Fuoco e Acqua

di Homu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Amiche ***
Capitolo 3: *** Segno del Giuramento ***
Capitolo 4: *** Il mio Tesoro Più Prezioso ***
Capitolo 5: *** Sogno ad Occhi Aperti ***
Capitolo 6: *** Il Canto del Corvo ***
Capitolo 7: *** La Canzone della Risposta ***
Capitolo 8: *** Da oggi il destino appartiene a me ***
Capitolo 9: *** All'inizio ***
Capitolo 10: *** Two Roses ***
Capitolo 11: *** Tutto cambia ***
Capitolo 12: *** Appuntamento ***
Capitolo 13: *** Kiss Me ***
Capitolo 14: *** I veri sentimenti ***
Capitolo 15: *** La Lettera ***
Capitolo 16: *** Broken Rose ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note dell'autrice: è la prima volta che mi cimento in una fanfiction su MSLN, spero di non deludere ^^
Questo primo capitolo, chiedo scusa, è veramente corto, ma i prossimi dovrebbero essere un po' più lunghi!

FUOCO E ACQUA

 

PROLOGO

 

Me lo sentivo che oggi sarebbe stato un giorno diverso dagli altri.
Ne ebbi la conferma appena vidi quegli occhi rossi che mi fissavano. Bellissimi occhi rossi, velati da una patina di tristezza stavano guardando uno per uno gli alunni della classe.
-Ragazzi, lei è Fate-chan, e da oggi sarà la vostra nuova compagna di classe!- esclamò la maestra.
La ragazza bionda si inchinò, arrossendo leggermente.
-Fate-chan, vai a sederti vicino a Nanoha-chan, c'è un posto libero- disse la sensei indicandomi.
La mia nuova compagna di classe mi guardò dritta negli occhi, per un interminabile istante.
Acqua e Fuoco si incontrarono per la prima volta nei nostri sguardi.
Si avvicinò e con un sorriso si sedette accanto a me, prendendo i libri necessari per la lezione.
Mentre la maestra spiegava, cercando di non farmi notare, lanciavo delle occhiate a Fate-chan: era veramente bellissima. I suoi capelli biondi, simili al colore dell'oro, erano legati in due code laterali con di nastrini neri e ondeggiavano quando lei alzava e abbassava le testa per prendere appunti; il suo naso perfetto e i suoi occhi...erano semplicemente stupendi, se solo fossero più luminosi sarebbero stati la perfezione.
Ad un tratto si volta verso di me e vede che la stavo osservando, imbarazzatissima cerco di prestare attenzione alle parole della mia insegnante.

Le ore erano passate e ci ritrovammo alla pausa pranzo, non ebbi neanche il tempo di alzarmi per raggiungere le mie amiche che tutta la classe circondò Fate-chan impedendo di muoversi sia a lei che a me.
-Dove andavi prima a scuola?-
-Perché ti sei trasferita qui?-
-Da dove vieni?-
Alla ragazza venivano fatte talmente tante domande che non riusciva a rispondere a nessuno, quindi impacciata abbassò lo sguardo. Feci per allontanare la folla quando sentii la voce imponente di Arisa-chan tuonare un imperativo “Lasciatela in pace”.
Vidi la bionda ringraziare la mia amica con un sorriso. Un sorriso che non coinvolgeva ancora i suoi occhi. Se solo potessi farli brillare...
-Fate-chan, vuoi venire con noi a mangiare?- chiesi alla mia compagna di banco
Lei ci squadrò per bene ed infine, incatenando i suoi occhi ai miei disse alzandosi:
-Molto volentieri-
Le facemmo strada al nostro posto segreto, il tetto del nostro istituto, che era sempre desolato quindi potevamo mangiare i nostri bento in santa pace.
A quel tempo avevo 9 anni e ancora non sapevo che la persona che possedeva quei bellissimi occhi mi avrebbe sconvolto la vita, nel migliore e nel peggiore dei modi.

 

***

 

Grazie per la cortese attenzione e vi prego di recensire!
*Cambia linea temporale prima che Nanoha le spari uno Starlight Breaker contro*

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Capitolo 2
*** Amiche ***


Note dell'autrice: come primissima cosa ringrazio chi ha recensito il primo capitolo, ovvero wanna be a neko, Diavolo Bianco e Nezuchan, grazie di cuore ^^
Piccole avvertenze che devo dare in quanto novellina di questa sezione:
Punto primo: se mi viene l'illuminazione divina (o diabolica, dipende dai punti di vista) stacco il cervello e le mani scrivono da sole... potrebbe finire in questo modo →
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2437089&i=1    Fangirl avvisate, Homura mezza salvata?
Punto secondo: la storia sarà osservata dai diversi punti di vista,voglio divertirmi a scrivere i pensieri insensati di Fate XD
Punto terzo: Prendo completamente spunto dall'anime, quindi certe frasi potrebbero suonarvi familiari  u.u



AMICHE

-Allora Fate-chan, dove andavi a scuola?- chiese Arisa-chan durante il tragitto per il tetto.
-In realtà non era una vera e propria scuola... veniva un insegnante a casa- disse Fate-chan arrossendo.
-Che forza, un'insegnante privato!-esclamò.
Arisa-chan si fermò di colpo e si diede una manata sulla fronte, poi si girò verso di noi esclamando:
-Non ci siamo ancora presentate! Io mi chiamo Arisa Baggins, mentre loro sono Suzuka Tsukimura e Nanoha Takamachi-
Fate arrossì e mormorò un “piacere” che sentimmo a stento.
Loro  ridacchiarono e incominciarono nuovamente a camminare.
Noi le seguimmo senza parlare, ognuna persa nei propri pensieri.
Chissà se ha mai avuto degli amici...
Salimmo le scale quasi correndo e io mi precipitai verso le sbarre di ferro che mi impedirono di cadere. Amavo il cielo, mi dava una sensazione di pace e libertà. Avrei voluto essere un uccello per poter staccarmi dalla terra, da tutto e da tutti per potermi librare tra le nuvole.
-Nanoha-chan, attenta un giorno cadrai veramente da lì- disse preoccupata la mia amica dai capelli viola.
-Non preoccuparti Suzuka-chan, quando accadrà saprò volare!- esclamai divertita.
Sentii che i suoi rubini mi stavano osservando, così mi girai e bruciai nei suoi occhi.
Fuoco, che attira tutti con la sua bellezza sfolgorante.
Fuoco, che brucia tutto intorno a sé.
Fuoco, che scalda più di ogni altra cosa.

Fate

Aveva sentito che la stavo guardando. Era troppo bella per non fissarla. I suoi capelli castano rossicci erano legati in due codini laterali con dei fiocchi bianchi. Chissà come sarebbe stato toccarli... ma che vado a pensare? Non la conosco nemmeno e poi...io non merito di avere persone vicino a me. Chi si avvicina si brucia.
Si era girata, così che i nostri sguardi si incrociarono, stavo annegando in quell'immenso mare.
Acqua, che attira tutti con la sua limpidezza.
Acqua, che distrugge ogni legame.
Acqua, cha da la vita.
Fu lei a interrompere il contatto, sedendosi ed aprendo il suo bento.
-Nanoha-chan, cosa ti ha preparato oggi tua madre?- chiese la ragazza bionda
-Mmh... un po' di riso e omelette, anche la tua porzione vedendo quante sono- rispose lei.
Anche la sua porzione? Non si portava il suo bento da casa? Non aveva una madre o  un padre che si preoccupavano per lei? Era come me? No, lei il bento non l'aveva comprato. Era fatto da amorevoli mani materne.
La ragazza viola, notando la mia confusione si avvicinò e disse:
-Arisa-chan è estremamente golosa delle omelette che prepara la madre di Nanoha-chan... così la signora Takamachi ne mette qualcuna in più per lei-
Guardai il mio pranzo che avevo comprato prima di entrare in classe e lo aprii.
Il solito riso con un po' di sushi.
-Fate-chan, vuoi assaggiare anche tu?- mi disse la ragazza castana sorridendo.
Aveva un bellissimo sorriso. Un sorriso vero.
Abbassai la testa imbarazzata, non meritavo tanto... ma lei  alla fine riuscì ad imboccarmi.
Era veramente buono. Si sentiva tutto l'amore che la madre ci aveva messo all'interno. Un amore che io non provavo più da molto tempo.
La ringraziai educatamente poi mi rimisi a mangiare il mio bento.
Fino a che non sentii una frase, detta dalla ragazza con gli occhi pieni di vita.
-Vuoi essere mia amica?-

Nanoha

E così le avevo posto la domanda. Arisa-chan mi guardò stranita, come se reputasse inutile la domanda, perché lei la considerava parte del gruppo.
Però sapevo che per Fate-chan non era così. Non so come, ma me lo sentivo.
-Come si fa?- chiese abbassando lo sguardo, che però vidi essere immensamente triste- non ho mai avuto degli amici.-
Lo sapevo.
-È semplice. Devi guardare negli occhi quella persona e chiamarla per nome. Non “Ehi tu”, ma con il suo nome. Io mi chiamo Nanoha.- dissi con gli occhi lucidi, quasi che la sua tristezza mi stesse contagiando.
Lei incatenò i suoi rubini nei miei zaffiri, notai che qualche lacrima si apprestava a scendere dai suoi occhi.
-Na...Nano..ha...- poi, quando le lacrime le rigarono le gote, disse con un tono più basso, ma più deciso- Nanoha-
-Sì, Fate-chan-
Si asciugò gli occhi e mi sorrise. Vidi un leggero scintillio nei suoi occhi.
Le altre erano rimaste abbastanza confuse da questo scambio di battute, però replicarono insieme:
-Chiama anche noi con il nostro nome-
-Arisa... Suzuka...Na...Nanoha- disse guardando un po' noi un po' il terreno.
Ridemmo allegramente e finimmo il pranzo.
Chissà... per quale motivo aveva difficoltà solo a pronunciare il mio nome?

* * *
 Ed ecco concluso il primo vero capitolo!
Grazie per aver usato il vostro tempo per leggere la mia ff , se riuscite recensite ^^
* Scappa da Fate che la vuole tagliare con Bardiche per averle fatto fare tutti quei pensieri negativi*

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Capitolo 3
*** Segno del Giuramento ***


Note dell'autrice: ed ecco anche il terzo capitolo!Mai successo di scrivere tre capitoli in così poco tempo!
Anche questa volta ringrazio chi ha speso del tempo a recensire: Vivio, Nezuchan, Diavolo Bianco e wanna be a neko.
Senza ulteriori indugi ecco il capitolo!

 

SEGNO DEL GIURAMENTO*

Nanoha

Terminato il pranzo tornammo in classe ridendo e scherzando. Però ancora non riuscivo a vedere una scintilla di vita in quei occhi rossi. Dopo il sorriso che ci aveva rivolto, il bagliore si era subito spento. Quei rubini non meritavano di restare così cupi. Dovevano risplendere, di una luce così accecante da oscurare il sole!
Non sapevo come fare, forse al fuoco serve altro calore per far sorgere una bellissima fiamma.
Arrivammo in classe e Fate-chan fu salvata da altre domande grazie all'arrivo dell'insegnante.
Le restanti ore nell'istituto le passai ad ascoltare distrattamente la maestra e principalmente a lanciare occhiate alla mia compagna di banco.
Perché ero così ossessionata? Perché mi interessava così tanto?
Sospirai e sentii la bionda guardarmi incuriosita. Scossi la testa e le sorrisi di rimando. Cercai di togliermi dalla testa i suoi occhi cupi che mi guardavano.
Cercai di non sentire la tristezza crescere nel vedere quello sguardo spento, senza vita.

Le lezioni finirono e Arisa-chan venne da noi per invitarci ad uscire fuori a divertirci.
Io accettai subito, mentre la mia compagna di banco era più titubante.
Le diedi una gomitata scherzosa e quando mi guardò le sorrisi incitandola. Alla fine anche lei accettò di buon grado.
La giornata si era dimostrata, come immaginavo, molto diverso dal normale.

Fate

Cosa mi metto? Cosa mi metto? È la prima volta che esco con delle mie amiche. Non ho decisamente niente da mettere! Non posso mettermi la divisa scolastica... non troppo elegante...ahhhhhhhhhhh uffa!
Alla fine optai per una gonna bianca che mi arrivava a metà coscia, maglietta a maniche corte gialla con righe bianche e sopra una giacchetta nera. Mi guardai allo specchio per darmi una sistemata e sentii qualcosa di peloso e caldo strofinarsi sulla mia gamba sinistra.
-Arf? Cosa c'è?- dissi guardando quella piccola palla di pelo arancione che si strofinava su di me.
La presi in braccio e la portai in giardino dove giocammo per un bel po' del pomeriggio.
Poi un rumore proveniente dal piano di sopra. Mamma si era svegliata. Rientrai in casa, presi la borsetta e chiusi la porta sbattendola, fuggendo da quella casa.
-FATE, DOVE STAI ANDANDO?! FIGLIA INDEGNA, RIENTRA IN QUESTA CASA SUBITO!-
Andai al luogo dell'appuntamento correndo, con le lacrime agli occhi. Sapevo che al suo risveglio mamma mi avrebbe picchiato, non volevo lasciare le mie...a...le mie amiche senza avvisarle.
Volevo riuscire a non pensare a cosa sarebbe accaduto al mio ritorno, ma già sentivo lo schiocco della cintura, sentivo già il dolore che mi avrebbe provocato. Ma io mi meritavo tutto quello. Se la mamma mi infliggeva quelle pene infernali allora voleva dire che me le meritavo. Si, perché io... io non ero lei. Non lo sarei mai stata. Questa era la mai colpa.
Arrivai al centro commerciale e le trovai tutte lì, che ridevano tra loro.
Vidi Na.. Nano... la ragazza dagli occhi blu che si portava una mano davanti alla bocca mentre rideva. E con quel gesto mi fece dimenticare tutto. Le mie gambe si mossero da sole e andarono incontro alle ragazze.
Quando la ragazza rossa mi vide agitò la mano e mi sorrise.
Forse la mia punizione a casa non avrebbe fatto troppo male, se mi fossi ricordata di quel sorriso.

Nanoha

Fate-chan era triste. I suoi rubini erano più cupi del solito. Quando arrivò nel gruppo ci salutò e iniziammo il giro dei negozi.
Entrammo in un negozio di accessori e vidi che il suo sguardo puntava insistentemente su dei fiocchi bianchi. Sembrava una bambina che fissa una caramella in mano ad un adulto.
Sorrisi e mi guardai in giro anche io, trovando dei bellissimi nastrini neri.
Sentii il suo sguardo su di me e arrossii violentemente, quindi mi concentrai ancora di più su qualsiasi cosa non fosse rossa, ma oltre a quei nastrini neri sembrava di essere in un negozio di rubini.
Uscimmo dal negozio senza che nessuna avesse comprato niente, ma a noi interessava solo stare in compagnia.
La vetrina seguente apparteneva ad un punto vendita di abbigliamento. Lì fui attratta subito da una maglietta bianca a maniche corte con un cuoricino viola sulla parte sinistra.
Dopo qualche minuto per trovare la mia taglia mi diressi alle casse e pagai con i soldi che la mamma mi aveva dato prima di uscire.
Le altre mi raggiunsero dopo, Arisa-chan con due buste cariche di vestiti, esagerava sempre perché c'era il suo autista ad attenderla fuori dal centro commerciale.
Era passata un'ora da quando avevamo incominciato l'uscita, quindi andammo al bar e ci prendemmo qualcosa da bere.
-Nanoha-chan, domani andiamo al negozio dei tuoi a mangiare qualcosa,va bene?-chiese Suzuka-chan bevendo la sua coca-cola.
-Sì, va bene-
Chiacchierammo ancora per una mezz'ora, parlando della scuola e di altro, tentando di far aprire un po' Fate-chan, senza successo.
Fuori dal centro commerciale, salutai tutte e mi incamminai verso casa, quando notai che anche la bionda andava nella mia stessa direzione.
-Fate-chan, vuoi fare una piccola deviazione?-
Lei mi guardò incuriosita annuendo. Arrivammo al porto e ammirammo il sole che cadeva nel mare, il Fuoco che cade nell'Acqua. Mi girai verso la bionda e mi slegai i fiocchi che mi legavano i capelli.
Lei mi guardò dubbiosa quando glieli porsi.
-Ho visto che li stavi guardando nel negozio- dissi sorridendo.
Allora lei, arrossendo, si slegò i suoi nastrini e me li porse:
-Anche tu li stavi guardando, vero?-
Le sorrisi ancora e, mentre io presi i suoi nastrini neri lei afferrò i miei fiocchi bianchi.
-Questo è il segno del giuramento della nostra amicizia- dissi guardando i nastrini che tenevo in mano.
Lei arrossendo, annuì.

* * *

* Magnifica canzone di LiSA (-sama *^*), opening di Fate/Zero, Oath Sign.
Ed anche il terzo è finito! Ci vediamo al prossimo!
* Scappa anche a questo giro da Precia Testarossa armata di frusta*

 

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Capitolo 4
*** Il mio Tesoro Più Prezioso ***


Note dell'autrice: ecco il quartooooooooooooooo yes! XD
Ringrazio come al solito le ragazze che hanno recensito: Nezuchan, wanna be a neko e Diavolo Bianco (e Persia Testarossa).
Buona Lettura!
P.S: festeggiamo le 10 recensioni con un capitolo descritto solo da Fate! (da festeggiare non è che ci sia tanto leggendo questo pezzo)


IL MIO TESORO PIÙ PREZIOSO *


Dopo che mi separai dalla ragazza con gli occhi blu incominciai ad avere paura.
Sospirai, mi feci coraggio ed entrai in casa. Era tutto spento, non c'era alcun rumore.
Quando chiusi la porta la luce si accese. Sussultai e mi girai. Mia madre era vicino all'interruttore della luce.
-Fate, dove sei stata?-disse la mamma avvicinandosi.
-Ero... con delle ragazze...- le risposi tenendo la testa bassa.
-Con delle tue amiche?-continuò lei appoggiando una mano sulla mia spalla.
Non si metteva affatto bene. La mano sulla spalla ne era la prova, quella mano avrebbe incominciato la punizione.
-Sì...-
Come avevo immaginato iniziò quella mano: Mamma fece più pressione sulla spalla e mi buttò per terra.
-LEI NON HA POTUTO FARSI DEGLI AMICI PER COLPA TUA!- mi prese i capelli, che erano ancora liberi e mi rialzò, trascinandomi in camera mia.
Con ira mi gettò sul letto, ma non mi diede tempo di respirare che prese la sua cintura facendola schioccare.
Io chiusi gli occhi, cercando di non pensare a quello che stava per succedere. Una Testarossa non deve piangere, per nessun motivo.
-È SOLO COLPA TUA SE LEI NON È PIÙ QUI!- disse alzando il braccio
-SOLO COLPA TUA! LEI NON C'È PIÙ!-continuò abbassandolo.
La cintura toccò la mia schiena ancora con i vestiti, stracciandoli.
Mi lasciai scappare un gemito di dolore.
-TI FA MALE EH? PERCHÉ TU SEI ANCORA VIVA! TU NON DOVRESTI ESSERE QUI! CI DOVREBBE ESSERE LEI!- disse, continuando ad usare la cintura sempre più veloce e più forte.
Trattenni ulteriori gemiti, che sentivo nascere dentro la gola.
Poi mi sfiorò il pensiero di quello che avevo passato poco prima.
Il sorriso di quella ragazza riempì la mia mente, sorrisi leggermente. Con una mano cercai di raggiungere, senza fare troppi movimenti,i fiocchi bianchi.
Quando li sentii sotto le dita sorrisi ancora.
-QUALI SONO LE TUE SCUSANTI EH? NON NE HAI! HAI STRAPPATO IL MIO FIORE!- continuò imperterrita ad usare la cintura come una frusta.
Poi ad un tratto smise, buttando per terra la cintura e facendomi girare, in modo tale da potermi vedere in faccia.
Con una mano mi sollevo il mento, stringendolo.
-ALLORA?! HAI UCCISO TUA SORELLA!- mi tirò un pugno in faccia.
Strinsi ancora più forte i nastrini bianchi, quando sentii il sapore del ferro in bocca.
La schiena mi bruciava, mi sembrava di essere su un braciere. Ero sul Fuoco, mi serviva l'Acqua.
Solo la mano in tasca era fresca, come se quei fiocchi bianchi, puri, come la loro precedente padrona, fossero la mia cura.
-HAI UCCISO LA MIA ALISIA! TU L'HAI UCCISA! NON DOVEVA PORTARTI A QUELLO STUPIDO CORSO DI SCHERMA! AVRESTI DOVUTO MORIRE TU IN QUELL'INCIDENTE!- mi tirò altri pugni, e schiaffi. Non mi sentivo più la faccia.
L'unica consolazione era pensare a Na..Nanoha. Era lei che vedevo, non la mamma. Volevo che lei fosse con me ogni istante. Volevo stare con lei, mi faceva sentire bene.
Le mani della mamma continuavano a prendersela con il mio viso, poi mi girò e riprese a frustarmi la schiena.
Le torture finirono dopo due ore, due ore in cui la mamma mi ripeteva che era colpa mia, lo faceva sempre, ogni giorno. Stava sempre in camera di mia sorella a bere birra, scendeva solo per mangiare e punirmi.
Quando sentii la porta di camera mia sbattere mi rannicchiai su me stessa, facendo uscire ancora più sangue dalla schiena.
Tirai fuori i suoi fiocchi , che erano già diventati il mio tesoro più prezioso.

 

* * *
Questo si che è un record!!
Capitolo interamente sulla punizione di Fate, povera cucciolo, perché la faccio soffrire? ç_ç
* Meravigliosa canzone, sempre di LiSA, dall'anime Angel Beats! ecco a voi Ichiban no Takaramono

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Capitolo 5
*** Sogno ad Occhi Aperti ***


Note dell'autrice: * salta a modi Heidi tra i mobili di casa* eccomiiiiiiiiiiiiii! Ed ecco a voi il 5 capitolo (o 4, dipende dai punti di vista u.u)
Dopo la follia fatta con Neko-chan, torno nella mia ff sperando di non combinare troppi danni questa volta, dato che in un futuro non troppo lontano, mi vorrete linciare viva u.u
Come faccio a sapere che mi vorrete uccidere? Beh, lo confesso, ho fatto un sacco di volte questa linea temporale quindi sto ritardando il più possibile la mia morte ^_^
Ringrazio per aver recensito il capitolo precedente wanna be a neko, Diavolo Bianco e Nezuchan!
Ok... vi lascio il capitolo che è meglio XD

 

SOGNO AD OCCHI APERTI*

Nanoha

Sono felice di avere qualcosa di più in comune con Fate-chan, adesso la nostra amicizia sarà indissolubile!
Mi sembra di sognare! La conosco da solo un giorno e già sono sicura che saremo amiche anche tra 20 anni!
Guardo i nastrini neri che mi ha dato e li stringo più a me, sorridendo. Sono proprio curiosa di vederla domani con indosso i miei fiocchi!
Tornai a casa quasi saltellando e mia madre se ne accorse.
-Nanoha, è successo qualcosa di bello durante l'uscita?- chiese infatti
-Sì mamma! Ho fatto ancora più amicizia con la ragazza di cui ti parlavo prima!- dissi tutta eccitata
-Bene, ne sono felice- poi guardandomi i capelli- ma che fine hanno fatto i fiocchi?-
-Ecco...li ho dati a lei... abbiamo fatto scambio- le risposi mostrando i nastrini che tenevo in mano
-Che carini! Aspetta che ti aiuto a metterli- così dicendo mi accompagnò in bagno e incominciò a pettinarmi i capelli.
Quando finì andò in cucina per preparare la cena, seguita da mia sorella Miyuki che era appena uscita da camera sua. Aveva fatto il bagno e anche se era vestita, aveva ancora i capelli tutti bagnati.
Che sorellona inaffidabile, si prenderà un malanno!
-Miyuki, vai immediatamente ad asciugarti i capelli!- esclamò mia madre dalla cucina.
Sapevo che sarebbe andata a finire così.
Salii in camera mia e posai nel cassetto la maglietta che mi ero comprata quel pomeriggio, poi mi stesi sul letto e chiusi gli occhi.
Non l'avessi mai fatto! Mi ritrovai a pensare a Fate-chan. Si deve essere sentita sola senza mai un amico. Eppure, nonostante l'estrema timidezza, era una ragazza simpatica, perché allora non aveva mai fatto amicizia prima?
Mi alzai dal letto e andai alla finestra, sospirando. La luna stava incominciando a farsi vedere. Mi bastò sentire la sua luce perché mi ricordasse ancora la mia nuova amica. Era una luna al primo quarto e come la proprietaria dei bellissimi occhi rossi, che ormai avevo dentro la mente, doveva ancora mostrarsi in tutta la sua bellezza. Aveva ancora molti punti oscuri.
Mi guardai allo specchio e mi sembro di vederci anche la sua immagine riflessa. Mi girai e mi resi conto che era stata un'illusione. Un sogno ad occhi aperti.
Sospirai e uscii da camera mia, dirigendomi verso la cucina, dalla quale proveniva un buon profumo di riso saltato con le verdure.

Fate

Mi alzai dolorante dal letto, sul quale ero rimasta tutto il pomeriggio rimanente, e andai in bagno a controllare i danni.
Quello che vidi mi sconvolse. La mia faccia sembrava un livido unico, sicuramente l'indomani non sarei potuta andare a scuola. Non avevo neanche il numero di qualcuno per avvisare. Sono stata fuori tutto il pomeriggio e non mi è venuto in mente di scambiarci i numeri. Che testa! A cosa stavo pensando?
Domanda inutile, lo sapevo già. È tutto il giorno che ci penso e che continuo a pensarci. Se non la smetto presto credo che impazzirò.
Aprii ancora la mano e vidi i suoi fiocchi bianchi. Li indossai e sorrisi alla me stessa dello specchio. Mi meritavo di sentirmi così felice? Per un capriccio avevo distrutto la mia famiglia. Sentii un rumore di unghie sulla porta, quindi la aprii e mi trovai di fronte Arf. Dovevo essere felice, dovevo vivere anche per mia sorella. Mi cambia gli abiti stracciati e indossai sopra una felpa e un foulard, per coprirmi maggiormente il viso.
Presi il guinzaglio e portai la mia cagna a fare un giro. Andammo al parco e tra i negozi, dove vidi una camicia nera a maniche corte.
Iniziai a correre verso casa, con Arf che mi seguiva felice. La lasciai a casa e tornai nuovamente al negozio, per comprare la camicia.
Costava un po' meno del previsto e ne fui immensamente felice.
Dopotutto non serviva molto per essere felici: bastava essere amati da qualcuno, un qualsiasi genere di amore era sufficiente.
Prima la mia felicità dipendeva dalla mia famiglia, adesso dipende da una singola persona, la ragazza dagli occhi blu, Nanoha... la mia migliore amica.**

Nanoha

La mia giornata incominciò normalmente, per poi continuare in modo orribile.
Fate-chan non era venuta a scuola. Ieri sembrava stare bene... non avevo neanche il suo numero per chiederle informazioni e neppure il suo indirizzo per andarla a trovare. Non sapevo niente di lei, come facevo a definirmi sua amica?
-Nanoha-chan, ti senti bene?- disse preoccupata la mia amica dai capelli viola
-Sì Suzuka—chan, va tutto bene- sussurrai.
Arisa-chan sospirò, ma non disse nulla, aveva capito tutto subito. Le sorrisi mestamente e finii il mio bento.
Finita la scuola sarei andata in giro a cercarla, se fosse stato necessario avrei bussato a tutte le porte della mia città.
Forte di questa convinzione tornai la me allegra di sempre, per la gioia delle mie amiche.
-Nanoha-chan, dopo veniamo da te allora?- mi domandò la bionda.
-Scusatemi ragazze! Me ne sono dimenticata e ho preso un impegno!- me ne ero completamente scordata... quella ragazza ha occupato la mia mente tutto il giorno ieri, che mi aveva fatto dimenticare tutto!
-Su non farne un dramma, ci vediamo domani!-
-Grazie, e scusatemi ancora!-
Loro cominciarono a ridere e trascinarono anche me nell'allegria totale.

Nelle ore pomeridiane andai in giro a cercarla, ma di lei nessuna traccia. Le mie gambe mi portarono al porto, dove ci eravamo scambiate i nastri e sorrisi. Il mio sorriso si allargò quando la vidi di spalle presa a fissare il tramonto.
I suoi capelli mossi dal vento assumevano sfumature più cupe, era davvero bellissima.
-Fate-chan...- sussurrai
Lei mi sentii e si girò verso di me.
Ed il mio sogno ad occhi aperti si trasformò in un incubo ad occhi aperti.

 

* * *

* Inutile che vi divo a chi appartiene la canzone da cui prende il nome il capitolo vero? Comunque è di LiSA, opening di Day Break Illusion (*^*) , traumerei (la “a” avrebbe due puntini sopra, ma non riesco a trovare il tasto :P
Madoka: vi avevo detto che era una stalker
Io: si si , come vuoi fatto sta che senza di me tu saresti morta senza diventare una divinità.
Madoka: è vero... Homura-chaaaaaaaaaaaan * si attacca a peso morto al mio collo (presente episodio...10? Quando ancora avevo le treccine ed ero moe moe? Ecco, così)*
Ve lo aspettavate più allegro? Ho già dato ieri con quella pazzia con Neko, quindi accontentatevi u.u
** la citazione era necessaria, dai! XD
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Il Canto del Corvo ***


Nota dell'autrice: ecco il sesto capitooloooooooooooooooo yeeeeeeeeeeeeeeaaaaaaaaa!
* Riprende un mino di serietà* Allooooooooora capitolo triste u.u Non è colpa mia... va così... la fine però compensa la sofferenza, ve lo garantisco (spero)
Ringrazio chi recensisce come al solito!

 

IL CANTO DEL CORVO*

Fate

Mi girai spaventata. Non poteva essere lì. Non doveva essere lì. Non doveva vedermi ridotta in quello stato.
-Fate...chan...?- mi guardò terrorizzata.
Non risposi, come potevo quando leggevo in quel mare immenso solo paura e tristezza?
-Cosa... cosa ti è successo?-
Dirle la verità o mentirle? Non potevo fare nessuna delle due cose. Avrei dovuto raccontare troppe cose e deluderei me stessa se dovessi prenderla in giro.
-Nanoha, sei qui! Non sei con Arisa-chan e Suzuka-chan?-
Disse una donna con gli stessi capelli rossi e gli stessi occhi della persona vicino a me. Al suo fianco c'era anche una ragazza con i capelli neri, gli occhi un poco più chiari della mia amica, che indossava degli occhiali da vista.
-Mamma, sorellona, cosa ci fate qui?- chiese Nanoha andando verso di loro.
-Facevamo un giretto, non ci presenti alla tua amica?- rispose la sorella
-Fate-chan, queste sono mia madre e mia sorella!-
Per un momento rividi la mia famiglia: sua madre prese i tratti gentili della mia, sua sorella quelli di Alisia. Una lacrima solitaria scese e l'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi blu che mi fissavano preoccupati. Sentii la sua voce urlare il mio nome, poi udii il canto di un corvo. Poi il niente mi circondò.

-Mamma, Mamma! Ti ricordi che devi accompagnarmi alla lezione di scherma?- chiesi.
-Oh tesoro, mi dispiace oggi proprio non posso! Puoi saltare la lezione per un volta no?- rispose lei dispiaciuta, mettendosi la giacca.
-Non ce n'è bisogno Mamma, la accompagno io- disse mia sorella, appoggiando una mano sulla mia spalla.
-Mhhh solo per questa volta, attenta alla strada!-si raccomandò mamma prima di uscire.

-CHI SEI TU! NON SEI LA MIA BAMBINA! PER COLPA TUA... ALISIA È MORTA, TI ODIO FATE!- urlò mia madre in preda alla rabbia.
Fuori dall'ospedale un corvo gracchiò, come a ridere della mia sciagura.

Nanoha

Prima che cadesse a terra vidi che i suoi occhi rossi bruciavano di tristezza.
Quando la vidi stesa al suolo non pensai a niente, le corsi in contro, abbassandole il cappuccio e il foulard e vedendo meglio il suo viso. Era completamente tumefatto. Non sembrava neanche la stessa persona con la quale avevo trascorso il pomeriggio di ieri.
Anche mamma e Miyuki si precipitarono verso di lei e rabbrividirono a vedere il viso. Mamma la prese in braccio e corremmo a casa, che era vicino al porto dove ci trovavamo.
Non mi sentivo me stessa. Appena arrivate a casa l'abbiamo portata in camera mia e distesa sul mio letto. Aveva la febbre alta.
-Nanoha, ho portato altra acqua fredda, ci pensi tu?-
-Sì mamma.-
Prima di andarsene carezzò la guancia di Fate-chan e la guardò teneramente
Immersi il panno nell'acqua fredda, lo strizzai e lo misi sulla fronte della mia amica.
Mi sentivo svuotata. Continuavo a guardarla e a chiedermi chi l'aveva ridotta in quello stato. Se solo avessi avuto sotto tiro quella persona... non so cosa le avrei fatto.
Misi una mano sulla sua guancia e lei si appoggiò ancora di più. Sorrisi, arrossendo leggermente. Mi chinai su di lei e le baciai la guancia, il contatto durò pochi secondi ma io mi ritrassi subito tremendamente imbarazzata.
Continuai a guardarla perché anche in quello stato rimaneva sempre stupenda. Ed io non potevo evitare di guardarla. Come avevo immaginato i miei fiocchi bianchi le stavano benissimo. Feci salire la mano dalla guancia e le accarezzai i capelli. Erano lisci e setosi come non ne avevo mai sentiti. Posai le labbra anche su di loro e come prima mi ritrassi immediatamente. Cosa mi stava succedendo?
Presi il panno e lo immersi ancora nell'acqua per poi strizzarlo e rimetterlo sulla sua fronte.
Le strinsi una mano tra le mie, come per darle forza. Non potevo fare altro.
-Spero che un giorno potrai raccontarmi tutto di te, Fate-chan- le dissi quasi piangendo.
Lei mosse le labbra, che mi avesse sentito?
-Come?-sussurrai avvicinandomi a lei
-Na...Nanoha- disse nel dormiveglia.
A cosa stava pensando? Il sorriso che fece poi mi rasserenò.
-Ti voglio bene, Fate-chan- le sussurrai nell'orecchio.
Quando mi alzai vidi che due occhi rossi mi stavano fissando increduli.

* * *
Ed ecco qua un nuovo capitolo! Spero che il NanoFate che compare vi faccia essere più clementi per quello che ho intenzione di fare tra un po' di capitoli...
Madoka: non tanto, se l'avesse baciata sulle labbra forse ci avrei ripensato...
Io: Ma Madoka... hanno 9 anni perdinci!
Madoka: Sì ma ci avevi pensato, poi hai cancellato.
Io: …
* Sempre più inutile dire a chi appartenga la canzone vero? Invece no! Crow Song, dell'anime Angel Beats! Originariamente cantata da marina, ma l'ha cantata anche LiSA... *^*

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Capitolo 7
*** La Canzone della Risposta ***


Nota dell'autrice: ecco il settimo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!! Scusate il ritardo! Beh, che dire... dopo una madre che le dice di odiarla, si sente dire Ti voglio bene da un'amica.... come starà la nostra Fate?Fate proverà la stessa cosa di Nanoha? E Nanoha sarà in imbarazzo? Chi lo sa? Ecco potrebbe risultare... triste... è un periodo così -_-''
Buon San Valentino a tutti!
Ringrazio i soliti recensori ^^

LA CANZONE DELLA RISPOSTA*

 

Fate

 

-Ti voglio bene- disse una voce al mio orecchio.
Spalancai gli occhi, come era possibile che qualcuno mi volesse bene, se mia madre mi odiava? Non ero meritevole nemmeno dell'amore di mia madre, perché invece qualcuno teneva a me? Chi era quel qualcuno?
Si alzò leggermente e vidi che era Na... Nanoha. Lei mi voleva bene? Come? Perché?
Mi guardò negli occhi imbarazzata poi mi chiese:
-Come stai, Fate-chan?-
-Adesso bene, grazie- le dissi sorridendo stanca
Ero in attesa. Sicuramente aveva delle domande da fare. Era ovvio: ero svenuta davanti a lei, avevo il volto tumefatto e forse sapeva anche delle frustate... qualche domanda sporgeva spontanea a questo punto.
E invece mi sorprese. Con le lacrime agli occhi mi abbracciò. Rimasi un momento sbigottita, poi ricambiai l'abbraccio. Era da tanto tempo che nessuno mi abbracciava. Forse da troppo. Poi quando lei strinse ancora più forte dovetti staccarmi, anche se controvoglia. Mi si erano riaperte le ferite sulla schiena. Lei mi guardò stranita, poi vide la mia faccia, che sentivo sbiancata, e andò a vedere cosa cercavo di coprire con la mia mano. Sapeva essere ostinata e quindi persi la lotta per tenere abbassata la maglietta.
Sospirai con tono affranto.
-Fate-chan... perché hai delle fasce insanguinate sulla schiena?-
-Non ti deve interessare, Nanoha-
Mi diede uno schiaffo in faccia, dato che ancora non era distrutta ci si metteva anche lei? Poi la guardai negli occhi e vidi che piangeva. Perché stava piangendo? E perché il mio cuore perse un battito a quel triste spettacolo?
-Sì che mi deve interessare, Fate-chan! Sono una tua amica!- detto questo si appese al
mio collo, abbracciandomi ancora.
Io ricambiai ancora l'abbraccio e la lasciai sfogare. Quando ebbe finito le raccontai la mia storia.


Nanoha


Non mi sarei mai aspettata che Fate-chan avesse passato quei momenti.
Come poteva la madre dare la colpa a lei?! Era stato un incidente!
-Secondo te si sarebbe arrabbiata in questo modo anche con tua sorella, se saresti morta tu?-
-No, non credo.- mi disse sorridendo
Come poteva sorridere con un passato del genere?! Ecco perché i suoi occhi non venivano coinvolti dal suo sorriso. Il mio ostacolo, per far brillare quegli occhi, era veramente immenso. Come facevo a farle dimenticare il suo dolore?
-Nanoha, il bagno è pronto!- urlò mia madre fuori dalla porta.
-Ok, Fate-chan si è svegliata andrà prima lei!- le risposi-
La porta si spalancò e mia madre si precipitò da noi.
-Fate-san, stai bene?-
-Sì, sto meglio. La ringrazio per quello che ha fatto, non avrebbe dovuto scomodarsi.- disse educatamente
-Come no? Sei o non sei un'amica di mia figlia? E ora vatti a fare un bagno caldo, per rilassarti- concluse uscendo dalla mia stanza.
La aiutai ad alzarsi dal letto e la guidai in bagno. Sembrava così fragile in quel momento, come se la potessi spezzare con un semplice tocco. La accompagnai fino alla porta e feci per andarmene, quando mi chiese se potevo aiutarla a toglierle le bende.
Rimasi basita per un attimo poi, con i battiti del cuore accelerati, incomincia a toglierle le bende ormai rosse.
A lavoro finito incominciai ancora a piangere, la sua schiena era attraversata da tagli rossi e anche da lunghe cicatrici bianche. Chissà quanto dolore deve aver sentito in quest'anno. La abbracciai lievemente, per non farle male, e la vidi arrossire. Era molto timida.
Uscii, andai in camera mia e mi stesi sul letto, dove in poco tempo, mi addormentai.

Fate

Che imbarazzo! Perché sono così imbarazzata quando mi abbraccia o mi dimostra affetto? Fatto sta che dopo quel bagno mi sentivo rinata.
Sentii bussare alla porta del bagno e vidi la signora Takamachi che mi guardava preoccupata: doveva aver visto i segni sulla mia schiena.
Senza dire una parola aprì un cassetto sopra lo specchio e tirò fuori un rotolo bianco, una benda.
Si mise alle mie spalle e, alzandomi le braccia, mi rifece la fasciatura.
Le sorrisi e lei se ne andò, sempre in silenzio. Gli occhi però dicevano tutto: mi dispiace piccola.
Perché leggevo solo pena negli occhi altrui? Io non lo volevo.
Con l'accappatoio addosso mi diressi verso la camera di Nanoha e la vidi stesa sul letto a dormire.
Mi sedetti accanto a lei e incominciai a carezzarle lentamente e leggermente i suoi capelli rossi.
Ad un tratto un pensiero illuminò la mia mente come un fulmine a ciel sereno. Ecco perché non volevo mentirle. Ecco perché ho ricambiato i suoi abbracci. Mi chinai su di lei e, facendo attenzione a non svegliarla, posai le mie labbra sulle sue. Mi rialzai rapidamente, diventando rossa come un peperone. Nanoha non era una semplice amica. Dopo un giorno che l'ho conosciuta è riuscita a fare breccia nel mio cuore. Io amavo Nanoha. Però non potevo dirglielo. Sarei rimasta sempre ad osservarla e ad amarla, quando donerà il suo cuore a qualcuno io sarò felice per lei. Perché l'amo. E mi basta continuare ad averla accanto a me.

***
Ed ecco quelli che tutti stavano aspettando!!!! NanoFate Rules!
Il prossimo capitolo (o quello successivo) mi ucciderete ^^
* Answer Song, Angel Beats! sempre della solita cantante u.u
Buon San Valentino a tutti quanti di nuovo!
E per i single, domani venite a casa mia che vi offrò un pezzo di torta, per festeggiare la nostra...sfortuna XD
 

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Capitolo 8
*** Da oggi il destino appartiene a me ***


Nota dell'autrice: Eccovi appena sfornato l'ottavo capitolo! Capitolo che... spero piaccia a tutti!
Piccolo avvertimento:il lato sadico è uscito allo scoperto totalmente u.u
Ringrazio Diavolo Bianco, Nezuchan e kanade_tsuki per la recensione ^^

DA OGGI IL DESTINO APPARTIENE A ME*

Fate

Era trascorsa una settimana da quando avevo raccontato a Nanoha il mio passato. Ci eravamo scambiate numero di cellulare e indirizzo di casa così, citando le su parole, potevamo sentirci quando volevamo. Anche se sapevo che io non l'avrei mai chiamata, dopo averla baciata a stento riuscivo a guardarla senza rimanere incantata. Incantata dalla sua bellezza, come da quella della sua anima. Perché, come mi disse Alisia tanto tempo fa, se ti innamori degli occhi sei persa, perché sono lo specchio dell'anima. E io starei tutto il giorno a guardare quello sconfinato blu.
Quel giorno conobbi per intero la sua famiglia, era da tanto che non vedevo un ambiente così caloroso, capivo perché Nanoha era cresciuta in questo modo, serena e spensierata.
Mi invitarono a restare lì con loro, ma rifiutai... non sarei riuscita a dormire tranquillamente al suo fianco, quindi decisi di tornare a casa.

Entrai, mi richiusi la porta alle spalle senza usare la chiave, aspettandomi una brutta sorpresa come quella accaduta ieri, ma era tutto insolitamente calmo.
Arrivata in camera mia, mi buttai sul letto, facendomi un po' male alla schiena, e mi sfiorai le labbra. Sentivo ancora la morbidezza delle sue labbra sulle mie.
Mi coprii gli occhi con le mani, imbarazzata al ricordo di quello che avevo fatto. La porta si aprì
all'improvviso e apparve mia madre con in mano una bottiglia di birra vuota. Era di vetro.
-Sei rincasata finalmente- disse biascicando
-Si madre- risposi intimorita
Lei si avvicinò barcollando e io indietreggiai gattonando sul letto. Ma la mia fuga finì. Sul volto di mia madre si formò un sorriso. Un sorriso dolce, come quelli che mi faceva un tempo. Poi però il sorriso divenne un ghigno. Mia madre mi tirò in testa la bottiglia che si ruppe, poi mi riportò sul letto, si tolse la cintura e incominciò a frustarmi.
Non sentii troppo dolore questa volta. Forse per via del sangue che mi fuoriusciva dalla ferita e mi sporcava i capelli. Oppure perché pensavo a lei.
Lei che con i suoi occhi blu ha ridato luce al mio mondo.
Lei che con il suo sorriso ha ridato un senso alla mia vita.
Lei che con la sua dolcezza ha curato ogni mia ferita.
Lei che con le sue lacrime mi ha ferito più dei colpi di mia madre.
Lei che con la sua sola presenza mi fa battere il cuore.
Lei che ormai è il mio amore.

La tortura finì in fretta, più del solito, forse per lo stato in cui era ridotta mia madre. Con le poche forze che mi erano rimaste scrissi un messaggio a Nanoha.
“Aiuto”

Nanoha

Stavamo per mangiare, quando sentii il mio cellulare vibrare. Lo presi e vidi che era un messaggio di Fate-chan, Pensavo che volesse augurarmi buona cena, quindi lo aprii sorridendo.
Il mio sorriso si spense subito dopo. Lessi quella singola parola e guardai mia madre, che sembrò capire all'istante e disse a mio padre di prendere la macchina. Ci preparammo tutti in fretta e furia e andammo all'indirizzo che mi aveva lasciato. Sembrava una normalissima casa vista da fuori, chissà dentro com'era. Mio padre bussò alla porta, che si aprì da sola. Ci ritrovammo davanti ad una sala con dei quadri appesi, le piante ben curate e tutto in ordine. Mi aspettavo chissà quale disastro, invece Fate-chan doveva tenere in ordine la casa. Sentii un uggiolio provenire da sopra le scale e vidi un cucciolo di cane arancione che muoveva lentamente la coda. Con la mia famiglia lo raggiunsi e quello ci guidò in una camera da dove proveniva uno spiraglio di luce.
Il cane graffiò la porta, che si scostò e ci fece vedere l'interno.
Non vidi la donna seduta a terra che fissava il vuoto. Non vidi i cocci che c'erano al suolo. Vidi solo lei, in un lago di sangue. No. Non volevo crederlo.
-FATE-CHAN!- urlai precipitandomi sul letto.
Dalla sua testa usciva tantissimo sangue. I suoi capelli dorati erano tutti cosparsi di quella sostanza rossa e appiccicosa.
Mi avvicinai ancora di più e sentii che respirava ancora, fortunatamente. Mio fratello si avvicinò e la prese in braccio, mentre mio padre e mia madre si occupavano della madre di Fate-chan e mia sorella si avvicinava verso di me.
Il più velocemente possibile salimmo in macchina e andammo all'ospedale. Per la prima volta mio padre superò i limiti di velocità. Arrivati all'ospedale entrammo e immediatamente un'infermiera si avvicinò, seguita da un medico. Presero la mia amica e la misero su un lettino che trasportarono in tutta fretta in sala operatoria.

Le ore passavano una dietro l'altra. Nonostante tutti gli sforzi della mia famiglia di farmi parlare io ero rimasta a fissare la madre di Fate-chan, ammanettata e con i poliziotti che la tenevano d'occhio.
Come poteva un genitore fare qualcosa di simile al proprio figlio?
Dopo tre ore e mezza il dottore uscì dalla sala operatoria.
-Se la caverà, ma è molto debole.-
-Si può entrare?- chiese mia madre con un apprensione
Lui annuì e indicò me e sua madre.
-Vuole vedervi, entrambe-
Mi alzai e quasi correndo entrai accompagnata dalla signora Testarossa e dai poliziotti che la seguivano.
Era uno spettacolo terribile: una marea di fili spuntavano dal suo corpo ed era tutta fasciata.
Si girò verso di me e mi sorrise, facendomi cenno di avvicinarmi.
Obbedii e le strinsi una mano. Vidi che non guardava più me, ma sua madre, quando pronunciò queste parole:
-Da oggi il destino appartiene a me.-

 

* * *

Finito anche questo capitolo!
E dal prossimo MUAHAHAHHA
Il titolo del capitolo questa volta non viene da un canzone giapponese, ma dato che qualcuno mi ha suggerito di guardarmi Frozen, le ultime parole di All'Alba Sorgerò. Ottima canzone u.u
Beh che dire... spero che continuiate a seguire ^^

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Capitolo 9
*** All'inizio ***


Nota dell'autrice: Buongiorno mondo! Scusate il ritardo nel postare ma ho avuto un po' di cose da sistemare.
Preannuncio che pochi apprezzeranno da qua in poi, perché... beh... ho cambiato idea. Capirete il perché proseguendo con la storia, sempre che vogliate proseguirla.
Il capitolo sarà un po' corto, prendetelo come un intermezzo nella storia ed è osservato dal punto di vista di Fate.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo^^


ALL'INIZIO*

Nanoha veniva a trovarmi all'ospedale ogni giorno e le infermiere erano tutte gentili con me. Ogni tanto veniva a trovarmi anche il primario, Lindy Harlaown-san. Era una persona molto gentile, ma quando c'erano delle urgenze, e in quel mese ne sono accadute parecchie, dimostrava sangue freddo e di avere sotto controllo la situazione. Era formidabile.
-Fate-chan, come stai oggi?- la voce di Nanoha mi risvegliò dai miei pensieri.
Era bellissima: indossava la maglietta che avevamo comprato al centro commerciale insieme e una gonna che le arrivava al ginocchio.
-Tutto bene. Le cicatrici si stanno rimarginando per bene, specialmente quella in testa, pulsa sempre di meno.- le dissi arrossendo.
-Sono felice per te!- disse avvicinandosi e sorridendo.
Si sedette sulla sedia e mi prese la mano, io gliela strinsi ringraziandola con un sorriso per la sua presenza.
-Sai, devo raccontarti una cosa...-incominciai prima che mi interrompesse.
-Scusa Fate-chan, domani non ci potrò essere perché vado a fare una gita con i miei!- disse abbassando la testa.
-Non preoccuparti.- le risposi.
Domani sarei rimasta sola tutto il giorno. Odiavo ammetterlo, ma ogni giorno aspettavo che lei venisse per raccontarmi cosa aveva fatto nella giornata,cosa mi perdevo... volevo solo sentire la sua voce. Volevo la sua compagnia.
-Sai, il primario mi ha chiesto se volevo diventare sua figlia!-le raccontai pimpante, nonostante la notizia appena ricevuta.
-Davvero? E hai accettato?- chiese con una faccia felicemente curiosa.
-Sì, è una donna che stimo molto e mi piacerebbe molto avere una figura come lei al mio fianco.- continuai rossa come un peperone.
-Fate-chan!- facendo attenzione a non farmi male mi abbracciò- sono molto felice per te!-
-Mnh!- dissi stringendola più a me.
Continuammo a parlare per un'altra ora e poi la salutai, con un sorriso finto stampato sulle labbra.

Non sapevo cosa fare quel giorno. Visto che non lei non sarebbe venuta e non avevo voglia di restare in camera, mi sedetti, con grande sforzo , sulla sedia a rotelle.
-Fate-chan, vuoi andare da qualche parte?- mi chiese Lindy-san alle mie spalle.
-Visto che non aspetto visite ed è una bella giornata vorrei andare sul tetto...- le risposi girandomi per guardarla negli occhi.
-Ok, permesso accordato, però non disturbare gli altri pazienti!- mi raccomandò scompigliandomi i capelli.
Le sorrisi in risposta e andai verso l'ascensore.
Quando arrivai sul tetto mi accorsi che c'era solo una persona mentre, i giorni in cui ci salivo con Nanoha, era sempre pieno. Guardai meglio la figura, impegnata nella lettura di un libro seduta sulla su sedia a rotelle, e vidi che era una ragazza che dimostrava all'incirca due anni più di me. Andai alla ringhiera e guardai il cielo.
La sensazione dei caldi raggi del sole che mi toccavano erano impagabile.
Mi sentii osservata, quindi mi girai e incontrai i suoi occhi.
Per la prima volta il Fuoco incontrò l'Erba, quella pura e incontaminata.
- Yagami Signum- disse fissandomi.
-Testarossa Fate- le risposi, dato che non portavo ancora il cognome di Lindy-san.
Rimanemmo in silenzio a guardare il cielo per il resto della giornata.
E in quella giornata il Fuoco e l'Erba si incontrarono molte volte ancora.

***
Ve l'ho detto che non vi sarebbe piaciuto da qui in poi, vi ho avvisato XD
Il titolo usato questa è volta è della canzone "To the Beginnig" seconda opening di Fate/Zero, cantata dalle Kalafina.
Al prossimo capitolo, se ancora ci sarete ^^

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Capitolo 10
*** Two Roses ***


Note dell'autrice: I bei vecchi tempi in cui aggiornavo ogni giorno sono finiti... ho piccoli problemi in casa quindi non scrivo quanto prima, gomenne.
Allora... che dire... ringrazio chi continua a seguire la storia, in questo capitolo non succede un granchè, ma andava scritto u.u
Dal prossimo ci sarà lo sbalzo temporale, tenetevi pronti che arriviamo alla fine di A'S XD
Ringrazio i recensori del precedente capitolo!




TWO ROSES*
 

Nanoha

Fortunatamente Fate-chan non si era arrabbiata ieri. Mio padre aveva detto che era da tanto che non passavamo del tempo in famiglia e quindi ci ha proposto questa gita fuori città. Ci siamo divertiti un mondo. Chissà se Fate si sarebbe divertita in nostra compagnia... sarebbe stata coccolata da tutti i miei, nessuno escluso!
Per farmi perdonare mi ero portata un bento con i manicaretti di mia madre, sperando che le potessero piacere. Di solito facevano un discreto effetto. Per esempio con Arisa riuscivo a farmi perdonare subito qualsiasi torto che le facessi.
-Nanoha-chan!- mi girai e vidi una chioma azzurra che veniva nella mia direzione.
-Lindy-san! Ho saputo che vuole adottare Fate-chan!- dissi avvicinandomi a lei
-Già, quella bambina merita di poter ricevere un po' di amore sincero. Sono felice di sapere che mi approvi come sua madre è un sollievo per me!-
-Vero, Fate-chan la stima molto quindi anche per me va bene-
-Ti ringrazio di cuore. Fate ti aspetta nella sua stanza, come al solito- così si allontanò tornando nel suo ufficio.
Andai direttamente nella sua camera e la trovai discutere con una ragazza più grande di noi dai capelli rosa.
Anche lei era su una sedia a rotelle. Non parlavano molto, si guardavano negli occhi e sembravano capirsi subito. Poi vidi degli occhi verdi che mi scrutavano, quindi entrai nella stanza.

Fate

Parlare con Signum era confortante. Non che parlassimo un granché, ci capivamo ad uno sguardo. Avevo scoperto che aveva due anni più di me, il mio intuito non sbagliava, e praticava la scherma. Proprio per questo era in ospedale: aveva sbagliato una posizione molto semplice e si era storta la caviglia. Mi aveva detto che era molto brava e che il maestro la guardava con ammirazione, come gli altri allievi. Quando le chiesi il perché avesse fatto quello stupido errore, nonostante la sua bravura, mi guardò e io in quegli occhi capii la risposta. L'avevano caricata di troppe responsabilità, troppa ammirazione l'aveva resa nervosa.
Quando le avevo detto il motivo per il quale ero in ospedale era rimasta scossa, però non aveva detto niente di male su mia madre e per questo l'ho ringraziata. Mi ha solamente scompigliato un po' i capelli e non ha detto niente.
Signum si era girata verso l'uscita e, seguendo il suo sguardo, vidi quello di Nanoha.
-Testarossa, io vi lascio sole. Ci vediamo in giro- così uscì dalla stanza facendo un cenno della mano per salutarmi.
-Fate-chan, come stai?- disse la ragazza dagli occhi colore del cielo, sedendosi sul letto.
-Ora sto meglio, Nanoha- le dissi sorridendo. Ed era la verità, ogni volta che la vedevo, anche solo per pochi minuti, stavo bene.
-Hai fatto nuove amicizie, vedo!- esclamò sorridendo- sono felice per te-
-Già, Signum è una persona speciale...- riuscì a dire prima di essere interrotta dalla mia amica.
-Sai, devo darti una bellissima notizia! Tua madre ha preso il massimo della pena, sarà incarcerata per 15 anni!-
E questa era una bella notizia? Sapere che la propria madre era stata imprigionata non era una buona notizia per nessuno.
-Oh sì, proprio una bella notizia...- dissi sorridendo mesta.
-Ora devo andare- disse scendendo allegramente dal letto- ci vediamo domani!- e sparì dalla mia vista.
Rimasi lì a pensare a mia madre in un'umida cella di uno schifoso carcere, in mezzo alla feccia della comunità.
Piansi. Piansi perché nonostante tutto non volevo vederla in un posto del genere.
Mi interruppi solo quando sentii bussare alla mia porta. Alzai lo sguardo e vidi Signum che si guardava intorno.
-Testarossa, hai per caso visto... ma cosa ti è successo?!-
Si avvicinò a me e, stringendomi a se per calmarmi. Io mi aggrappai a lei e continuai a piangere.
Mi accarezzò dolcemente la schiena e sussurrando mi disse:
-Potrai andare quando vuoi a trovarla, per assicurarti che stia bene-
Lei aveva capito. Senza spiegazioni... Signum era davvero fantastica. Restai così ancora per un po', finendo di sfogarmi e sorridendole.
-Cosa stavi cercando Signum?- le dissi asciugandomi le ultime lacrime rimaste
-Il mio mp3... eccolo! Lo avevo appoggiato sul cuscino prima.-
Mi spettinò i capelli e se ne andò, dopo avermi fatto ascoltare una canzone delle SKE48, il suo gruppo preferito, Two Roses. Io, naturalmente, pensai a Nanoha durante tutto il brano,mentre Signum aveva uno sguardo mesto, che non riuscii a decifrare.

 

***
Visto? Non è successo poi questo granché.
Da questo capitolo si incomincia ad evincere che la protagonista vera e propria è Fate... ho scritto pochissimo per Nanoha XD
La canzone del titolo è citata alla fine del capitolo, se riuscite a trovare un buco di tempo per ascoltarla con la traduzione non ve ne pentirete *^*
Grazie per essere ancora qui, ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 11
*** Tutto cambia ***


Note dell'autrice:
Buonasera gente ^^
Innanzi tutto vorrei ringraziare i recensori dello scorso capitolo! Mi fa piacere che questa storia sia ancora seguita nonostante la coppia. Con questo capitolo quasi sicuramente perderò altri lettori/recensori. Ma ahimé la vita è così u.u
Vi ringrazio per la pazienza che avete nell'aspettare i miei capitoli, buona lettura ^^




TUTTO CAMBIA

Fate

Restai ancora un paio di mesi in quell'ospedale. Nanoha veniva a trovarmi ogni giorno, portando con lei a volte anche Arisa e Suzuna. In sua assenza passavo le giornate con Signum.
Solo una volta non venne perché, prima di essere dimessa, i membri della scuola  di scherma che frequentava le avevano fatto una sorpresa.
Sorpresa più grande per me fu sapere che, quando sarei uscita io, avrei potuto tornare a frequentare le lezioni di scherma, nella stessa scuola di Signum. Io arrossii per la gioia, mentre lei mi guardò e in quelle due colline verdi io vidi felicità e, per una frazione di secondo, tristezza.
Da quel giorno sono passati quattro anni. Ne sono successe di cose... ora io, Nanoha, Arisa e Suzuna siamo in seconda media, mentre Signum frequenta l'ultimo anno, nel nostro stesso istituto.
Quest'ultima inoltre è arrivata prima ai Regionali di scherma. Ho avuto modo di conoscerla meglio e ho potuto vedere la sua forza nei combattimenti. Era straordinaria, sembrava essere nata con il fioretto in mano.
Mentre Nanoha era rimasta Nanoha. La Nanoha solare, vivace e dolce che ancora amavo.

-Fate-chaaaaaaan, Signum! Buongiorno ragazze!-
La voce di Nanoha arrivò alle nostre spalle, mentre stavamo guardando in che classe eravamo capitate.
-Nanoha- la salutai arrossendo.
Si era fatta veramente bella. Adesso portava i capelli legati in un'unica coda laterale, che le arrivava fino al seno. Rimasi  abbagliata da tale visione. Mentre Signum, come faceva da due anni a questa parte, la evitava. Non si parlavano più. Beh, non è che lo facessero molto già da prima anzi, lei lo faceva principalmente con me. Doveva essere successo qualcosa che non mi aveva detto.
Sospirai guardando la sua coda rosa scomparire tra la folla. E tra quella stessa folla vidi una chioma bionda avvicinarsi.
Reprimetti l'istinto di fare delle smorfie quando capii di chi fosse. Yuno Scrya. Il ragazzo che andava dietro a Nanoha sin dalle elementari.
-Ciao Bellezza, come va?- disse infatti stringendo a se la castana.
-Oh, Yuno-kun- disse lei sorridendogli e rigirandosi tra le sue braccia.
Guardai Nanoha sbigottita. Solitamente quando Scrya ci provava così apertamente, lei lo scansava. Invece oggi gli sorrideva ed era arrossita. Non riuscivo a capire o meglio, non volevo capire.
-Ci vediamo dopo?- sentii all'improvviso dire da Nanoha.
-Ovviamente- le rispose lui.
Io mi sentii cadere il mondo addosso.

Nanoha

Sorrisi guardando Yuno-kun allontanarsi, per poi rivolgere la mia attenzione a Fate-chan.
-Fate-chan a pranzo dobbiamo parlare- dissi sorridendole allegramente.
Avevamo sempre giudicato male Yuno-kun, è un ragazzo davvero molto speciale. Non vedevo l'ora di dirlo a qualcuno e quale persona migliore della mia inseparabile amica?
-Ci vediamo a pranzo come al solito, ok?-
Lei annuii distrattamente e si diresse verso la sua classe, dopo avermi salutato, e allora  andai pure io verso la mia, quasi trotterellando. Stavo per entrare quando incrociai un paio di occhi verdi che mi guardavano con disprezzo. Era Signum che, come al solito, mi riservava quelle occhiate, quando eravamo lontane da Fate-chan. Sospirai e la lasciai perdere, anche se mi sarebbe interessato capire cosa le avevo fatto. Non mi sembrava di averle fatto niente di male.
Il pensiero di Signum però venne subito sostituito da quello più piacevole di Yuno-kun.

All'ora di pranzo cercai Fate in classe e la trovai che parlava con la nostra senpai dai capelli rosa. Erano sempre insieme, mi faceva una grande rabbia questo. Chiamai da lontano la mia amica, che venne subito nella mia direzione, ma ad un certo puntò si rigirò verso Signum, che sorridendo le fece cenno di venire con me. Dopotutto glielo avevo già detto questa mattina che avrei dovuto parlarle.
La portai sul tetto, dove come al solito non c'era nessuno. Mangiammo insieme, scambiandoci anche parti delle nostre porzioni, ridendo e scherzando. Po arrivò il momento di parlarle.
-Fate-chan, ti ricordi che dovevo dirti una cosa?-dissi guardando il mio bento vuoto.
Lei sospirò ed annuii, guardando al di là della ringhiera.
-Mi è successa una cosa bellissima! Sai, quattro anni fa, Yuno-kun si trasferì nella nostra scuola... e beh... un giorno fa lui mi ha portato un mazzo di rose rosse a casa dicendo che doveva festeggiare “la discesa di un angelo nella mia vita”... si è dichiarato e... ci siamo messi insieme!-

Fate

Mi girai verso di lei e le sorrisi, chiudendo gli occhi. Non sapevo cosa risponderle. Cosa potevo dirle? “ Congratulazioni, hai annunciato la mia morte”? “Sono felice per te, ti dispiace se mi butto dal tetto”?
La abbracciai come fosse l'ultima possibilità di farlo e lasciai sfuggire delle lacrime, che lei confuse per lacrime di gioia.
-Stai addirittura piangendo per me? Oh Fate-chan, grazie!-
Mi congratulai con lei, asciugandomi le lacrime e ci dirigemmo verso le nostre rispettive classi.
Il resto delle lezioni lo passai nel tentativo di togliermi dalla testa quello che era appena accaduto.
All'uscita da scuola vidi Signum, che dopo un singolo sguardo, venne velocemente verso di me e mi abbracciò.
-Mi dispiace, Testarossa. Sai che puoi sfogarti con me.- disse accarezzandomi i capelli.
Mi strinsi più a lei e incominciai a piangere. Ad un certo punto mi prese  per mano e mi portò sul ponte che usavamo per allenarci dopo ogni lezione di scherma. Lì, si appoggiò ad un albero, facendomi appoggiare la testa sulle sue gambe e continuando ad accarezzarmi i capelli finché non mi fui calmata.

***

Stringo la mano a chi è arrivato fino alla fine nonostante la nuova coppia!
Ci vediamo al prossimo capitolo (forse) ^^

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Capitolo 12
*** Appuntamento ***


Note dell'autrice:
Rieccomi dopo una lunga assenza da Fuoco e Acqua, ma per farmi perdonare ho fatto un capitolo più lungo del solito. Decisamente più lungo del solito. Ringrazio Kanichen, l'unica recensitrice dello scorso capitolo, ma me l'ero aspettato u.u
A chi ancora legge, buona lettura ^_^


APPUNTAMENTO


Nanoha

Erano le cinque del pomeriggio e tra poco sarebbe passato Yuno-kun a prendermi per uscire insieme. Contrariamente a tutta la logica, mio padre aveva accettato di buon grado che io frequentassi un ragazzo, mentre il resto della famiglia ogni volta che lo vedeva sospirava e mi guardava in modo strano, chissà perché.

Quando il campanello suonò mi precipitai ad aprire la porta e mi ritrovai un mazzo di rose rosse davanti. Dietro al mazzo c'era il viso sorridente di Yuno-kun, che allargò le braccia, in modo tale che io mi ci potessi buttare dentro, cosa che non esitai a fare. Dopo avermi fatto fare un giro completo, stretta tra le sue braccia, mi riappoggiò a terra, ridendo.
Lo feci entrare in casa, ringraziandolo per il pensiero che mi aveva portato e lo feci accomodare sul divano. La mamma e i miei fratelli lo salutarono, ma non ci parlarono più del necessario. Avevano qualcosa che non andava con Yuno?
Dopo aver messo i fiori in un vaso mi fermai a guardarlo: indossava una camicia bianca a maniche corte e dei jeans scuri. I suoi capelli biondi erano legati in una coda bassa. Era bellissimo. E mi piaceva tanto. Che fosse questo l'amore?
Andai in cucina e presi due bicchieri che riempii d'acqua e li portai in sala, dove mi stava aspettando sorridente. Lui prese in una mano il suo, mentre intrecciò l'altra alla mia. Arrossii al contatto e gli sorrisi.
Passati dei minuti, salutammo la mia famiglia, che non era stata per niente di compagnia e che non esitò a mormorarci buona giornata e a guardarmi sconsolata, e andammo al parco.

Ci tenemmo per mano tutto il tempo chiacchierando del più e del meno, fino a quando non trovammo una panchina e ci sedemmo. Mi accoccolai contro il suo petto e lui, ridacchiando, mi accarezzò i capelli, continuando a parlare. Adoravo la sua voce.
-Guarda Nanoha, c'è il chiosco dei gelati, ne vuoi uno?-mi chiese all'improvviso, indicando uno chioschetto poco più avanti.
Lo guardai, quasi implorandolo, e lui sorrise e si alzò, tendendomi la mano che io afferrai subito.
Arrivati dal proprietario del chiosco sentii Yuno dire:
-Un cono fior di latte e fragola per la signorina, mentre per me uno al cioccolato e menta.-
Quando ci fummo allontanati gli chiesi come faceva a sapere i gusti che volevo prendere prima che glieli indicassi e lui rispose “sei la mia ragazza, conosco tutto di te, specialmente le cose che ti piacciono”.
Io arrossii e gli presi la mano, facendomi accompagnare alla nostra panchina. Capii di essere innamorata persa.
Finimmo il gelato in fretta e poi riprendemmo a stare accoccolati. Fino a che non incominciò a farmi il solletico. Lo pregai di smetterla, ridendo, ma lui continuava a farmi il solletico ridendo. Mi alzai e scappai, come una bambina, mentre mi seguiva. Mi buttò a terra una volta e mi continuò a fare il solletico, fino a che non riuscii ad alzarmi e a continuare a scappare, molto più lentamente di prima. Dopo un paio di giri ritornai di corsa sulla panchina e mi sedetti, con il fiatone. Lui mi era stato dietro tutto il tempo e ora mi aveva bloccato sulla panchina. Stavo ancora ridendo quando lui si sedette accanto a me e mi accarezzò una guancia. Lo vidi avvicinarsi piano, mentre mi appoggiava l'altra mano sulla guancia libera, voltandomi un poco la testa, per fissarmi negli occhi.
Sapevo cosa stava per accadere e non ero affatto contraria, anzi tutt'altro. Gli misi le mano sulle spalle e lo guardai imbarazzata. Si stava avvicinando sempre di più, potevo sentire il suo respiro sulla pelle. Chiusi gli occhi e colmai la distanza tra le nostre labbra. Era il mio primo bacio. Chiuse anche lui gli occhi e fece muovere le labbra sulle mie.
Si staccò poco dopo, aiutandomi a rimettermi seduta composta. Mi tese una mano che non esitai a prendere e ci alzammo. Vidi in lontananza una chioma rosa e una bionda che si allontanavano quasi correndo.

Fate

Dopo essermi separata da Signum, avendo comunque un appuntamento per allenarci verso le sei, mi diressi verso casa facendo il giro lungo. Avevo appena finito di piangere e non volevo che ne mia madre, ne Arf si preoccupassero per me, quindi persi un po' di tempo.
-Fate-san, è da tanto che non ci vediamo!- esclamò una voce familiare alle mie spalle.
Era Momoko-san, la signora Takamachi, era da un bel po' di tempo che non la vedevo, davvero tanto.
-Momoko-san, è vero! Sarà qualche mese che non ci vediamo! Tutto bene in casa?- le dissi sorridendo come meglio potevo.
La madre di Nanoha mi guardò seria, mi prese una mano e mi trascinò a casa sua, che distava poche decine di metri. Perché le mi gambe mi avevano portato così vicino a casa sua?
Mi fece accomodare e radunò anche i fratelli della mia amica, mentre quest'ultima e il signor Takamachi non erano in casa.
Tutti quanti mi guardarono seri e la signora Takamachi mi chiese:
-Come stai Fate-san? Come hai preso la cosa?-
Loro avevano capito. Loro sapevano, eppure non erano disgustati da me anzi, erano preoccupati per me. Sorrisi ironica. Perché i suoi familiari l'avevano capito e lei no?
-Io sto così, come mi vedete. Un po' male, questo è certo, ma alla fine passerà, o almeno credo. Grazie a Signum ho smesso di piangere al momento.- risposi
La sorella di Nanoha mi si avvicinò e mi abbracciò, con le lacrime agli occhi e mi sussurrò:
-Avrei preferito che uscisse con te, piuttosto che con quel ragazzo. Perdonala se puoi, non penso abbia mai notato quello che provi per lei, quindi non credo che ti dica tutto quello che ti dice con cattiveria.-
Le sorrisi e mi liberai dall'abbraccio.
-Mi dispiace, ma ora devo proprio ritirarmi; devo vedere Signum per gli allenamenti tra una mezz'oretta e devo prendere il necessario.-
Accompagnata dal fratello di Nanoha alla porta, uscii e corsi verso casa. Una volta arrivata coccolai un po' Arf ed avvertii Lindy-san che avrei fatto un po' tardi questa sera o addirittura non sarei ritornata. Lei mi sorrise ed annuii, dato che l'indomani sarebbe stata una domenica. Le diedi un bacio sulla guancia prima di prendere il fioretto per le esercitazioni e correre verso il ponte, dove Signum mi aveva dato appuntamento.

Il fioretto per le esercitazioni non era altro che un bastone sottile e lungo, molto flessibile, trovato per caso in una passeggiata al parco con la mia compagna di allenamenti.
La trovai che si esercitava per conto suo contro un albero: rimasi incantata dalla grazia con cui colpiva il tronco e ritornava indietro. Era bellissima.
Mi avvicinai lentamente e lei mi sorrise a modo suo, ovvero un sorriso un po' tirato, ma la sua felicità era evidente dai suoi occhi. Per poter capire Signum era necessario saper leggere i suoi occhi, perché non era una persona che parlava troppo, nemmeno con i suoi migliori amici.
Come al solito non perse tempo e iniziammo subito con l'allenamento.

Ci mettemmo nella “mise en garde”, la posizione di partenza per tutte le possibili mosse. Aspettai la sua mossa, che non si fece attendere: un passo avanti ed un allungo. Io evitai, spostandomi velocemente indietro, per poi rispondere con un allungo a mia volta che lei parò abilmente.
Ci rimettemmo nella posizione di partenza e ci guardammo. Questa volta iniziai io, con un passo avanti e un allungo, ma lei evitò e andò al contrattacco così veloce che non feci in tempo a evitare o bloccare.
Continuammo così per quasi dieci minuti ed eravamo al 14 a 10 per lei, ancora una stoccata e avrebbe vinto. Era il suo turno. Senza nessun passo avanti fece un allungo, che io non evitai neanche, sapendo che lo avrei facilmente parato. Così fu ed andai al contrattacco, finendo bloccata dal suo fioretto. Senza aspettare troppo tornò all'attacco con un fléche, un attacco in corsa, una mossa davvero spettacolare, così rapido che non potei fare niente se non provare a schivare. Questa volta non ci riuscì. Si avvicinò ancora e mi scompigliò i capelli.
-Sei molto migliorata, Testarossa- disse con il respiro leggermente alterato.
-Sarà, ma ancora non riesco a tenerti testa per velocità- dissi cercando di scacciare la sua mano.
Lei rise, un suono così raro e armonioso, prima di allontanarsi ancora una volta e rimettersi nella posizione di partenza.
-Secondo round? Magari questa volta ti va meglio- disse facendomi l'occhiolino.
Come se potesse andarmi meglio, con il primo fioretto Regionale, più alto di me di diversi centimetri e più grande di me di due anni?
Sospirai con un sorriso sul viso e le risposi:
-Okay, magari questa volta ti distrarrai, non montarti la testa solo perché hai vinto una volta!-
Ricominciammo a scambiarci allunghi, parate e schivate quando arrivammo al 14 a 12, sempre per lei.
Quando le nostre spade si incrociarono ancora sussurrò,con voce divertita:
-Come se avessi vinto una sola volta contro di te-
Persi la concentrazione e con un allungo arrivò alla quindicesima stoccata.
-Non è valido! Mi hai distratto!- dissi imbronciata
-Ah sì? Non ero io che dovevo distrarmi questa volta?- rispose incominciano a scappare.

Ci rincorremmo per un po' e poi andammo a fare un giro al parco vicino al ponte. Non era molto grande, ma non c'erano neanche tanti bambini urlanti e questo era l'ideale perché nessuna di noi sopportava i loro schiamazzi.
Prendemmo una bottiglietta d'acqua a testa e ci sedemmo su una panchina.
Chiusi gli occhi e per un po' non sentii niente se non il cinguettare degli uccelli e una risata dannatamente familiare.
Poi la voce di Signum irruppe con prepotenza.
-Testarossa, è meglio se ti riaccompagno a casa- la sua voce aveva una sfumatura per la preoccupazione,
Aprii gli occhi e la guardai, il suo sguardo non era su di me ma su due ragazzi in una panchina poco distante. Ecco a chi apparteneva la risata familiare.
Lei si alzò, cercando di bloccarmi la visuale, ma ormai il danno era fatto. Erano Nanoha e Yuno. E si stavano baciando.
Le afferrai, tremando leggermente, la maglietta con entrambe le mani. Mi guardò e nel suo sguardo potevo leggere molta tristezza e anche un po' di rabbia. Con chi era arrabbiata? Con Nanoha? O con se stessa?
Si riavvicinò e poi mi abbracciò. La strinsi a me, sul punto di piangere e le sussurrai:
-Posso rimanere con te questa sera, per favore?-
Lei si staccò e mi baciò delicatamente i capelli prima di annuire e tendermi la mano.
Ci allontanammo a passo deciso dalla panchina, dal chiosco, dal parco, ma soprattutto da Nanoha e Yuno. E dal loro bacio.

 

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Capitolo 13
*** Kiss Me ***


Note dell'autrice: 
Come ai vecchi tempi ritorno a pubblicare dopo un solo giorno, bello XD
Forse riuscirò a farlo anche domani, ma la vedo dura, dato che andrò a vedere i film di Madoka Magica al Milano Manga Festival... vedrò di fare il possibile!
Ringrazio chi ancora legge, al prossimo capitolo ^^


KISS ME

Nanoha

Erano le sette meno un quarto, il pomeriggio era davvero volato insieme a Yuno-kun. Dopo che mi aveva baciato siamo andati in giro per il parco, mano nella mano, per un po' poi ci siamo incamminati verso casa mia e il clima si era un po' incupito, non volevo separarmi da lui adesso.
Dopo il mio ennesimo sospiro si fermò e mi guardò dritto negli occhi. Io arrossii istantaneamente, ricordando il nostro bacio, mentre lui sorrise.
-Non voglio che tu sia triste Nanoha, lo sai che da ora in poi potremo vederci ogni giorno. E poi ti chiamerò prima di andare a letto.- disse dolcemente.
Io lo abbracciai, d'istinto. Mi rendeva così felice con così poche parole! Solo Fate-chan mi rendeva felice quanto lui.
Riprese a camminare, dopo un mio cenno affermativo e mi lasciò sotto casa mia, con un'ultima carezza.
Ero decisamente cotto di quel ragazzo.
Rientrai in casa e vidi mia madre e i miei fratelli che parlottavano tra loro, a bassa voci e con occhi un po' tristi.
-Mi dispiace per quella ragazza...- disse mio fratello.
-Già... ma nostra sorella è stupida... come ha fatto a non notarlo? E dire che era così evidente- aggiunse mia sorella.
Io? cosa c'entravo io? E chi era quella ragazza di cui parlavano?
-Però sembra che presto troverà la sua felicità. Hai sentito come parlava della sua amica?- fece notare mia madre.
Dopo qualche istante di silenzio conclusero tutti in coro con un “la consideravo già parte della famiglia...” dopodiché si alzarono dal divano e mi videro.
Mi salutarono con fare sbrigativo e sparirono tutti e tre.
Ma cos'erano tutti questi segreti con me? Prima Signum che mi guarda male, poi loro quasi disperati... cosa stava succedendo a tutti?!
Scossi la testa e i miei pensieri tornarono al bacio con Yuno. Era stato proprio come lo avevo immaginato, dolce e romantico.
Papà era appena rientrato da lavoro così lo presi da parte e glielo raccontai.
Lui si incupì per un secondo poi mi sorrise, facendomi capire che gli andava bene.
Anche mio padre era decisamente strano.
La mamma portò in tavola la cena e mangiammo tutti con il sorriso sulle labbra, ma la maggior parte dei loro sguardi erano cupi.

Fate

Per tutto il tragitto verso casa sua rimanemmo in silenzio, io con l'immagine mentale di Nanoha e Yuno che si baciavano, Signum con la sua rabbia dentro.
Se ne stava davanti a me e mi teneva per mano, quasi trascinandomi. La sua mano mi sembrava l'ultimo appiglio a cui aggrapparmi, se non ci fosse stata lei nel pomeriggio sarei rimasta a piangermi addosso. E invece mi aveva fatto passare di mente quello che era successo in mattinata. Mentre Nanoha me lo aveva fatto tornare in mente.
Come aveva fatto a farmi dimenticare quello che mi aveva detto la ragazza per cui provo qualcosa? Come aveva fatto?
Alzai gli occhi dal marciapiedi e la guardai: la sua coda rosa ondeggiava sulla sua schiena, che sembrava così piccola e fragile. 
Invece non lo era affatto, sapeva difendersi in modo sublime anche se forse, internamente, un po' fragile lo era.

Arrivammo a casa sua e mi accomodai sul divano. Lei viveva da sola, anche se ogni tanto veniva una cugina più grande, di nome Reinforce Yagami.
Signum sistemò i legni usati per allenarci e poi mi raggiunse . Come quella mattina mi fece stendere sulle sue gambe mentre lei mi accarezzava i capelli. Io mi girai per abbracciarla e incominciai a piangere, mentre lei mi strinse forte a se, continuando ad accarezzarmi i capelli.

Passarono diversi minuti prima che io mi calmassi e fino ad allora lei non smise di tranquillizzarmi. Alzai il volto verso il suo e vidi che anche lei stava piangendo, in silenzio. Mi alzai stupita e cercai di asciugarle le guance. Perché stava piangendo?
-Scusami Testarossa...- disse asciugandosi le lacrime rimaste.
-Non scusarti, non hai fatto niente- le risposi cercando di abbracciarla.
Lei si staccò immediatamente e mi scompigliò i capelli, chissà cosa le era successo. La guardai andare in cucina e prendere due bicchieri di acqua.
Dopo che bevemmo io sussurrai:
-Non merito di trovare nessuno... ho ucciso mia sorella-
-Baka, solo perché quella è idiota, non vuol dire che non troverai... altre persone che ti ameranno.- disse lei seria, deglutendo prima di dire l'ultimo pezzo di frase. Poi si alzò ed andò a preparare la cena, scusandosi se la riscaldava solamente.
Io le sorrisi ed andai ad apparecchiare il tavolo.

Rimanemmo in silenzio per tutto il resto della serata, finché non tornai sull'argomento di poco prima.
-Lo pensi davvero? Pensi davvero che qualcuno potrà mai amare me?- le chiesi indicandomi.
Lei annuì e chiuse una mano a pugno, come se si trattenesse dal fare qualcosa.
-Baciami allora. Se credi che qualcuno potrà mai amarmi, baciami.- le disse avvicinandomi.
Signum deglutì e guardò il divano, stringendo più forte il pugno.
Sorrisi triste e mi allontanai.
-Vedi?-
Lei alzò lo sguardo, d'un tratto decisa e mi attirò a se, poggiando le labbra sulle mie. Dopo pochi secondi di incertezza mossi anche io le mie labbra sulle sue. Erano così morbide e dolci...
Si staccò poco dopo e scappò in camera da letto.
La seguii anche io poco dopo e mi stesi accanto a lei, ancora stordita dal bacio.

Nanoha

Mi svegliai alle nove, stranamente allegra. Avevo sognato l'appuntamento con Yuno ancora e ancora durante la notte. Il momento del bacio era quello che si ripeteva più volte. 
Non riuscivo a pensare ad altro! E tra un'ora ci saremmo rivisti, avremmo passato un'altra splendida giornata insieme e magari mi avrebbe anche ribaciato. Ero entusiasta all'idea!
Scesi al piano inferiore per fare colazione e notai che gli altri erano ancora giù di morale. Sperai che qualunque cosa avessero gli passasse in fretta e si decidessero a parlarne con me.
Mi levai in fretta e mi vestii ancora più velocemente, feci appena in tempo ad allacciarmi la camicetta che suonò il campanello. Scesi di volata le scale ed uscii di casa, sorridendo, quando vidi Yuno fuori.

Facemmo un giro in città, andammo al karaoke, dove mi baciò un'altra volta poi, tenendoci per mano andammo sul ponte.
C'era una leggera brezza e più  coppiette del solito, quando vidi Fate-chan avvicinarsi.
Feci per chiamarla ma Yuno mi fermò, facendomi notare che aveva il fiatone e si stava dirigendo verso una chioma rosa.
Fate-chan però mi vide lo stesso e si bloccò, fissando la mia mano intrecciata a quella di Yuno. La chioma rosa di Signum si girò verso di noi, poi guardò la mia amica con uno sguardo carico di delusione e tristezza per poi correre incontro a noi e oltrepassarci.
Sentii la bionda imprecare e la vidi correre seguendo e fermando Signum.
E poi... beh, poi successe una cosa che vorrei dimenticare.
Vidi Signum baciare Fate-chan e Fate-chan ricambiare il bacio.

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Capitolo 14
*** I veri sentimenti ***


Note dell'autrice: Sono tornata dall'abisso infernale in cui sono stata rinchiusa ed ecco a voi il frutto della mia eresia muahahah Fate x Signum!
Comunque... spero vi piaccia e... preparatevi alla dannazione eterna XD


I VERI SENTIMENTI


Fate

Mi svegliai e non trovai Signum al mio fianco, mi passai una mano sul viso e mi alzai. Andai in giro per casa sua, ma di lei nessuna traccia, forse era uscita per fare qualche commissione. 
Rifeci il letto e mi cambiai, notando sulla scrivania una sua lettera.

Caddi sul pavimento, inginocchiandomi. Cosa avevo fatto? Lei...lei...ed io l'ho costretta a baciarmi!
Quanto male le devo aver fatto in questi anni, sempre a venire a piangere da lei quando Nanoha faceva qualcosa. E lei era sempre qui, pronta a consolarmi, nonostante tutto il male che le facevo.
Era la mia migliore amica o era qualcosa di più? Sicuramente se fosse stata un'altra ragazza, tipo Arisa, non le avrei mai chiesto di baciarmi. Ma lei era Signum.
Strinsi a me la lettera, stropicciandola. Cosa dovevo fare? Non potevo lasciare che si allontanasse da me.
Mi sfiorai le labbra con le dita ripensando a ieri sera ed arrossii immediatamente, mentre sentii il cuore battere più forte ad ogni ricordo che riaffiorava; la dolcezza delle sue labbra, la loro morbidezza, le sue mani su di me.
E cavolo, volevo sentirle ancora. Questo voleva dire che l'amavo? Che mi piaceva? Qualcosa dentro me strinse il mio cuore. 
Mi vestii in fretta ed uscii, correndo, di casa.

Quando arrivai al ponte rallentai il passo, con il respiro affannato; non volevo che mi vedesse in quelle condizioni.
Il ponte era stranamente pieno di coppiette che si tenevano per mano, quasi a farlo apposta.
La vidi appoggiata alla ringhiera. Potevo avvertire il suo nervosismo, cosa parecchio strana dato che lei non lasciava trasparire nessuna emozione normalmente. 
Mi fermai a guardarla per un momento: indossava una maglietta nera a maniche corte e dei jeans leggeri, di un blu scuro, che sembravano quasi neri; i suoi capelli, come al solito erano legati in una coda alta da un fiocco giallo; le sue mani stringevano così forte la ringhiera che erano diventate bianchissime. Era bellissima...il mio cuore perse diversi battiti ed io arrossii talmente tanto da sembrare una stupida. Cominciai ad avvicinarmi a lei, quando vidi, diverse metri dietro Signum, una coppietta familiare.
Erano Nanoha e Yuno. E si stavano tenendo per mano. Mi bloccai e per un attimo immaginai me e Signum in quella posizione. Ma non potei sorridere ancora per molto. Signum mi stava guardando, con un velo di lacrime a coprirle gli occhi, mentre alternava lo sguardo tra me e le mani intrecciate dell'altra coppietta.
Camminò nella direzione opposta alla mia, poi iniziò a correre, quasi volesse scappare da me.
-Dannazione- imprecai, prima di seguirla correndo.

Non so come riuscii a raggiungerla e a fermarla, trattenendola per un braccio.
-Lasciami Testarossa. Lasciami andare... ti prego... lascia che ti dimentichi- iniziò a dire, con un tono di voce che preannunciava l'arrivo delle lacrime.
-Tu non devi dimenticarmi, baka. Se sono qui... se sono qui vuol dire qualcosa. Sento di non volerti perdere. Sento di volerti al mio fianco. E in questo momento qualcosa mi stringe il cuore talmente forte, che non so cosa sto dicendo- le dissi sorridendo, asciugandole le lacrime.- e credo di aver capito cosa sia... forse l'ho sempre provato ma ero troppo occupata a pensare a Nanoha che non mi ero accorta di che persona fantastica ho avuto al mio fianco per tutto questo tempo.-
-Cosa... cosa stai dicendo Testarossa? Cosa è quel qualcosa?- disse lei avvicinandosi a me, appoggiando la mano che non era stretta alla mia sulla guancia, con una scintilla di speranza negli occhi.
- È l'amore*- le sussurrai sulle sue labbra, guardandola negli occhi e guidando la sua mano sul mio fianco.
Mi baciò, attirandomi di più a lei. Io le cinsi il collo con le braccia e ricambiai il bacio, sentendo il cuore finalmente leggero, dopo anni e anni passati ad avere un certo peso sul cuore. Chiusi gli occhi e arrossii quando lei fece passare la mano sotto la mia maglietta, staccandosi dal bacio poco dopo e sorridendomi, mentre le scendevano le ultime lacrime.
Era diverso da quello che provavo per Nanoha. Non capivo bene cosa era successo, ma sentivo che quello che mi legava a Signum era molto più profondo di quello che mi legava alla mia migliore amica. Forse non mi ero mai veramente innamorata di lei. 
E non mi importava delle due paia di occhi che sentivo alle mie spalle, perché ora ero insieme a Signum e questo bastava.

Nanoha

Si stavano baciando. Fate-chan e Signum si stavano baciando. Ed erano due ragazze. 
La stretta di mano di Yuno aumentò e mi incitò a continuare la passeggiata, mentre con la coda dell'occhio vidi Fate-chan accarezzare Signum.
-Che schifo fare certe cose in pubblico...- mormorò Yuno-kun rivolto più a se stesso che a me.
-Anche noi ieri ci siamo baciati ed eravamo in pubblico- gli sussurrai, arrossendo al ricordo.
Potevo ancora sentire le sue labbra sulle mie, le sue mani sui fianchi, il calore che sentivo nel petto. Potevo sentire ancora tutto di quel bacio. Il bacio che ho sempre desiderato.
-Sì, ma è diverso! Noi possiamo fare certe cose, loro no, sono solo disgustose. Due ragazze non possono stare insieme, è contro natura! È contro tutto quello di buono in questo mondo!- mi disse, come se stesse parlando ad una bambina.
-È solamente amore, non vedo cosa ci sia di male...- gli risposi a bassa voce, dispiaciuta che quello fosse il suo pensiero a riguardo.
Lui mi guardò e scuotendo la testa sorrise. 
Non parlammo dell'argomento per il resto della mattinata e poi mi riaccompagnò a casa.

A casa anche oggi c'erano solo mia madre e i miei fratelli, ma papà sarebbe rientrato presto.
Salutai gli altri e mi accoccolai sul divano, a ripensare a quello che avevo visto un paio di ore fa.
 Una parte di me non voleva credere che a Fate-chan piacessero le ragazze, l'altra parte si chiedeva perché non me l'avesse detto prima, d'altronde ero la sua migliore amica o sbaglio? 
Era strano, non sapevo più come comportarmi con lei. Insomma, potevo fare le stesse cose che facevo con lei prima, vero? Le uscite nei centri commerciali a fare shopping, andare a vedere i suoi allenamenti di scherma, era tutto uguale, no?
Eravamo sempre insieme, non volevo che si allontanasse da me per quello che era...
"La consideravo già parte della famiglia."
Le parole dei miei familiari mi tornarono in mente, insieme agli sguardi pieni di risentimento di Signum e ai sorrisi gioiosi di Fate-chan.
No. No dai. Non era vero. Non poteva essere vero. Fate... si era innamorata di me? Non avrebbe baciato Signum, quindi non poteva essere vero. E se invece lo fosse stato? Se fosse stata innamorata di me e io non me ne fossi mai accorta?
Mi tornò in mente quando Fate-chan pianse, dopo averle detto che mi ero messa insieme a Yuno.
Che piangesse perché era triste?
Non poteva essere vero, se Fate-chan si fosse innamorata di me l'avrei certamente capito.

Mangiai con un tutti questi pensieri in testa e poi cercai di concentrarmi per studiare, in modo tale che domani averi potuto uscire ancora con Yuno.


---

* Non potevo citare una delle scene più belle di TRS, proprio non potevo. Ai yo!

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Capitolo 15
*** La Lettera ***


La Lettera Note dell'autrice: beh... questo capitolo era pronto dal 10 marzo 2014. Doveva essere solamente una one-shot, poi mi è nata l'idea di Fuoco e Acqua. Avevo pensato anche di inserirlo nel capitolo precedente, ma sono delle parole troppo importanti per me. Quindi si meritava un capitolo a parte. Prendetelo come una cosa "in più" alla storia. Questa è la lettera che Signum ha scritto a Fate. La lettera che io avevo scritto al mio Amore ormai 4 mesi e 17 giorni fa.


LA LETTERA


Sai una cosa? Fa male.

Così male che mi viene da pensare di non farcela. Di non riuscire a stare più al tuo fianco.
Poi vedo, ogni volta, i tuoi occhi rossi oscurati da un'ombra di tristezza così grande che non capisco come faccia quella ragazza a non notarla. A non comprendere che ne è lei la causa.
Ogni volta che vedo i tuoi occhi ridotti in quello stato mi viene naturale rimanerti accanto. Anche se questo mi fa male.
Sai, mi sembra di morire dentro, quando vedo che sorridi solo a lei in un certo modo, che guardi solo lei in un certo modo.
Perché vorrei essere io quella che guardi così, quella a cui sorridi così.
Scrivo questa lettera perché non ho il coraggio di dirtele in faccia queste cose.
Non sopporterei ferirti ulteriormente. Non sopporterei essere io la causa di altre ombre sui tuoi magnifici occhi.
Non lo sopporterei.
Sono anni che sopprimo tutto, ma il mio cuore non ne può più.
Voglio essere egoista per una volta. Voglio poter sperare che le cose tra noi potranno cambiare, in meglio, con questo mio gesto.
Si dice che la speranza sia l'ultima a morire. Io voglio vedere se è vero. Voglio vedere se durerà di più la speranza o il mio amore.
Perché se tu non l'hai ancora capito dopo tutto questo giro, io ti amo Testarossa.
Da quando ti ho vista quel giorno sul tetto dell'ospedale.
Ti amo perché non posso farne a meno.
Gli opposti si attraggono, spero che potremo essere l'eccezione che conferma la regola.
Se sarà così appena ti svegli, vieni al ponte.
Se non sarà così cercherò di cancellare quello che provo per te.

Tua per sempre.
Signum

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Capitolo 16
*** Broken Rose ***


Broken Rose

Note dell’autrice:

Mi ero dimenticata di aggiornare… non sono normale. Ho avuto troppe cose per la testa e ultimamente è stata canonizzata una coppia che shippo alla follia, quindi… beh non ci ho pensato v-v’’

Dato che Signum ha un ruolo importante da un po’ di capitoli a questa parte, ho deciso di raccontare un po’ del passato della nostra spadaccina e… alla fine metterò la traduzione della canzone inserita nel capitolo. Spero sia di vostro gradimento v-v
Buon mesiversario (in ritardo, ma tanto l’avevi letta :P) amore <3

 

 

 

 

 

BROKEN ROSE

 

-Siamo arrabbiate come al solito, eh Signum- disse Ginga, mia insegnante di karate nel tempo libero, nonchè una che mi ero portata a letto nel tentativo di dimenticare Fate.

-Non lo fai da molto eh? Ancora a inseguire quell'idiota?- continuò sorridendomi maliziosa.

Sferrai un calcio più forte al materassino che teneva, facendo cadere lui e anche lei.

-Piantala Ginga-

Si rialzò ridendo, il che mi fece innervosire ulteriormente. Non mi piaceva essere giudicata da qualcuno che non aveva idea di come mi sentissi.

-Eddai, dimmi da quanto non lo fai, regina dei ghiacci, potrei aiutarti ad allentare la tensione...- mi sussurrò all'orecchio con voce roca, stringendomi il sedere.

-Sará da un anno, un anno e mezzo, non mi serviva a niente- le risposi staccandomi, leggermente imbarazzata.

-Wow, devi avere una gran voglia allora... sicura che non posso aiutarti?- mi disse avvicinandosi per poi mordicchiarmi il collo.

La mia mente si era giá disconnessa, la sollevai di forza, sbattendola contro il muro, iniziando a divorarle il collo.

I suoi sospiri e i suoi gemiti mi eccitarono da matti; con il suo aiuto le sfilai la maglia, prima di baciarla con trasporto, con bisogno.

Mi sciolse il laccio nei capelli e me li strinse attirandomi a sè, a quel punto la staccai dal muro e la portai in camera da letto, chiudendo la porta con un calcio, senza staccarmi da lei.

 

Dopo 40 minuti di sesso sfrenato mi distesi al suo fianco, abbracciandola quando si strinse a me.

-Sei sempre la regina dei ghiacci, non ti fai nemmeno toccare... lascerai a lei la tua prima volta?-

-Sai giá la risposta Ginga, è inutile che ti risponda.-

Sospirò staccandosi da me e fissando il soffitto.

-Spero per la tua sanitá mentale che quella ragazza ti noti Signum- disse con un tono leggermente preoccupato, prima di aggiungere maliziosa. -non sa che si perde, comunque-

Ridacchiai e le scompigliai i capelli, prima che mi afferrasse la mano e iniziasse a leccarmi lentamente le dita.

-Non c'è due senza tre- mi sussurrò all'orecchio quando ormai ero sopra di lei.

 

Dopo un'altra mezz'ora Ginga era fuori di casa, dopo essersi lavata e avermi aiutato a rifare il letto.

Era una ragazza particolare, nonostante le avessi raccontato tutto, non le dispiaceva essere usata i  quel modo. Forse se Fate non occupasse i miei pensieri, Ginga avrebbe avuto un posto più ampio nel mio cuore.

Sospirai. Era per questo che avevo smesso. Sensi di colpa verso chi usavo, ma soprattutto verso Fate, mi sembrava di tradirla, anche se non era mia e, probabilmente, mai lo sarebbe stata.

 

Passarono le settimane ed i mesi, Ginga continuava a venire regolarmente, ma non ci provò più con me. Questo fu un mezzo sollievo. Mezzo perchè a volte mi mancavano le sue provocazioni e quello che ne conseguiva. Non stavo davvero bene di testa.

Una domenica, durante l'allenamento contro il materassino, arrivò Fate.

Se ne accorse per prima Ginga che fece segno di voltarmi e mi diede un asciugamano.

Vidi la bionda intimidita, che si guardava i piedi.

-Ehi Testarossa- le dissi avvicinandomi e notando che dentro di me la chiamavo Fate mentre con gli altri Testarossa. Non me ne ero mai accorta. -Dovevamo vederci oggi?-

- E-eh? N-no, facevo un salto d-da queste parti, m-ma vedo che sei o-occupata...-

Io e Ginga sorridemmo, prima che quest'ultima disse che se ne sarebbe andata, dandomi appuntamento alla prossima settimana.

La salutai, facendo entrare la ragazza in casa, poggiandomi sul collo l'asciugamano bagnato.

-Scusami, non volevo farla andare via...- mi disse senza neanche guardarmi.

-Figurati, tanto doveva andarsene ugualmente- le risposi sedendomi sul divano, di fianco a lei.

-Sembravate molto intime... forse avrei dovuto ripassare un'altra volta...-

-Ma smettila Testarossa! Sembravamo intime perchè abbiamo avuto una storia, ma nulla di importante... ora viene qui ad insegnarmi karate... dimmi tu invece cos'hai.-

Mi guardò qualche minuto sbigottita, le avevo appena confessato di essere lesbica... ero decisamente fuori di testa.

-Volevo solo dirti che... entro l'estate prossima, so che è lontana, ma voglio prendere tutto il coraggio possibile... mi confesserò a Nanoha. Sono stufa di stare ferma a guardare.- l'ultima frase la disse in modo risoluto rispetto al resto del discorso.

Io mi sentii mancare. All'estate mancavano solo dieci mesi.

-Hai deciso finalmente! Vai e conquista!- le dissi cercando di sembrare convincente.

Continuammo a parlare per un po', quando se ne fu andata mi gettai dentro la doccia, aprendo l'acqua gelida e incominciando a piangere.

 

Il pomeriggio successivo uscii di casa con addosso una felpa con il cappuccio tirato e gli auricolari nelle orecchie.

Faceva freddo, ma non me ne importava.

Accesi il lettore musicale del cellulare e mi ascoltai "Rose" di Anna Tsuchiya ad alto volume.

 

"When I was darness at that time

Fueteru kuchibiru

Heya no katasumi de I cry

Mogakeba mogaku hodo

Tsukisasaru kono kizu

Yaburareta yakusoku hurt me"

 

Continuai a camminare spedita mentre pensavo alle lyrics della canzone. Erano adatte a me, perfettamente su misura.

 

"Nobody can save me

Kamisama hitotsu dake

Tomete saku you na my love"

Sorprendentemente adatte. Iniziai a piangere.

"I need your love

I'm a broken rose

Maichiru kanashimi your song

Ibasho nai kodoku na my life"

 

Incominciai a correre senza meta, con la canzone nelle orecchie.

 

"I need your love

I'm a broken rose

Oh baby help me from frozen pain

With your smile, your eyes

And sing me, just for me"

 

-I wanna need your love... I'm a broken rose... I wanna need your love...- pronunciai insieme alla cantante.

All'improvviso capii dove andare.

 

"When you were with me at that time

Anata no kage wo oikakete

Hadashi de kakamete stop me

Tozaseba tozasu hodo

Motsureteku kono ai

Yuruyakan yasashiku kiss me"

 

Dopo questa strofa la musica diventò confusa. Sentivo solo il mio ansimare.

Dovevo farlo. Dovevo riprovarci. Magari questa volta avrebbe funzionato.

Arrivai a casa di Ginga, cantando l'ultima frase prima di baciarla e

chiudermi la porta alle spalle.

 

"I wanna need your love... I'm a broken rose... I wanna need your love..."

 

Rimasi da Ginga tutto il resto del giorno. Una volta fatto sesso scoppiai in lacrime e lei mi consolò e mi fece raccontare tutto, prima di riprendere a farlo.

Lo faceva per farmi sfogare; anche se prendeva lei l'iniziativa, lasciava che io concludessi.

Mi addormentai tra le sue braccia, con le lacrime agli occhi.

I mesi passarono ed io non rividi più Ginga.

Cercai anche di comportarmi normalmente con Fate.

Poi ad Aprile successe il fatto, l'incontro sul ponte ed il bacio. Sembrava tutto un sogno.

Non riuscivo a capacitarmi che ora il mio amore fosse tra le mie braccia.

 

 

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Canzone tradotta (solo la parte trascritta però, non tutta):

Quando ero tenebra in quel momento – labbra che tremano
Piango in un angolo della stanza
La mia ferita si fa sempre più profonda mentre io agonizzo
Una promessa infangata– mi colpisce

 Nessuno può salvarmi
Solamente dio
Quest’amore mi blocca e mi lacera

 
Ho bisogno del tuo amore. Sono una rosa rotta.
Tristezza che piove come petali nell’aria – la tua canzone
Una vita solitaria senza un posto nel mondo
Ho bisogno del tuo amore. Sono una rosa rotta.
Oh baby, salvami dal gelido dolore
con il tuo sorriso, I tuoi occhi,
e cantami, solo per me.

 
Io voglio aver bisogno del tuo amore…
Sono una rosa rotta
Io voglio aver bisogno del tuo amore…

 
Quando tu sei con me in quel momento
Correvo a piedi nudi
Inseguendo la tua ombra – fermami

 
Quest’amore si complica sempre di più mentre cerco di chiuderlo
Baciami dolcemente, piano piano.

 

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