Ecomoda e dintorni … Storie d’amore e d’amicizia di Butterfly8 (/viewuser.php?uid=785655)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Betty e Armando ***
Capitolo 2: *** Nicolas ***
Capitolo 3: *** Mario ***
Capitolo 4: *** Camila ***
Capitolo 5: *** Betty e Armando ***
Capitolo 6: *** Alberto ***
Capitolo 7: *** Cami e Dodo ***
Capitolo 8: *** Nicolas ***
Capitolo 9: *** Mario ***
Capitolo 10: *** Camila ***
Capitolo 11: *** Betty e Armando ***
Capitolo 12: *** Alberto ***
Capitolo 13: *** Cami e Dodo: Genitori vs Figli ***
Capitolo 14: *** Marcela ***
Capitolo 15: *** Nicolas ***
Capitolo 16: *** Mario ***
Capitolo 17: *** Camila ***
Capitolo 18: *** Betty e Armando ***
Capitolo 19: *** Alberto ***
Capitolo 20: *** Cami e Dodo ***
Capitolo 21: *** Marcela ***
Capitolo 22: *** Nicolas ***
Capitolo 23: *** Mario ***
Capitolo 24: *** Camila ***
Capitolo 25: *** Betty e Armando ***
Capitolo 26: *** Alberto ***
Capitolo 27: *** Marcela ***
Capitolo 28: *** Alejandro e altri problemi ***
Capitolo 1 *** Betty e Armando ***
Seattle
Sono
ad una noiosissima riunione di lavoro.
Chissà se Betty è arrivata! Sono qui a Seattle da
cinque giorni. Sono venuto
perché P.J.Ross mi ha convocato per vedere lo stato del suo
investimento alla
New Tech. Ne è molto soddisfatto, però
praticamente mi ha fatto partecipare a
tutta una serie di incontri per possibili partnership, insomma una noia
mortale.
Sarei già ritornato a casa, se Faith non ci
avesse invitato all’inaugurazione della sua galleria
d’arte, dove ospita una
serie di artisti internazionali. Inoltre domani è il
cinquantesimo compleanno
di Parker e ha organizzato un mega party al quale non possiamo non
partecipare.
Devo
dire che Betty non era molto felice di
venire qui. Però l’ho praticamente quasi
costretta. Veniamo fuori da un periodo
difficile, nel quale abbiamo rischiato di mandare a monte il nostro
matrimonio
a causa di varie incomprensioni ormai per fortuna superate. In questo
periodo è
nata anche la nostra terza figlia, Aurora, un vero tesoro, almeno per
me.
Perché quando è con altri inizia a piangere e non
la smette più.
Non so se Betty sia ancora convinta che tra
me e Faith ci sia stata una relazione. Cosa non vera. E’ vero
che io e Faith
abbiamo avuto una storia all’università, ma
lì è finita. In ogni caso dato
quanto avvenuto tra me e Faith nel periodo in cui io e Betty non
andavamo
d’accordo, ci siamo dati solo un bacio, senza nessuna
implicazione
sentimentale, in ricordo dei vecchi tempi, non mi sento di biasimare
mia
moglie. Sono convinto che lei pensi che in questi cinque giorni sia
successo
qualcosa tra me e Faith e sono anche pronto a giocarmi tutto il mio
patrimonio
che Betty farà finta di niente, anche se rode dentro dalla
curiosità e muore di
gelosia.
Mia
moglie è cambiata ma non fino a questo
punto. Siamo sposati da quasi tredici anni. Abbiamo vissuto tanti
momenti
difficili, come quando lei ha avuto il cancro, ma mai uno
così brutto come
quello appena trascorso. Ho davvero temuto di aver perso mia moglie. Va
bene, è
successo che lei, dopo la sua malattia non stava bene nei suoi panni ed
ha
completamente cambiato look, cosa che mi ha mandato in tilt,
perché ho pensato
che, anche lei, fosse diventata una donna frivola e senza valore.
Ovviamente
questa cosa l’ha fatta imbestialire e mi ha cacciato fuori di
casa. Per non
parlare del fatto che lei aveva baciato Daniele Valencia, il mio
peggior
nemico! Insomma una serie di casini, uno dietro l’altro. Ma
ormai siamo andati avanti.
Devo dire che non mi dispiace affatto la nuova Betty. È
sempre mia moglie, la
solita Betty, ma è anche una donna diversa, che non pensavo
esistesse e che ho
fatto fatica ad accettare, ma di cui, adesso che
c’è, non saprei fare a meno.
Pensavo
che la fase del sesso selvaggio fosse
finita quando mi sono sposato con lei. Ok, Ok, devo anche dire che non
sono uno
stinco di santo. All’inizio della nostra relazione,
l’ho sedotta per tenermi
l’azienda, di cui lei grazie a me, era diventata
proprietaria. Mi sono
comportato davvero male, ma per buona pace di tutti, quella
è una storia
superata. Comunque, quando mi sono messo con lei, venivo da una storia
di tre
anni con una donna di cui non ero affatto innamorato e che tradivo in
continuazione con qualsiasi essere femminile che mi passava davanti.
Fino a che
non mi sono innamorato per la prima volta nella mia vita di Betty.
Allora tutto
è cambiato. L’unica cosa che mi sembrava ovvia
all’epoca, era che non avrei mai
e poi mai potuto avere con Betty lo stesso tipo di relazione che avevo
con
tutte le donnette che frequentavo. Betty è agli antipodi. E
poi certo c’era da
considerare la sua inesperienza. Però, quello che ha fatto
la differenza è
stato il mio amore per lei. Noi ci siamo sposati per amore, il sesso
fine a se
stesso, il senso di conquista, il collezionare una donna dopo
l’altra non c’entravano
niente con la nostra relazione.
Per
tanti
anni Betty è stata la moglie perfetta. Poi in questo ultimo
anno ha deciso, o
ha sentito dentro di sé, che quello che voleva veramente era
essere una
donna. Mi ha anche
accusato del fatto
che io non la considerassi tale, ma solo mia moglie, la madre dei miei
figli,
una brava manager, ma non una donna. Oggi, col senno di poi, posso dire
che
aveva ragione. Ma abbiamo recuperato. Penso che gli ultimi sei mesi,
dal nostro
ritorno da Cartagena, dove lei ha ritirato il premio Donna
dell’Anno, siano
stati i più belli e i più intensi della nostra
vita insieme. Quello di cui
avevo paura e che invece mi ha affascinato è stato vedere
come lei sia riuscita
a lasciarsi andare completamente con me, ad aprirsi con me, come
nessuno aveva
mai fatto. All’inizio ho avuto paura di questa cosa
perché sono sempre stato
convinto di non essere davvero abbastanza per lei, ma poi è
stata lei a convincermi
del fatto che voleva me e solo me. E che lei può essere
quello che è, provare
quello che prova, parlarmene senza vergogna perché
è con me. E con nessun
altro. Sono sempre stato convinto che lei potesse sostituirmi senza
problemi
con qualsiasi altro uomo, mentre per lei, io non sono sostituibile con
nessuno.
Così come lei non lo è per me. Il problema era
tutto mio insomma. Però, a mia
discolpa, devo dire che ho incontrato troppe donne pronte a farsi
sedurre e
lasciare quasi con uno schiocco di dita. Questo tipo di donna piace a
Mario,
non certo a me. Invece adesso, io sono completamente e totalmente
felice. Come
non lo sono mai stato nella vita. Io e Betty, abbiamo raggiunto la
consapevolezza di poter essere noi stessi dentro il nostro matrimonio,
abbiamo
capito che vogliamo coltivare l’amore che ci lega, che
vogliamo vivere insieme,
perché non riusciamo a stare separati. Abbiamo deciso che
niente e nessuno
riuscirà a dividerci. E facciamo l’amore come dei
pazzi. Non che prima non
fosse così. Ma adesso è tutto diverso. Primo
perché lei si sente più donna e
meno inibita e poi perché abbiamo deciso di essere i nostri
amanti. So che può
sembrare assurdo per due sposati non annoiarsi a stare assieme, a non
avere
svaghi, ma a parte che ce li abbiamo avuti, io sono felice con mia
moglie e non
ho bisogno di guardare altrove! Perché lei mi da tutto
quello di cui ho
bisogno.
“Dottor
Mendoza, mi sta ascoltando?” mi chiede un tizio di cui non
ricordo il nome.
“Certo che
si” dico, riportando la mia attenzione alla riunione.
‘Ma quando finisce?’ penso
tra me e me.
***
Sono
appena
arrivata in albergo da Bogotà, Armando non è
ancora qui ma per fortuna non ho
avuto problemi ad entrare nella nostra suite perché lui
aveva avvisato che sarei
arrivata. Non che io volessi venire, ma mi ha praticamente quasi
costretto. Lo conosco
troppo bene il mio maritino. Probabilmente con questa mia
partecipazione obbligata
voleva dimostrarmi che tra lui e Faith c’è solo
una grande amicizia. Ed è la
verità, so benissimo che non hanno avuto una storia, se non
all’università. Ma
la cosa più divertente è lasciargli credere che
io abbia dei dubbi. E’
divertente perché Armando non ha ancora capito che io sono
gelosa di lui, come
lo è lui di me. Lui, invece, è convinto che io
sia la maestrina dalla penna
rossa che sta aspettando di coglierlo in flagrante mentre mi tradisce
con
qualcuna! Questo dipende dal fatto che quando ho iniziato a lavorare
per lui,
numerose volte ho dovuto coprire le sue scappatelle con la sua
fidanzata di
allora.
Però da
quando stiamo insieme è completamente un altro uomo e io
sono così orgogliosa
di lui!
Solo di
recente ho scoperto che lui per tanto tempo ha pensato di non essere
abbastanza
per me. Falsità assoluta. Ci siamo ripromessi di andare
avanti e di non
ripetere mai più queste ovvietà.
Ora, lui non
capisce che quello che mi infastidisce della sua storia con Faith non
sia tanto
il fatto che lui possa averla baciata o che possa tradirmi, quanto il
fatto che
lei voglia avere nella sua vita uno spazio che è mio.
Insomma, quando ho
trovato le mail che si sono scambiati mi è salito il sangue
al cervello e non
ho mai voluto leggerle, nonostante lui mi abbia chiesto di farlo
numerose
volte. Io ho un amico fraterno, so cosa significa, ma con lui non ho
mai fatto
sesso a tutta birra, anzi non ho avuto alcun tipo di rapporto fisico
ambiguo,
quindi Armando non può biasimarmi se dubito della
sincerità di lei. Mi
da fastidio l’idea che questa donna
possegga una parte della vita di Armando in cui io non
c’entro. Mi sarebbe
piaciuto vederlo all’università, libero dalle
pressioni e dalle responsabilità
che ha dovuto assumere in seguito. Però in qualche modo devo
accettare che quel
periodo della sua vita appartenga a Faith e non a me. Se solo lei ci
prova con
lui adesso, la faccio fuori! Lo so che ho sempre detto che le scenate
di
gelosia non sono nel mio carattere, ma ho imparato da Armando in
questo, spero
solo che non mi metta mai alla prova!
Sono
in una
fantastica Iacuzzi e mi sto godendo un rilassantissimo bagno caldo,
quando
Armando arriva nella nostra suite. Bisogna dire che P.J. Ross non bada
a spese
per soddisfare i suoi collaboratori. Ha tanti di quei soldi che non
saprebbe
come spenderli in una vita intera e ha un debole per Armando.
“Betty dove
sei?” mi chiama lui. Apre la porta e mi trova immersa nella
schiuma da bagno.
“Ciao Mostro”
gli dico “mi sto facendo un bagno per riprendermi dal
viaggio!”
“Ciao Mostro”
mi dice lui dandomi un bacio sulle labbra.
“Com’è andato il viaggio?”
“Bene, molto
bene” rispondo. So bene che non sa cosa dire
perché sa che io ero contraria a
questo viaggio.
“I bambini?”
mi chiede.
“Tutto bene,
ho appena parlato con mia madre. Tutto tranquillo, tranne Aurora che
piange
ogni tanto!” gli dico.
Lui si
avvicina alla vasca. “E tu? Non sei infastidita dal fatto di
essere qui? So che
per telefono sono stato piuttosto pressante affinché tu mi
raggiungessi” mi
dice.
“Si. Effettivamente
lo sei stato, ma non ti avrei mai lasciato da solo in una situazione
del
genere. So benissimo cosa significhi l’apparenza per gli
americani e non ti
avrei né ora né mai, messo in
difficoltà. Soprattutto per la New Tech” gli dico
cercando di sembrare convincente.
“Quindi sei
qui solo per questo?” mi domanda.
“Per questo,
certo! Dovrebbero esserci altri motivi?” gli chiedo io.
“Non saprei …”
prende tempo lui.
“Un motivo è
che mi hai chiesto di venire. Un altro è la New Tech, e un
terzo motivo è che
ero davvero curiosa di fare una gita qui a Seattle!”
“Mostro sei
davvero incorreggibile!!” mi dice facendosi quattro risate.
Sa bene che
non ammetterò mai di essere gelosa di Faith. Lo farei solo
se ne fossi messa
alle strette.
Penso che sarebbe
bellissimo se lo prendessi per la cravatta e lo facessi cadere con me
nell’immensa
vasca da bagno … Lo guardo con intenzione.
“Non ci
pensare nemmeno!” mi dice lui, leggendomi nel pensiero.
“Non ho un abito di
ricambio, l’ho mandato in lavanderia!”
“Ma come fai
a ….” gli chiedo.
“Sono tuo
marito … ti conosco! … forse … invece
… ti
converrebbe uscire da lì” mi risponde lui
guardandomi intensamente.
***
La
mostra di
ieri sera è stata davvero molto interessante e devo
ammettere che Faith è
davvero molto brava nel suo lavoro. Ma il meglio sta per avvenire oggi.
Io e
Armando siamo stati invitati a pranzo nella mega villa di Parker.
Fervono i
preparativi per le festa, ma noi siamo in un’area in cui non
disturbiamo
affatto. E’ la parte più tranquilla della casa.
C’è un favoloso portico con un
piccolo giardino, con una tavola apparecchiata. Armando e Parker
parlano ancora
di lavoro e Faith mi ha invitato a raggiungerla perché vuole
conoscermi meglio.
Questo è il momento in cui io potrei scoppiare.
“Betty,
posso chiamarti così?” mi chiede “stai
tranquilla, non voglio portarti via
Armando, sono felice con mio marito.”
“E allora perché
lo hai baciato?” non posso fare a meno di chiederle. Che
bello andare
direttamente al punto.
“E’ stata
una cosa impulsiva. Una follia momentanea. Volevo tornare a quando
avevo vent’
anni e la mia vita era bella” dice.
“Ma anche
adesso lo è” le dico io. “Vivi in una
casa bellissima, hai un marito con cui
stai bene, mi sembra, perché vuoi Armando?”
“Ma io non
voglio Armando, almeno non come pensi tu.”
Decido di
fidarmi di lei. Non so perché. Ma voglio darle una chance.
“La cosa che mi
infastidisce” le dico “è
l’idea che voi condividiate un periodo della sua vita
dal quale io sono esclusa. Tu sei la prima donna normale che incontro
da quando
sto con lui. Non sei una modella, non hai legami di parentela reale o
acquisita, nessuno lo ha costretto a stare con te, ma lo ha scelto
… e questo
mi spaventa.”
“E perché mai?”
mi chiede.
“Armando ti
ha raccontato la nostra storia. Sai bene quali siano i nostri
trascorsi. Tu sei
la prima vera donna che potrei temere.”
“Stai
tranquilla Betty!” mi dice “Non intendo portarti
via Armando. La mia chance l’ho
avuta tanto tempo fa e l’ho sprecata. Lui ti adora. Ti ama
veramente. Non mi sognerei
mai di dividervi. E poi io sono felice con mio marito. Per
davvero.”
“Perché è
finita tra di voi?” le chiedo
“Non ne hai
parlato con lui?” mi domanda.
“No. Diciamo
che non ho mai voluto affrontare l’argomento, anche se lui mi
ha chiesto di
leggere le vostre mail molte volte. Ma io non avrei mai potuto farlo,
mi
sembrava di invadere la vostra privacy e non sai quanto mi costa
ammettere che
voi abbiate una privacy!” le dico.
“Sei troppo
buona Betty!” mi dice lei. “Io e Armando avevamo
una storia senza impegno all’università,
Una storia bellissima, proprio perché era senza impegno. Io
non volevo un
ragazzo e lui sembrava portare un fardello. Ma con me no …
era sempre molto
libero. Avevamo tanti interessi in comune. Abbiamo passato proprio un
bel
periodo. Ho conosciuto Mario Calderon all’epoca. Comunque non
posso definire il
sentimento che ci legava come amore. Più come affetto direi.
Tutti e due non
eravamo pronti a fare il passo successivo e sapendolo non
l’abbiamo mai fatto.
Io sapevo che lui era davvero preso da me e sarebbe stato facile per me
innamorarmi di lui ma non ho mai lasciato che accadesse, anche se col
senno di
poi, avrei dovuto farlo.”
“Tutto qui?”
le chiedo.
“No, questa
è la parte bella. Quando avevo ventitre anni, mi sono
innamorata perdutamente
della stella della squadra di basket
dell’università. Dorian Brown. Ho perso
completamente la testa per lui. Ho smesso di vedere Armando e mi sono
buttata a
capofitto in questa storia. Sono rimasta incinta. Ma
all’epoca ero troppo
stupida per capire che Dorian era solo un grande egoista. Mi sono
comportata
come una adolescente totalmente immatura. Insomma Dorian non voleva il
bambino
e mi convinse che avrebbe rovinato la mia carriera e la sua. Decidemmo
di darlo
in adozione, perché proprio non avrei mai e poi mai potuto
abortire. Quando il
mio bambino è nato, venne dato subito ad una famiglia che
noi non abbiamo
voluto conoscere. Io, in quel periodo lo assecondavo in tutto. Ero
proprio
stupida. Una settimana dopo il parto però, quello che avevo
fatto mi è sembrato
assurdo. Avevo venticinque anni che diamine. Avrei potuto crescere mio
figlio da
sola. Quando sono andata a chiedere del mio bambino era troppo tardi.
Avevamo
fatto un accordo di adozione per cui non potevamo mai più
avere contatti. Solo
mio figlio se vorrà, un giorno potrà cercarmi. E
sono passati vent’anni. Ogni
giorno mi aspetto di vedere un ventenne arrabbiato che venga ad
insultarmi perché
l’ho dato in adozione.”
“Scusami
Faith” le dico “mi sento così sciocca,
io … non sapevo niente di tutto questo.
Mi dispiace moltissimo.”
“Ho faticato
tantissimo per rimettermi in piedi. Dieci anni fa ho incontrato Parker.
Mi sono
innamorata di lui sinceramente. Non so però se lo amo. Tu
sai cosa significa
avere una famiglia contro. Me l’ha detto Armando. Ebbene, la
sua famiglia non
voleva che noi ci sposassimo. Io non sono abbastanza per lui. Ma noi
stiamo
bene insieme. Ti dico che non so se lo amo, perché non
abbiamo avuto figli.
Nessuno di noi due ha problemi a procreare, il medico dice che
è una questione
psicologica. A volte penso che dovrei lasciarlo e dargli la
possibilità di
rifarsi una vita con un’altra donna, ma io sto bene con lui,
sono egoista e
allora penso che non lo amo, perché se lo amassi gli
permetterei di stare con
una donna che possa renderlo padre.”
“Mi sembra
una soluzione un po’ drastica” le dico.
“Non credi? Potresti adottare un
bambino magari! Potresti ancora averlo. Devi crederci. E non pensare
che vuoi
lasciare tuo marito. Oppure pensare che non riesci a lasciarlo
perché lo ami. E
penso che lui ti ami sinceramente. Altrimenti a quest’ora
sarebbe stato lui a
lasciare te, non pensi?”
“Sei davvero
un tesoro Betty!” mi dice.
“Armando è
stato davvero fortunato ad incontrarti. L’ho baciato
perché mi sono illusa per
un attimo che se avessi scelto lui, invece di Dorian, la mia vita
sarebbe stata
diversa, molto meno dolorosa.”
“Questo non
lo so Faith” le dico. “Non potremo mai sapere
quanto sarebbe stata crudele
Marcela Valencia con te. Con me lo è stata
tantissimo!”
“La conosco
di fama questa donna. All’epoca Armando non la voleva neanche
sentire nominare
mentre Mario non faceva che dire che lei sarebbe stata il suo
destino!” mi
dice. “Sono felice che non sia stato
così.”
“Armando mi
ha raccontato la storia….!”
“Ragazze di
cosa parlate?” ci chiede Parker entrando con Armando.
“Di nulla in
particolare” gli risponde Faith. “Chiacchieriamo!
Ci accomodiamo a tavola? Vi
verso un bicchiere di vino, dobbiamo brindare al neo –
cinquantenne!” aggiunge,
dandoci un bicchiere di vino ciascuno. Facciamo un brindisi, Vedo
Armando
avvicinarsi a me e ripenso a quando mi ha detto mesi fa che Faith aveva
una
storia tragica alle spalle. Non ho voluto ascoltarlo. Ma avrei dovuto
farlo perché
lei non è affatto male come pensavo.
***
Il
party per
il cinquantesimo compleanno di Parker è in pieno
svolgimento, è una festa
bellissima e stiamo conoscendo un mare di gente nuova. Ad un certo
punto,
mentre sono con Armando ricevo una telefonata e sbianco in viso.
Armando
gesticola cercando di capirci qualcosa. Chiudo il telefono.
“Era mia
madre” dico.
“E’ successo
qualcosa?” mi chiede lui in ansia. “I bambini
stanno bene? Betty parla!”
“Si stanno
tutti bene. Non è una cosa che riguarda noi, ma tua
sorella!”
“Camila?” mi
chiede “E’successo qualcosa a Camila?”
“Non in quel
senso, stanno tutti bene fisicamente” gli rispondo.
“Betty parla
chiaro” mi dice Armando agitatissimo. “Non mi stai
facendo capire niente!”
“ Dodo è
venuto a stare a casa nostra” gli dico io. “A
quanto pare, questa mattina Dodo
e Alberto sono andati in Ecomoda per fare una sorpresa a Camila, ma
l’hanno
trovata nel suo ufficio che faceva sesso con Mario Calderon!”
“Che
coooooosa?” urla lui. “Mia sorella…. E
Mario Calderon?”
“A quanto
pare Alberto l’ha preso a pugni, mentre Dodo si rifiuta di
stare nella stessa
casa di Camila ed è venuto a stare a casa nostra. Al momento
è lì anche
Alberto.”
“Non posso
crederci … mia sorella e Mario Calderon!!! Mia sorella e
Mario Calderon! Sono
curioso di sentire che scusa inventeranno per giustificarsi! Questa
volta il
mio caro amico rischia di perdere i gioielli di famiglia!”
dice Armando in
preda ad una terribile furia! “Ho bisogno di un
whisky” mi dice.
“Anche io”
gli rispondo. Ci avviamo verso il bar.
“Cosa posso
servirvi?”ci chiede il cameriere.
“Due whisky,
doppi, per favore” diciamo all’unisono.
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Capitolo 2 *** Nicolas ***
1.
Nicolas
“Ma
stai
dicendo sul serio?” mi chiede Betty. Siamo nel suo ufficio.
“Certo che
si! Come potrei scherzare su una cosa del genere?!” le
rispondo. “Betty, tu sei
la mia migliore amica, una sorella, se c’è
qualcuno che può capire, questa sei
tu!”
“E la vuoi
SPOSARE? Ma la conosci da poco tempo!”
Speravo che
Betty avrebbe capito e avrebbe accettato la mia scelta senza problemi.
“Betty, la
conosco da più di un anno ….!” le dico.
“Non
nascondo che Luz mi sia simpatica e il fatto che la vostra storia fosse
più
seria delle tue ultime relazioni mi dava un certo sollievo …
ma il matrimonio
Nicolas?”
“Io la amo.
Lei mi ama. Perché non dovremmo sposarci? Betty, mi
aspettavo che tu stessi
dalla mia parte. Non questo terzo grado!”
“Sono
preoccupata per te. Riconosco di non essere stata la migliore delle
amiche in
questo ultimo periodo, ma non voglio vederti soffrire. Non potrei
sopportare
che proprio tu soffra di nuovo come è accaduto per Patrizia
Fernandez.”
“Betty, Luz
non è affatto come Patrizia! E non puoi proteggermi dalla
sofferenza. Anche se
capisco quello che vuoi dire!”
“Nicolas …
tu sai quanto bene io ti voglia. Mi dispiace se non ti sono stata
vicina in
questo periodo, ma sono stata così incasinata! Se tu sei
felice, io sono
felice. Ti prometto che farò del mio meglio per conoscere di
più Luz. Se deve
diventare tua moglie, voglio conoscerla bene!” mi dice.
“Questo” le
dico “significa che la sottoporrai ad un
interrogatorio?”
“Nooo,
Nicolas! Come ti viene in mente! Pensavo ad una cena
piuttosto!” gli rispondo. “Cosa
te ne pare se vi invitassi a cena domani sera? E’
venerdì.. ci sarà anche Armando!”
“Ma pensi
che sia una buona idea?” le chiedo.
“Certo che
sì!” mi risponde. “I miei figli non ti
vedono da tanto tempo e poi la presenza
di Dodo non è un problema per te, vero?”
“Assolutamente
no. Capisco che quel povero ragazzo non voglia stare in casa con sua
madre. Il
giorno in cui l’ha beccata con Calderon è stato
terribile. È stato lui ad
entrare per primo nell’ufficio della madre. Senza bussare
… Non mi ci fare
pensare!” le dico. “Immagino che già
vedere la propria madre fare sesso sia
scioccante, poi con un uomo che non è tuo padre, ancora
peggio!”
“Non so
proprio come comportarmi!” mi dice lei. “Armando
è sul piede di guerra, vuole
uccidere Mario e poi Camila, a volte pensa che sarebbe meglio prima
Camila e
poi Mario!”
“Mi dispiace
Betty!” le dico. “Sembra proprio che non ci sia
pace per te!”
“Eh si! Per
questo voglio fare questa cena … così cerchiamo
di dare una parvenza di
normalità alla nostra famiglia. Sai che i miei figli ti
adorano. Sei il loro
zio preferito.!”
***
Di
ritorno
nel mio ufficio, so che devo avvisare Luz della cena, ma stranamente
non lo
faccio immediatamente. Cosa sto facendo? Mi domando per
l’ennesima volta. Mi
affaccio alla finestra del mio ufficio. Averne parlato con Betty rende
le cose
molto reali. Finora non me ne ero accorto. Ho vissuto in un mondo
sospeso la
mia storia con lei. Betty ha ragione.
Ripenso a
quando eravamo giovani. Io e Betty siamo stati inseparabili per
tantissimo
tempo e poi è arrivato Armando Mendoza e lei si è
fatta la sua strada, ha
costruito la sua famiglia con lui ad un prezzo altissimo. Io
saprò fare lo
stesso con Luz? Non so perché mi vengono adesso tutti questi
dubbi. Ne ero così
convinto!
Bussano alla
mia porta. “Avanti!” dico.
E’ Betty!
“Capo” le
dico scherzosamente “Cosa c’è?”
“Nicolas” mi
dice lei “… la discussione di prima mi ha lasciato
l’amaro in bocca. Non so perché
ma ho l’impressione di averti messo in testa dei dubbi e non
voglio … Vorrei
solo che tu fossi felice. Non riesco a dimenticare quello che abbiamo
passato
insieme. Gli insulti, le prese in giro che abbiamo subito per il nostro
aspetto
fisico… Quando ci guardo, a volte ancora vedo noi due come
eravamo. Nel
profondo di noi stessi, non siamo affatto cambiati, e so che solo noi
possiamo
capire quello che significhi, anche se oggi siamo ‘belli,
ricchi e potenti’.”
“Stavo
proprio pensando a questo” le dico. “Sono arrivato
a quarant’anni dedicandomi
solo al lavoro e mi sembra di non sapere chi io sia. Le tue parole mi
hanno
fatto pensare a questo!”
“Te lo dico
io chi sei … sei il mio migliore amico, la persona che
c’è sempre stata per me,
qualunque fosse la mia necessità. Sei l’uomo
migliore che conosco. Lo penso
davvero questo. Se c’è una persona che merita di
essere felice sei tu” mi dice.
“Lo so che in fondo tu sei un timido, nonostante tutte le
modelle che ti girano
intorno.”
“Che mi
giravano intorno” preciso io.
“Che ti
giravano intorno” mi dice Betty ripetendo le mie parole.
“Cerca di essere
felice. Se Luz ti fa felice, sii felice.”
La
abbraccio. “Grazie Betty! Le tue parole sono molto importanti
per me!”
In quel momento
la mia fidanzata entra nell’ufficio. E ci trova abbracciati.
“Ehi …” ci
dice “se non sapessi che siete amici per la pelle
… dovrei essere molto gelosa
vedendo quello che sto vedendo!!”
“Betty ci ha
invitato a cena domani sera a casa sua …! Così
finalmente conoscerai la sua
famiglia, che è un po’ la mia famiglia!”
“Nicolas” mi
dice Betty “Se continui di questo passo, sai bene che dovrai
organizzare una
cena con tua madre e i miei genitori, per fare le cose come si deve se
non
altro!”
“Ci avevo
già pensato!!”Mi rivolgo a Luz “Allora
cosa te ne pare della cena?”
“Mi sembra
un’idea fantastica! Non vedo l’ora di conoscere i
tuoi figli! So che Nicolas è
come uno zio!” dice lei.
“Se ti
sentisse mio figlio Roberto” le dice Betty “si
offenderebbe! Nicolas non è come
uno zio. È uno zio a tutti gli effetti!!”
Adesso sono
solo nel mio ufficio. Penso alle parole di Betty. A quando dice che in
effetti
solo io e lei possiamo capire cosa abbia significato per noi essere
derisi per
il nostro aspetto fisico e quali siano state le conseguenze sulle
nostre vite.
Se non fosse stato per lei, io sarei rimasto un brutto anatroccolo per
sempre.
Io non volevo cambiare. Ma lei ha fatto ferro e fuoco perché
lo facessi. Non
avrebbe accettato che continuassi a soffrire perché ero
considerato ‘strano’.
Tanto io sono strano lo stesso!!
E poi,
Patrizia Fernandez! Non sono bastate mille modelle a togliermela dalla
testa.
Solo Luz ci è riuscita. Forse perché lei
è molto diversa da Patty.
La prima
volta che l’ho invitata ad uscire, ha voluto che dividessimo
il conto!
Ammetto che
siamo usciti altre volte per problemi di lavoro e che l’unico
modo per parlarmi
era pranzare con me, però non poteva essere altrimenti.
Betty non c’era, io
svolgevo anche le sue funzioni. In quei casi si è sempre
parlato di lavoro.
Invece,
proprio al nostro primo appuntamento, quando avrei tanto voluto fare il
galante, lei mi ha detto che voleva dividere il conto!! Lì
per lì mi sono
offeso.
Lei mi ha
detto: “Nicolas, non so se ci sarà mai qualcosa
tra di noi, però io sono una
donna molto indipendente. In questo momento siamo due persone che si
stanno
conoscendo, non due fidanzati e io preferirei che dividessimo il
conto!”.
Ho accettato
solo perché mi ha affascinato la sua sincerità.
Dopo essere stato preso in giro
da Patty, la sua sincerità mi ha quasi esaltato. Solo cinque
mesi dopo mi ha
detto che la banda delle racchie le aveva raccontato tutta la mia
storia con
Patrizia Fernandez, facendomi andare su tutte le furie! Da quando me lo
ha
confessato, non le ho permesso di pagare più niente di
niente.
Però è vero
che è una donna molto indipendente. Solo da quando abbiamo
deciso di essere una
coppia a tutti gli effetti, cioè dall’inizio
dell’anno ad ora, lei si è un
pochino ammorbidita. Anche se entra ed esce senza dirmi niente. A volte
quando
è così presa a disegnare, è capace di
stare al lavoro fino oltre la mezzanotte.
Più di una volta, sono rimasto qui a
‘lavorare’ per farle compagnia mentre in
realtà scrivevo appunti per i miei libri.
Ogni volta
che siamo andati insieme a qualche evento in cui mi invitavano lei
è stata
sempre perfetta. L’unica cosa che non ha mai voluto fare,
è stata di conoscere
approfonditamente le persone a me più vicine
perché ha sempre detto che non
bisogna illudere le persone se poi le cose non vanno avanti.
Le ho
chiesto il motivo di questa sua freddezza.
Devo anche dire che lei non è mai stata fredda con me. Mi ha
raccontato tutto
di se. Il suo nome italiano è Lucia, ma poi i suoi genitori
si sono separati e
lei non ha fatto che fare avanti e indietro tra l’Italia e la
Colombia. Ha
frequentato una delle maggiori scuole di moda italiane, ha lavorato per
dodici
anni in Italia, ma poi la madre ha preteso che lei tornasse in Colombia
per
motivi ereditari. E così è tornata qui. Ha
litigato con la madre ed ha iniziato
a lavorare in Ecomoda. Mi ha detto di non avere un buon rapporto con la
madre,
meglio con il padre. Ha tre fratelli per parte di padre e un fratello e
una
sorella per parte di madre. Ho capito da solo che la sua cosiddetta
freddezza
deriva dall’essere stata considerata per tanto tempo come un
pacco postale. E
che la sua disillusione dipenda dal rapporto tra i suoi genitori,
quindi non
prende impegni se non può mantenerli!
Sembriamo essere due mondi completamente
diversi ma in realtà siamo più simili di quanto
non possa sembrare. In realtà,
lei è anche molto dolce. E’ una donna che nella
vita ha dovuto fare affidamento
solo su se stessa e sembra che questo l’abbia indurita. Ma
non è affatto così. È
restia ad aprirsi con gli altri per non restare delusa. In un certo
senso mi
ricorda Betty quando eravamo molto giovani. Nessuno ci voleva per la
nostra
bruttezza e noi ci fidavamo solo di noi due. Ma conoscendola bene
è piena di
calore. E mi ha capito. Incredibilmente per me, non è stato
difficile aprirmi
con lei. Per una volta nella vita nessuno mi stava usando per il mio
denaro, né
per chi sono o per quello che rappresento. Solo per quello che sono.
***
Arriviamo
puntuali alle venti e trenta a casa di Betty e Armando. I bambini mi
saltano
addosso non appena mi vedono!
“Zio Nicolas,
zio Nicolas” urla Roberto attaccandosi alle mie gambe.
“Ciao zio”
mi dice Camila dandomi un bacio sulla guancia.
“Roberto…”
gli dico “se non ti stacchi non ti faccio vedere cosa ti ho
portato!” gli dico.
Il bambino
immediatamente si stacca dalle mie gambe e io gli porgo un pacco di
costruzioni
magnetiche! Mentre invece a Cami, su iniziativa di Luz, abbiamo portato
una
coppia di scalda muscoli appena usciti dalla produzione. Disegnati da
lei
ovviamente!
Vedo un
ragazzino che si avvicina ad Armando. “Nicolas, ti ricordi di
mio nipote Dodo?
L’hai conosciuto a Miami per il compleanno di mio
padre!” dice Armando.
“Si, mi
ricordo di lui” gli dico “anche se non abbiamo
avuto modo di presentarci o di
conoscerci meglio!”
“Piacere
Armando Montero Mendoza detto Dodo, per non confondermi con mio
zio” mi dice
porgendoci la mano.
“Piacere
mio, Nicolas Mora, economista e direttore generale dell’
Ecomoda!” gli dico
scherzando “e lei è la mia fidanzata Luz
Costa.”
“Zio Nicolas
ma ti sei fidanzato?” mi chiede Roberto.
Betty
sopraggiunge in quel momento.
“Bambini, è
meglio che ci sediamo in salotto perché dobbiamo
parlarvi!”
“Mammaa… “interviene
Camila verso Betty “Io non sono più una
bambina.”
Io e Luz,
che sta sorridendo da quando siamo arrivati, ci sediamo vicini sul
sofà.
“Allora”
inizio io “la mamma” indico Betty “ci
ha
invitato a cena perché vorrei dirvi una cosa e sapere cosa
ne pensate! Ho
chiesto a Luz di sposarmi e lei ha accettato!”
“Ma allora”
ci chiede Roberto “se lei si sposa con te, diventa mia
zia?”
Io guardo
Luz, è una decisione che deve prendere lei. Non posso
rispondere per lei.
Roberto non è per davvero mio nipote ma è come se
lo fosse.
“Roberto…”
interviene lei “ Si. Quando sposerò Nicolas,
sarò una specie di zia per te, se
tu vuoi!”
“Certo che
voglio!!” le dice il bambino. Anche se non la conosce affatto
si butta tra le
sue braccia, poi si stacca e inizia ad aprire il suo gioco cantando
‘Zio
Nicolas si sposa, zio Nicolas si sposa.’
Bene, il
primo step è stato superato. Andiamo a cena e tutto sembra
andare per il
meglio. Betty è molto amichevole con Luz. Anche Armando non
è da meno. Non lo
vedo da dieci giorni. Per un tacito accordo non parliamo di Mario e
Camila. So
che è furioso con entrambi.
Dodo è molto
incuriosito da me, noto, da una serie di domande che mi fa
sull’economia. Penso
che gli interessi l’argomento ma oltre questo non andiamo.
Sono stupito
di vedere quanto sia cresciuta Aurora. Tra un mese compie un anno.
È la
fotocopia di Armando.
“Betty” dico
guardando la bambina “ Aurora è la fotocopia di
Armando, Roberto è la fotocopia
di Armando, solo Cami ti assomiglia!! Sei circondata da piccoli
Mendoza!”
“Lo so
Nicolas! E hanno tutti lo stesso carattere irascibile del
padre…” mi dice
Betty, poi si rivolge a Luz e le dice “Nicolas ti ha mai
raccontato della volta
in cui …. Non posso raccontartela davanti ai
bambini!!”
Quando
restiamo soli, perché i bambini sono andati a letto,
possiamo parlare
liberamente.
“Allora
Nicolas” mi dice Armando “Betty mi ha raccontato
della vostra discussione di
oggi. Come sai, io non amo fare tanti giri di parole …!
Betty è solo gelosa di
te. Ha paura di perdere il suo amico, che qualcuno glielo porti via,
che ci sia
qualcuno nella tua vita che possa allontanarlo da lei!”
“Armando!!”
gli dice lei. “Come puoi dire una cosa del genere?”
“E’ la
verità!” le risponde lui. “Finalmente
puoi capire come mi sento io rispetto a
lui” dice indicando me. Non posso crederci. Stanno litigando
per me???
“Ragazzi”
provo a intervenire io “non pensate di esagerare?”
“Non sto
esagerando!” dice Armando “Voglio solo che la qui
presente tua fidanzata, sia
consapevole che tu e Betty siete indivisibili. E nemmeno io posso farci
niente!”
Si rivolge a
Luz e le dice
“Quindi Luz non
prendertela se entrando in una stanza li trovi abbracciati, o che
parlano fitto
fitto, oppure se si difendono a spada tratta contro tutto e tutti! Devi
solo
accettarlo!”
“Lo so”
risponde lei “li ho già beccati, non temere! Penso
sia bellissimo il loro
rapporto!” aggiunge.
Ci sediamo
di nuovo sul sofà con un liquore.
“Sapete”
dice Luz rivolta ad Armando e Betty “ero
terrorizzata dall’idea di venire qui, perché so
che siete delle persone importantissime
nella vita di Nicolas, soprattutto tu Betty. Io ho cinque fratelli, ma
con
nessuno di loro ho il rapporto che hanno loro due. Io, un po’
li invidio. Nella
mia vita non ho mai avuto un amico su cui poter contare
incondizionatamente.
Però so benissimo che sono solo grandi amici. So bene che io
sembrerò un’usurpatrice,
ma non voglio toglierti niente Betty” le dice. “Io
lo amo e voglio solo stargli
accanto, non voglio togliere niente, semmai, voglio solo aggiungere
qualcosa alla
sua vita e spero che tu non ti opponga.”
WooooW che
ammissione da parte di Luz. Non me l’aspettavo nemmeno io.
“Hai già
detto tutto quello che avevo bisogno di sapere” le dice
Betty. Le va incontro e
la abbraccia “Benvenuta nella nostra famiglia” le
dice. “E non dare retta a mio
marito. Lui è sempre stato geloso di Nicolas
…” dice rivolgendosi ad Armando e
facendogli una linguaccia. Poi viene verso di me, mi abbraccia e mi
dice “Ti
auguro di essere felice, nessuno lo merita più di
te!”
Anche
Armando ci fa gli auguri e a dispetto delle sue parole so benissimo che
nonostante i nostri iniziali dissapori, anche lui è un vero
grande amico per
me!
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Capitolo 3 *** Mario ***
Un
mese
dopo …
Sono
alla
finestra del mio ufficio in Ecomoda. Tutti, ma proprio tutti sono
arrabbiati
con me per il fatto che io abbia una storia con Camila. Sembra che
questa volta
io l’abbia fatta proprio grossa.
La cosa
peggiore è stata la lite con Armando al ritorno dal suo
viaggio da Seattle.
E’ entrato
nel mio ufficio e senza tanti giri di parole, mi ha preso per la
cravatta.
Proprio come aveva fatto quando ho letto il diario di Betty. Pensavo
che mi
prendesse a pugni. Invece no, non l’ha fatto.
So che lui è
dilaniato in questa situazione, molto peggio di me. In fondo, io,
ancora una
volta ho fatto quello che faccio sempre. Ho tradito tutti. Anche
Sandra. Con
lei, stavo cercando di costruire un rapporto più adulto
serio, diverso, ma
proprio non ce la faccio.
Mi sono
ritrovato di davanti Camila, così sexy, così
provocante. Eppure la conosco da
una vita.
Un giorno,
dopo un pranzo di lavoro, mentre eravamo un po’ brilli,
abbiamo iniziato a
baciarci e non ci siamo fermati. Ancora adesso non riesco a fare a meno
di lei
e non ne conosco il motivo. L’unica cosa che mi fa rimordere
la coscienza è il
COME suo figlio sia venuto a conoscenza della nostra relazione.
La sua
reazione mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando io ho scoperto
mio
padre con la sua segretaria.
Non conviene
mai entrare negli uffici dei propri genitori senza bussare prima! Non
sai mai
cosa può succedere! E’ una dura lezione da
imparare. Tranne che nell’ufficio di
Betty o di Armando. In quel caso non puoi che trovare loro due, che
però sono
sposati l’uno con l’altro, quindi lo shock sarebbe
minore.
Non posso
dire che mio padre fosse una cattiva persona, non mi ha mai fatto
mancare
niente. L’unica cosa che faceva di sbagliato era che passava
da una donna all’altra
con estrema facilità, così come faccio io. Ma non
in maniera tragica, quasi
divertita. Mi ha sempre detto che resistere ad una donna è
la cosa più
difficile che ci sia.
Quando
ero
molto giovane, credevo che la fedeltà fosse un obbligo, ma
non solo la fedeltà
coniugale, la fedeltà tra due persone, tra due amici, la
lealtà insomma.
Invece, col tempo ho imparato che non è così. Di
mia madre posso dire che amava
mio padre. Ma non si è di certo strappata i capelli per le
continue scappatelle
di lui. Le ha sempre considerate come un male necessario per il suo
matrimonio.
Eppure da
giovane, quando avevo l’età di Dodo, prima di
scoprire che mio padre tradiva
mia madre e che lo faceva da anni, ero convinto che marito e moglie
dovevano
essere fedeli l’uno all’altro.
Armando dice
che sono un buon osservatore. E so che osservando me stesso, sono
diventato
così per evitare di restare strozzato
nell’incredulità di quello che vedevo.
Mio padre che cambiava donna alla
velocità con cui certa gente cambia il bicchiere e mia madre
che mandava avanti
un matrimonio di facciata, alzando le spalle per le scappatelle del
marito. Beninteso
non mi hanno fatto mai mancare niente.
E ora io
sono un replicante di mio padre. Cambio donna alla sua stessa
velocità.
Per un lungo
periodo, l’unica persona a cui sono rimasto fedele
è stato Armando. Il mio
migliore amico. So che l’ho messo ‘di
nuovo’ nei casini.
La prima
volta, l’ho fatto scrivendo quella dannata lettera di
istruzioni per Betty!
Ovviamente solo una mente ormai distorta come la mia, poteva immaginare
tradimenti ovunque. Anche dove non c’erano. Ma col senno di
poi, anche se è
vero, sono successi un sacco di casini a causa mia, se non
l’vessi fatto,
chissà ora dove sarebbe Armando. Con chi sarebbe sposato.
Certo, ho
perso un compagno di divertimenti, e che compagno!! Ragazzi che serate
che
abbiamo passato insieme!
Quando lui
si è fidanzato con Marcela ho tirato un sospiro di sollievo,
perché sapevo che
niente sarebbe cambiato. Ma quando è apparsa Betty, mio dio,
anche se sono
stato io a spingerlo a corteggiarla, non potevo mai immaginare che lui
potesse
innamorarsene. Tra l’altro era bruttissima. Inguardabile.
Lontana anni luce da
qualsiasi canone estetico decente. Eppure lui ha perso la testa. IO
capisco perché
l’ha fatto. Anche se non l’ho mai detto a nessuno,
in lei rivedevo me stesso da
giovane. Lei ha sempre avuto quel sano stupore che ti fa vedere la vita
con
fiducia. Quell’idea profonda che può sempre
succederti qualcosa di bello nella
vita. Io l’ho perso del tutto, lei no. Ero fin troppo
consapevole che una
qualità simile non può che intrigare un uomo con
un briciolo di intelligenza.
Quanto
sono
stato stronzo!! Quanto!!! Ho cercato in tutti i modi di evitare che
Armando si
innamorasse di Betty. Sapevo che lei l’avrebbe allontanato da
me. E così è
stato per molto tempo. Certo è vero che all’epoca
non volevo perdere il mio
patrimonio, ma più di tutto non volevo perdere il mio amico.
Continuo ancora
adesso a prenderlo in giro per aver sposato Betty, facendo leva sul
fatto che
lei fosse brutta, eppure in realtà lo ammiro. È
riuscito a diventare quello che
io una volta sognavo di essere. Quando credevo nelle favole. E temo che
sebbene
lei mi odi profondamente, perché io mi sono davvero
comportato male nei suoi
confronti, io stimi Beatriz. Perché non ha mai fatto
soffrire Armando. Anzi l’ha
reso un uomo felice. Ecco io, in teoria, credo che tutte le donne
dovrebbero
essere come Beatriz, tutte le mogli almeno e tutte le madri. Dovrebbero
difendere la propria famiglia. Il territorio insomma. Per questo,
quando il mio
amico ha avuto la crisi con Betty, per tre stupidi baci a Daniele
Valencia, l’ho
spinto a vedere le cose dalla giusta prospettiva.
Io ormai,
non so vivere che così, ma non sopporterei che toccasse a
lui la mia stessa
sorte. Sebbene, per proteggere il mio orgoglio, molto spesso dica il
contrario.
La nostra
discussione al suo ritorno è stata memorabile. Dopo avermi
preso per il bavero
della giacca, mi ha lasciato andare. Forse perché io, tra
l’altro, avevo un
occhio nero e un labbro spaccato da Alberto.
“Dannazione
Calderon!” mi ha detto lui. “Come diavolo hai fatto
a metterti in questo
casino?” mi ha chiesto.
Incredibilmente
io ero quasi senza parole.
“Armando” ho
provato a dirgli “ … è
successo!”
“Cosa vuol
dire è successo???!!”
“Armando …
obiettivamente, dico tu l’hai vista Camila, che corpo, che
spirito…!”
“E’ mia
sorella!!!” mi ha interrotto lui.
Già, meglio
evitare commenti del genere.
“Lo so … ma
io mi sono sentito attratto da lei… all’inizio di
tutto, eravamo ubriachi...”
“Che cosa
significa all’inizio di tutto?” mi ha chiesto
Armando. “Da quanto va avanti
questa storia?”
“E’ iniziata
venti giorni fa!” ho confessato.
“Che
cosaaa??? Dannazione Calderon!!” mi ha detto Armando.
“Dannazione,
dannazione. Eravamo ubriachi, dopo aver pranzato con dei clienti. Siamo
tornati
qui… l’ufficio era vuoto perché erano
ancor tutti a pranzo… ed è successo”
gli
ho detto.
“Santo
Cielo! Non posso crederci!! Non posso” mi ha detto.
“E dopo, quante altre volte
è successo?”
“Alcune
volte” gli ho detto.
“Cosa
significa alcune volte?” mi ha chiesto lui.
“Armando
vuoi davvero sapere quante vote io abbia fatto sesso con tua
sorella?”ho detto
io.
“No, in
effetti no. Non voglio saperlo!”mi ha riposto.
“Appunto!”ho
ribadito io.
“Accidenti a
te Calderon! Mi hai messo in un casino DI NUOVO! Mio nipote vive a casa
mia, perché
non vuole vivere con sua madre, considera suo padre uno sfigato ed io
non so
come fargli capire che non è così. Betty vuole
ucciderti. Stava giusto adesso
iniziando a perdonarti per la storia del diario. E in più
c’è Sandra! Sai benissimo
che è una sua carissima amica. Per non parlare di Camila. I
miei genitori
vogliono la tua testa. E Alberto? Lo vedo praticamente ogni giorno. In
questo
momento l’unico amico che hai è mio figlio
Roberto! Perché ancora non capisce.
Hai generato una situazione insostenibile. Devo chiedertelo. Devi
interrompere
la tua storia con Camila, altrimenti ti faccio nero anche
l’altro occhio” mi ha
detto.
“Sai che non
dipende solo da me” gli ho risposto “E poi
sinceramente non so se voglio!”
“Cosa
significa questo?” mi ha chiesto il mio migliore amico.
“Significa
che tua sorella mi piace e sto bene con lei!”gli ho detto.
“Calderon …
mia sorella è sposata da quasi sedici anni, ha tre figli! E
tu avevi una storia
con Sandra prima di questa cosa!”
“Storia …
non si può definire storia … ci vedevamo! E tua
sorella mi ha detto che non ama
più suo marito.”
“E’ evidente
che non sa quello che dice. Sai bene anche tu che ha fatto fuoco e
fiamme per
poter sposare Alberto. È stata sette anni in
esilio…”
“Armando” l’ho
interrotto io “per quanto a te piace pensarlo, non tutti i
matrimoni sono come
il tuo e di Betty. Non sempre gli sposi sono eternamente fedeli
l’uno all’altra
e disposti a passare nelle fiamme dell’inferno per stare
assieme” gli ho detto.
“Alcune volte le storie semplicemente finiscono.”
“Io non
credo che il matrimonio di mia sorella sia finito” mi ha
detto.
“Ma lei
pensa di si!” ho ribattuto io.
“Calderon
davvero, ipotizziamo che davvero il matrimonio di mia sorella sia
finito …
pensi seriamente che lei dopo sedici anni di matrimonio e avendo tre
figli, sia
disposta a vivere una vita con te, ad avere una storia che non sia solo
di
divertimento? Davvero vuoi essere solo il suo giocattolino? E quanto
tempo
passerà prima che tu ti stanchi di lei e te ne trovi
un’altra?” mi ha chiesto.
“Tua sorella
mi piace davvero. Non è come le altre. È una
donna!” ho detto io.
“Perché le
altre cosa sono?”mi ha chiesto.
“Sai bene
cosa voglio dire! È bella, spiritosa, ironica,
vitale…”
“Sposata!”
ha aggiunto lui.
“Armando, io
capisco che tu sia in mezzo. In una situazione terribile. Ma al momento
non
penso di volere o potere farci niente.”
***
Naturalmente
quando Dodo e Alberto ci hanno scoperto in ufficio, tutta
l’azienda è venuta a
sapere dell’accaduto. Cioè anche Sandra. Ed io non
ho potuto negare che per un
periodo di pochi giorni ho continuato a vedere sia Sandra che Camila.
Camila si è
fatta una risata. Sandra è andata su tutte le furie.
Affrontare
Sandra è stata una delle cose più difficili da
fare nella mia vita. La nostra
storia va avanti da un sacco di tempo. Dieci anni circa. Ci siamo
presi,
lasciati e ripresi innumerevoli volte. Innumerevoli volte
l’ho tradita. Innumerevoli
volte lei se l’è presa ma mi ha sempre perdonato.
Solo che adesso è proprio
diverso perché l’ho messa in ridicolo davanti a
tutta l’azienda. Per lei, la
nostra storia è proprio finita. Per me invece …
non so ho l’amaro in bocca
anche solo a pensare alla nostra discussione.
E’ entrata
nel mio ufficio quando tutti erano usciti ed io avevo una busta di
ghiaccio
sull’occhio. Lei non era a Seattle. Era
a Bogotà. I suoi occhi erano gonfissimi. Si
vedeva lontano un miglio che
aveva pianto.
“Mario” mi
ha detto “sarebbe stato bello credere che non sarebbe finita
così … ma tu sei
tu e da parte mia credere che tu possa essere un altro è
stato un errore. Nessuno
mi ha fatto soffrire come mi hai fatto soffrire tu. Lasciami dire che
non hai
dignità. Io sono la tua segretaria e continuerò a
lavorare per te ma non voglio
avere rapporti che siano diversi da quelli di lavoro!”
Mi ha
consegnato le chiavi di casa mia ed è uscita
dall’ufficio.
***
Sempre
un mese dopo cioè due mesi dopo la
conversazione con Sandra…
Dopo
aver
rimuginato sufficientemente nel mio ufficio, vado in quello di Nicolas
Mora che
è in fibrillazione all’idea del suo matrimonio con
Luz Costa.
Insomma qui
l’unico disgraziato sono io!
E ogni tanto
devo pure lavorare. Nicolas mi informa che stamattina Sandra non
è venuta al
lavoro. È rimasta a casa. Chissà
perché penso.
In questi
ultimi due mesi, devo dire che ha avuto un comportamento ineccepibile.
Si è
sempre comportata in maniera corretta al punto di stupirmi. Mai una
recriminazione, né contro di me, né contro
Camila. Credo che Betty c’entri
molto in questa scelta. Comunque, voglio sapere cosa le succede.
Insomma anche
se non stiamo più insieme, sempre che questa definizione si
sia mai potuta
applicare a noi due, sapere che sta male, mi da fastidio.
Noto che le
altre segretarie non sono ai loro posti di lavoro. Quindi immagino che
siano in
bagno. Vado a spiarle di nascosto. In effetti sono impegnate in uno dei
loro
911.
“Mariana …
ma sei sicura di quello che dici?” le chiede Annamaria
“Si!
Credimi. Me l’ha detto lei. Non è venuta
perché sospetta di essere incinta e
stamattina vuole andare dal medico.”
Che cosaaaaaaa?!
Sandra è incinta? Non può essere sono stato
attento.
“Quindi non
sa di chi è?” chiede Inesita.
Come non sa
di chi è? C’è qualcosa che non torna!
“Lo sappiamo
no!” dice Berta “Il mese scorso ha incontrato
quell’Adam con cui è uscita un
paio di volte. Forse
è successo qualcosa
con lui di cui non sappiamo niente.”
Chi è Adam? E
perché Sandra esce con questo tizio?
“Dovremmo
informare Betty? Non pensate?” dice Sofia.
“No, non
possiamo farlo, non ancora. Prima dobbiamo essere certe che Sandra sia
incinta
e capire di chi è il bambino se
c’è” dice Mariana.
“Dirlo a
Betty, significa dirlo ad Armando che lo dice al disgraziato di
Calderon!” dice
Annamaria.
“Certo che
se il bambino è di Calderon le cose si
complicano!!” afferma Berta.
Devo uscire
da qui, devo uscire da qui.
Non posso
dire niente a nessuno. Non posso dirlo ad Armando. Coglierebbe la palla
al
balzo per dirlo a Camila. Non posso dirlo a nessuno. Camila non so come
reagirebbe. Devo capire prima di tutto se è vero. Devo
parlare con Sandra ma
come hanno detto quelle della banda, nemmeno lei sa se è
vero. Inoltre chi è
questo Adam? Dove l’ha conosciuto e cosa vuole da lei??
Ho deciso
questa sera vado da lei, inventerò una scusa con Camila e
andrò a vedere se
Sandra aspetta o no mio figlio.
***
Sono
sotto
casa di Sandra. Faccio per scendere dall’auto ma vedo che un
uomo alto e
distinto la sta aspettando con un enorme fascio di rose rosse.
Ora,
certamente la cosa mi disturba. Sandra non è affatto quella
che era prima. Ha
tolto gli occhiali, si è tagliata i capelli a caschetto e
con l’aiuto di Stefan
Castro ha imparato a valorizzarsi di più. Insomma
è uno schianto. Ha un corpo
da mille e una notte. Motivo per il quale avevo iniziato a prenderla
più sul
serio.
La vedo
uscire dal suo portone e salutare calorosamente quell’uomo.
Sarà il
famigerato Adam.
Li seguo con
la macchina. Oddio mi sento Armando quando seguiva Betty dovunque lei
andasse.
Ma qui la posta in gioco è altissima. Arrivo nel locale dove
ceneranno i due
piccioncini. Prenoto un tavolo abbastanza distante per non farmi vedere
ma io
li vedo benissimo. Hanno confidenza. Insomma devo sapere se lei aspetta
mio
figlio. E se lei aspetta un bambino che non è mio figlio, ma
figlio di quest’uomo
qui? Tutto risolto no? E invece no, se il bambino che aspetta non
è mio figlio,
come ha potuto tradirmi così? In nemmeno due mesi? Ma
appunto se questo tizio
lo conosce da quanto un mese? A meno che non abbiano avuto rapporti
subito, di
quanto mai può essere incinta? Due settimane? E come se ne
sarebbe potuta
accorgere. No è lapalissiano. Se è incinta,
è mio figlio. Bevo il mio whisky
tutto d’un sorso e ne ordino un altro. Come vorrei che ci
fosse Armando qui con
me.
Al quinto
whisky, ormai quasi sbronzo, prendo il coraggio a due mani e mi
presento
davanti il loro tavolo.
“Buonasera
Sandra!” le dico.
“Mario, cosa
ci fai qui?” mi chiede lei.
“Cosa fai,
non mi presenti al tuo accompagnatore. Lo faccio da solo. Piacere Mario
Calderon!”
“Piacere
Adam Carter!” mi risponde lui.
“Americano?”
chiedo io.
“Si” mi
risponde lui.
“E cosa ci
fa in Colombia?” continuo
“Mario, non
credo che siano affari tuoi!” interviene Sandra
“L’importante
è che altri affari non siano miei” le dico. La
vedo sbiancare.
Sicuramente
non immaginava che io potessi sapere.
“Avete
bisogno di parlare?” chiede Adam.
“Si”dico io
“NO” dice
lei contemporaneamente a me!
“NO. Adam,
io e Mario non dobbiamo parlare di nulla. Anzi pregherei il dottor
Calderon di
andare via!” dice lei
“E invece,
io voglio sapere se sto per diventare padre!” dico. Ormai
sono quasi ubriaco. I
miei freni inibitori sono più che andati.
“Sandra, sei
incinta?” chiede stupefatto lui.
“Si”
confessa lei.
Vedo
quest’uomo agitarsi. Vuoi vedere che può
essere il padre anche lui?
“Non posso
credere che mi stai facendo questo” mi dice. “Oltre
a tutto quello che mi hai
fatto!!”
“Insomma”
dice Adam. “Parla Sandra!”
“Sono
incinta di dieci settimane” ammette lei.
“Dieci
settimane?” domanda Adam. “Ma noi nemmeno ci
conoscevamo dieci settimane fa!”
dice sconsolato. “E’ suo figlio?” le
chiede.
“Purtroppo
sì” ammette lei.
“Cosa
significa purtroppo?” chiedo io.
“Avrei tanto
voluto che fosse Adam il padre del bambino. E non tu. TU sei un
disgraziato!
Lui è una brava persona!” mi dice tutto
d’un fiato con gli occhi pieni di
lacrime.
“Sandra” le
dice Adam “anche a me sarebbe tanto piaciuto essere il padre
di tuo figlio, sei
una così bella persona!!” Si rivolge a me.
“Vi lascio soli. Immagino dobbiate
parlare. Ma per favore si assicuri che arrivi sana e salva a
casa.”
“Non c’è
nemmeno bisogno di dirlo” gli rispondo.
‘Idiota’ penso tra me e me.
“Adam” lo
richiama lei “grazie di tutto. Vorrei che continuassimo a
frequentarci, come
amici se non altro.”
“Ci sentiamo
Sandra!” le dice lui.
Quando
restiamo soli io e lei, mi siedo al suo tavolo. Non posso crederci.
Sarò padre!
La guardo. La vedo piangere e non capisco perché il suo
pianto mi ferisca in un
modo che non pensavo…
“Sandra …”
le chiedo “come è possibile che tu sia incinta di
dieci settimane? Non te ne
sei accorta?”
“Mario” mi
dice lei “secondo te l’ho fatto apposta? Secondo te
io muoio dalla voglia di
avere tuo figlio mentre tu ti fai un’altra?? Ho avuto delle
perdite che ho
pensato fossero ciclo e poi niente. Perciò mi sono
allarmata.”
“Cosa
significa delle perdite?” domando agitato. Non sono
più nemmeno ubriaco.
“Stai
tranquillo, è tutto normale!” mi dice.
“Il medico dice che può succedere, ma il
bambino sta bene. Ho sentito il cuore oggi!”
“E sei
incinta di mio figlio, ed esci con quello?” le chiedo. Non so
perché ma mi sto
agitando.
“Non sono
cose che ti riguardino!” mi risponde.
“Mi
riguardano eccome invece.” E dovrà capirlo pure
lei.
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Capitolo 4 *** Camila ***
Due
mesi e mezzo prima…
Il
problema
è che ho ascoltato una telefonata e non dovevo. Tra Alberto
e una certa Abigail.
Mai sentita prima e il mio caro marito non me ne ha mai parlato.
Naturalmente
sono riuscita a sentire ciò che diceva lui e non quello che
diceva lei
perché stavano parlando al telefonino, ma
mi è bastato per far saltare tutto. Io ero dietro la porta
socchiusa.
Mio marito,
le stava dicendo ‘Abigail, si la lascerò. No,
ormai ho deciso. Non posso più
stare lì. No Camila non lo sa. Dovrò dirglielo.
Sono sicuro che la prenderà
male. Non posso non dirle una cosa del genere. È un
tradimento. È un tradimento
comunque, ma non ho potuto fare a meno di fare così. Abi,
stai tranquilla, sarò
io a dirti quando potrai venire. No, ti ho detto che DEVO lasciarla.
Ormai è
una sofferenza e basta. Sono in un’altra fase della mia
vita.’
Mi sono poi
allontanata. Già cogliere il proprio marito in flagrante non
richiede di un’
immediata conoscenza di tutti i dettagli. Non posso credere che mio
marito
abbia un’amante. Una donna con cui mi tradisce e per la quale
mi lascerà. Non
posso proprio crederci. Eppure ho sentito le parole tradimento e
lasciare nella
stessa frase. Ormai lui è in un’altra fase della
sua vita, io non servo
più. Abbiamo
passato tanti anni felici
insieme, almeno così mi sembra. Non ho creduto che il nostro
matrimonio fosse
in crisi! Invece lui ha un’amante!! Dannazione ha
un’amante!!!
Da
mio
marito non me l’aspettavo affatto! Mio marito! Chi non lo
conosce, per quanto è
bello, quando lo vede, immagina subito che lui abbia una vita
movimentata e
fatta di feste e donne a go go. Invece, finora, almeno per come io
l’ho
conosciuto è totalmente l’opposto. Mio marito,
è alto un metro e ottantacinque,
ha un volto meraviglioso, i capelli ormai brizzolati, e due occhi verdi
che
quando mi hanno guardato per la prima volta mi hanno letteralmente
sciolto le
ginocchia. E adesso è diventato un fedifrago.
Più di
sedici anni fa avrei dovuto sposare Daniele Valencia, ma poi al Club,
ho
incontrato Alberto e ci siamo innamorati alla follia. Non siamo
riusciti a
lasciarci. Lui sapeva dall’inizio che io ero destinata a
sposare Daniele e da
semplice cameriere quale era, non riusciva ad accettare di non potermi
garantire uno stile di vita come quello di cui avevo goduto nelle mia
vita fino
a quel momento. Ha provato a lasciarmi, ma io non ho voluto. Ho
litigato a
morte con i miei genitori, soprattutto con mia madre. Non ci siamo
parlati per
sette anni, nonostante io avessi sposato Alberto e ci avessi fatto tre
figli.
Solo alla nascita di Juan i miei genitori hanno mollato la presa.
Però ahimè,
per lungo tempo Alberto è rimasto ‘il
poveraccio’. Colui che non aveva il
denaro. Solo con il matrimonio tra Armando e Betty, i miei familiari
sono
tornati sulla terra e hanno iniziato a considerare che essere ricchi
non era la
precondizione necessaria affinché i loro figli potessero
essere felici. Ma io
sono sempre stata la pecora nera. Di conseguenza non ho perdonato
immediatamente mia mamma.
I
primi
cinque anni del mio matrimonio sono stati durissimi. I più
duri della mia vita.
Alberto aveva ragione sul mio stile di vita. Mi sono totalmente
staccata dalla
mia famiglia, dalla mia vita come l’avevo conosciuta fino a
quel momento. Siamo
stati esiliati in Svizzera. Io e Alberto ci siamo sposati subito, lui
ha
trovato lavoro e si è scritto
all’università. Era il suo sogno, studiare
marketing. Io lavoravo nella sede dell’Ecomoda ma sono
rimasta incinta quasi
subito. L’unico contatto che avevo era mio fratello Armando,
l’unico che non mi
ha mai abbandonato. Dopo
la nascita del
nostro primo figlio, facevamo i salti mortali. Alberto lavorava di
pomeriggio e
di sera e di giorno studiava. Io lavoravo di giorno e di pomeriggio
stavo col
bambino. Insomma i nostri tempi non coincidevano mai, però
avevamo la
consapevolezza che quei sacrifici erano necessari per la nostra vita
insieme.
Per fortuna, lui aveva chiaro quello che faceva ed è
riuscito a laurearsi in
tempo, in concomitanza della nascita della nostra seconda figlia,
Isabel.
Per
fortuna
in seguito, la nostra condizione economica è migliorata.
Alberto, con alcuni
soci, ha deciso di realizzare il sogno della sua vita, aprire ed
amministrare
una catena internazionale di ristoranti dove si mangiavano solo cose di
ottima
qualità. I suoi genitori erano ristoratori. Lui ha imparato
a cucinare, ma non
ha mai amato farlo. Gli è sempre piaciuto guardare
all’aspetto manageriale
della cosa. Ed infatti hanno avuto subito un successo strepitoso. Sono
riusciti
a ripagare velocemente
i debiti che
avevano fatto per avviare l’attività e col tempo
hanno aperto ristoranti
dovunque. La società che ha aperto all’epoca e che
ancora esiste si chiama CAM2,
C per Camila, A per Alberto, M2 per
Mendoza – Montero.
E adesso
invece, il mio affascinantissimo marito sta mandando tutto a puttane.
Non posso
crederci. Non voglio crederci. Non riesco a crederci.
***
Il
giorno in cui Mario e Camila vengono
scoperti…
Ho
combinato
un disastro! Di solito questa frase la dice mio fratello, ma oggi sono
io ad
aver combinato un disastro. Ho ferito in maniera forse irrimediabile
mio figlio
Dodo. Dio che vergogna quando mi ha trovato con Mario, completamente
sdraiati
sul tavolo. Non posso credere che sia successo. Ma non posso credere
nemmeno
che sto tradendo mio marito da ormai venti giorni. Non appena ho
sentito che
lui aveva una relazione con quell’Abigail lì,
invece di incavolarmi e fare
disastri ho deciso di non fare niente e di trovare il momento giusto
per fare
una scenata e dire ad Alberto che sapevo tutto. In realtà
aspettavo che fosse
lui a lasciarmi. Doveva dirmi tutto no? E invece da vigliacco qual
è non mi ha
ancora detto niente.
Ora sono
qui, nel mio ufficio. Lo sto aspettando. Non appena mi ha visto con
Mario, l’ha
immediatamente preso a pugni. Dodo mi ha rivolto uno sguardo che non
dimenticherò mai nella vita.
Lui, l’ha
preso di forza e lo ha accompagnato da Armando, ma mio fratello e Betty
non ci
sono. Sono a Seattle.
E’ successo
che io e Mario, un giorno di ritorno da un pranzo di lavoro, eravamo un
pochino
ubriachi. L’azienda era vuota. Scherzando lui ha iniziato a
dirmi che ero
bellissima, affascinante, sexy e invece di fermarlo io l’ho
baciato. Non siamo
stati più in grado di smettere. Ed abbiamo fatto sesso.
Abbiamo iniziato questa
relazione clandestina da venti giorni più o meno…
io non me ne pento. Potrò
buttarla in faccia ad Alberto quando verrà a parlarmi. Gli
dirò che adesso
siamo pari!
So bene che
tutti considerano Mario un donnaiolo, ma è proprio quello di
cui avevo bisogno!
A parte che vorrei vedere quale coppia dopo quasi sedici anni di
matrimonio non
abbia qualche problema sessuale, con Mario ho riscoperto la mia parte
selvaggia. Quella che ho cercato di dominare durante tutti gli anni del
mio
matrimonio, perché pensavo che fosse una cosa che riguardava
la mia prima
gioventù.
L’arrivo
di
Alberto mi distoglie dai miei pensieri. Ha un labbro spaccato.
“Dov’è Dodo?”
gli chiedo.
“Da tuo
fratello. Con i genitori di Betty!”mi risponde freddo.
“Ti rendi conto che l’hai
traumatizzato a vita?”
“Certo!” mi
inalbero io “perché non sono stata prudente come
te nel non farmi beccare
mentre tradisco mia moglie!!” gli dico non riuscendo a
trattenermi. “Magari, se
avesse beccato te con la tua cara Abigail, saresti stato tu a dover
portare
questo peso sulle spalle!”
“Cosaaa?” mi
dice lui.
“Non fare il
finto tonto. So tutto della tua tresca con quella donna.
Perché credi che ti
abbia tradito!?”gli urlo.
“Camila, tu
sei completamente pazza!” mi urla lui di rimando. Non
l’ho mai visto così
alterato. MAI. Mi sembra di non conoscerlo.
“Io? Tu! Sei
stato tu a buttarmi nelle braccia di Mario Calderon e adesso vuoi
negare. So
tutto. So tutto. Hai capito!?” gli grido io.
Urliamo così
forte che ci staranno sentendo tutti ma non importa. È
arrivato il momento di
chiarire!
“E quindi tu
fai sesso col primo che passa, sulla scrivania del tuo ufficio per
vendicarti
di me?” mi chiede. “Da quanto va avanti questa
storia?”
“E la tua
storia da quanto va avanti, con Abi?” controbatto io.
“Non lo neghi? Non hai il
coraggio di negare brutto traditore!” gli dico dandogli uno
schiaffo in pieno
viso.
Lo vedo che
indietreggia. Si siede sul divano e si passa le mani sulla testa con un
gesto
che mi è molto familiare. Lo fa da sempre. Quando era
più giovane, aveva i
capelli lunghi, e accompagnava il gesto fino al collo, adesso invece
porta i
capelli molto corti e tiene le mani ferme sulla nuca. Alza lo sguardo
verso di
me e vedo che sembra avere gli occhi pieni di lacrime.
“Non ho
nessuna relazione extra – coniugale” mi dice.
“Abi, Abigail Bennet è il mio
avvocato. Ha curato per me la mia uscita dalla CAM2.
Ho lasciato la
società perché sebbene io ne fossi uno dei
fondatori principali, gli altri soci
mi hanno chiesto come condizione per la mia permanenza che restassi in
Svizzera. Ma tu volevi tornare qui a Bogotà e tu e la nostra
famiglia siete
sempre stati la mia priorità. Così, ho deciso di
lasciarla. Perché mi sembrava
di aver cambiato vita. Non ti ho detto niente, perché mi
sembrava di farti
rivivere tutto quello che abbiamo passato all’inizio del
nostro matrimonio. E
non volevo. Non so come sei venuta a conoscenza di Abigail, ma la
verità è
questa.”
Sono
completamente sconvolta. Ha usato le stesse parole che ho sentito
mentre era al
telefono. Probabilmente mi sta dicendo la verità.
“Non ti
credo” gli dico invece. “Ti ho sentito mentre
parlavi con questa donna. Hai
detto ‘è un tradimento, ma non posso fare a meno
di fare così!’ Tu mi hai
tradito con lei e adesso stai costruendo questa storia per
giustificarti!”
urlo. Non posso credere di aver mandato a puttane il mi matrimonio per
un
investimento! Perché non gli ho parlato prima di cadere tra
le braccia di
Mario? Perché?
“Io non ti
ho mai tradita, mettitelo bene in testa! Si trattava solo di affari!
Qui la
traditrice sei tu!” mi accusa lui.
“E perché non
me lo hai detto?” gli chiedo.
“All’inizio
non ne avevo il coraggio. Avrei voluto parlartene, ma non volevo che in
alcun
modo tu potessi sentirti in colpa per il fatto di voler vivere a
Bogotà. So già
quello che hai passato per causa mia. Volevo in qualche modo
restituirti quello
che ti avevo tolto, tornando qui. E poi, nel frattempo qui ho fatto
delle buone
conoscenze e potrei fare qualche investimento niente male. Te
l’avrei detto…
stavo solo cercando il momento giusto!” mi dice e aggiunge
“E tu, vieni a sapere
di una cosa del genere e invece di parlarmene, mi tradisci?? Cosa hai
in testa?”
“Avresti
dovuto dirmelo!” ripeto io. “Probabilmente mi sarei
arrabbiata ma niente di
tutto questo sarebbe successo.”
“Non posso
credere che hai una storia con un altro. Non penso che lo
supererò mai. Mi hai
deluso.”
“Anche tu”
gli dico io. “Hai ragione. Anche tu mi hai tradito, non mi
hai detto quello che
ti stava succedendo. E noi ci siamo sempre detti che non ci saremmo
nascosti
mai niente, nemmeno le cose peggiori. E tu invece lo hai
fatto.”
“Ho
sbagliato lo so. Ma IO non ho una relazione con un’altra
donna. Non ti ho
tradita con nessuna.”
Lo vedo
agitarsi. Cammina avanti e indietro e so che sta pensando a quando poco
fa mi
ha trovato sdraiata sulla scrivania con Mario Calderon.
“Da quanto
va avanti questa tresca?” mi chiede “Voglio sapere
la verità. Non mi devi
mentire”
“Da quasi
venti giorni” gli rispondo.
“Non posso
crederci! Non voglio crederci. Mi sembra impossibile che tu abbia fatto
questo!
Le persone reagiscono come te al’età di quindici
anni!”mi dice.
“Non
riuscirai a farmi sentire in colpa” gli dico. “Hai
iniziato tu con le bugie!”
“Non posso
crederci” mi dice “Tu vai a letto con un altro e la
colpa è delle mie bugie? Se
tu mi stessi nascondendo qualcosa io cercherei di scoprire cosa, non
farei
delle supposizioni, né le farei diventare certezze e poi
come comportamento
conseguente andrei a tradirti! Come puoi averlo fatto. È un
comportamento
assurdo. Non so chi potrebbe averlo!”
“Io va bene?!”
dico alzandomi dalla mia sedia.
So che lui
ha ragione. Ma allo stesso tempo io non riesco a chiedergli perdono.
È come se
sentissi che quello che ho fatto è giusto. Giusto per me. Ne
avevo bisogno. E da
dove saltano fuori questi pensieri? Che mi sta succedendo?
“Provi
qualcosa per lui?” mi chiede Alberto.
“Non lo so”
rispondo sinceramente. “Attrazione”
“Va bene,
per me questa discussione può chiudersi qui. Oggi non sono
in grado di
sopportare altro. Dodo non vuole vederti. Ha detto che
resterà a casa di Betty
e Armando. Io non so ancora cosa farò” ed
è uscito senza farmi sapere più
niente.
Due
mesi dopo…
Mio
figlio
non mi parla. Ho ancora litigato furiosamente con
Alberto e adesso anche lui vive da Betty e
Armando. È infuriato perché non ho ancora chiuso
la mia relazione con Mario
Calderon.
In questi
due mesi, è rimasto a casa, sperando che io mettessi fine
alla mia relazione
extraconiugale. Sperando che io gli dicessi che volevo di nuovo la
nostra
famiglia.
Invece, in
questi due mesi di relazione con un altro, ho capito che forse ad
essere finito
è il mio matrimonio. È lo è da molto
tempo.
“Tu non mi
ami più” mi ha detto Alberto nella nostra ultima
lite. “E’ inutile che io
continui a sperare che tu rinsavisca ed è inutile che tu
continui a negare e
sollazzarti in una doppia vita. Vado via di casa. Vado da Dodo. Ci
accorderemo
per quando dirlo ai bambini.”
Mio marito
ha la snervante capacità di andarsene nel mezzo di una
discussione e lasciarti
in tredici, senza poter dire niente di niente. Va bene, anche lui vive
da mio
fratello.
Inutile
dire
che la reazione di mio fratello è stata peggiore di quella
di Alberto.
“Camila, cosa
ti passa per la testa!” ha tuonato di ritorno dal suo
viaggio! “Con Mario poi.”
Mio fratello
improvvisamente sembra indossare i panni di marito perfetto, nonostante
non lo
sia stato affatto, anzi era una delle persone peggiori che conoscessi.
Basta
vedere quello che ha fatto a Betty.
“Mario è un
donnaiolo. Si stancherà anche di te!”
Nessuno
capisce che io non voglio avere con Mario la storia della mia vita.
Voglio solo
divertirmi. Sinceramente, mi sono riappropriata della mia
libertà sessuale e
non voglio di nuovo sacrificarla per un uomo, mio marito o chicchessia.
In
questi due mesi la mia vera preoccupazione è stata per i
miei figli. So bene
che li ho messi nei casini. E Dodo si rifiuta di parlarmi, ma soo che
prima o
poi dovremo farlo. Isabel e Juan sono rimasti con me.
Mia madre,
venuta a conoscenza della situazione si è fiondata a
Bogotà e mi ha detto che
non poteva che aspettarsi questo da me. Che io non sono solo
esuberante, sono
proprio impazzita. Che lo immaginava che la mia fosse solo una recita,
perché non
poteva essere vero che io stessi calma e serena con la mia famiglia.
“Tu hai
bisogno di rovinare le cose” mi ha detto. “Hai
rovinato la vita di Daniele
prima e ora quella di tuo marito e dei tuoi figli. La verità
è che le persone
come te non dovrebbero mai sposarsi!”
Insomma, l’unica
persona che mi è stata vicino in questo periodo è
Betty.
Ovviamente
lei non approva il mio comportamento. Anche perché
c’è di mezzo Sandra. Però mi
è stata vicina lo stesso. Inoltre lei da una settimana circa
vive con Alberto e
da due mesi con mio figlio. So che sta bene attraverso di lei, ma che
è ferito
e non vuole vedermi. Io invece vorrei parlargli, abbracciarlo e
spiegargli.
Spiegargli se trovassi le parole. Dovrei dirgli che tutto è
iniziato come un
sbaglio, ma poi ho capito che ero in una prigione e che la mia voglia
di vita,
di libertà, di aria, mi impedisce di tornare a richiudermi
dentro. Sto
ammettendo a me stessa che percepisco la mia famiglia come una
prigione. Eppure
darei la vita per i miei figli. Sono la cosa più importante
che ho. Quindi la
mia prigione è Alberto. E quando lo è diventato?
Quando ho smesso di essere
felice con lui? Quando ho smesso di desiderarlo?
“Terra
chiama Camila! Terra chiama Camila!” mi dice Betty entrando
nel mio ufficio.
Passiamo la
successiva ora lavorando, abbiamo una serie di riunioni a cui dovranno
partecipare sia Mario che Nicolas. Da quando è venuta a
conoscenza della mia
storia con Mario, Betty ha ripreso ad odiarlo. Gli parla a stento. Per lei tutti i
mali del mondo sono
colpa sua. Aveva da poco superato il fatto che lui fosse
l’artefice di una
delle peggiori cose che gli sono successe nella vita.
Per me
invece Mario è semplicemente l’amante perfetto.
Inutile dire che abbiamo
continuato a vederci. Non riesco a mettere fine alla nostra storia.
Ora sono in
ufficio con Betty e con Mario.
“Devo dirvi
una cosa” esordisce lui.
“Io vado via”
dice Betty “vi lascio parlare da soli”
“No, Betty.
Rimanga. Quello che devo dirvi riguarda pure lei in un certo
senso!”
“Mario”
intervengo io “non la fare tanto lunga e sputa il
rospo!”
“Sandra è
incinta” dice lui.
Betty rimane
sconvolta. “Coosaaa?”
“Si. L’ho
scoperto ieri sera, ma lei non vuole che si sappia, quindi discrezione.
Vi
prego di non dirlo ad Armando. Voglio essere io a farlo.”
“Va bene”
dice Betty.
“E sei tu il
padre?” gli chiedo io. “Di quante settimane
è?”
“E’ indubbiamente
mio figlio” mi dice lui. “E’ di otto
settimane. Credo che sia stato concepito
due settimane prima che noi iniziassimo la nostra relazione”
“Sentite”
interviene Betty “Io non voglio sapere questi dettagli, vi
lascio soli.”
“No vado via
io” dice Mario. Ho un appuntamento con Armando” ed
esce.
“Camila… “inizia
Betty.
“Non dirmi
niente Betty! Non lo lascerò” le dico.
“Ma come
puoi dire una cosa simile? Aspetta un figlio da
un’altra!!”
Mi arrabbio.
No, non può essere vero. Proprio ora che iniziavo a stare
bene con lui devo
rinunciarci? No, non lo farò! Non mi importa quanto posso
sembrare egoista.
“Betty” le
dico “tu non mi capirai mai. Anche se mi sei amica. Tu non mi
capirai mai. Ho
rinunciato a tutto per la mia famiglia. Pensavo di fare la ocsa giusta
e invece
era quella sbagliata! Ero in una prigione!”
“E per te
evadere significa andare a letto con Mario?” mi chiede.
“Non puoi tornare con
tuo marito?... I problemi si risolvono!”
“Betty come
sei ingenua! Non è tutto bianco o nero! Tu dici
così perché non sei nemmeno
riuscita a tradire mio fratello! E lo sai perché?
Perché tu sei profondamente
insicura, ti senti brutta dentro, forse sei morta dentro,pensi che
nessuno ti
voglia a parte mio fratello. Vivi Betty! Tu non ami il brivido. Ti sei
sposata
con Armando e hai deciso di difendere quella formalità anche
a costo di essere
infelice!Ho vissuto anche io come te, ma solo ora invece mi sento
libera. Mi
sento sollevata. Non voglio più nascondere le mie vere
emozioni e non dovresti
farlo neanche tu. Inutile portare avanti un matrimonio che si fonda su una bugia... Sulla paura di restare soli... Betty stai mentendo a te stessa. Per fortuna le donne non sono tutte come te!Molte sono vive. Vive Betty e non mentono!”.
Improvvisamente
uno schiaffo mi arriva sulla guancia. È Betty che me
l’ha tirato.
“Io non
tradisco la mia famiglia per una semplice questione di sesso.
Perché girala
come vuoi, solo di questo si tratta.”
Rimango
sola nel mio ufficio. Sola e stordita.
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Capitolo 5 *** Betty e Armando ***
Sono
in
ufficio da Armando, alla New Tech. Sono letteralmente scappata
dall’Ecomoda.
Noi avremmo dovuto comunque vederci per pranzo, ma dopo la mia lite con
Camila
non sono riuscita a stare un minuto in più lì
dentro.
“Mia sorella
deve essere davvero impazzita!” mi dice mio marito.
“Non posso credere che ti
abbia detto quelle parole!” aggiunge.
“Ti prego di
credermi Armando, non me le sono inventate” gli dico.
“Cosa le
passa per la testa? E poi come si è permessa?” mi
dice lui.
“Lei crede
che io sia una morta dentro. Che non ami il brivido. Che sono ancora
sposata
con te perché mi sento brutta dentro e penso che nessun uomo
a parte te, possa
trovarmi affascinante. E ha aggiunto che piuttosto che accettare di
essere io
che mi freno, perché sono insicura e ho paura che nessuno mi
voglia, fingo di
amarti e di portare avanti la sceneggiata del nostro
matrimonio!” gli dico.
“Non so se riuscirò mai a perdonarla per queste
parole” aggiungo asciugandomi
una lacrima.
“Betty, non
tormentarti” mi dice Armando “questa volta mi
sentirà! Evidentemente non sono
bastate tutte le discussioni che abbiamo avuto finora. Non so cosa le
stia
succedendo ma è evidente che sia un’altra! Anche
se è mia sorella, non posso
credere che sia cambiata così senza un motivo!”
“Non lo so
mostro!” gli dico io. “Non sono riuscita a stare
per più di dieci minuti nello
stesso edificio con lei. Non credevo che pensasse questo di me e si
mostrasse
mia amica invece!”
Armando
viene verso di me e mi abbraccia. Io mi sciolgo in lacrime.
Non so
neanche perché sto piangendo. Forse perché
l’attacco di Camila era del tutto
inaspettato. Stavo solo cercando di convincerla a dare una
possibilità alla sua
famiglia. A non rovinare tutto. Lei mi ha detto che per fortuna non
tutte le
donne sono come me.
“Mi ha detto
che per fortuna non tutte le donne sono come me. Per fortuna esistono
donne
vive!” dico a lui.
“Basta
Betty, non tormentarti più” mi dice mio marito.
“E’ palese che abbia voluto
ferirti.”
“Solo Daniele
Valencia mi ha rivolto parole altrettanto terribili nella mia vita. Mi
sono
sentita una bugiarda. Come se tutto quello che ho vissuto finora non
fosse che
una menzogna!” gli dico. SO bene che solo a sentire nominare
Daniele Valencia,
Armando si altera. Ma spero capisca quello che voglio dire.
Sento che si
inquieta. “Betty” mi chiede
“Perché hai pensato che la tua vita fosse tutta
una
bugia? Lo sai che non lo è. La tua vita è la mia
vita. E tu sai che io ti amo
sinceramente.”
“Lo so” gli
rispondo. “Ma tu non sai cosa si prova a sentirsi dire quelle
cose, dopo che
per venticinque anni della tua vita ti sei sentita una donna brutta,
con l’idea
di non meritare quello che hanno tutte le donne, per il solo fato di
essere
brutte, anche se lo desideri con tutta te stessa. Mi ha fatto sentire
come se
io per tutto questo tempo sia stata una bugiarda che si è
appropriata della
vita di un’altra. Mi ha fatto sentire come quando tu hai
pestato Nicolas e
Marcela Valencia è entrata nel mio studio e mi ha detto che
io, una semplice
comune mortale e segretaria, non mi dovevo permettere mai e poi mai di
schiaffeggiare Armando Mendoza! Anche se tu lo meritavi”
dico.
Armando mi
asciuga le lacrime con i pollici e poi mi stringe forte a se.
“Secondo me”
mi dice “dobbiamo riportare questa storia nei giusti binari.
Tu non sei una
bugiarda. Non sei una donna morta dentro. Al contrario. Sei viva e
bellissima.
E’ mia sorella che è completamente fuori di testa.
A meno che tu non pensi che
sia vero che ti stai accontentando di me per paura e io non voglio
credere che
sia così, voglio pensare che tu sia follemente innamorata di
me…”
“Lo sai che
sono follemente innamorata di te … per davvero” lo
interrompo io.
“Appunto”
continua lui “proprio per questo penso che tu possa
tranquillamente andare
avanti per la tua strada. Con me. Non permettere a quella sciroccata di
Camila
di far passare la tua vita come una bugia. Tutto quello che abbiamo ce
lo siamo
guadagnato a lacrime e sangue. Lo sappiamo bene, noi” mi
dice.
“Hai
ragione” gli dico. Lo bacio sul mento. “Grazie.
Sapevo che parlare con te mi
avrebbe fatto bene.”
“Mi dispiace
Betty” mi dice lui.
“E perché?”
gli chiedo.
“Se non
fossi andato via dall’Ecomoda…” inizia.
“Non voglio
più sentire queste sciocchezze. Quello che combina tua
sorella non è né mia, né
tua responsabilità. E’ abbastanza grande da
prendersi la responsabilità delle
sua azioni” gli dico io.
Lui mi bacia
dolcemente sulle labbra. Non posso fare a meno di pensare che lo amo
tantissimo. A dispetto di quello che dice mia cognata, io sto con lui
perché lo
amo.
“Mario mi ha
detto che Sandra è incinta, che gran casino!”mi
dice Armando.
“Tua sorella
non intende lasciarlo. Dice che non vuole rinunciare alla sua ritrovata
libertà
e felicità. Lui cosa vuole fare?”
“Non lo sa.
Non ha deciso niente. Mi ha detto solo che Sandra esce con un tizio,
Adam, che
poteva essere lui il padre, ma che non lo è. La cosa lo
infastidisce e … punto,
non sa che fare!”
“Non ho
voglia di pensare a loro in questo momento” gli chiedo.
Armando va
verso la scrivania e prende la sua giacca.
“Cosa ne
dici se ci prendiamo il pomeriggio libero?” mi chiede.
“Tu hai da fare in
ufficio? Io niente di urgente!”
“Nemmeno io.
Oggi non tornerei in Ecomoda nemmeno se mi costringessero! Possiamo
aspettare
che i bambini escano da scuola e fare qualcosa tutti
assieme!”
“Mi sembra
un’ ottima idea…! Abbiamo anche il tempo per stare
da soli!” mi dice lui
sorridendo sornione. Dio quanto lo amo!
***
Due
giorni dopo…
Siamo
a casa
nostra. Io, Alberto, Roberto e Dodo siamo accomodati sul mio divano per
vedere
la partita della nostra squadra del cuore.
La
situazione è davvero assurda. Guardo Betty che sta
sistemando sul tavolino
davanti il divano patatine e bibite. Da due giorni la amo ancora di
più di
prima. Percepire che la sua fragilità non sia affatto
scomparsa, nonostante
tutti i passi in avanti che abbiamo fatto, mi ha spezzato il cuore. E
allo
stesso tempo mi ha fatto sentire vivo! Ora la guardo e so che dietro
questa
donna apparentemente sicura di se, ce n’è una, che
è quella di cui io mi sono
innamorato tanti anni fa, che è vero ho ferito, che è ancora in
cerca di cose vere,
autentiche, pure, che mi fa essere un uomo migliore. Ringrazio il cielo
che sia
così. Anche se per farla tornare in superficie, quella
stupida di mia sorella,
le ha detto delle cose terribili.
Mia figlia
Aurora arriva gattonando alla velocità della luce verso il
tavolino. La prendo
in braccio e la bacio.
“Dove vai,
cucciolotta?” le chiedo.
Lei mi
risponde con un sorriso e dice
“Pa…pà!”
Arriva la
mia primogenita. “Scusate, mi è scappata da sotto
gli occhi. È terribile questa
qui. So già che me ne farà vedere di tutti i
colori.”
Betty
sorride e mi guarda.
“Vieni qui”
dice Alberto prendendomela dalle braccia. “Vieni dal tuo zio
preferito” e la
solleva facendola giocare e ridere.
Guardo la
mia strampalata famiglia. Dunque, noi Mendoza, io, Betty e i nostri
figli, non
c’è dubbio che siamo assieme, poi ospitiamo mio
nipote Dodo e adesso anche Alberto!
Abbiamo fatto bene anni fa a compare anche l’appartamento
davanti il nostro e
farlo diventare una unica sola grande casa! Così
c’è posto per Gina, la nostra
governante che al bisogno rimane qui e ora anche per lui. Mia sorella
l’ha
cacciato di casa. Non
era andato via.
Voleva provare a recuperare la sua famiglia, ma sua moglie non
è stata dello
stesso avviso. Così, la mia casa non è
più la mia casa. È un circo.
Betty
interviene, prende Aurora dalle braccia di mio cognato, o ex cognato
non so,
poi chiama Camila e con loro se ne va nella nostra camera. Prima
però ci guarda
e ci dice “Buona partita ragazzi, però niente
urla, niente briciole e niente di
rotto ok???”
“Ma ziaaaaa”
dice Dodo “per chi ci hai preso! Saremo
compostissimi!” le risponde.
Sono certo
che faremo una terribile baraonda!
“Armando” mi
dice Alberto sottovoce per non farsi sentire dai piccoli “hai
una moglie
favolosa. Spero che tu te ne renda conto!”
“Lo so” gli
rispondo. Lo so che è davvero così.
“Se…”
continua Alberto.
“Si, so
anche questo, se solo l’avessi incontrata prima di me, non te
la saresti
lasciato scappare. Me lo dite tutti” aggiungo un
po’ infastidito.
“No” mi dice
Alberto ridendo. “Volevo dire … Se solo tua
sorella avesse la stessa dedizione
alla famiglia che ha Betty!! Per tanti anni è stato
così! Cosa le sta
succedendo?” chiede Alberto, un po’ a me, un
po’ a se stesso.
Magari
avessi una risposta!
***
“Cosa
hai
detto?” mi chiede Betty.
Siamo nel
nostro letto. La partita è finita. Tutti dormono, tranne
Alberto forse. Che
però è dall’altro lato della casa.
“Ho detto:
cosa ne dici se avessimo un altro figlio??” ripeto.
“Ho sentito
benissimo” ribatte lei.
Capisco che
è sconvolta dalla mia richiesta. L’ho presa in
contropiede.
“Perché no?”
le dico. “Pensaci. Stiamo bene insieme. Ci amiamo. Abbiamo
una famiglia
meravigliosa. Abbiamo già tre figli, che differenza
può fare averne un altro??”
aggiungo. Ok, la differenza la conosco anche io! Però
intanto…
Betty mi
guarda con intenzione.
“Vorrei
capire” mi dice “da dove nasce questa richiesta? E
lo so già che stiamo bene
assieme e abbiamo una bella famiglia!”
“Ti guardavo
in salotto e pensavo che mi piacerebbe avere un altro figlio da te.
Possibilmente maschio così pareggiamo le cose!” le
dico.
“Possibilmente
maschio??” mi dice Betty “e se invece nascesse
un’altra femmina cosa
succederebbe? Dovremmo fare altri due figli possibilmente maschi per
pareggiare
le cose?”
“NOOO
mostro! Se fosse femmina … direi solo povero Roberto
… tre contro uno! Ma sarei
felice lo stesso!”
“Armando sei
serio?” mi chiede Betty. “La tua richiesta non
dipende in alcun modo dal fatto
che ti ho detto che Camila pensa che io stia con te per paura di non
trovare
nessun’altro?”
Mia moglie è
terribile.
“Sgomberiamo
il campo da dubbi” le dico io tranquillo. “Mi ha
infastidito quello che ti ha
detto Camila. Tantissimo. A me, così sembra che tu stia con
me per pietà. Cioè
che tu mi stia facendo un favore ad essere qui e non da qualche altra
parte.
Come ti ho già detto due giorni fa, spero, ma ne sono anche
convinto che noi
stiamo insieme solo perché ci amiamo. Se mia sorella non ama
più Alberto, non
significa che tu non devi più amare me, no? Non capisco
perché un problema suo,
deve essere un problema nostro. Io ti amo. Tu mi ami. Me lo hai detto
tante
volte e dimostrato tante volte. Mi piacerebbe avere un altro figlio.
Tutto qui.
Se tu non vuoi … va bene lo stesso” concludo.
La vedo
sorridere. Si rifugia nelle mie braccia.
“Sono
perplessa” mi dice. “Ma solo perché
Aurora è molto piccola. E io non ho più le
energie e la forza fisica di una volta. Abbiamo già tre
figli da seguire … e
noi … e l’azienda!”
“Lo so” le
dico.
“Facciamo
così” dice. “Lasciamo fare alla natura.
Che te ne pare? Sarebbe la prima volta
che programmiamo di avere un figlio. Smettiamo di prendere precauzioni.
Se
rimango incinta, sarà successo e ne saremo tutti felici. Se
non succede,
evidentemente non dovevamo avere un altro figlio. Va bene? Che te ne
pare?” mi
chiede.
“Me ne pare
che ti amo tanto, dottoressa mostro!” le dico stringendola
ancora di più e
baciandola con passione. Adoro sentire il momento in cui si abbandona
tra le
mie braccia, solo allora mi sento il re della terra.
***
E’
mattina. Siamo
già tutti attivi. Gina è già arrivata.
Non saprei come fare senza di lei. Per
fortuna mia mamma ha accettato di buon grado la sua presenza ed adesso
viene a
casa nostra solo per stare con i suoi nipoti. Con tutta la gente che
stiamo
ospitando, la mia privacy è praticamente inesistente,
però in qualche modo è
anche bello.
Mentre
sorseggio il caffè penso alla richiesta di Armando che sta
entrando in sala da
pranzo dove è tutto apparecchiato per la colazione. Vorrebbe
avere un altro
figlio. La verità è che anche io lo vorrei. Mi
piacerebbe tantissimo. Però non
mi piace programmare! Tuttavia sarebbe bellissimo avere un altro
cucciolo
Mendoza per casa. Un maschietto come vuole lui.
Che sarebbe vicino d’età con Aurora e
che una volta cresciuto potrebbe
dare man forte a Roberto. Mi piacerebbe chiamarlo Armando. Lui ha
scelto
Aurora, il mio nome, io sceglierei il suo. Troppi Armando in famiglia.
Potremmo
chiamarlo Junior! ‘Calma Betty, calma. Neanche esiste e lo
hai già fatto andare
all’università!’ dico a me stessa.
Dalla
reception chiamano per avvisarci che stanno salendo Camila, Isa e Juan.
Vedo Alberto
agitarsi. Armando gli dice di stare calmo.
“Che bello”
dice Camila sprezzante “la famiglia perfetta. Tutti insieme
attorno a un tavolo
per la colazione!”
“Perché non
stai zitta?” le chiede Armando. “Nessuno ti
costringe a stare qui se ti da
fastidio quello che siamo. Puoi andare via anche subito!”
Lei pare
ammorbidirsi. “Sono venuta qui per chiedere ad Alberto di
portare i ragazzi a
scuola e per parlare con Betty.”
Io, ho Aurora in braccio. Le sto dando il latte. Stringo la mia bambina
forte a me.
“Io non ho
niente da dirti” le dico. In questi due giorni in azienda
sono stata felice di
ignorarla.
“Ma io devo
parlarti!” dice lei.
“Anche io
devo parlare con te, Camila” sibila furente Armando.
“E così sei
subito corsa dal tuo difensore?Per una semplice cosa che ti ho
detto?” chiede lei.
“Cosa
succede??” domanda Alberto.
“Niente” gli
rispondo io. “Per favore, se ti è possibile, puoi
portare tu i ragazzi a scuola?”
gli chiedo.
“Dopo
ti
racconterò tutto” gli dico facendo infuriare
Camila.
“Santa Betty
protettrice della famiglia!” dice ostica Camila.
“Camila”
interviene Alberto “so che da qualche parte dentro di te
c’è un’altra te e non
so cosa è successo per farti cambiare così tanto,
ma sappi una cosa, se avessi
saputo che questa è la vera te, non ti avrei mai sposata,
né ti avrei scelta
come madre dei miei figli!”. Detto questo va via, si rivolge
ai ragazzi ed esce
con loro per portarli a scuola e poi andare al lavoro.
Vedo che
Dodo rivolge a sua madre uno sguardo carico di odio.
Consegno
Aurora a Gina, che si allontana con molta discrezione per farci parlare.
“Camila”
inizia Armando “non ti permettere mai più di dire
a Betty tutto quello che le
hai detto, e non ti permettere mai più non di dire, nemmeno
di ipotizzare che
la nostra famiglia, la mia famiglia si fonda su una bugia, hai
capito??”
Armando è
davvero furioso. “Non avrei mai e poi mai pensato che avrei
dovuto difendere la
mia famiglia da te, ma se è così sappi che lo
farò senza alcun problema. Non
puoi andare da Betty e farla sentire in colpa perché
è leale con la sua
famiglia, ed è ancora innamorata di suo marito che poi sarei
io, tuo fratello,
tra l’altro. Che hai in quella testa?”
Camila molto
turbata. “Mi rendo conto di avere
esagerato” mi dice. “Sono venuta per scusarmi
infatti, per le parole che ti ho
rivolto. Scusami”
“Delle tue
scuse non me ne faccio niente. Mi hai offeso e ferito, e io non lo
meritavo.
Sono sempre stata tua amica” le dico.
“Forse” dice
lei “se tutti smetteste di attaccarmi, di dirmi che sto
sbagliando, se qualcuno
si mettesse dalla mia parte, le cose sarebbero diverse. Invece, tu che
sei mio
fratello, ti schieri con mio marito!” lo accusa lei.
“Io non mi
schiero con nessuno” controbatte Armando. “In
questa storia, ti ricordo, tu ti
sei buttata a capofitto in una relazione clandestina con il mio
migliore amico
che era a sua volta quasi impegnato con un’altra. Hai tradito
tuo marito e io
mi sono ritrovato ad dover ospitare tuo figlio, il quale è
davvero furioso con
te.”
“Mi dispiace
se mio figlio ti è inopportuno … lo
convincerò a tornare a casa” gli dice
Camila.
“Non dire
scemenze Camila. Dodo non è affatto inopportuno.
È un ragazzo straordinario. La
porta di casa mia è sempre aperta per lui, per Isa, per
Juan. Sono i miei
nipoti. Ti sto solo dicendo che IO devo mettere una pezza al rapporto
che c’è
tra TE e TUO FIGLIO. Ti odia Camila. Come ti ho già detto
gli hai rovinato la
vita.”
“Non riesco
a credere che questa donna” dice Camila indicandomi
“ti abbia cambiato fino a
questo punto! Armando Mendoza che da lezioni di fedeltà
coniugale non si può
sentire. Hai dimenticato tutto quello che sei stato capace di
combinare?”
Si rivolge a
me.
“E tu Betty?
La Santa Betty … Non hai forse baciato Daniele Valencia,
quasi rovinando il tuo
matrimonio. Avresti
dovuto farlo. Almeno
adesso staresti con l’uomo che vuoi davvero!”
“Io sto con l’uomo
con cui voglio stare! Mio marito e ti pregherei di non intrometterti
più nella
mia vita privata” le dico.
“E tu non
intrometterti più nella mia. Da oggi parleremo solo di
lavoro!” mi dice. Prende
la sua borsa e va via.
Quando
restiamo solo io e Armando, lui mi stringe forte tra le sue braccia. Io
ricambio il suo abbraccio. Se potessi vorrei trascorrere tutta la
giornata
così.
“C’è
chiaramente qualcosa che non va in Camila” dico io
“e dovremmo scoprire cosa!
Non si è mai comportata così!”
“Le persone
cambiano Mostro” mi dice lui. Te l’ho
già detto. È una che si stufa subito. Secondo me
è riuscita
a restare sposata con Alberto per tutto questo tempo perché
sapeva che nostri
genitori disapprovavano.”
“Non lo so
Armando. Non mi sembra possibile che tua
sorella, improvvisamente possa passare dall’essere innamorata
di Alberto ad
odiarlo. In due mesi. Dobbiamo essere discreti, ma dobbiamo
capire se c'è qualcosa sotto a parte la storia della
ritrovata libertà.”
“Ti ripeto
che secondo me non c’è niente sotto. È
proprio lei fatta così! Non so da chi
abbia preso!” mi dice lui.
“Il
carattere folle intendi? Avrei qualche idea al riguardo” gli
dico
sorridendogli.
“Mostro,
purtroppo devo andare a lavorare, altrimenti ti avrei fatto vedere
quanto io
sia suscettibile!” mi dice baciandomi.
Di solito lo
lascio andare velocemente. Ma questa mattina ho voglia di baciarlo.
Sarà stata
Camila penso a provocarmi. Lui pare apprezzare il mio atteggiamento.
Però poi
ad un certo punto smette e mi dice “Devo andare al lavoro
Betty … ci vediamo
dopo!”
Lo guardo
uscire. Obiettivamente Armando è quel tipo d’uomo
che invecchiando migliora. Di
certo non è vecchio, ma il suo fascino aumenta sempre di
più, ed io, sono la
donna più fortunata del mondo ad essere al suo fianco. Non
so se senza di lui
avrei avuto il coraggio o la forza per essere davvero me stessa.
L’unica cosa
che so è che non sto con lui per paura che
nessun’altro mi voglia. Sto con lui
perché IO voglio lui e solo lui. E forse avremo un altro
bambino. Con questa
consapevolezza vado a prepararmi per andare al lavoro anche io.
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Capitolo 6 *** Alberto ***
La
mia vita è iniziata per sbaglio e tutti gli avvenimenti
più importanti sono avvenuti per sbaglio. Sono nato
per sbaglio, infatti,
i miei genitori non avevano programmato di avermi, sono capitato, sono
l’ultimo
di tre fratelli, tutti maschi. Per sbaglio ho incontrato Camila,
perché quel
giorno al Club non avrei dovuto lavorare, ma poi un mio collega mi
chiese di
sostituirlo e sempre per sbaglio ho scoperto che mia moglie mi tradisce
col
migliore amico di mio cognato, in casa del quale sto vivendo.
Insomma, sembrerebbe che niente di quello che avevo
programmato nella mia vita possa realizzarsi, anche se a dire il vero
alcune
cose le ho fatte, le ho portate a compimento.
In effetti, il fatto di essere nato per sbaglio, ha
reso la mia vita, un percorso di correzione all’errore. Non
che i miei genitori
non mi avessero voluto, però quando sono nato, la loro
attività di ristoratori
aveva appena iniziato ad ingranare, mia madre aveva già due
figli ed occuparsi
di me non era facile.
Quindi io già dalla mia prima infanzia ho imparato a
dare meno disturbo possibile.
A quindici anni, lavoravo nel ristorante dei miei come
cameriere, a venti ero un cuoco provetto. Ma siccome, io ero nato per
sbaglio,
il ristorante non sarebbe stata la mia eredità, i miei
genitori avevano già
deciso che sarebbe rimasto ai miei fratelli e non a me,
perché avevo
manifestato delle idee di innovazione che non erano a loro molto
gradite.
Io volevo studiare, ma le nostre finanze non me lo
permettevano. Così ho preso la decisione di andare a
lavorare in città nella
speranza di racimolare il denaro necessario.
Quando sono arrivato in città, non è stato per
niente
facile, neanche trovare un lavoro. Io sapevo o cucinare o fare il
cameriere, ma
nessuno proprietario mi voleva in cucina perché con la mia
bellezza distraevo
il personale. Finalmente dopo tanto cercare ho trovato lavoro al Club,
dove
invece con la mia bellezza compiacevo le clienti più
esigenti, anche se non ho
mi voluto andare oltre il mio lavoro, anche se le avances che ricevevo
non
erano poche. Stavo per poter iscrivermi
all’università, pur avendo ventinove
anni suonati e per sbaglio ho incontrato Camila. La donna della mia
vita, ho
sempre creduto.
All’inizio della nostra storia, io sapevo benissimo
chi fosse lei e capivo, che fosse capitata per sbaglio nella mia vita,
perché in
fin dei conti, lei era la principessa della città. Una delle
donne più ambite e
fidanzata con Daniele Valencia, il miglior rampollo che ci fosse in
circolazione.
Io, non avevo nulla da offrirle, quindi a parte la
grande attrazione che c’era tra noi, che sapevo sarebbe
sfumata prima o poi,
cosa poteva legarci? Sapevo che dovevo farmi da parte, ritornare nel
mio solito
angolino, quello in cui non davo fastidio e non creavo problemi a
nessuno. C’era
un però… Camila non era del mio stesso avviso.
Non saprei dire se all’inizio
tra di noi fosse amore o puntiglio, però con lei mi sentivo
come mai ero stato
nella mia vita. In quel momento lei rendeva possibile qualsiasi cosa
volessi
fare. Non mi scoraggiava mai, non ero mai uno sbaglio con lei.
Ed io mi sentivo la persona che volevo essere.
Dinamica, attiva, che non aveva paura di
affrontare i suoi più profondi desideri. Se non ci fosse
stata Camila, forse
non avrei realizzato nemmeno la metà delle cose che ho
realizzato.
Quando la sua famiglia ci ha ostacolati e mandati in
esilio, io ero pronto a farmi da parte, ma lei è stata
chiara nel dirmi che non
sarebbe mai tornata con Daniele Valencia. Ricordo ancora le sue parole.
“Se tu non mi vuoi, dillo chiaramente, non dare la
colpa al mio fidanzamento con Daniele Valencia.”
Era la prima volta nella mia vita che qualcuno mi
diceva di volermi, per scelta, tra i piedi. Io, mi sono innamorato
praticamente
subito della sua vitalità, della sua forza trascinante, del
suo entusiasmo per
la vita.
Quando siamo arrivati in Svizzera avevamo l’acqua alla
gola. Eravamo squattrinati. E’ vero che lei lavorava per la
sua azienda,
potendo sfruttare i suoi studi in management, ma io non volevo essere
un peso e
volevo iscrivermi all’università. Abbiamo passato
cinque anni di ordinaria
follia. Ci siamo sposati, io mi sono laureato, ho aperto una
società, abbiamo
avuto due figli e tutto questo perché io non volevo che lei
pensasse di aver
sposato lo sfigato di turno. L’avevo già tolta dal
suo stile di vita di
benessere totale. Non volevo che pensasse che potevo garantirle solo
l’indigenza
e poi avevo i miei sogni da realizzare.
Ho dato per scontato che lei mi amasse. Sono certo che
lei mi amasse, perché non saremmo mai riusciti a stare
insieme se non fosse
stato così per tutto questo tempo,ma ho sempre avuto il
sospetto di non essere
davvero il suo uomo ideale. Io sono sempre stato molto ligio al dovere.
Tutto
casa e lavoro. Quando capitava di uscire, succedeva perché
lei lo voleva, non
io. A me bastava stare a casa con la mia famiglia. Allora lei, per
convincermi,
diceva sempre “Senti, io ho un marito strafigo e
intelligentissimo, fammi
vantare un po’ con le mie amiche ti pare??”
Io, non ho mai fatto caso alla mia bellezza. Camila
diceva che avrei potuto lavorare come modello, faticando la
metà e guadagnando
il doppio ma io non mi sono mai visto in quei panni.
E in quanto alla bellezza anche lei non era da meno.
Strepitosa con quei capelli castano chiaro e i suoi occhi nocciola,
ereditati
dalla madre. Mi faceva perdere la testa. Lei è sempre stata
per me l’amore
della mia vita. Per questo adesso non la riconosco più. Non
so più chi ho
sposato. Forse sempre quella ragazza un po’ folle che ho
conosciuto, ma quella
ragazza lì era incapace di fare del male consapevolmente.
Mi ha tradito per farmi del male, per farmi un
dispetto, per una supposta telefonata in cui io parlavo di un ipotetico
tradimento per il quale volevo lasciarla. Ma io stavo parlando con il
mio avvocato
della mia uscita dalla stessa società che ho fondato,
perché avrei dovuto
vivere in Svizzera per gestirla, mentre lei era voluta tornare in
Colombia con
tutta la famiglia e io non me la sono sentita di dirle di no. In fondo,
lei ha
pagato l’aver scelto me, con l’esilio, io
l’ho assecondata volentieri con la
sua idea di tornare perché in Colombia
c’è anche la mia famiglia. Anche se ci
sono capitato per sbaglio, sono la mia famiglia. Affettivamente
parlando, non
mi hanno mai abbandonato.
Il giorno in cui ho scoperto il tradimento, sono
entrato con mio figlio Dodo nel suo ufficio e l’abbiamo
trovata con i vestiti
in disordine, praticamente mezza nuda, sdraiata sulla scrivania con
Mario
Calderon! Non ci ho visto più e l’ho preso a
pugni. Mi hanno fermato, perché l’avrei
ammazzato a suon di pugni, e dire che io non sono mai stato aggressivo!
La cosa che mi ha fatto più male, è stato non
aver
impedito a mio figlio di entrare per primo. Probabilmente
resterà scioccato a
vita. Avrei dovuto proteggerlo ma, già, non avrei mai
pensato che sua madre
potesse essere impegnata in giochi sessuali acrobatici con un uomo che
non ero
io.
Ho accompagnato subito mio figlio a casa di Armando,
sapevo che lui non c’era ma non potevo tollerare che mio
figlio vedesse me e
Camila litigare. In effetti dopo tra di noi, c’è
stata una lite furiosa, direi
furibonda, in cui le mi diceva che sapeva del mio tradimento, anche se
io non l’ho
mai tradita, perché la amo.
Dopo, sono tornato da mio figlio, che ancora oggi a
distanza di due mesi non vuole parlare con sua madre e per questo vive
dai suoi
zii, tra l’altro adesso ci abito anche io.
Ciò che mi fa più male, è stato ed
è, vedere negli
occhi di mio figlio il disprezzo, o la pena, non so, che sembra provare
nei
miei confronti per essere stato quello che si è fatto
tradire.
So che lui è troppo giovane per capire, ma vorrei
gridargli che anche io provo i suoi stessi sentimenti nei confronti di
me stesso
e NON SO quando sua madre ha iniziato ad allontanarsi da me. Non
capisco cosa
ho fatto per provocare questo terremoto. Non so se invece dipende da
qualcosa
che non ho fatto.
Ripenso alla
nostra ultima furiosa litigata, quella in seguito a cui me ne sono
andato di
casa. Devo dire che in questi due mesi non ero andato via,
perché volevo
provare a dare la possibilità a Camila di capire che la sua
storia con Calderon
fosse un fuoco di paglia, qualcosa che non aveva nessuna importanza. Mi
sono
illuso che comportandomi così lei sarebbe tornata da me,
perché avrebbe capito
di amare me, ma non è stato affatto così.
Durante il
nostro ultimo litigio, in buona sostanza lei mi ha detto che non vuole
più
stare con me, perché io sono un morto vivo, è
stanca di trascinarmi dove io
voglio andare, sarebbe stata felice se l’avessi tradita,
perché almeno avrebbe
significato che avevo fatto qualcosa di vitale. A questa affermazione
ho capito
che lei non mi amava più. Non so, a questo punto se lei mi
abbia mai amato. Se
la nostra famiglia abbia contato qualcosa per lei, o se invece io non
fossi
stato solo la ripicca, che lei ha voluto fare nei confronti dei suoi
genitori e
di cui ora si è stufata. Insomma non so se per
l’ennesima volta, io sia lo
sbaglio nella vita di qualcuno.
***
Sto
da Betty
e Armando da ormai due settimane. Mi piace stare con loro e sono felice
che
siano gli zii dei miei figli. Sono una famiglia felice e praticamente
perfetta.
Anche se l’anno scorso sono stati anche loro
sull’orlo del divorzio, perché si
sono separati, hanno trovato dentro la loro coppia e il grande amore
che li
lega, la forza per superare tutti i loro con problemi. Non senza grandi
difficoltà.
Ne sono stato testimone diretto. Hanno tre figli e la più
piccola, Aurora ha poco
più di un anno. E’ davvero un amore. Mi ricordo
quando nostro figlio Juan era
appena nato, penso che l’ultimo momento di
felicità pura che io e Camila
abbiamo provato assieme sia stato quello.
Adesso, io
vivo momentaneamente qui, ma presto mi troverò una casa dove
abitare. Non so se
mio figlio Dodo vorrà stare con me, oppure vorrà
restare qui. Di sicuro non
vorrà stare con Camila. Ho provato tate volte a dirgli che
deve parlare con sua
madre ma lui ha ereditato l’ostinazione dei Mendoza e non
vuole parlarle.
Una cosa
positiva è che, Abi, Abigail Bennet, il mio avvocato, la
donna con la quale
Camila pensava la tradissi mi ha detto che quantificando la mia uscita
dalla
mia stessa società, considerando gli enormi investimenti
fatti in questi anni
con rande successo, in cambio del mio trentacinque percento di quote,
uscendo
da tutte le partecipazioni, avrò in termini di denaro venti
milioni di dollari!
Non avrei
mai pensato di avere tutto questo denaro un giorno in banca. Mi sembra
un’autentica
follia. In poche parole mi ritrovo ad essere, adesso, più
ricco di Armando
Mendoza!! Dovrò decidere cosa fare con questa montagna di
denaro, che non
basterebbe una vita per spenderlo tutto. Forse mi converrebbe parlarne
con
Nicolas Mora.
Sono le otto
di sera, io sono già a casa da oggi pomeriggio, non sono
affatto uscito. Betty
sta entrando in casa quando le suona il cellulare.
“Cosa???”
urla. “E in quale ospedale è? Come sta?”
Io mi
allarmo subito. Quando chiude il telefono mi dice che Armando ha avuto
un incidente
con la macchina e che adesso è in ospedale. Mi offro di
andare con lei, tanto c’è
Gina con i ragazzi.
“Betty,
sai da sola che non saresti nelle
condizioni di guidare! Vengo con te così facciamo
prima!”
Betty prende
un cambio per Armando. “Al telefono mi hanno detto che ha un
leggero trauma
cranico e un braccio rotto, per fortuna una frattura composta. Per
capirci
qualcosa di più devo andare in ospedale” mi dice.
In un
battibaleno siamo arrivati al Pronto Soccorso. Betty è in
stato confusionale,
ma io le faccio coraggio e le dico di stare tranquilla. Per fortuna
troviamo
subito Armando, in un open space della sala di prima assistenza.
“Armando”
gli dice Betty “come stai?”
Lui è
piuttosto dolorante ma reagisce bene. “Mi … sono
venuti addosso…. Un ragazzo…
mi ha soccorso…”
Ha un taglio sul sopracciglio destro.
Parliamo con
il medico che ci dice che Armando è stato molto fortunato.
Ha un leggero trauma
cranico ma la tac non ha evidenziato traumi cerebrali, e un braccio
rotto. Il
medico ci dice che lo terranno sotto controllo tutta la notte e che se
non ci
saranno peggioramenti significativi, e non se ne aspettano, domani o al
massimo
due giorni dopo potrà andare a casa.
Betty, più
rassicurata tira un sospiro di sollievo. Ci viene incontro un ragazzo.
“Piacere
signora Mendoza, sono il ragazzo che ha investito suo marito”
dice a Betty.
“Come può
pensare che sia un piacere per me conoscere il ragazzo che tra poco mi
lasciava
vedova!!”gli risponde lei.
“Lo so”
ribatte il ragazzo “ma l’ho soccorso e mi sono
anche terrorizzato. Passerò un
casino per questo incidente. Mi chiamo Jeremy Sanders, voglio che
sappia che
sono un bravo ragazzo, non l’ho fatto apposta. Ero solo un
po’ alterato e avevo
leggermente bevuto perché avevo litigato con la mia
ragazza” aggiunge.
“Non mi
interessa niente dei suoi problemi, signor Sanders. Mio marito ha tre
figli, la
più piccola di un anno appena che stasera hanno rischiato di
restare senza
padre!” urla Betty.
“Senti
Jeremy” intervengo io “non è il caso di
parlare con Betty stasera, magari
domani. È molto scossa, puoi biasimarla?”
“No, ha
ragione signor…”” dice il giovane.
“Alberto
Montero … sono il cognato di Armando Mendoza.” Gli
lascio un mio biglietto da
visita. “Ci contatti domani” gli dico. “E
grazie per non essere scappato”.
Finalmente
portano Armando in una stanza, Betty non vuole assolutamente lasciarlo,
ma il
medico è categorico. Non potrà passare la notte
con lui che deve stare ad
assoluto riposo. Per me, non è facile convincerla a tornare
a casa per poi
ritornare in ospedale domani mattina presto, ma ci riesco. Anche
Armando le
dice di pensare ai bambini, ma Betty fa fatica a lasciarlo. Penso che
non
potrebbe mai vivere senza di lui.
Quando
siamo
all’uscita dell’ospedale, Betty nota una donna
ferma davanti una macchinetta
che piange disperata. Mi fa cenno di fermarmi. Le sembra di conoscerla.
Ed in
effetti la conosco anche io. È Marcela Valencia.
“Marcela” la
chiama piano Betty, quasi a volersi assicurare che sia lei
“cosa ci fa qui?”
Marcela, improvvisamente
scoppia a piangere ancora più forte abbracciando Betty.
“Forse…. Mio
figlio” dice singhiozzando lei “forse …
Julian … ha la meningite.”
“Oddio mi
dispiace tantissimo” le dice Betty.
So molto
poco dei rapporti intercorsi tra di loro. Ma da quello che mi ha sempre
detto
Camila, Marcela era veramente innamorata di Armando, al punto di
lasciarlo a
Betty, perché lui non la amava.
Betty mi
chiede se per me è un problema stare lì altri
dieci minuti per cercare di far
calmare Marcela.
“Marcela” le
dico “ si ricorda di mio cognato Alberto, il marito di
Camila” le dice
indicandomi.
“Certo, l’ho
visto poche volte, ma mi ricordo benissimo di lui” le
risponde lei.
“Noi siamo
qui perché Armando ha avuto un incidente con la macchina e
lo tengono in
osservazione per un giorno o due, per fortuna niente di grave, ma ha un
braccio
rotto.”
“Povera
Betty, non la invidio affatto, Armando con un braccio rotto
sarà più
intrattabile del solito” le dice Marcela.
“Ci dica del
suo bambino” intervengo io. “Sa sono padre e
preoccuparmi mi viene naturale!”
“Il mio
bambino ha una strana infezione e i medici temono si tratti di
meningite. Alla
sua età non è inusuale.”
“Ma non lo
sa con certezza no?” le chiede Betty. Penso che morirebbe se
dovesse succedere
qualcosa ad Aurora.
“No, stanno
ancora facendo gli esami! Un bambino così piccolo! Mio
figlio ha solo
diciassette mesi! Adesso lo tengono in isolamento, non me lo fanno
neanche
vedere, ma io non posso lasciarlo qui.”
“Certo che
no” dico io. “Mi scusi ma non
c’è nessuno che può stare con lei? Il
padre del
bambino?”
“Il padre
del bambino è a Los Angeles. Io sono tornata a
Bogotà da due mesi, ma non l’ho
detto praticamente a nessuno. Solo mio fratello Daniele lo sa, ma lui
vive in
Germania adesso” dice guardando Betty negli occhi. Oddio la
storia di Daniele
la conosco pure io.
“Senta
Marcela, non è il caso che resti qui sola. Vada a casa,
tanto per suo figlio in
questo momento non può fare niente” le dice Betty.
“Ma io non
posso lasciarlo solo” le risponde lei.
“Ma se non
glielo fanno vedere, non ha senso stare qui” le dice
dolcemente Betty. “Si
sfinisce e basta. Adesso facciamo così,
andiamo tutti a casa e domani mattina presto torniamo tutti qui. Sono
certa che
riceveremo tutti buone notizie” aggiunge cercando di farsi e
di farle coraggio.
“Devo chiamare
un taxi” dice Marcela.
“Neanche per
idea!” intervengo io. “Betty per te non
è un problema se accompagniamo Marcela
a casa sua vero?” le chiedo io.
“Assolutamente
no” mi risponde Betty.
“Grazie” ci
dice Marcela “siete davvero molto gentili.”
Qualcosa mi
colpisce di questa donna, forse il suo sguardo sconfitto, la sua
profonda
solitudine. Sento che qualcosa la accomuna a me, ma non so ancora cosa.
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Capitolo 7 *** Cami e Dodo ***
Entro
nella
stanza di mio cugino come ormai faccio quasi tutti i giorni per provare
a
convincerlo a parlare con mia zia ma non riesco a farcela. Abbiamo
appena
finito di cenare e suo padre è appena andato via.
“Cami se sei
entrata per provare a convincermi, puoi pure tornare nella tua
stanza!”mi dice
Dodo.
A me, non da
mai retta nessuno perché tutti pensano che io sia piccola e
che non capisca le
cose. Però che Dodo abbia litigato con sua madre,
perché l’ha trovata con un
altro uomo, lo capisco pure io. E capisco anche perché mia
zia chiami tre volte
al giorno da ormai due mesi, chiedendo sempre di parlare con lui.
Isabel,
vorrebbe che suo fratello tornasse a vivere a casa con loro. Lui
invece, vuole
stare qui con noi e adesso anche mio zio Alberto vive a casa nostra.
“Ma perché
non vuoi provare a parlarle? Devi dirle magari solo ciao, sto
bene” gli dico.
“Cami, tu e
Isabel, non capite niente. Siete troppo piccole per capire che
è una
traditrice” mi dice.
“Io capisco
solo che è tua madre, comunque … qualsiasi cosa
abbia fatto! E tua sorella non
ha colpa e vuole che torni a casa.”
“Non capisci
che mia madre ha fatto sesso con un altro uomo? Ha tradito la nostra
famiglia!
Voi non sapete cosa significa, siete troppo piccole per capire.
Lasciami solo
Cami!” mi ripete.
Sono arcistufa
di essere considerata piccola per capire qualsiasi cosa. Io non sono
piccola e
non sopporto che nessuno parli con me. Come una furia mi dirigo nella
camera di
mia madre, almeno lei mi spiegherà quello che non capisco.
Busso. E ci
trovo mio padre.
“Ciao
scricciolo” mi dice.
“Dov’è la
mamma? Voglio parlare con lei” gli rispondo piuttosto
aggressiva.
“E’ successo
qualcosa?” mi domanda papà.
“No. Voglio
solo parlare con la mamma” gli dico io.
“Arrivo
amore” mi grida dal bagno lei.
“E’ successo
qualcosa Cami?” mi richiede mio padre.
“Armando!
Cosa deve essere successo? Vuole parlare con me, non con te”
gli dice lei
arrivando.
“Almeno
posso mettermi il pigiama prima di lasciarvi parlare?” ci
chiede papà
sollevando le braccia e le spalle come a dire che ha capito di essere
di
troppo.
“Vai a
prendere Aurora nella sua stanza, così tuo padre le fa bere
il latte e la fa
addormentare” mi dice la mamma.
Io vado a
prendere la mia sorellina e la porto dai miei. La dò in
braccio a mio padre che
subito la fa giocare in aria. Poi mi guarda serio e mi dice
“E comunque davo il
latte anche a te, e tu ti addormentavi solo dopo che ti avevo
raccontato almeno
tre storie e solo con me” e va via.
“Amore cosa
succede?” mi chiede mia madre.
“Ho litigato
con Dodo. Oggi la zia Camila ha telefonato di nuovo e mi ha chiesto di
provare
a convincerlo a parlarle, ma lui non vuole” le dico.
“Sai bene
cosa penso al riguardo! Tua zia mi sentirà
domani!” mi risponde.
“Mamma,
perché tutti volete tenermi fuori da questa storia? Io non
sono piccola come
pensate voi. Ho capito benissimo che la zia ha sbagliato
perché ha un altro
uomo!”
“Si. Ma è
più complicato di così. E per me non è
facile spiegarti cosa è successo!” mi
dice lei.
“Dodo non fa
che dire che né io, né Isabel possiamo capire
cosa significhi il fatto che sua
madre abbia fatto sesso con un altro uomo perché siamo
troppo piccole! Ma io so
cosa significa. So come nascono i bambini! L’abbiamo studiato
nell’ora di
scienze a scuola!”
‘Da quando
mia figlia sa cosa significa fare sesso?’ si sta chiedendo
Betty sconvolta.
‘Devo parlare con Dodo mi sa!’
“Tesoro …”
inizia lei ma io la interrompo.
“Mamma, tu
hai mai tradito papà? E’ per questo che litigavate
l’anno scorso e vi siete
quasi lasciati?” le chiedo.
‘Cielo che
domande!!’ pensa Betty.
Mia mamma si
siede con le gambe incrociate sul suo letto e mi invita a fare
altrettanto.
“Cami,
giusto perché tu sia tranquilla al riguardo,io non ho mai
tradito tuo padre. Né
tuo padre ha mai tradito me. L’anno scorso ci siamo quasi
lasciati perché non
vedevamo più alcune cose nello stesso modo. Ma poi per
fortuna ce l’abbiamo
fatta a fare pace.”
“E perché lo
zio e la zia non ci riescono?” le chiedo.
“Perché gli
adulti sono stupidi, molto spesso. Poco fa hai detto che sai cosa
significa
fare sesso perché l’hai studiato a scienze, ma
vedi è più complicato di
così.”
“Cioè?”
‘Non posso
credere di stare facendo questo discorso con mia figlia! Grazie
Camila!’ sta
pensando Betty nel frattempo.
“Hai
presente quando si dice durante un matrimonio che gli sposi diventano
una cosa
sola?” mi chiede.
Annuisco con
la testa.
“Bene.
Diciamo che ci sono due modi di essere una cosa sola. Uno è
fisico e uno …
spirituale. Quando due persone decidono di ‘fare
sesso’ almeno in teoria
dovrebbero conoscersi, amarsi e donarsi l’uno
all’altra spiritualmente
soprattutto. Insomma perché i due si amano.
L’espressione corretta dovrebbe
essere fare l’amore. Cioè due persone CHE SI AMANO
decidono di unire anche i
loro corpi, perché le loro anime sono già unite.
Hai capito?”
“Si.”
“Il fatto
Cami è che gli adulti sono stupidi e i sentimenti molto
complicati. Molto
spesso, la maggior parte della gente usa il sesso come un mezzo per
fare del male
alla persona che ha accanto. Perché in teoria, due persone
che stanno assieme
non dovrebbero avere altri fidanzati o fidanzate. Ma non è
sempre così. Se tu
vuoi fare male alla persona che hai a fianco, perché magari
sei arrabbiata con
lei, stupidamente avere un rapporto sessuale con un altro partner
è la prima
cosa che ti viene in mente. Ma è sbagliato!”
“E tu l’hai
mai fatto?” le chiedo.
“No. E
nemmeno tuo padre.”
‘Non è vero
ma mica posso dirglielo. Però almeno non l'ha fatto con
me!’ sta pensando Betty.
“Vedi,
quando l’anno scorso ci siamo separati per breve tempo, non
riuscivamo nemmeno
a pensare di poter stare con altre persone che non fossimo noi.
Perché noi ci
amiamo. Diciamo che siamo una sola cosa soprattutto spiritualmente.
Noi, non
sappiamo stare lontani perché ci amiamo! A volte litighiamo,
ma non vogliamo
separarci”mi dice mia mamma.
“E la zia
invece? Non ama più lo zio e vuole fargli male in quel
modo?”
“Cami, gli
adulti sbagliano. Tutte le persone sbagliano. Anche la zia. Secondo me,
adesso
non si ricorda che lei, lo ama lo zio. È confusa e ha fatto
questa cosa perché
voleva fargli male.”
“Ok. Ma
allora si lasceranno?” le chiedo.
“Non lo so.
Non te lo so dire. Immagino che per Dodo non è facile aver
visto sua madre con
un altro uomo. Ma sono sicura che lei gli voglia bene più
della sua vita,
perché è suo figlio!”
“Mamma, cosa
significa amare?” le chiedo.
“Significa
che tu vuoi il bene della persona che hai a fianco più di
quello che vorresti
per te stessa. Io per esempio ti amo tantissimo. Vorrei darti tutto il
bene, le
cose buone di questo mondo e non farti succedere mai niente di brutto.
E allo
stesso modo amo Roberto, Aurora e papà. E i miei genitori e
Nicolas, e tutti
gli altri. Ma le persone che amo di più in assoluto siete
voi e vostro padre.”
“Mamma ma tu
non puoi fare niente per far fare pace alla zia e allo zio?”
“Io ci ho
provato, ma non è facile. Non posso costringerli a tornare
insieme. E pare che
la zia abbia iniziato una storia con lo zio Mario. Non voglio dirti
bugie
tesoro. È una situazione difficile.”
“Perché
ormai lo zio e la zia non stanno più assieme né
fisicamente né spiritualmente
vuoi dire? Cioè non si amano più?”
“Temo che
sia così, scricciolo!”mi risponde.
“Ok. Ho
capito” le dico e mi alzo per andare nella mia camera.
“Mamma” la
chiamo mentre sono sulla porta “Stai tranquilla, a me non
interessa il sesso,
preferisco la ginnastica artistica per ora” e vado via.
Arrivo nella
mia stanza.
Penso che
non potrò fare niente per aiutare mia zia. Dodo non vuole
parlarle. Io sono
fortunata perché mia mamma e mio padre sono ancora insieme.
***
Armando
e Betty
Torno
nella
mia stanza non appena vedo che Cami è andata in camera sua.
Entrando trovo
Betty sdraiata sul letto con una mano sulla fronte.
“Cosa è
successo?” le chiedo.
“Non sei
stato dietro la porta ad origliare?” mi chiede rivolgendosi
verso di me.
“No, lo
giuro! Sono stato con Aurora. Quando si è addormentata
l’ho guardata dormire”
dico mentre accendo il ricevitore per sentire la mia ultimogenita, nel
caso in
cui dovesse svegliarsi.
“Succede che
nostra figlia sta diventando grande e spiegarle le cose è
diventato
inevitabile!” mi dice.
“E cosa
significa questo?”
“Ha voluto
sapere cosa significa ‘tradire facendo sesso con un altro
come fa Camila’” mi
risponde Betty.
“Coooosaaaaa?”
urlo quasi io.
“Calmati
Armando. È stato Dodo a dirle che lei e Isa non avrebbero
mai potuto capire e
lei è venuta a chiedere lumi. È una bambina
piuttosto intelligente. Tua sorella
le ha chiesto di intercedere per lei presso Dodo, e lei innocentemente
l’ha
fatto. Ma Dodo continua a rifiutarsi e in un momento di rabbia le ha
detto in
quel modo.”
“Non posso
crederci! Camila ha solo dodici anni. È troppo piccola per
capire queste cose!”
le dico sconvolto.
“E’ piccola,
ma nemmeno tanto! Sta crescendo. Pensa che mi ha chiesto quale
è stato il
motivo per il quale ci siamo separati lo scorso anno e se ti avevo mai
tradito
con un altro o se tu avevi tradito me!”
“Oh mio
dio!!” dico coricandomi.
“Abbiamo
sbagliato a non prevedere che questa situazione avrebbe avuto delle
ripercussioni su di noi e sui nostri figli. In particolare su di lei
che ha la
stessa età di Isabel e che passa molto tempo con
Dodo” mi dice appoggiando la
sua testa sul mio torace. “Domani parlo con tua sorella e le
chiedo di non
mettere più in mezzo nostra figlia” aggiunge.
“Invece io
domani parlo con Dodo. Voglio sapere cosa gli passa per la
testa” dico io.
“Comunque
Armando, stai tranquillo. Cami mi ha detto che a lei non interessa il
sesso,
preferisce la ginnastica artistica!” mi dice Betty per
tranquillizzarmi.
Associare la
mia bambina alla parola sesso mi viene piuttosto difficile. Mi alzo e
vado a
controllare cosa sta facendo nella sua stanza. Ma lei dorme beatamente.
È
serena. Qualsiasi cosa Betty le abbia detto, l’ha
tranquillizzata. Adesso sono
io che devo essere tranquillizzato.
***
Bussano alla mia camera. Io dico
di entrare e vedo
che i miei zii si affacciano sull’uscio.
“Dodo
possiamo parlarti?” mi chiede mio zio Armando.
Mannaggia!
Stamattina Cami mi ha detto che ha parlato con sua madre e ora ha tutto
molto
più chiaro. Sicuramente mi attende una bella ramanzina per
aver parlato di
sesso ad una dodicenne. Ma perché non mi lasciano in pace
lei e mia sorella?
Sarebbe tutto più facile.
“Certo,
entrate pure” dico stringendo i denti. “Non dovete
lavorare questo pomeriggio?”
chiedo.
“Abbiamo
preso un pomeriggio libero” mi dice mia zia Betty.
“Ho parlato
con Cami stamattina, se mi volete rimproverare per averle parlato di
sesso….”attacco io.
“No. Non è
solo questo” mi dice mio zio.
“Siamo
preoccupati per te Dodo” aggiunge Betty.
“E perché?
Sto bene. Qui con voi sto bene. Però se non mi volete
più qui …” dico
allarmato.
“Non dire
queste stupidaggini” mi dice Armando. “Tu sei mio
nipote, sei parte della mia
famiglia, hai il mio sangue nelle vene, sarai sempre il benvenuto
qui!”
“Vogliamo
sapere come stai veramente” mi dice lei.
“Zia, sto
bene davvero” le rispondo.
“Non mi
sembra” mi dice lei. “Con tua madre non parli e con
tuo padre … hai a stento
dei rapporti anche se vivete nella stessa casa.”
“Non riesco
a fare diversamente” dico.
“Dodo”
inizia Betty “immagino che tu ti senta profondamente tradito
e non ti fidi più
di nessuno ma sai anche tu che prima o poi dovrai parlare con tua madre
e tuo
padre”
“No, non
parlerò con mia madre. Mi fa schifo. Mi ha tradito e
deluso” dico. “Voi non
potete capire.”
“Invece ti
capiamo benissimo” mi dice mio zio. “Dodo gli
adulti sbagliano. Tutti sbagliamo
e capisco che è difficile considerare che possano farlo
anche i propri genitori
ma è così.”
“Non penso
che tu abbia trovato mai la nonna che scopava con un altro sulla
scrivania
dell’ufficio!” gli dico.
“Dodo, che modo
è di parlare!” mi rimprovera Betty.
“No” mi dice
mio zio “ma mia madre ha trovato altri modi di deludermi e di
farmi male!”
“La nonna?”
dico. “Non ci credo!”
“E invece
si. E per tanto tempo sono stato convinto che mio padre non avesse
stima di me.
Cosa che mi ha fatto combinare delle autentiche sciocchezze. Mio padre
mi ha
fatto male. Anche mia madre mi ha fatto male ma ho imparato ad
accettare le
loro debolezze, anche se li credevo infallibili.”
“Mia madre è
una stronza” gli dico io. “Non è mai
stata una madre come Betty. Sempre
anticonvenzionale.”
“Tua madre è
anticonvenzionale” dice mia zia “ma tu sei suo
figlio. Sono certa che ti vuole
bene più di quanto possa volerne a chiunque e che non
volesse mai e poi mai
ferirti.”
“Se non
voleva ferirmi non avrebbe dovuto farsi trovare con Mario, anzi non
avrebbe
dovuto avere una relazione con Mario! Assolutamente no!!” gli
dico.
“Dodo, tu
sai che gli adulti sono complicati …”inizia mio
zio.
“Zio, ti
ringrazio per l’ipotetica spiegazione che potresti darmi su
come sono gli
adulti … ma io vedo che mia madre e mio padre sono passati
dall’avere una vita
quasi normale al tradirsi. Sempre che mia madre non avesse un amante
anche in
Svizzera! E mio padre?? L’hai visto mio padre? A parte
l’aver preso Mario a
pugni, cosa ha fatto? È rimasto con lei, come un povero
cornuto. Io non lo
voglio un padre che non lotta per mia madre.” Mi agito.
“Non poteva essere come
te? L’avrei preferito! Sono certo che se fossi stato tu,
avresti combinato un
casino per non farti lasciare da lei … mentre lui no,
è rimasto a casa
impassibile. A fare come se niente fosse. Me l’ha detto Isa.
Fino a quando mia
madre l’ha cacciato di casa!”
“Dodo, le
dinamiche di una coppia … sono complesse. Anche noi abbiamo
avuto i nostri
problemi e anche noi probabilmente abbiamo ferito Cami, Roberto e
Aurora” mi
dice Betty.
“Si forse
si, zia” le dico. “Però adesso siete
assieme! Cami ha avuto paura che vi
lasciaste, me lo scriveva per mail, ma aveva fatto un patto con suo
padre per
non farlo andare via e mantenere unita la famiglia!”
“Cosa?”
chiede mia zia a mio zio. “Perché non ne so
niente?”
“Dopo ti
racconto” dice lui a lei.
“Io invece,
non solo ho visto mia madre con un altro, ho visto anche che mia madre
non ha
nessun interesse a ricostruire la mia famiglia e a mio padre non
interessa. Non
hanno nemmeno provato a riappacificarsi” dico io.
“Dodo, tu
sei molto sensibile” mi dice Betty “però
non è così facile. Alla tua età si
vedono le cose in maniera netta, ma non è così.
Non hai pensato che potrebbe
essere un periodo di transizione? In fondo pure noi ci siamo lasciati
per breve
tempo … e poi abbiamo fatto pace.”
“Dodo, noi
lo capiamo che tu vorresti la tua famiglia unita. Ma ci vuole tempo.
Vedrai che
le cose si aggiustano. Anche se tua madre e tuo padre hanno dei
problemi magari
li risolveranno col tempo!”
“No. Io penso
che non si rimetteranno mai insieme e non riesco ad
accettarlo” dico. “Mia
madre che è … mia madre, mi ha
tradito!” dico in un tono angosciato. Prossimo
alle lacrime. “Ha tradito me, mio padre e i miei fratelli e
io non la perdonerò
mai” aggiungo cercando di trattenermi.
“E’ meglio
se piangi, se ti sfoghi Dodo” mi dice mia zia venendo ad
abbracciarmi mentre io
non riesco a trattenermi più.
Anche mio
zio viene vicino a noi mi e mi stringe tra le sue braccia. Penso che
sono anni
che i miei genitori non mi abbracciano così e singhiozzo
ancora più forte. Mi
sentirò mai più sicuro?
***
Sono
passati
tre mesi da quando ho scoperto mia madre e Mario Calderon assieme. Da
un mese
mio padre vive qui con me, dai miei zii. Quindici giorni fa mio zio si
è rotto
un braccio e ha dovuto usare un tutore. Lo usa ancora. E’
stato davvero
intrattabile. Mia zia è una santa.
Mio padre
dice che dovremmo togliere il disturbo. Dice che dovremmo trovare una
casa dove
andare ad abitare, io e lui, se io voglio andare.
Io vorrei restare qui, anche se Cami è
insopportabile come mia sorella Isabel. Quando sono assieme sono
terribili, ma
mio cugino Roberto e Aurora sono carinissimi. Poi, i genitori di Betty
sono i
nonni che tutti vorrebbero. Il signor Hermes e il suo modo di parlare
mi fa
sempre ridere, mentre donna Giulia è una seconda Betty. Mi
tratta come un
nipote anche se non lo sono. Io voglio restare qui. Devo dirlo a mio
padre. Mi
piace stare qui. Se loro vogliono, io resto.
Ci stiamo
tutti preparando, perché oggi pomeriggio l’azienda
di mio zio, presenta sul
mercato un nuovo videogioco e siamo tutti invitati. Purtroppo
è invitata anche
mia madre. Io non vorrei vederla. Non le parlo da tre mesi, anche se
lei chiama
due volte al giorno ogni giorno chiedendo di parlarmi. Ma io mi
rifiuto. Almeno
ha smesso di usare Cami come tramite!
“Allora,
siamo tutti pronti?” chiede Betty. “Armando
è già alla New Tech. Voi bambini
venite con me, mentre Alberto viene con Marcela e Isabel con
Camila.”
Ecco la
novità che mi fa arrabbiare ancora di più. Mio
padre, invece di cercare di far
pace con mia madre, esce con questa qui che è la ex
fidanzata di mio zio. Si
sono rivisti in ospedale quando mio zio si è rotto il
braccio. Suo figlio era
ricoverato per un’infezione. Mia
madre,
invece di fare pace con mio padre, continua a vedersi con Mario
Calderon. Lo so
perché me lo riferisce Isabel. Che la spia quando
è al telefono. Anche noi
avremmo voluto fare un patto per cercare di sistemare le cose, ma qui non ci sono
proprio le
basi.
Arriviamo
alla New Tech, c’è un sacco di gente. Certo, io ho
visto in anteprima il
videogioco … sarà favoloso. Soprattutto nella sua
versione per tablet e
smartphone. Io già ce l’ho. Anche se mi sono
dovuto adeguare alla rigide regole
di Betty e posso usare il mio tablet solo dopo aver finito i compiti.
Mio padre
è stato d’accordo! Uffa! Ho quindici anni non tre!!
Mentre sono
con mia zia si avvicinano a me due persone.
“Ciao Amalia”
le dice mia zia Betty “ti
presento mio
nipote Dodo, in realtà il suo nome è Armando, ma
per non fare confusione lo
chiamiamo Dodo.”
“Piacere
signora” dico educatamente io. Poi alzo gli occhi e guardo la
ragazza più
giovane. È davvero .. bellissima!
“Piacere
Dodo, io sono Amalia, sono la moglie di Manuel Pereira. Lei invece
è mia nipote
Rocio. E’ la figlia di mia sorella. Si trasferiranno tra poco
in città. Lei si
è già iscritta a scuola, al primo anno di liceo e
quindi è già qui!”
“Bene!” dice
mia zia. “Si in effetti Armando mi aveva detto che Manuel
gliene aveva parlato.
Se non ricordo male sei iscritta nella stessa scuola di Dodo! Non vi
siete mai
visti?”
“No” dice
lei. In effetti non l’ho mai vista ma…è
bellissima. E io non so che dire.
Mi volto
verso l’ingresso e vedo che è arrivata mia madre
con Isabel. Subito dopo stanno
entrando mio padre e quella Marcela lì.
Vedo mia
madre sorpresa del loro arrivo. Si dirige verso di noi. Oddio non
voglio
parlarle! Ma lei non è interessata a me.
“Betty” dice
con un tono abbastanza infastidito. “Da quando mio marito
frequenta Marcela
Valencia?”
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Capitolo 8 *** Nicolas ***
La
sera prima del matrimonio di Nicolas e Luz
“Betty,
quante possibilità ci sono che non arrivi tuo marito qui in
preda ad una furia
terribile?”
Lei ride e
mi risponde “Non lo so Nicolas. Non lo so!”
“Non può
prendermi a pugni… domani mi sposo!”
Io e Betty
siamo da Le Noir. Questa è la mia ultima sera da scapolo e
questo sarebbe il
mio addio al celibato, ma io non ho voluto festeggiare con i ragazzi,
che pure
mi avevano organizzato una festa. Voglio trascorrerlo con Betty. Lei
è la mia
più cara e vecchia amica. Non posso immaginare di non
trascorrerlo con lei.
Anche perché a lei e solo a lei, posso dire come mi sento
per davvero, senza
aver paura di essere giudicato o di dovermi vergognare di quello che
provo. Non
devo fare lo spaccone.
Come sempre
nella mia vita, con la mia amica posso essere me stesso.
“Dovresti
preoccuparti anche di Luz, no?” mi dice. “Armando,
probabilmente sarà qui nei
dintorni, e starà cercando di non farsi vedere!”
“Luz ha
capito la mia richiesta. Mi sembrerebbe troppo strano se tu non ci
fossi nell’ultima
mia serata di libertà!”
“Nicolas!”
mi interrompe lei. “Ti sposi, non vai mica al patibolo. Io
sarò per sempre tua
amica. Questo non cambierà mai! Tu sei e sarai sempre lo zio
dei miei figli, e
il fratello che non ho mai avuto. Nemmeno questo
cambierà!”
“Infatti, è
per questo motivo che ho voluto trascorrere questa serata con te. Tu
sei l’unica
persona sulla quale ho potuto sempre contare! … Anche se
quando ti sei
innamorata di Armando Mendoza ho iniziato ad avere dei dubbi che il tuo
cervello funzionasse!” dico ridendo.
Betty
guarda
Nicolas e pensa che anche la sua vita sta per cambiare. Domani
perderà
definitivamente il diritto di contare più di chiunque nella
vita dell’amico.
Già adesso è così. Ma da domani
sarà per sempre così. Luz verrà sempre
prima di
lei.
Quando due
sono amici come lo siamo noi pensa Betty, dopo che per tutta la nostra
vita
abbiamo potuto contare l’uno sull’altro, qualsiasi
cambiamento risulta
difficile.
Nemmeno
Armando è riuscito ad inclinare il nostro rapporto. Anzi si
è rassegnato all’idea
che lui avesse un posto di primo piano nella mia vita. Non potrebbe
essere
altrimenti. Lo conosco da quando sono nata. Nicolas c’
è sempre stato per me. Mi
viene il magone.
“Nicolas”
gli dico “perché non mi hai detto che ci si sente
così?”
“Così come?”
mi chiede.
“Sento che
stasera devo dirti addio. Non mi ero mai resa conto di quanto le mie
esigenze
ti abbiano condizionato la vita. Da domani io non conterò
più nella tua vita.
Sarò solo la tua amica. Perché quando mi sono
sposata con Armando non mi hai
detto che si sta malissimo all’idea di dover finire in
secondo piano ?!”
“Betty, tu
non mi hai condizionato la vita come credi. Ho fatto le mie scelte. Il
fatto di
restare a lavorare con te non è dipeso solamente dalla
nostra amicizia, ma
anche perché siamo una forza, lavoriamo bene insieme. Il
lavoro mi piace, l’ambiente
mi piace! Penso che il massimo che potevo fare per te, in
realtà l’abbia già
fatto anni fa, quando mi sono fatto massacrare di botte da Armando!
Quando è
arrivato lui nella tua vita, le cose sono cambiate. Non mi è
costato farmi da
parte. Noi siamo amici, io volevo il tuo bene e comunque tu non mi hai
mai messo
in secondo piano!”
“Ma come
potrei farlo Nicolas?! Le uniche persone sulle quali ho sempre potuto
contare
nella mia vita siete tu e i miei genitori. Certo anche su Armando, ma
lui non
mi conosce bene come te..”
“E Luz non
mi conosce bene come te…” mi dice lui.
“Betty, non stiamo facendo il funerale
della nostra amicizia! Noi saremo per sempre amici e potremo contare
per sempre
l’uno sull’altro, anche se da domani
sarà tutto diverso!”
“Allora
propongo di brindare agli amici veri” gli dico.
Finito di
cenare da Le Noir, andiamo a casa di Betty, i suoi genitori ci stanno
aspettando. Mi hanno organizzato una specie di tour nella mia vita di
sempre,
che sto salutando per iniziarne una nuova con una donna che amo
tantissimo.
“Vi sembra
questa l’ora di tornare?” ci chiede il padre di
Betty.
“Papà,
abbiamo quarant’anni non dieci! Puoi stare tranquillo non ti
pare?”gli dice
Betty.
“Già quest’idea
di voi due in giro soli non mi piace e poi, tua madre ha preparato un
dolce per
Nicolas! Questo qui, ha mangiato come una pattumiera a casa mia per
anni e ora,
proprio quando mia moglie lo aspetta, per festeggiare la fine della sua
vita da
scapolo si fa aspettare!!”
“Hermes!” lo
rimprovera Giulia. “Non dire queste cattiverie! Venite
figlioli, vi ho preparato
un dolce!”
Entro nella
sala da pranzo della casa di Betty. Quanto tempo ho trascorso qui! Mi
sembra di
rivedere i momenti più importanti della mia vita. Anche se
stasera andrò a
dormire a casa di mia madre, questa è un po’ come
la mia seconda casa e loro
sono la mia seconda famiglia.
Poche
settimane fa, proprio qui, abbiamo organizzato una cena per far
conoscere Luz
ai Pinzon e a mia madre. L’imbarazzo di tutti si tagliava col
coltello. Ma don
Hermes è intervenuto con una battuta su quanto io mangi e
l’atmosfera si è
subito rilassata. Da domani Luz entrerà a fare parte della
mia famiglia.
Diventerà lei stessa la mia famiglia. Per fortuna non
è rimasta sconvolta dal
fatto che noi tutti fossimo una famiglia anticonvenzionale, provenendo
lei
stessa da una famiglia allargata.
Ho spesso
ripensato a quello che ha detto a casa di Betty. Lei entra nella mia
vita per
aggiungere qualcosa e non togliere niente.
Saliamo
nella camera di Betty. È rimasta tale e quale a come era
quando lei ci viveva.
Ogni tanto viene a dormirci Cami. Questa è
l’ultima tappa del mio tour. Qui ho
consolato tante volte Betty, per i suoi disastri amorosi. Qui abbiamo
deciso le
strategie per la Terramoda. Qui abbiamo studiato, ci siamo presi in
giro, fatti
forza l’uno con l’altro. Quanti sogni abbiamo fatto
da giovani. Quelli di Betty
sembrano essersi realizzati, i miei a metà.
Suona il
telefonino di Betty. Lei risponde.
“Armando!
Ciao! Eravamo preoccupati dal non sentirti. Io e Nicolas immaginavamo
che
saresti apparso a Le Noir! No … siamo a casa mia adesso, si
dei miei genitori.
Si se non facciamo troppo tardi torno a casa altrimenti resto qui! Si a
dopo!”
Betty chiude
la telefonata.
“Nicolas,
non diventare mai un marito geloso come Armando, va bene?!”
mi dice.
“Ma ha
ragione Betty. Non so se io come marito sarei in grado di sopportare il
migliore amico di mia moglie, nel modo in cui noi siamo
amici!”
“Lo sapeva
dall’inizio. E poi, ormai, non è davvero geloso di
te. Lo sa che sono sempre
stata innamorata di lui … è che sa che io penso
che tu sia il migliore uomo al
mondo..!”
“Ma non è
vero Betty! Non dire queste cose!” le dico. “Io
… io, sono terrorizzato”
confesso alla fine.
“E cosa
significa questo? Non vuoi più sposarti?” mi
chiede.
“No, non ho
detto questo. Voglio sposarmi. Io Luz la amo. Solo che non so se
sarò all’altezza
di essere un buon marito! Sono strano, lo sono sempre stato e non
è bastato il
tuo intervento per cambiarmi il look per farmi smettere di
esserlo!”le dico.
“Nicolas, tu
non sei strano, sei originale! Ed è una vera fortuna. Non
dobbiamo essere tutti
uguali! Guarda dove sei arrivato! Sei un manager di successo, un
economista di
successo, le tue teorie economiche vengono discusse in tutti gli
ambienti intellettuali,
sei un amico favoloso, uno zio fantastico … sarai un marito
strepitoso!” mi
dice.
“Grazie
Betty!” le dico. “Ma tu esageri … con le
donne sono un disastro!”
“Ti stai
riferendo a Patrizia Fernandez? Sai bene che lei voleva solo il tuo
denaro. Sei
ancora innamorato di lei? Quella donna si è approfittata
della tua bontà. Ti
prego non dirmi che ci pensi ancora!”
“Si a volte
ci penso, ma non come credi tu. Non sono innamorato di lei. Io amo Luz.
Solo
che quella storia, così come le mie infinite avventure con
tutte le donne che
ho avuto, mi hanno lasciato la sensazione che io sia troppo strano
perché una
donna mi resti a fianco! E se anche Luz alla fine dovesse stancarsi di
me?”
“Nicolas …
non sai quello che dici! Patrizia non era davvero innamorata di te.
E’ stata
subdola, voleva solo il tuo denaro e lo stesso quelle modelle. Luz
è diversa. È
indipendente, ha una carriera sua. Lei non bisogno del tuo denaro. Sta
con te perché
ti ama! Questo lo sai pure tu. Sarete felici assieme!E tu non sei
strano, solo perché
mangi sempre e hai senso dell’umorismo!”
Ecco che
suona il mio telefono. È lei.
“Luz ciao!
Si sono con Betty. No, sto per andare a casa. Tutto bene. La tua festa
com’è
stata? Ah, piena di omosessuali, certo organizzava Hugo..
ah… ah. Ok! A domani.”
“Povera Luz”
dice Betty “sarei dovuta andare alla festa con lei, ma il mio
migliore amico ha
richiesto la mia consulenza …”
“Ho paura
Betty” le dico.
“Non c’è
niente di cui avere paura! Respira e fai questo salto nel
vuoto” mi dice lei. “Vedrai
che sarà bellissimo.”
Il
matrimonio
Per
Luz una
chiesa valeva l’altra. E allora per accontentare mia madre,
abbiamo deciso di
sposarci nella chiesa del mio quartiere. Quella dove si è
sposata Betty. All’inizio
volevamo fare una cosa ristretta, ma poi non ho potuto fare a meno di
invitare
alcune persone che mi sono vicine nella mia vita lavorativa. Il mio
editore, alcuni
amici economisti.
Luz invece
ha invitato la sua famiglia e basta. È un matrimonio
colonizzato dai miei
invitati insomma. I miei testimoni sono Armando e Betty, i suoi Hugo e
Ines,
dal momento che da quando è venuta a vivere a
Bogotà le uniche persone che
frequenta con una certa assiduità sono loro! Avrebbe scelto
Betty, ma era fuori
discussione. Betty è la mia testimone.
Hugo, in
preda ad una assurda eccitazione per l’evento, le ha regalato
l’abito da sposa.
Disegnato da lui naturalmente. Così come il vestito da
damigella di Cami e di
paggetto di Roberto.
Io, invece,
con Armando, mi sono sottratto alle sue grinfie e il mio abito nuziale
l’ho
preso da Armani.
Forse Hugo
non mi parlerà più.
Vedo
arrivare Alberto Montero. Non ho potuto fare a meno di invitarlo
perché di
recente, mi ha chiesto di gestire una parte consistente del suo
patrimonio
investendola nella Terramoda. Ci sarà anche Camila,
perché io con lei ci
lavoro. Non potevo non invitarla.
Sono
agitato. Betty e Armando cercano di calmarmi ma non ci riescono.
“Calma,
Nicolas,calma” mi dice Armando.
“Ma se tu
eri molto più agitato di me, il giorno del tuo
matrimonio!” gli dico.
“Non è vero!”
ribatte lui.
“Io, ero un po’
ubriaco ma mi ricordo benissimo che eri in preda al panico
perché Betty non
arrivava!”
“State calmi
entrambi, va bene?” ci dice Betty. “Vedrai che tra
poco Luz arriverà e sarà
bellissima!”
Qualche
banco più in giù, Camila si sistema il suo
stravagante cappellino rosso.
Alberto decide di andare a salutare Isabel e Juan che non appena lo
vedono gli
corrono incontro.
“Potevi
evitare questa scena madre” gli dice Camila “E la
tua accompagnatrice dov’è?”
aggiunge.
“Non mi
starai dicendo che non posso nemmeno salutare i miei figli
adesso??” le dice
aggressivo.
“Come mai
sei invitato a questo matrimonio? Non pensavo che conoscessi Nicolas
Mora!” gli
dice.
“Lo conosco
invece!” le risponde. “Se proprio vuoi saperlo
siamo in affari assieme!”
“Che tipo di
affari?” gli domanda lei.
“Non ti
riguarda Camila. Hai perso il diritto di farti i miei affari quando hai
iniziato la tua relazione con un altro e non farmi aggiungere niente di
più che
siamo in un luogo
sacro!” ribatte lui.
“E tu, la
tua nuova fiamma non l’hai portata? Quella ruba mariti della
Valencia dov’è,
non la vedo!”
“Non è una
ruba mariti Camila!” le dice. “Io non mi sarei
fatto rubare, al contrario di
te. Sei tu che mi hai buttato come una scarpa vecchia!”
aggiunge
allontanandosi. Va a sedersi qualche fila più indietro, dove
per ironia della
sorte c’è Sandra col suo pancino di quattro mesi.
Ha un uomo accanto che non è
Mario Calderon, lui però la sorveglia dalle file del lato
opposto.
“Sta
arrivando la sposa!” mi dice Betty. Io prendo posto vicino
all’altare e con mia
madre a fianco, la vedo entrare. L’organo sta suonando
l’inno nuziale e lei
sicura avanza al braccio di suo padre, preceduta da Cami e Roberto.
Cami ha in
mano un bouquet, mentre Roberto porta gli anelli.
Luz è
bellissima ed ha una luce radiosa negli occhi. Hugo ha disegnato per
lei un
vestito originale ma di classe. Un corpetto rigido di seta con le
maniche a tre
quarti, che ha in vita un cinturino di un colore più simile
al panna che al
bianco e una gonna lunga con strascico, plissettata che non
è convenzionale per
un matrimonio. La mia futura sposa non ha voluto indossare il velo. I
suoi
capelli castani sono raccolti in una morbida coda all’altezza
del collo e sono
fermati da un fiore.
Sono senza
parole, non riesco a respirare per quanto è bella.
Sento Hugo
Lombardi dire “Non è il mio solito stile, ma per
lei mi sono superato! E’ uno
schianto!”
Ha ragione
penso. È bellissima. I suoi occhi color ambra sprizzano
felicità, finalmente è
al mio fianco. In questo momento realizzo di essere al posto giusto e
che ha
ragione Betty. Fare questo salto nel vuoto sarà bellissimo.
Il sacerdote
si rivolge agli sposi.
“Nicolas
e Lucia
siete venuti a celebrare il Matrimonio
senza
alcuna costrizione, in piena libertà
e consapevoli del significato della vostra
decisione?”
“Si” dicono
entrambi.
“Siete disposti, seguendo la via del
Matrimonio,
ad
amarvi e a onorarvi l’un l’altro
per
tutta la vita?”
continua il sacerdote leggendo la formula di rito
“Si” dicono
entrambi.
“Siete disposti ad accogliere con amore i
figli
che
Dio vorrà donarvi
e a educarli secondo la legge di Cristo e
della sua Chiesa?”
Mentre
gli
sposi rispondono Si, il bambino di
Sandra inizia a muoversi. Prima non l’aveva mai fatto. Lei
rimane esterrefatta
per quel battito di farfalla che sente nella pancia, si accarezza il
ventre e
inconsapevolmente guarda Mario. Ma lui sta seguendo la cerimonia.
“Tutto bene?”
le chiede Adam accanto a lei.
“Si! A
meraviglia” gli risponde lei “Credo che il bambino
si sia mosso per la prima
volta!”
“Se
è vostra intenzione di unirvi in
Matrimonio,
datevi la mano destra
ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa
il vostro consenso.”
Armando
prende la mano di Betty nella sua e la stringe forte, ripensando al
giorno del
loro matrimonio. Vede che Betty ha le lacrime agli occhi mentre Nicolas
esprime
il suo consenso.
“Io,
Nicolas., accolgo te, Lucia, come mia
sposa.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della
mia vita.”
Adesso
è il
turno della sposa.
“Io, Lucia, accolgo te, Nicolas,
come mia
sposo.
Prometto
di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della
mia vita”
Dodo
sta
guardando i suoi genitori. Non sono seduti vicino. Sono proprio
distanti.
Immagina che il giorno del loro matrimonio anche loro si siano
scambiati queste
promesse. Mentre adesso sono separati da due mesi!
Il
sacerdote
continua nella lettura della formula.
“Il
Signore onnipotente e misericordioso
confermi il consenso
che
avete manifestato davanti alla Chiesa
e vi ricolmi della sua benedizione.
L’uomo non osi separare ciò che Dio
unisce.”
‘Altro
che
fedeltà’ sta pensando lui.
‘L’uomo separa ciò che Dio unisce. Anzi
è peggio nel
caso dei miei genitori, la sposa separa ciò che Dio unisce!
Sapevo che non
dovevo venire a questo matrimonio! Ho fatto male a dare retta a
Rocio!’
“Il
Signore benedica questi
anelli
che vi donate scambievolmente
in
segno di amore e di fedeltà.” Sta
dicendo il sacerdote.
“Lucia ricevi questo anello, segno del mio
amore e della mia fedeltà” dice Nicolas
mettendo la fede alla sua sposa.
“Nicolas
ricevi questo anello, segno del mio
amore e della mia fedeltà” dice
Luz ricambiando il gesto e mettendo la fede al suo neo
marito.
Mentre
gli
sposi compiono questi gesti, Armando e Betty stanno ancora tenendosi
per mano,
mentre Camila sta guardando suo marito. Lo vede giocare con la sua
fede. Lui fa
come per togliersela, realizzando che il suo matrimonio è
finito. Inconsapevolmente
alza lo sguardo e vede che lei lo sta guardando. Sa che togliersi la
fede, in
questa circostanza significherebbe mandarle un messaggio netto e
chiaro, ma è
davvero pronto a superare il suo matrimonio? Le fa un cenno con la
testa
indicandole di girarsi, in maniera tale che lei non possa vedere cosa
stia
facendo con la sua mano.
“Per il potere conferitomi dalla Chiesa,
vi
dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la
sposa!”
conclude il sacerdote.
Sono al
settimo cielo! La signora Mora! Sto ricevendo abbracci e auguri da un
sacco di
gente. Nicolas lo stesso. Non posso crederci! Io Luz Costa che scappavo
dal
matrimonio a gambe levate, sono sposata con questo uomo qui, che
definire
originale è poco e sono contentissima di esserlo!
Adesso
andremo in un locale per un breve festeggiamento e dopo partiremo per
il nostro
viaggio di nozze. La mamma di Betty viene ad abbracciarmi, noto che ha
le
lacrime agli occhi. Per lei Nicolas è come un figlio. La
abbraccio a mia volta.
Adesso anche io faccio parte della sua famiglia.
Armando e
Betty si sono un po’ allontanati dalla calca. Avranno modo di
congratularsi con
gli sposi.
Betty ha gli
occhi bagnati di lacrime.
“Perché piangi
mostro?” le domanda lui.
“Le mie sono
lacrime di felicità!” risponde lei.
“Davvero?”
chiede “Non stai forse piangendo perché stai
vedendo il tuo migliore amico
andare via da te ?”
“E’ che …
lui è di Luz adesso. Abbiamo condiviso così tante
cose nella vita e non riesco
a credere che … mi sento sola….!”
“Ci sono io
qui con te. Va bene non sarò eccezionale come Nicolas ma se
vuoi, puoi venire
da me…!”
“Si, da ora
in avanti avrai due modalità. La prima, marito che mi fa
uscire di senno, la
seconda amico a cui vado a raccontare che mio marito mi fa uscire di
senno! Non
male come idea!” gli dice.
“Ti amo
tanto mostro” le dice lui baciandola sulle labbra.
“Anche io!”
Uno strano
movimento cattura la loro attenzione. Una signora con un cappello a
tesa molto
larga sta mettendosi gli occhiali da sole per coprirsi gli occhi.
Armando e
Betty riescono a vedere solo il colore biondo dei capelli.
“Armando”
gli dice Betty “pensi che sia, chi io penso che
sia!?”
“Mostro
riconoscerei il colore di quei capelli finti tra mille” gli
risponde lui. Si
guardano esterrefatti.
“Cosa ci
faceva qui Patrizia Fernandez?” si chiede Armando a voce alta.
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Capitolo 9 *** Mario ***
Mario
“Ti
rendi
conto che Sandra aspetta tuo figlio?” mi chiede Armando.
Siamo nel suo ufficio
alla New Tech. Abbiamo pranzato qui velocemente e cerco di aggiornarlo
delle
ultime novità.
“Si. Lo so!”
gli rispondo.
“E non pensi
che dovresti mettere la testa a posto?”
“Io non sono
fatto per avere la testa a posto! Non riesco a lasciare Camila, forse
perché
significherebbe dover accettare di cambiare vita!”
“Mario…. Sei
davvero una porcheria! Lasciatelo dire da me che sono il tuo migliore
amico!
Non lasci mia sorella, ma non sopporti se Sandra esce con
…” dice lui non
ricordandosi il nome.
“Adam
Carter! Insegnante, anni quarantacinque. Americano di Boston ma sua
madre era
di origini irlandesi. Divorziato. Senza figli, appassionato di storia e
di
golf!” gli dico.
“Calderon!!
Ma sei fuori di testa! Dove hai preso tutte queste
informazioni?” mi chiede.
“Secondo te
dovevo stare con le mani in mano e non scoprire che tipo frequenta
Sandra?
Quell’uomo ha pensato per cinque minuti di essere il padre di
mio figlio!”
“Sandra è
libera di frequentare chi vuole!” mi ricorda “E a
quanto pare non è nemmeno una
cattiva persona!” aggiunge.
“Ma il padre
del bambino sono io!!”
“… E tu hai
una relazione con Camila!” mi dice. “Io non avrei
mai e poi mai accettato che
Betty avesse una relazione con un altro uomo mentre aspettava i miei
figli!”
“Infatti sei
andato come un pazzo a Lima! Ma la situazione è diversa. Tu
e Betty siete
sposati!”
“Quindi mi
stai dicendo che se Sandra andasse a letto con quell’uomo per
te non farebbe
differenza??”
“Ci deve
solo provare! Lo prendo a pugni!” dico arrabbiato.
“Però tu
continui ad avere una storia di sesso con Camila! Davvero adulto come
comportamento! Tu puoi avere una relazione e Sandra no!!”
“Armando… ti
prego… non infierire anche tu. Sai cosa faccio? Me ne torno
all’Ecomoda! Prima
che tua moglie mi licenzi per assenteismo!!” gli dico e lo
lascio nel suo
ufficio.
Quando
arrivo nel piano degli uffici, trovo Sandra che sta per rimettersi al
lavoro.
“Come stai?”
le chiedo.
“Bene!” mi
risponde. “Come devo stare?”
“Puoi venire
nel mio ufficio un attimo?” le chiedo. Lei mi segue.
“Cosa devi
dirmi Mario?”
“Volevo
scusarmi per il comportamento che ho avuto la scorsa settimana. Non
volevo
seguirti, solo che avevo la sensazione che non mi avresti mai detto del
bambino!”
“Come puoi
pensare una cosa del genere? Certo che te l’avrei
detto!!!”
“Vorrei che
sapessi che potrai sempre contare su di me per tutto quello che
riguarda il
bambino. Io sono suo padre e non intendo lavarmene le mani.”
“Certo che
sei davvero stronzo!” mi dice lei. Ma cosa ho detto di
male??? “Posso contare
su di te per quanto riguarda il bambino? E cosa gli dirò
quando non sari al suo
fianco il primo giorno di scuola?”
“Certo che
ci sarò!” le rispondo.
“Mi stai
dicendo che vuoi essere una figura di riferimento per lui? Che vuoi
fargli da
padre? Ne sei davvero sicuro? Non ti permetterò di fare al
bambino quello che
hai fatto a me negli ultimi dodici anni. Quindi pensaci bene
perché non voglio
dare false speranze a mio figlio su un uomo che, anche se è
il suo padre
biologico, entra ed esce dalla sua vita lasciandolo devastato. Posso
trovare di
meglio!” mi dice.
Mi fa proprio
imbestialire! “Di meglio? E chi Adam Carter?” le
dico. “Ricordati che tuo figlio
è anche mio figlio! Non è solo tuo. Anche io ho
partecipato al suo concepimento!
Non puoi dimenticartene.”
“Infatti non lo dimentico” mi risponde.
“Ma se non vuoi essere presente per
davvero nella sua vita, preferisco che tu ti limiti ad essere colui che
accidentalmente è stato il fornitore di sperma!!”
mi dice. Non l’ho mai vista
così arrabbiata!
“Quindi vuoi
dire che per te, fare un figlio con me o farlo con quell’Adam
lì non fa nessuna
differenza? Com’è che hai detto? Ah si, purtroppo
sono io il padre del bambino!”
“Adam non c’entra
niente! Lo conosco da poco tempo!”
“Ma questo
non ti ha impedito di andare a letto con lui!” le dico.
“E adesso mi
fai pure una scenata di gelosia? Non sapevo di essere incinta quando
l’ho
fatto. E poi la mia vita non è più affar
tuo!”
“Vorrei
sperare che adesso che sai di essere incinta, tu non abbia
più rapporti con
lui!” le dico. Ha ragione Armando. Non posso accettare che
lei abbia rapporti
sessuali con un altro uomo! Per dio, aspetta mio figlio!!!
“Non riesco
a credere alle mie orecchie! Ma chi ti credi di essere? È
vero sei il padre del
bambino, ma non possiedi me. Non sei il proprietario della mia vita. Lo
sei
stato per tutto questo tempo, ma trovarti su quella dannata scrivania
mi ha
aperto gli occhi. Il mio corpo è MIO. Hai capito? Faccio
quello che voglio!”
“Ma adesso
stai ospitando nostro figlio!! Non puoi essere avventata!” le
dico cercando di
farla ragionare.
“Non posso
credere alle mie orecchie! Tu pensi che io metterei in pericolo il
bambino?
Probabilmente è l’unico figlio che avrò
nella mia vita, visto che ho perso
dodici anni dietro a te, che non meritavi più di cinque
minuti! Aveva ragione
Betty, quando mi ha detto che non avrei potuto incontrare qualcuno
peggio di
te!” mi dice accalorandosi.
“Non arrabbiarti!”
le dico. “Non voglio farti arrabbiare! È che tutta
questa storia mi sconvolge!”
“Ti
sconvolge? Ma non al punto di interrompere la tua storia con Camila!
Così io
non posso avere una relazione con un altro mentre sono incinta e tu si?
Dimenticatelo. Se voglio avere una relazione con Adam o con chiunque
altro io
la avrò!” mi dice ed esce.
Faccio per
seguirla! Non può pensare che io accetti che lei abbia una
storia con qualsiasi
altro uomo mentre sta aspettando mio figlio!? E nemmeno dopo veramente.
Se
vuole avere una relazione può averla con me! Con me? Ma che
sto dicendo? Oddio,
sono confuso!! Io ho una relazione con Camila!
***
Tre
settimane dopo
Questa
sera
io e Camila avevamo la nostra serata. Abbiamo questa specie di
relazione ormai
da tre mesi. Stasera i suoi figli sono con il loro padre. Siamo andati
a cena
fuori e poi siamo venuti qui a casa mia. Solo una settimana fa saremmo
già a
letto a fare sesso selvaggio ma stasera c’è
qualcosa che non va.
Io sono
nervoso perché ho sentito Sandra che prendeva un
appuntamento con Adam per
uscire e Camila è nervosa perché ieri, alla
presentazione della New Tech ha
scoperto che Alberto si frequenta con Marcela Valencia. Cosa che
l’ha fatta
imbestialire.
Siamo a casa
mia ma con la testa siamo proprio altrove. Le verso un bicchiere di
whisky e
uno lo prendo per me.
“Mario” mi
dice lei “ma che stiamo facendo da tre mesi a questa
parte?”
“Sesso
fantastico?” le dico io.
“Si, senza
alcuna ombra di dubbio! Ne avevo bisogno. Ma… non mi basta
più!”mi risponde
lei.
“Cosa vuol
dire questo? Vuoi avere una storia …seria?” dico
allarmato!
“No … non
offenderti” mi dice lei quasi ridendo alla mia espressione
terrorizzata. “Non
voglio avere una storia seria con te! Io … sono
così confusa… ma credo che
voglio … mio marito!” mi dice.
La capisco!
Eccome se la capisco! Mi sembra assurdo ma la capisco.
“Non preoccuparti
Camila!” le dico abbracciandola. “Siamo entrambi
adulti. Sapevamo di non essere
innamorati l’uno dell’altra. Io non mi innamoro mai
di nessuna!”
“Ne sei
davvero sicuro Mario?” mi chiede.
“Perché ti vedo piuttosto nervoso
stasera!”
mi dice.
“Lo sono in
realtà. Questa sera Sandra esce con quell’Adam e
io non riesco ad accettarlo!”
“Oohh!
Finalmente una reazione da uomo!”
“E questo
che vuol dire?” le chiedo.
“Mario,
guardaci! Da quando ho visto mio marito con Marcela non faccio altro
che
pensare a quanto siamo stupidi e soli. Fare gli amici di letto
è stato bello,
ma io ho un marito con il quale sono sposata da diciotto anni e che ho
bellamente tradito per un impulso di un attimo e poi mi sono ostinata
nel voler
avere ragione. Tu, hai una relazione con questa donna…. Da
quanto tempo dodici
anni? E ora lei è incinta! Aspetta tuo figlio che diamine!
So per esperienza che
una donna, soprattutto quando è incinta vuole avere accanto
il suo compagno,
non vuole affrontare tutto da sola. Ma sappi che una donna, messa alle
strette
è capace di affrontare qualsiasi cosa da sola, anche una
gravidanza!” mi dice.
“E cosa
significa?”
“Significa
che… guardaci, non siamo davvero due esemplari da seguire,
ma Mario… non
penserai che davvero il tuo posto è qui accanto a me? Per
cosa poi? Un po’ di
sesso? In fondo lo sai pure tu che dovresti essere al suo
fianco…”
“Non lo so
Camila. Non so se sono davvero pronto a cambiare vita. Tu pensi che io
sia in
grado di fare il padre? Di cambiare? Di smettere di avere continuamente
relazioni con donne diverse?”
“Questo
Mario non posso essere io a dirtelo. Devi essere tu a decidere. Per
quanto mi riguarda,
io me ne torno a casa!” mi dice. Mi saluta.
“E’ stato bello Mario, finchè
è
durato è stato bello, ma io… !”
“ … Vuoi tuo
marito!” le dico. Lei non mi risponde nemmeno va solo via.
Mentre a me non
rimane che pensare alle sue parole.
Mi squilla
il telefono. È Sandra.
Che cos’ha un
sesto senso?
Le rispondo
e mi dice che domani ha un appuntamento dal medico. Se voglio posso
accompagnarla. Così mi dimostra che lei è una
madre responsabile!
***
Un
mese dopo
Siamo
stati
di nuovo dal medico per fare tutti gli accertamenti necessari. Sandra
era
terrorizzata perché non sentiva il bambino muoversi, anzi
dice di non averlo
mai sentito. Il medico l’ha rassicurata, dopo aver fatto
tutti gli esami del
caso. Ci ha chiesto se volevamo sapere il sesso e … ed
è una femmina! Non posso
crederci! Io Mario Calderon sarò padre di una bambina!
Il medico ha
detto a Sandra che va tutto bene e che non la sente perché
probabilmente passa
tutto il tempo a dormire, ma da adesso dovrebbe iniziare a non avere
pace! Sandra
è di cinque mesi ma non è molto ingrassata.
Sarà che data la sua altezza la
gravidanza si nota appena.
Siamo di
ritorno dal ginecologo. Passiamo in caffetteria all’Ecomoda
perché lei ha molta
fame. So che le sue amiche della banda e Betty la stanno aspettando per
avere
notizie!
I nostri
rapporti sono davvero molto strani. Nonostante io le abbia detto che
non ho più
una relazione con Camila, lei ha sollevato le spalle e ha continuato a
vedersi
con quell’Adam!
“Vieni nel
mio ufficio?” le dico.
“E di cosa
dobbiamo parlare? Devo andare dalle mie amiche!” mi risponde.
“Ti prego
vieni nel mio ufficio!” le dico.
Prende un’altra
brioche e mi segue.
“Mario… cosa
c’è? Ho da fare, del lavoro da sbrigare! Il mio
capo è un negriero!”
“Ok… hai
ragione, dirò a me stesso di essere più
buono!”
“Cosa vuoi?”mi
domanda.
“Vorrei che
cercassimo di andare d’accordo anche quando usciamo dalla
stanza del medico! Non
sopporto più che tu mi ignori sempre e comunque! Mi
com’è possibile che
nonostante tu sia incinta di mia figlia non mi degni di uno sguardo o
di una
parola. Come è possibile che mi parli solo di
lavoro??”
“E cosa dovrei dirti? Io cerco di stare calma, per la
bambina. Non devo
innervosirmi. L’hai sentito il dottore no?! Ho deciso che ti
avrei evitato il
più possibile. Per tutti questi anni tu hai giocato con i
miei sentimenti, ma
ora devo proteggere lei” dice toccandosi la pancia
“ e se necessario la
proteggerò anche da te!”
“Ma non puoi
dire sul serio! Non sono mica un mostro?!” le dico. Ogni
nostra discussione si
conclude con lei che mi accusa di non essere la persona giusta per
crescere un
figlio.
“Ah no? E
dimmi, CHI ha progettato quell’orribile gioco con Betty? CHI
ha scritto quella
dannata lettera di istruzioni? CHI possiede un archivio di donne per
ogni
evenienza, CHI si è preso gioco del suo migliore amico,
prendendolo sempre in
giro perché si era innamorato o perché voleva
essere fedele alla sua famiglia?
CHI ha una storia con due donne in contemporanea? Chi si prende gioco
dei
sentimenti altrui senza tenerne conto? CHI dichiara di essere un single
fondamentalista e di voler scappare da qualsiasi forma di legame? CHI
non è
ancora cresciuto?E Mario dimmi, CHI?”
E’ un fiume
in piena!
“E tu pensi
che io possa mettere nelle tue mani la vita di mia figlia, anche se
è tua
figlia? No che non lo farò!”
“E’ vero non
sono una brava persona. Ho un codice di condotta tutto mio, ma non
sarei mai
capace di fare del male a mia figlia!!”
“Mario, ma
cosa vuoi da me? Pensi che io possa continuare a starti accanto fino a
che tu
non trovi la tua prossima fiamma? Dimenticatelo! Io ho la mia vita e tu
la tua!
Stop!”
“Ma nella tua pancia
stai crescendo mia figlia!” le urlo quasi.
“E allora
dovrei accettare di stare con te perché sei il padre di mia
figlia? Lo sei
purtroppo! Ti ho detto che ti lascerò fare parte della sua
vita, ma dalla mia
devi starne fuori!” mi
dice.
“Non puoi
chiedermi una cosa del genere, sei la madre di mia figli anche tu farai
sempre
parte della mia vita!”
“Mario ma
sei ottuso? Noi non siamo una coppia, non lo siamo mai stati a tutti
gli
effetti. Poteva anche andarmi bene prima! Ma ora non più! Ho
quarantatre anni!
Non ne ho più venti. Senza contare di tutte le volte che mi
hai tradita!!! Devo
essere lucida e forte. Devo pensare a lei prima che a me!” mi
dice ed esce.
***
Oggi
è il
giorno del matrimonio di Nicolas e siamo qui tutti in chiesa ad
aspettare la
sposa. Vedo Sandra arrivare con quell’Adam lì. Non
è servito a niente parlarne
tra giorni fa. È irremovibile sul fatto che non vuole che io
abbia a che fare
con lei. Potrò avere a che fare con mia figlia quando
sarà nata ma non con lei.
Vedo Armando
e gli vado incontro. Lui il
testimone di
Nicolas assieme a Betty.
“Mario … che
faccia stravolta!” mi dice.
“Si … ormai
non riesco a dormire bene!”
“Vedo che
Sandra è arrivata con il suo nuovo
accompagnatore!” mi dice facendo un impercettibile
gesto della testa verso di loro.
“Non me ne
parlare ti prego. Non sono riuscito in alcun modo a darmi una
possibilità!”
“Non ti potevi
aspettare nulla di diverso dopo quello che le hai combinato con mia
sorella.
Betty dice lei è molto determinata a non avere a che fare
con te!”
“Ma ti
sembra possibile? È la madre di mia figlia! Come
potrà non avere mai a che fare
con me?” gli chiedo.
“E’ una voce
scoraggiata quella che sento o mi sto sbagliando!? E chi
l’avrebbe mai detto
che batte un cuore in quel petto?” mi dice Armando.
“Non sai
cosa mi ha detto, che io mi sono sempre preso gioco di tutto e di
tutti,
compreso di te e che perciò non sono attendibile, non vuole
avere a che fare
con me!” gli dico.
“Finalmente
qualcuno che ti rimette al tuo posto!! Devo andare a complimentarmi con
lei
allora!”
“Armando, ti
prego, non scherzare! Lo sai cosa significa per me vederla oggi qui con
quell’uomo?”
“Mario, ti
faccio una domanda seriamente adesso e tu devi rispondere altrettanto
seriamente.
Dimentica per un attimo che lei sta aspettando tua figlia, tu vorresti
avere
una relazione con lei? Se la riposta è si allora devi fare
di tutto per
riconquistarla. Ma se la risposta è no, come penso che sia,
devi accettare le
sue condizioni!” mi dice e mi lascia solo perché
Betty lo sta chiamando.
La
cerimonia
è stata… una normale cerimonia di matrimonio.
Dalla quale
fuggire a gambe levate. Adesso siamo in questo locale per
una piccola festa e poi gli sposi partiranno.
Vedo che
Sandra è seduta ad un tavolo con Adam. Nn saprei dire in che
rapporti siano.
Non so se hanno una storia nonostante lei sia incinta di mia figlia.
Non gliel’ho
mai chiesto, ma dannazione la risposta deve essere NO!
Li guardo di
sottecchi.
“E’ inutile
che li guardi Mario, non riuscirai a separarli” mi dice una
voce facendomi
sobbalzare.
“Betty” dico
io, voltandomi verso di lei.
“E così, per
una volta nella sua vita ha fatto la cosa giusta… finire la
sua relazione con
Camila, dico!”
“Si, io e
Camila ci siamo resi conto che la nostra non era una vera e propria
storia, quanto
piuttosto una… passione”.
“Le voglio
dire una cosa Mario. Non so a che gioco sta giocando con Sandra, ma se
torna a
farle del male, le giuro che non so come, ma questa volta gliela faccio
pagare!”
mi dice e va via.
E’ davvero
assurdo che con chiunque parli, non ricevo che minacce. Come se non
avessi
combinato mai nulla di buono nella mia vita! Forse è davvero
così.
Riconcentro
la mia attenzione su Sandra. È molto affascinante. Indossa
un tubino blu scuro
e la sua pancia è lievemente accennata. Vedo che Adam le
prende la mano e se la
porta alla bocca per posarle un bacio. Non riesco a credere che
amoreggino qui
davanti a me e davanti a tutti gli altri!”
“Respira
Mario, respira!” mi dice Camila. “Lo sta facendo
apposta. Vuole farti innervosire!”
“E ci riesce
benissimo perché sono davvero gelosissimo!”
Incapace di
fermarmi, vado verso il loro tavolo.
“Adam” mi
rivolgo a lui con un cenno della testa .”Sandra, posso
parlarti?” le dico
“Mario” mi
dice “cosa c’è? Cosa vuoi dirmi di
nuovo?”
“Ti prego”
le dico. “Devo parlarti!”
“Vai pure”
le dice Adam.
Lei si alza
e mi segue, mentre vedo che le ragazze della banda si adoperano per non
lasciare solo il professore.
“Cosa
dannazione stai facendo con quell’uomo qui?” la
aggredisco immediatamente.
“Era questo
che volevi dirmi? Perché ti ho già detto che la
mia vita non ti riguarda!” mi
risponde freddamente.
Mi riguarda
eccome invece. Ma questa volta, invece di risponderle e iniziare una
interminabile discussione la bacio. Lei si stacca e mi da uno schiaffo.
Ma io
prontamente la bacio di nuovo. Nella mia testa si formula solo un
pensiero. Si,
la vorrei comunque. Anche se non fosse incinta. Non so quando ho
maturato
questa decisione, ma forse era da questo che stavo scappando quando ho
iniziato
la mia storia con Camila.
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Capitolo 10 *** Camila ***
Camila
Da
quando ho
visto mio marito con Marcela Valencia, mi sembra che una valanga mi sia
caduta
addosso. Non posso credere che mio marito, il fedele, abbia una storia
proprio
con lei.
Io, non sono
riuscita a continuare la mia storia con Mario Calderon.
Il fuoco si
è spento sotto il sole della realtà. Lo sapevamo
entrambi che prima o poi
sarebbe finita. Non era di certo l’amore del secolo, il
nostro. E poi, c’è
Sandra che aspetta la figlia di Mario. Anche se non so se se ne renda
bene
conto nemmeno lui, è totalmente impegnato in questa cosa al
punto di mettere le
donne da parte.
Ma questo
non c’entra con me. Io…. Io voglio Alberto. Mio
marito. Sono passati tre mesi
da quando ci siamo lasciati. Da quando ho rovinato la vita a mio figlio.
Vado
nell’ufficio di Betty, devo trovare un modo per
riappacificarmi con lei. Le ho
detto parole terribili. E non le pensavo. Ho combinato un vero casino.
A mia
discolpa però devo dire che quando ho sentito Alberto in
quella telefonata,
sono andata nel panico. Pensavo che avesse da tempo una storia con
Abigail e
non avrei mai accettato di sapere che era così. Che io in
qualche modo l’avevo
spinto tra le braccia di un’altra. Ho attaccato per
difendermi, diciamo, e
adesso l’ho davvero spinto nelle braccia di
un’altra.
Busso.
“Betty…” chiamo e apro leggermente la
porta. La vedo che sta parlando
animatamente al telefono. Mi fa cenno di entrare. Chiude la telefonata
e si
rivolge a me.
“Scusami,
non volevo disturbarti” le dico. “Sono venuta per
invitarti a pranzo.”
“Non mi
disturbi, stavo parlando con Armando per stabilire chi portava Roberto
in
piscina. Io sono oberata di lavoro, come puoi vedere, penso di pranzare
qui
velocemente” mi risponde.
“Betty… “
inizio “vorrei scusarmi per le parole che ti ho rivolto. Ero
fuori di me, fuori
di senno. Ti prego. Vieni con me a pranzo. Se non parlo con qualcuno
esplodo!”
“Mi
sorprende che tu voglia parlare con me! Io sono una donna morta dentro
che mai
e poi mai potrebbe capire i tuoi tormenti, ricordi?!” mi dice
ripetendo le mie
parole.
“Ti prego …
non ripetere più quello che sono stata capace di dirti.
Compreso il fatto che
in realtà tu vorresti Daniele Valencia e non mio fratello.
Mi sono sentita
attaccata e ho reagito male!”
“Va bene
Camila. Io so benissimo cosa sono capaci di fare i Mendoza quando
reagiscono
male” mi dice. Probabilmente si riferisce a quella vecchia
storia con mio
fratello. “L’ho vissuto sulla mia pelle. Accetto le
tue scuse. Ma solo ad una
condizione” aggiunge. “Mi dici cosa ti
succede??”
Le racconto
tutto. Della telefonata che ho ascoltato e del perché mi
sono comportata in
quel modo.
So che lei
sa già tutto, perché ha ospitato per un mese
Alberto e per tre mesi mio figlio.
Ma io, non ho dato finora spiegazioni a nessuno.
“E quindi
ora la tua storia con Calderon sarebbe finita?” mi chiede.
“Non sarebbe
finita. È finita. Te lo giuro. Da un mese. E non ho una
storia con nessuno.
Voglio solo mio marito!” le dico.
“Camila, sei
consapevole di averlo ferito a morte? Non è un pacco
postale! Non è un oggetto
che prendi e lasci come vuoi.”
“Lo so. Ho
fatto un pasticcio. Ti prego, andiamo a pranzo fuori!” le
chiedo.
“Ok, andiamo
a pranzare fuori” accetta lei.
Non
so in
quale preciso momento di tutta questa storia, io mi sia
svegliata e mi sia chiesta
‘Dov’è Alberto?’.
Sarà stato vederlo con Marcela Valencia? Sarà
stato perché da diciotto anni
della mia vita è al mio fianco? E perché
improvvisamente mi manca, se solo tre
mesi fa gli ho detto che mi opprimeva? Mi sono comportata come una
pazza. L’ho
praticamente costretto ad andare via di casa e adesso invece, quando ci
torno,
mi manca da morire trovarlo lì o vederlo arrivare e ricevere
il suo bacio alla
base del collo, quasi sulla nuca, ‘perché qui,
posso baciarti solo io, nessuno
lo farebbe per salutarti.’
Lo rivedo in
tutti questi anni, arrivare a casa nostra e sollevarmi i capelli per
baciarmi
il collo, o farlo direttamente se avevo i capelli legati. Il nostro
saluto.
Cosa mi ha preso tre mesi e mezzo fa? Io voglio stare con lui. E invece
l’ho
spinto nelle braccia di Marcela Valencia.
Arriviamo da
Le Noir.
Il solito
cameriere ci accoglie e ci fa sedere ad un tavolo.
Improvvisamente,
io e Betty, sentendo ridere, ci giriamo e ad un tavolo poco lontano dal
nostro
sentiamo delle voci familiari. Il sangue mi si gela nelle vene.
Alberto e
Marcela Valencia stanno brindando con dello champagne presumo! Una
furia
terribile si impossessa di me, ma Betty mi ferma con una mano.
“Beatriz!”
dice Marcela rivolgendosi a noi.
“Salve
Marcela, Alberto” le risponde mia cognata.
Lo guardo
con intenzione. Voglio metterlo in difficoltà. Voglio
strappare tutti i capelli
di Marcela Valencia e toglierle quell’odioso sorriso
dalla faccia!
“Beatriz,
Camila” dice lui “accomodatevi pure”
facendo il gesto di spostare le sedie del
suo tavolo.
“NON
DISTURBARTI” dico io in un tono glaciale “andiamo
via, vero Betty?” le chiedo.
“Certo, si
andiamo via. Avremo altre occasioni per vederci” risponde
lei.
“No, non
potete andare via!” ci dice Alberto. “Dovete
brindare con noi… Sono diventato
il nuovo proprietario di Le Noir! L’ho appena comprato.
Stavamo brindando a
questo!” aggiunge sorridendo.
“Che
coooosaaaaa?” quasi grido io.
Betty cerca
di trascinarmi via, ma io incurante della presenza della gente prendo
mio marito
per un braccio e lo trascino da parte.
“Che cosa
significa che hai comprato questo ristorante?” gli chiedo.
“Cosa vuoi
che significhi? Ho comprato il ristorante. Era in vendita. Lo
rinnoverò!” mi
risponde.
“E perché
non mi hai detto niente?” continuo io.
“Perché non
ti riguarda. Cosa avrei dovuto dirti? Ormai non fai più
parte della mia vita!”
“Dove hai
preso i soldi? Sono ancora tua moglie dopotutto! Non ci siamo separati
legalmente!”
“Camila, non
capisco perché fai così? Pensi che io non sia in
grado di fare affari senza
essere sposato con te? Bene, allora ti informo che ho venduto le mie
quote
della CAM2, ho guadagnato dalla vendita
ventimilioni di dollari
circa e sto facendo degli investimenti. Alcuni con Nicolas Mora, alcuni
con tuo
fratello e altri in quello che è il mio settore, nel quale
dovrei avere
sufficiente esperienza non credi?”mi dice.
“Non ho mai
pensato che tu non fossi in grado di fare affari senza di me! Sono solo
stupita
perché non me ne hai parlato!” gli dico.
“Veramente
non sono tenuto a dirti niente della mia vita. Ormai siamo
separati!” mi
risponde lui.
“Non dire
sciocchezze!”
“Non sono
sciocchezze. E’ la verità. Tu hai la tua relazione
e io…” non lo lascio finire
di parlare.
“Io non ho
più nessuna relazione. Io e Mario ci siamo lasciati.
È finita” gli dico.
“Non posso
crederci! Non starai pensando che dobbiamo tornare insieme vero?
Perché adesso
sono io non volere
più, hai capito??” mi
dice.
“Non voglio
niente Alberto! Anche se … si lo vorrei! So di averti
ferito” gli dico.
“Basta
Camila, devo andare. Marcela mi sta aspettando…”
mi dice. Sento una morsa allo
stomaco. Sono gelosa. Terribilmente gelosa.
“Aspetta” lo
fermo. “Voglio chiederti una cosa, cioè di una
persona … come sta Dodo. Come vi
trovate nella nuova casa solo tu e lui?”
Mio marito e
mio figlio hanno lasciato casa di Betty e sono andati a vivere assieme,
ma per
conto loro. Hanno una governante ma per il resto si arrangiano.
“Sta bene
Camila. È un ragazzo in gamba, ma non vuole ancora parlarti
nonostante io provi
a chiederglielo ogni giorno!”
“Ho
combinato un autentico disastro! Perdonami se puoi…
“ gli dico e lo lascio
andare via.
Torno verso
Betty.
“Cosa ne
dici se mangiamo qualcosa qui?” le chiedo. “Tanto
ormai da qualsiasi parte
andassimo, faremmo troppo tardi per tornare in Ecomoda e il mio pranzo
è
comunque rovinato!”
“Per me va
bene!”
Ci
accomodiamo al nostro tavolo. Betty mi vede abbastanza agitata.
Trangugio due
bicchieri di vino, uno dietro l’altro.
“Camila
tutto ok?” mi chiede lei.
“Betty… come
ti è saltato in mente di far incontrare Marcela Valencia e
Alberto?”
“Non sono
stata io. Sono state le circostanze! Lei era in ospedale quando Armando
ha
avuto l’incidente. Lo sai anche tu che … da cosa
nasce cosa…” mi risponde.
“Betty …
basta così.”
Mi sento
male. Sento un vuoto che si apre dentro di me. Mi sento risucchiare
dalla mia
stessa stupidità. Come ho potuto lasciare Alberto?
“Posso farti
una domanda?” mi chiede mia cognata dopo che abbiamo
ordinato.
“Dimmi
pure.”
“Tu Alberto
lo ami davvero o la tua è smania di vincere?”
“E questo
cosa significa?”
“Significa
che mi dai l’impressione di rivolerlo perché sei
arrivata prima tu nella sua
vita e non Marcela o qualcun’altra e che ora lo rivuoi come
si vuole un
giocattolo che ci hanno portato via. Ma questo ha a che fare qualcosa
con
l’amore?” mi chiede tutto d’un fiato.
“Betty….. io
non lo so! Dannazione non lo so!”
“E non pensi
che dovresti scoprirlo?” mi chiede.
***
Un
mese dopo
Sono
qui a
Le Noir. Il locale è completamente rinnovato. Adesso
c’è una zona bar molto più
ampia e fornita e inoltre il locale è diventato molto
più moderno e raffinato.
Mio marito ha fatto un buon lavoro. Già mio marito. Oggi
pomeriggio al
matrimonio di Nicolas non ha fatto che giocare con la sua fede. Non si
era
accorto che lo stavo guardando, ma quando mi ha beccata non mi ha
più fatto
vedere se si fosse tolto l’anello che io gli ho messo al dito
quasi diciotto
anni fa.
Stasera sono
qui, sono venuta ad ubriacarmi. Non so se
camerieri e barman sappiano che io sono la moglie di
Alberto Montero il
proprietario! Non mi interessa neanche. Voglio ubriacarmi. Voglio
dimenticare
quanto sono stata stupida. Per tutto questo mese la domanda di Betty mi
è
frullata nella testa.
Il mio è
amore o smania di vincere? Non lo so. Non riesco a credere che mio
merito abbia
una storia con Marcela Valencia, che sta iniziando a durare un
po’ tanto.
Continuo a bere vodka, voglio perdere i sensi. Tanto i miei figli sono
al
sicuro con i miei genitori. Questa sera voglio solo ubriacarmi per
dimenticare.
Non ho potuto invitare Betty perché lei non sarà
mai la mia compagna di bevute.
Questo
locale al momento è in auge. E’ una buona cosa
farmi vedere
qui. Devo dire a tutti che sono sul mercato.
Sono
abbastanza sbronza. Appoggio la testa sul bancone. “Signora
tutto bene?” mi
chiede il barman.
“Si. Tutto
benissimo. Un’altra vodka!”
In quel
momento vedo entrare Alberto e rimango senza fiato. Mio marito
è sempre stato
un autentico schianto ma lui non ha mai dato peso a queste cose. Entra
e tutte
le donne si voltano per guardarlo. Diciamo che guardarlo non ti ispira
proprio
pensieri decenti. E io, col tempo, mi ci sono abituata. A questa grande
bellezza corrisponde una grande moralità. Però
dio mio. È alto e muscoloso. Ha
due occhi verdi che a volte sembrano azzurri. Più invecchia
più è bello.
Bevo la mia
vodka tutta d’un fiato!
E mi
appoggio nuovamente con la testa al bancone. Devo trovare la forza per
andare
via. Adesso che è arrivato non posso farmi vedere qui.
Faccio per
alzarmi, ma barcollo. “Camila!” mi sorregge lui,
improvvisamente al mio fianco.
“Alberto!”
gli dico, cercando di sembrare sufficientemente lucida
“lasciami, stavo andando
via!”
“Davvero?
Non stavi bevendo come una spugna?” mi chiede lui guardandomi
fisso negli
occhi. Una volta i suoi occhi erano pieni di amore per me. Adesso
quello che ci
vedo è solo una grande tempesta.
“Lasciami
stare. Sto andando via!” gli dico.
“Camila….”mi
dice lui con un tono che non ammette repiche.
“Lasciami ti
ho detto!!” ripeto.
Un uomo che
era accanto a noi viene in mio soccorso pensando che io abbia bisogno
di aiuto.
“Non hai
sentito? La signora ti ha detto di lasciarla stare!” gli
dice.
“Senti, non
preoccuparti” gli dice lui “la signora qui presente
è mia moglie. E non ho
cattive intenzioni. Davvero. Tra l’altro sono anche il
proprietario del locale.
Voglio solo che venga via perché è
ubriaca!”
“E io dovrei
crederci?” ribatte lo sconosciuto.
“Camila,
digli che sono tuo marito per favore!” mi chiede lui.
“Oh si,
adesso è ancora mio marito ma non so per quanto!”
gli dico. “Stia tranquillo.
Non ha davvero cattive intenzioni mio marito” dico per
tranquillizzare il mio
soccorritore che ritorna a voltarsi da un’altra parte.
“Ora vieni
con me per favore?” mi chiede Alberto.
“Un attimo!”
gli dico. “Dammi la mano sinistra.” Senza aspettare
che lui me la porga, la
prendo tra le mie mani, anche se con le dita ho già sentito
quello che volevo
sapere. La fede, la fede che gli ho messo il giorno del nostro
matrimonio è
ancora al suo posto. Lui non se l’è mai tolta. E
nemmeno io.
Questo
significa tanto per me.
Alberto
mi
porta nel suo ufficio, sul retro del locale.
Entro e mi giro
intorno. È arredato davvero molto
bene. Sicuramente l’avrà aiutato Marcela Valencia.
Mentre una volta, sarei
stata io a farlo.
Mi siedo sul
divano. Lui si toglie la sua giacca e me la fa indossare. Devo dire che
questa
sera io ho esagerato in tutto. Anche nel vestiario. Dopo il matrimonio
sono
andata a casa a cambiarmi e ho indossato pantaloni a sigaretta
strettissimi,
tacco quindici e un top che mi lascia scoperte le spalle.
Volevo fare
colpo su qualcuno. Anche se non so su chi.
“Ti chiamo
un taxi” mi dice mio marito. “Così torni
a casa. Dodo è dai tuoi.”
“Cioè, a
casa nostra” dico io.
“Casa tua,
mia non lo è più!”
“Certo che
lo è. Lo hai detto poco fa che sei mio marito no?”
gli dico io.
Non so bene
quello che sto facendo. Mi sento brilla ma non ubriaca. Non voglio
tornare a
casa. Voglio restare con lui. Non voglio lasciarlo.
“Non sono
ubriaca e non ho bisogno di alcun taxi” gli dico.
“Io non ne
sarei cosi sicuro!” mi risponde.
“Come va la
tua relazione con Marcela Valencia?” gli chiedo invece.
“Non intendo
parlare con te di questo!” mi dice lui per tutta risposta.
“Mi sto
chiedendo da un mese cosa ci sia tra di voi e la cosa non piace
affatto!”
“Davvero?”
mi chiede lui “E come mai? Hai davvero lasciato il tuo amante
e non sai che
fare durante il giorno?” aggiunge sarcastico.
“Si, ho
lasciato il mio amante.” Sospiro. So che parlare di questo lo
ferisce
profondamente. L’ho già ferito profondamente.
Perché il mio è stato un
comportamento davvero stupido. L’ho tradito senza un motivo
valido. Tranne che
forse io volevo tradire. Oddio mi scoppia la testa.
“Alberto” lo
chiamo “scusami per tutto il male che ti ho causato e per le
brutte parole che
ti ho rivolto. Non le pensavo. Soprattutto quando ti ho detto che sei
morto
dentro. Non è vero. Ero io che mi sentivo così.
Non aveva a che fare con te.”
“Certo
Camila. Pensi che chiedendo scusa tutto si risolva no? Fai e disfi
quello che
vuoi, infischiandotene dei sentimenti delle persone tu…. Tu al centro del mondo,
solo tu!” mi dice
arrabbiato.
“Lo so”
dico.
“No, non lo
sai! Non lo puoi sapere. Sai cosa ha significato per me pensare che un
altro
uomo ti mettesse le mani addosso? Oppure tu sai cosa si prova ad
entrare in una
stanza e trovare tua moglie, per dio, tua moglie che fa sesso con un
altro? Sai
cosa si prova a non essere riuscito a proteggere la persona che
più di tutti
doveva essere tenuto fuori da tutto questo? Io, affronto ogni giorno il
disprezzo silenzioso di mio figlio che ritiene che io sia stato
così stupido da
farmi tradire! Sai
cosa significa vedere
tua moglie, la donna con la quale hai pensato di dividere la tua vita,
per DUE
MESI avere una relazione con un altro e sperare con tutte le tue forze
che
finisca? No Camila, mi dispiace ma non lo sai. E non ti
perdono.” Si gira di
spalle.
“Invece lo
so. Mi sono comportata come una pazza quindicenne. Hai ragione a dirmi
queste
cose, ma ti prego, perdonami se ci riesci” gli dico
raggiungendolo alle spalle.
Lo abbraccio.
“Non ti sei
tolto la fede, questo significa che ha ancora valore per te il nostro
giuramento” gli dico.
Lui si gira
verso di me e si toglie la fede. Apre la mia mano e me la poggia sul palmo. Mi fa
malissimo vederlo
compiere questo gesto. Mi distrugge. So che lo fa perché
vuole ferirmi. Ma oggi
non è riuscito a toglierla. Questo significa qualcosa.
Prendo la
sua mano e gliela rimetto al dito. Lui se la ritoglie. E io gliela
rimetto di
nuovo.
“Non voglio
portare la fede” mi dice.
“Invece si
che vuoi!” ribatto. “Anche se stai con Marcela
Valencia, so che la nostra
famiglia è ancora molto importante per te!”
“Come lo è
stata per te?” mi dice. La sua accusa mi ferisce. Ma incasso
senza il minimo
cenno. Dopotutto io sono una Mendoza.
“Non
pensiamo a quello che sono stata in grado di fare io!” gli
dico scherzando.
“Quello che conta è che nulla è perduto
definitivamente!”
“Camila, sei
davvero fuori di testa se pensi che si possa risolvere tutto con uno
schiocco di
dita!”
Invece di
continuare a parlare, lo colgo di sorpresa e lo bacio.
Lui rimane
interdetto. Mi allontana e mi dice “Cosa fai? Sai bene che
questo non risolve
niente!”
Lo sento
così arrabbiato con me che vorrei urlare di
felicità! Vuol dire che prova
qualcosa per me dopotutto. Anche se è rabbia. E’
sempre un sentimento.
Incurante del suo rifiuto, lo bacio nuovamente.
Con più
passione. Questa volta non si ritrae, ma mi abbraccia, mi rinchiude in
una
morsa d’acciaio, che io conosco bene. Non ci stacchiamo
l’uno dall’altro e
raggiungiamo il divano.
Come mi
piace sentire le sue mani vagare sulla mia schiena! Improvvisamente lui
si
blocca.
“Cosa c’è?”
gli chiedo.
“Camila…” mi
dice “Tu stai facendo tutto questo perché mi ami o
perché vuoi riparare all’errore
che hai commesso. Mi ami o vuoi che tutto riprenda come prima per non
avere
alcun tipo di problema?”
Maledizione!
Mio marito mi conosce meglio di quello che pensavo. Mi fa la stessa
domanda di
Betty. Io non posso mentirgli. Non ci riesco fino a questo punto. Non
so cosa
rispondere.
Si alza da
sopra di me e mi tira con se.
“Per me la
discussione finisce qui!” mi dice. L’ho ferito di
nuovo!
“Alberto…”
provo a dirgli… sono confusa. Non so nemmeno io quello che
provo, ma voglio
stare con lui.
“Ti chiamo
un taxi” mi dice.
“Alberto…”
ripeto io con voce flebile.
“Ti chiamo
un taxi. Vai a casa adesso.”
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Capitolo 11 *** Betty e Armando ***
Betty e Armando
Sono
in
ufficio, è molto tardi ma domani ho un appuntamento molto
importante. Nicolas è
in luna di miele quindi non posso fare affidamento su di lui. Mario
Calderon è
da poco andato via.
Ho cenato
con lui in ufficio, ma domani dobbiamo siglare un importante accordo
con una
azienda di accessori. La mia scrivania era sepolta dalle carte e solo
ora sembra
esserci un po’ di ordine.
Sento un
lieve bussare e le porte del mio ufficio si aprono. Vedo entrare mio
marito.
“Armando!”
gli dico “cosa ci fai qui? Stavo per venire a casa! Ho
finito!”
Lui guarda
la mia cena sul tavolinetto vicino al divano.
“Ma hai
cenato Betty?” mi chiede.
Lo guardo.
Sono rare le occasioni in cui si presenta in tenuta casual qui in
Ecomoda. Ma
questo è di certo un caso eccezionale.
“C’è Gina
con i bambini?” gli chiedo.
“Si. Da
quando Alberto e Dodo sono andati via, la casa è
tranquillissima. Tutto è
ritornato alla normalità!” mi dice.
Vado ad
abbracciarlo. “Come mai sei venuto qui? Ti avrei raggiunto
tra poco!” gli dico.
“Devo
parlarti e non ce la facevo più ad aspettare a
casa!” mi dice.
“Devo
preoccuparmi?” gli chiedo.
“Devo
parlarti di lavoro” mi dice e si siede sul divano attirandomi
vicino a sè.
Io sono così
stanca! Mi tolgo le scarpe e rannicchio le gambe sul divano.
“Vorrei
venderti il cinque per cento delle mie azioni
dell’Ecomoda” mi dice.
Io resto
senza parole. “EH? Non ho capito bene!” gli dico.
“Hai capito
benissimo invece! Voglio venderti il cinque per cento delle mie azioni
dell’Ecomoda” mi ripete.
“Ok, ok.
Avevo capito!” dico. “Ma
perché?”
“Lasciami
spiegare” mi interrompe lui. “Ho bisogno di denaro
per fare un investimento
alla New Tech. Insomma, non ci sarebbe bisogno dei miei soldi, o di
quelli di
tutta la New Tech, ma io e Manuel non vogliamo che tutto il capitale
per
l’investimento che dobbiamo fare lo mettano Alberto e Parker
Jackson Ross. È un
progetto importantissimo, ma significherebbe consegnare nelle mani di
Parker
l’azienda. E Manuel non vuole.”
“Fammi
capire… dovete sviluppare un software e avete bisogno di un
investimento di
denaro consistente…” chiedo
“Si. Sei
milioni di dollari. Potrebbero metterli tranquillamente sia Alberto o
Parker,
ma Manuel non vuole. Mi ha detto che i dieci ingegneri fondatori sono
disposti
a mettere un milione e cinquecentomila dollari e vorrebbe che anche io
partecipassi personalmente all’investimento. Questa
è la quota che metteremmo
tutti. Ma io non ho una così grande liquidità,
quindi…”
“Quindi hai
pensato che siccome io la possiedo, tu mi vendi le azioni
dell’Ecomoda e puoi
fare l’investimento!” concludo.
“Si!” mi
dice. “Cosa ci sarebbe di male?” mi chiede.
“Niente, ma
io non voglio le azioni dell’Ecomoda. Ti do il denaro e
basta.”
“No Betty,
questo è inaccettabile per me! Non posso accettare
né ora né mai!”
“Io non
voglio le azioni dell’Ecomoda. Sono della tua
famiglia.”
“Ma tu fai
parte della mia famiglia! Sei la madre dei miei figli! Mia moglie! Per
dio! Non
essere così testarda.”
“Io non sono
una Mendoza. E’ vero che lavoro all’Ecomoda da
tanti anni, ma l’azienda è dei
Mendoza e dei Valencia. Non ti metterei mai e poi mai in una situazione
di
minoranza rispetto a tua madre, tuo padre o tua sorella. Per non
parlare dei
Valencia. No, non se ne parla!”
“Ma appunto
per questo non capisco perché tu non possa comprare le mie
azioni! Se non mi
metterai mai in difficoltà rispetto a tutti cosa
c’è da temere? O è di questo
che hai paura?”
“No. Non ho
paura che le cose possano andare male tra noi, ma non voglio che ci
vada di
mezzo l’Ecomoda!”
“Ma rifletti
Betty!! Tu sei la Presidente da quattordici anni quasi, è
proprio strano che tu
non possegga nemmeno una parte delle azioni!”
“Questo non
mi ha mai impedito di fare bene il mio lavoro mi pare, o no?”
“No. Però,
io vorrei che tu avessi le azioni!” mi dice.
“No. Non le
voglio! Ti ho detto che ti do il denaro che ti serve e basta!”
“No Betty,
così saresti tu che investi il denaro nella New Tech e non
io! Vuol dire che mi
farò fare un prestito da mio padre con a garanzia le
azioni!” mi dice.
“No Armando.
Facciamo che IO ti faccio un prestito e a garanzia mettiamo le azioni
dell’Ecomoda ok?”
“Ma perché
non vuoi comprarle?” mi chiede nuovamente.
“Perché sono
tue! Sono della tua famiglia, sono l’eredità dei
nostri figli, ed è meglio che
l’assetto societario resti così
com’è!” gli dico.
“Betty ma
non puoi davvero fare una cosa del genere. Praticamente è
come se mi stessi
dando un milione e mezzo di dollari, così quasi al
buio!” mi dice.
“No,
Armando. Io mi fido del tuo intuito e non è un prestito al
buio. Sono certa che
sarà un successo!”
“Mostro, ma
come devo fare con te?? Non posso avere mai l’ultima
parola?” mi chiede.
Io lo
abbraccio. “In questo caso no! Sapevo che prima o poi tutti i
guadagni con la
Terramoda sarebbero serviti a qualcosa!” gli dico e lo bacio.
“Domani devo
andare a Seattle per un incontro con Parker e altri
investitori” mi dice mentre
lo sto baciando.
“Bene… vai a
trovare Faith…” gli dico.
“Bettyyyyyy!!”
mi dice lui.
“Armando…
sto scherzando!!” gli dico.
Non
riesco
mai ad avere l’ultima parola con mia moglie. Insomma! Non
è possibile che lei
debba avere una soluzione pronta per ogni situazione.
Questa
volta, entrare in questo ufficio mi è sembrato strano. Mi ha
fatto
un’impressione diversa. Come se davvero non fosse
più il mio ufficio. Anche se
è qui che è iniziato tutto.
“Bene… vai a
trovare Faith…” mi sta dicendo Betty.
“Bettyyyyyy”
le dico.
Non sopporto
che mi dica così! Vuole stuzzicarmi sul fatto che, durante
la nostra crisi, in
un assoluto momento di stupidità io abbia baciato Faith. Ma
sa benissimo che
non c’è niente tra me e lei lo fa proprio per
provocare e perché sa che a me
infastidisce molto!!
“Armando…
sto scherzando!!” mi dice.
So benissimo
che sta scherzando. Che vuole provocarmi. Per tutta risposta la
zittisco con un
bacio e la faccio sdraiare sul divano sotto di me. Inizio a baciarla
insistentemente, in modo che lei capisca quali siano le mie intenzioni.
Tentando di
riprendere fiato mi dice “Armando… siamo in
ufficio. Tra poco verranno a
cercarci! E’ tardi!”
“Ma noi
stiamo lavorando!” le rispondo. “Stiamo lavorando
al nostro progetto comune
‘proviamo ad avere un altro figlio!’” le
dico. Lei si mette a ridere, mi bacia
decidendo finalmente di iniziare a partecipare ai lavori!
Siamo ancora
abbracciati sul divano, dopo aver fatto l’amore. La stringo
forte a me. Non
avrei mai pensato di provare nella mia vita un amore così
profondo nei
confronti di una donna. Un amore che non passa, ma che anzi aumenta
sempre di
più.
“A cosa stai
pensando?” mi chiede lei.
“Sto
pensando che … nessuna donna prima di te è
riuscita a entrarmi dentro,
nell’anima come te. Non ho mai amato nessuna donna come te.
Per nessuna ho
provato l’amore che nutro per te. Non pensavo che sarebbe
stato possibile amare
qualcuno così come ti amo. Ogni giorno di
più” le dico.
Vedo che ha
gli occhi lucidi. Mi prende il volto tra le mani e mi dice
“Ti amo tanto dottor
Mendoza!” e mi bacia. Chissà a che ora torneremo a
casa stasera!!
***
Un
mese dopo
Armando Mendoza colto in flagrante
tradimento.
Il noto imprenditore colombiano è ritratto in
queste foto con la sua ultima fiamma Miranda Del Bosque con cui ha
passato la
notte a Seattle, mentre la moglie si trovava in Colombia a guidare la
sua
azienda.
Altro che fedeltà assoluta! L’imprenditore,
un tempo grande tombeur de femmes, negli ultimi tempi aveva fatto
parlare di sé
per i suoi successi professionali. A quanto pare, il lupo perde il pelo
ma non
il vizio! A pagina
cinque le
dichiarazioni rilasciate dalla Del Bosque.
Non
pensavo
di dover affrontare una cosa del genere, non di fronte a mia figlia
soprattutto.
“Amore, la
tua compagna voleva ferirti, farti del male, ma papà non mi
ha tradita. Questa
foto è un falso!” le dice Betty.
“Mamma, non
puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su
questo
giornale c’è la foto di papà con questa
modella mentre si baciano.”
Maledetto
giornale, maledetto giornale. Vorrei solo strapparlo. Poco fa Betty
è entrata
in casa come una furia, era al centro sportivo quando la bambina
l’ha raggiunta
in lacrime con quella rivista, in cui c’è una mia
foto mentre bacio una
modella, nell’albergo in cui ero a Seattle!
Dannazione è
tutta una montatura!
“Cami, ti
prego credimi!” le dico. “Non ho tradito la mamma.
Te lo giuro!”
“Non ti
credo! Non ti credo!” mi dice e corre a chiudersi nella sua
stanza. Faccio per
seguirla ma Betty mi ferma per un braccio e mi dice “Vado io
più tra un po’.
Ora dobbiamo parlare.”
Ci
chiudiamo
nella nostra camera. “Betty, non crederai anche tu che sia
vero!”
“Cosa dovrei
pensare secondo te? Quello nella foto sei proprio tu.
L’infedele Armando
Mendoza!” mi urla tra le lacrime.
“Non ti ho
tradita! Non ti ho tradita!” le urlo di rimando.
“Vuoi dire
che non sei tu nella foto? Che questi capelli non sono i tuoi? So
ancora
riconoscerti in una foto!”
“Betty, non
è come sembra!”
“Questo lo
dicono tutti i traditori quando vengono colti sul fatto!!” mi
dice. “ Vuoi
forse sostenere di non conoscere questa ragazza o di non essere tu
quello nella
foto?”
“Mi lasci
spiegare?” le chiedo.
“Sono
davvero curiosa di sapere che spiegazione inventerai!” mi
urla.
“Questa foto
risale a quando sono andata a Seattle. La sera, io, Parker e gli altri
americani siamo andati a cena insieme come già sai. E questa
ragazza stava
accompagnando uno degli investitori amici di Parker.”
“Perdonami
se non ti credo!”
“Durante la
cena abbiamo fatto quattro chiacchiere, ma niente di più!
Quando la cena è
finita, sono tornato nella mia camera e se ricordi ti ho telefonato!
Dopo circa
mezz’ora hanno bussato alla mia porta e sono andata ad
aprire. Era questa
ragazza, che effettivamente ci ha provato, ma sembrava ubriaca. Le ho
detto di
andare via perché non ero interessato e che aveva sbagliato
stanza. Il suo
amico era poco più avanti della mia camera. Ma lei ha detto
che stava cercando
proprio me. Poi ha provato a baciarmi ma non appena mi sono reso conto
di
quello che stava facendo l’ho respinta. Ti giuro che
l’ho mandata via. L’ho
mandata via!! Non è successo niente tra di noi!”
“Non ti
credo! Se le cose sono andate così, perché non mi
hai detto niente al tuo
ritorno?”
“Perché è un
episodio senza nessuna importanza. Non volevo creare la situazione che
si è
creata ora. Tra l’altro, quella ragazza era ubriaca secondo
me!”
“Non ti
credo Armando! Questa è la storia più assurda che
io abbia mai sentito!” mi
dice
“Ma è la
verità Betty. Te lo giuro. Non è successo niente
tra me e lei. Non ti ho mai
tradita, né con lei né con
nessun’altra! Credimi.”
“Mi risulta
difficile. Ti conosco! Quante volte ho dovuto coprirti con
Marcela?”
“Betty..” le
dico con voce sconfortata “Non ti ho tradita. Credo invece
che questo sia un
servizio montato ad arte. Giusto questo fine settimana dobbiamo
chiudere
l’accordo col Governo americano per vendergli il software che
stiamo
sviluppando grazie ai nostri investimenti. E sono certo che a qualcuno
questo
non vada bene. Quindi cosa c’è di meglio di un
gossip sul presidente della New
Tech per infangare la sua reputazione e di conseguenza quella della
compagnia?”
“Mi sembra
una storia assurda! Vuoi inventarti una storia di spionaggio
industriale per
coprire la tua scappatella?” mi dice.
“Non è una
scappatella. Non ti ho tradita. Sono quasi certo che sia andata
così. Inoltre ho
già dato incarico di querelare sia la rivista che la
ragazza.”
Mio figlio
Roberto entra nella nostra camera e ci dice che è pronta la
cena. Vede Betty
piangere e le chiede se va tutto bene.
“Mamma,
perché piangi?” le chiede.
Io lo prendo
per mano e lo porto fuori. Voglio lasciare a Betty il tempo di
rifletterci.
***
Betty
si
raggomitola ai piedi del letto, si siede a terra e si stringe le gambe
contro
il petto.
Il dolore
che sta provando la fa tornare indietro nel tempo, a quando ha scoperto
la
lettera di Mario Calderon con le istruzioni per Armando. Pensava di
aver superato quel dolore. Invece lo sta riprovando in pieno.
Mio dio, mio
dio, non posso pensarci. Non posso passare di nuovo quello che ho
già passato.
Non pensavo che Armando mi avrebbe fatto riprovare questo tormento,
questo
dolore e non pensavo che avrei sentito quello che sto sentendo, venendo
a
sapere di un suo tradimento.
Questa volta
Catalina non c’è. Non riesco a credere che mi
abbia tradita. Lo conosco, non
posso nemmeno escludere in assoluto che lo abbia fatto. Né
che non lo abbia
fatto.
Sono davvero
sconvolta. La sola idea che lui se la sia trovata dietro la porta, che
le abbia
aperto è per me un pugno nello stomaco. Devo credere che sia
andata via? Che
non sia successo niente tra loro?
Ma se invece
è successo qualcosa, cosa devo fare? Sono di nuovo di fronte
ad un altro
tradimento di mio marito? Perché di questo si tratta. Dovrei
considerarlo come
una scappatella?
Le lacrime
scendono copiose sulla mia faccia.
Io e lui
abbiamo già discusso prima di cena. Anche affrontare Cami
è stato difficile.
Devo credere alla storia che sia tutto un piano per non far fare alla
New Tech
l’accordo col governo americano come mi continua a ripetere?
In effetti, se
ripenso a quello che mi ha detto la sera prima di questo disastro,
mentre
eravamo in Ecomoda, mai e poi mai potrei credere che mi abbia tradita.
Ma ora
come ora non so cosa pensare. E’ già stato capace
di farmi del male come
nessuno nella vita, nemmeno Miguel.
Qualcuno
entra nella camera, mi asciugo in fretta e furia le lacrime, ma poi
vedo che è
lui.
Mi viene
vicino e mi prende tra le braccia.
Non dovrei
farmi consolare da lui che è la fonte del mio tormento.
“Betty” mi
dice “so benissimo quello che stai pensando e cosa stai
passando, ma questa
volta dovrai starmi a sentire, non ti lascerò andare da
nessuna parte, anche a
costo di chiuderci qui dentro e buttare la chiave dal
balcone!!!”
“Non dire
sciocchezze” gli dico.
“Tu mi devi
ascoltare!” mi ripete. “Non ti ho tradita. Sono
pronto a giurartelo sulla cosa
più cara che ho! Non ti ho tradita. Quella ragazza fa parte
di un piano. IO non
potrei mai e poi mai farti ancora del male. Mi sento male al solo
pensiero…”
“Ma… magari
hai pensato che non ne sarei mai venuta a conoscenza!” gli
dico.
“No Betty,
no!! Io ti amo. TI AMO!” urla. “Non ti ho tradita,
non l’ho fatto. Sono stato
incastrato. Proprio perché ti ho già fatto male
in passato mi guarderei bene
dal ripetere l’esperienza! Io amo te, voglio te, desidero
te!”
“Non so se
riesco a crederti …” singhiozzo io. Sto soffrendo
dannatamente. Mi sembra di
essere in un fumetto, in cui lui, dopo tanto tempo torna a essere se
stesso,
quello di sempre, di prima del nostro matrimonio, prima della nostra
famiglia.
Ripenso a quello che diceva Hugo Lombardi agli inizi del nostro
matrimonio ‘A
lui l’infedeltà scorre nel sangue!’.
O mio dio.
Non può essere. Non può averlo fatto di nuovo. Se
l’ha fatto ha sconfessato tutto
quello che credevo avessimo costruito in questi anni. Un rapporto
solido, fatto
di amore e fiducia reciproca.
“Beatriz” mi
chiama “lo so che stai soffrendo. Ma io sono innocente. Non
ti ho tradita. Il
fatto che abbia sbagliato quattordici anni fa non significa che lo
rifarei
adesso. Non ti ho tradita con quella modella né con nessuna.
Sono un’altra
persona adesso. Tu sei il centro della mia vita. Mi sembra assurdo che
tu possa
credere ad un giornale scandalistico e non a me! Soprattutto, dopo che
siamo
sposati da tredici anni, che abbiamo tre figli, che abbiamo passato
quello che
abbiamo passato. Dopo che ti ho chiesto di avere un altro figlio, dopo
che ti
ho detto che sei il mio baricentro, come puoi pensare che vada a
tradirti? Come
puoi pensare che io sia quel tipo di uomo? Questo FERISCE ME ancora di
più di
quanto possa ferire te il mio ipotetico tradimento. Significa che tu
non credi
che io sia cambiato e che stavi solo aspettando il momento in cui ti
avrei
tradito.”
Non capisco
come faccia a leggermi così nel pensiero.
“Ma io sono
davvero un altro, non ti ho tradita, né con questa Del
Bosque né con
nessun’altra. Devi fidarti di me. Se non riesci a farlo
significa che il nostro
matrimonio non ha motivo di continuare! Ci riesci?!”
***
Sono
passati
due giorni ed io non ho ancora dato una risposta ad Armando. Non sono
riuscita
a dirgli “Mi fido di te” ma nemmeno “Non
mi fido di te”. È una situazione
assurda! Davanti a Cami ho sempre fatto finta di niente, ho sempre
sostenuto
che suo padre non abbia fatto nulla di contro di me e comunque contro
la nostra
famiglia. Anche se mi è costato comportarmi così.
Ma lei è già turbata
dall’aver visto quelle riviste ed è turbata dalla
separazione di Camila e
Alberto. Vorrei farla stare il più tranquilla possibile.
Penso in continuazione
alle parole di Armando, a quando nello specifico mi ha detto
‘se non ti fidi di
me, significa che il nostro matrimonio non ha motivo di
continuare’. Questa
cosa mi ha lasciato molto da pensare. Non credo che se si fosse
trattato di una
scappatella mi avrebbe mai detto una cosa del genere, probabilmente me
l’avrebbe confessata, così come mi ha confessato
di aver baciato Faith. Quindi
probabilmente è sincero. Ma allo stesso tempo ho
così paura che stia cercando
di nascondere tutto, per non perdere la nostra famiglia. Anche se
sinceramente
non riesco a credere che possa fare una cosa del genere.
In questi
due giorni è stato molto concentrato sul lavoro, cercando di
capire CHI possa
aver architettato tutto questo. A casa nostra è venuto
Manuel per controllare
il nostro computer fisso. E ha preso i nostri tablet. Il mio me
l’ha restituito
ieri. Insomma, sono convinti che qualcuno abbia hackerato il computer
di
Armando per incastrarlo.
Armando,
Alberto, Manuel e Parker Jackson Ross domani hanno l’incontro
con i
rappresentanti del governo americano e questo scandalo potrebbe
mandarlo a
monte. Questo me l’ha detto Alberto. Ma Parker sostiene che
alla fine si tratta
di un pettegolezzo, che la volontà di fare
l’accordo c’è e quindi non
dovrebbero esserci problemi.
Io, non
parlo con lui dalla sera in cui mi ha trovato in camera in lacrime.
Come per un
tacito accordo non mi chiede niente. Sa che stiamo affrontando una dura
battaglia e lui, inoltre, rischia di perdere tutto.
Margherita
entra nel mio ufficio. Lei e Roberto si sono subito precipitati qui non
appena
è scoppiato lo scandalo.
“Pensavo che
la faccia di Armando fosse il peggio che potessi vedere, ma la tua lo
è di più!!”
mi dice.
“Al peggio
non c’è mai fine” sospiro.
“Margherita…” la saluto. “Non
dormo da due notti!”
le dico. Spero tanto che non sia venuta a farmi una paternale, che non
voglia
infierire, che non venga a dirmi che Marcela avrebbe saputo come
reagire in una
situazione del genere.
“Betty”
inizia “non sono venuta da sola. Sono qui con una persona che
vorrebbe
parlarti, che sa che mai e poi mai accetteresti il suo aiuto, quindi mi
ha
chiesto di mediare.”
“E chi
sarebbe?” chiedo.
“Vieni
Daniele, entra” dice Margherita dirigendosi verso la porta e
aprendola.
“Salve
Beatriz” dice lui entrando. “Mi fa molto piacere
vederla, anche se avrei
preferito che le circostanze fossero diverse.”
“Salve
Daniele” dico io apparentemente calma. “A cosa devo
il suo aiuto?”
“Non sono
qui semplicemente per questo. Ci sono delle questioni che devo
risolvere all’ambasciata
tedesca in Colombia. Se non fosse scoppiato questo scandalo
probabilmente
nemmeno ci saremmo visti. Ho chiamato Margherita e le ho chiesto di
vederci,
perché vede, io conosco Miranda Del Bosque. Ho avuto una
breve relazione con
lei non appena sono tornato in Colombia lo scorso anno”
confessa.
“Ah” dico
io. ‘E questo era l’uomo che professava a destra e
manca che voleva me e solo
me?’
“SO a cosa
sta pensando Betty, ma quello ormai è passato. Comunque, io
la conosco e se
vuole posso incontrarmi con lei e provare a farla confessare.
Sinceramente, è
sempre stata un tipo interessato solo al denaro e a finire sui
giornali. Non
dubito che possa aver partecipato ad un piano per incastrare Armando in
cambio
di molto denaro.”
“Non capisco
perché lo farebbe Daniele” chiedo.
Margherita
ascolta in silenzio la nostra discussione.
“Per lei
Betty. Solo per lei. E per salvaguardare la mia azienda dal ridicolo.
Perché
questa è ancora la mia azienda dopotutto!”
“No Daniele,
non voglio, non lo so. Vi prego lasciatemi sola. Devo
pensarci” chiedo.
“Betty,
rifletti, questo sarebbe un modo per proteggere sia Armando che la New
Tech,
che l’Ecomoda.”
Daniele mi
guarda negli occhi e mi chiede “Betty, ha paura che Armando
l’abbia davvero
tradita? Ha paura di scoprirlo?” mi chiede.
“Queste sono
cose che non la riguardano Daniele. E non mi fido della sua improvvisa
bontà!”
“Come vuole!
Io ci ho provato!”
Daniele e
Margherita si avviano all’uscita del mio studio. Prima
Margherita mi da due
baci sulle guance.
“Sii forte
Betty. Armando è mio figlio. So che è stato
capace di tutto ma dopo averlo visto
a New York, distrutto, devastato mentre ti operavano, terrorizzato
dall’attesa
degli esami, non lo credo proprio capace di fare questo,
adesso” mi dice ed
esce.
Le parole di
Margherita mi lasciano l’amaro in bocca. Sono così
confusa. Ho così paura che lui
mi abbia tradita. Ma se mi guardo indietro e ripenso a tutti gli anni
felici
che abbiamo passato assieme, a quando sono nati i nostri figli, a
quando era
sdraiato con me su quel maledetto letto d’ospedale, se penso
a tutte le volte
che per qualsiasi motivo mi ha fatto scenate di gelosia, se lo immagino
mentre
gioca con i nostri figli, se penso a quando è nata Aurora,
se penso al suo
volto quando qui in questa stanza mi ha detto che aveva paura di avermi
persa,
se penso alla nostra notte sulla spiaggia di Cartagena, non riesco a
credere
che mi abbia tradita. Non ci riesco proprio. Quello è
l’uomo che ho accanto!
Non quello che la mia irrazionale paura di perderlo mi ha proiettato in
questi
giorni.
Sono io,
evidentemente che nonostante tutti i cambi di look di questo mondo e stupidaggini varie, non
sono ancora del
tutto convinta di meritarmi un uomo come lui.
Ripenso a
quando la sera prima dello scandalo eravamo assieme qui nel mio
ufficio. A
quando dopo aver fatto l’amore, mentre eravamo ancora
abbracciati mi ha detto
che nessuna donna era riuscita ad entrargli dentro nell’anima
come me, e che
per nessuna donna ha mai provato l’amore che nutre per me.
Ripenso a come è
riuscito alla fine a starmi sempre vicino. Anche se gli veniva
difficile. Sono
proprio stupida.
Quando sono
venuta a sapere del suo tradimento presunto, mi sono sentita di nuovo
me
quattordici anni fa. Questo mi ha mandato fuori di testa. Ma io sono
diversa
adesso, non sono più quella persona. E lui è mio
marito. L’uomo che è stato al
mio fianco per tutto questo tempo.
Stupida,
stupida Betty. Improvvisamente mi è tutto chiaro.
Io lo so che
lui mi ama. Ha avuto ragione a chiedermi di fidarmi del suo amore. Io
mi devo
fidare del suo amore per me. Mi sembra di rinsavire da un lungo tunnel
buio.
Adesso so cosa devo fare.
***
Sono
nel mio
ufficio alla New Tech. Manuel entra con il mio tablet.
“Finalmente
sono riuscito a risalire a chi sia entrato nel sistema del tuo tablet.
È stato
da qui Armando. Dall’ufficio. Ancora devo fare delle indagini
interne per
sapere chi era davanti al pc in quel momento, ma possiamo escludere che sia stato
qualcuno da casa tua.
Di certo, qualcuno ha saputo che avresti preso l’aereo, ha
visto la
prenotazione dell’albergo e anche il numero della suite che
ti hanno mandato
per mail.”
“Voglio la
testa di questa persona entro oggi!” grido.
Entro oggi,
tra poche ore dobbiamo incontrarci con gli esponenti del governo
americano, per
definire la vendita del software che abbiamo sviluppato con
l’investimento
personale mio, di Alberto, di Parker e dei ragazzi della New Tech. Ci
lavoravano da mesi, ma solo con il nostro supporto economico sono
riusciti a
realizzare un sofisticato sistema di difesa che migliora di moltissimo
la
precisione dei droni e che in futuro potrebbe essere utile per
prevenire
attacchi di varia natura. La presenza di Parker ha fatto si che il
nostro primo
interlocutore fosse la Difesa americana. Ora, è ovvio che
qualcuno ha saputo
anche questo e abbia voluto impedire in qualsiasi modo che si facesse
l’accordo.
Thomas
Marquez è un investigatore privato, sta già
indagando per noi. E a quanto pare,
Miranda Del Bosque, che accompagnava uno degli americani a Seattle, non
era una
invitata casuale.
Non posso
pensarci. Quella stupida oca potrebbe distruggere il mio matrimonio. La
mia
famiglia. La mia carriera. Sono stato così stupido, ma non
potevo di certo
prevedere che fosse lei a bussare alla mia porta, né che ci
fosse un fotografo
appostato da qualche parte pronto a immortalare l’attimo.
Betty … solo
pensare a lei mi apre uno squarcio nel petto, è convinta che
io l’abbia
tradita. In effetti il mio passato non è a mio favore. Ma da
quando l’ho
sposata, ho cambiato vita.
Il fatto che
lei non ci creda mi distrugge. Non parliamo seriamente da tre giorni,
dalla
sera in cui l’ho trovata in lacrime in camera nostra. Per
quanto mio dio, dovrò
pagare per gli errori del passato?
Affrontare
nostra figlia è stato terribile. Per fortuna lei
è riuscita a tranquillizzarla.
Sapere che mia figlia pensi che io possa aver tradito sua madre mi
distrugge.
Soprattutto perché non è vero. Appena trovo chi
ha architettato questo piano lo
uccido. Non basta la querela che ho già fatto partire contro
tutte le riviste
che hanno pubblicato quelle foto!
Betty,
comunque, si è chiusa in se stessa, non mi parla. Abbiamo
solo dei rapporti
civili davanti ai nostri figli. Non riesco proprio a credere come
faccia a non
credermi e a non fidarsi di me. Mi sta di nuovo distruggendo. Mi
amareggia
credere che lei stesse al passo ad aspettare un mio tradimento. Io non
la
tradirei mai. La amo più della mia vita. Nessuna
venticinquenne riuscirebbe a
togliermela dalla testa! Nemmeno per cinque minuti!
“… scusa
dicevi?” dico a Manuel che mi sta parlando.
“Niente,
niente… dicevo, immagino che Betty non stia ancora reagendo
bene” mi chiede.
“No. Lei è
convinta che io l’abbia tradita sul serio … o che
comunque la storia del
complotto non esclude che io l’abbia tradita” gli
dico.
“Mi dispiace
Armando” mi risponde “Sei davvero in un brutto
casino.”
Entrano Alberto e Parker Jackson Ross. Abbiamo una piccola riunione.
Gli americani sono già arrivati ieri sera e ci aspettano nel
ristorante del
loro albergo.
“Armando” mi
dice Parker J. Ross sorridendo “hai una moglie eccezionale.
Non molte avrebbero
reagito con la sua compostezza e la sua forza” mi dice.
“Eh?” gli
chiedo. Non capisco a cosa si riferisca.
“Non hai
ancora letto il giornale?” mi chiede Alberto.
“No, con
tutto quello che ho da fare, il giornale è proprio
l’ultimo dei miei pensieri”.
“Apri a pagina
cinque” mi dice Parker.
Prendo il
giornale che è sulla mia scrivania come ogni mattina. Apro a
pagina cinque e
vedo che al posto della solita pubblicità ci sono queste
parole:
Yes.
I believe You.
I believe in You.
I trust You.
I love You
From Betty Mendoza To My husband, my Love, my Life.
Non
riesco a
crederci. Betty ha comprato un’intera pagina di giornale.
Si.
Ti credo. Credo in te. Mi fido di te. Ti
amo. Da Betty Mendoza a
mio marito, il mio Amore, la mia Vita.
Ripenso alle
mie parole. ’Devi fidarti di me. Se non riesci a farlo
significa che il nostro
matrimonio non ha motivo di continuare! Ci riesci?!’
Questa
è la risposta alla mia domanda. Adesso non so più
cosa dire.
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Capitolo 12 *** Alberto ***
Alberto
Tra
me e
Marcela Valencia non c’è niente.
Non che non ci
avessi provato ma non è successo niente.
Quando
l’ho
conosciuta all’ospedale, ero convinto che fosse una specie di
serpe, perché me
l’hanno sempre descritta così. Una donna dura, che
non aveva peli sulla lingua
e che non si faceva problemi a dire quello che pensava.
Ma se invece
di un mostro ti ritrovi davanti una donna fragile, ferita e
terrorizzata dal
fatto che tuo figlio potrebbe morire, qualche dubbio ti viene.
Armando è
stato in ospedale tre giorni in totale per via del trauma cranico e poi
è stato
mandato a casa. Da quel momento è stato insopportabile.
Betty lo ama altroché!
Era davvero intollerabile soprattutto i primi giorni perché
aveva vari dolori.
È stato
proprio in quest’occasione che io e Marcela abbiamo iniziato
a frequentarci più
assiduamente. Suo figlio Julian non aveva la meningite ma una strana
infezione
batterica che hanno curato e poi anche il bambino è stato
dimesso.
Abbiamo
cominciato a uscire solo per scambiare quattro chiacchiere, ed
è stato così che
ho scoperto una donna disillusa e fredda, almeno
all’apparenza. Che non si fida
più di nessuno.
Quando siamo
entrati più in confidenza, mi ha raccontato che Antonio, il
padre di Julian,
con il quale aveva una relazione da tempo, l’ha tradita.
Anche lui. A quel
punto ha preferito tornare a Bogotà perché questa
è la sua città.
Ho
capito da
solo che lei è una persona fissata con il controllo, con
l’avere tutto sotto
controllo e non se lei sia così di natura, o se sia diventata
così. Ogni
volta che dobbiamo uscire e Julian rimane
con la baby - sitter, lei la chiama cinque, sei volte in un pomeriggio.
In lei, c’è
qualcosa che m’intriga. Forse il fatto che sia una persona
profondamente sola.
Che non ha permesso a nessuno di entrare nella sua vita davvero. Mi ha
raccontato che per tanto tempo ha voluto incolpare Armando e quello
che lui
le aveva fatto, per giustificare la sua sfiducia, ma poi, col tempo ha
realizzato,
tornando indietro, che Armando non è mai stato davvero
innamorato di lei. Anche
molto prima di Betty. Se lo fosse stato, come lo era di Betty, non
avrebbe mai
potuto tradirla a destra e a manca come invece faceva. Senza farsi
problemi. E
inoltre se lei non si fosse fissata con l’idea che doveva
sposarlo per forza,
si sarebbe resa conto che lui non era mai stato suo, lei non aveva mai
potuto
contare su di lui e allora piuttosto che ammettere che lui non la
amava, si era
trasformata davvero in un controllore terribile.
Le ho
chiesto allora cosa le aveva dato la forza di lasciarlo andare
… da Betty. Lei
mi ha risposto che lei lo amava. Era lui a non amarla. E questo era
sufficiente
perché facesse qualcosa per farlo essere felice.
“Ma scusa”
le ho detto “così non pensi di esserti condannata
all’infelicità?”
“No” mi ha
detto. “Come avrei potuto essere sposata con una persona che
non mi amava, che
stava con me e pensava ad un’altra? L’ ho fatto e
non è stato bello per niente.
In conclusione Alberto, non possiamo costringere le persone ad amarci.
E
l’amore vero è così raro!”
“E quindi
non ti da più fastidio vederli assieme?”
“Quando li
vedo assieme, vorrei che Betty non fosse mai apparsa nella mia
vita!”mi ha
detto.
“Ma…”
“Alberto!”
mi ha interrotto “Io non amo Armando. Non più.
Davvero. È solo che quando li
vedo assieme, penso che lui non sarebbe stato se stesso con me,
perché non mi
amava davvero. Avrebbe recitato una parte. Sarebbe stato infelice. E
quando
penso a lei, vorrei letteralmente pugnalarla, perché mi
dimostra che il loro è
un amore vero, un amore che io non ho mai avuto da Armando o da qualcun
altro!!”
“Quindi mi
stai dicendo che la invidi? Che temi che nessuno sia in grado di amare
te come
Armando ama lei? Ma non è colpa di Betty!”
“Si, lo so!
Prima io, pensavo che potevo accontentarmi del mio rapporto con lui.
Che fosse
abbastanza soddisfacente. Quando lui mi ha detto che si era innamorato
di Betty
avrei voluto ucciderlo. Lei era proprio brutta! Ma quello che mi faceva
più
male era il fatto che lui non aveva mai fatto nulla per me. Nessuna
pazzia.
Niente di niente. Quando Betty è arrivata ho capito
immediatamente che me
l’avrebbe portato via! Ora quando li vedo assieme, felici, so
che io non
troverò mai nessuno a cui appartenere come loro si
appartengono e penso che
siano così felici perché sono loro. Stanno
bene insieme. È un dato di fatto.
Probabilmente con altre persone non sarebbero mai come sono, non
sarebbero
felici! Ed è difficile ammettere che io vorrei un
po’ del loro immenso amore
anche per me!”
“Sai che
trovare la persona giusta è la cosa più difficile
che esista!” le ho detto. “Ma
non puoi escludere che questo succeda anche a te. Ok. Non è
Armando Mendoza,
non è Antonio, ma non puoi perdere la speranza che sia
là fuori!”
“Alberto!Sei
davvero carino a dire così… ma io non ci credo
più. Per adesso il mio amore è
Julian!”
Dopo questa
discussione che è avvenuta all’incirca a due
settimane da quando abbiamo preso
a frequentarci, ho iniziato a pensare che anche io avrei dovuto
provarci! Ok,
sono sempre stato convinto che Camila fosse la persona giusta per me,
ma a
quanto pare non lo era affatto. Camila è una traditrice,
come Armando. Mio
cognato, almeno, non ci ha messo diciotto anni a capire che lei non era
la
donna giusta per lui! Mia moglie invece, prima ha passato la vita con
me salvo
poi pentirsene. Comunque, se ripenso alla sera in cui lei mi ha visto
con
Marcela, non so se ridere o piangere. L’ho spiazzata, ma
sapevo che lei avrebbe
fatto finta di niente. Quella sera, volevo farle del male. Quella sera
io e
Marcela siamo finiti a letto assieme. Io volevo tradire Camila con
tutte le mie
forze. Ma Marcela se n’è accorta e si è
tirata indietro.
“Non ti
offendere” mi ha detto “Non voglio essere la tua
vendetta. Ho recuperato
abbastanza dignità da capire che se un uomo non è
davvero interessato a me,
allora non è l’uomo per me.”
“Ma io sono
davvero interessato a te” ho ribattuto.
“Si, sarai
un ottimo amico. Ma finché Camila Mendoza sarà
nella tua testa e nel tuo cuore, nessuna
donna potrà interessarti per davvero.”
Sono stato
fortunato che Marcela abbia capito come mi sentivo. Forse nessuno
meglio di lei
avrebbe potuto farlo, perché anche lei è stata
tradita da quello che pensava
sarebbe stato l’uomo della sua vita.
***
Dopo
lo scandalo che ha coinvolto Armando.
Sono
nel mio
ufficio di Le Noir. Sto
controllando
alcuni documenti quando qualcuno entra nel mio ufficio. Alzo lo sguardo.
“Camila,
cosa ci fai qui?”
“Hai visto
cosa è successo a mio fratello?”
“Certo, so
leggere anche io” le rispondo piuttosto freddamente.
Dalla sera
in cui lei ha provato a sedurmi, un mese fa, non le ho parlato quasi
per
niente. A volte vorrei svegliarmi a cinque mesi fa e considerare che
nulla di
tutto questo sia successo.
“Tu che cosa
c’entri?” mi chiede.
“Io?” le
rispondo. “Che devo c’entrarci? Nulla. Ho solo
fatto un affare con Armando.
Niente di più.”
“Quindi non
lavori per la New Tech?”
“Camila,
cosa vuoi? Perché sei venuta? Sai benissimo che non lavoro
per la New Tech. Ho
solo fatto un investimento molto proficuo con loro.”
“Sono
preoccupata per mio fratello e per Betty!” mi dice.
“E perché?
Pensi che per il solo fatto che ci sia una foto sul giornale di lui che
bacia
un’altra, lei pensando che sia vero, decida di
tradirlo?”
“Alberto!…”
mi dice con un tono di contraddizione.
“Alberto
che?”
“Una volta
ne avremmo parlato civilmente e mi avresti detto cosa ne pensavi!!
” mi dice.
“Una volta
eravamo una famiglia. Una volta pensavo che tu mi amassi
così come io ti amavo.
Adesso penso che dovremmo lasciare che se la sbrighino tra di loro.
Perché loro
si, si amano, non come noi. Non permetteranno che questo stupido
episodio
inventato possa distruggere il loro matrimonio!”
“Cosa
significa che una volta credevi che io ti amassi come tu mi amavi? Non
mi ami
più?”
“Camila, sei
proprio una bambina!” le dico.
La guardo.
Non so perché ma ripenso alle parole di Marcela, quando
diceva che
probabilmente se lei avesse sposato Armando lui non sarebbe mai stato
in grado
di essere se stesso con lei. Ma con Betty si. Mi domando se vale lo
stesso per
noi. Se sia stato io a farle credere di non amarla e a non permetterle
di
essere se stessa. O se il suo sia stato proprio un colpo di testa.
Non riesco
ad avercela ancora con lei. Certo non penso che dimenticherò
mai la scena di
lei e Mario Calderon. Ma l’idea che, a parte la telefonata
con Abi, possa
essere stato io a spingerla tra le braccia di Mario, non mi fa dormire
la
notte.
“Che c’è?”
mi chiede.
“Sto
cercando di capire, perché sei qui? Cosa vuoi?” le
chiedo.
“E va bene…”
ammette lei. “Volevo vederti ok? Mi costa stare senza di te e
Dodo! Voglio
risolvere. Voglio che proviamo a salvare la nostra famiglia! Voglio che
smetti
di frequentare Marcela Valencia. Tu sei mio marito! Dobbiamo stare
assieme!”
La guardo di
nuovo. Io la amo. È inutile dire il contrario. Non
può essere che così, ma non
sono pronto a fare pace con lei. Perché lei non mi ama
più. E non se ne rende
conto.
“Camila” le
dico “Voglio, voglio, voglio. Non conta solo quello che vuoi
tu! Conta anche
quello che voglio io. Anche ammesso che io sia disposto a passare sopra
alla
storia del tradimento, molto difficile ma potrei provarci, IO VOGLIO
una moglie
che mi ami veramente. Non una donna che sta con me per
abitudine!”
“Ma io ti
amo!” mi dice.
“Non è vero
Camila! Tu non mi ami, non lo sai se mi ami. Probabilmente non mi hai
mai
amato!”
“Non ti
permetto di dire una cosa del genere!” mi ribatte accalorata.
“Se non ti avessi
amato davvero, non avrei mai potuto lasciare tutto per andare in
Svizzera con
te!”
“E torniamo
sempre a questo punto vero? Tu che lasci tutto per me!” le
dico. “Sono stanco
di sentirlo ripetere. Quando ho accettato che tornassimo qui, sapevo
che
sarebbe successo qualcosa! In Svizzera eravamo io e te contro tutti.
Qui, tu
invece, la prima cosa che hai fatto è stata pensare che
avessi un’altra!”
“Cosa vuoi
dire?”
“Mi domando
se il problema tra di noi non sia che quando la bufera è
passata, adesso che
potremmo, anzi dovremmo essere felici perché i tuoi genitori
non ci avversano
più, il nostro supposto amore non abbia dimostrato di essere
nient’altro che
una ostinata resistenza all’opposizione. Una mera
dimostrazione che noi avevamo
ragione e i tuoi genitori torto a dire che non eravamo fatti per stare
assieme!
Camila, tu mi hai mai amato veramente? Hai mai sentito per me quella
sensazione
che ti toglie il fiato in gola quando entro in una stanza? Hai mai
pensato che
senza di me non avresti potuto vivere? Hai mai voluto eliminare una
donna
perché mi stava guardando insistentemente? No! Io
si.”
“Io… vorrei
eliminare Marcela Valencia perché ha una storia con
te!” mi dice lei
ribattendomi.
“Tu” la
accuso io “vuoi eliminare Marcela solo perché vuoi
vincere. Vuoi che le cose
vadano come vuoi tu! Sai bene che io ti ho sempre assecondato. Ti ho
sempre
detto che eri la mia fonte di energia vitale. Che il tuo entusiasmo mi
trascinava, che mi faceva credere di poter riuscire in tutto. Ma adesso
io non
sono più quella persona. So dirti di NO. È la mia
risposta è no. Io so che tu
non mi ami e quindi no!”
“Ma come fai
a dire che io non ti ami? Chi sei per poterlo dire?” mi dice.
“Ma cosa
dici Camila? Ti rendi conto delle tue parole? Questo mi dimostra quanto
io sia
una rivalsa e basta!”
“Alberto,
non è vero. Non sei una rivalsa. Io voglio stare con te. Non
voglio nessun’altro
uomo. Mi dispiace di averti tradito e di averlo capito tardi. Ma
è così!”
“Non è
vero!” le urlo. “Smettila. Tu ora mi vuoi solo
perché hai deciso che mi volevi
vent’anni fa e ora vuoi rimediare all’errore che
hai fatto, distruggendo
l’immagine della famiglia felice! Complimenti Camila! Sei
diventata come tua
madre!”
“Come mia
madre? Cosa c’entra mia madre???” mi chiede
confusa.
“Vuoi
salvare le apparenze! Come lei! Vent’anni fa tua madre,
perché io ero povero,
ci ha spediti in Svizzera dalla vergogna! E adesso tu mi hai tradito,
ma vuoi
salvare le apparenze, vuoi fare come se niente fosse! Senza tenere
conto dei
miei sentimenti!”
“Non è vero
che io non voglio tenere conto dei tuoi sentimenti. Non mi importa
nulla delle
apparenze. Voglio stare con te. Non voglio che la nostra famiglia si
distrugga.
Non voglio che il nostro matrimonio si distrugga!”
“Camila….
L’hai distrutto tu! Come fai a non rendertene
conto?”
“Lo so. Ma
lo possiamo ancora aggiustare!” mi dice e dicendo
così viene a sedersi accanto a
me.
“No.”
“Alberto…”
mi dice “da quando dici così spesso no?”
chiede.
“Vai via
Camila!” le chiedo. “Per favore vai via! Voglio
stare solo. Non voglio
vederti.”
“Hai paura
di me?”mi domanda.
“Si. Ho
paura che alla fine ti asseconderò e non avremo imparato
nulla da questa crisi.
Cosa che non voglio fare perché qualcosa è
cambiato tra di noi e non so se
potremo aggiustarlo. Non sono pronto a fare finta di niente.”
La vedo
alzarsi e dirigersi verso la porta.
“Alberto” mi
chiama. Mi giro verso di lei. “Dovresti sapere che io ottengo
sempre quello che
voglio. E io voglio te. Non finisce così tra di noi, lo sai
vero?” mi dice e va
via.
La odio, la
odio! Penso tra di me. La odio perché la amo. Se non la
amassi non potrei
odiarla.
***
Due
giorni dopo
Sono
nello
studio di Betty. Ieri lei ha comprato un’intera pagina di
giornale per
dimostrare ad Armando che lo ama. Oggi le devo presentare un mio amico
che sarà
il nuovo chef della caffetteria. Vogliono trasformarla in un ristorante
interno
all’Ecomoda e faranno questa sperimentazione iniziale. Pare
che l’idea sia di
Camila, perché è stanca di andare a pranzo fuori!
“A che ora
arriva il tuo amico Alberto?” mi chiede lei.
“A minuti
dovrebbe essere qui!” le dico.
“Come sta
Dodo?” mi chiede cambiando argomento. “Non lo
vediamo più spesso come prima! Da
quando siete andati via da casa nostra. Come va tra di voi?”
“Ci sono
alti e bassi! Lui mi ha detto che non è felice che siamo io
e Camila i suoi
genitori. Avrebbe preferito che lo foste tu e Armando!”
“Ti ha detto
così?” mi chiede.
“Si.
Letteralmente. Dice che noi non siamo mai stati una famiglia normale,
ma una
famiglia di pazzi perché una vera madre non si sarebbe fatta
scoprire dal
figlio, non avrebbe tradito il marito e il marito non si sarebbe fatto
tradire!”
“Alberto,
non prendertela. Lui vede le cose in maniera semplicistica. Ha quindici
anni,
troppo pochi per capire che le relazioni umane sono molto complicate! E
cosa
pensa della storia dello scandalo?”
“Dice che
sicuramente non sarà vero, perché voi due vi
amate veramente e poi ha detto
‘mia madre che si fa scoprire così facilmente, se
fosse vero che lo zio
tradisce Betty, lo va a fare davanti ad un fotografo? Non ha imparato
niente
dagli errori di sua sorella?’”
“Non posso
crederci! E’ ancora così ferito da Camila
allora!” mi chiede.
“Si. Lo è. E
non vuole parlarle.”
“E tu… come
stai tu? Continui a frequentarti con Marcela Valencia?”
“Betty…
posso rivelarti una cosa che però non devi dire a
nessuno!?”
“Alberto…
non voglio essere messa in mezzo. Non mi piace. Camila è mia
cognata. È
scorretto da parte tua comportarti così!” mi dice.
“Lo so! Ma
io ho bisogno di un amico e chi può esserlo se non tu? In
fondo noi siamo gli
infiltrati nella famiglia Mendoza. I due soggetti che hanno rovinato il
quadro
di famiglia perfetta tra i Mendoza e i Valencia …”
le dico.
“Va bene
Alberto. Ti ascolto ma solo perché anche tu fai parte della
mia famiglia!”
“Tra me e
Marcela Valencia, non c’è nessuna relazione
sentimentale!” le confesso.
“Che cosa??
E allora perché tutti credono che sia
così?” mi domanda.
“Non è vero
Betty” le dico mentre mi dirigo verso una delle finestre
interne del suo
ufficio. “Non tutti pensano che sia
così. Solo Camila pensa che sia così. E io glielo
lascio credere, così sa cosa
significa sapere che la persona che avevi scelto come compagna di vita
sta con
un’altra!”
“Alberto….”
mi dice “questo comportamento non è affatto da
te.”
La vedo che
si siede sul divano del suo ufficio. “Ma so bene
perché lo fai. Lo capisco. L’ho
fatto anch’io tanti anni fa.”
“Camila è
venuta da me e mi
ha detto che lei vuole
di nuovo la nostra famiglia felice e che devo perdonarla per quello che
ha
fatto. Ma mai, nemmeno una volta mi ha detto che mi ama. Allora io, in
un
momento di rabbia le ho detto che
come
sua madre! Tutta presa a salvare le apparenze.”
“Non posso
credere che tu lo abbia fatto!”
“Si Betty.
Gliel’ho detto. Non potevo fare altrimenti. Lei non mi ama
più, non so se mi
abbia mai amato. L’amore è un’altra
cosa. Io non credo che possiamo tornare
insieme solo perché così la famiglia Mendoza
salva la faccia. Non mi fido di
lei, né dei suoi sentimenti.”
“Capisco le
tue ragioni… Camila è molto confusa. Stare con i
Mendoza non è affatto facile
amico mio. Cosa pensi che per me sia stato semplice comprare quella
pagina di
giornale?!”
“Mi stai
dicendo che lo hai fatto anche tu per salvare la faccia??”
“No! L’ho
fatto perché io amo mio marito e mi fido di lui. E volevo
che lo sapessero
tutti, e soprattutto lui. Se c’è una cosa che ho
imparato in questi due anni
difficilissimi per me, è che una cosa è stare
assieme, una cosa è essere
insieme. Io e Armando siamo sposati da quasi quattordici anni ma mai
prima d’ora
avevo realizzato che mio marito non merita le mie riserve. Fidarmi
totalmente
di lui mi è costato, ma decidere di lasciarmi andare e di
essere vulnerabile di
nuovo, anche a lui, è stata l’unica soluzione che
ho trovato per essere felice.
Negli ultimi tempi io e lui siamo stati davvero uniti, come non mai.
Quindi mi
sembra assurdo che io non creda alla sua versione dei fatti. E capisco
che tu desideri lo
stesso per te e Camila, anche se
ti ha tradito.”
“E’ proprio
questo il punto Betty” le dico. “Da quando lei mi
ha tradito, ho iniziato a
dubitare del nostro amore. Io non ho mai avuto l’impressione
che lei abbia messo
la sua vita nelle mie mani. Nemmeno quando siamo andati via diciotto
anni fa.
Lei sapeva cosa voleva e cosa fare per ottenerlo. Il motivo ero io, ma
spesso
mi domando se non fossi un semplice motivo di contrasto e rivincita con
i suoi
genitori!”
“Lo so.
Armando e Camila sono molto simili. Competitivi fino
all’inverosimile. Questa cosa
mi stava costando il matrimonio. Però, in tutta
sincerità non penso affatto che
Camila non ti amasse sinceramente quando ha deciso di andare in
Svizzera
piuttosto che lasciarti!” mi dice.
“Non so
Betty. Sono molto confuso.”
Bussano
alla
porta che viene aperta subito dopo. Entrano Camila e il mio amico
Corrado
Traversi, che lei conosce perfettamente.
“Guardate
chi ho trovato qui fuori?” ci dice lei. “Betty, ti
presento lo chef Corrado
Traversi, giunto direttamente da Roma!”
Fatte le
presentazioni del caso, Betty e Camila gli spiegano quale sia il loro
nuovo
progetto.
“E tu?” mi
chiede Corrado. “Non c’entri niente con questo
nuovo progetto?”
“No. È una
cosa di cui si occupa mia m…. Camila cioè. Lei e
Betty vorrebbero aprire un
piccolo ristorante interno per i dipendenti e
l’amministrazione. Ma se non
dovesse andare bene, non preoccuparti, perché ho comprato
dei ristoranti e c’è
sempre un posto per te!”
“Alberto” mi
dice Camila con voce persuasiva “non credi che sia un
po’ troppo presto per provare
a portarci via Corrado? Non ha neanche firmato il contratto e
già gli parli di
fallimento?”
“Ha ragione
Camila!” mi dice Betty. “Non puoi farci questo.
Prima ce lo suggerisci e poi ce
lo porti via?”
“No, per
carità! Sono lieto di esservi stato di aiuto!”
dico io. Mi rivolgo verso
Corrado. Non lo vedo da tempo, ma siamo rimasti in ottimi rapporti.
È stato
felice di tornare in Colombia perché ha subito una tragedia
familiare molto
grave. Sua moglie era colombiana ed è morta tre anni fa in
un incidente
stradale a Roma. Lui ha lavorato come un pazzo per poter traslare la
sua salma
qui in Colombia come voleva la famiglia di lei e adesso ha deciso di
vivere qui
con il loro figlio Paco di sette anni. Sono felice di aiutarlo.
È davvero una
brava persona e merita di ricostruirsi una vita.
Bussano alla
porta di nuovo. In questo posto sembra impossibile riunirsi senza
interruzioni
continue. Entra Armando. Cosa ci fa qui?
“Scusatemi!
Non pensavo che foste in riunione. Forse avrei dovuto telefonare
prima!” ci
dice.
“Non dire
sciocchezze” gli dice Betty. “Sei sempre un
azionista di questa azienda! Ti
presento Corrado Traversi di Roma. Lo chef che da ora in poi si
occuperà di
trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante.”
“Molto
piacere. Armando Mendoza” gli dice lui stringendogli la mano.
“Penso
allora che per questa impresa l’unica
altra persona che possa aiutarvi sia Marcela Valencia no? Lei
è la migliore
professionista nel campo dell’arredamento d’interni
no?”.
Alle sue
parole, Camila diventa viola in volto. Io e Betty ci scambiamo uno
sguardo da
cospiratori che non sfugge alla mia ex moglie, a mia moglie…
a Camila cioè.
Quella di Armando è davvero una pessima idea.
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Capitolo 13 *** Cami e Dodo: Genitori vs Figli ***
“Mamma,
non
puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su
questo
giornale c’è la foto di papà con questa
modella mentre si baciano.”
Sono in
salotto con i miei genitori. Mentre ero nel centro sportivo una delle
ragazzine
che non mi sopporta dal primo giorno, è venuta a darmi la
rivista in cui c’è
mio padre che bacia una modella.
‘Tuo padre è
un traditore’ mi ha detto, ma io ho risposto che non lo era.
Mio padre ama mia
madre. Poi lei mi ha fatto vedere il giornale e io sono corsa da mia
madre che
era nel centro, in palestra. Insieme siamo tornate a casa. E ora stiamo
parlando con mio padre.
“Cami, ti
prego credimi!” mi sta dicendo. “Non ho tradito la
mamma. Te lo giuro!”
“Non ti
credo! Non ti credo!” gli dico e vado a chiudermi nella mia
stanza.
Non
sono
servite a niente le parole di mia madre ieri sera. IO non credo che mio
padre
non abbia una relazione con quella donna del giornale. Ieri, dopo che
mia madre
è venuta a parlarmi per ripetermi che non è vero
che mio padre l’abbia tradita,
li ho sentiti litigare nella loro stanza.
Capisco che
mi madre voglia proteggermi, ma ormai il danno è fatto. Non
uscirò mai più di
casa. Non potrò mai ascoltare i miei compagni che mi
prendono in giro.
Vado in
cucina. Il tavolo della colazione è pronto. Mio padre e
Roberto sono già
seduti, mentre mia madre ha in braccio Aurora.
“Come mai
sei ancora in pigiama?” mi chiede.
“Semplice,
oggi non vado a scuola!” le dico in tono di sfida.
“E perché
no?” mi chiede mio padre.
“Perché no!”
gli rispondo.
“Invece ora
ti prepari e ci vai!” mi dice lui.
“No” ribatto
io.
“Perché non
vuoi andare?” mi chiede la mamma.
“Perché no!”ripeto
io ancora una volta.
“Bene. Se
non vai a scuola oggi, non andrai nemmeno a ginnastica oggi
pomeriggio” mi dice
mio padre.
“Benissimo”
gli rispondo. “Tanto non ho intenzione di uscire mai
più di casa!”gli dico.
“Grazie a te!”
Prendo un
biscotto e me ne vado di nuovo nella mia stanza. Mentre esco dalla sala
da
pranzo sento mio fratello che prova a restare a casa pure lui, ma mia
madre è
irremovibile.
Dopo dieci
minuti sento bussare alla porta della mia camera. Non rispondo neanche.
Vedo
entrare mio padre.
“Possiamo
parlare?” mi chiede.
“No” gli
rispondo.
“Non sai
dire qualcosa di diverso a parte no?” mi provoca lui.
“No” ripeto
io.
Incurante
del fatto che io non voglia parlargli, lui entra nella mia stanza e si
siede
sul letto. “Senti Cami” mi dice “So che
sei arrabbiata con me, ma non pensi che
dovremmo parlarne?”
“Dov’è la
mamma?” gli domando.
“Ha
accompagnato tuo fratello a scuola” mi risponde.
“Vieni qui” mi dice indicando
il mio letto dove lui si è seduto.
“Non devi
andare a lavorare?” gli chiedo.
“Il lavoro
può aspettare. Prima vorrei parlare con te” mi
dice.
“Cosa devi
dirmi?” gli dico aggressiva.
“Basta con
questi giri, Cami. Lo so che sei arrabbiata con me per via di quella
rivista e
che pensi che io abbia tradito tua madre, ma ti ho già detto
che non è vero.
Non è vero. È una montatura e vorrei che tu mi
credessi quando te lo dico.”
“Ma se
nemmeno la mamma ti crede. Ieri sera vi ho sentiti litigare!”
gli dico.
“La mamma ci
è rimasta male, ma vedrai che alla fine mi
crederà!” mi dice. “Io non ho fatto
niente. E quella foto sul giornale è solo un gossip per
farmi perdere un affare
importante!”
“Ma se nella
foto la stai baciando!!” gli dico.
“Cami, tu
non sai ancora, per fortuna, di cosa siete capaci voi donne per fare
credere
una cosa che non è. È vero che quella modella ha
provato a darmi un bacio, ma
subito dopo io l’ho allontanata. Peccato che non abbiano
pubblicato quelle
foto. Altrimenti non sarebbe successo niente di tutto questo.”
Sono molto
dubbiosa. Da un lato vorrei credergli. Ma se penso a quello che da ora
in
avanti diranno i miei compagni….
“Cami, non
voglio mentirti” mi dice. “Una volta, quando ero
giovane, prima di incontrare
tua madre avevo tante fidanzate, tante e anche in contemporanea, ma poi
quando
ho conosciuto la mamma non ho avuto più nessuna donna se non
lei.”
Lo guardo
dubbiosa. “Un giorno, quando ti innamorerai perdutamente di
un uomo, e non sai
quanto mi costa dirti queste cose, capirai!” mi dice.
“Ma se anche
è tutto un piano per danneggiarti sul lavoro” gli
dico io “ormai sei per sempre
un traditore. E io non posso sentire i miei compagni che continuano a
prendermi
in giro per questo!”
“Amore mio,
io ho già querelato il giornale. E tu devi essere molto
forte e non ascoltare
quelle voci. Ma i tuoi veri amici crederanno a te. E io ti giuro che
non ho
tradito la mamma.”
“Quindi non
andrai via da casa?”
“Spero
proprio di no. Non voglio mentirti. Io e la mamma abbiamo litigato, ma
sono
convinto che alla fine lei mi crederà.”
“E non vi
separerete di nuovo? L’altra volta è stato
bruttissimo. Tanti miei compagni
hanno i genitori separati e non fanno altro che fare avanti e indietro.
Come Dodo
e Isabel.”
“Se solo potessi
dimostrarti quanto
bene ti voglio e
quanto sono felice di essere tuo padre, capiresti che mai e poi mai
farei
consapevolmente qualcosa che ti ferisca. O che possa far soffrire la
mamma.
Quando sei nata tu, il mio cuore stava per esplodere dalla gioia. La
mia vita
era perfetta in quel momento. E lo stesso è stato per
Roberto e Aurora. Voi tre
e la mamma siete la cosa più importante che ho. Non vorrei
perdervi mai e poi
mai!” mi dice.
Non so cosa
pensare. Mi sembra
sincero. “Quindi
tu non vuoi un’altra donna!?” gli
chiedo.
“Certo che
no!” mi risponde. “Come ti viene in mente una cosa
del genere?”
“Nella mia
classe, quasi tutti i miei compagni hanno i genitori separati e quasi
tutti i
padri hanno lasciato le madri per donne più
giovani!”gli dico.
“Cami,
credimi, io non solo non voglio lasciare la mamma, non ho una relazione
con
nessun’altra donna! Perché io amo la
mamma!”
“Quindi il
fatto che quella modella sia giovane non significa che lei ti
piace?”
“Amore, io
quella modella l’ho vista solo due volte nella mia vita. Non
mi interessa, né
lei, né nessun altra. Mi dispiace che nella tua classe,
tanti tuoi compagni
abbiano i genitori separati, ma io non voglio lasciare la mamma.
Davvero.
Credimi” mi dice lui, passandosi una mano tra i capelli. Ha
lo sguardo teso. Lo
capisco pure io che è in preda all’ansia.
“Va bene
papà… proverò a crederti!”
gli dico. Lui viene ad abbracciarmi. “Scricciolo, te
lo giuro. Io non ho tradito la mamma. E voglio che tu sappia che se per
qualsiasi motivo tu hai bisogno di farmi domande o di avere
chiarimenti, io
sono qui.”
“Papà… mi
stai stritolando!” gli dico.
“Cami” mi
chiama “non devi avere paura dei tuoi compagni! Noi non
abbiamo niente da
nascondere. Ma devi imparare a difenderti! Non voglio che tu ti faccia
calpestare
da loro e dalle loro stupidaggini.”
“Papà” gli
dico “la maggior parte dei miei compagni sono miei amici,
soprattutto Raquel,
ma ci sono quelli a cui sto antipatica. E loro non vedono
l’ora di mettermi in
difficoltà!”
“Perdonami,
se tutta questa faccenda ti metterà in
difficoltà, ma tu devi andare a scuola
testa alta. Vedrai che quando verrà fuori la
verità, dovranno scusarsi anche
con te!” mi dice. “Ora vado al lavoro. Abbiamo
tanto da fare per l’incontro di
dopodomani!”
“Va bene
papà… buon lavoro!” gli dico. Lui mi da
un bacio sulla testa e va via.
Non so cosa
pensare. Lui è mio padre ed io voglio credergli. Finora non
mi ha mai deluso.
Ha sempre fatto il possibile per rendere felice mia mamma, me e i miei
fratelli. Devo credergli.
Due
giorni dopo….
Dodo
è
passato un attimo a casa mia. Stava cercando mio padre.
“Hai visto
Cami, cosa ha fatto tua madre?”. Mi mostra il giornale nel
quale ha fatto
scrivere che ama mio padre.
“Se tuo
padre fosse stato colpevole, secondo te, tua madre l’avrebbe
fatto?”
“No, penso
di no!”
“Puoi stare
tranquilla, è davvero una montatura!!” mi dice mio
cugino. “Tuo padre non è in
casa?” aggiunge.
“No, ancora
non sono arrivati né mamma né papà. Ti
serviva qualcosa?”
“Volevo
parlare con lo zio… va bene, lo cerco sul
cellulare” mi dice.
“A proposito
di cosa vuoi parlare con mio padre…?” gli chiedo.
“A proposito
di Rocio….!”
“E non puoi
parlarne col tuo?” gli domando.
“Mio padre
non capisce nulla di donne….!” mi risponde.
“E il mio
si????” dico allarmata.
“Cami, stai
tranquilla…. Voglio solo un
consiglio….!”
***
Non
sono
riuscito a parlare con mio zio. Maledizione. Parlarne con mio padre
è fuori
discussione. Lui non solo non capisce niente di donne, ma adesso non
può
neanche sentire che la mia quasi fidanzata vuole anche un altro! Vorrei
che
quel Josè sparisse dalla mia vista!
Non pensavo
che Rocio mi sarebbe piaciuta così tanto, quando
l’ho conosciuta! Eppure
abbiamo tante cose in comune e poi lei è bellissima. Siamo
diventati subito
amici. Forse qualcosa di più. Però lei non
è proprio convinta che possiamo
essere qualche cosa di più. Ed ecco che entra in scena
questo Josè. Lui è più
grande di me di un anno. Quando lei è con lui, diventa
rossa, inizia a mordersi
il labbro e a toccarsi i capelli. Io, invece, molto spesso, quando sono
con lei
sembro perdere la facoltà di dire cose intelligenti. Mi si
asciuga la gola. E
solo dopo dieci minuti riesco a tornare in me. Vorrei tanto che
qualcuno mi
desse un consiglio sul da farsi. Però qualcuno che se ne
intenda! Chi se non
mio zio?
Due giorni dopo…
Siamo
nella
stanza del Preside. Ho dato un pugno a Josè. Ma se lo
meritava tutto. È venuto
da me dicendo che mi avrebbe portato via Rocio e che non
c’era motivo per cui
lei avrebbe dovuto scegliere me. Non ci ho visto più e
l’ho colpito.
“Signor
Mendoza” sta dicendo il preside a mio zio “anche se
lei è un parente del
ragazzo, e noi la conosciamo benissimo, siamo obbligati a chiamare i
genitori
del ragazzo. Il padre non è al momento reperibile, ma la
madre, sua sorella
immagino, sta arrivando!”
“Vi prego,
mia madre no. Mia madre no! Non voglio parlare con lei” gli
dico io.
“Dodo
calmati…. “ mi dice mio zio. “Avvisare i
genitori è la prassi in questi casi.”
“Ma non
basta lui?” chiedo io rivolto al preside.
“E’ mio zio. Accetterò qualsiasi
punizione, ma non chiamate i miei genitori. Per favore!”
“No,
Armando! Ormai abbiamo chiamato tua madre. Sta per arrivare!”
Proprio in
quel momento, mia madre entra in presidenza.
“Buongiorno
signor Preside….”
Siamo fuori
dalla scuola. Mi hanno sospeso per una settimana ma con
l’obbligo di frequenza.
Il mio comportamento ricadrà sul mio voto in condotta,
quindi mi conviene avere
il massimo dei voti in tutte le altre materie se non voglio essere
penalizzato
per la votazione finale. Ma a me non interessa niente dei voti. Voglio
andare a
casa. Vedo che mia madre è arrabbiatissima.
“Dodo, cosa
ne dici se vieni con me?” mi dice mio zio. “Tuo
padre non c’è, lo sai pure tu.
Sai che è a Barranquilla e che torna stasera
tardi!”
“No Armando.
Dodo adesso viene a casa con me. Ho già parlato con Betty.
Ho il pomeriggio
libero oggi!” si intromette mia madre.
“Con te non
voglio venire né voglio parlare!” le dico.
“E invece
verrai con me. Adesso basta. Finora ho cercato di rispettare i tuoi
tempi e le
tue decisioni. Ma ora basta! Ora vieni con me e discutiamo di quello
che è
successo!”
“Ti prego
zio… diglielo tu. Fammi venire con te. Non voglio parlare
con lei” chiedo a mio
zio.
“Dodo, ho
detto basta con queste storie. Sali in macchina. E tu Armando non
metterti in mezzo!”
dice a mio zio.
Rassegnato
salgo in macchina di mia madre.
“Non
sgridarlo troppo senza aver capito quello che è
successo” dice Armando alla
sorella. “Cami, mi ha detto che due giorni fa è
passato da casa perché voleva
parlarmi, perché voleva un consiglio su Rocio ma io non sono
riuscito a
darglielo.”
“Non ti
preoccupare. So quello che faccio” gli risponde lei.
Sono
in
macchina con mia madre. Non riesco nemmeno a guardarla. Mi ha spezzato
il
cuore. So che non dovrei essere così tragico. Ma
è quello che sento. Siamo
arrivati a casa nostra.
Scendo dalla
macchina e faccio per andare nella mia stanza, ma lei mi blocca per le
scale.
“Tu ora
vieni in salotto e mi spieghi cosa è successo,
chiaro?” mi dice in un tono che
non ammette replche.
Non posso che
seguirla in salotto. “Non ti dico niente!” le dico.
“Dodo, sto
perdendo la pazienza!” mi dice lei. “So che sei
arrabbiato con me, ma io sono
tua madre. Lo so che non sono la madre che vorresti, però la
natura, il caso,
il cielo, chi vuoi tu, ha deciso che tu sei mio figlio e questo non
cambierà.
Quindi se non mi dici quello che succede, staremo qui tutto il giorno.
Ti
conviene parlare subito! Perché hai picchiato quel
ragazzo?”
“Perché
vuole portarmi via Rocio!” le dico.
“E chi è
Rocio, la tua ragazza? È la ragazza che hai conosciuto alla
presentazione del
videogioco?” mi chiede.
“Si. Ti
ricordi di lei?”
“E come
potrei non ricordarmi se non le toglievi gli occhi di dosso?
È la tua ragazza?”
“No, si, non
lo so.”
“Hai le idee
chiare a quanto pare. Forza Dodo. Dimmi cosa sta succedendo!”
“E va
beneeee” urlo io. “Io e lei siamo amici. E adesso
si sta frequentando con Josè,
che è più grande di me. Oggi lui è
venuto da me dicendomi che me l’avrebbe
portata via, che io non valgo niente, che nessuno preferirebbe me a
lui. Io non
ci ho visto più e gli ho dato un pugno!”
“Dodo… che
modo è di reagire?” mi domanda.
“E cosa
avrei dovuto fare? Stare fermo a farmi insultare come ha fatto mio
padre con
te?” le dico. Insomma questa cosa mi è sfuggita.
Non avrei dovuto dirla.
“Quindi in
realtà, tu sei ancora arrabbiatissimo con me e ci
è andato di mezzo questo
ragazzo?”
“Sono
arrabbiato anche con questo ragazzo e con Rocio!”
“Sei
arrabbiato col mondo intero insomma!” mi dice. “Hai
ragione ad esserlo. Per
quanto mi riguarda, la prima cosa che voglio dirti è
scusami. Perdonami per
come mi sono comportata. Sono stata davvero una pazza. Non so nemmeno
io cosa
mi sia preso.”
“Volevi un
altro, ecco cosa ti è successo! Io mi vergogno di avere te
per madre!” le dico.
“Lo so. Qualsiasi
spiegazione io possa darti tu non la accetteresti. Ma inizi a capire
che i
sentimenti non sono mai semplici. Perdonami se non sono stata e non
sono la
madre dei tuoi sogni. So che preferiresti avere Betty per madre, e
invece ti
sono capitata io. Però, io ti voglio bene più
della mia stessa vita e
preferisco affrontare il tuo disprezzo piuttosto che la tua
indifferenza!” mi
dice.
“Mamma, ma
tu hai mai amato mio padre?” mi domanda. “A me non
sembra nemmeno di essere suo
figlio. Non capisco come abbia fatto a farsi tradire! Non capisco come
sia
stato qui con te per due mesi prima di lasciarti!”
“Dodo, non
devi incolpare tuo padre per quello che è successo. La colpa
è soprattutto mia.
Certo che ho amato tuo padre. E lo amo ancora. Solo che lui non mi
crede. Io ….
Ho fato una stupidaggine. Ho ascoltato per sbaglio una telefonata che
lui stava
facendo con il suo avvocato in Svizzera, che è una donna e
ho pensato che
avesse una relazione con lei, e per vendicarmi l’ho tradito.
Ma non era così.
In realtà parlavano di affari!”
“E tu pensi
che io possa credere a questa storia?”
“Anche io mi
sono chiesta se fosse vero che non avevano una relazione, ma non
avevano una
relazione Dodo. Ho combinato un disastro!”
“E tu non
potevi chiedere prima a lui?”
“Ero arrabbiata.
Non avrei sentito nessuno. Proprio come te oggi. E comunque queste cose
riguardano me e tuo padre. Gli ho chiesto di metterci una pietra sopra.
Voglio
che tu sappia solo questo!”
“Ma se lui
esce con un’altra! Che pietra sopra deve metterci? Hai
rovinato tutto!”
“Ho fatto un
errore, un grandissimo errore e sto cercando di porvi rimedio Dodo.
Imparerai a
tue spese che nessuno è perfetto. Nessuno. Tutti commettiamo
errori! Anche tu!”
“Continui a
vederti con il tuo amante?”
“No. La
nostra storia è finita Dodo.”
“Mamma, io
ti odio” le dico. “Ti odio dal profondo del mio
cuore! Lo sai quanto mi stai
facendo soffrire? E per cosa poi?”
“Lo so Dodo.
Non c’è bisogno che tu lo ripeta. So di averti
ferito. E se potessi vorrei
tornare indietro a quel giorno e non comportarmi come mi sono
comportata. Ma
non so cosa mia sia preso.”
“Non
dimenticherò mai la scena che ho visto. Mai. Odio anche
papà. Perché si è fatto
tradire?”
“Dodo, non
devi odiare tuo padre. Lui non ha colpa. Sono stata io a
sbagliare” mi dice.
“Se lui fosse qui ti direbbe che avresti dovuto contare fino
a cento prima di
reagire, di incassare e di voltare le spalle a quel ragazzo,
perché lui è fatto
così. Hai sempre l’impressione che non faccia
niente, perché non fa nulla di
eclatante, ma poi le sue decisioni sono inscalfibili. Lui ha provato a
darmi il
tempo di capire che stavo sbagliando. Io sono stata felice con lui per
tanti,
tanti anni. Non dimenticarlo!”
“Mamma io
non sarei mai e poi mai potuto restare a guardare mentre
Josè mi prendeva in
giro!”
“Io ti
capisco, figlio mio. Anch’io reagisco come te. Ma dobbiamo
ammettere che le
nostre reazioni sono spesso sbagliate. Io ho sbagliato a pensare che
tuo padre
mi stesse tradendo e tradendolo a mia volta e tu hai sbagliato a
prendere a
pugni Josè.”
“Se me lo
trovassi di davanti gli darei un altro pugno!” le dico.
“Dodo, se
vuoi scaricare la tua aggressività prenditela con me. O con
tuo padre. Vai in
palestra, ma non sugli altri. Non sugli altri! Sono stata
chiara?” mi dice con
un tono che non ammette repliche.
“Si” le
dico.
“A causa di
quanto hai fatto, starai in punizione per due settimane. Nessuna uscita
extrascolastica. E se pensi che io non me ne accorga perché
stai con tuo padre,
ti sbagli di grosso. Se necessario mi trasferisco da voi!”
“Tu non sei
in punizione, anche se hai tradito tuo marito! Voi donne mi fate tutte
schifo!
Siete incapaci di essere fedeli a un solo maschio. Se Rocio diventa
come te,
non la voglio più.”
Senza
nemmeno accorgermene, mia madre mi molla un ceffone in pieno viso.
“Le settimane
sono diventate tre e senza cellulare!” mi annuncia.
Per tutta
risposta, prendo un vaso dal tavolo e lo faccio cadere a terra.
“Bene Dodo”
mi dice mia madre. “Siamo a quattro settimane. E inoltre non
potrai usare il
computer per più di un’ora al giorno e per fare i
compiti. Continua se ne hai
il coraggio!”
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Capitolo 14 *** Marcela ***
Marcela
Non
metto
piede all’Ecomoda da quindici anni e sono certa che tornarci
non sia affatto
facile. Eppure devo avere il coraggio di entrare, non posso stare tutta
la
giornata qui all’ingresso.
“Dottoressa
Valencia, è lei?” mi chiede Wilson.
“Si, Wilson!
Sono proprio io!” gli rispondo.
“Bentornata!”
mi dice.
“Grazie”
“La devo
annunciare?” mi chiede.
“No, non è
necessario! So bene dove andare! Betty, la dottoressa Pinzon, mi sta
aspettando!
A dopo!”
Sicuramente,
Wilson avviserà tutti del mio arrivo. Ma io sono troppo
agitata per pensare a
questo. Entro in azienda. Anche se hanno cambiato i colori alle pareti
è tutto
uguale. La disposizione degli uffici è sempre la stessa mi
pare di capire.
Prendo l’ascensore e vado al piano amministrativo.
Torno
indietro nel tempo. A quando lavoravo qui. Ne è passata di
acqua sotto i ponti!
Non posso fare a meno di pensare al giorno in cui sono andata via.
Parlare con
Betty e lasciarle Armando è stata la cosa più
difficile che abbia mai fatto. Ma
sapevo che era l’unica cosa da fare. E adesso Armando non
lavora nemmeno più
qui. Tante cose sono cambiate nel frattempo!
L’ascensore
si apre ed eccomi di nuovo nella mia vita precedente.
Sandra e
Mariana sono alle loro scrivanie! Sandra è incinta mi
sembra. Anna Maria è
sempre la segretaria di Betty a quanto pare.
“Buongiorno
a tutte!” dico.
“Dottoressa
Valencia?” mi chiede incerta Anna Maria, cercando conferma
del fatto che sia
proprio io.
“Si, Anna
Maria, sono proprio io!”
“Che piacere
vederla!” mi dice Mariana. Lei è stata per tanto
tempo la mia segretaria quando
lavoravo qui! Ma sono passati quindici anni nel frattempo.
“Mi sembra
strano che stiate tutte lavorando! Prima non lo facevate mai e
trascorrevate
tutto il vostro tempo a spettegolare!”
“Sono
cambiate tante cose!” mi dice Anna Maria.
“Può dire
alla dottoressa Pinzon che sono arrivata?”
“Si, la
annuncio subito.”
Trovo che ci
sia qualcosa di assurdo nel fatto che io sia qui. Proprio in questi
giorni.
Armando ha dato di nuovo scandalo con il suo supposto tradimento a
Betty con
quella modella. Ed oggi devo vedere Betty! Dovrebbe essere il mio
giorno
trionfale. Alla fine, a quanto pare, ha tradito pure lei. La mia
rivincita. Ma
invece non riesco ad essere felice. Mi sembra impossibile che lui
l’abbia
tradita. Sarebbe la dimostrazione che ho sbagliato tutto e che avrei
dovuto
lottare per riprendermelo.
“Dottoressa
Valencia, Betty la aspetta nel suo ufficio” mi dice Anna
Maria.
Mentre mi
dirigo nell’ufficio di Betty, un uomo alto e scuro mi viene
addosso.
“Ehi, che
modi” gli dico!
“Mi scusi…
non l’avevo vista! Ero sovrappensiero!” mi dice.
“Me ne sono
accorta. La prossima volta guardi dove mette i piedi!”
“Senta, le
ho chiesto scusa, non basta?? Non la faccia tanto lunga!” mi
dice.
“Ma come si
permette??? Lei lo sa chi sono io?” gli dico.
“No e
nemmeno mi interessa! Ora se mi perdona devo andare a
lavorare!” mi risponde.
“Quindi lei
lavora qui? Non ancora per molto!” gli dico.
“Come vuole!
Però per ora lavoro qui e sono già in ritardo! A
mai più!” dice questo
sconosciuto e va via.
“Anna Maria,
dov’è la dottoressa Valencia” chiede
Betty,uscendo dal suo ufficio e cercandomi
con lo sguardo, “non
è ancora arrivata
nel mio ufficio.”
“Sono qui
Betty” le dico. “ Ho avuto un incontro poco
piacevole con un tizio che dice di
lavorare qui!”
“Buongiorno
Marcela, prego si accomodi” mi dice Betty. Le squilla il
telefono. “Mi scusi
devo rispondere” mi dice.
Questo mi da
il tempo di guardarmi intorno. L’ufficio che era di Armando
è stato trasformato
nel suo ufficio. Ci sono molte foto dei suoi figli. E una bella foto di
Armando
troneggia accanto allo schermo del computer. Poi ci sono due foto del
loro
matrimonio. La guardo. È davvero lontana anni luce dalla
donna che è arrivata
qui e che ho odiato con tutta me stessa. Adesso è una donna
realizzata e bella.
Anche se dal suo volto si capisce che non stia vivendo giorni facili.
Comunque
di fronte a lei, la sfigata sembro io. Vedo che chiude la telefonata.
“Cosa fa lì
in piedi? Si accomodi” mi dice. “Mi rendo conto che
per lei non deve essere
stato facile tornare qui.”
“No, in
effetti no. Ma non è stato nemmeno così
difficile!” le dico. “E’ passato tanto
tempo e … le cose sono cambiate.”
“Mi fa
piacere sentirglielo dire Marcela. In effetti è stato
proprio Armando a chiedermi
di farla venire qui. Vorremmo trasformare la caffetteria in un piccolo
ristorante interno e visto che lei è qui a
Bogotà, abbiamo pensato che potrebbe
occuparsene lei, di rifare il look agli interni!”
“Ah… Senta
Beatriz, siete proprio sicuri che mi vogliate tra i piedi?”
le chiedo. “I
rapporti tra di noi non sono proprio idilliaci e anche se mi siete
stati vicini
durante la malattia di Julian, non possiamo fingere di essere migliori
amici. E
inoltre, è certa che Camila Mendoza voglia avere a che fare
con me?”
“Per quanto
mi riguarda, non c’è alcun problema se lei dovesse
lavorare qui. Lei è
un’azionista di questa azienda. Avrà sempre un
ruolo qui dentro. Quanto ai
rapporti tra di noi, non è detto che dobbiamo diventare
migliori amiche,
basterebbe solo non farci la guerra. In tutta sincerità, non
ho dimenticato il
modo in cui mi trattava e come mi abbia fatto sentire inadeguata e
incapace, ma
è trascorso tanto tempo. Sono andata avanti. Tante cose
nella mia vita sono
cambiate. Io non ho nessuna intenzione di rivangare il
passato” mi dice. “E
Camila sa benissimo che i problemi nel suo matrimonio non sono certo
causati da
lei!” mi dice mentre la vedo alzarsi e guardare verso la
finestra dietro la sua
scrivania.
La guardo di
nuovo. Tutto in lei è cambiato. Non è rimasto
nulla della ragazzina spaventata
che era. Il suo look è diverso. Adesso veste
all’ultima moda. Inoltre il suo
atteggiamento è diverso.È una donna
sicura di se. Se non fosse stato
così come avrebbe mai potuto compare una pagina di giornale
per far sapere al
mondo che ama suo marito, dopo un presunto tradimento?! Io non
l’avrei mai
fatto.
Capisco
perché mio fratello Daniele abbia perso la testa per lei due
anni fa! Ma la
verità è che lei ama Armando e basta. Ho capito
sulla mia pelle che è così. E
sarà così per sempre.
“So che
dovrei scusarmi, per come mi sono comportata con lei Betty. Ma lei non
può
biasimarmi se all’epoca non mi fidavo di lei. Alla fine ho
avuto ragione!” le
dico. Voglio che ammetta che avevo ragione.
“Lo so.
Tuttavia questo non la autorizzava a trattarmi come faceva. Fino a
quando non è
iniziato quello stupido gioco, io facevo solo il mio lavoro. E anche
bene. Se
Armando non l’amava non era di certo colpa mia. Mi scusi se
glielo dico” mi
dice.
“Forse, se
devo lavorare qui, è meglio mettere le cose in chiaro una
volta per tutte tra
di noi. Ammetto di non essere mai stato molto amichevole con lei, ma
non penso
che possa biasimarmi, soprattutto considerato che fin dai primi giorni
si è
schierata dalla parte di Armando. Immagino che la sua infatuazione per
lui c’entrasse
qualcosa!”
“Armando era
il mio datore di lavoro, il mio diretto superiore. Sentivo che non
potevo
tradirlo. Ho fatto tante stupidaggini. Ma a mia discolpa le posso
garantire che
io mi sono innamorata a prima vista di lui.”
“Lo so
Betty. Crede che non me ne fossi accorta?” le domando.
“Ma ormai è passato
tanto tempo!”
“Voglio che
lei sia chiara solo una cosa, io non sono mai stata la sgualdrina che
lei
crede. Ho cercato in tutti i modi di mettermi da parte. Ho detto
più volte ad
Armando che avrebbe dovuto darle una possibilità anche se
stavo morendo dentro.
E quando sono tornata da Cartagena non avrei mai e poi mai violato il
nostro
accordo se lei non mi avesse parlato.”
“So anche
questo! Mi sta dicendo che in realtà la sua
felicità di oggi, è merito mio?”
“Si. In
parte sì. Lei alla fine ha fatto la cosa giusta. Io ho molto
sofferto all’idea
che voi non steste più insieme a causa mia. Io non ho potuto
evitare di
innamorarmi di lui. Lo amo ancora tantissimo e credo che
all’epoca, quella che
ero all’epoca, si sarebbe accontentata anche solo di
guardarlo da lontano. Di
accettare che la sposasse” mi dice.
“Betty,
lasci parlare me adesso. Lasciar andare Armando è stata la
cosa più difficile
che ho fatto nella mia vita. Solo molto tempo dopo ho realizzato che il
mio
rapporto con lui era distruttivo. Lui non sarebbe mai stato felice con
me. Ha
cercato di farmelo capire in tutti i modi. Ma io non volevo vederlo.
Quando vi
vedo insieme, mi rendo conto che la mia è stata la scelta
giusta. Non solo perché
lui era innamorato di lei, come non lo è mai stato di me, ma
anche per me. Perché
volevo condannarmi a non essere amata dall’uomo che amavo,
perché lo amavo.
Realizzarlo è stato difficile per me. Questa è
però la verità. Quindi, anche se
all’epoca ero molto arrabbiata con lei, ho capito che ero
molto più arrabbiata
con me stessa perché non riuscivo a farmi amare da Armando e
non capivo perché lui
amasse lei, che onestamente era inguardabile e non me.
Ho capito col tempo che non puoi costringere la
gente ad amarti. Per me, dopo oggi, possiamo mettere una pietra sopra a
tutta
questa storia. L’unica certezza che ho, è che
Armando la ama, l’ha sempre
amata. E credo di poter affermare con certezza che non
l’abbia tradita. IO lo
conosco. Conosco i suoi tradimenti. E quello non è il suo
modo di agire.”
“Non penso
che dovrei parlare con lei di questo, ma sono d’accordo.
Stanno facendo di tutto
per mettere in difficoltà la New Tech” mi dice.
“Mi sembra
strano non trovare Armando in questo edificio. Come se mancasse
qualcosa” le
dico.
“Si abituerà
presto” mi risponde. “Cambiando argomento, Alberto
mi ha detto che tra di voi
non c’è niente, se non una grande amicizia. Lo so
solo io però.”
“Alberto è
innamorato perso di Camila. Non so se se ne renda conto. È
così impegnato a
darle contro!” le dico.
“Spero che
questo non le impedisca di lavorare con Camila, di incontrarla in
azienda!”
“Per me non
c’è alcun problema!” dico.
“Speriamo
che non ce ne siano nemmeno per lei!” esclama Betty.
“Allora accetta di seguire
questo lavoro?” mi chiede.
“Come potrei
dire di no? E’ la mia azienda!” le dico.
“Sono felice di poter lavorare a
questo progetto. Però devo mettere una
condizione!”
“E quale
sarebbe?” mi chiede allarmata.
“Che
smettiamo di darci del lei! Anche se sembra assurdo. Voglio ripartire
da zero.
In fondo non abbiamo che tre anni di differenza. E le cose sono
cambiate
adesso. Che ne dici?”
“Sono d’accordo!
Spero di riuscirci Marcela” mi dice.
Il mondo
sembra essersi rivoltato! Io e Betty, potremo diventare amiche col
tempo!
Siamo
nella
caffetteria. Stiamo per entrare nella cucina, quando una voce che
riconoscerei
tra mille mi chiama!
“Margeeeeeeeee!
Sei proprio tu?”
Mi volto e
lo vedo! Anche lui è invecchiato un pochino ma non glielo
direi mai!
“Hugoooooo”
vado ad abbracciarlo! “Come stai?”
“Sei uno
schianto tesoro! Anche se non dovrei parlarti visto che non ci sentiamo
da
quanto, cinque anni?” mi dice.
“Ho passato
un momento difficile, ma potremo rifarci presto. Seguirò i
lavori di
ristrutturazione della caffetteria!” gli dico.
“Mi state
dicendo che voi due lavorerete assieme??” dice rivolto a
Betty.
“Si, Hugo”
gli risponde Betty. “Finalmente avrà qualcuno da
tormentare con tutte le sue
strambe idee sui vestiti, e io potrei tornare ad avere un guardaroba
normale!”
gli dice lei.
“Non ci
conti Betty. Anche se non l’avrei mai creduto, lei
è una fonte di ispirazione
per me. Passerò alla storia come l’uomo che le ha
rifatto il look. Ogni volta
che penso ad un modello, mi chiedo come starebbe a lei!” le
dice lui.
Sono
contenta di notare che col tempo sono diventati quasi amici anche loro.
“Signor
Lombardi, cosa fa in caffetteria?” gli chiede Betty.
“Marge,
detto tra di noi, da quando Inesita è andata in pensione,
non ho ancora trovato
una sostituta degna di questo nome e devo venire da solo a prendere la
mia
valeriana qui dentro! Ci crederesti???”
“Inesita è
andata in pensione?” chiedo a Betty.
“Si. Ma è
andata in pensione da solo una settimana. Praticamente abbiamo dovuto
costringerla!” mi risponde. “Per questo non abbiamo
trovato una sostituta per
Hugo!”
“Marge,
comunque sono qui anche perché lo chef di questo ristorante
è uno schianto e
devo capire quante possibilità ci sono per farlo passare
dalla mia parte
zzzzzzzzz.”
“Nessuna” mi
dice Betty, mentre guarda Hugo scuotendo a testa. “Lo chef
è etero. Ha anche un
figlio. Francisco” aggiunge.
“Lo so.
Alberto mi ha parlato di lui. Mi ha raccontato la sua
storia!” le dico. “Come
mai Camila non è nei paraggi? Non credo che non voglia
vedermi al punto di non
venire al lavoro!”
“No. Oggi
resta a casa. Ha avuto problemi con Dodo. È dovuta andare a
prenderlo a scuola!
Le ho dato la giornata libera!”
“E così
saranno costretti a parlarsi dopotutto!” le dico.
In
quel
momento, un uomo esce dalla cucina, indossa un completo nero con una
camicia da
chef e un grembiule bianco. Non lo riconosco immediatamente.
“Marcela” mi
dice Betty avvicinandoci a lui, “ti presento lo chef Corrado
Traversi!”
A quanto
pare, lui riconosce me.
“Non posso
crederci! Ancora lei! Non deve essere la mia giornata
fortunata!”
“Forse non è
proprio il tuo MESE fortunato, Corrado!” gli dice Hugo.
“Perché?”
domanda lui.
“Corrado”
interviene Betty “lascia che ti presenti Marcela Valencia,
azionista e
proprietaria come Armando dell’Ecomoda. Da oggi lei
lavorerà alla
ristrutturazione della caffetteria!”
Lo guardo in
volto e noto un immenso fastidio nei suoi occhi. Se pensa che sia
piacevole per
me, dovere avere a che fare con lui si sbaglia di grosso!
“Ecco perché
prima mi ha detto ‘Lei non sa chi sono
io!’” mi dice scimmiottando la mia voce.
“Ebbene sappia che non intendo scusarmi per quanto
è avvenuto prima, anche se
adesso so che è la proprietaria dell’azienda!
È stata sgarbata. Io le ho chiesto
scusa e lei invece di accettare le mie scuse, mi ha aggredito col suo
orgoglio!
Non si trattano così le persone!”
“Lei è un
cafone e un maleducato!” gli dico finalmente.
“Ringrazi il fatto di essere un
buon amico di Alberto Montero altrimenti avrei fatto di tutto per farla
licenziare. E sappia una cosa. Quando io mi metto in testa una cosa,
difficilmente desisto fino a che non la ottengo. Quindi veda di non
darmi
eccessivamente fastidio!” gli dico.
“Lei è la
persona più presuntuosa che io abbia mai incontrato in vita
mia!” mi dice. “Ringrazi
che Alberto e Camila siano MIEI amici, perché piuttosto che
lavorare con lei,
mi licenzierei su due piedi!”
“Ragazzi”
cerca di intervenire Betty. “Calmatevi un attimo. Penso che
stiate entrambi
esagerando! Sicuramente avete iniziato col piede sbagliato!”
“No Beatriz!
Questa donna è insopportabile” le dice lui,
tornando in cucina.
“Idiota” gli
dico io. “Davvero devo avere a che fare con lui?”
“Non
proprio. Lui si occupa solo della cucina. In questi giorni sta solo
sperimentando. Ma poi la caffetteria chiuderà per
trasformarsi in un piccolo
ristorante. Quando il tuo progetto sarà pronto!”
“Non ci
vorranno più di tre settimane Betty. Un mese al massimo.
Meno male. Non dovrò
avere a che fare con lui!”
“Non è un
uomo cattivo. Se ne sta solo sulle sue!” mi dice Betty.
“Conosco la
sua storia” le dico, “ma questo non lo autorizza ad
avere quell’aria di
sufficienza!”
“Io devo
tornare in ufficio. Oggi Camila non c’è, questo
significa che devo fare un
doppio lavoro” mi dice Betty.
“Non
preoccuparti Betty, vai pure. Io faccio compagnia ad Hugo!”
Sono qui da
due ore e ho già litigato con qualcuno. Adesso sono con Hugo
nel suo atelier.
Mi sta aggiornando di quanto accaduto in questi anni.
“Adesso
Sandra è incinta di Mario. A quanto pare aspetta una
bambina. Ma non ha nessuna
intenzione di tornare con lui, dopo che l’ha trovato con
Camila Mendoza sulla
sua scrivania!”
“Mi sembra
la giusta punizione per le sue malefatte!” gli dico.
“Invece, da
quando Calderon è tornato a lavorare qui, Sandra
è diventata la sua segretaria
e Mariana lo è di Camila!”
“Capito!”
gli dico.
“Io e Betty
in questi anni abbiamo imparato ad andare d’accordo anche se
non senza
difficoltà. Nell’atelier con me
c’è Luz Costa che si occupa della linea Kids!
Luz si è sposata con Nicolas Mora!”
“Lo so Hugo!
E come mai non è qui?”
“Sarà nell’ufficio
con suo marito no? E tu invece cosa mi racconti di te?”
“Ho avuto
delle relazioni sbagliate. Ho avuto un figlio Julian che adesso ha
venti mesi e
ho rotto con suo padre perché mi ha tradito. In tutti questi
anni ho lavorato a
Los Angeles, ma quando ho rotto col padre di mio figlio, ho deciso di
tornare a
casa!”
“E non ce l’hai
più con Betty?” mi chiede Hugo.
“No!” gli
rispondo. “Non sono più arrabbiata con lei. Ormai
ho superato quella fase.”
“Sono
contenta per te! Non avresti potuto provare rancore per sempre. E poi
come ho
sempre sostenuto io, saresti stata una martire a sposarti con Armando
Mendoza!”
“Hugoooo!”
gli dico. “Basta, non rivanghiamo più il passato
ormai è andata così” gli dico.
“Tu sei
sempre uno schianto tesoro!” mi dice lui.
“Grazie
Hugo!”
In quel
momento entra in atelier un uomo che mi pare di non conoscere.
“Lui è
Kennet Johnson, del Fashion Group. E’ americano. Lavora con
noi da dieci anni,
prima c’era anche Gabriella Garça ma da un paio di
anni a questa parte l’hanno
spedita a Singapore!”
“Piacere”
gli dico “Marcela Valencia!”
“Finalmente
la conosco, dottoressa Valencia! Lei è una degli azionisti
no? Finora ho
conosciuto solo suo fratello Daniele!”
“Si! Sono
una delle azioniste! Il piacere è mio. So che da dieci anni
a questa parte state
facendo ottimi affari con l’Ecomoda!”
“Si
decisamente. L’Ecomoda è un’azienda
solida e i suoi dirigenti si sono rivelati
molto competenti e in gamba!”
“Mi fa
piacere sentirglielo dire. Mio padre, che fu il fondatore con Roberto
Mendoza
di questa azienda ne sarebbe stato orgoglioso!”
“ E lei di
cosa si occupa?”mi chiede l’uomo.
“Io sono un architetto
di interni. Armando Mendoza, mi ha chiesto di seguire la
ristrutturazione della
caffetteria!”
“Oh già si,
la caffetteria!” mi dice. “Il nuovo progetto di
Beatriz. Un’idea niente male!”
“Si, davvero
un’idea niente male.” Peccato per il cuoco penso
tra me e me.
“Senta
dottoressa Valencia, le dispiace se la invito a pranzo? Vorrei
conoscerla
meglio!” mi dice.
“Io…..io
veramente…” guardo Hugo con una faccia insicura.
Ma lui mi fa cenno di si con
la testa.
“Ok.” Accetto.
“Prima però mi faccia chiamare la baby
sitter!” gli dico. Certo che questo
americano non ne perde di tempo!
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Capitolo 15 *** Nicolas ***
Nicolas
Io
e Luz
siamo appena tornati dal nostro viaggio di nozze, dopo un mese di
vacanze e
riposo. Me lo meritavo proprio perché da quando lavoro qui
all’Ecomoda non sono
mai mancato un giorno e avevo tante di quelle ferie arretrate che sarei
potuto
stare fuori altri tre mesi!
A quanto
pare, in questo mese è successo di tutto qui a
Bogotà.
Bussiamo
all’ufficio di Betty e quando sentiamo che ci dice di entrare
spalanco la porta
del suo ufficio.
“Nicolas,
Luz” ci dice lei sorridendo. “Siete
tornati!”. Si alza e viene ad abbracciarci.
“Ciao
Capa!”le dico scherzosamente io.
“Come sono
felice di vedervi!” ci dice lei.
“Com’è andato il viaggio di nozze? Tutto
bene?
Avete staccato i telefoni e tolto internet? Che ne dite di venire a
cena da me
stasera così ci raccontate tutto?”
“Calma
Betty, calma” le dice Luz con un super sorriso. “Ti
promettiamo che in questi
giorni verremo a cena da te! Dobbiamo dare dei pensierini ai
bambini.”
“Scusatemi
ragazzi se sono stata così irruente” ci dice
“ma sono così felice di vedervi!”
“Il viaggio
di nozze è andato benissimo, avremo
modo
di raccontarti tutto. Adesso vado in atelier… credo che Hugo
mi abbia dato per
dispersa” dice Luz a Betty con il volto raggiante.
“E poi voi due… avrete tante
cose di cui parlare!”
Luz esce e
io e Betty restiamo soli.
Senza alcun
preavviso Betty mi abbraccia e scoppia a piangere. “Nicolas,
sono così felice
che tu sia tornato. Ho così tanto bisogno del mio
amico!”
Mi racconta
di tutto quello che è successo con Armando, dello scandalo,
dei loro litigi,
dei ragazzi e della confusione che le alberga nella testa. Non sa se
deve
credergli o no. Se perdonarlo o no. Non gli parla da due giorni.
“Betty!” le
dico, cercando di consolarla. “Sappiamo benissimo entrambi
che dato il passato
di tuo marito i tuoi dubbi siano leciti, ma non posso essere io a dirti
cosa
devi fare. Devi decidere da sola!”
“Non ci
riesco Nicolas. Non posso pensare che mi abbia tradito! Questa cosa mi
spezza
il cuore!”
***
Mi
vedo con
Luz a pranzo e le racconto l’angoscia di Betty.
“Io non ti
perdonerei!” mi dice.
“Cosa
c’entro io? Non sono Armando Mendoza. Ti ho raccontato tutta
la loro storia.
Solo io so quanto sia stato difficile per lei accettare che lui la
amasse
sinceramente.”
“Lo so. Me
lo hai detto! Ma Betty è una donna forte. Se anche fosse
vero che lui l’abbia
tradita con questa modella, cosa in cui non credo, lei non
può cancellare tutti
gli anni che hanno passato insieme, no?” mi chiede.
“Non lo so.
Io ho un’unica certezza. Io c’ero quando, ero con
lei quando lui ha messo in
piedi quello stupido gioco e ti posso assicurare che lei ha patito le
pene
dell’inferno per venirne fuori, per tornare a fidarsi di
qualcuno e di lui in
particolare. Se ci penso, se fosse vero che lui l’ha tradita
adesso, mi viene
una voglia tremenda di prenderlo di nuovo a pugni!” le
rispondo furioso.
“Il mio bel marito con l’armatura
scintillante!” mi prende in giro lei.
“Voglio
molto bene a Betty” le dico.
“Comunque,
voi uomini, siete tutti uguali, basta che una donna vi faccia
l’occhiolino e
voi ci cascate subito. Non mi stupirei nemmeno se fosse vero che
Armando l’avesse
tradita.”
“Perché dici
così? Gli uomini non sono tutti uguali. Io per esempio non
ti tradirei mai!” le
dico.
“Mai dire
mai Nicolas!” mi risponde. “Per esperienza
personale, so che è meglio non
mettere mai la mano sul fuoco su una questione così tanto
delicata!” mi dice.
“E comunque sappi che io non ti perdonerei. Non per una cosa
del genere. Ho
vissuto sulla mia pelle quanto un tradimento possa distruggere una
famiglia
felice, e non vorrei ripetere l’esperienza”
aggiunge.
***
Sono
tornato
nell’ufficio di Betty, dopo che Margherita Mendoza e Daniele
Valencia sono
andati via. Dovevo discutere di alcune cose di lavoro con Betty e per
fortuna
l’ho trovata di umore decisamente migliore. Anzi sembra
addirittura un’altra.
Mi racconta cosa vuole fare.
“Sei davvero
sicura? Insomma hai deciso di credergli?”
“Si,
Nicolas. Mi sembra anche assurdo che io abbia dubitato di
lui!” mi dice.
“E cosa ti
ha fatto cambiare idea?” le chiedo.
“Una cosa
che ha detto Margherita. Lui in tutti questi anni mi è stato
sempre accanto, e
poi, mi ha ricordato un periodo della mia vita che vorrei dimenticare,
quando
sono stata male. Se penso a come e quanto fosse distrutto Armando in
quei
giorni, mi sembra impossibile credere che lui abbia potuto farmi una
cosa del
genere!” mi risponde.
“Betty, io sono
convinto che lui non ti abbia
tradita, se l’avesse fatto, che senso aveva finire sui
giornali? Mi sembra una
cosa costruita … ma sono tuo amico prima di tutto e so che
potrebbe averti
tradita comunque senza considerare che poteva esserci uno scandalo.
Devi
decidere tu. E se tu decidi di credergli, io sto dalla tua
parte.”
“Grazie
Nicolas!” mi dice “Poter contare su di te
è molto importante per me. Io lo so
che Armando non mi ha tradita. Lo sento. Solo che, sentir parlare di
tradimento
mi ha riportato indietro nel tempo… a tanti tanti anni
fa!”
“E questa
volta non avevi nemmeno un fidanzato finto su cui fare
affidamento!” le dico
ridendo.
Lei scoppia
a ridere con me.
Improvvisamente,
smette di ridere, come se le venisse in mente qualcosa.
“Nicolas” mi
dice con un tono serio “devo dirti una cosa!”
“Cosa è
successo Betty? Cioè cos’altro è
successo?”
“Niente. Ma
non è una cosa piacevole. Solo che non posso lasciarti
impreparato. Se non te
lo dico io…”mi dice.
“Betty,
parla e basta!”
“Al tuo
matrimonio, in chiesa…. Io e Armando abbiamo avuto
l’impressione di vedere
Patrizia Fernandez!” confessa alla fine.
“Cosaaaaaa??”
le chiedo. “Spiegati bene per favore”. Sono
allibito.
“Alla fine
della cerimonia, quando tutti vi stavano facendo gli auguri, io ero
molto
emozionata e mi sono allontanata verso l’uscita della chiesa
con Armando, che
cercava di consolarmi. Guardando verso le ultime file, c’era
una signora con un
gran cappello e lunghi capelli biondi. Io e lui abbiamo avuto
l’impressione che
fosse lei, ma non ne ho la certezza!” mi dice.
“E poi
l’avete rivista?” le chiedo.
“No, quando
si è accorta che la stavamo guardando è andata
via. Indossava degli occhiali da
sole piuttosto grandi!”
“Non posso
credere che sia lei! Insomma cosa è venuta a fare al mio
matrimonio?” chiedo …
all’etere, perché Betty non può di
certo darmi una risposta.
“Non lo so
Nicolas. Non sono nemmeno sicura che sia lei. Ma a noi è
sembrata lei!”
“Non la
sento, né la vedo da quattordici anni Betty. Non so nulla di
lei. Non vedo
quale motivo possa avere avuto per venire in chiesa il giorno del
matrimonio!”
“Non voglio
turbarti Nicolas. Voglio solo che tu sia preparato nel caso in cui
dovesse
farsi vedere di nuovo in giro!”
“La mia vita
è cambiata Betty. Adesso c’è Luz e lei
è davvero tutto per me.”
“Sono felice
di sentirtelo dire! Anche perché Nicolas, non potrei mai
credere che tu possa
tradirla!Non ti perdonerei mai una cosa del genere!”
***
Una
settimana dopo…
Sono
dovuto
venire a questo party, praticamente costretto dalla mia casa editrice.
Marco,
il mio agente mi ha detto che non posso mancare al ricevimento che
l’ambasciata
americana ha organizzato per il rettore
dell’Università di Berkeley, tale
Spencer Martin Walker, in visita a Bogotà, per stabilire una
più stretta
collaborazione tra le università. E’ vero che io
sono un economista e che i
miei testi vengono studiati un po’ dovunque a livello
teorico, ma nessuno li mette
davvero in pratica! Come sarebbe possibile rovesciare il capitalismo
comune!
Comunque, mi hanno costretto a venire qui e io sono un po’ a
disagio perché Luz
non è venuta con me. Tra una settimana ci sarà la
sfilata della linea Kids e il
fatto di essere mancati per un mese, a lei non ha certo aiutato. Era
così
entusiasta di tornare a lavoro, ma non può più
assentarsi. Infatti l’ho
lasciata in Ecomoda al lavoro. Mi ha chiaramente detto che non vuole
essere
disturbata e che quando avrà finito torna a casa.
Giro tra la
folla e improvvisamente resto senza parole. La vedo. È lei.
Mi sembra lei
almeno. Cielo! Bevo tutto d’un sorso lo champagne che ho nel
bicchiere. Betty
aveva ragione nel dire che fosse lei al mio matrimonio!
La vedo
avvicinarsi verso di me! Non posso crederci che lo stia facendo per
davvero!
“Nicolas” mi
dice “che piacere vederti!”
“Pa…
Patrizia” dico io in totale imbarazzo “Che ci fai
qui?”
“Nicolas
che ti prende? E dire che quasi non
ti avevo riconosciuto! Sei così cambiato in questi anni, da
quanto tempo non ci
vediamo?”
“Cara, non
mi presenti il tuo amico?” le dice un uomo mentre si avvicina
a lei.
“Certo
tesoro! Ti presento Nicolas Mora. Nicolas, mio marito Luis Martin
Walker”
“Piacere”
dico io educatamente porgendogli la mano.
“Nicolas
Mora… lei è l’economista tanto
famoso?” mi chiede l’uomo.
“Si. Sono
io. Lei è invece il rettore?” mi informo.
“No. Io sono
avvocato. Il rettore è mio fratello. Mia moglie Patrizia
voleva tornare nel suo
paese e allora abbiamo approfittato della visita di mio fratello per
venire
pure noi. Ma voi, come mai vi conoscete?”
“Io e Nicolas per un breve periodo abbiamo lavorato insieme
all’Ecomoda. E devo
dire che in effetti in tutto questo tempo è davvero cambiato
moltissimo. Non me
lo ricordavo affatto così.”
Per fortuna,
squilla il mio telefono.
“Scusatemi”
gli dico. “E’ mia moglie. Purtroppo non ha potuto
accompagnarmi perché è
oberata di lavoro”. Mi allontano dai due e cerco di assumere
un tono di voce
normale per risponderle.
Questa
serata è una noia mortale. Non so con quanta gente io abbia
parlato e non posso
nemmeno andare via prima che il rettore faccia il suo intervento. Se
non altro
non ho incontrato Patrizia e il cibo è buono.
Perché non ho chiesto a Betty di
accompagnarmi? Perché?
Improvvisamente
vedo Patrizia che si avvicina di nuovo a me e provo ad allontanarmi ma
con
scarso successo.
“Nicolas,
cosa fai scappi?” mi chiede.
“No” le
rispondo. “Mi sto un po’ annoiando però!
Quand’è che tuo cognato farà il suo
intervento?”
“Fra
mezz’ora credo!”
“Nooo,
ancora mezz’ora!” dico disperato!
“Vieni,
facciamo due passi in giardino, ti va?” mi propone.
“OK.”
Ci avviamo
verso il giardino.
“Pensavo che
venissi con tua moglie stasera!” mi dice.
“Purtroppo
lei deve lavorare stasera. È oberata di lavoro, sai tra poco
c’è la nuova
collezione bambini” le dico.
“Sai che ho
due figli Nicolas? Una femmina e un maschio, Mathias e Angie. Hanno
dieci e
sette anni!”
“E … sono
figli di tuo marito?” mi avventuro a domandarle.
“Si… sono
dei piccoli Walker. Io e mio marito siamo sposati da dieci anni. Ci
siamo
sposati quando è nato il nostro primo figlio!”
“Capisco” le
dico.
“Ti sto
annoiando?” mi domanda.
“No, certo
che no… però vorrei farti una domanda!”
“Vuoi sapere
perché sono venuta al tuo matrimonio?”
“Si, in effetti
si!”
“Sapevo che
Betty e Armando mia avevano riconosciuto!! Non ho resistito Nicolas. Lo
so che
da fuori sembra tutto bello e luccicante, ma le cose non sono come
sembrano!”
“E cosa
significa questo?”
“Quando ho
saputo che ti saresti sposato… da Hugo, non ho resistito dal
venire. Anzi ho
fatto di tutto per essere qui in Colombia in quei giorni!”
“Ma perché
Patty? Proprio non ti capisco!”
“Volevo
vedere se avessi avuto il coraggio di farlo per davvero!”
“Che cosa? E
questo cosa significa?”
“In tutti
questi anni, mi hanno sempre detto che non ti eri mai sposato,
né avevi avuto
figli. Ho sempre pensato che tu non fossi riuscito a dimenticarmi. Poi
invece è
arrivata lei…!”
“Lei ha un
nome Patty. Lei adesso è mia moglie e non capisco proprio il
senso di questa
discussione. Tu volevi sposare un uomo ricco che ti mantenesse negli
anni e
l’hai sposato, io volevo sposare una donna che mi amasse per
quello che sono
anche se sono strambo e l’ho sposata. Abbiamo ottenuto
entrambi quello che
volevamo no?” le chiedo.
“No,
Nicolas! No!” mi dice lei.
“No?
Significa che tu non sei felice con tuo marito?”
“Non ho
detto questo!”
“Di certo
non significa che io non sia felice con mia moglie, perché
invece lo sono!” le
dico. “Senti Patty, cosa stiamo facendo qui? Proprio non lo
capisco!”
“Allora mi
hai dimenticata per davvero?”
“Cosa volevi
che facessi? Che trascorressi il resto della mia vita ad aspettare te
quando è
sempre stato chiaro a tutti che l’unica cosa che ti
interessava di me erano i
soldi? Non so nemmeno quante umiliazioni mi hai fatto patire! Non sono
più
lo stupido che ero più di quindici anni fa. Sono cambiato.
Non solo
nell’aspetto!” le dico e vado via.
“Nicolas…”
mi chiama lei “non andare via. Rimani ancora un po’
qui con me.”
“Non abbiamo
proprio più niente da dirci!”
Non posso
crederci. Inizio a pensare che l’invito a questa festa sia
stato orchestrato da
lei. Ma cosa vuole da me? Sono davvero confuso.
Confuso perché non mi aspettavo
di rivederla e confuso perché non capisco cosa voglia da me.
Io l’ho
amata tantissimo e per tantissimo tempo. Ad alcuni capita che il primo
amore
non sia una semplice infatuazione. Almeno a me è successo
così. Non credo che
potrò mai dimenticare come lei mi abbia trattato, ed io
sempre pronto a
perdonarle tutto. Ripenso a quando l’ho beccata con Daniele
Valencia, nella
sala riunioni dell’Ecomoda a scambiarsi effusioni! La
verità è che lei non ha
mai avuto riguardo dei miei sentimenti. Lei non ha mai avuto riguardo
dei
sentimenti di nessuno e sono convinto che per tanto tempo io non sia
stato
innamorato di lei, di quello che era, ma di quello che volevo
che fosse, di
come io la immaginavo.
Avrei voluto non vederla. L’idea che sia in città
e che probabilmente sia in
città per me, non mi fa dormire la notte! Cosa vuole?
Qualsiasi cosa vuole non
la avrà di certo!
Decido di
andare via, non mi interessa nulla di questa festa, né del
rettore. Voglio
andare a casa mia. Tanto non credo che mi offriranno una cattedra come
insegnante a Berkeley. La rifiuterei. È meglio che io vada
via da
qui. Tra l’altro… ho una fame tremenda!
“Dottor
Mora…” mi incrocia il marito di Patty.
‘Maledizione, io volevo andar via!’
“Venga
dottor Mora, le presento mio fratello” mi dice Luis.
“Con
piacere” dico digrignando i denti. Questo Luis mi sembra un
tipo davvero
mellifluo. Non di certo una brava persona. Con un’aria di
sufficienza e
arroganza. Mi presenta il fratello e così inizio a
chiacchierare con lui.
Il tempo
passa in fretta. A differenza del fratello, Spencer Martin Walker
è una persona
davvero interessante! Parliamo di economia e di università.
E’ una persona che
mi mette subito a mio agio.
Dopo
circa
dieci minuti che parliamo, suo fratello, ci interrompe e chiede di
parlare con
me. Non so cosa possa dirmi ma mi sembra scortese non ascoltarlo.
“Ho notato
che lei e mia moglie vi siete allontanati prima!” mi dice.
“Vedo che le
piace parlare chiaro, Luis! Si in effetti io mi stavo annoiando e
Patrizia è
stata così gentile da farmi compagnia. Abbiamo parlato del
più e del meno, dei
vostri figli e altro…!”
“Patrizia mi
ha confessato che è innamorata di lei!”
“EH?” mi
sorprendo io! “Ma che sta dicendo? Io e Patrizia non ci
vediamo da quindici
anni. Mi sembra impossibile che lei sia innamorata di me. È
vero che abbiamo
avuto un breve flirt, tanto tempo fa, ma è una cosa del
passato. Io mi sono
sposato appena un mese fa e sono felice con mia moglie.”
“Ascolti
dottor Mora, questa storia la conosco benissimo. Chi crede che abbia
insistito
per invitarla a questo party se non lei?”
“Mi scusi,
davvero io non capisco il senso di quello che mi sta dicendo! Lei
è il marito
di Patty e mi sta dicendo che sua moglie è innamorata di me
con una freddezza
sospetta se non altro.”
“E’ successo
che mia moglie è venuta a conoscenza del mio ultimo
tradimento e che non
l’abbia preso bene!”
“E io che
c’entro?!”
“In quel
momento ha deciso che voleva tornare a casa, perché non
sopportava più le mie
scappatelle. E nello stesso periodo ha saputo che lei si sarebbe
sposato. E mi
ha detto che il più grande errore della sua vita era stato
quello di non dare a
lei una vera possibilità, perché lei era
l’unico uomo che l’aveva amata non
solo per la sua bellezza e nonostante tutti i suoi difetti, ma che lei
all’epoca era troppo stupida per apprezzare tutto
questo!”
Non so cosa
dire. Ma devo trovare qualcosa da dire, prima che quest’uomo
mi spezzi le ossa.
“Senta
dottor Walker, quello a cui lei fa riferimento è un periodo
della mia vita
concluso. Finito. Io sono un’altra persona adesso. E di certo
Patrizia non mi
conosce. Quindi può stare tranquillo, non ho nessuna
intenzione di mettermi
tra lei e sua moglie!”
“Non ci
siamo capiti dottor Mora. Non ci siamo proprio capiti. Secondo lei,
perché le
sto raccontando tutto questo?” mi domanda.
“Non ci sono
ancora arrivato in effetti!”
“Vede, io ho
bisogno che lei mi restituisca mia moglie! Tra due mesi
annuncerò la mia
candidatura a Procuratore distrettuale in America e ho bisogno di una
moglie
che mi stia al fianco. La mia vita sarà passata al setaccio
e non posso
rischiare che Patrizia la mandi a puttane perché mi odia,
perché vuole lei! Mi
deve fare questo favore. Deve farsi odiare da Patrizia. Voglio che
pensi che
dopotutto, non è così male essere mia
moglie!”
“Lei è
folle! Completamente folle. Non mi presterò mai e poi mai ad
un gioco del
genere!”
“Se non lo
fa, le rovino la carriera!” mi minaccia.
“Può fare
quello che vuole! Non lo farò! Se lei vuole che Patrizia
resti al suo fianco la
riconquisti! Non metta in mezzo me!”
“E crede che
non ci abbia provato? Non ha funzionato!Ormai non serve nemmeno farle
svuotare
la mia carta di credito!”
“Mi
dispiace, ma io non posso farci niente!”
“Dottor
Mora, Patrizia potrebbe rovinarmi la carriera!”
“Non capisco
perché dice così?! Patrizia non è una
pazza!” gli dico.
“Se vorrà
divorziare io non otterrò mai quell’incarico. E se
penserà di avere una
possibilità con lei, mi chiederà il
divorzio!”mi risponde.
“Siete
davvero contorti. Stia tranquillo. Patrizia non avrà nessuna
possibilità con
me. Perché io amo mia moglie. E non intendo tradirla. Ha
capito? Se vuole che
Patty stia al suo fianco, la riconquisti!” gli dico.
“Dottor
Mora, se io perdo quell’incarico, sappia che mi
vendicherò e non sarà per
niente piacevole!”
“Se perderà
quell’incarico non sarà di certo per colpa
mia!” gli dico. “Arrivederci Dott.
Walker”. Non gli stringo neanche la mano. Mi limito ad andare
via.
Quando torno
a casa, trovo Luz addormentata sul nostro sofà con una
coperta leggera stesa
addosso a lei. La sveglio con un leggero bacio.
“Hai fatto
più tardi di me!” mi dice aprendo gli occhi.
La guardo, è
bellissima. Sento la tensione sparire. So di essere al posto giusto.
“E’ andato
tutto bene?” mi chiede lei.
“Si. Una noiosissima
festa. Niente di che! Non mandarmi mai più da
solo!” le dico.
“Ma va tutto
bene?” mi chiede nuovamente.
“Si, perché?”
le rispondo.
“Hai la
faccia strana, come se qualcosa non andasse!” mi dice.
“No, amore
mio, è tutto a posto…. “ le dico. Poi
ci penso un attimo… “In effetti qualcosa
c’è…. Abbiamo qualcosa da mangiare qui
a casa?? A quel party, non c’era davvero
niente di invitante!” le dico strappandole un sorriso.
Rifletto su quello che
ho detto. A quel party non c’era davvero niente di invitante,
almeno non per me!
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Capitolo 16 *** Mario ***
Mario
‘Parti
macchina ti prego parti!’. Sono davanti Ecomoda, Sandra
è appena uscita con
quell’Adam lì e sta salendo sulla sua macchina.
Devo seguirli, devo sapere dove
stanno andando. Ma la mia macchina non vuole mettersi in moto. Per
fortuna vedo
arrivare Armando e Betty con la loro vettura.
Apro lo
sportello e salgo dietro.
“Vai
Armando, vai!” gli dico.
“Ma cosa
stai facendo Mario?”mi domanda lui.
“Ti prego
Tigre, segui quella macchina!”
“Signor
Calderon” mi dice Betty, “cosa sta facendo sulla
nostra macchina?”
“La prego
Betty, su quella macchina c’è Sandra con mia
figlia … la prego, non potete
lasciarmi qui! Devo sapere dove vanno e cosa hanno intenzione di
fare!”
“Ci sta
chiedendo di seguire Sandra?” mi domanda.
“Capisco che
non possa capirmi, ma io non posso lasciarla andare senza fare niente.
Con me
non vuole parlare, non posso lasciare che se ne vada con
quell’uomo!” le dico.
Poi mi rivolgo verso Armando. “Ti prego tigre, non puoi
abbandonarmi in questa
circostanza!” dico.
“Betty, mi dispiace ma Mario ha ragione, non
posso abbandonarlo
in una situazione del genere!” mi dà man forte il
mio amico, mentre segue la
macchina di Adam Carter.
“Quindi è
così che funziona tra voi due!” esclama Beatriz
riferendosi a me ed Armando.
“Vi assecondate in ogni follia, in ogni stupidaggine che vi
passa nel cervello!
Bene!”
“Non proprio
in tutte tutte, ma nella maggior parte si. Mario è mio amico
Mostro! Non posso lasciarlo
solo in questo momento!” dice Armando a sua moglie.
“Betty la
prego, mi aiuti! Le chiedo doppiamente, triplamente perdono per tutto
quello
che le ho fatto, ma la prego, anche lei deve stare dalla mia
parte!”
“Che
cooosa?” mi dice. “Non posso credere che mi stia
chiedendo una cosa del genere,
dopo tutto quello che mi ha fatto! Va bene che ho deciso di metterci
una pietra
sopra per amore di mio marito, ma non può chiedermi di stare
dalla sua parte!
Sandra è mia amica!!! Non potrei mai stare dalla sua
parte!”
“Ma sa
benissimo Betty che Sandra vuole solo vendicarsi di me… non
è veramente
innamorata di quell’ uomo! Vuole solo ferirmi
perché io l’ho tradita con Camila!”
“E ne ha
tutte le ragioni…. !!!” mi dice lei.
“So che non
sono perfetto, ma mi rendo anche io conto che ho fatto una
stupidaggine” le
dico.
“Senta
Mario, io non la vedo per niente pentito e non mi sembra nemmeno il
tipo che
può avere una moglie e una figlia. Insomma in
definitiva non credo che sia in
grado di poter avere una famiglia!!”
“Bettyyy!”
le dice Armando.
“Lascia pure
che dica quello che pensa tigre! Non ha tutti i torti. Non mi sono mai
comportato bene con te e soprattutto con lei. Ho fatto un sacco di
cazzate, ma
con Sandra c’è mia figlia, e io non sopporto che
ci sia qualcuno al suo fianco
che non sia io!”
“Insomma mi
sta dicendo che vuole Sandra perché aspetta sua
figlia?” mi domanda.
“No, non è
solo questo. Non lo so neanche io quello che provo per davvero. Sento
che però
non posso lasciarla nelle mani di quell’ uomo. So che non mi
può capire Betty,
ma non fa niente!”
Ci fermiamo
con la macchina nei pressi di un locale dove Sandra e Adam stanno
entrando.
“Grazie
Armando!” dico al mio amico.
“Ora cosa
vuoi fare?” gli chiedo.
“Non so,
penso di andare dentro e vedere cosa succede!” apro la
portiera della macchina
per scendere.
“L’unica
cosa che può succederle è che Sandra la vede e la
riempia di schiaffi!” mi dice
Betty.
“Mario… non
è meglio se resto con te?” mi dice Armando.
“Non mi sembri molto in te stasera
e temo che tu possa fare qualche stupidaggine!”
“No Armando,
vai con Betty. In fondo sei venuto in Ecomoda per lei, non è
giusto che tu ora
resti qui con me!”
“Mostro”
interviene Betty, “sono io che ti chiedo di andare con lui.
Non voglio che
combini qualche disastro. Sandra è mia amica. È
incinta e non voglio che le
succeda nulla!”
“Sei sicura
Betty?” le domanda.
“Assolutamente
si!” gli dice, scende dalla macchina e viene a mettersi al
suo posto di guida.
“Torno
presto Mostro!” le dice Armando e le da un bacio sulle
labbra. Betty sale in
macchina e parte.
“Calderon,
cosa facciamo adesso?” mi chiede il mio amico.
Siamo
dentro
il locale. Vediamo a quale tavolo si sono accomodati Sandra e Adam e ce
ne
facciamo dare uno dal quale possiamo guardarli senza essere visti da
loro!
“Calderon,
devi ammettere che almeno io non ti ho mai portato dietro nei miei
pedinamenti!”
“Armando… se
può consolarti, adesso ti capisco molto meglio e mi dispiace
averti preso in
giro quando ti sei innamorato di Betty!!”
“Questo
significa che ti sei innamorato di Sandra?” mi chiede.
“Non lo so
questo. Probabilmente io non mi innamorerò mai di nessuno
nella mia vita. Sono
incapace di sentire quel trasporto che provi tu nei confronti di tua
moglie, ma
non voglio perderla!”
Dall’ altra
parte della sala, Sandra ha visto Mario e Armando.
Devo cercare
di stare calma! Devo fare finta di niente! Anzi, devo farlo ingelosire
più che
posso. Si è portato dietro Armando Mendoza. Non avrei mai
creduto che si
sarebbe prestato ad un gioco del genere ma avrei dovuto aspettarmelo.
Non posso
dimenticare quello che sono stati capaci di fare a Betty quindici anni
fa!
Ebbene Mario Calderon, pagherai anche per questo! Non
preoccuparti!!”
Adam mi sta
parlando e io devo prestare attenzione a quello che dice. Devo fare
finta di
interessarmi a lui. Anche perché a ben pensarci non devo
fingere mica tanto!
Adam è una persona interessantissima!
Il cameriere
ci interrompe mentre io ordino. Vedo che Mario mi sta guardando.
“Calderon,
dannazione!” mi dice Armando “Vuoi farci
scoprire?”
“Non posso
crederlo! Le ha preso la mano!” mi dice lui. “E lei
come se la lascia prendere
e accarezzare!” constato io.
“Non vedo
perché non dovrebbe farlo dal momento che tra di voi non
c’è niente!”
“Armando,
non metterti pure tu. Non iniziare nemmeno! Tra di noi
c’è nostra figlia!!” gli
dico.
“Vostra
figlia?!” ripete lui. “Come se tu sapessi cosa
significa avere una figlia!”
“E questo
cosa significa?”
“Significa
che Sandra è incinta per un caso! Tu non volevi figli o
sbaglio? Non eri un
single fondamentalista?”mi domanda.
“Questo era
prima!!”
“Quindi mi
stai dicendo che sei disposto per lei, a lasciare tutte le altre donne?
A
sposarti?”
“Non
esageriamo adesso!!”
“E allora
che stiamo facendo qui?”
“Non
sopporto che lei esca con lui va bene? E’ incinta di mia
figlia per dio!”
“Quindi, in
poche parole tu vuoi che lei rimanga a casa con tua figlia, mentre tu
vai a
divertirti in giro ogni sera con una donna diversa?”
“Armando!!!
Non direi proprio così…ma si vorrei che lei
restasse a casa! E’ incinta! Mi
ricordo benissimo che quando Betty aspettava Aurora e voi eravate
separati, non
chiudevi occhio all’ idea che lei potesse avere diciamo una
relazione intima con
Daniele Valencia!”
“Calderon…
dannazione! È diverso! Io sono perdutamente innamorato di
mia moglie. Tu no! Il
punto non è che Sandra sia incinta o meno! Io sono comunque
geloso di Betty.
Perché io la amo. Ma tu questo evidentemente non lo
capisci!!
“Lo capisco
benissimo invece. Ma io non sono te!! Non riesco a provare i tuoi
stessi
sentimenti. Non posso fare finta di niente, non posso mentire su una
cosa del
genere. Ammetto che devo chiederti scusa per ogni volta che ho provato a
convincerti a sposarti con Marcela nonostante il tuo rifiuto, che devo
scusarmi
per ogni volta che ho preso in giro Betty e che ho provato a farti fare
quello
che non volevi fare, ma non posso accettare che tu ora mi costringa a
provare
cose che non provo!!”
“E allora ti ripeto la domanda, cosa stiamo facendo
qui?” mi chiede. “Non dirmi
che stiamo controllando Sandra per la bambina, perché sai
benissimo che non la
metterebbe mai in pericolo. Nonostante lei ti detesti!!”
“Te l’ho
detto, non posso lasciare che quel tizio me la porti via! E’
vero che
probabilmente Sandra non comprerebbe una pagina di un quotidiano per
dirmi che
mi ama, ma io non intendo lasciarla a quell’ uomo!”
Mi alzo e
vado al tavolo di Sandra, mentre vedo che Armando si passa una mano tra
i
capelli naturalmente contrario a quello che sto facendo.
***
Non
sono nemmeno
uscito di casa che subito il mio telefono ha preso a suonare. Per
fortuna ho
risposto e così sono venuto a sapere da una delle mie tante
fiamme, che sono in
prima pagina su un giornale scandalistico! Mi è capitato di
finirci qualche
volta su una rivista, quando ero più giovane ma mai in prima
pagina. Alla prima
edicola che trovo compro una copia del giornale. Resto sconvolto da
quello che
vedo! Leggo l’articolo e resto senza parole.
“Continuano
gli scandali in casa Mendoza. A
quanto pare niente è come sembra in questa famiglia. Dopo il
fratello, il
nostro giornale scopre la relazione extraconiugale di Camila Mendoza
sorella
maggiore del noto manager, con Mario Calderon, entrambi vicepresidenti
dell’Ecomoda,
azienda di famiglia dei Mendoza e dei Valencia.”
In
preda ad
una furia cieca compongo il numero di Armando dell’ufficio, a
quest’ora dovrebbe
essere lì. Mi risponde la sua segretaria e mi dice che si
è fermato a casa e se
lo cerco, lo troverò lì.
Non riesco a
stare calmo… penso a quello che dirà Sandra! Io
che sono sempre stato il primo
pronto a tirare i fili delle vite degli altri, di Armando, di Betty, di
Marcela, adesso mi ritrovo in questa situazione dove qualcuno, che non
conosco,
sta mettendo in piazza la mia vita privata, probabilmente distruggendo
la mia
unica possibilità di recuperare con Sandra! Non posso
credere che tutto rischia
di essere distrutto a causa di questa rivista. Se questo è
un piano contro i
Mendoza, io non posso assolutamente andarci di mezzo. Arrivo a casa di
Armando
e spero di trovare una soluzione per questo disastro.
A casa sua
ci sono anche Camila e Alberto. Oh mio dio! Alberto ha la faccia di uno
che
vorrebbe di nuovo prendermi a pugni, ma invece va via, dopo che io ho
mostrato
la rivista con noi in prima pagina!
Qualcosa
bolle in pentola ma non riesco a capire cosa sia. Armando, piuttosto
sconvolto
mi chiede di dargli un passaggio in ufficio e di cercare di trovare una
soluzione a questo problema del giornale.
In macchina
gli dico quali sono le mie preoccupazioni. Sandra.
“Calderon,
da quanti anni siamo amici noi due? Da quanto tempo ci conosciamo? Non
c’è
bisogno di negare che ti sei innamorato di Sandra! Non ti
prenderò in giro come
hai fatto tu con me quando io ti ho detto che mi ero innamorato di
Betty!”
“Tigre …”. Non
so nemmeno io cosa dire. “Non sono innamorato di Sandra! Per
davvero! Io non mi
innamoro mai di nessuna donna! Di nessuna!”
“Non posso
credere a quello che sentono le mie orecchie! Mario non potrai restare
un
adolescente per sempre…!” mi dice. “Stai
per avere una figlia e soprattutto…
hai quasi cinquant’anni!!”
“Armando, gli
uomini non sono tutti come te!” gli dico aggressivo.
“E questo
cosa significa?” mi chiede. “E’ stato
bello essere tuo amico, vivere momenti di
follia insieme, ma poi io sono cresciuto, sono cambiato. Tu no!! E ora
guardati! Sei forse felice? Di che cosa hai paura?”
“Non ho
paura di niente! Solo, non voglio perdere Sandra e a causa di questa
maledetta
rivista potrebbe succedere!”
“Ti rendi
conto che questa rivista, in questo caso non sta dicendo nessuna bugia?
Se
perderai Sandra sarà solo per il tuo insulso comportamento!
Dovresti solo
andare da lei e dirle che la ami!” mi dice.
“Io non la
amo! Hai capito? Io non la amo. Solo che non voglio perdere mia
figlia!”gli
dico.
“Tua figlia
non la perderesti comunque perché sai bene che lei non vi
separerebbe mai!”
“Armando…
per favore, non farmi la predica. Io so bene quello che sto facendo!
Vorrei
solo che tu scoprissi chi è stato a spifferare tutto della
mia relazione con
Camila! Tu hai un investigatore privato no? Fallo indagare anche su
questa
storia!” gli chiedo risentito.
“Va bene
Calderon!” mi dice. Siamo arrivati davanti alla New Tech.
“Tu e mia sorella
siete due folli totali e state distruggendo le vostre vite per
niente”
aggiunge. “Non sperare che la discussione su Sandra sia
finita qui! Non ti
mollo fino a quando non inizierai a pensare seriamente a quello che
stai
facendo. Qui c’è di mezzo la vita di tua figlia,
di una bambina. Non è uno dei
nostri stupidi giochi e per quanto assurdo lo sai anche tu!”
***
Sono
in
Ecomoda. Oggi devo pur lavorare. Quando arrivo vedo che Sandra
è ancora più
fredda del solito. Sicuramente ha visto la rivista. Non penso che
questa
notizia possa restare anonima a lungo.
Le chiedo di
venire nel mio ufficio.
“Sandra,
puoi venire nel mio ufficio un attimo?” le chiedo.
Lei non vuole
venirci, ma io insisto.
“Sandra…
sono certa che hai visto quel giornale, ma naturalmente, volevo dirti
che è una
cosa vecchia, una storia finita!”
“Mario, non
mi interessa quello che combini. Ti prego di credermi. Per me potresti
essere
ritratto in prima pagina con la top model più
importante del momento e non mi interesserebbe. Hai
capito? Vorrei solo
che tu smettessi di perseguitarmi, di seguirmi, di rovinarmi la vita!”
“Ma non puoi
dire sul serio! Tu aspetti mia figlia! Dovresti stare con
me!” le dico.
“Quante
volte dovrò sentire questa storia?” mi chiede.
“Sai, per tutto questo tempo, in
tutti gli anni che ho passato al tuo fianco, anche se a singhiozzo,
sono sempre
stata convinta che prima o poi, tra una modella e l’altra,
avresti capito che
la tua vita era vuota e fatua e ti saresti reso conto che ad aspettarti
sempre
a braccia aperte c’ero io. Ho creduto per tanto tempo che
sapevi che se io ero
disposta ad aspettarti non poteva che essere perché provavo
qualcosa per te, ed
ero pronta a tutto pur di non lasciarti andare. Invece no…
tu non hai mai
capito nulla di tutto questo. Era solo una mia fantasia. L’ho
capito quando ti
ho trovato sulla scrivania di Camila. Tu ti sei preso gioco di me e
adesso io
non te lo permetto più. Tu non amerai mai nessuno nella tua
vita. Spero solo
che vorrai un po’ bene a tua figlia, ma io non voglio stare
con un uomo
incapace di amare. L’unica persona a cui vuoi bene davvero
è Armando Mendoza. E
questo non ti ha scoraggiato dal fargli del male quando si è
innamorato di
Betty. Tu trasformi tutto in un enorme gioco, ma questo non
è un enorme gioco.
Questi sono i sentimenti delle persone. Tu sei incapace di provare
qualsiasi
tipo di sentimento, l’ho capito. E ho anche capito che non
voglio accanto a me un
uomo di questo tipo!”
“Sandra io….
“ le dico. Non so cosa rispondere. Ha detto solo la
verità.
Bussano alla
porta. È Mariana. “Scusate se vi interrompo,
dottor Calderon, ma ci sono i suoi
genitori e hanno chiesto di parlare con lei!”
“I miei
genitori??” chiedo spiazzato. Vedo che anche Sandra ha un
sussulto.
“Si. Hanno
detto di chiamarsi Rodrigo e Consuelo Calderon” mi dice
Mariana.
“Sono loro,
sono loro. È che la loro visita mi stupisce. Non li vedo
né li sento da cinque
anni.”
“Appunto!”
dice Sandra, riferendosi alla discussione che Mariana ha interrotto.
Tutte e due
fanno per uscire, ma io fermo Sandra. “Sandra
resta” le dico, “Mi piacerebbe
presentarteli. Mi piacerebbe che li conoscessi, in fondo sono i nonni
di nostra
figlia!”
***
Questa
situazione è davvero surreale. Mia madre e mio padre sono
separati da almeno
trent’anni, eppure eccoli qui assieme. Probabilmente hanno
letto la rivista!
Non li vedo da cinque anni, perché tra di noi i rapporti non
sono mai stati
davvero buoni. Io non ho mai perdonato mio padre per aver tradito mia
madre e
non ho mai perdonato a mia madre… di non avermi dato la
famiglia che volevo. A
cui avevo diritto.
Siamo nel
mio ufficio. Ho presentato Sandra ai miei genitori che sono rimasti
piuttosto
perplessi. In effetti come avevo immaginato, sono venuti
perché sono sconvolti
dalla mia presenza sulla copertina. Mio padre vive in Perù e
mia madre in Cile.
Mi sembra folle che alla loro età siano venuti
qui, insieme, per cosa? Rimproverarmi?
E’ stato
anche divertente vedere le loro facce sconvolte mentre gli presentavo
Sandra.
Di certo loro non sapevano che la storia della copertina si riferisse
a tre
mesi fa. Sento che stanno per farmi la morale, anche se da loro
proprio.. non
la accetterei.
“Mamma, papà
potete stare tranquilli, la mia vita va bene!” gli dico.
“Io e Sandra abbiamo
una relazione da tre anni” invento su due piedi. Vedo Sandra
allibita!
“All’incirca
sei mesi fa abbiamo avuto una crisi e ci siamo lasciati, ed
è vero, ho avuto
una relazione con Camila Mendoza, ma poi è finita. Sandra mi
ha detto di essere
incinta e abbiamo deciso di dare una nuova chance alla nostra storia,
se non
altro per nostra figlia!”
“Allora
aspetti una bambina cara?” le chiede mia madre.
“Si signora”
le risponde lei, guardando me in modo furioso.
“E quando
nascerà?” chiede mio padre.
“Tra tre
mesi e mezzo!” dice Sandra.
“E quindi,
hai messo la testa a posto?” mi chiede mio padre.
“Si papà,
potete stare tranquilli!” gli dico.
“E vivete
assieme?” chiede mia madre.
“No, ancora
no. Sandra ha la sua casa e io la mia” dico avvicinandomi a
lei e posandole una
mano sulla spalla, “ma stiamo cercando una casa dove andare a
vivere insieme
non appena nascerà la bambina o magari prima, vero
tesoro?” le dico.
“Mario” dice
mio padre “noi siamo stanchi. Io mi sono sistemato in
albergo, ma tua madre
vuole venire da te! Dice di non vederti da troppo tempo e vuole
assicurarsi che
vada tutto bene!”
“Mario mi
scusi” dice Betty entrando in quel momento.
“Scusate, non pensavo che avesse
visite, volevo farle vedere quel rapporto delle
vendite…”
“Non si
preoccupi Betty. Venga. Le presento i miei genitori. Mia madre Consuelo
e mio
padre Rodrigo” dico. “Lei è Beatriz
Pinzon, la presidente dell’Ecomoda e la
moglie del mio amico Armando Mendoza!”
“Questa
donna così carina è la moglie del tuo amico
Armando” chiede mia mamma dolcemente.
“Ha avuto davvero buongusto il tuo amico, come te tesoro,
come te” dice
rivolgendosi a Sandra.
Vedo Betty
guardarmi di traverso e poi posare lo sguardo su Sandra, che le fa un
leggero
cenno come a volermi decapitare. Io guardo Betty insistentemente. La
prego con
gli occhi che non mi tradisca!
“Bene” dice
lei uscendo dal mio ufficio “questo rapporto potremo vederlo
anche dopo. Vi
lascio alla vostra riunione familiare!” ci dice.
“Davvero una
donna notevole!” commenta mio padre.
“Papààà!”
urlo io con uno sguardo contrariato.
“Scusatemi”
dice Sandra. “Io devo tornare al lavoro adesso!”
“Va bene”
dice mia madre “ma mi piacerebbe scambiare quattro
chiacchiere con te.”
“Cosa ne
dite se stasera cenassimo tutti assieme al ristorante del mio
hotel?” propone mio
padre.
“Mi sembra
un’idea favolosa Rodrigo!” gli da man forte mia
madre.
“Cosa ne
dici?” chiedo a Sandra con uno sguardo da sberle!
“Io… avrei
un appuntamento con mio cugino … Adam” dice Sandra
sottolineando quel nome.
“Non puoi mancare
cara!” le dice mia madre. “Questa è una
cena di famiglia!”
“Non puoi
mancare tesoro” le dico io “con Adam ti vedrai
un’altra volta, no?”
“Va bene.
Vado ad avvisarlo del cambiamento di programma!” dice alla
fine.
Che bello,
sono riuscito a rovinare l’appuntamento di Sandra, ora
speriamo solo che l’arrivo
dei miei genitori non rovini la mia vita!!
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Capitolo 17 *** Camila ***
Camila
Sono
a casa mia
e sto litigando con Alberto che è tornato da Barranquilla.
Ho dovuto chiamarlo
per dirgli quello che aveva combinato nostro figlio a scuola e non
appena è
arrivato a Bogotà ci ha raggiunti a casa. Peccato che sia
quasi mezzanotte e
che Dodo stia dormendo nella sua camera. Gli ho raccontato la nostra
discussione, tutto quello che mi ha detto e si è arrabbiato
molto.
“Va bene che
l’hai ferito, ma sei sua madre! Non deve parlarti in questo
modo! Domani mi
sente” mi dice.
“No Alberto!
Non dirgli niente. Io preferisco che scarichi la sua rabbia repressa,
sono io
che gliel’ho provocata. E’ giusto che se la prenda
con me e non con i suoi
compagni!” gli dico. Lo guardo. Ha la faccia tirata.
E’ stanchissimo e si nota.
“Hai
mangiato qualcosa?” gli chiedo. “Vuoi che ti
preparo qualcosa da mangiare?”
“Ho cenato
sull’aereo e poi comunque non mangerei mai qualcosa di
cucinato da te!” mi
sorride, riferendosi alle mie pessime doti culinarie. Quando di ci
siamo
sposati ed eravamo entrambi oberati di lavoro, il take - away era il
nostro
miglior amico. Fino a quando non abbiamo potuto permetterci una
governante!
Se non lo
avessi tradito a quest’ora sarei seduta su di lui e lo starei
baciando, come
sempre al suo ritorno di un viaggio, anche se solo di un giorno. Oggi
mi sento
un pò folle! Perché non dovrei farlo?
Lui è seduto
sul divano del salotto e io vado a sedermi sulle sue gambe e lo
abbraccio.
“Camila,
cosa stai facendo?” mi chiede.
Appoggio la
testa sulla sua spalla. “Anche io oggi ho avuto una giornata
difficile, sebbene
sia colpa mia, sebbene sono io che ho provocato tutto
questo… non è bello
sentirsi dire dal proprio figlio che mi odia!”
“Benvenuta
nel club!” mi dice lui.
Respiro il
suo profumo e mi domando perché, io abbia dovuto tradirlo!
Lo sento respirare
velocemente e sento le sue mani vagarmi sulla schiena. Ogni carezza mi
procura
un brivido.
“E’ meglio
che vada a casa mia” lo sento dire.
“Puoi
restare qui se vuoi… è molto tardi!”
gli dico.
“Camila, sai
benissimo che questo non il modo, eventualmente, di risolvere i nostri
problemi…!”
Lo guardo
negli occhi. I suoi favolosi occhi verdi. “Tu vuoi risolvere
i nostri
problemi?” gli chiedo.
Mi sposta le
gambe e si alza, iniziando a camminare nel salotto.
“Maledizione,
non lo so!” mi dice. “Sono ancora tanto arrabbiato
con te! Non riesco a
dimenticare quello che hai fatto. E dubito seriamente che tu mi ami!
Non riesci
nemmeno a dirlo!”
“Non è vero”
gli rispondo. Lo fermo davanti a me, lo guardo profondamene negli occhi
e gli
dico “Alberto, io ti amo!”
“Perché non
riesco a crederti?” mi chiede lui. “Mi sento preso
in giro! Non riesco a
fidarmi di te e mi sembra di essere in uno dei tuoi giochetti, dove tu
vuoi
rimettere le cose a posto e quindi fai di tutto per
riuscirci!”
“Alberto” mi
innervosisco io, “non voglio fare pace con te per mettere le
cose a posto!
Perché ti ostini a non capirlo! Voglio stare con te e con
nessun altro. Ho fatto
un errore madornale, ma ti prego, superiamolo assieme. Sono disposta a
fare
qualsiasi cosa pur di ricostruire la nostra famiglia!”
Mi guarda in
faccia. Lo conosco. Mi scruta, cerca di capire se stia dicendo la
verità!
“Non so se
riesco a crederti!” mi dice. “Mi hai fatto troppo
male!”
“Non sarà
che non vuoi tornare con me per Marcela Valencia?” gli
chiedo.
I suoi occhi
diventano saette.
“Marcela
Valencia? Cosa c’entra Marcela Valencia!” mi urla.
“Tu e lei
avete una relazione! È normale che c’entri
qualcosa!” gli rispondo a tono!
E’ davvero
esasperato. Lo vedo sciogliersi la cravatta.
“Io e
Marcela non abbiamo nessuna relazione!” mi dice.
“Siamo solo amici. Non c’è
niente tra di noi!”
“E allora perché me lo hai fatto
credere?” gli domando. “Anzi no, non
c’è
bisogno che tu mi risponda! So benissimo perché tu lo abbia
fatto! Volevi
vendicarti! E ora ti senti meglio?”
“No!” mi
dice. “Non è servito a niente. Ho provato
soddisfazione per i primi cinque
minuti, alla presentazione del gioco, ma subito dopo il dolore e tutta
la
sofferenza sono tornati ad assalirmi come prima!”
“Io stavo
impazzendo all’idea che voi due aveste una storia!”
ammetto. “Ho fatto di tutto
per non dimostrare di stare soffrendo!”
Questa sera,
mio marito mi sembra disarmato. Stanco. Sconfitto. Come se non avesse
nemmeno
l’energia per darmi contro. Non l’ho mai visto
così. Mai, da quando stiamo
insieme. La consapevolezza che sono stata io a ridurlo così
mi fa stare male.
In fin dei conti, non stiamo vivendo mesi facili, io che lo tradisco,
suo
figlio che lo odia e nessuna soluzione all’orizzonte.
“Senti
Alberto” gli dico “io non voglio perderti! Non
voglio vivere senza di te, ma se
tu non sei disposto a fare un tentativo, dimmelo subito!”
“Ti prego,
non mettermi davanti ad un out out, proprio no! In questo momento non
sono in
grado di decidere niente! Voglio solo andare a casa mia a riposare. E
domani
voglio parlare con Dodo!”
“Rimani qui”
gli dico. “Non sei in grado di guidare! Ti prometto che mi
comporterò bene!”
Gli scappa
un sorriso. “Vedi, almeno riesco a farti
sorridere!” gli dico. “Pensa che gioia
sarà per Isabel e Juan trovarti qui domani mattina! Sono
mesi che non succede!
Se proprio non vuoi dormire con me, puoi usare la camera dei miei
genitori!”
“Sei davvero
incorreggibile Camila!” mi dice. “Hai pensato a
tutto!”
“Non proprio
a tutto!” gli dico avvicinandomi a lui. Lo accarezzo in
volto. “Sono felice di
averti qui stasera!” gli dico. Lo sono per davvero. Mi sembra
di avere
intrapreso la strada giusta, anche se dovremmo affrontare milioni di
problemi.
Aspetto che
si allontani da me e invece, contro ogni mia più rosea
aspettativa mi stringe a
se e mi bacia, con una passione che non gli sentivo da tempo. In meno
di un
secondo mi ritrovo stretta tra le sue braccia e lo sto baciando
anch’io,
sentendomi felice. Finalmente ritorno al mio posto e gioisco quando
sento le
sue mani che vagano sotto il maglione, sulla mia impercettibile camicia
da
notte. Mi fa sdraiare sul divano e insieme ci abbandoniamo a questo
momento di
passione e follia.
Non
so
quanto tempo sia passato quando il suono del campanello ci fa
sussultare. È
stato così bello stare tra le sue braccia!
“E’ il
campanello?” mi chiede.
“Pare di si.
È il campanello del cancello!” gli dico.
“Chi può essere a quest’ora?”
mi
domando.
“Sei sicura
che non aspetti qualcuno?” mi chiede lui, guardandomi di
traverso.
“Stupido!”
gli dico offesa. “Non aspetto nessuno!”
Il
campanello suona nuovamente.
“Meglio
aprire, prima che si sveglino i ragazzi” dico.
“Aspetta
qui, vado io!” mi dice Alberto. Il suo senso di protezione
non conosce limiti.
Si infila
rapidamente i pantaloni e va a vedere dalla display video del citofono, chi stia suonando a
quest’ora della
notte.
“E’ tua
madre in taxi!” mi avverte.
“Mia madre?”
chiedo dubbiosa. “Non la stavo aspettando.. cosa ci fa qui a
quest’ora? Non
sapevo nemmeno che dovesse venire!”
Velocemente
mi infilo la camicia da notte e il maglione e porto ad Alberto la sua
camicia.
Dopo un paio
di minuti, vedo mia madre sopraggiungere davanti casa. Le apro la porta
e la
vedo scendere dal taxi. Alberto la aiuta con le valigie.
“Alberto …"
dice mia madre “che sorpresa trovarti qui! Avete fatto
pace?” gli domanda
entrando in casa.
“Non
proprio” lo sento rispondere.
“Va bene,
meglio non indagare troppo, ma comunque sono felice che tu sia
qui!” gli dice
lei. Sicuramente avrà capito tutto dal nostro aspetto
scarmigliato.
“Mamma, cosa
ci fai qui e soprattutto a quest’ora?” le domando.
“Non sapevo nemmeno che
saresti venuta! Almeno potevi avvisarmi!”
“Ciao
Camila, non sapevo nemmeno io che sarei venuta. Ho preso il primo aereo
disponibile” mi dice mentre Alberto chiude la porta e sistema
i bagagli.
“Sono qui
perché ho lasciato tuo padre. Ha una relazione con
un’altra donna. Per la
precisione con una donna della tua età e va avanti da un
paio di mesi!” mi
dice. Io e Alberto ci guardiamo sconvolti e allibiti, mentre lei con
tutta la
nonchalance di cui è capace ci dice “Vado nella
mia camera!”
Non
ho
praticamente chiuso occhio. E non ho fatto riposare nemmeno Alberto.
Abbiamo
escluso che lui tornasse a casa sua, perché dopo la
rivelazione di mia madre,
non è servito a nulla andare a chiederle lumi, io ero
troppo sconvolta! Mia madre non ha
voluto parlarmi, non ha voluto dire niente, dicendo di essere stanca e
di voler
dormire. Alberto mi ha quasi presa di peso e mi ha costretta ad uscire
dalla
sua camera e andare nella nostra. Non riuscivo a capacitarmi di
quanto
ha detto mia madre!
Non posso
credere che mio padre abbia un’altra donna. Una donna della
mia età.
Cioè, io ho
quarantotto anni, mio padre settantadue, non posso credere che abbia
una
relazione con una donna che potrebbe essere sua figlia! In
realtà non riesco
proprio a credere che mio padre, alla sua età abbia una
relazione
extra-coniugale!!!
Mi giro e
rigiro nel letto. E’ l’alba.
“Camila,
smettila di arrovellarti così! Vedrai che ci sarà
una spiegazione!” mi dice
Alberto.
“Non riesco
a riposare! Perdonami” gli dico. “Non sto facendo
riposare nemmeno te!”
“Non
preoccuparti per me!” mi risponde lui.
“Non posso
credere che mio padre abbia una relazione extraconiugale! Non ce lo
vedo
proprio!” gli dico.
“Forse
dovresti parlare con lui, magari chiamarlo più
tardi!” mi consiglia.
“Puoi starne
certo che lo farò!” gli dico. “Non posso
proprio credere ad una cosa del
genere!”
“Calmati
adesso!” mi dice lui. “Calmati! Cerca di riposare
per circa cinque minuti!”
Mi circonda
con le sue braccia e mi appoggio con la schiena contro il suo petto.
Questo in
qualche maniera mi rassicura. Chiudo gli occhi e cerco di riposare
dieci
minuti.
Sono
le otto
e io avrò dormito più o meno mezz’ora.
La colazione è stata un vero disastro.
Alberto e Dodo si sono guardati in cagnesco per tutto il tempo. Dodo
era
sicuramente infastidito dalla presenza di Alberto, e Alberto avrebbe
voluto
rimproverarlo ma si è trattenuto. Io non ho fatto altro che
guardare mia madre
tutto il tempo in cerca di una spiegazione. Gli unici felici di avere
sia
Alberto che la nonna, erano Isabel e Juan.
Ho mandato
un messaggio a Betty, in cui le dicevo di costringere Armando a restare
a casa
fino a quando io non fossi arrivata e di restarci pure lei. Adesso io e
Alberto
stiamo andando a casa di mio fratello, mentre mia madre ha deciso,
più
saggiamente di tornare dormire,
adducendo come scusa, il jet lag!
Il portiere
della palazzina di Betty ci annuncia e prendiamo l’ascensore
per salire a casa
loro.
Non appena
l’ascensore si apre Betty ci viene incontro. È
palesemente stupita di vederci
assieme.
“Camila, hai
una cera!” mi dice.
Vedo
arrivare mio fratello. “Camila” mi dice
“mi spieghi cosa diamine è successo? Io
non posso restare a casa stamattina, ho un importante impegno di
lavoro! Se
siete venuti per parlarmi di Dodo, possiamo farlo anche dopo!”
“No Armando,
non ha niente a che vedere con Dodo!” gli dice Alberto.
“Ah no?”
chiede Betty. “E allora cosa è successo?”
“Armando
siediti” dico a mio fratello. Sono certa che dirglielo da
seduto è meglio, per
evitare eventuali svenimenti.
“Stanotte è
arrivata la mamma” inizio io dopo aver visto che si
è seduto sul suo divano e
che Betty è accanto a lui. “Bene, la mamma dice
che….” non ho nemmeno il
coraggio di ripetere le sue parole!
Sento che
Alberto mi stringe una spalla come a infondermi coraggio.
“Camila
parla…” mi dice mio fratello “mi stai
mettendo ansia!”
“La mamma ha
lasciato papà perché sostiene che lui abbia una
relazione con un’altra donna!”gli dico tutto d'un fiato.
“Che cosa?”
Mio fratello salta dal divano. E anche Betty è piuttosto
colpita.
“Ho provato
a parlare con lei quando è arrivata ma non ha voluto dirci
niente!”
“Dirci?”
chiede Betty.
“Si” le
rispondo “Alberto era con me perché era venuto per
discutere di Dodo! Non so
cosa pensare Armando!” dico a mio fratello.
“Ancora non
ho provato a parlare con papà… volevo prima
informare te!” gli dico.
“Papà che ha
una relazione extraconiugale? Io non me lo vedo proprio! Il
moralizzatore… non
può avere una relazione con un'altra donna!”
ripete mio fratello.
“Una donna
che secondo la mamma ha la mia età! Tra l’altro
aggiungo!”
Non finisco
nemmeno di dire la frase che il portiere annuncia che Mario Calderon
sta
salendo.
Betty con la
faccia come a chiedersi cosa voglia Mario, guarda me e poi Alberto. Io
guardo
mio marito e vedo che i suoi occhi sono furiosi.
Armando va
incontro a Mario che esce dall’ascensore e di certo non si
aspetta di trovare
tutta questa gente!
“Mario cosa
ci fai qui?” chiede Armando.
“Ciao Tigre!
Ho provato a chiamarti in ufficio
ma mi
hanno detto che non eri ancora arrivato, allora ho pensato di venire
qui… devo
farti vedere una cosa!”
Entra nel
salotto e rimane a bocca aperta nel trovarci lì.
“Bene. Ci siamo tutti!”
dice. Esce un
giornale dalla tasca
interna della sua giacca e ci mostra una rivista.
“Continuano
gli scandali in casa Mendoza. A
quanto pare niente è come sembra in questa famiglia. Dopo il
fratello, il
nostro giornale scopre la relazione extraconiugale di Camila Mendoza
sorella
maggiore del noto manager, con Mario Calderon, entrambi vicepresidenti
dell’Ecomoda,
azienda di famiglia dei Mendoza e dei Valencia.”
Una
foto in
cui io e Mario
siamo in atteggiamenti
intimi troneggia sulla prima pagina della rivista.
Guardo
Alberto infuriato. Si alza e ci dice “Scusatemi, io vado via!
Tanto Camila tu
puoi andare a lavoro con Betty, no?”
Entra
nell’ascensore e va via.
“Alberto
aspettami!” gli dico. Ma lui è già
andato via.
Oggi non è
decisamente una buona giornata.
***
Sono
nell’ufficio di Betty. Sono
decisamente
sconvolta dagli avvenimenti della mattinata.
Anche Betty
è piuttosto confusa. Tutta questa storia getta una luce
diversa anche sulla
storia del tradimento di Armando! Non è possibile che in
meno di dieci giorni,
io e lui, finiamo sulla stessa rivista accusati di tradimento!
Certamente
qualcuno ci sta marciando.
“Non vuoi
fare niente contro la rivista?”mi chiede Betty.
“E cosa
potrei fare? Sporgere querela? Ma non hanno fatto altro che dire la
verità…
perché purtroppo, io ho avuto una relazione con
Mario!”
“E non pensi
che il tuo non fare niente possa ferire Alberto?!” mi chiede.
“Si, lo so
che Alberto è ferito da questa storia, così come
lo sei tu, ma con la
differenza che io l’ho tradito per davvero! Mentre Armando..
sono certa che sia
tutta una montatura!”
“Questa
mattina vi ho visti molto vicini… quando siete
arrivati!” mi dice.
“In effetti
si. Ieri sera abbiamo trascorso la serata
assieme….” le dico. Poi sputo il
rospo “Va bene Betty, non solo abbiamo passato la serata
assieme, abbiamo fatto
l’amore ed è stato bellissimo. Poi è
arrivata mia madre … e dio mio, non posso
pensarci… mio padre che ha una relazione con
un’altra donna!” dico sgomenta
appoggiando la testa sul gomito, come a volermi nascondere.
“Una cosa
alla volta Camila!” mi dice lei. “La tua
priorità adesso devono essere i tuoi
figli. Dodo sa già tutto ma Isabel e Juan non credo. Isabel
sospetta qualcosa…
me l’ha detto Cami. Ora devi trovare il modo di proteggerli.
Poi penserai a tua
madre!”
“Alberto mi
ha detto che tra lui e Marcela Valencia non c’è
niente!”le dico. La sua faccia
non è per niente stupita. “Non dirmi che tu lo
sapevi Betty! Non posso
crederci… non posso fidarmi nemmeno di te” le dico.
“Calma Camila, calma. Io l’ho scoperto solo un paio
di giorni fa, quando è
arrivato Corrado Traversi e Alberto mi ha chiesto di tenere il segreto!
Ma
evidentemente non era poi questo gran segreto se è stato lui
il primo a dirti
che tra di loro non c’è niente!” mi dice.
“Anzi, se può consolarti, ieri ho
parlato con Marcela, perché sai che
verrà a lavorare qui e lei mi ha detto che Alberto
è così innamorato di te da
non accorgersi di non essere in grado di interessarsi davvero ad
un’altra
donna!”
“Ti ha detto
così??” le chiedo incredula.
“Si.
Testuali parole. Sicuramente però Alberto è
ferito. E di certo questo giornale
non aiuta. Hai visto che all’ interno raccontano tutto per
filo e per segno?”
“Si. Sono
certa che qualcuna debba aver passato le informazioni. Ma
chi?” domando.
“Non saprei,
ma chiederò alla banda di indagare!!” mi dice
Betty.
“Non pensi
che possano essere state loro?” le chiedo.
“No, lo
escludo. Hanno una tale senso di protezione nei confronti di Sandra che
non la
esporrebbero mai in una cosa del genere!”
***
Torno
a
casa, tanto oggi è palese che non riuscirò a
combinare niente in ufficio. Sto
vivendo due giorni infernali.
Trovo mia
madre che si sta facendo una maschera rigenerante. Naturalmente
è già stata
informata dalle sue amiche della rivista. Non riesco a guardarla. Mia
mamma ha
settant’ anni ma ne dimostra dieci meno. È davvero
in forma. Ed è sempre una
bellissima donna.
“Senti
Camila” mi dice, “non voglio litigare, ma non puoi
comportarti così. La sera
inviti tuo marito a casa nostra, hai con lui diciamo un incontro
ravvicinato e
la mattina dopo esci sul giornale con Mario Calderon! Stai rovinando la
tua
reputazione!!”
“Ti rendi
conto che stai dicendo qualcosa di insensato mamma? Io non ho
più una relazione
con Mario da tre mesi e sto cercando di recuperare il mio matrimonio!
Tu
piuttosto, come puoi credere che mio padre, dopo un matrimonio che dura
da
quasi cinquant’anni abbia una relazione con
un’altra??” le chiedo.
“Non mi
credi forse? È la verità. Ne ho le
prove!!” mi dice mia madre. “E’ una donna
di
cinquant’anni, con cui tuo padre si vede di nascosto da me e
di tutti a Londra.
Si chiama Victoria Smith e si occupa di investimenti.”
“Ma come fai
a sapere tutte queste cose? Magari proprio perché si occupa
di investimenti è
qualcosa che riguarda il lavoro! Non posso credere che papà
ti tradisca! Ti
prego mamma, non fare come me. Che per un fraintendimento stavo per
mandare
all’aria il mio matrimonio!”
“Camila,
svegliati! Tu hai mandato all’aria il tuo matrimonio!! Hai
avuto una relazione
con un altro uomo per tre mesi! Lo ammetto all’inizio Alberto
non mi piaceva,
era un giovane squattrinato senza prospettive, ma guarda dove
è arrivato
adesso!! Hai un vero tesoro accanto e lo tradisci con Mario Calderon!?
Tu sei
proprio come tuo padre! Ecco da chi hai preso! Da lui!”
“Pensa
invece che mio marito mi accusa di essere come te! Una donna per cui
l’apparenza è tutto. E pensa che io voglia tornare
con lui solo per sistemare
le cose e non danneggiare il nome di famiglia!”
“Non lo
biasimo affatto se dopo stamattina non voglia più vederti.
Lo hai sottoposto a
molto più ridicolo di quello che un uomo possa
sopportare!”
“Mamma,
adesso stai esagerando … ho fatto un errore e lo sto
pagando. Con il disprezzo
di tutti e di mio figlio in particolare!”
“Hai parlato
con Armando vero?” mi chiede
“Ovviamente
mamma! Cosa avrei dovuto fare, non dirgli niente?” e chiedo.
“Dopo il
lavoro verrà qui! Non potevi lasciare che glielo dicessi
io?”
“Mamma, ti
rendi conto che in quattro giorni sei venuta da Londra, ritornata a
Londra e
poi ritornata a Bogotà per quello che è successo
ad Armando e io non avrei
dovuto dirgli niente di te e papà?”
“Io non
volevo dirtelo, ma lo scandalo di tuo fratello è stata
l’occasione giusta per
dimostrare che tuo padre aveva una storia con quella donna,
perché quando sono
tornata, inaspettatamente prima, li ho trovati insieme! Tuo padre sta
invecchiando e probabilmente si è un po’
rimbambito ma io non mi sono inventata
niente. Li ho trovati a cena assieme, in atteggiamenti intimi e
sorpresi di
vedermi!”
Non posso
crederci. Mia madre adesso progetta anche piani a sorpresa! Devo
ricordarmi di
dire ad Alberto che se mai a settant’anni sarò
come lei, potrà davvero
divorziare da me!
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Capitolo 18 *** Betty e Armando ***
Il
giorno in cui ha letto il quotidiano con
la dedica di Betty.
Sono
appena
tornato a casa. Il tempo di parcheggiare e di andare su. Sono certo che
Betty
sia già arrivata. Dobbiamo parlare di quello che ha fatto.
Oggi quando ho visto
la pagina del giornale non potevo crederci! L’incontro con
gli inviati del
Pentagono dall’America è andato bene. Per fortuna,
quella maledetta rivista non
ci ha rovinato l’accordo. Non so quanto abbia influito la
trovata di mia
moglie.
Sono molto
arrabbiato con lei. Sono molto arrabbiato perché lei ha
dubitato di me e sapere
che ora mi crede, con dedica pubblica o senza dedica pubblica non mi fa
ragionare. Avrebbe dovuto credermi fin dall’inizio.
Entro in
casa e li trovo tutti in salotto che stanno aiutando Roberto a fare un
puzzle
sul tappeto. Mio figlio, non appena mi vede mi corre incontro e mi
abbraccia
alle gambe. Io lo prendo in braccio e lo bacio.
“Basta papà”
mi dice. “Io sono grande ormai, non c’è
bisogno che mi baci in continuazione!”
Lo appoggio
a terra. Improvvisamente si materializza Gina che dice ai miei figli di
andare
con lei perché mamma e papà devono parlare. Io mi
tolgo la giacca e mi dirigo
nella nostra stanza da letto e vedo che Betty mi segue. Si chiude la
porta alle
spalle. Finora non ha detto una parola, mi ha solo guardato col suo
sguardo di
sfida che conosco benissimo e che, sempre, mi ha fatto innervosire. Non
ho mai
sopportato quando gioca con me così. Anche se so che non
è un gioco. Avrei
preferito che mi avesse detto di credermi quando abbiamo parlato giorni
fa, è
la prima reazione quella che conta. E la sua non è stata
proprio di fiducia in
me. Anche ora, so che la sua prima reazione sarà quella che
conta per me. E
adesso mi sta sfidando. E io non lo sopporto.
“Armando” mi
dice. “Non guardarmi con quel guanto di sfida! Non pensare
che non sappia cosa
ti sta passando per la testa! Tu vuoi litigare!”
Voglio un
whisky, perché non teniamo del whisky in camera da letto?
Cosa devo
dirle? In realtà sono anche molto contento per il suo gesto.
Per quello che ha
fatto. Si è schierata pubblicamente dalla mia parte e so
bene che sarà lei
quella che ci perderà di più, perché
giornale o non giornale, nel nostro mondo
resterà per sempre il dubbio che io l’abbia
tradita. Che casino! Non appena
trovo chi mi ha fatto questo scherzo lo mando all’inferno!
“Non credi
Betty che io abbia i miei buoni motivi per essere
arrabbiato?” le chiedo. “Non
sono arrabbiato in verità. Sono deluso! Deluso
perché tu non ti fidi di me, e
realizzarlo è stata una mazzata
colossale!”aggiungo.
“Armando” mi
dice lei, venendomi incontro “capisco i tuoi sentimenti.
È giusto che tu li
stia provando. So che ho reagito male, ma lasciami spiegare
almeno!”
“No. Quando
smetterete tutti di aspettarvi il peggio da me? Nessuno di voi si fida
per davvero
di me. Nemmeno tu! Nemmeno tu, anzi soprattutto tu. Il destino della
mia vita è
sempre essere messo alla prova! Cosa ti succede Betty? Prima mi dici
che sei
consapevole che non sono più quello di prima ormai da tempo
e poi davanti ad
una cosa del genere, ti comporti come se in questi anni io ti avessi
tradito
sistematicamente?” le dico.
“Hai
ragione” mi risponde. “Ma ti prego fammi
spiegare!” mi dice con un tono di
risolutezza.
“Cosa vuoi
spiegare? Che non mi credi? Lo sai che scoprire che tu abbia assoluta
fiducia
in Nicolas ma non in me mi fa venire voglia di spaccare
tutto??!”le domando.
“Armando,
calmati” mi dice, appoggiandomi una mano sulla spalla.
“Non ci
riesco, mi hai ferito Betty. Lo so che adesso, non so per quale motivo,
mi
credi, ma prima non mi hai creduto!”le dico.
“Stai
esagerando!” mi blocca lei. “Stai facendo proprio
come ho fatto io. Ti prego
fammi spiegare!”
“Spiegami
allora!” le dico esasperato.
“Quando ho
visto la rivista non ho capito più niente. Innanzitutto
perché ero in un centro
sportivo, poi perché avevo
Cami davanti che continuava a chiedermi cosa significasse. In un attimo
mi sono
sentita trasportata indietro nel tempo, a quando ci siamo conosciuti.
Lo so che
tu ti aspettavi da me che ti credessi, solo che quel dolore antico, che
pensavo
di aver superato, mi ha investito nuovamente. Mi ha preso in pieno. Poi
però
col passare del tempo, ho capito che non c’era alcun motivo,
oggi, di soffrire.
So benissimo che non sei più quella persona. Il problema
è che io nonostante
tutto, sono ancora la stessa Betty di sempre!”mi dice.
“Ma cosa
stai dicendo Betty?” le chiedo. “Le tue parole non
hanno senso!”
“Invece si.
Io sono così. Sono come sono sempre stata, e non
è bastato cambiare look,
essere la presidente, vincere premi, tutto questo non serve a farmi
accettare
che ci sia qualcuno che mi ami totalmente o che pensi che io sia il
meglio che
gli può capitare nella vita!”
“Non posso
credere a quello che sto sentendo! Betty, che ti prende? Stai
bene?” le chiedo.
“Si! È solo
che ho realizzato che alcune mie paure e debolezze non andranno mai
via! È vero
che aspettavo al varco che tu mi tradissi. Proprio così.
Forse perché non
capisco perché tu mi ami così tanto da non
tradirmi. Per tanto tempo,
all’inizio del nostro matrimonio credevo che avrei dovuto
abituarmi alle tue
scappatelle, me le aspettavo. Ma è anche vero che se tu mi
avessi tradito o mi
tradisci io non ti avrei perdonato e non ti perdonerei
facilmente!”
“Mostro sei
davvero molto contorta!”le dico.
“Per tanto
tanto tempo, ho aspettato un tuo passo falso, più serio di
quello con Faith, e
immaginavo che avrei reagito male, ma con nonchalance, da adulta.
Razionalmente. Invece non è così. In questi
giorni ho capito che sono ancora
molto vulnerabile al male che potresti farmi. E che mi devo fidare del
fatto
che non lo farai, perché se tu lo facessi, io ne sarei
distrutta come
quattordici anni fa. Questo non è cambiato. E comprenderlo
… mi ha fatto
reagire male! Però so anche che fidarmi di te, totalmente,
mettere la mia vita
nelle tue mani, è l’unico modo che ho per essere
felice” le sento dire.
“Ho sempre
saputo cha tra di noi, sarebbe potuto succedere che, dato il mio
passato, prima
o poi avremmo discusso! Non posso pensare a quello che mi dici. Quindi
secondo
te, adesso, chi è l’uomo che ha tra le sue mani la
tua vita? Un traditore o no?
Un uomo che ti ama o no? Forse Betty, dovresti smettere di farti
prendere dal
panico che alla fine soffrirai comunque, perché io ti amo e
non voglio farti
soffrire. Non intenzionalmente almeno” le dico.
“Lo so. Non
torniamo indietro di anni con la nostra storia solo perché
io mi sono fatta
prendere da vecchi timori, da vecchie paure. L’unica cosa che
voglio dirti è
che so che non mi hai tradito. So benissimo chi sei, e il passato
è passato.
Tra l’altro, in passato mi hai fatto tanto male, ma i ricordi
belli, sono molti
di più. Quando sono stata in grado di ricordare le cose
positive e di uscire
dalla nuvola di negatività e paura nella quale ero rientrata
tutto mi è stato
chiaro” mi dice. “Perdonami per non avermi creduto!
Non so cosa mi sia preso!”
“Betty,
quindi ora è tutto a posto? Ti fidi di me?” le
chiedo. “Totalmente cioè?”
“Si Mostro.
Come è stato in tutti questi anni tra l’altro.
Perché ti amo e perché fidarmi
di te, è la cosa più difficile e bellissima che
mi sia capitata nella vita. E
che mi ha fatto comprare una pagina intera di giornale per
dirtelo!”
“E perché mi
credi?” le chiedo.
“Perché
sento che non mi hai tradita. Perché se tu mi dici che non
mi hai tradita,
quello che dici tu combacia con le sensazioni che ho di tutta questa
storia.”
“Quindi mi
credi perché lo dico io, non magari perché pensi
che se avessi voluto tradirti
non mi sarei portato dietro un fotografo…”
“Armando te
lo dico sinceramente, tutto questo parlare di te che mi tradisci mi sta
facendo
innervosire. Ho capito che questa cosa è una montatura, per
vari motivi. Ma se
tu vuoi convincermi del contrario….”
“No Betty,
no!” le dico quasi urlando. “Non voglio convincerti
de contrario… voglio solo
che tu capisca che puoi fidarti di me, non so più come
dirtelo!”
“Ma io mi
fido di te! Perché non mi credi? Sei forse tu che non ti
fidi di te stesso?”
“No. Io ti
amo! Non ti tradirei mai. Mi ferisce il fatto che tu non riesci a
credermi!”
“Non è vero
che io non ti credo. Io ti credo. Perché io ti amo. E so che
mi ami. Lo so, lo
sento. Ho solo reagito male. Se mi ami devi accettare le mie
insicurezze.
Pensavo di non averle più, invece ce le ho!!!”
“Io ti amo
così come sei Mostro! Non mi importa se hai delle
insicurezze, vuol dire che le
supereremo assieme. Ma ti prego, non dubitare mai del mio amore per
te!” le
dico andando ad abbracciarla.
“Ok” mi
risponde lei, appoggiando la testa sul mio petto. “Per
chiudere la discussione”
aggiunge “so che non lo fai, ma se mi
tradisci…”.
Invece di farle
finire la frase, la bacio. “Grazie” le dico.
“Nessuno aveva mai fatto una cosa
del genere per me, e aprire oggi il giornale e trovare le tue parole mi
ha
davvero allargato il cuore. Mi ha restituito un attimo di pace, mi
sarei
accontentato anche di un semplice ‘si ti credo’
detto qui a casa.”
“Volevo che
tutti sapessero che ti amo. Che sei mio e basta. Che non lascio il
campo libero
a nessuna” mi dice e riprende a baciarmi.
“Betty …io”
la interrompo. “Mi dispiace … ti ho messo in un
casino e non era mia intenzione
farlo… insomma, non avrei voluto che succedesse una cosa del
genere.”
“Lo so amore
mio. A questo proposito devo dirti una cosa che non ti farà
piacere….” mi dice,
prendendomi per mano e
facendomi sedere
su letto. Già la sua faccia non mi piace.
“Ti prego
innanzitutto di stare calmo e di non reagire male per quanto ti
dirò…”
“Mostro…
così mi fai innervosire….”le dico.
“Ieri è
venuta tua madre in ufficio da me, ma non era sola… con lei
c’era Daniele
Valencia!”
“Che
coooooosa?”
“Si. Da
quello che ho capito lui è qui perché deve
sbrigare delle pratiche
all’ambasciata tedesca. Comunque, è venuto con tua
madre e mi ha detto che lui
conosce quella Miranda Del Bosque, perché ha avuto una
relazione con lei due
anni fa e …”
“Ma lui non
era innamorato di te due anni fa…?” le chiedo.
“Per favore,
sappiamo come è Daniele, per me non è di certo un
problema, poteva avere e può
avere relazioni con chi vuole… non mi interessa. Ascoltami
invece, lui dice che
se vogliamo lui può parlare con lei, facendo una sorta di
doppio gioco, e se è
vero che c’è un complotto dietro e non si tratta
di un semplice tuo tradimento,
può scoprire chi è l’artefice di tutto
questo!”
“E perché lo
farebbe?”
“Per me e
per non danneggiare l’Ecomoda” mi dice.
“Non se ne
parla nemmeno!” le dico. “Non voglio che lui usi
questa storia per
riavvicinarsi a te!”
“Io gli ho già detto che non mi interessa, che non
voglio il suo aiuto e mi ha
risposto che in realtà non voglio scoprire che si tratta di
un semplice
tradimento e che non c’è niente dietro!”
“Betty… se
questo servisse per dimostrarti che è per davvero un
complotto io lo farei,
accetterei l’aiuto di Daniele, anche a costo di dovermelo
trovare di nuovo tra
di noi. Ma se come hai detto tu prima, ti fidi di me, non
c’è bisogno che intervenga
lui. Io non ti ho tradita!”
“Lo so amore
mio. Io non voglio avere niente a che fare con Daniele Valencia.
È tornato
quello di un tempo. La persona che avevo pensato di intravedere un
tempo non è
forse mai esistita davvero in lui.
Ma ti prego
di pensarci, anche per la tua azienda. Mi ha detto che questa modella
è in
cerca di fama e di denaro. Quindi… riflettici, potresti
scoprire chi c’è
dietro!”
“Betty, non
capisci che non voglio avere a che fare con quell’uomo?
Manuel ha già scoperto
che qualcuno dall’ufficio si è introdotto nel mio
tablet e ha preso tutte le
informazioni sull’albergo dove ero, dalle mie
mail…”
“E non
sapete chi è stato?” mi chiede.
“No. Per il
momento non sappiamo chi è stato fisicamente,
perché su alcuni computer
lavorano più di due persone, però non ci
vorrà molto per scoprirlo. Di certo,
chi ha orchestrato questa storia, l’ha proprio pensata bene,
perché è molto
facile farla passare per un semplice tradimento. Non ci sono molte
speranze che
qualcuno mi creda.”
“Io ti
credo!” mi dice.
“Questa è la
cosa più importante per me!”le rispondo.
“E poi gli
americani, hanno apprezzato la tua pagina sul
giornale….!”
“L’ho fatta
scrivere in inglese proprio per loro!”
“Betty… se
tu hai bisogno di conferme per quanto riguarda la modella, puoi dire a
Daniele
di procedere, ma se invece mi credi… preferisco fare a modo
mio. Già, ho
querelato il giornale, c’è un investigatore
privato che sta facendo delle
indagini per noi e Manuel sta facendo tutti i controlli informatici
necessari!”
“Allora per
me non c’è problema. Va bene. Niente
Daniele.”
“Sei sicura
Betty?” le chiedo di nuovo.
“Si Armando.
Ti credo. Ti prego di credere che ti credo!!”
Le prendo il
viso tra le mani. La guardo negli occhi. “Come potrei non
amarti Betty? Ti amo
per mille motivi e per nessuno in particolare. Io ti amo e
basta!”
“Anche io!”
mi dice e mi abbraccia.
Restiamo
così per almeno cinque minuti. Poi sentiamo delle voci
dietro la nostra porta.
‘Hai visto
che non stanno litigando?’ sussurra Roberto.
‘Secondo me
litigano in silenzio!’ gli risponde Camila.
‘Invece no…
te l’avevo detto io che avrebbero fatto pace’ dice
Roberto.
‘Secondo me
invece papà sta facendo la valigia per andare di nuovo via
di casa’ gli
risponde Camila.
A quel punto
io e Betty, sorridiamo e apriamo di colpo la porta. I nostri figli sono
quasi
due comici.
“Non
dovevate essere con Gina voi due?” chiedo con una voce
fintamente arrabbiata.
“Ehm…. Siamo
venuti a dirvi… che … la cena è
pronta!” ci dice Roberto.
Vedo che
Camila guarda all’interno della nostra camera.
“Non c’è
nessuna valigia Cami” le dice Betty.
“Papà non va via di casa” le dice.
Guardo la
mia primogenita in volto. Da quando abbiamo parlato io e lei, ho capito
che non
è più la bambina che io volevo restasse ancora
per un pò. “Io e papà abbiamo
parlato, ci siamo chiariti e adesso va tutto bene!” aggiunge
Betty.
“Vuol dire
che non va via?” ci chiede lei.
“No. Te l’ho
detto. Non va via” le comunica Betty.
“Perché dovrebbe farlo? Papà adesso ha
bisogno di tutto il nostro supporto!”
Mia figlia mi
guarda negli occhi e io sostengo il suo sguardo in maniera ferma.
Voglio che
lei capisca che io non ho niente da farmi perdonare o di cui
vergognarmi.
Immediatamente, si butta tra le mie braccia e mi dice “Sono
contenta papà!” con
i suoi meravigliosi occhioni scuri pieni di lacrime.
Le do un
bacio sulla testa e le asciugo gli occhi. “Andiamo a
cena” dico a tutti.
Betty ha per
mano Roberto. “Io vorrei un cavallo” le sta
dicendo. “Voglio fare equitazione,
perché il mio compagno Leo la fa.”
“Vedremo”
gli risponde Betty.
Che bello
tornare alla normalità penso, mentre vado in cucina con Cami
ancora attaccata
al mio fianco.
***
Dieci
giorni dopo..
Sono
in
cucina e sto spiattellando quando sento Armando arrivarmi alle spalle!
“Armando” lo
rimprovero, “vuoi farmi morire di spavento?”
“No,
Mostro!” mi dice. “Pensavo che mi avessi
sentito” mi abbraccia e mi da un bacio
sulla nuca. “Come mai, di domenica mattina stai ai
fornelli??”
“Voglio
provare una ricetta che mi ha suggerito Corrado! Mi ha assicurato che
è
buonissima per colazione. Crepes integrali con la
marmellata!” gli dico.
“Davvero sta
cucinando crepes con la marmellata a quest’ora? Sono solo le
otto!” mi dice.
“Non pensi che potremmo passare il tempo in un modo
più produttivo?”mi domanda
baciandomi sul collo.
“No” gli
dico io. “Devo fare questa ricetta, perché
l’ho promesso a Corrado!”
“E quindi
una promessa a ‘Corrado’ vale di più di
una mia richiesta?”mi domanda con il
tono della voce infastidito.
“Si” gli
rispondo. Invece di assecondarlo, prendo una tazza, gliela riempio di
caffè e
gliela porgo.
“Tu farai il
mio assaggiatore ufficiale!” gli comunico.
“Betty” mi
domanda, bevendo un sorso di caffè,
“da
quando sei diventata un’appassionata di cucina??”
“Armando”
gli dico con un tono di sufficienza “non sono una
appassionata di cucina. Ma
voglio provare questa ricetta!!”
“Vuoi fare
bella figura con ‘Corrado’!” mi dice.
“Esattamente!”
gli rispondo. Capisco immediatamente dove vuole andare a parare.
“Mostro….”
gli dico “stai cercando di dirmi che sei geloso di Corrado
solo perché voglio
fare una ricetta che mi ha suggerito lui??”
“Si!”
ammette. “Non mi piace affatto il modo in cui
quell’uomo ti guarda. Con
ammirazione. Mi da fastidio sapere che vi vediate tutti i giorni in
azienda e
sai benissimo che il mio sesto senso non sbaglia! L’ha capito
bene che sei MIA
moglie o devo chiarirglielo?”
“Non posso
crederci!” gli dico, scuotendo la testa. “Non
smetterai mai di essere geloso??
Soprattutto geloso per niente?”
“No!” mi
risponde. “No e poi no. Inoltre ho problemi anche con la
Francia. Le crepes
sono francesi, Michel è francese!”
“Oh cielo!!Non
mi sembrava che tu avessi problemi quando siamo andati in vacanza a
Parigi!”
Vado a sedermi sulle sue gambe, ma prima spengo la fiamma della cucina.
“Ti rendi
conto di quanto tu sia folle? Potresti seriamente prendere in
considerazione
l’idea che alla maggior parte degli uomini non interessa
niente di me, né di
quello che faccio?”chiedo.
“No! Perché
non è vero Mostro. Lo so che tu non mi credi, ma io devo
tenere alta la
guardia!”
“Stai
diventando davvero preoccupante lo sai?” gli dico.
“Non penso!
Mi fido delle mie sensazioni e sinceramente di questo Corrado non ho
avuto una
buona impressione. Non mi è piaciuto come ti guardava,
già dieci giorni fa!” mi
dice.
“Anche
ammesso che mi stesse ammirando” gli dico “cosa che
non è vera(!), secondo te
dovrei smettere di parlare con lui solo per questo? Ti rendi conto che
è una
cosa senza senso?”
“E se fossi
io a ricevere un’occhiata da una donna chef e se dopo volessi
fare
ostinatamente una ricetta che mi suggerisce, tu cosa
penseresti?” mi domanda.
Ci penso un
attimo. In effetti potrebbe darmi fastidio. Però non posso
nemmeno accettare le
sue paranoie. E potrei anche farmi una risata se lo vedessi alle prese
con una
ricetta!
“Va bene,
potrei darti ragione. Potrei. Potrei anche pensare che non ci sia
niente sotto!
Sei un pochino paranoico, perché in fin dei conti, io volevo
solo fare una
ricetta diversa per i ragazzi! Ma il mio marito gelosone me lo sta
impedendo!”
“Ho ragione
ad essere geloso!” mi ribadisce. “Lo
sarò sempre, anche a cent’anni. Mi è
costato molto accettare che Nicolas fosse tuo amico, ma non ho alcun
dubbio
sulla sua buona fede, sebbene tanti anni fa non ero di questo parere e
avevo
gli incubi. Ma sul resto ho sempre avuto ragione. Stefan Castro? Non
voleva
forse sedurti? Di Daniele… meglio non parlarne! E ora questo
Corrado!”
“Amore mio,
sei davvero incorreggibile!! Ed io allora cosa dovrei dire?”
“Tu? Cosa
devi dire? Io non guardo nessun’altra donna!”
“Davvero?”
gli chiedo. Mi sto divertendo tantissimo, e so che si sta arrabbiando.
“Nemmeno
con il tuo amico Calderon?”
“No, nemmeno
con Calderon. Lui ormai, ha problemi più seri!” mi
risponde. “Comunque Betty io
non sopporto che tanti uomini ti ruotino intorno. Non l’ho
mai sopportato e mai
lo sopporterò!”
Inizio a
ridere. Lo abbraccio. “Sei proprio un testone, non
c’è che fare!” gli dico. Gli
do un bacio sulla fronte. Mi giro verso il tavolo e prendo il vasetto
con la
marmellata, iniziando a mangiarne un cucchiaino. “Ne vuoi un
pò?” gli chiedo.
Per tutta
risposta, lui mi prende il volto tra le mani e inizia a baciarmi. Io lo
abbraccio e rispondo al suo bacio. Questo è il mio posto.
Tra le sue braccia.
Lo amo tantissimo. Ringrazio il cielo che lui si sia innamorato davvero
di me,
perché sarebbe stato difficile per me dimenticarlo e
continuare a vivere, anche
se a volte mi fa soffrire, anche se è testone e paranoico,
geloso e irascibile.
Appoggio il mento sulla sua spalla. Sento le sue mani vagare sulla mia
schiena.
Restiamo così per alcuni minuti. In realtà a
parte la sua gelosia, stiamo
vivendo giorni difficili. Cerchiamo di farci forza l’uno con
l’altra. Dopo lo
scandalo che ha riguardato lui, Camila è finita sulla stessa
rivista
scandalistica. E poi Margherita è arrivata dicendo che
Roberto aveva un’amante
a Londra. Non sono giornate facili. Per nulla.
“Armando”
gli dico.
“Si?” mi
risponde lui.
“Voglio fare
le crêpes!” dico ridendo.
“E va
beneee!” si arrende lui “Vada per queste benedette
crepes! Posso fare qualcosa
per aiutarti?”
Lo squillo
del telefono ci distrae. “Rispondi” gli dico,
“prima che svegli i bambini!”
mentre verso un po’ dell’impasto nella padella
ancora fortunatamente calda.
“Ok, Ok,
grazie Alberto, adesso controlliamo.. si ci sentiamo dopo!”
sento Armando
dirgli.
Prende il
tablet e lo vedo che sta digitando qualcosa. Lo vedo rabbuiarsi in
volto. Gira
il tablet e leggo anche io quello che stava guardando.
“Io lo
ammazzo” lo sento affermare.
Una foto di
Miguel troneggia sulla pagina online della stessa rivista di gossip di
sempre.
“Vi
racconto la vera storia di Beatriz Pinzon
Solano. Io, il suo primo amore.”
Non
posso
crederci! Non posso crederci! Avrei giurato che il mio passato non
sarebbe
tornato a tormentarmi e invece non è affatto
così. Questa notizia, questo
gossip potrebbe rovinarmi la vita, la reputazione.
“Io lo
ammazzo, se me lo ritrovo di davanti lo ammazzo” ripete
Armando furioso.
Io sono
incapace di dire qualsiasi cosa. Mi siedo su una sedia e mi passo le
mani tra i
capelli, incurante del fatto che la crepes nella padella sta per
incendiare la
mia cucina.
***
Betty
si è
chiusa nella nostra camera e non riesco a farla uscire da
lì. Ho chiamato mia
sorella e le ho chiesto di portare con se i nostri figli
perché non voglio che
vedano la loro madre in questo stato. Non riesco a credere che quel
disgraziato
abbia potuto raccontare la loro storia ad un giornale. Oltre a ferire
Betty,
forse non si rende conto che fa una pessima figura. Ho dato incarico al
mio
investigatore privato di trovare il suo indirizzo. Stesse anche in capo
al
mondo, voglio andare a spaccargli la faccia.
Ho provato
di tutto con Betty. Le ho chiesto se vuole parlare con Nicolas, con
qualcuna
della banda, con sua madre, ma l’unica risposta che ho
ottenuto è stata
‘Lasciami sola’. Cosa devo fare? Cosa devo fare?
Non lo so nemmeno io.
Sento di non
essere la persona più adatta a consolarla, perché
io ho fatto lo stesso con
lei. Mi sono comportato anche peggio di Miguel, conoscevo questa storia
e mi
sono comportato male lo stesso con lei. Sento di non essere credibile,
nel
dirle qualsiasi cosa. Non mi stupisce che lei voglia restare sola.
E’
ora di
pranzo e Betty non è ancora uscita dalla nostra camera.
Dovrà pur mangiare
qualcosa. Ho passato tutta la mattina al telefono. Un sacco di nostri
amici
hanno chiamato per dire che quel Miguel è una feccia umana e
che sono solidali
con Betty. Non oso immaginare cosa stiano pensando di lei. Mia moglie.
La donna
migliore che esista sulla faccia della terra.
Entro nella
nostra camera e la trovo ancora sdraiata su un fianco nella sua parte
del
letto.
“Betty,
dormi?” le chiedo.
“No” mi
risponde. “Vai via” aggiunge.
“No Betty,
non vado via” le dico. “Non vado via. Ti prego,
reagisci.”
“Lasciami
sola” mi ripete lei.
Invece di
risponderle, di dirle qualsiasi cosa, mi sdraio accanto a lei. Avrei
dovuto
farlo da stamattina. La prendo tra le mie braccia. Lei si divincola un
pò ma io
non la lascio andare. La circondo e la stringo. Lei ricomincia a
piangere e io
non posso fare altro che tenerla stretta mentre le sue lacrime bagnano
la mia
maglietta.
Verso
le
quattro, sono riuscito a convincerla a mangiare qualcosa, ma siamo
stati
interrotti dall’arrivo di un ospite indesiderato. Daniele
Valencia.
“Non voglio
parlare con lui” mi ha detto Betty. “E’
l’ultima persona che voglio vedere!”
“Lo so
Betty, ma ha fatto il diavolo a quattro sotto e il portiere non
è riuscito a
farlo andare via!” le dico. La porta del nostro ascensore si
apre ed eccolo
apparire in tutta la sua prepotenza.
“Buonasera
Betty” le dice. “Armando” dice poi
rivolto a me.
“Daniele”
gli rispondo. “Cosa ci fai qui?” domando.
“Sono venuto
ad informarvi che dietro tutta questa storia c’è
Karina Larson!” ci dice senza
tanti giri di parole.
“Che cosa?”
chiede Betty.
“Beatriz, lo
so che non voleva il mio aiuto, mi ha detto di restarne fuori
è vero, ma non
sono riuscito a stare con le mani in mano mentre le distruggono la
vita!” le
dice. Parla con lei come se io non ci fossi.
“Cosa vuol
dire Daniele?” gli chiede Betty. Già il solo fatto
che lei lo chiami per nome,
mi fa venire voglia di prenderlo a pugni.
“Voglio dire
che questa mattina, subito dopo essere stato informato
dell’articolo, ho
cercato quella Miranda Del Bosque! Ho finto di essere suo nemico. Le ho
detto che
ero molto interessato a questa campagna stampa contro i Mendoza e ho
inventato
tutta una serie di motivi per cui dovrei odiarvi. Come immaginavo ci ha
creduto. Io le ho detto che chiunque stesse agendo in questo modo mi
stava
rendendo felice. Danneggiare Armando, poi Camila, la donna che mi ha
lasciato
ad un passo dalle nozze, danneggiare lei Betty, la donna che ha fatto
soffrire
mia sorella Marcela. Quella ragazza è davvero una credulona.
Le ho chiesto se
potessi partecipare anche io, magari rilasciando qualche dichiarazione
e
promettendole un bel po’ di denaro e partecipazioni a feste
esclusive. A quel
punto mi ha detto che tutto questo è opera di Karina
Larsson. Che lei vuole
vendicarsi di voi per come l’avete trattata a Cartagena e
soprattutto che vuole
vendicarsi di Armando Mendoza e di come abbia osato trattarla quindici
anni
fa!”
“Non posso
crederci!” gli dice Betty.
“E perché
dovremmo crederti Daniele?” gli domando io.
“Se tu non
vuoi credermi va bene” dice rivolto verso di me, poi si gira
verso Betty “ma
lei deve credermi Beatriz. Sa bene che non farei mai nulla contro di
lei. Non
mi sono comportato bene in passato lo ammetto ma…. Le sto
dicendo la verità! Ho
chiesto a Miranda cosa fosse successo in quell’albergo a
Seattle e lei mi ha
raccontato che era stato tutto orchestrato ad arte. Sedurre Armando per
farlo
finire in uno scandalo. La prima parte del piano. Poi sarebbe toccato a
Camila
e infine a lei. Il suo obiettivo è distruggere la vostra
immagine.”
“Non ho
parole” dice Betty.
“Mi deve
credere Betty” le risponde Daniele. “Nessuno
più di me sarebbe felice se lei
lasciasse quell’individuo che si ritrova per marito. Ma le
sto dicendo la
verità, anche al costo di scagionarlo dal suo presunto
tradimento. Questa donna
vuole farle del male … lei deve reagire, non può
lasciare che le faccia
questo!” le dice.
Sono
sconvolto. Ho realizzato che è colpa mia. Che tutto questo
casino è colpa mia,
ma ciò che mi sconvolge è vedere che Daniele
riesca a consolare Betty come io
non sono riuscito a fare in tutta la giornata. Non mi stupirei se la
abbracciasse! Ma che sto dicendo??? Mia moglie e Daniele! Mia moglie e
Daniele!
Solo un’altra volta mi sono sentito così impotente
nella mia vita. Durante
l’assemblea in cui Betty ha rivelato il nostro doppio gioco.
“La
ringrazio Daniele” gli sta dicendo Betty. “Grazie
per quello che ha fatto. Non
doveva.”
“Betty, non
sopporto di sapere che sta soffrendo e non fare niente. In questo caso
potevo
fare qualcosa e l’ho fatto volentieri. So bene che
è innamorata di lui” dice Daniele
rivolgendosi a me con il volto “anche se non capisco il
perché. Sentivo che
dovevo fare qualcosa. Glielo dovevo!” le dice.
“Vendetta o
non vendetta, non penso che potrò mai più uscire
di casa. Voi non sapete cosa
significhi vedere la propria intimità esposta ai quattro
venti. La derisione a
cui si va incontro. I sorrisetti nascosti. Li ho sopportati
più di quanto
potevo” dice Betty.
Mi sento
colpevole. È chiaro che si riferisca a me e a tutto quello
che le ho fatto
passare quando ha iniziato a lavorare all’Ecomoda.
“Mi ascolti
Betty. So bene che io sono stato il primo a metterla in
difficoltà con le mie
battutacce e il mio modo maleducato di rivolgermi a lei. E per questo
le chiedo
scusa. Anche per tutte le parole offensive che posso averle rivolto. Ma
lei ha
sempre saputo come rimettermi al mio posto. Proprio per questo non
può mollare
proprio adesso!” le dice.
“Certe
battaglie, si possono combattere solo un determinato numero di volte ed
io ho
già esaurito le mie possibilità!”
“NO Betty!”
le dice Daniele. “Non può lasciar vincere chi le
vuole fare del male. Lei
adesso è una donna bellissima e in gamba. È una
manager affermata, è stata La
donna dell’anno e vuole lasciare che quest’uomo le
rovini la vita?”
Ma cosa mi
succede? Sto lasciando che Daniele consoli Betty? Mi ha dato di volta
il
cervello?
“Betty”
intervengo “mi secca dirlo, ma questa volta ha ragione
Daniele. Non puoi
lasciare che quel disgraziato ti rovini la vita!”
“Armando” mi
dice Daniele “tu non dovresti proprio parlare. Questo casino
è come sempre
colpa tua!”
“Daniele,
anche se tu sei innamorato di lei, ti ricordo che Betty è
mia moglie e questa è
la mia casa!” gli dico furente.
“Tu non sei
degno di lei. Non ti meriti una donna del suo calibro. Non sei un vero
uomo.
Non capisco come faccia ad amarti!” mi risponde lui.
“Daniele,
esci dalla mia casa” urlo “ se non vuoi che ti
spacchi la faccia!”
“Tu non sei
un uomo. Sei un essere davvero piccolo! Non sei stato nemmeno in grado
di
proteggere la tua famiglia! E come potresti se a te interessano solo i
giochi
di potere e le avventure!! Quante ne hai avute nella tua vita? Quanto
tempo hai
trascorso con Mario Calderon a passare da una gonna
all’altra? Se ognuna delle
tue ex amanti dovesse vendicarsi su Betty, veramente non dovrebbe mai
più uscire
di casa!” mi dice urlando di rimando.
“Per favore”
ci dice Betty “non litigate tra di voi! Non lo
sopporto!”
“Betty, se
vuole” le dice Daniele “troverò quel
Miguel Robles e lo ridurrò a pezzetti!”
Veramente a
pezzetti voglio farlo io!
“Non c’è
bisogno di fare questo. Lui non ha raccontato che la verità.
La colpa è mia che
ci sono cascata. Che gli ho creduto. A mia discolpa posso solo dire che
ero
molto ingenua all’epoca!” dice Betty.
“Che uomo è
uno che la seduce solo per una scommessa fatta con gli
amici?” Si rivolge verso
di me “E che uomo è un uomo che la seduce solo per
tenersi la sua impresa??” mi
domanda.
Non ci vedo
più dalla rabbia. Vedo solo la mia mano tirargli un pugno
sul naso.
Quando
Daniele va via, un’ora dopo, restiamo di nuovo soli.
“Non potevi
davvero evitare di prenderlo a pugni?” mi chiede Betty.
“No, non
potevo!” le rispondo. “Ti rendi conto che lui
è venuto qui a casa nostra, ha
fatto finta che io non ci fossi e ti ha consolata? Dopo che ho cercato di
farlo io
per tutto il giorno? Senza tra l’altro ottenere lo stesso
successo!!”
“Armando ti
prego, non voglio litigare per Daniele Valencia. Per favore!”
mi dice mentre mi
prende del ghiaccio e me lo posa sulla mano dolorante.
“E tu devi
capire Betty” le dico “che io non sopporto che tu e
Daniele vi comportiate
così!”
“Io non mi
comporto in nessun modo con Daniele, Armando! Non ricominciare. Che ti
prende?
Sai benissimo che non c’è niente tra me e
lui!”
“Non c’è
niente da parte tua! Ma lui ha appena scoperto tutto
l’inganno orchestrato da
quella pazza, solo per non farti soffrire. Poi viene qui e inizia a
chiederti
di non mollare! Non è affatto normale. È ancora
innamorato di te Betty!” le
dico furibondo.
“IO non gli
ho chiesto niente, ha fatto tutto da solo, di sua
volontà!”
“Lo so.
Questo mi fa infuriare ancora di più, perché
significa che non ha tenuto
affatto conto della mia esistenza! Mi ha trattato come un incapace,
come quello
incapace di risolvere il problema o di scoprire chi c’era
dietro!”
“Basta
Armando, basta!” mi urla lei. Non l’ho mai vista
così sconvolta. Mai. “Per una
volta nella tua vita mettiti nei miei panni! Ti rendi conto della
violenza che
sto subendo io? I miei fatti privati, tutto quello che mi ha fatto
soffrire di
più nella vita, sbattuto su un giornale? Evidentemente il
mio destino è quello
di non avere privacy e tu ti preoccupi di Daniele Valencia!!?? Mi
stanno distruggendo
di nuovo la vita e pare che a te non interessi nulla!” mi
dice e va a chiudersi
di nuovo nella nostra camera.
Cerco di
calmarmi, perché qualcuno deve mantenersi lucido tra di noi.
La raggiungo
nella nostra camera e la trovo di nuovo seduta terra, ai piedi del
letto con le
gambe raccolte al petto. Come se fosse una bambina che ha bisogno di
consolazione. Mi siedo accanto a lei.
“Non voglio
mentirti Betty” le dico. “Mi sento male
all’idea che tutto questo sia
succedendo per colpa mia. Che la nostra vita, la tua vita sia finita
sulle
pagine di questo giornale. Ma quello che mi ha fatto più
male è stato sentire
Daniele che diceva che io non ti merito. Che non merito una donna del
tuo
calibro. Ha ragione. Non perché io stia dubitando del fatto
che mi ami, ma
perché sento di non essere l’uomo che meriteresti
di avere al tuo fianco.”
“EH?” mi
dice lei.
“Si è così.
A volte ti guardo e penso a che donna saresti senza di me! Mi sembra di
essere
un ingombro per te, con la mia vita incasinata, le mie urla, la mia
isteria! Mi
sembra che a te serva un marito che non sia come me, che sia
più calmo, più
tranquillo di me! Non posso fare a meno di pensare che io ti condizioni
la vita
con la mia presenza. Se mi rendessi conto di danneggiarti in qualsiasi
modo, io
mi allontanerei da te, anche se non riesco a vivere senza di te e non
riesco ad
essere diverso da quello che sono” le dico io.
“Invece di
dire queste stupidaggini, perché non mi abbracci
Mostro?” mi risponde lei. “Io
sono la donna che voglio essere, che ho sognato di essere e tu mi
condizioni la
vita perché io ho scelto di viverla insieme
a te! Se non avessi voluto farlo, semplicemente non ti avrei
sposato. Se ti
stai chiedendo se sarei stata una donna diversa, se avessi sposato un
altro
uomo, che mi merita più di te, come dice Daniele, stai
sprecando le tue energie
mentali perché quindici anni fa mi sono innamorata di te e
questo non è mai
cambiato. E’ vero, a volte vorrei che fossi meno geloso,
testardo, irascibile,
vorrei che fossi più calmo, più tranquillo,
soprattutto vorrei che fossi più
tranquillo sul fatto che non ho intenzione di lasciarti e che non hai
bisogno
di vivere col terrore che io un giorno mi svegli e pensi che
c’è un altro uomo
che mi merita più di te, per cui ti lascio e vado a vivere
con lui, ma se tu
non fossi almeno un po’ così come sei, non potrei
amarti per davvero” mi dice
accarezzandomi la nuca con la mano.
“Perdonami
Betty, è stata colpa mia se Karina Larsson ha rintracciato
Miguel e
…”
“Non è stata
solo colpa tua Armando” mi interrompe lei. “Magari
a Cartagena, abbiamo
esagerato entrambi. E tu non c’entri nulla con Miguel. Non
pensare nemmeno per
un momento che io possa pensare a quello che hai fatto tu con Mario
perché non
è affatto questo il punto. Lo è invece il fatto
che sto ripensando a quello che
avrei voluto dimenticare… cioè la mia
ingenuità, la mia stupidaggine, mi sono
fidata di un ragazzo che non meritava per nulla la mia
fiducia…che ha distrutto
tutti i miei sogni..”
“Betty” le
dico “basta. Non tormentarti più. Hai fatto un
errore e capisco benissimo che
tu voglia seppellirti per averlo fatto. Lo capisco perché
è la stessa cosa che
ho provato io quando non sapevo dove fossi, volevo solo morire, ma non
puoi
farlo. Non puoi nasconderti per sempre. In questa storia chi ha
sbagliato è
lui. Due volte. La prima perché si è prestato ad
un gioco terribile, la seconda
adesso perché non ha nemmeno la faccia tosta di vergognarsi
e invece lo
racconta ad un giornale.”
La prendo
per mano e la tiro fino allo specchio che c’è nel
nostro guardaroba.
“Guardati
Betty” le dico. “Tu non sei più quella
ragazza che Miguel ha preso in giro. È
vero che in te c’è qualcosa di lei, ma non sei
più solo lei. Non lo sei da
tanto tanto tempo e non devi vergognarti di quello che sei
stata!” le dico.
Lei
mi abbraccia forte e ricomincia a piangere. La
stringo e la sento singhiozzare come una bambina. Non so se stia
scaricando la
tensione di una giornata difficile. Non so se sta chiudendo delle
ferite o
aprendone altre. L’unica cosa che so è che non
posso lasciarla sola.
Soprattutto perché non voglio lasciarla sola. Anche se
sembra che sia lei ad
avere bisogno di me adesso, in realtà sono io che ho bisogno
di lei, perché lei
è la mia ancora di salvezza.
Allora, vi piace fin qui la
trama? L'ho intricata bene? Accetto anche suggerimenti!
I capitoli di Armando e
Betty sono un pò più lunghi perchè
tutto uello che riguarda loro, influisce su tutta la trama della storia
e non posso fare a meno di lasciarli così, altrimenti tutta
la storia sarebbe troooooppo lunga.
Da qui in avanti
cambieranno tanti equilibri!
Un grazie a tutti quelli
che mi leggono e in particolare a chi recensisce, dandomi spesso spunti
che poi elaboro nelle trame! =)
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Capitolo 19 *** Alberto ***
Alberto
E’
proprio finita.
Tra me e Camila è finita. Se rimango con lei adesso, non me
lo perdonerò mai.
So bene che l’articolo uscito sulla rivista è
vecchio, che lei e Calderon non
si sono più rivisti, ma io, vedendo quel giornale, ho capito
che il mio
matrimonio non può tornare ad essere quello che era, facendo
finta che in tutto
questo tempo non sia successo niente. Proprio no. All’inizio
credevo che
potevamo trovare il modo di andare avanti e anche se Camila mi aveva
tradito,
potevo superare la cosa, ma proprio non ce la faccio. Non mi riconosco
più. Non
so cosa mi sia successo. Improvvisamente, dopo aver visto quel
giornale, ho
capito che io ho bisogno di sapere con assoluta certezza che mia moglie
mi ami
per davvero. Adesso vedo tutto lucidamente. Il mio matrimonio e anche
la mia
vita. Alla mia età, arrivato a questo punto, mi sembra
chiaro che devo iniziare
a tirare le somme sia nel mio lavoro che nei sentimenti.
Io e Camila
abbiamo costruito una famiglia sulle basi di un amore, non so se sia la
parola
giusta, o sull’abitudine? La nostra famiglia è
costruita sulla roccia oppure è
stato solo il fatto che eravamo avversati da tutti a mantenerci
insieme?? Non
lo so più.
Prima, non
me l’ ero nemmeno mai domandato. Stavamo molto bene insieme e
punto. Certe
domande è meglio non farsele. Ma quando te le fai,
è il caso di trovare le
risposte giuste. E il primo dato di fatto è che Camila mi ha
tradito e che ha
avuto una relazione con un altro uomo per tre mesi, non per un giorno.
Sarebbe
il caso che iniziasse a riflettere sul perché mi abbia
tradito piuttosto che
sulla volontà di appianare tutte le cose. E io? Io dove ho
sbagliato? Cosa c’è
che non va in me? Cosa l’ha portata a tradirmi? Camila mi
ama?
Queste
domande mi turbinano nella testa e non so trovare pace o una risposta.
L’unica
cosa che so adesso è che voglio trovare una riposta. Non
posso lasciarle
sospese. So già che lei non sarà
d’accordo, mi avverserà, ma io non sono
più
disposto a fare finta di niente. Questa è l’unica
cosa che mi sembra chiara!
Sono
qui a
casa mia, sdraiato sul divano. Dodo è a scuola. E io sono
qui, pronto a fare questo
viaggio dentro me stesso. Finora sono stato tutto quello che tutti si
aspettavano non fossi. Cioè una persona che dal nulla ha
raggiunto un certo
livello nella vita. Ma io sono davvero questa persona? Sono davvero
quello che
volevo essere o ho fatto tutto per Camila?
Che tipo di
donna avrei voluto al mio fianco? Da ragazzo ho sempre pensato che
sarei finito
a fare il cuoco e che mia moglie sarebbe stata una cuoca, insieme
avremmo
aperto un ristorante e costruito una famiglia. Il mio sogno era andare
all’università
ed effettivamente sono riuscito a realizzarlo, ma quando ci si
considera
mediocri e incapaci di realizzare i propri sogni e poi invece ci si
riesce,
cosa resta della vita? Ho passato tanto tempo ad autocommiserarmi, a
pensare
che alla fine non sarei riuscito e adesso, che ce l’ho fatta
da anni, mi sento
solo l’amministratore di me stesso. Finchè tutto
con Camila andava bene, ho
pensato che bastava mantenere quanto raggiunto, ma da quando lei mi ha
tradito,
sono stato portato a pensare che quello che ho raggiunto non era una
buona base
affinchè la nostra unione continuasse. E dire che io sono
totalmente e
pazzamente, ancora, innamorato di mia moglie. Ma a volte
l’amore non basta. Lei
sembra incapace di capirmi e neanche io
capisco me stesso.
Sono quello
che si può ben definire un uomo in crisi!
Suonano alla
porta, spero tanto che non sia Camila, perché proprio adesso
non vorrei
parlarle. Le direi solo delle cose di cui poi pentirsi. In
tutto questo non
devo dimenticare che lei ha appena scoperto che secondo sua madre, suo
padre ha
una relazione con un’altra donna a Londra! Che famiglia
incasinata!
Vado ad
aprire alla porta! È Corrado, ed è carico di
borse piene di spesa.
“Amico” mi
dice “sono passato, perché devo parlarti di una
cosa!”
“Entra!” gli
dico. “So che sei qui per via del giornale! L’ho
già visto. Ero con Camila,
quando Calderon ci
ha portato la
notizia!”
“EH?” mi
dice perplesso lui.
Gli racconto
brevemente l’accaduto.
“Senti
Alberto…. Io ti conosco da tantissimi anni e ti ho sempre
visto innamorato
perso di Camila. Prima di prendere queste decisioni drastiche, dovresti
renderti conto prima di tutto che sei estremamente fortunato ad avere
ancora
una moglie al tuo fianco….” mi dice.
“So bene” lo
interrompo io “che se paragoniamo le nostre due situazioni,
io sembro un
ingrato, perché tu non hai più nemmeno tua
moglie, e anche se ringrazio il
cielo ogni giorno che Camila sia viva, sono consapevole che io non ho,
per
davvero, mia moglie. Sono sposato con una donna che ha pensato che la
stessi
tradendo solo fraintendendo una telefonata, non si è nemmeno
presa la briga di
controllare che fosse vero che avessi una relazione!! Ha dato per
scontato che
fosse così! Questo ti sembra avere una moglie??! A me
no!”
“E’ vero che
la sua reazione è stata esagerata e fuori luogo ma anche la
tua lo è! Non puoi
semplicemente accettare che lei abbia fatto uno sbaglio?”
“Ci ho
provato Corrado, sono mesi che ci provo, ma è tutto inutile.
Camila cerca di
convincermi di questo e anche del fatto che lei mi ama, ma io non le
credo. So
con assoluta certezza che lei mi vuole bene, e temo che voglia
nascondere la sua
paura di ammettere che il nostro matrimonio è finito per non
dover ancora una
volta mettersi in gioco e soprattutto darla vinta a sua madre che non
ha mai
visto di buon occhio la nostra unione. Io adesso, voglio una moglie che
sia mia
moglie e che stia con me solo perché mi ama,
perché non vuole nessun altro uomo
sulla faccia della terra per amore, non perché ha paura di
dover ricominciare daccapo!”
gli dico.
“Le stai
chiedendo tantissimo Alberto, sai bene che molti matrimoni
riuscitissimi si
basano su molto meno!” mi dice il mio amico.
“A me sembra
invece, di chiedere il minimo!” gli dico.
“Soprattutto perché abbiamo dei figli
e io, mai e poi mai, vorrei che pensassero che i loro genitori stanno
assieme
per abitudine!”
“Alberto… in
parte ti capisco, ma
solo in parte! Devi
considerare che stai facendo tutte queste elucubrazioni senza tua
moglie! Se
lei non fosse d’accordo con te… tu sei veramente
pronto a vederla andare via?”
mi chiede.
“Dannazione
certo che no! Cosa ti credi, che io non soffrirei se il nostro
matrimonio
dovesse definitivamente finire? Anche io sono terrorizzato
dall’idea di dovermi
rifare una vita senza di lei, ma
non
sapere se i suoi sentimenti siano sinceri è ancora peggio.
Non voglio più che
lei finga!”
“Lei non
finge!” dice Corrado.
“E’ quello
che spero! Sono convinto però, che una parte di lei stia
fingendo. La sua vita
non è quella che lei ha sempre voluto. Io non sono per
davvero l’uomo dei suoi
sogni. Sono solo l’uomo di cui, magari realmente, tanti anni
fa si è innamorata
e con cui poi è rimasta per non scontentare nessuno.
Insomma, io lo so che
insieme stiamo bene, ma non sono più disposto a stare bene
insieme per finta,
per abitudine. Vorrei che fosse perché non possiamo fare a
meno l’uno dell’altra!”
“Stai
chiedendo troppo amico mio!! Sono certo che tu stia soffrendo per
questa
situazione, ma ti ripeto che molti matrimoni si basano su molto
meno!!”
“Io non
potrei più accettare che il mio matrimonio si basi su molto
meno di questo però!”
gli dico.
Dopo
tre ore
siamo ancora qui. Corrado è venuto carico di borse della
spesa e si è messo a
cucinare. Dice che vuole provare alcuni menu per l’Ecomoda.
Mi racconta del suo
incontro – scontro con Marcela e io sorrido,
perché a quanto pare sono l’unico
con il quale lei abbia buoni rapporti, mi parla di Betty e di come lei
gli
abbia fatto una buona impressione, e mi dice che tra venti giorni suo
figlio
farà il compleanno. Lui vorrebbe organizzargli una festa, in
maniera che il
bambino si inserisca e che faccia amicizia. Gli dico che la cosa
migliore sia
coinvolgere Betty e Camila, magari, Camila, se le va, potrebbe mettere
a
disposizione il giardino di Villa Mendoza per realizzare la festa per
Paco!
“Come vedi”
mi dice Corrado “fai ancora progetti con lei. Tu non sei
affatto pronto a
lasciarla andare via!”
“Io non
voglio lasciarla andare via, vorrei con tutto me stesso che
restasse!”
Corrado, è
davvero un manipolatore! Mentre parliamo praticamente, mi ha fatto fare
il suo
aiutante! Sono secoli che non cucino come si deve, nemmeno per Dodo. La
mia
vita è molto complicata adesso. Si svolge tra affari e
figli. Sparsi in varie
case. Però devo ammettere che cucinare mi è
sempre piaciuto e che mi rilassa!
Mio
figlio
torna da scuola, sorpreso di trovarmi a casa e soprattutto di trovare
tutto
questo ben di dio pronto per essere mangiato. Corrado è
andato via da poco e io
so che devo parlare con Dodo. Oggi, la mia giornata è stata
un disastro, la sua
sarà stata anche peggio, perché da adesso in poi,
tutti sapranno cosa è
avvenuto. E a lui tocca un mese di punizione senza telefono e internet!
Non
posso fare finta che Camila non sia intervenuta. E’ sempre
sua madre!
“Ti prego
papà, non iniziare… ho già visto tutti
i giornali e tutti i siti che hanno
ripreso la notizia del tradimento della mamma! Se può
consolarti, non sei
considerato un cretino globale. Anzi, una mia compagna, mi ha detto che
mia
madre deve essere proprio cieca se tradisce te con quello
lì. Tu sei molto più
bello, uno schianto!” mi dice tutto d’un fiato.
“Veramente
io non volevo dirti niente” mento. “Volevo solo
chiederti quali di questi
piatti ti piace di più!” gli dico.
“Davvero?”
mi domanda.
“Va bene. No!
Se non vuoi parlare del giornale va bene! Vorrei sentire da te cosa
è successo
con quel ragazzo che hai picchiato, per cui ti sei preso una
sospensione e una
mega punizione da parte di tua madre, che non ho nessuna intenzione di
mitigare, sappilo!”
Mi racconta
brevemente cosa è accaduto con Josè. Io vorrei
dirgli tante cose, ma forse
quello che effettivamente gli dico è la cosa sbagliata.
“E ti sei
sentito bene a picchiarlo? Qualunque fosse la sua provocazione tu non
dovevi
reagire!”
“Si, mi sono
sentito benissimo, anche se non è servito a niente,
perché Rocio è andata a
consolare lui oggi e non me. Forse non mi vuole!” mi dice con
una voce
angosciata.
“Lo so che
fa male, ma non te la prendere troppo. Magari non ha ancora chiaro con
chi dei
due vuole stare!” gli dico.
“Come la
mamma?” mi chiede. “A proposito cosa ci facevi
stamattina a casa della mamma?”
“Sono venuto
ieri sera perché volevo riportarti a casa, ma tu
già dormivi, ho parlato dell’accaduto
con la mamma, nel frattempo è arrivata la nonna che ci ha
dato una notizia
sconvolgente. A quel punto non potevo lasciarla
sola…” dico, omettendo alcune
parti della verità che a mio figlio non posso raccontare.
“Cosa ha
detto la nonna?Papà, ti prego dimmelo! Sono grande. Non lo
racconterò a nessuno
dei piccoli!”
“Hai
ragione, tanto prima o poi lo scopriresti comunque! La nonna
è tornata dicendo
che il nonno ha una storia con un’altra donna che ha la
stessa età di tua madre”
gli dico.
“Il nonno???
Non ci crederò mai!”
mi dice.
“Così ha
detto la nonna, ancora non ne sappiamo molto, la mamma era molto
sconvolta!”
“Ma non
possiamo restare qui e lasciarle sole… dobbiamo tornare a
casa!” mi dice.
“Io… non
credo di essere pronto a tornare a casa e fare pace con la mamma. So
che è
quello che non vorresti sentire, e mi dispiace causarti un dolore, ma
è così.”
“Non
preoccuparti papà… adesso anche io ti capisco
meglio. Fino ad oggi non avevo
mai capito perché non eri andato via di casa prima, ma ora
anche io non voglio
perdere Rocio e capisco meglio il tuo comportamento. Ora cosa vuoi
fare? Vuoi
lasciare il campo libero a quel Calderon!?”
“Dodo, tuo
madre e quell’individuo non stanno più insieme da
mesi ormai. Quel giornale
riporta una notizia vecchia” gli dico.
“Sei sicuro
papà?” mi chiede.
“Si. E sono
sicuro anche che non mi piace il tuo comportamento con la mamma. Ha
sbagliato,
è vero, e sono io che devo essere arrabbiato con lei. Non
tu. Capisco che ti
abbia ferito, ma non puoi andare in giro dicendo che tutte le donne
tradiscono,
perché non è così. Non puoi trattarla
come uno straccio!E’ tua madre e io
vorrei che tu la perdonassi. Tu non c’entri con il nostro
matrimonio. Sei
nostro figlio, ma io non ho sposato te, ho sposato lei. Così
lei, ha sposato
me, non te. Ti ha dato la vita… devi rispettarla!
Chiaro?????” gli dico anche
un po’ arrabbiato.
“Ero
arrabbiato..!” cerca di scusarsi.
“Non mi
interessa. Se tua madre mi riferisce ancora una volta che tu ti sei
rivolto
male verso di lei… ti dò una punizione che non
dimenticherai più nella vita!
Intesi?” gli chiedo.
“E va
beneeeee” mi dice.
“Ora io devo
andare un attimo a Le Noir. Tra poco arriva Rosa per le pulizie.
Dovresti
consegnarmi il tuo telefonino!” gli dico piuttosto
amabilmente.
“Prometti
che non lo guarderai!” mi chiede.
“Te lo giuro”
gli rispondo.
Due
giorni dopo
Ero
certo
che Camila non prendesse di buon occhio la mia decisione di non tornare
assieme
come lei sperava! È arrivata a casa mia di pomeriggio, per
controllare Dodo.
E ha trovato
me. Non abbiamo potuto parlare perché non volevamo che lui
ci sentisse, allora
siamo usciti a fare una passeggiata. Come immaginavo, lei non ha
accettato la
mia decisione.
“Non capisco
cosa sia cambiato!”mi chiede.
“E’ cambiato
che non riesco ad andare avanti. Voglio che tu sia sincera con te
stessa oltre
che con me e che ammettessi che non hai ben chiaro il motivo per il
quale tu
vuoi tornare con me!”
“Hai un’altra
donna?”
“No! Camila,
cosa ti passa per la testa? Vedi? Io ti dico una cosa seria e tu
immediatamente
pensi che ci sia un’altra. Non c’è
nessuna. Nella mia vita ci sei solo tu. E io
vorrei che fosse così per sempre. Tu, invece, non lo sai
davvero, se vuoi me o
se vuoi un altro uomo. Io, quando ti vedo, anche quando ti odio, non
capisco
più niente. Sento un tuffo al cuore. E adesso anche di
rimpianto, perché sono
convinto che sono stato io a trasformarti in una donna che ha bisogno
di
mentire per ‘sistemare’ la sua vita. Io voglio
starti accanto, ma veramente.
Vorrei che tu, per una volte nella tua vita, facessi affidamento su di
me. Che
mi raccontassi i tuoi sogni e le tue aspirazioni. Non voglio andare
avanti con
la solita routine, per quanto possa essere piacevole.”
Vedo che ha
le lacrime agli occhi.
“Non sai
quello che stai dicendo!”mi dice.
“Lo so
benissimo invece. Come so che tu mi hai tradito perché
volevi farlo, non perché
hai supposto che io avessi una storia con un’altra! Ti sei
semplicemente sentita
autorizzata a tradirmi, perché io involontariamente ti ho
dato una motivazione
più che sufficiente!” le dico.
“Non puoi perdonarmi?”chiede.
“Io, il tuo
tradimento fisico, l’ho già perdonato. Quello che
non posso perdonarti, sono le
motivazioni che ti hanno spinta a tradirmi. Motivazioni che non hanno a
che
fare con il sesso, e che tu vuoi ignorare. Ma non si possono ignorare.
Se lo
facessimo, mentiremmo l’una all’altro. Io voglio
stare con te, ma per farlo,
devo potermi fidare, devo poter credere nei tuoi sentimenti.”
“Tu non vuoi
credere che io ti ami sinceramente. Ti sei convinto di questo e non
c’è nulla
che possa fare per convincerti del contrario!”
“No, hai
ragione. Io non ti credo. Ieri riflettevo sul fatto che io non avrei
mai
immaginato di diventare quello che sono nella vita, anche e lo
desideravo
tantissimo. Tu sei stata la mia forza. Io però, non sono
stata la tua. Tu avevi
già progettato tutto della tua vita. L’unica cosa
che non potevi controllare è
stato il sesso dei nostri figli, per il resto avevi ben chiaro dove
volevi
arrivare e ci sei riuscita benissimo. Quello che mi fa male
è che tu ci saresti
riuscita, anche senza di me. Io invece, probabilmente no.”
“Quindi mi
stai dicendo che quello che provi per me è gratitudine?”
“No! Ti sto
dicendo che tu hai realizzato i miei sogni più profondi. Che
non hanno a che
vedere solo con il lavoro quanto con la persona che sono! Io invece non
ho
realizzato i tuoi! Perché se ci pensi, a parte i progetti di
lavoro, tu non mi
hai mai detto quali siano le tue aspirazioni più profonde!
Non ti sei mai per
davvero data a me. E questo l’ho capito quando ho visto
quella rivista!”
“Sai qual è la
mia aspirazione più profonda e lo è sempre
stata!!?” mi chiede.
“No!”
“Non essere
giudicata per come sono! Invece da sempre, qualsiasi cosa io faccia,
non va mai
bene. Tutti mi giudicano. Anche tu mi giudichi, come tutti gli
altri!” mi dice.
“Io non ti
giudico Camila! Ho accettato da te anche l’insopportabile. Ti
ho vista uscire per
due mesi con un altro uomo! Non te lo sto rinfacciando. Vorrei solo
farti
capire cosa ho provato ogni giorno, all’idea che andavi a
lavorare e lo vedevi,
al solo pensiero che avresti fatto sesso con lui, che lui ti avrebbe
messo le
mani addosso. È stata una tortura. La cosa più
difficile che abbia mai fatto
nella mia vita” le dico stringendo le mani a pugno e
digrignando i denti. “Mi hai
spezzato il cuore in mille parti e non te ne è importato. E
ora mi chiedi di
non giudicarti! Io non ti giudico, non l’ho mai fatto. Ti
metto di fronte alle
tue responsabilità. Cosa che forse non vuoi!!”
La vedo
piangere. “So benissimo che ti ho fatto del male. Tuttavia,
il male più grande
l’ho fatto a me stessa distruggendo la nostra
vita!” mi dice. “Ho vissuto tutta
la mia vita, pensando che fosse sbagliata. Con il fiato sul collo di
chi mi
contestava…”
“…Cioè tua madre!”
“Si, mia
madre! Ho nascosto tutto questo dietro una risata, per tanto tempo. Lo
so, che
devo risolvere questi problemi, che devo farlo io… ma questo
non significa che
io non ti ami!”
“Camila” le
chiedo. “ Chiediti se io sia davvero il tipo d’uomo
che volevi al tuo fianco!
Non volevi forse un uomo più dinamico, più
socievole, più in di me? Uno che ti
facesse vivere a mille? E invece non è forse vero, che
sposando me, ti sei ritrovata
chiusa nella
normalità? Nella normalità della vita che io
avevo sempre desiderato. Un vita da dividere con la donna che
amo, senza
grandi scossoni!
Ammettilo, per te questa è noia,
mentre per me è la vita!”
“Mi stai
dipingendo come una bambina!” mi dice.
“Tu non sei
una bambina. Sei semplicemente una donna che non sa quello che vuole
veramente.”
“E quindi?”
“Quindi, se
vuoi che il nostro matrimonio funzioni, continui, devi scoprirlo! So
che questo
è rischioso, ma dobbiamo affrontarlo. Io so solo che per
riaverti, devo
lasciarti andare alla ricerca di te stessa.”
“E se non
tornassi da te?”
“Spero tanto
che non succeda. Se succedesse, probabilmente ne morirei, ma almeno,
saprei che
è la verità!”
“Mi stai
lasciando?” mi chiede.
“Mettila
così. Ti sto chiedendo di tornare. Di tornare o di venire
per davvero, questa
volta.”
“E tu?”
“Io sono
qui.”
“Cosa
significa questo? Che mi aspetti?”
“Significa
che sono qui. Non vado via. Ti chiedo solo una cosa, non
metterci troppo! Non perché io non possa o non
voglia
aspettarti, ma perché sento che abbiamo ancora molte cosa da
fare insieme e la
vita scorre veloce!”
Lei mi abbraccia.
Ci abbracciamo. Le asciugo le lacrime. Questa volta sono davvero
consapevole
che potrei perderla definitivamente. E nonostante le mie parole, ho
l’impressione
che una voragine si sia aperta nella mia vita. La mia vita senza di lei.
Non so
quanto potrò resistere, prima di esserne risucchiato.
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Capitolo 20 *** Cami e Dodo ***
Cami e Dodo
Io
e Raquel
siamo a casa mia e stiamo aspettando che arrivino mio padre e il nostro
compagno Pablo.
Mio padre,
oggi deve aiutarci per un progetto che ci hanno assegnato a scuola
sull’industrializzazione. È un progetto a gruppi,
nel mio c’è Raquel e Pablo,
mentre Isabel è capitata in un altro gruppo.
Avevo
chiesto a mia madre di aiutarci, ma lei sostiene di non capirci niente
di
geografia economica, mentre mio padre è la persona
più giusta, anzi mi ha detto
“ha studiato queste cose, ti farà fare un
figurone!”. Così ho dovuto chiedere a
mio padre di darmi una mano. Lui non ha rifiutato, ma non mi
è nemmeno sembrato
entusiasta.
So benissimo
che i miei genitori hanno litigato e che si parlano a stento, ormai
queste cose
le capisco al volo, anche se loro fanno di tutto per non darlo a
vedere.
Sento che
Raquel mi sta dicendo qualcosa.
“Non capisco
perché Pablo sia dovuto capitare proprio con noi…
credo che la professoressa
l’abbia fatto apposta!” afferma.
“Non penso!
Sai bene che con qualcuno doveva capitare. A me fa abbastanza
simpatia… non è
così male!” le dico.
Pablo Felipe
Garcia Vasquez è quello che tra i nostri compagni di scuola
viene sempre preso
in giro perché è leggermente sovrappeso e
perché ha la carnagione più scura di
tutti. Un giorno a ricreazione mi ha raccontato la sua storia, sua
nonna è una
nativa colombiana e il suo popolo abitava nelle foreste. Un giorno che
il nonno
di Pablo, Pablo pure lui, era per motivi di lavoro nella stessa
foresta dove
si trovava l’accampamento di sua nonna, l' ha
vista e si era innamorato di
lei. I due avevano dovuto fare ferro e fuoco eppure erano riusciti a
sposarsi.
Lei, aveva dovuto lasciare il suo popolo ed era andata a vivere con il
marito.
La loro storia aveva destato scalpore, ma nonostante questo il loro era
stato
un matrimonio felice. Anche i Garcia Vasquez avevano avversato il
matrimonio
del figlio ma non era servito a niente. Sono banchieri da generazioni e
temevano che il matrimonio del loro figlio potesse in qualche modo
infangare la
loro reputazione. Avevano accettato che Nieve fosse la moglie di Pablo
quando
era nato Felipe. Il padre di Pablo.
“Lo sai bene
che a scuola lo prendono tutti in giro solo perché ha la
carnagione leggermente
più scura e perché è in sovrappeso, ma
è un bravo ragazzo!” aggiungo.
“Non vorrai
dirmi che ti piace?!” mi dice Raquel.
“Non dire
scemenze! Non mi piace in quel senso!” le dico. “Mi
sembra assurdo doverlo
evitare solo perché non rispetta gli standard degli
altri!”
Si apre
l’ascensore di casa mia e ed entrano mio padre e Pablo. Si
saranno incontrati
giù. Mio padre conosce il padre di Pablo perché
lavora con la sua banca.
“Mostrilla”
mi dice “ho incontrato Pablo nella hall e l’ho
fatto salire con me!” Si rivolge
verso Pablo e gli dice “è la prima volta che vieni
a casa nostra?”
“Si” gli
risponde lui.
“Allora
Cami, io mi cambio e poi vengo ad aiutarvi col vostro progetto, tu
chiedi a
Gina di prepararvi la merenda!”
Mio padre se
ne va nella sua stanza e io rimango con Raquel e Pablo.
Proprio in
quel momento arriva mio fratello Roberto. Insomma non può
restare con noi.
Altrimenti non finiremo mai il progetto. Dobbiamo realizzare una
piantina fatta
a mano e una relazione sul perché abbiamo scelto il tipo di
industria che
sceglieremo.
“Cami… “dice
mio fratello “non mi avevi detto che venivano i tuoi compagni
oggi!” Si gira
verso Pablo e gli dice “Piacere io sono Roberto! Vuoi giocare
con me al mio
nuovo videogioco? Sai l’ha progettato mio padre!”
“Roberto non
cominciare!” gli dico io “Noi dobbiamo studiare!
Dobbiamo fare un progetto e
papà ci deve aiutare, quindi tu vai nella tua stanza,
chiuditi lì e fai i
compiti” gli dico.
Insomma
manca solo che mio fratello non ci faccia rovinare tutto. Per fortuna
arriva
papà e lo convince ad andare nella sua stanza a fare i
compiti. Dopo giocheremo
tutti assieme.
Dopo
tre ore
che lavoriamo il nostro progetto è finito e devo dire che
è davvero bellissimo.
Pablo disegna benissimo e ha realizzato una cartina geografica
meravigliosa.
Speriamo di prendere il voto più alto di tutta la classe.
Devo
ammettere che senza mio padre non saremmo mai riusciti a realizzarlo
così bene.
Lui ci ha spiegato tutto quello che non avevamo ben capito su cui
dovevamo fare
approfondimenti a casa. Penso che la nostra insegnante di geografia
domani sarà
felicissima. Inoltre, mio padre ha preso in simpatia Pablo.
“Cami” mi
dice “perché non chiedi ai tuo compagni di restare
qui a cena? Così potete
giocare con tuo fratello! Con i vostri genitori parlo io!”
“E la
mamma?” gli chiedo.
“Vedrai che
la mamma non avrà nulla in contrario!” mi
risponde. Ma io non ne sono molto
convinta.
Nemmeno a
dirlo si apre l’ascensore e lei entra in casa. Vado a
salutarla e subito le
chiedo “Mamma, ti secca se Raquel e Pablo restano a cena con
noi? Dobbiamo fare
una sfida alla play station con Roberto!”
“E il
compito?” mi chiede lei.
“L’abbiamo
finito! Papà ci ha aiutato tantissimo!” le dico.
Vedo che guarda verso mio
padre che è impassibile.
“Va bene” mi
dice. “Per me non c’è alcun problema. I
tuoi amici possono restare a cena!”
Mio fratello
Roberto esce dalla sua stanza e va a salutare la mamma.
“Roberto… “
lo chiama mio padre “accendi il videogioco, adesso sono
pronti per giocare con
te!” gli dice.
“Ok papà!”
prima però prende il suo quaderno, glielo dà e
gli chiede di controllare se le
operazioni che ha fatto siano giuste.
Questo
pomeriggio è davvero strano. Di solito è la mamma
che ci aiuta con i compiti.
Mio padre arriva dopo e insieme giochiamo mentre la mamma aiuta Gina a
preparare la cena. Stasera invece, i miei genitori si parlano a
malapena e pur
di evitare di farci capire che hanno litigato fanno restare i nostri
amici a
cena.
***
Mentre
i
maschi giocano alla Play, io e Raquel andiamo nella mia stanza.
Raquel e
Isabel sono le mie migliori amiche e mi dispiace molto che lei non ci
sia.
“Cami… tutto
ok?” mi chiede Raquel.
“Si tutto
ok. Sono solo preoccupata perché i miei genitori hanno
litigato….” le dico.
“Vedrai che
non sarà niente di chè” mi risponde
lei.
“Speriamo…
Da un paio di anni a questa parte i miei genitori litigano in
continuazione!”
“Ma è
normale litigare… anche i miei lo fanno, ma poi fanno sempre
pace!” mi dice
come per tranquillizzarmi.
“Non avrei
mai creduto che il padre di Pablo acconsentisse a far restare Pablo qui
a cena
con noi!” aggiunge.
“Ma è
naturale, cerca di proteggerlo” dico io. “Sa bene
che a scuola lo prendono
tutti in giro. Me l’ha detto Pablo!” le dico.
“E da quando
parli con Pablo… Cami… ammetti che ti
piace!”
“Io… al
contrario vostro, gli ho sempre parlato. E no, non mi piace.
È un mio compagno
di classe come tutti gli altri” le dico.
“Posso”
chiede mia madre entrando nella mia stanza. “Stavate
litigando?” ci chiede.
“No!”
rispondo io con la voce un po’ alterata.
“Sicuro?”
chiede mia mamma.
“Betty”
ammette Raquel “è arrabbiata con me
perché le ho detto che le piace Pablo!”
“E cosa ci
sarebbe di male se ti piacesse Pablo?” mi chiede.
Brevemente
spiego a mia mamma cosa succede a scuola, del fatto che lo prendono in
giro e
la vedo arrabbiarsi tantissimo.
“Perché non
me l’hai mai detto?” mi chiede.
“Mamma, te
lo sto dicendo adesso…e poi io non lo tratto diversamente.
Per me è uguale agli
altri!”
“Camila
Mendoza Pinzon, te lo dico solo una volta, guai a te se vengo a sapere
che ti
sei comportata male con qualcuno dei tuoi compagni solo per via del suo
aspetto
fisico. Se gli insegnanti o il preside mi fanno chiamare
perché hai
discriminato qualcuno dei tuoi compagni, ti do una punizione che non
finisce
più! Hai capito?” mi dice con voce ferma.
“Mamma, stai
tranquilla!” le rispondo. “So già che le
persone non si giudicano dal loro
aspetto fisico. Infatti Pablo è nel gruppo di lavoro con
me!”
“Si Betty”
dice Raquel “noi gli parliamo normalmente. Non lo escludiamo.
Sono gli altri
che lo fanno!”
“Per me
questa storia si chiude qui. Cami ti ho avvertita!” mi dice
mia madre ed esce.
“Ecco hai
visto cosa hai combinato?” dico a Raquel. “Mi hai
fatto rimproverare da mia
madre senza che io avessi fatto
niente.”
“Quindi tu
parli con Pablo perché temi di essere messa in punizione da
tua madre?”
“Raquel,
proprio non capisci! Non ci sono motivi per non parlare con Pablo e
adesso
andiamo in soggiorno!” le dico uscendo dalla mia stanza.
***
Suonano
al
citofono. Mio padre va a rispondere e subito dopo annuncia che Dodo sta
salendo.
“Come mai è qui?”
chiede mia madre.
“Non lo so!”
gli risponde lui.
Guardo
Raquel che in un attimo è entrata in agitazione. Che le
piaccia mio cugino?
L’ascensore
si apre e Dodo entra in casa.
“Zii
scusatemi!” dice rivolto ai miei genitori. “Mio
padre e mia madre escono
insieme stasera e io sono riuscito ad avere uno sconto di punizione!
Gli ho
detto che sarei rimasto qui con voi! Vi dispiace se dormo qui? Non mi
andava di
stare con la nonna!”
“Lo sai che
qui sei sempre il benvenuto” gli dice mia madre.
“Ti faccio preparare il letto!
Stasera abbiamo ospiti a cena!” gli dice.
Raquel lo
guarda sognante. “Non posso credere che stasera
cenerò con lui!” mi dice con
gli occhi che le sprizzano cuoricini. “Grazie Cami, vai a
ringraziare tuo padre
per averci invitato a restare!”
Non ci posso
credere! A Raquel piace mio cugino!
“Raquel, sai
bene che mio cugino ha occhi solo per tua cugina Rocio, faresti bene a
levartelo dalla testa!”
“Neanche per
idea! Mia cugina si è fissata con Juan!” mi dice.
“Ciò non
toglie che a Dodo piaccia lei!” le dico.
“Ma tu da
che parte stai?” mi chiede. “Vuoi farmela pagare
perché ti ho detto che ti
piace Pablo?”
“Io non sto dalla parte di
nessuno.
Vorrei solo che tu non soffrissi” le dico.
***
Abbiamo
finito di cenare e i compagni di Cami sono andati via.
Mi rivolgo verso mio zio.
“Zio
possiamo parlare?” gli chiedo.
“Certo
Dodo!” mi risponde lui. “Andiamo nel mio
studio!”
Entro dopo
di lui e chiude la porta.
“Se fossi un
po’ più grande a questo punto ti offrirei un
bicchiere di whisky, ma hai quasi
sedici anni, quindi non se ne parla nemmeno!” mi dice.
“Non
preoccuparti, non mi piace il whisky” gli dico mentre lo vedo
versarsene mezzo
bicchiere.
“Allora, di
cosa mi volevi parlare? Anzi, cominciamo dall’inizio e dimmi
cosa volevi dirmi
il giorno in cui non mi hai trovato. Immagino volessi parlarmi di Rocio
e di
Josè, che poi hai preso a pugni!”
“In effetti
si!” gli dico. “Volevo un consiglio da te! Sapere
cosa dovevo fare….!”
“Di certo
non prenderlo a pugni!” mi dice.
“Non ci ho
visto più dalla rabbia. Juan mi ha detto delle cose
terribili, tipo che io non
sono abbastanza per Rocio e che è ovvio che lei scelga lui,
hai presente come
ci si sente?” gli chiedo mentre lo vedo strozzarsi col suo
whisky.
“Si Dodo, ti
capisco benissimo. Ma prenderlo a pugni non serve a niente. So
benissimo come
ci si sente. L’unica cosa che possiamo fare e aspettare che
la tempesta si
calmi…”mi dice.
“Infatti
Rocio è andata a consolare lui, non me. Io proprio non la
capisco zio! Se
proprio non è più interessata a me
perché non me lo dice e basta?”
“Perché è
una femmina, una ragazza. Dodo è meglio che impari che le
donne sono molto
complicate e che noi uomini probabilmente non le comprenderemo
mai!” afferma.
“Poi ho
combinato un altro casino… sono andato a casa con la mamma e
ho litigato anche
con lei. Mi hanno dato una super punizione….”
“Se vuoi
chiedermi di intercedere per te dimenticalo!” mi interrompe
lui. “I tuoi
genitori hanno deciso così e io non intendo
contrariarli…”
“No zio, non
voglio che tu interceda. Vorrei solo sapere che cosa devo fare con
Rocio. Non
voglio perderla e non posso starmene con le mani in mano. A te non
è mai successo
quando avevi la mia età?” gli chiedo.
“No… perché io
non ho mai avuto una fidanzatina al liceo, ma tante
fidanzatine…. Comunque comprendo
il tuo problema. Ti fa onore che tu voglia lottare per lei…
ma non lasciare che
lei diventi il tuo chiodo fisso. Il mondo, il liceo è pieno
di ragazze, non c’è
solo lei al mondo” mi dice.
“Ma io
voglio solo lei….” gli dico.
“Per ora
dici così… ma quando supererai la delusione
cambierai idea… secondo me hai già
fatto una conquista!... Hai visto come ti guarda Raquel?” mi
chiede.
“Raquel? La
compagna di Cami e Isa? Ma zio… è troppo piccola
per me! Ha l’età di mia
sorella! Gioca ancora con le bambole!”
“Dodo, anche
io dicevo così, alla tua età delle ragazzine
più piccole, ma non è affatto
così. Anche se dirti queste cose mi procura un bruciore allo
stomaco, perché ho
una figlia di quell’età, non lascirti prendere dal
pregiudizio… potresti
pentirtene. Magari non ora… ma un giorno potresti farlo!
Quindi comportati
bene!”
“Va bene.
Tanto a me Raquel non piace. Io voglio solo Rocio…”
“E allora
prova ad invitarla a uscire e con calma le
dai spiegazioni del tuo comportamento e le chiedi cosa prova
davvero!”
“Fosse
facile….”
“Dodo,
niente nella vita è facile!” mi dice mio zio.
Abbasso la
testa verso il pavimento. Sono troppo nei casini. Sono in punizione,
prima che
possa invitarla passeranno settimane e inoltre nel frattempo lei
continuerà ad
uscire con Josè! Ho davvero combinato un pasticcio.
“Comunque
volevo parlarti anche di un’altra cosa” gli dico.
“Di cosa?”
mi chiede.
“Volevo
tornare ad abitare con la mamma. Io e lei abbiamo parlato e ci siamo
chiariti
sulla questione di Calderon. Adesso io vorrei tornare a stare a casa ma
non so
come possa prenderla mio padre!”gli dico.
“Parlagli…
vedrai che ne sarà felice! Ha sempre voluto che ti
riconciliassi con tua madre…”
“Si” lo
interrompo “lo so. Però mi ha anche raccontato del
nonno… insomma del fatto che
la nonna è tornata dicendo che il nonno ha
un’amante!” gli racconto. “Sono
stato io a chiedergli di non trattarmi da bambino piccolo e di dirmi la
verità.
E lui me l’ha detta. Io non riesco a credere che il nonno
abbia una storia con
un’altra… tu cosa pensi zio?”gli chiedo.
Lo vedo
rigirarsi il bicchiere di whisky tra le mani.
“Non so cosa
dirti Dodo. Non sono ancora riuscito a parlare con mio padre. La nonna
dice che
lei è sicura che questa Victoria Smith sia
l’amante del nonno. Io non riesco a
crederci! Mio padre è sempre stato così
irreprensibile! Nemmeno tua madre è
riuscita a parlare con lui. Forse non sa cosa dirci. A me ha detto solo
che ne
avremmo parlato di presenza. Forse questo significa che
verrà qui per chiarire…me
lo auguro!” mi dice.
“Ti capisco
zio. Anche mio padre cerca di essere irreprensibile come dici
tu… mi sono
comportato male con lui. Non capivo perché non voleva
lasciare la mamma… adesso
lo capisco un po’ di più ma non so cosa
fare… se torno a stare dalla mamma, lui
rimane solo. Io vorrei stare con la mamma perché
l’ho trattata molto male e
vorrei farle capire che mi dispiace, ma non posso stare con la nonna!!
A volte
la nonna è davvero pesante!”
“Lo so Dodo,
lo so. Quanto a tuo padre e tua madre, penso che loro siano i primi a
capirti e
se vuoi stare con Camila, vedrai che tuo padre non avrà
nulla da ridire. Quanto
al fatto che lui rimanga solo… non succederà se
vai spesso a trovarlo. Sai bene
che i tuoi genitori hanno bisogno di risolvere da soli i loro
problemi” mi
dice.
“Io… molto
spesso faccio finta di niente, ma lo so che mio padre sta soffrendo per
mia
madre…”
“Dodo… tu
sei molto sensibile….e questo ti fa onore. Ma cerca di non
metterti in mezzo.
Loro ti vorranno per sempre bene, ma devono essere liberi di risolvere
i loro
problemi. Tu magari ancora non lo capisci… ma non
è facile stare con un’altra
persona, soprattutto se questa persona ti ha ferito” dice.
“Inizio a
capirlo!” gli dico.
“Stai
crescendo…. Io vorrei che tu fossi più
spensierato. Hai sedici anni. Devi
vivere la tua età…!”
“Zio…?”
“Si..”
“Hai
litigato con la zia per via di quello che c’era scritto in
quella rivista?” gli
chiedo.
“Dodo! Ti ho
appena detto che devi vivere la tua età spensierato e mi fai
una domanda del
genere?”
“E’ che ho
visto che stasera a cena non eravate come sempre…”
“Si Dodo,
abbiamo avuto una discussione, ma non preoccuparti. Non è la
prima volta che
litigo con Betty. Anche noi troveremo un modo per fare pace”
mi risponde.
“Io non lo
so perché va tutto male in questo
periodo…però ti prego… se vi lasciate
anche
tu e la zia, non crederò mai più che
l’amore esiste e non mi sposerò mai!!”
gli
dico.
“Vedrai che
non ci lasceremo” mi dice dandomi un pacca sulla spalla.
“Vedrai che tutto si
sistema. Dobbiamo solo resistere quando sembra che tutto stia per
andare a
rotoli!”
***
Sono
nella
mia solita stanza quando entra Cami.
“Cami, ho
sonno, voglio dormire!”le dico.
“Ti sei
accorto che i miei genitori non si parlano?” mi chiede.
E’ un po’ difficile
negare data la freddezza che c’era stasera tra i due.
“Va avanti
così da tre giorni. Quando sono in casa si parlano a stento.
So che
qualcosa è
successao tra di loro
domenica, quando abbiamo trascorso tutta la giornata con voi. Ma non so
cosa!”
mi dice.
“Tuo padre
mi ha detto che non hanno litigato, hanno solo avuto una
discussione…”
“Alla faccia….
Hanno solo discusso e non si parlano! Mia madre mi ha detto che quanto
c’è
scritto in quella rivista, è una cosa vecchia, che non ha
importanza, però io
credo che ce l’abbia!”
“Cami… in
quella rivista c’è scritto che tanti anni fa tua
madre era molto brutta e che
per questo quel tipo ha fatto una scommessa con i suoi amici dicendo
che
sarebbe riuscita a conquistarla. Ci è riuscito e
l’ha lasciata!”
“Lo so. Ho
letto anche io un pezzo di quella rivista, anche se loro non lo sanno.
Non
capisco perché mio padre non faccia niente contro quel
degenerato!”
“Che ne sai
che non sta facendo niente?”le chiedo
“Boh… forse
hanno litigato per questo!” mi dice.
“Tuo padre
ha detto che faranno pace, di stare tranquilli!” affermo.
“Certo come
no! Tanto non sei tu che stai con due genitori che si parlano a
stento!”
“Cami! I
miei sono direttamente separati…. E se si parlano senza
tirarsi dietro niente è
già un miracolo!!” le dico. “Comunque io
credo a tuo padre. E se dice che tutto
si aggiusta vedrai che sarà così!”
“Vorrei
avere la tua fiducia!” mi dice alzandosi per andare via.
“Cami…” la
chiamo mentre sta per aprire la porta. “Posso chiederti una
cosa?” le dico.
“Dimmi!”mi
risponde.
“Sai se io
piaccio a Raquel ???” le chiedo.
“Ehm… non so
se posso dirtelo….” dice.
“Io sono tuo
cugino, non puoi tradirmi in
questo modo…”
“E va bene…
si è presa una cotta per te! Ma se le dici che te
l’ho detto vado da tua madre
e le confesso che a rompere il vaso cinese dello studio del nonno,
quello per
cui la nonna ha fatto un dramma sei stato tu che giocavi a pallone in
casa
anche se non potevi… vedrai che punizione ti
daranno!!” mi dice e poi va via!
E’ così
Raquel ha una cotta per me… penso che in fondo mio zio abbia
ragione. Il mondo,
anzi il liceo è pieno di ragazze!
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Capitolo 21 *** Marcela ***
Non
credevo
che mi sarei così entusiasmata a questo progetto! Invece la
ristrutturazione
della caffetteria mi sta
appassionando
tantissimo. E’ come se improvvisamente i miei studi di
architettura e design
servissero per davvero a qualcosa.
Anche
se in tutti questi anni ho sempre lavorato e anche con successo,
soltanto
questo lavoro mi sta facendo sentire viva. Ammetto che non avrei mai
creduto
possibile che questo lavoro, in questa azienda mi facesse stare bene. Adesso sono in caffetteria,
o meglio nel
cantiere della caffetteria, dove ho fatto abbattere un muro per
allargare la
sala… sono solo le nove del mattino ma non riuscivo a stare
a casa, sapendo che
qui gli operai stavano facendo i lavori.
Vengo
raggiunta da una fastidiosissima voce alle mie spalle.
“Cosa ci fai
lei qui?” mi chiede Corrado Traversi.
“Questo
dovrei chiederglielo io, dal momento che la cucina è fuori
uso! E inoltre le
ricordo che io sono una proprietaria e azionista di questa azienda,
quindi non
deve proprio stupirsi se mi vede qui!” gli dico.
“Ma lei è
sempre così al risveglio? Possibile che grugnisce sempre?
C’è qualcuno con cui
ha un comportamento normale?” mi chiede.
“Che
cosaaa??? Io grugnisco? Ma come si permette!” gli dico quasi
urlando. “Io non
grugnisco affatto. È lei che fa uscire il peggio di me!
È un essere così
presuntuoso! Sarà anche un grande chef, ma sappia che non l’unico sulla
faccia della terra!!!”
“E cosa
vuole fare licenziarmi?” mi provoca.
“Si! Posso
farlo lo sa?”
“Lei non mi
ha fatto dall’inizio una buona impressione. È
presuntuosa e saccente. Crede che
tutti debbano cadere i suoi piedi! Non creda che per il solo fatto che
Armando
Mendoza l’ha lasciata a due passi dall’altare
può trattare tutti come vuole!”
“E lei non
creda che può farlo perché sua moglie è
morta! Lei è davvero un maleducato, uno
zotico. E adesso se ne vada! Ringrazi che non la licenzio
perché è amico di
Alberto! Ma non si faccia più vedere fino a quando non sono
finiti i lavori!”
“Spero
proprio di non vederla mai più. Mi avvisi quando non
metterà mai più piede qui
dentro!” mi urla.
Solo in quel
momento mi rendo conto che le nostre urla hanno richiamato molte
persone e
alcune sono intorno a noi. Tra queste ci sono Betty e Sandra.
“Marcela,
possiamo parlare?” mi chiede Betty.
“Certamente!”
le rispondo.
Visto che al
momento non ho uno studio mi dirigo nel suo.
“Cosa sta
succedendo tra te e Corrado?” mi chiede.
“Non sta
succedendo nulla. Quell’uomo non mi sopporta, solo
perché un giorno sono andata
a sbattergli contro!”
“Tutto qui?”
mi chiede lei.
“Si tutto
qui!” le dico. “Lui non mi sopporta… e
io non lo sopporto ma non gli ho fatto
niente di niente.”
“Non
capisco, in genere Corrado è una persona così
amabile!” mi dice lei.
“Amabile lo
sarà con te Betty!” le dico. “Con me non
lo è mai stato e sinceramente nemmeno
mi interessa che lo sia! Voglio solo che mi rispetti!”
“Proverò a
parlargli e vedrai che le cose miglioreranno!” mi dice.
Bussano alla
porta del suo ufficio e si affaccia Hugo che entra e si siede di fronte
a me.
“Allora
Marce, com’è andato il tuo incontro con
Kennet?”
“Volete
parlare da soli?” chiede Betty. “Io vado in
vicepresidenza!”
“No Betty,
non c’è bisogno che tu vada via. Puoi pure
ascoltare. Non c’è poi molto da
dire!” gli dico. “Kennet è sicuramente
una brava persona ma non è il mio tipo,
troppo tranquillo! Non credo che usciremo nuovamente insieme!”
“E ci credo…
tu eri abituata con quell’energumeno di Armando
Mendoza” mi dice Hugo, senza
rendersi conto che magari Betty potrebbe non apprezzare questa sua
uscita del
tutto fuori luogo.
Lo fulmino
con gli occhi.
“Oops. Mi
scusi Betty” le dice. “Non volevo offenderla o
sollevare questioni passate!”
“Non si
scusi Hugo!” gli risponde lei. “In effetti concordo
con quanto ha detto,
dimenticare un uomo come Armando non è facile!”
“Per
carità!” li interrompo io. “Armando non
c’entra proprio niente! Sono io che
probabilmente non sono pronta ad avere una storia con nessuno! Non
dimenticatevi che solo pochi mesi fa ho scoperto che il padre di mio
figlio,
del quale ero innamorata, aveva una doppia vita. Probabilmente il mio
destino è
quello di restare da sola!”
“Marcela,
non dire così! Non è affatto vero!” mi
dice Betty. “Per tanto tempo anche io
l’ho pensato di me stessa e mi sbagliavo! Vedrai che anche per
te sarà così!”
“A proposito
di questo… posso chiederle una cosa Betty?” le
domanda Hugo.
“Mi dica”
gli risponde lei.
“Scusate….”
li interrompo io. “Non vi sembra assurdo che nonostante
lavoriate insieme da
più di quindici anni vi diate ancora del lei?”
“Io purtroppo
non riesco a fare altrimenti” mi dice Betty.
“Comunque”
interviene Hugo rivolgendosi a Betty “quanto tempo deve
passare prima che lei
si tolga questa aria afflitta che la avvolge da quando
quell’idiota del suo ex
ha parlato a quella rivista da quattro soldi?”
“Eh?” gli
chiede lei.
“Si guardi
Betty. Adesso è uno schianto. Non voglio negare che il
merito sia anche e
soprattutto mio e di Stefan Castro, ma non è più
la donna che era una volta.
Adesso è diversa. Lo dimostra il fatto che sia nella stessa
stanza con me e
Marcela Valencia e che stiamo chiacchierando amabilmente!
Com’è possibile che
questo accada nonostante tutto quello che siamo stati capaci di dirle e
di
farle nel tempo e lei non sia in grado di mettere a tacere quella
mostruoisità
del suo ex? Soprattutto come è possibile considerando che
è stata in grado di
perdonare e di sposare Armando
Mendoza, l’uomo più pazzo che conosco
e
con cui vive da quindici anni?!!”
Vedo che
Betty è un po’ turbata da quanto Hugo le ha appena
detto. Non posso credere che
sia stato capace di tanto. Ma in fin dei conti ha ragione. Ha superato
prove
ben più dure di questa, anche se immagino che ritrovarsi un
ex in copertina che
spiattella i tuoi fatti privati in quel modo non sia proprio il
massimo.
“Non so se
possiate capirmi! Non credo. Non dimenticherò mai la
riunione che abbiamo fatto
dopo che assunsi la presidenza, quando vi proposi la strategia di
vendita per
salvare l’Ecomoda. Lei Hugo, non mi riteneva in grado di
capire la moda,
sostenendo che ero un mostro trasformato e tu Marcela avevi il terrore
che
volessi fare di tutto per allontanarti da Armando! Quel giorno, ho
capito che
non vi avrei permesso di usarmi ancora come avevate fatto fino a quel
momento.
Ma il vostro atteggiamento era niente perché un uomo per la
seconda volta nella
mia vita aveva già distrutto i miei sogni. Armando.
Il primo è
stato Miguel… io ero ben consapevole di essere un mostro. E
le vostre occhiate
me lo hanno confermato ogni giorno in cui ho lavorato qui con voi, ma
nessuno
di voi due ha distrutto i miei sogni così come ha fatto
Miguel. Lui ha fatto
una scommessa su di me… mentre io mi innamoravo di lui.
Nessuno di voi può
davvero capire cosa si prova ad essere usati. Quello che mi ferisce di
più è il
fatto che lui non ha nemmeno il rimorso per averlo fatto! Quindi si,
è più
facile stare qui con voi che andare a prenderlo a sberle!”
“Betty… io
ti capisco benissimo invece” le dico. “Anche io
avrei voluto farlo con Armando,
perché in fin dei conti Armando ha usato anche me. Molto
prima del tuo arrivo.
Io ero solo un voto per lui. Il voto che gli avrebbe permesso di fare
il
presidente. Io e lui abbiamo parlato molte volte di questo e anche con
sufficiente freddezza, ma ciò non toglie che lui mi abbia
usata. Ha distrutto
la mia vita. Se non mi amava più avrebbe dovuto dirmelo, ma
non l’ha fatto.
Quindi io ti capisco in un certo senso.”
“E vuole
permettere che quell’idiota di Miguel comediavolosichiama le
rovini la vita e
la reputazione?” le chiede Hugo.
“Non so
ancora cosa farò. L’unica cosa che mi interessa in
questo momento è guidare al
meglio l’Ecomoda” ci dice lei.
“Betty, per
quello che può servire, vorrei davvero che fossimo
amiche” le dico.
“Grazie
Marcela. Anche io!”
***
Vado
con
Hugo in atelier. Chiacchieriamo del più e del meno quando
veniamo raggiunti da
Luz Costa. Luz Costa Mora, rammento a me stessa. Lei è la
moglie di Nicolas
Mora adesso! È davvero una bella donna.
Ed è una
stilista molto brava. Sono certa che la collezione per bambini
sarà un
successo.
“Hugo”
chiedo rivolta al mio amico “hai già trovato una
sostituta per Inesita?”
“La sto
cercando, ma sai che i miei standard sono piuttosto alti e che il
mercato offre
ben poco!” mi dice lui! Proprio in quel momento suona il
telefono.
“Ok, ok, la
faccia salire!” sento Hugo dire. Poi si rivolge verso di me.
“Patrizia
Fernandez è
qui! Dice che vuole
salutarmi!”
“Non posso
crederci! Anche lei è qui… non la vedo da almeno
dieci anni!” esclamo felice io
di rivedere la mia amica.
Quando entra
in atelier c’è un attimo di imbarazzo tra lei e
Luz Costa visto che
probabilmente sa benissimo che Patty era la donna di cui era innamorato
Nicolas.
Dopo essersi
presentate Luz esce dall’atelier dicendo con un po’
di troppa enfasi secondo
me, che va nell’ufficio del marito.
Io, Patrizia
e Hugo ci aggiorniamo delle nostre vite durante tutti gli anni che non
ci siamo
visti, quando improvvisamente si spalanca la porta
dell’atelier ed un furioso Corrado
Traversi entra cercandomi.
“Illustrissima
dottoressa Valencia… come si è
permessa?”
“Come mi
sono permessa di cosa?” gli chiedo. “Come sempre
dimostra di essere il solito
maleducato. Di solito è buona educazione bussare prima di
entrare in una
stanza!”
“Lei ha
parlato male di me alla dottoressa Pinzon!” mi dice.
“Non è
affatto vero! È lei che parla male di se stesso con i suoi
comportamenti!” gli
dico. “Mi lasci in pace, se non vuole che la
licenzi!” gli dico.
“Non finisce
qui dottoressa Valencia. Si ricordi che ha promesso di sparire una
volta che i
lavori di ristrutturazione saranno finiti!!” mi dice uscendo
come un uragano.
“Marceeeee”
mi dice Patrizia “ma chi è quell’uomo??
È uno schianto!”
“Lo so” dice
sospirando Hugo.
“Cosa ci
troviate di bello non saprei!!” gli dico io. “Non
faccio altro che litigarci!
Non so nemmeno perché!”
“In effetti
mai viste tante scintille tra un uomo e una donna… e
apparentemente senza
motivo” mi dice Hugo.
“Non è che
ti piace?” mi chiede Patrizia.
“Patty, cosa
ti viene in mente!” le dico io piuttosto contrariata!
“Assolutamente no!”
“Ma ne sei
sicura? A quale donna non piacerebbe un uomo simile? Alto, moro,
rude…” mi dice
Patrizia
“…
maleducato, presuntuoso, egocentrico” concludo io.
“No grazie Patty, di pazzi
ne ho già visti abbastanza! L’unico uomo che sono
destinata ad amare è Julian!
Mio figlio!” le dico.
***
Alcuni
giorni dopo…
Sono
venuta
in Ecomoda per controllare come procedano i lavori. Vanno avanti
abbastanza
spediti e devo dire che sono molto soddisfatta del mio progetto. Spero
solo di
non incontrare quell’antipatico di Corrado Traversi.
In questi
giorni non si è fatto vedere e ne sono molto felice.
Così ho potuto lavorare in
pace. D’altronde cosa avrebbe dovuto fare qui in Ecomoda se
la cucina è fuori
uso?
Entro nella
sala riunioni, che è diventato il mio quartier generale dal
momento che non ho
un ufficio tutto per me.
Sento delle
risate provenire dallo studio di Betty. Dalla voce riconosco
immediatamente
anche il suo interlocutore. Quello chef odioso. Sento Betty ridere di
gusto, ma
non mi azzardo ad aprire la porta. Non vorrei mai farmi beccare, ma la
curiosità mi sta facendo impazzire.
Sento Betty
che gli dice “Vedrai che non ci sarà alcun
problema, avremo la villa a
disposizione?”
La villa a
disposizione? A disposizione per cosa? La mia mente corre veloce. Non
posso
crederci, deve esserci una spiegazione logica a questa affermazione!
“Corrado, il
tuo pranzo è come sempre eccellente. Così ci
vizierai e io non riuscirò più ad
entrare nei miei vestiti!!” sento Betty dirgli.
Insomma, sto
ascoltando Betty flirtare con quello chef??? Come può fare
una cosa del genere
ad Armando??
Ma no cosa
dico, cosa vado a pensare… Betty che tradisce
Armando… impossibile. Come mi
viene nella testa. Assolutamente no… e se invece fosse
così? E a
me che importa?
In realtà in
questi giorni in cui ho rivisto un po’ tutti e in cui io e
lei abbiamo deciso
di essere amiche, mi è parso di capire che tra di loro vada
tutto bene. Nessuno
mi ha raccontato di eventuali problemi matrimoniali. L’unico
problema che hanno
avuto è stato mio fratello, Daniele Valencia!
No, no, sono
paranoica. Betty non sta tradendo Armando con Corrado Traversi! Meglio
che vada
a vedere lo stato dei lavori!
Quando
entro
nel cantiere per poco non mi viene un infarto! È crollata la
parete della
cucina! Non posso crederci.
Chiamo immediatamente
a rapporto il capocantiere il quale mi dice che la parete è
crollata da sola,
nessuno l’ha toccata. Probabilmente non era molto stabile e a
causa delle
vibrazioni si è spaccata e poi si è distrutta.
L’ingegnere che segue i lavori
ha già fatto tutto per poterla rimettere in piedi.
“Cosa sta
succedendo qui dentro? Perché manca una parete?”
sento la voce di Corrado fare
questa domanda.
“Marcela,
cosa è successo?” mi chiede Betty.
Spiego brevemente
l’accaduto e quando Betty rassicurata dal fatto che il danno
non sia così grave
va via, tiro un sospiro di sollievo.
“Meno male
che ho fatto portare tutte le attrezzature al sicuro!” mi
dice Corrado. “Lo
sapevo che avresti combinato un disastro!”
Quasi senza
rendermene conto gli giro uno schiaffo davanti a tutti!
“Adesso
basta, non sono più disposta a tollerare la sua mancanza di
rispetto nei miei
confronti! La caduta della parete non era prevedibile, e non sono io
che mi
occupo della stabilità della struttura intesi?”
“E allora
cosa ci sta a fare qui?” mi domanda.
“E’ come se
io la accusassi di non saper coltivare i pomodori che poi le serviranno
per la
salsa! Come se lei potesse occuparsi anche di questo! Ha capito? Io non
c’entro!
E non si preoccupi, le sue preziose attrezzature sono al sicuro.
Nessuno gliele
tocca!” gli dico e mi avvio all’uscita della sala.
Sento che mi
prende per un braccio e mi trascina con sè.
“Cosa sta
facendo?” gli chiedo.
“Penso che
dovremmo parlare una volta per tutte e chiarirci definitivamente io e
lei” mi
dice.
“Non abbiamo
nulla da dirci” gli dico io. “Una volta finito il
lavoro non la rivedrò mai
più!”
“Mi sembra
impossibile dal momento che lei è la proprietaria di questa
azienda e io
lavorerò qui tutti i giorni!” mi risponde.
“Non si
preoccupi, se mai avrò fame andrò a mangiare in
un altro ristorante!” gli dico.
“Così non
assaggerà mai le mie deliziose prelibatezze!” mi
risponde lui.
“Credo che
lei abbia un ego ipertrofico lo sa?”
“Mai quanto
il suo… !” mi dice lui.
“Si tolga
dai piedi… ho già sopportato abbastanza da lei in
questi ultimi giorni!”
Invece di
spostarsi e andare via mi prende tra le braccia e mi bacia. Per tutta
risposta,
gli do un morso sul labbro inferiore e non appena mi lascia andare
anche uno
schiaffo!
Corro a
cercare rifugio nel bagno delle donne. Oddio, il mio cuore è
in tumulto. Ho i
battiti a mille, non mi capitava da secoli. Probabilmente da quando mi
sono
innamorata di Armando a quattordici anni.
Armando!
Ecco chi può aiutarmi. Senza rendermene conto prendo il
cellulare e gli invio
un messaggio in cui gli dico che vorrei che licenziassimo Corrado
Traversi, e
che lui dovrebbe essere dalla mia parte perché questo chef
passa molto tempo
con Betty, forse troppo.
È vero mi
sento viva come non mi succedeva da tempo, ma se quell’uomo
pensa di averla
vinta con me si sbaglia di grosso!!
In
quel
momento Betty entra nel bagno delle donne.
“Marcela, ti
ho cercato dappertutto? Stai bene?”
“Si” le
dico. “Ho solamente litigato di nuovo con Corrado
Traversi!”
“Ancora?” mi
chiede lei.
“Si, come
mai mi cercavi?” le chiedo.
“Alla
reception c’è un certo architetto Antonio
Martelli che chiede di parlare con
te!”
Improvvisamente
sbianco in volto. Betty se ne accorge e viene in mio soccorso.
“Marcela
tutto bene?” mi chiede nuovamente.
Serro i
pugni e digrigno i denti.
“Mi pare di
capire che non vuoi vedere questo signore… allora dico a
Mariana che non puoi
riceverlo!” mi dice e fa come per uscire.
“No Betty”
la fermo io prendendola per un braccio. “Antonio Martinelli
è il padre di
Julian! Non posso non incontrarlo! Non mollerà fino a quando
non ci vedremo!”
le dico.
Nel
frattempo mi domando, cosa vuole da me il padre di mio figlio se sono
cinque
mesi che non ci vediamo o sentiamo? Mesi in cui si è
dimenticato di avere un
figlio!
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Capitolo 22 *** Nicolas ***
“Non
posso
crederci Nicolas!” mi sta dicendo Betty, mentre nel mio
ufficio le racconto del
mio incontro con Patrizia Fernandez.
Ieri sera di ritorno dalla festa non ho detto niente a Luz.
Non saprei
come spiegarle il ritorno di Patty nella mia vita, con delle pretese a
dir poco
assurde e considerando anche le minacce del marito sono pienamente
convinto che
la cosa migliore da fare sia quella di non permettere che
effettivamente
Patrizia possa di nuovo rivoluzionarmi la vita.
D’altronde quando io ero
davvero innamorato di lei e lo sono stato per tanto tempo, lei non mi
ha mai
voluto se non per il mio denaro. Perché questa volta
dovrebbe essere diverso?
“Si Betty!
Suo marito mi ha detto che lui la tradisce e lei ha iniziato a
rimpiangere me.
Mi ha proprio detto che se lui perde l’incarico di
Procuratore distrettuale per
colpa di uno scandalo in cui siamo coinvolti io e Patrizia me la
farà pagare.
Io però non voglio affatto essere coinvolto in uno scandalo
con Patrizia!!”
“Ma insomma
cosa vogliono da te?” mi chiede la mia amica.
“Non lo so.
Da quando ho incontrato Luz, ho dimenticato Patrizia Fernandez! Lei non
fa più
parte della mia vita, è definitivamente fuori. Se penso a
lei, penso solo a
quanto mi abbia fatto soffrire con il suo comportamento. Lei non mi ha
mai
accettato. Voleva solo il mio denaro e per quel che mi riguarda
può andare
all’inferno!” dico agitato.
“Calmati
Nicolas!” mi dice Betty. “Sai benissimo che non sei
solo. Certo sei in un bel
problema. Io ti direi di parlarle con Luz.
Non puoi nasconderle una cosa simile. È tua
moglie. Se deve combattere
al tuo fianco, è necessario che sappia contro chi
deve combattere. Non penso che il marito di Patrizia possa
concretizzare le sue minacce contro di te, se tu non avrai niente a che
fare
con lei. Vedrai che alla fine andrà via!”
“Lo spero
Betty. Voglio andare avanti. Ho iniziato una nuova vita, e Patrizia ne
è
fuori!”
Quando Betty
va in presidenza vado alla ricerca di Luz. È in atelier e
sta disegnando. Le
chiedo di uscire un attimo con me perché devo parlarle. Lei mi segue senza fare
storie.
“Cosa c’è
Nicolas?” mi chiede quando siamo fuori
dall’Ecomoda, in un piccolo spazio verde
poco distante dall’azienda.
Ci sediamo
su una panchina.
“Devo dirti
una cosa che non ti piacerà Luz, riguarda ieri
sera” le dico. La vedo preoccuparsi.
“Cosa è
successo ieri sera?” mi chiede. Dall’espressione
della sua faccia immagino che
lei stia pensando al peggio.
“Come ben
sai” le dico “ieri sera sono andato a quel party,
senza di te. Bene a quella
festa c’era … “ non so nemmeno se riesco
a dirlo, “c’era Patrizia Fernandez.”
“Patrizia
Fernandez la tua ex?” mi chiede.
“Si, lei…”
“E mi vuoi
dire che è successo qualcosa tra di voi? Sai bene che io non
ti perdonerei mai
se tu mi tradissi…” inizia.
“Calmati
Luz, non è successo niente di tutto questo.” Le
racconto tutto quello che mi ha
detto Patrizia e le minacce del marito.
“Io non
c’entro niente” le dico. “In tutto questo
tempo io non l’ho mai più sentita.
Non l’ho contattata. Da quando ho conosciuto te non ho
nemmeno pensato a lei.
Non mi interessa proprio più.”
“E allora
cosa vuole da te?” mi chiede.
“Non lo so,
proprio non lo so. Da quello che ho capito, mi è sembrata
molto insoddisfatta
della sua vita matrimoniale e cercava comprensione o consolazione, non
saprei.”
“E tu?”
“Io niente.
L’ho ascoltata e basta. Non mi interessava quello che aveva
da dire. Sono
rimasto fino a quando non ho potuto parlare con suo cognato e poi sono
andato
via. Non mi interessa quello che lei ha da dirmi. Tutto quello che
doveva dirmi
me l’ha detto quindici anni fa! Sono stato davvero uno
stupido a pensare che
tra di noi potesse esserci una storia!”
“E lo
rimpiangi? Ascolta Nicolas, è vero che io non ho mai voluto
sapere quasi niente
di lei e della vostra storia, ma ora è diverso. Siamo
sposati.”
“Appunto!
Sono sposato con te, se fossi stato ancora innamorato di lei non ti
avrei mai
sposata” le dico. “Non voglio litigare con te
Luz” aggiungo. “Voglio solo che
tu sappia come stanno le cose.”
“OK…. È che
io non avrei mai immaginato di sposarmi e di trovarmi in una situazione
del
genere. Ho sempre pensato che il matrimonio e la famiglia non facessero
per me.
Non riesco a non pensare al peggio. Anche se fosse vero che questa
donna non
conti più niente per te, è evidente che tu conti
qualcosa per lei. E non so
cosa fare al riguardo. Non voglio fare la fine di mia madre. Questo
è certo.”
“Tesoro” le
dico prendendole la mano “Patrizia non conta niente per me.
Non conta quanto
te. Voglio che su questo tu abbia la più assoluta certezza.
E neanche voglio
lasciarti per lei o per un’altra donna. Non so quali siano i
tormenti di
Patrizia, ma sono i suoi. Non i miei e non vogliono che diventino i
nostri.”
“Nicolas…” mi chiama.
“Si.”
“Giurami che
non mi nasconderai
mai niente riguardo a
questa donna!”
“Te lo
giuro!”
***
Alcuni
giorni dopo
Luz
entra
come una furia nel mio ufficio e io non ne capisco il motivo.
“Patrizia
Fernandez è qui in azienda!” mi dice. “
E’ venuta a fare una visita a Marcela
Valencia. Perché non mi avevi detto che fosse
così bella?” mi chiede.
“Calmati Luz
innanzitutto” le dico abbracciandola. “E’
vero, è molto bella. Ma tu non sei da
meno. E con una differenza fondamentale. Patrizia è bella e
basta. Invece tu
oltre ad avere un bellissimo viso e un corpo favoloso hai anche un
bellissimo
cuore. Nonostante tutto quello che hai dovuto passare” le
dico baciandola.
“Scusami” mi
dice. “E’ che la rabbia ha offuscato la mia mente!
Questa donna starà qui in
Colombia? Ma non doveva andare in America col marito?” mi
chiede.
“Non saprei.
Comunque non sono problemi nostri. Per me lei può stare dove
vuole. Non mi
cambia la vita!”
“Non so se
potrei accettare che lei ti giri intorno così
tranquillamente. Quando ci hanno
presentate, ho avuto l’impressione che mi scrutasse troppo.
Come se dovesse
uscirmi fumo dalle orecchie!”
“Questo è
tipico di Patrizia. Lei non guarda mai le persone senza chiedersi cosa
possa
guadagnarci. Non so proprio cosa ci vedessi in lei! Per fortuna Betty
ha
evitato che facessi qualche sciocchezza di troppo!” le dico.
“Nicolas…
non voglio fare la moglie paranoica… ma sei sicuro che lei
non voglia qualcosa
da te? Che motivo avrebbe avuto di invitarti alla festa del suo cognato super
intellettuale, che senso avrebbe venire qui in Ecomoda se non vuole
qualcosa da
te?”
“Mi ha detto
solo che le cose non erano come sembravano nella sua vita. Poi parlando
col
marito ho capito che hanno dei problemi, ma io non posso farci proprio
niente.
Non intendo farmi mettere in mezzo. Per fortuna nei giorni che
è stata
qui non mi ha nemmeno cercato. Quindi probabilmente ha capito che io
non voglio
avere niente a che fare con lei ad esclusione di quando sarò
costretto a
vederla in pubbliche occasioni.”
“Posso
chiederti una cosa?”
“Certo” le
dico.
“Perché non
è stato facile per te dimenticarla?”
“Bella
domanda. All’inizio mi sono innamorato di lei come ci si
innamora di un sogno
irrealizzabile. Ho fatto tante stupidaggini. Lei si vergognava di me,
ma aveva
bisogno di denaro e io la amavo. Il suo stato di bisogno mi faceva
tenerezza e
inoltre tutti la prendevano in giro facendola passare come una che non
avrebbe
esitato a usare il suo corpo per trovare un riccone che la mantenesse.
Ma io la
amavo e non riuscivo ad accettare che fosse questo, quello che lei
voleva.
Infatti la difendevo dalle battute di Daniele Valencia. Però
poi mi sono reso
conto che lei non mi voleva. Era il suo bisogno di denaro a spingerla a
uscire
con me. Non credo che sia mai stata minimamente interessata a me, alla
mia
persona. Al mio mondo. Non riuscivo a scordarla…
perché sai quando ti fai
quella domanda ossessivamente … ‘perché
non le vado bene?’ … poi un giorno ho
incontrato te ed è cambiato tutto!”
“Lo so. A
volte, quando ti guardo” mi dice “ho
l’impressione che nemmeno tu sia
consapevole di quanto tu sia geniale. Di quanto dietro il tuo
considerarti
strano si nasconde una persona sensibile e originale!E sono convinta
che anche
quella donna l’abbia capito!” mi dice.
“Per me
l’importante è che lo abbia capito tu, che mi
abbia sposato e che possiamo
costruire insieme il nostro futuro!” le dico.
Luz viene a sedersi
sulle mie gambe. “Andiamo a pranzo assieme?” mi
chiede.
“Non posso!”
le dico. “Devo andare a pranzo con Armando Mendoza!”
“Con Armando
Mendoza? È un pranzo di lavoro?” mi chiede.
“No. Mi ha
chiesto se ci vedevamo perché doveva parlarmi. E secondo me
l’argomento è Betty
e lo scandalo sul giornale!”
“Ti adoro
quando prendi così a cuore la vita dei tuoi
amici!” mi dice mia moglie. La
attiro tra le mie braccia e la bacio. Sono felice di me stesso.
Perché
nonostante sappia che di là c’è
Patrizia Fernandez, non sono agitato e non temo
di vederla. È la dimostrazione del fatto che lei
è per me un capitolo chiuso.
***
“Cosa devo
fare Nicolas? Non lo so più!” dice Armando.
“Devi
aspettare. Aspettare che le passi” rispondo al mio amico.
“Non puoi
essere serio!”
“Invece lo
sono. Sono serissimo!”
Sono a
pranzo con Armando e come immaginavo, voleva parlarmi di Betty. Non sta
vivendo
una situazione facile.
“Non posso
credere che lei non te ne abbia parlato!” mi dice.
“Non me ne
ha parlato, ma se anche l’avesse fatto non lo direi a te,
scusami eh Armando!”
gli rispondo.
“Certo…
figuriamoci! In fondo io chi sono? Un estraneo
ormai….!”
“Non sei un
estraneo, Armando. Ma tu pensi che davvero Betty poteva parlarne con
me? Come
se io non sapessi cosa significa il ritorno di Miguel per lei? Io c’ero quando
quell’idiota ha fatto
quella scommessa. C’ero quando le hanno spezzato il cuore.
C’ero anche quando
lo hai fatto tu, credi davvero che lei abbia bisogno di dirmi cosa
prova?? Perché
lo so!”
“Nicolas…
mettiti nei miei panni… so già che non
smetterò mai di pagare per quello che ho
fatto, però non posso neanche restare con le mani in mano
mentre questo cretino
distrugge mia moglie! Lei non mi parla! Come posso aiutarla, se non mi
parla?”
“In parte ti
capisco amico mio. Però per Betty e anche per me
è difficile spiegare
l’infanzia che abbiamo passato. Quando crescevamo Betty era
considerata la più
brutta del quartiere e io il più strano. Alla fine lei
è arrivata a sorridere
di se stessa, tuttavia queste cose segnano.
Se la conosco, lei in questo momento, è
ricaduta nella trappola di
considerarsi bruttissima e che tutti la considerino così. E
poi ci sei tu….”
“Io? Io
che?”
“Tu. Lei si
sforza di perdonarti per
aver
considerato che proprio perché non era uno schianto tu ti
sia sentito
autorizzato a farle quello che le hai fatto.”
“Dio mio,
questo errore mi perseguiterà a vita! Quindi tu pensi che
lei non mi creda
quando le dico che mi sono innamorato di lei a prescindere da
tutto?”
“No, io
penso che lei ti creda. Solo che per lei è difficile
accettare tutto e
superarlo definitivamente. È come se fosse ogni volta
sottoposta a questa dura
prova… e lei si sente sempre in difetto. Ma è
naturale che lo sia perché molto
spesso lo sono anche io. A prescindere dalla considerazione che puoi
avere di
te stesso, quando tutti continuano a dirti che sei brutto o che non
vali
niente, alla fine ti condizionano.”
“Non posso
credere che Betty sia condizionata da una cosa del genere.”
“Magari non
lo è più adesso, ma il ricordo delle sofferenze
patite per questo non si
dimentica. Te lo porti dentro. Non è facile da
smaltire.”
“E quindi io
cosa devo fare? Te lo ripeto per la trentesima volta Nicolas. Cosa devo
fare?”
“Devi
aspettare che le passi. Armando sei sposato da quasi quindici anni con
lei e
ancora non la conosci?”
“Credevo di
conoscerla. Adesso mi sto convincendo che dentro di lei convivano
più Betty,
diverse le une dalle altre!”
***
“Patrizia
cosa ci fai qui?” le chiedo piuttosto sorpreso. Il mio
editore mi ha chiamato
per invitarmi ad una cena con Spencer Martin Walker in uno dei
più lussuosi
locali di Bogotà.
“Ti ho
invitato io a venire qui… non il tuo editore.”
“Ma se ho
parlato con la sua segretaria….”
“Appunto, la
sua segretaria è mia amica e mi ha fatto questo
favore…”
“Ed io la
farò licenziare!”
“No, non lo
farai…”
Mi alzo dal
tavolo al quale sono seduto. “Bene, allora me ne
vado… tu ed io non abbiamo
nulla da dirci.”
“Nicolas,
non andare via…ti prego! Se una volta il tuo interesse per
me era sincero, non
andare via!”
Non so
nemmeno io perché mi risiedo, ma è qualcosa nel
tono della sua voce che mi
turba. Non l’ho mai sentita così.
“Grazie” mi
dice, non appena mi siedo.
“Come sai,
sicuramente” comincio “alla festa di dieci giorni
fa, tuo marito mi ha detto
che se perde il suo ruolo di Procuratore distrettuale per colpa di uno
scandalo
causato da te e da me, me la fa pagare. Ora, io non sono un tipo che si
ferma
davanti ad una minaccia del genere, ma non vedo nessun motivo per
sottovalutarlo. Tra l’altro, non ho nessun motivo per creare
uno scandalo!”
“Mio marito
è un idiota!” mi dice.
“Davvero?”
“Si. Mi
riempie di corna da sempre.”
“Non è un
mio problema questo Patty!” le dico piuttosto aggressivo.
“Nicolas, ma
cosa ti prende?” mi chiede lei agitata.
“Davvero
vuoi che io resti qui, come se fossi il tuo migliore amico, a sentire
quanto è
stronzo tuo marito che da sempre ti riempie di corna! Mi dispiace ma
non sono
il tipo!”
“Nicolas… è
che….”
“Che…”
“Che un
giorno mi sono svegliata e mi sono accorta che nessuno mi ama
veramente. Mio
marito non mi ama e i miei amici mi hanno messa da parte con molta
facilità. I
miei figli mi amano, ma non è proprio la stessa
cosa!”
“Patty… e io
cosa posso farci?”
“Nicolas, quando sei
diventato così crudele?”
Invece di
rispondere ordino un whisky e lo bevo tutto d’un fiato!
“Io sarei
diventato crudele?” le chiedo. “Io? Tu,
praticamente mi stai dicendo che sei
tornata qui perché volevi che qualcuno ti amasse, nella
fattispecie hai creduto
che questo cretino qui, che sono io, continuasse ad amarti come prima,
giusto?
E’ questo quello che volevi dire?”
La guardo.
Il suo volto è rosato. È sempre bellissima,
nonostante siano passati quindici
anni. Io però adesso sono un altro. Lei ora
vuole essere amata da me, ma quando io la amavo e avrei dato la mia
vita per
lei, a lei non interessava.
“Ora è
troppo tardi Patty, non rovinerò il mio matrimonio a causa
tua!”
“Nicolas, ti
prego!” mi dice. “Solo tu puoi capirmi. Ho fatto
delle scelte sbagliate. Ma non
puoi abbandonarmi!”
“Cosa c’è
Patty?” le dico furibondo e continuando a bere “ti
sei finalmente resa conto
che tutti i tuoi diamanti e le tue pellicce non possono sostituire
l’affetto,
anzi l’amore di una persona in carne ed ossa? E ora cosa
vorresti da me?
Vorresti che io lasci mia moglie per rimettermi con te?
Dimenticalo!”
“So di meritarmi
le tue parole. Tu sei stato l’unico che mi abbia guardato
come una persona e
non come una bella donna e basta. Sono stata troppo stupida a non
apprezzarlo
all’epoca, ma adesso sono cambiata!”
“E adesso io
sono sposato. E poi fammi dire una cosa Patrizia… davvero
credi che io sia la
stessa persona che hai conosciuto quindici anni fa? E se io fossi
diverso
adesso? Cosa ti da la sicurezza che io la persona giusta per te
adesso?”
“Non posso
credere che tu sia diverso Nicolas! Non posso credere che tu sia
cambiato al
punto tale da restare indifferente davanti alla donna che hai sempre
amato e
che ti sta dicendo che ti ama!” mi dice.
Io continuo
a bere. Mi sono scolato una bottiglia.
“Per me
questa discussione finisce qui e sai perché?
Perché io amo mia moglie e non
intendo tradirla.”
“Non la amerai mai come hai amato me!” mi dice lei.
“Stai zitta
Patty, tu non sai niente della mia storia con Luz. Mentre io so tutto
del tuo
matrimonio infelice con quel tipo. Che marito è un uomo che
ha il coraggio di dirmi
che devo restituirgli sua moglie?”
“Luis a modo
suo è un tipo a posto… ma io non lo amo. Non
l’ho mai amato per davvero!”
“Tu non ami
nessuno. Solo te stessa!” le dico.
“Non è
vero!” mi risponde. “Io amo te!”
“E’ troppo
tardi!” le dico e mi alzo. Insomma non mi reggo sulle gambe.
Quanto ho bevuto?
Una bottiglia di whisky e
non ho
mangiato nulla. Prendo
dei soldi e li
lascio sul tavolo per pagare il conto e chiedo al cameriere di
chiamarmi un
taxi.
***
Il
giorno dopo…
Non
riconosco il luogo in cui mi sveglio. Dove sono? Giro lentamente la
testa e
vedo Patrizia stesa al mio fianco. Controllo se sono vestito e oh mio
dio, sono
nudo! Anche Patrizia lo è!
Che cosa ho
combinato? Dove sono? Che ore sono? Non riesco a ricordare nulla della
serata
di ieri sera! Che cosa ho combinato? Luz mi ammazza!
Oddio Luz!
Sarà preoccupatissima dal momento che non sono tornato a
casa.
Controllo il
mio telefono. È spento.
Lo accendo.
La batteria è carica… questo significa che
qualcuno lo ha spento.
Vedo
Patrizia voltarsi verso di me.
“Buongiorno!”
mi dice.
“Buongiorno
un corno!” le rispondo io. “Dove siamo e cosa
è successo tra di noi? Perché non
abbiamo vestiti addosso? Come siamo arrivati qui?”
“Non ti
ricordi nulla Nicolas?” mi chiede lei con fare sinuoso.
“No!”
“Abbiamo
trascorso la notte insieme!” mi dice. “Abbiamo
fatto l’amore. Siamo in un
albergo. Ti ho portato io qui, ho guidato la tua macchina fin
qui!”
“Mi ricordo
solo di aver bevuto tantissimo!”
“Cosa ne
dici se ordiniamo la colazione in camera??” mi chiede
sorridente.
“Patrizia,
io non mi ricordo cosa sia successo stanotte, ma qualsiasi cosa sia
successa è
stato un errore!”
Squilla
il
mio telefono. Oddio. Sono nei guai. Guardo chi mi sta telefonando e per
fortuna
vedo che è Armando.
“Armando!”
gli rispondo
“Nicolas…
finalmente… dove sei? Luz … non sa se essere
infuriata o preoccupata!”
“Armando…
sono nei casini. In un mare di guai. Sono con Patrizia
Fernandez!”
“Che cosa
Nicolas? Stai
scherzando vero?”
“No… non mi
ricordo nulla di come ho fatto ad arrivare qui. Luz
dov’è?”
“E’ con
Betty di là, io mi sono chiuso nel mio studio. Ci hai fatto
terrorizzare!
Adesso cosa mi invento con tua moglie idiota?!”
“Ti prego
non dirle niente. Vengo da te!”
“Nicolas,
lei sapeva che tu avevi una cena con il tuo editore e
un’altra persona. Visto
che tu non rispondevi, la prima cosa che ha fatto stamattina
è stata chiamare
l’editore che ha negato di essere stato a cena con
te… quindi, sei proprio
sicuro di voler venire qui e affrontarla? Inoltre anche Betty
è furiosa con te.
E sono molto preoccupate!”
“Non ho
altra scelta Armando. Tra mezz’ora sono da te!”
Chiudo
la
telefonata e mi volto verso Patrizia. Cosa ho combinato mio dio?? Non
mi
ricordo niente.
“Patrizia,
perché non mi racconti cosa è successo ieri
sera?”
“Niente…
eravamo al ristorante, poi abbiamo deciso di venire in questo albergo e
di
passare la notte assieme!”
“Io mi ricordo solo che ho bevuto tantissimo
perché tu mi dicevi che
improvvisamente avevi scoperto di amarmi e che volevo andare
via.”
“E non ti
ricordi di quando sulla macchina mi hai praticamente pregata di
trascorrere la
notte con te, che non riuscivi a pensare ad altro da quindici anni, e
di quando
mi hai detto che sposarti è stato un errore!”
“No. Non mi
ricordo niente di tutto questo! E tu? Sei sicura che fossi consenziente
quando
abbiamo fatto l’amore?”
“Ti
garantisco che eri partecipe. Non ti ho violentato se è
questo che credi!”
“Sono in un
gran casino!” prorompo sedendomi sul bordo del letto.
“Lo capisco.
Ma stanotte hai detto di amarmi, forse dovresti riflettere sul fatto
che devi
lasciare tua moglie e metterti con me!”mi dice.
“Patrizia!
Io non ricordo nulla di quello che è successo questa notte.
Niente di niente,
quindi potresti anche inventarti tutto. E io non lascerò mai
mia moglie! Perché
io amo lei e non te! Mettitelo bene
in testa!” le dico e inizio a prepararmi per andare via.
Sono certo
che a Luz non basterà questo come spiegazione!
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Capitolo 23 *** Mario ***
Mario
“Tu
mi hai
messo in questo casino e tu me ne tiri fuori, hai capito?” mi
urla Sandra
quando siamo nella mia stanza da letto.
“Shhhh. Di
là c’è mia madre… vuoi che
scopra che questa è tutta una messa in scena?”
“E cosa ci
sarebbe di male se lo scoprisse? Dovresti dirle la verità!
Cioè che noi non
stiamo assieme, che è vero che aspetto tua figlia, ma che io
ho una relazione
con un altro uomo!”
“Sandra!
Vuoi farle venire un infarto? Non capirebbe mai e poi mai il nostro
rapporto!”
“Mario, ti
faccio presente che noi non abbiamo un rapporto!! Non ce lo abbiamo mai
avuto!”
“Veramente
la bambina che c’è nella tua pancia testimonia il
contrario!” le dico.
“La bambina
nella mia pancia dimostra che abbiamo avuto dieci anni di incontri
fugaci, non
un rapporto vero e proprio, da adulti, cioè!” mi
risponde. “Devo
andare a casa mia, come faccio ad
uscire da qui senza che tua madre se ne accorga?”
“Non se ne
parla nemmeno!” le dico. “Tu resti qui. Ti prego
Sandra, non mettermi nei
casini con i miei genitori. Se vengono a sapere come stanno le cose in
realtà,
sono capaci di trasferirsi qui e non farmi vivere più.
Potrebbero essere un
ulteriore fastidio anche per te!” cerco di convincerla.
“Va bene
Mario, va bene! Ma solo per questa sera. Non è mia
intenzione passare qui tutta
la settimana che ci rimane tua madre, chiaro?”
“Grazie
Sandra, grazie!” le dico abbracciandola, ma lei si ritrae
immediatamente.
“Mario… cosa
stai facendo??” mi chiede. “Non intendo avere alcun
tipo di rapporto con te hai
capito?”
“Non hai
appena detto che noi non abbiamo avuto un rapporto? Deciditi
Sandra” le dico
posando la mia mano sulla sua spalla.
“Mario, se
non ti allontani immediatamente… vado a dormire a casa mia e
ti lascio in
tredici!”
Mentre
Sandra è in bagno, mi sdraio sul letto e ripenso alla cena
con i miei genitori.
Mi hanno, anzi, ci hanno sottoposto al terzo grado. Hanno voluto sapere
tutto
di Sandra e di me. In effetti non avevano tutti i torti, la nostra
contorta
relazione, checché ne dica lei va avanti da dieci anni. Non
vedevo i miei
genitori da cinque, era normale che fossero un po’ curiosi.
Mio padre, mentre
mia madre non sentiva, si è complimentato con me per tutte
le mie conquiste,
facendomi sentire un senso di squallore che non avevo mai provato prima
in vita
mia. Mia madre è invece elettrizzata dall’idea di
diventare nonna. Vuole sapere
quando ci decidiamo a sposarci per regolarizzare la situazione. Dio
mio! Sono
in un casino. La cosa che più mi da fastidio in tutto questo
è sentire Sandra
dire che ha una relazione con un altro! Devo trovare un modo per farli
lasciare. Non è possibile che lei mentre aspetta mia figlia
abbia una relazione
con un altro. Dovrei trovare il modo di affrontare
l’argomento.
Esce dal
bagno e si sdraia accanto a me. Per fortuna ha lasciato qui una delle
sue
camicie da notte, ma le sta proprio stretta, dal momento che la sua
pancia
adesso è più pronunciata.
“Grazie per
essere rimasta” le dico.
“Non capisco
perché finisco sempre per aiutarti, dannazione!”
mi dice lei.
Mi giro su
un fianco verso di lei. “Ti rendi conto che questa
è la prima notte che
passiamo assieme da quando hai scoperto di essere incinta?”
le chiedo.
“Di certo
non per colpa mia!” ribatte sicura lei.
Le poso
dolcemente una mano sul pancione e sento mia figlia muoversi scatenata.
In quel
momento sento bussare alla porta e vedo mia madre aprirla
delicatamente. La sua
testa fa capolino dallo stipite.
“Sono venuta
ad augurarvi la buonanotte ragazzi!” ci dice.
“Vedervi così affiatati mi
riempie il cuore. Sono sempre stata convinta che Mario non si sarebbe
mai fatto
una famiglia e mi sentivo in colpa per questo, ma adesso so che
è in buone
mani!” chiude la porta e va via.
Una strana
inquietudine si impossessa di me. Mi alzo dal letto e guardo verso il
balcone
della camera da letto.
“Cosa ti
succede Mario?” mi chiede Sandra. “Sono sempre
più convinta che dovremmo dirle
la verità!”
Mi volto
verso di lei. “Quando avevo quattordici anni ho scoperto mio
padre sulla sua
scrivania con la sua segretaria proprio come Dodo ha sorpreso me e sua
madre.
Anche io mi sono infuriato e quando sono tornato a casa ho detto subito
tutto a
mia madre. Non so perché l’ho fatto. Avevo
quattordici anni, volevo che lei
mettesse a posto le cose, lo rimproverasse, non so! Lei invece si
è limitata a
dirmi che quando sarei diventato grande avrei capito che gli uomini
hanno esigenze
diverse delle donne e che era piuttosto comune che uomini sposati
avessero
delle amanti. In quel momento mi è crollato il mondo
addosso. Mi sono sentito
doppiamente tradito. Da mio padre e da mia madre. Mio padre la tradiva,
aveva
più di una amante e a lei non interessava. Per lei era
fondamentale
salvaguardare la rispettabilità della famiglia. Ricordo che
quando sono
rientrato nella mia stanza, ho vomitato dallo schifo che provavo.
Dopo due
anni, mio padre ha conosciuto un’altra donna e ha lasciato me
e mia madre. Lui
si è trasferito ed io ho iniziato a vederlo sempre
meno.”
“Perché non
mi hai mai raccontato questa storia?” mi chiede Sandra.
“Questa
storia non la conosce nessuno per intero. Nemmeno Armando. Lui conosce
solo
alcuni fatti. Non sono mai riuscito a raccontargliela del tutto. Lui ha
sempre
avuto una famiglia perfetta e un padre irreprensibile. Io no.”
“E poi cosa
è successo?” mi chiede. “Quando tuo
padre si è trasferito, voglio dire.”
“Niente… io
sono rimasto con mia madre. Che ha solamente alzato le spalle quando
mio padre
l’ha lasciata. Ho iniziato a vedere mio padre sempre di meno
e ogni volta con
una donna diversa.”
“E lui non
ti ha mai spiegato il suo comportamento?”
“Si. Subito
dopo che l’ho colto in flagrante con la sua segretaria. Mi ha
detto che lui
aveva provato ad accontentare i suoi genitori e a sposarsi con una
donna di classe
come volevano loro, aveva provato a mettere la testa a posto, ma che
non era
fatto per il matrimonio. Che non rimpiangeva di essersi sposato
perché ero nato
io, ma la fedeltà non faceva per lui. Quando sarei stato
grande avrei capito.”
“E tu” mi
dice Sandra “hai ben pensato di diventare la sua
fotocopia!”
“Io avrei
voluto che mia madre lottasse per me, per la nostra famiglia. Che lo
riportasse
indietro. Invece mi sono dovuto rassegnare al fatto che lei non volesse
fare
niente. Io, non potevo fare niente. Sono andato avanti come ho potuto.
È stata
la più grande delusione della mia vita. Avere e vedere due
genitori, i miei
genitori, essere la coppia perfetta agli occhi di tutti e non provare
niente
l’uno per l’altro! Due persone che considerano il
loro matrimonio come
un’obbligazione sociale!”
“Aspetta
Mario!” mi ferma lei “questo non significa che tu
avresti dovuto fare come tuo
padre. Cosa che invece hai fatto!”
“Lo so. Sono
diventato un suo replicante e non riesco a farne a meno!”
“Perché mi
stai raccontando tutto questo?” mi chiede.
“Perché
quando mia madre poco fa ha detto che si sarebbe sentita in colpa se
non mi
fossi fatto una famiglia, mi ha fatto pensare che evidentemente sa di
avermi
rovinato la vita!” le dico.
“Non essere
ridicolo Mario… se tu avessi voluto, avresti potuto superare
la storia dei tuoi
genitori… invece adesso la stai usando come alibi, per
giustificare quello che
sei stato e sei capace di fare. Vedi complotti e tradimenti ovunque,
non hai
fiducia in nessuno e tradisci tutti!”
“Grazie per
la comprensione Sandra!” le dico arrabbiato.
“Cosa dovrei
fare? Dirti povero Mario… mi dispiace per quello che ti
è successo….Non posso
farlo. A maggior ragione che mi hai raccontato questa storia! Non solo
tuo
padre ha rovinato la tua vita, tu a tua volta lo hai fatto con
Dodo… meno male
che non ha i tuoi geni, altrimenti poteva fare psicanalisi a
vita!” mi dice.
Non so cosa
risponderle. Mi sdraio nuovamente nel letto e le do le spalle. Sono
certo che
non riuscirò a chiudere occhio.
Sono
le sei
di mattina e io mi sveglio sempre a quest’orario per
prepararmi ed andare al
lavoro. Mi ritrovo abbracciata a Mario. Non so perché ma
sono abbracciata a
lui. Mi giro lentamente e scendo giù dal letto, cercando di
non svegliarlo,
perché non voglio parlargli. Non saprei cosa dirgli dopo la
storia terribile
che mi ha raccontato stanotte sui suoi genitori. Adesso, capisco meglio
certi
suoi comportamenti, ma non lo giustifico. Esco dalla stanza e vado in
cucina
dove trovo sua madre che ha già preparato il
caffè.
“Ti ho
svegliata cara?” mi chiede.
“No,
signora. Questo è l’orario in cui mi sveglio
sempre!”
“Sandra, non
signora, ma Consuelo. Puoi chiamarmi Consuelo. Sono la nonna di tua
figlia
dopotutto!”
“Va bene
Consuelo” le dico. Non so come comportarmi. Accidenti a Mario
per avermi messo
in questo pasticcio.
“Senti
Sandra, questo mi sembra un buon momento per parlarti di Mario. So bene
che non
dovrei, ma voglio farlo. Io non so cosa tu sappia relativamente alla
nostra
famiglia, ma vorrei dirti di non stupirti se lui ci ha allontanati.
È colpa mia
e di mio marito. Vedi… io sono stata una donna debole,
forse, avrei dovuto
pretendere più rispetto da mio marito, ma non sono stata in
grado di farlo.
Quando io mi sono sposata con Rodrigo, era il
millenovecentosessantasette e io
avevo vent’anni. Proprio in quegli anni, il mondo era in
fermento e io mi ero
innamorata perdutamente di un hippy americano. Ma la mia famiglia non
avrebbe
mai permesso che avessi una storia con lui. Loro avevano già
deciso che dovevo
sposarmi con Rodrigo e hanno fatto in modo che questo ragazzo che io
amavo
profondamente sparisse. Ho lottato con tutte le mie forze per sapere
che fine
avesse fatto, sono scappata di casa, ma non è servito a
niente. Alla fine i
miei genitori, hanno classificato il mio come un colpo di testa e mi
hanno
costretto a sposare mio marito. In tutti gli anni del mio matrimonio,
io non
sono mai stata davvero innamorata di mio marito. Gli ho permesso di
fare quello
che voleva. L’unica cosa che contava era evitare scandali
alla nostra famiglia.
In tutto questo c’è andato di mezzo Mario. Io ho
passato anni interi a dirmi
che la mia vita era tutta sbagliata, che fosse tutta una grande bugia e
che
avrei dovuto seguire il mio grande amore, anche se non
l’avevo ritrovato. Non
ho lottato per il mio matrimonio, perché in fondo al mio
cuore sentivo che era
tutto sbagliato. E mio figlio ne ha fatto le spese. Ha scoperto che suo
padre
mi tradiva e mi dato la colpa del fatto che io non ho fatto niente per
tenere
in piedi la nostra famiglia. E ha ragione.”
“E cosa ne è
stato del suo grande amore?” le chiedo.
“L’ho
cercato e l’ho ritrovato anni dopo. Era sposato con
un’altra felice come una pasqua,
con la sua famiglia!”
“Ma come? E
il vostro grande amore?”
“Non era un
grande amore. Lui era un hippy dopotutto. Si, provava coinvolgimento
per me, ma
non al punto di mandare a monte la sua vita. Mio padre lo ha minacciato
dicendogli che l’avrebbe fatto arrestare e lui è
sparito!”
“E lei Consuelo?
E’ rimasta con l’illusione?”
“Si Sandra.
Sarei dovuta essere più forte prima, scappare, trovarlo,
fare qualcosa insomma.
Ma io non sono stata educata per questo. Sono stata educata per
diventare la
brava moglie di un uomo ricco al quale non bisognava distruggere
l’immagine con
scandali vari.”
“Quindi mi
sta dicendo che lei nella sua vita non ma ha più amato
nessuno?”
“Ti sto
dicendo che la persona che doveva essere la mia priorità,
cioè Mario non lo è
stata. E sono cosciente del fatto che lui sia infuriato con me per
questo!”
Non so
proprio cosa pensare. Che famiglia complicata questi Calderon!
Bevo un sorso
di caffè e penso a come potrei risolvere tutta questa
situazione. Non solo per
la presenza dei genitori di Mario, ma proprio tutta la mia storia con
lui. Mi
ha fatto soffrire troppo in questi anni. Ho davvero accettato
l’inaccettabile. L’ho
fatto sconsideratamente, pensando che sarebbe cambiato prima o poi, che
ci
fosse ancora tempo. E invece, quando l’ho trovato con Camila
su quella dannata
scrivania, ho capito che non sarebbe mai cambiato. E io non posso
accettare di
stare con un uomo che non sia nemmeno minimamente stabile. Sono stanca
di
farlo. Poi ho scoperto di essere incinta. Mi è crollato il
mondo addosso. Non
capisco il comportamento di Mario. Improvvisamente è
diventato geloso! Ma
geloso di che? Di me? Non lo è mai stato! Della bambina? Non
credo proprio.
Ancora deve nascere. Non so cosa gli stia passando per la testa. Io
stessa sono
molto confusa, anche per quanto riguarda Adam! Cosa sto facendo?
È giusto
frequentarlo? Anche se sto davvero bene con lui tra di noi non
è successo più
niente da quando ho scoperto di essere incinta. Mario naturalmente non
lo sa. E
Adam a sua volta è un santo nel voler avere una storia con
me, anche
considerando che non abbiamo alcun rapporto fisico. È
davvero un gran casino ed
è tutta colpa di Mario!!
***
Quando
mi
sono svegliato questa mattina, ho trovato Sandra e mia madre che
chiacchieravano amabilmente davanti ad un caffè. Per fortuna
Sandra mi ha retto
il gioco. Devo ringraziarla per averlo fatto. I miei genitori restano
qui per
una settimana e io non so come farò in tutto questo tempo.
Per fortuna qui in
ufficio siamo liberi da recite varie.
Ho passato
una strana nottata. Il commento di mia madre mi ha scosso al punto che
ho
raccontato tutto a Sandra e lei non si è fatta impietosire
nemmeno per idea. Un
mostro ero e un mostro sono rimasto per lei. Mi è sembrato
così inusuale averla
al mio fianco con quella pancia voluminosa. Al suo interno
c’è mia figlia. Mia
figlia. Finora non avevo davvero realizzato che avrò una
figlia! Io, Mario Calderon,
avrò una figlia. Nemmeno vederla nello schermo della
ginecologa mi era servito
per realizzare che anche io ho una parte di responsabilità
del fatto che Sandra
sta per mettere al mondo un bambino. Mio figlio. Pensavo a queste cose
e non
riuscivo a dormire. Ad un certo puto, più o meno a
metà della mia notte quasi
insonne, ho accarezzato la pancia dove cresce mia figlia e ho
abbracciato
Sandra. Lei dormiva e non si è accorta di niente. Pensavo
che nel farlo avrei
provato ansia e voglia di fuggire a mille miglia. Invece non ho provato
niente.
Solo un potente senso di protezione verso entrambe. Per fortuna, Sandra
è la
madre di mia figlia. Poteva capitare con chiunque e questa chiunque
sarebbe
stato peggio. Almeno so che la madre di mia figlia è una
donna forte. Un po’ troppo
romantica ma forte. Non la abbandonerà mai, e sapere questo
è già tanto per me.
L’arrivo
di
Betty nel mio ufficio, interrompe i miei pensieri.
“Posso
Mario?” mi chiede.
“Certo
Betty, venga pure!” le rispondo.
“Avrei
bisogno di controllare questo piano commerciale, ma se non è
un buon momento
torno dopo…” mi dice.
“Assolutamente
no. Si sieda pure!”
“Tutto bene
Mario?” mi chiede lei.
“Abbastanza.
Sono solo un po’ scombussolato per l’arrivo dei
miei genitori!”
“Si, Sandra
mi ha detto tutto della recita alla quale l’ha praticamente
costretta” mi dice.
“Posso farle una domanda Mario?”
“Certo. Mi
dica pure!”
“Non
crescerà mai? Non si renderà mai conto che non
potrà per sempre cambiare una
donna a sera?”
“E lei cosa
ne sa?”
“Come sa, io
non sono una sua fan. Ma lei, è il migliore amico di mio
marito. Ed è inutile
negare che è una persona importante per lui. Quindi io la
tollero. Ma adesso,
da adulto ad adulto, vorrei dirle che con Sandra sta facendo una
stupidaggine.
Mi ricordo che una volta, avevo da poco iniziato a lavorare come
segretaria di
Armando, dal mio vecchio ufficio vi ho sentito parlare del suo
matrimonio con
Marcela Valencia. Lei stava dicendo ad Armando che il suo matrimonio
con
Marcela sarebbe durato quanto? Cinque anni? Come avrebbe potuto stare
cinque
anni con la stessa donna senza annoiarsi? Armando
le ha chiesto se non si poteva
abituare ad amare Marcela, la sua risposta è stata no!Lei
suggeriva una donna
diversa al giorno per ammazzare la noia.”
“Betty, mi
ricordo di quella discussione. Qual è il punto?”
“Il punto è,
cambia così spesso donna per noia? Di cosa ha paura? Di
innamorarsi, oppure di non
essere in grado di innamorarsi? Ma come può saperlo se
nemmeno ci prova? Se non
se ne da nemmeno la possibilità?” mi chiede.
“Bella
domanda Betty!” le rispondo. “Non siamo tutti
Armando Mendoza!” attacco io.
“Questo lo
so!” mi risponde lei.
“Se lo sa
allora lo affronti, per quanto riguarda la storia del tradimento
supposto e
della rivista. Questa volta non c’è nessuna
Cartagena all’orizzonte!” le dico,
un po’ aggressivo.
“Lo so bene!
Ma non è attaccando me che potrà cambiare
argomento! Vuole per davvero cambiare
una donna ogni sera ed essere un mero spettatore nella vita di sua
figlia?”
Che domanda!
Anche io sto cercando di trovare una risposta. Me la faccio ogni giorno
da
quando Sandra mi ha detto di essere incinta.
“Anche se
non fosse così, Sandra ormai non mi crede. Non si fida di
me. E non riesco a
convincerla del contrario!” le dico.
“E la può
biasimare per questo?” mi domanda.
“No. So che
non sono stato proprio il fidanzato perfetto. E in più
c’è questo Adam che
adesso si è messo in mezzo!”
“Quindi mi
sta dicendo che vorrebbe costruire qualcosa con Sandra?” mi
chiede.
“Non ho
detto questo!” le rispondo.
“Mario,
forse dovrebbe smetterla di fare tre passi avanti e quattro
indietro… dovrebbe
proprio decidere cosa vuole dalla vita!” mi dice lei,
scuotendo la testa.
“Posso
vedere quel piano commerciale?" le chiedo. Questa conversazione mi sta
stressando.
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Capitolo 24 *** Camila ***
Camila
“Camila,
dove mi stai portando?” mi chiede Alberto.
“Fidatiii,
in un posto bellissimo!” gli dico. Oggi pomeriggio
l’ho chiamato e gli ho
chiesto se voleva uscire con me questa sera e lui ha accettato. Adesso
stiamo
scendendo dalla macchina e ci stiamo dirigendo verso uno dei miei
locali
preferiti di quando avevo più o meno vent’anni.
L’Officina culturale.
“Ma perché devo
mettere la giacca di pelle?” mi chiede mentre la indossa.
“Perché andiamo
in un locale alternativo!” gli rispondo. Lo vedo storcere le
labbra. “Fidati
Alberto, ti piacerà! Quando ero una ragazza trascorrevo qui
molte serate. Sono
colpita che sia ancora aperto… non ci vengo da quasi
trent’anni.”
“E posso
sapere dove siamo diretti?” mi chiede.
“Eccoci
arrivati” gli dico mentre spalanco la porta di un garage.
Vedo che
rimane spiazzato da quello che vede. È vero che lui un imprenditore di
successo nel campo della
ristorazione ma anche io conosco posti niente male!
Proprio in
quel momento il proprietario del locale mi viene incontro.
“Camila
Mendoza” mi dice abbracciandomi. “Sono quasi
trent’anni che non ti si vede da
queste parti!”
“Carlos” lo
abbraccio io. “In effetti sono quasi trent’anni che
non vengo!” gli dico.
“Come stai?”
mi chiede lui. “Dipingi ancora?”
“Camila, tu
dipingi?” mi chiede Alberto.
“Carlos
scusami. Non vi ho presentati. Lui è Alberto Montero, mio
marito” gli dico
indicandolo “e lui è Carlos Diaz, il proprietario
del locale, artista di fama e
insegnante di storia dell’arte.”
Li vedo
stringersi la mano.
“Allora” mi
dice Carlos “ti
ho prenotato un tavolo.
Più tardi vengo e mi racconti gli ultimi
trent’anni della tua vita!” aggiunge
indicandoci dove sedere e scomparendo. Una musica jazz si diffonde per
il
locale, creando una fantastica atmosfera di calore.
Vedo Alberto
guardarsi intorno.
“Questo
posto non è cambiato poi molto da quando lo frequentavo da
ragazza” dico a mio
marito. “Era una fabbrica in disuso. Carlos ha comprato i
locali e ha
convertito il magazzino in un locale, mentre al piano di sopra
c’è la sua
galleria d’arte. Vedi che i muri sono tutti dipinti?
È stato lui a volere così.
E vedi quell’area li in fondo piene di tele? Lì
puoi dipingere se vuoi. Paghi
solo un piccolo sovrapprezzo per acquistare la tela e i colori e poi
non
importa quanto tempo ci metti a finire il quadro” gli spiego.
“Davvero?”
mi chiede Alberto.
“Si. Carlos
non ha mai voluto lucrare sull’arte. Vuole solo diffonderla e
poi comunque
quando sei qui consumi lo stesso per la cena, o l’aperitivo,
quindi non ci
perde di certo!”
“E’
bellissimo qui. C’è un’aria
così artistica!” mi dice lui.
“Lo so. È un
locale molto particolare. Come del resto Carlos. Lui è
sempre stato un po’ fuori
dalle righe. Come vedi, qui non c’è
un’atmosfera molto chic.”
“E tu venivi
qui? E perché non me ne hai parlato prima?” mi
chiede.
“Si, ho
trascorso molte sere qui. Poi quando mi sono fidanzata con Daniele
Valencia ho
smesso di venirci. Insomma mia madre diceva che dovevo mettere la testa
a
posto. Effettivamente, l’ultima volta che sono venuta qui,
è stato con Daniele.
Lui, anche se ama l’arte, non era molto a suo agio. Io stavo
finendo l’università…
mia madre iniziava a fare pressioni affinché io e lui ci
sposassimo. Affinché
io prendessi il mio posto in società… quindi ho
smesso di venirci” gli
racconto.
“Non capisco
come sia stato possibile che tu abbia di punto in bianco rinunciato a
tutto
questo. Insomma, voglio dire, da quando ti conosco, non ti ho mai vista
mollare
in niente. E ora, perché sei voluta tornare qui?”
mi chiede.
“All’epoca,
quando presi la decisione di non venire più qui, ero stanca
di tutte le
discussioni fatte con mia madre. Ero proprio sfinita. Sono voluta
tornare qui perché
tu mi hai fatto riflettere sul fatto che dovevo trovare la vera me
stessa. E
quando venivo qui io ero davvero felice.”
“Perché non
me ne hai mai parlato? Per esempio del fatto che dipingessi?”
“Perché mi
sembrava una cosa che faceva parte della mia vita
precedente!” gli dico.
“Sinceramente
non so se essere stupito o arrabbiato!” mi dice, passandosi
le mani sulla
testa.
“Non lo so,
scegli tu!” gli dico io sorridendo.
“Però hai
mollato Daniele per metterti con me. Insomma, voglio dire, se avessi
continuato
a dipingere, invece che trasformarti nella perfetta manager, avresti
sposato
Daniele. Se lui fosse stato disposto ad accettare la tua vena di
follia… Camila
sei davvero un enigma!” mi dice.
“No,
Alberto. È molto semplice. Non ti ho sposato per vendetta se
è quello che stai
insinuando. No, io non amavo Daniele e quello che provavo per te quando
ti ho
conosciuto non lo provavo per nessuno. I miei genitori sono sempre
stati
prodighi di consigli sulla mia vita, secondo loro, potevo divertirmi
quanto
volevo fino ad una certa età e poi dovevo mettere la testa a
posto. Inoltre io
sono femmina, a me il tempo concesso era minore. Io e mia madre abbiamo
sempre
litigato sul mio stile di vita da scavezzacollo.”
“Non capisco
perché tu abbia mollato così…
sinceramente Camila.”
“Ero
stupida, non capivo bene quello che facevo. Per esempio, avrei voluto
studiare
storia dell’arte, ma mi sono scritta ad economia e commercio,
perché le
aspettative su di me erano troppo alte. È vero ho
frequentato le migliori
università ma questo non ha per niente contribuito alla mia
felicità.”
Carlos ci
raggiunge al tavolo con una tela in mano.
“Camila,
Alberto… ecco un vero e proprio cimelio” ci dice
aprendo la carta. “Questo è l’ultimo
quadro dipinto da Camila!”
“Non posso
credere che tu ce l’abbia ancora!” gli dico.
“Certo che
sì. Non dimenticherò mai la sera che hai finito
di dipingerlo. Hai lasciato mezza
tela bianca e mi hai detto che volevi lasciarlo in quel modo
perché forse un
giorno l’avresti concluso, ma in quel momento dovevi
diventare adulta e
cambiare vita!” mi ricorda Carlos.
“Carlos,
sono commossa, ricordi ancora le mie parole? Quanto mi sei
mancato” gli dico
abbracciandolo.
“Forza” mi
dice lui “adesso ti tocca finirlo! Vai ai cavalletti. Io vi
faccio portare una
bottiglia di vino!”
Sono
nella
parte del locale dove si dipinge e noto che molti altre persone stanno
dipingendo. Alberto
mi osserva, mentre
spennello.
“E dimmi
Camila, che rapporti c’erano tra te e Carlos? Ti è
molto affezionato a quanto
vedo… ha conservato il tuo quadro per tutto questo
tempo…” mi dice Alberto con
un tono interessato.
“Si. Lui mi
vuole molto bene. È stato il mio mentore, anche se per breve
tempo!” gli dico.
“E … “
continua lui.
“So benissimo
dove vuoi andare a parare. Beh togliti quell’aria indagatrice
Alberto” gli dico
io, prendendogli il bicchiere di vino dalle mani e bevendone un sorso.
“Carlos
è gay! E’ stata la prima cosa che mi ha detto.
Quando era più giovane era uno
schianto… anche adesso sebbene abbia quasi
sessant’anni è ancora molto bello!”
gli dico. “Ma stai tranquillo, tesoro, tra noi due quella che
deve essere
gelosa sono io!”
Lo vedo
ridere proprio alla mia battuta, mentre mi giro per continuare a
dipingere,
mentre lui mi osserva. “Smettila di guardarmi così
intensamente! Mi
innervosisci!” gli dico.
Improvvisamente
un grandissimo trambusto richiama la nostra attenzione.
Ci
avviciniamo per vedere quello che sta succedendo e non capiamo poi
molto. Sentiamo
Carlos dire “Ragazzi, voi siete abituali frequentatori del
locale, sapete
benissimo che le cose tra loro non funzionavano. Mi dispiace
comunicarvi che
per stasera resterete senza cena. In cucina è rimasto solo
Marco, che non sa
bene cosa fare, perché lui è solo un garzone! Vi
prego di scusarci, ma niente
cena.”
Senza
neanche rendermene conto dico “Carlos, tranquillo, qui
abbiamo un cuoco
provetto! Può aiutarti lui” gli dico indicando mio
marito.
“Cosaaaa? Camila
sei fuori di testa?” mi chiede.
“No! Non è
forse vero che sei un cuoco provetto? Potresti aiutare un amico
no?” lo vedo
guardarmi sconvolto.
“Camila…. Come
faccio a cucinare per tutta questa gente, anche volendolo aiutare io
non l’ho
mai fatto!” mi dice.
“Alberto,
non preoccuparti! Capisco benissimo le tue difficoltà. I
miei clienti sono
abituati a questi attimi di follia! Purtroppo i due cuochi sono
fidanzati tra
di loro e sono giorni che litigano! Adesso però li
licenzio!!” ci dice Carlos arrabbiato.
Vedo Alberto
alzare le spalle e sospirare. Daii, si sta convincendo!
“Facciamo
così, vado in cucina e vedo quello che posso fare”
capitola “ma
non vi prometto niente, intesi?” ci dice.
“Lo sapevo,
lo sapevo che ci avresti aiutato!” gli dico e lo bacio sulle
labbra.
“Con te
facciamo i conti dopo!” mi dice sorridendo e segue Carlos in
cucina.
Dopo
circa
mezz’ora, Carlos annuncia che lo chef improvvisato ha deciso
che si può organizzare
un self service, con delle sue ricette, perché di certo non
conosce il menu del
locale. Tutti si dicono d’accordo e restiamo in attesa di
gustare le sue
prelibatezze. Farà un figurone, Alberto è un
cuoco bravissimo. Non glielo dico
spesso perché lui tira fuori la storia che aveva pensato che
avrebbe fatto lo
chef tutta la vita, sposandosi con una donna con cui aprire un
ristorante
eccetera eccetera. Ammetto di avergli fatto fare una vita movimentata
invece.
Vengo
raggiunta da Carlos.
“Camila, tuo
marito è davvero eccezionale! Dove lo hai
trovato?” mi chiede sorridendo.
Gli racconto
per sommi capi la nostra storia, io che mollo Daniele, noi che ci
sposiamo, la
nostra vita in Svizzera e il ritorno a Bogotà.
“E non eri
tu, quella sulla rivista con un tizio che non mi pare tuo
marito?” mi chiede
Carlos.
“Si. Ero io”
ammetto. “Ho fatto una stupidaggine e non smetterò
mai di sentirmi in colpa. Ma
è in seguito a quella stupidaggine che sono tornata
qui!” gli dico.
“Allora
brindiamo alla tua stupidaggine” mi dice appoggiando il suo
calice al mio. “Tuo
marito è un manager nel settore della ristorazione
giusto?” mi chiede.
“Si. Lui è
cresciuto in una famiglia di cuochi, i suoi hanno un ristorante. Per
questo sa
cucinare benissimo, ma ha sempre preferito l’aspetto
manageriale della cosa e
in Svizzera ha avuto un successo strepitoso! Adesso, ha comprato qui
alcuni
locali e li sta migliorando moltissimo. Tu hai bisogno di
aiuto?” gli chiedo.
“No… il mio
locale è rimasto in piedi per tutti questi anni e
sarà aperto finché io avrò la
forza di tenerlo aperto. La mia clientela mi è affezionata.
Un sacco di artisti
girano da queste parti. Il mio successo è essere rimasto un
artista, con la mia
Officina culturale. Mi sorprende
solo
che un manager del suo calibro, non si faccia problemi a venire in
questo
posto, che in fin dei conti è pur sempre un garage, e
cucinare per tutti!” dice.
“Carlos, ti
assicuro una cosa. Io conosco mio marito, adesso potresti pensare che
sia
arrabbiato perché l’ho messo a cucinare, ma ti
garantisco che si sta
divertendo!”
A
fine
serata, siamo tutti contenti. La cena preparata da Alberto è
risultata
deliziosa e i clienti hanno chiesto a Carlos di assumere lui come
cuoco. Lui,
passato l’imbarazzo iniziale ha iniziato a divertirsi come un
matto. Tutti gli
hanno fatto i complimenti, inoltre tutte le donne del locale hanno
iniziato a
civettare con lui. Praticamente per andar via l’ho dovuto
trascinare.
Carlos ha
voluto offrirci un cena nel suo locale, quando troverà un
cuoco per
ringraziarci dell’aiuto prestato. Quando siamo arrivati in
macchina, Alberto mi
dice “Quindi sarebbe stato così?”
“Cosa?” gli
chiedo.
“La vita con
te se non avessi abdicato alle responsabilità di una
Mendoza” mi risponde.
Lo accarezzo
sul collo. “Probabilmente si. Ti sarebbe
dispiaciuto?”
“Non lo so”
mi dice. “Certo vedendoti stasera, dipingere, aiutare un
amico in difficoltà, allontanare
tutte le donne che mi giravano intorno… devono essere stati
terribilmente
noiosi per te gli ultimi vent’anni in Svizzera.”
“Non voglio
dirti bugie. Un po’ si. Sapevo che stavo forzando me stessa a
essere quella che
non sono, o che non ero, ma non sono stati anni noiosi,
perché li ho trascorsi
con te! Sono stati anni felici. Solo che quando sono arrivata qui, non
ho retto
più. Non so cosa mi sia preso. Secondo me è stata
la vicinanza con mia madre. Mi
sono sentita molta pressione addosso. Adesso io ho un ruolo nella
società che
conta di questa città. Cosa di cui non me ne importa niente
e …”
“E ti si
comportata come un’adolescente. Invece di parlarmene hai
preferito cercare
qualcosa di nuovo con Mario Calderon!” conclude.
“Non mi
perdonerai mai vero?” gli chiedo.
“Dipende” mi
risponde.
“Da cosa?”
“Ti ho
osservata questa sera. Soprattutto quando dipingevi. Eri felice. Non ti
vedevo
così da non so quando… anzi forse probabilmente
non ti ho mai vista così
felice. Non voglio che tu smetta di esserlo. Non voglio vederti
incastrata in
nessun ruolo. È vero sei un po’ pazza, stasera mi
hai praticamente costretto a
cucinare per degli sconosciuti, ma per niente al mondo ti cambierei con
quella
di prima. Puoi farlo questo?”
“Cosa? Fare
la pazza? Fare l’adolescente?”gli chiedo. In
realtà sono commossa.
“Essere te
stessa!” mi dice.
Incapace di
resistere, lo attiro a me e lo bacio. “Fare sesso in macchina
è sufficientemente
da adolescenti secondo te?” gli chiedo, mentre continuo a
baciarlo vedendolo
sorridere.
***
Tre
giorni dopo
“Camila,
cos’è
questa storia?” mi chiede mia madre.
“Quale
storia mamma?” le dico mentre pranziamo insieme.
“Su questo
giornale c’è scritto che hai praticamente
costretto tuo marito a cucinare per
quel Carlos Diaz!”
“E qual è il
problema mamma?” le chiedo.
“Il problema
è che tu sei una Mendoza. Non dovresti fare queste
sciocchezze e soprattutto
non dovresti frequentare quei locali!” mi dice infuriandosi.
“Mamma, con
tutto il rispetto, queste sono le stesse cose che mi dicevi quando
avevo vent’anni,
adesso ne ho quasi cinquanta. Posso decidere da sola dove andare o no,
tra l’altro
con mio marito?”
“Tuo marito?
E dov’è adesso tuo marito. Io qui non lo vedo.
Prima lo tradisci e adesso è tuo
marito?” mi chiede.
“Mamma… ma
che problema hai con me? Tu non hai mai sopportato Alberto e adesso lo
difendi?
Ti faccio presente che sto cercando di sistemare le cose. So benissimo
di aver
sbagliato!”
“E pensi di
sistemare le cose con fugaci incontri di sesso e frequentando locali
alternativi?”
infierisce lei.
Quanto dice
mi ferisce. Ripenso alle parole di Alberto sul fatto di essere se
stessi.
“Mamma, mi
dispiace dirtelo, ma io sono così. Mi piace frequentare
locali alternativi. Non
sarò mai un modello per la buona società di cui
tu fai parte. Mi sento
soffocare quando sono ingabbiata nei ruoli che mi affibbi. Basta. Io
voglio
solo essere felice. Sto cercando di rimettere in piedi la mia famiglia,
su
nuove basi. Non voglio mentire né a te né a me
stessa, prima ero infelice!”
“E le tue
nuove basi sono queste? Mettere alla berlina te stessa e tua
marito?”
“Non ho
messo alla berlina nessuno. Carlos era in difficoltà e
l’abbiamo aiutato. Io e
Alberto ci siamo divertiti. Mi dispiace se tu non lo capisci!”
“Ed è questo
il messaggio che vuoi dare ai tuo figli? Come se non avessi
già sconvolto
abbastanza Dodo, con la tua relazione con Mario Calderon!” mi
dice lei.
Incapace
di
sostenere ancora questa conversazione con lei mi alzo e mi chiudo nella
mia
stanza.
È mia madre,
e capisco che sia sconvolta per il fatto che mio padre ha una relazione
con un’altra
donna, ma non so quanto riuscirò a sopportare le sue
angherie e le sue manie su
cosa significa essere dei Mendoza.
Va bene, né io
né mio fratello abbiamo seguito il suo volere, non abbiamo
sposato nessuno dei
Valencia, ma lei sembra incapace di capire che noi siamo felici
così. È vero,
abbiamo combinato un sacco di casini nel tempo, ma siamo sempre
riusciti a
rimediare.
Quando i
nostri rapporti erano molto freddi, e io accettavo di vederli solo
perché i
miei figli avessero un rapporto con loro, ho capito che sono stata
davvero una
delusione per loro. E ho voluto a tutti i costi cercare di riparare.
Non avrei
mai potuto sposare Daniele, non lo amavo. E non me l’hanno
mai perdonato. Poi,
quando sono tornata qui ho scoperto di essere una delusione per me
stessa.
Infelice ero in Svizzera ed infelice sono qui. E ho tradito Alberto. E
adesso
sto cercando di tirare le somme, di rimettere in sesto la mia vita,
cercando un
po’ di felicità. Solo che di nuovo a mia madre non
va bene.
Ripenso a
cosa mi ha detto Alberto sul fatto del non mollare. E’ vero
io non ho mai
mollato. Troverò un modo per uscire da questa folle
situazione. L’unica mia
certezza è che non mollerò Alberto.
Squilla
il
mio cellulare. È mio padre. Rispondo sospirando.
“Pronto
papà!”
“Camila,
tesoro, come stai?” mi chiede.
“Come vuoi
che stia?” gli dico. “Sono in attesa di chiarimenti
da parte tua sulla storia
della tua presunta amante che ha la mia stessa
età!”
“Camila, le
cose non sono come sembrano!” mi dice.
“Papà io non
so come siano le cose, ma so come sembrano. La mamma è
infuriata e distrutta e
mi sta facendo impazzire!”
“Perché non
vieni così ne parliamo?” gli chiedo.
“Sono dietro
la porta e Victoria è qui con me!” mi dice.
“Che
cosaaaa?”
Come un
razzo mi fiondo all’ingresso del cancello. La macchina di mio
padre entra nel
cortile di casa, ma non appena mia madre nota che quella donna
è seduta al suo
fianco inizia ad urlare come una pazza.
“Roberto
Mendoza, la tua amante non entrerà mai in casa mia! Vai
fuori di qui!” gli
urla.
“Margherita
calmati!” gli dice lui.
Io vedo
questa Victoria stare in silenzio, non proferire parola.
“Roberto, ti
ho detto di andare via da qui! Come hai potuto farmi questo? Pensi che
io accetti
che la tua amante entri in casa nostra?? Mai! Vai via!”
ripete mia madre.
“Margherita,
dobbiamo parlare. Camila, chiama Armando, sarebbe meglio se anche lui
assistesse alla nostra discussione!” mi dice mio padre.
“Roberto,
evidentemente non ci senti. Qualsiasi spiegazione la darai fuori da questa casa! Dopo
cinquant’anni di matrimonio pensi che io
la faccia entrare a casa mia? No! “
gli urla mia madre sempre più agitata.
“Papà
facciamo così. Io chiamo Armando e gli dico che stiamo
andando da lui. La mamma
è troppo agitata. La faccio calmare e vi raggiungo da
Armando ok? Lui è a casa
con Betty. Lei mi ha mandato un messaggio per avvisare che non tornava
in
azienda.”
“Va bene
Camila. Facciamo così” mi dice mio padre. Poi si
rivolge verso mia madre e le
dice “Margherita, io vorrei che ci fossi anche tu. La tua
presenza è
importantissima per me!”
“Non so se
voglio esserci per sentire quali scuse inventerai per giustificare la
tua
scappatella. E ora esci da qui! E non tornare mai più con
lei! Anzi non tornare
affatto!” gli dice e rientra in casa.
“Papà, ora
provo un po’ a calmarla, ci vediamo da Armando va
bene?”
“Va bene
Camila. Ci vediamo lì. Così chiariremo questa
storia una volta per tutte!”
|
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Capitolo 25 *** Betty e Armando ***
B&A
“Dottore,
c’è qui sua moglie. Chiede se può
riceverla…” mi avvisa la mia segretaria.
Strano!
Betty qui? In questi giorni, dopo l’uscita della rivista, i
nostri rapporti
sono molto freddi. Quasi non ci parliamo, anche se non so bene il
perché.
“Lorena, falla
passare” le dico.
La vedo fare
capolino nella stanza con due borse in mano. La guardo. È
bellissima. Oggi
indossa un semplice vestito fasciante grigio e nero…. ed
è assolutamente
stupenda. Ogni volta che poso il mio sguardo su di lei, il mio cuore
perde un
battito e non credo che questo cambierà mai.
“Ciao!” mi
dice. “Ho pensato che potevamo pranzare assieme. Hai da fare?
Vorrei parlarti
di una proposta che mi hanno fatto.”
“Certo.
Possiamo pranzare assieme così mi dici tutto!” le
dico. “Vuoi andare in qualche
posto in particolare?!”
“No,
possiamo restare qui. Ho portato il pranzo” dice mentre esce
da una delle due
buste tutto l’occorrente con due vaschette monopiatto
già piene di cibo.
“Corrado sta sperimentando vari menu per il ristorante
dell’Ecomoda e… sai che
stiamo ristrutturando la caffetteria… ci manda questi
assaggi per sapere cosa
ne pensiamo.”
Eh già
Corrado! Questo non è il momento, ma prima o poi dovremo
parlare anche di lui.
Stamattina Marcela mi ha mandato un messaggio in cui diceva di volermi
parlare
di lui. Vuole licenziarlo come cuoco e cerca il mio sostegno
perché sa che né
Betty, né Camila sarebbero d’accordo. Soprattutto
Betty, visto che passano
molto tempo insieme. Ora il fatto che Marcela insinui e neanche tanto
che mia
moglie e quello chef da quattro soldi passino molto tempo insieme mi fa
imbestialire!! E non posso fare nemmeno una scenata perché
Betty è ancora presa
dall’intervista di Miguel su quella maledetta rivista!
“Capisco” le
dico.
“Tutto
bene?” mi chiede. “Sembri strano… non
è che ti infastidisce Corrado, Armando te
l’ho detto…”
“No” la
fermo. “Corrado non c’entra niente. In
realtà non c’è niente che non
vada… sono
solo stanco” le dico mentendo. Vorrei anche chiederle cosa ci
fa qui, perché è
così fredda con me, anche se so già la risposta.
Ed in realtà è vero che sono
stanco. Sono stanco di stare sulle montagne russe. Vorrei un
po’ di pace ma
credo di non poter essere accontentato. Betty è finita sul
giornale per causa
mia, la conosco, sono certo che stia arrovellandosi per quello che dice
Miguel
e non si fa aiutare da me in nessun modo.
Sospiro e
vado verso la finestra del mio ufficio mentre lei prepara il
tavolinetto vicino
al divano. Non sopporto proprio quando siamo distanti anche se siamo
nella
stessa stanza. Come in questi giorni!
“Sai che
nostro figlio si è preso una cotta per una sua compagna di
classe?? Me lo ha
confessato stamattina mentre lo accompagnavo a scuola” le
dico.
“Non posso
crederci!” mi risponde. “Si tratta di Ana vero?
Sono giorni che prova a
convincermi che vuole andare a fare equitazione con Leo e ..
Ana!”
“Si, è lei.
Però si vergogna, non vuole dirle che gli piace”
le dico. “Siamo rimasti
d’accordo che stasera ne riparliamo, io e lui, da
soli….”le dico. “Allora”
cambio argomento “di cosa volevi parlarmi? Che proposta ti
hanno fatto?”
chiedo.
Da quando è
intervenuto Daniele Valencia, tra di noi, ho la brutta sensazione che
Betty
cerchi di essere forte, di reagire, proprio come le ha detto lui e a me
la cosa
non piace affatto. Non per Daniele, cioè, anche per Daniele
ma perché ogni
volta che mia moglie vuole reagire, per prima cosa diventa fredda e
distante,
ingaggia una dura battaglia con se stessa e non permette a nessuno di
aiutarla.
Nemmeno a me, forse, soprattutto a me.
“Mi ha
chiamata Andrea Serna e mi ha chiesto di rilasciarle una intervista in
tv, per
raccontare la mia versione dei fatti, dopo l’intervista di
Miguel e anche per
smentire la storia del tuo tradimento… Io non so che
fare….” mi dice.
“Vuoi andare
in Tv a fare un’intervista?” le chiedo stupito.
Ok… forse è meglio che mi calmi
e che la ascolti, perché questa storia potrebbe costarmi il
matrimonio,
esattamente come quando non volevo che Betty facesse il servizio
fotografico.
“Non lo so!”
mi dice lei. “Non lo so proprio! Cosa dovrei dirle? Dovrei
raccontare di quanto
ero stupida, ingenua, idiota, di come mi sono fatta prendere in
giro… ho fatto
di tutto per dimenticare quanto sia stata stupida in quel periodo della
mia
vita e…”
“E anche
dopo… quando hai incontrato me. Ammettilo Betty, Ammetti di
essere arrabbiata
anche con me. Non c’è motivo di negarlo, non
farlo” le dico.
“Io… non so
cosa dire….” mi dice.
“Posso dirti
io una cosa?” le chiedo. “Posso dirti quello che
penso e che sento?”
“Certamente.”
“Partiamo
dal presupposto che io ti amo. Che ho vissuto con te per tutti questi
anni, e
che ti ho vista cambiare, diventare la donna che volevi. Partiamo dal
presupposto che io penso di conoscerti e partiamo dal presupposto che
in quello
che sto per dirti non c’entra affatto quello che è
successo tra di noi rispetto
all’azienda, ebbene… io non voglio che tu
dimentichi quella che eri, anche se
ti ha causato tantissime sofferenze. So
che tutti non fanno che dirti che devi reagire, però io non
voglio che il tuo
reagire significhi lottare con tutte le tue forze contro quella che
eri… perché
io, mi sono innamorato di quella Betty! E non sopporto che tu per prima
ti
riferisca a te stessa in quei termini!” sbotto.
Il suo volto
carico di stupore mi fa capire che non si aspettava che dicessi nulla
di tutto
questo.
“Armando
io…” mi dice.
“No, fammi
finire” le rispondo. “Ti prego. So che sono una
voce fuori dal coro e che
quello che ti sto dicendo probabilmente non è quello che
vorresti sentirti dire
da me, da tuo marito. Ti ho già detto che tu, ormai non sei
solo quella
persona…”
“E ti
dispiace?” mi chiede.
“No, non mi
dispiace perché so che per te ha significato soffrire tutta
la vita. Betty, però
dimmi la verità, cosa ti ha fatto soffrire, essere quello
che eri, oppure il
modo in cui apparivi? Non è stato forse il tuo aspetto
fisico che ti ha fatto
venire tutte le tue insicurezze? Ma tu eri già speciale
anche allora! Io, anche se ammetto
che ero folle
all’epoca, non mi ricordo di nessuna imbecille, stupida o
ingenua. Mi ricordo
di una donna che aveva un talento immenso, che era spontanea,
autentica,
sognatrice, che aveva un grande senso di giustizia, di
lealtà, che non era
costruita e che mi ha fatto letteralmente perdere la testa. E questo
per quanto
riguarda me, ma immagino che tu fossi già così,
anche quando quel cretino ha
fatto quella maledetta scommessa!! Se lui era stupido, che colpa ne hai
tu???”
Vedo delle
lacrime uscire dai suoi occhi.
“Perché non
mi hai mai detto queste cose?” mi chiede.
“Perché … mi
è chiaro che abbiamo voluto dimenticare quel periodo della
nostra vita e non
potevo uscirmene con un discorso del genere, non credi?
Inoltre… è una cosa
intima… che non so bene spiegare a parole” le
dico.
Questa
discussione mi sta straziando. Mi fa tornare indietro di tanto tempo, a
quando
ero una persona diversa, al periodo più brutto della mia
vita e non vorrei
farlo. Ma a quanto pare Betty ne ha di bisogno.
“E non pensi
a quanto abbia combattuto io contro me stessa per essere diversa da
quello che
ero?” mi chiede.
“Io non te l’ho mai
chiesto! Per me,
quella che eri andava benissimo!” le dico.
“Davvero?
Non ti vergognavi forse di me? La mia bruttezza non ti ha autorizzato a
prendermi in giro con Mario Calderon, così come ha fatto
sentire autorizzato
Miguel a poter fare una scommessa su di me?” dice.
“Aspetta,
chiariamoci! Può essere vero che all’inizio io mi
sia comportato in questo
modo, ma ho smesso quasi subito, perché a differenza di
Mario che non ha mai
preso niente seriamente nella sua vita, io capivo che il mio interesse
per te
era dovuto ad altro … non sono mai riuscito a farlo capire a
nessuno
evidentemente e nemmeno mi interessa ormai. Solo io so quali fossero i
miei
veri sentimenti e quando è stato chiaro a tutti che io mi
ero innamorato
davvero di te, anche io ho subito
le
recriminazioni di tutti perché non eri abbastanza per me.
Cosa che tu stessa
sostenevi, ma a me non è mai importato niente di tutto
questo. Niente di niente.
Per me contava solo che ero felice come non lo ero mai stato in vita
mia! Ci ho
messo molto tempo a capirlo, e quando l’ho realizzato, tu te
ne sei andata.
Quando sei tornata non eri più la donna che io volevo anche
se eri sempre tu!”
“E questo
cosa significa?” mi chiede lei interdetta.
“Quando sei
tornata da Cartagena, eri un’altra. A me del tuo aspetto
fisico non importava
più di tanto. E per questo mi hai già accusato di
non pensare a te come una
donna, a me interessava solo che tu sembravi un’altra
persona. Una persona che
mi rifiutava e che allo stesso tempo non riconoscevo e sentivo
distante. Fino a
quando non ho letto il tuo diario, sono stato tormentato
dall’idea che tu non
fossi più tu. Che io ti avessi trasformato in una persona
diversa. Mario non
faceva che dirmi che la Betty che conoscevo era morta, che stavo
rimpiangendo
una persona che non esisteva più. Io la amo quella persona.
La amerò per
sempre, sia che tu decida di farla esistere, sia che tu rinneghi la sua
esistenza!”
“Armando,
stai parlando di me, non di una persona morta!” mi dice
Betty.
“Lo so!” le
dico io.
“E adesso
fai parlare me… Tu, non sai per davvero quello che io ho
passato a Cartagena!
Era chiaro a tutti, soprattutto a me stessa, che non avrei potuto
continuare ad
essere quella che ero. Tu non sai cosa significa innamorarti di
qualcuno che
poi ti usa. Hai ragione quando dici che in realtà sono
arrabbiata anche con te.
Di più però sono arrabbiata con me stessa per
aver creduto a Miguel e poi anche
a te. Per aver lasciato che questa storia mi condizionasse la
vita!”
“Betty” la
interrompo “una volta, mentre eravamo a Miami, mi hai detto
che tu hai sempre
creduto che nessuno ti avrebbe mai fatto dirigere un’azienda
per via del tuo
aspetto fisico, anche se credevi di averne le
capacità…! Almeno questo devi
riconoscermelo, io non ho mai, in nessun
modo, assecondato l’idea che tu potessi non essere
capace di fare qualcosa
perché eri brutta, o piuttosto perché eri
pettinata e vestita male. Questa è
una cosa che è dipesa da te e solo da te… forse
Miguel c’entra qualcosa…
però…
quello che conta per me, anche se sono egoista a dirlo, e me ne prendo
la
responsabilità, è che se tu non avessi vissuto
quello che hai vissuto, non
saresti stata tu e non saresti stata così speciale per me!!
Davvero, io ti
capisco, lo capisco quando dici che vuoi dimenticarti di quello che eri
perché
ti faceva soffrire terribilmente, riconosco che anche io ci ho messo
del mio,
ma ti ripeto che a parte tutto il male, per me non
c’è niente che non andasse
in quella donna lì.”
“Non riesco a credere alle mie
orecchie…” mi dice.
“Ok,
evidentemente non riesco a spiegarmi …” le dico
innervosendomi. “Se vuoi fare
quell’intervista falla pure, in fondo …
è una decisione che devi prendere tu.
Io non c’entro con la tua scelta.”
***
Mio
marito è
pazzo! Non riesco a credere a quello che mi ha appena detto.
Praticamente mi ha
fatto fare pace con me stessa, ed io non riesco a crederci.
“Non è vero
che la mia scelta non ha a che vedere con te e non è vero
che tu non riesci a
spiegarti. Lo hai fatto benissimo invece” gli dico
avvicinandomi a lui, che non
si è mosso di un millimetro dalla finestra. È
teso, nervoso, stanco.
Lo guardo
negli occhi. Ci leggo tempesta e tormento. Il suo tormento sono io. So
che
pensa di non sapermi stare accanto in questi giorni e devo ammettere
che sono
stata intrattabile. Soprattutto con lui. So che pensa che forse un
altro uomo,
cioè Daniele, sarebbe quello più giusto per me,
dopo che è venuto a casa nostra
e in qualche modo mi ha consolata, ma non avrei mai immaginato quello
che mi ha
detto. Non so esprimere la gioia che provo. È come se con le
sue parole tutto,
tra di noi si fosse risolto e non so come farglielo capire. In fondo,
per me,
anche se sono arrabbiata con lui, l’unico parere che conta
è il suo! Posso
anche detestarlo, ma la verità è che non saprei
immaginarmi la vita senza di
lui.
“Posso
chiederti una cosa?” gli dico.
“Certamente!”
“Cosa pensi
di me?” mi chiede.
“Che domanda
è questa?” mi risponde.
“Rispondimi!
Cosa pensi di me? Come donna, come persona, come quello che vuoi.
Dimmelo! Sono
la persona che volevi al tuo fianco?”
“Betty, che
assurdità! Cosa c’entra questo? Io non sono la
persona che tu volevi al tuo
fianco!”
“Non
riguarda te. Riguarda me, rispondimi o devo pensare che hai
paura?” mi dice.
“In tutti questi anni, secondo te che donna sono diventata?
Frivola? Troppo
fredda? Emotiva?”
“Io penso
che tu sia una donna eccezionale. E che ti amo. A partire da quello che
eri a
quello che sei, mi sento privilegiato dall’aver potuto starti
accanto. Non sei
fredda, sei forte, dolce e bellissima. Non sopporto però che
siano gli altri a
dirti in qualche modo come devi essere o come devi reagire. Non voglio
farlo
nemmeno io, anche se l’ho appena fatto. Puoi benissimo
decidere da sola chi vuoi
essere. A me basta starti a fianco.”
“Tu pensi
che in me, sia rimasto qualcosa della vecchia Betty, quella
che ti piace tanto?”
“Si. Ce n’è
tanta. Per il resto, siamo cambiati entrambi. Siamo
cresciuti… siamo diversi!”
mi dice.
“Armando?”
lo chiamo. Mi avvicino e lo abbraccio.
“Si?” mi
dice lui, stringendomi tra le braccia.
“Grazie!”
gli dico.
“E di cosa?”
“Di avermi
parlato a cuore aperto e di avermi detto quello che mi hai detto.
Adesso ti
capisco molto meglio. Avresti dovuto dirmi queste cose molto
prima!” dico. “Adesso,
ho la certezza che tu mi abbia sempre
amata. Non che prima non ce l’avessi, ma sentirti fare un
discorso del genere,
dopo quindici anni, mi conferma che sei davvero un folle e che mi hai
amata
quando nemmeno io ero in grado di amare me stessa!”
Invece di
dargli possibilità di rispondermi lo bacio. Mi sembra di non
farlo da secoli.
Mi sembra di toccare il cielo con un dito. Non riesco a credere che un
giorno
sarei riuscita a superare tutta la mia inquietudine. Nemmeno dopo aver
rischiato di morire ero stata capace di mettere da parte questa
insicurezza.
Ma ora,
mentre sono qui tra le sue braccia, capisco che lui è il mio
destino. Mi
capisce anche quando sembra di no. Sa sempre quali tasti toccare e rispetta sempre il mio
pensiero. C’è sempre
stato per me. E io per lui. E in più mi amava anche quando
ero inguardabile.
Quando nessun uomo avrebbe osato farlo. Ha saputo andare oltre e ha
saputo
difendermi anche dalla mia stessa stupidità! Ammetto che ho
sempre un po’ dubitato
del fatto che mi avesse amata da subito e mi sono sempre detta che
dovevo
credere che fosse così. Ma in realtà ho sempre
pensato che lui avesse iniziato
a provare qualcosa per me, quando ero a Cartagena. Anche se Marcela mi
ha detto
che tra di loro non c’era più niente, non sono
sempre stata convinta che quello
che lui provasse per me fosse amore per davvero. Io invece lo amavo e
lo amo!
Lo amo e basta. Dovrei ormai accettare questa cosa come un dato di
fatto. Oggi,
senza saperlo mi ha dimostrato che tutto quello che abbiamo vissuto
insieme,
anche se
all’inizio aveva un doppio
fine, non era una bugia. Non era uno sporco gioco. Era amore. Un amore
che
ancora ci unisce. Un sentimento che così come va in crisi
allo stesso modo
trova la strada per rigenerarsi.
“Andiamo a
casa!” gli dico staccandomi dalle sue labbra.
“Ma non
dovevamo pranzare?” mi domanda lui stupito.
“A casa
nostra adesso non c’è nessuno! E non ci
sarà nessuno per almeno tre ore!” gli
dico. “Noi dobbiamo fare pace! Non hai appuntamenti
vero?” chiedo speranzosa.
“No. E Tu?
Hai ragione dobbiamo proprio fare pace!” mi dice lui mentre
mi prende per mano
e usciamo.
“Adoro
litigare con te” mi sussurra all’orecchio prima di
andare via.
***
Siamo
nella
nostra camera da letto. I nostri vestiti sono sparsi sul pavimento e io
e la
mia adorata Betty continuiamo a coccolarci sotto le lenzuola.
“Dovremmo
farlo più spesso…. passare la pausa pranzo a
casa” mi dice lei.
“Veramente
abbiamo sforato la pausa pranzo di almeno un’ora”
le dico io, baciandola sulle
labbra.
Si avvicina
a me e mi abbraccia. “Armando” mi chiama con una
vocina che mi fa sorridere.
“Dimmi” dico
alzandole il mento.
“Ti sei
assolutamente convinto e rassicurato definitivamente che io non voglio
nessun
altro uomo, incluso Daniele Valencia, che non sia tu?” mi
chiede.
Mia moglie
mi legge nel pensiero evidentemente. O forse conosce le mie paure
meglio di
quanto le conosca io. Non so cosa risponderle. Ma qualcosa devo
risponderle.
“Io, non
sopporto quando tu pensi che io non voglia stare con te per tutto
quello che è
successo quindici anni fa tra di noi!” mi precede lei.
“A volte, quando si
parla di questo, ho l’impressione che tu ti senta ancora in
colpa e che ti
consideri la persona sbagliata per me, come se non avessimo
abbondantemente e
ripetutamente discusso di tutto questo!”
“Io” la
interrompo “mi sentirò sempre in colpa per quello
che ti ho fatto quindici anni
fa, ma allo stesso tempo, mi sono sempre impegnato per andare avanti.
Solo che
Daniele Valencia continua a rinfacciarmelo … e sento che ha
ragione a
deridermi. È una macchia che mi resterà per
sempre addosso.”
“Daniele, lo
fa solo perché vuole metterti in difficoltà e ci
riesce! Sai perché ci caschi
sempre? Perché continui a credere che io pensi di lasciarti
per un altro o per
lui, e dovresti smetterla! Perché io non ti
lascerò mai!” mi dice.
“Ma… come
puoi dire una cosa del genere? E se un giorno ti svegliassi e non mi
amassi
più?” le chiedo. “Lo sai che ti ho fatto
soffrire tantissimo, e che in fin dei
conti, per davvero potresti trovare un altro uomo migliore di
me!”
“Vedi? Non
mi ascolti! Non ti lascioooo! Se vuoi vivere con questa paura fallo!!
Ma tanto
io non intendo lasciarti” mi dice. Mi accarezza la fronte e
mi dice “Sei così
carino quando Daniele ti fa andare in tilt! Ammetto che la mia reazione
sia
stata esagerata l’altro pomeriggio, ma non ero per davvero
arrabbiata con te!”
“Io invece
ero arrabbiato con me stesso. Mi faccio schifo da solo per quello che
sono
stato capace di fare e di farti!”le dico.
“Sei umano e
hai commesso un errore, ma questo non significa che io non debba
amarti.”
“E tu” le
dico stringendola a me “sei stata bravissima a farmi
sbroccare e cattivissima
nel farmi credere che avevi una relazione con Nicolas
all’epoca. Ho pensato di
ucciderlo un migliaio di volte!”
“Ho sofferto
tantissimo nel mettere in scena quella recita, ma dovevo fartela pagare
in
qualche modo. Eri molto divertente nei panni di Otello, anche se ho
sempre
pensato che il tuo interesse principale fosse
l’azienda!” mi dice.
“Non mi ci
fare pensare!” le confesso. “Un giorno Calderon,
mentre tu eri a Cartagena, mi
ha detto che dovevo smetterla di fare l’innamorato disperato
e che il mio primo
pensiero doveva essere l’azienda… in parole
povere, è stato tutto il contrario
di quello che tu puoi aver immaginato. Comunque, in quei giorni ho
litigato con
tutto e con tutti! E’ che solo tu riesci a farmi provare
questo qualcosa dentro
che … non so bene spiegarti, ma se solo penso che qualcuno
possa portarti via
da me… ecco non ci capisco più niente!”
“Basta!” mi
dice Betty. “Non ne parliamo più, ti va? Ormai
quella storia è il
passato!”aggiunge, dandomi un bacio. La avvicino ancora di
più a me e la
stringo tra le mie braccia per un lunghissimo momento. Ho sempre
adorato
tenerla tra le mie braccia. “Parliamo del presente
allora!” le dico.
“Presente?
Quale presente?” mi chiede.
Invece di
risponderle, recupero la mia giacca dal pavimento e prendo il mio
telefono. Le
faccio leggere il
messaggio che mi ha
mandato Marcela e vedo il suo volto cambiare completamente.
“E meno male
che doveva essere mia amica! Come si permette di insinuare con te una
cosa del
genere!”
Mia moglie
si volta verso di me, in attesa di una mia reazione. Sa già
che io sono geloso
di Corrado e di qualsiasi uomo
possa
girarle intorno.
“Armando” mi
dice “ti giuro che non c’è assolutamente
niente tra me e Corrado, se non
un’amicizia. Non si può definire nemmeno tale,
perché lo conosco da pochissimo.
E non passo molto tempo con lui… giusto quello necessario
per fare il mio lavoro
di Presidente!”
“Betty….”
Provo a fermarla io.
“Come ha
potuto quella donna fare una cosa del genere? Cosa vuole fare, separarci? È per questo che
è tornata?”
mi domanda. Lo sapevo che avremmo finito per litigare io e lei! Mi
conviene
dire la cosa giusta. Vedo che Betty si alza dal letto e indossa una
vestaglia.
Addio pomeriggio di pace! La guardo passeggiare nervosamente per la
camera e
prendere i nostri vestiti da terra.
“Dovevo
aspettarmelo che avrebbe provato a dividerci, Marcela Valencia!
Altroché
accettare il nostro matrimonio! Insinuarti il dubbio che io possa
tradirti!” la
sento rimuginare.
Mi alzo
anche io, indosso i boxer e vado ad abbracciarla. “Calmati
Betty! Non sta
succedendo niente di quello che pensi. Io non mi faccio di certo
condizionare
da quello che dice lei!” le dico. Ma non serve a niente.
“Quella donna ti rivuole!
Sono certa che
sia tornata per separarci. Ho sbagliato a pensare che potevo esserle
amica!” mi
dice.
“Non ti
sembra di esagerare?” le chiedo.
“No, non sto
esagerando affatto. Mi ha tirato un colpo basso! Perché non
è venuta a parlare
con me del fatto che vuole licenziare Corrado? Può
scordarselo che lo licenzio.
No e poi no! A questo punto non lo farò mai, nemmeno se me
lo chiedi tu! Non ce
n’è nessun motivo!” mi dice guardandomi
negli occhi.
Ecco, lo
sapevo! La fermo e la stringo tra le braccia.
“Senti
Betty” inizio “ammetto che quando stamattina mi
è arrivato il messaggio stavo
per venire a prendere a pugni questo tizio e volevo fare una mega
scenata,
com’è nel mio stile. Ma poi mi sono calmato, ho
riflettuto e ho pensato che
fosse meglio parlarne prima con te. Se tu mi dici che non
c’è niente tra di
voi, io credo a te! Non a Marcela Valencia!”
“Armando” mi
dice lei con una faccia contrariata “ti ho appena detto,
giusto dieci minuti
fa, che non voglio un altro uomo e che non voglio lasciarti e tu mi
stai
chiedendo se ho una relazione con Corrado? Mi spieghi cos’hai
in quella testa?”
“Betty,
nemmeno tu mi ascolti allora! Ti ho appena detto che ti credo. Che
credo a te e
non a Marcela…!” le dico.
Lei viene ad
abbracciarmi e mi dice “Non sopporto più questi
Valencia, non sopporto più il
modo in cui cercano di mettersi tra di noi!”
“Finalmente
siamo d’accordo su qualcosa!” le dico io.
“Ti giuro che non permetterò a
Marcela di mettersi tra di noi! Io non la voglio. Qualunque siano le
sue
intenzioni non ci dividerà!”
“E io non lo
permetterò a Daniele!” mi dice. La bacio. In fondo
so bene che noi ci amiamo
per davvero e devo fidarmi di questo!
Veniamo
interrotti dal telefono di casa che sta suonando. Betty va rispondere,
trovando
molto strano che qualcuno chiami a casa e non al cellulare. A
quest’ora in
genere in casa non c’è nessuno.
“Pronto?
Camila?...”
Sento Betty
parlare. Trenta secondi dopo torna in camera, mentre io mi rivesto.
“Era tua
sorella. Dice che sta venendo qui con tuo padre e la sua amante. A
quanto pare
tua madre non li ha fatti entrare in casa. È meglio che ci
sbrighiamo, che ci
sistemiamo velocemente.”
***
Dopo
circa
dieci minuti, noi ci siamo resi presentabili. Arrivano Camila, Roberto
e questa
donna. Vedo che Armando è piuttosto teso e anche Camila. In
effetti non deve
essere piacevole trovarsi davanti l’amante del proprio
genitore e per la prima
volta capisco Dodo in pieno. Guardo Victoria. È una bella
donna. Alta,
longilinea. Ha i capelli scuri e gli occhi nocciola. Mi ricorda un
po’ mia
cognata nell’atteggiamento. Anche lei è in
difficoltà.
Il portiere
ci avvisa che anche Margherita è arrivata, lasciando
sorpreso Roberto. “La
faccia salire!” dico a Fernando.
Finalmente Margherita
ci raggiunge e nell’imbarazzo di tutti vedo che finalmente
Roberto prende la
parola. Finora si era limitato a salutarci e basta e a presentarci
Victoria
Smith.
Io guardo
Armando. So che è teso dal modo in cui tiene le spalle.
“Ragazzi”
comincia Roberto. “Le cose non stanno come vi ha detto vostra
madre… Anzi Margherita,
sono felice che anche tu sia qui e che abbia accettato di parlarmi
anche se
prima non mi hai fatto entrare in casa!”
“Cosa ti
aspettavi, che ti facessi entrare in casa nostra con la tua
amante??” gli
chiede lei.
“Victoria
non è la mia amante Margherita! …” le
dice mio suocero.
“Non
penserai che ci creda, dopo tutto quello che so sui vostri incontri
segreti a
Londra…” ribatte mia suocera con una certa
sicurezza.
“Ragazzi…
ascoltatemi, e anche tu Margherita, ascoltami. Non è come
credete. È una
scoperta che ho fatto da pochissimo tempo…. Ecco
vedete…” sta dicendo Roberto.
Io vado
vicino ad Armando e lo prendo per mano. Ho idea che mio suocero stia
per
sganciare una bomba.
“…. Victoria
è mia figlia!” conclude Roberto, guardandoci negli
occhi.
Camila è la
prima a reagire alla notizia. “Che cosa hai detto
papà?” chiede prima di cadere
mollemente sul mio divano.
“Lei è tua
figlia?” chiede Armando, indicandola con un dito.
“Roberto!
Che cosa ti sei inventato pur di giustificarti!?!” gli dice
Margherita.
A questo
punto, finalmente dopo essere stata per molto tempo in silenzio,
Victoria
prende parola.
“Non vi sta
mentendo” dice “è la verità.
L’ho scoperto anche io da poco. Mia madre mi ha
sempre mentito riguardo il mio vero padre. Abbiamo fatto gli esami del
dna, due
volte. Mi dispiace, ma non ci sono dubbi. Roberto Mendoza è
mio padre!”
“Cosa ne
dite se vado a preparare un tè così ci calmiamo e
ne parliamo?” chiedo a tutti.
“Mi sembra
un’ottima idea” mi dice Armando. “Io
vengo ad aiutarti!”seguendomi in cucina.
“Io chiamo
Alberto e gli dico di raggiungerci!” dice Camila.
Giunti in
cucina vedo Armando chiudere la porta e appoggiarvisi contro.
“Stai bene?”
gli chiedo.
“Non lo so!”
mi risponde.
Mi metto a
preparare le tazze e accendo il bollitore.
“Non riesco
a credere che quella donna possa essere mia sorella! Mi sembra
così strano!” mi
dice Armando.
“Hai sentito
tuo padre, no? L’ha scoperto da poco pure lui!” gli
dico mentre taglio delle
fette di limone e le poggio in un piattino.
“Betty” mi
dice venendo a circondarmi con le sue braccia “stammi vicino
ti prego! Non so
cosa potrà succedere di là!”
“Non c’è
bisogno di chiederlo amore mio” gli rispondo.
“Aiutami a portare tutto in
salotto” gli chiedo, mentre stacco il bollitore e verso
l’acqua nella teiera.
Quando
torniamo nel salotto, Margherita non rivolge nemmeno lo sguardo al
marito.
Mentre Camila è seduta compita ma sembra scrutare sua
sorella. Che cosa
assurda! Sua sorella! Armando ha un’altra sorella! E se ha il
suo stesso
carattere? Aiuto!
Dopo aver consegnato
le tazze con il tè a tutti, cerco di scegliere la tensione
come posso. Immagino
che nemmeno per lei deve essere facile scoprire di avere due fratelli
così di
punto in bianco e mi sembra una brava persona.
Mi rivolgo
verso di lei e mi presento. “Io sono Betty, cioè
il mio vero nome è Beatriz, ma
quasi tutti mi chiamano Betty, puoi farlo anche tu se ti va. Sono la
moglie di
Armando e abbiamo
tre figli.”
“Tu, dirigi
l’Ecomoda giusto?” mi chiede lei abbastanza
timidamente.
“Si!” le
dico. “Questi due, che sembrano aver perso la parola sono
Camila e Armando!
Camila è la sorella maggiore ma di appena un anno. Ma
immagino che Roberto ti
abbia già raccontato tutto.”
“Si, quasi
tutto!” mi risponde. “So che questa situazione
è strana anche per voi” aggiunge.
“Perché non
ci spieghi come hai fatto ad avere questa figlia?” chiede
Margherita a Roberto.
Noto che
Camila e Armando continuano a guardare Victoria e a guardarsi tra di
loro.
“Io”
comincia mio suocero “Ho conosciuta la madre di Victoria
quando avevo quasi
diciannove anni. Mary aveva ventun’anni, era una studentessa
inglese ed era qui
in vacanza. È rimasta qui un mese e abbiamo avuto una breve
storia. Quando è
tornata a Londra non ho saputo più niente di lei, non potevo
di certo
immaginare che avesse avuto una figlia!”
“Mia madre, al
ritorno di quella vacanza si sarebbe dovuta sposare con mio padre e
così fu.
Mio padre non ha mai dubitato che io non fossi sua figlia. È
morto cinque anni
fa. Probabilmente non ne sapeva niente. L’anno scorso invece
mia madre si è
ammalata di leucemia e prima di morire mi ha confessato che non sapeva
chi
fosse il mio vero padre. Mio padre Victor, era un uomo più
grande di lei, di
dieci anni che avevano scelto per lei i suoi genitori, e a
quell’epoca era
difficile opporvicisi. Così sono venuta a sapere di Roberto.
Mia madre aveva
conservato una foto, il nome e l’indirizzo. L’ho
cercato tanto, poi ho letto
per caso su un giornale che un Roberto Mendoza, colombiano si era
trasferito a
Londra e allora mi sono fatta coraggio e l’ho
cercato!”
“Quindi tu
hai cinquanta due anni?” le chiede Camila. “E hai
altri fratelli?”
“Si, ho
cinquanta due anni. Sono nata il ventitre aprile del
millenovecentosessantatre
a Londra. E si ho una sorella che è nata vent’anni
dopo di me. Si chiama Virginia.”
“E sei
sposata? hai figli?” chiede Armando.
“Ho due
figli. Una femmina e un maschio. Mi sono sposata molto giovane e
attualmente
sono divorziata. La mia figlia maggiore si chiama Elise e ha
trent’anni, mentre
il mio secondogenito si chiama Benjamin, anche se tutti noi lo
chiamiamo Ben e
ha vent’anni.”
“Bene!” ci
dice Margherita “A quanto pare la mia presenza qui non
è richiesta, visto che
avete fatto già amicizia!”
Si alza e si
dirige verso l’ascensore.
“Aspetta Margherita”
le dice Roberto “non andare via!”
Proprio in
quel momento si aprono le porte dell’ascensore ed entra Gina
con i nostri
figli. Non riesco a pensare a come si possa sentire mia suocera nello
scoprire
che Roberto abbia un’altra figlia! Io non so come avrei
reagito al suo posto e
spero di non scoprire mai una cosa del genere!
“Nonno,
nonna!” urla mio figlio Roberto andandogli incontro!
“Che bella sorpresa!!!”
Cami bacia i
nonni e vedo che anche Aurora sorride ai miei suoceri. Dopo un attimo
dall’ascensore entra Alberto. Ecco, adesso ci siamo proprio
tutti. Camila si
dirige verso di lui e lo abbraccia sconvolta.
Mio figlio
Roberto che non si vergogna proprio di niente, si è diretto
verso l’unica
persona che non conosce e si
presenta da
solo.
“Ciao, io
sono Roberto Mendoza e ho otto anni. Lei è mia sorella
Camila e ha quasi
tredici anni e lei è mia sorella Aurora e ha un
anno” dice rivolto a Victoria
indicando con il dito le sue sorelle.
Roberto è
proprio un rubacuori nato, non c’è che fare. Lo
guardo e penso che questo mio
figlio mi darà un sacco di preoccupazioni soprattutto con le
ragazze. Come suo
padre.
“Io…” dice
impacciata Victoria “ mi chiamo Victoria e sono di Londra,
sono…. un’amica di
tuo nonno. Piacere di conoscerti!”
“Londra? Ma
lo sai che io ci sono stato? C’erano anche nonno Hermes e
nonna Giulia con noi.
Mi sono divertito tantissimo!”
“Roberto vai
con Gina” gli dice Armando. “Per favore Gina,
faccia fare merenda ai ragazzi”
dice rivolto alla nostra tata.
“Nonno,
nonno” dice mio figlio prima di andare via “Puoi
convincere mamma e papà a
comprarmi un cavallo?” gli chiede.
“Farà del
mio meglio!” gli promette
mio suocero.
Sorrido,
alla richiesta di mio figlio, mentre l’aria sembra essersi di
nuovo
appesantita.
“Complimenti”
dice Victoria rivolta a me e ad Armando “avete dei figli
molto simpatici!”
“Grazie” le
dico io.
“Non intendo
stare un minuto di più in questa casa” dice
Margherita. “Me
ne torno a casa mia. Voglio stare sola.
Tu, Roberto” dice indicando il marito “mi fai il
favore di non venirci, non
voglio ascoltare altro. E tu” dice indicando Camila
“prendi i tuoi figli e
passi la notte a casa di tuo marito. Voglio stare sola, intesi? Non vi
voglio
tra i piedi!” ci dice e va via.
Quando le
porte dell’ascensore si chiudono, vedo che Armando, lo chiama
e fa per seguire
la madre. “Scusatemi” ci dice “ma non mi
sento di lasciarla sola!” e si infila
nell’ascensore.
“Mi
dispiace!” dice Victoria. “Non volevo rovinare la
vostra famiglia. Forse non
avrei dovuto dire niente.”
“No
Victoria!” le dice Roberto. “Non è
affatto colpa tua! Io sarei potuto morire
senza sapere di avere un’altra figlia! Conosco mia moglie da
cinquant’anni. E
sono sposato con lei da quarantanove anni… adesso reagisce
così…. Ma vedrai che
le passerà. Margherita può sembrare dura, ma non
lo è affatto!”
***
Sono
pronta
per andare a dormire e vado in cerca di Armando. Probabilmente si
starà
versando un whisky, per metabolizzare la giornata folle di oggi e la
notizia di
avere un’altra sorella!
Non è in
soggiorno…. Lo cerco per la casa e lo trovo in camera di
Roberto, seduto sul
bordo del letto mentre lo guarda dormire.
“Cosa ci fai
qui?” gli chiedo sottovoce.
Lui si alza
dal letto e mi viene vicino. Insieme usciamo dalla camera del nostro
bambino
che dorme beato.
“Lo guardavo
dormire e pensavo a quello che è successo oggi. Al fatto di
avere un’altra
sorella voglio dire” mi dice e mi prende per mano.
È davvero turbato. Prima è
andato da sua madre, ma da quello che mi ha detto non hanno parlato
molto.
“Sei
sconvolto per quello che ti ha detto tua madre?” gli chiedo.
“Non ha
detto che la verità. In fondo anche io lo penso!”
“Immagino
che sentirsi dire dalla propria madre che era preparata
all’eventualità che
potesse spuntare qualche tuo figlio e non di tuo padre, non
è proprio bello.”
“Non mi
stupisco Betty. Sai perché? È shockata dalla
notizia che ci ha dato mio padre.
Hanno passato insieme tutta la vita ed adesso arriva questa donna che
ha un
legame con lui, molto peggio di un’amante. Quanto a me, mia
madre dice solo la
verità!”
“Sei molto
gentile a leggerla così. Io
non sarei
tanto tranquilla se mia madre pensasse che sia normale o probabile che
abbia
altri figli in giro!” gli dico.
“Se ci pensi
Betty, è molto probabile che io possa avere dei figli di cui
non conosco
l’esistenza, e sarebbe stato più normale se fosse
successa a me una cosa del
genere!” mi dice.
“Allora
meglio non pensare a quanti potrebbe averne Calderon!” provo
ad alleggerire la
tensione.
Lui mi
prende prima per mano e poi mi abbraccia. “Mi sento uno
stupido. Mi sono
comportato davvero come un pazzo, con leggerezza, senza pensare a
quelle che
potevano essere le conseguenze.”
“Mi stai
davvero dicendo che pensi di avere qualche altro figlio in qualche
parte del
mondo?” gli chiedo.
“Non posso
escluderlo!”
“E cosa vuoi
fare? Chiamare tutte le tue ex e chiedere loro se per caso hanno avuto
un
figlio di cui tu ignori l’esistenza?”
“No Betty.
Stavo solo pensando a questa eventualità. E riflettevo sulla
mia leggerezza.”
“E se
dovessi scoprire di avere un altro figlio che faresti?” gli
chiedo.
“Prima di
tutto rimpiangerei che non sia tuo figlio!” mi dice.
“Non penso di avere figli
sparsi per il mondo. Non ne ho l’assoluta certezza ma non
intendo preoccuparmi
di una cosa che potrebbe non essere mai nemmeno accaduta” mi
dice.
“Non so come
fai a vederla così!” gli dico.
“Non
preoccupartene. L’unica certezza che ho, se dovessi avere un
altro figlio è che
non è nato dall’amore vero, ma fortuitamente, e
che non ho amato sua madre
quanto amo te e i nostri figli. Che sono la cosa più
preziosa che abbiamo fatto
insieme.”
Lo guardo
negli occhi. È molto sereno, ma anche teso. Lo sento dal
modo in cui mi
stringe.
“Cosa ti
angoscia allora?” gli chiedo. “Victoria?”
“No, mi
sembra una donna perbene. Sono preoccupato per mio padre. Non avrei mai
pensato
di vivere questa situazione da figlio. Secondo me, non si
perdonerà mai per il
suo comportamento! Sai quanto sia irreprensibile!” mi dice.
“Ma non
sapeva di avere avuto un’altra figlia. Se lo avesse saputo,
tutta la sua vita
sarebbe stata diversa! Forse tu non saresti nato e non saresti qui
adesso con
me e non avremmo tre splendidi figli!” gli dico.
“Cosa vuoi
dire Betty?” mi chiede.
“Dico solo
che tutti noi, rispetto al nostro passato dobbiamo accettare che le
cose che
siano andate così. Perché questi avvenimenti ci
portano ad essere qui e ora
quello che siamo. Non possiamo cambiare il passato. Possiamo solo
provare a
superarlo, stasera l’ho capito più che
mai!” gli dico.
“Mostro, so
bene quanto ti costa dire queste parole…” mi dice.
“Cosa vuoi fare con
l’intervista? Non ho dimenticato il motivo per cui sei venuta
in ufficio
oggi…!”
“Non so se
voglio farla per davvero… non so se sono pronta ad
affrontare tutto di nuovo e
soprattutto in pubblico!”
“Secondo me,
hai bisogno di metabolizzare quello che è successo con
Miguel una volta e per
sempre… insomma, vorrei tanto che tu potessi guardarti
indietro con serenità.”
“Questo non
avverrà mai temo. Questa storia fa parte di me e non
riuscirò mai a dimenticare
quello che ho provato.”
“Mi dispiace
sentirti dire così!” mi dice. “Non
dovresti tormentarti tanto. Penso che se
questa storia è saltata fuori, a parte Karina Larsonn, sia
perché devi proprio
superarla!”
“Non voglio
più litigare con te per cose del passato, ma non riesco a
pensare a questa
storia né con distacco né con
serenità. Per certi versi l’ho superata, per
altri … non so se lo potrò mai fare!”
gli dico.
“E invece
devi! Anzi dovresti incontrare Miguel e dargli uno schiaffo per tutto
quello
che ti ha fatto e poi andare via! Se mai ce l’avrò
di davanti, io non mi
limiterò a quello!” mi dice.
“Armando!!
Cosa dici?” gli chiedo. “Comunque il problema non
è solo Miguel. Lo è anche il
fatto che io a volte, nonostante tutto, nella mia testa sento ancora i
commenti
dei ragazzi per il mio aspetto fisico, come mi prendevano, anzi
prendevano in
giro me e Nicolas… è una cosa che mi ha comunque
segnato la vita e il mio modo
di essere!”
“Ma puoi
superarlo!” mi dice lui. “Anzi devi! Fino a quando
non lo farai, non sarai mai
pienamente te stessa, la donna che vuoi essere. Non puoi continuare a
fuggire.
Non so se fare questa intervista risolva tutto, comunque devi superare
questo
scoglio, in qualsiasi modo tu voglia!”
Non sono
davvero convinta di volerlo fare.
“E a te non
da fastidio tutto questo clamore mediatico?In fondo anche tu sei in
mezzo a
questa storia!”gli dico.
“Non mi
ricordare che sono stato io a causare tutto questo casino, anche se
inconsapevolmente. Io ti amo, per me conta solo la tua
felicità. Sei la cosa
migliore che mi sia capitata nella vita. Qualsiasi cosa tu decida per
me va
bene. Io vorrei solo che tu superassi le tue debolezze
perché so che sei
inflessibile con te stessa il più delle volte e che quando
non ti basta quello
che ti do io, quello che abbiamo, combini della sciocchezze, tipo
… baciare
Daniele!” mi dice mio marito.
“Stiamo
ancora parlando di questo?” gli chiedo
leggermente infastidita.
“Nemmeno io
voglio continuare a litigare su cose del passato, ma devi ammettere
che, anche
se io ho ammesso le mie colpe al riguardo, il tuo disagio nel non
sentirti
apprezzata come donna, deriva dal fatto che ti sei sempre sentita
denigrare per
il tuo aspetto fisico e sembri incapace di rompere questo circolo
vizioso,
anche se adesso sei splendida!”
“Da quando
sei diventato così esperto nel capirmi?” gli
chiedo sorridendo.
“Devo
ammettere che ho fatto molto esercizio di recente. Imponendomi di stare
calmo e
di mantenere il controllo, ogni volta che sei stata fredda con me.
Betty, io so
che quello che ti ho fatto io non merita perdono e so già
che mi hai perdonato
tantissimo tempo fa e so che non
sarò
mai davvero a posto con me stesso per aver potuto fare quello che ho
fatto, ma
provo ogni giorno a dimostrarti che sono anche altro, ad essere
migliore per
te. A capirti di più…” mi dice.
Chissà
perché, dopo che abbiamo vissuto per più di dieci
anni in serenità dobbiamo
trattare ancora questi argomenti. Evidentemente non li avevamo
veramente
affrontati. Abbiamo solo nascosto la polvere sotto il tappeto.
“Ecco, io
non voglio che tu continui a tormentarti con questo” gli
dico. “Facciamo così.
Io accetto di fare l’intervista e tu smetti di tormentarti
con queste
idee. Tu mi hai
fatto sicuramente più
male di tutti, anche perché io non ho provato mai per
nessuno l’amore che provo
per te, né ho mai amato qualcuno, tantomeno Miguel, con la
stessa intensità con
cui amo te, quindi… per l’ultima volta, andiamo
avanti… basta parlare di questa
storia. Mi hai dimostrato in tutti i modi possibili di aver capito di
aver sbagliato
e io ti ho davvero perdonato. E’
definitivamente arrivato il momento di pensare ad altro. Come ho detto
una
volta a tuo padre, evidentemente tutto quello che è successo
tra di noi, doveva
succedere per permetterci poi di avere la nostra meravigliosa
famiglia!” gli
dico abbracciandolo.
“Sei davvero
un tesoro Betty!” mi dice. “Spero
tanto
che anche mio padre abbia la capacità di vederla
così, rispetto a Victoria! Hai
ragione tu, se avesse saputo della sua esistenza subito, probabilmente
io non
sarei mai nato, nessuno può saperlo… le cose sono
andate così!”
“A me
preoccupa Camila” gli dico. “Non sta attraversando
un periodo facile… si
scontra molto spesso con vostra madre e questa è davvero
l’ultima tegola sulla
sua testa!”
“Domani vado
a parlarle. Sicuramente Alberto le starà vicino. Spero tanto
che possano fare
pace!” mi dice. Ci
prendiamo per mano e
andiamo nella nostra camera.
“Spero che
domani sia una giornata migliore di oggi, anche se fino al primo
pomeriggio è
stata una giornata fantastica!” mi dice mio marito mettendosi
a letto e
sorridendo.
“Credo
mostro, che le giornate che ci aspettano saranno piene di nubi
all’orizzonte!”
gli dico coricandomi a mia volta e abbracciandolo. Non per smorzare il
suo
entusiasmo, e nemmeno per quanto riguarda noi due, ma se conosco un
po’ mia
suocera, sono certa che non sarà facile per lei accettare il
nuovo arrivo
penso. Saranno giorni difficili.
“A
me basta essere con te. L’importante e che tu e io
siamo insieme, il resto è tutto superabile” mi
dice lui. In fondo questo è
quello che ho sempre voluto.
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Capitolo 26 *** Alberto ***
La
rivelazione di ieri ha completamente spiazzato Camila e devo ammettere
che
anche io sono piuttosto perplesso. Non mi sarei mai aspettato che
Roberto
avesse una figlia di cui non conosceva l’esistenza! Roberto,
mio suocero, a
differenza di Margherita, si è certamente infastidito quando
io ho sposato
Camila, ma non mi ha mai per davvero osteggiato. All’inizio
mi guardava con un
certo sospetto. Ed è vero che nei primi anni di matrimonio,
quando i nostri
rapporti erano davvero al minimo, non amava frequentarmi, ma dopo,
quando le
cose sono migliorate, mi ha fatto sentire parte della famiglia.
Ora si
ritrova in un guaio. Non saprei proprio immaginare cosa farà
adesso Margherita.
Sicuramente di tutto per non infangare il nome dei Mendoza. Che poi a
ben
pensarci, come diceva sempre Camila anni fa, chi sono questi Mendoza??
È vero
che col tempo sono diventati degli industriali, che sono spudoratamente
ricchi,
ma comunque all’inizio della loro avventura, erano gente
comune! Ammassare una
grande quantità di denaro, può forse renderli
diversi da tutti gli altri?
Certo che
si! Il denaro ti fa entrare nei circuiti giusti, ti permette di fare
parte
della società che conta e soprattutto di contare qualcosa
… ma questo da la
felicità? Margherita è felice?
“Alberto” mi
dice Camila “smetti di rimuginare su questa storia! Mi sembra
che tu ne sia
rimasto più colpito di me!”
“In effetti
è vero” le rispondo mentre bevo il
caffè. “Mi colpisce la reazione di tua
madre! È così preoccupata di non infangare il
vostro nome! Dovrebbe un attimo
rilassarsi!”
“Questo sarà
quasi impossibile!”
“In fin dei
conti tuo padre non l’ha neanche tradita! Voglio dire,
Victoria è nata prima
che loro si conoscessero… tua madre che diritto ha di
sentirsi tradita da
questo?”
“Non sei
proprio un fan di mia madre vero?” mi chiede Camila.
“Non è che
io non sia un suo fan, ma è sempre troppo fissata con il
controllo!! Cosa le
toglie l’esistenza di Victoria? L’avrei capita di
più se Victoria fosse figlia
di un tradimento di tuo padre nei suoi confronti, ma io sono certa che
tuo
padre abbia sempre avuto un comportamento irreprensibile nei suoi
riguardi.”
“Io credo
che mia madre si sia sentita derubata dell’idea di essere lei
e solo lei la
donna al centro della vita di mio padre. La madre dei suoi figli, la
donna che
lo ha aiutato nell’avventura dell’Ecomoda e che gli
è rimasta a fianco in tutti
questi anni!”
“Ok, va
bene, ma ha vissuto tutte queste cose lo stesso! Tuo padre non ha avuto
la
possibilità di scegliere, perché
l’altra donna non gli ha mai detto di essere
incinta. Quindi ora cosa fa tua madre, si confronta con un
fantasma?” le chiedo
sarcastico.
“Alberto,
capisco che tu non sia il fan numero uno di mia madre, ma non ti sembra
di
esagerare?” gli chiedo.
“Hai
ragione, tua madre… ce ne ha fatte passare di tutti i
colori, ma questa volta
sono davvero convinto di quello che dico. Si sta arrabbiando per una
cosa che
non ha alcun senso. Credo invece che la cosa migliore che possa fare
è parlare
con tuo padre. Credo che proprio perchè è una
situazione assurda, adesso lui abbia
più bisogno che mai di confrontarsi con la sua compagna di
vita.”
“Perché non
vai a dirglielo?”
“Certo, come
no! Nemmeno io sono la sua persona preferita ricordi?” le
dico.
“Devo
parlare con mio fratello!” mi dice. “Oggi lo invito
a pranzo!”
Lo squillo
del mio cellulare mi distrae dalla nostra conversazione.
“Pronto?”
rispondo.
“Ciao
Alberto! Sono Abi!” mi dicono dall’altra parte.
“Abi!”
esclamo io felice. Vedo Camila voltarsi di scatto verso di me. Mi
raggiunge e
mi si para di davanti.
Dopo una
conversazione di cinque minuti, chiudo il telefono e guardo mia moglie
in
volto. Sta aspettando che dica qualcosa!
“Era Abi!”
inizio io.
“Questo l’ho
sentito pure io!”
“Viene a
Bogotà!” le dico, sperando che lei non esploda o
che un vortice si apra sotto
la mia sedia a causa della sua furia e mi inghiotta!
“Bene” mi
dice. Sento la sua irrequietezza. Lei si è convinta che tra
me e Abi ci sia
qualcosa e non riesco in nessun modo a convincerla del contrario.
“Alberto”
inizia “come mai non mi hai mai parlato
dell’esistenza di Abi?” mi chiede. “Che
poi Abi, che nome è?” aggiunge.
“Camila tu
hai sempre saputo che avevo degli avvocati. Non è che mi hai
mai chiesto come
si chiamassero! D’altronde io mica conosco i nomi degli
avvocati svizzeri dell’Ecomoda
no?”
“Alberto,
non fare finta di niente! Tra te e questa donna
c’è qualcosa… io non chiamo i
miei avvocati con il loro nome abbreviato!!” mi dice
piuttosto contrariata.
“Vorrei che
tu accettassi il fatto che tra me e lei non ci sia niente.
Non c’è mai stato
niente! Ha solo curato i miei affari. E adesso viene per
affari. Per i miei
affari. Per alcuni investimenti che ho fatto in Svizzera e che si sono
rivelati
molto proficui.”
“E dove
starà?” mi chiede.
“Dove deve
stare? In albergo no? Camila, cosa ti prende? Credi che venga a stare
qui da
me? Non c’è niente tra di noi. Sei tu che hai
frainteso, o hai voluto
fraintendere tutto. Hai capito?”
“Voglio solo
assicurarmi che non sia un problema per te che noi stiamo qui. Non so
quando
mia madre ci farà rientrare in casa!”
Ieri sera
Margherita è stata piuttosto categorica sul fatto che voleva
restare sola e ha
pregato Camila e i ragazzi di lasciare la villa. È stato
naturale per me
ospitarli a casa mia. Non sappiamo per quanto tempo Margherita voglia
restare
sola. Se sia una cosa momentanea o se sarà una cosa lunga.
Conoscendola,
immagino che la questione andrà per le lunghe!
“Camila stai
dicendo un sacco di stupidaggini! Va bene che le cose non sono chiare
tra di
noi, ma tu sei ancora mia moglie e sei la madre dei miei figli, e
Isabel e Juan
sono anche i miei figli! Pensi che vi lascerei andare da qualche altra
parte?”
le dico.
“Ma tu mi
avevi detto che non saresti voluto tornare con me se io non avessi
avuto le
idee chiare su di noi e che dovevo trovare la mia strada. Adesso invece
praticamente sei costretto a convivere con me e i ragazzi…
forse non intendevi
proprio questo… insomma magari
per te va
bene stare con i ragazzi, ma io farei meglio a cercarmi
un’altra sistemazione!”
mi dice.
Mi sto
innervosendo e non la capisco.
“Per me non
c’è problema. Se tu vuoi credere che io non voglia
stare con te va bene, ma non
è così. Quando ti ho detto che volevo che
cercassi la tua strada ti ho detto
che ti avrei aspettata. Forse sei tu che non vuoi stare qui con me!
Capisco che
la casa è quella che è. Che le camere non siano
abbastanza. Se tu non vuoi
dormire con me, mi trasferisco sul divano. Non c’è
problema. Per me, potete
restare qui tutto il tempo che volete. Non ho cambiato idea. Voi siete
la mia
famiglia. La mia casa sarà sempre aperta per voi.”
“E io?” mi
chiede.
“Tu che?”
“Io cosa
sono per te? Sono la tua famiglia?”
“Certo! Io
non riesco a smettere di amarti così, dall’oggi al
domani. Avrei tanto voluto
farlo in questi ultimi mesi, ma non ci sono riuscito!” le
dico.
Lei mi
abbraccia e mi dice “Non voglio che tu ci riesca!...
Perdonami. Dico un sacco
di sciocchezze. Sono molto nervosa in questi giorni! E dopo una
sorella, arriva
Abi! Non ho mai un attimo di pace.”
La bacio sul
capo. “Camila sei proprio una Mendoza. Sei davvero una
testona. Come tuo
fratello. Non c’è niente tra me e Abi. Non so
più come dirtelo!”
“Quando
arriva?” mi chiede.
“Domani sera
ci vediamo a cena!” le dico.
“Ah sì??”
chiede “E dove?”
“Al Le Noir
ovviamente!”
“Bene!
Allora domani esco a cena con i ragazzi!”
“Che cosa?”
le chiedo. “No Cami. Tu vieni con me! Devo presentarti
Abi!”
***
Oggi
ho
avuto una stressantissima giornata di lavoro. Da quando questa mattina
ho
discusso con Camila su Abi, sul fatto che lei restasse o meno in questa
casa,
sento dentro un’agitazione che so spiegarmi soltanto in
parte. E’ come se
vivere insieme sia difficile per me e per Camila, anche se lo abbiamo
fatto per
sedici anni. A
volte vorrei chiudere gli
occhi e tornare a quando andava tutto bene tra di noi! Sento che Camila
sta
facendo un po’ di rumore e vado a vedere cosa stia
combinando.
La vedo
arrivare nella mia, o nostra non saprei, stanza da letto con alcune
cose in
mano.
“Scusa
Camila, cosa sono queste cose?” le chiedo.
“Questo è un
cavalletto e questa è una tela bianca, come potrai
notare!” mi dice.
“E perché li
stai mettendo qui?”
“Perché…. Devo
pur dipingere da qualche parte no? In salotto non posso lascarli,
perché Juan è
ancora piccolo e potrebbe danneggiare tutto. E anche Dodo o Isabel
potrebbero
farlo!”
“E quindi la
soluzione è metterli in camera da letto?” le
chiedo piuttosto perplesso.
“Ti
dispiace?” mi chiede. “Ma in fondo questa camera
è piuttosto spaziosa. Non ti
darò fastidio lo prometto, né
macchierò i vestiti!”
La guardo
sconvolto. Non posso credere che stia dicendo sul serio.
“E poi”
aggiunge “voglio fare un ritratto a te. Voglio che il mio
primo nuovo quadro
sia un tuo ritratto!”
“Che cosa?”
le dico. “Sei completamente fuori di testa!”
“Alberto… ti
ricordo che stamattina hai detto di amarmi. Vedrai che non
sarà una cosa dell’altro
mondo posare per me! Quando diventerò famosa, il tuo
ritratto varrà un sacco di
soldi!”
“Quando
diventerai famosa” ripeto come un idiota! “Quindi
ora vuoi fare la pittrice! E
il tuo lavoro all’Ecomoda?” le chiedo.
“Lo so che
tutto questo ti confonde. Per ora voglio solo dipingere. Dipingere mi
fa
sentire bene, mi scarica. È ovvio che non lascerò
il lavoro all’Ecomoda. Questo
sarà il mio hobby. Almeno per il momento sarà il
mio hobby!” mi dice. “Voglio
ritrarre te perché sei tu che mi hai spinto a ritrovare le
mie passioni, ma sta
tranquillo. Il tuo ritratto non lo venderò mai e poi mai.
Anzi non credo che
uscirà mai dalla nostra casa!”
“Ah si?” le
chiedo. “E perché?”
“Come perché?
Tu credi che io possa accettare che un’altra donna abbia un
tuo ritratto in
casa? Non scherziamo caro. Tu sei proprio fuori dal mercato. In tutti i
sensi.”
"E hai deciso dove devo dormire?" le chiedo.
"Con me ovviamente! Mica penserai che ti faccia stare sul serio sul
divano! Dormiremo insieme, che te ne pare?"
Non so se
essere divertito o se urlare. Sono definitivamente sposato con
un’altra
persona. Mia moglie è uguale a prima e allo stesso tempo
diversa. Chissà cosa
mi aspetta in futuro, ma sono davvero ansioso di scoprirlo.
***
Un
leggero
fruscio desta il mio sonno.
Apro gli
occhi e vedo Camila che dipinge. Ma che ore sono? Guardo
l’orologio. Sono
appena le sei.
“Camila” la
chiamo. “Cosa stai facendo?”
“Stai fermo!”
mi dice “Non ti muovere!”
“Che cosa?”
“Sono stata
colta dall’ispirazione guardandoti dormire!”
“Eh?” le
chiedo. “Perché non torni a dormire?”
“No. Ora
sono ispirata!” mi dice. “Devo farti un ritratto o
no?”
“E vuoi fare
un ritratto di me che dormo?”
“Non
proprio!”
“Qualunque
cosa tu abbia in mente, torna a dormire dai!” le dico. Mi
alzo e vado a
baciarla sul collo. “Anche io sono stato colto da
un’improvvisa ispirazione!”
Lei si volta
verso di me. “Alberto, tu non mi prendi sul serio e questa
cosa non mi piace.
Devo dipingere. Voglio farti un ritratto!”
“Io ti
prendo sul serio. Certo che si. Lo so che la tua vera passione
è l’arte. E ti
prometto che poserò per te, ma adesso no!” le dico
abbracciandola.
“No, torna
tu a dormire. Io devo dipingere. Dai Alberto!”
“E va bene!”
cedo e ritorno a letto mentre lei pasticcia con matite e pennelli. Devo
ancora
capire la portata di questo nuovo sconvolgimento nella mia vita. Credo
anche
che lei sia sotto shock per la notizia della sorella e che questo sia
un modo
per sfogarsi… ma ci aspettano giorni difficili!
***
Siamo
a Le
Noir e stiamo aspettando Abigail. Camila è molto nervosa e
io non riesco a
capire cosa le passi per la testa. Le ho detto che deve stare
tranquilla e
invece lei è in preda ad una totale agitazione.
Finalmente
Abigail arriva e dopo esserci salutati con un abbraccio mi tocca fare
le
presentazioni.
“Camila, lei
è l’avvocato Abigail Bennet” le dico.
“Abi, lei è mia moglie, Camila Mendoza!”
aggiungo.
“Piacere
Camila, possiamo darci del tu vero? Alberto mi ha parlato di
te!” le dice Abi.
Vedo Camila
guardarmi di traverso, ma io le rispondo alzando le spalle.
“Ci
accomodiamo?” chiedo spostando le sedie di entrambe.
“Certo!
Accomodiamoci” dice Camila sedendosi. “E si
Abigail, puoi tranquillamente darmi
del tu! Da quanto tempo lavori con Alberto?” le chiede.
“Da cinque
anni più o meno!” le risponde.
Camila si
versa un bicchiere d’acqua e lo beve tutto d’un
sorso.
“Si” dico
rivolto a Camila “lei lavora nello studio del vecchio Lomas
da cinque anni e da
quando è arrivata si è occupata della mia
società. Naturalmente anche con altri
avvocati.”
“Infatti a
questo proposito” interviene lei “ volevo dirti che
i tuoi ex soci non hanno
preso bene il fatto che continuiamo a lavorare per te e anche per la CAM2,
ma Henry è stato chiaro nel dire che tu adesso sei un
cliente della Lomas e
associati, indipendente dalla loro società. Loro temono che
tu possa fargli
concorrenza e ritengono che qualora questo avvenisse, lo studio deve
decidere
da che parte stare.”
“Capisco!”
le dico. “Non gli è bastato praticamente cacciarmi
dalla mia stessa società,
vogliono proprio eliminarmi dal mercato! A quanto pare sono davvero
fuori dal
mercato!” dico rivolto a mia moglie.
È perplessa.
“Mi dispiace
Alberto” mi dice prendendomi la mano. “Tornare qui
è stata la decisione
sbagliata per te!”
“Comunque”
si inserisce Abigail “Henry Lomas ha detto ai tuoi ex soci
che non possono
permettersi di stabilire chi può essere cliente del suo
studio e chi no!”
Il suono del
telefono di Abi interrompe la nostra discussione.
“Scusatemi” ci dice “devo
proprio rispondere!”
Camila si
rivolge a me e mi dice “Alberto… tu lavori con
quella donna da cinque anni e
non mi hai detto niente? E perché non c’era mai
nelle occasioni mondane?”
“Perché lei
è della sede di Londra, non di Ginevra! Camila, non
è solo lei il mio avvocato.
Lei si sta occupando di me perché è specializzata
in transazioni commerciali e
finanza. Inoltre Lomas mi ha suggerito un’agenzia di
investimenti con cui lei
collabora personalmente e ho fatto degli investimenti anche
lì! Insomma si
tratta di lavoro e solo di lavoro!” le dico.
“Tu mi stai
dicendo che tra te e questa donna bellissima non
c’è niente di personale?”
“Camila abbiamo un rapporto amichevole e collaboriamo, ma
niente di più!”
“Alberto, ma
l’hai guardata? Hai visto quanto è
bella?” mi chiede.
“E’ bella? Non
me ne sono accorto!”
Per tutta
risposta Camila mi da un pizzico. “E va bene” cedo.
“E’ molto bella, ma questo
non vuol dire che ci debba essere qualcosa tra di noi! E anche tu sei
molto bella e pazza e sei mia moglie.”
Proprio in
quel momento Abi torna al tavolo.
“Scusatemi,
non ho mai un attimo di pace!!”
“Tranquilla”
le dice Camila “Ti capisco, anche io faccio un lavoro molto
stressante!”
“Abi, cosa
ne dici se risolviamo le questioni finanziarie prima di
cena?” le propongo.
“Certo,
Alberto. Con piacere!” Esce un malloppo di carte.
“Dal tuo ultimo investimento
fatto a Londra, in questi ultimi sei mesi hai guadagnato sei milioni di
dollari. Poi mi dicevi che hai fatto altri investimenti qui in Colombia
e negli
Usa…”
“Si!” le
dico. “Ma ancora non ho recuperato tutto il denaro
investito.” Mi rivolgo a
Camila. “Parlo dell’investimento fatto con tuo
fratello. Comunque Abi, grazie
di essere venuta a portarmi tutti questi documenti da Londra! Ora
ascolta” dico
rivolto a lei “e anche tu Camila” dico rivolgendomi
a mia moglie “Abi, vorrei
che con i sei milioni di dollari facessi un fondo fiduciario in favore
di mia
moglie e dei miei figli!”
“Cosa?” si
agita Camila.
“Non ti
agitare tesoro” le dico. “Vorrei mettere quel
denaro a tua disposizione per l’istruzione
dei ragazzi. Voglio proprio metterlo da parte. Sto facendo vari
investimenti e
non voglio in alcun modo danneggiare il futuro dei ragazzi.”
“Per me non
c’è problema” dice Abi.
“Preparerò tutto e ti farò avere i
documenti!”
“Non credi
che avresti dovuto parlarne prima con me?” chiede Camila.
“Non c’è
nulla di cui discutere. Abi, includi me, lei e i nostri figli e vincola
i fondi
agli studi universitari e all’apertura di qualche eventuale
attività futura dei
miei figli.”
“E non credi
che sei milioni di dollari siano un po’ troppi?” mi
chiede mia moglie.
“Dai tesoro…
sai bene che l’istruzione costa!”
“Ma non così
tanto e anch’io potrei
voler
sostenere le spese per l’istruzione dei nostri
figli!” mi dice.
“Va bene.
Allora mettiamo la clausola che aggiungeremo la cifra che vuole Camila,
dal suo
patrimonio personale!”
“E in caso di
divorzio?” chiede Abi.
“Il fondo
avrà sempre valore perché i beneficiari sono i
ragazzi!” le dico.
“Ok. Per me
non c’è problema. Preparerò il tutto e
ve lo farò avere.”
Vedo che
Camila si è un po’ rabbuiata. “Camila,
non prendertela. Non è niente contro di
te. È che sto facendo vari investimenti con i soldi che ho
ottenuto dall’uscita
della società e voglio mettere il futuro dei ragazzi al
sicuro!”
“Va bene
Alberto. Ne riparliamo dopo. Tanto hai già deciso e non
è che possa fare poi
molto per farti cambiare idea!”
“Non voglio
intromettermi tra di voi” dice Abigail “ma mi
sembra una buona idea quella di
Alberto, finanziariamente parlando è molto sicura!”
“Lo so” le
risponde Camila. “E’ che mi ha sorpreso ecco
tutto!”
“Capisco
anche te Camila. So bene come sono questi mariti, che decidono tutto
senza
nemmeno prenderti in considerazione, come se tu non potessi intervenire
in
alcun modo!” afferma Abigail.
“E tu sei
sposata?” le chiede Camila.
“Si, da
dieci anni e ho anche due figli e due tate fantastiche! Un cane e due
gatti!”
Camila si
volta verso di me. “E come mai non me l’avevi
detto?!” mi chiede tra i denti.
Io sorrido
senza farmi notare. “Camila te l’ho detto che non
avevi nulla da temere, ma la
tua passione per le storie fantasiose supera ogni limite! Tu vedi solo
quello
che vuoi vedere!” le sussurro.
“Ordiniamo?”
chiede Abi. “E così hai comprato questo
posto... mi piace... è molto .... intimo!"
Come sono sicuro del mio nome, sono certo che adesso Camila la
sottoporrà al terzo grado.
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Capitolo 27 *** Marcela ***
“Cosa
ci fai
qui?” chiedo all’uomo che mi sta aspettando seduto
alla reception.
Vedo che
Mariana ci guarda incuriosita.
“Ciao
Marcela!” mi dice lui. “Ti sembra questo il modo di
accogliere il tuo compagno
nonché padre di tuo figlio?” aggiunge.
“Il mio ex
compagno semmai, e quanto al fatto che tu sia il padre di Julian, mi
sembra
strano che lo ricordi dal momento che non ti fai sentire da circa nove
mesi, ti
pare?”
Del tutto
inaspettatamente, Vedo che Tony si avvicina e mi dice con dolcezza
quasi
nell’orecchio “Devo parlarti e vorrei che non
stessi sulla difensiva. Sono
venuto in pace.”
Il suo
atteggiamento mi imbestialisce ancora di più. Mi ha
distrutto la vita, mi ha
illusa che avremmo potuto formare una famiglia insieme, che mi avrebbe
amata
per sempre e invece mi ha tradita e abbandonata. Mi ha lasciata da sola
a
combattere e soprattutto ha lasciato Julian, né facendosi
vivo, né chiedendo
notizie di suo figlio.
“Se pensi di
intenerirmi, ti sbaglio di grosso” gli dico.
“Ho bisogno
di parlarti, seriamente, sono successe delle cose che… mi
hanno cambiato la
vita! Ti prego Marce. È importante che io parli con te! Ne
va della mia vita!”
Proprio
adesso no! Si apre l’ascensore e ne vedo uscire Corrado!
Dannazione! Non riesco
a dimenticare il nostro bacio, vorrà sapere chi sia Tony e
cosa ci faccia con
me. Io avrò troppo orgoglio, ma non gli
permetterò mai di prendermi in giro.
Con tutta la dignità di cui sono capace, mi rivolgo verso
Tony e gli dico:
“Va bene, andiamo
a casa. Sono certa che Julian sarà felice di
vederti” e lo prendo per il
braccio. In realtà lo detesto profondamente, ma non
darò mai la soddisfazione a
Corrado di fargli credere che mi interessi lui! Che sebbene non lo
confessi
nemmeno a me stessa quell’uomo mi piace.
Il
giorno dopo…
Sono
in
presidenza. Sto aspettando Betty. Ho bisogno di parlare con qualcuno.
Un’ecatombe si è abbattuta su di me. Sento la
porta aprirsi e poi sbattere con
forza. Una furiosa Betty mi aggredisce dicendomi “Meno male
che dovevamo essere
amiche! Insinuare ad Armando che io e Corrado avessimo una storia! Cosa
vuoi
fare? Riprenderti Armando? Non ci pensare neanche!”
O mio dio! È
vero. In un momento di stupidità ho mandato quel messaggio
ad Armando! Non so
nemmeno io perché l’ho fatto. Ma ieri era un altro
giorno.
“Betty…”
provo a giustificarmi.
“Marcela… se
sei venuta con l’intento di distruggere la mia famiglia puoi
anche tornartene
in California… quando accetterai il fatto che Armando mi
ama?” mi urla.
“L’ho già
accettato Betty, davvero” le rispondo. “Ti prego,
lo so ho sbagliato. Ma
ascoltami. Fammi spiegare!”
“Non c’è
nulla da spiegare, come hai potuto fare una cosa del
genere?”mi dice.
“E’ che ieri
vi ho sentiti parlare…”
“Insomma ci
hai spiati” mi interrompe lei.
“Si vi ho
spiati… la vostra discussione mi è sembrata un
po’ equivoca e in un momento di
stupidità ho mandato quel messaggio!”
“Marcela,
non che ti riguardi… stavamo parlando della festa di Paco!
Corrado vorrebbe
farla nella villa dei Mendoza e mi ha chiesto di intercedere con Camila
per
convincerla!” mi dice.
Mi sento
ancora peggio. Betty è davvero furiosa. Ma io… la
mia vita è distrutta. Decido
di shockarla. Così come Tony ha fatto con me ieri sera a
casa mia.
“Betty, sai
che ieri è venuto a cercarmi il padre di Julian? Tony, Tony
Martelli. E’ venuto
per dirmi che ha un aneurisma cerebrale e che deve essere operato.
Nell’operazione potrebbe rischiare la vita, perché
l’aneurisma è in un punto
molto delicato… e …”
Vedo che
Betty è rimasta davvero sconvolta. Non si aspettava che
dicessi questo.
“EH? … Forse
non ho ben capito!” mi dice interdetta.
“No Betty.
Hai capito benissimo. Scusami” le dico agitata.
“E’ che l’ho scoperto solo ieri
sera e … avevo bisogno di parlare con qualcuno…
insomma, Patrizia non è la
persona ideale… restate tu o Alberto che però
è incasinato con Camila, insomma
io…”
Penso che
Betty non mi abbia mai visto così sconvolta.
Si avvicina
a me e mi dice “Calmati Marcela. Calmati e raccontami tutto
dall’inizio.”
“Ti ricordi
che ieri è venuto a cercarmi Tony?” mi dice di si
con la testa. “E’ tornato
perché ha scoperto che ha questo
aneurisma…”
“Si questa
parte l’ho capita!” mi interrompe Betty.
“Ma come ha fatto con il viaggio?” mi
chiede.
“E’ venuto
in nave, perché non può prendere
l’aereo. È molto rischioso nelle sue
condizioni. Mi ha detto che sebbene non avesse alcun diritto di
struggermi la
vita, doveva venire anche solo per vedere per l’ultima volta
forse suo figlio.
Per dirmi che si pentiva di tutto quello che aveva fatto, per avermi
tradita e
abbandonata nonostante io lo amassi. È che
io…” inizio a piangere.
Betty,
mi si
avvicina e mi fa sedere sul sofà. “Respira,
Marcela, respira, non ti ho mai
vista in questo stato… sembra che stia per venirti un
attacco di nervi..”
“Si è così.
Stanotte non ho chiuso occhio!” le dico. “Non so
cosa devo fare…”
“E quando
deve operarsi?” mi chiede.
“Tra tre
settimane. Mi ha chiesto di andare con lui. Insomma, sa che ha
sbagliato con me
e che ha un figlio. Ha sbagliato molto anche con lui. Ma davanti alla
morte
Betty? Cosa devo fare? Betty, cosa faresti tu al mio posto?”
“Marcela…
non farmi questa domanda” mi dice.
“Lo so, tu
andresti con lui. Tu hai perdonato Armando, nonostante quello che ti
aveva
fatto e…”
“Anche tu lo hai perdonato numerose volte. Anche quando hai
scoperto della
nostra relazione…”
“Non è la
stessa cosa. Io non ho mai provato per Tony quello che provavo per
Armando. Con
lui stavo bene, mi faceva stare bene e davvero l’ho amato. Ma
non nella stessa
maniera…”
“Significa
che non eri ossessionata da lui e non ne eri pazzamente
gelosa?” mi chiede
provando a sdrammatizzare.
“Significa
che… non so bene cosa provo per lui. Ma lui potrebbe morire
ed è il padre di
mio figlio. Io devo stargli a fianco. Non posso
abbandonarlo.”
“Ma lui ti
ha abbandonata. Quando credevi che Julian avesse la meningite, lui non
era con
te. Io non so se potrei perdonare una mancanza di Armando rispetto ai
nostri
figli. O che lui li abbandoni per così tanto
tempo.”
“Lo so. Sono
d’accordo con te. Ma Tony potrebbe morire. Significherebbe
che mio figlio non
avrebbe più un padre. E nei primi mesi di vita di Julian,
prima del tradimento
era davvero un padre esemplare…”
“Ma
nonostante tutto questo, tu non lo ami più, vero?”
“I miei
sentimenti non hanno molta importanza adesso!”
Bussano alla
porta. Senza attendere risposta le porta si apre e ne entra Corrado.
“Nessuno le
ha insegnato a bussare?” gli chiedo con aria aggressiva.
“Non sapevo
che ci fosse lei dentro con Betty!” risponde lui.
“Di solito Betty non si
formalizza come fa lei Dottoressa Valencia!”
“Lei è un
cafone maleducato! Se ci fosse Armando qui, non le permetterebbe
l’ingresso
nell’ufficio di sua moglie, nemmeno se facesse domanda in
carta bollata e la
presentasse tre mesi prima!”
“Allora meno
male che non c’è!” mi risponde lui.
“Tutti e
due, basta!” interviene Betty con un tono che non ammette
repliche. “Corrado,
sto parlando con Marcela, se non è urgente ci vediamo dopo,
ok?”
“No, non è
urgente!” le dice. “A dopo Betty.”
Vedo che mi
saluta con uno sguardo di traverso. Lo odio, lo odio.
“Marcela”
inizia Betty “ dopo la scena a cui ho assistito, mi sembra di
capire che ti
piaccia Corrado!”
“EH?” le
dico.
“Quando dici
che non hai provato per Tony quello che hai provato per Armando, vuoi
dire che
stai aspettando un altro grande amore?”
“Betty… non
è il momento di parlare di questo!”
“Invece lo
è. Tu e Corrado insieme siete esplosivi. Praticamente non
fate altro che
litigare. Tu hai provato a mandarlo via usando Armando…
Ammettilo. Ti piace
Corrado!”
“No, lo detesto.
Non voglio vederlo mai più! È insopportabile,
arrogante, saccente…”
“E ti
piace!” conclude Betty.
Decido di
confessarle tutto. Non riesco a tenermi dentro tutti questi sentimenti
contrastati. Per una volta nella mia vita ho bisogno di essere debole.
“E’ vero
Betty, mi piace. Stanotte non ho chiuso occhio perché
pensavo che non è giusto
che proprio adesso che ho trovato qualcuno che potrebbe davvero
piacermi, mi
succede questo. Lo devo abbandonare. Julian viene prima di
tutto!” le dico
seria.
“Lo sapevo
che ti piaceva!” mi dice lei in tono trionfante.
“Si mi
piace, ma è sempre antipatico, insopportabile, arrogante,
saccente…”
“Molto bello
e simpatico” dice Betty.
“Nevrotico”
dico io.
“Divertente”
aggiunge lei.
“Dispotico”
continuo.
“Irriverente”
“E bacia
molto bene…!” ammetto, rendendomi conto di essermi
tradita.
“Mi fido
della tua parola… anche perché a me non interessa
affatto questo suo aspetto.
Io il mio principe azzurro l’ho già
trovato…” mi dice.
“Perdonami
Betty” le dico “per via del messaggio intendo.
È che mi si è annebbiata la
mente. Ho pensato che tu potessi tradire Armando con Corrado e che
potessi
portarmi via anche lui!” ammetto.
“Certo
Marcela che sei proprio contorta!” mi risponde. “Io
non intendo tradire Armando
con Corrado, né con qualche altro uomo. Corrado, appena lo
conosco. Ci ho
scambiato quatto chiacchiere e mi è simpatico, ma da qui a
solo pensare che possa tradire mio
marito ce
ne corre. E poi… non è che ti debba portare via
tutti gli uomini che ti
piacciono!!” mi dice.
“E’ che vedi
Betty, mi sento sconfitta su tutta la linea. Non sono stata in grado di
tenermi
un uomo. Ed è vero, Corrado mi piace. Vorrei avere
l’opportunità di conoscerlo,
vorrei sapere se con lui potrei essere felice, ma il destino si mette
di mezzo.
Non posso abbandonare Tony. Quindi ti comunico che dopodomani
partirò con Tony
e Julian per Los Angeles, dove lui si opererà. E poi si
vedrà!” le dico.
“Ti auguro
tanta fortuna Marcela. Ma prima che tu vada via, lascia che io ti racconti cosa abbiamo scoperto
ieri
sera….” mi dice. E così vengo a
conoscenza dell’esistenza di Victoria Smith.
Sto
ultimando le ultime cose prima di andar via. Mi dispiace anche dover
lasciare
un lavoro a metà, ma non posso fare altrimenti e ho
già preso appuntamento con
un mio carissimo amico Marc Dubois che può sostituirmi
egregiamente. Lui è
canadese, ma vive a Bogotà e sono certa che farà
un ottimo lavoro. Ci vediamo
dopo pranzo. Entro nel cantiere dove trovo Betty con Armando.
“Marce” mi
dice lui “Betty mi ha detto tutto, mi dispiace tantissimo per
te” mi dice e mi
abbraccia.
“Cosa fai
per pranzo Marcela?” mi chiede Betty.
“Grazie
Armando. Faccio uno spuntino veloce e poi mi devo vedere con Marc
dubbi, vi
garantisco che sarà in grado di portare a termine il
progetto della caffetteria
come se fossi io!”
“Non
preoccuparti per questo” mi dice Armando. “Non
abbiamo alcun dubbio al
riguardo.”
“Grazie per
il voto di fiducia e per tutto il resto…”
“Marce” mi
interrompe Armando “anche se la nostra relazione non
è andata a buon fine, io
non riesco a dimenticar che siamo cresciuti insieme e davanti alla
prova che ti
aspetta… mi sento solo di augurarti tutto il meglio
possibile, per te e per
Julian.”
“Grazie
Armando” gli dico asciugandomi le lacrime. “
Significa molto per me. Non credo
che smetterò mai di volerti bene sai?” aggiungo.
“Ti prego Betty, non
fraintendere…”
“Tranquilla
Marcela, non c’è alcun problema. Per davvero.
Anche io ti auguro il meglio” mi
dice avvicinandosi e accarezzandomi una spalla.
Dio mio! Non
capisco perché devo affrontare proprio questo adesso. Ora
che potrei creare
delle relazioni di amicizia stabili e dare un ambiente sereno a mio
figlio!
Forse devo pagare tutta la mia durezza e crudeltà del
passato.
“Dottoressa
Valencia posso parlarle?” mi chiede Corrado Traversi.
“E lei da
dove sbuca fuori?” dico asciugandomi le lacrime. Nemmeno
morta vorrei che quest’uomo
mi vedesse piangere. Vedo che Betty trascina fuori dal cantiere Armando
che
piuttosto stranito cerca di dire qualcosa. Ma lei lo zittisce con un
“poi ti
spiego” e vanno in presidenza.
“Lei è la
delicatezza fatta persona non c’è che
dire!” gli dico.
“Non ho
potuto fare a meno di sentire che deve partire…”
mi risponde.
“Ha
origliato vero?” gli dico furibonda! “Come si
permette di immischiarsi nei
fatti miei?”
“Ho sentito
solo che deve partire e che probabilmente starà via per
molto tempo…”
“Lei è
davvero un cafone maleducato! Non posso crederci!”
“Vorrei
sapere perché va via!” mi chiede.
“Sta
scherzando vero?” gli dico. “Non sono cose che la
riguardano!”
“Se lei non
me lo dice, lo scoprirò comunque!” mi risponde lui.
“Non è
felice di liberarsi di me?” gli chiedo sarcastica.
“Ammetto che
lei sia la più fredda, antipatica, saccente, lunatica,
egoista e bellissima
donna che io abbia mai conosciuto, ma devo ammettere che…
lei mi piace. C’è un
non so che nel suo tenermi testa che non mi lascia
indifferente” mi dice.
“Lei è un
pazzo…un…”. Non riesco a dire niente
perché lui mi sta baciando e senza che
riesco a rendermene quasi conto, lo sto corrispondendo. Mi stacco
improvvisamente e lo schiaffeggio.
“Ok” dice
lui portandosi una mano alla guancia dove l’ho colpito
“adesso che abbiamo
chiarito che ci piacciamo a vicenda, anche se tu hai un modo molto
particolare
di dimostrarlo, mi dici perché devi partire? E per quanto
tempo starai via?”
passando dal lei al tu senza nemmeno farci caso. “Quel
belloccio che ho visto
giù ieri sera è il tuo compagno? Devi andare con
lui?”
Temo di non
reggere. Ma dalla mia decisione dipenderà la vita di mio
figlio. E se c’ una
cosa che imparato è che nessuno è più
importante di Julian per me.
“C’è un
posto dove possiamo sederci” gli chiedo.
“Si. Vieni
con me mi risponde!” e mi porta nella sua cucina dove
nonostante il caos ci
sono un tavolo, due sedie e alcuni bicchieri perfettamente puliti.
“Vuoi bere
qualcosa?” mi domanda.
“No grazie!”
gli dico. Senza neanche dargli il tempo di sedersi inizio a parlargli.
“Il mio
ex compagno, il padre di Julian ha un aneurisma in un punto molto
delicato del
cervello e deve essere operato. Il punto è che non sappiamo
se sopravvivrà all’operazione.
È molto delicata e rischiosa ma se non si opera potrebbe
rischiare di morire da
un momento all’altro. Io devo andare con lui. Non posso
abbandonarlo. È il
padre di mio figlio. Nonostante mi abbia fatto soffrire, non posso
togliergli
forse l’ultima possibilità di stare con suo
figlio!”
Corrado
sbatte un pugno sul tavolo. Io non so cosa pensare non capisco
perché abbia
questa reazione.
Non c’è
niente tra di noi e probabilmente non ci sarà mai niente.
“Perdonami
Marcela” mi dice lui. “E’ solo
che…. La mia vita sembra essere dominata dalla
morte. Ho perso mia moglie e ora che provavo interesse per
qualcuno… che sei
tu, di nuovo si rimette in mezzo, dannazione!” Si volta verso
di me e mi
abbraccia. “Scusami Marcella, non avrei dovuto reagire
così!”
“Non ti capisco
Corrado, non ti capisco proprio… così mi
confondi” mi agito. Sento che devo
allontanarmi da lui prima che sia troppo tardi. Quest’uomo mi
turba in un modo
in cui nemmeno Armando ci è mai riuscito. Devo uscire da
questa stanza. Devo
ricordarmi che Julian è la mia priorità.
“So che
Julian deve essere adesso la tua priorità” mi dice
quasi leggendomi nel
pensiero. “Per questo capisco perché tu debba
andare con il padre di tuo figlio
ma… “
“No” lo
blocco. “Non lo dire. Non c’è niente tra
di noi. Non voglio che tu stia qui ad
aspettarmi né voglio aspettarmi qualcosa da te. Non so cosa
succederà alla mia
vita. Non voglio fare programmi. Non posso farli. Quindi, lasciamo
tutto così
ti prego!”
“Non è che
possiamo fare altro no?” mi dice. “Ti prego di
credere però che mi piaci e che
avrei voluto avere una possibilità con te!”
“Basta
Corrado. Smettila. Io…. Devo andare via. Non posso stare
qui…. Ti chiedo solo
questo, fai un buon lavoro qui all’Ecomoda. In questo
ristorante. Sarà un modo
per ripagare la tua sgarbatezza iniziale” gli dico mentre sto
per uscire. Lui
invece di lasciarmi andare mi ferma, mi prende il viso tra le mani, mi
da un lieve
bacio sulle labbra e mi dice “Buona fortuna
Marcela.”
Sento che il cuore e la testa mi scoppiano.
Devo andare via da qui... Forza Marcela Valencia penso, hai affrontato
situazioni ben peggiori di questa e ne sei uscita a testa alta. Pensa
che tutto andrà bene e che da qualche parte, in qualche
luogo è prevista un pò di
felicità anche per te!
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Capitolo 28 *** Alejandro e altri problemi ***
Driin
driin. Squilla un telefono. Armando
risponde.
“Dottor
Mendoza” dice Sandra.
“Sandra
sempre ad interrompermi!” le risponde Armando.
Ero così
concentrato nel pensare a me e Betty e alle ultime due notti trascorse!
Quella
prima e quella dopo l’intervista e questa rompiscatole mi
disturba! Un momento,
Sandra sta chiamando dall’Ecomoda. Che sia successo qualcosa
a Betty? Come se
mi leggesse nel pensiero “Stia tranquillo dottore, Betty sta
bene, ma è in
ospedale e mi ha chiesto di chiamarla per dirle di raggiungerla
lì”
“Cosa?” urlo
con tutte le mie forze che Lorena entra spaventata nel mio ufficio.
“Dottore…
non è successo niente di grave, ma raggiunga Betty in
ospedale e chieda di
lei!”
Per niente
convinto dalle sue parole, corro, anzi volo all’ospedale
provando a chiamare
Betty al cellulare che però non mi risponde.
Quando
arrivo all’ingresso chiedo
di lei e vengo inviato al reparto di Neonatologia, dove finalmente
trovo mia
moglie circondata da un manipolo di poliziotti. Insomma
c’è qualcosa che mi
sfugge.
Betty, non
appena mi vede, mi getta letteralmente le braccia al collo.
“Amore, sei
arrivato finalmente” mi dice.
La stringo a
me. Ma non ci capisco nulla. “Betty cosa sta
succedendo?” le chiedo.
“Lei è il
marito della dottoressa Pinzon?” mi chiede un poliziotto.
“Si sono io,
piacere Armando Mendoza” mi presento.
“Armando,
ecco vedi, all’incirca alle dieci di stamattina, ha iniziato
a suonare
l’allarme della mia macchina, che era posteggiata in garage
in Ecomoda. Wilson
si è avvicinato per capire quale fosse il problema
è ha trovato un vetro rotto,
lo sportello aperto e questo scatolo con dentro un neonato.”
“Vuoi dire
che hanno abbandonato un neonato nella tua macchina?” le
chiedo.
“Tenente,
può fare vedere a mio marito cosa c’era nello
scatolo oltre al bambino?”
Il tenente
mi mostra una rivista, dove campeggia un primo piano di Betty, dal
momento che
praticamente da due giorni è su tutti i giornali a causa
della sua intervista e
poi un foglio con su scritto ‘Betty
sei
una persona davvero speciale, prenditi cura del mio bambino. Si chiama
Alejandro e io non posso tenerlo. Abbine cura. Mayte’.
“Non capisco
Betty, chi è questa Mayte? Noi non conosciamo nessuno con
questo nome, vero?”
“No Armando. Non ho idea di chi possa essere. Quando abbiamo
visto che c’era il
ambino, ho subito chiamato la polizia e sono venuta in ospedale
perché mi
sembrava che non respirasse bene e ti ho fatto chiamare” mi
dice.
“E adesso,
qual è la prassi?” chiedo al tenente.
“Al momento,
bisogna vedere quale sia lo stato di salute del bambino, intanto noi
abbiamo
iniziato le ricerche della sua madre naturale, ma se non otterremo
notizie, il
bambino verrà dichiarato adottabile dal giudice”
mi risponde lui.
Proprio
in
quel momento, in reparto arriva Hugo.
Passano
delle ore senza che sappiano dirci niente. Finalmente arriva il
dottore. La
polizia ci ha comunicato che se volevamo andare via potevamo farlo, che
ci
avrebbero fatto chiamare. Ma Betty non ha voluto muoversi da
lì, nemmeno con le
bombe. Questa storia non presagisce niente di buono.
“Dunque, la
situazione è la seguente…il bambino ha una forte
insufficienza respiratoria e
abbiamo dovuto collegarlo alle macchine. Secondo le nostre analisi
è un bambino
prematuro di circa un mese e mezzo e sua madre non deve avere avuto una
gravidanza facile. Se non intervengono altre crisi respiratorie, ce
la farà.”
“Dottore”
interviene il tenente “il bambino verrà preso in
carico dai servizi sociali. A
momenti arriverà chi dovrà occuparsene. Loro sono
i signori Mendoza, la madre
l’ha abbandonato nella macchina della dottoressa Pinzon,
quindi è naturale che
vogliano delle informazioni sul neonato, credo che possa dargliele
senza
problemi.”
“Posso
vedere il bambino?” chiede Betty. “La
prego” dice rivolgendosi al poliziotto. “Per
favore! Sua madre l’ha affidato a me!”
“Va bene”
cede il tenente.
“Potete
vederlo tutti” dice il dottore, “ma dovrete
indossare tutto il necessario e
potrà toccarlo solo una persona, penso lei signora, gli
farà bene sentire un po’
di calore materno.”
Entriamo
nella sala di terapia intensiva, coperti dalla testa ai piedi. Con
grande
delicatezza ci fanno avvicinare all’incubatrice dove
c’è il bambino e Betty
delicatamente introduce le mani e prende le sue.
Lo guardo,
per la prima volta lo vedo. È uno scricciolo color
caffellatte, con dei ricci
che minuscoli spuntano dalla sua testolina. Vedo che Betty piange,
mentre il
bimbo le stringe un dito, nel sonno.
“Non riesco
a capire come si possa ad abbandonare un dono del genere” la
sento dire.
Stiamo dieci
minuti lì e poi il medico ci chiede di uscire.
“Dottore”
chiede Betty “non
possiamo restare qui
stanotte?”
“No signora.
Se succede qualcosa saremo noi che vi avvisiamo, ma è
inutile. Tutta l’assistenza
necessaria gliela forniamo noi” ci dice il dottore.
Quando torniamo
in corridoio, veniamo raggiunti dal tenente Lopez e
dall’assistente sociale.
“Signora
Mendoza, le presento l’assistente sociale, Patricia Soler.
Lei si occuperà di
Alejandro. Tuttavia domani deve venire in commissariato
perché dobbiamo
interrogarla. Ed è necessario interrogare tutte le persone
della sua azienda
che possano aver visto qualcosa!”
“Va bene
tenente. Ci vediamo domani” gli dice Betty. Poi si rivolge a
me “Ti prego,
portami a casa. Sono sfinita.”
Mentre
usciamo, Hugo che è con noi ci dice “Betty,
Armando, se non la fate voi
la richiesta per adottarlo, la presenterò
io. Anche se sono single e gay, non permetterò mai che quel
bambino finisca in
un orfanotrofio o in una casa famiglia. E adesso buonanotte”.
Mentre Hugo va
via, abbraccio Betty che piange sconsolata e con lei
mi dirigo
verso la mia macchina per andare a casa.
*****
Sono nella
mi camera da letto. Oggi è stato uno dei giorni
più difficili della mia vita.
Quando sono tornata a casa, ho abbracciato i miei figli e non li ho
lasciati andare
per più di dieci minuti. E’ stato difficile
spiegare loro quanto è successo,
soprattutto a Roberto, ma poi hanno capito.
Adesso aspetto
Armando che sta facendo addormentare Aurora. Io nel frattempo mi
spazzolo i
capelli, anche se ancora sono corti. Lo faccio per rilassarmi ma non ci
riesco.
Vedo che
Armando è arrivato e mi volto verso di lui. Quando ci siamo
sposati ci siamo promessi
di starci accanto nella buona e nella cattiva sorte, ma un bambino
abbandonato
nella mia macchina come si classifica? Lo guardo cambiarsi. Quando ha
finito,
si volta e mi dice “Betty, noi abbiamo dei problemi
giganteschi in questo
momento… la mia nuova sorella, Miguel, il mio supposto
tradimento, l’intenzione
di far fuori la mia impresa, i miei genitori separati, una bambina di
nemmeno
due anni, non è un po’ troppo per pensare di
adottare Alejandro??” mi chiede.
Io non ho
ancora aperto bocca. Ma lui sa leggermi dentro.
“Lo so che
per te sarà difficile lasciarlo andare e
che…”
“Sua madre
lo ha affidato a me!” gli dico interrompendolo.
“Sua madre
era una egoista senza scrupoli!” mi dice. “Facile
così. Pensa che siccome tu
hai le possibilità economiche puoi prenderti cura di suo
figlio?”
“Come fai ad
essere così insensibile? Cosa ne sappiamo di lei?”
gli dico. “E inoltre noi
abbiamo parlato di avere un altro figlio. Che ci fa se invece di farlo
noi, lo
adottiamo? Cosa cambia?”
“Betty, non
sarebbe nostro figlio!” mi dice lui. “Non sarebbe
la stessa cosa!”
“Armando, io
non lo abbandono! Mi dispiace! Sua madre me lo ha affidato e io non
sarò
soddisfatta fino a quando non saprò che lui avrà
il meglio dalla vita!” gli
dico.
“Betty….” mi
dice lui.
“Betty, Betty, Betty! Basta
Betty!” gli urlo. “Non
voglio abbandonarlo, non posso!” Mi avvicino a lui che si
è sdraiato sul letto.
“Perché non
vuoi tenerlo? È perché è
mulatto?” gli chiedo.
“Amore, noi
non sappiamo niente di questo bambino! Non sappiamo da dove viene, se
ha dei
parenti, se ha un padre naturale da qualche parte. Cosa che non
possiamo
escludere. Ti prego. Non pensare che saranno tutte rose e
fiori!” mi dice accarezzandomi
il volto. “Pensa anche a noi e ai nostri figli. Loro hanno
bisogno di te e
anche io. Non possiamo imbarcarci in una situazione del genere senza
nemmeno
pensarci. Così a cuor leggero.”
“Va bene!
Hai vinto tu. Hai ragione. Le tue motivazioni sono valide. Ma
risolvibili.
Sappi che se io per causa tua dovrò rinunciare a lui
sarò molto, ma molto
delusa da te e dall’uomo che credo tu sia” gli dico
e mi corico dandogli le
spalle per la prima volta nella mia vita. Perché quando ci
siamo separati, lui
è andato via di casa.
E’ l’ alba. Ho
dormito poco e male. Sono stata sveglia a pensare ad Alejandro, forse
sarebbe
stato meglio se fossi rimasta in ospedale con lui. Mi sento
responsabile per
lui e non capisco perché Armando non voglia accettarlo. Gli
do ancora le
spalle. Solo che adesso lo sento avvicinarsi e stringermi tra le sue
braccia.
Non mi volto. Non voglio né posso dargliela vinta. Lui mi
bacia sulla guancia e
poi il collo e la spalla sinistra.
“Betty” dice
incerto “qualsiasi cosa succeda, sappi che io ti amo e che tu
sei la persona
più importante della mia vita!” conclude e si alza
dal letto.
“Dove vai a
quest’ora?” gli chiedo.
“Sul divano,
cerco di riposare un po’. Qui, nessuno dei due ha chiuso
occhio stanotte e io
ho bisogno di dormire, almeno un paio d’ore!”
“Ti prego”
gli dico io “torna qui. Torna qui. Non voglio stare sola.
Abbracciami.”
Lui in
silenzio mi ubbidisce e mi stringe tra le braccia. Io appoggio la mia
testa
sulla sua spalla come sempre e finalmente chiudo gli occhi.
*****
Sono
al
commissariato con Armando. Il tenente Lopez ci presenta un suo collega,
il
tenente Gil.
“Abbiamo
delle novità in merito al bambino” ci dice subito.
“Questa
notte abbiamo ritrovato un cadavere” interviene il tenente
Gil. “Ed era quello
di Mayte Ortiz. Diciannove anni. Giamaicana. Noi la conoscevamo
perché molte
volte abbiamo provato ad aiutarla. Mayte era una prostituta. Aveva un
protettore ed era incinta. Come vi dicevo, molte volte abbiamo cercato
di
convincerla ad uscire dal giro ma è stato del tutto inutile.
Aveva troppa
paura. Il nostro supporto non è mai stato sufficiente per
denunciare il suo
protettore. Non si fidava di noi. il medico legale ci ha confermato che
il
bambino era nato e al tempo stesso che è morta per una serie
di emorragie
interne, causate da percosse che le hanno anche causato il parto
prematuro. Ho
visto dalle informazioni del database che il mio collega cercava una
madre che
aveva abbandonato il figlio di nome Mayte e allora sono venuto
qui.”
Sono
assolutamente sconvolta e stringo le mani di Armando.
“E adesso
cosa succederà al bambino?” chiedo.
“Come sta? Non sono riuscita a passare
ancora in ospedale, perché dovevo venire qui!”
“Lotta,
signora Mendoza” mi dice il tenente Lopez. “Di
positivo c’è che stanotte non ha
avuto crisi respiratorie.”
“La dinamica
è piuttosto chiara” ci dice il tenente Gil. “Probabilmente
Mayte l’ha vista in tv o sui
giornali signora Mendoza e dopo aver partorito ha deciso che lei
sarebbe stata
la madre perfetta per il suo bambino. Probabilmente è stata
picchiata a morte
dal suo protettore. Non è la prima volta. Da quando era
incinta, guadagnava
meno denaro e più volte ha rischiato di abortire. Noi
l’abbiamo salvata tre
volte. E lei sempre ci diceva che il suo bambino era più
importante di tutto.
Se fosse stato maschio l’avrebbe chiamato Alejandro come suo
nonno. E infatti
così è stato. Purtroppo era in uno stato di
soggezione psicologica tale che non
ci è stato possibile sottrarla al suo padrone.” Il
tenente fa un sospiro. “Abbiamo
il dna di Mayte e l’abbiamo mandato in laboratorio per fare
il confronto con
quello del bambino e confermare la parentela. Abbiamo preso le immagini
a
circuito chiuso della vostra azienda e le visioneremo per capire
definitivamente come siano andate le cose.”
“E adesso
qual è la procedura?” chiede Armando.
“Adesso
cercheremo i familiari del bambino con i servizi sociali”
risponde il tenente
Lopez. “Diffonderemo un’ immagine di Mayte ai
frequentatori abituali di
prostitute e vedremo se qualcuno si presenta per stabilirne la
paternità. Nel
frattempo, il bambino verrà dato in affidamento ai servizi
sociali se nessuna
famiglia fa richiesta.”
“No, farò io
richiesta di affidamento” dico. “Almeno fino a
quando non sapremo se il bambino
ha dei parenti o se il padre si presenterà. Non
permetterò che venga portato in
una casa famiglia. Dove devo andare per fare le richiesta?”
dico convinta. Non
importa se Armando non è molto convinto della mia idea. In
qualche modo lo
convincerò che questa è la cosa migliore da fare.
*****
Ho
lasciato
Betty in ospedale e sono andato via. Sono molto arrabbiato con lei. Si
è
comportata come se il mio parere non contasse. Vado a casa dei miei
genitori.
Voglio parlare con mia madre.
“Se sei
venuto per parlarmi di tuo padre, puoi anche andare via!” mi
dice accogliendomi
sulla porta.
“No mamma”
le dico salutandola con un bacio. “Papà non
c’entra. Sono venuto perché ho
bisogno di te.”
“Cosa ti è
successo figlio mio?” mi chiede lei.
“Una
prostituta ha abbandonato suo figlio nella macchina di Betty nel garage
dell’Ecomoda
e ha lasciato un biglietto in cui le chiedeva di prendersi cura del
piccolo.
Siamo appena stati alla polizia. La prostituta è morta.
Betty vuole adottare il
bambino ma io non voglio. Cosa devo fare mamma? Cosa devo
fare?”
Vedo che mia
mamma è turbata.
“Respira
innanzitutto” mi dice. “E raccontami daccapo tutto
l’accaduto.”
Io mi siedo
sul divano e le dico tutto dall’inizio non omettendo niente.
Nemmeno che non ho
dormito stanotte e le velate minacce di Betty.
“Figlio mio…
tu lo sapevi che Betty aveva un gran cuore quando l’hai
sposata e inoltre lei
adesso è una madre. Se dovesse abbandonare quel bambino non
se lo perdonerà
mai.”
Sono
stupito. Mia madre che prende le difese di Betty! “Ma non
sappiamo neanche se
potremo tenerlo. E poi, ci sono i nostri figli. Anche loro sono
importanti!”
“Certo. Ma
aiutare questo bambino cosa toglierebbe a loro? Di cosa hai paura
Armando?” mi
chiede. “Non ti dico questo per il buon nome dei Mendoza o
perché voglio
proteggere il tuo matrimonio con Betty, però pensaci,
perché no? Cosa ti
impedisce di aiutare questo bambino?”
“Quindi mi
stai dicendo che se papà fosse venuto da te con la sua prima
figlia, tu l’avresti
accettata anche se non era figlia tua?” le chiedo a
bruciapelo.
“La bambina
non avrebbe avuto nessuna colpa Armando. Di certo ci avrei impiegato un
po’ di
tempo ma credo che sì… l’avrei
accettata!”
“E allora
adesso che cosa c’è di diverso?” le
chiedo.
“Adesso c’è
di diverso, che quella donna Mary o come diavolo si chiama si
è presa uno
spazio che era mio. Io avevo dato dei figli a Roberto. Io sono sempre
stata la
madre dei suoi figli. Mentre adesso si scopre che prima di me ce
n’è stata un’altra!”
“E tu hai
paura che papà avrebbe potuto amare questa donna come ha
amato te? O dubiti che
lui ti abbia amato per davvero o credi che lui abbia amato lei
più di te?” le
chiedo.
“Armando,
non dovevamo parlare di tuo padre!” mi ricorda mia madre
facendomi capire che
ci ho colto nel segno. “E comunque la tua situazione
è diversa, perché ad
adottare questo bambino dovrete essere in due. È una scelta
che dovete fare
assieme.”
*****
Quando
arrivo in ospedale, noto che c’è già
Hugo con il bambino. Il dottore l’ha fatto
entrare, nonostante non sia orario di visita. Ci sono anche i servizi
sociali. Hugo
parla con Patricia Soler. Io, dopo aver indossato il camice, la cuffia
e i
guanti mi avvicino all’incubatrice dall’altro lato
e accarezzo dolcemente il
bambino. Non posso fare a meno di piangere e vedo che anche Hugo ha gli
occhi
gonfi.
Quando
usciamo da lì Hugo mi chiede di prendere un caffè
e invita anche Patricia
Soler.
“Betty,
senta….”inizia. “Come le ho
già detto ieri sera è mia intenzione chiedere
l’affidamento
del bambino. Anche se sua madre avrebbe voluto che ve ne prendeste cura
voi, se
Armando non vuole, io non intendo abbandonarlo.”
“Hugo… ho
già detto alla polizia che abbiamo intenzione di fare la
richiesta per l’affidamento
del bambino, mentre
loro cercano qualche
parente o il padre.”
“Signora Mendoza”
interviene Patricia Soler “io ammiro che voi vogliate aiutare
il bambino, ma
deve ammettere che se anche la madre l’ha indicata come
candidata ad avere cura
di Alejandro, la sua situazione non è la più
adeguata al momento affinché le
venga affidato il bambino, una volta uscito dall’ospedale. In
questo momento
lei è sotto i riflettori per la sua vita privata e sembra
che suo marito abbia
una relazione con un’altra…”
“Queste sono
tutte bugie!” la interrompo io. “La mia famiglia
è molto solida! Io e mio
marito ci amiamo moltissimo e non ha nessuna relazione con
un’altra donna!
Questo pettegolezzo è frutto di un inganno, e molto presto
presenteremo una
denuncia per diffamazione. Tutto questo è stato fatto per
danneggiare mio
marito sul lavoro. Ma lui non ha nessuna relazione extraconiugale,
né tanto
meno io.”
“Però vi
siete separati, meno di due anni fa… capisce che queste non
sono buone basi…”
prova a dire lei.
“Mi scusi se
la interrompo di nuovo” le dico. “E’ vero
che ci siamo separati, per un breve
periodo, ma i motivi che ci hanno portato a farlo sono ampiamente
discussi e
superati. Hugo diglielo pure tu!”
“E’ vero
dottoressa Soler! Loro si amano moltissimo e hanno una famiglia
meravigliosa.
Ma comunque se per qualche motivo dovessero essere scartati, io sono
disponibile a prendere in affidamento il piccolo. Qui nessuno di noi ha
problemi a mantenerlo, sia emotivamente che economicamente.”
“Signori,
capisco le vostre intenzioni, ma non bastano. Sarà il
giudice a decidere non
appena saranno rese effettive le dimissioni dall’ospedale,
sapremo chi si
occuperà di Alejandro. Inoltre signori, sapete benissimo che
il bambino non
potrà uscire da qui prima di tre settimane.”
*****
Io
e Hugo
siamo tornati in Ecomoda. Stasera andremo di nuovo in ospedale a vedere
come
stia Alejandro. Quando arrivo al piano degli uffici vengo accolta dalle
ragazze
che subito mi chiedono del bambino. Subito veniamo interrotte da Freddy
che
porta un gigantesco vaso di fiori che contiene circa cento rose rosse.
“Stimatissima
presidente, dottoressa Betty, cioè voglio dire
Pinzon” inizia Freddy “queste
rose sono per te, cioè per lei voglio
dire!”
“Betty” dice
Hugo “guarda assolutamente chi ti invia questo bellissimo
omaggio. Guarda c’è
una lettera.”
La prendo in
mano e inizio ad aprirla quando le porte dell’ascensore
annunciano l’arrivo di
Armando.
Gli vado
incontro e lo bacio. “Grazie” gli dico
“non dovevi. Non ce n’era bisogno, ma
sono bellissime.”
“Mostro” mi
dice lui “non c’era bisogno di cosa? Io non ho
fatto niente!”
Ci spostiamo
verso la scrivania di Ana Maria dove ci sono le rose.
“Non me le
hai mandate tu queste?” gli chiedo indicando
l’enorme vaso di fiori.
“Io?” si
acciglia lui. “No, Betty, non sono stato io!” mi
dice in tono infastidito e
geloso.
“Forza Betty”
mi dice Sandra. “Leggi la lettera.”
“Si Betty,
leggi la lettera!” aggiunge Hugo.
“Ok” dico io
rassegnata e la apro.
Meravigliosa
Beatriz,
mi
chiamo Antonio Cardenas,ho quarantadue anni,
sono avvocato e vivo a Cali.
Mi
sono permesso di scriverti e di inviarti
queste rose perché voglio dirti che sei la donna della mia
vita. Quella che
sempre ho aspettato ma che non avevo ancora trovato.
Ho
visto la tua intervista in TV e sono rimasto
semplicemente strabiliato della tua bellezza interiore ed esteriore.
Sei
favolosa. Sul tuo viso ho visto tutta la sofferenza che hai vissuto con
quel
disgraziato di Miguel Rodriguez che definire uomo, non è
possibile se non si
vuole danneggiare tutta la categoria.
So,
sempre tramite stampa, che tu sei sposata
con Armando Mendoza. Quest’uomo che è stato
pubblicamente accusato di tradirti
e che tu difendi. Fino a quando non sei apparsa in televisione, con il
tuo
pudore, il tuo imbarazzo, il tuo arrossire nel raccontare gli
avvenimenti più
intimi della tua vita non avevo capito quale splendida donna tu fossi. Ti
cerco da
sempre e adesso che ti ho trovata non posso fare altro che chiedere la
tua
mano. Vuoi sposarmi Beatriz?
Non
posso non chiedertelo perché non vivrei in
pace. Non sono un pazzo, sono una brava persona. Sono disposto a venire
a
vivere a Bogotà per te. Ho un’ottima posizione
sociale e non avremo mai problemi
economici. Se decidi di lasciare tuo marito, ma anche se non vuoi
lasciarlo, ti
prego conosciamoci e dammi la possibilità di renderti felice!
Antonio C.
Non
posso crederci! Chi è questo
pazzo e cosa vuole da me?
Armando strappa la lettera dalle mie
mani e la rilegge.
“E’ uno scherzo vero?” dico rivolta
alle ragazze che alzano le spalle.
“Betty” dice Ana Maria con
circospezione “ci sarebbero anche queste”
mostrandomi uno scatolo pieno di
lettere.
“Cosa?” urla Armando. “Altre
proposte di matrimonio?” chiede sarcastico.
“Armando non penserai sul serio che
io accetti una proposta del genere, vero?” urlo.
“Fate sparire queste rose!”
ordino. “Ana Maria leggi tu tutte le lettere e se ne trovi
qualcuna particolarmente
carina me la fai leggere, basta che non siano proposte indecenti o di
matrimonio” le dico seguendo Armando che è entrato
in presidenza.
Lo seguo e vedo che si è seduto
sulla mia sedia e che sta scrivendo qualcosa. Devo dire che mi fa un
certo
effetto vederlo nuovamente seduto lì!
“Armando… cosa stai facendo?” gli
chiedo. Vedo che ha scritto qualcosa.
“Ana Maria” urla come non lo sentivo
fare da anni, cosa che la fa correre in presidenza.
“Prendi questo foglio e invialo a
questo tale Cardenas che si è permesso di scrivere a
Betty!” le dice.
“Cosa?” intervengo io. “Cosa stai
combinando Armando? Non è meglio lasciar perdere?”
“No!” mi risponde.
“Ana Maria, fammi vedere cosa ha
scritto!” le dico prendendole il foglio dalle mani mentre
guardo Armando che
arrabbiatissimo ha incrociato le braccia nel suo solito movimento e
sicuramente
medita vendetta.
Ill.mo
Avv. Cardenas,
chi
le scrive è Armando Mendoza, il legittimo e
unico marito di Beatriz Pinzon.
Le
comunico, qualora non lo sapesse che io e mia
moglie ci siamo sposati con rito cattolico, pertanto lei
resterà mia moglie per
sempre e inoltre NON ABBIAMO nessuna intenzione di divorziare.
Qualora
Lei dovesse avvicinarsi o solo rivolgere
a MIA moglie proposte indecenti sappia che la denuncerò come
stalker e poi mi
toglierò la soddisfazione di spaccarle la faccia.
Cordialmente
Armando
Mendoza
“Davvero
vuoi mandargli questa risposta?” gli chiedo.
“Secondo me è
meglio lasciar perdere!”
“Secondo me no!” ribatte lui. “Se non me
la fai inviare non accetterò
di prendere in affidamento Alejandro!” mi sfida.
“Lo sai che questo è un ricatto? E che il tuo
è un atteggiamento infantile?”
gli chiedo.
“E tu pensi che un uomo ti fa una proposta di matrimonio e io
non
devo nemmeno reagire? Neanche per sogno! Ana Maria, se non vuoi essere
licenziata, perché ti ricordo che io sono ancora un
azionista di questa
azienda, invia immediatamente questa lettera a
quell’idiota!” sbraita.
“Si Don Armando!” acconsente lei, uscendo e
chiudendo la porta.
Mi siedo su una poltroncina davanti la scrivania e guardo mio marito.
Improvvisamente penso alla surrealtà della situazione e
inizio a ridere come
una matta. Lui mi guarda stranito, allora io mi avvicino e allontanando
la
sedia dalla scrivania, mi siedo sulle sue gambe. Vedo che il mio gesto
lo
stranisce.
“Sei proprio matto!” gli dico.
“Io matto? Allora Betty, iniziamo: Nicolas, Michel, Daniele,
Stefan
Castro, l’economista di NY, Corrado Traversi, e ora questo
avvocato tal dei
tali…. Non pensi che siano un po’ troppi questi
uomini che ti girano intorno, perché
io non reagisca?”
“Di tutti questi uomini, non devi temerne nessuno,
perché io amo solo
te. Però ce n’è uno che tu non hai
nominato che potrebbe causarti qualche
problema?”
“Ah si? E chi sarebbe?”mi chiede.
“Alejandro” rispondo io.
“Alejandro…” ripete lui. “Va
bene Betty, hai vinto tu. Però ti chiedo di fare un passo
alla volta. Ti ho già
detto che va bene chiedere l’affidamento, ma non chiedermi di
più di questo al
momento!” mi dice.
“Ok! Forse con una nuova proposta di matrimonio di uno
sconosciuto,
riuscirò a convincerti ad adottarlo” gli dico e lo
bacio.
“Non credo che sarà sufficiente!” mi
risponde lui.
“Io credo di si, perché tu mi ami e
alla fine io ti convincerò! Userò
tutti i mezzi per farlo?”
“Tipo?” mi domanda.
“Dottor Mendoza, questo non è il momento migliore
perché lei scopra
le mie carte” gli dico scherzando, mentre vedo che Camila
entra dalla sala
riunioni dopo aver appena bussato alla porta.
“Betty ma davvero hai ricevuto una
proposta di
matrimonio?” mi chiede intrigata.
Oddio,
questo sarà il pettegolezzo del secolo!
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