La più grande truffa di Neal Caffrey

di ayame90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La più grande truffa di Neal Caffrey ***
Capitolo 2: *** Fin ... no, solo un nuovo grande inizio ***
Capitolo 3: *** Vecchi amici e ... nemici? ***
Capitolo 4: *** Solo favole ... o realtà? ***



Capitolo 1
*** La più grande truffa di Neal Caffrey ***


White Collar e i relativi personaggi appartengono a Jeff Eastin e chi né detiene i diritti. Non scrivo a scopo di lucro.

LA PIÙ GRANDE TRUFFA DI NEAL CAFFREY




Parigi, la città dell'amore e dell'arte, la città perfetta per lui, perfetta per Neal Caffrey.
Questo pensi mentre cammini fra le stradine di Parigi; è ormai un anno che ti sei stabilito nella capitale francese dopo New York, la città in cui è finito e ricominciato tutto.
E i ricordi riprendono a farsi strada nella tua mente, dall'inizio ….

La prima volta che giunsi a New York eri solo un ragazzo carico di speranze e sogni, volevi mostrare quel che sapevi fare anche ai piccoli truffatori che giravano per le strade della Grande Mela, e fu così che iniziò una delle tue più grandi amicizie e collaborazioni di sempre, fu così che conoscesti Mozzie, l'unico e inimitabile.
Poi sei cresciuto, hai lasciato New York, hai conosciuto Kate e hai iniziato la tua avventura con lei.
Kate Moreau, il tuo grande amore, quello che nonostante tutto non sei mai riuscito a cancellare dal tuo cuore, neanche dopo anni e altre storie importanti come quella con Sarah.

Dopo tanto girovagare per il mondo, furti, esperienze, alla fine sei tornato a New York ma non per tua volontà. Alla fine il gatto catturò il topo e tu conobbi finalmente di persona Peter Burke; colui che fu la tua nemesi per anni alla fine divenne il tuo secondo migliore amico, o meglio qualcosa di più, qualcosa come un padre, il padre che non avevi mai avuto e che avevi sempre sognato, di certo tu, Neal, hai interpretato bene la parte del figlio scapestrato.

Ricordi perfettamente il tuo piano di allora, aspettare la fine della tua condanna e continuare la tua vita con Kate, ma il destino ti si ritrose contro Neal e all'improvviso lei sparì.
E così cominciò una nuova caccia che si concluse in modo tragico per tutti: Kate morì e tu tornasti in prigione, senza la possibilità di far luce su ciò che era successo e con opprimenti sensi di colpa.
Ma poi Peter tornò, forse voleva intraprendere la sua crociata personale di farti tornare sulla buona strada, forse aveva visto del buono in te perchè lui ti propose il vecchio accordo, con la clausola però di lasciar perdere eventuali indagini sulla morte di Kate, e tu glielo lasciasti intendere. Quindi accettasti l'offerta di Peter e tornasti in quella vita che sarebbe stata tua per i successivi quattro anni.
E fu così che iniziò la collaborazione più strana della tua vita, quella fra Neal Caffrey, eccelso ladro d'arte, e Peter Burke, integerrimo agente federale.

Una collaborazione durata sei anni, fra alti e bassi, fra bugie e mezze verità, ma che tu ricorderai sempre con il sorriso. Alla fine però hai dovuto troncare tutto ciò, e nel peggiore dei modi ma questo era l'unico mezzo per ottenere ciò che bramavi da tempo: la tua libertà.

Hai organizzato così la tua più grande truffa. Hai impiegato settimane di preparazione, sotterfugi, bugie, ricerche; tutto è stato calcolato nel minimo dettaglio, ogni tuo gesto, ogni parola, niente è stato lasciato al caso, tutti sono stati guidati da te, tutti sono stati ingannati, anche Mozzie.


Le Pantere Rosa; quando sentisti quel nome, fu come se il tuo cervello si fosse messo in moto da solo. Al nome di alcuni dei più grandi truffatori di tutti i tempi, avevi capito che era giunto il momento del tuo canto del cigno, di sfoggiare tutto il tuo stile.
Certo Keller è stato un imprevisto che mai avresti potuto calcolare Neal, ma tu sei riuscito a volgere tutto a tuo favore e nel frattempo a chiudere definitivamente con il passato.
E così è iniziato il tuo gioco, gli ingranaggi hanno cominciato a girare, le pedine a muoversi.

Hai tenuto lontano Mozzie, lui doveva restare l'uomo nell'ombra come lo è sempre stato, lo dovevi proteggere e ripagare di tutto quello che lui ha fatto per te in questi anni, lo hai tenuto fuori da una situazione spinosa da cui sarebbe stato difficile uscire e gli hai garantito anche una notevole buona uscita. Credo che si possa dire che meglio di così non gli poteva andare.

Hai portato Keller ha fare il tuo gioco invece del suo, nonostante i suoi colpi di testa, sapevi che il suo ego e la sua arroganza erano ben più grandi e che avrebbe comunque tradito le Pantere Rosa e te. Però Keller alla fine è stato una pedina fondamentale nel tuo piano, chi altri d'altronde avrebbe potuto ricoprire la parte dell'assassino?

Ti sei comportato magistralmente con Peter: non hai tirato troppo la corda, gli hai fornito indizi su cui avrebbe potuto lavorare ma non che non gli avrebbero permesso di avere il quadro d'insieme, se non alla fine di tutto con l'ultimo pezzo che gli avresti consegnato, no … gli avrebbero consegnato solo alla fine, alla tua morte.
Chissà se a quest'ora è riuscito a ricollegare il tutto, avrà scoperto cosa apre la chiave? O forse è solo troppo impegnato a fare il padre e non gli importa di inseguire un morto.
Sorridi e pensi a Peter e Elizabeth non più come Mr. e Mrs. FBI ma come genitori, Mozzie li avrà ribattezzati Papà e Mamma FBI?
Sei certo che sono dei genitori fantastici, d'altronde Peter ha già imparato come tenere a bada un figlio

Tutto del tuo piano è stato programmato nei minimi dettagli e tutto è andato secondo piani, niente è andato storto. Tu, Neal, hai dovuto pagare un prezzo altissimo, per sei anni hai ventilato la possibilità di fare tua la vita di Peter, quella che hai sempre sognato fin da bambino, ma che in fin dei conti forse non è la vita adatta a te, tu sei uno spirito libero. Comunque tutti hanno guadagnato qualcosa, ma tu sei quello che ha guadagnato di più: sei libero.

Eh sì, alla fine devi ammetterlo sei davvero uno dei ladri più bravi al mondo, e sei riuscito a farla persino a una delle organizzazioni ladresche più brave e famose come le Pantere Rosa. La vanità sarà pure un peccato però ogni tanto racconta la realtà.
Di questo per ora solo tu ne sei a conoscenza ma se conosci bene i tuoi amici, e se loro hanno imparato un po' a conoscere te, sai che ben presto anche Peter e Mozzie si renderanno conto di essere stati raggirati. E tu li aspetterai Neal, con il tuo sorriso, che tanto irritava Peter, e il cappello calato in testa, immancabile, e chissà magari anche in compagnia di una bella signora dal sorriso enigmatico.


                    Fin







Note Autore:
Ovviamente anch'io non potevo non esimermi dallo scrivere qualcosa su questa bellissima serie che ho seguito con passione fin dall'inizio.
Ammaliata dal sorriso di Neal, divertita dagli intermezzi fra Peter e Neal, catturata dalla dolcezza della coppia Peter e Elizabeth, incuriosita dal personaggio di Mozzie, commossa dalle mille emozioni che riuscivano a trasmettere anche attraverso lo schermo.
Spero che prima o poi potrò rivedere Neal e Peter assieme, ma nel frattempo mi consolo con le fan fiction, dove tutto diventa possibile, e dove la fine non può che essere un nuovo inizio.

Grazie a chiunque passerà di qui, leggerà e/o commenterà! ^__^


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Capitolo 2
*** Fin ... no, solo un nuovo grande inizio ***


Fin …. NO, SOLO UN NUOVO GRANDE INIZIO



“Un anno …. è già passato un anno” questo pensa Neal quella mattina scrutando il calendario appeso alla parete del suo appartamento. “Avrai già scoperto il mio trucco Peter?”

Un anno è passato ma Neal non può fare a meno di pensare a colui che col tempo è diventato suo amico.
Neal Caffrey ha un amico federale, il pensiero lo fa ancora ridere.
Pensa questo Neal mentre sorseggia il suo caffè di fronte alla finestra e osserva la città sotto di sé che riprende la vita frenetica del giorno, in fondo Parigi non è poi così diversa da New York.
L'appartamento in cui vive il giovane ora è più modesto della camera degli ospiti di Jun (non dimenticherai mai la faccia di Peter quando venne la prima volta), tuttavia è adatto a lui e ai suoi piani.
Il salotto e la cucina sono un unico spazio e al centro troneggia un semplice tavolo, ora occupato da numerose carte dove fra tutte spicca riconoscibile la planimetria di un edificio.
Neal si avvicina al tavolo, poggia la tazza lontano dalle carte e osserva con attenzione le linee scure che delimitano i contorni delle stanze. Ha studiato tutto con attenzione: i sistemi di allarme, gli agenti di sicurezza, le vie di fuga e di accesso, gli imprevisti, che spera di rigirare a suo vantaggio se si dovessero presentare, d'altronde è sempre stato bravo a improvvisare.
Ed ecco un altro sorriso di soddisfazione apparire sul suo volto, per Neal era ormai giunto il momento di tornare alla ribalta.

“Se avessi ancora dei dubbi Peter sulla mia morte, credo che questo colpo li cancellerà” il giovane pensa ad alta voce mentre guarda una foto del suo obiettivo.

Una statua, di piccole dimensioni (quindi facile da trasportare), raffigurante una bellissima donna nuda dai lunghi capelli che le ricadono sul corpo perfetto. La statua non possedeva un gran valore se paragonato alle altre opere in mostra al museo, ma era di squisita fattura e risalente al periodo del Rinascimento, e lui ne era rimasto conquistato appena l'aveva vista; d'altronde come si può resistere al fascino della dea dell'amore.

“È ora ” Neal fa sparire le carte dal tavolo e le mette in una borsa, quindi recupera una valigetta posata ai piedi del tavolo, prende il suo cappello dalla sedia accanto a lui e sia avvia verso la porta. Getta per l'ultima volta uno sguardo all'appartamento, ormai svuotato di tutto, rimane solo il tavolo, una sedia e il calendario alla parete, quindi si chiude la porta alle spalle.

La piramide di vetro del museo del Louvre si staglia davanti a lui, e dietro di essa, emerge uno dei più grandi e ricchi musei del mondo, al cui interno si possono trovare opere di ogni cultura e popolo, un giro al Louvre è come viaggiare senza cambiare fuso orario.
Neal sorride alle turiste che lo notano e nel contempo osserva la guardia all'ingresso, deve solo aspettare ancora qualche minuto e poi potrà ammirare la statua di Venere senza che ci sia un vetro a separarli.


“FURTO AL LOUVRE: sparita la statua di Venere.
Un furto avvenuto nella giornata di ieri ha sconvolto l'intera direzione del museo del Louvre.
Il museo aveva innalzato da nemmeno un anno la sicurezza delle sue opere ed ecco che agli inquirenti si presenta un furto le cui modalità, come l'autore, sono ancora ignote.
Non si conosce né l'esatta dinamica dei fatti, né il momento preciso in cui la preziosa opera sarebbe sparita, infatti nessuna notizia trapela dagli inquirenti e dall'ufficio stampa del museo, dove cui sembra trapelare un certo imbarazzo.
Per il momento non sembra mancare all'appello nessun'altra delle opere esposte all'interno del museo ….”



Peter Burke non aveva molti pensieri in testa quel giorno mentre finiva di prepararsi davanti allo specchio. Al lavoro era la solita routine, il suo team lavorava egregiamente e Jones era migliorato parecchio, staccava dall'ufficio alle sei per tornare dalla sua famiglia in tempo per la cena.
Ogni giorno non vedeva l'ora di tornare a casa a fine turno per sapere cosa aveva combinato il piccolo Neal. Forse non era stata una bella idea mettere proprio quel nome a suo figlio, talvolta gli assaliva il pensiero che potesse diventare come l'omonimo e … da lì ripensare a Neal e vederselo mentre gioca con il suo cappello il passo è breve.
Nonostante Peter avesse scoperto il container e il suo contenuto, non c'erano ancora prove che Neal fosse effettivamente ancora vivo, nel profondo sapeva che lo era, ma il senso di malinconia era restio a lasciarlo.

Una volta pronto Peter scese in cucina, dove Elizabeth stava dando da mangiare al loro bambino, e considerò che forse per salutare il piccolino ero meglio un avvicinamento alle spalle a meno che non avesse voglia di cambiare già l'abito.

“Buongiorno tesoro” salutò sua moglie con bacio e fece lo stesso con Neal “Ehi campione!” quindi si sedette alla penisola, a distanza di sicurezza da spruzzi di pappa.

El gli aveva già preparato tutto per fare colazione con i suoi cereali, gli stessi che Neal apriva prima del tempo solo per prendere la sorpresa, o forse lo faceva semplicemente per dargli fastidio. Ecco, di nuovo una vena malinconica nei suoi pensieri.
Si versò i cereali e li annaffiò con il latte quindi aprì il giornale davanti a sé per leggere le pagine sportive, tuttavia prima di sfogliarlo e andare alle ultime pagine, un trafiletto della prima lo colpì.

“FURTO AL LOUVRE”
la statua di Venere, opera risalente al Rinascimento, ….
non si conosce l'esatta dinamica dei fatti ….
eccellente abilità del ladro che ….

Ed ecco un sorriso apparire sulla faccia dell'agente Burke, ora non aveva più dubbi.
Finì di leggere l'articolo, in effetti non c'era molto per presupporre che ci fosse Neal Caffrey dietro, ma il suo intuito gli diceva il contrario.

“Neal ...” e al pensiero dell'amico questa volta nessuna nota malinconica. “La più grande truffa di Neal Caffrey” il pensiero gli uscì spontaneo, Mozzie aveva ragione.

Peter finì la sua colazione, salutò ancora una volta moglie e figlio e uscì di casa pronto per questo nuovo grande inizio.









Note Autore:
Questo capitolo l'ho incentrato su Peter e Neal, in un ipotetico post 6x06, dove Peter finalmente non ha più dubbi sulla morte di Caffrey.
La storia, per quanto riguarda la fic, è ormai definita, all'inizio doveva essere solo il primo capitolo incentrato sui pensieri di Neal, ma poi ho pensato anche agli altri protagonisti, non tolleravo che nessuno sapesse che Neal in realtà fosse ancora vivo e così ho preso in mano carta e penna.
In tutto ci saranno quattro capitoli, riguardanti i personaggi principali e il loro rapporto con Neal.

Il prossimo aggiornamento sarà ritardatario, inizio la sessione di esami e non avrò tempo di definirlo entro le due settimane che mi ero prefissata; ci sarà sicuramente per fine febbraio.

Bye!!! ^^


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Capitolo 3
*** Vecchi amici e ... nemici? ***


VECCHI AMICI …. E NEMICI ….?



Anche quel giorno Mozzie bazzicava vicino al parco ad inscenare il vecchio (ma sempre buono) trucco delle tre carte. Da un anno ormai passava sempre più pomeriggi a riprendere le vecchie abitudini delle piccole truffe, quelle maestose non erano nel suo stile; o forse in realtà stava solo cercando nel passato il modo di andare avanti, di ritrovare quello che più gli mancava: un amico.
O chissà stava solamente aspettando un altro giovane dal sorriso irriverente che lo avrebbe gabbato come successe più di dieci anni fa.
E quindi come ogni giorno, chi passava vicino a quel parco poteva sentire il richiamo di un piccoletto dalla testa calva, che facendo leva sull'ingenuità di alcuni e sulla spavalderia di altri, a fine giornata tirava su un po' di soldi senza fatica.

“Venite, venite. Chi vuole vincere un po' di soldi? O tentare soltanto la fortuna? Avanti signori, soldi facili! ….. Carta vince, carta perde. Segui la regina, seguila attentamente. Seguila piano, seguila lenta e vinci! ….. Questa? …. Mi spiace, non è. La regina è qui” Mozzie s'infilò i soldi in tasca e riprese il suo richiamo “Chi vuole giocare ancora? Nessun altro?”

“Gioco io”

“A cosa devo l'onore agente?”

Peter Burke, distintivo in mano, si avvicinò al banchetto con facilità visto che la piccola che lo attorniava si stava velocemente diradando.
Quell'intrusione avrebbe dovuto spaventare o perlomeno infastidire il truffatore, ma in realtà la cosa lo divertiva, se non era strano prima, ora ci era diventato di sicuro per accompagnarsi ai federali.
D'altronde aveva imparato che anche loro nascondono un qualche lato criminale, Mozzie ricordava con piacere i tempi dei 7 di Burke o il caso del rubino sangue di piccione, quella volta si era divertito come un bambino.

“Sai agente, è già la seconda volta che mi rovini la piazza”

“E continuerò a farlo finché ci incroceremo Mozzie, questo è illegale”

“Arrestami allora, ma sappi che così Neal non saprà mai il finale della favola” disse Mozzie incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo da Peter. “E lui non te lo perdonerà mai” rincarò la dose.

“D'accordo, d'accordo. Per questa volta lascerò correre Mozzie. Ci vediamo stasera allora, per il finale” e detto questo Peter Burke si allontanò, non prima di aver lasciato sul banchetto delle carte il giornale che quella mattina stava leggendo a colazione.

Mozzie abbassò gli occhi mentre il federale si allontanava, il giornale era piegato in modo tale da evidenziare un trafiletto in prima pagina.


“FURTO AL LOUVRE: rubata la statua di Venere”


L'uomo non riusciva quasi a credere a ciò che stava leggendo, avrebbe riconosciuto quello stile e quella tecnica ovunque, era una delle loro!

“Neal Caffrey sei un grande!”

Il giorno dopo, l'uomo calvo e basso che era solito presenziare nel parco con il suo banchetto non si presentò, e nemmeno quello successivo e neanche il successivo ancora.
Il giorno dopo la visita di Peter, Mozzie lasciò New York alla volta a Parigi. Una volto giunto in Francia però non gli fu facile rintracciare l'amico, non aveva lasciato tracce, nessuno lo riconosceva, sembrava scomparso. L'uomo non aveva però intenzione di arrendesi così prima di continuare le sue ricerche altrove, si recò al museo del Louvre, una volta giunto a Parigi non poteva non portare i suoi saluti.
Visitò dapprima la sezione di arte greca, il posto della statua di Venere era stata prontamente riempito, ed ora si trovava ad ammirare il sorriso più enigmatico della storia. Tuttavia l'attenzione di Mozzie fu ben presto catturata da qualcos'altro.


“RAFFAELLO IN MOSTRA
Roma 15 aprile – 15 maggio 2015
Presente anche l'opera recentemente ritrovata San Giorgio e il drago”



Roma, la città eterna con più duemila anni di storia, arte e personalità.
Neal Caffrey amava Roma, era forse una delle sue mete preferite, l'unica città dove puoi vivere l'arte, far parte di essa e non solo ammirarla; e le temperature miti della primavera italiana rendevano quella ultima passeggiata nel cuore della città davvero piacevole.
Mancava ancora una tappa per concludere degnamente il suo addio alla città ed ora eccolo lì ad ammirare una delle più grandi opere del Rinascimento.
Il meraviglioso soffitto della cappella Sistina si stagliava sopra di lui e Neal rimase ad ammirarne ogni dettaglio prima di congedarsi.

Mozzie si sentiva leggermente piccolo in mezzo al colonnato del Bernini, ma questa sensazione fu ben presto sostituita da quella dell'impazienza. Erano passati tre mesi dal furto da Parigi, sapeva che sarebbe stato inutile cercare Neal se lui non avesse voluto farsi trovare, così Mozzie era rientrato in America ed aveva aspettato la mostra italiana. Oggi era il 15 maggio, l'ultimo giorno della mostra, e se ben conosceva il suo amico, era lì che l'avrebbe ritrovato.

Neal uscì dalla cappella e si godette per un attimo la vista della piazza dall'alto delle scale della chiesa, quando qualcosa di notevolmente sgargiante attirò la sua attenzione, e un sorriso gli illuminò il viso.

“Moz … Non ti sembra che l'ombrello sia troppo vistoso, per passare inosservato?”

“Ma questo non è un semplice ombrello, al suo interno contiene una piccola ricetrasmittente in grado di interferire con le comunicazioni satellitari e rendermi invisibile ai satelliti”

Neal rise brevemente, il suo amico non sarebbe cambiato mai. “Sono felice di rivederti Moz”

“La più grande truffa di Neal Caffrey. È stata spettacolare, hai ingannato tutti, persino l'uomo degli inganni” Mozzie parlava con leggero fervore, come se un anno non fosse mai passato,anche se nei suoi occhi, seminascosti dagli occhiali, si poteva benissimo leggere commozione.

“Mi dispiace Moz, ma questo era l'unico che avevo per proteggervi e ottenere la libertà. E poi mi sembra di averti lasciato anche una bella buona uscita. L'FBI non ha ancora trovato i soldi mancanti”

“Ho ancora la tua parte sai Neal. Non l'ho toccata”

“Sono tuoi Moz.”

“No! Quella è la tua parte, io non la toccherò ma tu dovrai venire a riprendertela” e la conversazione sotto il colonnato si chiuse così, con la tacita promessa di rivedersi un giorno, di ritornare nel luogo che aveva imparato a definire casa, lui che non l'aveva mai veramente avuta.



Nel ritornare verso il suo albergo Neal si era fermato a bere un caffè in uno dei tanti bar che affollano le strade italiane. E mentre si gustava il suo espresso con tostatura italiana, come quelli che beveva da Jun, ripensava alla conversazione avuta con Mozzie prima di lasciarsi definitivamente.

“E così il bambino di Peter ed Elizabeth porta il mio nome”

“Già e fortunatamente ha ereditato anche il fascino della mamma e non quello del padre”

“Non ti sembra di esagerare Moz”

“Nient'affatto”

Neal finì di gustare il caffè e si preparò per andare via, quando dei toni concitati provenienti dai tavoli posti fuori il locale attirarono l'attenzione dei clienti e della sua.

“Notevole Signor Lorenzi, potersi permettere un orologio di tale valore avendo dichiarato bancarotta” una donna esile, ma con un cipiglio e un tono degno di un militare, e folti cappelli rossi, si trovava a bloccare il braccio di un uomo vestito elegante e a sfilargli l'orologio dal polso “Questo lo prendo io, suo fratello lo rivorrà indietro. E la prossima volta le consiglio di affiancarsi ad un falsario più esperto o non ci sarà gusto nel venirla a cercare”

L'uomo non osava muoversi, dopo essersi ribellato la prima volta al tocco della donna e che questi aveva risposto tirando fuori dalla borsa un lungo bastone e lo aveva colpito al ginocchio, ora sperava solo che sparisse il più in fretta possibile così da dileguarsi anche lui.
Sarah era perfettamente a suo agio e soddisfatta, aveva recuperato ciò che le era stato assegnato e poteva tornare a casa, anche se un po' le dispiaceva lasciare l'Italia, le piaceva quel paese e le faceva tornare in mente anche un po' Neal.
E i ricordi volsero per un'istante a colui per un breve periodo ero stato il suo fidanzato, un po' le mancava quella vita, con lui non aveva mai corso il rischio di annoiarsi ma lei sapeva fin dall'inizio che non sarebbe potuta durare a lungo, appartenevano a due mondi troppi differenti per conciliare le loro esigenze e i loro caratteri.
Dopo aver scoccato un'ultima occhiata all'uomo per non fargli venire in mente strane idee sul tentare di riprendersi l'orologio, si allontanò elegante e tranquilla sotto gli occhi attoniti di passanti e turisti.
Si fermò ad una vetrina poco distante catturata da una splendida borsa esposta, e ad un tratto lo vide, Sarah si girò di scatto ma dietro di lei non c'era nessuno. Forse era solo troppo stanca, quella notte non aveva dormito granché per via di quella telefonata da New York, eppure le sembrava di aver appena visto Neal nel riflesso della vetrina. Era impossibile, Neal era morto più di un anno fa ormai, glielo aveva comunicato Peter personalmente. Eppure le era sembrato così vero ….

Neal assistette con divertimento alla scena fra l'uomo e Sarah, non si sarebbe aspettato di vederla lì a Roma, la credeva chiusa nel suo ufficio di Londra. E invece eccola lì, sempre caparbia e decisa e sempre elegante nei modi e nel vestire. Decise di seguirla per un po' mentre si allontanava fino a quando lei non si fermò ad osservare una vetrina e notò il suo riflesso, ma quando lei si girò, lui era già sparito, quella donna aveva sempre mille occhi.


San Giorgio e il drago si stagliava in tutta la sua maestosità di soggetti e colori di fronte a Sarah. All'ultimo momento aveva deciso di venire a controllare il quadro, che una volta ritrovato era tornato sotto la tutela assicurativa della Sterling Bosch. Quello era il suo ultimo giorno nella capitale italiana e una strana sensazione l'aveva resa irrequieta tutta la notte.

“Che fosse davvero Neal?”  questo era il pensiero che l'aveva tormentata e fatta rigirare nel letto tutta la notte.

Sarah passò tutta la mattina a visitare la mostra, per poi pranzare in un ristorante lì vicino e prendere  un taxi per l'aeroporto e lì un aereo per Londra.
Il giorno dopo Sarah uscì di casa alla solita ora per recarsi in ufficio, fermandosi però prima a prendersi un caffè lungo la strada. Seduta al tavolo del locale, notò lì accanto un giornale e una foto che lei conosceva fin troppo bene.


“RUBATO SAN GIORGIO E IL DRAGO:
il quadro scomparso dalla mostra in cui era esposto”


Sarah non riusciva a crederci, leggeva l'articolo con attenzione e gli occhi sgranati, era incredula. Che davvero fosse opera sua?

“Neal ...” un solo pensiero le attraverso la mente, e alla fine una certezza si concretizzò “Neal!”




Note Autore:
Nel tempo di attesa fra un esperimento e l'altro riesco a pubblicare, il capitolo l'ho scritto ieri sera sul tardi quindi potrebbero esserci degli errori, nel caso fatemelo notare e provvederò a correggerli.

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e tratterà di Elizabeth; è già scritto, deve solo essere formattato al pc, ma non credo di riuscirci in tempi brevi, fra laboratorio ed esami è già un miracolo che riesca a scrivere. Questo periodo di impegni finirà però il 9 marzo, quindi conto di aggiornare per il 15 marzo.


Grazie a chiunque passerà di qui, leggerà e/o commenterà! ^__^



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Capitolo 4
*** Solo favole ... o realtà? ***


SOLO FAVOLE …. O REALTÀ?



Quella mattina Elizabeth compì la sua solite routine quotidiana: si alzò, uno sguardo veloce al bambino e poi in bagno per una doccia altrettanto veloce.
Suo figlio sembrava aver ripreso un'inaspettata puntualità ereditata da chissà quale dei due genitori, visto che né lei, né Peter e né tantomeno il suo omonimo erano conosciuti per questo lato caratteriale.
In ogni caso El ebbe appena il tempo di mettersi un filo di trucco che il baby walkie-talkie cominciò a sfrigolare, avvertendola del risveglio del piccolo di casa Burke.
Elizabeth entrò nella nursery, Peter aveva passato molto tempo lì dentro per arredarla e dipingerla, forse anche in un modo per superare la perdita che avevano subito ormai quasi più di un anno fa. Neal, quello grande, era diventato un caro amico per entrambi, e anche se lei non aveva passato tanto tempo a così stretto contatto col giovane, lei stessa non riusciva ancora a concepire pienamente il fatto che Neal non ci fosse più. Talvolta si aspettava di vederlo rientrare assieme a Peter, portando una bottiglia di vino perfettamente abbinata alla cena preparata da lei; e invece l'unico Neal che era con lei al momento era quel piccolo esserino che, tenendosi alla sponda del lettino e sbavandoci sopra, saltellava sulle gambe che aveva imparato a conoscere da poco, dannando lei, Peter e il povero Satchmo.

“Ehi! Stai tentando un'evasione?” certe volte il suo piccolo Neal, le ricordava così tanto il grande Neal.


Poco che suo marito uscì di casa, il cellulare di El squillò.
“Elizabeth? Sono Julia! Scusami ma ho avuto un imprevisto dell'ultimo momento. Oggi non posso venire. Perdonami Elizabeth ma non sono riuscita ad avvisarti prima, è successo tutto così all'improvviso ...” la ragazza che avevano preso come baby-sitter di Neal, mentre lei e Peter erano al lavoro, si prodigava in scuse, senza lasciarle il tempo di parlare.

“Julia … non c'è problema. Non è successo niente, spero che tu riesca a risolvere presto. Non ti preoccupare per Neal, so già a chi chiedere aiuto per oggi... A presto Julia. Ciao!”

Ed Elizabeth non aveva mentito, sapeva benissimo a chi chiedere aiuto, Mrs FBI aveva mille risorse e un amico, un po' particolare, che non si sarebbe mai rifiutato di passare qualche ora con il bambino, che ora la guardava incuriosito dal suo seggiolone.

La donna sorrise e si rivolse al piccolo “Oggi sarà lo zio Mozzie a prendersi cura di te. Sei contento Neal?” e il bambino sembrava veramente felice, a giudicare dai gorgoglii che fece.

*****

Elizabeth svolse la sua giornata lavorativa come al solito, senza preoccupazioni se non per suo marito. Stranamente negli ultimi anni aveva imparato a preoccuparsi meno per Peter, forse perché inconsciamente sapeva che con lui vi era Neal, e che si sarebbero protetti a vicenda. Ora però Neal non c'era più, Peter era solo al lavoro, persino Diana era ripartita per Washington, ed Elizabeth era tornata a preoccuparsi come agli inizi del loro matrimonio, anche se non lo dava molto a vedere.

****

“E così i due fratelli tornarono in armonia, perché compresero che il tesoro del vecchio re erano loro. Ah! E anche il giovane scudiero Satchmo poté tornare a frequentare il castello e il regno. Tutti presto si dimenticarono dell'antico libro da lui distrutto”

Quando Mozzie raccontava, il piccolo Neal lo fissava sempre incantato, gli piaceva quello strano bay-sitter dalla testa calva e gli occhiali grandi, raccontava sempre delle buffe storie e il protagonista si chiamava sempre come lui.
Mozzie era già pronto ad iniziare un'altra storia, quando il rumore delle porte d'ingresso lo interruppe.

“Sono tornata! Allora, vi state divertendo?” Elizabeth entrò sorridendo in casa, poggio la borsa sul tavolino di fronte il divano e si avvicinò al figlio.

“Certo” rispose Mozzie sorridente

“Allora non ti dispiacerà restare ancora un po' mentre preparo la cena e dò da mangiare a Neal, vero?”

“Certo che no!” Mozzie aveva ancora una storia da raccontare, non solo a Neal ma anche ad Elizabeth.

“Vieni qui tesoro” El prese il bambino e lo mise nel seggiolone mentre preparava cena per il piccolo.

Mozzie nel frattempo avvicinò due sedie al bambino per potersici accomodare e iniziò subito a raccontare.

“Questa è la storia di un giovane artista che con i suoi quadri e sculture ammaliava le corti di re e cavalieri, mentre con il suo sorriso affascinava dame di ogni età.
Il giovane amava girovagare e fu così che giunse alla corte di un vecchio re, il re Huges. Tutti, uomini e donne, furono subiti conquistati dal talento del giovane artista, eccetto una persona, il vecchio scrivano di corte Peter”

Elizabeth alzò un sopracciglio all'ultima frase, povero marito. Gli toccava sempre la parte del cattivo.

“Lo scrivano era geloso dell'artista: della sua bellezza e del suo talento; tuttavia per ordine del re era costretto a seguirlo ogni giorno. Col tempo però la gelosia scemò e fra i due nacque una splendida amicizia che durò per molti anni, finché non arrivarono da terre lontane e misteriose un gruppo di cavalieri il cui nome era: le Pantere Rosa”

Neal era completamente assorto da quella nuova storia e anche la madre, visto che aveva smesso di imboccare il figlio e stava ascoltando con attenzione il racconto di Mozzie. Era curiosa di sapere come si sarebbe evoluta questa volta la storia, perché lei conosceva il finale e non le piaceva per niente. Stava per intimargli di fermarsi ma qualcosa nel suo sguardo la bloccò: un luccichio, lo stesso che brillava negli occhi di Neal, il grande, quando aveva in mente qualcuna delle sue idee.

“ ..... e fu così che del giovane artista si persero le tracce e nessuno ne seppe più niente. Non si sentì più parlare di lui per molto tempo, nessuna corte ammirò più i suoi quadri e nessuna dama si beò più del suo sorriso. Finché un giorno arrivò un mercante straniero nel palazzo con un quadro per il vecchio re. Il quadro era maestoso e i soggetti ancora di più: un drago e un cavaliere pronto a combatterlo. Lo scrivano fu presente quando il mercante mostrò il quadro al re, e rimase colpito dai tratti familiari del cavaliere. Peccando di avventatezza chiese al mercante dove avesse preso quel quadro. L'uomo ripose da un giovane artista che amava i cappelli”

*****

Il giorno dopo Elizabeth ritirò come suo solito il giornale e in prima pagina una notizia la colpì.

SPARITO RAFFAELLO: il quadro raffigurante San Giorgio e il drago,
del noto artista rinascimentale, e recentemente ritrovato dalla sezione White Collar di New York, e nuovamente stato rubato dalla mostra italiana in cui era esposto. Gli inquirenti …

Elizabeth lesse avidamente tutto l'articolo, non riusciva a crederci. Il quadro della storia, era il Raffaello!?  Il giovane artista Neal, era il suo ladro Neal!? Questo ladro era Neal? La donna era incredula, che fosse davvero possibile?
Un sorriso alla fine le spuntò in volto e il suo cuore si alleggerì di un peso, ormai avrebbe dovuto imparare che con Neal Caffrey anche l'impossibile diventa possibile.




Note Autore:
E con Elizabeth (e il piccolo Neal come guest star) si chiude questa piccola storia su White Collar, nella speranza che rivedremo presto Neal assieme a Peter.
La speranza è l'ultima a morire, e nel mondo delle fanfic ha vita lunga :)

Ringrazio tutti quelli che hanno letto, commentato, seguito, preferito, ricordato, etc. :) questa storia, spero sia stata una piacevole lettura.

A presto! ^__^

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