Word Of Mouth.

di HugMeSyko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sensi di colpa. ***
Capitolo 2: *** Socially Awkward. ***
Capitolo 3: *** All you had to do, was show me love. ***
Capitolo 4: *** Have some fun. ***
Capitolo 5: *** I'm gonna lose my mind. ***
Capitolo 6: *** Heart Vacancy? ***
Capitolo 7: *** I need you to lie, to lie to me. ***
Capitolo 8: *** Our hearts go boom boom. ***
Capitolo 9: *** Glow in the Dark. ***
Capitolo 10: *** Lightning. ***
Capitolo 11: *** I'm glad you came. ***
Capitolo 12: *** Fix a Heart. ***
Capitolo 13: *** Addicted to You. ***
Capitolo 14: *** I need your love to pull me up. ***
Capitolo 15: *** Almost is never enough. ***
Capitolo 16: *** Hey, I see a secret in your face. ***



Capitolo 1
*** Sensi di colpa. ***


Era una mattina particolare, una di quelle mattine cui tutto sembra andar bene.
Era Mercoledì, e ciò significa It's a Wanted Wednesday!
I The Wanted erano nella loro casa, tutti insieme, in sonno profondo dopo una lunga serata piena di divertimento. E quando loro si divertono, ne combinano di tutti i colori.
Il primo a svegliarsi fu Tom.
Si sentiva strano, con la sensazione che qualcosa sarebbe andato male.
Ma che cosa? L'unica causa poteva essere il caos che la sera prima aveva combinato. Si era cacciato nei suoi soliti casini, insomma.
Aveva invitato una delle sue tante amiche a casa.
Una ragazza di nome Jenny, occhi azzurri e capelli biondi.
Sappiamo i gusti di Tom, oramai. Andiamo al sodo, ne aveva combinate una delle sue.
Rilassati sul divano, a guardare un bel film, mano per mano.
Ma Kelsey, la sua fidanzata? Non ne sapeva nulla, ovviamente. E non lo verrà a sapere per un pò. 
Erano le cinque e mezza del mattino. Si alza velocemente, corre giù per le scale verso la cucina. Dopotutto una bella colazione ci voleva, ma questa volta senza la sua compagnia. Tutti gli altri dormivano, e si sa, dopo le loro serate chi si sveglia presto? Eppure c'era l'eccezione per Tom. Quel pensiero che lo tormentava. "E se lo viene a sapere Kelsey?" Non faceva altro che ripetere questa dannata frase. Fissava un punto, bevendo la sua tazza calda di latte bianco appena zuccherato e accompagnato da una brioches. Era un pò sbadato, c'era da immaginarselo. Gli scivolò la tazza nel lavandino.. Abbastanza forte da rompersi.
Max aprì gli occhi di colpo a causa di quel maledetto rumore.
Vide l'orario, erano appena le sei del mattino. Ma rimase nel suo letto, con gli occhi assonnati che piano piano si richiudevano. Nel frattempo Tom si scaraventa sul divano, accendendo la tv a volume basso con impostato il suo canale preferito. Erano ormai le otto e mezza circa. Nathan e Siva si svegliano con alcuni minuti di differenza uno dall'altro, e come il proverbio dice, "il buongiorno si vede dal mattino". Erano i soliti giocherelloni, dovevano per forza stuzzicarsi uno con l'altro. E non solo, persino gli assonnati!
Presero due o tre cuscini a testa e li buttarono addosso a Max e Jay, ancora in sonno profondo. Ovviamente non si accorsero di nulla. Dopo vari tentativi finalmente decisero di smetterla.. Si sedettero sul letto con il telefono in mano, a petto nudo, aprendo entrambi il loro profilo Twitter. Che dire di Tom, non faceva altro che tormentarsi con quel pensiero. La soluzione giusta fu quella di riposarsi un altro pò, infondo assonnato era anche lui, ancora. 

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Capitolo 2
*** Socially Awkward. ***


I ragazzi erano finalmente al completo, ma ancora con i vestiti che la sera prima avevano indossato.
Suona il campanello. Erano le 9 del mattino, ma chi poteva essere? 
Dal salotto l'unico che l'aveva "sentito" era stato Jay.
Velocemente si reca alla porta d'ingresso, guardando allo spioncino chi fosse.
Era Kelsey, la fidanzata di Tom.

- “Chi è?” - urla appena Jay, appoggiato alla porta -
- “Kelsey. Sono Kelsey.”
Jay apre la porta facendola entrare, dopodichè la richiude con cautela.
J: Mh, come mai a quest'ora? 
K: Giusto una visita. Disturbo? Stavate ancora dormendo?
J: No figurati. Tom si sta facendo una doccia. Nel frattempo, accomodati pure.
K: Jay? C'è qualcosa che non va?
J: Che intendi?.. Scusa devo andare un attimo di sopra, arrivo subito.
Jay si reca verso il bagno, bussando frequentemente la porta.
- “T-Tom? Ti devo parlare! Esci subito, sbrigati!”
I minuti passano e finalmente Tom esce dal bagno, con addosso un'accappatoio sui fianchi ed un'asciugamano attorno al collo.
T: Jay, che ci fai qui? Eri tu che mi chiamavi?
J: Tom, sbrigati, non c'è tempo da perdere. Kelsey è qui, e la tua camera è piena di.. di vestiti a terra. Quei vestiti.
T: Cosa?! E come faccio a sistemare quel caos?..Mh senti, cerca di distrarla. Non deve sospettare nulla, chiaro?
Jay annuisce con la testa, correndo frettolosamente giù per le scale verso Kelsey. 
- “Kels!” - riprese Jay - “Tom si sta vestendo e abbiamo da fare.. Potresti passare più tardi?”
K: Come vuoi, Jay. Sento puzza di guai, sei molto strano da quando sono arrivata.
J: Non c'è niente, pft. Bhè, ora vai - dice sorridendo, prendendola per braccio e accompagnandola alla porta -.
- “Brò, le ho detto di venire più tardi, ora sbrigati e sistema tutto.” - urla Jay, correndo su per le scale con il fiatone addosso. - “Nathan dov è?”
T: Non saprei..Vedi in camera sua.
Va in camera di Nath, bussandogli, ed entra.
J: Nath! Che ci fai ancora sul letto, a petto nudo? Vestiti, dobbiamo andare da Kevin. Ci aspetta per un provino.
N: Uff. Non ho proprio voglia, ho da fare..
J: Cioé? Sapevi che avevamo un altro impegno, Nath.
N: Aspetta un attimo! - dice con voce acuta, ridacchiando - sto messaggiando con un'amica.
J: Ahahah, amica! Le tue amiche son ben altro.. Tralasciamo, muoviti e vestiti.
Apre l'armadio di Nath e gli prende dei vestiti. 
La sua maglietta preferita, che gli regalò Jay, con disegnato un orsacchiotto sopra, accompagnato da un jeans.
Si veste frettolosamente, ma il cellulare non lo molla un attimo!
Era Michelle, la ragazza mora dai bei capelli di cui Nath non poteva fare a meno di sentire. 
Bhè una cosa era nota da parecchio.
Ogni volta che quel cellulare era in mano sua, un sorriso gli scappava sempre.
Nath si infilò le scarpe, dopodichè prese uno dei suoi infiniti cappelli. La sua passione.
J: Sei pronto Nath? Siva e Max sono già in studio, Tom ci raggiungerà più tardi.
Scesero le scale. Jay era molto agitato, confuso.
Presero le chiavi e si recarono verso la macchina.
Dopo essersi sistemati finalmente era ora di andare. 
Passano dieci minuti, arrivarono in studio. Erano tutti pronti. 
O almeno, quasi tutti. Mancava Tom, il solito sbadato.
Ma incominciarono ugualmente, le registrazioni erano singole.
Dopo due lunghissime ore i ragazzi uscirono dallo studio insieme a Kevin, soprannominato BigKev, a prendersi qualcosa da bere al bar affianco.
Tom? Tom non c'era, l'unico motivo poteva essere “Si è dimenticato”. 
Nath e la coca cola erano inseparabili, proprio come Jay e la birra. 
Si siedettero al tavolino e incominciarono a sorseggiare il drink da loro ordinato. 
Tra una risata e l'altra, se ne andò un'ora piena. Ognuno prese la sua strada.
Nath sempre con il cellulare in mano, Siva, Max, Jay e BigKev si incamminarono verso la macchina.
N: Mh, ragazzi? Devo vedermi con un'amica, voi andate pure. 
M: E come penseresti di tornare a casa, mh? Nanetto.
N: Me la vedo io, sssciò! - ridacchia silenziosamente - .
- “Aah, la risata di Nath! Modalità silenziosa, c'è qualcosa che ci nasconde. - aggiunge Max, entrando in macchina.-”
Nath era molto preso da quest'incontro. 
Aspettava Michelle nel parco dietro il bar, seduto alla panchina con ovviamente il cellulare in mano.
La vide arrivare e incominciò a sorridere. Si alzò, e la raggiunse.
N: M-mich! - sorride lievemente - finalmente ci vediamo. Mi mancavi.. tanto.
Michelle si sporge avanti per dargli un bacio sulla guancia, poi gli sorride a 32 denti.
M: Tesoro! Sei molto dolce, come sempre. Sediamoci là, su quella panchina, ci facciamo una chiacchierata.
Nath arrossisce appena, inghiottendo la saliva e facendo un sospiro di sollievo.
La prende per mano, stringendogliela appena, e guardandola negli occhi.
M: Nath..
N: Si, Mich? C'è qualcosa che non va?
M: No, macchè! Con te qualcosa va sempre - dice ridendo appena -, sono un pò imbarazzata..
N: Ci conosciamo da tantissimo tempo, non capisco per..
M: - prende Nath per il viso, fissandolo - Nath, sei bellissimo.
N: Ahahah, scherzi? Quella bella sei tu quì.
M: Così mi fai arrossire! - abbassa lo sguardo, con il cuore che inziava a battere più forte -

 

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Capitolo 3
*** All you had to do, was show me love. ***


L'insicurezza era ciò che persisteva su Nathan.
Bhè il primo passo dovrebbe farlo l'uomo, teoricamente.

N: Ti senti bene, Michelle?
M: - incomincia a tremare appena, togliendo lo sguardo dai profondi occhi verdi di Nathan - Possiamo andarcene, Nath?
N: Non capisco che ti prende. Pensavo ti trovassi bene fino a quest'istante.
M: Mi gira un pò la testa, tutto quì. Magari.. andiamo a casa, sto più tranquilla.
Nathan si alza, prendendola per un fianco con un braccio e stringendole la mano.
Passano quindici minuti circa e finalmente arrivano a casa Wanted.
Dalla tasca destra Nath prende le chiavi di casa, apre ed entra con cautela.
N: Entra, Mich. Quì stiamo più sicuri, - le dice sorridendo lievemente -.
Michelle si toglie il cappotto, poggiandolo sull'appendiabiti affianco a lei. 
Dopodichè si dirige verso il salotto, siedendosi sul divano e aspettando Nath.
N: Vuoi una cioccolata calda?
M: Sì, grazie. - si volta sorridendogli -. 
N: Stai meglio adesso?
M: Decisamente. Ma.. Cos'è questo rumore? Se non sbaglio, proviene da sopra.
N: Uhm non so, saranno i ragazzi. Sicuramente cazzeggiano! - ridacchia - .
M: Ahahah, dovevo presumerlo. 
N: Ssei tutta rossa.. Che altro ti prende?
M: Nath, vieni quì. Non posso aspettare più altro tempo.
Nathan si alza, guardandosi attorno con un'aria un pò preoccupante.
M: Rilassati, non è niente di grave. E' solo... una confessione, ecco. Un nostro segreto. Promesso?
Nathan annuisce con la testa, sorridendole e guardandola con occhi lucidi.
M: - mette le sue braccia attorno al collo di Nath, aspetta qualche istante e improvvisamente avvicina il naso al suo - 
N: - fa un sospiro, inghiottendo la saliva e inarcando un sopracciglio - Che.. Che c'è?
Mich si lecca il labbro, avvicina ancora di più il viso al suo chiudendo gli occhi, dopodichè lo bacia profondamente per qualche istante - .
N: Quello imbarazzato sono io, ora. Ma, hai sbagliato persona?
M: Ahahah, scemo! Possibile che non te ne sei mai accorto? Io ti amo. Ti amo da vivere.
N: - guarda con occhi sorpresi, incominciando a sorridere lievemente - N-Non immaginavo per niente. Addirittura pensavo ti piacesse il tuo migliore amico, visto che lo nomini spesso.
M: Sei tu il mio unico pensiero, Nath! Non sai da quanto tempo volevo fartelo capire.
N: Anche io. Anche io, Mich. Al solo pensiero mi vengono i brividi. Sei la mia principessa, capisci? Il mio sogno.

Michelle sorride come non mai. Ma anche Nath, ovviamente.
Finiscono le loro tazze di cioccolata calda, preparata da Nath, e tra una risata e l'altra decidono di guardarsi qualcosa.
N: - le prende la mano, accarezzandole con l'altra la gamba, lentamente - 
M: Voglio stare con te Nath. Ma ora dev'essere un segreto, il nostro segreto. Facciamo come se mh.. Fossimo semplici conoscenti. - ridacchia - 
N: Come vuole lei, Madame. - ride anch'esso - 

Nel frattempo le cose di sopra sembrano andar male, molto male.
Kelsey ha scoperto tutto troppo in fretta. 
Scende dalle scale decisamente con aria arrabbiata, inseguita da Jay che cerca di tranquillizzarla. 
O meglio, di smentire tutto falsamente. 
N: Kelsey? Jay? Che sta succedendo?
Kelsey esce di casa sbattendo la porta, ignorando tutto ciò che gli sta attorno.
J: Nath.. Ha scoperto tutto. Tom è praticamente fottuto. 
N: Chi è stato a dirglielo? Eravamo d'accordo sul fatto che nessuno doveva aprire bocca.
J: La ragazza stessa con cui Tom ha avuto una specie di rapporto l'altra sera. Ha preso il cellulare di Tom e ha inviato un messaggio a Kelsey con tutta la verità.
N: Jay, siediti. Non è un problema tuo, non preoccuparti. 
J: Mi preoccupo eccome. Kelsey è la mia migliore amica, e non voglio stia male. Infondo lo sbaglio è di Tom. Non merita tutto ciò.
N: Questo è poco ma sicuro. Rilassati.. E comunque, lei è Michelle, penso che l'hai già vista.
J: Ciao Michelle, piacere Jay. - le porge la mano -. Sei la ragazza di Nath?
M: Siamo amici.. Solo amici. - dice con tono imbarazzato - 
J: Scusa per l'accaduto, ultimamente si stanno creando parecchi problemi in questa casa. Non farci caso, passerà.
N: Mh, Mich? Andiamo in camera mia?
J: Ahh Nathan, Nathan! Che mi combini?
M: Ahahah, sarà meglio. Piacere di averti conosciuto, Jay.
J: Il piacere è tutto mio! Ehi Nath, vieni un secondo quì.
N: Dimmi barboncino. - muove le sopracciglia, ridendo sotto i baffi - .
J: Dacci dentro eh, miraccomando. Come fai con me.. ma non esagerare.
Nathan scoppia a ridere, mentre Jay gli fa un occhiolino per stuzzicarlo.
Vanno in camera ed entrambi si siedono sul morbido letto di Nathan, ancora disfatto dalla mattina.
N: Non fare caso a Jay.. Ehm siamo legati parecchio e questo spiega la troppa confidenza. 
M: Ahahah, non giustificare, avevo intuito. Ma quanti cappelli hai? Mi spaventi tesoruccio.
N: Sono la mia passione, pft. Proprio come te.
M: Vuoi farmi arrossire ancora una volta, mh?
N: Nah. - la squadra dalla testa ai piedi, guardando il suo vestito abbastanza corto - 
M: Ho qualcosa di strano? - dice ridendo - 
N: No, anzi. Sei particolarmente.. bona. 
M: Pft smettila! - gli tira uno schiaffetto sulla guancia per scherzare, ridendo - Nath, dovrei andarmene. Ho da fare.
N: Già?.. Devo accompagnarti?
M: Mio fratello è davanti al cancello, ci sentiamo okay? Scusami. - gli da un bacio a stampo e corre giù per le scale molto frettolosamente - 

Nathan esce dalla sua camera e raggiunge Jay nel salotto.
N: Jaay! Che fatica.
J: E' la tua ragazza, vero? 
N: No. Ti ho detto di no. Ora.. Beviamo qualcosa?
J: Andiamo a bere una birra al solito bar, dai.

Mentre si incamminano verso il bar, le tensioni sembrano snodarsi appena.


 

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Capitolo 4
*** Have some fun. ***


Erano appena scattate le 22.
I ragazzi erano tutti insieme nel loro salotto dopo aver mangiato una bella pizza accompagnata da un drink a scelta.
Nathan, Max, Siva con la sua fidanzata Nareesha, Tom e Jay.
Per fortuna tra Tom e Kelsey le cose erano migliorate. 
Bhè, bisognerebbe ringraziare anche Jay, causa del loro riappacificamento.
 - “Nathan, non vuoi annunciarci il tuo fidanzamento pubblicamente?” - dice Jay con un tono di voce abbastanza alto e una risata di mezzo - 
 - “Suddai Nath, che devi dirci? Sappi che prima o poi le cose vengono a galla!” - aggiunge Tom, ridacchiando - 
Nathan inarca un sopracciglio facendo finta di niente, continuando a sorseggiare la sua dipendenza: la coca cola.
L'unico a sapere la vera situazione di Nath, era Jay, oltretutto l'unico ad aver conosciuto Michelle.
Tom restava al gioco, ma non sapeva che Jay non scherzava affatto.
Non facevano altro che stuzzicarsi a vicenda. 
Ma si sa, loro sono i The Wanted. Era diventata obbligatoria come cosa.
Siva si alza cercando di tirare l'attenzione dai ragazzi.
Si mette quindi al centro della sala, prendendo per mano Nareesha e portandosela con sè.
S: Ragazzi, io e Nare dobbiamo dirvi una cosa. Una decisione molto importante per entrambi.
I ragazzi erano naturalmente incuriositi, tutti con facce sorprese e curiosi per cosa avrebbero detto.
S: Io e Nareesha siamo ormai fidanzati ufficialmente da anni, e abbiamo deciso finalmente di sposarci. 
Piano piano i ragazzi cambiarono espressione facciale, erano sorpresi al massimo.
T: Bhè? Non si festeggia? Cosa stiamo aspettando! - si dirige verso la cucina prendendo i dolcetti sul tavolo che Kelsey aveva preparato qualche ora prima, li porta sul tavolino del salotto e li accompagna con dello champagne - .
Siva e Nareesha avevano le lacrime agli occhi. 
Erano soprattutto sorpresi dal fatto che i ragazzi l'avevano presa bene.
Tra un drink e l'altro, una parola di troppo e divertimento a non finire i ragazzi erano ormai esausti.
Infondo era già mezzanotte.
Ma le loro serate non finiscono mica così “presto”!
Dopo tre sostanziosissimi pasticcini, Nathan si alza e va da Siva, abbracciandolo per qualche istante.
N: Sono contento per te brò. Finalmente sei felice a modo tuo, proprio come volevi tu.
S: Anche se non vivremo più insieme non giustifica che non dobbiamo vederci più. Rimani sempre il mio nanetto preferito, la ragione per cui la mattina mi sveglio con il sorriso stampato in faccia. Sarai sempre il mio piccolino.
Nathan accenna una risata molto lieve, abbracciandolo ancora una volta per qualche istante e stringendogli poi la mano.
Come potevano essere lucidi, i ragazzi? Un bicchiere tira l'altro. Tra l'altro erano le due.
Nathan e Jay corrono nella loro stanza abbastanza assonnati. 
Tom e Kelsey erano usciti per una breve passeggiata, nonostante l'orario. 
Siva, Nareesha e Max erano rimasti in salotto. 
A quanto pare a loro insaputa si erano addormentati tutti.
Eccezione per Nathan e Jay.. Che ci facevano ancora svegli?
Eppure avevano detto di essere esausti.
I soliti.
Con i cellulari in mano a chattare con ragazze. Pft, c'era da immaginarselo.
Che loro rinunciavano era praticamente impossibile.
J: Naaaaath. Accendi il pc. Britney vuole fare webcam con noi.
Britney era una loro amica da molto tempo, ma era una ragazza parecchio sbadata.
Nath accende il pc siedendosi davanti esso insieme a Jay. 
Avviano la videochiamata con Britney e incominciano a parlarsi a vicenda.
I minuti passano e si fa sempre più tardi. 
Finalmente decidono di dormire, dopo una lunga ed impegnativa giornata.

Era la mattina seguente.
Max e Jay erano i primi a svegliarsi. 
Decisero di svegliare anche gli altri essendo già le nove e mezza.
Mentre Jay preparava la colazione per tutti, i ragazzi lo raggiunsero in cucina, siedendosi e salutandosi.
Le brioches calde erano appena sfornate. Il profumino era alquanto invitante.
Ognuno aveva una tazza personalizzata. A preferenza, insomma. 
Jay poggia sul tavolo tutte e sei le tazze di latte caldo al cacao, contando anche quella di Nareesha.
Finita la colazione una bella doccia calda ci voleva. 
Nathan, Jay, Siva e Nareesha lasciarono perdere. 
Decisero perciò di farsi un giro al di fuori. 
Chi guardava le vetrine dei negozi aperti da qualche ora, chi messaggiava con il cellulare e chi preferiva scambiare una chiacchiera.
Un cartello pubblicitario era stato appena appeso al muro. Era un annuncio di festa.
Si teneva un party presso il pub non molto distante dalla loro casa. 
Ovviamente era loro intenzione andarci, così decisero di avvisare tutti.
Nathan era l'incaricato. 
Con il suo inseparabile telefono avvisa Max e Tom, ma anche.. la sua adorata Michelle.

 

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Capitolo 5
*** I'm gonna lose my mind. ***


La serata era già stata organizzata in precedenza. 
Si andava al pub! Chissà come sarebbe stato il party.
Siva e Nareesha preferirono rimanere a casa Wanted a guardare un bel film d'amore. 
Il matrimonio era nell'aria, e Siva aveva già presunto che non sarebbe stata una serata tranquilla.
Tom, Kelsey, Nathan, Max e Jay erano già pronti per il divertimento. 
Non dimentichiamo qualcuno?
Certamente la bellissima mora dai bei capelli, Michelle.
Messaggini di qua, messaggini di là. Nathan era troppo fra le nuvole.
- “Nathan, vuoi ritornare fra noi?” - accenna Max con una risata - 
Con il cellulare in mano si incammina insieme a loro, senza togliere lo sguardo da quella chat.
Era Tom che stava al comando di guida. 
Accende la radio, alzando il volume a palla.
Dopo dieci minuti arrivano a destinazione. 
Nell'attesa del divertimento i ragazzi si accendono una sigaretta, ma Nathan no.
Secondo loro il più “piccolo” fumare non poteva ancora.
Pft, credevano davvero non sapesse il gusto di quella roba.
Infondo non è più baby Nath!
Finito il loro “anti-stress” entrano finalmente nel locale alle loro spalle e cercano un tavolino.
Dopo due minuti circa il cameriere si dirige verso il loro tavolo e chiede le ordinazioni.
- “Mh, può portarci quattro bicchieri di vodka alla pesca, per favore? Ed una coca cola.” - dice Max, trattenendosi la risata. - 
Nathan alza lo sguardo e lo punta dritto verso Max. 
N: Poveri illusi, lo conoscerete meglio il più piccolo della band.
Jay lo abbraccia accarezzandogli la guancia.
J: Ahw, lasciatemi stare il mio piccolino!

Le ordinazioni arrivano, i minuti scorrono. 
La musica e il divertimento incominciano a farsi sentire.
Tom e Kelsey si dirigono al centro della sala e si fanno avanti.
Gli altri invece, preferiscono ancora continuare a sorseggiare i loro drink.
- “Perchè sei così agitato, Nath?” - gli dice Jay sottovoce. -
N: Sto aspettando Michelle, dovremmo vederci all'entrata.
J: E non mi hai detto niente? Oh, andiamo! Sai che puoi fidarti di me.
N: Non volevo lo sapessero gli altri, ci siamo promessi di non dire niente a nessuno. Tu lo sai perchè sei l'unico ad averla conosciuta e insomma... Lo sai e basta. - accenna un sorriso.-
J: Non preoccuparti, posso coprirti piccolo.
Nathan sorride e sorseggia la sua coca cola scelta da Max, poi si sente vibrare il telefono dalla tasca.
N: E' Michelle! E' già quì. Jay, miraccomando. Ci vediamo dopo okay?
Jay gli fa l'occhiolino, prendendo il posto di Nath e sorseggiandosi anche la sua coca cola.
M: Nathan dov è finito? Ho perso lo sguardo per un secondo.
J: E' andato fuori, mh non sta tanto bene.
M: Che gli prende?
J: Giramenti di testa improvvisi. 
M: Vado a parlargli, arrivo subito.
J: No, aspetta! Mi ha detto che è inutile che andiamo da lui, se c'è qualcosa mi avvisa tramite messaggio.
M: Mh. Okay, andiamo a ballare? - ridacchia. -
J: E ballare sia. Devo evitare di tornare sbronzo a casa.
M: Ahahah, squallida battuta amico!
J: Pft.

Michelle era seduta sulla panchina davanti al pub, svolazzandosi i capelli per aria.
N: Cucù.
M: Nathan! Fottiti. 
N: - le dà un bacio sulla guancia ridendo, abbracciandola. -
M: Chi c'è con te?
N: Jay, Max, Tom e Kelsey. Penso stiano ballando..
M: Non sanno niente, vero? Vero?!
N: Ho la faccia di uno che infrange una promessa? Mhà.
M: Ahw ahahah. No amore. 
N: Ho detto a Jay di tacere, vedi come sono bravo?
M: Sì, sei proprio un bimbo bravo.

Si alzano ed entrano nel pub, infilandosi in un posto appena lontano dal loro.
M: Andiamo al bancone, voglio qualcosa da bere. Tu? Che ti prendi?
N: Io? Niente. Ho già fatto.
M: Scemo, non mi hai neanche aspettato!
N: Ha fatto tutto Max, quel cretino. 

Mich sorseggia il drink, e nel frattempo Nath si guarda attorno, con aria molto preoccupante.
M: Succede qualcosa? Ehi Nath! - gli dà una pacca sulla spalla.- 
N: Dimmi.
M: Qualcosa non va? Ti vedo.. preso. C'è qualche figa là in mezzo. Non è così? - ride.-
N: Pft, ne ho una davanti ai miei occhi e dovrei trovarne altre?
M: Il solito scemo sei. 
Nathan gli prende il drink e glielo lascia sul tavolo, la prende per mano e vanno nell'altra parte della sala dove si tenevano dei balli.
M: Dove mi portii? Dovevo finire di bere, uff.
N: Sssh. Ho visto Tom e Kelsey.. E poi ora incominciano a mettere canzoni da sballo.

Passano le ore e si fa sempre più tardi.
Tom e Kelsey scaraventati sul divanetto con facce abbastanza stravolte.. troppa vodka.
Jay era stranamente come prima, e Max anche.
Nathan e Michelle erano seduti in un tavolo a bere qualcosa.
 - “Nathan, è meglio se andiamo a casa. Domani abbiamo un incontro radiofonico. Se continuiamo a questo passo non arriviamo più a casa.” - scrive Jay per messaggio, a Nathan.-
Nathan legge il messaggio e risponde con un “Lascio Michelle a casa e vado direttamente.”

Come risposto a Jay, Nathan l'accompagna a casa. 
Non era molto distante dal pub, potevano andare anche a piedi. E così fecero.
Mich caccia le chiavi di casa dalla sua borsa e dà un bacio a Nath, sorridendogli.
M: Grazie della serata, Nath. Buonanotte!
Nathan annuisce con la testa inarcando un sopracciglio e sorridendole, poi si dirige direttamente a casa Wanted dove trova Siva e Nareesha ancora svegli a guardare quel film.
Due e trent'otto. Nessuno ancora ritorna a casa.
- “Nate, sei già a casa? Tom e Kelsey sono sbronzi.. abbiamo perso del tempo.” - invia Jay. - 
- “Sono tornato da quasi mezz'ora. Fate presto.” - risponde Nath con uno smile sorridente.-

Erano finalmente usciti dal locale. 
Max e Jay accompagnano Tom e Kelsey nella macchina sottobraccio.
Max guidava molto veloce, era troppo tardi e la mattina seguente avevano un'intervista molto importante.
Arrivati verso le tre e cinque, si dirigono tutti nelle loro camere senza nemmeno svestirsi.
Nathan si era addormentato con il cellulare in mano che sporgeva fuori dalle coperte.
Ma ci pensava Jay, come sempre. 
Toglie il blocco schermo e la prima schermata che appare è proprio la chat dei messaggi.
Si sapeva con chi messaggiava, ma a quell'ora? Ebbene sì. 
Non potevano fare a meno l'uno dell'altro.

 

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Capitolo 6
*** Heart Vacancy? ***


Il Word Of Mouth Tour si stava avvicinando.
I ragazzi erano molto impegnati ultimamente. 
Il matrimonio di Siva e Nareesha era nell'aria, una nuova coppia era agli scoccioli, e tra un litigio e l'altro non si capiva più nulla. 
Tra Kelsey e Tom c'era ancora qualcosa che non andava.
Quel macello aveva creato solo problemi inutili.
Kelsey non era la stessa da quel maledetto giorno. 
Era come se dopo anni di fidanzamento tutto era stato sciolto, tutto era stato perso.
- “Tom, mi passi un cucchiaio?”, - disse Kelsey senza togliere lo sguardo dalla sua ciotola riempita ancora solo da uova.
- “Sì, amore. Vuoi una mano?”, - disse Tom con sguardo fisso su di lei.
- “No, va pure dai tuoi amici. Faccio sempre tutto da sola, non mi serve il tuo aiuto.”, - disse Kelsey con aria abbastanza offensiva.
- “Non capisco che ti prende. Voglio solo aiutarti e ti rivolgi in questo modo?”, - aggiunse Tom. 
- “Vai dai tuoi amici, ho detto. Presentati quì solo quando è pronto, come tutti i giorni. Arrivederci.”, - disse Kels buttando lo sbattitore sul tavolo molto forte.
Tom non intuì niente. 
Si infilò il giubbotto e decise di farsi un giro nel corso. 
- “Che diamine le ho fatto? Sembra non le importi più di me.”, - disse Tom tra sè e sè, cacciando dalla tasca il suo cellulare.
Il telefono gli squillò improvvisamente. “Chiamata in arrivo: Nate”
T: Nath?
N: Sei a casa? 
T: Sono uscito da qualche minuto. Perchè?
N: Ci siamo riuniti tutti, dobbiamo parlare.
T: Il tempo di arrivare e sono lì. 

Passati cinque pienissimi minuti Tom suona al campanello.
Neanche il tempo di suonare e si trova Jay dietro la porta.
I ragazzi si siedono sul divano, guardandosi in faccia uno con l'altro.
- “Ragazzi, dobbiamo riprenderci. Stiamo fallendo, capite? Parlo di noi stessi. Si stanno creando troppi problemi nell'aria, ora basta. Dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro, su ciò che amiamo fare di più. Le nostre fan? Mica vogliamo deluderle. O almeno, questa non è mia intenzione. Mi spiegate che si sta creando nelle vostre menti? Eh?”, - disse Max alzando appena il tono di voce.
T: Non è un bel periodo per tutti, okay? Inutile che fai questi discorsi.
M: Ehi, Tom. Inutile che ti alteri tu adesso. Stiamo solo ragionando. Non uscirtene con queste cazzate perchè puoi benissimamente evitarle. Basta stronzate, ne troveremo di tempo per farne dopo. 
T: Tu credi sia tutto facile? Pensa per te, che stai tutto rose e fiori. Non stiamo tutti bene come te.
M: Ora basta Tom! Mi stai stancando con questi ragionamenti da idiota, basta! Ragiona da persona civile e adulta. Le cazzate possono essere in contemporanea con i nostri impegni. Perchè mandare all'aria tutto solo per colpa delle tue idiozie?
T: Ora sarebbe colpa mia, certo. Perchè tu sei sempre il dritto, sei sempre il migliore ed il latin lover. Mah, vai a farti fottere e poi parla. Così entri nelle nostre menti per una volta.
Max si alzò con aria molto - e fin troppo - alterata. 
J: Ohohohoh, ragazzi calmatevi. Ora basta entrambi. State sbagliando tutti e due. Menomale che dovevamo ragionare sul nostro lavoro. Siamo finiti a parlare di cose che non c'entrano altamente un cavolo. Abbiamo da fare prove, interviste, anteprime. Manca poco per il tour, eh. Da domani si incomincia a provare, stiamo pensando solo ai nostri comodi. O sbaglio, mh?
M: No, Jay. Quello sbagliato non sei tu quì, ma le persone che sono rimaste all'era delle elementari.
Tom si alzò di scatto sbattendo il pacchetto di sigarette sul tavolino, correndo poi di sopra verso il bagno.
N: Ma vi rendete conto di cosa si sta creando? A me sinceramente non va di discutere così.
J: Hai ragione, Nath. Dobbiamo chiedere aiuto a qualcuno.. Qualcuno che ci ha fatto mettere la testa apposto sempre.
N: Sì, ma chi? 
- “Kevin. BigKev, è l'unico che in parecchie situazioni ci ha tranquillizzato. Con anche la nostra truccatrice.”, - disse Siva.
J: Mh, già. Potrebbe andare, ma adesso dobbiamo vedercela da soli. E' pure ora che ci diamo una mossa!
N: Hai ragione. Ma questa litigata potevano evitarla. Cerchiamo di risolvere immediatamente.
J: Tu, Nathan, parla con Max. Fra noi sei quello più legato a lui. Siva, io e te andiamo da Tom. Testardo e testardi vanno d'accordo!, - disse Jay accompagnandosi con una breve risata.
- “Parker vieni a casa, puoi abbuffarti ora. Ho finito di farmi tanto del mazzo.”, scrisse per messaggio Kelsey.
Tom non rispose. 
Un problema di qua, un problema di là. Non capì più nulla.
Uscì dal bagno correndo giù per le scale e aprendo la porta del salotto.
- “Scusate, non dovevo.. non volevo. Devo andare.”, - disse Tom con aria “triste”.
J: No aspetta!.. Cavolo. Stasera ci vorrebbe una camomilla per tutti. A Tom ci penserà Kelsey, spero.
N: Uff, volevo invitare Michelle stasera ma non è il caso. 
J: Ssh nanetto, stasera proprio no. Mi metto a cucinare io, Max riesce a calmarsi da solo dopo un pò.
Nathan annuì con la testa, e Siva nel frattempo messaggiò con Nareesha.
J: Mh, quasi quasi ci guardiamo un bel film accompagnato da pop corn, patatine e coca cola. Che ne dite? Così Max si distrae un pò, almeno.
Nathan si alzò dal divano raggiungendo Max nella sua camera, bussando.
N: Max? Posso entrare?
M: Come vuoi.
N: Come ti senti? E' una domanda stupida, lo so.. Ma non è il caso.
M: Infatti! Non dovrei farmi rovinare la giornata da un'idiota. E non è da me.
N: Lo so, appunto. Sai che capitano e sono già successe e subito dopo si è chiarito tutto. E' brutto essere separati nel corso delle prove, del tour, delle interviste. Ma proprio tra noi. Siamo ottimi amici, amici inseparabili da tanti anni, perchè rovinare tutto per colpa di una parola di troppo? 
M: Nate, purtroppo questo lo so già. E' lui a dire la sua, parecchia inutile.
N: Scendiamo giù, c'è un film spettacolare stasera. Jay sta già preparando da mangiare. Ora lascia perdere perchè non ne vale la pena davvero. A questo si pensa domani.
M: Grazie, Nath. - lo abbracciò forte, scendendo dopodichè in salotto.
N: Ahahahah, Jay! Già tutto pronto? 
J: E che ti pensi, pft. A mangiare Wanted!
Nath e Max si guardarono contemporaneamente, contarono fino a tre e..
- “Sì chef!”, - dissero ridendo.
J: Che idioti che siete. , - disse ridendo e scaraventandosi sul divano.
A casa Hardwick nulla è cambiato.
Kelsey aveva preparato da mangiare, e Tom - come al solito - , era scaraventato sul divano con i piedi appoggiati sul puffo.
- “Bhè? Ancora credi io sia ai tuoi comodi? Se vuoi ti imbocco pure.”, - disse Kelsey.
- “Calmati. E' da tutta la giornata che ce l'hai con me, cosa vuoi?”, - disse Tom.
- “Io? Cosa Voglio?.. Vieni a mangiare va.”, - disse Kelsey, sbattendo appena il piatto di pollo e patate di Tom sul tavolo.
Entrambi incominciarono a mangiare e a sorseggiare un pò d'acqua.
- “I dolci li hai fatti?”, - disse Tom, masticando il suo pollo.
- “Tutto per te, come sempre. E tu a divertirti a più non posso con i tuoi amici.”, - disse Kelsey inarcando un sopracciglio.
- “Mh, no. Non è andata come avevo previsto. Possiamo mangiare in santa pace, ah?”, - disse Tom.
- “Come vuole lei, Parker.”, disse Kelsey masticando l'ultimo pezzo di pollo rimasto.
Finita la cena Tom si alzò e si mise davanti a Kelsey, faccia a faccia a lei.
- “Bhè, che c'è? Ti servo subito.”, - disse Kelsey.
- “Non voglio essere servito proprio da nessuno, figuriamoci da te. Voglio solo assaggiare i fantastici dolcetti che hai preparato con le tue mani, amore.”, - disse Tom, prendendola per mano.
Kelsey lo guardò per qualche istante, togliendo le mani dalle sue e cacciando dal forno i dolcetti.
- “Prendi pure. Volevo li facessi assaggiare anche ai tuoi amici.”, - disse Kelsey guardandolo negli occhi.
- “Oggi non è serata. Ho avuto una discussione con Max abbastanza irritante. Un'altra volta, quando li faremo insieme, io e te.”, - disse Tom sorridendo lievemente.
- “Stai cercando di farmi passare il nervosismo? No perchè ti anticipo che è inutile. Non è giornata, anche oggi.”, - disse Kelsey assaporando uno dei suoi tanti pasticcini alle mandorle.
- “Va bene. Rilassiamoci sul divano, penso ci serva stasera.”, - disse Tom prendendosi altri pasticcini.
- “Ti piacciono, eh? Almeno questi.”, - disse Kelsey con aria appena offensiva.
- “Mh, okay. Facciamo finta che non sia successo nulla oggi.”, - disse Tom cambiando canale.
- “Eh certo, un classico alla Parker. Guardiamo sta tv, va.”, - disse Kelsey sorseggiando acqua.

L'aria si calmò appena da entrambe le parti.
Ma nulla era stato ancora risolto, nella serata. 
Tutto si vedrà alle prime prove del Word Of Mouth Tour, il giorno seguente.

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Capitolo 7
*** I need you to lie, to lie to me. ***


Il primo giorno di prove finalmente arrivò.
I ragazzi avevano appuntamento con il loro vocal voice alle sette del mattino, presso una sala del posto.
I primi ad alzarsi furono Siva e Max, ma poco più tardi anche Nathan e Jay. 
Tom non c'era, era rimasto a dormire dalla sua Kelsey.
Chissà se si era dimenticato delle prove oppure trovava una delle sue solite scuse.
- “Dovremmo andare, sono già le sei meno venti. Siete pronti?”, - disse Max.
- “E Tom?”, - aggiunse Jay.
- “Io incomincio ad andare in macchina.”, - disse Max con aria ancora offesa.
- “No, questa storia deve finire. Questi due mi puzzano di guai.”, - disse Jay.

Sei e cinquantacinque.
Tra una parola e l'altra il tempo incominciava a scorrere, e molto in fretta.
- “Guido io, - disse Max - , siamo in ritardo ancora una volta.”
- “Max, una cosa devi promettermela.”, - disse Jay.
- “Mh, cosa c'è adesso? Vai al sodo.”, - disse Max.
- “Tu e Tom oggi fate pace, caso chiuso. Questa cosa dà parecchio fastidio.”, - disse Jay.
- “E' lui che deve chiedere scusa a me, ancora non l'avete capito.”, - disse Max.

Erano appena scoccate le sette e cinque, ed i ragazzi erano già pronti per le prove.
- “Uh, ma guarda chi arriva. Mister sottuttoio!”, - disse Max.
Jay lo guardò male, con una faccia del tipo “Mi prendi per il culo?!”.
Arrivò il vocal voice, li fece sedere ognuno su una sedia e gli posizionò davanti un microfono.
- “Buongiorno ragazzi. Come ben sapete oggi è il primo giorno di prove per il Word Of Mouth Tour, dovete mettercela tutta. Vi concedo qualche sbaglio, ma non fatemi ricredere sul fatto che siete già pronti a prescindere. Sono stato chiaro? Riscaldate la voce e incominciamo.”, - disse il vocal voice, con molta serietà.
C'erano tre canzoni di prova nella lista.
Concluse le prove, rimasero seduti per una comunicazione molto importante dal “capo”.
- “Nel complesso non c'è male, ma alcuni di voi erano distratti.”, disse il vocal voice, Scott.
- “Chi di preciso, Scott?”, disse Max.
- “Tu. Proprio tu, Max. Ma non sei stato l'unico. Parker, non hai niente da aggiungere?”, - disse Scott.
- “Mi pareva ovvio fosse Max, è lui che disturba quì. Succede spesso, non si preoccupi.”, disse Tom, con aria maliziosa.
Max si alzò di scatto sbattendo a terra il microfono, andò vicino a Tom e lo spinse sul petto.
- “Ora mi stai stancando! Sei un idiota, ca**o!”, - disse Max alzando il tono di voce.
- “Basta pagliacciate perfavore! Mi fate scendere le braccia, mi state deludendo fortemente. Ma si può sapere cosa vi prende? Eh? Vi state buttando sguardi di fuoco dall'inizio intuilmente. Ora la smettete e ritornate ai posti vostri.”, disse Scott urlando.
- “Ma quale inutilmente, il signor Parker offende di qua e di là da qualche giorno. Se continua così, il gruppo io lo lascio. Non ho intenzione di condividerlo con un'idiota come lui, chiaro? Arrivederci.”- disse Max, sbattendo la porta d'ingresso.
Il vocal voice fece una faccia alquanto delusa, tanto da fargli strappare le carte di contratto.
- “No, si fermi la prego. Era una cosa fra loro due, non pensi a male. La prego, ci teniamo molto a quel contratto.”, - disse Jay.
- “Non posso essere degno di questi comportamenti stupidi, non voglio avere a che fare con gente che mi parla di affari e smentisce alla realtà. Il contratto è annullato, se deciderete di rinnovarlo prima fatevi un'esame di coscienza. Tolgo il disturbo.”, - disse Scott, portandosi con sè tutte le carte da loro firmate.
- “Ma complimenti, guarda in che casino ci avete messi. Per una stupida parola vi mettete a litigare? Non v'importa più nulla delle fan, del tour? Una parola di troppo ha annullato il contratto. Bella merda, - disse Jay a Tom - , ora andiamo a casa. Non voglio saperne più niente delle vostre litigate.”

Erano tutti fin troppo alterati.
Infondo non avevano torto mica! Ma avevano presunto accadesse qualcosa.
Jay prese il telefono dalla tasca del jeans, componendo il numero di Kelsey.
Il telefono squillò, e dopo due minuti rispose.
K: Pronto?
J: Vieni subito a casa, è successa una cosa grave.
K: Jay, mi preoccupi. Cosa sta succedendo?
J: Non c'è tempo per spiegare, vieni il prima possibile. 

Si infilò momentaneamente un jeans ed una t-shirt color pesca, delle scarpette da ginnastica e si legò i capelli.
Kelsey aveva la chiave della loro casa così, - in 5 precisissimi minuti - , arrivò e aprì la porta.
K: Ho l'ansia a mille, ragazzi che sono queste facce?
J: Penso debba parlare a Tom, ogni tanto.
K: Cosa succede, Parks? Siete tutti molto strani.
J: Contratto annullato. Questo succede. Tom e Max hanno litigato a tono davanti a Scott.
Kelsey si avvicinò lentamente fissando Tom, con uno sguardo schifato.
K: E tu? Non pensi ai tuoi amici? 
T: Chiamalo amico, uno come Max. 
K: Era proprio necessario? Ah? Che schifo Tom. Potevi risparmiartela e lo sai benissimo.
T: Sempre colpa mia è, oh! Fottetevi tutti, io me ne vado.
K: No, tu resti proprio quì e non ti muovi.Hai tolto dalle mani un sogno a tutti dopo essersi fatti tanto del mazzo. E tu hai il coraggio di non fare nulla? Ora vai da Scott e gli porgi le tue scuse.
T: Neanche se mi costringete. O Max, o nessuno.
K: Mh, vabene. Ci andate entrambi. Max dov è?
J: Vado a chiamarlo, sarà di sopra.
K: Ma vi rendete conto dello schifo che avete combinato? Perchè questa litigata, ancora una volta?
M: Il tuo ragazzo provoca, bella bionda. Mi sono stancato delle sue menzogne.
K: Siete una band, siete degli amici stupendi. E avete intenzione di mandare tutto a quel paese?
M: Ora basta, voglio chiuderla quì. Tom, chiariamoci una volta per tutte. Siamo entrambi idioti, idioti forti. Non creiamo queste situazioni. Abbiamo sbagliato, loro non centrano nulla. Amici?
T: Amici. 
Si porsero la mano e si diedero un abbraccio.
Finalmente! Ci voleva proprio l'aiuto di Kelsey?
- “Mai più una cosa del genere. Avete solo rovinato un sogno, ora spero voi rimettiate tutto a posto.”, - disse Jay.
- “Non preoccuparti, brò. Ci ricorderemo di quest'episodio. Scusateci.”, - disse Tom.

Tra una chiacchiera e l'altra decisero di andare tutti da Scott.
Lui si trovò in sala registrazione, affiancata alla sala prove. 
Dopodichè Max bussò.
M: P..Permesso.
- “Avanti. Oh, George. Vuoi litigare anche con me?”, - disse Scott.
- “No, Scott. Ti porgiamo tutti le nostre scuse. Siamo stati ridicoli, lo sappiamo. Lo abbiamo capito troppo tardi.”, - disse Max.
- “Meglio tardi che mai.”, - aggiunse Scott.
- “Vorremmo il nostro contratto.. è possibile? Ti supplichiamo, non accadrà più.”, - disse Max.
- “Mi date la vostra parola, ragazzi?”, - disse Scott.
- “Senz'ombra di dubbio.”, - disse Max porgendogli la mano.

Tutto andò a buon fine. 
Il contratto riapparve, i ragazzi erano in armonia e l'aria s'era calmata.
- “Che ne dite di una bella pizza, stasera?”, - disse Jay.
- “Mh, non mi dispiacerebbe. Viene anche Kels, però. Dobbiamo ringraziarla.”, - disse Max.
- “Kelsey ha le riprese del film stasera, quindi.. Solo uomini.”, - disse Tom con una risatella.
- “Da sballo! Ci diamo alla pazza gioia, uhuhuh.”, - disse Nathan ridacchiando fra sè e sè.
- “Nanetto, calma gli ormoni. Michelle non c'è, sappilo.”, - disse Max.
- “Chi sarebbe questa Michelle?”, - disse Tom inarcando un sopracciglio.
- “Ehm un'amica, un'amica di scuola.”, - disse Nathan, con due guance simili ad un termometro al massimo.
- “Che tenero, lasciatelo stare!”, - disse Jay ridendo.
- “Chi va a fare la spesa?”, - aggiunse Jay.
- “Io. Io e Tom, - disse Max - , dobbiamo riprenderci alla grande.”
- “Invitiamo qualche amichetta, mhmh.”, - disse Jay.
- “No, per carità. Ne ho abbastanza di litigate giornaliere.”, - disse Tom ridendo.

La serata era andata davvero come prevista: da sballo.
Sembrava tutto rimasto tale a prima, come se non ci fosse stata nessuna scossa.
Una bella pizza fumante, un drink dietro l'altro e quantità di risate fino a tarda notte. Loro, i The Wanted.
 

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Capitolo 8
*** Our hearts go boom boom. ***


Quando finalmente le acque si calmarono, i ragazzi decisero di riprendersi con un pò di svago.
Di solito chi gestiva il gruppo era Max, il leader. 
E proprio a lui venne quest'idea, semplice ma ideale.
Erano tutti in salotto, ognuno a svagare come preferiva.
Chi con il cellulare, chi stuzzicava qualcosa e chi guardava qualche notizia in televisione.
Max invece era molto indaffarato nei suoi panni. 
- “Che ne dite di andare al cinema stasera?”, - disse Max, rivolgendosi agli altri.
- “Perchè no, facciamo qualcosa di diverso.”, - disse Tom.
- “E quali film mandano? Sai, dobbiamo anticiparcelo.”, - disse Jay.
- “Film d'amore evitiamolo..”, - disse Nathan.
- “Ma Nath, proprio tu che sei innamorato! Ti servirebbe qualche tecnica.”, - disse Tom ridendo.
- “Simpatico. Tralasciamo, chi dovrebbe venire con noi?”, - aggiunse Nath.
- “Mh, noi cinque e se proprio è necessario pure le vostre ragazzuole.”, - disse Max.
- “E cinema sia! Sai per caso gli orari Max?”, - disse Jay.
- “Ora dò un'occhiata sul sito e vi faccio sapere, nel frattempo avvisate chi dovete avvisare.”, - disse Max.

Tom, però, aveva già precedentemente pianificato qualcosa nella sua mente.
Voleva riappacificare le acque con la sua Kelsey, facendole una sorpresa alquanto sensata.
Ne parlò prima con i ragazzi, e loro approvarono l'idea.

- “Dobbiamo scegliere tra la prima visione e la seconda.”, - disse Max.
- “Dicci gli orari. Se la seconda non è troppo tardi si può fare.”, - disse Tom.
- “Mh, allora. La prima è alle otto e mezza, la seconda per le dieci. E' un film appassionale.”, - disse Max.
- “Uà, perfetto! Allora dopo il film porto Kelsey fuori a cena, ultimamente tra noi c'è un pò di distanza.”, - disse Tom.

L'ora del pranzo si stava quasi avvicinando.
Jay si dedicò ai fornelli, Max e Tom andarono a fare qualche spesa, Nathan e Siva - come al solito - , spaparanzati sul divano con i loro cellulari.
N: Ma se invito Michelle?
J: Mh, non saprei. Fai ciò che ti senti, ma non puoi nasconderlo stavolta.
N: Eh, appunto. Non so nemmeno se può venire.
J: Metti caso che può, che le dici? Dovresti prevenirlo Nath.
N: Il punto è che non so se potrebbe prendersela. Ci siamo fatti una promessa, ricordi?
J: Ricordo bene. Ma non potete continuare a nasconderlo, che c'è di male?
N: Niente ma..
J: Ma cosa? Nath, sii chiaro. 
N: Ha paura del suo ex, se potrebbe farle qualcosa.
J: Ma dai, cosa potrebbe farle! Se sta con te, sta con te e basta. Vi fate troppi problemi inutili, pft.
N: Uff. E comunque.. non sta con me.
J: Ahahahah Nath, non prendermi in giro! Siete due piccioncini innamorati.
N: Zitto! Dai, cosa devo fare?
J: Chiamale e dille tutto come sta. Se non vuole mostrarsi agli altri lasciala perdere proprio.
N: Questo puoi scordartelo.
J: La chiami, le dici la verità, viene e la presenti a tutti come “amica”, altrimenti.. Bho.

- “Ti va di venire al cinema con me stasera?”, - inviò per messaggio Nath, a Michelle.
- “Certo amore. Solo io e te?”, - rispose Michelle con un cuore.
- “Ci sono i miei amici e le loro ragazze se non ti dispiace..”, - disse Nath.
- “Ma nò, figurati. E' pure ora di farsi avanti, o no? Infondo siamo solo amici, Nath.”, - disse Michelle.
- “Allora verso le nove ti passo a prendere?”, - disse Nath.
- “No, vengo io. Mio fratello può accompagnarti.”, - disse Mich.
- “A stasera allora, bellezza.”, - rispose infine Nath.

J: L'hai chiamata?
N: Le ho mandato un messaggio e sì.. viene.

Jay sorrise.
Gli piaceva vedere il suo piccolo Nath arrossirsi felicemente.
Max e Tom finalmente tornarono, e senz'aspettare un'istante si siedettero a tavola.
I piatti di Jay erano i migliori.
Mangiarono tutti con molta fame, divorandosi quell'invitante piatto di tortellini con panna e prosciutto.
- “Oh dio, ora scoppio.”, - disse Max.
- “Ahahahah, siete un pò agitati.”, - disse Jay.
- “Un pò è dire poco. Comunque devo dirvi una cosa.., - disse Max - , mi sto sentendo con una ragazza da parecchio tempo.”
- “Uh, e non ci dici niente? Stronzo.”, - disse Tom.
- “Eh beh senti, quando tu e Kels fate i vostri comodi mica dici qualcosa.”, - aggiunse Max.
- “Non devo dirlo mica a te, pft. Cose intime amico.”, - disse Tom facendo l'occhiolino.
- “Mh, meglio riposarci un pò. Stasera sarà una lunga, lunghissima serata a non finire.”, - disse Max.

A casa Hardwick squillò un telefono.
Ovviamente quello della padrona, Kelsey.
K: Tom?
T: Amore.. Stavi dormendo?
K: Ero rilassata sul divano a guardare un pò di tv, non ho per niente sonno. Che succede?
T: Niente, non succede niente. Volevo solo sentire la tua bellissima voce sensuale.
K: Awh, smettila! Sei con i ragazzi?
T: Sì, ma stanno dormendo. Hai ricevuto il messaggio?
K: Del cinema? Sì, sai che sto sempre appresso a te, idiota.
T: Bhè, magari non ti andava. Meglio anticiparti tutto, bella bionda.
K: Basta smancerie Parker. Sei sbronzo?
T: Ahahaha ma sto facendo quello che faccio sempre.
K: Amore devo lasciarti, hanno suonato il citofono. Sarà mia sorella, aveva previsto una visita.
T: Fatti trovare pronta prima delle dieci, non dobbiamo tardare.
K: Sempre puntuale, ciao Parks!
T: Ciao amore.

Erano ormai le sei del pomeriggio, quasi tutti già svegli ma appiccicati alla televisione, in silenzio.
Belle ragazze, oltretutto bionde. La loro passione, se proprio dobbiamo dirlo.
Max uscì di casa senza avvisare nessuno, con le chiavi in mano e occhiali da sole addosso.
Doveva vedersi con la sua spasimante, per fare una chiacchierata prima della serata che gli spettava.
Nina si chiamava, la ragazza con cui si sentiva da parecchio.
Lui si innamorò dopo appena due settimane che la conobbe, e lei ricambiò. 
Fu amore a prima vista!
Una lunga chiacchierata per il prato verde, sorseggiando una bella granita al limone ghiacciata, sotto il sole cocente.
Ma se ne andò molto più di un'ora. 
Purtroppo Nina non poteva andare al cinema con Max, aveva una sfilata per un'agenzia famosissima. Lei era modella.
Pareva il tempo volò frettolosamente per quella serata al cinema.
Erano le otto ed i ragazzi incominciarono a prepararsi.
Non vestirono molto elegante, ma tutt'altro. 
Una t-shirt, un jeans e delle scarpe adatte per uscire.
Un pò tutti preferirono qualcosa al volo, ma allo stesso tempo essenziale.
Si spruzzarono un pò di profumo e si incamminarono verso il cinema.
Il tempo di arrivare, di comprare qualcosa al bar circostante ed i ragazzi presero posto, con le loro fidanzate, nel cinema. 
Nathan con Michelle, Siva con Nareesha, Tom con Kelsey ed il resto.. Bhè, si sapeva.
Tom e Kelsey non vollero finire di vedere il film.
O meglio, Tom non voleva per quell'idea che gli passò per la mente la mattina.
- “Amore, devo portarti in un luogo speciale.”, - disse sottovoce Tom.
- “Ma, il film?”, - disse Kelsey.
- “Non importa, abbiamo perso il biglietto ma è per un motivo valido, credimi.”, - concluse Tom.
- “Okay.. Andiamo!”, - disse Kelsey, a sua insaputa.

Si accomodarono in macchina e in cinque minuti arrivarono in un lungo mare là vicino.
K: Ma che ci facciamo quì? Dove mi hai portato?
T: Ssh, è tutto pianificato, non preoccuparti. Chiudi gli occhi.
K: Parker, Dove. Mi. Hai. Portata.
T: Rilassati e cammina! Ora apri gli occhi.
K: Ma Tom io.. Non credo ai miei occhi. Tu hai fatto tutto questo?
T: Solo per te. Volevo farti una sorpresa.
K: E per quale scopo? Non mi hai detto nemmeno niente.
T: Infatti, se era una sorpresa!
K: Che sbadata.. 

Tom la prese per mano, dirigendosi verso il tavolino lungo la riva del mare.
- “Io, non so proprio cosa dire. Sono sbalordita.”, - disse Kelsey, con due occhi lucidi spalancati.
- “Questo è per te, per noi. Ultimamente le cose si erano un pò sballate, ma da stasera non succederà più, te lo prometto.”, - disse Tom guardandola dritta negli occhi, tenendola ancora per mano.
- “Sì, abbiamo sbagliato entrambi a non parlarne. D-Davvero, non ci voleva tutto questo.”, - disse Kelsey, asciugandosi quelle poche lacrime fuoriuscenti dagli angoli degli occhi.
- “Kelsey, io ti amo. L'ho sempre fatto e sempre lo farò. Sono stato stupido a sbagliare certe volte, ma come si dice.. Dagli errori si impara, ed io sto imparando alla grande. Prendi, questo è per te.”, - disse Tom, porgendogli un piccolo cofanetto fucsia sulla mano destra.
- “Stai scherzando, vero? Tu sei pazzo.”, - disse Kelsey, sbalordita dall'anello ricoperto di diamanti ritrovatosi davanti ai suoi occhi.
- “Pazzo di te.”- Tom si alzò e da dietro incomincia a baciarle il collo.
Si alzò anche Kelsey. 
Gli mise le braccia attorno al collo, appoggiando la testa sulle sue spalle.
K: E tu hai fatto tutto questo per me? 
T: Questo ed altro per te, amore. Guarda lassù, c'è una stella che risale il cielo. Quella sei tu.
K: Cazzo, Tom! 

Kelsey era troppo commossa, tanto da coprirsi gli occhi con le mani e saltandogli improvvisamente addosso.
T: La più bella ce l'ho io.
K: Grazie di tutto amore. Non ci voleva, ma sei riuscito a farmi sbalordire ancora una volta.
T: Andiamo sulla riva, è romantica come cosa.

Kelsey rise appena, seguendolo e siedendosi sulla sabbia tiepida bagnata dall'acqua.
K: Una sorpresa te la farò anch'io, Parks.
T: Quale? Di dormire con te?
K: Porco. Ho gli ormoni apposto, sei tu che te li fai sballare.
T: Che c'è, ti ho già fatta bagnare? - ride - 
K: Sei un pervertito! - gli tirò degli schiaffetti sulla spalla, buttandosi sopra di lui - 
T: Io? Mh, una certa Kelsey mi accompagna ad esserlo.
K: Ma che casualità, qua come te nessuno tesoro bello.

Squillò a Tom il cellulare.
“Chiamata in arrivo: Max”

T: Max?
M: Tom, ma dove sei sparito? Anzi, dove siete spariti.
T: Ma se te l'avevo detto..
M: Sì bhè, ma è quasi l'una di notte. Pensi di tardare ancora?
T: Sicuramente. Ma voi dove siete?
M: Eh, pft. Appena finito il film siamo corsi a casa ch'eravamo esausti. Dormono!
T: Fico, ahahah! Vai a dormire, non preoccuparti. Le chiavi le ho, in caso di emergenza ti chiamo.
M: Non disturbarmi mentre dormo, stronzo. Ci sentiamo!

Tom decise di accendersi una sigaretta.
Non poteva farne a meno, era un anti-stress per lui.
T: Amore, ne vuoi una?
K: Ma anche due, Parks.
T: Ehi, vacci piano. 
K: Senti chi parla, mh. E se dormiamo quì, stanotte?
T: Tanto manca poco per svegliarci, n'altro pò. Tantovale rimaniamo quì allora.
K: Andiamo in macchina però, farà freddo senza nulla che ci copre.
T: Che credi, avevo già preso le coperte! Prevedo tutto, eheh.
K: Ma bravo, signorino. Comunque in macchina è meglio lo stesso.
T: Eheheh, vabene. 
K: Sempre il solito porco sei. Finiamo di fumare là, dai.

Era proprio ciò che Tom sperava: che tutto andasse a buon fine.
E a buon fine andò. Niente di meglio che una serata stile Wanted.

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Capitolo 9
*** Glow in the Dark. ***


Sei del mattino.
I due piccioncini rimasero tutta la notte davanti a quel lungo mare cristallino.
L'alba incominciava a sentirsi.
I raggi del sole puntarono dritto sull'occhio di Kelsey, tanto da farla svegliare di colpo.
S'addormentarono con tanto di coperte calde addosso, i finestrini oscurati e l'uno abbracciato all'altro.
- “Tom? Sono le sei, alzati.” - 
Dopo ripetute volte, anche Tom si svegliò con ancora la piena alba.
- “Amore, buongiorno!”, - Kelsey lo baciò a stampo, prendendolo per il viso.
- “Ma sono ancora le sei, uff.”, - disse Tom.
- “Non possiamo stare mica un'altra giornata quì in macchina. Dai, alzati, che facciamo colazione.”, - disse Kelsey.
- “Sì, colazione.. Dove la prendiamo?”, - disse Tom.
- “Mi staresti dicendo che non hai provveduto alla colazione? Stronzo.”, - disse Kelsey, infilandosi il suo giubbotto di pelle.
- “Scema, ho fatto tutto. Quando Parker vuole una cosa, la ottiene sempre.”, - disse Tom.

Entrambi scesero dalla macchina, cacciando la borsa con dentro roba da mangiare e siedendosi sul cofano davanti il finestrino principale.
Un leggero venticello smuoveva i lunghissimi capelli biondi di Kelsey, affiancata al suo Tom.
- “Tieni, amore.”, - Tom le porse un cornetto, accompagnato da latte in brick.
- “Awh, sei l'amore. Ed io che pensavo ad una cosa improvvisata.”, - disse Kelsey.
Finita la colazione al sacco, si accesero una sigaretta.
- “Ora che facciamo?”, - disse Kelsey.
- “Andiamo a casa, i ragazzi saranno tutti svegli. La domenica funziona così da noi.”, - Tom rise.

Come al solito a guidare fu Tom.
Si mise i suoi occhiali da sole preferiti, accese la radio e nel giro di qualche minuto arrivò a destinazione.
Bussarono, e ad aprire fu Nathan.
- “Ciao Nate!”, - Kelsey lo abbracciò.
- “Ma dove siete stati stanotte, eh? Mmh, soli soletti in una notte caliente.”, - disse Max, ridendo.

Jay era in garage, all'opposto della casa, a dare una pulita alla sua macchina.
Non aveva nessun impegno, ma decise di farsi un giro in macchina per la città.
Entrò in macchina, con il cellulare in mano, e mentre incominciò a guidare lesse qualche messaggio.
Nel giro di pochi istanti perse il controllo del volante, senza nemmeno accorgersene.
La mente s'era oscurata nella frazione di pochi secondi.
Jay si scontrò con un'altra macchina alla sua sinistra, proprio dove aveva il comando.
Il cellulare gli cadde improvvisamente, finendo davanti il suo sedile.
Perse il controllo della mente, la vista s'offuscò immediatamente, e i suoi occhi si chiusero.
- “Il ragazzo è svenuto! Aiutatemi!” - 
Un passante vide tutta la scena, davanti ai suoi occhi.
Aprì lo sportello di Jay e cacciò fuori anche lui, vedendo il cellulare dinnanzi e prendendolo.
Tolse il blocco e il primo numero che gli capitò lo compose.
Non a farlo apposta era proprio quello di Kelsey.
- “Pronto, Jay?” -
- “Scusate, signorina. Il ragazzo ha fatto incidente in macchina e lo stiamo soccorrendo” - 
Gli occhi di Kelsey incominciarono ad inumidirsi, il cuore batteva sempre più forte.
- “Oh mio dio, dove si trova? La prego me lo dica, dov è il mio migliore amico!” - Kelsey urlò, uscendo fuori di casa.
- “Kelsey, che sta succedendo?”, - Tom si preoccupò, come anche i ragazzi.
Le loro facce erano preoccupate, e non poco.
Tom seguì Kelsey per capire cosa stava succedendo.
- “Voi aspettate qua, vado a capire che le prende” , - disse Tom rivolgendosi ai ragazzi.
Avevano tutti due occhi spalancati.
- “Tom andiamo al primo incrocio quì, Jay ha fatto incidente e lo stanno portanto al pronto soccorso” , - Kelsey non era mai stata così agitata.

Presero di corsa la macchina, dirigendosi verso l'ospedale e senz'aspettare un'istante chiesero informazioni su dove fosse Jay, ma gli impedirono di fargli visita.
- “La prego, è il mio migliore amico. Ho diritto a sapere come sta!”, - disse Kelsey alzando la voce.
- “Mi dispiace, ma non possiamo farla entrare. Il suo amico ha avuto un leggero trauma celebrale, non può ricevere visite al momento” - 

Kelsey scoppiò in lacrime, coprendosi gli occhi con le mani e abbracciando Tom.
- “Kelsey, non piangere. Andrà tutto bene. Dobbiamo avvisare gli altri almeno.” - 
Tom chiamò il resto del gruppo, riferendogli l'accaduto e accertando loro la sicurezza di Jay. 
- “Dottore, la prego. Abbiamo bisogno di vederlo, vedere come sta. Siamo molto preoccupati.”, - disse Tom.
- “Ve lo concedo, ma questione di cinque minuti.” - 

- “Jay, il mio Jay! Il mio migliore amico..”, - Kelsey corse ad abbracciarlo, nel letto, ma lui dormì.
- “Com'è potuto succedere. Spero stia meglio.”, - disse Tom.
- “No, lui starà bene. Non sperare, lui è forte e andrà così. Vorrei aiutarlo.”, - Kelsey gli strinse la mano, guardandolo in faccia con ancora gli occhi inumiditi e pieni di lacrime che continuavano a scendere, piano piano.
- “Amore, non piangere. Ha bisogno di riposo. Ora raggiungiamo gli altri, saranno molto preoccupati.”, - disse Tom.
- “No, tu vai. Io resto quì, ho bisogno di stargli vicino.”, - disse Kelsey.
- “Più tardi ripasso con i ragazzi, se è possibile, altrimenti chiamami e ti passo a prendere.”, - disse Tom.

Tom andò a casa, con una faccia alquanto dispiaciuta.
- “Ragazzi..”, - Tom li guardò, siedendosi sul divano.
- “Dimmi che sta bene, ti prego. Dillo!”, - disse Nathan.
- “Jay sta bene, ha avuto un leggero trauma celebrale. Dovrà stare un paio di giorni in ospedale e si riprenderà.”, - disse Tom.
- “Come ha fatto a fare incidente?”, - disse Siva.
- “Kelsey m'ha detto che si è scontrato con un'altra macchina a causa del cellulare.”, - disse Tom.
- “Mannaggia a sti cellulari. E tu l'hai visto, come sta?”, - disse Max.
- “Sì, lo lasciano riposare. Sta ancora dormendo, ma non s'è ripreso. Il dottore ha detto niente visite per oggi, domattina assolutamente dobbiamo andare.”, - disse Tom.
- “E Kelsey dov è?”, - disse Max.
- “E' rimasta con lui. Gliel'hanno concesso, almeno a lei. Se glielo permetteranno potrà rimanere tutta la notte, altrimenti mi chiamerà.”, - disse Tom.

Nel frattempo Kelsey s'addormentò sulla pancia di Jay, ancora dormente.
- “Signorina, non può stare qua.” - 
- “Ma ho bisogno di lui, la prego. Perchè non potrei?” -
- “Lui ha bisogno invece di alcune visite, non può assistere. Passi domattina.” - 
- “Se proprio devo. Arrivederci!” - Kelsey gli baciò la guancia e mandò un messaggio a Tom preavvisandolo di venirla a prendere.

Nel giro di dieci minuti arrivarono entrambi a casa.
Kelsey entrò, senza guardare in faccia nessuno, e corse in camera di Tom.
- “Ma che le prende?”, - disse Siva.
- “Sta male, dovreste presumerlo. Vuole stare un pò sola, non accetta ancora il fatto che Jay stia male.”, - disse Tom.
- “Prepariamole qualcosa da mangiare almeno!”, - disse Max.
- “No, non vuole niente. Le avevo chiesto pur io se le andava qualcosa.”, - disse Tom.
- “Che ne dite di una bella sorpresa a Jay, domani?”, - disse Max.
- “Dipende a cosa ti riferisci.”, - disse Tom.
- “Mh, magari le cantiamo un pezzo di una nostra canzone, in versione acustica. Che dite?”, - disse Max.
- “Io ci sto, è un bel modo per riprendersi.”, - disse Nathan.
- “E così faremo. Dai che il nostro Jay starà in forma come prima.”, - disse Tom, accennando un sorriso.

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Capitolo 10
*** Lightning. ***


Il sonno era alquanto leggero, soprattutto per Kelsey.
Lei era già in piedi col solo pensiero di andare a trovare Jay.
Erano appena scoccate le sette del mattino, ed era già pronta per fargli visita.
Si sciacquò la faccia con acqua fredda, si infilò una camicia celeste ed un jeans, si mise un pò di make-up e andò di corsa a svegliare Tom, ancora nel suo letto caldo nel sonno profondo.
- “Ehi, svegliati. Dobbiamo vedere Jay.” - 
Tom aprì appena i suoi occhi pieni di sonno, strofinandoseli per togliersi la sfocatura notturna.
- “Ma che ore sono?”, - disse Tom.
- “Quasi le otto meno venti. Vestiti sbrigati!”, - disse Kelsey, cacciandogli dei vestiti a caso dal suo armadio.
Tom si alzò di scatto senz'aspettare, si infilò le robe e nel giro di qualche minuto era già pronto.
- “Ma dobbiamo aspettare i ragazzi, Kels.”, - disse Tom.
- “Andiamo noi per prima. Finchè si alzeranno tutti!”, - disse Kelsey.
- “Ti sei già dimenticata della sorpresa?”, - disse Tom, guardandola ancora assonnato.
- “Uff, ma io sono già pronta.”, - disse Kelsey.
- “Non possiamo andare io e te senza far nulla, svegliamoli e più tardi andiamo. Mi era sfuggito anche a me per qualche secondo.”,- disse Tom, scendendo giù per le scale a stuzzicare qualcosa.
Kelsey non voleva aspettare, perciò decise di fare tutto in fretta.
Incominciò per svegliare i ragazzi, uno per volta.
Si alzarono non appena li scosse, ma lei era focalizzata sul letto di Jay, vuoto.
- “B..Buongiorno.”, - disse Nathan, spostando le coperte e inarcando un sopracciglio.
- “Ciao Nath.”, - disse Kelsey.
- “A che pensi?”, - disse Nath, ridendo appena.
- “Al mio Jay. Guardare il suo letto vuoto è la cosa più brutta.”, - disse Kelsey, voltandosi verso la porta per raggiungere Tom in cucina.

Nathan si guardò attorno, infilandosi i vestiti del giorno precedente e bussando dopodichè alla porta di Siva.
- “Seeeeeeeev, già pronto sei?”, - disse Nath, correndo ad abbracciarlo.
- “Faccio sempre come voglio se mi va.”, - disse Siva ridendo.
- “Andiamo a fare colazione, il mio pancino già brontola.”, - disse Nathan con una vocina acuta.
- “Ha preso da te.”, - disse Siva, facendo una faccia strana.

- “Kelsey già pronta, ma a che ora ti sei svegliata?”, - disse Nathan ridendo.
- “Eh, presto. Non ho dormito un'istante stanotte.”, - disse Kelsey.
- “A chi lo dici. Ma Max?”, - disse Nathan.
- “Sta in bagno da dieci minuti sicuro. Sarà caduto..”, - disse Tom ridendo.
- “Ma piantala. Non sto più nella pelle, velocii.”, - disse Kelsey.

Max raggiunse i ragazzi in cucina, dando un piccolo schiaffetto sul collo a Nathan.
- “Ma chi cazz..”, - disse Nathan voltandosi.
- “Bhù! Già tutti pronti? Impossibilissimo.”, - disse Max, squadrando i ragazzi e poi ridacchiando.
- “Possibilissimo invece. Incomincio ad uscire, uff.”, - disse Kelsey, prendendo la sua borsa dal divano.
- “Ma che fretta stamattina! Capace che ci andiamo senza voce da Jay.”, - disse Max.
- “Povero Jay.”, - disse Tom, raggiungendo la macchina parcheggiata nel loro cortile.

Nathan era con il cellulare in mano.
Già a messaggiare con la sua spasimante, Michelle.
Talmente l'emozione - se così si può dire - che il latte gli andò di traverso.
- “Nathan!”, - Max rise e gli diede una pacca sulla spalla.
- “Mi sono affogato.”, - Nathan inarcò un sopracciglio spalancando gli occhi.
- “La prossima volta il latte nel biberon.”, - disse Max trattenendosi la risata.
- “A te da un'altra parte, ragazzo dai bei capelli.”, - disse Nathan.
- “Non provocarmi piccolo, potrei ricambiarti il favore.”, - disse Max, uscendo di casa.

Entrati tutti in macchina, si misero la cintura di sicurezza e accesero la radio.
- “Nathan, vedi nel cofano se c'è la chitarra.”, - disse Max.
- “Ma che bel culetto Sykes.”, - disse Tom ridendo, con anche Kelsey e Siva.
- “Lo so, modestamente. Sì, sta qua.”, - disse Nathan voltandosi sulla strada.

L'ospedale era abbastanza vicino, ed in dieci minuti circa arrivarono.
Kelsey scese frettolosamente dalla macchina, correndo verso l'entrata.
I ragazzi invece presero l'occorrente per l'acustica e raggiunsero il piano di Jay, il secondo.
- “Aaaaah dottore, il mio Jay come sta?” - 
- “Signorina, già qua di prima mattina?” - 
- “Ma si rende conto? Io senza Jay, mah. Bhè, posso entrare?” - 
Il dottore vide il resto dei ragazzi arrivare e li fermò.
- “Scusate, che avete intenzione di fare?” - 
- “Una sorpresa”, - disse Max - , cantare una canzone al nostro amico.
- “Non alzate troppo la voce, è ancora in fase di riposto.” - 

Jay ancora dormiva.
La situazione era tale al giorno precedente.
Kelsey si siedette nello stesso posto, affianco a lui, prendendogli la mano.
I ragazzi decisero di cantargli Heart Vacancy, che oltretutto era la preferita di Jay.
Il dottore osservò tutto dal vetro della porta, e accennò un sorriso. 
Dopo qualche nota, Jay mosse appena il braccio destro.
- “Oh dio, avete visto?”, - disse Kelsey.
E non solo il braccio.
Sembrava si stesse riprendendo, come se volesse accompagnare il gruppo a cantare.
Aprì appena gli occhi per qualche secondo, sbattendo le ciglia e accennando un piccolo sorriso, ma poi li richiuse.
Kelsey era invasa dalle sue lacrime, che in neanche due secondi scesero a dirotto.
Non poteva fare a meno di abbracciarlo, ed in qualche modo lo fece.
I ragazzi smisero di cantare, si misero attorno a Jay e sorrisero.
Dopo qualche istante il dottore entrò, facendo un applauso molto lieve.
- “Molto bravi. Ho notato che in qualche modo si sta riprendendo.” - 
- “E' un buon segno, vero?”, - disse Kelsey, guardandolo con aria entusiasmante.
- “Certo che sì. Ma ha bisogno di altro riposo, vi devo proprio far uscire.” - 

Tutti annuirono, sorridendo lievemente.
Kelsey rimase dietro la porta a guardare Jay, con occhi inumiditi ancora dalle lacrime e dita incrociate.
- “Ti prego, fa che si riprenda in questo istante. Coraggio, Jay, svegliati.”, - si ripetè tra sè e sè.
Tom la vide.
- “Amore, andiamo. Non ci permetteranno più di fargli visita altrimenti, non si è ripreso ancora.”, - 
Kelsey annuì, prendendo per mano Tom ed incamminandosi per il corridoio.

- “Kelsey, Nathan, Max..ragazzi” - Jay riaprì gli occhi improvvisamente, ripetendo i loro nomi con un filo di voce.
Ma era da solo in camera.
- “Tom, ho sentito Jay.”, - disse Kelsey, fermandosi in mezzo al corridoio poco più avanti la camera di Jay.
- “Kelsey, è impossibile. Jay sta riposando, non si è ripreso prima figurati adesso.”, - disse Tom.
- “L'ho sentito veramente, andiamo a vedere ti prego.”, - disse Kelsey.
- “Ma l'hai capito che non possiamo stare qua? Sarà l'impressione.”, - disse Tom.
- “Vedi che non sono pazza, io ho sentito Jay, punto.”, - disse Kelsey.
Tom non la rispose, la prese di nuovo per mano e raggiunse la macchina sottostante.
Lei lo guardò male, se l'era presa.
Infondo voleva accertarsi se aveva veramente sentito la voce di Jay proveniente dalla sua stanza.

Appena raggiunti i ragazzi Kelsey entrò in macchina, sbattendo lo sportello.
Max ed i ragazzi si guardarono in faccia abbastanza straniti.
- “Che ha?”, - disse Max, a Tom.
- “Dice di aver sentito la voce di Jay, ma sarà stata l'impressione.”, - disse Tom alzando le spalle.
- “Mh, infatti sicuramente. E' troppo nervosa.”, - disse Max, facendo un tiro dalla sua sigaretta.
- “Ma addirittura immaginarsi la voce bho, mi sembra assurdo.”, - disse Tom.
- “Vabeh, chiudiamola quì. Qualche segno ce l'ha dato, è già un buon inizio.”, - disse Max, buttando la cicca di sigaretta.

- “Ragazzi, ho sentito la voce di Jay.”, - disse Kelsey.
- “Mh, si? E l'hai visto Jay dire queste parole?”, - disse Max.
- “No, però..”, - disse Kelsey.
- “Però niente, non ci pensare che diventi doppiamente nervosa.”, - disse Max.
- “Quelli nervosi mi sembrate più voi, che me. Sarei pazza quindi? Ah.”, - disse Kelsey, cacciando il suo cellulare.
- “No, non ho detto questo. Finiamola quì, non fissarti. Sta bene, l'hai visto.”, - disse Max.

Kelsey borbottava sottovoce, e Nathan vide cosa stava combinando col suo cellulare.
Stava vedendo le foto sue e di Jay, fissandole, senza dire 'a'.
Era troppo presa dall'accaduto, e le dava fastidio qualunque parola che non fosse la sua.
Voleva solo avere davvero ragione su quelle parole accennate.

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Capitolo 11
*** I'm glad you came. ***


Kelsey era esausta quel giorno.
La voce di Jay ancora vagava per la sua mente, e lei ne era consapevole.
Tanto da farla finire in sonno profondo, con le coperte che le coprivano tutta la fronte.
Erano le sette di mattina, un telefono squillò. Quello di Tom.
I ragazzi erano tutti in salotto, già svegli da parecchio.
- “Mh, pronto?” - 
- “Salve, sono il dottore di Jay. Lei è un amico del ragazzo?” -
- “Sono Tom, si ricorda di me?” - 
- “Certamente. Senta, Jay si è abbastanza ripreso e può continuare il riposo a casa, ma molto tranquillamente. Volevamo portarvelo a casa con l'ambulanza, è possibile?” - 
- “Non doveva nemmeno telefonarci, era scontato. Quando venite?” - 
- “Dieci minuti circa.” -
- “La aspettiamo! Grazie di tutto!” - 

- “Oddio, ragazzi. Jay può tornare a casa!”, - disse Tom con aria entusiasmante.
- “Davvero? Oh dio, ma chi era? Jay?”, - disse Max.
- “No, il dottore. Ora lo portano con l'ambulanza e potrà riposare quì. Facciamo una sorpresa a Kels.”, - disse Tom.
- “Poverino, rimarrà soffocato.”, - disse Max facendo l'occhiolino.
- “Nah, si atteggia Jay. E' abituato., - disse Tom - , facciamogli trovare qualcosa da mangiare.
- “Fallo arrivare almeno.”, - disse Max ridendo - , cerca di non far svegliare la bionda sopra.

Kelsey era infastidita nel sonno.
Delle luci colorate facevano riflesso sulle finestre della camera dove dormiva, così socchiuse gli occhi.
Ma poi riprese a dormire.
La prima cosa che le venne in mente fu Jay.
Scorrono poco più di dieci minuti ed il campanello suonò.
Tom corse ad aprire e si trovò appena più avanti Jay scendere dall'ambulanza, accompagnato dal dottore.
Così lo raggiunse e gli diede una mano a farlo entrare in casa.
- “Tra poco tocca a me dottore, perchè sclero.”, - disse Tom ridendo.
Nemmeno mise piede in casa che tutti i ragazzi corsero ad abbracciarlo, canticchiando a coro il ritornello di We Own The Night. 
Jay sorrise, era cosciente finalmente.
I ragazzi erano bloccati su Jay, tutti ammutolini con il sorriso che spuntava all'improvviso.
Dopo varie raccomandazioni da parte del dottore, aiutarono Jay a sedersi e gli fecero qualche domanda.
- “Grazie dell'aiuto, dottore.”, - Tom gli porse la mano accompagnandolo alla porta.
- “Se c'è qualche problema chiamate pure, vi raccomando solo del riposto. Ne ha bisogno.”, - disse egli, salutando tutti.

- “Jay, oddio, non sai quanto siamo contenti di rivederti in forma.”, - disse Max.
Jay non riuscì ancora a parlare in maniera molto fluida, ma cercò d'impegnarsi con quel filo di voce.
- “Mi siete mancati tanto, ed il dottore mi ha spiegato tutto quello che avete fatto per me.” - 
- “Abbiamo fatto il possibile. L'importante è che ora stai più attento, eh.”, - disse Max.
- “E la mia Kelsey?, - Jay annuì con la testa.
- “Sta dormendo. Avevamo pensato di farle una sorpresa.. ossia tu.”, - disse Max.
- “Ah, ma ha dormito qua?”, - disse Jay.
- “Sì, da quando se nè andata dall'ospedale non ha tolto piede da quì. E' stata malissimo.”, - disse Max.
- “Mi dispiace tantissimo. Non volevo stesse male..”, - Jay abbassò lo sguardo per qualche istante.
- “Noi dovremmo essere dispiaciuti, Jay. Ora rilassati che ti aspetta una bella colazione.”, - disse Max.
- “Ho già mangiato all'ospedale!”, - disse Jay accennando una risata.

Tutti sorrisero a 32 denti.
Nathan si alzò e si mise in braccio a Jay, proprio come facevano una volta, e lo abbracciò.
- “Jay è mio!”, - disse Nathan ridendo.
- “Se ti sente Kelsey! Non metterti nei casini nanetto.”, - disse Max ridacchiando.
- “Jay, facciamo così. Noi andiamo in camera e cerchiamo di far svegliare Kels, poi quando è sveglia ti avvisiamo e ti fai trovare senza che se ne accorga. Mh?”, - disse Tom.
- “E come faccio?”, - disse Jay.
- “Per messaggio ti avvisiamo quando si sveglia.”, - disse Tom.
- “Il mio cellulare non lo tocco dall'incidente.. Non so nemmeno che fine abbia fatto.”, - disse Jay.

I ragazzi si guardarono in faccia, abbassando lo sguardo.
- “Mmh okay, ti prestiamo il nostro e..”, - disse Tom.
- “Vabene, ho capito.”, - Jay sorrise, alzandosi dal divano e seguendo i ragazzi in camera.
Tom entrò nella sua camera dove Kelsey dormiva, e fece tutti i rumori possibili per farla svegliare apposta.
Jay nel frattempo si nascose nella camera affianco, aspettando quel messaggio d'inizio.
- “T-Tom?” -
Tom fece finta di dormire, cercando di trattenersi la risata coprendosi con un cuscino.
- “Uff, ma che era sto rumore?”, - Kelsey si strofinò gli occhi, alzandosi e incamminandosi verso la cucina.
Era sicura ci fosse qualcuno giù, in salotto, perciò scese a dirotto e come al solito cercò di attirare l'attenzione.
- “Bbbbbuongiornoooooo!” - urlò a squarciagola, smettendo poi perchè era sola in cucina.
- “Oh cazzarola, che figura.”, - Kelsey scoppiò a ridere, cacciando dal mobile la sua tazza preferita regalata da Tom.
Si voltò verso il tavolino della cucina e appoggiò la tazza, riscaldando nel frattempo del latte ricoperto da cacao dolce.
Ma Jay, intanto, scese le scale silenziosamente senza farsene accorgerne e si mise dietro il muro.
Kelsey si rivoltò per prendere i biscotti nel mobile sottostante il tavolino, ma vide spuntare Jay da dietro il muro.
Le cadde il cucchiaio, rimase immobile con due occhi spalancati e la bocca socchiusa.
- “J-Jay? Ommiodio, non reggo.” - 
Jay uscì da dietro il muro a braccia aperte, sorridendo lievemente, e Kelsey gli saltò addosso.
- “Ti riempio di baci, oddio. Trattienimi che non ti resisto.”, - disse Kelsey accasciandosi addosso a lui, per terra.
- “Biondina mia!”, - Jay le baciò la guancia.
- “Da quando sei quì?”, - fece un sospiro, guardandolo negli occhi e baciandolo sulla guancia.
- “Adesso mi fai la doccia!, - Jay rise - , stamattina presto.”
- “E non sei venuto a svegliarmi?!”, - Kelsey lo guardò male, ridendo poi.
- “Le sorprese non si dicono Kels.”, - Jay sorrise lievemente.
- “Ahw oddio, quanto ti amo Jay.”, - Kelsey lo fissò nei suoi travolgenti occhi azzurri, abbracciandolo.
- “Ora si butta il latte, attenta!”, - disse Jay ridendo.

Kelsey si alzò di scatto spegnendo il fornello.
Ma era talmente presa dal ritorno di Jay che non gli andò nemmeno più.
I ragazzi scesero dalle scale a trenino, ridendo, canticchiando a zonzo.
- “Non ringraziare il tuo ragazzo, miraccomando!”, - disse Tom, fingendosi offeso.
- “Scemo.”, - Kelsey si alzò ridendo, andando verso Tom e dandogli un bacio al volo.
- “Bhè, stasera si festeggia.”, - disse Max.
Una suoneria di notifica provenì dal cellulare di Nathan.
- “Eheh, la fidanzatina!”, - disse Max.
Nathan lo guardò male, ma gli altri risero scherzosamente.
- “Ancora stai con Michelle?”, - disse Jay.
- “Jay, taci!”, - Nathan lo fissò spalancando gli occhi.
- “Non ci ho pensato a chiedertelo Nate!”, - disse Kelsey.
- “Ma non dovevate festeggiare ah?”, - disse Nathan arricciando il naso.
- “Stasera, sbadato!”, - disse Max dandogli una pacca sulla testa.

Passarono delle ore dando conto a Jay, mangiarono frettolosamente apposta per questo.
Il tramonto incominciava a spuntare. Erano le sei del pomeriggio.
Rimasero tutti a casa per completare il benvenuto a Jay.
Nathan non stava più nella pelle.
Voleva a tutti costi invitare Michelle per passare una serata insieme, approfittando dell'occasione.
Così le mandò un messaggio e lei accettò l'invito.

- “Mi metto all'opera, voglio preparare i miei favolosi pasticcini apposta per Jay.”, - disse Kelsey.
Tom alzò di colpo la testa, facendo un sospiro e poi sbuffando.
Jay notò il suo comportamento, ma preferì non mettersi in mezzo.
- “Io vado a farmi un giro.”, - disse Tom, abbassando il tono di voce, affiancandosi a Kelsey.
Indaffarata nei suoi panni annuì solamente.
- “Tom, dove vai?”, - disse Max.
- “A farmi un giro.”, - rispose Tom.
- “Aspetta che veniamo pure noi!”, - disse Max.
- “No, voglio starmene un pò da solo.”, - disse Tom.
- “Ma brò, che ti succede?”, - disse Max.
- “Niente, sto bene. Voglio solo prendere un pò d'aria.”, - disse Max.
- “Mh, non fare cazzate.”, - Max si fece capire con uno sguardo.

Il campanello suonò, e Siva andò ad aprire.
Era Michelle.
Nathan era ancora imbacucchiato su quel dannato schermo lucente.
- “Ciao amore mio!”, - urlò Kelsey, correndo a salutarla.
- “Bentornato Jay! Come stai?”, - Michelle salutò anche Jay, siedendosi affianco a Nathan.
Ma lui nemmeno aveva riconosciuto la voce sensuale della sua Shelle.
Così gli diede un bacio sulla guancia, mettendo le braccia attorno al suo collo.
Nathan alzò lo sguardo e scoppiò a ridere, rimanendo immobile nei suoi occhi.
- “Che ci fai quì?”
- “Veramente è da qualche minuto che ci sono ma nemmeno te ne sei accorto.”
- “Stavo leggendo i tuoi messaggi”, - Nathan fece il labbruccio.
- “Owh, sei un cucciolo.”, - rise.
- “Sei sexy Shelle.”
Michelle gli prese il viso con una mano e appoggiò la testa sul suo petto.

- “Mich, vieni quì un secondo?”, - disse Kelsey.
- “Dimmi tutto Kè.”  
- “Dammi un parere sulla mia cucina pasticcera.”, - disse Kelsey ridendo appena.
- “Mmm, che cavolo te lo dico a fare che sono deliziosi?”, - disse Michelle assaporando un pasticcino.
- “Fatti apposta per il mio Jay, fatti una domanda.”, - disse Kelsey inarcando le sopracciglia.

Nel frattempo Jay e Nathan borbottavano silenziosamente senza farsi capire.
- “Che si dicono quei due, mh?”, - disse Kelsey socchiudendo un occhio.
- “Perchè t'importa tanto?”, - disse Michelle.
- “Eh beh, anche a te importa. Non dovresti dirmi nulla, Shelle?”, - disse Kelsey appoggiando un gomito sul tavolo.
- “Mah, dipende.”, - disse Michelle facendo finta di niente.
- “Ti piace Nate. Vero?”, - Kelsey la guardò provocandola scherzosamente.
Mich arrossì di colpo.
- “Kels!, - diede lei un leggero schiaffetto - , ma che dici!
- “La verità bella mia. Lo capirebbe chiunque.”, - disse Kelsey.
- “Buoni i pasticcini oh..”, - Mich cambiò argomento ignorandola, ridendo poi.
- “Si chiama Nathan, mmm.”, - Kelsey rise.
- “Eddai, smettila!, - scoppiò a ridere Michelle.- , ma dove sta Tom?
- “Mh bho è andato a farsi un giro., - Kelsey si guardò attorno.-, perchè non dormi qua, mh?
- “Ma cosa, con chi dovrei dormire scusa?”, - disse Michelle.
- “Ci sono un'infinità di letti e poi.. Ma dai, credi di prendermi in giro ancora per molto tempo?”, - disse Kelsey accennando un sorriso.
- “Sì mi piace, okay? Ma non accollarti adesso.”, - Shelle arrossì ridendo.
- “Ah, lo sapevo! Fallo tuo stanotte.”, - disse Kelsey ridendo.
- “La vuoi smettere?”, - le guance di Michelle erano più rosse del suo vestito.

Tom arrivò a casa con una busta in mano.
Era riempita da bibite di ogni tipo, e ne approfittarono per incominciare a mangiare.
Michelle si affiancò a Nathan, appoggiando la mano sul suo addome. 
- “Che guardi amore?”, - disse Michelle guardando con la coda dell'occhio il telefono di Nath.
- “Ma nulla, dei tweet.”, - disse Nathan appoggiandole una mano sulla sua.

- “Oi, domani mattina si va in piscina.”, - disse Tom.
- “Ma non tardi come i vostri orari mattinieri, eh.”, - disse Kelsey appoggiando il vassoio di dolci sul tavolo del salotto.
- “Ma io il costume?”, - disse Michelle rivolgendosi a Kelsey.
- “Ne ho una marea, te ne presto uno sexy per il tuo Nate.”, - disse Kelsey facendole la linguaccia.

- “Sai che stanotte dormo con te?”, - disse Michelle a Nathan.
- “Allora non dormo sicuro.”, - disse Nath.
- “La prendo come complimento o come offesa?”, - disse Michelle.
- “Ma quale offesa, pft. Così sì che sogno d'oro.”, - disse Nath ridendo.

A prescindere gli diede un bacio sull'angolo della bocca, accarezzandogli il ciuffo.
Tutti e due belli accoccolati l'uno con l'altra fino a tard'orario, sorseggiando della coca cola ghiacciata accompagnata dai raggianti pasticcini di Kelsey.

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Capitolo 12
*** Fix a Heart. ***


Sei e quindici del mattino.
Tom era già in piedi per i preparativi della piscina.
Voleva fare qualcosa di diverso dal solito, ecco spiegato l'orario alquanto esagerato.
I cocenti raggi solari avevano coperto l'acqua limpida della piscina.
Principalmente decise di preparare uno dei suoi pezzi forti: i drink.
Poi, però, decise di stendersi sul divano a guardare qualcosa, esausto dalla sua pazzia.
Poco più tardi Max si alzò, rimanendo lo sguardo immobile su un punto fisso.
Vide la porta di Tom, affiancata alla sua, aperta.
- “Parkssss!”, - Max urlò appena, con voce acuta, entrando nella camera di Tom.
Kelsey si svegliò di scatto, con una mano al petto, sbuffando.
- “Max, fottiti.”, - Kelsey gli lanciò un cuscino, e lui rise socchiudendo la porta.

Delle voci provenivano dalla cucina, così decise di scenderci.
- “Ah, ma è la tivù! Parks buongiorno.”, - disse Max buttandosi sul divano.
- “Oh, ciao. Da dove sbuchi?”, - disse Tom preparando il loro saluto a “pugno”.
- “Urlo nei sogni, che posso farci.”, - disse Max sbadigliando, cacciando poi dei biscotti dal mobile della cucina.
- “Sono sveglio dalle sei, sono fuso, - disse Tom - voglio darmi una rinfrescata.”
- “Sono curioso di vedere Michelle in costume.”, - disse Max ridendo.
- “Andiamo a svegliarli a cuscinate?”, - disse Tom muovendo le sopracciglia.

Max ovviamente approvò.
A passi lenti si recarono verso la stanza di Nath, nel buio profondo.
- “Sssh.”, - disse Tom.
- “Owh, sono due piccioncini.”, - disse Max ridacchiando.
Kelsey sentì la loro risata modalità silenziosa e da dietro tirò loro un leggero schiaffo.
- “Macciao, mh.”, - Kelsey li guardò.
- “Bella bionda, buongiorno.”, - disse Max.
- “Non li svegliate, babbani, - disse Kelsey prendendoli sottobraccio e ritornando in cucina - io vado a svegliare il mio Jay, aaah.”

Tom fece un sospiro.
Incominciava a dargli sospetto la loro amicizia.
- “Haha, è pazza.”, - disse Max.
- “Sì, pazza di lui vedo.”, - disse Tom cacciando una sigaretta.
- “Tu sei pazzo che pensi ste cose. Non ti fidi di lei?”, - disse Max prendendogli una sigaretta.
- “Non è questo, ma ora sta un pò esagerando. Non trovi?”, - disse Tom.
- “Sono migliori amici, sai com'è fatta Kels.”, - disse Max prendendo l'accendino.

Kelsey, nel frattempo, entrò in camera di Jay e chiuse la porta.
Si distese sopra di lui e incominciò a baciargli la guancia, avvicinandosi sempre di più all'angolo della bocca.
Jay aprì gli occhi, sbattendoli frequentemente e sorridendo lievemente.
- “Kels?”, - disse Jay inarcando le sopracciglia.
Kelsey sorrise.
- “Amore mio.” -
- “Che ci fai quì?” -
- “Sono venuta a darti il buongiorno, non sei contento?” - 
- “Ma Tom potrebbe prendersela vedendoci così.” -
- “Zitto e baciami.” - 
Jay rimase immobile, senza dire una parola.
Ma lei continuò a baciarlo, a baciarlo profondamente e con passione.
- “Kels fermati.”, - Jay la distaccò appena.
- “Che c'è?”, - Kelsey si fermò a guardarlo.
- “Scusa ma.. Non posso.”, - disse Jay.
- “Jay ma che ti prende?”, - disse Kelsey, guardandolo preoccupata.
- “Spostati, dai.”, - disse Jay.
- “Hai un'altra, vero? Dimmelo che fai prima.”, - Kelsey si spostò da lui, seguendolo con gli occhi.
- “Siamo solo amici, Kels.”, - Jay uscì dalla camera, chiudendosi in bagno per qualche minuto.
Kelsey scese le scale correndo, prendendo poi dal tavolino del salotto, una sigaretta dal pacchetto di Tom.

I due piccioncini, intanto, erano impegnati ad abbracciarsi, nel sonno.
Nathan si svegliò.
Non appena vide Michelle, ancora in sonno, sorrise e non cambiò lo sguardo da altra parte.
- “Quanto sei bella.”, - disse Nathan guardandola dormire.
Avvicinò il viso al suo e appoggiò una mano sulla sua guancia, accarezzandogliela.
Michelle lo sentì, ma non era completamente sveglia fino a quando non appoggiò la sua mano a quella di Nathan.
Si girò di scatto e lo guardò impegnato col suo cellulare. 
Gli prese di colpo il viso, e accavallandosi su di lui gli diede un bacio profondo per qualche istante.
- “Sempre con sto cellulare stai, uff.”, - disse Michelle ridendo.
- “Possibile che non ti fai sentire?”, - disse Nathan guardandola.
- “Ti prendo alla sprovvista, mmh.”, - disse Michelle, appoggiando la testa sul suo petto, rimanendo tale a prima.
- “Sei una micia trasgressiva, lo sai?”, - disse Nathan accennando una risata.
Michelle rise, e continuò a baciarlo a tratti.
Dopo qualche minuto Kelsey aprì la porta, e li vide uno sopra l'altro.
- “Ma bravi i porcellini, che combinate?”, - Kelsey rise.
Si guardarono entrambi trattenendosi la risata, poi si alzarono.
Michelle uscì dalla camera, e Kelsey si buttò addosso a Nathan schiaffeggiandolo scherzosamente.
- “La prossima volta avvisa quando entri, eh.”, - disse Nathan.
- “Zitto bottano, così mi piaci.”, - disse Kelsey scompigliandogli i capelli.

Tom, Jay e Max erano già in salotto, raggiunti dal resto.
- “Ragazzuoli, ma il costumino?”, - disse Kelsey, tossendo a finta.
- “Prima le donne, mh.”, - disse Max inarcando un labbro.
- “Zitto George, arrapati con te stesso.”, - disse Kelsey alzando gli occhi al soffitto.
- “Lo faccio già davanti allo specchio. E comunque, Siva?”, - disse Max.
- “Siva? Siva bho.”, - disse Kelsey, raccogliendo il ferrettino caduto a terra.
- “Ma non ha dormito qua, - disse Nathan - , non c'è in camera.”
- “Shelle, vieni quì susu.”, - disse Kelsey facendo segno con la mano.
- “Mh, si?”, - disse Michelle.
- “Vieni a sceglierti il costume, così lo provi.”, - disse Kelsey con aria scherzosamente provocante.
Nathan seguì Michelle con gli occhi, e in cambio ricevette uno schiaffetto da Max.
- “Nathan, oh Nathan.”, - disse Max sospirando.

- “Tò, vedi tu.”, - Kelsey cacciò tutti i suoi costumi dalla valigia, buttandoli sul letto.
- “Questo rosso? Ti piace?”, - disse Michelle mostrandoglielo.
- “Ah, non so. Fatti consigliare da Nathan, ho proprio da fare!”, - disse Kelsey ridendo.
- “Scema, chiamamelo almeno.”, - disse Michelle guardandola male con il sorriso sulle labbra.
Tutti i ragazzi andarono nelle proprie camere a prepararsi, e Nathan nella sua.
Vide Michelle in intimo e rimase di stucco, spalancando gli occhi e squadrandola dalla testa ai piedi.
- “Bello, il panorama.”, - disse Nathan rimanendo tale.
- “Nath, oddio. Mi hai fatto prendere un colpo!”, - disse Michelle voltandosi verso di lui.
- “Anche tu a me, eheheh.”, - disse Nathan, inghiottendo la saliva.
- “Porco, - disse Michelle ridendo - , ora aiutami a scegliere. E non dirmi di no, timidone.”
Michelle prese un costume alla volta e se li cambiò in bagno, uscendo dopo pochi minuti.
Il primo che misurò fu quello blu scelto in compagnia di Kelsey.
Entrò in camera e scosse Nathan con la mano.
- “G-Girati.”, - disse Nathan fissandola.
- “Ti piace?”, - disse Michelle, facendo un giro su sè stessa.
- “Sei bella tu, è questo che conta.”, disse Nathan alzandosi dal letto.
- “Evita battute squallide, si?”, - disse Michelle.
- “No.”, - disse Nathan accennando una risata.

Michelle si siedette in braccio a lui, appoggiando il gomito sulla sua spalla.
- “Allora? Stasera stiamo un pò da soli?”, - disse Michelle, solleticandogli la guancia col dito.
- “Se è quello che vuoi, sì.”, - disse Nathan sorridendo.
- “Vedrai come cambierai da stasera.”, - disse Michelle.
- “Che.. Intendi?”, - disse Nathan.
- “Farai vedere chi è il vero Nathan. Lascia la timidezza da qualche altra parte, okay?”, - disse Michelle baciandolo a stampo e alzandosi per andare nel salotto.
Nathan arrossì appena, sorridendo come non mai.
Prese un costume a caso e se lo infilò frettolosamente, raggiungendo il resto dei ragazzi giù.
- “Ma dove sono?”, - disse Nathan a Kelsey.
- “Sono già in piscina.”, - disse Kelsey mettendosi un pò di burrocacao sulle labbra.

Michelle era seduta a bordo piscina, smuovendo i piedi nell'acqua.
- “Buttiamola giù, Nath.”, - disse Kelsey ridendo.
Si avvicinarono a Michelle e di colpo la buttarono in piscina, scoppiando a ridere.
Jay non poteva entrare in acqua, così si distese su una sdraio, mettendosi degli occhiali da sole.
- “Nathan!”, - urlò Michelle.
- “Colpa di Kelsey, gn.”, - disse Nathan avvicinandosi a lei.
- “Ops, mi vuole Tom.”, - Kelsey rise, raggiungendolo dall'altra parte della piscina.
Nathan si mise dietro a Michelle, prendendola per i fianchi e intrecciando le braccia sul suo bacino.
- “Lo sai che sei mia?”, - le disse Nathan, baciandole il collo.
- “E tu sei mio, solo mio.”, - Michelle si voltò e gli schizzo dell'acqua in faccia ridendo, uscendo a bordo piscina.
Nathan si strofinò subito gli occhi ricoperti da goccioline d'acqua, e scherzosamente - se così si può dire - tirò uno schiaffo sul sedere di Michelle.
A lei piaceva essere “provocata”, ma fece credere l'opposto.
Entrambi s'affiancarono, con un leggero venticello da brividi ed un sole che spaccava le pietre.
Nathan mise un braccio attorno al collo di Michelle, sentendosi nell'aria una sensazione di armonia.
Improvvisamente, dalla casa, si sentì provenire un cellulare che squillava.
- “Nathan, il telefono!”, - disse Jay.
Si alzò di scatto prendendo al volo un asciugamano e cercò di capire dove fosse il cellulare.
Fece in tempo a rispondere, era sua sorella Jessica.
Dopodichè ritornò in piscina e vide Max accostato a Michelle, che chiacchieravano.
Spinse scherzosamente Max in acqua e si risiedette tale a prima.
- “Lei è mia, levati.”, - disse Nathan prendendo Michelle per i fianchi.
Michelle rise, dandogli un bacio sulla guancia e abbracciandolo poi.

Era ormai passata l'ora di pranzo.
Uscirono tutti dall'acqua e a turni occupavano il bagno per una sciacquata veloce.
Decisero quindi di pranzare fuori, ad un bar non molto lontano da casa.
Nathan e Michelle, però, preferirono starsene accoccolati l'uno con l'altra.
- “Non venite a mangiare?”, - disse Max, infilandosi il giubbotto.
- “Mh, no. Ci arrangiamo quì, avevamo già previsto.”, - disse Michelle.
Max annuì, prendendo il suo pacchetto di sigarette sul tavolino.
- “Che ne dici se andiamo a guardarci un bel film, di sopra?”, - disse Michelle, spostandosi i capelli dall'altro lato.
Nathan sorrise e prese il cellulare raggiungendola.
Michelle accese la tv, scaraventandosi sul letto a gambe indiane.
- “Che vuoi guardare Shelle?”, - disse Nathan.
- “Te, voglio guardare. Su questo bel lettino.”, - disse Michelle.
- “Haha, che intendi ah?”, - disse Nathan, inarcando un sopracciglio.
- “Vieni quì, Nath.”, - Michelle lo prese per la maglietta, buttandolo sul letto e appoggiando una mano sul suo petto.
- “Quegli occhioni verdi, aaah. Mi fai impazzire.”, - disse Michelle sbottonandosi la camicia e facendo lo stesso con Nath.
- “Uhm, anche tu fai impazzire me.”, - Nathan incominciò ad arrossire, i suoi occhi ad inumidirsi.
Michelle si sdraiò sopra di lui, accarezzandogli l'addome e iniziando a baciarlo lentamente, con molta passione.
Le mise le mani sulla schiena coperta dal solo reggipetto, scendendo sempre più giù.
Lei si morse il labbro, sorridendogli sopra e continuando a baciarlo.
- “Rimarrà fra di noi.”, - gli disse Michelle, siedendosi sopra Nathan.
- “Sì, amore.”, - Nathan sorrise sulle sue labbra, appoggiando le mani sulle sue guance e avvicinando il viso al suo.
La prese per i fianchi, avvicinandosela a sè, guardandola dritta negli occhi.
- “Questo è solo l'inizio.”, - disse Michelle, passandogli la mano dal petto in giù.

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Capitolo 13
*** Addicted to You. ***


Michelle era esausta.
Era stata una serata alquanto particolare, sia per lei che per Nathan.
Già di prima mattina i ragazzi decisero di uscire per un drink al bar circostante.
Kelsey s'era fermata a dormire da loro.
Stava tutto il tempo appiccicata a Jay, non faceva altro che sorridere da quel bacio frainteso.
- “Jay, dobbiamo parlare.” -
- “Dimmi tutto.”, - disse Jay sorseggiando del succo d'arancia.
- “Riguardo il bacio di ieri. Cosa pensi di fare?” - 
- “Sei fidanzata, Kels. Io e te siamo solo amici.” - 
- “Troviamo una scusa, andiamo a casa. Devo dirti una cosa molto importante.” - 

Jay fece un sospiro.
- “Tom, devo accompagnare Jay a casa. Non sta molto bene.”, - disse Kelsey.
- “Non preoccuparti, lo accompagno io.”, - disse Tom, inarcando un sopracciglio.
- “N-No, Tom, vado io.” -
- “Ti ho detto che l'accompagno io.” - 
- “E se sta male? Deve stargli qualcuno accanto.” - 

Tom sbuffò, cacciando le chiavi dalla tasca e dirigendosi verso la macchina.
- “Coraggio, andiamo o no?”, - disse Tom, con un tono di voce molto acido, rivolgendosi anche ai ragazzi.
Jay e Kels salirono in macchina senza dire nemmeno una parola.
- “Scendete, ciao.”, - disse Tom, distogliendo lo sguardo dalla strada.
- “Bhè, puoi andartene adesso.”, - gli disse Kelsey.
- “Mh, ho dimenticato una cosa a casa. Ops.” - 
- “Fanculo Parker.”, - disse silenziosamente Kelsey.
- “Che hai detto scusa?”, - Tom capì, guardandola male.

Si guardarono attorno, senza intuire cosa stava accadendo.
Kelsey entrò in casa sbattendo la porta, tenendo per braccio Jay e andando in camera.
- “Jay, sono innamorata di te. In che altro modo devo fartelo capire?” - 
- “Kelsey. Io e te non potremmo mai stare insieme.” -
- “Pensavo provassi qualcosa per me, Jay.” - 
- “Quel bacio è tutta una menzogna. Sei tu ad avermelo dato, io non voglio fare il cornuto.” - 

Gli occhi di Kelsey incominciarono ad inumidirsi, le guance ad impallidirsi.
- “Vabene, Jay. Lasciami sola adesso.”, - Kelsey si girò dall'altra parte.
- “Lo sai che ti voglio be..” - 
- “Vattene ti ho detto, vai via.”
Jay chiuse la porta, raggiungendo i ragazzi in salotto, che stavano discutendo.
Si siedette sul divano.
- “Kelsey sta male.”, - disse Jay.
- “E a te che ti frega?”, - disse Tom, spostando lo sguardo su Jay.
- “Che c'è, non posso dire nemmeno quello che voglio adesso?”, - disse Jay.
- “Certo, mi stai rubando la ragazza e ti preoccupi di una parolina che hai detto.” - 
- “E' la mia migliore amica, Tom.”, - disse Jay, appoggiando la mano sulla sua spalla.
- “Non toccarmi. Sta lontano da lei, ora mi stai stancando.” -
- “Mi spieghi che ho fatto?” -
- “Sono tanto stupido a non accorgermi che fra voi due c'è qualcosa? Eh?”, - Tom si alzò di scatto, alzando la voce.
Max cercò di mettersi in mezzo per dividerli.
- “Non vuole ammetterlo. Mi costringe ad usare un altro metodo.”, - disse Tom, scostando Max e dando un pugno sul labbro di Jay.
Kelsey sentì urlare, e scese di corsa le scale con ancora le lacrime che le stavano bagnando il viso.
- “Tom, che cazzo fai, fermati!”, - Kelsey lo spinse, mettendosi davanti a Jay.
- “Mi avete stancato tutti e due, ora basta!” , - Tom uscì di casa col suo pacchetto di sigarette, sbattendo la porta.
- “Jay, stai bene? Nath prendi un fazzoletto, sbrigati.”, - disse Kelsey, guardando Jay preoccupata.
Max preferì non intromettersi, questa volta, e raggiunse Tom fuori.

Il telefono di casa squillò, e Nathan corse a rispondere.
- “Pronto?” - 
- “Sciau.” -
- “S-Siva?” -
- “Sì Nath!” - 
- “Haha, oh, ciao Seev. Ma dove sei sparito?” - 
- “Ti chiamo da Dublino. Ti saluta Nare.” - 
- “Mi prendi per il culo?” - 
- “Sto in viaggio con Nare, era una sorpresa e volevamo non avvisarvi.” - 
- “Ci hai fatto preoccupare!” -
- “Ma nò, tranquilli. Che si dice là?” - 
- “Eh, c'è appena stato un litigio tra Jay e Tom.” - 
- “Oddio, perchè?” - 
- “Lunga storia, ti spiegherò. Ma nulla di grave.” - 
- “Ciao Sivaaaaaaa!” - urlò Kelsey.
- “Haha, salutamela! Ti devo lasciare Nate, saluta tutti. Ci sentiamo!” - 
- “Ciao!” - 

- “Jay, non è successo niente. Non preoccuparti.”, - gli disse Kelsey.
Jay annuì, pulendosi del sangue fuoriuscente dalle sue labbra.

Michelle si sentiva poco bene, a casa sua.
Si alzò con qualche dolore alla pancia, così decise di riempirsi lo stomaco.
Aprì il mobile e cacciò un pacchetto di patatine, poi lo appoggiò sul tavolo prendendo il cellulare.
Le arrivò un messaggio. Un messaggio di Nathan.
- “Buongiorno amore. Come stai?” - 
- “Sto un pò ma..” - 
Improvvisamente le cadde il telefono, senz'aver inviato il messaggio.
Si piegò in due, scivolando a terra con le gambe e mantenendosi la pancia.
Decise così di andare da Nathan, in caso riaccadesse un aiuto c'era.
Si vestì velocemente e di corsa prese la macchina.
Suonò il campanello, Kelsey aprì.
- “M-Mich? Ahhhh buongiorno!”, - Kelsey l'abbracciò.
- “Ciao Kè. Nathan dov è?”, - disse Michelle.
- “Uhm, sta sopra credo.”, - disse Kelsey sorridendo.
- “Uh, ciao Jay. Siete soli?”, - disse Michelle.
- “Eh sì, solo noi tre. C'è stata una litigata poco fa.”, - disse Kelsey socchiudendo appena gli occhi.
- “Si? Cos'è successo?”, - disse Michelle.
- “Tom e i suoi attacchi di gelosia, ha dato un pugno a Jay. Ma non è successo niente.”, - disse Kelsey, voltandosi verso Jay.
- “Ohw, mi dispiace. Stai bene Jay?”, - disse Michelle, affiancandosi a lui.
- “Sì, non c'è male.”, - Jay sorrise.
- “Hai un colore pallido Shelle. Vuoi qualcosa da mangiare?”, - disse Kelsey, siedendosi sul tavolo della cucina.
- “Ehw boh, qualcosina sì, grazie. Ho un mal di pancia terribile.”, - disse Michelle, toccandosi la pancia.
- “Mh, come mai?”, - disse Kelsey, porgendole dei biscotti al cioccolato.
- “E' un mal di pancia diverso dal solito, e credo di saperne la causa.”, - disse Michelle, facendo un colpo di tosse.
- “C-Che intendi? Mi preoccupi.”, - disse Kelsey, inarcando un sopracciglio.
- “Sarà intossicazione alimentare. Mh vado su da Nate!”, - disse Michelle, accennando una risata.

Michelle bussò la porta di Nathan, entrandoci.
- “Cucù.” - 
- “Non stavamo messaggiando cinque minuti fa?”, - disse Nathan ridendo.
- “Stavamo, infatti.” , - disse Michelle, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla guancia.
- “Non mi è arrivata la tua risposta. Ho visto che eri online.”, - disse Nathan.
- “Mh sì, ho avuto uno strappo alla pancia, mi era caduto il cellulare di mano..” , - disse Michelle, abbassando lo sguardo.
- “Che ti prende? .. Sei un pò strana.”, - disse Nathan, guardandola.
- “Niente, non ho niente. Mi mancavi.”, - disse Michelle, appoggiando il mento sulla sua spalla.
- “Anche tu mi mancavi.”, - accennò un sorriso.
- “S-Senti.. Posso rimanere quì oggi? Ho paura di sentirmi male di nuovo.”, - disse Michelle.
- “Certo che puoi rimanere. Ma, perchè dici questo?”, - disse Nathan.
- “Te l'ho detto, non mi sono sentita bene prima. Scendiamo giù?”, - disse Michelle.
Nathan annuì e tenendola per mano raggiunse la cucina.
- “Devo parlarti, Kels.”, - disse Michelle sottovoce.
- “Dì Mich.” -
- “Forse non sto male per quel motivo..” - 
- “Che vuoi dire? Mi stai preoccupando.” - 
- “Non sapevo succedesse.. Non lo sapevo..” , - Michelle si mise le mani in faccia, guardandola poi.
- “Michelle parla, che ti è successo?” - 
- “Tra me e Nathan ieri.. C'è stato qualcosa..” - 
- “Avete...... Avete avuto un rapporto?” - 

Michelle ci pensò su prima di parlare.
Voleva e no dirle la verità, ma aveva paura.
- “Niente, Kels. Fai finta non ti abbia detto nulla.” - 
- “Perchè non vuoi dirmelo?” - 
- “Ma non è successo niente, ci siamo baciati e.. E basta.” - 
- “Sicura, mh?” - 
- “Sì.” - Michelle accennò una breve risata.
- “E perchè ti preoccupavi tanto a dirmelo?” - 
- “Perchè non volevo dire una cosa tanto banale.” - 
- “Tu mi nascondi qualcosa ,mmh. Ti preoccupi del mal di pancia? Maddai, è normale.” - 

Michelle andò da Nathan, facendogli un leggero massaggio alla schiena.
Lui le prese la mano, portandosela in camera sua.
- “D-Dove vai?” - 
- “Che facciamo giù, stiamo quì.” - 
- “C'è un bel film da guardare?” - 
- “Ce l'ho davanti.” - 
Le guance di Michelle incominciarono ad impallidirsi.
Nathan la prese per i fianchi, sbattendola leggermente al muro.
- “Nathan che fai..” - 
Incominciò a baciarle il collo lentamente, scendendo sempre di più.
Lei gli appoggiò le mani sull'addome, accarezzandoglielo e mordendosi il labbro.
Appoggiò lei le mani sul suo didietro, palpandoglielo appena per qualche secondo.
Gli mise una gamba attorno al suo bacino, appoggiando una mano sul suo viso e baciandolo con foga a tratti. 
La prese per i fianchi tirandosela a sè, e continuò a baciarla appassionatamente. [ ... ]

 

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Capitolo 14
*** I need your love to pull me up. ***


La partenza era arrivata.
Il Word Of Mouth Tour era ormai agli sgoccioli, ei ragazzi stavano preparando l'occorrente.
Ma non erano i soli ad andarci.
Decisero di portarsi dietro anche le loro ragazze, nonchè Michelle e Kelsey.
Nareesha non c'era, abitava a Los Angeles da circa una settimana.
Prima tappa: New York.
Stage di ben tre giorni, con accompagnatori BigKev, la truccatrice e tutto il cast.
I ragazzi erano indaffarati nelle loro valigie, così come - soprattutto - Michelle e Kelsey.
L'incontro per la partenza era prevista per le undici, ed il Wanted Bus quasi stava arrivando.
Il campanello suonò, Jay andò ad aprire.
- “Oh, Kevin!”, - disse Jay, stringendo la mano a BigKev.
- “Ragazzi, tutti pronti? Non dobbiamo tardare.”, - disse Kevin.
- “Che ansia mammamia.”, - disse Nathan, sistemando le ultime cose nella sua valigia.

Michelle e Kelsey erano in camera di Nathan e Jay a scambiarsi dei vestiti.
- “Te ne presto uno sexy per Nathan.”, - disse Kelsey ridendo.
Michelle abbassò lo sguardo, rimanendo in silenzio.
- “Shelle?”, - disse ripetute volte Kelsey.
- “.. Si?”, - disse Michelle alzando lo sguardo su Kelsey.
- “Sei un pò preoccupata, o sbaglio? Dai che ci si diverte!”, - disse Kelsey dando una pacca sul culo a Michelle.
- “Tutto apposto. Ho il timore di dimenticare qualcosa.”, - disse Michelle.
- “Ma nò, dai, se casomai ti sei dimenticata qualcosa ce l'ho pur sempre io.”, - disse Kelsey, prendendo la sua valigia e raggiungendo i ragazzi in salotto.
Michelle fece lo stesso, ma continuava a guardare l'orario sul suo blocco schermo.

- “Ragazzi, è ora. Accertatevi di avere tutto, il bus è già parcheggiato fuori.”, - disse BigKev, alzandosi gli occhiali da sole ed uscendo dall'entrata.
- “Abbiamo tutto. O almeno, io sì. Let's go!”, - disse Max, uscendo sculettando.
- “Wow, che spettacolo!”, - disse Tom ridendo.
Erano tutti pronti, e tutti uscirono frettolosamente dalla casa.
Jay abbassò tutte le persiane del salotto, uscì e chiuse a chiave.
Il tempo di una sigaretta ed erano già tutti pronti sul pullman.
Nathan vicino a Michelle, Tom vicino Max, Kelsey vicino Jay e Siva con BigKev.

- “Scusa, posso sedermi io quì, mh?”, - disse Tom a Jay, mettendosi di fianco ai loro sedili.
Jay fece una faccia alquanto strana, ma si siedette da solo, già pronto con le cuffiette e con i piedi stesi sull'altro sedile.
- “Tom, sei sempre il solito acido.”, - disse Kelsey sbuffando.
- “Acido quanto ti pare, ho pure diritto a sedermi dove voglio, no?”, - disse Tom, inarcando velocemente un sopracciglio.
- “Ora Jay è solo, mh.”, - disse Kelsey, voltandosi per qualche istante su Jay.
- “E che me ne frega, mh?”, - disse Tom, scegliendo una canzone dalla sua playlist.
- “Jay, và vicino a Max”, - disse Tom con aria menefreghista.
- “Non vado proprio da nessuna parte, sto bene quì grazie.”, - disse Jay con tono offensivo.
- “Meglio, così non rompi a nessuno.”, - disse Tom tra sè e sè infilandosi le cuffiette.
Kelsey sbuffò, cacciandosi anch'essa le cuffiette per non infastidirsi dal comportamento di Tom.

Il ritorno a New York era previsto per le due del pomeriggio.
Tutti preferirono riposare.
Tranne Michelle, era alquanto strana.
Non faceva altro che fissare Nathan con la coda dell'occhio, che fissare un punto fisso, con occhi inumiditi.
Così, decise di chiedere consiglio a suo fratello Roo sul suo stato d'animo, che fin'ora era indefinibile.
Le tre ore di viaggio erano passate molto in fretta, e tutti si svegliarono con la pre-stanchezza addosso.

- “Woah, siamo già arrivati?”, - disse Max sbadigliando.
- “Mh sì, direi proprio di sì.”, - disse Tom dietreggiato da Max.

Una volta scesi, si recarono all'hotel loro accostato.
Kelsey e Michelle si fermarono al bar sottostante per sorseggiare qualcosa.
Entrambe parevano scosse da qualcosa, qualcosa che le turbava parecchio.
Nel frattempo i ragazzi e BigKev raggiunsero le loro camere per sistemare le valigie.
- “Shelle, cheffaccia!”, - disse Kelsey appoggiando il gomito sul tavolino del bar.
- “Eh...”, - disse Michelle guardandosi attorno.
- “No davvero, succede qualcosa?Mi preoccupi, sei così.. strana.”, - disse Kelsey guardandola.
- “Non succede niente.”, - disse Michelle con aria determinata.
- “Se lo dici tu! Che prendi da bere? Io mh.. un succo d'arancia.”, - disse Kelsey.
- “Anche io, và.”, - disse Michelle.
- “Non sei contenta di essere col tuo fidanzatino?”, - disse Kelsey accennando una risata.
- “Non è il mio fidanzato.”, - disse Michelle.
- “Me lo nasconderai ancora per altro tempo? Non ti fidi di me?”, - disse Kelsey.
- “No, non è quello. Scherzavo. E' che.. Ho sto mal di pancia che mi tormenta.”, - disse Michelle.
- “Massù, sarà intossicazione alimentare.”, - disse Kelsey accennando una risata.
- “..Sì, intossicazione alimentare.”, - disse Michelle con aria annoiata.


- “Kelsey dov è?”, - disse Jay.
- “A te che ti frega?”, - disse Tom.
- “Ehi, non incominciate. Kelsey è giù al bar, non c'è niente di male nel dirlo eh.”, - disse Max.
- “Perchè ti interessa tanto?”, - disse Tom a Jay.
- “Bhè allora chiedo anche per Michelle, dov è Michelle? Non si può proprio parlare insomma.”, - disse Jay.
- “Uh vero, dove sta?”, - disse Nathan inarcando un sopracciglio.
- “Con Kelsey.”, - disse Max.
- “Oddì ho fame.”, - disse Nathan.
- “Andiamo a mangiare, davvero, mi sta venendo fame anche a me.”, - disse Max.
- “Comunque non potrete stare a stomaco vuoto prima del concerto.”, - disse BigKev.
- “Ovviamente. Ordiniamo una pizza, mh?”, - disse Max.
- “Vai, vai.”, - disse BigKev annuendo con la testa.
- “Vado a chiedere a qualcuno, poi mi fumo una sigaretta fuori.”, - disse Max.

Il tempo di chiedere l'ordinazione in camera, Max andò fuori e osservò - fumando intanto la sua sigaretta - Kelsey e Michelle.
Decise poi di raggiungerle.
- “Hey belle ragazzuole, che fate?”, - disse Max facendo un tiro alla sua sigaretta.
- “Mah, nulla. Vuoi un pò?”, - disse Kelsey porgendogli il suo bicchiere di succo d'arancia.
- “Non salite su? Così mangiamo.”, - disse Max sorseggiando del succo.
- “No, io e Shelle mangiamo quì. Avvisa!”, - disse Kelsey.
- “Certo.”, - disse Max.
- “Jay sta sopra?”, - disse Kelsey.
- “Ma vi andate trovando entrambi oggi?”, - disse Max ridendo.
- “Ha chiesto di me? Jay?”, - disse Kelsey, incominciando ad impallidirsi.
- “Ehw, sì. Beh vi faccio un pò di compagnia, abbiamo ordinato delle pizze e intanto che aspetto..”, - disse Max prendendo una sedia affiancata loro.
- “No problem. Vuoi qualcosa da bere? Offro io.”, - disse Kelsey sorridendo a trentadue denti.
- “Non mi dispiacerebbe.”, - disse Max.
- “Che vuoi?”, - disse Kelsey.
- “Mi è indifferente.”, - disse Max.
Dopo una quindicina di minuti il proprietario dell'hotel accenna un segno a Max per avvisargli delle pizze pronte.
Così si alzò e si recò in camera con le pizze in mano.
- “Si mangia!”, - disse Max poggiando le pizze sul tavolino.
- “Kelsey e Shelle?”, - disse Tom.
- “Mangiano al bar.”, - disse Max prendendosi un trancio di pizza bollente.
- “Ragazzi, più veloci fate meglio è.”, - disse BigKev.

Trascorsa ben più di un'ora, i ragazzi raggiunsero il loro bus per recarsi nello stadio.
- “Ragazze, dobbiamo andare! Venite, no?”, - disse Max urlando a Michelle e Kelsey.
Loro accennarono un sì con la testa, ed entrarono nel pullman.
In cinque minuti arrivarono.
Di corsa si cambiarono, scaldando la voce e sorseggiando dell'acqua ghiacciata.
Non stavano più nella pelle, il tempo volava e nemmeno se ne accorgevano.
Nella lista gli aspettavano sette canzoni da cantare in due pienissime ore, contata la presentazione.
Il primo giorno del Word Of Mouth Tour a New York doveva essere particolare agli altri.
I ragazzi si buttarono sul palco, con l'adrenalina che scorreva nelle vene ed il cuore in gola.
Michelle e Kelsey, insieme a BigKev e la truccatrice personale, assistero al concerto dietro le tende loro affiancate a qualche metro.
Il tempo scorreva, il sudore incominciava a colare dalle loro fronti ormai bagnate.
Michelle cadde di scatto a terra.
- “Oddio, Michelle!”, - Kelsey si girò improvvisamente, le sue guance incominciarono ad inumidirsi, le mani a raffreddarsi.
- “Cos'è successo?”, - disse la truccatrice.
- “E' svenuta, presto prendi dell'acqua!”, - disse Kelsey con aria parecchio agitata.
- “Dovremmo avvisare Nathan?”, - disse la truccatrice.
- “Non lo so.. Cioè sta cantando, che dovrei fare?”, - disse Kelsey.
- “Non può sospendere il concerto.”, - disse la truccatrice.
- “Non si sta riprendendo.. Chiama un'ambulanza veloce!”, - disse Kelsey, affacciandosi dietro la tenda.
Kelsey chiamava ripetutamente Nathan urlando.
Nathan intuì appena e vide Kelsey che, con la mano, gli faceva capire che Michelle era svenuta.
Le sue guance incominciarono ad impallidirsi, e di corsa lasciò il palco come se nulla fosse.
Kelsey gli porse un asciugamano per asciugarsi la fronte, prendendolo per braccio.
- “Nathan, è svenuta, sono troppo preoccupata.. Non si riprende.”, - disse Kelsey.
- “Stai scherzando?!”, - Nathan di corsa raggiunse Michelle che era ancora a terra.
- “Dio, svegliati, che ti succede..”, - Nathan scivolò a terra con le gambe, mettendosi le mani tra i capelli.
Gli addetti al soccorso presero Michelle per le braccia e la portarono in ambulanza.
- “Nath vado anch'io, c'è bisogno di qualcuno. Sta tranquillo e riprendi a cantare, okay?”, - disse Kelsey, appoggiando le mani sulle sue spalle e abbracciandolo per qualche secondo.
Nathan dovette per forza rientrare sul palco, e improvvisò qualcosa che pareva già programmata.
I ragazzi ovviamente se ne accorsero, ma non potevano dirgli nulla in quel momento.
Il concerto era agli scoccioli, erano tutti molto agitati.

Nel frattempo, Michelle era stata portata in una camera dell'ospedale per capire cos'era stato a provocarle lo svenimento.
- “Scusate, la visiterete vero?”, - disse Kelsey rivolgendosi ad un infermiere.
- “Un attimo di pazienza, giro di qualche minuto e sarà spiegato tutto.”, - disse un infermiere uscente dalla camera di Michelle.
Trascorsi dieci minuti circa, il dottore uscì dalla camera, con aria abbastanza allegra - se così si può dire - .
Kelsey si alzò di scatto dalla sala d'attesa e chiese spiegazioni.
- “Allora? Come sta? Che ha?”, - disse Kelsey molto preoccupata.
- “Non è completamente cosciente, ma è normale. La sua amica è ..”, - disse il dottore.
- “Intossicazione alimentare, vero?”, - disse Kelsey.
- “Haha, no. La sua amica è incinta.”, - disse il dottore accennando una risata.
- “C-Cosa?! Mi sta prendendo in giro?”, - disse Kelsey spalancando gli occhi.
- “Se vuole può controllare queste carte, dicono esattamente che è in attesa.”, - disse il dottore.
- “E perchè le avete fatto un'ecografia?”, - disse Kelsey.
- “Avevamo presupposto si fosse slogata un muscolo, la paziente mi diceva il dolore provenisse da lì.”, - disse il dottore.
Kelsey entrò in camera, chiudendo la porta.
Si siedette di fianco a Michelle e la fissò per qualche istante.
- “No, non è possibile.”, - disse Kelsey tra sè e sè.

Le due ore erano trascorse, e senz'aspettare un'istante Nathan corse giù per le scale, cercando un passaggio.
- “Ma dove va? Prima è uscito dal palco, non capisco.”, - disse Max.
- “Michelle è svenuta e non si riprendeva, sicuramente starà andando in ospedale.”, - disse la truccatrice.
- “E' svenuta? Oddio, ecco perchè è così agitato.”, - disse Max.
Nathan riuscì a prendere un taxi.
Era ancora bagnato dal sudore, ancora tormentato da cosa le poteva essere successo.
Arrivato in ospedale, di corsa chiese informazioni su dove fosse Michelle.
Vide Kelsey seduta in sala d'attesa, con le mani in mano, a guardare un punto fisso.
- “Kelsey!”, - urlò Nathan correndo per il corridoio.
- “Oh, Nathan.”, - disse Kelsey accennando un sorriso.
- “Come sta?”, - disse Nathan con l'affanna in gola.
- “Bene. Sta bene.”, - disse Kelsey.
- “Posso vederla?”, - disse Nathan.
- “.. Sì, và pure. Ma sei tutto bagnato, oddio.”, - disse Kelsey guardandolo strano.
- “Ho finito tipo in quest'istante di cantare..”, - disse Nathan.
- “Nath, devo proprio scappare. Ci vediamo dopo.”, - disse Kelsey.

Nathan cercò di entrare nella camera di Michelle, ma il dottore glielo impedì bloccandolo con la mano.
- “Ah-ah! Chi è lei?”, - disse il dottore.
- “Sono il fidanzato della ragazza, posso entrare?”, - disse Nathan.
- “Oh, è lei il fortunato. Complimenti.”, - disse il dottore dandogli una pacca sulla spalla.
- “Ma che...?”, - disse Nathan confuso.
- “Diventerà padre così giovane!”, - disse il dottore.
Nathan spalancò gli occhi come un balcone, la sua faccia incominciò ad impallidirsi e gli occhi ad inumidirsi.
Non credeva alle sue orecchie, tremava.
Entrò in camera aprendola con cautela, e fissando Michelle sul letto.
Lei era sveglia, vide Nathan e rimase immobile.
- “Perchè non me l'hai detto prima.”, - disse Nathan con voce quasi incredula, inginocchiandosi e rimanendo immobile nel suo sguardo.
- “Mi dispiace.”, - disse Michelle scoppiando in lacrime.
Nathan si mise le mani nei capelli, appoggiando la testa sul lettino e alzandosi poi di scatto.
Uscì dalla camera non facendo caso alla porta, e stringendo i denti sbattè molto forte la mano sul muro.
Perso nei suoi pensieri, decise di rientrare nell'hotel dove tutti lo aspettavano.
Entrò in hotel sbattendo la porta, e senza dire una parola andò di corsa in camera sua.
- “Che gli succede?”, - disse Max molto preoccupato.
Tutti si guardarono in faccia disinvolti.
- “Per Michelle ragazzi, lo sapete. Lasciatelo stare, sta molto male..”, - disse Kelsey raggiugendolo in camera.
Kelsey entrò e trovò Nathan sdraiato sul letto guardando fisso il soffitto.
- “Nath..”, - disse Kelsey quasi in vena di piangere -, “va tutto bene.”
- “Niente va bene, niente lo è mai andato.” - 
- “Nathan, smettila. Dovresti esserne contento. Di che ti preoccupi?” -
- “Perchè non me l'ha detto prima? Perchè? Dio che rabbia.” - 
- “Non è facile, Nath. Sta male.” - 
- “Ed io no, secondo te? Sto peggio di lei. Poteva dirmelo prima almeno, solo questo.” -
- “Ma che cambiava? Nemmeno io lo sapevo, nè tutti. Sii felice.” - 
- “Kels, non posso accettare una cosa simile adesso.” - 
- “Non dire così, dai.. Infondo è una bella cosa.” -
- “Lasciami da solo, ti prego.” - 

Kelsey uscì dalla camera, raggiunse i ragazzi e sorseggiò dell'acqua dalla sua bottiglietta.
- “Allora?”, - disse Max appoggiando i piedi sul tavolino.
- “Come dicevo. Devo andare a prendere Michelle, chi viene con me?”, - disse Kelsey.
- “Io. Vengo io.”, - disse Jay.
- “No, vado io se permetti.”, - disse Tom alzandosi.
- “Tom, dai.”, - Max gli fece segno con gli occhi - “non è il caso.”
Kelsey e Jay presero un taxi e si recarono all'ospedale.
- “Jay, comunque io.. Devo ancora parlarti.” - 
- “Dimmi Kels.”, - disse Jay masticando una chewin-gum.
- “Penso di essere innamorata di te, e tanto.” - 
- “Lo sai che non potremmo mai stare insieme, no?” - 
- “Non hai capito. Voglio te, solo te.” -
- “E Tom? E' il tuo ragazzo.” - 
- “Mi snervo solo con i suoi comportamenti infantili.” - 
- “Dai, scendiamo, poi ne riparliamo.” - 

Il tempo di accompagnare Michelle in taxi, che il tempo si guastò.
La pioggia incominciava ad aumentare, a bagnare i loro visi, il venticello fischiava nelle loro orecchie.
Kelsey era ossessionata da Jay.

Non distoglieva lo sguardo nemmeno per un secondo, tanto da prenderlo per il braccio e bagnarsi sotto la pioggia.
- “Jay, ti amo.”, - lo prese per il viso, baciandolo improvvisamente per parecchi secondi, sotto l'umida pioggia cadente.
Jay nemmeno osava distaccarsi da lei.
Era preso, come se contraccambiava le sue parole dette.
E continuava a baciarla, continuava a farlo. 
Quando tutto finito, rientrarono in taxi tutti bagnati fradici.
Ma sorridevano, sorridevano l'uno con l'altra.
Michelle li guardava con occhi lucidi, inumiditi. 
Quasi bagnati del tutto da quelle maledette lacrime salate.
Kelsey e Jay presero Michelle per le braccia, ognuno una, ed entrarono in hotel.
Tutti a guardarla, consolarla per quella caduta che rimarrà impressa nella sua mente a vita.
Quando tutti si scambiavano dei sorrisi, lei si sentiva morire dentro.
Si metteva sempre in disparte a guardare, a pensare.
Lo sguardo sempre rivolto verso il basso, il pensiero dritto su Nathan.. dritto sulla sua pancia, su ciò che gli spettava.
Decise di raggiungere Nathan nella camera, sperando almeno tutto andasse per il verso giusto.
Lui stava con il cellulare, posizionato ancora nel letto da qualche ora.
- “Posso dormire con te? Mi sento sola.”, - gli disse Michelle.
Nathan si scostò, senza dire una parola, senza distogliere lo sguardo dal suo cellulare.
Lei s'addormentò poco dopo essersi affiancata a lui.
Ma Nathan si sentiva male, tormentato soprattutto dalla scenata che le aveva fatto.
Spontaneamente poggiò le mani sulle sue, accarezzandole la pancia quasi come se avesse paura.
- “Infondo dovrò prendermi cura di lei per tutta la vita. Non posso non farlo, non posso lasciarla a mani vuote, non posso fregarmene. Sarà...mio figlio.”, - disse Nathan fra sè e sè, con occhi bagnati da lacrime che ancora non fuoriuscivano.

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Capitolo 15
*** Almost is never enough. ***


In questi nove mesi, ne sono successe di cose.
Nove mesi di gravidanza del piccolo intruso Sykes, nove mesi di inaspettati nuovi batticuori, nove mesi di follie.
Nella vita del bel fustacchione dagli occhi verde smeraldo, comunemente conosciuto come Nathan, era subentrata una pollastrella dai belli capelli: Betsy-Blue.
Betsy era una ragazza proveniente dalla stupefacente Londra, la città dove la pausa dei ragazzi si era temporaneamente bloccata.
Per Nathan e Michelle, il piccolo Sykes in pancia era la causa di tutti i loro litigi.
Nathan non ne voleva ormai sapere più niente.
La decisione affrettata di prendere in affitto un appartamento nel centro di Londra per convivere insieme, era stata la menzogna più evidente che Nathan potesse approvare.
Se la sua mente non fosse stata offuscata dalla biondina tutto pepe, il pensiero sarebbe rimasto solo ed esclusivamente sull'imparare ad accettare Michelle.
Il loro letto da una piazza e mezza, era abbastanza solo per uno.
Nathan e Betsy si vedevano di nascosto ogni sera, ad insaputa di Michelle, sotto casa, nel bellissimo giardino sottostante ricoperto da fiori che Roo, il fratello maggiore di Michelle, veniva spesso a piantare per l'arrivo del nuovo nipotino.
Quei fiori, quei dannatissimi fiori che col tempo diminuivano sempre di più.
Il loro posto non era quello, non quello giusto.
Erano fatti apposta per essere messi tra i lunghissimi capelli di una bella ragazza.
Secondo Nathan, ci voleva qualcosa per richiamare la bellezza di quei fiori.
Ed era proprio Betsy.
Era la sera del nove gennaio duemilaquindici.
22:30.
Orario perfetto per una cioccolata calda ed una carezza da parte della persona che ami.
Naturalmente, Nathan era in disparte da tutto questo.
Sapeva solo stendere le sue gambe sul puff e fare lo svogliato col proprio cellulare, uno dei suoi migliori pregi.
Nessun rimedio, nessun rimorso.
Nessuno sguardo, nessuna carezza.
Proprio come la mente ferita di Mich, pensava quotidianamente.
- “Ecco la tua cioccolata..Nathan.”
Nathan allungò il braccio, cercando di afferrare la tazza, ma senza distogliere lo sguardo dal suo schermo illuminato di bianco.
Passarono secondi, minuti, sorsi da quella sporca tazza di cioccolata.
E passarono anche i pensieri contorti di Michelle.
- “Ora basta, Nathan.”, - disse Michelle, prendendo di scatto il telefono di Nathan con aria determinata e distaccandosi velocemente da lui.
- “Cazzo, lasciami stare!”-, Nathan tese le braccia e spingendola bruscamente la fece cadere dal divano.
Michelle iniziò a piangere dal nervoso, dalla paura dei suoi gesti reci-divi.
Lui, non si degnò nemmeno di aiutarla.
Gli squilli di notifica continuarono ad illuminare quel fottuto schermo.
Ad ogni squillo, una frattura al cuore infranto di Michelle.
Mantenendosi il pancione, cercò di alzarsi, riaprendo la porta sbattuta bruscamente da Nathan per via della sua "privacy infranta".
Silenzio tombale.
L'unica cosa che si sentiva nell'aria, era lo scricchiolio del dondolo proveniente dal giardino.
Michelle non poteva fare a meno di perdonarlo.
Spostò la tendina della finestra che si affacciava sulla parte posteriore del giardino, osservando attentamente la serietà di Nathan che in quel momento era dritta sul suo maledetto cellulare.
Decise di mettere una pietra sul cuore ancora, ancora una volta, dirigendosi senza pensarci due volte sul suo bianco e freddo letto..da sola.
Nel frattempo, si era accostata una macchina grigia davanti casa loro.
Era Betsy.
Quel rumore era ormai familiare alle orecchie di Nathan e al suo sorriso che non poteva fare a meno di mettere in bella vista.
Si alzò di scatto dal dondolo, facendo involontariamente cascare il cellulare sull'umida erba calpestata dai suoi piedi, puntando dritto alla ricerca di quegli occhi di cui si era follemente innamorato.
Se la mangiava con gli occhi quella ragazza.
Vogliamo parlare di quelle labbra carnose e rosse? Nathan le chiamava "labbra da pompinara."
Non appena i loro sguardi s'incrociarono, le loro mani fecero lo stesso.
- “Quanto sei bella, Bet.”, - accennò Nathan, con una risata alquanto maliziosa.
- “Sei sempre il solito!”, - disse Bet, inarcando una breve risata e paccando dei piccoli schiaffetti sul viso di Nathan.
Ma più lei faceva così, più Nathan aveva la scusa per provocarla.
Insomma, voleva proprio conquistarla a modo suo.
- “Ho bisogno di coccole.”, - disse Nathan abbassando lo sguardo e girandosi continuamente i pollici.
- “Che succede, piccolo?”-
- “Succede che io, Michelle, non la sopporto neanche più.”-
- “Beh, io credevo ti piacesse quella ragazza. Ci hai anche fatto sesso, Nath.”, - disse Bet con aria abbastanza offesa, proprio come se fosse gelosa.
- “Io non la amo più, non ne voglio sapere nulla di tutto questo. Ho preso troppo a male la gravidanza, è stato un emerito sbaglio, non era questa la vita che volevo.”-
- “Senza di te non vale nulla, nè lei, nè il bambino.”-
- “Vorrei che ti prendessi cura tu del bambino, una volta nato.”-
- “H-Ho capito male, Nath..?”, - Bet aveva gli occhi fuori come un balcone, rimasta incredula a tutto ciò.
Nathan la prese per un braccio, tirandosela a sè con i suoi bruschi modi e portandosela in braccio. Il suo unico obiettivo, era avvertire i suoi occhi in quelli di Betsy, così vicini da potersi rispecchiare.
Appoggiò la sua calorosa mano sulla guancia arrossita di Bet, socchiudendo gli occhi e avvicinando le labbra invitanti alle sue.
Nemmeno il piacere di sfiorarle le labbra, le mani di Bet erano dritte sull'addome di Nathan, accompagnate da uno spintone.
Bet era abituata a flirt del genere, ma quelli di Nathan erano diversi dagli altri.
Secondo lei, decisamente eccitanti.
Tutti gli improvvisi sensi di colpa erano stati colmati dalle vogliosissime e curiose mani di Nathan, sentiti a pelle sui suoi fianchi.
Ma non erano solo i loro sguardi e le loro mani ad incrociarsi, le loro lingue parlavano da sè.
Dopo vari schiamazzi e risatine per i voluti gesti, si intravide una sola luce che proveniva dalla camera da letto.
I due piccioncini erano troppo impegnati nei loro giochetti perversi che non si accorsero nemmeno delle lacrime che bagnavano il viso di Michelle, dal trasparente vetro che permise lei di scoprire la verità dei suoi mali.
Sapeva solo piangere, per Nathan.
La notte era ormai fonda, e gli occhi bui di Michelle avevano ormai rinunciato alla speranza di colmare quel fottuto posto bianco che le affiancava da giorni, per giorni.
Betsy doveva partire con la sua band per un'intervista a Boston, proprio dove Tom si godeva la pausa con la sua ragazza Kelsey.
Nathan pensò subito di affiancarla, ma non fu possibile.
Betsy fu intimorita dalle precedenti scelte che Nathan aveva preso "al posto suo", per quanto riguarda il bambino.
- “E' la tua di vita, non la mia. Dormici su.”, - bastò un dolce bacio sulla guancia per ammutolirlo e spiazzarlo allo stesso tempo.
Erano appena scoccate le nove del mattino.
Nathan non aveva dormito proprio su niente.
Quei sensi di colpa, quei consapevoli sensi di colpa che lo perseguitavano ogni giorno si facevano sentire solo dal momento che un foglio bianco ed una penna si trovavano nelle sue mani.
La musica gli aveva insegnato chi era.
“Un giorno saprai della canzone che ho scritto per te.”
Il suo ultimo messaggio per 'Shelle, era questo.
Una frase su un accecante foglio bianco, accompagnato da una tazza di cioccolata calda e un piccolo peluche di orsacchiotto che insieme avevano comprato quando tutto filava liscio.

 

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Capitolo 16
*** Hey, I see a secret in your face. ***


“Questa sensazione, come se fosse stata colpa mia, mi perseguita da anni ormai e lo farà per tutta la mia vita.”
Nathan era scappato di casa, consapevole di aver abbandonato il suo prescelto futuro.
Dopo due ore di viaggio verso Gloucester, la sua prima meta fu lo Starbucks Coffee.
Il suo sguardo era proprio come il sole quando inizia a scomparire.
Era offuscato dai sensi di colpa, ma allo stesso tempo era sicuro della sua scelta.
Il gelo mattutino iniziava a farsi sentire, il sole ad intravedersi.
Aveva un piccolo appartamento lì a Gloucester, ma non era solo.
C'era Jay, con lui.
La loro grande amicizia veniva condivisa pezzetto per pezzetto.
Decise di chiamarlo, indifferente all'orario, per mangiare delle ciambelle calde insieme, proprio per ricordare i vecchi tempi e la felicità che era facile come un bicchiere d'acqua.
Nell'attesa di Jay, decise di cancellare definitivamente Michelle dalla sua mente, partendo da quei vecchi messaggi sdolcinati alle dediche più profonde.
Per non parlare delle loro foto.
Ogni singola foto immortalava un momento, uno più bello dell'altro.
La prima cosa che Jay notò appena entrato nel locale, era la faccia da cane bastonato di Nathan.
Così non esitò a raggiungerlo.
“Buh!”,- Jay appoggiò le sue freddolose mani sugli occhi di Nathan, indietreggiandolo.
Nathan si voltò, con un sorriso forzato che non era proprio da lui, battendo il bugno contro quello di Jay.
Pareva quasi mortificato.
“Tu mi nascondi qualcosa.”, - Jay socchiuse appena un occhio, prendendo una sedia dal tavolo affianco e poggiandola di fronte a Nathan.
“Nath..”
Lui, nemmeno rispose.
Iniziava a battere ripetutamente la gamba sul pavimento, tanto da far scuotere il tavolo.
Si alzò di scatto, prendendo il suo cellulare dal tavolino e uscendo frettolosamente dal locale.
Jay era sperduto, preoccupato, seguì i suoi passi al momento.
Delle improvvise lacrime salate iniziarono a bagnare il viso di Nathan a dirotto.
Partendo dal viso, all'umido asfalto che man mano calpestava.
La prima cosa che si trovò davanti, buttò per terra.
“Fermati, cazzo!”, - Jay lo afferrò per un braccio, con forza, spingendolo in avanti verso la panchina che stava davanti i loro occhi.
“Voglio morire, porca puttana, voglio morire.”, - le lacrime gli impedirono di rendere chiara la frase.
I suoi occhi iniziarono a ricoprirsi di goccioline.
Quando cercò di rialzarsi, Jay piazzò la faccia di fronte agli occhi luccicanti di Nathan.
“Nate, sei il mio piccolino. Non voglio che ti distruggi prima di me.”, - passò il suo umido pollice sulle guance bagnate di Nathan, disfacendogli il ciuffo.
“Non..Non so come dirtelo.”, - le sue guance iniziarono ad impallidirsi.
“Pft, mi hai persino potuto ammirare da nudo, suddai.”
“Hai mai baciato un ragazzo..?”
“Sì, me stesso sullo specchio, Nath.”
Nathan si alzò di colpo, senza distogliere lo sguardo dagli occhioni blu mare di Jay.
Lo baciò.
Senza pensare alle conseguenze, senza pensarci due volte.
Jay rimase stupito, quasi del tutto incredulo.
“Come non detto..”, - Nathan abbassò lo sguardo, raccogliendo il suo zaino nero da terra e iniziando a camminare dalla parte opposta.
“Nathan, aspetta un momento!”
Nathan si voltò, guardandolo per qualche secondo, per poi rigirarsi.
“Io..non me l'aspettavo. Ma non mi sei mai dispiaciuto.”
“Che vuoi dire, Jay?”, - disse Nathan, appoggiando lo sguardo sul suo braccio che Jay stava stringendo.
“Sai che intendo.”, - gli disse, facendo un occhiolino.
“Non ho voglia di scherzare.”, - Nathan prese le distanze per un momento, dirigendosi nuovamente allo Starbucks Coffee per rilassarsi un attimo.
“Due Starbucks, per favore.”, - appoggiò il gomito al bancone del bar, scaraventando lo zaino sulla prima sedia che gli capitò di vedere.
Jay lo raggiunse, bloccandolo ancora una volta per il braccio.
“Non lo so, Nate. Una volta vedo noi due come grandi amici e un'altra volta immagino te che vieni e mi baci con passione. Non voglio rovinare la nostra grande amicizia..”
Come se nulla fosse, porse uno dei due Starbucks a Jay, rimanendo in silenzio e sorseggiando appena il suo.
“Lo prendo come un sì.”, - iniziò a ridacchiare Jay.
“Ma sta zitto e succhia. La cannuccia, intesi.”, - inarcò un sopracciglio.
Nathan lasciò i suoi dieci dollari sul bancone, voltandosi verso Jay con uno sguardo spento.
“Mi spiace..”, - Jay lo accostò, abbracciandolo improvvisamente.
“Anche a me spiace, non averti.”, - accennò una falsa e breve risata.

Nel frattempo, a Londra, il campanello suonò a casa Sykes, dove Michelle era l'unica sola rimasta.
“..Max?!”
“Ciao piccola.”, - Max entrò, dandole il buongiorno con un occhiolino dei suoi.
Aveva sentito benissimo.
Eccome, se ci aveva sentito.
Iniziò ad arrossire, facendo finta di nulla e socchiudendo lentamente la porta.
“Il tuo uomo, dov'è?”, - disse Max masticando un chewing-gum.
Michelle rimase ammutolita, spenta dalle sue parole.
“Shelle? Tutto apposto?”
“Mi hai chiamato Shelle.. Solo Nathan mi chiamava così..”
“Dove cazzo è, Sykes?”, - Max iniziò ad innervosirsi per il tanto sospetto.
Ancora una volta lei non rispose.
“E cos'è questo foglio?”, - era proprio il messaggio di Nathan, rimasto pieghettato sul tavolino.
“Niente, non è niente!”, - Michelle gli impedì subito di aprirlo.
Ma non fu possibile.
“Hey, rilassati piccola.” - disse Max, appoggiando le mani sui fianchi di Michelle - “Nathan non può lasciare sola una bambola come te.”
Le mani di Max si sentirono a pelle sulle tonificate cosce di Michelle.
“Smettila..”, - l'unica risposta che si sentì era la saliva che veniva inghiottita.
“Tu sai che perdita, s'è fatto quel coglione.” - le sue mani roventi iniziarono a scivolare sul culo di Michelle, finendo in bellezza con una leggera palpata.
Lei lo spinse fortemente con le mani, sul petto, credendo di distogliere quegli invitanti addominali dal suo corpo, facendogli cadere il cellulare dalla tasca involontariamente.
Ma tanto involontaria, non era la cosa.
Quando finalmente trovò una scusa per distaccarsi da lui, gli prese il telefono, correndo frettolosamente per le scale e chiudendosi in bagno nel giro di un minuto.

Nathan.
Era il primo ed ultimo nome che apparse nelle chiamate recenti di Max.
Non ci rinunciò affatto, a lui.

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