Crash! Boom! Bang!

di Sciapy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 1 -

di Sciapy

Prima o poi quegli stupidi si sarebbero accorti di quanto fosse stupida la loro stupida iniziativa.

Le sembrava che la cooperativa degli stolti si fosse organizzata per farla unire a loro, come l'invasione degli ultracorpi o qualcosa di simile; o che qualche scienziato perverso volesse studiare quanto una persona può sbadigliare prima di slogarsi una mascella.

Lei, che aveva incastrato gang apparse incensurate… lei, che aveva condotto indagini sullo spionaggio industriale in ditte che detenevano il monopolio nel loro ambito… lei, che alla acerba età di ventitre anni si era guadagnata il rispetto di tutto il Consiglio, tanto che il sovrintendente la chiamava per nome anche davanti agli altri agenti e la definiva "la figlia che non ho mai avuto"...

… infiltrata in una UNIVERSITÀ!!!

Inconcepibile.

E per cosa poi? Segnalare piccoli teppisti venditori di polvere degli angeli, crack o Bennies: missione che poteva essere compiuta da qualsiasi novellino con le mani ancora sporche dell'inchiostro di quei libri tanto indigesti, quanto inutili.

- Mi dispiace, Buffy, ma ciò che hai fatto è grave agli occhi delle alte sfere e benché io ne comprenda le motivazioni… - e bla bla bla… anche il signor Giles, "il padre che non aveva mai avuto", sembrava essersi alleato contro di lei.

Ok, aveva sbagliato.

Ok, non poteva rimanere impunita.

Ok, si era comportata come un'ochetta stupida imbevuta di storie da romanzetti rosa, preda della sindrome di Lyala.

Ma errare è umano, perdonare è divino e dato che le "alte sfere" si comportavano come divinità scese in terra, avrebbero potuto chiudere un occhio… o anche due… o almeno chiudere quella divina e fetente bocca e preservarle il ruolo di punta di diamante dell'organizzazione.

Mentre perseverare è diabolico. E certo lei non aveva intenzione di scivolare un'altra volta su quella buccia di banana chiamata "amore".

Ne era più che convinta. Aveva chiuso con le relazioni romantico-sentimentali. Stop, fine, punto.

Non si sarebbe più lasciata imbambolare, per quanto lui potesse essere bello… e dolce… e coinvolgerla in un vortice così energico da toglierle ogni volontà… e farla sentire finalmente un essere femminile e non una macchina da guerra, una donna e non un burattino pronto ad eseguire gli ordini… e trascinarla via dalla tinta cinerea della sua vita, donandole tutti i colori dell'iride su un vassoio aureo…

Oh, al diavolo!

D'altra parte, non era certo colpa sua se innamorarsi le aveva ridotto i neuroni sull'orlo di una crisi isterica, al punto che giocavano a ping-pong invece di fare il loro lavoro e infine avevano deciso di sollazzarsi ripetutamente con la roulette russa.

Che poi una si dice: - Va bè, ho sbagliato, accetterò le punizioni, rimedierò…

Ma per Dio… in mezzo ai pivelli!!! L'avessero crocifissa nuda al centro della mensa, con una grande scritta a lettere rosse "Sono una sfigata" sulle tette, l'avrebbe accettato con più accondiscendenza!

Già nella sua testa si affollavano immagini di ragazze brufolose, bulletti allupati o infighettati, pronti a vendere la propria madre per una buona media…

- Non devi credere che sia un compito denigrante: infondo le sostanze stupefacenti girano molto tra i giovani studenti e il tuo incarico è dunque di rilevanza come i precedenti. In un certo senso, salverai comunque delle vite…

Inconcepibile.

Infondo non le sembrava di chiedere la luna, avrebbe accolto il lavoro con più condiscendenza se l'avessero inviata a Harvard, Yale, Princeton o persino alla Toronto University!

Macché, non si meritava neanche un luogo vagamente prestigioso.

Università di Sunnydale.

Eh? Che? Cosa?

Praticamente un buco scavato in una cittadina sconosciuta in un luogo imprecisato della California, dimenticata forse non da Dio, ma sicuramente dalle cartine geografiche, al punto che la sua sensuale bocca, rossa come una ciliegia nel subdolo tentativo di sedurre incestuosamente "papà Giles", si era spalancata a guisa di un pesce, quando le aveva detto che esisteva un'Università di Sunnydale.

Una ridente località, che nulla aveva di cui ridere, dato che vi proliferavano chiese e cimiteri, come batteri nel formaggio ammuffito, e il pub più famoso misurava un terzo del locale che amava frequentare nella sua splendida e caotica Los Angeles.

In pratica, l'avevano mandata all'Inferno, senza metafore.

Una punizione per cui avrebbe voluto piangere e battere i piedi e mostrare che lei era ancora Buffy Anne Summers, la ragazza minuta ma di acciaio, la biondina con una forza insospettabile, l'agente che si era meritata il soprannome di "Cacciatrice", per il modo rigoroso e impeccabile con cui sgominava complotti e macchinazioni.

Si sentiva nata per quel lavoro. Il signor Giles la istruiva e addestrava per entrare nel Consiglio fin da quando era una bambina, fin da quando negava che quello fosse il suo destino… una quattordicenne con occhi ingenui di bimba e cuore di un adulto cinico, che troppo presto aveva imparato a mentire gelidamente alla madre.

E ora non potevano toglierle l'unica cosa che le restava, dopo aver perso colui che tutto poteva sul suo animo e che le aveva mostrato qualcosa di più, una vita al di là della lotta e della sopravvivenza... e poi l'aveva abbandonata, lasciandole un vuoto da colmare. E con cosa colmarlo, se non con la lotta e la sopravvivenza?

- Ma almeno potrò dare qualche cazzotto agli spacciatori?

- Non fare dell'umorismo spicciolo, sai benissimo come ti devi comportare.

- Uff…

- ……

- Leggergli i diritti?

- Buffy… sarai una studentessa. E sarebbe meglio che ti calassi nel tuo nuovo ruolo sin da ora. Metodo Stanislavskij, ricordi?

………………

………………

Una studentessa…

Lezioni interminabili e compagni scemi.

Professori noiosi e ragazzine snob.

Un grande abisso che minacciava di ingoiarla e lei, sola, distrutta, spenta come un girasole senza il suo astro, non avrebbe potuto fuggirne…

Inaccettabile.


N.d.A.: dopo il primo capitolo, qualcuno potrebbe chiedersi perchè diamine quella scema dell'autrice ha classificato questa fanfiction come R. ^_^ Non indovinerete mai :P! ... Perchè lo diventerà in seguito e trovo corretto 'avvertire' i lettori già agli inizi. ^_^

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Capitolo 2
*** 2 ***


CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 2 -

di Sciapy

Nascose la testa fulva sotto le coperte, lanciando uno sguardo d'odio verso la boccetta di vetro contenente valeriana, ben consapevole che presto l'avrebbe nascosta infondo al cassetto del comodino.

Le piaceva sentirsi un piccolo coniglio nascosto nella sua tana.

Le piaceva il tepore che si formava nel suo nascondiglio, rannicchiata in posizione fetale, galleggiando sul materasso come nel ventre materno.

Le piaceva immergersi nel profumo del bagnoschiuma all'albicocca che aveva usato la sera prima, comprato a buon mercato in un negozietto sconosciuto ai più e riservato ai poveri studenti proletari – ma senza prole, ovvio.

Non le piaceva invece stare sola.

Ma diamine, alla fine ti abitui, no? Ti alzi ogni giorno con i capelli spettinati, il trucco impiastricciato sulle guance, in un'improbabile imitazione de "Il Corvo", e ancora addosso i vestiti del giorno prima, perché non hai neanche l'interesse di metterti un pigiama o quantomeno di spogliarti… e fingi di essere fiera che nell'enciclopedia, alla voce "Solitudine-virgola-La", venga mostrata la tua foto come immagine esplicativa.

Fingi che non ti importi.

Che importa se il tuo ragazzo ti ha mollata, partendo per lande sconosciute, con una il cui seno sfida la forza di gravità, mentre tu osservi le tue pseudo-tette allo specchio e scoppi a ridere come un'invasata uscita da "Riposseduta", perché – cazzo, guardati – sei davvero ridicola?

Che importa se è stato lui a farti scoprire quel piccolo neo a forma di cuore sulla tua chiappa destra, così come è stato lui a farti comprendere che hai una femminilità e una sensualità intrinseche, benché i tuoi modi siano quelli di una bambina goffa in cerca di un dolce (e non si facciano battute sul tipo di dolce, per favore) e desiderosa di un abbraccio?

Che importa se tra poco arriverà "quella nuova" a sdraiarsi nel letto che prima era dell'uomo che ti ha leccato centinaia di volte, soltanto per il piacere di sentirti urlare, quel pezzo di carne che certi uomini, autodefinitisi degli amanti impareggiabili, considerano inutile?

Che importa se hai ancora la sua fottutissima felpa blu in un angolo dell'armadio, perché ti ricorda quando ti guardava con occhi sberluccicosi dicendoti sdolcinatezze morbose e paragonandoti a tutte le figure poetiche, usando un topos letterario pescato da un libro o da una canzone?

E improvvisamente pensi che è buffo.

Perché invece di tirare giù madonne e andare a scatenarti al Bronze, ballando come se ti avesse morsa una tarantola, sbatacchiando il culo addosso ad ogni essere maschile che respiri, come farebbe qualsiasi altra ragazza dopo essere stata scaricata, te ne stai a fare la sauna sotto le tue coperte decorate da tanti cagnolini rosa, tirando fuori termini come "topos" e sapendo che molti studenti della tua stessa università penserebbero automaticamente ad un roditore.

E pensi che è ancora più buffo.

Perché loro prendono dei voti mediocri, ma si sentono taaanto intelligenti.

Tu prendi il massimo – o quasi – e continui a considerarti una stupida, continui a convincerti che quei voti non significano nulla.

Loro chiacchierano di gonnelline a fiori durante la lezione, proprio perché sono convinti di essere così incredibilmente genialoidi e di non aver bisogno degli insegnamenti del professore.

Tu riempi interi papiri di appunti, facendo concorrenza spietata a "Guerra e pace" per la consistenza dei tuoi quaderni, proprio perché sai di non essere particolarmente brillante per quanto riguarda la tua memoria a lungo termine.

Loro passano la mezz'ora prima di un esame programmando cosa fare usciti dall'aula.

Tu trascorri quei trenta minuti rivedendo le frasi che hai sottolineato nel libro e memorizzando in modo maniacale nomi, date, termini e affini.

E non permetti al tizio seduto vicino a te di copiare, non per superbia, non per crudeltà, non perché l'olezzo del suo alito ti sta provocando conati di vomito e non sai come trarre una boccata d'aria fresca e ricordi con nostalgia i tuoi bagnoschiuma fruttati.

Ma perché sei consapevole di essere poco intelligente e preferisci che nessuno sbagli a causa tua.

E poco importa se a te la parola "mela" evoca Newton, mentre ad altri ricorda Biancaneve.

Non importa nulla, giusto?

Neanche che ora lui si stia allegramente sollazzando la pin-up da copertina, mentre tu, povera e mediocre ragazzina dalle forme inesistenti, stai lì a fissare il tuo portatile, indecisa se accenderlo o meno per rifugiarti in un mondo di nickname e channel, facendo capolino da pesanti piumoni infantili.

Era tutto così clamorosamente assurdo, che le sembrava di vivere in una sit-com e si aspettava che da un momento all'altro sarebbe inciampata ruzzolando per qualche infinita scalinata, facendo scattare gli applausi registrati.

Pochi giorni prima si era ritrovata nuovamente sola e ne era spaventata.

Ora attendeva una compagna di stanza… e ne era ugualmente spaventata.

Forse perché infondo stare in solitudine non le dispiaceva così tanto. Meno casini. Meno problemi. Meno sofferenze. Vigliaccheria, certo. Ma chissenefrega. Il suo Super-Io non l'avrebbe certo punita solo per aver scelto di essere un'asociale. Solo per aver chiuso il suo animo di farfalla nel bozzolo di un insetto deforme e deturpato.

Decidendo improvvisamente di aver filosofeggiato anche troppo per quel giorno, scosse la testa e mandò a cagare le coperte, mettendosi poi a sedere, vagando con lo sguardo per quella stanzetta troppo piccola, troppo rosa, troppo "willow-brava-ragazza".

Le vennero in mente le parole di Oscar Wilde – o di Rupert Everett, secondo gli illuminatissimi discenti universitari di Sunnydale: "Amare se stessi è l'inizio di un idillio che dura una vita".

Forse doveva solo imparare ad amarsi…

Ardua impresa, quando ti detesti da ormai un ventennio.

***

Mezz'ora dopo, Buffy bussava alla porta di quella camera, aspettandosi di trovarsi faccia a faccia con una stronzetta tuttaculo-tuttapoppe-tuttatrucco e preparandosi a sfoderare uno dei suoi più convincenti sorrisi, ma vagheggiando di sputare in un occhio all'immaginaria ragazza di facili costumi.

Già detestava il vestitino leggero di seta azzurra che aveva dovuto indossare e rimpiangeva tristemente i suoi vecchi jeans logori. Non che non si fosse mai vestita come una gallinella seducente, ma nulla comparava la comodità dei suoi jeans scoloriti.

In quel momento, avrebbe dato la sua tetta destra pur di poter torcere le palle a quelli del Consiglio e tornare di gran carriera ai suoi precedenti impieghi, saltellando come la vispa Teresa.

Come se non bastasse, quel maledetto tanga minacciava di diventare parte integrante del suo deretano…

Ma sorrise sinceramente e calorosamente, quando vide quella ragazzina tuttaocchi-tuttasorriso-tuttarossore salutarla con un semplice gesto della mano e invitarla ad entrare nella stanza con quel fare imbarazzato da fanciulla candida.

Forse doveva solo imparare ad essere se stessa…

Ardua impresa, quando devi fingere per sopravvivere.

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Capitolo 3
*** 3 ***


CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 3 -

di Sciapy

Guardò la stanza fingendo interesse per la sua parte di camera, ascoltando le varie spiegazioni di Willow – che si era presentata poco prima con una stretta vigorosa della mano, cosa che a Buffy piaceva un sacco, poiché odiava le manine molliccie e sudaticcie – e dandosi mentalmente della sfigata.

Già tutto questo la stava mandando alle lacrime.

L' ambiente universitario non le piaceva, assolutamente.

Non che odiasse l'immagine in sé dell'istituzione, tutt'altro. Ammirava le biblioteche immense, con quelle arcate imponenti che sembra debbano caderti addosso e renderti una frittella spiattellata al suolo, così come provava forte attrazione verso quei professori imbevuti di sapere come spugne, che ti strizzano addosso la loro conoscenza, cercando di rendere almeno un po' impregnata anche te.

Lei odiava gli universitari.

Boriosi, ipocriti, troppo facilmente etichettabili.

Ed essenzialmente, nella sua testolina bionda, li divideva in due gruppi: quelli che si danno alla formula "Bacco-Tabacco-Venere" e quelli che le formule se le studiano ossessivamente.

Li detestava entrambi a livello epidermico, ma quelli che più la infastidivano erano certamente i secondi, poiché i membri del "Bisbocciamo Club" sono infondo solo menti semplici, che ti portano sulla spiaggia a vedere il tramonto e poi ti chiedono di salire un attimo su in camera per vedere la loro collezione di stampe cinesi…

…gli altri sono dei rompicoglioni.

Tu sei lì che guardi il cielo limpido, avvolta da una nuvola rosa e tiepida, sentendoti improvvisamente una fanciullina gioiosa dalle lunghe trecce innocenti, immersa in riflessioni infantilmente piacevoli e ti chiedi: "Perché il cielo è blu?"

Immancabilmente arriva il tizio che ha appena letto un libro sulle orme di "Risposte a domande impossibili: tutta la verità rivelata" e ti rovina ogni cosa parlandoti di astrologia, chimica, fisica, geologia, gastronomia, epistemologia, tautologia, tauromachia e tutti gli altri "–ia" che gli vengono in testa.

O magari sei terribilmente scazzata perché hai le tue cose, hai appena pestato il piscio di un gatto in calore, un camion è passato su una pozzanghera affianco a te sporcando i tuoi pantaloni nuovi da cento dollari, perciò tiri fuori una sigaretta, tiri una lunga boccata, poi la guardi e ti chiedi perché cazzo ti ostini a inquinarti con quella roba.

E chi arriva? Lo studente di psicologia che ti illustra magnificamente come la tua fase orale non sia stata risolta in modo corretto e ora soffri di una mania ossessivo-compulsiva, per cui tendi ad infilarti in bocca penne, unghie e sigarette… o anche qualcos'altro, ma solitamente i cervelloni non vanno sul volgare e preferiscono girarci attorno… magari internamente pensando che le tue labbra sarebbero proprio quelle adatte per un lavoretto al loro amico dalla testa dura.

In effetti, poi, ci provano tutti. Chi in modo goffo, chi in modo esilarante – quello che ti porta in macchina a vedere il cielo stellato e dopo due minuti ti ordina "Succhiamelo" è il più spassoso -, chi in modo vittoriano, chi in modo intellettuale…

C'è sempre negli americani la ferma convinzione che l'università sia un luogo godereccio, dove approfondire le proprie esperienze sessuali, allargare i propri orizzonti erotici, accrescere le competenze "kamasutrose".

In realtà, a Buffy neanche piaceva troppo il sesso. Lo trovava… come dire… scomodo, ecco. Tutto quell'avvinghiarsi in un lago di sudore, quella tensione di muscoli, quello sforzo fisico, quel doversi impegnare ad essere soddisfacenti per l'altro… allora tanto valeva pigliare a pugni il suo pungiball rosa, avendo constatato che le dava lo stesso piacere orgasmico.

Solo una volta era stato bello…

Solo una volta si era sentita avvolta da quel piacere di cui si parla così tanto nei romanzetti rosa e nei filmini porno… oh, due cose diverse, certo. Ma il piacere è comunque piacere, no? E lei era sì anti-sesso, ma sicuramente avrebbe pagato per provare nuovamente quel senso di…

… appagamento ed estraniamento.

Certo che…

- ... sinistra?

- Eh? Come?

Sfoderò un altro dei suoi sorrisoni solari.

- Scusa, mi ero distratta un momento.

Altro sorrisone.

La rossa alzò leggermente le spalle e rispose gesticolando con le mani: "Chiedevo se ti va bene dormire dalla parte sinistra della stanza".

- Perfetto

Terzo sorrisone. Forse al quinto avrebbe vinto una bambolina.

- Credo che tu non sia molto felice di essere in questo posto.

Colpita e affondata. Cazzo. Anni di addestramento che svolazzavano lontano da lei, come le banconote alate di Paperino quando scialacqua il denaro (o forse Zio Paperone).

Fingere, fingere, fingere.

È una cosa che sai fare, perciò falla bene.

- No. Sono un po' disorientata, ma non triste.

Si sedette sul suo letto e cominciò a chiacchierare del più e del meno con la sua compagna di stanza.

***

Quella nuova…

Quella nuova…

Sunnydale è piccola e la gente mormora.

La gente mormora e la gente è stupida.

Molto stupida, a livelli quasi demenziali, a livelli di un film di Mel Brooks.

Ma non lui. Oh, no. Aveva imparato a guardarsi in giro con occhi da rapace, ad osservare e a ponderare, a ponderare e a valutare. Ad individuare l'obiettivo, braccarlo seducentemente e poi piombargli addosso prendendolo alla gola.

E quella-nuova era un ambito obiettivo.

L'aveva studiata aggirarsi per i corridoi cercando la propria stanza, muovendosi svelta su quei tacchi arrapanti, con un passo deciso e felino. Aveva guardato ogni suo movimento con fare noncurante, apprezzando decisamente il suo sguardo accigliato e gli occhi da tigre furiosa, con cui aveva fulminato lo stupido abbordatore di turno. Aveva immaginato i suoi seni fieri ed eretti sotto il tessuto sottile, piccoli come pesche, ma sodi come pesche, dolci come pesche. Non aveva trascurato di notare anche quel meraviglioso sedere, un culetto che sembrava dire "mordimi, leccami, succhiami… fallo tutta la notte". E infine una massa di capelli biondi a sfiorarle due spalle estremamente eccitanti.

Forse non era la creatura più bella in quell'università, ma Dio… era decisamente donna, era decisamente scopabile sino allo sfinimento.

Ed era una tosta.

Anche se in quegli occhi chiari poteva ben vedere la passione sopita di una ragazza ardente.

Era una sfida.

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Capitolo 4
*** 4 ***


CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 4 -

di Sciapy

Ci sono persone che dopo aver fatto sesso desiderano libidinosamente una sigaretta… soprattutto nei prodotti cinematografici.

C'è chi invece crolla addormentato in uno stato quasi catatonico, che sia nelle braccia dell'amante o nel lato più estremo del materasso.

Lui desiderava semplicemente fissare il soffitto perfettamente bianco di quella squallida stanza in penombra, ascoltando il proprio cuore rallentare i battiti che gli rimbalzavano nella testa, attendendo che il sudore evaporasse sul bollore della pelle ed ansimando esageratamente per riempire il silenzio.

Ciò che è certo è che avrebbe preferito mille volte la quiete assoluta o il più infernale baccano, a quella vocina petulante e fastidiosa…

- E così io gli ho detto che è un maniaco sessualmente frustrato e lui mi ha dato della scemetta bionda dicendo di essere un ginecologo dignitoso e io gli ho urlato che il suo dito non stava affatto facendo un 'su e giù' dignitoso e che avrei anche potuto denunciarlo perché mio padre è avvocato anche se non è vero che è avvocato e che comunque… Ehy, Spikie, ma mi stai ascoltando?

Spikie… detestava che lo chiamasse in quel modo, sembrava il nome di un delfino o di un moccioso. In bocca ad una ragazza nuda, con il sesso ancora umido e il sudore che le imperlava la pelle, dava al termine un che di perverso… ma in modo più disgustoso che eccitante. Eppure quella persisteva…

Solo perché se l'era scopata per un paio di mesi, già la biondina si prefigurava scene da romanzetto rosa, in cui la purezza del suo cuore di fanciulla innamorata si sarebbe insinuata nel suo animo di oscuro e tenebroso uomo scontroso.

Il fatto che la loro relazione fosse iniziata con un'Harmony ubriaca, che gliel'aveva sbattuta praticamente sotto il naso, avvinghiandolo con fare sgraziato, protendendo la sua seconda scarsa in modo da farla sembrare una terza piena e chiedendogli testualmente: "Hai voglia di cavalcarmi?", probabilmente era solo un ricordo confuso negli strati di cuoricini rosa della sua materia cerebrale.

Probabilmente averle accennato a Drusilla e alla loro storia, aveva accresciuto in lei la convinzione che sotto la scorza di ragazzo intrattabile, si nascondesse una persona spaventata e tante altre palle simili. Non immaginava neanche quanto il suo precedente legame fosse stato morboso ed ossessivo…

- Ho sentito solo "bla bla bla, sono una cagna in calore, bla bla bla"… quindi no, non ti stavo ascoltando.

- Oh…

Harmony prese la propria giarrettiera nascosta tra le pieghe del lenzuolo, la tese come una fionda e la lasciò schizzare contro la parete.

- Hey, io non ho mai detto di essere una cagna in calore..!

- Ah, no, è vero. Quello l'ho detto io.

- Sei cattivo, Spikie. Prima o poi ti lascerò e allora ti pentirai di non avermi trattata con il rispetto che merito.

Non era la prima volta che la sentiva lanciare certe pseudo-minacce. Poco gli importava, in realtà. Già per due volte aveva trovato sul comodino un biglietto di Harmony che recitava testualmente:

"SE STAI LEGGENDO QUESTO MESSAGGIO…

VUOL DIRE CHE SAI LEGGERE! CHE BRAVO IL MIO SPIKIE!"

Era un'oca decisamente irritante. Ma gliela dava, quindi perché farsi scrupoli? E durante le loro ruzzate, aveva il buon gusto di chiudere il becco e lasciarsi fare letteralmente di tutto… be', tutto quello che lui voleva, almeno.

Persino lei si rendeva perfettamente conto di rappresentare per lui un'economica bambola di carne, ma non sembrava dispiacersene, finché poteva cullarsi nella convinzione di essere la sua *unica* bambola di carne. Ciò che contava per quella ragazzina viziata e snob, non era altro che l'esclusività. Poteva permettersi il paio di scarpe più costose importate dall'Italia, ma non le avrebbe mai indossate sapendo che un'altra studentessa avrebbe potuto calzarle a piedi meno perfetti dei suoi.

Che fosse disgustosamente ricca era un dato di fatto.

Che fosse perennemente in lotta con un padre bigotto era uno dei motivi per cui non era nella stanza di un qualsiasi pivello con il portafoglio gonfio, ma nel letto di un uomo che di gonfio aveva qualcos'altro.

Come buona parte delle sue amichette figlie di papà, frequentava l'università spinta dall'amore per le feste e dalla curiosità per il kamasutra.

Si alzò dal letto svogliatamente, riallacciandosi i pantaloni. Il pensiero dell'altra biondina lo aveva reso così arrapato che non si era neanche curato di spogliarsi…

- Dove vai ora, Spikie?

- Al Bronze.

- Aspettami, vengo con te!

Ma perché batteva le mani come una bambina di sette anni? Esasperazione elevata all'ennesima.

- Nessuno ti impedisce di andare al Bronze, luv. Ma non con me.

Vide il suo seno nudo sussultare, scosso da un moto di stupore. Possibile che fosse ancora così ingenua?

- Sei un mostro, Spikie.

Possibile.

- E' così, dunque? Mi prendi e mi abbandoni un'altra volta?

Sentirla piagnucolare lo irritava a livello epidermico.

Indossò lo spolverino, si accese una sigaretta ed aprì la porta. Pensò che come risposta dovesse essere più che esauriente.

- Sei un bastardo!

- Molto probabile. Così come è probabile che tu abbia un solo neurone connesso alle tue sinapsi, ovvero quello che ti stimola la voglia di farti scopare. Ognuno ha le sue croci.

Richiuse la porta lentamente, degustando con soddisfazione lo sguardo offeso e contrito della ragazza.



______________________________________

NOTA: Ho preferito mantenere i vari appellativi di Spike (luv, pet, eccetera :P) nella loro forma originale, senza tradurli in italiano, ma non perché me la voglio tirare o chissà che. Provate a chiamare una persona "animaletto domestico" e capirete perché li ho lasciati invariati.. O_o Stessa cosa farò con altri nomignoli, perché mi sembra si adattino di più ai personaggi di BtVS ^_^

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Capitolo 5
*** 5 ***


CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 5 -

di Sciapy

It's gonna be ok…

 

"Sei in ritardo..."

"Lo so."

"Brutta cattiva!"

"Invoco umilmente il tuo misericordioso perdono."

"Potrei resisterti?"

"Il mio innegabile fascino si riverbera nei pixel del tuo schermo?"

"Spiritosa... Allora perchè non ci vediamo? Così posso confermare la tua ipotesi."

 

Can’t afford another day

At 50 bytes per second…

 

"Mmm…"

"Mmm…"

"E' fantastico vedere che la pensiamo allo stesso modo! Come va con la nuova compagna di stanza?"

"Sei proprio un genietto nel dirottare il discorso, sai?"

"..."

"Ok, ok! Evitiamo i tasti dolenti."

"Grazie…"

"Oh, non preoccuparti, mi sto lentamente abituando al tuo alone di mistero. Risponderò alla tua domanda senza sottolineare in alcun modo subdolo il mio disappunto e la cocente reiterata delusione."

"…"

"E' una ragazza simpatica, ben disposta… un po' riservata... o forse sono io ad essere troppo timida."

"Tu non sei timida. Sei prudente."

"Ovvero guardo prima a sinistra, poi a destra, prima di attraversare la strada e stabilire un contatto con qualcuno?"

"A volte anche su e giù..."

"Insomma, più che prudente, sono ansiogena."

"Esatto! Ma a parte gli scherzi... Come stai?"

"Se intendi chiedermi se ho superato il primitivo trauma di vedere un essere femminile giacere nel talamo, che un tempo dividevo nelle calde notti di gemiti con il pene dei miei sogni..."

"Ma come siamo poetiche oggi!"

"Senti chi parla! Tu non sei proprio un esempio di lirismo, Tara..."

"Come no? Ascolta... Sweety, tu incarni per me la bellezza di un virgulto ammantato di rugiada cristallina nel diaccio zefiro dicembrino, come un fiore d'inverno sei..."

"Morente?"

"...morente."

"..."

"Hey, non vale, mi hai rovinato il sentimento!"

"Eheh..."

 

I’ve never seen your face

I’ve never heard your voice…

 

"Will, sei una perfida creatura."

"E ne vado fiera!"

"Questo è un modo willoso per dirmi che stai meglio?"

"Esattamente. Sai, piccola… credo che prima o poi dovresti fare un vocabolario Tara - Restodelmondo per esplicare i tuoi innumerevoli neologismi."

"Dici che farei una figura molto figa?"

"Tu sei già molto figa, Tara."

"Sono lusingata."

"Oh, troverai un modo per ripagarmi!"

"Non mi tentare… Will, credo di dover andare, ho una lezione tra poco."

"Evviva! Quindi devo solo precipitarmi in ogni aula dell'edificio in cui si tiene una lezione e scoprire se al suo interno si nasconde una Tara!"

"E adesso chi fa la spiritosa?"

 

But I think I like it…

 

"Umpf!"

"Non umpfare con me, tesoro."

"Ma sei rimasta solo dieci minuti..."

"Non per colpa mia. E ti assicuro che resterei se potessi. Giochino/contentino prima di uscire?"

"Non è giusto lanciare la carta del giochino, lo sai che poi sono curiosa... Spara!"

"Canzone. 'Nothing heals me like you do'..."

"Stai perdendo colpi. E' facile. 'London rain', Heather Nova."

"Già, è facile..."

"Hey, c'è qualcosa che non va?"

"No. Dovrebbe esserci qualcosa che non va?"

"Presumo di no."

"Presumi bene."

"Non c'era amarezza nella tua frase?"

"Amarezza?"

"Be', io ho urlato 'AMAREZZA!' e la tua frase ha risposto 'Presente!', sicché…"

"Scema!"

"E' un dono di natura."

"Ora devo andare davvero."

"Va bene, ma non so se riuscirò a rielaborare con successo questo straziante addio…"

"Alla prossima, Will."

"Alla prossima, Tara."

 

When you instant message me

With a promise

I can feel it

I can tell you're gonna be

Just like me…

[Pink Ego Box- Muse]

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