And If You Could Escape From Your Past, Would You Be Ready For The Next Adventure?

di Green 182
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Summer ***
Capitolo 2: *** The Party Scene ***
Capitolo 3: *** I'm So Horny ***
Capitolo 4: *** The Band ***
Capitolo 5: *** This Is The End For You, My Friend ***
Capitolo 6: *** It Hurts ***
Capitolo 7: *** Where's Tom? ***
Capitolo 8: *** Go Away From Me ***
Capitolo 9: *** All The Small Things ***
Capitolo 10: *** Or Maybe My Dick Is Too Big ***



Capitolo 1
*** Summer ***


I

Summer

I

 

 

 

-Do you think everything happens for a reason?

And when you close your eyes, do you see the future?

And if you could escape from your past, would you be ready for the next adventure?-

 

 

 

Tra pochi minuti finirà la scuola. Il tipo che mi è seduto accanto fa il conto alla rovescia sottovoce, mentre il prof non cede con la sua spiegazione di matematica.

Guardo il mio vicino di banco per un attimo e lui se ne accorge, quindi mi fissa. Dopo pochi secondi mi mostra un sorriso bellissimo. Mi piace, l'ammetto.

Sento che arriva al fatidico uno e contemporaneamente suona la campana. Io, ovviamente, devo ancora mettere via la mia roba nello zaino, sono l'unico.

"Muoviti DeLonge!" la voce di quel ragazzo mi fa sbrigare.

"Arrivo Hoppus!"

Usciamo tutti contenti da scuola.

"Hey, io vado a prendere degli alcolici al negozio..." propongo.

"Non sei maggiorenne" mi ricorda.

Roteo gli occhi per poi sbuffare.

"Mi dai un passaggio a casa e poi andiamo insieme?"

"Va bene, Tommy!"

Sa come farmi arrabbiare.

"Non chiamarmi così" piagnucolo.

Ride.

"Sali" mi dice una volta arrivati alla sua macchina.

Ebbene si, io ho 16 anni, lui 19, è in classe con me, e si, è stato bocciato un po' di volte.

Mi porta a casa, io metto giù la mia roba e lui la sua: la verrà a prendere dopo.

Ci dirigiamo a quel 'famoso' negozio a prendere degli alcolici.

"Per te Coca Cola, perchè sennò mi vai giù di testa..." scherza.

Io lo scimmiotto.

"Non sei divertente!"

Mi dà una pacca amichevole sulla testa.

"Non si può mai scherzare con te, DeLonge"

"Ah ah"

Una volta presi gli alcolici torniamo a casa mia.

"Sarà un'estate figa" esclamo, appollaiandomi sulla poltrona.

Lui annuisce.

"Con te" concludo.

Mi sorride.

"Come sei romantico, DeLonge!"

Mi sta irritando chiamandomi per cognome.

"Perchè mi chiami DeLonge? Ho un fottuto nome!" mi lamento.

"Ti chiamo Matt?!" ne inventa un'altra.

"TI FA COSI' SCHIFO CHIAMARMI TOM, brutto stronzo?!"

Si mette a ridere.

"Non mi sembra che pensavi che fossi brutto, fino ad un secondo fa, o sbaglio?"

"Sbagli" sto sulla difesa.

"Ohoh, il piccolo Tom è arrabbiato"

Mi butto su di lui e gli faccio il solletico, visto che lo soffre.

"Okok, mi arrendo!" alza le mani.

Scoppiamo a ridere entrambi.

 

 

Arriva sera e la voce della festa -che ci sarà tra poco a casa Hoppus- è già stata sparsa dal pomeriggio. Non so dire quanti saremo, però gli alcolici ci sono. Quello è l'importante.

Sono a casa Hoppus da un'oretta circa, giusto per aiutare il 'mio amico' con i preparativi.

"Ecco la tua Coca Cola..." mi porge il bicchiere.

Alzo un sopracciglio.

Lui si mette a ridere.

"Piantala" dico serio.

Il sorriso che aveva, sparisce, poi tossisce apposta.

"Scusa, non mi so trattenere" dice, per poi tornare a ridere.

Cambio stanza perchè sono stufo e lui mi segue.

"Tom!"

Oh, è comparso il mio nome.

"Dai, Tom! Scusami!"

Mi raggiunge e mi dà un bacio sulla guancia.

"Solo perchè ti a..., Hoppus!"

Suona il campanello proprio quando pronuncio quelle paroline, Dio.

"Scusa" dice, e si allontana andando verso la porta.

Sospiro.



 

I

Summer

I

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Capitolo 2
*** The Party Scene ***


II

The Party Scene

II

 

 

 

Siamo nel bel mezzo della festa e vedo Hoppus da lontano, si sta divertendo a quanto pare. E' con delle ragazze, io da solo seduto sulle scale.

Non so se è una bella idea dirglielo. Dirgli che, insomma, provo qualcosa. Ci stavo riuscendo ma poi è suonato quel fottuto campanello. Non abbiamo più parlato di quella cosa da quel momento.

Ho paura, è sempre così. Si ha paura di rovinare un rapporto di amicizia importante.

Fisso per terra, mentre prendo la bottiglia di non-so-neanche-più-cos'è che ho tra le gambe. Bevo, è l'unica cosa che potrebbe farmi distrarre. Voglio ubriacarmi, già mi sento brillo.

"Tom!" la sua voce mi coglie di sorpresa.

Alzo lo sguardo e me lo ritrovo davanti.

"Che fai qui?" continua.

"Mmh...sto bene" come rispondere 'Si' alla domanda 'Quanti anni hai?'

Mi guarda strano.

"Vieni che facciamo il brindisi" mi invita ad unirmi agli altri.

"Che brind-?!"

Mi prende la mano e mi tira fino in soggiorno.

Quanta cazzo di gente c'è?

"Brindiamo!" esclama Hoppus, alzando la bottiglia di birra che ha in mano "Al non crescere mai!"

Ed ecco il boato.

"Per sempre!"

"Per sempre!"

Alzo anche io la presunta birra che ho in mano e bevo. Si, è birra.

Hoppus mi sorride, io cerco di ricambiare.

"Devo parlarti" farfuglio.

E' una follia.

Lui annuisce, mi prende di nuovo la mano e mi porta al piano di sopra. Oddio.

Arriviamo in camera sua e mi incita a parlare.

"Volevo essere sicuro che...che non mi abbandonerai mai, Mark"

"Cosa sei, un cane per abbandonarti?!"

Mi fa spuntare un sorriso.

"Ti voglio bene Tom, e lo sai! Io non so come farei senza di te" pronuncia le ultime parole girandosi dall'altra parte. Ha vergogna?

"No, in realtà volevo dirti un'altra cosa..." lo guardo negli occhi.

"Cosa?"

"Ti amo, Mark...te lo stavo dicendo quando è suonato quel campanello di merda...scusa"

Come minimo ho fatto una cazzata a dirglielo perchè il suo sorriso tarda ad arrivare. Al suo posto c'è rabbia.

"Sei ubriaco Tom, vai a casa"

"Non sono ubr-"

"Va a casa!" urla.

Non so che cazzo gli sia preso.

Esce dalla stanza sbattendo la porta.

Sono confuso e ho molta paura.

Oso scendere le scale, non c'è più nessuno. Guardo l'ora, mezzanotte passata. Che strano! E Mark dov'è?

Arrivo al piano terra e sento singhiozzare. Mi dirigo in soggiorno e c'è un macello assurdo. Vedo Mark seduto sul divano, di schiena, chinato in avanti con in viso coperto dalle mani. Sta piangendo?

"Dove sono tutti?"

Lo vedo irrigidirsi. Mi avvicino.

"Ti ho detto di andare a casa"

"Lo so"

"Quindi..."

"Perchè piangi?"

Gli vado davanti e poi mi siedo accanto a lui.

"Perchè sei ubriaco e dici cose che non pensi veramente"

"No Mark, non sono ancora ubriaco del tutto" lo rassicuro.

Mi guarda, noto che ha gli occhi rossi a causa del pianto.

"Non fare così, cazzo. Sto male anche io dopo...e poi che ti importa? Stavi con delle ragazze prima..."

Scuote la testa.

"Io amo te, DeLonge" mi fissa.

Potrei sciogliermi.

"Questa volta la passi liscia per il cognome..."

Sorride a mala pena. Lo abbraccio forte forte.

Dio, lo amo.

"Dai, ora ti porto a casa" dice, una volta staccati.

"Grazie, davvero"

 

E' l'una di notte, ma noi stiamo, io sto barcollando verso casa. Lui mi accompagna per sicurezza.

Passa una macchina e uno dal finestrino ci urla: "Froci!"

Si, okay, siamo mano nella mano.

E Mark non tarda a rispondergli: "Baciami il culo, coglione!" con tanto di dito medio.

"Posso farlo io?" chiedo.

Ride.

"Che idiota!" continua ridendo.

Arriviamo a casa mia e mi lascia sulla porta.

"Notte Tom"

"Notte Mark" gli stampo un bacio sulla guancia.

Entro in casa.

No, non è stata una follia. Sta succedendo veramente. E' tutto fottutamente reale e bello.

 

 

 

II

The Party Scene

II

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Capitolo 3
*** I'm So Horny ***


III

I'm So Horny

III

 

 

 

E' mattina e ho un lieve mal di testa. Collego e mi rendo conto che quello che è successo il giorno prima è reale. Penso che sarà una bella giornata.

"Tom! Fai la polvere in camera tua!"

O forse no.

"Non ho voglia, mamma!" rispondo anche io urlando visto che è al piano di sotto.

"Cresci un po', Tom!"

Roteo gli occhi. Sempre la stessa menata. Non ha ancora capito che non me ne frega un cazzo?! E non cambierò.

Mi vesto velocemente e scendo le scale.

"A che ora sei tornato stanotte?"

"Mmh...all'una"

"A-ha"

Faccio colazione per poi andare all'oratorio. All'oratorio per stare con gli amici, non per altro. Non mi interessa ne la chiesa ne dio.

Prendo la bici e pedalo veloce, ma subito non penso sia una buona idea perchè non ho assolutamente caldo. Diminuisco la velocità.

Arrivo là, entro nell'ex campo da bocce e mi vado a sedere su una panchina. Quello è il nostro ritrovo.

Poco dopo arrivano gli altri, compreso Mark che si siede vicino a me e si accende una sigaretta.

"Ne vuoi una?" chiede.

Odio il fumo.

"Massi dai, per provare" oso.

Il 'piccolo' Tom infrange le proprie regole. Sei molto coerente, DeLonge!

La metto tra le labbra e lui me la accende.

"Tira, manda giù e poi soffia fuori"

Faccio quello che mi dice.

Oddio.

Tossisco.

"Che merda è?!"

Si mette a ridere.

Faccio un altro tiro e sono sempre più convinto che faccia davvero schifo.

"La vuoi dare a me?" chiede David.

Mi giro verso di lui per la prima volta, l'ho ignorato fino ad ora.

Giusto per dire che ragazzo cattivo sono.

"Sarà meglio" dico, e gliela passo.

"Che femminuccia!" commenta Mark.

Lo fulmino con uno sguardo. Lui ride e mi va bene così. Il suo sorriso è stupendo, i suoi occhi pure. E' perfetto.

Tra un po' sbavo, oddio, devo stare attento a non fare annegare qualcuno.

 

Il campanile suona mezzogiorno e ognuno se ne torna a casa. Io sempre a fianco di Mark. Ci sorridiamo, mentre percorriamo la strada di casa insieme.

"Oggi a casa tua alle 15?" chiedo.

Lui annuisce, visto che è impegnato a fare un tiro dell'ennesima sigaretta che fuma. E' il suo vizio. Ma comunque non ci posso fare niente, è la sua vita.

"Ciao Tom, io devo andare di qui" mi fa ritornare alla realtà.

"Oh, okay"

Sorrido e poi gli stampo un bacio sulle labbra.

"Ciao Mark"

 

Sono le 14.30 e io sono già pronto. E agitato.

Prendo la mia chitarra e poi mi metto a suonare qualcosa per far passare il tempo.

 

-You and I should get away for awhile

I just want to be alone with your smile...-

 

Comunque l'avrei provata anche dopo con lui.

Finisco di suonare e poi parto da casa. Non che casa sua sia lontana, anzi.

Faccio appena in tempo a girare l'angolo che lui è già là, fuori dalla porta. Ci sorridiamo, come sempre. E' così bello vederlo.

Entro in casa e subito mi offre qualcosa.

"Vuoi da bere?"

"Nono, grazie"

"Vuoi andare subito a suonare?"

"Mah..."

Si mette a ridere.

"Non intendevo niente di..." mi correggo, ridendo.

Ridiamo tutti e due come due coglioni. Lo siamo.

"Cosa intendevi?"

"Non so" alzo le spalle.

"Tipo questo?"

Mi prende il viso con le mani e mi bacia.

"Oh...direi di si" confermo.

Ci baciamo ancora, come se le nostre lingue avessero bisogno l'una dell'altra. Invece sono io ad avere bisogno di Mark. Non l'avrei mai pensato, non così tanto.

Ci stacchiamo.

"Ora penso di essere a posto" ironizzo.

Mi sorride.

"Andiamo in garage, il mio basso è là"

Annuisco e lo seguo. Scendiamo le scale e attacchiamo subito le prese agli strumenti. Proviamo un po' di melodie e poi le canzoni che sappiamo già.

Il pomeriggio passa così, con lui, e non posso chiedere di meglio.

 

E' arrivata l'ora di andare, purtroppo. E' stato davvero figo come sempre.

"DeLonge..." mi chiama, sorridendo.

"Dimmi, Hoppus" sottolineo Hoppus.

Ride.

"Non puoi restare a dormire?"

L'idea mi eccita.

"Devo chiedere a mia mam-"

"Gliel'ho già chiesto io" mi anticipa.

"Cos-" scoppio a ridere.

Rimetto giù la chitarra.

"Stasera pizza?" chiede.

"Sei fantastico" è un si.

Ne ordina due, ovviamente, e tra mezz'ora dovrebbero arrivare.

 

Dopo esserci abbuffati come maiali, lui propone di guardare un porno. Mi vuole proprio far morire.

Ci sediamo sul divano, uno vicino all'altro.

"Tette!" esclamo appena vedo una tipa nuda.

Mark mi guarda malissimo.

"Questo non vuol dire che non mi piacciano anche i cazzi"

Scoppia a ridere.

Io tra un po' scoppio, 1 perchè è eccitante e 2, perchè ho mangiato troppo.

 

Sta iniziando la solita parte dove ci sono degli uomini che vanno in qualche posto, trovano delle ragazze e poco dopo iniziano a fare un'orgia.

E io non so cosa potrebbe succedere tra me e Mark. Vorrei allungare una mano nei suoi pantaloni e verificare la situazione. Perchè la mia è molto pericolosa. Penso che potrei mettere incinta pure una balena.

Si gira verso di me e io tra un po' muoio d'infarto per la situazione imprevedibile. Poi sposta lo sguardo sui miei pantaloni, tirati.

"Presumo che tra poco il bottone dei tuoi jeans mi possa colpire..." scherza.

Rido.

"E' un invito a sbottonarli?"

"Solo se il signor DeLonge vuole..."

Oh mamma. Posso morire. Sono così agitato, eccitato e altri aggettivi che non saprei dire talmente non ci sto più capendo un cazzo.

Mi sbottono i pantaloni.

Cazzo, sta per succedere davvero?

Mark mette la sua mano tra le mie mutande e i pantaloni, cominciando a palparmi. Sono qui con una faccia indescrivibile, talmente provo piacere. Non posso chiamarla 'faccia da orgasmo' perchè quella la terrò per dopo.

Ora toglie la mano e la mette proprio a contatto, ehm.

Mi fa morire.

 

Tra una sega e l'altra, arriva sera e io devo dormire nel lettone di Mark, si vive da solo.

Andiamo a letto piuttosto tardi, ma finalmente posso stare abbracciato a lui tutta notte. Lui decide di dormire a dorso nudo, per me non è una buona idea: per me, prendere freddo equivale ad effetti indesiderati che non sto a spiegare, chi ha capito, ha capito.

Mark non è proprio magrissimo, ma neanche grasso, ha un po' di pancia. Tutti penserebbero subito brutte sulle persone non magre, ma io dico, chi se ne frega?! Non si dovrebbe guardare l'aspetto, ne giudicare.

L'unica cosa che mi viene da pensare è: sarà più comodo il cuscino o Mark?

 

 

 

III

I'm So Horny

III

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Capitolo 4
*** The Band ***


IV

The Band

IV

 

 

 

Mi sveglio e mi rendo conto di essere io sotto di lui. Sarò stato un buon cuscino?! Direi anche di no, sono magro, e probabilmente anche scomodo.

Cerco di muovermi, ma va a finire che lo sveglio. Mi sorride. E' così tenero, mi sciolgo. Sorrido di ricambio. Grazie a lui l'ho fatto.

Vorrei svegliarmi così ogni mattina, magari anche con la possibilità di respirare, che in questo momento un po' mi manca. Comunque non importa. Non importa se sto per morire schiacciato, basta sapere che è lui. Tutto con lui è più bello, anche la morte.

Okay, sto sparando troppe cazzate.

Si sveglia completamente e si sposta da me. Sbadiglio, aria vieni a me.

Cerca di baciarmi a stampo ma io lo fermo.

"Non ti conviene, non voglio che muori a causa mia" dico, riguardo al mio alito.

"Non penso che il mio alito sia meglio, sai sono tipo le 8 di mattina...

Baciami e stai zitto!"

Ci rimango e poi rido. Gli do un bacio.

"Perdonami" dico.

Mi fa il solletico, cosa che soffro da morire.

"No, okay, va bene" proseguo, arrendendomi.

Lo vedo scendere dal letto e dirigersi giù.

"Dove vai?"

"A preparare la colazione, di solito si fa così"

"Non c'è bisogno..."

"Oh si!" ribatte.

Scendo velocemente dal letto anche io e lo seguo.

"Non la voglio" protesto.

"Piantala, DeLonge!"

"Mi stai facendo arrabbiare" metto le mani sui fianchi.

Sorride e poi gli corro incontro e lo abbraccio da dietro.

"Il piccolo Mark è un bambino davvero cattivo" cerco di stuzzicarlo.

"Ah, davvero?"

"Si"

Mi pizzica i fianchi,

"Hey!" lo rimprovero.

E' così bello stuzzicarci a vicenda. Più che bello, è divertente. Siamo noi stessi, ed è la cosa più importante. Insieme siamo una cosa sola. Mi sento completo con lui, 'potente'.

Non so cosa farei se non ci fosse Mark.

 

Mark ha deciso che l'anno prossimo non continuerà gli studi, e io non so cosa farò, sinceramente. Non ci sarà più quel divertimento che c'è stato fin ora.

Sto andando al negozio in cui lavora, ha avuto la possibilità di trovarne uno di cd.

Attraverso la strada e lo vedo dalle vetrine, mi sta sorridendo. Entro nel negozio e lui è lì ad aspettarmi tutto felice.

"Questo è per te" mi dice, porgendomi un pacchetto.

"Non dovevi!" lo rimprovero.

Apro il regalo e con mia 'sorpresa' è un cd. Troppa fantasia. Ma a me non importa quanto possa essere scontato il regalo, perchè alla fine è un cd dei Descendents.

Mi aggrappo a lui come una scimmia.

"Grazie, grazie, grazie!" esclamo, e gli stampo un bacio sulla guancia.

 

Siamo nel parcheggio, lo fermo e ci baciamo. Sapore di fumo e di coca cola. Ci farò l'abitudine.

Proseguiamo verso la sua macchina.

"Vuoi andare all'oratorio?" chiedo.

Lui annuisce.

Ci mettiamo poco ad arrivare e veniamo accolti subito da David. E' con un tipo, che sembra fino un tamarro. Chi cazzo è?! Pieno di tatuaggi...

"Mark, Tom, lui è Travis! Mi ha detto che vorrebbe creare una band, e anche voi, quindi..."

Ora la cosa si fa interessante.

Io e Mark gli stringiamo la mano.

"Sei un batterista, quindi?" chiedo.

Annuisce. Non parla?

"E che genere suoni?" gli chiede Mark.

"Un po' di tutto, ma sono più per il pop-punk, quindi..."

Io lo amo già, cioè no, per dire. Io sono di Mark.

"Oh, sei il benvenuto" Mark gli dà una pacca sulla schiena.

Travis ride.

 

 

 

IV

The Band

IV

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Capitolo 5
*** This Is The End For You, My Friend ***


V

This Is The End For You, My Friend

V

 

 

 

Eccoci qui, all'ennesimo concerto.

"Noi siamo i blink-182" ci presenta Mark.

I fan lo sanno, quindi non ha senso dirlo.

Ci guardiamo, da una parte all'altra del palco.

Anche questo show è finito, purtroppo. A stare sul palco dimentichi tutto per un'oretta e mezza, poi ritorni alla tua vita. Ai tuoi litigi con la band. Una band che sta andando a puttane.

"Buona notte!" esclamo, poi guardo di nuovo Mark.

Stiamo fingendo. Stiamo fingendo che vada tutto bene.

Ritorniamo nei camerini in silenzio, ma comunque c'è tensione nell'aria. Non comunichiamo più.

"Vuoi continuare il tour o vuoi andare a casa?" mi chiede Mark.

"Non me la sento di continuare..." dico la verità.

Sono lontano dalla mia famiglia da due anni circa e mi è nata la bambina...

"Proprio ora che 'va tutto bene'?"

"Non va tutto bene, non va tutto bene" scuoto la testa.

"Scegli allora" continua.

Me ne esco dal camerino dopo averlo fulminato con gli occhi.

Quindi mi hai chiesto di scegliere, eh, Mark? Mi hai chiesto di scegliere tra la band e la mia famiglia. Ti sembra una cosa giusta? Pensavi davvero che avrei preferito la band, te, al loro posto? Ho perso i primi anni di Ava per uno di quei fottuti tour. Voglio passare un po' di tempo con Jen e la bambina, non è mia intenzione lasciare la band, ma mi state costringendo. Volete proseguire con quelle cazzo di date e a me non va, preferite la band che le vostre famiglie che non vedete da 2 anni, a quanto pare.

 

 

Avevo visto Tom, il giorno prima, lasciare la stanza in silenzio. La situazione della band non era delle migliori.

"Devo parlarvi, ragazzi" la voce del manager rompe il silenzio.

Siamo seduti l'uno di fronte all'altro, io e Travis da una parte, Tom e lui dall'altra.

"Tom non è più nella band. Non provate neanche a cercarlo perchè ha cambiato numero di telefono..."

"Cos-" urlo.

Non può averlo fatto davvero. Mi sento male, potrei vomitare. Lui è lì indifferente, a testa bassa. E' tutto ridicolo. La situazione e lui. Vergognati, stronzo!

Ti ho amato così tanto e tu mi ripaghi in questo modo. Sei una merda, DeLonge. Ti odio.

Sono pieno di rabbia. Vorrei urlare, esplodere. Mi sento davvero male, ferito. Vorrei piangere.

Mi alzo in piedi e vado verso di lui.

"Non hai niente da dire, brutto stronzo?!" urlo.

Non si muove neanche a morire. Gli do uno spintone.

"Guardami!" urlo ancora.

Non ha il coraggio di alzare lo sguardo. Gli tiro uno schiaffo.

Travis mi trattiene e il manager si affretta ad uscire con Tom.

"Scusate" parla ancora al posto del mio ex migliore amico.

"No, non ti scuso! Vaffanculo Tom!" urlo di nuovo.

Non sono in me. Mi ha rovinato.

Lo seguo fuori.

"Posso parlare con Tom?" chiedo al manager.

"Può parlare con te?" si rivolge a Tom.

Lui vedo che annuisce e poi gli sussurra qualcosa all'orecchio.

"Il Signore DeLonge ha detto di seguirla..." mi dice.

Tom comincia a camminare lungo il corridoio e poi entra in una stanza. Una volta dentro entrambi, chiude a chiave.

"Non ti importa niente, eh? Di me, intendo. Non parli?"

"Il passato è passato. Ho una famiglia ora" osa dire.

"Non è stato niente per te, eh Tom?"

"Eravamo giovani, troppo, non sapevamo quello che facevamo" mente.

"Cazzate!" sbotto.

"E anche se fosse come dici tu, non significa più niente..."

Sposta lo sguardo.

"Con che coraggio lo dici, DeLonge?!"

Apre la bocca per parlare ma poi la richiude. E' senza parole?

"Tu sei stato il primo a dirmi che mi amavi, quando si ama una persona, si ama per sempre..." continuo.

"Avevo confuso l'amicizia con l'amore"

Che faccia tosta! Continua a cercare scuse.

Rido per non piangere.

"No, Tom, smettila di cercare scuse"

"Devo andare" si dirige verso la porta.

Non lo riconosco più.

"Dov'è andato il vecchio te?" sospiro.

Sono debole, senza forze, vulnerabile.

Si blocca e si gira verso di me, mi guarda negli occhi.

"Sono cresciuto, Mark"

E mi hai ucciso. Verità che è una pugnalata al cuore. Posso uccidermi? Sono già morto dentro, tanto.

Si rigira ed esce dalla porta. Lo lascio andare. Non ho più forze per trattenerlo.

Mi dirigo invece in 'cucina', devo bere.

Proprio quando non voglio vederlo, è lì, a testa bassa, con i capelli che gli coprono il viso. E' in piedi appoggiato al muro.

Rabbia e lacrime.

Siamo in studio, Trav se n'è appena andato, stufo anche lui.

Prendo una birra dal frigor, sperando di andare in coma etilico con le prossime.

"Ne vuoi una?" chiedo, facendo finta che non sia successo niente.

Vedo che alza la testa, ha la faccia da cane bastonato, poi fa cenno di no. Oh, sta male?

Chiudo il frigor e stappo la mia.

Non lo guardo, ma so che mi sta osservando.

Con la birra in mano mi dirigo nell'altra stanza, dove ho lasciato le sigarette. Prendo pure quelle ed esco dallo studio. Appoggio la bottiglia sul muretto e mi accendo la Marlboro Rossa, trattenendo le lacrime. Sto male. Sono passati 13 anni dall'inizio e non può finire qui. Mi asciugo le lacrime -che non riesco a trattenere- col dorso della mano.

Sento la porta antincendio aprirsi dietro di me. Come mai mi ha seguito? Si pente?

Continuo a guardare davanti a me.

"Hoppus"

Già il fatto che mi chiami per cognome, non mi piace. Mi appoggia una mano sulla spalla, io rimango girato di schiena. Faccio un tiro e poi mando fuori il fumo. Penso gli dia fastidio, gli ha sempre fatto schifo il fumo.

"Hoppus..."

Alzo gli occhi al cielo e ad un certo punto mi giro.

Ha la stessa faccia di prima.

Ho bisogno di piangere, di sfogarmi con il mio migliore amico, ma questo non c'è più, non è più tale, ormai. E non per decisione mia. Devo trattenermi.

"Che c'è, DeLonge?" uso la stessa 'carta dei cognomi', so che gli dà fastidio.

"Mi dispiace"

Scuoto la testa, so che non gli dispiace e poi le scuse non servono ad un cazzo. Mi viene ancora più rabbia. Non cancellano quello che è successo. E poi poteva pensarci prima.

"E' finita, quindi?" chiedo, cercando di fare il duro.

Tace.

"Addio Hoppus" fa intendere la risposta.

Si sposta verso la sua chitarra -che noto solo ora-: a quanto pare era già pronto per andare.

Mi guarda ancora.

"Addio Tom"

In quel 'Tom' c'è un senso di malinconia. Quella cosa che ti viene quando ricordi momenti passati in buona compagnia, ma che comunque sono venuti e se ne sono andati. Li rimpiangi in un certo senso. Il tempo passa troppo in fretta, e tu vorresti fermarlo. Ti viene un nodo in gola, il magone, e da piangere. Pensi che vorresti essere ancora là a riviverli, quei momenti. Mentre ridevi e ti divertivi.

Sto parlando come se non ci fosse un domani o come se non potessi più divertirmi...un po' è vero. Sarò forte, dovrò esserlo.

Si rigira verso la macchina.

No, non posso lasciarlo andare così.

"Aspetta" sussurro, con voce rotta dal pianto "Vieni qui"

Mi ascolta e mi viene incontro. Appoggia la chitarra a terra, senza che io gli dicessi niente.

Mi abbraccia. Non ci credo molto. Bugiardo, leccaculo!

Per un po' non ricambio l'abbraccio, ma poi cedo. Sono io quello che ci tiene di più, a quanto pare. Si stacca da me e velocemente raggiungo la sua bocca. Ci baciamo lentamente e tra un po' io esplodo. Possibile che mi faccia lo stesso effetto dopo 13 anni?! Lo amo ancora, ecco. Ma il bacio ,a quanto pare, dura poco, si stacca lui. Altra ferita.

Gli prendo il viso tra le mani. Ci fissiamo negli occhi ma poi lui non resiste e abbassa lo sguardo.

"Non lasciarmi Tom...ti amo"

Le parole echeggiano nell'aria.

Mi sento patetico. Per amore si arriva fino ad umiliare se stessi.

Ci ritroviamo ancora in silenzio.

Ma tu vai, vivi la tua vita. Cercherò di fare lo stesso. Vai, dimmi addio. Fa lo stronzo.

Troppe domande ma non oso chiedere perchè. Non ci proverò neanche. Lo faccio per me, non voglio sembrare debole -come lo sono realmente dentro- oltre che patetico. Mi vergogno. Quando dovresti farlo tu, invece.

Ritorna a guardarmi.

"Devo andare"

Automaticamente tolgo le mani dal suo viso e lascio che faccia quello che vuole.

"E' questo quello che resta tra me e te dopo 13 anni, DeLonge?!" alzo la voce visto che si è allontanato verso la macchina.

Si ferma. Speranza.

Ma poi continua a camminare e sale in macchina, la quale ha i finestrini oscurati. Non lo vedo più, solo lui può farlo. Vede solo quello che sono fuori, dentro non ci sono più.

Finisco la sigaretta, la tiro per terra e rientro.

Voglio nascondermi. Questo posto è così vuoto, come il buco che si è creato in me. Cercherò di dimenticare, dimenticarti. Ma cercare di farlo equivale a pensarti, a ricordarmi di te. Come farò? Quello che è successo tra di noi era così vero, e TU LO SAI, ma fingi di non aver provato niente. Perchè neghi? Ti vergogni di avermi amato? Faccio così schifo? O ci tieni alla tua immagine di Hot Pants? Tutte ragazze, non uomini. Perchè fingi di essere qualcosa che non sei, Tom? Abbiamo perso tutto. Un migliore amico e un 'amante', ho perso. Il nostro rapporto è andato a puttane e per colpa tua, cazzo! Provo a nascondere i miei sentimenti, ma ci credo ancora, purtroppo! Mi faccio solo del male. Ero stupido a pensare che sarei potuto restare, restare nella tua vita. Me ne farò una ragione. Serve solo tempo. Ma non è comunque lo stesso, sono incompleto. Vorrei non fosse andata così, ma ti amerò per sempre. Non dimenticherò niente, non posso. Quando sarò più vecchio guarderò indietro e ricorderò quanto abbiamo riso insieme. Ridere, divertirci, non crescere mai. Era il tuo motto, eri tu il primo a dirlo...Guardati ora. Tutte le cazzate che abbiamo fatto, non te le ricorderai? E tutto il tempo passato insieme? Tu eri quello che mi ha insegnato a non rispettare le regole, che la vita non va presa troppo seriamente...Forse neanche me -come dici tu- hai preso seriamente. Io ci ho creduto per tutto il tempo. Quando riascolterò le nostre canzoni, piangerò. Eravamo in cima al mondo, prima, quando stavamo insieme. Vivevamo così liberamente, fingendoci stupidi per divertimento. Tutto quello di cui avevamo bisogno era amore. Non ce ne fotteva di niente, volevamo solo realizzare il nostro sogno, io e te.

Ancora lacrime sul mio viso, non mi trattengo questa volta, ma mi sfogo. Nello studio ci sono solo io che piango, ma ad un certo punto sento dei passi. Alzo lo sguardo. Tom? Travis.

"Pensavo fossi andato a casa" dico, asciugandomi il viso.

Scuote la testa.

"Scusa per le lacrime" continuo.

"Non c'è problema, Mark...vieni qui" mi dice, aprendo le braccia.

Ne ho bisogno.

Mi alzo dal divano su cui ero seduto e gli vado incontro. Ci abbracciamo forte.

"Mi dispiace tanto" mi dice, lo dice di più per il rapporto che c'era tra me e Tom, che per la band.

Gli sorrido lievemente, giusto perchè gli dispiace.

"Non è colpa tua" lo tranquillizzo.

"Ci sono se hai bisogno..."

 

 

 

V

This Is The End For You, My Friend

V

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Capitolo 6
*** It Hurts ***


VI

It Hurts

VI

 

 

 

Sono passate due settimane...tanta merda.

Sono seduto sul divano di casa mia a fare un po' di zapping, ed eccolo lì, in TV. Voglio cambiare canale, ma qualcosa mi dice di non farlo. Il masochismo, probabilmente.

 

-...perchè questo è ciò che le band sono, sono come una famiglia, un matrimonio estremamente influenzabile da altri estranei, quindi se qualcuno fa qualcosa e si cessa di comunicare, ci potranno essere solo brutte conseguenze...- (*)

 

Eri tu la mia famiglia, Tom, eri tu il ragazzo che avrei voluto portare all'altare. Dopo è arrivata Jen e, sei stato tu a farti influenzare da lei.

Eri tu quello che voleva comandare su tutto, e non era giusto.

 

-...quando mi guardarono e mi dissero che se avessi messo la mia famiglia al primo posto, se avessi fatto di essa la mia priorità, sarei dovuto essere cosciente delle ripercussioni di questo gesto...- (*)

 

Non ti ho chiesto di scegliere, volevo solo che tu facessi un altro sforzo, poi sarebbe comunque arrivato un periodo di pausa, di riposo e saremmo tornati a casa dalle nostre famiglie. Non volevo per niente metterti nella situazione in cui ti sei trovato, Tom. Davvero, sai che ti amavo. Sei stato un grande stronzo, quello si, volevi comandare tu. Cosa sei diventato?! Poi un codardo sei stato, il manager ha parlato al tuo posto, quando dovevi essere tu a farlo! Codardo. E poi hai cambiato pure numero di telefono, una gran cazzata!

 

-...quando mi dissero se sapevo che non avrei più potuto lavorare in quella situazione, non c'è stata storia! Perchè nessuno può ordinarmi di allontanarmi dalla mia famiglia, è stata la cazzata più grande che io abbia mai sentito in vita mia...- (*)

 

Ero io la tua famiglia, tipo 10 anni fa...

E io non volevo assolutamente ordinarti niente.

 

Fa ancora troppo male. Di nuovo le lacrime. Pensavo di aver finito il liquido lacrimale, purtroppo non è così. Sono così stufo di piangere. Sono stato rimpiazzato pochi anni prima del 2000, poi Tom si è sposato nel 2001.

Voglio morire. Per cosa vivo, ormai?

 

-...avevo toccato il fondo, è stata la cosa più pesante che sia mai capitata nella mia vita. E' stato come divorziare 3 volte in una settimana, è stata una cosa fottutamente folle, pazzesca, un insieme di emozioni, tristezza, incazzatura...- (*)

 

No, Tom, so che non ti importa, non ti dispiace. Se fosse stato così, avremmo cercato di chiarire e far si che non accadesse niente.

Io non ci casco come tutti gli altri.

Ma poi tu avevi quei cazzo di dolori alla schiena e...sei andato fuori di testa con gli antidolorifici. Non capivi più un cazzo, DeLonge. Il dolore ti stava mangiando e tutte quelle pastiglie non ti facevano effetto. Poi hai deciso così, di prendere la tua strada, hai lasciato che il dolore vincesse e probabilmente lo volevi far sentire anche a noi, giusto per farci capire quello che avevi provato. Non so, non so cosa pensare.

 

Mi lascio andare sullo schienale, chiudendo gli occhi e sbuffando.

Provare a non amarlo, me lo fa solo amare ancora di più. Mi manca.

Devo fare qualcosa, non posso starmene con le mani in mano.

 

 

 

VI

It Hurts

VI

 

 

 

(*) discorsi presi da ''Start The Machine'' (Angels & Airwaves)

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Capitolo 7
*** Where's Tom? ***


VII

Where's Tom?

VII

 

 

 

"Mark! Travis! E' ora di andare!" ci dicono.

Si sente già la folla urlante.

Ci dirigiamo sul palco e vediamo che c'è pieno di gente. Salutiamo tutti con le mani, loro urlano ancora di più.

"Ciao! Noi siamo i +44" urlo.

Il pubblico fa lo stesso.

Cominciamo a suonare e ad un certo punto compare un cartellone in mezzo alla folla con scritto: 'Dov'è Tom?'. Smetto di cantare senza farlo apposta, e come minimo tutti se ne accorgono e si chiedono il perchè.

Eh, dov'è Tom? Me lo chiedo anche io.

Mi giro verso l'altra parte del palco, ma lui ovviamente non è lì.

"Quel cartellone non è divertente!" ci scherzo su, indicandolo "Perchè anche io, come voi, mi sto chiedendo dove sia"

Le parole vengono spontanee.

"Vaffanculo Tom! Questa è per te!" continuo, iniziando -No, It Isn't-.

L'ho mandato a fanculo davanti a tutti, è sempre così. Quando qualcuno ti fa un torto, lo offendi, lo odi e cose così, ma tutto perchè lo ami da morire.

Dopo poco la mia voce viene rotta dal pianto, ma non ci do tanto peso. Continuo a cantare, finchè non finiamo la canzone e io urlo di nuovo un "Vaffanculo" con tanto di dito medio, come se lui fosse lì a vedermi.

 

 

Prendo Jen di peso e la butto sul letto. Lei sorride maliziosa, io ricambio. Ci baciamo arrivando ad essere completamente nudi entrambi. Ne ho bisogno. Mi metto un preservativo penetrando subito dopo in lei, facendola boccheggiare. Comincio con le spinte ed è un piacere immenso. Sono in paradiso. Chiudo gli occhi.

"Mark..." sbiascico mentre raggiungo l'orgasmo.

Oh cazzo!

Apro gli occhi, c'è Jen che mi fissa stupita. Vedo che ora ha un'espressione arrabbiata.

Mi spinge via da lei e poi mi tira addosso i miei vestiti.

"Porco! Fuori da casa mia!"

Cazzo, sono nella merda. Thomas, sei un genio, si, il genio degli idioti. Ora dove cazzo hai intenzione di andare?

La seguo nell'altra stanza.

"Aspetta Jen!"

"No, non aspetto un cazzo!" urla.

"Mamma?!" fa la sua comparsa Ava nella stanza. Ormai è abbastanza grande per capire le parolacce.

Mi precipito davanti a Jen, coprendola, visto che è nuda. Siamo entrambi imbarazzati, ma almeno io sono vestito.

"Adesso la mamma viene di là, vai intanto..."

Ava fa come Jen le dice.

Fiuu.

Chiudo la porta e mi rigiro verso 'mia moglie', ci guardiamo negli occhi.

"Riguardo a te...puoi anche direttamente uscire di casa"

La bacio all'improvviso, ma poi lei si stacca.

"Bugiardo! Esci! Tom, fuori da casa mia!"

"E' finita?"

"E me lo chiedi anche?!" urla.

"Smettila di urlare" dico a denti stretti prendendola per un polso "E vestiti" continuo, lasciandole il polso.

I suoi occhi sono lucidi.

Si veste e poi dice ancora, ma in tono gentile: "Puoi andare fuori di qui o no?"

"Ora vado...mi dispiace, Jennifer" la guardo negli occhi, poi l'abbraccio.

Si lascia abbracciare e poi le do un bacio sulla fronte.

"Abbi cura di te, Jen, e dei bambini, quando non ci sarò..."

Lei annuisce e io mi dirigo verso la porta, dandole le spalle.

"So here's your holiday/ Hope you enjoy it this time/ You gave it all away/ It was mine/ So when you're dead and gone/ Will you remember this night?/ Twenty years now lost/ It's not right" canta, mentre piange.

Io rabbrividisco, mi irrigidisco. Una lacrima sul mio viso. Che pessimo padre che sono, pure io. Mi dispiace così tanto, ho sempre fatto di tutto per evitare tutto questo...

Apro la porta e mi trovo Ava in lacrime.

"Hey, che succede?"

"Ho sentito tutto, papà"

Oh merda.

"Non è successo niente" mento.

La abbraccio.

Non doveva succedere.

 

 

Ora sono qui, camuffato da normale fan, in mezzo a tutti gli altri, ad un concerto dei +44. Con me ho quel bel cartellone con scritto 'Dov'è Tom?'. Si, è una provocazione.

Nel bel mezzo del concerto lo alzo e Mark lo nota subito e smette di cantare.

"Quel cartellone non è divertente!" dice "Perchè anche io, come voi, mi sto chiedendo dove sia"

"Vaffanculo Tom, questa è per te!" continua.

Inizia -No, It Isn't- e fa davvero male.

Sta cantando e piangendo contemporaneamente, ma non se ne cura. Finisce la canzone e mi manda a fanculo un'altra volta.

Il concerto è terminato e io mi faccio strada verso il backstage. Con tutta la folla ci metterò 3 ore per arrivare.

Quando sono là, c'è ovviamente la guardia del corpo che non mi riconosce.

"Sono Tom!"

"Vai a casa, ragazzino!"

"Cazzo, sono Tom DeLonge davvero, stupido!" mi tolgo la sciarpa e il cappello per farmi riconoscere.

"Oh cazzo, mi scusi. Vada pure!"

Finalmente!

Entro nel backstage e mi tolgo tutti i camuffamenti possibili. Ci sono delle persone che non conosco e chiedo loro di Mark e Travis. Mi dicono dove sono.

 

 

 

VII

Where's Tom?

VII

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Capitolo 8
*** Go Away From Me ***


VIII

Go Away From Me

VIII

 

 

 

Sono nel camerino a pensare, quando Travis irrompe nella stanza.

"Mark! C'è Tom che si aggira per i corridoi!!"

"Cos-"

Ecco che il cuore impazzisce.

Tom? Tom. Tom!

Oddio, stai calmo. Prima hai mandato a fanculo il DeLonge e ora ti ritrovi qui a non capire più un cazzo. Molto bene Mark, ottimo lavoro!

Faccio per uscire a controllare ma appena apro la porta, lui è lì, quindi gliela sbatto in faccia e faccio marcia indietro. Penso che non uscirò mai da qui, o almeno, non da vivo. Vorrei sotterrarmi, tanto per stare in tema con i morti.

"Travis!" lo indico "Sono fottutamente in panico"

Lui -da stronzo- apre la porta.

"Ma vaffan-" soffoco.

Si sono coalizzati?!

Mi giro e vado verso la finestra. Guardare fuori, forse, è molto più interessante, FORSE.

Sento i due sussurrare dietro di me. Sento la porta chiudersi, quindi mi giro.

"Finalmente se n'è andato quello..."

Tom, è Tom, non Travis.

Figura di merda.

Mi guarda strano, mentre chiude la porta a chiave. Che vuole fare? Io proprio niente. Raccontalo a qualcun altro, Mark.

"Cosa vuoi?" chiedo in modo duro.

"Parlarti, forse?!"

"Non c'è bisogno di chiudere a chiave" faccio notare.

"Se ci fosse stato il cartello -Do Not Disturb- avrei messo quello, ma non c'è, quindi..." alza le spalle.

"Dove vuoi arrivare?!"

Si avvicina a me, io mi allontano.

"Mi ami ancora, Mark?" mi chiede senza tanti giri di parole.

Cosa voglio o cosa devo rispondere?

"Il passato è passato, ho una famiglia ora" lo cito.

No, non è vero che ho una famiglia, comunque.

Lui ride alla sua citazione.

Si avvicina ancora a me e io arrivo al muro. Sono in trappola.

"Ero stupido" ammette.

"Come sta Jen, a proposito?" ignoro la sua affermazione.

Sposta lo sguardo a terra.

"Spero starà bene senza di me..." dice con voce rotta.

"Sono una merda" continua.

Oh, lo sai almeno.

"Che è successo?" mi faccio serio.

"E che te ne importa di me..."

Ma mi prendi per il culo?!

"Stai scherzando?!" quasi urlo.

Mi guarda, faccia triste.

"E' finita tra me e lei, non ti spiego i particolari, sono un po' imbarazzanti..." riesce a ridere un pochino.

Lo guardo con interrogazione.

"Stavamo scopando..."

"No, Tom! Non mi interessa la tua vita sessuale!" lo interrompo sul nascere.

Come se non facesse abbastanza male pensare a lui e a Jen nudi nel letto.

"Ho ansimato il tuo nome" ammette.

Apro la bocca per dire qualcosa ma non ho niente da dire. Sono spiazzato.

"Mi prendi per il culo" dico.

"No, Mark" mi fissa e si avvicina ancora.

Il mio cuore si è fottuto.

Tendo le mani davanti a me per tenerlo lontano.

"Non voglio più avere a che fare con te" balbetto, spostando lo sguardo.

"Come scusa?" chiede, con occhi a fessura.

"Hai capito! Tom, vattene"

"Tu non hai capito un cazzo! Ho fatto sesso con lei, pensando a te, te ne rendi conto?! Ora mi dici di andarmene?!"

"Non è un problema mio" balbetto di nuovo, anche se sono serio.

"Sul serio?"

"Già" confermo, cercando di non far notare le mie emozioni.

"Mark, non ci credo, davvero" si avvicina ancora, contro le mie mani, ma cerco di non mollare. Mi sposto verso sinistra e mi allontano veloce.

"Mark!" urla "Ascoltami!"

"DELONGE, VATTENE. SUBITO!" urlo, indicando la porta.

"No!" risponde con lo stesso tono e ci rimango lievemente male.

Ammutolisco.

Ritorno a guardare la finestra. Ora lo so, è più interessante.

"Seriamente, voglio stare con te..."

"La, la, la...non ti sto ascoltando" mi comporto da ragazzino.

Mi prende per la maglia e mi fa girare verso di lui.

"Come ti permetti?!" dico, e quasi mi viene da ridere.

Lui è Thomas DeLonge, il mio ex migliore amico, quello che avrebbe potuto permettersi di farmi di tutto. Tranne che ferirmi in qualche modo.

Lui ride isterico, al mio posto. E si, avrei voluto farlo anche io.

"Non hai capito?! Vattene..." non sono sicuro del tutto di quello che sto dicendo.

"Io. Ti. Amo. Lo. Capisci?!"

Apro la bocca e poi la richiudo.

"Non è vero" mi affretto a commentare.

"Ti odio" continuo.

 

 

 

VIII

Go Away From Me

VIII

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Capitolo 9
*** All The Small Things ***


IX

All The Small Things

IX

 

 

 

Mi prende e -non so come- mi butta per terra, poi si mette a cavalcioni su di me. Esplodo, come i miei pantaloni.

“Io...” provo a dire, ma lui mi ficca subito la lingua in bocca.

Oh cazzo se mi era mancato!

Mi viene da piangere di felicità.

Ci stacchiamo e io mi metto seduto.

“Hey” sussurra dolcemente, asciugandomi le lacrime.

No, ma io non posso.

Riesco ancora a ricordare il dolore di 4 anni fa, di quel 'Tom non è più nella band'. Quando codardo fosti. Quanto male mi facesti. Troppo orgoglio per tornare indietro, eh? Per pentirti, per ammettere di aver sbagliato.

Non era rimasto niente da dirci, era troppo tardi.

Tu non avevi niente da dire, ma io si: non è mai troppo tardi per amare.

“Non lasciarmi” riesco a bisbigliare, quasi come un sospiro.

“Non lo farò di nuovo”

Lui è l'amore.

 

Poi accade tutto velocemente. Vestiti sparsi per il pavimento, io e lui. Solo io e lui. Tom sopra di me, le mie gambe sono appoggiate sulle sue spalle. Ci guardiamo in faccia poi lui penetra in me senza lubrificante ne niente, quindi urlo di dolore.

“Cazzo, scusa!” si affretta ad uscire e a tapparmi la bocca.

Scuoto la testa.

“Sta zitto e baciami” ordino.

Lui sorride e appiccica le sue labbra alle mie. Mentre limoniamo lui rientra in me, e io non faccio altro che gemere. Fa meno male di prima, almeno.

Continua a spingere e io vengo prima di lui, sporcando pure per terra. Ride, mentre raggiunge il culmine pure lui dentro di me. Poi si lascia andare su di me, sudato morto. Ci sorridiamo.

Sono felice, ecco tutto.

“Ti amo, testa di cazzo” lo guardo.

Mi bacia il naso.

“Anche io, coglione” risponde.

Rido leggermente, per poi abbracciarlo ancora.

 

Sentiamo bussare alla porta e subito ci alziamo da terra.

“Che succede lì dentro?” chiedono da fuori.

“Niente. Ora arriviamo, stavamo solo...ehm, parlando” rispondo, cercando di vestirmi. Tom fa lo stesso, ma -non so come- scivola a causa del mio liquido rimasto per terra.

“Porca putt-!!”

Io rido a crepapelle.

“Mark!” mi rimprovera.

Rido ancora di più, mentre lo alzo da terra.

“Tu, stupido stron-”

Lo interrompo con un bacio.

“Usciamo da qui perché sennò si insospettiscono”

Lui annuisce, per poi dirigersi alla porta. Usciamo e mi trovo davanti quel cazzo di cartello con scritto 'Dov'è Tom?'.

“Ma che cazzo?! Era tuo?” quasi urlo.

Lui ride.

“Ero io quello in mezzo alla folla”

“Non la passi liscia!” gli faccio il solletico, cosa di cui ha sempre sofferto.

“Vedo che avete sistemato le cose...” ecco Travis.

“Ehm...sno” rispondo, tenendo le mani a posto.

“Vaffanculo Mark!” finge.

“Già, fanculo DeLonge” sto al gioco.

Travis ride e poi abbraccia entrambi.

“Grazie al cielo siamo di nuovo qui” dice lui “E poi con me non dovete fingere, so che vi amate da morire!”

Io e Tom ci guardiamo e poi ridiamo insieme.

 

“Mark, ehm, posso stare da te?” mi giro e lo guardo.

“E me lo chiedi anche?!”

“Eh si, magari non mi vuoi” scherza.

Gli scompiglio i capelli stampandogli un bacio sulla fronte.

“Vieni pure” dico serio.

Lui si mette a ridere e io -ritardato come sono- capisco dopo che sta ridendo appunto per il doppio senso.

Gli mollo una pacca sul culo.

“Sei un coglione” gli sussurro all'orecchio.

Lui se la ride ancora.

“E' per questo che mi ami” dice con modestia, dandomi un bacio sulla guancia.

Accendo la macchina e alla radio c'è All The Small Things.

“La canzone autobiografica di Tom DeLonge” commento.

Lui mi tira un'occhiataccia.

“Non mi sembra che tu ti sia lamentato prima” fa il segno con il pollice.

Soffoco una risata, sono imbarazzato.

Guido fino a casa mia. Arrivati là aiuto Tom con la sua roba e poi entriamo in casa.

 

 

 

IX

All The Small Things

IX

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Capitolo 10
*** Or Maybe My Dick Is Too Big ***


X

Or Maybe My Dick Is Too Big

X

 

 

 

E' mattina e io mi sono appena svegliato. DeLonge non è più nel letto vicino a me, però. Sento delle imprecazioni provenienti dal bagno.

“Thomas?”

“Si, tesoro?!” risponde, con voce da donna.

Non posso non ridere.

“Cosa sta succedendo?” chiedo.

“Niente”

Mi alzo dal letto e mi dirigo da lui.

“Cosa stai facendo?”

Vedo pezzi di cotone ovunque (alcuni puliti e altri sporchi di sangue) e il disinfettante.

“Ma che cazz-!?” continuo.

Lui si gira verso di me.

“Fa un cazzo di male!” esclama.

Ora realizzo: è alle prese con il piercing al labbro.

“Ma tu sei un coglione” mi passo una mano sulla faccia.

“Quel cazzo di buco è chiuso da ormai 4 o 5 anni!” lo rimprovero.

“Va beh, io ora lo riapro”

“Togliti quell'anello subito” dico serio “Non ce n'è bisogno” sospiro.

Mi sento triste. Davvero pensa che deve per forza rimettersi i piercing e i dilatatori?! Per cosa poi? Per recuperare il tempo perso? Ormai è andato, passato, non si può tornare indietro. E di certo Tom non può ritornare ad essere il ragazzino che era, neppure io.

Abbasso lo sguardo triste, lui se ne accorge e subito mi alza il viso con l'indice.

“Hey” sussurra, io lo guardo.

“Non va bene, Tom” ammetto.

Ho quasi le lacrime.

“Cosa c'è, Mark?” chiede preoccupato.

“Pensi davvero che io non ti ami abbastanza!?” quasi urlo.

Mi copro il viso con le mani. Tace, non sa cosa dire.

Prendo e me ne vado nell'altra stanza, lui mi segue.

“Mark...”

“Non c'è bisogno che ritorni com'eri, Tom” lo guardo negli occhi.

“Scusami...” abbassa lo sguardo.

Lo colgo di sorpresa, abbracciandolo.

“Ti amo Tom, e ti amerò sempre...con o senza dilatatori e piercing”

Lui sorride.

“Anche io ti amo...con o senza rughe”

“Hey!” lo rimprovero “Come se fossi solo io quello vecchio qui!”

“Ah ah ah, intanto hai 3 anni in più di me...”

“Come se fosse l'età quella che conta...” faccio il colto.

“Per lui, si” si indica Tom Junior.

Ridiamo insieme. Dio, quanto è stupido. Ma -come ha detto lui- è per questo che lo amo. Voglio passare la mia vita con lui, devo farlo.

“Allora usalo finché ne hai la possibilità” lo provoco con un sorriso malizioso al massimo.

Scuote la testa in segno di rassegnazione.

Io lo provoco ancora mettendomi sul letto a 90°.

“Tu vuoi farmi morire” dice.

Salta sul letto, mi tira giù i pantaloni e mi morde il culo.

“Ahia!” esclamo.

Si sveste pure lui e mi penetra ancora senza preservativo. Un male boia.

Stringo le coperte, mentre lui entra in me completamente. Tengo duro.

“Non riesco ad entrare, il tuo buco del culo è troppo piccolo!” esclama “O forse è il mio cazzo ad essere troppo grosso!” continua, col suo sorriso da maniaco alla DeLonge.

“Oh, sempre modesto, DeLonge”

Quante cose brutte ci diciamo.

Prova a muoversi dentro di me, ma ogni mossa è una pugnalata. Devo sopravvivere. Comincia a fare avanti e indietro e quel dolore si trasforma in piacere. Inizio a sentire caldo, quindi a sudare.

I nostri gemiti riempiono la stanza, i suoi più forti dei miei. Probabilmente è vicino all'orgasmo. Con un'ultima spinta si libera dentro di me, per poi lasciarsi andare su di me. Siamo entrambi sudati morti, si tira su e io mi giro a pancia in su. Si appoggia al mio petto mentre gli do un bacio sulla fronte, lui ne pretende uno sulla bocca e quindi lo accontento.

 

 

 

X

Or Maybe My Dick Is Too Big

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