Cronache di un ectoplasma

di Tonks98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Many happy returns...maybe... ***
Capitolo 2: *** In a different way ***
Capitolo 3: *** Hey, I just met you, and this is crazy, but I hate you Potter! ***
Capitolo 4: *** E' a Serpeverde, amici miei, che troverete gli amici migliori. Quei tipi astuti ed affatto babbei, che qui raggiungon fini ed onori. ***
Capitolo 5: *** Very Strange ***
Capitolo 6: *** A lily with red hair and grey eyes ***
Capitolo 7: *** GHOSTBUSTERS! ***
Capitolo 8: *** Live and let die. ***



Capitolo 1
*** Many happy returns...maybe... ***


Cronache di un ectoplasma

Many happy returns...maybe...
Piton era morto, tanto per cominciare, e su questo non c'è alcun dubbio. Il registro della sua sepoltura era stato firmato dall'impresario delle pompe funebri, dal primario dei Medimaghi del san Mungo, da colui che conduceva il funerale e dal  Ministro della Magia Kingsley Shakebolt in persona. Harry Potter lo aveva firmato, e, per tutto il mondo magico, il suo nome era buono per qualsiasi cosa decidesse di firmare. Il vecchio Piton era morto come il chiodo di una porta. Badate bene che con questo io non intendo dire che so di mia propria scienza che cosa ci sia di particolarmente morto nel chiodo di una porta; personalmente, anzi, propenderei piuttosto a considerare il chiodo in una bara come il pezzo di ferraglia più morto che si possa trovare in commercio. Ma in quella similitudine c'è la saggezza dei nostri antenati, e le mie mani inesperte non la disturberanno, altrimenti il paese andrà in rovina. Vogliate pertanto permettermi di ripetere con la massima enfasi che Severus Piton era morto come il chiodo di una porta. Questo deve essere perfettamente chiaro, altrimenti nulla di meraviglioso potrà uscire dalla storia che sto per raccontare.
                        [Incipit liberamente ispirato a Un canto di Natale di Charles Dickens]
Era una calda giornata di fine luglio, anno 1998, e Severus Piton si stava annoiando. Lì, macchia nera su una candida nuvoletta, con tanto di alucce e aureola, lui si annoiava. Era in Paradiso da poco più di un mese e già si era rotto le pluffe di stare lì. Se prima pensava che finalmente sarebbe stato in pace...bhe si sbagliava. James Potter & Co. finalmente riuniti, non facevano altro che tormentarlo, e Lily? Non voleva saperne di lui; per lei era sempre lo stesso ragazzino a cui aveva chiuso la porta in faccia ormai, letteralmente, una vita fa. Poco importava che avesse salvato suo figlio e tutto il Mondo Magico. Silente? Non lo lasciava mai in pace, e nei rari momenti in cui non c'era, c'erano i Malandrini a "tenergli compagnia". Più di una volta si era chiesto se quello fosse il Paradiso o il suo personale Inferno. Bhe, in quella calda mattina di luglio riuscì a darsi una risposta, così prese forse la decisione più difficile della sua vita dopo quella di entrare nei Mangiamorte, e forse le conseguenze sarebbero state altrettanto disastrose. In fondo anche da vivo era sempre stato un cinico masochista con una spiccata vena sadica. Ormai aveva deciso, e stavolta non sarebbe davvero potuto ritornare indietro.
Harry Potter stava dormendo nel suo lettino, con Ginny Weasley e il piccolo Teddy Lupin, quando una brezza fredda gli soffiò sulla nuca, tanto da costringerlo a sbattere gli occhi più volte e in fine ad aprirli. Si alzò di scatto terrorizzato, avvolto dal gelo. La finestra e la porta erano chiuse, la giornata era una delle più calde che ricordasse, eppure lui stava congelando. Subito pensò "Dissennatori!" poi si accorse che l'unico ad avere i brividi di freddo era lui, la moglie e il figlioccio dormivano ancora tranquilli e beati. Così uscì dalla stanza e andò in salotto. Niente da fare. Il freddo che lo avvolgeva non voleva saperne di andarsene. Il fiato incominciava ad addensarglisi in volute di vapore acqueo davanti al viso. Fuori era l'alba. Ma c'era qualcosa che non gli tornava. Fu un attimo, in un baleno un lampo verde si sprigionò all'orizzonte, il verde smeraldo riempì per un secondo tutto il cielo, e il freddo cessò di colpo. L'impatto con l'aria afosa di luglio lo fece annaspare. Sentì un rombo, un ronzio, sempre più forte, la porta si spalancò da sola, un'altra folata di vento gelido, ma sta volta durò solo un secondo, poi le sedie della sala cominciarono a rovesciarsi una dopo l'altra, sempre più vicino a lui, il lampadario sulla sua testa cominciò a ondeggiare pericolosamente, un piatto si librò in aria da sopra la credenza e gli volò dritto in faccia come un freesbee. Fece appena in tempo a evitarlo che quello si frantumò in mille pezzi. Al rumore Ginny si svegliò, corse in sala, e trovò il marito a quattro zampe, per terra, in mutande e il salotto in condizioni pietose: le sedie rovesciate, il lampadario irrimediabilmente scardinato, appeso solo più per un filo elettrico, e tutti i quadri storti, alcuni addirittura capovolti. 
"Diamine Harry, che accidenti è successo qui?!?!" 
"NON LO SO GIN!" 
"Non urlare, svegli il bambino!"bisbigliò quella. 
"Scusa, scusa. Non lo so! Ma credo che qualcosa o qualcuno abbia rimesso piede in questo mondo da quell'altro." rispose serio l'uomo. Ginny, che non aveva mai visto Pirati dei Caraibi, pensò che il marito fosse impazzito. 
"Sul serio Gin! Mi sono svegliato per il freddo, poi tutto è successo in un attimo, le sedie, il lampadario, il piatto, i quadri...bhe quelli non so esattamente quando...senti Ginny sono sicuro, abbiamo un fantasma in casa!" 
"Un fantasma?" Ginny sembrava un po' più convinta, aveva imparato a fidarsi di Harry da tempo, anche se il suo discorso era completamente sconnesso, la sicurezza del suo sguardo l'aveva convinta. "E di chi?" chiese. In quel preciso istante una pentola volò dalla cucina e andò a sbattere sul muro opposto della sala. Fece un rumore infernale che svegliò il bambino che incominciò a piangere e gridare. I due si voltarono e sulla parete su cui la pentola era andata a sbattere, lentamente, comparve scritta in una sostanza vischiosa e semiluminesciente la risposta alla domanda; e ciò fece accapponare la pelle a tutti i Grifondoro da Godric's Hallow a Bristol. 
SONO TORNATO POTTER! E PER FESTEGGIARE...300 PUNTI IN MENO A GRIFONDORO 
"Oh santi numi....è Piton..." disse con assoluta sicurezza Harry Potter, la voce strozzata, in ginocchio davanti alla parete, tremando dalla testa ai piedi. Ginny era corsa in camera a calmare il bambino. Una voce profonda e sarcasticamente melliflua rimbombò in tutta la sala da pranzo. 
"Perspicace come al solito Signor Potter. Ma per una volta sarò costretto a correggere una mia precedente affermazione riguardo alle anime dipartite...." 
La mente di Harry corse alla prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure del suo sesto anno, in quello che sembrava ormai un remoto passato. Un nuovo brivido gli percorse la spina dorsale. 
"...non tutte le anime dipartite sono semplicemente...impronte." 
Harry si sentì agguantare per le caviglie e tirare in aria per poi arrivare a toccare il soffitto coi piedi.
"E ora siediti come si deve Potter, è così che ci si presenta a un tuo ex insegnante? Non hai ancora imparato le buone maniere?" 
Detto questo, venne lasciato cadere scomodamente sul divano, che si sfondò. Sentì Ginny imprecare dalla camera da letto. 
"Peso piuma Potter. Cos'è? La vita matrimoniale ti ha un po' appesantito? Se sei così a diciotto anni, figuriamoci cosa sarai a quaranta...sempre se ci arrivi." Se la situazione non fosse stata terrificante avrebbe risposto a tono, ormai non era più un bambino di undici anni, era un uomo che ne aveva viste di tutti i colori...anche se essere perseguitato da Piton sotto forma di fantasma gli mancava. Perciò disse: 
"Ehm, Signore, può..." e si bloccò indeciso su cosa dire. "Posso cosa Potter?"
Se Harry era terrorizzato, dal canto suo Piton non si divertiva così da anni. Si era divertito a mettere sottosopra il salotto di Potter per vedere se poteva muovere le cose, ma i quadri e la scritta sul muro erano stati un tocco magistrale. Aveva capito immediatamente che non era una semplice impronta di un'anima dipartita, era qualcosa di più, era l'anima in sè, e con un minimo di concentrazione poteva interagire col mondo reale al punto da appende Potter al soffitto per i piedi. Sì, si stava decisamente divertendo. "Allora?!" E poi veder trasalire il ragazzo ogni volta che apriva bocca gli scaldava il cuore. 
Il ragazzo parlò con più sicurezza sta volta:"Mi chiedevo se può rendersi visibile, non mi fa stare a mio agio parlare con una voce incorporea che non so da dove provenga."
 "E' ovvio che la mia voce sia incorporea, Potter, sono un fantasma, la tua perspicacia diventa più sorprendente ogni minuto che passa. Ma sì, penso di poterti accontentare..." disse l'ultima frase con lentezza melodrammatica, poi si concentrò sull'immagine del corpo che aveva da vivo. In fondo Potter non aveva tutti i torti, lui in pratica era solo voce, anche se aveva coscienza del suo corpo, dei suoi movimenti e di ciò che toccava. Dopo un secondo un denso fumo bianco e grigio si condensò per ridare forma alla sua figura, alla sua imponente figura dal viso diafano, ormai quasi trasparente, dai capelli neri e lunghi fino alle spalle, gli occhi neri come l'oscurità stessa, con tanto di veste, giacca, mantello, sguardo truce e naso adunco. Se non fosse stato per il fatto che fluttuava a mezz'aria e che i suoi capelli e vesti si muovevano ondeggiando pigramente, come mossi da una lenta e calda brezza estiva, si sarebbe detto che Severus Piton era ancora vivo, in carne ed ossa lì davanti a Harry Potter; ecco, forse appena un po' più...immateriale. Potter a quella vista per poco non svenne, ebbe appena il tempo di pensare a un incubo, magari portato dal non aver digerito la cena, che il Professore gli si avvicinò e gli diede un pizzicotto tra il collo e la scapola. 
"Ahi! Allora non è un sogno..." disse, stupito che nonostante la sua dipartita fosse ancora in grado di leggergli nel pensiero.
"Dovrebbero cambiarti il nome da Prescelto a Capitan Ovvio" 
"Ma, scusi Signore, com'è possibile?" 
"Non ci arrivi da solo? Ovviamente no. Bhe, semplicemente mi annoiavo, e il Paradiso inoltre non faceva per me, così ho deciso di tornare indietro. Evidentemente a pochi è concessa questa terza via, e devo dire che fin ora non me ne sono ancora pentito." 
"Ma se volesse, potrebbe tornare indietro?" 
"Sono appena tornato e già mi vuoi cacciare?" chiese in tono fintamente offeso "Ma come, io pensavo che ti facesse piacere rivedermi! 'Oggi abbiamo perso un grande mago, l'uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto, con cui avrei dovuto avere un altro atteggiamento, uno migliore; io come tutti voi. Non ho voluto parlargli quando potevo e adesso che voglio non posso più. E questo sarà il più grande rimpianto della mia vita e' bla bla bla. Sei riuscito a farmi venire il latte alle ginocchia. Comunque non lo so se posso tornare indietro e per ora non mi interessa, questo limbo in fondo non è niente male, anzi direi che mi ci trovo bene. Sarò libero di perseguitare chi mi pare per il resto dell'eternità se voglio." 
Harry era impallidito, congelato dal terrore e quando Piton esplose in una risata malefica che avrebbe gelato il sangue a Voldemort, Ginny irruppe nel salotto e si piazzò tra il marito e il fantasma di Piton, con aria decisamente battagliera. 
"Finito voi due di urlare!?!" disse "C'è un bambino di un anno che dorme di là, vi dispiacerebbe fare meno casino? Se lo svegliate ancora obbligo te a cullarlo e lei a cantargli la ninna nanna! E lei. Sarà anche morto e tutto quello che vuole, ma stia tranquillo che non ci penserò due volte a rinchiuderla in un barattolo di vetro se si azzarda ancora a ridurmi così la sala! Adesso io vado a letto e se quando mi sveglio quella scritta non è sparita e questo posto non brilla ve ne pentirete amaramente entrambi!" E puntò il dito indice prima su uno e poi sull'altro. "Sono stata chiara?" 
"Sissignora" risposero i due automaticamente in coro. 
E per quella notte, cioè mattina, rimasero nel più assoluto silenzio e rimisero tutto diligentemente in ordine. Chiunque tu sia, che tu sia vivo, o anima dipartita, fare arrabbiare una donna Weasley non è mai un' idea saggia.










Angoletto dell'autrice: Buon Natale!!! Ecco a voi il mio terzo regalo, una nuova serie! Spero che vi piaccia. ora ho finalmente finito, vi auguro buone feste, e buone vacanze. Ora farò un po' di vacanze anche io, riprenderò ad aggiornare tutto dal 6 gennaio.
Bacioniiiii Tonks98

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Capitolo 2
*** In a different way ***


In a different way

Il bicchiere d'acqua del giovane Grifondoro si rovesciò sui suoi pantaloni della divisa scolastica. "Accidenti." bisbigliò a denti stretti. Tirò fuori la bacchetta, asciugò la macchia e prese la brocca dal tavolo per versarsi dell'altra acqua. Questa gli sfuggì di mano, si librò a mezz'aria e poi gli si rovesciò tutta in testa. I suoi compagni si voltarono verso di lui, alcuni preoccupati, altri sghignazzando. Era l'ora di colazione del primo giorno di scuola, e il giovane ragazzino era stato smistato alla casa di Godric appena la sera precedente... e ora era bagnato dalla testa ai piedi...Immaginò che si trattasse di uno scherzo dei più grandi, poi vide il piatto delle uova muoversi bruscamente, facendo rovesciare le brocche del latte e del succo di zucca dall'altra parte del tavolo, inzuppando completamente i due ragazzi robusti del settimo anno di fronte a lui. Quelli scattarono in piedi sovrastandolo. 
"Hei pivello, qualche problema?" 
"Che ti prende, cerchi rogne?" 
"Io-io-io vi giuro! Non sono stato io! Hanno fatto tutto da sole!" 
Come obbedendo a un suo ordine, una manciata di bacon del vassoio di fianco a lui colpì in faccia uno dei due, il quale, senza pensarci due volte, prese una manata di torta alla frutta e gliela lanciò in faccia. Da lì a poco un'autentica guerra di trincea a base di proiettili di cibo infuriò su tutto il tavolo Grifondoro, per poi estendersi a quello Tassorosso e da lì a tutta la Sala Grande. Ovunque si vedevano giovani coraggiosi Grifoncini sacrificarsi in difesa del loro amici, prendendosi addosso ettolitri di porridge, Corvi che pianificavano strategie di attacco e difesa progettando nel frattempo catapulte di fortuna caricate a uova sode, Serpi che davano di matto colpendo tutto e tutti indifferentemente, soprattutto Grifondoro, cercando di fare più danno possibile e infine i fedeli e lavoratori Tassi che avevano organizzato ospedali di fortuna sotto i tavoli. I professori disperati chiamarono in aiuto la Preside Minerva McGranitt per far calmare gli studenti. La guerra si estinse appena fece il suo ingresso in Sala. "Come vi permettete, banda di scellerati! Mai, MAI nella storia di Hogwarts era successa una cosa del genere! Cento punti in meno  a Casa! Ora ditemi, chi è stat..." non aveva ancora finito di parlare che dal fondo della sala le volò addosso un'intera torta di panna, cioccolato e meringhe. La guerra riprese più furibonda di prima. Sta volta alimentata anche dai professori e dalla Preside stessa. Qualcuno, poco dopo, avrebbe giurato di aver sentito una strana risata profonda provenire da un angolo della Sala.
La sera fu convocato il consiglio docenti, mai nella storia della scuola era stato convocato così presto. L'argomento non erano solo gli avvenimenti in Sala Grande, ma altri casi isolati capitati in tutto il castello a studenti e professori indistintamente. Sgambetti per le scale, porte che sbattono in faccia appena le oltrepassi, armature che ti sbarrano la strada alzando l'ascia per decapitarti, studenti finiti a bagno nel lago nero...e altre cose del genere. Gli unici immuni dalla serie di scherzi parevano essere i Serpeverde. Rendendoli così i principali sospettati. Ma anche messi più volte sotto torchio, si dichiaravano innocenti, e a ragione, per una volta non erano loro i colpevoli. Quindi l'ordine del giorno era:" Che diamine sta succedendo in questo posto? Il mio primo anno da Preside e la scuola va a scatafascio per colpa di un burlone anonimo con un pessimo senso dell'umorismo?!" 
"Signora preside, forse si tratta di Pix." disse sicuro il custode Gazza. 
"Ho cacciato quel poltergheist due mesi fa emerito deficiente!" 
"Deve essere quel periodo del mese..." bisbigliò Vitious.
"Taci pezzente!"
"Già..." bisbigliò di rimando Gazza.
Morale: non si arrivò a niente. Il giorno dopo la Preside si limitò a fare un discorso di avvertimento in Sala Grande, intimando a tutti la più completa cautela, mentre gli insegnanti si impegnavano a scoprire il colpevole degli scherzi. Nel frattempo gli scherzi continuavano e gli episodi si intensificavano sempre di più. La cosa più comune era rischiare un infarto attraversando i sotterranei di notte, ormai gli studenti terrorizzati non si contavano più; soprattutto Grifondoro. Persino i fantasmi del castello avvertivano una strana presenza... in più. Alla fine il Barone Sanguinario, sentendosi tirato per la prima volta quasi direttamente in causa, una sera di ottobre spiegò alla preside quello che ormai tutti a Hogwarts avevano intuito. 
"Infestati da Che?!?" 
"Da un Fantasma Immanente, Preside. Un particolare tipo di anima dipartita che può decidere se tornare sulla Terra, e interagire attivamente col mondo reale. Non è una semplice impronta di un anima, è l'anima in sè per sè, l'essenza più profonda, e può fare fondamentalmente...ciò che vuole." 
"Magari allora ci si può ragionare..." 
"Temo che non sarà così facile...non è mai stato semplice ragionare con lui." 
"Lui chi? Lo conoscete?" 
"Oh, ma in realtà anche lei lo conosce, Preside.". Il quadro di Albus Silente, da dietro la scrivania della Preside, ridacchiò sommessamente.
Severus Piton se ne stava tranquillo e beato-ma-manco-tanto a galleggiare sù e giù per il soffitto dei suoi amati sotterranei. Si era stufato di infestare casa Potter, con la Weasley in giro e il pericolo di essere rinchiuso per l'eternità in un barattolo non c'era più gusto a tormentarli. E poi il Poppante-Lupastro-Multicolor sembrava averlo preso in simpatia. Non voleva essere degradato a 'fantasma domestico' perciò tanto valeva tornare a fare quello che gli riusciva davvero bene in vita, spaventare gli alunni! Così era tornato a Hogwarts e si era reso di nuovo invisibile, ormai era in grado di farlo a piacimento, e aveva iniziato a fare scherzi crudeli. Per non parlare di terrorizzare chiunque, a parte i suoi adorati Serpeverde, fosse malauguratamente passato per i sotterranei mentre c'era lui in giro. Andava avanti così da un paio di mesi, e fosse stato per lui non avrebbe mai smesso, ma quella sera qualcosa interruppe il suo stato di relax spettrale. Dall'alto del soffitto, vide passare un gatto soriano grigio con dei cerchi intorno agli occhi, come degli occhiali, che si fermò esattamente sotto di lui e prese a fissarlo. O almeno così gli pareva, dopo tutto era ancora invisibile. Poi comprese. Il gatto, o meglio, la Preside McGranitt aveva avvertito i suoi movimenti per aria, e se si trovava lì proprio sotto di lui, un motivo c'era. Aveva capito tutto. 'Bhe, addio anonimato.' pensò, mentre le volteggiava intorno e lei lo seguiva con la testolina pelosa. Alla fine Severus parlò, cercando il tono il più mellifluamente terrificante possibile, nell'infantile tentativo di spaventarla, almeno un pochino.
"Buona sera, Preside. A cosa devo il piacere della sua coda?" disse, cominciando lentamente a ritornare visibile. La gatta con un turbinio di forme e colori si ristrasformò nella professoressa McGranitt. 
"Buona sera Severus, a cosa devo il piacere del tuo ectoplasma?" 
Piton ghignò, ormai completamente visibile, in un certo senso gli era mancata la megera.
"Lo sai che è maleducazione rispondere a una domanda con una domanda?
"Sbaglio o l'hai appena fatto?" 
"Che c'entra, hai cominciato tu! Comunque, che ci fai qui?
"Anche se penso che dovresti essere tu il primo a rispondere, dato che, se non ricordo male, ho assistito al tuo funerale meno di sei mesi fà, ti farò comunque la gentilezza di risponderti per prima. Semplicemente mi preoccupavo di scoprire quale razza di essere metafisico ha deciso di infestare la mia scuola." 
"Bhe, ora l'hai scoperto." rispose Piton allargando teatralmente le braccia. "E poi io non direi propriamente 'infestare' è più un termine dal film horror scadente, io direi più che altro 'occupare in maniera leggermente invasiva'. Ti dispiace?
"Assolutamente no, anzi sono contenta di rivederti." e sorrise, un sorriso sincero, evidentemente anche a lei era mancato pipistrellaccio. 
"Davvero?" chiese scettico, ma comunque con un pizzico di felicità, nel profondo contento dell'affermazione della vecchia collega e amica. 
"Certo, almeno lo sarò quando la smetterai di terrorizzare i miei studenti." disse risoluta la McGranitt, con quel suo tono che avrebbe messo in fuga un esercito, meno male che ci era abituato, altrimenti si sarebbe quasi potuto spaventare. 
"Allora temo che non accadrà mai. Ah, spaventare le teste di legno... Lo sai che è il mio hobby preferito.
"Almeno potresti limitare gli scherzi da poltergheist da quattro soldi?" 
"Mmmmmh fammi riflettere...e perchè dovrei?"   
"Perchè non sei un poltergheist da quattro soldi." 
"Bene, ci penserò. Altro...Preside?
"A dire il vero non hai ancora risposto alla mia domanda, che ci fai qui, perchè sei tornato?" e così le raccontò tutto per filo e per segno, era la prima persona dopo Potter a cui raccontava cosa era successo dopo la sua dipartirta e del perchè era tornato. Lei ascoltò seria, composta e comprensiva, come le si addiceva. Alla fine la strega capì che l'unico desiderio del mago era sempre stato trovare una casa che gli si addicesse, e Hogwarts era la sua casa, i sotterranei in particolar modo. 
Così alla fine disse: "Per quanto mi riguarda, puoi stare qui finchè vuoi, Hogwarts sarà sempre pronta ad accogliere chiunque la consideri 'casa'. Solo, cerca, ecco, di non rovinarmi tutte le nuove promesse del mondo magico." 
"Farò del mio meglio. Ah, e mi dispiace per la torta..." disse ironicamente, non riuscendo completamente a mascherare un ghigno mefistofelico. 
"Cosa?! Tu..."
'Accidenti, adesso capisco perchè il Paradiso non faceva per lui' pensò la Preside prima di congedarsi, dicendo in un sospiro rassegnato:"Va bene, non importa, buona notte Severus, e...ben tornato."
L'ex professore la lasciò allontanare, poi disse quasi tra sè e sè:"Grazie a te, Minerva. Buona notte." e in fine scomparve gradualmente, tornando invisibile.








Angoletto dell'autrice: ecco un nuovo capitolo! Che ne dite lettori? Il nostro Sevvie che si diverte un po' e una McGranitt un po' frustrata. Oh bhe, se v'é piaciuto sono contenta. Come al solito le recensioni sono gradite e assai ben accette.
PS
Il termine "Fantasma Immanente" è una mia invenzione, sono gli effetti di approfonditi studi filosofici. ( 0.o sì mi diletto di filosofia) 
alla prossima!
Tonks98

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Capitolo 3
*** Hey, I just met you, and this is crazy, but I hate you Potter! ***


Hey, I just met you, and this is crazy, but I hate you Potter!

Erano passati alcuni anni da quella conversazione notturna. Ormai tutti gli studenti si erano abituati alla presenza di Piton sotto forma di fantasma. Per quanto ci si possa abituare a trovarselo davanti quando meno ce lo si aspetta, magari con in mano qualcosa di pericoloso... tipo un pugnale insanguinato e un un ghigno folle dipinto sul volto diafano. O di notte mentre si gira fuori orario, infrangendo le regole. Se lui era di buon umore, e soprattutto se tu eri Serpeverde, ti compariva alle spalle facendoti prendere un mezzo colpo e tornare dritto di filato nel tuo dormitorio. Se era di cattivo umore...bhe una volta si dice che abbiano trovato un ragazzino del terzo anno di Grifondoro appeso per l'elastico delle mutande alla statua di un cavagliere con lancia al quarto piano, traumatizzato. Insomma, se già da vivo era l'incubo notturno degli studenti, adesso che in aggiunta aveva dei 'poteri da spettro' era ancora più terrificante. A volte però si divertiva a fare scherzi per il puro gusto di farli: i suoi bersagli preferiti erano Gazza e Mrs Purr, non si contavano più le volte che si era vista la gatta del custode volare giù da una scalinata. E poi la sua opera d'arte, la macchia di sangue sul tappeto della sala professori. Gazza ha provato a lavarla via con qualsiasi prodotto, pozione, filtro di cui fosse a conoscenza, provò perfino a bruciare il tappeto e metterne uno nuovo. Niente, la macchia di sangue continuava a ricomparire. Ogni tanto qualche professore, soprattutto quelli di Difesa contro le Arti Oscure, si ritrovavano nel piatto della cena qualche parte anatomica lacerata. C'è chi diceva appartenessero a qualche studente che Piton aveva rapito e ucciso in vita. Lui si divertiva ad alimentare queste dicerie, in realtà si serviva di qualche effetto speciale. Il sangue non era altro che vernice magica e le interiora pezzi di spezzatino trasfigurati. Aveva scoperto che se si concentrava poteva far cambiare forma alla materia. Non cambiava la materia nella realtà, ma semplicemente la faceva apparire diversa agli occhi di chi guardava, confondendo la mente. Era il suo scherzo preferito. Alcune volte invece vagava solo per i corridoi, sovrappensiero. Spesso incontrava ragazzini del primo anno sperduti nel castello, sbucava da dentro ai muri o dietro agli angoli facendoli sussultare per lo spavento, però poi li aiutava a ritrovare la strada giusta, senza chiedere in cambio nulla. Per poi bloccare dall'interno la porta della classe in cui erano diretti, giusto per farli arrivare in ritardo. Le lezioni di Pozioni e di Difesa però diventarono le più amate dagli studenti, la cosa più comune che poteva capitare era vedere la bacchetta del professore di Difesa ribellarsi al padrone e volare fuori dalla finestra, oppure direttamente il professore. Durante le lezioni di Pozioni, ad ogni affermazione che lui reputava (a ragione) poco corretta, sulla lavagna comparivano scritte tipo: "SBAGLIATO!" e "Testa di legno!" oppure "A? Io gli avrei messo T!" e "Paciock saprebbe fare di meglio." o la più bella "Sai, l'ultima volta che ho sentito un'idiozia del genere tolsi talmente tanti punti a Grifondoro che vinsero la coppa delle case solo sette anni dopo." Come detto, alla fine gli studenti, soprattutto quelli di Serpeverde, si abituarono alla sua presenza, trovandolo in fin dei conti simpatico. Certo, con un senso dello humor un po' particolare, ma divertente. Quando Teddy Lupin giunse al castello, e come ci si aspettava venne smistato in Grifondoro, nessuno si scorderà mai la volta in cui arrivò in ritardo alla lezione di Trasfigurazione della professoressa Rectra. Senza compiti  e con la divisa tutta sgualcita addusse come scusa: "Sono arrivato in ritardo perchè ho dovuto inseguire i miei compiti fino al bagno del secondo piano... ho provato a recuperarli, ma il water in cui erano finiti ha cercato di mangiarmi! Ho pensato non fosse carino consegnarli nello stato in cui si trovavano dopo recuperati...." la professoressa non gli credette e tolse 10 punti a Grifondoro. Sotto gli sguardi esterrefatti dell'intera classe sulla lavagna comparve un disegno molto realistico di un Teddy Lupin alle prese con una canna da pesca e un water indemoniato. Tutti scoppiarono a ridere quando magicamente il disegno prese vita e il water ingurgitò tutti gli schemi di trasfigurazione che la professoressa aveva scritto diligentemente sulla lavagna, terminando il pasto con un teatrale "BUUUURP!". Questa era solo una delle indimenticabili imprese compiute dall'ectoplasma di Severus Piton. 
Resterà per sempre nella leggenda l'anno in cui arrivò a scuola James Sirius Potter, Grifondoro pure lui, spaccone, viziatello e smargiasso. Ribelle a ogni regola, ma geniale in Difesa e Trasfigurazione. Per chi l'avesse conosciuto, come la professoressa McGranitt, Hagrid e il professor Vitious, che sembravano immuni all'usura del tempo, il giovane Potter era in tutto e per tutto la copia di suo nonno. Anzi sembrava che i geni Weasley e quelli Potter si fossero fusi per dare vita a un individuo capace di creare putiferio solo mettendo la testa in un'aula. Ovviamente era il nipotino preferito dello zio George, il quale gli forniva una riserva annua di scherzi marca Weasley, con sommo gaudio dei suoi genitori, e soprattutto di suo fratello Al. 
Spesso professava il suo estremo schifo per la casa verde-argento e non perdeva mai occasione per fare uno scherzo e umiliare qualche indifeso Serpeverde. Per Piton fu odio a prima vista, gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo a quando aveva conosciuto il suo "adorabile" nonno. In un primo tempo pensò di ignorarlo, dopo tutto lui ormai era un adulto e per di più deceduto, trovava fin troppo stupido mettersi contro un moccioso di undici anni. Ma quando osò scrivere sulla porta della sua dispensa personale ( sì, nel caso ve lo stiate chiedendo il fantasma di Severus Piton ha una sua dispensa personale, che in realtà è la sua vecchia dispensa. Chiese il permesso nel 2004 di tornarne in possesso, e concessogli, non senza qualche lieve scaramuccia, dalla Preside. Da allora quando non è in giro a fluttuare, sta lì a preparare intrugli spettrali.) la scritta: Da Mocciosus: distillatore di intrugli, pozioni e qualsivoglia altra schifezza che non sia shampoo, dal 1971.
"Potter!" l'urlo si sentì per tutto il castello. "Me la pagherai...una volta...per...tutte." tutto il suo buon senso andò a farsi benedire. Severus non poteva fargliela passare liscia, così distillò una pozione di sua invenzione. La mise in una bottiglia di shampoo per capelli che andò a sostituire a quella del giovane Grifondoro durante la notte. La mattina il ragazzo si lavò, si fece doccia, shampoo e balsamo poi scese in Sala Grande. Vi lascio immaginare la sorpresa di tutti quando lo videro con i capelli verde-argento, e le risate, soprattutto dei Serpeverde, quando si rese conto del motivo di tutti quelli sguardi. Cominciò a correre per tutta la sala in preda all'isteria gridando: "UNO SPECCHIO! PRESTO DATEMI UNO SPECCHIO!"  e quando lo ebbe finalmente tra le mani e si fu visto, svenne. Quando riprese conoscenza si ritrovò in infermieria, con il fantasma di Piton che gli galleggiava intorno, un orrendo ghigno stampato in faccia. "E' stato lei!" 
"La perspicacia è sempre stata una dote della famiglia Potter...L'unica temo." disse questo mellifluamente. 
"Mi dia l'antidoto vecchio pipistrellaccio trasparente!" 
Piton ghignava calmo e beato: "Non leggi le istruzioni sulle bottigliette di shampoo vero? Bhe dovresti. Questa ad esempio dice:" e tirò fuori il flacone in cui aveva messo la pozione "Effetto permanente e a lunga durata. Garantita lucidità, resistenza e brillantezza imperituri." disse calcando sull'ultima parola. 
"Ma..." 
"I flaconi di shampoo non mentono Potter. Temo che resterai così per sempre." il ghigno diventò un vero e proprio sorriso sadico alla vista della disperazione del giovane. "Mio padre lo verrà a sapere!" 
"Ah! Già sentita questa solfa, non ti servirà a niente nasconderti tra le sottane del babbo, se non vuole incorrere anche lui nella stessa sorte." fece per andarsene lasciando il bambino ammutolito. 
"Ah, e tanto per la cronaca. Non. Osare. MAI PIU'. Chiamarmi. MOCCIOSUS!" urlò lo spettro tirando sù un vento così forte da rovesciare il letto del giovane Grifoncino. Poi scomparve. Da quel giorno James porta i capelli molto più corti e se li tinge quotidianamente. Pochi sono a conoscenza di questo segreto, una di questi è la sua adorabile mamma. La signora Potter, una volta venuta a sapere del fatto, minacciò il povero ectoplasma di trasformarlo in poltiglia spettrale se non avesse preparato almeno la tintura per capelli al figlio. Piton, in quel frangente, ricordò per la prima volta con orrore la fine di Bellatrix Lestrange, che lui si era beatamente goduto dall'alto con tanto di bandierina "Lolly Molly Rocks" e Pop-Corn. Non potè che obbedire, ben sapendo di cosa è in grado di fare una mamma Weasley per un figlio...e desideroso di rimanere sulla Terra ancora per un po'. Ma il suo modo di vedere i Potter cambiò un anno dopo, per poi mutare definitivamente.










Angoletto dell'autrice: Rieccoci con un nuovo capitolo! Severus si toglie finalmente qualche sassolino dalle scarpe. Alla prossima! e mi raccomando le recensioni fanno sempre piacere. Colgo l'occasione per ringraziare chi recensisce sempre e che dà sempre ottimi consigli e idee a dir poco geniali! Grazie.
Tonks98

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Capitolo 4
*** E' a Serpeverde, amici miei, che troverete gli amici migliori. Quei tipi astuti ed affatto babbei, che qui raggiungon fini ed onori. ***


E' a Serpeverde, amici miei, che troverete gli amici migliori. 
Quei tipi astuti ed affatto babbei, che qui raggiungon fini ed onori.


Londra. Binario nove e tre quarti, ore undici in punto, anno 2016.
"Vedrai, non avrà problemi."
"Lo so..." rispose Harry Potter a sua moglie Ginny "Spero solo che non si incontrino troppo presto..."
"Chi?"
"Al e Piton." 
"Perchè? Pensi che Lui se la prenderà?" 
"No, in realtà la cosa che mi spaventa di più è che potrebbero iniziare a fare comunella, non sarà un anno facile per James." 
Ginny riflettè un attimo su tutte le volte in cui i suoi due figli maschi avevano litigato, sempre per gli scherzi leggermente crudeli di Jamie, e capì che effettivamente quei due avevano molto in comune, oltre che al nome.
"...già, non gli daranno tregua." 
Hogwarts. Ore diciannove. Smistamento...
"Malfoy Scorpius!" Il ragazzino biondo si avvicinò dritto e sicuro verso lo sgabello.
"SERPEVERDE" urlò il Cappello Parlante.
Il bambino, soddisfatto e sollevato si diresse alla tavola della sua casa.
"Potter Albus Severus!" nella sala scese il silenzio, una folata di vento fece tremolare le candele. Il bambino dagli occhi verdi si avvicinò lentamente al Cappello. Passarono alcuni minuti, l'aria stessa fremeva di curiosità, i più credevano che non ci fossero dubbi su quale casa si addicesse al giovane Potter... 
"I più" persero le speranze dopo il terzo minuto. Da qualche parte, in un luogo non ben precisato del soffitto, un povero ectoplasma era in ansia, un'ansia tremenda che non provava dai tempi del suo smistamento, e osservava attentamente il Cappello. Questo alla fine si mosse, lo strappo si aprì a formare la bocca, parve prender più fiato possibile per gridare il suo verdetto, anche se non aveva i polmoni, magari si stava divertendo a creare un po' di suspanse. Chi lo sa. E poi finalmente urlò: "SERPEVERDE!" 
Ci fu un attimo di silenzio glaciale, poi la tavola verde-argento incominciò ad applaudire, sempre più fragorosamente, seguita da tutta la sala, anche dai Grifondoro più riluttanti. Mentre si avvicinava al tavolo si levò un boato che fece tremare i muri. Tutte le candele si spensero nello stesso istante. Quando vennero riaccese tutti gli studenti finirono di mangiare e vennero mandati nei loro dormitori. Gli insegnanti dovevano aver già capito che aria tirava quella sera. Albus aveva già incominciato a legare con gli altri compagni, soprattutto con Scorpius Malfoy. 
Ma per Albus Severus Potter, giovane Serpeverde, quella notte sarebbe stata molto più lunga degli altri.
Era l'ultimo della coda di ragazzi Serpeverde che scendevano nei sotterranei, stava per entrare nella sala comune quando il muro si chiuse da sè. Bussò, prese a calci il muro, urlò la parola d'ordine. Niente, era bloccato, non poteva entrare. Così decise di andare a cercare un insegnante, molto intelligentemente, per risolvere la situazione. Purtroppo per lui non aveva calcolato un paio di cosette; numero uno: era la prima volta che metteva piede nei sotterranei del Castello, e anche i ragazzi del settimo anno capitava che vi si perdessero; numero due: c'era qualcuno fermamente intenzionato a fare una chiacchierata con lui, faccia a faccia.
Potevano essere due ore come un quarto d'ora che girava lì sotto, si era davvero tremendamente e inesorabilmente perso. Ma gli sembrava di riconoscere il posto in cui si era fermato...Almeno dai racconti del padre e del fratello. Si trovava davanti a una porta di legno scuro e rovinato, mezza scardinata, che dava dentro a un'aula fredda e spettrale. L'ex aula di Pozioni. Ormai non veniva usata da alcuni anni, da quando il nuovo professore, l'altro era scappato dopo un esaurimento nervoso, aveva deciso di spostarla al primo piano. Catturato dalla curiosità, tipica della sua famiglia, decise di entrare a curiosare. Cinque file di banchi, coperti di polvere, le sedie rivoltate e la vecchia scrivania, anch'essa coperta di polvere, riempivano la stanza insieme a scaffali impolverati, dove una volta stavano le pozioni e calderoni mezzi fusi. Ragnatele su ragnatele ricoprivano il soffitto. Teddy gli aveva detto che avevano smesso di usarla l'anno dopo il suo arrivo. Quindi erano almeno quattro anni che non veniva usata, e lo strato di polvere sul pavimento ne era la prova. I pochi passi che fece rimasero come impronte sul pavimento. Poi qualcosa si mosse. Una folata di vento sollevò una striscia di polvere dal pavimento.Un freddo intenso gli trapassò il petto come una lama, la sensazione di mille cubetti di ghiaccio che gli scendevano giù per la schiena lo travolse. Poi una voce, fredda e sarcastica, riempì l'aria rimbombando più di un tuono nel silenzio nonostante fosse appena più di un cupo, mellifluo sussurro. 
"Bene, bene, bene. Un altro Potter in giro di notte a curiosare, evidentemente la brutta abitudine di infrangere le regole si è evoluta a malattia genetica. Lo sai che l'ora del coprifuoco è passata da un pezzo, ragazzino? C'è un motivo se dopo una certa ora, è bene che gli studenti si chiudano nei loro dormitori. Potrebbe essere...pericoloso, per loro, girare nel castello di notte. Si possono fare degli incontri piuttosto spiacevoli."
"C-Chi sei? Fatti v-vedere." cercò di rimanere calmo, cercò con tutte le sue forze di non far trasparire la fifa dal suo tono di voce...ma non gli riuscì molto bene.
"Ah! Brutta bestia, la fifa. Hai paura Potter? La verità, guarda che me ne accordo se...menti."
"La verità? Sì, ho paura. E no. Non sto infrangendo le regole, almeno non di mia volontà, sono rimasto chiuso fuori dal dormitorio e mi sono perso nei sotterranei, stavo andando a cercare un insegnante e ho trovato un fantasma che sta tentanto di terrorizzarmi. Ma la verità è che, secondo me, sei tu il più codardo dei due, che non ti sei ancora fatto vedere." esclamò Albus in uno slancio di coraggio...pessima idea.
In quel momento una sedia cadde da un banco, fracassandosi, seguita violentemente da tutte le altre, una folata di vento lo fece cadere a terra. L'imponente figura di Piton comparve fluttuando a mezz'aria, il volto deformato dall'odio a pochi centimetri dal suo. "NON. OSARE. MAI. PIU'. CHIAMARMI. CODARDO!" Rimasero a fissarsi per un tempo infinito. Piton non voleva perdere così la calma, almeno non così presto. Voleva solo vederlo, per pura curiosità accademica, e magari testare il famoso coraggio sconsiderato made in Potter, ma l'affermazione del ragazzino lo aveva stupito...e di conseguenza fatto infuriare. Alla fine Albus ruppe il silenzio. 
"Io ti conosco...tu sei Severus Piton, l'eroe di guerra, mio padre mi ha parlato di te."
"In carne ed ossa...bhe, no, non proprio, comunque sì. E ti avrà anche detto che sono il più grande tormento dei Potter, immagino. Tu devi essere Albus Severus...." la rabbia era passata, lasciando il posto a uno sguardo freddo e calcolatore.
Dopo tutto era pur sempre un ragazzino, per di più Serpeverde. 
"In persona. Mi scuso per averle dato del codardo, e se mio fratello l'ha trattata male. Comunque lo scherzo dello shampoo l'ho trovato geniale." Severus lo guardò negli occhi, occhi verdi, come quelli di suo padre, e di Lily. Così in fine disse, ormai quasi totalmente rabbonito "In effetti...uhm, scommetto che voi due non andate troppo d'accordo, vero?
"No, signore. Io e James abbiamo qualche...differenza di vedute." 
"Già, come pensavo, sei in Serpeverde, eh?"
"Si, signore." e Al in quel momento, e solo per un momento, tirò fuori un sorrisetto furbo e un po' maligno tipico dei giovani ambiziosi Serpeverde. Piton si sentì quasi commosso.
"Spero bene che porterai onore alla tua Casa, come il tuo omonimo d'altronde. E se mai avessi bisogno di una mano, anche solo per dare una lezione a tuo fratello...
"La ringrazio signore." Un qualcosa di molto simile a un sorriso comparve sul volto fantasmagorico di Piton.
"Ora torna nel tuo dormitorio.
"Signore, lo farei, ma gliel'ho detto, non conosco la strada, e poi la porta è bloccata."
"Ti posso aiutare a trovare la strada, conosco questo posto come le mie tasche...Riguardo alla porta, ehm ehm, credo che ormai si sia sbloccata." disse il fantasma in tono casuale. Come se Albus non avesse già capito chi fosse stato a bloccarla. 
"Grazie. Ehi, però lei non è così male come mio fratello l'ha descritta!" 
"Ora Potter non t'allargare." rispose Piton freddo come il marmo. Uscirono dall'aula ancora più spettrale di prima, e si avviarono verso la Sala Comune di Serpeverde. 
"Comunque, capita spesso che le cose, e soprattutto le persone, non siano come sembrano." aggiunse 
seguito a ruota dal giovane Potter, imboccando un passaggio segreto attraverso un muro che sembrava il più freddo e compatto di tutto il sotterraneo, ma che, come Albus scoprì, portava dritto davanti al dormitorio.
"Grazie, signore." disse il ragazzino prima che l'entrata si richiudesse. 
"Di niente, Pott.." 'No, Albus.' si corresse mentalmente Piton, era fermamente deciso a non chiamare più, almeno Albus Severus, col cognome, sputandolo come se fosse un insulto. In fin dei conti il ragazzino non era poi così male come il resto della parte maschile della famiglia Potter.










Angoletto dell'autrice: Arieccomi!!! Mi è venuto in mente come continuare la storia, così eccovi un nuovo capitolo! Spero di poter riprendere a pubblicare regolarmente una volta la settimana, penso che per un po' però alternerò sabato, domenica e lunedì, dato che in questi tempi non so quanto tempo avrò. But don't warry che non vi lascio alone (?)...perfavore non fate domande,è una lingua un po' ibrida, ogni tanto mi scappa, scusate..
Comunque le recensioni sono sempre graditissime! A presto lettori!!!!
Tonks98 

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Capitolo 5
*** Very Strange ***


Very Strange

Erano passati alcuni mesi dallo smistamento di Albus nei Serpeverde. Suo padre si era detto comunque fiero di lui, suo fratello James lo era un po' meno...in effetti il fratello maggiore non perdeva occasione per fargli notare che era il disonore della famiglia Potter, che il nonno James si stava sicuramente rivoltando nella tomba, che lo zio George non gli avrebbe nemmeno fatto gli auguri di Natale, che lo zio Ron non lo avrebbe più portato alle partite dei Cannoni di Chudley (sai che dispiacere) e altre baggianate simili. Ma la verità era che Albus Severus Potter si trovava bene, sì bene!, tra i compagni Serpeverde. Inoltre aveva già fatto amicizia con Scorpius Malfoy, suo coetaneo. Quel giorno, quando li vide insieme a chiacchierare, suo fratello gli levò il saluto. E poi formavano uno strano trio, lui, Malfoy e Rose Weasley. Tutti a scuola si erano ormai rassegnati al fatto che un Potter potesse essere finito a Serpeverde e che lui e una Weasley fossero i migliori amici del Primogenito Malfoy. Dopo questo niente a Hogwarts avrebbe più potuto stupire gli studenti, ecco forse solo un Cannolo Balbuziente. La cosa ben più strana, e ben più difficile da accettare agli occhi di tutti, studenti, amici, Professori e bidello era il fatto che Albus era stato l'unico in quasi vent'anni a fare amicizia con un certo ectoplasma di nostra conoscenza. In effetti era l'unico Potter, a memoria d'uomo, ad averci mai fatto amicizia. Forse il mondo stava per finire? Sicuramente! Si rispondevano tutti quelli che li vedevano nei corridoi a orchestrare tiri mancini al giovane James Sirius Potter, o a qualunque altro Grifondoro fosse passato di lì. In effetti, quando il giovane Albus non era con Malfoy e la Weasley, trascorreva il suo tempo libero con Severus Piton, il quale si fingeva infastidito dalla sua presenza, cercando di preservare, almeno in pubblico, la parvenza di crudele fantasma antiPotter. Riuscendoci perfettamente, non fosse per il fatto che tutti si erano accorti che da un po' di tempo a quella parte il fantasma era diventato leggermente meno molesto del solito. Poi quando i due si incontravano in giro per i corridoi di notte, sì alla fine i geni Potter prendevano sempre il sopravvento e Al non resisteva all'impulso di andare a curiosare in giro, Severus prima lo apostrofava, minacciando di farlo scoprire da Gazza e di appenderlo a un ramo del Platano Picchiatore, poi però  gli mostrava i passaggi segreti e gli faceva visitare le ale più oscure e sconosciute del castello. Dal canto suo la Preside McGranitt era piecevolmente stupita di questa strana amicizia, e la approvava completamente. Purtroppo lo stesso non si poteva dire dell'altro omonimo di Al. Quante volte la McGranitt si era sorbita le invettive sul più giovane dei Potter e sulle sue amicizie poco convenzionali e sui suoi comportamenti scorretti e sul fatto che uno che si chiama Albus e Potter non poteva assolutamente essere in Serpeverde! Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, così quando vedeva che il quadro di Silente stava per lanciarsi in uno dei suoi salamelecchi infiniti, semplicemente gli sventolava davanti un sorbetto al limone, così lui si distraeva e si perdeva a rimirare gli zuccherosi meandri del suo dolce preferito. Invece Severus Piton non era mai stato così felice, felice?, sì felice. Felice che qualcuno lo ammirasse, felice di essersi preso, in un certo senso, una piccola vendetta sui Potter, felice che Al lo ascoltasse. Sì perchè, in quelle notti in cui giravano per il Castello, Severus Piton raccontava al ragazzo le sue avventure, le storie di guerra, gli raccontava di combattimenti, degli anni da insegnante e di quanto suo padre lo detestasse. E insieme ne ridevano. Ben presto, forse troppo come spesso pensava Severus, iniziò a parlargli degli anni da Mangiamorte, di quando andava a scuola, e conseguentemente di suo nonno, dei Malandrini e di...Lei, Lily. E Albus lo ascoltava incantato, ogni tanto raccontandogli le storie che invece suo padre gli aveva raccontato, e vedendo spesso come la storia cambiasse totalmente cambiando il punto di vista. Poi gli raccontava della sua sorellina, Lily Luna, e di come fosse così simile e allo stesso tempo così diversa da sua nonna, da come Severus gli aveva raccontato di sua nonna. La cosa che stupì Albus fu sapere, una sera, che Severus non aveva mai raccontato a nessuno la sua storia, mai a nessuno aveva parlato di Lily Potter, nemmeno a suo padre Harry. Quella notte entrambi si resero conto che si erano irrimediabilmente affezionati l'uno all'altro, Albus un po' se ne stupiva, mentre Severus non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma così era. 
Una notte di giugno erano sulla Torre di Astronomia, quando Severus gli raccontò della morte di Silente e di come aveva reagito suo padre.
"Come potesti? Cioè, mi hai sempre detto che volevi bene a Silente, dove hai trovato l'odio per...ucciderlo?" chiese a un certo punto Albus, non sapendo che questa è una domanda che tanti, da quel fatidico giorno, si sono posti, senza mai trovare una risposta. 
"Serve un grande odio per lanciare una Maledizione mortale e...bisogna volerlo davvero. Sì, io volevo davvero che morisse, che morisse imbattuto. Che morisse nel modo più onorevole possibile, che non fosse sbeffeggiato dagli altri Mangiamorte. Ma l'ho odiato tanto, in quel momento. Come non ho mai odiato nessuno. Perchè mi aveva rivelato che tutto quello che avevo fatto, e che avrei dovuto fare, per proteggere tuo padre non sarebbe servito a niente, che tutto quello che avevo fatto per proteggere il figlio della donna che amavo era stato inutile. Che lui era consapevole che in fondo aveva cresciuto tuo padre come una bestia da macello. L'ho odiato perchè mi aveva fatto promettere di ucciderlo, nonostante sapesse quanto gli volessi bene. E poi odiavo me stesso, perchè sapevo che dovevo mantenere la promessa, perchè lui mi pregò di mantenerla. E così, in un lampo di luce verde, ho esaudito la sua ultima preghiera. Tuo padre mi chiamò codardo quella notte. Tanti da allora mi chiamarono codardo, ma la verità è che Silente scelse me e non un altro perchè sapeva che sarei stato l'unico tanto coraggioso e tanto folle da eseguire i suoi piani fino all'ultimo. Così andò. Allora, niente da dire?" guardò Al negli occhi, in quegli occhi verdi, in cerca del rancore, dell'incomprensione, dell'odio, del ribrezzo, come aveva visto negli occhi di suo padre tanti anni prima. Ma invece ci trovò solo comprensione, affetto e rispetto. E ne fu spiazzato, e ancora di più quando Al disse quella frase, quella che gli fece capire come mai aveva meritato il Paradiso, come mai tutto in fine gli era stato perdonato.
"Mio padre aveva ragione, Severus. Sei davvero l'uomo più coraggioso che abbia conosciuto, e sono fiero di portare il tuo nome."
Dovette nascondersi dietro la sua consueta maschera di ironia per evitare che Al capisse quanto lo aveva commosso.
"Sarebbe la prima volta che tuo padre ha ragione su qualcosa, spero che abbiate segnato il giorno e l'ora sul calendario perchè sono sicuro che non sia mai capitato, e che difficilmente ricapiterà."
"Ma...ehi!" e il ragazzo scoppiò a ridere. Subito seguito dall'altro, appena dopo un "Sciocco ragazzino insolente." borbottato a mezza voce.
Già, era strano, davvero stano vedere Severus Piton in quello stato, e se tutti pensavano che ormai quello era il colmo e che il povero ectoplasma doveva essere impazzito, di certo non si aspettavano in che stato si sarebbe ridotto di lì a una anno!










Angoletto dell'autrice: Eccomi con un nuovo capitolo! Questo ha dei toni un po' più calmi, pacati, è un po' più sentimentale. Ditemi cosa ne pensate!! Alla prossima!
Tonks98

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Capitolo 6
*** A lily with red hair and grey eyes ***


A lily with red hair and grey eyes

Era passato un altro anno e il primo settembre si avvicinava incombente. Lily Luna Potter era al settimo cielo, ma era anche piena di paura. Finalmente sarebbe andata anche lei ad Hogwarts coi suoi fratelli! James le aveva raccontato delle meraviglie sulle stanze segrete e delle partite di Quidditch, Rose delle lezioni e di quanto fosse simpatica la Preside McGranitt, Al le raccontava di Scorpius Malfoy, per il quale la giovane Lily sviluppò una certa ossessione, e di Lui, il fantasma di Piton, che Lily non vedeva l'ora di vedere coi suoi occhi. Ma in che casa sarebbe stata smistata? Aveva paura l'undicenne...ma dopotutto, pensava, se non hanno diseredato Al che era finito tra i Serpeverde... non dimenticherà mai la delusione dipinta sul volto di suo zio Ron...lei non voleva che lui la guardasse così, lei! La sua ranocchietta preferita,  e nemmeno la zia Hermione, voleva che suo fratello James continuasse a scherzare con lei e temeva che suo padre e sua madre non le avrebbero voluto più bene come prima. Aveva una fifa tremenda, e per di più non sapeva nemmeno lei dove voleva essere smistata, voleva solo non deludere i suoi famigliari. Ma voleva anche essere felice. Si disse che avrebbe rimandato il problema fino al primo settembre, che le arrivò come una mazzata tra capo e collo. Il binario nove e e tre quarti era stracolmo di famigliole che si salutavano, di figli che caricavano i bagagli e genitori fieri e un po' tristi che abbracciavano quelli che sarebbero stati sempre e comunque i "loro bambini". James e Albus salirono sull'espresso dopo aver salutato i genitori. James corse dai suoi amici Grifoni e Al a salutare Scorpius, andando nelle carrozze "riservate" ai Serpeverde. Suo fratello le aveva detto che tecnicamente non erano riservate a loro, ma che nessuno delle altre case osava metterci piede, manco avessero paura di essere torturati fino alla pazzia o di essere colpiti da una maledizione senza perdono, perciò le consideravano di loro esclusiva proprietà. Lily Luna si avvicinò al suo papà per abbracciarlo, poi gli disse: "Papà, ho paura..."  Harry ebbe per un attimo il disappunto dipinto sul viso. "Perchè tesoro?" 
"Ho paura di finire nella Casa sbagliata e che voi non mi vogliate più bene." era sempre stata abituata a dire solo la verità ai suoi genitori, poi era schietta e diretta per natura. "Tesoro, Lily, ascoltami bene perchè è davvero importante. Non esiste una Casa sbagliata. Non importa dove verrai Smistata, purchè tu sia felice. Che tu sia Grifondoro, Serpeverde, Corvonero o Tassorosso non importa, noi ti vorremo sempre e comunque bene. Sarai sempre la ranocchietta preferita dello zio. E i tuoi fratelli continueranno a volerti bene come, sempre. So che ti spaventa anche il fatto che Jamie possa avercela con te se non vai a Grifondoro, come sembra ce l'abbia ancora con Al, ma ti assicuro che quei due scherzano, si vogliono bene come prima. Mi capisci piccolina?" 
"Sì papà, allora vado, altrimenti perdo il treno e poi dovete accompagnarmi tu e zio Ron." e lo guardò furbetta. 
"Magari anche no, una volta ci è bastata...non smetterò mai di benedire il giorno in cui hanno spostato quel dannato albero!" 
"Ma papà! Foste tu  lo zio ad andargli contro! Lui non vi aveva fatto niente, e poi era lì da ben prima che voi due nasceste!" Il padre la guardò sconvolto. 
"Non ti ci mettere pure tu, per favore!" ed improvvisamente la possibilità che anche la sua adorata figliola finisse a Serpeverde si parò, vivida e gongolante, davanti agli occhi del Bambino Che è Sopravvissuto. Aveva superato Al, ma non sapeva se il suo povero cuore e quello del suo migliore amico, avrebbero retto... Scosse la testa come a scacciare una mosca fastidiosa, baciò un'ultima volta la sua figlioletta, che passò in rassegna a dare un bacio alla mamma e a tutti i membri della famiglia. 
"Vi scriverò tutte le settimane!" gridò prima che le porte si chiudessero. 
"Sarà meglio per te!" le urlò amorevolmente di rimando Ginny. Poi il treno si mosse,girò la curva e sparì alla vista. "Vedrai caro, andrà tutto per il meglio." 
"Ne sono sicuro Gin..." poi il Prescelto prese a sghignazzare. 
"Perchè ridi Harry?" gli chiese Hermione. 
"Oh, niente Herm...solo...penso a quanto sarà entusiasta la McGranitt e anche un certo ex-professore di mia conoscenza di avere di nuovo tutta la discendenza Potter e Weasley riunita sotto lo stesso tetto." e qui scoppiò a ridere fragorosamente, seguito da Ron, da Ginny e poi in fine anche da Hermione, che scuoteva la chioma ancora ostinatamente ribelle, ormai rassegnata.
Lily Luna fece tutto il viaggio verso Hogwarts con Hugo e Rose Weasley in uno stato di totale agitazione. Mentre Hugo era certo di finire a Grofondoro, dopo tutto era un Weasley!, lei non ne era così certa. Gli amici cercarono di rassicurarla, ma non ci fu niente da fare. Quando arrivarono ad Hogwarts la Sala Grande era gremita e in fermento, studenti e professori erano pronti ad accogliere i nuovi maghi e streghe undicenni. La Preside McGranitt seduta sul suo scranno al centro del tavolo poteva parere calma, ma la verità era che Potter non aveva del tutto torto. La sola idea di avere tutti i Potter e tutti i Weasley di nuovo a scuola la rendeva giusto un po' irrequieta. Il professor Paciock si avvicinò coi ragazzi del primo anno allo sgabello col Cappello Parlante, il quale, dopo la consueta canzone, venne preso per la punta e appoggiato sulla testa del primo della lista, Smistandolo a Tassorosso. Venne chiamato anche Hugo. Il cappello gli venne poggiato sulla testa. Al poverello, nonostante fosse sicuro di finire a Grifondoro, tremarono le ginocchia. 
"Weasley...ma non finite mai? " chiese nella sua testa la divertita voce del Cappello. "Bhe, immagino che sia ovvio...GRIFONDORO!" gridò a gran voce. Tirando un sospiro di sollievo, Hugo si diresse al Tavolo che aveva ospitato tutti i membri della sua famiglia. Lo Smistamento andò avanti, poi ci fu un attimo di silenzio concitato quando il Professor Paciock chiamò: "Potter, Lily Luna." 
Da qualche parte sul soffitto, invisibile a tutti, un povero ectoplasma trattenne il fiato che non aveva. Lily Luna, vista da lassù, era così simile a...Lei. Nonostante non l'avesse mai perdonato, lui continuava imperterrito a provare un forte sentimento per la sua Lily. Magari non era più come una volta, però era rimasto rinchiuso nel suo cuore, come ogni primo amore. Sbiadito, certo un po' ammaccato, magari in alcune parti dimenticato, come succede a tutti i primi amori, ma era ancora lì, dopo tutto quel tempo. I capelli però erano diversi, notò osando avvicinarsi mentre la bambina si sedeva sullo sgabello e il Cappello le veniva calato in testa. Non erano rosso sangue, come i suoi, erano rosso, blah!, Weasley...pel di carota. Fece una mezza smorfia pensando come i geni Weasley siano indistruttibili e per di più contagianti e predominanti. E gli occhi, osservati giusto per un attimo, erano grigio-verde, anche quelli probabilmente marca Weasley. Ma da quello che vedeva del suo viso coperto in parte dal Cappello...l'ovale perfetto, il candore della pelle, perfino le efelidi sugli zigomi, e il sorriso...uguali al suo. Insomma, le assomigliava, era lei, ma non era lei. Inconsciamente cercava e ammirava solo le somiglianze con la nonna. Ma quando il Cappello la smistò a Grifondoro, con grande applauso di tutta la Sala, e Severus la vide sorridere raggiante indistintamente a tutti, senza saperlo anche a lui, allora capì che quella non era e non doveva essere uguale a Lily, lei non era Lily Evans. Non era quello l'importante. Lei era Lily Luna Potter. E in quel momento pensò che fosse bellissima, così com'era. Senza rendersene conto le voleva già bene.
 "E poi i capelli pel di carota le donano." si ritrovò a pensare suo malgrado. In quel momento si fece una promessa, l'avrebbe protetta da qualunque cosa, anche a sua insaputa se necessario. Anzi più tempo quel "a sua insaputa" durava, meglio era. Dopo tutto ancora non sapeva se fosse pronto o meno a parlarle, mentre con Al era stato tutto molto più facile, con lei sentiva che la faccenda sarebbe stata un po' più complicata. Dopo tutto non poteva mica rapirla dalla Torre dei Grifondoro e portarla nei Sotterranei! Gli suonava piuttosto equivoco. Decise che sarebbe stato meglio aspettare.
Ma il destino (N.d.A. cioè io, muhahahah) volle che presto non potè evitare di incontrarla. Forse si è già fatto accenno alla tipica curiosità dei Potter, vero?










Angoletto dell'autrice: Eccomi qui con un nuovo capitolo. Allora che ne pensate? Una premessa, non ho alcuna intenzione di trasformarla in una Lily Luna / Severus. No no no e ancora no. Nonostante possa essere una bella coppia, direi che è esagerata perfino per me XD  per non parlare del fatto che secondo me, se tutto fosse reale, lo sarebbe anche per Severus. Con questo non escludo che tra i due ci possa essere un po' di tenerezza, ma non più di quella che ci può essere tra padre e figlia. Così, metto in chiaro, per me Severus ama Lily Luna come fosse sua figlia. Fine fase discolpativa XD Recensite mi raccomando! Alla prossima!!!
Tonks98

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Capitolo 7
*** GHOSTBUSTERS! ***


GHOSTBUSTERS!

Un mese trascorse in un lampo e, senza che nessuno se ne accorgesse, era già arrivato Halloween. La Preside McGranitt, come ogni anno da quando aveva ricoperto quel ruolo, aveva annunciato alla scolaresca che la notte del 31 ottobre si sarebbe tenuto in Sala Grande, dopo il tradizionale banchetto, il Ballo di Halloween, aperto a tutti gli studenti. Durata fino alla mezzanotte, praticamente obbligatorio venire in costume. Lily Luna Potter era su tutte le furie, non per il ballo intendiamoci, ma quello scemo di suo fratello James continuava a prenderla in giro perchè si era spaventata quando lui si era presentato col suo costume di Halloween. Lei aveva un costume da vampirella, e lui continuava a chiamarla "Contessa Codardella". Non lo sopportava davvero più, voleva dimostrargli di essere coraggiosa quanto lui e Al. Ma come? Albus le aveva parlato spesso del fantasma di Piton che qualche tempo fa aveva fatto a James uno scherzo come Salazar comanda, e da allora il loro caro fratellino stava molto più attento a chi prendeva in giro. Evidentemente, da come ne parlava, Piton e suo fratello Albus invece andavano molto d'accordo. Era un mese che provava a cercarlo in tutto il castello, strano che non lo avesse ancora visto. Era come se ogni volta che lei imboccava un corridoio, lui se ne fosse appena andato, e se ne vedevano i segni sulle facce sbigottite degli studenti più giovani. Decise che quella sera gli avrebbe dato la caccia seriamente, voleva catturarlo per far vedere al caro Jamie che lei era molto più coraggiosa di lui. Ma come? Non avrebbe di certo potuto chiedere aiuto ad Albus, era evidente che non sarebbe stato d'accordo, così andò da suo cugino Hugo e sua cugina Rose. E organizzarono un piano di cattura, a loro parere, infallibile. Conoscendo il comportamento del fantasma probabilmente, come ogni Halloween, lo avrebbero trovato nei Sotterranei in una classe di Pozioni in disuso a preparare qualche filtro spettrale. Sarebbe stato il momento perfetto per intrappolarlo e trascinarlo alla festa, come un trofeo. Poveri piccoli illusi, evidentemente non avevano idea di con chi avessero a che fare. Comunque, quella sera andarono tutti e tre al Ballo, Rose vestita da Streghetta (che fantasia), Hugo da diavoletto con tanto di forcone e Lily col suo vestito da vampirella con tanto di mantello nero e canini finti. Verso le undici e mezza lasciarono tutti e tre non visti la Sala Grande, Lily era riuscita a fregare il Mantello dell'Invisibilità dal baule di suo fratello James, il quale lo aveva a suo volta fregato a suo padre l'anno prima. Scesero nei Sotterranei e seguendo le indicazioni fornite da Scorpius Malfoy, che le aveva rivelate a Rose qualche ora prima, si ritrovarono davanti a una porta mezza scardinata e piena di ragnatele. Lily stava per aprirla quando Hugo, che già tremava, chiese: "Lily...ascoltami non penso sia una buona idea." 
"Taci Hugo, o ci sentirà. Vedrai andrà tutto bene." 
"Ma come facciamo a catturarlo, insomma...è un fantasma! Passa attraverso le cose!"
"Perspicace Weasley, non pensavo che i geni Granger avessero influito così tanto...ma evidentemente non abbastanza."
Fecero appena in tempo a rendersi conto di chi fosse la voce che aveva parlato rimbombando in tutto il sotterraneo che la porta davanti e loro si spalancò di botto e vennero spinti dentro la classe da una tremenda folata di vento. Il Mantello dell'Invisibilità volò lontano da loro, e caddero tutti e tre rovinosamente in mezzo alla polvere. Terrorizzati si alzarono in piedi cercando di uscire, ma la pota di era richiusa, e nonostante la sua aria decisamente sgangherata, era sigillata. Si girarono verso la cattedra da dove proveniva l'unica fonte di luce, infatti vi stava bollendo a fuoco lento una pozione verde acido che rilasciava densi fumi maleodoranti, talmente densi che i tre ragazzi non riuscivano a vedere al di sotto delle loro ginocchia. Lily si fece avanti, gremita del suo coraggio Grifondoro, dicendo la prima cosa che le venne in mente: "Ehi tu! Non è carino far cadere a terra le persone!" 
"Perchè? Fare irruzione nei miei Sotterranei con l'intento di catturarmi per mostrarmi in giro come un trofeo lo sarebbe?
"...come fai a...?" 
"Ho i miei informatori ragazzina, dovreste stare un po' più attenti, quando ordite un piano, a chi vi fidate.
"Accidenti a Scorpius..." bisbigliò Rose, dandosi della stupida per essersi fidata di una Serpe. Da parte sua Piton aveva intenzione di disfarsi di quei tre il più in fretta possibile, non certo prima di aver dato loro una lezione, ma non aveva comunque nessuna intenzione di farsi vedere. "Bhe, forse non lo è, ma comunque o vieni con noi con le buone o ti portiamo con noi con le cattive!" 
"Sei proprio una Potter...e fidati non è un complimento. Oh bhe poco male, ti darò io una lezione. E' Halloween giusto? Bene, allora che le vostre peggiori paure prendano vita!"
Detto questo il fuoco sotto la pozione si spense e i tre rimasero al buio. Hugo tremava dalla testa ai piedi, qualcosa di ruvido gli aveva appena toccato la caviglia, poi sentì una voce rimbombargli nel cervello: "Hugo Weasley, degno figlio di tuo padre...stessi comportamenti, stessi capelli, stesso cervello e...stesse fobie!"
All'inizio era solo un lieve formicolio, poi la sensazione che pervase tutto il corpo del ragazzino fu quella di mille e più zampette acuminate che lo percorrevano dalla testa ai piedi, poi all'improvviso sentì i vestiti appesantirsi, come se sopra vi fosse attaccato qualcosa, qualcosa di vivo, che si muoveva svelto e nervoso fino a salirgli sulla schiena, fino alle spalle, il collo, la testa, i capelli e poi all'improvviso li vide. Occhi, centinaia di migliaia di piccoli occhietti rossi che si muovevano ovunque addosso a lui, poi corpi rigonfi e pelosi e le zampe lunghe e tozze, in fine sentì il rumore delle piccole fauci scattare affamate. "AHHHH RAGNIII AIUTO!" cercò di scrollarseli di dosso ma fu inutile, corse verso la porta e questa si aprì solo e per poi richiudersi di scatto. "Hugo! Lily, Lily dove sei?" 
"Non può sentirti Rose, nessuno può." quella voce rimbombò nel suo cervello. "Non è reale Rose, non è reale. Non può succederti niente." cercò di autoconvincersi la ragazzina. Poi sentì quella voce ridere, una risata fredda, agghiacciante, senza alcuna ombra di felicità, solo scherno. "Credi ciò che vuoi ragazzina, ma sappi che nessuno può salvarti, sei da sola e presto...cadrai."
Il senso la colpì come un pugno, il pavimento tremò, e prese a girare sotto i suoi piedi. Appena si fermò tutto la ragazzina barcollava e avanzava cercando di tenersi in piedi, poi lo avvertì. Quel senso di niente, di vuoto, di scuro e infinito, sempre più vicino a lei. Terrorizzata cercò di fare un ultimo passo per non perdere l'equilibrio, ma il suo piede si inciampò sul bordo di quello che ormai aveva capito essere un buco nel pavimento, perse l'equilibrio, urlò e cadde nel vuoto. "AHHHHHH!!!" 
"ROSE!" Il rumore di una porta che si apre di scatto e si richiude di nuovo, poi più niente. Lily si girò nel buio, poi presa dalla rabbia urlò: "Cosa hai fatto ai miei amici, maledetto! Fatti vedere o forse hai troppa paura?!" 
"Quella che dovrebbe avere paura sei tu, ragazzina. E ne hai, e tanta anche, la sento balzare fuori dalla tua testolina e aleggiare per tutta la stanza.
"Non prendermi in giro! Dove sono i miei amici?" 
"Più al sicuro di quanto non sia tu.
"Sono usciti vero? Gli hai fatto vedere le loro peggiori paure e poi li hai lasciati andare. Questa è tutta un'illusione, non è così? Magari causata dai fumi di quella pozione!" 
"Sei intelligente ragazzina, adesso vedremo quanto sei coraggiosa. Vediamo un po'...ah! Trovato.
"Esci subito fuori dalla mia testa!" fece appena in tempo a dire questo che sentì un rumore sinistro, come se le pareti...come se si stessero stringendo intorno a lei. 
"No! E' tutta un'illusione, non sta succedendo realmente!" 
"Certo, credilo pure, non so quanto ti servirà tra un paio di minuti...
"Ti ho detto di non prendermi in giro! Non mi succederà niente, è tutto finto! Deve esserlo, non scapperò!" 
"Ti conviene farlo finchè sei in tempo.
"Non lo farò."
"Sì invece."
"Se non lo faccio vieni sù con me."
"Ah! Come vuoi. Tanto non ci riuscirai."
 E il profilo di una porta le comparve davanti, era aperta. Le pareti si stavano stringendo sempre di più, tra poco non avrebbe potuto più aprirla. Ma Lily Luna Potter era testarda, non se ne sarebbe andata, era tutta un'illusione, e voleva dimostrare a quel fantasma da strapazzo che lei non si sarebbe lasciata spaventare. Ma le pareti le si stringevano sempre di più addosso, le mancava il respiro, aveva una paura tremenda di morire lì, soffocata da quei freddi muri. La porta sarebbe stata utilizzabile ancora solo per poco, e stava diventando sempre più allettante. 
"Forza Potter! Corri via di qui!
"Mai! E' solo un'illusione!" Queste furono le sue ultime parole prima che le pareti le si chiudessero addosso definitivamente e lei sprofondasse nell'oscurità.
"Testarda Grifondoro..." Severus stava osservando la ragazzina svenuta sul pavimento, aveva ragione lei ovviamente, era tutta un'illusione, ma la paura che le ha suscitato era vera, tanto da farle perdere i sensi. Le aveva dato una possibilità di uscire, ma era stata così testarda e stupida da rimanere...oppure era stata semplicemente coraggiosa? La tirò sù e la fece sedere su una sedia lì vicino, poi la svegliò. "Cos...cosa è successo?" 
"Sei svenuta ragazzina.
"Tu sei Piton, vero?" senza rendersene conto era tornato visibile, si maledisse da solo.
"Sì. E adesso che hai dimostrato tutta la tua testardaggine, via di qui, prima che mi arrabbi sul serio." rispose piccato.
"Eh no, hai una promessa da mantenere." 
"Non ci penso nemmeno.
"Non puoi rimangiarti la parola! Sono rimasta e adesso tu vieni con me!" 
"Sei troppo testarda per i miei gusti, ho detto no."
Dieci minuti dopo erano entrambi in Sala Grande, tutti li guardavano stupiti, soprattutto lei. Una ragazzina che aveva battuto il terrificante Severus Piton costringendolo a venire alla festa di Halloween "Una tipa davvero coraggiosa" si sentiva riecheggiare per tutta la Sala. Persino James si congratulò con lei. 
"Ma come hai fatto, Lils?"
"Ehh Jamie, ci vuole solo il giusto coraggio e..." 
"Ancora più testardaggine. Temevo che mi avrebbe perseguitato fino alla fine dei tempi se non fossi venuto.
"Uhhh e così alla fine ha trovato qualcuno che riesce a tenerle testa, eh?" disse James con un sorriso da un orecchio all'altro.
"Taci Potter, altrimenti ti tiro in testa un solvente e vedremo come sghignazzi." Il ragazzo tacque e si allontanò il più in fretta possibile. 
"Un solvente?" 
"E' una storia lunga...se vuoi un giorno te la racconto.
"Oh, sarebbe mitico. Qualsiasi cosa metta così in imbarazzo Jamie mi interessa!"
"Vedo che tu e Albus volete particolarmente bene a vostro fratello maggiore...
"Nono, gli vogliamo bene! Solo che abbiamo dieci anni di scherzi da recuperare! Comunque non è stato carino quello che hai fatto a me, Rose e Hugo." 
"Ma state tutti bene no? Era solo un'illusione dopo tutto e poi...avevate bisogno di una lezione." disse ghignando. 
"Ma se fosse successo qualcosa..." 
"Non permetterei mai che ti accada qualcosa." disse prima di riuscire a trattenersi. 
"Grazie." e lei sorrise. Se Severus avesse avuto ancora un cuore, in quel momento si sarebbe fermato. 
Da allora furono inseparabili, ogni volta che Lily aveva bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, poteva contare su Severus sopra a tutti, nemmeno i suoi fratelli le erano mai stati così vicini, nemmeno i suoi genitori. Era sempre stata "la piccola di casa", quella che viene sempre per ultima. E adesso c'era qualcuno che le voleva bene più di qualsiasi cosa, che la metteva prima di tutto il resto. Una sera la fece persino volare fino alla cime della Torre di Astronomia. Spesso si chiese come mai Severus la trattasse in modo così diverso rispetto agli altri. Suo padre le rispose che amava sua nonna e che lei le somigliava molto, ma Lily sapeva che non era solo per quello, sapeva che nonostante tutto era molto diversa dalla nonna. Ad esempio a lei non sarebbe mai venuto in mente di trattare a quel modo il suo migliore amico. 










Angoletto dell'autrice: Scusate il mostruoso ritardo, ma questa settimana è stato davvero un calvario, sono riuscita a scrivere solo adesso. Bhe, che ne pensate? Fatemi sapere nelle recensioni! Ah, ci tengo a dire che ormai siamo quasi alla fine, forse addirittura il prossimo capitolo sarà quello conclusivo, magari farò uno "spin off", credo che si chiamino così... ma non temente cari lettori, la mia testolina malata ha ancora, per vostra fortuna, tante storie da raccontare. Alla prossima e recensite!!!
Tonks98

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Capitolo 8
*** Live and let die. ***


Live and let die

Erano passati sette anni da quella notte di Halloween. Al e Jamie avevano lasciato Hogwarts, esattamente come Rose e Scorpius, i quali, in barba ai dissapori tra le loro famiglie, si erano fidanzati A scuola rimanevano solo più lei e suo cugino Hugo, il quale ora stava con la figlia di Luna Lovegood e del professor Paciock. Mentre lei era ancora, a diciassette anni, inspiegabilmente e disperatamente single. Perchè tutto questo gossip iniziale degno di Strega 3000? Bhe semplice. Lily non si era mai preoccupata prima dei ragazzi, nonostante loro non le avessero mai dato tregua, ma ora, l'ultima sera ad Hogwarts, ormai diplomata e a poche ora dal Ballo di fine anno, iniziava a preoccuparsene. Ormai tutti i suoi amici si erano trovati una ragazza, e lei era in alto mare, tanto più che nessuno l'aveva invitata. Bhe, in realtà qualcuno che aveva provato a invitarla c'era stato, ma lei non sarebbe mai uscita con quel verme di Nacisus McLaggen, il figlio del "Grande Giocatore di Quidditch Cormac McLaggen", mai nome fu più azzeccato per quella piovra, pensava spesso. Si ritrovò a girovagare senza meta per il Castello, e senza sapere come, si ritrovò nei sotterranei. Bhe già che ci sono, si disse, vado a salutare Severus, in fondo questa è la mia ultima notte al Castello. Così si avventurò nei meandri più oscuri dei sotterranei, che ormai per lei non avevano più segreti. Quando arrivò alla porta della dispensa bussò. "Avanti." disse una gelida voce spettrale dall'altro lato della porta. "Buonasera Sev! Sono venuta a salutarti." 
"Ciao Lily!" il tono si era notevolmente riscaldato. "Ah, già. Questa è la tua ultima notte al Castello. La McGranitt ha organizzato il solito ballo, vero?" lei annuì con la testa. "Perchè non sei a prepararti allora? Scommetto che fuori dal dormitorio avranno già fatto la fila." disse con tono a metà tra lo scherzoso e il disgustato. Lei rise, una risata cristallina. "Severus! Non sarai mica geloso?!" il colorito pallido del fantasma si accentuò. "Hahahah beccato! Non preoccuparti Sev!" 
"Perchè mai non dovrei? Sei diventata obiettivamente una bella ragazza, ho supposto che ormai avessi tanti pretendenti." cercò di tirarsi fuori dall'imbarazzo lui. 
"Hai supposto male allora." si fece seria d'un tratto. "A meno che non decida di andare con quella piovra umana di McLaggen..." 
"Cosa che ti sconsiglio vivamente se non vuoi avere una cavaliere ricoperto di puzzalinfa...
"Hahahaha già, non sarebbe male!" e rise ancora, mentre Severus sorrideva e ghignava allo stesso tempo senza un motivo preciso. "Comunque," disse Lily una volta calmato l'eccesso di risa "escludendo lui, nessun altro mi ha invitata. Perciò non vedo il motivo di prepararmi e andarci." 
L'espressione triste della ragazza fece sprofondare il cuore di Severus...insomma, se ne avesse avuto ancora uno sarebbe sprofondato. Voleva assolutamente aiutarla, non voleva che passasse la serata sola e triste nel suo dormitorio, e tanto meno vedergliela trascorrere sola e triste al Ballo dell'ultimo anno. Voleva davvero tanto che fosse felice. Così fece di tutto per convincerla che sarebbe stato meglio andare, che avrebbe dovuto passare la serata coi suoi amici e che sicuramente qualcuno, che non fosse McLaggen, le avrebbe chiesto di ballare, magari all'ultimo. Insomma tanto disse e tanto la rassicurò che alla fine, convinta e anche un po' rincuorata dalle parole del suo amico, corse fuori dai sotterranei fino al dormitorio dei Grifondoro a prepararsi. Una volta rimasto solo, Sverus si diede dell'idiota da solo, incominciano a vagare anche lui per il castello borbottando. "Bell'idea Severus! Razza di cretino e adesso cos'hai intenzione di fare, eh? Di presentarti lì in tutta la tua fantasmagorica figura e di invitarla a ballare facendole fare la figura della necrofila? O magari di entrare nel corpo di un diciassettenne brufoloso? Nemmeno per sogno! Bravo, complimenti, bel guaio che ti sei procurato!"
Per la rabbia diede un pugno ad una porta, che si aprì cigolando. Entrò nella classe in disuso, quasi attirato da una forza più forte di lui. Rimase stupito quando si trovò davanti lo specchio delle Brame. Com'è finito qui? Pensò. E poi una grande curiosità lo pervase. Chissà se avrebbe ancora funzionato con lui, e cosa avrebbe visto. Vinto dalla curiosità fluttuò di fronte allo specchio, posizionandosi al centro. Non sapeva cosa si aspettasse di vedere, ricordava che quando era in vita vedeva sè stesso con Lily Evans, oppure sempre lei che rideva felice, con quella risata cristallina, uguale a quella della nipote. Non aveva più avuto occasione di specchiarvisi da quell'ultima notte sulla Terra, e anche allora aveva visto Lei, che gli tendeva la mano. Adesso, dopo un attimo in cui un'immagine tremolò, rivide sè stesso, vestito a festa, mano nella mano con Lily Luna vestita come una principessa delle favole, e iniziava con lei a ballare un valzer allegro, e lei rideva, rideva felice. "Magari questa sera potesse andare così. Darei tutto quello che mi rimane per renderla felice.
"Davvero lo faresti?" trasalì, non l'aveva notato, l'immagine si era fermata, e il sè stesso dello specchio lo guardava fisso e serio. Lily Luna non c'era più, erano solo loro due. "Hai parlato?
"Sei diventato sordo oltre che rimbecillito negli ultimi sette anni?"
"Ehi! Non offendere, sei solo uno stupido riflesso, più incorporeo di quello che sono io." il sè stesso dello specchio tacque irritato. Poi, come rendendosi conto che litigare con sè stessi è davvero una cosa ridicola, disse: "Senti, c'è un motivo per cui sta sera sto parlando. Ti offro una possibilità. La possibilità di essere vivo, un'ultima volta."
"Cosa intendi?
"Intendo quello che ti sto dicendo. Ti sto dando la possibilità di scegliere tra il passare il resto dell'eternità sulla Terra come spettro, oppure di vivere un'ultima notte, fino a quando non terminerà l'ultima canzone." 
"Perchè proprio sta sera? E cosa succederà...dopo?
"Hai passato venticinque anni sulla Terra, un quarto di secolo in più rispetto a quella che è stata la tua vita, ti stanno dando un'ultima possibilità di scegliere, dopo di che dovrai rimanere per l'eternità. In caso tu scegliessi di rimanere. Se scegli la seconda opzione, cioè 'l'ultima notte', poi tornerai in Paradiso, per sempre. E ti assicuro che sono cambiate un po' di cose da quando te ne sei andato.
Severus riflettè, chi gli stava dando quella possibilità? Voleva rimanere per sempre sulla Terra o adesso era pronto per il Paradiso...? Sentiva che lo sarebbe stato dopo quella notte. Gli sarebbe piaciuto rimanere per sempre sulla Terra, ma effettivamente, cosa avrebbe potuto fare lì, per l'eternità. Aspettare di vedere la stirpe Potter estinguersi? Non era così ottimista. Ma la possibilità invece di passare un'ultima notte sulla Terra, da vivo, e rendere felice Lily Luna lo allettava molto di più, anche a scapito di tornare il quel noiosissimo Heden.
"Chi sei tu, in realtà. E chi ti manda?
"Non lo immagini chi possa mandarmi?" effettivamente Severus se lo immaginava, il riflesso continuò:"Io sono te, Severus, o meglio, il te che tante volte si è specchiato qui dentro in vita. Conosco i tuoi desideri più inconfessati, le tue idee più oscure, i tuoi sogni. E mi è stato detto di darti questa possibilità, di dirtelo perchè sanno che mi avresti ascoltato. Allora, hai deciso?" Severus ci dovette pensare ancora un attimo, poi ripensò al volto di Lily Luna, felice come non l'aveva mai vista. Poi rispose:
"Va bene. Cosa devo fare?
"Attraversami.
"...Tutto qui? Scusa, ma non è un po' banale?
"Banale? Tutto quiii?! Oh senti! Cosa ti aspettavi? Fumi, luce, saette e altri effetti di scena? Per chi mi hai preso? Per una rock star forse? O per un mago da quattro soldi?
"Scusa, io...
"Oooh, mi dispiace non aver soddisfatto le tue aspettative Cenerentola! Magari volevi anche il vestito, le scarpette di cristallo e che ti dicessi che sei la più bella del reame!
"E smettila odioso di un riflesso! Ti ho chiesto scusa, cosa vuoi di più, che mi inginocchi e ti chieda perdono in lacrime?! Datti una regolata, non ci metto niente a mandarti in frantumi e a usarti per fare una palla da discoteca!" lo specchio tacque ammutolito da quello scatto d'ira. "Oh per Merlino, Salazar e Morgana, ero davvero così odioso?" il riflesso aprì la bocca ma Severus alzò una mano per zittirlo.
 "Non importa, non rispondere. Va bene, ho deciso.
"Molto bene, non devi fare altro che attraversarmi e ti ritroverai nello stesso punto che lasci ora, ma di nuovo con un corpo.
"D'accordo." prese un bel respiro...o quasi...bhe non è che potesse proprio respirare, comunque...oh insomma che avete capito! 
E attraversò il suo riflesso. Fu come rinascere, si ritrovò in piedi, indossando le sue solite vesti nere, dando le spalle al suo riflesso. Si guardò le mani, perfettamente solide, si mise in ordine le vesti e si passò una mano tra i capelli. Poi prese, sta volta materialmente, un bel respiro profondo. Si fermò un attimo ad ascoltare il suo cuore battere di nuovo, e batteva all'impazzata. Poi si voltò, e si vide esattamente com'era l'ultima notte che si era specchiato nello specchio delle Brame, da vivo. 
"Incredibile." fu la prima cosa che disse. 
"Davvero....Bhe cosa aspetti? Vai, no?"
"Sì sì, vado subito, e grazie!"
"Ricordati! Fino all'ultima nota dell'ultima canzone!"
"Non lo scorderò!" e uscì dalla porta correndo a perdifiato verso la Sala Grande. Il Ballo era iniziato, e sbirciando dai portoni vide Lily Luna, effettivamente vestita come una principessa, sola al tavolo, con un bicchierino di acquaviola in mano. Con un colpo di bacchetta trasfigurò il suo abito in un vestito da cerimonia, con il mantello nero bordato d'argento, i bottoni della giacca e i polsini dello stesso materiale, e sulla giacca comparvero dei ghirigori ricamati in seta più scura e lucida, in modo da risaltare quando colpiti dalla luce. "Un principe delle tenebre." disse fra sè e sè soddisfatto, sperando di non spaventarla. Prese il secondo respiro profondo dopo venticinque anni, ed entrò. Nessuno lo notò mentre si dirigeva verso Lily Luna, tutti erano troppo impegnati a ballare per volgere lo sguardo verso di loro. 
"Posso avere l'onore di un ballo, Signorina Potter?" 
La ragazza stava per girarsi e rispondere con un secco "No" quando, incredula, riconobbe la voce, dal timbro basso e caldo, usato solo per lei. Si disse che era impossibile, che non poteva essere, che era tutto un sogno. Poi si voltò, e si trovò davanti Severus Piton in carne ed ossa, che aspettava pazientemente una risposta, sul volto un accenno di sorriso, che si allargò vedendo la sorpresa, l'incredulità e poi la felicità comparire sul volto della ragazza. 
"Severus! Sei...Sei...." 
"Vivo." completò per lei. 
"Ma com'è possibile, insomma eri un fantasma! Come...? Perchè?"
"Te lo spiegherò poi, ma il perchè lo puoi intuire. Ti avevo detto o no che qualcuno ti avrebbe invitata all'ultimo?" 
"Sì ma, io mai più pensavo che avresti fatto una cosa del genere per me!" e allora lui arrossì leggermente, prima di chiedere: 
"Allora, vuoi ballare con me?" 
"Sì! Ma certo!"
La prese per mano e entrarono in pista iniziando a ballare sulle note di un allegro valzer. Quando quelli intorno iniziarono a comprendere ciò che vedevano si levò un mormorio generale. L'unica che non pareva essere stupita sembrava Minerva McGranitt, alchè a un certo punto la Sprite le chiese come mai. 
"Bhe, dopo tutto Pomona, Albus lo ha sempre detto. L'amore, sotto qualsiasi forma, è la più potente delle magie. E ora abbiamo la prova che può superare persino la morte." rispose la Preside. Poi tornò a guardare quella strana coppia ballare in mezzo alla pista. Lily e Severus ballarono tutta la notte, un po' parlando, un po' ridendo insieme, e alla fine, quando venne annunciato l'ultimo lento, Severus venne preso dallo sconforto. Lily Luna se ne accorse, così gli chiese il perchè i quella faccia da "morto". Severus rise leggermente, poi rispose: 
"Conosci la fiaba di Cenerentola, Lily?" 
"Sì, perchè?" incominciava a essere un po' inquieta anche lei. 
"Questo è il mio ultimo rintocco. Le mie ultime note, gli ultimi attimi che posso passare qui, sulla Terra." 
"Tornerai un fantasma dopo?" chiese speranzosa, ma già immaginando la risposta.
"No Lily." accidenti come era difficile. "No. Sono proprio materialmente i miei ultimi attimi qui. Poi dovrò tornare da dove sono venuto." 
"Vuol dire che non ti rivedrò mai più?" le lacrime incominciarono ad affacciarsi a quegli specchi che erano i suoi occhi. Lui annuì semplicemente, e poi lei gli si strinse al petto abbracciandolo e poggiando il viso sulla sua spalla. 
"Perchè? Perchè l'hai fatto? Avresti potuto rimanere per sempre!" disse lei fra le lacrime. 
"Perchè ho avuto una scelta, Lily." rispose lui, tenendola stretta a sè. "E ho scelto di passare l'ultima notte della mia esistenza con la persona che mi è più cara e che amo di più a questo mondo." Lei alzò lo sguardo proprio mentre le ultime note suonavano, gli occhi ancora pieni di lacrime, pieni di qualcosa che sarebbe impossibile da definire. Forse felicità, amore, tristezza. Un misto di tutto quanto forse. 
"Te." e le diede un lieve bacio sulle labbra, mentre la canzone finiva. Il soffitto stellato della Sala Grande si illuminò a giorno, poi lentamente la luce inondò tutto quanto. Poi dei fiocchi di luce, se così si possono chiamare, scesero e si fecero tutti intorno a Severus. Chiuse gli occhi. 
"Lily, non piangere, avrai una vita e una famiglia meravigliosa, lo so. Saluta i tuoi genitori e i tuoi fratelli. Ora devo andare. Addio." 
"Addio Severus, mi mancherai. Grazie." rispose Lily Luna Potter sorridendo tra le lacrime.
Queste furono le ultime parole che Severus Piton sentì, prima di risvegliarsi, di nuovo, su quella strameledetta nuvoletta. Era tornato in Paradiso, si guardò un attimo intorno. Niente era cambiato, sempre tutto uguale, fastidiosamente bianco. Pensò con rammarico alla beata oscurità dei suoi sotterranei, poi si disse che però ne era valsa la pena, e subito si intristì di nuovo pensando che non avrebbe più visto Lily Luna per, si augurava, un bel po' di tempo. A un tratto davanti a lui comparve una figura, una donna vestita di bianco, dai capelli rosso fuoco e gli occhi verdi come il sottobosco. 
"Bentornato Severus, mi sei mancato." 
"Lily....cosa vuoi?" 
"Dirti che mi sono sbagliata. Che ho sbagliato a non perdonarti in tutto questo tempo, e che mi dispiace, per tutto quello che hai sofferto. Vogliamo perdonarci a vicenda e fare sì che finalmente tutto ritorni come doveva essere?"
"Perchè? Perchè solo ora e non prima?" 
"Perchè non ho mai capito quanto davvero potessi essere buono, e quanto sapessi amare, finchè non ho visto cosa hai fatto per mia nipote. L'hai resa felice, senza chiedere niente in cambio, e a scapito di ciò che avrebbe reso felice te. Allora, vogliamo riprendere da dove abbiamo lasciato?"
"Mha! Non lo so, sai..." aveva già deciso, ma voleva vendicarsi, almeno un pochino.
"Tu ci hai messo una vita a deciderti...mmmmh non lo so." 
"Eddai Sev! Vuoi vedermi implorare?" chiese lei, ridendo con quella sua voce cristallina. 
"Eh, non sarebbe male." ghignò lui di rimando. "Ma non ti costringerò a tanto, non si addice a una signora della tua età. Quindi suppongo che sarò costretto ad accettare le tue scuse."
 "Ehi! Ma come osi! Una signora della mia età?! Ma ti sei visto pipistrellaccio che non sei altro?" 
Lui divenne rosso come un Weasley e lei scoppiò a ridere talmente forte da avere le lacrime agli occhi. 
"Hei! Non è divertente...." 
"NOOOO Sevvy, non lo è per niente!"
E allora scoppiarono tutti e due a ridere. Alla fine, quando le risa si furono placate, e sui loro volti non rimase che un vago sorriso, lei gli si avvicinò e lo abbracciò forte, ricambiata da lui. Finalmente, dopo tanto tempo, era tutto di nuovo come prima. Ci erano voluti solo alcuni decenni, una guerra e una resurrezione, ma finalmente era tutto come avrebbe dovuto essere. E nonostante quello fosse ancora un posto tremendamente noioso agli occhi di Severus, forse adesso le cose sarebbero migliorate, almeno un pochino.
THE END












Angoletto dell'autrice: *partono i titoli di coda*
                                      *colonna sonora di Ghost*
                                      *autrice in lacrime*
Grazie, grazie a tutti per aver letto e recensito questa storia, forse una delle più belle che abbia scritto. Ringrazio anche Miss_gold e Daydreaming che mi sono state vicine per tutto questo tempo e mi hanno fornito idee divertenti e originali per questa storia. E spero continueranno a rompermi le scatole per ancora tanto tempo. Grazie! E ringrazio anche voi, lettori silenziosi, che anche se non recensite so che ci siete e leggete. Grazie!
Ok, dopo questa esibizione lacrimevole e melensa passiamo alle cose serie. Penso che potrei anche scrivere qualche spin-off di questa storia, chi lo sa, appena mi verrà qualcosa in mente prometto che non vi lascerò a bocca asciutta. Comunque presto inizierò una nuova serie, e spero che vi piaccia quanto questa!
A presto! E mi raccomando, le recensioni, soprattutto alla fine, sono graditissime!
Tonks98

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