Dear Diary

di Shelire
(/viewuser.php?uid=139998)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno 0 ***
Capitolo 2: *** Giorno 1 ***



Capitolo 1
*** Giorno 0 ***


Giorno 0
 
Caro diario,
mi presento, il mio nome è Beth ed ho 17 anni, quasi 18.
Vivo in Georgia, in una fattoria appartenuta alla nostra famiglia da generazioni. Sai, credo che sia bello poter vivere nella stessa casa dove hanno passato i loro momenti migliori i miei antenati. Papà ci tiene molto ed io, quando mi sposerò, voglio continuare a vivere in questo posto.
 Non so perché ma credo che Maggie non la pensi come me. Lei è mia sorella e so che vuole molto bene a papà ma è più per le grandi avventure, è la ribelle della famiglia, sono sicura che l’idea di rimanere qui non la entusiasmi per niente. Shawn, invece, è sempre più concentrato a portare la fattoria avanti e sta apprendendo tutti i trucchi per costruire recinti o allevare il bestiame. Sono certa che io e mio fratello litigheremo per questo posto, non credi?
Papà è un veterinario e mi ha spesso portata con lui a lavoro. Però non sono sicura di voler continuare il suo mestiere. Non fraintendermi, amo gli animali ma, nel mio cuore, vorrei fare la cantante. Scrivo canzoni e le canto nelle serate in famiglia, quelle sotto le stelle ed intorno ad un fuoco. Mamma crede in me e papà mi chiede spesso di cantare per lui. Mi piace farlo e mi piace coinvolgere anche Maggie perché mi sento sempre molto vicina a lei ed avere la sua voce accanto alla mia mi rende più forte.
Sai, canto da quando ero piccola. A Natale mi facevano sempre salire su di una sedia e rallegravo amici e parenti durante la cena.
Ti chiederai come mai ti sto raccontando tutto questo. Diciamo solo che vorrei renderti partecipe della mia vita e per nulla al mondo smetterò di scrivere. Voglio che tu sia reso testimone del mio percorso, della mia crescita e chissà, quando io ed i miei fratelli ci ritroveremo in questa casa, loro sposati ed io con una carriera da cantante, i loro bimbi ti troveranno e potranno leggere della loro zia e dei loro genitori così da lasciare anche io un segno nelle future generazioni che vivranno qui.  
Mi vengono alla mente così tanti ricordi da voler scrivere ma è ancora presto, abbiamo tutta una vita, no? Oggi mi limiterò ad una presentazione generale di coloro che mi stanno accanto e contribuiscono a formarmi.
Partiamo dalle persone a cui voglio più bene, mamma e papà.
Mamma si chiama Annette e papà Hershel. Sono sposati da tanto tempo e si amano moltissimo. Insieme hanno tirato su una splendida famiglia ed io, quando avrò trovato l’amore della mia vita, voglio essere proprio come loro.
Ricordo ancora quando, il giorno del mio sesto compleanno, trovai nella stalla un piccolo pony. Quando corsi da loro per raccontarglielo, mi dissero che era tutto mio e che avrei dovuto badare a lui. Tutt’ora è il mio cavallo ed insieme abbiamo fatto passeggiate incredibili per i boschi qui intorno. Non mi hanno mai fatto mancare nulla, sono sempre stati amorevoli e non ricordo una sola volta in cui mi sia mancato calore ed affetto da parte loro.
Poi ci sono Maggie e Shawn.
Mia sorella è la maggiore in famiglia. In realtà abbiamo delle mamme diverse perché la sua è stata la prima moglie di papà ma questo non significa che io le voglia meno bene. La adoro e la vorrei sempre vicina, per qualsiasi cosa. Facciamo quasi tutto insieme e ci confidiamo spesso anche se siamo diverse caratterialmente. È la migliore sorella maggiore che potessi desiderare e ci siamo coperte così tante volte le spalle da avere un’infinità di storie divertenti da raccontare. Amo ridere con lei, lo farei sempre. Spesso mi immagino il suo matrimonio. Non so con chi sarà ma voglio vederla in uno splendido abito bianco, in chiesa, mentre papà cerca di nascondere le lacrime ed io, come sua damigella d’onore, in prima fila a darle coraggio. Non vedo l’ora di diventare zia, amo i bambini e mi prenderò cura dei suoi quando ne avrà bisogno.
Shawn è mio fratello maggiore. La sua mamma è la stessa di Maggie ma questo non cambia le cose. Mi ha sempre tenuta sotto la sua ala, giocando con me e raccontandomi storie. Adesso che sono quasi un'adulta è diventato un po’ duro ma lo fa per proteggermi. Mi vuole bene ed io ne voglio a lui. È l’uomo di casa e papà gli ha insegnato tutto quello che c’è da sapere. Si svegliano entrambi molto presto per aggiustare i campi o per dar da mangiare agli animali e, nonostante tutto, non sono mai stanchi, ti sorridono sempre. Li adoro e spero che insegneranno anche ai miei figli quello che io non so.
Una persona di cui vorrei parlarti è Jimmy.
È  il mio nuovo ragazzo ed avevo già una cotta per lui da un po’ di mesi. Ci siamo incontrati a scuola. Lo vedevo passare per i corridoi, mentre mettevo le mie cose nell’armadietto e non potevo fare a meno di fissarlo. Credo che per lui fosse lo stesso perché ricambiava e mi sorrideva ogni volta mentre io arrossivo imbarazzata. Insomma, un po’ come nei romanzi rosa dove la protagonista riesce a conquistare il ragazzo che ha sempre amato.
Non te l’ho ancora detto? Sono un’inguaribile romanticona. Credo nel vero amore e so bene che è difficile trovarlo alla mia età. So che per lui bisogna lottare e piangere, per lui bisogna litigare e tirare fuori le unghie ma, alla fine, tutto andrà per il meglio.
Ora devo scappare, da giù mi chiamano. Probabilmente vorranno una mano in cucina o papà avrà ricevuto una chiamata urgente di lavoro e vorrà con se la sua assistente. Ti farò sapere presto, non temere.                                                                                                                                                   
                                                                                                                                                                                 Con amore, Beth

______________________________________________________________________________________________________________________________

Ehylà, salve a tutti! :D
Con questa storia mi stacco finalmente dalle one-shot quindi pietà della ma anima.
Che si può dire? Tutti quanti abbiamo visto Beth scrivere sul suo diario perciò ho pensato che su quello
lei avesse scritto la storia dal suo punto di vista.
Ci sono tanti aspetti della sua vita che si potrebbero approfondire, in fin dei conti era una ragazza ed aveva molto da dire.
In più ho optato per il diario perchè, se provavo a scrivere altro, mi deprimevo e mi usciva qualcosa di terribilmente malinconico
e, dato che con la mia scorsa fic sono stata minacciata -a giusta ragione!-,
questa mi è sembrata una buona idea... (?)
Giorno 0, ovvero il primo giorno della diffusione del virus. I primi erranti si fanno "vivi" ma il mondo non ha ancora ben compreso la gravità
della situazione.
Dai prossimi capitoli, graduatamente, si inizierà a respirare il clima da apocalisse che ci piace tanto!
Per ora vi lascio ma vi chiedo di lasciare una piccola recensione, se vi va, per indirizzarmi sulla via giusta da predere o se devo abbandonare il progetto ahaha x3
Vi ringrazio se siete arrivati fino a qui. Alle prossime pagine! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Giorno 1 ***


Giorno 1

Caro diario,
avevo ragione, papà è stato chiamato urgentemente a lavoro ed aveva bisogno di una mano. Ora ti spiego.
A chiamare era stato il signor Roberts, un allevatore che vive a pochi km dalla città. In pratica la sua fattoria è l’ultima prima di entrare nelle strade di Atlanta.
Non è la prima volta che ci chiama ma non mi aspettavo certamente una cosa simile.
Papà, in quanto veterinario, è stato chiamato da tutti i padroni delle fattorie vicine alla nostra in quanto specializzato in animali da allevamento. Insieme abbiamo visto tutti i casi possibili; nascite, morti per vecchiaia, infezioni … tutto quello che ci capitava, riuscivamo a comprenderlo ed a trovare una soluzione di conseguenza.
Certo, principalmente io guardavo o facevo le anestesie se vi era la necessità, però ero lì ed apprendevo. Non ho mai visto nulla di simile.
Uno dei cavalli del signor Roberts era riuscito a scappare dal suo box ed aveva poi superato la staccionata. Il padrone, dopo averlo cercato per diverse ore, lo aveva trovato per i campi, stanco e provato mentre tentava di ritrovare la via di casa. Di primo impatto, l’allevatore non ci aveva fatto caso allo stato del suo cavallo, voleva solo riportarlo a casa. Quando tornarono, alla luce della stalla, notò che quello non stava affatto bene e che aveva una ferita insolita sul garrese.
Quando siamo arrivati, quel povero animale era accasciato a terra, ansimante. Era chiaramente prossimo alla morte e non vi era alcuna soluzione a questo quindi, papà, si limitò a capire come si fosse procurato quella ferita.
Con nostra enorme sorpresa capimmo che era un morso. Pensai a tutti i morsi che avevamo visto negli ultimi anni ma nulla, nulla, era simile a quello. Non riuscivamo proprio ad individuare quale animale avesse potuto lasciare un’impronta simile e, allarmato da questo, il fattore Roberts iniziò a controllare tutti i box in modo che nessun cavallo potesse scappare nella notte e venire morso da quello.
Così lo lasciammo dopo un’intera nottata a vegliare su Fred –così si chiamava il cavallo-  nell’attesa che spirasse.
Durante il viaggio in macchina per il ritorno, papà era stato silenzioso e pensieroso; non ricordo di averlo mai visto così. Probabilmente era semplicemente allarmato per i nostri di animali. Io lasciai cadere momentaneamente la questione.
Quando siamo tornati a casa il sole era già sorto ed io mi sono fiondata in camera mia per tentare di dormire, cosa che non sono riuscita a fare. Questa mattina mi sentivo davvero distrutta a scuola. Non era la prima volta che avevo lezione dopo aver passato una notte con gli animali ma quel morso mi tormentava.
Alla quarta ora è successa una cosa strana. Alcuni miei compagni di corso, per scherzare, si sono morsi appena il polso, mostrando a tutti la forma che i denti avevano lasciato sulla pelle, vantandosi di avere un nuovo orologio modernissimo. Davvero qualcosa di stupido ed infantile ma hanno riscontrato qualche risatina anche da parte mia. Quando sono arrivati a me, mostrandomi il polso, una scossa elettrica mi è passata per la colonna vertebrale. Quella forma … mi ricordava tantissimo il morso sul cavallo.
Da quel momento non riesco a smettere di pensarci. Magari è suggestione, magari sto impazzendo ma non riesco a togliermi dalla testa che forse, ad aver ucciso Fred non sia stato un animale qualunque ma un essere umano.
Magari uno di quei pazzi che mangiano carne cruda, sicuramente non uno normale.
Non l’ho ancora detto a papà perché penso sia una sciocchezza e speravo che parlandotene mi sarei sentita più sollevata. Spero di sbagliarmi e che sia stato solo un abbaglio.
 Non mi ero mai sentita così e vorrei davvero lasciar perdere questa storia per concentrarmi sulla mia musica. Ho persino dovuto rifiutare di uscire con Jimmy, oggi, per questa stupida questione. Mi sono rovinata una bellissima giornata in città per nulla, uno stupidissimo pensiero idiota. Devo tornare in me e spero che Otis e Patricia vengano alla fattoria presto oggi. Vorrei davvero cantare con il suono della loro chitarra in sottofondo.
Otis e Patricia sono sposati e sono cari e vecchi amici. Lui aiuta papà con i lavori nei campi e lei è la migliore amica di mamma. In pratica sono parte della famiglia perché sono presenti in ogni ricordo. Sfortunatamente hanno avuto qualche problema economico ma casa nostra è abbastanza grande per accogliere anche loro. Purtroppo non hanno potuto avere figli quindi io, Maggie e Shawn siamo sempre stati, per loro, come pargoli da accudire e far crescere sani. Ci hanno sempre voluto bene e ci hanno sempre protetti da qualsiasi pericolo. Sarebbe il minimo accoglierli qui dopo tutto quello che hanno fatto per noi.
Sai, è stato proprio Otis ad invogliarmi a cantare e comporre. L’avevo sempre visto sfiorare le corde della chitarra e produrre note fantastiche. Ricordo che rimanevo imbambolata per ore a fissare la sua mano e come, ad ogni movimento, produceva un suono che, unito a tutti gli altri, dava il via ad una melodia degna di nota.
Anche io volevo essere in grado di farlo ma, in casa, avevamo solo un pianoforte quindi mi arrampicavo sullo sgabello e mi mettevo a spingere i tasti, del tutto a caso, pur di imitare la canzone ascoltata da lui.
Dopo avermi vista in ginocchio, su quello sgabello in pelle nera –logora dopo tutti gli anni in cui qualcuno l’aveva usato-  per l’ennesima volta, papà decise di pagarmi dei corsi di pianoforte con consenso della mamma.
Mi divertivo così tanto e trovo spesso, ancora oggi, conforto e sollievo nell’utilizzarlo.
Adesso, però, devo lasciarti, è ora di cena anche se non penso mangerò molto.
Grazie per avermi ascoltata, mi sento molto meglio. Domani, dopo scuola, ti aggiornerò.

                                                                                                                                                                                                         Con amore, Beth.


_____________________________________________________________________________________________________________________________________________

Salve gente!
Come state? Passato bene il capodanno?
Che dire, siamo vicini alla scoperta di quello che sta accadendo
ma non ancora a comprenderne la gravità perchè, bhè, lo sapete.
Ci ho tenuto a parlare di Otis e Patricia perchè Beth e Maggie sembravano
molto legate alle loro figure e non mi sembrava giusto non dare loro un passato.
Ringrazio coloro che hanno messo la ff nelle "seguite", nelle "ricordate" e chi ha
recensito il mio primo capitolo.
Grazie a tutti, alla prossima! <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2965888