the red twin

di Kaito Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: l'incidente ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: una nuova scuola, un nuovo inizio. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: uno sguardo rosso come il sangue e caldo come gli inferi. ***
Capitolo 4: *** anche i demoni possono piangere ***
Capitolo 5: *** capitolo 4: il perdono ha il colore del sangue ***
Capitolo 6: *** nuovi arrivati, vecchi amici ***
Capitolo 7: *** una commedia che deve assolutamente essere perfetta! ***
Capitolo 8: *** il segreto dei due maghi ***
Capitolo 9: *** il doppio volto di Alexander ***
Capitolo 10: *** un amore per Ace ***
Capitolo 11: *** preoccupazioni infondate? ***
Capitolo 12: *** verità ***
Capitolo 13: *** Rabbia! ***
Capitolo 14: *** determinazione ***



Capitolo 1
*** Prologo: l'incidente ***


Prologo: l'incidente.

 

“ hai sentito cos'è successo?”

“ parli del ragazzo dal cappello di paglia?”

“ si. Si chiamava Stephan. A quanto pare è stato investito da un camion.”

“ com'è successo?”

“ a quanto pare una ragazza stava per essere investita e lui si è buttato in mezzo alla strada per salvarla. È riuscito a spingerla via ma non ha fatto in tempo a scansarsi. Il funerale di Stephan è stato oggi.”

“ so che non aveva più i genitori, chi lo ha organizzato?”

“ è stato suo fratello.”

“ ah si, il giovane Alexander... poverino, adesso è solo al mondo...”

“ a me quel ragazzo non è mai piaciuto, a differenza di suo fratello che era solare, gentile e cordiale, lui è piuttosto scontroso e fa spesso a botte con gli altri ragazzi della sua età.”

“ hai ragione. A quanto pare, però, quando era con suo fratello, cambiava completamente.”

“ che strano... due fratelli gemelli con caratteri all'opposto...”.

In quel momento una ragazza di media statura, con gli occhi marroni, i capelli castani molto lunghi, la pelle molto chiara che indossava dei jeans scuri, una maglia bianca a maniche corte con uno strano disegno ed un giubbotto nero, camminava sotto la pioggia. Sentendo le parole delle due signore, senza smettere di camminare, sussurrò:

“ è colpa mia... è colpa mia... quel ragazzo ha perso la vita per colpa mia...”.

La ragazza aveva uno sguardo spento. Ad un tratto si fermò sulla cima di un ponte che sovrastava un fiume le cui acque erano molto profonde:

“ non ho motivo per continuare a vivere...”.

La ragazza scavalcò la ringhiera del ponte e si buttò in acqua.

Il suo corpo andò a fondo per via dei sassi che le riempivano le tasche. Divenne sempre più pesante e le forze la abbandonarono. Ad un tratto, quando la ragazza stava per smettere di respirare, una figura si buttò in acqua e la trasse in salvo. Quando rinvenne, Alicia era sulla riva del fiume, coperta da un lungo impermeabile nero e a pochi metri da lei c'era un ragazzo alto un po' più di lei, con gli occhi color corvino, i capelli neri e la pelle leggermente abbronzata, che indossava un paio di jeans e una maglia nera a maniche corte senza colletto. Appena lo vide, la ragazza gli chiese:

“ sei stato tu a salvarmi?”.

Lui, con tono molto arrabbiato, rispose:

“ sei una stupida! ti sei gettata da quel ponte perché ti senti in colpa e credi di non avere più ragioni per vivere!? Non ti rendi conto di quanto sei egoista?! Stephan ha sacrificato la sua vita per salvare la tua! vuoi un motivo per continuare a vivere?! Eccolo: vivi per colui che non può continuare a farlo!”.

Il ragazzo si riprese con forza l'impermeabile e, dopo averlo indossato, corse via. Dopo pochi secondi Alicia non riuscì più a vedere la sua figura. Guardando nel punto in cui il giovane era seduto, notò che c'era un cappello di paglia. La ragazza lo prese in mano:

“ ma questo è... allora lui deve essere suo fratello... Alexander...”.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: una nuova scuola, un nuovo inizio. ***


La ragazza, anche se molto scossa, prese il cappello che il ragazzo aveva lasciato lì e tornò a casa.

Appena entrò, sua madre le andò incontro, era una donna con i capelli corti, neri, gli occhi verdi e la pelle molto chiara:

“ Alicia, è arrivata... è arrivata!”

“ che cosa, mamma?”

“ la lettera di ammissione all'istituto superiore Saint Million!”;

appena sentì la notizia, la ragazza dimenticò tutto ciò che era accaduto quel giorno e iniziò ad esultare:

“ ce l'ho fatta!”.

A causa dell'eccitazione la ragazza non riuscì ad addormentarsi fino a tarda notte.

 

Il mattino seguente la ragazza si svegliò molto presto. Ad un tratto, mentre si preparava, Alicia posò lo sguardo sul cappello di paglia che aveva appoggiato la sera prima sul comodino affianco al suo letto:

“ che strana situazione: ieri ero depressa e stavo per compiere una sciocchezza e oggi, invece, inizia la mia nuova vita all'istituto Saint Million. Devo cercare di lasciarmi il passato alle spalle.”.

Dopo aver finito di prepararsi, la ragazza si mise il cappello in testa, uscì in fretta di casa e corse verso la sua nuova scuola. Appena arrivò, rimase estasiata dal meraviglioso paesaggio di quell'edificio: un'enorme costruzione di color arancio pesca con tantissime finestre di dimensioni colossali che, illuminate dal sole che risplendeva quel giorno, producevano un meraviglioso gioco di luci. Tutt'intorno all'edificio c'erano alberi e fiori di diversi colori che emanavano un profumo meraviglioso in tutta la zona.

Ad un tratto, mentre guardava estasiata l'istituto, sentì una voce:

“ bella, vero?”. 

La ragazza si voltò e vide che a parlare era stata una ragazza poco più grande di lei, con i capelli neri corti e gli occhi verdi, che indossava un lungo vestito bianco e delle scarpette da ballo:

“ ciao. Da come guardi la scuola, intuisco che sei nuova. Io sono Sophia Barker, presidentessa del consiglio studentesco e membro del club di balletto. Ti do il benvenuto all'istituto Saint Million.”

“ grazie. Io sono Alicia Gray, piacere di conoscerti.”

“ il piacere è tutto mio. Non vorrei essere indiscreta ma potresti dirmi in che classe sei?”

“ terzo anno, sezione E.”

“uhm, è una buona classe. Se escludiamo due o tre persone, sono tutti molto gentili. Solo un consiglio: stai attenta al Demone Rosso Sangue!”.

In quel momento si sentì una voce provenire dagli altoparlanti della scuola:

“ Avviso: tutti i membri del consiglio studentesco sono attesi nell'ufficio del preside.”

“ devo andare, ciao...”

“” ehi aspetta!”.

Sophia corse via prima che Alicia potesse dire altro. La giovane, leggermente turbata dalle parole della ragazza, si diresse verso l'entrata della scuola. Una volta arrivata nella sua classe, si guardò intorno e scelse di sedersi in un posto vicino ad una delle due finestre della classe. Dopo qualche minuto entrò il professore: un uomo robusto, con gli occhi marroni, i capelli neri, la pelle leggermente abbronzata, che indossava una camicia bianca, dei pantaloni ed una maglia beige, un paio di occhiali spessi e dei mocassini.

“ ragazzi, sedetevi ai vostri posti. Io sono il professor Abel Monroe e da oggi in poi sarò il vostro insegnante di filosofia. Bene, prima di iniziare la lezione, direi di fare l'appello. Quando sentirete il vostro nome, alzatevi in piedi e presentatevi brevemente. Cominciamo con Arthur Anderson”.

Si alzò il ragazzo seduto nell'ultimo banco alla destra di Alicia; aveva gli occhi color ambra, i capelli biondi, la pelle piuttosto abbronzata ed indossava dei pantaloni ed una giacca bianca:

“ io sono Arthur Anderson, primogenito della grande famiglia Anderson. Mio padre possiede più di metà di questa città ed è facilmente riuscito a farmi ammettere a questo istituto. I miei hobby sono giocare a scacchi e fare pratica di scherma.”.

Alicia, guardandolo, arrossì:

“ com'è carino...”.

“ bene. Passiamo al prossimo...”.

Il professore chiamò altre diciotto persone. Dopo circa 10 minuti arrivò il turno di Alicia:

“io sono Alicia Gray. I miei genitori gestiscono una panetteria. Sono riuscito ad entrare in questa scuola grazie ad una borsa di studio. I miei hobby sono leggere e dipingere. Mi piacciono i libri di Arthur Conan Doyle.”

“ ora passiamo all'ultimo della lista: Alexander Hunt.”.

Alicia, sentendo quel nome si stupì e, incredula, vide alle sue spalle il ragazzo che il giorno prima le aveva salvato la vita. Il giovane, con tono freddo, disse:

“ il mio nome è Alexander Hunt. I miei genitori sono morti tempo fa e qualche giorno fa se n'è andato anche mio fratello. I miei hobby non vi devono interessare e non ho materie che mi piacciono particolarmente.”.

In quel momento gli altri studenti si misero a sparlare tra loro:

“ è lui... è il demone...”.

Il professore disse:

“ bene, ora che le presentazioni sono finite, possiamo iniziare la lezione.”.

 

Quando, alle 10.45, iniziò l'intervallo, Alicia si avvicinò ad Alexander, che era seduto al suo banco:

“ ciao, volevo ringraziarti per ciò che hai fatto ieri.”;

la ragazza prese il cappello di paglia e lo porse al ragazzo:

“ tieni, hai dimenticato questo ieri. Sai, non mi aspettavo di incontrarti qui, è stata una sorpresa.”.

Alexander esclamò con tono freddo:

“ ci conosciamo?”.

La domanda del ragazzo lasciò di sasso Alicia, che rispose:

“ sono Alicia, ieri sera stavo per annegare e tu mi hai salvata.”

“ non so di cosa stai parlando. Scusa ma ora ho sonno e voglio dormire...”.

Finito di parlare, il ragazzo poggiò la testa sul banco e si addormentò. Alicia, irritata e dubbiosa, esclamò:

“ svegliati!”.

Il ragazzo continuò a dormire:

“ lasciamo perdere!...”.

In quel momento le sei avvicinò un ragazzo di media statura, con gli occhi marroni, i capelli neri e la pelle molto scura, che indossava una maglietta rossa e dei pantaloncini corti beige:

“ scusa, posso chiederti una cosa?”

“ certo; aspetta... tu ti chiami Gabriel, giusto?”

“ si. Volevo chiederti in che rapporti sei con quel ragazzo?”

“ intendi Alexander?”

“ si.”

“ beh, vediamo...”

meglio non dirgli che mi ha salvato la vita.

“ oggi è la prima volta che lo vedo.”

“ sicura? Prima ti ho vista mentre parlavi con lui.”

“ ah si... beh, vedi, l'ho scambiato per un'altra persona.”

“ avanti Gabriel, smettila di importunarla.”.

In quel momento si avvicinò Arthur:

“ è impossibile che una ragazza bella come lei abbia qualcosa a che fare con Alexander.”.

Alicia arrossì leggermente per le parole del giovane. Arthur si inchinò e baciò la mano della ragazza. La giovane divenne rossa come un peperone:

“ ah, mi dispiace, ti ho messa in imbarazzo. Dimmi, cosa posso fare per farmi perdonare?”

“ non c'è bisogno...”

“ insisto; ho trovato: per domani pomeriggio ho organizzato un party per festeggiare l'inizio della scuola e mi piacerebbe che tu ti partecipassi.”.

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un biglietto con un simbolo raffigurante due spade d'oro con una piuma in mezzo:

“ la festa sarà alle 15.00 a casa mia, in via delle Due Rose, ecco, qui dentro c'è l'invito per la festa. Attenta a non perderlo oppure Claude, la mia guardia del corpo, non ti lascerà entrare.”

“ ah, va bene.”.

In quel momento suonò la campanella:

“ a domani allora...”.

In quel momento rientrò il professore che esclamò:

“ ragazzi, ora faremo un test per verificare quali sono le vostre attuali conoscenze.”.

Il signor Monroe consegnò un fascicolo formato da trenta fogli ad ogni studente:

“ avete tre ore di tempo.”.

 

Allo scadere del tempo il professore ritirò tutti i test:

“ i risultati dei quiz saranno esposti domani sulla bacheca all'entrata dell'edificio assieme a quelli del resto della scuola.”.

Mentre usciva dalla classe, Alicia venne raggiunta da una ragazza alta quanto lei, con gli occhi verdi, i capelli neri, lunghi e mossi che indossava un cappotto rosso e dei jeans aderenti:

“ ehi, Alicia.”

“ ciao Kate”

“ il test era difficile, vero?”

“ si ma credo di aver azzeccato almeno ottanta delle cento domande.”

“ davvero, sei un genio! Io credo di averne azzeccate al massimo la metà.”

“ beh, non è importante, il punteggio di questo quiz non farà media.”

“ hai ragione, non devo preoccuparmi.”

“ scusa ma ora devo correre a casa, ciao.”

“ ci vediamo domani, ciao.”.

Alicia corse via. Quando arrivò a casa, la madre le corse incontro, impaziente di sapere come le era andata la prima giornata di scuola:

“ allora Alicia, figlia mia, com'è stato il tuo primo giorno all'istituto?”

“ è stato fantastico! Ho incontrato molte persone diverse tra di loro, tutte molto gentili.”

“ e dimmi, sei già riuscita a farti degli amici?”

“ beh, mamma, è solo il primo giorno.”

“ hai ragione...”

“ ah, dimenticavo di darti la notizia più importante! Un ragazzo molto gentile oggi mi ha invitato ad una festa che si terrà domani in via delle Due Rose.”

“ sono molto contenta per te, figlia mia.”.

Dopo qualche secondo la madre di Alicia le chiese:

“ posso farti una domanda: quel cappello che porti in testa, mi dici dove lo hai preso?”

 è vero, non ho raccontato nulla a mia madre su cosa è successo la sera scorsa... meglio non dirle nulla...

“ me lo ha regalato un mio amico.”

“ è stato molto gentile...”

“ già... ora scusami mamma ma devo andare alla lezione di kendo.”

“ ah è vero, vado a prenderti la tua attrezzatura.”

“ grazie...”.

Dopo pochi minuti Alicia uscì di casa e corse lungo la riva del fiume, raggiungendo in breve un'enorme palestra. Dopo aver indossato la sua attrezzatura, iniziò ad allenarsi.

Dopo circa due ore si cambiò e si riavviò verso casa. Ad un tratto, quando ormai era quasi arrivata, notò qualcuno che si allenava sulla riva del fiume, tirando pugni contro un tronco di legno che probabilmente aveva portato lì:

“ cosa sta facendo quel ragazzo? È quasi il tramonto... un attimo! ma quello è il ragazzo dell'altro giorno!”.

La ragazza si avvicinò piano piano ad Alexander ed esclamò:

“ ancora in giro, signor non so chi sei?”

“ potrei farti la stessa domanda, signorina fronte spaziosa?”

“ come ti premetti?! Non ti hanno insegnato che non si parla così ad una signora?”

“ hai iniziato tu, e poi non sei troppo giovane per definirti una signora?”

“ non importa!”

“va bene, signorina fronte spaziosa

“ smettila di chiamarmi così!”

“ e come altro dovrei chiamarti?”

“ ancora non l'hai imparato?! Mi chiamo Alicia, zuccone!”

“ bene, felice di conoscerti, Alicia zuccone...”

quanto mi da sui nervi!.

Vedendo la ragazza alterata, Alexander fece un sorriso e disse:

“ stai calma, stavo scherzando, mi ricordo chi sei: ti chiami Alicia Gray; i tuoi genitori gestiscono una panetteria; sei entrata all'istituto Saint Million grazie ad una borsa di studio; i tuoi hobby sono leggere, dipingere e, guardando la tua sacca, praticare il kendo.”.

Alicia, sempre più irritata dall'atteggiamento di Alexander, prese la sua spada di legno e provò a colpirlo. Il ragazzo, però, fermò la katana con una sola mano:

“ siamo suscettibili, eh?”

“ lascia la mia spada...”

“ perché? Così potrai provare di nuovo a colpirmi?”

“ come sarebbe a dire provare?”

“ sono certo che non riuscirai a mandare a segno neanche un colpo...”

“ ah si?! Vediamo se è vero!”.

Con uno strattone più forte la ragazza liberò la sua lama e provò a colpire più volte Alexander, il quale, tuttavia, evitò senza fatica tutti i suoi colpi. Dopo circa dieci minuti la ragazza era senza fiato. Il giovane, invece, era ancora fresco come una rosa:

“ com'è possibile! Sono dieci minuti che non ti do tregua, come fai a non essere stanco?!”

“ i tuoi attacchi sono prevedibili e facilmente evitabili.”

Alicia, al limite della sopportazione, esclamò:

“ falla finita pallone gonfiato! Sarai anche più forte di me ma di sicuro io sono più intelligente!”

“ ah, davvero? Questo lo scopriremo domani quando ci consegneranno i risultati dei quiz. È tardi quindi me ne vado a casa.”.

Alexander si mise a camminare nella direzione opposto a quella da cui era arrivata Alicia. Ad un tratto, tuttavia, si fermò e, voltandosi verso la ragazza, esclamò:

“ ah, dimenticavo: prenditi cura del cappello che ti ho lasciato.”.

Alicia guardò in viso Alexander e rimase stupita di ciò che vide:

che succede? I suoi occhi sembrano rossi... deve essere il riflesso del tramonto.

“ non ho altro da dirti, bye bye.”.

Il ragazzo si rimise a camminare ed in breve tempo scomparve:

“ che cosa mi succede? il mio cuore sta battendo molto velocemente? non importa, meglio andare a casa!”.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: uno sguardo rosso come il sangue e caldo come gli inferi. ***


 

Il giorno successivo, quando arrivò a scuola, Alicia vide che molti studenti si erano radunati intorno alla bacheca di fronte all'entrata. Mentre tentava di avvicinarsi, vide Sophia:

“ ehi, Sophia!”

“ ah, ciao Alicia, come va?”

“ tutto bene; sai dirmi perché si sono accalcati tutti là davanti?”

“ te ne sei già dimenticata? oggi hanno appeso i risultati degli esami fatti ieri da tutti gli studenti!”

“ ah, è vero!”.

Dopo pochi minuti la folla che si era formata di fronte all'entrata si disperse ed Alicia andò a vedere i risultati:

“ allora... vediamo... ah, eccomi! Alicia Gray, punteggio: 90 su 100, sono grande. Vediamo quanto ha preso Kate... 65 su 100; beh, tutto sommato non le è andata male...”. 

Ad un tratto Sophia si avvicinò nuovamente alla ragazza:

“ soddisfatta del tuo punteggio?”

“ si, molto. A proposito Sophia, tu quanto hai preso?”

“ ho totalizzato 92 punti su 100”

“ ma sei un genio!”

“ grazie...”

“ adesso che ci penso, devo controllare una cosa...”.

Alicia si mise a controllare il tabellone con molta scrupolosità:

“ mi spieghi cosa stai cercando?”

“ un ragazzo della mia classe ieri mi ha fatto saltare i nervi e voglio vedere quanto ha preso così potrò vantarmi di aver preso più di lui...”

“ ti do una mano, come si chiama?”

“ Alexander Hunt...”.

Dopo pochi secondi Sophia esclamò:

“ credo che non potrai vantarti...”

“ perché?”

“ Alexander Hunt, punteggio: 100 su 100.”

“ non ci credo, quel pallone gonfiato ha totalizzato il punteggio massimo?!”.

“ a quanto pare quel ragazzo è tutt'altro che stupido...”

“ che rabbia! quel tipo mi da sui nervi!”.

“ scusa se te lo chiedo ma puoi dirmi cosa ti ha fatto di così grave?”.

Alicia, anche se un po' titubante, decise di fidarsi di Sophia e di raccontarle gli avvenimenti degli ultimi giorni, evitando, però, di menzionare il suo tentativo di suicidio:

“ allora, il giorno successivo alla sfortunata morte del fratello Stephan, dovuta a quello sfortunato incidente, sei caduta nel fiume e Alexander ti ha salvata; tuttavia nei giorni successivi ha fatto finta di non conoscerti, ho capito bene?”

“ si, esatto...”

“ beh, bisogna ammettere che è un comportamento piuttosto strano...”

“ altro che strano, quel tipo è veramente insopportabile!”

“ adesso che ci penso... Alexander Hunt... non so perché ma questo nome mi ricorda qualcosa... ah ma certo!”

Sophia sbiancò ed esclamò:

“ Alicia, devi stare attenta a quel ragazzo! lui è... lui è... il Demone Rosso Sangue!”

“ anche ieri mi hai parlato di questo misterioso personaggio... mi vuoi dire chi è?!”

“ è il capo di una banda di teppisti, uno spietato criminale che si diverte a far soffrire la gente... chiunque lo abbia sfidato è rimasto scioccato dal colore rosso dei suoi occhi che sembrano appartenere al diavolo in persona... devi stare attenta a lui o farai una brutta fine!”

“ non pensi di stare esagerando?”

“ assolutamente no! In giro si dice che una volta ha mandato in ospedale una squadra di calcio solo perché lo avevano battuto!”.

Dopo pochi secondi di riflessione, Alicia disse:

“ scusa se te lo dico ma credo che tu abbia sbagliato persona: si, è vero che incute un po' di paura e che ha un carattere pessimo ma non credo che lo si possa definire un teppista; inoltre, come hai detto anche tu, questo teppista ha gli occhi rossi; Alexander, invece, li ha blu scuri...”

“ ne sei sicura?”

“ si, certo...”.

In quel momento suonò la campanella:

“ è ora di correre in classe, ciao”.

Alicia corse in classe arrivando appena in tempo per l'inizio delle lezioni.

 

Durante l'intervallo Alicia si avvicinò nuovamente ad Alexander:

“ ciao Alexander”

“ soddisfatta dei risultati degli esami?”

“ eh?”

“ ieri hai detto che sicuramente mi avresti battuto nei quiz; allora, com'è andata?”.

Alicia, digrignando i denti, disse:

“ hai preso più di me...”

“ scusa, non ti ho sentito, parla più forte...”.

La ragazza, sempre più irritata, esclamò:

“ ti odio... profondamente!”

“ non sei la prima che me lo dice...”.

Non sopportando più l'atteggiamento del ragazzo, Alicia gli mollò uno schiaffo in piena faccia, scaraventandolo per terra. Subito dopo Alexander si rialzò in piedi e, dopo essersi avvicinato con molta naturalezza, le tirò un pugno nello stomaco.

“ ti do un consiglio: non colpire se non sei in grado di incassare...”

“ si può sapere cosa ti è preso? non sai che non si toccano le ragazze?”

“ io supporto la parità dei sessi.”

Il ragazzo si infilò le mani tasca ed uscì dalla classe. I loro compagni di classe, che avevano osservato tutta la scena, si avvicinarono ad Alicia e l'aiutarono a rialzarsi. Gabriel le chiese:

“ stai bene?”

“ si, più o meno...”

“ si può sapere cosa gli è preso a quel ragazzo?! Perché si è comportato così?”

“ credo di averlo leggermente irritato con quello schiaffo...”

“ hai sbagliato a tirargli una sberla ma non aveva comunque il diritto di colpirti!”.

In quel momento anche Arthur si avvicinò ad Alicia:

“ è del tutto inutile prendersela con lui adesso, non cambierebbe nulla... piuttosto, Alicia, ti ricordi della festa di oggi, vero?”

“ certo, verrò sicuramente!”.

Appena finite le lezioni, mentre stava andando verso casa, Alicia venne raggiunta da Sophia:

“ allora, hai dei programmi per oggi?”

“ io devo aiutare mia madre al lavoro, e tu?”

“ un ragazzo molto gentile di nome Arthur mi ha invitato ad una festa a casa sua oggi pomeriggio...”

“ parli di Arthur Anderson?”

“ si, lo conosci?”.

Sophia si incupì:

“ Alicia, devi stare attenta a quel ragazzo, secondo me non è uno di cui ci si può fidare...”

“ tu ti preoccupi troppo... e poi, se succedesse qualcosa, io sono una in gamba e riuscirei di certo a cavarmela!...”

“ ne sei sicura?”

“ ma si, stai tranquilla, io ho la pellaccia dura e non è facile sopraffarmi... inoltre, Arthur mi sembra una brava persona e sono sicura che non abbia cattive intenzioni...”;

Alicia fece un sorriso:

“ ora scusami ma devo andare, ciao...”.

La ragazza cominciò a correre verso casa:

“ amica mia, non sai in che guaio ti stai cacciando... vorrei aiutarti ma non so come!... aspetta, forse lui può farlo!”.

Sophia si diresse verso il fiume con passo svelto.

 

Dopo essere tornata a casa per cambiarsi, Alicia si fece accompagnare dalla madre nel luogo della festa:

“ ti verrò a riprendere tra circa tre ore”

“ ok mamma, ciao.”.

La ragazza si voltò verso la casa di Arthur e rimase meravigliata dalla sua maestosità: era un'abitazione enorme, bianca, con il tetto rosso, circondata da un vastissimo giardino pieno di orchidee. Alicia si avvicinò al cancello d'entrata e suonò il campanello. Rispose un uomo con una voce cavernosa:

“ chi è?”

“ salve, sono Alicia, un'amica di Arthur.”

“ attenda un momento.”.

Dopo qualche secondo davanti alla ragazza apparve un uomo molto grosso, con pochi capelli, la pelle abbronzata, che indossava una giacca, dei pantaloni ed una cravatta neri ed un paio di occhiali da sole:

“ lei deve essere il signor Claude; ecco il mio invito”

“ bene, mi segua signorina Gray...”.

Alicia venne condotta in un'enorme sala con delle vetrate gigantesche ed al centro un tavolo apparecchiato per almeno dieci persone:

“ la prego di attendere qui.”.

Claude uscì dalla stanza. Passarono alcuni istanti durante i quali Alicia camminò avanti indietro all'interno della stanza. Ad un tratto la porta da cui era entrata si riaprì ed entrò Arthur:

“ benvenuta in casa mia, Alicia. Scusami se non ti ho potuto accogliere al tuo arrivo ma ero impegnato con gli ultimi preparativi per la festa. A breve arriveranno anche gli altri invitati. Ti prego di accomodarti nel frattempo.”

“ ok.”.

Alicia si sedette a tavola:

“ ah, dimenticavo: in casa mia ci sono delle apparecchiature molto sofisticate ed i cellulari potrebbero interferire sulla loro attività.”

“ ah ”.

Alicia spense il suo telefono:

“ ora scusami ma devo andare a sistemare alcune cose.”.

Arthur uscì dalla stanza. 

 

Dopo circa venti minuti gli invitati alla festa erano arrivati tutti e si erano seduti a tavola. Ad un certo punto rientrò nella stanza anche Arthur, il quale si sedette a capotavola:

“ vi do il benvenuto alla mia festa, sono felice che siate potuti venire tutti...bene, ora che sono concluse le formalità, vorrei discutere con voi di una cosa che, per quanto mi riguarda, è della massima importanza: la vera ragione per cui vi ho invitati qui oggi è che tutti voi siete stati ammessi al Saint Million, un istituto che fino a poco tempo fa era aperta solo alla elite dell'alta società, grazie ad una borsa di studio. Ora ditemi: quanto volete per lasciare il Saint Million?”.

Tutti gli invitati rimasero scossi dalle parole di Arthur:

“ ma cosa stai dicendo!? Sei impazzito!?”

“ perché! Quella che vi ho fatto è una proposta più che ragionevole: nessuno dei voi buzzurri plebei è degno di studiare al Saint Million.”

“ ora basta, io me ne vado!”

“ vedo che non mi lasciate scelta...”.

Arthur schioccò le dita. Dalle porte della stanza entrarono diversi uomini molto grossi che sbarrarono le porte:

“ dato che non sono riuscito a convincervi con le buone, dovrò farlo con le cattive...”.

Alicia si impaurì:

era una trappola, Sophia aveva ragione! cosa posso fare?

Gli uomini di Arthur circondarono i ragazzi, i quali, troppo impauriti, non riuscirono nemmeno a muoversi:

 devo fare qualcosa!

Alicia provò a reagire ma venne fermata senza troppa difficoltà e scaraventata per terra.

“ è la mia ultima offerta: rinunciate alle vostre borse di studio o sarò costretto a farvi molto, molto male! Avete dieci secondi per pensarci; nove... otto... sette... sei... cinque... quattro... tre... due... uno...”.

In quel momento qualcuno sfondò la vetrata che si trovava alle spalle di Arthur, introducendosi nella stanza:

“ ma cosa succede!?”.

Alicia non credette ai suoi occhi, vedendo che la persona che era entrata nella stanza non era altri che Alexander. Arthur, molto irritato dalla presenza del ragazzo, esclamò:

“ cosa ci fai tu qui!? Come hai fatto ad entrare e che fine ha fatto Claude!?”

“ a proposito di quell'uomo, è meglio se chiami un'ambulanza: sono stato costretto a mandarlo al tappeto però, probabilmente ho esagerato...”

“ perché sei venuto qui?!”

“ è venuta a chiamarmi una ragazza di nome Sophia che mi ha detto che stavi causando dei guai ad alcuni studenti. All'inizio non me ne importava più di tanto ma poi ho pensato: quale migliore occasione per darti la lezione che meriti...”

“ questa è casa mia e ti ordino di andartene!”

“ va bene ma, prima di farlo,...”.

Alexander fece uno scatto e sferrò un pugno nello stomaco ad Arthur, scaraventandolo a terra. Il ragazzo si rialzò, esclamando:

“ come hai osato colpire me, ultimo discendente della grande famiglia Anderson!?”.

Alexander sferrò una ginocchiata in piena faccia al ragazzo:

“ tu parli troppo!”.

“ la pagherai per questo! Uomini, fatelo a pezzi!”.

Gli scagnozzi di Arthur si scagliarono contro Alexander:

“ mossa sbagliata...”.

Alicia non poté credere a ciò che vide: gli occhi di Alexander, che fino ad un istante prima erano blu come la notte, si tinsero del colore del sangue:

“cosa succede?! Il suo sguardo...fa...paura... non riesco a muovermi!”

Incredibilmente Alexander, lanciatosi all'attacco con una velocità incredibile, si liberò con estrema facilità dei suoi aggressori. Arthur, terrorizzato da ciò che aveva appena visto, disse:

“ tu non sei un umano, tu sei un demonio!”.

Alexander si voltò verso il ragazzo e, guardandolo con i suoi terrificanti occhi, esclamò:

“ Sparisci...”.

Arthur, sempre più impaurito, corse via. Il giovane dagli occhi rossi si rivolse verso gli altri studenti e disse:

“ è meglio se andate a casa, prima che ritorni.”.

Alicia, ancora incredula, pensò:

è lui... deve essere lui... il Demone Rosso Sangue… perché ci avrà salvati?!

 

Dopo che tutti gli studenti se ne furono andati, Alexander si incamminò verso casa, seguito a breve distanza da Alicia. Ad un tratto la ragazza disse:

“ poco fa sei stato formidabile: hai steso quei brutti ceffi con una facilità che da dell'incredibile. Ti voglio ringraziare per averci salvato, senza di te chissà cosa ci sarebbe successo... devo ammettere che all'inizio credevo che tu fossi semplicemente uno sbruffone ed un attaccabrighe ma mi sono sbagliata: sei un bravo ragazzo...”.

Alexander non disse nulla e continuò a camminare. Dopo qualche secondo di incertezza Alicia disse:

“ posso farti una domanda: sei per caso tu il Demone Rosso Sangue?”.

In quel momento il ragazzo si fermò e, senza voltarsi, esclamò:

“ tu non mi piaci...”

“ eh, come?”

“ …. anzi, se devo essere sincero, sei una delle persone che odio di più a questo mondo...”.

Alicia rimase scossa da quelle parole:

“ ma... perché mi dici questo!?”

“ da ora in poi non mi rivolgere più la parola; dimenticati che esisto!”.

Finito di parlare, Alexander corse via.

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Capitolo 4
*** anche i demoni possono piangere ***


Capitolo 3: anche i demoni possono piangere...

 

Il giorno successivo, mentre si dirigeva verso la scuola, Alicia continuava a ripensare alle parole di Alexander:

Perché mi ha detto una cosa del genere!?

“ ciao Alicia!”.

La ragazza si voltò. A chiamarla era stata una fanciulla dai lunghi capelli neri e dagli occhi marroni con indosso una maglietta bianca e dei pantaloni blu:

“ ciao Cleo, come stai?”

“ io bene, tu invece?”

“  abbastanza bene...”

“ ieri è stata proprio una giornata insolita, vero?”

“ in che senso insolita?”

“ beh, pensaci: siamo stati praticamente sequestrati da uno dei ragazzi più popolari e rispettati della scuola. Inoltre, e questa è la cosa più incredibile, a salvarci è arrivato il Demone Rosso Sangue, un teppista famoso per la sua crudeltà. Sono cose che non succedono tutti i giorni...”

“ in effetti...”

devo scoprire il perché di quell'affermazione!

“ Cleo, posso farti una domanda?”

“ dimmi pure...”

“ se qualcuno ti aiutasse sempre nel momento del bisogno ma poi affermasse di non sopportarti, anzi, di detestarti e ti ordinasse di stargli alla larga, tu cosa faresti?”

“ che strana domanda, lasciami riflettere... credo che farei di tutto per scoprire il motivo del suo comportamento, gli starei appiccicata tutto il tempo e non lo mollerei neanche per un'istante... comunque, perché me lo chiedi?”

“ ah, per nessuna ragione... era solo curiosità!”

“ sarà...”

“ ora scusami ma devo andare in classe, ciao...”.

Alicia corse via:

Cleo ha ragione: da oggi starò appiccicata ad Alexander, così riuscirò a scoprire il motivo del suo strano comportamento!

Dopo qualche minuto tutti gli studenti si sistemarono nei loro posti ed entrò il professore:

“ ragazzi, prima di iniziare la lezione ho un annuncio da fare: alla scuola è giunta la notizia che ieri si è verificato un fatto molto grave in cui sono stati coinvolti prevalentemente due alunni di questa classe: Arthur Anderson e Alexander Hunt; di conseguenza voi due ora dovrete recarvi nell'ufficio del preside per discutere dell'accaduto.”.

I due ragazzi si alzarono in piede ed uscirono dalla classe, dirigendosi verso la presidenza. Una volta entrati, si trovarono davanti il preside, un professore ed un uomo molto simile ad Arthur. Il direttore esclamò:

“ ragazzi, conoscete già il motivo per cui vi ho convocati... ora, la situazione è la seguente: sappiamo per certo che ieri è accaduto qualcosa di molto grave e che il responsabile è uno di voi due tuttavia, prima di prendere provvedimenti, vorremmo sentire le vostre versioni. Alunno Anderson, inizi lei.”

“ va bene, signor preside. Ieri ho organizzato un party a casa mia per festeggiare l'inizio di questo nuovo e bellissimo anno scolastico. Circa a metà della festa, tuttavia, Alexander si è introdotto in casa mia e, senza alcuna ragione apparente, ha iniziato a colpire con pugni e calci me ed i miei collaboratori fino a farci perdere conoscenza.”

“ però, diversi studenti affermano che tu gli hai offerto soldi e li hai minacciati affinché lasciassero la nostra scuola...”

“ ... credo di essere stato frainteso: io volevo solo aiutarli; la borsa di studio non copre tutte le spese scolastiche così ho offerto loro dei soldi affinché non avessero grossi problemi finanziari.”
“ ho capito, hai altro da aggiungere?”

“ no, ho concluso.”

“ bene, alunno Hunt, tocca a lei raccontarci la sua versione...”.

In quel momento il professore che stava alla destra del preside gli sussurrò:

“ con il dovuto rispetto signor preside, non credo ci sia bisogno di sentire la sua versione: le ricordo che l'alunno Anderson è uno dei migliori della nostra scuola, senza contare che è anche il figlio di uno dei maggiori finanziatori dell'istituto; inoltre molte voci di corridoio sostengono che l'alunno Hunt sia un pericoloso teppista...”.

In quel momento intervenne l'uomo somigliante ad Arthur:

“ signor preside, il professor Palmer ha ragione: mio figlio è uno studente modello e questa specie di teppista deve averlo aggredito semplicemente per gelosia! Mi aspetto che voi prendiate seri provvedimenti.”

“ ora basta! Signori, comprendo le vostre posizioni, tuttavia, bisogna dare a tutti la possibilità di raccontare la propria versione! Prego, ragazzo, parla liberamente...”.

Alexander si mise le mani in tasca ed affermò:

“ signor preside, io non sono uno a cui piace sprecare parole per cui, con il dovuto rispetto, ritengo che sia inutile che io racconti cos'è successo...”

“ che cosa intende dire?”

“ voi avete già preso una decisione per cui mi pare inutile fare tanti giri di parole. Se avete deciso di espellermi, ditelo e facciamola finita.”.

Dopo qualche secondo di silenzio il preside disse:

“ ... alunno Hunt, dopo aver preso visione delle sue azioni, ho deciso che, per rimediare, d'ora in avanti dovrà venire a scuola ogni mattina, un'ora prima dell'inizio delle lezioni per aiutare i bidelli a preparare le classi.”

“ d'accordo signor preside...”.

“ la avverto: se si verificherà un altro avvenimento come questo, sarò costretto ad espellerla, sono stato chiaro?”
“ si, preside!”

“ bene, può tornare in classe. Alunno Anderson, dovrei discutere con lei per qualche altro minuto.”.

Alexander uscì dalla presidenza e si incamminò verso la sua classe. Ad un tratto si fermò:

“ non ti avevo detto di starmi lontano...”.

Alicia  uscì allo scoperto:

“ hai spiato tutta la discussione che ho avuto con il preside?”

“ perché non hai raccontato la verità al preside?”

“ non si risponde ad una domanda con una domanda.”

dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo fece un sospiro ed esclamò:

“ me ne torno in classe, good bye”.

Alexander se ne andò.

“ io quel ragazzo proprio non lo capisco... va beh, sarà meglio andare in classe; se mi vedesse un professore, mi rimprovererebbe.”.

Dopo pochi minuti che Alicia era rientrata in classe, tornò anche Arthur.

 

Al termine delle lezioni, quando Alexander stava per uscire dal territorio della scuola, venne fermato da Alicia:

“ si può sapere cosa vuoi da me?!”

“ voglio che mi dici perché mi odi!”

“ hai ancora il coraggio di chiedermelo!?”

“ parla!”

“ lasciami in pace!”.

Alexander si mise a correre ed in poco tempo riuscì a seminare Alicia:

“ Maledizione! quel ragazzo è un fulmine! Non sono riuscita a stargli dietro! Domani non lo lascerò scappare!”.

La ragazza si diresse verso casa. Ad un tratto, però, sentì qualcuno gridare e decise di andare a vedere cosa stava accadendo; quando arrivò, trovò un uomo molto alto e muscoloso steso a terra privo di sensi ed una bambina:

“ piccolina cos'è successo?!”

“ è stato incredibile! Quell'uomo voleva farmi del male ma un ragazzo dagli occhi rossi lo ha steso con un solo colpo, mi ha salvata!”

un ragazzo dagli occhi rossi, deve essere lui!

“ dove si trova quello che ti ha protetta?”

“ è corso in quella direzione!”

“ grazie!”.

Alicia corse nella stessa direzione che aveva preso Alexander. Ad un tratto arrivò ad un bivio:

“ destra o sinistra... proverò a destra!”.

Dopo qualche minuto di corsa, Alicia arrivò davanti ad un enorme cancello:

“ questo è un cimitero!”.

Dopo essere entrata nel camposanto, la ragazza vagò per un po'. Ad un certo punto vide Alexander in ginocchio davanti ad una tomba con dei fiori in mano:

“ chissà di chi è quella tomba.”

 

“ ciao Stephan, questa è la prima volta che ti vengo a trovare da quel giorno. Ho conosciuto la ragazza che hai salvato e adesso mi da il tormento... mi chiedo ancora perché hai sacrificato la tua vita per difendere la sua e probabilmente è questo il motivo per cui il solo guardarla mi fa infuriare... c'è una domanda a cui tuttavia non trovo risposta: perché, se la odio così tanto, l'ho soccorsa quando si è buttata in quel fiume e perché ho sentito il bisogno di lasciarle il tuo cappello?...”.

In quel momento delle lacrime iniziarono a scendere dal viso di Alexander:

“ adesso che non ci sei più, sono solo... non so cosa devo fare...”.

Il ragazzo si asciugò il viso con la manica del suo impermeabile e, dopo aver smesso di piangere, fece un sorriso:

“ devo smettere di piangere... dopotutto, i demoni non hanno sentimenti...”.

Passò qualche secondo:

“ spero che tu sia felice dove sei ora, vicino a mamma e a papà... ora devo andare, tornerò a trovarti molto presto... ti voglio bene fratellino, ciao”.

Alexander si rialzò e si incamminò verso casa. Alicia, dopo aver aspettato per qualche secondo, si avvicinò alla tomba:

 

Stephan Hunt

15 Marzo 1993- 8 Settembre 2010

ti terremo per sempre nei nostri cuori.

 

“ sono stata una stupida: continuavo a chiedermi perché mi odiasse quando il motivo ce lo avevo davanti agli occhi; invece di cercare di capire Alexander, non ho fatto altro che tormentarlo di domande e di dargli addosso... devo scusarmi con lui, però, per oggi sarà meglio lasciarlo stare, lo farò domani...”.

Alicia si diresse verso casa.

 

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Capitolo 5
*** capitolo 4: il perdono ha il colore del sangue ***


Capitolo 4: il perdono ha il colore del sangue.

 

Il giorno dopo, durante l'intervallo, Alicia si avvicinò ad Alexander:

“ tu non vuoi proprio lasciarmi in pace, vero?!”

“ so che sei furioso con me ma vorrei che tu ascoltassi ciò che devo dirti: negli ultimi giorni non ho fatto altro che tempestarti di domande senza darti tregua; non mi sono resa conto che, così facendo, ti ho impedito di superare la morte di tuo fratello; da quando è iniziata la scuola, ho fatto come se nulla fosse successo perché volevo semplicemente dimenticare l'accaduto ed andare avanti con la mia vita; adesso, però, ho capito che questo è sbagliato: da ora in avanti vivrò la mia vita al meglio, ricordandomi, però, del sacrificio fatto da tuo fratello per salvarmi; insomma, quello che sto cercando di dirti è che mi dispiace...”;

Alexander rimase in silenzio:

“ allora, non dici niente?”

“ cosa dovrei dire? ti aspetti che smetta di detestarti solo perché hai capito il motivo del mio odio? beh, sappi che ti sbagli: io continuo a non sopportarti e dubito che le cose cambieranno!”.

Alexander si alzò in piedi e se ne andò:

“ non è andata come mi aspettavo...”.

 

Finita la scuola, Alicia corse verso casa e, dopo aver preso la sua attrezzatura, andò alla sua lezione di kendo:

“ dovrei provare a parlare di nuovo con Alexander ma non ne ho il tempo; inoltre non saprei neanche cos'altro dirgli.”.

 

Dopo la lezione di kendo, mentre tornava a casa, ad un tratto sentì un urlo straziante provenire dalla riva del fiume. La ragazza si spaventò e decise di andare a vedere cosa stava accadendo. Quando arrivò sul posto, trovò Alexander steso a terra e privo di sensi; di fronte a lui c'erano tre ragazzi, uno dei quali teneva in mano un tubo di metallo. Alicia corse a soccorrere il giovane ferito; gli prese un braccio e, anche se con molta fatica, riuscì ad alzarlo. Il ragazzo con in mano l'oggetto di metallo, rivolgendosi verso Alicia, esclamò:

“ ehi, tu, sei una sua amica?”

“ più o meno... perché lo avete ridotto così?!”

“ è lui che ha cominciato! Noi ci stavano facendo i fatti nostri quando lui è arrivato ed ha iniziato a darci fastidio, così gli abbiamo dato una lezione...”.

In quel momento Alexander riprese conoscenza:

“ dove mi trovo? Cosa succede?”

“ bene, hai ripreso i sensi! Ti ricordi cosa ti è accaduto?”

“ adesso si. Puoi lasciarmi, ce la faccio a stare in piedi. Ehi voi tre, restituitemi quel libro!”

“ oh, parli di questo!?”.

Uno dei tre ragazzi tirò fuori dalla tasca un piccolo libro con la copertina tutta nera:

“ ridatemelo subito!”

“ te lo puoi scordare! Qui dentro ci sono scritte alcune cose interessanti per cui me lo tengo!”

“ restituiscimelo oppure me lo riprendo con la forza!...”

“ ah si,vediamo come ci riesci!”.

Gli occhi di Alexander si tinsero di rosso. Alicia, preoccupata per le condizioni del ragazzo, gli chiese:

“ sei sicuro di farcela?”

“ tu non ti impicciare; ci vorrà molto più di questi quattro graffietti per fermarmi!”

“ beh, in questo caso...”.

Alicia prese la sua katana di legno dalla sacca:

“ che stai facendo?”

“ ti do una mano...”

“ perché lo fai? non siamo amici...”

“ lo so, ma devo ancora farmi perdonare per ciò che ho fatto negli ultimi giorni... allora, vuoi continuare a parlare oppure vuoi riprenderti il tuo libro?!”

“ fa un po’ come vuoi!”.

Alexander si scagliò contro il ragazzo che aveva il suo libro e, dopo averlo disarmato con un calcio, lo atterrò tirandogli diversi pugni nello stomaco. Alicia, invece, colpì più volte con la sua katana gli altri due giovani, che, alla fine, si arresero e scapparono. Alexander si avvicinò al ragazzo steso a terra e si riprese il libro. Dopodiché guardò il teppista in piena faccia con i suoi spaventosi occhi ed esclamò:

“ Vattene!”.

Il ragazzo si rialzò in piedi e fuggì. Alicia, euforica per l'accaduto, gridò:

“ ce l'abbiamo fatta!”

“ io me ne torno a casa...”.

Alexander iniziò ad allontanarsi con molta calma:

“ ehi, aspetta...”.

Il ragazzo si fermò e dopo qualche secondo, prima di ricominciare a camminare, disse:

“ grazie...”.

Alicia fece un sorriso e rispose:

“... di niente!”.

 

Quella sera, mentre tornava a casa, Alexander rimuginava su ciò che era successo:

“ mi ha aiutato nonostante le avessi detto di starmi lontano... forse l'ho giudicata troppo in fretta...”.

 

Il giorno successivo, non appena Alicia arrivò in classe, lei ed Alexander vennero convocati in presidenza:

“ ragazzi, ho saputo che ieri siete stati coinvolti in una rissa, sono molto deluso dal vostro comportamento!”.

Alicia rimase stupita delle parole del preside:

“ mi scusi signor preside, chi le ha detto cos'è successo?”

“ questo non ha importanza! Esigo immediatamente una spiegazione!”

“ va bene: vede, ieri noi...”

“ aspetta Alicia. Signor preside, questa ragazza non centra niente: è vero, ieri sono stato coinvolto in una rissa ma lei, anche se era presente, non ha fatto nulla per cui vada rimproverata; l'unica cosa che ha fatto è stato aiutarmi a tornare a casa, dato che a causa dei colpi che avevo preso non riuscivo a reggermi in piedi!”

“ è la verità Alicia?”

“ ah beh ecco...”

“ le giuro che è la verità, signor preside!”

“ ho capito. Alicia, puoi tornare in classe...”

“ ma veramente...”.

Alexander impedì alla ragazza di dire altro e le fece segno di andarsene. La giovane, anche se dubbiosa, uscì dalla presidenza; dopo aver chiuso la porta, tuttavia, rimase lì ad ascoltare:

“ allora, alunno Hunt, questa volta, prima che io prenda una decisione, mi racconterà cos'è successo?”

“ ... immagino di non avere scelta...”.

Alexander tirò fuori da una tasca il libro che aveva recuperato il giorno prima:

“ questo libro è stato scritto da persone a me molto care, è unico nel suo genere. Ieri pomeriggio lo stavo leggendo quando sono arrivati due tizi che me lo hanno strappato di mano. Io gli ho chiesto di restituirmelo ma loro hanno rifiutato; io ho insistito ma non è servito. Prima che io potessi fare qualcosa, un loro amico mi ha colpito alla testa con un tubo di metallo e sono svenuto. Quando ho ripreso i sensi, uno dei tre ragazzi aveva ancora in mano il mio libro. Gli ho chiesto nuovamente di restituirmelo ma lui ha rifiutato un'altra volta; così, dato che con le parole non avevo ottenuto alcun risultato, sono stato costretto a riprendermi il libro con la forza.”

“ ...capisco le tue motivazioni, tuttavia, non posso sorvolare su ciò che è accaduto e, dato che ti avevo già avvertito, sono costretto ad espellerti...:”

“ capisco signor preside... torno in classe a prendere la mia cartella e me ne vado...”.

In quel momento Alicia spalancò la porta:

“ aspetti signor preside!”

“ alunna Gray, come osa irrompere così nel mio ufficio?!”

“ la prego di ascoltarmi signor preside; non è giusto che lei espella Alexander! Lui è una brava persona! Le voci su di lui sono false! Non è giusto che venga espulso solo perché si è difeso da dei teppisti! Due giorni fa ha salvato una bambina da un bullo ed il giorno primo ha salvato me e molti altri studenti da quel pazzo di Arthur che lei crede essere un angelo! Inoltre... inoltre...”.

Alicia scoppiò in lacrime e, dopo essersi stretta il vestito tra le mani, continuò:

“... alcuni giorni prima dell'inizio della scuola, per salvarmi la vita, Stephan, il fratello di Alexander, ha perso la vita... io ero sconvolta e così dopo poco tentai il suicidio buttandomi dal ponte che attraversa il fiume vicino a casa mia... pensavo che quella fosse l'unica cosa che potevo fare per espiare le colpe... quando stavo per morire, però, Alexander si è buttato nel fiume, mi ha salvato la vita e mi ha fatto capire che dovevo andare avanti con la mia vita!... per cui... per cui... se Alexander non è degno di restare in questa scuola, allora, nemmeno io lo sono!”.

Alicia, dopo aver finito di parlare, si calmò; il preside le passò un fazzoletto con cui si asciugò il viso. Il direttore della scuola rimase in silenzio per qualche minuto, dopodiché disse:

“ alunna Gray, mi racconti che cosa è successo veramente tre giorni fa a villa Anderson...”

“  va bene...:”.

 

Dopo aver finito di ascoltare il racconto di Alicia, esclamò:

“ bene, adesso so la verità. In questi ultimi anni mi sono fatto influenzare fin troppo dalla famiglia Anderson ma ora basta! Alunno Hunt, consideri annullata la sua espulsione e qualsiasi altro provvedimenti che le ho imposto, può tornare in classe e continuare a seguire normalmente le lezioni.”
“ grazie signor preside.”

“ può andare anche lei, alunna Gray...”

“ si.”

“ vi chiedo solo un favore: quando arrivate in classe, mandatemi l'alunno Anderson...”

“va bene signor preside.”.

I due ragazzi si avvicinarono alla porta ma, prima che potessero uscire, il preside li fermò nuovamente:

“ ah, Alexander, dimenticavo di dirti una cosa: ti ringrazio per aver salvato mia figlia.”.

Anche se sorpreso, il ragazzo fece un leggero sorriso e rispose:

“ di niente.”.

Dopo aver chiuso la porta, Alicia si tolse il cappello di paglia dalla testa e lo porse ad Alexander:

“ tieni, te lo restituisco; da quello che ho capito, questo per te è un caro ricordo di tuo fratello e, dopo quello che è successo, credo che sia meglio che lo tenga tu.”.

Alexander prese in mano il cappello e, dopo averlo guardato per qualche secondo, lo rimise sulla testa della ragazza, che, stupita, chiese:

“ cosa significa?”

“ ti sta bene questo cappello, tienilo. Ti chiedo di perdonarmi per come mi sono comportato in questi giorni; fino a ieri ero furioso con te perché ti ritenevo responsabile della morte di mio fratello; adesso, però, ho capito che tu non hai colpa, non sei stata tu a spingerlo in mezzo alla strada, mio fratello ha agito di sua volontà;quello che sto cercando di dire è che mi dispiace...”.

Alicia fece un sorriso.

“ ricominciamo da capo: piacere, io sono Alicia Gray.”.

La ragazza tese la mano al ragazzo e lui fece un leggero sorriso e gliela strinse:

“ piacere, io sono Alexander Hunt.”

“ torniamo in classe.”

“ per una volta sono molto felice di tornare in classe...”

“ non vedi l'ora di vedere la faccia di Arthur quando gli dirai che deve andare in presidenza per essere punito?”

“ mi dispiace solo di non potergli fare una foto...”.

 

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Capitolo 6
*** nuovi arrivati, vecchi amici ***


Il giorno successivo, quando Alicia uscì di casa, trovò Alexander ad aspettarla:

“ ciao”

“ che ci fai qui?”

“ abito nell'appartamento qui vicino”

“ andiamo a scuola insieme?”

“ si...”.

Quando arrivarono all'entrata della scuola, vennero avvicinati da Cleo:

“ ciao Alicia, è strano vederti insieme ad Alexander!”

“ oggi ho scoperto che siamo vicini di casa quindi ho deciso di venire a scuola insieme a lui...”

“ ah, ecco perché...”;

Cleo prese l'amica per il braccio:

“ scusami Alexander ma devo portarti via Alicia per un po'”.

Prima che il giovane potesse dire qualcosa, la ragazza trascinò via l'amica:

“ di cosa devi parlarmi, Cleo?”

“ ho una notizia molto interessante: stanno per arrivare due nuovi studenti stranieri,”

“ davvero!? È una bella notizia!”
“ a quanto pare sono due fratelli, un maschio ed una femmina.”

“ scusa la domanda ma perché mi hai trascinata fin qui per dirmelo?”

“ beh, a dire la verità, il fatto è che, nonostante ci abbia salvato dalle grinfie di Arthur, non riesco ancora a fidarmi di lui...”

“ ah... capisco...”

“ ora è meglio se andiamo in classe, o rischiamo di fare tardi...”

“ si, andiamo.”.

 

Dopo qualche minuto entrò nell'aula il professore:

“ ragazzi, da oggi avete due nuovi compagni di classe, mi raccomando, cercate di andare d'accordo con loro e di farli sentire a loro agio.”.

In quel momento entrò nell'aula un signore alto, con i capelli neri e gli occhi verdi, vestito da maggiordomo. L'uomo fece un leggero inchino e disse:

“ signor professore, studenti del terzo anno sezione E dell'istituto superiore Saint Million, date il benvenuto al conte Andrew-Cedric IV di Eberville e a sua sorella, la contessa Elizabeth VI.”.

Nella classe entrarono i due nuovi studenti: un ragazzo alto, con i capelli castani, gli occhi azzurri, la pelle molto abbronzata, che indossava un paio di jeans, una maglia bianca a maniche corte ed un cappello nero, ed una ragazza di media statura, con i capelli neri, gli occhi azzurri, la pelle leggermente abbronzata, che indossava una gonna nera, una maglietta a mezze maniche bianca ed una giacchetta nera:

“ non era necessario che tu ci presentassi in maniera così formale Edwin...”;

il ragazzo si avvicinò al banco in cui era seduto Alexander:

“ ... dopotutto, qui c'è qualcuno che ci conosce già... è tanto che non ci vediamo, Alexander”

“ è un piacere rivederti Ace... da quello che vedo, né tu né Double siete cambiati molto in questi otto anni.” 

“ neanche tu sei cambiato, rimani impassibile, qualsiasi cosa accada...ehi, sorellina, non vedevi l'ora di rivedere il nostro amico, ed ora non vuoi nemmeno salutarlo?”.

La ragazza si avvicinò ai due giovani, fece un sorriso e disse:

“ sono felice di rivederti, Alexander”

“ anche io lo sono.”.

Il professore si intromise nella discussione:

“ signor Andrew, signorina Elizabeth, capisco che siate felici di rivedere un vostro vecchio amico ma dovreste venire alla cattedra e presentarvi al resto della classe:

“ ci scusi professore...”.

Alexander si risedette al suo posto ed i due fratelli si presentarono ai loro nuovi compagni di classe:

“ è un piacere conoscere ognuno di voi, io sono Andrew-Cedric IV ma i miei amici mi chiamano Ace; mi piace giocare a calcio e pratico judo fin da bambino. La materia scolastica che mi piace particolarmente è la geografia e sono appassionato di mitologia greca”

“ io sono Elizabeth VI ma preferirei essere chiamata Double; non ci sono cose che mi piacciono particolarmente. Una materia in cui riesco bene è storia”.

“ bene, grazie per esservi presentati. Ci sono due posti vuoti in prima fila, sedetevi pure lì.”.

I due ragazzi andarono a sedersi ai loro posti ed il professore iniziò la lezione.

 

Durante la pausa pranzo quasi tutti i membri della classe si radunarono intorno ai nuovi arrivati ed iniziarono a tempestarli di domande. Alicia ed Alexander, invece, si misero a parlare tra di loro:

“ allora, cosa ne pensi di Elizabeth e di Andrew?”

“ sembrano molto simpatici; però, c'è una cosa che non capisco: perché tu prima li hai chiamati Ace e Double?”

“ sono i soprannomi con cui li chiamo fin da bambino: la parola Ace è composta dalle lettere iniziali  del suo nome completo, cioè Andrew-Cedric IV di Eberville. Double in inglese significa doppio, infatti le iniziali di Elizabeth sono due E. Abbiamo inventato questi soprannomi il primo giorno che ci siamo conosciuti e da allora li ho sempre chiamati così.”

“ da quanto tempo li conosci?”

“ da circa 10 anni.”.

I due ragazzi continuarono a parlare per qualche altro minuto. Ad un tratto, però, Alicia si ammutolì e fece una faccia perplessa. Alexander le chiese:

“ perché fai quella faccia?”

“ guarda alla tua destra...”.

Voltandosi, Alexander si accorse che Double si era avvinghiata al suo braccio. La ragazza esclamò:

“ mio...”

“ eh?”

“ lui è mio...”

Alicia, perplessa, disse:

“ scusa ma non capisco cosa vuol dire...”

“ io e lui siamo fidanzati...”.

Tutti i presenti, ad eccezione di Ace, rimasero sconvolti dalle parole di Elizabeth:

“ ehhhhhhhhhhhhhhhhhhh?!”.

Alicia, molto perplesso e stupita, chiese spiegazioni. Double allora prese la sua cartella, tirò fuori un foglio e lo diede ad Alexander:

 

io, Alexander Hunt,

con questo contratto,

mi impegno a prendere in moglie 

il giorno del mio ventesimo compleanno

la contessa Elizabeth VI di Eberville.

 

“ otto anni fa avevi promesso che avresti firmato questo foglio il giorno in cui ci saremmo rincontrati...”

me ne ero completamente dimenticato... sono in un mare di guai...

Alicia, dopo aver letto la lettera, esclamò:

“ due amici che, prima di separarsi, promettono di sposarsi quando si rivedranno, com'è romantico!”

fantastico, ora ci si è messa anche lei...

Prima che Alexander potesse dire qualcosa, Ace disse:

“ ragazze, non esaltatevi troppo per il momento; conoscendo Alexander, probabilmente si era dimenticato di quella promesso e sono certo che ora stia pensando a come tirarsi fuori da questa storia.”

da quando Ace è un sensitivo?

Double disse:

“ comunque, non voglio ancora che tu lo firmi; sono otto anni che non ci vediamo e voglio prima passare un po' di tempo con te e scoprire come sei adesso, per te va bene?”

“certo.”

sono salvo... spero.

Alicia esclamò:

“ se questo è ciò che avete deciso, allora ho un'idea: che ne dite se oggi andiamo a fare un giro in città? Ho saputo che hanno aperto un nuovo centro commerciale...”.

Alexander disse:

“ per me va bene...”.

Ace e Double concordarono:

“ è una buona idea...”

“ allora è deciso, ci vediamo all'uscita della scuola...”.

In quel momento suonò la campanella e le lezioni ricominciarono.

 

 Alla fine delle lezioni, i quattro ragazzi si diressero verso i loro armadietti per prendere le loro cose. Quando Andrew ed Elizabeth aprirono i loro, molte lettere caddero sul pavimento. Ace ne prese una:

“ cosa sono?”.

Voltando la busta in cui era contenuta la lettera, Ace notò che c'era una scritta:

 

per Andrew, da Christine.

 

“chi sarebbe questa Christine? Non mi sembra di conoscere nessuno con questo nome”.

Ace aprì la busta ed iniziò a leggerne il contenuto:

“ è una dichiarazione d'amore...”.

Il ragazzo prese altre tre lettere e le lesse:

“ anche questa... e questa... sono tutte lettere d'amore!”.

Alexander disse:

“ a quanto pare siete già diventati famosi...”.

Double prese tutte le lettere che erano cadute dal suo armadietto e le buttò nella spazzatura;

Alicia, vedendola, le chiese:

“ perché le hai buttate tutte?”

“ non mi interessa ricevere lettere da perfetti sconosciuti che non hanno neanche il coraggio di parlarmi di persona...”

“ capisco... in effetti, non hai tutti i torti...”

“ mia sorella ha ragione...”.

Ace prese le buste e le buttò nella spazzatura:

“con il dovuto rispetto per chi hai scritto queste lettere, non mi interessa avere una ragazza per ora... che dite, andiamo?”

“ si...”.

 

Quando arrivarono al centro commerciale, i quattro ragazzi iniziarono a guardare le vetrine dei negozi. Ad un tratto passarono davanti ad una piccola bottega, la Midnight's Heart. Alexander, incuriosito, si fermò a guardare cosa vendeva:

“ io entro un attimo qui dentro.”.

Double esclamò:

“ vengo anch'io!”

“ noi vi aspettiamo qua fuori...”.

Alexander ed Elizabeth entrarono nel negozio. Andrew ed Alicia, invece, si andarono a sedere su una panchina che c'era lì vicino:

“ sai, credevo che Alexander fosse cambiato in questi anni, invece, mi sembra che sia rimasto lo stesso...”

“ io non posso dirlo dato che sono sua amica solo da qualche giorno...”.

A sentire quelle parole, Ace iniziò a ridacchiare:

“ cosa c'è da ridere?”

“ niente, niente... è che in passato per Alexander fare amicizia era praticamente impossibile...”

“ perché?”

“ beh, lui non era proprio un bambino nella norma; lui e Stephan sono sempre stati molto uniti; appena qualcuno provava a sfiorare suo fratello, Alexander accorreva e lo difendeva con le unghie e con i denti, anche a costo di fare a botte con persone più grandi di lui; questo con gli anni gli ha causato non pochi problemi: gli altri bambini iniziarono ad evitarlo e ad isolarlo... l'unica persona che gli rimase accanto fu suo fratello...”

“ e tu e tua sorella?”

“ a quel tempo ancora non ci conoscevamo...”

“ per lui deve essere stato terribile...”

“ posso solo immaginare cosa stesse provando in quei giorni...”

“ posso chiederti un favore?”

“ ah, certo...”

“ puoi raccontarmi come tu e tua sorella avete conosciuto Alexander e Stephan?”

“ va bene: quando dieci anni fa siamo arrivati in questa città, non conoscevamo nessuno; a scuola nessuno voleva parlarci perché eravamo stranieri e non parlavamo molto bene la lingua del posto. Eravamo anche presi di mira dai bulletti della scuola, che non ci davano tregua... un giorno, durante la lezione di educazione fisica, stavamo giocando a calcio quando l'insegnante venne chiamato nella sala professori; uno dei bulli ne approfittò e mi colpì in piena faccia con una pallonata, scaraventandomi a terra; quando provai a rialzarmi, venni colpito nuovamente. Il bulletto che mi aveva colpito mi disse: esci dal campo straniero dei miei stivali, questo pallone è stato fatto nel nostro paese perciò solo noi che siamo nati qui possiamo giocarci. Torna al tuo paese, che è meglio!. Mia sorella corse a vedere come stavo. Tutti i miei compagni di classi cominciarono a sghignazzare e a prenderci in giro. Ad un tratto, però, una pallonata colpì in pieni faccia il bulletto che mi aveva aggredito. A tirare quella pallonata era stato proprio Alexander. Lui si avvicinò a quel ragazzino e gli disse: se pensi veramente ciò che hai detto, allora neanche tu puoi giocare a calcio. Questo è uno sport molto complicato e bisogna avere un cervello per poter giocare. Quel ragazzino si infuriò e, dopo essersi rialzato, afferrò Alexander per il colletto e gli gridò: come hai osato colpirmi, piccolo orfanello!? Non sai chi sono io!?. Lui in tutta risposta disse: tu sei solo un grandissimo idiota, un fragile ragazzino pauroso che cerca di mostrarsi forte facendo sentire gli altri inferiore; mi fai solo pena Arthur. Quel bulletto, furioso, provò a colpirlo ma Alexander lo fermò e gli strinse il polso con tutta la forza che aveva: ora ascoltami, io non ho e non avrò mai paura di te. Sparisci prima che decida di romperti il polso. Quel ragazzino corse via con la coda fra le gambe. Alexander si avvicinò a noi e ci chiese come stavamo, parlando un inglese perfetto. Mi spiegò che suo padre era americano e che quindi lui sapeva parlare molto bene l'inglese. Da quel giorno lui è diventato il nostro migliore amico. Presto ci presentò anche suo fratello e divenimmo anche suoi amici...”

“ beh, bisogna dire che vi siete conosciuti in una maniera piuttosto originale... aspetta un secondo: hai detto che quel bulletto si chiamava Arthur, giusto?”

“ si...”

“ per caso era Arthur Anderson?”

“ si, infatti mi sono stupito del fatto che fossimo nuovamente in classe insieme; beh, così avrò l'opportunità di vendicarmi per le pene che ci ha fatto passare...”

“ non ce n'è bisogno, Alexander lo ha già riempito di cazzotti e lo ha fatto finire in presidenza, penso che sia sufficiente...”

“ ah, forse hai ragione...”

“ comunque, da quello che mi hai raccontato, mi sembra che Alexander non sia cambiato in questi anni.”

“ beh, questa è una buona notizia...scusa, posso farti io una domanda adesso?”

“ certo”

“ il cappello che hai in testa era di Stephan, vero?”

“ si.”

“ e perché ora ce lo hai tu?”

“ me lo ha dato Alexander ma non so il perché...”

“ ... capisco...”.

In quel momento Elizabeth ed Alexander uscirono dal negozio. Alicia domandò:

“ allora, avete trovato qualcosa di interessante?”.

Double fece un sospiro e rispose:

“ assolutamente niente, quel negozio è pieno solo di cianfrusaglia e di strani oggetti macabri...”

“ confermo... abbiamo solo perso tempo”

“ peccato...”

“ non importa, piuttosto, dove andiamo adesso?”;

dopo averci pensato per qualche secondo, Alicia esclamò:

“ c'è un bar vicino alla scuola dove fanno delle torte e dei pasticcini che sono la fine del mondo; vi va di andarci?”.

I tre ragazzi acconsentirono.

 

Dopo essere arrivati al bar,ognuno di loro ordinò un caffè ed una fetta di torta. Mentre mangiavano, i ragazzi parlarono di cosa avrebbero fatto più tardi. Ad un tratto Alexander disse:

“ allora, Ace, Double, ditemi: cosa avete fatto durante questi ultimi otto anni?”

“ nostro padre ci ha obbligato a frequentare una prestigiosa scuola media frequentata solo da gente con la puzza sotto il naso; è stato un vero incubo!”

“ altro che incubo, è stato come fare andata e ritorno dall'inferno...”

“ inoltre, quasi ogni giorno, appena uscivamo da scuola, dovevamo tornare a casa per imparare le buone maniere che ogni persona dell'alta società deve conoscere.”;

Alexander commentò:

“ non vi invidio per niente...”

“ per fortuna siamo riusciti a convincere nostro padre a farci concludere qui la scuola...”

“  già, per una volta nostro padre ci ha dato ascolto...”.

 

Dopo qualche minuto si avvicinò un ragazzo con i capelli rossi a punta, gli occhi marroni e la pelle olivastra che indossava una maglietta arancione con sopra una giacca di pelle nera e dei pantaloni neri con le borchie. Al suo fianco ce n'era un altro, vestito nello stesso modo,leggermente abbronzato, con i capelli biondi molto chiari e gli occhi verdi. Uno dei due si rivolse verso Alexander con un tono di superiorità:

“ sei tu quello che tutti chiamano Demone Rosso Sangue?”

“ dipende, chi vuole saperlo?”;

il giovane con i capelli rossi fece un sorriso beffardo e rispose:

“ io sono Peter Miles...”

“ ….ed io sono suo fratello Nathan...”

“ in questo quartiere tutti ci temono e ci rispettano perché siamo i più forti...”

“ ...ultimamente, però, la tua fama sta superando la nostra e questo è inaccettabile...”

“ ... per cui ti vogliamo dare una lezione!”

“ ho capito: siete due buffoni che, in cerca di un po' di fama, vogliono dare prova di essere più forti di qualcuno che ha già una certa fama; beh, mi dispiace ma io non alcuna intenzione di combattere in quanto, a differenza vostra, non sono né un teppista né uno a cui piace dare prova di forza. Ora vi prego di andarvene...”

“ allora non ci siamo capiti...”

uno dei due adolescenti prese il caffè e la torta che Alexander stava mangiando e glieli rovesciò addosso:

“ ...a noi non importa cosa vuoi o cosa pensi di noi; avanti, facci vedere se sei degno della tua fama...”.

Alexander fece un sospiro ed iniziò a pulirsi l'impermeabile:

“ che spreco... avete finito di darci fastidio, o volete svuotarmi in testa anche il contenitore dello zucchero?”.

Le parole del giovane irritarono molto i due fratelli. Nathan Miles si avvicinò ad Elizabeth ed esclamò:

“ ehi bellezza, perché non molli questi falliti e vieni a spassartela con noi!?”

“ perché a differenza vostra ho un cervello...”

“ come osi piccola impertinente!?”;

Nathan provò a colpire Double ma Ace gli fermò il braccio:

“ falla finita, tu e tuo fratello state dando spettacolo...”

“ non ti immischiare, pivello!”.

Con un pugno il delinquente scaraventò Ace a terra. Alexander, furioso per l'accaduto, si alzò in piedi e, prima che Nathan potesse colpire nuovamente Andrew, esclamò:

“bravo, lo hai messo giù, perché adesso non ci provi con me?!”

“ non aspettavo altro...”.

Nathan provò a colpire Alexander, che, però, lo schivò senza troppa difficoltà e gli tirò due ginocchiate nello stomaco, seguite da un calcio in piena faccia che gli fece perdere conoscenza.. Peter provò a colpirlo ma Alexander lo afferrò per il polso destro e iniziò a stringerglielo. A causa della possente stretta, il teppista cadde in ginocchio:

“ lasciami... ti prego, lasciami!”

“ a me non piace combattere senza un valido motivo, tuttavia, se voglio posso diventare spietato; posso romperti ogni singolo osso del tuo corpo e farlo sembrare un incidente per cui ti consiglio di abbassare la cresta...”

“ per l'amor di Dio, lasciami, ti prego!”

“ chiedi perdono per ciò che hai fatto!”

“ si, perdonami, ti scongiuro!”

“ prometti di non fare più il prepotente con gli altri!”

“ certo, certo, lo prometto!”

“ bene...”.

Alexander lasciò la presa:

“ adesso sveglia il tuo amico e vattene!”

“ si, subito!”.

Peter svegliò il fratello ed i due se la diedero a gambe. Alexander si avvicinò ad Ace e lo aiutò ad alzarsi:

“ quando c'è da fare a pugni, sei sempre il più forte...”

“ quei due li avrei stesi anche bendato e con entrambe le mani legate dietro la schiena...”.

 In quel momento dal locale uscì fuori un uomo alto, con i capelli neri, gli occhi marroni, vestito con dei pantaloni ed una maglia neri ed un gilet rosso, che si avvicinò ad Alexander:

“ ragazzo, ti ringrazio molto per ciò che hai fatto. Da due mesi a questa parte quei due teppisti ci hanno causato molti problemi ma, grazie a te, ce ne siamo liberati. C'è qualcosa che posso fare per ripagarti?”.

Alexander fece un sorriso e disse:

“ non c'è bisogno che lei faccia nulla; quei due meritavano una lezione”

“ almeno permettimi di pagarti la pulizia dei tuoi vestiti.”

“ beh, se proprio insiste...”

l'uomo porse ad Alexander un biglietto

“ bene, ecco il mio indirizzo, manda pure qui il conto della lavanderia.”

“ va bene.”.

Alicia guardò il suo orologio:

“ ragazzi, credo che sia meglio se ce ne andiamo tutti a casa, si sta facendo tardi...”.

I tre ragazzi acconsentirono.

 Dopo aver salutato Ace e Double, mentre si dirigevano verso le loro abitazioni, Alicia ed Alexander discussero di ciò che era accaduto poco prima:

“ ti capitano spesso cose del genere?”

“ abbastanza frequentemente...”

“ non ti invidio per niente...”

“lo credo...”.

 

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Capitolo 7
*** una commedia che deve assolutamente essere perfetta! ***


Il giorno dopo, appena prima di iniziare la lezione, il preside disse:

“ ragazzi, ho da darvi una notizia che renderà felici molti di voi: tra dieci giorni ci sarà il grande spettacolo di inizio anno della scuola; ogni classe dovrà preparare un esibizione di massimo sessanta minuti. Questo è un progetto che l'istituto Saint Million organizza ogni anno per mostrare lo splendore della nostra scuola e per per dare un'occasione agli studenti di ogni classe di legare fra di loro; allora, che tipo di esibizione volete fare?”.

Gabriel alzò la mano ed esclamò;

“ potremmo fare uno spettacolo di magia!”

Kate ribatté:

“ è meglio un concerto!”

Cleo affermò:

“ sarebbe bellissimo fare una recita!”.

Il professore, dopo aver aspettato qualche secondo, disse:

“ dato che non ci sono altre proposte, possiamo procedere alla votazione: per alzata di mano, quanti vogliono fare uno spettacolo di magia?”.

Cinque persone alzarono la mano.

“ quanti sono per il concerto?”.

Sette persone votarono per l'esibizione musicale:

“ bene, la vostra classe farà una recita. È necessario eleggere un responsabile, qualcuno si offre?”.

Alicia si alzò in piedi:

“ sarei molto felice di prendermi la responsabilità di questa recita.”

“ c'è qualcun altro che si offre?... bene, Alicia, ti nomino responsabile di questo progetto; entro domani dovrai decidere quale recita mettere in scena...”

“ ah, professore, negli anni precedenti le classi che hanno scelto di fare una recita quali opere hanno messo in scena?”

“ ... se non sbaglio negli anni passati hanno fatto Romeo e Giulietta, I Promessi Sposi, Cyrano De Bergerac, Amleto ed Enrico VIII.”

“ ho capito, grazie per l'informazione...”

“ le lezioni saranno sospese fino al termine dello spettacolo per permettervi di preparare ciò che vi serve e per fare le prove. Se mi cercate, sono nell'aula professori, buon lavoro”.

Il professore uscì dall'aula. Alicia si avvicinò alla cattedra e disse:

“ ragazzi, in quale opera vorreste cimentarvi?”.

Ace, dopo qualche secondo di silenzio, esclamò:

“ avrei una proposta da farvi: in tutte le scuole dell'alta società, quando si decide di fare una rappresentazione teatrale, si basa il copione sempre sulle opere più famose, quelle che tutti conoscono a memoria; che ne dite se, invece, questa volta, mettiamo in scena un'opera basata su una storia scritta da noi o su una che conoscono in pochi?”

“ la ritengo un'ottima idea, quanti a favore?”.

Tutta la classe, nessun escluso, alzò la mano:

“ bene, Ace, la tua proposta è approvata all'unanimità!”.

Uno degli studenti alzò la mano e chiese:

“ chi si occuperà di scrivere il copione?”;

un altro rispose:

“ secondo me dovrebbe occuparsene la responsabile...”

“ anche secondo me.”.

Gli studenti concordarono che quella fosse la scelta migliore:

“ va bene, se insistete, mi occuperò io di scegliere il racconto su cui basarci per la nostra recita...”.

 

Quel pomeriggio, appena finita la giornata scolastica, Alicia, accompagnata da Alexander, da Andrew ed Elizabeth, corse in biblioteca ed iniziò a sfogliare tutti i libri che c'erano.

Dopo alcune ore Ace chiese:

“ hai trovato qualcosa, Alicia?”

“ no, ancora niente... oh aspetta, che né dite di questa: è la storia di una cavaliere e della sua amata principessa; il cavaliere è costretto a partire...”

Alexander la interruppe dicendo:

“ ….per una guerra nella quale purtroppo perde la vita; la donna allora offre la sua stessa esistenza a Dio affinché riporti indietro il suo amato dal mondo dei morti. È la storia Ice and Light, l'ho letta un milione di volte...”

“ ah, e come l'hai trovata?”

“ scontata, barbosa e totalmente priva di senso: la donna vuole a tutti i costi riabbracciare il suo amato ma non si rende conto che, sacrificando la sua esistenza per riportarlo in vita, lo condanna ad una vita priva di amore...”

“ peccato... cerchiamo ancora...”

“ abbiamo guardato ogni singolo libro in ordine alfabetico fino alla I, di questo passo, quando troveremo una storia adatta, il giorno dello spettacolo sarà già passato da un pezzo...”.

A quel punto Andrew disse:

“ Alexander, in quel libro che ti porti sempre dietro, tuo fratello non aveva scritto quella commedia che aveva finito poco prima che io e Double ci trasferissimo? io credo che sarebbe perfetta, e sono sicuro che anche lui sarebbe d'accordo...”.

Alicia, curiosa, chiese:

“ di che storia parla?”.

Alexander fece un sospiro e disse:

“ va bene, se servirà a farci uscire da qui prima di capodanno, ti farò leggere l'opera scritta da mio fratello e, se vorrai, potrai anche usarla per la nostra recita...”.

Il giovane prese il suo libro da una delle tasche dell'impermeabile, lo iniziò a sfogliare fino a trovare ciò che cercava, dopodiché lo fece leggere ad Alicia:

“ è... incredibile! È commovente, bellissima, tragica e... e... non saprei come altro descriverla! È deciso useremo questa per la nostra rappresentazione! Alexander, mi può prestare questo libro fino al giorno dello spettacolo?!”

“ va... va bene... cerca solo di non rovinarlo...”

“ si, certo...”.

 

Il giorno dopo, appena arrivata in classe, Alicia lesse la commedia scritta da Stephan al resto dei suoi compagni:

“ allora, che ne dite?”.

Gli studenti, commossi da quella storia esclamarono:

“ è perfetta! tra dieci giorni saremo le star dello spettacolo!”

“ bene, ora dobbiamo scegliere chi saranno gli attori: in totale ci sono quattro personaggi principali, più le comparse... iniziamo con i protagonisti: chi si propone per il ruolo di Marie?”.

Tre ragazze si fecero avanti:

“ bene, seguitemi nell'auditorium, vi farò provare la parte e sceglierò la migliore. Alexander, tu vedi chi vuole interpretare Holy Night e fagli recitare qualche battuta.”

“ si, va bene.”.

Sentendo quelle parole, Arthur Anderson si irritò e, guardando Alicia ed Alexander con occhi pieni di rancore, esclamò:

“ aspettate un attimo! Perché dovrebbe essere lui a scegliere chi farà il protagonista?”.

Alexander fece un ghigno compiaciuto, lo guardò negli occhi e rispose:

“ il motivo è semplice: a scrivere questa commedia è stato mio fratello e, dato che sono la persona che lo conosceva meglio, posso immaginare che tipo di attore avrebbe scelto per interpretare questo ruolo...”

“ questo capolavoro sarebbe stato scritto da quello smidollato di Stephan?”

“ se non ti sta bene, potresti sempre andare a chiedere a tuo padre di ordinare al preside di dare questo compito a qualcun altro... però, per come ti è andata l'ultima volta che hai provato a sfidarmi, io non te lo consiglio, perciò... a cuccia, botolo ringhioso!”.

Anche se molto irritato dalle parole di Alexander, Arthur dovette arrendersi e dargliela vinta.

“ bene, iniziamo; in quanti vogliono fare l'audizione?”.

Dodici ragazzi si fecero avanti:

“ sarà una lunga mattinata...”.

Le audizioni durarono più di tre ore ma, alla fine, Alicia ed Alexander trovarono gli attori giusti per interpretare i protagonisti:

“ bene, Marie sarà interpretata da Cleo; a recitare la parte di Holy Night, invece, sarà Gabriel. Per quanto riguarda gli altri personaggi, abbiamo deciso che il padre della protagonista sarà interpretato da Dean. Infine, Ace reciterà nel ruolo di Michael. Per quanto riguarda tutti gli altri, avete una scelta: potete dare una mano dietro le quinte oppure fare le comparse nelle scene in cui sarà necessario. Bene, ora che le parti sono state assegnate, passiamo ai costumi e al resto; dobbiamo sbrigarci ragazzi, abbiamo solo altri nove giorni per preparare tutto. Mettiamocela tutta!”

“ Si!”.

 

Nei giorni successivi tutti gli studenti si impegnarono al massimo. Il giorno prima della tanto aspettata esibizione, Alicia e gli altri alunni stavano aspettando Cleo e Gabriel per iniziare le prove:

“ dove sono finiti quei due, è più di un'ora che li aspettiamo!”.

Ad un certo punto il telefono della ragazza iniziò a squillare. Alicia rispose e, dopo aver chiuso la chiamata, esclamò:

“ siamo in un mare di guai!”.

Alexander le chiese:

“ cosa succede? Chi era al telefono?”

“ era Cleo, è in ospedale perché si è rotta una gamba cadendo con la moto...”

“ oh no...”.

In quel momento arrivò Andrew:

“ ragazzi...”

“ ti prego non dirmelo!...”

“ Gabriel è a letto con l'influenza e non potrà partecipare alla recita.”.

Alicia esclamò:

“ e adesso come facciamo?”;

Ace domandò:

“ non ci sono dei sostituti?”

“ no, purtroppo.”

“ Tu le conosci no?”

“ Sì ma non ho la minima intenzione di recitare, e comunque mancherebbe il sostituto per Gabriel.”.

Andrew, dopo aver riflettuto per qualche secondo, andò verso Alexander e disse:

“ ti presento il tuo sostituto...”.

Alexander, spiazzato dalle parole dell'amico, disse:

“ no... no... no, neanche morto salirò su un palco a recitare!”

“ avanti, avrai letto quella storia un miliardo di volte, saprai le battute a memoria!”

“ beh, è vero però...”

“ niente ma; sei l’unica opzione rimasta.”

“ Ace, piuttosto che salire sul palco, preferisco buttarmi a mare con delle scarpe di cemento.”

“ ti prego!”

“ no”

“ ti imploro.”

“ no”

“ ti supplico.”

“ no!”

“ Ti scongiuro.”

“ va bene, lo farò, basta che la finisci!”

“ evviva! Bene, dovremmo provare fino allo sfinimento se vogliamo essere pronti per domani! Mettiamocela tutta!”

Alicia sbottò:

“ ehi, io non ho ancora accettato!”.

In quell’istante la ragazza sentì una qualche presenza oscura alle sue spalle e, voltandosi, vide lo sguardo assassino di Alexander fulminarla:

“ se io dovrò salire su quel palco, tu verrai con me o stavolta ti affogo personalmente.”

Spaventata, Alicia non poté far altro che assecondarlo:

“ Ok… mi hai convinto.”.

 

Il giorno successivo, quando fu il loro momento di entrare in scena, gli studenti erano pronti; Elizabeth, in qualità di presentatrice e di narratrice, salì sul palco per prima:

“ signori e signore, quella che stiamo per narrarvi è una storia che parla di una maledizione, di un incontro dettato dal destino ma, soprattutto, parla di redenzione e di quali sono i sacrifici necessari per giungere ad essa. Noi siamo la classe E del terzo anno e speriamo che la nostra esibizione vi piaccia; che il sipario si alzi e che inizi la commedia!”.

 

[ Nota: da qua, la recita è identica a Holy Night, mia altra ff; per chi non vuole rileggerla, saltate il pezzo in corsivo]

15 Gennaio 1755: in un piccolo paese di campagna una ragazza di nome Marie si stava dirigendo verso la scuola. Una volta arrivata nella sua classe, il suo professore iniziò la lezione esclamando:

“ ragazzi, la leggenda che sto per raccontarvi riguarda la creazione del nostro paese: tutto iniziò 900 anni fa con un clan chiamato New Moon che era formato da soli cinque membri: l'agile e veloce Black Star, il potente Shadow, la leggiadra Shiny Moon, il silenzioso Dark Night e il grande stratega Eclipse. A quel tempo i grandi feudatari opprimevano il popolo con pesanti tasse. Il clan New Moon decise di ribellarsi a questa oppressione e radunò un grande esercito con cui sovvertì quel governo ingiusto. I cinque membri del clan New Moon fondarono sul territorio appena conquistato un nuovo governo in cui tutti sarebbero stati alla pari. Il paese, in onore dei suoi eroi, venne chiamato Luna Nuova. Purtroppo la storia del clan New Moon non ebbe un lieto fine: una notte, infatti, Dark Night decise di tradire i suoi compagni ed eliminò Black Star, Shiny Moon e Shadow mentre dormivano. Subito dopo si diede alla fuga. Eclipse, scoperto l'accaduto, lo inseguì e dopo diversi giorni lo raggiunse in una prateria ai confini del paese. Dark Night ed Eclipse combatterono per tre giorni e tre notti senza sosta. Alla fine, a causa delle ferite riportate, entrambi morirono in quella prateria. La madre di Eclipse, una potente strega, furiosa per la morte del figlio, lanciò una potente maledizione contro tutti i membri della famiglia di Dark Night: tutti i discendenti della sua stirpe sarebbero stati portatori di sventura e avrebbero avuto sul loro volto il marchio del traditore, un sole nero sulla guancia sinistra.

Ragazzi, ricordate questo mio avvertimento: se mai vedeste un ragazzo con un sole nero tatuato sul volto, scappate o una grande sventura si abbatterà su di voi.”.

Marie rimase molto colpita dalla storia che il suo insegnante aveva raccontato. Alla fine delle lezioni la ragazza si diresse verso casa. Mentre attraversava il parco, vide un ragazzo rannicchiato sotto un albero. Non riusciva a vederlo a causa dell'ombra dell'albero. Incuriosita, decise di avvicinarsi a lui. Appena il ragazzo notò la sua presenza, esclamò:

“ va via!”

“ chi sei? Qual è il tuo nome?”

“ io non ho un nome...”

“ impossibile! Tutti hanno un nome. Come ti chiamano i tuoi amici?”

“ io non ho amici...”

“ e la gente?”

“ Dark Night, è così che mi chiamano...”

“ perché ti chiamano come quel traditore?”

“ perché io porto sventura a chiunque mi si avvicini. Allontanati da me o rischi di soffrire.”

In quel momento la luce illuminò il viso del ragazzo, mostrando un tatuaggio a forma di sole nero sulla sua guancia sinistra

Marie, anche se impaurita, non se ne andò:

“ sei un suo discendente, è per questo che la gente ti chiama col suo nome...”.

Il ragazzo rimase in silenzio. Marie notò vari tagli ed ustioni sul corpo del giovane:

“ qualcuno ti ha fatto del male?”

“ lasciami in pace!”

“ volevo solo aiutarti...”

“ nessuno te l'ha chiesto! Vattene!”

“ antipatico!”.

La ragazza se ne andò.

 

Il giorno successivo tornò nuovamente al parco e trovò nuovamente quel ragazzo sotto lo stesso albero:

“ ti piace stare tutto il giorno sotto questo albero?”

“ perché sei tornata?”

“ il parco è di tutti quindi non puoi impedirmi di stare qui...”.

La ragazza tirò fuori un kit del pronto soccorso dalla sua borsa:

“ avvicinati”

“ cosa vuoi farmi?”

“ voglio medicarti.”

“ perché ti ostini a volermi aiutare?!”

“ perché ti trovo strano.”

“ che strana motivazione.”.

Marie iniziò a medicare il giovane. Ad un tratto, però, arrivò un uomo di mezza età che prese la ragazza per un braccio e la trascinò via:

“ che stai facendo papà!? Lasciami!”

“ non ti devi avvicinare mai più a quel ragazzo!”

“ ma perché?!”

“ perché lui è il traditore, è Dark Night!”

“ ti sbagli, lui è solo un suo discendente!”

“ non importa! In lui scorre il suo sangue e questo ne fa un portatore di sventura!”.

 

Il giorno successivo la ragazza non si presentò al parco:

“ mi sa che l'ho cacciata in un bel guaio...”.

Ad un tratto gli si avvicinò il padre di Marie:

“ ti proibisco di avvicinarti ancora a mia figlia, mostro!”

“ non è a me che deve dirlo...”

“ perché non la fai semplicemente finita e non ti uccidi!? non hai amici, non hai una famiglia, non hai un posto in cui vivere e tutti ti evitano come la peste!”

“ il motivo per cui non la faccio finita è semplice: se mi uccidessi, ammetterei di essere un traditore ed un mostro. Sappi questo: non mi farò mai condizionare dal sangue che ho nelle vene!”

“ taci!”.

Con un pugno il padre di Marie scaraventò il ragazzo a terra:

“ te lo ripeto per l'ultima volta: stai lontano da mia figlia”.

l'uomo se ne andò.

 

Due giorni dopo Marie andò di nascosto a trovare il ragazzo al parco:

“ hai mai fatto quello ti dice tuo padre?”

“ no, mai una volta..”

“ lo immaginavo.”.

Il ragazzo si alzò in piedi:

“ ti va di camminare per un po'?”

“ va bene.”.

I due giovani iniziarono a passeggiare:

“ allora, ragazzo senza nome, come vuoi che ti chiami?”

“ che cosa intendi?”

“ beh, dato che ora siamo amici, non posso continuare a chiamarti ragazzo senza nome?”

“ chiamami come vuoi, amica...”

“ allora, ti chiamerò Holy”

“ perché?”

“ perché tu sei la luce che cancella i peccati del tuo avo”

“ allora, è un piacere conoscerti, io sono Holy Night.”

“ il piacere è tutto mio, io sono Marie Moon.”

“ aspetta, Moon... Moon come Shiny Moon?”

“ si, Shiny era la mia trisavola.”

“ ecco perché tuo padre mi odia particolarmente...”.

Ad un certo punto la ragazza si mise a correre:

“ dove stai andando?”

“ seguimi e lo scoprirai!”.

Seguendo la ragazza, Holy Night arrivò davanti ad un enorme albero cavo con una grossa apertura alla base del tronco:

“ che posto è questo?”

“ quando ero piccola, questo era il mio rifugio ed ogni tanto ci torno ancora.”.

Marie entrò all'interno del tronco, seguita dall'amico:

“ da piccola, quando mi sentivo giù di morale, mi rifugiavo qui dentro a pensare.”.

Holy Night notò che su tutta la parte interna dell'albero c'erano intagliate delle scritte:

“ che cosa sono?”

“ i miei pensieri: ogni volta che voglio sfogarmi, intaglio ciò che penso su quest'albero.”.

 

Dopo poco iniziò a calare la notte:

“ sarà meglio che tu vada o tuo padre ti sgriderà...”

“ hai ragione, ci vediamo domani, ciao”

“ ciao.”.

Marie si diresse verso casa. Poco tempo dopo Holy Night stava per andarsene quando notò una busta affianco a lui:

“ deve esserle caduta.”.

Il ragazzo lesse a chi era indirizzata:

“ chissà chi è questo Michael Eclipse?”.

 

Il giorno successivo, quando arrivò Marie, Holy Night le mostrò la lettera:

“ ti è caduta questa ieri.”

la ragazza arrossì e strappò la busta dalle mani dell'amico:

“ l'hai letta?”

“ no ma, dal colore della tua faccia, ho già capito cosa c'è scritto. Questo Michael deve essere proprio una persona speciale.”

“ come fai a sapere come si chiama?!”

“ è scritto sulla busta.”

“ ah già...”

“ sei proprio buffa!”

“ come ti permetti! Non è una cosa bella da dire”. 

Dopo pochi secondi i due ragazzi scoppiarono a ridere.

“ perché non gliela fai leggere?”

“ a chi?”

“ a Michael...”

“ non ne ho il coraggio, ho paura di essere respinta...”

“ ti capisco ma ti do  un consiglio: la vita è troppo breve per farsi condizionare dai dubbi.”.

 

Le stagioni passarono ed il legame tra Marie e Holy Night divenne sempre più forte. 

Un giorno d'inverno, però, mentre parlavano, sentirono qualcuno gridare. Holy Night venne colpito da una pietra:

“ ti avevo avvertito di non avvicinarti mai più a mia figlia!”.

A tirare il sasso era stato il padre di Marie che, dopo aver preso sua figlia per un braccio, la trascinò a casa:

“ non ti permetterò mai più di uscire di casa senza il mio permesso!”.

 

Nei giorni successivi Marie non poté andare al parco a trovare l'amico. Dopo una settimana Holy Night decise che se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto.

Il ragazzo si diresse verso la casa dell'amica e, una volta arrivato, arrampicandosi su un albero senza farsi vedere, entrò attraverso una finestra nella stanza di Marie. La ragazza era molto sorpresa di vederlo:

“ che ci fai qui?”

“ ti sono venuto a trovare.”

“ sai cosa ti farebbe mio padre se ti trovasse qui?”

“ mi piglierebbe di nuovo a sassate.”

“ esatto!”

“ non importa, ci ho fatto l'abitudine ormai.”.

La ragazza iniziò a tossire ed a starnutire:

“ ti senti bene?”

“ purtroppo mi sono raffreddata.”

“ mi dispiace tanto. Spero che tu guarisca presto”

“ Holy, ho preso una decisione importante...”

la ragazza prese una busta su cui non era scritto il destinatario:

“ mio padre ha strappato la lettera che avevo scritto ma io ne ho composta un'altra. Ho deciso che, quando sarò guarita, consegnerò questa lettera alla persona che amo.”

“ è la scelta giusta, sono d'accordo. Ora devo andare, ti verrò a trovare di nuovo nei prossimi giorni. Ciao.”

“ ciao.”.

Holy Night, passando nuovamente attraverso la finestra, se ne andò.

Continuò ad andarla a trovare ogni giorno.

Un dì, però, il ragazzo, quando entrò nella camera dell'amica, fece un'orribile scoperta: la malattia, che nel frattempo si era aggravata, aveva sopraffatto Marie la notte precedente.

“ no, non è possibile...”.

Il ragazzo cadde in ginocchio e le lacrime gli ricoprirono il viso. Holy Night si avvicinò al corpo ormai freddo dell'amica. Notò che nella mano stringeva ancora la lettera che gli aveva mostrato giorni prima:

“ era il tuo ultimo desiderio, consegnerò questa lettera, a qualsiasi costo!”.

Presa la lettera, il ragazzo saltò giù dalla finestra e si mise a correre verso la casa di Michael, che si trovava a diversi chilometri da lì, al confine del paese.

Dopo vari minuti che correva ricoperto dalla neve che cadeva dal cielo, si imbatté in un gruppo di persone infuriate; tra di loro riconobbe il padre di Marie:

“ eccolo, è lui il portatore di sventura che ha ucciso mia figlia! Uccidetelo!”

“ non posso fermarmi, sono quasi arrivato!”

“ levatevi di mezzo!”.

Il padre di Marie prese un fucile e iniziò a sparare al ragazzo. Holy Night venne colpito varie volte di striscio ma continuò ad andare avanti. Si fece largo tra la folla impazzita. Ad un tratto riuscì a scorgere in lontananza la dimora della famiglia Eclipse.

“ sono quasi arrivato!”.

In quel momento un colpo di fucile sparato dal padre di Marie lo colpì al fianco, facendolo cadere a terra:

“ hai avuto quello che ti meritavi, maledetto traditore!”.

Raccogliendo tutte le sue forze, si rialzò e continuò a camminare:

“ non posso arrendermi! Per la prima persona che mi sia stata amica, che mi abbia ascoltato,che mi abbia dato un nome, per la prima ragazza che io abbia mai amato, io consegnerò questa lettera!”.

Il ragazzo si rivolse al padre di Marie:

“ signore, lei mi odia e vuole la mia morte ma sappia questo: io non morirò finché non avrò consegnato questa lettera, perché io sono Holy Night!”.

Il giovane ricominciò a correre e finalmente arrivò alla casa di Michael. Bussò e subito dopo crollò a terra. La porta si aprì e apparve un ragazzo della stessa età di Marie:

“ prendila”.

Holy Night, appena il ragazzo prese la lettera, svenne e smise di respirare:

caro Michael,

sono anni che il mio cuore batte per te.

Ti considero una persona speciale, sei forte,

intelligente, simpatico e comprensivo.

Fino a poco tempo fa avrei fatto l'impossibile per stare con te,

ma poi ho incontrato un ragazzo

 che mi ha scaldato il cuore

e che con il suo modo di essere mi ha cambiata.

Quando l'ho conosciuto ho capito cosa significa davvero l'amore.

Per questo ho deciso che quando starò meglio,

mi dichiarerò a lui.

Il suo nome è Holy Night e lo amerò per sempre.

Mi dispiace.

                                       Marie                                    

 

Letto il messaggio, il ragazzo prese in braccio il corpo ormai immobile del giovane e lo seppellì. I paesani scrissero sulla sua lapide:

qui giace il portatore di sventura, Dark Night.

Il padre di Marie, che aveva assistito a tutta la scena, capì quali erano le vere intenzioni del giovane. Assieme a Michael cancellò la scritta sulla lapide e ve ne incise un'altra:

qui giace Holy Night, il portatore di speranza che ha spezzato la maledizione.

 

Finito di recitare, tutti gli attori scesero dal palco e le luci si spensero. Un solo faro si riaccese, illuminando Elizabeth:

“ signori e signore, l'esibizione è finita. Io sono il narratore ma cos'è un narratore senza la sua commedia? una volta che lo spettacolo è finito, a lui non resta che esalare il suo ultimo respiro e in pace morir.”.

Finito di parlare, Double si lasciò cadere a terra e rimase immobile fin quando il sipario non si chiuse. Dopo qualche secondo di silenzio tutti gli spettatori si misero ad applaudire con tutta la forza che avevano. Il sipario si riaprì e gli attori risalirono sul palco presentandosi uno per volta:

“bravi! siete stati magnifici!”

“ I protagonisti sono stati meravigliosi!”

“ Grande anche la narratrice!”

“ Avete visto che fusto che era Michael!?”.

 

Quel pomeriggio, dopo la fine dello spettacolo, quando stavano per andare via, Alexander, Alicia, Ace e Double vennero raggiunti dal loro professore:

“ ragazzi, aspettate! Voglio farvi i complimenti per lo spettacolo, siete stati grandi!”

“ grazie...”

“ so che, in quanto professore, non dovrei fare favoritismi, però, voglio premiarvi: ecco, tenete.”.

Il professore tirò fuori dalla tasca quattro biglietti:

“ sono dei biglietti aerei universali, con questi potete andare dove volete semplicemente presentandoli all'aeroporto.”

“ la ringraziamo moltissimo, come li ha ottenuti?”

“ li ho vinti alla lotteria qualche giorno fa ma non li posso usare a causa del mio lavoro quindi preferisco regalarveli; vi faccio ancora i complimenti e vi auguro un buon fine settimana.”

“ grazie, anche a lei.”

“ ah, dimenticavo...”.

Il professore tirò fuori dalla tasca una busta e la consegnò ad Alexander:

“ questa lettera è indirizzata a te, l'ho trovata pochi minuti fa davanti all'entrata della scuola.”.

Il ragazzo aprì la busta ed iniziò a leggere:

Carissimo Alexander,

ti scrivo per congratularmi per l'esibizione che tu e la tua classe avete messo in scena,

siete riusciti ad esprimere in maniera perfetta l'idea di tuo fratello.

Oltre che per congratularmi, ti scrivo anche per invitarti, assieme al signor Andrew, alla signorina Alicia e lady Elizabeth nella mia villa a Budapest; 

spero che accetterai il mio invito, a presto,

                                                                       Chris Wheize.

Alexander, dopo aver finito di leggere, fece un sorriso compiaciuto. Alicia, incuriosita, gli chiese:

“ cosa c'è scritto in quella lettera? Hai ricevuto buone notizie?”.

Il ragazzo, voltandosi verso i suoi amici, esclamò:

“ ragazzi, preparatevi, si parte per Budapest!”.

 

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Capitolo 8
*** il segreto dei due maghi ***


Il giorno successivo i ragazzi presero l'aereo diretto a Budapest. Ad un tratto il passaporto di Alexander gli cadde dalla tasca, aprendosi e finendo vicino al sedile di un anziano signore. L'uomo lo raccolse e, restituendoglielo, disse ridendo sotto i baffi:

“ stai attento a non perderlo o avrai dei problemi, capito, detective?”;

Alexander sembrò irritato dalle parole dell'uomo:

“ la ringrazio.”.

Alicia rimase incuriosita dall'evento e, dopo pochi secondi, rivolgendosi all'amico, chiese:

“ perché quell'uomo ti ha chiamato detective.”

“ ah, boh, chi lo sa...”.

Ace, divertito dalla situazione, si intromise dicendo:

“ se vuoi ti dico io il motivo: il fatto è che...”.

Prima che potesse dire altro, Alexander zittì l'amico:

“ diglielo e giuro che ti scaravento giù dall'aereo senza paracadute...”.

Ace, intimorito, smise di parlare. Alicia, sempre più incuriosita, continuò ad insistere con Alexander affinché gli rivelasse il motivo:

“ dai, dimmelo...”

“ no.”

“ ti prego...”

“ no.”

“ avanti...”

“ no.”

“ per favore...”.

Alla fine il ragazzo, scocciato, esclamò:

“ se te lo dico, poi mi lascerai riposare in pace?”

“ si, certo.”

“ quando mi sono iscritto al Saint Million, ho deciso di adottare il cognome di mia madre, cioè Hunt; il cognome di mio padre, però, era Holmes;”

“ aspetta, non mi dirai che...”

“ esatto, il mio secondo nome è Sherlock...”

“ questo vuol dire che il tuo nome completo è Alexander Sherlock Holmes!”.

Alicia iniziò a ridacchiare:

“ è per questo che ho deciso di usare il cognome di mia madre…”.

 

“ Mamma, perché ci avete dato dei nomi così strani?”

“ Già; a scuola i bambini hanno riso quando Alexander si è presentato, anche se non lo hanno fatto per molto…”

“ Mi avevano irritato così li ho puniti.”

“ Dovresti essere più gentile, Alexander.”

“ Va bene, mamma; allora, ci riveli il motivo?”

“ Beh, sapete che tuo padre è un fan di Conan Doyle, vero?”

“ Certo; papà non fa altro che parlarne.”

“ Beh, quando siete nati, appena vi ha visto, ha detto: Alexander Sherlock come Holmes e Stephan James come il professor Moriarty, ecco, questi saranno i vostri nomi perché sarete legati come loro dal destino.”

“ Ma non ha senso: Sherlock Holmes e Moriarty erano nemici.”

“ Anche io gli feci la stessa obiezione e sapete lui cosa mi rispose: Moriarty fu l’unico ad eguagliare Holmes per astuzia e furbizia, l’unico a comprendere come affrontarlo e, grazie alla loro rivalità, entrambi sono migliorati; così dovranno essere i miei figli: legati da un comune destino che li aiuterà a migliorarsi.”

 

Mio padre era un tipo strano… fan di Sherlock Holmes, si è sempre rifiutato di leggere cosa successe al suo eroe dopo la morte di Moriarty… forse, se non ci avesse chiamati così, le cose sarebbero diverse ora… come Holmes sono sopravvissuto al destino ma Stephan, come Moriarty, è stato spazzato via.

 

Dopo qualche ora di volo l'aereo atterrò a Budapest. I ragazzi, dopo aver recuperato i loro bagagli, presero un taxi che li lasciò davanti ad un'enorme villa con delle vetrate gigantesche:

“ sei sicuro che abiti qui?”

“ questo è l'indirizzo che era scritto sulla busta.”

“ … ripeti ancora una volta chi è questo Chris Wheize.”

“ è un amico di mio padre che ha ospitato me e Stephan per un anno quando nostra madre è venuta a mancare.”

“ e perché ci ha invitati qui?”

“ nella lettera non c'era scritto.”

“ strano...”.

Ace si intromise nella discussione esclamando:

“ basta indugiare, entriamo!”.

Alexander suonò il campanello e dopo pochi secondi il portone d'entrata si spalancò. I ragazzi si ritrovarono in un enorme salone con diversi ritratti appesi alle pareti. Al centro della stanza c'era un uomo molto anziano, non molto alto, con i capelli grigi ed uno sguardo vispo, vestito con un completo nero:

“ vi do il benvenuto nella mia villa, miei cari giovanotti.”

“ è bello incontrarti di nuovo dopo tanto tempo, Chris.”.

I tre ragazzi che avevano accompagnato Alexander si fecero avanti per presentarsi ma l'anziano signore li fermò, esclamando:

“ non c'è bisogno che vi presentiate, conosco perfettamente ognuno di voi. Ora vi prego di seguirmi, vi mostrerò le vostre stanze...”.

Dopo aver accompagnato i ragazzi nelle loro camere, il signor Wheize invitò Alexander a seguirlo nel soggiorno:

“ ok, i convenevoli sono finiti, perché mi hai invitato qui, vecchio.”

“ a quanto pare non sei cambiato per niente, giovane stolto... eh va bene, vuoi sapere perché ti ho convocato qui: mancano poco più di due mesi alla nostra morte, a che punto sei nella tua ricerca?”

“ ad un punto morto come si suol dire, ormai penso che non riuscirò a trovarlo prima di quel giorno...”

“ ti stai arrendendo? possibile che il figlio di Sebastian non abbia ereditato neanche un po' della sua grinta e del suo coraggio?”

“ ti sbagli, io ho la grinta di mio padre ma ho anche il buon senso di mia madre. Questa faccenda devo trattarla con i guanti o rischio di finire sotto terra prima del tempo...”

“ sotto terra... io dovrei essere lì da ottantasette anni eppure mi pare di essere ancora vivo ed in buona salute...”

“ già ma a quale prezzo: tutti ti credono morto e non puoi neanche muoverti da questo posto senza rischiare di essere scoperto...”

“ qui non si sta poi così male...”

“ ma di che stai parlando?! Sei solo in questa casa e nessuno potrà mai avvicinarsi a te senza rischiare di scoprire chi sei e di finire in pericolo...”

“ hai ragione, io mi sono emarginato, ma dimmi: tu come avresti agito?”;

Alexander non rispose:

“ come immaginavo...”

“ sono stanco di discutere... ho solo un'ultima domanda: perché hai invitato anche Andrew, Alicia ed Elizabeth?”

“ volevo vedere com'erano le persone che sono riuscite ad avvicinarsi a te, quei tre hanno compiuto un miracolo...”

“ tu di miracoli ne sei un esperto, dopotutto, sei morto e sei risorto; inoltre, per farlo, hai scelto il giorno perfetto per questo genere di cose: il 31 ottobre 1926, il giorno di Halloween, la cosiddetta notte delle streghe...”

“ sai come sono fatto, mi sono sempre piaciute le cose teatrali...”

“ già, sei sempre stato bravo in questo genere di trucchi; in compenso, con i nomi non ci sai proprio fare... Chris Wheize, un semplice anagramma, che fantasia Ehrich...”.

Il signor Wheize fece un sospiro e disse con tono malinconico:

“ era da tanto che nessuno mi chiamava in quel modo... il mio nome, credo di non averne mai apprezzato veramente la bellezza... anche quando vivevo alla luce del sole, mi facevo chiamare con uno pseudonimo...”

“ è inutile rivangare il passato, vecchio, dovresti saperlo...”.

In quel momento nella stanza entrarono Alicia e Double:

“ questa casa è enorme...”

“ è addirittura più grande di quella di mio padre...”.

Il proprietario, sentendo i loro apprezzamenti, rispose:

“ sono contento che vi piaccia... un momento... non manca qualcuno?”.

Alexander concordò:

“ è vero, dov'è Ace?!”

“ mio fratello come al solito si è perso...”

“ ha un senso dell'orientamento inesistente...”.

Il signor Wheize disse:

“ andiamo a cercarlo!”.

I quattro si misero a cercare il loro amico. Riuscirono a trovarlo solo dopo molto tempo in una stanza piena di gabbie e di catene. Appena vide cosa c'era in quella stanza, Alicia, molto incuriosita, chiese a che cosa servissero tutte quelle cose:

“ sono i ricordi del lavoro che facevo prima di andare in pensione...”

“ mi scusi l'indiscrezione ma che genere di lavoro faceva?”

“ un tempo facevo l'illusionista. Quelli che vedete sono gli strumenti che usavo nei miei trucchi.”

“ davvero lei era un prestigiatore!?”

“ si ma ho abbandonato la professione molto tempo fa.”.

 In quel momento Alexander tentò di cambiare discorso dicendo:

“ penso che ora sia meglio andare nella sala da pranzo...”

“ ah, va bene, andiamo.”.

Quando arrivarono nella sala da pranzo, i ragazzi si stupirono di trovare apparecchiato per sei persone:

“ credevo che ci fossimo solo noi cinque in questa casa...”.

Il signor Wheize fece un ghigno compiaciuto ed esclamò con aria di sfida:

“ direi che è giunto il momento di iniziare i giochi: Alexander, siediti nel posto che ha il tuo nome scritto sopra...”

“ cos'hai in mente?”

“ siediti ed io ti spiegherò tutto...”

“ non mi pare di aver scelta.”

il ragazzo fece come gli era stato detto:

“ bene, in cosa consiste la sfida: la sesta persona che cenerà è nascosta in una delle cinquanta stanze di questa casa. Il tuo compito sarà quello di trovarla, tuttavia, c'è una complicazione: non potrai lasciare questa stanza senza avere già la risposta.”

“ quindi dovrò capire dove si trova questa persona senza neanche cercarla, interessante...”

“ voglio darti un indizio sul luogo in cui si trova questa persona: sono colorato ma allo stesso tempo sono trasparente; non puoi vedere me ma puoi vedere attraverso me; la mano del diavolo mi ha preso e nessuno potrà salvarmi. Questo è l'indizio.”.

Alexander iniziò a riflettere e, dopo appena due minuti, esclamò:

“ ho la soluzione!”.

Il ragazzo si alzò in piedi e si diresse nella sala principale. Dopodiché iniziò a contare le vetrate che c'erano nella stanza:

“ come immaginavo, sono dodici.”.

Il signor Wheize domandò con aria incuriosita:

“ allora, Alexander, hai risolto il mio indovinello?”

“ certo, non è stato difficile: la frase sono colorato ma allo stesso tempo sono trasparente, non puoi vedere me ma puoi vedere attraverso me si riferisce alle vetrate di questa stanza. La mano del diavolo è la sinistra ed il numero del diavolo è il sei; di conseguenza, la persona che si sta nascondendo si trova dietro alla sesta vetrata a sinistra!”.

Con un pugno Alexander mandò in frantumi la lastra di vetro:

“ ti faccio i miei complimenti, mio caro Alexander, hai risolto in brevissimo tempo il mio indovinello. Avanti, vieni fuori Edward!”.

Dall'apertura creata da Alexander apparve un ragazzo con gli occhi verdi, i capelli biondi e la pelle molto chiara che indossava una camicia bianca, dei pantaloni neri ed una giacca rossa a maniche lunghe:

“ pensavo di aver trovato un nascondiglio perfetto, peccato...”.

Il nuovo arrivato guardò Alexander dritto negli occhi ed esclamò:

“ quindi sei tu lo Sherlock Holmes dagli occhi cremisi...”.

Alexander si voltò verso il signor Wheize e domandò con tono irritato:

“ chi è questo tizio?”

“ è un ragazzo che vive con me da qualche tempo... sai, tu e lui avete una specie di legame...”

“ di che parli?”.

Il nuovo arrivato intervenne, dicendo con aria saccente:

“ te lo spiego io, mi presento: io sono John Edward Watson.”.

Alexander rimase spiazzato sentendo le parole del ragazzo:

spero che questo sia un incubo.

“ il signor Wheize mi ha parlato molto di te e mi ha detto che, oltre ad un grande intuito, hai anche un'ottima prestanza fisica...”

“ dove vuoi arrivare?”

“ da nessuna parte, volevo solo avere una dimostrazione!”.

Edward provò a tirare un pugno ad Alexander ma lui gli fermò il braccio:

“ si può sapere che ti è preso?!”

“ avanti, combatti!”.

Watson provò nuovamente a colpire il ragazzo ma lui lo schivò spostandosi alle sue spalle e, stringendogli un nervo del collo, lo fece svenire. I presenti si stupirono dell'accaduto:

“ cosa gli hai fatto?”

“ gli ho stretto il seno carotideo per farlo svenire.”.

Il signor Wheize, preoccupato per Edward, chiese:

“ starà bene?”

“ sì, si sveglierà tra qualche minuto; ora potresti spiegarmi chi è e perché ha provato ad aggredirmi?”

“ Edward è il figlio di un mio vecchio amico. Circa un mese fa purtroppo sua madre è passato a miglior vita e, non essendoci nessuno che potesse prendersi cura di lui, ho deciso di ospitarlo a casa mia; tuttavia, appena ha messo piede in casa, ha preteso che io gli insegnassi tutti i trucchi da prestigiatore che conosco.”

“ bene, quindi tu hai addestrato un pazzo che aggredisce la gente senza un motivo ad usare gabbie, manette e altri oggetti pericolosi... complimenti al tuo buonsenso...”

“ in realtà, c'è un motivo per cui ti ha aggredito:  il fatto è che, per motivarlo durante l'addestramento, gli ho mostrato alcuni video dei tuoi allenamenti mostrandogli il divario tra voi.”.

Alexander, sentendo quell'affermazione, si infuriò come non mai:

“ come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?!”

“ volevo motivarlo e non sapevo come altro fare...”.

Elizabeth intervenne esclamando:

“ aspettate un momento! Questo vuol dire che anche tu sai fare dei trucchi di magia, Alexander?!”

“ si, nel breve periodo in cui ho vissuto qui ho imparato alcuni trucchi.”

“ voglio vederli!”.

Ace ed Alicia concordarono:

“ anche noi siamo interessati! Potresti fare un'esibizione domani!”.

In quel momento Edward riprese conoscenza e disse:

“ perfetto, domani mi esibirò anche io, così vedremo chi di noi è il prestigiatore migliore!”

“ ma veramente io...”.

Prima che Alexander potesse dire qualcosa, il signor Wheize affermò:

“ credo che ora sia meglio andare a cena, il cibo si sta raffreddando...”

“ si, andiamo.”

hanno deciso tutto senza chiedere la mia opinione.

 

Il giorno successivo, mentre facevano colazione, Alexander si rivolse al proprietario di casa chiedendo:

“ vecchio, l'attrezzatura che usavo in passato è ancora dove l'ho lasciata quando me ne sono andato?”

“ si, è ancora lì...”

“ bene, vado nella mia stanza per pensare a cosa fare, vorrei non essere disturbato.”

Il ragazzo andò a prendere la sua attrezzatura ed iniziò a prepararsi.

 

Dopo circa due ore, Alexander uscì dalla sua stanza indossando una maglietta senza maniche con il collo alto molto largo ed un paio di pantaloni lunghi neri:

“ bene, sono pronto...”.

Il ragazzo andò nella sala principale, dove Andrew, Double, Alicia ed il signor Wheize avevano già sistemato delle sedie su cui sedersi ed un tavolo al centro della stanza, portando con se uno zainetto. Dopo pochi minuti arrivò anche Edward vestito con un completo, un mantello ed un cilindro bianchi:

“ bene, Watson, puoi iniziare tu, se vuoi...”

“ ti ringrazio Sherlock.”

Edward si mise davanti ai suoi spettatori e, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, esclamò:

“ signori e signore, preparatevi a rimanere meravigliati da me, il Mago Fantasma! Si dia inizio allo spettacolo! Ammirate, adesso sconvolgerò le leggi stabilite dal grande Newton e spiccherò il volo!”.

In quel momento Edward si sollevò da terra e iniziò a volteggiare per tutta la stanza. Dopo qualche secondo atterrò nuovamente davanti agli spettatori, che lo applaudirono con molto entusiasmo:

“ signori, vi ringrazio per avermi permesso di esibirmi. Purtroppo la mia esibizione non può durare a lungo, tuttavia, prima di lasciarvi, vi mostrerò il trucco che io considero il cavallo di battaglia; per eseguirlo, però, avrò bisogno di un assistente, Sherlock, ti dispiacerebbe aiutarmi?”

“ ... perché no... sono curioso di vedere cosa farai...”

“ bene, fammi un favore allora: appena fuori dalla stanza ho lasciato alcune spade, delle catene ed una camicia di forza; dovresti prenderle e legarmi a quel tavolo.”.

Alexander fece come gli era stato detto:

“ bene, ora ti prego di coprirmi con un telo, di spegnere le luci e di trafiggermi usando le spade; dopo dovrai  riaccendere le luci.”.

Il giovane ubbidì e, dopo aver coperto Edward con un telo, trafisse la sua sagoma con ben venti spade. Alicia, preoccupata per il giovane mago chiese:

“ siamo sicuri che stia bene?”

“ non ci resta che accendere la luce e scoprirlo!”.

Alexander riattivò il lucernario e tutti presenti rimasero stupiti nel vedere Watson in piedi sopra al tavolo senza neanche un graffio. Gli spettatori applaudirono con molta forza, elogiando il ragazzo:

“ bene, gentile pubblico, il mio spettacolo è finito; è il momento che il mio rivale ci mostri cosa sa fare.”.

Alexander, mantenendo la sua calma glaciale, esclamò:

“ bene, se desideri così tanto farti umiliare, per me va bene... ma non qui; i miei trucchi sono abbastanza pericolosi perciò preferirei che mi seguiste all'esterno, se siete d'accordo?”.

“ per noi va bene.”.

Sherlock condusse Edward e gli altri fuori dalla casa, vicino ad un capannone di legno:

“ bene possiamo cominciare; io non sono uno di molte parole perciò lascerò che siano i fatti a parlare per me!”.

Dopo essersi allontanato di qualche metro dai suoi amici, avvicinò le mani alla bocca, fece un respiro profondo e sputò una fiammata dalla bocca. Alicia e gli altri rimasero meravigliati da ciò che aveva fatto; Edward, invece, con tono sarcastico esclamò:

“ è tutto qui quello che sai fare?! Mi deludi...”

“ stai tranquillo, mi stavo solo riscaldando, dopotutto, sono diversi anni che non mi esercito; comunque, ora posso procedere con il vero numero.”.

Alexander entrò nel capanno, seguito a breve distanza dal rivale. All'interno del magazzino c'era solo una colonna di ferro che collegava il pavimento al soffitto. Sherlock tirò fuori un paio di manette e delle catene dal suo zainetto. Edward, guardando quegli oggetti, esclamò con aria sorpresa:

“ ma quelle cose sono vere, non sono truccate!”

“ certo che sono vere, io non sono un imbroglione. Ora fammi un favore: aiutami a legarmi a quel palo.”

“ ok...”.

Dopo aver finito, Alexander diede nuove istruzioni al ragazzo:

“ ora non devi fare altro che andare fuori, prendere un fiammifero e dare fuoco a questo edificio.”.

Watson, preoccupato per le sorti del giovane, chiese:

“ sei sicuro che andrà tutto bene?”

“ certo, stai tranquillo, è un trucco semplice: mi libererò delle manette e delle catene ed uscirò prima che il fuoco mi raggiunga...ah, dimenticavo! Dì a tutti di non intervenire, qualunque cosa succeda...”

“ ah, va bene...”.

Il ragazzo uscì dalla stanza ed diede fuoco al capannone:

chissà se riuscirà veramente ad uscire?

Gli spettatori, emozionati da ciò che stava succedendo ma anche preoccupati per l'amico, attesero con ansia che Alexander uscisse dalla casa. Dopo diversi minuti, però, non vedendolo venire fuori, Alicia si spaventò:

“ ora basta, vado a tirarlo fuori!”.

Edward la fermò esclamando:

“ no, ferma! Sherlock ha detto di non intervenire in nessun caso.”.

“ ma è passato troppo tempo! Le fiamme hanno già circondato completamente la casa!.”

Ace concordò:

“ è vero, dobbiamo tirarlo fuori!”.

Prima che Edward potesse controbattere, dal capannone venne fuori un urlo che causò il terrore tra i presenti:

“ aiuto! Qualcuno mi aiuti! Non riesco a liberarmi! Vi prego, aiutatemi!”.

“ presto, andiamo a prendere dell'acqua per spegnere le fiamme!”.

Tutti i presenti corsero in casa ma, quando uscirono, scoprirono che ormai era tardi: le fiamme avevano ormai distrutto completamente il magazzino. I ragazzi, completamente sconvolti, si lanciarono verso le macerie per cercare l'amico. Più tempo passava senza risultati, più le speranze che Alexander fosse riuscito a salvarsi diminuivano. Ad un tratto, però, si sentì una voce soddisfatta chiedere:

“ posso sapere cosa state cercando là in mezzo?”.

Tutti, sentendo quelle parole, si voltarono verso la villa e videro, con loro immensa gioia e grandissima sorpresa, Alexander, in piedi sul tetto, senza neanche un graffio e con un sorriso stampato in faccia:

“ signori e signori, con questo si conclude la mia esibizione, spero che vi sia piaciuta!”.

Finito di parlare, il ragazzo scese dal tetto. I presenti, increduli su ciò che era accaduto, iniziarono ad applaudire con tutta la forza che avevano. Alicia rimase stupita delle incredibili capacità dell'amico:

è stupefacente! È intelligente, sa combattere, recita come un professionista, compie delle magie stupefacenti ed ha una personalità in grado di oscurare chiunque gli si pari davanti... credevo di aver capito che tipo è Alexander, ma la verità è che io di lui non so ancora nulla.

Edward fece un sospiro e disse con aria scocciata:

“ ammetto la sconfitta..., se voglio batterti dovrò allenarmi ancora per molto tempo;”

“ ti avevo detto che ti avrei fatto fare una brutta figura...”.

In quel momento il signor Wheize con una voce imponente disse:

“ bene, ora che la sfida si è conclusa, possiamo rientrare dentro casa, ho qualcosa che voglio mostrare a tutti voi...”.

Dopo essere tornati nella sala principale, il signor Wheize tirò fuori da un tiretto alcune foto ed un vecchio diario tutto impolverato:

“ ecco, volevo mostrarvi questi...”.

L'uomo porse ad Alicia quegli oggetti. La ragazza guardò immediatamente le fotografie; una in particolare attirò la sua attenzione: raffigurava quattro persone, due uomini e due donne, seduti ad un tavolo mentre giocavano a poker con un altro individuo seduto di spalle:

“ un momento... una delle donne in questa foto mi sembra di conoscerla... ma certo! È nonna Annie!”.

Gli altri ragazzi si avvicinarono ad Alicia e, guardando la foto ognuno di loro riconobbe qualcuno di familiare:

“ fatemi capire bene: in questa vecchia foto sono raffigurati mia nonna, la prozia di Elizabeth e di Andrew, il nonno di Alexander e quello di Edward?!... è incredibile!”;

il signor Wheize, sentendo l'affermazione della ragazza, esclamò:

“ è esattamente per questo che voglio darvi quelle foto e quel diario: voi, i nipoti dei miei cinque migliori amici, vi siete incontrati ed avete stretto amicizia; è come se fosse stato il destino a farvi incontrare; questo sembra veramente incredibile, è questo che pensate, vero?”

“ si, è stupefacente!”

“ sappiate, tuttavia, che questa non è la cosa più strana riguardo a quelle foto...”.

Alicia, incuriosita, chiese:

“ che cosa intende, signor Wheize?”

“ se guardate sul retro di quella foto, troverete una data: 15 Maggio 1996.”

“ è la data in cui è stata scattata la foto?”

“ si, ma non solo: quello è il giorno in cui tutte le persone sedute a quel tavolo persero la vita in circostanze misteriose...”.

I cinque ragazzi rimasero spiazzati e allo stesso tempo impauriti dalle parole dell'uomo:

“ ma, com'è possibile che quattro persone muoiano lo stesso giorno!?”

“ è proprio questo il mistero: loro sono morti nello stesso momento in quattro luoghi molto distanti tra loro. Ho passato più di vent'anni della mia vita a cercare di capire cos'è successo e non sono arrivato a nulla... una cosa però l'ho capita: la loro morta è legata all'uomo di spalle raffigurato in quella foto.”

“ perché ce ne stai parlando?”

“ ormai ho raggiunto una certa età e credo che non mi resti molto da vivere; per questo vi ho voluti chiamare: vi prego, scoprite cos'è successo quel giorno e chi ha ucciso i miei amici!”

“ non sarebbe meglio chiedere alla polizia?”

“ ci ho provato ma non avevo prove e la polizia ha creduto che stessi dando di matto...”.

I cinque ragazzi non sapevano cosa rispondere alla richiesta del signor Wheize. Ad un tratto Alicia, anche se con molta incertezza, disse:

“ va bene, le prometto che farò il possibile per scoprire la verità.”.

Alexander si fece avanti aggiungendo:

“ ok, vecchio, ci proverò anche io; dopotutto, non si nega mai un ultimo desiderio ai moribondi.”

“ anche io la aiuterò, maestro!”

“ vi aiuteremo anche noi, vero Ace?”

“ certo, mi sono sempre piaciuti i misteri complicati.”

“ vi ringrazio infinitamente! Spero che voi riusciate dove io ho fallito. Tutti gli indizi che sono riuscito a raccogliere sono in quel diario. L'ho trovato qualche anno fa, apparteneva di Annie.”

“ come, A mia nonna?!”

“ si, tuttavia, è scritto in un codice incomprensibile che io non sono riuscito a decifrare...”

“ davvero? vediamo...”.

Alicia aprì il diario:

3 novembre 1971: 

lttr rl, H, Q v P zyyrznl rmrarzgl z ozeliziv zo kiltvggl Pangea. 

 

 

“ ha ragione, è incomprensibile...”.

Il signor Wheize fece un sospiro e con aria sconsolata disse:

“ vi prego di scoprire la verità. In quel diario deve esserci scritto qualcosa di importante...”

“ cercheremo di decifrarlo.”

“ vi ringrazio dal più profondo del cuore. Non so come potrò sdebitarmi!”

“ non ce n'è bisogno, è anche nel nostro interesse scoprire chi stato ad ucciderli e perché...”.

In quel momento Edward si rivolse ad Alexander e, con tono cortese, chiese:

“ Sherlock, mi puoi ospitare a casa per un po' di tempo?”

“ eh, come?!”

“ se dobbiamo investigare su questo fatto, sarà meglio che io venga a vivere nella vostra città per un po'. Non ho soldi per pagarmi un albergo quindi vorrei che mi ospitassi a casa tua...”

“ perché proprio io dovrei ospitarti?”

“ beh, così, quando non indagheremo, potremo continuare la nostra sfida... sappi che non mi sono arreso...”

“ piuttosto mi faccio decapitare...”.

Alicia si intromise per tentare di convincere l'amico:

“ avanti Alexander, cosa ti costa ospitarlo per un po' di tempo?”.

Sherlock fece un sospiro e con aria rassegnata esclamò:

“ va bene! Sappi, però, che, se proverai a svegliarmi mentre dormo o a lanciarmi stupide sfide senza senso, ti appenderò al soffitto di casa usando dei chiodi, sono stato abbastanza chiaro?”.

Gli occhi di Alexander divennero rossi ed Edward si pietrificò dalla paura:

“ ok, ti assicuro che sarò buono come un angelo...”.

In quel momento il signor Wheize prese alcune banconote dalla tasca e, porgendoli ad Edward, esclamò:

“ tieni, questi sono per il biglietto dell'aereo e per eventuali spese.”

“ grazie maestro...”

“ dato che andrai ad abitare con Alexander, potrai continuare lì i tuoi allenamenti di magia.”

“ si, mi eserciterò ogni giorno.”.

“ bene, il vostro aereo partirà tra poco poche ore, è meglio che vi prepariate...”

“ ha ragione, sbrighiamoci o rischiamo di arrivare tardi.”.

Alicia, Ace, Double ed Edward corsero nelle loro stanze per prendere le loro cose; Alexander, prima di andare nella sua camera, si voltò verso il signor Wheize e, con aria interrogativa e afflitta, chiese:

“ perché non mi hai mai parlato di questa faccenda, vecchio!?”

“ volevo aspettare che fossi pronti...”

“ di cosa parli?”

“ io mi sono lasciato ossessionare da questa faccenda, ho lasciato che la rabbia offuscasse la mia mente ed ho finito per isolarmi da tutto il mondo; se non avessi fatto così, avrei potuto crearmi una nuova vita ed una famiglia... non voglio che tu finisca come me, Alexander. Ora che hai degli amici, però, credo che tu potrai tenere a bada le tue ossessioni.”.

Sentendo le parole dell'uomo, Sherlock fece un sorriso stupito ed esclamò:

“ era tanto che non ti vedevo preoccupato per qualcuno... è bello, dimostra che hai ancora un cuore. È tardi, vado a prendermi la valigia. Un consiglio: esci da questa casa, vivi ciò che resta della tua vita con allegria e lascia la risoluzione di questo caso a noi.”

“ Alexander, c'è ancora una cosa: l'uomo di spalle ritratto in quella foto probabilmente è collegato a quella faccenda.”. 

Le parole del signor Wheize scossero molto il ragazzo, il quale, però, rimase in silenzio e si diresse verso la sua stanza.

 

Qualche ora dopo i cinque ragazzi erano sull'aereo diretto verso casa. Durante tutto il viaggio Alexander continuò a pensare a ciò che gli aveva detto il signor Wheize e a tentare di decifrare il libro. Ad un tratto esclamò:

“ ho capito!”.

Alicia, incuriosita, si avvicinò al ragazzo e gli domandò cos'aveva scoperto:

“ ho trovato la chiave di lettura di questo diario: bisogna sostituire ogni lettera scritta nelle sue pagine con quelle che si trovano nella posizione opposta nell'alfabeto; ad esempio la Z va sostituita con la A, la Y con la B e così via...”

“ non ci sarei mai arrivata...”

“ …. però, c'è qualcosa di strano... questa parola, Pangea, non è stata codificata... chissà per quale motivo...”

“ in effetti è strano.”

“ comunque, decodificando il primo appunto del Diario, viene fuori questa frase:

 

 

Oggi io, S, J e K abbiamo iniziato a lavorare al progetto Pangea. Per completarlo abbiamo solo 6 anni ma, se ci impegniamo, potremmo riuscire a completarlo prima che sia troppo tardi. X ci ha procurato gli strumenti necessari per la ricerca... dobbiamo farcela... a qualsiasi costo!

“ molto interessante... chi saranno questi S, J, K ed X?”

“ ipotizzando che siano delle iniziali, le prime tre lettere dovrebbero corrispondere ai nomi Joseph, Kyle e Sara...”

“ giusto, quindi non ci resta che scoprire chi è questo X...”

appena capiremo troveremo questo X, sarò più vicino ad incastrare lui.

In quel momento Elizabeth esclamò:

“ ragazzi, stavo pensando una cosa: per cercare qualche indizio potremmo leggere i giornali del periodo in cui sono accadute quelle misteriose morti...”

“ è un buon suggerimento...”.

 

Dopo essere atterrati, i ragazzi si separarono. Quando arrivarono a casa di Alexander, lui e Watson posarono i bagagli, dopodiché si sedettero nel salotto ed iniziarono a parlare:

“ questa casa è molto piccola rispetto a quella del maestro...”

“ è il massimo che posso permettermi con i lavoretti par-time che faccio quando ho tempo... comunque, se non ti trovi a tuo agio, puoi sempre andartene a dormire in albergo...”

“ no, no, come non detto, la tua è una stupenda casetta, molto confortevole...”

“ l'hai scampata per stavolta ma stai attento a ciò che dici...”.

Dopo qualche secondo di silenzio Sherlock si alzò in piedi ed esclamò con aria annoiata:

“ vado a preparare la cena...”

“ vuoi che ti dia una mano?”

“ no, faccio da solo.”

“ posso farti una domanda: come riesci a fare ciò che fai?”

“ cosa intendi?”
“ da quello che mi ha raccontato il maestro, tu sai combattere come un gladiatore, sei un genio, sai fare trucchi di magia semplicemente spettacolari, reciti come un professionista e sai anche cucinare. Una qualunque altra persona non imparerebbe a fare tutte queste cose in una vita, tu ci sei riuscito in pochi anni...”

“ non so neanche io come mai so fare tutte queste cose, da ciò che ricordo, sono sempre stato in grado di farle.””

“ beh, sei un tipo strano...”

“ strano o no, non mi dispiace essere così...”.

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Capitolo 9
*** il doppio volto di Alexander ***


Nei giorni successivi i ragazzi lessero tutti i giornali risalenti al periodo degli omicidi e finirono di decifrare il diario di Annie:

“ siamo in un vicolo cieco; sui giornali non si fa nessun riferimento alle loro morti e nel diario ci sono solo delle formule incomprensibili...”

“ questo non è del tutto vero...”

“ di cosa parli Sherlock?”

“ anche se non ce ne sono molte, dalle annotazioni scritte in codice si intuisce che Annie e gli altri stessero lavorando ad una specie di farmaco...”

“ come fai a dirlo?”

“ dalle parole usate: si fa spesso riferimento a delle controindicazioni di diversi farmaci e a dei sintomi...”

“ stavano cercando di curare qualcuno?”

“ credo di si, però, c'è qualcosa che non mi quadra: di norma se qualcuno sta male, viene portato in ospedale, dove può ricevere le cure necessarie...”

“ in quel momento Edward esclamò:

“ doveva trattarsi di una malattia incurabile!”

“ è probabile...”

“ se fosse così, però, la loro sarebbe stata un'impresa impossibile.”.

Alicia, dubbiosa, chiese il motivo di quell'affermazione:

“ per creare un farmaco sono necessari anni, forse decenni; loro volevano produrne uno per guarire una malattia incurabile in soli 6 anni. È come tentare di costruire una città in un solo giorno...”.

Dopo qualche secondo di silenzio, Alexander, restando concentrato sul diario, disse:

“ in ogni caso, da ciò che c'è scritto qui dentro, non possiamo arrivare a nessun indizio sull'identità di questo X, responsabile delle morti dei nostri nonni...”.

In quel momento Ace esclamò:

“ cerchiamo gli altri diari!”

“ quali altri diari?”

“ se Annie ha descritto ciò che stavano facendo, potrebbero averlo fatto anche gli altri...”.

Edward, scettico, commentò:

“ secondo me è una sciocchezza...”.

Alexander dopo averci riflettuto, disse:

“ invece potrebbe aver ragione: gli appunti su questo diario descrivono solo il primo anno di ricerca; è possibile che esistano altri diari, nascosti da qualche parte, in cui sono descritti gli avvenimenti degli anni successivi...”

“ e dove dovremmo cercarli?”

“ non ne ho idea...”.

Alicia allora esclamò:

“ secondo me li hanno nascosti in dei luoghi in cui solo loro potevano trovarli...”.

Sentendo quell'affermazione, a Double venne in mente qualcosa:

“ forse so dove potrebbe aver nascosto il suo la prozia Sara...”

“ davvero?!”

“ è solo un'ipotesi ma potrebbe essere nascosta da qualche parte nella casa in cui abitiamo ora...”.

Ace, confuso, rivolgendosi alla sorella con tono interrogativo, chiese:

“ come fai a dirlo?”

“ ricordo che, quando ero bambina, la mamma mi aveva raccontato che comprare quella casa era stato un desiderio della prozia...”

“ vale la pena tentare...”

“ potremmo andare a cercarlo domani pomeriggio...”.

Sherlock dissentì:

“ mi spiace ragazzi ma dovrete fare a meno di me, ho un impegno per domani...”

“ che cosa devi fare?”

“ questo è un segreto!”

“ avanti, diccelo, non fare il difficile!”

“ non se ne parla neanche! Non siete i miei genitori quindi non devo rendervi conto di tutto ciò che faccio!”.

Nonostante le continue insistenze dei suoi amici, Alexander non disse nulla.

Il giorno successivo, appena finita la scuola, il ragazzo corse via senza dare spiegazioni. Edward ed Ace, anche se incuriositi, decisero di continuare con il piano originario. Double ed Alicia, invece, decisero di seguire Alexander per capire il motivo della sua riservatezza.

Alexander si mise a correre verso est ed in breve tempo raggiunse un parco abbandonato non molto grande. Le due ragazze, continuando a seguirlo a breve distanze, si chiesero perché fosse venuto in un posto del genere:

“ chissà cosa deve fare in un posto del genere?”.

Dopo qualche minuto Alexander venne raggiunto da un ragazzo biondo, con i capelli lunghi raccolti in una treccia, gli occhi verdi e la pelle molto abbronzata, che indossava un judoji dipinto di nero:

“ allora, sei tu il mittente di tutte quelle lettere di sfida?”

“ esatto, io sono James Dixon, finalmente ti sei deciso ad accettare la mia sfida...”

“ non ti pare di aver esagerato un po'? Mi hai spedito quindici lettere di sfida in tre giorni...”

“ volevo essere sicuro che tu non potessi rifiutare... se fosse stato necessario, te ne avrei mandate anche un migliaio!”

“ mi spieghi perché mi vuoi sfidare a tutti i costi?non hai l'aria da teppista...”

“ infatti non lo sono. Sono un judoka, uno tra i migliori della nazione. Il motivo per cui ti ho sfidato è che voglio confrontarmi con qualcuno alla mia altezza. Finora ho battuto ogni avversario che mi si è presentato senza dovermi mai impegnare seriamente; voglio provare il brivido di una vera sfida, quella paura di perdere e desiderio di vincere che ti pervade quando lotti seriamente con qualcuno in grado di spingerti oltre i tuoi limiti; ecco, questo è ciò che vorrei provare. Per questo Alexander, detto Demone Rosso Sangue, io ti sfido!”.

Sherlock, dopo aver ascoltato il discorso del ragazzo, fece un sorriso e disse:

“ va bene, la tua sfida è interessante.”

“ cominciamo; mi raccomando non trattenerti!”.

James si lanciò contro Alexander e tentò di sferrargli una serie di pugni ma lui riuscì a schivarli tutti e reagì colpendolo allo stomaco con una gomitata; dopodiché si allontanò di qualche metro dal judoka:

“ allora Dixon, non sai fare di meglio?”

“ stai calmo, mi sto solo riscaldando...”

“ fino ad ora mi sono solo difeso dai tuoi colpi, adesso tocca a te proteggerti dai miei!”.

Alexander corse verso il suo avversario e provò a ferirlo con un pugno ma James si abbassò evitando il colpo e lo sbilanciò con una spazzata. Sherlock riuscì a rimanere in piedi e, dopo aver fatto un salto, gli sferrò un calcio all'avambraccio. Il judoka, sopportando il dolore, afferrò Alexander per la gamba e lo scaraventò per terra. Sherlock si rialzò quasi subito e, sorridendo, si tolse il suo impermeabile:

“ lo ammetto, non stavi mentendo, sei davvero forte... si sta facendo tardi, perciò credo che sia giunto il momento di fare sul serio e di concludere questa sfida...”

“ credi di potermi battere in breve tempo?”

“ io non lo credo, lo so.”;

gli occhi di Alexander divennero rossi come il sangue ed il suo sguardo divenne molto serio:

“ preparati, sto arrivando!”.

Sherlock corse verso James e lo investì con una scarica di pugni fortissimi:

cos'è tutta questa potenza!? Sembra completamente diverso da prima.

Il Demone Rosso Sangue con un calcio fortissimo al volto scaraventò il suo avversario a terra.

Dopo qualche secondo James si rialzò in piedi e, guardando Alexander negli occhi, alzò le mani verso il cielo:

“ finiamola qui, io mi arrendo.”

“ ma come, prima mi sfidi e poi ti tiri indietro?”

“ preferisco tornare a casa sulle mie gambe... la tua ultima scarica di colpi è stata devastante, di una potenza che da del sovrumano; se continuassimo a combattere, sono sicuro che avrei la peggio.”

“ beh, almeno hai realizzato il tuo proposito, hai incontrato un avversario alla tua altezza...”

“ già... spero che, se in futuro ti lancerò un'altra sfida, accetterai.”

“ quando vuoi.”

“ posso farti una domanda: come fai a far cambiare colore ai tuoi occhi?”

“ non lo so, sono in grado da quando sono nato...”

“ beh, qualunque sia il motivo, è forte!”

“ rimarrei a parlare con te ancora per un po' ma io e le due persone che ci stanno osservando da un po' abbiamo un impegno.”.

Alicia ed Elizabeth, sentendo di essere state scoperte, uscirono dal loro nascondiglio e si avvicinarono ai due ragazzi:

“ quando ci hai scoperte?”

“ sapevo dall'inizio che mi stavate seguendo...”

“ perché non ci volevi parlare di questo duello?”

“ non c'è un motivo, semplicemente non mi piace rendere conto agli altri di ciò che faccio; io sono un ragazzo libero che può fare ciò che gli pare, come e quando gli pare.”.

Sentendo quelle parole Double si mise a fissare il ragazzo negli occhi con insistenza e con tono pacato disse:

“ non riesci ancora a fidarti di noi?”

“ certo che mi fido di voi, siete tra i miei migliori amici.”

sta mentendo ma non lo ammetterà mai.

“ beh, che dite, andiamo a vedere se mio fratello ed Edward hanno terminato la ricerca?”

“ si, andiamo. Ci vediamo James.”.

 

Quando i tre ragazzi arrivarono a casa di Elizabeth e di Andrew, trovarono i loro due amici distesi sul divano, stanchi morti:

“ allora, avete trovato qualcosa?”

“ no; abbiamo rivoltato la casa da cima a fondo ma del diario non c'è traccia...”

“ abbiamo anche cercato nel giardino ma non è servito...”

“ dubito che il diario si trovi qui.”.

Alexander, dopo essersi guardato intorno, disse:

“ questa casa ha una soffitta, vero? Avete controllato anche lì?”

“ adesso che ci penso no, non l'abbiamo fatto...”.

I ragazzi corsero in soffitta ed iniziarono a cercare ovunque:

“ niente da fare, qui non c'è...”.

Ad un tratto Ace esclamò:

“ ragazzi, forse ho trovato qualcosa!”.

Andrew mostrò agli altri un cofanetto di metallo chiuso con un lucchetto:

“ il diario potrebbe essere qui dentro... “

“ apriamolo allora...”

“ non possiamo, non c'è la chiave...”.

Alexander prese in mano lo scrigno e, dopo averlo guardato per un po', disse:

“ forse posso scassinarlo...”

“ davvero!?”

“ si, non dovrebbe essere troppo difficile...”

“ ti chiederei se c'è qualcosa che non sai fare ma temo che la risposta sarebbe no...”.

 

Dopo qualche minuto di lavoro, Alexander riuscì ad aprire il cofanetto; all'interno c'era un vecchio diario polveroso:

“ come immaginavamo, il diario era qui dentro...”

“ bene, leggiamolo...”

 

RE4LASOL2SOLMILA

 

“ anche questo è scritto è in codice...”

“ ci mancava solo quest'altro ostacolo...”.

Dopo aver osservato il diario per qualche minuto, Elizabeth disse:

“ non so perché ma queste scritte mi ricordano qualcosa... Ace, tu non hai l'impressione di aver già visto questo tipo di scrittura?”

“ si, ma non saprei dire dove...”.

I cinque ragazzi continuarono a rimuginare sull'enigma del diario fino a sera, non riuscendo tuttavia a venirne a capo. Ad un tratto Edward esclamò:

“ è tardi, sarà meglio andarcene ognuno a casa propria...”

“ si, forse hai ragione.”

dirigendosi verso l'uscita Alexander disse:

“ per stanotte terrò io il diario, se per voi va bene?”

“ nessuna obiezione...”

“ perfetto. Ci vediamo domani a scuola, bye bye.”.

 

Mentre camminavano verso casa di Alexander, lui ed Edward continuarono a parlare. Ad un certo punto Edward con una faccia incuriosita chiese:

“ chissà cosa significa il frammento del diario che abbiamo letto?”.

Alexander, sentendo quella domanda, si fermò e disse:

“... Pangea...”

“ come?”

“ decodificando quella scritta si ottiene la parola Pangea...”

“ se avevi già decodificato, perché non ce lo hai detto?!”.

In quel momento gli occhi di Sherlock divennero rossi e lui, guardando Edward dritto negli occhi, esclamò:

“ che ne dici di farla finita con questa recita Edward?!”

“ ma di cosa stai parlando, Alexander?”

“ pensi davvero che io sia così stupido da non capire cosa sta succedendo? Il padre di Ace e Double che accetta di farli studiare qui, la lettera del vecchio che invita me e gli altri a casa sua ed infine tu, il presunto nipote di una delle persone ritratte in quella foto, che vieni a stare a casa mia solo perché una stanza d'albergo costa troppo, sei davvero convinto che io non abbia capito cosa succede?”

“... e così te ne sei accorto...”

“ il vecchio aveva già decifrato il primo diario ed intuito di cosa parlasse ma non sapeva come trovare gli altri; ha fatto in modo che Elizabeth ed Andrew potessero finire qui la scuola in modo da riunirci; dopodiché ci ha invitati a casa sua dove ci ha mostrato il diario e la foto; sapeva che avremmo accettato di investigare e che, con un po' di fortuna, avremmo capito dove si trovassero gli altri diari; tu, però, sei stato il suo tocco di classe: per essere sicuro che, una volta scoperta l'intera storia, noi non decidessimo di tenerla per noi, ha fatto in modo che tu ti avvicinassi e noi, fingendo di essere il nipote di Kyle Watson, che per vostra fortuna non aveva avuto eredi... dimentico qualcosa?”

“...ti faccio i miei complimenti, mio caro Sherlock Holmes, le tue deduzioni sono esatte... però, ora che sai la verità, cos'hai intenzione di fare? se ora io me ne andassi, Alicia e gli altri capirebbero che è successo qualcosa...”

“ hai frainteso le mie intenzioni: anche se hai tentato di ingannarmi, non voglio che tu te ne vada. Continua pure a comportarti come hai fatto fino ad ora.”

“ questo significa che ti fidi di me...”

“ no, ti sbagli... io non mi fido mai di nessuno; semplicemente mi fa comodo che tu continui a recitare la tua parte e ad aiutarmi a svelare il mistero che si cela dietro quelle morti... in cinque sarà più facile risolvere questo rompicapo...”

“ se la pensi davvero così, perché non hai detto agli altri di aver già decifrato il secondo diario?”

“ questo, caro il mio Watson, è un segreto che rivelerò solo a coloro di cui mi fiderò veramente...”.

 

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Capitolo 10
*** un amore per Ace ***


Il giorno dopo, andando a scuola, Alicia ed Alexander si imbatterono in Sophia. Appena li vide, la ragazza esclamò:

“ buongiorno ragazzi, è un piacere rincontrarvi, come state?”

“ io benissimo.”

“ e tu Alexander?”.

Il ragazzo, dopo aver osservato l'aspetto calmo e rilassato di Sophia, disse:

“ cos'è, non hai più paura di parlarmi? L'ultima volta tremavi come una foglia...”

“ allora credevo che tu fossi un pericoloso teppista ma ora ho capito che sei una brava persona; ti ringrazio per aver salvato gli altri quel giorno.”

“ mi sono limitato a dare ad Arthur la lezione che si meritava da tempo...”

“ di cosa state parlando voi due? Non capisco...”

“ parliamo di quando Arthur aveva teso una trappola a te e ai borsisti. Quando lei è venuta a chiedermi di aiutarvi, era terrorizzata, temeva che le facessi qualcosa di male...”.

Dopo aver parlato per qualche altro minuto, i tre ragazzi si incamminarono verso la scuola. 

 

Nel frattempo Andrew ed Elizabeth stavano uscendo di casa:

“ signorini, siete sicuri di non volere che io vi accompagni in auto?”

“ si, Edwin, oggi vogliamo sgranchirci un po' le gambe, ci vediamo dopo.”.

I due ragazzi si misero a correre verso l'istituto. Ad un certo punto, però, correndo, Ace travolse una ragazza che stava attraversando la strada:

“ scusami, non ti avevo visto.”.

Appena alzò lo sguardo verso Andrew, la ragazza ne rimase molto affascinata. Prima di poter dire qualcosa, tuttavia, Ace si rimise a correre per raggiungere la sorella.

 

Alla fine delle lezioni Alicia decise di presentare Sophia ad Ace e a Double:

“ è un piacere conoscervi, il mio nome è Sophia Barker e sono la presidentessa del consiglio studentesco.”

“ il piacere è tutto nostro, io sono Elizabeth...”

“ io, invece, mi chiamo Andrew.”

“ spero che andremo d'accordo in futuro.”.

In quel momento Alicia si rivolse a Sophia e con tono pacato disse:

“ Sophia, noi stiamo andando a prendere un caffè, vuoi venire con noi?

“ si, molto volentieri.”.

In quel momento il telefono di Andrew iniziò a squillare e lui si allontanò per rispondere. La telefonata durò solo pochi secondi. Incuriosita, Double chiese chi fosse al telefono:

“ era papà, ha detto che devo andare a casa per sbrigare alcune faccende. Voi andate pure, io vi raggiungo appena ho finito.”.

Finito di parlare, Ace si incamminò verso casa.

Dopo aver sbrigato il compito che gli aveva affidato il padre, Andrew si avviò verso il bar dove si trovavano i suoi amici. Ad un certo punto, però, si accorse di essersi perso: “ cavolo, dovrei andare in giro con un GPS...”.

Mentre cercava di capire dove si trovava, Ace vide una ragazza con i capelli lunghi biondi e gli occhi azzurri passargli accanto e decise di chiederle indicazioni:

“ scusami, sapresti dirmi dove si trova il bar Il Gatto?”.

In quel momento Ace si accorse che la ragazza a cui aveva chiesto indicazioni era la stessa che aveva travolto quella mattina:

“ ah, ci rincontriamo; scusami ancora se ti ho travolto prima.”.

La giovane arrossì leggermente e con voce tremolante esclamò:

“ non importa, può capitare; ti servivano delle indicazioni, giusto? Per arrivare al bar Il Gatto devi andare avanti per questa strada per circa un chilometro, dopodiché devi girare a destra in via delle Calendole; il bar è subito sulla sinistra.” 

“ grazie... scusami ma non so il tuo nome...”

“ io sono Evangeline Du Bois.”

“piacere di conoscerti, io mi chiamo Andrew.”

“ il piacere è tutto mio.”

“ ora scusami ma devo proprio andare, grazie ancora per le indicazioni!”.

Evangeline voleva dire qualcosa per fermare il ragazzo ma, prima di poterci riuscire, Ace era già corso via:“ Andrew... che carino!”

ad un tratto la ragazza notò che ai suoi piede c'era un cellulare:

“ deve essergli caduto; che occasione inaspettata...”.

 

Dopo pochi minuti Ace raggiunse i suoi amici con cui passò il pomeriggio, ridendo e scherzando.

Quella sera, quando Alexander rientrò a casa, trovò Edward ad aspettarlo:

“ sei rimasto a casa tutto il giorno?”

“ sono rientrato da poco. Sai, sembra che Andrew si sia fatto una nuova amica.”

“ di cosa parli?”

“ oggi, mentre facevo un giro, l'ho visto mentre parlava con una ragazza molto carina; inoltre poco fa lei mi ha chiamato dicendo di aver trovato il suo cellulare e chiedendomi se potevo dirle il numero di telefono dell'abitazione di Andrew...”

“ beh, buon per lui.”

“ cambiando discorso, hai rivelato agli altri che hai decifrato il diario?”

“ no, lo farò tra qualche giorno, quando avrò finito di leggerlo.”.

 

In seguito Evangeline chiamò a casa di Andrew e gli diede appuntamento al giorno dopo per restituirgli il cellulare.

 

“ ciao.”

“ ciao; ecco il tuo cellulare.”

“ ah, grazie, se non l'avessi ritrovato sarei stato perduto.”

“ senti, non vorrei sembrarti sfacciata ma... ti andrebbe di uscire un giorno di questi?”.

Ace arrossì leggermente:

“... non ti sembra un po' prematuro? Ci conosciamo appena...”

“ ah... hai ragione, cosa mi è venuto in mente?”.

Evangeline si incupì e abbassò lo sguardo:

“ se ti va, però, potremmo iniziare a conoscerci... oggi dovrei incontrarmi con alcuni amici; se vuoi, puoi unirti a noi...”.

Sentendo quelle parole, Evangeline si rasserenò e, guardando Andrew negli occhi, rispose:

“ certo, molto volentieri!”

“ bene, andiamo.”

“ si...”.

I due si avviarono verso il luogo in cui Ace aveva dato appuntamento ai suoi amici:

“ dimmi un po', come sono questi tuoi amici?”

“ beh, sono in quattro: mia sorella Elizabeth, Alicia, Edward ed Alexander, un mio amico d'infanzia... vediamo, come potrei descriverli:Elizabeth è piuttosto allegra ed è molto premurosa con chi le sta a cuore; conosco solo da poco Alicia ed Edward ma sono due brave persone...”

“ ed il tuo amico d'infanzia, si chiama Alexander se non sbaglio?”

“beh, vediamo, lui è una persona difficile da inquadrare; ha l'aria da teppista ed è un po' scontroso ma è solo apparenza, in realtà è un ragazzo leale ed onesto, anche se non molto socievole...”

“ da come li descrivi, i tuoi amici sembrano delle brave persone.”.

 

Dopo qualche minuto i due giovani incontrarono gli amici di Ace davanti alla loro scuola:

“ ragazzi, vorrei presentarvi Evangeline Du Bois, è lei che ha ritrovato il mio cellulare.”.

Alicia si fece avanti per presentarsi:

“ è un piacere conoscerti, io sono Alicia.

“ il piacere è tutto mio.”.

Edward e Double si presentarono a loro volta; Sherlock, invece, rimase in disparte:

“ non farci caso, Alexander non è un tipo molto socievole.”

“ Andrew me lo aveva accennato...”.

Alexander, sentendo la conversazione, si avvicinò ad Evangeline e, porgendole la mano con aria distaccata, disse:

“ piacere di conoscerti...”

Anche se sorpresa dalla reazione del giovane, Evangeline strinse la mano al ragazzo:

“ il piacere è tutto mio. Sono felice di conoscere gli amici di Andrew; spero di diventare presto parte del vostro gruppo.”

Alexander lasciò andare la mano della ragazza allontanandosi di qualche metro:

“ Sentite, perché non andiamo tutti a mangiare qualcosa?”.

Un quel momento si sentì lo stomaco di Alicia e di Ace brontolare:

“ I nostri stomachi sono d’accordo.”.

I ragazzi decisero di andare a mangiare in un locale non molto distante e poco frequentato in modo da poter parlare tranquillamente:

“ Allora, Evangeline, raccontaci qualcosa di te.”

“ Beh, non c’è molto da dire: sono una ragazza semplice; l’unica cosa particolare che mi viene in mente è che ho una grande passione per la storia e la mitologia greca.”

Allora Ace esclamò:

“ Davvero? Anche a me piacciono molto.”

“ Abbiamo molto in comune.”

“ Qual’è il tuo mito preferito?”

“ Quello di Icaro ovviamente.”

“ Sono d’accordo.”

“ Per caso ti piace anche la geografia?”

“ Sì, l’adoro; il mio sogno è prendere una nave e partire all’avventura e alla ricerca di un nuovo territorio.”

“ è anche il mio sogno.”

Senza farsi notare, Alicia sussurrò qualcosa ad Alexander, ad Edward e ad Elizabeth:

“ Stanno molto bene insieme, vero?”

“ Già.”

“ Io non ne sarei così sicuro.”

“ Che cosa intendi, Alexander?”

“ Nulla, è solo una sensazione.”.

Ace ed Evangeline parlarono ancora a lungo senza quasi badare alla presenza degli altri.

 

Finito di mangiare, i sei ragazzi si incamminarono verso il centro città; ad un tratto, però, Alexander esclamò:

“ Io ho delle commissioni da sbrigare quindi vi saluto qui.”.

Il giovane corse via e dopo poco scomparve all’orizzonte. Ace allora domandò:

“ Dove vogliamo andare adesso?”;

Double, dopo averci pensato per qualche secondo, disse:

“ potremmo andare al karaoke...”

“ è una buona idea...”.

 

Mentre Ace, Double, Edward ed Alicia si divertivano al karaoke, Alexander andò a bussare alla porta di casa di Sophia:

“ Alexander, cosa ci fai qui?”

“ mi dovevi un favore se non sbaglio; hai l'occasione di pareggiare i conti...”

“ entra, così mi spieghi meglio.”.

Dopo aver fatto accomodare il ragazzo, Sophia gli chiese in che modo potesse aiutarlo:

“ conosci per caso una ragazza di nome Evangeline Du Bois?”

“ si, eravamo in classe insieme alle medie.”

“ bene; ho bisogno che tu mi confermi alcuni sospetti.”.

 

Dopo qualche ora i ragazzi uscirono dal locale del karaoke e si separarono: Double tornò direttamente a casa, Edward ed Alicia si incamminarono assieme verso le loro abitazioni, Andrew invece, prima di tornare anch'egli a casa, decise di accompagnare Evangeline:

“ allora, ti sei divertita oggi?”

“ si, è stato divertente, anche se Edward è stonato come una campana...”

“ già, hai ragione; penso che per un po' non tornerò al karaoke, almeno finché il mio udito non tornerà a posto...”

“ sai una cosa: è ancora presto per tornare a casa! C'è un posto che vorrei mostrarti, ti va di venire?”

“... ma sì, perché no, andiamo.”.

Evangeline portò Andrew in un giardino non molto distante da casa sua, in cui c'erano molti fiori di diversi colori e forme:

“ la mia famiglia si prende cura di questo giardino da molto tempo.”

“ complimenti, è stupendo!”

“... sai Andrew, sono davvero felice di averti conosciuto.”
“ davvero!? Grazie!”

“ io sono sempre stata una ragazza timida perciò non sono mai riuscita a legare facilmente con gli altri; con te, però, mi sento libera di poter parlare liberamente, senza paura di dire qualcosa di sbagliato.”

“ anche io mi sento bene quando sono insieme a te...”.

Sentendo quelle parole, Evangeline fece un sorriso molto spontaneo che fece arrossire Ace:

“ sai, sei davvero carina quando sorridi...”

Evangeline arrossì leggermente:

“ si sta facendo tardi, credo sia meglio tornare indietro ora.”.

Durante il tragitto di ritorno Evangeline provò più volte ad iniziare una discussione ma Ace, imbarazzato, riuscì a risponderle a fatica. Quando arrivarono davanti a casa della ragazza, però, il giovane, appena prima di andarsene, esclamò:

“ Evangeline, fammi un favore: dimentica ciò che ti ho detto oggi quando ci siamo incontrati; se ancora ti va, potremmo uscire insieme uno di questi giorni...”

La ragazza non riuscendo a parlare a causa dell'emozione, riuscì solo a dare una breve risposta con un flebile sussurro: “ si”.

Andrew allora, dopo aver sorriso, si voltò di spalle e, mentre si avviava, disse:

“ ci conto allora.”.

 

Nel frattempo Edward ed Alicia, che erano quasi arrivati a destinazione, incontrarono Alexander. Appena li vide, il ragazzo chiese com'era stato il pomeriggio; dopo aver ascoltato la risposta, fece un ghigno ed esclamò:

“ sono felice che vi siate divertiti.”

“ tu, invece, cos'hai fatto oggi?”

“ ho fatto ricerche ed ho scoperto delle cose molto interessanti...”

“ riguardo al diario?”

“ si, ma non solo su quello...”

“ a cosa ti riferisci?”

“ per il momento preferisco non dirvi nulla, almeno finché non avrò delle conferme... fatemi un favore però: cercate di stare vicino ad Ace il più possibile.”

“ ah... va bene.”.

 

Quella sera sia Alexander che Andrew rimasero in piedi fino a tardi per riordinare i loro pensieri.

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Capitolo 11
*** preoccupazioni infondate? ***


Qualche giorno dopo Andrew chiamò Evangeline per fissare il loro appuntamento:

“ allora, quando ci possiamo vedere?”

“ che ne dici di oggi, verso le due, davanti a casa mia?

“ veramente... oggi a quell'ora dovrei incontrare i miei amici, devo aiutarli con una faccenda importante...”

“ oh... ho capito, non importa... sarà per un'altra volta...”

“... sai cosa ti dico: usciamo! Per una volta gli altri potranno cavarsela senza di me.”

“ ne sei sicuro?”

“ si, certo.”

“ bene, allora ci vediamo dopo.”

“ a dopo.”.

 

Quel pomeriggio, quando Alexander, Alicia ed Edward arrivarono a casa di Elizabeth, Andrew era già uscito:

“ dov'è finito Ace?”

“ mio fratello è uscito qualche minuto fa, non ho idea di dove sia andato...”

“ si è dimenticato che oggi dovevamo vederci?”.

Alexander, estraendo il diario di Sara da una delle tasche del suo impermeabile, con tono distaccato esclamò:

“ avrà avuto di meglio da fare... iniziamo senza di lui.”

“ va bene... Edward ci ha detto che hai decifrato il secondo diario, ci spieghi?”

“ si. Il codice è incentrato sulle note musicali...”

“ in effetti Re, La, Sol e Mi sono tutte note musicali...”

“ esatto; tuttavia, sostituendo queste note con quelle inglesi, il codice RE4LASOL2SOLMILA si legge D4AG2GEA.”

“ ma non significa niente...”

“ per comprenderlo bisogna capire il collegamento tra i numeri e le lettere: D4 significa quattro volte la posizione della D nell'alfabeto, quindi dobbiamo sostituire questa scrittura con la sedicesima lettera dell'alfabeto, cioè la P...”

“ non ci sarei mai arrivata...”

“ continuando con questo procedimento si ottiene che  RE4LASOL2SOLMILA può essere tradotto con la parola Pangea”.

Alicia, sbalordita dalle abilità deduttive di Alexander, gli chiese:

“ sei riuscito a capire tutto questo in una settimana?”

“ non è stato poi così difficile; una volta capita la chiave di lettura, il resto è stato una passeggiata.”

“ se lo dici tu... comunque, dato che lo hai decifrato, saprai già cosa c'è scritto, giusto?”

“ si, a quanto pare il suo scopo ultimo del farmaco era quello di curare un particolare tipo di tumore situato in una parte molto particolare del cervello e, di conseguenza, impossibile da asportare chirurgicamente. Nelle prime  pagine vengono descritti gli effetti dei vari prototipi: sembra che nessuno di essi abbia funzionato... ad un certo punto, però, viene descritto un particolare campione che è riuscito a curare il tumore ma che ha causato degli effetti collaterali imprevisti...”

“ quali?”

“ la cavia a cui è stato somministrato il farmaco ha dimostrato un aumento considerevole della forza e dell'intelligenza; ha, tuttavia, iniziato a mostrare comportamenti aggressivi privi di controllo; inoltre, dopo poco più di una settimana, la cavia è passata a miglior vita...”

“ ma è terribile!”

“ a quanto pare, vedendo gli effetti del farmaco, gli scienziati decisero di usarlo come base per successivi esperimenti. Si vede che, anche se fallimentare, questo prototipo aveva già costituito una svolta...”

“ questo è interessante.”

“ c'è di più; questa è l'ultima annotazione del diario: 15 Luglio 1976: esperimento riuscito, il cancro è in remissione.”.

L'annotazione lasciò senza fiato Alicia, Elizabeth ed Edward; quest'ultimo in preda allo stupore disse:

“ sono riusciti a creare una cura definitiva per il cancro! è stupefacente!”.

Dopo qualche secondo, Alexander spezzò il silenzio che aveva pervaso la stanza con un commento che congelò il sangue ai presenti:“ c'è una considerazione da fare: se loro sono riusciti a creare una cura per il cancro ben 20 anni prima della loro morte, perché non ne hanno divulgato la formula? Cosa gli ha impedito di mostrare al mondo questa importante scoperta scientifica? A questa domanda io trovo una sola risposta:  qualcuno deve avergli impedito di parlare!”.

Alexander, notando che i suoi amici erano rimasti traumatizzati dalle nuove scoperte, si avvicinò a loro e disse:

“ la situazione si sta facendo sempre più difficile e potenzialmente pericolosa: più ci avviciniamo alla verità sul mistero di quelle morti più aumentano le possibilità che qualcuno ci venga a cercare per chiuderci la bocca. Considerando l'attuale situazione, se qualcuno di voi vuole tirarsi indietro, è libero di farlo, io non lo fermerò.”.

La proposta di Alexander creò una strana sensazione di sollievo nei cuori dei suoi amici. Alicia, osservando la compostezza e la calma del ragazzo, non poté fare a meno di stupirsi:

è incredibile, nonostante ciò che ha scoperto, non mostra il minimo segno di paura o di incertezza... ha davvero dei nervi d'acciaio...io, invece, sono terrorizzata... ci stiamo immischiando in qualcosa di troppo grande per noi.

Dopo qualche secondo di attesa, Edward fece un sorriso beffardo ed esclamò:

“ siamo arrivati fino a qui, tanto vale arrivare fino in fondo!”;

Elizabeth, trascinata dalle parole del ragazzo, con molta enfasi aggiunse: “quando abbiamo iniziato quest'avventura sapevamo quali erano i rischi”; Alicia, quasi come se ogni suo dubbio fosse sparito d'incanto, disse: 

“ neanche io ho intenzione di mollare!”;

osservando compiaciuto gli sguardi determinati dei suoi amici, Alexander esclamò:

“ bene, avete fatto la vostra scelta. Direi che ora possiamo concentrarci sul ritrovamento del terzo diario...”

“ aspetta, cosa facciamo con mio fratello? Lui non sa niente di questa storia; dobbiamo aspettare che ci sia anche lui per di parlare della prossima mossa.”;

dopo averci riflettuto per qualche istante, Alexander concordò con la ragazza. 

 

Dopo circa due ore Andrew rientrò in casa assieme ad Evangeline:

“ accomodati pure, ci metterò solo un secondo.”.

Ace corse al piano di sopra per cambiarsi. Evangeline, notando la presenza di Elizabeth e degli altri, si avvicinò per salutarli:

“ è un piacere rivedervi”

“ grazie, anche per noi è bello rivederti...”.

In quel momento Alexander esclamò:

“ io salgo un attimo al piano di sopra, devo parlare con Ace...”.

Dopo pochi minuti da quando Sherlock era andato a parlare con Andrew, tutti sentirono quest'ultimo gridare con un tono arrabbiato: 

“ fa silenzio e vattene! non sei più il benvenuto qui!”;

in una manciata di secondi Alexander corse fuori dalla casa di Andrew e scomparve. Dopo qualche minuto Ace scese al piano di sotto e, avvicinandosi ad Evangeline, esclamò:

“ andiamo Eva!”

“ ma ne sei sicuro?”

“ si, ho bisogno di distrarmi...”

“ aspetta Ace! Cos'è successo?! Perché Alexander è corso fuori senza dire nulla?”

“ non intrometterti in cose che non ti riguardano, Elizabeth! Lo stesso vale per voialtri! Andiamo Eva.”

“... si...”.

Finito di parlare i due giovani se ne andarono. Double, non comprendendo il comportamento del fratello, decise di seguirlo:

“ vado a chiedergli spiegazioni…”;

 Alicia, tuttavia, fermò l'amica prima che uscisse: 

“ aspetta Elizabeth, credo che sia meglio lasciarlo in pace per il momento; se insistiamo, otterremo solo di farlo arrabbiare ancora di più...”

“ forse hai ragione... cosa facciamo allora?”

“ secondo me dovremmo andare a parlare con Alexander per cercare di capire cos'è successo...”

“ sono d'accordo con te...”

“ va bene, se lo dite voi, andiamo.”.

I tre ragazzi, ansiosi di trovare risposte alle loro domande, si misero a cercare il loro amico per tutta la città; Dopo diverse ore, però, non lo avevano ancora trovato. Giunto il tramonto, decisero di andare a controllare a casa di Alexander, sperando che lui fosse già rientrato. Quando arrivarono, tuttavia, l'appartamento era vuoto:

“ cosa facciamo adesso? è tardi e credo che sia inutile continuare a cercarlo.”

“ forse hai ragione...”.

Alicia, dopo averci riflettuto per qualche secondo, rivolgendosi ad Edward disse:

“ quando Alexander tornerà a casa, digli che ci deve qualche spiegazione.”

“ va bene; ci vediamo domani.”

“ ok. Andiamo Elizabeth, ti accompagno a casa.”

“ grazie, ciao Edward.”.

 

Quella sera, dopo che Evangeline ed Andrew si erano separati, quest'ultima si diresse immediatamente verso casa sua. Ad un certo punto, però, venne fermata da una voce maschile:

“ ti diverti così tanto a manipolare la gente?”.

Quelle parole pietrificarono la ragazza, che cominciò a guardarsi intorno con molta ansia nel tentativo di capire da dove provenisse quella voce: 

“ sono alle tue spalle!”.

 Evangeline si voltò di scatto e si ritrovò di fronte ad Alexander:

“ ciao, come stai? Che ci fai qui a quest'ora?”

“ perché non ti tiri giù la maschera e mi mostri come sei veramente.”

“ scusa ma non capisco di cosa stai parlando?”

“ bene, continua pure a fingere se ci tieni... sai, il corpo umano ha 206 ossa, esiste una tecnica di tortura cinese con cui ne puoi spezzare 180 senza che la vittima muoia, ed io casualmente la conosco”

“ è una minaccia?”

“ no, non lo è assolutamente; questa è una minaccia: se farai del male ad Andrew, io ti farò rimpiangere il giorno in cui mi hai conosciuto.”.

Dopo pochi istanti di silenzio, Evangeline scoppiò a ridere e con aria compiaciuto disse:

“ pensi di farmi paura? Sei convinto che cambierò il mio modo di agire solo perché uno sbruffone come te mi minaccia? Beh, ti sbagli! Non sei il primo che cerca di intimidirmi! Tu, come gli altri, sai solo parlare ma non hai il coraggio di agire!”

“ io ti ho avvertito ed ora me ne vado; prima, però, voglio farti una domanda: ti diverti così tanto a giocare con il cuore degli altri? A vederli soffrire e ad umiliarli?”.

Dopo qualche secondo, non sentendo una risposta, Alexander fece per andarsene; quando ormai si era allontanato di diversi metri, sentì Evangeline rispondere sottovoce: “ si! È davvero molto divertente! ”. 

 

Quando rientrò a casa, Alexander, nonostante le insistenze di Edward, non disse nulla su ciò che era successo quel giorno. 

Quella sera Alicia continuò a rimuginare su ciò che stava accadendo in quei giorni:

“ queste ultime settimane sono state davvero burrascose: prima l'incidente, poi l'incontro con Alexander, la trappola di Arthur, la recita scolastica, ed ora il litigio tra Andrew ed Alexander... senza contare la storia dei diari... in pratica la mia vita si sta trasformando in una catastrofe apocalittica!”.

Dopo qualche minuto lo sguardo di Alicia cadde sul cappello di paglia che era appartenuto a Stephan e che Alexander le aveva regalato:

“ per quale motivo mi avrà dato quel cappello? dopo tutto questo tempo ancora non lo so... ma io ed Alexander siamo davvero amici? Non so nulla di lui, non conosco il suo passato, ciò che desidera, ciò che lo fa divertire e cosa lo fa arrabbiare... basta, ho deciso: domani scoprirò il motivo del litigio tra Ace ed Alexander e li farò rappacificare!”.

 

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Capitolo 12
*** verità ***


Il giorno successivo, quando arrivò a scuola, Alicia andò immediatamente Alexander per parlargli:

“ perché mi hai dato il cappello di tuo fratello?!”

“ come?”

“ perché mi hai dato il cappello di tuo fratello?!”.

Alexander, spiazzato dall'improvvisa domanda della ragazza, diede uno sguardo fuori dalla finestra ed osservò il cielo azzurro per qualche secondo prima di rispondere con un'aria pensierosa ed allo stesso tempo sincera:

“ non lo so, ho solo sentito il bisogno di affidartelo.”

“ è perché ti fidi di me.”.

Le parole di Alicia fecero tornare alla memoria vecchi ricordi nella mente di Alexander, alcuni dolorosi ma anche molti altri che lo fecero sorridere:

“ si, forse hai ragione...”

“ allora, dato che ti fidi di me, non avrai problemi a raccontarmi cos'è accaduto tra te ed Andrew ieri, vero?”.

Alicia osservava l'amico con uno sguardo soddisfatto e pieno di grinta. Alexander, dopo qualche secondo di silenzio, con aria scocciata ma allo stesso tempo divertita, esclamò:

“ mi hai imbrogliato... e va bene! Ti racconterò tutto ma ad una condizione...”;

Alexander avvicinò di scatto il suo viso a quello di Alicia fino a che non rimasero solo pochi centimetri tra loro. La ragazza, sorpresa dalla mossa del ragazzo, perse l'equilibrio e cadde per terra:

“ che botta!”

“ ti dirò la verità, ma solo se sarà presente anche Ace; convincilo ad ascoltarmi, ed io risponderò ad ogni tua domanda.”.

Dopo qualche secondo di incertezza, Alicia si fece coraggio ed accettò la richiesta di Alexander:

“  d'accordo! Convincerò Andrew ad ascoltarti!”.

Prima ancora che l'amico potesse dirle qualcos'altro, Alicia schizzò fuori dalla classe e si avviò velocemente verso l'uscita. Quando ormai era quasi arrivata, si imbatté in Double:

“ Elizabeth, dov'è tuo fratello?!”

“ oggi non è venuto a scuola, dovrebbe essere a casa.”

“ grazie.”.

Alicia si rimise a correre dirigendosi verso casa dell'amico:

“ aspetta, le lezioni stanno per iniziare!”

“ non importa, oggi non vengo! Ho una cosa importante da fare!”.

 

Appena arrivata davanti a casa di Andrew, iniziò a bussare insistentemente contro il portone d'entrata:

“ Andrew, sono Alicia! Aprimi!”.

Non ricevendo risposta, Alicia continuò a battere il pugno contro il portone. Ad un certo punto, però, venne raggiunta da due uomini grossi come degli armadi che la sollevarono di peso e la scaraventarono fuori dalla proprietà:

“ ehi, ma che vi è preso!?”

“ questa è una proprietà privata, agli estranei non è permesso entrare!”.

Non ascoltando le parole delle guardie, Alicia provò nuovamente a rientrare, ottenendo solo di farsi fermare di nuovo e sollevare di peso. Quando stava per essere portata di nuovo all'uscita, tuttavia, intervenne Edwin, il maggiordomo di famiglia, che fermò le guardie e portò la ragazza dentro casa:

“ mi scuso per l'accaduto, signorina Alicia, sono mortificato...”

“ non importa, anzi, mi scuso io per aver tentato di entrare senza permesso...”

“ non per essere indiscreto ma qual'è il motivo della vostra visita?”

“ ah, giusto! Devo parlare urgentemente con Andrew!”

“ mi spiace ma il signorino Andrew ha dato precise istruzioni: non vuole essere disturbato per nessuna ragione.”

“ la prego, signor Edwin, ne va dell'amicizia tra Andrew ed Alexander!”

“ cosa?! Riguarda il signorino Alexander?! Perché non lo ha detto prima? mi segua, la porto subito dal signorino Andrew.”

il signor Edwin deve tenere molto in considerazione Alexander, mi è bastato pronunciare il suo nome per fargli cambiare idea.

Il maggiordomo condusse Alicia di fronte ad una delle stanze del secondo piano della casa:

“ ecco, questa è la stanza del signorino...”.

L'anziano signore bussò alla porta ma non ottenne risposta; provò ad aprire la porta ma era chiusa a chiave dall'interno:

“ signorino Andrew, apra la porta, la prego! C'è qui la signorina Alicia che le deve parlare.”.

Dopo qualche secondo di silenzio, la voce di Ace tuonò con tono furioso:

“ vattene Alicia! Non ho intenzione di parlare né con te né con Alexander!”.

Alicia, per niente scoraggiata dalle parole del ragazzo, esclamò:

“ io non me ne vado se prima non ti parlo!”

“ per quanto mi riguarda puoi anche accamparti lì fuori, non mi interessa!”.

Il signor Edwin, rivolgendo ad Alicia uno sguardo comprensivo, disse:

“ dubito che aprirà; penso che sia meglio tornare più tardi...”

“ no... io resterò qui davanti ad aspettare che Andrew si decida a parlarmi. Mi hai sentito Ace!? Io resterò qui anche una settimana se sarà necessario!”.

Alicia si sedette sul pavimento ed attese senza mai spostarsi per molto tempo.

Dopo tre ore Ace si decise a venire fuori, convinto dalla perseveranza della ragazza:

“ non sai proprio quando arrenderti...”

“ hai deciso di seguirmi da Alexander?”

“ si... ma sappi che non cambierò idea!”.

Alicia si sbrigò a portare Andrew dall'amico prima che cambiasse idea.

“ non credevo che saresti riuscita a portarlo qui... ti faccio i miei complimenti...”

“ ora che l'ho portato qui, mi devi spiegare cosa sta succedendo!”

“ si...si...ho capito, te l’ho promesso...”.

Alexander si alzò in piedi e, dopo essersi posizionato davanti all'uscita, iniziò:

“ la verità è che Evangeline è una manipolatrice...”.

Alicia, non comprendendo a cosa si riferisse l'amico, chiese spiegazioni:

“ ho iniziato ad avere i primi sospetti quando le ho stretto la mano la prima volta che l'abbiamo conosciuta: tutto ciò che ha detto, almeno finché ero presente, era una menzogna...”

“ come fai a dirlo?”

“ dal battito cardiaco...”

“ come?”

“ il ritmo del cuore accelera quando si mente... stringendole la mano, l'ho avvertito chiaramente: anche se di poco, il suo battito cardiaco è diventato più veloce…inoltre il volto umano compie alcuni particolari gesti e smorfie quando si dice una menzogna.”

“ …. ma da questo non puoi dire con certezza che mentisse, magari era solo agitata; dopotutto era circondata da molte persone che non conosceva.”

“ ... non ho finito. Quel giorno, dopo essermene andato, ho cercato di raccogliere delle informazioni su di lei ed ho scoperto alcune cose interessanti: pare che, in questi ultimi 2 mesi, sia uscita con ben cinque ragazzi; sono andato a parlare con loro e ciò che mi hanno raccontato ha confermato i miei sospetti: hanno incontrato Evangeline in maniera del tutto casuale, subendo dopo poco una sua dichiarazione fulminante e venendo in poco tempo allontanati dai loro amici... ti ricorda niente, Ace? Ripensa a come si è comportata con te, alle sue parole...”

Andrew, non volendo dare credito alle parole di Alexander, esclamò:

“ solo perché si è comportata così con loro, non significa che lo stia facendo anche con me!”.

Alexander estrasse dalla tasca un mini registratore e lo lanciò ad Ace:

“ cos'è?!”

“ ascoltalo, poi dimmi se la pensi ancora così...”.

Ace fece partire il registratore e ascoltò l'intera discussione che Alexander aveva avuto con Evangeline la sera prima.

Le lacrime iniziarono a scendere dal viso si Andrew, lacrime di rabbia e di tristezza. Alicia, incredula e sconvolta, cercando di comprendere le possibili ragioni del comportamento di Evangeline e rivolgendosi ad Alexander, domandò:

“ perché?! Perché si comporta così?!”.

Prima che il ragazzo potesse rispondere, Ace, con una voce rotta ed un viso scavato dalle lacrime, disse:

“ è una manipolatrice... prova piacere nel fare degli altri i propri schiavi... Alexander, mi dispiace di non averti creduto l'altro giorno... troverò il modo di farmi perdonare... ora però ho una questione da sistemare!”.

Ace corse fuori e scomparve all'orizzonte:

“ Alexander, credi che Andrew stia andando da Evangeline?”

“ ne sono certo...”

“ tu non ti comporteresti mai come lei, vero?”.

Alexander si voltò verso l'amica e, con un sorriso beffardo, esclamò:

“ no, mai, e poi, se volessi conquistare una ragazza...”

Il ragazzo si accostò ad Alicia e, avvicinando il suo viso, continuò:

“ …userei metodi più diretti ed espliciti.”

il battito cardiaco di Alicia sembrava impazzito:

cosa vorrà fare? Non vorrà baciarmi? E se fosse così? Come dovrei reagire!?

Alicia, completamente nel panico, chiuse gli occhi.

 

Andrew, arrivato a casa di Evangeline, iniziò a bussare con tutta la sua forza contro la porta, arrivando quasi a sfondarla. Dopo pochi secondi Evangeline venne ad aprire la porta; dal suo volto si poteva intuire che già sapeva cos'era successo:

“ e così quel tuo amico ha parlato... beh, è stato bello, finché se è durato...”

“ perché? Perché hai fatto questo!?”

“ perché?! La domanda giusta è: perché no?! C'è gente che si diverte giocando a calcio, altri leggendo e altri ancora andando a pesca; io mi diverto facendo fare agli altri ciò che voglio, cosa c'è di male!?”

“ Tu sei malata... Addio, spero che non ci rivedremo mai più!”.

Andrew si allontanò con passo sostenuto dalla casa di Evangeline, cercando di cancellare dalla sua mente l'accaduto.

 

Quando Alicia riaprì gli occhi, Alexander si era allontanato da lei di qualche metro e non l'aveva nemmeno sfiorata:

“ sei tutta rossa in viso, cos'hai?”

“ ma tu non...”

“ che c'è, ti aspettavi qualcosa di più?”.

Alicia cercò di nascondere il suo imbarazzo e di mantenere la sua sicurezza:

“ ma certo che no! andiamo, dobbiamo raccontare ad Edward e ad Elizabeth l'accaduto!”

“ ok...”.

Mentre usciva, Alexander fece un sorriso divertito ma cercò di nasconderlo per evitare la furia di Alicia.

 

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Capitolo 13
*** Rabbia! ***


Il giorno successivo Ace aveva delle occhiaie enormi.

“ma che ti è successo?!” disse Alicia quando lo vide

“ Niente, ho solo dormito poco stanotte.”

“ piangere tutta la notte produce questi effetti.”

“ zitta Double, sei insopportabile!”

Alicia, divertita, osservò il battibecco tra fratelli ancora per un altro po’ di tempo, invidiando il loro rapporto, finché non sopraggiunse Alexander:

“ ciao Sherlock!”.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo:

“ non chiamarmi così.”

“ e perché mai? Dopotutto è così che ti chiami.”

“ vuoi litigare già di prima mattina, Alicia Zuccone?!”.

In quel momento qualcuno disse:

“ Oh, avete ricominciato a litigare? Eppure ultimamente sembravate andare molto d’accordo”

Sophie si avvicinò al quartetto e continuò:

“ non è una buona cosa che gli amici litighino.”.

Gli occhi di Elizabeth si illuminarono:

“ se Alexander e Alicia litigassero e non si parlassero più, lui sarebbe tutto mio!”. 

Ace allora commentò:

“ Sono troppo stanco per dirti quanto sia riprovevole la tua affermazione.”.

“ Tutto è lecito in guerra ed in amore.”.

Dopo pochi secondi tutti e cinque scoppiarono a ridere; fu allora che Sophie si avvicinò ad Ace porgendogli sorridente una tavoletta di cioccolato:

“ Nulla cura un cuore spezzato più dei dolci; inoltre il cioccolato ti darà energia, così non ti sentirai stanco durante la giornata.”

“ Ah, ti ringrazio.”.

Andrew prese il dono e, dopo aver tolto l’involucro, gli diede un grande morso:

“ è davvero molto buona, ma, per curiosità, chi ti ha parlato di questa storia?”

“ Solo un demone di passaggio che era preoccupato per te.”

Tutti gli sguardi si concentrarono su Alexander che, leggermente irritato dalla situazione, commentò:

“ Se quella ragazza ti avesse allontanato da noi, avremmo avuto dei problemi nel risolvere quella questione; ho solo agito nel mio interesse.”.

In quel momento suonò la campanella ed Alexander si congedò:

“  Io vi precedo, muovetevi.”.

Di fronte a quella scenetta, Alicia non poté fare a meno che sorridere:

“ è sempre il solito…”

Sophie allora commentò:

“ Dopotutto il demone rosso sangue, campione di tutti i teppisti, non può dimostrarsi carino con gli altri, ci rimetterebbe la reputazione.”.

 

Le lezioni quel mattino si svolsero senza intoppi e, quando arrivò l’ora di pranzo, davanti alla caffetteria si formò una grande rissa di studenti; Questo era dovuto al fatto che, purtroppo, il preside aveva annunciato che da quel lunedì si sarebbero svolte lezioni pomeridiane tre volte alla settimana; Andrew, Double, Alicia ed Alexander si ritrovarono sul tetto della scuola per pranzare insieme:

“ Accidenti! C’è talmente tanta gente al bar che servirebbe in bulldozer per aprirsi la strada.”

“ Se vuoi, posso darti una parte del mio pranzo, Double.”

“ Pranzo? Come te lo sei procurato?!”

“ L’ho portato da casa; anche nella mia vecchia scuola c’era una caffetteria e la situazione era praticamente identica.”

“ Capisco…”

“ Io non la trovo una cosa impossibile prendere il pranzo in caffetteria: io ci ho messo appena 2 minuti.”

“ Mi pare ovvio, sei andato a comprartelo durante le lezioni con la scusa di dover andare in bagno!”

“ Sei solo invidiosa, cara sorellina, perché non è venuta a te questa idea.”

“ Dammi un pezzo di quel panino!”

“ Scordatelo!”

“ Antipatico!”.

Alicia non poté trattenersi dal ridere di fronte a quella scenetta; Le sue risa, tuttavia, si bloccarono quando notò Alexander fissare insistentemente qualcosa che si trovava di fronte alla scuola; si avvicinò alla rete di sicurezza che ricopriva il perimetro del tetto per vedere di cosa si trattasse ma non notò nulla di strano:

“ Cosa guardi, Sherlock?”

“ Niente di importante, devo essermi sbagliato.”.

“ Non mi ha rimproverato per averlo chiamato con il suo secondo nome, dev’esserci qualcosa che lo preoccupa.”

Alexander si allontanò dalla recinzione esclamando:

“ Fa troppo caldo oggi; andiamo in classe a pranzare; lì staremo meglio.”.

Seguendo il consiglio del ragazzo, i quattro ragazzi rientrarono in classe e finirono lì il loro pranzo.

 

Terminate le lezioni, Alexander si congedò freddamente dal gruppo:

“ Ho delle commissioni da sbrigare, bye bye.”.

In un istante il giovane scomparve all’orizzonte senza nemmeno aspettare una risposta dai suoi amici:

“ Non vi sembra che sia stia comportando in modo strano?”

“ Hai ragione.”.

 

 

Alexander corse verso il fiume ed in un istante arrivò; lì, in piedi ad ammirare il riflesso del sole sull’acqua, c’era un uomo vestito con un completo grigio tipico di un uomo d’affare; sulla testa aveva poca capelli, ormai quasi tutti grigi e in bocca stringeva una sigaretta mezza consumata; appena lo vedi, il sangue iniziò a ribollire nelle vene del Demone Rosso Sangue ed i suoi occhi colmi di collera si tinsero di un rosso cremisi; scattò verso quell’uomo:

“ Byron!!!!”.

Un’istante prima di raggiungere il suo bersaglio, però, un proiettile colpì la spalla di Alexander, arrestando la sua corsa; il giovane si voltò di spalle e vide tre uomini vestiti di nero con in mano delle pistole puntate su di lui; solo in quel momento l’uomo davanti a lui voltandosi iniziò a parlare:

“ è da tanto che non ci vediamo, Alexander. Vedo che non sei cambiato.”.

Alexander, reggendosi la spalla sanguinante e tentando di trattenere la sua ira, esclamò:

“ Cosa ti porta qui, carogna?!”

“ Volevo solo vedere che bel luogo di villeggiatura ti sei scelto per i tuoi ultimi anni di vita; noto con piacere che ti sei fatto degli amici.”.

Fu a quelle parole che l’ira di Alexander non poté far altro che esplodere in una minaccia:

“ Prova solo a torcere loro un capello ed io ti…!!!”

“ Non è mia intenzione fargli del male; il tempo ormai sta per scadere e quando succederà, un cadavere di cui liberarsi sarà già abbastanza.”

“ Tu non ci metterai mai le mani sopra, Byron!”

“ E chi me lo impedirà? Tu, forse? Hai la chiave, questo è vero, ma tra 2 mesi non ne avrò più bisogno.”

“ Vattene da qui!”

“ Me ne vado, caro Alexander, me ne vado, ma ricordati una cosa: non vola basso perché sono io qui quello col coltello dalla parte del manico; un solo passo falso e ti ritroverai sul fondo dell’oceano a far compagnia ai pesci!”

“ Non mi spaventi! A te serve la chiave e solo io so dov’è!”

“ Non potrai difenderti all’infinito con quella minaccia… tra 52 giorni questa storia finirà… e tu andrai a far compagnia a Stephan!”

“ Non osare nominare mio fratello!!!”.

In uno scatto d’ira Alexander scattò verso l’uomo ma un proiettile alla gamba lo fermò nuovamente, facendolo cadere in ginocchio:

“ Arrivederci, Alexander, goditi questi ultimi giorni.”.

 

 

“ è in ritardo; dove cavolo si sarà cacciato? Che diavolo, Alexander fa sempre di testa sua, ed io che per una volta, per ringraziarlo dell’ospitalità, ho preparato la cena!”.

Fu in quel momento che Edward sentì la porta di casa aprirsi lentamente:

“ Finalmente, ce ne hai messo di… Alexander!”.

Edward corse incontro all’amico che, sanguinante, era riuscito a trascinarsi fino a casa, accasciandosi sull’uscio dell’abitazione; il giovane osservò le sue ferite e, vedendo il sangue fuoriuscire, esclamò:

“ Chiamo un’ambulanza!”.

In quel momento, però, Alexander afferrò il braccio con cui l’amico aveva preso il telefono esclamando:

“ Niente ambulanza! La ferita alla spalla è solo un graffietto e quella alla gamba guarirà con il tempo; prendimi delle garze dallo sportello della cassetta del pronto soccorso per arrestare l’emorragia.”

“ Ma sei impazzito!? Sei ferito gravemente, devi andare in ospedale a farti curare!”

“ Sta zitto e ascoltami! Vuoi che mi fidi di te? Allora prendimi le garze e cuciti la bocca!”.

Guardando negli occhi l’amico, Edward vide uno sguardo mai visto, pieno di rabbia, di odio e allo stesso tempo di determinazione, e comprese che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea; così decise di assecondarlo: corse a prendere le garze, i cerotti e il disinfettante e gli medicò le ferite; mentre lo faceva, notò che sull’entità della ferita alla spalla Alexander aveva ragione; ciò che davvero lo preoccupava, però, era la gamba: qualunque cosa gli avesse causato quella ferita per fortuna aveva evitato l’osso ed i muscoli non sembravano danneggiati seriamente ma la pelle era lacerata e l’emorragia sembrava non volersi arrestare:

“ Va bene così, Edward, l’hai fasciata abbastanza.”.

Fu allora che il giovane Watson con tono freddo si decise a porre quella fatidica domanda:

“ Come ti sei fatto queste ferite?”.

Tentando di dissimulare, il Demone Rosso Sangue disse:

“ Un teppista che ho battuto tempo fa si è voluto vendicare ed ha deciso di farlo con una pistola.”.

Messo di fronte ad una nuova bugia, Edward esplose in una sfuriata:

“ Non mi prendere in giro, Alexander! So bene in che guai ti sei cacciato! Credi che il signor Wheize non mi abbia informato prima di partire!? Conosco tutti i tuoi segreti Alexander, quindi smettila di mentirmi e fidati di qualcuno al di fuori di te stesso una volta nella vita!!!”.

Fu in quel momento che, per la prima volta dalla morte di Stephan, Alexander si sentì di potersi confidare con qualcuno su ciò che gli stava accadendo:

“ Ho incontrato Byron oggi e…”

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Capitolo 14
*** determinazione ***


Il giorno successivo Alexander non andò a scuola:

“ Ace, Double, sapete se sta poco bene?”

“ Non ci ha detto nulla; stavamo pensando di andarlo a trovare nel pomeriggio, vuoi venire anche tu?”

“ Sì.”.

Quando i tre ragazzi arrivarono a casa dell’amico, fu Edward ad aprirgli:

“ Ehilà ragazzi, che ci fate qui?”

“ Alexander oggi non è venuto a scuola, siamo venuti a vedere come sta.”

“ Ah, mi spiace per il vostro disturbo ma Alexander non è qui; è uscito questa mattina presto per andare a fare delle commissioni; è per questo che non è venuto a scuola.”

“ Ma ieri non ci ha detto nulla al riguardo.”

“ Lo sapete come è fatto, non dice nulla a nessuno e fa sempre di testa sua.”

“ Già, hai ragione.”

“ Vi consiglio di andare a casa; quando tornerà lo obbligherò a chiamarvi.”

“ Ma veramente noi…”.

Alicia fermò Ace e Double prima che dicessero altro e, prendendoli a braccetto, li trascinò via dicendo:

“ Allora noi ce ne andiamo, ciao Edward.”

“ A presto.”.

 

“ Ci spieghi che ti è preso?!”

“ Era ovvio che stava coprendo Alexander!”

“ Lo so benissimo.”

“ E allora perché siamo andati via?”

“ Perché non otterremo nulla interrogando Edward; è Alexander quello a cui chiedere.”

 

“ Non l’hanno bevuta.”

“ Scusa tanto se non sono riuscito a mentire con convinzione ma come potevo farlo con te nascosto a pochi metri da me che trattenevi il fiato!”

“ Che colpa ne ho io se quelli sono arrivati proprio in quel momento!”

“ Se tu te ne stessi a letto come dovresti fare, cose del genere non succederebbero.”

“ E smettila di trattarmi come un malato, la gamba non mi fa quasi più male.”

“ Stai mentendo, quella ferita non guarirà prima di 2 settimane; piuttosto è ora di cambiare la fasciatura quindi torna a letto e aspettami lì mentre prendo le garze.”

“ Va bene, va bene, non ti scaldare…”.

Edward prese un rotolo di garze e tirò su fin sopra il ginocchio i pantaloni di Alexander per cambiargli la fasciatura; quando però tolse quella vecchia, si accorse incredibilmente che la ferita si era drasticamente ridotta:

“ Ma cosa?! Non scherzava, la ferita si è quasi del tutto rimarginata! Nessuna persona normale guarirebbe così in fretta.”

Edward fasciò in fretta e furia la ferita ed afferrò il braccio di Alexander:

“ Che cavolo fai?”

“ Devo controllare una cosa!”.

Il giovane Watson osservò attentamente la spalla dell’amico ma non trovò alcuna traccia né di una ferita né di una cicatrice:

“ Incredibile! Non c’è più alcuna traccia sulla sua pelle!”

Dopo qualche secondo, irritato dallo strano comportamento di Edward, Alexander con uno strattone gli fece lasciare il suo braccio e si alzò in piedi:

“ Cos’hai tanto da guardare il mio braccio?”

“ La tua ferita alla spalla è scomparsa.”

“ E allora? Si è rimarginata.”

“ Alexander è stato l’infortunio più grave che hai avuto?”

“  Beh, fammi pensare… una volta sono caduto da un’auto in corsa e mi sono rotto 3 costole, la gamba sinistra ed il braccio destro.”

“ E quanto sei stato in convalescenza?”

“ Non mi ricordo di preciso ma mi pare una settimana.”

“ Non so se essere stupito per sua disumana capacità di guarigione o se domandarmi in che razza di situazione si era cacciato per arrivare a buttarsi da un auto in corsa… comunque una cosa è certa: Alexander non è una persona normale.”

“ Comunque, perché mi hai fatto questa domanda?”

“ Ah, no, per nessuna ragione, volevo solo fare conversazione.”

“ Sei un pessimo bugiardo.”.

 

Il giorno successivo Alexander si alzò normalmente per andare a scuola:

“ Vuoi già tornare a scuola?”

“ Se non lo faccio, quei tre torneranno di nuovo e non ho voglia di nascondermi ancora.”

“ Fa un po’ come vuoi, tanto non mi ascolteresti anche se provassi ad impedirtelo.”.

Appena uscì di casa, Alexander si ritrovò di fronte gli occhi scrutatori di Alicia:

“ Allora, Sherlock, dove sei andato ieri?”

“ Non si saluta? E comunque non ti risponderò finché non la smetterai di chiamarmi in quel modo.”

“ oh, avanti, confidati con me.”

“ Richiedimelo quando quei due non saranno nascosti là dietro.”.

Fu allora che Ace e Double uscirono dal loro nascondiglio domandando:

“ Come hai fatto a capirlo?”

“ Intuizione.”

“ Tu sei troppo intuitivo per i miei gusti.”

“ Tu dici? A me piace essere così.”

“ Lasciamo perdere…”

“ Avanti, confidati con noi, Alexander.”

“ Non ricominciare, Alicia, te l’ho già detto una volta: non piace dover rendere conto a qualcuno delle mie azioni…”

“ Antipatico.”

“ Zuccona.”

“ Re dei teppisti!”

“ Per me è un complimento.”

“ Non ti sopporto!”

“ La cosa è reciproca.”.

Senza dire altro Alexander si incamminò verso la scuola:

“ Inespugnabile come una cassaforte.”

“ Forse dovremmo lasciar perdere; se non vuole dircelo, avrà i suoi buoni motivi.”

“ Io non mi arrendo! Lo obbligherò anche con la forza se necessario!”.

In quel momento Double ed Ace immaginarono uno scontro tra Alicia ed Alexander e commentarono:

“ Non hai nessuna speranza.”

“ Grazie per la fiducia, eh!”

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