo, per poi tornare color della pece. Non sto a chiedermi troppo come mai questo cambiamento e continuo la mia spiegazione. << Si, magari quando ad infilzarti è un una ragazza dai capelli azzurri e le ali nere.. >> Continuo, rendendomi conto che forse ho esagerato un po', dato che la Reiatsu del ragazzo davanti a me si alzò esageratamente per alcuni istanti.

<< Come lo sai?! Sai per caso dov'è Noemi, eh?! >> Sbraita lui, minaccioso a modo suo. Non mi scompongo più di tanto ma lo guardo negli occhi, in modo da capire che tipo di emozione prova quindi di ponderare le parole in modo esatto. Noto Ira, rabbia e.. Tanta tristezza. Probabilmente si sente tradito e inutile. Mi fa quasi tenerezza.

<< Piano.. Prima calmati, poi risponderò alle tue domande. >> Lo vedo ammansirsi leggermente. << Parto dicendo che non so dove sia Noemi. Non ne ho la benchè minima idea. Comunque posso spiegarti.. Questo. >> Dico riferendomi all'evidente situazione che, per due persone sane di mente sarebbe stata imbarazzante. Ma a quanto pare noi eravamo due casi a parte.

<< Meglio per te che sia convincente.. >> Minaccia falsamente disinteressato. Sto ragazzo mi stupisce per quanto possa essere bravo a fingere.

<< Bene.. Intanto, vedo che il tuo addome è completamente sanato, meno male. >> Dico avvicinandomi al letto per prendere il mio intimo. << Sei guarito in poche ore di trattamento. Hai un fisico mostruosamente forte, quella era una ferita mortale per chiunque. >> Continuo mettendomi le mutandine di pizzo nero e vedo lui spiattellarsi una mano in viso, probabilmente esasperato (o a rischio epitassi, poi è soggettivo) per la mia evidente fissazione per l'intimo "audace". << La ragazza che conoscevi come una mezza Stalker è in realtà un angelo caduto. >> Lo vedo fare un'espressione perplessa e noto che nei suoi occhi sono presenti delle pagliuzze verde smeraldo che trovo assolutamente meravigliose. Spaesata da quel pensiero così poco consono alla mia persona, continuo la mia illustrazione degli eventi. << Mentre erano il braccio destro di Dio, si sono macchiati del peccato e sono stati spediti sulla terra da esiliati, per poi finire negli inferi. E' così da sempre, gli angeli caduti finiscono sempre negli inferi in un modo o nell'altro.. In ogni caso, io sono colei che ti ha salvato. Ovviamente questo ha un prezzo.. >> Dico io, mentre cerco di allacciarmi il reggiseno dietro la schiena, con scarsi risultati. Mando una tacita richiesta d'aiuto che, seppur di contro voglia, arriva presto.

<< E quale sarebbe questo “prezzo”? Non è che l'ho già saldato sta notte, rossa pervertita? >> Chiede ridacchiando e guardandomi con aria di chi la sa lunga. Mi allontano e mi risiedo nel suo letto, guadagnandomi un' occhiata d'odio puro. Mi viene da ridere ma mi trattengo. << Ti piacerebbe fosse andata così ma in realtà il vero prezzo è.. Beh.. Tu diventerai il mio servo. O meglio, lo sei già. >> Dico come se fosse una cosa ordinaria per un umano, tanto che lui mi guarda sinceramente stupito. Le iridi sono, ancora una volta, verde smeraldo. Mi ci perdo per alcuni istanti, ma mi ricompongo, ricordandomi chi realmente sono.

<< Io sono Rias Gremory, la shinigami demoniaca, tua padrona. >> Dico allargando le mie ali, di cui non vado tanto fiera, ma che mi rappresentano. Il suo sguardo è vacuo ma i suoi occhi sono ancora verdi. Lo vedo poi spiattellarsi una mano in viso, mandandomi al diavolo in una lingua che immagino sia l'aramaico per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta rumorosamente. Nell'allontanarsi, lo sento urlare contro di me intimandomi, con la delicatezza di uno scaricatore di porto, di scendere dal suo letto se non volevo essere esorcizzata. Rimango perplessa e, francamente, leggermente interessata dalla sua reazione, per poi sghignazzare all'idea di lui vestito da prete che cerca di esorcizzarmi. Inizio a vestirmi, convinta più che mai di averci visto giusto.

*** POV Alex

<< E scendi dal mio personalissimo letto, se non vuoi essere esorcizzata all'istante! >> Urlo non molto delicato, prima di infilarmi nella doccia, dove sparo l'acqua calda al massimo che per fortuna non tarda ad riscaldarsi. Mi lavo lentamente dato che è domenica, sicuro che quella.. Tizia nell'altra stanza non se ne andrà presto. Ripenso shockato, a quello che ho visto. Ho visto delle fottute ali.. Ancora. Mi colpisco ripetutamente per svegliarmi nel caso questo sia un sogno, ma niente. In più continuo a sentire una strana presenza, nell'altra stanza, che etichetto come malvagia, a differenza di quella della rossa. Si perché sono assolutamente certo che lei sia in cucina adesso. Mentre la presenza negativa e nel salotto. Esco velocemente dalla doccia e mi avvolgo nello asciuga mani. Mi asciugo i capelli e mi infilo delle mutande prese nella mia stanza. Con ancora l'asciugamano avvolto dalla vita fino alle Ginocchia mi dirigo in cucina dove vedo quel parassita dai capelli rossi che, come se fosse a casa sua o di un amico di vecchia data, si è servita di tutto punto. Thè, latte e biscotti, gli unici superstiti di una settimana da solo. Adirato, le strappo i biscotti da sotto mano e ne addento uno, guardandolo come se fosse l'unica fonte di sostentamento dalla quale potessi attingere energie. Lei mi guarda con i suoi occhi color del ghiaccio, in viso un espressione divertita ma anche leggermente irritata. Fa per dire qualcosa quando una strana sensazione urla al mio cervello che c'è un pericolo vicino, anche lei sembra essersene accorta, ma sembra rilassata. Mi dirigo nel salotto, dove sento che l'energia negativa è concentrata e noto che la parassita mi è venuta dietro. Da un buco nero sbucato all'improvviso, spunta uno di quei cosi con la maschera e il buco nel petto, simili a quelli che mi avevano attaccato la sera prima.

<< Rossa! Che diavolo sono ste robe?! >> Urlo, vedendo quell'affare uscire quasi completamente dal buco e guardarmi seriamente male.

<< Si chiamano Hollow. Sono delle anime in pena che mangiano altre anime principalmente per placare la loro fame, ma anche per potenziarsi. Comunque, guardami un istante! >> Urla lei. Mi giro e me la trovo ad un centimetro dal viso, con uno strano guanto in mano. Non ho nemmeno il tempo di respirare che mi tira un ceffone allucinante facendomi volare di qualche metro. Non appena mi rialzo faccio per urlarle contro ma noto di essere vestito con uno strano Kimono nero all'esterno e bianco all'interno, con una fascia bianca a tenerlo su.

<< Questa è la tua anima! Dato che prima non mi hai permesso di spiegartelo, lo farò adesso. Sei diventato uno Shinigami dato che, ieri, sei morto. Mi spiego bene: Dopo essere stato trafitto, la tua catena dell'anima si è spezzata ma, io, sono arrivata in tempo e toccandoti, ho liberato una piccola parte della tua reiatsu che ti ha permesso di diventare uno shinigami e quindi di tornare nel tuo corpo! >> Mi spiega lei, anche se non ci capisco una mazza. << Non ho capito nulla ma lo spiegherai dopo, intanto come facciamo con quell'affare? >> Chiedo mentre vedo che lei ingerisce qualcosa per poi dividersi in due lei, una cade a terra mentre l'altra ha il mio stesso vestito anche se, più che nero, mi sembra tendente al viola. << Lo eliminiamo. Come vedi io ho una spada ma tu, no. Usualmente nella Soul Society danno le Asauchi ma, non credo sia possibile.. Forse dovrei eliminarlo io.. >> Dice mettendosi una mano al mento con fare pensieroso, mentre quel coso entrava nel mio salotto, rischiando di distruggere qualcosa. Un lampo di genio mi viene in mente e corro verso la mia spada che, guarda caso, è proprio in salotto esposta. La parassita mi guarda perplessa.

<< Va bene una spada, ma non una spada qualunque, serve una zampakuto in grado di purif- >> La interrompo, lanciandomi all'attacco e tagliando via un arto di quello schifoso a forma di maiale peloso che inizia a contorcersi per il dolore. Vedo lo sguardo sconcertato della rossa andarsi a posare su di me e successivamente sull'arto mozzato per più volte fino a quando questo non sparisce e il coso attacca lei, che schiva all'ultimo l'attacco, comparendomi accanto.

<< COSA DIAVOLO E' QUESTA?! >> Comincia a sbraitare mentre osserva Ryuketsu come se fosse una cosa strana, atteggiamento che mi fa incazzare alquanto.

<< Cosa può essere mai?! E' una spada e come tale taglia! Cosa ti aspettavi?! >> Le inveii contro. << Certo! Perché quel coso la è una cosa ordinaria quindi una spada ordinaria può farlo a fette! Non hai minimamente pensato che potesse farti del male o che quantomeno potesse non fare effetto eh?! >> Mi sbraita contro, se non sentissi questa specie di intolleranza reciproca penserei che fosse preoccupata.

<< Ma ha funzionato! Invece di stare qui ad urlarmi contro senza motivo, perché non mi ringrazi, eh?! Che poi a te cosa importa se io mi faccio del male o no?! >> Urlo io, praticamente dicendo cose senza senso.

<< A me non importa assolutamente nulla di te! Mi serve solo un servo in più tutto qui! >> Urla lei di rimando, rossa in viso per la rabbia. Credo.

<< BENE! >> Dico io.

<< OTTIMO! >> Dice lei. Girandosi dall'altra parte rispetto alla mia. Dopo appena un istante, quel coso si getta addosso a noi urlando.

<< E STA ZITTO TU! >> Diciamo in coro, io infilzando la spada, tenuta nella mano sinistra, dritta in faccia al Hollow mentre lei, con la mano destra, spara una specie di palla rossa che lo disintegra all'istante. Ci guardiamo per alcuni istanti per poi girarci all'opposto uno dell'altro.

<< Tch! >> Esclamiamo insieme.

<< Ehy, non copiarmi Idiota! >> Ancora una volta parlammo insieme.

<< Ma va al diavolo! >> Sbottammo anche questa volta al unisono andando a recuperare i nostri corpi materiali ( O almeno così credo si debbano chiamare dato che non ci ho capito nulla. ) e andammo in direzioni diverse, ovvero io a vestirmi e lei a finire la colazione. Credo di odiarla.

 

*** POV Rias.

Andai verso la cucina della casa di quella sottospecie di animale per finire la mia colazione mentre il mio cuore batteva insolitamente a mille. Mi buttai pesantemente sulla sedia cominciando a lisciarmi i capelli compulsivamente. Perché, poi? Voglio dire, se quel beduino muore o no non m'importa giusto? Sono una Shinigami demoniaca, per giunta. Intanto perché come ho visto che si è buttato a capofitto verso quel Hollow, senza nessuna apparente arma, mi sono spaventata a morte? E perché ogni volta che guardavo quelle dannate pagliuzze verdi mi batteva il cuore più forte? Che sia.. Perché è membro della mia famiglia a tutti gli effetti? Non ci capisco più nulla, so solo che credo di essermi già affezionata a quella sottospecie di animale bipede. Il soggetto dei miei pensieri si fece presente in cucina adesso sfortunatamente finalmente vestito e coperto, con un Jeans scuro ed una maglietta a maniche lunghe raffigurante un leone con la corona, lo scettro e la tunica imperiale. Alquanto eccentrica come maglia, a mio modesto dire. Fingo disinteresse e continuo a mangiare i miei biscotti. L'unico rumore che si sente è quello prodotto da me che continuo a masticare biscotti fino a quando non sentii un forte botto sul divano dove era seduto Alex.

<< La smetteresti di essere tesa come una corda di violino, sto bene. Me ne sono accorto sai? La tua faccia aveva un'espressione preoccupata evidente. Quel coso.. >>

<< Hollow. >> Lo interruppi.

<< Quell'Hollow, l'ho, anzi, l'abbiamo fatto fuori senza graffiarci. Basta così. >> Dice lui, mentre nemmeno mi guarda, accendendosi una sigaretta e prendendo il Joypad della play4. Sono sinceramente stupita dal suo essere.. Preoccupato? Si, preoccupato per me. Faccio per ringraziarlo quando, ad un tratto, viene vicino a me, con quel suo sorriso sgembo e odioso.

<< O almeno sarebbe quello che vorresti sentirti dire, vero? La verità è che quel coso avrebbe potuto uccidermi se non fossi stato io. Ad ogni modo.. CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI SVUOTARE LA MIA DISPENSA? >> Mi urla in viso alla fine, facendo sparire tutti i miei buoni propositi. Però prima che potessi ribattere, mi sbatte il Joypad in mano. Lo guardo stranita.

<< Se devi stare qui almeno aiutami a fare questa cosa su Call of Duty zombie. >> Mi spiega mentre sistema la mega TV, mentre io mi chiedo quanto possa essere ricco per essere un umano.

<< Chi ti dice che so giocare? >> Chiedo.

<< Lei. >> Dice indicando la sua play. << Come l'hai vista hai fatto una faccia strana, da questo deduco che sai giocare. >> espone tranquillo mentre si lancia sul divano. Devo ammettere che è un genio.

<< Hai vinto, gioco a sti videogiochi da quando avevo.. Beh, da tanto tempo. >> Mi siedo nella poltrona alla sinistra del divano ma mi accorgo che che c'è controluce che mi impedisce di vedere bene. Quindi mi alzo e mi siedo nel divano con lui, all'opposto di dov'è però. Mi guarda con superficialità e mi mette in soggezione, onestamente. In più quelle pagliuzze verdi non mi aiutano.

<< C'è controluce.. >> Okay, detta così sembra una scusa, ma è effettivamente la verità. Ad ogni modo vedo che non ci da peso e iniziamo a giocare. Credo che mi sta meno sulle ovaie, per così dire, di quanto mi aspettassi.

POV Generale.

Il resto della mattinata la passarono così, giocando a play, come se fossero amici. Amici che sembrano odiarsi, ma amici. O almeno così fino a quando la partita non finì per un lieve errore di Rias.

<< Ma che cazzo combini, eh?! Ti avevo detto di fare così: Batteria, Badge e infine le uccisioni! Cosa c'è di complicato in ciò?! >> Le urlò contro lui, lievemente incazzato.

<< Certo perché tu, in modo molto furbo, hai cominciato a sparare tutte le esche per il minimo accenno al pericolo, era ovvio che dovevo uccidere la gente che mi veniva addosso! >> Rispose lei, tutt'altro che disposta a farsi urlare in faccia.

<< Certo, questo perché non mi ascolti, ti avevo detto chiaramente di mettere subito la batteria, che ti dava l'invisibilità, così potevi fare i badge e infine le tue amate uccisioni ma no! Non mi devi dare retta tu eh?! >> Sbraitò lui, avvicinandosi a lei.

<< Certo, così io le armi per uccidere quei cosi le compravo pagando in natura, vero deficiente?! >> Urlò lei alzandosi. Però, probabilmente per via del nervosismo, inciampò sul tappeto rischiando di cadere con il sedere a terra, salvo poi essere presa al volo da Alex che l'attirò a se, finendo per essere lei e il suo spropositato seno sopra lui, e lui a cingerle la vita. Si venne a creare un silenzio strano, dove i due si guardavano in modo indecifrabile fino a quando..

<< Emh Emh! >>

Qualcuno cagò il cazzo.

POV Alex

<< Esattamente cosa vorrebbe dire questo, Ale-nii? >> Mi chiede mio fratello, assumendo la mia espressione scettica.

<< Vorrebbe dire.. >> - Sposto delicatamente la rossa da sopra di me - << Che mi ha fatto incazzare a CoD, così stavamo litigando. E' caduta e l'ho presa. In altre parole sei tu che sei entrato al momento sbagliato. >> Espongo tranquillo. Mentre la rossa accanto a me sembra avere il viso mimetizzato fra i suoi capelli, tanto è rossa. Che schifo, direi, se non fosse per la sua naturale bellezza che la fa sembrare un angelo che mi fa leggermente ricredere. Sbuffo un po' di fumo mentre vedo mio fratello squadrarmi ancora dalla testa sino ad i piedi. Ad un certo punto sorride in modo ambiguo e corre su in camera sua immagino, mentre mi chiedo cosa abbia in testa quel piccolo demone.

<< ALEEEEX SONO A CA... Sa? >> Urla mia mamma entrando per poi vedere la statua figura della rossa accanto a me. Prevedo l'inferno.

<< Ale-Chin.. >> -Dice piano mia mamma al mio orecchio. accentuando quel nome che usa quando ha intenzione di sfottermi- << Non mi avevi detto che odiavi il rosso? No perché questa ragazza, a meno che io non sia daltonica e non lo sono, è rossa anche in volto oltre che nei capelli.. Che ti abbia già conquistato? Kukuku >> Continua la sua opera ridendosela bellamente sotto i baffi.

<< Infatti io odio il rosso e quindi di riflesso odio questa qui accanto a me >> Dico mentre allontano mia mamma e noto che la rossa è ancora immobile.

<< Allora perché è in casa nostra, in più quando eravate soli? >> Chiede ancora con tono di chi la sa lunga.

<< Perché è una studente straniera in HomeStay, mi hanno avvisato solo sabato mattina per via di un contrattempo della famiglia ospitante, starà con noi solo per due o tre giorni, vero rossa? >> Le dico, sbloccandola dal suo stato di trance e, sorprendentemente, assume uno sguardo naturalissimo sorridendo cortese nei confronti di mia madre.

<< Scusi signora ero persa nei miei pensieri, comunque si, starò qui per poco salvo imprevisti di sorta. Io sono Rias Gremory, vi prego di prendervi cura di me, Okaa-sama >> Dice inaspettatamente in Italiano, stupendo mia madre.

<< Parli Italiano?! >> Sbraito io,

<< Parli Italiano?! >> Squittisce mia mamma, gioiosa.

<< Si, d'altra parte è da li che provengo, non lo sapevi, Alex-Kun? >> Non so perché quel “Kun” mi sta pesantemente sul cazzo. << Mio padre è un Italo-Americano sposato con una Russa, da qui il mio nome e cognome inusuale per un Italiana. >> Dice lei tutta sorridente. Mentre mia mamma sembra essere entusiasta.

<< Rias-Chan, trattieniti quanto più il possibile, sei una ragazza coooosì adorabile >> Comincia mia madre, facendomi rischiare il vomito. La rossa mi guarda sorridente e sembra contenta e in quel momento, per un solo istante, mi sciolgo davanti quel sorriso così sincero e mi alzo sorridendo leggermente.

<< Mamma, se permetti dovrei farle vedere la sua stanza. >> Dico con tono che sembra quasi gentile. Vedo mia mamma sorridere e la rossa alzarsi per seguirmi ma mia mamma mi blocca. << Alex aspetta! Mi sono dimenticata di aiutare tua sorella con i bagagli, potresti aiutarmi? >> Mi dice e io, da bravo fratellone, scendo ad aiutare mia sorella, dicendo alla rossa di aspettarmi nel salone. Mentre scendo le scale mia madre mi affianca.

<< Sembra una brava ragazza, davvero. Anche se quando ha parlato della sua famiglia il suo sguardo si è rattristato.. Stalle vicino, lo so che le vuoi bene, anche se la conosci da poco. >> Dice sorridente. La guardo come se stesse dicendo idiozie e faccio per ribadire che la odio ma mi anticipa.

<< Non dirlo nemmeno. “ Io odio quella rossa” vero? E' ciò che hai pensato, ne sono certa, ma sono altrettanto certa che non è così. Ti ho visto sai? Mentre lei sorrideva hai sorriso anche tu. In più certe cose le conosco di te, sono tua mamma tutto sommato. >> Mi sorride ancora, stupendomi ancora una volta di come conosce bene me e i miei fratelli. Usciamo e, come al solito, la mia vita prende una piega idiota degna del migliore anime del genere. Mia sorella, accanto alla macchina di mia madre, che piange disperata. La guardo preoccupato pensando si sia fatta male ma vedo che non ha nessuna ferita. Le vado incontro e mi salta al collo singhiozzando.

<< Oni-chaaan, la mamma mi voleva abbandonare! >> Urla questa idiozia, dando riprova delle sue innumerevoli ed esagerate paure. Mi faccio paziente e le chiedo perché.

<< Perché mi ha detto di restare ad aspettarla qui mentre andava ad aprire casa ma non è più scesa così ho pensato mi avesse abbandonata qui! >> Urla ancora in preda al pianto e io mi chiedo come possa qualcuno temere di essere abbandonato davanti casa, sorvolo e le accarezzo la testa, facendo in modo che mi ascolti.

<< Stupida, la mamma non lo farebbe mai, c'è stato solo un contrattempo e quindi si è distratta. E poi anche se lo facesse ti verrei a prendere io, quindi stai tranquilla okay? >> Le dico tranquillamente e smette di piangere ma singhiozza ancora di tanto in tanto.

<< Promesso? >> Mi chiede.

<< Promesso. >> Ribadisco.

<< Se non manterrai la promessa dovrai ingoiare mille aghi! >> Dice seria. E io annuisco pattandole (?) la testa. Adesso mi sorride e tutta contenta si stacca dal mio pseudo abbraccio. Porto su velocemente le valigie che sembrano essere vuote tanto sono leggere e in fine mi lancio finemente sul divano. Quando però qualcuno, altrettanto finemente si siede sul mio stomaco. Ringhio verso la causa di tutte le mie seccature di quel giorno e, sicuramente, di tutti quelli a venire.

<< Non è per sapere le tue abitudini.. Ma che cazzo staresti facendo, rossa? >>

<< Ti punisco per aver lasciato una ragazza nonché tua padrona aspettare. E non parlo per il fatto di aver aiutato tua sorella, ma per il tuo esserti lanciato sul divano con la grazia di un animale. >> Dice come se fosse la cosa più normale del mondo.

<< Senti rossa ma se io ti ammazzo mi tormenteresti anche da fantasma? >> Ringhio di rimando e vedo lei alzarsi e sorridere.

<< Ti tormenterei cento volte peggio. >> Dice ridendo e facendomi innervosire, anche se leggermente, dato che mi viene anche a me da ridere un po'.

<< Ad ogni modo Alex! >> Mi chiama mia madre << Dove intendi far dormire Rias- Chan? >> Chiede.

<< Nella mia stanza è ovvio. Come è ovvio che dormirà nel futon, e non nel mio letto. >> Dico tranquillo mentre mia mamma mi guarda maliziosa.

<< Alex, la notte vorrei dormire tranquilla senza sentire ge- >>

<< Dormirai BENISSIMO, non c'è nulla di che preoccuparsi. >> Urlo prima che possa dire qualcosa di assurdo.

<< Allora come mai nella tua stanza? >> Chiede sempre con quello sguardo.

<< Perché ha già dormito li questa notte. >> Dico io.

<< Oh davvero..? E dove se non abbiamo Futon in casa? >> Dice ancora lei, più cattiva che mai.

<< Nel letto con me dato che stare sola in una casa che non conosce la metteva in soggezione. Tranquilla, per quanto mi riguarda è ancora vergine. >> Dico grattandomi la nuca con fare annoiato. Con la coda dell'occhio vedo mio fratello alzare il sopracciglio, segno che non credeva alla cosa.

<< Allora, se è così, perché devi farle vedere la stanza? >> Mi chiede ancora.

<< Per farle vedere dove sistemare le sue cose, dato che sta mattina le ho fatto vedere l'intera casa e poi dopo la colazione abbiamo giocato con la Play. >> Dico ancora, esausto di questo interrogatorio.

<< Ooh, capisco capisco.. Beh allora va bene >> Sorride odiosa e si congeda con una valigia in mano, probabilmente per svuotarla. Sospiro pesantemente e faccio cenno alla rossa di seguirmi, ma mi accorgo dopo che non è più dietro di me, quindi salgo le scale e arrivo in camera mia dove vedo che è già ambientata, cosa che odio.

<< Quindi sarà la mia stanza per i prossimi giorni eh? Puzza di te. >> Ignoro la frecciatina e mi siedo su una sedia.

<< Chiarisco subito tre punti. Primo: Fra due giorni te ne andrai. Secondo: Ti credo riguardo tutte quelle robe, ma non aspettarti la mia collaborazione. Terzo: Dormo io nel letto. >> Espongo io.

<< Beh, avrei da ritrattare sul tutti i punti. Primo, io me ne andrò di qui quando ti deciderai a prendere atto di quello che sei. Due, beh se non collaborerai resterò qui per sempre. Tre.. Nel letto dormiamo insieme >> Mi dice tutta sorridente e io resto a fissarla, per attimi infiniti, studiando attentamente tutti i punti da lei illustrati..

<< Resterai qui per sempre?! >> Urlo sconcertato, preso dal terrore, anche se ho l'impressione di essermi preoccupato per la cosa sbagliata. Nel mentre prego tutti gli dei conosciuti, lei se la sghignazza bellamente.

<< Allora cresci e accetta che sei un mio servo. >> Mi guarda in uno strano modo, sembra seria per una volta. Sospiro, arreso all'idea che è completamente idiota, però mi chiedo cosa intenda nello specifico con servo.

<< Senti, prima mi hai parlato di angeli e cose simili ed hai detto anche di essere una shinigami demoniaca. Io, cosa sono alla fine? Sicuramente non più umano. >> Vedo che il suo sguardo sembra confuso. << Non dirmi che non lo sai nemmeno tu.. >> Punta i suoi occhi su di me, guardandomi in modo serio, il suo viso contratto in un espressione concentrata..

<< Esattamente, non ho la minima idea di cosa tu possa essere! >> Mi dice tutta tranquilla, sorridendomi spensierata. Credo che la mia reazione si possa descrive in due parti ben distinte: La prima, dove la fisicamente la fisso incredulo, mentre in realtà la mia mente è già partita. Mentre la seconda si può chiamare.. Possessione.

<< CHE CAZZO VUOLDIRE QUESTO, EH?! PUO' ESSERE MAI CHE SEI COSI' IDIOTA?! >> Comincio a sbraitarle in faccia mentre la vedo sgranare gli occhi e sorridere contenta, per poi saltarmi al collo abbracciandomi felice. Vuole forse morire? Sto per chiedere quando lei mi anticipa.

<< Quella pressione, quella sensazione.. Sei senza dubbio come me, uno shinigami demoniaco! >> Mi stringe più a se e non posso fare a meno di esserne contento, in parte. Per pochi attimi perdo il controllo di me, stringendola a mia volta, per poi ridestarmi subito e staccarmi. Preoccupato per la mia reazione esco dalla stanza con fare spaesato dirigendomi verso il bagno.

*** POV RIAS

<< Se n'è andato.. >> Dico a me stessa, la voce bassa. Mi sento strana, troppo. Sta andando tutto troppo veloce. Sta mattina, le pagliuzze verdi e l'Hollow, quando sono inciampata, le pagliuzze, il mio scatto affettivo appena avvenuto e... Ho già elencato le pagliuzze? Ad ogni modo non è da me, almeno non così presto. E' vero che il legame che c'è è un legame forte, ma deve avere il tempo di maturare! E intanto.. Intanto mi sento felice con lui, anche quando si fa odiare, però ho paura che devo dirglielo, se no posso sembrare strana! Anche se non è certo, sia chiaro ma.. E' possibile che, date le circostanze di rinascita, il contratto che ho usato abbia formato un legame diverso da quello di servo e padrone. Ad interrompere i miei pensieri fu proprio il mio presunto servo che con la faccia sciacquata e in viso un espressione neutra, entrò in camera. << Alex, senti una cosa.. >> Comincio io, titubante. << Tu ieri, sei morto. Non fare domande ti prego. >> Lo vedo annuire, che se lo fosse immaginato? << Ricordi quel biglietto che ti diedero appena sceso dal Taxi? C'era disegnato un cerchio magico per evocare un demone, che appunto sarei io. Questo sarebbe servito a farti tornare come mio famiglio. Ma.. Beh, c'è stato un problema. Nella cerimonia è infatti d'uso arrivare con il futuro servo in fin di vita per marchiarlo nel caso si deve far rinascere qualcuno di morente. Però quando arrivai eri già morto, non ci feci caso subito, per questo procedetti alla cerimonia normalmente, facendo il contratto e tutto ma.. Ora che ci penso a mente fredda, ci può essere un piccolo problema. >> Lo vedo incitarmi ad andare avanti. << Il contratto può variare in base alle condizioni di rinascita in modo autonomo quindi, dato che eri morto.. E' possibile che si è instaurato un rapporto di madre-figlio invece che servo-padrone. Questo spiega il mio eccessivo modo di fare protettivo e il tuo non risentire della mia autorità di padrone. >> Finisco il discorso e lo guardo, gli occhi chiusi non mi permettono di capire cosa stia pensando.

<< Tutto qua? >> Alla fine dice.

<< Eh? >>

<< Tutto qua? Era per questo che eri così preoccupata? >> Chiede ancora lui.

<< Ma sai cosa vuole dire? Saremo legati in un rapporto destinato ad diventare sempre più intimo! >> Lo dissi con voce semi drammatica.

<< Senti rossa, lo dirò solo una volta. >> Mi guardò intensamente, gli occhi come la pece. << Io ti odio e lo sai, però è anche vero che mi hai riportato in vita. Ho ancora due cosine da fare e se il prezzo e quello di avere un un buon rapporto con te, sono disposto a pagarlo. >> Si alzò, pendevo dalle sue labbra, sembravo una ragazzina alla prima cotta. Si avvicinò a me. << Quindi.. Grazie, padrona. >> Lo disse mettendomi la mano sulla testa e sorridendomi, gli occhi completamente verdi. M'imbambolai per alcuni istanti, incapace d'intendere e volere. Po lo vidi allontanarsi e accendersi una sigaretta. “Okay Rias.. Riprenditi, fai finta che questa sia una battaglia, non dimostrare troppe emozioni, respira.. Calmati, adesso sorridi in modo naturale e sopratutto parla in modo naturale.” Questi furono i primi pensieri dopo il Black Out, mi preparai psicologicamente quando..

<< Ohi, Rossa sei viva? >> Non mi ero accorta che era adesso più vicino al mio viso, troppo. Quanto sono idiota?

<< N-n-no! Cioè si.. >> Farfugliai qualcosa in preda al panico.

<< Dimmi.. Per caso sei in imbarazzo? Sai, sei tutta rossa.. Anche in viso s'intende >> Lo disse sghignazzando.

<< N-non sono in i-imbarazzo!! >> Senza rendermene conto gli lancia contro una piccola massa di potere della distruzione, la mia specialità. All'inizio non mi resi conto di nulla nemmeno quando lo vidi a terra, poi mi venne da ridere ma mi preoccupai allo stesso tempo perché se pur caricato poco, quel colpo gli avrebbe causato sicuramente lo svenimento per alcune ore.

<< Ma dico io.. CAZZO HAI IN TESTA, I CHIODINI DI GAROFANO?! >> Mi urlò mettendosi seduto in terra e tenendosi la parte lesa. Lo guardai come se fosse qualcosa che non avevo mai visto, anche se in realtà lo era. Non c'è modo che un demone appena reincarnato possa restare cosciente dopo un colpo di quella particolare tecnica. Mi chiedo quanto possa essere forte sto tizio.

 

** * POV generale.

Il resto della mattinata passò tranquillamente, fra i pianti insensati della sorella di Alex che riteneva Rias la ladra che ruberà il suo fratellone, le sottili frecciatine del “fratellino adorato” che sosteneva con convinzione che era troppo giovane per essere zio ma che aveva un fratello troppo idiota per capirlo e in fine con la madre di Alex che, ritenendo Rias la futura sposa del figlio, faceva di tutto per testare le abilità culinarie e in generale valutarla come se ci fosse già una data di matrimonio prescritta, rimanendo anche molto soddisfatta. Cosa che non passò inosservata a nessuno, dato che farneticava sul matrimonio e diceva cose come “ Mio figlio sposerà una come te, ne sono certa!” oppure “Oddio Ria-Chan saresti un'ottima moglie per CHIUNQUE” sottolineando il chiunque. La demenza toccò l'apice a tavola.

<< Satella.. Mia cara figliola.. Potresti smettere di fare la schizzinosa e mangiare? >> Disse la madre di Alex alla bambina, che in tutta risposta guardò malissimo il piatto e poi Rias.

<< Non mangio il cibo toccato da delle ladre di fratelli. >> Fu la sua risposta.

<< Oh ma non puoi dire così Satella, Ria-chan è una così brava ragazza che CHIUNQUE si sposerebbe.. E se questo chiunque fosse tuo fratello? Non mangeresti mai a casa di tuo fratello? Non andresti a trovare mai i tuoi nipotini? >> Lo disse facendo andare di traverso il cibo ad i due interessati.

<< Mamma ma che ca- >> Si fermò appena visto lo sguardo della madre che odiava le parolacce a tavola.

<< Aaaspita dici? >> Si corresse in fine.

<< Esatto, che dici mamma? >> Si fece sentire il fratellino, Alex lo stava per ringraziare ma questo parlò.

<< Se tutto va bene i nipotini dovrebbero arrivare fra nove mesi, no, Ale-nii? >> Disse, bastardamente, in fine. Le reazioni furono differenti. La più piccina del gruppo cominciò ad urlare contro la presunta ragazza gravida che, si era fusa con i suoi capelli tanto era rossa, mimetizzandosi, mentre il presunto futuro padre aveva lanciato con tanto di “Sakki*” un coltello che aveva sfiorato il suo adorato fratellino che nonostante la paura per il coltello se la rideva arrogantemente il tutto condito dalla madre che continuava a ripetere “Cielo, sono cresciuti così in fretta..”

(*Istinto omicida)

<< Ma dico io, vivo in una famiglia normale o in un manicomio?! >> Cominciò a sbraitare il maggiore dei fratelli, alzandosi e sbattendo le mani sul tavolo. Tutti lo guardarono fisso per alcuni secondi quando poi, cominciarono tutti a ridere, Rias compresa, per la scena che era appena accaduta. In un batter d'occhio arrivò il pomeriggio.

*** POV Alex

<< Ale-Chaaaaan! >> Urlò con voce docile, probabilmente aveva una richiesta da farmi. Sbuffai pesantemente, attirando l'attenzione della rossa che mi guardava in modo strano.

<< Probabilmente deve chiedermi di fare una commissione o simili. >> Risposi alla domanda che praticamente mi fece con gli occhi.

<< Oh.. Siete così in sintonia che vi capite senza nemmeno parlare? Fufufu, certo che sei bello che cotto Ale-Chan. >> Disse mia mamma appoggiata allo stipite della porta ridacchiando odiosamente. Prima che potessi risponderle a tono parlò lei.

<< Ad ogni modo.. Per piacere, non è che, cortesemente, potresti andare comprare del lievito? Voglio fare la pizza sta sera, in onore della nostra ospite. Ti preego! >> Supplicò mentre io avevo già le chiavi di casa in mano. Mia madre sorrise soddisfatta mentre la rossa mi guardava stranita. Le feci cenno di farmi compagnia, ma mia madre si mise in mezzo.

<< Eh no mio caro! Nonostante tu sostieni di odiare questa adorabile ragazza, è da sta' mattina che la tieni tutta per te con la scusa del visitare la stanza o la scusa della play. Quindi adesso mi lasci conoscere la tua ra- Emh intendevo dire la nostra ospite senza rompere, va bene? >> Mi disse sorridendo, anche se sapevo che se avessi parlato mi avrebbe smolecolato. Da bravo figliolo mi avviai all'uscita.

<< Alex, aspetta un secondo! >> Mi chiamò la rossa. << E' improbabile ma potrebbe capitarti di vedere un Hollow e non essendo in grado di usare i tuoi poteri da demone per il momento, usa questo. E' una pillola che ti “Trasforma” senza lasciare il tuo corpo inerme. >> Mi diede questa pillolina color verde, che schifo. La prendo e la conservo in tasca, pattando la testa della rossa a mo di ringraziamento che in risposta arrossisce e mi manda a fanculo con la dolcezza che la contraddistingue cioè quella di uno scaricatore di porto. Esco di casa mentre rido senza nemmeno accorgermi che lo sto facendo come non mi accorgo che, anche se vedo i suoi capelli rossi, non mi viene la nausea. Mi accendo una sigaretta e mi maledico per non essermi preso un cappotto: Nonostante sia il 16 aprile, fa un freddo cane. Accelero il passo, mentre mi dirigo verso il market, la sigaretta che si consuma troppo velocemente non fa altro che farmi innervosire ancor di più.

<< Che giornata di merda. >> Questo è il riassunto dei miei pensieri. Ad ogni modo, dopo aver comprato il lievito e aver rischiato di ridurre in minime parti il cassiere perché m'ignorava, comincio a ritirarmi però percepisco una leggera quantità di energia o reiatsu, come vogliamo chiamarla, a circa cento metri da me. Mi avvicino di corsa e noto che c'è un Hollow alto circa tre metri che ricordava molto un maiale inseguire un bimbo con una catena al petto. Non sto a chiedermi cosa voglia dire quella catena, ma ingoio quella caramella e come mi aspettavo, la mia anima viene tirata fuori dal mio corpo ma quest'ultimo rimane in piedi.

<< Lasci fare a me. >> Mi dice. Anche se un po' stupito lo lascio stare e attiro l'attenzione del Hollow, però ho mi accorgo tardi di un piccolo dettaglio: La mia spada, Ryuketsu, non è con me. Sono meravigliosamente nella merda. Il mostro si lanciò all'attacco, lo schivai senza troppi problemi allontanandomi lateralmente e colpendolo al polso con un calcio ad ascia che, grazie alla forza di gravità, mi permise di rompergli l'osso, anche se la cosa non sembrava turbarlo molto dato che con l'altra mano provò a colpirmi e io non avendo spazio per la schivata saltai all'indietro per disperdere la potenza di quel colpo. La scelta si dimostrò azzeccata in parte perché andai a sbattere contro un albero ugualmente, tossii brevemente.

<< Questo Hollow è diverso da quello di sta mattina o di ieri sera, posso sentire che è leggermente più potente. In più sembra che i miei colpi a mani nude non abbiano molto effetto nelle zone degli arti dato che non pare senta dolore, quindi non posso sperare di rendergli le braccia inutilizzabili se non tagliandole via. >> Feci il resoconto delle informazioni che avevo fino a quel momento cercando di elaborare una strategia quando però quel coso mi caricò ancora e li mi venne l'idea. Corsi verso di lui poi all'ultimo saltai di lato per poter sferrare un calcio nella zona degli occhi, rendendolo cieco per alcuni secondi nei quali cominciò a muovere le braccia in modo insensato pur di colpirmi. Approfittando di un colpo ascendete mi feci catapultare verso l'alto così da calare in picchiata con una tallonata che lo andò a colpire alla base del collo, mozzando la testa che rotolò per alcuni secondi prima di sparire. Da dietro di me qualcuno applaudì.

<< Bravo, non è da tutti sbarazzarsi di un Hollow a mani nude senza un minimo di esperienza. >> Mi girai e vidi il bambino di prima, seduto sulla ringhiera di un balcone, che continuava ad applaudire con un ghigno molto inquietante però quest'ultimo si trasformo, diventando una donna di colore con occhi castani e capelli neri e lunghi circa fino alle spalle, alta circa un 168 cm. Tutta l'area al confine dei cento metri era rinchiusa in quella che sembrava una barriera, guardai la donna per capire le sue intenzioni ma tutto il mio corpo gridava al pericolo, era come se fossi trafitto da mille aghi.

<< Sembra proprio che il tuo istinto funzioni bene >> Disse la donna sorridendo maligna.

<< Chi sei e sopratutto cosa sei? >> Dissi io, restando calmo.

<< Chi sono non ti interessa mentre cosa sono.. Lo capirai da solo! >> Disse prima di mostrare le sue ali nere. Dovevo avere una faccia davvero strana perché l'angelo caduto davanti a me cominciò a ridere come un isterica.

<< Dov'è? >> Dissi, la voce fredda. L'angelo davanti a me mi guardò in modo strano.

<< Ti ho detto di dirmi dov'è Noemi, puttana! >> Urlai, la rabbia usciva da tutti i pori. Il suo ghigno lasciò spazio ad un'espressione di paura.

<< Stai zitto mostro! >> Mi urlò, creando un arco di luce e scoccando una freccia che colpì il terreno dietro di me perché io ero già dietro lei. La colpii con una ginocchiata alla schiena subito seguita da una gomitata nella base del collo, che la fece sbattere violentemente in terra, le afferrai la testa.

<< Adesso, caro il mio schifosissimo angelo caduto, dimmi dov'è Noemi. >> Le dissi all'orecchio.

<< Non conosco nessuna Noemi.. >> Disse ma le picchiai violentemente la faccia in terra. << Adesso la conosci? Capelli blu, seno che si aggira sulla quarta, alta non molto più di te. >> Le dissi ancora, ma lei stese zitta, così le picchiai la testa ancora e andò avanti così per altre tre volte quando però si decise a parlare.

<< N-non si chiama Noemi l-la donna che ce-cerchi.. Si chiama Liey, ed è a ca-capo di una banda di a-angeli caduti in città. La loro base è in una chiesa cristiana sconsacrata nella zona nord della città.. Ti pre-prego non uccidermi! >> Mi supplicò e io le lasciai la testa, per afferrarle le ali e strapparle via. Lei urlò di dolore e chiuse gli occhi, aspettando la sua morte ma non la uccisi.

<< Vai via di qui. Chiedi scusa a Dio se puoi o suicidati, ibrido di merda. >> Le dissi per poi andarmene.

<< Che cosa sei tu!? Come fai ad essere così potente?! >> Mi urlò lei.

<< Cosa sono? Non lo so neanche io. Mi hanno detto di essere uno shinigami demoniaco. Ma in realtà ho capito ora cosa sono in realtà. >> Mi girai verso di lei. << Io sono l'ombra che divora le ombre. Ucciderò qualsiasi minaccia per la mia famiglia e per l'ordine stabilito da Dio. Tu sei un eccezione, raccontalo a ad tutti i tuoi compagni, amici e conoscenti. Addio. >> Le dissi recuperando la busta con il lievito e mi diressi verso la barriera che ormai debole come la creatrice, fu facile da rompere con un solo calcio. Appena rotta la barriera mi calmai, anche perché adesso potevo fumare. Il mio corpo era messo seduto al bordo del marcia piede che mi aspettava.

<< Ciao, come ti chiami? So che sei un essere senziente e quindi chiamarti caramellina non mi sembra giusto. >> Il falso me mi guardò in modo strano per poi ridere.

<< Io non ho un nome! Però grazie dell'interesse! >> Mi disse ridendo.

<< Ah beh allora te lo darò io, anche se per fantasia non sono messo bene.. Chiederò alla rossa. >> Dissi più che altro a me stesso.

<< Ah.. La fantastica Onee-Sama dai capelli rossi. >> Disse con sguardo sognante e mi venne da vomitare.

<< Come posso rientrare nel mio corpo? >> Chiesi.

<< Devi semplicemente mettere una mano nello stomaco, così verrò espulso. >> Mi disse lui e lo feci. La caramella venne espulsa dalla bocca e il mio corpo cadde. Non appena rientrato nel mio corpo materiale, raccolsi la caramella e la misi in tasca e ovviamente iniziai a fumare. Durante la strada vidi un altro uomo con la catenella al petto che si disperava e urlava in preda al dolore. Chiedeva aiuto ma quando gli chiesi cosa volesse mi rispose che non erano fatti miei e che dovevo andarmene subito. Senza interessarmi più di tanto me ne andai e arrivai in casa dopo circa dieci minuti.

<< Sono a casa! >> Urlai prima che, con la grazia di un rinoceronte obeso, la rossa mi si lanciasse addosso buttandomi in terra.

<< Stai bene? Sei ferito? Ho sentito la tua reiatsu toccare un picco altissimo! Hai combattuto? Chi era? Cosa era? >> Cominciò con una tempesta di domande mentre era ancora sopra di me. Feci per dirle di levarsi ma ora mai il guaio era fatto.

<< Suvvia nii-san non all'ingresso, davanti a tutti. Abbi la decenza di salire in camera almeno.. >> Disse il mio amato fratellino con un ghigno.

<< R-r-r-r-r-RUBA FRATELLONII! >> Urlò mia sorella prima di partire a insultare la rossa.

<< Guardalo.. Prima dice che la odia e poi.. >> Mia mamma da il suo personalissimo supporto a mio fratello che, in tutta risposta prende mille Yen e li scommette con mia madre che entro un anno diventerò papà.

Cosa ho fatto di male per avere una famiglia di completi dementi, compresa la rossa?

***

Dopo la cena, io e la rossa salimmo in stanza per via del fatto che il giorno dopo ci fosse stata la scuola e quindi ci saremmo dovuti addormentare presto.

<< Quindi un angelo caduto ti ha attirato allo scoperto fingendosi un plus e attirando un Hollow.. >> Disse la rossa dopo che le spiegai chi incontrai.

<< Plus? >> Chiesi io.

<< I plus sono le anime degli umani che dopo la morte aspettano di essere mandate alla Soul Society che è una specie di purgatorio. Infatti alla Soul Society vanno tutti quelli che non meritano ne il paradiso ne l'inferno, come seconda Chance. Infatti nella Soul Society si può rubare, bestemmiare e tutto. Però una volta morti si farà i conti con Dio in persone che ti svelerà i segreti del mondo e poi ti giudicherà per le tue azioni sia da vivo che da morto. Per chi invece ha commesso, per esempio, degli omicidi senza pentirsi sinceramente a Dio viene mandato all'inferno. Stessa cosa per chi ha vissuto rispettando le leggi di Dio ovvero i comandamenti. >> Mi spiegò e appuntai mentalmente. << Però ci sono determinati casi in cui le anime umane rifiutano gli shinigami per paura o per altri motivi. In quel caso la catena al loro petto si consuma lasciando un buco li trasforma in Hollow. Hollow significa buco in inglese. >> Finì di spiegare.

<< E 'sti Hollow da dove vengono fuori? Cioè, so che noi li vediamo sbucare da dei buchi neri, ma prima dove stanno? >> Chiedo ancora.

<< Stanno nel Hueco Mundo che, se situato cronologicamente, è un passo dietro la Soul Society. Perché non tutti gli Hollow sono destinati all'inferno, anzi. Una volta che vengono uccisi da uno Shinigami, vengono purificati per mandati alla Soul Society. Anche se ci sono casi in cui si parla di Hollow veramente senza scrupolo e senzienti di quello che fanno, in quel caso vengono spediti all'inferno. Ti starai chiedendo cosa intenda per senzienti, vero? Beh, gli Hollow, dopo un po' di tempo riacquistano la facoltà d'intendere e volere. Ci sono casi in cui continuano a mangiare le anime delle persone morte solo per bisogno, mentre altri continuano per ingordigia e arrivano a mangiare le anime delle persone vive o addirittura fra di loro Hollow. >> Finisce la sua interminabile spiegazione.

<< Sembri una maestrina. >> Le dico però mi arriva un cuscino in piena faccia.

<< Zitto. Io sono una sexy professoressa universitaria. >> Dice tutta sorridente.

<< Si si, come dici tu. Mi vado a lavare. >> Faccio per andarmene ma lei non c'è già più, probabilmente si è chiusa in bagno prima di me. Si, la odio decisamente.

***

Dopo esserci lavati e messi in pigiama arrivarono gli altri problemi. Quali? Beh, decidete voi.

<< Mi spieghi cosa staresti facendo? >> Dico io, nervoso.

<< Mi preparo per dormire idiota! >> Risponde lei come se fosse una cosa ovvia.

<< Questo l'avevo intuito ma.. Perché NUDA?! >> Urlai io, sconvolto.

<< Non riesco a dormire con i vestiti in dosso. Che c'è.. Sei dell'altra sponda? >> Sfotte lei.

<< Certo che no, idiota rossa. Semplicemente è anormale! >> Rispondo io, ancora più nervoso.

<< Macchè, tranquillo! Fai parte della mia famiglia ora mai, per me non c'è mica problema. Poi se non vuoi puoi dormire in terra. I patti sono quelli, il letto lo condividiamo! >> Dice lei prima di tuffarsi in mezzo alle coperte. La mando a quel paese in tre lingue più l'aramaico antico e il Latino e mi infilo sotto le coperte anche io, cercando di controllare più il possibile l'amichetto mio. Respiro ed ispiro diverse volte, rassegnandomi all'idea di una lunga notte insonne.

<< Alex.. Sei un cretino.. >> Dice lei nel sonno, accoccolandosi di più sul cuscino. Sospiro e le copro una spalla ancora scoperta e mi metto a dormire. Forse non è così tanto odiosa, per essere una rossa.

 

*** POV Generale

<< Grefya, ci sono sviluppi? >> Disse qualcuno con una voce che sembrava essere quella di un uomo sulla trentina. Era vestito sfarzosamente con un mantello color oro.

<< No mio signore, si sa solamente che il ragazzo sembra essere forte abbastanza da sconfiggere a mani nude un componente dei grigori senza essere nemmeno sfiorato. Anche se questa era molto debole, circa fra il 350.000 posto fra le potenze dei grigori >> Disse la donna appena interpellata. Aveva anch'essa una voce adulta, di una donna di circa sulla trentina. Era vestita con un con un completo da Meid francese color blu con ricami bianchi

<< Questo lo so mia cara. E comunque, anche se siamo in vesti ufficiali, quando siamo soli chiamami solo Sirzechs come fai sempre.. >> Disse l'uomo.

<< Si, Sirzechs-Sama. >> Rispose la donna facendo sbuffare triste l'uomo.

<< Potresti farmi del tè gentilmente? >> Chiese quest'ultimo. La donna annui e andò verso la cucina dell'enorme castello in cui si trovavano.

<< Kurenai Alex.. Vediamo come ti comporterai con la mia sorellina.. Fufufu, fammi divertire.. >> Disse l'uomo fra se e se sorridendo leggermente.

 

 

 

Angolino Autore

Finalmente ho finito! Quanto è passato? Sei mesi? Un anno? Ad ogni modo, vi ringrazio se avete letto questa storia anche dopo tutto questo tempo e mi scuso perché mi rendo conto che è passato veramente tantissimo tempo ma a causa di diversi problemi davvero gravi, l'ispirazione è andata completamente perduta come la voglia del resto. Ad ogni modo, vi è piaciuto? Lo so che è un po' cortino però non volevo mettere troppa carne sul fuoco.. Spero possiate perdonare questa mia mancanza spropositata e non vi assicuro nemmeno che non si ripeterà più dato che, certe volte ho picchi di creatività che non posso esprimere per mancanza di tempo, mentre altre volte ho picchi di tempo libero ma mancanza di creatività. In più mi piace studiare bene i testi che produco cercando di non annoiare mai quindi.. Vi prego di perdonare questa mancanza di puntualità! Per il prossimo capitolo m'impegnerò per portarlo entro la fine del 2015 hahaha. No seriamente vedo se entro la fine di Giugno posso portarlo! Adesso vi saluto e vi ringrazio ancora, vi chiedo solo una piccola recensionina, anche solo per insultarmi su quanto faccio schifo a scrivere. Vi prego!

Ad ogni modo, vi saluto, un abbraccio!

Mattia 

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