We keep this love in a photograph

di Caroline3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella bellezza semplice. Quasi rara. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio. ***
Capitolo 3: *** Lascio che l'istinto prenda il posto della razionalità ***



Capitolo 1
*** Quella bellezza semplice. Quasi rara. ***


We keep this love in a photograph,
we made these memories for ourselves,
where our eyes are never closing,
our hearts were never broken
and time's forever frozen, still.

So you can keep me
inside the pocket of your ripped jeans,
holding me close until our eyes meet.
You won't ever be alone, wait for me to come home.

_Photograph - Ed Sheeran

Capitolo 1: Quella bellezza semplice. Quasi rara.

 

 

Siamo qui da quasi una settimana e devo dire che adoro questo posto.

Abbiamo girato tantissimo in questi giorni, scoprendo i boschi più belli e le spiagge più paradisiache.

Questa mattina l'abbiamo passata in una spiaggia vicino casa di Hilary, a qualche km da Portocervo, una cittadina davvero graziosa e colorata.

Dopo aver pranzato e passeggiato un po', Andre propone di andare a bere qualcosa di rinfrescante e Hilary, che conosce bene la zona, ci conduce in un bar sulla spiaggia.

Salgo i pochi scalini che portano alla terrazza di legno e scorgo, dinanzi a me e con grande stupore, uno spettacolo a dir poco meraviglioso: il panorama è monopolizzato dal mare, incorniciato. ai lati, dalle colline tinte di verde, mentre all'orizzonte è indefinita la linea che separa il mare dal cielo, il cui celeste è puro, intriso solo di qualche goccia di bianco sgorgante dalle nuvole.

Prendiamo posto e, dopo qualche minuto, arriva la cameriera per prendere le nostre ordinazioni. Pronuncia una frase in italiano: alle nostre orecchie incomprensibile.

"Sorry?" chiedo io.

Lei sembra scuotersi, conscia di aver parlato in una lingua evidentemente non adatta a noi, si scusa e ripete la frase in inglese. Con un tenero accento.

Mentre le comunico le ordinazioni di tutti non posso fare a meno di notare che ha un viso molto dolce e delicato. I capelli, raccolti in una coda improvvisata, sono lisci e dello stesso colore degli occhi: nocciola. In realtà, ora che ha spostato, per un attimo, lo sguardo verso il sole, hanno qualche sfumatura di verde. Sono molto simili ai miei, con la differenza che i suoi hanno un qualcosa di strano. Ma non riesco ad identificare cosa.

Posso quasi dire che è bella. Non figa. Bella. Quella bellezza semplice. Quasi rara. Diciamo che a Los Angeles è proprio estinta.

La guardo tornare dentro il bar.

Accidenti! Non ho letto il suo nome!

Passano all'incirca due minuti, quando la vedo tornare. Tiene un vassoio in una mano e uno straccio nell'altra. La osservo mentre si muove da un tavolo all'altro, pulendo e ritirando le stoviglie lasciate dai clienti.

E' piccolina. Ha un corpo esile. E' magra. Forse troppo.

Una di quelle persone che quando la guardi vorresti abbracciarla, talmente ti sembra fragile. Ma senza stringerla forte, per paura di romperla.

*Oh Dio, Josh! Seriamente. Stai fissando la cameriera? Datti un contegno!*

Forse è la mancanza di Claudia.

Ma giuro che non riesco a smettere di guardarla.

Nei movimenti è sinuosa e delicata allo stesso tempo.

Mi è appena passata accanto. Ha lasciato una scia di profumo buonissimo. Non so cos'è, ma mi piace.

Mentre cammina non posso non accorgermi che ha davvero un bel cu..

..Oh, shit! Mi ha beccato in pieno!

Mi viene da ridere mentre abbasso la testa, il viso coperto dalla visiera del capellino.

Non facevo queste cose da quando ero adolescente.

Sento qualcuno colpirmi il braccio.

"Ahi! What?" mi volto verso Jennifer.

"La smetti di guardare la cameriera? La stai praticamente fissando ininterrottamente da 10 minuti!"

Mi metto a ridere.

"Hai almeno letto il suo nome?"

"No." rispondo, scettico.

So cos'ha intenzione di fare. La conosco bene.

"Excuse-me?"

"Jen, no!" sussurro, mentre cerco di farmi piccolo piccolo sulla sedia.

Lei torna, sorridente. Ma quegli occhi..Non mi convincono.

"Scusi, può portarci anche degli snack per favore? Muoio di fame!" chiede Jen.

Espiro.

"Certo, arrivano subito con i cocktail!" risponde, ridendo.

Oh, no! Non ho letto il nome.

Di nuovo.

Devo fare qualcosa.

"Grazie..." le dico, cercando velocemente con gli occhi il cartellino. "Cherolain"

Sorrido, soddisfatto.

Un bel nome.

Ma lei si affretta a correggermi "Carolin. E' francese." specifica.

Che strana sensazione essere corretti da qualcuno che non è mio amico o parente.

Di solito, alle ragazze che ho conosciuto, non importava se sbagliavo il loro nome o qualunque altra cosa. Anzi. Non importava neanche che me lo ricordassi, il loro nome. A loro interessava poter dire: "Sono andata a letto con Josh Hutcherson!".

E' comunque un bel nome. Forse anche più bello della versione inglese. E' delicato. Perfetto per lei.

"Aah, Caroline..E' un bel nome!" mi complimento, quasi involontariamente.

Lei mi ringrazia e se ne va in fretta. Quasi scappa.

Non riesco a guardare dentro. C'è troppo sole.

"Allora.." riprende Jennifer "Ora che sai il suo nome sei soddisfatto?"

Rido.

Rido perché non so cosa dire.

Sto spiando una ragazza che non conosco. E non so neanche se lei sa chi sono io.

Ora so come si sentono le mie fan.

"Joshua Ryan Hutcherson! Stai arrossendo per caso?"

Arrossendo? Io?

Non mi succedeva da quanto? Una decina d'anni?

Non mi è capitato neanche con Claudia.

E di lei sì che ero..sono..innamorato.

"No!" rispondo, frettolosamente, abbassando la visiera del cappellino.

Eccola che torna.

"Ecco qui. Per l'affamata" dice, porgendo, un po' tremante, gli snack a Jen.

Mi chiedo perché stia tremando.

L'ho messa in soggezione?

Da com'è scappata sembrerebbe di sì.

Oh, piccola. Non volevo.

Per ultimo appoggia sul tavolo il mio cocktail.

O per lo meno.

Sta per farlo.

Non capisco bene che succede, credo sia colpa di un'altra cameriera idiota, ma il contenuto che fino a pochi secondi fa era nel bicchiere, si è riversato sulla mia maglietta e in piccola parte sui pantaloni.

Un profumo mi invade le narici.

Mmh.

Fragola e vaniglia. 



 

Eccomi qui! Piaciuta la sorpresina di Natale? So che avevo detto che l'avrei pubblicata alla fine dell'altra ma non ho resistito! 
Che dite? Vi piace? Ora sappiamo perché Caroline si sentiva osservata  e cosa pensa Josh di lei.
Vi ho anche anticipato qualcosina su Claudia! Eheheh
Ho adorato scrivere questo capitolo e spero che voi adoriate leggerlo.
Il titolo è di una canzone di Ed Sheeran, a cui mi sono fortemente appassionata ultimamente e che vi farò trovare nei prossimi capitoli. 
Continuate a leggere entrambe le storie!
Buone feste!
Vostra, Caroline.
:)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio. ***


Capitolo 2: Che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio.


Sto per alzarmi per andare in bagno, ma Caroline mi precede e cerca frettolosamente di pulirmi.

"Emh..Emh..Scusami..Io..Non so..Non volevo..Emh.." continua a ripetere.

Mi fa tenerezza.

E' lì, piccolina e tutta tremolante, che prova a riparare un danno che non è stato neanche causato da lei.

Io cerco di calmarla, spiegandole che non c'è problema, ma lei non sembra ascoltarmi e continua a strofinarmi i fazzolettini addosso.

Credo le abbia preso un attacco di panico.

Ad un certo punto, il mio pene ha un fremito: mi sta toccando un po' sotto la vita.

Non che mi dispiaccia, eh.

Però, quando se ne accorge, diventa tutta rossa e si alza di scatto.

"Emh..sì..emh..forse è meglio che ti accompagni in bagno..." mi dice, tenendo lo sguardo basso.

E' timidissima.

Mi metto a ridere e la seguo nel bagno.

"Aspetta qui, vado a prendere del sapone."

"No, dài, stai tranquilla" provo a dirle, ma non mi da retta. Di nuovo.

Sarà anche timida, ma è davvero testarda.

Mi arrendo. Se insiste tanto, farò come vuole lei.

Quando torna, mi sfilo la maglietta e gliela passo, aspettando una sua reazione.

Come previsto, non mi guarda in faccia e preferisce rivolgersi verso il lavandino. Sbatte velocemente le ciglia e arrossisce leggermente.

Le succede molto spesso, a quanto pare. Ma mi piace vedere quel rossore propagarsi sul quelle guanciotte. La fa sembrare ancora più tenera e indifesa, perciò non ho resistito.

Mi appoggio al muro e la osservo mentre strofina la maglietta con il sapone, senza molti risultati.

Ora che ci penso, non so neanche se mi conosce, ma quando sto per presentarmi noto che asciuga una lacrima e tira su col naso. Ma che le succede? Piange?

No, piccola.

La mia mano si muove involontariamente, quasi da sola, verso di lei per accarezzarle una guancia. Mi sento in colpa. Pensavo che darle la maglietta l'avrebbe fatta sentire meglio e invece..

"Hey! Non preoccuparti, sono sicuro che la macchia andrà via!" cerco di tranquillizzarla.

Lei annuisce e strofina con più forza, ma le lacrime continuano a scendere, copiose, sulle sue guance.

Okay, no. Non ce la faccio a vedere qualcuno in questo stato solo per un banale incidente. Soprattutto lei che è così indifesa.

Le fermo i polsi e la faccio girare verso di me, ma si ostina a tenere lo sguardo rivolto al lavandino.

No, piccola. Guardami.

Le prendo il mento. Ora i suoi occhi grandi sono di un colore verdognolo. Meravigliosi. Anche così, arrossati dalle lacrime.

Tutto un tratto, capisco. Capisco cosa avevano di strano, prima, mentre ci sorrideva: sono tristi. Spaventosamente tristi e infelici.

Baby, sei troppo giovane e bella per avere quello sguardo. Che ti è successo?

"Su, cerca di calmarti. Va tutto bene. Non c'è alcun bisogno di piangere. Posso andare a cambiarmi.." le accarezzo le braccia su e giù, ma, in tutta risposta, si porta le mani al viso e scappa, rifugiandosi nella stanza del water.

Rimango un attimo interdetto da questa sua reazione. Ora che faccio?

La sento piangere, provo a bussare ma niente. Non risponde.

Decido di andare a prenderle un bicchiere d'acqua e alcuni fazzoletti.

Ci rifletto un po' su.

E' una reazione troppo esagerata per quello che è successo. Possibile che fosse una giornata no e questa l'ennesima cosa andata storta? O c'è di più? Non ne ho idea. Sono perplesso. Ma non me la sento di lasciarla sola.

"Caroline, apri, per favore." le dico, dolcemente ma con decisione.

Prima o poi dovrà uscire.

Sento la chiave girare e la maniglia abbassarsi.

Apre un po' la porta e le porgo il bicchiere dell'acqua. Lei lo prende, stupita e un po' titubante, sussurrando un grazie.

No, non ce la faccio.

Dopo aver bevuto, le prendo il bicchiere dalle mani, appoggiandolo dietro di me, e l'abbraccio. Le faccio appoggiare la testa sulla mia spalla, dandole la possibilità di sfogarsi. Di non trattenersi. Alle volte si ha solo bisogno di questo e nessuno è disposto a offrirtelo.

Baby, butta fuori tutto. Non tenerti niente dentro. E' peggio. Io ne so qualcosa.

Lei lo capisce e continua a piangere.

Mi stringe la vita mentre continua a ripetere come un mantra "Mi dispiace. Scusami. Io non volevo."

Non voleva.

No. Non si sta riferendo alla maglietta. C'è qualcos'altro di molto più profondo.

Ma che ti hanno fatto?

Dio quant'è fragile. Avevo ragione. Vorrei stringerla forte, ma ho paura di romperla. E' così delicata.


Riesce a calmarsi solo dopo un bel po', ma si lascia comunque cullare dal mio abbraccio e io glielo lascio fare. Infondo mi piace.

Quando si stacca, asciuga gli occhi, ormai gonfi, ed esclama "Devo farti rifare il cocktail.." sorridendo debolmente.

Mi metto a ridere e lei con me. Finalmente. E' tornata in sé.

Prima di uscire, però, mi prende le mani e mi guarda negli occhi (e di sua spontanea volontà!).

"Grazie." mi dice. Ed è un ringraziamento sincero, che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio, che salta un battito.

 

Quando torno al mio posto, con in mano la maglietta e ancora a petto nudo (siamo in spiaggia, non si scandalizzerà nessuno), i miei amici mi tartassano di domande sul perché ci ho messo tanto, ammiccando e facendo riferimenti allusivi, ma io ho risposto che Caroline si è sentita male dal troppo caldo. Non mi andava di mostrarla così debole anche agli altri. Da come sorride a tutti, non credo abbia voglia di esporre la sua tristezza al mondo.

Solo a Jen, racconto, sussurrando, la verità. Di lei mi fido ciecamente e so che può capire sia me che Caroline, senza troppe difficoltà.

Per il resto del tempo, non la vedo riuscire dall'interno del bar in cui si è nascosta.

Ci penso di continuo, non partecipando molto alla conversazione.

Non so cos'ha quella ragazza di tanto speciale per attirare la maggior parte della mia attenzione, già forte prima dell'incidente.

Sono famoso per i miei consigli e parole di conforto, ma ora non è solo questo. Non è solo "salvare la damigella in pericolo". Mi sento coinvolto a livello emotivo. Quando mi ha detto quel grazie, il mio corpo ha avuto una reazione inaspettata. Stessa cosa quando Jen mi ha chiesto se ero soddisfatto dopo aver saputo il suo nome: sono arrossito.

Non sembra pianga spesso, però il destino ha voluto che oggi fossi io a consolarla. Deve pur significare qualcosa.

 

Quando stiamo per andare via, rimango un po' indietro e sussurro a Jen: "Torno subito."

Devo rivederla. Non so dove o quando, ma so che se non lo facessi, me ne pentirei.

Incrocio una cameriera che ho visto prima parlare con lei e mi viene un'idea.

"Scusami. Ciao, posso chiederti un'informazione?"

"Sì, certo."

"Quella ragazza.." le dico, indicando verso il bancone.

"Caroline?" chiede lei, alzando un sopracciglio, divertita.

Annuisco. "Sai se domani lavora?"

"Perché vuoi saperlo?" chiede, un po' scettica, con le braccia conserte.

Mi metto a ridere. "Per favore. Non voglio fare niente di male."

Ci pensa su un attimo e poi cede "Lavora solo la sera. La mattina è libera."

Sorrido e contagio anche lei.

"Grazie mille. Comunque, io sono Josh."

"Kaweria." risponde.

 

La osservo mentre toglie delle bottiglie di succo di frutta da una scatola.

E' stupita di vedermi. Spero sia almeno una sorpresa piacevole.

"Devi pagare? Non vi hanno portato il conto?" mi chiede, timidamente.

Mi metto a ridere. La sua ingenuità è quasi disarmante.

"No. Non devo pagare. Ma tu hai un debito con me." le rispondo, lanciandole la maglietta.

"Volevi lavarmi la maglietta, no?"

"Ah. Sì, certo!" dice, decisa.

"Bene. Allora puoi lavarmela." faccio una pausa e poi aggiungo "A patto che tu, stasera, vieni al 'Ritual' a restituirmela."

Sorrido soddisfatto. Questa sera avevamo in programma di andare in questo locale, il cui proprietario è amico di Hilary. Così, ho tutta la notte per stare con lei.

"Al Ritual si entra solo con invito" prova a deviare.

"Tu non ti preoccupare dell'invito. Allora, accetti?" insisto.

"Anche volendo, non posso. Lavoro dalle 23:00 alle 02:00"

Oh, baby. Se pensi che questo possa farmi cambiare idea, ti sbagli. So essere testardo anche io, quando voglio. E, di sicuro, voglio rivederti questa sera.

"Bene. Vorrà dire che ti aspetto lì verso le 03:00, così hai tutto il tempo per cambiarti."

Apre la bocca per dire qualcosa ma io tronco la sua intenzione sul nascere "Lo so che domani mattina non lavori"

Ride e, visibilmente scioccata, mi chiede "E tu come lo sai?"

"Ho chiesto in giro. A stasera!" le faccio l'occhiolino e vado via.

Sono contento che abbia accettato. Non che le abbia dato modo di rifiutare, eh.

Voglio vedere se, lasciata passare qualche ora, mi farà lo stesso effetto di prima.

In caso negativo la lascerò andare.

Altrimenti..Beh.

Non so in che modo, ma devo averla. 
 

Buonasera, gente! Aaaah, come adoro scrivere i pensieri di Josh e il suo punto di vista! 
Sono contentissima che vi sia piaciuto il primo capitolo, perciò ecco a voi un altro appena sfornato!
Ah, cmq, buon 2015 ragazze/i !! :)
Vi ringrazio uno per uno.
Un abbraccione! 
_C 

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Capitolo 3
*** Lascio che l'istinto prenda il posto della razionalità ***


Capitolo 3: Lascio che l'istinto prenda il posto della razionalità

Mentre sto scegliendo cosa indossare questa sera, Jen, con tutta la sua delicatezza, irrompe in camera mia.

"Josh! Cosa le hai detto?" chiede, curiosa, buttandosi sul letto a peso morto.

"A chi?"

"Oh, andiamo! L'ingenuità non ti si addice! Ti ho visto prima, che parlavi con lei!"

Mi metto a ridere. Dovrebbero chiamarla "InvestigatriJen"

"Ma niente! Le ho chiesto di venire al locale stasera..con la scusa della maglietta."

"Sei perfido!" mi dice, dandomi una gomitata. Mmh forse "PugiJen". "Non potevi chiederle di uscire e basta?"

"E così che gusto c'è?" rispondo, divertito.

"Beh, ma cosa ti ha risposto? Viene?"

"Sì, ci incontriamo lì!"

Ci penso un istante.

"Senti, visto che dobbiamo andare a bere qualcosa prima della discoteca..Che dici se andiamo lì? Infondo siamo stati bene e la vista era bellissima." chiedo, cercando di sembrare il più disinvolto possibile.

"Hobbit! Un bel colpo di fulmine, eh? Scommetto che c'è lei!"

"Ma no, che dici..Cioè..Non lo so.." inizio a balbettare.

Diamine, Josh! Sei un attore, per l'amor del cielo!

"Okay. Ci andiamo. Lo propongo agli altri, ma credo che per loro uno valga l'altro." mi dice, uscendo dalla porta. Poi ci ripensa e torna indietro. "Ah, comunque: camicia nera e jeans scuri. Funziona sempre."

Sorrido. Ora che ci penso, lei è la sola ad essersi accorta della mia attrazione verso Caroline e sta facendo di tutto per farmi dimenticare Claudia.

E' fantastica.


 

Dopo aver cenato, ci dirigiamo al bar.

Già prima di arrivare sentiamo della musica provenire da lì. Significa che c'è movimento. Mi piace.

Oggi solo due o tre persone ci hanno chiesto la foto. Speriamo sia lo stesso stasera.

Infondo alla terrazza, con il mare sullo sfondo, si trova il palco con sopra luci, musicisti e un cantante. C'è molta gente e temo non ci sia un tavolo libero. Scruto con attenzione ogni cameriera che passa, ma nessuna è lei.

Mentre aspettiamo che qualcuno ci indichi dove sederci, guardo con insistenza dentro il bar per cercare qualcuna che le somiglia, ma nulla. Non la trovo. Magari è dietro il bancone. Oppure mi ha detto una cazzata.

Una ragazza bionda, ci fa sedere in un tavolo in fondo e dopo qualche minuto, ci porta le ordinazioni.

Prendo la mia birra, ormai scoraggiato, e me la sto per portare alla bocca, quando sento un nome familiare.

Il cantante ha parlato in italiano, ma una di quelle parole aveva un suono già sentito.

Possibile che abbia detto 'Caroline'?

Mi volto di scatto e la vedo. Sale sul palco, sorridente, con un microfono in mano. Un microfono? Non starà per...

"Vieni a Portocervo, vedrai: ti sentirai una star, una celebrità, tra feste e mondanità. Ma la felicità lo sai non è in vendita."

..Cantare?

Sul serio? Sa cantare? Voglio dire.. è sul palco, difronte a me, che canta spensierata e quasi felice. Faccio fatica a credere che sia lei.

Ed è pure brava.

Almeno so che non mi ha detto una cazzata. Doveva lavorare sul serio.

Sbatto le palpebre due o tre volte. Sono incantato, con la mano a mezz'aria. Sembro un idiota.

Mi volto verso Jen, con espressione interrogativa ma, a quanto pare, è sorpresa anche lei.
Beh, ci aspettavamo venisse a chiederci cosa vogliamo da bere, non che facesse spettacolo.

Con me era così timida, così indifesa. Ora sembra la persona più estroversa e forte del mondo, sul quel palco.

Il palco. Come si trova a suo agio lassù. Quasi fosse stato inventato apposta per lei.

Mi piace questo suo lato.

Quando finiscono di cantare iniziano un dialogo in italiano, che per fortuna si apprestano a tradurre in inglese.

"Stupenda, come sempre! Come mai così elegante oggi? Hai un appuntamento, per caso?" le domanda lui.

"Mmh..Forse!"

"Ah sì? Guarda che sono geloso eh! E chi sarebbe il fortunato?"

Sono io, idiota. L'appuntamento ce l'ha con me.

"Chi ti dice che si tratta di un ragazzo?" lei sorride, guardando il pubblico che ride.


 

Dopo un'ora e mezza circa, fanno una pausa e scendono dal palco.

Lei si dirige verso un'altra ragazza, che, se non sbaglio, è la stessa cameriera con cui ho parlato questo pomeriggio. Parlano un po' e, dopo aver bevuto un'abbondante sorsata d'acqua, rivolge uno sguardo verso di noi e poi di nuovo verso l'amica.

Sembro uno stalker, lo so, ma riesco a guardare solo lei, in mezzo a tutta questa gente.

La vedo arrivare verso di noi.

"Hey guys!"

E' bellissima.

Dio, se è bella. Porta un vestitino bianco con dei motivetti floreali, stretto in vita e largo giù, che le mette in risalto il décolleté e le gambe.

Quelle gambe.

Ha un velo di trucco e i capelli sono sciolti e ondulati. E' una meraviglia.

"Ciao Caroline! Non sapevamo che oggi avresti cantato! Sei super brava!" la saluta Jennifer.

"Grazie. Ma sei troppo gentile!"

Se non sbaglio, è arrossita.

Ora la riconosco.

"No, ha ragione!" esclamo io e lei arrossisce di nuovo, come previsto.

"Allora come mai qui?"

Sto per rispondere ma mi anticipa Jen "Avevamo deciso di andare a bere una cosa, prima di andare a ballare, e..." so cosa sta per dire.

Le tiro un calcio da sotto il tavolo e lei si interrompe bruscamente guardandomi con aria interrogativa.

La guardo male. Se si azzarda a dire che sono stato io a voler venire qui, le faccio la doccia con la birra.

"...così...abbiamo deciso di venire qui. Siamo stati bene questa sera e non c'era motivo per non tornare! Poi, appena arrivati abbiamo scoperto che c'era anche la musica dal vivo!" continua. Brava attrice. Non ti hanno dato un Oscar così, per caso, eh!

"Avete fatto benissimo!" esclama lei. Sembra non essersi accorta di niente.

Sta per aggiungere altro ma qualcuno la chiama. E' il suo partner. No. Non partner. Quellochecantaconlei. Meglio.

Ma cosa vuole?

Okay, infondo sta lavorando. E' normale che venga chiamata da una parte all'altra. Io dovrei saperlo.

"Ti aspettiamo qui, così andiamo insieme al locale!" le dico, quasi a volerla trattenere ancora un po'.

Scherzano insieme. Mmh. Sembrano più che semplici colleghi.

Quando riprendono a cantare ne ho la conferma.

E' un duetto: Just give me a reason di Pink e Nate Ruess.

Lui le prende la mano, l'accarezza un po' e poi la lascia per percorrerle il braccio.

Una volta arrivato alla guancia, le mette una ciocca dietro l'orecchio. Poi riprende la sua mano e se la porta al petto mentre canta la sua strofa.

"..and we can learn to love again" le dice.

Da come la tocca, la accarezza, la guarda..Non sembrano solo amici. Credo siano qualcosa di più.

Sento una strana sensazione, nata nel momento in cui ho visto quel tipo e che ora è quasi insistente.

Mi sta antipatico. Più lo guardo e più vorrei tirargli un bel ceffone. Con quell'aria da 'figone della spiaggia', tutto muscoloso che ci prova palesemente con Caroline. Ma chi si crede di essere il 'gelosone'?

Mi agito sulla sedia e Jen mi sussurra "Tutto bene?"

Mi limito ad annuire e a continuare a guardare verso il palco.

Improvvisamente, ho la consapevolezza di che tipo di sensazione si tratta.

Gelosia.

Sono geloso.

Naa.

Sul serio?

Sono geloso?

Oh, andiamo! Non posso essere geloso di una ragazza che ho conosciuto solo qualche ora fa.

Eppure il fatto che lei stia condividendo dei momenti, momenti in cui sembra stare bene, con un altro, mi da tremendamente fastidio.

Mi sto spaventando da solo.


 

E' l' 01:45 e questa che sta per cantare è l'ultima canzone della serata.

La guardo mentre si accomoda sulla coda del pianoforte, attenta a sistemarsi il vestito per non mostrare troppo.

Quellochecantaconlei le passa la chitarra e posiziona l'asta col microfono.

Sa suonare anche la chitarra.

Questa ragazza è una sorpresa continua. E io adoro le sorprese.

Presenta l'ultima canzone in italiano, perciò non capisco cosa dice, però noto che toglie un ciondolo dalla collana che porta al collo, per poi baciarlo e alzarlo verso il cielo.

No, aspetta. Non è un ciondolo. E' un plettro.

Canta When you're gone di Avril Lavigne. Un po' triste come canzone.

La interpreta meravigliosamente.

Forse troppo.

Ha gli occhi lucidi e la voce un accenno di tremolio.

Le lacrime iniziano a rigarle il viso, ma non smette di cantare.

The show must go on, certo.

Ma non sta solo cantando.

E' una supplica.

E' arrabbiata. Ma con chi? Sembra ce l'abbia con il mondo.

D'un tratto, rivedo quella ragazza fragile che qualche ora prima ho abbracciato per far smettere di piangere. La stessa espressione triste e senza più barriere, senza più maschere o falsi sorrisi. Ora, su quel palco, riesce a mostrare ciò che veramente ha dentro, ciò che ha mostrato a me: quel dolore che le opprime il petto, che sembra non riesca a farla respirare.

Questa canzone le sta dando la possibilità di sfogarsi ancora di più.

Ho i brividi. Mi strofino, quasi in trans, il braccio per placare la pelle d'oca.

La voce di Jen è come un boato nel silenzio.

"Penso abbia perso una persona a lei cara."

Sì. Lo credo anche io.

Credo sia questa la chiave della sua infelicità.


 

Siamo in discoteca già da un po', seduti sui divanetti a bere come spugne. Finalmente ho l'occasione per parlare e scherzare con lei, in un clima più leggero.

"Dài, andiamo a ballare!" dice Hilary, alzandosi e trascinando Jen, Anna Sophia e Kaweria, l'amica di Car.

Katie e Andre, invece, rimangono avvinghiati. No, davvero, dovrebbero prendersi una stanza quei due.

Io e Nicholas ci alziamo per seguire le ragazze ma poi mi accorgo che Caroline non ha nessuna voglia di ballare, nonostante le diverse insistenze da parte delle altre.

"Sul serio, ragazze! Sono a pezzi. Giuro che vi raggiungo in pista tra un po'."
E ci credo: ha lavorato tantissimo e il pianto che si ha fatto avrebbe messo KO chiunque.

Non mi va di lasciarla sola qui.

*O non ti va di lasciarla, punto?*

Okay. Lo ammetto. E' l'occasione perfetta per stare un po' solo con lei.

"Ti faccio compagnia." dico, risedendomi.

"No, tranquillo! Vai e divertiti! Non stare qui per me! Per favore!" afferma, decisa.

E' carina quando prova a convincermi: chiede anche per favore.

"Cameriere!" chiamo.

"Ci porta altri due di questi, per piacere?"


 

Lei è visibilmente a disagio. Non smette di torturarsi le mani e di muovere la gamba, nervosamente.

"Allora.." inizio, sorseggiando il mio drink. "Da quanto state insieme?" domando, a bruciapelo.
Dovevo chiederglielo. La curiosità mi sta uccidendo.

Quasi rido quando la vedo tossire per la bevanda andata di traverso.

"Con chi?"

Baby, non fare l'ingenua con me.

"Tu e l'altro cantante..Come si chiamava?" le chiedo, stuzzicandola.

Ovviamente so il suo nome, sono stato fin troppo attento. Qualcosa come David, ma italianizzato. Io, comunque, preferisco sempre Quellochecantaconlei.

"Davide. Ma non stiamo insieme!" risponde, imbarazzata.

Tiro un sospiro di sollievo. Ma non mi arrendo. Voglio sapere di più.

"Ma c'è qualcosa. Si vede dal modo in cui ti guarda. O ti tocca."

Rimane un attimo spiazzata da questa mia affermazione, ma si riprende subito.

"C'è stato. L'anno scorso. Ma non era nulla di speciale. Non so cosa provi lui adesso, però siamo amici. Tutto qui."

Lo sapevo. Lui prova sicuramente qualcosa per lei.

Appunto mentalmente di informare Jen della mia nuova missione "Fare fuori Quellochecantaconlei.".

"Non parli molto di te eh?"

Sono curioso e lei non placa la mia curiosità. Anzi, l'aumenta.

D'un tratto la vedo prendere un bel respiro, appoggiare il bicchiere sul tavolo e girarsi verso di me per guardarmi meglio. Lo fa talmente raramente che mi sorprendo ogni volta.

Dopodiché, inizia a parlare velocemente.

"Sai, son venuta qui soprattutto per ringraziarti. Questa sera non ho potuto farlo come si deve. Non so veramente cosa mi abbia preso. E non so neanche cosa ti abbia spinto a consolare una persona che non conosci...."

Le sue labbra sono meravigliose. Come ho fatto a non notarle prima? Carnose al punto giusto e con un velo di gloss. Hanno quasi la forma di un cuore, con quella curvatura sul labbro superiore. Mi verrebbe quasi voglia di...

"....Quindi grazie. Di cuore. " espira, quasi avesse trattenuto il fiato.

Queste sue ultime parole mi fanno tornare alla realtà, come se mi fossi rinchiuso in una bolla. Oh, diamine! Non ho seguito metà del discorso. Credo mi stesse facendo i suoi più sinceri ringraziamenti, però.

Mi sento in imbarazzo.

"Non preoccuparti. E' tutto ok. Solo uno stupido non ti avrebbe consolato. A dirla tutta, inizialmente non capivo cosa ti stesse succedendo, ma poi ho compreso che quella stupida maglietta non c'entrava proprio nulla. Non ho fatto molto, però son contento che quel poco ti sia servito!"

Lei sorride e dopo qualche minuto esclama "La maglietta!"

"Cosa?" chiedo io.

Quale maglietta?

"La maglietta! Non l'ho portata. Son venuta solo per dirti grazie e restituirtela!"

Ah, già. La mia maglietta. Me n'ero dimenticato.

Questa ragazza ha un brutto effetto si di me.

"Dài, tranquilla. Dopo andiamo a prenderla!" la rassicuro.

Non che mi interessi, ma almeno scopro dove abiti.

*Stalker*

Voglio averti più vicina.

"Ti va di ballare?" propongo, porgendole una mano.

Lei mi guarda scettica.

"Sono un ottimo ballerino!" insisto, quasi indignato.

Si mette a ridere e accetta l'invito.


 

Ci divertiamo come pazzi sulla pista, ballando e bevendo tutti insieme. Lei, da prima un po' a disagio, si lascia poi trasportare dalla musica muovendosi a occhi chiusi e arrossendo quando scopre che sono intento a guardarla. E' davvero molto sexy con quel vestito, mentre ondeggia i fianchi e scuote i capelli.

Dopo qualche ora, mettono un lento.

La osservo mentre cerca qualcuno, forse la sua amica, per danzare con lei.

Oh, no. Questa è l'opportunità che cercavo da tutta la sera. Voglio abbracciarti di nuovo e certamente lo farò.

Le prendo un polso, facendola voltare, quasi spaventata pensando che qualcuno la stesse trattenendo in mala fede. Poi mi vede e si rilassa.

Senza dire nulla, mi porto la sua mano dietro la schiena e metto la mia sul suo fianco. Uniamo le altre due libere e iniziamo a danzare.

Si lascia guidare dolcemente ma è un po' rigida. Forse è la mia vicinanza. Beh, significa che ho un qualche effetto su di lei.

Questo piccolo contatto col suo corpo mi fa sentire i brividi percorrermi la schiena. Il suo profumo è quasi sconvolgente, ma non è di quelli che puoi trovare in boccetta. E' quello della sua pelle, così delicata e pura.

"Sono un ottimo ballerino, ricordi?" le sussurro, dopo averla sentita un po' più rilassata.

Sorride e poi risponde, ridendo "Mi è venuta in mente una cosa stupida."

"Ah si? Che cosa?"

"La scena di un film. Casper. L'hai mai visto? Quello dove c'è la ragazza che va nella casa infestata."

"E' un classico. Chi non l'ha mai visto?" chiedo, cercando di capire.

"Ecco. Mi è venuta in mente una delle ultime scene, dove la ragazza balla con Casper, tornato umano, che le dice 'Sono un ottimo ballerino, ricordi?'".

"Ah, sì sì. Mi ricordo."

Certo che mi ricordo. E' una delle scene migliori. Mi ricordo anche cosa Casper dice alla ragazza, dopo quella battuta.

La guardo intensamente in quegli occhioni nocciola e improvvisamente, lascio che l'istinto prenda il posto della razionalità. Le faccio fare una giravolta, e la stringo a me. Questa volta più vicino. Sento il suo caldo corpo sul mio, il suo fiato, un po' corto, sfiora il mio collo.

"Posso tenerti con me?" le sussurro, all'orecchio.

Il respiro che sentivo prima, non lo sento più. Credo abbia smesso di respirare. Il suo corpo si è irrigidito di nuovo e si è fermato.

Non so se è una reazione bella o brutta.

Decido di guardarla negli occhi. Sono indecifrabili. Paura? Sgomento? Emozione? Imbarazzo? Gioia?

Le sfioro il labbro superiore con il pollice. Provo un grande desiderio di baciarla.

Ma il lento finisce e parte una musica assordante dalle casse della discoteca.

Mi sento come se mi fossi appena svegliato da un bel sogno. Quello che è successo due minuti fa sembra già lontano e quasi surreale.

Ci guardiamo negli occhi. Lei sorride e si rilassa, mentre la lascio andare. Da quel sorriso, però, capisco che anche lei ha provato qualcosa di simile a quello che ho sentito io.

C'è attrazione tra noi. Qualcosa che ci lega. E più la vedo irraggiungibile, più voglio averla.

 

Eccoci qua! Questo capitolo è abbastanza lungo ma spero sarete comunque soddisfatti!
Scopriamo un po' tutte le emozioni di Josh: quando canta, quando vede Davide per la prima volta, quando danza con lei etc. Mi è piaciuto tantissimo descrivere i suoi sentimenti, così tanti e confusi ma allo stesso tempo chiari. E' confuso in quanto non capisce perché li prova, ma sa benissimo che l'unica cosa che desidera è lei.
Nel prossimo vedremo come reagirà alla comparsa di Claudia e a quella di Davide sulla porta della stanza di Caroline.
See you soon, guys! 
I love u so much and thanks!!!!!!

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